TRIMESTRALE - ANNO XXXIII - Nuova serie N. 2 - MARZO/APRILE/MAGGIO 2011 - Tariffa R.O.C. Iscrizione n° 10621: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento
Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Modena - Tassa Riscossa - L’abbonamento riservato ai soci di Euro 2,00 è stato assolto nella quota associativa.
ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI
Elezioni del Consiglio Direttivo per il Triennio 2011 - 2013
Il Consiglio Direttivo della Sezione ha fissato in prima convocazione per giovedì 24 marzo 2011 alle ore 21,
l’Assemblea Generale dei Soci. Qualora non siano presenti di persona almeno la metà degli aventi diritto al voto, l’Assemblea
avrà luogo in seconda convocazione VENERDÌ 25 MARZO 2011 alla medesima ora. L’Assemblea avrà luogo
presso la Sede Sociale, via 4 novembre 40 (entrata laterale via Padre Candido) - Modena, col seguente
ORDINE DEL GIORNO
Nomina del Presidente dell’Assemblea, del Segretario e di tre scrutatori
Consegna del distintivo ai Soci 25 e 50ennali
Premiazione dei vincitori concorso fotografico
Relazione morale e finanziaria del Presidente della Sezione
Rapporto dei Revisori dei Conti
Elezione Organi Direttivi per il triennio 2011 - 2013 di: n° 9 Consiglieri, n° 3 Delegati
alle Assemblee del Gruppo Regionale E.R. e Generali del CAI, n° 3 Revisori dei conti
7. Approvazione del Verbale dell’Assemblea
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Regolamento
- Possono essere eletti tutti i Soci maggiorenni della Sezione di Modena, iscritti al CAI da almeno due anni.
- Le candidature dovranno essere presentate in Segreteria, da almeno 10 soci entro e non oltre il giorno 18 marzo 2011.
- La lista dei Candidati, comprendente anche i nomi dei Consiglieri, Revisori e Delegati che si ricandidano, sarà esposta
nei locali della Sede; ciò non toglie che ogni socio non compreso in lista sia eleggibile.
- Potranno votare in Assemblea, tutti i Soci maggiorenni che siano in regola con la quota sociale dell’anno in corso 2011
e i nuovi Soci.
- Le urne rimarranno aperte anche sabato 26 marzo dalle ore 10,00 alle 16,00, presso la sede sociale. Si precisa che la
scheda di votazione verrà consegnata dietro presentazione della tessera CAI o di un documento di riconoscimento.
- I Soci residenti nei Comuni montani di Sestola, Montecreto e Fanano, potranno votare a Fanano in via Sabbatini,
11, nella sala posta a fianco l’entrata posteriore del Municipio dalle ore 10.00, alle 13.00 di sabato 26 marzo 2011.
- I Soci residenti a Fiumalbo, Pievepelago, Riolunato, Lama Mocogno, Pavullo e Serramazzoni, a Pavullo presso
Spazio Evasione, in via A. Ricchi n° 2, con gli stessi orari di Fanano.
Caro Socio,
scrivo per chiederti un attimo di
attenzione: il 25 e 26 marzo si
svolgeranno, presso la nostra Sede,
l’Assemblea Annuale e le elezioni del
Consiglio Direttivo per il prossimo
triennio 2011 - 2013. È un momento
molto importante per la nostra
Sezione di Modena. Un piccolo
gruppo di Soci volontari si presenta
candidato o chiede di essere
riconfermato. Non c’è ressa né la
corsa al titolo; tutti sanno che sarà
un incarico di lavoro e responsabilità
non a favore di se stessi ma per tutti
i Soci; pertanto ti chiedo di partecipare all’Assemblea per conoscerli
e successivamente scegliere per chi
votare. Sarà un omaggio alla loro
disponibilità, un incoraggiamento a
fare bene e un momento per ricevere
da te un eventuale consiglio sulle
scelte future (del programma) del
prossimo triennio e perché questo
nuovo Consiglio Direttivo sia vicino
alle esigenze e senta il calore e il
sostegno di quanti più Soci possibili.
Grazie.
Il Socio Presidente
Destina anche tu il 5 per mille 0
alla Sezione di Modena!!! 5 /00
Anche per quest’anno è possibile
destinare alla nostra Sezione il 5
per mille della propria imposta sul
reddito in occasione della prossima
dichiarazione. Perchè destinare il 5
per mille al CAI Modena? La Nostra
è un’Associazione di volontariato che
non vive dei finanziamenti pubblici
ma deve basarsi sulle sue uniche
forze per portare avanti le proprie
attività e poter fornire ai propri Soci
attività sempre all’avanguardia come
Corsi sempre al passo coi tempi, la
Carta dei Sentieri, sempre precisa
e aggiornata, le reti sentieristiche
di medio e alto Appennino, il Giardino
Botanico Esperia, fiore all’occhiello
della ricerca ma anche della storia
Naturalistica del nostro Appennino,
la Scuola di Alpinismo Giovanile
che forma e cresce le nuove
generazioni di ragazzi. Questi e tanti
altri sono i punti i forza cui è possibile
contribuire, devolvendo il 5 per mille
al CAI Modena.
La scelta di destinare il 5 per mille
non comporta alcuna variazione
dell’imposta (non aumenta per chi lo
destina nè diminuisce per chi non lo
fa) e non influenza la scelta fatta per
l’8 per mille. È sufficiente compilare
il Modello 730 o l’Unico, firmando
nello spazio indicato come “Sostegno
del Volontariato, delle organizzazioni
non lucrative di utilità sociali”
indicando nel riquadro il codice fiscale
della Sezione di Modena del Club
Alpino Italiano:
80014670360
I titolari di un solo reddito da lavoro
dipendente o di una pensione che
non devono presentare la dichiarazione dei rediti, possono compilare
l’apposita scheda (consegnata dal
datore di lavoro o dall’ente erogatore
della pensione) e consegnarla in
busta chiusa all’ufficio postale, allo
sportello bancario o al CAF, al
commercialista, ecc.
All’interno:
Corso Ferrate e
Sentieri Attrezzati
pag.2
Corsi e Soggiorni
dell’Alpinismo Giovanile
pag.7
80° Anniversario
del G.S.E.
pag.8
Proiezione di immagini
dei Soci
pag.9
Trekking in MTB
nel Mediterraneo
pag.9
CAI
ES
CU
R SIONISMO
7° Corso di Ferrate
e Sentieri Attrezzati
Anticipato al periodo aprile - giugno il Corso di Ferrate e Sentieri Attrezzati si
prefigge di fornire a tutti i Soci, sia neofiti che esperti, quelle informazioni
sull’attrezzatura ed il suo utilizzo, sui pericoli dell’ambiente montano, sulla
meteorologia e l’orientamento, per poter frequentare l’ambiente delle ferrate
e dei sentieri attrezzati in sicurezza. Le lezioni teoriche si terranno a Modena
e, per il primo anno, anche a Pavullo (il luogo verrà comunicato prima dell’inizio
del Corso). Per maggiori informazioni, rivolgersi in segreteria.
Modena
Programma
Pavullo
ven 1/4
Presentazione del Corso
ven 1/4
mer 27/4
Attrezzatura e abbigliamento
mer 4/5
Uso dei materiali, progressione in ferrata
mar 3/5
dom 8/5
Pietra di Bismantova - Tecniche di arrampicata
Ferrata degli Alpini
dom 8/5
mer 11/5
Lettura del paesaggio - Studio di una relazione
mar 10/5
mer 18/5
Topografia e orientamento
mar 17/5
dom 22/5
Alpi Apuane - Ferrata Tordini - Gallicani
dom 22/5
mer 25/5
I pericoli in montagna
Chiamata del Soccorso Alpino
mar 24/5
dom 5/6
Piccole Dolomiti - Ferrata A.Viali
dom 5/6
mer 8/6
Meteorologia
mar 7/6
mer 15/6
Programmazione di una escursione
mar 14/6
dom 19/6
Prealpi Lecchesi - Ferrata M. Minonzio
dom 19/6
sab 2 e
dom 3/7
Austria - Ferrate nelle Stubai Alpen
mar 26/4
sab 2 e
dom 3/7
Cos’hai fatto
di bello questo weekend?
Pensieri, emozioni ed esperienze di un’ex-allieva
Cosa mi abbia spinto ad intraprendere
un corso di ferrate, esattamente, non
lo so neanche io, un po’ l’amore per
la montagna fin dall’infanzia, un po’
l’affinità per la roccia e l’arrampicata,
un po’ la curiosità verso qualcosa di
nuovo ed eccezionale, e poi diciamolo... perchè no?!? So benissimo,
però, cosa mi ha spinto a continuarlo,
ogni volta con entusiasmo e attesa
per la futura uscita: innanzitutto i
meravigliosi scenari che la montagna
offre, e la soddisfazione di averli
raggiunti con le proprie forze, faticando
e provando a volte quel brivido di paura
che ti dà, poi, quella spinta in più per
progredire in un passaggio difficile.
E una volta arrivati in cima, beh, il pensiero di esserci arrivati con le proprie
gambe (e braccia!) attraverso il contatto diretto con la roccia, l’aggrapparsi
a lei e il fare attenzione ad ogni singolo
passo che si compie, dà una sensazione incredibilmente piacevole e
alquanto rara (oltre che un po’ di
innocente superiorità verso i “semplici”
escursionisti!!). Sì Giulia, sei riuscita
ad arrivare fin quassù, sudando e
provando allo stesso tempo brividi
freddi di emozione nello scrutare il
panorama alle tue spalle, sia sotto un
caldo sole di settembre, seguendo la
scia di una barca sul Lago di Garda,
sia colpita da un vento pungente,
circondata dalla nebbia tra le Dolomiti
d’Ampezzo, un vero e proprio patrimonio dell’umanità, recentemente riconosciuto dall’UNESCO.
E poi, che bello che è lasciare un
commento sul quaderno di vetta, tra
le frasi multilingue di tutti gli
escursionisti che, come te, sono arrivati
alla meta! Tutto ciò, devo dire che ha
lasciato il segno, e descriverlo a parole,
ripensando a quei momenti è davvero
difficile ed emozionante.
Non meno importante è stato lo spirito
di gruppo, mi sono trovata con compagni più grandi di me (ma solo sulla
carta d’identità!), con i quali mi sono
trovata subito in sintonia e che si sono
rivelati proprio sorprendenti: l’aria
frizzante d’alta quota infatti ha svelato
talenti da grande oratore in Paolo, da
cantante in Antonio, da brontolone in
Menny, giusto per fare alcuni esempi...
e un’atmosfera sempre ricca di risate
ha permesso lo svolgersi del corso in
maniera molto piacevole e rilassata,
come deve poi essere per godersi a
fondo questi luoghi così diversi e
lontani dal grigiore della città.
Infine, ma non meno importanti, gli
istruttori! Sempre disponibili, tanto
tanto pazienti e con l’infallibile metodo
di rifornirci di ottime nocciole e cioccolato così da ottenere lo stesso risultato
che si ha con la carota verso l’asino!!
Personalmente, posso dire di aver
imparato tanto da questo corso, mi sono
resa conto delle mie capacità e ho
acquisito molta più fiducia non solo in
me stessa ma, come frase ricorrente
tra gli istruttori, soprattutto tanta fiducia
nell’attrezzatura!!... e saltare un venerdì
sera in discoteca, in vista di una partenza
all’alba... beh, lo rifarei di nuovo!!
Giulia Montanari
COMMISSIONE ESCURSIONISMO
CAI
ES
CU
domenica 22 maggio
Ferrata degli artisti (EEA)
Via ferrata Tordini-Gallicani (EEA)
Liguria, Riviera di Ponente
(Foce Siggioli)
La Costa dei Balzi Rossi è situata nella
Valle della Maremola all’interno del
Comune di Magliolo ed è una struttura
che evidenzia una particolare roccia
calcarea di forte colore rosso dovuto
alla presenza di minerali ferrosi e
culmina con la vetta del Bric
dell’Agnellino a 1335 m s.l.m. Lungo
le affilate creste dei torrioni che
costituiscono la Costa è stata ricavata
una lunga ferrata denominata “degli
Artisti” in quanto lungo il percorso si
può ammirare una pittura raffigurante
un arrampicatore del pittore Mario
Nebiolo, artista impressionista che da
alcuni anni ha creato la “pittura
acrobatica”. Con colore e pennello e
grazie a tecniche alpinistiche, ha
dipinto su pareti di roccia, in vecchie
cave e muraglioni figure di contadini
e operai di cava. La via ferrata è stata
realizzata lungo le affilate creste e
lungo le verticali pareti con abbondante
uso di attrezzature nello stile delle
ferrate della vicina Francia ed è
caratterizzata, a metà percorso, da un
lungo (40 m) ponte tibetano costruito
con ben 94 pioli sospeso sopra ad uno
strapiombo di circa 50 metri.
