TRIMESTRALE - ANNO XXXIII - Nuova serie N. 2 - MARZO/APRILE/MAGGIO 2011 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa. ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI Elezioni del Consiglio Direttivo per il Triennio 2011 - 2013 Il Consiglio Direttivo della Sezione ha fissato in prima convocazione per giovedì 24 marzo 2011 alle ore 21, l’Assemblea Generale dei Soci. Qualora non siano presenti di persona almeno la metà degli aventi diritto al voto, l’Assemblea avrà luogo in seconda convocazione VENERDÌ 25 MARZO 2011 alla medesima ora. L’Assemblea avrà luogo presso la Sede Sociale, via 4 novembre 40 (entrata laterale via Padre Candido) - Modena, col seguente ORDINE DEL GIORNO Nomina del Presidente dell’Assemblea, del Segretario e di tre scrutatori Consegna del distintivo ai Soci 25 e 50ennali Premiazione dei vincitori concorso fotografico Relazione morale e finanziaria del Presidente della Sezione Rapporto dei Revisori dei Conti Elezione Organi Direttivi per il triennio 2011 - 2013 di: n° 9 Consiglieri, n° 3 Delegati alle Assemblee del Gruppo Regionale E.R. e Generali del CAI, n° 3 Revisori dei conti 7. Approvazione del Verbale dell’Assemblea 1. 2. 3. 4. 5. 6. Regolamento - Possono essere eletti tutti i Soci maggiorenni della Sezione di Modena, iscritti al CAI da almeno due anni. - Le candidature dovranno essere presentate in Segreteria, da almeno 10 soci entro e non oltre il giorno 18 marzo 2011. - La lista dei Candidati, comprendente anche i nomi dei Consiglieri, Revisori e Delegati che si ricandidano, sarà esposta nei locali della Sede; ciò non toglie che ogni socio non compreso in lista sia eleggibile. - Potranno votare in Assemblea, tutti i Soci maggiorenni che siano in regola con la quota sociale dell’anno in corso 2011 e i nuovi Soci. - Le urne rimarranno aperte anche sabato 26 marzo dalle ore 10,00 alle 16,00, presso la sede sociale. Si precisa che la scheda di votazione verrà consegnata dietro presentazione della tessera CAI o di un documento di riconoscimento. - I Soci residenti nei Comuni montani di Sestola, Montecreto e Fanano, potranno votare a Fanano in via Sabbatini, 11, nella sala posta a fianco l’entrata posteriore del Municipio dalle ore 10.00, alle 13.00 di sabato 26 marzo 2011. - I Soci residenti a Fiumalbo, Pievepelago, Riolunato, Lama Mocogno, Pavullo e Serramazzoni, a Pavullo presso Spazio Evasione, in via A. Ricchi n° 2, con gli stessi orari di Fanano. Caro Socio, scrivo per chiederti un attimo di attenzione: il 25 e 26 marzo si svolgeranno, presso la nostra Sede, l’Assemblea Annuale e le elezioni del Consiglio Direttivo per il prossimo triennio 2011 - 2013. È un momento molto importante per la nostra Sezione di Modena. Un piccolo gruppo di Soci volontari si presenta candidato o chiede di essere riconfermato. Non c’è ressa né la corsa al titolo; tutti sanno che sarà un incarico di lavoro e responsabilità non a favore di se stessi ma per tutti i Soci; pertanto ti chiedo di partecipare all’Assemblea per conoscerli e successivamente scegliere per chi votare. Sarà un omaggio alla loro disponibilità, un incoraggiamento a fare bene e un momento per ricevere da te un eventuale consiglio sulle scelte future (del programma) del prossimo triennio e perché questo nuovo Consiglio Direttivo sia vicino alle esigenze e senta il calore e il sostegno di quanti più Soci possibili. Grazie. Il Socio Presidente Destina anche tu il 5 per mille 0 alla Sezione di Modena!!! 5 /00 Anche per quest’anno è possibile destinare alla nostra Sezione il 5 per mille della propria imposta sul reddito in occasione della prossima dichiarazione. Perchè destinare il 5 per mille al CAI Modena? La Nostra è un’Associazione di volontariato che non vive dei finanziamenti pubblici ma deve basarsi sulle sue uniche forze per portare avanti le proprie attività e poter fornire ai propri Soci attività sempre all’avanguardia come Corsi sempre al passo coi tempi, la Carta dei Sentieri, sempre precisa e aggiornata, le reti sentieristiche di medio e alto Appennino, il Giardino Botanico Esperia, fiore all’occhiello della ricerca ma anche della storia Naturalistica del nostro Appennino, la Scuola di Alpinismo Giovanile che forma e cresce le nuove generazioni di ragazzi. Questi e tanti altri sono i punti i forza cui è possibile contribuire, devolvendo il 5 per mille al CAI Modena. La scelta di destinare il 5 per mille non comporta alcuna variazione dell’imposta (non aumenta per chi lo destina nè diminuisce per chi non lo fa) e non influenza la scelta fatta per l’8 per mille. È sufficiente compilare il Modello 730 o l’Unico, firmando nello spazio indicato come “Sostegno del Volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociali” indicando nel riquadro il codice fiscale della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano: 80014670360 I titolari di un solo reddito da lavoro dipendente o di una pensione che non devono presentare la dichiarazione dei rediti, possono compilare l’apposita scheda (consegnata dal datore di lavoro o dall’ente erogatore della pensione) e consegnarla in busta chiusa all’ufficio postale, allo sportello bancario o al CAF, al commercialista, ecc. All’interno: Corso Ferrate e Sentieri Attrezzati pag.2 Corsi e Soggiorni dell’Alpinismo Giovanile pag.7 80° Anniversario del G.S.E. pag.8 Proiezione di immagini dei Soci pag.9 Trekking in MTB nel Mediterraneo pag.9 CAI ES CU R SIONISMO 7° Corso di Ferrate e Sentieri Attrezzati Anticipato al periodo aprile - giugno il Corso di Ferrate e Sentieri Attrezzati si prefigge di fornire a tutti i Soci, sia neofiti che esperti, quelle informazioni sull’attrezzatura ed il suo utilizzo, sui pericoli dell’ambiente montano, sulla meteorologia e l’orientamento, per poter frequentare l’ambiente delle ferrate e dei sentieri attrezzati in sicurezza. Le lezioni teoriche si terranno a Modena e, per il primo anno, anche a Pavullo (il luogo verrà comunicato prima dell’inizio del Corso). Per maggiori informazioni, rivolgersi in segreteria. Modena Programma Pavullo ven 1/4 Presentazione del Corso ven 1/4 mer 27/4 Attrezzatura e abbigliamento mer 4/5 Uso dei materiali, progressione in ferrata mar 3/5 dom 8/5 Pietra di Bismantova - Tecniche di arrampicata Ferrata degli Alpini dom 8/5 mer 11/5 Lettura del paesaggio - Studio di una relazione mar 10/5 mer 18/5 Topografia e orientamento mar 17/5 dom 22/5 Alpi Apuane - Ferrata Tordini - Gallicani dom 22/5 mer 25/5 I pericoli in montagna Chiamata del Soccorso Alpino mar 24/5 dom 5/6 Piccole Dolomiti - Ferrata A.Viali dom 5/6 mer 8/6 Meteorologia mar 7/6 mer 15/6 Programmazione di una escursione mar 14/6 dom 19/6 Prealpi Lecchesi - Ferrata M. Minonzio dom 19/6 sab 2 e dom 3/7 Austria - Ferrate nelle Stubai Alpen mar 26/4 sab 2 e dom 3/7 Cos’hai fatto di bello questo weekend? Pensieri, emozioni ed esperienze di un’ex-allieva Cosa mi abbia spinto ad intraprendere un corso di ferrate, esattamente, non lo so neanche io, un po’ l’amore per la montagna fin dall’infanzia, un po’ l’affinità per la roccia e l’arrampicata, un po’ la curiosità verso qualcosa di nuovo ed eccezionale, e poi diciamolo... perchè no?!? So benissimo, però, cosa mi ha spinto a continuarlo, ogni volta con entusiasmo e attesa per la futura uscita: innanzitutto i meravigliosi scenari che la montagna offre, e la soddisfazione di averli raggiunti con le proprie forze, faticando e provando a volte quel brivido di paura che ti dà, poi, quella spinta in più per progredire in un passaggio difficile. E una volta arrivati in cima, beh, il pensiero di esserci arrivati con le proprie gambe (e braccia!) attraverso il contatto diretto con la roccia, l’aggrapparsi a lei e il fare attenzione ad ogni singolo passo che si compie, dà una sensazione incredibilmente piacevole e alquanto rara (oltre che un po’ di innocente superiorità verso i “semplici” escursionisti!!). Sì Giulia, sei riuscita ad arrivare fin quassù, sudando e provando allo stesso tempo brividi freddi di emozione nello scrutare il panorama alle tue spalle, sia sotto un caldo sole di settembre, seguendo la scia di una barca sul Lago di Garda, sia colpita da un vento pungente, circondata dalla nebbia tra le Dolomiti d’Ampezzo, un vero e proprio patrimonio dell’umanità, recentemente riconosciuto dall’UNESCO. E poi, che bello che è lasciare un commento sul quaderno di vetta, tra le frasi multilingue di tutti gli escursionisti che, come te, sono arrivati alla meta! Tutto ciò, devo dire che ha lasciato il segno, e descriverlo a parole, ripensando a quei momenti è davvero difficile ed emozionante. Non meno importante è stato lo spirito di gruppo, mi sono trovata con compagni più grandi di me (ma solo sulla carta d’identità!), con i quali mi sono trovata subito in sintonia e che si sono rivelati proprio sorprendenti: l’aria frizzante d’alta quota infatti ha svelato talenti da grande oratore in Paolo, da cantante in Antonio, da brontolone in Menny, giusto per fare alcuni esempi... e un’atmosfera sempre ricca di risate ha permesso lo svolgersi del corso in maniera molto piacevole e rilassata, come deve poi essere per godersi a fondo questi luoghi così diversi e lontani dal grigiore della città. Infine, ma non meno importanti, gli istruttori! Sempre disponibili, tanto tanto pazienti e con l’infallibile metodo di rifornirci di ottime nocciole e cioccolato così da ottenere lo stesso risultato che si ha con la carota verso l’asino!! Personalmente, posso dire di aver imparato tanto da questo corso, mi sono resa conto delle mie capacità e ho acquisito molta più fiducia non solo in me stessa ma, come frase ricorrente tra gli istruttori, soprattutto tanta fiducia nell’attrezzatura!!... e saltare un venerdì sera in discoteca, in vista di una partenza all’alba... beh, lo rifarei di nuovo!! Giulia Montanari COMMISSIONE ESCURSIONISMO CAI ES CU domenica 22 maggio Ferrata degli artisti (EEA) Via ferrata Tordini-Gallicani (EEA) Liguria, Riviera di Ponente (Foce Siggioli) La Costa dei Balzi Rossi è situata nella Valle della Maremola all’interno del Comune di Magliolo ed è una struttura che evidenzia una particolare roccia calcarea di forte colore rosso dovuto alla presenza di minerali ferrosi e culmina con la vetta del Bric dell’Agnellino a 1335 m s.l.m. Lungo le affilate creste dei torrioni che costituiscono la Costa è stata ricavata una lunga ferrata denominata “degli Artisti” in quanto lungo il percorso si può ammirare una pittura raffigurante un arrampicatore del pittore Mario Nebiolo, artista impressionista che da alcuni anni ha creato la “pittura acrobatica”. Con colore e pennello e grazie a tecniche alpinistiche, ha dipinto su pareti di roccia, in vecchie cave e muraglioni figure di contadini e operai di cava. La via ferrata è stata realizzata lungo le affilate creste e lungo le verticali pareti con abbondante uso di attrezzature nello stile delle ferrate della vicina Francia ed è caratterizzata, a metà percorso, da un lungo (40 m) ponte tibetano costruito con ben 94 pioli sospeso sopra ad uno strapiombo di circa 50 metri. A.E. Enrico Pinelli il cimone Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano Via 4 Novembre, 40 - 41100 Modena - Tel. 059/826914 - Fax 059/826978 Internet Home Page: http://www.cai.mo.it - E-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani Fotocomposizione e stampa: Borghi - Via Grandi, 63/65 - 41123 Modena Autorizz. del Tribunale di Modena n. 605 del 29 settembre 1977 Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti, ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale. Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti. LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30) E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00). 2 R SIONISMO domenica 10 aprile Siamo nelle Alpi Apuane, all’ombra della spettacolare parete nord del Pizzo d’Uccello. La ferrata non è particolarmente impegnativa ma molto appagante per il bellissimo ambiente in cui si svolge e per i numerosi, suggestivi tratti di cresta. Non si deve, tuttavia, sottovalutare l’esposizione di alcuni passaggi, il percorso di cresta mai banale, e la lunghezza del percorso complessivo. Il dislivello della sola ferrata è di 400 metri mentre quello complessivo è intorno ai 650 metri che diventano 850 qualora si salisse sulla cima del Pizzo d’Uccello. Da Aulla si prende la Garfagnana (Fivizzano) fino a immettersi nella valle del Lucido (Gessano) e si prosegue in direzione di Ugliancaldo dove si prende la sterrata per le cave di marmo (Cantonaccio) che si percorre fino alla sbarra a quota 820 metri. A piedi si prosegue fino alla casa dei vecchi macchinari e oltre fino in prossimità delle cave di marmo Cantonaccio, dove il sentiero nel bosco porta alla ferrata (1000 m). Si sale in aderenza per placche coricate e salti di roccia fino a raggiungere la cresta che si percorre per lungo tratto fino alla Costiera di Capradossa (1400 m) poco sopra Foce Siggioli. Da qui lo sguardo spazia sul Pisanino, il Monte Cavallo e il Garnerone-Gondilice. Per discendere si prende a sinistra il sentiero che, aereo sul filo di cresta, raggiunge quota 1465 per poi tuffarsi nel bosco fino a Poggio Baldozzana. Da qui si scende nei prati fino alla macchina. A.E. Enrico Pinelli Accarezza la montagna... con un pennello Giornata Nazionale dei Sentieri Gli archeologi, per estrarre i reperti negli scavi senza danneggiarli, utilizzano un pennello per togliere la polvere... e noi? Noi usiamo la vernice e i pennelli su alberi e rocce per segnare i sentieri. Anche noi non vogliamo danneggiare perchè, creando questi “corridoi escursionistici” che permettono di godere di quei “luoghi magnifici” e “panorami mozzafiato” di cui ci raccontano gli amici, non dobbiamo girovagare qua e là calpestando chissà quali specie protette o meno. Per cui ricordate... Rispettate la Natura, rimanete sul sentiero! OK, certo - direte voi - ma i pennelli? Ah, sì... i pennelli... la vernice... visto che dove c’è sentiero c’è un segno bianco-rosso e dove c’è un segno fresco c’è un Segnatore con il pennello in mano, ecco a voi la Giornata Nazionale dei Sentieri, tradizionale appuntamento per festeggiare i sentieri con coloro che se ne occupano tutto il resto dell’anno e, magari, dar loro una mano. (Anche) in questo giorno, invitiamo TUTTI gli escursionisti, oltre che a volgere il loro sguardo al di là del monte, attraverso la valle o in alto, verso le alte cime, a guardare per terra, al di sotto degli scarponi. Potranno così esclamare “Toh, un sentiero!” e decidere di partecipare a questa festa a base di scarponi, allegria, montagna, vernice, pennelli, guanti, qualche attrezzo qua e là, segni e sentieri. Non necessariamente in quest’ordine. La meta è un sentiero povero e triste sul nostro Appennino che, dopo il nostro passaggio, sarà allegro, felice e colorato... proprio come noi a fine giornata! Mi raccomando, festeggiate numerosi... D.G. Andrea Gasparini domenica 5 giugno Ferrata Angelo Viali (EEA) La valle del Chiampo è una stretta e lunga vallata tra la Piccole Dolomiti e la Lessinia, assai impervia soprattutto nella sua parte terminale dove ha mantenuto praticamente intatte le proprie caratteristiche paesaggistiche e naturalistiche. È percorsa dall’omonimo fiume lungo le cui sponde, nella parte inferiore, si sono sviluppate le attività della concia delle pelli e dell’allevamento delle trote che hanno fatto conoscere la vallata. Attraversati i paesi di Chiampo ed Arzignano e giunti all’imbocco della valle parcheggiamo nei pressi del Rifugio Bertagnoli da cui in pochi minuti si rag- giunge l’attacco della ferrata Angelo Viali che risale un evidente canalone detritico mediante passaggi aerei ed esposti. Una recente risistemazione del percorso ha permesso di evitare, almeno nella parte iniziale, il fondo del canale riducendo di fatto in parte il pericolo della caduta sassi. Dopo l’ultima breve e assai esposta paretina, che si può evitare mediante il sottostante erto sentiero, si raggiunge la cresta erbosa che ci porta alla cima del monte Gramolon (1814 m) da cui per sentiero si ritorna al Rifugio per un boccale di birra ristoratore. A.E. Enrico Pinelli GRUPPO SENIORES OVER 50 Preavviso ai Soci Giovani (di una volta...) Disegno dell’Arch. Arrigo Marcolini domenica 29 maggio La Sezione è intenzionata ad organizzare, prossimamente, un Incontro conviviale (leggasi pranzo) in giornata di sabato presso un ristorante cittadino, più o meno riservato ai Soci Giovani di una volta... In tale occasione si svolgerà una solennissima cerimonia per la consegna del distintivo speciale del CAI “Socio 60” a tutti coloro che hanno raggiunto quest’anno e gli anni scorsi questo prestigioso traguardo. Socie! Soci! Tenetevi pronti! A tempo debito Vi comunicheremo data, ora e luogo dell’Evento! Il Consiglio Direttivo domenica 13 marzo Alpe della Plose - Monte Gabler (EAI) (Bressanone) Con i suoi 2562 metri di altezza, la Plose è la cima dei brissinesi, distante soli 6 km dalla città vescovile di Bressanone. La Plose è famosa per il suo panorama, che consente allo sguardo di spaziare dalle Alpi della Zillertal fino alle Dolomiti e al regno dell’Ortles, che svetta preponderante all’orizzonte. Il gruppo della Plose è formato da diverse cime, il Monte Telegrafo (2504 m), Il Monte Gabler (2562 m), il Monte Fana (2547 m) e il Monte Plose (2562 m). L’escursione che qui proponiamo vi porterà alla scoperta di nuovi e sorprendenti panorami, donandovi fatica per raggiungere la vetta, ma anche sensazioni piacevoli e uniche che rimarranno nel ricordo delle vostre migliori escursioni invernali. Lungo i pendii della Plose si snoda una rete di 43 km di piste da discesa ottimamente preparate, servite da 10 impianti di risalita moderni e spesso senza code. Le piste sono adatte a sciatori di ogni grado di preparazione e sono fornite di accoglienti baite e ristoranti. Inoltre le dolci pendici meridionali, ben distanti dagli impianti sciistici, si prestano quasi in esclusiva per gradevoli escursioni con le racchette da neve. Infine, le malghe sparse sul territorio rappresentano un’imperdibile occasione per assaporare i prodotti tipici e le specialità regionali! Quindi una escursione con le racchette da neve con partenza dal parcheggio auto, presso il punto di ristoro Brixner Skiutte a 1900 metri di quota, da cui in tutta tranquillità si inizia a salire, affascinati dalla natura e alla scoperta di un territorio incantato, fino a raggiungere la sommità del Monte Gabler a 2566 metri di altezza. D.G. Remo Dai Pra giovedì 24 marzo Il parco storico di Monte Sole (T) (Appennino Bolognese) Il Parco Storico di Monte Sole ricopre quasi interamente l’area coinvolta nell’eccidio di Monte Sole del 1944, quando la violenza nazi-fascista portò in queste terre la morte per centinaia di inermi civili, anziani, donne e bambini. Proprio per mantenere viva la memoria di questa storia drammatica, delle vicende della Brigata Partigiana Stella Rossa, delle distruzioni apportate dalla guerra, nel 1989, con la L.R. 19, è stato istituita questa Area Protetta, il cui principale obiettivo, oltre alla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, è la diffusione di una cultura di pace rivolta soprattutto alle giovani generazioni. Il Parco copre un’area di circa 6300 ettari compresa nel territorio dei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, i quali uniti alla Provincia di Bologna, al Comune di Bologna, alle Comunità Montane Alta e Media Valle del Reno e Cinque valli Bolognesi costituiscono il Consorzio di Gestione del Parco. Il territorio del Parco, formato da un mosaico di habitat che costituisce l’ambiente ideale per una grande varietà di specie animali come, per esempio, una popolazione di Cervi, Caprioli, Daini e Cinghiali. Nei boschi trovano rifugio anche il Ghiro e lo Scoiattolo il quale, nutrendosi di semi d’alberi ne facilita la disseminazione a causa dell’abitudine di seppellire il cibo in eccesso. Il Moscardino, può essere incontrato anche fuori dall’ambiente forestale essendo legato agli arbusti e al sottobosco. La composizione specifica dell’avifauna del parco è senza dubbio ricca, contando oltre 60 specie di uccelli. I percorsi del parco sono 6 (sei): percorso del Memoriale (che noi percorreremo), Montovolo, Etrusco, Naturalistico, dell’Acqua e Morandi. D.G. Remo Dai Pra 3 Entomologia Alla scoperta degli insetti Foto Pandacarpi, Oasi Naturalistica “La Francesa” Negli ultimi anni abbiamo cercato di ampliare la nostra conoscenza della montagna da diversi punti di vista: botanico, geologico, astronomico. Quest’anno affronteremo un altro tema: l’entomologia, ovvero gli insetti che vediamo e che talvolta trascuriamo sui nostri percorsi. Affronteremo questo argomento con la collaborazione del Gruppo Modenese di Scienze Naturali e il Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Faremo due passi in questo mondo, il primo al museo, dove faremo la conoscenza degli insetti e il secondo sul campo, dove li andremo a scoprire dal vivo. Ivana Taverni sabato 2 aprile, ore 10.00 domenica 10 aprile Visita al Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata Ca’ del Vento di Borzano (Albinea) in collaborazione con la Comm. Escursionismo via Università 4 - Modena La visita si svolgerà in collaborazione con l’Università, che ringraziamo, e il Dr. Andrea Gambarelli che ci parlerà del Museo e delle sue Collezioni. Il Museo Di Zoologia e Anatomia Comparata risale al 1776 e si deve al Duca Francesco III d’Este. Le numerose donazioni permisero al Museo di Storia Naturale di essere annoverato fra i più belli d’Europa di fine Ottocento ospitando tra l’altro una delle più ricche Collezioni Ornitologiche Europee. Nelle 13 sale incontreremo una ricca collezione di rettili, uccelli, pesci, mammiferi ed invertebrati nonché una importante mostra sugli insetti. Ed è proprio agli insetti, che il Gruppo Modenese di Scienze Naturali farà particolare riferimento, alla loro origine, alle aree zoologiche mondiali, al dimorfismo, all’alimentazione, alla loro funzione negli ecosistemi, alle strategie di sopravvivenza come il mimetismo. Scopriremo cosa e dove sono, i cicli di