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FEDERALISMO
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Obiettivo programmatico di riferimento
1.1 Devoluzione, federalismo e sussidiarietà
Titolo dell’obiettivo specifico
1.1.1 Devoluzione di competenze e di risorse dallo Stato alle Regioni in materia di sanità,
istruzione e polizia locale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Realizzazione del federalismo politico ed amministrativo, anche mediante l’accelerazione del
processo di trasferimento integrale alla regione delle competenze e risorse in materia di sanità,
istruzione e polizia locale.
La Regione Lombardia prosegue nel processo di rivendicazione di un federalismo “possibile”,
anche mediante l’individuazione di nuove proposte e nuovi spazi per l’affermazione di una più forte
autonomia dell’ordinamento regionale, con la garanzia di una più consapevole partecipazione della
comunità lombarda alle scelte ed alle istituzioni.
L’auspicato federalismo deve essere attuato attraverso lo strumento della ‘devoluzione’, intesa
quale “trasferimento “ alla Regione delle competenze e delle risorse relative alle materie che si
ritiene possano essere gestite meglio a livello regionale che dallo Stato, a cominciare dalla sanità
dalla sicurezza e dall’istruzione
La ‘devoluzione’, per essere efficace dovrà essere anche “economica” e mirare all’introduzione di
un reale federalismo fiscale.
Si dovrà quindi esercitare un’incisiva attività promozionale in due direzioni: nei confronti dei
cittadini lombardi, al fine di consolidare la già espressa (16 aprile) esigenza di regionalizzare la
gestione piena delle materie individuate; nei confronti del governo, al fine di ottenere, con
modifiche costituzionali o, se possibile, in altra forma, la competenza piena nelle citate materie. Se
la domanda di devoluzione, avanzata dalla Regione in sede di confronto con il Governo, avrà il
sostegno tangibile dei cittadini lombardi si potranno ragionevolmente concretizzare significativi
risultati. A questo i cittadini lombardi saranno chiamati ad esprimersi sul tema della devoluzione e
si continuerà e intensificherà il confronto con il Governo.
Risultati attesi
Affermazione piena dell’autonomia regionale sul piano politico ed amministrativo:
– in materia sanitaria, mediante l’ottenimento della gestione di tutte le competenze e dei
correlativi fondi;
– in materia di sicurezza, con il riconoscimento di una con-titolarità delle funzioni e delle materie
inerenti le politiche della sicurezza;
– in materia di istruzione, formazione e lavoro, con una più razionale correlazione con la realtà ed
il territorio regionale, lasciando come competenza allo Stato solo la supervisione finale sugli
obiettivi e gli standard essenziali da raggiungere.
Principali obiettivi gestionali
– Realizzazione di concrete modalità operative e proposte di attuazione del federalismo mediante
‘devoluzione’ di competenze alle regioni.
– Attività tecnico-consultiva in ordine alla predisposizione di ipotesi di sperimentazione di prime
forme di devoluzione in materia di sanità, sicurezza ed istruzione;
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Titolo dell’obiettivo specifico
1.1.2 Potenziamento dei rapporti internazionali della Regione
Descrizione dell’obiettivo specifico
I rapporti con l’Unione Europea, nonché l’allargamento in corso, comportano, per la Regione
Lombardia, l’assunzione di una funzione di sostegno sempre più incisiva a favore della coesione
economica e sociale, tramite una politica regionale che raggiunga i suoi obiettivi con i fondi
strutturali e attraverso altre forme di sostegno in settori quali l’ambiente, la cultura, le reti
transeuropee, ecc.
Il nuovo ruolo del governo regionale, infatti, deve prevedere la necessità di avviare un processo di
riforma delle modalità e delle procedure di partecipazione al processo d’integrazione europea. La
necessità di consolidamento delle azioni intraprese per il rafforzamento della presenza e
dell’immagine della Regione Lombardia, deve essere guidata da queste considerazioni.
E’ il principio di sussidiarietà che chiarisce in che direzione deve articolarsi il rapporto
Regione/Stato/Unione Europea, evitando sovrapposizioni di potere e assunzioni di responsabilità
non proprie. Nel consolidamento della tendenza volta a consentire agli organi regionali di svolgere
attività nella realtà comunitaria, l’autonomia regionale s’inserisce quale espressione di una
crescente interrelazione tra ordinamento comunitario e sistema politico interno.
La Regione Lombardia intende interpretare con dinamicità il ruolo di protagonista nella
formulazione delle politiche di sviluppo europeo, nonché in aree internazionali ritenute strategiche
anche per la presenza di emigranti lombardi.
Un’attenzione particolare sarà anche data al partenariato euromediterraneo ed all’Europa
sudorientale, nella convinzione che la pace, la stabilità e la sicurezza della regione costituiscono un
bene comune da rafforzare avviando un dialogo politico mediante la creazione di strutture di
cooperazione a più livelli.
Risultati attesi
– Rendere effettiva la partecipazione regionale al processo d’integrazione europea, in relazione, in
particolare, al ruolo che l’attività legislativa regionale ha assunto nel processo d’attuazione della
normativa comunitaria
– Realizzare un nuovo modello nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, interregionale e
transnazionale.
– Concretizzare il coinvolgimento degli stati candidati all’ingresso nell’Unione europea nei
programmi europei in vista d’un adeguamento delle loro strutture istituzionali, amministrative e
produttive.
– Assumere una funzione di sostegno sempre più incisiva a favore della coesione economica e
sociale in ambito europeo ed extraeuropeo.
Principali obiettivi gestionali
– Formalizzazione dei rapporti avviati con le amministrazioni delle aree ritenute d’interesse per
l’economia e la politica regionale e attivazione degli strumenti più adatti..
– Definizione delle modalità di collaborazione con le amministrazioni europee ed extra europee di
livello compatibile con quello regionale.
– Individuazione delle forme di confronto istituzionali più idonee, per il sostegno degli
interlocutori lombardi interessati ed aree ritenute strategiche
– Promozione della partecipazione dei cittadini al processo di integrazione socio culturale europeo
e allo sviluppo dei rapporti di collaborazione e partenariato della Regione Lombardia con i Paesi
dell’Unione Europea e a quelli aspiranti all’ingresso nell’UE
– Attuare iniziative di cooperazione multilaterale a favore dei cittadini lombardi nel mondo, in
collaborazione con il governo nazionale
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Titolo dell'obiettivo specifico
1.1.3 Revisione dello Statuto regionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
Concorrere al processo di revisione dello Statuto regionale lombardo, finalizzato a ridisciplinare in
particolare – in conformità ai contenuti della riforma costituzionale operata con la legge
costituzionale 1/99 – l’assetto ed i rapporti degli organi regionali.
La riorganizzazione e la ridisciplina del nuovo ordinamento regionale si pone quale presupposto
della rinnovata autonomia regionale e della realizzazione di un più funzionale apparato
amministrativo; ciò mediante:
- una migliore definizione e separazione del ruolo del Governo e dell’assemblea regionale;
- la responsabilizzazione del ruolo gestionale della dirigenza.
La recente legge costituzionale 1/99 e l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale hanno,
in parte, avuto e, soprattutto, avranno un forte impatto sullo Statuto regionale vigente e richiedono,
pertanto, un complessivo intervento di revisione dello stesso.
Siamo di fronte ad una nuova “fase costituente” che, per sua natura, richiede un impegno diretto del
Consiglio, ma che, posto il nuovo ruolo del Presidente della Giunta, non può non coinvolgere anche
le strutture della stessa.
La VII legislatura sarà quindi caratterizzata dall’esercizio del potere costituente e quindi della
disciplina della forma di governo regionale, della partecipazione degli Enti locali, dei rapporti con
l’Unione Europea, della miglior definizione del ruolo degli organi regionali.
Non sarà un processo facile, considerata sia la pluralità dei soggetti coinvolti, il necessario rispetto
dei differenti ruoli istituzionali e degli equilibri esistenti sia la riforma costituzionale in senso
federale dell’ordinamento dello Stato, ad oggi ferma in parlamento, ma che potrebbe -in tempi non
prevedibili – subire un’accelerazione e richiedere nuovi e più incisivi interventi sullo Statuto.
Risultato atteso
Assicurare a Consiglio e Giunta i necessari supporti tecnici per lo svolgimento proficuo di attività
in ordine alla revisione dello Statuto.
Principali obiettivi gestionali
- Instaurare rapporti con le strutture consiliari che si occuperanno di Statuto.
- Assicurare un proficuo collegamento con i soggetti che nelle altre regioni, nelle sedi di
coordinamento interregionale e di confronto con lo Stato (per es. conferenze), tratteranno la riforma
statutaria, nonché con gli esperti esterni (istituti di ricerca, Università ecc.) che, in diverse forme,
collaboreranno alla riforma statutaria, anche al fine di raccogliere, analizzare e approfondire la
documentazione necessaria per un’approfondita istruttoria.
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Titolo dell’obiettivo specifico
1.1.4 Coordinamento dell’attuazione della l.r. 1/2000 “Riordino del sistema delle autonomie in
Lombardia”
Descrizione dell’obiettivo specifico
La legislatura che si apre dovrà affrontare da subito il compito di assicurare una piena e pronta
realizzazione dei contenuti della l.r. 1/2000. Ciò richiederà lo svolgimento di una complessa attività
di coordinamento delle singole DD.GG. interessate e di raccordo con le istanze degli enti locali e
delle autonomie funzionali al fine, in particolare di:
- rendere effettivo il conferimento di funzioni alle autonomie locali e funzionali, attraverso la
definizione dei provvedimenti (DGR e decreti dei direttori generali) comportanti l’effettivo
trasferimento delle risorse finanziarie, umane e strumentali e lasciando residuare in capo alla
regione competenze legislative, di programmazione e controllo;
- favorire la gestione associata di funzioni e servizi, nel rispetto delle identità locali;
- attivare canali istituzionali di confronto e coinvolgimento permanente delle autonomie locali e
funzionali, sia nella delicata fase del trasferimento di risorse, sia nell’attività regionale a regime.
Le modalità di attuazione saranno:
– L’attivazione di un gruppo di lavoro preposto ad una “classificazione” della tipologia delle
funzioni trasferite e delegate a seguito della “Riforma Bassanini” e dei rispettivi enti destinatari,
intesa quale quadro ricognitivo preliminare all’identificazione e quantificazione delle corrispondenti
risorse da assegnare e prodromico alla predisposizione dei provvedimenti di cui alla l.r. 2/99 (art. 3,
commi 17, 19 e 20) per la definizione dei tempi e modalità per il concreto passaggio delle funzioni
(ex art. 5 l.r. 1/2000) e del trasferimento delle risorse finanziarie e strumentali.
– L’attivazione, in attesa della costituzione della Conferenza delle Autonomie, dei canali di
contatto esistenti e collaudati onde evitare interruzioni del rapporto con il sistema delle autonomie.
– Definizione della nuova normativa riguardante le Comunità Montane, alla luce della 265/99 e
del T.U. degli Enti locali.
Risultati attesi
- Realizzare l’effettivo trasferimento agli enti locali e alle autonomie funzionali delle risorse
necessarie per l’esercizio delle funzioni conferite;
- Supportare la costituzione, l’effettivo funzionamento e la progressiva valorizzazione delle sedi
di coinvolgimento e il raccordo tra Regione e sistema delle autonomie, in particolare, della
Conferenza delle Autonomie;
- Favorire la progressiva valorizzazione dei privati mediante l’affidamento agli stessi di servizi e
delle attività.
Principali obiettivi gestionali
– Supporto tecnico per la costituzione e l’avvio della Conferenza delle autonomie ed, in generale,
raccordo con i Tavoli di confronto e con l’Osservatorio regionale sulla riforma amministrativa e sul
federalismo al fine di assicurare il coordinamento complessivo nella rilevazione dello stato di
attuazione della riforma;
– Analisi ed approfondimento tecnico delle funzioni conferite agli enti locali ed alle autonomie
funzionali al fine delle determinazioni di criteri “condivisi” per la definizione delle risorse da
trasferire.
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Titolo dell'obiettivo specifico
1.1.5 Realizzazione del federalismo fiscale, con la creazione di un sistema Tributario regionale
che raccolga tutti i tributi in sede locale
Descrizione dell'obiettivo specifico
Con l’approvazione, in coincidenza con la fine della precedenza legislatura, del decreto legislativo
n. 56/00 recante “Disposizioni in materia di federalismo fiscale, a norma dell’articolo 10 della legge
13 maggio 1999, n. 133” si è chiusa la prima fase di un percorso di riforma.
Infatti, il decreto legislativo, prevedendo la sostituzione, a decorrere dal 2001, di buona parte degli
attuali trasferimenti erariali con l’incremento dell’addizionale Irpef e dell’addizionale sulla benzina,
e l’istituzione della compartecipazione all’Iva, ha compiuto un importante passo avanti verso
l’applicazione dell’art. 119 della Costituzione sull’autonomia finanziaria.
Questo scenario di tendenza apre prospettive obiettivamente più favorevoli rispetto a quanto si
sarebbe verificato con il sistema dei trasferimenti. Infatti, maggiori entrate tributarie, ancorchè non
manovrabili dalla Regione o meramente compartecipate, significano crescita delle entrate secondo i
tassi di sviluppo del reddito nominale anziché secondo decisioni annuali di bilancio dello Stato
come sarebbe avvenuto in regime di trasferimenti.
E’ indubbio però che il nuovo sistema non ha allargato l’autonomia fiscale delle regioni che resta
incentrata, per limitarsi ai grossi tributi, sull’1%, sia in aumento che in diminuzione dell’aliquota
Irap (4,25%) e sull’aumento dello 0,5% dell’aliquota Irpef (0,9%), così come è stabilito dal Decreto
legislativo n. 446 del 1997.
L’azione per creare il Sistema Tributario Regionale rappresenterà pertanto un elemento essenziale
delle strategie per la nuova legislatura e dovrà portare a:
– realizzare una fiscalità regionale caratterizzata dalla potestà impositiva delle Regioni e quindi
costituita da tributi che siano definiti come propri delle regioni e sui quali le stesse possano
esercitare uno sforzo fiscale significativo;
– mantenere nella Regione una quota rilevante del gettito fiscale prodotto nella stessa, e
comunque congruo sia a finanziare le funzioni di nuova devoluzione che le esigenze della
perequazione nel quadro di un federalismo improntato a principi di efficienza e di solidarietà.
Risultato atteso
Realizzazione di un Sistema Tributario Regionale per il quale il 100% delle risorse prelevate a
livello locale venga utilizzato per il 70% in loco e venga attribuito per il restante 30% allo Stato, per
assicurare le funzioni fondamentali, e alle altre Regioni per la solidarietà interregionale.
Principali obiettivi gestionali
– Ridefinizione dei rapporti con lo Stato e i soggetti interessati per la gestione dell’Irap, della
tassa automobilistica, dell’accisa benzina, dell’addizionale Irpef, della compartecipazione IVA e
della fase di transizione prevista dal D.lgs. 56/2000 per il superamento del criterio della spesa
storica;
– Ridefinizione dei rapporti con lo Stato e i soggetti interessati per l’evoluzione delle Agenzie
fiscali nel senso di centro di servizi tributari su scala regionale;
– Proposta di legge di iniziativa regionale di modifica del D.Lgs. 56/2000 “Disposizioni in
materia di federalismo fiscale” per l’attuazione di un effettivo federalismo fiscale e consentire il
trasferimento alle Regioni delle funzioni e delle risorse in materia di gestione tributaria ivi
compresa la riscossione, l’attribuzione allo Stato di una quota del gettito per le funzioni ad esso
riservate dalla Costituzione, e alla perequazione della quota di solidarietà.
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Obiettivo programmatico di riferimento
1.2. Programmazione strategica, negoziata e comunitaria attraverso il partenariato territoriale
Titolo dell’obiettivo specifico
1.2.1 Integrazione degli strumenti
programmazione negoziata
di
programmazione
strategica
e
sviluppo
della
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nel processo di sviluppo della programmazione strategica, avviato nella scorsa legislatura con la
programmazione per progetti e la sperimentazione di un modello di relazioni tra le diverse
Amministrazioni per l’utilizzo degli investimenti pubblici, si rende necessario consolidare
l’esperienza sia a livello di maggiore efficacia complessiva, sia nelle fasi di definizione dei
documenti programmatici, sia nell’innovazione degli strumenti operativi a supporto della
programmazione.
In questa legislatura sarà fondamentale l’integrazione delle funzioni di programmazione strategica:
programmazione, bilancio e sistema dei controlli. L’unificazione del ciclo di programmazione e
controllo sarà sostenuta dall’attivazione di un sistema informativo dedicato (SIPeC) che consentirà
di monitorare l’avanzamento del programma regionale.
Il modello di programmazione realizzato attraverso l’intesa istituzionale di programma e i relativi
strumenti attuativi (AdPQ) deve affermarsi sempre più come strumento “ordinario” nei rapporti tra
Regione e Stato estendendosi a tutti gli ambiti di investimento di risorse statali nel territorio
regionale.
Parallelamente, dando attuazione alle previsioni del Dlgs.112/98, si definiranno le modalità di
utilizzo a livello regionale degli strumenti programmazione negoziata finalizzati allo sviluppo
locale, valorizzandone il carattere pattizio del modello e basandosi su un processo di tipo bottom
up. Tali strumenti dovranno rispondere ad un’esigenza di armonizzazione tra diversi strumenti di
pianificazione e programmazione territoriale e di facilitazione di processi di integrazione tra risorse
finanziarie di diversa natura.
In tale contesto diventerà strategico il ruolo delle strutture periferiche, gli STAP (Servizi Tecnici
Amministrativi Provinciali) quali nodi per la verifica preventiva della programmazione regionale e
per le attività di monitoraggio, assumendo il soggetto di riferimento istituzionale per il livello
provinciale dei diversi tavoli di concertazione.
Risultati attesi
Documenti di programmazione
Attivazione del sistema informativo per la programmazione e il controllo (SIPeC)
Applicazione di un approccio territorializzato al Programma Regionale di sviluppo
Partecipazione attiva dei Servizi territoriali regionali ai momenti di programmazione
Supporto al processo di rinnovamento organizzativo dei Servizi Territoriali regionali
Attivazione del modello regionale di programmazione negoziata per lo sviluppo locale
Principali obiettivi gestionali
– Elaborazione del programma regionale di sviluppo e dei documenti di programmazione
economico-finanziaria regionale
– Gestione e implementazione del sistema informativo SIPeC
– Attivazione della rete di relazioni, anche strutturate, finalizzate alla declinazione territoriale
della programmazione regionale
– Riqualificazione della presenza regionale sul territorio e supporto alla conseguente definizione
degli assetti organizzativi delle strutture decentrate.
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Titolo dell'obiettivo specifico
1.2.2. Integrazione della programmazione comunitaria e coordinamento dei programmi di
attuazione di Agenda 2000
Descrizione dell'obiettivo specifico
Costruire, in funzione di un'unica politica di sviluppo sociale ed economico del territorio, strumenti
di attuazione delle scelte programmatiche regionali che utilizzino in modo integrato le risorse
derivanti dalla programmazione comunitaria.
Creare un “sistema regione” efficiente in grado di garantire il pieno utilizzo delle risorse
comunitarie e di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla partecipazione all’U.E., anche
attraverso l’attivazione di canali informativi sulle decisioni della Commissione Europea o su
progetti e buone prassi esistenti.
Valorizzare il Partenariato istituzionale, economico e sociale, coinvolgendo attivamente i soggetti
interessati alla realizzazione dei progetti comunitari nella programmazione e nel monitoraggio della
spesa.
Risultati attesi
– Pervenire a modelli operativi di intervento in grado di coniugare i diversi strumenti della
programmazione (comunitaria, negoziata, ecc..) in modo da agire sul territorio in relazione alle
diverse situazioni e vincoli/opportunità determinate dalle decisioni in sede europea (aree ob. 2, aree
87.3c, ecc..)
– Migliorare l’efficienza del “sistema Lombardia” nell’utilizzo dei fondi strutturali
– Aumentare la capacità del “sistema Lombardia” di attrarre risorse dall’U.E., anche attraverso il
miglioramento della capacità di costruire un partenariato internazionale con enti pubblici e privati
Principali obiettivi gestionali
– Raccordo delle scelte della programmazione comunitaria con gli obiettivi del Programma
Regionale di Sviluppo
– Revisione della normativa di spesa regionale in modo da utilizzare le possibilità di deroghe alle
norme comunitarie sull’incompatibilità con il mercato comune degli aiuti concessi dal settore
pubblico
– Ampliare l’azione della Cabina di regia regionale con la creazione di Tavoli di confronto del
partenariato territoriale, anche attraverso l’utilizzo delle sedi periferiche regionali, per il
monitoraggio della spesa dei fondi strutturali
– Sviluppare i canali informativi destinati al territorio e le possibilità di contatto per la
partecipazione alle iniziative europee e la costruzione di partnership internazionali
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Titolo dell'obiettivo specifico
1.2.3. Potenziamento delle modalità di raccordo della programmazione regionale con l’attività
delle società e degli enti regionali
Descrizione dell'obiettivo specifico
Potenziare il ruolo delle società e degli enti regionali come “braccio operativo” della Regione in
funzione delle scelte programmatiche della Regione.
Le società, per l’autonomia patrimoniale e gestionale di cui godono, sono in grado di garantire una
maggiore efficienza ed incidenza dell’azione rispetto alla pubblica amministrazione.
Pertanto, esse potranno avere un ruolo fondamentale nella realizzazione di nuove modalità e
strumenti di intervento, dal contenuto fortemente innovativo al passo con le nuove e sempre più
avanzate iniziative del mercato e della struttura economica e sociale lombarda.
Gli enti e le società regionali dovranno essere riordinati in relazione alla loro strumentalità per la
programmazione regionale, individuando gli enti effettivamente a supporto dell’attività regionale
per i quali sarà necessario introdurre nuove ed efficaci modalità di raccordo con la programmazione
regionale.
Dovranno essere individuate soluzioni operative per snellire e rendere più efficiente il
funzionamento di tali enti e per ridurre le ingenti spese di gestione che gravano sul bilancio
regionale.
Gli enti che operano in campi non strettamente funzionali alle competenze proprie della Regione, in
base al principio di sussidiarietà, dovranno essere lasciati a soggetti diversi.
Risultati attesi
– Raccordare l’attività degli enti e delle società regionali alle scelte della programmazione
regionale
– Sviluppare le potenzialità di intervento regionali attraverso la creazione di strumenti innovativi,
con la partecipazione attiva delle società regionali
– Riordino del sistema degli Enti strumentali
Principali obiettivi gestionali
– Creazione di un collegamento funzionale e operativo tra la struttura regionale e gli enti e le
società regionali
– Approvazione e attuazione della riforma degli enti strumentali regionali
– Utilizzo della finanziaria regionale per lo sviluppo di strumenti innovativi di finanziamento
(quali i fondi chiusi e project financing) e per l’efficiente impiego delle risorse comunitarie
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Titolo dell’obiettivo specifico
1.2.4 Operatività dell’ARPA
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA), istituita dalla LR 16/99, assume
una importante valenza di strumento a supporto delle politiche regionali, sui temi dell’ambiente
e della qualità della vita dei cittadini Lombardi, contribuendo sia all’accrescimento e al progresso
del sistema delle conoscenze e dei monitoraggi, che a una migliore efficacia dei programmi e
strumenti operativi ai fini di uno sviluppo regionale sostenibile.
Conseguentemente l’ARPA opererà , sulla base degli indirizzi della programmazione regionale ,
svolgendo una attività tecnico scientifica a sostegno dei programmi , delle strategie e strumenti
attuativi della Regione, degli Enti Locali e di altri Enti Pubblici in particolare nel campo della
prevenzione e delle politiche ambientali.
L’art. 3 della L.R. n. 16/99 elenca le attività di competenza della ARPA , che sono dunque
specificatamente di natura tecnico- scientifica, strettamente connesse all’esercizio delle funzioni di
interesse regionale, di cui all’art. 1 del D.L. 496/93, convertito con la L. 61/94.
Le attività esercitate dall’ARPA, restano distinte da quelle programmatorie amministrative,
spettanti alla Regione ed al sistema delle Autonomie Locali.
Il successivo art. 10 elenca le modalità di esercizio delle attività assegnate all’ARPA che
prevedono, tra l’altro, alla lettera f), la gestione di reti di monitoraggio e di altri sistemi di indagine;
in tale attività rientrerà anche, in prospettiva, l’acquisizione, elaborazione e diffusione di
informazioni e previsioni sullo stato delle variabili meteoclimatiche e sul loro impatto sull’ambiente
in coordinamento con gli altri enti ed organismi competenti in materia.
Nel campo delle autorizzazioni ambientali, il terzo comma dell’art. 26, pone l’obbligo alla Regione
ed agli Enti Locali di acquisire il parere dell’ARPA nell’ambito delle funzioni di loro competenza.
In tale sede, l’ARPA non è solo l’organo che per legge esprime il parere obbligatorio per il rilascio
delle autorizzazioni in materia ambientale, ma è anche il soggetto che ha la facoltà di svolgere
l’istruttoria propedeutica al rilascio del provvedimento autorizzativo, sempre che l’Ente locale si
convenzioni con l’ARPA medesima.
Nel contesto legislativo descritto, l’individuazione delle modalità di cooperazione dell’ARPA con le
strutture regionali, sarà attivata e implementata con un approccio metodologico e strumentale
finalizzato al potenziamento dell’attività a supporto dei compiti programmatori e amministrativi
/autorizzativi svolti dagli enti pubblici.
L’obiettivo è quello di orientare la definizione dell'operatività della struttura tecnico-scientifica
dell’ARPA, nel quadro di principi di autonomia gestionale e organizzativa, per contribuire ad una
visibile e incrementale efficacia delle strategie della Regione e degli Enti Locali per la protezione
ambientale.
Risultato atteso
Operatività della struttura tecnico-scientifica che realizzi sia l'incremento del sistema delle
conoscenze e dei monitoraggi sullo stato dell'ambiente sia un miglioramento dell’attuazione delle
politiche ambientali regionali e locali (efficacia/qualità/ trasparenza e visibilità / accettabilità
sociale)
Principali obiettivi gestionali
Definizione delle modalità di cooperazione dell’ARPA con le strutture regionali
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Titolo dell’obiettivo specifico
1.2.5 Strumenti di finanza innovativa
Descrizione dell’obiettivo specifico
Lo sviluppo di strumenti finanziari innovativi riguarderà, in particolare:
- la revisione degli strumenti regionali di finanziamento per le infrastrutture (FIP e FRISL)
migliorando il raccordo con gli strumenti di programmazione negoziata e la capacità di catalizzare
ulteriori risorse pubbliche e private ;
- l’utilizzo di nuovi strumenti e canali di finanziamento, che consentano di ottimizzare e
incrementare la disponibilità di fondi per con particolare riferimento ai fondi della Banca Europea
degli Investimenti ed alle emissioni obbligazionarie strutturate sul bilancio ed extra bilancio, quali
ad esempio programmi di emissione sui mercati internazionali e cartolarizzazione di crediti;
- lo sviluppo di strumenti di finanziamento municipale, che consentano di realizzare gli
investimenti in infrastrutture di piccola e media scala di interesse locale combinando le risorse
autonome degli Enti locali con altre risorse pubbliche e private;
- la realizzazione dei grandi interventi di interesse regionale con gli strumenti della finanza di
progetto, con particolare riferimento ai grandi progetti di trasformazione urbana, ai trasporti, alla
sanità ed altri progetti di rilevante dimensione.
La finanziaria regionale supporterà la realizzazione di interventi di interesse pubblico con
l’attivazione congiunta di risorse finanziarie pubbliche e private e facilitando il coinvolgimento
degli operatori bancari e finanziari. Le attività di assistenza tecnica e di sviluppo di nuovi strumenti
finanziari verranno effettuate con un ruolo sussidiario funzionale allo sviluppo del mercato dei
servizi finanziari. In relazione a questi nuovi compiti andranno esaminati opportuni interventi di
rafforzamento della struttura societaria e patrimoniale che consentano alla finanziaria di essere
interlocutore credibile degli operatori del settore.
Principali risultati attesi
- Reperimento delle risorse necessarie per realizzare i grandi interventi di interesse regionale
- Concentrazione e qualificazione della spesa regionale in conto capitale per la realizzazione
degli obiettivi sviluppo regionale
- Rendere accessibili agli operatori regionali nuovi canali e strumenti di finanziamento
- Sostenere gli investimenti degli Enti Locali con opportuni strumenti di assistenza tecnica e
sostegno finanziario
Principale obiettivo gestionale
- Avvio di un Fondo per lo sviluppo delle Infrastrutture Municipali
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Obiettivo programmatico di riferimento
1.3 Qualificazione dell’attività legislativa,
amministrativo
trasparenza,
semplificazione
e
snellimento
Titolo dell'obiettivo specifico
1.3.1 Razionalizzazione del sistema legislativo regionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
Conseguire la semplificazione del corpo normativo regionale facendo leva sull’utilizzo appropriato
dello strumento regolamentare, ora in capo alla Giunta, sulla redazione di testi unici per settori o
materie, accompagnati dall’abrogazione delle corrispondenti leggi recepite (riduzione del numero
delle leggi, maggiore facilità di consultazione), sul trasferimento di norme di dettaglio dalla legge
al regolamento (snellimento e maggiore chiarezza delle leggi). Attivare forme di comunicazione
dedicate ai provvedimenti legislativi regionali di nuova approvazione.
Modalità attuative
Rispetto al corpus normativo vigente, continuare nell’opera di individuazione ed abrogazione delle
norme non più operanti e attivare un processo di delegificazione e di coordinamento dei testi di
legge vertenti in materie omogenee, anche mediante l’utilizzo del programma di semplificazione
previsto dalla l.r. 2/00. In ordine all’attività di produzione di nuove norme, adottare strumenti di
promozione e verifica del ricorso alla legge solo ove necessario nonché creare e consolidare
un’attenzione diffusa per le regole di tecnica legislativa e per l’esigenza di preservare un sistema
normativo ordinato. Sintetizzare, in linguaggio adatto allo scopo di divulgazione all’esterno, i
contenuti dei provvedimenti legislativi più rilevanti.
Risultati attesi
Diminuzione del numero delle leggi e incremento del contenuto qualitativo delle stesse;
Riordino di ambiti e settori della normativa regionale vigente;
Riduzione delle difficoltà interpretative per l’operatore ed il cittadino nell’applicazione concreta
della legge regionale.
Principali obiettivi gestionali
– Promuovere presso le Direzioni Generali la necessità di adottare T.U. di coordinamento delle
leggi vigenti sulle materie di loro competenza e assicurare il necessario supporto tecnico durante i
lavori di predisposizione degli stessi;
– Assicurare il supporto tecnico alle Direzioni Generali nell’esercizio dell’iniziativa legislativa e
regolamentare al fine di favorire la qualificazione dell’intervento legislativo e la valorizzazione di
quello regolamentare. Ideare e realizzare forme di divulgazione dei contenuti delle leggi regionali
più significative.
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Titolo dell'obiettivo specifico
1.3.2 Semplificazione e razionalizzazione dei procedimenti amministrativi e pubblicità degli atti
Descrizione dell'obiettivo specifico
Per consentire il costante adeguamento alla rapida evoluzione della realtà sociale ed economica e
per favorire la piena espressione delle potenzialità della popolazione lombarda, occorre fornire
risposte più celeri e soddisfacenti ai cittadini e alle imprese che per qualsiasi motivo vengono in
contatto con l’ente Regione, semplificando le procedure amministrative e rendendo effettiva
l’applicazione della normativa regionale sull’accesso.
Passaggi fondamentali a questi fini sono:
– la revisione dei procedimenti amministrativi secondo criteri di certezza dei tempi di
conclusione, eliminazione di vincoli e passaggi superflui, riduzione delle fasi e, ove possibile,
soppressione di ogni pronuncia preventiva dell’amministrazione, sostituendola, se del caso, con un
semplice controllo successivo di regolarità;
– la piena attuazione del diritto di accesso soprattutto attraverso l’immissione in rete di tutti gli
atti accessibili.
Risultati attesi
Abbreviazione dei termini per la conclusione dei procedimenti; diminuzione del numero degli
adempimenti procedurali a carico del cittadino e dell’impresa e incremento del livello di
conoscibilità all’esterno degli atti regionali.
Principali obiettivi gestionali
– Svolgere un’azione di impulso e raccordo delle Direzioni Generali nell’attività di monitoraggio
dei procedimenti e di raccolta dei dati necessari per predisporre interventi di semplificazione, anche
attraverso lo strumento del programma di semplificazione di cui alla l.r. n. 2/00.
– Svolgere un’attività di impulso e raccordo sulle strutture interessate per garantire la piena ed
effettiva accessibilità degli atti regionali.
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Obiettivo programmatico di riferimento
1.4 Il Sistema Informativo Regionale come leva strategica del governo regionale
Titolo dell'obiettivo specifico
1.4.1 Attuazione del Programma Lombardia Integrata
Descrizione dell'obiettivo specifico
Dare completa realizzazione al Programma Lombardia Integrata sulla base delibera n. 48790 del 1
marzo 2000 per favorire, promuovere e realizzare l'interscambio informativo e la cooperazione
applicativa tra enti e erogare nuovi servizi a cittadini, imprese ed enti.
All'interno del Programma Lombardia Integrata, trovano anche attuazione momenti formativi e di
aggiornamento affinché una cultura informatica sia sempre più diffusa nella comunità lombarda
perché ne possa cogliere le opportunità di sviluppo economico e di crescita sociale.
Sfruttando le potenzialità di una infrastruttura di rete sul territorio regionale da realizzare mediante
l'apporto di società del mercato e attraverso accordi programmatici e operativi con gli enti lombardi,
il Programma Lombardia Integrata deve realizzare nuove e più efficaci modalità di interazione tra
enti, offrire un accesso diretto al patrimonio informativo ai cittadini ed enti, garantire nuovi servizi
tecnologicamente avanzati ai cittadini.
Risultati attesi
– Attivazione di una rete infrastrutturale “virtuale” per il collegamento tra enti
– Erogazione di nuovi servizi on line per cittadini, enti, imprese
Principali obiettivi gestionali
– Coinvolgimento degli enti lombardi attraverso un accordo quadro complessivo e la
formalizzazione di accordi specifici sul territorio
– Governo della Rete regionale lombarda
– realizzazione di servizi (primi fra i quali quelli regionali) e prodotti applicativi di cooperazione
fra enti e a diretto beneficio dei cittadini e delle imprese
14
Titolo dell'obiettivo specifico
1.4.2 Attuazione del progetto "Carta regionale dei servizi"
Descrizione dell'obiettivo specifico
Realizzazione e diffusione della Carta Regionale dei Servizi, in base al progetto approvato dalla
Giunta nel novembre '99, con l'obiettivo di:
- distribuire a tutti i cittadini lombardi una carta dotata di microprocessore per accedere in via
telematica, con garanzie di sicurezza ed efficienza, a tutti i servizi che la Pubblica Amministrazione
lombarda, ma non solo, renderà disponibili sulla rete regionale. Poiché il progetto prevede la prima
attuazione in ambito socio-sanitario, gli obiettivi da raggiungere sono:
- messa in rete di tutti gli operatori e le strutture di carattere socio-sanitario
- realizzazione di servizi infotelematici che migliorano l'accesso, la fruizione e l'erogazione di
servizi sanitari ai cittadini
- attivazione di un sistema informativo per il controllo della spesa sanitaria che garantisca
trasparenza, efficacia e maggiore capacità di programmazione degli interventi
- implementare nuovi servizi che, supportati dalla piattaforma tecnologica di Lombardia
Integrata, consentano ai cittadini, attraverso l'identificazione della Carta, una migliore interazione
con la Pubblica Amministrazione per la fruizione di servizi innovativi con un aumento dei punti di
accesso (richiesta di certificati, abbonamenti ai servizi di trasporto, pagamenti elettronici, servizi
agli operatori agricoli, …)
Risultati attesi
– Maggior controllo della spesa sanitaria
– Incremento qualitativo dei servizi sociosanitari
– Accesso on line dei cittadini a servizi della Pubblica Amministrazione
Principali obiettivi gestionali
Conduzione e conclusione del progetto sperimentale sull’area di Lecco
15
Titolo dell'obiettivo specifico
1.4.3 Valorizzazione e sviluppo del patrimonio informativo dell'ente regionale mediante nuove
tecniche e sperimentazioni
Descrizione dell'obiettivo specifico
Per garantire una reale efficacia dei propri prodotti e servizi, il SIR deve assumere come fulcro
centrale della propria attività la valorizzazione e lo sviluppo della "risorsa informazione".
L'informazione dev'essere intesa come vera e propria "risorsa aziendale" per la Regione e quindi
trattata con i più moderni strumenti tecnologici affinché possa essere innanzitutto recuperata, quindi
elaborata e restituita con un valore aggiunto immediatamente percepibile. L'informazione, quindi,
immessa nel SIR dev'essere aggiornata, distribuita, certificata, condivisa, comunicata, integrata.
Posta la gestione e la qualità dell’informazione come presupposto dell’azione del SIR (Knowledge
management), lo sviluppo di nuovi prodotti informatici dovranno seguire le seguenti due linee di
indirizzo fondamentali:
– supportare con soluzioni tecnologicamente innovative le scelte strategiche della Giunta
– supportare il processo decisionale ai vari livelli dell'ente
Al primo gruppo di soluzioni appartengono, ad esempio, il nuovo sistema informativo della
Programmazione e controllo e il sistema informativo tributario. Ambiti d'intervento cioè in cui le
applicazioni informatiche offrono un valore aggiunto proprio e nuove opportunità alle scelte
strategiche e realizzative del governo regionale. Al secondo gruppo, invece, appartengono quei
supporti informativi che permettono al top management regionale di individuare più facilmente e
con maggior efficacia le linee d'intervento dell'azione regionale.
Si tratta di realizzare sistemi informativi, di facile utilizzo all'utente finale, che forniscano sia una
visione sintetica della realtà regionale (reporting interno) sia le variabili esterne che più
direttamente hanno relazione con l'intervento regionale e sia le previsioni sull'evoluzione degli
scenari su cui le politiche regionali intervengono.
Questi sistemi devono essere realizzati per supportare i diversi gradi della dirigenza regionale nel
compito di:
– tenere sotto costante monitoraggio l'efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa della
struttura regionale
– avere una tempestiva segnalazione degli scostamenti tra programmazione e fase attuativa in
modo da attivare i necessari rimedi.
Risultati attesi
– Diminuire la circolazione di documenti cartacei e aumentare le transazioni on line
– Aumentare e diffondere il patrimonio informativo
– Sviluppare nuovi applicativi per supportare l’azione di governo della Regione
Principali obiettivi gestionali
– Attuazione del Sistema Informativo della Programmazione e dei Controlli
– sviluppo dell'intranet regionale
– realizzazione di strumenti per il supporto alle decisioni
– pianificazione dell'informatica individuale
16
Obiettivo programmatico di riferimento
1.5 Comunicazione istituzionale
Titolo dell’obiettivo specifico
1.5.1 Sviluppo delle funzioni di comunicazione istituzionale e di relazione con il pubblico
Descrizione dell'obiettivo specifico
Sviluppo della comunicazione istituzionale attraverso l’impiego di nuovi strumenti, la
riorganizzazione della funzione di coordinamento e supporto alle D.G, il rafforzamento della
presenza coordinata della Regione.
Consolidamento e potenziamento della rete degli SpazioRegione attraverso l’ampliamento
dell’offerta informativa, lo sviluppo di servizi mirati a differenti tipologie di pubblico e l’apertura
di nuovi punti di erogazione del servizio. Un punto qualificante sarà il rapporto con gli Enti Locali
all’interno del quale gli SpazioRegione dovranno caratterizzarsi come terminale unico sul territorio.
Potenzialità: valorizzare e razionalizzare l'attività di comunicazione effettuate dalle varie D.G.
coordinandone le iniziative.
Porsi al servizio della collettività offrendo il patrimonio di informazione e dati raccolti dalla
Regione attraverso la creazione di nuovi strumenti e lo sviluppo degli esistenti.
La criticità è rappresentata dal frazionamento dell'attività comunicazione delle varie D.G. e dalla
difficoltà di una rete di referenti proattiva fornitrice di informazioni tempestive e puntuali.
Risultati attesi
- Potenziamento del coordinamento e della collaborazione con la rete dei referenti della
comunicazione e miglioramento dell’attività di consulenza;
- Sviluppo di strumenti innovativi di informazione e comunicazione
- Sviluppo dell’immagine coordinata
- Organizzazione di una presenza armonica della Regione a eventi e iniziative.
- SpazioRegione come Sportello Unico della Regione nei confronti degli enti territoriali in ogni
provincia
- Creazione nuovi sportelli fissi e mobili SpazioRegione.
- Costituzione della rete degli URP lombardi
Le modalità di attuazione di tali risultati attesi, verranno attivate attraverso:
Accordi di programma, coordinamento con le DG, convenzioni, gare, trattative private.
Lo sviluppo della comunicazione istituzionale, avverrà anche attraverso l'apertura di nuovi punti
informativi della regione sul territorio.
Principali obiettivi gestionali
- Ampliamento rete SpazioRegione e creazione di nuove strutture di informazione al pubblico.
- Sviluppo dei servizi di relazione con il pubblico.
- realizzazione e sviluppo di nuovi prodotti e iniziative di comunicazione articolate anche a
livello provinciale.
- Sviluppo dell’immagine coordinata anche attraverso il coordinamento e la consulenza alle
attività di comunicazione delle Direzioni
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Titolo dell’obiettivo specifico
1.5.2 Mondiali di Sci del 2005
Descrizione dell’obiettivo specifico
Realizzazione dell’evento dei Mondiali di Sci Alpino del 2005.
Potenzialità: favorire il rilancio dell’offerta turistica del territorio valtellinese e lombardo, la
riqualificazione e la realizzazione di infrastrutture, la promozione del turismo lombardo in Italia ed
all’estero, lo sviluppo del tessuto economico–sociale del territorio, il coinvolgimento e la
collaborazione degli operatori pubblici e privati, la promozione e lo sviluppo di attività sportiva e di
iniziative per i giovani in Lombardia.
Criticità: coordinamento delle diverse Direzioni Generali interessate a vario titolo all’evento
(Presidenza, Giovani e Sport, Turismo, Infrastrutture, Ambiente e Territorio); individuazione di
opportunità di coinvolgimento del Governo nazionale (considerato quanto ha fatto in occasione di
iniziative analoghe) e di possibilità di finanziamenti da parte dell’Unione Europea; consolidamento
del ruolo della Valtellina come veicolo promozionale dello sviluppo della montagna lombarda.
Risultati attesi
- promozione dell’immagine – in particolare per quanto riguarda il turismo - della regione
Lombardia in Italia ed all’estero;
- promozione e sviluppo dell’immagine coordinata della Montagna di Lombardia per il periodo
2000- 2005;
- riqualificazione e sviluppo delle strutture ricettive e delle infrastrutture turistiche con particolare
attenzione riguardo agli impianti di risalita;
- adeguamento e potenziamento delle infrastrutture sportive;
- realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo del territorio;
- promozione della qualità dell’ambiente;
- promozione dello sport.
Principali obiettivi gestionali
Definizione di criteri ed azioni della Regione e di altri soggetti per la costruzione del sistema
connesso ai mondiali 2005 e per la valorizzazione della montagna lombarda
18
Obiettivo programmatico di riferimento
1.6 Politica innovativa delle risorse organizzative ed umane
Titolo dell'obiettivo specifico
1.6.1 Razionalizzazione del patrimonio immobiliare e mobiliare della Regione
Descrizione dell'obiettivo specifico
La gestione del patrimonio immobiliare della Regione Lombardia dovrà sempre più concentrarsi su
immobili destinati a fini istituzionali e di pregio artistico e architettonico, con il completamento
delle dismissioni di quelli non aventi tali caratteristiche.
Per una gestione efficiente del patrimonio immobiliare, l’orientamento attuale prevede il ricorso a
forme di Global Service o Facility Management, con cui le attività non strategiche vengono affidate
ad un soggetto esterno in grado di assumersi la responsabilità del risultato.
L’obiettivo più ambizioso concerne l’acquisizione di nuova sede a Milano, nella zona Garibaldi
Repubblica, dove sistemare tutti gli uffici distribuiti sul territorio comunale, compresi quelli degli
Enti, Società e Agenzie regionali, di nuova costituzione.
Altro intervento rilevante riguarda la ristrutturazione del Palazzo Bagatti Valsecchi, da utilizzare
anche come sede di rappresentanza per gli Enti ed Istituzioni più rappresentativi per la realtà
culturale della Regione.
Sul versante della gestione innovativa ed efficiente delle risorse strumentali le linee strategiche
prevedono oltre al mantenimento della Certificazione di Qualità, ottenuta per le procedure di
acquisizione beni - servizi e appalto lavori, l’estensione del Sistema Qualità ad altre procedure
analoghe, per dare alle stesse garanzia di trasparenza ed affidabilità.
Altra prospettiva innovativa concerne “l’esternalizzazione”, cioè l’acquisizione di servizi a
prestazioni integrate (fornitura, consulenza, manutenzione ed assistenza), come avviene nelle
aziende private.
Si prevede inoltre di ricorrere al renting (locazione) di alcuni servizi essenziali, quali ad esempio il
parco automezzi e la strumentazione informatica, per ovviare agli elevati costi d’acquisto dovuti
alla rapida obsolescenza della dotazione tecnologica.
Risultati attesi
- Mantenimento del patrimonio immobiliare in perfetta efficienza
- Realizzazione dell’outsourcing dei servizi
Principali obiettivi gestionali
- Acquisto di una nuova sede in area Repubblica - Garibaldi
- Completamento del piano di dismissione degli immobili
- Prosecuzione lavori ristrutturazione impianti del Palazzo della Regione
- Ristrutturazione del Palazzo Bagatti Valsecchi, quale sede di rappresentanza della Regione
- Outsourcing dell’archivio generale
- Adeguamento di tutte le sedi alla normativa sulla sicurezza dei posti di lavoro
- Estensione del Sistema Qualità ad altre procedure
19
Titolo dell'obiettivo specifico
1.6.2 Riorganizzazione dell’Ente con criteri di flessibilità, funzionalità ed efficienza gestionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
La strategia prevista per il nuovo modello organizzativo mette in primo piano l’obiettivo di
realizzare una profonda innovazione nella struttura complessiva dell’ente, coinvolgendo anche Enti
e Società regionali, per rendere coordinate ed integrate le linee di indirizzo nel campo della gestione
e formazione del personale.
D’altro canto si ritiene indispensabile promuovere una stretta correlazione tra politiche
organizzative e politiche per il personale, così da contribuire a rendere la struttura della Regione
ancora più flessibile, elastica ed efficiente.
L’attribuzione del personale alle Direzioni, e alle strutture in cui si articolano, deve prendere in
considerazione, oltre alle competenze anche il peso specifico degli obiettivi assegnati, in modo che
vi sia congruità tra l’impegno da sostenere per raggiungere i risultati e le risorse umane a
disposizione.
I Dirigenti devono essere responsabilizzati non solo in ordine ai risultati conseguiti, ma anche
sull’utilizzo del budget relativo al costo del personale, che deve essere assegnato a inizio anno in
rapporto al peso degli obiettivi e non può in corso d’anno essere sostanzialmente modificato.
Altro aspetto rilevante riguarda la formazione di alto livello, svolta dalla Scuola di Alta
Amministrazione per dirigenti, che avrà un ruolo di prestigio per tutto il sistema delle istituzioni
lombarde, in quanto si rivolge anche al top management degli Enti Locali e delle Società regionali.
Sempre in ambito della formazione è prevista l’ulteriore qualificazione del personale regionale, in
relazione alle nuove esigenze espresse dalle realtà sociali ed economiche.
Risultati attesi
- Miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia complessiva dell’organizzazione dell’Ente
- Rivalutazione del premio di risultato, strettamente correlato al raggiungimento degli obiettivi
prefissati
Principali obiettivi gestionali
- Revisione della l.r. 16/96 in conformità ai cambiamenti normativi e organizzativi intervenuti e
al fine dell’applicazione del nuovo contratto collettivo decentrato della dirigenza
- Definizione del nuovo piano occupazionale e potenziamento delle nuove forme contrattuali
(contratti interinali, formazione lavoro e telelavoro)
- Attuazione dei processi di mobilità del personale in applicazione delle leggi Bassanini
- Definizione del piano di formazione per gli anni 2000 – 2002
- Attivazione a regime dei corsi della Scuola di Alta Amministrazione per Direttori e alti
potenziali
20
2
SICUREZZA
21
Obiettivo programmatico di riferimento
2.1 Sicurezza dei cittadini e del territorio
Titolo dell’obiettivo specifico
2.1.1 Indirizzi per il coordinamento dei vari corpi di Polizia territoriale e promozione di forme
associate nell’espletamento dei servizi di sorveglianza
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nell’attuale contesto storico-sociale sempre maggiore è la richiesta da parte dei cittadini di un
intervento regionale anche nel campo della sicurezza. La risposta della Regione a tale richiesta di
sicurezza potrà risolversi sia nell’individuazione di azioni volte ad aumentare la sicurezza dei
cittadini e delle imprese, anche attraverso l’elaborazione di politiche di prevenzione, sia nel
superamento dell’attuale stato di frammentazione delle attività dei corpi di polizia.
Per il raggiungimento di tali scopi occorre l’assunzione da parte della Regione di un ruolo di
maggior rilievo nello sviluppo di politiche per la sicurezza del territorio, soprattutto a livello
programmatorio e di indirizzo, affinché anche in questo settore venga data piena attuazione al
principio di sussidiarietà e la trasformazione dei servizi di polizia locale (polizia municipale e
provinciale) in strutture di polizia del territorio, attraverso il rafforzamento del coordinamento tra i
due corpi.
Le modalità di attuazione consistono in:
– Atti normativi di indirizzo e coordinamento
– Approvazione criteri per la promozione dei servizi associati di polizia locale.
– Predisposizione p.d.l. in materia di sicurezza.
– Protocolli d’intesa con lo Stato e gli enti locali.
Risultati attesi
Supporto alla promozione di tavoli con le altre regioni per definire forme comuni di pressione sul
Governo centrale.
Predisposizione di appositi progetti di leggi regionali riguardanti l’azione regionale in materia di
sicurezza.
Supporto alla promozione di protocolli d’intesa tra Stato Regione ed enti locali.
Adozione dei primi atti di indirizzo e coordinamento.
Principali obiettivi gestionali
- Supporto alla promozione, anche attraverso il coinvolgimento di altre regioni, di un
cambiamento della normativa statale volta ad attribuire maggiori poteri e responsabilità alle regioni
in materia di sicurezza.
- Revisione del quadro normativo regionale, previa riforma della normativa statale di riferimento,
per assicurare un ruolo più incisivo della Regione in materia di sicurezza, nel solco tracciato dalla
l.r. 1/2000 “Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del d.lgs. 31 marzo
1998, n.112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle regioni ed agli
enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n.59)” e dalla l.r. n. 8/2000
“Interventi regionali per la sicurezza dei comuni”
- Aggiornamento continuo Data Base della Polizia Locale per acquisire informazioni inerenti le
risorse umane e strumentali per la gestione delle funzioni di polizia territoriale.
- Acquisizione di dati per ottenere la conoscenza delle aree territoriali a rischio criminalità nel
territorio regionale.
- Costituzione o ampliamento delle sale operative.
- Ampliamento delle fasce orarie di servizio.
- Costituzione e ampliamento del servizio dei vigili di quartiere.
22
-
Gestione coordinata, anche con le altre forze di polizia, di servizi di pattugliamento.
23
Titolo dell’obiettivo specifico
2.1.2 Coordinamento e iniziative atte a favorire l’educazione dei giovani alla sicurezza
Descrizione dell’obiettivo specifico
Alcuni comportamenti tipicamente trasgressivi dei giovani assumono oggi preoccupanti valenze
distruttive nei confronti di se stessi, degli altri e dell’ambiente, tali da costituire un vero e proprio
rischio per la sicurezza. La fascia coinvolta nei comportamenti a rischio, o addirittura devianti, si sta
allargando, dalle tradizionali aree del disagio e dell’emarginazione sociale, anche a strati della
popolazione finora apparentemente indenne. Si rende pertanto necessaria una particolare attenzione
al fenomeno per mettere in campo strategie e azioni capaci di influire sui valori, sul senso
d’identità, sul mondo dei riferimenti culturali dei giovani e per valorizzare i comportamenti virtuosi
e le “buone pratiche”, per rafforzare l’integrazione nella società e demotivare il ricorso alla
violenza.
Risultato atteso
Coinvolgimento dei soggetti che operano nell’area adolescenziale/giovanile al fine di identificare le
modalità più efficaci per promuovere e affermare modelli culturali e comportamentali positivi.
Definizione e attuazione di un piano di azione condiviso e integrato.
Principali obiettivi gestionali
- Mappatura delle azioni e/o dei comportamenti ritenuti o percepiti come devianti o pericolosi per
la sicurezza dei giovani
- Definizione del Piano d’azione (campagna di stampa-vademecum ecc.) e primi interventi
sperimentali
- Diffusione e pubblicizzazione del Piano d’Azione
24
Obiettivo programmatico di riferimento
2.2 Protezione civile
Titolo dell'obiettivo specifico
2.2.1. Sistemi integrati per la Protezione Civile
Descrizione dell'obiettivo specifico
Sviluppo, omogeneizzazione e estensione dei sistemi informativi di monitoraggio dei rischi con
l'obiettivo di realizzare un sistema integrato di supporto alle decisioni (DSS), in termini di analisi e
previsioni a breve-medio termine, con riferimento particolare alle tematiche del rischio
idrogeologico e industriale.
Sviluppo della Sala Operativa Regionale Unificata come concentratore di dati e di sistemi integrati
di monitoraggio dei rischi naturali e tecnologici (idrogeologico, sismico, valanghe, incendi
boschivi).
Progetto Qualità per la certificazione del Sistema Regionale di Protezione Civile, definendo un
“manuale di qualità” ISO 9002 per le organizzazioni di volontariato e per il Servizio Protezione
Civile, oltre che per altri operatori.
Riorganizzazione del Sistema Regionale di protezione civile alla luce delle nuove funzioni
operative e amministrative conferite dallo Stato alle Regioni e agli Enti Locali con il D.Lgs 112/98
e recepite dalla Regione Lombardia con la l.r.1/2000;
Definizione della struttura della “Colonna Mobile Regionale” per il pronto intervento in caso di
calamità anche fuori dei confini regionali, e dei “Centri Polifunzionali di Emergenza” come previsti
dalla L.R. 2/99.