A.E. Enrico Pinelli
il cimone
Notiziario della Sezione di Modena del Club Alpino Italiano
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Direttore Responsabile: Maria Teresa Rubbiani
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Il notiziario è aperto alla collaborazione dei soci e simpatizzanti,
ma gli articoli dei singoli autori non impegnano la redazione nè il Consiglio
Direttivo del sodalizio. La pubblicazione può essere parziale.
Anche se non pubblicati i testi non saranno restituiti.
LA SEDE È APERTA NEI GIORNI DI
MERCOLEDÌ E VENERDÌ (DALLE 17,00 - ALLE 19,30)
E DI MARTEDÌ (DALLE 20,30 - ALLE 23,00).
2
R SIONISMO
domenica 10 aprile
Siamo nelle Alpi Apuane, all’ombra
della spettacolare parete nord del
Pizzo d’Uccello. La ferrata non è
particolarmente impegnativa ma molto
appagante per il bellissimo ambiente
in cui si svolge e per i numerosi,
suggestivi tratti di cresta. Non si deve,
tuttavia, sottovalutare l’esposizione di
alcuni passaggi, il percorso di cresta
mai banale, e la lunghezza del
percorso complessivo. Il dislivello della
sola ferrata è di 400 metri mentre
quello complessivo è intorno ai 650
metri che diventano 850 qualora si
salisse sulla cima del Pizzo d’Uccello.
Da Aulla si prende la Garfagnana
(Fivizzano) fino a immettersi nella valle
del Lucido (Gessano) e si prosegue
in direzione di Ugliancaldo dove si
prende la sterrata per le cave di marmo
(Cantonaccio) che si percorre fino alla
sbarra a quota 820 metri. A piedi si
prosegue fino alla casa dei vecchi
macchinari e oltre fino in prossimità
delle cave di marmo Cantonaccio,
dove il sentiero nel bosco porta alla
ferrata (1000 m). Si sale in aderenza
per placche coricate e salti di roccia
fino a raggiungere la cresta che si
percorre per lungo tratto fino alla
Costiera di Capradossa (1400 m) poco
sopra Foce Siggioli. Da qui lo sguardo
spazia sul Pisanino, il Monte Cavallo
e il Garnerone-Gondilice. Per discendere si prende a sinistra il sentiero
che, aereo sul filo di cresta, raggiunge
quota 1465 per poi tuffarsi nel bosco
fino a Poggio Baldozzana. Da qui si
scende nei prati fino alla macchina.
A.E. Enrico Pinelli
Accarezza la montagna... con un pennello
Giornata Nazionale dei Sentieri
Gli archeologi, per estrarre i reperti negli
scavi senza danneggiarli, utilizzano un
pennello per togliere la polvere... e noi?
Noi usiamo la vernice e i pennelli su
alberi e rocce per segnare i sentieri.
Anche noi non vogliamo danneggiare
perchè, creando questi “corridoi
escursionistici” che permettono di godere
di quei “luoghi magnifici” e “panorami
mozzafiato” di cui ci raccontano gli amici,
non dobbiamo girovagare qua e là calpestando chissà quali specie protette o
meno. Per cui ricordate... Rispettate la
Natura, rimanete sul sentiero!
OK, certo - direte voi - ma i pennelli?
Ah, sì... i pennelli... la vernice... visto
che dove c’è sentiero c’è un segno
bianco-rosso e dove c’è un segno fresco
c’è un Segnatore con il pennello in mano,
ecco a voi la Giornata Nazionale dei
Sentieri, tradizionale appuntamento per
festeggiare i sentieri con coloro che se
ne occupano tutto il resto dell’anno e,
magari, dar loro una mano. (Anche) in
questo giorno, invitiamo TUTTI gli
escursionisti, oltre che a volgere il loro
sguardo al di là del monte, attraverso la
valle o in alto, verso le alte cime, a
guardare per terra, al di sotto degli
scarponi. Potranno così esclamare “Toh,
un sentiero!” e decidere di partecipare
a questa festa a base di scarponi,
allegria, montagna, vernice, pennelli,
guanti, qualche attrezzo qua e là, segni
e sentieri. Non necessariamente in
quest’ordine. La meta è un sentiero
povero e triste sul nostro Appennino
che, dopo il nostro passaggio, sarà
allegro, felice e colorato... proprio come
noi a fine giornata! Mi raccomando,
festeggiate numerosi...
D.G. Andrea Gasparini
domenica 5 giugno
Ferrata Angelo Viali (EEA)
La valle del Chiampo è una stretta e
lunga vallata tra la Piccole Dolomiti e la
Lessinia, assai impervia soprattutto nella
sua parte terminale dove ha mantenuto
praticamente intatte le proprie caratteristiche paesaggistiche e naturalistiche.
È percorsa dall’omonimo fiume lungo
le cui sponde, nella parte inferiore, si
sono sviluppate le attività della concia
delle pelli e dell’allevamento delle trote
che hanno fatto conoscere la vallata.
Attraversati i paesi di Chiampo ed
Arzignano e giunti all’imbocco della valle
parcheggiamo nei pressi del Rifugio
Bertagnoli da cui in pochi minuti si rag-
giunge l’attacco della ferrata Angelo Viali
che risale un evidente canalone detritico
mediante passaggi aerei ed esposti.
Una recente risistemazione del percorso
ha permesso di evitare, almeno nella
parte iniziale, il fondo del canale riducendo di fatto in parte il pericolo della
caduta sassi. Dopo l’ultima breve e assai
esposta paretina, che si può evitare
mediante il sottostante erto sentiero, si
raggiunge la cresta erbosa che ci porta
alla cima del monte Gramolon (1814 m)
da cui per sentiero si ritorna al Rifugio
per un boccale di birra ristoratore.
A.E. Enrico Pinelli
GRUPPO SENIORES
OVER 50
Preavviso ai Soci Giovani (di una volta...)
Disegno dell’Arch.
Arrigo Marcolini
domenica 29 maggio
La Sezione è intenzionata ad organizzare, prossimamente, un Incontro conviviale
(leggasi pranzo) in giornata di sabato presso un ristorante cittadino, più o meno
riservato ai Soci Giovani di una volta... In tale occasione si svolgerà una
solennissima cerimonia per la consegna del distintivo speciale del CAI “Socio
60” a tutti coloro che hanno raggiunto quest’anno e gli anni scorsi questo
prestigioso traguardo. Socie! Soci! Tenetevi pronti! A tempo debito Vi comunicheremo data, ora e luogo dell’Evento!
Il Consiglio Direttivo
domenica 13 marzo
Alpe della Plose - Monte Gabler (EAI)
(Bressanone)
Con i suoi 2562 metri di altezza, la
Plose è la cima dei brissinesi, distante
soli 6 km dalla città vescovile di
Bressanone. La Plose è famosa per
il suo panorama, che consente allo
sguardo di spaziare dalle Alpi della
Zillertal fino alle Dolomiti e al regno
dell’Ortles, che svetta preponderante
all’orizzonte. Il gruppo della Plose è
formato da diverse cime, il Monte
Telegrafo (2504 m), Il Monte Gabler
(2562 m), il Monte Fana (2547 m) e il
Monte Plose (2562 m).
L’escursione che qui proponiamo vi
porterà alla scoperta di nuovi e
sorprendenti panorami, donandovi
fatica per raggiungere la vetta, ma
anche sensazioni piacevoli e uniche
che rimarranno nel ricordo delle vostre
migliori escursioni invernali. Lungo i
pendii della Plose si snoda una rete
di 43 km di piste da discesa ottimamente preparate, servite da 10 impianti
di risalita moderni e spesso senza
code. Le piste sono adatte a sciatori
di ogni grado di preparazione e sono
fornite di accoglienti baite e ristoranti.
Inoltre le dolci pendici meridionali, ben
distanti dagli impianti sciistici, si prestano quasi in esclusiva per gradevoli
escursioni con le racchette da neve.
Infine, le malghe sparse sul territorio
rappresentano un’imperdibile occasione per assaporare i prodotti tipici e
le specialità regionali!
Quindi una escursione con le racchette
da neve con partenza dal parcheggio
auto, presso il punto di ristoro Brixner
Skiutte a 1900 metri di quota, da cui
in tutta tranquillità si inizia a salire,
affascinati dalla natura e alla scoperta
di un territorio incantato, fino a raggiungere la sommità del Monte Gabler
a 2566 metri di altezza.
D.G. Remo Dai Pra
giovedì 24 marzo
Il parco storico di Monte Sole (T)
(Appennino Bolognese)
Il Parco Storico di Monte Sole ricopre
quasi interamente l’area coinvolta
nell’eccidio di Monte Sole del 1944,
quando la violenza nazi-fascista portò
in queste terre la morte per centinaia
di inermi civili, anziani, donne e bambini. Proprio per mantenere viva la
memoria di questa storia drammatica,
delle vicende della Brigata Partigiana
Stella Rossa, delle distruzioni apportate dalla guerra, nel 1989, con la L.R.
19, è stato istituita questa Area Protetta, il cui principale obiettivo, oltre
alla tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, è la diffusione di
una cultura di pace rivolta soprattutto
alle giovani generazioni. Il Parco copre
un’area di circa 6300 ettari compresa
nel territorio dei Comuni di Marzabotto,
Monzuno e Grizzana Morandi, i quali
uniti alla Provincia di Bologna, al
Comune di Bologna, alle Comunità
Montane Alta e Media Valle del Reno
e Cinque valli Bolognesi costituiscono
il Consorzio di Gestione del Parco. Il
territorio del Parco, formato da un mosaico di habitat che costituisce l’ambiente ideale per una grande varietà
di specie animali come, per esempio,
una popolazione di Cervi, Caprioli,
Daini e Cinghiali. Nei boschi trovano
rifugio anche il Ghiro e lo Scoiattolo il
quale, nutrendosi di semi d’alberi ne
facilita la disseminazione a causa
dell’abitudine di seppellire il cibo in eccesso. Il Moscardino, può essere incontrato anche fuori dall’ambiente
forestale essendo legato agli arbusti
e al sottobosco. La composizione specifica dell’avifauna del parco è senza
dubbio ricca, contando oltre 60 specie
di uccelli. I percorsi del parco sono 6
(sei): percorso del Memoriale (che noi
percorreremo), Montovolo, Etrusco,
Naturalistico, dell’Acqua e Morandi.
D.G. Remo Dai Pra
3
Entomologia
Alla scoperta degli insetti
Foto Pandacarpi, Oasi Naturalistica
“La Francesa”
Negli ultimi anni abbiamo cercato di ampliare la nostra conoscenza della montagna da diversi punti di vista: botanico, geologico,
astronomico. Quest’anno affronteremo un altro tema: l’entomologia, ovvero gli insetti che vediamo e che talvolta trascuriamo
sui nostri percorsi. Affronteremo questo argomento con la collaborazione del Gruppo Modenese di Scienze Naturali e il Museo
di Zoologia ed Anatomia Comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Faremo due passi in questo mondo, il primo
al museo, dove faremo la conoscenza degli insetti e il secondo sul campo, dove li andremo a scoprire dal vivo.
Ivana Taverni
sabato 2 aprile, ore 10.00
domenica 10 aprile
Visita al Museo di Zoologia
ed Anatomia Comparata
Ca’ del Vento di Borzano (Albinea)
in collaborazione con la Comm. Escursionismo
via Università 4 - Modena
La visita si svolgerà in collaborazione
con l’Università, che ringraziamo, e il
Dr. Andrea Gambarelli che ci parlerà
del Museo e delle sue Collezioni. Il
Museo Di Zoologia e Anatomia Comparata risale al 1776 e si deve al Duca
Francesco III d’Este. Le numerose donazioni permisero al Museo di Storia
Naturale di essere annoverato fra i più
belli d’Europa di fine Ottocento
ospitando tra l’altro una delle più ricche
Collezioni Ornitologiche Europee. Nelle
13 sale incontreremo una ricca collezione di rettili, uccelli, pesci, mammiferi
ed invertebrati nonché una importante
mostra sugli insetti. Ed è proprio agli
insetti, che il Gruppo Modenese di
Scienze Naturali farà particolare riferimento, alla loro origine, alle aree
zoologiche mondiali, al dimorfismo,
all’alimentazione, alla loro funzione negli
ecosistemi, alle strategie di sopravvivenza come il mimetismo. Scopriremo
cosa e dove sono, i cicli di riproduzione,
il concetto di paleartico e l’origine della
fauna in Italia e in Emilia Romagna.
