L’
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Periodico quindicinale di Opinione - Politica - Cultura - Sport - Cronaca
Anno VIII n. 13 12-08-2006
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EDITORIALE
LA NUOVA GIUNTA
Gli ex Assessori lo gridano,
la gente di Mazara lo esige.
È ora di dire basta!
Mazara ed i mazaresi
meritano rispetto!
MACADDINO
di Franco Scaturro
A PAG. 3
RIFLETTORI
ANEDDOTI E CURIOSITÀ
di Giuseppe Asaro
A PAG. 9
Mazara del Vallo
Autoambulanze del “118”
senza Infermieri e Medici
Rianimatori a bordo
di Baldo Scaturro
A PAG. 10
Io mi diverto… e tu?
di Maria Grazia Vitale
1° Concorso Pianistico
“W. A. Mozart”
A PAG. 14
Programma
Lu Fistinu di Santu Vitu
di Francesco Mezzapelle
A PAG. 6
Sua maestà
maestà…
la bottiglia
A PAG. 15
con la collaborazione della
presenta
di Antonella Pagano
GALÀ DELLA CULTURA
A PAG. 7
La strage di
Portella
della Ginestra
LIBRI
Musica E ARTE dei colori
Sabato 12 Agosto 2006 - ore 21,30
Lega Navale Italiana sez. di Mazara del Vallo
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di Gaetano Salerno
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L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
L’editoriale
3
di Franco Scaturro
GLI EX ASSESSORI LO GRIDANO, LA GENTE DI MAZARA LO ESIGE.
È ORA DI DIRE BASTA! MAZARA ED I MAZARESI MERITANO RISPETTO!
A
volte non serve essere “grandi” anagraficamente per essere maturi e responsabili, cioè “grandi” nel senso lato del termine. Giorgio Macaddino, nostro Sindaco, ne è una dimostrazione. Non è “assolutamente” logico pensare che, nel volgere di appena due anni dal suo
insediamento, si sia adoperato per dare vita ad una nuova compagine
assessoriale… Delusi e amareggiati sono, ancora una volta gli uscenti
Assessori, i cittadini che si sentono “derisi” da una “non progettualità”
politico – amministrativa e tutti coloro che hanno (o meglio avevano)
dato piena fiducia all’operato del primo cittadino e ci riferiamo, anche, ad
alcuni suoi “fedelissimi” come Vito Torrente ex Assessore ai Lavori
Pubblici approdato su uno degli scranni del Consiglio Provinciale e
Gioacchino Emmola, Consigliere Comunale da sempre “attaccatissimo”
al Sindaco, dal quale hanno invece preso le distanze non condividendo
più scelte e programmi. Si sono sentiti “traditi” da questo Sindaco al
quale avevano dato proprio tutto, anche, in termini di profonda e sana
amicizia extra politica ma evidentemente questi valori non hanno grande
importanza per questo Sindaco, che a detta, ormai, dell’intera o quasi
cittadinanza è diventato davvero “ingestibile” tanto che sono tantissimi
quelli che chiedono le sue dimissioni senza ritorno …
Il proverbio “non c’è due senza tre” ha trovato, anche questa volta,
purtroppo, la sua inesorabile conferma… Mi sia consentito un grande
plauso all’indirizzo dell’ex vice Sindaco Natale Russo, che ha preferito
dimettersi dimostrando di avere nel suo DNA grande spessore umano e
politico… Chi, invece, se la ride (ma non so fino a quando e a quanto) è
il Presidente del Consiglio Comunale, Giampiero Giacalone, che è convinto di avere vinto su tutto e su tutti, riuscendo a condizionare (la voce
ricorre con molta frequenza nei corridoi del Palazzo di Città) le nuove
scelte del Sindaco ed a pretendere due assessori quali il riconfermato
(unico) Vito Giacalone e il tecnico (si fa per dire) Ing. Ignazio Figuccia,
che anche, i muri del Palazzo sanno essere “vicinissimo” al Presidente
del Consiglio. A quale titolo non si sa o meglio, sicuramente, a titolo
personale visto che intervenendo in più occasioni ed ufficialmente, l’On.
Vito Li Causi, ha detto a chiare lettere di non riconoscere sia
Giampiero che Vito Giacalone in
quota Udeur… e scusate se è
poco…
A voi cari lettori le più ampie
Quindicinale
deduzioni… tutto ciò è veramenAnno VIII n. 13
te grave perchè il sindaco aveva
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prospettato l’idea di un nuovo perEDI 2000 di Pipitone Vincenzo
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ste civiche) che doveva essere
Antonio Pipitone
centrato su un’apertura a 360° a
DIRETTORE RESPONSABILE
tutte le forze del centrosinistra ma
Franco Scaturro
CAPO DELLA REDAZIONE
i Ds non hanno mai preso in seria
Filippa Ferro
considerazione l’idea di dover far
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Antonino Rallo
parte di un nuovo esecutivo di
STAMPA,
Giunta e sulla questione Udeur ci
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siamo appena espressi ed allora
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come si fa a parlare di apertura al
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Trovare le “ragioni” che han-
L’
no portato all’ennesimo comportamento
“anomalo” di questo Sindaco non è semplice ed è, per certi versi, paradossale… È chiaro (ma noi l’avevamo fatto intuire a chiare lettere in
tempi non sospetti) che il gruppo non si è mai formato (per gruppo intendiamo quello rappresentato dai personaggi pubblici più vicini al Sindaco)
e senza quello (come si dice spesso in gergo calcistico) i risultati non
possono arrivare e per gruppo non ci si riferisce all’amicizia o alla simpatia tra alcuni esponenti politici cittadini, ma all’unità sull’obiettivo.
Il Sindaco in questi casi ha l’obbligo di far sentire, sotto tutti i punti di
vista, la sua presenza, pena la perdita della bussola, che invece è avvenuta, ancora una volta, puntualmente, come dire si salvi chi può… Giorgio
Macaddino ha deluso, prima ancora che sul piano politico (dopo il distacco dai Ds, per lui sono arrivate solo delusioni tipo Udeur o MRE, una
sorta di lista civica, e niente più) su quello della gestione “umana”. È
salito, certo, su un treno che mai avrebbe, forse, previsto, ma non è stato
assolutamente, un bravo conduttore-motorista (troppe le fermate “politiche” in stazioni che contano) e troppi i capi-stazione che lo hanno, fin
dal suo insediamento, consigliato davvero male, su tutti il sindacalista
Giovanni Aiuto, che oltre a Giorgio Macaddino ha fatto letteralmente bruciare, politicamente parlando, anche il giovane figlio, che, capita l’antifona
si dimise, pure, da segretario provinciale dell’Udeur… In tutto questo
“squallido” scenario in tanti hanno “sguazzato” accanto al Sindaco e gli
eventi che si sono succeduti non bastano a giustificare una resa che ha
portato alla vergogna di Mazara considerata, ormai, da addetti ai lavori e
non, la vera “cenerentola della provincia”… Ma di quale nuovo progetto politico-amministrativo vuol parlare Macaddino?
La sensazione è che invece si sia preferito un “potere scientifico” ad
personam, usando tutto quello che aveva a disposizione per rimanere il
più in alto possibile. Giorgio Macaddino si è preso il lusso di trattare a
“pesci in faccia” personaggi politici, e non, che gli avevano manifestato
incondizionata fiducia ed amicizia. Giorgio Macaddino ha dimostrato, come
da tempo, di non aver compreso i sacrifici, l’importanza e la serietà di chi
lo ha circondato da vicino e di chi ha creduto in un progetto di
valorizzazione politico-amministrativo, che poteva garantire a Mazara futuri
successi in immagine e professionalità e non accettare, di conseguenza,
situazioni, invece, “maleodoranti” che cozzano prepotentemente con
ciò che ho appena sostenuto.
