GENNAIO 2011 | N. 41 Rivista a cura della Direzione Generale Ambiente Valutare la biodiversità… Editoriale 2 Il progetto TEEB prepara il terreno Con la fine dell’Anno internazionale della biodiversità ormai prossima, è giusto rendere omaggio al lavoro originale e innovativo svolto nell’ambito del progetto «Economia degli ecosistemi e della biodiversità» (TEEB) per richiamare l’attenzione su una delle due sfide ambientali più urgenti cui occorre rispondere. Nel 2006 il rapporto Stern sull’economia dei cambiamenti climatici ha fatto comprendere i pericoli del riscaldamento globale sia ai responsabili politici sia ai cittadini. Il progetto TEEB ha cercato di fare la stessa cosa evidenziando le conseguenze della perdita di biodiversità. In questo caso il messaggio potrebbe essere ancora più difficile da trasmettere, rispetto ai cambiamenti improvvisi e immediatamente visibili del clima. Il progetto TEEB ha riunito una schiera impressionante di esperti internazionali. Facendo ricorso a esempi provenienti da tutto il mondo, i ricercatori hanno indicato i costi crescenti della perdita di biodiversità e l’azione intrapresa per invertire tale tendenza. Il progetto TEEB ha cominciato a raggiungere un pubblico più vasto nel maggio 2008, con la pubblicazione della relazione intermedia. Lo scorso anno sono stati pubblicati studi rivolti ai responsabili politici, alle imprese e ai responsabili degli enti locali e regionali. Un sito internet – TEEB4ME – riunisce ora tutti i risultati in un formato facilmente accessibile al pubblico. La relazione finale, Mainstreaming the Economics of Nature: a synthesis of the approach, conclusions and recommendations of TEEB [Integrazione dell’economia della natura: sintesi della metodologia, delle conclusioni e delle raccomandazioni del TEEB], è stata presentata alla COP 10 sulla biodiversità svoltasi a Nagoya in ottobre. La Commissione europea ha sostenuto le attività del TEEB sin dall’inizio e continuerà a occuparsi di questi problemi. Prevede di lanciare uno studio che esamini in maniera più dettagliata le prove disponibili nell’UE e individui dove e come applicare le analisi sviluppate dal TEEB. La Commissione è inoltre pronta a sostenere altri sforzi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che dimostrino i benefici e i costi degli investimenti nella gestione della biodiversità e dei servizi ecosistemici. L’Ambiente per gli Europei ec.europa.eu/environment/news/efe/index.htm INFORMAZIONI EDITORIALI L’Ambiente per gli Europei è una rivista con frequenza trimestrale pubblicata dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione europea. E’ disponibile in bulgaro, spagnolo, ceco, tedesco, estone, greco, inglese, francese, italiano, lituano, polacco, portoghese e rumeno. Abbonamento gratuito. È possibile abbonarsi compilando il modulo all’interno della rivista o on-line all’indirizzo: http://ec.europa.eu/ environment/mailingregistration/main/mailing_reg.cfm Caporedattore: Róbert Konrád Coordinatore: Jonathan Murphy Per maggiori informazioni rivolgersi all’unità Comunicazione: http://ec.europa.eu/environment/env-informa/ Informazioni e documenti: http://ec.europa.eu/environment/env-informa/ Sito web de L’Ambiente per gli Europei: http://ec.europa.eu/environment/news/efe/index.htm Indice 03 Gli Stati membri applicano le nuove norme in materia di responsabilità ambientale 04 Natura 2000 – Nuovi documenti di orientamento per l’energia eolica e l’industria estrattiva 06 LIFE: lunga vita alla vipera di Orsini ungherese 07 I commercianti esibiscono credenziali «verdi» 08 Attribuire un valore alla biodiversità e ai servizi ecosistemici 12 Suolo, cambiamenti climatici e biodiversità sono strettamente collegati 13 L’UE procede verso un’azione coordinata sulla demolizione delle navi L’EUROPA AMBIENTALE ON-LINE Desiderate sapere cosa fa l’Unione europea per tutelare l’ambiente, cosa si intende per prodotto della politica integrata o come avere i requisiti per ottenere il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel? Per queste e ulteriori informazioni, consultate il sito web della DG Ambiente: http://ec.europa.eu/environment/index_it.htm AVVISO LEGALE Né la Commissione europea, né le persone che agiscono in suo nome sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione e per gli eventuali errori che sussistessero nonostante l’impegno dedicato alla stesura e alla verifica della pubblicazione. Stampato su carta riciclata che ha ricevuto il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel per la carta grafica (ec.europa.eu/environment/ecolabel) Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2010 ISSN 1563-4191 © Unione europea, 2010 © Illustrazioni: Laurent Durieux Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Si proibisce la riproduzione delle immagini. Printed in Belgium 14 Biodiversità – la campagna di sensibilizzazione prende slancio 15 Nuove pubblicazioni / Agenda 16 Notizie in breve R E S P O N S A B I L I TÀ A M B I E N TA L E 3 T Gli Stati membri applicano le nuove norme in materia di responsabilità ambientale Il recepimento della direttiva europea in materia di responsabilità ambientale è stato completato in tutta l’Unione nel luglio 2010, e i suoi effetti cominciano già a farsi sentire. Dopo una valutazione iniziale della sua applicazione, la Commissione non propone modifiche immediate, ma alcuni aspetti saranno rivisti. L’applicazione della direttiva nell’ambiente marino sarà riesaminata e anche la garanzia finanziaria obbligatoria in tutta l’UE per alcune operazioni sarà oggetto di revisione. La direttiva impone all’operatore interessato di adottare misure di riparazione qualora provochi danni alle specie e agli habitat naturali protetti, incida in modo significativo sullo stato ecologico, chimico o quantitativo delle acque, o contamini il terreno e crei un rischio per la salute umana. Le nuove norme sono applicate in tutta l’Unione soltanto da pochi mesi, e gli esempi sono quindi piuttosto limitati nel momento in cui si scrive. All’inizio del 2010 quindici Stati membri avevano riportato 16 casi, ma la cifra sale a circa 50 se si tiene conto anche dei casi emergenti. Il numero relativamente basso dei casi può anche essere dovuto all’efficacia della normativa in termini di prevenzione, a norme nazionali più severe, al ricorso alle esenzioni previste, alla conoscenza limitata da parte degli operatori, o a carenze nella comunicazione. La valutazione della Commissione rileva importanti differenze nel modo in cui le autorità nazionali applicano la legislazione. Quattordici Stati membri, per esempio, ne hanno esteso il campo di applicazione alle specie e agli habitat protetti a livello nazionale, mentre 13 non lo hanno fatto. R I V I S T A A C U R A D E L L A D I R E Z I O N E Anche le tutele facoltative cui possono fare ricorso gli operatori in caso di danni variano tra i diversi paesi. Assicurazione obbligatoria o facoltativa? Gli Stati membri sono liberi di decidere se la garanzia finanziaria per la responsabilità ambientale debba essere obbligatoria o no per gli operatori. Otto