PosteItalianeSpA–Sped.abb.post.DL353/2003 (conv. L.27/2/2004 n.46) art.1, com.1,NO/TORINO Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 17 febbraio 2016 ABBONATO OCCHIO ALLA ETICHETTA. Stampato su carta riciclata C Quattordicinale di informazione sociale e culturale Mercoledì 3 febbraio 2016 Anno XXIX n° 2 Euro 1,50 Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988. Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected] Stampa: Tipografia Bolognino, Ivrea IVREA CARNEVALE D’IVREA Unesco “scaccia crisi”? La vicenda della candidatura Unesco ha sollevato nel tempo dubbi ed interrogativi, a cui negli ultimi giorni si sono aggiunte polemiche assai velenose, dopo la brusca frenata che il progetto ha subito. Polemiche che, tra l’altro, hanno attraversato in modo particolare il Pd eporediese, generando una volta di più il dubbio sul senso di questo progetto e sul modo con cui è stato gestito. Lascia interdetti lo stupore per la priorità data alla città di Bergamo, portatrice di un progetto transnazionale, quando quello di Ivrea pare non comprendere neanche il Canavese. Personalmente sono sì interdetto, ma per la dimensione municipale della candidatura... pur non essendo un esperto di cultura olivettiana mi è sembrata una scelta a dir poco discutibile. In realtà ci sono due punti che SEGUE A PAGINA 6 “Arance frigie” quest’anno? Non se ne parla. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, dovremo aspettare il prossimo DIRITTI CIVILI Dove sta la vita? Ivrea, 23 gennaio: ben due manifestazioni nel centro eporediese, due opposti sguardi sul mondo ALLE PAGINE 2 E 3 CENTRALE E RISORSE IDRICHE A IVREA Crist: monitorare prima di cominciare Legambiente e Associazione Pro Ambiente Crist scrivono al sindaco e al responsabile per l’autorizzazione della centrale a proposito della carenza di risorse di acqua potabile A PAGINA 5 CANDIDATURA UNESCO DI IVREA Obiettivo raggiunto? Sì, no, forse, ma... Ognuno la dice come la pensa La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, riunitasi a Roma il 22 gennaio in mattinata, ha deliberato in merito alla trasmissione a Parigi dei dossier di candidatura per l’inserimento nella lista del patrimonio mondiale. Il comunicato stampa ufficiale del MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) è chiaro: “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo saranno la prossima candidatura italiana per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.[...] Il Consiglio Direttivo, però, adottando una procedura innovativa, ha deliberato di inviare entrambe le candidature all’UNESCO, con l’ordine di priorità che vede “Le opere di difesa veneziane tra XV e il XVII secolo” al primo posto. In confor- IL "CASO" BORGOFRANCO "Possibili cancerogeni" Orrore! Qualcuno ha osato mettere in discussione il progresso tecnologico e la diffusione a tappeto di internet. Si vuole tornare indietro contro la modernità. Povere scuole senza wi-fi! mità con le procedure stabilite dalla convenzione, la proposta verrà valutata dal Comitato del Patrimonio Mondiale entro il mese di luglio 2017.” Possiamo quindi dire che Commissione Nazionale e MIBACT hanno ritenuto entrambe le candidature valide di sostegno e che, non sentendosi di escluderne una le hanno inviate entrambe, sottolineando più volte però l’ufficialità e la priorità di Bergamo come candidata italiana. Nonostante questo, le ultime righe hanno lasciato spazio ad interpretazioni di svariato genere, che sono sfociate in vivaci dibatti tra la maggioranza consiliare e la minoranza autrice di un'interpellanza (proposta da Tognoli e Comotto) e all’interno dello stesso PD che ha Sono aperte e gradite le nuove adesioni all'associazione, come il rinnovo annuale dei già soci. SEGUE A PAGINA 2 VEDI COME A PAGINA 3 A PAGINA 5 Rischia di non essere questa del 2016 la prima battaglia delle “arance frigie”, cioè libere dalle mafie e dal caporalato. Contrariamente a quanto anticipato il 21 gennaio scorso (nell’incontro allo ZAC organizzato dal Coordinamento di Libera di Ivrea e Canavese con la partecipazione della Fondazione Benvenuti in Italia, della FLAI-CGIL, della Fondazione Carnevale d’Ivrea e dell’associazione Aranceri), a pochi giorni dall’inizio della battaglia Libera Piemonte e Benvenuti in Italia, in un comunicato congiunto informano che «risulterebbe fornita solo una parziale documentazione, che renderebbe compiuta una parte del percorso» definito un anno fa, il 13 febbraio 2015, presso la Prefettura di Torino. Un percorso che, per «rendere trasparenti e verificabili i dati salienti relativi alla produzione e al trasporto delle arance utilizzate nella battaglia del Carnevale», prevedeva che fossero richiesti ai «fornitori delle arance (quindi produttori, intermediari e trasportatori) per il carnevale alcuni documenti: l’autocertificazione antimafia; il DURC in corso di validità; il bilancio degli ultimi 3 anni e la visura camerale». Libera Piemonte e Benvenuti in Italia concludono il comunicato osservando che «manca ancora qualche giorno prima della battaglia e pertanto auspichiamo un pieno adempimento al Protocollo, grazie alla fattiva collaborazione degli Enti firmatari, così come è stato finora». La proposta delle “Arance Frigie” (mutuando il simbolo di libertà rappresentato dal cappello frigio, simbolo anche del Carnevale d’Ivrea) è stata lanciata già nel 2012, per cercare di contrastare un fenomeno radicato nelle campagne, al Nord come al Sud, che determina sfruttamento bracciantile, schiavizzazione sessuale, mancanza di tutele lavorative. Quest’anno, dopo il percorso che ha coinvolto anche le istituzioni pubbliche, si era pensato che sarebbe stato possibile, invece… bisognerà aspettare l’anno prossimo? INNOVIS-COMDATA Assemblea è veterosindacato? Una vertenza che ripete come una fotocopia le dinamiche aziendali e sindacali che hanno portato tutte le aziende dell’orbita Olivetti ad una fine drammatica dal punto di vista occupazionale e sociale A PAGINA 7 AMIANTO IN OLIVETTI Il processo entra nel vivo Le testimonianze dei lavoratori e la prima iniziativa cittadina su lavoro e amianto A PAGINA 7 TEATRO 2016 Jack London rivive sulla scena con Paolini Ballata di uomini e cani all'Officina H per la stagione del Giacosa A PAGINA 9 CARNEVALE IVREA Tutti in città a suonare Lunedì 8 febbraio, ore 21 Piazza di Città L’iniziativa del gruppo degli Alfieri prevede di formare una coloratissima e spontanea “banda musicale”, che sfili per le vie della città suonando con strumenti veri e propri ma anche di fortuna: una banda improvvisata e davvero popolare. A PAGINA 9 RUGBY FEMMINILE Il Torneo Sei Nazioni a Ivrea il 13 febbraio IN ULTIMA 2 anno XXIX n° 2 DA IL FATTO QUOTIDIANO SEGUE DALLA PRIMA / UNESCO Obiettivo raggiunto? Sì, no, forse, ma... prodotto due documenti differenti. Ora, procediamo con ordine. Lunedì 25 Gennaio, si è tenuto il Consiglio comunale, che vedeva fra le diverse interpellanze all’ordine del giorno, anche una riguardante i soldi spesi nella realizzazione del dossier “Ivrea città industriale del XX secolo” proposta, come detto sopra, dai consiglieri di minoranza Alberto Tognoli e Francesco Comotto. Il Sindaco Carlo Della Pepa, nel rispondere che sono stati spesi 420.589 euro tra il 2013, 2014, 2015 e 2016, fa due premesse: la prima suona più come un ammissione di colpa, in quanto ammette essere stata una candidatura parsimoniosa, la seconda invece riguarda la cifra che, pur essendo già ben definita e dettagliata (successivamente, anche se solo in forma orale, specificherà in maniera precisa le spese) aspetta ancora delle fatture e solo dal prossimo consiglio potrà dare un quadro completo. Forse in maniera un po’ forzata, forse per onestà intellettuale nei confronti del Consiglio e dei cittadini, il Sindaco decide di fare un punto sulla valutazione del dossier a suo dire positivo, in quanto Eterosessuali discriminati l’obiettivo posto era quello di mettere in evidenza il valore della candidatura portandola all’attenzione dell’UNESCO. Obiettivo ritenuto raggiunto. C’è poi la questione interna al PD, che vede da una parte il comunicato ufficiale e dall’altra il comunicato stampa del gruppo PD “proposta alla città”, nato con il Congresso Cittadino svolto nel novembre 2015. Il primo afferma che le candidature sono state accettate entrambe ma con la differenza che Bergamo verrà analizzata per prima in quanto candidatura di natura transnazionale. Il secondo invece sembra riconoscere l’esito negativo, o per meglio dire solo in parte positivo, ponendosi delle domande sul significato dell’invio del dossier a Parigi, dato che, come sottolineato dal MIBACT, la candidatura ufficiale è Bergamo. DA HUFFINGTON POST In Germania si fa così Anna Paola Concia Alessandro Montagnese PILLOLE DI STORIA EPOREDIESE La culla giacobina eporediese: i numeri Questa rubrica, senza troppe pretese, ambisce a rendere tutti partecipi della storia di Ivrea spesso considerata irrilevante o povera di note degne di essere ricordate I giacobini eporediesi, protagonisti indiscussi degli avvenimenti che scossero questa città e non solo alla fine del ‘700 sono stati presentati. Ma ogni storia o racconto che si rispetti si compone anche di altri personaggi, a volte secondari, a volte solo comparse ed altre volte insospettabilmente fondamentali. Ma chi furono, in questo racconto dal sapore eporediese, gli altri personaggi?Per rispondere a questa domanda occorrerà, innanzitutto, far luce su alcuni numeri, dovutamente ringraziando la sempreverde ricerca dello storico Vaccarino dalla quale molte delle informazioni qui presenti sono tratte. Nell’Inchiesta del 1799 sui giacobini piemontesi furono considerati «sospetti di giacobinismo», nella sola Provincia d’Ivrea, 183 individui. Questo numero contiene, al suo interno, la seguente articolazione: 37 avvocati e notai, 24 medici e speziali, 17 professioni liberali, 9 mercanti, 2 artigiani, 4 impiegati, 3 ufficiali, 32 ecclesiastici, 1 operaio, 10 municipalisti, 2 ufficiali di Nel Regno Unito una petizione che ha raccolto 36000 firme ha chiesto all’Alta Corte il riconoscimento delle unioni civili anche per le coppie eterosessuali. Non c’è stato nulla da fare: in Uk le coppie omosessuali possono scegliere l’unione civile o il matrimonio, mentre gli eterosessuali si sposano, oppure niente. G.N., 9 figli di borghesi, 4 nobili, 3 donne, 3 ebrei e 23 individui non specificati. La dimostrazione della presenza di una culla giacobina a Ivrea è di per sé un dato incompleto e che non aiuta a comprendere la dimensione del fenomeno e la sua effettiva presa sulla vita associativa e politica. Centottantatre individui su un totale di 135.741 (il totale di persone della provincia d’Ivrea in quegli anni) equivalgono, infatti, al solo 0,134% della popolazione presente nella Provincia d’Ivrea. Il restante 99%? Ecco i personaggi di cui sopra si faceva menzione. Ogni minoranza organizzata deve sempre, ad un certo punto del suo percorso, fare i conti con la maggioranza disorganizzata e la maggioranza presente nel canavese e, in particolare, nell’eporediese, fu spesso in disaccordo con i cambiamenti auspicati e inseguiti dai giacobini. Basti pensare che la ricerca del Vaccarino l’ha condotto a formulare il seguente risultato: «Su una campionatura di 3.157 sospetti (presenti in tutte le provincie del regno sabaudo, esclusa la capita- Quattordicinale di informazione sociale e culturale Registrazione Tribunale di Ivrea n. 130 del 2.11.1988 Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino Edito da Associazione culturale Rosse Torri di Ivrea iscritta al ROC il 29/9/2014 n. 24928 Iscrizione registro nazionale della stampa n. 5476 del 29/11/1996 Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, 10015 Ivrea (TO) - tel. 333 2697780 Indirizzo E-mail: [email protected] Alla Lebenspartnerschaft (la legge sul matrimonio egualitario, ndr) possono accedere anche le coppie eterosessuali, ma come è immaginabile, è stato pensato per quelle omosessuali. Funziona così: siamo andate al Comune di Francoforte e una Funzionaria del Comune davanti a testimoni ha provveduto a “registrare” e/o “celebrare” la nostra unione. Solo per noi è importante distinguere le due cose. La nostra unione comporta tutti i diritti e i doveri previsti per i matrimoni eterosessuali, tranne le adozioni. Ma all’interno della coppia, quando il bambino ha un solo genitore naturale è prevista l’adozione da parte di colui o colei che non è genitore naturale. A totale tutela del bambino. L’ultimo tabù caduto è di quest’anno: prevede l’equiparazione del trattamento fiscale tra famiglie omo e etero che comporterà una revisione complessiva della fiscalità delle famiglie tutte, distinguendo solo le famiglie con o senza figli. Modello Fiscale che comporterà migliori entrare per lo stato tedesco. Questo è quanto: semplice da capire, facile da applicare. le), nominativamente individuati [...] soltanto lo 0,98% fu composto da operai e lo 0,54% da contadini». Ivrea non fece eccezione in questa statistica e le rivolte spesso improvvisate dal “popolo” furono più che altro una questione di bisogni, il risultato di un oppressivo e sfiancante aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. I giacobini eporediesi, a diffe- SCHEDA: UNIONE EUROPEA In buona compagnia Nell’Unione europea sono 14 gli stati che hanno legiferato per riconoscere il matrimonio per le coppie gay OLANDA: nel 2001 è stato il primo Paese ad aprire al matrimonio civile per le coppie gay con stessi diritti e doveri delle coppie etero, tra cui l’adozione. DANIMARCA: primo Paese al mondo, nel 1989, ad aver autorizzato le unioni civili tra omosessuali, anche se il via libera per le coppie gay a sposarsi davanti alla Chiesa luterana di Stato è arrivato solo nel giugno 2012. FINLANDIA: unioni civili e adozione dei figli del partner sono possibili dal 2002, ma solo il 28 novembre 2014 il Parlamento di Helsinki ha detto sì alla legge che regola le nozze omosessuali. Anche le adozioni sono legali. BELGIO: secondo Paese al mondo a riconoscere, dal 2003, il matrimonio tra individui dello stesso sesso. La possibilità di adottare è arrivata successivamente, nel 2006. SPAGNA: le nozze gay sono legali dal luglio 2005 e le coppie gay possono adottare bambini anche se non sposate. NORVEGIA: dal gennaio 2009 non vi sono più differenze davanti alla legge in materia di matrimonio tra omosessuali ed eterosessuali, adozione e fecondazione assistita. SVEZIA: nel 2003 è stata legalizzata l’adozione per le coppie gay e successivamente, nel maggio 2009, il matrimonio civile o religioso. PORTOGALLO: nel 2010 una legge ha abolito il riferimento a “sesso diverso” nella definizione di matrimonio. Ancora però alle renza dei loro omonimi parigini, dovettero non solo fare i conti con le resistenze dell’amministrazione comunale e le rispettive forze militari, ma dovettero bensì anche vederserla con un popolo ancor troppo immaturo e incapace di abbandonare la monarchia. I vari movimenti popolari e quello intellettuale (giacobino) agirono parallelamente, intrecciandosi solo in A questo numero hanno collaborato: Federico Bellono, Reginaldo Palermo, Aluisi Tosolini Stampa: Tipografia Bolognino,Ivrea Non hanno previsto, sino ad oggi, alcun tipo di tutela per le coppie omosessuali nove Stati europei: Bulgaria, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia. L’Italia è l’unica fra le sei nazioni fondatrici dell’Unione Europea a non riconoscere né le unioni civili né i matrimoni per gli omosessuali. a cura di serra Milano, 23 gennaio 2016 Redazione: Enrico Bandiera, Andrea Bertolino, Mattia Caruso, Giulio Cristofori, Francesco Curzio, Paco