Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento TAXE PERCUE
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Trento per la restituzione al cliente
Rivista missionaria per le famiglie fondata
dalla Beata Maria Teresa Ledóchowska nel 1895
SOMMARIO
In ascolto del Papa
Il “sì” di Maria è rivolto a Dio e a tutti noi
21
In cammino con la Chiesa
Amando fino alla fine: Giornata dei missionari martiri..22
In breve
Burundi, Cina
Ecuador, Indonesia
In diretta
“Bisogna aver cura che l’amore
per le missioni non si spenga mai
nei nostri cuori,
anzi, aumenti sempre più.
Una pianta che non viene innaffiata
di tanto in tanto, inaridisce.”
Siano anche loro figli di Dio, liberi del male…
Maria Goretti Pakistana
Intenzione missionaria
Intenzione di marzo 2012
Pagina della gratitudine
Dal Centro Missionario di Nalbar
Grazie per la macchina
Pagina della solidarietà
Costruzione di una cappella
Due cisterne per acqua
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32
33
33
Zoom
A 150 anni dalla nascita della beata M.T. Ledóchowska 34
Spazio giovani
Il telefonino più utile
Notizie claveriane
Ricordando sr. M. Speranza Schlauri sspc
Bacheca
In copertina: Via Crucis a Jagdalpur, India
Foto: Archivio sspc
Grazie alla Beata Maria Teresa Ledóchowska
Ricordiamo i nostri defunti
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40
40
In ascolto del Papa
I L “ SÌ ” D I M A R I A
è rivolto a Dio e a tutt
ttii noi
diventare la Madre del
Redentore.
Maria
rimane
turbata. Ma l’Angelo del Signore
Le dice una parola di
consolazione: “Non temere,
Maria, perché hai trovato grazia
presso Dio.” (Lc 1,30). Così
Maria può dire il suo grande
“sì”. Questo “sì” per essere
serva del Signore è l’adesione
fiduciosa al piano di Dio e alla
nostra salvezza.
E, infine, Maria dice questo “sì”
a tutti noi, che sotto la croce
le siamo stati affidati come
figli (cfr Gv 19,27). Non revoca
mai questa promessa. Ed è per
questo che Ella dev’essere
chiamata felice, anzi, beata
perché ha creduto nel
compimento di ciò che Le era
stato detto dal Signore (cfr Lc
1,45). Recitando… questo
saluto dell’Angelo, possiamo
unirci a questo “sì” di Maria e
aderire fiduciosamente alla
bellezza del piano di Dio e della
provvidenza che Egli, nella sua
grazia, ha riservato per noi.
Cari fratelli e sorelle,
Questa preghiera (dell’Angelus) ci fa ricordare
sempre di nuovo l’inizio storico della nostra
salvezza. L’Arcangelo Gabriele presenta alla
Vergine Maria il piano di salvezza di Dio,
secondo il quale Ella avrebbe dovuto
Allora, anche nella nostra vita l'amore di Dio
diventerà, per così dire, carne, prenderà
sempre più forma. Non dobbiamo avere
paura in mezzo a tutte le nostre
preoccupazioni. Dio è buono.
Benedetto XVI
Angelus a Friburgo, 25 settembre 2011
21
In cammino con la Chiesa
AMANDO FINO ALLA FINE:
Giornata dei missionari martiri - 24 marzo
Secondo informazioni di agenzie missionarie, nell’anno 2011 sono stati uccisi 26
operatori pastorali. Si tratta di 18 sacerdoti, 4 religiose e 4 laici. Con 15 vittime 13 sacerdoti e 2 laici - l'America si rivela per la terza volta consecutiva il continente
più pericoloso, seguita dall'Africa, con 6 operatori pastorali uccisi (2 sacerdoti, 3
religiose e 1 laico). Al terzo posto c'è l'Asia con 4 morti (2 sacerdoti, 1 religiosa,
1 laico). A chiudere il triste elenco è l'Europa, con 1 sacerdote ucciso.
Alcuni volti dei martiri del 2011 Foto: MISSIO
“Martirio di Dio” è un’espressione forte,
drammatica se vogliamo, ma trasmette
pienamente l’idea di un Dio che muore
d’amore per noi, che dona il suo stesso Figlio
in riscatto per molti, anche se nel corso della
22
storia abbiamo sempre mostrato di essere un
popolo errante che si inginocchia davanti gli
idoli. Dal punto di vista teologico se
pensiamo che Gesù ci dice di sé: “Chi ha visto
me ha visto il Padre” (Gv 14,9), possiamo ben
dire che chi ha visto Gesù morire in croce ha
visto il suo martirio e insieme quello di Dio
Padre. Lo stesso Dio Padre che sin dalle prime
pagine della Scrittura si espone al martirio;
basta vedere il suo amore per un popolo che
ha fatto di tutto per allontanarlo da sé, che
gli ha inflitto diverse ferite, tradimenti,
insulti fino a uccidere il Figlio amatissimo!
Tutta la Scrittura attesta la volontà di Dio di
accreditare presso i suoi figli un’immagine
di sé che sostituisca le immagini idolatriche
che gli uomini continuano a farsi di Lui.
Eppure, nonostante tutto, ogni volta ha
perdonato! Per questo la figura del martire
per eccellenza, a imitazione di Gesù, un Dio
che dona la sua vita per amore, è quella di
colui che perdona i suoi carnefici, è quella
di colui che ama fino alla fine, come ha
visto fare dal suo Dio che non si è
risparmiato il supplizio della croce.
- Fino alla fine e nonostante tutto!
- Fino alla fine e senza alcun ripensamento!
- Fino alla fine perché l’amore non si dona
parzialmente ma sempre totalmente!
Il martirio sembra quindi manifestare una
pedagogia fatta di imitazione: si impara
vedendo gli altri. Se il martire ha dato la
propria vita perdonando, è perché ha visto il
suo Dio fare lo stesso per lui.
Noi cristiani preghiamo perché è giusto
pregare o perché abbiamo visto Gesù che
prega? Noi cristiani dobbiamo essere poveri
perché è bella questa dimensione o perché
abbiamo visto che Dio stesso si è fatto
povero e umile?