paesi – Bulgaria, Portogallo, Spagna, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e Grecia – hanno optato per la soluzione obbligatoria, mentre il resto si basa sull’assunzione volontaria della garanzia finanziaria. Lo strumento più utilizzato è l’assicurazione, seguita da garanzie bancarie, fondi, assicurazioni captive e obbligazioni. Il settore delle assicurazioni sta sviluppando prodotti specifici e autonomi, studiati in modo da coprire l’inquinamento graduale oltre a quello improvviso o accidentale. Per il momento i più diffusi rimangono i prodotti assicurativi tradizionali, come l’assicurazione della responsabilità civile generale o della responsabilità civile per inquinamento, con estensioni che coprono le nuove responsabilità. Considerando il periodo relativamente breve trascorso dall’entrata in vigore della legislazione, la mancanza di dati e lo sviluppo graduale di nuovi prodotti assicurativi per la responsabilità ambientale, la Commissione si è astenuta dal raccomandare la garanzia finanziaria obbligatoria armonizzata. © Van Parys Media La legislazione dell’UE in materia di responsabilità ambientale comporta una complessa interazione tra la legislazione nazionale e gli obblighi in termini di responsabilità, motivo per cui il recepimento è stato difficoltoso. Non sorprende che la maggior parte degli Stati membri non sia stata in grado di rispettare la scadenza iniziale del 30 aprile 2007 e il recepimento sia avvenuto con notevole ritardo. nell’ambiente marino – sarà riesaminata prima del 2014, data inizialmente prevista per la revisione. Questa è una conseguenza dell’enorme sversamento di petrolio verificatosi quest’anno nel golfo del Messico. Nella futura revisione si terrà anche conto delle informazioni relative alla recente fuoriuscita di fanghi rossi in Ungheria e dell’esperienza acquisita con l’applicazione della direttiva T in questo caso. Per saperne di più Tuttavia la questione – e le lacune individuate nell’applicabilità della direttiva G E N E R A L E A M B I E N T E ● N . 4 1 http://ec.europa.eu/environment/ liability/index.htm 4 N AT U R A 2 0 0 0 T Natura 2000 – Nuovi documenti di orientamento per l’energia eolica e l’industria estrattiva Per contribuire a trovare un compromesso ragionevole fra la conservazione della biodiversità e le politiche di sviluppo economico, sono in corso di elaborazione nuovi documenti di orientamento per le autorità locali e le imprese, intesi a chiarire il concetto di uso sostenibile del territorio nei siti della rete Natura 2000. cati e riguardano l’energia eolica e le industrie estrattive non energetiche. La politica europea in materia di biodiversità è incentrata sulla rete Natura 2000, un insieme di siti protetti, specificamente designati per salvaguardare le zone d’Europa di maggiore interesse per la biodiversità, che ospitano gli habitat e le specie più rare e in pericolo. Sebbene la rete sia stata più volte osannata come un grande successo in termini di riduzione della perdita di biodiversità, spesso emergono esigenze conflittuali nell’uso del territorio, che comprendono strade, ferrovie, abitazioni, agricoltura, industria, estrazione mineraria e produzione di energia, molte delle quali sono al centro delle strategie europee in favore della crescita economica. Garantire la chiarezza del diritto Nell’ottica di garantire lo sviluppo sostenibile, i compromessi tra conservazione, sviluppo e uso del territorio sono affrontati in un punto chiave della direttiva «Habitat», l’articolo 6. Quest’ultimo descrive la procedura generale di valutazione e approvazione dei piani o progetti che possono avere incidenze significative sui siti Natura 2000. La Commissione ha già preparato orientamenti sulle modalità di applicazione di tali disposizioni a livello generale, ma per favorire una migliore comprensione delle disposizioni dell’articolo 6 nei settori di attività specifici è stata elaborata una serie di documenti di orientamento relativi ai singoli settori. I primi di questi sono già stati pubbli- I documenti di orientamento dovrebbero garantire la chiarezza del diritto sia per la comunità imprenditoriale sia per le autorità nazionali e locali interessate a garantire che le attività di sviluppo, promosse nell’ambito delle pertinenti politiche dell’UE, siano pienamente accordate alla necessità di salvaguardare la biodiversità. I documenti specifici per i singoli settori sono stati elaborati con il sostegno di appositi gruppi di lavoro, ai quali hanno partecipato rappresentanti dell’industria, esperti scientifici, autorità nazionali, ONG e i servizi competenti della Commissione. Questo processo di cooperazione, dialogo e scambio di pareri garantisce che i documenti finali tengano pienamente conto delle esigenze dell’industria e stabiliscano anche un dialogo costruttivo con i settori per il futuro. Energia eolica e pianificazione territoriale L’energia eolica europea è cresciuta rapidamente nel corso dell’ultimo decennio e l’Europa è ora considerata il leader mondiale nel settore. Essa copre circa il 4 % del fabbisogno totale di elettricità nell’UE (dati del 2008), quota che dovrebbe triplicare entro il 2020 in conseguenza del pacchetto sul clima e l’energia della Commissione, che determinerà uno sviluppo significativo dell’energia eolica nel corso dei prossimi anni. Sebbene in generale l’energia eolica non rappresenti un grave pericolo per flora e fauna selvatiche, un parco eolico mal progettato o ubicato in un luogo non idoneo può costituire un rischio potenziale per le specie e gli habitat vulnerabili, inclusi quelli protetti a norma delle direttive «Habitat» e «Uccelli». I dati provenienti da diversi paesi dimostrano che è possibile minimizzare la maggior parte dei rischi evitando i siti in cui sono presenti habitat sensibili o consistenti popolazioni di specie rare o in pericolo, protetti a norma delle direttive «Habitat» e «Uccelli». Non è prevista l’esclusione automatica dai siti Natura 2000 delle attività di sviluppo di energia eolica, le quali devono essere valutate caso per caso. Il documento di orientamento valuta il rischio per gli habitat e le specie dell’UE in pericolo e promuove le buone pratiche di valutazione ambientale. Pone un forte accento sulla necessità di una pianificazione strategica del territorio. Tra le raccomandazioni, propone di elaborare mappe di sensibilità delle specie selvatiche a sostegno delle decisioni in materia di ubicazione. Tali mappe dovrebbero individuare le aree all’interno e all’esterno dei siti Natura 2000 nelle quali lo sviluppo di parchi eolici può costituire un rischio basso, medio o alto per la natura e le specie selvatiche, al fine di minimizzare le ripercussioni negative. Industrie estrattive non energetiche L’industria estrattiva non energetica fornisce molte delle materie prime essenziali per l’edilizia e le industrie manifatturiere europee. Nel 2007 il settore ha generato un volume d’affari di circa 49 miliardi di euro e ha fornito posti di lavoro a circa 287 000 persone. La garanzia di un accesso affidabile e senza distorsioni alle materie