PROGETTO HARAMBEE ETIOPIA
GASSA CHARE: CAMPO DI PRIMAVERA dal 7 marzo al 29 aprile 2006
A Gassa il pozzo c’è, finalmente, e butta acqua!
Difficile esprimere l’intensità dell’emozione che ha colto tutti noi, volontari ed abitanti di Gassa, al momento
dell’avvio del generatore: pochi istanti di tensione palpabile, poi i primi gorgoglii ed eccola, l’acqua, sgorgare
limpida oltre ogni più rosea previsione.
E tutte le attese, le ansie, la rabbia per i continui rinvii e ritardi sono state spazzate via dalla consapevolezza
che alla fine la popolazione di Gassa poteva contare su di una nuova fonte di approvvigionamento di un
elemento tanto prezioso e vitale quanto precario.
Il ritardo di oltre un mese e mezzo nell’arrivo della stagione delle piccole piogge, il non funzionamento (ormai
da mesi) dell’unico vecchio pozzo, il progressivo inaridirsi delle vecchie sorgenti riattivate avevano creato
grande preoccupazione fra la gente. Lunghe code si formavano giorno e notte vicino alle prese d’acqua: una
presenza muta, rassegnata, in attesa di riempire (impiegandoci poco meno di un’ora) una tanica d’acqua per i
bisogni quotidiani di un’intera famiglia e questo per tanti, tanti giorni.
Certo, il pozzo non riuscirà a soddisfare il fabbisogno di tutti i 6.000 abitanti del villaggio, ma i quasi 70 litri di
acqua pulita che sgorgano al minuto sono un bel po’ di più di una goccia nel mare della sete di questo angolo
d’Africa.
Ho ritenuto di iniziare la consueta relazione sul campo di primavera di quest’anno con questo argomento che
davvero riveste grande importanza per tutti, per chi ne ha beneficiato, come per coloro che, in vari modi,
hanno contribuito alla realizzazione di quello che fino a poco fa poteva sembrare solo un sogno.
Ora si tratta di riallacciare il rapporto con i nostri amici che dall’Italia ci hanno sostenuti con consigli tecnici,
informazioni, fondi e, lo sappiamo, tante preghiere, perché gli abitanti di Gassa Chare potessero avere una vita
un po’ meno dura e precaria.
Cercherò di andare con ordine nel tentativo di rendere tutti partecipi delle varie tappe che hanno portato a
positiva conclusione un’operazione partita con il “piede sbagliato”…
…Da mesi, in Italia, pensiamo a tutto quanto sarà necessario per rendere funzionante il pozzo che verrà
scavato dalla trivella della Hydro, l’impresa di Addis Abeba che ha effettuato lo studio idrogeologico
preliminare: le opere preventive ed accessorie, i materiali e le attrezzature relative, un elenco che si fa di
giorno in giorno più preciso e…lungo.
Ci rendiamo presto conto che i soldi a disposizione non basteranno, ma non ci scoraggiamo, anche perché
dall’Etiopia iniziano a filtrare notizie di perdurante siccità.
Chiediamo ed otteniamo di dilazionare i pagamenti e a questo punto la decisione è presa: si parte con lo
scavo.
All’arrivo ad Addis Abeba scopriamo presto che nessuno dei lavori, che avrebbero dovuto essere effettuati
prima del nostro arrivo, è stato eseguito, né i materiali da comperare sul posto sono stati acquistati.
Ci dividiamo gli incarichi e ci procuriamo cavi, tubi, sonde, giunti, curve, vernici, il generatore e tutto quanto
servirà, insieme ai materiali già portati lo scorso anno a Gassa (pompe, funi, valvole, rubinetti ecc.). Infine,
prima di prendere l’ormai familiare strada verso il campo, firmiamo il contratto per l’inizio dei lavori di scavo
del pozzo con la Hydro, alla quale versiamo un primo acconto.
