PosteItalianeSpA–Sped.abb.post.DL353/2003
(conv. L.27/2/2004 n.46) art.1, com.1,NO/TORINO
Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 17 febbraio 2016
ABBONATO
OCCHIO
ALLA
ETICHETTA.
Stampato su carta riciclata
C
Quattordicinale di informazione sociale e culturale
Mercoledì 3 febbraio 2016
Anno XXIX n° 2
Euro 1,50
Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988.
Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected]
Stampa: Tipografia Bolognino, Ivrea
IVREA
CARNEVALE D’IVREA
Unesco
“scaccia
crisi”?
La vicenda della candidatura
Unesco ha sollevato nel tempo
dubbi ed interrogativi, a cui negli ultimi giorni si sono aggiunte
polemiche assai velenose, dopo
la brusca frenata che il progetto
ha subito. Polemiche che, tra
l’altro, hanno attraversato in
modo particolare il Pd eporediese, generando una volta di
più il dubbio sul senso di questo
progetto e sul modo con cui è
stato gestito.
Lascia interdetti lo stupore per
la priorità data alla città di
Bergamo, portatrice di un progetto transnazionale, quando
quello di Ivrea pare non comprendere neanche il Canavese.
Personalmente sono sì interdetto, ma per la dimensione municipale della candidatura... pur
non essendo un esperto di cultura
olivettiana mi è sembrata una
scelta a dir poco discutibile.
In realtà ci sono due punti che
SEGUE A PAGINA 6
“Arance frigie” quest’anno?
Non se ne parla. Salvo sorprese dell’ultimo
minuto, dovremo aspettare il prossimo
DIRITTI CIVILI
Dove sta la vita?
Ivrea, 23 gennaio: ben due manifestazioni nel centro eporediese, due opposti sguardi sul mondo
ALLE PAGINE 2 E 3
CENTRALE E RISORSE IDRICHE A IVREA
Crist: monitorare
prima di cominciare
Legambiente e Associazione Pro Ambiente
Crist scrivono al sindaco e al responsabile per
l’autorizzazione della centrale a proposito
della carenza di risorse di acqua potabile
A PAGINA 5
CANDIDATURA UNESCO DI IVREA
Obiettivo raggiunto?
Sì, no, forse, ma...
Ognuno la dice come la pensa
La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, riunitasi a
Roma il 22 gennaio in mattinata, ha
deliberato in merito alla trasmissione a Parigi dei dossier di candidatura per l’inserimento nella lista
del patrimonio mondiale.
Il comunicato stampa ufficiale
del MIBACT (Ministero dei beni e
delle attività culturali e del turismo)
è chiaro: “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo
saranno la prossima candidatura
italiana per l’iscrizione nella Lista
del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.[...]
Il Consiglio Direttivo, però, adottando una procedura innovativa,
ha deliberato di inviare entrambe le
candidature all’UNESCO, con l’ordine di priorità che vede “Le opere
di difesa veneziane tra XV e il XVII
secolo” al primo posto. In confor-
IL "CASO"
BORGOFRANCO
"Possibili
cancerogeni"
Orrore! Qualcuno ha
osato mettere in discussione il progresso tecnologico e la diffusione a
tappeto di internet. Si
vuole tornare indietro
contro la modernità. Povere scuole senza wi-fi!
mità con le procedure stabilite dalla convenzione, la proposta verrà
valutata dal Comitato del Patrimonio Mondiale entro il mese di luglio
2017.”
Possiamo quindi dire che Commissione Nazionale e MIBACT
hanno ritenuto entrambe le candidature valide di sostegno e che,
non sentendosi di escluderne una
le hanno inviate entrambe, sottolineando più volte però l’ufficialità e
la priorità di Bergamo come candidata italiana.
Nonostante questo, le ultime righe hanno lasciato spazio ad interpretazioni di svariato genere, che
sono sfociate in vivaci dibatti tra la
maggioranza consiliare e la minoranza autrice di un'interpellanza
(proposta da Tognoli e Comotto) e
all’interno dello stesso PD che ha
Sono aperte e gradite le
nuove adesioni all'associazione, come il rinnovo annuale dei già soci.
SEGUE A PAGINA 2
VEDI COME A PAGINA 3
A PAGINA 5
Rischia di non essere questa del 2016 la prima battaglia delle “arance frigie”,
cioè libere dalle mafie e
dal caporalato. Contrariamente a quanto anticipato il 21 gennaio scorso (nell’incontro allo
ZAC organizzato dal Coordinamento di Libera di
Ivrea e Canavese con la
partecipazione della
Fondazione Benvenuti in
Italia, della FLAI-CGIL,
della Fondazione Carnevale d’Ivrea e dell’associazione Aranceri), a pochi giorni
dall’inizio della battaglia Libera Piemonte e Benvenuti in Italia, in un comunicato congiunto
informano che «risulterebbe fornita solo una parziale documentazione,
che renderebbe compiuta una parte del percorso» definito un anno fa,
il 13 febbraio 2015, presso la Prefettura di Torino. Un percorso che, per
«rendere trasparenti e verificabili i dati salienti relativi alla produzione e
al trasporto delle arance utilizzate nella battaglia del Carnevale»,
prevedeva che fossero richiesti ai «fornitori delle arance (quindi produttori, intermediari e trasportatori) per il carnevale alcuni documenti:
l’autocertificazione antimafia; il DURC in corso di validità; il bilancio
degli ultimi 3 anni e la visura camerale».
Libera Piemonte e Benvenuti in Italia concludono il comunicato
osservando che «manca ancora qualche giorno prima della battaglia e
pertanto auspichiamo un pieno adempimento al Protocollo, grazie alla
fattiva collaborazione degli Enti firmatari, così come è stato finora».
La proposta delle “Arance Frigie” (mutuando il simbolo di libertà
rappresentato dal cappello frigio, simbolo anche del Carnevale d’Ivrea)
è stata lanciata già nel 2012, per cercare di contrastare un fenomeno
radicato nelle campagne, al Nord come al Sud, che determina sfruttamento bracciantile, schiavizzazione sessuale, mancanza di tutele
lavorative. Quest’anno, dopo il percorso che ha coinvolto anche le
istituzioni pubbliche, si era pensato che sarebbe stato possibile,
invece… bisognerà aspettare l’anno prossimo?
INNOVIS-COMDATA
Assemblea è veterosindacato?
Una vertenza che ripete come una fotocopia le dinamiche aziendali e sindacali che hanno portato tutte le
aziende dell’orbita Olivetti ad una fine drammatica dal
punto di vista occupazionale e sociale
A PAGINA 7
AMIANTO IN OLIVETTI
Il processo
entra nel vivo
Le testimonianze dei
lavoratori e la prima
iniziativa cittadina
su lavoro e amianto
A PAGINA 7
TEATRO
2016
Jack London rivive sulla scena con
Paolini
Ballata di uomini
e cani all'Officina H per la stagione del Giacosa
A PAGINA 9
CARNEVALE IVREA
Tutti in città
a suonare
Lunedì 8 febbraio,
ore 21 Piazza di Città
L’iniziativa del gruppo degli
Alfieri prevede di formare una
coloratissima e spontanea
“banda musicale”, che sfili per
le vie della città suonando con
strumenti veri e propri ma anche di fortuna: una banda improvvisata e davvero popolare.
A PAGINA 9
RUGBY FEMMINILE
Il Torneo Sei Nazioni
a Ivrea il 13 febbraio
IN ULTIMA
2
anno XXIX n° 2
DA IL FATTO
QUOTIDIANO
SEGUE DALLA PRIMA / UNESCO
Obiettivo raggiunto?
Sì, no, forse, ma...
prodotto due documenti differenti.
Ora, procediamo con ordine.
Lunedì 25 Gennaio, si è tenuto
il Consiglio comunale, che vedeva fra le diverse interpellanze all’ordine del giorno, anche una
riguardante i soldi spesi nella realizzazione del dossier “Ivrea città
industriale del XX secolo” proposta, come detto sopra, dai consiglieri di minoranza Alberto Tognoli
e Francesco Comotto.
Il Sindaco Carlo Della Pepa, nel
rispondere che sono stati spesi
420.589 euro tra il 2013, 2014,
2015 e 2016, fa due premesse: la
prima suona più come un ammissione di colpa, in quanto ammette
essere stata una candidatura parsimoniosa, la seconda invece riguarda la cifra che, pur essendo
già ben definita e dettagliata (successivamente, anche se solo in
forma orale, specificherà in maniera precisa le spese) aspetta ancora delle fatture e solo dal prossimo consiglio potrà dare un quadro
completo.
Forse in maniera un po’ forzata,
forse per onestà intellettuale nei
confronti del Consiglio e dei cittadini, il Sindaco decide di fare un
punto sulla valutazione del dossier
a suo dire positivo, in quanto
Eterosessuali
discriminati
l’obiettivo posto era
quello di mettere in evidenza il
valore della candidatura portandola all’attenzione dell’UNESCO.
Obiettivo ritenuto raggiunto.
C’è poi la questione interna al
PD, che vede da una parte il comunicato ufficiale e dall’altra il comunicato stampa del gruppo PD “proposta alla città”, nato con il Congresso Cittadino svolto nel novembre 2015.
Il primo afferma che le candidature sono state accettate entrambe
ma con la differenza che Bergamo
verrà analizzata per prima in quanto candidatura di natura transnazionale.
Il secondo invece sembra riconoscere l’esito negativo, o per
meglio dire solo in parte positivo,
ponendosi delle domande sul significato dell’invio del dossier a
Parigi, dato che, come sottolineato dal MIBACT, la candidatura
ufficiale è Bergamo.
DA HUFFINGTON
POST
In Germania
si fa così
Anna Paola Concia
Alessandro Montagnese
PILLOLE DI STORIA EPOREDIESE
La culla giacobina
eporediese: i numeri
Questa rubrica, senza troppe pretese,
ambisce a rendere tutti partecipi
della storia di Ivrea spesso considerata
irrilevante o povera di note degne di
essere ricordate
I giacobini eporediesi, protagonisti indiscussi degli avvenimenti
che scossero questa città e non
solo alla fine del ‘700 sono stati
presentati. Ma ogni storia o racconto che si rispetti si compone
anche di altri personaggi, a volte
secondari, a volte solo comparse
ed altre volte insospettabilmente
fondamentali. Ma chi furono, in
questo racconto dal sapore
eporediese, gli altri personaggi?Per rispondere a questa
domanda occorrerà, innanzitutto,
far luce su alcuni numeri,
dovutamente ringraziando la sempreverde ricerca dello storico
Vaccarino dalla quale molte delle
informazioni qui presenti sono
tratte. Nell’Inchiesta del 1799 sui
giacobini piemontesi furono considerati «sospetti di giacobinismo», nella sola Provincia
d’Ivrea, 183 individui. Questo
numero contiene, al suo interno,
la seguente articolazione: 37 avvocati e notai, 24 medici e speziali,
17 professioni liberali, 9 mercanti, 2 artigiani, 4 impiegati, 3 ufficiali, 32 ecclesiastici, 1 operaio,
10 municipalisti, 2 ufficiali di
Nel Regno Unito una petizione
che ha raccolto 36000 firme ha
chiesto all’Alta Corte il riconoscimento delle unioni civili anche per
le coppie eterosessuali. Non c’è
stato nulla da fare: in Uk le coppie
omosessuali possono scegliere
l’unione civile o il matrimonio, mentre gli eterosessuali si sposano,
oppure niente.
G.N., 9 figli di borghesi, 4 nobili,
3 donne, 3 ebrei e 23 individui non
specificati. La dimostrazione della
presenza di una culla giacobina a
Ivrea è di per sé un dato incompleto e che non aiuta a comprendere
la dimensione del fenomeno e la
sua effettiva presa sulla vita associativa e politica. Centottantatre
individui su un totale di 135.741 (il
totale di persone della provincia
d’Ivrea in quegli anni) equivalgono, infatti, al solo 0,134% della
popolazione presente nella Provincia d’Ivrea. Il restante 99%?
Ecco i personaggi di cui sopra si
faceva menzione. Ogni minoranza
organizzata deve sempre, ad un
certo punto del suo percorso, fare
i conti con la maggioranza disorganizzata e la maggioranza presente nel canavese e, in particolare, nell’eporediese, fu spesso in
disaccordo con i cambiamenti
auspicati e inseguiti dai giacobini.
Basti pensare che la ricerca del
Vaccarino l’ha condotto a formulare il seguente risultato: «Su una
campionatura di 3.157 sospetti
(presenti in tutte le provincie del
regno sabaudo, esclusa la capita-
Quattordicinale di informazione sociale e culturale
Registrazione Tribunale di Ivrea n. 130 del 2.11.1988
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Alla Lebenspartnerschaft (la legge sul matrimonio egualitario, ndr)
possono accedere anche le coppie eterosessuali, ma come è
immaginabile, è stato pensato per
quelle omosessuali. Funziona
così: siamo andate al Comune di
Francoforte e una Funzionaria del
Comune davanti a testimoni ha
provveduto a “registrare” e/o “celebrare” la nostra unione. Solo per
noi è importante distinguere le
due cose. La nostra unione comporta tutti i diritti e i doveri previsti
per i matrimoni eterosessuali, tranne le adozioni. Ma all’interno della
coppia, quando il bambino ha un
solo genitore naturale è prevista
l’adozione da parte di colui o
colei che non è genitore naturale. A totale tutela del bambino.
L’ultimo tabù caduto è di quest’anno: prevede l’equiparazione
del trattamento fiscale tra famiglie omo e etero che comporterà
una revisione complessiva della
fiscalità delle famiglie tutte, distinguendo solo le famiglie con o
senza figli. Modello Fiscale che
comporterà migliori entrare per
lo stato tedesco. Questo è quanto: semplice da capire, facile da
applicare.
le), nominativamente individuati
[...] soltanto lo 0,98% fu composto da operai e lo 0,54% da contadini». Ivrea non fece eccezione in
questa statistica e le rivolte spesso
improvvisate dal “popolo” furono
più che altro una questione di bisogni, il risultato di un oppressivo e
sfiancante aumento dei prezzi dei
beni di prima necessità.
I giacobini eporediesi, a diffe-
SCHEDA: UNIONE EUROPEA
In buona compagnia
Nell’Unione europea sono 14 gli stati che
hanno legiferato per riconoscere il matrimonio per le coppie gay
OLANDA: nel 2001 è stato il
primo Paese ad aprire al matrimonio civile per le coppie gay con
stessi diritti e doveri delle coppie
etero, tra cui l’adozione.
DANIMARCA: primo Paese al
mondo, nel 1989, ad aver autorizzato le unioni civili tra omosessuali, anche se il via libera per le
coppie gay a sposarsi davanti alla
Chiesa luterana di Stato è arrivato
solo nel giugno 2012.
FINLANDIA: unioni civili e adozione dei figli del partner sono
possibili dal 2002, ma solo il 28
novembre 2014 il Parlamento di
Helsinki ha detto sì alla legge che
regola le nozze omosessuali.
Anche le adozioni sono legali.
BELGIO: secondo Paese al
mondo a riconoscere, dal
2003, il matrimonio tra individui dello stesso sesso. La
possibilità di
adottare è arrivata successivamente, nel
2006.
SPAGNA: le
nozze gay sono legali dal luglio
2005 e le coppie gay possono
adottare bambini anche se non
sposate.
NORVEGIA: dal gennaio 2009
non vi sono più differenze davanti
alla legge in materia di matrimonio tra omosessuali ed eterosessuali, adozione e fecondazione
assistita. SVEZIA: nel 2003 è
stata legalizzata l’adozione per le
coppie gay e successivamente,
nel maggio 2009, il matrimonio
civile o religioso.
PORTOGALLO: nel 2010 una
legge ha abolito il riferimento a
“sesso diverso” nella definizione
di matrimonio. Ancora però alle
renza dei loro omonimi parigini,
dovettero non solo fare i conti con
le resistenze dell’amministrazione
comunale e le rispettive forze militari, ma dovettero bensì anche
vederserla con un popolo ancor
troppo immaturo e incapace di
abbandonare la monarchia. I vari
movimenti popolari e quello intellettuale (giacobino) agirono parallelamente, intrecciandosi solo in
A questo numero hanno collaborato: Federico Bellono,
Reginaldo Palermo, Aluisi Tosolini
Stampa: Tipografia Bolognino,Ivrea
Non hanno previsto, sino ad
oggi, alcun tipo di tutela per le
coppie omosessuali nove Stati
europei: Bulgaria, Cipro, Grecia,
Italia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Slovacchia.
L’Italia è l’unica fra le sei nazioni fondatrici dell’Unione Europea
a non riconoscere né le unioni
civili né i matrimoni per gli omosessuali.
a cura di serra
Milano,
23 gennaio 2016
Redazione: Enrico Bandiera, Andrea Bertolino, Mattia Caruso,
Giulio Cristofori, Francesco Curzio, Paco Domene, Lisa Gino,
Gualtiero Giovanetto, Giovanna Mazza, Luciano Menaldino,
Alessandro Montagnese, Cadigia Perini, Pierangelo Scala,
Irene Serracchioli, Simonetta Valenti, Francesco Zaccagnini
Sito internet: www.rossetorri.it
coppie omosessuali non è consentita l’adozione.
