-I 43 42 ai quasi-liberali, e questi indugiano, dilferiscono la riM voluzione, parlando al popolo d'indipendenza. Nel 1851 il duca ,li ~Iodena tradiva Mcnotti in nome dell'Italia; e nel 1848, pc,' la stessa teoria, tutti i principi tradi,'ono tutti i popoli, CAPITOLO VI. La guerra dell' indipendenza. • L. costituzione f,'ancese del 1830 aveva accomuDato all'Italia i suoi principii e il suo movimento innovatorc; c sino da quel tempo i Romagnoli beo l'avevano inteso. In grazia loro tutta 1'Italia già sapeva che ogni movimento francese era un movimento italiano; che la Francia non poteva progl'edire senza spingere l'Italia alla libertà. La sollevazione della Romagna a tutti insegnava: che la lihertà dei culti, promessa da lla Carta francese, annientava la supremazia di Roma sul mondo catolico; che il papa altl'o più non era che il principe di Roma, se pur tanto piaceva a' suoi sudditi; che la sua religione altro più non era che l'opinione personale del papa . . La sollevazione della Romagna, da un altro lato, appalesava che la sovranità del popolo, proclaniata dalla Ca.rta, reclamava la sovl'3nità di tutti i popoli, l'ordinamento deUe nazionalità. La lega dc' popoli sostituivasi all' abborrita aUeanza dei re. I fatti rispondevano alle idee de.lIa Carta. Luigi Filippo non poteva esimersi dall'impone ali' Europa il non intervento. Questo venne violato; e Luigi Filippo non poteva esimersi dal costringere le potenze europee al Jl-Iemomndum del 1851. Questo, ili . sentenza dei regnanti, doveva ristaurare il goyerno della ~ • 44 4~ Chiesa con le riforme del dispotismo illuminato; ma nel fotto esso rovesciava da cima a fondo il goveroo della Santa Sede, Di fatto, se in tutti li Stati europei l' DI'di· namento de' municipii, dellc provincie e la secolarizz.· 7.ione delli offieii erano rifol'lne tanto antiche quanto la regia dignità, erano a Roma le antiche fl'aochigie del secolo XVI che il goveroo de' preti, per sussistere, aveva dovuto estirpare, l preti noo governavano piti che per via di commissioni militari, di patiboli c dl'll' esilio di cinquemila cittad ini. Erano questi falti notissimi ai mi nistri, ai liberali, ai re ed ai democratici; e la rivolulÀ ane romana el'a, per così dire, legalizzata in Europa. Il palla aveva accettato e poscia violatò illllemo'r andum; l'intcrvento austI'iaco era sottoposto a quello della Fran · ciO}; e questo el'a soggetto alti sdegni della francese democrazia. D.. Roma la rivoluzione minacciava Napoli, Firenze e Torino; essa impegnava i popoli a combattere il potere assoluto, a cbiedcrr. costituzioni, a convocare coostituenti, ad DI'dioare legalmente la sovranità popo· lare. Da Roma la ,'ivolnzione, sempre permanente nC gli anni 1843 e 184~, racconlaodava, rannodava in· cessantemente l' i tali ca fortuna alla democrazia francese. Per tallllodo la rivoluzione ave l'a i suoi principii nella Carta, la sua legalità nellllemorandu7J1, il suo disegno nel Don intervento, ch'era mestieri invocare, la sua alleanza ne' democratiei di Parigi. Bastava far un passo inanzi; che dico io? l'inerzia stessa poteva bastare per soffocare il papa e li altri principi al p,'imo segllale venuto dalla Francia, Imminenle era il pericolo per le corti italiane, e quella di Torino pensò la pdma alla sua difesa; col farsi scudo della teoria. della indipenden. ( . za. La rivoluzione millacciava Roma ed i principi, e dimenticava l'Austria, potenza troppo forte e risel'vata.a 4 • cader poi solto le armi francesi, La corte di Torino promise ai ri\'oluzionari di comhattere li imperiali, a patto chc facessero tregua col papa, Con tale tregua si rinegava la lihel'tà dei culti, la sovranità del popo!.o, le costituzioni, le costituenti, tutto il passato; e, ciò