riproduzione, il concetto di paleartico e l’origine della fauna in Italia e in Emilia Romagna. Avremo anche la possibilità di fare osservazioni al microscopio. L’itinerario percorre una delle zone più belle della collina Reggiana, il paesaggio agreste è inframmezzato da boschi e prati ed è frequente l’incontro con caprioli, lepri, scoiattoli mentre, nel cielo, volteggia la poiana. I boschi sono di Castagno, di Cerri ed è da segnalare la presenza di alcuni alberi protetti dalla regione Emilia Romagna, l’Azzeruolo di via Franchetti, l’Olivo alla Bicocca e il Cerro di Bellavista. Sono notevoli le fioriture primaverili, il Giglio di San Giovanni, il Giaggiuolo, la Peonia e ampie distese di Dittamo; il sottobosco è ricco di specie arbustive tra cui il Pungitopo e in settembre compare il Ciclamino. Nel Miocene, 6,5 -5,5 milioni di anni fa, si sono formate le evaporiti della formazione Gessoso-Solfifera: i gessi Messiniani. Queste rocce solubili conferiscono al territorio particolari morfologici, come grotte, doline e inghiottitoi tra cui segnaliamo la Tana della Mussina, grotta ai piedi della rupe del castello di Borzano e la grande Dolina del Pomo, nei pressi della Casa della Speranza. Andremo insieme ai Soci del Gruppo Naturalistico Modenese che, durante il percorso (facile ma con tratti in costante salita), ci faranno vedere gli insetti che di solito sono numerosi in questa zona protetta. giovedì 7 aprile sabato 7 e domenica 8 maggio Da San Zeno All’Eremo di San Romedio (T) (Val di Non) I monti dell’Uccellina nella grande Maremma (T) Superata la fase più fredda dell’inverno, con l’inizio delle prime giornate di tepore primaverile capita spesso, a chi è appassionato di trekking, di abbandonare temporaneamente le amate cime per qualche itinerario più riposante a bassa quota, ma non per questo di minor soddisfazione. È una sorta di anteprima delle escursioni estive, dopo tante escursioni con ciaspole, sci di fondo o di sci escursionismo e magari anche qualche caduta sulla neve gelata. Per questo motivo, abbiamo deciso di proporre uno spettacolare percorso, tutto scavato nella roccia, che partendo dalla località di San Zeno conduce al famoso Santuario di S. Romedio in Val di Non, nel Trentino nord occidentale. La valle di S. Romedio è serrata entro alte e strapiombanti pareti rocciose: sul fondovalle, accanto al rio omonimo, una strada asfaltata permette di arrivare fin quasi al Santuario. L’itinerario più interessante però è il lungo camminamento ricavato sopra il vecchio acquedotto scavato nella roccia. Il percorso è stato messo in sicurezza con robusti parapetti in legno ed è stato così trasformato in un percorso pedonale aereo e di grande fascino, che si inoltra fino ai piedi del Santuario di S. Romedio. Il santuario di San Romedio è forse il più interessante esempio di arte cristiana medioevale e rinascimentale del Trentino. Collocato su una rupe calcarea a tre chilometri da San Zeno, vi si accede per la strada che costeggia il rio San Romedio percorrendo una stretta gola costeggiata da rocciose pareti scoscese. Custodito oggi dai padri Francescani, il santuario si eleva su una roccia alta 70 metri, posta nel mezzo d’una selvaggia forra alla confluenza del rio Verdés con il rio di San Romedio e appare all’improvviso al visitatore in tutta la sua bellezza. Costruito a più riprese a partire dall’anno Mille, il complesso ha subito nel corso dei secoli numerose aggiunte e interventi e solo nel XVIII secolo ha acquistato l’aspetto odierno. D.G. Remo Dai Pra in collaborazione con la Comm. Escursionismo Il territorio Maremmano, partendo da Orbetello fino a raggiungere il monte dell’Argentario, dal punto di vista paesaggistico è estremamente variegato visto che si passa dalla zona umida della laguna caratterizzata da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea, all’entroterra che è caratterizzato da alcuni rilievi dove la vegetazione cresce spontaneamente formando zone pianeggianti che oggi vengono in parte intensamente coltivate e in parte dedicate a parco. Il territorio del parco, delimitato dalla ferrovia Livorno-Roma, si estende lungo la costa tirrenica da Principina a Mare ad Alberese, fino a Talamone. Elementi geografici significativi sono costituiti dall’ultimo tratto del fiume Ombrone, dal sistema orografico dei monti dell’Uccellina, che raggiunge i 417 metri a Poggio Lecci, dall’area palustre della Trappola, oltre che dal tipo di costa, ora falcata sabbiosa, ora a falesia precipite. Il Monte Argentario nasce come isola, ma successivamente si è unito per azione delle correnti marine alla terra ferma. Il promontorio fu probabilmente abitato già dagli Etruschi; fu in seguito possedimento della Chiesa Romana, poi dominio degli Spagnoli che ne fortificarono i due porti e gli attuali centri abitati di Porto Santo Stefano e Porto Ercole, quindi proprietà del Granducato di Toscana, ed infine, fu finalmente annesso al Regno d’Italia. Un territorio quindi, pieno di testimonianze storico-artistiche di grande importanza, molto eterogenee fra loro, risalenti a varie epoche e frutto di realtà ed esigenze diverse. Oltre alle bellezze naturali, il fascino di Porto Ercole deriva dalle imponenti fortezze spagnole che vennero edificate nel XVI secolo durante lo Stato dei Presidi: Forte Filippo, la Rocca e Forte Stella sono tre fortificazioni perfettamente conservate da cui tra l’altro si possono ammirare meravigliosi panorami sul mare. Una curiosità per concludere: a Porto Ercole nel luglio del 1610 morì, in circostanze ancora misteriose, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. D.G. Remo Dai Pra giovedì 19 maggio Ferrata Cima Capi (EEA) L’andare per monti per il gruppo Over 50 è una passione di vecchia data. Ora che i capelli hanno assunto riflessi bianco-argentati, inaspettatamente, questa passione ha trasmesso in noi, come un richiamo irresistibile, un nuovo modo di vivere ed è quindi parte essenziale della nostra vita. Molti del gruppo hanno una esperienza limitata e per questo non appartengono alla ristretta elite degli Alpinisti. Tutto il Gruppo Over 4 50 si considera semplice escursionista ma con tanto fiato e buona volontà. Per queste ragioni si propone un percorso alpinistico a picco sul Garda, (o via ferrata) semplice e senza tante pretese, per riprendere confidenza con imbragature e moschettoni; un’attività che molti hanno da tempo messo in disparte. Il sentiero è esposto ed è caratterizzato da tratti attrezzati (cavi e scale). L’escursione si svolge interamente sulla riva occidentale dell’alto Lago di Garda e, dai numerosi punti panoramici toccati, il percorso offre scorci di rara bellezza sul Lago di Garda e sulla valle del Sarca, a volte con esposizioni da brivido per la verticalità delle pareti sottostanti. Il Gruppo della Rocchetta è situato a sud-ovest di Riva del Garda e, visto dalla sponda orientale del lago, sembra sorgere direttamente dalle acque. Le pareti, intervallate da strette balze ed incise da ertissimi solchi, formano un baluardo roccioso che domina il fiordo di Riva. La Cima Capi è l’elevazione più meridionale, caratterizzata dalla sua parete est alta diverse centinaia di metri, sul cui solatio profilo corre la Ferrata Susatti. Questo sentiero attrezzato, nel suggestivo ambiente naturale e panoramico, compie con un giro ad anello a partire dal paese di Biacesa. D.G. Remo Dai Pra sabato 4 e domenica 5 giugno Altopiano del Cansiglio e Museo della Battaglia di Vittorio Veneto (T) in collaborazione con la Commissione di Escursionismo In collaborazione con la Società dei Naturalisti e Matematici di Modena e in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, visiteremo Vittorio Veneto e all’Altopiano o Bosco del Consiglio. In questa ricorrenza, celebrata anche dal bollino CAI, abbiamo inteso andare in uno dei luoghi che con molta tristezza ricordano le vicende dello sviluppo della Nazione Italia e le montagne, luogo di battaglia e, soprattutto, luogo di ricostruzione di un’Italia più unita e di pace. Visiteremo il Museo della Battaglia, nato da una donazione fatta da un ragazzo del ‘99, il vittoriese Luigi Marson (1899-1952) e inaugurato nel 1938, nella ricorrenza del ventennale della Vittoria, nel cinquecentesco palazzo della Comunità di Ceneda. È una collezione di oggetti che Marson ha riunito a testimonianza tangibile della guerra alla quale aveva partecipato ed arricchita da altre donazioni, tra cui quelle pervenute direttamente dal Ministero della Guerra e da Luigi Marzocchi, operatore fotografico del Comando Supremo Italiano. Sono raccolte pure numerose testimonianze della dura vita di trincea, delle armi di offesa e difesa e molti oggetti che testimoniano lo sviluppo tecnologico che la Grande Guerra ha provocato nell’Europa, come telefoni da campo, carte topografiche, dattiloscritti di dispacci, giornali, manifesti redatti nelle lingue delle diverse popolazioni coinvolte nel conflitto, nonchè esempi dell’arguta propaganda prodotta da entrambi gli schieramenti. Il Cansiglio (Canséi o Canséjo in veneto locale) è un vasto altopiano prealpino situato tra le province di Belluno, Treviso e Pordenone che si eleva rapidamente dalla pianura sottostante oltre i 1000 m d’altitudine ed è coronato da alcune cime rocciose come il Costa, la Cima Valsotta, il Millifret e il Pizzoc, che lo dividono dalla Val Lapisina e dal Gruppo del Cavallo, oltre il quale si trova il Piancavallo. Sull’altopiano sono presenti vari fenomeni di origine carsica, doline e foibe, alcuni molto profondi come il Bus de la Lum (200 m), il Bus della Genziana (585 m), e l’Abisso del Col della Rizza (794 m). Noi visiteremo il Bus de La Lum, oggi dichiarato monumento nazionale: il nome in italiano significa “buco della luce” e si ricorda l’antica consuetudine di gettarvi le carcasse dei capi di bestiame. Vi attendo numerosi. Ivana Taverni GRUPPO FRIGNANO domenica 28 marzo sabato 21 e domenica 22 maggio Ponte Castelvecchio Monte Battifolle (E) Val dei Mocheni-Bernstol alle porte dei Lagorai (E) La Valleriana, da tanti conosciuta come Svizzera Pesciatina, deve questo nome allo storico Ginevrino J.C. Sismondi che la paragona alle verdi vallate della sua amata Svizzera. La Zona si sviluppa sui lati del torrente Pescia di Pontito ove sorgono 10 paesi (le Castella) Pietrabuona, Medicina, Fibbialla,Aramo, Soriana, San Quirico, Castelvecchio, Stiappa, Pontito e Vellano, sorti tra la fine del IX e l’inizio del X secolo lungo un’antica via di collegamento con la Val di Lima e la Val di Nievole. Rigorosamente costruiti in pietra serena, famosa e presente in questa zona, sono volti sempre a Sud ed immersi in grandi boschi di querce e castagni. Sono presenti, talvolta ben conservate, le mura di cinta che mantengono un chiaro aspetto medioevale con case aggrappate al pendio e danno scorci veramente suggestivi e pittoreschi. Se la giornata sarà benevola, considerando che la primavera in queste zone anticipa solitamente il suo arrivo, dovremmo godere di un buon clima che ci permetterà sicuramente di percorrerne una buona parte godendo di questo