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Anno 9 - n° 4 - Distribuzione Gratuita
ATTUALITA’
KI S
K ULTURA
A
INFORMAZIONE
8 Marzo 2013
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Acesi da copertina
Posto d’onore, in copertina, per Raffaele Manzoni, attuale
Presidente del Club Scherma di Acireale che, memore di un
nome indimenticabile per lo sport acese, il mitico prof.Raffaele,
continua a seguire le tracce lasciate dal nonno e dal papà,
Sebastiano, attuale reggitore della scherma a livello regionale. La
copertina, comunque, va anche a chi, nel bene e nel male, stavolta molto nel male, continua la telenovela dell’arraffamento, dell’indecisione e del “nulla”, la telenovela dell’Acireale Calcio oggi
affidata (meglio leggere “arraffata”) da quel tal Salvatore Palella,
da Milano (?), che al di là delle tante, troppe buone intenzioni non
riesce, probabilmente a “scassinare”, è un modo di dire!, qualche
cassaforte per pagare debiti, giocatori e risanare la squadra che
precipita, ormai non c’è alcun dubbio, nella certa retrocessione
(l’ultimo risultato negativo in casa con il Ribera ne è la immediata espressione!). Si continuano a pagare gli errori di alcuni anni
addietro allorquando alcuni soloni (assieme ad alcuni delinquenti) dissero peste e corna del presidente Pulvirenti e del suo “compare” Lo Monaco…forse, costoro, si erano comportati non troppo elegantemente (meglio dire, poco diplomaticamente!) con gli
sportivi e la città (tifosa), ma a loro scusante c’è anche da dire che
i soldi erano loro…e da parte nostra abbiamo messo solo tanta
ineducazione e anche un pochino di violenza, che a detta di qualcuno non guasta mai (vedi proprio che tutte le partite l’Acireale se
le gioca a porte chiuse o senza seguito di tifosi fuori casa!!!). Noi,
oggi, tutti ne paghiamo le conseguenze mentre Pulvirenti se la
ride pensando all’Europa! Le elezioni politiche, con Grillo superstar, è giusto dirlo e scriverlo, ci hanno consegnato, inoltre, alcuni acesi eletti al Parlamento: Fausto Raciti, un giovane di cui si
Il cardinale Paolo Romeo,
nel giorno del suo 75esimo compleanno ha rassegnato le dimissioni da Arcivescovo di Palermo, come prevede il Codice di diritto
canonico. E' lo stesso cardinale ad annunciarlo. Attorno al Presule,
a palazzo Arcivescovile, si sono stretti, per manifestargli il loro affetto i Vicari Episcopali, i Direttori e responsabili degli Uffici Pastorali.
"Si e' trattato di un momento emozionante, nel corso del quale il
Vescovo Ausiliare, monsignor Carmelo Cuttitta, interpretando il
sentimento dei presenti ha manifestato i voti augurali per questo
importante traguardo della sua vita", spiegano dall'Arcidiocesi.
Proprio in quella circostanza il cardinale ha comunicato ai presenti,
che a norma dell'articolo 401 del Codice di diritto canonico, ha
rinunciato al governo pastorale di Arcivescovo della diocesi di
Palermo. Come da protocollo
la lettera e' stata formalizzata
con qualche anticipo rispetto
alla data del compimento del
75° anno di eta', ed inviata al
Santo Padre. "Ho scritto la
lettera di dimissioni la sera
dello scorso 10 febbraio dichiara l'Arcivescovo - al
compimento del mio sesto
anno di ministero a Palermo.
Cosi' come ci ha insegnato il
Concilio Vaticano II e come
stabiliscono le norme canoniche, come figlio della Chiesa,
ho offerto le mie dimissioni al
Santo Padre. Non e' stato un
atto di osservanza di una
legge, ma il penetrare nello
spirito che i padri conciliari hanno indicato alla Chiesa universale,
pertanto con tutto il cuore e con una volontà ferma ho offerto le
dimissioni al Santo Padre e non sapendo cosa sarebbe successo
l'indomani le ho inviate per posta. Adesso con il cuore pieno di fede
pronto a qualsiasi decisione che prendera' il Santo Padre o il suo
successore, se mi si chiedera' di continuare ad esercitare il ministero a Palermo, cercherò di fare tutto il mio dovere fino all'ultimo
momento".
dice un gran bene sotto tutti i punti di vista, il ritorno (scontato e
gradito) di Basilio Catanoso, oggi uomo di punta del PdL di
Berlusconi che torna a Montecitorio certo e gongolante di non
incontrare tra gli scranni quel tal Fini che “fece per viltà il gran
rifiuto”. Un particolare “saluto” e una foto in copertina per il dott.
Luciano Sardella che per dodici anni circa ha retto la Segreteria
del Comune con ampia soddisfazione dell’amministrazione e dei
cittadini che lo hanno “sperimentato” nel corso del Suo mandato.
ph Fabio Consoli
Quello che non avete visto sul Numero Unico...
Dischiuso lo scrigno della vita
tiro fuori batuffoli di niente
ai quali stringo le mani
per sorreggere il cammino
sospeso sull ’orlo del nulla.
Lorenzo Marotta
Ignazio Marino
ricordato alla “ Zelantea”
pag. 3
PIANETA VENERE 2013
Cine Foto Club
“GALATEA”
Sala Consiliare
Zafferana Etnea
Domenica 10 marzo - ore 17
2 Venerdì 8 Marzo 2013
AKIS
“Prima ‘a rubarunu
e poi ci ficiru i porti di ferru”
Importante e particolarmente seguito il Convegno
“Legalità ed etica – Abuso del Diritto dalTributario al
Civile” che ha avuto luogo, organizzato dall’Adocec di
Acireale, presso la sala convegni del Credito Siciliano
di Acireale. Dopi i saluti del presidente Angelo Raciti si
sono tenute le relazioni del dott. Antonio Pogliese
(Commercialista e Componente CdA del Credito
Siciliano) , del Col.t.st. Giuseppe Arbore (Capo Ufficio
Tutela Entrate Comando Generale G.Finanza), del dott.
Paolo Bonaccorso (Dottore Commercialista) , del dott.
Franco Maria Merlino (Foro di Catania) , e del prof. Avv.
Vincenzo Di Cataldo (Ord. Di Diritto Commerciale –Univ.
Catania). . ph Fabio Consoli
Via Crucis
Confraternite ed associazioni laicali della città di
Acireale si sono ritrovate anche quest’anno, il terzo
venerdì di quaresima, per l’ormai tradizionale appuntamento con il pio esercizio della “Via Crucis” lungo i viali
del cimitero comunale. Nonostante il cielo plumbeo,
numerosi
fedeli
hanno
accolto
l’invito
dell’Arciconfraternita del SS.Crocifisso in San Pietro,
che da quasi vent’anni organizza questa manifestazione religiosa, attraverso cui si intende non solo “ripercorrere con partecipe affetto l’ultimo tratto del cammino
percorso da Gesù durante la sua vita terrena”
(Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei
Questo detto, che si riferisce ad un furto perpetrato ai
danni del tesoro di Sant’Agata, costrinse i governanti
della chiesa di allora a rinforzare la cappella dove era
custodito lo stesso tesoro con chiusure e porte di
ferro…Il paragone che ci riporta, invece, a considerare
la risoluzione adottata da “La Destra” di non concedere più aperture a nuovi centri commerciali, ci sembra
calzi a pennello con il danno, enorme, non quantificabile, avuto con la presenza di centri commerciali nella
area metropolitana della provincia di Catania. Ora,
dopo le lacrime versate dai tanti, troppi, commercianti
costretti a chiudere per non potere sostenere la concorrenza di tali strutture i consiglieri provinciali de “La
Destra” di Nello Musumeci , Giuseppe Mistretta e Enzo
D’Agata si sono fatti portavoce, presso lo stesso consiglio provinciale, che lo ha approvato, di un ordine del
giorno che “dice no” all’apertura di nuovi centri commerciali. Nel documento si stigmatizza come la provincia di Catania sia la seconda in Europa per la presenza di centri commerciali, tenuto riguardo al rapporto fra popolazione e metri quadrati espositivi, tant’è
che, nell’ultimo decennio, l’offerta di grandi strutture di
vendita è decuplicata, concentrandosi, proprio, nell’area metropolitana
catanese. Accolto
anche l’emendamento dei consiglieri,
Salvo
Patanè, Giuseppe
Branciforte
e
Nunzio Parrinello,
che sollecita l’ente
provincia a istituire un organismo
per il sostegno e
la promozione dei
centri commerciali
naturali. La provincia è membro, con diritto di voto,
della conferenza di servizi per l’autorizzazione di grandi strutture commerciali, ovviamente insieme alla regione e al comune, territorialmente competente, l’ordine
del giorno approvato impegna l’esecutivo provinciale a
esprimersi negativamente a ulteriori nuove proposte
d’istituzione.
“Niente fa desistere dalla tentazione di realizzare
nuove grandi strutture di vendita, neanche il crollo vertiginoso dei consumi, la crisi dei centri commerciali già
operativi o il loro devastante effetto sul piccolo commercio dei centri storici, e certamente non sarà l’approvazione di quest’o.d.g. a impedire il fenomeno,
almeno, finché la regione non stabilisca per legge tipologie, dimensioni e numero delle strutture autorizzabili
per territorio e popolazione, ecco perché è nostra
intenzione proseguire l’iniziativa mediante la presentazione di un disegno di legge regionale a iniziativa provinciale” affermano i consiglieri di Palazzo Minoriti de
La Destra, Giuseppe Mistretta ed Enzo D’Agata.