In questa pedagogia gioca certamente un ruolo
importante la misericordia. Quando si parla di
misericordia c’è sempre chi invoca la giustizia
terrena. “Misericordiosi sì, ma ci vuole
giustizia!”, diciamo spesso noi per primi. Dio
però segue un’altra linea di pensiero; proprio
per questo è il “Totalmente Altro”! La giustizia
umana di solito tende a pretendere più di
quanto è il danno ricevuto; se Dio la applicasse
così saremmo già tutti morti, e se siamo
sopravvissuti è perché Dio ha usato
misericordia, anzi Egli stesso è misericordia.
Non vogliamo rendere la giornata della
Memoria una vuota e triste commemorazione
di eroi, ma un momento di riflessione e di
preghiera che ci faccia riscoprire figli di un
Padre che per amare è stato pronto a tutto.
Vogliamo sempre più fare nostra la
dimensione di chi è pronto ad amare fino alla
fine, gratuitamente e per sempre, e applicarla
alla nostra quotidianità fatta di piccole
scelte, di piccoli passi e di semplice
testimonianza. La giornata della memoria non
avrebbe senso se non fosse uno stimolo ad
essere sempre più e sempre meglio testimoni
autentici di un Vangelo che non cessa di
parlare al mondo. Per questo tutti noi siamo
chiamati dall’esempio dei martiri a rinnovare
il nostro amore di figli, fratelli, genitori senza
riserve, senza timore di giungere fino alla
croce, fino al martirio, fino a dare la vita per
coloro che amiamo. Possiamo dire a
conclusione di questa nostra breve riflessione
che Dio ci ama da morire e… anche a noi può
capitare di morire per Amore!
Alex Zappalà - Segretario Nazionale Missio Giovani
Luca Moscatelli - Teologo del Centro Studi Missio
23
In breve
BURUNDI
Migliaia di fedeli hanno
partecipato alla celebrazione del giubileo d’oro del
Santuario mariano di Mugera,
situato nell’Arcidiocesi di Gitega,
e del 50mo anniversario della
consacrazione del Burundi alla Vergine
Maria, regina della pace, il 15 agosto 2011.
La celebrazione ha dato inizio all’anno
giubilare, che durerà fino al 15 agosto 2012,
come ha riferito all’agenzia Fides il Segretario
generale della Conferenza Episcopale del
Burundi. Hanno partecipato alla ricorrenza i
vescovi del Paese, il Segretario del Nunzio
apostolico in Burundi, centinaia di sacerdoti,
religiosi e religiose e il Vicepresidente della
Repubblica in rappresentanza del Governo.
La Messa è stata presieduta dall’arcivescovo
di Gitega, mons. Simon Ntamwana, che ha
spiegato che la Chiesa in Burundi ha scelto di
celebrare il giubileo d’oro del Santuario di
Megera per commemorare la consacrazione del
Paese alla Vergine nel 1961. In quel momento
il Burundi si preparava all’indipendenza e il
cambiamento del sistema politico spaventava
gli abitanti della regione.
Per evitare violenze, i vescovi scrissero il 3
giugno 1961 una lettera pastorale invitando i
fedeli a riunirsi sul Monte Mugera il 15
agosto, nel Santuario mariano, per consacrare
il Burundi alla Madre di Dio. Da allora, Mugera
è diventato il primo Santuario mariano del
Burundi. Ogni anno migliaia di fedeli vi si
recano in pellegrinaggio e ringraziano per le
grazie che Dio ha concesso loro per
intercessione della Vergine Maria. Agenzia Fides
CINA
La polizia cinese ha arrestato lunedì scorso
cinque sacerdoti della chiesa “sotterranea”
della diocesi di Suiyuan (o Hohhot), nella
Regione Autonoma della Mongolia Interna.
Secondo fonti ecclesiastiche, gli arresti sono
stati effettuati nella città di Erenhot, vicina al
confine con la Mongolia. Secondo l’agenzia,
si tratta dell'amministratore diocesano, padre
Joseph Zhang, del rettore del seminario
“clandestino” locale, padre Joseph Ban, e di
tre parroci, i padri Ding, Wang e Zhao. Una
trentina di poliziotti e funzionari ha fatto
irruzione nella casa di un fedele, nella quale
i presbiteri si erano riuniti nel tardo
pomeriggio per discutere il trasferimento di
alcuni parroci. L'azione della polizia a Erenhot
viene ritenuta “molto insolita”. Infatti, per
anni la comunità “clandestina” di Suiyuan ha
condotto un’esistenza tranquilla. Ospitati
presso varie famiglie, i circa 30 sacerdoti
hanno potuto comunque lavorare nella
massima discrezione, svolgendo il loro
ministero in modo nascosto. La diocesi copre
un vasto territorio nel centro e nel sudovest
Foto: Sir
24
della provincia della Mongolia Interna. Come
ricorda Eglises d’Asie, la diocesi era stata
guidata da monsignor Joseph Li Congzhe fino
alla sua morte, avvenuta all’età di 87 anni,
nel giugno del 2002. Dopo la sua scomparsa,
la diocesi è stata presa in mano proprio da
padre Joseph Zhang, uno dei cinque arrestati.
Ufficialmente, la diocesi, che aveva il rango
di arcidiocesi, non esiste più. È stata abolita,
infatti, negli anni ’80, in seguito alla
riorganizzazione territoriale delle diocesi da
parte delle autorità cinesi ed integrata in
quella della capitale della provincia, Hohhot.
Hohhot ha un vescovo “ufficiale” dall’aprile
2010 nella persona di monsignor Paul Meng
Qinglu, 47 anni, la cui ordinazione episcopale
è avvenuta con l’approvazione della Santa
Sede e con l’avallo delle autorità cinesi.
Aiutato da un sacerdote più anziano, padre
Meng aveva assunto la guida della diocesi di
Hohhot dopo la morte del vescovo “ufficiale”,
mons. Johannes Wang Xixian, avvenuta nel
maggio 2005. Zenit
ECUADOR
Il 5 febbraio è morto Pedro Manuel, 43 anni,
dopo aver salvato la vita a sette bambini che
erano stati trascinati al largo, in mare, di
fronte ad una spiaggia vicino al piccolo centro
di Quinindé, in Ecuador. Pedro Manuel
apparteneva alla Comunità "Hogar di
Nazaret", fondata da Maria del Prado Almagro.
