Biodiversità.
La difendiamo con energia.
Nuovi progetti
tutti da scoprire
ENEL E La tutela
della biodiversità.
Enel ha avviato per il terzo anno consecutivo un
insieme di progetti volti a sostenere la biodiversità
sia in ambito nazionale che internazionale. Biodiversità è la varietà delle forme di vita vegetali
e animali presenti negli ecosistemi del pianeta. È
dunque un patrimonio universale che appartiene
a tutti e che tutti hanno il compito di proteggere
e tutelare per le generazioni future. Fino ad oggi
sono state descritte oltre un milione e settecentomila specie, ma in realtà si ritiene che ne possano
esistere più di dodici milioni. La Biodiversità non
è un fenomeno recente, ma è il frutto di 3 miliardi
e mezzo di anni di evoluzione. In un certo senso la
possiamo paragonare ad una assicurazione, perché
garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra.
2
Fra le principali cause della perdita di
di un’alleanza tra governi, ONG e sogget-
biodiversità vi sono senza alcun dubbio
ti privati che lavorano per far intrapren-
i cambiamenti d’uso del suolo che
dere a tutti i partner le azioni necessarie
comportano la distruzione degli habitat
al raggiungimento dell’obiettivo dato
con conseguente rapida estinzione delle
e oramai
specie che li abitano. Questo è un feno-
prossimo.
meno strettamente collegato all’azione dell’uomo che tende sempre più a
dominare gli ecosistemi naturali assoggettandoli alle proprie esigenze agricole,
abitative e di spostamento.
Le minacce portate dall’uomo alla biodiver-
sità sono così serie da richiedere interventi
In questo contesto viene anche celebrata
ad ampio spettro: servirebbero politiche
la Giornata Europea dei Parchi, istituita
di sviluppo territoriale centrate sul tema
il 24 Maggio 1909, data in cui fu fondato
ambientale, bisognerebbe reintrodurre
il primo parco nazionale in Europa: un
quelle componenti dell’ecosistema che sono
evento che ha lo scopo di promuovere
andate perdute, riqualificando gli habitat
progetti di tutela ambientale a respiro
e gli ecosistemi in modo da permettere la
nazionale ed europeo.
diffusione delle specie un tempo presenti.
Quando si tratta di impegnarsi concretamente a favore dell’ambiente Enel non
Pienamente consapevole di ciò Enel ha
risparmia energie.
scelto di aderire al progetto Countdown
2010, l’iniziativa promossa dallo IUCN
(The International Union for Conservation of Nature) che persegue un obiettivo
importantissimo: arrestare la perdita
di biodiversità entro il 2010. Si tratta
3
L’inquinamento è la minaccia più grande per il delicato ecosistema in cui vive
la trota salmonata e dunque per la sua
sopravvivenza.
Fondato nel 1948, il Parco Nazionale degli
Alti Monti Tatra è il più antico parco
naturale della Slovacchia e rappresenta
quasi un simbolo per tutti gli slovacchi.
Questo parco, che copre un’area di circa
74.000 ettari, ha una concentrazione
assolutamente unica di specie animali
e vegetali endemiche.
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tori che non rispettano le norme previste
all’interno del parco.
Il progetto
Enel Slovenskè Elektràrne è la prima
azienda produttrice di energia in Slovacchia e la seconda nell’Europa centro orientale: è presente nell’area degli alti Monti
Tatra con molte centrali idroelettriche.
La trota salmonata ha infatti bisogno di
una forte ossigenazione dell’acqua in cui
vive, ed essendo una specie fortemente
adattabile, la sua scarsa presenza rivela
l’aumento dei fattori inquinanti.
In collaborazione con il Parco Nazionale,
ha sviluppato un progetto volto all’eliminazione di quei fattori di minaccia riconducibili all’uomo che pongono in pericolo
la sopravvivenza delle trota salmonata e
dell’intero ecosistema delle aree fluviali
degli Alti Monti Tatra.