È proprio vero la classe non è acqua e sapone e “qualcuno” che da
oggi sarà accanto al Sindaco farebbe bene ad usarne in abbondanza…
Ma queste realtà le conosciamo tutti così come è, ormai, opinione diffusa
che questa Mazara targata “Macaddino” è davvero una frana… Il risultato? Un fallimento, purtroppo, due anni alla guida della Città (terza Giunta azzerata) senza riuscire mai a dare un’impronta vincente. Troppe polemiche e delusioni, troppe incertezze, troppi errori, neppure un risultato di
prestigio raggiunto… Peggio di così… Se c’è un avvocato pronto a difendere il primo cittadino (tutti tranne, ovviamente, il neo Presidente
dell’Ato ed ex Assessore Francesco Truglio) si faccia avanti…
Del Sindaco operaio, che ho spesso e volentieri difeso ad oltranza,
quando tutti gli altri lo attaccavano a 360°, del combattivo sindacalista
che di Mazara diceva di aver capito tutto, neppure l’ombra… Rischia di
andarsene da dove era venuto (senza un minimo di applausi ed acclamazione, ricordo la straordinaria serata dell’elezione a primo cittadino), vale
a dire dalla nebbia!... E se questo non lo capisce chi con questa
“prestigiosa” carica ci fa vivere dignitosamente la famiglia, lo avvertiamo che presto potrebbe essere costretto a trovarsi un altro lavoro…
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Anno VIII n. 13 12-08-2006
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Anno VIII n. 13 12-08-2006
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con la collaborazione della
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SEZIONE DI MAZARA DEL VALLO
presenta
GALÀ DELLA CULTURA
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Prof.ssa Vita Maria Russo
presenterà
“La valle dei ricordi”
di Angela Rizzo
Prof. Vito Ingrasciotta
Esposizione pittorica
- Tania Lombardo
- Gaetano Salerno
presenterà
“Note sulla storia della Sicilia”
di Giuseppe Alestra
Dott. Mario Maniscalco
presenterà
“Dalla malattia alla salute”
di Saverio Mauro
Coordinerà Maria
Pia Sammartano
“Notturni”
racconto in poesia
a cura di
Salvatore Giacalone
Intermezzo musicale
Kola & Band
Sabato 12 Agosto 2006 - ore 21,30
Lega Navale Italiana sez. di Mazara del Vallo
Piazzale G. Battista Quinci - Molo di Levante
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LA NUOVA GIUNTA MACADDINO
di Francesco Mezzapelle
“La Margherita”, “Comunisti Italiani”, “Udeur”, “M.R.E. – Movimento Repubblicano Europeo”, “Socialisti Democratici Italiani”, e “Italia
dei Valori”: questi sono i partiti aderenti al “Macaddino - Ter”. Ci si
aspettava l’ingresso anche del
Movimento “Liberi”, ma secondo indiscrezioni sarebbero sorte frizioni con la Margherita.
Proprio quest’ultimo partito ha
puntato i piedi per vedere rafforzata ulteriormente la propria rappresentanza in Giunta, sicuramente
sulle scelte del sindaco Macaddino
avranno influito le indicazioni fornite dagli onorevoli Nino Papania e
Baldo Gucciardi.
Da capire anche le reali motivazioni delle dimissioni del vice sindaco Natale Russo, qualche ora prima che venisse ufficializzata la
nuova squadra assessoriale: Russo ha motivato la propria decisione non riconoscendosi nel nuovo
progetto politico del sindaco
Macaddino, pur ringraziando quest’ultimo per l’opportunità concessagli
Conosciamo più da vicino i nuovi dieci assessori. Sicuramente è
già noto Vito Giacalone (Udeur), 50
anni, l’unico della precedente squadra assessoriale ad essere
riconfermato. Armatore e già assessore alla Pesca e Attività Produttive e Sviluppo economico, salvo sorprese, l’unico che poteva
concorrere alle stesse deleghe era
Nicola Lisma (Liberi), potrebbe
essere riconfermato nella stessa
carica. La parte del leone come
predetto è stata giocata dalla Margherita con tre assessori:
Caradonna, architetto, 54 anni,
sposato con quattro figli, già nel
direttivo provinciale della Margherita, consigliere comunale nel biennio 90-92, e nella Giunta D’Alfio,
probabilmente sarà
assessore
all’Urbanistica, carica già ricoperta agli inizi degli anni ’90.
In materia – ha dichiarato lo
stesso Caradonna - sarebbe prioritario riprendere il PRG, ma non
per “demolirlo” bensì per adeguarlo alle esigenze di una città con
diverse vocazioni: turistica,
marinara ed agricola”. Gabriella
Maria Pia Sammartano, 53 anni,
professoressa di Italiano e Latino
presso il Liceo Scientifico “G. P.
Ballatore”, operatrice culturale, già
segretaria dell’Istituto Euro Arabo,
vice-presidente della Proloco di
Mazara e del Collegium Adrianum
e già responsabile del Movimento
“Donne e Poesia”. Da sempre impegnata in diverse attività socioculturali tra cui collaborazioni giornalistiche ed organizzazioni di
eventi e manifestazioni nonchè autrice di alcuni libri, è stata anche
candidata con ottimi consensi alle
scorse regionali in quota Margherita.
Caterina Agate, detta Ina, 34
anni, dottore commercialista, sposata con due figli, è entrata giovanissima nelle fila della Margherita
è stata candidata alle scorse comunali. <<La mia nomina è stata
anche per me una sorpresa, ovviamente mi sono riservata qualche
ora di riflessione prima di accettare>>. A rappresentare Italia dei Valori è stata nominata Isabella
Righetti, nata a Verona, 40 anni,
giornalista ed ex consulente ed
esperta in Organizzazione e Direzione Aziendale. Sposata, con un
figlio, con il segretario cittadino di
Italia dei Valori, Gianni Cusumano,
è stata prescelta in una rosa di
nomi nella quale favorito in prima
istanza appariva il cap. Pietro Fiorentino.
Il Movimento Riformisti Europei
è rappresentato da Vito Calcara ed
Augusto Marconi. Vito Calcara, 62
anni, attuale consigliere comunale, eletto nel movimento Giovane
Europa per Mazara, è professore
presso la Scuola Media “G. Grassa”: è un “macaddiniamo di ferro”.
Augusto Marconi, 59 anni, dottore commercialista, è stato assessore provinciale alle Finanze
nel 94-95, già componente a livello comunale del Nucleo di Valutazione del Personale. <<Più che un
politico mi sento un professionista
e quindi metterò le mie competenze, la mia esperienza al servizio
della Città - ha voluto sottolineare
lo stesso dott. Marconi>>
Come rappresentante dei Comunisti Italiani, designato il dott. Salvatore Quinci, 50 anni, promotore
finanziario, responsabile di zona di
Banca Fineco, ex direttore protempore del Banco di Sicilia locale. “Questa per me sarebbe la pri-
ma esperienza in sede politica ha dichiarato Quinci - Non ho mai
partecipato attivamente a nessuna attività politica. Spero di mettere al servizio le mie competenze.”
Angelo Rizzi, 38 anni, segretario cittadino dello Sdi dallo scorso
ottobre, è titolare di un’agenzia di
servizi, componente del direttivo
provinciale dello Sdi, molto probabilmente sarà delegato alle Politiche Giovanili.
Infine il tecnico prescelto dal
sindaco, l’ingegnere meccanico
Ignazio Figuccia, 46 anni, libero
professionista ed insegnante di
Impianti Meccanici presso l’Ipsia
di Trapani: uomo di fiducia del presidente del Consiglio Giampiero
Giacalone, potrebbe occuparsi dei
Lavori Pubblici.
Così proprio all’indomani della
formazione
della
squadra
assessoriale il consigliere dell’Mre
Gioacchino Emmola, seguendo il
consigliere provinciale ed ex assessore ai Lavori Pubblici Vito Torrente, si è dichiarato indipendente non
condividendo il nuovo progetto politico sul programma amministrativo. E’ evidente quindi a questo punto che il nuovo corso amministrativo sia iniziato portandosi dietro
qualche polemica interna di troppo, non dimenticando al tempo
stesso il ruolo dell’opposizione,
oggi con i numeri della maggioranza, e decisa, più che mai, a presentare una già preannunciata
mozione di sfiducia al sindaco.
Augusto Marconi
Isabella Righetti
Salvatore Quinci
Maria Pia Sammartano
Ignazio Figuccia
Angelo Rizzi
Vito Caradonna
Caterina Agate
Vito Giacalone
Vito Calcara
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Sua maestà
maestà… la bottiglia
di Antonella Pagano
E’ un po’ che esco alla sera per
guardare il popolo della notte!
E’ un po’ che ho necessità di
sentirmi tra loro, tra i ragazzi e le
ragazze che passeggiano per le vie
delle grandi e delle piccole città,
nei centri storici o in quei luoghi
che hanno eletto loro, in quel sapersi ritrovare a fondare il “loro spazio” nel “loro tempo” con i “loro
suoni”, le “loro voci”, i “loro profumi”, i “loro colori”, quei “loro bellissimi jeans”, e la “loro cura-non
cura”, quell’essere casuale e a un
tempo cult e di clan, quel loro saper essere clan, solidali come gli
adulti non sanno più essere, dispersi l’uno dall’altro e persino da se
stessi.
E che bello vederli a cavalcioni
sui muriccioli più o meno storici,
più o meno nobili, a ritrovarsi a crescere verso un avvenire appollaiato
un po’ più su’, un po’ più in là. E
quel loro salutarsi gioioso in gara
con il bruuummmm vruuummmm
della moto? Che belli ! E che belli i
loro abiti “color fantasia”; non v’è
moda che tenga! Ogni possibilità
è possibile, ogni libertà è possibile.
Chi ha più anni come me darebbe chissà che per poter essere
uno di loro, accipicchia che belli
quei jeans!