Fratel Pedro era un laico consacrato al Signore
dal 1990 e fino al 1998 viveva nell'Hogar di
Nazaret a Cordoba. Quest'anno era stato
assegnato alla missione che l'opera gestisce
nel paesino di Quinindé (Ecuador). In questo
luogo ha aiutato i bambini abbandonati come
responsabile della "Scuola Sacra Famiglia di
Nazareth", con un impegno riconosciuto da
molti. Agenzia Fides
INDONESIA
Mille bambini cattolici di Timor Est, sottratti
alle loro famiglie oltre dieci anni fa, sono
trattenuti con la forza in Indonesia, convertiti
all'islam, istruiti in collegi islamici e
nazionalizzati. Oggi la maggior parte di loro si
trova in scuole e strutture di accoglienza
nell'area di Giava occidentale, in mano a
"educatori" musulmani che si rifiutano di
riconsegnarli alle loro famiglie. E' la storia che
Fides apprende da fonti della Chiesa
indonesiana, confermata da alcuni operatori
umanitari cattolici che hanno provato a
riportarli, senza successo, nei loro nuclei
familiari di origine a Timor Est. Fra i 250mila
profughi che nel 1999, al tempo del conflitto
per l'indipendenza di Timor Est dall'Indonesia,
varcarono il confine verso Timor Ovest, per
sfuggire alle violenze dei miliziani filoindonesiani, vi erano oltre 4.000 bambini.
Allora molti bambini vennero consegnati a
membri dell'esercito o a organizzazioni
umanitarie indonesiane dalle famiglie timoresi
che non potevano provvedere al loro
sostentamento. Oltre 1.000 di quei bambini
non hanno mai più fatto ritorno a Timor Est e
restano prigionieri in collegi islamici (i
"pesantren") a Giava occidentale. Alcune Ong e
i rappresentanti dell'Alto Commissariato Onu
per i Rifugiati in Indonesia hanno provato a
organizzare il loro rimpatrio, senza successo.
Alcuni genitori timorosi hanno rintracciato i
loro figli ma i responsabili dei collegi non li
hanno liberati. Agenzia Fides
25
In diretta
SIANO ANCHE LORO FIGLI DI DIO,
liberi del male…
D
alle letture su “Eco
dell’Africa”, in edizione
francese, ho visto con gioia
che il vostro raggio di azione
si allarga a tutti i continenti
del mondo. Nel numero dei
vostri figli adottati c’è anche
il Madagascar. Allora con
fiducia e speranza vi rivolgo
una richiesta di aiuto per un
gruppo di famiglie di
Ambondromamy, Nord-Ovest
dell’Isola di Madagascar.
Questa zona è attraversata
da due fiumi: Betsiboka e
Ikopa, arteria principale ed
unica di comunicazione tra il
Nord e la Capitale.
Dove c’è movimento c’è vita,
possibilità
di
notizie,
informazioni, scambi. Ma la
gente istruita, con mezzi propri e cospicui
è sovente solo di passaggio. Non ha tempo
o voglia di condividere i suoi beni culturali
o economici.
I residenti sono in gran parte degli
immigrati, originari del profondo Sud,
nullatenenti, a servizio come braccianti di
pochi latifondisti, che li comandano da
lontano, esigono raccolti, concedono prestiti
di sementi con tariffe da usurai, qualunque
sia l’annata o il passaggio di cicloni. Non è
quindi da stupire se tante donne, soprattutto
le giovani, si prostituiscono a viaggiatori,
camionisti o turisti di passaggio.
26
Foto: Sr. Ester Bovetti
Per pochi soldi che possono avere una sera,
non capiscono la perdita della loro dignità e
spesso della loro salute. Con un gruppo di
donne più credenti e praticanti, abbiamo
iniziato incontri di formazione religiosa,
umana, attività artigianali che le salvino
dall’ozio e dal vizio; per ottener loro, con le
loro stesse mani, la fierezza di un lavoro e di
un guadagno, anche minimo ma dignitoso.
Ci occorrono libri di preghiere per le
assemblee domenicali in assenza del
sacerdote. E le nostre donne credenti se la
cavano molto bene nei canti e nella
catechesi. I testi evangelici e le lettere degli
Apostoli servono loro per un nutrimento
spirituale personale, per le loro riunioni, per
le assemblee domenicali, e per contrapporsi,
in modo semplice ma preciso, all’ invasione
delle sette, in aumento di numero e di
accanimento anticattolico.
Al nutrimento spirituale occorre unire
anche quello del riso quotidiano. Chiedo un
aiuto per acquistare materie prime che le
donne di Ambondromamy trasformeranno in
ceste per la spesa con un’arte ed una
perizia meravigliosa.
Altre, non meno capaci, scelgono, cuociono e
trasformano la frutta in semplici, ma gustose
conserve da vendere e spedire a Mahanjanga
o nella Capitale.
Il beneficio è tutto per loro, per i loro
bambini, per aiutare anche a compagne ormai
disabili per età o per malattia, sole in questo
magnifico e caro paese dove ancora non
esiste alcuna previdenza sociale.
In programma lo studio successivo di gestione
della loro attività.
Oltre infatti ad un lavoro ben fatto, l'uso del
beneficio, la condivisione con i membri più
poveri devono imparare a gestire e vivere il
risparmio, per essere in grado fra tre anni di
andare avanti da soli con il lavoro, la
solidarietà, l'onestà e la loro cassa propria.
Chiedo per il mio gruppo di famiglie di
Ambondromamy un contributo di Euro
10.000,00 che li aiuti nel cammino della
Parola di Dio, della fiducia nel suo amore e
nel cammino di uno sforzo personale,
autentico e decoroso di progresso.
Siano anche loro figli di Dio, liberi dal male,
felici e riconoscenti della Vostra solidarietà.