Avremo anche la possibilità di fare
osservazioni al microscopio.
L’itinerario percorre una delle zone più
belle della collina Reggiana, il paesaggio agreste è inframmezzato da
boschi e prati ed è frequente l’incontro
con caprioli, lepri, scoiattoli mentre,
nel cielo, volteggia la poiana. I boschi
sono di Castagno, di Cerri ed è da segnalare la presenza di alcuni alberi
protetti dalla regione Emilia Romagna,
l’Azzeruolo di via Franchetti, l’Olivo
alla Bicocca e il Cerro di Bellavista.
Sono notevoli le fioriture primaverili, il
Giglio di San Giovanni, il Giaggiuolo,
la Peonia e ampie distese di Dittamo;
il sottobosco è ricco di specie arbustive
tra cui il Pungitopo e in settembre
compare il Ciclamino. Nel Miocene,
6,5 -5,5 milioni di anni fa, si sono
formate le evaporiti della formazione
Gessoso-Solfifera: i gessi Messiniani.
Queste rocce solubili conferiscono al
territorio particolari morfologici, come
grotte, doline e inghiottitoi tra cui segnaliamo la Tana della Mussina, grotta
ai piedi della rupe del castello di Borzano e la grande Dolina del Pomo, nei
pressi della Casa della Speranza.
Andremo insieme ai Soci del Gruppo Naturalistico Modenese che, durante il percorso (facile ma con tratti in costante salita), ci faranno vedere gli insetti che di solito sono numerosi in questa zona protetta.
giovedì 7 aprile
sabato 7 e domenica 8 maggio
Da San Zeno All’Eremo di
San Romedio (T) (Val di Non)
I monti dell’Uccellina
nella grande Maremma (T)
Superata la fase più fredda dell’inverno, con l’inizio delle prime giornate
di tepore primaverile capita spesso,
a chi è appassionato di trekking, di
abbandonare temporaneamente le
amate cime per qualche itinerario più
riposante a bassa quota, ma non per
questo di minor soddisfazione. È una
sorta di anteprima delle escursioni
estive, dopo tante escursioni con
ciaspole, sci di fondo o di sci escursionismo e magari anche qualche caduta
sulla neve gelata. Per questo motivo,
abbiamo deciso di proporre uno spettacolare percorso, tutto scavato nella
roccia, che partendo dalla località di
San Zeno conduce al famoso Santuario di S. Romedio in Val di Non, nel
Trentino nord occidentale.
La valle di S. Romedio è serrata entro
alte e strapiombanti pareti rocciose:
sul fondovalle, accanto al rio omonimo, una strada asfaltata permette di
arrivare fin quasi al Santuario. L’itinerario più interessante però è il lungo
camminamento ricavato sopra il vecchio acquedotto scavato nella roccia.
Il percorso è stato messo in sicurezza
con robusti parapetti in legno ed è
stato così trasformato in un percorso
pedonale aereo e di grande fascino,
che si inoltra fino ai piedi del Santuario
di S. Romedio.
Il santuario di San Romedio è forse
il più interessante esempio di arte
cristiana medioevale e rinascimentale
del Trentino. Collocato su una rupe
calcarea a tre chilometri da San Zeno,
vi si accede per la strada che costeggia il rio San Romedio percorrendo
una stretta gola costeggiata da rocciose pareti scoscese. Custodito oggi
dai padri Francescani, il santuario si
eleva su una roccia alta 70 metri,
posta nel mezzo d’una selvaggia forra
alla confluenza del rio Verdés con il
rio di San Romedio e appare all’improvviso al visitatore in tutta la sua
bellezza. Costruito a più riprese a
partire dall’anno Mille, il complesso
ha subito nel corso dei secoli numerose aggiunte e interventi e solo nel
XVIII secolo ha acquistato l’aspetto
odierno.
D.G. Remo Dai Pra
in collaborazione con la Comm. Escursionismo
Il territorio Maremmano, partendo da
Orbetello fino a raggiungere il monte
dell’Argentario, dal punto di vista
paesaggistico è estremamente
variegato visto che si passa dalla zona
umida della laguna caratterizzata da
lunghe spiagge sabbiose, pinete e
macchia mediterranea, all’entroterra
che è caratterizzato da alcuni rilievi
dove la vegetazione cresce spontaneamente formando zone pianeggianti
che oggi vengono in parte intensamente coltivate e in parte dedicate a
parco. Il territorio del parco, delimitato
dalla ferrovia Livorno-Roma, si estende
lungo la costa tirrenica da Principina
a Mare ad Alberese, fino a Talamone.
Elementi geografici significativi sono
costituiti dall’ultimo tratto del fiume
Ombrone, dal sistema orografico dei
monti dell’Uccellina, che raggiunge i
417 metri a Poggio Lecci, dall’area
palustre della Trappola, oltre che dal
tipo di costa, ora falcata sabbiosa, ora
a falesia precipite.
Il Monte Argentario nasce come isola,
ma successivamente si è unito per
azione delle correnti marine alla terra
ferma. Il promontorio fu probabilmente
abitato già dagli Etruschi; fu in seguito
possedimento della Chiesa Romana,
poi dominio degli Spagnoli che ne
fortificarono i due porti e gli attuali centri abitati di Porto Santo Stefano e
Porto Ercole, quindi proprietà del Granducato di Toscana, ed infine, fu finalmente annesso al Regno d’Italia. Un
territorio quindi, pieno di testimonianze
storico-artistiche di grande importanza,
molto eterogenee fra loro, risalenti a
varie epoche e frutto di realtà ed esigenze diverse.
Oltre alle bellezze naturali, il fascino
di Porto Ercole deriva dalle imponenti
fortezze spagnole che vennero
edificate nel XVI secolo durante lo
Stato dei Presidi: Forte Filippo, la Rocca e Forte Stella sono tre fortificazioni
perfettamente conservate da cui tra
l’altro si possono ammirare meravigliosi panorami sul mare. Una curiosità
per concludere: a Porto Ercole nel
luglio del 1610 morì, in circostanze
ancora misteriose, Michelangelo Merisi
detto il Caravaggio.
D.G. Remo Dai Pra
giovedì 19 maggio
Ferrata Cima Capi (EEA)
L’andare per monti per il gruppo Over
50 è una passione di vecchia data.
Ora che i capelli hanno assunto
riflessi bianco-argentati, inaspettatamente, questa passione ha
trasmesso in noi, come un richiamo
irresistibile, un nuovo modo di vivere
ed è quindi parte essenziale della
nostra vita. Molti del gruppo hanno
una esperienza limitata e per questo
non appartengono alla ristretta elite
degli Alpinisti. Tutto il Gruppo Over
4
50 si considera semplice escursionista ma con tanto fiato e buona
volontà. Per queste ragioni si
propone un percorso alpinistico a
picco sul Garda, (o via ferrata) semplice e senza tante pretese, per riprendere confidenza con imbragature
e moschettoni; un’attività che molti
hanno da tempo messo in disparte.
Il sentiero è esposto ed è caratterizzato da tratti attrezzati (cavi e scale).
L’escursione si svolge interamente
sulla riva occidentale dell’alto Lago
di Garda e, dai numerosi punti
panoramici toccati, il percorso offre
scorci di rara bellezza sul Lago di
Garda e sulla valle del Sarca, a volte
con esposizioni da brivido per la
verticalità delle pareti sottostanti. Il
Gruppo della Rocchetta è situato a
sud-ovest di Riva del Garda e, visto
dalla sponda orientale del lago,
sembra sorgere direttamente dalle
acque. Le pareti, intervallate da
strette balze ed incise da ertissimi
solchi, formano un baluardo roccioso
che domina il fiordo di Riva. La Cima
Capi è l’elevazione più meridionale,
caratterizzata dalla sua parete est
alta diverse centinaia di metri, sul
cui solatio profilo corre la Ferrata
Susatti. Questo sentiero attrezzato,
nel suggestivo ambiente naturale e
panoramico, compie con un giro ad
anello a partire dal paese di Biacesa.
D.G. Remo Dai Pra
sabato 4 e domenica 5 giugno
Altopiano del Cansiglio e Museo della Battaglia di Vittorio Veneto (T)
in collaborazione con la Commissione di Escursionismo
In collaborazione con la Società dei
Naturalisti e Matematici di Modena e
in occasione del 150° Anniversario
dell’Unità d’Italia, visiteremo Vittorio
Veneto e all’Altopiano o Bosco del
Consiglio. In questa ricorrenza, celebrata anche dal bollino CAI, abbiamo
inteso andare in uno dei luoghi che
con molta tristezza ricordano le
vicende dello sviluppo della Nazione
Italia e le montagne, luogo di battaglia
e, soprattutto, luogo di ricostruzione
di un’Italia più unita e di pace.
Visiteremo il Museo della Battaglia,
nato da una donazione fatta da un
ragazzo del ‘99, il vittoriese Luigi
Marson (1899-1952) e inaugurato nel
1938, nella ricorrenza del ventennale
della Vittoria, nel cinquecentesco
palazzo della Comunità di Ceneda. È
una collezione di oggetti che Marson
ha riunito a testimonianza tangibile
della guerra alla quale aveva partecipato ed arricchita da altre donazioni,
tra cui quelle pervenute direttamente
dal Ministero della Guerra e da Luigi
Marzocchi, operatore fotografico del
Comando Supremo Italiano. Sono
raccolte pure numerose testimonianze
della dura vita di trincea, delle armi di
offesa e difesa e molti oggetti che
testimoniano lo sviluppo tecnologico
che la Grande Guerra ha provocato
nell’Europa, come telefoni da campo,
carte topografiche, dattiloscritti di
dispacci, giornali, manifesti redatti nelle
lingue delle diverse popolazioni coinvolte nel conflitto, nonchè esempi
dell’arguta propaganda prodotta da
entrambi gli schieramenti.
Il Cansiglio (Canséi o Canséjo in
veneto locale) è un vasto altopiano
prealpino situato tra le province di
Belluno, Treviso e Pordenone che si
eleva rapidamente dalla pianura
sottostante oltre i 1000 m d’altitudine
ed è coronato da alcune cime rocciose
come il Costa, la Cima Valsotta, il
Millifret e il Pizzoc, che lo dividono
dalla Val Lapisina e dal Gruppo del
Cavallo, oltre il quale si trova il Piancavallo. Sull’altopiano sono presenti
vari fenomeni di origine carsica, doline
e foibe, alcuni molto profondi come il
Bus de la Lum (200 m), il Bus della
Genziana (585 m), e l’Abisso del Col
della Rizza (794 m). Noi visiteremo il
Bus de La Lum, oggi dichiarato monumento nazionale: il nome in italiano
significa “buco della luce” e si ricorda
l’antica consuetudine di gettarvi le
carcasse dei capi di bestiame.
Vi attendo numerosi.
Ivana Taverni
GRUPPO FRIGNANO
domenica 28 marzo
sabato 21 e domenica 22 maggio
Ponte Castelvecchio
Monte Battifolle (E)
Val dei Mocheni-Bernstol
alle porte dei Lagorai (E)
La Valleriana, da tanti conosciuta come
Svizzera Pesciatina, deve questo
nome allo storico Ginevrino J.C.
Sismondi che la paragona alle verdi
vallate della sua amata Svizzera. La
Zona si sviluppa sui lati del torrente
Pescia di Pontito ove sorgono 10 paesi
(le Castella) Pietrabuona, Medicina,
Fibbialla,Aramo, Soriana, San Quirico,
Castelvecchio, Stiappa, Pontito e
Vellano, sorti tra la fine del IX e l’inizio
del X secolo lungo un’antica via di
collegamento con la Val di Lima e la
Val di Nievole. Rigorosamente costruiti
in pietra serena, famosa e presente
in questa zona, sono volti sempre a
Sud ed immersi in grandi boschi di
querce e castagni. Sono presenti,
talvolta ben conservate, le mura di
cinta che mantengono un chiaro aspetto medioevale con case aggrappate
al pendio e danno scorci veramente
suggestivi e pittoreschi.
Se la giornata sarà benevola, considerando che la primavera in queste
zone anticipa solitamente il suo arrivo,
dovremmo godere di un buon clima
che ci permetterà sicuramente di percorrerne una buona parte godendo di
questo splendido paesaggio. Non vi
illuda la zona collinare, poiché la
giornata ci porterà a coprire un dislivello superiore ai mille metri, pertanto
gambe in spalla e... buon allenamento.