splendido paesaggio. Non vi illuda la zona collinare, poiché la giornata ci porterà a coprire un dislivello superiore ai mille metri, pertanto gambe in spalla e... buon allenamento. Se tutto sarà OK, alla fine ci potrebbe scappare un assaggio di prodotti tipici. D.G. Fabio Fulgeri domenica 8 maggio Montagna e Storia (E) Dall’antico Borgo di casa Bonucci attraversando luoghi meno conosciuti del nostro Appennino Modenese, fra boschi di faggi e castagni, raggiungeremo i Monti della Riva a Cappel Buso, camminando sul crinale percorrendo “il sentiero della Pace”, dove si sono svolti aspri combattimenti nel corso della seconda guerra mondiale, fra l’esercito Tedesco e le truppe angloamericane. Avremo modo di approfondire ed ascoltare storie e vicende realmente accadute, riportate dal nostro amico e ricercatore Massimo Turchi, che ci accompagnerà in questa giornata. Raggiungeremo la frazione di Trignano, passando per il “natio borgo selvaggio” “Il Poggiolino”, ove ci accoglieranno gli amici del “Comitato Terra di Trignano” e tutti insieme, mangiando crescentine, ciacci di castagne e borlenghi accompagnati da un buon vino, scambieremo le impressioni e le emozioni avute percorrendo i luoghi dove la storia ha lasciato il segno... La Linea Gotica fu l’ultimo fronte di guerra in Italia dall’agosto del 1944 all’aprile del 1945 dividendo in due l’Italia, dal mar Tirreno all’Adriatico. Da una parte l’esercito tedesco che difendeva i punti strategici sulle alture appenniniche, dall’altra parte gli Alleati che tentavano di penetrare nella Pianura Padana. Accanto alla guerra combattuta al fronte il territorio fu segnato da numerosi episodi di stragi di civili, per tutti Sant’Anna di Stazzema e Monte Sole (Marzabotto). Ancor più che un teatro bellico, la Linea Gotica fu il luogo dove si manifestarono profondi cambiamenti politici a livello mondiale, tra cui il timore inglese della fine dell’epoca dell’impero coloniale nel quadro politico di spartizione tra le nuove potenze americana e sovietica che presto sarebbe stato sancito nella Conferenza di Yalta. Ma la Linea Gotica rappresentò anche un villaggio globale ante litteram che vide l’incontro tra soldati di oltre trenta paesi diversi che con le loro culture entrarono in contatto con le popolazioni locali. D.G. Ida Ballerini A pochi chilometri da Trento, lungo la Valsugana, si apre una valle poco conosciuta quanto misteriosa: è la valle dei Mocheni, un’antica popolazione di origine germanica che vi si trasferì nel 1300-1400 per lavorare nelle miniere di argento, rame e piombo. Dopo l’abbandono delle miniere, la popolazione locale non ha lasciato la valle, bensì ha valorizzato il territorio ridestinandolo alla coltivazione dei famosi frutti di bosco di Sant’Orsola Terme. Un popolo attaccato alla valle e alla cultura di origine a tal punto da far nascere leggende e dicerie sulla sua stranezza, ma aperto e ospitale per fare conoscere i tesori preziosi di un piccolo angolo di Trentino rimasto abbastanza intatto e a misura d’uomo. In questa due giorni, avremo modo di conoscere sia la parte ambientale delle montagne a Nord, Nord-Est che si affacciano sulla catena dei Lagorai, sia la parte culturale e storica, degustando i prodotti tipici, apprezzando i particolarissimi “masi” con, in alcuni casi, i mulini annessi, e visitando, se possibile, i musei delle miniere e della cultura mochena. L’itinerario ci porterà al Rifugio Sette Selle, una piccola dimora rurale sita in una splendida conca prativa all’ombra del crinale delle cime Sette Selle, Sasso Rotto e Sasso Rosso, per poi condurci in un interessante itinerario che toccherà la dorsale, poi i laghi naturali, tra cui lo splendido Endermolo, e le miniere. Splendida la vista sulla catena dei Lagorai e a Nord e sulle Dolomiti di Brenta a Ovest. A.E. Serena Muracchini sabato 11 e domenica 12 giugno Ferrata “Rio Secco” Rifugio Sauch (EEA) Il Parco naturale del Corno nero è un’area protetta dell’alto Adige, compresa tra il passo di S. Lugano a nord, la val di Fiemme a sud-est e la valle dell’Adige a ovest. Di costituzione geologica prevalentemente in roccia calcarea, ha la sua cima più alta nel monte Corno 1817 m. Ampliato undici anni fa, racchiude in sé svariati luoghi di interesse storico come la via Romana per il Mezalòn e la limitrofa località di Salorno, di origine preistorica, con un castello risalente al VI secolo. In essa, che in passato fu teatro di cruenti scontri tra Franchi e Longobardi, sono state anche riportate alla luce più di 180 tombe di epoca Romana. Di particolare interesse paesaggistico è il Lago Santo, da cui passeremo nel nostro itinerario che ci vedrà entrare all’interno del Parco, dalla porta più “scomoda”, cioè la via ferrata di “Rio Secco” in località Cadino. Oltre ad offrire un notevole interesse naturalistico, il Parco è anche terra di confine tra due culture, quella latina e quella tedesca, che si mischiano sia in termini linguistici sia in usi e costumi. D.G. Giordano Chiodi 5 CONVERSAZIONI IN MONTAGNA di filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno sesto a cura di Alberto Meschiari domenica 13 marzo domenica 15 maggio Portovenere - Campiglia (Liguria) Lago Pratignano - Cascate del Dardagna (E) (Appennino modenese) Portovenere sorge all’estremità meridionale di una penisola separata dalla frastagliata linea costiera della riviera ligure di levante, che va a formare la sponda occidentale del Golfo di La Spezia. Di fronte a noi le isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Il sentiero ha inizio dalla lunga e ripida scalinata che costeggia il castello del XII secolo per condurre in quota. Attraverso la pineta e la macchia mediterranea, seguendo la costa a picco sul mare, conduce quindi a Campiglia. domenica 27 marzo Monterosso - Manarola (E) (Cinque Terre) Classica escursione invernale al Parco Nazionale delle Cinque Terre, territorio tutelato dall’Unesco in quanto sistema di interesse naturalistico ambientale. La zona delle Cinque Terre, nella Liguria Orientale, comprende, da Sud a Nord, i paesi di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso, ed è caratterizzata dalla presenza di tipici versanti scoscesi, un tempo coltivati a vite per mezzo di faticosi impianti di terrazzamento. Il suggestivo tipo di costa a strapiombo sul mare, con falesie che raggiungono la verticalità, alternato a baie, anfratti ed in- cantevoli spiaggette tra gli scogli, con fondali profondi e ricchi di varietà ittiche, fanno di questo comprensorio un’autentica opera d’arte della natura. domenica 17 aprile Dal Lago di Pratignano (1307 m), prenderemo il Sentiero della Pace 401. Accompagnati dai cavalli e dal profumo del Timo, raggiungeremo il passo della domenica 29 maggio Monte Stivo (E) (Lago di Garda) La nostra camminata ha inizio a Malga Campo (1385 m) e conduce al valico di Cima Bassa (1684 m). Da qui, con bei panorami verso la Valle e il Lago di Cavedine e il Gruppo del Brenta, raggiungeremo il Rifugio Prospero Marchetti (2012 m). Dieci minuti appena ci porteranno sulla cima del Monte Stivo (2059 m), eccezionale punto panoramico affacciato sul Lago di Garda e la Vallagarina. Dalla cima la vista spazia sulla catena del Monte Baldo a Sud, le Piccole Dolomiti e il Pasubio a Est, i ghiacciai dell’Adamello, del Carè Alto e Abetina Reale - Rifugio Battisti (E) (Appennino reggiano) (Liguria) Da Santa Margherita Ligure, uno dei luoghi cari al filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, ci faremo traghettare a Portofino sulle acque del Golfo del domenica 1 maggio Sentiero del Ponale (E) (Lago di Garda) Il nostro cammino ha inizio sulla vecchia strada del Ponale, che prende il nome dall’omonimo torrente e che un tempo congiungeva il Lago di Garda con la Val di Ledro, oggi trasformata in sentiero pedonale e ciclabile. Si snoderà poi in leggera salita, con splendide vedute panoramiche sul Lago di Garda, rocce strapiombanti sull’acqua, gallerie scavate nel calcare, feritoie e fortificazioni austro-ungariche, e il ponte sull’orrido. 6 della Presanella e le Dolimiti di Brenta a Ovest. Nelle giornate serene la veduta sulla piana di Riva del Garda e sul Lago aggiungono un fascino straordinario a questa camminata. domenica 12 giugno Portofino - San Fruttuoso - Camogli (E) Tigullio. Affacciato sull’omonima baia, Portofino è situato presso la punta sud-orientale del promontorio. Da qui prenderemo il sentiero in saliscendi che porta a San Fruttuoso. Il piccolo centro è costituito da una spiaggetta, dalla monumentale abbazia, dalla chiesa, la torre dei Doria e da poche casette che si specchiano nel blu smeraldo del mare, sul fondo verde scuro dei pini. Attraverso il Valico del Termine (m. 300), raggiungeremo San Rocco per scendere quindi a Camogli, antico centro fortificato di fondazione ligure, nel Golfo Paradiso. Riva (1454 m), da cui transitava la Linea Gotica arretrata nell’ultimo inverno della Seconda Guerra Mondiale. Scenderemo quindi attraverso il bosco fino alle Cascate del Dardagna (1134 m), una delle maggiori attrattive dell’Appennino bolognese, nei pressi del Santuario di Madonna dell’Acero. Formate dal torrente Dardagna, che nasce dalle conche del Cavone (Parco del Corno alle Scale), con un salto complessivo di 200 m., queste cascate sono tra le più alte d’Italia. Unendosi allo Scoltenna, il Dardagna dà poi origine al fiume Panaro. La nostra escursione avrà inizio a quota 1100 metri. Costeggiando il torrente Dolo, il sentiero ci condurrà attraverso un bosco di maestosi faggi e conifere al Rifugio Segheria dell’Abe- tina Reale (1418 m). L’aggettivo Reale questa zona lo deve al fatto che venne ampiamente sfruttata dai Duchi Estensi come riserva di legname, soprattutto di abete bianco. Oggi l’area è contornata da abete rosso, frassino e sambuco. Proseguiremo quindi fino al Passo di Lama Lite (1781 m). Da qui godremo di uno splendido panorama verso le pendici del Monte Prado (2054 m) e del Monte Cusna (2120 m) e potremo dominare con lo sguardo l’intera pianura. Pochi metri ancora ci porteranno al Rifugio Cesare Battisti (1751 m). Le Alpi Venete Rassegna Triveneta del C.A.I. Questa rivista ci permette di conoscere l’ambiente alpino che, a partire dalle montagne venete a noi più vicine (Monti Lessini, Piccole Dolomiti, Pasubio, Altopiano di Asiago), raggiunge le Alpi confinanti con Austria e Slovenia (Carnie e Giulie), attraverso i gruppi Dolomitici come le Pale di S. Martino, Lagorai, Civetta, ecc. La Rivista propone itinerari molto dettagliati e ben curati di escursionismo, alpinismo, sci fondo escursionistico, sci alpinismo ed altri di carattere naturalistico: dedica inoltre articoli, trattati sempre con rigore scientifico, sulle formazioni rocciose, flora e fauna. Ampio spazio è lasciato alla storia dell’uomo, dai primi insediamenti fino ai giorni nostri. Nell’ambito storico una parte è naturalmente dedicata alle vicende dell’alpinismo, narrate sempre su quell’esile filo della verità e leggenda che appassiona il lettore. Ampio spazio lasciato al dibattito all’interno del Club Alpino Italiano, Soccorso