Sr. Ester Bovetti - Carmelitane di Santa Teresa
Diocesi Mahajanga - Madagascar
Con le donne malgasce Foto: sr. Ester Bovetti
27
In diretta
MARIA GORETT
TTII Pakistana
"Aver fede significa appoggiarsi sulla fede
dei tuoi fratelli, e che la tua fede serva
allo stesso modo da appoggio per quella
degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare
la Chiesa, che vi ha generati alla fede,
che vi ha aiutato a conoscere meglio
Cristo, che vi ha fatto scoprire la bellezza
del suo amore."
BENEDETTO XVI, Madrid, agosto 2011
C
hi di noi non ha mai sognato di amare
e di essere amato davvero?
Liberamente, senza nessuna condizione e
con la voglia di rendere felice l’altro. Chi
di noi non ha mai sperato di condividere
con qualcuno i sogni, le speranze, le gioie
e persino le difficoltà?
È qualcosa di naturale, spontaneo che
caratterizza ogni giovane che nella sua
crescita fa un percorso serio, radicato sui
valori umani e sulla fede vissuta
quotidianamente. Quell’amore vero,
incondizionato che scopriamo in Gesù
Cristo e impariamo da Lui dona un colore
e un senso a tutto il nostro essere. Ci
rende belli, trasparenti… Felici!
Quell’amore di Gesù, che ha dato se stesso
per ciascuno di noi, si è intrecciato con
la vita di Mariah Manisha, una giovane
ragazza che ha avuto il coraggio di dire
"no" a un matrimonio forzato con un
giovane musulmano, all'inevitabile
28
ogni anno vengono rapite, violentate e
poi convertire forzatamente all’Islàm
prima di un matrimonio “riparatore”.
Secondo informazioni fornite a Fides dalla
Commissione “Giustizia e Pace” di
Faisalabad, “le indagini sul caso
continuano, ma nel villaggio di
Samundari, dove ci sono pochissimi
cristiani, alcuni testimoni musulmani
sono pronti a dichiarare che la ragazza si
è suicidata, per scagionare il vero
colpevole”. Inoltre, i capi musulmani
intendono applicare il meccanismo
islamico del “diyat”, il cosiddetto “prezzo
del sangue”, previsto dalla sharia, che
consiste in un adeguato compenso
economico. La famiglia della vittima
concede il perdono all’omicida, e ciò
permette il rilascio, mettendo fine alla
vicenda senza alcuna punizione legale.
Mariah Manisha uccisa in novembre 2011
Mons. Khalid Rashid Asi, Vicario generale
conversione all’Islàm per le nozze e infine di Faisalabad e Presidente della
al tentativo di violenza sessuale da parte Commissione diocesana per i giovani,
del ragazzo. Tre rifiuti che sono costati la spiega a Fides:
vita a Mariah Manisha, cattolica “Stiamo seguendo con attenzione e con
diciottenne, uccisa a colpi di pistola dal commozione questa vicenda. Aspettiamo la
pretendente il 27 novembre 2011 nel chiusura definitiva dell’inchiesta delle forze
villaggio di Samundari (diocesi di dell’ordine. Poi, come Chiesa locale,
Faisalabad), nello stato del Punjab, esamineremo il caso e tutte le
regione nell’est del Pakistan. L’assassino testimonianze, valutando se segnalare
di Mariah si chiama Arif Gujjar, Mariah alla Conferenza Episcopale, come
tossicodipendente di 28 anni, figlio di un martire della fede”.
ricco proprietario terriero.
Per molti Mariah è già martire, cioè
Alcune forze politiche stanno facendo di testimone della fede: una testimone che
tutto per rimuovere l’attenzione dal caso ci interpella tutti, perché la sua morte
di Mariah, popolarmente conosciuta come non può lasciare indifferenti e freddi di
Maria Goretti Pakistana, che è diventata fronte a un amore vissuto pienamente, a
simbolo della conversione forzata delle una fede incarnata nella vita.
700 ragazze cristiane del Pakistan che
sr. Jolanta Płominska
29
Intenzione missionaria
di p. Giuseppe Bellucci s.j.
INTENZIONE MISSIONARIA
di Marzo 2012
Perché lo Spirito Santo conceda perseveranza a quanti, particolarmente in Asia,
sono discriminati, perseguitati e messi a morte a causa del nome di Cristo
P
arlare di persecuzione della Chiesa e dei
cristiani oggi potrebbe sembrare fuori
moda, eppure, se ci guardiamo intorno e
diamo uno sguardo al mondo d’oggi,
dobbiamo costatare che le persecuzioni sono
una realtà tremendamente attuale. Proviamo a
fare qualche esempio, soffermandoci
soprattutto sull’Asia, continente al quale si
riferisce in particolare l’intenzione, ma senza
dimenticare situazioni analoghe in altre parti
del mondo, anche se meno estese ed
eclatanti. La Cina e l’India in questo momento
sono le due nazioni in cui il diritto alla libertà
religiosa è maggiormente negato. Per quanto
riguarda la Cina, sappiamo che esistono due
settori della Chiesa cattolica, quello ufficiale,
di obbedienza governativa, che gode di una
certa libertà, almeno nell’ambito delle
strutture ecclesiastiche, e quello non ufficiale,
talvolta chiamato «Chiesa clandestina»,
fedele al Papa e obbligata a praticare la sua
fede in clandestinità, con il rischio
dell’arresto, non solo dei suoi sacerdoti e
vescovi, ma anche dei semplici fedeli.
L’India, che tradizionalmente è stata sempre
considerata una nazione tollerante verso le
varie religioni, da qualche anno a questa
parte ha conosciuto un risveglio del
fondamentalismo indù. Numerosi sacerdoti e
suore sono stati uccisi, come pure molti laici
cristiani, con particolare attenzione a coloro
30
che sono impegnati nella promozione sociale
delle classi più emarginate, i cosiddetti dalits.
Una suora presente nel campo di Raikia
(distretto di Kandhamal), racconta ad
Asianews: «Sono qui mescolata fra i medici
[per curare i feriti]. Se le autorità del campo
scoprono che sono una suora mi cacciano via.