Risultati attesi
Incremento qualitativo dell’attività di previsione e prevenzione, degli standard del monitoraggio
delle situazioni a rischio per garantire la pronta attivazione dei tecnici regionali di supporto in caso
di evento calamitoso, degli standard di intervento in emergenza.
Definizione dei requisiti da richiedere alle organizzazioni di volontariato.
Redazione e diffusione linee - guida per l'organizzazione e la formazione degli operatori di
protezione civile.
Verifica dell'applicazione delle linee - guida.
Riordino e coordinamento di: atti normativi, strutture di acquisizione e trattamento dei dati di
prevenzione dei rischi, centri di comando e controllo.
Qualità dell’intervento in emergenza nell’unità di tempo, misurata anche attraverso la rispondenza
ai requisiti minimi di sistema stabiliti nel Manuale della Qualità ISO 9002, ed accettati dalle
strutture, nonché certificati da un Ente esterno certificatore.
Individuazione di ruolo, funzioni, competenze.
Intervento sinergico degli Enti componenti il Sistema Regionale di Protezione Civile con, in primo
luogo, il coordinamento delle strutture regionali che sono chiamate a cooperare con i gestori
dell’emergenza.
Principali obiettivi gestionali
Integrazione delle reti e dei sistemi di monitoraggio dei rischi idrogeologici, valanghe e incendi
boschivi nella Sala Operativa Regionale unificata.
Sistema qualità per gli operatori di Protezione Civile.
Riordino del sistema di Protezione Civile ivi comprese le attività di formazione e informazione.
25
Titolo dell'obiettivo specifico
2.2.2 Comune sicuro
Descrizione dell'obiettivo specifico
Obiettivo primario del progetto è l’applicazione di parametri del “Sistema Qualità” a livello ISO
alle politiche di sicurezza e prevenzione del territorio: tradurre in procedure definite tutte le azioni
che un Comune medio deve seguire per ottimizzare (in un corretto rapporto costi-benefici) la
mitigazione del rischio sul proprio territorio. Definire cioè un Manuale della Qualità validato a
livello europeo per la "nuova protezione civile", con possibilità per gli Enti locali di farsi certificare,
Si individuerà un territorio-campione per ognuna delle regioni europee coinvolte, in cui
contemporaneamente sperimentare l’applicazione delle procedure che si vanno inserendo nel
Manuale della Qualità, realizzare gli interventi operativi di mitigazione dei rischi, verificandone
altresì i costi e l’impatto reale sulla comunità. Alla fine, il Comune in questione potrà richiedere la
certificazione di qualità ISO.
Si dovranno individuare uno o più meccanismi finanziari o fiscali da tradurre successivamente in
una legge per la promozione della qualità in materia di sicurezza territoriale.
L’attuazione tecnica avverrà attraverso una convenzione globale con il Politecnico di Milano, che si
avvarrà di suoi Dipartimenti per i settori specifici. Si è già proceduto a sviluppare un complesso e
articolato programma di azioni (mirate ad es. alla prevenzione dei rischi di crollo nei fabbricati
residenziali, per il c.d. “fascicolo del fabbricato”).
In collaborazione con il Politecnico saranno avviati separati Tavoli di concertazione con i
rappresentanti di Enti locali, Ordini Professionali, e altre categorie interessate al fine di acquisire
una condivisione dell’azione regionale.
Risultati attesi
Ottimizzazione della mitigazione del rischio sul territorio dei Comuni che aderiranno al progetto;
Diffusione delle procedure dei Sistemi Qualità ISO-EN a livello europeo alle Amministrazioni
comunali e verifica dei costi e dell’impatto reale sulla comunità;
Applicazione del principio di sussidiarietà alla prevenzione del rischio;
Riduzione dell’impegno finanziario regionale in relazione al partenariato.
Principali obiettivi gestionali
Sistemi Qualità ISO per la mitigazione dei rischi, con sperimentazione su un territorio-campione.
26
Titolo dell'obiettivo specifico
2.2.3 Sviluppo della Meteorologia regionale nell'ambito del Servizio Meteorologico Nazionale
Distribuito
Descrizione dell'obiettivo specifico
La definizione di un centro di riferimento unico per la meteorologia applicata per la Regione
Lombardia, con riferimento alle problematiche di protezione civile, è necessaria sia in relazione alla
costituenda rete nazionale dei Servizi Meteo regionali, sia in relazione alla partecipazione della
Regione ai programmi di sviluppo del monitoraggio e dei sistemi e modelli previsionali europei,
finalizzati a un più tempestivo ed efficace allertamento del sistema regionale di protezione civile.
L’obiettivo è previsto dal D.Lgs.112/98 (art.111) e dalla L.R. 2/99.
L’attuazione dell’obiettivo avverrà attraverso l’integrazione delle strutture regionali che attualmente
si occupano di meteorologia (es. il Centro Nivo meteorologico di Bormio), in un quadro di
cooperazione con strutture analoghe di altre Regioni confinanti, e transfrontaliere (Canton Ticino).
L’integrazione dovrà estendersi alle relative reti di monitoraggio e ai collegamenti telematici, oltre
che ai programmi di ricerca e sviluppo nei settori di interesse: es. modellistica previsionale, radar
meteorologia, previsione e prevenzione delle valanghe.
Risultati attesi
- Sviluppo di modelli previsionali per le finalità di protezione civile specializzati per l’area
padano-alpina.
- sviluppo delle reti di monitoraggio e la connessione con i sistemi e i modelli previsionali
europei;
- incremento quantitativo delle attività e dei prodotti di previsione e prevenzione;
- estensione della rete di monitoraggio e integrazione con le altre reti regionali e nazionali di
monitoraggio
- tempestività nella valutazione degli eventi calamitosi ( in particolare per tematiche del rischio
idrogeologico e industriale);
- riconduzione a unità del centro di coordinamento;
- emanazione di linee guida e di indirizzo ( ruolo, funzioni, competenze).
Principali obiettivi gestionali
Riorganizzazione delle strutture regionali e linee di sviluppo per la partecipazione della R. L. al
SMND.
Sviluppo di modellistica previsionale ed integrazioni delle reti Radar del Nord Italia.
Estensione della rete di stazioni di monitoraggio meteo-idro-pluviometriche.
27
Titolo dell’obiettivo specifico
2.2.4 Sicurezza nei cantieri edili
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro è da considerare rilevante in una realtà che vede
quotidianamente elevarsi il numero di incidenti sul lavoro .
Il Settore dei Lavori Pubblici è particolarmente interessato da questo fenomeno in quanto gli
incidenti mortali nei cantieri sono rilevanti ed in aumento.
Per contrastare questa tendenza e quindi per garantire la sicurezza nei cantieri, quali luoghi sicuri di
lavoro, si intende attivare un programma che, in linea con la normativa attuale in materia, preveda
azioni a supporto degli operatori e specifica sorveglianza.
Pertanto si prevederanno corsi di informazione/formazione a favore dei tecnici degli EE.LL. e dei
responsabili di procedimento per la corretta e proficua applicazione delle norme al fine della
riduzione degli infortuni nei cantieri edili .
Azioni specifiche di sorveglianza saranno attivate per garantire la corretta applicazione delle norme.
Nell’ambito dell’aggiornamento delle “linee guida in materia di sicurezza nei cantieri” approvate
con D.G.R. n. 3168/99 sarà redatto il “Piano Operativo/sostitutivo di sicurezza –tipo da predisporre
dall’impresa esecutrice in cui saranno indicati i contenuti “minimi” del piano.
Risultati attesi
- incremento qualitativo dell'azione dei soggetti coinvolti nel "processo" della sicurezza nei
cantieri mobili inteso come percorso controllabile sia oggettivamente (cosa fare e quando) sia
soggettivamente (chi fa cosa) ;
- sviluppo di un sistema di qualificazione delle imprese in materia di sicurezza;
- favorire l'applicazione delle norme di legge traducendole in linee guida per i tecnici degli enti
locali, delle imprese e per i professionisti;
- definizione dei contenuti dei piani operativi e sostitutivi di sicurezza;
- coordinamento con gli enti preposti al controllo nei cantieri per l’applicazione piano di sicurezza;
- linee guida per i tecnici degli Enti Locali, delle imprese e per i professionisti;
- diffusione capillare sul territorio regionale delle linee guida;
- efficacia degli strumenti realizzati rispetto al tasso di incidenti nei cantieri.
Principali obiettivi gestionali
Promozione della qualità delle imprese in materia di sicurezza
Formazione e aggiornamento per i Servizi Tecnici Regionali in materia di sicurezza
28
3
Economia
29
Obiettivo programmatico di riferimento
3.1 Artigianato
Titolo dell’obiettivo specifico
3.1.1 Sostegno della promozione e incentivazione dello sviluppo del comparto artigiano
Descrizione dell’obiettivo specifico
Contribuire al processo di crescita del comparto artigiano favorendo l’innovazione dei processi
produttivi e dei prodotti e sostenendo la competitività del sistema delle imprese artigiane.
I rapporti congiunturali dedicati al comparto ed elaborati negli ultimi anni, individuano
costantemente la necessità di superare le sue debolezze strutturali quali: la scarsa organizzazione
sistemica di una produzione eccessivamente atomizzata, l’insufficiente capacità di innovazione
tecnologica e tecnica della sua produzione, la poco diffusa attitudine alla penetrazione sui nuovi
mercati soprattutto esteri, uno squilibrato indice di natimortilità delle imprese indicativo anche di
incapacità a sostenere processi di successione e trasmissione di impresa dovuti anche
all’insufficiente sviluppo di percorsi formativi.
I mutamenti attesi dagli interventi che si intendono attuare sono sostanzialmente riconducibili alla
necessità di incrementare sensibilmente la competitività globale di questo particolare sistema
produttivo che trae la sua principale forza dall’estrema flessibilità che da sempre lo caratterizza ma
che, se eccessivamente destrutturato e frantumato, ne rappresenta la sua debolezza. Difficilmente la
piccola dimensione aziendale favorisce investimenti sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica di
processi produttivi e prodotti, sulla formazione, sul marketing e più in generale sulla capacità di
sviluppo di qualificate performance commerciali in grado di conquistare i nuovi mercati che la
globalizzazione dell’economia soprattutto quella collegata alla “rete” mette a disposizione in
termini di nuove opportunità ma anche di accresciuta competizione. Aiutare le imprese artigiane ad
affrontare in modo attrezzato queste sfide, significa anzitutto favorire processi di aggregazione
integrativa e di cooperazione fra imprese in grado di produrre quelle condizioni di natura sistemica
e quelle economie di scala che sole potranno garantire l’ammodernamento del comparto, anche
attraverso un’accresciuta incisività degli interventi di sostegno, di strutturazione, di
infrastrutturazione, di formazione professionale e manageriale in grado di produrre virtuosi processi
di qualità e di generare nuovi orizzonti professionali.
Risultati attesi
Il principale effetto prodotto dall’obiettivo e del conseguente indicatore di impatto è, in forma
sintetica, rappresentato dall’incremento dell’apporto complessivo del settore alla produzione
regionale e dall’aumento dei livelli occupazionali nel comparto artigiano
e in forma specifica:
- dall’accresciuta capacità competitiva, misurata soprattutto nei mercati esteri dei prodotti
artigiani;
- indicatore: incremento del volume delle esportazioni; utilizzo delle risorse disponibili nei
programmi comunitari dedicati.
- dallo sviluppo, dalla realizzazione, dal consolidamento e dalla riqualificazione di infrastrutture,
servizi per l’organizzazione e la cooperazione tra imprese appartenenti a sistemi produttivi locali,
sia nell’ambito di nuovi insediamenti produttivi che in contesti di recupero e riconversione di quelli
dismessi per favorire lo sviluppo integrato di sistemi produttivi a forte specializzazione territoriale
in grado di elevarne i livelli di competitività produttiva attrattività insediativa e di innovazione;
- indicatore: sviluppo integrato di sistemi produttivi a forte specializzazione territoriale con
l’aumento dei livelli di competitività produttiva, attrattività insediativa e ammodernamento.
30
-
dall’incremento degli interventi di concessione di credito agevolato a favore delle imprese
artigiane attraverso la razionalizzazione, la valorizzazione e la riqualificazione del sistema dei
consorzi fidi presenti nel comparto;
- indicatore: numero degli interventi di concessione di credito; volume complessivo delle
garanzie rese disponibili.
- dallo sviluppo della commercializzazione del prodotto artigiano sui mercati interni ed esteri.
- Indicatore: partecipazione ad eventi espositivi, miglioramento delle capacità commerciali delle
imprese; incremento dell’offerta di servizi di assistenza tecnica alle imprese;
- dall’adeguamento delle strutture aziendali e dei processi produttivi alle normative nazionali e
comunitarie in materia di miglioramento ambientale e risparmio energetico;
- indicatore: numero degli interventi effettuati;
- dalla strutturazione di modelli per l’erogazione di servizi reali alle imprese con riferimento alle
azioni di ricerca e sviluppo nell’artigianato;
- indicatore: numero degli interventi di rilascio dei servizi.
- da una formazione orientata all’incremento della managerialità, allo sviluppo di processi di
qualità ed alla creazione di nuove professionalità;
- indicatore: numero e qualità dei corsi attivati
- dalla creazione di nuove imprese e dal consolidamento di quelle esistenti garantendo il
passaggio generazionale nei processi di successione e trasmissione di impresa;
- indicatore: numero delle imprese di nuovo impianto e di quelle di nuova costituzione derivanti
da successione.
Principali obiettivi gestionali
- Realizzazione di programmi di informazione, promozione e commercializzazione del prodotto
artigiano in Italia e all’estero
- Interventi di sostegno alla realizzazione di infrastrutture e servizi per gli insediamenti produttivi
artigiani.
- Razionalizzazione degli interventi finanziari regionali e di quelli attivati in forma
convenzionata.
- Attivazione di programmi formativi anche attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie per la
formazione a distanza.
31
Obiettivo programmatico di riferimento
3.2 Commercio e servizi.
Titolo dell’obiettivo specifico
3.2.1 Programmazione e sviluppo della rete distributiva lombarda
Descrizione dell’obiettivo specifico
Innalzare l’efficienza complessiva del sistema distributivo garantendo adeguati livelli del servizio di
prossimità ed incentivando la modernizzazione e l’aggregazione degli esercizi di minore
dimensione che contrasti la tendenza alla loro espulsione dal mercato.
Razionalizzare la rete distributiva dei carburanti attraverso la riduzione complessiva del numero
degli impianti favorendo un più elevato standard di servizio dei punti vendita e mantenendo una
sufficiente capillarità della rete nelle aree meno servite.
La realizzazione di tali obiettivi si realizza attraverso una disciplina organica delle reti distributive
del commercio e dei carburanti che integri gli assi portanti del processo di innovazione del settore
individuabili nella recente normativa statale: regolamentazione, programmazione, incentivazione
dello sviluppo.
L’obiettivo sarà perseguito attraverso i seguenti passaggi:
- pervenire, quale ultimo adempimento richiesto dal D.Lgs. n. 114/98, all’adozione delle norme di
attuazione della L.R. n. 14/99;
- avviare il processo di attuazione del complesso delle norme regionali di applicazione del D.Lgs.
n. 114/98 (L.R. n. 14/99 sul commercio in sede fissa e le già ricordate norme di attuazione, L.R. n.
13/2000 sulla qualificazione e sviluppo, L.R. n. 15/2000 norme in materia di commercio su aree
pubbliche e relative norme di attuazione, D.Lgs. n. 32/98 per i carburanti e relativo programma di
attuazione);
- introdurre, a livello normativo, gli eventuali correttivi che potrebbero risultare utili a seguito
della verifica della prima fase di attuazione.
Risultati attesi
- Conseguimento di un maggiore equilibrio tra le diverse formule distributive che ampli la
possibilità di scelta a favore dei consumatori e incentivi la concorrenza.
- Conseguimento di un quadro programmatorio idoneo a dare evasione in tempi certi alle domande
di nuovi insediamenti (la riforma prende avvio con un accumulo di oltre 200 domande di
insediamenti medio-grandi non definita) e a garantire per la rete carburanti un efficace
coordinamento tra i Comuni.
- Contenimento del contenzioso.
Principali obiettivi gestionali
Adozione del regolamento concernente:
- indirizzi generali per lo sviluppo delle reti distributive:
- commercio;
- carburanti.
- Criteri di urbanistica commerciale per l’adeguamento dei PRG.
- Costituzione dell’Osservatorio per il monitoraggio della consistenza e dell’efficienza della rete
commerciale.
32
Titolo dell’obiettivo specifico
3.2.2. Sostegno alla diffusione dei processi innovativi nelle imprese commerciali
Descrizione dell’obiettivo specifico
La scarsa competitività degli esercizi di minore dimensione e la conseguente difficoltà a reggere la
concorrenza delle grandi catene di vendita comporta rischi di impoverimento del sistema
distributivo e di degrado del tessuto urbano.
Vanno pertanto incentivate l’associazionismo delle piccole imprese commerciali e la loro
modernizzazione realizzando opportunità di investimento collegate ad iniziative di riqualificazione
urbana con particolare riferimento ai centri storici e alle periferie.
Sarà pertanto previsto l’impiego di risorse a favore degli enti locali e delle imprese e loro organismi
per:
- acquisizione di servizi reali a favore delle piccole e medie imprese;
- fondi rischi per cooperative di garanzia e consorzi fidi;
- acquisizione e ammodernamento di strutture e impianti anche in occasione di eventi
straordinari;
- progetti di riqualificazione urbana.
Risultati attesi
Rilancio delle piccole imprese commerciali.
Attuazione di un congruo numero di progetti di riqualificazione urbana da definire con le
associazioni e gli enti locali anche attraverso gli strumenti della programmazione negoziata.
Principali obiettivi gestionali
- Realizzazione di progetti di riqualificazione urbana.
- Sistemi di sicurezza per le piccole e medie imprese commerciali.
- Finanziamenti e servizi per l’innovazione tecnologica delle piccole e medie imprese
commerciali.
- Riconoscimento e sostegno finanziario per i Centri di Assistenza Tecnica introdotti dal D.Lgs.
n. 114/98 eventualmente integrati con i già esistenti Centri Servizi per le piccole e medie imprese
commerciali.
33
Obiettivo programmatico di riferimento
3.3 Industria e PMI
Titolo dell'obiettivo specifico
3.3.1 Sostegno ai processi di internazionalizzazione delle imprese lombarde
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il commercio estero della Regione Lombardia ha un’importanza, valutabile considerando il totale
delle importazioni e delle esportazioni italiane, superiore a quello di qualsiasi altra regione. Nel
1998 infatti il totale dell’export lombardo pesava per il 29% del totale del Paese, mentre le
esportazioni raggiungevano la quota del 38% del totale nazionale. Ciò significa che l’attuazione di
una corretta politica di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese lombarde è fondamentale
per la crescita economica della nostra regione. Gli strumenti per attuare una efficace politica di
sostegno al commercio estero sono molteplici. In parte risiedono nelle leggi regionali e nazionali
demandate alle regioni che sostengono tale processo. Grande impatto possono però avere anche altri
tipi di intervento che, raccogliendo le istanze derivanti dal territorio su queste tematiche, permettano
alle PMI di attuare il processo di internazionalizzazione auspicato. E’ necessario quindi impostare
modelli efficaci di supporto alle esportazioni, agli investimenti di aziende lombarde all’estero e,
viceversa, alle importazioni e agli investimenti in Lombardia di imprese straniere. Fondamentale è
quindi da un lato sostenere le necessità di investimento delle PMI impegnate nel commercio con
l’estero; dall’altro creare quelle condizioni di supporto con adeguati servizi per le aziende
interessate ad investire nella nostra regione. Ciò è possibile solo attraverso una efficiente
ricognizione delle esigenze delle imprese, attuabile attraverso la costituzione di un Tavolo
dell’Internazionalizzazione, nonché tramite l’impostazione di progetti finalizzati alla realizzazione
concreta degli obiettivi derivanti dalle richieste espresse dal tessuto produttivo lombardo.
Particolare attenzione andrà posta anche nel cercare di coordinare in modo armonioso ed efficace le
azioni e gli interventi dei diversi soggetti operanti nel settore, al fine di ottenere una politica di
intervento chiara ed omogenea, e onde evitare duplicazioni non produttive.
Va inoltre attuato un corretto processo di comunicazione delle possibilità offerte dalla Regione
Lombardia alle imprese interessate, tenendo in considerazione I settori che maggiormente sono
interessati allo sviluppo verso I mercati esteri. Uno di questi è sicuramente il settore della moda,
trainante per l’ecomomia della la nostra regione, ma andranno raccolte con attenzione le istanze
derivanti dal territorio dai vari settori.
Risultati attesi
- Instaurazione di rapporti strutturati con gli organismi preposti all’assistenza alle PMI in tema di
commercio estero, volti alla ricognizione delle istanze del territorio (tavolo
dell’internazionalizzazione)
- Attuazione di un accordo di programma con il Ministero del Commercio con l’Estero per il
supporto del processo di internazionalizzazione delle PMI lombarde attraverso progetti concreti
- Incremento delle iniziative volte al sostegno del processo di internazionalizzazione delle
imprese lombarde, tra cui l’identificazione di adeguati strumenti di supporto finanziario
- Miglioramento dei rapporti commerciali della Regione Lombardia con l’estero
Principali obiettivi gestionali
- Individuazione delle aree strategiche prioritarie: riorganizzazione del Tavolo tecnicoorganizzativo per l’internazionalizzazione
- Sostegno ai processi di internazionalizzazione: Piano di incentivazione per le PMI Lombarde e
attuazione dell’Accordo di Programma con il Ministero del Commercio con l’Estero
34
Titolo dell’obiettivo specifico
3.3.2 Sostegno alle imprese per lo sviluppo e l’innovazione delle strategie di gestione finanziaria
Descrizione dell’obiettivo specifico
Per la prossima legislatura è necessario assicurare al sistema delle PMI lombarde la possibilità di
accesso a strumenti innovativi di gestione finanziaria. Tali strumenti si configurano per le aziende
come modalità alternative o complementari rispetto al tradizionale ricorso alla finanza agevolata.
L’obiettivo è quello di superare la scarsa patrimonializzazione delle aziende in questione nelle quali
prevale infatti la presenza di un imprenditore individuale – spesso il fondatore della società – con
una struttura patrimoniale troppo spesso insufficiente ad affrontare il rischio di rilevanti
investimenti finalizzati alla crescita competitiva dell’impresa, al suo ingresso in nuovi settori,
all’utilizzo di nuove tecnologie. Le esigenze ora elencate diventano ancora più pressanti se si
collocano in un contesto rappresentato da un’impresa in via di decollo.
Risultato atteso
Nascita e sviluppo di nuove imprese utilizzatrici di alta tecnologia, rappresentative dell’eccellenza
lombarda ed in particolare operanti nei settori: medicale, farmaceutico, biotecnologie, impiantistica
elettronica.
Principali obiettivi gestionali
- Costituzione di un fondo di garanzia per la partecipazione al capitale di rischio presso imprese
utilizzatrici di alta tecnologia:
- Attivazione di iniziative finalizzate al coinvolgimento degli istituti di credito per l’offerta di
servizi alle PMI inerenti il miglioramento delle strategie aziendali.
35
Titolo dell’obiettivo specifico
3.3.3 Sviluppo del potenziale di attrattività in aree economiche omogenee e di crisi
Descrizione dell'obiettivo specifico
Agevolare l’approccio delle imprese al sistema degli incentivi pubblici e promuovere la
realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo dei sistemi produttivi locali e per la diffusione di
servizio per le PMI.
In particolare l’iniziativa regionale sarà improntata al rafforzamento delle politiche già avviate per
adeguarle al modello di sviluppo industriale recente improntato sulla integrazione, sulla
cooperazione e la competizione.
In questo quadro opera efficacemente la l.r. 30/94 che, unitamente ai più recenti strumenti di
promozione, qualificazione e sviluppo delle aree per insediamenti produttivi previsti dalla
l.r.1/2000, consente interventi sussidiari e complementari alle politiche di sostegno e sviluppo delle
infrastrutture e dei servizi a supporto delle attività di impresa che nella legge 35/96 e nella
programmazione dei distretti industriali hanno ulteriori occasioni ed incentivi allo sviluppo.
A questi strumenti si affiancano:
- le iniziative e le risorse dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea;
- le attività nel settore della formazione, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico nonché
del sostegno alla promozione, promosse in collaborazione con le altre Direzioni Generali
interessate;
- le attività volte all’ammodernamento della normativa e al potenziamento dell’utilizzo dello
sportello unico.
L’obiettivo è quindi quello di creare i presupposti per un vero e proprio “marketing territoriale” di
livello regionale in grado di intrecciare offerta delle aree, adeguate infrastrutture, servizi avanzati
per le PMI, buon livello professionale dei lavoratori e un efficace livello amministrativo e
regolamentare.
In tale ambito particolare importanza assumeranno i distretti industriali della Lombardia, - attori
importanti nella promozione ed animazione delle capacità imprenditoriali locali - che saranno
chiamati ad un ulteriore salto di qualità nel processo di innovazione, anche regolamentare e
legislativo, che la Regione svolgerà nei prossimi mesi, in attuazione della l.r. 1/2000.
Risultati attesi
I risultati che si intendono raggiungere dovranno riguardare i diversi aspetti del potenziamento e
della qualificazione delle attività di impresa assicurando, in ogni caso, le più favorevoli condizioni
di sviluppo sostenibile. In particolare ci si propone:
- il recupero di aree e fabbricati dismessi nonché la infrastrutturazione di nuove aree e il
completamento/miglioramento di quelle esistenti,
- lo sviluppo di strutture di servizio alle P.M.I. e ai sistemi produttivi locali;
- l’ammodernamento normativo e procedurale;
- lo sviluppo tecnologico e produttivo e la qualificazione del personale;
Principali obiettivi gestionali
- Definizione e regolamentazione delle aree omogenee – distretti industriali
- Interventi a sostegno per il recupero di fabbricati ed aree industriali dismesse e per la
realizzazione e il completamento di aree attrezzate
- Attuazione di tre Accordi di programma ex l.r. 30/94 e di altri strumenti di concertazione di cui
alla l.r. 1/2000
36
Titolo dell’obiettivo specifico
3.3.4 Coordinamento ed integrazione degli strumenti di incentivazione e agevolazione alle
imprese
Descrizione dell'obiettivo specifico
Assicurare al sistema delle piccole e medie imprese lombarde i necessari supporti che consentano
allo stesso il mantenimento di un elevato livello di competitività.
Per far ciò è necessario aggiornare il quadro complessivo degli aiuti (diretti ed indiretti) al sistema
delle PMI attraverso l’utilizzo, in un quadro normativo semplificato, di leggi regionali,
provvedimenti delegati ai sensi del D.Lgs. 112/98 e possibilità offerte dall’utilizzo dei fondi
strutturali per il periodo di programmazione 2000-2006.
Risultato atteso
Consolidare e sviluppare in termini effettivamente innovativi, e più aderenti alle mutate esigenze
dell’impresa, i “tradizionali” strumenti di sostegno economico alle politiche di sviluppo aziendale.
Principali obiettivi gestionali
Coordinamento ed integrazione degli strumenti di incentivazione e agevolazione alle imprese:
Completare il percorso di unificazione degli interventi e delle procedure di sostegno per agevolare
l’accesso da parte delle imprese al sistema degli incentivi pubblici. A questo proposito occorrerà
provvedere alla stesura di un apposito atto da sottoporre all’approvazione della Giunta regionale nel
quale sono indicate le modalità di coordinamento e di raccordo fra gli interventi delegati dallo Stato
e quelli già previsti dalle leggi regionali vigenti. Infine occorrerà farsi carico di predisporre,
unitamente alle altre Direzioni interessate, gli atti necessari per l’attivazione della delibera relativa
al Fondo Unico Regionale nel quale confluiranno le assegnazioni statali relative agli interventi
delegati alla Regione ai sensi dell’art, 19, comma 6 del D.Lgs 112/98. Occorrerà inoltre provvedere
all’adeguamento delle procedure di accesso alle agevolazioni regionali previste per il sostegno alle
imprese.
37
Titolo dell’obiettivo specifico
3.3.5 Sostegno allo Sportello Unico per le imprese e servizi telematici
Descrizione dell'obiettivo specifico
Sostenere la competitività dell’economia lombarda in un contesto in cui le politiche europee sulla
concorrenza riducono progressivamente l’utilizzo della incentivazione diretta e diventano
fondamentali la rapidità delle decisioni e delle autorizzazioni, l’accesso ai servizi informativi e
l’infrastrutturazione del territorio intesa nel senso più ampio.
Dal 27 maggio 1999 è entrata in vigore la normativa sullo sportello unico per le imprese, nel quadro
del processo di semplificazione amministrativa. Insieme alla parte amministrativa ed autorizzativa,
lo sportello unico deve garantire la più ampia disponibilità di tutti i dati relativi alle opportunità
insediative, alle agevolazioni finanziarie e fiscali, alla infrastrutturazione del territorio, tutti gli
elementi cioè che rendono interessante e competitivo il territorio di un comune o un’area più vasta.
Nell’attuale contesto di forte competitività e turbolenza la risorsa informazione assume un rilievo
strategico per la promozione dell’economia; si è rilevata l’esigenza di nuovi servizi alle imprese,
basati sull’impiego di tecnologie telematiche. Tali servizi saranno volti da un lato a favorire
l’accesso alle informazioni di utilità per le aziende (normative, opportunità di finanziamento,
opportunità insediative..) e dall’altro a far emergere in un mondo sovraccarico di comunicazioni la
capacità di offerta delle attività economiche lombarde.
La strategia messa in opera dalla Regione Lombardia è caratterizzata dalla scelta del sostegno e
della promozione, mettendo a disposizione dei comuni e degli altri operatori un consistente
patrimonio di esperienze, linee guida, modelli organizzativi, orientamenti giuridici ed
amministrativi.
Risultati attesi
- Il sostegno e la realizzazione dello sportello unico nei comuni attraverso il programma
pluriennale previsto dalla l. r. 1/2000, con i seguenti punti di riferimento essenziali:
la scelta di incentivare e sostenere le gestioni in forma associata, con una conseguente politica
rivolta in particolare alle Province, alle Comunità montane ed ai consorzi, quali attori privilegiati
per rendere coerenti le scelte relative allo sportello unico con il complessivo disegno di
aggregazione sul territorio;
la connessione e l’integrazione tra le funzioni amministrative e quelle informative dello sportello
(marketing territoriale), possibili solo su area territoriale vasta;
la creazione di un rapporto sinergico con il sistema delle imprese, dell’artigianato, del commercio e
delle loro associazioni rappresentative.
- La diffusione di servizi informativi e di promozione per le imprese e in particolare:
servizi che facilitino l’accesso alle informazioni e ai finanziamenti pubblici (Leggi, procedure,
soggetti responsabili, modulistica, informazioni di natura urbanistica) e alle informazioni relative
alle opportunità territoriali e di mercato (condizioni territoriali, distribuzione dell’utenza
potenziale…) e altre informazioni di utilità per le imprese;
servizi che promuovano la visibilità delle imprese lombarde sul mercato italiano e internazionale,
anche tramite l’utilizzo di strumenti per la comunicazione e diffusione delle informazioni
territoriali.
Principali obiettivi gestionali
- Supporto alla realizzazione dello sportello unico per le imprese.
- Promozione di servizi telematici per le imprese.
38
Titolo dell’obiettivo specifico
3.3.6 Programmazione, coordinamento e gestione delle azioni di sviluppo integrato del sistema
produttivo e del turismo in aree svantaggiate e di confine in ambito comunitario
Descrizione dell'obiettivo specifico
Attività di supporto diretta alla programmazione, coordinamento intersettoriale e gestione degli
interventi in aree omogenee rurali, di declino industriale e di confine cofinanziati con risorse
comunitarie e statali. L’azione è volta ad incentivare la cooperazione transfrontaliera e ad agevolare
lo sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio comunitario intervenendo anche in ambiti
economicamente svantaggiati.
In particolare verrà assicurato un utilizzo integrato e coordinato delle risorse comunitarie e statali
con gli altri strumenti di programmazione economico – finanziaria; si consentirà in questo modo di
realizzare un efficace concorso al potenziamento e sviluppo dell’attività imprenditoriale, di piccola
e media impresa, secondo i diversi settori produttivi di appartenenza. Oltre a questo aspetto l’attività
è rivolta a favorire interventi di riqualificazione territoriale e paesistico/ambientale in ambiti a
vocazione turistica.
Viene assicurata l’attività di programmazione e coordinamento gestionale nelle aree di confine
italo-svizzero e in aree svantaggiate in un’ottica integrata di promozione e valorizzazione del
sistema produttivo lombardo.
In particolare l’attività sarà orientata ad assicurare le azioni di gestione e coordinamento
riconducibili al PIC Interreg III sez. A e dell’obiettivo II (2000-2006).
Tali attività saranno svolte attraverso una specifica attività di partenarariato con gli enti locali anche
con il fine del reperimento e coordinamento di risorse aggiuntive dell’UE e dello Stato.
Risultati attesi
- Definizione del programma di iniziativa comunitaria Interreg III in collaborazione con le altre
regioni italiane e con i tre cantoni svizzeri di confine anche in coordinamento con la
programmazione ob.2;
- Coordinamento, in collaborazione con la DG Presidenza, e il Ministero LL.PP, degli
investimenti italiani del programma di cooperazione e supporto diretto alla gestione del programma
su tutta l’area di confine.
- Collaborazione alla programmazione e gestione degli interventi in aree ob.2 e Phasing out
(2000-2006);
- Promozione di progettualità finalizzata al sostegno e alla valorizzazione dei settori PMI e
turismo per la costituzione di un parco progetti necessario alla candidatura ai finanziamenti dell'UE.
- Gestione diretta delle azioni “comunitarie” nei settori di competenza e Monitoraggio (fisico,
finanziario e procedurale) degli interventi anche in capo a gli enti locali convolti.
- Promozione e valorizzazione dei sistemi produttivi e turistici oggetto dei citati interventi
comunitari anche attraverso la rivalutazione delle specificità e produzioni locali.
Principali obiettivi gestionali
- Presdisposizione di iniziative, atti e procedure per l’avvio degli interventi previsti dalla
programmazione comunitaria 2000 – 2006, coerenti con risultati attesi.
39
Obiettivo programmatico di riferimento
3.4 Agricoltura
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.1 Rafforzamento della competitività delle filiere agricole ed agroalimentari
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’industria di trasformazione rappresenta in termini economici la parte preponderante della filiera
agroalimentare , in grado di produrre attivazioni di rilievo nella componente economica regionale,
con la quale il sistema agricolo deve rafforzare ulteriormente la propria integrazione aumentando
sempre più il legame fra trasformazione e produzioni locali. A questo proposito risulta
indispensabile, oltre che continuare nelle politiche di rafforzamento delle strutture di
trasformazione, impostare specifiche azioni per il miglioramento delle condizioni del mercato delle
produzioni agroalimentari sia in termini strutturali, che di innovazione di processo e di prodotto,
tali da adeguare la competitività generale e particolare delle filiere agricole e agroalimentari
lombarde. Il rafforzamento dell’offerta deve passare attraverso l’incentivazione delle iniziative che
prevedono l’impostazione di rapporti di integrazione del settore agricolo con gli altri segmenti della
filiera (tavoli di concertazione interprofessionali, contratti di conferimento, pagamento a qualità),
nonché l’aumento della concentrazione dell’offerta delle produzioni attraverso un processo di
revisione del ruolo delle associazioni dei produttori agricoli. Gli interventi saranno tesi
principalmente all’implementazione strutturale, in particolare per il sistema cooperativistico, al
rafforzamento dei suoi legami con le produzioni locali, al raggiungimento di dimensioni
economiche idonee a competere sui mercati nazionali ed esteri ed all’adeguamento delle risorse
immateriali necessarie ed utili a favorire l’insediamento delle aziende. Per trasmettere in modo
idoneo questi concetti, è opportuno identificare modalità di monitoraggio e di divulgazione delle
iniziative eccellenti, al fine di creare un archivio informatico, condivisibile dall’intero sistema, di
esempi di imprese che hanno saputo sviluppare significativi valori aggiunti.
Il sostegno ai processi di ristrutturazione del settore agricolo e agroalimentare ha lo scopo di
rafforzare il potenziale competitivo aziendale e delle imprese, attraverso l’analisi per filiera e una
maggiore integrazione tra produzione, trasformazione e distribuzione. Si intende in questo modo
superare il non più efficace sistema dell’intervento a pioggia, saldare esigenze e risorse da parte di
tutti i contraenti, pubblici e privati, ed assicurare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti i
livelli istituzionali attivi nelle materie agricole, dalla Regione alle Province, alle Comunità
Montane.
L’apporto delle risorse finanziarie provenienti dai Fondi comunitari, sostanzialmente integrate da
risorse provenienti dal bilancio regionale, sarà veicolato sotto forma di aiuti diretti al sistema
produttivo in modo coordinato anche tramite strumenti innovativi di gestione finanziaria.
Si continuerà a sostenere il ricambio generazionale del settore, l’assistenza tecnica alla gestione
delle aziende agricole e le iniziative per diversificare le attività del settore agricolo e di quelle affini
allo scopo di sviluppare attività e fonti alternative di reddito, come per esempio l’agriturismo.
Inoltre, attenzione sarà posta allo sviluppo dell’agricoltura biologica che sempre più conquista
nuovi spazi sui mercati nazionali ed esteri.
Risultati attesi
– Avviamento di livelli di programmazione e di concertazione a livello di filiera produttiva;
– Realizzazione del programma di adeguamento tecnologico delle aziende agricole e delle
imprese agroindustriali previsto dagli strumenti comunitari;
– Applicazione e gestione tecnica amministrativa delle Organizzazioni Comuni di Mercato e dei
contributi comunitari attivabili attraverso l’anagrafe zootecnica
40
Principali obiettivi gestionali
- Definizione delle linee di intervento finalizzate allo sviluppo multifunzionale e all’adeguamento
tecnologico delle imprese agricole e dell’agroindustria a livello di filiera
- Sviluppare e innovare le strategie di gestione finanziaria delle imprese attraverso facilitazioni
per l’accesso al credito, lo sviluppo di forme di garanzia e la facilitazione alla formazione del
capitale di rischio.
- Messa a regime, d’intesa con la D.G. Sanità, dell’anagrafe zootecnica quale strumento per
l’attivazione dei premi comunitari al settore zootecnico
- Attivazione e messa a regime delle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM) di competenza
regionale.
41
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.2 Il trasferimento e la condivisione dell’innovazione come fattore di competitività aziendale
Descrizione dell’obiettivo specifico
In una regione ad agricoltura fortemente specializzata la ricerca applicata deve essere uno dei
fondamenti dello sviluppo del comparto. Nel passato ha prevalso la logica degli interventi puntuali,
non inquadrati all’interno di un programma completo e strategico; questa logica deve essere
superata predisponendo un programma annuale delle ricerche in agricoltura che indichi i tempi di
realizzazione e dei possibili utilizzi operativi, oltre che delle modalità di trasferimento e di
condivisione dell’innovazione al sistema produttivo lombardo. A questo riguardo, devono essere
spinte e promosse forme di ricerca applicata, anche a carattere aziendale, che sappiano
massimizzare l’apporto delle imprese e che siano sempre condivisibili dall’intero comparto. Tale
approccio, evidentemente più efficace, necessità però della definizione del quadro complessivo
delle esigenze, e ciò non può avvenire senza il decisivo apporto degli attori del comparto, che
devono riuscire a meglio rappresentare le proiezioni e le necessità dello scenario futuro.
Il tema dello sviluppo dei sistemi agricoli avanzati non può essere disgiunto da quello della ricerca
applicata e dei servizi di supporto alle imprese. A questo riguardo la riforma degli Enti strumentali
regionali agricoli permetterà un loro forte coinvolgimento nell’evoluzione del sistema complessivo.
Obiettivo dell’azione regionale sarà quello di indirizzare le attività di ricerca su processi e
tecnologie innovative e favorire una loro rapida divulgazione presso il comparto agroalimentare; in
particolare accrescere l’orientamento all’innovazione, qualificare le professionalità interne alle
aziende e facilitare l’accessibilità alle informazioni rilevanti creando un sistema informativo a tale
scopo.
Risultati attesi
Aumento della competitività del comparto agricolo e agroalimentare attraverso l’adeguamento
tecnologico di prodotto e di processo, anche attraverso l’impiego di tecnologie ad elevata
innovazione.
Principali obiettivi gestionali
- Stesura di un programma operativo di ricerca con l’indicazione dei tempi di realizzazione e dei
possibili utilizzi operativi, oltre che delle modalità di trasferimento delle innovazioni al sistema
produttivo lombardo
- Attivazione di misure finalizzate alla divulgazione e assistenza tecnica e formazione
professionale in campo agricolo
- Attivazione di una specifica linea di iniziative a livello regionale finalizzate al settore delle
tecnologie innovative e delle biotecnologie
- Ridefinizione delle modalità strutturali ed organizzative del servizio fitosanitario regionale
attraverso la predisposizione di specifiche linee guida e coordinamento delle attività fitosanitarie di
supporto al sistema agricolo
42
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.3 Sostegno ai processi di commercializzazione e promozione dei prodotti sui mercati
nazionali ed esteri
Descrizione dell’obiettivo specifico
Lo sviluppo dei processi di commercializzazione e di internazionalizzazione dei prodotti agricoli e
agroalimentari lombardi diventerà una precisa strategia, in grado di catalizzare interesse,
apprezzamento e curiosità dei consumatori nei riguardi della Lombardia e dei suoi prodotti,
integrando insieme il significato di sapori, tradizioni, cultura, ambienti e paesaggi. A questo scopo,
il primo passo è quello di orientare le aziende e le imprese verso la certificazione aziendale, quale
mezzo per poter assicurare ai consumatori, quindi più in generale al mercato, la garanzia della
qualità dei processi produttivi utilizzati. Sarà assicurato il massimo supporto allo sviluppo delle
denominazioni di origine protette e garantite per legare effettivamente i prodotti ai territori e i
territori alle aziende, e conseguire significativi valori aggiunti sul versante della qualità che
compensino e giustifichino le differenze di prezzo con prodotti concorrenti a prezzi più bassi.
Contemporaneamente, continueremo nell’azione di tutela dei nostri prodotti la cui sopravvivenza
sul mercato è legata alla possibilità di operare in deroga alla norma HACCP (Hazard Analysis
Critical Control Point). A riguardo, è già stata attuata la prima stesura dell’elenco dei prodotti
tradizionali.
Inoltre è necessario organizzare e coordinare a livello regionale, i Consorzi di produzione e le
iniziative delle Province inerenti la promozione dei prodotti, al fine di offrire: ai consumatori
attività promozionali coordinate in modo da facilitare le possibilità di accesso alle informazioni, alle
aziende un ambiente integrato di promozione che possa costituire un vero e proprio valore aggiunto
a livello lombardo in grado di stimolare il rafforzamento dell’intero settore. Un canale da potenziare
fortemente per la promozione e la commercializzazione dei prodotti lombardi è senz’altro Internet,
incentivando la creazione e lo sviluppo di siti e portali per l’e-commerce
Risultati attesi
Rafforzamento del legame tra prodotto agroalimentare, territorio e processo produttivo aziendale, al
fine di massimizzare la ricaduta dei valori aggiunti sulle imprese lombarde e sviluppare una
percezione di qualità da parte del consumatore.
Principali obiettivi gestionali
– Valorizzare i prodotti lombardi attraverso l’attivazione di iniziative finalizzate allo sviluppo dei
sistemi di certificazione e tracciabilità a livello della singola azienda agricola e di filiera, nonché il
supporto e la promozione dell’ulteriore incremento dei prodotti a denominazioni di origine e delle
specialità tradizionali garantite;
– Sviluppo di specifici servizi all’impresa mirati all’informazione e al supporto nelle fasi di export
e di pacchetti finanziari specifici al fine di accrescere la capacità di penetrazione e di
consolidamento sui mercati esteri.
– Incentivare la nascita di siti internet e portali dedicati all’e-commerce nel settore agroalimentare
anche mediante la riorganizzazione dei siti esistenti.
43
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.4 Gestione diretta delle politiche comunitarie di supporto al settore agricolo e agroalimentare
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’assunzione diretta da parte della Regione delle competenze gestionali delle politiche comunitarie
di supporto al settore agricolo e agroalimentare impone la costituzione, il riconoscimento e
l’attivazione dell’Organismo Pagatore Regionale.
L’Organismo Pagatore Regionale è lo strumento di raccordo tra le aziende agricole e le politiche
comunitarie e rappresenta un elemento rilevante di questo processo, vero e proprio simbolo di una
svolta nel rapporto tra agricoltura e Pubblica Amministrazione. La struttura dovrà essere
considerata:
– come elemento specifico di competitività e di differenza rispetto ai concorrenti;
– come occasione, attraverso le funzionalità del Sistema Informativo Agricolo, per innovare le
modalità di relazione tra Aziende e Amministrazione, semplificando e razionalizzando il più
possibile i procedimenti burocratici e amministrativi.
In questo ambito, appare molto urgente una incisiva e radicale riforma dei cinque Enti strumentali
regionali che si occupano di agricoltura, allo scopo di innovarne funzioni e struttura, e di
riposizionarli come reale risorsa di sviluppo del settore agricolo.
Le risorse dedicate all’innalzamento del livello di efficienza dell’azione della Pubblica
Amministrazione costituiscono un sostegno forte al sistema produttivo, andando a colmare il
divario di competitività, registrabile nel confronto con altri partners europei, sul fronte dei servizi
alle imprese e sul fronte dei rapporti con il sistema pubblico nell’accesso agli aiuti diretti.
L’O.P.R. dovrà essere supportato dal Sistema Informativo Agricolo (S.I.A.R.L.) in fase di
implementazione e costituirà l’architrave del sistema e lo strumento di raccordo rispettivamente tra
il livello nazionale, quello regionale e quello degli Enti delegati. Il Sistema Informativo si
svilupperà secondo procedure di trasparenza verso l’esterno, consentendo ed addirittura invitando il
singolo agricoltore ad una diretta interazione, interrogando, aggiornando e integrando il sistema, ed
utilizzandolo pertanto direttamente come una vera e propria risorsa a disposizione dell’azienda.
Risultati attesi
Rafforzamento della qualità dei servizi offerti alle aziende dall’Organismo Pagatore Regionale,
agendo sia sul versante dell’efficienza finanziaria e amministrativa che della semplificazione
burocratica, massimizzando l’utilizzo di tecnologie informatiche quale strumento di relazione
diretta tra l’utente e la Pubblica Amministrazione
Principali obiettivi gestionali
– Attivazione dell’Organismo Pagatore Regionale
– Potenziamento del Sistema Informativo Agricolo della Regione Lombardia
– Riforma degli Enti strumentali regionali che operano nel settore agricolo
– Integrazione a sistema dei rapporti e delle relazioni tra i diversi livelli istituzionali attivi nel
settore agricolo.
– Predisposizione della programmazione agricola di livello regionale (Programma operativo 2001
del piano agricolo triennale), partecipazione alle fasi di predisposizione della programmazione a
livello nazionale e comunitario; coordinamento della programmazione a livello locale (piani
agricoli triennali provinciali)
44
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.5 Adeguamento tecnologico e funzionale delle modalità di impiego della risorsa idrica a fini
irrigui e di bonifica
Descrizione dell’obiettivo specifico
La centralità dell’agricoltura nella gestione dell’ambiente e del territorio viene riconosciuta, oltre
che nel settore agricolo vero e proprio, anche nelle politiche regionali a favore delle risorse acqua e
suolo. Crescenti sono le richieste per le diverse utilizzazioni della risorsa acqua che vanno via via
aggiungendosi a quelle tradizionali già esistenti (civile, irrigua e industriale). Un moderno sistema
agricolo intensivo non può prescindere dall’indispensabile apporto di acqua irrigua; per questo,
risulta necessario individuare la possibilità di razionalizzare l’uso dell’acqua per l’irrigazione
incoraggiando innovazioni per il contenimento dei consumi e dei costi di gestione.
L’utilizzo plurimo delle acque va, in quest’ottica, incoraggiato e sviluppato, per consentire
l’ottenimento di valore aggiunto dovuto ad un uso, quale quello irriguo, non distruttivo della risorsa.
L’azione regionale, che si esplica in questo ambito attraverso i Consorzi di bonifica, viene
prioritariamente indirizzata alla razionalizzazione degli interventi per l’adeguamento delle opere di
bonifica per mezzo del programma di bonifica, con un piano “grandi opere di bonifica” e attivando
tutte le forme di autofinanziamento da parte di questi enti. Nuovo impulso agli enti gestori della
risorsa acqua sarà dato attraverso la riforma normativa della materia e l’approvazione del
regolamento di contabilità dei consorzi di bonifica.
Risultati attesi
Avvio di un programma di adeguamento funzionale delle opere di bonifica e delle infrastrutture di
irrigazione; integrazione del paesaggio rurale nelle politiche per la gestione e la salvaguardia del
territorio lombardo; sviluppo di progetti per utilizzare l’utilizzo multifunzionale della risorsa idrica.
Principali obiettivi gestionali
– Predisposizione del programma regionale di bonifica e di un piano “grandi opere di bonifica”
– Coordinamento delle funzioni esercitate dai consorzi di bonifica
– Approvazione del progetto di legge Norme in materia di bonifica e irrigazione di riordino della
bonifica e del regolamento di contabilità dei consorzi di bonifica
45
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.6 Protezione, sviluppo e gestione del territorio, del paesaggio rurale e delle superfici forestali
Descrizione dell’obiettivo specifico
La gestione del territorio, del paesaggio rurale e delle superfici forestali richiede continuità e
organicità tra strategie di lungo e di breve periodo, tra iniziative di tutela delle risorse e di
valorizzazione economica. Per questi motivi è necessario adottare specifiche politiche atte a
valorizzare il ruolo delle aziende agricole e della filiera bosco-legno quali attori e soggetti attivi per
la gestione, la tutela e lo sviluppo del territorio rurale e delle superfici forestali. Si passerà da una
logica di interventi puntuali ma scoordinati, ad una di programmazione complessiva degli stessi, in
modo da soddisfare le esigenze prettamente di produzione agricola con quelle di sostenibilità e
fruizione dell’ambiente rurale e forestale lombardo.
La protezione e la valorizzazione dell’ambiente rurale e forestale assumono un ruolo centrale, che si
impernia in particolare nella tutela delle risorse, in particolare del suolo e dell’acqua, da ottenersi
preservando e sostenendo le aziende di collina e di montagna, presidi dei territori più fragili della
Regione.
In specifico la tutela e valorizzazione delle patrimonio forestale dovrà riavviarsi ponendo al centro
la polifunzionalità del bosco e le attività economiche sostenibili, poiché non ci può essere futuro per
questi ecosistemi antropizzati se non è possibile sviluppare attività socio-economiche che ne
possano garantire e sostenere la manutenzione e la difesa. A questo scopo, oltre alle tradizionali
filiere produttive legate all’economia forestale ed alpina, vanno con decisione sviluppate e sostenute
le iniziative capaci di facilitare ed organizzare ogni forma di fruizione eco-compatibile di queste
superfici.
Negli ambienti di pianura appare indispensabile affiancare alle iniziative proposte dai soggetti
privati anche grandi iniziative pubbliche, quali ad esempio il progetto “ dieci grandi foreste di
pianura”, in grado di porsi come esempi significativi di interventi fruibili dalla collettività, atti a
essere cofinanziati sia da altri enti che dal settore privato. Tali iniziative nelle aree di pianura
porteranno alla formazione di nuovi boschi attrezzati in zone di attività produttiva marginale, i quali
contribuiranno decisamente al miglioramento dell’ambiente e del paesaggio.
Risultati attesi
– Riavvio degli interventi di manutenzione e gestione dei territori rurali e delle superfici forestali
attraverso lo sviluppo di attività economiche sostenibili da parte delle aziende agricole della filiera
bosco-legno
– Migliorare le condizioni di produzione delle aziende agricole poste in zone svantaggiate dal
punto di vista logistico e ambientale e conseguentemente sviluppare le condizioni economiche delle
popolazioni rurali
– Avvio di politiche finalizzate allo studio, valorizzazione e tutela del paesaggio rurale lombardo
Principali obiettivi gestionali
- Attivazione del progetto “Dieci grandi foreste di pianura”
- Definizione delle linee guida per la protezione del patrimonio boschivo dalle avversità biotiche,
abiotiche e dagli incendi boschivi
- Avvio delle fasi conclusive del catasto regionale degli alpeggi
- Approvazione del documento di programmazione del settore forestale previsto dal piano
agricolo triennale regionale
46
Titolo dell’obiettivo specifico
3.4.7 Valorizzazione e gestione della fauna selvatica e della fauna ittica
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nel quadro generale regionale si inserisce, in linea con l’impostazione di sviluppo e salvaguardia
dei territori rurali e forestali, la valorizzazione delle risorse faunistiche. Gli interventi inerenti le
diverse risorse presenti sul territorio regionale saranno indirizzati a renderle più fruibili, secondo
una logica di uso plurimo, che accanto alle valenze ambientali pone quelle economiche/produttive,
connesse anche con l’esercizio dell’attività sportiva. In questo contesto generale si inserisce lo
sviluppo di politiche integrate finalizzate alla valorizzazione ambientale, sociale ed economica della
fauna selvatica e della fauna ittica.
Le politiche di gestione e valorizzazione della fauna ittica e selvatica vanno rinnovate ed
aggiornate, coniugando ed integrando le esigenze e le aspettative delle centinaia di migliaia di
praticanti della caccia e della pesca con le necessità di protezione dell’ambiente e di tutela della
fauna selvatica, priorità dell’intera popolazione lombarda, con l’obiettivo comune di accrescere la
biodiversità e la ricchezza faunistica degli ambienti naturali lombardi e di valorizzare le ricadute di
carattere economico e sociale.
A tal fine è necessario attrarre l’attenzione del mondo delle imprese su questo settore economico,
fino ad ora poco considerato, ma che rientra a pieno titolo tra le risorse della regione che possono e
devono essere utilizzate, sempre nell’ottica della fruibilità eco-compatibile (compatibilità
ambientale).
Risultati attesi
Valorizzazione e gestione della fauna selvatica e della fauna ittica anche tramite il riordino e
l’aggiornamento della normativa quadro di settore, coniugando gli aspetti legati alla conservazione
ed alla tutela con l’esercizio della caccia e della pesca.