Poi distolgo lo sguardo e noto
la prima mano destra e il braccio
piegato in avanti a 90°, un angolo
retto che regge una bottiglia; e poi
la seconda e la terza e l’altra e l’altra ancora, tutte reggono la bottiglia come uno scettro.
Provo un brivido; un meraviglioso quadro deturpato da mille bottiglie.
Sua maestà la bottiglia ha liquefatto tutti i personaggi di un bellissimo dipinto nel quale avrei dato
almeno dieci anni della mia vita per
esserci.
Peccato!
Provo a chiudere gli occhi, li ria-
pro, guardo verso un’altra direzione, l’immagine è identica, niente facce, nessuna identità, braccia, soltanto braccia ad angolo
retto che reggono la bottiglia.
Tutti hanno abdicato alla
maestà della bottiglia.
Guardo ad ovest, vedo altri
jeans da sballo, pochi istanti e
pufff, anche in questo quadro i
volti si dissolvono e le bottiglie
trionfano in un rutilante
fantasmagorico carosello di marche di birra.
Decido di andare a dormire.
Forse sono uscita nelle serate sbagliate.
Ore 7,30, esco per andare al
lavoro; sono felice come ogni mattina appena posso infilarmi per le
vie del centro e fontana di Trevi e
Piazza Venezia…poi, dietro quel
portone, sul primo scalino… una
bottiglia, sul prato… diverse bottiglie, ritte in piedi, riverse, in frantumi, vuote del tutto, con residui li-
Cipria
l’angolo della poesi
a
poesia
Diana Sansone
una nobildonna
che va ricordata
come qualificata
insegnante,
esemplare come
moglie, madre,
mamma, sorella,
amica carissima.
UNA FAVOLA PER DIANA
Diradavano le tenebre
e un biancore di nuvole
dispandevasi qua e là;
un nuovo giorno sorgeva.
Venerdì, 14 Luglio:
angeli di vetro
quel cielo squarciano
e luminosa meteora
giù cade, si spegne.
Piangono le stelline
lacrime amare
e la terra, di dolore bagnata,
benefica s’offre,
al fuoco d’un sole cocente
che tutte le accende.
Ora esse brillano,
per sempre,
in quel mare di cielo
dove più non esiste tramonto
né tenebre, che coprono
nuvole vaganti.
Sarina Impastato
macciosi, sulle finestre del piano
rialzato d’un meraviglioso palazzo
umbertino… tante bottiglie in fila,
trofei di notti ubriache… bottiglie,
bottiglie dappertutto…in cielo la
luna chiara chiara tenta di resistere alle luminarie del sole che nasce e poco più in là… uno
sciamare di volti, identità volate via
alla ricerca d’un pianeta dove la
non omologazione è ancora un valore.
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La strage di Portella della Ginestra
di Gaetano Salerno
Questa è una storia di bugie,
di tradimenti, d’intrighi internazionali così misteriosi e complessi
che non permetterà mai l’accertamento della verità degli organi istituzionali preposti.
E’ la storia della strage di
Portella della Ginestra.
Fu una tragedia popolare, che
probabilmente cambiò l’Italia il 1°
maggio del 1947, e la matrice di
tutti gli avvenimenti di criminalità
politica che si sarebbero svolti in
Italia in oltre un quarantennio di
storia repubblicana. Il fatto è noto.
Circa tremila persone, contadini
poveri della provincia di Palermo
riunitisi a Portella della Ginestra
per festeggiare il primo maggio,
furono travolte da una pioggia di
proiettili provenienti dalle montagne circostanti. La folla in preda
al panico cercò riparo ma vanamente, sul terreno, infatti, restarono immobili trentotto persone
(undici morti e ventisette feriti), tra
cui donne e bambini. I mandanti
di tale crimine non furono mai individuati, mentre l’esecutore materiale fu accertato nel bandito
Giuliano e la sua banda.
Oggi grazie a nuovo materiale
documentario venuto alla luce per
mezzo del professor Giannuli, dell’Università di Bari, che ha scoperto un archivio segreto al Ministero
dell’Interno ( vedi articolo di Giovanni Maria Bellu in Repubblica del
5 gennaio 2001), e ai documenti
desecretati dei servizi segreti americani, relativi ai primi anni del secondo dopoguerra italiano, si possono ricostruire dei fatti nuovi sulla strage di Portella della Ginestra
che individuano responsabilità di
altri nell’eccidio, oltre a quelle del
noto bandito.
Alcuni documenti consegnano
all’analisi degli studiosi un Giuliano in strettissimo contatto con i
gruppi clandestini fascisti, nati per
intraprendere la cosiddetta “guer-
ra dietro le linee” e, forse, finiti
come alleati della politica americana basata sulla pregiudiziale
dell’anticomunismo fino ad arrivare alla messa fuori legge del
PCI. Interessante è un’informativa dei servizi segreti, seppure
anonima, che prova tali contatti.
Da essa viene fuori, pure, che
Giuliano doveva provvedere all’evasione del’ex capo della Decima Mas Valerio Borghese, relegato a Procida, perché ritenuto l’unico in grado di assumere
militarmente il comando delle
forze clandestine della Sicilia.
Il principe Borghese nell’aprile
del 1945 fu sottratto alla cattura
e alla fucilazione da James
Angleton, capo delle operazioni
speciali dei servizi segreti americani in Italia, con la collaborazione del capitano Carlo Resio, della marina italiana, e trasportato a
Roma, vestito da ufficiale americano su una jeep dell’esercito
U.S.A
Altri atti rivelano alcuni
retroscena scottanti della strage
di Portella della Ginestra: quel
primo maggio 1947, oltre alle
squadre fasciste, ci sarebbe stata la mano dell’O.S.S - l’Office of
Strategic Services – ossia il servizio segreto americano che poi
cambiò il nome in CIA, ma anche di mafiosi. Un interessante
articolo del giornale “La Repubblica” del 10 febbraio 2003 di Attilio
Bolzoni e Tano Gullo, di cui riporto uno stralcio, conferma quanto scritto:
“ Le carte segrete sulla
strage- L’ombra Usa a Portella
della Ginestra.
Gli agenti speciali hanno lasciato le loro impronte a Portella
della Ginestra. L’ombra della
strage che non ha avuto mai mandanti si allunga fino all’Office of
Strategic Service, il servizio
segreto americano che in quegli
anni era comandato in Italia dal
capitano James Jesus Angleton.
Una pattuglia di quegli uomini
che lui aveva reclutato tra le file
della Decima Mas e
nella
sbirraglia fascista, sbarca a Palermo in anticipo su quel primo
maggio. La missione siciliana e
le altre incursioni contro i “rossi”
in varie città d’Italia erano state
programmate da quattordici mesi.
Lo testimonia un cablogramma
datato 12 febbraio 1946, indirizzato al War Department e firmato
da Angleton in persona: “Ho bisogno immediatamente di al-
meno dieci agenti per aprire
basi a Napoli, in Sicilia, a Bari
e a Trieste. Devono essere sottoposti ad un addestramento
intensivo… Servono per operazioni militari”. C’è aria di festa quella mattina di primavera
del 1947 sulle colline intorno a
Piana degli Albanesi, all’improvviso partono le sventagliate di mitraglia e il fuoco lascia per terra
undici contadini. Ma non è stato
Salvatore Giuliano a sparare. E
non sono soltanto le armi dei
suoi disgraziati banditi a far fuoco dalle rocce della montagna.
Negli schedari degli Archivi Nazionali degli Stati Uniti d’America,
gli atti desecretati dalla CIA svelano fatti e personaggi che raccontano le vicende di Portella prima e dopo il bagno di sangue.
Ecco cosa è custodito nel labirinto di carte sepolte per oltre
mezzo secolo alla Central
Intelligence Agency.
Ci sono indizi che portano
ancora alle “squadre” del principe Junio Valerio Borghese addestrate dall’OSS e spedite in Sicilia. Ci sono banditi che incontrano spie travestite da giornalisti. Ci sono monaci ed ex funzionari dell’OVRA che trattano con
il “re” di Montelepre. Ci sono
mafiosi del calibro di Lucky Luciano che a sorpresa tornano nell’isola. E, a Palermo, c’è anche
un covo antibolscevico collegato
con le milizie di tutta l’Italia.
Ogni foglio del servizio USA
emana odore di intrigo. Ma lì dentro c’è soprattutto la storia di certe
armi di cui nessuno si era mai
curato. La prima traccia di
Portella che conduce agli agenti
di Angleton è ancora oggi conficcata nei corpi dei sopravvissuti:
schegge di metallo di ignota provenienza. Non sono frammenti
di proiettili, non sono bombe a
mano andate in frantumi. Non
sono niente, ufficialmente: solo
“qualcosa” che il Primo Maggio
ha colpito decine di contadini,
donne e bambini. Quasi tutti i
testimoni avevano allora raccontato “ di aver sentito, prima
degli spari, un sibilo e il tipico
rumore dei mortaretti”. Alcuni
avevano addirittura pensato ai giochi di fuoco allestiti per il giorno
di festa. Nei documenti di College
Park si trova quel “ qualcosa “
che fa un sibilo. Quel “qualcosa”
è dentro il manuale di “ Armi
speciali, congegni
ed
equipaggiamenti”
redatto
dall’OSS nel febbraio del 1945.