SECONDA GUERRA MONDIALE I bambini del 1937
Credo che sulla seconda guerra mondiale si siano consumati fiumi d'inchiostro. Persino la televisione,per non
"dimenticare", ogni tanto,ospita qualche attempato miracolosamente scampato all' olocausto ,all'eccidio , ai
lagher nazisti o manda in onda filmati agghiaccianti sull'argomento. Ma nessuno, almeno penso, che si sia
occupato e preoccupato di ascoltare la "voce" dei bambini che all'epoca dei fatti avevano solo pochi anni di
vita,come li avevo io. Cinque anni di guerra, I940-45,
vissuti all'insegna della miseria e del terrore. Testimoni
involontari di uno tra gli eventi bellici più feroci ed efferati che la storia abbia mai potuto. registrare , lasciando in
noi bambini traumi indelebili. Quando il 10 Giugno 1940,
l'allora capo del Governo, Benito Mussolini, dal balcone
di piazza Venezia in Roma, comunicava al popolo che
l’Italia entrava in guerra a fianco dell'alleata Germania,
avevo tre anni e con uno dei miei zii più piccoli, Turi, giocavamo ai bottoni. Lui avrebbe preferito le noccioline
che, golosone come era, se avesse vinto le avrebbe
mangiate tutte. Era un gioco semplice,che non costava
niente e che oggi farebbe sorridere i nostri bimbi. lo prediligevo i bottoni perchè sin da piccola mi piaceva galoppare con la fantasia. Nell'ultimo cassetto del grande
comò in noce vi era una calza piena di bottoni. Bottoni
ovali , rotondi, di madreperla, di strass, bottoni rossi,
neri, gialli… Per ognuno di loro mi inventavo una storia.
Quelli di madreperla dovevano appartenere all'abito da
sposa della nonna (che in seguito ne aveva fatto vestitini per le sue figlie più piccole) ,quelli di strass al vestito
elegante di quando era andata al teatro Massimo, quei
quattro con l'ancora erano sicuramente del nonno,quando faceva il militare in Marina, quelli luccicanti erano
caduti alla fata turchina dalla sua bacchetta magica. Con
Turi eravamo sdraiati per terra ma io ogni tanto alzavo lo
sguardo e vedevo tutta la famiglia con le orecchie incollate alla radio. Mentre il Duce con la sua voce possente
parlava al popolo,i miei piangevano ma non capivo perchè e nell'adorabile innocenza infantile,continuavo a giocare. Gli anni che seguirono furono anni difficili, pieni di
lutti e di orrore per tutti ma in particolar modo per i bambini,con negli occhi tanti perchè senza risposta. Sui visi
scarni avevamo disegnati la paura e lo sgomento. Come
giustificare ad un bambino la guerra, la morte. Per lui
queste parole non sono contemplate nel suo piccolo
mondo dove l'unica realtà è l'amore, la vita allegra e
spensierata come è giusto che sia. 1943, ho ancora negli
orecchi il fischio della sirena, improvviso, assordante,
che annunciava le imminenti incursioni aeree. La popolazione fuggiva in massa per trovare riparo nel rifugio più
vicino. Questo era un tunnel situato sotto il manto stradale, stretto ed angusto , privo di luce (ogni tanto si trovava qualcuno munito di candela) con ai lati dei giacigli
di paglia. Eravamo assiepati, abbracciati l'un l'altro con
l'amara consapevolezza che quel giorno poteva essere
l'ultimo. Quando il pericolo cessava e si usciva all' aperto, lo spettacolo che si presentava agli occhi degli scampati, era terrificante. Corpi mutilati, straziati, cadaveri
sparsi ovunque, case e negozi rasi al suolo. Ricordo
ancora mia madre. mentre correvamo verso casa con la
speranza di trovarla ancora, che mi teneva in braccio
stretta, cercando di nascondere il mio viso sul suo petto.
"Mamma,non mi stringere così forte, mi fai male!!“ non
guardare, figlia mia, non guardare" rispondeva come
impazzita. Ma mi bastava unn solo sguardo, anche se di
sfuggita , per fotografare e registrare nella mente, quelle
scene allucinanti e sconvolgenti per chiunque , in particolar modo per una bimba di sei anni come me. Quelle
immagini me le sono portate appresso per anni, anche
dopo che la guerra era finita. Di notte mi svegliavo
ansante, sudata e tremante. Dopo che mio padre, giovanissimo, fu richiamato alle armi, mia madre decise di fare
ritorno nella casa paterna. Il futuro era incerto e si sentiva il bisogno di stare uniti perchè la morte era sempre in
agguato. ln mezzo a tanto caos l’unico lato positivo per
me fu che, essendo figlia unica, potevo stare in compagnia dei miei zii con i quali, circa la metà, eravamo quasi
coetanei, addirittura l'ultimo era più piccolo di me di qualche mese. A quel tempo si proliferava molto e poteva
succedere che mamma e figlia aspettassero un bimbo
contemporaneamente. Partito mio padre, di cui non
avemmo sue notizie per anni, l'unico sostegno della
numerosa famiglia, fu mio nonno. Non ci vuole un grande sforzo per immaginare le condizioni in cui vivevamo.
Gli spettri degli stenti e delle privazioni bussarono anche
alla nostra porta, come del resto in quasi tutte le famiglie
italiane. La corrente elettrica, specie di sera, mancava
spesso per cui eravamo costretti ad andare a letto "con
le galline" o adoperare il lume a petrolio che si doveva
usare con parsimonia affinchè non si consumasse il
combustibile del piccolo contenitore, vi era inoltre una
bellissima ma fragile coppa di vetro e una piccola rondella che permetteva di alzare o abbassare la fiamma.
Inutile dire che il lume era sempre regolato al minimo
emanando una luce debole e fioca che ai miei occhi
deformava tutto ciò che la stanza conteneva suscitandomi un’istintiva paura. Pensavo che dall'armadio in noce
scuro, la cui penombra lo rendeva ancora più alto fino ad
arrivare al soffitto, dalle ante uscissero i fantasmi dei
cadaveri che avevo visto seminati lungo le strade. Non
appena la nonna girava le spalle ero pronta ad alzare di
molto la fiamma in modo che spandesse più luce. Dopo
qualche minuto la coppa di vetro si surriscaldava e avveniva lo scoppio. Spesso in casa non si aveva il ricambio
e a quel punto chiunque poteva sentire le grida della
nonna. Come un fulmine andavo a nascondermi sotto
l'enorme letto parandomi dietro il baule che conteneva il
suo corredo da sposa. All'epoca i letti matrimoniali erano
molto grandi e alti. I materassi poggiavano su robuste
assi di legno sostenute da due pesanti sbarre di
ferro,una ai piedi e una alla testa, con due "gambe"
anch'esse di ferro,poggiate sul pavimento alla cui base
vi erano tre piccole sporgenze,come un triangolo(i trispiti) che davano stabilità al letto. La nonna si arrabbiava
molto ed ogni volta erano sempre le stesse minacce:" Lo
so che sei sotto il letto, ma quando uscirai saranno
botte." Cara,dolce e amatissima nonnina! Che io ricordi
non mise mai in atto le sue promesse minacciose. Il cibo
scarseggiava. Quel poco che avevamo la nonna lo teneva nella grande credenza della cucina dove un tempo
conteneva il ben di Dio. Adesso vi era poca cosa, qualche barattolo di marmellata fatta in casa, dei pomodori
secchi, qualche litro di olio che si usava col contagocce,dell'orzo che sostituiva il caffè e qualche volta anche
il latte a colazione e il pane che le donne di casa mia
impastavano e infornavano e che doveva bastare per
tutta la settimana. Le ante venivano chiuse con una
grande e pesante chiave che la nonna teneva ben custodita nella tasca del suo grembiule. Nessuno, fuori pasto,
aveva diritto a niente. Spesso qualcuno dei miei zii più
piccoli piangeva perchè prima del pranzo o della cena la
mamma gli desse un pò di pane… lei, impassibile e irremovibile, li lasciava piangere. Adesso so che il suo cuore
sanguinava.
Maria Dorata
Un’idea per
Sacramenti, Direttorio su pietà popolare e liturgia.
Principi e orientamenti, 131-133), ma anche fare
memoria della storia della Settimana Santa acese, proprio in quel luogo dove tutto ebbe origine, nella prima
metà dei Seicento. Il luogo è la piccola, antica e deliziosa chiesa dedicata alla Madonna dei Miracoli, dalla
seconda metà dell’800 “inglobata” all’interno del cimitero. Qui la “Via Crucis” si conclude con la meditazione
relativa alla quattordicesima stazione e la preghiera
finale del sacerdote celebrante. L’idea di coinvolgere le
altre confraternite - e in special modo quelle che hanno
la propria cappella funeraria nel cimitero cittadino - fu
avanzata nell’ottobre 1994 all’allora responsabile diocesano, don Gaetano Pulvirenti, il quale l’accolse ben
volentieri. Dalla quaresima del 1995 l’appuntamento si
è ripetuto ininterrottamente fino ai giorni nostri. La “Via
Crucis” di quest’anno, a cui hanno preso parte le confraternite che hanno sede nelle Basiliche collegiate di
San Pietro e San Sebastiano e nella parrocchia
“S.Maria del Suffragio”, la Pia Unione delle Guardie
d’Onore al S.Sepolcro, l’Arciconfraternita del
SS.Sacramento di Aci Platani e la Fraternita
Misericordia di Acireale, è stata guidata da don
Venerando Licciardello, arciprete-parroco di San
Michele e responsabile diocesano per le confraternite.
Santa Maria La Scala
L'Hammetschwand
è l'ascensore più alto d'Europa e si trova in
Svizzera. Altezza 153 metri, tempo di percorrenza
meno di un minuto.
AKIS
Venerdì 8 Marzo 2013
Ignazio Marino ricordato alla Biblioteca Zelantea
La notte tra i 14 e il 15 febbraio 2012 il cuore generoso di Ignazio M.