Domene, Lisa Gino, Gualtiero Giovanetto, Giovanna Mazza, Luciano Menaldino, Alessandro Montagnese, Cadigia Perini, Pierangelo Scala, Irene Serracchioli, Simonetta Valenti, Francesco Zaccagnini Sito internet: www.rossetorri.it coppie omosessuali non è consentita l’adozione. ISLANDA: come in Svezia, per i gay sono state legalizzate prima le adozioni, nel 2006, e poi le nozze, nel 2010. FRANCIA: la legge che introduce le unioni civili è passata il 18 maggio 2013, non senza contestazioni da parte dei movimenti di difesa della famiglia tradizionale. GRAN BRETAGNA: dopo un percorso parlamentare travagliato, la legge sulle nozze gay ha ottenuto il via libera definitivo nel luglio 2013 grazie all’approvazione formale della regina Elisabetta. LUSSEMBURGO: nel giugno 2014 è stata approvata alla legge sui matrimoni gay, che è entrata in vigore il 1 gennaio 2015. Cinque mesi dopo si è celebrato il primo matrimonio gay di un Capo di Governo di un Paese europeo: il premier lussemburghese Xavier Bettel si è sposato nel municipio del Granducato. SLOVENIA: nel marzo 2015 un emendamento alla legge sui matrimoni e la famiglia ha equiparato i matrimoni omosessuali a quelli eterosessuali. IRLANDA: è stato il primo Paese a dire sì alle nozze gay con un referendum. Gli altri 13 hanno approvato le unioni omosessuali sempre per via parlamentare. sporadiche occasioni. I numeri, si sa, non fanno le vittorie, ma remare contro un’intera città avrebbe richiesto uno sforzo titanico da portare avanti. Non c’è da meravigliarsi che l’ideale rivoluzionario di fine ‘700 non sia sopravvissuto ai suoi fautori eporediesi. Andrea Bertolino Numero progressivo 604 Chiuso in composizione 1/2/2016 alle ore 12.00 Consegna prevista alle Poste: 2 febbraio 2016 STAMPATO SU CARTA RICICLATA Abbonamenti a Associazione culturale Rosse Torri - Ivrea IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 varieventuali ringrazia gli autori e le pubblicazioni che consentono l'utilizzo delle loro vignette 3 3 febbraio 2016 DIRITTI CIVILI Dove sta la vita? Ivrea, 23 gennaio: ben due manifestazioni nel centro eporediese, due opposti sguardi sul mondo Non si può dire che riempiano le piazze, ‘ste sentinelle in piedi. A noi cattivissimi rompono un po’ i cabasisi per il fatto di esistere, però chi se le fila, a uno sguardo distratto manco si notano: se ne stanno lì, di fronte al Municipio di Ivrea, mansuete come statuine polverose, rigide, tristi e triste, senza un colore addosso né un’espressione in faccia, palliducce, mute, quasi sull’attenti (un po’ scomposte, per la verità) a far finta di leggere, protette da poliziotti in apparenza superflui. Solo apparentemente, se è vero che senza porre indugio spediscono altrove un ragazzo e una ragazza, rei di starsene seduti – quale oltraggio! – proprio di fronte alle solerti custodi dell’italica morale, e perciò di “bloccare il traffico”(sic!), loro. Scampato il pericolo di sovvertimento dell’ordine costituito, i due giovani, incoraggiati dai tutori della legge, volentieri si spostano cinquanta metri oltre, ai giardini di Via Omosessualisti a chi? In una cronaca del settimanale diocesano “Il Risveglio Popolare” – in gran parte dedicato alla promozione del Family Day – sulla veglia delle Sentinelle in piedi (“Le coscienze si vanno ridestando...”) si paventa “l’attuale tentativo, sempre più esplicito e smaccato (e per questo perdente), della demagogia di chi attualmente fomenta l’omosessualismo...” (sic!) Cavour, dove il mondo è proprio un altro: là il bianco e nero qui i colori, là il silenzio qui la musica, là l’immobilità qui i balli, là seriosità qui scoppi di risa, là finzione (leggere i libri in piedi in mezzo a una piazza, ma dai!) qui naturalezza (chi ne ha voglia legge qualcosa al microfono), là solitudine (ogni sentinella lontana da ogni altra) qua condivisione (appiccicati in poco spazio, certo che gli organizzatori potevano osare più dei giardinetti). Là noia mortale e calma cimiteriale, qui palloncini a forma di cuore e leggero buonumore. E anche sorpresa, perché allora Ivrea non è morta, perché allora anche i giovani esistono e comunicano e partecipano, perché allora l’indifferenza non ci ha del tutto Ivrea, 23 gennaio 2016 Ivrea, 23 gennaio 2016 assopiti, le facce non sono proprio le solite, le sedie sono tutte occupate e molte donne (qualcuno anche fra gli uomini, che però mantengono una ancestrale rigidità) si agitano alla musica di Raffaella Carrà, inascoltabile e però molto gaya e oggi – qui ai giardini di via Cavour, qui a due passi dalla deprimente piazza presidiata – molto molto giusta. Niente a che vedere con Milano e le altre città italiane, nessuno si illude che Ivrea sia nata a nuova vita; comunque lo spettacolo è confortante, per chi da dieci anni ritrovava in corteo gli stessi volti. “Noi siamo un metodo, uno stile, un modo di essere”, scrivono sul loro sito le impettite sentinelle. Che si dichiarano anche difensori dei bambini i quali “non sono un diritto ma un dono”. E che farebbe un bimbo, pura essenza di genuinità, se proprio a lui chiedessimo di scegliere in quale piazza fermarsi tra le due? Non sceglierebbe quella viva? IN ATTESA DI UNA RISPOSTA DEL SINDACO: Perché una pagina del bollettino comunale all’a.d. Olivetti? Nel numero scorso (del 20 gennaio), riferivamo di una richiesta (avanzata al Sindaco di Ivrea il 14 gennaio) di spiegazioni sulla scelta di offrire un’intera pagina del bollettino comunale “IvreainComune” all’ad di Olivetti, Riccardo Delleani, perché questi decantasse le magnifiche sorti della fusione con TIDS di Telecom. Come mai chiedevamo e chiediamo - uno spazio non pubblicitario a un’azienda privata su un bollettino che ospita solo scritti di amministratori comunali o di attività dell’amministrazione comunale? Tanto più – si notava – che la decantata operazione Telecom ha di fatto comportato un’ulteriore riduzione dei dipendenti dell’Olivetti di Ivrea. Abbiamo rinnovato in queste settimane la domanda al Sindaco, ma ad oggi (1 febbraio) non abbiamo ricevuto alcuna risposta. A rischio di essere pedanti (e di “impuntarci” inutilmente su una vicenda certamente meno importante di diverse altre che riguardano l’amministrazione comunale) vogliamo avere una risposta dal Sindaco, in attesa della quale, non ci resta che avanzare nuovamente le nostre due ipotesi: 1) che si tratti di un riflesso condizionato di “sudditanza storica” nei confronti dell’Olivetti e/o in generale delle grandi aziende (in questo caso la Telecom); 2) che si tratti di uno “scambio” per un qualche sostegno di Telecom ad un’iniziativa in cui è impegnata l’amministrazione comunale. ƒz Anche tu editore di ADERENDO PER L'ANNO 2016 ALLA ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI serra ONE BILLION RISING 2016 Non siamo ancora pronti per il 14 febbraio Anche quest’anno Ivrea avrà il suo One Billion Rising Per il quarto anno consecutivo ci troveremo insieme a moltissime altre città, in tutte le parti del mondo, per chiedere, danzando e cantando, che cessi qualsiasi forma di discriminazione e di violenza contro le donne. Il motto dell’edizione 2016 è: ASCOLTA AGISCI PARTECIPA! Quello che ancora non sappiamo, però, è dove e a che ora ci ritroveremo. Purtroppo, la data del OBR ad Ivrea cade troppo vicina al carnevale e bisogna sempre ingegnarsi per capire quale spazio pubblico utilizzare e quale sia l’orario migliore per favorire a tutti la partecipazione. Il fatto che quest’anno sia di domenica complica ulteriormente le cose. Per avere aggiornamenti o per proporre idee, vi chiediamo di iscrivervi alla pagina facebook One Billion Rising Ivrea e di restare collegate/ i. Chi non ha facebook può contattare la referente OBR per Ivrea, Lisa Gino, al seguente indirizzo mail: [email protected]. Chi non utilizza la mail faccia attenzione ai mezzi stampa locali, cercheremo di essere tempestive nel darvi informazioni e dettagli. Le regole principali comunque sono invariate: indossare un capo di abbigliamento rosso e/o un nastrino rosso al polso. Non importa se non siete abili danzatrici/ danzatori, non vi fate spaventare dalla danza, l’importante è esserci, per stare insieme. Usiamo la rete per organizzarci, ma incontriamoci di persona e guardiamoci in faccia quando decidiamo di agire. Ci piacerebbe che ognuno/a, nel suo piccolo, diffondesse l’evento presso amici, amiche, parenti e conoscenti, e portasse con sé qualcuno/a che non ha mai partecipato. Insomma, non prendiamo troppi impegni domenica 14 febbraio, lasciamo uno spazio per il nostro OBR. Ci divertiremo, come sempre. Sprigioneremo molta energia positiva. Spanderemo la bellezza della gioia che si prova quando si chiede giustizia ed uguaglianza per tutti. Chi c’era gli anni scorsi sa che è un momento davvero emozionante. Non mancate. Per maggiori informazioni su OBR: Sito ufficiale: www.onebillionrising.org/ Facebook: www.facebook.com/ obritaliaTumblr onebillionrisingitalia.tumblr.com Twitter @OBRItalia e usa sempre gli hashtag#Rise4Revolution #1billionrising. (organizzazione OBR Ivrea) Abbònati a varieventuali - Versando almeno euro 28,00 (sostenitore euro 50,00) - oppure versando euro 20,00 (sostenitore euro 50,00) per ricevere solo l'edizione in pdf al tuo indirizzo mail nel modo che ti è più comodo: con bonifico bancario IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI, Ivrea in contanti: - presso la redazione in via Arduino n. 43 a Ivrea - presso La Galleria del Libro Ivrea via Palestro 70 DIVENTA EDITORE DI varieventuali ADERENDO ALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE Come? ROSSE TORRI VERSANDO LA QUOTA DI ADESIONE ANNUALE DI ALMENO 30 EURO (CON UNA DELLE MODALITÀ INDICATE PER GLI ABBONAMENTI) E FORNENDO I TUOI DATI ANAGRAFICI (ANCHE ATTRAVERSO UNA MAIL A [email protected]) 4 anno XXIX n° 2 GIORNO DELLA MEMORIA 29 GENNAIO, LACE DI DONATO Non solo stelle, anche triangoli I diari del partigiano Saverio Tutino Nome (e dignità) a tutti i 17 milioni di vittime dei lager nazisti Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa impegnate nell’offensiva oltre la Vistola in direzione della Germania liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Il 24 gennaio 2005 una sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario di quella data e il 1º novembre dello stesso anno designò con una risoluzione l’istituzione del Giorno della Memoria in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. E alle vittime dell’Olocausto (dal greco “bruciato intero”) o meglio della Shoah (in lingua ebraica “catastrofe, distruzione”) vengono dedicati ogni anno, in occasione di questo Giorno, articoli, libri, servizi televisivi, dibattiti, conferenze. Ma le persone che trovarono la morte nei campi di sterminio non furono soltanto i sei milioni di ebrei vittime dell’Olocausto. A questi vanno aggiunti 3 milioni di prigionieri sovietici, 4,5 milioni di slavi, 1,5 milioni di dissidenti politici, 500 mila zingari, 250 mila disabili 200 mila massoni, 15 mila omosessuali e 5 mila Testimoni di Geova, per un totale di più di 17 milioni di vittime. Nei campi di sterminio ognuna di queste categorie era riconosciuta da un triangolo che doveva portare cucito sulla camicia. Gli ebrei portavano la stella di David gialla, i dissidenti politici il triangolo rosso, gli omosessuali maschi rosa, le lesbiche nero, gli zingari marrone, gli slavi blu, i Testimoni di Geova viola. Porrajmos, o Porajmos (“grande divoramento” o “devastazio- ne”) o Samudaripen (“tutti morti”) è il termine in lingua romanì con cui Rom e Sinti indicano lo sterminio del proprio popolo perpetrato dai nazisti. In Italia le disposizioni per l’internamento degli zingari hanno la data dell’11 settembre 1940. Un anno prima circa i nazisti rinchiudono nei lager i nomadi tedeschi, a cui seguiranno quelli polacchi; il 26 febbraio 1943 gli zingari verranno scaricati a Birkenau. Con una “Z” tatuata sul braccio prima del numero. La motivazione? Secondo il medico nazista Robert Ritter erano “geneticamente criminali” e un decreto del 14 dicembre 1937 aveva trasformato il suo verdetto in legge. A Birkenau e a Ravensbruck Rom e Sinti verranno infatti sterilizzati. Perché “indegni, degenerati, asociali, ladri, non recuperabili, non integrabili e genericamente criminali”. In alcuni paesi fu eliminato oltre l’80% della popolazione Rom: 15 mila dei 20 mila tedeschi, 28 mila in Croazia, 500 in Belgio. In Lituania, Lussemburgo, Olanda e Belgio lo sterminio fu totale. La maggior parte dei Rom polacchi fu uccisa sul posto dalla Gestapo e dalle milizie fasciste ucraine (gli Ustascia) che spesso uccidevano i bambini fracassando loro le teste contro gli alberi, sventravano donne incinte e infilzavano i neonati con le baionette. Proprio per sfuggire a questi orrori i Rom sloveni o croati oltrepassavano clandestinamente il confine con l’Italia, ma finivano in uno dei 23 campi di prigionia loro riservati. I nazisti classificarono i Rom in quattro categorie, secondo il loro grado di “purezza”, ma alla fine li ritennero tutti comunque “asociali” e quindi da eliminare. I bambini Rom, come quelli ebrei, furono vittime di esperimenti sadici: iniezioni di inchiostro negli occhi, fratture alle ginocchia nelle cui ferite iniettare i virus della malaria o del vaiolo. Per i Rom italiani (molti uomini, a causa della leva obbligatoria, avevano servito l’esercito durante la Prima Guerra Mondiale) ’essere rinchiusi nei campi di prigionia non per aver commesso un reato, ma per la loro etnia fu un trauma. Su iniziativa dell’onorevole Maria Letizia De Torre le persecuzioni fasciste contro i Rom fanno parte di un ordine del giorno della Camera dei Deputati del 2009, mentre già nel 1979 il parlamento tedesco riconosce l’olocausto rom e nel 2013 viene incisa una poesia del rom italiano Santino Spinelli (il cui padre fu internato dai fascisti) sul monumento eretto a Berlino. Il 27 gennaio del 1945 gli zingari rimasti ad Auschwitz erano pochissimi: all’appello risposero solo 4 uomini. Simonetta Valenti MOVIMENTO 5 STELLE San Bernardo: fornaci ardenti! L’incontro con l’amministrazione comunale del 27 gennaio Mercoledì 27 Gennaio, si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale e il quartiere San Bernardo. Sono stati presentati i progetti, ormai quasi definitivi, per il nuovo campo sportivo, si è parlato del nuovo depuratore SMAT, della viabilità e di tutta una serie di problematiche rimarcate dal documento redatto dal Consiglio dei Cantoni e consegnato nelle mani degli amministratori giorni prima. Il Consiglio dei Cantoni è nato lo scorso anno con metodo elettivo a seguito dell’autorizzazione da parte del comune di concedere alla ditta Cogeis di attivare una cava nel centro del quartiere. Non appena finita la presentazione, lasciato campo libero alle domande e ai elezioni consiglio San Bernardo commenti, si è subito notato che il fuoco sotto la cenere è più vivo che mai. I temi più sentiti sono le strade vicinali (che versano in pessime condizioni, di cui nessuno vuole riconoscerne la paternità per evitare di doverle sistemare), la cava (anche se attualmente in stand-by) e la ex-bocciofila. Sicuramente il quartiere ringrazia quando l’amministrazione scende a confrontarsi con la popolazione, ma il sospetto che lo faccia per “evitare il peggio” è sempre presente. Della bocciofila infatti non si è più parlato anche se alcune cose si sarebbero già dovute fare. Il mese scorso il Consiglio dei Cantoni invia denuncia alle autorità competenti per evidenziare il pericoloso degrado del tetto della bocciofila con buona probabilità in amianto e, coincidenza, ecco che il Sindaco riappare in pubblico. Secondo l’amministrazione i lavori