Martino, che nel frattempo ha ottenuto la patente di guida etiope ed è quindi il più africano del gruppo, si
fermerà ad Addis Abeba un giorno di più per caricare il generatore (oltre 4 quintali) e tutto il materiale
possibile. Ci raggiungerà a Gassa con il pick up noleggiato.
Dal giorno seguente la base scout di Gassa Chare assume l’aspetto di un cantiere in piena attività e, subito, si
inizia a verniciare ed a predisporre l’impermeabilizzazione dei containers, creando anche gli spazi per i
materiali che Martino sta trasportando alla base.
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La notizia del nostro arrivo si è già diffusa e molti bambini e giovani, nonostante l’impegno scolastico, vengono
a trovarci: sono ormai tanti i volti noti e fra loro molti vogliono offrire un aiuto, per quanto sanno e possono
fare.
Naturalmente arrivano anche gli scout, grandi e piccoli, anche da lontano. Alcuni di loro si fermeranno con noi
condividendo fatiche, gioie ed ansie, cibo e sogni fin quasi alla fine di aprile.
Carlo, da subito, organizza le squadre di verniciatori, consentendo a Martino, Mario e Giulio il montaggio della
tettoia sopra i containers impermeabilizzati, mentre Bogale, con la sua squadra di muratori locali, provvede
alla pavimentazione della casa di lamiera (quella che ha dato origine alla definizione di “scout in scatola”) e
alla costruzione della casetta per il ricovero del generatore che farà funzionare la pompa sommersa del pozzo.
Successivamente l’energia fornita potrà essere utilizzata anche per l’illuminazione del campo, il frigorifero ed
altre attrezzature.
Il lavoro non manca e procede alacremente, ma
in tutti c’è un’idea fissa: quando arriverà la
Hydro? Quando inizieranno i lavori?
Non piove, la situazione idrica peggiora
ulteriormente e non si tratta di generico disagio:
quello che si sente aleggiare fra la popolazione è
qualcosa più simile alla paura.
Trascorsa la data prevista di inizio lavori,
tempestiamo di telefonate la Hydro, ma le
risposte parlano sempre e solo di guasti, di pezzi
di ricambio non arrivati, di ritardi accumulati
altrove per gli stessi motivi e a nulla valgono le
pressioni nostre e delle nuove autorità di Gassa,
vista la perdurante mancanza d’acqua.
Il tempo passa anche troppo velocemente ma il
lavoro fatto si comincia a vedere: il punto di incontro (la tettoia) è completato; i containers, dopo essere stati
grattati e verniciati in verde, giallo, rosso e bianco a formare le bandiere etiope ed italiana intrecciate,
costituiscono un insieme gradevole e coloratissimo; le porte dei servizi sono state rimesse a nuovo e
verniciate; la cucina ha un pavimento quasi piano ed è iniziata la pavimentazione della zona/pranzo; la casetta
del generatore è quasi ultimata.
Ma per Carlo, Giulio e Mario il tempo è scaduto. Impegni familiari e di lavoro (per Giulio e Mario queste erano
le ferie) li costringono a lasciare Gassa domenica 2 aprile sapendo solo, dopo l’ennesimo sollecito, che i mezzi
della Hydro sono in viaggio. In effetti li incontreranno sulla strada verso Addis Abeba e partiranno per l’Italia
rincuorati.
Intanto i primi attesissimi acquazzoni della stagione si sono trasformati in pioggia battente e non è agevole
muoversi su strade in terra battuta con mezzi pesanti, così carichi ed ingombranti: raggiungeranno Gassa
Chare dopo due giorni, viaggiando tra un acquazzone e l’altro.
Quando finalmente i mezzi della Hydro ci raggiungono, incontrano enormi difficoltà a muoversi nel fango.
I tecnici meditano addirittura di andarsene, ma la gente di Gassa, compatta, glielo impedisce bloccando la
strada.
