PROGETTO HARAMBEE ETIOPIA GASSA CHARE: CAMPO DI PRIMAVERA dal 7 marzo al 29 aprile 2006 A Gassa il pozzo c’è, finalmente, e butta acqua! Difficile esprimere l’intensità dell’emozione che ha colto tutti noi, volontari ed abitanti di Gassa, al momento dell’avvio del generatore: pochi istanti di tensione palpabile, poi i primi gorgoglii ed eccola, l’acqua, sgorgare limpida oltre ogni più rosea previsione. E tutte le attese, le ansie, la rabbia per i continui rinvii e ritardi sono state spazzate via dalla consapevolezza che alla fine la popolazione di Gassa poteva contare su di una nuova fonte di approvvigionamento di un elemento tanto prezioso e vitale quanto precario. Il ritardo di oltre un mese e mezzo nell’arrivo della stagione delle piccole piogge, il non funzionamento (ormai da mesi) dell’unico vecchio pozzo, il progressivo inaridirsi delle vecchie sorgenti riattivate avevano creato grande preoccupazione fra la gente. Lunghe code si formavano giorno e notte vicino alle prese d’acqua: una presenza muta, rassegnata, in attesa di riempire (impiegandoci poco meno di un’ora) una tanica d’acqua per i bisogni quotidiani di un’intera famiglia e questo per tanti, tanti giorni. Certo, il pozzo non riuscirà a soddisfare il fabbisogno di tutti i 6.000 abitanti del villaggio, ma i quasi 70 litri di acqua pulita che sgorgano al minuto sono un bel po’ di più di una goccia nel mare della sete di questo angolo d’Africa. Ho ritenuto di iniziare la consueta relazione sul campo di primavera di quest’anno con questo argomento che davvero riveste grande importanza per tutti, per chi ne ha beneficiato, come per coloro che, in vari modi, hanno contribuito alla realizzazione di quello che fino a poco fa poteva sembrare solo un sogno. Ora si tratta di riallacciare il rapporto con i nostri amici che dall’Italia ci hanno sostenuti con consigli tecnici, informazioni, fondi e, lo sappiamo, tante preghiere, perché gli abitanti di Gassa Chare potessero avere una vita un po’ meno dura e precaria. Cercherò di andare con ordine nel tentativo di rendere tutti partecipi delle varie tappe che hanno portato a positiva conclusione un’operazione partita con il “piede sbagliato”… …Da mesi, in Italia, pensiamo a tutto quanto sarà necessario per rendere funzionante il pozzo che verrà scavato dalla trivella della Hydro, l’impresa di Addis Abeba che ha effettuato lo studio idrogeologico preliminare: le opere preventive ed accessorie, i materiali e le attrezzature relative, un elenco che si fa di giorno in giorno più preciso e…lungo. Ci rendiamo presto conto che i soldi a disposizione non basteranno, ma non ci scoraggiamo, anche perché dall’Etiopia iniziano a filtrare notizie di perdurante siccità. Chiediamo ed otteniamo di dilazionare i pagamenti e a questo punto la decisione è presa: si parte con lo scavo. All’arrivo ad Addis Abeba scopriamo presto che nessuno dei lavori, che avrebbero dovuto essere effettuati prima del nostro arrivo, è stato eseguito, né i materiali da comperare sul posto sono stati acquistati. Ci dividiamo gli incarichi e ci procuriamo cavi, tubi, sonde, giunti, curve, vernici, il generatore e tutto quanto servirà, insieme ai materiali già portati lo scorso anno a Gassa (pompe, funi, valvole, rubinetti ecc.). Infine, prima di prendere l’ormai familiare strada verso il campo, firmiamo il contratto per l’inizio dei lavori di scavo del pozzo con la Hydro, alla quale versiamo un primo acconto. Martino, che nel frattempo ha ottenuto la patente di guida etiope ed è quindi il più africano del gruppo, si fermerà ad Addis Abeba un giorno di più per caricare il generatore (oltre 4 quintali) e tutto il materiale possibile. Ci raggiungerà a Gassa con il pick up noleggiato. Dal giorno seguente la base scout di Gassa Chare assume l’aspetto di un cantiere in piena attività e, subito, si inizia a verniciare ed a predisporre l’impermeabilizzazione dei containers, creando anche gli spazi per i materiali che Martino sta trasportando alla base. 1/10 La notizia del nostro arrivo si è già diffusa e molti bambini e giovani, nonostante l’impegno scolastico, vengono a trovarci: sono ormai tanti i volti noti e fra loro molti vogliono offrire un aiuto, per quanto sanno e possono fare. Naturalmente arrivano anche gli scout, grandi e piccoli, anche da lontano. Alcuni di loro si fermeranno con noi condividendo fatiche, gioie ed ansie, cibo e sogni fin quasi alla fine di aprile. Carlo, da subito, organizza le squadre di verniciatori, consentendo a Martino, Mario e Giulio il montaggio della tettoia sopra i containers impermeabilizzati, mentre Bogale, con la sua squadra di muratori locali, provvede alla pavimentazione della casa di lamiera (quella che ha dato origine alla definizione di “scout in scatola”) e alla costruzione della casetta per il ricovero del generatore che farà funzionare la pompa sommersa del pozzo. Successivamente l’energia fornita potrà essere utilizzata anche per l’illuminazione del campo, il frigorifero ed altre attrezzature. Il lavoro non manca e procede alacremente, ma in tutti c’è un’idea fissa: quando arriverà la Hydro? Quando inizieranno i lavori? Non piove, la situazione idrica peggiora ulteriormente e non si tratta di generico disagio: quello che si sente aleggiare fra la popolazione è qualcosa più simile alla paura. Trascorsa la data prevista di inizio lavori, tempestiamo di telefonate la Hydro, ma le risposte parlano sempre e solo di guasti, di pezzi di ricambio non arrivati, di ritardi accumulati altrove per gli stessi motivi e a nulla valgono le pressioni nostre e delle nuove autorità di Gassa, vista la perdurante mancanza d’acqua. Il tempo passa anche troppo velocemente ma il lavoro fatto si comincia a vedere: il punto di incontro (la tettoia) è completato; i containers, dopo essere stati grattati e verniciati in verde, giallo, rosso e bianco a formare le bandiere etiope ed italiana intrecciate, costituiscono un insieme gradevole e coloratissimo; le porte dei servizi sono state rimesse a nuovo e verniciate; la cucina ha un pavimento quasi piano ed è iniziata la pavimentazione della zona/pranzo; la casetta del generatore è quasi ultimata. Ma per Carlo, Giulio e Mario il tempo è scaduto. Impegni familiari e di lavoro (per Giulio e Mario queste erano le ferie) li costringono a lasciare Gassa domenica 2 aprile sapendo solo, dopo l’ennesimo sollecito, che i mezzi della Hydro sono in viaggio. In effetti li incontreranno sulla strada verso Addis Abeba e partiranno per l’Italia rincuorati. Intanto i primi attesissimi acquazzoni della stagione si sono trasformati in pioggia battente e non è agevole muoversi su strade in terra battuta con mezzi pesanti, così carichi ed ingombranti: raggiungeranno Gassa Chare dopo due giorni, viaggiando tra un acquazzone e l’altro. Quando finalmente i mezzi della Hydro ci raggiungono, incontrano enormi difficoltà a muoversi nel fango. I tecnici meditano addirittura di andarsene, ma la gente di Gassa, compatta, glielo impedisce bloccando la strada. Grazie al cielo smette di piovere e la mattina dopo tutti quanti, Sindaco in testa, diamo una mano a spalare, spingere, tirare, finché tutto il macchinario viene posto in condizione di lavorare e, al primo giro di trivella, si sente distintamente un sospiro di sollievo generale. Inizia l’attesa e la speranza di trovare acqua buona. E’ il 6 aprile. Rapidamente la testa della trivella, raffreddata da acqua a pressione, affonda negli strati di terra per 12 metri; poi inizia il pietrisco, quindi la roccia e il ritmo rallenta (sistematicamente, ogni tre metri, si fanno i provini del materiale trovato scavando) finché, tra -48 e -50 metri, si comincia a trovare acqua e le nostre speranze 2/10 prendono consistenza anche se, per ora, sappiamo che potrebbe trattarsi di acque troppo superficiali e quindi non affidabili. Allentiamo la tensione dovuta alla fatica e all’incertezza e domenica 9 aprile, con gli scout, facciamo festa per il rinnovo delle promesse alla presenza delle autorità di Gassa Chare e della regione: è un momento di gioia e di condivisione tipica dello scoutismo dove le differenze non contano (c’è anche un prete copto a guidare la nostra preghiera) ed è anche un primo esempio di come potrà e dovrà essere