Nel mio lavoro quotidiano incontro molte
donne, che soffrono di traumi profondi. Ma
con loro posso parlare solo di problemi
medici. Non posso consolarle, consigliarle,
con tutta la disperazione e il dolore che
incontro, non posso fare a meno di piangere.
Mai nella mia vita ho visto cose simili, le
torture e le devastazioni sono giunte a un
limite oltre ogni immaginazione».
Anto Akkara, un giornalista cattolico indiano
ha scritto: «Il mondo è rimasto sbalordito
dalla brutalità della violenza anti-cristiana
che ha travolto il territorio di Kandhamal
dalla fine di agosto 2008, quando i cristiani
furono braccati e perseguitati per settimane e
settimane. Le chiese sono state profanate e
distrutte; le case dei cristiani sono state
depredate e ridotte poi in cenere lasciando
senza tetto migliaia di persone».
In questo mese, a noi che godiamo della
libertà religiosa, viene chiesta la solidarietà
con i nostri fratelli perseguitati. La nostra
preghiera può dare loro forza e coraggio per
affrontare le prove, in attesa di tempi migliori.
Da “Il Messaggero del Cuore di Gesù”
Donne del villagio, India, Tanjavur Foto: sr. Renata Szawara, sspc
31
Pagina della gratitudine
DAL CENTRO MISSIONARIO
di Nalbari
Carissimi benefattori, l’offerta inviataci è
stata utilizzata per il sostentamento dei
sacerdoti che si trovano al Centro Missionario
di Nalbari. Questo Centro è stato aperto
nell'anno 2008 per provvedere alle esigenze
pastorali dei nostri cattolici. Utilizziamo tutti
i mezzi, a nostra disposizione, per contattare
anche le comunità non cattoliche dell'area
con il messaggio di Gesù Cristo. Le principali
attività del Centro Missionario sono fra altre:
a. Formazione: osservando lo scarso grado di
alfabetizzazione dell'area, abbiamo aperto
una scuola elementare. In genere, associati
alla parrocchia/centro missionario abbiamo
una scuola e un ostello per ragazzi e ragazze.
b. Visite ai villaggi: quasi ogni giorno i
sacerdoti, insieme ai catechisti, visitano i
villaggi per celebrare la Santa Messa e altri
sacramenti, nonché le case, per condurre corsi
di catechismo e contattare nuove famiglie al
fine di introdurle alla fede cattolica.
GRA
RAZ
ZIE per la macchina
Cari benefattori, vi sono immensamente grato
per avere risposto alla richiesta di una
macchina per il mio comitato di musica
liturgica. È stata un'enorme gioia ricevere la
vostra risposta affermativa. Abbiamo
acquistato una Vista UAO 30 R per le sue
caratteristiche di prezzo e consumo di
carburante ridotto. Vi ringrazio di cuore. Il
nostro comitato di musica serve 6 Diocesi
dell'Uganda: l'Arcidiocesi di Kampala, Masaka,
lugazi, Kasana/luwero, Kiyinda-Mityana e
Jjinja. Il nostro obiettivo principale consiste
32
Con il supporto ricevuto da voi abbiamo
utilizzato parte del denaro anche per pagare
la bolletta elettrica, l'acquisto di gas per la
cucina e oggetti liturgici per la cappella. A
voi tutti i nostri sinceri ringraziamenti e le
nostre preghiere. In Cristo Gesù,
+ Thomas Puiloppillil
Vescovo di Bongaigaon – India
nel migliorare la musica liturgica. Per
raggiungere i nostri obiettivi organizziamo
festival musicali ogni anno, sia a livello di
Diocesi che di interdiocesi. Le scuole medie
competono separatamente e le Parrocchie
seguono a entrambi i livelli.
Questo veicolo ci aiuterà moltissimo. Vi
ringrazio ancora per l'impegno dimostrato in
questo lavoro. Che il buon Dio vi ricompensi
abbondantemente per le buone azioni
compiute nel Suo nome. Con infinita
gratitudine,
Fr. James Kabuye
Coordinatore del Comitato di Musica Liturgica
Diocesi di Kiyinda-Mityana, Uganda
Pagina della solidarietà
COSTRUZIONE di una cappella
Cari Benefattori, ancora una volta mi permetto
di rivolgermi a voi con la richiesta di aiuto per
la costruzione di una cappella, in una zona
molto povera, alla periferia di Monte Cristi Equador. I fratelli cristiani di questo luogo,
solitamente si radunano in una baracca
costruita con rami secchi e cartone, per la
celebrazione della Parola e, quando è possibile
per l’Eucaristia. Le sorelle visitano
frequentemente le famiglie per la catechesi e
per la pastorale sanitaria. Fra le tante urgenze
la più necessaria è quella di dare una “Casa
dignitosa” al Dio della nostra vita. E’ un sogno
che i cristiani desiderano realizzare. Confido,
come sempre, nella vostra benevola
accoglienza del progetto stesso. Assicuro la
mia preghiera unita a quella delle sorelle e dei
fedeli che vi ricordano con riconoscenza cari
benefattori. Auguro un sereno cammino
quaresimale e ringrazio per l’attenzione viva e
generosa a molti progetti che continuate a
sostenere a favore dei poveri.
Sr. Maria Jesus da Silva
Suore cappuccine di Madre Rubatto
Monte Cristi, Portoviejo - Ecuador
DUE CISTERNE per acqua
Cari Benefattori, il nostro ospedale pediatrico
è gestito dalla Congregazione « Espérance
Consolatrice ». La costruzione dell’ospedale
non è stata ancora completata, ma è stato
ugualmente aperto poiché la popolazione
limitrofa si lamentava della mortalità
infantile. Presi dalla gestione dell’ospedale
pediatrico, non si accorsero dell’urgenza di
risolvere il problema dell’acqua. I familiari
dei malati attingono l’acqua dalla cisterna
vicina. L’ospedale però necessita di una
grande quantità d’acqua per i suoi numerosi
usi (docce, bagni, pulizie, ecc.). L’acquisto di
due cisterne -una grande ed una più piccola
di emergenza- sarebbe una risposta positiva
a questo problema.
La Congregazione « Espérance Consolatrice »
chiede un aiuto che possa alleviare i malati ed
i loro accompagnatori. Vi ricorderemo sempre
nelle nostre preghiere.