prime è un fattore sempre più importante per la competitività N AT U R A 2 0 0 0 5 dell’UE e beneficia di sostegno nel quadro dell’iniziativa «Materie prime» lanciata dalla Commissione europea nel 2008. Come la guida sull’energia eolica, il documento di orientamento sottolinea l’importanza della valutazione e pianificazione strategica del territorio quale metodo per individuare i potenziali aspetti in conflitto e integrare meglio la biodiversità nello sviluppo delle attività estrattive non energetiche. Raccomanda la mappatura dettagliata delle risorse minerali al fine di identificare i tipi di minerali presenti, la loro ubicazione e stabilire se siano considerati commercialmente redditizi. Sovrapponendo le mappe dei minerali a mappe che mostrino l’ubicazione e l’estensione dei siti Natura 2000, dovrebbe essere possibile individuare rapidamente le zone in cui il rischio di potenziali conflitti è basso o nullo e quelle in cui il rischio è più elevato. Sulla base di tale valutazione strategica, si possono prevedere alternative meno R I V I S T A A C U R A D E L L A D I R E Z I O N E © iStockphoto La possibilità di svolgere attività estrattive nei siti Natura 2000 e nei dintorni degli stessi non è automaticamente esclusa, ma è previsto un requisito in base al quale tali attività non devono incidere negativamente sull’integrità dei siti Natura 2000. Il nuovo documento di orientamento offre una guida passo a passo alle procedure da seguire per valutare i piani o i progetti delle industrie estrattive non energetiche che possono incidere sui siti Natura 2000. Esamina il potenziale impatto di tali attività sulla biodiversità e fornisce indicazioni su come svolgere una valutazione adeguata, accertare se sussistano effetti negativi sull’integrità dei siti Natura 2000 e come attenuarli. Affronta anche l’estrazione marina. dannose e assicurare che le future operazioni di estrazione siano effettuate in punti distanti dalle zone sensibili. Il documento di orientamento raccomanda altresì di prendere in considerazione soluzioni alternative, tra cui un maggiore riciclaggio al posto di nuove estrazioni. L’imperativo è individuare il maggior numero possibile di situazioni vantaggiose per tutti, nelle quali si salvaguardino le risorse minerali future e si evitino o minimizzino le ripercussioni negative e si preservi l’integrità dei siti Natura 2000. Al riguardo, il documento riconosce anche il contributo positivo che i siti di estrazione di minerali potrebbero dare alla biodiversità ed esamina studi di casi pertinenti. G E N E R A L E A M B I E N T E ● N . 4 1 Documenti futuri Sono in preparazione altri documenti di orientamento. La pubblicazione degli orientamenti relativi ai porti e agli estuari è imminente, mentre gli orientamenti in materia di acquacoltura e di trasporti per via navigabile interna dovrebbero essere pubblicati nel corso del 2011. T Per saperne di più Tutti i documenti di orientamento della Commissione relativi all’articolo 6 sono disponibili all’indirizzo: http://ec.europa.eu/ environment/nature/natura2000/ management/guidance_en.htm 6 LIFE T LIFE: lunga vita alla vipera di Orsini ungherese La vipera di Orsini ungherese (Vipera ursinii rakosiensis) è il serpente a più alto rischio di estinzione in Europa, con una popolazione selvatica stimata di soli 500 esemplari in Ungheria e Romania. condizioni seminaturali, simili a quelle dell’habitat erboso della vipera. Il Centro ospita ora più di 800 vipere. Nell’ambiente selvatico: monitoraggio e ripristino © Unione europea In collaborazione con un progetto LIFE in Romania (LIFE05 NAT/RO/000158), il beneficiario ha monitorato e studiato le popolazioni selvatiche di vipera di Orsini in Ungheria e in Romania per valutare lo stato di conservazione della specie e individuare nuove popolazioni. Con il sostegno di volontari, 26 ettari di area boschiva che separavano due habitat della vipera sono stati riconvertiti in formazione erbosa per favorire il ricongiungimento delle sottopopolazioni della vipera. Conservazione continua Un tempo diffusa nella pianura ungherese, la vipera di Orsini è ora presente soltanto a Hanság, nelle praterie in prossimità del confine austriaco, e a Kiskunság, nelle praterie della puszta a sud di Budapest, dove le popolazioni rimaste sopravvivono nel parco nazionale di Kiskunság. La vipera di Orsini è un piccolo serpente non letale che raggiunge una lunghezza massima di circa 50 cm. Il suo habitat naturale si è ridotto enormemente, soprattutto a causa della massiccia conversione all’agricoltura intensiva e alla silvicoltura. Nel 2004 la società ornitologica e per la difesa della natura ungherese (MME/ Birdlife Hungary), insieme con la direzione del parco nazionale di Kiskunság e la direzione del parco nazionale di Duna-Ipoly, ha lanciato un progetto LIFE Natura (LIFE04 NAT/HU/000116) nel tentativo di salvare la vipera di Orsini ungherese dall’imminente estinzione e garantirne la conservazione a lungo termine. Fondamentale a tal fine è stata una serie di azioni comprendente la mappatura genetica della specie e studi del suo habitat. L’obiettivo era ripristinare i suoi habitat erbosi preferiti e sensibilizzare il pubblico mediante campagne volte a prevenire l’uccisione delle vipere da parte degli agricoltori e della popolazione locale. È stato inoltre avviato un programma di allevamento in cattività presso il nuovo Centro per la conservazione della vipera di Orsini ungherese. Allevare le vipere per reinserirle nell’ambiente selvatico Il Centro per la conservazione è situato in una vecchia casa colonica di proprietà del parco nazionale di Kiskunsag. Il programma di allevamento è stato avviato con 10 vipere adulte, prelevate da quattro diverse popolazioni locali per garantire la diversità. Le coppie maschio-femmina sono state tenute in spazi recintati nei quali potevano riprodursi in La riuscita del programma di allevamento in cattività offre una solida base per reinserire le vipere nell’ambiente selvatico. MME/ BirdLife Hungary sta ora conducendo un progetto nel bacino dei Carpazi (LIFE07 NAT/ H/000322) che dà seguito a quello precedente e mira a liberare almeno 400 vipere negli habitat naturali, provvedendo anche al ripristino su più vasta scala degli habitat e all’organizzazione di una grande campagna di sensibilizzazione per attenuare le preoccupazioni suscitate dal reinserimento di serpenti velenosi. I reinserimenti sono previsti in Ungheria, ma si sta esaminando la possibilità di futuri reinserimenti in Romania e in alcune zone dell’Austria. T Per saperne di più sul progetto: http://www.rakosivipera.hu/en/ su LIFE: http://ec.europa.eu/life COMMERCIO AL DE T TAGLIO 7 T I commercianti esibiscono credenziali «verdi» I commercianti europei mantengono la promessa di usare pratiche rispettose dell’ambiente e propongono ai clienti un maggior numero di prodotti ecologici. Secondo una nuova relazione potrebbero però fare di più per sensibilizzare la popolazione, illustrando i vantaggi offerti da consumi sostenibili. I progressi compiuti nel rispettare gli impegni iniziali, il cui numero è cresciuto notevolmente nel 2010 mano a mano che le attività del Forum hanno acquistato slancio, sono esaminati nella relazione Services on Monitoring Retailers’ REAP commitments [Servizi di monitoraggio degli impegni assunti nell’ambito del programma d’azione ambientale dei commercianti al dettaglio], preparata per la Commissione. Aumentare l’efficienza energetica degli edifici, incrementare le vendite di prodotti più sostenibili e migliorare la progettazione ecocompatibile figurano tra le priorità selezionate. Altre tematiche emerse sono l’adozione di criteri ecologici per i sistemi di distribuzione e la catena di approvvigionamento, l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, gli imballaggi dei prodotti e una gestione più efficiente dei rifiuti. Buone pratiche La relazione osserva che il livello di impegno iniziale tra i membri del Forum era disomogeneo. