PROGRAMMA
della
LISTA CIVICA
“UN COMUNE PER AMICO”
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ELEZIONI AMMINISTRATIVE COMUNALI 2007
INDICE
PARTE A: PREAMBOLO: IL FONDAMENTO E LE IDEALITA’ DELLA LISTA
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1.A Nasce la lista “Un comune per amico”: per il Circeo è ora di cambiare
2.A Le ragioni del nostro stare insieme
PARTE B: LE EMERGENZE DEL PAESE
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1.B La tutela del territorio come premessa del suo sviluppo
2.B Le emergenze del paese come questioni “dirimenti”
PARTE C: IL PROGRAMMA DI GOVERNO
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1.C Le linee guida del programma
2.C La programmazione attraverso un sistema di assi, obiettivi ed azioni
GLI ASSI DI INTERVENTO
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Asse 1: La partecipazione dei cittadini al governo di San Felice
Asse 2: La cultura
Asse 3: Le politiche giovanili – Sport e diritto allo studio
3.1 Il valore dello sport
3.2 Il diritto allo studio
Asse 4: Lo sviluppo dell'economia locale
4.1 Il ruolo del comune nello sviluppo dell’economia locale
4.2 Il turismo
4.3 L’Agricoltura
4.4 Il commercio
4.5 Artigianato e piccola impresa
4.6.Portualità
Asse 5: La tutela dei beni ambientali, culturali e paesaggistici - sviluppo sostenibile
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5.1 La tutela è ricchezza
5.2 Qualità dell’aria
5.3 Qualità e gestione dell’acqua
5.4 Protezione dell’ambiente e biodiversita’
5.5 Gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti
5.6 Qualità ambientale
5.7 Beni culturali e paesaggistici
Asse 6: Il governo del territorio
6.1 Una nuova pianificazione urbanistica
6.2 La questione degli usi civici
6.3 L’utilizzazione degli arenili
6.4 I lavori pubblici
Asse 7: Le politiche sociali
Asse 8: L’efficienza della macchina amministrativa
8.1 La qualità dei servizi
8.2 La gestione del personale
Asse 9: La sicurezza dei cittadini
Asse 10: I Progetti specifici.
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A) PREAMBOLO: IL FONDAMENTO E LE IDEALITÀ DELLA LISTA
1.A Nasce la lista “Un Comune per amico”: per il Circeo è ora di cambiare.
La Lista “Un comune per amico” nasce per realizzare una valida, seria e sana alternativa, in termini di programma amministrativo, persone e metodo di governo, alle modalità di gestione e di governo culminato, negli
ultimi cinque anni, in un governo monocolore di Forza Italia. Essa trova il proprio fondamento
nell’improcastinabile necessità di migliorare la qualità della vita dei Sanfeliciani e renderli di nuovo una comunità coesa ed esigente nei confronti dei rappresentanti da essi eletti.
La Lista nasce dal lavoro di un Forum, iniziato nel luglio del 2006, cui hanno contribuito, ciascuno secondo le
proprie peculiarità e spinte ideali, singoli Cittadini, Associazioni e Partiti che sin dal 2001 si oppongono al modo
di “fare politica” dei rappresentanti locali di Forza Italia.
Il nostro obiettivo, maturato con l’insostituibile contributo di quanti hanno denunciato, dai banchi
dell’opposizione, le storture dell’attuale gestione amministrativa è evitare con ogni mezzo democratico, che si
ripeta l’esperienza attualmente in corso, alla quale rimproveriamo:
•
una prevalente attenzione agli enormi interessi edilizi di pochi, spesso in danno dell’ambiente e degli interessi collettivi, che sta conducendo allo sconvolgimento irrimediabile dell’assetto urbanistico e territoriale,
sia del centro storico e sia della piana, e che sta ora giungendo ad insidiare una realtà fino ad ora coesa e
sana come quella di Borgo Montenero;
•
una gestione invasiva e non trasparente di ogni aspetto della vita cittadina;
•
una mancanza di attenzione per il territorio e per le esigenze della generalità dei cittadini;
•
una chiara impronta demagogica, resasi evidentissima soprattutto a fine consiliatura, periodo in cui sono
state concentrate inaugurazioni e cantierizzazioni, ricorrendo all’adozione di procedure e strumenti regolamentari -spesso inefficaci- in maniera forzata ovvero avviando lavori di cui si è, forse, scientemente rinviata la realizzazione, col fine di dispiegarne però il loro effetto propagandistico in campagna elettorale (si
pensi, per esempio, alla pavimentazione del centro storico ancora in corso, nonostante fosse stata approvata fin dall’ottobre del 2001, così come è accaduto per l’approvazione del collegamento viario tra via Domenichelli e via del Colle).
A questo incondivisibile modo di governare, orientato a trasformare qualsiasi diritto dei cittadini in favore per
qualcosa o per qualcuno, sostanzialmente impostato sul principio discriminatorio che «si avvantaggia chi ha un
amico al Comune», abbiamo scelto l’obiettivo opposto ed unificante di creare “Un Comune amico di tutti i cittadini”.
In altri termini, vorremmo dotare San Felice Circeo di un’amministrazione comunale che operi sempre per il benessere di tutti e tuteli i diritti di ciascuno; “Un comune per amico”, appunto, in luogo di “un amico al comune”.
2.A Le ragioni del nostro stare insieme
Siamo fermamente convinti che un progetto di alternativa politica per il Circeo non può ridursi a voler sostituire
con uomini e donne diversi chi oggi governa, ma debba tradursi nel voler costruire con uomini e donne un progetto nuovo, elaborato e partecipato, con al proprio interno la voglia reale di lasciarsi alle spalle una politica fatta
di sopraffazioni, furbizie e arroganza.
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L’essere “contro” un certo modo di interpretare la politica ed il mandato ricevuto dai cittadini è un dato
senz’altro unificante e forse giustificativo della nostra trasversalità, ma non ha nulla a che fare con l’anima del
progetto che vogliamo realizzare se riceveremo la fiducia degli elettori: il nostro è uno stare insieme “per” qualcosa di positivo che possa rimanere nelle coscienze e nella vita quotidiana dei sanfeliciani.
E’ per questo che intendiamo porre al centro del nostro agire innanzitutto l’onestà’ e il rispetto delle regole. Le
parole “onestà” e “regole” non possono, tuttavia, rimanere concetti vuoti o espressi ad arte, ma devono essere
la base su cui si fonda il progetto ed il programma elaborato insieme. Guai, però, a fare di questi valori motivo di
selezione a priori; bisogna, infatti, anche avere l’onestà intellettuale di saper dialogare e confrontarsi con tutti,
tenendo fermi i valori del progetto. Abbiamo ritenuto che solo avendo ben presenti e saldi questi valori, che dovranno essere anche ” lo stile” del futuro operare politico,sia in campagna elettorale che in consiglio comunale,
si potesse elaborare un programma partecipato, che ponesse al centro della sua progettualità l’Interesse generale; ciò al di sopra di ogni interesse, uscendo da logiche clientelari e di parte.
Tenendo bene in mente questi concetti generali e vincolanti, nei capitoli che seguono saranno individuate alcune emergenze del paese ed esposte le idee che sono state elaborate per favorirne il suo sviluppo, partendo da
una visione unitaria del paese e giungendo alle singole soluzioni, sulla base di alcune linee guida condivise,
sin dall’inizio, da quanti hanno contribuito alla nascita della lista.
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B) LE EMERGENZE DEL PAESE
1.B La tutela del territorio come premessa del suo sviluppo
Il futuro che sogniamo per San Felice Circeo e che, con l’aiuto degli elettori ci impegniamo a realizzare, si sviluppa essenzialmente lungo la direttrice del recupero di quello che è stato il motore che ne ha determinato il benessere per un ventennio, fino all’inizio del cosiddetto “sacco”, e cioè il recupero, la tutela e la valorizzazione dei
beni ambientali e storico-culturali, perché essi tornino ad essere il volano dello sviluppo del territorio.
Infatti, San Felice Circeo, malgrado il forte e, in alcuni casi, disordinato inurbamento degli ultimi trenta anni, è
uno dei comuni del Lazio più dotato di beni storici, archeologici e paesaggistici. Fu proprio il “sacco”, reso possibile grazie ad un programma di fabbricazione redatto in violazione di normative nazionali1, che segnò la fine del
Circeo come buen retiro di facoltosi amanti del luogo, sostituiti da efficienti epperò poco lungimiranti speculatori
che ne sconvolsero il territorio e ne impoverirono le risorse turistiche ed economiche.
Oggi, il nostro territorio è al punto di saturazione, per cui una sua ulteriore cementificazione al di fuori di chiare
regole uguali per tutti comporterebbe l’irrimediabile scadimento dei suoi pregi culturali e ambientali e, quindi,
un irreparabile danno per il benessere di tutti. Ciò anche perché l’adozione del restrittivo Piano Regolatore Generale ha fornito l’alibi ad un nuovo sacco, quello del cosiddetto “abuso di necessità”.
La tutela del territorio, prossimo all’utilizzo totale delle cubature disponibili sulla base della sua estensione fisica,
non è obiettivo sterile, nè fine a sé stesso.
Riteniamo, invece, che esso sia il presupposto per consentire l’ordinato ed armonico sviluppo delle due principali risorse economiche del Circeo: il turismo e l’agricoltura.
La cura del territorio, il suo ornamento e pulizia, il rispetto delle sue tradizioni storiche e paesaggistiche, il corretto regolamento dei suoi insediamenti civili, commerciali e produttivi sono il “biglietto da visita” di una località che
abbia l’ambizione di proporsi come meta turistica di prestigio. Il suo “consumo” non dissennato, ma orientato, è
anche ciò che può consentire all’agricoltura di sopravvivere, senza privarla ingiustificatamente di spazi oggi votati alla produzione, che costituisce fonte di reddito per centinaia di cittadini. La sua gestione in maniera ordinata
e razionale non potrà che favorire, altresì, anche lo sviluppo delle altre realtà produttive esistenti nel paese: ci si
riferisce ai settori del commercio, dell’artigianato, dei servizi.
Le principali risorse, turismo e agricoltura, non sono, peraltro, attività antitetiche tra loro ma, anzi, complementari: il retroterra costiero, oggi coltivato, di Borgo Montenero, delle Cese, di Pantano Marino, della Molella e di
Quarto freddo è parte integrante –forse meno frequentata dai turisti ma non per questo meno affascinante- del
nostro patrimonio paesaggistico. E’, poi, particolarmente adatta, per la contiguità al Parco Nazionale del Circeo,
alla promozione del c.d. cicloturismo (cfr. successivo Asse 10, “Progetti Specifici”), a patto di prevedere anche in
tali aree degli appositi itinerari e dei punti di sosta attrezzati e non concentrando l’attenzione esclusivamente come ha fatto l’attuale amministrazione- sulle trafficate aree del centro urbano.
Tutto ciò costituisce un patrimonio unico ed inestimabile, da preservare e regolare in maniera ragionata e strategica, per ricavarne ricchezza, per dare lavoro ai nostri giovani e per poterlo trasmettere ai nostri figli.
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E’ questa la ragione per la quale pensiamo che il governo e la tutela del territorio abbiano una valenza determinante per il nostro futuro: siamo convinti che sia sbagliata ed improduttiva l’ossessiva attenzione
dell’amministrazione per le sole aspirazioni dell’edilizia privata, ormai manifestatesi anche nei confronti delle poche aree verdi del centro urbano (v.di Viale Europa o parco di Villa Aguet) rimaste ancora libere e che potrebbero essere utilizzate per realizzare strutture o servizi di interesse pubblico.
2.B Le emergenze del paese come questioni “dirimenti”.
La mancanza di attenzione per questi bisogni e l’assenza di un progetto di interesse autenticamente generale
dimostrati dall’attuale amministrazione comunale spiegano la condotta tenuta dagli amministratori uscenti su alcune questioni, di grande interesse per i cittadini, che hanno assunto ormai carattere di vere e proprie emergenze e per le quali occorrerà operare una netta soluzione di continuità rispetto al passato.
Chiameremo queste questioni come “dirimenti”, in quanto è dal modo in cui le si affronterà e dall’efficacia delle
soluzioni che verranno proposte, sulla base delle linee guida condivise di questo programma, che si potrà registrare la vera discontinuità di questa lista, se eletta, con l’amministrazione in carica.
La loro complessità è, tuttavia, tale che le necessarie soluzioni non potranno che venire con l’impegno totale ed
entusiasta di tutti, eletti ed elettori.
Esse sono:
a) LA QUESTIONE DEGLI USI CIVICI
L’annosa questione della demanialità e dell’esistenza degli usi civici (ricordiamo che la commissione per
l’eliminazione di questo residuo feudale è stata istituita nel 1927!!!) è una delle questioni centrali su cui si sono
ritrovati, compatti, tutti i partiti dell’opposizione. Proprio da qui sono nate le prime riflessioni sui lunghi anni di incuria, che ci hanno consentito di individuare i prioritari punti chiave del programma che unisce i Partiti e i Cittadini che hanno dato vita alla Lista ”Un Comune per Amico”.
Da anni l’Amministrazione Comunale in carica si è impegnata a NEGARE ai cittadini di vaste aree del paese la
possibilità di vedersi riconosciuta la titolarità dei terreni occupati da secoli in virtù del proprio diritto di livellario o
di enfiteuta. Ciò si è concretizzato in un danno doppio: da un lato i cittadini che hanno voluto “liberare” i propri
terreni comunque, seguendo le indicazioni dell’Amministrazione, hanno sborsato cifre esorbitanti rispetto a quelle cui invece sarebbero stati tenuti, se il Comune avesse preso atto delle numerose sentenze che NEGANO
l’esistenza di usi civici nella larga parte del territorio del nostro comune. Dall’altra parte, quegli stessi cittadini,
come tutti gli altri che pagano le tasse comunali (TARSU, ICI, addizionali sul reddito) hanno dovuto, pro quota,
pagare ingenti spese per la redazione di pareri e ricorsi, tutti finiti con la sconfitta del Comune, aggiungendo
quindi al danno anche la beffa.