Principali obiettivi gestionali
- Approvazione di un programma specifico di interventi finalizzati alla valorizzazione, tutela e
gestione delle specie autoctone e tipiche dell’ecosistema lombardo.
- Attivazione del programma di interventi previsti dalla programmazione comunitaria a favore
della pesca e dell’acquacoltura.
47
Obiettivo programmatico di riferimento
3.5 Turismo
Titolo dell’obiettivo specifico
3.5.1 Sviluppo di sistemi turistici locali nei territori con una marcata vocazione
Descrizione dell'obiettivo specifico
L’obiettivo è sviluppare sistemi turistici locali intesi come aree vocate al turismo, omogenee e
integrate dal punto di vista dell’offerta e delle potenzialità turistiche, dotate di servizi e
infrastrutture adeguate, con presenza di imprese turistiche e di un sistema ricettivo commisurato alla
domanda espressa e potenziale.
Ciò implica potenziare il territorio dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi offerti, facendo
convergere su specifici progetti d’area le risorse dei diversi attori presenti sul territorio, con
particolare attenzione alla riqualificazione urbana, ambientale , territoriale e viabilistica. Ampio
rilievo giocano elementi significativi per l’incremento del turismo, quali gli impianti di risalita per
quanto attiene le aree montane, la valorizzazione delle acque termali e minerali e le strutture
complementari dell’attività turistica. Eventi sportivi o culturali particolarmente significativi, quali
ad esempio i mondiali di sci 2005 in Valtellina costituiscono anch’essi un’occasione e un volano
per il decollo, il rilancio o la qualificazione dei sistemi turistici locali.
Sul fronte delle aziende è necessario sviluppare i sistemi ricettivi attraverso la qualificazione delle
strutture e l’individuazione di nuove tipologie ricettive in relazione alle richieste del mercato.
Al fine di incrementare le presenze turistiche nel territorio, è infatti necessario incentivare lo
sviluppo dell’offerta ricettiva, attraverso un processo di ammodernamento e riqualificazione che
tenga conto dell’evoluzione del mercato e delle esigenze dell’utente. Vanno inoltre determinate
nuove tipologie ricettive in base alle nuove esigenze del mercato, prevedendo anche lo sviluppo di
turismi emergenti e di nicchie di mercato diversificate. In particolare si rende necessario un
adeguamento normativo per quanto concerne le strutture ricettive extra alberghiere, che risultano
non più adeguate alle richieste del mercato e ai nuovi livelli qualitativi determinati dalla
competenza a livello europeo.
Risultati attesi
Realizzazione o ampliamento di infrastrutture e strutture di supporto al settore turistico con
particolare riguardo agli impianti di risalita nelle aree montane.
Valorizzazione delle risorse territoriali a fini turistici, con riguardo anche alle risorse termali e alle
acque minerali.
Incremento di strutture ricettive adeguate a parametri qualitativi di livello europeo.
Diffusione di nuove forme ricettive.
Supporto alla realizzazione di grandi eventi con ricaduta sui flussi turistici.
Principali obiettivi gestionali
Aggiornamento legislativo per l’individuazione e l’incentivazione di sistemi turistici locali,
mediante parametri di riferimento anche in collegamento con altre direzioni generali.
Realizzazione del progetto dei Mondiali di sci 2005 in Valtellina.
Incentivi per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti di risalita.
Valorizzazione delle risorse minerali e termali ai fini della possibile ricaduta turistica.
Adeguamento della regolamentazione delle strutture ricettive finalizzata all’individuazione di nuove
tipologie ricettive.
Individuazione di nuovi parametri qualitativi per la classificazione delle strutture ricettive
extralberghiere.
Incentivi per la qualificazione e l’innovazione del comparto ricettivo.
48
Titolo dell’obiettivo specifico
3.5.2 Qualificazione e innovazione degli strumenti turistici sul territorio
Descrizione dell'obiettivo specifico
L’attuale organizzazione turistica sul territorio, incentrata sulle Aziende di Promozione Turistica,
non risulta più adeguata alle necessità del mercato turistico, dove la concorrenza si è fatta globale e
dove il turista ricerca nuovi e più complessi prodotti e servizi. In un contesto di maggiore
competitività è infatti necessario minimizzare i servizi offerti al cliente e al tempo stesso contenere i
costi complessivi del sistema.
I principali punti critici del sistema delle A.P.T. si configurano nella discontinuità fra punti chiave
della filiera produttiva (promozione, informazione e commercializzazione) e nella mancanza di
coordinamento delle attività e delle risorse impiegate da parte di diversi soggetti pubblici e privati
in un determinato territorio. Ciò determina dispersione di energie e di risorse finanziarie, nonché
sovrapposizione e duplicazione di iniziative sul territorio.
Il sistema di promozione e informazione/accoglienza del turista necessita dunque di essere
ridisegnato secondo linee di maggiore efficacia del sistema e degli investimenti regionali.
Un primo obiettivo è dunque quello di individuare prodotti e mercati di riferimento e costruire reti e
sistemi in grado di definirli, promuoverli e commercializzarli.
Un secondo obiettivo è quello di far confluire le risorse dei diversi soggetti, pubblici e privati, nella
promozione turistica territoriale e di prodotto, attraverso la definizione di forme nuove di presenza
sinergica sul territorio e con un’ottica di progetti condivisi.
Occorre allora proseguire e potenziare l’attività promozionale volta a incentivare i flussi turistici,
sia con azioni dirette mirate all’affermazione del marchio Lombardia e dei prodotti turistici
regionali, sia fornendo sostegno alle iniziative promosse dagli operatori turistici e dalle associazioni
no profit.
Risultati attesi
Rete di Uffici di promozione, informazione e accoglienza turistica diffusi sul territorio.
Convergenza di risorse locali pubbliche e private su obiettivi di promozione condivisi.
Sostegno e riqualificazione delle imprese turistiche per l’aggregazione e l’integrazione tra le stesse
e la promozione complessiva di prodotti e sistemi turistici.
Affermazione del marchio Lombardia e incremento dei flussi turistici dall’Italia e dall’estero.
Principali obiettivi gestionali
- Revisione legislativa per l’organizzazione di un nuovo sistema di promozione, informazione e
accoglienza turistica sul territorio.
- Azioni promozionali dirette a sostenere il marchi Lombardia e i prodotti turistici regionali e
incrementare i flussi turistici dall’Italia e dall’estero.
- Azioni dirette a sostenere reti e circuiti informativi e promozionali.
- Sostegno alle attività promozionali dei consorzi turistici ed ai progetti cofinanziati pubblicoprivato.
- Valorizzazione del ruolo dell’associazionismo nell’ambito della promozione delle risorse
territoriali.
49
Obiettivo programmatico di riferimento
3.6 Cooperazione
Titolo dell’obiettivo specifico
3.6.1 Sostegno all'accesso al credito per le cooperative
Descrizione dell'obiettivo specifico
La Cooperazione riconosciuta dalla Regione come strumento in grado di garantire lo sviluppo
economico e sociale, nonché favorire la partecipazione dei cittadini al processo produttivo non è
sostenuta da una normativa che ne facilita il compito.
Infatti, per le Cooperative di Produzione e Lavoro la legge regionale prevede l'erogazione di
contributi a fondo perduto sia alle singole entità finalizzati all’incremento e alla salvaguardia dei
livelli occupazionali, sia alle Centrali Cooperative per le attività da loro svolte a favore della
cooperazione.
Una visione dinamica del contesto economico nel quale è inserito attualmente il sistema delle
cooperative necessita, per poter competere, di modalità innovative caratteristiche delle PMI.
Sono note le difficoltà incontrate dalle Cooperative quali società di persone e non di capitale
nell'accedere al credito. Appare prioritario, quindi, operare per facilitare il reperimento di risorse
finanziarie e una maggiore liquidità mediante la concessione di adeguate forme di garanzie
regionali nell'accesso al credito presso il mercato bancario.
Risultati attesi
- Garantire risorse finanziarie per le Imprese Cooperative;
- Assicurare una maggiore e immediata liquidità, autonomia e certezza finanziaria nella gestione
e nella programmazione dello sviluppo di impresa;
- Superare la fragilità strutturale del comparto facilitando l’incontro con gli istituti di credito;
- Mettere in atto le iniziative idonee per la costituzione dell’osservatorio della Cooperazione.
Principali obiettivi gestionali
- Rendere efficaci le garanzie regionali per far diventare più “appetibile” la linea di credito alle
Cooperative sociali nonché il credito agevolato alle Cooperative.
- Costituire l’Osservatorio della Cooperazione in Lombardia.
- Attivare convenzioni con gli Istituti di credito per ampliare le potenzialità di accesso a
strumenti finanziari agevolati da parte delle cooperative
50
Titolo dell’obiettivo specifico
3.6.2 Sostegno alla gestione dei servizi alla persona per le cooperative sociali
Descrizione dell'obiettivo specifico
La cooperazione sociale si è imposta all'attenzione come una originale forma di impresa che
coniuga i valori della solidarietà con quelli dell'impresa, nonché come soggetto capace di realizzare
delle politiche attive di lavoro.
Scopo della cooperazione sociale è quello di perseguire l'interesse della comunità alla promozione
umana e all'integrazione sociale dei cittadini attraverso due modi di operare:
- Con la gestione di servizi socio - assistenziali, ed educativi (Coop. Sociali tipo A);
- Con l'inserimento sociale e lavorativo di persone svantaggiate (Coop. Sociali tipo B).
Nonostante vi siano norme che riconoscono validità all'offerta economicamente più vantaggiosa
nell'aggiudicazione di servizi pubblici, l'operatività delle Cooperative Sociali rischia di essere
pregiudicata dalla diffusa prassi adottata dagli Enti Pubblici di ricorrere al criterio del “prezzo più
basso”. Tale criterio privilegia l'economicità delle prestazioni a discapito della qualità e mentre
aspetti relazionali, organizzativi e territoriali, componenti imprescindibili per la valutazione dei
servizi alla persona, non sono considerati. Anche per gli interventi finalizzati all'inserimento
lavorativo di soggetti deboli l'Ente Pubblico può rappresentare un valido veicolo di integrazione
sociale, prevedendo l'assegnazione di beni e servizi con procedure che permettano la valorizzazione
di quelle imprese che realizzano l'intervento con l'inserimento. L'intervento regionale presso le
amministrazioni locali deve quindi indirizzarsi al sostegno e alla diffusione della metodologia che
garantisca una elevata qualità dei servizi mediante il ricorso alle prestazione delle Cooperative
Sociali di tipo A e a perseguire l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate nelle cooperative
sociali di tipo B.
Risultati attesi
- Aumentare l’impiego di persone svantaggiate all'interno delle Cooperative Sociali di tipo B, in
modo che possano rappresentare una risorsa, ottenere “cittadinanza attiva” e non essere considerate
un onere sociale.
- Diffondere l’adozione di procedure e criteri che nella aggiudicazione dei servizi pubblici tengano
conto di parametri qualitativi-prestazionali che consentano un innalzamento dei livelli dei servizi da
una parte e una maggiore competitività delle Cooperative Sociali dall’altra.
Principali obiettivi gestionali
- Promuovere l’utilizzo delle Convenzioni tipo da parte degli Enti Pubblici e la formazione degli
operatori e della dirigenza delle Cooperative
- Attivare modalità di sostegno finanziario e di valorizzazione delle cooperative sociali in
riferimento all’incremento di impiego di persone svantaggiate
51
Obiettivo programmatico di riferimento
3.7 Net economy e telecomunicazioni
Titolo dell’obiettivo specifico
3.7.1 Sostegno allo sviluppo e alla diffusione della new economy
Descrizione dell’obiettivo specifico
Attivare il processo di crescita delle PMI, attraverso la promozione della realizzazione di
infrastrutture telematiche e di servizi specialistici riferiti all’impiego delle tecnologie di ITC,
agevolandone l’accesso alla rete e lo sfruttamento delle sue opportunità.
L’intervento regionale assume particolare rilievo nelle aree territoriali meno infrastrutturate e meno
attrattive rispetto alle aree a forte densità insediativa, ovvero nelle aree dove gli spontanei processi
di mercato più difficilmente sono in grado di generare i necessari flussi di investimenti finanziari.
Accanto all’attuale ritardo di infrastrutture di base, l’altro grande fattore di criticità che pesa sulle
possibilità di rapido adeguamento dell’economia lombarda al nuovo scenario della net – economy è
costituito dalla forte resistenza al cambiamento che si manifesta in consistenti strati della piccola
impresa e in particolare artigiana; una resistenza generata dalla mancata disponibilità delle
necessarie risorse professionali, dalla dimensione troppo piccola di numerosissime imprese (due
terzi delle imprese artigiane non hanno addetti e sono costituite dal solo titolare) e dalla fragilità
della loro struttura finanziaria e commerciale. Per contro, un fattore positivo di potenzialità del
sistema economico si riscontra nella presenza in Lombardia di numerose aree sistema e distrettuali,
dove le piccole imprese industriali, artigianali e di servizi presentano elevatissimi tassi di
concentrazione insieme con una già sperimentata propensione alla costituzione di forme associative,
per la gestione comune di servizi e di parte dei processi produttivi, rendendo così possibile
l’attuazione di politiche attive di cooperazione tra imprese, tali da generare la massa critica
indispensabile alla costituzione dei capitali necessari a sostenere i nuovi investimenti previsti per
l’adeguamento tecnologico, organizzativo, formativo e commerciale.
Risultati attesi
- Promozione di specifici accordi di cooperazione per l’interconnessione tra strutture pubbliche e
private e i centri di servizio alle imprese per la realizzazione di portali sia di tipo verticale, ovvero
riferiti cioè a particolari filiere produttive, sia di tipo orizzontale, riferiti a particolari aree territoriali
e a temi intersettoriali, per valorizzare le potenzialità di sviluppo di sistemi produttivi locali.
- Attivazione di misure di accompagnamento per lo start-up di nuovi centri di servizio di
informazione, formazione e assistenza tecnico/organizzativa per la diffusione alle imprese delle
tecnologie di ICT e per il potenziamento rispetto a tali tipologie di servizio di strutture già esistenti.
Particolare attenzione sarà rivolta alla qualità dei servizi erogati e al coinvolgimento delle forme
associative delle imprese, degli enti locali e di operatori privati.
- Realizzazione di programmi di incentivazione per l’introduzione nelle PMI delle nuove
tecnologie per una efficace gestione dei servizi di accesso alla rete in grado di fornire la necessaria
complementarietà all’azione di sostegno dell’offerta di infrastrutture e di servizi che in tal modo
potrà conseguire risultati efficaci interagendo con una domanda diffusa e altamente qualificata.
Principali obiettivi gestionali
- Attivazione degli interventi regionali per la promozione di internet e delle nuove tecnologie di
telecomunicazione
- Incentivazione della qualificazione dell’offerta di servizi a rete a favore delle PMI
- Interventi di sostegno alla realizzazione di piattaforme tecnologiche e telematiche a servizio di
sistemi produttivi locali;
- Realizzazione del portale regionale per le PMI e le imprese artigiane.
52
Obiettivo programmatico di riferimento
3.8 Ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico
Titolo dell’obiettivo specifico
3.8.1 Sostegno alla diffusione della ricerca e dei processi innovativi di trasferimento tecnologico
Descrizione dell’obiettivo specifico
Promuovere e qualificare l’offerta d’innovazione regionale.
Oggi in Regione operano una pluralità di Centri di ricerca che svolgono frequentemente attività
ridondanti, con sovrapposizioni sulle aree tecnologiche e sui servizi offerti. La qualificazione
dell’offerta dovrà essere focalizzata sull’individuazione di centri di competenza tecnologica e sulla
loro successiva collocazione in una rete di Centri d’eccellenza regionale (High Tech Lombardy
network).
E’ indispensabile avviare un Programma di sostegno ai Centri di “Eccellenza Accreditati” per
l’adeguamento delle strutture e dei servizi offerti.
Un aspetto prioritario della politica regionale, in favore dello sviluppo dei processi d’innovazione
scientifica e tecnologia all’interno delle imprese, sarà quello di valorizzare la ricerca applicata, in
particolare quella delle Università, finanziandola con risorse pubbliche e incentivando la
collaborazione tra le stesse università e l’industria. L’intervento regionale dovrà essere indirizzato a
promuovere il collegamento tra le imprese e i centri di ricerca, in particolare quelli universitari.
Agevolare la costituzione di Liaison Office, sui modelli statunitensi, consentirebbe alle imprese di
individuare immediatamente i referenti accademici specializzati in particolari settori applicativi e
alle università un continuo scambio di esperienze, indirizzando la ricerca verso una più proficua
collaborazione con l’impresa.
Un miglioramento del processo di trasferimento delle conoscenze può essere ottenuto attraverso un
programma di “inseminazione” delle stesse. Il trasferimento di conoscenze attraverso la
collocazione di laureati o laureandi presso le aziende, rappresenta un utile momento di contatto tra il
mondo accademico e le PMI, spesso impreparate a colloquiare con il sistema universitario. In tal
modo le stesse imprese potranno ottenere a costi contenuti trasferimento di conoscenze tecnologiche
su nuovi prodotti e processi implementando l’innovazione all’interno della propria struttura
organizzativa e produttiva. Alla luce di un adeguato programma di intervento sulle risorse umane,
sia delle imprese che degli enti preposti al trasferimento tecnologico, si prevede un programma di
maggior collegamento con le scuole di formazione tecnico scientifica.
Nei programmi d’innovazione non può mancare una focalizzazione sui sostegni alla creazione di
nuove imprese high-tech: l’occupazione delle future risorse può trovare sviluppo esclusivamente nei
settori ad elevata tecnologia, per questo si avvieranno programmi che consentono la nascita e lo
sviluppo di imprese tecnologicamente avanzate.
Tutto quanto riportato può essere realizzato esclusivamente attraverso un’adeguata informazione. E’
pertanto indispensabile, costituire internamente alla Regione, un “nucleo guida” dedicato
esclusivamente ai temi dell’innovazione e del trasferimento tecnologico con il compito, da un lato
di tenere sotto osservazione l’evoluzione delle necessità delle imprese e, dall’altro, di rafforzare il
ruolo della Regione nella sua attività di indirizzo.
Compito del nucleo guida, non sarà solo quello di coordinare le varie iniziative che si svilupperanno
a livello regionale ma, soprattutto, quello di fornire gli elementi per una più efficace attività di
negoziazione con il governo centrale per l’allocazione delle risorse.
Il nucleo sarà dotato di strutture che abbiano adeguate competenze per svolgere un ruolo di
indirizzo della pianificazione centrale verso gli orientamenti richiesti dalla Comunità Europea.
Attesa la complessità dell’attività di coordinamento e gestione da svolgere e considerata sia
l’eterogeneità degli interventi a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico sia la
molteplicità dei soggetti pubblici coinvolti, si prevede la realizzazione di soluzioni altamente
informatizzate.
53
L’informatizzazione permetterà:
- la pianificazione e il controllo;
- l’attivazione di sistemi di monitoraggio, di reporting e di supporto alle decisioni;
- l’analisi e la reingegnerizzazione dei processi.
Risultati attesi
- Promuovere la formazione di nuove azioni e favorire l’interscambio tra Università e mondo
produttivo.
- Creazione e sviluppo di nuova imprenditorialità
- Incremento dell’efficienza conseguita nel processo di trasferimento tecnologico alle imprese
Principali obiettivi gestionali
- Costituzione di una rete di centri di eccellenza;
- Realizzazione di iniziative formative per lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione
tecnologica per le PMI;
- Sostegno all’integrazione tra Università e impresa;
- Coordinamento dei programmi di innovazione tecnologica in ambito regionale;
- Sviluppo del sistema informativo delle iniziative regionali in tema di Ricerca e Innovazione
Tecnologica.
54
Titolo dell’obiettivo specifico
3.8.2 Sviluppo di nuovi interventi di assistenza finanziaria per l’innovazione
Descrizione dell’obiettivo specifico
Le PMI italiane soffrono di una scarsa consistenza di mezzi propri da destinare a capitali di rischio
sotto forma di nuovi investimenti e la politica tradizionale sviluppata dal sistema bancario non è in
grado di far fronte alle loro esigenze essendo ancorata a metodologie finanziarie desuete. L’avvio di
iniziative di seed-capital per il sostegno alle nuove imprese e/o alle nuove iniziative passa
necessariamente attraverso la costituzione di un Fondo immobiliare chiuso. Fondo vincolato ad
impegni non abitualmente coperti dai venture-capital e dagli altri Fondi, e che si rivolga a
soddisfare le esigenze di start-up e spin-off lombardi in settori con tasso di sviluppo interessanti per
la competitività della nostra Regione e strettamente connessi alle principali filiere produttive del
nostro sistema economico occupazionale.
L’iniziativa è volta all’individuazione di azioni che consentano di incentivare finanziariamente gli
investimenti sostenuti dalle imprese per sviluppare ed acquisire competenze tecnologiche. Tali
investimenti, per lo più consistenti, si contraddistinguono per un forte carattere di aleatorietà tanto
con riferimento all’effettiva possibilità di conseguire i risultati ipotizzati quanto, qualora tale
possibilità non sia in discussione, con riferimento ai tempi in cui ciò si realizzi, condizione questa
che definisce la redditività dell’investimento.
La rischiosità tende a costituire un elemento di forte criticità in particolare per le imprese di
dimensione minore. A questo proposito va ricordato come il sistema imprenditoriale lombardo sia
connotato da una trama di piccole e micro imprese, spesso sottocapitalizzate che soffrono in modo
particolare il problema dell’accesso al credito.
Per far fronte alla descritta criticità si ritiene opportuno far ricorso ad azioni che rendano più
agevole l’accesso al capitale di rischio, permettano di alleggerire il peso delle garanzie dei crediti
bancari e che complessivamente riducano o risolvano il problema del reperimento delle risorse
finanziarie.
Visti i vincoli che ci sono posti dai regimi d’aiuto e dalle disponibilità finanziarie degli enti di
governo è fondamentale allora orientarsi a strumenti di mercato quali i Fondi immobiliari chiusi.
Risultati attesi
- Realizzazione di una rete diffusa di filiere tecnologiche e produttive in grado di costituire
interessanti, per dimensione e per competitività, unità sistemiche aziendali a forte attrattività
d’investimento.
- Creazione di nuove imprese attraverso interventi di start-up e spin-off
Principali obiettivi gestionali
Avvio di un fondo mobiliare chiuso e di un fondo regionale di garanzia per la partecipazione al
capitale di rischio di nuove imprese innovative, nonché di imprese operanti in settori legati alla
ricerca, innovazione e diffusione tecnologica.
55
Obiettivo programmatico di riferimento
3.9 Fiere e mercati
Titolo dell’obiettivo specifico
3.9.1 Sviluppo della capacità di offerta del sistema fieristico lombardo
Descrizione dell’obiettivo specifico
Predisposizione di nuove linee di incentivazione/promozione delle attività specifiche relative alla
organizzazione di eventi fieristici in Italia e all’estero da attuarsi mediante un “Tavolo di
concertazione” da formalizzare con provvedimento di Giunta.
Predisposizione di un sistema di incentivi economici diretti e indiretti.
Coordinamento e creazione di sinergie e interscambi di manifestazioni tra il Polo Milanese e gli
altri Poli fieristici della Lombardia.
Risultati attesi
- Incremento delle occasioni espositive.
- Potenziamento delle strutture espositive.
- Accesso al mercato di ulteriori esponenti del mercato produttivo lombardo.
- Attuazione di una politica dei costi che tenga conto delle necessità della piccola impresa e degli
artigiani.
- Realizzazione di un sistema veloce ed efficace di rilascio dei provvedimenti autorizzativi e di
riconoscimento delle variazioni di qualifica delle manifestazioni fieristiche.
Principali obiettivi gestionali
Promozione dei provvedimenti tesi ad adeguare la normativa regionale alle direttive comunitarie ed
alla normativa nazionale.
Istruzione e formazione del calendario fieristico regionale.
Attuazione del “Tavolo di concertazione” per lo sviluppo del sistema fieristico regionale.
Predisposizione del piano di riparto relativo ai contributi da destinare alla promozione ed al
potenziamento del sistema fieristico ed adozione dei conseguenti provvedimenti amministrativi.
56
4
CULTURA
57
Obiettivo programmatico di riferimento
4.1 Beni e attività culturali
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.1 Sviluppo di programmi di comunicazione e di promozione culturale anche attraverso
l’educazione permanente e la valorizzazione delle culture locali
Descrizione dell'obiettivo specifico
La mobilità delle persone, le trasformazioni socio-economiche e dei processi produttivi, la
potenzialità del mondo giovanile e la sua esigenza di servizi dedicati, la presenza di forte
componente di popolazione anziana si traducono oggi in una domanda, espressa o implicita, di
riscoperta dei valori, delle identità e di identificazione di strategie di integrazione culturale, di
educazione al patrimonio culturale e di formazione permanente. Per potenziare e qualificare le
risposte a queste domande è necessario dare maggiore evidenza sia alle culture proprie delle
comunità locali sia alle testimonianze storiche della cultura imprenditoriale valorizzando il
patrimonio storico-documentario che di tali valori è espressione, mediante una serie di azioni quali
in particolare:
promozione e sostegno alla realizzazione di eventi culturali di grande richiamo;
sostegno all’educazione permanente con particolare attenzione agli anziani nonché alla
sensibilizzazione dei giovani al patrimonio culturale e alla lettura al fine di rispondere ad un’elevata
domanda, espressa o implicita, di riscoperta dei valori, delle identità e di identificazione di strategie
di integrazione culturale;
sostegno alla creatività e alle forme d’arte connesse ai nuovi media;
sviluppo di programmi di informazione e comunicazione sul territorio, al fine di migliorare la
conoscenza dell’attività regionale per il sostegno e lo sviluppo delle culture, delle identità e delle
autonomie della Lombardia;
costruzione di una strategia di valorizzazione di beni e sistemi culturali, nella prospettiva del
marketing territoriale, mediante l’individuazione di nuovi sistemi di gestione dei servizi culturali sul
territorio, la promozione della sponsorizzazione e dell’investimento in cultura e il collegamento tra i
poli della mobilità e dell’informazione con le risorse culturali presenti sul territorio, facilitandone la
conoscenza e l’accesso;
monitoraggio dell’offerta e dei consumi culturali a supporto delle politiche di settore.
Risultati attesi
Realizzazione di progetti innovativi di promozione educativa e culturale nonché di educazione
permanente incrementando il coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati
Aumento della partecipazione dei cittadini ai grandi eventi e incremento della compartecipazione di
altri soggetti a tali iniziative.
Miglioramento della conoscenza dell’attività regionale da parte dei cittadini anche tramite il miglior
utilizzo degli strumenti di comunicazione e il ricorso alle reti telematiche
Riqualificazione e riorientamento delle attività dell’Osservatorio culturale in particolare attraverso il
potenziamento delle attività di studio e ricerca sulla domanda e offerta di cultura in Lombardia.
Principali obiettivi gestionali
– Interventi di promozione educativa e culturale, di sensibilizzazione dei giovani al patrimonio
culturale, di valorizzazione delle culture proprie delle Comunità locali e di educazione permanente,
anche mediante il coinvolgimento degli enti locali e il sostegno agli istituti culturali
– Azioni di promozione e sostegno di grandi eventi; realizzazione di programmi di informazione e
comunicazione interna ed esterna anche attraverso la promozione e la valorizzazione delle
eccellenze nel campo dei nuovi saperi e della creatività contemporanea
58
–
Monitoraggio dell’offerta e dei consumi culturali a supporto delle politiche di settore
59
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.2 Conservazione programmata del patrimonio architettonico e storico e sviluppo di interventi
infrastrutturali per dotare il territorio di spazi e strutture per i beni e le attività culturali
Descrizione dell'obiettivo specifico
Tra i risultati più visibili nella passata legislatura va richiamata l’attuazione di processi sempre più
in linea con le logiche della programmazione negoziata, il confronto con il territorio e le parti
sociali.
Gli interventi si sono sviluppati secondo un approccio teso a considerare il cittadino come portatore
di una domanda a cui bisogna rispondere con la qualificazione dei servizi e con un’adeguata politica
di interventi infrastrutturali.
L’Accordo di Programma Quadro tra Regione e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
sottoscritto nel maggio 1999, e la promozione di numerosi Accordi di programma locali ha dato
l’avvio ad una politica di razionalizzazione degli interventi sul territorio, anche dal punto di vista
finanziario, in materia di: conservazione e valorizzazione del patrimonio archeologico,
architettonico, artistico, storico, librario e archivistico e di infrastrutture per lo spettacolo.
Sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito della programmazione negoziata le azioni della
Regione dovranno svilupparsi nei seguenti due versanti:
conservazione programmata del patrimonio architettonico e storico mediante la diffusione in
termini di conoscenza e di utilizzo dello strumento ‘’Carta del rischio del patrimonio culturale
regionale’’
proseguimento delle politiche di investimento del comparto cultura, con particolare riferimento
al recupero del patrimonio architettonico, archeologico, artistico e storico e allo sviluppo di nuovi
interventi infrastrutturali per i beni e le attività culturali, finalizzati anche allo sviluppo
dell’occupazione, in un quadro organico di programmazione negoziata e territoriale.
Risultati attesi
Utilizzo da parte di soggetti pubblici e privati del metodo della conservazione programmata
Interventi di conservazione eseguiti sulla base delle informazioni contenute nel sistema informativo
Carta del Rischio del Patrimonio Culturale
Attività culturali e sviluppo di occupazione generati dagli interventi infrastrutturali realizzati
Principali obiettivi gestionali
– Realizzazione e messa a regime del sistema informativo del polo regionale Carta del Rischio del
Patrimonio Culturale
– Azioni di concorso allo studio, recupero e tutela dei centri storici in particolare attraverso
un’attività di individuazione di catalogazione dei beni architettonici in collegamento con le attività
di conservazione del patrimonio storico e architettonico
– Sperimentazione di interventi di conservazione programmata, studio e proposta di un sistema di
incentivi finanziari
– Interventi infrastrutturali e di restauro, recupero e valorizzazione di edifici e complessi di
interesse artistico e storico anche attraverso il monitoraggio e il possibile ampliamento dell’Accordo
di Programma Quadro con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’attivazione di altri
strumenti di programmazione negoziata
– Acquisizione di beni di rilevante valore artistico, architettonico, storico e culturale
60
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.3 Individuazione e sviluppo di sistemi integrati di beni e servizi culturali per potenziare
l'offerta dei servizi alle comunità locali e favorire lo sviluppo del turismo culturale
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il patrimonio culturale lombardo e le attività culturali connesse costituiscono una risorsa preziosa
sia per la crescita dei valori di identità e per la riscoperta delle radici proprie delle comunità locali
ma anche come importante volano di sviluppo diretto a valorizzare tanto i mestieri tradizionali
quanto nuove fonti occupazionali ad alta professionalità dirette a favorire nuovi flussi turistici
attraverso lo sviluppo dei sistemi del turismo culturale. A tali finalità è strettamente connesso lo
sviluppo di sistemi integrati di beni e servizi culturali diretto anche all’arricchimento e alla
razionalizzazione dell’offerta dei servizi alle comunità locali mediante lo sviluppo di forme di
integrazione in rete di servizi riferiti a tipologie differenti di beni ed attività culturali presenti in
ambiti territoriali omogenei. In tale ottica le principali azioni da intraprendere riguardano :
l’individuazione e sviluppo di sistemi integrati di beni e servizi culturali (biblioteche, archivi,
musei, spettacolo, centri di istruzione, formazione e ricerca) anche promuovendo il ricorso alle
nuove tecnologie info-telematiche
il concorso allo sviluppo di sistemi locali di turismo culturale e alla creazione di strutture di
gestione di itinerari culturali anche tematici nelle diverse aree della Regione e promozione delle
relative attività in una prospettiva di marketing territoriale
Risultati attesi
Progetti di sviluppo e consolidamento reti info-telematiche e sostegno alla attivazione di
infrastrutture culturali a livello sia pubblico, che privato anche con riferimento alle nuove
tecnologie.
Interventi pilota in materia di sistemi culturali integrati, con particolare riferimento ad ambiti
territoriali omogenei.
Progetti pilota per lo sviluppo di infrastrutture turistico- culturali e promozione di nuovi soggetti
gestionali; nuovi circuiti turistico - culturali e sviluppo di quelli esistenti od in itinere in
collaborazione con gli enti territoriali competenti;
Principali obiettivi gestionali
– Sostegno ad azioni per lo sviluppo in rete di attività e servizi culturali
– Promozione di forme di gestione associata pubblica e privata di beni, servizi ed altre attività
culturali
– Concorso alla promozione di progetti e “pacchetti” integrati di turismo culturale
61
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.4 Sviluppo, riqualificazione e coordinamento delle reti e dei sistemi bibliotecari e museali, ed
elaborazione di linee guida, di standard e di modelli innovativi di gestione
Descrizione dell'obiettivo specifico
Per favorire sul territorio un’offerta integrata di servizi culturali in materia di biblioteche e musei
occorre potenziare lo sviluppo di reti intercomunali, anche alla luce delle funzioni delegate ai sensi
della l.r. 1/2000,mediante una serie di azioni dirette principalmente:
allo sviluppo, la riqualificazione e il coordinamento delle reti e dei sistemi bibliotecari l
all’elaborazione di linee guida, di standard e di modelli innovativi di gestione, anche per
favorire il passaggio della gestione di musei e beni culturali dallo Stato agli Enti Locali.
all’arricchimento e la razionalizzazione dell’offerta dei servizi attraverso il miglioramento e lo
sviluppo dei sistemi bibliotecari e museali
allo sviluppo di reti e sistemi bibliotecari e museali e il sostegno alla fruizione interattiva dei
beni e delle attività
all’integrazione sul territorio, attraverso i servizi in rete, di biblioteche, musei e archivi
all’attività di catalogazione connessa al Sistema Informativo Regionale Beni Culturali (SIRBeC)
allo sviluppo di modelli innovativi pubblico-privato di gestione dei beni e attività culturali, al
fine di garantire continuità ed efficacia agli investimenti realizzati dando luogo anche ad un
processo di selezione e formazione di nuovi gruppi manageriali e professionali
Risultati attesi
Miglioramento degli standard di funzionamento delle biblioteche
Incremento e rinnovamento del patrimonio librario
Miglioramento della fruizione e della qualità dei servizi erogati dai musei
Incremento della catalogazione dei beni culturali
Incremento della lettura
Principali obiettivi gestionali
– Sviluppo dell'organizzazione bibliotecaria regionale
– Interventi di vigilanza e tutela del patrimonio librario e di manutenzione del patrimonio librario
e documentario
– Indirizzo, coordinamento e sostegno per le funzioni delegate in ordine alle attività di sviluppo
dei sistemi museali locali
– Indirizzo, coordinamento e sostegno per le funzioni delegate in ordine al censimento,
inventariazione, catalogazione e documentazione di beni culturali
– Qualificazione dei servizi museali anche attraverso lo sviluppo di reti, valorizzazione e
conservazione del patrimonio museale, interventi di ricerca e di divulgazione culturale
– Elaborazione di strumenti a sostegno degli Enti Locali per la definizione di modelli innovativi e
standard di gestione dei beni e dei servizi culturali e di valorizzazione delle culture proprie delle
Comunità locali culturali
62
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.5 Identità e specificità culturali: recupero e valorizzazione del patrimonio etno-storico
materiale, linguistico, musicale ed artistico
Descrizione dell'obiettivo specifico
Le culture locali e le tradizioni popolari regionali costituiscono un patrimonio, materiale ed
immateriale che non soltanto va tutelato in una prospettiva integrata con il patrimonio archeologico,
architettonico, artistico e storico di tradizione “alta” per la definizione delle radici più profonde
delle popolazioni lombarde, ma va anche esplorato come serbatoio di risorse umane, ambientali ed
economiche che possono essere valorizzate se sviluppate e integrate con i servizi esistenti sul
territorio, attraverso le seguenti azioni:
valorizzazione dei mestieri tradizionali e dei luoghi della tradizione e del lavoro al fine di
potenziare la risorsa che il patrimonio culturale lombardo costituisce per la crescita dei valori di
identità e riscoperta delle radici delle comunità locali;
valorizzazione della ricchezza della tradizione e dell’identità locale, anche in collegamento con i
nuovi servizi e strumenti propri della società dell’informazione;
rilevazione, archiviazione e divulgazione del patrimonio etno-storico materiale, linguistico,
letterario e musicale della tradizione popolare lombarda.
Risultati attesi
Attivazione di iniziative per il recupero di identità culturali locali e relativa divulgazione
Fruibilità del sistema informativo dell’Archivio di Etnografia e Storia Sociale, anche attraverso la
divulgazione dei dati sul web
Principali obiettivi gestionali
– Interventi territoriali integrati mirati alla tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e
ambientale, inerenti "I luoghi della tradizione e del lavoro"
– Campagne di rilevazione e ricerche su tematiche di interesse demo-antropologico e
realizzazione di un sistema informativo sul tema delle tradizioni locali
– Programmazione di manifestazioni ed eventi di rilievo internazionale anche in campo musicale
e teatrale attinenti alla valorizzazione delle culture locali
63
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.6 Promozione e sostegno alla produzione e diffusione dello spettacolo dal vivo, alla
cinematografia, alle attività multimediali nel campo dei servizi culturali
Descrizione dell'obiettivo specifico
Nell’ambito di una politica di consolidamento e sviluppo della creatività nello spettacolo dal vivo,
nella cinematografia e nelle attività multimediali, anche al fine di valorizzare il prestigio della
tradizione lombarda e di ampliare la fruizione dell’offerta culturale, con particolare attenzione alla
creatività imprenditoriale giovanile, si intende sviluppare le seguenti azioni:
promozione e sostegno alla produzione e diffusione dello spettacolo dal vivo, creando un
sistema di riferimento che promuova la libera espressione e l’imprenditorialità culturale, favorendo
il raccordo e le sinergie tra i progetti di diversa entità e diversa collocazione territoriale.
promozione della cinematografia e delle attività audiovisuali di qualità.
promozione di una nuova politica di comunicazione e di alfabetizzazione tecnologica attraverso
la diffusione di nuovi servizi multimediali e la definizione di poli di eccellenza, nel campo dei
servizi culturali e dello spettacolo, connessi all’immagine e alle nuove tecnologie
sostegno alla fruizione interattiva di beni , spettacoli e attività
promozione e sostegno dello spettacolo all’interno di una prospettiva storico-antropologica che
valorizzi e rafforzi il prestigio della tradizione lombarda.
Risultati attesi
Incremento della fruizione e del grado di circuitazione delle attività e attuazione dei progetti di
interesse regionale (Altri percorsi, Teatro ragazzi, Arrivano i film, Opera domani, Circuito Lirico
Regionale, Scena Prima ).
Attuazione del nuovo progetto interdirezionale “Lombardia Cultura Multimedia”
Attivazione e sviluppo di servizi nel campo dei nuovi saperi e della creatività contemporanea (arte,
design, architettura, moda, pubblicità, produzione cinematografica e televisiva, multimedialità).
Principali obiettivi gestionali
– Promozione e sostegno delle attività musicali e concorso al sostegno della creatività
imprenditoriale giovanile
– Sostegno al sistema dei teatri stabili, al teatro amatoriale, promozione e sostegno delle attività
teatrali per adulti e ragazzi basati sulla circuitazione territoriale e concorso al sostegno della
creatività imprenditoriale giovanile
– Sviluppo degli eventi e delle attività cinematografiche di qualità, nonché delle attività audiovisuali, con particolare attenzione al pubblico giovanile e prosecuzione del progetto Lombardia
Cultura Multimedia.
64
Titolo dell'obiettivo specifico
4.1.7 Riordino della normativa sui beni e le attività culturali secondo una logica di partenariato e
sussidiarietà ed emanazione di atti di indirizzo in attuazione della l.r. 1/2000
Descrizione dell'obiettivo specifico
Al fine di adottare una disciplina organica di semplificazione e di armonizzazione delle leggi di
settore è necessario procedere al riordino della normativa sui beni e le attività culturali, in armonia
con quanto previsto dall’art. 4, comma 133, della l.r. 1/2000, prestando particolare attenzione alle
nuove competenze attribuite alle Province in materia di attività e sviluppo di sistemi museali locali,
nonché di censimento, inventariazione e catalogazione di beni culturali.
Nell’ottica del riordino normativo andranno definiti: i profili professionali degli operatori culturali,
allo scopo di costruire percorsi formativi ad hoc, con riferimento anche alle nuove professioni, in
grado di sviluppare opportunità artistiche, lavorative e imprenditoriali.
Dal punto di vista gestionale andrà rafforzato il raccordo programmatorio con lo Stato e con gli enti
locali; potenziamento degli strumenti della programmazione negoziata come metodo di codecisione con gli enti locali che faciliti la validazione degli obiettivi e la concertazione degli
interventi sui quali far convergere risorse economiche e professionali di soggetti pubblici e privati,
mobilitando tutte le forze attive (istituzionali e dei volontariato che operano localmente negli ambiti
culturali) attraverso la diffusione della cultura del partenariato e della sussidiarietà
Risultati attesi
Revisione organica della legislazione di settore
Attivazione di nuovi profili professionali degli operatori culturali.
Crescita dell’occupazione in campo culturale
Principali obiettivi gestionali
– Emanazione di atti di indirizzo rivolti agli enti locali anche in attuazione della l.r. 1/2000;
proposte di organico riordino della normativa di settore
– Definizione dei profili professionali e interventi di formazione degli operatori culturali; sviluppo
dell’occupazione anche attraverso la promozione di nuove imprese in campo culturale
– Potenziamento e attivazione di tavoli di confronto e di programmazione congiunta in materia di
beni e attività culturali.
65
Obiettivo programmatico di riferimento
4.2 Promozione e sviluppo delle attività ricreative e sportive
Titolo dell'obiettivo specifico
4.2.1 Sostegno agli eventi e alle manifestazioni di grande rilevanza
Descrizione dell'obiettivo specifico
Pur nel rispetto delle specifiche competenze degli Enti e dei Comitati Organizzatori è necessario
che la Regione e gli enti istituzionali intervengano nelle fasi organizzative e di presentazione in
modo più rilevante. Gli strumenti appropriati possono essere individuati di volta in volta ma devono
rispondere ad un preciso piano progettuale. La definizione di un protocollo/intesa/convenzione può
includere patrocini, forme di intervento finanziario, affiancamento con manifestazioni sportive per
disabili o altre Categorie (anziani), affiancamento con manifestazioni culturali e sociali, interventi
di comunicazione
Risultati attesi
- Crescita della partecipazione alle manifestazioni e della rilevanza delle stesse
- Diffusione delle manifestazioni degli sport minori e per i disabili
Principali obiettivi gestionali
- Proposta di costituzione di un team interdisciplinare per il coinvolgimento della Regione alla
definizione degli indirizzi e delle iniziative per i mondiali di sci a Bormio a supporto del Comitato
organizzatore
- Monitoraggio grandi eventi sportivi e manifestazioni rilevanti, individuazione strumenti per la
significativa presenza Regionale
- Definizione di protocollo/intesa/convenzione con enti e comitati organizzatori per affiancare
alle manifestazioni le attività sportive per i disabili e altre categorie o con attività culturali e sociali
- Organizzazione di manifestazioni sportive affiancate ad un grande evento sportivo
- Definizione dei criteri per il finanziamento degli enti e delle associazioni per il potenziamento e
la promozione dell’attività sportiva
66
Titolo dell'obiettivo specifico
4.2.2 Interventi per lo sviluppo e l’ammodernamento dell’impiantistica sportiva
Descrizione dell'obiettivo specifico
In una logica di ampliamento del ricorso alla pratica sportiva, la Regione Lombardia ha interesse
che l’utenza finale disponga di impianti e attrezzature adeguate e rispondenti (quantitativamente e
qualitativamente) alle proprie esigenze. Il censimento degli impianti sportivi, degli Enti e
Associazioni sportive è preliminare e propedeutico per un Piano regionale di intervento. Nel
frattempo, in ottemperanza alla legge vigente e in attesa della nuova legge sullo Sport, saranno
definiti opportuni criteri per la destinazione dei finanziamenti relativi
Le modalità attuative prevedono:
- Piani annuali di finanziamento a sostegno dell’impiantistica sportiva
- Accordi con le altre Direzioni Generali, con Enti Locali e con soggetti privati
Risultati attesi
- Ricognizione degli impianti sportivi esistenti in Lombardia
- Razionalizzazione degli interventi di supporto finanziario per lo sviluppo e il consolidamento
degli impianti
Principali obiettivi gestionali
Individuazione dei criteri e delle modalità per la destinazione dei finanziamenti relativi allo
sviluppo e al consolidamento degli impianti sportivi
Procedure per il recupero dei fondi stanziati per l’impiantistica sportiva non utilizzati e loro
reimpiego. Individuazione delle linee guida per la predisposizione del bando per il programma di
riutilizzo dei fondi economizzati sulle disponibilità finanziarie relative ai mondiali del 90 (legge
65/87)
Studio e predisposizione di bozze di bandi tipo per la realizzazione e gestione di impianti
sportivi in compartecipazione con soggetti pubblici ed enti privati
Procedure per incarico/ricerca relativi al censimento degli impianti sportivi regionali e delle
Associazioni sportive
67
Titolo dell’obiettivo specifico
4.2.3 Interventi per l’educazione allo sport e per la diffusione della pratica delle attivita’ e delle
professioni sportive
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’obiettivo generale è quello della riforma complessiva dello sport dal punto di vista della
separazione tra lo sport professionistico, quello di base e dilettantistico e dell’assegnazione
definitiva alle Regioni e alle Amministrazioni locali dell’intera materia, ripensando inoltre alla
politica delle risorse per lo sport.
Attraverso l’intervento normativo regionale (legge per lo sport) si dovrà pervenire a definire con
compiutezza gli ambiti d’intervento, le modalità di finanziamento, gli indirizzi per l’impiantistica
sportiva, i riconoscimenti delle Società e delle Associazioni, la formazione degli operatori e dei
dirigenti sportivi.
Dovranno inoltre essere censite le professioni sportive in Lombardia e previsto il registro regionale
delle stesse.
A garanzia delle managerialità sarà attivato un laboratorio per dirigenti sportivi a tutela anche della
sicurezza degli utenti.
Tra gli obiettivi vi è quello di incrementare la pratica dello sport, enfatizzando tra i giovani ma
anche tra le altre categorie sociali, il ruolo e l’importanza che riveste lo sport, ai fini della
formazione del carattere e della personalità e dello sviluppo generale della salute fisica e mentale
dei cittadini.
Si intende promuovere lo sport a livello scolastico e non come momento di aggregazione e come
giuoco di interesse altamente formativo. Si ritiene infatti che nei bambini e nei ragazzi lo sport
possa diventare un fondamentale strumento non solo per la formazione fisica ma anche psicologica.
Lo sport se concepito non solo come momento di competizione ma come fonte di educazione,
inserendosi nei processi trasversali di crescita, diventa veicolo per una crescita consapevole. Fare
sport significa imparare a conoscere ed educare se stessi, sviluppare le proprie potenzialità, credere
nelle proprie capacità.
Ma significa anche rispettare regole, disciplina (anche alimentare), tempi, ecc.
Lo sport puntando su una forte sinergia tra azione fisica e psichica non può che condurre verso la
formazione di persone più complete e consapevoli della propria identità.
Lo sport per le persone anziane non è solo momento di aggregazione e spazio per la socializzazione
ma uno strumento per continuare a “misurarsi con se stessi e con gli altri”. Diventa un modo per
uscire dall’isolamento della pigrizia, anche quella mentale.
E’ un momento di rigenerante benessere. E’ un modo per sentirsi vitali e per non cedere
all’abbandono, per tenersi curati, controllati, per continuare ad avere stima e dignità per se stessi e
per la propria età.
Le modalità di attuazione saranno:
– Interventi del coordinamento interregionale degli assessori allo sport
– Coinvolgimento delle federazioni sportive del CONI e degli enti di promozione sportiva
– Coinvolgimento dei Collegi delle professioni sportive alpine
– Interventi nelle scuole, nelle comunità sociali (oratori ecc.) e nei centri di aggregazione
giovanile
Risultati attesi
Proposta di progetto di Legge regionale per lo sport
Promozione delle professioni sportive alpine, autorizzazione e vigilanza sulle scuole di maestri di
sci e guide alpine anche a tutela della sicurezza degli utenti
Percorsi formativi per i dirigenti delle società sportive
Scambi giovanili in ambito sportivo nelle comunità di lavoro (Quattro Motori per l’Europa – Arge
Alp – Alpe Adria)
68
Compartecipazione a progetti pilota educativi nelle scuole e nelle comunità sociali per la
pratica delle attività sportive
Principali obiettivi gestionali
- Predisposizione proposta per legge regionale per lo sport
- Corsi ed esami per l’abilitazione all’esercizio delle professioni sportive alpine ed autorizzazione
e controllo delle scuole relative
- Finanziamento di progetti per laboratorio formativo per dirigenti sportivi
- Organizzazione e partecipazione a manifestazioni per scambi giovanili nel mondo dello sport
(programmi Arge-Alp, 4 Motori per l’Europa, Alpe-Adria)
- Proposta di progetti di educazione allo sport con scuole medie inferiori e sperimentazione di
nuove discipline sportive durante l’ora di educazione fisica.
69
5
ISTRUZIONE, FORMAZIONE
PROFESSIONALE E LAVORO
70
Obiettivo programmatico di riferimento
5.1Una formazione professionale adeguata al mondo del lavoro
Titolo dell’obiettivo specifico
5.1.1 Riordino e qualificazione del sistema della Formazione Professionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Realizzazione di un nuovo sistema regionale della Formazione Professionale fondata sulla
certificazione dei crediti formativi, sulla qualificazione e sull’accreditamento degli operatori,
funzionale alle esigenze del mercato del lavoro, rispettosa della sovranità del cittadino e della
libertà di scegliere, educarsi, formarsi e lavorare. La riforma, che comporta la delega alla Provincie
delle f unzioni amministrative, innoverà drasticamente le modalità di erogazione dei servizi
formativi alle diverse fasce di popolazione potenziando il ruolo regionale nelle attività di indirizzo,
coordinamento, monitoraggio, vigilanza, controllo, verifica e valutazione del nuovo sistema della
Formazione Professionale lombarda. Obiettivo prioritario sarà l’ampliamento, la qualificazione e
l’efficacia della gamma dei servizi offerti che andranno dalla riqualificazione della formazione
iniziale alle modalità innovativa di formazione continua e permanente. Iniziative qualificanti che
caratterizzeranno la riforma riguardano l’accreditamento di tutti gli organismi erogatori di
formazione, la riqualificazione e la riconversione degli attuali centri di formazione con la
costituzione di un sistema di agenzie formative pubblico/private dislocate nel territorio lombardo,
l’istituzione e l’erogazione di buoni formativi spendibili presso le agenzie formative accreditate,
una forte integrazione con i servizi all’impiego al fine di garantire una gamma completa di servizi
relativi all’orientamento al lavoro, al councelling, al bilancio di competenze, alla formazione per
disoccupati e occupati. A regime la riforma vedrà la realizzazione di una rete di erogatori di servizi
formativi che, attraverso un processo di accreditamento effettuato dalla Regione Lombardia,
garantiranno un livello qualitativo, certificato, delle prestazioni fornite presidiando la qualità del
processo sia sotto il profilo manageriale, organizzativo e della qualità del prodotto. Tali erogatori,
organizzati in agenzie formative pubblico/private, opereranno sul territorio offrendo un’ampia
gamma di servizi, non solo formativi, in stretta correlazione col territorio e con le associazioni di
categoria espressioni del sociale e del mondo del lavoro. La riforma privilegerà infine la
realizzazione di un’offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale anche
attraverso l’utilizzo coordinato e l’impiego articolato di risorse finanziarie proprie, statali e
comunitarie finalizzandole all’innovazione del sistema.
Risultati attesi
- Attuazione di un sistema integrato tra formazione, istruzione e mondo del lavoro con un
sensibile miglioramento dei livelli di efficienza/efficacia dei servizi formativi forniti da strutture
accreditate e una migliore possibilità di accesso al sistema di formazione lombardo ;
- Realizzazione di un sistema pubblico/privato di agenzie di formazione che attivizzi le risorse
finanziarie disponibili e mantenga degli accettabili livelli di concorrenzialità.
- Attuazione di un sistema di erogazione di risorse attraverso bandi così da controllare il rapporto
costi/prestazioni e monitorare in termini di prodotti e servizi erogati l’efficacia del sistema sul
fronte delle possibilità occupazionali dei formati.
Principali obiettivi gestionali
- Attuazione del decentramento amministrativo a seguito della definizione delle deleghe, di cui
alla l.r. 1/2000, agli enti locali.
- Realizzazione del Piano di riordino, riqualificazione e riconversione dei C.F.P. pubblici e Piano
di riordino, qualificazione, riconversione e ristrutturazione dei C.F.P. convenzionati.
- Realizzazione del Programma regionale triennale della Formazione Professionale –
Pianificazione annuale degli interventi di formazione professionale
71
Titolo dell’obiettivo specifico
5.1.2 Iniziative formative volte a creare nuove competenze nei settori innovativi
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il fattore critico di successo per rispondere compiutamente alle peculiarità del sistema produttivo
lombardo , sempre più impegnato in un processo di adeguamento ai vincoli e alle opportunità della
net economy è costituita dalle risorse umane e professionali che dovranno svolgere un ruolo
determinante sotto il profilo innovativo, manageriale, imprenditoriale supportate da un processo di
iniziative sperimentali formative integrate tra Centri di formazione superiore, scuole superiori,
università e imprese. In particolare si dovranno dedicare adeguate risorse finanziarie ed
organizzative al sistema della sperimentazione di metodologie didattiche innovative e alla
sperimentazione di progetti pilota in materia di formazione a distanza, possibilmente anche in
ambito internazionale, di promozione di adeguamento del sistema formativo alla net economy e
all’information tecnology, alla realizzazione della rete informativa e all’implementazione delle
tecnologie informatiche delle agenzie formative. I processi innovativi che interessano la struttura
economica lombarda evidenziano che il prevedibile fabbisogno professionale, in un tessuto
produttivo costituito da piccole e medie imprese, riguarderà le capacità manageriali, organizzative e
di interconnessione di rete, ovverosia da una dimensione software delle capacità imprenditoriali
finalizzate a realizzare sinergie di crescita delle capacità produttive istallate prescindendo dalle
dimensione di impresa. E’ su questo fabbisogno che verrà focalizzata l’offerta formativa innovativa
che non potrà prescindere anche da nuove metodologie didattiche utilizzanti tecnologie
informatiche adeguate. Strumento integrante sarà costituito dal master Plan regionale, che evidenzi
il complesso delle risorse destinate a sostenere il processo di innovazione e cambiamento nei settori
della formazione, dell’istruzione e del mercato del lavoro e sia volto a coordinare le iniziative
relative all’organizzazione dell’offerta integrata di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico.