ISLANDA: come in Svezia, per
i gay sono state legalizzate prima
le adozioni, nel 2006, e poi le
nozze, nel 2010.
FRANCIA: la legge che introduce le unioni civili è passata il 18
maggio 2013, non senza contestazioni da parte dei movimenti di
difesa della famiglia tradizionale.
GRAN BRETAGNA: dopo un
percorso parlamentare travagliato,
la legge sulle nozze gay ha ottenuto il via libera definitivo nel luglio
2013 grazie all’approvazione formale della regina Elisabetta.
LUSSEMBURGO: nel giugno
2014 è stata approvata alla legge
sui matrimoni gay, che è entrata
in vigore il 1 gennaio 2015. Cinque
mesi dopo si è celebrato il primo
matrimonio gay di un Capo di
Governo di un Paese europeo: il
premier lussemburghese Xavier
Bettel si è sposato nel municipio
del Granducato.
SLOVENIA: nel marzo 2015 un
emendamento alla legge sui matrimoni e la famiglia ha equiparato
i matrimoni omosessuali a quelli
eterosessuali.
IRLANDA: è stato il primo Paese a dire sì alle nozze gay con un
referendum. Gli altri 13 hanno
approvato le unioni omosessuali
sempre per via parlamentare.
sporadiche occasioni.
I numeri, si sa, non fanno le
vittorie, ma remare contro un’intera città avrebbe richiesto uno
sforzo titanico da portare avanti.
Non c’è da meravigliarsi che l’ideale rivoluzionario di fine ‘700 non
sia sopravvissuto ai suoi fautori
eporediesi.
Andrea Bertolino
Numero progressivo 604
Chiuso in composizione 1/2/2016 alle ore 12.00
Consegna prevista alle Poste: 2 febbraio 2016
STAMPATO SU CARTA RICICLATA
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Associazione culturale Rosse Torri - Ivrea
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varieventuali ringrazia gli autori e le pubblicazioni
che consentono l'utilizzo delle loro vignette
3
3 febbraio 2016
DIRITTI CIVILI
Dove sta la vita?
Ivrea, 23 gennaio: ben due manifestazioni
nel centro eporediese, due opposti sguardi
sul mondo
Non si può dire che riempiano le
piazze, ‘ste sentinelle in piedi.
A noi cattivissimi rompono un
po’ i cabasisi per il fatto di esistere,
però chi se le fila, a uno sguardo
distratto manco si notano: se ne
stanno lì, di fronte al Municipio di
Ivrea, mansuete come statuine polverose, rigide, tristi e triste, senza
un colore addosso né un’espressione in faccia, palliducce, mute,
quasi sull’attenti (un po’ scomposte, per la verità) a far finta di
leggere, protette da poliziotti in
apparenza superflui.
Solo apparentemente, se è vero
che senza porre indugio spediscono altrove un ragazzo e una ragazza, rei di starsene seduti – quale
oltraggio! – proprio di fronte alle
solerti custodi dell’italica morale,
e perciò di “bloccare il traffico”(sic!), loro.
Scampato il pericolo di sovvertimento dell’ordine costituito, i due
giovani, incoraggiati dai tutori della legge, volentieri si spostano cinquanta metri oltre, ai giardini di Via
Omosessualisti a chi?
In una cronaca del settimanale diocesano “Il Risveglio Popolare” – in gran parte dedicato
alla promozione del Family Day
– sulla veglia delle Sentinelle in
piedi (“Le coscienze si vanno
ridestando...”) si paventa “l’attuale tentativo, sempre più esplicito e smaccato (e per questo
perdente), della demagogia di
chi attualmente fomenta l’omosessualismo...” (sic!)
Cavour, dove il mondo è proprio un altro: là il bianco e nero
qui i colori, là il silenzio qui la
musica, là l’immobilità qui i
balli, là seriosità qui scoppi di
risa, là finzione
(leggere i libri
in piedi in mezzo a una piazza,
ma dai!) qui naturalezza (chi
ne ha voglia legge qualcosa al
microfono), là
solitudine (ogni
sentinella lontana da ogni altra) qua condivisione (appiccicati
in poco spazio, certo che gli organizzatori potevano osare più dei
giardinetti). Là noia mortale e calma cimiteriale, qui palloncini a forma di cuore e leggero buonumore.
E anche sorpresa, perché allora
Ivrea non è morta, perché allora
anche i giovani esistono e comunicano e partecipano, perché allora
l’indifferenza non ci ha del tutto
Ivrea,
23 gennaio 2016
Ivrea, 23 gennaio 2016
assopiti, le facce non sono proprio
le solite, le sedie sono tutte occupate e molte donne (qualcuno anche fra gli uomini, che però mantengono una ancestrale rigidità) si
agitano alla musica di Raffaella
Carrà, inascoltabile e però molto
gaya e oggi – qui ai giardini di via
Cavour, qui a due passi dalla deprimente piazza presidiata – molto
molto giusta.
Niente a che vedere con Milano
e le altre città italiane, nessuno si
illude che Ivrea sia nata a nuova
vita; comunque lo spettacolo è
confortante, per chi da dieci anni
ritrovava in corteo gli stessi volti.
“Noi siamo un metodo, uno stile, un modo di essere”, scrivono
sul loro sito le impettite sentinelle.
Che si dichiarano anche difensori
dei bambini i quali “non sono un
diritto ma un dono”.
E che farebbe un bimbo, pura
essenza di genuinità, se proprio a
lui chiedessimo di scegliere in quale piazza fermarsi tra le due? Non
sceglierebbe quella viva?
IN ATTESA DI UNA
RISPOSTA
DEL SINDACO:
Perché una pagina del bollettino
comunale all’a.d.
Olivetti?
Nel numero scorso (del 20 gennaio), riferivamo di una richiesta
(avanzata al Sindaco di Ivrea il 14
gennaio) di spiegazioni sulla scelta
di offrire un’intera pagina del bollettino comunale “IvreainComune”
all’ad di Olivetti, Riccardo Delleani,
perché questi decantasse le magnifiche sorti della fusione con
TIDS di Telecom. Come mai chiedevamo e chiediamo - uno
spazio non pubblicitario a un’azienda privata su un bollettino che
ospita solo scritti di amministratori comunali o di attività dell’amministrazione comunale?
Tanto più – si notava – che la
decantata operazione Telecom ha
di fatto comportato un’ulteriore
riduzione dei dipendenti dell’Olivetti
di Ivrea.
Abbiamo rinnovato in queste
settimane la domanda al Sindaco,
ma ad oggi (1 febbraio) non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
A rischio di essere pedanti (e di
“impuntarci” inutilmente su una
vicenda certamente meno importante di diverse altre che riguardano l’amministrazione comunale)
vogliamo avere una risposta dal
Sindaco, in attesa della quale, non
ci resta che avanzare nuovamente
le nostre due ipotesi:
1) che si tratti di un riflesso
condizionato di “sudditanza storica” nei confronti dell’Olivetti e/o
in generale delle grandi aziende (in
questo caso la Telecom);
2) che si tratti di uno “scambio”
per un qualche sostegno di Telecom
ad un’iniziativa in cui è impegnata
l’amministrazione comunale.
ƒz
Anche tu editore di
ADERENDO PER L'ANNO 2016 ALLA
ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI
serra
ONE BILLION RISING 2016
Non siamo ancora pronti
per il 14 febbraio
Anche quest’anno Ivrea avrà il suo
One Billion Rising
Per il quarto anno consecutivo
ci troveremo insieme a moltissime
altre città, in tutte le parti del mondo, per chiedere, danzando e cantando, che cessi qualsiasi forma di
discriminazione e di violenza contro le donne. Il motto dell’edizione
2016 è: ASCOLTA AGISCI PARTECIPA!
Quello che ancora non sappiamo, però, è dove e a che ora ci
ritroveremo. Purtroppo, la data
del OBR ad Ivrea cade troppo
vicina al carnevale e bisogna sempre ingegnarsi per capire quale
spazio pubblico utilizzare e quale
sia l’orario migliore per favorire a
tutti la partecipazione. Il fatto che
quest’anno sia di domenica complica ulteriormente le cose. Per
avere aggiornamenti o per proporre idee, vi chiediamo di iscrivervi
alla pagina facebook One Billion
Rising Ivrea e di restare collegate/
i. Chi non ha facebook può contattare la referente OBR per Ivrea,
Lisa Gino, al seguente indirizzo
mail: [email protected].
Chi non utilizza la mail faccia
attenzione ai mezzi stampa locali,
cercheremo di essere tempestive
nel darvi informazioni e dettagli.
Le regole principali comunque
sono invariate: indossare un capo
di abbigliamento rosso e/o un
nastrino rosso al polso. Non importa se non siete abili danzatrici/
danzatori, non vi fate spaventare
dalla danza, l’importante è esserci,
per stare insieme. Usiamo la rete
per organizzarci, ma incontriamoci di persona e guardiamoci in
faccia quando decidiamo di agire.
Ci piacerebbe che ognuno/a, nel
suo piccolo, diffondesse l’evento
presso amici, amiche, parenti e
conoscenti, e portasse con sé qualcuno/a che non ha mai partecipato.
Insomma, non prendiamo troppi impegni domenica 14 febbraio,
lasciamo uno spazio per il nostro
OBR. Ci divertiremo, come sempre. Sprigioneremo molta energia
positiva. Spanderemo la bellezza
della gioia che si prova quando si
chiede giustizia ed uguaglianza per
tutti. Chi c’era gli anni scorsi sa
che è un momento davvero emozionante. Non mancate.
Per maggiori informazioni su
OBR:
Sito ufficiale:
www.onebillionrising.org/
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gli hashtag#Rise4Revolution
#1billionrising.
(organizzazione OBR Ivrea)
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- Versando almeno euro 28,00 (sostenitore euro 50,00)
- oppure versando euro 20,00 (sostenitore euro 50,00) per
ricevere solo l'edizione in pdf al tuo indirizzo mail
nel modo che ti è più comodo:
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intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI, Ivrea
‡in contanti: - presso la redazione in via Arduino n. 43 a Ivrea
- presso La Galleria del Libro Ivrea via Palestro 70
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ADERENDO ALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE
Come?
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(CON UNA DELLE MODALITÀ INDICATE PER GLI ABBONAMENTI) E
FORNENDO I TUOI DATI ANAGRAFICI (ANCHE ATTRAVERSO UNA
MAIL A [email protected])
4
anno XXIX n° 2
GIORNO DELLA MEMORIA
29 GENNAIO, LACE DI DONATO
Non solo stelle, anche triangoli
I diari del partigiano
Saverio Tutino
Nome (e dignità) a tutti i 17 milioni di vittime dei lager nazisti
Il 27 gennaio 1945 le
truppe dell’Armata Rossa impegnate nell’offensiva oltre la Vistola
in direzione della Germania liberarono il campo di concentramento
di Auschwitz.
Il 24 gennaio 2005
una sessione speciale
dell’Assemblea generale
delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario di quella data
e il 1º novembre dello
stesso anno designò con
una risoluzione l’istituzione del Giorno della Memoria in
commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
E alle vittime dell’Olocausto (dal
greco “bruciato intero”) o meglio
della Shoah (in lingua ebraica “catastrofe, distruzione”) vengono
dedicati ogni anno, in occasione di
questo Giorno, articoli, libri, servizi
televisivi, dibattiti, conferenze.
Ma le persone che trovarono la
morte nei campi di sterminio non
furono soltanto i sei milioni di ebrei
vittime dell’Olocausto. A questi
vanno aggiunti 3 milioni di prigionieri sovietici, 4,5 milioni di slavi,
1,5 milioni di dissidenti politici,
500 mila zingari, 250 mila disabili
200 mila massoni, 15 mila omosessuali e 5 mila Testimoni di
Geova, per un totale di più di 17
milioni di vittime.
Nei campi di sterminio ognuna
di queste categorie era riconosciuta da un triangolo che doveva portare cucito sulla camicia. Gli ebrei
portavano la stella di David gialla,
i dissidenti politici il triangolo rosso, gli omosessuali maschi rosa, le
lesbiche nero, gli zingari marrone,
gli slavi blu, i Testimoni di Geova
viola.
Porrajmos, o Porajmos (“grande divoramento” o “devastazio-
ne”) o Samudaripen (“tutti morti”)
è il termine in lingua romanì con
cui Rom e Sinti indicano lo sterminio del proprio popolo perpetrato
dai nazisti.
In Italia le disposizioni per l’internamento degli zingari hanno la
data dell’11 settembre 1940. Un
anno prima circa i nazisti rinchiudono nei lager i nomadi tedeschi, a
cui seguiranno quelli polacchi; il
26 febbraio 1943 gli zingari verranno scaricati a Birkenau. Con
una “Z” tatuata sul braccio prima
del numero.
La motivazione? Secondo il
medico nazista Robert Ritter erano “geneticamente criminali” e un
decreto del 14 dicembre 1937 aveva trasformato il suo verdetto in
legge. A Birkenau e a Ravensbruck
Rom e Sinti verranno infatti sterilizzati. Perché “indegni, degenerati, asociali, ladri, non recuperabili,
non integrabili e genericamente
criminali”.
In alcuni paesi fu eliminato oltre
l’80% della popolazione Rom: 15
mila dei 20 mila tedeschi, 28 mila
in Croazia, 500 in Belgio. In Lituania, Lussemburgo, Olanda e Belgio lo sterminio fu totale.
La maggior parte dei Rom polacchi fu uccisa sul posto dalla
Gestapo e dalle milizie
fasciste ucraine (gli
Ustascia) che spesso
uccidevano i bambini
fracassando loro le teste
contro gli alberi, sventravano donne incinte e
infilzavano i neonati con
le baionette.
Proprio per sfuggire a
questi orrori i Rom
sloveni o croati oltrepassavano clandestinamente il confine con l’Italia,
ma finivano in uno dei
23 campi di prigionia loro
riservati.
I nazisti classificarono i Rom in
quattro categorie, secondo il loro
grado di “purezza”, ma alla fine li
ritennero tutti comunque “asociali”
e quindi da eliminare. I bambini
Rom, come quelli ebrei, furono
vittime di esperimenti sadici: iniezioni di inchiostro negli occhi, fratture alle ginocchia nelle cui ferite
iniettare i virus della malaria o del
vaiolo.
Per i Rom italiani (molti uomini,
a causa della leva obbligatoria,
avevano servito l’esercito durante
la Prima Guerra Mondiale) ’essere
rinchiusi nei campi di prigionia
non per aver commesso un reato,
ma per la loro etnia fu un trauma.
Su iniziativa dell’onorevole Maria Letizia De Torre le persecuzioni fasciste contro i Rom fanno
parte di un ordine del giorno della
Camera dei Deputati del 2009,
mentre già nel 1979 il parlamento
tedesco riconosce l’olocausto rom
e nel 2013 viene incisa una poesia
del rom italiano Santino Spinelli (il
cui padre fu internato dai fascisti)
sul monumento eretto a Berlino.
Il 27 gennaio del 1945 gli zingari
rimasti ad Auschwitz erano pochissimi: all’appello risposero solo
4 uomini.
Simonetta Valenti
MOVIMENTO 5 STELLE
San Bernardo: fornaci ardenti!
L’incontro con l’amministrazione comunale del 27 gennaio
Mercoledì 27 Gennaio, si è tenuto un incontro tra l’amministrazione comunale e il quartiere San
Bernardo. Sono stati presentati i
progetti, ormai quasi definitivi, per
il nuovo campo sportivo, si è parlato del nuovo depuratore SMAT,
della viabilità e di tutta una serie di
problematiche rimarcate dal documento redatto dal Consiglio dei
Cantoni e consegnato nelle mani
degli amministratori giorni prima.
Il Consiglio dei Cantoni è nato lo
scorso anno con metodo elettivo a
seguito dell’autorizzazione da parte del comune di concedere alla
ditta Cogeis di attivare una cava
nel centro del quartiere. Non appena finita la presentazione, lasciato
campo libero alle domande e ai
elezioni consiglio
San Bernardo
commenti, si è subito notato che il
fuoco sotto la cenere è più vivo
che mai. I temi più sentiti sono le
strade vicinali (che versano in pessime condizioni, di cui nessuno
vuole riconoscerne la paternità per
evitare di doverle sistemare), la
cava (anche se attualmente in
stand-by) e la ex-bocciofila.
Sicuramente il quartiere ringrazia quando l’amministrazione scende a confrontarsi con la popolazione, ma il sospetto che lo faccia per
“evitare il peggio” è sempre presente.
Della bocciofila infatti non si è
più parlato anche se alcune cose si
sarebbero già dovute fare.
Il mese scorso il Consiglio dei
Cantoni invia denuncia alle autorità competenti per evidenziare il
pericoloso degrado del tetto della
bocciofila con buona probabilità
in amianto e, coincidenza, ecco
che il Sindaco riappare in pubblico. Secondo l’amministrazione i
lavori sono a carico di Cogeis,
secondo altri deve essere il comu-
ne a farsene carico per evitare di
finire in una situazione in cui a
lavori svolti, qualcuno voglia qualcosa in cambio.