che più importava, l'avvenire della Francia. Tosto un già cappellano dci re Carlo Alberto s'incarica della apologia della Santa Sede, "La rivoluzione d'Italia, dicel'a egli, " è la conquista dell' indipendenza, [' iodipeudenza del· " l'Italia è l'indipendenza della Chiesa, che ci assicura " la supremazia civile e morale sui bal'haT'i, I barbari " sono i protestanti della Gel'mania, i scismatici della "Russia, i presbiteriani inglesi, e sopra tutto i filosofi "f,'ancesi, l barbal'Ì sono li uomioi infetti dalle due n pesti americilOe, la sovranità popolare c la libera stam"pa: i barbari SOIlO i eatolici stessi della Fl'ancia te· "naci delle lihertà della chic sa gallicaoa, mostruosa "riolazione di ogni principio cristiano. Guefl'a ai bar"bari, guerra ai protestanti, ai filosofi, ai l'azional isti, " ai democratici, ai rivoluz.ionari j guerra all' anarchia " dci mondo moderno per la santa causa della Chiesa, " pel' la suprcmazia dciI' Italia n, L' abbate Gioberti svi· luppava in l'enti l'olumi di cootradizioni la contradizio· ne della nazionalità fondata sul papato, della libel'tà fondata sull'autorità , 1\ conte Balbo sceodcVil ai parti· colari della guerra contro l'Austria; spiegava lungamente come il tempo delle insurl'ezioni, delle rivoluzio ni fosse peI' sempre passato, come la guerra contro l'Au· stl'Ìa dovesse farsi dai principi senza battaglie, senza ferite, coo atti pacifici, con amore, procacciaodo ,all'Au stria territorii iII Turchia, Ai Lombardi cd ai Veoeti COli· sigliava di servir l'Austria sotto il bastooe tedesco, cd alli Italiani di prender servigio nelli eserciti delle loro 4 / . ' 46 maestà i re di Napoli e della Sardegna. A tutti poi insegnava che la professione militul'e giova alla salute e alla validità della persona, e sul campo ,li battaglia poneva inanzi il tl'adimento siccome un caso di alta stl'ategia diplomatica. Carlo Alberto ingannava; Gioberti e Balbo erano ridicoli: ebbene I vivente ancora Gregorio XVI, la metà dei rivoluziona"; scrisse sul suo vessillo Gioberti-Balbo , apostasia, codardia I E~1i è a tal modo che si prepara la guerra contro l'Austria. DurantIo dichi ..'a : che - ti z'ndocz'li sed/zios'l' della Romagna non possono esser governati che con· la (01'za brutale o colla conq1.tista; - ed Azeglio, più umano, consiglia loro di obbedire sempre senza. stancarsi. Altri impugnano la libertà, siccome un intoppo alle future conquiste dei principi contro l'Austria. Una società, detta dei veri Italiani, si fol'ma, per diffamare i l'ivoluzion ari, per esaltare il papato, . per propagar l'odio contro la Francia, per istOI'Dare la rivoluzione da' sll:0i pl'incipii, dal suo disegno, dalla sua .lIleanza, da' suoi uovel'i ~ per I.'enùerla insensata. D' allora in poi la dabbenag,iue si strinse in moùo inestl'icabile col tl'aùimento: io non posso più distinguere l'u na dall' altro. La rivoluzione continua nonùimeno il suo cammino. Alla morte di Gregorio XVI l'ambasciatore di Luigi Filippo deve ricoI·da,.e al conclave illllemorandum dci 183i, c Pio IX fa le viste di accettarlo. La parola "i(orma si pl'opaga come un turbine, involge Pio IX, c lo trascina su la via dellllemomnd"m. L. rifonna esce tosto fuori dei confini delli Stati romani, e forza la mano ai principi italiani. La fazione dell' indipendenza si approfitta per far della rivoluzione la cortigiana del pontefice, e gl'ida: - Ecco spuntare l'èra novella, la C' 47 Chiesa è salva, l'E,,!'opa vi ammira, Pio IX ha consolidata la fede; il papa è la nost"a .. ivoluzione, lo nostra civiltà, la nostra sl1p,'emazin, la nostra salute spirituale e telllpor~lle. SOI'giamo intorno al "papa ed ai principi nostri per cacci.re i barbari dalle nostre contrade.Si p,.