La trota salmonata si distingue come specie
ecologicamente plastica: si può trovare sia
in mare che in acque dolci, sia correnti che
ferme. È un predatore voracissimo e man-
Le attività previste coprono tre ambiti principali e verranno realizzate dal Corpo Forestale dello Stato degli Alti Monti
Tatra:
gia praticamente qualsiasi animale che riesca ad inghiottire: dagli insetti ai crostacei,
dai pesci (anche le trote più piccole) ai topi,
alle rane. Attualmente la presenza della
trota salmonata nei corsi d’acqua degli
Alti Tatra è in forte calo: la minaccia deriva principalmente dall’inquinamento e dal
comportamento irresponsabile dei pesca-
• acquisto e immissione del 90% degli
avannotti necessari al mantenimento della Trota Salmonata;
• costante attività di monitoraggio
dei corsi d’acqua;
• regolare attività
di pulizia delle acque.
s l ovacchia
La protezione della trota
salmonata e del suo
habitat sugli Alti Monti
Tatra in Slovacchia.
Da quasi 60 anni il Corpo Forestale del
Parco assicura la protezione delle specie
animali, vegetali e della fitta rete di corsi
d’acqua lunga circa 600 km che attraversa
l’area. Le unità forestali, oltre a monitorare sistematicamente lo stato di salute dei
vari fiumi, curano ogni anno l’immissione
di circa 70.000 avannotti di trota salmonata. Un dato che rappresenta anche un’importante indicatore di salute delle acque e
dell’habitat circostante.
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Il mistero più grande è rappresentato proprio dalla loro incredibile capacità di ritrovare la spiaggia giusta per riprodursi, anche
dopo migrazioni di migliaia di chilometri.
Il problema della conservazione della tartaruga marina Caretta caretta, specie protetta a livello nazionale e internazionale, è
di grande attualità in Italia per il ruolo strategico che il nostro paese ha assunto per
questa specie nel bacino del Mediterraneo.
Qualcosa a livello locale è stato fatto per
preservare i siti di nidificazione ma sono
presenti ancora numerose minacce legate
all’uomo e alla sua azione, prime tra tutte
la pesca, che determina ogni anno la cattura accidentale di migliaia di esemplari.
Il progetto
Il progetto sviluppato da Enel e CTS riguarda il Centro di Recupero Tartarughe Marine
di Brancaleone (RC) che si occupa sia degli
interventi strettamente sanitari che del rile-
La Caretta caretta è la più comune tartaruga marina del Mediterraneo. Perfettamente adattata alla vita acquatica, grazie
alla forma idrodinamica e alle sue potenti
pinne, è estremamente veloce e può raggiungere notevoli dimensioni: 110 cm e un
peso di 180 kg.
Delle tartarughe marine si conosce ancora
molto poco: è certo solo che trascorrono
tutta la loro vita in mare. Gli unici ricordi
della lontana origine terrestre sono la necessità di salire in superficie per respirare
e di tornare sulla terra ferma per deporre
le uova.
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camera oscura. Accanto all’ambulatorio si
trova l’area di stabulazione con la zona di
quarantena e un’area aperta ai visitatori con
le vasche per la degenza degli animali in via
di liberazione. Tutte le vasche sono dotate di
sistema di circolazione dell’acqua di mare e
di depuratori. Il Centro di Brancaleone conduce inoltre la sperimentazione per l’applicazione di sistemi di pesca a basso impatto
con il coinvolgimento dei pescatori.
La collaborazione tra Enel e CTS è volta a sostenere e intensificare le attività di:
• recupero e cura di animali feriti: gli esemplari
in difficoltà vengono ospitati nel Centro e
affidati alle cure di personale qualificato;
• informazione, formazione e sensibilizzazione.
In questo senso il centro svolge una serie di
attività rivolte alla popolazione locale, ai turisti, ai pescatori, agli operatori del turismo e
alle amministrazioni locali;
• alimentazione della banca dati nazionale.
Tutti i dati relativi a catture accidentali, spiaggiamenti, nidificazioni e nascite confluiscono
nel Data Base al fine di elaborare le strategie
di conservazione più idonee;
vamento dei dati e dei campioni di materiale
biologico per la ricerca. Il centro dispone di
un ambulatorio con sala operatoria, di una
sala con apparecchiatura radiografica e una
• Servizio di Pronto Intervento Tartarughe:
attraverso la chiamata ad un numero verde
(800-904841) ci si può collegare telefonicamente alla Centrale Operativa di Europe
Assistance che raccoglie la richiesta d’intervento e la smista agli operatori del Centro
Recupero, che possono così intervenire
tempestivamente.