Se tutto sarà OK, alla fine ci potrebbe
scappare un assaggio di prodotti tipici.
D.G. Fabio Fulgeri
domenica 8 maggio
Montagna e Storia (E)
Dall’antico Borgo di casa Bonucci
attraversando luoghi meno conosciuti
del nostro Appennino Modenese, fra
boschi di faggi e castagni, raggiungeremo i Monti della Riva a Cappel Buso,
camminando sul crinale percorrendo
“il sentiero della Pace”, dove si sono
svolti aspri combattimenti nel corso
della seconda guerra mondiale, fra
l’esercito Tedesco e le truppe angloamericane. Avremo modo di approfondire ed ascoltare storie e vicende realmente accadute, riportate dal nostro
amico e ricercatore Massimo Turchi,
che ci accompagnerà in questa
giornata. Raggiungeremo la frazione
di Trignano, passando per il “natio borgo selvaggio” “Il Poggiolino”, ove ci
accoglieranno gli amici del “Comitato
Terra di Trignano” e tutti insieme, mangiando crescentine, ciacci di castagne
e borlenghi accompagnati da un buon
vino, scambieremo le impressioni e le
emozioni avute percorrendo i luoghi
dove la storia ha lasciato il segno... La
Linea Gotica fu l’ultimo fronte di guerra
in Italia dall’agosto del 1944 all’aprile
del 1945 dividendo in due l’Italia, dal
mar Tirreno all’Adriatico. Da una parte
l’esercito tedesco che difendeva i punti
strategici sulle alture appenniniche,
dall’altra parte gli Alleati che tentavano
di penetrare nella Pianura Padana.
Accanto alla guerra combattuta al fronte
il territorio fu segnato da numerosi
episodi di stragi di civili, per tutti
Sant’Anna di Stazzema e Monte Sole
(Marzabotto). Ancor più che un teatro
bellico, la Linea Gotica fu il luogo dove
si manifestarono profondi cambiamenti
politici a livello mondiale, tra cui il timore
inglese della fine dell’epoca dell’impero
coloniale nel quadro politico di spartizione tra le nuove potenze americana
e sovietica che presto sarebbe stato
sancito nella Conferenza di Yalta. Ma
la Linea Gotica rappresentò anche un
villaggio globale ante litteram che vide
l’incontro tra soldati di oltre trenta paesi
diversi che con le loro culture entrarono
in contatto con le popolazioni locali.
D.G. Ida Ballerini
A pochi chilometri da Trento, lungo la
Valsugana, si apre una valle poco
conosciuta quanto misteriosa: è la
valle dei Mocheni, un’antica popolazione di origine germanica che vi si
trasferì nel 1300-1400 per lavorare
nelle miniere di argento, rame e
piombo. Dopo l’abbandono delle
miniere, la popolazione locale non ha
lasciato la valle, bensì ha valorizzato
il territorio ridestinandolo alla coltivazione dei famosi frutti di bosco di
Sant’Orsola Terme. Un popolo
attaccato alla valle e alla cultura di
origine a tal punto da far nascere
leggende e dicerie sulla sua stranezza,
ma aperto e ospitale per fare conoscere i tesori preziosi di un piccolo angolo di Trentino rimasto abbastanza
intatto e a misura d’uomo. In questa
due giorni, avremo modo di conoscere
sia la parte ambientale delle montagne
a Nord, Nord-Est che si affacciano
sulla catena dei Lagorai, sia la parte
culturale e storica, degustando i prodotti tipici, apprezzando i particolarissimi “masi” con, in alcuni casi, i mulini annessi, e visitando, se possibile,
i musei delle miniere e della cultura
mochena. L’itinerario ci porterà al
Rifugio Sette Selle, una piccola dimora
rurale sita in una splendida conca
prativa all’ombra del crinale delle cime
Sette Selle, Sasso Rotto e Sasso
Rosso, per poi condurci in un interessante itinerario che toccherà la
dorsale, poi i laghi naturali, tra cui lo
splendido Endermolo, e le miniere.
Splendida la vista sulla catena dei
Lagorai e a Nord e sulle Dolomiti di
Brenta a Ovest.
A.E. Serena Muracchini
sabato 11 e domenica 12 giugno
Ferrata “Rio Secco”
Rifugio Sauch (EEA)
Il Parco naturale del Corno nero è
un’area protetta dell’alto Adige, compresa tra il passo di S. Lugano a nord,
la val di Fiemme a sud-est e la valle
dell’Adige a ovest. Di costituzione geologica prevalentemente in roccia calcarea, ha la sua cima più alta nel
monte Corno 1817 m. Ampliato undici
anni fa, racchiude in sé svariati luoghi
di interesse storico come la via Romana per il Mezalòn e la limitrofa località di Salorno, di origine preistorica,
con un castello risalente al VI secolo.
In essa, che in passato fu teatro di
cruenti scontri tra Franchi e Longobardi, sono state anche riportate alla
luce più di 180 tombe di epoca Romana. Di particolare interesse paesaggistico è il Lago Santo, da cui passeremo nel nostro itinerario che ci vedrà
entrare all’interno del Parco, dalla porta
più “scomoda”, cioè la via ferrata di
“Rio Secco” in località Cadino. Oltre
ad offrire un notevole interesse naturalistico, il Parco è anche terra di confine tra due culture, quella latina e
quella tedesca, che si mischiano sia
in termini linguistici sia in usi e costumi.
D.G. Giordano Chiodi
5
CONVERSAZIONI IN MONTAGNA
di filosofia, letteratura, psicologia e altro ancora anno sesto
a cura di Alberto Meschiari
domenica 13 marzo
domenica 15 maggio
Portovenere - Campiglia (Liguria)
Lago Pratignano - Cascate del
Dardagna (E) (Appennino modenese)
Portovenere sorge all’estremità
meridionale di una penisola separata
dalla frastagliata linea costiera della
riviera ligure di levante, che va a
formare la sponda occidentale del
Golfo di La Spezia. Di fronte a noi le
isole di Palmaria, Tino e Tinetto. Il
sentiero ha inizio dalla lunga e ripida
scalinata che costeggia il castello del
XII secolo per condurre in quota.
Attraverso la pineta e la macchia
mediterranea, seguendo la costa a
picco sul mare, conduce quindi a
Campiglia.
domenica 27 marzo
Monterosso - Manarola (E) (Cinque Terre)
Classica escursione invernale al Parco
Nazionale delle Cinque Terre, territorio
tutelato dall’Unesco in quanto sistema
di interesse naturalistico ambientale.
La zona delle Cinque Terre, nella Liguria Orientale, comprende, da Sud a
Nord, i paesi di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso, ed è caratterizzata dalla presenza
di tipici versanti scoscesi, un tempo
coltivati a vite per mezzo di faticosi
impianti di terrazzamento. Il suggestivo
tipo di costa a strapiombo sul mare,
con falesie che raggiungono la verticalità, alternato a baie, anfratti ed in-
cantevoli spiaggette tra gli scogli, con
fondali profondi e ricchi di varietà ittiche, fanno di questo comprensorio
un’autentica opera d’arte della natura.
domenica 17 aprile
Dal Lago di Pratignano (1307 m), prenderemo il Sentiero della Pace 401.
Accompagnati dai cavalli e dal profumo
del Timo, raggiungeremo il passo della
domenica 29 maggio
Monte Stivo (E) (Lago di Garda)
La nostra camminata ha inizio a Malga
Campo (1385 m) e conduce al valico di
Cima Bassa (1684 m). Da qui, con bei
panorami verso la Valle e il Lago di
Cavedine e il Gruppo del Brenta, raggiungeremo il Rifugio Prospero Marchetti
(2012 m). Dieci minuti appena ci
porteranno sulla cima del Monte Stivo
(2059 m), eccezionale punto panoramico
affacciato sul Lago di Garda e la
Vallagarina. Dalla cima la vista spazia
sulla catena del Monte Baldo a Sud, le
Piccole Dolomiti e il Pasubio a Est, i
ghiacciai dell’Adamello, del Carè Alto e
Abetina Reale - Rifugio Battisti (E)
(Appennino reggiano)
(Liguria)
Da Santa Margherita Ligure, uno dei
luoghi cari al filosofo tedesco Friedrich
Nietzsche, ci faremo traghettare a
Portofino sulle acque del Golfo del
domenica 1 maggio
Sentiero del Ponale (E) (Lago di Garda)
Il nostro cammino ha inizio sulla
vecchia strada del Ponale, che prende
il nome dall’omonimo torrente e che
un tempo congiungeva il Lago di Garda
con la Val di Ledro, oggi trasformata
in sentiero pedonale e ciclabile. Si
snoderà poi in leggera salita, con
splendide vedute panoramiche sul
Lago di Garda, rocce strapiombanti
sull’acqua, gallerie scavate nel calcare,
feritoie e fortificazioni austro-ungariche,
e il ponte sull’orrido.
6
della Presanella e le Dolimiti di Brenta
a Ovest. Nelle giornate serene la veduta
sulla piana di Riva del Garda e sul Lago
aggiungono un fascino straordinario a
questa camminata.
domenica 12 giugno
Portofino - San Fruttuoso - Camogli (E)
Tigullio. Affacciato sull’omonima baia,
Portofino è situato presso la punta
sud-orientale del promontorio. Da qui
prenderemo il sentiero in saliscendi
che porta a San Fruttuoso. Il piccolo
centro è costituito da una spiaggetta,
dalla monumentale abbazia, dalla
chiesa, la torre dei Doria e da poche
casette che si specchiano nel blu
smeraldo del mare, sul fondo verde
scuro dei pini. Attraverso il Valico del
Termine (m. 300), raggiungeremo San
Rocco per scendere quindi a Camogli,
antico centro fortificato di fondazione
ligure, nel Golfo Paradiso.
Riva (1454 m), da cui transitava la Linea Gotica arretrata nell’ultimo inverno
della Seconda Guerra Mondiale. Scenderemo quindi attraverso il bosco fino
alle Cascate del Dardagna (1134 m),
una delle maggiori attrattive dell’Appennino bolognese, nei pressi del Santuario
di Madonna dell’Acero. Formate dal
torrente Dardagna, che nasce dalle
conche del Cavone (Parco del Corno
alle Scale), con un salto complessivo di
200 m., queste cascate sono tra le più
alte d’Italia. Unendosi allo Scoltenna, il
Dardagna dà poi origine al fiume Panaro.
La nostra escursione avrà inizio a
quota 1100 metri. Costeggiando il
torrente Dolo, il sentiero ci condurrà
attraverso un bosco di maestosi faggi
e conifere al Rifugio Segheria dell’Abe-
tina Reale (1418 m). L’aggettivo Reale
questa zona lo deve al fatto che venne
ampiamente sfruttata dai Duchi Estensi
come riserva di legname, soprattutto
di abete bianco. Oggi l’area è contornata da abete rosso, frassino e sambuco. Proseguiremo quindi fino al Passo
di Lama Lite (1781 m). Da qui godremo
di uno splendido panorama verso le
pendici del Monte Prado (2054 m) e del
Monte Cusna (2120 m) e potremo
dominare con lo sguardo l’intera pianura.
Pochi metri ancora ci porteranno al
Rifugio Cesare Battisti (1751 m).
Le Alpi Venete
Rassegna Triveneta del C.A.I.
Questa rivista ci permette di conoscere l’ambiente alpino che, a partire dalle
montagne venete a noi più vicine (Monti Lessini, Piccole Dolomiti, Pasubio,
Altopiano di Asiago), raggiunge le Alpi confinanti con Austria e Slovenia
(Carnie e Giulie), attraverso i gruppi Dolomitici come le Pale di S. Martino,
Lagorai, Civetta, ecc. La Rivista propone itinerari molto dettagliati e ben
curati di escursionismo, alpinismo, sci fondo escursionistico, sci alpinismo
ed altri di carattere naturalistico: dedica inoltre articoli, trattati sempre con
rigore scientifico, sulle formazioni rocciose, flora e fauna. Ampio spazio è
lasciato alla storia dell’uomo, dai primi insediamenti fino ai giorni nostri.
Nell’ambito storico una parte è naturalmente dedicata alle vicende
dell’alpinismo, narrate sempre su quell’esile filo della verità e leggenda che
appassiona il lettore. Ampio spazio lasciato al dibattito all’interno del Club
Alpino Italiano, Soccorso Alpino, ecc. La Rassegna “Le Alpi Venete” è frutto
della collaborazione delle Sezioni Trivenete del C.A.I. ed è forse la più
completa ed interessante Rivista di alpinismo edita attualmente in Italia. Non
è una rivista che ricerca la moda, ma una rivista indispensabile per il Socio
C.A.I. che fa alpinismo in un rapporto di conoscenza uomo-natura.