édica l'unione; dunque la voce rifol'lua torna all'antico suo significato, di dispotismoillllluinato. Unione; dunque si cancella da per tutto la voce costituzione; unione, dunque s'insulta ai T'ivoluzionari; unione, dun· que ognuno striogesi attol'no alli amici dell' Austl'Ìa, della Chiesa, della nobiltà, dei cortigiani, ed anco dei cardinali; unione, dunque Carlo Alberto, il traditore del i 82i, l'eroe del Trocadero, il re sanguinario del 1834 , si fil l'uomo dell' indipendenza, unione, dunque si rivolge ognuno al re delle Due Sicilie per supplicarlo ad accettare la parola d'ordine di riforma, per tema che la Sici li a pronunci l'anarchica parola di costituzione, per tema che il ,liritto lurbi la pace e la concordia ll'a popoli e signor'i, tra il papa ed i principi. Unione, fusione, conci· li azione, e intanto si dà opera a l'aff0rmal'e tutti i principii che costituiscono il polere dell'Austria, si dà opera a sradicare tutte le idee che lo distruggono. La l'ivoluzione sfugge un'altra volta l'inganno: la Sicilia fa uo passo, e pl'oclama la sua"propria costituzione; il diritto comincia a spuntare; tutti i pahtgi de' principi SODO assediali dai popoli; li uomini dell' indipendenza si cacciano f,'a i popoli e i pl'Ì_ncipi per salvare i vecchi didtti. - "Noi fatichiamo, dicono essi, da molti anlli " per prepul'urvi la libertà; noi vi abbiamo illuminati, "noi vi fummo precursori; "i siete fatti maturi, e noi " ne siamo beati. Vi sarà concessa una costituzione che " sal'à uno statuto, una libcrtà che sarà quella della re" ligione dominante, una sovranità che sarà quella del 48 " principe che largisce lo statuto. Teniamocl uniti., mar .. "ciamo tutti contro i barhari". La ri~oluzione era f,'attanto differita, a p,'ofitto della guer,'a: e per qual guerra? Li opuscoli, j lib!'i, le corrispondenze, i giornali ci fan manifesto che niun capo pensava al combattere, che niuno usciva dal cerch:o delle querele di corte, che tutti si accordavano nel trasportare la lotta nelle remote regioni di una futura diplomazia, lontanissima da ogni previsione, ed opposta al co,'so della dvoluzion,e francese. Il 24 febraio la Franeia passa olt,'e la Carta del 1830, C l'Italia dalla forza delle cose è sospinta oltre i confini dellllemorandum. Il regno Lombardo·Veneto òi salle . .. va; e mentre i nazionalisti appaf'écchiavano la guerr;r' per j re, in cinque giorni la rivoluzione orfr'c la guerra bella c compiuta, In sì solenne momento qual fu la parte sostenuta dali i uomini deU' indipendenza? Non istarò ad investigare quali si fossero le intenzioni deUe persone; tengo dietro al principio, ai fatti, alle premesse, ai risultati, e dico che li uomini rlell'indipendcllza hanno operato come se fossero stati veri cmissal'i dell' Austria. Supponiamo sparito il sistema dcII' indipen.denza , ed i suoi fautori rimasi inoperosi, e Cado Alberto nel suo palazzo risoluto a non combattel'c. Che sarebbe al'· ,'enuto? Milano [lf'Oclamava l. rcpublica ; Venezia l'aveva di già proclamata; ~Ioùena e Parma stavano per imitarla; l'Alta Italia inrocava l'ajuto della rerublica francese, e il l'C di Piemonte sarebbe J'imaso circondato da' rcpublica!li di Francia, di Svizzera, di Lomba,'dia, colla ribellione in Genova e fors' anco in Savoja. L'intervento francese era certo, i governanti di Parigi Don lo potevano ricusare, ed esso Cf'a il segnale della P"o , paganda republicana. AI marciare dell'esercito francese 4() tutti i governi sarcbb(!ro ca\luti, la scena stll'cbbcsi mu:' tata a vista d'occhio, la Sicilia già sollevata diveniva re"· publicana, il Borbone sal'ehbe rimaso imprigionato ne' suoi castelli, il papa. gia impopolare presso i suoi, sarebhe per semp"c caJuto.lI successo delle armi francesi non polc\·a fallirt~: l'Austl'ia, senza