Alpino, ecc. La Rassegna “Le Alpi Venete” è frutto della collaborazione delle Sezioni Trivenete del C.A.I. ed è forse la più completa ed interessante Rivista di alpinismo edita attualmente in Italia. Non è una rivista che ricerca la moda, ma una rivista indispensabile per il Socio C.A.I. che fa alpinismo in un rapporto di conoscenza uomo-natura. Chi è intenzionato a visionarlo e ad abbonarsi può rivolgersi in segreteria entro il mese di aprile. A cadenza semestrale, l’abbonamento è di 6 Euro. - - SCUOLA C.A.I. A G L I P O I V N A I N S I M L O E MO DEN A ALPINISMO GIOVANILE Corso Junior “Il piccolo escursionista” per ragazzi/e nati dal 2000 al 2001 Un corso per orientarsi, leggere le carte dei sentieri, osservare le impronte degli animali e l’ambiente circostante. Apprendere le prime fasi dell’alpinismo sui sentieri attrezzati. Un percorso formativo nell’individualità, nel gruppo, in un ambiente naturale altamente educativo e affascinante. Mercoledì 9 marzo - Sede C.A.I. ore 17.30 PRESENTAZIONE DEL CORSO - Abbigliamento e attrezzatura Mercoledì 16 marzo: Cosa mangio? Progressione su neve Domenica 20 marzo: CIMA TRAPPOLA Su e giù per i pendii nevosi Mercoledì 30 marzo: Nodi e moschettoni Domenica 3 aprile: IL 92° CONGRESSO sentieri attrezzati Mercoledì 13 aprile: Prove di una ciclo escursione: cambio o non cambio, salite, discese, birilli, altalene, ecc. Domenica 17 aprile: IL TIEPIDO Ciclo Cross Escursione di un “mucchio selvaggio” Mercoledì 27 aprile: Colline di carta Domenica 1 maggio: MONTE PURGA Escursione di orientamento cartografico Mercoledì 4 maggio: Organizzazione di una escursione Sabato e Domenica 7 - 8 maggio: UN WEEKEND NELLA MAREMMA Traversata in bicidelle coste naturali, tra cale e spiagge incontaminate, torri e leggende saracene, ed incontri con caprioli, cervi e daini... a portata di mano. Giovedì 5 maggio presentazione de’ ÆI SOGGIORNI ESTIVI DELLæALPINISMO GIOVANILEÆ Ore 17.30: - dall’11 al 14 giugno - Soggiorno in Appennino “i quattro giorni delle Aquile” Aquilotti e Junior bambini nati dal 2000 al 2004 - dal 4 al 10 settembre - Soggiorno nelle Dolomiti Junior bambini nati dal 2000 al 2002 Ore 21.00: - dal 2 al 15 luglio - Soggiorno “Trek Parco Nazionale del Triglav e Otztaler Alpen” Senior giovani e ragazzi nati dal 1993 al 1999 Corso Aquilotti “Che animale sei?” dal 10/03 al 08/05/2011 per bambini/e nati dal 2002 al 2004 Un corso dedicato ai più piccoli per imparare a riconoscere gli animali a due e quattro zampe che popolano paludi, pianure, colline e montagne dalla preistoria ad oggi. Giovedì 10 Marzo - Sede C.A.I. ore 17.30 Presentazione del Corso Cosa mi occorre, cosa mangio, come fare lo zaino?! Domenica 20 Marzo VAJO DELLO SQUARANTO La collina di Noè: conoscere gli animali dell’arca Giovedì 31 Marzo - Sede C.A.I. ore 17.30 TANTO PER CANTAR prove di un coro di voci animali stonate... Domenica 3 Aprile SUI SENTIERI DEI DINOSAURI Vi piacerebbe fare un calco di gesso di una loro impronta? Preparatevi! Giovedì 14 Aprile PARCO ENZO FERRARI ore 17.30 Ciclo parco, ovvero prove di un ciclogruppo Domenica 17 Aprile SULLE ALI DELLE FARLALLE “l’ho presa, l’ho presa!!!” gridava a distesa la vispa Teresa Sabato 30 Maggio MUSEO DI ZOOLOGIA Visita all’Università. Così piccoli e già all’università? Non voi, gli insetti!!! Domenica 1 Maggio UN INSETTO PER AMICO Un viaggio insieme per conoscerci Sabato e Domenica 7-8 Maggio IL RITORNO DELLE CICOGNE BIANCHE Storia di un reinserimento riuscito, in bici tra nidi, laghi e paludi. Un fine settimana a casa loro... Martedì 13 Settembre FESTA DI FINE CORSO Foto, filmati e racconti sulle avventure del Corso... 21 - 27 aprile CORSICA DEL SUD VACANZE PASQUALI giovani nati dal 1993 al 1996 - ragazzi nati dal 1997 al 1999 Escursioni sui Monti dell’Uomo di Cagna, ciclo escursioni nelle naturalistiche cale marine di Bonifacio, Baia Figari, isole Bruzzi e alle spiagge della Palombaggia. Arrampicate sulle falesie e ferrate del Col Bavella. La prima volta fu l’Isola d’Elba, poi la Riviera di Ulisse di Sperlonga, in seguito la bellissima Penisola Sorrentina, l’anno scorso fu la scoperta dell’inaspettato e sconosciuto Parco di Paklenica sulle coste della Croazia, quest’anno una Pasqua tarda ci fa attraversare a ovest di qualche meridiano il Mar Tirreno per trascorrere le vacanze di Pasqua in un ambiente legato al mare, una zona per noi un po’ sconosciuta, ma stante le informazioni raccolte, molto bella e piena di curiosità da soddisfare. Come al solito, la base di partenza delle varie attività in programma sarà al centro del territorio da visitare, il Golfo di Portovecchio. Già da solo vuole dire mare, spiaggebagni, ma sarà l’occasione per fare escursioni naturalistiche sui Monti della Cagna alla ricerca del mitico sconosciuto Uomo di Cagna e con la bici da escursionismo - mtb scendere al mare per una lunghissima dirotta strada forestale con dinnanzi un mirabolante palcoscenico marino quali sono le Bocche di Bonifacio con la dirimpettaia costa Sarda. Poi una visita in bicicletta alle più belle famose e a volte sconosciute cale del sud del Corsica, anche qui sabbie finissime e colorate e massi scogliere lavorati dall’acqua, che sembrano usciti dalla bottega di uno scultore d’arte moderna o dalla fantasia di ognuno di noi. Infine non possiamo farci sfuggire una capatina al Col della Bavella, dove ci attendono ferrate e arrampicate su falesie di roccia granitica. Per i genitori, preoccupati per queste vacanze troppo lunghe lontane dallo studio, è questa un’occasione per dimostrare, come gli anni precedenti, che è possibile coniugare responsabilità, un minimo di sacrificio di tempoconcentrazione, necessario per i compiti assegnati dai professori, e una bella vacanza in simpatica compagnia. In fondo chi era quel Saggio che in latino condensò il tutto in mens sana in corpore sano? Alla sera dopo laute cenette a lume di frontale, autocucinate a turno da tutti, le attività continueranno in riva al mare o nel famosissimo locale notturno “l’ancien Couvent di S. Julien...” 7 PO EM UP CAI SPELEOLOGICO IL IA GR NO MODENA GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO 80° anniversario del Gruppo Speleologico Emiliano Il 21 giugno 1931 fu fondato il G.S.E., il più antico gruppo grotte dell’Emilia Romagna. Quest’anno vogliamo ricordare la ricorrenza con alcune iniziative, tra le quali una gita domenica 15 maggio alla grotta di S. Maria di Vallestra (Carpineti), dove avvenne la fondazione, nel corso della quale il prof. Antonio Rossi terrà una breve conferenza. Riportiamo qui i 2 documenti storici, tratti dal nostro archivio: una dettagliata relazione sulla grotta in questione, pubblicata nel 1932 sulla rivista “Le grotte d’Italia” e una relazione sul primo anno di attività del nostro gruppo, che all’epoca si chiamava “Gruppo grotte del C.A.I. di Modena”. ISTITUTO ITALIANO DI SPELEOLOGIA E. MONTANARO LA GROTTA DI S. MARIA VALLESTRA ESTRATTO DAL FASCICOLO DI GENNAIO-MARZO 1932 - X DE "LE GROTTE D'ITALIA" RIVISTA DELL'ISTITUTO ITALIANO DI SPELEOLOGIA E ORGANO UFFICIALE DELLE REGIE GROTTE DEMANIALI DI POSTUMIA N. 1-E - Grotta di S. Maria di Vallestra Località: Monte Vallestra - 25.000 IGM Carpineti (86 III NO). Situazione: m. 150 SO dal Monte Vallestra. Quota ingresso: m. 900. Profondità: m. 14. Pozzi interni: m. 3. Lunghezza: m. 60. Temperatura esterna: 9° C.; interna: 15° 3’ C. Letteratura: Pietro Doderledu, Note illustrative sulla carta geologica del Modenese e del Reggiano, pag. 55, 1870, «Atti e Memorie della R. Accademia di scienze, lettere ed arti», Modena, vol. XII, 1871. Data del rilievo: 4/10/1931. Rilevatore: Edy Dreossi. È sufficiente l’esame sommario di una tavoletta topografica al 25.000, per rendersi conto dell’interesse offerto dal territorio di Vallestra. In corrispondenza di esso vediamo infatti le linee di quota abbandonare ad un tratto il loro andamento monotono sinuoso, testimoniante la presenza di un declivio dolce a rade interruzioni torrentizie, proprio delle formazioni ad argille scagliose, per dar luogo ad una serie di linee serrate, concentriche, incalzanti - con uno sbalzo rapidissimo di circa 300 metri - verso la vetta segnata dalla piccola croce della cappella di S. Maria. A Sud-Est tali linee si confondono e scompaiono bruscamente in un intrico di piccoli tratteggi e di solchi, che lasciano comprendere la presenza di una parete scoscesa, quasi a picco sulle regioni sottostanti. L’escursione organizzata ed effettuata dal Gruppo Scientifico del Club Alpino Italiano alla Grotta del Monte Vallestra non ha deluso l’interesse che l’esame di tavolino aveva potuto precedentemente accendere: confermando anche l’opportunità, sia dal lato turistico, sia da quello strettamente scientifico, di render meglio nota questa particolare formazione del nostro Appennino, cui già valenti studiosi dedicarono la loro attenzione, specialmente per ciò che concerne le ricerche di indole biologica. Il Monte Vallestra si erge, a Nord-Ovest del paese omonimo, in una potente massa rocciosa, di color grigio-biancastro, interrotto qua e là da rade macchie di vegetazione; e forma con la sua mole un caratteristico contrasto con la squallida monotonia delle argille scagliose, sulle quali direttamente appoggia. La roccia di cui il monte è per gran parte costituito, consta di un’arenaria calcare assai compatta, ad elementi piuttosto minuti, entro la quale un attento osservatore può scorgere non rari piccoli frammenti di conchiglie di molluschi bivalvi. Gli strati formanti detto deposito inclinano a Nord-Ovest, verso la Valle del Tresinaro, formando con l’orizzonte un angolo non superiore a 15°, e raccordandosi stratigraficamente a quelli che si osservano in tutta la regione compresa tra S. Pietro, Carpineti, Felina, Marola, Pantano. È appunto sul lembo superiore dell’affioramento che si apre la nota Grotta di S. Maria Maddalena. Riguardo alla sua natura geologica, sembra che essa non abbia nulla a che vedere con le grotte di carattere carsico. Qui non vi è traccia alcuna di un corso sotterraneo, e, almeno per quanto ci fu dato da notare, non si osserva 8 la presenza di notevoli concrezioni stalattitiche e stalagmitiche. Le camere sono per la maggior parte anguste, e tanto la successione di esse quanto l’aspetto delle pareti appaiono estremamente caotici. Le volte -se pure così si possono chiamare- sono spesso rappresentate da massi di notevole potenza, miracolosamente trattenuti, nella loro ricerca di un equilibrio stabile, da piccole «cariatidi», resistenti non si sa come (ma certamente per breve durata) alle pressioni del peso incombente: massi tutti staccati completamente dalla roccia «in posto», frammentati e dislocati in modo tale da sgomentare che voglia ricostruirne il primitivo assetto. L’impressione che questo caos offre al visitatore, è quella di un ammasso di rovine: sembra che un brusco movimento tellurico abbia scosso e sconvolto parzialmente la cima di questo monte, lasciando poi alla legge di gravità e agli agenti atmosferici il loro corso verso un assestamento definitivo dei