utilizzato il “punto di incontro”. Anche se in modo informale si è trattato, in fondo, di una specie di inaugurazione della prima struttura del campo giunta a completamento. Ora che hanno iniziato, i tecnici della Hydro non si fermano più! Hanno lavorato tutto sabato e domenica e la profondità aumenta: si scava fino a -135 metri sempre trovando acqua, il che consente il raffreddamento della trivella senza attingere alle scarsissime riserve idriche. Si attraversano strati di roccia diversi, ma il 10 aprile ecco un nuovo imprevisto: si guasta il compressore e quindi bisogna smettere di scavare. Sconfortati, interpelliamo il geologo della Hydro ad Addis Abeba. Ci rassicura dicendo che uno spessore di 80 metri d’acqua può essere considerato sufficiente e dà disposizioni per la posa della camicia del pozzo che, in un paio di giorni, viene posata saldando uno all’altro i tubi da 6 pollici e 5/8. E’ il 12 aprile. Il giorno dopo i ragazzi di Gassa, scout e non, studenti e non, stimolati dal sindaco a da Neguissè iniziano lo scavo per la posa del tubo per l’acqua e dei cavi per la pompa e le sonde, che dal pozzo raggiungono la base, dove si trovano il generatore ed i nuovi serbatoi da 5.000 litri cadauno. Gli oltre 200 metri di scavo vengono interrotti di tanto in tanto da uno spuntino, graditissimo, preparato da Ornella per tutti gli scavatori: anche questo è un modo di lavorare insieme ed è il loro contributo ad un intervento che finalmente sentono importante e “loro”. Il 16 aprile salutiamo i tecnici della Hydro che dopo tanto lavoro lasciano il capo pozzo (poco più di un cippo di cemento): sembra un cosa da nulla, ma ad esso sono legate tante speranze. Ora siamo in attesa dell’altra squadra che posizionerà la pompa e i tubi per far affiorare l’acqua trovata e quindi portarla ai serbatoi, per poterla finalmente usare. Predisponiamo attacchi, serbatoi, collegamenti elettrici, pozzetti, anche perché sappiamo che dal mercoledì successivo tutto si fermerà fino al martedì seguente la Pasqua (in Etiopia la settimana seguente sarà la settimana santa) e noi non possiamo rimandare un’altra volta la partenza. E di nuovo, fino alla fine, c’è qualcosa che non va per il verso giusto: la seconda squadra arriva il mercoledì mattina, ma non ha il suo generatore (manco a dirlo guasto) e quindi per lo spurgo del pozzo non può usare la sua pompa, perchè il nostro generatore è troppo poco potente… Dopo esserci consultati telefonicamente con i responsabili Hydro, decidiamo di procedere utilizzando la nostra pompa che, attaccata ai tubi viene man mano calata nel pozzo fino ad oltre 90 metri (cioè a metà dello strato d’acqua); facciamo gli ultimi collegamenti elettrici con il quadro del generatore e lo avviamo…. Quando l’acqua arriva e sgorga dal bocchettone del pozzo, un senso di liberazione ci prende: l’acqua c’è, sembra sufficiente, è di buona qualità, anche se attendiamo conferma dall’esito delle analisi. Verifichiamo che non ci siano perdite nell’impianto e copriamo gli scavi dopo aver sistemato in un pozzetto le derivazioni per la cucina ed i servizi del campo e, in un altro pozzetto, l’attacco per la fontana destinata alla città bassa. 3/10 Dopo aver controllato portata (1,29 litri al secondo) e profondità di pompaggio ed aver fatto girare la pompa per qualche ora, la squadra Hydro lascia Gassa Chare. Per loro il lavoro è terminato ed ora tocca a noi il completamento delle opere accessorie. Anche Ornella è rientrata in Italia e così il “ristorante” è definitivamente chiuso, con grande dispiacere dei nostri aiutanti etiopi; ma noi superstiti cominciamo a vedere la fine di questa avventura che sembrava senza fine! E c’è ancora qualche incomprensione da superare perché la gente ha l’impressione che, così come è stato posizionato, l’attacco al pozzo alimenti solo il campo scout. Solo dopo una riunione di chiarimento con le autorità e nuove prove di pompaggio e collaudi dell’impianto riusciamo a spiegare che il tubo che raggiunge il campo ha già un altro attacco, che servirà la nuova fontana per la città bassa. Non solo, dall’uscita dal pozzo può partire