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che il grado di sensibilità ambientale varia R I V I S T A A C U R A D E L L A D I R E Z I O N E da paese a paese. Con il tempo, tuttavia, gli esempi di buone pratiche potrebbero contribuire a elevare tale livello in tutta Europa. Il franchising è un altro ambito che, secondo la relazione, potrebbe richiedere un più attento esame, in quanto prevede soltanto il rispetto delle norme sociali, e non necessariamente delle norme ambientali e dell’intera serie di impegni eventualmente assunti dalla società madre. La relazione individua numerosi esempi di sostenibilità nella pratica. La catena di supermercati francesi Carrefour ha aumentato il numero di prodotti biologici di marca propria di oltre l’80 % rispetto al 2006. Marks & Spencer nel Regno Unito ha aumentato la quota di prodotti in poliestere realizzati con plastica riciclata. Negli ultimi cinque anni Asda Wal*Mart ha ridotto del 40 % le emissioni di CO2 del proprio parco veicoli, mentre la catena spagnola Mercadona ha raggiunto un tasso di recupero del 100 % dei residui di imballaggi nei propri punti vendita e centri di distribuzione. La relazione indica tuttavia che i commercianti potrebbero intensificare gli sforzi che compiono per informare i clienti sulle scelte riguardanti lo stile di vita. Un sondaggio Eurobarometro dell’anno scorso conferma l’esistenza di una domanda da parte del pubblico. Quasi un terzo (31 %) degli interpellati ha affermato che il miglior modo in cui i commercianti possono promuovere prodotti rispettosi dell’ambiente è fornire T migliori informazioni ai clienti. G E N E R A L E A M B I E N T E ● N . 4 1 © iStockphoto Il Retail Forum europeo è stato lanciato poco più di un anno fa. D’allora molti partecipanti, tra cui alcune delle più note aziende europee, si sono impegnati volontariamente a ridurre la loro impronta ecologica. Gli impegni riguardano i prodotti che offrono, le modalità di vendita e la comunicazione al pubblico. Per saperne di più http://ec.europa.eu/environment/ industry/retail/index_en.htm 8 POLLUTANTS T Attribuire un valore alla biodiversità e ai servizi ecosistemici © iStockphoto La mancanza di prezzi di mercato per i servizi ecosistemici e la biodiversità significa che i benefici che otteniamo da questi beni, spesso di natura pubblica, in genere sono trascurati o sottovalutati. Il progetto «Economia degli ecosistemi e della biodiversità» (TEEB) ricorda ai responsabili politici, alle imprese e ai cittadini l’urgente necessità di prestare attenzione a questi fattori nel comportamento e nelle decisioni che adottano. Il progetto «Economia degli ecosistemi e della biodiversità» (TEEB) è uno studio avviato dal G8 e dalle cinque maggiori economie in via di sviluppo, incentrato «sui benefici economici globali della diversità biologica e sui costi derivanti dalla perdita di biodiversità e dalla mancata adozione di misure di protezione rispetto ai costi di un’azione efficace». Oltre a una relazione tecnica generale – la cui versione aggiornata è stata presentata alla conferenza internazionale sulla biodiversità di Nagoya in ottobre – il progetto TEEB ha prodotto studi più mirati, rivolti ai responsabili politici nazionali, alle imprese e alle autorità locali e regionali. Tali studi evidenziano il modo in cui si può porre rimedio all’incapacità dei mercati di tenere adeguatamente conto del valore dei servizi ecosistemici. Con esempi reali provenienti da tutto il mondo, illustrano come il riconoscimento del valore della biodiversità abbia determinato cambiamenti politici, come gli investimenti nel capitale naturale possano essere più redditizi rispetto alle soluzioni artificiali e come la conservazione possa risultare economicamente vantaggiosa. « Il 27 % degli amministratori delegati e direttori generali interpellati a livello mondiale dalla PwC nel 2009 ha espresso preoccupazione in merito all’impatto della perdita di biodiversità sulle prospettive di crescita della propria impresa. » TEEB 9 T TEEB per i responsabili politici Il punto di partenza è che, non tenendo conto del valore degli ecosistemi e della biodiversità, i responsabili politici spesso fanno scelte sbagliate quando rispondono alle sfide con cui si confrontano. La relazione sostiene che, prendendo in considerazione questi fattori, si adottano decisioni più informate, e possibilmente diverse, si migliora la gestione e si ottengono benefici reali per la società, in particolare per i meno fortunati, la cui dipendenza dai servizi ecosistemici è più diretta. La mancanza di prezzi di mercato per i servizi ecosistemici e la biodiversità significa che i benefici che otteniamo da questi beni, spesso di natura pubblica, in genere sono trascurati o sottovalutati nel processo decisionale. Ciò contribuisce alla perdita di biodiversità e compromette il benessere delle persone. Le ripercussioni sono enormi. La perdita degli ecosistemi delle foreste tropicali è responsabile da sola di circa un quinto delle emissioni globali di gas a effetto serra. riformando le sovvenzioni, che attualmente ammontano a quasi mille miliardi di dollari l’anno e per un terzo sostengono la produzione e il consumo di combustibili fossili; oppure ricorrendo alla regolamentazione per stabilire norme ambientali e regimi di responsabilità efficaci. La relazione individua due sfide per i responsabili politici: comprendere il valore del capitale naturale e tenerne conto nel processo decisionale, e fornire risposte efficaci e ragionevoli. La relazione propone inoltre di estendere le zone protette, che attualmente coprono il 13,9 % della terraferma e il 5,9 % delle acque marine territoriali, ma soltanto lo 0,5 % delle acque profonde. Oltre alle zone protette, la relazione sottolinea la necessità di investire in infrastrutture ecologiche nel paeT saggio generale. Ciò si può fare in vari modi: ricompensando coloro che preservano o migliorano i benefici offerti dagli ecosistemi, come le risorse idriche o il rimboschimento, tramite pagamenti; Posti di lavoro europei legati all’ambiente R I V I S T A A C U R A D E L L A D I R E Z I O N E G E N E R A L E © iStockphoto © iStockphoto In base a una definizione restrittiva, limitata alle industrie ecologiche e ad attività quali l’agricoltura biologica, la silvicoltura sostenibile e le forme di turismo «verde», circa un lavoratore su 40 in Europa svolge un lavoro direttamente legato all’ambiente. Se si prendono in considerazione settori più vasti, in particolare l’agricoltura, il rapporto sale a uno su dieci. Questi posti di lavoro hanno un effetto moltiplicatore e ne sostengono altri in settori diversi dell’economia. Tenendo conto di tutti questi fattori, un lavoratore europeo su sei dipende in qualche misura dall’ambiente. A M B I E N T E ● N . 