La cittadinanza, spesso ignara per l’astrusità tecnica del problema, ha finanche dovuto subire l’umiliazione di
dover vedere la propria amministrazione che dichiara sui giornali di voler liberare i cittadini dall’odioso peso
mentre di fatto sostiene, furbescamente quanto disinvoltamente, in tutte le sedi amministrative e giudiziarie la
natura demaniale di quegli stessi terreni, invitando alcuni “fortunati” ad acquistarli attraverso alienazioni, ed altri
– ancor più “fortunati”- a salire in pullman (a spese di tutti), per recarsi a Roma e sottoscrivere una conciliazione
su propri diritti (sempre pagando, naturalmente) con il Commissario per la liquidazione degli usi civici. Riteniamo
che provare a sostenere, come la precedente amministrazione sta facendo, che del baratto di un diritto con una
arbitraria concessione, i Sanfeliciani in buona fede coinvolti debbano essere grati, è far torto sia alla intelligenza
di quest’ultimi e sia a quella degli altri cittadini ancora alle prese con il problema degli usi civici.
L’impegno di chi voglia essere davvero alternativo nel modo di governare il Circeo, che abbiamo sotto gli occhi, non potrà che accertare la qualità dei terreni, anche attraverso le numerose pronunce della Cassazione,
permettendo ai cittadini di affrancarli, ove possibile.
b) L’ASSENZA DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA: LE VARIANTI “AD PERSONAM”
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Lo spettacolo dello sbriciolamento della programmazione territoriale del comune, che può ingenerare il
dubbio che i titolari di terreni o di altri interessi o loro parenti possano garantirsi vantaggi economici attraverso il
voto di specifiche varianti di PRG, deve terminare.
Gli iter avviati dall’attuale Amministrazione dovrano essere riportati nell’alveo della correttezza amministrativa con la collaborazione dei competenti assessorati regionali e provinciali. L’unica alternativa è quindi
l’adozione di un nuovo P.U.C.G. (“Piano Urbanistico Comunale Generale”), in linea con le aspettative di
sviluppo territoriale fin qui esposte.
c) LA SPESA PUBBLICA: LE CONSULENZE ESTERNE
L’unico modo per reperire fondi da destinarsi a qualsiasi altra finalità che non sia la captazione del consenso attraverso lo spostamento degli oneri sul cittadino dovrà avvenire, necessariamente, con la valorizzazione delle risorse interne al Comune, riducendo drasticamente il ricorso agli incarichi esterni affidati per
“chiamata diretta”. Questo sistema, da più parti indicato come una delle principali cause determinanti le storture e il cattivo andamento delle Amministrazioni centrali e periferiche, oltre a tradursi in oneri economici aggiuntivi
ed occulti gravanti sui cittadini, comporta anche una drastica riduzione dell’efficienza e della “voglia di fare” di
quei dipendenti che vengono ridotti a passacarte di tecnici pagati decine di migliaia di euro, per fare cose, più o
meno condivisibili, che potrebbero benissimo sviluppare i professionisti interni all’Ente, con grande risparmio per
la collettività.
d) IL RISPETTO DELLE REGOLE: LEGALITA’ E SICUREZZA
La nuova Amministrazione dovrà pretendere da sè stessa e da quanti preposti a tale compito una maggiore attenzione al territorio, ad inquinamenti economici, a interessi poco chiari, a connivenze e a illeciti arricchimenti, fatti per i quali vi è già allarme sociale e su cui si sono soffermati esponenti politici di diversa appartenenza politica. Solo garantendo ai propri cittadini la certezza dell’impegno a tutela della sicurezza e della legalità si potrà conquistare la loro piena fiducia.
e) LA QUESTIONE PORTUALE
Nessuno che abbia davvero a cuore le sorti del paese potrà avallare alcun intento di dissipazione del patrimonio imprenditoriale ed economico rappresentato dal porto. Nessuno che voglia davvero tutelare gli interessi dei cittadini potrà mai pensare di seguire la logica di lasciare nel limbo e nell’incertezza quanti sono legati
all’attuale gestione del porto (che qualcuno sostiene di voler tutelare senza, peraltro, aver ancora regolarizzato
la situazione amministrativa in cui operano) favorendo, in tutti i modi, un’iniziativa concorrente: quella del raddoppio di un porto che… non c’è, perché mai completato nei suoi servizi essenziali. La vicenda del porto è la
dimostrazione lampante dell’interesse di una certa politica a NON trovare una soluzione definitiva ai problemi
della collettività, per assicurarsi un potere di azione a tempo indeterminato. L’interesse principale dei cittadini di
San Felice Circeo, invece, è il completamento e lo sviluppo – in termini e con modalità sostenibili- del porto esistente, opere a terra e rete di collegamento viaria inclusa. Pertanto, qualsiasi intervento (programmato o realizzato) che riguardi l’area portuale, non potrà prescindere dalla preventiva soluzione delle problematiche, anche di
natura gestoria, legate al porto esistente, in concerto con tutte le autorità coinvolte, e non potrà che avvenire nel
più assoluto rispetto e salvaguardia del territorio e dell’ambiente, patrimonio su cui si basa la prevalente economia turistica dell’intero paese.
Siamo, pertanto, nettamente contrari sia al raddoppio del porto attuale e sia a qualunque realizzazione di opere
che risultino esterne alla linea di costa, per i gravi rischi di erosione che ne deriverebbero.
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C) IL PROGRAMMA DI GOVERNO
1.C Le linee guida del Programma
Data per acquisita l’individuazione delle questioni “dirimenti”, condivisa da tutte le forze politiche e sociali che
hanno preso parte agli incontri preliminari di Forum, l’Associazione Centro Storico – promotrice del progetto– si
è fatta carico di “sentire il polso” della società civile, per verificare se la visione dei bisogni della cittadinanza,
scaturita dagli incontri con partiti e associazioni, fosse completa.
Il sorprendente risultato delle interviste effettuate su un campione di cittadini scelto tra diversi gruppi di età, esperienza lavorativa e distribuzione sul territorio comunale, è stato che i Sanfeliciani conoscono bene le proprie
responsabilità per il passato, conoscono altrettanto bene i punti di forza del proprio territorio e della propria storia ed hanno una percezione complessiva dello sfaldamento dell’identità locale e del grave disagio in cui vivono
le giovani generazioni. Soprattutto è emerso chiaro un messaggio: ciò che le Amministrazioni di San Felice
hanno inseguito per anni, il cemento, oggi non solo non interessa i giovani, ma non attira neppure più
l’attenzione della maggioranza dei Sanfeliciani: colpisce il fatto che alla domanda “cosa c’e’ di bello a San Felice” nessuno si sia ricordato del tanto decantato recupero di Vigna La Corte o del restauro del Palazzo Baronale,
che pure sono macroscopici eventi nell’immobilismo che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni di amministrazione. E neppure sono stati menzionati i nuovi marciapiedi o gli spettacoli mirabolanti organizzati ogni estate.
I veri problemi sembrano essere altri: il disagio giovanile, la coscienza di non aver saputo bene amministrare e
valorizzare la vera ricchezza del paese – il suo ambiente, la montagna, il bosco, il mare -, il mancato completamento di opere fondamentali (la metanizzazione del centro storico, le fogne per i coltivatori della piana,
l’aggiornamento delle dotazioni scolastiche): tutti problemi che sono, forse, anche stati menzionati nell’agenda
della Giunta comunale, ma che sono rimasti nel dimenticatoio, mentre ogni energia veniva spesa per favorire i
soliti interessi: varianti urbanistiche per rendere edificabili quei pochi terreni oggi vincolati, o per aumentare le
cubature di quelli già edificati, o per raddoppiare il porto e aggredire la montagna, o per vincolare con gli usi civici quei cittadini che trenta anni fa, a volte spinti dal bisogno, scelsero di costruirsi una casa senza autorizzazione.
Da qui l’esigenza di capovolgere i termini della questione amministrativa, portando in primo piano i bisogni fondamentali che qui emergono. Bisogna, perciò, dare ai Sanfeliciani scuole degne di questo nome, reti fognanti in
tutto il territorio, uguali servizi per i cittadini, un maggiore interesse per i bisogni dei più giovani, perché la loro
adolescenza sia diversa da quella di chi è adolescente oggi, nel 2007.
A questo proposito, un primo punto su cui si dovrà intervenire sarà quello della ricostruzione del quadro amministrativo generatosi a seguito della notevole produzione progettuale che ha caratterizzato l’Amministrazione precedentemente in carica.
In questo, per il proprio ruolo, alcuni ex componenti dell’opposizione uscente potranno fornire importanti dati che
guideranno le scelte sui punti “dirimenti” e sulle proposte di programma che seguono.
Ulteriore fattivo contributo potrà provenire dagli Studi predisposti dalla Università “LUISS” in materia turistica e
dall’Università “Roma Tre” in materia Urbanistica e dalle dichiarazioni di alcuni cittadini Sanfeliciani che hanno
voluto fornire spunti, suggerimenti ed esperienze per il documentario “San Felice Circeo, nella speranza di…”,
proiettato nel corso dell’incontro pubblico tenutosi il 4 marzo 2007 in San Felice Circeo.
2.C La programmazione attraverso un sistema di assi, obiettivi ed azioni
Al fine di realizzare gli obiettivi prefissati e di garantire a ciascuna forza politica e sociale che si riconosce nella
lista la possibilità di indicare le proprie priorità, spostando l’accento sull’uno o sull’altro degli interventi auspicati,
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si è deciso di impostare il nostro programma in base ad una logica esplicativa finalizzata all’individuazione di
ASSI di intervento e l’indicazione, all’interno di ciascun asse, di OBIETTIVI da realizzare. In relazione a ciascun
obiettivo individuato saranno indicate, ove risultino di immediata individuabilità e percorribilità, anche alcune AZIONI concrete, di carattere amministrativo o politico che si intendono porre in essere.
A scopo di chiarezza, occorre evidenziare che gli assi di intervento indicano le aree o le tematiche nelle quali si
intende intervenire secondo priorità condivise, quali, ad esempio, il governo del territorio, le politiche giovanili, la
tutela dei beni ambientali etc.. Gli obiettivi indicano, invece, le “direzioni” in cui intendiamo muoverci per affrontare e risolvere le problematiche ricomprese all’interno di ciascun asse.
Così il problema del governo del territorio non potrà che svilupparsi, per esempio, attraverso i diversi obiettivi
dell’indicazione dei lavori pubblici da realizzare, della revisione del P.U.C.G. (ex P.R.G.) e dell’ accertamento
della natura patrimoniale dei territori delle Cese e di Pantano Marino, e così via.
Gli assi di intervento indicati nel presente programma sono i seguenti:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
La partecipazione dei cittadini al governo di San Felice ;
La cultura;
Le politiche giovanili – sport e diritto allo studio;
Lo sviluppo dell'economia locale;
La tutela dei beni ambientali, culturali e paesaggistici - sviluppo sostenibile;
Il governo del territorio;
Le politiche sociali;
L’efficienza della macchina amministrativa;
La sicurezza dei cittadini;
I Progetti specifici.
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Asse 1. LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI AL GOVERNO DI SAN FELICE
La partecipazione politica è definita come il coinvolgimento dell’individuo nel sistema politico, fatto di comportamenti orientati ad influenzarlo. Teoricamente, una democrazia funzionante ha bisogno di cittadini informati, attivamente impegnati e capaci di esercitare pressioni sulle decisioni pubbliche. Invece, il modello democratico
rappresentativo non ha permesso lo sviluppo di queste caratteristiche, riscontrando una scarsa risposta della
cittadinanza, abituata al meccanismo della delega, il quale richiede forme saltuarie e “leggere” di partecipazione.
Il nostro principale obiettivo attiene, perciò, alla corretta formazione delle decisioni amministrative attraverso
l’incentivazione dello scambio di informazioni tra Amministratori e Cittadini. Infatti, l’esperienza di Forum ha dimostrato come, a volte, dati e priorità ritenute acquisite non corrispondano alle realtà delle necessità di una comunità.
Se si vuole far sì che tra amministratori ed elettori si instauri un dialogo continuo e che si apra una nuova stagione di coesione sociale in grado di garantire sicurezza, valorizzazione del paese, unità e cura delle persone, si
devono indicare luoghi di incontro e formalizzare modalità di informazione reciproca. Non, quindi, conferenze a
tema in prossimità degli appuntamenti elettorali, ma un continuo scambio che vada oltre l’affissione all’albo pretorio e che non si concretizzi in una spesa a finalità clientelare, come potrebbe essere quella di opuscoli o pubblicazioni saltuarie.
Per fare questo:
-
i cittadini dovranno essere tempestivamente informati dei progetti e proposte provenienti da privati o di
iniziativa pubblica, anche con strumenti di comunicazione più efficaci dell’albo pretorio (avvisi su apposite bacheche comunali distribuite sul territorio, giornali locali, sito web del Comune etc.);
-
sarà istituita uno “sportello del cittadino”, dove – secondo orari prestabiliti – ciascun abitante di San Felice Circeo potrà venire a conoscenza delle iniziative in corso; analoga iniziativa verrà presa anche
presso la delegazione di Borgo Montenero, per coinvolgere quella parte del territorio che tanta importanza ha economicamente e socialmente per il nostro comune;
-
su alcune questioni di particolare importanza ed interesse, potranno essere svolte apposite assemblee
pubbliche, in cui l’amministrazione possa ascoltare e tener conto della voce dei cittadini prima di assumere le proprie decisioni in consiglio comunale.