la tubatura per una o più fontane verso la città alta: tutto dipende ora da loro per la localizzazione delle fontane e dei serbatoi e, nella stagione secca, dalla portata del pozzo. Dopo una prima reazione di grande amarezza ci siamo resi conto che, per quanto grande sia l’importanza di condividere gli sforzi tesi a migliorare la vita della gente, è indispensabile far giungere alle persone un messaggio completo, perché sia compreso, condiviso ed infine realizzato. I tempi ristretti e la necessità di portare a termine al più presto i lavori iniziati, insieme alla non conoscenza del dialetto dawrino, che ci impediva di comunicare direttamente con la gente in assenza di un interprete affidabile (p. Renzo in quei giorni era impegnato nelle funzioni della Settimana Santa) hanno causato questi inconvenienti che non dovranno più ripetersi. Ristabilita la più completa fiducia e la voglia di collaborare, abbiamo costituito il comitato di gestione dell’impianto, stipulato di comune accordo il regolamento e, simbolicamente, abbiamo consegnato al sindaco di Gassa Chare la chiave di avviamento del generatore, cuore di tutta l’opera. Dopo aver ricevuto i più vivi ringraziamenti delle autorità per l’azione che Harambee sta cercando di promuovere per e con la gente di Gassa e convinti di aver chiarito ulteriormente a tutte le parti in causa gli obiettivi, la metodologia, le caratteristiche dell’impegno di Harambee in quest’angolo di Etiopia, abbiamo dovuto salutare i nostri amici vecchi e nuovi, contenti di tornare alle nostre famiglie, ma lasciando un po’ del nostro cuore e tanti sogni fra queste persone che, forse, cominciamo a capire e dalle quali ci facciamo, un po’ alla volta, conoscere. Ettore Frigerio Responsabile del Progetto Etiopia HARAMBEE COSTA KENYA CAMPI DI LAVORO A MIRITINI (Mombasa) - Agosto/Settembre 2006 Ad oggi le costruzioni del nuovo Centro Scout di Miritini programmate per renderlo agibile (gabinetti, docce e installazione di due container, da adibire a magazzino) non sono ancora completate. Con il bagaglio di esperienze fatto a Nyandiwa possiamo dire che questo è del tutto in linea con l’african style, che tanto affascina quanto stressa noi europei! Sappiamo anche che quando siamo presenti noi le cose si muovono più 4/10 velocemente (ovviamente utilizzando sempre l’african style come riferimento). Non perché noi bianchi abbiamo la bacchetta magica, ma perché i responsabili africani del progetto si sentono meno soli: pensate a quanto sia difficile portare avanti un progetto sociale qui e poi immaginatevi quanto possa esserlo a Mombasa! La prima richiesta, fatta dalla comunità di Miritini nel 2005, è stata quella dell’acquedotto. L’area è infatti servita di acqua potabile, ma da parecchio tempo è rotto il giunto che collega la condotta principale a quella secondaria, che porta l’acqua nella zona abitata vicina al Centro Scout. Inoltre, c’è la necessità di sostituire i tubi ormai vecchi e pieni di buchi. Lo scorso febbraio alla presenza della delegazione europea di Harambee, è stato rinnovato e potenziato il Comitato della Local Association della Kenya Scout Association (KSA). Segno evidente della volontà della KSA di investire più risorse umane nel progetto Harambee Costa Kenya. Il nuovo Comitato affianca Kutub Tajbh, Area Commissioner Scout di Mombasa e nostro fidato referente. Presidente della Local Association è stato eletto Mr. Mwaita, funzionario del Ministero del Territorio e responsabile dell’ufficio catastale di Mombasa. Mwaita, che sta collaborando attivamente con noi (lo avevamo conosciuto nel 2005 quando tentavamo di capire quanto fosse effettivamente grande il terreno per il Centro affidato dal Governo del Kenya alla KSA). E’ stato anche determinante nella definizione dell’ultimo atto ufficiale per la cessione del terreno: la lettera datata 4 aprile 2006 del Ministero relativa all’attribuzione della concessione con conseguente autorizzazione a costruire. Adesso i 6,31 ettari di terreno sono definitivamente utilizzabili per la realizzazione del Centro Scout e quindi, dopo tanta attesa, i lavori possono partire. Nella