Marino cessava di battere. Lo sgomento generale impedì una doverosa
ricognizione del vasto impegno dello Scomparso nel settore dell’insegnamento universitario, della politica e dell’associazionismo (era socio, tra
l’altro, dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, del Lions club di Acireale
e del Centro di cultura per lo sviluppo). C’era in tutti un senso di vuoto, una
ferita profonda. A un anno di distanza, un’iniziativa congiunta Accademia –
Lions ha ricostruito la complessa personalità del prof. Marino in un incontro, assai partecipato, tenutosi alla Biblioteca Zelantea. Il dott. Giuseppe
Contarino ha senza mezzi termini annoverato Marino tra gli acesi più illustri del dopo guerra. “I capelli di Ignazio- egli ha detto tra l’altro- bianchi
come quelli di un antico profeta, annunciavano una consolidata saggezza,
arricchita da un eloquio che sgorgava ex abundantia cordis. Il successo
scientifico, basato su teorie originali e suggestive da lui elaborate, su coinvolgenti pubblicazioni, su ispirati discorsi, su lezioni esemplari per chiarezza e contenuti, si accompagnava sempre a una interiorità ricca e trasparente e confermava che non si può essere autenticamente saggi, se
non si dà il giusto risalto all’umanità e al sentimento. Ignazio M. Marino
era, al tempo stesso, austero e gioviale, dotto e ingenuo nel significato etimologico del termine, un paladino di antichi valori, ma sempre pronto a
incrociare le sfide del futuro. Si nutriva di onestà, di studio, di amicizia.
Malgrado i suoi molti titoli accademici autorizzassero atteggiamenti sopra
le righe, egli preferì sempre la semplicità, il servizio discreto, ma efficace,
il sorriso alla risata. Era, in definitiva, un uomo che mancherà alla nostra
città”. Il presidente del Lions club, preside Rosario Musmeci ha preso le
mosse dal primo incontro avuto con Marino a metà degli anni Sessanta.
Egli era allora assistente di Diritto Pubblico del prof. Vittorio Ottaviano.
“Ebbi subito la sensazione – ricorda Musmeci – di trovarmi di fronte a un
docente riservato, modesto, quasi schivo, per nulla orgoglioso della sua
prestigiosa carica istituzionale, ma, al tempo stesso, preciso e puntuale
ogni qualvolta chiedevo spiegazioni e chiarimenti. Questo suo modo di
essere mi ispirò subito fiducia. A distanza di tanti anni penso come, fin da
allora, la sua terra, la sua Sicilia, gli stesse particolarmente a cuore, per
questo i suoi interessi di studioso del diritto si indirizzarono sempre verso
tematiche che riguardavano il nostro Statuto regionale e le problematiche
a esso legate. L’amore per la sua terra ha contraddistinto la sua persona
divenendo uno degli interessi primari del suo essere studioso conosciuto,
rispettato e stimato in tutta Italia”. L’oratore ha quindi ricordato l’anno di
presidenza del sodalizio di Marino, durante il quale egli – assieme alla
Charitas - realizzò il centro ascolto Nuova Proposta per i tossicodipendenti, un incontro sulla sicurezza nella Sicilia orientale, un dibattito sulla
scuola acese; avanzò la proposta di restaurare il Santuario di Loreto e,
assieme al dott. Michelangelo Patanè, pubblicò un opuscolo sulla Carta
costituzionale per le scuole secondarie della città. Il dott. Antonio Pogliese,
Governatore del distretto 108 y del Lions, ha posto l’accento sulle felici
intuizioni del prof. Marino, l’ultima delle quali, la sussidiarietà, è oggi al
centro di iniziative legislative ed assunta come parametro di riferimento del
suo mandato, volto a spostare la politica associativa sempre più verso il
sociale e il recupero dell’eticità. Un sobrio accenno all’impegno e alle cariche ricoperte dal Professore in seno alle Università di Catania e LUM Jean
Monnet di Bari Casamassima, è venuto dal dott. Michelangelo Patanè,
Procuratore della Repubblica aggiunto del Tribunale di Catania, che ha
presieduto i lavori e ha definito Marino un uomo di fine intelligenza e di
rara concretezza che ben traspariva in tutte le sue iniziative, come ad
esempio la redazione dello Statuto comunale di Acireale, poi adottato da
altre amministrazioni del comprensorio. È stata quindi la volta di tre allievi
del Professore, oggi docenti universitari di Diritto amministrativo: il prof.
Sebastiano Licciardello, il prof. Fabrizio Tigano e il prof. Antonio Barone,
che hanno trattato tre temi affascinanti, parlando rispettivamente su
“Cittadini e Istituzioni”, “L’attualità dello Statuto della Regione siciliana” e
“Autonomie e Democrazia”. Sintetizzando al massimo gli interventi dei tre
illustri relatori - che saranno peraltro pubblicati in Memorie e Rendiconti
2013 della Accademia acese - si può affermare che l’insegnamento universitario è stato per Marino occasione per spendersi per la libertà, per i
giovani, per la solidarietà sociale, per chiarire dal di dentro i rapporti che
dovrebbero intercorrere tra governanti e cittadini, per sostenere le autonomie locali, per rafforzare l’esigenza di un giusto processo: in definitiva, per
dare un contenuto moderno al rapporto democrazia e giustizia nelle amministrazioni pubbliche, chiamate a dismettere un ruolo di arrogante supponenza e a impegnarsi sempre più in favore della sussidiarietà e della eticità. ph Fabio Consoli
G.C.
PROVE DI POESIE DI LORENZO MAROTTA
Questa silloge Prove di poesia di Lorenzo
Marotta ci sembra proponga una stimolante dicotomia che caratterizza incisività
e significati ulteriori, sottesi rispetto all’evidente impeto della creatività letteraria.
Nella prima parte aleggiano accattivanti
aure di idillio e di passione che, salva
restando la moderna e rigorosa autonomia del poeta, fanno pensare ai lirici
greci, e alla più nobile eredità latina tra
Catullo e Orazio: mentre nella seconda
parte, in cui Lorenzo Marotta spine su
altro registro, quindi su alter ego, troviamo intramate, tra nichilismo e fede, cristiane religiosità esistenziali, che tanto
sarebbero
piaciute
ai
lirici
del
Cinquecento, come lo spagnolo Sant Juan de la Crux de L’altro versante.
Un esito lirico caratterizzato da affabilissime levità espressive nonché da
forti tensioni subliminali e di pensiero.
MARIO GRASSO
“Comici randagi”
E’ il secondo romanzo di Orazio Caruso.
Avendo stilato, a suo tempo, una breve recensione del suo primo romanzo
(“Sezione aurea”, Manni Editore), il mio primo pensiero è stato quello di trovare analogie e differenze, direzioni e percorsi evolutivi, scarti del pensiero
e della scrittura, un colore, una forma propria di questo secondo tassel-lo
narrativo. La scrittura, per esempio, il modus scribendi di Caruso, sempre
scaltrito e raffinato, limpido e pieghevole alle più diverse tonalità espressive, è, in questo secondo romanzo, più, direi, arioso, leggero. Estravagante,
ricco di sfaccettature, con riflessioni e sottolineature aforistiche (vedi il capitolo intitolato “Padre e figlia”, pp. 107-108) e punte di scoperto lirismo (il
geode di ametista spaccato a metà non è forse un contenitore di metafore?). Accattivanti sono le pagine iniziali, un in-vito alla lettura perfettamente
riuscito, una specie di tappeto rosso steso ad accogliere il “caro letto-re”
(così è chiamato nelle righe di congedo), con le indimenticabili figurine delle
sorelle libraie dai nomi ironicamente fiabeschi. Il filo narrativo è sapientemente interrotto da inserti dialogici, giustifi-cati peraltro dal nucleo drammatico che sottende la trama del romanzo e ne costituisce il tratto più originale e sorprendente (ma una sorpresa non è per chi conosca la profonda passione dell’Autore per il teatro, visto e agito dietro le quinte come regista e
formatore di giovani talenti). Quello che i critici chiamano “messa in scena
del personaggio” assume, aggiunta alle normali valenze narrative, uno
spessore strutturale inedito perché i personaggi sono, per così dire, doppiamente tali, ponendosi alle dipendenze dell’Autore, come agenti della
vicenda diacronica dell’intreccio, e di un certo Wil-liam Shakespeare, come
attori di una pietra miliare della letteratura drammatica qual è, appunto, il
“Sogno di una notte di mezza estate”. Tutte le linee di fuga del romanzo convergono infatti verso questo centro: la rappresentazione en plein air del
dramma shakespeariano. Gli alberi non sono di-pinti su un fondale, sono
quelli, reali, di un bosco sovrastante il paese di Vignola Etnea, trasparente
metamorfosi della natia Viagrande. Gli altri alberi di Vignola Etnea, quelli
fuori del bosco, dissemi-nati per le piazze e per le strade del paese, sono
invece una sorta di filo di Arianna che Alice, la fi-glia ritrovata del protagonista, segue in una specie di viaggio della memoria dell’infanzia e della fanciullezza del padre. La lettura di questa parte del romanzo (“Guida agli alberi per conoscere il padre”, pp. 51-62) è stata per me, viagrandese come
l’Autore, una specie di epifania, una scopeta, la rivelazione di presenze vive
che ci accompagnano nel nostro cammino e ci sopravvivono parlando forse
di noi a quelli che verranno (non sempre, però: la triste fine dell’albero che
“prestava il nome ad una curva a ferro di cavallo sulla strada per l’Etna”, p.
55, ci insegna che il futuro è sempre un azzardo). A memoria dell’albero
gigante valga questa citazione da “La luna e i falò” di Cesare Pa-vese: “Un
paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol
dire non esser soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Davanti a questo fondale arboreo, sul palcoscenico della terra di paese, si può recitare
anche Shakespeare.
Complimenti, dunque, a Orazio Caruso e lunga vita agli alberi di Vignola
Etnea.
Giuseppe Rapisarda
Roma, 7 gennaio 2013
Ing. Filippo Lizzio
E-mail: [email protected]
Carissimo Filippo,
sono lieto di comunicarTi che il Governatore Roberto Garzulli, nel corso
della riunione del Consiglio Direttivo del Distretto tenutasi a Vibo Valentia il
29 settembre 2012, nel disegnare l’organigramma del Distretto per l’anno
sociale 2012/13, in base alle facoltà a lui attribuite dall’art. V sez. 5 del
vigente Statuto, Ti ha conferito l’incarico di Chairman Nascita Club
all’Estero per il Comitato per i Service alla Comunità e Nascita club all'estero.
Nel formularTi i più vivi auguri per l’attività che andrai a svolgere, colgo l’occasione per inviarti i miei più cordiali saluti.