Per carità, nessun processo alle
intenzioni, però quando dal pubblico emergono voci che dubitano
della magnanimità di comune e
Cogeis non ci si può stupire. Il
segreto inconfessabile di molti residenti è che, seppur previsto dalla
convenzione, il rifacimento della
bocciofila verrà in qualche modo
barattato per altro. Insomma, se la
cava non parte e la bocciofila viene
rimessa in sesto viene da chiedersi
cosa vorrà Cogeis in cambio? La
risposta più corretta è niente, il
tutto ricade nel rischio d’impresa,
ma siamo sicuri di ciò? Vedremo,
nel frattempo teniamo gli occhi
aperti!
Pierre Blasotta
A Donato, nel salone comunale, la presentazione del libro nella sera della memoria del
sacrificio di Lace
La sera di venerdì 29
gennaio, presso il salone
comunale di Donato, si è
tenuta la presentazione
del libro “Saverio Tutino,
Diari 1944-1946”, ed. Le
Chàteau. Un pubblico numeroso e attento ha ascoltato con commossa partecipazione le parole della figlia di Tutino, Barbara,
curatrice del testo e gli
interventi di Pierangelo
Favario, presidente dell’ A.N.P.I.
della Valle dell’Elvo e Serra, di
Nicola Alessi, curatore ed editore
dell’opera, e di Mario Beiletti, presidente dell’A.N.P.I. di Ivrea e Basso Canavese.
Saverio Tutino, nato a Milano il
7 luglio 1923, dopo l’8 settembre
sfugge alla leva della Repubblica
di Salò e si rifugia in Svizzera,
dove aderisce al Partito comunista. Nell’estate del 1944 rientra
clandestinamente in Italia e nella
“repubblica partigiana” di Cogne
svolge la prima fase della sua
esperienza partigiana in una formazione garibaldina. Nell’inverno
del 1944 si trova nel Biellese, a
Lace di Donato, inquadrato nella
76° Brigata Garibaldi, di cui diventa, poco più che ventenne, commissario politico. Nel febbraio del
’45 è comandante della VII Divisione Garibaldi, in occasione della battaglia di Sala Biellese.
I diari di Tutino percorrono tutto
il 1945, anno cruciale, come ha
sottolineato la figlia Barbara, perché segnato dalla grande frattura
tra periodo bellico e postbellico,
con la continuità tra gli ideali di
libertà della Resistenza e il desiderio di realizzare una società
pacifica e giusta, che vede i
Garibaldini impotenti di fronte alla restaurazione e alla
difficile ricostruzione del primo dopoguerra.
I diari, ha affermato Alessi,
sono documenti privilegiati,
che ci permettono di conoscere le vicende personali ed
intime dei protagonisti della
Storia, ma sono anche fonti importanti per confrontare notizie e
dati storici “ufficiali”. L’autore,
nell’usare questo mezzo per fissare i propri ricordi, ha una visione
storica della sua vita e decide
consapevolmente di lasciare traccia per quelli che più avanti lo
leggeranno, senza porsi il problema dell’esistenza di un cortocircuito tra coloro che fanno la Storia
e coloro che la scrivono.
Mario Beiletti ha sottolineato
Lace di Donato,
29 gennaio 2016
come il Biellese, scenario dei Diari
di Tutino, fosse un luogo particolare nell’ambito della Resistenza,
in cui i partigiani, tutti Garibaldini,
condividevano pensiero e formazione. Il Canavese presentava,
invece, una realtà molto frammentata, caratterizzata da formazioni diverse: “Garibaldi”, “Matteotti”, GL, formazioni autonome;
differenze che non hanno consentito l’eredità di una memoria
comune.
A conclusione della serata il
commento di Virginia Pellerei, studentessa diciottenne del Liceo
Gramsci, nipote di una staffetta
partigiana, che ha parlato dell’importanza del non dimenticare, del
porsi in ascolto, per essere degni
eredi degli ideali e dei sacrifici
della gioventù del passato che ha
combattuto e si è sacrificata per
la gioventù del futuro.
Dopo la presentazione del libro,
tutti si sono raccolti a Lace, dove,
tra le fiaccole, i canti del Coro
Bajolese e la sentita narrazione
degli attori di ArTeMuDa sono stati
ricordati i partigiani catturati e trucidati la notte del 29 gennaio 1945.
G. M.
Lace, 29 gennaio 2016
CONGRESSO ANPI
La Sezione di Ivrea e Basso
Canavese dell'Associazione
Nazionale Partigiani d’Italia invita al XVI Congresso
dell’ANPI che si terrà sabato 13 febbraio, con inizio
alle 15, a Banchette, nel
Salone Comunale “Emilio
Pinchia” in Via Roma 59
5
3 febbraio 2016
IL "CASO" BORGOFRANCO
"Possibili cancerogeni"
Orrore! Qualcuno ha osato mettere in discussione il progresso
tecnologico e la diffusione a tappeto di internet. Si vuole tornare
indietro contro la modernità. Povere scuole senza wi-fi!
E’ questo il tenore di molti commenti giornalistici alla notizia della
decisione del Comune di Borgofranco di optare per una connessione via cavo degli edifici scolastici invece di quella wi-fi, che sta
prendendo piede in tante aree pubbliche e commerciali. La notizia è
stata ripresa da quotidiani e tv
nazionali: “Ivrea, il sindaco fa
togliere il wi-fi dalla scuola” (La
Repubblica), “Si spegne il wi-fi
nelle scuole” (La Stampa), “Sindaco grillino spegne wifi a scuola” (Il Giornale) con tanto di telefonata in diretta da parte di un finto
Beppe Grillo al sindaco Livio Tosi.
Bene ha fatto quindi l’amministrazione a convocare una pubblica riunione sull’argomento (il 20
gennaio nella Sala Choc a Borgofranco) invitando anche come
relatore il direttore del Dipartimento Radiazioni dell’Arpa Piemonte,
Giovanni D’Amore, e Gianpiero
Godio, responsabile regionale energia di Legambiente,.
In apertura il Sindaco ha precisato quelli che sono i termini della
questione, diversi da come sono
stati presentati sui giornali: alla
richiesta della direzione scolastica
di dotare le aule di connessione
internet, soprattutto per l’obbligo
della compilazione del registro di
classe elettronico, l’amministrazione ha valutato le varie modalità
possibili per soddisfare tale richiesta e ha scelto di non dotare le
scuole di collegamenti wi-fi ma di
connetterle via cavo. Non è quindi
stato tolto alcun collegamento wifi, che invece permane in altre
zone del paese che sono però di
passaggio e non di stazionamento
per ore, e la spesa totale, circa
3.500 euro, permette di collegare
tutte le aule, comprese quelle dei
laboratori informatici, con una
velocità molto superiore a quella
“senza fili”.
Sulla questione della pericolosità delle onde elettromagnetiche,
vero nodo della discussione, si
sono soffermati i due interventi
previsti con l’aiuto di slides e relazione di dati. D’Amore ha confermato che gli studi su una materia
così “recente” porteranno
a dati certi solo tra molti
anni, per il momento le radiazioni elettromagnetiche sono
state classificate in classe 2B, quella
dei ”possibili cancerogeni”.
TABELLA:
Il guppo 1 contiene i carcinogeni
umani certi e comprende 113 agenti
Il gruppo 2A comprende carcinogeni probabili per l’uomo e contiene 66 agenti
Il gruppo 2B riunisce i carcinogeni possibili, per un totale di
285 sostanze
Il gruppo 3 comprende le sostanze non classificabili come
carcinogene (al momento sono
505)
il gruppo 4, infine, raggruppa
sostanze probabilmente non
carcinogene per l’uomo (in questa
categoria c’è una sola sostanza)
Le liste compilate dallo IARC,
l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, raggruppano le
sostanze sulla base del livello di
cancerogenicità dimostrato in studi scientifici e includono solo gli
Crist: monitorare prima di cominciare
Legambiente e l’Associazione Pro Ambiente Crist pubblicano la
lettera inviata al sindaco Della Pepa e al responsabile per l’autorizzazione della centrale
e altre potrebbero ben presto
impattare ulteriormente la già precaria vita di questo importante
“protagonista azzurro” canavesano.
Come se non bastasse, la carenza di neve e acqua che ognuno di
noi, quest’inverno, ha potuto constatare non lascia spazio ad alcun
dubbio circa la sopravvivenza e la
tenuta futura della Dora Baltea.
Tutti questi elementi, sommati
tra di loro, mettono a dura prova la
stabilità del fiume e per questa
ragione Legambiente e l’Associazione Pro Ambiente Crist hanno
avanzato al sindaco Della Pepa e al
responsabile del procedimento di
autorizzazione unica per la centrale del Crist Vincenzo Latagliatale le
seguenti richieste: «nella Conferenza dei servizi del 18 novembre
2015 convocata per valutare il
progetto, la Smat aveva fatto notare che la costruzione del nuovo
canale avrebbe potuto avere un
impatto negativo sul livello della
falda che alimenta i pozzi, accentuando i rischi di carenza di risorsa nei periodi invernali. In quel-
Un pericolo quindi c’è anche se
nella scala delle pericolosità vi sono
sostanze più pericolose, compresi
i telefoni cellulari. Uno studio dell’OMS stima che in un anno i
decessi in Italia causati dal gas
radon nell’ambiente siano circa
5000, quelli da benzene (e quindi
da idrocarburi) 200, quelli da campi elettromagnetici 3, mentre curiosamente l’attenzione sulle prime due sostanze è molto minore di
quella sull’ultima. Entrando nello
specifico della pericolosità delle
radiazioni elettromagnetiche, in
Italia è stato posto il valore limite di
6 volt/metro, già cautelativo rispetto ai 20 v/m sicuramente pericolosi, e la caratteristica delle onde
fa sì che esse decadano molto
rapidamente allontanandosi dalla
fonte, per cui già a una distanza di
2 metri il valore scenda sotto i 2 v/
m. Di qui la raccomandazione, se
Francesco Curzio
LESSICO DI BASE
CENTRALI E DORA BALTEA
«In riferimento alla Comunicazione del Sindaco di Ivrea apparsa sui media il 26 gennaio in
merito alla “carenza delle risorse
di acqua potabile”» il Circolo Dora
Baltea di Legambiente e l'associazione Pro Ambiente Crist hanno
immediatamente presentato una
lettera al Comune d’Ivrea mettendo in evidenza la “ridicola e paradossale” (si fa per dire) ovvietà
della situazione.
Si legge, infatti: «è noto che
durante i mesi invernali la portata
della Dora Baltea si riduce notevolmente avvicinandosi al valore
del deflusso minimo vitale previsto dalla legge. In annate in cui si
verificano lunghi periodi di siccità la ricarica delle falde non avviene mettendo in crisi sia gli
ecosistemi che gli usi civili ed
economici. Il cambiamento climatico in atto, dovuto in larga
parte alle attività umane, rende le
crisi idriche, sia negli aspetti di
carenza che in quelli alluvionali,
non più fatti isolati ma frequenti.
Se a tutto ciò aggiungiamo che lo
sfruttamento intensivo delle acque del fiume (nel tratto Carema
Ivrea sono presenti otto centrali e
tre sono in progetto) per la produzione di energia elettrica sottrae
alla Dora Baltea in modo permanente quantitativi importanti di
acqua (dai 20 ai 40 metri cubi al
secondo), si comprende come si
stia di fatto pregiudicando la vita
del fiume e le importanti funzioni
che esso svolge per l’ecosistema».
Il fiume che alimenta l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea è già ampiamente messo in difficoltà dall’insistente presenza di diverse centrali
agenti studiati perché nei loro confronti c’era un sospetto.
non si possono eliminare,
di posizionare i vari ripetitori sul soffitto o ad altezza superiore ai 2 metri dal
suolo. Per contro la connessione via cavo non provoca alcuna emissione ed
è pertanto a rischio zero.
Una scelta quindi, come
sottolineato anche da successivi interventi, di semplice buon senso e di precauzione, di fronte a problematiche che sono lontane dall’essere
chiarite. Quello che stupisce piuttosto è la generale accondioscendenza
alla sopportazione di pericoli e danni derivanti da tecnologie che spesso sono spinte per soli calcoli commerciali e la cui indispensabilità è
vera solo in parte.
Per curiosa coincidenza il giorno precedente l’assemblea, il 19
gennaio, il Consiglio Regionale della
Regione Piemonte, non un ente
uso ad allarmi inutili, ha approvato
una mozione che impegna la Regione stessa in scuole ed altri edifici pubblici a sostituire, dove possibile, le reti wi-fi e di impiantare
invece quelle via cavo, oltre ad
altre misure per incentivare la
sensibilizzazione e informazione
sulla questione.
A proposito: le scuole di Ivrea
come si sono attrezzate per le
connessioni?
l’occasione fu chiesto
a Idropdana di avviare il monitoraggio con
cadenza mensile delle
falde in questione: tale
monitoraggio è stato
avviato? Se si quali
sono i risultati e chi li
controlla?».
In secundis: «dato il
potenziale danno che
la centrale del Crist
arrecherebbe ai cittadini e all’ambiente,
non sarebbe opportuno completare il monitoraggio e
valutarne i risultati prima di avviare i lavori?».
Il buonsenso è sovrano in queste richieste: se il sindaco stesso
ha, de facto, allertato la cittadinanza per la carenza di risorse idriche,
che senso avrebbe costruire una o
più altre centrali andando a minare
ulteriormente il normale corso del
fiume e le sue falde acquifere?
La Cop21 è stato il primo simbolico passo verso la conquista di
una convivenza armonica di uomo
e ambiente, ma senza piccoli gesti
locali in grado di dare forza e
veridicità a questo storico compito, la trasformazione è condannata
a restare impressa sulla carta, ma
non sulla nostra realtà.
Comprendere che la Dora Baltea
non è una risorsa economica, bensì una risorsa vitale per il nostro
territorio è un imperativo al quale
ogni canavesano non può sottrarsi. Questo è il primo passo da
compiere. Il secondo sarebbe bloccarne ogni abuso, centrali comprese.
Andrea Bertolino
Per capirci qualcosa
Questa piccola rubrica, curata da Aluisi
Tosolini, in forma di “dizionario”, vuole fornire
gli strumenti minimi per comprendere meglio
temi che sono oggetto di dibattito pressoché
quotidiano nei mezzi di informazione, che
però, molto spesso, danno per scontato che
chi legge conosca con precisione dati, fatti e
significati dei termini.
Capodanno cinese
L’anno della Capra ci sta per lasciare e, a partire dal giorno 8
febbraio, il calendario cinese apre l’anno della scimmia.
Seppure la Cina abbia adottato il calendario gregoriano in uso in
occidente, le festività sono legate al calendario tradizionale che è un
calendario lunisolare ed utilizza elementi sia dei calendari solari che
di quelli lunari.
Così la data del capodanno cinese, corrispondente alla seconda
luna nuova dopo il solstizio d’inverno (21 o 22 dicembre), viene
festeggiato in un giorno che cade nel periodo fra il 21 gennaio e il 19
febbraio. Questo anno, appunto, la festività cade l’8 febbraio.
A partire da questa data si apre un periodo di festa che dura 15 giorni
e si conclude con la tradizionale festa delle lanterne.
Ognuno dei 15 giorni di festività è dedicato ad un aspetto specifico:
ad esempio il primo giorno del nuovo anno è dedicato all’accoglienza
e al benvenuto delle divinità benigne del Cielo e della Terra. Oltre che
alla visita di genitori, parenti, nonni e amici.
Il quinto giorno invece si celebra la nascita del Dio cinese del denaro
e della ricchezza. A Taiwan di solito gli uffici e i negozi riaprono in
questo giorno, tra grandi festeggiamenti di buon auspicio per gli affari.
Secondo l’oroscopo cinese entriamo nell’anno della scimmia e tutti
i nati in questo anno saranno di questo segno.
Ovviamente gli esperti in
astrologia sono impegnatissimi a leggere il futuro
e su tutti aleggia il grande
drago rosso, cuore della
simbologia cinese.
Il drago cinese – al contrario della simbologia occidentale – è portatore di
benessere e scaccia le
contrarietà.
Ne avranno molto bisogno in questo anno i cinesi e la Cina, visto come si
sta chiudendo l’anno della capra con continui
shock di borsa e forti dubbi sulla reale capacità di
reagire dell’economia del
grande paese asiatico.