Il servizio è operativo
365 giorni l’anno, 24
ore su 24.
7
i t a l i a
Centro di recupero per le
tartarughe marine in Calabria.
La Tartaruga marina Caretta caretta è
una delle specie animali del nostro Mediterraneo verso le quali è necessario
concentrare il più possibile le azioni di
conservazione: nonostante sia la specie
di tartaruga marina più diffusa nei nostri
mari, il numero delle femmine che vengono a nidificare sulle coste italiane è
molto limitato e le minacce in corso mettono in serio pericolo anche la presenza
di questi rari siti di riproduzione.
lungo i litorali.
All’interno delle strutture sono presenti
sale operatorie attrezzate, apparecchi per
effettuare radiografie ed esami biologici
oltre ad una grande vasca dove gli animali trascorrono la loro convalescenza prima
del rilascio.
Ma le minacce che mettono a rischio la vita
delle tartarughe marine sono anche altre:
l’intenso traffico nautico, il turismo nelle
spiagge dove avviene la deposizione delle uova, l’erosione delle coste e l’inquinamento delle acque.
Il progetto
In questo contesto si inserisce l’attività di
Legambiente che da anni svolge campagne di salvaguardia e monitoraggio dei
siti di ovodeposizione delle tartarughe
L’insieme di azioni, frutto della collaborazione tra Enel e Legambiente, durerà
per tutto il 2009 e sarà articolato nelle seguenti attività:
• sostegno ai centri di recupero. Supportare
le attività dei Centri di Recupero delle Tartarughe Marine situati nell’Oasi di Lago
Salso (Fg) e nel Bosco di Rauccio (Le);
• studio, finalizzato alla realizzazione di una
pubblicazione, con analisi degli habitat
idonei all’ovodeposizione, tecniche di recupero e buone pratiche per diportisti e
bagnanti;
presso l’Oasi di Lago Salso (Fg) e nel Bosco
di Rauccio (Le): i due centri si occupano del
recupero e della cura delle tartarughe marine ferite ritrovate in mare o spiaggiate
8
• azioni di divulgazione e sensibilizzazione
indirizzate particolarmente ai giovani
e alle scuole locali.
9
i t a l i a
La salvaguardia delle
tartarughe Caretta caretta
in Puglia.
Secondo dati della FAO, ogni anno fino
a 60.000 tartarughe marine vengono catturate accidentalmente nel Mediterraneo
durante le operazioni di pesca professionale: di queste più di 10.000 solo in Italia,
con una mortalità degli animali che va dal
10 al 50%.
Ogni peschereccio può arrivare infatti a
catturare involontariamente fino a 20 tartarughe in una sola battuta di pesca.
Progetto per la reintroduzione
dei grifoni nel Parco nazionale
dei Balcani Centrali.
getto di reintroduzione del Grifone insieme al Parco Nazionale dei Balcani Centrali
e la Birds of Prey Protection Society.
Questi i principali obiettivi:
• instaurare nei Balcani Centrali una popolazione di grifoni autosufficiente e garantirne la sopravvivenza a lungo termine;
• migliorare l’ambiente per gli uccelli predatori che si nutrono di carcasse nel Parco Nazionale dei Balcani Centrali;
• migliorare la capacità ricettiva del Parco Nazionale dei Balcani Centrali e della Società per la protezione degli uccelli
predatori e fornire esperienza, personale e volontari preparati e qualificati per
eventuali future attività di reintroduzione dell’avvoltoio monaco e del Gipeto,
altre due specie europee di avvoltoi a
priorità di conservazione;
b u l gar ia
Ampiamente diffuso in tutta la Bulgaria,
negli anni Cinquanta, a causa della persecuzione da parte dell’uomo e della penuria della sua fonte primaria di cibo, questo rapace si è quasi estinto come specie
nidificante. Oggi le popolazioni europee
di grifoni vivono sparse nel territorio e alcuni esemplari sono costretti a intraprendere viaggi lunghi e pericolosi alla ricerca
di compagni.
In anni recenti le azioni di conservazione
volte a salvare la specie hanno avuto come
scenario il Parco Nazionale dei Balcani
Centrali, per i suoi habitat ben preservati, l’alto livello di tutela giurisdizionale e
l’impegno della sua amministrazione. La
Società per la Protezione degli Uccelli Predatori (Birds of Prey Protection Society)
è la ONG che collabora con la Direzione
del Parco alla realizzazione del progetto.