Il secondo obiettivo attiene all’attivazione di alcune previsioni dello statuto comunale finora non attuate.
Verrà, perciò:
-
istituita la figura del difensore civico;
-
valutata la possibilità, compatibilmente con le risorse ed i mezzi disponibili, di decentrare funzioni e servizi amministrativi ad organismi di partecipazione popolare di livello sub-comunale, formati sul modello
delle circoscrizioni di decentramento comunale, al fine di rinvigorire quella coesione sociale attualmente
sopita.
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Asse 2. LA CULTURA
Occorre riconoscere alla cultura un valore strategico, sul piano economico, per l’indotto che determina e fondamentale per lo sviluppo di questo paese. Consideriamo, quindi, centrale ed irrinunciabile un forte impegno pubblico nelle attività culturali.
Cultura come bene comune, non privatizzabile, come l’acqua; ma soprattutto diritto fondamentale, come la salute; patrimonio di tutti, bene inalienabile: a tutti va garantito l’accesso alla produzione e alla fruizione della cultura.
Si va sempre più diffondendo nelle nostre città la politica dei grandi eventi, che nulla cambia nella vita delle persone, nella loro possibilità di accedere alla cultura. Anzi, si è andato sempre più restringendo il numero di coloro
che della cultura possono fruire. Le politiche dei grandi eventi restituiscono moltissimo in immagine per il Comune che li promuove, restituiscono anche dal punto di vista economico, fondamentalmente per i commercianti.
Ma in nessun modo influiscono sulla vita vera della città, sulle persone, sulle comunità, sui bisogni quotidiani.
La cultura, al di là del suo valore economico è, però, anche un ambito strategico di investimento pubblico ed è in
grado di contribuire a migliorare e qualificare l’immagine del paese verso l’esterno, stimolando la vita sociale del
paese e favorendo l’aggregazione e la comunicazione tra i cittadini e che tiene un serrato dialogo con il territorio. Diversi sono gli obiettivi da raggiungere in questo campo; occorrerà, infatti:
•
tutelare e valorizzare le risorse culturali, armonizzandole con la storia e le tradizioni del territorio e dei
sanfeliciani;
•
inserire le risorse culturali nei processi di crescita territoriale;
•
qualificare le risorse umane impegnate nel settore culturale;
•
ridisegnare le relazioni amministrative, introducendo appositi incentivi;
•
incentivare e disciplinare in maniera trasparente le relazioni con i privati interessati alla promozione di
iniziative culturali;
•
Incentivare gli spettacoli teatrali e le altre manifestazioni culturali dal vivo.
Tutto ciò è finalizzato ad ottenere il massimo dei benefici indotti anche per l’industria del tempo libero e del turismo.
Tra le azioni da intraprendere, si ritiene di dover:
-
individuare e determinare le risorse del bilancio comunale e le altre forme di finanziamento pubblico da
destinare alla cultura;
-
deliberare i criteri generali e le regole in base ai quali l’ente comunale possa promuovere, partecipare,
patrocinare o finanziare manifestazioni culturali;
-
organizzare, con almeno una stagione di anticipo, sentite anche le categorie interessate alla promozione dell’evento, un programma di manifestazioni culturali di livello, privilegiando la qualità piuttosto che la
quantità e favorendo le iniziative promosse nel periodo non estivo;
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-
perseguire la conclusione di accordi con altri comuni limitrofi al fine di promuovere manifestazioni comuni
-
costruire dei momenti e luoghi permanenti di confronto, elaborazione e verifica con l’associazionismo e
le forze sociali e culturali presenti sul territorio;
-
stipulare convenzioni tra le scuole e le istituzioni culturali pubbliche e private (cinema, teatri, gallerie,
musei, sale di concerto, biblioteche);
-
dare priorità alla formazione: dalle scuole alle biblioteche, ai centri di sperimentazione, ai laboratori;
-
promuovere e sostenere tutte le forme di associazionismo realmente legate al territorio;
-
incentivare, con ogni mezzo, la riapertura delle sale cinematografiche e l’utilizzo delle strutture teatrali
esistenti.
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Asse 3. LE POLITICHE GIOVANILI – SPORT E DIRITTO ALLO STUDIO
3.1 Il valore dello sport
Le attività motorie e sportive rappresentano momenti di crescita e di formazione, dall’età infantile fino
all’anzianità; esse si inseriscono concretamente nel processo di implementazione del lifelong learning (apprendimento lungo l’arco della vita). Pratiche motorie diversificate contribuiscono allo sviluppo globale della persona.
Muoversi, giocare, fare sport, nei vari contesti socio-educativi, divengono facilitatori di nascita e potenziamento
di rapporti interpersonali, di processi d’inclusione sociale e di superamento dei disagi legati a disabilità e condizioni di difficoltà di vario genere. Aiutano, inoltre, a raggiungere livelli di efficienza fisica per la salute e a migliorare stili di vita sempre più caratterizzati da atteggiamenti sedentari.
Risulta essenziale, perciò, favorire la massima diffusione di tali attività a tutti i cittadini, soprattutto per quelli più
giovani, cercando al contempo di curarne la qualità. I nostri giovani versano in condizione di evidente disagio,
non solo per gli aspetti legati alla difficoltà di carattere occupazionale (per gli interventi in tal senso si rimanda a
quanto previsto nel successivo Asse 4) ma anche per l’assenza di politiche, di luoghi e di strutture pubbliche che
favoriscano l’aggregazione e l’impegno, affinché non dirigano le loro energie, il loro entusiasmo ed interesse al
di fuori della propria comunità, giungendo a forme di alienazione anche estreme, che li possono emarginare o
condurre nel tunnel delle tossico dipendenze.
Gli obiettivi che si intendono perseguire sono quelli di favorire le dotazioni infrastrutturali dedicate ai giovani nel
rispetto, naturalmente, degli strumenti di pianificazione e l’attivazione di politiche condivise con le altre amministrazioni locali e con quella regionale.
Riteniamo, infatti, che nella lotta contro la tossicodipendenza e contro l’apatia, mali presenti ma di cui nessuno
vuole parlare, bisogna offrire alle nuove generazioni una possibilità…quella di poter scegliere. Per noi, offrire
delle alternative ai giovani rappresenta una sfida importante per gettare le basi per il nostro futuro.
Non vogliamo, però, fare vane promesse elettorali: valuteremo la possibilità di costruire una piscina per il nuoto,
anche se i tempi per la progettazione, i problemi di tipo logistico in un territorio come il nostro pieno di vincoli
ambientali e quelli legati al reperimento dei fondi economici, sono molto lunghi e soprattutto perché, mentre
l’attuale amministrazione pensava ad altro, i nostri vicini di Sabaudia hanno ottenuto il via libera al loro progetto
di piscina in pieno Parco del Circeo. Bisognerà, quindi, attivarsi presso il Comune di Sabaudia perché, invece di
un inutile doppione, il territorio di San Felice fornisca a se stesso e ai giovani di Sabaudia qualcosa di diverso, in
modo da dare due (e perché no, tre o quattro) alternative ai nostri ragazzi. Il campo C.O.N.I, darebbe ai ragazzi
la possibilità di confrontarsi con una realtà nuova come quella dell’atletica, la regina di tutti gli sport, che offrirebbe l’opportunità di apprendere le varie discipline che sono proposte, secondo quelle che sono le proprie aspirazioni. Per i più piccoli, il campo d’atletica, offrirebbe la possibilità di fare dell’attività motoria di base in modo
ludico e disimpegnato. Se, invece, le notizie di stampa sull’imminente costruzione di una piscina pubblica in comune di Sabaudia dovessero rivelarsi non veritiere, la costruzione di una piscina pubblica nel nostro territorio sarebbe un’ipotesi praticabile. Essa offrirebbe, oltre ai corsi di nuoto, dei corsi d’assistenza al salvataggio in
grado di formare i giovani del luogo, ed introdurli nel mondo del lavoro nel campo turistico, oggi in mani private
e, quindi, a pagamento.
Tra gli obiettivi da porre per ottenere questi risultati si ipotizzano:
- La costruzione di nuove strutture e aree di movimento e/o il potenziamento di quelle esistenti, tenendo
conto delle zone economicamente e socialmente depresse o, comunque, favorendo una loro distribuzione equa nel territorio. Si deve, in questo senso, studiare ed attuare un piano regolatore degli impianti
sportivi e delle aree attrezzate, anche concordando azioni d’intervento con i comuni limitrofi. Ogni spazio può diventare luogo di movimento.
14
-
La programmazione di riunioni cittadine per avviare un processo di partecipazione sulle tematiche sportive; bisogna individuare gli interventi da avanzare attraverso l’ascolto dei residenti e prevedendo il
coinvolgimento di tutti nelle scelte legate allo sviluppo dello sport nelle diverse zone del paese.
-
L’avvio di un lavoro di monitoraggio continuo per conoscere lo stato della rete sportiva locale, le attività
che vengono promosse e la fruizione degli impianti da parte della stessa.
-
L’adozione di un regolamento sulla gestione degli impianti e delle aree attrezzate, contenente criteri per:
1. la tutela dei praticanti: prevedere la presenza di operatori sportivi qualificati (diplomati isef
o laureati in scienze motorie o comunque persone con una preparazione verificata in materia);
2. rendere accessibili le strutture a tutti: con previsione di accessi gratuiti per le persone con
disabilità e in disagio economico;
3. incentivare lo sviluppo dello sport femminile;
4. garantire la partecipazione delle persone di diversa nazionalità: prevedere iniziative volte
a favorire processi di interculturalità;
5. favorire la diffusione dello sport integrato: vanno sostenute quelle iniziative sportive che
prevedono la condivisione di spazi con le persone con disabilità;
6. garantire la fruizione degli spazi a più associazioni e non a singole associazioni operanti
nel territorio; inoltre, le stesse devono rispettare le norme in materia di rapporti di lavoro;
7. sostenere iniziative del mondo della scuola anche in strutture non inserite nei plessi scolastici.
Allo stesso tempo ci impegniamo a superare quel muro di omertà e condiscendenza che fino ad oggi non ha
permesso di valutare in maniera corretta il problema delle tossicodipendenze giovanili.
3.2 Il diritto allo studio
Il sistema dell’istruzione è una risorsa fondamentale per la crescita della comunità locale. Le scuole vanno valorizzate come centri di promozione umana e culturale, di aggregazione sociale e di partecipazione democratica.
Nell’ambito del sistema dell’autonomia si dovranno intensificare i rapporti e gli interscambi tra le Scuole, l’ente
locale ed il territorio. In particolare, si dovrà favorire il coordinamento tra le istituzioni scolastiche e i servizi sanitari, sociali, sportivi e le istituzioni culturali.
Al fine di favorire l’accesso al sapere dei cittadini, con prioritaria attenzione per le fasce sociali deboli e a rischio
di abbandono scolastico, è necessario promuovere una serie di interventi che diano centralità alle politiche della
conoscenza nella dimensione locale.
La prima questione che dovrà essere affrontata è quella relativa agli spazi scolastici. Di concerto con la Provincia, dovrà essere varato un piano straordinario per l’edilizia scolastica, capace di assumere l’obiettivo della
sicurezza, attivando canali di finanziamento pubblico, al di là delle risorse stanziate in Finanziaria per il prossimo
triennio.
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Per quanto riguarda le politiche sul diritto allo studio, particolare attenzione dovrà essere posta
all’integrazione dei soggetti diversamente abili, anche attraverso la promozione di accordi di programma con
le istituzioni scolastiche e con le Asl, al fine di favorire la programmazione coordinata dei servizi scolastici con
quelli sanitari, socio assistenziali, ricreativi e sportivi. Il comune dovrà provvedere a garantire l’accesso alle istituzioni scolastiche da parte dei diversamente abili, anche attraverso la fornitura di servizi di trasporto speciale,
di materiale strumentale e didattico, di personale aggiuntivo provvisto dei requisiti stabiliti dalla normativa e destinato a favorire e sviluppare l’autonomia e le competenze comunicative e relazionali. La promozione di politiche mirate all’inserimento di studenti stranieri dovrà avvenire anche attraverso l’organizzazione di funzioni di
mediazione culturale.
Al fine di promuovere pratiche di partecipazione nei processi scolastici il comune si farà promotore di iniziative tendenti alla creazione di spazi permanenti di discussione e confronto sulla programmazione dei servizi scolastici e sulla loro qualità, con un ruolo diretto del comune, dei genitori, degli studenti e dei rappresentanti delle
scuole.
Il comune, al fine di riaffermare un complesso di interventi a sostegno della reale esigibilità del diritto allo studio,
si farà promotore di azioni ed interventi che puntino a realizzare e/o a sviluppare le reti dei servizi scolastici (logopedia, assistenza psicologica, mediatori culturali, centri di ascolto, doposcuola ed aiuto compiti), prestando particolare attenzione alle questioni del trasporto e delle mense. Nelle mense scolastiche comunali dovrà essere perseguita una politica alimentare che privilegi la scelta di prodotti locali certificati e biologici.
Il comune, in collaborazione con le scuole, si farà promotore di iniziative ed attività educative che puntino all’uso
degli spazi scolastici anche in orario extrascolastico.
Infine, riconoscendo la necessità di concepire il diritto allo studio sempre più come accesso ad un sapere diffuso, non riducibile alla dimensione scolastica, il comune si farà promotore di specifiche iniziative (es . carta dello
studente) che garantiscano l’accesso tendenzialmente gratuito (o comunque agevolato) a mostre, concerti, cinema ed altri servizi culturali.