Antonio Maniscalco
Segretario del Distretto
“Il martirio del bagolaro”
Romanzo storico appassionante
di un giovane scrittore acese
Non accade frequentemente di leggere un
romanzo storico scritto da un giovane universitario perché comunemente si crede
che questo genere letterario appartenga a
chi ha maturato una lunga esperienza di
vita ed un itinerario di conoscenza consolidato. Rosario Russo, che vive tra Acireale
e Roma dove frequenta il corso di Laurea
Magistrale
in
Storia
e
Società
dell’Università Roma Tre, appassionato
lettore delle opere di Verga, Pirandello e
De Roberto, con la sua opera prima “Il
martirio del bagolaro” ( ed. Carthago,
Acireale, 2012) rivela una spiccata propensione letteraria e riesce a coinvolgerci in una intricata vicenda che
viene immaginata tra Acireale e Catania tra il 1848 e il 1862, dalla “pace”
tra catanesi e “acitani” accomunati dalla lotta antiborbonica del 1848, suggellata dal dono da parte di Catania alla comunità acese di una bandiera
tricolore con la scritta “Ad Aci, la sorella Catania”, e di una spada, e al “tradimento” del 1849 quando il ciantro della cattedrale acese riconfermò la
devozione borbonica della città consegnando al generale borbonico Carlo
Filangieri, giunto ad Acireale dopo essere sbarcato Riposto con 12.000
uomini, , quelli che erano il simbolo dell’intesa ritrovata tra le due città: un
esito sconvolgente e inaspettato per i catanesi, non privo di conseguenze
e nuovi conflitti tra i due centri. L’avvento del Regno d’Italia del 1860-61
dopo l’impresa garibaldina, infatti, non attenuò il conflitto tra i filoborbonici
e i sostenitori della monarchia sabauda. I personaggi del racconto si muovono in un contesto in cui c’è forte rivalità tra i nostalgici del vecchio regime e i sostenitori del nuovo nei confronti del quale c’erano allora delle
aspettative di libertà, ma la nobiltà acese a qualsiasi costo si voleva
mostrare ancora fortemente legata alla distinzione netta tra servi e padroni e non ammetteva trasgressioni di sorta, a costo di rimetterci il senso
stesso della vita dei componenti di ciascuna famiglia, che dovevano apparire nei comportamenti pubblici sempre coerenti con il proprio rango e non
destare scandalo. Per salvare le apparenze e tenere fede alla tradizione,
ciascun componente delle famiglie nobili si sentiva in obbligo di mantenere uno stile di vita ingessato. Tra l’altro i fautori dell’Unità d’Italia, già proclamata, non erano disposti a perdonare il
tradimento del 1849 e con associazione
segreta perseguivano la vendetta con
omicidi “misteriosi” dei rivali. I sei capitoli del romanzo sono tutti intitolati con un
detto in dialetto, che condensa la saggezza popolare e anticipa il senso delle
avventure del giovane conte Nardo alla
ricerca della verità sulla strana morte del
nonno Lionardo Mancini , che gli fa superare , come afferma nella prefazione
Maria Concetta Gravagno, “lo scontro
antitetico delle generazioni con una pietas
filiale che gli fa comprendere le debolezze
umane e in particolare quelle di coloro che
gli sono più cari”. Le vicende piene di
colpi di scena e di momenti di suspense,
coinvolgono il lettore perché il ritmo è
proprio quello di un romanzo giallo, ben
orchestrato e coinvolgente; il linguaggio,
che non disdegna “modi di dire” locali, nel suo insieme risulta convincente
e di sicuro sviluppo.
Giovanni Vecchio
Ad Aci Bonaccorsi, l’Aedo dell’Etna Alfio Patti con
“Ascuta ca cuntu e senti cchi dicu”
L’ “Aedo dell’Etna” che con la sua arte riesce ad “esportare” in tutto il
mondo usi, costumi e tradizioni della terra di Sicilia. Alfio Patti, scrittore e
giornalista, ormai da anni impegnato nell’attività di riscoperta e diffusione
della cultura isolana, ha proposto lo spettacolo “Ascuta ca cuntu e senti
cchi dicu” sul palcoscenico del teatro Leonardo Sciascia di Aci Bonaccorsi.
L’evento, organizzato dal Teatro degli Specchi, presieduto da Marco
Tringali, ha avuto come filo conduttore il tema della “giustizia”, parola che
in Sicilia assume connotati particolari, rappresentando spesso un miraggio,
una chimera, un’utopia. “Cuntare e cantare sono due discipline artistiche
distinte e separate ma se messe insieme riescono a creare una sorta di
magia capace di rendere il “reale” immaginario e indurci a immaginare una
possibile realtà, - spiega Alfio Patti - e in Sicilia troppe volte è la rassegnazione ad avere il sopravvento come forma per sopravvivere alla durezza
del suolo, alla durezza della vita stessa”. Possono la parola, la poesia e il
canto incidere sulle coscienze delle persone? Può la poesia cambiare le
cose? “I poeti ci sperano, esiliati come sono nell´isola di “Poésia” e sanno
che i Governi hanno paura di loro, - risponde Patti - i poeti sanno di non
possedere né bombe né cannoni; sanno, di certo, di possedere l’unica
arma del nostro tempo: la parola”.
ANTONIO LONGO
4
AKIS
Venerdì 8 Marzo 2013
Il TDM di Acireale comunica che nei giorni
6, 7 e 13 Marzo si svolgerà
nell’Ospedale di Acireale per Volontari e
Simpatizzanti un Corso di Formazione
per preparare
OPERATORI DI UMANIZZAZIONE
E DI AUDIT (O.U.A.).
La speranza è l’ultima a morire
Molti non sanno che “speranza” è una litote mascherata e che “sperare”
nasconde il desiderio di “non morire” e, per esteso, che non accada nulla
di male. Il legame che intercorre tra la speranza e la morte si potrebbe
spiegare con un gioco paraetimologico partendo dal verbo latino pĕrĕo,
ossia “perdersi”, “andar perduto”, “scomparire”, “morire”. Una s- privativa
posta davanti al verbo potrebbe convertirne il significato, così da ottenere
il verbo spero e il sostantivo spēs, spĕi, in italiano “speranza”. Ciò spie-
L’Operatore dovrà essere in grado di:
• Dare informazioni sui Servizi;
• Accompagnare gli utenti non in grado di
muoversi con sufficiente autonomia in
Ospedale;
• Interfacciare l’utente con i responsabili dei
Servizi (anche attraverso figure intermedie);
• Ricevere dagli utenti indicazioni sulla qualità
dei servizi forniti (Audit);
• Mettere in contatto, anche per via telefonica,
l’utente con l’URP, ogni qualvolta è richiesto un
approccio diretto ed esclusivo con l’ASP e con
la sua rappresentanza nel Distretto.
Carmelo Musmeci
Responsabile TDM Acireale
La 3a commissione consiliare della Provincia Regionale di Catania
sta esitando il Piano Triennale delle Opere Pubbliche. Lo strumento di programmazione dell’ Ente è stato in questi anni un “libro dei sogni” che è servito come mezzo per proclamare interventi sul territorio che poi, puntualmente, non si sono realizzati. Il nostro ruolo e la nostra funzione di rappresentanza ci ha imposto di denunciare politicamente questa distorsione nel
tentativo di ripristinare un rapporto di trasparenza tra il Palazzo, i cittadini e
il territorio. Abbiamo contestato al centro destra le manchevolezze che
negli anni hanno contribuito a far apparire la Provincia come Ente inutile.
gherebbe il detto “la speranza è l’ultima a morire”, direttamente ricollegabile al mito del celebre vaso e della fanciulla curiosa, novella Eva, che lo aprì:
Pandora. Pandora, (greco antico Πανδώρα, da πᾶς "tutto" e δῶρον "dono",
cioè "tutti i doni") fu data in sposa da Zeus a Epimeteo, fratello di quel celebre Prometeo che portò il fuoco presso gli uomini.
Esiodo (Le opere
e i giorni) racconta che il vaso fu donato da Zeus a Pandora con la raccomandazione di non aprirlo. Ma si sa che la curiosità, dono di Ermes, è
donna e la fanciulla disobbedì: dal vaso vennero fuori i mali che infestarono il mondo, nel quale prima gli uomini vivevano sereni come dei immortali, rendendolo desolato e inospitale. Ma in fondo al vaso, prontamente
richiuso, era rimasta la speranza…ultima a morire.
Vanessa Lo Iacono
[email protected]
EAS - Centro di Cultura per lo Sviluppo di Acireale
o
La demagogia e le false promesse del centro destra hanno alimentato
comunque il consenso di una classe politica che adesso ritenta, attraverso
una veloce approvazione e forte dei numeri in aula, di proporre lo stesso
copione. Difficilmente i cittadini della Provincia si lasceranno ingannare
ancora una volta e ciò ci da forza per l’ennesima battaglia alla ricerca di
risposte e proposte credibili e non più procrastinabili. Ad Acireale si è
addensata per anni la bugia del presunto acquisto del Collegio Pennisi ed
è oramai palese che dietro una sterile discussione si è perpetrato il prolungamento di un fitto passivo esoso (600.000 euro l’anno ) a cui se ne
aggiungono altri che dimostrano come la scelta della politica provinciale sia
stata orientata a sprechi e alla conseguente beffa che ci svela, come negli
ultimi 20 anni, non si sia costruita nessuna scuola nuova, adeguata alle
norme di sicurezza ed eco-sostenibile.