forzè morali, sfiduciata, abbattuta, nQn avrebhe nè potuto, nè voluto rcsistere, e la Nota Hummelauer sta la pcr l'arei fede che l'Austria si ritirava senza combattel'e, senza trar colpo, heata di potere rivarcar l'Alpi e salvare un esercito. Tutto qUC5to, CI'a evidente, e saltava alli occhi, non gia delle moltituùini immerse nelle tenehre ,Ielle città rese cieche d,1l' assolutismo, ma di 'Iuanti e!'Uno capaci di compita,'e una gazzetta. Che si fece? in questo solenne momento di fervore, di entusiasmo europeo, di univer'sa rivoluzione, li uornini dell'inùipenùenza accol'sCl'O intorno al re già :tttcrrito, gli additarono la rivoluzione che l'inviluppara, gli posero dinanzi alli occhi il quad,'o dell' Italia emancipata, deli' Aust";a già vinta, e gli dissero: il giorno è venuto, 3\'anti. Il re move l' a,'mi sue. Cont"o chi? contro la rivoluzione; la teoria dell:t ind:penùcnza gli detta il rlisegno da segui l'si , è il disegno della controrivoluzione. L~ guel'l'a è snbol'dinata alla monarchia; quindi è pattovito che l'Italia (a da sè: la Francia résta esclusa; ogni democratico è trattato qual nemico, eù ogni privilegiato quale amico, I governi pl'ovisori di Modena, di Parma, di Milano suno affi,lati a persone ùi parte regia, o a zelanti e antichi servitori dell' Austria. Niuna assemblea è convocata, li antichi abusi, le vecchie leggi, il rancido potere assoluto, sono religiosamente mantenuti. Il''e pone il suo campo sotto le mura di Peschiera; vigila ad impedire che assalti immaturi stringano ad FE1\.RJ.Rl 4 50 lIt affrettata (ledizione quella fOrtezza, Egli teme tli vincere e di fondare una republica lombarda; c li uomini del- l'indipendenza si alfacendano tosto a suggellare, a estendere t'unione. Essi combattono, non già sotto Peschiera, ma a Reggio contro l\lodena, ma a Piacenza con .. tro Parma, ma a B,'escia contro Milano, Attizzano li odii nlunicipali per provocare la fusione, la confusione, la ded izione istantanea a Carlo Alhel'to, Venezia é publicamente vilipesa, quale città che turba l'unione t"a principi e popoli col nome di republica; essa deve sot- tomettersi e subire la fusione, l'unificazione. In IIna parola, il re si pone nel 111o~o deH' imperatore, le sile gènti prendono i posti di quelle di Radetzki; il re si ra inanzi laddove l' impernto''e si ritira; c, dove l'imperio si avanZ3 il re si trac indietro. Il movimento è serrato affinchè le cittrl sianu immediatamente prese o con"t!4 gnate, Clffinchè non possano esse intendersi, orùinarsi, difendersi; affinchè non riman!!u liberq un campo in j avesse promossa una lega, sarebbersi vedute sotto Ma ... tova, sotto Peschiera assembrate forze formidabili pc,' l'entusiasmo dei volontari, per il numero delle forze l'egolari, La rivoluzione dava una vittoria certa, e Car~ lo Alberto la ricllsa; e li illusi nazionalisti la rendono· impossibile. Lungi dal sospignere ad una lega, ad una guerT'a italiana, essi si pongono in luogo della rivoluzione a Napoli, in Sicilia, a Roma ed, in Toscana, per dare tlltta l'Italia a Carlo Alberto, Il viaggio dell'abbato Gioberti mostra a tutti che colla vitt{)ria il Piemonte assorhiva l'Italia, l principi si vedono condannati a tenere i loro eserciti ne' propri Stati, a fort ificarsi in C3sa propria contro la rivoluzione e contro il Piemonte, a collegarsi coll'Austria, .d apparecchiare il risultato aust,'o-pontificio clel1a rotta piemontese. Dopo la sconfitta tli Villarranca, la rivoluzione si poteva difèndcT'e a ~Iilano, si poteva l'i"novellarvi le cinque gior. flate, accendervi l'incendio d'una disperata sollevazioo~ cui possa germogliare il concetto deUa repulllic., eù " pensiero di un appeUo alla F,'ancia, Anche la leva mi- nelle montagne: col1a guerra d i popolo si poteva ripa- litare è soggetta alla teoria dell' inJipcndcnza; sono esclusi dal campo o disarmati i volontari che si V,HIII() loroo tli Carlo Alberto, che inganna ~lilano, che la di'~ moltiplicando; li Svizze,'i ch'e,'ano accorsi in rolla nlre la- debolezza dt'l l'C. l nazionalisti si stringono at- fama e che la consegna inceppata, disonorata e t1'a.