Ogni intervento in relazione alla materia scolastica verrà, comunque, concepito e realizzato tenendo conto delle
specifiche esigenze del nostro territorio.
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Asse 4. LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA LOCALE
4.1 Il ruolo del Comune nello sviluppo dell’economia locale
Gli enti locali, soprattutto Comuni e Province, da soli non sono in grado di dare risposte adeguate al problema
occupazionale. Ne consegue che gli Enti Locali nel riprogettare i percorsi dello sviluppo, devono inevitabilmente
attivare progetti capaci di far scendere in campo anche altri soggetti per coinvolgerli in uno sforzo sinergico capace di attivare e mobilitare forze, potenzialità e risorse. Un tavolo di confronto e di decisione per progetti importanti di interesse collettivo diventa momento di alta progettualità e di concreto terreno di verifica sulle cose da
fare. Istituzioni, credito, enti di sviluppo, imprenditoria possono trovare intese per la realizzazione di importanti
progetti. Diventa importante e fondamentale l’intervento diretto dell’ente locale per il rilancio dell’economia locale
con progetti ad hoc che vedano il concorso del Comune anche per ciò che riguarda l’utilizzo dei fondi europei,
dei corsi di formazione, della valorizzazione delle risorse espresse dal territorio.
Su questo terreno l’ente locale è chiamato a dare risposte positive per creare le condizioni per progetti innovativi
e di sviluppo, nella consapevolezza che se non sarà la rete delle istituzioni a farlo, saranno i poteri economici e
finanziari ad imporli.
E’ nostro convincimento che l’economia di San Felice debba riscoprire il proprio legame col territorio e con la
natura, che ne ha fatto uno dei gioielli della costa laziale.
Per fare questo si deve puntare alla valorizzare e sostenere le due principali attività che caratterizzano il nostro
territorio, turismo e agricoltura, integrandole e facendole interagire con le principali altre attività presenti nel territorio: il commercio, l’artigianato e la piccola impresa.
Come è noto, buona parte del territorio di San Felice fa parte del Parco Nazionale del Circeo, per il quale non
sono stati ancora attivati il governo (la Presidenza) e i piani di indirizzo. La funzione pianificatoria dell’Ente è di
particolare importanza, anche per la sovraordinazione delle previsioni del Piano del Parco rispetto alle previsioni
urbanistiche dei Piani Regolatori.
Un primo obiettivo è che i diversi aspetti della realtà del nostro territorio vengono censiti, allo scopo di avere un
quadro completo dello stato attuale: dinamica demografica, offerta di ricezione turistica, sistema dei servizi collettivi (scuole, punti di primo soccorso, collegamenti). Di particolare rilievo saranno gli studi, che riteniamo indispensabili, sulle società cooperative formatesi negli ultimi anni, sui centri di educazione ambientale nonchè
l’analisi, compiuta grazie ad una serie di interviste sui giovani protagonisti dell’economia locale, per conoscere
piani di vita e aspettative. Il fattivo contributo che verrà apportato da questi dati alla redazione degli strumenti
pianificatori del Parco avranno come ritorno una effettiva efficacia propulsiva sulle attività economiche e quindi
sul benessere della collettività.
Un secondo obiettivo è quello di far sì che la parte del territorio esterna al Parco non resti esclusa da questa
azione. Dovrà, perciò, essere sviluppata e sottolineata la forte interconnessione tra area protetta e area limitrofa; si potrà, in questo modo ovviare, per esempio, alla caratteristica (negativa) del Parco del Circeo, che non avendo attività di zootecnia e agricole interne al perimetro (salvo piccole eccezioni), non può accedere a quella
fetta di sovvenzioni e di potenziale sviluppo turistico derivante dal filone ambientale-enogastronomico.
Un terzo obiettivo è quello di favorire la stretta collaborazione tra le realtà agricole della piana e l’organo di gestione dell’area protetta, che dovrà essere il punto cardine dell’azione del rappresentante del nostro Comune in
seno alla Comunità del Parco, al fine di trovare un nuovo modo di far convivere regime vincolistico e libertà imprenditoriale, nella certezza di un rapido sviluppo dei settori turistico e agroalimentare.
4.2 Il turismo
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Nel settore turistico, negli ultimi anni, le cose non vanno più tanto bene. La domanda domestica è ferma. La
domanda straniera cala. La voglia degli Italiani di andarsene a fare vacanze all'estero aumenta sempre. Di questo passo, nel giro di pochi anni, invece di guadagnare con il turismo, il Paese ci rimetterà. Perdita di competitività, si dice. Ma la crisi competitiva del turismo italiano attuale non è di origine solo imprenditoriale. E’ crisi che
riguarda – principalmente – le dotazioni strutturali ed infrastrutturali, su cui investe ed è responsabile l'operatore
pubblico. Perciò, per affrontarla sistematicamente, bisogna proiettarsi oltre la sola visione d'impresa (sempre e
comunque rispettabile) e sono indispensabili approcci , che tengano conto delle reali e complessive connotazioni del fenomeno. Che sono, principalmente, le seguenti:
i. A differenza delle merci, che si possono confezionare anche in ambienti degradati e poi si trasportano sui
mercati di consumo, il turismo si vende nel medesimo luogo in cui si produce: il territorio e l'ambiente in cui esso
si produce sono elementi strutturali di qualificazione dell'offerta.
ii. La competitività si gioca sulle diverse tipologie di turismo e sul territorio sui cui esse insistono. E’ sul piano
locale, infatti, che si specializzano le diverse tipologie di turismo (i "turismi") ed avviene la cosa più appariscente di tutta l'offerta turistica, e cioè l'assemblaggio e la formazione del prodotto turistico finale, inteso come insieme di beni, servizi, valori ed opportunità che si offrono alla fruizione dei turisti. Su di esso viene espresso quel
verdetto di qualità e convenienza, che velocemente ed inesorabilmente si diffonde presso l'utenza turistica e si
gioca realmente la maggior parte della competitività. Ed è sul piano locale che, intorno alla formazione del prodotto, si realizza la più stretta simbiosi tra operatori della sfera pubblica, operatori del mondo imprenditoriale e
anche della cittadinanza
iii. A differenza che per le merci, nello scambio turistico non c'è simmetria tra quello che il turista "paga" e quello
che "prende". Il turista paga i prodotti di mercato (tariffe per servizi pubblici gestiti dall'operatore pubblico e
prezzi per prodotti imprenditoriali), ma consuma e giudica anche risorse collettive (ambiente, territorio, attrattive
paesaggistiche e naturali, tesori culturali ed artistici, ecc.) e prodotti non di mercato (manutenzione e pulizia dei
siti, assistenza, servizi di sicurezza locali, ecc.). La sua convenienza a fare turismo è giudicata dal confronto tra
la sua spesa e ciò che ne ricava come sommatoria di prodotti market e di una parte non piccola di valori no
market, per i quali non paga un corrispettivo diretto e per quali è responsabile direttamente la "mano pubblica".
iv. In presenza di un sistema di prezzi elevato e crescente, qual è quello italiano, non si può scommettere se
non sulla elevata e crescente qualità dell'offerta turistica. E poiché la qualità dell'offerta turistica non è fatta solo
dai prodotti market, ma in larga misura dai prodotti no market, forniti dall'operatore pubblico, il criterio dello politica del turismo non può essere il vecchio "io vi do una mano, al resto pensate voi", diretto alle imprese, ma deve essere un più diretto e completo coinvolgimento, un nuovo "rimbocchiamoci le mani ed agiamo insieme, ciascuno per la sua parte". Ciò significa che la "mano pubblica" deve essere direttamente in ballo, non si può
chiamare fuori.
Da queste considerazioni deriva che, per rilanciare una politica di effettivo sviluppo del turismo, non bastano soluzioni parziali e generiche, messe su alla meno peggio. Ma c'è bisogno di molto più e molto più serio. Da questo punto di vista almeno due azioni devono essere adeguatamente coltivate:
A. La ricerca.
C'è bisogno di una riflessione sistematica sul fenomeno turistico. E’ necessario ragionare sugli esatti termini dei
problemi, sui fattori dello sviluppo turistico e della competitività, sugli elementi costitutivi dell'offerta, sui vari tipi
di domanda e sulla loro sensibilità alle seduzioni dell'offerta;
B. La politica territoriale e locale.
Considerata la centralità del territorio nello sviluppo del turismo,la politica locale deve:
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- pretendere che le Autorità nazionali e quella regionale, abbiano una propria politica-pilota per il turismo e facciano la loro parte per metterla in atto;
- coordinare le regole dell'impegno degli organismi locali e delle rappresentanze imprenditoriali e locali;
- badare alla valorizzazione del territorio di competenza;
- esaltare le proprie attrattive di carattere turistico (culturali, paesaggistiche, folkloristiche, ecc);
- curare l'accessibilità e la mobilità interna all'area;
- assicurare i servizi civili, vicini alle persone, siano essi cittadini o turisti;
- gestire le proprie tariffe locali con attenzione al fenomeno turistico;
- smussare e ridurre, i possibili (forse inevitabili) conflitti di interesse tra popolazione residente e operatori economici;
- favorire la vita turistica con molteplici iniziative;
- attivare, in tempi utili, interventi per salvaguardia della vita turistica nell'area.
Entrambe le citate azioni in relazione al turismo e al suo contributo all’economia di San Felice, sono ben delineate nella pubblicazione dello studio predisposto dalla Facoltà di Economia della Università LUISS Guido Carli,
presentato il 29 ottobre 2005, dal titolo “Rapporto sul Sistema della domanda e offerta turistica dell’area di
San Felice Circeo”, che riteniamo debba costituire la base e la guida per un programma di sviluppo del turismo sul territorio per l’entità e la completezza degli studi svolti.
I punti più significativi che emergono dal Rapporto LUISS – finalizzato a promuovere una strategia competitiva per l’area su base sia locale/regionale sia internazionale – sono:
-
un’elevata domanda che ha favorito soprattutto lo sviluppo quantitativo dell’offerta, ciò a danno della sua
qualità strutturale e senza una coerente maturazione imprenditoriale e culturale.
-
La complessiva debolezza dell’offerta ricettiva alberghiera ed extra-alberghiera (con forte presenza di
seconde case).
-
La poca consistenza degli operatori nelle altre fasi della filiera turistica, con scarso numero e rilievo di
manifestazioni ed eventi di interesse turistico, e con debole sistema di servizi per coloro che permangono più giorni.
-
La limitata fruibilità turistica di importanti asset paesaggistici e storico/culturali del territorio (v. Parco Nazionale del Circeo, uno dei perni fondamentali dell’offerta turistica della zona).
-
La debolezza del tessuto relazionale tra gli attori locali, mentre la competitività di un’aerea turistica è legata proprio all’intensità delle relazioni tra le diverse componenti.
-
Un limitatissimo orientamento alla cooperazione degli imprenditori turistici della zona.
-
L’elevata eterogeneità del mercato turistico di S. Felice Circeo che ha perso la sua specificità di immagine, con sempre maggiore difficoltà a intercettare turismo di qualità.
-
L’eccessiva stagionalità della domanda, socialmente eterogenea ma concentrata soprattutto nel periodo
estivo (66% di presenze nel trimestre giugno-agosto e 75% nel periodo maggio-settembre).
-
La mancanza di un progetto strategico di sviluppo sostenibile, mentre in altri sistemi turistici esso deriva
da un piano provinciale o regionale.
-
La notevole contrazione di risorse pubbliche disponibili a livello locale e regionale, con la conseguente
necessità di far ricorso alla finanza di progetto e a partenariati pubblico-privato.
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In questo quadro, il Rapporto LUISS sottolinea sia la centralità che l’attuale governo della Regione Lazio attribuisce al turismo come volano di sviluppo, sia la sua precisa volontà di creare un’agenzia regionale che
coinvolga tutti i principali attori locali; che potrebbe prevedere, secondo la Luiss, la predisposizione di un
piano strategico nel quale inserire un progetto specifico per S. Felice Circeo, finalizzato a farne meta di turismo di qualità e ad intercettare la domanda internazionale.
A questo fine è obiettivo essenziale intervenire su cinque punti critici, al fine di conseguire:
•
il rafforzamento della dimensione “sistemica” dell’offerta locale;
•
la valorizzazione degli elementi di attrattiva naturale e storico-culturale dell’area;
•
il miglioramento delle infrastrutture funzionali alla fruizione turistica;
•
il rilancio dell’immagine;
•
lo sviluppo dell’imprenditorialità.
Da ciò conseguono, come specifica il Rapporto, tre azioni da porre in essere per realizzare un “sistema
di offerta” competitivo per il Circeo:
-
l’integrazione e il coordinamento degli attori locali della filiera turistica;
-
la capacità di essere partner di progetti integrati;
-
la disponibilità ad operare in una logica di sistema.
La proposta conclusiva avanzata dall’Università, che condividiamo e che intendiamo portare al centro della
nostra azione di governo, è un “patto per lo sviluppo” tra pubblico e privato, laddove: “Le forze imprenditoriali investono nel rafforzamento delle loro strutture e delle loro competenze – come conclude il Rapporto a fronte dell’impegno del governo locale di realizzare quegli interventi che rendono più attrattiva e fruibile
l’area e che, quindi, favoriscono una valorizzazione degli sforzi imprenditoriali”.
4.3 L’Agricoltura
L’agricoltura è’ l’altra vocazione economica naturale di San Felice Circeo ma, ci sembra, è anche la grande attività dimenticata del paese.
Alcuni dati ISTAT riferiti al settore agricolo comunale e rilevati dal censimento agricoltura 2000, possono dare
un’idea della sua importanza strategica.
La superficie agricola disponibile si estende per circa 1.500 ha, ed ospita circa 600 aziende agricole aventi come l’indirizzo orticolo specializzato, come modello prevalente di conduzione.