Occorre sgombrare il campo dalle falsità del passato e lavorare per la pianificazione di un plesso
NUOVO ad Acireale che inglobi gli studenti di quei
plessi che costano oltre 1 milione di euro di affitto
e ricadono ad Acireale. Abbiamo proposto questo
nella seduta della commissione, lo riproporremo in
aula e siamo più che convinti che si possano da
subito porre le premesse per la realizzazione di
un’ opera che si pagherebbe in 10 anni col risparmio dai fitti pagati e, soprattutto, metterebbe in
condizioni di sicurezza migliaia di studenti e operatori del mondo della scuola. Il piano regolatore di Acireale e l’amministrazione vanno coinvolte da subito in una concertazione con il territorio
che è mancata da parte della Provincia o è stata funzionale a logiche che
non hanno portato comunque alcun risultato positivo per le casse pubbliche e per gli studenti. Sarà fondamentale il ruolo del Commissario straordinario dott.ssa Antonella Liotta che coinvolgeremo e a cui chiederemo
un’azione incisiva in questa direzione certi di una sensibilità per il mondo
della scuola, per la trasparenza nonché economicità dell’azione amministrativa che in questi ultimi mesi abbiamo avuto modo di verificare.
ANTONIO TOMARCHIO
CONSIGLIERE PROVINCIALE
Giorno 2 marzo è volata al cielo la
signora Matilde Scuderi, di anni 88,
mamma di Alfredo, Pippo, Rosa, Pina
e Nella Anastasi, che nel loro dolore
elevano a Dio, per il dono della sua
vita generosa e laboriosa, la preghiera del cuore di Sant’Agostino:
“Non ti chiediamo, Signore Nostro
Padre, prechè ce l’hai tolta, ma ti
ringraziamo per avercela donata e
per tutto il tempo che ce l’hai
lasciata, certi che non perderemo
mai coloro che abbiamo amato in
Te, che non puoi essere perduto”.
Al Fraterno amico Alfredo e a tutti i suoi familiari, in particolare a
Riccardo, nostro affezionato e validissimo collaboratore, vanno le
sentite condoglianze del direttore Turi Consoli e di tutta la redazione di Akis, oltre al direttivo del Cine Foto Club “Galatea”
Si è concluso un importante corso di formazione del Centro di Cultura dello
Sviluppo di Acireale sul tema dell’accoglienza e della formazione alla cittadinanza per i minori stranieri L’EAS- Centro di Cultura per lo Sviluppo di
Acireale, che svolge a livello territoriale attività formativa d’intesa con
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha organizzato un corso di
formazione denominato “Ragazzi in transito. Accoglienza e formazione alla
cittadinanza per i minori stranieri”. Un tema di grande attualità che richiede
conoscenza approfondita del fenomeno, attenta valutazione degli aspetti
normativi , dei compiti delle istituzioni e dei contributi del privato sociale,
delle strategie più adatte per dare risposte adeguate a situazioni molto complesse. Proprio per questo motivo, il Centro si è avvalso della collaborazione del Consorzio “Connecting people – persone culture servizi” e del
Consorzio “Il Nodo”. Il corso, diviso in quattro moduli di 12 ore ciascuno, si
è svolto in Acireale dal 9 novembre 2012 fino al 26 gennaio 2013; vi hanno
partecipato assistenti sociali, educatori, psicologi, responsabili e/o operatori
di comunità e strutture di accoglienza, volontari e persino insegnanti e un
dirigente scolastico. La direzione scientifica è stata assicurata dal prof
Giovanni Giulio Valtolina, docente di Psicologia dello Sviluppo nella Facoltà
di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano. Coordinato
dalla dott.ssa Grazia Brex, il corso si è avvalso dei contributi teorici e soprattutto operativi di docenti ed esperti particolarmente qualificati, tra i quali
Stefania Congia dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di
Roma, Maria Pia Fontana, assistente sociale specialista presso l’Ufficio
Servizio Sociale Minorenni di Catania, Rodolfo Giorgetti dirigente responsabile area immigrazione di Italia Lavoro di Roma, Federico Lupo, educatore
professionale, responsabile di una comunità alloggio per minori del
Consorzio “Il Nodo”, Orazio Micalizzi, vice presidente del Consorzio
“Connecting People” e presidente Fondazione Xenagos, Angela Pennisi,
avvocato, consulente legale “Struttura ponte minori stranieri”, Gabriele
Spina, psicologo, coordinatore Comunità SPRAR e Comunità ponte per
minori stranieri non accompagnati, Sicilia e Calabria, del Consorzio “Il
Nodo”. Ma non solo, lo stesso corso, strutturato per lezioni frontali, lavori di
gruppo, brainstorming, esame di casi, testimonianze, simulazioni, roleplayng e questionari, si è avvalso per i seminari delle competenze di
Giuseppe Adernò, dirigente scolastico I.C. “G. Parini” di Catania, Rosario
D’Agata, docente e ricercatore di statistica nell’Università di Catania, e di
Maria Francesca Pricoco, presidente del Tribunale per i minorenni di
Catania. Il grande sforzo organizzativo è stato premiato dal numero dei partecipanti e dall’interesse dimostrato dagli stessi, dalla trattazione sempre
completa e approfondita dei moduli, che hanno previsto un iniziale approccio al fenomeno immigratorio e al trattamento giuridico del minore straniero,
a cui ha fatto seguito la riflessione sui servizi sociali e la scuola di fronte alle
sfide della società multietnica e dell’integrazione dei minori stranieri; altra
tematica ha riguardato l’accoglienza del minore straniero, le risposte all’emergenza nord Africa e le possibili prospettive future. Il modulo conclusivo,
curato personalmente dal prof. Valtolina, è stato incentrato sulla comunicazione transculturale nella relazione d’aiuto, che l’illustre relatore ha affrontato in modo analitico e molto convincente a cominciare dalla principale sfida
per il minore immigrato, che è quella dell’unità del Sé nelle diverse situazioni, del suo equilibrio psichico, in termini di integrità nella percezione della
propria identità. Valtolina ha evidenziato la componente individuale e quella
sociale dell’identità alla luce dei più recenti studi anche da lui stesso condotti. Ancora una volta il Centro di Cultura dello Sviluppo di Acireale ha dato
prova della sua attenzione all’evoluzione delle esigenze formative, fornendo
risposte quanto mai puntuali, rigorose, documentate e, soprattutto, in una
prospettiva applicativa.
GIOVANNI VECCHIO
Riceviamo e Pubblichiamo:
Lettera aperta ai Consiglieri Comunali di Acireale
Il MoVimento 5 Stelle di Acireale ci tiene a sensibilizzare il consiglio comunale in merito alla realizzazione di un insediamento industriale classificato
insalubre sul quale sarete a breve chiamati ad esprimervi. Un impianto di
betonaggio nel bel mezzo di un'area a verde agricolo in via Sclafani, nei
pressi del cimitero cittadino, del presidio ospedaliero e del polo scolastico
di via Ariosto e a ridosso del centro urbano. Dalla mole di documenti già
acquisiti agli atti del procedimento, appare macroscopica ed evidente l'incompatibilità ambientale del nascente impianto, per altro già temporaneamente autorizzato negli anni scorsi dall'amministrazione comunale, ma poi
revocato repentinamente. Anche volendo ignorare i vincoli posti dall'attuale
legge regionale, l'impossibilità di autorizzare tale impianto in quel luogo
appare evidente agli occhi di chi conosce la città, per l'assoluta inidoneità
della sede stradale, per l'insistenza di vincoli urbanistici, cimiteriali ed
ospedalieri, per le ricadute ambientali sulle produzioni agricole circostanti,
per i danni che deriverebbero agli insediamenti di trasformazione agricola
esistenti, per gli effetti sanitari ricadenti sulla popolazione. Senza considerare che nella stessa zona insistono altri tre insediamenti analoghi che producono già evidenti danni all'ambiente, è chiaro come permettere un tale
scempio sarebbe una ferita al territorio ed uno sfregio alla città. A dispetto
di questo contesto però sono stati resi i pareri favorevoli di alcune commissioni consiliari. Pareri formalmente espressi, ma senza alcuna motivazione
di supporto che possa aiutarci a comprendere quale sarebbe l'interesse
pubblico dell'attività che si vuole insediare. Il MoVimento ha registrato le
voci di alcuni dei più attenti ed informati osservatori del palazzo. Queste
darebbero per scontato il parere
favorevole anche del consesso di
cui siete membri, già anticipato in
quello espresso delle citate commissioni consiliari. Voci che raccontano di acquiescenze interessate e
pressioni di vario genere per i consiglieri più titubanti. Se è vero che,
in genere, gli amministratori pubblici non sono abituati a rispondere
alla collettività delle loro scelte, abitudine ancora più marcata in codesto palazzo, vogliamo invitarvi a
riflettere sugli effetti delle vostre
deliberazioni. Ricordandovi che il
vostro ruolo è quello di garantire,
agevolare e sostenere gli interessi
della città e dei cittadini. Tutti. Gli
stessi che pagano i vostri rilevanti
emolumenti, ancora per poco. Altra
questione, invece, attiene alle
responsabilità istituzionali di funzionari ed amministratori pubblici che nel complesso ed articolato iter burocratico della faccenda, in spregio al loro ruolo istituzionale, si sarebbero
prodigati nel privilegiare l'interesse particolare in danno di quello collettivo.
A loro presenteremo il conto a breve, quando saremo chiamati ad amministrare la città. Giù le mani dalla città, giù le mani dal verde, giù le mani dal
nostro presente e dal presente e futuro dei nostri figli!
Movimento5stelle - Acireale
“Il Cerimoniale e la Comunicazione”
è stato il tema di un incontro promosso dal Leo Club di Acireale presso la
Biblioteca dell' I.I.S. “Galilei Ferraris”, g.c. dal D.S. prof.ssa Patrizia
Magnasco. All'interno del Leo Club Acireale, per l'anno sociale 2012/2013,
Alessandro Fatuzzo ricopre la carica di presidente, Maria Aurora Cristaudo
quella di segretario, Clauia Fatuzzo quella di cerimoniere. Il relatore, Prof.