6
anno XXIX n° 2
TTIP
AMIANTO IN OLIVETTI
Non è solo un trattato Il processo entra nel vivo
Le testimonianze dei lavoratori e la prima iniziativa cittadina
di libero scambio
su lavoro e amianto
Mercoledì 27 gennaio alla Libreria Cossavella:
Domenico Moro e Ugo Magnani
La libreria Cossavella e la sezione eporediese del Movimento
Federalista Europeo hanno organizzato lo scorso 27 gennaio un
incontro dal titolo “TRATTATO
DI LIBERO SCAMBIO TRA USA
ED EUROPA: IMPATTI SOCIALI ED ECONOMICI SULL’EUROZONA”. Relatore Domenico
Moro, membro della Direzione
Nazionale del Movimento Federalista Europeo. Il segretario
eporediese del MFE Ugo Magnani
ha introdotto l’argomento della
serata, ovvero le potenziali ripercussioni dell’accordo TTIP
(Transatlantic Trade and Investment Partnership, Accordo Transatlantico sul Commercio e gli investimenti) in corso di discussione
dal 2013 tra Europa e Stati Uniti.
Nella parte centrale della serata,
Domenico Moro ha provato a rispondere a tre domande, ovvero
se il TTIP sia davvero solo un
trattato di libero scambio, se l’Unione Europea sia attrezzata per condurre la trattativa in corso ed infine
se questo accordo sia confrontabile con altri accordi già in essere
o in fase di discussione tra altri
interlocutori, oppure rappresenti
un’evoluzione verso una sorta di
nuovo assetto internazionale degli
scambi commerciali.
La risposta alla prima domanda,
secondo Moro, è che – a differenza di come viene comunemente
definito dai principali mezzi di informazione – il TTIP non sia affatto un semplice trattato di libero
scambio, il cui scopo è armonizzare il regime dei dazi doganali agevolando gli scambi commerciali,
bensì qualcosa di molto più ampio,
impegnativo e vincolante, ovvero
la creazione di un vera e propria
integrazione in un’unione economica. Sono infatti previste norme
tipiche di un’unione economica,
come quelle che mirano ad uniformare i criteri produttivi e a consentire la libera circolazione del
capitale e del lavoro. Definire quindi
il TTIP un trattato di libero scambio è non solo riduttivo ma fortemente fuorviante. Da più parti sono
state rappresentate forti preoccupazioni per le possibili ricadute in
tema di protezione dei diritti sociali, oggi fortemente difformi tra
Europa e Stati Uniti, e sul tema
dell’arbitrato, con il rischio che in
caso di controversie tra grandi
multinazionali e stati sovrani quest’ultimi si possano trovare in posizione subalterna.
Un accordo di così ampia portata, presupporrebbe la definizione –
se non di una moneta unica –
almeno di una stabilizzazione del
cambio Euro/Dollaro, una possibilità che allo stato attuale appare
difficilmente realizzabile.
Con questa premessa, l’Unione
Europea non appare in grado di
condurre una trattativa equa ed
equilibrata, mancando di un governo unitario fortemente legittimato ed in grado di essere rappresentativo delle istanze di una Unione che manca della necessaria
coesione.
Ci sono paesi - come la Gran
Bretagna e la Germania - che già in
fase negoziale appaiono in grado di
far valere le proprie personali istanze, in disaccordo con gli interessi
comunitari.
Esistono ovviamente almeno due
scuole di pensiero sulle ricadute
del trattato oggi in discussione,
basate in parte su valutazioni comparative con altri accordi quali il
Con le testimonianze di due ex
lavoratori Olivetti (una impiegata e
l’altro operaio) ai quali è stato
diagnosticato dal 2011 un mesotelioma pleurico, e di Silvana Cerutti,
la dirigente dello Spresal (Servizio
prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro) dell’Asl/To4 che
ha cominciato dal 2000 a lavorare
sulle morti per mesotelioma, lunedì 25 gennaio è entrato nel vivo il
processo per l’amianto in Olivetti.
Lunedì 1 e giovedì 4 febbraio
le prossime udienze nelle quali sono
chiamati a testimoniare dalla Procura altri 24 ex lavoratori Olivetti
e, sempre nel mese di febbraio,
previste altre udienze il 15, il
22 e il 29, sempre nell’Auditorium
del Liceo Gramsci di Ivrea.
Ritmo serrato per un processo
che tratta di 14 vittime (di cui 12
decedute) e vede alla sbarra 18
imputati, ex amministratori (De
Benedetti, Passera e Colaninno i
più famosi) e alcuni dirigenti della
società Olivetti. E che non sarà
probabilmente l’ultimo perché,
come emerge dalla relazione dello
Spresal, molte di più sono le vittime dell’amianto in Olivetti, alcune
delle quali non sono entrate in
questo processo per effetto della
prescrizione, altre perché deceduNAFTA (North American Free
Trade Agreement, in vigore) ed il
CETA (Comprehensive Economic
Trade Agreent, in attesa di ratifica). I sostenitori ritengono che il
TTIP semplificherà gli scambi
commerciali, portando vantaggi
diffusi a tutte le parti in gioco e
significative ripercussioni positive, compresa la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro. I
detrattori – tra i quali si colloca il
MFE – si mostrano preoccupati
delle possibili ricadute negative
dovute ad una frammentaria partecipazione ai benefici da parte
degli stati europei, con ricadute
positive per pochi paesi.
Questo scenario comporterebbe una pericolosa frantumazione
della già incerta coesione dell’Unione Europea, mettendone seriamente in discussione la sopravvivenza
nella forma unitaria, quando invece sarebbe necessario – per rispondere alle sfide della globalizzazione – un rafforzamento significativo della stessa.
Gualtiero Giovanetto
SEGUE DALLA PRIMA / IVREA
Unesco “scaccia crisi”?
mi interessa evidenziare, ovviamente a partire dal presupposto
che il progetto ha senso se ha
dimensione almeno canavesana.
Il patrimonio olivettiano è molto vasto, e quindi complesso. E
questa complessità, però, rappresenta il suo pregio ed è alla base
dell’interesse che genera. Ma in
quali condizioni si trova questo
patrimonio? Quanto sono diversificati gli assetti proprietari dei
diversi edifici? E, soprattutto, di
quali investimenti c’è bisogno
per renderli presentabili? Quelli
dell’asse di v.Jervis, ma anche gli
insediamenti residenziali, e poi
San Bernardo, Scarmagno,
Agliè...? Magari non ho capito,
ma ho l’impressione che stiamo
parlando di risorse necessarie in
quantità esponenziale rispetto a
quanto speso finora.
Ma dove sono tutti questi soldi?
Il dubbio, allora, non è solo se
quanto finora speso fosse giustificato, ma cosa succederebbe nel
caso in cui il progetto, anche in
un secondo tempo, avesse miglior fortuna.
In qualche commento politico
ho letto che questo progetto dovrebbe accompagnare anche
l’uscita del territorio dalla crisi in
cui di trova da anni: confesso che
il senso logico di quest’affermazione mi sfugge completamente.
Certo il mio ruolo da sindacalista
mi condiziona ma è paradossale
che l’entusiasmo per questa vicenda sia via via cresciuto mentre
la crisi industriale del territorio
ha continuato a lasciare “sul
pavè” persone e aziende. E allora
candidarsi per un’operazione di
archeologia industriale può apparire beffardo!
È davvero velleitario pensare
che un’iniziativa del genere, per
te per altre cause, mentre altre
ancora sono o saranno (il “picco”
del manifestarsi della malattia, secondo i dati dell’Asl, dovrebbe
verificarsi tra il 2017 e il 2020)
oggetto di altri procedimenti
giudiziari.
Intanto Telecom Italia, responsabile civile in quanto ha inglobato
la società Olivetti, ha avviato trattative per soluzioni conciliative con
alcune famiglie delle vittime, sette
delle quali costituitesi parte civile
in questo processo (insieme a
Fiom, Fim, Flmu, Comune di Ivrea,
Città metropolitana, Comunità
collinare Piccolo Anfiteatro
Morenico, Inail, Afeva di Casale
Monferrato e Anmil), mentre altre
hanno scelto di seguire la via del
processo di lavoro.
Seppur lentamente, sembra diminuire l’apparente disattenzione
della città a un processo che, mostrando una faccia contrastante
con la “narrazione” ufficiale del
mito olivettiano, parrebbe una storia che riguarda altri e non Ivrea.
Un primo segno pubblico di attenzione è la proiezione, organizzata dal Cinema Politeama con la
Fiom il primo febbraio, del film
“Un posto sicuro” sulla tragedia
di Casale Monferrato, sede della
fabbrica dell’Eternit. Ma altre e più
grandi occasioni potranno e dovranno esserci perché la città si
dimostri in grado di affrontare,
senza reticenze, la sua storia e di
esprimere la vicinanza alle sue vittime del lavoro.
quanto interessante e meritoria,
possa diventare un volano economico. A meno che il recupero
di alcuni luoghi sia accompagnato dalla localizzazione di
nuove attività, ma non mi pare
questa l’idea.
Infine, quanto emerso dal processo in corso sull’amianto apre
scenari inquietanti, se è vero che
- sulla base delle analisi svolte
dallo Spresal - anche luoghi già
oggetto di bonifica evidenziano
una presenza significativa della
sostanza killer, e agli 85 casi già
presi in esame dalla procura se
ne aggiungeranno forse di più
nel prossimo futuro, se è vero
che il picco della patologia dovrebbe collocarsi tra il 2017 e il
2020. Davvero
questa presenza
di amianto rappresenta un fatto
secondario e
marginale rispetto al progetto
Unesco?
Insomma, mi
chiedo se sul versante delle risor-
se necessarie ci siano idee chiare,
e soprattutto fonti credibili di finanziamento. Poi c’è il tema della
gestione e dei ritorni economici
diretti e indiretti. Del Museo
Garda, dopo l”attenzione generata al momento dell’inaugurazione non sono in grado di dire,
ma - per rimanere nello stesso
campo tematico - il Maam, per
come si presenta, non è certo un
buon esempio e un biglietto da
visita benaugurante.
È davvero difficile, in definitiva, sfuggire al sospetto di trovarsi
di fronte all’ennesima scorciatoia per uscire da una situazione
sociale ed industriale che sembra
non voler cambiare segno.
Federico Bellono
ƒz
7
3 febbraio 2016
TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
Flessibilità su gomma
Riflessioni sul nuovo contratto nazionale
autoferrotranvieri
Il 28 dicembre 2015, dopo sette
anni di attesa, è stata sottoscritta
un’ipotesi di accordo nazionale,
avallata poi con il referendum fra i
lavoratori.
Questo accordo ha diviso non
poco i lavoratori, sia per quanto
riguarda gli aumenti salariali, sia
per le parti normative.
Sicuramente una parte positiva
dell’accordo è l’essere riusciti a
firmare un contratto nazionale visto che i nuovi indirizzi del governo sono di annullare i CCNL e
demandare tutto alla contrattazione aziendale. In questo modo si è
riusciti a tutelare quelle piccole
aziende del trasporto pubblico locale, (basti pensare che solo in
Piemonte sono 104), dove la contrattazione di secondo livello è praticamente inesistente.
Un’altra parte positiva, in caso
di nuove gare d’appalto per il TPL
(Trasporto Pubblico Locale), sono
le clausole di salvaguardia individuali e collettive dei lavoratori.
Inoltre all’interno del contratto è
stato previsto un pezzetto di
welfare che porterà a luglio 2017
tutti i lavoratori ad essere iscritti,
senza costi a loro carico, al fondo
pensionistico integrativo “Priamo”,
con in dote 90 euro versati dalle
aziende per ogni dipendente. Spetterà poi al singolo lavoratore decidere se contribuire alla creazione
di una pensione integrativa con
versamenti mensili aumentati da
una quota aziendale pari al 2%
della retribuzione.
Vediamo ora gli aumenti salariali: 100 euro dopo sette anni in 3
tranche: 35 euro a dicembre 2015,
35 euro a luglio 2016 e i restanti 30
euro a ottobre 2017!!! Quindi in
totale 9 anni per prendere 100
euro.
Oltre la parte salariale anche la
parte normativa presenta note negative.
Per esempio l’aumento del periodo in cui si calcola l’effettiva
prestazione lavorativa che passa
dalle attuali 17 settimane (4 mesi)
a 26 (6 mesi): in questo modo le
aziende avranno maggiore libertà a
gestire l’orario di lavoro a seconda
dei flussi dell’utenza aumentando
la già esistente flessibilità di orario
fino ad arrivare a picchi di 50 ore
settimanali e in alcuni casi, dove
non esiste una contrattazione di
secondo livello di miglior favore,
con una penalizzazione salariale
perché gli straordinari anziché pagati verranno recuperati nei momenti di minore utenza, come per
esempio nei periodi chiusura scuole, dovendo garantire un orario
settimanale minimo di sole 25 ore.
La flessibilità compare anche
nei turni part-time dove un turno di
guida di 3,40 ore può essere caricato su un nastro lavorativo addirittura di circa 12 ore, puoi essere
chiamato ad esempio a lavorare 2
ore ad inizio turno del mattino e 1
e 40 nel pomeriggio, purché entro
le 12 ore.
Vi è anche un aumento consistente delle ore di straordinario
possibili che passano da 200 a 300
l’anno, mentre siamo di fronte ad
una disoccupazione dilagante nel
nostro paese.
E per finire l’accordo sui danni
(incidenti, toccate contro ostacoli
fissi, ecc.) provocati dagli autisti
ai mezzi durante il normale svolgimento delle proprie mansioni di
guida che prevede addebiti a loro
carico sino a 4mila euro a seconda
che vi sia conciliazione o no.
Si precisa inoltre che anche nel
trasporto pubblico, i nuovi assunti, subiranno l’applicazione del Jobs
Act a tutele crescenti, vedendosi
così non più garantito il reintegro
in caso di licenziamento illegittimo.
Queste sono solo alcune delle
nuove norme applicate nel nuovo
CCNL del trasporto pubblico locale, approvato attraverso la consultazione referendaria dei lavoratori.
La vittoria del sì al referendum si
può tradurre in una stanchezza dei
lavoratori di lottare perché dopo
sette anni di lotte e scioperi si sono
visti liquidare con un’elemosina,
ma, visti i tempi, con una crisi che
sta colpendo molto più duramente
di quanto si dica, anche le briciole
servono ad arrivare alla “fine del
mese”.
Sicuramente non viene ripagata
la responsabilità che gli autisti hanno nel trasportare autobus pieni di
studenti, operai, pensionati ecc.
con qualsiasi tempo e in una condizione fisica e psichica alle volte
ridotta al lumicino visto il peggioramento delle loro condizioni di
lavoro.
E sicuramente non è appagato il
sogno del contratto unico della
mobilità, che avrebbe dovuto riunire tutte le tipologie di trasporti
(autobus, treni, navi, aerei, funivie, ecc.), coinvolgendo sia il trasporto persone che quello merci.
Con la speranza che questo articolo serva a far capire agli utenti il
mondo degli autoferrotranvieri così
spesso bistrattato dai nostri governanti.
P.G.e G.A.
(due autisti di Ivrea )
INNOVIS-COMDATA
Assemblea è veterosindacato?
Una vertenza che ripete come una fotocopia le dinamiche aziendali
e sindacali che hanno portato tutte le aziende dell’orbita Olivetti ad
una fine drammatica dal punto di vista occupazionale e sociale
La situazione di Innovis non sembra poter trovare una soluzione, la
vertenza si trascina con la sensazione che una parte degli attori
voglia arrivare alla scadenza della
cassa integrazione del 17 agosto
2016, sperando che quanti più lavoratori e lavoratrici, stremati,
accettino o di licenziarsi, con una
misera fuoriuscita, o di accettare il
passaggio in Comdata (la casa
madre), attraverso licenziamento
da Innovis e quindi perdendo le
condizioni in essere naturalmente
peggiorandole: quarto livello per
tutti e 30 ore di lavoro, anziché 40,
con conseguente riduzione della
retribuzione.
A peggiorare la situazione, assistiamo anche in Innovis (come ad
esempio nella fusione di Olivetti
appena conclusa) alla divisione sin-
dacale: da un lato abbiamo sindacati che vedono come primario il
dialogo con l’azienda per strappare qualche punto a favore dei lavoratori, ma nel complesso di fatto
accettando i piani aziendali, piani
che naturalmente vengono presentati più drastici dell’obiettivo per
poi far passare come concessione
le condizioni che in realtà l’azienda
aveva già in mente, e parliamo qui
di Fim-Cisl e Uilm-Uil. Dall’altra
abbiamo un sindacato, la FiomCgil, che rifiuta il piano aziendale
che prevede il peggioramento delle
condizioni di lavoro e l’espulsione
senza margini di trattativa di una
quarantina di lavoratori ritenuti
dall’azienda inidonei al lavoro in
Comdata, un sindacato che ritiene
sia prioritaria la consultazione dei
lavoratori rispetto al dialogo con
l’azienda. Con questo spirito era
stata indetta un’assemblea a metà
gennaio, dove Fim e Uilm hanno
deciso, rispettando lo schema sopra descritto, di non partecipare.
Riportiamo un intervento che i
delegati Fiom Innovis ci hanno
inviato per la pubblicazione.
Martedì 19 si sono svolte in
Innovis le assemblee della Fiom.
Un’altra assemblea alla quale Fim
e Uilm non hanno voluto aderire.
Pare che i problemi che i lavoratori
devono affrontare quotidianamente
più quelli che avremo in futuro non
destino preoccupazione.