• promuovere la consapevolezza dell’importanza della conservazione della natura tra i locali e i visitatori del parco.
Il grifone (Gyps fulvus) è uno degli uccelli predatori più grandi d’Europa, con
un’apertura alare pari a circa 2,5 metri
e un peso tra gli 8 e gli 11 kg. è un uccello che nidifica in colonie su pareti
rocciose verticali e si nutre della carne
in decomposizione degli animali. In
questo modo ostacola la diffusione di
pericolose malattie, svolgendo il ruolo
di spazzino naturale.
10
Il progetto
Enel Maritza East 3, tra i principali produttori di energia in Bulgaria, è da sempre l’azienda leader nazionale in campo
ambientale; proprio in tale ambito Enel
Maritza East 3 ha sviluppato questo pro-
Enel Maritza East 3 ha contribuito alla
costruzione dell’infrastruttura più importante del progetto: una voliera di grandi
dimensioni nella quale circa 30-40 grifoni
provenienti dalla Spagna potranno familiarizzare con l’area protetta del Parco
nazionale dei Balcani Centrali prima di esservi reintrodotti.
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Il grifone (Gyps fulvus) è una specie ben
conosciuta nel mediterraneo sia per la
grande taglia che per la spettacolarità
del volo. In particolare questo rapace per
l’esiguità degli esemplari superstiti è una
sorta di simbolo che può aiutare il grande pubblico a comprendere la necessità
di salvaguardare gli ambienti agro-pastorali che condivide con numerose altre
specie di interesse conservazionistico.
Il grifone è una specie sociale che vive in
monogamia permanente, raggiunge la
maturità sessuale soltanto verso il quinto/
sesto anno di vita e necessita di uno stretto
contatto con altri perché ciò ne stimola la
selezione sessuale e ne favorisce il successo
riproduttivo.
Il grifone si nutre delle carcasse di animali domestici di medie e grandi dimensioni
e di ungulati selvatici. In Sardegna le sue
risorse alimentari sono costituite prevalentemente (80% circa) dalla carne di ovini e
caprini.
Il progetto
Le cause del declino della popolazione
del grifone sono da attribuire a un insieme di fattori. Grazie al diffuso uso di
medicinali muore meno bestiame e questo ha influito sulla disponibilità alimentare della specie. Le sostanze tossiche
utilizzate nella lotta contro volpi e cani
inselvatichiti (i bocconi avvelenati) e i fitofarmaci usati per la difesa delle colture sono entrati nella catena alimentare.
Attività sportive quali l’escursionismo e
l’arrampicata, unitamente agli handicap
diretti della specie (sviluppo lento, ritardata maturità sessuale ed il basso tasso di
riproduzione), sono aspetti che accrescono il rischio di estinzione.
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Il progetto sviluppato da Legambiente
in collaborazione con Enel avrà la durata
di 12 mesi con le seguenti finalità:
• studio e monitoraggio della specie e
del suo habitat nel territorio bosano,
con particolare attenzioni ai fenomeni
limitanti e alle minacce alla sopravvivenza della specie. In particolare:
- randagismo e uso di bocconi avvelenati
da parte di allevatori e pastori;
- disturbi da attività antropiche (caccia
fotografica, trekking, birdwatching,
parapendio, caccia) ma anche perdita,
frammentazione e alterazione di habitat;
- scarsità di risorse alimentari;
- persecuzione e atti di vandalismo;
- uso di sostanze tossiche e presenza di metalli pesanti.
i t a l i a
Il grifone
nella Sardegna
nord occidentale.
Il grifone nidifica in Sardegna in aree costiere da 40m a 300m sul livello del mare
nel Bosano, nell’Algherese in zone di collina e montagna che arrivano a quote di
circa 1.250 m. Le aree scelte dalla specie
sono generalmente poco frequentate
dall’uomo e ricche di pareti rocciose.
• migliorare la conoscenza del grifone in
Sardegna attraverso:
- la realizzazione di un opuscolo
divulgativo da distribuirsi nelle scuole
del comprensorio;
- incontri con la popolazione locale.
• interventi strutturali:
- realizzazione di punti di osservazione
per lo studio della specie;
- realizzazione di un percorso natura listico all’interno dell’area protetta e
della tabellazione indicativa.