Francesco Raneri dell'Università degli Studi di Catania, facoltà di Scienze
Politiche, nonché docente della Scuola di Giornalismo, sede distaccata di
Acireale, dell'Università di Palermo, ha affrontato il tema “Importanza della
Parola, della comunicazione e del cerimoniale”. I giovani Leo, i ragazzi simpatizzanti ed i tanti soci Lions presenti, hanno avuto la possibilità mettersi
a confronto con le tematiche illustrate dal relatore, di analizzarle e in qualche modo scoprirle in maggiore profondità. Il Prof. Raneri (al centro della
foto, all'impiedi) ha affrontato con meticolosità e cura il tema della serata riuscendo a destare un notevole interesse verso la tematica trattata, quali i
temi della comunicazione, dell'informazione, della condivisione, della consapevolezza, ed altro. E' emersa l'importanza di seguire la “regola della
destra” e quella della posizione delle bandiere negli edifici pubblici. “Il tema
della comunicazione – dichiara il presidente Fatuzzo – per noi giovani del
Leo Club è basilare, è uno strumento importante per raggiungere in maniera capillare la società che ci circonda e per poter condividere le nostre iniziative per il sociale. Ma il cerimoniale può diventare uno strumento per il
miglioramento della comunicazione e l'azione all'interno del nostro stesso
Club Service”. Ed infatti nell'ampio dibattito seguito alla relazione è stato
messo in evidenza come ogni organizzazione (Stati inclusi) utilizzano al
meglio la “comunicazione” per promuovere i propri progetti e raggiungere un
maggiore numero di persone, cambiando anche l'assetto delle comunicazioni e dei responsabili della Sala Stampa e dei Mass Media. “Ringrazio tutti
coloro i quali hanno reso possibile questo Incontro, – ha concluso
Alessandro Fatuzzo – il Prof. Raneri, il presidente del Lions Club Acireale,
prof. Rosario Musmeci, per la vicinanza e sostegno al Leo Club, l'Advisor
Lions per il Leo Club, avvocato Mario Pavone, il Delegato d'Area del Leo
Club Sicilia, Davide Garufi”.
Camillo De Martino
AKIS
Venerdì 8 Marzo 2013
Domenica 10 Marzo 2013 - ore 17
Sala Consiliare g.c. Zafferana Etnea
Antonello Tonna e il suo tributo a Lucio Dalla
L’artista acese, salvatosi dal disastro della nave Costa Concordia, ha interpretato i più bei brani del grande Lucio. Le sue canzoni sono autentica poesia. Le note dei suoi brani riescono davvero a toccare ed emozionare le più
intime corde dell’anima. Lucio Dalla rappresenta, senza tema di smentita,
una delle più fulgide icone della musica leggera italiana di tutti i tempi. Artista
evergreen in grado di appassionare ed entusiasmare diverse generazioni, il
cui ricordo è rimasto indelebile nei cuori e nelle menti di milioni di fans.
Alcune sere fa, sul palcoscenico del teatro dell’Ora Luxury Grand Hotel Villa
Itria di Viagrande, il cantante acese Antonello Tonna ha regalato un appassionato e coinvolgente tributo a Lucio Dalla dal titolo “Qui dove il mare luc-
cica”, organizzato dall’associazione culturale Amigdala, presieduta da Maria
Grazia Palermo. Tonna, miracolosamente salvatosi dal disastro della Costa
Concordia dello scorso anno, ha ammaliato i numerosissimi intervenuti con
il suo pianoforte e con l’inconfondibile voce. Protagonista dal 1980 di indimenticabili notti nei piano-bar di prestigiosi alberghi italiani e stranieri, Tonna
ha proposto, in lungo e in largo, l’ampio e famoso repertorio di Dalla, artista
che sente realmente nel cuore e che riesce ad interpretare con una passione e un trasporto senza pari. Tonna è stato affiancato da Dario Miano al sax,
Alessandro Anastasi alle percussioni e voce, dalla suadente voce di Laura
Lo Re. Un dosato mix di suoni e voci per rendere il dovuto omaggio ad una
delle figure più rappresentative della musica italiana.
A. Longo
UFFICI STAMPA, A GIARRE UN ALTRO CASO DI
"LUPARA BIANCA DELLA POLITICA E DELLA BUROCRAZIA".
Anche il Comune di Giarre ha deciso di rinunciare al proprio Ufficio
stampa e all'apporto professionale di due giornalisti esterni all'Ente.
Da ieri, infatti, l'attività di informazione del Comune è affidato a note
pubblicate sul sito internet, nella parte riguardante l'Ufficio relazioni
con il pubblico. La disponibilità dimostrata nei mesi scorsi dal sindaco
Teresa Sodano non si è più concretizzata dal 1 gennaio 2013 e, nonostante un parere legale parzialmente positivo, pare che vertici della
burocrazia comunale abbiamo sostanzialmente impedito il rinnovo
degli incarichi. La segreteria provinciale di Catania dell'Assostampa, il
sindacato unitario dei giornalisti, esprime solidarietà ai colleghi Mario
Previtera e Patrizia Tirendi, da anni impegnati con professionalità e
dedizione nell'attività rispettivamente di addetto stampa e portavoce,
ed esprime la propria amarezza per l'ennesimo caso di "lupara bianca
della politica e della burocrazia", che in Sicilia sta provocando la perdita costante di posti di lavoro di giornalisti contrattualizzati con incarichi a tempo determinato e una sempre minore trasparenza nell'attività degli Enti locali e, in generale, della Pubblica amministrazione.
Appare inconcepibile come si rinunci così facilmente a professionali
ed esperienze consolidate, come di recente è accaduto anche alla collega Carmela Grasso, che ha visto, dopo ben quattro anni, interrotto il
proprio rapporto di lavoro con la SAC, con motivazioni che sembrano
rispondere a logiche di interessi ed equilibri politici e non di meritocrazia ed efficienza. Nell'occasione ufficializziamo la richiesta di un
incontro sia al sindaco Sodano sia al presidente della SAC, Mancini,
per un confronto che possa portare all'individuazione di soluzioni che
salvaguardino prima di tutto l'immagine e la dignità di lavoratori professionalizzati e, conseguenzialmente, anche il rapporto di lavoro e il
reddito.
Visita il sito
www.akis-aci.com
Via Lazzaretto
ACIREALE
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AKIS
Venerdì 8 Marzo 2013
Emozioni olimpiche per l’inaugurazione del “PalaScherma” di Linera
Il Club Scherma Acireale ha inaugurato la nuova sede, il magnifico Palazzetto dello Sport di Linera – Santa Venerina.
Successo di pubblico per l’assalto tra Arianna Errigo e Elisa Di Francisca.
Vince 15-14 la Errigo e si prende la rivincita dopo Londra.
Atmosfera da brividi al Palazzetto dello Sport di Linera dove si è
svolto un assalto di fioretto che dell’esibizione ha avuto ben poco;
Arianna Errigo e Elisa Di Francisca, rispettivamente medaglia d’argento e medaglia d’oro alle recenti Olimpiadi di Londra, si sono sfidate per la prima volta dopo i Giochi, e hanno entusiasmato la platea tirando come se stessero gareggiando per una medaglia mondiale, europea o olimpica. Invece in palio non c’era nulla, solo l’opportunità di superare l’altra, in una serata che di agonistico avrebbe dovuto avere ben poco; già perché le due fiorettiste azzurre si
sfidavano in un’esibizione organizzata dal Club Scherma Acireale
del presidente Raffaele Manzoni. Un’esibizione programmata in
occasione del trasferimento di sede del Club Scherma Acireale, che
avrà il proprio quartier generale proprio all’interno del Palazzetto
dello Sport di Linera, da oggi PalaScherma. Alla serata hanno partecipato il presidente della Federscherma, Giorgio Scarso, il presidente del Comitato Regionale della Federscherma, Sebastiano
Manzoni, il presidente del Club Scherma Acireale, Raffaele
Manzoni, il Sindaco di Santa Venerina, Enrico Pappalardo. Ha vinto
Arianna Errigo aggiudicandosi l’assalto con il punteggio di 15-14 e
prendendosi la rivincita dopo la sconfitta di Londra 2012.
“Sono felice – ha dichiarato la Errigo – la sconfitta di Londra è stata
dura da digerire, ma mi auguro di poter avere altre opportunità e di
prendermi la medaglia d’oro”. “Arianna è molto forte – ha invece
dichiarato la Di Francisca – e sono convinta che nei prossimi anni
vincerà molte medaglie prestigiose”.
ph Orazio Giovanni Vecchio e Nuccia Leotta
AKIS
Venerdì 8 Marzo 2013
Il ritorno del ruggito di fuoco
Proposta progettuale del Rotary
Volta a sensibilizzare ed avvicinare la città al tema della conservazione ambientale quale prerequisito per la pace sociale
Il Forum , uniformandosi al tema scelto per l’anno
2012-13 dal Presidente del Rotary International
Sakuji Tanaka “La pace attraverso il Servizio”,
intende promuovere iniziative volte ad eliminare i conflitti tra i popoli e nella società
descrivendo metodologie di sviluppo infrastrutturale e di mobilità che possano modificare il sistema sociale, economico e culturale della nostra Sicilia. La Pace nel suo
significato più semplice, può essere definita
per ciò che non è: una situazione nella quale
non c’è guerra, violenza e paura. Significa non
essere in pericolo di soffrire di fame, persecuzione o
povertà. Nell’incontro di Addis Abeba organizzato dalla Fondazione per la
collaborazione fra i popoli , sotto l’egida dell’ONU, del maggio 2012 il Vice
Presidente dell’Unione Africana Erastus Mwencha dichiarò che “Le infrastrutture ed il commercio sono la chiave di una crescita economica diffusa
ed un formidabile strumento di pace”.La Sicilia, per la sua centralità, può
svolgere l’importante funzione di punto di riferimento per i popoli del
Mediterraneo per agevolare lo scambio economico e culturale tra le nazio-
Prima le crisi sismiche nel versante nord-occidentale dell’Etna, poi le deformazioni avvenute nello scorso mese di gennaio e l’incremento del biossido
di zolfo nel plume vulcanico… tutto lasciava presagire il ritorno del ruggito
di fuoco. Così il cratere del SE orientale ha iniziato lo spettacolo. Tra il 19
ed il 23 febbraio 5 parossismi di cui l’ultimo ha lasciato il segno… sulle auto
a Linguaglossa dove sono caduti grossi lapilli. Sulla parte alta della
Mareneve invece scorie di dimensioni cospicue hanno “marezzato” il
manto nevoso come quella della foto lunga 14 centimetri. Vicino il Rifugio
di Monte Baracca sono cadute scorie ancora più grandi del peso di quasi
½ chilogrammo. A Linguaglossa per i danni causati dalle proiezioni è stato
chiesto lo stato di calamità naturale. Per chi si volesse rinfrescare la
memoria ricordo che il cratere del SE orientale (SEO) si è formato nel 2007,
poco più a Est del Cratere di SE formatosi, quest’ultimo, il 18 maggio del
1971. Il nuovo cratere chiamato SEO ha dato luogo ai seguenti 28 eventi
parossistici: 12 gennaio 2011, 18 febbraio, 10 aprile, 12 maggio, 9, 19, 25,
30 luglio (4) e 5 e 12, 20 e 29 agosto (4) e 8, 19, 28 settembre (3), 8 e 23
ottobre (2), 15 novembre 2011, 5 gennaio 2012, 8 febbraio, 4 e 18 marzo
(2), 1, 12 e 23-24 aprile 2012 (3) 19 e 20 (n° 2), 21 e 23 febbraio 2013 che
chiude la serie… per il momento!