Nell’assemblea, dove i lavoratori hanno potuto esprimersi e confrontarsi è emerso un forte disagio
per la situazione attuale. Ad oggi
circa il 50% dei 119 lavoratori
sono rientrati con un leggero au-
AGILE EX-EUTELIA
Salvaguardia in extremis
Con la settima salvaguardia esodati più di
120 lavoratori Agile ex Eutelia potranno andare in pensione alla fine della mobilità
La riforma delle pensioni del
governo Monti ha creato e crea
uno dei peggiori bagni di sangue
sociale mai visti nel nostro paese.
Sia perché sta trattenendo al lavoro uomini e donne con più di 60
anni e 40 di contributi in un paese
dove la disoccupazione giovanile è
sopra il 40%, sia perché ha lasciato senza reddito migliaia e migliaia
di lavoratori espulsi dalle aziende,
i cosiddetti esodati. Per tentare di
sanare una situazione paradossale,
“non prevedibile per i dati in loro
possesso” ci diceva la stessa
Fornero (sic), siamo arrivati alla
“settima salvaguardia”, ovvero al
settimo dispositivo che deroga la
legge Fornero per permettere l’accesso alla pensione agli esodati e
assimilabili. A questo punto meglio sarebbe stato abolire del tutto
quella sciagurata legge. Sarebbe
sano, permettere ad ultrasessantenni di andare in pensione per
lasciare posto ai giovani. Troppo
semplice? E come si pagano queste pensioni? Gli strumenti e i capitoli di bilancio dove tagliare ci
sono (spese militari, tetto alle pensioni d’oro).
Ad ogni modo, di correzione in
correzione, dopo averli fatti penare, stare in ansia per il proprio
futuro, con questa settima salvaguardia 26.300 lavoratori potranno andare in pensione con le vecchie regole se matureranno i requisiti entro la fine della mobilità o con
il versamento di contributi volontari. Fra questi, più di 120 saranno
i lavoratori e le lavoratrici Agile, di
cui una quindicina ad Ivrea, che
dal 2018 potranno andare in pensione. Le domande per accedere
alla pensione alla fine degli ammortizzatori sociali per chi rientra
nella settima salvaguardia deve
essere presentata all’Inps entro il 1
marzo 2016.
La salvaguardia dei lavoratori
vicini alla pensione era però solo
uno dei quattro punti al tavolo di
crisi Agile, per questo la Fiom
dichiara nel suo comunicato del 22
gennaio “Bene la settima salvaguardia ma per gli altri lavoratori
è necessario riattivare il tavolo di
crisi! La vertenza Agile ex Eutelia
prosegue e con il lavoro svolto da
tanti lavoratori nel rapporto con
alcuni deputati e senatori sul territorio, ha portato ad una ulteriore salvaguardia nella legge di stabilità. (…) Questo passo in avanti
che dà una risposta positiva ad
una parte delle lavoratrici e dei
lavoratori di Agile ex Eutelia, non
ci fa comunque dimenticare che ci
sono altri che ancora non hanno
una soluzione. Nei prossimi giorni
proveremo ancora a coinvolgere
il Ministero dello Sviluppo Economico per convocare una riunione nella quale affrontare i problemi di quei lavoratori che non potranno andare in pensione e che
ancora non hanno trovato un’occupazione. Come sempre abbiamo
fatto finora non staremo ad aspettare, porteremo proposte e iniziative di soluzione, il Governo però
deve aprire subito il confronto, gli
ammortizzatori sociali non durano all’infinito e i lavoratori non
possono permettersi di aspettare.”
Ricordiamo gli altri tre punti dei
tavoli aperti al Mise per la vertenza
Agile:
1. Mise-Infratel per il reimpiego
di personale Agile su tematiche
Banda Larga e Agenda Digitale
(oggi Crescita Digitale).
mento sulle ore lavorate, difatti
nessuno è rientrato a tempo pieno,
in parte si lavora in parte si copre
con la cassa integrazione.
L’auspicio è che l’orario aumenti ancora visti i volumi che
permettono la presenza di centinaia di contratti interinali ed anche
che vengano coinvolti tutti i lavoratori Innovis ancora in cassa che
hanno manifestato interesse nel
percorso lavorativo, anche se appartengono al gruppo che l’azienda non vuole far rientrare, perché
ritenuto da parte aziendale “non
ideoneo”.
E in questa situazione critica, il
fronte sindacale pare essere nuovamente spaccato, da una parte, la
Fiom, che ritiene doveroso mantenere i diritti acquisiti in 30 anni di
lavoro, dall’altra Fim e Uilm che
caldeggiano i passaggi in Comdata
con condizioni peggiorative. Comunque i lavoratori sempre attenti
e presenti a ogni opportunità di
confronto hanno dato il mandato
alle Rsu Fiom di attivare tutte le
iniziative necessarie riguardanti la
vertenza Innovis, come si fa in
democrazia. Fim e Uilm ci hanno
accusato di “imporre le nostre
idee”, ma chi impone non usa le
assemblee, ma gli accordi separati
e non validati dai lavoratori.
A sostegno della legittimità del
discutere in assemblea tutti i passaggi della vertenza, un gruppo di
lavoratrici e lavoratori hanno scritto
una lettera aperta alle Rsu Fim e
Uilm dove fra le altre cose si legge:
“vi state dimenticando che il ruolo
che avete è quello di ascoltarci,
discutere con noi e portare avanti
le nostre richieste. Prima di fare
accordi con l’azienda dovete passare da noi lavoratori. Vi ricordiamo che l’unica imposizione che
abbiamo ricevuto è stato quel famoso accordo separato sulla cassa integrazione che avete firmato
(senza aver ricevuto il mandato)
nel 2011, vostra imposizione che
“doveva risolvere i problemi di
Innovis”. Problemi non risolti, anzi.
Ha creato sofferenza, discriminazione, ingiustizia da cui molti sono
dovuti scappare.
2. Mise-Min. Giustizia per il
reimpiego nella riconversione di
imprese sottratte alla mafia.
3. Mise-Enea per il reimpiego in
ambiti quali l’efficienza energetica
o il recupero energetico.
Perché non dimentichiamo che
prima di tutto le lavoratrici e i
lavoratori Agile han sempre chiesto di poter tornare a lavorare.
Cadigia Perini
a cura di cp
8
anno XXIX n° 2
AL CENA DI IVREA
VICENDA QUARTO
La Giornata della Memoria
Qualche riflessione e una
domanda al nostro inviato
Il racconto di una studentessa
Il 27 gennaio, all’I.I.S. Giovanni Cena di Ivrea é stata dedicata l’intera mattinata al Giorno
della Memoria.
Dopo la proiezione del video
Auschwitz, affiancati dai professori di religione Monti e
Colangelo, noi ragazzi siamo stati intrattenuti con canzoni e brani
legati al tema della Shoah. Tra gli
altri
vorrei
ricordare
“Auschwitz” di Guccini, conosciuta come la canzone del bambino nel vento che con poche e
semplici parole é riuscita a susci-
dalle professoresse Garavani
e Ciociola.
Guido Foa ha raccontato
che suo padre, Massimo Foa,
nato a Cuorgnè, quando vennero catturati i suoi genitori era
stato salvato, sotto le lenzuola e
della biancheria sporca, da
Clotilde Roda Boggio, una persona oggi onorata nella collina
dei Giusti a Gerusalemme. Questa con semplicità affermò: “I
giusti sono coloro che restano
normali quando la maggioranza
degli altri non lo sono più. I veri
tare in noi grandi emozioni.
Ai canti sono state accompagnate letture tratte dalle esperienze vissute da alcuni studenti
che l’anno scorso hanno partecipato al viaggio di Istruzione a
Brno, Cracovia, Auschwitz e
Vienna.
Dopo una breve pausa, il signor Guido Foa ha raccontato la
storia di sua nonna Elena leggendo e traendo riflessioni dal testo
della toccante lettera scritta da
lei, miracolosamente sopravvissuta alla Shoah, fissando sulla
carta l’orrore sperimentato nei
campi di concentramento.
Queste parole sono giunte ai
cuori di tutti noi ragazzi e hanno
fatto scaturire un gran senso di
pietà verso persone innocenti, la
cui vita é stata stroncata brutalmente.
Se ci chiedessimo quale sia il
motivo che abbia spinto degli
uomini a tale odio non troveremmo una risposta. Chi sono le
vittime e i carnefici? Queste sono
state le riflessioni condivise negli
interventi dei presenti, guidati
eroi sono infatti quelli che compiono azioni abituali in folli periodi”.
Guido Foa ci ha ricordato che
il Giorno della Memoria serve
per non dimenticare tutte le persone che si opposero al progetto
di sterminio, proteggendo i perseguitati a rischio della propria
vita; bisogna custodire questi ri-
Rubrica a cura di Reginaldo
Palermo, dell'Associazione
"GESSETTI COLORATI"
CORSO SULLE TECNICHE
ARTISTICHE
Il corso “Creare nuovi percorsi
creativi in classe, attraverso la
padronanza delle tecniche artistiche” proposto dall’associazione
nello scorso autunno aveva riscosso un eccezionale interesse tanto da rendere necessarie due “repliche”.
Adesso ne viene proposta una
terza, in quanto numerosi insegnanti che si erano iscritti a suo
tempo non erano stati accettati
per indisponibilità di posti.
Il prossimo 25 febbraio prende-
rà così avvio la nuova edizione,
curata come le due precedenti,
dalla giovane artista Emanuela
Giulietti.
L’obiettivo è quello di invogliare
i docenti a sperimentare tecniche
artistiche classiche e innovative
competenze di tipo teorico e manuale.
“Per esempio – spiega l’artista
Emanuela Giuglietti - la tecnica
dell’acquerello può essere fonte
di una approfondita analisi e
sperimentazione per poter creare
in classe un percorso teoricopratico legato all’artigianalità del
produrre una pastiglia di acquerello naturale insieme ai bambini
e utilizzarlo per un lavoro articolato nel corso dell’anno”.
Nei 4 incontri in programma
verranno affrontate diverse tematiche:
Il colore naturale: i pigmenti, le
tinte, i coloranti e le lacche
Il colore fatto in casa: l’acquerello, la tempera e il colore ad olio
La manipolazione creativa: l’uso
della carta, la plastilina, il legno
cordi affinché le generazioni future si impegnino ad evitare altre
simili tragedie.
Al termine della mattinata un
ex-allievo dell’Istituto G.Cena,
Riccardo Bonsanto, insieme al
fisarmonicista Luigi hanno eseguito con i loro strumenti diversi
brani sulla Shoah e sul tema della
guerra. La straordinaria capacità
di coinvolgimento e il gran talento
dei musicisti ci hanno emozionati
tutti.
Se i miei coetanei dicono di
essere stanchi di sentir parlare del
Giorno della Memoria, di vedere
ogni anno gli stessi film, di ascoltare i soliti discorsi, forse perché
spesso si cade nella retorica, per
me e per molti di noi non è stato
così.
Per concludere vorrei citare lo
scrittore Primo Levi, il quale affermò che tutto ciò é accaduto
non per il progetto di alcuni, ma
per l’indifferenza di molti; e dunque, se tutto ciò è potuto succedere come possiamo essere certi
che non si ripeterà? Ecco, questo
é il vero messaggio del Giorno
della Memoria, ricordare e riflettere sulla storia del passato.
Elena Gerotto
(della IV A S.I.A.)
Il contributo dell’arte nella didattica: nuove forme e nuovi linguaggi per tutti i bambini
Il corso si svolgerà presso il
Museo Tecnologic@mente di
Ivrea e sarà articolato in 4 incontri,
secondo il seguente calendario
25 febbraio
3 marzo
17 marzo
7 aprile
Orario dalle 17 alle 19,15.
PROGETTO VERDE DIDATTICO
A partire da quest’anno “Verde
didattico” diventa a tutti gli effetti
uno dei progetti promossi e sostenuti dalla Associazione.
Da alcuni anni il progetto coinvolge insegnanti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie,
professionisti del verde e Amministrazioni comunali del territorio
con lo scopo di fornire agli insegnanti informazioni e strategie
didattiche. Il tutto si realizza attraverso la proposta di corsi formativi specifici, che permettono
Caro Andrea, il tuo articolo sullo scorso numero di varieventuali
parte dalla tua esperienza puntando il dito contro i manichei
“grillini” (ma perché è così difficile
dire, che so, militanti del M5S, al
limite pentastellati… Ma che riflesso condizionato è questo sempre alla ricerca di un leader anche
quando il presunto leader si è
fatto da parte??), che brandiscono spade di legalità senza alcun
intervento concreto “di coesione,
contrasto alla povertà, politiche
del lavoro mirate al recupero di
una relazione positiva e partecipata tra privato e pubblico”. Ti
confesso che da qualche tempo
fatico a seguire un certo linguaggio sui “massimi sistemi” che rischia spesso di non considerare
la realtà dei fatti e delle scelte
personali che concretamente
modificano anche la realtà circostante. Come ad esempio quella
di tagliare stipendi e rimborsi agli
amministratori locali e ai parlamentari per costruire strade di
collegamento tra Palermo e Catania; di produrre centinaia di azioni
di microcredito in Italia per nuovi
lavori, addirittura con accordi di
garanzia con Intesa San Paolo;
oppure delle campagne per il reddito di cittadinanza, senza
fraintendimenti e confusioni di altre proposte, come il reddito minino o altre stupidaggini utili solo a
creare confusione.
Non so se rispetto a quanto
sostenevi nel tuo articolo, ossia
che in fondo chiedere le dimissioni della Capuozzo è stato un gesto eccessivo, tu abbia, a distanza di 15
giorni, cambiato parere. Se così fosse potrei chiudere qui. Ma
mi permetto comunque di provare a dire
quali siano le ragioni di
tanto “manicheismo”.
1) Capuozzo, ha ricevuto ricatti da un suo
consigliere eletto molto probabilmente con
voti camorristici;
2) La sindaca non
ha denunciato alla magistratura i ricatti ricevuti;
3) Il M5S ha espulso prima il
consigliere Giovanni De Robbio
per evidenti ragioni (evidenti
perlomeno a me, visto che le altre
formazioni politiche non hanno
questa pratica al loro interno), poi
la sindaca che, nonostante non
avesse denunciato il ricatto, non
aveva intenzione di dimettersi. Alla
fine, non avendo più la maggioranza in consiglio, se ne è dovuta
andare. E tutto questo, se prendiamo per buone le sue dichiarazioni in Commissione parlamentare antimafia, non avendo mai
comunicato a nessuno del M5S il
ricatto che stava subendo.
Io capisco che, in Italia, non
siamo più (mai?) stati abituati a
seguire le regole, soprattutto quando si trattava di seguirle avendo
un incarico pubblico. La cosa paradossale è che invece di riconoscere la limpidezza di un certo
atteggiamento, se ne condanna
la supposta “esagerazione”.
Non sapevo della tua attività di
pubblico amministratore e mi ha
colpito vedere quanto fosse simile la vicenda che ha colpito la
sindaco Capuozzo di Quarto alla
tua attività amministrativa di
Giugliano, segno probabilmente
che la camorra usa metodi simili
in luoghi diversi.
Dal tuo racconto, però, non ho
trovato risposta ad una domanda
che mi è sorta: ma tu, dopo quell’assemblea a tuo dire palesemente controllata dalla camorra,
che hai fatto?
agli insegnanti di diventare a loro
volta promotori ed esecutori diretti del “verde didattico”.
L’idea è quella di avvicinare gli
alunni alla terra, sorgente di vita e
alle proprie radici in modo naturale e spontaneo.
Verde didattico è uno strumento di formazione innovativo, che
permette di insegnare le classiche materie scolastiche quali storia, matematica, musica, geografia, arte, attraverso uno spazio
verde, ludico, sociale e di apprendimento.
Curato in particolare da Anne
Harder il progetto sta coinvolgendo in tutto il Canavese decine di
classi.
Adesso è anche possibile sostenerlo aderendo alla campagna
di crowdfounfing alla quale si può
accedere mediante il sito
www.buonacausa.org
pedagogista e scrittore, morto il 2
marzo di due anni fa a Drizzona in
provincia di Cremona.
Le classi che vorranno aderire
al ricordo corale del grande maestro potranno leggere brani dei
suoi racconti, molti dei quali vennero ideati e scritti da Mario Lodi
con la collaborazione dei suoi
alunni.
Quest’anno l’associazione metterà a disposizione delle classi
insegnanti, ex insegnanti, scrittori ed esperti che proporranno agli
alunni letture e attività per ricordare il maestro.
Due presenze, fra le altre, arricchiranno il programma: Anna
Sarfatti, autrice di libri per ambini,
e Aldo Pallotti che con Mario Lodi
aveva collaborato per molte delle
attività realizzate presso la Casa
delle Arti e del Gioco che il maestro istituì nel 1989 impiegando i
soldi del premio Lego vinto nel
1989.
I laboratori di lettura nelle classi
prenderanno avvio il 2 marzo e
continueranno per due settimane.