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Il nord del Cile è una terra di affascinanti
contrasti: il sole intenso del giorno cede il
passo alle fredde temperature notturne,
che possono scendere anche al di sotto
dei -10° C. Il paesaggio è desertico, pietroso, caratterizzato da colori di tonalità terra e ocra. Questo scenario, all’apparenza
passivo, nasconde però espressioni culturali e naturali di straordinaria bellezza e
accoglie un’importante diversità di flora
e fauna autoctone.
Il progetto
Attraverso lo sfruttamento del sistema incaico di coltivazione a terrazze, l’iniziativa
si prefigge di conservare in situ, insieme a
piante aromatiche e da condimento, coltivazioni precolombiane che le comunità
seminano da tempo immemore e le cui varietà locali rischiano di scomparire.
I prodotti agricoli andini appartenenti al
patrimonio naturale e culturale delle località del deserto di Atacama sono principalmente la quinoa real, il mais multicolore e
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diverse varietà di patate andine.
Inoltre vengono prodotte erbe aromatiche
e da condimento rinomate (origano, rosmarino, aglio, cedrina e menta, camomilla della Puna de Atacama), che saranno commercializzate, conformemente agli standard del
commercio equo e solidale, sia sul mercato
locale, sia in altri Paesi, come l’Italia.
c i l e
Deserto di Atacama: salvaguardia
delle coltivazioni Incas.
Nella zona di Alto Loa, nella regione di Antofagasta, si trovano a oltre 4.500 m di altezza campi geotermici che contribuiscono
a creare un potenziale geotermico nazionale che si stima superi i 3.000 MW.
È proprio qui che viene portato avanti il
progetto geotermico “Quebrada del Zoquete” di GDN Chile, la società a maggioranza Enel. Il progetto è orientato alla
produzione di energia elettrica da fonte
rinnovabile. In quest’area si trovano i centri abitati delle comunità di Atacameñas
de Toconce e Caspana, con i quali GDN
Chile ha realizzato un accordo per sostenere nuovi spazi di sviluppo che migliorino
la qualità della vita degli abitanti.
Il progetto coinvolge le seguenti attività
principali:
• abilitazione e preparazione di terrazze
per la conservazione delle specie autoctone e la produzione di piante aromatiche
e da condimento;
• recupero di tecniche di semina autocto-
ne, incentrate sulla produzione sistematica di specie per i mercati del commercio
equo e solidale e per i turisti che visitano
il campo geotermico di El Tatio;
• miglioramento delle tecniche di coltivazione, raccolta, essiccazione e packaging
dei prodotti;
• ottimizzazione dei sistemi di lavorazione delle erbe in modo da aumentarne le
qualità organolettiche e, idealmente, di
produzione biologica.
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A distanza di tre secoli la cicogna bianca è
tornata a nidificare nel Mezzogiorno.
Una squadra del servizio di sorveglianza
ambientale dell’Associazione di Tutela
Ambientale A.T.A.P.S. di Sala Consilina (SA)
avvistò per la prima volta una coppia di cicogne nella primavera del 1996. La coppia
aveva avviato la costruzione del proprio
nido sull’estremità di un traliccio della linea di media tensione (20 kV) di Enel
denominata “San Rufo”.
Da allora l’area di nidificazione di Sala
Consilina è stata al centro di vari studi
sull’etologia di questi magnifici cavalieri alati. Ogni anno vengono organizzate
delle squadre di guardie ambientali che
La cicogna bianca (Ciconia ciconia) fa
parte di quegli uccelli familiari a tutti
noi, ma che solo pochi hanno avuto la
fortuna di ammirare dal vivo. La sua
abitudine a nidificare sui tetti delle case
ha reso questo splendido uccello il protagonista di molte fiabe, oltre che un
simbolo universale di fortuna, felicità,
fertilità e fedeltà.
vigilano sull’incolumità delle cicogne e
raccolgono dati sui loro spostamenti ed
abitudini.
Il progetto
Sin dal primo arrivo Enel ha adottato ogni
16
misura di sicurezza sugli impianti di propria competenza interessati dalla nidificazione e dalla frequentazione delle cicogne
al fine di tutelare la loro vita.