massi. Ed è questa, del resto, con ogni probabilità, l’origine della grotta di Vallestra: grotta di «tipo tettonico», come i geologi la definiscono: risultante da una serie di diaclasi prodottesi nella massa calcare in seguito a fenomeni di carattere orogenetico, agli effetti dei quali concorsero pure, attraverso lungo periodo di tempo, l’azione dell’aria e dell’acqua. A meno che non si tratti di un fenomeno millenario di erosione: venuto a mancare il sostegno della sottostante roccia più friabile, si accatastarono nel modo caotico sopra descritto. Il nuovo Gruppo Grotte del Modenese, costituitosi lo scorso anno, ha già dimostrata la sua laboriosa attività nel campo speleologico e oltre alla Grotta di Vallestra ha esplorato pure la Tana della Mussina. Di questa grotta verrà prossimamente ripetuta l’esplorazione per rilevare nuovi meandri sotterranei. Inoltre il Gruppo Grotte sopraddetto intende visitare e rilevare alcune grotte del Reggiano e precisamente il Buco del Cornale e quello denominato del Fresco, e presso Scandiano la Grotta Terenziano in prossimità di Ventoso, e ancora nella vallata di Vallestra la Grotta di S. Michele. Nel Modenese inoltre vengono segnalate la Grotta delle Fate nell’alta valle della Dardagna presso il Lago Pratignano, e due cavità nel versante Nord-Ovest del Monte Montanare presso Guiglia. Nei pressi dei Sassi di Rocca Malatina si aprono le seguenti cavità: il Buco dei Falchi, il Buco I dei Briganti, il Buco II dei Briganti, il Buco del Campanile Basso, il Buco del Tesoro, e infine, presso Montese, la Grotta Gea. Nel Bolognese, nei pressi di Gesso, esiste un torrente emissario di una piccola valle chiusa della lunghezza di circa 400 metri. Presso Gaibola, la grotta esistente al fondo della dolina di fronte alla chiesa e alcuni pozzi verticali nei pressi della chiesa stessa. Nelle vicinanze di Croara si trovano parecchi pozzi naturali, varie risorgenti e la cavità detta Buco del Freddo. Presso Farneto si aprono le cavità naturali denominate il Buco di Ronzano, il Buco di Caibola, il Buco dell’inferno e quello di Farneto stesso, che a quanto sembra dovrebbe essere la più bella e la più estesa dell’Emilia, e che indubbiamente riserva molte sorprese. Pertanto, da questa succinta esposizione risulta che anche nell’Emilia vi è la possibilità di studio delle cavità sotterranee e l’Istituto Italiano di Speleologia si augura di ricordare spesso il nuovo Gruppo Grotte con sempre nuove ricerche e nuovi studi che interessino la regione. Tratto dall’Archivio del G.S.E. Attività Gruppo Grotte del CAI di Modena 21 giugno 1931 IX - 31 maggio 1932 X Il Gruppo Grotte di Modena è stato fondato il 21 Giugno 1931 alla Grotta S. Maria sul Monte Vallestra (n° 1E), durante l’esplorazione di detta Grotta. L’animatore di tale movimento fu il Rag. Leonida Boldori di Cremona che diede i primi consigli e i primi dati. Sorto con l’aiuto e la benevolenza del Presidente della Sezione di Modena del C.A.I. Avv. Gino Mori, il Gruppo Grotte Modena iniziò appunto la sua attività sul Monte Vallestra esplorando definitivamente detta grotta e raccogliendo parecchio materiale cavernicolo, ancora allo studio. Dopo l’esplorazione venne a mezzo del suddetto Rag. Boldori comunicata a Postumia all’Istituto It. Di Speleologia la costituzione di detto gruppo. Avuta la necessaria ratifica, e iniziatosi i rapporti con detto Istituto s’incominciò la raccolta del materiale bibliografico sulla Grotta di Vallestra e la ricerca bibliografica di altre cavità Emiliane. Il 4 Ottobre 1931, il Gruppo ritornò a Vallestra per i rilievi della Grotta, così per merito del Signor Edy Dreossi dell’Alpina delle Giulie gli speleologi Modenesi poterono iniziare il loro proficuo lavoro con cognizioni di fatto. Nel medesimo giorno si portarono a Borzano (Reggio Emilia) ad esplorare la Tana della Mussina (n° 2E). Questa Grotta destò le meraviglie dei nostri speleologi che pensarono di ritornarvi per completare i rilievi e l’esplorazione. In una successiva visita fatta il 22 Novembre 1931 ci si convinse dell’importanza del fenomeno carsico dei gessi della Tana della Mussina, e si preparò una spedizione che il giorno 21 Febbraio 1932 poté partire ed eseguire un cumulo di ricerche e di esplorazioni, tali da far crescere sempre più la passione per gli studi speleologici. All’esplorazione faceva pure parte un pioniere di detti studi nell’Emilia il Prof. Giorgio Trebbi. Continuò ininterrotto il lavoro di ricerche bibliografiche, che fruttò al gruppo conoscenze di nuove cavità. Venne dal Gruppo Grotte Cremona esplorato e rilevato il Buco di Camerà (n° 8E); passato al nostro catasto perché l’oltrepò Pavese appartiene orograficamente all’Emilia. Un importante lavoro di corrispondenza e di ricerche ha dato modo al nostro Gruppo Grotte di entrare in relazione con studiosi e appassionati che furono larghi di dati, di notizie e di aiuti. Vennero pure intraprese trattative con la sezione di Parma del C.A.I. per la costruzione di un Gruppo Grotte in quella città, con l’incarico dello studio speleologico del Parmense e del Piacentino. Le trattative sono ancora in corso. Il 3 Aprile 1932 veniva effettuata una nuova esplorazione nel Borzanese che fruttò nuovi dati per la Tana della Mussina e il rintracciamento del Buco del Cornale (n° 11E). Il 15 Maggio 1932 veniva ricercata la Grotta di Terenzano (n° 13E) che si doveva trovare, secondo dati citati dallo Spallanzani Lazzaro sul Monte del Gesso presso Scandiano, il nostro Gruppo trovò al suo posto un’imponente frana che aveva travolto tutto. Così pure la Grotta del Farneto (n° 7E) venne esplorata e con buon esito, avendo rintracciato il corso sotterraneo che forse un tempo formò la grotta. Da ultimo il 29 Maggio 1932 veniva fatta l’esplorazione e il rilievo della Grotta Tana delle Fate (presso il Lago di Pratignano) (n° 15E). L’attività del nostro Gruppo Grotte ebbe notevole e benigno appoggio della locale Sezione del C.A.I. con la pubblicazione dell’attività speleologica sul periodico il “Cimone” in cui sono riportate le relazioni delle suddette esplorazioni. Così pure sui n° 1, 2, 3 Gennaio, Febbraio, Marzo della rivista “Le Grotte d’Italia” è comparso il rilievo della Grotta di Vallestra n° 1E e l’elenco delle cavità Emiliane per ora conosciute che sono 36. Sebbene la nostra Regione sia povera di cavità sotterranee e quelle poche non siano che microscopiche al confronto delle meravigliose cavità di altre regioni. Però col consiglio dell’Istituto It. di Speleologia che ha promesso anche materiali necessari per una più perfetta organizzazione speleologica, il nostro Gruppo Grotte spera di poter portare a termine l’attività iniziata, e di procurarsi tutti i dati botanici, zoologici, toponomastici, topografici, leggendari, storici, ecc. in ogni grotta e il tutto renderlo noto a mezzo di pubblicazioni con l’aiuto sperabile di qualche Società o Ente. Nuovi e prossimi lavori attendono il Groppo Grotte; la fine delle esplorazioni e delle ricerche nel complesso selenitico di Borzano, visite, esplorazioni e rilievi alla Grotta del Farneto insieme al Dr. Anelli dell’Istituto It. di Speleologia, ricerche definitivi rilievi delle piccole cavità del Modenese, che chiuderanno forse per quest’anno la proficua attività del nostro Gruppo Grotte. venerdì 29 aprile - ore 21.00 in Sede martedì 3 maggio - ore 21.00 in Sede In mountain bike nelle Grandi Isole nel Mediterraneo Proiezione di immagini dei Soci Quest’anno il CAI di Modena organizza il primo corso di Ciclo Escursionismo e per aprire i corsisti a “mete possibili, se ci si impegna molto”, abbiamo pensato di presentare una bellissima serata con Claudio Coppola, un Socio CAI, piacentino di origine ma attualmente socio della Sezione di Este, da sempre appassionato di lunghe traversate naturalistiche ed etnografiche. Dal 1991, pur continuando con le attività tradizionali del sodalizio, si è dedicato alla mountain bike, esplorando il percorso del CicloSentiero Italia attraverso le Alpi (traversata integrale nel 2005), l’Appennino, la Corsica, la Sardegna e la Sicilia, tutti in autonomia e senza mezzi di appoggio. L’impegno in questo particolare campo gli è valso nel 2008 l’ingresso nella Commissione Centrale Escursionismo per il settore MTB. Ideatore del Sentiero Atestino di Arquà Petrarca, ha al suo attivo molti articoli su riviste del settore montagna, 4 libri di escursionismo dedicati ai Colli Euganei e ai Colli Berici, e tre volumi dedicati ai ciclotrekking, “Alpibike” (2006, Blu Edizioni, Torino), “BikeAppennino” e “BikeIsole” (2008 e 2010, libri elettronici autoprodotti). Ha un sogno: arrivare ai campi base nord del K2 e dell’Everest partendo in bicicletta dall’Italia. Per presentare la serata, oltre alla foto col protagonista fra i monti e il mare riporto un breve brano dal testo “Bike isole” molto esplicativo: “Sembra ieri che abbiamo mosso i primi colpi di pedale che ci hanno portato a calpestare le sabbie della Corsica e ad affrontare le sue salite, a sfidare il vento della Sardegna e assaporare l’ospitalità della sua gente, a scoprire una Sicilia verdissima e persino piovosa: ma soprattutto ora che il grande itinerario del Ciclosentiero Italia è completato, sento una sensazione di vuoto, quasi che il raggiungimento dell’obiettivo coincida con la fine dell’avventura. Non avevo provato questo al termine della traversata alpina e nemmeno pedalando sul lungomare di Reggio Calabria, con l’Appennino ormai alle spalle, probabilmente perché vi erano altre strade da percorrere, altre vette da raggiungere: ora non più perché le scoperte sono terminate e finita è la sensazione di Colombo e di Livingstone, di Magellano e Marco Polo, quella della sfida personale. Sarà necessario individuare altri terreni di gioco, anche se gli anni passano e la stanchezza comincia a farsi sentire: li troverò sicuramente, ma non saranno mai come le carrarecce ed i sentieri di questa nostra splendida Italia, che ora posso dire di conoscere davvero.” Vi invito caldamente alla serata. Ivana Taverni IL RETTORE GRUPPO GROTTE C.A.I. Rag. Giacomo Simonazzi Visto: IL COMMISSARIO DELLA SEZIONE DEL C.A.I. Cav. Giuseppe Marchesi Dolomiti di Sesto - Vallandro - Fanis Piccole Dolomiti Vicentine In questa serata saranno proiettate diapositive scattate da alcuni Soci della nostra Sezione durante escursioni alpinistiche estive in diversi gruppi delle Dolomiti. Saranno mostrate immagini di ambienti ben noti agli appassionati di montagna, su itinerari di grande soddisfazione, come l’accesso alle Tre Cime di Lavaredo attraverso la Val Rimbon o le salite al Picco di Vallandro e alla Cima Carega. Saranno presentati anche luoghi legati alla 1° Guerra Mondiale, dove ancora numerose e ben conservate sono le testimonianze di quegli eventi. Ad es. la traversata Cornetto - Baffelan lungo il sentiero militare di arroccamento, con scorci assai caratteristici nei tratti su cenge e in galleria; interessantissima è poi la visita al pianoro sommitale del Monte Piana, dove è stato creato un Museo all’aperto che illustra e spiega, con opportuni pannelli