Biodiversità. La difendiamo con energia. Nuovi progetti tutti da scoprire ENEL E La tutela della biodiversità. Enel ha avviato per il terzo anno consecutivo un insieme di progetti volti a sostenere la biodiversità sia in ambito nazionale che internazionale. Biodiversità è la varietà delle forme di vita vegetali e animali presenti negli ecosistemi del pianeta. È dunque un patrimonio universale che appartiene a tutti e che tutti hanno il compito di proteggere e tutelare per le generazioni future. Fino ad oggi sono state descritte oltre un milione e settecentomila specie, ma in realtà si ritiene che ne possano esistere più di dodici milioni. La Biodiversità non è un fenomeno recente, ma è il frutto di 3 miliardi e mezzo di anni di evoluzione. In un certo senso la possiamo paragonare ad una assicurazione, perché garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra. 2 Fra le principali cause della perdita di di un’alleanza tra governi, ONG e sogget- biodiversità vi sono senza alcun dubbio ti privati che lavorano per far intrapren- i cambiamenti d’uso del suolo che dere a tutti i partner le azioni necessarie comportano la distruzione degli habitat al raggiungimento dell’obiettivo dato con conseguente rapida estinzione delle e oramai specie che li abitano. Questo è un feno- prossimo. meno strettamente collegato all’azione dell’uomo che tende sempre più a dominare gli ecosistemi naturali assoggettandoli alle proprie esigenze agricole, abitative e di spostamento. Le minacce portate dall’uomo alla biodiver- sità sono così serie da richiedere interventi In questo contesto viene anche celebrata ad ampio spettro: servirebbero politiche la Giornata Europea dei Parchi, istituita di sviluppo territoriale centrate sul tema il 24 Maggio 1909, data in cui fu fondato ambientale, bisognerebbe reintrodurre il primo parco nazionale in Europa: un quelle componenti dell’ecosistema che sono evento che ha lo scopo di promuovere andate perdute, riqualificando gli habitat progetti di tutela ambientale a respiro e gli ecosistemi in modo da permettere la nazionale ed europeo. diffusione delle specie un tempo presenti. Quando si tratta di impegnarsi concretamente a favore dell’ambiente Enel non Pienamente consapevole di ciò Enel ha risparmia energie. scelto di aderire al progetto Countdown 2010, l’iniziativa promossa dallo IUCN (The International Union for Conservation of Nature) che persegue un obiettivo importantissimo: arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010. Si tratta 3 L’inquinamento è la minaccia più grande per il delicato ecosistema in cui vive la trota salmonata e dunque per la sua sopravvivenza. Fondato nel 1948, il Parco Nazionale degli Alti Monti Tatra è il più antico parco naturale della Slovacchia e rappresenta quasi un simbolo per tutti gli slovacchi. Questo parco, che copre un’area di circa 74.000 ettari, ha una concentrazione assolutamente unica di specie animali e vegetali endemiche. 4 tori che non rispettano le norme previste all’interno del parco. Il progetto Enel Slovenskè Elektràrne è la prima azienda produttrice di energia in Slovacchia e la seconda nell’Europa centro orientale: è presente nell’area degli alti Monti Tatra con molte centrali idroelettriche. La trota salmonata ha infatti bisogno di una forte ossigenazione dell’acqua in cui vive, ed essendo una specie fortemente adattabile, la sua scarsa presenza rivela l’aumento dei fattori inquinanti. In collaborazione con il Parco Nazionale, ha sviluppato un progetto volto all’eliminazione di quei fattori di minaccia riconducibili all’uomo che pongono in pericolo la sopravvivenza delle trota salmonata e dell’intero ecosistema delle aree fluviali degli Alti Monti Tatra. La trota salmonata si distingue come specie ecologicamente plastica: si può trovare sia in mare che in acque dolci, sia correnti che ferme. È un predatore voracissimo e man- Le attività previste coprono tre ambiti principali e verranno realizzate dal Corpo Forestale dello Stato degli Alti