Grazie al cielo smette di piovere e la mattina dopo tutti quanti, Sindaco in testa, diamo una mano a spalare,
spingere, tirare, finché tutto il macchinario viene posto in condizione di lavorare e, al primo giro di trivella, si
sente distintamente un sospiro di sollievo generale.
Inizia l’attesa e la speranza di trovare acqua buona. E’ il 6 aprile.
Rapidamente la testa della trivella, raffreddata da acqua a pressione, affonda negli strati di terra per 12 metri;
poi inizia il pietrisco, quindi la roccia e il ritmo rallenta (sistematicamente, ogni tre metri, si fanno i provini del
materiale trovato scavando) finché, tra -48 e -50 metri, si comincia a trovare acqua e le nostre speranze
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prendono consistenza anche se, per ora, sappiamo che potrebbe trattarsi di acque troppo superficiali e quindi
non affidabili.
Allentiamo la tensione dovuta alla fatica e all’incertezza e domenica 9 aprile, con gli scout, facciamo festa per il
rinnovo delle promesse alla presenza delle autorità di Gassa Chare e della regione: è un momento di gioia e di
condivisione tipica dello scoutismo dove le differenze non contano (c’è anche un prete copto a guidare la
nostra preghiera) ed è anche un primo esempio di come potrà e dovrà essere utilizzato il “punto di incontro”.
Anche se in modo informale si è trattato, in fondo, di una specie di inaugurazione della prima struttura del
campo giunta a completamento.
Ora che hanno iniziato, i tecnici della Hydro non si fermano più! Hanno lavorato tutto sabato e domenica e la
profondità aumenta: si scava fino a -135 metri sempre trovando acqua, il che consente il raffreddamento della
trivella senza attingere alle scarsissime riserve idriche.
Si attraversano strati di roccia diversi, ma il 10 aprile ecco un nuovo imprevisto: si guasta il compressore e
quindi bisogna smettere di scavare.
Sconfortati, interpelliamo il geologo della Hydro ad Addis Abeba. Ci rassicura dicendo che uno spessore di 80
metri d’acqua può essere considerato sufficiente e dà disposizioni per la posa della camicia del pozzo che, in
un paio di giorni, viene posata saldando uno all’altro i tubi da 6 pollici e 5/8. E’ il 12 aprile.
Il giorno dopo i ragazzi di Gassa, scout e non, studenti e non, stimolati dal sindaco a da Neguissè iniziano lo
scavo per la posa del tubo per l’acqua e dei cavi per la pompa e le sonde, che dal pozzo raggiungono la base,
dove si trovano il generatore ed i nuovi serbatoi da 5.000 litri cadauno.
Gli oltre 200 metri di scavo vengono interrotti di tanto in tanto da
uno spuntino, graditissimo, preparato da Ornella per tutti gli
scavatori: anche questo è un modo di lavorare insieme ed è il loro
contributo ad un intervento che finalmente sentono importante e
“loro”.
Il 16 aprile salutiamo i tecnici della Hydro che dopo tanto lavoro
lasciano il capo pozzo (poco più di un cippo di cemento): sembra un
cosa da nulla, ma ad esso sono legate tante speranze.
Ora siamo in attesa dell’altra squadra che posizionerà la pompa e i
tubi per far affiorare l’acqua trovata e quindi portarla ai serbatoi, per
poterla finalmente usare.
Predisponiamo attacchi, serbatoi, collegamenti elettrici, pozzetti,
anche perché sappiamo che dal mercoledì successivo tutto si fermerà
fino al martedì seguente la Pasqua (in Etiopia la settimana seguente
sarà la settimana santa) e noi non possiamo rimandare un’altra volta
la partenza.
E di nuovo, fino alla fine, c’è qualcosa che non va per il verso giusto:
la seconda squadra arriva il mercoledì mattina, ma non ha il suo
generatore (manco a dirlo guasto) e quindi per lo spurgo del pozzo
non può usare la sua pompa, perchè il nostro generatore è troppo
poco potente…
Dopo esserci consultati telefonicamente con i responsabili Hydro,
decidiamo di procedere utilizzando la nostra pompa che, attaccata ai tubi viene man mano calata nel pozzo
fino ad oltre 90 metri (cioè a metà dello strato d’acqua); facciamo gli ultimi collegamenti elettrici con il quadro
del generatore e lo avviamo….