Padre Mukena Katayi Albert
Diocesi di Luiza - RDC
Vi preghiamo di indirizzare le offerte a:
Congregazione delle Suore Missionarie di S. Pietro Claver - Via della Collina 18 - 38121 TRENTO
CCP n. 35483452
Le eventuali offerte che risulteranno in eccedenza rispetto alle richieste che abbiamo presentato saranno destinate a
progetti analoghi a noi comunicati dai missionari sparsi in tutto il mondo.
33
Zoom
A 150 anni dalla nascita
della BEATA MARIA TERESA
LEDÓCHOWSKA
(1863 - 2013)
LA SUA INFANZIA
M
aria Teresa Ledóchowska nacque a
Loosdorf il 29 aprile 1863 come prima
figlia del secondo matrimonio di Antonio
Ledóchowski con Sefina Salis Zizers. Nella
famiglia ogni bambino era considerato un
vero dono di Dio. Il giorno della sua nascita la
mamma annotò nel suo diario: “Il più bel
giorno della mia vita:…alle sette del mattino
ho potuto stringere al cuore, con gioia, la mia
sana, bellissima bambina. Che l’Onnipotente
mantenga il mio caro tesoro in vita e in salute”
(Cfr. Diario-Sefina Ledóchowska).
Il 2 maggio la neonata ricevette il santo
battesimo. In seguito, la mamma scrive:
“Sabato, 30 maggio: Sono andata in chiesa con
la mia bambina, per ringraziare il Signore Iddio
per questo dono meraviglioso”(ivi).
anche se ciò non traspare nei suoi scritti. In
seguito fu invitata al suo “vecchio” collegio,
però, ormai come fondatrice di una nuova
famiglia religiosa con il fine di animarlo
missionariamente e svegliare nelle educande
lo spirito missionario del loro battesimo.
Leggendo i diari di Maria Teresa si nota subito
quanto le interessasse la natura e vi mostrasse
una grande predilezione. Ogni passeggiata, a
piedi o con i mezzi di trasporto di quei tempi,
era ben sfruttata. Ai suoi occhi non sfuggiva
niente, godeva dei bei panorami e meditava la
grandezza e la bontà di Dio.
Il Signore benedisse la famiglia con nove
bambini, di cui, tre chiamò a sé ancora in
tenera età. I genitori, ferventi cristiani,
educarono i figli alla fede e all’adempimento
della vocazione ricevuta da Dio. Alimentarono
in essi ogni interesse verso il sapere e a
qualsiasi disciplina scientifica. Per motivi
economici la famiglia Ledóchowski si trasferì a
St. Pölten, dove le figlie poterono frequentare
la scuola delle Suore “Dame Inglesi”, senza
dovere risiedere nel pensionato.
“Gmunden 25. luglio 1875 …Oggi abbiamo
avuto un tempo bellissimo: chi l’avrebbe mai
sognato? Con quel cielo terso, Mitzl propose
una scampagnata alle cascate di Traunfall.
Quale meraviglioso spettacolo! Da una roccia
alta sei cataste di legna lo spumeggiante Traun
si precipitava, scrosciando […]. Qualcosa
d’incan-tevole![…] In breve potrei scrivere che,
per ore, si potrebbe contemplare quel gioco di
natura senza stancarsi… Sì, ogni miracolo
della natura col suo apparire loda il Creatore e
con ogni cosa mostra all’uomo la via a Dio,
datore d’ogni bene. Tutto il creato ed ogni
creatura di questo splendido mondo ci
ricordano Dio!” (MTL, Diario).
Maria Teresa vi fu iscritta per tre anni. Le
suore, insegnanti, l’apprezzarono molto,
Maria Teresa attinse a piene mani dalla sua
famiglia d’origine, una calda umanità, la fame
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del conoscere e del sapere. In lei si notò
presto l’attitudine e il talento per la pittura e
per il campo letterario, che si svilupparono in
seguito sempre di più, anzi in lei aumentò
l’aspirazione di diventare importante.
Cresciuta, rivelò, in un racconto “Storia di una
piccola Maria che desiderò diventare famosa”,
le relative ansie, tensioni, cadute e le
ambizioni di essere considerata celebre.
Furono i genitori lungimiranti a correggere
presto e subito questi suoi innati difetti. Un
grande avvenimento, per lei, fu l’incontro con
lo zio Miecislaus Ledóchowski in viaggio per
Roma, dopo anni di prigionia a Ostrów. I
genitori con i figli maggiori si recarono a
Vienna per salutarlo. Maria Teresa descrisse
così questi indimenticabili minuti: “Sabato,
26 febbraio 1876 Finalmente l’uscio si aprì ed
apparve il Principe della Chiesa. […] Il
Cardinale chiese della piccola poetessa e gli fui
presentata; mi colmò di lodi per la poesia
“L’Arcivescovo Ledóchowski” che l’anno
precedente gli avevo inviato ad Ostrów. Non
meritai affatto tali complimenti, poiché
comporre versi, per me, è solo una grazia di
Dio.[…] Purtroppo il suo segretario entrò e
disse che il pranzo era pronto. Lo zio si alzò,
c’impartì la sua benedizione, ci raccomandò
alla protezione dell’Altissimo, allontanandosi
rapidamente da noi. Ognuno di noi ricevette
una bella immagine col suo autografo
“Miecislaus Card. Arciv. di Gnesen&Posen”.
Naturalmente quest’immagine resterà, per me,
il ricordo più prezioso” (cfr. MTL Diario).
Anni dopo fu lo zio cardinale ad incoraggiarla
di dedicare tutta la sua vita all’opera di
liberazione degli schiavi in Africa,
impiegando i suoi talenti, soprattutto
sfruttando la penna come scrittrice. Aiutare
gli altri, portare l’uomo alla scoperta delle
proprie risorse fu la molla che la rese prima
una brava studentessa e poi… discepola di
Gesù, pronta a dissetarlo nei fratelli africani
assetati di libertà e di amore.