Monti Tatra: gia praticamente qualsiasi animale che riesca ad inghiottire: dagli insetti ai crostacei, dai pesci (anche le trote più piccole) ai topi, alle rane. Attualmente la presenza della trota salmonata nei corsi d’acqua degli Alti Tatra è in forte calo: la minaccia deriva principalmente dall’inquinamento e dal comportamento irresponsabile dei pesca- • acquisto e immissione del 90% degli avannotti necessari al mantenimento della Trota Salmonata; • costante attività di monitoraggio dei corsi d’acqua; • regolare attività di pulizia delle acque. s l ovacchia La protezione della trota salmonata e del suo habitat sugli Alti Monti Tatra in Slovacchia. Da quasi 60 anni il Corpo Forestale del Parco assicura la protezione delle specie animali, vegetali e della fitta rete di corsi d’acqua lunga circa 600 km che attraversa l’area. Le unità forestali, oltre a monitorare sistematicamente lo stato di salute dei vari fiumi, curano ogni anno l’immissione di circa 70.000 avannotti di trota salmonata. Un dato che rappresenta anche un’importante indicatore di salute delle acque e dell’habitat circostante. 5 Il mistero più grande è rappresentato proprio dalla loro incredibile capacità di ritrovare la spiaggia giusta per riprodursi, anche dopo migrazioni di migliaia di chilometri. Il problema della conservazione della tartaruga marina Caretta caretta, specie protetta a livello nazionale e internazionale, è di grande attualità in Italia per il ruolo strategico che il nostro paese ha assunto per questa specie nel bacino del Mediterraneo. Qualcosa a livello locale è stato fatto per preservare i siti di nidificazione ma sono presenti ancora numerose minacce legate all’uomo e alla sua azione, prime tra tutte la pesca, che determina ogni anno la cattura accidentale di migliaia di esemplari. Il progetto Il progetto sviluppato da Enel e CTS riguarda il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone (RC) che si occupa sia degli interventi strettamente sanitari che del rile- La Caretta caretta è la più comune tartaruga marina del Mediterraneo. Perfettamente adattata alla vita acquatica, grazie alla forma idrodinamica e alle sue potenti pinne, è estremamente veloce e può raggiungere notevoli dimensioni: 110 cm e un peso di 180 kg. Delle tartarughe marine si conosce ancora molto poco: è certo solo che trascorrono tutta la loro vita in mare. Gli unici ricordi della lontana origine terrestre sono la necessità di salire in superficie per respirare e di tornare sulla terra ferma per deporre le uova. 6 camera oscura. Accanto all’ambulatorio si trova l’area di stabulazione con la zona di quarantena e un’area aperta ai visitatori con le vasche per la degenza degli animali in via di liberazione. Tutte le vasche sono dotate di sistema di circolazione dell’acqua di mare e di depuratori. Il Centro di Brancaleone conduce inoltre la sperimentazione per l’applicazione di sistemi di pesca a basso impatto con il coinvolgimento dei pescatori. La collaborazione tra Enel e CTS è volta a sostenere e intensificare le attività di: • recupero e cura di animali feriti: gli esemplari in difficoltà vengono ospitati nel Centro e affidati alle cure di personale qualificato; • informazione, formazione e sensibilizzazione. In questo senso il centro svolge una serie di attività rivolte alla popolazione locale, ai turisti, ai pescatori, agli operatori del turismo e alle amministrazioni locali; • alimentazione della banca dati nazionale. Tutti i dati relativi a catture accidentali, spiaggiamenti, nidificazioni e nascite confluiscono nel Data Base al fine di elaborare le strategie di conservazione più idonee; vamento dei dati e dei campioni di materiale biologico per la ricerca. Il centro dispone di un ambulatorio con sala operatoria, di una sala con apparecchiatura radiografica e una • Servizio di Pronto Intervento Tartarughe: attraverso la chiamata ad un numero verde (800-904841) ci si può collegare telefonicamente alla Centrale Operativa di Europe Assistance che raccoglie la richiesta d’intervento e la smista agli operatori del Centro Recupero, che possono così intervenire tempestivamente. Il servizio è operativo 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. 