Risultati attesi
- Realizzazione di programmi di formazione, con diverse metodiche didattiche e strumentazioni
innovative, presidiando e concentrandosi su quei segmenti di mercato del lavoro che presentano
dimensioni e tassi di crescita di maggior rilevanza.
- Realizzazione di moduli formativi finalizzati alla creazione di professionisti, manager,
imprenditori per la net economy, e per i settori a tecnologia avanzata.
I prodotti previsti dal processo saranno costituiti da pacchetti di formazione e di servizi all’impiego
mirati per le procedenti professionalità e da programmi di formazione flessibili che mutuano
esperienze privatistiche delle imprese innovative.
Principali obiettivi gestionali
- Interventi formativi e incentivanti riguardanti lo spin off di aziende a tecnologia avanzata.
- Realizzazione dei modelli formativi utilizzanti tecnologie informatiche innovative e nuove
metodologie didattiche anche su segmenti tradizionali che garantiscano dimensioni e tassi di
crescita di grande entità.
- Raggiungimento di standard europei del livello professionale dei formati nei settori più dinamici
e innovativi dell’economia lombarda, prevedendo interventi formativi mutuati anche da esperienze
europee e con docenti che attestino una precedente esperienza internazionale.
72
Obiettivo programmatico di riferimento
5.2 Un’educazione scolastica ed universitaria di piena competenza regionale
Titolo dell’obiettivo specifico
5.2.1 Promozione, miglioramento e qualificazione del sistema dell’educazione
Descrizione dell’obiettivo specifico
Una reale libertà di scelta nell’ambito della scuola e dell’università, attraverso la costruzione di un
sistema scolastico e universitario pluralista, in grado di offrire conoscenze umane, sociali e
tecnologiche è elemento prioritario per lo sviluppo della società e dell’economia lombarde. La
qualificazione e l’ammodernamento dei sistemi della formazione professionale, dell’educazione e
dell’università rappresenta in tale contesto un percorso necessario per il raggiungimento delle
finalità di sviluppo sociale ed economico della regione. Il processo di ammodernamento dovrà
essere gestito secondo l’ottica di una reale integrazione fra i due sistemi, scolastico ed universitario,
in una stretta connessione con il sistema del mercato del lavoro, attraverso la programmazione e la
realizzazione di percorsi formativi concordati tra le parti sociali e il sistema educativo (vedi i
progetti IFTS).
In parallelo dovrà essere attuato un adeguamento/qualificazione delle strutture e degli strumenti
fornendo il sostegno a programmi di ristrutturazione degli edifici scolastici, ad azioni di
qualificazione tecnologica delle scuole, all’utilizzo delle reti informatiche.
Sarà inoltre necessario svolgere azioni per innovare il sistema della formazione superiore, con
particolare attenzione al settore dell’alta formazione, così da innalzare il livello di scolarità dei
giovani e facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro.
Risultati attesi
Incremento qualitativo e quantitativo dell’offerta formativa, sia in termini di ampliamento della
gamma dei percorsi formativi che di maggior raccordo con il mondo del lavoro
Miglioramento delle strutture scolastiche e delle dotazioni tecnologiche
Principali obiettivi gestionali
- Sostegno alla realizzazione della rete scolastica, allo sviluppo dell’economia con attenzione alla
formazione del management scolastico.
- Sostegno alla pluralità dei soggetti di offerta scolastica e per favorire la libera scelta alle
famiglie dei percorsi scolastici.
- Qualificazione del sistema educativo lombardo sostegno alla information tecnology e alla
società dell’informazione.
- Realizzare il sistema dei crediti formativi capitalizzabili e delle “passerelle” tra il sistema della
formazione e istruzione.
- Realizzazione di azioni di alternanza scuola/lavoro:
- Costruzione, ristrutturazione e adeguamento degli edifici scolastici ;
- Valorizzazione e il recupero di competenze educative specificamente mirati alla popolazione
adulta (formazione permanente).
- Interventi per combattere il fenomeno della dispersione scolastica attraverso la formazione degli
educatori e la disseminazione delle “buone prassi”
- Interventi volti a favorire il recupero drop-out con maggiore attenzione alle aree a maggior
rischio di marginalità sociale.
73
Titolo dell’obiettivo specifico
5.2.2 Sostegno alla qualificazione e allo sviluppo del sistema universitario
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nell’ambito del processo di integrazione fra i sistemi formativi e all’interno del nuovo sistema
universitario occorre valorizzare l’autonoma capacità di innovazione degli atenei e sostenere la
configurazione di un’offerta didattica in sintonia con le caratteristiche specifiche del mercato del
lavoro intellettuale.
Un sistema universitario coerente con questo scenario deve essere in grado, attraverso
un’organizzazione efficiente, di affrontare i problemi reativi all’efficacia e alla qualità
dell’insegnamento e della ricerca.
Gli obiettivi principali da conseguire sono:
L’aumento del numero dei laureati, i futuri “lavoratori della conoscenza”, operando sia a
livello d’ingresso con opportune fasi di orientamento che con azioni distribuite lungo il percorso
tese a ridurre il numero, oggi elevato, degli abbandoni;
La contemporanea riduzione dell’età di conseguimento della laurea;
Il miglioramento dell’attuale configurazione disciplinare (eccessivamente generica) per
ottenere una configurazione graduale, più aderente agli effettivi bisogni e qualificazioni;
L’attuazione di percorsi di specializzazione con il concorso delle imprese;
La creazione di strutture adeguate allo svolgimento di attività di ricerca e di percorsi di “alta
specializzazione “ o di integrazione multidisciplinare;
L’intensificazione degli scambi con le altre università europee per una più forte integrazione
tra i sistemi e tra le conoscenze.
Per questi scopi verranno sostenuti:
L’avvio e il decollo delle nuove lauree triennali (rispondenti ai bisogni del sistema economico
e produttivo, in forte accordo con le imprese e caratterizzate da un’offerta didattica articolata in
coerenza con gli scopi professionalizzanti di questo tipo di percorso;
L’attuazione di Master (percorsi annuali di specializzazioni per l’aggiornamento e al
formazione permanente rivolti a giovani laureati o professionisti che vogliono aggiornarsi o
intraprendere nuovi percorsi professionali);
Forme di raccordo ed integrazione tra mondo della scuola, formazione e mondo del lavoro
(stage, orientamento al lavoro, servizi di consulenza ed accompagnamento al lavoro…)
Nell’ambito dei processi di internazionalizzazione saranno promossi specifici progetti di
collaborazione interuniversitaria.
Saranno altresì favoriti i raccordi tra pubblico e privato che, nel rispetto dell’autonomia
universitaria, concorrano alla costituzione di grandi scuole per la formazione e la ricerca, capaci di
integrazioni disciplinari originali, di programmi didattici avanzati e di forti collegamenti
internazionali.
Risultati attesi
Progettazione ed erogazione di percorsi di formazione in collaborazione con il mondo del lavoro
per:
La differenziazione dell’offerta formativa
L’attivazione di servizi di accompagnamento a supporto degli stage previsti come crediti
trasversali, da realizzare anche in collaborazione con la formazione professionale
Il miglioramento dei rapporti tra università e impresa
L’inserimento lavorativo facilitato
La creazione di canali per la formazione permanente
La sperimentazione di nuove metodologie didattiche anche a distanza
74
Principali obiettivi gestionali
- Potenziamento delle sedi e delle strutture delle università.
- Sostegno della ricerca per l’attuazione di percorsi formativi di alta specializzazione o di
integrazione multidisciplinare
- Rafforzamento della formazione specialistica (master e dottorati di ricerca) nei settori strategici
da individuare anche attraverso studi e ricerche specificamente commissionati
- Qualificazione delle azioni di orientamento universitario
- Sostegno all’attuazione delle lauree triennali nel quadro più generale di un’offerta,
comprendente anche i corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, che riduce gli abbandoni
e favorisce i passaggi da un tipo di corso ad un altro attraverso l’utilizzo del sistema dei crediti
formativi.
75
Titolo dell’obiettivo specifico
5.2.3 Sviluppo degli strumenti di sostegno al diritto allo studio
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nell’ambito del diritto allo studio si opererà secondo due direttrici: da un lato al fine di facilitare
l’accesso al sistema educativo da parte di un maggior numero di giovani, dall’altro attraverso
interventi, specie in ambito scolastico ed in raccordo con gli Enti Locali, volti a migliorare le
opportunità di successo educativo e a contrastare gli abbandoni.
Nel primo caso si consolideranno le misure già attuate ( in ambito universitario: borse di studio,
collegi, mense; nell’ambito della scuola: contributo di gestione alle scuole materne, interventi
straordinari di assistenza ai disabili, fornitura libri di testo, interventi straordinari per il trasporto
scolastico). Tali forme di intervento verranno sviluppate potenziando maggiormente l’intervento
delle autonomie locali, così da declinare in forma sussidiaria l’intera materia.
A livello di università si opererà attraverso una migliore qualificazione dei servizi a sostegno del
diritto allo studio quali biblioteche, laboratori informatici, sale studio collegate ad Internet. In
coerenza con la riforma del Sistema universitario si procederà ad una riorganizzazione degli Enti
per il diritto allo studio, proseguendo sulla strada della valorizzazione dei soggetti coinvolti
(Università), della razionalizzazione degli interventi, del potenziamento e della maggiore
qualificazione dei servizi e del recupero di efficienza delle strutture di erogazione.
All’interno del sistema scolastico gli interventi riguarderanno il sostegno ai progetti degli Enti
Locali atti a contrastare il fenomeno della dispersione, dell’abbandono e dell’insuccesso scolastico.
Saranno introdotte nuove misure finalizzate alla libertà di scelta e al conseguimento di un effettivo e
reale diritto allo studio.
Risultati attesi
Incremento quanti-qualitativo dei servizi di diritto allo studio e realizzazione di azioni innovative
(buoni scuola, ecc.) per garantire il libero accesso all’istruzione
Contrasto dell’abbandono scolastico in relazione gli interventi attuati
Principali obiettivi gestionali
- Realizzazione di azioni innovative (buoni scuola) nell’ambito del diritto allo studio
- Iniziative innovative di qualificazione dei servizi degli ISU, standardizzazione dei servizi e
razionalizzazione delle strutture
- qualificazione e sostegno del diritto allo studio, anche attraverso la promozione delle nuove
tecnologie legate alla new economy e qualificazione dell’istruzione nell’ambito di un sistema
integrato.
76
Obiettivo programmatico di riferimento
5.3 Politiche del Lavoro
Titolo dell’obiettivo specifico
5.3.1 Promozione e sviluppo dei servizi all’impiego
Descrizione dell’obiettivo specifico
La finalità dell’obiettivo è quella di sostenere il decollo e lo sviluppo dei servizi per l’impiego
secondo le caratteristiche definite negli strumenti legislativi e programmatici della regione,
attraverso azioni che consentano al nuovo sistema dell’impiego di perseguire le finalità ad essi
assegnate nell'ambito delle politiche europee: promuovere l’accesso alle offerte di lavoro; garantire
la gestione personalizzata e sistematica dei disoccupati in cerca di lavoro; valorizzare le sinergie tra
i servizi per l’impiego per agevolare la mobilità internazionale del mercato del lavoro.
Più in particolare, verrà promossa la piena integrazione fra i servizi alle dirette dipendenze dell’ente
pubblico con quelli privati per arrivare alla creazione di un sistema “a rete “ presente su tutto il
territorio. La Regione persegue l’obiettivo di:
creare un sistema efficiente di servizio ai cittadini,
puntare ad una migliore gestione burocratica delle informazioni,
curare l’incontro tra domanda e offerta (anche per ridurre il mismatch tra l’una e l’altra),
sottolineare l’importanza dell’orientamento (al lavoro o alla formazione),
valorizzare le risorse umane che opereranno all’interno delle strutture, anche in relazione al
processo di delega verso le realtà provinciali,
rispettare pienamente il principio di sussidiarietà.
Per conseguire questi obiettivi, la regione si avvale della agenzia regionale per il lavoro (lr 1/99),
quale struttura di supporto per il raggiungimento della integrazione tra servizi per l’impiego,
politiche attive del lavoro e politiche formative e come strumento nel campo dell’incontro tra
domanda e offerta di lavoro, anche in relazione al sistema delle imprese e delle sue associazioni.
La Lombardia si avvia quindi a superare definitivamente un modello d’intermediazione della
domanda e dell’offerta di lavoro che si è mostrato nel tempo tanto inefficace quanto inefficiente e
che appare in netta contraddizione con quanto sperimentato negli altri paesi europei, in cui il
collocamento al lavoro è esercitato in regime in parte liberalizzato, con la presenza di agenzie
distinte, autonome e decentrate, caratterizzate da un’attività poco autorizzativa e burocratica , ma al
contrario di taglio “imprenditoriale”.
Nel programma per i nuovi servizi all’impiego ,la Regione si propone di realizzare un piano
regionale dove definire:
le modalità di integrazione del sistema dei servizi per l’impiego, delle politiche formative e del
lavoro;
le modalità di integrazione delle materie di competenza delle province;
le modalità di collegamento e cooperazione con le materie e le iniziative di competenza degli
Enti Locali, delle strutture delle camere di Commercio, dell’Università e della scuola;
gli standard di erogazione dei servizi relativi alle diverse tipologie di utenza;
gli standard dei Centri per l’impiego;
il sistema informativo regionale integrato per l’occupazione;
la riorganizzazione dei servizi territoriali di orientamento verso un sistema integrato con i
servizi per l’impiego.
Risultati attesi
Migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini sui servizi per l’impiego
Incremento quantitativo dell’offerta: aumento dei centri per l’impiego
77
Principali obiettivi gestionali
– Realizzazione della rete degli sportelli e dei centri di servizio all’impiego e sostegno alla
progettazione delle funzioni innovative.
– Attivazione delle funzioni di assistenza tecnica dell’Agenzia regionale per il lavoro.
– Costituzione e sviluppo di sistemi di monitoraggio e valutazione delle performance dei servizi e
della soddisfazione dei cittadini.
78
Titolo dell’obiettivo specifico
5.3.2 Politiche attive del lavoro per l’ingresso e il reinserimento nel mercato del lavoro, con
attenzione ai soggetti in difficoltà occupazionale e a rischio di esclusione sociale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Al fine di conseguire l’obiettivo cardine della strategia europea per l’occupazione e migliorare
l’occupabilità delle persone in cerca di lavoro, da realizzarsi con l’offerta sistematica e
generalizzata di azioni capaci di evitare l’entrata nella disoccupazione di lunga durata e di incidere
sull’aumento, dei tassi di attività, la strategia regionale consiste nel promuovere politiche attive del
lavoro di tipo preventivo centrate sull’impiego ad offrire ad ogni giovane e adulto, prima che siano
trascorsi, rispettivamente 6 e 12 mesi di disoccupazione, la possibilità di effettuare esperienze che
ne favoriscano l’inserimento o il reinserimento professionale .
La Regione intende favorire forme di flessibilità sostenendo strumenti come i vaucher formativi,
borse di studio, work experiences, tirocini formativi ed altri strumenti integrati ed individualizzati,
da realizzarsi secondo una logica filiera di azioni successive per l’accompagnamento al lavoro,
facendo anche leva sull’integrazione tra i diversi sistemi di formazione ,istruzione e lavoro. In
particolare, le azioni di formazione proposte si caratterizzano per la loro funzione di supporto alla
realizzazione di progetti integrati ed hanno la finalità di rafforzare le competenze ai fini
dell’inserimento o il reinserimento lavorativo. Nel caso dei giovani in uscita dall’obbligo formativo
(18 anni), queste azioni sono anche finalizzate a sostenere l’eventuale rientro nel sistema scolastico
o all’accesso di percorsi di formazione superiore.
Tra gli strumenti di politica attiva del lavoro si intende sostenere l’autoimprenditorialità e il lavoro
autonomo, sia attraverso servizi rivolti all’utente che con forme incentivanti comprensive di
strumenti finanziari agevolati.
La strategia regionale, intende favorire con appropriate misure l’inserimento e il reinserimento dei
disoccupati di lunga durata, per i quali il protrarsi nella situazione di inattività è dovuto ad un
insieme di fattori su cui occorre incidere in maniera appropriata anche in riferimento a situazioni
personali e di status, al fine di rimuovere gli ostacoli professionali e soggettivi all’inserimento al
lavoro, tramite l’avvio di politiche attive di orientamento professionale, bilancio delle competenze,
azioni di formazione e riqualificazione anche personalizzata, aiuti all’occupazione delle categorie
svantaggiate. Particolare attenzione verrà rivolta agli strumenti pattizi finalizzati ad incentivare la
flessibilità in funzione di nuova occupazione, anche in raccordo con gli enti locali.
Risultati attesi
Miglioramento della qualità degli interventi di politica attiva del lavoro, con riferimento al rapporto
tra risorse impiegate e occupati.
Riduzione dei tassi di disoccupazione e aumento del tasso di attività
Principali obiettivi gestionali
- Sostegno alle nuove attività imprenditoriali e al lavoro autonomo
- Interventi per realizzare nuovi e innovativi strumenti di inserimento lavorativo quali work
experience, tirocini, stage …
- Interventi di politiche attive rivolte ai lavoratori LSU, disoccupati di lunga durata e soggetti
deboli del mercato del lavoro
- Soluzione di crisi occupazionali e incentivazione della flessibilità del mercato del lavoro in
collaborazione alle attività di mediazione istituzionale
- Attivazione della legge 68/99 mediante il sostegno all’inserimento lavorativo dei disabili
- Politiche attive di ingresso e reinserimento nel mercato del lavoro con particolare attenzione ai
soggetti in difficoltà occupazionale e a rischio di esclusione sociale
79
Obiettivo programmatico di riferimento
5.4 Pari opportunità
Titolo dell'obiettivo specifico
5.4.1 Sviluppo locale e politiche di Pari Opportunità
Descrizione dell'obiettivo specifico
Lo sviluppo delle politiche di parità e la valorizzazione della soggettività delle donne e della loro
specificità permettono una maggiore integrazione delle stesse nella vita economica e sociale e il
miglioramento della qualità della vita sul territorio.
E’ pertanto indispensabile sviluppare sul territorio - nelle economie e nelle società locali - azioni,
interventi e politiche nelle quali le donne e le problematiche legate alla loro condizione trovino una
collocazione strategica.
Lo sviluppo locale e le iniziative locali sono pertanto gli ambiti nei quali collocare azioni
significative rivolte a promuovere, qualificare l’occupazione e l’imprenditorialità femminile e
avviare uno sviluppo economico compatibile con gli obiettivi di coesione sociale.
Questa politica è perseguibile sul territorio utilizzando gli strumenti della programmazione
negoziata.
L’attivazione di reti locali e il coinvolgimento degli attori locali e dei centri dotati di competenze
specifiche in materia di pari opportunità, è condizione fondamentale per la definizione di azioni
specificatamente rivolte alle donne.
E’ pertanto indispensabile:
- La stabilizzazione del Centro Risorse Regionale per l’integrazione delle donne nella vita
economica e sociale, quale centro di consulenza per il potenziamento e il consolidamento della rete
di Centri Locali di parità lombardi, anche incrementando e migliorando i servizi rivolti alle donne;
- La crescita della capacità progettuale degli Enti Locali e degli attori di sviluppo locale sulle
tematiche delle pari opportunità
Le modalità attuative riguarderanno
– La modellizzazione e predisposizione del piano di fattibilità nonché gestione del Centro risorse
– La gestione delle attività di consulenza tecnica, di informazione/formazione del Centro Risorse
rivolte a operatori e amministratori locali
– capillare attività di informazione rivolta agli Enti Locali e diffusa sul territorio anche tramite
strumenti telematici
Risultati attesi
- Aumento e consolidamento dei centri locali di parità
- Crescita della capacità progettuale degli enti locali
Principali obiettivi gestionali
- Stabilizzazione del Centro Risorse Regionale quale Centro di consulenza per gli Enti locali
- Implementazione della Rete dei Centri locali di parità
- Attivazione corsi e laboratori formativi per operatori e amministratori locali
80
Titolo dell'obiettivo specifico
5.4.2 Sostegno all’occupabilità, all’imprenditorialità femminile e agli strumenti di conciliazione
tra vita familiare e professionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il forte divario nelle opportunità e nella qualità del lavoro tra uomini e donne anche nella nostra
regione permane tuttora sensibile.
Il livello di segregazione orizzontale e verticale delle donne nel mercato del lavoro continua a
rimanere alto, nonostante la forte crescita dell’occupazione femminile. Le donne continuano a
essere impiegate soprattutto nel settore dei servizi e del commercio e occupano prevalentemente
posizioni subordinate. Infatti sono sottorappresentate nelle posizioni che si distinguono per elevato
livello di qualificazione, di prestigio e autonomia.
Il maggior carico di responsabilità familiari e di cura che grava sulle donne incide negativamente
sulla loro possibilità di accedere e permanere sul mercato del lavoro.
Sono quindi necessarie:
– Politiche di conciliazione (servizi di cura per persone a carico, congedi familiari, ecc) per
sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro dipendente, autonomo e
imprenditoriale;
– Politiche attive del lavoro, politiche di informazione, orientamento e formazione per sostenere
l’accesso al lavoro;
– Politiche di sostegno alle pari opportunità nei luoghi di lavoro per favorire la permanenza nel
lavoro, per combattere la segregazione occupazionale verticale e orizzontale e per promuovere
l'occupabilità delle donne nei settori e nelle professioni dove sono sottorappresentate.
E’ pertanto indispensabile:
- Il sostegno all‘imprenditoria femminile, mediante un programma regionale di promozione in
funzione della regionalizzazione della legge 215/92 sull’imprenditorialità femminile
- La predisposizione di azioni sperimentali, in accordo con gli Enti Locali e le parti sociali, per la
creazione di posti di lavoro nell’ambito dei nuovi bacini di impiego
- La promozione di modalità innovative volte ad integrare la dimensione delle pari opportunità
nelle politiche di organizzazione del lavoro (riconoscimento delle competenze femminili,
progressione di carriera, etc…)
- La promozione di una cultura di condivisione tra uomini e donne del lavoro di cura (cura dei
figli, degli anziani, della casa e sua gestione) e di azioni informative a supporto della normativa
sulla maternità/paternità
- La diffusione di esperienze di “buone prassi” e di forme di flessibilità nell’ambito delle aziende,
dei piani di coordinamento dei tempi e degli orari delle città e dei servizi pubblici.
A tale scopo verranno attuate:
– Azioni per la diffusione e lo sviluppo di servizi a sostegno dell’imprenditorialità femminile e
per facilitare l’accesso al credito per le imprese femminili;
– Azioni di promozione di metodologie per orientamento, counselling, formazione, tutoring, in
funzione dell’occupabilità femminile;
– Campagne di informazione e di sensibilizzazione per contribuire alla trasformazione della
rappresentazione sociale e di genere dei lavori e delle professioni;
– Azioni per favorire l’inserimento e il reinserimento lavorativo delle donne, e in particolare delle
donne adulte, di quelle che svolgono attività e lavori atipici e delle donne immigrate;
– Interventi di promozione nei confronti del sistema scolastico e delle imprese per indirizzare le
studentesse verso studi, lavori e professioni considerati “maschili” o in cui sono sottorappresentate
– Azioni di sensibilizzazione alla ridefinizione degli orari di lavoro e dei modelli organizzativi dei
servizi.
Risultati attesi
81
-
Crescita dell’imprenditorialità femminile
Sostegno all’occupabilità femminile
Diffusione della cultura della conciliazione tra vita familiare e vita professionale
Principali obiettivi gestionali
- Azioni di informazione, orientamento e consulenza in funzione della regionalizzazione della
legge 215/92
- Realizzazione del progetto” Imprenditoria Sociale Femminile – Una rete per la qualità della vita
sul territorio e l’integrazione delle donne nella vita economica e sociale”
- Analisi e diffusione delle informazioni sulle “buone prassi” in tema di conciliazione tra vita
familiare e vita professionale
- Studi e analisi per la ridefinizione di orari di lavoro e di modelli organizzativi dei servizi alle
persone
- Raccordo con il sistema universitario e il sistema della formazione sia per attività di
informazione, sia di promozione di corsi per esperte di politiche di genere del mercato del lavoro
82
Titolo dell'obiettivo specifico
5.4.3 Valorizzazione dell’associazionismo femminile e diffusione della cultura di genere
Descrizione dell'obiettivo specifico
L’effettivo inserimento delle donne nella società si realizza attraverso una duplice strategia per
l’uguaglianza: l’integrazione orizzontale (mainstreaming) delle pari opportunità in tutti i settori di
azione e lo sviluppo di specifiche politiche di parità e di pari opportunità.
Tale strategia, per far sì che produca risultati tangibili, deve tenere conto dell’evoluzione
intervenuta nel sistema sociale, all’interno del quale uno dei fattori di maggiore rilievo è
rappresentato dall’espansione delle forme di aggregazione e di organizzazione sociale.
In questo contesto, l’associazionismo femminile, luogo di aggregazione e scambio di culture, si
configura quale ambito privilegiato di applicazione del principio di sussidiarietà in quanto portatore
di risorse e potenzialità da valorizzare in modo sinergico.
E’ attraverso quindi un più stretto raccordo con le associazioni femminili, che vengono rese visibili
e valorizzate la specificità di genere e le competenze femminili, contribuendo con ciò alla
diffusione e alla crescita della cultura di genere.
Per conoscere e governare l’impatto sulla condizione femminile delle continue trasformazioni che
investono la società è parimenti necessario dotarsi di un sistema permanente di analisi e di
informazione sulle tematiche femminili, l’Osservatorio Donne in Lombardia, utile a valutare
l’impatto delle politiche regionali e a definire nuovi strumenti di politica di pari opportunità.
Le ricerche finora concluse, nell’ambito della sperimentazione dell’Osservatorio, hanno delineato
uno scenario ampio e articolato che permette di individuare le priorità di intervento delle politiche
regionali a favore delle donne. Hanno inoltre fornito alcune basi scientifiche per la valutazione
dell’impatto di genere di tali politiche.
L’Osservatorio si propone anche come luogo di discussione e di confronto del mondo femminile e
svolge un’intensa attività di comunicazione e di divulgazione, attraverso iniziative e strumenti
innovativi finalizzati a raggiungere un pubblico sempre più ampio e target diversificati, con
l’obiettivo prioritario di promuovere la crescita e la diffusione della cultura di genere sul territorio
lombardo.
Per valorizzare l’associazionismo femminile si intende:
- implementare l’Albo regionale delle associazioni femminili, monitorando l’evoluzione delle
diverse forme di associazionismo femminile in Lombardia;
- promuovere un maggior raccordo tra l’istituzione regionale e le associazioni, anche
incrementando la diffusione delle informazioni sulle attività e iniziative delle associazioni;
- sostenere le attività delle associazioni e fornire gli strumenti per migliorare la loro capacità
progettuale.
Per diffondere e implementare la cultura di genere sul territorio lombardo si intende:
- consolidare e sviluppare il sistema di analisi e informazione sulla condizione femminile,
Osservatorio Donne in Lombardia, anche in collaborazione con centri ricerca, università e women’s
studies per la valutazione dell’impatto equitativo di genere;
- attivare un raccordo tra gli organismi di parità sul territorio lombardo e diffondere informazioni
sulle loro attività e iniziative;
- ampliare l’attività di informazione istituzionale diretta a diffondere la cultura di genere e a
favorire le pari opportunità rivolta a enti locali, organismi di parità, interlocutori privilegiati e
associazioni femminili, nonché incrementare l’attività di comunicazione rivolta direttamente alle
cittadine lombarde.
Le modalità attuative riguarderanno:
– Promozione e aggiornamento annuale dell’Albo regionale delle associazioni femminili; gestione
dei rapporti con le Associazioni, anche attraverso l’organizzazione di incontri periodici;
83
– Promozione della conoscenza delle politiche e delle iniziative comunitarie, nazionali e
locali, in particolare sul tema delle Pari Opportunità, attraverso campagne informative e
pubblicazioni anche in forma telematica;
– Implementazione e aggiornamento sito Internet e delle Banche dati dell’Osservatorio Donne in
Lombardia;
– Collaborazione a centri ricerca, università lombarde e women’s studies, al fine di monitorare le
dinamiche e i fenomeni emergenti;
– Organizzazione di incontri (seminari, workshop,convegni) su tematiche specialistiche o di
attualità ed eventuale consulenza tecnica per la realizzazione di iniziative inerenti le pari
opportunità.
Risultati attesi
- Crescita della cultura delle pari opportunità
- Crescita della cultura dell’associazionismo
- Integrazione del punto di vista di genere nelle politiche regionali
Principali obiettivi gestionali
- Gestione dell’Albo regionale delle associazioni, delle organizzazioni e dei movimenti delle
donne in Lombardia e attività di informazione sulle loro attività e iniziative a livello cartaceo e
telematico;
- Organizzazione di incontri informativi/formativi, rivolti alle associazioni femminili e agli
organismi di parità e consulenza tecnica nella realizzazione di iniziative inerenti le pari opportunità;
- Consolidamento dell’Osservatorio Donne in Lombardia: implementazione e gestione del sito
Internet ”Donne e Politiche femminili”, attività di ricerca, anche in collaborazione con università
lombarde, centri di ricerca, e women’s studies sulle dinamiche e sui fenomeni emergenti e
diffusione cartacea e telematica dei relativi risultati, implementazione e aggiornamento Banche dati;
- Realizzazione del Progetto DO.M.IN.A.E. (DOnne Miglioramento INformazione Attraverso
Europa): predisposizione e diffusione di strumenti informativi (calendario, opuscolo tecnico, sito
Web) sull’Europa.
84
6
PERSONA, FAMIGLIA E
ASSOCIAZIONI
85
Obiettivo programmatico di riferimento
6.1 Un welfare più leggero e dinamico
Titolo dell'obiettivo specifico
6.1.1 Rafforzare l’organizzazione del modello a rete dei servizi socio sanitari e socio assistenziali
per anziani, disabili, minori e dipendenze
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il modello lombardo di welfare si caratterizza per essere un sistema a rete continuamente teso alla
integrazione sociosanitaria e alla conseguente offerta di servizi e prestazioni coerente alla richiesta
dei cittadini
La “matrice” del sistema a rete dei servizi sociosanitari dovrà, con sempre maggiore appropriatezza
e flessibilità , provvedere ad articolare :
- i livelli dei servizi,
- le componenti degli interventi
-i ruoli dei livelli istituzionali ( Regione, Provincia, Comune)e tecnici coinvolti ( ASL, Dipartimenti
, Servizi)
- gli istituti di sviluppo e di validazione delle unità della rete d’offerta e le corrispondenti modalità
di accesso alle risorse del Fondo Sanitario e /o del Fondo sociale regionale
-gli obiettivi strategici della macro programmazione assunti in passato e riconfermati( estensione
della rete di intervento, qualificazione gestionale e strutturale, riequilibrio territoriale
Ulteriori interventi per l’ottimizzazione del modello a rete sono individuabili:
- nella sburocratizzazione e semplificazione anche attraverso la predisposizione di un testo unico
di legislazione in materia di servizi sociali
- nella semplificazione delle procedure di accreditamento regionale delle singole strutture
attribuendone la competenza alla sola Giunta Regionale
- nel riequilibrio della gamma tipologica in un’ottica di maggiore integrazione e flessibilità,
- nell’applicazione di indicatori per il controllo di gestione dei servizi e di valutazione della
qualità delle prestazioni,
- nella qualificazione e valorizzazione delle risorse umane e professionali,
- nella trasparenza delle procedure di accesso e utilizzo dei servizi e nella capacità di
orientamento del cittadino nella rete stessa
Risultati attesi
Strutturazione del sistema dei servizi fondata su :
- governo degli accessi
- gamma completa di prestazioni e servizi costituenti il livello essenziale di assistenza
- possibilità di scelta per il cittadino nella costruzione personalizzata dei percorsi assistenziali
Principali obiettivi gestionali
- Contenimento delle componenti ad infrastrutturazione pesante e sviluppo dei servizi domiciliari
- Attribuzione a ciascuna ASL di un budget definito per quota capitaria , ovvero sulla base del
numero di abitanti , abbandonando progressivamente modalità di finanziamento fondate sulla spesa
storica o ripartite per area di intervento
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Titolo dell'obiettivo specifico
6.1.2 Attuazione del Piano Sociosanitario Integrato Triennio 2000-2002
Descrizione dell'obiettivo specifico
La legge 31797 prevede per il triennio 2000-2002 l’approvazione del piano sociosanitario integrato,
che, al fine di semplificare e migliorare il governo del sistema socio sanitario e socio assistenziale.
– Farà riferimento al fabbisogno socio assistenziale e sanitario della popolazione lombarda
– Utilizzerà indicatori per la rilevazione dei volumi di attività riferiti a ciascun livello uniforme
d’assistenza
– Svilupperà i relativi indicatori di risultato per la valutazione dell’efficienza e dell’efficacia degli
interventi
– Identificherà i progetti obiettivo e le azioni programmate da adottare per rispondere a specifiche
aree di bisogno.
Il sistema lombardo dei servizi sociosanitari integrati e socio assistenziali è ancora in gran parte
caratterizzato da unità d’offerta a pesante infrastrutturazione e da una distribuzione territoriale non
omogenea. Sono pertanto da prevedersi interventi volti all’”alleggerimento” e ad una maggiore
flessibilità.
Il Piano indicherà le strategie per realizzare una gamma completa di servizi e prestazioni flessibili,
vicini al cittadino e mirati agli specifici bisogni di ciascuno e al complessivo riequilibrio
territoriale, attraverso processi che partono comunque dalla conferma dell’impianto istituzionale e
organizzativo definiti dalle leggi regionali 31/97 e 1/2000.
E’ indispensabile operare un rafforzamento della “ mission ” del sistema dei servizi sociosanitari,
che consiste nel garantire cure continuative alle persone in situazione di fragilità, anche dedicando
particolare attenzione ad alcune fasce di bisogno ( es. anziani non autosufficienti)
Il Piano rappresenta inoltre lo strumento attraverso il quale declinare le funzioni programmatorie
relative alle nuove aree di bisogno oppure a competenze recentemente assegnate alla Regione:
immigrazione, povertà estreme, carcerati, nomadi, invalidi civili, nuove gravi patologie.
Risultati attesi
Approvazione Piano sociosanitario
Attuazione Piano socio sanitario
Creazione di maggiore integrazione e di migliori sinergie tra i soggetti del sistema sociosanitario
Miglioramento dell’attività di governo del sistema sociosanitario
Principali obiettivi gestionali
– Completamento del processo di aziendalizzazione, raccordo tra la programmazione Regionale e
zonale ( Piani Strategici Territoriali)
– Sviluppo della formazione riqualificazione e aggiornamento del personale impiegato nei servizi
sanitari e sociali, anche attraverso la collaborazione con le Province, Università e el Istituzioni
pubbliche e private del settore
87
Titolo dell'obiettivo specifico
6.1.3 Riqualificazione edilizia delle strutture sociosanitarie integrate e socioassistenziali
Descrizione dell'obiettivo specifico
La rilevante esigenza di riqualificazione delle strutture sociosanitarie integrate e socioassistenziali
richiede l'attivazione di specifici interventi riferiti a:
- messa a norma rispetto agli specifici requisiti in materia di sicurezza. delle Residenze Sanitario
Assistenziali( RSA) che hanno ottenuto dalle Amministrazioni Provinciali autorizzazioni di tipo
provvisorio, sulla base di piano-programma;
- progressivo adeguamento allo standard programmatorio delle diverse unità d'offerta, con
particolare riferimento alle RSA e Istituti di Riabilitazione (IDR) a seguito di una generalizzata
ricognizione delle strutture attualmente operanti, indipendentemente dalla tipologia
dell’autorizzazione al funzionamento posseduta, con la predisposizione di idonei strumenti di
carattere finanziario, che prevedano, non solo l'utilizzo di risorse regionali, ma anche il diretto
apporto degli enti attuatori relativamente alle spese necessarie derivanti dagli interventi di
ristrutturazione.
- riequilibrio territoriale delle unità d'offerta anche attraverso il recupero di strutture edilizie e di
aree dismesse e lo sviluppo, nelle aree carenti di servizi, di strutture con il ricorso ad iniziative di
collaborazione tra pubblico e privato.
A fronte di un impegno finanziario di grande entità, la Regione assume un ruolo propulsivo per la
realizzazione degli interventi di adeguamento, al fine di migliorare la qualità della vita degli ospiti
delle residenze
Risultati attesi
Raggiungimento dei requisiti di sicurezza con l'ottenimento del livello minimo di autorizzazione al
funzionamento che consente la continuità operativa delle strutture esistenti
Progressivo adeguamento allo standard programmatorio che garantisce un innalzamento del livello
di qualità strutturale con il conseguente ottenimento delle relative autorizzazioni definitive.
Riequilibrio delle unità d'offerta nelle diverse aree mediante la realizzazione di nuove strutture in
aree carenti
Principali obiettivi gestionali
- Riqualificazione e semplificazione della normativa regionale relativa agli standard edilizi
- Sviluppo delle unità d'offerta, anche ricorrendo ad iniziative di collaborazione tra pubblico e
privato, nelle aree carenti di servizi socio-sanitari integrati;
- Riqualificazione delle strutture esistenti attraverso l’adeguamento alle norme di sicurezza ed
agli standard strutturali e tecnologici
- Sperimentazione di nuove metodologie di intervento strutturale riguardante anche e soprattutto
nuove tipologie ( comunità alloggio, minialloggi protetti, residenze, nuclei di sollievo e specialistici
nelle RSA e IDR)
- Programmazione degli interventi edilizi inseriti nei piani strategici aziendali ( Piani Edilizi)
- delle ASL
88
Obiettivo programmatico di riferimento
6.2 Famiglia
Titolo dell’obiettivo specifico
6.2.1 Iniziative a sostegno della famiglia
Descrizione dell’obiettivo specifico
Lo sviluppo di iniziative a sostegno della famiglia si articola in tre direzioni principali:
- Potenziamento e riqualificazione della rete dei consultori familiari,
- Facilitazioni delle possibilità di accesso alla casa per giovani coppie
- Nuove modalità di erogazione delle prestazioni socio sanitarie, socio assistenziali ed educative
Il Potenziamento della rete dei Consultori Familiari pubblici e privati avverrà attraverso un
processo di riqualificazione strutturale ( finanziato con fondi nazionali e regionali) che permetterà
di incidere sui livelli qualitativi consentendo l’avvio del nuovo percorso autorizzativo e di
accreditamento. Dal punto di vista operativo e gestionale il collegamento in rete con le altre unità
d’offerta dell’area materno infantile consentirà di:
- incrementare le campagne di prevenzione in tema di relazioni familiari;
- realizzare i programmi di prevenzione delle interruzioni volontarie di gravidanza con interventi
rivolti alla sfera affettivo relazionale ed all’informazione sessuale;
- potenziare i programmi rivolti al percorso nascita che prevedano anche un sostegno del ruolo
genitoriale dopo l’evento nascita;
- avviare il programma regionale rivolto agli adolescenti;
- realizzare i programmi di prevenzione del fenomeno del maltrattamento e dell’abuso di minori;
- collaborare alle campagne di prevenzione e screening rivolte alle patologie oncologiche
femminili previste dal piano oncologico e stabilite dall’ ASL
- attuare il protocollo di intesa firmato con la direzione generale del Ministero della Pubblica
istruzione
Gli interventi più direttamente rivolti a sostenere la vita familiare riguardano le facilitazioni delle
possibilità di accesso alla casa per giovani coppie, inoltre verranno sviluppate nuove modalità di
erogazione delle prestazioni socio sanitarie, socio assistenziali ed educative per le quali si
individuano diverse strategie di realizzazione: la promozione di servizi socio educativi innovativi,
l’erogazione di “buoni” alle famiglie, il sostegno alle iniziative delle reti di solidarietà e di mutuo
aiuto
Risultati attesi
- razionalizzazione della rete consultoriale pubblica e privata al fine di garantire la tutela materno
infantile e di facilitare l’accesso ai servizi.
- -contributi alle giovani coppie per l’accesso alla prima casa :abbattimento del 2% del tasso di
interesse sui mutui e concessione di prestiti sull’onore alle giovani coppie per fronteggiare
situazioni di temporanea difficoltà economica
- introduzione e messa regime del “bonus” ossia un pagamento in denaro erogato dall’ente
pubblico al non autosufficiente che può liberamente utilizzarlo per remunerare i familiari o le figure
professionali responsabili della cura ( care givers)
- Messa a punto delle linee programmatiche e procedurali per la promozione di iniziative
innovative sia nel campo socio educativo, svolte da formazioni del privato sociale, sia nel campo
della promozione della stabilità familiare, svolte dai consultori pubblici e privati, nonché dai servizi
alla famiglia.
- Valorizzazione del principio di sussidiarietà attraverso lo sviluppo della partecipazione degli
enti di primo livello ( associazioni di solidarietà familare) nelle scelte e nell’attuazione delle
politiche sociali
89
Principali obiettivi gestionali
- Riqualificazione della rete dei Consultori familiari pubblici e privati
- Incremento delle campagne di prevenzione della L. 34/96 e potenziamento delle attività
consultoriali anche ai sensi della .L 34/ 96 e della L. 476/98
- Attuazione della LR 23/99 relativamente agli art. 3,4,5
90
Obiettivo programmatico di riferimento
6.3 Organismi non profit
Titolo dell'obiettivo specifico
6.3.1 Favorire la crescita delle organizzazioni di volontariato
Descrizione dell'obiettivo specifico
L’attivazione di rapporti tra la Regione e le organizzazioni del terzo settore su un piano di parità e
di rispetto della reciproca autonomia come previsto dalla legge regionale 1/2000 che all’art. 8
prevede che :“ per lo svolgimento delle funzioni e delle attività mantenute in capo alla Regione
ovvero conferito agli Enti Locali e alle Autonomie funzionali, la Regione riconosce e valorizza il
ruolo dell’autonomia dei privati esercitata anche attraverso le formazioni sociali”
E’ pertanto necessario attivare strumenti di concertazione con le organizzazioni rappresentative del
Terzo Settore per raccogliere le istanze e predisporre le iniziative per lo sviluppo del non profit,
l’incremento del livello di solidarietà, il formarsi di nuove iniziative di sussidiarietà, l’adozione di
nuovi strumenti per il controllo della qualità nelle attività del Terzo Settore.
Tra gli interventi previsti la istituzione di un Osservatorio Permanente sui temi del non profit e la
costituzione del Tavolo di Concertazione con il Terzo Settore, l’adozione di una nuova legge
regionale in materia, la costruzione di una rete di partenariati fra le organizzazioni europee del
Terzo Settore
Inoltre, la regione si propone di sostenere le organizzazioni di terzo settore anche nel
miglioramento della qualità delle attività svolte attraverso l’offerta di percorsi formativi mirati, la
facilitazione all’accesso al Fondo Sociale Europeo e una maggiore efficienza dei Centri di Servizio
Risultati attesi
- Snellimento delle procedure burocratiche per l’iscrizione ai Registri
- Sviluppo delle iniziative regionali in favore del volontariato in accordo con le organizzazioni
con incremento del consenso esterno.
- Scambio e quindi arricchimento delle esperienze del Terzo Settore lombardo con le esperienze
delle organizzazioni di altre nazioni.
Principali obiettivi gestionali
- Attivazione del Tavolo di Concertazione con il Terzo Settore
- Costituzione dell’Osservatorio Permanente;
- Supporto a manifestazioni promozionali in occasione dell’Anno Internazionale dei Volontari
91
Titolo dell’obiettivo specifico
6.3.2 Valorizzazione del Servizio Civile
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il servizio civile riveste, per i giovani che vi accedono, un ruolo fondamentale nel processo
d’integrazione nella società, nelle istituzioni e nel mondo del lavoro; costituisce inoltre un prezioso
supporto alle attività svolte dal servizio pubblico, dal volontariato e dall’associazionismo sociale.
La prevista abolizione della leva obbligatoria rischia di cancellare questa preziosa opportunità di
crescita per i giovani e di mettere in seria difficoltà le organizzazioni che se ne avvalgono. E’ quindi
necessario attivare delle politiche per incrementare e valorizzare questa risorsa nella realtà lombarda
e prefigurarne gli sviluppi evolutivi.
Risultati attesi
- Diminuire gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo del servizio civile in Lombardia
- Favorire l’inserimento dei giovani negli ambiti più adeguati alle loro motivazioni e attitudini
Principali obiettivi gestionali
- Individuazione delle difficoltà e degli impedimenti sia sul versante della domanda che
dell’offerta di opportunità di servizio civile in Lombardia, anche attraverso un’indagine sulla
customer satisfaction dei giovani.
- Programma di azioni finalizzate alla rimozione delle difficoltà e degli impedimenti identificati.
- Iniziative di comunicazione finalizzate a informare e sensibilizzare all’utilizzo delle opportunità
offerte dal servizio civile.
- Individuazione di soluzioni alternative a fronte del superamento dell’obbligatorietà del servizio
militare
92
Obiettivo programmatico di riferimento
6.4 Interventi di integrazione sociale a favore dei soggetti emarginati
Titolo dell'obiettivo specifico
6.4.1 Azioni di integrazione sociale e culturale degli stranieri nel rispetto e valorizzazione delle
diversità
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il carattere strutturale del fenomeno immigratorio costringe ad adottare strategie in grado di
superare le continue emergenze e ampliare la gamma degli interventi nei settori più sollecitati dalla
domanda di accoglienza e di integrazione. Tali strategie saranno definite nei programmi annuali o
pluriennali che individuano le tipologie relative agli interventi dell’integrazione e del reinserimento
sociale: formazione linguistica e orientamento socio-culturale, tutela della salute, inserimento
lavorativo e alloggiativo, mediazione culturale, tutela delle donne e dei minori vittime della tratta.
L’attuazione dei programmi avverrà attraverso la realizzazione e il monitoraggio dei progetti
promossi dagli enti locali.
Affrontare in maniera più organica e sistematica l’area delle politiche di integrazione attraverso la
revisione della legislazione regionale in materia di immigrazione in conformità con le nuove
disposizioni legislative nazionali;
Migliorare il coordinamento delle iniziative nei settori maggiormente sollecitati dalla domanda di
accoglienza e integrazione nelle seguenti aree di intervento: la tutela della salute, le politiche
alloggiative, l’inserimento lavorativo e la formazione ad esso connessa, l’informazione, la
formazione linguistica e la mediazione culturale;
Migliorare il coordinamento delle diverse articolazioni del governo regionale attraverso la
costituzione di team interdirezionali finalizzati all’analisi del fenomeno e alla revisione e
l’aggiornamento della normativa;
Realizzazione e attivazione di un osservatorio regionale per lo studio e l’analisi del fenomeno
immigrazione, delle sue caratteristiche compositive e della sua localizzazione territoriale che
prevede la costituzione di un gruppo di lavoro composto dai diversi livelli istituzionali interessati.
Gli studi e le ricerche verranno effettuate in rapporto ai flussi migratori e alla mobilità nazionale sia
sotto il profilo quantitativo che qualitativo e saranno finalizzate all’analisi del fenomeno a livello
locale e regionale.
Risultati attesi
- Aumento della conoscenza del fenomeno immigrazione attraverso strumenti di programmazione
territoriale delle politiche migratorie
- Aumento del livello di integrazione sociale dei cittadini stranieri presenti sul territorio della
Lombardia e riduzione degli effetti di discriminazione sociale
- Aumento della partecipazione dei diversi soggetti istituzionali e non nell’area dell’immigrazione
Principali obiettivi gestionali
- Definizione del programma annuale in materia di immigrazione e concertazione con gli
organismi istituzionali ai fini della individuazione dei criteri regionali dei criteri regionali
- Attuazione degli interventi concernenti il programma regionale sull’immigrazione
- Istituzione osservatorio regionale sull’immigrazione
93
Titolo dell'obiettivo specifico
6.4.2 Sostegno alle iniziative per far fronte al disagio e all’emarginazione
Descrizione dell’obiettivo specifico
Volontà di garantire ai detenuti ed agli internati accesso alle prestazioni di diagnosi, cura e
riabilitazione sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute e dei livelli essenziali ed
uniformi di assistenza individuati nei Piani Sanitari (nazionale, regionale) con parità di trattamento
rispetto ai cittadini in stato di libertà.
Garantire l’attuazione di misure alternative al carcere per contrastare sia il fenomeno della recidiva
che quello di decongestionare l’entità e la densità della popolazione carceraria.
Per quanto riguarda i detenuti stranieri si ritiene necessaria l’attivazione di un servizio di
mediazione linguistico culturale interno al carcere.
Realizzare interventi capaci di contrastare il rischio dell’esclusione sociale degli zingari che
soddisfino i bisogni primari quali: l’abitazione, la salute, la formazione, l’educazione, l’inserimento
lavorativo, tutelando lo sviluppo dell’identità e del patrimonio culturale dei ROM e dei Sinti.
Definizione di linee guida in materia di povertà ed esclusione sociale.
Analisi multifattoriale del fenomeno delle nuove povertà per l’individuazione dei soggetti a rischio
di esclusione sociale.
Promozioni di iniziative di studio, informazione sul tema delle nuove povertà.
Individuazione di misure economiche e sociali finalizzate a prevenire l’esclusione e a promuovere
l’inclusione.
Attivazione di nuove unità di primo livello più “leggere” e meno strutturate (servizi territoriali a
bassa soglia, servizi diurni per l’igiene personale, servizi notturni con accessi facilitati, servizi di
strada per l’immediato aiuto e l’accompagnamento ai servizi di rete di secondo livello).
Promozione di azioni e iniziative anche di tipo sperimentale finalizzate al reinserimento,
all’integrazione e all’inclusione dei soggetti a rischio di esclusione sociale.
Promozione di modelli di intervento finalizzati allo sviluppo dell’integrazione sociale e della
solidarietà
Risultati attesi
- Incremento degli anziani curati a domicilio (sperimentazione assegno terapeutico)
- Aumento del livello di soddisfazione dell’utenza inserita nel programma di sperimentazione
dell’assegno terapeutico
- Aumento delle capacità di accesso al sistema dei servizi di protezione sociale di primo e
secondo livello
- Aumento degli interventi di educazione alla salute della popolazione carceraria
- Aumento degli interventi di riabilitazione e cura delle persone tossicodipendenti e
alcoldipendenti in carcere
- Aumento degli interventi di riabilitazione e cura delle persone affette da HIV e altre patologie in
carcere
- Aumento dei progetti per la tutela delle popolazioni nomadi
- Miglioramento delle condizioni economiche (reddito, lavoro), sociali e della salute dei soggetti
del programma di sperimentazione del reddito minimo di inserimento
Principali obiettivi gestionali
– Attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Ministero di Grazia e Giustizia e la Regione
Lombardia – con creazione di strumenti permanenti di collaborazione e di coordinamento
– Ricognizione normativa regionale in materia nomadi e predisposizione decreti di erogazione
“residui perenti” cap. di bilancio l.r. 77/89 ai Comuni
– Sostegno di iniziative sperimentali a contrasto delle nuove povertà e dell’esclusione sociale
94
Obiettivo programmatico di riferimento
6.5 Servizi per gli anziani e governo degli accessi ai servizi
Titolo dell'obiettivo specifico
6.5.1 Regolamentazione e governo degli accessi ai servizi per anziani, riqualificazione della rete
delle RSA e sviluppo di forme di assistenza alternative al ricovero
Descrizione dell'obiettivo specifico
La crescente domanda di servizi, conseguente all’aumento della popolazione anziana sempre più in
condizioni di dipendenza richiede:
– un utilizzo più appropriato dei servizi disponibili, realizzabile sia attraverso la valutazione
multidimensionale del bisogno e la conseguente identificazione della risposta più corretta, sia
mediante la facilitazione dell’accesso ai servizi attraverso collaborazione tra ASL ed enti gestori per
la individuazione di meccanismi innovativi riguardanti la gestione delle liste di attesa.
– la riqualificazione della rete delle RSA attraverso l’individuazione di nuovi modelli per elevarne
la qualità e l’efficienza in un quadro di competizione tra enti gestori.
– lo sviluppo compatibile della spesa per prestazioni in RSA, il suo governo e la riduzione degli
squilibri territoriali dell’offerta e consumo di prestazioni;
– il potenziamento della rete dei servizi alternativi al ricovero sia attraverso l’estensione delle
prestazioni di cure domiciliari che la graduazione della loro intensità in relazione al bisogno, sia
attraverso l’aumento dell’offerta dei Centri Diurni Integrati;
– la sperimentazione e l’individuazione di forme di autosoddisfacimento del bisogno da parte
delle famiglie ogni volta che sia possibile evitare il ricorso al ricovero, attraverso l’erogazione di
bonus alle famiglie per il mantenimento a domicilio di anziani non autosufficienti.
Risultati attesi
– Attivazione di strumenti di orientamento per l’accesso ai servizi in tutte le ASL
– Introduzione di sistemi di valutazione della qualità da applicare ai servizi residenziali
– Riequilibrio della dotazione di posti letto accreditati in rapporto al fabbisogno di ogni ASL
– Estensione della rete di cure domiciliari al 4,5% degli ultrasessantacinquenni
– Aumento del 50 % della rete dei centri diurni integrati
– Erogazione di bonus alle famiglie con al proprio interno anziani non autosufficienti al fine di
favorire l’autosoddisfacimento del bisogno e la permanenza in casa degli anziani.
Principali obiettivi gestionali
– Appropriatezza e facilitazione degli accessi alla rete dei servizi sociosanitari
– Miglioramento della qualità delle strutture residenziali
– Riequilibrio dell’offerta e dei consumi di prestazioni in RSA e miglioramento del controllo della
spesa.
– Sviluppo dei servizi diurni e domiciliari
– “Bonus” alle famiglie per il mantenimento degli anziani non autosufficienti al domicilio.
95
Obiettivo programmatico di riferimento
6.6 Servizi per le persone disabili
Titolo dell'obiettivo specifico
6.6.1 Sviluppo e razionalizzazione della rete dei servizi per le persone disabili
Descrizione dell'obiettivo specifico
A seguito dell’attivazione delle politiche di intervento a favore delle persone disabili definite dalla
L. R. 1/86 si è assistito allo sviluppo di una rete di servizi caratterizzata da differenti tipologie di
unità di offerta , sia di tipo residenziale che di tipo diurno e domiciliare.