RICORDIAMO MARIO LODI
Anche quest’anno l’associazione ricorderà l’anniversario della
morte di Mario Lodi, maestro,
Enrico Bandiera
TEATRO
Jack London rivive sulla scena con Paolini
Ballata di uomini e cani all'Officina H per la stagione del Giacosa
Il Klondike, l’epopea di uomini
e cani che sfidano le lande innevate
e il gelo che non perdona, il miraggio delle pepite nella corsa
all’oro, il cielo come una lastra
levigata di fumo grigio, le acque
scure dello Yukon, il vagabondo
delle stelle e dell’avventura con il
nome scritto nell’immortalità. Il
richiamo dello scrittore americano Jack London, reinventato da
Paolini, spinge, domenica sera
alle 21, un fiume di eporediesi
all’interno dell’Officina H, davanti al palco scenograficamente
allestito con rudimentali bidoni di
lamiera, che simulano ora canoe
sul fiume ora barili, come appoggi precari, sotto i piedi di un
uomo con il cappio al collo.
“Io non sono io” esordisce l’attore, avvertendo il pubblico. Io
non sono che un corpo prestato
a Jack London, io sono il suo
personaggio. E la voce di Paolini,
modulando toni e registri, spezzando il ritmo o dilatandolo a
piacere, scandisce la drammaturgia dello spettacolo. Tre sono
i racconti che entrano in scena.
L’intreccio tra uomini e cani passa dai toni leggeri e sfumati di
“Macchia”, storia di un cane in-
gombrante che trova sempre la via
di casa a quelli altamente drammatici di “Bastardo” e “Preparare un
fuoco”, uno dei più belli di London,
lasciato, non a caso, a chiudere il
trittico.
In ogni racconto, uomo e cane
sono protagonisti, ora solidali, ora
antagonisti in quello scenario comune vestito di gelo che è il grande
Nord, dove il diritto di sopravvivere
non fa sconti a nessuno e ogni più
piccolo errore può essere fatale.
Sul palco, insieme a Paolini, ci
sono valenti musicisti che bene evocano, negli abiti e nelle ballate, le
amate atmosfere di quelle terre lontane graffiate dal gelo. Una chitarra
e una piccola armonica, un banjo e
un clarinetto, il rumore del fuoco
attraverso uno scopino di saggina
maltrattato ad arte. Le parole di
Paolini, il suo testo, si mescolano
a quelle del grande Jack, raccontano la lotta e la vitalità di esseri
lontani dalle nostre abitudini, ormai fiaccate dalle troppe comodità. Il Klondike non è luogo per
uomini che si alzano dal letto e
trovano le pantofole pronte ad accoglierli. Il Klondike è ringhio di
cani e di uomini, prove di lotta e di
forza, determinazione a resistere,
sfida alle intemperie, crudeltà selvaggia, slitte che solcano la neve,
bufere di vento, coltelli e pellicce.
Qui l’avventura non è a buon mercato, qui occorre lo spessore del
carattere, la conoscenza di una
natura indomita e del paesaggio,
qui c’è la passione di London e
tutto il suo amore gagliardo per la
vita, una vita da consumare come
l’alcol torcibudella che lo scrittore
beveva fin da bambino.
Paolini intercala il suo racconto
dialogando con il pubblico, lo interroga e coinvolge, alleggerisce la
tensione con le battute. E il pubblico ride (forse un po’ troppo) e si
diverte per poi trattenere il fiato
quando le parole ritrovano la via
MOSTRE E INIZIATIVE 2016
Carnevale in mostra
dal 24 gennaio al 4 febbraio
in Sala Santa Marta e
dal 5 al 19 febbraio
in Confindustria Canavese
TERRAEGENTIDICARNEVALE
SERATA DIGALA,GRAN BALLO
in onore della Vezzosa Mugnaia.
Lunedì 8 febbraio, ore 21 Piazza di Città
L’iniziativa del gruppo degli Alfieri –
che ha tutta l’aria di essere divertente – prevede di formare una coloratissima e spontanea “banda musicale”, che sfili per le vie della città
suonando con strumenti veri e propri ma anche di fortuna: una banda
improvvisata e davvero popolare.
«Non servono abilità o competenze
musicali – spiega Daniela Pagliero,
presidente degli Alfieri – ma la voglia
di stare insieme e fare festa».
Il punto d’incontro è alle 21 in piazza
di Città, da dove il corteo spontaneo
muoverà verso le vie del centro storico. E’ ammesso qualsiasi strumento musicale da banda: trombe,
trombette, tamburelli, maracas, piatti... Domenica gli Alfieri hanno organizzato la vendita itinerante dei kazoo
(piccoli strumenti musicali a fiato
molto utilizzati dai cantanti di blues).
domenica 7 febbraio
sul Lungo Dora
ritorio naturale: aria, acqua, bosco, mobilità a due ruote;
A cura della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea e dell’Associazione J’Amis ad Piassa d’la
Granaja l’esposizione degli elaborati della settima edizione del Concorso per la realizzazione dell’immagine per il Manifesto della Festa
dei bambini del Giovedì Grasso
(scuole dell’Infanzia e Primarie
dell’Istituto Comprensivo Statale
Ivrea I e Ivrea II e scuole private
paritarie della Città).
dal 7 al 9 febbraio
CARNEVALE TRA SEGNI E
sabato 6 febbraio
Teatro Giacosa
Tutti in città a suonare
IN SALA SANTA MARTA
COLORI
La famosa terra rossa di
Castellamonte dà nuovamente
corpo alla tradizione del Carnevale. I personaggi, gli oggetti simbolici, i colori e gli animali che
animano il corteo storico sono i
soggetti delle opere che un gruppo selezionato di artisti ha creato
con un mix di stili e tecniche
diverse e che sono al centro della
mostra organizzata per la seconda volta dall’Associazione Artisti
della Ceramica in Castellamonte.
Sala Santa Marta: dal 1 al 3 febbraio ore 10-18; 4 febbraio ore
13-18
Confindustria Canavese: dal 5 al
19 febbraio, dal lunedì al venerdì,
ore 8.30-12.30 e 14-18
(www.confindustriacanavese.it)
Ingresso libero.
Pierangelo Scala
Alle ore 21.30 entusiasmante spettacolo di fuochi artificiali accompagnati della musica.
dal 6 al 14 febbraio
al Museo Civico Garda
Tra questi, l’apporto delle Libreria Antiquaria di Ivrea ha permesso di acquisire altri importanti
documenti e immagini che sono
entrati a far parte dell’esposizione,
insieme alle due tavole originali di
Eugenio Pacchioli utilizzate per
realizzare le copertine dei numeri
de Il Piffero, la tradizionale rivista
dedicata al Carnevale che per l’occasione sarà disponibile in visione
presso il Museo.
Il risultato è tutto da scoprire
nelle opere che compongono la
mostra, offrendo momenti salienti
dello Storico Carnevale di Ivrea
con una dirompente esplosione di
segni e colori che ha dato il titolo
alla mostra.
Inaugurazione sabato 6 febbraio
alle ore 15, resterà poi aperta fino
alle 19. A seguire apertura: domenica 7 febbraio ore 9-12; mercoledì 10 ore 9-13, giovedì 11 ore 9-13
e 14,30-18,30; venerdì 12 ore 913; sabato 13 e domenica 14 ore
15-19.
collocazione fuori dall’etichetta
che, sugli scaffali, lo relega a scrittore per ragazzi. E questo è un
contributo in più di Paolini per
ricordare London, lo scrittore che,
in barba ai convincimenti darwiniani, conosceva la psicologia
dei cani facendoli vivere come
uomini. L’arte evocativa di Paolini
si congeda tra gli applausi. Un’uscita senza ripetizioni per successive
razioni di battimani. In cambio la
chiosa di una canzone in dialetto
brianzolo di Lorenzo Monguzzi,
voce e chitarra sul palco e
coautore, con Angelo Baselli e
Gianluca Casadei, delle musiche
dello spettacolo. La canzone è un
extra fuori programma perché, si
sa, la pubblicità di un cd in vendita
non è mai abbastanza.
CARNEVALE
SPETTACOLO PIROTECNICO
Prevendita da lunedì 25 gennaio in
Ivrea presso la Galleria del Libro
(via Palestro) e il Contato del
Canavese (piazza F. Nazionale 12).
Di rigore il Berretto Frigio e l’abito
scuro.
Al Museo Civico Pier Alessandro Garda, venti interpretazioni di
artisti, dagli anni ’50 ai giorni
nostri, ripercorrono i momenti salienti dello Storico Carnevale di
Ivrea con una esplosione di segni
e colori.
La mappatura del patrimonio artistico comunale dislocato in sedi
diverse dal museo, ha evidenziato
un nucleo di opere di pregio dedicate al Carnevale oltre a quelle già
detenute nel museo stesso..La ricerca si è quindi orientata verso la
figura di Giuseppe Maria Musso,
artista, poeta e operatore culturale
che, tra le innumerevoli iniziative di
cui fu artefice, realizzò negli anni
’70 una serie di eventi e mostre
dedicate proprio al Carnevale. Anche a quelle pregevoli iniziative si
devono contributi e pezzi unici esposti nella mostra allestita oggi al museo Garda.
Vanno ricordati infine tra gli
ispiratori di questo lavoro altri appassionati e studiosi eporediesi che
attraverso le notizie a loro disposizione, i documenti e le conoscenze
pregresse, hanno arricchito e completato il quadro storico di riferimento.
dell’emozione drammatica.
Dopo due ore di parole e canzoni, lo spettacolo termina non senza
che Paolini affronti la realtà di
oggi, quella che lo lega al suo
impegno civile e politico e che già
è emersa nei suoi precedenti lavori. Oggi i nuovi vagabondi, i coraggiosi alla Jack London, affrontano
i grandi viaggi della speranza e
muoiono, come cani, cadendo da
un camion in corsa o dal barcone
che affonda. Lo spirito che li anima è più forte di quello degli avventurosi cercatori d’oro di un
tempo perché è sorretto dall’immaginazione, risorsa esemplare e
monito per tutti noi.
Sulla scia bianca di neve del
Klondike, il grande autore americano ritrova anche la sua corretta
Serra Morena, la Pro Loco di Ivrea
con sede al Parco della Polveriera,
espone diverse iniziative di promozione territoriale:
– Mostra fotografica d’autore sul
paesaggio e sulle attrazioni storico
culturali dell’AMI, l’allestimento
di un tavolo informativo sulle attrazioni turistiche del territorio, una
videoproiezione su maxi schermo
di filmati sul territorio, la cultura e
lo sport (a cura di Serra Morena);
– Punto informativo sui mondiali
del canoa 2016:1^ prova Coppa
del Mondo di canoa slalom, 3-5
giugno, a cura di Ivrea Canoa
Club e Proteina;
– Informazioni sulla candidatura
di “Ivrea, Città Industriale del XX
secolo” a Patrimonio Mondiale
Unesco;
– AMI e la Geologia: il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino presenta la
proposta di Geoparco e di ostello
per studenti e ricercatori sulle sponde del lago San Michele e l’offerta
didattica 2016 del Geodidalab;
– Sport outdoor, gare e passeggiate tutto l’anno per conoscere la
rete dei sentieri, a cura di “AMI I
5 Laghi”, tavolo di recente costituzione che raggruppa tutte le associazioni podistiche locali e le amministrazioni;
– Il Circolo Legambiente Dora
Baltea presenta le iniziative di salvaguardia del paesaggio e del ter-
da giovedì 4 a martedì 9
febbraio
“CARNEVALE... IN FUGA”
Mostra a cura di ArteinFuga con
orario 14.00-18.00
Aria di Carnevale, voglia di pittura.
A Spazio Pitetti gli artisti si ritrovano insieme con colori e pennelli
per esprimere l’emozione e le impressioni del loro Carnevale. Si
usano i cartoni che diventano
splendide tele pittoriche, si utilizzano materiali riciclati per creare
insolite installazioni. Gli artisti offrono così la loro interpretazione
di questa festa alla Città di Ivrea.
Maggiori informazioni sul sito
www.arteinfuga.it o sul blog
arteinfuga.blogspot.it.
Spazio Pitetti - ArteinFuga via
Guarnotta 20, Ivrea
10
anno XXIX n° 2
AL CINECLUB MARTEDÌ 2 E MERCOLEDÌ 3 FEBBRAIO
Mustang
Regia: Deniz Gamze Ergüven.
Interpreti: Günes Sensoy, Doga
Zeynep Doguslu Durata: 94
min.Origine: Francia, Turchia,
Germania, Qatar 2015.
In un villaggio costiero turco la
giovane Lale e le sue sorelle
maggiori Nur, Ece, Selma e
Sonay festeggiano la fine dell’anno scolastico anche se la
ragazza è dispiaciuta perché
l’insegnante che lei maggiormente apprezza l’anno successivo eserciterà la sua professione ad Istanbul. Le sorelle
si recano in spiaggia con un
gruppo di studenti maschi e lì
giocano, completamente vestite, a combattere in acqua a
cavalcioni sulle spalle dei maschi. La notizia dello ‘scandalo’ viene
immediatamente comunicata alla loro
nonna che le punisce ma la punizione
più dura arriverà dallo zio (i genitori
sono morti) il quale decide di recluderle
in casa affinché non diano più scandalo. Per sistemare ancor meglio le
cose si dà il via alla ricerca di possibili
pretendenti per matrimoni combinati
che restituiscano alla famiglia
l’onorabilità.
...Mustang appartiene alla categoria delle opere prime che lasciano ben
sperare per il futuro di chi le ha
realizzate e quindi del cinema. ...L’originalità di scrittura e di tecnica di
ripresa la rende però indenne da qualsiasi dubbio di vicinanza a quel soggetto. Perché qui il punto di vista che
viene assunto sin dalla prima inquadratura è quello di Lale, la più piccola,
la quale vede nelle sorelle e in ciò che
debbono subire il suo futuro in anticipo e decide di non volervi sottostare. In questo nucleo familiare
decentrato (Istanbul resta la meta
lontana che si vorrebbe raggiungere)
si trova rappresentata la società turca
più arretrata che trova nella nonna e
nello zio i suoi più
emblematici esponenti. Se lo zio-padrone è dispotico
ed arrogante, degno
prodotto di una cultura maschilista che
affonda le proprie
radici in un passato
ancestrale, la nonna ne subisce le
reprimende e si trova ad agire su entrambi i fronti: quello della repressione così come quello
del sostegno più o meno indiretto.
Tratto da mymovies
AL CINECLUB IVREA
MARTEDÌ 16 E MERCOLEDÌ 17 FEBBRAIO
Blackhat
Lo sguardo implacabile di Michael Mann torna nel suo ultimo, incompreso capolavoro
É una coerenza che non conosce
compromessi quella di Michael Mann,
nemmeno quando affronta l’invisibile, neppure quando si confronta con
una storia solo all’apparenza tanto
distante dal proprio sentire, dalla viscerale umanità di un cinema che
solo ingenuamente si può ricondurre
a una qualche logica di genere.
Perché Blackhat – ultima fatica del
regista statunitense a sei anni da Nemico Pubblico – è, né più né meno,
la vetta espressiva di un percorso
autoriale unico, capace di farsi parabola umana su libertà, realtà e perdita
nell’era dello sguardo e della sua
negazione. Ecco allora che la figura di
Nick Hataway (Chris Emsworth),
hacker geniale fatto uscire di prigione
per aiutare le autorità (quelle statunitensi e quelle cinesi, unitesi in un’inedita task force) contro la minaccia di
un altro micidiale cyber-criminale (un
Le figure del Piacere
di
blackhat, appunto) che sta gettando
il mondo nel caos, si va a sovrapporre
perfettamente con quella del tipico
eroe manniano alla disperata ricerca
di una libertà, di un’altra vita che
niente ha a che vedere con l’ordine
costituito, nulla ha da spartire con un
mondo virtuale che regola, asservendolo, il destino della società,
ma che è, invece, sempre e solo una
ricerca di autenticità ispirata dal cuore, da un sentire che è, prima di tutto,
un vedere oltre.
É il valore dello sguardo l’essenza stessa del cinema di Mann, il
perno su cui far ruotare il suo intero
universo di senso, al di là di una
storia chiara e incisiva, persino oltre la
costruzione di un’azione come sempre
magistrale.
Portando avanti un discorso
SEGUE IN ULTIMA
P. Domene
L’Arte come funzione del Capitale: in occasione delle mostre di Anselm Kiefer “I Sette
Palazzi Celesti”, di Philippe Parreno “Hypothesis”, e di Petrit Halilaj “Space Shuttle in the
Garden” all’Hangar Bicocca; Hangar Bicocca, Milano, 16.1.16
Migrazioni, culture e verdure: La “Brassica rapa sylvestris”: cime
di rapa, cimette, friarielli, rapini, raponi, broccoletti; Mercati di Santa
Rita a Torino e Benedetto Marcello a Milano, gennaio 2016.