7 i t a l i a Centro di recupero per le tartarughe marine in Calabria. La Tartaruga marina Caretta caretta è una delle specie animali del nostro Mediterraneo verso le quali è necessario concentrare il più possibile le azioni di conservazione: nonostante sia la specie di tartaruga marina più diffusa nei nostri mari, il numero delle femmine che vengono a nidificare sulle coste italiane è molto limitato e le minacce in corso mettono in serio pericolo anche la presenza di questi rari siti di riproduzione. lungo i litorali. All’interno delle strutture sono presenti sale operatorie attrezzate, apparecchi per effettuare radiografie ed esami biologici oltre ad una grande vasca dove gli animali trascorrono la loro convalescenza prima del rilascio. Ma le minacce che mettono a rischio la vita delle tartarughe marine sono anche altre: l’intenso traffico nautico, il turismo nelle spiagge dove avviene la deposizione delle uova, l’erosione delle coste e l’inquinamento delle acque. Il progetto In questo contesto si inserisce l’attività di Legambiente che da anni svolge campagne di salvaguardia e monitoraggio dei siti di ovodeposizione delle tartarughe L’insieme di azioni, frutto della collaborazione tra Enel e Legambiente, durerà per tutto il 2009 e sarà articolato nelle seguenti attività: • sostegno ai centri di recupero. Supportare le attività dei Centri di Recupero delle Tartarughe Marine situati nell’Oasi di Lago Salso (Fg) e nel Bosco di Rauccio (Le); • studio, finalizzato alla realizzazione di una pubblicazione, con analisi degli habitat idonei all’ovodeposizione, tecniche di recupero e buone pratiche per diportisti e bagnanti; presso l’Oasi di Lago Salso (Fg) e nel Bosco di Rauccio (Le): i due centri si occupano del recupero e della cura delle tartarughe marine ferite ritrovate in mare o spiaggiate 8 • azioni di divulgazione e sensibilizzazione indirizzate particolarmente ai giovani e alle scuole locali. 9 i t a l i a La salvaguardia delle tartarughe Caretta caretta in Puglia. Secondo dati della FAO, ogni anno fino a 60.000 tartarughe marine vengono catturate accidentalmente nel Mediterraneo durante le operazioni di pesca professionale: di queste più di 10.000 solo in Italia, con una mortalità degli animali che va dal 10 al 50%. Ogni peschereccio può arrivare infatti a catturare involontariamente fino a 20 tartarughe in una sola battuta di pesca. Progetto per la reintroduzione dei grifoni nel Parco nazionale dei Balcani Centrali. getto di reintroduzione del Grifone insieme al Parco Nazionale dei Balcani Centrali e la Birds of Prey Protection Society. Questi i principali obiettivi: • instaurare nei Balcani Centrali una popolazione di grifoni autosufficiente e garantirne la sopravvivenza a lungo termine; • migliorare l’ambiente per gli uccelli predatori che si nutrono di carcasse nel Parco Nazionale dei Balcani Centrali; • migliorare la capacità ricettiva del Parco Nazionale dei Balcani Centrali e della Società per la protezione degli uccelli predatori e fornire esperienza, personale e volontari preparati e qualificati per eventuali future attività di reintroduzione dell’avvoltoio monaco e del Gipeto, altre due specie europee di avvoltoi a priorità di conservazione; b u l gar ia Ampiamente diffuso in tutta la Bulgaria, negli anni Cinquanta, a causa della persecuzione da parte dell’uomo e della penuria della sua fonte primaria di cibo, questo rapace si è quasi estinto come specie nidificante. Oggi le popolazioni europee di grifoni vivono sparse nel territorio e alcuni esemplari sono costretti a intraprendere viaggi lunghi e pericolosi alla ricerca di compagni. In anni recenti le azioni di conservazione volte a salvare la specie hanno avuto come scenario il Parco Nazionale dei Balcani Centrali, per i suoi habitat ben preservati, l’alto