Accanto allo sviluppo dei servizi è cresciuta l’attenzione ai bisogni espressi cercando così di
costruire progetti personalizzati fondati sul principio della “risposta complessiva”, e non
segmentata , alle necessità della persona
La sfida che si vuole giocare per il futuro è quella di rendere il più possibile la persona disabile
protagonista del proprio progetto di vita
Questa sfida comporta la necessità per il programmatore regionale e locale di rilegge la rete dei
servizi sin qui costruita secondo il principio guida della flessibilità
Rispetto a tale principio , l’attuale rete dei servizi e prestazioni presenta i seguenti nodi critici:
– disomogeneità nelle modalità di accesso ai servizi
– disomogeneità nella partecipazione degli utenti al costo dei servizi
– disomogeneità di standard e tariffe a parità di prestazioni
– squilibrio infraregionale nell’offerta dei servizi
Attraverso l’attivazione delle unità di valutazione multidimensionale presso ciascun servizio disabili
dei dipartimenti ASSI sarà possibile raccogliere, analizzare e valutare i bisogni e le richieste delle
persone disabili e delle loro famiglie; formulare progetti di intervento; individuare le risorse da
attivare; essere punto di riferimento per i disabili e le loro famiglie per la soluzione dei problemi
In questo modo sarà possibile per il sistema socio sanitario classificare e identificare le tipologie di
prestazioni necessarie ai diversi tipi di bisogni
Risultato atteso
Realizzazione di interventi mirati a rispondere agli specifici bisogni
Principali obiettivi gestionali
– Definizione delle modalità organizzative delle Unità di Valutazione Multidimensionale nelle
Asl
– Modulazione degli interventi in relazione alla specificità delle patologie e all’intensità delle
prestazioni socio-sanitarie garantite
96
Titolo dell'obiettivo specifico
6.6.2 Sperimentazione e sviluppo di servizi ed interventi ad alta integrazione sanitaria per
persone affette da gravi patologie croniche e degenerative
Descrizione dell'obiettivo specifico
In questi ultimi anni la ricerca in ambito sanitario e psico-sociale ha evidenziato la necessità di
individuare nuove modalità di approccio nei confronti di alcune patologie complesse, quali
– le malattie terminali
– i coma e post coma
– esisti invalidanti da lesioni del sistema nervoso centrale e periferico
– le pluriminorazioni psico - sensoriali
– le sindromi autistiche
– i gravi disturbi del comportamento che, al di là del necessario trattamento sanitario-ospedaliero,
prevedano in tempi successivi la presa in carico globale della persona, per rispondere in maniera
adeguata al suo bisogno che non è solo di ordine sanitario ma anche, e soprattutto, di tipo psicosociale.
Va peraltro rilevato l’aumento di persone con alcune di queste patologie (es. traumatizzati cranici,
post-comatosi ecc.) dovuto, da un lato, ad un incremento sia di eventi drammatici esterni (es.
incidenti stradali, incidenti durante lo svolgimento di pratiche sportive) sia di cause endogene (es.
ictus), dall’altro al progresso nel campo della medicina che ha consentito loro di superare il rischio
di morte.
Tutto ciò ha reso pertanto indispensabile prevedere, nella programmazione regionale a favore di
persone disabili, nuove modalità d’intervento sperimentali che, collocandosi all’interno della rete
dei servizi socio-sanitari, si caratterizzino quali insieme di prestazioni di riabilitazione psico-sociale
ad alta integrazione sanitaria finalizzate a promuovere la qualità della vita e la dignità sociale di
queste persone.
Risultato atteso
Sperimentazione di modelli d’intervento specifici
Principali obiettivi gestionali
Definizione di progetti per sperimentare modalità d’intervento specifiche
97
Titolo dell'obiettivo specifico
6.6.3 Definizione del processo per il riconoscimento dell’invalidità civile e per la concessione
delle relative provvidenze economiche
Descrizione dell'obiettivo specifico
E’ avviato il processo di semplificazione ,innovazione ,snellimento dell’intero processo inerente il
riconoscimento della invalidità civile nell’ambito del trasferimento dallo Stato alla Regione e da
questa alle ASL della fase di concessione delle provvidenze economiche correlate alla invalidità
civile.
L’intero iter procedurale è riconsiderato quale unico e funzionale processo orientato al
cittadino/cliente con previsione di opportune integrazioni delle fasi ora disgiunte dell’accertamento
dell’invalidità civile e della concessione dei relativi benefici .
L’attenzione all’intero processo e alla sua ridefinizione sarà attuata attraverso una attenta analisi
dei servizi esistenti e ad una riorganizzazione anche territoriale degli stessi anche tramite
supporti formativi e supporti informatici .
Tutto ciò comporterà una riduzione dei tempi di attesa per le visite di accertamento , per
l’emissione del verbale di invalidità e per l’emissione del decreto di concessione.
Per consentire un avvio funzionale del processo sopra delineato sarà data continuità ai progetti già
in corso per la definizione della attività concessoria pregressa presso alcune prefetture .
Analogamente per rispondere con modalità integrata al cittadino-cliente sarà avviato il processo per
il raccordo tra la attività meramente accertativa delle Commissioni per l’invalidità e la attività di
efinizione delle ‘potenzialità/capacità’’ da parte delle Commissioni integrate con i Servizi
disabili per l’inserimento lavorativo dei disabili stessi.
Risultati attesi
Unificazione nell’ambito delle AA.SS.LL. del processo relativo all’accertamento medico-legale
dell’invalidità civile e alla concessione delle provvidenze economiche derivanti dallo status di
invalido.
Principali obiettivi gestionali
Riorganizzazione dell’attività delle Commissioni per l’Accertamento dell’invalidità
Definizione progetto di organizzazione e gestione delle attività di concessione delle provvidenze a
invalidi civili nelle Asl e nel Comune di Milano
98
Obiettivo programmatico di riferimento
6.7 Iniziative di socializzazione e protagonismo di minori e adolescenti
Titolo dell’obiettivo specifico
6.7.1 Sviluppo delle iniziative di socializzazione, protagonismo e di tutela
collaborazione con gli organismi europei, gli enti locali e il privato sociale
di minori in
Descrizione dell’obiettivo specifico
La strategia d’intervento per il raggiungimento dell’obiettivo specifico è volta ad affermare
compiutamente i diritti del minore, in attuazione dei principi della “Convenzione O.N.U. sui Diritti
del Fanciullo” del 1989, dell’adolescente e del giovane. Accanto agli interventi tradizionali e di
tutela dei minori, l’attenzione della Regione sarà pertanto rivolta a rilanciare lo sviluppo di un
sistema di servizi, progetti e interventi a favore dell'area che si connoti in ambiti di normalità e sia
finalizzato alla promozione della crescita integrale del minore e dello sviluppo armonico della
persona nelle sue fasi evolutive, attraverso un'attenzione particolare al singolo, alle differenze di
genere e di etnie, al gruppo dei pari, al proprio contesto sociale ed educativo, alla categoria di
appartenenza (infante, scolaro/studente, lavoratore, disoccupato).
Coerentemente alla linea strategica di cui sopra, i servizi e gli interventi si articolano pertanto nelle
specifiche aree di seguito elencate:
– Area Promozione della Crescita e del Benessere sociale del minore, adolescente, giovane
– Area Adozione minori
– Area devianza minorile
– Area Sostegno alla famiglia e Tutela sociale del minore, adolescente e giovane;
– Area Promozione dei Diritti e Diffusione di Cultura dell’Accoglienza.
– Alla luce delle normative vigenti quali la L. 285/97 e L. 451/97, saranno sostenuti:
– i servizi e gli interventi uniformati al criterio dell’integrazione tra competenze diverse e delle
risorse, per l’ottimizzazione degli interventi;
– gli interventi di formazione e aggiornamento congiunti tra operatori di professionalità e di
appartenenze ( pubblico/ privato) diverse;
– la visibilità della condizione minorile attraverso una maggiore informazione e comunicazione
al territorio.
Si attiveranno metodologie di programmazione partecipata interistituzionale che riconoscano,
valorizzino e coordinino le istituzioni e i soggetti sociali territoriali (famiglie, servizi sociali ed
educativi, scuola, cooperative sociali, ONLUSS, associazioni, parrocchie, volontariato ecc.); ne
favorisca l'inserimento in strategie generali e condivise, individuandone obiettivi, programmi e
valori di riferimento; le supportino con la formazione e la consulenza. L’azione programmatoria
punterà alla realizzazione di una rete di protezione sociale nell'area minorile/giovanile che passi
necessariamente attraverso una contrattazione programmata tra i soggetti istituzionali e della società
civile deputati ai minori, famiglia e scuola in primis, per il pieno compimento del principio di
sussidiarietà e nell’ottica di partenariato interregionale ed europeo.
Risultati attesi
– Riequilibrio e potenziamento della rete dei servizi, al fine di offrire opportunità di
socializzazione e favorire il protagonismo e la piena cittadinanza dei minori in raccordo con gli enti
locali.
– Coordinamento della commissione regionale sulla devianza minorile ed attuazione per la parte
relativa ai minori del Protocollo di intesa tra la Regione Lombardia e il Ministero della Giustizia.
– Sviluppo dell’Osservatorio Regionale dell’Infanzia e Adolescenza per promuovere la
sensibilizzazione delle istituzioni e della società civile verso la tutela del minore e dei suoi diritti,
quale soggetto di diritto e di cittadinanza secondo i principi della Convenzione Internazionale dei
99
Diritti del fanciullo, assicurando l’innalzamento del livello di crescita nell’esperienza di
collaborazione di soggetti pubblici e privati;
– attuazione nuovo percorso sull’adozione internazionale;
– sensibilizzazione dei cittadini lombardi sul nuovo significato dell’adozione internazionale
– sostegno agli interventi di affido familiare e di assistenza domiciliare;
– diminuzione di minori istituzionalizzati
Principali obiettivi gestionali
– Programmazione del sistema dei servizi socioassistenziali e del sistema degli interventi in area
minori
– Protagonismo del mondo giovanile e dei diritti del minore
100
Obiettivo programmatico di riferimento
6.8 Dipendenze
Titolo dell’obiettivo specifico
6.8.1 Indirizzo e adeguamento dei servizi per le dipendenze alle nuove modalità di espressione
del fenomeno, con particolare attenzione alla prevenzione primaria
Descrizione dell’obiettivo specifico
In questi anni l'intero sistema dei servizi ha prestato molta attenzione all'evoluzione del fenomeno
relativo al consumo di sostanze stupefacenti indirizzando riflessioni e sperimentazioni sul lavoro di
strada e di bassa soglia nonché alle cosiddette nuove droghe e alle nuove modalità di assunzione.
In tale contesto il concetto di integrazione è stato considerato priorità strategica, sia sul versante
programmatorio che organizzativo e gestionale
Appare necessario proseguire tale strategia di intervento indirizzando il sistema dei servizi ad
affrontare i policonsumi e le tendenze a rischio sviluppando maggiore conoscenza sugli aspetti
clinici, formativi e operativi.
L'innovazione è quella di realizzare interventi che prestino attenzione alla " persona" e non alla "
sostanza utilizzata". Sarà quindi necessario promuovere lo sviluppo di competenze del sistema dei
servizi, migliorandone i mezzi ed i metodi di intervento, attraverso programmi di formazioni mirati,
rivolti a servizi pubblici e privati, nonché potenziare il sistema avviato di qualità dei servizi per la
stabilizzazione della rete di intervento, sia da un punto di vista quantitativo (percorso di
accreditamento) che qualitativo (indicatori).
I macro settori su cui verranno potenziati gli interventi sono:
– La prevenzione, per incidere significativamente sui meccanismi culturali, abitudini e
comportamenti individuali e collettivi che condizionano la disponibilità nei confronti del consumo
di sostanze lecite ed illecite.
– La sperimentazione di nuove tipologie di servizi socio/sanitari in grado di facilitare l'accesso
dei consumatori di droga al sistema di cura.
Risultato atteso
“Messa in rete” dei servizi e miglioramento della conoscenza del fenomeno , mediante modalità
di intervento più mirate ed efficaci in relazione all'evoluzione delle dipendenze
Principali obiettivi gestionali
– Istituzione del coordinamento degli enti pubblici e privati per individuare modalità formalizzate
di collaborazione tramite accordi di programma, protocolli d’intesa.
– Qualificazione della rete dei servizi per offrire, anche in ambito carcerario prestazioni
preventive e terapeutiche a soggetti dipendenti da sostanze illegali o legali
– Ricerche mirate ai nuovi fenomeni di consumo, realizzazione di un sistema di “allerta rapido”
per conoscenza nuovi fenomeni
101
Obiettivo programmatico di riferimento
6.9 Politiche giovanili
Titolo dell'obiettivo specifico
6.9.1 Sviluppo delle iniziative di socializzazione e protagonismo dei giovani
Descrizione dell'obiettivo specifico
Le politiche pubbliche per i giovani si configurano come frammentate a livello disciplinare e
privato. Manca inoltre una normativa sia nazionale che regionale, in grado di supportare
un’adeguata politica d’intervento. D’altro canto la realtà lombarda presenta un patrimonio
associativo e ambiti di aggregazione giovanile che, sostenuti e valorizzati da un’intelligente politica
regionale, potrebbero svolgere un ruolo molto più incisivo nel mondo dei giovani.
Risultati attesi
- La regione si deve dotare degli strumenti normativi necessari per attivare una politica
innovativa, adeguata a gestire i fattori di rischio presenti oggi nella società e finalizzata a sviluppare
le opportunità di crescita e di empowerment che l’associazionismo è in grado di mettere in campo.
- Si intende favorire la partecipazione dei giovani alle opportunità di aggregazione e
socializzazione offerte dal mondo dell’associazionismo e dalle istituzioni pubbliche e private
Principali obiettivi gestionali
– Attivazione di un Centro Regionale giovanile (Forum permanente dei giovani)
– Sito Internet per i “Giovani”
– Legge regionale sui Giovani e sull’Associazionismo Giovanile
– Realizzazione di strumenti informativi per i giovani e attivazione di convenzionamenti per
facilitare l’accesso ai servizi e alle opportunità da parte dei giovani
102
Obiettivo programmatico di riferimento
6.10 Cooperazione internazionale
Titolo dell’obiettivo specifico
6.10.1 Cooperazione decentrata con Paesi in via di sviluppo e ad economia di transizione
Descrizione dell’obiettivo specifico
Predisposizione e attuazione dei Piani annuali, con successiva acquisizione di progetti di
cooperazione da parte di idonei soggetti della società civile, e finanziamento di quelli ritenuti
migliori in base ad una graduatoria elaborata da un gruppo intersettoriale di valutazione.
Le modalità di attuazione saranno:
– Elaborazione di due piani orientativi e operativi “di semilegislatura”, approssimativamente
biennali (o uno biennale e l’altro triennale), e di 5 piani annuali attuativi, che esprimano le scelte di
medio periodo e annuali della Giunta in materia di cooperazione decentrata, tenendo conto degli
stimoli e valorizzando le istanze dei diversi soggetti lombardi della cooperazione.
– Riorganizzazione e sviluppo di strutture rappresentative dei diversi attori di cooperazione, in
particolare lombardi, e potenziamento di organismi di consultazione e di lavoro (CTS ed altri) e di
valutazione dei progetti (GIV).
– Riorganizzazione delle modalità di partecipazione al programma regionale di cooperazione da
parte dei soggetti della società civile, compresa la predisposizione di opportuna modulistica e di una
agile guida destinata al pubblico.
Risultati attesi
– Documenti di Piano utili come guida per una politica più incisiva e più solida, in grado di
confrontarsi a tutti i livelli su indirizzi e contenuti per una cooperazione più efficace.
– Maggior coordinamento e sinergie crescenti tra soggetti di cooperazione lombardi e apertura di
un sub-sito internet per lo scarico di documenti e moduli.
Principali obiettivi gestionali
– Formulazione dei Piani annuali dei progetti di cooperazione.
– Gestione dell’iniziativa Premio annuale per la Pace
103
7
SANITA’
104
Obiettivo programmatico di riferimento
7.1 Qualificazione e valorizzazione delle risorse umane, professionali e scientifiche
Titolo dell'obiettivo specifico
7.1.1 Professionalizzazione del personale del Servizio Sanitario Regionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
La formazione e la motivazione del personale è un elemento fondamentale per la riqualificazione
del servizio sanitario regionale.. E’ opportuno pertanto equilibrare l’offerta formativa con l’offerta
occupazionale mediante la programmazione dei fabbisogni di personale (esempio carenza personale
infermieristico) e l’orientamento della domanda occupazionale, consolidando ed estendendo le
procedure e le modalità più innovative dei servizi sanitari.
Per attuare quanto sopra espresso è necessario superare la valenza dei ruoli specifici presenti nei
vari settori, a favore di un modello formativo che consideri l’Azienda in quanto tale, finalizzandolo
agli obiettivi e ai risultati attesi. In tale ottica si dovranno individuare soluzioni formative,
organizzative, gestionali e contrattuali finalizzate ad obiettivi specifici per superare le carenze delle
figure professionali che si stanno evidenziando nel settore (esempio infermieri, o anche medici
anestesisti, radiologi).
La formazione e la qualificazione del personale dirigenziale o con ruoli di responsabilità gestionale
sono aspetti strategici ed attuabili con il consolidamento e lo sviluppo delle attività della Scuola di
Direzione in Sanità, attraverso la promozione di percorsi formativi rivolti a tutte le componenti a
vari livelli di responsabilità.
L’attuazione di quanto sopra espresso avverrà tramite:
L’attivazione di interventi di formazione del personale e attivazione di percorsi per il
raggiungimento della certificazione in merito alle competenze professionali
L’identificazione del fabbisogno di personale
La programmazione e realizzazione di un intervento per contrastare la carenza di personale
infermieristico, in coerenza con la comunicazione del Presidente oggetto della DGR 49525 del
7/4/2000
L’applicazione di "Linee-guida per la stesura delle convenzioni attuative tra Università
lombarde e Regione Lombardia in campo di formazione pre laurea, post laurea e diploma per il
personale di area sanitaria", anche in considerazione del D. Lgs. 517/99, al fine di assicurare
l’esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca.
L’elaborazione di linee-guida per superare la sporadicità e la settorialità delle azioni formative,
definire piani annuali per le aree di maggiore rilievo e individuare risorse finanziarie a supporto
della realizzazione
Risultati attesi
Valorizzazione delle risorse umane presenti al fine di migliorare la produttività sia in termini
qualitativi che quantitativi.
Certificazione di specifiche professionalità del personale della Sanità, a supporto dei modelli
organizzativi e funzionali,
Rideterminazione quantitativa e qualitativa per tipologia di personale e conseguente equilibrio
fra offerta formativa e offerta occupazionale
Identificazione, sulla base dei piani annuali, e realizzazione di progetti per l'aumento della
capacità di applicazione delle procedure di assistenza più innovative sia per l'aspetto tecnico che
per l'aspetto organizzativo
Formazione del personale con ruoli di responsabilità gestionale, al fine di aumentare le
competenze professionali
105
Principali obiettivi gestionali
- Attivazione di procedure condivise per promuovere una tipologia di assistenza innovativa
- Contrastare la carenza di personale infermieristico
- Consolidamento e sviluppo delle attività della Scuola di Direzione in Sanità in collaborazione
con il tavolo scientifico
- Utilizzo di strumenti contrattuali flessibili nella gestione delle risorse umane.
- Costituzione dei Dipartimenti ad attività integrata nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie.
- Corretto utilizzo degli strumenti di incentivazione per il raggiungimento degli obiettivi definiti a
livello regionale e aziendale.
106
Titolo dell'obiettivo specifico
7.1.2 Promozione della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica in campo biomedico
Descrizione dell'obiettivo specifico
In Lombardia esiste la massima concentrazione in Italia di aziende biotecnologiche. Solo a Milano
operano 2778 imprese del settore agroalimentare, 445 imprese del settore ambientale e 2561
imprese del settore chimico-farmaceutico. In Lombardia è presente il maggior numero, rispetto al
totale nazionale, di Istituti di Ricovero e Cura a carattere scientifico e di istituzioni pubbliche di
ricerca (Università, CNR, altri enti) operanti nel settore biomedico. Nonostante queste favorevoli
condizioni l’interazione tra imprese, ricerca pubblica e capitali di rischio, finalizzata allo sviluppo
di prodotti, processi e servizi ad alto valore aggiunto e di rilevante interesse scientifico, economico
e sociale, risulta tuttora assai carente. La Regione Lombardia desidera potenziare la concertazione
tra i differenti attori ed avviare alcune iniziative pilota per favorire, sul modello di altre regioni
europee, lo sviluppo di progetti di ricerca aventi le seguenti caratteristiche:
perseguire obiettivi di rilevante interesse scientifico, economico e sociale nel settore biomedico
e biotecnologico;
Introdurre le attività di ricerca nell'ambito dell'attività corrente delle strutture sanitarie per il
miglioramento continuo della qualità e dell'efficacia delle prestazioni e dei servizi;
Diffondere la cultura della collaborazione e della condivisione dei risultati delle ricerche al fine
di incrementare la collaborazione di carattere interdisciplinare tra istituzioni e aziende;
favorire l’interazione pubblico-privato attraverso la partecipazione ai progetti di aziende e
istituzioni pubbliche;
Utilizzare pienamente le grandi infrastrutture di ricerca esistenti;
promuovere attraverso la concessione di contratti a termine la partecipazione ai progetti di
ricercatori italiani operanti all’estero;
assicurare il finanziamento dei programmi attraverso l’apporto economico congiunto della
Regione, delle aziende interessate di altri soggetti pubblici e di capitali di rischio;
favorire l’accesso di aziende e ricercatori pubblici ai fondi previsti dal D.Lgs. n. 297 del
27.7.1999 per il finanziamento di progetti di interesse industriale e per favorire lo “spin off” di
imprese ad alto contenuto tecnologico.
Ciò per poter contribuire a superare la significativa carenza esistente a livello nazionale negli
interventi a sostegno del sistema di ricerca del nostro paese che attualmente dispone per il suo
finanziamento di risorse pari all’1% del PIL, contro una media del 2,8% delle altre nazioni europee.
Si tratta pertanto di individuare linee di ricerca sulla base delle necessità regionali e delle priorità
evidenziate a livello comunitario e internazionale e reperire finanziamenti nazionali e comunitari e
mettere a disposizione fondi regionali per l'attuazione di progetti.
Risultati attesi
definizione delle linee di ricerca,
realizzazione di progetti,
trasferimento dei risultati nell'ambito sanitario ed imprenditoriale
incremento dei rapporti internazionali
mobilizzazione di ricercatori da università e istituti scientifici all’industria
Principali obiettivi gestionali
Promozione di forme di collaborazioni con vari partners del mondo istituzionale, universitario e
industriale.
Promozione e partecipazione a progetti di ricerca promossi dall’Unione Europea e da altre
organizzazioni internazionali.
107
Obiettivo programmatico di riferimento
7.2 Miglioramento della rete delle strutture sanitarie
Titolo dell'obiettivo specifico
7.2.1 Riorganizzazione della rete sanitaria
Descrizione dell'obiettivo specifico
Con l’entrata in vigore della L.R. 31/97 e con i provvedimenti adottati dalla Regione nel
quinquennio precedente, l’efficienza e la qualità della rete sanitaria sono ulteriormente migliorate,
conseguendo lusinghieri risultati sul piano economico-finanziario e sul piano della capacità
attrattiva sia nei confronti dell’utenza lombarda che extra regionale. Ora si tratta di raccordare
maggiormente gli ambiti e garantire al cittadino la presenza di un sistema sanitario efficace ed
efficiente.
Si tratta di riqualificare la rete ospedaliera adeguando le disponibilità in termini di posti letto,
privilegiando i posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza, che risultano non proporzionati
alle esigenze presenti. Si provvederà anche ad una riorganizzazione e qualificazione della rete delle
attività ambulatoriali. Inoltre saranno attuate iniziative specifiche per l’assistenza ai pazienti
particolarmente critici quali quelli oncologici terminali, o quelli in stato di coma, prevedendo unità
specifiche.
Risultati attesi
I risultati sono riconducibili alle varie azioni intraprese :
aumento dell’appropriatezza del ricovero ospedaliero, con aumento dell’utilizzo di modalità
alternative di ricovero
aumento della capacità attrattiva della rete delle strutture erogatrici ambulatoriali.
attivazione di percorsi definiti per pazienti portatori di patologie croniche, con l’utilizzo di
dimissioni protette e studio di protocolli diagnostici semplificati
ottimizzazione della rete di urgenza emergenza
Principali obiettivi gestionali
- Raggiungimento dell’indice di ospedalizzazione dei 160 ricoveri per mille abitanti
- Riduzione dei posti letto per acuti, con aumento dei posti letto di riabilitazione e quelli di day
hospital
- Introduzione di indicatori specifici relativi alla efficacia ed alla efficienza dei servizi resi , anche
in termini di utilizzo delle risorse
- Aumento del livello qualitativo del servizio del sistema di urgenza-emergenza
- Diminuzione dei tempi medi di ricovero ed aumento dell’assistenza con forme di
spedalizzazione e assistenza domiciliare
- Individuazione di modelli gestionali innovativi per patologie necessitanti di ricovero ospedaliero
a lungo termine
108
Titolo dell'obiettivo specifico
7.2.2 Realizzazione di nuovi Ospedali
Descrizione dell'obiettivo specifico
La costruzione di nuove strutture ospedaliere è un aspetto molto importante per la riqualificazione
del servizio sanitario regionale ma si potrà attuare solo in pochi e selezionati casi, visti gli ingenti
finanziamenti richiesti e la carenza di risorse statali disponibili.
Si intende procedere verso la realizzazione degli interventi previsti nell’AdPQ siglato il 3.3.99 con
la valutazione dell’opportunità di realizzare nuove strutture nella provincia di Milano mediante
l’utilizzo di modelli finanziari innovativi. Le modalità attuative prevedono la stipula di Accordi di
Programma specifici ove necessario (Bergamo e Policlinico di Milano), la creazione di sistemi di
monitoraggio per evitare ritardi nella realizzazione delle opere e la semplificazione delle procedure
autorizzative regionali.
Risultati attesi
iniziare i lavori degli interventi previsti nel 1° AdPQ
stipula del secondo AdPQ per promuovere altre iniziative.
Principali obiettivi gestionali
- Supporto alla realizzazione di interventi di edilizia sanitaria con l’apporto di capitali privati
- Procedure propedeutiche alla realizzazione dei nuovi ospedali di Bergamo, Como, Milano
Policlinico
- Proposta per la definizione del secondo AdPQ in materia di edilizia sanitaria
109
Titolo dell'obiettivo specifico
7.2.3 Adeguamento e messa in sicurezza delle strutture sanitarie
Descrizione dell'obiettivo specifico
E’ necessario procedere verso una ristrutturazione delle strutture attualmente presenti con una
programmazione dell’utilizzo delle risorse disponibili per il rispetto della normativa in materia di
prevenzione e sicurezza e con l’adozione di strumenti atti a stimolare le aziende a programmare e
realizzare interventi per la messa in sicurezza delle strutture, anche in assenza di risorse regionali
dedicate. Le modalità attuative prevedono l’utilizzo di sistemi di monitoraggio per evitare ritardi
nella realizzazione delle opere e la semplificazione delle procedure autorizzative regionali.
Si intende pertanto procedere per terminare i lavori degli interventi finanziati nella legislatura
precedente, con la revoca dei finanziamenti inutilizzati e la loro riassegnazione, rispetto dei tempi
previsti per la realizzazione delle opere.
Anche in questo caso vanno prese in considerazione possibili collaborazioni con il settore privato,
in modo da recuperare risorse economiche e inserire a livello pubblico anche logiche di tipo
privatistico negli aspetti gestionali.
Risultato atteso
Realizzazione di opere finalizzate all’adeguamento delle strutture sanitarie alle norme di sicurezza e
ai requisiti strutturali minimi autorizzativi, in modo da mettere a disposizione dei cittadini ambienti
adeguati, anche per quanto riguarda il comfort alberghiero.
Principali obiettivi gestionali
- Programmazione e finanziamento di interventi di adeguamento strutturale ai requisiti minimi
autorizzativi e/o alla normativa in materia di prevenzione e sicurezza.
- Finanziamento di opere urgenti di edilizia ospedaliera.
- Monitoraggio interventi dotati di copertura finanziaria al fine di prevenire ritardi realizzativi
- Emissione pareri sui progetti di edilizia sanitaria e liquidazione dei contributi per l’edilizia
sanitaria
110
Titolo dell'obiettivo specifico
7.2.4 Sostegno alla innovazione tecnologica
Descrizione dell'obiettivo specifico
La tecnologia va considerata non esclusivamente in quanto soluzione di problemi settoriali
specifici, ma come strumento e contributo utile alla ridefinizione del sistema organizzativo
aziendale.
La dotazione tecnologica delle strutture sanitarie è diventato, negli ultimi anni, un elemento
fondamentale, in quanto il processo di sviluppo della medicina e delle materie ad essa collegata ha
comportato, di fatto, un aumento esponenziale della specializzazione, con la conseguente necessità
di utilizzare tecnologie sempre più sofisticate. Tale sviluppo si deve inserire in un contesto dove le
risorse disponibili non sono aumentate in maniera parallela e proporzionale pertanto è opportuno
trovare un giusto equilibrio tra la crescita tecnologica e la situazione finanziaria. Lo sviluppo di
sistemi di telemedicina permetterebbe di concentrare i finanziamenti ma di poterne diffondere i
benefici sull’intero territorio, collegando tra di loro le strutture sanitarie a livello informatico.
La realizzazione del presente obiettivo presuppone la verifica e valutazione dello stato delle
tecnologie di diagnosi e terapia esistenti in Lombardia e l’adozione di strumenti atti a stimolare le
aziende a programmare e utilizzare efficacemente le apparecchiature necessarie ad assicurare
qualificate risposte alla domanda di prestazioni sanitarie, anche in assenza di risorse regionali
dedicate.
Risultati attesi
innovazione del parco tecnologico per assicurare la qualità del servizio, per il rispetto dei tempi
di attesa previsti,
abbassamento dei tempi medi di degenza dovuto a minore latenza per l’esecuzione di indagini
su pazienti degenti
diffuso utilizzo delle tecnologie nel campo della telemedicina ed accesso telematico ai servizi
sanitari.
Principali obiettivi gestionali
- Ripartizione dei contributi per sistemi di telemedicina
- Creazione di una banca dati sulle apparecchiature radiologiche e di medicina nucleare e di
eventuali altre apparecchiature ad alta tecnologia
111
Obiettivo programmatico di riferimento
7.3 Valorizzazione del modello organizzativo del servizio sanitario
Titolo dell'obiettivo specifico
7.3.1 Completamento del processo di aziendalizzazione
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il modello di aziendalizzazione delle strutture sanitarie in Regione Lombardia inizia con
l’attuazione di quanto previsto dal D.Lgs. 502/92 per poi trovare una concreta applicazione nella
Legge Regionale 31/97. In questi anni le aziende hanno sviluppato capacità gestionali autonome e
la Regione Lombardia, come Direzione Generale sanità, ha cercato di responsabilizzare sempre più
le stesse, nella logica del sistema di holding. A questo punto risulta importante prevedere degli
sviluppi, sempre con l’obiettivo di aumentare l’autonomia aziendale, governando comunque i
processi ed assicurando i risultati. Per attuare quanto sopra espresso si ritengono necessarie le
seguenti azioni:
Sviluppo della libertà di scelta del cittadino, creando le condizioni per l’introduzione di una
pluralità di soggetti acquirenti della prestazioni sanitarie per conto del cittadino. Si intende studiare
soluzioni per individuare percorsi per la nascita di organizzazioni sociali ed economiche per
l’acquisito delle prestazioni sanitarie, che siano espressione della società, che nascano con il vincolo
e l’obiettivo della solidarietà e della universalità del servizio, ma che abbiano contemporaneamente
l’obbligo dell’equilibrio di bilancio.
Mantenimento e rafforzamento del ruolo dei Piani Strategici Triennali come importante
strumento di programmazione negoziata e di cornice che indirizzi l’attività per le aziende sanitarie
pubbliche
Rafforzamento dell’autonomia aziendale, definendo a livello centrale sempre più le risorse
disponibili e i risultati attesi, intervenendo sempre meno sulle modalità operative per il
perseguimento degli stessi, riservandosi la valutazione degli outcomes
Conclusione del percorso di aziendalizzazione di tutte le Aziende Sanitarie
Snellimento delle procedure e “sburocratizzazione” del sistema, fornendo sempre più
indicazioni di riferimento e focalizzandosi nel rispetto di queste e nel raggiungimento dei risultati
attesi
Sviluppo e consolidamento di innovazioni gestionali
Risultati attesi
sviluppo delle iniziative della società per rafforzare la rete delle protezioni e della solidarietà,
maggiore responsabilizzazione delle Aziende, in ottica privatistica, che gestiscono realmente le
risorse disponibili, umane, strutturali e strumentali,
separazione dalle ASL degli ospedali delle provincie di Lodi, Sondrio e Pavia,
miglioramento delle performance gestionali, con diminuzione dei tempi di risposta ed
ottimizzazione degli step procedurali.
Principali obiettivi gestionali
- Studio per lo sviluppo delle iniziative della società per l’introduzione di una pluralità di soggetti
acquirenti
- Definizione dei budget aziendali e individuazione degli obiettivi aziendali
- Predisposizione degli atti necessari per la separazione dalle ASL degli ospedali di Lodi, Pavia,
Sondrio
- Semplificazione delle procedure e delle modalità gestionali
- Sviluppo e introduzione di modelli gestionali innovativi delle aziende sanitarie pubbliche.
112
- Introduzione di nuove modalità di acquisto di beni e servizi.
- Definizione di indicatori economici delle attività sanitarie territoriali
- Contributo alla verifica dei modelli di finanziamento delle attività socio sanitarie integrate in
riferimento all’atto di indirizzo e coordinamento ex D. Lgs. 229/99 di prossima emanazione
governativa.
113
Titolo dell'obiettivo specifico
7.3.2. Valorizzazione del ruolo centrale dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera
scelta
Descrizione dell'obiettivo specifico
Risulta ormai indispensabile l’individuazione, in collaborazione con le ASL, di azioni da porre in
capo ai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per potenziarne il ruolo nei rapporti
assistenziali e di cura dei cittadini, svolgendo la funzione di regolatore per l’accesso ai servizi
(“gate keeper”). Tale azione sarà attuata tramite incontri con i responsabili dei Dipartimenti di Base
e con le OO.SS. maggiormente rappresentative a livello regionale, con la stesura di un accordo da
ufficializzarsi con atto deliberativo della Giunta. Tali azioni permetteranno di aumentare il grado di
appropriatezza dell’accesso alle strutture ospedaliere, sia in via ordinaria che in urgenza,
incrementando l’offerta di assistenza territoriale e migliorando il controllo sul consumo di
prestazioni specialistiche
Il ruolo dei medici di medicina generale dovrà quindi assumere una maggiore rilevanza,
coinvolgendo tali professionisti in processi di corresponsabilizzazione reale nella formulazione di
più efficaci interventi assistenziali e curativi.
Risultati attesi
Maggior opportunità per gli assistiti di accedere ad un ambulatorio di medicina generale o
pediatria di libera scelta.
Maggiore responsabilizzazione del medico di medicina generale in ordine al controllo della
domanda e alla razionalizzazione della spesa.
Maggiore integrazione tra MMG e strutture sanitarie ospedaliere, in un’ottica di continuità delle
cure.
Valorizzazione di modelli organizzativi di erogazione delle cure primarie che diano maggiori
garanzia qualitative e di continuità delle cure.
Principali obiettivi gestionali
- Sperimentazione di forme associative nell’erogazione delle cure primarie
- Attuazione di accordi regionali decentrati con i medici di medicina generale e pediatri di libera
scelta
Riduzione del numero di prescrizioni eseguite da medici ospedalieri,
Diminuzione degli accessi diretti e non filtrati dal MMG nei pronto soccorso
Riduzione della spesa ospedaliera per DRG non specifici.
114
Titolo dell'obiettivo specifico
7.3.3 Comunicazione e informazione dei cittadini
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il nuovo rapporto tra istituzione e cittadino utente non nasce né può funzionare senza un’efficace
azione di comunicazione intesa come funzione complessa che consente all’apparato di gestione dei
servizi sanitari di aprire un dialogo con l’utente, facendo della comunicazione una fonte di risorsa
aggiuntiva; assume un ruolo importante e deve essere considerata a tutti gli effetti una attività
istituzionale e strategica per l’azienda, in quanto parte integrante della stessa «mission aziendale».
A livello interno la comunicazione serve per sensibilizzare le strutture a comunicare con i
dipendenti dell’Azienda, affinché si rendano consapevoli e partecipi delle decisioni e iniziative
aziendali con una positiva ricaduta sulla qualità delle prestazioni da loro stessi rese. A livello
esterno la comunicazione deve invece favorire la trasparenza e la conoscenza di ogni percorso
amministrativo per assicurare agli utenti pari opportunità.
Gli ambiti di sviluppo sono:
Maggiore utilizzo dei media a grosso impatto sull’utenza come radio e televisione
Utilizzo dei nuovi sistemi informativi basati sulla new technolgy t
Rafforzamento delle campagne di informazione utilizzando le classiche vie di diffusione delle
informazioni (Carta dei Servizi), tenendo anche conto della centralità della figura del medico di
medicina generale
Sviluppo di campagne di educazione sanitaria incentrate sulle problematiche relative alla
promozione della donazione di organi, al corretto uso dei sistemi di emergenza-urgenza,
all’aumento della consapevolezza dei danni procurati da alcool, fumo e da una non corretta
alimentazione, all’attivazione di una rete di strutture ospedaliere, in accordo con l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, che promuovano il concetto di salute all’interno delle strutture ospedaliere.
Quanto sopra all’interno del progetto denominato “Il Graal della salute”, approvato con DGR 44124
del 9/7/99.
Formazione specifica del personale a contatto con il paziente, sia per aumentare le conoscenze
del sistema sia per potenziare l’assertività, in modo da gestire al meglio le situazioni conflittuali
Aumento di condivisione da parte del personale delle strutture sanitarie della mission e della
vision dell’azienda, con un accrescimento del senso di appartenenza
Riqualificazione e potenziamento di organismi quali l’Ufficio Relazioni con il pubblico e
l’Ufficio di Pubblica Tutela, con la definizione dei rispettivi compiti
Risultati attesi
piena conoscenza da parte dei cittadini delle potenzialità del sistema sanitario regionale,
maggiore conoscenza da parte dei cittadini di quali sono gli elementi per promuovere la salute,
maggiore motivazione del personale che opera nelle strutture sanitarie e miglioramento dei
rapporti tra operatori e tra operatori e cittadini,
maggiore facilitazione al perseguimento degli obiettivi aziendali per il coinvolgimento diretto
degli operatori
maggiore disponibilità di punti di informazione per l’orientamento dell’utenza.
Principali obiettivi gestionali
- Attuazione di campagne organizzate e diffuse per la promozione delle Aziende sanitarie
- Attuazione di campagne di educazione sanitaria secondo il progetto “Il Graal della salute”
- Attuazione di percorsi formativi per la preparazione del personale
- Supporto e coordinamento alle attività dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico e dell’Ufficio
Pubblica Tutela delle aziende sanitarie.
115
- Definizione di un piano di comunicazione per la sensibilizzazione della popolazione volta
ad aumentare la copertura vaccinale.
- Definizione di un piano per la realizzazione in Internet di una rete regionale della salute.
- Definizione di un piano di utilizzo delle nuove tecnologie informatiche come strumento per la
formazione e aggiornamento del personale del Servizio Sanitario Regionale.
116
Titolo dell'obiettivo specifico
7.3.4 Aumento dell’accessibilità delle strutture
Descrizione dell'obiettivo specifico
La difficoltà di accessibilità alle strutture sanitarie è uno degli elementi più frequenti di reclamo dei
cittadini e pertanto indice di insoddisfazione rispetto al servizio sanitario regionale. Infatti il
problema non è la mancanza o la carenza di strutture e di prestazioni rese ma la scarsa informazione
e la complessità che deve affrontare l’utente quando ne ha bisogno. Gli ambiti di sviluppo per
risolvere tale problematica sono:
Il miglioramento della rete informativa delle strutture sanitarie, pubbliche e private accreditate,
che permetta la connessione di queste nell’ambito almeno provinciale. Il problema è quello di
mettere a disposizione dell’utenza tutte le informazioni utili, quali le sedi di erogazione, tute le
prestazioni eseguite, i tempi di attesa, etc…
Il coinvolgimento dei medici di medicina generale nel sistema di accesso informatizzato alle
strutture sanitarie presenti sul territorio, in modo che lo stesso possa concordare e scegliere con il
paziente le modalità e i tempi per le ulteriori prestazioni specialistiche. Tale modalità permetterebbe
di poter ottenere la refertazione delle prestazioni rese direttamente presso lo studio del medico di
medicina generale
Il completamento del progetto pilota nell’area della provincia Lecco relativo al sistema
informativo socio-sanitario (SISS) ed estensione del sistema all’intero territorio regionale, previa
valutazione dei risultati
Lo studio per un progetto sperimentale di call center medico che svolga funzione di “triage” di
primo livello, tramite l’attuazione di protocolli, risolvendo così i problemi di minor rilevanza clinica
e avendo la possibilità di indirizzare il paziente direttamente alle altre unità di offerta, quali il
sistema di urgenza-emergenza, l’attività ambulatoriale o la medicina di base.
Il miglioramento dei tempi di attesa per l’effettuazione delle prestazioni, sia di ricovero che
ambulatoriali, con un’attenzione particolare alla definizione di percorsi diagnostici-terapeutici in
accordo e collaborazione tra medici di medicina generale e specialisti
Risultati attesi
possibilità del cittadino di accedere, in ogni punto del territorio, in maniera agevole, in tutte le
strutture sanitarie, tramite una rete informativa provinciale, che coinvolga il medico di medicina
generale,
creazione per il cittadino di un punto di riferimento quale quello del call center medico che non
solo può indirizzare lo stesso rispetto alle necessità espresse ma risolve direttamente le
problematiche di minor valenza clinica
Attivazione di percorsi definiti per alcune aree ritenute critiche individuando modalità
prescrittive condivise tra il MMG e le strutture sanitarie.
Principali obiettivi gestionali
- Completamento della rete informatica-informativa in modo da creare una molteplicità di punti
di accesso
- Aumento dell’appropriatezza dell’accesso ai vari punti di erogazione dei servizi nell’aerea della
emergenza-urgenza
- Riduzione dei tempi di attesa per l’effettuazione delle prestazioni sanitarie
- Attivazione di un progetto sperimentale di un call center medico
117
Titolo dell’obiettivo specifico
7.3.5 Garantire il controllo di qualità delle prestazioni erogate
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il miglioramento della qualità de servizi si ritrova nelle raccomandazioni del Comitato dei Ministri
dell’UE n. 17 del dicembre 1997 per il supporto allo sviluppo e all’attivazione di Sistemi per il
miglioramento della qualità. L’impegno per il futuro è di destinare maggiori risorse a tale finalità e
di impegnare le aziende nello sviluppo del sistema qualità e perciò particolare attenzione sarà posta
anche per l’ampliamento della certificazione di qualità delle strutture sanitarie, anche con l’utilizzo
di indicatori di output e di outcome per la valutazione della qualità delle strutture. Inoltre ci si
attiverà per individuare ed utilizzare dei sistemi di valutazioni oggettivabili, attraverso indicatori
specifici, al fine di stabilire criteri per la distribuzione delle risorse, tenendo in considerazione il
livello qualitativo delle singole strutture. Inoltre si punterà sullo sviluppo dei sistemi per la
valutazione della “customer satisfation”, prevedendo un utilizzo ragionato dei reclami espressi dai
cittadini e impostando indagini diffuse che permettano di individuare i punti critici del sistema.
Risultati attesi :
aumento dell’utilizzo dello strumento della qualità come elemento fondamentale per garantire il
livello di tutela e garanzia per il cittadino che si rivolge al Servizio Sanitario Regionale, con una
spiccata sensibilizzazione delle strutture alle problematiche della qualità,
classificazione delle strutture in relazione al livello qualitativo offerto.
raggiungimento della parità di rapporti tra pubblico e privato, in relazione ai criteri
dell’accreditamento
aumento dell’indice di soddisfazione degli utenti rispetto al servizio sanitario regionale.
Principali obiettivi gestionali
- Completamento della procedura di assegnazione dei finanziamenti utilizzando indicatori di
output e di outcome.
- Definizione di modelli di correlazione tra sistema tariffario e livello qualitativo dell’assistenza
erogata.
- Sviluppo del processo di accreditamento delle strutture sanitarie.
- Realizzazione di indagini organizzate per la valutazione della customer satisfaction.
118
Titolo dell'obiettivo specifico
7.3.6 Razionalizzazione della spesa sanitaria
Descrizione dell'obiettivo specifico
Il bilancio della sanità rappresenta più dei quattro quinti dell’intero bilancio regionale e qualsiasi
elemento di squilibrio può limitare l’azione regionale su altri fronti. Stiamo attualmente operando
con una spesa sanitaria pubblica che rappresenta il 4,3% del Pil regionale a fronte del 6/7% della
media europea. Si opera quindi in un contesto di risorse scarse che dovranno essere riconsiderate in
sede regionale attuando nuove modalità di collaborazione con il settore privato per reperire capitali
e in sede nazionale con i nuovi strumenti del federalismo fiscale. Inoltre risulta sempre più
necessario, in un contesto istituzionale proteso al decentramento dei poteri alle Regioni e
all’attuazione del federalismo fiscale eliminare il vincolo di destinazione della spesa sanitaria nei
bilanci regionali, individuando, nel contempo, strumenti idonei atti ad identificare e a misurare i
livelli di assistenza erogati dal SSR, correlandoli alle risorse economiche disponibili. Stante le
risorse assegnate l’impegno è rivolto alla continua ricerca dell’efficienza, dell’economicità, della
riduzione delle inefficienze. Nell’ambito dei nuovi strumenti finanziari andranno individuate e
sviluppate specifiche modalità di partnership pubblico e privato; dato il rilevante ammontare di
risorse da attivare, andrà valutata la possibilità di organizzare ulteriori iniziative finanziarie, che da
un lato abbiano la possibilità di reperire parte delle risorse necessarie agli investimenti, direttamente
sul mercato finanziario, e dall’altro possano attuare forme innovative di costruzioni e di gestione
delle infrastrutture e delle tecnologie sanitarie. Parallelamente risulta opportuno lo studio di
strumenti idonei ad identificare e a misurare i livelli di assistenza erogati dal SSR, correlandoli alle
risorse economiche disponibili. Un forte potenziale di miglioramento della gestione dei flussi
finanziari e della capacità di controllo della spesa sanitaria potrà venire dagli strumenti per la
gestione attiva del debito, con particolare riferimento alla tecniche di cartolarizzazione dei crediti.
Risultati attesi
contenimento della spesa entro i limiti prefissati, pur in presenza di un miglioramento della
quantità e qualità delle prestazioni rese dal SSR al cittadino,
sperimentazione di modelli di gestione delle risorse umane e organizzativi nuovi, capaci di
intercettare potenzialità inespresse o mortificate nell’attuale organizzazione del lavoro.
Individuazione dei livelli di assistenza erogabili con le risorse economico finanziarie disponibili.
Principali obiettivi gestionali
- Raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario del sistema sanitario regionale.
- Definizione di indicatori dei livelli di assistenza da correlare all’utilizzo delle risorse economico
finanziarie
- Monitoraggio della liquidità delle aziende sanitarie pubbliche
- Metodologia uniforme di controllo di gestione e di procedure del controllo della spesa a livello
di bilancio consolidato regionale
- Snellimento delle procedure relative ai trasferimenti alle aziende e agli enti sanitari
- Monitoraggio della spesa e qualificazione della stessa per livelli di assistenza
119
Obiettivo programmatico di riferimento
7.4 Sviluppo delle politiche di prevenzione sanitaria
Titolo dell'obiettivo specifico
7.4.1 Tutela della salute attraverso la sicurezza alimentare e nutrizionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
L’esigenza di garantire una adeguata sicurezza alimentare e nutrizionale ha spinto la Comunità
Europea ad operare attraverso una revisione normativa che ha interessato tutte le realtà produttive e
gli Organismi di controllo.
Le linee direttrici degli interventi in materia di sicurezza alimentare e nutrizionale sono
essenzialmente l’introduzione del principio della corresponsabilizzazione dei produttori nella
garanzia della qualità igienica degli alimenti mediante l’applicazione dei sistemi di autocontrollo, la
programmazione degli interventi di controllo ufficiale (per esempiola filiera produttiva) a partire
dagli allevamenti zootecnici fino al momento della vendita o della somministrazione degli alimenti,
in modo da prevenire, per quanto possibile, l’insorgere di problemi sanitari e di intervenire con
tempestività quando i problemi si manifestano e l’indicazione di procedure per rendere uniforme
l’azione di controllo a garanzia della salute del consumatore ma anche a tutela della libera
circolazione delle merci e della correttezza commerciale.
Gli interventi previsti sono mirati a incrementare il sistema di controllo sui rischi legati all’utilizzo
nelle pratiche zootecniche ed agronomiche di sostanze pericolose per la salute umana, ad elaborare
delle procedure uniformi per garantire un livello omogeneo di controllo sulle strutture di
produzione, lavorazione e commercializzazione degli alimenti, tenendo conto anche delle
indicazioni comunitarie e a salvaguardare le produzioni alimentari tradizionali prevedendo una
applicazione delle normative sanitarie compatibile con le caratteristiche di tipicità di queste
produzioni
Risultati attesi
completamento e l’aggiornamento continuo dell’anagrafe degli impianti di produzione e
commercializzazione dei mangimi, dei farmaci veterinari, di sostanze di origine industriale con
possibile destinazione all’alimentazione animale,
programmazione e attuazione da parte delle ASL di piani di attività in linea con le indicazioni
regionali,
incremento delle attività di autocontrollo da parte delle imprese del settore alimentare anche
attraverso una modulazione degli interventi di controllo che tengano conto dei livelli di sicurezza
garantiti dalle aziende stesse
salvaguardia e valorizzazione dei prodotti tipici e tradizionali anche mediante la messa a
disposizione di ambiti di commercializzazione più ampi.
Principali obiettivi gestionali
- Incrementare il sistema di controllo sui rischi legati all’utilizzo di sostanze pericolose per la
salute umana, compresi gli organismi geneticamente modificati (OGM)
- Elaborare programmi per il controllo omogeneo della produzione e la commercializzazione di
alimenti di origine animale e non
- Salvaguardare le produzioni alimentari tradizionali prevedendo un’applicazione delle normative
sanitarie, compatibili con le caratteristiche di tipicità di queste produzioni.
- Potenziamento e riorganizzazione delle attività e delle procedure di vigilanza sui prodotti
alimentari non di origine animale
120
Titolo dell’obiettivo specifico
7.4.2 Prevenzione delle malattie infettive
Descrizione dell’obiettivo specifico
Per quanto riguarda le vaccinazioni facoltative, la copertura vaccinale è passata dal 35% degli anni
1985-1989, al 75% del 1995, riducendo di oltre il 50% il numero totale delle infezioni da morbillo,
parotite e rosolia; l’alta percentuale dei soggetti vaccinati per poliomelite e difterite ha contribuito
ad eradicare in Lombardia queste malattie, riducendo i gravissimi costi, non solo in termini di
salute, da esse dipendenti. A questo punto è necessario da un lato continuare le campagne vaccinali
obbligatorie e dall’altro trovare soluzioni per incrementare quelle facoltative, attivando un piano di
comunicazione specifico e prevedendo un coinvolgimento sempre più stretto con i pediatri di libera
scelta.
E’ opportuna anche la revisione della lista delle malattie infettive perle quali vige l’obbligo della
denuncia e l’implementazione definitiva del nuovo sistema informativo vaccinazioni.
Si tratta in sostanza di individuare delle linee di indirizzo per le aziende sanitarie, in modo che
possano attuare l’obiettivo di diminuire le principali patologie infettive, di definire un piano di
comunicazione specifico, per la sensibilizzazione della popolazione, al fine di aumentare la
copertura vaccinale facoltativa, di studiare iniziative volte a potenziare gli interventi di educazione
sanitaria per la prevenzione delle malattie infettive e infine trovare accordi con i medici di medicina
generale e pediatri di libera scelta per aumentare la copertura vaccinale facoltativa
Risultati attesi :
Diminuzione dei tassi di incidenza delle malattie infettive e l’aumento della copertura vaccinale per
le vaccinazioni facoltative
Principali obiettivi gestionali
- Individuazione di linee di indirizzo per le aziende sanitarie finalizzate alla diminuzione delle
principali patologie infettive
- Definizione di accordi con i medici di medicina generale e di pediatri di libera scelta per
aumentare la copertura vaccinale
- Piano straordinario di monitoraggio del latte bovino prodotto negli allevamenti lombardi
finalizzato al controllo della brucellosi
121
Titolo dell’obiettivo specifico
7.4.3 Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il D.Lgs.626/94 ha promosso una forte sensibilizzazione sulla problematica in oggetto,
permettendo, di fatto, di migliorare le condizioni negli ambienti di lavoro e di poter garantire
maggiormente la sicurezza degli operatori.
In questi anni si sono ottenuti risultati importanti nei confronti degli infortuni sul lavoro che
rappresentano un fenomeno preoccupante sia per il numero di vittime e la gravità degli effetti, che
per i costi sociali ad essi associati in termini di ore di lavoro perdute e di spese mediche per il
trattamento dei danni conseguenti. Nel settore dell’industria e dei servizi il numero totale dei casi
segnalati in Lombardia presenta un lieve calo dal 1995 al 1999, analogamente a quanto si verifica
nel resto del paese. Nel settore dell’agricoltura vi è, invece, una significativa e costante flessione sia
in Italia che in Lombardia. Nella nostra regione si concentra un elevato numero di infortuni, ma
ancor più elevato, in proporzione, è il numero dei lavoratori che vi operano. Prendendo in
considerazione non più i numeri assoluti, bensì gli indici di incidenza, vale a dire il rapporto tra
numero di casi e numero di lavoratori, la nostra regione si colloca al di sotto della media nazionale,
al terzultimo posto della graduatoria delle regioni, nel periodo 1993-1995, e al quintultimo nel
periodo 1996-1998. Quanto alla gravità dei danni conseguenti agli infortuni, la Lombardia si
colloca al di sotto della media nazionale, all’ultimo posto della graduatoria delle regioni per il
periodo 1996-1998.