L’”azienda tipo” sanfeliciana coltiva, in media, circa ha 2.50 ad ortaggi, circa ha 0,80 in serra, in pieno campo la
restante superficie.
Si stima che gli addetti al settore in qualità di titolari di azienda, di coadiuvanti familiari, di braccianti, e di operatori siano circa 3.000 persone; occorre, infatti, considerare, che molte delle aziende esistenti hanno ampliato la
loro superficie produttiva acquistando terreni agricoli in altri comuni.
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Non esistono dati statistici precisi circa la produzione lorda venduta, ma si stima che essa si aggiri intorno ai
3.000.000 di euro.
Riteniamo che i suoi punti di forza siano:
-
una professionalità imprenditoriale di livello medio alto (quello che oggi è sotto gli occhi di tutti è stato realizzato dall’iniziativa imprenditoriale, pochi sono stati gli interventi pubblici)
un largo inserimento di imprenditoria giovanile (uno dei pochi esempi a carattere Provinciale e Regionale)
un ampio periodo di produttività
la presenza di un’alta qualità produttiva
Riteniamo che i suoi punti di debolezza siano:
-
il basso potere contrattuale (dovuto al tipo di prodotto commercializzato) di cui godono i produttori;
l’irregolarità dei fattori commerciali e dell’andamento di mercato, che non garantiscono una omogeneità nelle vendite e nei ricavi;
l’assenza di iniziative specifiche volte alla promozione dei prodotti localmente prodotti;
l’esistenza di una crisi generalizzata del settore, dovuta principalmente ai bassi realizzi commerciali.
Alla luce dei sintetici, quanto eloquenti, dati appena descritti riteniamo che i principali obiettivi da perseguire e le
azioni da intraprendere nel settore siano i seguenti:
-
porre in essere incontri fra gli imprenditori, Provincia, Regione e Ministero competente per istituire marchi di
produzione, che sicuramente contribuiranno a favorire la commercializzazione e la redditività delle produzioni agricole;
-
istituzione dell’ufficio agricolo comunale, condotto da personale tecnico qualificato o professionista esterno,
che possa assistere gli agricoltori sia nel disbrigo di pratiche burocratiche ed amministrative, sia
nell’individuazione delle problematiche settoriali (ad esempio, al fine di fornire indicazioni precise e imparziali sulle leggi e le norme che regolano il settore agricolo); l’ufficio si dovrà occupare anche delle deleghe di
cui alla L.R. 14/99, previste per il settore agricolo;
-
perseguire, nei limiti del consentito, la semplificazione dei procedimenti per il rilascio di pareri o autorizzazioni in zona agricola, dando un concreto segnale di vicinanza dell’amministrazione comunale ai cittadini;
-
favorire, nella predisposizione ed adozione degli strumenti di pianificazione territoriale, misure volte allo sviluppo dell’agriturismo, in conformità alla legge quadro nazionale che disciplina la materia;
-
promuovere con ogni mezzo disponibile la riqualificazione e l’infrastrutturazione delle aree agricole del paese: non riteniamo dignitoso che, nel 2007, intere zone del nostro territorio siano sfornite di servizi primari
come: acqua potabile, rete fognante, metano e illuminazione stradale, senza trascurare il fatto che alcune
strade interne sono ancora sterrate;
-
verificare le disponibilità finanziarie del comune derivanti dalla rivalutazione dei redditi catastali degli immobili e dal gettito ICI e TARSU per destinare eventuali sgravi di imposta agli immobili agricoli;
-
promuovere, per la zona di Borgo Montenero, l’istituzione di un’ente fiera stabile ovvero, d’intesa con la
Provincia, l’istituzione di un istituto agrario.
4.4 Il commercio
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La spinta della grande distribuzione alle aree di pregio e strategiche è pressoché uniforme in tutto il territorio nazionale. Pur se è evidente la difficoltà da parte degli Enti Locali di contrastare queste tendenze, tuttavia è possibile utilizzare gli strumenti di programmazione urbanistica per impedire o limitare la devastazione del tessuto
economico, territoriale, urbano e sociale che esse introducono. In assenza di politiche e strumenti validi, le piccole attività commerciali sono messe a dura prova con la tendenza ad una lenta ma progressiva riduzione.
Ai fini di garantire la presenza delle piccole attività commerciali soprattutto nei centri storici e per contribuire a
difendere posti di lavoro, vanno proposte iniziative tese a ottenere:
•
•
•
•
•
•
•
Adozione di uno strumento di pianificazione degli insediamenti commerciali per evitare l’eccessiva apertura di esercizi stagionali, che abbassano il livello dei servizi nel periodo invernale e danneggiano
l’immagine turistica del paese, ed incentivare, con gli strumenti disponibili per legge, le attività commerciali aperte tutto l’anno;
formulazione, negli strumenti urbanistici, di norme specifiche per il commercio;
disincentivazione della grande distribuzione in quanto la stessa, distruggendo progressivamente la piccola che non ha le condizioni per reggere il confronto, impoverisce la rete distributiva del paese, con
grave danno per i settori più deboli;
sperimentazione nell’istituzione di isole pedonali in alcune aree centrali del paese e verifica, d’intesa
con le associazioni rappresentative di categoria, degli effetti prodotti sull’attività degli esercizi commerciali;
sostegno alle iniziative del commercio equo e solidale gestito da organismi o soggetti senza fine di lucro, riconosciuti formalmente;
offrire spazi definiti e regolamentati per il commercio ambulante;
monitoraggio permanente sul proprio territorio del “fenomeno” caro-prezzi.
4.5 Artigianato e piccola impresa
L’artigianato e la piccola impresa devono essere integrati in un concetto di valorizzazione del patrimonio territoriale, le stesse specificità locali devono concorrere ad una politica di sviluppo responsabile che crei valore
aggiunto per l’insieme del territorio facendo si che le stesse aziende apportino ricchezza a tutta la comunità.
Una politica comunale che favorisca l’insediamento di imprese artigiane legate alle specificità socio-culturali del
territorio può essere un modo per usufruire di aree che troppo spesso finiscono in mano alla speculazione. La
questione del lavoro trova anche risposte positive se la piccole imprese artigianali e di servizi hanno la possibilità di competere nel mercato. Per farlo non è sufficiente la disponibilità di aree produttive ma necessitano di fattori e condizioni favorevoli.
Il Comune dovrà impegnarsi per contribuire a costruire:
•
territori o aree forti e organizzate capaci di produrre risorse, e opportunità;
•
moderne infrastrutture, aree produttive munite di servizi, da inserire negli strumenti di pianificazione
previsti;
•
una formazione adeguata per vincere le sfide dell’innovazione.
4.6.Portualità
Le complesse vicende amministrative relative al completamento del porto esistente ed alle istanze concessorie
avanzate da privati per il suo raddoppio, così come il pesante contenzioso amministrativo che ne è derivato,
hanno occupato la cronaca locale (e non solo locale) ed invaso il dibattito politico locale per il periodo, ininterrotto, degli ultimi otto anni.
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Nulla abbiamo da aggiungere alla cronaca dei fatti e degli atti amministrativi, noti ai più e poco appassionanti, se
non rilevare alcune circostanze nude e crude: il porto esistente, che dovrebbe essere una fonte di ricchezza e di
sviluppo per il comune che lo ha realizzato e per i cittadini che lo stanno ancora pagando, attende ancora di essere terminato e dotato dei primari servizi, sia pur nei limiti consentiti dall’area in cui si situa; l’ente comunale
non ne dispone, come invece dovrebbe, a beneficio dei suoi cittadini; i privati che oggi lo occupano e gestiscono non hanno alcuna garanzia circa la propria posizione amministrativa; altri privati, interessati al raddoppio, attendono la definizione delle proprie istanze.
La necessità di affrontare tali problematiche, che hanno senz’altro contribuito a distogliere l’attenzione e le energie dell’amministrazione in carica dagli altri problemi del paese, altrettanto importanti,è talmente sentita dai
candidati di questa lista da avere elevato la questione a dirimente del proprio agire politico.
E’ perciò nostra intenzione, se eletti, assumere le necessarie determinazioni sugli atti amministrativi da adottare
per portare alla più rapida conclusione i numerosi e complessi procedimenti amministrativi pendenti, orientando
la propria azione ai seguenti obiettivi, secondo l’ordine di priorità qui indicato:
-
adottare le necessarie misure di sicurezza, in conformità alle previsioni di legge ed agli strumenti di pianificazione vigenti, per la struttura portuale esistente;
-
sollecitare, d’intesa con le altre autorità sovraordinate coinvolte, la definizione dei procedimenti in merito
all’adozione degli strumenti di pianificazione che investono anche l’area portuale, individuando le modalità di
utilizzo dell’area ed i limiti di intervento sull’infrastruttura esistente, considerata la particolare natura dell’area
in cui si situa;
-
portare a conclusione il procedimento amministrativo relativo al completamento del porto esistente, perseguendo decisamente lo scopo del rilascio della concessione in favore del Comune;
-
una volta ottenuta la concessione, curare l’immediata indizione della/e gare pubbliche necessarie ad assegnare a privati qualificati la gestione della struttura portuale esistente;
-
portare a conclusione gli altri procedimenti amministrativi relativi alle istanze concessorie inerenti il c.d.
“raddoppio” del porto esistente, assumendo una posizione che risulti coerente con i contenuti della mozione
n. 207 del 24 febbraio 2007 ,approvata dal consiglio regionale del Lazio;
-
portare a conclusione gli altri procedimenti pendenti inerenti altre istanze di realizzazione di opere marittime
nel territorio comunale.
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Asse 5. TUTELA DEI BENI AMBIENTALI, CULTURALI E PAESSAGGISTICI - SVILUPPO SOSTENIBILE
5.1 La tutela è ricchezza
Il
nostro territorio deve affrontare le pressioni prodotte dalla concentrazione, in brevi periodi dell’anno,
della mobilità di persone e merci, dall’espansione della popolazione, dal dissesto idrogeologico e dalle diverse
forme di inquinamento e di produzione di rifiuti. Il caotico espandersi degli insediamenti immobiliari ha ridotto la
difesa del suolo, ha indebolito la tutela del paesaggio e del patrimonio storico culturale del territorio.
E’ soprattutto tra i beni naturali che ci sono quei beni comuni che per noi vanno maggiormente tutelati. Questo
e’ l’impegno che poniamo a base del nostro programma di governo del paese.
Nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita della popolazione dal punto di vista ambientale e
dell’opportunità di ottenere vantaggi economici per mezzo del risparmio energetico e dell’utilizzazione di fonti
rinnovabili, è nostro intendimento intervenire nelle materie qui indicate e porre in essere i seguenti obiettivi azioni:
5.2 Qualità dell’aria
Il Piano di risanamento della qualità dell’aria deve indicare le azioni da intraprendere per concorrere a migliorare
su scala locale la qualità dell’aria.
Gli obiettivi che guidano le scelte pianificatorie e verso le quali bisogna tendere sono:
•
•
•
il miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell'inquinamento tra i diversi settori ambientali;
la coerenza delle misure adottate nel piano con gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni sottoscritti dall'Italia in accordi internazionali o derivanti dalla normativa comunitaria;
l’integrazione delle esigenze ambientali nelle politiche settoriali, per assicurare uno sviluppo sociale ed
economico sostenibile;
•
l’utilizzo congiunto di misure di carattere prescrittivo, economico e di mercato, anche attraverso la promozione di sistemi di ecogestione e audit ambientale;
•
la previsione di adeguate procedure di autorizzazione, ispezione, monitoraggio, per assicurare la migliore applicazione delle misure individuate.
Sono, inoltre, necessarie misure serie di lotta all'elettrosmog. Si possono formulare delibere di consiglio comunale, i cui punti principali devono essere:
•
•
passare dall'idea delle autorizzazioni a quella di piani regolatori delle antenne in cui è il comune che decide;
assumere il principio di precauzione puntando a regole che minimizzino l'esposizione;
5.3 Qualità e gestione dell’acqua
I principi guida nella gestione dei servizi idrici integrati non possono prescindere dalla difesa del carattere
pubblico della proprietà e della gestione delle reti oltre che dell’erogazione del servizio e debbono puntare:
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al risanamento dei corpi idrici inquinati;
al conseguimento del miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a
particolari utilizzazioni;
alla diminuzione della dispersione delle reti;
al perseguimento di usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche con priorità per quelli potabili;
al mantenimento della capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e bene diversificate reso possibile anche da un adeguato deflusso minimo vitale (DMV).
Gli stessi obiettivi di non spreco e risparmio vanno perseguiti in ognuna delle occasioni che si presentano nella
vita quotidiana dei nostri enti: al momento del rilascio di autorizzazioni ad aziende, nel momento di progettazione di edifici, quando si pianifica l’uso del territorio.
Occorre ricordare che l’acqua è il principale dei “beni comuni”, ossia quei beni che il premio Nobel Paul Samuelson ha definito, intorno alla metà del Novecento, come quelle risorse pubbliche caratterizzate da “non rivalità” e
“non esclusività”. I beni comuni prescindono dalla gestione pubblica o privata degli stessi, ma implicano sistemi
di regolazione che ne favoriscano il mantenimento e la loro rigenerazione.
A tal fine, è intendimento dei rappresentanti di questa lista attivarsi per superare le decisioni si qui assunte in
merito all’attribuzione del servizio idrico ad Acqua Latina, che ha provocato un ingiustificato aumento delle bollette a fronte della prestazione di servizio sempre più scadente.