sono a carico di Cogeis, secondo altri deve essere il comu- ne a farsene carico per evitare di finire in una situazione in cui a lavori svolti, qualcuno voglia qualcosa in cambio. Per carità, nessun processo alle intenzioni, però quando dal pubblico emergono voci che dubitano della magnanimità di comune e Cogeis non ci si può stupire. Il segreto inconfessabile di molti residenti è che, seppur previsto dalla convenzione, il rifacimento della bocciofila verrà in qualche modo barattato per altro. Insomma, se la cava non parte e la bocciofila viene rimessa in sesto viene da chiedersi cosa vorrà Cogeis in cambio? La risposta più corretta è niente, il tutto ricade nel rischio d’impresa, ma siamo sicuri di ciò? Vedremo, nel frattempo teniamo gli occhi aperti! Pierre Blasotta A Donato, nel salone comunale, la presentazione del libro nella sera della memoria del sacrificio di Lace La sera di venerdì 29 gennaio, presso il salone comunale di Donato, si è tenuta la presentazione del libro “Saverio Tutino, Diari 1944-1946”, ed. Le Chàteau. Un pubblico numeroso e attento ha ascoltato con commossa partecipazione le parole della figlia di Tutino, Barbara, curatrice del testo e gli interventi di Pierangelo Favario, presidente dell’ A.N.P.I. della Valle dell’Elvo e Serra, di Nicola Alessi, curatore ed editore dell’opera, e di Mario Beiletti, presidente dell’A.N.P.I. di Ivrea e Basso Canavese. Saverio Tutino, nato a Milano il 7 luglio 1923, dopo l’8 settembre sfugge alla leva della Repubblica di Salò e si rifugia in Svizzera, dove aderisce al Partito comunista. Nell’estate del 1944 rientra clandestinamente in Italia e nella “repubblica partigiana” di Cogne svolge la prima fase della sua esperienza partigiana in una formazione garibaldina. Nell’inverno del 1944 si trova nel Biellese, a Lace di Donato, inquadrato nella 76° Brigata Garibaldi, di cui diventa, poco più che ventenne, commissario politico. Nel febbraio del ’45 è comandante della VII Divisione Garibaldi, in occasione della battaglia di Sala Biellese. I diari di Tutino percorrono tutto il 1945, anno cruciale, come ha sottolineato la figlia Barbara, perché segnato dalla grande frattura tra periodo bellico e postbellico, con la continuità tra gli ideali di libertà della Resistenza e il desiderio di realizzare una società pacifica e giusta, che vede i Garibaldini impotenti di fronte alla restaurazione e alla difficile ricostruzione del primo dopoguerra. I diari, ha affermato Alessi, sono documenti privilegiati, che ci permettono di conoscere le vicende personali ed intime dei protagonisti della Storia, ma sono anche fonti importanti per confrontare notizie e dati storici “ufficiali”. L’autore, nell’usare questo mezzo per fissare i propri ricordi, ha una visione storica della sua vita e decide consapevolmente di lasciare traccia per quelli che più avanti lo leggeranno, senza porsi il problema dell’esistenza di un cortocircuito tra coloro che fanno la Storia e coloro che la scrivono. Mario Beiletti ha sottolineato Lace di Donato, 29 gennaio 2016 come il Biellese, scenario dei Diari di Tutino, fosse un luogo particolare nell’ambito della Resistenza, in cui i partigiani, tutti Garibaldini, condividevano pensiero e formazione. Il Canavese presentava, invece, una realtà molto frammentata, caratterizzata da formazioni diverse: “Garibaldi”, “Matteotti”, GL, formazioni autonome; differenze che non hanno consentito l’eredità di una memoria comune. A conclusione della serata il commento di Virginia Pellerei, studentessa diciottenne del Liceo Gramsci, nipote di una staffetta partigiana, che ha parlato dell’importanza del non dimenticare, del porsi in ascolto, per essere degni eredi degli ideali e dei sacrifici della gioventù del passato che ha combattuto e si è sacrificata per la gioventù del futuro. Dopo la presentazione del libro, tutti si sono raccolti a Lace, dove, tra le fiaccole, i canti del Coro Bajolese e la sentita narrazione degli attori di ArTeMuDa sono stati ricordati i partigiani catturati e trucidati la notte del 29 gennaio 1945. G. M. Lace, 29 gennaio 2016 CONGRESSO ANPI La Sezione di Ivrea e Basso Canavese dell'Associazione Nazionale Partigiani d’Italia invita al XVI Congresso dell’ANPI che si terrà sabato 13 febbraio, con inizio alle 15, a Banchette, nel Salone Comunale “Emilio Pinchia” in Via Roma 59 5 3 febbraio 2016 IL "CASO" BORGOFRANCO "Possibili cancerogeni" Orrore! Qualcuno ha osato mettere in discussione il progresso tecnologico e la diffusione a tappeto di internet. Si vuole tornare indietro contro la modernità. Povere scuole senza wi-fi! E’ questo il tenore di molti commenti giornalistici alla notizia della decisione del Comune di Borgofranco di optare per una connessione via cavo degli edifici scolastici invece di quella wi-fi, che sta prendendo piede in tante aree pubbliche e commerciali. La notizia è stata ripresa da quotidiani e tv nazionali: “Ivrea, il sindaco fa togliere il wi-fi dalla scuola” (La Repubblica), “Si spegne il wi-fi nelle scuole” (La Stampa), “Sindaco grillino spegne wifi a scuola” (Il Giornale) con tanto di telefonata in diretta da parte di un finto Beppe Grillo al sindaco Livio Tosi. Bene ha fatto quindi l’amministrazione a convocare una pubblica riunione sull’argomento (il 20 gennaio nella Sala Choc a Borgofranco) invitando anche come relatore il direttore del Dipartimento Radiazioni dell’Arpa Piemonte, Giovanni D’Amore, e Gianpiero Godio, responsabile regionale energia di Legambiente,. In apertura il Sindaco ha precisato quelli che sono i termini della questione, diversi da come sono stati presentati sui giornali: alla richiesta della direzione scolastica di dotare le aule di connessione internet, soprattutto per l’obbligo della compilazione del registro di classe elettronico, l’amministrazione ha valutato le varie modalità possibili per soddisfare tale richiesta e ha scelto di non dotare le scuole di collegamenti wi-fi ma di connetterle via cavo. Non è quindi stato tolto alcun collegamento wifi, che invece permane in altre zone del paese che sono però di passaggio e non di stazionamento per ore, e la spesa totale, circa 3.500 euro, permette di collegare tutte le aule, comprese quelle dei laboratori informatici, con una velocità molto superiore a quella “senza fili”. Sulla questione della pericolosità delle onde elettromagnetiche, vero nodo della discussione, si sono soffermati i due interventi previsti con l’aiuto di slides e relazione di dati. D’Amore ha confermato che gli studi su una materia così “recente” porteranno a dati certi solo tra molti anni, per il momento le radiazioni elettromagnetiche sono state classificate in classe 2B, quella dei ”possibili cancerogeni”. TABELLA: Il guppo 1 contiene i carcinogeni umani certi e comprende 113 agenti Il gruppo 2A comprende carcinogeni probabili per l’uomo e contiene 66 agenti Il gruppo 2B riunisce i carcinogeni possibili, per un totale di 285 sostanze Il gruppo 3 comprende le sostanze non classificabili come carcinogene (al momento sono 505) il gruppo 4, infine, raggruppa sostanze probabilmente non carcinogene per l’uomo (in questa categoria c’è una sola sostanza) Le liste compilate dallo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, raggruppano le sostanze sulla base del livello di cancerogenicità dimostrato in studi scientifici e includono solo gli Crist: monitorare prima di cominciare Legambiente e l’Associazione Pro Ambiente Crist pubblicano la lettera inviata al sindaco Della Pepa e al responsabile per l’autorizzazione della centrale e altre potrebbero ben presto impattare ulteriormente la già precaria vita di questo importante “protagonista azzurro” canavesano. Come se non bastasse, la carenza di neve e acqua che ognuno di noi, quest’inverno, ha potuto constatare non lascia spazio ad alcun dubbio circa la sopravvivenza e la tenuta futura della Dora Baltea. Tutti questi elementi, sommati tra di loro, mettono a dura prova la stabilità del fiume e per questa ragione Legambiente e l’Associazione Pro Ambiente Crist hanno avanzato al sindaco Della Pepa e al responsabile del procedimento di autorizzazione unica per la centrale del Crist Vincenzo Latagliatale le seguenti richieste: «nella Conferenza dei servizi del 18 novembre 2015 convocata per valutare il progetto, la Smat aveva fatto notare che la costruzione del nuovo canale avrebbe potuto avere un impatto negativo sul livello della falda che alimenta i pozzi, accentuando i rischi di carenza di risorsa nei periodi invernali. In quel- Un pericolo quindi c’è anche se nella scala delle pericolosità vi sono sostanze più pericolose, compresi i telefoni cellulari. Uno studio dell’OMS stima che in un anno i decessi in Italia causati dal gas radon nell’ambiente siano circa 5000, quelli da benzene (e quindi da idrocarburi) 200, quelli da campi elettromagnetici 3, mentre curiosamente l’attenzione sulle prime due sostanze è molto minore di quella sull’ultima. Entrando nello specifico della pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche, in Italia è stato posto il valore limite di 6 volt/metro, già cautelativo rispetto ai 20 v/m sicuramente pericolosi, e la caratteristica delle onde fa sì che esse decadano molto rapidamente allontanandosi dalla fonte, per cui già a una distanza di 2 metri il valore scenda sotto i 2 v/ m. Di qui la raccomandazione, se Francesco Curzio LESSICO DI BASE CENTRALI E DORA BALTEA «In riferimento alla Comunicazione del Sindaco di Ivrea apparsa sui media il 26 gennaio in merito alla “carenza delle risorse di acqua potabile”» il Circolo Dora Baltea di Legambiente e l'associazione Pro Ambiente Crist hanno immediatamente presentato una lettera al Comune d’Ivrea mettendo in evidenza la “ridicola e paradossale” (si fa per dire) ovvietà della situazione. Si legge, infatti: «è noto che durante i mesi invernali la portata della Dora Baltea si riduce notevolmente avvicinandosi al valore del deflusso minimo vitale previsto dalla legge. In annate in cui si verificano lunghi periodi di siccità la ricarica delle falde non avviene mettendo in crisi sia gli ecosistemi che gli usi civili ed economici. Il cambiamento climatico in atto, dovuto in larga parte alle attività umane, rende le crisi idriche, sia negli aspetti di carenza che in quelli alluvionali, non più fatti isolati ma frequenti. Se a tutto ciò aggiungiamo che lo sfruttamento intensivo delle acque del fiume (nel tratto Carema Ivrea sono presenti otto centrali e tre sono in progetto) per la produzione di energia elettrica sottrae alla Dora Baltea in modo permanente quantitativi importanti di acqua (dai 20 ai 40 metri cubi al secondo), si comprende come si stia di fatto pregiudicando la vita del fiume e le importanti funzioni che esso svolge per l’ecosistema». Il fiume che alimenta l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea è già ampiamente messo in difficoltà dall’insistente presenza di diverse centrali agenti studiati perché nei loro confronti c’era un sospetto. non si possono eliminare, di posizionare i vari ripetitori sul soffitto o ad altezza superiore ai 2 metri dal suolo. Per contro la connessione via cavo non provoca alcuna emissione ed è pertanto a rischio zero. Una scelta quindi, come sottolineato anche da successivi interventi, di semplice buon senso e di precauzione, di fronte a problematiche che sono lontane dall’essere chiarite. Quello che stupisce piuttosto è la generale accondioscendenza alla sopportazione di pericoli e danni derivanti da tecnologie che spesso sono spinte per soli calcoli commerciali e la cui indispensabilità è vera solo in parte. Per curiosa coincidenza il giorno precedente l’assemblea, il 19 gennaio, il Consiglio Regionale della Regione Piemonte, non un ente uso ad allarmi inutili, ha approvato una mozione che impegna la Regione stessa in scuole ed altri edifici pubblici a sostituire, dove possibile, le reti wi-fi e di impiantare invece quelle via cavo, oltre ad altre misure per incentivare la sensibilizzazione e informazione sulla questione. A proposito: le scuole di Ivrea come si sono attrezzate per le connessioni? l’occasione fu chiesto a Idropdana di avviare il monitoraggio con cadenza mensile delle falde in questione: tale monitoraggio è stato avviato? Se si quali sono i risultati e chi li controlla?». In secundis: «dato il potenziale danno che la centrale del Crist arrecherebbe ai cittadini e all’ambiente, non sarebbe opportuno completare il monitoraggio e valutarne i risultati prima di avviare i lavori?». Il buonsenso è sovrano in queste richieste: se il sindaco stesso ha, de facto, allertato la cittadinanza per la carenza di risorse idriche, che senso avrebbe costruire una o più altre centrali andando a minare ulteriormente il normale corso del fiume e le sue falde acquifere? La Cop21 è stato il primo simbolico passo verso la conquista di una convivenza armonica di uomo e ambiente, ma senza piccoli gesti locali in grado di dare forza e veridicità a questo storico compito, la trasformazione è condannata a restare impressa sulla carta, ma non sulla nostra realtà. Comprendere che la Dora Baltea non è una risorsa economica, bensì una risorsa vitale per il nostro territorio è un imperativo al quale ogni canavesano non può sottrarsi. Questo è il primo passo da compiere. Il secondo sarebbe bloccarne ogni abuso, centrali comprese. Andrea Bertolino Per capirci qualcosa Questa piccola rubrica, curata da Aluisi Tosolini, in forma di “dizionario”, vuole fornire gli strumenti minimi per comprendere meglio temi che sono oggetto di dibattito pressoché quotidiano nei mezzi di informazione, che però, molto spesso, danno per scontato che chi legge conosca con precisione dati, fatti e significati dei termini. Capodanno cinese L’anno della Capra ci sta per lasciare e, a partire dal giorno 8 febbraio, il calendario cinese apre l’anno della scimmia. Seppure la Cina abbia adottato il calendario gregoriano in uso in occidente, le festività sono legate al calendario tradizionale che è un calendario lunisolare ed utilizza elementi sia dei calendari solari che di quelli lunari. Così la data del capodanno cinese, corrispondente alla seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno (21 o 22 dicembre), viene festeggiato in un giorno che cade nel periodo fra il 21 gennaio e il 19 febbraio. Questo anno, appunto, la festività cade l’8 febbraio. A partire da questa data si apre un periodo di festa che dura 15 giorni e si conclude con la tradizionale festa delle lanterne. Ognuno dei 15 giorni di festività è dedicato ad un aspetto specifico: ad esempio il primo giorno del nuovo anno è dedicato all’accoglienza e al benvenuto delle divinità benigne del Cielo e della Terra. Oltre che alla visita di genitori, parenti, nonni e amici. Il quinto giorno invece si celebra la nascita del Dio cinese del denaro e della ricchezza. A Taiwan di solito gli uffici e i negozi riaprono in questo giorno, tra grandi festeggiamenti di buon auspicio per gli affari. Secondo l’oroscopo cinese entriamo nell’anno della scimmia e tutti i nati in questo anno saranno di questo segno. Ovviamente gli esperti in astrologia sono impegnatissimi a leggere il futuro e su tutti aleggia il grande drago rosso, cuore della simbologia cinese. Il drago cinese – al contrario della simbologia occidentale – è portatore di benessere e scaccia le contrarietà. Ne avranno molto bisogno in questo anno i cinesi e la Cina, visto come si sta chiudendo l’anno della capra con continui shock di borsa e forti dubbi sulla reale capacità di reagire dell’economia del grande paese asiatico. 