Nell’opuscolo c’è la foto della
Special Weapon, bomba aerea simulata in dotazione solo agli
uomini del servizio segreto.
Un testo ne spiega le caratteristiche tecniche e l’uso: “
Obiettivo: simulare il fischio e
l’esplosione di una bomba.
Descrizione: è un congegno
pirotecnico che produce un
fischio dopo di che esplode
come un grosso petardo…”.
In molti, a Portella, vengono
raggiunti da quei frammenti. In
quasi tutti i primi referti se ne
parla, poi le schegge scompaiono per sempre dai rapporti medico-legali…”. L’ex funzionario
dell’OVRA cui si fa riferimento nell’articolo è Ciro Verdiani, che diventerà Ispettore Capo della polizia nell’isola e contemporaneamente agente di Angleton ( vedi
rapporto OSS 9 luglio 1945) .Mentre la spia travestita da giornalista cui si fa cenno è Mike Stern
che realizza scoop a ripetizione,
intervistando più volte il bandito
Giuliano.
Stern ha il grado di capitano
dell’Office Strategic Services, rimane in Sicilia fino agli ultimi assalti alle Camere del Lavoro del palermitano e poi sparisce per sempre dall’isola. E’ interessante
evidenziare come dopo la strage
testimoni importanti muoiono improvvisamente in circostanze misteriose, tra questi il bandito
Ferreri, meglio conosciuto come
Fra’ Diavolo, e alcuni suoi uomini.
Il 26 giugno del 1947 cinque uomini della sua banda cadono in
un conflitto a fuoco con le forze
dell’ordine. Sorpresi grazie alla
soffiata di un confidente i banditi sono uccisi per la strada ad
Alcamo, dai carabinieri. Ferreri è
preso vivo e portato in caserma.
Appena si rende conto di essere perduto, aggredisce il capitano Giallombardo riuscendo ad impossessarsi della sua pistola
d’ordinanza. Però c’è la sicura e
il Capitano fa in tempo ad impugnare un’altra pistola, una beretta
6,35, e a sparargli due colpi
alla fronte. C’è qualcosa in questa versione dei fatti ufficiali che
non torna, in realtà l’azione che
porta alla cattura di “Fra’ diavolo” sembra più un’imboscata. I
carabinieri sono appostati in vari
punti della strada e sparano da
tutte le parti sui banditi che
Segue a pag. 4
L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
ANEDDOTI E CURIOSITÀ
L’episodio che sto per raccontarvi e di cui sono stato testimone
è avvenuto in uno studio notarile di
Mazara del Vallo. Gli studi notarili
rappresentano un microcosmo dell’esistenza umana in cui può succedere di tutto, dalla constatazione che esistono persone dal cuore immenso disposte a donare tutte le proprie ricchezze a quelle la
cui meschinità non ha confini. Avarizia, prodigalità, altruismo, egoismo, carità, compassione e, in
breve, tutto ciò di cui è capace l’uomo, giorno per giorno, come su un
grande palcoscenico, viene recitato davanti al notaio che, anche lui
uomo come gli altri, si adatta a
recitare la sua parte nel bene o nel
male.
Ho lavorato per decenni in
uno studio notarile e, se avessi osservato la costante abitudine di
annotare i vari episodi che giornalmente si verificavano, avrei potuto
offrire un quadro esauriente dei più
sottili meccanismi psicologici che
si agitano nell’animo umano. Evito
di soffermarmi sui pugni, schiaffi,
coltellate, scazzottate tra fratelli
per un misero podere, su persone
che, dopo una divisione con sorteggio per attribuzione delle quote
Continua da pag. 8
già predisposte, sono scappate letteralmente, non avendo il sorteggio attribuito quanto sperato. Stavolta mi limiterò a rievocare un piccolo episodio che fa sorridere ma
provoca anche amarezza, poiché
spinge a riflettere sul destino di chi
ha lavorato per tutta la vita e, giunto alla vecchiaia, si ritrova abbandonato o costretto a ricorrere a vari
espedienti per evitare di essere
derubato da figli e parenti avidi.
Dopo questa breve premessa,
andiamo a raccontare il fatto.
Un
uomo
di
circa
settantacinque anni, vedovo, con i
figli tutti sposati, viveva da sempre
in una piccola casa in affitto. Poiché il proprietario dell’immobile
espresse la necessità di venderlo,
l’anziano decise di acquistarlo,
avendo risparmiato negli anni una
somma sufficiente.
Quando la notizia si diffuse tra
i figli e la parentela, tutti incominciarono a frequentare la casa dell’anziano, a prestargli ogni premura, a rovistare di nascosto in ogni
luogo, con la segreta speranza di
carpire il posto dove lo stesso nascondesse i soldi. Le accurate ricerche non sortirono alcun effetto
e suscitarono molta perplessità,
La strage di Portella della Ginestra
sono trucidati da un tiro incrociato. Tra i morti c’è anche il padre di Ferreri, che ha negoziato
con l’ispettore Messana il ruolo
d’informatore del figlio. Addosso
al padre è trovato un regolare
porto d’armi emesso dalla questura di Trapani. Ferreri, ferito, è
trovato nascosto sulla soglia di
un magazzino. Al momento dell’arresto dice subito di essere un
agente segreto dell’ispettore
Messana e mostra una tessera
di riconoscimento intestata ad
un carabiniere: l’autista del tenente colonnello Paolantonio.
Dice di voler parlare con
l’ispettore e di avere importanti
informazioni da portare alla cattura di Giuliano. Poi è portato in
caserma e li, secondo la versione ufficiale, succede quanto
detto prima. Anche la descrizione ufficiale della morte del Ferreri
lascia dubbi e suscita delle riflessioni. Come mai il capitano
Giallombardo tiene la sua pistola
d’ordinanza, in quel momento,
nel cinturone e non nella fondina
durante la colluttazione in caserma? Perché gli altri due carabinieri
presenti, il maresciallo Lo Bello e
Guercio Calogero, non riescono a
bloccare tempestivamente il
Ferreri? Come fa l’ufficiale ad avere
il tempo di estrarre dalla sua fondina la piccola pistola “beretta
6,35” di cui è armato, mentre è
in lotta con il bandito?
Perché la perizia del procuratore della Repubblica di Palermo
Arcangelo Rodanò, fatta otto ore
dopo l’uccisione di Ferreri, rilevò
che i cadaveri furono trovati in un
punto abbastanza lontano dai luoghi del conflitto indicati dai verbali
scritti dall’ufficiale? Chi dichiarava
la verità? Il procuratore o il carabiniere?
A queste domande altre se ne
potrebbero aggiungere, ma non troverebbero risposta. Così come non
ha trovato risposta la misteriosa
fine di Gaspare Pisciotta ucciso
nel carcere dell’Ucciardone. Un altro testimone scomodo.
Egli sapeva troppo, specialmente, di documenti in possesso
di un certo individuo, meglio conosciuto come l’avvocaticchio. In
queste carte si trovava tutta l’attività espletata dalla banda.
L’avvocaticchio fu accertato nel
dott. De Maria di Castelvetrano,
ma sull’identificazione vi erano
delle perplessità della magistratu-
9
di Giuseppe Asaro
essendo nota la diffidenza del vecchio nei confronti di banche e uffici
postali.
Venne stipulato presso il Notaio un preliminare di vendita, nel
quale si concordò il prezzo dell’abitazione in trenta milioni di lire che
sarebbe dovuto essere saldato in
contanti e senza interessi,
contestualmente alla stipula dell’atto di compravendita definitivo. Il
giorno fissato per la stipula dell’atto, tutti i figli si premurarono per
accompagnare il padre, sia perché
erano curiosi di constatare dove
tenesse i soldi, sia perché volevano convincerlo ad intestarsi soltanto l’usufrutto, lasciando loro la nuda
proprietà.
Davanti al Notaio il padre fu irremovibile e pretese che la casa
venisse intestata a lui nella piena
proprietà. Il Notaio, dopo avere constatato e identificato le parti contraenti, procedette alla lettura del
rogito fino alla chiusura dell’atto.
Prima di sottoscrivere l’atto, il Notaio invitò l’anziano a saldare il
prezzo alla parte venditrice e costui, senza alcuna inibizione, si
slacciò la cintura e i bottoni dei
pantaloni e, infilando la mano tra
le mutande, incominciò a rotearla
in cerca dei diversi mucchietti di
soldi che sapientemente aveva arrotolato con lo spago. Tutti i presenti, compresi i figli, rimasero sbigottiti e quando il vecchietto tirò finalmente l’ultimo mucchietto di denaro, esclamò: “Signor notaio e
signori venditori, mi dovete scusare, ma questo è l’unico posto in
cui i miei parenti non hanno mai
avuto il coraggio di rovistare.”