L’Arte è sempre stata una funzione del Potere e, in concreto, del potere economico. Uno strumento
dei Poteri Forti. In particolare l’Arte Contemporanea è interamente funzionale al Capitale: essa
costituisce uno degli strumenti basilari per veicolare e preservare il capitale accumulato e diminuire
l’eccesso di liquidità che l’economia liberale genera mediante l’eccedenza di valore aggiunto non
redistribuito; questo valore non è solo frutto della produzione generale ma anche della speculazione
finanziaria, dell’evasione fiscale, della produzione di armamenti o del mercato delle droghe. Il “sistema
dell’arte contemporanea”, la struttura che gestisce e ideologizza questo processo (curatori, mercanti,
critici, “artisti”, autorità culturali), crea inoltre “oggetti artistici”, oggetti senza valore d’uso, puri
concetti autoreferenziali, facilmente soggetti ad una speculazione economica al margine della tradizione
artistica, economica e culturale e della maggiore o minore comprensione stessa del pubblico. La teoria
critica dell’Arte (dell’Arte Contemporanea) non può quindi trascurare la dimensione fortemente politica
e morale di questo processo e la legittimità artistica dell’opera d’arte contemporanea in se stessa. Cos’è
un’opera d’arte contemporanea al margine del fatto che essa sia soggetta al sistema di sfruttamento
capitalistico? Poiché l’Arte Contemporanea comunque esiste, come distinguere le opere d’arte dai
“concetti” oggettualizzati e soggetti alla speculazione economica creati ad hoc dal “sistema dell’arte”?
L’Hangar Bicocca è quel che resta dell’area industriale milanese che dalla fine del sec. XIX ha prodotto
macchine a vapore, locomotive, veicoli agricoli e industriali, aerei e armamento. Essa è stata in mano
agli industriali Breda, Pirelli, Falk e Marelli e l’Ansaldo. Oggi è una fondazione del gruppo Pirelli dedicata
all’arte contemporanea. Un’area restaurata e
ad ingresso libero divisa in tre magnifici spazi:
in uno è esposto permanentemente il lavoro
dell’artista tedesco Anselm Kiefer (1945) “I
Sette Palazzi Celesti”, gli altri offrono mostre
temporanee. Attualmente uno ospita
“Hypothesis”, il lavoro del polifacetico artista
francese Philippe Parreno (1964), l’altro “Space
Shuttle in the Garden” una selezione di opere
del kosovaro Petrit Halilaj (1986).
L’impressionante opera di Kiefer “I Sette
Palazzi Celesti” ben potrebbe considerarsi arte
contemporanea per il suo inserimento nelle
prassi tecniche e nel linguaggio dell’arte. Nonostante il suo monumentalismo e una certa spettacolarizzazione è e rimane un bellissimo oggetto
artistico.
“Hypothesis”, l’opera di Parreno, appartiene più al mondo dello spettacolo. Proprio nelle tecniche
dello spettacolo e nei suoi linguaggi risiede la sua capacità, alta, di generare emozioni. Tuttavia queste
tecniche usano elementi propri del mondo dell’arte: nuovi materiali (suono e luce) e linguaggio formale
specificamente artistico. Pur rimanendo spettacolo essa, grazie alla sua bellezza formale, ha una forte
dimensione artistica.
“Space Shuttle in the Garden”, la delicata e malinconica opera di Halilaj, appartiene invece a quella
terra di nessuno facilmente strumentalizzabile dal “sistema dell’arte”. E’ un’opera molto concettuale
ma non è spudoratamente cinica e senza senso come spessissimo è l’arte concettuale. Il suo sottile
respiro poetico la salva. Oggetti della sua infanzia vengono ricostruiti in grande formato; qualche gallina
becca tra i resti dei ricordi: paglia, legname, terra, calcinacci. Non sappiamo se ciò sia arte ma almeno
è qualcosa. Va bene così.
Visitare L’Hangar Bicocca in questo momento è un atto gratificante e un buono stimolo alla riflessione.
Lo spettatore sente che la sua intelligenza non è stata aggredita come spesso succede in luoghi simili.
Anche i promotori sembrano essersi presi sul serio. Qui, in questo momento, l’Arte Contemporanea
esiste. Certo anche l’Hangar Bicocca rimane uno dei tanti templi dove i sacerdoti della antica ma
redditizia religione dell’Arte consacrano i nuovi totem e stabiliscono i tabù che la tribù non deve
infrangere. Nel suo Sancta Sanctorum si conservano inviolabili, acquisiti anche mediante guerre e razzie
come nei tempi più barbari, i tesori del Capitale.
Granada sta a La Coruña come Taranto ad Aosta, il mondo solare
mediterraneo di fronte al mondo sotterraneo, umido e celtico. Logico dunque
che io, da mediterraneo, abbia ignorato fino a poco tempo fa, i grelos, quella
buona verdura così importante per i galleghi. E cosa sono i grelos? I grelos
sono le cime di rapa, la verdura che identifica più che nessun’altra, seppure
non sia la più nota e consumata, l’intera cultura mediterranea italiana. Ma le
cime di rapa non si consumano solamente nell’area
mediterranea bensì in ogni
luogo dove la cultura mediterranea si sia insediata
per effetto dell’immigrazione o per qualsiasi altro
motivo. Io ho scoperto le
cime di rapa in Piemonte,
dove non mancano in nessun mercato, anzi, in stagione, ne costituiscono il
centro, evidenziato, gridato, di ogni banco di verdure. Ma non mancano neanche in Lombardia o nel Veneto o nelle altre regioni. Sono uno dei simboli
dell’Italia mischiata, emigrante e immigrata, dell’Italia unita. “Compratele
donne, comprate, guardate come sono tenere, guardate che belle...”. Ed
eccole diventate protagoniste indiscusse della stagione con la loro vegetale
bellezza, con i loro variegati nomi: cime di rapa, cimette, friarielli, rapini,
raponi, broccoletti. Broccoletti... ma che c’entrano i broccoletti? All’inizio
non capivo e non è facile capire. Certo, broccoletti è il nome che i romani
danno alle cime di rapa e quindi tutto chiaro. Non vanno confusi con broccoli
piccoli. Non c’entrano. Ma gli altri? Gli altri si possono descrivere ma
qualcuno avrà da ridire. “Friarielli” sono le cime in napoletano ma non solo,
i friarielli sono più teneri, quasi senza gambo, foglia tenera e pulita, e con
poche infiorescenze. I raponi invece fanno paura, hanno un gambone molto
bianco all’interno, grosso e duro, le foglie più dure e il sapore più forte ma
i fiori sono uno spettacolo, le cimette hanno i fiori piccoli e le foglie tenere
e quasi senza gambo, i rapini sono come le cimette però, al contrario, più
infiorescenze che foglie. Che bello è andare sul presto per mercati e godersi
lo spettacolo delle cime di rapa, il loro pubblico i loro venditori. Pura
antropologia. Io me lo sono goduto di recente a Santa Rita, a Torino, e in
Piazza Benedetto Marcello, a Milano. Che bello!
Mi piacciono molto le cime di rapa. E’ un privilegio di noi mediterranei
avere una verdura simile e aver fatto di essa una cultura e una gastronomia.
In stagione le cime diventano per me protagoniste.
Il loro gusto appena lievemente amarognolo e sottilmente pungente e il loro
aroma floreale dell’area delle rose le rendono davvero uniche. Io le cucino
alla pugliese (cotte insieme alle orecchiette, condite con un sugo di olio di
oliva, salsiccia, aglio, peperoncino e pecorino), o alla campana/ligure/
toscana (salsiccia, cime, aglio, con/senza peperoncino), ma anche alla
valdostana (pancotto o zuppa con le cime al posto delle ajucche o della verza)
e anche alla lombardo/piemontese (risotto con salsiccia e cime di rapa, con
o senza vino rosso).
11
3 febbraio 2016
teatro
giovedì 4 febbraio ore 20,45
DEL SESSO DELLA DONNA
COME CAMPO DI BATTAGLIA
di Matéi Visniec, regia di Nicola
Bonazzi, con Micaela Casalboni e
Giulia Franzaresi, Teatro dell’Argine
Due donne, Kate e Dorra, si confrontano sul tragico destino di sopraffazione toccato a quest’ultima. Lo scenario è quello della guerra nella ex
Jugoslavia. Kate, una psicologa
americana chiamata a sostenere i
militari impegnati nella riapertura delle
fosse comuni, si occupa ora di Dorra,
una giovane donna che ha subito
violenza in un’azione di rappresaglia.
Matéi Visniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, rilegge la violenza
delle guerre balcaniche alla luce di
una sensibilità acuta e penetrante,
alternando riflessione e rappresentazione, e delineando due indimenticabili figure di donna alle prese con
un dramma irriducibile, in un teatro
della parola che riesce a dare evidenza fisica al dolore e allo strazio di ogni
guerra.
Organizzazz.ACTI Teatri Indipendenti, tel. 0115217099. San Pietro in
Vincoli Zona Teatro, via San Pietro
in Vincoli 28, Torino
4 – 5 – 6 - 7 febbraio ore 21
TRILOGIA DELLA
SPIRITUALITA
eventualmente finirà. Le risposte
sono quelle della religione, la nostra
tradizione biblica, in particolare i brani della Genesi che narrano la creazione; quelle della poesia e del teatro
con la visionarietà metafisica di Dante e la concretezza delle passioni
umane in Shakespeare; infine quelle
della scienza attraverso la figura di
Einstein che in sé compendia le ricerche della fisica sull’infinitamente
grande (relatività) e infinitamente
piccolo (meccanica quantistica).
venerdì 5 febbraio ore 21
APOCALISSE
Produzione TPE in collaborazione
con CTB Teatro Stabile di Brescia e
Teatri del Sacro
Apocalisse s’ispira all’ultimo libro
della Bibbia, all’idea di svelamento e
rivelamento che è il primo significato
del termine greco. “Guarda”, “racconta ciò che hai visto”, sono le
indicazioni più frequenti date a Giovanni, il testimone-narratore. Cecità
e Rivelazione fanno immediatamente pensare ad un personaggio
totemico nel teatro occidentale:
Edipo. Il testo sacro che per i cristiani sigilla la serie dei testi biblici e il
testo teatrale che dà inizio ad ogni
forma di indagine sull’uomo, vengono posti in parallelo a raccontare che
la fine dei tempi è in realtà un nuovo
inizio. È la storia dell’evoluzione della
coscienza: un bambino appena nato
vede il mondo come un fenomeno
incredibile in cui pian piano le cose
si riempiono di senso. Questa è
l’Apocalisse, una rinascita.
di e con Lucilla Giagnoni
Una maratona teatrale che ripercorre
gli ultimi tre lavori di Lucilla Giagnoni,
e che si conclude con un’intera giornata dedicata alla trilogia negli spazi
delle Lavanderia a Vapore di
Collegno.
giovedì 4 febbraio ore 21
BIG BANG
In questo primo capitolo, protagonista è l’eterna domanda dell’individuo di fronte all’infinità, al mistero
dell’universo, su su fino al momento
dell’inizio: perché nella scoperta di
come tutto potrebbe essere iniziato
si potrebbero trovare indizi su come
sabato 6 febbraio ore 21
ECCE HOMO
Ecco l’Uomo! È la frase che viene
attribuita a Pilato quando mostra alla
folla assatanata un Uomo (per alcuni
il Messia, per altri un impostore)
giovedì 4 febbraio
ULAN BATOR, noise, Blah Blah,
via Po 21,Torino
JACCO GARDNER, ottimo popfolk-psichedelico dall'Olanda, Spazio211, via Po 21, Torino
venerdì 5 febbraio
STATUTO,
mod-ska,
Hiroshima Mon Amour, via Bossoli 83, Torino
venerdì 12 febbraio
LAY LLAMAS, psichedelia, Blah
Blah, via Po 21, Torino
sabato 13 febbraio
DIAFRAMMA, gruppo culto del
rock italiano, Spazio 211, via Cigna
211, Torino
giovedì 17 febbraio
GREGOR KAY, jazz, via Monte
Stella 8, Ivrea
domenica 7 febbraio ore 15
BIG BANG, APOCALISSE,
ECCE HOMO
Informazioni e punto vendita: TEATRO ASTRA (Via Rosolino Pilo 6,
Torino) tel. 011 5634352
sabato 13 febbraio ore 21.30
PADRONI DELLE NOSTRE VITE
testo di Ture Magro, Emilia Mangano, con Ture Magro, attori virtuali
Cosimo Coltraro, Emanuele Puglia,
Fiorenzo Fiorito, Gabriele Arena,
Stefano Brivio, Rosario Minardi,
David Marchese, Alfio Zappalà, regia Ture Magro, SciaraProgetti
Miglior spettacolo al Festival
Inventaria 2013 Teatro Dell’Orologio Roma, Premio del pubblico al
Roma Fringe Festival 2013
tratto dalla storia di Pino e Marisa
Masciari
Pino Masciari, imprenditore tra i più
importanti del sud Italia, decide di
non cedere alle richieste estorsive di
‘ndranghetisti e politici e dopo anni
si minacce e soprusi denuncia i suoi
estorsori. Ha registrato e fotografato in maniera attenta le minacce ricevute non solo di mafiosi ma anche di
politici e fornendo prove incontestabili mette in luce un sistema di
corruzione diffusa che parte dal piccolo delinquente locale, per arrivare
ai livelli più alti della politica italiana.
Partendo dalla storia vera che accomuna gli imprenditori italiani che
decidono di denunciare,” Padroni
IVREA Movicentro,
via Dora Baltea 40/b
musica
mercoledì 3 febbraio
CCQP, jazz, Country Inn, via
Monte Stella 8, Ivrea
flagellato, torturato, ridotto al livello
più infimo: uno straccio di sangue e
carne con in testa una corona di
spine, mascherato per burla da Re
del Mondo. Da più di quindici anni
Lucilla Giagnoni è concentrata ad
interpretare i testi sacri in stretto
dialogo con la poesia e la scienza,
senza mai rinunciare alla specificità o
alla forza delle rappresentazioni che
ciascun linguaggio porta con sé,
godendo della grande sapienza dell’Umano. Alla fine di questo percorso però è rimasta una domanda: se
dicessimo oggi Ecco l’Uomo, che
cosa vedremmo? L’Homo oeconomicus? E poi tante altre: chi è
l’Homo sapiens? Che significa, veramente, Essere Uomini?
Programma
Mercoledì 3 Febbraio ore 19
ANCÒRA, IL NUOVO LIBRO
DI HAKAN GUNDAY
Dopo la sua prima volta in Italia
alla Grande Invasione 2015, torna a
Ivrea lo scrittore turco Hakan
Günday, insieme a lui racconteremo
la sua ultima opera.
Hakan Günday, nasce a Rodi nel
1976, ha sangue turco e sguardo
europeo. Figlio di diplomatici, cresce spostandosi da una città all’altra,
per poi approdare a Istanbul, dove
adesso vive.
A ventitré anni, invece di varcare
il portone dell’università, comincia a
trascorrere le giornate al caffè di
fronte e scrive il suo primo romanzo. Da allora ne ha scritti otto, diventando in Turchia l’autore che tutti gli
editori vorrebbero pubblicare, perché è un mito tra i giovani e campione d’incassi in libreria.
Racconta storie a tinte forti con
stile vivo e fulminante, con passione
cocente e sensibilità delicata. Tra
incroci inediti di Oriente e Occidente, Hakan Günday coglie la vita in
situazioni estreme, stagliandosi come
una voce nuova e forte dell’Europa
più giovane che cambia. Dopo A
con Zeta, celebrato come miglior
libro del 2011 in Turchia e tradotto
in diciannove lingue, Ancóra affronta il tema scottante dei migranti ed è
in corso di pubblicazione in tutto il
mondo. In Francia è stato il caso
letterario dell’autunno 2015 e ha
vinto il prestigioso Prix Médicis.
Per l’occasione, lo ZAC! propone
un aperitivo turco-siriano che prepareremo con l’aiuto della nostra
amica Nohad.
In collaborazione con la Galleria
del Libro di Ivrea
Venerdì 12 Febbraio ore 21.00
BALFOLK
Serata di danze popolari il secondo venerdì del mese
delle nostre vite” con un operazione
di puro teatro, ci mostra i meccanismi
perversi che la „ndrangheta utilizza
per imprigionare le sue vittime tracciando una fotografia chiara del fenomeno mafioso fino a pochi anni fa
quasi sconosciuto.
Teatro Civico Garybaldi, Via Partigiani 4, Settimo T.se, 011 8028501
lunedì 15 febbraio ore 20.45
LA VITA È UN VIAGGIO
di e con Beppe Severgnini, regia Francesco Brandi, con Marta Isabella Rizi
e la cantante musicista Elisabetta
Spada, musiche originali di Kiss &
Drive
Liberamente tratto dai libri “La vita è
un viaggio” e “Italiani di domani” di
Beppe Severgnini
Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti, come i chilogrammi consentiti per il bagaglio in
aereo (classe economica).
Due viaggiatori, un uomo maturo e
una giovane donna, si incontrano in
un non-luogo: un piccolo aeroporto,
dove restano bloccati la notte, in
seguito alla cancellazione di un volo.
Non si conoscono.