6 anno XXIX n° 2 TTIP AMIANTO IN OLIVETTI Non è solo un trattato Il processo entra nel vivo Le testimonianze dei lavoratori e la prima iniziativa cittadina di libero scambio su lavoro e amianto Mercoledì 27 gennaio alla Libreria Cossavella: Domenico Moro e Ugo Magnani La libreria Cossavella e la sezione eporediese del Movimento Federalista Europeo hanno organizzato lo scorso 27 gennaio un incontro dal titolo “TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO TRA USA ED EUROPA: IMPATTI SOCIALI ED ECONOMICI SULL’EUROZONA”. Relatore Domenico Moro, membro della Direzione Nazionale del Movimento Federalista Europeo. Il segretario eporediese del MFE Ugo Magnani ha introdotto l’argomento della serata, ovvero le potenziali ripercussioni dell’accordo TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership, Accordo Transatlantico sul Commercio e gli investimenti) in corso di discussione dal 2013 tra Europa e Stati Uniti. Nella parte centrale della serata, Domenico Moro ha provato a rispondere a tre domande, ovvero se il TTIP sia davvero solo un trattato di libero scambio, se l’Unione Europea sia attrezzata per condurre la trattativa in corso ed infine se questo accordo sia confrontabile con altri accordi già in essere o in fase di discussione tra altri interlocutori, oppure rappresenti un’evoluzione verso una sorta di nuovo assetto internazionale degli scambi commerciali. La risposta alla prima domanda, secondo Moro, è che – a differenza di come viene comunemente definito dai principali mezzi di informazione – il TTIP non sia affatto un semplice trattato di libero scambio, il cui scopo è armonizzare il regime dei dazi doganali agevolando gli scambi commerciali, bensì qualcosa di molto più ampio, impegnativo e vincolante, ovvero la creazione di un vera e propria integrazione in un’unione economica. Sono infatti previste norme tipiche di un’unione economica, come quelle che mirano ad uniformare i criteri produttivi e a consentire la libera circolazione del capitale e del lavoro. Definire quindi il TTIP un trattato di libero scambio è non solo riduttivo ma fortemente fuorviante. Da più parti sono state rappresentate forti preoccupazioni per le possibili ricadute in tema di protezione dei diritti sociali, oggi fortemente difformi tra Europa e Stati Uniti, e sul tema dell’arbitrato, con il rischio che in caso di controversie tra grandi multinazionali e stati sovrani quest’ultimi si possano trovare in posizione subalterna. Un accordo di così ampia portata, presupporrebbe la definizione – se non di una moneta unica – almeno di una stabilizzazione del cambio Euro/Dollaro, una possibilità che allo stato attuale appare difficilmente realizzabile. Con questa premessa, l’Unione Europea non appare in grado di condurre una trattativa equa ed equilibrata, mancando di un governo unitario fortemente legittimato ed in grado di essere rappresentativo delle istanze di una Unione che manca della necessaria coesione. Ci sono paesi - come la Gran Bretagna e la Germania - che già in fase negoziale appaiono in grado di far valere le proprie personali istanze, in disaccordo con gli interessi comunitari. Esistono ovviamente almeno due scuole di pensiero sulle ricadute del trattato oggi in discussione, basate in parte su valutazioni comparative con altri accordi quali il Con le testimonianze di due ex lavoratori Olivetti (una impiegata e l’altro operaio) ai quali è stato diagnosticato dal 2011 un mesotelioma pleurico, e di Silvana Cerutti, la dirigente dello Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) dell’Asl/To4 che ha cominciato dal 2000 a lavorare sulle morti per mesotelioma, lunedì 25 gennaio è entrato nel vivo il processo per l’amianto in Olivetti. Lunedì 1 e giovedì 4 febbraio le prossime udienze nelle quali sono chiamati a testimoniare dalla Procura altri 24 ex lavoratori Olivetti e, sempre nel mese di febbraio, previste altre udienze il 15, il 22 e il 29, sempre nell’Auditorium del Liceo Gramsci di Ivrea. Ritmo serrato per un processo che tratta di 14 vittime (di cui 12 decedute) e vede alla sbarra 18 imputati, ex amministratori (De Benedetti, Passera e Colaninno i più famosi) e alcuni dirigenti della società Olivetti. E che non sarà probabilmente l’ultimo perché, come emerge dalla relazione dello Spresal, molte di più sono le vittime dell’amianto in Olivetti, alcune delle quali non sono entrate in questo processo per effetto della prescrizione, altre perché deceduNAFTA (North American Free Trade Agreement, in vigore) ed il CETA (Comprehensive Economic Trade Agreent, in attesa di ratifica). I sostenitori ritengono che il TTIP semplificherà gli scambi commerciali, portando vantaggi diffusi a tutte le parti in gioco e significative ripercussioni positive, compresa la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro. I detrattori – tra i quali si colloca il MFE – si mostrano preoccupati delle possibili ricadute negative dovute ad una frammentaria partecipazione ai benefici da parte degli stati europei, con ricadute positive per pochi paesi. Questo scenario comporterebbe una pericolosa frantumazione della già incerta coesione dell’Unione Europea, mettendone seriamente in discussione la sopravvivenza nella forma unitaria, quando invece sarebbe necessario – per rispondere alle sfide della globalizzazione – un rafforzamento significativo della stessa. Gualtiero Giovanetto SEGUE DALLA PRIMA / IVREA Unesco “scaccia crisi”? mi interessa evidenziare, ovviamente a partire dal presupposto che il progetto ha senso se ha dimensione almeno canavesana. Il patrimonio olivettiano è molto vasto, e quindi complesso. E questa complessità, però, rappresenta il suo pregio ed è alla base dell’interesse che genera. Ma in quali condizioni si trova questo patrimonio? Quanto sono diversificati gli assetti proprietari dei diversi edifici? E, soprattutto, di quali investimenti c’è bisogno per renderli presentabili? Quelli dell’asse di v.Jervis, ma anche gli insediamenti residenziali, e poi San Bernardo, Scarmagno, Agliè...? Magari non ho capito, ma ho l’impressione che stiamo parlando di risorse necessarie in quantità esponenziale rispetto a quanto speso finora. Ma dove sono tutti questi soldi? Il dubbio, allora, non è solo se quanto finora speso fosse giustificato, ma cosa succederebbe nel caso in cui il progetto, anche in un secondo tempo, avesse miglior fortuna. In qualche commento politico ho letto che questo progetto dovrebbe accompagnare anche l’uscita del territorio dalla crisi in cui di trova da anni: confesso che il senso logico di quest’affermazione mi sfugge completamente. Certo il mio ruolo da sindacalista mi condiziona ma è paradossale che l’entusiasmo per questa vicenda sia via via cresciuto mentre la crisi industriale del territorio ha continuato a lasciare “sul pavè” persone e aziende. E allora candidarsi per un’operazione di archeologia industriale può apparire beffardo! È davvero velleitario pensare che un’iniziativa del genere, per te per altre cause, mentre altre ancora sono o saranno (il “picco” del manifestarsi della malattia, secondo i dati dell’Asl, dovrebbe verificarsi tra il 2017 e il 2020) oggetto di altri procedimenti giudiziari. Intanto Telecom Italia, responsabile civile in quanto ha inglobato la società Olivetti, ha avviato trattative per soluzioni conciliative con alcune famiglie delle vittime, sette delle quali costituitesi parte civile in questo processo (insieme a Fiom, Fim, Flmu, Comune di Ivrea, Città metropolitana, Comunità collinare Piccolo Anfiteatro Morenico, Inail, Afeva di Casale Monferrato e Anmil), mentre altre hanno scelto di seguire la via del processo di lavoro. Seppur lentamente, sembra diminuire l’apparente disattenzione della città a un processo che, mostrando una faccia contrastante con la “narrazione” ufficiale del mito olivettiano, parrebbe una storia che riguarda altri e non Ivrea. Un primo segno pubblico di attenzione è la proiezione, organizzata dal Cinema Politeama con la Fiom il primo febbraio, del film “Un posto sicuro” sulla tragedia di Casale Monferrato, sede della fabbrica dell’Eternit. Ma altre e più grandi occasioni potranno e dovranno esserci perché la città si dimostri in grado di affrontare, senza reticenze, la sua storia e di esprimere la vicinanza alle sue vittime del lavoro. quanto interessante e meritoria, possa diventare un volano economico. A meno che il recupero di alcuni luoghi sia accompagnato dalla localizzazione di nuove attività, ma non mi pare questa l’idea. Infine, quanto emerso dal processo in corso sull’amianto apre scenari inquietanti, se è vero che - sulla base delle analisi svolte dallo Spresal - anche luoghi già oggetto di bonifica evidenziano una presenza significativa della sostanza killer, e agli 85 casi già presi in esame dalla procura se ne aggiungeranno forse di più nel prossimo futuro, se è vero che il picco della patologia dovrebbe collocarsi tra il 2017 e il 2020. Davvero questa presenza di amianto rappresenta un fatto secondario e marginale rispetto al progetto Unesco? Insomma, mi chiedo se sul versante delle risor- se necessarie ci siano idee chiare, e soprattutto fonti credibili di finanziamento. Poi c’è il tema della gestione e dei ritorni economici diretti e indiretti. Del Museo Garda, dopo l”attenzione generata al momento dell’inaugurazione non sono in grado di dire, ma - per rimanere nello stesso campo tematico - il Maam, per come si presenta, non è certo un buon esempio e un biglietto da visita benaugurante. È davvero difficile, in definitiva, sfuggire al sospetto di trovarsi di fronte all’ennesima scorciatoia per uscire da una situazione sociale ed industriale che sembra non voler cambiare segno. Federico Bellono ƒz 7 3 febbraio 2016 TRASPORTO PUBBLICO LOCALE Flessibilità su gomma Riflessioni sul nuovo contratto nazionale autoferrotranvieri Il 28 dicembre 2015, dopo sette anni di attesa, è stata sottoscritta un’ipotesi di accordo nazionale, avallata poi con il referendum fra i lavoratori. Questo accordo ha diviso non poco i lavoratori, sia per quanto riguarda gli aumenti salariali, sia per le parti normative. Sicuramente una parte positiva dell’accordo è l’essere riusciti a firmare un contratto nazionale visto che i nuovi indirizzi del governo sono di annullare i CCNL e demandare tutto alla contrattazione aziendale. In questo modo si è riusciti a tutelare quelle piccole aziende del trasporto pubblico locale, (basti pensare che solo in Piemonte sono 104), dove la contrattazione di secondo livello è praticamente inesistente. Un’altra parte positiva, in caso di nuove gare d’appalto per il TPL (Trasporto Pubblico Locale), sono le clausole di salvaguardia individuali e collettive dei lavoratori. Inoltre all’interno del contratto è stato previsto un pezzetto di welfare che porterà a luglio 2017 tutti i lavoratori ad essere iscritti, senza costi a loro carico, al fondo pensionistico integrativo “Priamo”, con in dote 90 euro versati dalle aziende per ogni dipendente. Spetterà poi al singolo lavoratore decidere se contribuire alla creazione di una pensione integrativa con versamenti mensili aumentati da una quota aziendale pari al 2% della retribuzione. Vediamo ora gli aumenti salariali: 100 euro dopo sette anni in 3 tranche: 35 euro a dicembre 2015, 35 euro a luglio 2016 e i restanti 30 euro a ottobre 2017!!! Quindi in totale 9 anni per prendere 100 euro. Oltre la parte salariale anche la parte normativa presenta note negative. Per esempio l’aumento del periodo in cui si calcola l’effettiva prestazione lavorativa che passa dalle attuali 17 settimane (4 mesi) a 26 (6 mesi): in questo modo le aziende avranno maggiore libertà a gestire l’orario di lavoro a seconda dei flussi dell’utenza aumentando la già esistente flessibilità di orario fino ad arrivare a picchi di 50 ore settimanali e in alcuni casi, dove non esiste una contrattazione di secondo livello di miglior favore, con una penalizzazione salariale perché gli straordinari anziché pagati verranno recuperati nei momenti di minore utenza, come per esempio nei periodi chiusura scuole, dovendo garantire un orario settimanale minimo di sole 25 ore. La flessibilità compare anche nei turni part-time dove un turno di guida di 3,40 ore può essere caricato su un nastro lavorativo addirittura di circa 12 ore, puoi essere chiamato ad esempio a lavorare 2 ore ad inizio turno del mattino e 1 e 40 nel pomeriggio, purché entro le 12 ore. Vi è anche un aumento consistente delle ore di straordinario possibili che passano da 200 a 300 l’anno, mentre siamo di fronte ad una disoccupazione dilagante nel nostro paese. E per finire l’accordo sui danni (incidenti, toccate contro ostacoli fissi, ecc.) provocati dagli autisti ai mezzi durante il normale svolgimento delle proprie mansioni di guida che prevede addebiti a loro carico sino a 4mila euro a seconda che vi sia conciliazione o no. Si precisa inoltre che anche nel trasporto pubblico, i nuovi assunti, subiranno l’applicazione del Jobs Act a tutele crescenti, vedendosi così non più garantito il reintegro in caso di licenziamento illegittimo. Queste sono solo alcune delle nuove norme applicate nel nuovo CCNL del trasporto pubblico locale, approvato attraverso la consultazione referendaria dei lavoratori. La vittoria del sì al referendum si può tradurre in una stanchezza dei lavoratori di lottare perché dopo sette anni di lotte e scioperi si sono visti liquidare con un’elemosina, ma, visti i tempi, con una crisi che sta colpendo molto più duramente di quanto si dica, anche le briciole servono ad arrivare alla “fine del mese”. Sicuramente non viene ripagata la responsabilità che gli autisti hanno nel trasportare autobus pieni di studenti, operai, pensionati ecc. con qualsiasi tempo e in una condizione fisica e psichica alle volte ridotta al lumicino visto il peggioramento delle loro condizioni di lavoro. E sicuramente non è appagato il sogno del contratto unico della mobilità, che avrebbe dovuto riunire tutte le tipologie di trasporti (autobus, treni, navi, aerei, funivie, ecc.), coinvolgendo sia il trasporto persone che quello merci. Con la speranza che questo articolo serva a far capire agli utenti il mondo degli autoferrotranvieri così spesso bistrattato dai nostri governanti. P.G.e G.A. (due autisti di Ivrea ) INNOVIS-COMDATA Assemblea è veterosindacato? Una vertenza che ripete come una fotocopia le dinamiche aziendali e sindacali che hanno portato tutte le aziende dell’orbita Olivetti ad una fine drammatica dal punto di vista occupazionale e sociale La situazione di Innovis non sembra poter trovare una soluzione, la vertenza si trascina con la sensazione che una parte degli attori voglia arrivare alla scadenza della cassa integrazione del 17 agosto 2016, sperando che quanti più lavoratori e lavoratrici, stremati, accettino o di licenziarsi, con una misera fuoriuscita, o di accettare il passaggio in Comdata (la casa madre), attraverso licenziamento da Innovis e quindi perdendo le condizioni in essere naturalmente peggiorandole: quarto livello per tutti e 30 ore di lavoro, anziché 40, con conseguente riduzione della retribuzione. A peggiorare la situazione, assistiamo anche in Innovis (come ad esempio nella fusione di Olivetti appena conclusa) alla divisione sin- dacale: da un lato abbiamo sindacati che vedono come primario il dialogo con l’azienda per strappare qualche punto a favore dei lavoratori, ma nel complesso di fatto accettando i piani aziendali, piani che naturalmente vengono presentati più drastici dell’obiettivo per poi far passare come concessione le condizioni che in realtà l’azienda aveva già in mente, e parliamo qui di Fim-Cisl e Uilm-Uil. Dall’altra abbiamo un sindacato, la FiomCgil, che rifiuta il piano aziendale che prevede