4 1 10 TEEB T TEEB per le imprese La perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi rappresentano gravi rischi per le imprese. Al tempo stesso, però, contrastando queste tendenze distruttive si possono cogliere notevoli opportunità, soprattutto perché i consumatori tendono sempre più a preferire prodotti e servizi rispettosi della natura. Secondo la relazione, le imprese che comprendono e gestiscono i rischi derivanti dalla perdita di biodiversità e dal degrado degli ecosistemi, adottano modelli operativi flessibili e resistenti e agiscono rapidamente in modo da cogliere le opportunità commerciali hanno maggiori probabilità di prosperare. La relazione rileva che, se i cambiamenti climatici hanno stimolato i mercati del carbonio e nuovi modelli economici, anche la biodiversità e i servizi ecosistemici offrono opportunità agli investitori e agli imprenditori. Spiega come i prodotti agricoli e forestali certificati possano rispettivamente Rapporti della PwC Un’analisi delle relazioni annuali delle maggiori imprese del mondo condotta dalla società di consulenza internazionale PwC nel 2008 ha rivelato che 18 imprese hanno menzionato la biodiversità o gli ecosistemi. Tra queste, soltanto sei hanno riferito di svolgere attività per ridurre il proprio impatto in questi due ambiti e appena due hanno individuato la biodiversità come importante elemento strategico. Tuttavia 89 imprese hanno pubblicato relazioni sulla sostenibilità, tra cui 24 hanno descritto misure volte a ridurre il proprio impatto sulla biodiversità e sugli ecosistemi e nove hanno individuato il proprio impatto sulla biodiversità come aspetto fondamentale per la «sostenibilità». Le imprese attive nei settori del petrolio e del gas, dei servizi di pubblica utilità, dei prodotti chimici e farmaceutici e della vendita al dettaglio di prodotti alimentari sono quelle più propense a individuare la biodiversità come importante elemento strategico. generare un mercato di 900 miliardi di dollari e 50 miliardi di dollari entro il 2050, e le compensazioni volontarie della biodiversità un mercato di 400 milioni di dollari (in aggiunta a quello molto più vasto delle compensazioni obbligatorie). La relazione afferma che la sfida per le imprese è perseguire obiettivi specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e attuali (SMART) e rivolge loro sette raccomandazioni chiave. Le imprese dovrebbero individuare il loro impatto sulla biodiversità e i servizi ecosistemici e la loro dipendenza dai medesimi. Valutare i rischi economici associati, sviluppare sistemi di informazione adeguati, fissare obiettivi SMART e prendere provvedimenti per evitare, minimizzare e attenuare i rischi. Dovrebbero inoltre sfruttare le opportunità derivanti dalle economie di costi, da nuovi prodotti e nuovi mercati, integrare la strategia commerciale e l’azione sulla biodiversità nelle più ampie iniziative di responsabilità sociale e impegnarsi attivamente con altre imprese, con il governo, le ONG e la società civile. I commercialisti, i contabili e gli organismi di rendicontazione finanziaria, in particolare, possono fornire un importante contributo elaborando norme per valutare e rendere noto l’impatto delle imprese sulla biodiversità e sugli ecosistemi. Sono già disponibili orientamenti, principi e metodi diversi, ma la maggior parte non consente di quantificare l’impatto effettivo del comportamento T aziendale. Il turismo ecologico è il segmento in più rapida espansione nel settore turistico. Nel 2004 questo mercato è cresciuto a una velocità tre volte maggiore rispetto al settore nel suo insieme. L’Organizzazione mondiale del turismo stima che la spesa globale per il turismo ecologico aumenti del 20 % l’anno, sei volte il tasso di crescita del settore in generale. TEEB 11 T TEEB per i responsabili degli enti locali e regionali Spiega che l’uso inefficiente delle risorse e la scarsa preoccupazione per i nostri sistemi naturali determina la perdita del nostro capitale naturale. Se tale perdita raggiunge un punto di non ritorno, il recupero e la ricerca di alternative richiederanno molto tempo e denaro e notevoli sforzi. La relazione propone sei passi per includere i servizi ecosistemici nella politica locale e regionale: stabilire e decidere le tematiche politiche con i soggetti interessati al fine di evitare successive incomprensioni; individuare i servizi ecosistemici più importanti; definire le esigenze in materia di informazione e selezionare metodi di valutazione appropriati; valutare gli ecosistemi; individuare e valutare le opzioni politiche; valutarne le conseguenze sui T diversi gruppi nella comunità. Per saperne di più www.teebweb.org La natura e le comunità locali New York: la città ha acquistato e recuperato il bacino idrografico di Catskill per 2 miliardi di dollari al fine di assicurarsi la fornitura di acqua potabile. A titolo di paragone, un impianto di pretrattamento sarebbe costato 7 miliardi di dollari. © European Union L’ultima relazione TEEB, pubblicata in settembre, mostra ai responsabili degli enti locali come apprezzare meglio il valore e i servizi forniti dal capitale naturale (foreste, parchi e corsi d’acqua) e come sfruttarne i benefici per le politiche locali, quali la gestione urbana, la pianificazione territoriale e la gestione delle zone protette. Canberra: le autorità locali hanno piantato 400 000 alberi. Gli alberi rendono la città più verde, contribuiscono a regolare il microclima, riducono l’inquinamento, migliorano la qualità dell’aria, abbassano i costi energetici per l’aria condizionata e assorbono biossido di carbonio. I benefici generali sono stimati tra 20 e 67 milioni di dollari per il periodo 2008-2012. Vietnam: l’investimento di 1,1 milioni di dollari per il ripristino delle foreste di mangrovie nelle regioni costiere settentrionali ha permesso di risparmiare costi di manutenzione delle dighe stimati a 7,3 milioni di dollari l’anno. © iStockphoto … e ora che cosa succede? R I V I S T A A C U R A D E L L A Il «Conservation Grade», un sistema britannico di certificazione dell’«agricoltura rispettosa della natura», garantisce ai marchi di prodotti alimentari, ai produttori e ai consumatori una produzione alimentare efficiente e al tempo stesso migliora la biodiversità e i servizi ecosistemici e previene il degrado dell’ambiente selvatico sui terreni agricoli. Gli agricoltori che aderiscono al sistema convertono il 10 % dei loro terreni coltivati in habitat per la flora e la fauna selvatiche. I titolari di marchi registrati, che usano i prodotti di queste aziende agricole, possono apporre il logo «Conservation Grade» ai loro prodotti rispettosi della natura. D I R E Z I O N E G E N E R A L E A M B I E N T E ● N . 