ùita SOIlO nelle mani dell' Austria, A Milano la rivoluzione vuoi rinviati al loro paese; ai divisamenti dci re vtlolsi to~ g.liere ogni impaccio. Ai contaùini è raccomandato di passurc per l'armi' il Giuùa ,e<t i nazionalisti ad esso fanno scuuo dei 101"0 corpi; lo sottl'aggono alla giusti7.ia popolal'e, e gli erigono archi di trionfo in Piemon- attendere alle 10"0 messi, siccome in tempo di pace; a Milano, a Torino si mandano orclini di non distl'ane, te, ondc prosegua la guerra d,di' indipellc!en~a, Egli la di non agitare la popolazione; vuolsi che li abitanti si continua. Ricovcl'ato in Alessandria, ristaura l'esercito', rimangano quieti, sedati, siccome ai tempi di &1al"ia Te .. resa. e l'Austria gli 'prolunga l'armistizio Salasco, Carlo Al- Carlo Alberto avrebbe potuto trionfare per inavvertenza, per isbaglio: i popoli eccitavano i principi a secondarlo; né v' ha dllbio veruno che se Car:o Alberto berto si apparecchia a nuova guerra; e contro chi 1 sempre contro la rivoluzione; e a meglio riuscirvi, surt'oga al ministerio diplomatico del Balbo quello del Gioberti, che si chiallla democratico . Siffatta scclta rallegra tutti 53 52 i veri Italiani. 1'abbate Giobel'ti orùina la speùizione'di Lamarmora contro i repubIicani della Toscana, è d'accordo col generale Haynau, il quale assalta al tempo stesso la republica di Roma, La collera <Iella Camera piemontese rovescia l'abbate sedicente democl'atico; la rivoluzione sta per ispuntare; i nazionalisti la sviano un' ultima volta, gridano che si corra al Ticino, alla guerra ; la rotta di Novara conferma 'luella di Villafranca, l regii pretendono che il Piemonte sia l' Ilnico Stato d'lIalia bene oniinato;:si, io pcnso ch'ess6 sia ordinato a sostenere la Iuogotenenza imperiale in caso di rivoluzione. È ciò che non devono negarmi i regii nel lor(} proprio interesse; uno Stato che domanda ajuti alla republica francese senza l'iconoscerla; uno Stato che vllol essere soccorso da tu~ti i principi ìtaliani, nell'atto di rieusarsi ad una otleanza, ad una preventiva conven· 'zione; uno Stato che soscrive, alla vigilia della guerra, tre dispacci contradittol'ii, per Vicnna, pel' l\'lilano, per Londra; uno Stato che minaccia la Costituente toscana, poi le domanda ajuto, senza riconoscerla; uno Stato che vllole essere savvenl1to dalla l'epublica "omana senza aveI'la riconosciuta; nno Stato che si fa battel'e con fOl'ze triple delle nemicbe; uno Stat& in cui i ministri della guerl'a-, dell'insurrezione, della rivoluzione sono nomini che alla vigilia della battaglia dichial'avano assolutamente impossibili la guerra, la rivoluzione, l'insunezione; uno Stato nel quale Carlo Alberto era adorato, accarezzato, idolatrato; uno Stato che si ostinava a continuare una guerra da traditore, nel mentre che avrebbe liberato l'Italia se apriva il processo del re il giorno dopo il 24 febr,.io, il giorno dopo l'armistizio Salasco e il giorno dopo la spcdizione di Lamarmora in Toscana; uno Stato siffatlO, io <iico~èùiso norato I dinanzi ad ogni partito se non si spiega col dire che è composto ancora di baroni e di vassalli, di marchesi e di villani misteriosamente collegati coi ge· Tlerali e coi soldati dell'imperio. In sostanza, il Piemonte esprime il pensiero dei contadini che gridavano: Viva B.adetzk.i, de' reggimenti savcjarùi che saccheggiavano NovaT'a, di Salasco che soscl'ivcva