il peggioramento delle condizioni di lavoro e l’espulsione senza margini di trattativa di una quarantina di lavoratori ritenuti dall’azienda inidonei al lavoro in Comdata, un sindacato che ritiene sia prioritaria la consultazione dei lavoratori rispetto al dialogo con l’azienda. Con questo spirito era stata indetta un’assemblea a metà gennaio, dove Fim e Uilm hanno deciso, rispettando lo schema sopra descritto, di non partecipare. Riportiamo un intervento che i delegati Fiom Innovis ci hanno inviato per la pubblicazione. Martedì 19 si sono svolte in Innovis le assemblee della Fiom. Un’altra assemblea alla quale Fim e Uilm non hanno voluto aderire. Pare che i problemi che i lavoratori devono affrontare quotidianamente più quelli che avremo in futuro non destino preoccupazione. Nell’assemblea, dove i lavoratori hanno potuto esprimersi e confrontarsi è emerso un forte disagio per la situazione attuale. Ad oggi circa il 50% dei 119 lavoratori sono rientrati con un leggero au- AGILE EX-EUTELIA Salvaguardia in extremis Con la settima salvaguardia esodati più di 120 lavoratori Agile ex Eutelia potranno andare in pensione alla fine della mobilità La riforma delle pensioni del governo Monti ha creato e crea uno dei peggiori bagni di sangue sociale mai visti nel nostro paese. Sia perché sta trattenendo al lavoro uomini e donne con più di 60 anni e 40 di contributi in un paese dove la disoccupazione giovanile è sopra il 40%, sia perché ha lasciato senza reddito migliaia e migliaia di lavoratori espulsi dalle aziende, i cosiddetti esodati. Per tentare di sanare una situazione paradossale, “non prevedibile per i dati in loro possesso” ci diceva la stessa Fornero (sic), siamo arrivati alla “settima salvaguardia”, ovvero al settimo dispositivo che deroga la legge Fornero per permettere l’accesso alla pensione agli esodati e assimilabili. A questo punto meglio sarebbe stato abolire del tutto quella sciagurata legge. Sarebbe sano, permettere ad ultrasessantenni di andare in pensione per lasciare posto ai giovani. Troppo semplice? E come si pagano queste pensioni? Gli strumenti e i capitoli di bilancio dove tagliare ci sono (spese militari, tetto alle pensioni d’oro). Ad ogni modo, di correzione in correzione, dopo averli fatti penare, stare in ansia per il proprio futuro, con questa settima salvaguardia 26.300 lavoratori potranno andare in pensione con le vecchie regole se matureranno i requisiti entro la fine della mobilità o con il versamento di contributi volontari. Fra questi, più di 120 saranno i lavoratori e le lavoratrici Agile, di cui una quindicina ad Ivrea, che dal 2018 potranno andare in pensione. Le domande per accedere alla pensione alla fine degli ammortizzatori sociali per chi rientra nella settima salvaguardia deve essere presentata all’Inps entro il 1 marzo 2016. La salvaguardia dei lavoratori vicini alla pensione era però solo uno dei quattro punti al tavolo di crisi Agile, per questo la Fiom dichiara nel suo comunicato del 22 gennaio “Bene la settima salvaguardia ma per gli altri lavoratori è necessario riattivare il tavolo di crisi! La vertenza Agile ex Eutelia prosegue e con il lavoro svolto da tanti lavoratori nel rapporto con alcuni deputati e senatori sul territorio, ha portato ad una ulteriore salvaguardia nella legge di stabilità. (…) Questo passo in avanti che dà una risposta positiva ad una parte delle lavoratrici e dei lavoratori di Agile ex Eutelia, non ci fa comunque dimenticare che ci sono altri che ancora non hanno una soluzione. Nei prossimi giorni proveremo ancora a coinvolgere il Ministero dello Sviluppo Economico per convocare una riunione nella quale affrontare i problemi di quei lavoratori che non potranno andare in pensione e che ancora non hanno trovato un’occupazione. Come sempre abbiamo fatto finora non staremo ad aspettare, porteremo proposte e iniziative di soluzione, il Governo però deve aprire subito il confronto, gli ammortizzatori sociali non durano all’infinito e i lavoratori non possono permettersi di aspettare.” Ricordiamo gli altri tre punti dei tavoli aperti al Mise per la vertenza Agile: 1. Mise-Infratel per il reimpiego di personale Agile su tematiche Banda Larga e Agenda Digitale (oggi Crescita Digitale). mento sulle ore lavorate, difatti nessuno è rientrato a tempo pieno, in parte si lavora in parte si copre con la cassa integrazione. L’auspicio è che l’orario aumenti ancora visti i volumi che permettono la presenza di centinaia di contratti interinali ed anche che vengano coinvolti tutti i lavoratori Innovis ancora in cassa che hanno manifestato interesse nel percorso lavorativo, anche se appartengono al gruppo che l’azienda non vuole far rientrare, perché ritenuto da parte aziendale “non ideoneo”. E in questa situazione critica, il fronte sindacale pare essere nuovamente spaccato, da una parte, la Fiom, che ritiene doveroso mantenere i diritti acquisiti in 30 anni di lavoro, dall’altra Fim e Uilm che caldeggiano i passaggi in Comdata con condizioni peggiorative. Comunque i lavoratori sempre attenti e presenti a ogni opportunità di confronto hanno dato il mandato alle Rsu Fiom di attivare tutte le iniziative necessarie riguardanti la vertenza Innovis, come si fa in democrazia. Fim e Uilm ci hanno accusato di “imporre le nostre idee”, ma chi impone non usa le assemblee, ma gli accordi separati e non validati dai lavoratori. A sostegno della legittimità del discutere in assemblea tutti i passaggi della vertenza, un gruppo di lavoratrici e lavoratori hanno scritto una lettera aperta alle Rsu Fim e Uilm dove fra le altre cose si legge: “vi state dimenticando che il ruolo che avete è quello di ascoltarci, discutere con noi e portare avanti le nostre richieste. Prima di fare accordi con l’azienda dovete passare da noi lavoratori. Vi ricordiamo che l’unica imposizione che abbiamo ricevuto è stato quel famoso accordo separato sulla cassa integrazione che avete firmato (senza aver ricevuto il mandato) nel 2011, vostra imposizione che “doveva risolvere i problemi di Innovis”. Problemi non risolti, anzi. Ha creato sofferenza, discriminazione, ingiustizia da cui molti sono dovuti scappare. 2. Mise-Min. Giustizia per il reimpiego nella riconversione di imprese sottratte alla mafia. 3. Mise-Enea per il reimpiego in ambiti quali l’efficienza energetica o il recupero energetico. Perché non dimentichiamo che prima di tutto le lavoratrici e i lavoratori Agile han sempre chiesto di poter tornare a lavorare. Cadigia Perini a cura di cp 8 anno XXIX n° 2 AL CENA DI IVREA VICENDA QUARTO La Giornata della Memoria Qualche riflessione e una domanda al nostro inviato Il racconto di una studentessa Il 27 gennaio, all’I.I.S. Giovanni Cena di Ivrea é stata dedicata l’intera mattinata al Giorno della Memoria. Dopo la proiezione del video Auschwitz, affiancati dai professori di religione Monti e Colangelo, noi ragazzi siamo stati intrattenuti con canzoni e brani legati al tema della Shoah. Tra gli altri vorrei ricordare “Auschwitz” di Guccini, conosciuta come la canzone del bambino nel vento che con poche e semplici parole é riuscita a susci- dalle professoresse Garavani e Ciociola. Guido Foa ha raccontato che suo padre, Massimo Foa, nato a Cuorgnè, quando vennero catturati i suoi genitori era stato salvato, sotto le lenzuola e della biancheria sporca, da Clotilde Roda Boggio, una persona oggi onorata nella collina dei Giusti a Gerusalemme. Questa con semplicità affermò: “I giusti sono coloro che restano normali quando la maggioranza degli altri non lo sono più. I veri tare in noi grandi emozioni. Ai canti sono state accompagnate letture tratte dalle esperienze vissute da alcuni studenti che l’anno scorso hanno partecipato al viaggio di Istruzione a Brno, Cracovia, Auschwitz e Vienna. Dopo una breve pausa, il signor Guido Foa ha raccontato la storia di sua nonna Elena leggendo e traendo riflessioni dal testo della toccante lettera scritta da lei, miracolosamente sopravvissuta alla Shoah, fissando sulla carta l’orrore sperimentato nei campi di concentramento. Queste parole sono giunte ai cuori di tutti noi ragazzi e hanno fatto scaturire un gran senso di pietà verso persone innocenti, la cui vita é stata stroncata brutalmente. Se ci chiedessimo quale sia il motivo che abbia spinto degli uomini a tale odio non troveremmo una risposta. Chi sono le vittime e i carnefici? Queste sono state le riflessioni condivise negli interventi dei presenti, guidati eroi sono infatti quelli che compiono azioni abituali in folli periodi”. Guido Foa ci ha ricordato che il Giorno della Memoria serve per non dimenticare tutte le persone che si opposero al progetto di sterminio, proteggendo i perseguitati a rischio della propria vita; bisogna custodire questi ri- Rubrica a cura di Reginaldo Palermo, dell'Associazione "GESSETTI COLORATI" CORSO SULLE TECNICHE ARTISTICHE Il corso “Creare nuovi percorsi creativi in classe, attraverso la padronanza delle tecniche artistiche” proposto dall’associazione nello scorso autunno aveva riscosso un eccezionale interesse tanto da rendere necessarie due “repliche”. Adesso ne viene proposta una terza, in quanto numerosi insegnanti che si erano iscritti a suo tempo non erano stati accettati per indisponibilità di posti. Il prossimo 25 febbraio prende- rà così avvio la nuova edizione, curata come le due precedenti, dalla giovane artista Emanuela Giulietti. L’obiettivo è quello di invogliare i docenti a sperimentare tecniche artistiche classiche e innovative competenze di tipo teorico e manuale. “Per esempio – spiega l’artista Emanuela Giuglietti - la tecnica dell’acquerello può essere fonte di una approfondita analisi e sperimentazione per poter creare in classe un percorso teoricopratico legato all’artigianalità del produrre una pastiglia di acquerello naturale insieme ai bambini e utilizzarlo per un lavoro articolato nel corso dell’anno”. Nei 4 incontri in programma verranno affrontate diverse tematiche: Il colore naturale: i pigmenti, le tinte, i coloranti e le lacche Il colore fatto in casa: l’acquerello, la tempera e il colore ad olio La manipolazione creativa: l’uso della carta, la plastilina, il legno cordi affinché le generazioni future si impegnino ad evitare altre simili tragedie. Al termine della mattinata un ex-allievo dell’Istituto G.Cena, Riccardo Bonsanto, insieme al fisarmonicista Luigi hanno eseguito con i loro strumenti diversi brani sulla Shoah e sul tema della guerra. La straordinaria capacità di coinvolgimento e il gran talento dei musicisti ci hanno emozionati tutti. Se i miei coetanei dicono di essere stanchi di sentir parlare del Giorno della Memoria, di vedere ogni anno gli stessi film, di ascoltare i soliti discorsi, forse perché spesso si cade nella retorica, per me e per molti di noi non è stato così. Per concludere vorrei citare lo scrittore Primo Levi, il quale affermò che tutto ciò é accaduto non per il progetto di alcuni, ma per l’indifferenza di molti; e dunque, se tutto ciò è potuto succedere come possiamo essere certi che non si ripeterà? Ecco, questo é il vero messaggio del Giorno della Memoria, ricordare e riflettere sulla storia del passato. Elena Gerotto (della IV A S.I.A.) Il contributo dell’arte nella didattica: nuove forme e nuovi linguaggi per tutti i bambini Il corso si svolgerà presso il Museo Tecnologic@mente di Ivrea e sarà articolato in 4 incontri, secondo il seguente calendario 25 febbraio 3 marzo 17 marzo 7 aprile Orario dalle 17 alle 19,15. PROGETTO VERDE DIDATTICO A partire da quest’anno “Verde didattico” diventa a tutti gli effetti uno dei progetti promossi e sostenuti dalla Associazione. Da alcuni anni il progetto coinvolge insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, professionisti del verde e Amministrazioni comunali del territorio con lo scopo di fornire agli insegnanti informazioni e strategie didattiche. Il tutto si realizza attraverso la proposta di corsi formativi specifici, che permettono Caro Andrea, il tuo articolo sullo scorso numero di varieventuali parte dalla tua esperienza puntando il dito contro i manichei “grillini” (ma perché è così difficile dire, che so, militanti del M5S, al limite pentastellati… Ma che riflesso condizionato è questo sempre alla ricerca di un leader anche quando il presunto leader si è fatto da parte??), che brandiscono spade di legalità senza alcun intervento concreto “di coesione, contrasto alla povertà, politiche del lavoro mirate al recupero di una relazione positiva e partecipata tra privato e pubblico”. Ti confesso che da qualche tempo fatico a seguire un certo linguaggio sui “massimi sistemi” che rischia spesso di non considerare la realtà dei fatti e delle scelte personali che concretamente modificano anche la realtà circostante. Come ad esempio quella di tagliare stipendi e rimborsi agli amministratori locali e ai parlamentari per costruire strade di collegamento tra Palermo e Catania; di produrre centinaia di azioni di microcredito in Italia per nuovi lavori, addirittura con accordi di garanzia con Intesa San Paolo; oppure delle campagne per il reddito di cittadinanza, senza fraintendimenti e confusioni di altre proposte, come il reddito minino o altre stupidaggini utili solo a creare confusione. Non so se rispetto a quanto sostenevi nel tuo articolo, ossia che in fondo chiedere le dimissioni della Capuozzo è stato un gesto eccessivo, tu abbia, a distanza di 15 giorni, cambiato parere. Se così fosse potrei chiudere qui. Ma mi permetto comunque di provare a dire quali siano le ragioni di tanto “manicheismo”. 