5.4 Protezione dell’ambiente e biodiversita’
Il nostro territorio costituisce un patrimonio unico per ricchezza di habitat e biodiversità. Tale ricchezza, già tutelata con l’istituzione del Parco nazionale del Circeo, va accresciuta mediante la tessitura di vere e proprie Reti
Ecologiche e l’arricchimento della biodiversità nella pianura interna, mediante l’istituzione di nuove Aree di Riequilibrio Ecologico. La valorizzazione delle aree rurali di maggiore pregio potrà essere riconosciuta anche mediante l’individuazione di Paesaggi Protetti.
Parchi, Riserve, Aree di Riequilibrio Ecologico e Paesaggi Protetti costituiscono il sistema delle Aree Protette cui
dare piena attuazione.
Infine, l’insieme delle aree di interesse naturalistico designate come ZPS o SIC esistenti nel nostro territorio e
che costituisce la Rete Natura 2000, insieme di aree protette dall’Unione Europea, deve essere oggetto di misure specifiche ed adeguate di conservazione a partire dagli strumenti pianificatori.
E’ l’impegno più efficace per promuovere quella educazione ambientale che troverà momenti utili anche nelle
sempre più consistenti piantumazioni e nelle continue estensioni di aree naturalizzate.
5.5 Gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti
La “chiusura del cerchio” della eco-compatibilità si ha promuovendo il mercato dei prodotti “ambientalmente preferibili” ovvero dei prodotti che durante l’intero ciclo di vita siano in grado di generare minori impatti sull’ambiente
in termini di diminuzione dell’energia e delle materie prime utilizzate, riduzione delle emissioni durante la produzione, minore produzione di rifiuti, maggiore durata, facilità nello smontaggio e riciclabilità.
Il decollo di questo mercato e degli “acquisti verdi” potrà dare uno sbocco alle azioni positive che vanno pianificate nei Piani dei rifiuti che debbono contenere alcune scelte di fondo:
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riduzione della produzione dei rifiuti anche in adesione alla Strategia tematica approvata dalla Commissione europea il 21 dicembre 2005;
non realizzazione di impianti di incenerimento dei rifiuti;
aumento della raccolta differenziata, con una sempre crescente percentuale di materia effettivamente
recuperata;
Noi proponiamo, poi, l’incentivo di pratiche virtuose quali la diffusione dei compostatori domestici, l’estensione di
esperienze che portano aziende commerciali a donare alimenti in scadenza ad associazioni che assistono bisognosi (last minute market) e che i rifiuti in legno non possano essere conferiti in discarica, se necessario anche
con una precisa disposizione del piano rifiuti, dovendosi più correttamente destinare questo materiale naturale
al compostaggio, se in ramaglie, o al recupero di materia che preserva altri alberi.
5.6 Qualità ambientale
In linea con gli impegni ambientali che l’Italia ha assunto con la sottoscrizione del Protocollo di Kyoto gli enti locali, anche in relazione ai recenti accordi europei, dovranno approvare nuovi Piani energetici individuando, in
particolare, le forme di incentivo al risparmio energetico e le scelte che, una volta pianificate, devono entrare nel
quotidiano modo di produrre e usare energia: privilegiando le fonti realmente alternative, la microcogenerazione
e i dispositivi di risparmio energetico.
Le tante piccole azioni individuate dal “Patto per Kyoto”che ci paiono piu’ efficaci a livello locale e per le quali ci
impegnamo sono:
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illuminazione non residenziale negli Enti Pubblici: adottare le caratteristiche fissate dal programma europeo GreenLight ;
acquisti pubblici: per gare e appalti introdurre le specifiche tecniche di efficienza per gli acquisti degli
Enti Pubblici (classi A e superiori; Energy Star per le attrezzature da ufficio);
incentivare l’adozione di sistemi di riscaldamento radianti a bassa temperatura;
promuovere gli impianti di cogenerazione;
promuovere strumenti di semplificazione autorizzativa alla realizzazione di impianti fotovoltaici integrati
negli edifici e introdurre l’obbligo di predisposizione dei nuovi edifici per poter ospitare impianti fotovoltaici;
programmi di installazione di pannelli fotovoltaici per alcune tipologie di edifici della Pubblica Amministrazione, ad esempio edifici scolastici;
adottare regolamenti edilizi con l’obbligatorietà dei pannelli solari termici nei nuovi edifici e nei casi di ristrutturazione straordinaria secondo lo spirito della norma europea 91/2002;
utilizzo dei sistemi solari termici su tutti o parte degli edifici pubblici in modo da favorire il risparmio energetico e lanciare una campagna a favore del solare su più vasta scala (in base alla legge 10/1991);
semplificazione delle procedure autorizzative per l’installazione negli edifici dei sistemi solari termici,
come atto libero ad esclusione degli edifici vincolati;
riduzione dell’ICI a chi installa un sistema solare termico e/o aumento dell’ICI a chi non lo installa;
campagne e centri di informazione per il pubblico sulla tecnologia, utilizzando risorse risparmiate dalla
progressiva riduzione degli incentivi a fondo perduto, che, se episodici, non consentono di creare un
mercato del solare termico stabile e duraturo;
potenziare e qualificare l’offerta del trasporto pubblico;
traffic calming: limitare la velocità per rendere compatibili i flussi di traffico veicolare e quelli non veicolari (pedoni, ciclisti);
car pooling: promuovere l’aumento del coefficiente di occupazione dei veicoli e car sharing: auto in multiproprietà per necessità di bassa percorrenze;
strumenti di pianificazione e sui regolamenti edilizi per cercare di imporre almeno alla scala locale
l’obbligo per i proprietari degli impianti di distribuzione di carburante (quasi sempre direttamente le stesse compagnie petrolifere) che procedano all’insediamento di nuovi impianti o alla manutenzio26
ne/ristrutturazione degli esistenti di installare pannelli fotovoltaici sulle pensiline di copertura dei distributori che presentano caratteristiche adeguate, stante la loro conformazione a tetto piatto e sempre esposto al sole.
Tra le altre azioni, per migliorare la qualità ambientale, in concreto proposte, indichiamo le seguenti:
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adozione del programma per lo sviluppo ambientale di San Felice Circeo secondo il documento
delle Nazioni Unite denominato Agenda 21 in cui sono indicati i percorsi e le cose da farsi per uno sviluppo armonico e sostenibile del territorio e delle sue attività;
attivazione di un Forum Civico, strutturato in gruppi di lavoro per aree tematiche, che studi e prepari
un rapporto sullo stato dell’ambiente, anche con il supporto di consulenti;
adozione del Piano di Azione Ambientale per programmare e gestire lo sviluppo urbanistico di San
Felice Circeo, secondo le linee del PUCG e relative norme tecniche di attuazione che, nel quadro di
Agenda 21, prevedono la salvaguardia del territorio, la non espansione dell’area urbana e l’utilizzo delle aree interne libere, con particolare attenzione all’edilizia convenzionata a favore delle giovani coppie;
adesione e attuazione del regolamento dell’Unione Europea EMAS II, strumento che garantisce la
qualità e la gestione degli aspetti ambientali delle attività produttive come migliore garanzia per uno
sviluppo ecosostenibile del territorio;
sostegno alle società presenti sul territorio perché aderiscano ad EMAS II, nella consapevolezza
che dotarsi di questo strumento significa non solo essere in grado di gestire efficacemente le problematiche ambientali, ma anche potersi proporre sui mercati internazionali con una certificazione di altissimo livello qualitativo ed etico;
istituzione di una sinergia operativa con il Comune di Ventotene, capofila nella sperimentazione
dell’applicazione dei protocolli ambientali in materia di gestione del territorio, ciò anche al fine di costituire una rete di Comunità Ecocompatibili per la creazione e commercializzazione di un Marchio di
Qualità Ambientale delle Località Marittime del Lazio, in sinergia con la Regione Lazio e il Ministero dell’Ambiente e per la Tutela del Territorio e del Mare;
sfruttamento di energie alternative: partecipazione di San Felice Circeo ai piani sovracomunali in
materia di risparmio energetico (energia solare);
parchi: ampliamento delle zone destinate a verde pubblico; iniziativa finalizzata ad avere una maggiore funzionalità del Parco Nazionale del Circeo;
adozione di un piano contro l’inquinamento acustico e di un piano contro l’inquinamento luminoso, in linea, quest’ultimo, con la recente Legge Regionale;
adozione di un piano sull’istallazione delle antenne per la telefonia mobile e contestuale istituzione di un Osservatorio sull’inquinamento da campi elettromagnetici presente sul nostro territorio;
adozione di un piano per la minore produzione dei rifiuti solidi urbani, per la loro raccolta differenziata e per la loro raccolta porta a porta (con la conseguenza di avere la scomparsa dei contenitori di rifiuti nelle strade);
completamento della metanizzazione dell’intero territorio comunale con particolare riferimento al
Centro Storico ed alle aree agricole della piana al fine di ridurre i costi per il riscaldamento ed i livelli di
emissioni inquinanti;
previsione nel Piano Regolatore Generale (oggi Piano Urbanistico Comunale Generale) e nel regolamento edilizio comunale di adeguati incentivi e agevolazioni fiscali per la bioedilizia e il risparmio
energetico ottenibile dal miglioramento dei criteri costruttivi adottati nella costruzione delle nuove abitazioni e dall’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili;
incentivazione all’adesione a Protocolli di gestione ambientale di tutte le categorie commerciali e di
servizi, alla stregua di quanto fatto in varie realtà turistiche italiane (senza, tuttavia, guardare a modelli
relativi a territori con caratteristiche diverse dal nostro, quali Versilia o Riviera Romagnola; più utile
pensare all’accordo stipulato da Legambiente con numerose attività ricettive e balneari a Gaeta).
5.7 Beni culturali e paesaggistici
27
Una particolare critica revisione delle opere progettate dalle amministrazioni precedenti e dalle amministrazioni
centrali (dallo scempio dell’Acropoli al recente criticabile “restauro” del centro storico del nostro comune) dovrà
portare al recupero dell’identità – anche estetica – del borgo medievale.
Tra le azioni specifiche, si dovrà procedere a:
-
assicurare, d’intesa con le autorità sovraordinate preposte alla tutela, il restauro e la migliore fruibilità al
pubblico delle mura dell’acropoli e della villa di Marco Emilio Lepido;
-
riaprire e restituire alla proprietà e/o all’uso pubblico le strade e i percorsi illecitamente chiusi e recintati
e/o inclusi in proprietà private come, ad esempio, la strada comunale delle Batterie e gran parte degli
accessi al mare;
-
assicurare, d’intesa con le autorità sovraordinate preposte alla tutela, il restauro e l’accessibilità alla
grotta Guattari;
-
attivarsi per la costituzione di un museo civico o di una mostra permanente legati al ritrovamento di reperti di valore storico reperiti nel nostro territorio;
-
valorizzare il patrimonio costituito dall’esistenza nel territorio comunale delle torri di avvistamento pontificie ricercando l’accordo con i privati possessori per consentirne l’accessibilità al pubblico;
-
verificare la possibilità di una diversa sistemazione di alcune aree del Parco pubblico di Vigna La Corte
che ne consenta un utilizzo per finalità artistiche e sociali (spettacoli teatrali e pubbliche assemblee) da
svolgersi all’aperto;
-
curare il restauro e la valorizzazione, d’intesa con i privati proprietari, degli edifici del centro storico e del
borgo medievale per recuperarne l’identità, anche estetica, restituendo quanto malamente restaurato alla sua originaria struttura.
28
Asse 6 . IL GOVERNO DEL TERRITORIO
6.1 Una nuova pianificazione urbanistica
Crediamo sia opportuno provare a costruire una ipotesi di lavoro che tenga insieme le istanze del territorio, dei
suoi cittadini e dei suoi ospiti, secondo una ottica integrata che costituisce l’essenza del governo del territorio.
L’inserimento nella carta costituzionale della nuova materia del governo del territorio sostituisce il concetto di
urbanistica, dando alla materia un’accezione più ampia che include gli aspetti economico-sociali, di sostenibilità
ambientale, e i temi legati all’organizzazione degli spazi fisici territoriali. Tale nuova definizione tende ad individuare un ambito di competenze della Pubblica Amministrazione centrale e locale che riguardano le funzioni ordinatrici dell’assetto del territorio, di controllo sull’uso e sulle trasformazioni del suolo. Le Regioni e le Amministrazioni Locali divengono, alla luce della riforma, le istituzioni più adatte a gestire la complessità delle esigenze
urbanistiche, per assicurare un coinvolgimento e coordinamento nel processo decisionale degli attori pubblici e
privati.
Queste finalità sono anzitutto riconducibili all’attenzione che le Amministrazioni, in particolare quelle territoriali,
pongono nel livello di soddisfazione dell’utenza, cittadini e imprese, e nella realizzazione di un sistema di governo locale, che veda coinvolti gli attori pubblici e privati nello sviluppo economico e sociale del territorio, dimostrando un rinnovato impegno “costituzionale” all’applicazione del principio di sussidiarietà in senso verticale ed
orizzontale2.
Innanzitutto, va identificato un “ruolo” per San Felice Circeo, andando finalmente oltre quella visione semplicistica e riduttiva del Circeo come luogo di turismo, un tempo, soltanto un tempo, di eccellenza, dando al termine
quella accezione qualificante che ne caratterizzò il decollo: edificazione rarefatta e rispettosa dell’ambiente, spirito pionieristico, amore per il territorio “di adozione” dei primi turisti. Eppure, lo sviluppo turistico che si è registrato a partire dagli anni Cinquanta, ha rapidamente preso una piega incontrollata e perniciosa, che ha prodotto
una realtà territoriale in cui paesaggio e storia hanno lasciato il posto ad una informe e sproporzionata edificazione priva di regole e qualità che, di anno in anno, continua a autoalimentarsi. Il Circeo è divenuto, così, fonte
di energia per un’economia parassitaria, che non produce altro che la ricchezza di alcuni – anzi, forse di molti –
ma che non restituisce nulla al territorio e alla sua comunità insediata.