4 1 «La Commissione europea ha sostenuto il progetto TEEB sin dall’inizio e continuerà a occuparsi di questi problemi dopo la COP 10, tenendo conto delle decisioni che saranno prese a Nagoya. Abbiamo intenzione di lanciare uno studio che esamini in maniera più dettagliata le prove disponibili in un contesto europeo e gli ambiti in cui applicare le analisi sviluppate dal TEEB nelle nostre politiche. La Commissione è inoltre pronta a sostenere le iniziative di altri paesi, in particolare dei paesi in via di sviluppo, per dimostrare i benefici e i costi degli investimenti nella gestione della biodiversità e dei servizi degli ecosistemi. In particolare, abbiamo in programma una collaborazione con l’UNDP (il programma di sviluppo delle Nazioni Unite) per sostenere la valutazione nei paesi in via di sviluppo interessati e creare i collegamenti con i settori economici e i piani di sviluppo». Janez Potočnik, Commissario europeo per l’Ambiente 12 SUOLO T Suolo, cambiamenti climatici e biodiversità sono strettamente collegati Troppe persone danno il suolo per scontato. I ricercatori sono sempre più consapevoli dello stretto collegamento tra il suolo, i cambiamenti climatici e la biodiversità, ma i responsabili delle decisioni, i politici e i cittadini non lo sono. Questa mancanza di conoscenze deve essere affrontata se la società intende rispondere con efficacia ai suoi due problemi ambientali più pressanti. Un nuovo atlante della biodiversità dei suoli © iStockphoto La conferenza ha anche visto la presentazione ufficiale dell’Atlante europeo della biodiversità dei suoli. Pubblicato dal Centro comune di ricerca della Commissione, contiene una mappa basata sugli indicatori delle minacce potenziali per la biodiversità dei suoli in Europa, nella quale sono evidenziate le zone più a rischio. Tra queste figurano diverse parti del Regno Unito, il nord della Francia, il Belgio, i Paesi Bassi e il Lussemburgo, ma sono stati individuati rischi elevati anche in altri Stati membri. Il ruolo della gestione del suolo nell’attenuazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nella protezione della biodiversità è stato il tema centrale di un’importante conferenza tenutasi a Bruxelles il 23 e 24 settembre. I partecipanti hanno discusso il legame tra il suolo e i cambiamenti climatici: la materia organica presente nel suolo è il secondo deposito di carbonio per dimensioni sul pianeta, dopo gli oceani. I suoli dell’UE contengono da soli oltre 70 miliardi di tonnellate di carbonio organico. Tuttavia, il degrado del suolo persiste. In Svezia nel corso degli ultimi 50 anni i terreni agricoli hanno perso ogni anno l’1 % del loro carbonio organico. Considerato che il livello di attività biologica è direttamente legato ai livelli di carbonio presente nel suolo, la redditività delle aziende agricole svedesi potrebbe essere a rischio entro un quarto di secolo. Le riduzioni graduali dell’attività biologica nel suolo possono sembrare prive di conseguenze significative per le persone che lo calpestano, ma acquistano altissima rilevanza se esaminate nel loro insieme. Poiché le emissioni di gas a effetto serra non rispettano le delimitazioni nazionali, il degrado del suolo in un paese produce effetti diretti sui cambiamenti climatici che vanno ben oltre i suoi confini. In questo senso, il suolo si sposta veramente. Il suolo è anche un habitat e una risorsa per oltre un quarto della biodiversità globale. Un metro quadrato di terreno può contenere circa 10 000 organismi diversi. La sua salute è indispensabile per preservare tale diversità. Tuttavia, oltre alla cattiva gestione dell’utilizzo del territorio, tale salute è a rischio a causa dell’erosione, della salinizzazione, della contaminazione, dell’impermeabilizzazione, dell’urbanizzazione e dello sviluppo dei trasporti. Evidenziando la necessità di una più ampia comprensione del ruolo vitale che il suolo svolge nella nostra vita, il Commissario per l’Ambiente, Janez Potočnik, ha affermato: «Non conseguiremo i nostri obiettivi in termini di protezione della biodiversità, lotta contro i cambiamenti climatici e salvaguardia delle nostre risorse finché non apprezzeremo il suolo. Quanto prima lo faremo, tanto meglio sarà». La Commissione continua inoltre a esercitare pressioni sui governi nazionali affinché adottino il progetto di direttiva quadro sul suolo, affermando che tale normativa fornirebbe un chiaro quadro europeo per la protezione del suolo, lasciando agli Stati membri ampi margini sul modo in cui realizzare gli obiettivi generali. La direttiva è bloccata dal Consiglio dei ministri dal T dicembre 2007. Per saperne di più http://ec.europa.eu/environment/soil/ biodiversity_conf.htm http://ec.europa.eu/environment/soil/ index_en.htm DEMOLIZIONE DELLE NAVI 13 T L’UE procede verso un’azione coordinata sulla demolizione delle navi Alcune carenze negli attuali controlli della demolizione e del riciclaggio delle navi in disuso potrebbero essere affrontate dagli Stati membri dell’UE aderendo alla nuova convenzione di Hong Kong, secondo un’analisi effettuata dalla Commissione europea. Ogni anno tra le 200 e le 600 navi in disuso di grossa stazza vengono smantellate e riciclate, per lo più in condizioni primitive sulle spiagge soggette a marea dell’India, del Bangladesh e del Pakistan. Sebbene questa attività dia lavoro a migliaia di persone, la mancanza di tutela dell’ambiente e l’assenza di misure di sicurezza si traducono in un’elevata frequenza di infortuni, in rischi per la salute e nell’inquinamento di vaste zone costiere. Un quarto delle navi mercantili del mondo batte bandiera di Stati membri dell’UE e circa il 40 % è di proprietà di imprese europee. L’Unione ha quindi una responsabilità particolare per quanto riguarda la rottamazione e il riciclaggio sicuri delle navi in disuso. Poiché possono contenere sostanze pericolose per l’ambiente (amianto, metalli pesanti, idrocarburi, sostanze che riducono lo strato di ozono e altre sostanze simili), le navi legate all’UE spedite per la rottamazione e il riciclaggio attualmente rientrano nel campo di applicazione del regolamento dell’UE sulle spedizioni di rifiuti e della convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento. Il contenuto della convenzione, elaborato negli ultimi tre anni dalle principali parti interessate a livello internazionale, segue un ampio approccio olistico. Da un lato tratta la progettazione, la costruzione, il funzionamento e l’allestimento delle navi, che determinano un riciclo più sicuro e compatibile con l’ambiente. Dall’altro lato affronta il funzionamento sicuro degli impianti di riciclaggio delle navi. Nell’ottobre 2009 il Consiglio dei ministri ha invitato tutti gli Stati membri dell’UE (che sono membri dell’IMO) a provvedere alla ratifica della convenzione di Hong Kong in via prioritaria. La Francia è stata la prima a