livello di tutela giurisdizionale e l’impegno della sua amministrazione. La Società per la Protezione degli Uccelli Predatori (Birds of Prey Protection Society) è la ONG che collabora con la Direzione del Parco alla realizzazione del progetto. • promuovere la consapevolezza dell’importanza della conservazione della natura tra i locali e i visitatori del parco. Il grifone (Gyps fulvus) è uno degli uccelli predatori più grandi d’Europa, con un’apertura alare pari a circa 2,5 metri e un peso tra gli 8 e gli 11 kg. è un uccello che nidifica in colonie su pareti rocciose verticali e si nutre della carne in decomposizione degli animali. In questo modo ostacola la diffusione di pericolose malattie, svolgendo il ruolo di spazzino naturale. 10 Il progetto Enel Maritza East 3, tra i principali produttori di energia in Bulgaria, è da sempre l’azienda leader nazionale in campo ambientale; proprio in tale ambito Enel Maritza East 3 ha sviluppato questo pro- Enel Maritza East 3 ha contribuito alla costruzione dell’infrastruttura più importante del progetto: una voliera di grandi dimensioni nella quale circa 30-40 grifoni provenienti dalla Spagna potranno familiarizzare con l’area protetta del Parco nazionale dei Balcani Centrali prima di esservi reintrodotti. 11 Il grifone (Gyps fulvus) è una specie ben conosciuta nel mediterraneo sia per la grande taglia che per la spettacolarità del volo. In particolare questo rapace per l’esiguità degli esemplari superstiti è una sorta di simbolo che può aiutare il grande pubblico a comprendere la necessità di salvaguardare gli ambienti agro-pastorali che condivide con numerose altre specie di interesse conservazionistico. Il grifone è una specie sociale che vive in monogamia permanente, raggiunge la maturità sessuale soltanto verso il quinto/ sesto anno di vita e necessita di uno stretto contatto con altri perché ciò ne stimola la selezione sessuale e ne favorisce il successo riproduttivo. Il grifone si nutre delle carcasse di animali domestici di medie e grandi dimensioni e di ungulati selvatici. In Sardegna le sue risorse alimentari sono costituite prevalentemente (80% circa) dalla carne di ovini e caprini. Il progetto Le cause del declino della popolazione del grifone sono da attribuire a un insieme di fattori. Grazie al diffuso uso di medicinali muore meno bestiame e questo ha influito sulla disponibilità alimentare della specie. Le sostanze tossiche utilizzate nella lotta contro volpi e cani inselvatichiti (i bocconi avvelenati) e i fitofarmaci usati per la difesa delle colture sono entrati nella catena alimentare. Attività sportive quali l’escursionismo e l’arrampicata, unitamente agli handicap diretti della specie (sviluppo lento, ritardata maturità sessuale ed il basso tasso di riproduzione), sono aspetti che accrescono il rischio di estinzione. 12 Il progetto sviluppato da Legambiente in collaborazione con Enel avrà la durata di 12 mesi con le seguenti finalità: • studio e monitoraggio della specie e del suo habitat nel territorio bosano, con particolare attenzioni ai fenomeni limitanti e alle minacce alla sopravvivenza della specie. In particolare: - randagismo e uso di bocconi avvelenati da parte di allevatori e pastori; - disturbi da attività antropiche (caccia fotografica, trekking, birdwatching, parapendio, caccia) ma anche perdita, frammentazione e alterazione di habitat; - scarsità di risorse alimentari; - persecuzione e atti di vandalismo; - uso di sostanze tossiche e presenza di metalli pesanti. i t a l i a Il grifone nella Sardegna nord occidentale. Il grifone nidifica in Sardegna in aree costiere da 40m a 300m sul livello del mare nel Bosano, nell’Algherese in zone di collina e montagna che arrivano a quote di circa 1.250 m. Le aree scelte dalla specie sono generalmente poco frequentate dall’uomo e ricche di pareti rocciose. • migliorare la conoscenza del grifone in Sardegna attraverso: - la realizzazione di un opuscolo divulgativo da distribuirsi nelle scuole del comprensorio; - incontri con la popolazione locale. • interventi strutturali: - realizzazione di punti di osservazione per lo studio della specie; - realizzazione di un percorso natura listico all’interno dell’area protetta e della tabellazione indicativa. 