Giovanni Tringali, direttore scientifico dell’I.R.M.A.
Errata Corrige
7
In Paradiso arriva un nuovo
cliente che si presenta a
San Pietro. Questi lo porta
un po’ in giro a fargli vedere
le bellezze del posto. Gli fa
vedere il bar, la piscina, lo
stadio e altri bei posticini
dove passare l’eternità. Poi
lo porta in una stanza dove
ci sono miliardi di orologi
appesi ai muri. L’ometto
incuriosito gli chiede spiegazioni e San Pietro spiega
che sono collegati alla vita
di ogni umano sulla terra,
ognuno ha il suo tempo
determinato e quando
scade è l’ora di morire.
L’ometto nota che ce ne
sono alcuni che periodicamente accelerano e chiede
spiegazioni anche di questo
e gli viene risposto che le
accelerazioni corrispondono alle bugie che uno racconta durante la vita terrena, più bugie si dicono, prima arriva la propria ora.
L’ometto ne nota uno sul soffitto con le lancette che corrono velocissime.
"Ma… e quello?".
"Quello è di Oscar Giannino, lo usiamo come ventilatore".
ni rivierasche e costituire l’anello di congiunzione tra l’Africa e l’Europa,
favorendo la eliminazione dei conflitti e determinando la crescita dei paesi
del Nord Africa attualmente attraversati da una profonda crisi economica e
di identità.Ma per far ciò servono infrastrutture, soprattutto per la mobilità,
adeguate e una idonea cultura che possa agevolare un diverso modello di
vita verso le città sostenibili correlate ad infrastrutture viarie di grande scala
ed a sistemi di mobilità urbana ed extra urbana che possano ripensare l’attuale sistema dei trasporti, garantendo la possibilità di movimento di cittadini, merci e servizi e riducendo contemporaneamente l’inquinamento
atmosferico ed acustico, la congestione e gli incidenti tutti elementi che
generano conflitti e che ci allontanano dalla pace sociale.Il Rotary club di
Acireale intendendo attivare azioni di servizio volte a favorire lo sviluppo di
concrete iniziative per la crescita della mobilità sostenibile nel territorio ha
L’articolo “Pennisi Calanna detto il Cieco di Aci”, pubblicato a pagina 6 del
numero scorso era stato scritto dalla prof.ssa Maria Tropea; per una imperdonabile svista è saltata, nella composizione della pagina, la firma dell’autrice con la quale ci scusiamo particolarmente.
proposto a conclusione del Forum un protocollo d’intesa al Comune di
Acireale per una proposta progettuale volta a sensibilizzare ed avvicinare
la città al tema della conservazione ambientale quale prerequisito per la
pace sociale.
Foto Fabio Consoli
347 1433135
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AK IS
AKIS: Anno IX, numero 4 dell’8 Marzo 2013 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Redazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected]
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AKIS
Venerdì 8 Marzo 2013
IL VOLO DI JAFFIOOOOOOOOOOOO!!!
L’uovo dal quale era nato aveva impressionato tutti per
le sue enormi proporzioni, era tanto grosso da occupare tutto il nido amorevolmente preparato da mamma
canarina. Costei, nelle lunghe ore passate a covare,
orgogliosa di sì grande mole da proteggere e riscaldare,
fantasticava un radioso avvenire per il nascituro: lunghe
trasvolate verso i caldi mari del sud, vertiginose planate
e volteggi perforanti le nuvole ed altre imprese che lei
non era riuscita a realizzare. La delusione fu invece
enorme quando, al momento della schiusa, da quel grosso involucro calcareo venne fuori un implume minuscolo esserino quasi mostruoso, con un
enorme capoccione e due occhi alla E.T. In sostanza, non somigliava minimamente all’albatros dalle lunghe ali sognato dalla genitrice e neppure al
“bel fijo” desiderato da papà canarino. Man mano che cresceva, la loro
delusione diventava sempre più grande perché il primogenito andava diventando decisamente un tipino con una spiccata predisposizione per la vita
comoda (preannunciata dall’uovo spazioso, termosifonato e con doppi servizi!) che non amava volare ma solo mangiare e poltrire. Proprio al contrario del grande Jonathan Livingston, l’eroe del quale mamma canarina gli
aveva, fino alla noia, decantato le gesta sperandone l’emulazione da parte
sua. Ma, ahimè (!), hai voglia di predicargli di dignità e fierezza, spirito di
sacrificio e deontologia ornitologica: era come parlare al muro. Pretese di
essere imbeccato fino alla maggiore età e subordinò il suo primo volo oltre
che alla stipula di un’assicurazione contro gli infortuni anche alla garanzia
di essere munito di un paracadute con apertura automatica Gli venne imposto il nome di AL-FIJO, cioè a metà strada tra l’ALbatros della madre e il “bel
FIJO” del padre, diviso da una lineetta che la diceva lunga su quanto è duro
trovare un accordo in famiglia. Alla fine però la saggezza del popolo degli
uccelli trionfò e, traducendo tale nome in dialetto canarinese, fu da tutti
chiamato JAFFIO (mettendo, fra l’altro, pure pace in famiglia). L’interessato
ne apprezzò l’iniziativa e andò sempre fiero dell’appellativo attribuitogli
dalla volontà popolare, dicendo che esso, come la Germania, era stato riunificato grazie all’abbattimento di un muro con le sembianze di lineetta.
Mentre passava il suo tempo fra interminabili dormite e pantagrueliche
bisbocce con gli amici, fu chiamato sotto le armi per il servizio di leva. Non
si perse d’animo e con molto senso pratico scelse l’arma meno strapazzosa e scomoda, la fanteria, insieme a polli, anatre, papere e tacchini. Per i
genitori, tale decisione, fu come sentirsi d’un tratto senza penne: nudi per
la vergogna di avere un figlio incapace di sollevarsi dalla vile terra. Ma Jaffio
aveva le sue buone giustificazioni. Certo sarebbe stato bello far parte del
Corpo degli Alpini assieme alle aquile fra le alte cime dei monti, ma lui non
tollerava il freddo. Non sarebbe potuto andare in Marina con i gabbiani perché soffriva il mal di mare. Se non fosse stato sensibile ai vuoti d’aria
avrebbe fatto compagnia ai falchi in aviazione. Non parliamo poi del
Servizio Civile con i colombi, gli scarichi urbani non lo facevano respirare.
No, no, la Fanteria era proprio l’Arma che faceva per lui: vita agreste, sana,
senza pericoli e, quello che più importava, pasti abbondanti assicurati.
Infatti, come aveva preventivato, la vita militare non lo stancò più di tanto,
anzi, al momento del congedo constatò che il suo peso era così aumentato che non bastavano penne e piume a nascondere il gran pancione che gli
era cresciuto! Solo adesso si rendeva conto che le continue abbuffate sull’albero di ciliegio, mentre svolgeva il servizio di guardia, non gli era giovato, almeno esteticamente. Per il proseguo della sua vita, siccome apprezzava le comodità, gli ambienti riscaldati, i pasti e le pulizie assicurati senza
fatica, scelse di vivere il città e precisamente nella casa dell’uomo.
Detto fatto, con tanto di bandiera bianca alla zampa, si presentò alla porta
di una casa del centro, dove senza convenevoli di sorta venne tradotto in
gabbia. Certo, l’ambiente non era dei più lussuosi, ma una serie di trespoli
a varie altezze, abbeveratoi a caduta libera, triple mangiatoie per biscotti,
scagliola e uovo sodo, facevano di quella gabbia un posto confortevole.
Quello che non andava affatto bene invece era la presenza nella stessa
gabbia di un altro canarino. Questo era stato catturato dopo essere stato
ferito nel corso della STRAGE DI USTICA: il colpo gli aveva causato un
trauma all’occhio sinistro ed egli per cautela lo teneva bendato. Il suo nome
risultava essere CAMMELO. In verità il padre, in ricordo delle sue giovanili scorribande africane, gli
aveva imposto il nome di CAMMELLO, ma l’errore di un impiegato dell’anagrafe aveva mutilato di una ELLE tale esotico appellativo
facendolo appunto diventare CAMMELO.