ratificare la convenzione, che richiede un minimo di 15 paesi firmatari (rappresentanti il 40 per cento del tonnellaggio mondiale e almeno il 3 % della capacità di riciclaggio delle navi) per entrare in vigore. Una valutazione della Commissione europea, effettuata su richiesta del Consiglio dei ministri dell’UE, ha concluso che la convenzione di Hong Kong colmerebbe numerose lacune presenti nel quadro giuridico attuale. Potrebbe essere nell’interesse degli Stati di bandiera sottoscrivere tale convenzione, che contiene un insieme di norme chiare e relativamente semplici e soddisfa l’esigenza pubblica di un riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l’ambiente senza imporre oneri superflui agli armatori e alle amministrazioni. Alla stessa riunione, anche i ministri europei dell’Ambiente hanno incoraggiato gli Stati membri a ratificare la convenzione di Hong Kong in via prioritaria per favorirne l’entrata in vigore il più presto possibile e generare T un cambiamento reale ed efficace. Per saperne di più http://ec.europa.eu/environment/ waste/ships/ Nuova convenzione internazionale «olistica» in materia di riciclaggio R I V I S T A A C U R A D E L L A D I R E Z I O N E G E N E R A L E © iStockphoto Un importante e recente sviluppo è stato l’adozione della convenzione internazionale di Hong Kong per un riciclaggio delle navi sicuro e compatibile con l’ambiente, in occasione della conferenza dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) sul riciclaggio delle navi tenutasi nel maggio 2009. A M B I E N T E ● N . 4 1 14 C AMPAGNA SULL A BIODIVERSITÀ T Biodiversità – la campagna di sensibilizzazione prende slancio Un maggiore sostegno e una migliore comprensione da parte dei cittadini dell’importanza di preservare la biodiversità sono gli obiettivi fondamentali di una campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Commissione europea. Con quasi tre milioni di visite al sito internet nei primi mesi dell’anno, la campagna sta chiaramente dando i suoi frutti. Cartelloni pubblicitari con l’immagine di un bombo agonizzante a pancia in su ricordano con forza: «Se le api sparissero, ci vorrebbero milioni di euro per fare ciò che fanno gratuitamente». Tra gli altri messaggi provocatori figurano: «Che cosa muore veramente quando cade una quercia?» e «Se il litorale muore, dove andremo in vacanza?». Un elemento ad alto impatto – usato come filmato su internet – intende scuotere le percezioni diffuse con profili disegnati con il gesso, simili a quelli di una scena del crimine, che miracolosamente si animano e attraversano le vie di una città. Il filmato è stato visto più di un milione di volte in Europa (v. l’indirizzo sotto riportato). Un gruppo di Facebook invita i visitatori a conoscere nuovi «amici»: passeri, scoiattoli, rane e querce. Un problema significativo nel 2010, proclamato Anno della biodiversità dalle Nazioni Unite, è stato lo scarso livello di comprensione dell’argomento a livello popolare, nonostante la sua enorme importanza per il sistema economico globale. Il programma di sensibilizzazione lanciato in marzo comprende una campagna pubblicitaria sui quotidiani e sui media online, un sito multilingue, un filmato in internet e una campagna di socializzazione in rete su Facebook. Una campagna lanciata dall’UE sta ponendo rimedio alla situazione aiutando persone di ogni età e provenienza a comprendere che la perdita di biodiversità è un problema che le riguarda direttamente e incoraggiandole a partecipare agli sforzi di conservazione. La campagna è incentrata sullo slogan «Biodiversità: siamo tutti coinvolti». Un momento chiave è stato la Giornata mondiale della biodiversità il 22 maggio, che ha visto il lancio di utili supporti informativi, come i «Dieci suggerimenti per proteggere la diversità». La percezione generale della biodiversità che emerge da recenti indagini è che è un aspetto poco conosciuto, oppure è associato a un ambiente selvatico remoto. A quanto pare si dà poca importanza alla biodiversità nel contesto della vita quotidiana in città. In generale non si riconosce che la causa principale della perdita di biodiversità è l’attività umana. Desta particolare preoccupazione la sensazione diffusa che le azioni individuali siano insignificanti rispetto all’enormità del problema. Elementi visivi appositamente ideati svolgono un ruolo importante nella campagna: la silhouette di un corpo umano composto da immagini di tutte le piante e gli animali della Terra è il logo principale della campagna. Altri elementi, come il passero, l’ape, l’albero e un tratto di costa, sono usati per illustrare diversi aspetti del problema della perdita di biodiversità. Come viene accolto? Il sito ha ricevuto quasi 2,9 milioni di visite tra marzo e luglio, corrispondenti al 23 % di tutte le visite registrate dal sito della DG Ambiente nello stesso periodo. Con visitatori di oltre 110 paesi, le pagine di Facebook hanno finora incoraggiato 72 000 utenti attivi a dichiararsi «sostenitori della biodiversità» e oltre 20 000 hanno dichiarato di apprezzare le pagine sulla biodiversità. T Per saperne di più e per vedere il filmato http://ec.europa.eu/environment/ biodiversity/campaign/ www.weareallinthistogether http://apps.facebook.com/biodiversity/ PUBBLICAZIONI Nuove pubblicazioni 15 Agenda Chiusura dell’Anno internazionale della biodiversità 11-12 dicembre 2010, Kanazawa, Giappone «Piano d’azione dell’UE sulla biodiversità: Valutazione 2010» La cerimonia di chiusura dell’Anno internazionale della biodiversità tradurrà gli impegni assunti a Nagoya in materia di biodiversità in una forma più concreta e pragmatica, per le imprese, i consumatori e gli altri soggetti interessati, e soprattutto per la biodiversità e il valore che riveste per la società. Quattro anni dopo il lancio del piano d’azione dell’UE sulla biodiversità, la Commissione europea ha pubblicato una valutazione del suo impatto sulla biodiversità in Europa. La relazione di 36 pagine fornisce una sintesi della valutazione dettagliata del piano d’azione ed esamina i progressi compiuti per ciascuna delle 150 azioni previste dal piano. Contiene anche una sintesi della relazione sul parametro di riferimento 2010 dell’UE per la biodiversità, prodotta dall’Agenzia europea dell’ambiente, che fornisce le informazioni e i dati più recenti sullo stato e sulle tendenze delle diverse componenti T della biodiversità e degli ecosistemi nell’UE. La conferenza conclusiva esaminerà i risultati prodotti da fonti quali lo studio TEEB, la conferenza di Gand del settembre 2010, il seminario sulla «Valutazione dei servizi ecosistemici» a livello europeo e la COP10-CBD. Il messaggio principale è che la biodiversità significa molto di più della semplice conservazione della natura. Sarà inoltre l’occasione per lanciare l’Anno internazionale delle foreste (Foreste 2011), un’iniziativa delle Nazioni Unite intesa a promuovere la gestione sostenibile, la conservazione e lo sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste. Il documento (PDF) è disponibile in inglese, francese e tedesco