13 Il nord del Cile è una terra di affascinanti contrasti: il sole intenso del giorno cede il passo alle fredde temperature notturne, che possono scendere anche al di sotto dei -10° C. Il paesaggio è desertico, pietroso, caratterizzato da colori di tonalità terra e ocra. Questo scenario, all’apparenza passivo, nasconde però espressioni culturali e naturali di straordinaria bellezza e accoglie un’importante diversità di flora e fauna autoctone. Il progetto Attraverso lo sfruttamento del sistema incaico di coltivazione a terrazze, l’iniziativa si prefigge di conservare in situ, insieme a piante aromatiche e da condimento, coltivazioni precolombiane che le comunità seminano da tempo immemore e le cui varietà locali rischiano di scomparire. I prodotti agricoli andini appartenenti al patrimonio naturale e culturale delle località del deserto di Atacama sono principalmente la quinoa real, il mais multicolore e 14 diverse varietà di patate andine. Inoltre vengono prodotte erbe aromatiche e da condimento rinomate (origano, rosmarino, aglio, cedrina e menta, camomilla della Puna de Atacama), che saranno commercializzate, conformemente agli standard del commercio equo e solidale, sia sul mercato locale, sia in altri Paesi, come l’Italia. c i l e Deserto di Atacama: salvaguardia delle coltivazioni Incas. Nella zona di Alto Loa, nella regione di Antofagasta, si trovano a oltre 4.500 m di altezza campi geotermici che contribuiscono a creare un potenziale geotermico nazionale che si stima superi i 3.000 MW. È proprio qui che viene portato avanti il progetto geotermico “Quebrada del Zoquete” di GDN Chile, la società a maggioranza Enel. Il progetto è orientato alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. In quest’area si trovano i centri abitati delle comunità di Atacameñas de Toconce e Caspana, con i quali GDN Chile ha realizzato un accordo per sostenere nuovi spazi di sviluppo che migliorino la qualità della vita degli abitanti. Il progetto coinvolge le seguenti attività principali: • abilitazione e preparazione di terrazze per la conservazione delle specie autoctone e la produzione di piante aromatiche e da condimento; • recupero di tecniche di semina autocto- ne, incentrate sulla produzione sistematica di specie per i mercati del commercio equo e solidale e per i turisti che visitano il campo geotermico di El Tatio; • miglioramento delle tecniche di coltivazione, raccolta, essiccazione e packaging dei prodotti; • ottimizzazione dei sistemi di lavorazione delle erbe in modo da aumentarne le qualità organolettiche e, idealmente, di produzione biologica. 15 A distanza di tre secoli la cicogna bianca è tornata a nidificare nel Mezzogiorno. Una squadra del servizio di sorveglianza ambientale dell’Associazione di Tutela Ambientale A.T.A.P.S. di Sala Consilina (SA) avvistò per la prima volta una coppia di cicogne nella primavera del 1996. La coppia aveva avviato la costruzione del proprio nido sull’estremità di un traliccio della linea di media tensione (20 kV) di Enel denominata “San Rufo”. Da allora l’area di nidificazione di Sala Consilina è stata al centro di vari studi sull’etologia di questi magnifici cavalieri alati. Ogni anno vengono organizzate delle squadre di guardie ambientali che La cicogna bianca (Ciconia ciconia) fa parte di quegli uccelli familiari a tutti noi, ma che solo pochi hanno avuto la fortuna di ammirare dal vivo. La sua abitudine a nidificare sui tetti delle case ha reso questo splendido uccello il protagonista di molte fiabe, oltre che un simbolo universale di fortuna, felicità, fertilità e fedeltà. vigilano sull’incolumità delle cicogne e raccolgono dati sui loro spostamenti ed abitudini. Il progetto Sin dal primo arrivo Enel ha adottato ogni 16 misura di sicurezza