l'armistizio dei vili, tli Olivi eri , di Sobrero che ingannava i militi di Milano, di Cibr:-lrio ehe andava a Venezia per consegnarla all' Anstria, Il Pielllonte ordinato in luogotcnenza generale austriaca, può dimandare ajuto e mentire alla republica francese, alle republiche ,li Toscana e di Roma; esso può promettere la guerra, e mentire ai lUllanesi, ai Veneti, ai volontarLIl ,Piemonte è svincolato da ogni feùe, da ogni riguardo verso di noi rustici e villani di Francia, d'Italia e d' Alemagna, Quando siamo deboli , il Piemonte ci insulta, e quando siamo forti ci parla ti' indipendenza, onde meglio intendersi col gabinetto ,li Vienna, l dispacci che trovansi tl'a le lIlani dei lords e dei bal'oni ci rivelano il secrcto della sua luogolenenza imperiale. Torniamo al filo delli a\'Venimenti, Che fa il re alla vigilia della guerra? Forma un corpo di osservazione. A qual fine? "È lilla determinazione (scrive lord Aher"cromby a Palmerston) reclamata del pal'i dalli inte"ressi dell'esercito c da quelli della disciplina gcoerale, "Essa avrà per giunta questo nmtaggio, che tenderà a "sedare la pnbliea effervescenza, ed offrirà al tempo "stesso al governo i mezzi di sfl1gire più facilmente "ogni rischio di scissura occasionato su la frontiera • dalla violenza popolare". Il re a«un'lue vorrebbe servirsi dell' esercito pel' impedire la gnerra; in Torino niuno prevedeva l' insurr~zione di Milano; formavasi 55 nll cordone per arrestare i corpi franchi di Gellova e dcIIi emigrati 10m hard i che si recav,a no al soccorso di Milano. Questa città il 22 di marzo aveva trionfato; e il giorno stesso il ministro Pareto scdveva al conte di BuoI, inca1'icato d'affari delL'Austl'ia:" l sottoscritti, "assicurano del loro rlesidcrio di secondare tutto ciò "che potrebbe assicurare le relazioni di amicizia e di "buona vicinanza tra i due Stati n . Il di seguente il re move le sue genti contro li imperiali, senza preventiva dichiarazione di guerra. A che aVl'ebbe essa giovato? non è una guerra ch' egli impI'ende J ma un atto di amistà; e Pareto lo spiega r.'ancamente a lorù Abe,'cromby il 23 di marzo: "Non si può dissimulare (dice "egli) che dopo li avvenimenti di Fl'ancia, non possa "essere imminente il pCt'icolo di veder proclamat;:1 la "republica in Lombardia. E nel fallo, dietro informa. "zioDi sicure, 'sarebbe certo che no gl'an numero di "Svizzeri avrebbe efficacemente contribuito, con la " loro presenza, alla sollevazione di ~liJano n. O .. a, se la republica fosse ivi proclamata, "no simile mo""imento scoppierebbe nelli Stati di S. lU. il re di "Sardegna". Per qnesta ragione: "S. 1\1. il re di Sar"degna si crede obligato a pl'ovidenze, le gnali, col. Jt l'impedire che l'attuale commozione lomb3l'da con" .duca alla .. epublica, risparmieranno al Piemonte ed "al rimanente dell' Italia le catastrofi che potrebbero "accadere se una tal forma di T'eggimento fosse pro"c1amat. n. - Il dì 28 marzo lord Normanby sel·ive a lord Palmerston : che la guerra intl'apresa oon è punto una guerra. "S. M. oon invade la Lombardia coll'in . "tenzione di incominciare le ostilità contro una poten" za \'icina, ma unicamente dietro dimallda di coloro "i quali, seoza ajuti, erano riusciti a conquistare la Ii- " berlà, e nell' intendimento di ajutarli a manteoerc il " buon ordine in un paese forzatam\!nte ab~Ja,H]onato (hl !: qucll~ che prima l'avevano governato". U Da lettera del marchese Parelo a Ricci, ambasciatore a Lond,·a, celllo'.ltr. del IonI Abercrumby a Palll)erston conr"rlI1ano con lealtà qu este dichial'azioni: l'impossihilità del governo che ha esa,urilo ogni 7ne:;zo per con/enere il frenetico ent1tsiasnzo del popolo, la necessità del governo di p,·endere finis!'ativ(J, col porsi