Finì in una grande risata, ma
presto sorsero difficoltà per il conteggio delle banconote. Infatti, né
il notaio né i venditori osavano procedere a tale operazione, provando nausea e disgusto all’idea di
maneggiare denaro custodito per
tanto tempo in un luogo così insolito. Dopo varie disquisizioni e dietro l’occhio vispo e sornione del
vecchio, finalmente si giunse alla
conclusione che sarebbe stato
meglio per tutti che lo stesso acquirente si recasse al più vicino
sportello bancario e commutasse
i soldi in un assegno circolare non
trasferibile intestato ai venditori.
Così fu fatto, ma l’ignaro cassiere
di banca che effettuò l’operazione
mai avrebbe immaginato in quale
recondito posto, per anni, erano
stati custoditi quei soldi.
ra. In sede processuale, infatti,
risultò che il nostro era proprietario d’alcuni terreni a Mazara del
Vallo (vedi dichiarazione di
Pisciotta al procedimento penale
contro Giovanni Provenzano ecc.
presso Corte d’Appello di Palermo), ma il dott. De Maria non aveva terreni a Mazara. Altri indizi che
vennero fuori da atti processuali
(vedi dichiarazione del Capitano
Perenze al processo di Viterbo),
facevano riflettere sulla vera identità dell’avvocaticchio che poteva
essere anche un individuo residente a Mazara, poiché in città,
in quel periodo, c’erano alcuni
fiancheggiatori di Giuliano, e qualche confidente del Cfrb (Comando
Forze
Repressione
Banditismo), che per una serie
di complicità rimasero nell’ombra
e avvolti nell’oblio. Il Pisciotta sapeva anche dei contatti che il
suo capo aveva con molti uomini
politici del tempo. Allo stesso, Giuliano disse di avere avuto contatti
anche con Mattarella e l’on.
Vaccara di Mazara (vedi G.
Casarrubea in “Salvatore Giuliano
morte di un capobanda e dei suoi
luogotenenti” pag.157).
Il professor Giuseppe
Casarrubea ha fatto un interessante lavoro di ricerca sulla strage
conclusosi con delle pubblicazioni, che consiglio a chi vuole approfondire l’argomento. Termina qui
la nostra storia, con la speranza
che le complicità e i silenzi di
quanti avrebbero dovuto agire vengano, alla fine, alla luce per portare giustizia a chi ancora la sta
aspettando dopo tanto tempo.
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L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
10
LETTERE APERTE DAL SINDACATO U.G.L. SANITA’ AL DIRIGENTE SANITARIO DR. FRANCESCO PAOLO MILAZZO
AL SINDACO GIORGIO MACADDINO - AL CAPO DIPARTIMENTO DI EMERGENZA DR. ONOFRIO AMATO
ALL’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITÀ PROF. ROBERTO LAGALLA
AL COORDINATORE REGIONALE DELLA CENTRALE OPERATIVA DEL SERVIZIO “118”
DR. MARIO RE - AL DIRETTORE GENERALE DR. GAETANO D’ANTONI
di Baldo Scaturro
Mazara del Vallo unica città in provincia di Trapani, ad avere n°2 Autoambulanze del “118” senza Infermieri e Medici Rianimatori a bordo
La Nostra Organale qualificanizzazione Sinto, così come
dacale U.G.L.
previsto dalle
Sanità, ritiene
normative di
opportuno dopo
Leggi vigenti
8 mesi di silen( D e c r e t o
zio (lettera del 8
Assessoriale
Novembre 2005,
Sanità n.33793
riportata sul
dell’8 gennaio
Giornale di Sie del 27 marzo
cilia, Giornale
2001). Non pos“La Sicilia” del
siamo ancora
12/Novembre
inutilmente conti2005, Giornale
nuare a scrivere e
“ L’ O p i n i o n e ”
chiedere senza
Baldo Scaturro
n°15 del 30 No- coordinatore aziendale U.G.L. Sanità che da parte
vembre 2005),
delle SS.VV. si
ritornare a richiedere con forza continui a mantenere il silenche le due autoambulanze del zio più assoluto, in attesa e nes“118” in Servizio nel territorio sun riscontro quanto meno scritdi Mazara del Vallo abbiano a to, su un tema così serio, che
bordo almeno in una ambulaninteressa una città di 52,000 abiza oltre l’Autista soccorritore, tanti, un polo turistico importante
un Infermiere Professionale ed della Sicilia Occidentale, con la
un
Medico
Anestesista presenza di numerosi turisti straRianimatore, perchè caso unico
nieri per la visita al Satiro Danzanin Provincia di Trapani, le nostre te.
due autoambulanze del “118”at- Ci rivolgiamo ad Ella Egr. Assestualmente gestite dalla Croce Ros- sore Regionale alla Sanità,
sa Italiana, non abbiano perso- perchè come suo atto di indiriz-
zo di un nuovo corso nella Sanità lo. Mentre il Sindaco di
in Sicilia, possa darci quanto ci Castelvetrano, si è fatto avanspetta, non solo venendo incon- ti, facendo sentire la sua voce
tro alle esigenze di un territorio, presso le Istituzioni Regionali
ma evitare che possano verifi- ed ha ottenuto per le proprie
carsi casi di Malasanità, così autoambulanze l’Infermiere e
come abbiamo
il Medico Aneassistito ad inters t e s i s t a
venti su pazienti
Rianimatore.
che se si fosse
Non staremo con
intervenuto prole mani in mano
fessionalmente
come Organized immediatazazione Sindamente, avrebbero
cale, ma trapotuto ricevere
scorso inutildelle cure più
mente 30 giorni
appropriate.
dalla presente
Il Sig. Sindaco
istanza, inizieredella Città, che
mo una campain copia ci legge
gna di sollecitaè invitato a non
zione tramite la
stare inerte, ma
televisione Rai
Sindaco di Mazara del vallo
quale responsa3, coinvolgerebile della Sanità della Città di mo il Ministero della Salute e
Mazara, e promuovere tutte quel- se non bastasse ci rivolgeremo
le azioni in favore dei propri con- alla Comunità Europea, dato
cittadini per dare loro Servizi sem- che la Città di Mazara del Valpre più appropriati e funzionali e lo ricade in Europa e abbiamo
non lasciare che trascorrano anni, gli stessi diritti di 450 milioni di
in attesa di chissà quale miraco- cittadini Europei.
Richiesta di una Postazione Ospedaliera per il Servizio Emergenza “118”, per la Città di Mazara del Vallo
Non possiamo
da Ospedaliera
noi come Orgadi Trapani, asnizzazione Sinsistiamo ad un
dacale
U.G.L.
utilizzo razioSanità, rimanere
nale con una
silenziosi e inopepostazione
rosi di fronte alla
Ospedaliera
richiesta di una citdel “118”, la
tà, quando vediacittà di Mazara
mo che un Servidel Vallo è l’unizio di Emergenca ad non aveDr. Francesco Paolo Milazzo
za, quale è il Direttore Sanitario Presidio Ospedaliero re tale posta“Abele Ajello”
“118”, viene utilizzione in Ospezato in modo irradale, adducenzionale, poiché due postazioni di
do a speciose motivazioni in
tale Servizio si trovano allocati quanto dentro la Struttura
nella zona Trasmazzaro (I° poOspedaliera non ci sarebbe una
stazione “Via Leonardo Bonanno” stanza disponibile.
II° Guardia medica continuità asCiò le facciamo rilevare Egr.
sistenziale - II° postazione “Via Direttore Sanitario, non è afdel Mare” Guardia medica turisti- fatto vero in quanto nel primo
ca), mentre l’altra metà della città piano delle Unità Operative
non viene servita con gravi riper- di Chirurgia Generale e
cussioni del Servizio “118”, per Oculistica e nel secondo pial’altra parte della città.
no nella Unità Operativa di
Mentre nelle altre città (Tra- Medicina Generale, si sono
pani – Marsala – Castelvetrano rese liberi alcuni vani, causa la
– Salemi – Alcamo), ricadente diminuzione dei posti letto e tali
nell’Azienda U.S.L. N°9 e l’Azien- vani vengono utilizzati in modo non
consono, mentre benissimo si potrebbe mettere a disposizione
un vano per gli Operatori del
“118”, che in questo periodo coprirebbero con la loro presenza in
Ospedale, l’altra parte del Territorio della città (zona Via
Castelvetrano – Quartiere Bocca Arena – Borgata Costiera).
Quindi, la responsabilità della
mancata utilizzazione della postazione del “118” Ospedaliera, va
unicamente attribuita alla sua
persona (quale responsabile del
Ambulanza del “118”
Presidio Ospedaliero “Abele
Ajello”), giustificata dalla mancata disponibilità di un vano.