nostra delegazione, che a febbraio si è recata a Mombasa c’era anche Christian Erxleben, un giovane scout tedesco, architetto, che probabilmente si unirà a noi il prossimo agosto, per lavorare in collaborazione con un architetto di Mombasa, che si è reso disponibile a supportare tecnicamente la progettazione delle strutture del Centro. In questi mesi gli scout di Mombasa stanno comunque utilizzando il campo di Miritini per le loro attività, così da cominciare a farsi vedere dalla comunità locale e promuovere il progetto. Inoltre, da aprile la KSA sta invitando i gruppi scout della costa keniana a realizzare dei campi a Miritini la prossima estate, sia per il nostro arrivo, sia per far conoscere il Centro ed il progetto Harambee Costa Kenya. Le attività dei nostri prossimi campi estivi a Miritini avranno come obiettivo la conoscenza reciproca. Il progetto è all’inizio e finora ha coinvolto poche persone della comunità locale, solo i responsabili. Questa estate avremo il compito di allacciare i primi rapporti e di creare un ambiente di fiducia, in cui la comunità stessa possa sentirsi coinvolta. Avverrà attraverso i lavori manuali (sicuramente la recinzione) e le attività di conoscenza con la popolazione e gli scout di Mombasa. 5/10 La nostra “missione” sarà quella di: - esplorare l’area di Miritini e conoscere la sua gente; - promuovere il progetto nella comunità; - creare un ambiente di fiducia, in cui la comunità possa sentirsi partecipe; - riportare il bagaglio di informazioni e di esperienze in Italia. E’ la scrittura delle prime pagine di Harambee Costa Kenya. Siamo coscienti della grande responsabilità ma ci sentiamo anche onorati del compito che ci attende. Staff di Progetto Harambee Costa Kenya PROGETTO HARAMBEE GWASSI Progetto Irrigazione Prosegue la progettazione esecutiva dell’impianto d’irrigazione del primo lotto di 20 ettari nella Piana di Nyandiwa. Siamo ormai alle battute finali e sono stati contattati tutti i possibili fornitori dei materiali, che abbiamo deciso di acquistare in Italia. Altri saranno acquistati in Kenya. Resta confermato l’obiettivo di avviare i lavori di costruzione dell’impianto prima della fine dell’anno. Intanto a Nyandiwa l’apposito Comitato sta lavorando all’organizzazione di una cooperativa, di cui faranno parte tutti i proprietari dei terreni interessati. La cooperativa dovrà gestire l’impianto e commercializzare i prodotti. Impianto sperimentale di biogas Tobias ci ha informati che l’impianto funziona ma c’è ancora una pressione insufficiente per far giungere il gas fino alla cucina del Centro. Comunque all’uscita dei bidoni digestori è possibile accendere la fiamma. Occorrerà regolare empiricamente il sistema fino a trovare la soluzione migliore. Successivamente si potrà iniziare la diffusione di impianti di biogas presso le famiglie della comunità di Nyandiwa. Rete Informatica Due anni fa è stato avviato il progetto multimediale denominato “Un computer nella savana” con l’obiettivo di realizzare una scuola informatica di base presso la scuola politecnica del Centro Scout di Nyandiwa. Credo sia opportuno ricordare le motivazioni che portarono alla sua nascita, riprendendo un brano dalla descrizione del progetto stesso: “In un’ottica di sviluppo globale l’introduzione dell’informatica e della telematica in un paese povero è a nostro parere un’opportunità formidabile per uscire da un isolamento economico e sociale, per acquisire informazioni e istruzione, per farsi conoscere, per accedere gradualmente ai mercati, per trasformare in definitiva la propria economia e la propria vita in modo consapevole, senza tagli troppo dannosi e dolorosi con la cultura di origine. Senza esaltare o sopravvalutare le nuove tecnologie, vogliamo semplicemente proporle come strumento di autosviluppo e di educazione, opportunamente inserite in un contesto sociale che ben conosciamo: estremamente povero, ma ricco di risorse umane e di aspettative. Il fatto che la proposta di far sorgere 6/10 un’aula d’informatica sia emersa proprio dalla popolazione locale ci fa capire quanto forte sia il bisogno e la