Anche in questo campo si intende procedere verso una definizione degli indirizzi, in collaborazione
con le strutture interessate, mettendo le aziende nelle condizioni di attuare quanto prescritto dalle
norme relative. Una particolare attenzione sarà rivolta alle strutture sanitarie, dove il rischio è
elevato e dove le condizioni di prevenzione e di sicurezza devono essere migliorate.
Risultati attesi
– miglioramento delle condizioni lavorative per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro
– riduzione degli infortuni sul lavoro
Principali obiettivi gestionali
Individuazione di azioni mirate, di indicatori dell’attività svolta, per il monitoraggio dei risultati
ottenuti
122
Titolo dell’obiettivo specifico
7.4.4 Attuazione del IV Piano regionale sangue e plasma
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il IV Piano regionale sangue e plasma (LR 20/2000) stabilisce gli obiettivi e l’assetto organizzativo
relativo. In particolare gli aspetti che si ritengono prioritari sono:
Garantire ed aumentare i livelli di sicurezza del sangue, dei suoi componenti e degli emoderivati
Promuovere l’autosufficienza dei Dipartimenti
Garantire la disponibilità di sangue o suoi derivati per i pazienti
Migliorare l’organizzazione delle strutture coinvolte
Valorizzare il ruolo del volontariato
Migliorare il sistema informativo
Promuovere azioni di sensibilizzazione
Devono, in sostanza, essere definiti i criteri per l’autorizzazione e accreditamento delle strutture
trasfusionali in modo da garantirne la qualità, effettuare un monitoraggio dell’utilizzo del sangue e
derivati, raggiungere l’autosufficienza di sangue anche per i dipartimenti carenti (Milano nord,
Milano sud e Pavia) e procedere verso la responsabilizzazione delle aziende, anche attraverso la
rivisitazione del ruolo dei vari attori coinvolti.
Risultati attesi
Miglioramento dei livelli di sicurezza ed utilizzo ottimale del sangue e dei suoi derivati
Principali obiettivi gestionali
- Definizione dei criteri per l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture trasfusionali in
modo da garantirne la qualità
- Monitoraggio dell’utilizzo del sangue e derivati
- Raggiungimento dell’autosufficienza di sangue anche per i dipartimenti carenti
123
8
INFRASTRUTTURE E MOBILITA’
124
Obiettivo programmatico di riferimento
8.1 Riorganizzazione complessiva del sistema della mobilità in Lombardia
Titolo dell’obiettivo specifico
8.1.1 Definizione e attuazione del nuovo Piano della Mobilità e dei Trasporti
Descrizione dell’obiettivo specifico
Si intende realizzare uno strumento di pianificazione agile, leggero e innovativo che ci porterà entro
la prima metà del prossimo anno ad avere, dopo molti anni, un piano dei trasporti che possa
governare il complesso quadro di iniziative, procedure, programmi e progetti che formano, in tempi
e modi estremamente diversi, il sistema della mobilità regionale.
I temi in esso compresi affrontano a tutto campo le problematiche della materia con particolare
riferimento agli aspetti di tipo programmatico gestionale in risposta ai quesiti che si pongono in
materia di Servizio Ferroviario T.P.L., grandi infrastrutture, nuovi scenari di traffico, rapporti con
l’utenza, accettabilità sociale e sostenibilità degli interventi.
Gli argomenti che costituiranno l’ossatura del Piano verranno affrontati con una serie di attività di
ricerca da svolgersi tendenzialmente nell’arco temporale di quest’anno.
Risultati attesi
– Programmare e gestire i trasporti in modo integrato e non più in serie (quindi non più per
“modi” ma per “sistemi”) realizzando quindi veramente, anche per piccoli passi, gli obiettivi di
efficacia ed efficienza finora da tutti e a tutti i livelli declamati ma mai concretamente affrontati con
una adeguata strumentazione e tantomeno realizzati se non in maniera estremamente esigua.
– Dotare L’Amministrazione di un sistema di monitoraggio e valutazione degli interventi basato
su un sistema informativo appositamente redatto le cui caratteristiche saranno studiate dal P.R.M.T.
– Instaurare un rapporto continuo e collaborativo con l’utenza al fine di monitorare i livelli di
soddisfazione sul servizio offerto.
Principali obiettivi gestionali
– Definizione ed organizzazione di ricerche e consulenze che andranno a costituire l’ossatura
principale su cui sarà poi basata le redazione del Piano regionale della Mobilità e dei Trasporti.
– Definizione di un progetto pilota di sistema informativo per la valutazione e il monitoraggio di
interventi di carattere infrastrutturale o gestionale.
– Definizione e stesura del Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità.
125
Titolo dell’obiettivo specifico
8.1.2 Innalzamento dei livelli di sicurezza nella mobilita’ di persone e merci
Descrizione dell’obiettivo specifico
La Lombardia risente di elevati tassi di incidentalità stradale, derivanti in parte dalla densità del
traffico di persone e merci, in parte dal verificarsi di situazioni oggettive di rischio sia strutturali
che meteroclimatiche e da comportamenti pericolosi dell’utenza.
L’incidentalità stradale comporta costi sociali ed economici inaccettabili. Costi sociali derivanti
dagli effetti fisici sui soggetti coinvolti e sui contesti in cui questi vivono, a partire dalla famiglia.
Costi economici connessi al rallentamento del traffico prodotto dal verificarsi di incidenti, che
giunge a volte sino al blocco di arterie di comunicazione di rilevanza strategica.
L’obiettivo, che si inserisce nel processo di razionalizzazione della mobilità regionale, si propone la
diminuzione dei fattori e delle cause che concorrono all’incidentalità stradale, determinata sia da
fattori strutturali di rischio sia da comportamenti dell’utenza, attraverso:
– coordinamento della attuazione in sede regionale del Piano nazionale della sicurezza stradale;
– interventi fisici di correzione delle situazioni di rischio determinate dalla componente
infrastrutturale (strade e loro pertinenze);
– promozione e cofinanziamento di interventi atti a diminuire il rischio di incidentalità in
ambiente urbano;
– interventi ed iniziative atti a regolamentare i flussi di traffico e ad informare l’utenza sulle
condizioni della circolazione;
– iniziative di sensibilizzazione ed educazione stradale.
Risultati attesi
– Diminuzione del tasso di incidentalità;
– Innalzamento del livello di sensibilità dell’utenza ai problemi della circolazione e della
sicurezza e dell’educazione stradale (misurabili attraverso indagini)
Principali obiettivi gestionali
– Redazione di un PDL sulla sicurezza stradale;
– Definizione degli obiettivi e dei contenuti dell'Osservatorio della sicurezza stradale;
– Costituzione di un database sulle situazioni, condizioni e cause della incidentalità stradale;
– Redazione del primo rapporto sulla sicurezza stradale
– Promozione e cofinanziamento di interventi di verifica e regolamentari atti a diminuire il rischio
di incidentalità (es. verifica cartellonistica stradale)
– Promozione e cofinanziamento di interventi a carico delle infrastrutture e loro pertinenze
126
Obiettivo programmatico di riferimento
8.2. Riforma del Trasporto Pubblico Regionale
Titolo dell’obiettivo specifico
8.2.1 Realizzazione del Servizio Ferroviario Regionale e introduzione del nuovo sistema di
gestione del trasporto ferroviario basato sulla separazione tra reti e servizi.
Descrizione dell’obiettivo specifico
Realizzazione di un Servizio Ferroviario Regionale adeguato alle esigenze di mobilità espresse dal
territorio lombardo, attraverso:
– l’incremento quali/quantitativo dell’offerta e la realizzazione del cadenzamento sull’intera rete
– l’introduzione di un nuovo sistema gestionale basato sulla separazione tra gestione della rete e
gestione del servizio
– il recupero di efficienza attraverso la progressiva apertura al mercato e il superamento degli
assetti monopolistici
Risultati attesi
– incremento qualitativo dell’offerta: miglioramento degli standard qualitativi del servizio
(puntualità, affollamento, comfort, regolarità del servizio, qualità percepita), diminuzione dell’età
media del materiale rotabile circolante in Lombardia (qualità);
– incremento quantitativo dell’offerta: ottimizzazione dei flussi di mobilità, aumento del numero
di treni*km prodotti sul territorio regionale, aumento del rapporto treni*km/abitanti, aumento delle
relazioni servite da offerta cadenzata (efficacia);
– recupero di efficienza attraverso la progressiva apertura al mercato e il superamento degli assetti
monopolistici: miglioramento del rapporto costi/ricavi; definizione di una base di gara per il 2003
che preveda un aumento della produzione a fronte di una riduzione dei costi (efficienza);
Principali obiettivi gestionali
– Definizione di un nuovo modello di offerta ferroviaria basato sull'estensione del cadenzamento
sull'intera rete ferroviaria lombarda (da attivare contestualmente al progressivo completamento
delle opere ferroviarie programmate).
– Individuazione degli interventi infrastrutturali e degli adeguamenti tecnologici aggiuntivi
necessari a garantire l'ottimizzazione dell'offerta cadenzata e l'incremento dei livelli di sicurezza del
servizio ferroviario regionale.
– Definizione contenuti e sottoscrizione dei Contratti di Servizio integrativi finanziati con risorse
regionali e/o con risorse statali aggiuntive da negoziare in specifici Accordi riferiti agli incrementi
di offerta programmati
– Elaborazione di uno specifico Piano di Sviluppo del S.F.R. che costituisca il riferimento per la
programmazione triennale dei servizi ferroviari.
– Gestione e monitoraggio dei Contratti di Servizio e del Contratto di Programma sperimentali al
fine di identificare gli obiettivi di miglioramento economico-gestionale e qualitativo, di riferimento
per i Contratti definitivi
– Definizione della struttura e dei contenuti dei Contratti di Servizio definitivi
– Attivazione di una specifica società di gestione della rete ferroviaria trasferita alla proprietà
regionale
– Definizione di un programma di rinnovo ed ammodernamento del materiale rotabile
– Definizione delle modalità di accesso e pagamento della rete ferroviaria attraverso
l’elaborazione di uno specifico regolamento
127
Titolo dell’obiettivo specifico
8.2.2 Promozione di interventi e strumenti per il governo della mobilità nelle aree metropolitane
regionali
Descrizione dell’obiettivo specifico
In ragione delle caratteristiche metropolitane dei contesti insediativi lombardi, la Regione può
svolgere un’azione significativa sia in termini normativi che di incentivo e sperimentazione, volta a
favorire e accelerare la realizzazione di sistemi innovativi a guida vincolata e ad attivare, nel quadro
di una programmazione, tutte le misure e gli interventi che possono concorrere ad un efficace
governo della domanda di mobilità (Piani Urbani della Mobilità).
Si tratta di orientare, promuovere e sostenere operativamente gli interventi volti a migliorare la
mobilità urbana che, lasciando piena autonomia agli Enti locali interessati, consentano di
responsabilizzarli nei confronti del raggiungimento di concreti risultati di efficacia, efficienza ed
integrazione alla scala delle aree metropolitane regionali.
Risultati attesi
– Coordinare le azioni di miglioramento della mobilità urbana programmate con i vari strumenti
di pianificazione esistenti (Piani Urbani del Traffico, Piani Urbani della Mobilità, Piani regolatori).
– Creazione delle condizioni operative necessarie alla realizzazione delle infrastrutture di
trasporto innovative a guida vincolata.
Principali obiettivi gestionali
– Documento di indirizzo e coordinamento per la realizzazione, con criteri di efficacia
trasportistica, efficienza economica (investimenti e gestione) e integrazione modale, di sistemi di
trasporto a guida vincolata da parte degli Enti Locali;
– Definizione dei primi indirizzi regionali in materia di mobilità urbana (PUM).
– Definizione delle modalità per il cofinanziamento dei programmi di intervento degli E.l. e
sviluppo degli strumenti necessari ad una rapida realizzazione e ad una efficiente gestione dei
sistemi a guida vincolata programmati, in relazione al raggiungimento dei risultati definiti dagli
indirizzi della programmazione regionale in materia;
– Progettazione della formazione in materia di mobility manager e sostegno alle sperimentazioni
locali in atto volte a migliorare le accessibilità ad imprese e grandi funzioni attrattive di mobilità.
128
Titolo dell’obiettivo specifico
8.2.3 Completamento della Riforma del Trasporto Pubblico Locale
Descrizione dell’obiettivo specifico
La regione intende realizzare un nuovo sistema di governo del settore fondato sui principi di
sussidiarietà fortemente orientato a logiche di mercato, passando dalla concessione a contratti di
servizio scaturiti da gare.
Risultati attesi
– Miglioramento dell’attrattività del trasporto pubblico anche mediante la “sottrazione” di
domanda al veicolo privato (incremento dei viaggiatori * km.) e diminuzione congestione nelle aree
urbane.
– Miglioramento qualità dell’offerta (qualità erogata e percepita dei servizi: definizione standard
di qualità e relativi indicatori, monitoraggio).
– Recupero di produttività nell’uso delle risorse, efficienza della spesa pubblica (miglioramento
del rapporto Ricavi/Costi).
– Realizzazione della concorrenza tra gli operatori del settore (privatizzazione delle aziende
pubbliche, gare, contratti di servizio incentivanti).
Principali obiettivi gestionali
– Indirizzo, coordinamento, supporto tecnico, istruttoria e valutazione strumenti di
programmazione e gestione degli EE.LL. (programmi triennali, capitolato e contratto di servizio
tipo, carta della mobilità/programma qualità, strumenti di supporto tecnico-operativi)
– Interventi normativi e finanziari per il completamento della riforma e lo sviluppo del Trasporto
Pubblico Regionale
– Coordinamento, formazione, cura e monitoraggio tecnico-amministrativo e finanziario delle
funzioni conferite agli EE.LL..
– Attivazione delle procedure per l'incentivazione del rinnovo parco taxi (l.r. 10/2000).
– Promozione di gestioni associate per esercizio deleghe EE.LL..
– Valorizzazione del ruolo e professionalità delle strutture organizzative EE.LL..
– Gestione del sistema incentivante previsto dal Fondo Sviluppo e Investimenti
– Verifica dell’efficacia del sistema autorizzatorio per i servizi di collegamento aeroportuale
– Implementazione sistema di monitoraggio
– Creazione dello “sportello” per la raccolta delle proposte e osservazioni da parte degli utenti
T.P.L.
– Diversificazione, potenziamento e ulteriore incremento qualitativo e quantitativo dell’offerta dei
servizi autorizzati di collegamento aeroportuale
– Trasparenza tariffaria e omogeneizzazione delle condizioni di accesso al servizio taxi per
l’utenza nel sistema aeroportuale.
– Abbassamento dell’età media del parco autobus, miglioramento dell’accessibilità dei mezzi,
(autobus a pianale ribassato), diminuzione dei fattori di inquinamento (autobus a basso “impatto
ambientale”), implementazione tecnologie innovative a sostegno di “servizi non convenzionali”
(servizi a chiamata, taxi collettivo…..)
129
Titolo dell’obiettivo specifico
8.2.4 Realizzazione dell’integrazione modale e tariffaria del Trasporto Pubblico Regionale
Descrizione dell'obiettivo specifico
La Regione intende realizzare un nuovo sistema tariffario flessibile e trasparente, che consenta il
passaggio da tariffe "vincolate" a tariffe "vigilate", più aderenti al nuovo modello organizzativo
incentrato sui contratti di servizio, quale strumento di regolazione dei rapporti P.A. - vettori.
Risultati attesi
– Ottimizzazione dei tempi complessivi di spostamento dell'utenza (sincronia degli orari,
diminuzione sui tempi di attesa negli interscambi, miglioramento accessibilità viabilistica e
condizioni di parcheggio negli interscambi con forte offerta di trasporto).
– Realizzazione di tipologie tariffarie con caratteristiche omogenee tra i diversi vettori e avvio
operativo di sistemi tariffari integrati ferro/gomma in aree territoriali che presentano elevati livelli
di mobilità (es. area Milanese).
Principali obiettivi gestionali
– Prima proposta di definizione di un nuovo sistema tariffario a superamento dell’attuale
normativa regionale (l.r. 44/89).
– Avvio di accordi/convenzioni Regione-EE.LL.-vettori-ATM per l’implementazione della
integrazione tariffaria nell’area Milanese.
– Indirizzi per la programmazione coordinata dell’offerta finalizzati alla valorizzazione dei servizi
di adduzione, cui dovranno attenersi gli enti locali nella predisposizione dei rispettivi programmi
triennali dei servizi.
– Predisposizione di un piano di riqualificazione delle aree di interscambio finalizzato ad
assicurare la dotazione di standard minimi di riferimento.
– Miglioramento della comunicazione verso il pubblico, assicurando un’informazione sistematica
ed uniforme dell’offerta complessiva dei servizi di trasporto fornendo anche un’immagine unitaria
dell’iniziativa regionale.
– Coinvolgimento di enti locali e gruppi di interesse economico per la riqualificazione e l’utilizzo
delle aree relative alle stazioni non presenziate.
130
Titolo dell’obiettivo specifico
8.2.5 Interventi di carattere organizzativo e finanziario per il sostegno della mobilità a fini
turistici
Descrizione dell’obiettivo specifico
In Lombardia, pur essendo una delle regioni europee con la più alta concentrazione di navigazione
interna a fini turistici e di trasporto locale, le potenzialità di questo settore sono state in passato
sottovalutate.
La riorganizzazione di tutte le risorse che influiscono sulle possibilità di sviluppo di questa modalità
di trasporto diviene particolarmente importante nel momento in cui il processo di regionalizzazione
in corso porterà alla regione Lombardia le competenze amministrative sia in materia di demanio
delle acque interne sia in materia di navigazione lacuale pubblica.
L’obiettivo primario che ci si pone è la riorganizzazione e l’integrazione di tutte le risorse che sono
state regionalizzate o sono in corso di regionalizzazione. In alcuni casi in primo luogo bisogna
completare il passaggio di competenze dallo Stato alla regione.
Risultati attesi
– Migliore integrazione del trasporto su acqua con quello su gomma e su ferro.
– Migliore integrazione della navigazione lacuale pubblica con le attività turistiche.
– Razionalizzazione delle strutture organizzative e decentramento delle competenze agli enti
locali ove possibile
– Miglioramento delle strutture portuali dedicate alla navigazione lacuale pubblica e privata
Principali obiettivi gestionali
– Completamento delle deleghe ai Comuni non lacuali ai sensi della l.r. 22/98 (darsene, navigli e
fiumi navigabili)
– Progetto di legge sulla navigazione lacuale
– Sperimentazione di un servizio di pronto intervento nautico sul lago di Garda
– Predisposizione convenzione e piano finanziario per ristrutturazione del Piroscafo Patria
– Passaggio integrale delle competenze in materia di demanio portuale ed extraportuale ai Comuni
– Approvazione del Piano per lo sviluppo della portualità
– Messa in gara del servizio navigazione lago d’Iseo
– Approvazione di un insieme coordinato di norme che disciplinino i vari aspetti inerenti la
sicurezza della navigazione
131
Obiettivo programmatico di riferimento
8.3 Riqualificazione e potenziamento delle infrastrutture di trasporto in Lombardia
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.1 Completamento e sviluppo del sistema autostradale e della grande viabilità
Descrizione dell’obiettivo specifico
La rete lombarda della grande viabilità, articolata in sistema autostradale, sistema delle grandi
direttrici regionali e sistemi tangenziali dei capoluoghi provinciali, non riesce, per quanto estesa, ad
assorbire e distribuire efficacemente il volume di traffico generato e/o attratto dal sistema
socioeconomico lombardo. In particolare, l’originaria struttura radiocentrica della rete autostradale,
che continua a gravitare sul polo regionale di Milano, conduce tutti i flussi di traffico a confluire e
strozzarsi in prossimità del capoluogo, coinvolgendo e rallentando reciprocamente – e sempre più
densamente - sia chi vi e’ diretto sia chi è costretto a passarvi accanto per mancanza di direttrici
alternative. Meccanismo analogo si verifica per i capoluoghi di Provincia, anch’essi
generatori/attrattori di traffico di persone e merci, che rischiano di riprodurre l’ingorgo milanese. A
fronte di tale situazione si impongono interventi radicali e strategici, che consentano di risolvere i
grandi nodi della viabilità contribuendo alla fluidificazione del traffico sull’intera rete. L’obiettivo
si propone in tale contesto la riqualificazione, il completamento e lo sviluppo della rete di grande
viabilità della Lombardia, al fine di garantire migliori collegamenti ed una maggiore fluidità negli
spostamenti di persone e cose. L’obiettivo fa’ riferimento in particolare al coordinamento
istituzionale della fattibilità, dello sviluppo progettuale e della realizzazione delle nuove direttrici,
tra le quali il Sistema Viabilistico Pedemontano, la direttissima Milano-Brescia, la nuova
circonvallazione est esterna di Milano e del bypass della A4. Sono parte di questo obiettivo anche i
progetti e gli interventi di completamento dei sistemi tangenziali dei poli regionali, tra i quali
Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona e gli interventi di riqualifica di grandi direttrici viabilistiche
quali la S.S.n.415 “Paullese”, la S.S.n.340 “Regina” e la S.S.n.36 Monza - Cinisello.
Risultati attesi
– diminuzione del livello di congestione della rete viabilistica
– realizzabilità di nuovi interventi di grande viabilità
– aumento degli indici di mobilità (maggiore flusso con minori tempi di percorrenza entro il
sistema complessivo)
– aumento del concorso di risorse private nella realizzazione di infrastrutture di trasporto
– incremento del livello di sicurezza
Principali obiettivi gestionali
– Conclusione della prima fase delle verifiche di fattibilità previste dal Protocollo d’Accordo del
13 marzo 2000 sul Sistema Viabilistico Pedemontano
– Conclusione delle consultazioni preliminari con gli Enti locali interessati al tracciato del
collegamento autostradale diretto Milano-Brescia
– Conclusione delle verifiche di fattibilità della tangenziale est esterna di Milano e della
interdipendenza con il progetto del collegamento autostradale diretto Milano-Brescia.
– Conclusione delle verifiche di pre-fattibilità in project financing del bypass A4-A8.
– Redazione del progetto di legge in materia di concessioni autostradali regionali.
– Progetto del nuovo sistema tangenziale sud di Brescia - 1° lotto: avvio Conferenza di Servizi
– Progetto del nuovo asse interurbano di Mantova (lotti A1, A2, A3 e A4): avvio Conferenza di
Servizi.
– Avvio delle procedure di appalto dei lavori di esecuzione del sistema tangenziale di Bergamo 1° stralcio.
132
– Avvio delle procedure di appalto dei lavori dello svincolo della Cerca lungo la S.S. n. 415
"Paullese" e affidamento della progettazione definitiva del tratto Peschiera B. - Spino d'Adda.
– Avvio delle procedure di appalto dei lavori di riqualifica S.S. n. 340 "Regina" - 2° stralcio.
– Approvazione del progetto definitivo dei lavori di riqualifica della S.S. n. 36 Monza - Cinisello
Balsamo da parte della Conferenza di Servizi ed inizio della progettazione esecutiva.
– Definizione di fattibilità e sviluppo progettuale del sistema viabilistico pedemontano
– Definizione di fattibilità e sviluppo progettuale del collegamento autostradale diretto MilanoBrescia
– Definizione di fattibilità e sviluppo progettuale della tangenziale est esterna di Milano
– Integrazione ed estensione della rete autostradale esistente
– Definizione di fattibilità e sviluppo progettuale del bypass a4-a8
– Disciplina delle concessioni autostradali regionali
– Definizione progettuale del nuovo sistema tangenziale sud di Brescia - 1° lotto
– Definizione progettuale ed avvio dell'appalto del nuovo asse interurbano di Mantova (lotti
A1,A2,A3 e A4)
– Definizione progettuale ed avvio realizzazione del sistema tangenziale di Bergamo - 1° stralcio
– Definizione progettuale ed avvio dell'appalto degli interventi di riqualifica della S.S. n. 415
"Paullese"
– Avvio dei lavori di riqualifica della S.S. n. 340 "Regina" - 2° stralcio nella zona di Menaggio
– Definizione progettuale ed aggiudicazione dell'appalto dei lavori di riqualifica della S.S.n.36
Monza - Cinisello Balsamo
133
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.2 Riqualificazione della rete viaria locale e sui nodi critici della viabilità regionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nella regione Lombardia a fronte dell’aumento sempre maggiore del livello di utilizzazione della
rete viaria principale e locale non è corrisposto uno sviluppo della stessa rete adeguato alle nuove
richieste emergenti e ad accettabili livelli di sicurezza.
Ciò ha accentuato i problemi viabilistici infrastrutturali soprattutto lungo le direttrici più
congestionate e le intersezioni più critiche.
Alcune di queste problematiche hanno visto il crescere di esigenze di interventi manifestate da
EE.LL., che si sono a loro volta proposti come compartecipatori e cofinanziatori degli interventi
stessi
L’obiettivo principale è pertanto quello di realizzare interventi infrastrutturali sulla rete viaria
statale e provinciale per la risoluzione di problematiche viabilistiche tramite il coinvolgimento,
coordinato dalla Regione, di più soggetti (Province, Comuni, Società autostradali, ANAS, ecc.)
dando attuazione ad accordi già sottoscritti o in fase di sottoscrizione o che verranno proposti.
Questo consentirà una consapevole e condivisa scelta progettuale e la promozione di forme di
concorso finanziario in cui la regione parteciperà tramite l’attivazione di strumenti finaziari integrati
(FIP, FRISL, ecc.)
Risultati attesi
– Realizzazione degli interventi con risoluzione delle problematiche viabilistiche locali
– Diminuzione del livello di congestionamento delle strade, dell’indice di incidentalità, del livello
di inquinamento acustico ed ambientale, dei tempi di percorrenza e dei costi economico-sociali
connessi alla movimentazione.
Principali obiettivi gestionali
– Attuazione interventi già finanziati ex l.r. 31/96 secondo la tempistica definita negli specifici
accordi.
– Completamento delle procedure ex l.r. 31/96 relative ad interventi già assentiti dal Nucleo di
valutazione e dalla Giunta Regionale ed a nuove proposte.
– Attuazione di interventi sulla rete stradale locale finanziati con leggi regionali.
134
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.3 Promozione del concorso finanziario privato nella realizzazione di nuove infrastrutture
Descrizione dell'obiettivo specifico
Gli interventi infrastrutturali sono caratterizzati da due grandi complessità. Quella istituzionale da
un lato, derivante dal coinvolgimento di numerosi attori locali con disponibilità diverse ed a volte
contrastanti. Quella finanziaria dall’altro, per la difficoltà di reperire le risorse occorrenti alla
realizzazione dell’intervento. Se la prima complessità è quasi sempre superabile con la mediazione
istituzionale alla luce dell’interesse collettivo, la seconda si trasforma spesso in una barriera
invalicabile. La Regione non dispone ancora di risorse proprie sufficienti a sviluppare interventi del
costo di migliaia di miliardi, ed il ricorso alle finanze dello Stato è sempre più difficile e limitato.
Si impone quindi la necessità di percorrere strade alternative, che consentano di attrarre anche
risorse private nella realizzazione delle grandi opere infrastrutturali.
L’obiettivo ha origine nella possibilità di realizzare autostrade di livello regionale in regime di
concessione, introdotta dalla L.R. 1/2000. Il ricorso al regime concessorio rende possibile la
realizzazione delle infrastrutture in assenza o forte riduzione del costo per l’Amministrazione
pubblica, a fronte dell’uso a pedaggio dell’infrastruttura che ripaga, negli anni di durata della
concessione, l’investimento di chi realizza e gestisce l’opera. Questo sistema consente di realizzare
interventi di grande viabilità regionale, con caratteristiche strategiche per la mobilità complessiva,
senza ricorso esclusivo alle scarse risorse pubbliche. Si supera quindi l’irrealizzabilità di opere la
cui necessità ha carattere strategico per la mobilità regionale.
La praticabilità del nuovo sistema richiede una legge specifica che disciplini il regime delle
concessioni, entro la quale sarà inserita la possibilità di ampliare il ricorso a sistemi di finanza
innovativa (project financing) anche per la realizzazione di opere viabilistiche non autostradali, e si
introdurranno formule di partecipazione della Regione alle iniziative promosse in tale direzione
dagli Enti locali.
Risultati attesi
Possibilità di ampliamento della gamma di interventi sulle infrastrutture a parità di budget.
Aumento delle risorse private che partecipano allo sviluppo di infrastrutture di trasporto.
Sviluppo della capacità dei comuni di proporre progetti realizzabili con risorse private.
Principali obiettivi gestionali
– Redazione del progetto di legge.
– Promozione di interventi viabilistici in project financing
– Definizione dei criteri di valutazione per la selezione dei progetti candidabili alla realizzazione
in regime di finanza di progetto
– Definizione del regolamento per l’accesso al fondo di rotazione per gli studi di fattibilità degli
interventi in finanza di progetto
– Determinazione delle risorse finanziarie occorrenti alla attivazione del fondo
135
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.4 Attivazione e attuazione degli interventi di accessibilità ferroviaria e stradale individuati
nell'Accordo di Programma Quadro Malpensa 2000
Descrizione dell’obiettivo specifico
Con l’Accordo di Programma Quadro sottoscritto nel marzo 1999, sono stati definiti gli interventi
volti a sviluppare un sistema composito ed integrato finalizzato all’accessibilità ferroviaria e
stradale all’aeroporto di Malpensa 2000.
Gli interventi stradali e ferroviari, alcuni dei quali già realizzati, rientrano pertanto in un dettagliato
programma che ne individua puntualmente tempi e copertura finanziaria e che dovrà essere
attentamente monitorato al fine di prevenire ed evitare qualsiasi intoppo che ne possa rallentare il
compimento.
La realizzazione complessiva del programma di interventi consentirà infatti di fornire un adeguato
supporto alle ipotesi di sviluppo dello scalo aeroportuale nonché di contribuire in maniera
sostanziale all’infrastrutturazione di una ampia parte di territorio regionale e conseguentemente, per
quanto concerne il settore ferroviario, di aumentare le potenzialità dell’istituendo Sistema
Ferroviario Regionale. A tale proposito, è inoltre opportuno rilevare che, oltre a nuovi interventi
infrastutturali, in tale accordo sono ricompresi anche programmi di intervento di riqualificazione
della rete esistente (si pensi al programma di mitigazione da rumore relativo alla rete FNM) e di
ammodernamento del materiale rotabile.
Alcuni degli interventi dell’Accordo di programma in oggetto, la riqualificazione della linea di
gronda Saronno-Seregno e la progettazione della linea FS Seregno-Carnate-Bergamo, sono peraltro
elementi fondanti del “Protocollo d’Intesa per la definizione degli interventi a completamento e
adeguamento del sistema dei trasporti su ferro per l’area della Brianza”, di prossima sottoscrizione
con il Ministero dei trasporti, gli Enti locali e le Aziende di trasporto operanti nel bacino.
Risultati attesi
Riduzione dei tempi di percorrenza medi per l’accessibilità stradale e ferroviaria all’aeroporto
Malpensa, miglioramento del Servizio Ferroviario Regionale e soluzione dei nodi critici di
congestione stradale.
Principali obiettivi gestionali
– Predisposizione progetto preliminare e definitivo Lotto ferroviario Arcisate Stabio.
– Approvazione progetti preliminari al raddoppio selettivo Novara-Vanzaghello e nodo di Novara.
– Approvazione progetti preliminari ammodernamento tecnologico e mitigazione rumore sulla
rete FNME e riqualificazione della linea Saronno-Seregno.
– Completamento procedura VIA ed avvio progetto esecutivo del collegamento Malpensa S.S.
527-A4 (Boffalora) - S.S. 11
– Progetto preliminare della variante alla S.S. 341
– Progetto preliminare della variante alla S.S. 33
– Progetto preliminare della variante alla S.S. 342: Peduncolo di Vedano Olona e tratto Solbiate Olgiate Comasco.
– Avvio delle procedure di appalto per il tratto nel Comune di Olgiate Comasco della variante alla
S.S. 342
– Completamento delle progettazioni per le opere connesse alla linea ferroviaria Malpensa
Express nei Comuni di Magnago e Vanzaghello
– Modifica dell'A.d.P. per l'interramento della linea FNM a castellanza e avvio progettazione della
nuova stazione
– Completamento dei lavori di ammodernamento della stazione Milano Cadorna
– Approvazione progetto definitivo del quadruplicamento Cadorna-Bovisa
– Chiusura accordi di programma raddoppio della Milano-Mortara e Bergamo-Treviglio.
136
– Progetto esecutivo del collegamento Malpensa / Boffalora - S.S. 11 e appalto per il 1° lotto.
– Progetto definitivo e conclusione procedura VIA della variante alla S.S. 341.
– Progetto definitivo e conclusione procedura VIA della variante alla S.S. 33.
– Progetto definitivo e conclusione procedura VIA variante alla S.S. 342 peduncolo di Vedano
Olona e tratto Solbiate Olgiate C.
– Realizzazione del tratto di Olgiate Comasco della variante alla S.S. 342.
– Appalto dei lavori per le opere connesse alla linea ferroviaria Malpensa Express nei Comuni di
Magnago e Vanzaghello.
– Appalto delle opere per l'interramento della linea FNM a Castellanza e per la realizzazione della
stazione di Busto A..
137
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.5 Integrazione del sistema infrastrutturale ferroviario lombardo nelle reti europee
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il contributo decisivo per il SFR dovrà venire dalla realizzazione dell'Alta Capacità ferroviaria, in
quanto solo attraverso la disponibilità di nuovi binari sarà possibile recuperare capacità sulle linee
storiche di adduzione al nodo di Milano (da Treviglio, da Novara, da Lodi e, un domani con la
realizzazione della nuova linea Lugano-Milano del Gottardo, da Como e/o da Gallarate).
L’attuazione delle linee di Alta Capacità risulta essere necessaria per il collegamento tra poli di
media-lunga distanza, sia per i passeggeri che per le merci, all’interno del disegno delle reti TEN
transeuropee, e come elemento necessario per sottrarre alle linee storiche le tracce attualmente
utilizzate dai treni passeggeri a lunga percorrenza e merci, e permettere di conseguenza un corretto
e potenziato servizio ferroviario regionale.
A Milano dovrebbero fare capo quattro linee AC; per nessuna di esse sono ancora iniziate le opere.
Si stanno definendo le progettazioni per le linee da Torino (Certosa) e Venezia (Pioltello) mentre
per Bologna (Rogoredo) è stato approvato il progetto definitivo.
I quadruplicamenti relativi all’Alta Capacità potranno consentire un significativo salto di qualità
nell’organizzazione del servizio.
Secondo le valutazioni FS la capacità delle direttrici passerà dai 200-250 treni/giorno delle attuali
linee a doppio binario a 500-550 treni/giorno, in virtù dei quadruplicamenti e a condizione che le
linee esistenti vengano opportunamente adeguate.
Va tuttavia considerato che l’aumento delle potenzialità sarà accompagnato da un altrettanto
notevole incremento delle intensità di circolazione di tutte le tipologie di traffico: veloce, merci,
locale, comprensoriale.
In proposito le FS hanno previsto che il traffico ferroviario a Milano passasse dai 134.000
viaggiatori/giorno del 1996 ai 310.000 viaggiatori/giorno del 2003, data in cui era prevista la
realizzazione delle nuove linee AV. Si trattava di un incremento del 130%, (piena utilizzazione del
Passante).
Queste stime renderebbero indispensabili ripensamenti in ordine alla:
– valorizzazione delle potenzialità residue delle opere infrastrutturali che si rendono disponibili.
– ripartizione del traffico tra linee AC e linee storiche sulle quali deve essere sviluppata l’offerta
di trasporto regionale, in modo da calibrare l’entità dell’offerta secondo criteri di nuovi modelli di
esercizio.
Se si conferma l’impostazione secondo la quale la realizzazione della rete Alta Capacità,
consentendo la gerarchizzazione della rete e la regolarità dei servizi, possa definire delle nuove
opportunità (lo sviluppo di un servizio regionale e locale di tipo cadenzato) è necessario valutare la
domanda di utenza acquisibile e prevedere specifici modelli di esercizio (ad oggi ancora carenti).
Risultati attesi
– Riduzione dei tempi di percorrenza passeggeri per i collegamenti di media e lunga distanza tra i
capoluoghi.
– Maggiore capacità ferroviaria per il trasporto merci sulle direttrici est-ovest e nord-sud.
– Potenziamento del Servizio Ferroviario Regionale mediante l’utilizzo delle tracce sulle linee
storiche attualmente utilizzate dai treni a lunga percorrenza passeggeri e merci.
Principali obiettivi gestionali
– Approvazione linea AC MI-TO in sede di Conferenza di Servizi Ministeriale.
– Gestione in sede di Osservatorio Ambientale ministeriale della cantierizzazione linea AC MIBO
– Concertazione con Proponente e Enti Locali Territoriali per l’approvazione della linea AC MIVR, tratta Treviglio-Brescia
138
– Approvazione linea AC MI-VR
– Concertazione con FS, Stato, Confederazione Elvetica, Canton Ticino ed Enti Locali Territoriali
per la definizione della nuova linea AC del Gottardo
– Definizione tracciato nuova linea AC del Gottardo.
139
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.6 Programmazione di nuovi interventi strutturali e/o tecnologici sulle infrastrutture
ferroviarie esistenti per l’attuazione del Servizio Ferroviario Regionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il Servizio Ferroviario Regionale rappresenta la struttura portante del trasporto pubblico in
Lombardia.
Affinché il Servizio possa operare al pieno delle sue potenzialità, è indispensabile riqualificare e
potenziare la rete infrastrutturale e migliorare le dotazioni tecnologiche (segnalamento, impianti di
controllo del traffico, banalizzazione delle linee ferroviarie, ecc.).
Gli interventi devono essere concentrati particolarmente sui nodi ferroviari, le stazioni e i tratti di
linee sature.
Il nodo ferroviario di Milano, si configura quale cerniera e punto d’interscambio tra numerosi
direttrici:
– Est-ovest, aperta ai collegamenti transalpini;
– Nord – sud, aperta verso i valichi del Sempione e del Gottardo;
– Sud-ovest, verso i porti della Liguria.
Con il traffico viaggiatori a media e lunga distanza ed il traffico merci, si deve considerare la
presenza di un intenso traffico comprensoriale e la necessità di realizzare un’idonea sinergia fra il
trasporto ferroviario e le linee metropolitane di Milano.
Il potenziamento del nodo di Milano e l’inserimento del Passante nello stesso sono da sviluppare
con fattibilità specifiche.
Il Passante Ferroviario è entrato in esercizio nel dicembre 1997, con servizio navetta tra la stazione
delle FNME di Bovisa e Porta Venezia (6 treni/ora per direzione).
Dal giugno 1999 sono entrati nel Passante sia i treni delle FS della linea Varese - Gallarate - Milano
Certosa, sia delle FNME da Saronno e da Seveso, tutti attestati a Porta Venezia.
Si prevede:
– nel 2001 l’attivazione della stazione Villapizzone, sul ramo verso Milano Certosa FS e il
prolungamento da Porta Venezia fino alla stazione Dateo;
– nel 2003 il completamento della tratta urbana da Dateo alla stazione Vittoria;
– nel 2005 uscita verso Rogoredo.
Da quel momento il Passante potrà raggiungere la sua piena funzionalità purché contestualmente,
venga completato il quadruplicamento della tratta Pioltello - Treviglio.
I benefici consentiti dal completamento del Passante riguardano il superamento del vincolo del
sistema degli attestamenti, sulle stazioni di testa di Centrale, Garibaldi e Cadorna nonché
l’integrazione delle provenienze dal settore nord-ovest delle FS e dalle FNME con quelle dal settore
sud-est. Tale “cucitura” sarà, tuttavia, solo parziale, in quanto il Passante non sarà accessibile dalle
linee FS provenienti da Como, Lecco, Bergamo via Carnate e Mortara.
Gli interventi di ammodernamento dell’infrastruttura devono conseguire idonei livelli di sicurezza
attraverso:
– utilizzazione dei sistemi di distanziamento dei treni (ATC) e dei controlli centralizzati del
traffico (CTC);
– ottimizzazione degli impianti delle stazioni e dei nodi ferroviari;
– velocizzazione delle linee, correzioni del tracciato per aumentare velocità della linea ed
eliminazione dei passaggi a livello;
– acquisizione di nuovo materiale rotabile idoneo a garantire un servizio metropolitano ad alta
frequenza del tipo dei treni TAF.
Per il miglioramento del materiale rotabile dovranno essere definiti specifici programmi di
finanziamento sia regionale che dello Stato.
Il nodo ferroviario di Milano è quello su cui devono essere indirizzati gli interventi con carattere di
priorità.
140
Risultati attesi
– Miglioramento della sicurezza sia sulle linee ferroviarie che sulla rete stradale interferita.
– Aumento della velocità d’esercizio dei treni a seguito di previsti adeguamenti tecnologici
– Maggiore integrazione tra il Servizio Ferroviario Regionale e le diverse modalità di trasporto
urbano, con particolare riferimento al nodo di Milano.
Principali obiettivi gestionali
– Individuazione interventi ferroviari finalizzati al raddoppio selettivo e adeguamenti tecnologici
a seguito di specifiche necessità derivanti dall'attuazione del Servizio Ferroviario Regionale.
– Avanzamento opere Passante secondo il Programma lavori urgenti.
– Definizione, d'intesa con il Comune di Milano, degli interventi per il Nodo di Milano.
141
Titolo dell’obiettivo specifico
8.3.7 Sviluppo ed implementazione del modello organizzativo per la gestione della rete viaria
regionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il nuovo modello organizzativo per la gestione della rete viaria regionale prevede una
gerarchizzazione di tutta la rete viaria sul territorio della Lombardia. La gerarchizzazione identifica
alcuni collegamenti di rilevanza internazionale e nazionale (rete principale), una rete di livello
regionale (collegamenti interprovinciali e tra grandi centri logistico territoriali) ed una ulteriore
maglia costituita dalle reti provinciali (collegamenti fra comuni). Alla rete così ipotizzata
corrisponderà per la maglia principale la competenza statale (come è già ad oggi) e una competenza
regionale e provinciale per le successive. Allo stato attuale anche la rete di livello regionale è in
carico allo stato tramite la gestione Anas.
La Legge 59/97 ed il D.Lgs. 112/98 prevedono il trasferimento a Regioni e Province delle funzioni
di programmazione, gestione e manutenzione delle strade non rientranti nella rete stradale
nazionale. La L.R. 1/2000 prevede il trasferimento alle province delle suddette strade ex-statali e
delle funzioni di gestione connesse. Si identificheranno così le competenze di manutenzione e
gestione della rete regionale e provinciale a carico delle Province mentre la funzione
programmatoria viene mantenuta in capo alla Regione.
L’obiettivo principale è dare piena attuazione al trasferimento del demanio stradale ex statale e delle
corrispondenti risorse finanziarie, patrimoniali e umane alle Province, attraverso la definizione di
criteri e metodologie per la ripartizione tra le Province delle risorse economiche, umane e
strumentali trasferite dallo Stato inerenti lo sviluppo delle infrastrutture viarie.
Si dovrà procedere inoltre alla contestuale costituzione del catasto stradale regionale quale
indispensabile strumento, previsto dalla legislazione, per una migliore programmazione degli
interventi nella rete viaria di manutenzione sia ordinaria che straordinaria. Per permettere un pieno
governo da parte della Regione dell’aspetto programmatorio in ambito viabilistico si procederà alla
realizzazione di un sistema informativo per la rilevazione e l’analisi dei flussi di traffico ed il
monitoraggio degli interventi infrastrutturali sulla rete viaria, con particolare riferimento a quelli
inseriti nell’Accordo di Programma Quadro “Riqualificazione e potenziamento del sistema
autostradale e della grande viabilità della Regione Lombardia”
Risultati attesi
– Attuazione del sistema dei trasferimenti e creazione di collegamenti interistituzionali per
l’organica gestione della rete stradale
– Accelerazione delle procedure di manutenzione ordinaria delle rete stradale ex statale
– Accelerazione delle procedure di esecuzione di interventi infrastrutturali sulla rete stradale ex
statale
Principali obiettivi gestionali
– Definizione dei criteri di ripartizione tra le Provincie delle risorse finanziarie, patrimoniali e
umane inerenti la gestione della rete stradale regionale.
– Formulazione degli standard di acquisizione e scambio dati per il sistema conoscitivo /
informativo relativo a: 1) traffico veicolare extraurbano; 2) interventi programmati ed in
esecuzione su strade regionali.
– Prima fase di realizzazione del grafo stradale e definizione degli standard di base della struttura
informativa per la costituzione del catasto stradale regionale.
– Acquisizione dati per la definizione degli standard minimi di manutenzione della rete viaria
regionale.
– Trasferimento alle Provincie di strade e risorse finanziarie, patrimoniali e umane inerenti la
gestione della rete stradale regionale
142
– Approvazione dei criteri di ripartizione tra Province delle risorse economico-finanziarie per
investimenti sulla rete stradale regionale
– Operatività del sistema conoscitivo / informativo relativo agli inteventi programmati ed in
esecuzione su strade regionali, con particolare riferimento al monitoraggio degli ADPQ,
acquisizione dati relativi al traffico veicolare extraurbano e fase sperimentale della modellizzazione
del sistema della viabilità regionale
– Implementazione del catasto stradale regionale
– Definizione degli standard di manutenzione della rete viaria regionale
143
Obiettivo programmatico di riferimento
8.4 Sviluppo ed integrazione del Sistema aeroportuale lombardo
Titolo dell’obiettivo specifico
8.4.1Creazione e sviluppo del sistema aeroportuale regionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Assegnazione a ciascun aeroporto, attraverso la programmazione di adeguate azioni di sviluppo, di
un proprio ruolo che ne consenta il posizionamento su un mercato, che a beneficio di tutto il
sistema, non dovrà risultare concorrenziale con il proprio hub, in una logica di complementarietà e
di supporto reciproco fra i diversi scali, nell’intento di costituire un sistema aeroportuale efficiente e
competitivo, in grado di servire adeguatamente non solo Milano ma anche l’intera Regione.
Il sistema avrà come perno l’HUB di Malpensa ma dovrà al contempo essere strutturato per
consentire nel medio-lungo periodo lo sviluppo di un secondo scalo di primaria importanza che per
le favorevoli condizioni territoriali ed ambientali risulta attualmente individuabile nell’aeroporto di
Montichiari.
Risultati attesi
– Aggiornare la programmazione regionale e conseguentemente fornire indicazioni per lo
sviluppo della programmazione nazionale.
– Garantire una adeguata accessibilità intercontinentale alla Regione.
– Recuperare quote di mercato di trasporto aereo attualmente gestite dagli hub del nord Europa.
Principali obiettivi gestionali
– Redazione del Piano del nuovo Sistema aeroportuale lombardo (aeroporti primari) per definire
precise politiche di sviluppo volte a garantire una adeguata accessibilità intercontinentale alla
Lombardia.
– Ricognizione e verifica delle procedure operative per ottenere il riconoscimento governativo e
U.E. del Sistema aeroportuale lombardo, inteso come ampliamento del Sistema milanese (costituito
dagli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio), con l'inserimento dello scalo di Montichiari.
– Definizione delle linee programmatiche di sviluppo del settore del trasporto merci in relazione
alla evoluzione del mercato, alle sinergie tra il trasporto di passeggeri e di merci ed alle peculiarità
funzionali che caratterizzano gli scali lombardi.
144
Titolo dell’obiettivo specifico
8.4.2Sviluppo degli aeroporti minori e dei servizi elicotteristici
Descrizione sintetica dell’obiettivo specifico
Sul territorio lombardo risultano localizzati numerosi aeroporti minori, aviosuperfici ed elisuperfici.
Nella maggior parte dei casi si tratta di strutture fortemente dipendenti dal territorio circostante in
cui svolgono la propria funzione.
Le attività che si svolgono su tali scali fanno spesso riferimento ai locali Aero club, alle Società di
lavoro aereo ed a quelle di Aerotaxi, ossia attività raggruppate nella denominazione di Aviazione
Generale, le cui ore volate superano di gran lunga quelle dell’aviazione commerciale.
Si tratta di una rete di scali che costituisce nel suo complesso una risorsa spesso sottovaluta e che
potrebbe invece assumere un ruolo significativo per i diversi contesti socio-econnomici regionali di
riferimento.
L’obiettivo da perseguire è quello di definire una razionale programmazione degli interventi
infrastrutturali di potenziamento e ammodernamento dei singoli scali minori, nonché precisare le
strategie per lo sviluppo dei servizi di trasporto aereo locale: elisoccorso, lavoro aereo, protezione
civile, aerotaxi, addestramento, attività sportive ed in particolare turismo. In quest’ultima attività
dovrà essere sostenuta la possibilità di avviare, in un quadro organico, collegamenti stagionali con
le mete turistiche di corto / medio raggio.
Si dovrà inoltre verificare la possibilità di collegare tra loro città di medie dimensioni, o ambiti
territoriali caratterizzati da insufficiente accessibilità terrestre, sia direttamente sia tramite hub di
terzo livello (piccoli aeroporti molto flessibili localizzati presso città di medie dimensioni).
Risultati attesi
– Definizione di una rete regionale di aeroporti minori.
– Verifica della coerenza delle decisioni di avvio di nuovi interventi e servizi rispetto alle
indicazioni programmatiche del Piano del Sistema Aeroportuale.
– Verifica delle potenzialità di sviluppo di nuovi servizi di trasporto aereo locale.
Principali obiettivi gestionali
– Sviluppo della rete degli aeroporti minori e dei servizi di elitrasporto attraverso la valutazione
delle proposte di potenziamento degli scali minori e con riferimento agli obiettivi programmatici del
Piano.
– Ricognizione degli atti normativi (leggi e regolamenti) regionali che contengano riferimenti
all'attività degli aeroporti minori delle aviosuperfici e valutazione delle opportunità di proposta di
un atto normativo unico.
– Redazione del Piano del sistema aeroportuale lombardo con particolare riferimento allo
sviluppo della rete degli aeroporti minori e dei servizi di elitrasporto.
– Valutazione delle proposte di potenziamento degli scali minori con riferimento agli obiettivi
programmatici del Piano.
– Ricognizione degli atti normativi (leggi e regolamenti) regionali che contengano riferimenti
all’attività degli aeroporti minori o delle aviosuperfici e proposta di una atto normativo unico.
145
Obiettivo programmatico di riferimento
8.5 Potenziamento dei poli logistici , dei centri intermodali e del sistema idroviario
Titolo dell’obiettivo specifico
8.5.1 Interventi di completamento, sviluppo e riorganizzazione dei flussi logistici e delle relative
infrastrutture
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’obiettivo è costituito dal potenziamento delle strutture di interscambio merci presenti in
Lombardia, per ottenere una maggiore integrazione tra modalità di trasporto, un maggiore ricorso
alla ferrovia per il trasporto delle merci e un migliore livello di servizio al sistema economico
lombardo.
Attraverso la riqualificazione e l’ammodernamento di tratte ferroviarie periferiche rispetto al nodo
di Milano, l’obiettivo intende offrire una efficace alimentazione dei poli generatori di traffico
ferroviario evitando l’utilizzo della cintura di Milano, oggi in condizioni critiche di sovrautilizzo, in
modo da sfruttare meglio le sue potenzialità per la penetrazione in area urbana da parte del traffico
passeggeri.
A tal fine si intende operare tramite la seguente articolazione di interventi:
Potenziamento della attuale dotazione infrastrutturale dedicata all’intermodalità: agli impianti
intermodali oggi operanti in Lombardia va aggiunta una nuova offerta, che consenta di far fronte ai
previsti aumenti di traffico merci e di sfruttare adeguatamente la nuova capacità che sarà disponibile
a seguito della realizzazione dei nuovi valichi alpini del Loetschberg e del San Gottardo. Laddove
possibile, sarà privilegiato l’adeguamento e l’ammodernamento degli impianti esistenti, per
aumentarne la capacità.
Risultati attesi
– Completamento delle previsioni del Piano Regionale dell’Intermodalità e Logistica
– Identificazione di nuovi poli logistici, in cui le attività logistiche possano integrarsi anche al
servizio di trasporto ferroviario.
– Aumento delle interconnessioni tra la rete FS e la rete FNM (particolarmente strategici i nodi di
Busto e di Seregno)
– Realizzazione di raccordi ferroviari ai distretti industriali maggiori.
Principali obiettivi gestionali
– Avvio del Centro intermodale di Segrate e della realizzazione dell’Interporto di Bergamo
Montello.
– Sviluppo dei Poli Logistici.
– Sviluppo delle progettazioni di raccordi ferroviari a distretti industriali.
146
Titolo dell’obiettivo specifico
8.5.2 Sviluppo del sistema Idroviario padano-veneto e delle idrovie collegate
Descrizione dell’obiettivo specifico
La navigazione interna commerciale nel passato è sempre stata scarsa a causa delle condizioni di
navigabilità sul Po che non sono sempre ottimali e della scarsità di strutture intermodali che
permettano un agevole scambio ferro-acqua e gomma-acqua.
Oggi, grazie anche allo sviluppo della navigazione fluvio-marittima, si sta assistendo ad una ripresa
dell’interesse per gli scambi via acque interne, sia per le merci che per l’uso turistico da crociera. La
Lombardia si trova geograficamente nella situazione migliore per trarre profitto dallo sviluppo di
strutture idroviarie adatte a questi scopi.
Si tratta quindi di programmare e realizzare una serie di investimenti che migliorino sensibilmente
le possibilità di navigazione sul Po e le strutture portuali commerciali lombarde favorendo la
creazione di centri intermodali collegati ai porti stessi (Cremona e Mantova).
La Lombardia è poi storicamente la regione dei “navigli” oggi è pensabile il ripristino di una parte
di questi canali per la navigazione turistica.
Per favorire lo sviluppo della navigazione fluviale bisogna infine riorganizzare le strutture
gestionali sia a livello regionale che interregionale adattandole alla nuova situazione.
Risultati attesi
– Realizzazione del nuovo assetto istituzionale di gestione del Sistema Idroviario Padano-Veneto.
– Incremento del trasporto fluvio-marittimo con partenza e destinazione dai porti lombardi sia per
il trasporto merci che per i servizi da crociera.