Quando l’acqua arriva e sgorga dal bocchettone del pozzo, un senso di liberazione ci prende: l’acqua c’è,
sembra sufficiente, è di buona qualità, anche se attendiamo conferma dall’esito delle analisi.
Verifichiamo che non ci siano perdite nell’impianto e copriamo gli scavi dopo aver sistemato in un pozzetto le
derivazioni per la cucina ed i servizi del campo e, in un altro pozzetto, l’attacco per la fontana destinata alla
città bassa.
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Dopo aver controllato portata (1,29 litri al secondo) e profondità di pompaggio ed aver fatto girare la pompa
per qualche ora, la squadra Hydro lascia Gassa Chare. Per loro il lavoro è terminato ed ora tocca a noi il
completamento delle opere accessorie.
Anche Ornella è rientrata in Italia e così il “ristorante” è definitivamente chiuso, con grande dispiacere dei
nostri aiutanti etiopi; ma noi superstiti cominciamo a vedere la fine di questa avventura che sembrava senza
fine!
E c’è ancora qualche incomprensione da superare perché la gente ha l’impressione che, così come è stato
posizionato, l’attacco al pozzo alimenti solo il campo scout. Solo dopo una riunione di chiarimento con le
autorità e nuove prove di pompaggio e collaudi dell’impianto riusciamo a spiegare che il tubo che raggiunge il
campo ha già un altro attacco, che servirà la nuova fontana per la città bassa. Non solo, dall’uscita dal pozzo
può partire la tubatura per una o più fontane verso la città alta: tutto dipende ora da loro per la localizzazione
delle fontane e dei serbatoi e, nella stagione secca, dalla portata del pozzo.
Dopo una prima reazione di grande amarezza ci
siamo resi conto che, per quanto grande sia
l’importanza di condividere gli sforzi
tesi a
migliorare la vita della gente, è indispensabile far
giungere alle persone un messaggio completo,
perché sia compreso, condiviso ed infine
realizzato.
I tempi ristretti e la necessità di portare a termine
al più presto i lavori iniziati, insieme alla non
conoscenza del dialetto dawrino, che ci impediva
di comunicare direttamente con la gente in
assenza di un interprete affidabile (p. Renzo in
quei giorni era impegnato nelle funzioni della
Settimana
Santa)
hanno
causato
questi
inconvenienti che non dovranno più ripetersi.
Ristabilita la più completa fiducia e la voglia di collaborare, abbiamo costituito il comitato di gestione
dell’impianto, stipulato di comune accordo il regolamento e, simbolicamente, abbiamo consegnato al sindaco
di Gassa Chare la chiave di avviamento del generatore, cuore di tutta l’opera.
Dopo aver ricevuto i più vivi ringraziamenti delle autorità per l’azione che Harambee sta cercando di
promuovere per e con la gente di Gassa e convinti di aver chiarito ulteriormente a tutte le parti in causa gli
obiettivi, la metodologia, le caratteristiche dell’impegno di Harambee in quest’angolo di Etiopia, abbiamo
dovuto salutare i nostri amici vecchi e nuovi, contenti di tornare alle nostre famiglie, ma lasciando un po’ del
nostro cuore e tanti sogni fra queste persone che, forse, cominciamo a capire e dalle quali ci facciamo, un po’
alla volta, conoscere.