Sr. Maria Paola Wojak - sspc
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Spazio giovani
IL TELEFONINO più utile
I
l telefonino, buon servitore in sé, si è
imposto dappertutto con una
straordinaria e persino sconvolgente
rapidità. Suona persino nei posti di
raccoglimento. Il papa Benedetto XVI ha
pubblicato l’11 novembre 2010
l’esortazione apostolica postsinodale
“Dei Verbum”, sulla Parola di Dio nella
vita e nella missione della Chiesa.
L’intenzione del Papa era chiara: Bisogna
cambiare “portatile”. Prendere la Bibbia,
conversare con Dio, ascoltarlo, pregare
col cuore - specialmente in questo
tempo di quaresima - bisognerà, però,
osservare alcune regole:
Inizia con digitare il numero giusto. Il
numero di Dio è la disposizione del
cuore. Dobbiamo metterci nella sua
presenza…
Che fortuna! Il telefono di Dio non è mai
occupato, mai fuori di rete o fuori
servizio…
Se ci sono delle interruzioni, verifica se
non sei stato tu a staccare la linea… poi
ristabilisci nuovamente il contatto….
Importante
osservazione:
una
conversazione con Dio è parlare e
ascoltare… crei un po’ di silenzio intorno
e soprattutto dentro di te…
Non prendere l’abitudine di chiamare
Dio solo quando hai problemi finanziari
o sentimentali, oppure in momenti
d’urgenza, o a sola tariffa bassa, cioè,
quando hai tempo…
Discretamente Dio ti si avvicina…
continuamente ti manda degli SMS utili
(la Bibbia). Essa è una lettera d’amore
di Dio indirizzata a noi. Perciò
dobbiamo leggerla regolarmente e con
cuore attento. Consultala durante il
giorno, quando hai un momento, in
silenzio… Fai silenzio intorno a te e
soprattutto dentro di te…
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Sappi che le conversazioni con Dio sono
tutte gratis. E la batteria è sempre
caricata.
Indicazioni orientative per la tua
vita di fede in famiglia, nel lavoro o
ovunque ti trovi…
v Sei triste? Leggi Gv 14: “Vi lascio la
pace. Vi do la mia pace”.
v Sei calunniato ed intorno a te è buio
completo? Prega il salmo 27: “Il Signore
è la mia luce e la mia salvezza. Di chi
avrò timore?”.
v Hai offeso Dio? Ritorna umilmente a
Lui meditando il salmo 40: “Dio è
misericordioso, lento all’ira e grande
nell’amore”.
v Sei irritato, amareggiato, esasperato,
adirato? Non c’è migliore SMS che il
Cantico dei Cantici o 1° Corinzi 13:
“L’amore tutto scusa, tutto crede, tutto
spera, tutto sopporta”.
La Bibbia ricrea l’armonia e favorisce
l’unione dei cuori…
San Paolo ha fatto un bello elogio a Timoteo, suo figlio
spirituale: “Quando eri giovane tu hai conosciuto le Sacre
Scritture, esse avevano il potere di comunicarti la saggezza
che conduce alla salvezza per la fede che è in Cristo Gesù”
(2Tim 3,15).
La Bibbia è la lettera dell’amore di Dio per noi.
Leggiamola regolarmente con un cuore ardente di amore.
E’ forza e luce. E’ veramente Dio che ci parla. Possiamo
ascoltare la sua Parola da soli o in gruppo. Noi siamo
incapaci di comprendere totalmente, e meno ancora
esaurirla. Immensi tesori vi sono nascosti. E’ importantissimo
avere fiducia.
Mons. Pascal N’Koué, Arcivescovo di Parakou, Benin
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Notizie claveriane
R IC O RD AN D O
Sr. M. Speranza Schlauri sspc
Sr. Speranza Schlauri Foto: Archivio sspc
I
l 25 ottobre u.s. Sr. Speranza è tornata
nella casa del Padre. Nacque l’8 dicembre
1918 in Niederbüren (Svizzera). Frequentava
la scuola e aiutava in casa. Forte era
l’attaccamento ai fratelli e alla madre. Rosa,
così si chiamava, Sr. Speranza, riusciva molto
bene nello studio così da dedicarsi anche a
chi rimaneva un po’ indietro.
Finito il periodo scolastico lavorò per quattro
anni in una famiglia dove era molto
apprezzata e lodata dalla padrona di casa. Lì
la giovane Rosa trovò il calendario claveriano
che le fece nascere un profondo interesse per
le missioni. Dopo aver letto l’opuscolo
“Vocazione di una Sodale”, fu sicura che nel
Sodalizio “avrebbe potuto realizzare la santa
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Volontà di Dio” e quindi chiese di poter
entrarvi. La signora dalla quale prestava
servizio la congedò con cuore dolente e
augurandole ogni benedizione per la sua
vocazione. L’11 luglio 1939 entrò nel Sodalizio
di S. Pietro Claver a Zug. Poco dopo scoppiò
la seconda guerra mondiale. La situazione
politica non le permise di partire per Roma
per iniziare il noviziato. Dovette aspettare
otto anni. Solo nel gennaio 1947 riuscì a
raggiungere Roma. Alla domanda che le è
stata posta nel giorno del suo 90mo
compleanno “cosa sperimentò in quegli anni
di attesa” rispose: “Per me la cosa importante
è sempre stata poter lavorare per le missioni.
L’ho potuto fare e del resto non mi
preoccupavo.”
Il 9 settembre 1949 fece la Prima Professione
a Roma. Dopo un anno tornò a Zug per
lavorare presso l’ufficio dell’Amministrazione.
All’inizio del 1959 tornò a Roma per la
preparazione ai voti perpetui, che fece il 9
settembre 1959. Nell’ottobre dello stesso
anno fu trasferita a Friburgo dove assunse
l’incarico di superiora della comunità e seguì
la costruzione della nuova casa. Negli anni
seguenti fu superiora in diverse delle nostre
comunità tra cui quella in Zug dove vi si
stabilì definitivamente dal 1980.