Tutto ciò premesso, La invitiamo
pertanto ad assumersi responsabilità in merito e dare risposte concrete ai Cittadini
mazaresi, assumendo Ella l’impegno urgente particolarmente in
questo periodo estivo, che vede in
città la presenza di oltre 80,000
persone, con un Servizio che
ne esclude circa 50,000.
Risposte immediate, vanno
date pertanto da parte della
S.V. non solo alla nostra Organizzazione Sindacale, ma alla
città.
Il Sig. Sindaco che in copia
ci legge è invitato pertanto a
farsi avanti e chiedere con forza per i suoi cittadini, la
razionalizzazione del Servizio
“118”, con una postazione
ospedaliera, nella qualità di
Responsabile della Sanità
della propria città e questo
in tempi brevi, per non assistere a ritardi nell’Assistenza in
quei casi Urgenti che possono
essere fatali, così come è accaduto giorni fa, per un nostro concittadino mazarese.
L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
11
UDEUR - POPOLARI
LE SCELTE OPERATE DAL SINDACO DI MAZARA DEL VALLO
GIORGIO MACADDINO NON LE RICONOSCIAMO ...
All’esponente nazionale dell’
Udeur - Popolari, On Vito Li Causi, dispiace dovere affermare che
non riconosce le scelte operate dal
Sindaco di Mazara del Vallo Giorgio Macaddino.
Il parlamentare nazionale rincarando la dose a proposito dell’assessore Vito Giacalone che danno in quota Popolari-Udeur dice
che: “l’assessore Giacalone non
rappresenta questo partito.
L’Udeur – spiega infatti Li Causi –
non risulta essere stato chiamato
nelle trattative per la composizione della giunta Ter Macaddino. Chi
ha parlato in nome e per conto
dell’Udeur – ha voluto ancora una
volta precisare l’on Li Causi, riferendosi al neo assessore
Giacalone - lo ha fatto usando il
nome del partito ma non coinvolgendo il partito stesso, quindi la
mia persona e, ancor di più, il Commissario dei Popolari-Udeur in Sicilia, Presidente Senatore
Cusumano, il quale aveva preavvisato il rappresentante locale, che
in caso di scelte, non dovevano
essere fatte in solitudine ma con i
responsabili locali, il tutto con
l’avallo dell’On. Li Causi ”. La dura
presa di posizione del deputato nazionale castelvetranese, giunge a
pochi giorni dalla precedente,
quando mostrandosi preoccupato
per le divergenze sorte all’interno
della coalizione dell’Unione, aveva auspicato: “l’unitarietà dell’Unione di Centro- Sinistra come fattore determinante per poter andare
avanti”. Perplessità veniva e viene
ancora espressa dal parlamentare dell’Udeur circa la decisione
“dei Ds e di Rifondazione comunista di non entrare a far parte dell’esecutivo, ma, comunque, di assumersi un impegno laddove richiesto, di collaborare ad un progetto amministrativo di largo
coinvolgimento della coalizione
dell’Unione”.
Il Partito dei Popolari-Udeur in
provincia di Trapani ha un commissario. E’ il consigliere provinciale
Lello Catalanotto, castelvetranese.
La nomina è arrivata ieri sera direttamente dal commissario regionale, il senatore Nuccio
Cusumano.
La nomina del consigliere
Catalanotto a commissario del
partito, arriva nel momento in cui,
come sottolinea lo stesso senatore Cusumano: “Bisogna procedere al rilancio del partito nella provincia, per consolidare i
positivi risultati ottenuti nell’intero territorio trapanese nelle
ultime consultazioni elettorali”.
Il neo commissario Catalanotto,
così come indicato dal senatore
Cusumano, per l’espletamento del
suo incarico, avrà a disposizione
un Ufficio Politico che rappresenterà le varie realtà politicoorganizzative attualmente presenti
nel territorio provinciale. Realtà che
Catalanotto individuerà e coopterà
all’interno di tale organismo.
Il senatore Cusumano, nel affidare l’incarico, dichiara: “Sono assolutamente certo che, rendendoti conto dell’importanza po-
litica ed organizzativa del delicato ruolo che ti sto affidando- (il riferimento è al neo commissario Catalaonotto) - saprai
svolgerlo con il massimo senso di responsabilità ed entusiasmo, lavorando d’intesa con i
dirigenti del partito, vecchi e
nuovi, al fine di realizzare un
intervento sinergico e fruttuoso
per il rilancio del nostro Partito in provincia di Trapani”.
E poi rivolgendosi ancora al neo
commissario conclude dicendo
che:” Sicuro di aver scelto il
meglio per il nostro Partito e
fiducioso di poter presto cogliere i frutti del tuo impegno, sono
convinto che, con la celebrazione del Congresso Provinciale, da svolgere entro l’anno
2006, e la campagna di
tesseramento già avviata e per
la quale ti invito a mobilitare
tutti i quadri di partito, metterai un importante punto fermo
alla nostra presenza politica
nella provincia di Trapani”.
Piena soddisfazione è stata
espressa dal consigliere da oggi
commissario provinciale del Partito Popolari-Udeur della provincia
di Trapani, Lello Catalanotto.
“Ringrazio – dice Catalanotto
fresco di nomina - il commissario regionale il senatore Nuccio
Cusumano per l’incarico
prestigioso affidatomi. Un incarico per il quale sarà totale il
mio impegno si da ora”.
Tra gli obiettivi del neo commissario come ammette lui stesso:
“Intanto quello di consolidare
il partito, in modo da poterlo
meglio radicare sul territorio;
lavorare per potenziare le fila
degli iscritti; fare in modo che
i Popolari-Udeur in provincia di
Trapani possano essere una
forza politica: giovane, piena
di idee, e soprattutto con un
programma che possa coinvolgere tanta gente”.
Sulla nomina interviene anche
il deputato nazionale dei Popolari-Udeur l’on Vito Li Causi. “Questo – afferma l’on Li Causi – è il
riconoscimento per una persona che si è sempre distinta nel
campo del sociale, della politica e della scuola. Una persona che ha sempre vissuto a
contatto con la società e soprattutto con i giovani che rappresentano il punto di riferimento
politico su cui stiamo puntando per consolidare il partito in
provincia di Trapani”. Poi l’on Li
Causi conclude sottolineando
che:” questa nomina inorgoglisce tutta Castelvetrano, una città piena di energia, una città
che sicuramente vorrà stare accanto a Lello Catalanotto per
seguirlo nel suo programma di
rinnovamento. Sono certo –
conclude l’esponente parlamentare trapanese – il neo commissario saprà dare un grosso e determinante contributo alla realtà politica trapanese”.
La MONTAGNA ha partorito il….TOPOLINO
Le dichiarazioni dei giorni scorsi del Sindaco Macaddino andavano verso tutt’altra direzione. Parlavano di pieno coinvolgimento di
tutte le forze politiche del
centrosinistra con richiesta, a quest’ultime, di piena assunzione di
responsabilità.
Il coinvolgimento non c’è stato
(ricordiamo il caso dei DS e
Rifondazione Comunista prima e
di Liberi poi) e il risultato è la nomina dell’ennesima giunta a tempo determinato.
Sì perché, come dichiarato
dallo stesso sindaco, i DS e
Rifondazione Comunista potranno
richiedere di entrare quando lo riterranno opportuno e, per quanto
riguarda Liberi (2377 voti alle ultime provinciali), questo potrà avvenire ad Ottobre, dopo il congresso del movimento a cui il sindaco
ha richiesto l’appartenenza al
centrosinistra come se il suo leader, l’on. Massimo Grillo, non fosse stato, appena 50 giorni fa, il
candidato Presidente alla Provincia di tutto il centrosinistra.
Ecco quindi che i nuovi assessori, o almeno il 30-40% di essi,
non potranno dormire sonni tranquilli!! Minimo 3 assessori, infatti,
potranno cambiare mestiere: a chi
toccherà questa volta?
Onore invece all’ex vice sindaco
Natale Russo che, in maniera elegante, come suo stile, ha preferito mettersi da parte per
evitare di rimanere stritolato dagli appetiti assessorili
dei vari partiti che, dopo
una
breve
pausa
riorganizzativa, hanno ripreso la loro consueta attività: l’inciucio.
Riccardo La Rosa
Portavoce dell’Ass.
UTOPIA POSSIBILE
Ufficio Stampa
Laura Spanò
L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
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L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
13
La risposta del Consigliere Provinciale Poiatti Giovanni,
eletto nella Lista Liberi nel Collegio di Castelvetrano,
alla relazione introduttiva del programma esposto
in Consiglio Provinciale Regionale di Trapani dal Presidente Senatore D’Alì.