Ettore Frigerio
Responsabile del Progetto Etiopia
HARAMBEE COSTA KENYA
CAMPI DI LAVORO A MIRITINI (Mombasa) - Agosto/Settembre 2006
Ad oggi le costruzioni del nuovo Centro Scout di Miritini programmate per renderlo agibile (gabinetti, docce e
installazione di due container, da adibire a magazzino) non sono ancora completate. Con il bagaglio di
esperienze fatto a Nyandiwa possiamo dire che questo è del tutto in linea con l’african style, che tanto
affascina quanto stressa noi europei! Sappiamo anche che quando siamo presenti noi le cose si muovono più
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velocemente (ovviamente utilizzando sempre l’african style come riferimento). Non perché noi bianchi
abbiamo la bacchetta magica, ma perché i responsabili africani del progetto si sentono meno soli: pensate a
quanto sia difficile portare avanti un progetto sociale qui e poi immaginatevi quanto possa esserlo a Mombasa!
La prima richiesta, fatta dalla comunità di Miritini nel 2005, è stata quella dell’acquedotto. L’area è infatti
servita di acqua potabile, ma da parecchio tempo è rotto il giunto che collega la condotta principale a quella
secondaria, che porta l’acqua nella zona abitata vicina al Centro Scout. Inoltre, c’è la necessità di sostituire i
tubi ormai vecchi e pieni di buchi.
Lo scorso febbraio alla presenza della delegazione europea di Harambee, è stato rinnovato e potenziato il
Comitato della Local Association della Kenya Scout Association (KSA). Segno evidente della volontà della KSA
di investire più risorse umane nel progetto Harambee Costa Kenya. Il nuovo Comitato affianca Kutub Tajbh,
Area Commissioner Scout di Mombasa e nostro fidato referente. Presidente della Local Association è stato
eletto Mr. Mwaita, funzionario del Ministero del Territorio e responsabile dell’ufficio catastale di Mombasa.
Mwaita, che sta collaborando attivamente con noi (lo avevamo conosciuto nel 2005 quando tentavamo di
capire quanto fosse effettivamente grande il terreno per il Centro affidato dal Governo del Kenya alla KSA). E’
stato anche determinante nella definizione dell’ultimo atto ufficiale per la cessione del terreno: la lettera datata
4 aprile 2006 del Ministero relativa all’attribuzione della concessione con conseguente autorizzazione a
costruire.
Adesso i 6,31 ettari di terreno sono definitivamente utilizzabili per la realizzazione del Centro Scout e quindi,
dopo tanta attesa, i lavori possono partire.
Nella nostra delegazione, che a febbraio si è recata a Mombasa c’era anche Christian Erxleben, un giovane
scout tedesco, architetto, che probabilmente si unirà a noi il prossimo agosto, per lavorare in collaborazione
con un architetto di Mombasa, che si è reso disponibile a supportare tecnicamente la progettazione delle
strutture del Centro.
In questi mesi gli scout di Mombasa stanno comunque utilizzando il campo di Miritini per le loro attività, così
da cominciare a farsi vedere dalla comunità locale e promuovere il progetto. Inoltre, da aprile la KSA sta
invitando i gruppi scout della costa keniana a realizzare dei campi a Miritini la prossima estate, sia per il nostro
arrivo, sia per far conoscere il
Centro
ed
il
progetto
Harambee Costa Kenya.
Le attività dei nostri prossimi
campi estivi a Miritini avranno
come obiettivo la conoscenza
reciproca. Il progetto è
all’inizio e finora ha coinvolto
poche persone della comunità
locale, solo i responsabili.
Questa estate avremo il
compito di allacciare i primi
rapporti e di creare un
ambiente di fiducia, in cui la
comunità stessa possa sentirsi
coinvolta. Avverrà attraverso i
lavori manuali (sicuramente la
recinzione) e le attività di
conoscenza
con
la
popolazione e gli scout di
Mombasa.
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La nostra “missione” sarà quella di:
- esplorare l’area di Miritini e conoscere la sua gente;
- promuovere il progetto nella comunità;
- creare un ambiente di fiducia, in cui la comunità possa sentirsi partecipe;
- riportare il bagaglio di informazioni e di esperienze in Italia.