L’accidentale distruzione del nido presente nel sito di Sala Consilina, avvenuta nel
2005, determinò la scelta da parte di Enel
di collaborare dal 2006 con l’Associazione
di tutela ambientale A.T.A.P.S.
Fu sistemata una rete elettrosaldata sulla
sommità del traliccio scelto dalle cicogne
per nidificare e i conduttori aerei della linea vennero avvolti da una doppia pellicola di nastro isolante, in modo da proteggere gli animali.
i t a l i a
Enel dà casa alle cicogne.
La cicogna bianca compie una straordinaria migrazione di circa 10.000 km che la
porta dall’Europa al Sudafrica, per poi ritornare a nidificare ogni anno nello stesso
posto.
La primavera successiva nel Vallo di Diano
tornò a farsi vedere la coppia di cicogne
che dimostrò di gradire la piattaforma,
eleggendola a nuovo nido.
Enel, nel quadro delle iniziative di tutela
ambientale e del programma Natura e
Territorio, ha contribuito, in collaborazione con il Parco del Cilento e Vallo di
Diano, il WWF e la LIPU, a preservare e
migliorare il sito gradito alle cicogne, anche ai fini dello svolgimento di attività didattico-scientifiche, con l’ausilio di capanni di osservazione e videocamere installate
a distanza.
Grazie a questo impegno di Enel è stato possibile portare a termine la cova e la nascita
di numerosi cicognini, che hanno seguito i
genitori al termine dello svezzamento.
Dal 1996 ad oggi le cicogne che si sono involate dal traliccio
di Enel sono state
ben 25.
17
Il progetto
Molti i riconoscimenti che questa zona
vanta: Doñana è l’unico luogo in Spagna
ad aver ottenuto dall’UNESCO la qualifica
di Riserva della Biosfera (1980) ed è considerata Patrimonio dell’Umanità.
In precedenza quest’area era costituita da
due diverse entità. La prima era il Parco
Naturale di Doñana, un’area nella quale
si trovavano zone forestali di pini, zone paludose e canali del fiume Guadalquivir che
La Riserva naturale di Doñana è un territorio
di oltre 280.000 ettari, che si estende tra le
province di Huelva, Siviglia e Cadice: è considerata una delle zone umide più importanti d’Europa e figura nell’elenco delle zone
umide della convenzione internazionale di
Ramsar (1982).
Migliaia di uccelli migratori appartenenti a
oltre 300 specie diverse si danno appuntamento in questo paesaggio leggermente
ondulato di spiagge deserte e zone paludose che si inondano d’inverno e si inaridiscono d’estate.
fetto della Legge 8/1999, del 27 ottobre
(BOJA n. 137, del 25 novembre 1999).
anticamente inondavano la palude.
La seconda era rappresentata dal Parco
Nazionale di Doñana, la maggiore riserva ecologica d’Europa, di fama universale,
caratterizzata da un’enorme estensione di
formazioni palustri, che durante l’inverno
accolgono numerose specie di uccelli acquatici.
Enel Union Fenosa Renovables ha aderito
a diverse iniziative sostenute dalla Fondazione Doñana 21. In questo modo, patrocinerà uno dei pannelli solari che compongono il Bosco Solare nel Parque Dunar de
Matalascañas (Huelva) e finanzierà la realizzazione dell’Audit Energetico nei Centri
di Ricezione e Interpretazione della Natura
della “Riserva Naturale Doñana”.
Grazie a questo accordo, EUFER e la Fondazione Doñana 21 continuano in stretta
s p a g n a
Riserva naturale di Doñana,
un patrimonio dell’umanità.
Queste terre inoltre fungono da rifugio
per animali quali l’aquila imperiale o la lince iberica.
collaborazione a promuovere lo sviluppo
economico, sociale e ambientale delle
zone e a diffondere la cultura, le norme e
i metodi dello sviluppo sostenibile e di salvaguardia
della diversità di Doñana
in ambito aziendale.
Dal 2007, i due parchi costituiscono la “Riserva Naturale Doñana”, istituita per ef18
19
La lontra è un carnivoro di medie dimensioni, ha zampe corte, corpo allungato,
una pelliccia folta ed impermeabile di colore bruno sul dorso e sulle zampe: le dita
sono molto sensibili al tatto tanto che la
lontra le utilizza per cercare e catturare le
Negli ultimi anni sono stati fatti importantissimi avvistamenti nell’area compresa tra l’Alto Volturno e l’Alto Sangro
dove la lontra, mustelide in via d’estinzione, potrebbe ancora sopravvivere con
un’esigua popolazione.