Chi è intenzionato a visionarlo e ad abbonarsi può rivolgersi in segreteria
entro il mese di aprile. A cadenza semestrale, l’abbonamento è di 6 Euro.
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SCUOLA C.A.I.
A
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DEN A
ALPINISMO GIOVANILE
Corso Junior
“Il piccolo escursionista”
per ragazzi/e nati dal 2000 al 2001
Un corso per orientarsi,
leggere le carte dei sentieri, osservare le impronte degli animali e l’ambiente circostante.
Apprendere le prime fasi
dell’alpinismo sui sentieri
attrezzati. Un percorso
formativo nell’individualità, nel gruppo, in un ambiente naturale altamente
educativo e affascinante.
Mercoledì 9 marzo - Sede C.A.I. ore 17.30
PRESENTAZIONE DEL CORSO - Abbigliamento e attrezzatura
Mercoledì 16 marzo: Cosa mangio? Progressione su neve
Domenica 20 marzo:
CIMA TRAPPOLA Su e giù per i pendii nevosi
Mercoledì 30 marzo: Nodi e moschettoni
Domenica 3 aprile:
IL 92° CONGRESSO sentieri attrezzati
Mercoledì 13 aprile:
Prove di una ciclo escursione: cambio o non
cambio, salite, discese, birilli, altalene, ecc.
Domenica 17 aprile: IL TIEPIDO
Ciclo Cross Escursione di un “mucchio selvaggio”
Mercoledì 27 aprile: Colline di carta
Domenica 1 maggio: MONTE PURGA
Escursione di orientamento cartografico
Mercoledì 4 maggio: Organizzazione di una escursione
Sabato e Domenica 7 - 8 maggio:
UN WEEKEND NELLA MAREMMA
Traversata in bicidelle coste naturali, tra cale e
spiagge incontaminate, torri e leggende
saracene, ed incontri con caprioli, cervi e daini...
a portata di mano.
Giovedì 5 maggio presentazione de’
ÆI SOGGIORNI ESTIVI
DELLæALPINISMO GIOVANILEÆ
Ore 17.30:
- dall’11 al 14 giugno - Soggiorno in Appennino
“i quattro giorni delle Aquile”
Aquilotti e Junior bambini nati dal 2000 al 2004
- dal 4 al 10 settembre - Soggiorno nelle Dolomiti
Junior bambini nati dal 2000 al 2002
Ore 21.00:
- dal 2 al 15 luglio - Soggiorno “Trek Parco Nazionale del
Triglav e Otztaler Alpen”
Senior giovani e ragazzi nati dal 1993 al 1999
Corso Aquilotti
“Che animale sei?”
dal 10/03 al 08/05/2011
per bambini/e nati dal 2002 al 2004
Un corso dedicato ai più piccoli per imparare a riconoscere gli
animali a due e quattro zampe che popolano paludi, pianure, colline
e montagne dalla preistoria ad oggi.
Giovedì 10 Marzo - Sede C.A.I. ore 17.30 Presentazione del Corso
Cosa mi occorre, cosa mangio, come fare lo zaino?!
Domenica 20 Marzo
VAJO DELLO SQUARANTO
La collina di Noè: conoscere gli animali dell’arca
Giovedì 31 Marzo - Sede C.A.I. ore 17.30
TANTO PER CANTAR prove di un coro di voci animali stonate...
Domenica 3 Aprile
SUI SENTIERI DEI DINOSAURI Vi piacerebbe fare
un calco di gesso di una loro impronta? Preparatevi!
Giovedì 14 Aprile PARCO ENZO FERRARI ore 17.30
Ciclo parco, ovvero prove di un ciclogruppo
Domenica 17 Aprile
SULLE ALI DELLE FARLALLE
“l’ho presa, l’ho presa!!!” gridava a distesa la vispa Teresa
Sabato 30 Maggio
MUSEO DI ZOOLOGIA
Visita all’Università. Così piccoli e già all’università? Non voi, gli insetti!!!
Domenica 1 Maggio
UN INSETTO PER AMICO
Un viaggio insieme per conoscerci
Sabato e Domenica 7-8 Maggio
IL RITORNO DELLE CICOGNE BIANCHE Storia di un reinserimento
riuscito, in bici tra nidi, laghi e paludi. Un fine settimana a casa loro...
Martedì 13 Settembre
FESTA DI FINE CORSO
Foto, filmati e racconti sulle avventure del Corso...
21 - 27 aprile
CORSICA DEL SUD
VACANZE PASQUALI
giovani nati dal 1993 al 1996 - ragazzi nati dal 1997 al 1999
Escursioni sui Monti dell’Uomo di
Cagna, ciclo escursioni nelle
naturalistiche cale marine di Bonifacio,
Baia Figari, isole Bruzzi e alle spiagge
della Palombaggia. Arrampicate sulle
falesie e ferrate del Col Bavella.
La prima volta fu l’Isola d’Elba, poi la
Riviera di Ulisse di Sperlonga, in seguito la bellissima Penisola Sorrentina, l’anno scorso fu la scoperta dell’inaspettato e sconosciuto Parco di
Paklenica sulle coste della Croazia,
quest’anno una Pasqua tarda ci fa
attraversare a ovest di qualche meridiano il Mar Tirreno per trascorrere le
vacanze di Pasqua in un ambiente legato al mare, una zona per noi un po’
sconosciuta, ma stante le informazioni
raccolte, molto bella e piena di curiosità
da soddisfare. Come al solito, la base
di partenza delle varie attività in
programma sarà al centro del territorio
da visitare, il Golfo di Portovecchio.
Già da solo vuole dire mare, spiaggebagni, ma sarà l’occasione per fare
escursioni naturalistiche sui Monti della
Cagna alla ricerca del mitico sconosciuto Uomo di Cagna e con la bici da
escursionismo - mtb scendere al mare
per una lunghissima dirotta strada
forestale con dinnanzi un mirabolante
palcoscenico marino quali sono le
Bocche di Bonifacio con la dirimpettaia
costa Sarda. Poi una visita in bicicletta
alle più belle famose e a volte sconosciute cale del sud del Corsica, anche
qui sabbie finissime e colorate e massi
scogliere lavorati dall’acqua, che
sembrano usciti dalla bottega di uno
scultore d’arte moderna o dalla fantasia
di ognuno di noi. Infine non possiamo
farci sfuggire una capatina al Col della
Bavella, dove ci attendono ferrate e
arrampicate su falesie di roccia
granitica.
Per i genitori, preoccupati per queste
vacanze troppo lunghe lontane dallo
studio, è questa un’occasione per
dimostrare, come gli anni precedenti,
che è possibile coniugare responsabilità, un minimo di sacrificio di tempoconcentrazione, necessario per i compiti assegnati dai professori, e una bella vacanza in simpatica compagnia.
In fondo chi era quel Saggio che in
latino condensò il tutto in mens sana
in corpore sano?
Alla sera dopo laute cenette a lume di
frontale, autocucinate a turno da tutti,
le attività continueranno in riva al mare
o nel famosissimo locale notturno
“l’ancien Couvent di S. Julien...”
7
PO
EM
UP
CAI
SPELEOLOGICO
IL IA
GR
NO
MODENA
GRUPPO SPELEOLOGICO EMILIANO
80° anniversario del Gruppo
Speleologico Emiliano
Il 21 giugno 1931 fu fondato il G.S.E., il più antico gruppo grotte
dell’Emilia Romagna. Quest’anno vogliamo ricordare la ricorrenza con
alcune iniziative, tra le quali una gita domenica 15 maggio alla grotta
di S. Maria di Vallestra (Carpineti), dove avvenne la fondazione, nel
corso della quale il prof. Antonio Rossi terrà una breve conferenza.
Riportiamo qui i 2 documenti storici, tratti dal nostro archivio: una
dettagliata relazione sulla grotta in questione, pubblicata nel 1932 sulla
rivista “Le grotte d’Italia” e una relazione sul primo anno di attività del
nostro gruppo, che all’epoca si chiamava “Gruppo grotte del C.A.I. di
Modena”.
ISTITUTO ITALIANO DI SPELEOLOGIA
E. MONTANARO
LA GROTTA
DI S. MARIA
VALLESTRA
ESTRATTO DAL FASCICOLO DI GENNAIO-MARZO 1932 - X
DE "LE GROTTE D'ITALIA"
RIVISTA DELL'ISTITUTO ITALIANO DI SPELEOLOGIA E ORGANO UFFICIALE
DELLE REGIE GROTTE DEMANIALI DI POSTUMIA
N. 1-E - Grotta di S. Maria di Vallestra Località: Monte Vallestra - 25.000 IGM Carpineti (86 III NO).
Situazione: m. 150 SO dal Monte Vallestra.
Quota ingresso: m. 900.
Profondità: m. 14.
Pozzi interni: m. 3.
Lunghezza: m. 60.
Temperatura esterna: 9° C.; interna: 15° 3’ C.
Letteratura: Pietro Doderledu, Note illustrative sulla carta geologica del Modenese
e del Reggiano, pag. 55, 1870, «Atti e Memorie della R. Accademia di scienze,
lettere ed arti», Modena, vol. XII, 1871.
Data del rilievo: 4/10/1931.
Rilevatore: Edy Dreossi.
È sufficiente l’esame sommario di una tavoletta topografica al 25.000, per rendersi
conto dell’interesse offerto dal territorio di Vallestra.
In corrispondenza di esso vediamo infatti le linee di quota abbandonare ad un
tratto il loro andamento monotono sinuoso, testimoniante la presenza di un declivio
dolce a rade interruzioni torrentizie, proprio delle formazioni ad argille scagliose,
per dar luogo ad una serie di linee serrate, concentriche, incalzanti - con uno
sbalzo rapidissimo di circa 300 metri - verso la vetta segnata dalla piccola croce
della cappella di S. Maria. A Sud-Est tali linee si confondono e scompaiono
bruscamente in un intrico di piccoli tratteggi e di solchi, che lasciano comprendere
la presenza di una parete scoscesa, quasi a picco sulle regioni sottostanti.
L’escursione organizzata ed effettuata dal Gruppo Scientifico del Club Alpino Italiano
alla Grotta del Monte Vallestra non ha deluso l’interesse che l’esame di tavolino aveva
potuto precedentemente accendere: confermando anche l’opportunità, sia dal lato
turistico, sia da quello strettamente scientifico, di render meglio nota questa particolare
formazione del nostro Appennino, cui già valenti studiosi dedicarono la loro attenzione,
specialmente per ciò che concerne le ricerche di indole biologica.
Il Monte Vallestra si erge, a Nord-Ovest del paese omonimo, in una potente massa
rocciosa, di color grigio-biancastro, interrotto qua e là da rade macchie di
vegetazione; e forma con la sua mole un caratteristico contrasto con la squallida
monotonia delle argille scagliose, sulle quali direttamente appoggia. La roccia di
cui il monte è per gran parte costituito, consta di un’arenaria calcare assai compatta,
ad elementi piuttosto minuti, entro la quale un attento osservatore può scorgere
non rari piccoli frammenti di conchiglie di molluschi bivalvi.
Gli strati formanti detto deposito inclinano a Nord-Ovest, verso la Valle del
Tresinaro, formando con l’orizzonte un angolo non superiore a 15°, e raccordandosi
stratigraficamente a quelli che si osservano in tutta la regione compresa tra S.
Pietro, Carpineti, Felina, Marola, Pantano.
È appunto sul lembo superiore dell’affioramento che si apre la nota Grotta di S.
Maria Maddalena. Riguardo alla sua natura geologica, sembra che essa non abbia
nulla a che vedere con le grotte di carattere carsico. Qui non vi è traccia alcuna
di un corso sotterraneo, e, almeno per quanto ci fu dato da notare, non si osserva
8
la presenza di notevoli concrezioni stalattitiche e stalagmitiche.
Le camere sono per la maggior parte anguste, e tanto la successione di esse quanto
l’aspetto delle pareti appaiono estremamente caotici. Le volte -se pure così si possono
chiamare- sono spesso rappresentate da massi di notevole potenza, miracolosamente
trattenuti, nella loro ricerca di un equilibrio stabile, da piccole «cariatidi», resistenti
non si sa come (ma certamente per breve durata) alle pressioni del peso incombente:
massi tutti staccati completamente dalla roccia «in posto», frammentati e dislocati
in modo tale da sgomentare che voglia ricostruirne il primitivo assetto.