1) Capuozzo, ha ricevuto ricatti da un suo consigliere eletto molto probabilmente con voti camorristici; 2) La sindaca non ha denunciato alla magistratura i ricatti ricevuti; 3) Il M5S ha espulso prima il consigliere Giovanni De Robbio per evidenti ragioni (evidenti perlomeno a me, visto che le altre formazioni politiche non hanno questa pratica al loro interno), poi la sindaca che, nonostante non avesse denunciato il ricatto, non aveva intenzione di dimettersi. Alla fine, non avendo più la maggioranza in consiglio, se ne è dovuta andare. E tutto questo, se prendiamo per buone le sue dichiarazioni in Commissione parlamentare antimafia, non avendo mai comunicato a nessuno del M5S il ricatto che stava subendo. Io capisco che, in Italia, non siamo più (mai?) stati abituati a seguire le regole, soprattutto quando si trattava di seguirle avendo un incarico pubblico. La cosa paradossale è che invece di riconoscere la limpidezza di un certo atteggiamento, se ne condanna la supposta “esagerazione”. Non sapevo della tua attività di pubblico amministratore e mi ha colpito vedere quanto fosse simile la vicenda che ha colpito la sindaco Capuozzo di Quarto alla tua attività amministrativa di Giugliano, segno probabilmente che la camorra usa metodi simili in luoghi diversi. Dal tuo racconto, però, non ho trovato risposta ad una domanda che mi è sorta: ma tu, dopo quell’assemblea a tuo dire palesemente controllata dalla camorra, che hai fatto? agli insegnanti di diventare a loro volta promotori ed esecutori diretti del “verde didattico”. L’idea è quella di avvicinare gli alunni alla terra, sorgente di vita e alle proprie radici in modo naturale e spontaneo. Verde didattico è uno strumento di formazione innovativo, che permette di insegnare le classiche materie scolastiche quali storia, matematica, musica, geografia, arte, attraverso uno spazio verde, ludico, sociale e di apprendimento. Curato in particolare da Anne Harder il progetto sta coinvolgendo in tutto il Canavese decine di classi. Adesso è anche possibile sostenerlo aderendo alla campagna di crowdfounfing alla quale si può accedere mediante il sito www.buonacausa.org pedagogista e scrittore, morto il 2 marzo di due anni fa a Drizzona in provincia di Cremona. Le classi che vorranno aderire al ricordo corale del grande maestro potranno leggere brani dei suoi racconti, molti dei quali vennero ideati e scritti da Mario Lodi con la collaborazione dei suoi alunni. Quest’anno l’associazione metterà a disposizione delle classi insegnanti, ex insegnanti, scrittori ed esperti che proporranno agli alunni letture e attività per ricordare il maestro. Due presenze, fra le altre, arricchiranno il programma: Anna Sarfatti, autrice di libri per ambini, e Aldo Pallotti che con Mario Lodi aveva collaborato per molte delle attività realizzate presso la Casa delle Arti e del Gioco che il maestro istituì nel 1989 impiegando i soldi del premio Lego vinto nel 1989. I laboratori di lettura nelle classi prenderanno avvio il 2 marzo e continueranno per due settimane. RICORDIAMO MARIO LODI Anche quest’anno l’associazione ricorderà l’anniversario della morte di Mario Lodi, maestro, Enrico Bandiera TEATRO Jack London rivive sulla scena con Paolini Ballata di uomini e cani all'Officina H per la stagione del Giacosa Il Klondike, l’epopea di uomini e cani che sfidano le lande innevate e il gelo che non perdona, il miraggio delle pepite nella corsa all’oro, il cielo come una lastra levigata di fumo grigio, le acque scure dello Yukon, il vagabondo delle stelle e dell’avventura con il nome scritto nell’immortalità. Il richiamo dello scrittore americano Jack London, reinventato da Paolini, spinge, domenica sera alle 21, un fiume di eporediesi all’interno dell’Officina H, davanti al palco scenograficamente allestito con rudimentali bidoni di lamiera, che simulano ora canoe sul fiume ora barili, come appoggi precari, sotto i piedi di un uomo con il cappio al collo. “Io non sono io” esordisce l’attore, avvertendo il pubblico. Io non sono che un corpo prestato a Jack London, io sono il suo personaggio. E la voce di Paolini, modulando toni e registri, spezzando il ritmo o dilatandolo a piacere, scandisce la drammaturgia dello spettacolo. Tre sono i racconti che entrano in scena. L’intreccio tra uomini e cani passa dai toni leggeri e sfumati di “Macchia”, storia di un cane in- gombrante che trova sempre la via di casa a quelli altamente drammatici di “Bastardo” e “Preparare un fuoco”, uno dei più belli di London, lasciato, non a caso, a chiudere il trittico. In ogni racconto, uomo e cane sono protagonisti, ora solidali, ora antagonisti in quello scenario comune vestito di gelo che è il grande Nord, dove il diritto di sopravvivere non fa sconti a nessuno e ogni più piccolo errore può essere fatale. Sul palco, insieme a Paolini, ci sono valenti musicisti che bene evocano, negli abiti e nelle ballate, le amate atmosfere di quelle terre lontane graffiate dal gelo. Una chitarra e una piccola armonica, un banjo e un clarinetto, il rumore del fuoco attraverso uno scopino di saggina maltrattato ad arte. Le parole di Paolini, il suo testo, si mescolano a quelle del grande Jack, raccontano la lotta e la vitalità di esseri lontani dalle nostre abitudini, ormai fiaccate dalle troppe comodità. Il Klondike non è luogo per uomini che si alzano dal letto e trovano le pantofole pronte ad accoglierli. Il Klondike è ringhio di cani e di uomini, prove di lotta e di forza, determinazione a resistere, sfida alle intemperie, crudeltà selvaggia, slitte che solcano la neve, bufere di vento, coltelli e pellicce. Qui l’avventura non è a buon mercato, qui occorre lo spessore del carattere, la conoscenza di una natura indomita e del paesaggio, qui c’è la passione di London e tutto il suo amore gagliardo per la vita, una vita da consumare come l’alcol torcibudella che lo scrittore beveva fin da bambino. Paolini intercala il suo racconto dialogando con il pubblico, lo interroga e coinvolge, alleggerisce la tensione con le battute. E il pubblico ride (forse un po’ troppo) e si diverte per poi trattenere il fiato quando le parole ritrovano la via MOSTRE E INIZIATIVE 2016 Carnevale in mostra dal 24 gennaio al 4 febbraio in Sala Santa Marta e dal 5 al 19 febbraio in Confindustria Canavese TERRAEGENTIDICARNEVALE SERATA DIGALA,GRAN BALLO in onore della Vezzosa Mugnaia. Lunedì 8 febbraio, ore 21 Piazza di Città L’iniziativa del gruppo degli Alfieri – che ha tutta l’aria di essere divertente – prevede di formare una coloratissima e spontanea “banda musicale”, che sfili per le vie della città suonando con strumenti veri e propri ma anche di fortuna: una banda improvvisata e davvero popolare. «Non servono abilità o competenze musicali – spiega Daniela Pagliero, presidente degli Alfieri – ma la voglia di stare insieme e fare festa». Il punto d’incontro è alle 21 in piazza di Città, da dove il corteo spontaneo muoverà verso le vie del centro storico. E’ ammesso qualsiasi strumento musicale da banda: trombe, trombette, tamburelli, maracas, piatti... Domenica gli Alfieri hanno organizzato la vendita itinerante dei kazoo (piccoli strumenti musicali a fiato molto utilizzati dai cantanti di blues). domenica 7 febbraio sul Lungo Dora ritorio naturale: aria, acqua, bosco, mobilità a due ruote; A cura della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea e dell’Associazione J’Amis ad Piassa d’la Granaja l’esposizione degli elaborati della settima edizione del Concorso per la realizzazione dell’immagine per il Manifesto della Festa dei bambini del Giovedì Grasso (scuole dell’Infanzia e Primarie dell’Istituto Comprensivo Statale Ivrea I e Ivrea II e scuole private paritarie della Città). dal 7 al 9 febbraio CARNEVALE TRA SEGNI E sabato 6 febbraio Teatro Giacosa Tutti in città a suonare IN SALA SANTA MARTA COLORI La famosa terra rossa di Castellamonte dà nuovamente corpo alla tradizione del Carnevale. I personaggi, gli oggetti simbolici, i colori e gli animali che animano il corteo storico sono i soggetti delle opere che un gruppo selezionato di artisti ha creato con un mix di stili e tecniche diverse e che sono al centro della mostra organizzata per la seconda volta dall’Associazione Artisti della Ceramica in Castellamonte. Sala Santa Marta: dal 1 al 3 febbraio ore 10-18; 4 febbraio ore 13-18 Confindustria Canavese: dal 5 al 19 febbraio, dal lunedì al venerdì, ore 8.30-12.30 e 14-18 (www.confindustriacanavese.it) Ingresso libero. Pierangelo Scala Alle ore 21.30 entusiasmante spettacolo di fuochi artificiali accompagnati della musica. dal 6 al 14 febbraio al Museo Civico Garda Tra questi, l’apporto delle Libreria Antiquaria di Ivrea ha permesso di acquisire altri importanti documenti e immagini che sono entrati a far parte dell’esposizione, insieme alle due tavole originali di Eugenio Pacchioli utilizzate per realizzare le copertine dei numeri de Il Piffero, la tradizionale rivista dedicata al Carnevale che per l’occasione sarà disponibile in visione presso il Museo. Il risultato è tutto da scoprire nelle opere che compongono la mostra, offrendo momenti salienti dello Storico Carnevale di Ivrea con una dirompente esplosione di segni e colori che ha dato il titolo alla mostra. Inaugurazione sabato 6 febbraio alle ore 15, resterà poi aperta fino alle 19. A seguire apertura: domenica 7 febbraio ore 9-12; mercoledì 10 ore 9-13, giovedì 11 ore 9-13 e 14,30-18,30; venerdì 12 ore 913; sabato 13 e domenica 14 ore 15-19. collocazione fuori dall’etichetta che, sugli scaffali, lo relega a scrittore per ragazzi. E questo è un contributo in più di Paolini per ricordare London, lo scrittore che, in barba ai convincimenti darwiniani, conosceva la psicologia dei cani facendoli vivere come uomini. L’arte evocativa di Paolini si congeda tra gli applausi. Un’uscita senza ripetizioni per successive razioni di battimani. In cambio la chiosa di una canzone in dialetto brianzolo di Lorenzo Monguzzi, voce e chitarra sul palco e coautore, con Angelo Baselli e Gianluca Casadei, delle musiche dello spettacolo. La canzone è un extra fuori programma perché, si sa, la pubblicità di un cd in vendita non è mai abbastanza. CARNEVALE SPETTACOLO PIROTECNICO Prevendita da lunedì 25 gennaio in Ivrea presso la Galleria del Libro (via Palestro) e il Contato del Canavese (piazza F. Nazionale 12). Di rigore il Berretto Frigio e l’abito scuro. Al Museo Civico Pier Alessandro Garda, venti interpretazioni di artisti, dagli anni ’50 ai giorni nostri, ripercorrono i momenti salienti dello Storico Carnevale di Ivrea con una esplosione di segni e colori. La mappatura del patrimonio artistico comunale dislocato in sedi diverse dal museo, ha evidenziato un nucleo di opere di pregio dedicate al Carnevale oltre a quelle già detenute nel museo stesso..La ricerca si è quindi orientata verso la figura di Giuseppe Maria Musso, artista, poeta e operatore culturale che, tra le innumerevoli iniziative di cui fu artefice, realizzò negli anni ’70 una serie di eventi e mostre dedicate proprio al Carnevale. Anche a quelle pregevoli iniziative si devono contributi e pezzi unici esposti nella mostra allestita oggi al museo Garda. Vanno ricordati infine tra gli ispiratori di questo lavoro altri appassionati e studiosi eporediesi che attraverso le notizie a loro disposizione, i documenti e le conoscenze pregresse, hanno arricchito e completato il quadro storico di riferimento. dell’emozione drammatica. Dopo due ore di parole e canzoni, lo spettacolo termina non senza che Paolini affronti la realtà di oggi, quella che lo lega al suo impegno civile e politico e che già è emersa nei suoi precedenti lavori. Oggi i nuovi vagabondi, i coraggiosi alla Jack London, affrontano i grandi viaggi della speranza e muoiono, come cani, cadendo da un camion in corsa o dal barcone che affonda. Lo spirito che li anima è più forte di quello degli avventurosi cercatori d’oro di un tempo perché è sorretto dall’immaginazione, risorsa esemplare e monito per tutti noi. Sulla scia bianca di neve del Klondike, il grande autore americano ritrova anche la sua corretta Serra Morena, la Pro Loco di Ivrea con sede al Parco della Polveriera, espone diverse iniziative di promozione territoriale: – Mostra fotografica d’autore sul paesaggio e sulle attrazioni storico culturali dell’AMI, l’allestimento di un tavolo informativo sulle attrazioni turistiche del territorio, una videoproiezione su maxi schermo di filmati sul territorio, la cultura e lo sport (a cura di Serra Morena); – Punto informativo sui mondiali del canoa 2016:1^ prova Coppa del Mondo di canoa slalom, 3-5 giugno, a cura di Ivrea Canoa Club e Proteina; – Informazioni sulla candidatura di “Ivrea, Città Industriale del XX secolo” a Patrimonio Mondiale Unesco; – AMI e la Geologia: il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino presenta la proposta di Geoparco e di ostello per studenti e ricercatori sulle sponde del lago San Michele e l’offerta didattica 2016 del Geodidalab; – Sport outdoor, gare e passeggiate tutto l’anno per conoscere la rete dei sentieri, a cura di “AMI I 5 Laghi”, tavolo di recente costituzione che raggruppa tutte le associazioni podistiche locali e le amministrazioni; – Il Circolo Legambiente Dora Baltea presenta le iniziative di salvaguardia del paesaggio e del ter- da giovedì 4 a martedì 9 febbraio “CARNEVALE... IN FUGA” Mostra a cura di ArteinFuga con orario 14.00-18.00 Aria di Carnevale, voglia di pittura. A Spazio Pitetti gli artisti si ritrovano insieme con colori e pennelli per esprimere l’emozione e le impressioni del loro Carnevale. Si usano i cartoni che diventano splendide tele pittoriche, si utilizzano materiali riciclati per creare insolite installazioni. Gli artisti offrono così la loro interpretazione di questa festa alla Città di Ivrea. Maggiori informazioni sul sito www.arteinfuga.it o sul blog arteinfuga.blogspot.it. Spazio Pitetti - ArteinFuga via Guarnotta 20, Ivrea 10 anno XXIX n° 2 AL CINECLUB MARTEDÌ 2 E MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO Mustang Regia: Deniz Gamze Ergüven. Interpreti: Günes Sensoy, Doga Zeynep Doguslu Durata: 94 min.Origine: Francia, Turchia, Germania, Qatar 2015. In un villaggio costiero turco la giovane Lale e le sue sorelle maggiori Nur, Ece, Selma e Sonay festeggiano la fine dell’anno scolastico anche se la ragazza è dispiaciuta perché l’insegnante che lei maggiormente apprezza l’anno successivo eserciterà la sua professione ad Istanbul. Le sorelle si recano in spiaggia con un gruppo di studenti maschi e lì giocano, completamente vestite, a combattere in acqua a cavalcioni sulle spalle dei maschi. La notizia dello ‘scandalo’ viene immediatamente comunicata alla loro nonna che le punisce ma la punizione più dura arriverà dallo zio (i genitori sono morti) il quale decide di recluderle in casa affinché non diano più scandalo. Per sistemare ancor meglio le cose si dà il via alla ricerca di possibili pretendenti per matrimoni combinati che restituiscano alla famiglia l’onorabilità. ...Mustang appartiene alla categoria delle opere prime che lasciano ben sperare per il futuro di chi le ha realizzate e quindi del cinema. ...L’originalità di scrittura e di tecnica di ripresa la rende però indenne da qualsiasi dubbio di vicinanza a quel soggetto. Perché qui il punto di vista che viene assunto sin dalla prima inquadratura è quello di Lale, la più piccola, la quale vede nelle sorelle e in ciò che debbono subire il suo futuro in anticipo e decide di non volervi sottostare. In questo nucleo familiare decentrato (Istanbul resta la meta lontana che si vorrebbe raggiungere) si trova rappresentata la società turca più arretrata che trova nella nonna e nello zio i suoi più emblematici esponenti. Se lo zio-padrone è dispotico ed arrogante, degno prodotto di una cultura maschilista che affonda le proprie radici in un passato ancestrale, la nonna ne subisce le reprimende e si trova ad agire su entrambi i fronti: quello della repressione così come quello del sostegno più o meno indiretto. Tratto da mymovies AL CINECLUB IVREA MARTEDÌ 16 E MERCOLEDÌ 17 FEBBRAIO Blackhat Lo sguardo implacabile di Michael Mann torna nel suo ultimo, incompreso capolavoro É una coerenza che non conosce compromessi quella di Michael Mann, nemmeno quando affronta l’invisibile, neppure quando si confronta con una storia solo all’apparenza tanto distante dal proprio sentire, dalla viscerale umanità di un cinema che solo ingenuamente si può ricondurre a una qualche logica di genere. Perché Blackhat – ultima fatica del regista statunitense a sei anni da Nemico Pubblico – è, né più né meno, la vetta espressiva di un percorso autoriale unico, capace di farsi parabola umana su libertà, realtà e perdita nell’era dello sguardo e della sua negazione. Ecco allora che la figura di Nick Hataway (Chris Emsworth), hacker geniale fatto uscire di prigione per aiutare le autorità (quelle statunitensi e quelle cinesi, unitesi in un’inedita task force) contro la minaccia di un altro micidiale cyber-criminale (un Le figure del Piacere di blackhat, appunto) che sta gettando il mondo nel caos, si va a sovrapporre perfettamente con quella del tipico eroe manniano alla disperata ricerca di una libertà, di un’altra vita che niente ha a che vedere con l’ordine costituito, nulla ha da spartire con un mondo virtuale che regola, asservendolo, il destino della società, ma che è, invece, sempre e solo una ricerca di autenticità ispirata dal cuore, da un sentire che è, prima di tutto, un vedere oltre. É il valore dello sguardo l’essenza stessa del cinema di Mann, il perno su cui far ruotare il suo intero universo di senso, al di là di una storia chiara e incisiva, persino oltre la costruzione di un’azione come sempre