L’area interessata è quella dell’Alta Valle
del Volturno, nella provincia di Isernia,
presso la zona umida Le Mortine, dove
si trovano gli ultimi estesi boschi igrofili
(salici, pioppi, ontani) che un tempo bordavano l’intero corso del fiume.
20
La lontra è un bioindicatore della qualità dell’ambiente nel quale vive, predilige
tratti fluviali caratterizzati da una forte
naturalità: vegetazione ripariale e sponde
naturali le offrono rifugio e siti per l’accudimento dei piccoli, mentre un vitale
popolamento ittico è alla base della sua
alimentazione e, per questo, è molto sensibile all’inquinamento delle acque.
Il progetto
i t a l i a
La lontra nell’Alta Valle del
Volturno: una presenza da
proteggere e incoraggiare.
In particolare quello di Le Mortine è esteso per oltre 120 ettari: di questi, circa 30
ettari contigui all’impianto Enel “Presa Volturno” sono stati concessi da Enel
a Pianeta Terra. Il Volturno attraversa
quest’area circoscrivendo isole fluviali dalle
caratteristiche uniche: tra le specie presenti
si annoverano l’airone cenerino, la nitticora, il tarabusino; sono osservabili anche la
rara tartaruga palustre autoctona e, tra i
mammiferi: il tasso, il capriolo e il cervo.
Con il sostegno di Enel viene avviato un
progetto volto al monitoraggio e alla salvaguardia dell’habitat della lontra.
Nello specifico le attività svolte saranno:
• monitoraggio volto alla stima della presenza del mustelide e del numero di individui, per ottenere nuove informazioni
sulla sua distribuzione e sull’utilizzo del
territorio. Se ne occuperanno due zoologi esperti della specie;
• perimetrazione delle aree, con la realizzazione di una recinzione a ridosso delle
sponde del fiume Volturno in grado di preservare le abitudini ecologiche della specie;
prede nel fondo sabbioso dei fiumi o sotto
i sassi. È un’abilissima nuotatrice: la coda
appiattita e le zampe palmate l’aiutano
nel nuoto, durante le immersioni speciali
valvole chiudono le orecchie e le narici per
evitare l’ingresso dell’acqua.
L’areale in Italia si è drasticamente ridotto
nel corso del secolo scorso a causa della caccia indiscriminata, dell’alterazione dell’habitat con inappropriate regimentazioni fluviali e della cementificazione degli argini.
• realizzazione di punti di osservazione
della fauna ben mimetizzati;
• realizzazione di pannelli didattici per
dare ampia informazione sul progetto e
sulla specie monitorata ai visitatori alle
sorgenti del Volturno e lungo i sentieri
delle oasi di Ripaspaccata e Le Mortine.
21
Le attività a supporto della biodiversità
hanno contribuito all’eccellenza di Enel
nell’ambito della rendicontazione di sostenibilità: la nostra Azienda ha registrato
una overall performance sopra la media e,
nel 2008, ha migliorato la sua performance nella graduatoria finale del Dow Jones
Sustainability World Index rispetto a
quella dell’anno precedente, in particolare
nel settore ambientale, ove rientrano le
attività correlate alla biodiversità.
Negli ultimi tre anni le nostre attività a
supporto della biodiversità hanno contribuito a rendere Enel un benchmark
nell’ambito della rendicontazione di CSR.
Concept design
I progetti per la protezione
della biodiversità si inseriscono
nella strategia di Enel per la
sostenibilità.
Per maggiori informazioni,
consulta il nostro Bilancio di
Sostenibilità on line al link:
http://www.enel.it/azienda/
Sostenibilita/bilancio_sostenibilita/sostenibilita_2008
Inarea Identity & Design Network
Grafica e impaginazione
BCM Roma
Stampa
Primaprint – Viterbo
Tiratura 2.400 copie
Finito di stampare
nel mese di dicembre 2009
Pubblicazione fuori commercio
A cura di
Direzione Relazione Esterne
© Enel SpA
00198 Roma,
Viale Regina Margherita 137
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enel.com
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