sugli impianti di propria competenza interessati dalla nidificazione e dalla frequentazione delle cicogne al fine di tutelare la loro vita. L’accidentale distruzione del nido presente nel sito di Sala Consilina, avvenuta nel 2005, determinò la scelta da parte di Enel di collaborare dal 2006 con l’Associazione di tutela ambientale A.T.A.P.S. Fu sistemata una rete elettrosaldata sulla sommità del traliccio scelto dalle cicogne per nidificare e i conduttori aerei della linea vennero avvolti da una doppia pellicola di nastro isolante, in modo da proteggere gli animali. i t a l i a Enel dà casa alle cicogne. La cicogna bianca compie una straordinaria migrazione di circa 10.000 km che la porta dall’Europa al Sudafrica, per poi ritornare a nidificare ogni anno nello stesso posto. La primavera successiva nel Vallo di Diano tornò a farsi vedere la coppia di cicogne che dimostrò di gradire la piattaforma, eleggendola a nuovo nido. Enel, nel quadro delle iniziative di tutela ambientale e del programma Natura e Territorio, ha contribuito, in collaborazione con il Parco del Cilento e Vallo di Diano, il WWF e la LIPU, a preservare e migliorare il sito gradito alle cicogne, anche ai fini dello svolgimento di attività didattico-scientifiche, con l’ausilio di capanni di osservazione e videocamere installate a distanza. Grazie a questo impegno di Enel è stato possibile portare a termine la cova e la nascita di numerosi cicognini, che hanno seguito i genitori al termine dello svezzamento. Dal 1996 ad oggi le cicogne che si sono involate dal traliccio di Enel sono state ben 25. 17 Il progetto Molti i riconoscimenti che questa zona vanta: Doñana è l’unico luogo in Spagna ad aver ottenuto dall’UNESCO la qualifica di Riserva della Biosfera (1980) ed è considerata Patrimonio dell’Umanità. In precedenza quest’area era costituita da due diverse entità. La prima era il Parco Naturale di Doñana, un’area nella quale si trovavano zone forestali di pini, zone paludose e canali del fiume Guadalquivir che La Riserva naturale di Doñana è un territorio di oltre 280.000 ettari, che si estende tra le province di Huelva, Siviglia e Cadice: è considerata una delle zone umide più importanti d’Europa e figura nell’elenco delle zone umide della convenzione internazionale di Ramsar (1982). Migliaia di uccelli migratori appartenenti a oltre 300 specie diverse si danno appuntamento in questo paesaggio leggermente ondulato di spiagge deserte e zone paludose che si inondano d’inverno e si inaridiscono d’estate. fetto della Legge 8/1999, del 27 ottobre (BOJA n. 137, del 25 novembre 1999). anticamente inondavano la palude. La seconda era rappresentata dal Parco Nazionale di Doñana, la maggiore riserva ecologica d’Europa, di fama universale, caratterizzata da un’enorme estensione di formazioni palustri, che durante l’inverno accolgono numerose specie di uccelli acquatici. Enel Union Fenosa Renovables ha aderito a diverse iniziative sostenute dalla Fondazione Doñana 21. In questo modo, patrocinerà uno dei pannelli solari che compongono il Bosco Solare nel Parque Dunar de Matalascañas (Huelva) e finanzierà la realizzazione dell’Audit Energetico nei Centri di Ricezione e Interpretazione della Natura della “Riserva Naturale Doñana”. Grazie a questo accordo, EUFER e la Fondazione Doñana 21 continuano in stretta s p a g n a Riserva naturale di Doñana, un patrimonio dell’umanità. Queste terre inoltre fungono da rifugio per animali quali l’aquila imperiale o la lince iberica. collaborazione a promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale delle zone e a diffondere la cultura, le norme e i metodi dello sviluppo sostenibile e di salvaguardia della diversità di Doñana in ambito aziendale. Dal 2007, i due parchi costituiscono la “Riserva Naturale Doñana”, istituita per ef18 19 La lontra è un carnivoro di medie dimensioni, ha zampe corte, corpo allungato, una pelliccia folta ed impermeabile di colore bruno sul dorso e sulle zampe: le dita sono molto sensibili al tatto tanto che la lontra le utilizza per cercare e catturare le Negli ultimi anni sono stati fatti importantissimi avvistamenti nell’area compresa tra l’Alto Volturno e l’Alto Sangro dove la lontra, mustelide in via d’estinzione, potrebbe ancora sopravvivere con un’esigua popolazione. L’area interessata è quella dell’Alta Valle del Volturno, nella provincia di Isernia, presso la zona umida Le Mortine, dove si trovano gli ultimi estesi boschi igrofili (salici, pioppi, ontani) che un tempo bordavano l’intero corso del fiume. 