volontà di questi popoli di rapportarsi con il mondo esterno”. Adesso che il laboratorio d’informatica è stato realizzato e dallo scorso anno si svolgono regolari corsi di formazione tenuti da un bravissimo insegnante locale, è il momento di guardare avanti, cercando di sfruttare le possibilità offerte da un sistema integrato di nuove tecnologie. I campi d’impiego sono tanti. Anzitutto, se usate correttamente, le Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (TIC), possono contribuire in modo significativo alla qualità dell’istruzione e della formazione (e-learning) e ciò può essere particolarmente importante nelle zone rurali dell’Africa, come nel caso nostro, dove i sistemi di comunicazione sono inesistenti o molto precari. Utilizzatori privilegiati possono essere gli studenti e gli insegnanti ma più in generale, con un progetto mirato, si può influire in modo determinante nella crescita delle competenze (empowerment). L’efficacia del nostro intervento per lo sviluppo della regione dei Gwassi sarà tanto maggiore quanto più saremo capaci di utilizzare al meglio le possibilità offerte dalla natura in loco (per esempio, l’uso delle fonti alternative di energia come biogas, sole, ecc.) e dalle tecnologie evolute (per esempio, le TIC). Niente fughe in avanti, né “cattedrali nel deserto” ma occorre muoversi al passo coi tempi. Questa è l’era della globalizzazione e del “tempo reale”. Anche i Gwassi vivono in quest’era. La rete informatica che vogliamo sviluppare in quella regione e i cui dettagli descriveremo nella prossima Newsletter, è nella logica anzidetta e risponde alla necessità, frequentemente segnalata da importanti istituzioni internazionali come le Nazioni Unite, di combattere anche contro l’infopoverty. Antonio Labate Iniziative di presentazione dei PROGETTI HARAMBEE 1. MORTARA domenica 14 maggio: Assemblea Regionale annuale del Masci Lombardia. Durante tale assemblea, alla presenza di un centinaio di adulti scout del Masci, è stato possibile comunicare, sia pur brevemente, le ultime notizie sui Progetti della Rete Harambee: la realizzazione del pozzo a Gassa Chare, in Etiopia; il Progetto irrigazione ed il Progetto informatica a Nyandiwa. In particolare poi è stato presentato il nuovo periodico on line dell’Associazione Harambee: L’albero di Mae. A tutte le comunità Masci (29) è stato dato in omaggio una copia cartacea dello stesso periodico. Ringraziamo in particolare la Segretaria Regionale Gisella per l’attenzione ai progetti della Rete Harambee e per la sua sensibilità ai temi della cooperazione internazionale e della pace. Siamo lieti che varie comunità e vari adulti scout della Lombardia si siano dimostrati sempre più informati ed attenti ai Progetti Harambee. Un vivo grazie anche alla comunità Masci di Mortara, che ci ha ospitati. Carlo Capello 7/10 2. SAMARATE giovedì 18 MAGGIO. Nel corso della presentazione dell’ opuscolo L’acqua è preziosa, risparmiala, che raccoglieva il lavoro svolto durante l’anno da parte degli alunni di alcune classi dell’Istituto Comprensivo “A.Manzoni” di Semerate, sulla situazione e sui problemi locali e mondiali dell’acqua, abbiamo potuto illustrare anche la storia dell’acquedotto di Nyandiwa e più in generale la situazione idrica attuale e l’uso dell’acqua nella regione dei Gwassi. Ilaria e Steffen (volontari a Nyandiwa nel febbraio 2006) 3. SAMARATE sabato 20 maggio: stand Harambee nella “Scuola Media” Nel corso della festa di fine anno, è stato organizzato da parte di alcuni insegnanti uno stand per raccogliere finanziamenti per i progetti Harambee: sono stati venduti libri e gadget, con soddisfacenti risultati. Pina Barillà (insegnante e collaboratrice al Progetto Harambee) 4. MILANO, sabato 20 maggio – Scuola Elementare di via Russo. Nel corso della festa di fine anno scolastico, è stata allestita una mostra di cartelloni realizzati dai bambini sui vari aspetti del Progetto Harambee Gwassi. La Scuola Elementare di via Russo collabora da anni al Progetto di Scambio educativo tra le Scuole Italiane e le Scuole dei Gwassi; in particolare ci siamo impegnati a studiare la vita ed i