didascalici presenti nei luoghi stessi, le postazioni e i manufatti creati in quegli anni. Sarà infine illustrato anche uno stupendo e selvaggio itinerario nel gruppo dei Tre Scarperi: la traversata della Cengia della Caccia. Si tratta di una lunga bancata ghiaiosa (ca. 2 km) che, altissima sul fondovalle della Val Campodidentro, taglia nel bel mezzo tutta la grande parete del Lastron dei Scarperi e di Punta Lavina Bianca. Come si intuisce dal nome, è un vecchio percorso di cacciatori, fuori da tutti gli itinerari battuti, indicato solo da rari ometti, nel pieno della bastionata rocciosa. Non ci sono particolari difficoltà tecniche, ma occorre fermezza di piede e attitudine a percorsi non addomesticati. Al suo termine, ci si cala poi per ben 1000 metri di dislivello nel lunghissimo ghiaione della Lavina dei Scarperi, fino a raggiungere il Rifugio Tre Scarperi. Invitiamo pertanto coloro che sono interessati a conoscere questi luoghi a partecipare alla serata. Graziano Annovi 9 La primavera dei Segnatori ...ovvero sperando che arrivi prima e che sia vera... Tra poco dovrebbe suonare la sveglia per quei pigroni che quest’inverno, invece di andare per boschi spolverati di neve, hanno deciso di entrare in letargo, sostituendo per qualche mese gli scarponi con le pantofole. Giancarlooooo!!! Dovrebbe... perchè, dopo l’abbondante neve e ghiaccio dell’inverno non ancora concluso, non sappiamo bene cosa ci aspetta per la nuova stagione e neanche che tempo farà in occasione della Giornata Nazionale dei Sentieri. Beh, l’anno scorso 1946 abbiamo preso l’acqua ma ci siamo rifocillati ben bene grazie alla grande ospitalità che Luisa ci ha riservato nella sua bella casa di Pavullo. Come sempre di cose da fare ce ne sono per tutti i gusti, per cui non ci resta che rimboccarsi le maniche e iniziare l’attività sul campo. Prima, però, aggiorniamoci!!! Verso la fine di marzo, infatti, si terrà un aggiornamento di tutti i Segnatori in attività. Sarà un’occasione per ripassare i diversi aspetti dell’attività sentieristica e mettere sentieri ordine nella “giungla dei segni” che talvolta troviamo nei nostri boschi. Non dobbiamo infatti dimenticare che il bianco e il rosso sono colori che vengono spesso utilizzati ed è anche la forma del segno che aiuta a distinguerli da tutti gli altri segnali e identificare il sentiero. Presto i Segnatori riceveranno l’invito, per cui... non possono mancare! Per loro ma anche per tutti gli altri Soci che sono incuriositi dalle nostre attività e hanno voglia di saperne di più o collaborare noi siamo Correva l’anno... di Alessandro Marchiorri Pubblichiamo volentieri questa foto “d’antan” dell’estate di 65 anni fa’, scattata a pochi passi dal Rifugio Vittoria al Lago Santo modenese. Chi è questa bella squadra sorridente e affardellata? È la famiglia Bortolotti al gran completo! Da destra a sinistra, quasi simulando un grafico discendente, babbo Giovanni (Autore delle guide dell’Alto Appennino Tosco-Emiliano edite negli anni ‘50-’60), mamma Jolanda e i quattro figli: Giovanna, Ettore, Vittoria e Lando. La foto, di proprietà del figlio Lando, ci è stata gentilmente spedita dalla sorella, Sig.ra Vittoria, da anni residente in Germania che ci ha anche inviato alcuni ricordi freschi e affettuosi legati a quel tempo e a quel luogo che riproduciamo testualmente: “Gli Appennini sono parte della vita dei Bortolotti, da più generazioni: già nostro nonno Ettore e i 7 figli consideravano questi monti la meta per ogni vacanza... anche noi bambini abbiamo trascorso molte estati al Lago Santo e abitavamo al Rifugio Landi per gran parte delle ferie. Il babbo poteva rimanere solo per le poche settimane libere dal lavoro, però ci raggiungeva ogni sabato sera, per rimanere con noi fino alla domenica pomeriggio. In attesa del babbo, noi bambini ci mettevamo sul “roccione”, così chiamavamo quella roccia che domina tutta la valle: e appena lo vedevamo spuntare là in fondo ci precipitavamo in gran corsa per andargli incontro. Nelle quotidiane gite, il babbo ci indicava particolari che forse ci erano sfuggiti, o ci raccontava parte della storia di quei luoghi. Poteva anche succedere che incontravamo tra quei monti i nostri cugini, i figli dello zio Enea, saliti da Firenze... al Lago Santo abbiamo imparato a nuotare...” [...] “Non posso dire con esattezza quando abbiamo cominciato a trascorrere le vacanze estive al Lago Santo, ma fu poco dopo la fine della guerra. Ricordo che nelle prime estati incontravamo, nelle nostre gite, dei casolari distrutti e il babbo ci raccontava di violente battaglie avvenute tra partigiani e la truppa di occupazione tedesca. Oppure guardavamo con tristezza il Lago Baccio ridotto a una grossa pozzanghera, dato che, diceva il babbo, soldati tedeschi avevano fatto saltare la diga naturale del lago per pescare, con una rete all’uscita, tutte le trote.” [...] “In quei primi anni del dopoguerra in tutta la valle si vedevano erigersi delle colonne di fumo: erano le carbonaie. Gli alberi venivano abbattuti e il legno veniva lentamente bruciato sotto cùmoli di terra per farne della “carbonella” che poi veniva venduta nelle città. Per noi bambini era un’immagine eccitante, ma il babbo si rattristava e lo chiamava “uno scempio immane” dato che per far ricrescere tutti quei boschi ci sarebbe voluto il tempo di una vita d’uomo... salivamo dalle Tagliole al Lago a piedi con i nostri sacchi in spalla. Però in casa si raccontava sempre che la mamma, con in braccio Ettore ancora lattante di pochi mesi, una volta era salita al Lago Santo sul dorso di un mulo, seguita dal babbo che a piedi portava sulle spalle la Giovanna di 2 anni... ma questo successe prima della Guerra...” [...] “Al Lago Santo abbiamo continuato a fare gite per tanti e tanti anni e ognuno di noi ha condotto con sé marito o moglie, poi figli e nipoti. E adesso è tempo per tornarci, tanto più che ora si può arrivare con l’auto fin sotto al lago e cominciare da lì la gita.” 10 Gruppo in sede il martedì sera. Il primo martedì del mese (da aprile a novembre) ci incontriamo a Modena per organizzare le gite della domenica successiva che, nel periodo primaverile, saranno il 10/4, l’8/5, il 12/6. A Pavullo, invece, ci incontriamo il mercoledì (23/3, 13/4, 18/5, 15/6) per organizzare le gite nelle domeniche: 27/3, 17/4, 8/5, 22/5, 19/6. Per informazioni, la nostra e-mail è: [email protected] A presto, sui nostri sentieri! Andrea Gasparini 2010 Il 24 novembre il bibliotecario e il Presidente si sono spinti (c’è poco da ridere, spinti nel senso di andati, autosguinzagliati) in quel di Tr e d o z i o , A p p e n n i n o romagnolo, in visita al figlio minore e alla nuora dell’Ing. Giovanni Bortolotti. Lando e Paola, questi i nomi, avevano espresso il desiderio di una conoscenza di persona e non solo epistolare e così bibliotecario e Presidente non si son certo fatti pregare. A nome della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano hanno portato loro una copia della edizione anastatica della “Guida dell’Alto Appennino Bolognese-Modenese e Pistoiese dalle Piastre all’Abetone” edita nel 1963 e la riproduzione di due bellissime foto del loro Babbo e suocero rinvenute nell’Archivio Angelo Testoni. In compenso i nostri “Ambasciatori” hanno ricevuto: - un’accoglienza signorile improntata a un’estrema simpatia e cordialità; - una visita guidata alla loro residenza (un antico mulino ristrutturato con molto garbo e rispetto dell’originaria struttura); - un buonissimo pranzo (tralasciamo i particolari per non infierire sull’invidia altrui) accompagnato da uno splendido Sangiovese... mo’ chi era poi ‘sto San Giovese? Il Patrono dei vignaiuoli? Ho tanto cercato, ma sul calendario non c’è... - una seconda visita guidata al giardino-orto-frutteto e alla antica struttura di chiuse e gore che governavano il funzionamento del mulino; - il dono di 45 opere (libretti, opuscoli e altro materiale) di notevole valore storico-documentaristico tratte dalla biblioteca personale dell’Ing.Bortolotti... - l’invito ad andarli a ritrovare alla “stagion dei fiori”. L’elenco delle opere donate è consultabile in Biblioteca: in Segreteria invece sono ancora disponibili alcune copie della edizione anastatica, motore di questo gradevolissimo “rendezvous”. Da queste pagine del Notiziario “Il Cimone” il Presidente e il bibliotecario, a nome della intera Sezione CAI di Modena, intendono rinnovare a Paola e Lando, e naturalmente anche a Vittoria, i sensi della loro riconoscenza e simpatia e ovviamente “ad memoriam”, a babbo Giovanni: forse che da qualche non meglio identificata cima appenninica ci stia sorridendo? Noi crediamo proprio di sì! Tratta dal Notiziario CAI Modena del gennaio 1930 Le nostre radici Il Campo delle piane di Mocogno - Fra pochi giorni il campo sportivo invernale delle Piane di Mocogno, con il suo soffice ed allegro tappeto di neve, accoglierà le festose schiere degli sciatori e di quanti amano la montagna. - La Sezione Modenese del C.A.I. prevedendo per quest’anno una maggior affluenza di sportivi, ha provveduto a sistemare nel miglior modo possibile la strada che condurrà le automobili dalla Fignola sino alla nuova caserma dell’O.N.B.: essa sarà sempre tenuta sgombra dalla neve, e avrà una accurata manutenzione in modo da garantire il ritorno agli amatori degli sport invernali. - La strada, la cui pendenza eccessiva è stata rettificata, arriva alla nuova magnifica caserma dell’O.N.B. Questo edificio, formato da un corpo unico a due piani, con camerate spaziose e ben arieggiate, con cucine, refettorii, infermerie, ecc., potrà ospitare oltre duecento persone - Prossimamente alla presenza di S.E. Renato Ricci, verrà inaugurata quest’opera, che è giusto vanto del Fascismo Modenese. - È pure probabile l’intervento delle L. L. E. E. Turati e Terruzzi - Alacre prosegue pure la sistemazione del campo degli sports: quasi ultimata è la preparazione del trampolino, che permetterà agli sciatori di esplicare una nuova interessantissima attività. - Come si vede, nulla è stato tralasciato affinchè nel Campo delle Piane di Mocogno gli sportivi di Modena e delle città vicine possano trovare ogni comodità. - La gioventù italica sa benissimo che i confini della Patria sono il mare e i monti: e nel mare e sui monti essa deve addestrare le sue migliori energie, pensando che esse potranno un giorno servire alla difesa della Patria. Siamo informati che la strada che dal Campo delle Piane conduce alla Caserma degli Avanguardisti è già ultimata e perfettamente carreggiabile. Nelle prime puntate di questa ricerca storica sulla nostra Sezione ci siamo un po’ dilungati sul contesto politico e sociale degli anni ‘20 e abbiamo forse un po’ troppo “pestato l’acqua nel mortaio” con la ricostruzione delle tracce di sottosezioni che vissero o vivacchiarono in quegli anni. Tralasciando le origini della Rifondazione della Sezione del 1927 che saranno oggetto di una futura e specifica trattazione, andiamo ora a scoprire che cosa pensavano, dicevano e facevano i Soci CAI Modena “a cavallo” della fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30. Con sorpresa, almeno per chi scrive queste noterelle, troviamo che la prima e più importante attività cui la Sezione di Modena diede fiato ed energie non fu l’alpinismo o l’escursionismo, ma... lo sci, o ski come si diceva a quei tempi, o addirittura schi (orrore!) come riportava sui Verbali del Consiglio Direttivo il Segretario d’allora, forse non molto “ferrato” in lingue straniere. All’art.2 del Regolamento sezionale del 1927, a specifica dell’art.1 che esternava il fine di “suscitare l’amore per la montagna e promuoverne la conoscenza e studio,con speciale riguardo alla zona appenninica modenese”, leggiamo infatti: “la Sezione provvederà in particolar modo alla organizzazione di gare sciatorie e manifestazioni escursionistiche in media e alta montagna...”