Frutto di quella politica furono le scelte immobilistiche effettuate sul finire degli anni ’70, con l’adozione di un
PRG che demandava a futuri piani particolareggiati – mai adottati – la realizzazione di qualsiasi ulteriore sviluppo edificatorio. Con la conseguenza, sotto gli occhi di tutti, di un assalto all’arma bianca alle terre della piana,
ridotte ad un dedalo di stradine – spesso vittime di vere inondazioni alla prima pioggia autunnale – lungo le quali
si susseguono muri e palizzate ove sorgono le abitazioni di quanti, per necessità o per vera e propria speculazione hanno scelto di ignorare le norme vigenti.
Qualsiasi programma politico per il governo del territorio del Circeo, pertanto, non può più prescindere dal fissare, come obiettivo primario, il recupero di quel policentrismo e della complessità funzionale del territorio per dare
una risposta, anche non immediata, agli squilibri territoriali che chiunque è in grado, oramai, di leggere.
Il Piano del comune (nuovo PUCG), che dovrà essere necessariamente adottato in coerenza con gli strumenti di
pianificazione sovraordinati e delle norme di settore, riconoscendo centralità alla sostenibilità ambientale e sociale e attenzione nel consumo del territorio, dovrà partire da un’analisi del fabbisogno particolarmente attenta,
in particolare per le problematiche di tipo abitativo e residenziale. Questi fabbisogni andranno soddisfatti prioritariamente attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente, mentre eventuali nuove previsioni dovranno ri!
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spondere a quei principi di compattazione degli abitati al fine di contrastare lo sprawl (“Sguaiatamente sdraiato”
è la traduzione fedele ed inquietante del termine. Sprawl è un modello di urbanizzazione che aggredisce la bellezza dei paesaggi sfigurandoli, annullandone le caratteristiche identitarie sotto una massa indifferenziata di elementi artificiali anonimi e volgari), per evitare modelli insediativi dispendiosi sia in termini ambientali che in
termini sociali.
Occorre verificare attentamente l’opportunità di eventuali nuove lottizzazioni e lavorare alla definizione di cinture
verdi quali limiti all’espansione urbana, trasformando una linea sulla carta, che, se non oggi, in futuro rischia di
essere scavalcata, in un elemento strutturante del territorio sempre più forte.
Più in generale, occorre prestare una particolare attenzione rispetto alle trasformazioni che si andranno a prevedere al fine di garantire un dimensionamento strettamente legato al fabbisogno, consentire trasformazioni ordinate e limitare i consumi di suolo, nell’ottica dell’obiettivo del minor consumo possibile di territorio.
A tal fine, è necessario garantire un controllo delle trasformazioni anche su scala edilizia, attraverso il Regolamento Edilizio che ha lo scopo qualificare e classificare il patrimonio immobiliare per garantire i cittadini acquirenti e al tempo stesso perseguire la sostenibilità ambientale degli interventi. Occorre incentivare l’uso di tecnologie ecocompatibili capaci di migliorare la qualità dell’abitare oltre che ridurre i consumi energetici, idrici etc.
Per garantire una efficace azione di governo del territorio, oltre che l’attività di programmazione e pianificazione,
può essere opportuno un coinvolgimento diretto del Pubblico anche con ruoli operativi, questo in particolare per
interventi complessi e strategici: iniziative dove è necessario un controllo più spinto, oltre che per l’importanza,
anche per l’apporto di contributi pubblici che vengono impegnati e che non possono essere finalizzati esclusivamente ad alimentare rendita per i proprietari interessati; ma che devono trovare meccanismi di redistribuzione
a favore della collettività. A tali scopi possono essere previste Agenzie, Società di Trasformazione Urbana che
possono rappresentare validi surrogati di quella riforma urbanistica progressista che questo Paese continua ad
attendere.
Il territorio va, poi, difeso con una costante opera di manutenzione, capace di garantire efficienti i sistemi di difesa idraulica, di coordinare le competenze e le conoscenze sulla gestione delle opere di bonifica (anche richiamando il consorzio di bonifica al rispetto delle sue competenze istituzionali), di difesa delle coste dall’erosione.
La scelta prioritaria è quella di adottare una politica urbanistica impostata sulle seguenti azioni:
-
regolamentazione dello sviluppo abitativo e repressione degli abusi di natura speculativa;
-
il recupero architettonico, residenziale e commerciale del centro storico;
-
favorire la localizzazione di insediamenti destinati alle attività produttive o ai servizi che, a parità d’uso
del territorio, offrano maggiori opportunità di occupazione o diano maggior prestigio a San Felice Circeo, favorendo la riconversione di quelle attività che, a causa dell’inurbamento, oggi soffrono in termini di
efficienza e di costi di gestione;
-
ricercare spazi adiacenti al centro storico per realizzare parcheggi, riservati ai residenti, sufficienti a
consentire la vivibilità nei periodi di massimo affollamento estivo;
-
ampliare le aree disponibili di verde pubblico, realizzandovi, eventualmente, attività economiche compatibili;
30
-
promuovere politiche condivisibili con gli altri Comuni, per risolvere, facendo sistema, i numerosi e rilevanti problemi, presenti in vari campi (sanità, scuola, viabilità, trasporti pubblici, rifiuti, ciclo dell’acqua,
ecc), la cui soluzione adeguata può essere trovata solo a livello sovracomunale, utilizzando in maniera
sinergica le risorse disponibili in loco e le opportunità offerte in diversi ambiti (turismo, agricoltura, cultura, ecc.).
6.2 La questione degli usi civici
L’annosa questione degli usi civici nasce dalla contestazione della natura (patrimoniale o demaniale) delle terre
della piana. Altri comuni della nostra zona hanno il medesimo problema (si pensi alle rivendicazioni sulla titolarità delle dune di Sabaudia avanzate dal comune di Terracina e al clamoroso esempio della titolarità del lago di
Paola). Solo a San Felice, però, la questione ha assunto le caratteristiche di una vitale possibilità di sopravvivenza per i cittadini: è sui terreni gravati, secondo l’attuale amministrazione comunale, dai vincoli derivanti dalla
presunta natura demaniale che si è riversata, dalla fine degli anni 70, la gran parte degli abitanti del centro storico e della nuova immigrazione. Su quei terreni molti concittadini hanno costruito le loro case in assenza di previsioni di piano regolatore, le hanno abbellite, arricchite, spesso dotate di servizi primari (le fognature) a propria
cura e spese.
Il timore di perdere quanto costruito in trenta anni ha spinto nostri concittadini ad atti a nostro giudizio non giustificati, come la rinuncia al risarcimento del danno nel caso di eventuale annullamento delle alienazioni per
l’assenza del presupposto della natura demaniale dei terreni.
Siamo vicini a questi cittadini, ma lo siamo ancora di più a quanti, a nostro giudizio correttamente, non hanno
accettato di rinunciare al proprio diritto di veder affrancati, in proprio favore, i canoni enfiteutici gravanti su quelli
che sono, per l’accertamento che in alcuni casi è già intervenuto, terreni non gravati da vincoli di demanio civico.
Agli uni e agli altri garantiamo la nostra attenzione e la formulazione di proposte tecniche di soluzione amministrativa del problema, ma nell’ambito di regole chiare ed uniformi per ciascun comprensorio e per tutti i cittadini
interessati dal problema. Per gli atti già stipulati riteniamo necessario sollecitare e coordinare l’intervento del
competente assessorato regionale, al fine del ripristino della legalità e della certezza, uniche vere garanzie per il
cittadino che abbia agito in buna fede, spinto da un comprensibile timore di superare lo stato di precarietà in cui
è stato costretto a vivere negli ultimi trent’anni.
6.3 L’utilizzazione degli arenili
Il PUA (Piano di Utilizzazione degli arenili) attualmente in vigore, che è il principale strumento di pianificazione e
di governo di questa vitale risorsa del territorio, è stato redatto attraverso il censimento di uno stato di fatto non
aggiornato e prevedendo modifiche della linea di costa non condivisibili. Infatti, dall’epoca del censimento (anni
90) ad oggi la situazione è cambiata radicalmente: La tutela e la fruibilità del bene spiaggia sono diventate ancor
più strategiche per lo sviluppo turistico del paese; il valore economico derivante dallo sfruttamento delle concessioni ha assunto un’importanza maggiore anche per la diversa fruizione che i cittadini, turisti e residenti, richiedono per la spiaggia. Essa è diventata un luogo in cui vivere la giornata nel suo complesso; quindi non solo affitto di lettini e ombrelloni, ma bar attrezzatissimi, tavole calde, ristoranti, frescure dotate di ogni confort, e poi corsi
di vela, di acqua gym, di ginnastica, aree per bambini, intrattenitori, giocolieri, acrobati, tornei, concorsi per il miglior bagnino, compleanni con spettacoli pirotecnici, feste, happy hours, persino aree destinate al rimessaggio e
all’attracco di canotti e piccoli natanti.
31
E’ evidente che l’attuale strumento, per quanto modificato negli scorsi anni, non è in grado di garantire agli esercenti balneari quelle aperture (ma anche quei necessari limiti e regole di condotta uniformi che ne garantiscano
la qualità e l’immagine turistica per l’intero paese) che l’auspicata ripresa del turismo balneare richiede.
Il nostro obiettivo è quello di revisionare, d’intesa con le associazioni di categoria, lo strumento pianificatorio vigente, in conformità alle norme regionali sovraordinate, escludendo, da un lato, qualsiasi modificazione della linea di costa per la realizzazione di opere rigide e la previsione dell’omogeneizzazione delle strutture -oggi diversificate e, a volte, inadeguate ad una località che vuole aspirare a risalire la graduatoria delle località turistiche di pregio- e, dall’altro, prevedendo per i gestori diritti di sfruttamento e regole di manutenzione chiari ed uguali per tutti gli esercenti.
Il raggiungimento di tale obiettivo costituisce indispensabile complemento al nostro programma per lo sviluppo
turistico di qualità che auspichiamo per il paese.
6.4 I lavori pubblici
Il piano delle opere pubbliche comunali, che si trascina sin dal 2001 e con cui, se eletti, dovremo misurarci è,
allo stato, più somigliante ad un libro dei sogni che ad uno strumento revisionale equilibrato e realistico. dovrà,
perciò, essere senz’altro rivisto alla luce dei punti cardine del nostro programma.
In primo luogo dovranno essere riunificati gli iter di approvazioni di opere connesse e contigue e ciò vale in particolar modo per le opere prossime al demanio marittimo o connesse al suo sfruttamento economico.
Ugualmente andranno rivisti le numerose e recenti previsioni, probabilmente frutto di questa campagna elettorale, relativamente a migliaia di posti auto ubicati nel territorio, a strade, a piste ciclabili: non basta infatti promettere di “fare”, bisogna fare bene e sempre meglio, avendo chiaro che lo scopo dell’ente non è accedere ai finanziamenti in sé, ma utilizzare i finanziamenti in maniera corretta per il miglioramento della vita dei propri abitanti e
per l’innalzamento degli standard qualitativi dei servizi offerti ai turisti e agli operatori del settore.
Ugualmente sarà necessario e prioritario prendere atto dell’assenza, in buona parte del territorio comunale, dei
servizi primari ed ovviare a tali inaccettabili carenze.
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Asse 7. LE POLITICHE SOCIALI
Il dibattito sulle politiche sociali in questi anni è stato spesso caratterizzato dalla retorica e da forme di tecnicismo e di delega. Per questo è necessario prima di tutto impegnarsi per una riappropriazione popolare e partecipata della discussione.
La proposta che avanziamo è dunque quella di proporre un modello che metta al centro della politica il tema
dell'eguaglianza e dei diritti esigibili, l'autodeterminazione dei soggetti deboli e discriminati, la partecipazione dal
basso alla programmazione degli interventi del welfare.
Si tratta, in sostanza, di costruire programmi che prevedano la valutazione dell'impatto sociale di ogni intervento, dai piani regolatori alle altre attività amministrative coinvolgendo tutti i soggetti sociali del territorio. L'inchiesta
sociale dei bisogni del territorio, la mappatura partecipata delle questioni principali su cui intervenire, (politiche
giovanili, assistenza domiciliare, disabilità) deve essere alla base delle politiche sociali.
Ciò vuol dire costruire i servizi sociali come luoghi di costruzione di nuova cittadinanza a partire dai soggetti più
fragili programmando secondo i seguenti indirizzi:
Le prestazioni ai servizi sociali devono essere rivolti alla generalità dei cittadini italiani, stranieri, apolidi,
richiedenti asilo e rifugiati che risiedono nel comune.
La partecipazione al costo delle prestazione e dei servizi sociali deve avvenire sulla base di criteri certi
ed ispirati a principi di equità, come:
a ) Progressività e gradualità della partecipazione alla spesa, prevedendo un'ampia gamma di fasce e individuando soglie di esenzione che tutelino i redditi bassiNel caso di persone non autosufficienti va assicurata l'applicazione delle leggi che vietano la rivalsa del comune sui parenti della persona assistita.
b) Pubblicità e trasparenza dei criteri di valutazione
c) Semplificazione delle procedure per la richiesta delle esenzioni e delle agevolazioni.
Vanno definiti criteri certi nel rapporto tra la composizione della popolazione, (presenza di bambini, giovani, anziani, persone con disabilità o disagio abitativo e sociale) e offerta territoriale di interventi prestazioni e
servizi, a partire dal personale dedicato.