Parlano di atteggiamenti, comportamenti, insidie da evitare e consolazioni a portata di mano. Di ciò che ci
si porta dietro e di quello che si
potrebbe abbandonare. Di quello che
si abbandona e invece ci si dovrebbe
portare dietro. Il tempo scorre, la
notte passa. Finché arriva l’alba, l’aeroporto riapre. È il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, forse diversa da quella che aveva
immaginato. Una notte cambia molte
cose, a tutte le età. Teatro Giacosa,
Ivrea, tel 0125.641161
CINECLUB
IVREA
al cinema Boaro, Ivrea
(in presenza di posti disponibili
dopo l'ingresso dei tesserati, è
consentito l'ingresso con biglietto
a euro 5,00 o ridotto a 3,00 euro)
mercoledì 3 febbraio
MUSTANG
regia Denis Gamze Erguven
Il film sostituisce il previsto
Hungry Hearts ritirato da Rai Cinema dalla distribuzione
Orari spettacoli
mercoledì ore 15.30 - 18
martedì 16 e
mercoledì 17 febbraio
BLACKHAT
regia Michael Mann
attenzione agli orari: martedì ore
14,30-17 - 19,30 - 22
mercoledì ore 15.30 - 18
varie
venerdì 12 febbraio ore 21
BAMBINIATEATRO
Più veloce di un raglio di Cada Die
Teatro di Cagliari. Prenotaz.
011.19740258. Teatro Giacosa, Ivrea
venerdì 12 febbraio ore 20.45
TEATRO PIEMONTESE
Compagnia El Fornel in BENVENUTO REVERENDO. Salone Comunale, Bollengo
Sabato13Febbraiodalleore10alle18
L’ALTROMERCATO
Una volta al mese, si tiene allo
ZAC! L’Altromercato, che unisce la
storia ormai più che decennale di
Ecoredia, la sua rete di rapporti e la
solida alleanza tra i consumatori e i
produttori del territorio, alla comunità appena nata, quella dello Zac,
con la sua carica di energia, di fermento, di intrecci e contaminazioni
fra esperienze diverse.
Dall’impulso di queste due realtà,
è andata formandosi la nuova esperienza de l’Altromercato, che si aggiunge ai mercatini settimanali dei
produttori del lunedì, martedì e giovedì delle CoseBuone allo Zac. Ogni
secondo sabato del mese il grande
atrio del Movicentro diventa uno
spazio dedicato ai fatti e alle persone
che costruiscono l’economia solidale emergente, un luogo per acquistare cibo locale, prodotto secondo
i principi dell’agricoltura biologica,
ma anche per scoprire oggetti e abiti
creati in modo ecologico e sostenibile e per trovare informazioni e
suggerimenti per la cura e il benessere naturale. Nello stesso tempo, lo
Zac si fa luogo dove i visitatori
possono sperimentare in prima persona nuove capacità: i produttori del
mercato infatti, sono di volta in volta
protagonisti di laboratori, prove e
dimostrazioni pratiche per condividere saperi e competenze e metterli
a disposizione come bene comune.
E ancora, per i produttori stessi, uno
spazio di incontro e discussione, per
fare un passo avanti verso la costruzione e il rafforzamento di un’economia di territorio, parallela e alternativa a quella ormai da tempo entrata in crisi.
Sabato 20 Febbraio ore 21.00
KUL SENTER
Sit com di Stefano Saccotelli e
Domenico Garrone interpretata da
Stefano Saccotelli.
9 brevi cortometraggi proiettati e
commentati direttamente dagli autori con introduzione a cura di Lisa
Gino.
“Una storia come (purtroppo)
tante. Un call center come tanti. Un
precario come tanti. Riuscirà il nostro Operatore 126 a sopravvivere
ai ritmi inumani, sistematici ricatti
e variopinti insulti di superiori arroganti, colleghi poco affidabili e
clienti perennemente insoddisfatti?
“Mipiaciate”
la
pagina
www.facebook.com/kulsenter, e restate sintonizzati.”
12
ultima
God save the Carnival!
RUGBY
Anche quest’anno la brochure del Carvevale parla inglese (?)
A l’è turna Carlevè. Soma turna
sì. O forse quest’anno, più degli
altri, dovremmo dire: here we are
again. Come ormai tutte le
brochures di manifestazioni, anche quella del nostro Carnevale, da
qualche anno, non si fa mancare la
traduzione in lingua inglese. E fin
qui, nulla di male. Anzi. Si sa che
l’inglese, con la sua valenza di
lingua franca, viene usato per dare
quel tocco di internazionalità, di
apertura e anche, perché no, di
“chiccheria”, che non guasta.
Quindi, anche quest’anno, la
brochure del Carnevale ci propone
una traduzione in inglese, sia del
programma che degli “accorgimenti da seguire durante ogni
momento”, come recita la stessa,
appunto.
Gli anni scorsi avevo già avuto modo di
notare alcune piccole
imprecisioni: cose piccine, finezze, insomma. La stonatura degli
scorsi anni riguardava
piuttosto la forma con
la quale erano state esposte le “regole” da seguire, un po’ troppo
perentoria e poco invitante, se letta
da un turista alla sua prima esperienza: una serie di “non fare questo”, “non fare quello”, fino al
poco educato “se fai così non hai
capito niente del Carnevale di
Ivrea”.
Quest’anno le regole si sono
ammorbidite e la traduzione si è
guadagnata il primo posto nella
classifica delle stonature.
Non bisogna avere una laurea in
lingue e letterature straniere e neanche un TOEFL(test of English
as a foreign language) per notare le
sgrammaticature e gli errori
macroscopici, il più macroscopico
è sicuramente: Do not go to pull
the oranges in the middle of the
squares of orange trhowers (Non
andate a tirare le arance in mezzo
alle piazze degli aranceri). Sfido
chiunque a non aver mai incontrato la scritta “pull” su una porta,
cioè tirare, nel senso di tirare verso
di sé e non di lanciare (to throw),
contrapposto a “push”, spingere.
Errore da matita rossa, ma rossa,
che più rossa non si può! Immancabile (c’era anche gli anni scorsi)
“near to” ( “near” non necessità
della preposizione “to” che si usa
solo dopo “close”), come da
lezioncina base del livello beginners
(principianti).
Per non parlare dell’uso massiccio di “of” a scapito del caro e
buon genitivo sassone. Lasciando
come dessert il suggestivo “fixed
horses”, traduzione di “cavalli fermi”, che dà l’idea agghiacciante (a
chi l’inglese un po’ lo pratica) di
cavalli inchiodati a terra o fissati
con tasselli ad un palo. Tralascio le
traduzioni degli appuntamenti in
stile google translator ubriaco e la
smetto con gli esempi; mi sembra
ce ne siano abbastanza per capire
che un opuscolo del genere non
avrebbe mai dovuto andare in stampa, manco a carnevale. A tutta
prima ho riso (insieme a molte
altre persone, ahimé), poi ho pensato alla goliardata, volendo rifiutarmi di credere fosse vero, dopo
un po’ mi è salito lo sconforto.
Non è per fare polemica, ma dav-
MUSICA A CARNEVALE
Area dei Mercenari Area Tuchini
Giardinetti di Ivrea
giovedì 4 febbraio
Finale di Diventa la band del Carnevale. Ospite DBBand, Terence
Hill & Bad Spencer tribute
venerdì 5 febbraio
Esibizione band vincitrice del
contest Diventa la band del Carnevale. Concerto dei Gem Boy
sabato 6 febbraio
Concerto dei Soul ShakersRocharolles
Borghetto
sabato 6 febbraio
Concerto I monaci del surf + dj
Nikki
Area Pantere nere
sabato 6 febbraio
Concerto Tony Pampero& Rum
Rockers
Iscrizioni per Tavagnasco Rock
Le iscrizioni per la XXVII edizione del festival Tavagnasco Rock
sono ufficialmente aperte! C’è tempo fino a domenica 7 febbraio
2016 per imbracciare gli strumenti
e lanciarsi in questa avventura. Il
concorso è aperto a gruppi rock,
blues, rhythm & blues, country,
etnorock, punk, progressive,
metal, ska, reggae, raggamuffin,
afro, rap, fusion, acid-jazz, cover,
funky, salsa, trip-hop, hard-core,
jungle, nuove tendenze, e a qualsiasi altro genere musicale...
Tavagnasco Rock si terrà a
Tavagnasco (Torino) dal 30 aprile
all’8 maggio 2016 e l’iscrizione è
gratuita.
La documentazione richiesta è
la seguente: curriculum artistico
contenente la biografia del gruppo, il genere musicale, i nomi di
tutti i componenti con indirizzo e
recapito telefonico al quale essere
contattati in caso di selezione,
Demo (CD Audio o link al sito
dove poterlo ascoltare) contenente almeno tre brani, scheda tecnica
dettagliata del gruppo e della disposizione sul palco. Gradito anche eventuale materiale illustrativo
del gruppo e della sua attività (foto,
rassegna stampa ed altro). Tutte le
richieste di partecipazione giunte
incomplete, senza recapiti precisi,
con schede tecniche incomprensibili o mancanti, non saranno prese in considerazione.
Le domande di partecipazione,
con allegato il materiale richiesto,
anno XXIX n° 2
vero, come eporediesi ci facciamo
una gran brutta figura. Tutti. Anche chi nulla ha a che fare con
l’organizzazione del Carnevale. La
prima considerazione, dopo lo
sconforto, è sicuramente sperare
non siano stati sborsati denari per
pagare l’artefice della traduzione.
La seconda considerazione è, purtroppo, il dover constatare l’inadeguatezza dello staff organizzativo, incapace di supervisionare in maniera professionale
il materiale destinato soprattutto
ad un pubblico esterno (non che il
pubblico interno valga meno, ma
magari è più bendisposto e tollerante). Immagino una di queste
brochure nelle mani di un/a inglese
parlante (ma pure nelle mani di un/
a docente di inglese o di un/a
professionista che
usa l’inglese per lavoro) e inorridisco
dalla vergogna. La
figlia liceale di un
amico ha detto che
chiunque nella sua
classe avrebbe saputo evitare quegli strafalcioni. E,
in effetti, fossi ancora studente,
mi chiederei perché dover studiare
se poi ad esser chiamato a lavorare
è chi ha così poca capacità e
professionalità. Non dico ci si dovesse soffermare ore a chiedersi
se fosse meglio l’uso di un termine
oppure di un altro, come spesso si
fa quando si traduce ( in questo
caso ci si poteva chiedere se fosse
appropriato “coach” per tradurre
cocchio, o “hat” per tradurre berretto), ma almeno sapere il significato dei verbi sarebbe stato apprezzabile. Impossibile credere
possa trattarsi di uno scherzo perché anche lo scherzo ha le sue
regole, per poter essere riconosciuto come tale. Mi piacerebbe
tanto sentire la spiegazione (se
c’è) del/della responsabile dell’editing. Spero ne stia inventando una
di alto livello.
Inutile sbandierare ai quattro
venti che il nostro Carnevale deve
diventare una manifestazione di
interesse internazionale e comprare spazi pubblicitari televisivi, per
attirare turisti, se poi non si è in
grado di affidare la traduzione di
una semplice brochure ad un/a
professionista. Siamo ancora in
alto mare. E facciamo la figura dei
provinciali, boriosi ma ignoranti.
God save the Carnival!
L.G.
dovranno pervenire entro e non
oltre il 7 febbraio 2016 (farà fede
il timbro postale) al seguente indirizzo:
ASSOCIAZIONE SPAZIO FUTURO “Tavagnasco Rock 2016”
Via Dora Baltea, 3
10010 Tavagnasco (TO)
Le richieste di partecipazione possono pervenire anche via mail all’indirizzo [email protected] con
allegata tutta la documentazione
richiesta.
Le selezioni saranno effettuate
da una commissione composta da
musicisti ed operatori del settore
in base al materiale presentato, che
non sarà restituito.
Associazione Spazio Futuro: 345
6195860
Il Torneo Sei Nazioni
femminile a Ivrea
Sabato 13 febbraio si svolgerà a Ivrea presso il Campo Sportivo
“G.Pistoni” il match internazionale del Torneo 6 Nazioni Femminile
Italia – Inghilterra, che insieme a Italia-Scozia a Bologna sarà l’unico
match casalingo dell’edizione 2016.
Il Torneo delle 6 Nazioni è la più importante manifestazione rugbistica
europea e da diversi anni annovera anche l’edizione femminile, in cui lo
scorso anno l’Italia ha ben figurato vincendo 3 partite e raggiungendo
il terzo posto in classifica, davanti all’Inghilterra, che pure l’aveva
battuta ed è campione del mondo uscente.
Ciao Pietro.
L’evento, che ha il sostegno
dell’Amministrazione Comunale
con l’organizzazione a cura
dell’Ivrea Rugby, costituisce
un’importante occasione di visibilità per la città tutta e chiude “virtualmente” la settimana del Carnevale d’Ivrea con un’ulteriore momento di festa sportiva.
Le due Nazionali soggiorneranno a Ivrea e dintorni nei giorni
precedenti all’incontro ed in particolare quella Italiana parteciperà a
momenti di incontro che daranno
ulteriore risalto all’evento.
A corredo e a introduzione della
partita saranno inoltre organizzati
alcuni appuntamenti sportivi che
interesseranno sia il rugby femminile sia quello giovanile.
Per favorire la massima partecipazione i prezzi d’ingresso sono
molto contenuti:
Tribuna Coperta: 10 euro - Tribuna scoperta e curva: 5 euroIngresso gratuito per minori di 14
anni.
Programma di sabato 13
-h. 12: apertura biglietteria, can-
SEGUE DA PAG 10
celli e dell’area Ristoro allestita
all’interno dello Stadio
Attività di intrattenimento per i
più piccoli in attesa della partita
-h. 15: Calcio d’inizio
-h. 17– 18: “The-rzo” Tempo presso lo stadio, dove le atlete incontreranno il pubblico
I biglietti sono acquistabili alla
biglietteria dello Stadio Pistoni il
giorno della partita o su
www.6nazionifemminileivrea.it e
presso:
La Galleria del Libro, via Palestro
Gelateria Talmone, via Nigra
Clubhouse Ivrea Rugby, c/o Impianto
Sportivo a S. Giovanni – Ivrea
dal 30 gennaio al 7 febbraio
MOSTRA DI LINO RICCO
Le opere dell' artista eporedise sono
esposte all'interno del Molino
Paracchi, particolare struttura situata in via volontari del sangue,
presso la piazza del Mercato (sopra Giordano) a Ivrea.
L'ingresso è gratuito, gli orari di
apertura vanno dalle 17 alle 20
tutti i giorni.
Blackhat
tematico e stilistico esplicitato
definitivamente con Miami Vice e
qui esasperato fino all’estremo da
una poetica (digitale) che non conosce confini, che disdegna le regole formali del genere, sprezzante per le limitazioni di un sistema
hollywoodiano rimasto troppo indietro anche solo per comprenderla, il regista statunitense esce
allo scoperto confezionando la sua
opera più coraggiosa all’insegna
della rottura definitiva.
Giocando, ancora una volta, col
thriller, superando le limitazioni di
una struttura ridotta a puro pretesto, Mann fa deflagrare la trama
tradizionale in favore di un accumulo espressivo dove è lo sguardo
incantato di un momento a
riscrivere regole e vite, a coronare
sogni infranti e morti violente. Un
sentire totalmente altro, dove il
tempo si dilata, la violenza si trasfigura in attimi di puro trasporto
emotivo e i silenzi si moltiplicano
in una contemplazione che anela a
una realtà che è un irrimediabile
altrove, a un’umanità sempre più
morente dietro lo sfavillio virtuale
e inconsistente del mondo digitale.
Con una libertà d’azione senza
precedenti, Mann firma l’addio a
un cinema che non ha più ragione
d’essere, rendendolo obsoleto.
In Blackhat c’è la lotta contro
un tempo che veramente sta per
finire, c’è la solitudine, la perdita e
l’amore e c’è un profondo,
onnipresenze senso di malinconia
a pervadere ogni fotogramma ribelle, ogni visione sospesa e
liberatoria, ogni sguardo non
convenzionaledellamacchinadapresa.
In una caccia all’uomo fantasmatica che diventa fuga e infine
vendetta brutale e animalesca, il
film di Mann non diviene altro che
una lunga, sofferta uscita di scena, un faticoso ritorno alla realtà,
la disperata ricerca di una fisicità
ancora in grado di farsi trionfo
catartico, di un’umanità che ritrova nel sangue, nella visceralità dello scontro fisico, nella concretezza dei sentimenti, il senso stesso di
quel reale che gli sfugge, troppo
pericolosamente vicino a un virtuale che ormai lo ingloba.
Come il suo protagonista che
fende una moltitudine senza volto
verso un futuro incerto, rischioso
ma autentico, in una delle sequenze più emozionanti ed evocative
del film, Mann firma il suo capolavoro assoluto di coerenza, continuando la sua avanzata sempre,
rigorosamente controcorrente.
Mattia Caruso
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Unesco “scaccia crisi”? Dove sta la vita?