L’impressione che questo caos offre al visitatore, è quella di un ammasso di rovine:
sembra che un brusco movimento tellurico abbia scosso e sconvolto parzialmente
la cima di questo monte, lasciando poi alla legge di gravità e agli agenti atmosferici
il loro corso verso un assestamento definitivo dei massi. Ed è questa, del resto, con
ogni probabilità, l’origine della grotta di Vallestra: grotta di «tipo tettonico», come
i geologi la definiscono: risultante da una serie di diaclasi prodottesi nella massa
calcare in seguito a fenomeni di carattere orogenetico, agli effetti dei quali concorsero
pure, attraverso lungo periodo di tempo, l’azione dell’aria e dell’acqua. A meno che
non si tratti di un fenomeno millenario di erosione: venuto a mancare il sostegno
della sottostante roccia più friabile, si accatastarono nel modo caotico sopra descritto.
Il nuovo Gruppo Grotte del Modenese, costituitosi lo scorso anno, ha già dimostrata
la sua laboriosa attività nel campo speleologico e oltre alla Grotta di Vallestra ha
esplorato pure la Tana della Mussina. Di questa grotta verrà prossimamente ripetuta
l’esplorazione per rilevare nuovi meandri sotterranei.
Inoltre il Gruppo Grotte sopraddetto intende visitare e rilevare alcune grotte del
Reggiano e precisamente il Buco del Cornale e quello denominato del Fresco, e
presso Scandiano la Grotta Terenziano in prossimità di Ventoso, e ancora nella
vallata di Vallestra la Grotta di S. Michele.
Nel Modenese inoltre vengono segnalate la Grotta delle Fate nell’alta valle della
Dardagna presso il Lago Pratignano, e due cavità nel versante Nord-Ovest del
Monte Montanare presso Guiglia.
Nei pressi dei Sassi di Rocca Malatina si aprono le seguenti cavità: il Buco dei
Falchi, il Buco I dei Briganti, il Buco II dei Briganti, il Buco del Campanile Basso,
il Buco del Tesoro, e infine, presso Montese, la Grotta Gea.
Nel Bolognese, nei pressi di Gesso, esiste un torrente emissario di una piccola
valle chiusa della lunghezza di circa 400 metri. Presso Gaibola, la grotta esistente
al fondo della dolina di fronte alla chiesa e alcuni pozzi verticali nei pressi della
chiesa stessa. Nelle vicinanze di Croara si trovano parecchi pozzi naturali, varie
risorgenti e la cavità detta Buco del Freddo. Presso Farneto si aprono le cavità
naturali denominate il Buco di Ronzano, il Buco di Caibola, il Buco dell’inferno
e quello di Farneto stesso, che a quanto sembra dovrebbe essere la più bella e la
più estesa dell’Emilia, e che indubbiamente riserva molte sorprese.
Pertanto, da questa succinta esposizione risulta che anche nell’Emilia vi è la
possibilità di studio delle cavità sotterranee e l’Istituto Italiano di Speleologia si
augura di ricordare spesso il nuovo Gruppo Grotte con sempre nuove ricerche e
nuovi studi che interessino la regione.
Tratto dall’Archivio del G.S.E.
Attività Gruppo Grotte del CAI di Modena
21 giugno 1931 IX - 31 maggio 1932 X
Il Gruppo Grotte di Modena è stato fondato il 21 Giugno 1931 alla Grotta S.
Maria sul Monte Vallestra (n° 1E), durante l’esplorazione di detta Grotta.
L’animatore di tale movimento fu il Rag. Leonida Boldori di Cremona che diede
i primi consigli e i primi dati.
Sorto con l’aiuto e la benevolenza del Presidente della Sezione di Modena del
C.A.I. Avv. Gino Mori, il Gruppo Grotte Modena iniziò appunto la sua attività
sul Monte Vallestra esplorando definitivamente detta grotta e raccogliendo parecchio
materiale cavernicolo, ancora allo studio. Dopo l’esplorazione venne a mezzo del
suddetto Rag. Boldori comunicata a Postumia all’Istituto It. Di Speleologia la
costituzione di detto gruppo.
Avuta la necessaria ratifica, e iniziatosi i rapporti con detto Istituto s’incominciò
la raccolta del materiale bibliografico sulla Grotta di Vallestra e la ricerca
bibliografica di altre cavità Emiliane.
Il 4 Ottobre 1931, il Gruppo ritornò a Vallestra per i rilievi della Grotta, così per
merito del Signor Edy Dreossi dell’Alpina delle Giulie gli speleologi Modenesi
poterono iniziare il loro proficuo lavoro con cognizioni di fatto.
Nel medesimo giorno si portarono a Borzano (Reggio Emilia) ad esplorare la
Tana della Mussina (n° 2E). Questa Grotta destò le meraviglie dei nostri speleologi
che pensarono di ritornarvi per completare i rilievi e l’esplorazione.
In una successiva visita fatta il 22 Novembre 1931 ci si convinse dell’importanza
del fenomeno carsico dei gessi della Tana della Mussina, e si preparò una spedizione
che il giorno 21 Febbraio 1932 poté partire ed eseguire un cumulo di ricerche e
di esplorazioni, tali da far crescere sempre più la passione per gli studi speleologici. All’esplorazione faceva pure parte un pioniere di detti studi nell’Emilia
il Prof. Giorgio Trebbi. Continuò ininterrotto il lavoro di ricerche bibliografiche,
che fruttò al gruppo conoscenze di nuove cavità. Venne dal Gruppo Grotte Cremona
esplorato e rilevato il Buco di Camerà (n° 8E); passato al nostro catasto perché
l’oltrepò Pavese appartiene orograficamente all’Emilia.
Un importante lavoro di corrispondenza e di ricerche ha dato modo al nostro Gruppo
Grotte di entrare in relazione con studiosi e appassionati che furono larghi di dati,
di notizie e di aiuti.
Vennero pure intraprese trattative con la sezione di Parma del C.A.I. per la
costruzione di un Gruppo Grotte in quella città, con l’incarico dello studio
speleologico del Parmense e del Piacentino. Le trattative sono ancora in corso.
Il 3 Aprile 1932 veniva effettuata una nuova esplorazione nel Borzanese che fruttò
nuovi dati per la Tana della Mussina e il rintracciamento del Buco del Cornale
(n° 11E).
Il 15 Maggio 1932 veniva ricercata la Grotta di Terenzano (n° 13E) che si doveva
trovare, secondo dati citati dallo Spallanzani Lazzaro sul Monte del Gesso presso
Scandiano, il nostro Gruppo trovò al suo posto un’imponente frana che aveva
travolto tutto.
Così pure la Grotta del Farneto (n° 7E) venne esplorata e con buon esito, avendo
rintracciato il corso sotterraneo che forse un tempo formò la grotta.
Da ultimo il 29 Maggio 1932 veniva fatta l’esplorazione e il rilievo della Grotta
Tana delle Fate (presso il Lago di Pratignano) (n° 15E).
L’attività del nostro Gruppo Grotte ebbe notevole e benigno appoggio della locale
Sezione del C.A.I. con la pubblicazione dell’attività speleologica sul periodico
il “Cimone” in cui sono riportate le relazioni delle suddette esplorazioni.
Così pure sui n° 1, 2, 3 Gennaio, Febbraio, Marzo della rivista “Le Grotte d’Italia”
è comparso il rilievo della Grotta di Vallestra n° 1E e l’elenco delle cavità Emiliane
per ora conosciute che sono 36.
Sebbene la nostra Regione sia povera di cavità sotterranee e quelle poche non
siano che microscopiche al confronto delle meravigliose cavità di altre regioni.
Però col consiglio dell’Istituto It. di Speleologia che ha promesso anche materiali
necessari per una più perfetta organizzazione speleologica, il nostro Gruppo Grotte
spera di poter portare a termine l’attività iniziata, e di procurarsi tutti i dati botanici,
zoologici, toponomastici, topografici, leggendari, storici, ecc. in ogni grotta e il
tutto renderlo noto a mezzo di pubblicazioni con l’aiuto sperabile di qualche
Società o Ente.
Nuovi e prossimi lavori attendono il Groppo Grotte; la fine delle esplorazioni e
delle ricerche nel complesso selenitico di Borzano, visite, esplorazioni e rilievi
alla Grotta del Farneto insieme al Dr. Anelli dell’Istituto It. di Speleologia, ricerche
definitivi rilievi delle piccole cavità del Modenese, che chiuderanno forse per
quest’anno la proficua attività del nostro Gruppo Grotte.
venerdì 29 aprile - ore 21.00 in Sede
martedì 3 maggio - ore 21.00 in Sede
In mountain bike nelle
Grandi Isole nel Mediterraneo
Proiezione di immagini dei Soci
Quest’anno il CAI di Modena organizza
il primo corso di Ciclo Escursionismo
e per aprire i corsisti a “mete possibili,
se ci si impegna molto”, abbiamo
pensato di presentare una bellissima
serata con Claudio Coppola, un Socio
CAI, piacentino di origine ma attualmente socio della Sezione di Este, da
sempre appassionato di lunghe traversate naturalistiche ed etnografiche.
Dal 1991, pur continuando con le
attività tradizionali del sodalizio, si è
dedicato alla mountain bike, esplorando il percorso del CicloSentiero
Italia attraverso le Alpi (traversata
integrale nel 2005), l’Appennino, la
Corsica, la Sardegna e la Sicilia, tutti
in autonomia e senza mezzi di appoggio. L’impegno in questo particolare
campo gli è valso nel 2008 l’ingresso
nella Commissione Centrale Escursionismo per il settore MTB. Ideatore
del Sentiero Atestino di Arquà Petrarca,
ha al suo attivo molti articoli su riviste
del settore montagna, 4 libri di escursionismo dedicati ai Colli Euganei e
ai Colli Berici, e tre volumi dedicati ai
ciclotrekking, “Alpibike” (2006, Blu
Edizioni, Torino), “BikeAppennino” e
“BikeIsole” (2008 e 2010, libri elettronici
autoprodotti). Ha un sogno: arrivare
ai campi base nord del K2 e dell’Everest partendo in bicicletta
dall’Italia.
Per presentare la serata, oltre alla foto
col protagonista fra i monti e il mare
riporto un breve brano dal testo “Bike
isole” molto esplicativo: “Sembra ieri
che abbiamo mosso i primi colpi di
pedale che ci hanno portato a
calpestare le sabbie della Corsica e ad
affrontare le sue salite, a sfidare il vento
della Sardegna e assaporare l’ospitalità
della sua gente, a scoprire una Sicilia
verdissima e persino piovosa: ma
soprattutto ora che il grande itinerario
del Ciclosentiero Italia è completato,
sento una sensazione di vuoto, quasi
che il raggiungimento dell’obiettivo
coincida con la fine dell’avventura.
Non avevo provato questo al termine
della traversata alpina e nemmeno
pedalando sul lungomare di Reggio
Calabria, con l’Appennino ormai alle
spalle, probabilmente perché vi erano
altre strade da percorrere, altre vette
da raggiungere: ora non più perché le
scoperte sono terminate e finita è la
sensazione di Colombo e di
Livingstone, di Magellano e Marco
Polo, quella della sfida personale. Sarà
necessario individuare altri terreni di
gioco, anche se gli anni passano e la
stanchezza comincia a farsi sentire: li
troverò sicuramente, ma non saranno
mai come le carrarecce ed i sentieri
di questa nostra splendida Italia, che
ora posso dire di conoscere davvero.”
Vi invito caldamente alla serata.
Ivana Taverni
IL RETTORE GRUPPO GROTTE C.A.I.
Rag. Giacomo Simonazzi
Visto: IL COMMISSARIO DELLA SEZIONE DEL C.A.I.
Cav. Giuseppe Marchesi
Dolomiti di Sesto - Vallandro - Fanis
Piccole Dolomiti Vicentine
In questa serata saranno proiettate
diapositive scattate da alcuni Soci della
nostra Sezione durante escursioni
alpinistiche estive in diversi gruppi delle
Dolomiti. Saranno mostrate immagini
di ambienti ben noti agli appassionati
di montagna, su itinerari di grande
soddisfazione, come l’accesso alle Tre
Cime di Lavaredo attraverso la Val
Rimbon o le salite al Picco di Vallandro
e alla Cima Carega. Saranno presentati
anche luoghi legati alla 1° Guerra
Mondiale, dove ancora numerose e
ben conservate sono le testimonianze
di quegli eventi. Ad es. la traversata
Cornetto - Baffelan lungo il sentiero
militare di arroccamento, con scorci
assai caratteristici nei tratti su cenge e
in galleria; interessantissima è poi la
visita al pianoro sommitale del Monte
Piana, dove è stato creato un Museo
all’aperto che illustra e spiega, con
opportuni pannelli didascalici presenti
nei luoghi stessi, le postazioni e i
manufatti creati in quegli anni.