a,lla testa del movimento. onde 1'mpedire una m.aggiore effusione di sangue, Ripetiamolo pUl'e~ la guerra non è contro l'Austria. li marchese Pareto scrive al lord Abereromby il 29 di marzo che" crasi spedita l'ordine "a tutti i comandanti delle navi dello Stato di laseial'e ,., liberamente andare tutti i legni mercantili di ban· " diera austriaca: i comandanti della regia marin eria ), hanno pure l'icevuto l'ordine di astenersi da ogni atto ,,-ostile contro i legn i da guerra austriaci, tranne il "caso di essel'De provocati n, La diplomazia piemontese p~tlesò una scaltl'ita energia per impedire un inter,"'Cnto fl'ancese, anche di volontari, e in ogni incontro patrocinava la causa dcII' Austria, A Land,·a il governo inglese la secondava col I·attenere la Francia, col dar utili consigli all'Austria, In una leltera confidenziale del. l'amhasciatore inglese a Vienna del 2 di aprile, lege. yansi queste memorabili pal'ole: Il governo delh. "epuMica avrebbe bisogno di (are la guerra per soslenersi, e noi desideriamo che voi non gliene offeriate. 'il de.Iro (I), La è cosa patente; la guerra regia era OI'dillata con(I) LAMARTIl"iE, Le present, le passé et l'at:enir de la ,.épublique, p.g. M. . ) 56 tl'O la rivoluzione italiana; e se alcnno potesse ancor'3, dub itarne, ascolti l'abbate Gioberti. Il ;) di ma,'zo dci T'cpnbliche nasccnti; cra subordinata alle mene occulte 1848, venti giorni prima della gucrr3, egli tl'accia\'a ti contro Mil:lno, Vcnczia~ Pal'rna, l\'lollcna, singolarmente poi alla srwtlizion e Lamal'lIlOl'a in Toscana, e ad una 4iìsegno della battaglia; esponeva chiaramentt~ il prohlema intorno il sistema da seguirsi nel caso che in qualche parte tIelI'ltalia fosse proclamata la republica: "Tre ,. partiti si potrebbe,'o prcnduc (dic' egli) dai nostri go' "verni: o lasciar fare, e stare colle mani alla cintola a "vedere; o int~rvenire colle armi a distrltggerc il. fatto "colla forza; o correre alle vie pratiche di tllla intcr- " cessione pacifica, e richiamare a buon senno li sviati. "Ora, di questi tre espedienti, il pl'imo mi p:lre peg;i{)· "rc, e l'ultimo migliOl'c, anzi il solo opportuno a p,'a", ticarsi H. Era adunque convenuto che, se proc1amav<lsi la republ iea, primo pensiero delli uo!)!ini dell' indipeni1enza sarebbe 'lueIlo di soffocarla pacificamente o Oli, litarmcnte; chè il lasciaria in "ita era il peggiore el ei partiti. ,dI tolel'U,'e (diceva Gioberti) che in qnalchc "parte d'Italia prevalga il partito republicano, sal'ebbe quanto un esporre a gravi rischi la monarchia in tutta "la Penisola, e, stante le cose dette, un mettere in com"promesso il nostl'o risoq,;imento ". Egl'egiamentc! 501'- :t foca re la republica era il primo dòi dove l'i ; il secondo era quello di combattel'e l'Austria, Da ultimo Giohe,'ti stabiliva il dil'itto d'intervent.., militare nelli Stati l'CpU ' blicani. CI Il ricorrere alle annl pel' soffocare il male n(j' • 57 una guerra preventiva contr'o la democrazia, contro le "suoi principii,sarehbe giusto in sè stesso; impcrciocchè "la lega italiana, come rapP;'~scDtante" dellii unità nazio"naie d'Italia e tIirettrice s"p,'ema dcIIi interessi unive,'"sali, ha dir'itto di provede,'e alla salute comm"ne (I) '", La guel'Ca contro l'Austria era adunque subor,linata ad {t) Archivio triennale, voi: I, N,O323, pago 405. vera alleanza con l'Austria, I fatti parlano da sè stessi c a,1 altissima \'oce: l'abbate Gioberti era d'accordo col generale Haynau; l'apologista della Santa Sede marciava in pieno ;1ccOI'do coi barhari dell'impel'io, ' Dietro l'ol'lline d ell'abbate Gioberti , ,il 19 di fch ,'aio <lcl 1849 Lama,'mora ,loveva assaltare la Toscana per la via di Sarzana; il 19 fehra io il generale Hayn.u entl'ava in