E’ la scrittura delle prime pagine di Harambee Costa Kenya. Siamo coscienti della grande responsabilità ma ci
sentiamo anche onorati del compito che ci attende.
Staff di Progetto
Harambee Costa Kenya
PROGETTO HARAMBEE GWASSI
Progetto Irrigazione
Prosegue la progettazione esecutiva dell’impianto
d’irrigazione del primo lotto di 20 ettari nella Piana
di Nyandiwa. Siamo ormai alle battute finali e
sono stati contattati tutti i possibili fornitori dei
materiali, che abbiamo deciso di acquistare in
Italia. Altri saranno acquistati in Kenya. Resta
confermato l’obiettivo di avviare i lavori di
costruzione dell’impianto prima della fine
dell’anno.
Intanto a Nyandiwa l’apposito Comitato sta
lavorando all’organizzazione di una cooperativa, di
cui faranno parte tutti i proprietari dei terreni
interessati. La cooperativa dovrà gestire l’impianto
e commercializzare i prodotti.
Impianto sperimentale di biogas
Tobias ci ha informati che l’impianto funziona ma c’è ancora una pressione insufficiente per far giungere il gas
fino alla cucina del Centro. Comunque all’uscita dei bidoni digestori è possibile accendere la fiamma.
Occorrerà regolare empiricamente il sistema fino a trovare la soluzione migliore. Successivamente si potrà
iniziare la diffusione di impianti di biogas presso le famiglie della comunità di Nyandiwa.
Rete Informatica
Due anni fa è stato avviato il progetto multimediale denominato “Un computer nella savana” con l’obiettivo
di realizzare una scuola informatica di base presso la scuola politecnica del Centro Scout di Nyandiwa.
Credo sia opportuno ricordare le motivazioni che portarono alla sua nascita, riprendendo un brano dalla
descrizione del progetto stesso:
“In un’ottica di sviluppo globale l’introduzione dell’informatica e della telematica in un paese povero è a
nostro parere un’opportunità formidabile per uscire da un isolamento economico e sociale, per acquisire
informazioni e istruzione, per farsi conoscere, per accedere gradualmente ai mercati, per trasformare in
definitiva la propria economia e la propria vita in modo consapevole, senza tagli troppo dannosi e dolorosi con
la cultura di origine.
Senza esaltare o sopravvalutare le nuove tecnologie, vogliamo semplicemente proporle come strumento di
autosviluppo e di educazione, opportunamente inserite in un contesto sociale che ben conosciamo:
estremamente povero, ma ricco di risorse umane e di aspettative. Il fatto che la proposta di far sorgere
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un’aula d’informatica sia emersa proprio dalla popolazione locale ci fa capire quanto forte sia il bisogno e la
volontà di questi popoli di rapportarsi con il mondo esterno”.
Adesso che il laboratorio d’informatica è stato realizzato e dallo scorso anno si svolgono regolari corsi di
formazione tenuti da un bravissimo insegnante locale, è il momento di guardare avanti, cercando di sfruttare
le possibilità offerte da un sistema integrato di nuove tecnologie. I campi d’impiego sono tanti. Anzitutto, se
usate correttamente, le Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (TIC), possono contribuire in modo
significativo alla qualità dell’istruzione e della formazione (e-learning) e ciò può essere particolarmente
importante nelle zone rurali dell’Africa, come nel caso nostro, dove i sistemi di comunicazione sono inesistenti
o molto precari. Utilizzatori privilegiati possono essere gli studenti e gli insegnanti ma più in generale, con un
progetto mirato, si può influire in modo determinante nella crescita delle competenze (empowerment).
L’efficacia del nostro intervento per lo sviluppo della regione dei Gwassi sarà tanto maggiore quanto più
saremo capaci di utilizzare al meglio le possibilità offerte dalla natura in loco (per esempio, l’uso delle fonti
alternative di energia come biogas, sole, ecc.) e dalle tecnologie evolute (per esempio, le TIC).