problemi della gente dei Gwassi e di altre popolazioni africane, ad inviare alla Scuola Primaria di Nyenga materiale (disegni, storie, canzoni…) prodotto da noi e a vendere qui nella nostra scuola molti libri della collana Harambee Tales . Quest’anno abbiamo realizzato sei grandi cartelloni sui diversi aspetti della vita e delle attività a Nyandiwa, in particolare al Centro Scout, per far conoscere ad altre classi ed ai genitori le importanti realizzazioni del Progetto Harambee. I nostri bambini ricordano sempre con entusiasmo e affetto le visite di Margaret e di Tobias. Mara Zucchi (insegnante e collaboratrice al Progetto Harambee) 5. MILANO. Maggio 2006 “Scuola Elementare Val Lagarina” : pubblicazione di una nuova favola IL RAGAZZO E L’ASINO. Il libro è stato disegnato dagli alunni della classe V A nell’anno scolastico 2003-04, sotto la guida di tre insegnanti. Il testo è scritto sia in italiano sia in inglese; i disegni sono riportati identici su due pagine, una colorata e una no, concepita per essere colorata a piacere da chi acquista il libro. L’opera è stata realizzata in collaborazione con il Progetto della Rete delle Scuole SIT-ENIS Schools “Scopri il Tesoro della Comunicazione”, che ospita la parte on line del progetto di Scambio Educativo tra scuole italiane e scuole kenyane (vedi: www.retecivica.mi.it/harambee). Per richiedere i libri: [email protected] (oppure rivolgetevi a noi). Gabriela Cattaneo e Carlo Capello 8/10 6. Gruppo Lonate: finanziamento da parte del comune. Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Lonate Pozzolo ha elargito al nostro Gruppo Harambee la somma di euro 750. Il Gruppo Harambee ringrazia e informa che l’intero importo verrà usato, come negli anni precedenti, per finanziare i progetti in corso in Africa. Lonate Pozzolo, 24.05.2006 Adele Bottini 7. LE BORSE DI NYANDIWA: Molti le indossano, ma non tutti ancora le conoscono! È ormai avviata dalla scorsa estate, con successo, la produzione di borse in stoffa africana presso la sartoria del Centro Scout di Nyandiwa; trasportate in Italia dai volontarie sono poi vendute in varie città (Milano, Arese, Roma). Prende così forma a Nyandiwa una piccola esperienza di commercio equo e solidale. Il progetto nato dalla collaborazione tra Harambee e Altrove – Cooperativa Sociale, socia di CTM Altromercato, si lega fortemente al progetto della Scuola Politecnica e intende incentivare lo sviluppo economico dell’area grazie all’iniziativa di giovani qualificati, in grado di fronteggiare con successo il cambiamento e di fornire alla popolazione locale esempi replicabili di microeconomia efficiente e sostenibile. Come Cooperativa Altrove stiamo già studiando la nuova collezione per la Primavera-Estate del 2007; ci impegneremo poi nella diffusione del progetto e nella raccolta degli ordini da parte di altre Botteghe del Mondo e di gruppi e associazioni interessate, al fine di trasferirli per la produzione alla nascente cooperativa sociale a Nyandiwa. Ci auguriamo il successo dell’iniziativa, che significa rispetto dello spirito del Progetto Harambee, rispetto dei principi del commercio equo e solidale, impatto positivo sul consumatore finale. Erocamano a tutti per il contributo. Mariagrazia Sferrazza 9/10 CAMPI ESTIVI HARAMBEE Progetto Harambee Gwassi Kenya Nyandiwa. Si svolgeranno due campi, uno in luglio e uno in agosto con la presenza complessiva di 22 partecipanti: il clan AGESCI di Pinerolo (TO), tre volontarie della provincia di Milano e uno di MuranoVenezia. Capo campo: Antonio Labate Progetto Harambee Etiopia Gassa Chare. Un campo in agosto con 18 partecipanti: il clan AGESCI di Mariano Comense (CO), una volontaria di Chieti, una di Roma e due della provincia di Milano. Capo campo: Valentina Mattioli Progetto Harambee Costa Kenya Miritini - Mombasa. Due campi in agosto e settembre con 11 partecipanti: dieci di Roma e uno del Liechtenstein. Capo campo: Marta De Lorenzo Notiziario interno "Rete Harambee Brownsea" a cura del Gruppo Comunicazione Via Burigozzo 11 - 20122 Milano - Fax 0245490192 - E-mail: [email protected] - web: www.brownsea.it 10/10