Sarà infine illustrato anche uno
stupendo e selvaggio itinerario nel
gruppo dei Tre Scarperi: la traversata
della Cengia della Caccia. Si tratta di
una lunga bancata ghiaiosa (ca. 2 km)
che, altissima sul fondovalle della Val
Campodidentro, taglia nel bel mezzo
tutta la grande parete del Lastron dei
Scarperi e di Punta Lavina Bianca.
Come si intuisce dal nome, è un vecchio percorso di cacciatori, fuori da
tutti gli itinerari battuti, indicato solo
da rari ometti, nel pieno della bastionata rocciosa. Non ci sono particolari
difficoltà tecniche, ma occorre fermezza di piede e attitudine a percorsi non
addomesticati. Al suo termine, ci si
cala poi per ben 1000 metri di dislivello
nel lunghissimo ghiaione della Lavina
dei Scarperi, fino a raggiungere il
Rifugio Tre Scarperi.
Invitiamo pertanto coloro che sono
interessati a conoscere questi luoghi
a partecipare alla serata.
Graziano Annovi
9
La primavera dei Segnatori
...ovvero sperando che arrivi prima e che sia vera...
Tra poco dovrebbe suonare la sveglia
per quei pigroni che quest’inverno,
invece di andare per boschi spolverati
di neve, hanno deciso di entrare in
letargo, sostituendo per qualche mese
gli scarponi con le pantofole.
Giancarlooooo!!! Dovrebbe... perchè,
dopo l’abbondante neve e ghiaccio
dell’inverno non ancora concluso, non
sappiamo bene cosa ci aspetta per la
nuova stagione e neanche che tempo
farà in occasione della Giornata Nazionale dei Sentieri. Beh, l’anno scorso
1946
abbiamo preso l’acqua ma ci siamo
rifocillati ben bene grazie alla grande
ospitalità che Luisa ci ha riservato nella sua bella casa di Pavullo. Come
sempre di cose da fare ce ne sono
per tutti i gusti, per cui non ci resta
che rimboccarsi le maniche e iniziare
l’attività sul campo. Prima, però, aggiorniamoci!!! Verso la fine di marzo,
infatti, si terrà un aggiornamento di
tutti i Segnatori in attività. Sarà un’occasione per ripassare i diversi aspetti
dell’attività sentieristica e mettere
sentieri
ordine nella “giungla dei segni” che
talvolta troviamo nei nostri boschi. Non
dobbiamo infatti dimenticare che il
bianco e il rosso sono colori che vengono spesso utilizzati ed è anche la
forma del segno che aiuta a distinguerli
da tutti gli altri segnali e identificare il
sentiero. Presto i Segnatori riceveranno l’invito, per cui... non possono
mancare! Per loro ma anche per tutti
gli altri Soci che sono incuriositi dalle
nostre attività e hanno voglia di saperne di più o collaborare noi siamo
Correva l’anno...
di Alessandro Marchiorri
Pubblichiamo volentieri
questa foto “d’antan” dell’estate di 65 anni fa’,
scattata a pochi passi dal
Rifugio Vittoria al Lago
Santo modenese. Chi è
questa bella squadra
sorridente e affardellata? È
la famiglia Bortolotti al gran
completo! Da destra a sinistra, quasi simulando un
grafico discendente, babbo
Giovanni (Autore delle
guide dell’Alto Appennino
Tosco-Emiliano edite negli
anni ‘50-’60), mamma
Jolanda e i quattro figli:
Giovanna, Ettore, Vittoria
e Lando. La foto, di
proprietà del figlio Lando,
ci è stata gentilmente
spedita dalla sorella, Sig.ra
Vittoria, da anni residente
in Germania che ci ha
anche inviato alcuni ricordi
freschi e affettuosi legati a
quel tempo e a quel luogo
che riproduciamo testualmente: “Gli Appennini
sono parte della vita dei
Bortolotti, da più generazioni: già nostro nonno Ettore e i 7 figli consideravano questi monti la meta
per ogni vacanza... anche noi bambini abbiamo trascorso molte estati al Lago
Santo e abitavamo al Rifugio Landi per gran parte delle ferie. Il babbo poteva
rimanere solo per le poche settimane libere dal lavoro, però ci raggiungeva
ogni sabato sera, per rimanere con noi fino alla domenica pomeriggio. In attesa
del babbo, noi bambini ci mettevamo sul “roccione”, così chiamavamo quella
roccia che domina tutta la valle: e appena lo vedevamo spuntare là in fondo
ci precipitavamo in gran corsa per andargli incontro. Nelle quotidiane gite, il
babbo ci indicava particolari che forse ci erano sfuggiti, o ci raccontava parte
della storia di quei luoghi. Poteva anche succedere che incontravamo tra quei
monti i nostri cugini, i figli dello zio Enea, saliti da Firenze... al Lago Santo
abbiamo imparato a nuotare...” [...] “Non posso dire con esattezza quando
abbiamo cominciato a trascorrere le vacanze estive al Lago Santo, ma fu poco
dopo la fine della guerra. Ricordo che nelle prime estati incontravamo, nelle
nostre gite, dei casolari distrutti e il babbo ci raccontava di violente battaglie
avvenute tra partigiani e la truppa di occupazione tedesca. Oppure guardavamo
con tristezza il Lago Baccio ridotto a una grossa pozzanghera, dato che, diceva
il babbo, soldati tedeschi avevano fatto saltare la diga naturale del lago per
pescare, con una rete all’uscita, tutte le trote.” [...] “In quei primi anni del dopoguerra in tutta la valle si vedevano erigersi delle colonne di fumo: erano le
carbonaie. Gli alberi venivano abbattuti e il legno veniva lentamente bruciato
sotto cùmoli di terra per farne della “carbonella” che poi veniva venduta nelle
città. Per noi bambini era un’immagine eccitante, ma il babbo si rattristava e
lo chiamava “uno scempio immane” dato che per far ricrescere tutti quei boschi
ci sarebbe voluto il tempo di una vita d’uomo... salivamo dalle Tagliole al Lago
a piedi con i nostri sacchi in spalla. Però in casa si raccontava sempre che la
mamma, con in braccio Ettore ancora lattante di pochi mesi, una volta era
salita al Lago Santo sul dorso di un mulo, seguita dal babbo che a piedi portava
sulle spalle la Giovanna di 2 anni... ma questo successe prima della Guerra...”
[...] “Al Lago Santo abbiamo continuato a fare gite per tanti e tanti anni e ognuno
di noi ha condotto con sé marito o moglie, poi figli e nipoti. E adesso è tempo
per tornarci, tanto più che ora si può arrivare con l’auto fin sotto al lago e
cominciare da lì la gita.”
10
Gruppo
in sede il martedì sera. Il primo martedì
del mese (da aprile a novembre) ci
incontriamo a Modena per organizzare
le gite della domenica successiva che,
nel periodo primaverile, saranno il
10/4, l’8/5, il 12/6. A Pavullo, invece,
ci incontriamo il mercoledì (23/3, 13/4,
18/5, 15/6) per organizzare le gite nelle
domeniche: 27/3, 17/4, 8/5, 22/5, 19/6.
Per informazioni, la nostra e-mail è:
[email protected]
A presto, sui nostri sentieri!
Andrea Gasparini
2010
Il 24 novembre il bibliotecario e il Presidente si sono spinti (c’è
poco da ridere, spinti nel
senso di andati, autosguinzagliati) in quel di
Tr e d o z i o , A p p e n n i n o
romagnolo, in visita al
figlio minore e alla nuora
dell’Ing. Giovanni Bortolotti. Lando e Paola,
questi i nomi, avevano
espresso il desiderio di
una conoscenza di persona e non solo epistolare e così bibliotecario e Presidente non
si son certo fatti pregare.
A nome della Sezione di
Modena del Club Alpino
Italiano hanno portato
loro una copia della
edizione anastatica della
“Guida dell’Alto Appennino Bolognese-Modenese e Pistoiese dalle
Piastre all’Abetone” edita
nel 1963 e la riproduzione di due bellissime
foto del loro Babbo e
suocero rinvenute nell’Archivio Angelo Testoni. In compenso i nostri “Ambasciatori” hanno
ricevuto:
- un’accoglienza signorile improntata a un’estrema simpatia e cordialità;
- una visita guidata alla loro residenza (un antico mulino ristrutturato con molto
garbo e rispetto dell’originaria struttura);
- un buonissimo pranzo (tralasciamo i particolari per non infierire sull’invidia altrui)
accompagnato da uno splendido Sangiovese... mo’ chi era poi ‘sto San Giovese?
Il Patrono dei vignaiuoli? Ho tanto cercato, ma sul calendario non c’è...
- una seconda visita guidata al giardino-orto-frutteto e alla antica struttura di
chiuse e gore che governavano il funzionamento del mulino;
- il dono di 45 opere (libretti, opuscoli e altro materiale) di notevole valore
storico-documentaristico tratte dalla biblioteca personale dell’Ing.Bortolotti...
- l’invito ad andarli a ritrovare alla “stagion dei fiori”. L’elenco delle opere donate
è consultabile in Biblioteca: in
Segreteria invece sono ancora
disponibili alcune copie della
edizione anastatica, motore di
questo gradevolissimo “rendezvous”.
Da queste pagine del Notiziario
“Il Cimone” il Presidente e il bibliotecario, a nome della intera
Sezione CAI di Modena,
intendono rinnovare a Paola e
Lando, e naturalmente anche a
Vittoria, i sensi della loro
riconoscenza e simpatia e ovviamente “ad memoriam”, a babbo
Giovanni: forse che da qualche
non meglio identificata cima
appenninica ci stia sorridendo?
Noi crediamo proprio di sì!
Tratta dal Notiziario CAI Modena del gennaio 1930
Le nostre radici
Il Campo delle piane di Mocogno - Fra pochi giorni il campo sportivo invernale delle Piane di Mocogno, con il suo soffice ed allegro tappeto
di neve, accoglierà le festose schiere degli sciatori e di quanti amano la montagna. - La Sezione Modenese del C.A.I. prevedendo per quest’anno
una maggior affluenza di sportivi, ha provveduto a sistemare nel miglior modo possibile la strada che condurrà le automobili dalla Fignola sino
alla nuova caserma dell’O.N.B.: essa sarà sempre tenuta sgombra dalla neve, e avrà una accurata manutenzione in modo da garantire il ritorno
agli amatori degli sport invernali. - La strada, la cui pendenza eccessiva è stata rettificata, arriva alla nuova magnifica caserma dell’O.N.B. Questo edificio, formato da un corpo unico a due piani, con camerate spaziose e ben arieggiate, con cucine, refettorii, infermerie, ecc., potrà
ospitare oltre duecento persone - Prossimamente alla presenza di S.E. Renato Ricci, verrà inaugurata quest’opera, che è giusto vanto del
Fascismo Modenese. - È pure probabile l’intervento delle L. L. E. E. Turati e Terruzzi - Alacre prosegue pure la sistemazione del campo degli
sports: quasi ultimata è la preparazione del trampolino, che permetterà agli sciatori di esplicare una nuova interessantissima attività. - Come
si vede, nulla è stato tralasciato affinchè nel Campo delle Piane di Mocogno gli sportivi di Modena e delle città vicine possano trovare ogni
comodità. - La gioventù italica sa benissimo che i confini della Patria sono il mare e i monti: e nel mare e sui monti essa deve addestrare le
sue migliori energie, pensando che esse potranno un giorno servire alla difesa della Patria. Siamo informati che la strada che dal Campo delle
Piane conduce alla Caserma degli Avanguardisti è già ultimata e perfettamente carreggiabile.