Sr. Elzbieta Burdak testimonia: “L’ho
conosciuta solo nel periodo in cui lentamente si
vedeva costretta a lasciare la responsabilità
dell’ufficio e ad un sempre maggiore bisogno
di assistenza. Negli ultimi quattro anni,
malgrado la sua malattia cerebrale, tutta la
comunità ha sperimentato la sua fedeltà alla
preghiera, alla regola e alla tradizione della
nostra famiglia religiosa. La Regola valeva per
lei quanto la Volontà di Dio, che desiderava
attendere esattamente. Il suo esempio ci
incoraggiava nella nostra vita quotidiana e
animava nella vita spirituale.”
Sr. Speranza fu molto grata per tutto. Lo era
anche nei contatti con i benefattori. Sapeva
apprezzare i loro sforzi. Di solito esprimeva il
suo ringraziamento con le parole: “Vergelt’s
Gott!” - Dio vi ricompensi di tutto.
Si sentiva (e si vedeva) che alcune delle sue
espressioni, come quella appena citata, non
erano di quelle ben pensate e riflettute per
voler dire una cosa saggia, ma frutto della sua
intensa vita di preghiera. Il suo zelo
missionario rimase forte e vivo fino alla fine,
come negli anni della giovinezza e del primo
amore verso Dio e la missione a conferma del
profondo desiderio di appartenere a Dio e dare
il suo possibile per le missioni.
Fece coscientemente il suo cammino verso
l’incontro con Dio nell’eternità. In una lettera
indirizzata ad una sua sorella nel 2004 scriveva:
“Tu sai già come mi va. Ogni giorno ci avvici-
niamo di un passino più vicino a Dio. Dobbiamo
avere gioia di poter fare questo cammino fino a
che arriveremo una volta alla Casa del Padre. Sono
contenta che il mio finirà presto.”
Il 22 ottobre Sr. Speranza era molto debole.
Le consorelle che l’assistevano le ricordarono
che si sarebbe celebrata la Giornata
Missionaria Mondiale e che avrebbero voluto
offrire a Gesù qualche cosa in più e pregare
molto per le missioni. Al sentire questo Sr.
Speranza le guardò a lungo come se con lo
sguardo volesse dire: sì, anch’io ci sto!
Il 25 ottobre era visibilmente sofferente, ma
reagiva con chiarezza a tutto ciò che le si
diceva. Verso le 10.30 una di loro pregò con
lei la preghiera di abbandono di S. Niklaus di
Flüeli: “Signore mio e Dio mio…”. Tre ore
dopo partì per l’eternità.
Cara Sr. Speranza, ora che sei con Nostro
Signore intercedi per noi affinché possiamo
arrivare a servirlo con perseveranza ed amore
fino al giorno in cui ci chiamerà da questo
mondo.
Sr. Maria Elena Caridi
La capella a Zug Foto: SSPC
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Bacheca
GRAZ
RAZIE
alla Beata Maria Teresa Ledóchowska
Grazie all’intercessione della beata Maria Teresa
Ledóchowska non mi è mancato l’aiuto
necessario. Continuo con fiducia ad affidarmi a
lei. Ho inviato la mia offerta. D. W.
Grazie alla Madre di Dio, ai santi da me venerati
e alla beata Maria Teresa Ledóchowska, i miei
nipoti vanno meglio a scuola. Chiedo sin d’ora
preghiere, affinché in seguito possano avere
anche posti di lavoro come apprendisti. Ho
inviato l’offerta promessa. A. D.
Beata Maria Teresa, prega per noi
Il 28 di ogni mese fino al 6 del mese seguente preghiamo la novena in tutte le nostre comunità,
chiedendo l'intercessione della nostra Beata Madre Fondatrice per tutte le intenzioni che ci vengono inviate.
Le intenzioni si possono mandare compilando il formulario nel nostro sito: www.missionarieclaveriane.org
oppure telefonando o scrivendo a uno dei nostri indirizzi.
RICORDIAMO i nostri defunti
Giuseppe Dalmasso - Fontanelle (CN)
Giuseppe Schenk - Pineta di Laives (BZ)
Costantino Cugusi - Tottubella (SS)
Graziana Suzzi Valli - Rep. San Marino (RN)
Piffaretti Aldo - Balerna (TI) Svizzera
Luigi Bertollo - Tombolo (PD)
Paola Mamone - Milano (MI)
Don Romolo Del Bue - Muralto (TI) Svizzera
L’eterno riposo dona loro, o Signore,
risplenda a essi la luce perpetua,
riposino in pace. Amen
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Anno CXVII
n. 3 Marzo 2012
Direttore responsabile
mons. Ernesto Menghini
Redazione
sr. Silvia Simas - sr. Renata Szawara
Collaboratori: P. Michele Simone SJ
sr. Maria Paola Wojak - sr. Jolanta Plominska
Sr. Maria Elena Caridi - Vincenza Zangara
Maria Teresa Rinaldi - Patrizia Raffi
SUORE MISSIONARIE DI SAN PIETRO CLAVER
www.missionarieclaveriane.org
UNIONE DI MESSE
Ogni anno il nostro Istituto fa celebrare 500
Messe per tutti gli iscritti. Esse sono un vero
“Tesoro Spirituale” sia per le anime sante del
Purgatorio, sia per chi è ancora pellegrina
sulla terra.
Inviateci i nomi dei vostri cari e invieremo
per ciascuno un’immaginetta ricordo
dell’avvenuta inscrizione. L’offerta minima per
persona: € 5.00
Ricordate che, aiutando i vostri cari, favorite
i missionari nell’ opera di evangelizzazione
del mondo.
A marzo celebriamo:
8 Giornata internazionale per i diritti delle
donne e per la pace nel mondo ONU
19 San Giuseppe – festa del papà
22 Giornata mondiale dell’acqua ONU
24 Giornata nazionale di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri
25 Solennità dell’Annunciazione del Signore
REDAZIONE
00184 ROMA - Via dell’Olmata 16
Tel. 06 4880450 - fax: 06 4871953
E-mail redazione: [email protected]
AMMINISTRAZIONE
38121 TRENTO - Via della Collina 18
Tel. 0461 263645 - fax: 0461 268435
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C/C n. 11723769
Banca di Trento e Bolzano
B.I.C. BATBIT2T
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SVIZZERA - 1700 FRIBOURG
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