Niente fughe in avanti, né “cattedrali nel deserto” ma occorre muoversi al passo coi tempi. Questa è l’era della
globalizzazione e del “tempo reale”. Anche i Gwassi vivono in quest’era.
La rete informatica che vogliamo sviluppare in quella regione e i cui dettagli descriveremo nella prossima
Newsletter, è nella logica anzidetta e risponde alla necessità, frequentemente segnalata da importanti
istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, di combattere anche contro l’infopoverty.
Antonio Labate
Iniziative di presentazione dei PROGETTI HARAMBEE
1. MORTARA domenica 14 maggio: Assemblea Regionale annuale del Masci Lombardia.
Durante tale assemblea, alla presenza di un
centinaio di adulti scout del Masci, è stato
possibile comunicare, sia pur brevemente, le
ultime notizie sui Progetti della Rete Harambee: la
realizzazione del pozzo a Gassa Chare, in Etiopia;
il Progetto irrigazione ed il Progetto informatica a
Nyandiwa.
In particolare poi è stato presentato il nuovo
periodico on line dell’Associazione Harambee:
L’albero di Mae. A tutte le comunità Masci (29)
è stato dato in omaggio una copia cartacea dello
stesso periodico.
Ringraziamo in particolare la Segretaria Regionale
Gisella per l’attenzione ai progetti della Rete
Harambee e per la sua sensibilità ai temi della
cooperazione internazionale e della pace. Siamo
lieti che varie comunità e vari adulti scout della
Lombardia si siano dimostrati sempre più informati ed attenti ai Progetti Harambee.
Un vivo grazie anche alla comunità Masci di Mortara, che ci ha ospitati.
Carlo Capello
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2. SAMARATE giovedì 18 MAGGIO.
Nel corso della presentazione dell’ opuscolo L’acqua è preziosa, risparmiala, che raccoglieva il lavoro
svolto durante l’anno da parte degli alunni di alcune classi dell’Istituto Comprensivo “A.Manzoni” di Semerate,
sulla situazione e sui problemi locali e mondiali dell’acqua, abbiamo potuto illustrare anche la storia
dell’acquedotto di Nyandiwa e più in generale la situazione idrica attuale e l’uso dell’acqua nella regione dei
Gwassi.
Ilaria e Steffen
(volontari a Nyandiwa nel febbraio 2006)
3. SAMARATE sabato 20 maggio: stand Harambee nella “Scuola Media”
Nel corso della festa di fine anno, è stato organizzato da parte di alcuni insegnanti uno stand per raccogliere
finanziamenti per i progetti Harambee: sono stati venduti libri e gadget, con soddisfacenti risultati.
Pina Barillà
(insegnante e collaboratrice al Progetto Harambee)
4. MILANO, sabato 20 maggio – Scuola Elementare di via Russo.
Nel corso della festa di fine anno scolastico, è stata allestita una mostra di cartelloni realizzati dai bambini sui
vari aspetti del Progetto Harambee Gwassi. La Scuola Elementare di via Russo collabora da anni al Progetto di
Scambio educativo tra le Scuole Italiane e le Scuole dei Gwassi; in particolare ci siamo impegnati a studiare la
vita ed i problemi della gente dei Gwassi e di altre popolazioni africane, ad inviare alla Scuola Primaria di
Nyenga materiale (disegni, storie, canzoni…) prodotto da noi e a vendere qui nella nostra scuola molti libri
della collana Harambee Tales .
Quest’anno abbiamo realizzato sei grandi cartelloni sui diversi aspetti della vita e delle attività a Nyandiwa, in
particolare al Centro Scout, per far conoscere ad altre classi ed ai genitori le importanti realizzazioni del
Progetto Harambee.
I nostri bambini ricordano sempre con entusiasmo e affetto le visite di Margaret e di Tobias.