all’indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/ comm2006/pdf/bap_2010/brochure.pdf Foreste 2011 offrirà un’opportunità unica di presentare le storie di maggior successo e la preziosa esperienza acquisita sul modo in cui promuovere la gestione sostenibile delle foreste. Contribuirà a dare impulso a una maggiore partecipazione del T pubblico alle attività forestali nel mondo. «Rendere belle e sostenibili le nostre città» http://www.un.org/en/events/iyof2011/ Quasi il 75 % degli europei vive in città e centri urbani e si prevede che la cifra salga all’80 % entro il 2020. L’UE si è impegnata a rendere belle, sane e sostenibili le città d’Europa e a migliorare la qualità della vita dei cittadini. La Commissione europea ha pubblicato un nuovo opuscolo di 36 pagine che illustra i numerosi modi in cui l’UE sostiene gli sforzi dei cittadini e delle autorità locali volti a trasformare le nostre città e cittadine in luoghi puliti e sani, verdi e gradevoli, efficienti e sostenibili, ben gestiti e democratici. Nona sessione del forum delle Nazioni Unite sulle foreste 24 gennaio – 4 febbraio, New York Il forum delle Nazioni Unite sulle foreste (UNFF) è stato istituito nel 2000 per promuovere la gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste. Le sue finalità sono: • invertire la perdita di copertura forestale a livello mondiale tramite una gestione sostenibile delle foreste; • rafforzare i benefici economici, sociali e ambientali derivanti dalle foreste; • estendere in modo significativo la superficie di foreste gestite in modo sostenibile e il volume dei relativi prodotti forestali; • invertire la diminuzione dell’assistenza ufficiale allo sviluppo per la gestione sostenibile delle foreste e mobilitare nuove e maggiori risorse finanziarie. Il sovraffollamento, l’inquinamento dovuto al traffico, il rumore e le emissioni industriali sono soltanto alcuni dei problemi che richiedono un monitoraggio e una risposta continui e l’UE opera in stretta collaborazione con gli Stati membri e le autorità locali per rispondere a queste sfide e garantire un alto livello di tutela dell’ambiente urbano. L’UE interviene anche in vari altri modi, per esempio definisce politiche, adotta normative, tra cui norme minime in materia di qualità, incoraggia la cooperazione e mette a disposizione risorse finanziarie per sostenere iniziative, soprattutto nelle regioni europee meno favorite. T La nona sessione del forum vedrà il lancio ufficiale dell’Anno internazionale delle foreste presso la sede delle Nazioni Unite durante il segmento di alto livello (2 e 3 febbraio 2011), al quale dovrebbero partecipare i capi di Stato e i ministri. Il programma comprende discussioni del gruppo di esperti di alto livello, attività mediatiche, proiezione di filmati, l’emissione della serie di francobolli commemorativi delle Nazioni Unite per l’Anno T internazionale, eccetera. L’opuscolo è disponibile in inglese all’indirizzo: http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/docs/about/ cities %20of %20the %20future_web.pdf Salvo ove diversamente indicato, tutte le pubblicazioni sono disponibili gratuitamente presso la Libreria dell’UE collegandosi al sito bookshop. europa.eu oppure presso il Centro Informazioni (BU-9 0/11), DG Ambiente, Commissione europea, B-1049 Bruxelles, Belgio. R I V I S T A A C U R A D E L L A D I R E Z I O N E G E N E R A L E A M B I E N T E http://www.un.org/esa/forests/ ● N . 4 1 KH-AD-09-041-IT-C T Notizie in breve Oltre 2 000 città e cittadine hanno partecipato alla Settimana europea della mobilità, dal 16 al 22 settembre, invitando i loro cittadini a un’ampia serie di attività volte a promuovere la mobilità sostenibile. Lo slogan della campagna 2010 – Viaggia in modo intelligente e vivi meglio – rispecchia le preoccupazioni in merito agli effetti dannosi delle tendenze dei trasporti urbani sulla salute dei cittadini. Gävle, la cittadina svedese insignita del premio Settimana europea della mobilità l’anno scorso, anche quest’anno ha presentato un programma ambizioso. Le discussioni sui trasporti, la salute e l’ambiente sono state integrate con attività all’aperto, tra cui una gara di skateboard, gite in bicicletta e passeggiate guidate. Brno (Repubblica ceca) ha organizzato corsi di formazione ed esercizi pubblici a suon di musica all’aperto, mentre a Cork (Irlanda) le autorità hanno introdotto zone con limiti di velocità di 30 km l’ora. La settimana è culminata nella Giornata europea senza automobile. Per saperne di più www.mobilityweek.eu Conoscenze marine 2020: comprendere meglio i nostri mari Agenzia europea dell’ambiente: nuove pubblicazioni Questa proposta della Commissione è intesa a migliorare e accrescere i benefici che si possono trarre dalla conoscenza dell’ambiente marino europeo. Gli sviluppi riguardanti l’intensità di pesca, le attività costiere, le pratiche di navigazione, le infrastrutture energetiche offshore e l’aumento dei gas a effetto serra nell’atmosfera sono tutti fenomeni che provocano cambiamenti nei mari d’Europa. Tali cambiamenti influiscono sui ritmi e sui cicli naturali dell’ambiente marino. Poiché la circolazione oceanica è il principale fattore che determina la rigidità o la mitezza del clima in Europa, l’impatto di tali cambiamenti si fa sentire anche nell’entroterra. L’iniziativa «Conoscenze marine 2020» è intesa ad aiutare i ricercatori a comprendere tali cambiamenti, prevedere gli sviluppi futuri e controllare il comportamento dei mari. Mira a ridurre i costi operativi per gli utilizzatori dei dati sull’ambiente marino, ad assicurare un più ampio accesso ai dati di alta qualità disponibili e ad acquisire maggiori conoscenze sui mari e sugli oceani d’Europa. Per saperne di più http://ec.europa.eu/maritimeaffairs © iStockphoto L’UE celebra la nona Settimana europea della mobilità: «Viaggia in modo intelligente e vivi meglio» Nella fase di preparazione degli importanti negoziati internazionali di fine anno sui cambiamenti climatici e sulla biodiversità, l’Agenzia europea dell’ambiente ha pubblicato in ottobre due relazioni di grandissima attualità. Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets in Europe [Monitoraggio dei progressi verso Kyoto e degli obiettivi per il 2020 in Europa] fornisce una descrizione generale degli sforzi compiuti dall’UE, dai suoi Stati membri e dall’Islanda, dalla Norvegia e dal Liechtenstein. La relazione si basa sui dati relativi alle emissioni di gas a effetto serra in Europa nel 2008. La disponibilità di dati sulle emissioni nel 2009 in alcuni casi permette agli autori di effettuare una valutazione biennale per l’UE e per alcuni Stati membri. Assessing biodiversity in Europe – the 2010 report [Valutazione della biodiversità in Europa – Rapporto 2010] esamina lo stato della biodiversità e le tendenze in Europa. Descrive i principali strumenti politici utilizzati nell’UE e analizza l’impatto di settori trasversali quali il turismo e la pianificazione urbana. Si basa sugli indicatori SEBI 2010 e su altri dati nazionali e regionali. Per saperne di più http://www.eea.europa.eu/publications