“Quello che capita ai
trapanesi meridionali ossia gli
abitanti di Mazara del Vallo,
Campobello
di
Mazara,
Castelvetrano, Gibellina, Santa Ninfa, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, dimenticati da lungo tempo i sogni e l’attivismo degli ultimi presidenti
del sud della provincia (Rosario Ballatore, Mimmo Di Giovanni e Luciano Messina, per chi
se li ricorda, erano di queste
parti) nell’ambito di ogni istituzione sociale o politica, è facilmente riscontrabile da come
la provincia abbia indirizzato le
proprie risorse per un maggiore sviluppo economico e turistico, per una migliore armonizza-zione ambientale, vi è infatti un maggiore impegno nella
cura del territorio che và da
Marsala a Trapani.
La rappresentanza politica,
da circa ventianni è orientata
verso Trapani, e si porta dietro
una cura degli interessi di quell’ambito territoriale che si riflette in ogni manifestazione pubblica.
Basta partecipare alle riunioni del Consiglio Provinciale,
a quelle dell’Associazione Industriale, per rendersi conto di
come la rappresentanza dei bisogni dei Comuni più lontani dal
capoluogo sia molto limitata.
Potrebbe essere un fatto naturale, in quanto chi ci rappresenta politicamente ed amministra-tivamente ha sufficienti
motivi per curare, soprattutto,
le esigenze del suo elettorato
e del territorio più vicino, anche
fisicamente.
Allora vuol dire che tra i politici locali bisogna ricercare
una rappresentanza più robusta
e lavorare al fine di procurare
interesse nell’ambito provinciale per un più equo intervento su
tutto il territorio trapanese.
Il messaggio è rivolto, quindi, a chi di tali “oneri” si fa carico perché sia svolta un’attiva
politica più aggregante nell’ambito del comune d’appartenenza e di quelli limitrofi con lo
scopo ben preciso di dare vigore alle istanze del territorio
più estremo i cui interessi siano tutelati alla pari di quelli di
Trapani
e
Marsala.
Le
sperequazioni nei lavori pubblici, nella viabilità, nella più importante manifestazione velica
mondiale (American’s Cup),
che si è svolta nello specchio
di mare antistante il porto di
Trapani, dando lustro certamente alle bellezze naturali che appartengono anche a noi (le
Egadi), hanno portato però decine di milioni di euro spesi nel
capoluogo e dintorni mentre i
progetti di collegamento viario
con il resto della provincia fanno la muffa dopo anni di rinvii
ed inefficienze.
Uscendo dalla A29 ci si
immette nel tratto della strada
statale 115 che collega Mazara
del Vallo a Trapani, una strada
che da cinquantanni ha subito
la continua
urbanizzazione delle aree
più vicine alla sede viaria portando l’aumento esponenziale
del traffico.
Circa cinquantacinque chilometri lunghi e pericolosi, che
non è possibile percorrere in
meno di 70/80 minuti senza
superare i limiti di velocità, costellati da incroci, semafori,
Photographic Studio
attraversamenti pedonali, un
tratto di strada che molti nostri
amministratori pubblici percorrono quotidianamente, così
come tanti
lavoratori pendolari, studenti, padri e madri di famiglia,
sempre attenti a non rischiare
la vita propria o degli altri, sempre a dannarsi l’anima per il
tempo perso.
Il presidente Ballatore né
aveva assicurato l’ammodernamento negli anni 70, altri amministratori se ne sono occupati per dare lustro ai loro buoni propositi politici, ma non
hanno avuto poi interesse ne
voglia di finire l’opera.
Nella solita maniera parziale, disordinata, maldestra è stato realizzato un breve tratto che
và da quel monumento della
cattiva gestione del denaro
pubblico in Sicilia, che è
l’Ospedale
di
Contrada
Cardilla, in territorio di Marsala,
fino all’Aereoporto di Birgi.
Stretto, pericoloso al pari
della vecchia statale, perennemente impercorribile per manutenzioni varie, questo è l’unico
tratto dello scorrimento veloce
Trapani – Mazara del Vallo realizzato, parte di un progetto
sul quale si è palesata in maniera evidente l’incuria ed il disinteresse di chi in provincia,
con qualsiasi colore politico,
abbia ricoperto incarichi amministrativi.
Sarebbe un vero peccato se
tutto ciò che è stato fatto per
cercare di realizzare questa
opera pubblica, una delle più
importanti nell’ambito provinciale si disperdesse nelle nebbie delle mille cose promesse
e non fatte, di attività politiche
monche, condizionate perennemente dall’interesse per ciò
che più immediato di ritorno in
consensi elettorali.
Ancora una volta avrebbe
prevalso la logica partitica o addirittura correntizia, rispetto
allo spirito di servizio che dovrebbe animare ogni amministratore pubblico, che ha responsabilità nei confronti della
comunità su cui ricadono le
conseguenze del suo agire.
Ancora storie di una provincia in cui gli anni, i decenni,
passano senza che si osservino cambiamenti sostanziali,
infatti si può dire che qui “Tutto comincia” ma poco, troppo
poco trova la sua giusta conclusione.
Concludo augurandomi che
il presidente della Provincia insieme alla neo-eletta giunta
pongano in essere le azioni di
governo rivolte alla priorità dell’intero territorio provinciale.”
G. P.
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L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
14
Io mi diverto… e tu?
Il divertimento, lo svago, la distrazione, sono spesso per noi sinonimi di felicità.
Pensiamo che, solo facendo del
chiasso attorno a noi, possiamo
riuscire ad allontanare il senso di
vuoto o la tristezza che spesso ci
albergano dentro.
Felicità è allegria, è ridere, è
musica, movimento, compagnia di
persone che la pensano come noi,
è assenza di pensiero serio, è appagamento.
Quello che più temiamo è la
solitudine, la noia, il vuoto che ci
pervade quando, rimanendo soli
con noi stessi, ci ritroviamo a contrastare con i soliti riti e ritriti pensieri.
A qualsiasi fascia di età noi apparteniamo, ci creiamo i nostri divertimenti.
Suoniamo il pianoforte, mettiamo la musica ad alto volume, corriamo con gli scooter, ascoltiamo
lo stereo dell’auto di notte in strada, cantiamo dopo aver bevuto litri di birra, parliamo ad alta voce…
Insomma, adottiamo un modo
di vivere tutto proiettato verso
l’esterno, creando degli svaghi alla
nostra coscienza.
Fin qui tutto è chiaro. Ma perché la nostra coscienza, per sentirsi appagata, ha bisogno di seguire dei percorsi alternativi e cercare un’ancora di salvezza all’esterno e non dentro di sé?
La nostra coscienza soffre di
aridità, di mancanza del senso dell’io più profondo, la nostra anima
sente l’assenza di Dio.
Protesi verso ciò che ci diverte
e ci distrae, finiamo per diventare
degli emeriti egoisti e non riflettiamo sul fatto che, a volte, ciò che
ci diverte può divenire causa di malessere per gli altri.
E’ così. Vogliamo sentirci
evoluti e civili, ci riteniamo bravi cristiani, crediamo di essere sensibili ai bisogni degli altri ma, se
c’è di mezzo il nostro personale
divertimento, vadano pure tutti a
quel paese!
Maria Grazia Vitale
GRANDE SUCCESSO DI CRITICA E DI PUBBLICO PER IL
1° CONCORSO PIANISTICO “W. A. MOZART”
Dal 28 giugno al 2 luglio, Mozart”.
Il comitato organizzatore del
Mazara ha tenuto a battesimo il
1° concorso pianistico “W. A. concorso era composto da Vito
Mozart”, la cui organizzazione è Curti Presidente onorario, Daniestata curata dall’ Associazione “W. la Bica Presidente, Franco Foderà
A. Mozart” che
opera attivamente
nella nostra città
ormai da più di 10
anni.
Non a caso questo concorso nasce nell’anno dell’anniversario della
nascita di Mozart,
e quindi questa manifestazione va collocata insieme alle
altre che nel mondo si sono svolte,
per festeggiare il
compleanno del faLa vincitrice Giulia Luppino con D’Alì e Foderà
moso musicista.
Il concorso, aperto anche ai cit- Direttore Artistico, Francesca
tadini della comunità europea, ha Incandela addetto stampa, Marco
visto la partecipazione di 53 con- Curti Segretario.
Il Maestro Franco Foderà, ha
correnti tra cui 4 provenienti dalla
peraltro presieduto la giuria, formaRepubblica di Malta.
I due principali artefici di que- ta oltre che da lui, anche dal Maesto importante avvenimento sono stro Claudio Montesano, direttore
stati la Prof.ssa Daniela Bica, e il del Istituto Musicale Arturo
Maestro Franco Foderà, rispetti- Toscanini di Ribera e da due insigne pianiste maltesi: Doris
vamente Presidente e Direttore Artistico dell’Associazione “W. A. Chircop ed Etouilè Farrugia.