– Sviluppo di una modalità di trasporto alternativa alla strada sulla direttrice Est-Ovest
Principali obiettivi gestionali
– Definizione del piano di sviluppo idroviario lombardo e della progettazione definitiva di alcuni
progetti: definizione di un documento direttore sugli investimenti sull’idrovia lombarda; fine della
sistemazione delle sponde del Canale Fissero-Tartaro sul tratto Lombardo
– Completamento delle strutture di accesso al Porto di Cremona e al Porto di Mantova:
completamento lavori magazzino e impianti di carico e scarico al porto di Mantova; approvazione
progetto definitivo per il raccordo ferroviario del porto di Mantova
– Riorganizzazione del sistema di gestione dell’idrovia e delle strutture di gestione dei porti
commerciali lombardi: definizione di un’ipotesi di riorganizzazione delle nuove strutture di
gestione del Porti di Mantova e Cremona e di un’ipotesi di nuova struttura di gestione dell’idrovia
in accordo con le altre regioni interessate
– Studio degli interventi necessari allo sviluppo della navigazione turistica sull’idrovia padanoveneta e vie navigabili minori collegate: definizione di un documento preliminare sulle possibilità
di sviluppo della navigazione turistica
147
9
AMBIENTE
148
Obiettivo programmatico di riferimento
9.1 Politica energetica regionale
Titolo dell’obiettivo specifico
9.1.1 Adozione e attuazione del Piano energetico regionale, aumentando l’utilizzo delle fonti
rinnovabili
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’attività per la pianificazione energetica ha consentito di definire il bilancio energetico regionale e
di porre l’obiettivo di raddoppiare il contributo delle fonti rinnovabili, individuando le relative
priorità. In attuazione dell’Accordo di programma quadro con il Ministero dell’Ambiente, che
comprende obiettivi coerenti con la pianificazione energetica in corso di definizione, verranno
avviati gli interventi per la realizzazione di impianti di cogenerazione che prevedono l’utilizzo
delle biomasse e gli impianti di teleriscaldamento.
Ciò favorirà il corretto smaltimento delle biomasse costituite dai residui produttivi, valorizzando
quelle derivanti dai settori agricoli e forestali, anche ai fini di un maggior presidio delle zone a
bassa densità abitativa.
Verranno inoltre promossi accordi volontari per assicurare l’acquisto, da parte dei “clienti idonei” di
una quota considerevole di energia prodotta da fonti rinnovabili.
Verranno quindi sviluppati programmi specifici per l’ammodernamento degli impianti idroelettrici,
promuovendo altresì la realizzazione di impianti idroelettrici minori.
Fra gli obiettivi primari sono stati individuati anche:
– il rilancio deciso delle installazioni solari termiche, unitamente ad una serie di misure di
accompagnamento per una corretta progettazione e manutenzione degli impianti stessi e la loro
integrazione nell’ambiente costruito.
– le realizzazioni di interventi significativi in campo fotovoltaico per l’elettrificazione di zone
isolate e l’integrazione nell’edilizia abitativa.
Risultati attesi
Riduzione dell’emissione di gas ad effetto serra (a parità di potenzialità energetica);
Riduzione dell’intensità energetica rispetto al PIL regionale;
Aumento della percentuale di fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili.
Principali obiettivi gestionali
Completamento ed adozione del Piano energetico regionale;
- Realizzazione degli impianti di cogenerazione, alimentati con le biomasse, e di
teleriscaldamento previsti nell’APQ;
- Raggiungimento di accordi volontari tipo per la definizione di cliente idoneo, con incluso
l’acquisto di una quota minima di energia da fonti rinnovabili;
- Diffusione, mediante un piano di contributi regionale (finanziato anche con una quota
sull’accise sulla benziana), di impianti solari termici e fotovoltaici;
- Realizzazione di interventi, mediante un piano di contributi regionale (finanziato anche con una
quota sull’accise sulla benzina), per migliorare l’efficienza energetica e consentire l’uso delle fonti
rinnovabili nell’edilizia pubblica;
- Miglioramento tecnologico degli impianti idroelettrici e realizzazione degli impianti minori.
149
Titolo dell’obiettivo specifico
9.1.2 Sostegno alla ricerca per l’innovazione tecnologica tesa a migliorare l’efficienza
energetica
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nell’ambito dei settori ad alto contenuto innovativo, individuati dal Piano energetico in corso di
definizione, è necessario procedere ad ulteriori approfondimenti ed applicazioni dimostrative (es.
produzione di energia con celle a combustibile), attuando programmi di auditing energetico
nell’industria e nel terziario.
Verranno quindi definiti accordi di collaborazione con i centri di ricerca specializzati, tra cui l’Enea,
mirando a coinvolgere anche le aziende energetiche, gli operatori economici, le aziende di trasporto,
gli enti locali.
Un ulteriore punto di ricaduta sarà costituito dal potenziamento delle Agenzie provinciali e locali
per la gestione dell’energia (Punti Energia) e dalla loro trasformazione in tecnostrutture di supporto
agli Enti Locali, valorizzando nel contempo le competenze degli Enti Locali stessi.
Risultati attesi
Riduzione dell’emissione di gas ad effetto serra (a parità di potenzialità energetica);
Riduzione dell’intensità energetica rispetto al PIL regionale.
Aumento della percentuale di fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili.
Principali obiettivi gestionali
- Accordo con il sistema universitario, centri di ricerca e altri enti per la realizzazione di
applicazioni dimostrative sull’utilizzo di combustibili puliti;
- Ridefinizione dell’assetto societario e statutario delle rete dei Punti Energia.
150
Titolo dell’obiettivo specifico
9.1.3 Sostegno agli enti locali per l’adozione di interventi finalizzati alla diffusione di veicoli a
basso impatto ambientale e al contenimento dei consumi energetici negli edifici
Descrizione dell’obiettivo specifico
Al fine di potenziare l’incisività dell’azione degli enti locali, verrà perseguito:
- l’incentivazione all’acquisto dei veicoli elettrici, all’utilizzo di combustibili puliti e alla
realizzazione delle infrastrutture di supporto nelle aree ad alto traffico;
- il supporto alla pianificazione energetica locale;
- lo sviluppo di linee guida, regolamenti edilizi, capitolati tipo per gli appalti pubblici finalizzati
all’adozione di tecnologie e di sistemi costruttivi che consentano di ridurre i consumi energetici
negli edifici pubblici e privati;
- lo sviluppo di appalti di tecnologia (technology procurement), per promuovere l’impiego di
nuovi prodotti più efficienti rispetto a quelli convenzionali;
- la promozione di programmi per l’adozione delle “migliori prassi” e delle “migliori tecnologie
disponibili”.
Verrà inoltre attuato il protocollo d’intesa sottoscritto con il Comune di Milano e l’AEM per la
metanizzazione degli impianti termici degli edifici di proprietà pubblica (situati nell’area omogenea
di Milano e collegati con la rete AEM) e per la realizzazione di altri interventi correlati al
miglioramento dell’efficienza energetica.
Sono in programma analoghe iniziative di più vasto respiro nel settore dell’illuminazione pubblica e
privata e nell’edilizia sanitaria.
Risultati attesi
Riduzione dell’emissione di gas ad effetto serra (a parità di potenzialità energetica);
Riduzione dell’intensità energetica rispetto al PIL regionale.
Principali obiettivi gestionali
- Concessione di contributi ai comuni di maggiori dimensioni per l’acquisto di veicoli elettrici e
relative infrastrutture;
- Promozione di appalti di servizi di trasporto che privilegino le società in grado di garantire la
qualità delle emissioni degli autoveicoli.
- Adozione di schemi di regolamenti comunali tipo per favorire la riduzione dei consumi
energetici negli edifici pubblici e privati;
- Realizzazione di un inventario delle migliori tecnologie disponibili nei settori particolarmente
energivori;
- Attuazione dell’accordo con il Comune di Milano e l’AEM.
151
Obiettivo programmatico di riferimento
9.2 Recupero, valorizzazione e smaltimento dei rifiuti; bonifica delle aree contaminate
Titolo dell’obiettivo specifico
9.2.1 Contenimento e riduzione della produzione rifiuti, adeguamento dei cicli produttivi ed
incentivazione del riutilizzo, recupero e riciclaggio delle frazioni recuperabili
Descrizione dell’obiettivo specifico
Individuazione ed implementazione di strumenti e di azioni atte al contenimento e riduzione della
produzione dei rifiuti alla produzione, anche mediante l’ adeguamento dei cicli di produzione dei
beni.
Innovazione dei cicli industriali finalizzata al miglioramento qualitativo dei livelli di pericolosità
dei rifiuti prodotti.
Sviluppo e supporto del sistema regionale di infrastrutture per la raccolta differenziata dei rifiuti di
origine urbana, per il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio dei medesimi.
Risultati attesi
Riduzione dei rifiuti indifferenziati avviati a discarica controllata o comunque a smaltimento
indifferenziato, incremento delle quote di rifiuto valorizzate, riutilizzate, recuperate, riciclate.
Contenimento dei flussi di rifiuti pericolosi avviati a smaltimento.
Principali obiettivi gestionali
- Ricognizione ed adeguamento della normativa regionale vigente ed aggiornamento delle
normative tecniche, finalizzati al conseguimento degli obiettivi specifici.
- Integrazione e perfezionamento del p.d.l di revisione della l.r. 94/80, acquisizione parere del
Comitato Tecnico e verifica di conformità delle norme tecniche alle direttive CEE.
- Sostegno alla realizzazione delle infrastrutture e delle opere per la gestione e l’incentivazione di
impianti per il riutilizzo, il recupero e per il riciclaggio delle frazioni dei rifiuti anche attraverso
l’uso delle risorse finanziarie del FRISL, e mediante la valutazione e la definizione delle priorità
realizzative dei progetti.
- Sviluppo omogeneo dei servizi di raccolta differenziata sino agli obiettivi del Piano di gestione
regionale, incremento delle raccolte differenziate;
- riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati avviati a smaltimento in discarica;
- finanziamento di iniziative ed opere destinate al recupero e riutilizzo delle frazioni dei rifiuti
urbani previa l’acquisizione pareri tecnico-amministrativi sulla fattibilità degli interventi
individuati.
152
Titolo dell’obiettivo specifico
9.2.2 Pianificazione della gestione dei rifiuti ed attuazione dei contenuti programmatori
Descrizione dell’obiettivo specifico
Aggiornamento della normativa regolamentare e tecnica regionale tenuto conto delle problematiche
e delle criticità conseguenti in particolare alle novità introdotte dalla recente legislazione statale e
comunitaria.
Elaborazione del Piano Regionale di gestione dei rifiuti di origine urbana; definizione dei criteri di
pianificazione provinciale, coordinamento, verifica, approvazione e controllo d’attuazione dei piani
provinciali. Negoziazione finalizzata all’ottimizzazione gestionale dei flussi di rifiuti ed
all’attuazione di competenze e funzioni delegate.
Elaborazione della programmazione regionale per la gestione dei rifiuti di origine produttiva,
individuazione dei fabbisogni di trattamento/smaltimento, ricognizione della offerta impiantistica.
Individuazione di criteri orientativi per la localizzazione di nuovi impianti di recupero e
smaltimento di rifiuti di origine produttiva.
Coordinamento del sistema di controllo e delle funzioni delegate alle Province nonché supporto
tecnico-amministrativo ai soggetti privati in merito alle modalità di applicazione della normativa
statale e regionale.
Informatizzazione della gestione dei dati relativi agli impianti di recupero e smaltimento finalizzata
al soddisfacimento delle richieste di conoscenza della situazione in essere e della sua evoluzione.
Risultati attesi
Integrazione ed aggiornamento della legislazione vigente in ordine alla definizione di atti di
indirizzo e coordinamento della programmazione provinciale per la gestione dei rifiuti di origine
urbana.
Omogeneizzazione dei criteri di programmazione di livello provinciale e coordinamento
d’attuazione dei piani provinciali, anche mediante la regolamentazione della gestione
interprovinciale dei flussi di rifiuti.
Snellimento e velocizzazione della procedura di approvazione dei piani provinciali di gestione dei
rifiuti urbani.
Principali obiettivi gestionali
- Elaborazione delle modifiche da apportare alla normativa regionale vigente ai fini del suo
aggiornamento.
- Monitoraggio del tasso di riduzione dei rifiuti a smaltimento indifferenziato e del sistema
d’applicazione del sistema tariffario;
- elaborazione integrativa della pianificazione regionale del settore dei rifiuti di origine
urbana, approvazione, coordinamento e verifica degli stati di attuazione della
programmazione provinciale;
- regolamentazione dei flussi di gestione interprovinciale dei rifiuti urbani in relazione agli
obiettivi programmatici regionali, anche mediante l’identificazione e l’implementazione degli
strumenti della programmazione negoziata.
- Definizione di criteri orientativi per l’individuazione delle aree idonee e non idonee alla
localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti di origine produttiva;
- elaborazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti di origine produttiva, mediante
l’individuazione dei fabbisogni e dell’offerta di trattamento e smaltimento degli stessi desunta dagli
archivi autorizzativi, e stima del fabbisogno inevaso per tipologia di rifiuto e per tipo di impianto e
delle eventuali necessità di completamento.
- Applicazione dei piani regionali di gestioni dei rifiuti, condatta attraverso l’attività
autorizzatoria regionale, in collaborazione con l’ARPA, in materia di nuovi impianti di recupero e
smaltimento rifiuti e di rinnovo di autorizzazioni in essere;
153
- collaborazione e partecipazione a commissioni tecniche per la valutazione di progetti e
sostegno ai soggetti pubblici (Comuni, Province, Consorzi, Aziende Speciali, ecc..) e privati sulle
modalità di applicazione delle disposizioni statali e regionali in materia di rifiuti;
- coordinamento dell’attività delle Province con particolare riguardo all’attuazione del regime
autorizzatorio previsto dalle procedure semplificate di cui al d.lgs. 22/97 ed il coordinamento delle
istruttorie confluenti nell’autorizzazione ambientale integrata.
- Collaborazione con il Ministero dell’Ambiente ai fini della definizione di norme tecniche, criteri
e standards per la gestione dei rifiuti;
- predisposizione di criteri e linee guida in collaborazione con Strutture regionali in merito a
specifiche problematiche derivanti dalla realizzazione ed esercizio di impianti di recupero e
smaltimento rifiuti.
- ammodernamento dell’archivio informatico degli impianti di recupero e smaltimento rifiuti e
pubblicizzazione dati anche con strumenti telematici.
154
Titolo dell’obiettivo specifico
9.2.3 Innovazioni tecnologiche, ammodernamento di impianti e nuove proposte finalizzate alla
valorizzazione energetica dei rifiuti
Descrizione dell’obiettivo specifico
Sfruttamento del sistema industriale e di impianti minori ed accessori per il recupero energetico sia
da combustibile da rifiuto (CDR) che da altri Rifiuti Speciali; individuazione di tecnologie
impiantistiche innovative tenuto conto anche del panorama di riferimento europeo. L’obiettivo
oggetto di questa proposta va nella direzione di trasformare un problema connesso ai rifiuti in una
soluzione che prospetti opportunità occupazionali e consistenti ritorni economici.
Le attività di recupero energetico da rifiuto hanno avuto nel tempo diverso peso, poichè collegate a
processi di stimolazione d’interesse connessi a finanziamenti particolari, al punto che una delle
conseguenze del CIP6, con il contributo importante dato dall’ENEL per l’acquisto di energia
prodotta da fonti rinnovabili, ha portato a far coincidere il termine “produzione di energia” da
rifiuto con il termine “produzione di energia elettrica”, sebbene la quantità di energia termica
disponibile sia sempre preponderante rispetto a quella elettrica. Il diverso valore economico, la più
facile commerciabilità, il facile vettoriamento, la molteplicità delle applicazioni hanno contribuito
al successo di quest’ultima, mentre il bisogno di un utente vicino, di infrastrutture per il trasporto
del vapore, di un uso mirato di una forma di energia in sé meno flessibile, l’ assenza di un
finanziamento al KWh termico hanno limitato l’interesse allo sfruttamento delle basse entalpie
residue, indipendentemente dalla loro quantità. Questi sono i dati di partenza del tema:
– Esistono, e sono continuamente prodotti sul territorio, ingenti quantitativi di rifiuti che possono
essere recuperati energeticamente con vantaggio economico e nel rispetto delle Norme;
– Questi rifiuti hanno sostanzialmente tre origini:
– urbana (RU), e da questi nasce in parte il filone del CDR,
– da attività produttive, conseguenti alle attività di Aziende industriali, artigianali ed agricole;
– giacenti come rifiuti abbandonati (con riferimento particolare ai pneumatici da rifiuto, per i
quali sono censite alcune aree da bonificare in Lombardia).
– Tutti questi filoni costituiscono giacimenti potenziali di fonti energetiche non sfruttate.
Risultati attesi
– Realizzazione di impianti di produzione energetica (sia termica che elettrica) alimentati dalla
frazione di rifiuto non altrimenti recuperata, presso aziende energivore, evitando la costruzione a
spesa interamente pubblica di grandi impianti di termodistruzione;
– riduzione drastica del fabbisogno di smaltimento rifiuti nelle discariche;
– miglioramento del rendimento energetico dell’ intero sistema;
Principali obiettivi gestionali
- Individuazione e realizzazione di impianti di termovalorizzazione applicati al sistema
industriale, operanti eventualmente anche in regime di autosmaltimento, con recupero di energia
dai rifiuti accessorio e complementare al Sistema Principale del Piano Regionale di gestione dei
rifiuti; l’obbiettivo si raggiunge anche attraverso l’acquisizione del parere del Comitato Tecnico
Regionale ex L.R. 94/80 e la verifica di conformità generale alle Norme CE.
- Sviluppo del Project Financing e di altre tecniche moderne di Finanziamento Tramite Terzi
applicato ai piccoli medi impianti di recupero energetico da rifiuti, attivando un Accordo di
Programma specifico, con reperimento di risorse economiche per erogare finanziamenti alle
iniziative descritte nell’Accordo di Programma, a complemento del Finanziamento T.T.
155
Titolo dell’obiettivo specifico
9.2.4 Bonifica delle aree inquinate, pianificazione e programmazione degli interventi di
bonifica sul territorio lombardo e individuazione del grado di rischio ambientale e per la salute
umana
Descrizione dell’obiettivo specifico
Attuazione del Piano Regionale di Bonifica delle aree contaminate attraverso la realizzazione degli
interventi di bonifica o bonifica con misure di sicurezza delle stesse.
Aggiornamento del Piano Regionale di Bonifica mediante l’implementazione delle informazioni
costituenti l’Anagrafe dei siti inquinati.
Coordinamento ed Alta sorveglianza delle attività di bonifica previste dagli Accordi di Programma,
Protocolli di Intesa, e Atti di transazione.
Sperimentazione, sviluppo e applicazione delle metodologie di definizione delle priorità di
intervento all’interno del Piano di Bonifica delle aree contaminate.
Realizzazione di database relazionali plurinformativi di controllo incrociato dei dati ambientali,
finalizzati all’attività di prevenzione dell’inquinamento e del degrado del suolo.
Predisposizione di proposta di legge regionale recante materia di prevenzione della contaminazione
di siti, programmazione e gestione degli interventi di bonifica e coordinamento con gli strumenti
finanziari.
Risultati attesi
Predisposizione dei database suddetti con output di carte tematiche e sviluppo del metodo desunto
dagli standard internazionali per la definizione delle priorità di intervento.
Proposta di legge.
Aggiornamento del Piano Regionale Bonifica come da D.Lgs. 22/97 e D.M. 471/99 bonifiche e/o
messa in sicurezza delle aree contaminate.
Principali obiettivi gestionali
- Completamento della sezione del Piano Regionale della gestione dei rifiuti relativo alle
bonifiche dei siti contaminati.
- Controllo incrociato tra gli interventi programmati e alta sorveglianza sui lavori.
- Impegni di spesa e decreti di liquidazione delle somme spettanti ai beneficiari.
- Pareri sui progetti di bonifica;
- autorizzazioni ed approvazioni dei progetti di bonifica di competenza regionale;
- individuazione di criteri relativi al livello di rischio delle varie tipologie di aree contaminate;
- avvio di progetti di ricerca con Fondazione Lombardia per l’Ambiente, Istituti Universitari e
C.N.R.
- Definizione dei piani stralcio annuali di realizzazione del Piano con indicazione delle risorse
finanziarie
- Predisposizione di schede per la programmazione annuale indicanti gli interventi e i fabbisogni
finanziari, in funzione dei capitoli di bilancio assegnati alla Direzione Generale per la bonifica e/o
messa in sicurezza delle aree contaminate (l.r. 94/80, l.r. 31/96 e Accordo Quadro in materia
ambientale).
- Alta sorveglianza sull’attuazione del Protocollo di Intesa 30/09/1998 Regione Lombardia,
Comuni di Pioltello e Rodano, Parco Agricolo Sud Milano, Provincia di Milano.
- Pianificazione e coordinamento della realizzazione dell’intervento di bonifica in questione.
156
Obiettivo programmatico di riferimento
9.3. Programmazione e gestione delle risorse idriche
Titolo dell'obiettivo specifico
9.3.1. Gestione delle risorse idriche superficiali e sotterranee
Descrizione dell'obiettivo specifico
Una parte significativa degli usi delle acque è oggi effettuata segnalando con autodenunce i prelievi
in atto, pur in assenza di atto concessorio.
La normativa quadro statale di riferimento datata al 1933, estremamente complessa e farraginosa,
rende praticamente impossibile regolarizzare mediante atto concessorio le numerosissime utenze ad
oggi in atto in regione Lombardia ed inoltre richiede di essere adeguata ai nuovi principi, via via
definiti dalle Leggi 183/89 e 36/94 e dal D.Lgs. 152/99.
La materia è stata ora trasferita alle Regioni con il D.Lgs. 112/98.
Si rende quindi necessario attuare una significativa semplificazione delle procedure per il rilascio
delle concessioni, compatibili con il buon regime delle acque, e nel contempo acquisire ed
organizzare le relative informazioni, anche al fine di definire il bilancio delle risorse idriche ed
introitare i relativi canoni al bilancio regionale, la cui riscossione è prevista a far tempo dal 1°
gennaio 2001.
A seguito della delega di funzioni in materia prevista dalla Legge Regionale 1/2000 dovrà essere
organizzato il trasferimento di competenze nella gestione delle acque alle Province, definendo le
modalità di coordinamento nonché i relativi flussi informativi.
Sarà inoltre predisposto il regolamento di costruzione e gestione delle dighe di competenza
regionale da applicare anche alle dighe e servizi di grandi derivazioni di recente trasferite alla
Regione.
Risultati attesi
Acquisizione delle conoscenze tecnico-amministrative sugli usi in atto delle risorse idriche a
supporto delle attività di pianificazione regionale in materia.
Definizione di nuove procedure per l’utilizzo delle acque pubbliche.
Delega di funzioni in materia di gestione delle risorse idriche alle Province.
Principali obiettivi gestionali
- Regolarizzazione amministrativa degli usi in atto delle acque e introito dei relativi canoni
- Revisione e semplificazione della normativa sulle concessioni delle acque e attuazione del
conferimento di funzioni di gestione delle acque alle Province
- Riorganizzazione delle attività per la gestione delle dighe di competenza regionale
157
Titolo dell’obiettivo specifico
9.3.2. Organizzazione del Servizio Idrico Integrato nei diversi ATO per favorire una maggiore
efficienza ed economicità del servizio in attuazione della L.R. 21/98
Descrizione dell’obiettivo specifico
Per favorire il miglioramento dei servizi all’utenza la legge 36/94 (Legge Galli) prevede la
costituzione di ambiti territoriali ottimali di gestione del ciclo integrato delle risorse idriche, dalla
captazione e distribuzione delle acque al loro collettamento e depurazione.
L’Ambito territoriale ottimale (ATO) costituisce il soggetto di programmazione degli interventi
infrastrutturali, di definizione delle tariffe e provvede ad affidare la gestione del servizio secondo le
modalità indicate dalla legge.
La Regione deve provvedere ad elaborare ed approvare l’insieme di atti che consentono la
costituzione e la gestione degli ATO, attivando l’Autorità delle Acque e l’Osservatorio Regionale
dei Servizi Idrici Integrati (S.I.I.) organizzandone la struttura e predisponendo il software per la
raccolta e l’elaborazione dei dati relativi al S.I.I., provvedendo all’avvio del rilevamento delle
infrastrutture idriche e delle strutture gestionali.
La costituzione e avvio degli ATO è fondamentale ai fini di consentire una gestione industriale del
ciclo dell’acqua, permettendo un significativo miglioramento ed una maggiore economicità
nell’offerta dei servizi per l’utenza.
Risultati attesi
Miglioramento della qualità dei Servizi Idrici
Principali obiettivi gestionali
Attuazione della riforma dei servizi idrici, mediante la definizione dei seguenti atti:
– schema di convenzione tipo per la gestione del servizio idrico integrato,
– metodologia per l’elaborazione del programma d’intervento,
– metodologia per la redazione del piano finanziario
– criteri per l’assegnazione di un fondo alle conferenze degli ATO per la ricognizione delle
infrastrutture dei Servizi Idrici.
Organizzazione e gestione dell’Autorità delle Acque e dell’Osservatorio Regionale dei Servizi idrici
integrati, provvedendo all’avvio del rilevamento delle infrastrutture e delle strutture gestionali.
158
Titolo dell'obiettivo specifico
9.3.3. Pianificazione dell’uso e tutela delle risorse idriche per il raggiungimento di obiettivi di
qualità delle acque superficiali e sotterranee
Descrizione dell'obiettivo specifico
Promuovere un uso sostenibile delle risorse idriche mediante la definizione degli strumenti di
pianificazione previsti dalle leggi nazionali e regionali, costituisce un obiettivo primario della
Regione.
Il Piano regionale di risanamento delle acque (PRRA), elaborato dalle province secondo i criteri e le
direttive regionali, dovrà essere approvato tenendo conto e valutando le osservazioni presentate e
potrà costituire un aggiornato riferimento per la programmazione delle infrastrutture
acquedottistiche, fognarie e depurative.
La legge regionale n. 21/98 ed il d. lgs.152/99 promuovono l’uso e la tutela della risorsa idrica
prevedendo la redazione del Piano degli usi e del Piano della tutela delle acque.
Il primo costituisce lo strumento per la razionalizzazione degli usi in atto delle acque e prende avvio
dalla organizzazione delle conoscenze sulla disponibilità di risorse e sviluppa criteri, indirizzi e
norme per un corretto impiego della stessa.
Il piano di tutela delle acque, delineato nei suoi contenuti dal d.lgs.152/99, promuove il
raggiungimento di obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei, previo monitoraggio
quantitativo e qualitativo delle acque, mediante un approccio unitario della gestione dei prelievi e
della realizzazione di infrastrutture depurative.
Sarà pertanto necessario definire ed avviare la rete di monitoraggio quali-quantitativo delle risorse,
acquisirne e organizzarne i dati in modo informatizzato in collaborazione con le Provincie, l’ARPA
ed altri Enti, nonché indicare gli obiettivi di qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei e
pianificare gli interventi necessari al conseguimento degli obiettivi. In relazione alla rilevanza dei
laghi lombardi quali serbatoi di risorse pregiate è necessario istituire l’Osservatorio Regionale dei
laghi e gli Osservatori Locali dei grandi laghi per monitorare l’andamento qualitativo e le risposte
del sistema agli interventi realizzati nel bacino afferente.
Risultati attesi
Miglioramento delle caratteristiche quali-quantitative dei corpi idrici
Principali obiettivi gestionali
- Adeguamento e divulgazione del Piano Regionale di Risanamento delle Acque.
- Realizzazione del Piano degli usi delle acque, del Piano di tutela e attuazione dell’Accordo di
Programma per il controllo dell’innalzamento della falda dell’area milanese.
- Sviluppo di indirizzi e normative per la tutela delle acque e revisione delle norme regionali
vigenti in materia.
159
Titolo dell’obiettivo specifico
9.3.4 Programmazione e finanziamento delle infrastrutture in attuazione del Piano Regionale di
Risanamento Acque
Descrizione dell’obiettivo specifico
Promuovere, attraverso la gestione unitaria di tutte le fonti di finanziamento sia a livello regionale
che statale (canoni, LLRR 23/84, 53/84, LR 31/96, FRISL, L 183/89, L 283/89, L135/97), le
iniziative legate alla realizzazione degli interventi nell’ambito igienico sanitario, programmati con il
Piano Regionale di Risanamento delle Acque, nei settori funzionali di:
– pubblici servizi di collettamento e depurazione;
– pubblici servizi di acquedotto;
– pubblici servizi di fognatura;
Risultati attesi
Miglioramento qualitativo/quantitativo dell’offerta, intesa come insieme dei servizi di captazione,
adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.
Principali obiettivi gestionali
- Realizzazione di programmi relativi all’attività di progetto 6.1.3. “interventi straordinari per la
prima attuazione del P.R.R.A.”, mediante la concessione di contributi in annualità ed in capitale di
cui alle LL.RR. n. 23/84, n. 53/84 e n. 31/96, alle leggi dello Stato, n. 183/89, n. 71/90, n. 67/88, n.
135/97 e al P.T.T.A. 89/91 e 94/96 e al F.I.O..
- Predisposizione di uno studio specifico e di un piano d’interventi per il risanamento del bacino
Lambro – Seveso – Olona “P.R.S. 6.2.1. “.
- Predisposizione di un programma di interventi prioritari in collaborazione con le Province e gli
ATO.
160
Obiettivo programmatico di riferimento
9.4 Strategie e investimenti per i servizi innovativi di pubblica utilità
Titolo dell’obiettivo specifico
9.4.1 Promozione delle aggregazioni tra EE.LL. per la gestione associata di servizi di P.U. e dei
servizi a rete tra Amministrazioni locali.
Descrizione dell’obiettivo specifico
La frammentazione amministrativa che caratterizza il territorio ha storicamente generato, negli Enti
Locali, un approccio ai problemi di tipo particolaristico ed una generalizzata incapacità ad operare
in una logica di sistema locale. Oggi questa situazione appare assolutamente inadeguata alle nuove
sfide poste dalla crescente richiesta di servizi e dalla sempre minore disponibilità di risorse
pubbliche. La aggregazione tra Comuni costituisce un obiettivo già preso in considerazione a livello
legislativo ma ancora lontano dal costituire la normalità. Il settore dei servizi di pubblica utilità
costituisce un elemento particolarmente forte e significativo per stimolare la nascita di
raggruppamenti tra Enti locali: infatti, la capacità di realizzare economie di scala, sinergie, messa in
rete di servizi tra Amministrazioni locali comporta benefici indiscutibili a livello di bilancio e di
qualità dei servizi resi. Inoltre, la capacità dei Comuni di utilizzare i moderni strumenti di
comunicazione per gestire in modo associato una serie di attività proprie degli Enti stessi
(personale, contabilità, appalti, acquisti, pianificazione territoriale, call centers ecc.) comporta
significative riduzioni dei propri costi di struttura. La Regione deve mettere in atto nuove strategie
per incrementare la realizzazione di aggregazioni nel campo dei servizi di pubblica utilità,
utilizzando tutte le leve informative, promozionali, progettuali e di supporto finanziario possibili a
tale scopo: una particolare attenzione va posta all’individuazione degli ambiti ottimali per la
gestione associata dei servizi e alla promozione di significative iniziative pilota.
In questo contesto si inserisce anche la promozione e l’incentivazione di forme istituzionalizzate di
gestione associata di servizi quali l’Unione di Comuni e le Comunità montane, anche mediante, ove
occorra, il riordino territoriale delle Comunità montane stesse, dei singoli comuni o di porzioni di
territorio, con il progressivo coinvolgimento delle strutture regionali territoriali (STAP).
Risultati attesi
Incentivazione della gestione associata delle funzioni e dei servizi locali, anche attraverso forme
istituzionalizzate di aggregazioni tra EE.LL., con il coinvolgimento degli STAP.
Creazione di reti di servizi tra Amministrazioni locali, con particolare riguardo ai sistemi di
comunicazione locale e alla conseguente gestione associata di servizi propri degli Enti, per un
contenimento dei costi di gestione dei medesimi.
Principali obiettivi gestionali
- Individuazione degli ambiti ottimali per la gestione associata dei servizi pubblici.
- Promozione dei sistemi di comunicazione locale tra Comuni, allo scopo di mettere in rete la
gestione di attività proprie degli Enti, con lo scopo di contenere i costi di struttura e migliorare
l’efficienza/efficacia.
- Predisposizione del programma triennale di incentivazione progressiva della gestione associata
di funzioni e servizi
161
Titolo dell’obiettivo specifico
9.4.2 Supporto agli Enti Locali e alle società a capitale pubblico nel campo dei servizi di
pubblica utilità
Descrizione dell’obiettivo specifico
La rapida trasformazione delle normative sui servizi di pubblica utilità, la continua evoluzione e il
progressivo processo di liberalizzazione del mercato dei servizi stessi pongono alle
Amministrazioni locali la necessità di affrontarne la gestione secondo modalità nuove. Gli Enti
Locali appaiono per lo più impreparati a questo cambiamento. La Regione si pone come obiettivo
l’individuazione di modalità innovative di supporto agli Enti stessi, allo scopo di realizzare un
efficace partenariato volto ad ottimizzare per il cittadino il rapporto tra costo e qualità del servizio
ricevuto. Tale rapporto è altresì essenziale per ridurre il rischi di cattive gestioni da parte dei
Comuni, potenziale fonte di diseconomia e danno alla qualità della vita e dell’ambiente.
L’approccio al problema va condotto in un’ottica più complessiva di Agenda 21 locale.
Il territorio è caratterizzato dalla presenza di Aziende Municipalizzate e Speciali o di Società a
prevalente capitale pubblico che hanno storicamente operato quali fornitori diretti di servizi pubblici
a livello locale. Esaurita la loro funzione “storica”, tali soggetti devono scegliere se cessare le
proprie attività, svolgere pure funzioni di stazione appaltante per conto dei Comuni o divenire
capaci di stare sul mercato, attraverso iniziative di aggregazione, ampliamento dei bacini di utenza,
abbandono dei servizi che non rivestono carattere imprenditoriale, privatizzazioni, partnership con
privati. La Regione deve supportare lo sforzo degli Enti Locali in questo processo di rivisitazione
delle loro società di scopo.
Risultati attesi
Proposte di strumenti e metodologie finalizzate al miglioramento della capacità gestionale da parte
degli Enti Locali nel campo dei servizi di pubblica utilità.
Supporto alla costituzione ex novo o alla trasformazione delle aziende speciali in società di diritto
privato capaci di misurarsi sul libero mercato dei servizi, valorizzando il patrimonio di capitali
pubblici investiti.
Principali obiettivi gestionali
- Costituzione di un Osservatorio Regionale sui servizi di pubblica utilità a supporto degli Enti
Locali: monitoraggio dell’evoluzione del quadro legislativo-normativo e delle tendenze dei mercati,
predisposizione di capitolati tipo per le gare e assistenza agli Enti Locali nelle commissioni.
- Certificazione dei fornitori di servizi di pubblica utilità; accordi quadro con gli operatori nei vari
settori con lo scopo di creare condizioni tecnico-economiche vantaggiose per gli Enti Locali, specie
quando si organizzino in modo aggregato
- Stimolo e supporto alle Aziende Municipalizzate e Speciali nel processo di trasformazione in
società di capitali, sia sul piano giuridico-amministrativo, sia su quello delle strategie industriali,
allo scopo di salvaguardare il capitale investito dagli Enti pubblici locali.
162
Titolo dell’obiettivo specifico
9.4.3 Pianificazione per uno sviluppo integrato delle reti tecnologiche
Descrizione dell’obiettivo specifico
La crescente importanza dei servizi a rete, sia nel settore pubblico che in quello privato, fortemente
incrementata dalla recente “esplosione” delle reti cablate di comunicazione, pone agli Enti locali
una duplice problematica: da un lato, aumenta il rischio di interventi sul sottosuolo privi di una
logica complessiva, con conseguenti disagi anche seri per i cittadini, senza che questo si traduca
necessariamente in un miglioramento della qualità della vita dei cittadini stessi; d’altra parte, il
sopraggiungere di numerosi operatori delle telecomunicazioni costituisce una potenziale
opportunità per il territorio ma pone dei seri problemi di regolamentazione. Diventa pertanto
essenziale, da entrambi i punti di vista, stimolare e supportare gli Enti Locali a mettere in atto una
pianificazione seria del proprio sottosuolo, che sempre più si rivela una risorsa importante sia per il
miglioramento della qualità dei servizi, sia per il contenimento dell’impatto ambientale (basta
pensare alla possibilità di portare sotto terra segnali che oggi viaggiano via etere).
La realizzazione di piani regolatori del sottosuolo consente di programmare la razionalizzazione
delle reti esistenti, effettuare sinergie per quelle di nuova costruzione (la posa simultanea di reti
acqua, gas, teleriscaldamento, cablaggio permette forti economie sugli investimenti). La creazione
di canali tecnologici lungo le dorsali strategiche delle città permette poi una più facile diffusione dei
collegamenti verso i cittadini e può costituire per gli Enti locali una opportunità di business (affitto
degli spazi) e per gli operatori privati una semplificazione importante per poter raggiungere gli
utenti finali: da questo punto di vista si possono realizzare interessanti esperienza di rapporto
pubblico-privato e di project financing.
Infine, si possono studiare incentivi per i costruttori che realizzino i nuovi interventi, residenziali o
industriali, con adeguate predisposizioni per l’allacciamento a reti di teleriscaldamento, fibre
ottiche, acquedotti industriali ecc.
E’ evidente che questo obiettivo specifico è fortemente trasversale, non solo alla DG Risorse
Idriche e Servizi di Pubblica Utilità, ma anche ad altre DG, quali Territorio e Urbanistica, New
Economy, Industria.
Risultati attesi
Ottimizzazione e razionalizzazione delle reti tecnologiche esistenti e future, pianificazione
strategica e integrata delle reti tecnologiche locali.
Principali obiettivi gestionali
- Promozione, incentivazione e supporto verso gli Enti locali per la predisposizione di Piani
Regolatori del sottosuolo, allo scopo di permettere la realizzazione integrata e sinergica di nuove
reti tecnologiche e la razionalizzazione di quelle esistenti.
- Promozione di accordi-quadro con operatori privati per la realizzazione di iniziative di project
financing nel campo della realizzazione di reti tecnologiche.
- Pianificazione delle reti tecnologiche di interesse regionale
163
Titolo dell’obiettivo specifico
9.4.4 Innovazione nei servizi di pubblica utilità
Descrizione dell’obiettivo specifico
L’importanza dei servizi di pubblica utilità per l’impatto che essi hanno sulla qualità della vita e
dell’ambiente pone la necessità inderogabile di un’attenzione particolare agli aspetti innovativi di
tali servizi. L’innovazione va concepita in un duplice senso: da un lato l’evoluzione tecnologica che
consente un costante miglioramento della qualità dei servizi e della loro sostenibilità ambientale,
dall’altro l’individuazione di nuove modalità di gestione dei servizi stessi, che consente di realizzare
sinergie tra vari servizi, tra pubblico e privato, tra ambiti territoriali e soggetti amministrativi
diversi.
Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica nei vari settori: ciclo delle acque, energia con
particolare riferimento alle fonti rinnovabili, rifiuti, comunicazione, la Regione deve costituire un
punto di osservazione aperto a contributi tecnico-scientifici nazionali e stranieri. Le conoscenze
acquisite possono costituire uno stimolo al miglioramento per il mercato dei servizi pubblici. Sul
piano della gestione, occorre promuovere tutte le possibili forme innovative, specialmente quelle
che consentono un equilibrato rapporto tra Enti pubblici e soggetti privati. In entrambi i settori è
opportuna la promozione di iniziative di eccellenza e di progetti pilota.
Risultati attesi
Adeguamento del mercato dei servizi di pubblica utilità alle esperienze innovative, volte a rendere
più economica e ambientalmente sostenibile la fornitura dei servizi stessi.
Principali obiettivi gestionali
- Promozione, incentivazione e supporto a progetti di eccellenza e progetti pilota nel campo
dell’innovazione tecnologica nel settore dei servizi di pubblica utilità, anche attraverso il
monitoraggio di esperienze straniere significative.
- Promozione di iniziative di ricerca e sviluppo nel campo dei servizi pubblici, in collegamento
con realtà universitarie e con centri di ricerca specializzati.
- Elaborazione di Carte di Servizio, con definizione degli standard di qualità e di efficienza;
individuazione di indicatori di qualità dei servizi e di parametri di controllo adeguati;
organizzazione di un sistema di monitoraggio della qualità dei servizi di pubblica utilità erogati a
livello locale.
- Supporto ad iniziative di project financing e di gestione integrata pubblico-privata dei servizi di
pubblica utilità.
164
Obiettivo programmatico di riferimento
9.5 Ambiente e sviluppo sostenibile
Titolo dell’obiettivo specifico
9.5.1 Strumenti e orientamenti per uno sviluppo regionale sostenibile
Descrizione dell’obiettivo specifico
E' ormai generalmente riconosciuto il ruolo chiave dei settori economici in relazione al
cambiamento ambientale e la necessità di una condivisione della responsabilità tra tutti gli attori
della collettività, sia pubblici che privati, e della trasparenza dei processi decisionali. Di pari passo,
anche a seguito dei risultati contenuti nell'ultimo rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente,
cresce la consapevolezza che il ricorso a strumenti normativi non è sufficiente a migliorare la
qualità dell'ambiente e che è necessaria un'integrazione delle considerazioni ambientali nella
formulazione e attuazione delle politiche economiche e settoriali, nelle decisioni delle autorità
pubbliche, nell'elaborazione e messa a punto dei processi produttivi, nel comportamento e nelle
scelte del singolo cittadino.
Questo nuovo approccio richiederà un ampliamento e miglioramento della base conoscitiva e
interpretativa delle interazioni tra le diverse attività antropiche e l'ambiente, e sarà sviluppato anche
attraverso un documento di indirizzi che individuerà i principi guida della politica ambientale
regionale, gli obiettivi da raggiungere, gli strumenti cui ricorrere in fase di attuazione delle strategie
e di contestuale monitoraggio e controllo.
Risultato atteso
Integrazione delle problematiche ambientali nelle politiche settoriali regionali.
Principali obiettivi gestionali
- Creazione e implementazione: a) di un sistema di indicatori di pressione e di integrazione
settoriale rappresentato territorialmente e collegato a un archivio informatico che ne consenta
l'aggiornamento periodico e b) di un sistema di contabilità ambientale per la valutazione economica
del patrimonio naturale e ambientale della regione e per l'analisi dei costi/benefici dei
provvedimenti e delle iniziative aventi un'incidenza sull'ambiente e sulle risorse.
- Elaborazione di un documento contenente principi, obiettivi operativi, strumenti (d'azione, di
monitoraggio e di controllo).
165
Titolo dell’obiettivo specifico
9.5.2 Promozione dell'adozione di Agende 21 locali, realizzazione di interventi per il
miglioramento della qualità ambientale, coordinamento di azioni di sensibilizzazione ed
educazione ambientale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Agenda 21 è un documento fondamentale - approvato al Summit della Terra a Rio de Janeiro nel
1992 - contenente un programma finalizzato a tradurre i presupposti teorici dell’ambientalismo in
azioni concrete, secondo un modello innovativo di crescita economica basata su una politica di
conservazione e accrescimento delle principali risorse ambientali.
Primo passo dell’attuazione dell’Agenda 21 locale, è stata la sottoscrizione della Carta di Aalborg,
definita nella conferenza europa sulle "Città sostenibili" nel 1994. Questo documento ha definito i
principi base per lo sviluppo sostenibile delle città e gli indirizzi per i piani di azione locali.
Aderendo alla Carta, la Giunta regionale ha manifestato la volontà di impegnarsi nella promozione
delle Agende 21 locali, assumendo un ruolo di coordinamento e di supporto nei confronti delle
diverse comunità ed enti locali.
Si tratta ora di dare seguito a tali determinazioni, definendo in un quadro programmatico i principi,
gli orientamenti e le iniziative da adottare.
Parallelamente, si tratterà di sviluppare una crescente consapevolezza ecologica finalizzata ad una
modificazione dei comportamenti, agevolando la partecipazione dei diversi attori economici e
sociali al processo di formazione delle decisioni.
Risultato atteso
Miglioramento della qualità ambientale nelle politiche di sviluppo locale e incentivazione di
comportamenti collettivi e individuali ecologicamente corretti.
Principali obiettivi gestionali
- Promozione e sviluppo dell'adozione di Agende 21 locali
- Definizione e implementazione di una strategia di informazione e comunicazione
- Sviluppo e monitoraggio di un programma di azioni di formazione e di educazione ambientale,
anche attraverso l’organizzazione di grandi eventi.
166
Titolo dell’obiettivo specifico
9.5.3 Sostegno all’adozione dei sistemi di gestione ambientale e alle produzioni eco-compatibili
Descrizione dell’obiettivo specifico
Una delle leve dello sviluppo sostenibile è rappresentata dal miglioramento delle prestazioni
ambientali delle imprese e di ogni altra organizzazione che, in ragione della sua attività, dei suoi
prodotti o dei suoi servizi, produca un impatto sull'ambiente in termini di consumo di risorse,
produzione di rifiuti, emissioni inquinanti, ecc.
Il regolamento EMAS, adottato dalla Comunità europea nel 1993, è stato il primo strumento per la
promozione e la regolamentazione dell'introduzione di sistemi di gestione ambientale nelle imprese.
Oggi è in corso di revisione, per essere adeguato alle esigenze concretamente riscontrate e,
soprattutto, per essere esteso ad ogni forma di organizzazione pubblica e privata.
E' il caso di sottolineare che l'adesione a sistemi di gestione ambientale, basandosi tra l'altro
sull'adozione di tecnologie pulite ed innovative, oltre che in termini ambientali presenta vantaggi in
termini di efficienza economica, apertura di nuovi mercati e immagine pubblica.
Nella prossima legislatura verrà rafforzato ed esteso il sostegno all'adesione volontaria a sistemi di
gestione ambientale, attraverso una serie di iniziative che coinvolgeranno, oltre al mondo della
ricerca, diversi attori economici e sociali, pubblici e privati, operanti sul territorio. La stessa
Regione dovrà porsi come modello per altre amministrazioni, assicurando l'integrazione della
protezione ambientale nella sua organizzazione interna e dando riscontro all'opinione pubblica della
propria performance ambientale.
Risultato atteso
Mitigazione degli impatti ambientali derivanti dalle attività, dai servizi o dai prodotti di imprese,
enti locali, istituzioni presenti sul territorio regionale.
Principali obiettivi gestionali
- Promozione e sostegno all'adozione di sistemi di gestione ambientale. Verranno definite e
attuate una serie di misure per incoraggiare l’adesione a sistemi di gestione ambientale, da parte di
imprese, enti ed altre forme di organizzazione.
- Applicazione di un elevato livello di protezione ambientale all’interno dell’amministrazione
regionale: anche le attività interne regionali verranno analizzate dal punto di vista dell’impatto
ambientale prodotto (politiche di approvvigionamento di beni e servizi, adozione di buone prassi,
ecc.)
167
Titolo dell'obiettivo specifico
9.5.4 Attuazione dell’Accordo di Programma Quadro in materia di Ambiente ed Energia
Descrizione dell'obiettivo specifico
L’Accordo di Programma Quadro in materia di ambiente ed energia vede coinvolti il Ministero
dell’Ambiente, il Ministero del Tesoro e la Regione Lombardia. Esso è finalizzato alla realizzazione
di un complesso di interventi e programmi per il risanamento e la salvaguardia ambientale del
territorio lombardo.
Sono previste nell’accordo due linee di interventi:
- un programma per la produzione di energia con riduzione delle emissioni climalteranti
- un programma di risanamento e riqualificazione dell’ambiente con la realizzazione di una rete
di monitoraggio della qualità dell’aria, interventi straordinari per i parchi regionali con acquisizione
di nuove aree e azioni di recupero e ripristino ambientale, la prevenzione del rumore areoportuale,
un programma di interventi per la bonifica e la riqualificazione delle aree inquinate del territorio
lombardo.
Risultati attesi
Per la Direzione Generale Qualità dell’ambiente:
- Valorizzazione e recupero di aree all’interno dei Parchi regionali al fine di potenziarne la
fruizione da parte dei cittadini e per consolidare il patrimonio ambientale
- Controllo dei livelli di inquinamento atmosferico (derivanti dalle emissioni dei grandi impianti
civili e industriali)
- Acquisizione di dati conoscitivi sui livelli di inquinamento acustico, ai fini del controllo e della
prevenzione nelle aree urbane interessate dal traffico aeroportuale.
Principali obiettivi gestionali
- Interventi straordinari nei parchi regionali per provvedere all’acquisizione di aree al fine di
attuarne il risanamento, il recupero e il ripristino ambientale
- Individuazione di modalità e criteri per il monitoraggio costante degli inquinanti in atmosfera al
fine di pervenire a risultati misurabili della qualità dell’aria
- Definizione di un sistema informativo per accertare il livello di rumore nelle aree adiacenti gli
aeroporti lombardi
168
Titolo dell’obiettivo specifico
9.5.5 Attuazione di programmi comunitari e partecipazione a progetti europei, anche nel quadro
della cooperazione interregionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Con il V Programma d'azione per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile, adottato nel 1993 e
recentemente revisionato, la Comunità europea ha definito le strategie da adottare per la
promozione di uno sviluppo sostenibile: da un lato la piena attuazione del diritto comunitario
vigente in materia ambientale, dall'altro un maggior ricorso a strumenti non normativi quali
strumenti di mercato (compresi quelli economici e fiscali e gli accordi su base volontaria), strumenti
orizzontali di sostegno e strumenti di aiuto finanziario.
Tali strategie restano tuttora valide e anzi saranno rafforzate nel VI Piano d'azione in corso di
elaborazione, che sarà anche, una volta adottato, il primo programma quadro con valore legalmente
vincolante nella storia della politica ambientale comunitaria.
Nella prossima legislatura si dovrà quindi attuare un maggior raccordo con gli indirizzi e i contenuti
della programmazione comunitaria, promuovendo anche un più ampio coinvolgimento dei diversi
attori economici e sociali.
Nello stesso tempo dovranno essere sfruttate al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione
dalla Comunità per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, e si dovrà trarre il massimo
vantaggio dallo scambio di conoscenze ed esperienze tra regioni con problematiche affini.
Risultati attesi
Utilizzo efficiente ed efficace delle risorse disponibili a livello comunitario per il raggiungimento
degli obiettivi di politica ambientale.
Sviluppo e consolidamento della cooperazione interregionale.
Principali obiettivi gestionali
- Promozione di azioni e interventi di tutela ambientale cofinanziati dai fondi strutturali e da altri
strumenti finanziari comunitari: predisposizione ed emanazione dei bandi contenenti i criteri e le
modalità di erogazione degli aiuti; valutazione, selezione, monitoraggio e controllo dei progetti;
costruzione di un indicatore ambientale da inserire nei criteri di selezione dei progetti finanziati
anche su Misure non ambientali.
- Partecipazione a progetti cofinanziati dalla Comunità europea e ad iniziative in ambito Quattro
Motori per l’Europa.
169
Obiettivo programmatico di riferimento
9.6 Parchi ed aree protette
Titolo dell'obiettivo specifico
9.6.1 Pianificazione delle aree protette
Descrizione dell'obiettivo specifico
Nel primo periodo di legislatura sarà completata la pianificazione dei Parchi regionali. Con l’entrata
in vigore della legge regionale 11/2000 - che ha spostato la competenza sull’approvazione dei Piani
Territoriali di Coordinamento (PTC) dei Parchi dal Consiglio regionale (con legge) alla Giunta - si
apre una nuova fase di profonda revisione dei PTC, per la quale è necessario reimpostare la
normativa regionale. E’ indispensabile rivedere il ruolo di partecipazione attiva dei comuni, sia
nella fase di pianificazione che in quella della gestione delle aree a parco, in un’ottica non più solo
vincolistica, ma di valorizzazione di una risorsa, anche attraverso l’integrazione tra la pianificazione
urbanistica locale e territoriale e quella dei parchi.
Anche gli strumenti di sostegno regionale alla gestione ordinaria dei parchi ed all’intervento diretto
sulle aree protette saranno adeguati nella direzione di una maggiore organicità ed integrazione delle
leve finanziarie.
Risultato atteso
Promuovere una pianificazione integrata che rivaluti l’identità locale e vocazionale di ciascun parco
e il ruolo di partecipazione attiva dei comuni (parco come produttore di servizi ambientali e
culturali)
Principali obiettivi gestionali
- Istruttoria per l’approvazione in Giunta dei piani territoriali dei parchi regionali e proposta al
Consiglio regionale di progetti di legge per l’approvazione di parchi naturali.
- Proposta di piani di riparto per la gestione corrente e a sostegno dei progetti di intervento per le
aree protette
- Proposta di testo unico legislativo in materia di aree protette.
170
Titolo dell'obiettivo specifico
9.6.2 Conoscenza e valorizzazione del patrimonio naturale regionale: Carta naturalistica della
Lombardia
Descrizione dell'obiettivo specifico
Si intende procedere al completamento del sistema informativo georeferenziato dei dati
naturalistici, denominato Carta naturalistica della Lombardia – già realizzato sperimentalmente per
una prima parte di territorio regionale – estendendolo all’intera Lombardia e rendendolo adeguato
alle esigenze di pianificazione e gestione territoriale in rapporto con i diversi livelli istituzionali ed
alle richieste di informazione dei cittadini.
L’attività prevede inoltre l’organizzazione e il coordinamento del “processo di popolamento delle
specie estinte” e l’aggiornamento dati da parte della Regione in collaborazione con istituti
universitari, province ed enti gestori delle aree protette. Questa azione è prevista nel Protocollo
d’Intesa stilato con i Servizi Tecnici Nazionali per la “Carta della Natura” nazionale e con gli enti
interessati per il progetto Interreg IIC “Biodiversità” attualmente in corso.
Risultato atteso
Conoscenza organica del patrimonio naturalistico lombardo.
Principali obiettivi gestionali
Organizzazione del GIS (Geographic Informations System) di supporto relativo alla produzione
della Carta della Natura
171
Titolo dell'obiettivo specifico
9.6.3 Sostegno allo sviluppo delle aree protette e attività di formazione ed educazione ambientale
Descrizione dell'obiettivo specifico
Predisposizione di un progetto di intervento per la promozione e la diffusione del valore del
patrimonio naturale come risorsa da tutelare e a valorizzare ma anche come capitale sociale e
culturale su cui investire, attraverso anche attività di informazione e di educazione ambientale.