. Come si vede la prima attività è quella sciistica, addirittura agonistica (gare sciatorie) e solo in seconda battuta quella escursionistica... di alpinismo non si parla, a meno che non lo si voglia individuare nella espressione “alta montagna”. A rafforzare la tesi che lo sci fosse la disciplina più appetita dai Padri Rifondatori, troviamo che in sede di Comitato per la costituzione della Sezione, riunitosi in data 4 febbraio 1927, viene a tutte lettere espresso l’intendimento di costituire un Gruppo Sciatori, o Sci Club, alle dipendenze della costituenda Sezione. Per di più, e non a caso, la prima “uscita ufficiale” della rifondata Sezione avvenne il 13 marzo 1927 con la partecipazione a una manifestazione sciatoria all’Abetone indetta dal “Nuovo Giornale dello Sport” di Firenze. “Giornata di tempo pessimo”, come riferisce il verbale del Consiglio Direttivo di alcuni giorni dopo, “ma con riuscita grandiosa” (meno male..). Negli anni ‘20 il Tennis e lo Sci erano gli sport più di moda, quelli che oggi definiremmo più “trendy”... le imprese delle pattuglie sciatori nella Guerra Bianca, le avventurose spedizioni polari, la prima Olimpiade invernale, il mito futurista della velocità, del dinamismo e dell’ardimento trovarono anche nella nostra provincia un terreno fertile ed entusiasta. D’altro canto come avrebbe potuto la rinata Sezione CAI riscuotere visibilità esterna attraverso i “media” di allora (la stampa locale) se non “cavalcando la tigre di montagna” del momento? E così fu. Palestra di ardimento deputata all’uopo furono le Piane di Mocogno grazie all’entusiasmo del Cav. Enea Carlotti e della neonata Sottosezione di Lama. Di autore ignoto, vi proponiamo questo bel disegno con relative diciture del Campo delle Piane di Mocogno, pubblicato sul Bollettino-Notiziario del CAI Modena del gennaio 1930. (Continua) - ALESSANDRO MARCHIORRI 11 NOVITÀ IN BIBLIOTECA di Alessandro Marchiorri “Spegniamo il televisore e apriamo un libro!” M. Rigoni Stern Questa volta “Novità in biblioteca” non segnala entrate o recensioni di nuovi libri ma un ‘evento’ molto importante. Come riportato anche sulle pagine de “Lo Scarpone” di gennaio 2011, dopo un percorso decennale di lavoro e di incontri semestrali, il BiblioCAI, gruppo costituito dalle Biblioteche sezionali del Club Alpino Italiano, ha raggiunto il suo scopo: dare visibilità ai propri patrimoni librari e offrire una completa conoscenza dei “tesori” posseduti, invitando i Soci a una maggiore fruizione degli stessi. La Sede Centrale, infatti, ha stipulato un contratto con una grossa azienda del settore per la realizzazione di un Meta-OPAC (motore di ricerca in grado di interrogare sul web i diversi cataloghi). A breve, e ne daremo ovviamente conferma su queste pagine, il nostro “Web Manager” prenderà contatto con il Referente BiblioCAI e il Responsabile del Meta-OPAC da cui ricevere le istruzioni per il caricamento del Catalogo delle opere da noi possedute nel sito web della Sezione. In altre parole sarà possibile anche dal PC di casa propria “ficcare il naso” IX Puntata Gelicidio - Parte seconda Milly e Matteo erano partiti all’improvviso, nella notte per sfuggire alla pioggia e, ovviamente a caccia di neve. Quello che non è ovvio è che per cercarla... scendono dall’Appennino alla pianura! Milly: “Il narratore ha ragione! Non è per nulla logico quello che stiamo facendo?” “Ti riferisci al fatto che siamo in in biblioteca, la nostra e quelle delle altre sezioni CAI che aderiranno all’iniziativa e vedere quello che c’è e quello che non c’è. Con quale “peso” possiamo entrare in questa Meta-OPAC? Al 31 dicembre 2010 il riversamento dei dati da cartaceo a informatico ha già interessato: • 1100 opere Fondo Angelo Testoni • 400 opere Fondo Tina Zuccoli • 1450 opere Biblioteca “aperta” (“aperta” nel senso che si arricchisce continuamente, mentre i Fondi hanno una consistenza fissa e immutabile) per un totale di circa 2950 titoli. Se con un ipotetico colpo di “bacchetta magica” fossimo in grado di inserire l’intera consistenza libraria esistente presso la nostra Sede sociale, s’aggiungerebbero altre 850 opere, raggiungendo così una alpinistica “Quota 4000”. Si tratta di un Patrimonio ingente che ci colloca in una posizione di eccellenza a livello nazionale. Va mo’ là! A ben risentirci. di 13 preziosissimi documenti relativi alla storia del Monte Cimone e all’opera di Francesco Parenti, illustre membro di un ramo della sua famiglia. Il Cav. Francesco Parenti, uno dei Padri Fondatori della nostra Sezione di Modena del CAI nel lontanissimo 1875, già nel 1852 si fece propugnatore e promotore di un manufatto da erigersi sulla vetta del Monte Cimone non solo come ricovero per gli “Alpinisti”, ma anche come Stazione meteorologica. Solo circa trent’anni più tardi, però, si pose mano alla realizzazione del suo progetto con la costruzione della Torre Montanari, oggi scomparsa. Avremo modo, in altra sede, di dilungarci su Francesco Parenti, figura d’importanza fondamentale nella Storia della nostra Montagna. Ringraziamo in modo particolare il Commendator Parenti di Pavullo per aver fatto omaggio alla nostra Sezione Ancora grazie di cuore alla Prof.ssa Diana Guerzoni ved. Polacci e al Dott. Pierpaolo Polacci per averci donato alcuni documenti di valore storico appartenuti all’Avv.Giuseppe Polacci, loro rispettivamente marito e padre. A corredo abbiamo ricevuto anche 16 fotografie di grande formato (2 delle quali già incorniciate) riproducenti la vetta del Monte Cimone: alcune scattate prima del 1936 (anno in cui venne iniziata la costruzione della casermetta dell’Aeronautica Militare), altre negli anni successivi a costruzione avvenuta del nostro ex-Rifugio Romualdi; inoltre, macchina, nel cuore della notte, senza benzina e senza soldi?” “No, mi riferisco al fatto che di solito la neve la si cerca in montagna!” “Oh, ma non ti ricordi più? Il Tirreno sta soffiando aria calda ed umida sul nostro Appennino, e questa ha già rimpiazzato la precedente aria fredda che, invece, resiste ancora verso la pianura. Questo in virtù del fatto che: • l’aria calda galleggia sull’aria fredda, • siamo parzialmente protetti dall’Ap- pennino stesso • abbiamo una porta aperta verso il freddo est, da dove affluisce ancora un po’ di aria fredda” “Mi sembrano tre buone ragioni per sperare nella neve. Allora perché tu avevi minacciato un “pioggia con -4°C?” “Perché l’aria calda, pur non scendendo in pianura, riesce comunque a navigarci sopra, in quota. E se lo strato d’aria calda supera i +3/+4°C per poche centinaia di metri di spessore il nostro esile fiocco di neve si trasforma inesorabilmente in goccia”. “Si, ma poi sotto lo strato caldo le temperature tornano sottozero...” “Ma la goccia non riesce a tornare fiocco...” “Gela e basta, e piovono granelli di ghiaccio trasparente! Figo!!!” “Oppure non fa in tempo a rigelare in RINGRAZIAMENTI Ringraziamo il Socio Graziano Annovi per aver donato alla nostra Biblioteca la recente e bellissima guida di P.Beltrame “101% MONTAGNA” Gruppo PretiDuranno delle Dolomiti d’Oltre Piave. anch’essa incorniciata, la “Carta del Monte Cimone modenese e il suo orizzonte” edita nel 1936. Ancora grazie alla famiglia Polacci! Proprio alla vigilia dell’andata in stampa di questo Notiziario abbiamo ricevuto un altro bellissimo regalo! La Dott.ssa Beatrice Roli, nipote del nostro Socio Enzo Violi, scomparso alcuni anni fa, ha voluto far dono alla Sezione di Modena, alla quale lo zio aveva fedelmente appartenuto dal 1935 al 2004, di 67 monografie e manuali di alpinismo e di Botanica d’assoluto pregio: in più 70 splendide fotografie di grande formato sulle Dolomiti di Brenta, sulla Val Rendena e d’ambiente alpino in genere che meriteranno certamente una pubblica esposizione. Il Dott. Enzo Violi, infatti, in virtù del suo grande amore per la Montagna e l’Alpinismo, lasciò la natìa Modena per trasferirsi a Madonna di Campiglio e a Pinzolo dove esercitò la professione di Albergatore e dove ebbe modo di arrampicare con i più bei nomi dell’alpinismo dell’epoca. Numerosissime, in prima assoluta, l’apertura di vie di roccia anche di grande difficoltà e impegno sul versante meridionale della Presanella, in particolare in compagnia dell’amico e Guida Alpina Clemente Maffei, detto “Guerèt”. Di nuovo grazie alla Dott.ssa Beatrice Roli per questo magnifico pensiero e dono! volo, dunque raggiunge il suolo sotto forma di goccia sovraffusa, e gela successivamente, formando uno strato di ghiaccio detto anche vetrone” “Ogni oggetto si riveste di ghiaccio allora, ancora più bello!” “Ma pericoloso!” “Affascinante! Come tante cose pericolose!” “Ok!” “Dunque la successione dovrebbe essere questa: in cima nevica, poi il fiocco si trasforma in goccia, poi si trasforma in ghiaccio, prima o dopo aver toccato il suolo” “Esattamente! Questa è una successione verticale, ma una cosa simile avviene anche in orizzontale: ad ovest lo strato caldo arriva dopo, e più sottile, per cui almeno oggi nevicherà. Spostandoci verso est la neve si farà bagnata, quindi gocce ghiacciate, poi gocce che gelano al suolo ed infine... acqua” “E come si chiama ‘sta roba? Cioè... questo tipo di precipitazione?” “Gelicidio. Dalle nostre parti avviene abbastanza regolarmente. Un forte gelicidio c’è stato nel Natale 2000: neve in Appennino Modenese oltre i 1700 m circa, pioggia dai 1700 agli 800 m circa, gelicidio sotto. Più di recente il 7 gennaio 2011, autostrada Parma - La Spezia, versante tirrenico: pioggia fino alla galleria che porta in Emilia. Temperature attorno ai 10°C. Al di là della galleria un altro mondo: 0°C e gelicidio!”. “Ecco Milly ti ho fatto uno schemino: le montagne sono il nostro Appennino, visto da sud est, ovvero a sinistra c’è l’ovest, il versante tirrenico, a destra l’est, col versante padano. Nella prima sequenza verticale ho evidenziato il fronte caldo in arrivo dal Tirreno e il tipo di precipitazione, mentre nelle tre immagini a destra ho messo alcune isoterme indicative” “Ok, ma adesso metti in moto e andiamo ad ovest!” “Siamo in riserva!” “Eh piove! Basta, sono nervosa, lasciami uscire a fare un giro” disse Milly aprendo di scatto la portiera dell’auto e sgattaiolando fuori. “Attenta che scivoliiii!” Slisssshhhhh.... SBAM!!!!