Va istituito l'ufficio di cittadinanza o lo sportello di segretariato sociale come viene chiamato in molte realtà, in cui deve essere garantita la presenza di almeno un assistente sociale coadiuvata da una figura amministrativa. L'ufficio di cittadinanza deve diventare la porta di accesso ai diritti fondamentali della persona: dall'assistenza domiciliare, ai servizi residenziali e semiresidenziali, agli asilo nido, all'abitazione al reddito minimo
d'inserimento.
Va prevista la creazione di almeno un’unità di strada (con due operatori professionali) per la prevenzione e la lotta alle dipendenze, e per la riduzione dei danni derivanti dal loro utilizzo.
Va istituita con la partecipazione dei lavoratori e degli utenti la carta dei servizi, che deve essere distribuita alla cittadinanza per coinvolgerla nel processo di valutazione e di controllo dei servizi offerti anche al fine
del loro miglioramento.
Nella programmazione dei servizi è opportuno che sul territorio sia presente almeno questa offerta di
servizi:
1.
Asili nido (che vanno considerati parte dei percorsi formativi)
33
2.
Trasporto scolastico e sociale
3.
Ristorazione scolastica e per persone anziane, con disabilità e ad alto rischio di vulnerabilità sociale
4.
Assistenza domiciliare a persone non autosufficenti, ferma restando l'erogazione tempestiva e corretta
delle prestazioni e dei servizi a completo carico del servizio sanitario
5.
centri diurni, comunità alloggio, servizi residenziali per persone non autosufficienti o in situazione di vulnerabilità sociale, ferma restando l'erogazione tempestiva e corretta delle prestazioni e dei servizi a completo
carico del servizio sanitario
6.
Centri di aggregazione socio culturale
7.
Centri di aggregazione motoria e sportiva
8.
Soggiorni climatici per persone anziane, minori, con disabilità
9.
Assistenza economica per il superamento di difficoltà contingenti di persone o nuclei familiari a rischio di
vulnerabilità sociale come ad esempio i contributi per gli affitti
Altro obiettivo del programma è il superamento della precarietà ed il miglioramento delle condizioni del lavoro
nel sociale
A tal fine è necessario superare il sistema delle esternalizzazioni e degli appalti al massimo ribasso. Pensiamo
che vada rilanciata prioritariamente la stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici del sociale: un elemento
imprescindibile per la qualità dei servizi stessi, che può essere affrontata anche all'interno di piani pluriennali di
ridefinizione delle piante organiche che possano colmare la differenza che si è venuta a creare tra piante organiche programmate ed effettive, tenuto anche conto degli obblighi per le amministrazioni pubbliche di rispettare
la normativa vigente per l'inserimento lavorativo per le persone con disabilità. Questo può oggi avvenire, anche
alla luce della facoltà di aumentare le piante organiche come prevede l'ultima finanziaria.
Il ruolo del Comune oggi diventa anche importante nella promozione di attività di cooperazione decentrata con
finalità sociali. Non va dimenticata la legge 68/1993, che prevede per gli Enti Locali la possibilità di stanziare fino
allo 0,8% dei primi tre capitoli del bilancio da destinare alla cooperazione internazionale.
Sul versante delle politiche abitative le nostre proposte prevedono:
•
•
•
•
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•
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Il contrasto ai progetti di privatizzazione del patrimonio pubblico e della sua gestione nonché ai processi
di dismissione generalizzati;
L’intervento attraverso le aliquote ICI per estendere al massimo possibile consentito l’elevazione
dell’aliquota sulle case sfitte e ridurla, come la prima casa, per chi affitta a canone concordato al fine di
favorire, nei limiti consentiti, una moderazione dei canoni di mercato;
La necessità che le risorse finanziarie che si renderanno disponibili attraverso il nuovo catasto comunale e la rivalutazione delle rendite siano finalizzate alle politiche abitative ed alla contestuale riduzione/soppressione dell’ICI sulla prima casa a partire dalle famiglie proprietarie di prima casa, con redditi
medio bassi e proprietari di alloggi non di lusso;
Gli interventi per la difesa e l’incremento della residenza nei centri storici, contrastando i fenomeni di
espulsione speculativa;
L’utilizzo dei beni immobili confiscati alla mafia per far fronte all’emergenza abitativa, anche attraverso
appositi protocolli d’intesa con l’agenzia del demanio, con le prefetture e i ministeri competenti.
Facilitare e sostenere gli interventi costruttivi pubblici e privati che siano indirizzati all’aumento
dell’offerta di alloggi in locazione a canoni sostenibili destinando ad essi prioritariamente le aree disponibili all’edificazione sulla base di quanto previsto dai piani regolatori;
L’istituzione di sportelli informativi; sportelli specifici per l’emergenza abitativa , capaci di fornire indicazioni e sostegni anche legali per contrastare il mercato nero delle locazioni che colpisce in particolare
immigrati e studenti fuorisede, consulte per il diritto alla casa, aperte alle organizzazioni degli inquilini, ai
comitati, alle associazioni dei migranti, a quelle della solidarietà e del volontariato per un tavolo di confronto permanente sulle politiche abitative.
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Per quanto concerne le politiche locali dell’immigrazione, riteniamo che alle/ai migranti presenti sul territorio
vanno garantiti i diritti fondamentali della persona, i diritti di cittadinanza e quelli di partecipazione pubblica in
condizione di parità con i cittadini italiani.
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Asse 8. L’EFFICIENZA DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA
8.1 La qualità dei servizi
L’amministrazione uscente ha mostrato la massima indifferenza ad ogni misura di modernizzazione e di miglioramento del sistema amministrativo. La qualità dei servizi è stata trascurata, e questi sono stati esternalizzati,
spesso senza gare di appalto. Vogliamo una amministrazione migliore, che non sprechi, che sappia essere trasparente, dare fiducia e che sappia prendere decisioni complesse: qualità essenziali per il successo di ogni politica.
Intendiamo lanciare un piano di riforma dell’amministrazione con tre obiettivi:
-
creare un ambiente più favorevole agli investimenti, alla crescita, alla competitività del nostro sistema
produttivo;
-
migliorare la qualità dei servizi ai cittadini;
-
ridurre i costi della macchina amministrativa;
Il piano si articola in specifiche azioni:
-
fare della qualità dei servizi e delle prestazioni una priorità strategica e,insieme, un parametro per misurare successi e insuccessi;
-
sostituire alla cultura burocratica la cultura del risultato e della soddisfazione dell’utente;
-
ripristinare il principio della imparzialità delle amministrazioni, della autonomia e responsabilità dei dirigenti, fermare la deriva verso il clientelismo;
-
valorizzare il lavoro pubblico e la sua qualità, ripristinando il concorso come principale strumento di
reclutamento.
Partiamo dall’esigenza di rendere netta e visibile la demarcazione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo
e funzioni di gestione e concreto svolgimento dell’azione amministrativa. E’ prioritario riportare alla normalità
gli incarichi a professionisti e cooperative esterne.
Lo strumento della collaborazione esterna specialistica è stato ampliato a dismisura e distorto nella sua filosofia
di base: oggi viene utilizzato principalmente per la cooptazione di personale fiduciariamente scelto dalla politica
o per progressioni verticali fuori da ogni controllo e verifica, con moltiplicazione dei costi di progettazione e di
assistenza tecnico-professionale ed una concomitante riduzione e demotivazione del personale interno.
Al fine di conseguire tali obiettivi occorre muoversi su almeno tre ambiti distinti: la gestione delle entrate comunali, la gestione della spesa e la gestione del personale perseguendo le finalità qui indicate.
8.2 La gestione del personale
A partire dal primo disegno organico di riforma della P.A., contenuto nella l. 142/90, si è evidenziata una progressiva tendenza a sostituire il sistema partecipativo delle autonomie locali con un nuovo ceto tecnocratico che
tende a farsi ceto politico. Questa situazione trova una classe politica spesso culturalmente impreparata a misurarsi con un sistema economico-sociale che tende sempre di più a valutare la riuscita delle scelte politiche in
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termini di costi-benefici e rapidità delle decisioni, con uno spostamento marcato del luogo della decisione politica dalle assemblee elettive agli esecutivi.
Oggi, dopo la finanziaria nazionale che per la prima volta dopo molti anni riapre sia pur timidamente la possibilità di stabilizzare l’enorme quantità di personale pubblico precario assunto in questi anni per far fronte ai vuoti
strutturali in pianta organica ed al blocco delle assunzioni, ci troviamo nella necessità di definire alcuni assi con
cui confrontarci per ipotizzare una riorganizzazione e riqualificazione delle strutture degli Enti Locali.
È necessario innanzitutto contrastare la tendenza alla riduzione quantitativa e qualitativa del personale comunale, lavorando nel contempo per un'effettiva autonomia gestionale dell' Ente da parte delle strutture, sulla base
ovviamente, degli indirizzi programmatici degli organi politici. Senza tale autonomia è impossibile far crescere
tali strutture e responsabilizzarle pienamente sugli obiettivi da raggiungere e sui risultati da ottenere nell'interesse dei cittadini e degli utenti dei servizi. Costituisce, infatti, per noi un'effettiva priorità, la costruzione di un'organizzazione delle strutture dei servizi comunali in nome dell'efficienza, dell’effettiva ricomposizione dei processi
nel governo dell’erogazione dei servizi e nel controllo dei processi, assumendo il valore della partecipazione
nell’avvicinamento del Comune alla vita dei cittadini, del decentramento della macchina comunale e anche delle
decisioni della loro trasparenza.
L’obiettivo deve essere quello di una completa deprecarizzazione della P.A., attraverso piani pluriennali di assorbimento delle risorse attualmente a tempo determinato e la conseguente definizione di nuovi servizi stabili a
favore dei cittadini.
In quest’ottica si rende inoltre necessario:
•
•
•
la stipula dei contratti integrativi decentrati che assicurino al personale comunale una distribuzione delle
risorse del salario accessorio che sia diffusa e non clientelare, ma che tenga conto allo stesso tempo
della qualità delle prestazioni assicurate all'utenza dai singoli e dai servizi in generale;
il decentramento di alcuni servizi in modo equilibrato su tutto il tessuto urbano e territoriale;
una dirigenza adeguata a far fronte alle esigenze dell’Ente, onde evitare il ricorso e eccessive prestazioni professionali esterne, anche attraverso una più puntuale definizione ed eventuale accorpamento
dei settori amministrativi.
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Asse 9. LA SICUREZZA DEI CITTADINI
Seppure siano lontani i giorni in cui ricercati venivano ammazzati tra i passanti di Viale Tittoni, non per questo
San Felice oggi rappresenta un posto sicuro.
Le innumerevoli rapine agli sportelli delle banche, i furti di auto nei giardini delle case, il fenomeno sempre più
frequenti dei furti con i nostri concittadini che vengono addormentati mentre le loro case vengono svaligiate, le
auto e le imbarcazioni date a fuoco durante la notte, gli incendi di chioschi e attività commerciali sono tutti fenomeni che fino a cinque anni fa erano sconosciuti al nostro territorio.
Vogliamo sviluppare misure di controllo del territorio che consentano di ricostruire i flussi e i percorsi delle attività criminali e ricreino condizioni di vivibilìtà e sana imprenditorialità: per raggiungere questo obiettivo servirà la
collaborazione delle istituzioni rappresentative del territorio e della società civile.
Bisognerà inoltre dare maggiore attenzione sia ai reati connessi all’attività amministrativa, come la corruzione,
sia alla criminalità economica e rispondere alla richiesta di quanti, dall’Associazionismo ai sindacati di Polizia,
chiedono maggiore attenzione alla movimentazione di denaro e ai passaggi di proprietà di immobili lungo la costa, incluso il nostro territorio.
Alla luce delle norme in vigore il Sindaco è ancora il garante della sicurezza dei cittadini: il nostro sindaco si farà
carico di questa funzione.
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Asse 10. PROGETTI SPECIFICI
Si è ritenuto opportuno dedicare un’apposito spazio, alla fine del programma, per la descrizione dei progetti
specifici, proposti nel corso del dibattito sul programma, qui di seguito indicati:
- revisione e modifica del PUCG approvato dal Consiglio Comunale per la parte relativa al percorso delle piste
ciclabili, delle corsie protette, delle zone a traffico limitato e di quelle pedonalizzate, con particolare riferimento
alla possibilità di sperimentare la chiusura al traffico Viale Europa;
- realizzazione, nelle strade interne del retroterra costiero di Borgo Montenero, delle Cese, di Pantano Marino,
della Molella e di Quarto freddo di percorsi ciclabili per la promozione del cicloturismo, installando, lungo i percorsi, apposita cartellonistica per l’individuazione degli itinerari e realizzazione di punti di sosta e ristoro attrezzati;
- incentivazione all’apertura di esercizi commerciali per periodi meno limitati nel tempo, per garantire al turista
uno standard minimo di servizi decoroso;
- ampliamento e riqualificazione dell’offerta alberghiera, in modo che il turista possa scegliere con la piena consapevolezza dei prezzi e della qualità offerta;
- redazione di un inventario aggiornato delle proprietà comunali per provvedere - per quanto attiene agli immobili- ad una loro qualificazione e ad un utilizzo coerente;
- formulazione di proposte, nell’ambito delle politiche scolastiche,in collaborazione con Provincia e Regione, per
la realizzazione di scuole materne e medie e di scuole superiori professionali e degli istituti tecnici;
-attivazione dell’asilo materno previsto presso l’IPAB Capponi, come deliberato dalla Regione Lazio;
- formulazione di proposta agli enti competenti, per dotare la scuola di 1° grado e di 2°grado dell'Istituto Leonardo da Vinci di Borgo Montenero di un centro sportivo con palestra, di una sala mensa, di aule polifunzionali, di
una copertura esterna all'ingresso;
- promuovere l’utilizzo del terreno adiacente al cimitero di Borgo Montenero per utilizzarlo a spazio comune, visto che è di proprietà comunale.
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