magistrale. Portando avanti un discorso SEGUE IN ULTIMA P. Domene L’Arte come funzione del Capitale: in occasione delle mostre di Anselm Kiefer “I Sette Palazzi Celesti”, di Philippe Parreno “Hypothesis”, e di Petrit Halilaj “Space Shuttle in the Garden” all’Hangar Bicocca; Hangar Bicocca, Milano, 16.1.16 Migrazioni, culture e verdure: La “Brassica rapa sylvestris”: cime di rapa, cimette, friarielli, rapini, raponi, broccoletti; Mercati di Santa Rita a Torino e Benedetto Marcello a Milano, gennaio 2016. L’Arte è sempre stata una funzione del Potere e, in concreto, del potere economico. Uno strumento dei Poteri Forti. In particolare l’Arte Contemporanea è interamente funzionale al Capitale: essa costituisce uno degli strumenti basilari per veicolare e preservare il capitale accumulato e diminuire l’eccesso di liquidità che l’economia liberale genera mediante l’eccedenza di valore aggiunto non redistribuito; questo valore non è solo frutto della produzione generale ma anche della speculazione finanziaria, dell’evasione fiscale, della produzione di armamenti o del mercato delle droghe. Il “sistema dell’arte contemporanea”, la struttura che gestisce e ideologizza questo processo (curatori, mercanti, critici, “artisti”, autorità culturali), crea inoltre “oggetti artistici”, oggetti senza valore d’uso, puri concetti autoreferenziali, facilmente soggetti ad una speculazione economica al margine della tradizione artistica, economica e culturale e della maggiore o minore comprensione stessa del pubblico. La teoria critica dell’Arte (dell’Arte Contemporanea) non può quindi trascurare la dimensione fortemente politica e morale di questo processo e la legittimità artistica dell’opera d’arte contemporanea in se stessa. Cos’è un’opera d’arte contemporanea al margine del fatto che essa sia soggetta al sistema di sfruttamento capitalistico? Poiché l’Arte Contemporanea comunque esiste, come distinguere le opere d’arte dai “concetti” oggettualizzati e soggetti alla speculazione economica creati ad hoc dal “sistema dell’arte”? L’Hangar Bicocca è quel che resta dell’area industriale milanese che dalla fine del sec. XIX ha prodotto macchine a vapore, locomotive, veicoli agricoli e industriali, aerei e armamento. Essa è stata in mano agli industriali Breda, Pirelli, Falk e Marelli e l’Ansaldo. Oggi è una fondazione del gruppo Pirelli dedicata all’arte contemporanea. Un’area restaurata e ad ingresso libero divisa in tre magnifici spazi: in uno è esposto permanentemente il lavoro dell’artista tedesco Anselm Kiefer (1945) “I Sette Palazzi Celesti”, gli altri offrono mostre temporanee. Attualmente uno ospita “Hypothesis”, il lavoro del polifacetico artista francese Philippe Parreno (1964), l’altro “Space Shuttle in the Garden” una selezione di opere del kosovaro Petrit Halilaj (1986). L’impressionante opera di Kiefer “I Sette Palazzi Celesti” ben potrebbe considerarsi arte contemporanea per il suo inserimento nelle prassi tecniche e nel linguaggio dell’arte. Nonostante il suo monumentalismo e una certa spettacolarizzazione è e rimane un bellissimo oggetto artistico. “Hypothesis”, l’opera di Parreno, appartiene più al mondo dello spettacolo. Proprio nelle tecniche dello spettacolo e nei suoi linguaggi risiede la sua capacità, alta, di generare emozioni. Tuttavia queste tecniche usano elementi propri del mondo dell’arte: nuovi materiali (suono e luce) e linguaggio formale specificamente artistico. Pur rimanendo spettacolo essa, grazie alla sua bellezza formale, ha una forte dimensione artistica. “Space Shuttle in the Garden”, la delicata e malinconica opera di Halilaj, appartiene invece a quella terra di nessuno facilmente strumentalizzabile dal “sistema dell’arte”. E’ un’opera molto concettuale ma non è spudoratamente cinica e senza senso come spessissimo è l’arte concettuale. Il suo sottile respiro poetico la salva. Oggetti della sua infanzia vengono ricostruiti in grande formato; qualche gallina becca tra i resti dei ricordi: paglia, legname, terra, calcinacci. Non sappiamo se ciò sia arte ma almeno è qualcosa. Va bene così. Visitare L’Hangar Bicocca in questo momento è un atto gratificante e un buono stimolo alla riflessione. Lo spettatore sente che la sua intelligenza non è stata aggredita come spesso succede in luoghi simili. Anche i promotori sembrano essersi presi sul serio. Qui, in questo momento, l’Arte Contemporanea esiste. Certo anche l’Hangar Bicocca rimane uno dei tanti templi dove i sacerdoti della antica ma redditizia religione dell’Arte consacrano i nuovi totem e stabiliscono i tabù che la tribù non deve infrangere. Nel suo Sancta Sanctorum si conservano inviolabili, acquisiti anche mediante guerre e razzie come nei tempi più barbari, i tesori del Capitale. Granada sta a La Coruña come Taranto ad Aosta, il mondo solare mediterraneo di fronte al mondo sotterraneo, umido e celtico. Logico dunque che io, da mediterraneo, abbia ignorato fino a poco tempo fa, i grelos, quella buona verdura così importante per i galleghi. E cosa sono i grelos? I grelos sono le cime di rapa, la verdura che identifica più che nessun’altra, seppure non sia la più nota e consumata, l’intera cultura mediterranea italiana. Ma le cime di rapa non si consumano solamente nell’area mediterranea bensì in ogni luogo dove la cultura mediterranea si sia insediata per effetto dell’immigrazione o per qualsiasi altro motivo. Io ho scoperto le cime di rapa in Piemonte, dove non mancano in nessun mercato, anzi, in stagione, ne costituiscono il centro, evidenziato, gridato, di ogni banco di verdure. Ma non mancano neanche in Lombardia o nel Veneto o nelle altre regioni. Sono uno dei simboli dell’Italia mischiata, emigrante e immigrata, dell’Italia unita. “Compratele donne, comprate, guardate come sono tenere, guardate che belle...”. Ed eccole diventate protagoniste indiscusse della stagione con la loro vegetale bellezza, con i loro variegati nomi: cime di rapa, cimette, friarielli, rapini, raponi, broccoletti. Broccoletti... ma che c’entrano i broccoletti? All’inizio non capivo e non è facile capire. Certo, broccoletti è il nome che i romani danno alle cime di rapa e quindi tutto chiaro. Non vanno confusi con broccoli piccoli. Non c’entrano. Ma gli altri? Gli altri si possono descrivere ma qualcuno avrà da ridire. “Friarielli” sono le cime in napoletano ma non solo, i friarielli sono più teneri, quasi senza gambo, foglia tenera e pulita, e con poche infiorescenze. I raponi invece fanno paura, hanno un gambone molto bianco all’interno, grosso e duro, le foglie più dure e il sapore più forte ma i fiori sono uno spettacolo, le cimette hanno i fiori piccoli e le foglie tenere e quasi senza gambo, i rapini sono come le cimette però, al contrario, più infiorescenze che foglie. Che bello è andare sul presto per mercati e godersi lo spettacolo delle cime di rapa, il loro pubblico i loro venditori. Pura antropologia. Io me lo sono goduto di recente a Santa Rita, a Torino, e in Piazza Benedetto Marcello, a Milano. Che bello! Mi piacciono molto le cime di rapa. E’ un privilegio di noi mediterranei avere una verdura simile e aver fatto di essa una cultura e una gastronomia. In stagione le cime diventano per me protagoniste. Il loro gusto appena lievemente amarognolo e sottilmente pungente e il loro aroma floreale dell’area delle rose le rendono davvero uniche. Io le cucino alla pugliese (cotte insieme alle orecchiette, condite con un sugo di olio di oliva, salsiccia, aglio, peperoncino e pecorino), o alla campana/ligure/ toscana (salsiccia, cime, aglio, con/senza peperoncino), ma anche alla valdostana (pancotto o zuppa con le cime al posto delle ajucche o della verza) e anche alla lombardo/piemontese (risotto con salsiccia e cime di rapa, con o senza vino rosso). 11 3 febbraio 2016 teatro giovedì 4 febbraio ore 20,45 DEL SESSO DELLA DONNA COME CAMPO DI BATTAGLIA di Matéi Visniec, regia di Nicola Bonazzi, con Micaela Casalboni e Giulia Franzaresi, Teatro dell’Argine Due donne, Kate e Dorra, si confrontano sul tragico destino di sopraffazione toccato a quest’ultima. Lo scenario è quello della guerra nella ex Jugoslavia. Kate, una psicologa americana chiamata a sostenere i militari impegnati nella riapertura delle fosse comuni, si occupa ora di Dorra, una giovane donna che ha subito violenza in un’azione di rappresaglia. Matéi Visniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, rilegge la violenza delle guerre balcaniche alla luce di una sensibilità acuta e penetrante, alternando riflessione e rappresentazione, e delineando due indimenticabili figure di donna alle prese con un dramma irriducibile, in un teatro della parola che riesce a dare evidenza fisica al dolore e allo strazio di ogni guerra. Organizzazz.ACTI Teatri Indipendenti, tel. 0115217099. San Pietro in Vincoli Zona Teatro, via San Pietro in Vincoli 28, Torino 4 – 5 – 6 - 7 febbraio ore 21 TRILOGIA DELLA SPIRITUALITA eventualmente finirà. Le risposte sono quelle della religione, la nostra tradizione biblica, in particolare i brani della Genesi che narrano la creazione; quelle della poesia e del teatro con la visionarietà metafisica di Dante e la concretezza delle passioni umane in Shakespeare; infine quelle della scienza attraverso la figura di Einstein che in sé compendia le ricerche della fisica sull’infinitamente grande (relatività) e infinitamente piccolo (meccanica quantistica). venerdì 5 febbraio ore 21 APOCALISSE Produzione TPE in collaborazione con CTB Teatro Stabile di Brescia e Teatri del Sacro Apocalisse s’ispira all’ultimo libro della Bibbia, all’idea di svelamento e rivelamento che è il primo significato del termine greco. “Guarda”, “racconta ciò che hai visto”, sono le indicazioni più frequenti date a Giovanni, il testimone-narratore. Cecità e Rivelazione fanno immediatamente pensare ad un personaggio totemico nel teatro occidentale: Edipo. Il testo sacro che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il testo teatrale che dà inizio ad ogni forma di indagine sull’uomo, vengono posti in parallelo a raccontare che la fine dei tempi è in realtà un nuovo inizio. È la storia dell’evoluzione della coscienza: un bambino appena nato vede il mondo come un fenomeno incredibile in cui pian piano le cose si riempiono di senso. Questa è l’Apocalisse, una rinascita. di e con Lucilla Giagnoni Una maratona teatrale che ripercorre gli ultimi tre lavori di Lucilla Giagnoni, e che si conclude con un’intera giornata dedicata alla trilogia negli spazi delle Lavanderia a Vapore di Collegno. giovedì 4 febbraio ore 21 BIG BANG In questo primo capitolo, protagonista è l’eterna domanda dell’individuo di fronte all’infinità, al mistero dell’universo, su su fino al momento dell’inizio: perché nella scoperta di come tutto potrebbe essere iniziato si potrebbero trovare indizi su come sabato 6 febbraio ore 21 ECCE HOMO Ecco l’Uomo! È la frase che viene attribuita a Pilato quando mostra alla folla assatanata un Uomo (per alcuni il Messia, per altri un impostore) giovedì 4 febbraio ULAN BATOR, noise, Blah Blah, via Po 21,Torino JACCO GARDNER, ottimo popfolk-psichedelico dall'Olanda, Spazio211, via Po 21, Torino venerdì 5 febbraio STATUTO, mod-ska, Hiroshima Mon Amour, via Bossoli 83, Torino venerdì 12 febbraio LAY LLAMAS, psichedelia, Blah Blah, via Po 21, Torino sabato 13 febbraio DIAFRAMMA, gruppo culto del rock italiano, Spazio 211, via Cigna 211, Torino giovedì 17 febbraio GREGOR KAY, jazz, via Monte Stella 8, Ivrea domenica 7 febbraio ore 15 BIG BANG, APOCALISSE, ECCE HOMO Informazioni e punto vendita: TEATRO ASTRA (Via Rosolino Pilo 6, Torino) tel. 011 5634352 sabato 13 febbraio ore 21.30 PADRONI DELLE NOSTRE VITE testo di Ture Magro, Emilia Mangano, con Ture Magro, attori virtuali Cosimo Coltraro, Emanuele Puglia, Fiorenzo Fiorito, Gabriele Arena, Stefano Brivio, Rosario Minardi, David Marchese, Alfio Zappalà, regia Ture Magro, SciaraProgetti Miglior spettacolo al Festival Inventaria 2013 Teatro Dell’Orologio Roma, Premio del pubblico al Roma Fringe Festival 2013 tratto dalla storia di Pino e Marisa Masciari Pino Masciari, imprenditore tra i più importanti del sud Italia, decide di non cedere alle richieste estorsive di ‘ndranghetisti e politici e dopo anni si minacce e soprusi denuncia i suoi estorsori. Ha registrato e fotografato in maniera attenta le minacce ricevute non solo di mafiosi ma anche di politici e fornendo prove incontestabili mette in luce un sistema di corruzione diffusa che parte dal piccolo delinquente locale, per arrivare ai livelli più alti della politica italiana. Partendo dalla storia vera che accomuna gli imprenditori italiani che decidono di denunciare,” Padroni IVREA Movicentro, via Dora Baltea 40/b musica mercoledì 3 febbraio CCQP, jazz, Country Inn, via Monte Stella 8, Ivrea flagellato, torturato, ridotto al livello più infimo: uno straccio di sangue e carne con in testa una corona di spine, mascherato per burla da Re del Mondo. Da più di quindici anni Lucilla Giagnoni è concentrata ad interpretare i testi sacri in stretto dialogo con la poesia e la scienza, senza mai rinunciare alla specificità o alla forza delle rappresentazioni che ciascun linguaggio porta con sé, godendo della grande sapienza dell’Umano. Alla fine di questo percorso però è rimasta una domanda: se dicessimo oggi Ecco l’Uomo, che cosa vedremmo? L’Homo oeconomicus? E poi tante altre: chi è l’Homo sapiens? Che significa, veramente, Essere Uomini? Programma Mercoledì 3 Febbraio ore 19 ANCÒRA, IL NUOVO LIBRO DI HAKAN GUNDAY Dopo la sua prima volta in Italia alla Grande Invasione 2015, torna a Ivrea lo scrittore turco Hakan Günday, insieme a lui racconteremo la sua ultima opera. Hakan Günday, nasce a Rodi nel 1976, ha sangue turco e sguardo europeo. Figlio di diplomatici, cresce spostandosi da una città all’altra, per poi approdare a Istanbul, dove adesso vive. A ventitré anni, invece di varcare il portone dell’università, comincia a trascorrere le giornate al caffè di fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che tutti gli editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito tra i giovani e campione d’incassi in libreria. Racconta storie a tinte forti con stile vivo e fulminante, con passione cocente e sensibilità delicata. Tra incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan Günday coglie la vita in situazioni estreme, stagliandosi come una voce nuova e forte dell’Europa più giovane che cambia. Dopo A con Zeta, celebrato come miglior libro del 2011 in Turchia e tradotto in diciannove lingue, Ancóra affronta il tema scottante dei migranti ed è in corso di pubblicazione in tutto il mondo. In Francia è stato il caso letterario dell’autunno 2015 e ha vinto il prestigioso Prix Médicis. Per l’occasione, lo ZAC! propone un aperitivo turco-siriano che prepareremo con l’aiuto della nostra amica Nohad. In collaborazione con la Galleria del Libro di Ivrea Venerdì 12 Febbraio ore 21.00 BALFOLK Serata di danze popolari il secondo venerdì del mese delle nostre vite” con un operazione di puro teatro, ci mostra i meccanismi perversi che la „ndrangheta utilizza per imprigionare le sue vittime tracciando una fotografia chiara del fenomeno mafioso fino a pochi anni fa quasi sconosciuto. Teatro Civico Garybaldi, Via Partigiani 4, Settimo T.se, 011 8028501 lunedì 15 febbraio ore 20.45 LA VITA È UN VIAGGIO di e con Beppe Severgnini, regia Francesco Brandi, con Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada, musiche originali di Kiss & Drive Liberamente tratto dai libri “La vita è un viaggio” e “Italiani di domani” di Beppe Severgnini Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti, come i chilogrammi consentiti per il bagaglio in aereo (classe economica). Due viaggiatori, un uomo maturo e una giovane donna, si incontrano in un non-luogo: un piccolo aeroporto, dove restano bloccati la notte, in seguito alla cancellazione di un volo. Non si conoscono. Parlano di atteggiamenti, comportamenti, insidie da evitare e consolazioni a portata di mano. Di ciò che ci si porta dietro e di quello che si potrebbe abbandonare. Di quello che si abbandona e invece ci si dovrebbe portare dietro. Il tempo scorre, la notte passa. Finché arriva l’alba, l’aeroporto riapre. È il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, forse diversa da quella che aveva immaginato. Una notte cambia molte cose, a tutte le età. Teatro Giacosa, Ivrea, tel 0125.641161 CINECLUB IVREA al cinema Boaro, Ivrea (in presenza di posti disponibili dopo l'ingresso dei tesserati, è consentito l'ingresso con biglietto a euro 5,00 o ridotto a 3,00 euro) mercoledì 3 febbraio MUSTANG regia Denis Gamze Erguven Il film sostituisce il previsto Hungry Hearts ritirato da Rai Cinema dalla distribuzione Orari spettacoli mercoledì ore 15.30 - 18 martedì 16 e mercoledì 17 febbraio BLACKHAT regia Michael Mann attenzione agli orari: martedì ore 14,30-17 - 19,30 - 22 mercoledì ore 15.30 - 18 varie venerdì 12 febbraio ore 21 BAMBINIATEATRO Più veloce di un raglio di Cada Die Teatro di Cagliari. Prenotaz. 