Ferl'ara, I rcpublicani del centro erano del pari "hho!'riti dall' abbate piemontese e dall'austriaco gene- rale; l'uno e l'altro avevano uno stesso intel'esse a COIllbatte l'Ii ,dinanzi al quale la guel'l'a tra l'Austria etI il Piemonte non cl'a che un domestico dissapore, Per questo tra la feccia de' model'ati Giobel'ti trovò apologisti, e la sua spedizione fu detta un gran pensiero, E affinchè la dabbenaggine fosse sempl'e indivisibile dalla codardia. vi furono nomini che sostennero fosse l'ab- bate piemontese senza intelligenza alcnna con "aynuII ; come se la corte a"esse potuto imprentlerc 'Una nuova gucrr<l, senza la matematica certezza che l'armistizio la dispensava d'una guerra resa già troppo gravosa. No, l' abbate g-allofobo, il don Chisciotte tIell a Chiesa, l' uomo che diceva Descartes degno di un cavallo, il nemico dei democratici, sedicente ministro democratico, il nemico dcii" doppieiia di Pinelli, per superar Pinelli le mille volte, era degno di marciare al seguito di Hayoau, Che dico io? Egli lo meritava come un onore, sendochè il furore ,Iella viltà stia al disotto della ferocia nel combattimento, Finalmente si legga il manifesto Rattazzi , La battaglia di Nova,'a dà dichial'azioni le più schiette 58 intorno l'impossihilità materiale del re di non fare la guerra, Lo ripeto per l'onore della piemontese aristocrazia: Il Piemonte è ordinato nella forma che si conviene per tradire le rivoluzioni dell' italia. nI01ti problemi surgono intorno la battaglia di Novara: Carlo Alberto era ivi t"adito? Alcuni de' suoi ge- nerali erano d'accordo con l'Austria? Ramorino crasi egli venduto a Radctzki 1 Il primogenito di Carlo Albl;rto era egli impaziente di regnare? Dimentichiamo ]i uomini, per p'or mente all' idea, all'azione, allo scopo, ai fi.tti ed alle conseguenze. Sotto Peschiera l'esercito regio aveva mantenuto la disorganizzazione dell'Alta Italia, la quiete nelle campague, la monarchia dapertutto, Il 4 d' agostoa veva restituita l'Alta Italia all'imperatore. La caduta di Gioberti lo poneva nell' impossibilità di secondare l'imperio nel centro dell'Italia; la parre sostenuta da Cado Alberto doveva cessare, chè la sua luogoteneoza impel'iafe era già terminata. Rima· ncva unicamente a determinare i risultati: quindi si r-Ombattc sul Ticino. Quarantamila Austriaci trionfano di centovcntimila Piemontesi. L'erede p.'csuntivo della corona non si batte, il duca di Genova si batte solo, perchè vendica le sue spe.'anze sopra la Sicilia. La sconfitta piemontese è compiuta ed inct'uenta; l'esercito si crede tradito. Seguita l'abdicazione di Carlo Alberto; la guerra dell'indipendenza non è stata che un torneo di ingannati tra due schiere di bajonette imperiali e piemontesi. A. Novara li ingannati dovevano scomparire. Fosse fatalità o tradimento, Ramorino comandava il corpo de' volontari lombardi, COl'pO che i l'egii e li imperiali dove\'ano lasciare inoperoso, o scannare sul campo di battaglia. RamOl'ino areva ricevuto l'ordine di ta.. gliar loro il ponte della ritirata, Egli ricusò di obedire) 59 ~ dic~jar~ ch'egli aveva voluto salvarli. Fu passato per I armI; e I Lombardi, campati dalla strage, furono mand?ti a r:1?,giungere i repnblicani di Roma, nella paura d. vederl! congiungersi ai sollevati di Genova, Da quel tempo in poi il Piemonte si rimane fedele esecutore della sua parte, ring iovanito dal novello suo rc, Lama.·mora a Gellova fa prodigi contro li avrersari ddl' impe~ator~; e l'abhiltc Gioberti segnalasi a Parigi col sollec.tarv. quella spedizione di Roma contemporanea all' occupaziooe austriaca di Ancona e di Bologna. A tal modo la doppia spedizione di Haynau e di Lamarmora riceveano il loro compimento dalla doppia invasione austro-f.'ancese, '