Risultati attesi
Sviluppo e diffusione di informazione specialistica sulle aree protette lombarde
Sensibilizzazione ed educazione ai temi della tutela delle aree protette con finalità didattica e
divulgativa, attraverso lo sviluppo di progetti mirati
Principali obiettivi gestionali
- Organizzazione di manifestazioni, realizzazione di pubblicazioni ed editoriali specializzati e
sviluppo di iniziative multimediali sulla tutela dell’ambiente e sulle aree parco.
- Iniziative didattiche e promozionali diversificate da realizzarsi anche attraverso la
collaborazione con le scuole lombarde di ogni ordine e grado, con enti pubblici e soggetti privati.
172
Obiettivo programmatico di riferimento
9.7 Risanamento dell’aria, tutela degli inquinamenti fisici e sicurezza industriale
Titolo dell’obiettivo specifico
9.7.1 Realizzazione del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA)
Descrizione dell’obiettivo specifico
Si rende necessario l’adeguamento della normativa regionale in materia di inquinamento
atmosferico per l’attuazione del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria. Attraverso uno studio
meteoclimatico del territorio regionale vengono individuati diversi bacini aerologici in cui si
realizzano modalità di dispersione degli inquinanti tra loro omogenei. Tramite la realizzazione del
catasto delle emissioni vengono individuati nei diversi bacini aerologici i quantitativi di inquinanti
emessi. Mediante l’applicazione dei modelli di dispersione e l’individuazione delle migliori
tecnologie di riduzione delle emissioni (BAT), vengono prospettati diversi scenari di qualità
dell’aria al fine del conseguimento degli standard introdotti dalle nuove normative CE in fase di
recepimento.
Risultato atteso
- Riduzione dei fattori di emissione degli inquinanti in atmosfera
Principali obiettivi gestionali
- Gestione e sviluppo dell’”inventario emissioni” basato sulla banca dati INEMAR
- Individuazione delle migliori tecnologie in campo ambientale per la riduzione delle emissioni in
atmosfera
- Adeguamento della normativa regionale di settore
173
Titolo dell’obiettivo specifico
9.7.2 Minimizzazione dell’inquinamento acustico aeroportuale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Pervenire alla definizione delle curve isofoniche e delle zone di rispetto aeroportuali e valutarne la
loro evoluzione nel tempo. Formulare proposte tecniche specifiche per il singolo aeroporto in modo
da ridurre l’impatto acustico al suolo. Regolamentare gli usi del suolo e le caratteristiche dei sistemi
insediativi per le aree limitrofe agli aeroporti. Coordinare sistemi informativi e strutturazione di
data-base che facilitino la conoscenza della situazione di inquinamento e la formulazione di
proposte per la compatibilità tra aeroporto e ambiente circostante. Acquisire e coordinare
l’evoluzione tecnico-scientifica in questo settore con quanto sta emergendo dalla regolamentazione
europea e di singoli Stati dell’U.E.
Risultato atteso
Riduzione dell’inquinamento acustico nelle aree intorno agli aeroporti lombardi.
Principali obiettivi gestionali
Definizione delle curve isofoniche e delle zone di rispetto areoportuale. Potenziamento delle
strutture per il monitoraggio
174
Titolo dell’obiettivo specifico
9.7.3 Piano triennale regionale degli interventi di risanamento acustico
Descrizione dell’obiettivo specifico
Riavviare l’iter per l’emanazione della legge regionale prevista dall’art. 4 della Legge 447/95. Dopo
l’aggiornamento di alcuni dettagli del progetto di legge regionale già formulato nella precedente
legislatura si svilupperanno le attività e le iniziative per arrivare all’approvazione della legge e alla
emanazione dei regolamenti e dei provvedimenti attuativi. La normativa che la Regione deve
produrre riguarda i criteri per la zonizzazione acustica dei territori comunali, i criteri per la
previsione di impatto acustico di nuovi impianti e infrastrutture, l’organizzazione e l’attuazione dei
piani di risanamento acustico.
Sulla base della classificazione acustica dei Comuni si procederà al censimento delle aree e dei siti
nei quali deve essere realizzato un intervento di bonifica acustica. La definizione dei criteri di
priorità degli interventi e delle modalità di predisposizione, attuazione, verifica del programma
degli interventi nei singoli Comuni corredati dalla quantificazione delle risorse finanziarie
disponibili costituiranno gli elementi di definizione del piano triennale degli interventi di
risanamento acustico. Il piano regionale si coordinerà e terrà conto degli interventi di bonifica
acustica dei gestori delle infrastrutture di trasporto.
Risultato atteso
Programmazione e attuazione di interventi di risanamento acustico
Principali obiettivi gestionali
Predisposizione del Primo Piano regionale triennale per il risanamento acustico
175
Titolo dell’obiettivo specifico
9.7.4 Prevenzione in materia di incidenti rilevanti in recepimento della normativa "Seveso 2"
Descrizione dell’obiettivo specifico
Recepimento regionale del D.Lgs. 334/99 Seveso 2, che ha abrogato il D.P.R. 175/88, con una
nuova legge regionale. La nuova norma governerà anche il passaggio di competenze previste dal
decreto legislativo 112/98, recepito dalla Lombardia con la l.r. 1/2000, definendo le competenze di
tutti i soggetti interessati alla prevenzione del rischio industriale (ARPA, Province, Comuni, Vigili
del Fuoco) assicurandone il coordinamento.
La nuova norma di riferimento in materia di aziende a rischio di incidente rilevante si pone
l'obiettivo di rendere più efficace il controllo ampliando il campo di applicazione rispetto al
precedente D.P.R.175/88. Le nuove disposizioni si applicano infatti a tutti gli stabilimenti in cui
determinate sostanze pericolose sono presenti in quantità tali da comportare incidenti a rischio
rilevante. Oltre agli indispensabili controlli la norma prevede per la mitigazione del rischio un
sistema di gestione della sicurezza interno alla azienda, un'oculata pianificazione territoriale intorno
agli impianti a rischio, valutazioni sul rischio d'area e su eventuali effetti domino.
Sarà perseguito inoltre l'obiettivo di affiancare i servizi tecnici delle amministrazioni alle quali
saranno delegate funzioni in materia di prevenzione del rischio di incidenti rilevanti, anche
attraverso lo sviluppo di linee guida e standard metodologici di riferimento.
Tale obiettivo è giustificato dalla complessità tecnica della materia, dalle variazioni del campo di
applicazione della nuova Seveso 2 e dalla necessità di guidare il passaggio di competenza prevista
dalla l.r.1/2000 in attuazione al D.lgs. 112/98.
Risultato atteso
Aumentare i livelli di sicurezza nelle aziende a rischio di incidente rilevante
Principali obiettivi gestionali
- Predisposizione del progetto di legge per il recepimento del decreto legislativo 334/99 “Seveso
2”
- Programmazione e attuazione dell’attività di verifica e controllo delle aziende a rischio di
incidente rilevante
- Aggiornamento del sistema informativo delle aziende a rischio di incidente rilevante
176
Obiettivo programmatico di riferimento
9.8 Risorse minerarie, cave e recupero ambientale
Titolo dell’obiettivo specifico
9.8.1 Sicurezza nell’ambito dell’attività mineraria
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nell’ambito dell’attuazione e della gestione della delega in materia di risorse minerarie, di cui al
d.lgs. 112/98, e congruentemente con gli obiettivi rivolti al raggiungimento d’elevati standard di
sicurezza nei lavori condotti nei cantieri estrattivi di cava e rivolti agli interventi di riqualificazione
del territorio mediante il recupero delle cave cessate, risulta prioritaria, anche nel campo delle
miniere, l’azione regionale finalizzata alla valutazione della situazione esistente e all’individuazione
degli interventi necessari.
In aderenza alle raccomandazioni dell’Organo Permanente dell’Unione Europea e sulla base di studi
effettuati dalle agenzie dell’ONU, verranno predisposti protocolli operativi finalizzati al
miglioramento dell’igiene del lavoro e per la mitigazione delle emergenze nelle attività estrattive in
sotterraneo.
In merito all’aspetto relativo al recupero dei siti dismessi, visto che numerose zone montane della
Regione sono state interessate a più riprese da attività minerarie che hanno apportato profonde
modifiche al territorio, è necessario valutare ed individuare le zone ad elevato grado di pericolosità
(rischi di crolli, cedimenti, inquinamento delle acque con elementi tossici) come effetti diretti ed
indiretti sugli insediamenti antropici e sulle infrastrutture.
Risultati attesi
Elevare gli standard di sicurezza nei cantieri estrattivi delle miniere
Acquisizione dei dati conoscitivi delle aree a rischio reale e potenziale derivante dalla dismissione
delle aree minerarie
Principali obiettivi gestionali
- Collaborazione con organismi nazionali e comunitari competenti in materia di sicurezza, anche
ai fini dell’integrazione della normativa regionale con specifiche norme per le miniere
- Creazione di un repertorio generale delle miniere abbandonate nelle valli lombarde
177
Titolo dell’obiettivo specifico
9.8.2 Monitoraggio delle cave, programmazione delle attività estrattive e interventi di recupero
Descrizione dell’obiettivo specifico
Il catasto delle cave, previsto dalla l.r.14/98, è lo strumento necessario per la conoscenza dello stato
di fatto delle cave cessate e dello stato di fatto di avanzamento, nel tempo, delle cave attive. Il
sistema di monitoraggio, che sarà di tipo georeferenziale (piattaforma GIS), avrà la possibilità,
utilizzando i dati contenuti nel data base, di localizzare sulle Carte Tematiche Regionali alla scala
1:1000 le cave in attività e quelle cessate così da individuare le relazioni fra uso del territorio e
problemi che ne derivano e a renderle disponibili nei processi di programmazione.
Le principali lacune riscontrate nei primi piani cave riguardano la non completa uniformità tra i
piani predisposti dalle undici provincie, dovuta probabilmente ad una normativa insufficiente ad
assegnare alla Regione un ruolo attivo e forte di coordinamento degli enti delegati. La nuova l.r. n.
14/98, pur confermando le deleghe affidate agli enti locali dalla precedente legge regionale,
attribuisce alla Regione compiti più puntuali di coordinamento e di indirizzo. Obiettivo finale sarà
quindi l’approvazione regionale dei piani in armonia con i principi sanciti dalla nuova l.r. n. 14/98.
In particolare saranno assunte le iniziative necessarie a recuperare le cave cessate che si trovano in
una situazione tale da richiedere interventi fortemente migliorativi, in funzione della destinazione
finale.
In sintonia con le piu’ recenti norme di sicurezza nazionali adottate, in attuazione delle direttive
CEE, si provvederà a promuovere le iniziative rivolte al raggiungimento di un elevato standard di
sicurezza nei lavori condotti nei cantieri estrattivi di cava attraverso la formazione professionale sia
del personale addetto alla vigilanza, sia del personale addetto alla direzione dei lavori.
Risultati attesi
Acquisizione dei dati tipologici e di esercizio delle cave in attività e di quelle cessate.
Uniformare l'attività di pianificazione da parte degli Enti delegati (Province).
Riqualificazione ambientale dei siti degradati da cave dismesse.
Elevare gli standard di sicurezza nei cantieri estrattivi di cave.
Principali obiettivi gestionali
- Predisposizione di linee guida per il recupero delle cave dismesse, anche sulla base dei dati del
catasto georeferenziato delle cave e integrazione dei criteri per la gestione delle funzioni delegate
- Iniziative di promozione e incentivazione in materia di sicurezza nei cantieri estrattivi anche
mediante corsi di formazione del personale addetto alla direzione lavori e alla vigilanza
178
10
TERRITORIO
179
10.1
Obiettivo programmatico di riferimento:
Riforma normativa urbanistica e adeguamento della pianificazione territoriale e paesistica
Titolo dell'obiettivo specifico:
10.1.1 Adeguamento della normativa urbanistica e successiva predisposizione del Testo Unico
Descrizione dell'obiettivo specifico
Si prevede il completamento della riforma della normativa urbanistica adeguandone i principi e le
regole alle mutate esigenze della società. Si introdurranno modifiche al corpo normativo,
sperimentandone gli effetti in particolare per quanto riguarda la riforma del PRG e del PTR. Alla
fine di questo processo si costituirà un Testo Unico che potrà coordinare tutte le innovazioni e
raccordare le normative su materie che hanno correlazione con l’urbanistica.
Modalità attuative
– Confronto sulla riforma del PRG e PTR attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro
pluridisciplinare con professionalità esterne
– Confronto con ordini professionali, associazioni economico – sociali e istituzionali.
– Definizione delle linee guida per la modifica agli art. della l.r. 51/75 (art. 4 e seguenti 13 e
seguenti) e per la revisione degli oneri
– Ricognizione delle norme sulle materie affini da raccordare col testo unico.
– Incarico professionale specifico per revisione testo l.r. 51/75 per la redazione del testo unico.
Risultati attesi
– Riforma del PRG, del PTR e delle tabelle degli oneri di urbanizzazione
– Predisposizione del Testo Unico delle leggi urbanistiche
Principali obiettivi gestionali
Definizione delle linee guida per la riforma urbanistica
180
Titolo dell'obiettivo specifico:
10.1.2 Semplificazione e miglioramento dei procedimenti amministrativi
l’approvazione di strumenti urbanistici e di autorizzazioni paesistiche
concernenti
Descrizione dell'obiettivo specifico
Nell'ottica della sussidiarietà, sulla base degli adempimenti conseguenti all'entrata in vigore della
l.r. 1/2000, si prevede la riorganizzazione dell'istruttoria dei Piani Regolatori Generali e l'avvio di
un confronto con gli EE.LL. finalizzato ad indirizzare il processo di delega.
Modalità attuative:
– Si prevede di modificare le modalità organizzative per l’istruttoria regionale dei PRG spostando
l’attenzione sulla verifica della loro congruità con la programmazione regionale.
– Si prevede, inoltre, per la Regione un ruolo di orientamento per gli Enti locali
sull’interpretazione di norme e per la predisposizione di strumenti urbanistici caratterizzati da
contenuti innovativi qualitativi.
Risultati attesi:
Attuazione della LR 1/2000 relativamente alle competenze urbanistiche e territoriali
Principali obiettivi gestionali
– Approvazione degli strumenti urbanistici comunali in rapporto alla programmazione regionale
– Definizione dei criteri e metodologie per la predisposizione del Piano dei Servizi comunali
– Valutazione degli effetti paesistici della pianificazione comunale e della programmazione
territoriale
181
Titolo dell'obiettivo specifico
10.1.3 Definizione del quadro di riferimento territoriale regionale per la pianificazione
territoriale, paesistica ed urbanistica degli enti locali.
Descrizione dell'obiettivo specifico
A fronte delle modifiche legislative introdotte, in particolare dalla L. 142/90, che prevede in capo
alle province la predisposizione dei PTCP, il ruolo delle Regioni deve evolversi in funzione della
programmazione socio-economica e del connesso assetto del territorio. Alla luce di questo è
necessario definire un quadro di riferimento territoriale lombardo.
Si costituirà, pertanto, un sistema informativo delle programmazioni regionali che definirà la base
di riferimento per il coordinamento e la concertazione delle decisioni settoriali e strumento di
supporto ed indirizzo per la pianificazione territoriale ed urbanistica degli Enti locali.
Modalità attuative:
– Definizione delle attività di supporto alle Province per una prima attuazione dei criteri per la
redazione dei PTCP
– Implementazione dei criteri per la redazione dei PTCP
– Individuazione della metodologia e dei necessari supporti informatici per la georefenziazione
della programmazione territoriale regionale
– Indirizzo e coordinamento dei sistemi informativi territoriali provinciali e metropolitani e loro
interscambio con i sistemi informativi regionali e di altri soggetti esterni produttori di informazione
– Elaborazione del progetto editoriale del PTPR a seguito di riassunzione del Piano da parte della
Giunta regionale e definitiva approvazione del Consiglio regionale
– Attivazione della promozione del paesaggio e della qualità progettuale
– Completamento del SIBA
Risultati attesi
– Verifica e adeguamento dei criteri per la predisposizione dei PTCP da parte delle Province
– Concertazione con le Province degli obiettivi strategici dei PTCP
– Realizzazione del centro di informazione della programmazione territoriale regionale in
coordinamento con il Sistema Informativo Territoriale Regionale
– Approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale
Principali obiettivi gestionali
– Aggiornamento ed implementazione dei criteri per la redazione ed approvazione dei PTCP
– Attuazione di programmi di intervento di valorizzazione del paesaggio anche previsti dal PTPR
182
Obiettivo programmatico di riferimento:
10.2 Incentivazione dell’utilizzo di strumenti di programmazione territoriale
Titolo dell’obiettivo specifico
10.2.1 Sviluppo integrato delle conoscenze del territorio, organizzazione del sistema informativo
territoriale e diffusione delle informazioni mediante strumenti innovativi
Descrizione sintetica dell’obiettivo specifico
Realizzazione di un sistema informativo territoriale integrato tra Regione ed Enti Locali, che
consenta l’interscambio, l’aggiornamento e la condivisione dei dati territoriali e dei prodotti da essi
derivati, nonché la comunicazione delle scelte e degli interventi programmati.
Ciò al fine di disporre di strumenti conoscitivi del territorio che per qualità, quantità e fruibilità
consentano, ai diversi livelli, una corretta e incisiva azione pianificatoria e gestionale.
Le attività previste possono essere ricondotte a tre ambiti principali: attività relative alla cartografia
tecnica che deve costituire uno strumento preciso, aggiornato, condiviso e prontamente disponibile
per i diversi soggetti interni ed esterni coinvolti nella pianificazione, programmazione e gestione
degli interventi sul territorio; attività relative alla cartografia geologica di base che, attraverso la
conoscenza dettagliata delle caratteristiche fisiche del territorio, costituisce un’importante strumento
di indirizzo per le scelte di pianificazione territoriale; attività relative all’organizzazione di un
sistema informativo territoriale unitario, in grado di coordinare le informazioni di diverse banche
dati e consentirne non solo la consultazione ma anche l’elaborazione incrociata dei diversi
tematismi per finalità di tipo applicativo- gestionale.
In particolare l’obiettivo specifico si articolerà nelle seguenti attività:
- aggiornamento della cartografia regionale di base alle diverse scale
- sviluppo delle basi informative territoriali in formato digitale
- elaborazione di supporti conoscitivi acquisiti con tecnologie di telerilevamento
- ricerche volte alla individuazione delle zone sismiche e aggiornamento dei relativi elenchi
- sviluppo del progetto di cartografia geologica (progetto CARG) attraverso il rilevamento sul
terreno, l’informatizzazione dei dati e la produzione dei relativi output
- realizzazione di carte tematiche derivate dalle banche dati
- realizzazione di un sistema di catalogazione dei dati territoriali disponibili in Regione
- definizione di sistemi innovativi, integrati e interattivi per il coordinamento e la diffusione dei
dati territoriali, in particolare dei dati geologici e delle informazioni connesse alle problematiche di
rischio idrogeologico.
Per il perseguimento dell’obiettivo, oltre all’impiego e alla valorizzazione delle risorse interne, si
prevede di avvalersi di consulenze esterne per affrontare gli aspetti più specialistici, di attivare
collaborazioni con società a partecipazione regionale e con gli enti di ricerca, nonché di promuovere
il coinvolgimento degli enti locali.
Risultati attesi
Fornire agli utenti delle diverse Direzioni Generali e degli Enti Locali supporti conoscitivi relativi
alle sopracitate attività, aggiornati, affidabili e prontamente disponibili. Favorire modalità
organizzative atte a consentire flussi di dati finalizzati all’aggiornamento e all’approfondimento
delle informazioni, tramite partecipazione degli utenti stessi.
L’utilizzo di tali prodotti da parte degli utenti e la partecipazione degli stessi ai flussi informativi di
interscambio costituiranno indicatori di outcome.
Principali obiettivi gestionali
- aggiornamento della cartografia tecnica regionale alla scala 1:10.000
- produzione di cd contenenti le basi informative digitali della carta tecnica regionale in scala
1:10.000 in formato vettoriale
183
- definizione di un sistema di distribuzione delle informazioni territoriali
- sviluppo del programma di acquisizione delle immagini digitali del volo Italia 2000 (ortofoto) e
messa a disposizione delle stesse su intranet regionale e definizione di modalità di diffusione agli
enti locali
- acquisizione di immagini digitali da satellite e definizione di un programma di aggiornamento,
anche in funzione delle diverse esigenze delle D.G.
- sviluppo del programma di ricerche volto alla individuazione delle zone sismiche e
all’aggiornamento dei relativi elenchi
- completamento del rilevamento e della informatizzazione di n. 3 fogli IGM alla scala 1:50.000
della cartografia geologica regionale e contestuale sviluppo delle attività per ulteriori 7 fogli
- elaborazione sperimentale di carte tematiche derivate dalle banche dati geologiche
- realizzazione, nell’ambito del sito internet regionale, di un sistema di comunicazione
riguardante i prodotti disponibili e le informazioni relative alle basi conoscitive territoriali ed alle
diverse caratteristiche geologiche
- sviluppo delle banche dati connesse alle problematiche di dissesto idrogeologico
184
Titolo dell'obiettivo specifico:
10.2.2 Definizione di programmi di intervento di sviluppo territoriale in ambiti di interesse
regionale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Favorire la promozione e attuazione di programmi di intervento sul territorio (PII, PRUSST, Piani
d’Area, PRU, ecc.) caratterizzati dalla logica di integrazione (risorse, funzioni, modalità di
intervento). I programmi sono caratterizzati dalla capacità di legare le trasformazioni del territorio a
programmi e progetti infrastrutturali di rilevanza territoriale (sistema Pedemontano, aeroporto
Malpensa, ...).
Per la promozione dei programmi, finalizzati alla salvaguardia dell’identità lombarda del territorio
ed alla promozione di uno sviluppo compatibile, è necessario:
Favorire la redazione di progetti (studi di fattibilità) per la costituzione di un parco progetti relativo
ad interventi di riqualificazione urbana e territoriale, da presentare anche come candidatura per il
reperimento di risorse dell’UE
Concertare con le DG regionali competenti, la regolazione del flusso di investimenti regionali da
attivare per la definizione di programmi complessi in coerenza con il principio di integrazione delle
risorse
Concertare con le DG regionali competenti, l’attivazione con il livello locale di un partenariato
finalizzato alla programmazione di interventi sul territorio
Concertare con le DG regionali competenti, l’attivazione con lo Stato di un partenariato finalizzato
al coordinamento degli interventi per il recupero urbano e territoriale
Risultato atteso
Attuazione degli interventi previsti in programmi di intervento sul territorio di rilevanza regionale
(PII, PRUSST, Piani d’Area, PRU, ecc.).
Principali obiettivi gestionali
– Delocalizzazione degli edifici residenziali nelle immediate vicinanze di Malpensa e interventi di
risanamento acustico
– Attuazione e aggiornamento del Piano Territoriale d’Area Malpensa
– Attuazione dei Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio
– Definizione degli aspetti urbanistici e territoriali relativi ad ambiti territoriali oggetto di
trasformazione strategica
– Definizione delle modalità di partecipazione alla realizzazione di progetti e programmi europei
– Coordinamento della partecipazione regionale ai programmi di iniziativa comunitaria di
carattere transnazionale
185
Titolo dell'obiettivo specifico
10.2.3 Favorire la promozione del marketing territoriale per la trasformazione urbanistica delle
aree dismesse attraverso la costituzione di Società Miste
Descrizione dell'obiettivo specifico:
Partecipare a Società Miste per il marketing delle aree dismesse in particolare laddove la
trasformazione territoriale si lega ai progetti infrastrutturali di interesse regionale.
Modalità attuative
Individuazione degli ambiti e delle aree di interesse regionale.
Confronto con esperienze straniere.
Concertazione interdirezionale per la definizione dei criteri per la costituzione di Società Miste.
Risultati attesi
– Approvazione della normativa per la costituzione di Società Miste
– Costituzione di società miste per la trasformazione urbana
Principali obiettivi gestionali
Definizione dei contenuti da inserire nella normativa relativa alla costituzione e caratterizzazione
delle società miste
186
Titolo dell'obiettivo specifico
10.2.4 Valutazione ambientale strategica (VIA)
Descrizione dell'obiettivo specifico
La Regione nella passata legislatura ha approvato la l.r.20/99 che disciplina la Valutazione di
Impatto Ambientale relativa a progetti assoggettati a procedura regionale.
I recenti documenti dell’UE hanno evidenziato la necessità di introdurre nel processo di
pianificazione e programmazione territoriale la Valutazione Ambientale Strategica riferita a piani e
programmi di trasformazione del territorio.
La Regione intende, quindi, individuare le metodologie e le procedure di valutazione ambientale
necessarie alla definizione delle scelte strategiche sul territorio, che costituiranno la base per
l’elaborazione di linee guida.
Modalità attuative:
– Attivazione di un tavolo di concertazione interdirezionale
– Determinazione delle metodologie e dei criteri per la valutazione ambientale strategica
Risultato atteso
Definizione delle linee guida sulla metodologia e criteri per la valutazione preventiva degli impatti
delle grandi scelte di trasformazione del territorio.
Principali obiettivi gestionali
Valutazione degli impatti ambientali generati da interventi, piani e programmi a valenza terriroriale
187
Obiettivo programmatico di riferimento
10.3 Valorizzazione del territorio e difesa dai rischi idraulico e idrogeologico
Titolo dell’obiettivo specifico
10.3.1 Prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico
Descrizione dell’obiettivo specifico
Per quanto concerne la prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico si opererà soprattutto
ampliando le conoscenze attuali sul territorio regionale, sviluppando le banche dati e le
informazioni sul disseto idrogeologico già avviate ed ampliando le attività di monitoraggio
geologico ed idrogeologico. In particolare si continuerà a fornire a tutti gli enti locali responsabili
della pianificazione del territorio, le cartografie di pericolosità e rischio che possono orientare ed
indirizzare le scelte di riassetto del territorio, sia in termini di pianificazione e buon uso delle risorse
territoriali che di programmazione di interventi di mitigazione del rischio, per raggiungere livelli di
rischio accettabili e maggiori condizioni di sicurezza per i cittadini che vivono in aree esposte al
rischio. L’obiettivo inoltre è quello di armonizzare, ai fini preventivi, lo sviluppo del territorio con i
programmi di riassetto idrogeologico, anche secondo le indicazioni contenute nei diversi documenti
di programmazione europei (E.S.D.P).
Nel campo del monitoraggio geologico la Regione Lombardia ha acquisito competenze ed
esperienze tali da consentire di progettare ed installare con rapidità ed efficienza, sistemi di
rilevamento dati laddove le condizioni di rischio rilevate ne consiglino l’impiego. Nella
progettazione, la definizione degli aspetti tecnici (di fondamentale importanza per ottenere
affidabilità dei dati) non può essere disgiunta da quelli gestionali, coinvolgendo in maniera attiva e
partecipe gli Enti locali. Ulteriori attività sono previste nel campo della divulgazione dei dati per via
telematica e nella sperimentazione di nuove tecnologie.
Risultati attesi
Pervenire ad un aggiornato e dettagliato quadro delle conoscenze sul dissesto, sulla pericolosità ed
il rischio idraulico ed idrogeologico cui è soggetto il territorio lombardo. L’outcome sarà la quantità
in Kmq di territorio indagato e coperto da un quadro informativo di dettaglio e messo a disposizione
degli enti locali territoriali.
Per quanto concerne il monitoraggio geotecnico ed idrogeologico verranno predisposte linee guida
per la progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione di sistemi di monitoraggio. Saranno
inoltre definite di modalità per l’archiviazione dei dati e loro diffusione, anche tramite sistemi
informativi.
Principali obiettivi gestionali
– Completamento del Censimento dei dissesti in scala 1:10.000 (progetto Inventari) su tutto il
territorio regionale (per circa 7000 Kmq) con produzione di carte inventario e sviluppo della banca
dati
– Implementazione delle conoscenze sulla pericolosità ed il rischio idrogeologico per sottobacini
idrografici, anche tramite la partecipazione ai programmi U.E., per armonizzare lo sviluppo ed il
riassetto idrogeologico del territorio, secondo le indicazioni europee (E.S.D.P.)
– Raccordo, integrazione ed aggiornamento con i dati regionali degli strumenti di pianificazione
del settore idrogeologico (Piani Stralcio, P.A.I., Piani stralcio straordinari)
– Creazione di un data-base relazionale di riferimento per l’inserimento dei dati di monitoraggio
disponibili e loro diffusione tramite Cd rom e rete Internet
188
Titolo dell’obiettivo specifico:
10.3.2 Definizione delle componenti idrogeologiche del territorio necessarie per la redazione
degli strumenti di pianificazione territoriale (PTR, PTCP, PRG)
Descrizione dell’obiettivo specifico
Dotare gli strumenti di pianificazione territoriale di adeguate informazioni geologiche per la
prevenzione dei rischi idrogeologici. A tal fine si utilizzeranno i risultati ottenuti sulla conoscenza
del territorio e quelli in campo metodologico relativi alla prevenzione del rischio. L’obiettivo e’
quello di tradurre conoscenze e applicazioni metodologiche in parte integrante degli strumenti
pianificatori con un forte raccordo fra i diversi livelli (da locale a regionale) per rendere efficace la
prevenzione dei rischi. La componente geologica si prefigura come elemento cogente sul territorio
finalizzato ad un miglioramento della qualità nella pianificazione. Le risultanze dei lavori e
l’affinamento degli strumenti pianificatori sono finalizzate ad indirizzare le scelte vocazionali del
territorio e ad approfondire il merito tecnico delle istruttorie dei Piani Regolatori Generali.
Risultati attesi
Raccordare i contenuti dei Piani di Settore specifico (P.A.I., Piani stralcio, ecc.)con gli strumenti di
pianificazione territoriale provinciale e comunali attraverso una condivisione di dati ed un
progressivo aggiornamento delle conoscenze.
Produrre criteri e linee guida per la prevenzione del rischio idraulico ed idrogeologico a livello
provinciale e comunale.
Principali obiettivi gestionali
– Valutare gli studi geologici a supporto dei PRG
– Creare una omogeneità di approccio ed una rigorosità tecnico-scientifica nello studio geologico
a supporto dei PRG.
– Incentivare e supportare i Comuni affinché si dotino di studio geologico
– Contribuire all’elaborazione di standard e requisiti minimi per il livello idrogeologico che le
Province devono comprendere nei PTCP
189
Titolo dell’obiettivo specifico
10.3.3 Pianificazione e programmazione pluriennale degli interventi di difesa del suolo (opere
idrauliche e consolidamento dei versanti) e riorganizzazione delle modalità operative
Descrizione dell'obiettivo specifico
La pianificazione integrata degli interventi di difesa del suolo è volta alla definizione degli
strumenti conoscitivi, organizzativi e tecnico-operativi per l’indirizzo e il coordinamento delle
attività di difesa del suolo a livello di bacino idrografico. Tale attività richiede un’importante azione
di coordinamento sia a livello regionale, fra le diverse Direzioni interessate, sia a livello di Autorità
di Bacino, sede di confronto con l’amministrazione statale e fra le regioni interessate.
Per un rinnovamento delle modalità di programmazione ed attuazione degli interventi di difesa del
suolo risulta indispensabile realizzare un modello organizzativo che tenga conto delle innovazioni
introdotte dalla Legge Bassanini e dalla L.r. 1/2000, con particolare riguardo alle materie
attualmente di competenza del Magistrato per il Po e alla necessità di un più profondo
coinvolgimento degli Enti Locali.
Particolare attenzione dovrà inoltre essere dedicata alla conclusione della prima fase del Piano di
difesa del suolo per la Valtellina ed all’attuazione della seconda fase, anche in considerazione dei
recenti sviluppi normativi e delle tecniche di intervento a basso impatto.
Risultato atteso
Pianificazione integrata degli interventi di difesa del suolo da raggiungere per fasi successive
Principali obiettivi gestionali
– Attuazione della programmazione pluriennale degli interventi di difesa del suolo
– Programmazione e gestione degli interventi e delle azioni del Piano Valtellina nel campo della
difesa del suolo
– Ridefinizione del modello organizzativo integrato di gestione degli interventi di difesa del suolo
190
Titolo dell’obiettivo specifico
10.3.4 Razionalizzazione e riordino funzionale del quadro normativo regionale in materia di
difesa del suolo e riassetto idrogeologico del territorio
Descrizione dell’obiettivo specifico
La necessità di pervenire in tempi ridotti ad un provvedimento normativo che tenda alla
razionalizzazione delle attività a livello regionale nel campo deriva da:
– il variato contesto normativo a livello comunitario e statale;
– le competenze assegnate alla Regione e le deleghe previste dalla riforma Bassanini e dalla legge
regionale 1/2000,
– l’ormai consolidata operatività a livello programmatorio e normativo dell’Autorità di Bacino del
Fiume Po tramite gli organismi funzionali previsti dalla l. 183 in collaborazione con le Regioni.
In particolare si vuole sottolineare come il presente obiettivo possa costituire la base sulla quale
impostare in maniera funzionale molte delle attività regionali, non solo quelle direttamente legate
alla difesa del suolo e al riassetto idrogeologico, ma anche quelle in ambito trasporti, ambiente e
sviluppo delle attività sociali e produttive.
Risultati attesi
– Predisposizione per fasi di lavoro del testo di legge e della relazione di accompagnamento da
sottoporre all’approvazione del Consiglio regionale .
– Coinvolgimento istituzionale degli enti locali per l'organizzazione di attività di manutenzione
sul territorio
Principali obiettivi gestionali
– Progetto di legge, testo unico, in tema di difesa del suolo e riassetto del territorio
– Coinvolgimento istituzionale degli enti locali per l’organizzazione di attività di manutenzione
sul territorio.
191
Titolo dell’obiettivo specifico
10.3.5 Interventi straordinari per il riassetto idrogeologico del territorio a seguito di calamità
naturali.
Descrizione dell'obiettivo specifico
Riorganizzazione delle modalità di attuazione delle opere di pronto intervento (l.r. 34/73) con
l’applicazione della l.r. 1/2000 e del regolamento di attuazione della legge 109/94, tenendo conto
delle competenze che saranno delegate agli Enti locali e di quanto contenuto nella Legge quadro sui
Lavori Pubblici.
Predisposizione di piani, di varianti di piani, verifica progetti e loro approvazione e gestione in
riferimento alle Ordinanze di Protezione Civile ai sensi della legge 225/92 (Ordinanze 2454/96 –
2544/97 – 2622/97 – 2814/98 – 2883/98 – 3027/99 – Legge 61/98 art. 22 e Ordinanze future).
Risultato atteso
Consentire alla Regione ed agli EE.LL. di attivarsi con sollecitudine nella realizzazione degli
interventi straordinari conseguenti a calamità naturali.
Principali obiettivi gestionali
– Redazione di una proposta di regolamento organizzativo, in attuazione di quanto previsto dalla
l.r. n. 1/2000, sulla gestione delle opere di pronto intervento (l.r. 34/73) anche sulla base dei disposti
del regolamento di attuazione della legge 109/94.
– Riorganizzazione delle modalità operative in fase di emergenza, indirizzo e controllo delle
opere realizzate dagli EE.LL. ed attuazione diretta degli interventi di competenza regionale
conseguenti a Ordinanze di Protezione Civile
192
10.4
Obiettivo programmatico di riferimento
Qualificazione urbana
Titolo dell'obiettivo specifico
10.4.1 Iniziative in materia di Opere Pubbliche
Descrizione dell'obiettivo specifico
Si intende sviluppare azioni capaci di riqualificare il territorio per una migliore vivibilità,
mantenere e potenziare le possibilità di confronto e competizione all’interno della U.E., di superare
i ritardi, le diseconomie, le lentezze nella realizzazione di Opere Pubbliche, attraverso:
– Una programmazione non frammentaria e progettazione di qualità
– La revisione della normativa specifica;
– Interventi strutturali per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per la riqualificazione di
ambiti territoriali omogenei;
– l’attuazione di interventi su edifici di particolare pregio storico, artistico, sociale e di arredo
urbano, con particolare riferimento al Naviglio Grande.
Sarà data concretezza all’obiettivo di riqualificazione e valorizzazione del territorio mediante
l’attuazione degli interventi approvati (edifici comunali e privati di particolare pregio artistico ed
architettonico, edifici di interesse religioso, spazi urbani), già in atto nelle prime fasi esecutive.
L’ambito del Naviglio Grande assume un significato sperimentale e di particolare rilevanza.
Ulteriori ambiti omogenei individuati, fra cui quello relativo al Lambro – Seveso – Olona saranno
oggetto di azioni specifiche .
Si procederà inoltre all’attuazione degli interventi sperimentali particolarmente significativi che
riguardano l’eliminazione delle barriere architettoniche.
Inoltre, a supporto della programmazione e della progettazione di qualità sarà insediato il Consiglio
regionale dei LL.PP. e sarà applicato lo strumento Osservatorio delle OO.PP.
Si procederà inoltre alla revisione della normativa specifica in materia di OO.PP.
Risultati attesi
- Incremento qualitativo della vivibilità dell’ambiente urbano e metropolitano
- Miglioramento degli standard qualitativi di vivibilità del territorio metropolitano, attraverso: la
riduzione delle limitazioni ai portatori di handicap; il recupero alla pubblica fruibilità di territori
degradati o poco noti, migliore e più ampio utilizzo di aree pubbliche esistenti; la realizzazione di
un sistema viabilistico alternativo/integrativo a quello veicolare;
- Diffusione di una cultura che persegue il rispetto dell’ambiente;
- Diffusione della conoscenza e riconoscibilità dei beni ambientali, architettonici, artistici.
- Incremento quantitativo degli spazi aperti e delle attrezzature fruibili a livello metropolitano e
del recupero di edifici di particolare pregio architettonico
- Ottimizzazione degli interventi in ambiti territoriali omogenei, nei bacini idrografici a nord di
Milano con particolare riferimento al bacino Lambro – Olona - Seveso.
- Sviluppo delle sinergie per il recupero delle aree degradate
- Incremento dei livelli di sicurezza per i cittadini.
- Recupero di efficienza attraverso una programmazione coordinata degli interventi
- Coordinamento degli organismi deputati all’esecuzione e dei tempi di realizzazione, sfruttando
gli elementi di sinergia già presenti.
Principali obiettivi gestionali
- Riordino della normativa in materia Opere Pubbliche
- Azioni a favore dei disabili per l’eliminazione delle barriere architettoniche
- Promozione della qualità di progettazione e programmazione delle OO.PP. e degli interventi di
edilizia pubblica e privata
193
- Interventi per un uso razionale del sottosuolo
- Riqualificazione di ambiti territoriali omogenei per il recupero del territorio metropolitano
- Interventi straordinari: arredo urbano, edifici di pregio, illuminotecnica, con particolare
riferimento al Naviglio Grande
194
Titolo dell'obiettivo specifico
10.4.2 Promozione della qualificazione urbana e della valorizzazione delle aree verdi di
connessione delle aree urbane
Descrizione dell'obiettivo specifico
Si prevede di promuovere la qualificazione degli ambiti urbani e delle aree di interconnessione tra
gli stessi attraverso il sostegno a progetti di qualità.
Modalità attuative
– Individuazione degli elementi e dei criteri per la promozione delle aree verdi e quantificazione
della necessaria dotazione finanziaria
– Definizione dei criteri e individuazione della dotazione finanziaria per il finanziamento della
progettazione di servizi di qualità
– Predisposizione di criteri e nuovi bandi di finanziamento per la progettazione e realizzazione di
interventi di riqualificazione urbana
Risultati attesi
– Definizione di programmi di intervento per la valorizzazione delle aree verdi di
interconnessione delle aree urbane , in particolare delle aree abbandonate dai processi produttivi
agricoli
– Definizione di programmi di intervento per opere e servizi territoriali ad elevato livello di
qualità, attraverso il finanziamento della progettazione ed il ricorso a concorsi internazionali e al
project financing
– Attuazione di programmi di intervento di riqualificazione delle aree degradate in ambito urbano
Principali obiettivi gestionali
– Definizione della proposta di linee guida per la valorizzazione delle aree verdi
– Finanziamento della progettazione e realizzazione dei servizi di qualità
– Individuazione delle problematiche relative al tema della qualità urbana e di un’area studio di
sperimentazione
195
Obiettivo programmatico di riferimento
10.5 Interventi per la montagna e Piano Valtellina
Titolo dell’obiettivo specifico
10.5.1 Realizzazione del Piano Valtellina per il sistema insediativo-ambientale
Descrizione dell’obiettivo specifico
Valorizzazione del territorio montano, in complementarietà con gli interventi di Difesa del suolo ed
in accordo con i Piani territoriali di coordinamento regionale e provinciali, anche mediante l’utilizzo
delle potenzialità offerte dall’Istituto di Ricerca per l’Economia e l’Ecologia applicate alle aree
alpine (IREALP), recentemente istituito in attuazione del Piano Valtellina, con obiettivo prioritario
di sviluppare le possibilità delle diverse culture alpine e dei diversi soggetti istituzionali operanti
all’interno delle Alpi.
Interventi diretti ad evidenziare i valori storici, paesistici e ambientali, con azioni di conservazione e
ripristino dei monumenti storico-architettonici, fruizione e riutilizzazione dei complessi e degli
ambienti storicamente significativi della montagna.
Azioni specifiche per la piena realizzazione delle infrastrutture tecnologiche (fognature, impianti di
depurazione e acquedotti) anche a salvaguardia della qualità delle acque dei laghi lombardi;
completamento della metanizzazione e realizzazione di sistemi alternativi a basso impatto
energetico mediante utilizzazione di risorse montane.
Modalità attuative:
– Finanziamento diretto e coordinamento con gli interventi finanziati da altre leggi statali e
regionali.
– Monitoraggio degli interventi e concertazione con gli enti interessati.
– Implementazione delle relazioni interregionali ed internazionali tra le aree alpine.
– Azioni propulsive al completamento degli AdP in essere.
– Promozione di ricerche applicate all’area del Piano Valtellina anche mediante l’utilizzo
dell’Istituto di Ricerca per l’Economia e l’Ecologia applicate alle aree alpine (IREALP),
Risultati attesi
– Conservazione, recupero e fruibilità del patrimonio storico-architettonico e naturale.
– Miglioramento della qualità delle acque mediante l’adeguamento, secondo la normativa
vigente,della infrastrutturazione tecnologica (acquedotti, fognature, impianti di depurazione )
– Riduzione dell’inquinamento atmosferico con la messa in funzione di impianti di
metanizzazione e feeder di distribuzione.
Principali obiettivi gestionali
– Conservazione e valorizzazione dei complessi storico-artistici ed ambientali ed adeguamento
dell’infrastrutturazione tecnologia
196
Titolo dell’obiettivo specifico
10.5.2 Realizzazione del piano Valtellina per il sistema produttivo
Descrizione dell’obiettivo specifico
Nell’ambito di operatività del Piano Valtellina si persegue il miglioramento e rafforzamento dei
fattori di localizzazione mediante meccanismi di sostegno all’economia per favorire lo sviluppo
delle imprese industriali, artigiane, agricole, turistiche e di servizi; incentivazione di nuovi
investimenti produttivi; realizzazione e promozione di centri di servizio per la produzione.
Modalità attuative:
– Promozione ed agevolazione di investimenti produttivi mediante agevolazioni fiscali e
finanziarie e di accesso al credito per le piccole medie imprese;
– Attività di sostegno allo sviluppo dei sistemi produttivi;
– Approvazione di programmi di riqualificazione e valorizzazione del settore agricolo e forestale;
– Promozione e approvazione di interventi strutturali a sostegno dei servizi turistico ricettivi e di
sviluppo delle ski-aree;
– Promozione e finanziamento di strutture per il sostegno alle attività produttive tipiche della
montagna;
Risultati attesi
– Miglioramento e rafforzamento dei fattori di localizzazione delle imprese industriali e artigiane
e potenziamento del contenuto tecnologico/ innovativo della struttura produttiva;
– Incremento della qualità dei prodotti agricoli zootecnici e della forestazione;
– Potenziamento qualitativo dell’offerta turistica ;
– Aumento dell’occupazione in attività locali;
Principali obiettivi gestionali
Promozione ed agevolazione di investimenti produttivi e specificazioni nei settori manufatturiero,
agricolo e turistico
197
Titolo dell’obiettivo specifico
10.5.3 Realizzazione del Piano Valtellina per il Sistema Relazionale.
Descrizione dell’obiettivo specifico
Considerata la sottodotazione infrastrutturale in materia di trasporti e la difficile accessibilità del
territorio montano è necessario valorizzare i trasporti pubblici mediante l’estensione della rete
viabilistica con una programmazione rispettosa dell’ambiente.
Gli interventi previsti realizzano l’integrazione dei sistemi di trasporto, anche innovativi e a basso
impatto energetico, potenziano il sistema della viabilità principale e il sistema ferroviario,
incentivano l’uso della ferrovia sia mediante una corretta politica di integrazione gomma-ferro, sia
per i viaggiatori che per le merci. Per perseguire questi obiettivi dovrà essere data priorità alla
sottoscrizione dell’Accordo Quadro sul sistema relazionale della Valtellina e delle aree adiacenti, e
ad un programma generale di riqualifica del sistema relazionale che dovrà dare risultati concreti già
al 2005 anno previsto per i campionati mondiali di sci di Bormio.
Modalità attuative:
– Convenzioni con i soggetti preposti alla realizzazione degli interventi e monitoraggio degli
interventi previsti dall’AdPQ sul sistema trasportistico della Valtellina.
– Studi per le verifiche di compatibilità ambientale, territoriale e sui possibili scenari di sviluppo.
– Affidamento di incarico per le progettazioni definitive ed esecutive e studi VIA della strada di
fondovalle.
Risultati attesi
– Miglioramento della viabilità e della qualità della vita in generale nelle aree del Piano Valtellina
attraverso interventi atti a garantire maggior sicurezza, minori tempi di percorrenza,
decongestionamento dei centri urbani .
– Ammodernamento e messa in sicurezza della linea ferroviaria Lecco-Valtellina. Completamento
della rete di interscambi gomma-ferro e potenziamento dell’aviosuperficie di Caiolo e
dell’elisuperficie di Bormio.
– Verifiche di possibili scenari di nuovi collegamenti del sistema relazionale della Valtellina.
– Completamento delle progettazioni delle strade statali di fondovalle ( S.S. 36 e 38 ), avvio e
parziale completamento degli interventi prioritari, ai sensi dell’AdPQ, nei comuni di Sondrio,
Morbegno, Tirano, Montagna e Tresivio
– Completamento della progettazione della linea ferroviaria Lecco-Valtellina, con attivazione
degli interventi prioritari, compresi la velocizzazione della tratta Piona-Lecco e l’ammodernamento
delle stazioni di Colico, Chiavenna e Novate Mezzola.
– Avvio e completamento di tutte le verifiche di scenario.
Principali obiettivi gestionali
Riqualificazione del sistema relazionale della Valtellina e delle aree adiacenti
198
Titolo dell'obiettivo specifico
10.5.4 Programmazione di iniziative a favore dello sviluppo della montagna lombarda.
Descrizione dell'obiettivo specifico
Le peculiarità del territorio montano e le particolari problematiche dello stesso devono essere
affrontate in maniera specifica mediante interventi finalizzati alla tutela e salvaguardia del territorio
ed alla crescita sociale, culturale ed economica. La valorizzazione della montagna si attua con la
programmazione di interventi finalizzati ad uno sviluppo globale ed equilibrato. L’obiettivo
prefissato implica il coinvolgimento ed il confronto con le realtà operanti sul territorio per
sviluppare le loro capacità progettuali in un’ottica di programmazione coerente ed attenta ai bisogni
del territorio. Infatti, la conoscenza ed il controllo delle trasformazioni territoriali, gli interventi nel
sistema dei trasporti, della tutela dell’ambiente e del sostegno all’economia sono strumenti che
vedono coinvolte direttamente e primariamente le istituzioni locali. Ai sensi della l.r. 10/98 gli
interventi ed i progetti delle Comunità Montane e dei Comuni Montani verranno valutati in
relazione alla coerenza con la programmazione degli enti stessi e regionale; di conseguenza le
risorse del Fondo Regionale per la Montagna verranno utilizzate per il finanziamento di iniziative
inquadrate in una logica programmatoria.
Per favorire la crescita delle zone più deboli e svantaggiate si proseguirà ed incrementerà l’azione di
programmazione negoziata attraverso la stipula di nuovi Patti territoriali e Accordi di Programma.
Inoltre si promuoverà una migliore integrazione delle iniziative avviate dalle Comunità Montane e
dai Comuni Montani per sfruttarne l’effetto moltiplicatore in termini di risultati e risorse disponibili.
Verrà promosso, infatti, anche l’utilizzo congiunto delle risorse finanziarie attivabili a diverso
livello e relative a diversi settori (risorse U.E., statali, regionali ecc.).
Risultati attesi
- Integrazione degli interventi programmati a favore della montagna;
- Sviluppo della programmazione negoziata;
- Promozione di progetti finalizzati allo sviluppo del territorio montano;
Principali obiettivi gestionali
- Garantire il coordinamento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri , le Direzioni Generali
interessate, gli Enti Locali e le Associazioni di categoria per la programmazione delle iniziative in
favore dello sviluppo della montagna lombarda
- Valutazione della coerenza con la programmazione regionale dei progetti e degli interventi
l.r.10/98;
- Promozione e sottoscrizione di accordi di programma e utilizzo di altri strumenti di
programmazione
- Valorizzazione del Comitato della montagna e della Consulta, con particolare riferimento al
coordinamento degli interventi previsti in area montana
199
11
LA CASA
200
Obiettivo programmatico di riferimento
11.1 Qualificazione del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP)
Titolo dell’obiettivo specifico
11.1.1 Riuso e rivitalizzazione del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP)
Descrizione dell’obiettivo specifico
Mediante un insieme coordinato ed integrato di azioni rivolte sia all’interno della Regione che
all’esterno si intende perseguire una riqualificazione del patrimonio di edilizia residenziale
pubblica e delle sue modalità di gestione. In quest’ottica particolare rilevanza assume la
realizzazione di un sistema di rilevamento della domanda casa e della capacità di risposta del
mercato pubblico e privato. Accanto a questa occorrerà altresì revisionare le modalità di gestione
del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e provvedere a qualificarlo ed incrementarlo.
Per quanto attiene la realizzazione della rilevazione della domanda occorrerà procedere
preliminarmente a redarre un progetto di fattibilità che individui le risorse tecniche, finanziarie e le
partnership contemporaneamente alla costituzione dell’organismo di gestione.
Molto più complesse le modalità per procedere alla revisione della gestione del patrimonio, che
attengono una serie articolata e minuziosa di manovre quali: revisione regime assegnazioni,
decadenze, riserve per emergenze e per particolari categorie di utenza, promozione della mobilità
interna ai quartieri ERP per ottimizzare la fruizione degli alloggi e definizione di proposte operative
per limitare le permanenze protratte.
Tali azioni avverranno all’interno del quadro di attuazione delle deleghe e revisione del corpus
normativo che non potranno non prendere le mosse dalla forte azione riformatrice delle ALER per
orientarle ad una funzione sempre più privatistica pur salvaguardando il ruolo di sussidiarietà alle
fasce più disagiate della popolazione.
Infine per quanto attiene alla qualificazione e incremento del patrimonio ERP occorrerà passare
dalla logica sin qui perseguita di provvedere al fabbisogno di case alla politica dell’abitare, ovvero,
cominciare a concepire la casa come sistema integrato di relazioni e servizi urbani e sociali
mediante programmi mirati di manutenzione ristrutturazione, incentivi alla realizzazione di
programmi complessi per riqualificazione e riuso, inserimento di funzioni integrative di servizio,
recupero cespiti commerciali ed artigianali, sfruttamento delle volumetrie oggi non utilizzate quali
sottotetti e piani pilotis, nonché avviare alcun progetti sperimentali finalizzati alla ricomposizione
proprietaria.
Risultati attesi
– Miglioramento dell’articolazione territoriale delle risorse
– Miglioramento del rapporto domanda/offerta specie in relazione ai bisogni dei segmenti sociali
deboli.
– Aumento delle opportunità localizzative
– Miglioramento delle condizioni abitative per singolo alloggio e per quartiere.
– Adeguamento tipologico alle nuove necessità dei diversi segmenti di utenza
Principali obiettivi gestionali
Revisione delle modalità di gestione ed interventi di sostegno del patrimonio ERP
Qualificazione e incremento del patrimonio ERP
Sistema integrato di rilevamento della domanda casa e delle capacità di risposta sul mercato
pubblico e privato.
201
Obiettivo programmatico di riferimento
11.2 Sostegno alla riqualificazione del patrimonio immobiliare privato
Titolo dell’obiettivo specifico
11.2.1 Azioni innovatrici per il patrimonio immobiliare privato
Descrizione dell’obiettivo specifico
Si attiveranno interventi di sostegno e riqualificazioni del patrimonio immobiliare privato accanto a
interventi di sostegno per la realizzazione abitazioni in affitto a canone calmierato e si avvieranno
interventi mirati, a particolari categorie di utenti, per facilitare l’acquisto dell’alloggio.
Tale obiettivo verrà conseguito mediante
l’attivazione di processi di riqualificazione e riuso del patrimonio immobiliare privato
inseriti ove possibile in programmi complessi di riqualificazione e riuso anche di edilizia pubblica,
il supporto alla costruzione e recupero di abitazioni in affitto, l’incentivazione alla
costituzione di cooperative di garanzia per l’affitto, e stipula di convenzioni con enti senza scopo di
lucro o con necessità di patrimonializzazione o con obbligo statutario di beneficenza,
la costituzione di strumenti finanziari, aventi carattere di continuità, tendenzialmente
svincolati dai tassi di interesse mediante accordi con istituti di credito.
Risultati attesi
– Incremento quantitativo del parco alloggi in affitto rispetto alla proprietà.
– Incremento qualitativo della accessibilità per particolari categorie, di alloggi in proprietà.
– Diminuzione degli sfratti.
Principali obiettivi gestionali
Interventi di sostegno alla riqualificazione del patrimonio immobiliare privato
Interventi mirati ad incrementare il mercato delle abitazioni in affitto
Interventi mirati a particolari categorie di utenti per l’acquisto dell’alloggio e recupero del
patrimonio edilizio esistente
Sostegno alla diversificazione della funzione residenziale e di quelle ad essa compatibili per
rivitalizzare il tessuto urbano
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Programma regionale di sviluppo II volume