011.19740258. Teatro Giacosa, Ivrea venerdì 12 febbraio ore 20.45 TEATRO PIEMONTESE Compagnia El Fornel in BENVENUTO REVERENDO. Salone Comunale, Bollengo Sabato13Febbraiodalleore10alle18 L’ALTROMERCATO Una volta al mese, si tiene allo ZAC! L’Altromercato, che unisce la storia ormai più che decennale di Ecoredia, la sua rete di rapporti e la solida alleanza tra i consumatori e i produttori del territorio, alla comunità appena nata, quella dello Zac, con la sua carica di energia, di fermento, di intrecci e contaminazioni fra esperienze diverse. Dall’impulso di queste due realtà, è andata formandosi la nuova esperienza de l’Altromercato, che si aggiunge ai mercatini settimanali dei produttori del lunedì, martedì e giovedì delle CoseBuone allo Zac. Ogni secondo sabato del mese il grande atrio del Movicentro diventa uno spazio dedicato ai fatti e alle persone che costruiscono l’economia solidale emergente, un luogo per acquistare cibo locale, prodotto secondo i principi dell’agricoltura biologica, ma anche per scoprire oggetti e abiti creati in modo ecologico e sostenibile e per trovare informazioni e suggerimenti per la cura e il benessere naturale. Nello stesso tempo, lo Zac si fa luogo dove i visitatori possono sperimentare in prima persona nuove capacità: i produttori del mercato infatti, sono di volta in volta protagonisti di laboratori, prove e dimostrazioni pratiche per condividere saperi e competenze e metterli a disposizione come bene comune. E ancora, per i produttori stessi, uno spazio di incontro e discussione, per fare un passo avanti verso la costruzione e il rafforzamento di un’economia di territorio, parallela e alternativa a quella ormai da tempo entrata in crisi. Sabato 20 Febbraio ore 21.00 KUL SENTER Sit com di Stefano Saccotelli e Domenico Garrone interpretata da Stefano Saccotelli. 9 brevi cortometraggi proiettati e commentati direttamente dagli autori con introduzione a cura di Lisa Gino. “Una storia come (purtroppo) tante. Un call center come tanti. Un precario come tanti. Riuscirà il nostro Operatore 126 a sopravvivere ai ritmi inumani, sistematici ricatti e variopinti insulti di superiori arroganti, colleghi poco affidabili e clienti perennemente insoddisfatti? “Mipiaciate” la pagina www.facebook.com/kulsenter, e restate sintonizzati.” 12 ultima God save the Carnival! RUGBY Anche quest’anno la brochure del Carvevale parla inglese (?) A l’è turna Carlevè. Soma turna sì. O forse quest’anno, più degli altri, dovremmo dire: here we are again. Come ormai tutte le brochures di manifestazioni, anche quella del nostro Carnevale, da qualche anno, non si fa mancare la traduzione in lingua inglese. E fin qui, nulla di male. Anzi. Si sa che l’inglese, con la sua valenza di lingua franca, viene usato per dare quel tocco di internazionalità, di apertura e anche, perché no, di “chiccheria”, che non guasta. Quindi, anche quest’anno, la brochure del Carnevale ci propone una traduzione in inglese, sia del programma che degli “accorgimenti da seguire durante ogni momento”, come recita la stessa, appunto. Gli anni scorsi avevo già avuto modo di notare alcune piccole imprecisioni: cose piccine, finezze, insomma. La stonatura degli scorsi anni riguardava piuttosto la forma con la quale erano state esposte le “regole” da seguire, un po’ troppo perentoria e poco invitante, se letta da un turista alla sua prima esperienza: una serie di “non fare questo”, “non fare quello”, fino al poco educato “se fai così non hai capito niente del Carnevale di Ivrea”. Quest’anno le regole si sono ammorbidite e la traduzione si è guadagnata il primo posto nella classifica delle stonature. Non bisogna avere una laurea in lingue e letterature straniere e neanche un TOEFL(test of English as a foreign language) per notare le sgrammaticature e gli errori macroscopici, il più macroscopico è sicuramente: Do not go to pull the oranges in the middle of the squares of orange trhowers (Non andate a tirare le arance in mezzo alle piazze degli aranceri). Sfido chiunque a non aver mai incontrato la scritta “pull” su una porta, cioè tirare, nel senso di tirare verso di sé e non di lanciare (to throw), contrapposto a “push”, spingere. Errore da matita rossa, ma rossa, che più rossa non si può! Immancabile (c’era anche gli anni scorsi) “near to” ( “near” non necessità della preposizione “to” che si usa solo dopo “close”), come da lezioncina base del livello beginners (principianti). Per non parlare dell’uso massiccio di “of” a scapito del caro e buon genitivo sassone. Lasciando come dessert il suggestivo “fixed horses”, traduzione di “cavalli fermi”, che dà l’idea agghiacciante (a chi l’inglese un po’ lo pratica) di cavalli inchiodati a terra o fissati con tasselli ad un palo. Tralascio le traduzioni degli appuntamenti in stile google translator ubriaco e la smetto con gli esempi; mi sembra ce ne siano abbastanza per capire che un opuscolo del genere non avrebbe mai dovuto andare in stampa, manco a carnevale. A tutta prima ho riso (insieme a molte altre persone, ahimé), poi ho pensato alla goliardata, volendo rifiutarmi di credere fosse vero, dopo un po’ mi è salito lo sconforto. Non è per fare polemica, ma dav- MUSICA A CARNEVALE Area dei Mercenari Area Tuchini Giardinetti di Ivrea giovedì 4 febbraio Finale di Diventa la band del Carnevale. Ospite DBBand, Terence Hill & Bad Spencer tribute venerdì 5 febbraio Esibizione band vincitrice del contest Diventa la band del Carnevale. Concerto dei Gem Boy sabato 6 febbraio Concerto dei Soul ShakersRocharolles Borghetto sabato 6 febbraio Concerto I monaci del surf + dj Nikki Area Pantere nere sabato 6 febbraio Concerto Tony Pampero& Rum Rockers Iscrizioni per Tavagnasco Rock Le iscrizioni per la XXVII edizione del festival Tavagnasco Rock sono ufficialmente aperte! C’è tempo fino a domenica 7 febbraio 2016 per imbracciare gli strumenti e lanciarsi in questa avventura. Il concorso è aperto a gruppi rock, blues, rhythm & blues, country, etnorock, punk, progressive, metal, ska, reggae, raggamuffin, afro, rap, fusion, acid-jazz, cover, funky, salsa, trip-hop, hard-core, jungle, nuove tendenze, e a qualsiasi altro genere musicale... Tavagnasco Rock si terrà a Tavagnasco (Torino) dal 30 aprile all’8 maggio 2016 e l’iscrizione è gratuita. La documentazione richiesta è la seguente: curriculum artistico contenente la biografia del gruppo, il genere musicale, i nomi di tutti i componenti con indirizzo e recapito telefonico al quale essere contattati in caso di selezione, Demo (CD Audio o link al sito dove poterlo ascoltare) contenente almeno tre brani, scheda tecnica dettagliata del gruppo e della disposizione sul palco. Gradito anche eventuale materiale illustrativo del gruppo e della sua attività (foto, rassegna stampa ed altro). Tutte le richieste di partecipazione giunte incomplete, senza recapiti precisi, con schede tecniche incomprensibili o mancanti, non saranno prese in considerazione. Le domande di partecipazione, con allegato il materiale richiesto, anno XXIX n° 2 vero, come eporediesi ci facciamo una gran brutta figura. Tutti. Anche chi nulla ha a che fare con l’organizzazione del Carnevale. La prima considerazione, dopo lo sconforto, è sicuramente sperare non siano stati sborsati denari per pagare l’artefice della traduzione. La seconda considerazione è, purtroppo, il dover constatare l’inadeguatezza dello staff organizzativo, incapace di supervisionare in maniera professionale il materiale destinato soprattutto ad un pubblico esterno (non che il pubblico interno valga meno, ma magari è più bendisposto e tollerante). Immagino una di queste brochure nelle mani di un/a inglese parlante (ma pure nelle mani di un/ a docente di inglese o di un/a professionista che usa l’inglese per lavoro) e inorridisco dalla vergogna. La figlia liceale di un amico ha detto che chiunque nella sua classe avrebbe saputo evitare quegli strafalcioni. E, in effetti, fossi ancora studente, mi chiederei perché dover studiare se poi ad esser chiamato a lavorare è chi ha così poca capacità e professionalità. Non dico ci si dovesse soffermare ore a chiedersi se fosse meglio l’uso di un termine oppure di un altro, come spesso si fa quando si traduce ( in questo caso ci si poteva chiedere se fosse appropriato “coach” per tradurre cocchio, o “hat” per tradurre berretto), ma almeno sapere il significato dei verbi sarebbe stato apprezzabile. Impossibile credere possa trattarsi di uno scherzo perché anche lo scherzo ha le sue regole, per poter essere riconosciuto come tale. Mi piacerebbe tanto sentire la spiegazione (se c’è) del/della responsabile dell’editing. Spero ne stia inventando una di alto livello. Inutile sbandierare ai quattro venti che il nostro Carnevale deve diventare una manifestazione di interesse internazionale e comprare spazi pubblicitari televisivi, per attirare turisti, se poi non si è in grado di affidare la traduzione di una semplice brochure ad un/a professionista. Siamo ancora in alto mare. E facciamo la figura dei provinciali, boriosi ma ignoranti. God save the Carnival! L.G. dovranno pervenire entro e non oltre il 7 febbraio 2016 (farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo: ASSOCIAZIONE SPAZIO FUTURO “Tavagnasco Rock 2016” Via Dora Baltea, 3 10010 Tavagnasco (TO) Le richieste di partecipazione possono pervenire anche via mail all’indirizzo [email protected] con allegata tutta la documentazione richiesta. Le selezioni saranno effettuate da una commissione composta da musicisti ed operatori del settore in base al materiale presentato, che non sarà restituito. Associazione Spazio Futuro: 345 6195860 Il Torneo Sei Nazioni femminile a Ivrea Sabato 13 febbraio si svolgerà a Ivrea presso il Campo Sportivo “G.Pistoni” il match internazionale del Torneo 6 Nazioni Femminile Italia – Inghilterra, che insieme a Italia-Scozia a Bologna sarà l’unico match casalingo dell’edizione 2016. Il Torneo delle 6 Nazioni è la più importante manifestazione rugbistica europea e da diversi anni annovera anche l’edizione femminile, in cui lo scorso anno l’Italia ha ben figurato vincendo 3 partite e raggiungendo il terzo posto in classifica, davanti all’Inghilterra, che pure l’aveva battuta ed è campione del mondo uscente. Ciao Pietro. L’evento, che ha il sostegno dell’Amministrazione Comunale con l’organizzazione a cura dell’Ivrea Rugby, costituisce un’importante occasione di visibilità per la città tutta e chiude “virtualmente” la settimana del Carnevale d’Ivrea con un’ulteriore momento di festa sportiva. Le due Nazionali soggiorneranno a Ivrea e dintorni nei giorni precedenti all’incontro ed in particolare quella Italiana parteciperà a momenti di incontro che daranno ulteriore risalto all’evento. A corredo e a introduzione della partita saranno inoltre organizzati alcuni appuntamenti sportivi che interesseranno sia il rugby femminile sia quello giovanile. Per favorire la massima partecipazione i prezzi d’ingresso sono molto contenuti: Tribuna Coperta: 10 euro - Tribuna scoperta e curva: 5 euroIngresso gratuito per minori di 14 anni. Programma di sabato 13 -h. 12: apertura biglietteria, can- SEGUE DA PAG 10 celli e dell’area Ristoro allestita all’interno dello Stadio Attività di intrattenimento per i più piccoli in attesa della partita -h. 15: Calcio d’inizio -h. 17– 18: “The-rzo” Tempo presso lo stadio, dove le atlete incontreranno il pubblico I biglietti sono acquistabili alla biglietteria dello Stadio Pistoni il giorno della partita o su www.6nazionifemminileivrea.it e presso: La Galleria del Libro, via Palestro Gelateria Talmone, via Nigra Clubhouse Ivrea Rugby, c/o Impianto Sportivo a S. Giovanni – Ivrea dal 30 gennaio al 7 febbraio MOSTRA DI LINO RICCO Le opere dell' artista eporedise sono esposte all'interno del Molino Paracchi, particolare struttura situata in via volontari del sangue, presso la piazza del Mercato (sopra Giordano) a Ivrea. L'ingresso è gratuito, gli orari di apertura vanno dalle 17 alle 20 tutti i giorni. Blackhat tematico e stilistico esplicitato definitivamente con Miami Vice e qui esasperato fino all’estremo da una poetica (digitale) che non conosce confini, che disdegna le regole formali del genere, sprezzante per le limitazioni di un sistema hollywoodiano rimasto troppo indietro anche solo per comprenderla, il regista statunitense esce allo scoperto confezionando la sua opera più coraggiosa all’insegna della rottura definitiva. Giocando, ancora una volta, col thriller, superando le limitazioni di una struttura ridotta a puro pretesto, Mann fa deflagrare la trama tradizionale in favore di un accumulo espressivo dove è lo sguardo incantato di un momento a riscrivere regole e vite, a coronare sogni infranti e morti violente. Un sentire totalmente altro, dove il tempo si dilata, la violenza si trasfigura in attimi di puro trasporto emotivo e i silenzi si moltiplicano in una contemplazione che anela a una realtà che è un irrimediabile altrove, a un’umanità sempre più morente dietro lo sfavillio virtuale e inconsistente del mondo digitale. Con una libertà d’azione senza precedenti, Mann firma l’addio a un cinema che non ha più ragione d’essere, rendendolo obsoleto. In Blackhat c’è la lotta contro un tempo che veramente sta per finire, c’è la solitudine, la perdita e l’amore e c’è un profondo, onnipresenze senso di malinconia a pervadere ogni fotogramma ribelle, ogni visione sospesa e liberatoria, ogni sguardo non convenzionaledellamacchinadapresa. In una caccia all’uomo fantasmatica che diventa fuga e infine vendetta brutale e animalesca, il film di Mann non diviene altro che una lunga, sofferta uscita di scena, un faticoso ritorno alla realtà, la disperata ricerca di una fisicità ancora in grado di farsi trionfo catartico, di un’umanità che ritrova nel sangue, nella visceralità dello scontro fisico, nella concretezza dei sentimenti, il senso stesso di quel reale che gli sfugge, troppo pericolosamente vicino a un virtuale che ormai lo ingloba. Come il suo protagonista che fende una moltitudine senza volto verso un futuro incerto, rischioso ma autentico, in una delle sequenze più emozionanti ed evocative del film, Mann firma il suo capolavoro assoluto di coerenza, continuando la sua avanzata sempre, rigorosamente controcorrente. Mattia Caruso