20 La lontra è un bioindicatore della qualità dell’ambiente nel quale vive, predilige tratti fluviali caratterizzati da una forte naturalità: vegetazione ripariale e sponde naturali le offrono rifugio e siti per l’accudimento dei piccoli, mentre un vitale popolamento ittico è alla base della sua alimentazione e, per questo, è molto sensibile all’inquinamento delle acque. Il progetto i t a l i a La lontra nell’Alta Valle del Volturno: una presenza da proteggere e incoraggiare. In particolare quello di Le Mortine è esteso per oltre 120 ettari: di questi, circa 30 ettari contigui all’impianto Enel “Presa Volturno” sono stati concessi da Enel a Pianeta Terra. Il Volturno attraversa quest’area circoscrivendo isole fluviali dalle caratteristiche uniche: tra le specie presenti si annoverano l’airone cenerino, la nitticora, il tarabusino; sono osservabili anche la rara tartaruga palustre autoctona e, tra i mammiferi: il tasso, il capriolo e il cervo. Con il sostegno di Enel viene avviato un progetto volto al monitoraggio e alla salvaguardia dell’habitat della lontra. Nello specifico le attività svolte saranno: • monitoraggio volto alla stima della presenza del mustelide e del numero di individui, per ottenere nuove informazioni sulla sua distribuzione e sull’utilizzo del territorio. Se ne occuperanno due zoologi esperti della specie; • perimetrazione delle aree, con la realizzazione di una recinzione a ridosso delle sponde del fiume Volturno in grado di preservare le abitudini ecologiche della specie; prede nel fondo sabbioso dei fiumi o sotto i sassi. È un’abilissima nuotatrice: la coda appiattita e le zampe palmate l’aiutano nel nuoto, durante le immersioni speciali valvole chiudono le orecchie e le narici per evitare l’ingresso dell’acqua. L’areale in Italia si è drasticamente ridotto nel corso del secolo scorso a causa della caccia indiscriminata, dell’alterazione dell’habitat con inappropriate regimentazioni fluviali e della cementificazione degli argini. • realizzazione di punti di osservazione della fauna ben mimetizzati; • realizzazione di pannelli didattici per dare ampia informazione sul progetto e sulla specie monitorata ai visitatori alle sorgenti del Volturno e lungo i sentieri delle oasi di Ripaspaccata e Le Mortine. 21 Le attività a supporto della biodiversità hanno contribuito all’eccellenza di Enel nell’ambito della rendicontazione di sostenibilità: la nostra Azienda ha registrato una overall performance sopra la media e, nel 2008, ha migliorato la sua performance nella graduatoria finale del Dow Jones Sustainability World Index rispetto a quella dell’anno precedente, in particolare nel settore ambientale, ove rientrano le attività correlate alla biodiversità. Negli ultimi tre anni le nostre attività a supporto della biodiversità hanno contribuito a rendere Enel un benchmark nell’ambito della rendicontazione di CSR. Concept design I progetti per la protezione della biodiversità si inseriscono nella strategia di Enel per la sostenibilità. Per maggiori informazioni, consulta il nostro Bilancio di Sostenibilità on line al link: http://www.enel.it/azienda/ Sostenibilita/bilancio_sostenibilita/sostenibilita_2008 Inarea Identity & Design Network Grafica e impaginazione BCM Roma Stampa Primaprint – Viterbo Tiratura 2.400 copie Finito di stampare nel mese di dicembre 2009 Pubblicazione fuori commercio A cura di Direzione Relazione Esterne © Enel SpA 00198 Roma, Viale Regina Margherita 137 22 23 24 enel.com