Vivere senza
BALBUZZIA
Il Piacere di non tacere
L’intera manifestazione si è al concorso.
svolta all’interno dell’Hotel Ruggero
Il premio speciale è così anII e il culmine di questo importan- dato alla giovanissima pianista
te avvenimento musicale è stato trapanese Giulia Luppino, che ha
Domenica 2 Luglio con la avuto una votazione di 99/100.
premiazione dei vincitori, e con Altri premi speciali sono andati a
il concerto finale tenuto da pri- Marco Clemente di Castelvetrano,
mi classificati.
Ippolito Parrinello di Mazara, al duo
A sottolinerare l’importan- maltese Borg - Galea.
za di questo concorso è stata
Al duo Giuseppe La Sala,
la presenza in
sala del Presidente della Provincia Senatore
Antonio D’Alì,
che
ha
omaggiato l’Associazione
“W.A.Mozart” di
Mazara con una
targa ricordo.
Durante la
serata conclusiva,
presentata
egregiamente da
La commissione durante i lavori
F r a n c e s c a
Incandela, si è voluto ricordare la Valentina Morello, rispettivamente
figura del nostro concittadino re- di S.Vito Lo Capo e di Trapani, è
centemente scomparso Natale andato in premio un concerto da
Curti, istituendo all’interno del con- eseguirsi a Malta, a carico dell’Ascorso, un premio speciale a suo sociazione “W. A. Mozart” in colnome; consistente in un pianofor- laborazione con Student’s
te omaggiato dalla famiglia Curti, associated of Malta.
Il comitato organizzatore
dando così un notevole contributo
L’Associazione organizza corsi per eliminare la
balbuzie con il Sistema Esclusivo Metrico-Ortofonico
Consultazioni informative gratuite a
PALERMO, MARSALA, CATANIA,
MESSINA ED ALTRE CITTÀ
Responsabile corsi:
Dott. Galazzo
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L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
Lu Fistinu di
15
Santu Vitu
A Mazara del Vallo dal 6 al 20 Agosto 2006
S. Giuseppe - Piazza
Mokarta - Corso
Umberto I - Vi Conte
Ruggero - Lungomare
Mazzini
ore 23.30 Spettacolo di
sbandieratori
Piazza della Repubblica
GIOVEDÌ 10
ore 3.00 Scampanio dei sacri
bronzi
ore 19.00 “La
Padellata” Folklore e
tradizione
DOMENICA 13
ore 17.30 Gran Prix
San Vito S. Nicola”
Gara Podistica regionale - Chiesa di SVito a
Mare
ore 22.00 RIEVOCAZIONE STORICA
DELLA CITTÀ DI
MAZARA DAI
NORMANNI AGLI
ARAGONESI “IL
BATTESIMO DI
RUGGERO”
Cattedrale -Arco
Normanno
DOMENICA 6
MERCOLEDÌ 16
ore 19.00 Banda Musicale per le
vie del centro
ore 17.30 Scampanio dei sacri
bronzi 21 SPARI DI MORTAIO
ore 21.30 ANNUNCIO DEL
FESTINO DI SAN VITO E
CORTEO STORICO BAROCCO
Il corteo effettuerà l’annuncio nei
seguenti punti: Piazza della
Repubblica - Lungomare Mazzini
(Scalinata) Piazza Mokarta
Corso Umberto - Piazza
Matteotti Piazza Porta Palermo incrocio via Vittorio Veneto e via
P S.Mattarella Piazza Regina Piazzati. B. Ouinci- Piazza
Repubblica
ore 18.00 Banda musicale per le
Vie del centro
LUNEDÌ 7
ore 10.00 Inaugurazione mostra
fotografica “Le immagini del
festino” Mostra di pittura “...
con lo sguardo al cielo” di
Eleonora Fogazza Aula Ottagonale - Via S. Giuseppe
MARTEDÌ 8
ore 23.00 RIEVOCAZIONE
DELLA LEGGENDA DEL SANTO CHE A CAVALLO ATTRAVERSA LE STRADE PER
PROTEGGERE LA CITTÀ DI
MAZARA
Chiesa di San Vito in Urbe - Via
Garibaldi Piazza Repubblica - via
ore 18.30 PROCLAMAZIONE
BAROCCA DI SAN VITO PATRONO DELLA CITTÀ DI
MAZARA
Il corteo effettuerà la proclamazione nei seguenti punti:
Parrocchia S. Gemma - Via
Montevideo - Via Castelvetrano
(Ang Via Siracusa) - Corso A.
Diaz incrocio V. F. Maccagnone
- Piazza Matteotti - Piazza
Mokarta - Piazza S. Michele
SOLENNE TRASPORTO DEL
SIMULACRO DI SAN VITO
DALLA CHIESA DI SAN MICHELE ALLA CHIESA DI SAN
VITO IN URBE
Piazza S. Michele - Via S.
Michele - Piazza Veneranda Via Mons. Audino - Via S.
Caterina - Via S. Giuseppe Piazza Mokarta - Via Conte
Ruggero - Via Nicolò Tortorici Piazza Plebiscito - Piazza S.
Teresa
GIOVEDÌ 17
ore 3.30 La processione più
mattiniera d’ltalia
TRASPORTO DEL SIMULACRO DALLA CHIESA DI SAN
VITO IN URBE ALLA CHIESA
DI S.VITO A MARE
Fiaccolata, lettura distici ed
epigrafi
Benedizione con le reliquie del
Santo
Percorso: Chiesa di San Vito in
Urbe (Piazza S. Teresa) - Piazza
Pebliscito. Via XX Settembre
Piazza della Repubblica Via SS.
Salvatore Lungomare Mazzini
Chiesa di SVito a Mare
ore 5.00 Spettacolo pirotecnico:
tradizionale “jocu di focu a
diunu”
ore 8.45 Coroncina in onore di
San Vito
ore 9.00 Celebrazione
Eucaristica nella Chiesa di S.
Vito a Mare presieduta da S.
Ecc. il Vescovo
ore 17.00 Banda musicale per le
vie cittadine
ore 19.00 PROCESSIONE
STORICO IDEALE A QUADRI
VIVENTI CONSEGNA DELLE
CHIAVI DELLA CITTÀ AL
SANTO PATRONO
Rientro in cattedrale e benedizione con le reliquie del santo
Percorso: Chiesa di San Vito a
Mare - Lungomare (scalinata) Piazzale G.B.Quinci - Molo C.
Caito - Piazza Regina - Via G.
G. Adria - Via V. Veneto - Piazza
Porta Palermo - Piazza
Matteotti Corso Umberto I Piazza Mokarta - Via S. Giuseppe - P. della Repubblica - (in
grassetto le tappe di sosta dei
quadri Storici)
ore 23.00 Spettacolo di
sbandieratori
Piazza della Repubblica
VENERDÌ 18
ore 22.30 Chiesa di San Vito in
Urbe Benedizione con reliquie di
San Vito Arie sacre
ore 8.45 Coroncina in onore di
San Vito
ore 9.00 Celebrazioni
eucaristiche in Cattedrale
ore 19.15 Coroncina in onore di
San Vito
ore 19.30 Celebrazioni
eucaristiche in Cattedrale
ore 21.30 Vocalist in concerto Piazza Mokarta
SABATO 19
ore 8.45 Coroncina in onore di
San Vito
ore 9.00 Celebrazioni
eucaristiche in Cattedrale
ore 19.45 Piazza della Repubblica
SOLENNE CONCELEBRAZIONE
EUCARISTICA
Presieduta da S. Ecc. il
Vescovo con la partecipazione delle comunità parrocchiali della Città e le autorità
civili e militari
DOMENICA 20
ore 9.00 Celebrazione
eucaristica nella Basilica Cattedrale
ore 17.30 PROCESSIONE
SOLENNE DEL SIMULACRO
DEL SANTO Cattedrale Via SS.
Salvatore - Lungomare Mazzini Piazzale G. B. Quinci
ore 18.30 IMBARCO DEL
SANTO E SFILATA DELLA
FLOTTA PESCHERECCIA
Benedizione del mare e
lancio di una corona di alloro
in memoria dei marinai
mazaresi scomparsi in mare
Rientro del Simulacro del Santo
nella Chiesa di S. Michele - Molo
C. Caito - Piazza Regina - Via
G.G. Adria - Via Vittorio Veneto Corso Umberto I - Piazza
Mokarta - Via S. Giuseppe - Via
S. Caterina - Via Mons. Audino Piazza S. Veneranda -Via S.
Michele - Piazza S. Michele
ore 22.00 Spettacolo di danza
contemporanea “Vito - la
leggenda - il Santo” San Vito
nell’Inclita Città di Mazara - di
Carla Favata
ore 24.00 Gran finale di GIOCHI
PIROTECNICI
L’
Anno VIII n. 13 12-08-2006
F&F CED sas
NUOVO SHOW ROOM
ALLESTIMENTO
VETRINE
E INSEGNE
12
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L`Opinione n°13 del 12-08-2006