Mara Zucchi
(insegnante e collaboratrice al Progetto Harambee)
5. MILANO. Maggio 2006
“Scuola Elementare Val Lagarina” : pubblicazione di una nuova favola IL RAGAZZO E L’ASINO.
Il libro è stato disegnato dagli alunni della classe V A nell’anno scolastico 2003-04, sotto la guida di tre
insegnanti. Il testo è scritto sia in italiano sia in inglese; i disegni sono riportati identici su due pagine, una
colorata e una no, concepita per essere colorata a piacere da chi acquista il libro.
L’opera è stata realizzata in collaborazione con il Progetto della Rete delle Scuole SIT-ENIS Schools “Scopri il
Tesoro della Comunicazione”, che ospita la parte on line del progetto di Scambio Educativo tra scuole italiane
e scuole kenyane
(vedi: www.retecivica.mi.it/harambee).
Per richiedere i libri: [email protected] (oppure rivolgetevi a noi).
Gabriela Cattaneo e Carlo Capello
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6. Gruppo Lonate: finanziamento da parte del comune.
Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Lonate Pozzolo ha elargito al nostro Gruppo Harambee la
somma di euro 750. Il Gruppo Harambee ringrazia e informa che l’intero importo verrà usato, come negli anni
precedenti, per finanziare i progetti in corso in Africa.
Lonate Pozzolo, 24.05.2006
Adele Bottini
7. LE BORSE DI NYANDIWA: Molti le indossano, ma non tutti ancora le conoscono!
È ormai avviata dalla scorsa estate, con successo, la produzione di borse in stoffa africana presso la sartoria
del Centro Scout di Nyandiwa; trasportate in Italia dai volontarie sono poi vendute in varie città (Milano,
Arese, Roma).
Prende così forma a Nyandiwa una piccola
esperienza di commercio equo e solidale. Il
progetto nato dalla collaborazione tra Harambee e
Altrove – Cooperativa Sociale, socia di CTM
Altromercato, si lega fortemente al progetto della
Scuola Politecnica e intende incentivare lo
sviluppo economico dell’area grazie all’iniziativa di
giovani qualificati, in grado di fronteggiare con
successo il cambiamento e di fornire alla
popolazione
locale
esempi
replicabili
di
microeconomia efficiente e sostenibile.
Come Cooperativa Altrove stiamo già studiando la
nuova collezione per la Primavera-Estate del
2007; ci impegneremo poi nella diffusione del
progetto e nella raccolta degli ordini da parte di
altre Botteghe del Mondo e di gruppi e
associazioni interessate, al fine di trasferirli per la produzione alla nascente cooperativa sociale a Nyandiwa.
Ci auguriamo il successo dell’iniziativa, che significa rispetto dello spirito del Progetto Harambee, rispetto dei
principi del commercio equo e solidale, impatto positivo sul consumatore finale.
Erocamano a tutti per il contributo.
Mariagrazia Sferrazza
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CAMPI ESTIVI HARAMBEE
Progetto Harambee Gwassi Kenya
Nyandiwa. Si svolgeranno due campi, uno in luglio e
uno in agosto con la presenza complessiva di 22
partecipanti: il clan AGESCI di Pinerolo (TO), tre
volontarie della provincia di Milano e uno di MuranoVenezia.
Capo campo: Antonio Labate
Progetto Harambee Etiopia
Gassa Chare. Un campo in agosto con 18 partecipanti:
il clan AGESCI di Mariano Comense (CO), una
volontaria di Chieti, una di Roma e due della provincia
di Milano.
Capo campo: Valentina Mattioli
Progetto Harambee Costa Kenya
Miritini - Mombasa. Due campi in agosto e settembre
con 11 partecipanti: dieci di Roma e uno del
Liechtenstein.
Capo campo: Marta De Lorenzo
Notiziario interno "Rete Harambee Brownsea" a cura del Gruppo Comunicazione
Via Burigozzo 11 - 20122 Milano - Fax 0245490192 - E-mail: [email protected] - web: www.brownsea.it
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N° 05 - maggio