Nelle prime puntate di questa ricerca storica sulla nostra Sezione ci siamo un po’ dilungati sul contesto politico e sociale degli anni ‘20 e abbiamo forse un
po’ troppo “pestato l’acqua nel mortaio” con la ricostruzione delle tracce di sottosezioni che vissero o vivacchiarono in quegli anni. Tralasciando le origini
della Rifondazione della Sezione del 1927 che saranno oggetto di una futura e specifica trattazione, andiamo ora a scoprire che cosa pensavano, dicevano e
facevano i Soci CAI Modena “a cavallo” della fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30. Con sorpresa, almeno per chi scrive queste noterelle, troviamo che
la prima e più importante attività cui la Sezione di Modena diede fiato ed energie non fu l’alpinismo o l’escursionismo, ma... lo sci, o ski come si diceva a quei
tempi, o addirittura schi (orrore!) come riportava sui Verbali del Consiglio Direttivo il Segretario d’allora, forse non molto “ferrato” in lingue straniere. All’art.2
del Regolamento sezionale del 1927, a specifica dell’art.1 che esternava il fine di “suscitare l’amore per la montagna e promuoverne la conoscenza e studio,con
speciale riguardo alla zona appenninica modenese”, leggiamo infatti: “la Sezione provvederà in particolar modo alla organizzazione di gare sciatorie e
manifestazioni escursionistiche in media e alta montagna...”. Come si vede la prima attività è quella sciistica, addirittura agonistica (gare sciatorie) e solo in
seconda battuta quella escursionistica... di alpinismo non si parla, a meno che non lo si voglia individuare nella espressione “alta montagna”. A rafforzare la
tesi che lo sci fosse la disciplina più appetita dai Padri Rifondatori, troviamo che in sede di Comitato per la costituzione della Sezione, riunitosi in data 4 febbraio
1927, viene a tutte lettere espresso l’intendimento di costituire un Gruppo Sciatori, o Sci Club, alle dipendenze della costituenda Sezione. Per di più, e non a
caso, la prima “uscita ufficiale” della rifondata Sezione avvenne il 13 marzo 1927 con la partecipazione a una manifestazione sciatoria all’Abetone indetta
dal “Nuovo Giornale dello Sport” di Firenze. “Giornata di tempo pessimo”, come riferisce il verbale del Consiglio Direttivo di alcuni giorni dopo, “ma con
riuscita grandiosa” (meno male..). Negli anni ‘20 il Tennis e lo Sci erano gli sport più di moda, quelli che oggi definiremmo più “trendy”... le imprese delle
pattuglie sciatori nella Guerra Bianca, le avventurose spedizioni polari, la prima Olimpiade invernale, il mito futurista della velocità, del dinamismo e
dell’ardimento trovarono anche nella nostra provincia un terreno fertile ed entusiasta. D’altro canto come avrebbe potuto la rinata Sezione CAI riscuotere
visibilità esterna attraverso i “media” di allora (la stampa locale) se non “cavalcando la tigre di montagna” del momento? E così fu. Palestra di ardimento
deputata all’uopo furono le Piane di Mocogno grazie all’entusiasmo del Cav. Enea Carlotti e della neonata Sottosezione di Lama. Di autore ignoto, vi proponiamo
questo bel disegno con relative diciture del Campo delle Piane di Mocogno, pubblicato sul Bollettino-Notiziario del CAI Modena del gennaio 1930.
(Continua) - ALESSANDRO MARCHIORRI
11
NOVITÀ IN BIBLIOTECA
di Alessandro Marchiorri
“Spegniamo
il televisore
e apriamo
un libro!”
M. Rigoni Stern
Questa volta “Novità in biblioteca” non
segnala entrate o recensioni di nuovi
libri ma un ‘evento’ molto importante.
Come riportato anche sulle pagine de
“Lo Scarpone” di gennaio 2011, dopo
un percorso decennale di lavoro e di
incontri semestrali, il BiblioCAI, gruppo
costituito dalle Biblioteche sezionali
del Club Alpino Italiano, ha raggiunto
il suo scopo: dare visibilità ai propri
patrimoni librari e offrire una completa
conoscenza dei “tesori” posseduti, invitando i Soci a una maggiore fruizione
degli stessi. La Sede Centrale, infatti,
ha stipulato un contratto con una grossa azienda del settore per la realizzazione di un Meta-OPAC (motore di
ricerca in grado di interrogare sul web
i diversi cataloghi). A breve, e ne daremo ovviamente conferma su queste
pagine, il nostro “Web Manager” prenderà contatto con il Referente BiblioCAI
e il Responsabile del Meta-OPAC da
cui ricevere le istruzioni per il caricamento del Catalogo delle opere da noi
possedute nel sito web della Sezione.
In altre parole sarà possibile anche
dal PC di casa propria “ficcare il naso”
IX Puntata
Gelicidio - Parte seconda
Milly e Matteo erano partiti all’improvviso,
nella notte per sfuggire alla pioggia e,
ovviamente a caccia di neve. Quello
che non è ovvio è che per cercarla...
scendono dall’Appennino alla pianura!
Milly: “Il narratore ha ragione! Non è per
nulla logico quello che stiamo facendo?”
“Ti riferisci al fatto che siamo in
in biblioteca, la nostra e quelle delle
altre sezioni CAI che aderiranno
all’iniziativa e vedere quello che c’è e
quello che non c’è.
Con quale “peso” possiamo entrare in
questa Meta-OPAC? Al 31 dicembre
2010 il riversamento dei dati da cartaceo a informatico ha già interessato:
• 1100 opere Fondo Angelo Testoni
• 400 opere Fondo Tina Zuccoli
• 1450 opere Biblioteca “aperta” (“aperta” nel senso che si arricchisce continuamente, mentre i Fondi hanno una
consistenza fissa e immutabile) per
un totale di circa 2950 titoli.
Se con un ipotetico colpo di “bacchetta
magica” fossimo in grado di inserire
l’intera consistenza libraria esistente
presso la nostra Sede sociale, s’aggiungerebbero altre 850 opere, raggiungendo così una alpinistica “Quota
4000”. Si tratta di un Patrimonio ingente che ci colloca in una posizione di
eccellenza a livello nazionale. Va mo’
là! A ben risentirci.
di 13 preziosissimi documenti relativi
alla storia del Monte Cimone e
all’opera di Francesco Parenti, illustre
membro di un ramo della sua famiglia.
Il Cav. Francesco Parenti, uno dei
Padri Fondatori della nostra Sezione
di Modena del CAI nel lontanissimo
1875, già nel 1852 si fece propugnatore e promotore di un manufatto da
erigersi sulla vetta del Monte Cimone
non solo come ricovero per gli “Alpinisti”, ma anche come Stazione meteorologica. Solo circa trent’anni più tardi,
però, si pose mano alla realizzazione
del suo progetto con la costruzione
della Torre Montanari, oggi scomparsa.
Avremo modo, in altra sede, di dilungarci su Francesco Parenti, figura d’importanza fondamentale nella Storia
della nostra Montagna.
Ringraziamo in modo particolare il
Commendator Parenti di Pavullo per
aver fatto omaggio alla nostra Sezione
Ancora grazie di cuore alla Prof.ssa
Diana Guerzoni ved. Polacci e al Dott.
Pierpaolo Polacci per averci donato
alcuni documenti di valore storico
appartenuti all’Avv.Giuseppe Polacci,
loro rispettivamente marito e padre. A
corredo abbiamo ricevuto anche 16
fotografie di grande formato (2 delle
quali già incorniciate) riproducenti la
vetta del Monte Cimone: alcune scattate
prima del 1936 (anno in cui venne
iniziata la costruzione della casermetta
dell’Aeronautica Militare), altre negli
anni successivi a costruzione avvenuta
del nostro ex-Rifugio Romualdi; inoltre,
macchina, nel cuore della notte, senza
benzina e senza soldi?”
“No, mi riferisco al fatto che di solito
la neve la si cerca in montagna!”
“Oh, ma non ti ricordi più? Il Tirreno
sta soffiando aria calda ed umida sul
nostro Appennino, e questa ha già
rimpiazzato la precedente aria fredda
che, invece, resiste ancora verso la
pianura. Questo in virtù del fatto che:
• l’aria calda galleggia sull’aria fredda,
• siamo parzialmente protetti dall’Ap-
pennino stesso
• abbiamo una porta aperta verso il
freddo est, da dove affluisce ancora
un po’ di aria fredda”
“Mi sembrano tre buone ragioni per
sperare nella neve. Allora perché tu
avevi minacciato un “pioggia con -4°C?”
“Perché l’aria calda, pur non scendendo in
pianura, riesce comunque a navigarci sopra,
in quota. E se lo strato d’aria calda supera
i +3/+4°C per poche centinaia di metri di
spessore il nostro esile fiocco di neve si
trasforma inesorabilmente in goccia”.
“Si, ma poi sotto lo strato caldo le
temperature tornano sottozero...”
“Ma la goccia non riesce a tornare
fiocco...”
“Gela e basta, e piovono granelli di
ghiaccio trasparente! Figo!!!”
“Oppure non fa in tempo a rigelare in
RINGRAZIAMENTI
Ringraziamo il Socio Graziano Annovi
per aver donato alla nostra Biblioteca la
recente e bellissima guida di P.Beltrame
“101% MONTAGNA” Gruppo PretiDuranno delle Dolomiti d’Oltre Piave.
anch’essa incorniciata, la “Carta del
Monte Cimone modenese e il suo
orizzonte” edita nel 1936. Ancora
grazie alla famiglia Polacci!
Proprio alla vigilia dell’andata in stampa
di questo Notiziario abbiamo ricevuto
un altro bellissimo regalo! La Dott.ssa
Beatrice Roli, nipote del nostro Socio
Enzo Violi, scomparso alcuni anni fa,
ha voluto far dono alla Sezione di Modena, alla quale lo zio aveva fedelmente appartenuto dal 1935 al 2004,
di 67 monografie e manuali di alpinismo e di Botanica d’assoluto pregio:
in più 70 splendide fotografie di grande
formato sulle Dolomiti di Brenta, sulla
Val Rendena e d’ambiente alpino in
genere che meriteranno certamente
una pubblica esposizione. Il Dott. Enzo
Violi, infatti, in virtù del suo grande
amore per la Montagna e l’Alpinismo,
lasciò la natìa Modena per trasferirsi
a Madonna di Campiglio e a Pinzolo
dove esercitò la professione di Albergatore e dove ebbe modo di arrampicare con i più bei nomi dell’alpinismo
dell’epoca. Numerosissime, in prima
assoluta, l’apertura di vie di roccia anche di grande difficoltà e impegno sul
versante meridionale della Presanella,
in particolare in compagnia dell’amico
e Guida Alpina Clemente Maffei, detto
“Guerèt”. Di nuovo grazie alla Dott.ssa
Beatrice Roli per questo magnifico
pensiero e dono!
volo, dunque raggiunge il suolo sotto
forma di goccia sovraffusa, e gela
successivamente, formando uno strato
di ghiaccio detto anche vetrone”
“Ogni oggetto si riveste di ghiaccio
allora, ancora più bello!”
“Ma pericoloso!” “Affascinante! Come
tante cose pericolose!” “Ok!”
“Dunque la successione dovrebbe essere
questa: in cima nevica, poi il fiocco si
trasforma in goccia, poi si trasforma in
ghiaccio, prima o dopo aver toccato il suolo”
“Esattamente! Questa è una successione
verticale, ma una cosa simile avviene
anche in orizzontale: ad ovest lo strato
caldo arriva dopo, e più sottile, per cui
almeno oggi nevicherà. Spostandoci
verso est la neve si farà bagnata, quindi
gocce ghiacciate, poi gocce che gelano
al suolo ed infine... acqua”
“E come si chiama ‘sta roba? Cioè...
questo tipo di precipitazione?”
“Gelicidio. Dalle nostre parti avviene abbastanza regolarmente. Un forte gelicidio
c’è stato nel Natale 2000: neve in Appennino Modenese oltre i 1700 m circa,
pioggia dai 1700 agli 800 m circa,
gelicidio sotto. Più di recente il 7 gennaio
2011, autostrada Parma - La Spezia,
versante tirrenico: pioggia fino alla
galleria che porta in Emilia. Temperature
attorno ai 10°C. Al di là della galleria un
altro mondo: 0°C e gelicidio!”.
“Ecco Milly ti ho fatto uno schemino: le
montagne sono il nostro Appennino, visto
da sud est, ovvero a sinistra c’è l’ovest,
il versante tirrenico, a destra l’est, col
versante padano. Nella prima sequenza
verticale ho evidenziato il fronte caldo in
arrivo dal Tirreno e il tipo di precipitazione,
mentre nelle tre immagini a destra ho
messo alcune isoterme indicative”
“Ok, ma adesso metti in moto e
andiamo ad ovest!”
“Siamo in riserva!” “Eh piove! Basta,
sono nervosa, lasciami uscire a fare
un giro” disse Milly aprendo di scatto
la portiera dell’auto e sgattaiolando
fuori. “Attenta che scivoliiii!”
Slisssshhhhh.... SBAM!!!!
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Il Cimone N. 02 - CAI sezione di Modena