L’accoglienza che quest’ultimo riservò al
nuovo venuto non si potè certo dire delle
migliori: lo rincorse starnazzando per tutta la
gabbia con fare minaccioso fino a quando Jaffio
non accettò di sottoscrivere una dichiarazione di
completa sottomissione. In definitiva, a Cammelo
venivano riconosciuti i privilegi di beccare e sorseggiare per primo e di
occupare la postazione del trespolo più alto. Fin qui nulla di grave, il pasto,
bene o male era assicurato! Piano piano, però, le richieste del reduce di
Ustica aumentarono: non solo pretese che Jaffio lucidasse le sbarre della
gabbia due volte al giorno, ma l’obbligò, nelle ore più calde, a ventilare l’ambiente con un continuo battere di ali. Il tutto sotto il suo occhio (destro) vigile (a proposito, altro che destro: faceva così paura che non si era mai visto
un occhio destro così sinistro!). Per non parlare poi di quando, nel cuore
della notte, mentre dormiva saporitamente, Jaffio veniva buttato giù dal trespolo e costretto da Cammelo a saltellare e zufolare al ritmo di:” Chi non
salta corvo è, ueh, ueh! Chi non salta …”. E non si tornava a dormire fino a
che non si passavano in rassegna, in ordine alfabetico, dopo il corvo, tutti
ivolatili della terra. E’ vero, per Jaffio furono tempi duri, però, lentamente,
cominciò valutare la situazione con quel buon senso che nella vita gli era
sempre mancato! Considerato che era difficile cambiare aria, strinse il
becco e preso il coraggio a due zampe, maturò l’idea di cambiare almeno
atteggiamento. Decise allora di assecondare Cammelo. Anzi, per tenerselo
buono, lo induceva continuamente a parlare di Ustica, cosa che a lui, com’è
per tutti i reduci, faceva piacere. Il tempo, la convivenza forzata, la reciproca conoscenza e le interminabili chiacchierate furono la giusta medicina
capace di dissipare quel clima ostile ed opprimente.
Dalla nuova amicizia Jaffio ebbe un grande giovamento: divenne attivo,
intrepido, generoso e dignitoso ed inoltre, sotto la guida di Cammelo,
imparò tutti i trucchi del volo. Insomma, diventò orgoglioso di essere un
pennuto! Poi, grazie ad una lima avuta da un passero “Vu cumprà” di passaggio, insieme riuscirono a segare le sbarre della gabbia e a fuggire per
cominciare una nuova vita. Durante il trasferimento verso un Paese del
Sud, mentre sorvolavano Ustica, Cammelo ripensò alla strage che qualche
tempo prima si era consumata in quell’azzurro cielo. Invece lo stesso posto
ad Jaffio ricordò un fatto alquanto curioso: giustappunto nel periodo della
strage, era al servizio militare e mentre trasportava un uovo in caserma,
questo gli era sfuggito dalle zampe ed era precipitato chissà dove senza
lasciare tracce. Ma guarda la coincidenza! Urca, e se fosse stato proprio
l’UOVO di JAFFIO a causare quel popò di disastro? Altro che Gheddafi,
missile americano o servizi segreti! Jaffio, passati questi ricordi al vaglio
della nuova e cristallina coscienza che da poco gli si era formata, rimase
assai turbato e pensò che la cosa più giusta da fare fosse quella di autodenunciarsi per permettere l’apertura di una nuova inchiesta (l’ennesima)
su Ustica. E così facendo, visto che tutti gli altri posti erano occupati, si
sedette per la prima volta dalla parte scomoda del torto.
Parola di SHERPA.
C.so Umberto, 130
ACIREALE
Tel./Fax: 095 601185
IL CIBO NON APPORTA SOLO CALORIE…ANZI
Oggi è fondamentale superare l'idea che gli alimenti abbiano solo funzioni
plastiche, energetiche e protettive. Le reazioni endocrine e immunologiche
successive all'assunzione degli alimenti sono cruciali per la promozione
della salute. Tra i numerosi criteri che ci possono aiutare a scegliere i cibi,
ce n'è uno che negli ultimi anni ha subito profonde trasformazioni; stiamo
parlando delle associazioni alimentari. La dieta dissociata, che può essere utile in alcune situazioni patologiche, ha avuto numerosi seguaci.
Per anni molte persone hanno creduto (ma molti ancora credono) che
mangiare carne e pasta insieme sia quantomeno sconsigliabile. A tutti
coloro che richiedono una consulenza nutrizionale sia per promuovere la
salute che per perdere peso, noi oggi consigliamo di vedere il cibo anche
come un modulatore metabolico.
Questo vuol dire che è indispensabile tenere in forte considerazione le
reazioni del nostro organismo all'ingestione del cibo.
Per anni questa visione dei nutrienti è stata sottovalutata o addirittura del
tutto ignorata.
Ancora oggi gli alimenti vengono classificati in:
- alimenti plastici (alimenti fonte di materiale che l'organismo utilizza per
crescere e rinnovare i propri tessuti)
- alimenti energetici (sostanze che il nostro organismo utilizza prevalentemente per produrre energia; carboidrati e grassi)
- alimenti protettivi (micronutrienti cioè le vitamine e i minerali e le fibre)
Gli alimenti dovrebbero essere conosciuti anche per la loro capacità di
produrre nel nostro organismo precise risposte, vere e proprie reazioni. Si
tratta di risposte fisiologiche, di adattamento, cioè assolutamente favorevoli, irrinunciabili:
1. Risposta immunologica
2. Risposta endocrina.
PREMIO LA SPADA D’ORO 2013
Ad Acireale si è aperta ufficialmente la 7a ed. del Concorso Canoro
Nazionale Premio “LA SPADA D’ORO”; diverse conferme tante novità, con
in giuria nella serata finale anche la SONY, una delle Case Discografiche
più importanti d’Italia, oltre le conferme della WORNER, UNIVERSAL, ed
inoltre STEFANO SENARDI, gradito ritorno, selezionatore quest’anno dei
brani del FESTIVAL DI SANREMO e Consulente diretto della nota trasmissione XFACTOR e di tante case discografiche. Presente tutto il Direttivo
della Spada D’Oro, i riferimenti tecnici, le varie collaborazioni interne ed
esterne, la Radio ufficiale Radio Amore, il Patron della Manifestazione
Francesco D’Ambra, Luciano Parlato Srl Sponsor Ufficiale e tutto lo staff
organizzativo. Il Direttore Artistico Nello Vasta spiega nei dettagli come si
svolgerà quest’anno la manifestazione che prevede il suo epilogo nelle
semifinali dei giorni 30 e 31 Agosto e nella serata conclusiva del 1
Settembre il tutto in Piazza Duomo ad Acireale. Successivamente il Patron
Francesco D’Ambra documenta ai presenti il ritorno del Concorso Canoro
per solo cover LA SPADA D’ARGENTO nella piazza di S. Michele ad
Acireale, dove si svolgeranno le finali per la categoria Junior e Senior il 13
ed il 14 Luglio, concorso che prevede al vincitore della categoria Senior l’accesso diretto alla finale della SPADA D’ORO con un inedito offerto dall’organizzazione. Il Direttore Organizzativo Rory Di Benedetto insieme al
Regista Giuseppe Caudullo perlustrano la novità assoluta di quest’anno, il
Seminario per artisti, autori, compositori, cantautori ed interpreti che si svolgerà il 4 Maggio ed ospiterà nomi illustri della discografia italiana e non solo,
per dare la possibilità a tanti giovani di far conoscere la propria musica direttamente agli addetti ai lavori. Curiosità ed apprezzamento suscitano sempre
i trofei in marmo che anche quest’anno saranno realizzati dalla ditta Luciano
Parlato Srl, tra l’altro sponsor ufficiale della manifestazione canora.
Infine, l’Ing. Seby Torrisi Direttore Logistico, in ricordo del Maestro carrista
acese Giovanni Coco nonché amico e scenografo della manifestazione,
spiega il premio speciale all’”Innovazione” che verrà assegnato da una
apposita Commissione all’artista della serata conclusiva del 1 Settembre
che si sarà distinto in originalità del testo, del look e della performance, il
tutto in una forma singolare e futuristica di spettacolo distinguendosi nella
sua totalità di artista a 360 gradi.
LA NUOVA PROVINCIA DI CASSULABELLA
di Domenico Platania
Teatro “Turi Ferro” - Acireale
Sabato 16 marzo 2013 - Ore 17,30—21,00
Riguardo la risposta endocrina, faremo riferimento alla secrezione di insulina. L'insulina secreta dal pancreas è un ormone che agisce in tutto l'organismo, la sua funzione principale è certamente la regolazione della glicemia( quantità di zucchero nel sangue). Quando la glicemia sale, il pancreas secerne insulina che "ordina" alle cellule di lasciare entrare al loro
interno il glucosio circolante, sottraendolo al sangue, dove si trova in
eccesso. Questa è la tipica condizione post-prandiale cioè successiva ai
pasti. Ovviamente gli alimenti non hanno la stessa capacità di far aumentare la glicemia. In linea generale, quanto più un alimento è simile strutturalmente al glucosio, tanto più rapidamente si determinerà un aumento
della glicemia dopo la sua assunzione. Questa proprietà è definita indice
glicemico e serve a classificare soprattutto i carboidrati (zuccheri semplici
e quelli complessi, vale a dire il 'materiale base' della comune dieta mediterranea). Mantenere il nostro organismo in uno stato di “calma insulinemica” significa promuovere uno stato di optimum metabolico che garantisce un'elevata efficienza psicofisica, favorisce il consumo del grasso contenuto nelle cellule adipose e condiziona positivamente la salute indipendentemente dalla necessità (o dal desiderio) di perdere peso. Evitare sbalzi nella nostra glicemia è dunque conveniente ma come favorire la “calma
insulinemica”?
Ecco un breve elenco:
a) evitare di rimanere a digiuno per più di 4/5 ore
b) consumare carboidrati a basso indice glicemico (verdura, frutta, legumi
e cereali integrali)
c) consumare ad ogni pasto Carboidrati, Proteine e Grassi
d) svolgere un'attività fisica costante ed adeguata (con un appropriato rapporto tra esercizi aerobici ed anaerobici)
e) ogni pasto sia composto in giuste proporzioni da: carboidrati, proteine e
grassi (monoinsaturi).
Dott. A. Cipriani
Dott. E. Mornino
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Siamo nell’anno 1932, in una piccola cittadina della Sicilia,
Cassulabella, che aspira a divenire Provincia del Regno. Il suo
Podestà, attraverso un sistema di intercettazione della posta in transito dalla e verso la Capitale, viene a sapere dell’arrivo in città del
figlio e della consorte di un importante esponente del Partito. Quale
migliore occasione per farseli amici e perorare la causa di
Cassulabella Provincia? Tutti fanno a gara nell’accontentare i due,
ma… Segue un finale a sorpresa, ricco di colpi di scena a ripetizione.
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Dischiuso lo scrigno della vita tiro fuori batuffoli di niente ai