Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI e, soprattutto, di quelli per la conciliazione tra i tempi della famiglia ed il tempo del lavoro; secondo l’Istat la povertà relativa aumenta tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9 per cento al 29,9 per cento); il tasso di fecondità in Italia si attesta intorno a 1,4 figli per donna e, complice l’attesa di una stabile condizione lavorativa, i giovani rinviano la decisione di costituire una famiglia e quindi di avere figli, con l’aggravante che con l’avanzare dell’età aumenta la probabilità di non averne o di averne uno solo; è in discussione alla Camera dei deputati l’AC n. 4566 « Delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale », il cui articolo 10, comma 1, lettera a), prevede la revisione degli indicatori della situazione economica equivalente, impegna il Governo a tenere nella debita considerazione, in sede di revisione dell’ISEE, la condizione delle famiglie apportando maggiorazioni, a sostegno ed a beneficio dei figli, alla scala di equivalenza prevista dalla Tabella 2 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109. 9/4829-A/51. 49 Mosella. La Camera, premesso che: la gravità della situazione della finanza pubblica e la severità della manovra contenuta nel decreto-legge in esame richiedono rigore e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche e in particolare degli emolumenti dei dipendenti pubblici di ogni livello; in tale quadro è necessaria un’azione volta a razionalizzare e calmierare le retribuzione pubbliche, in particolare quelle dei dirigenti nei diversi settori e dei manager delle società, enti e organismi pubblici; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 tali retribuzioni hanno raggiunto nel corso degli anni livelli talvolta considerevoli anche in assenza di parametri di riferimento oggettivi ovvero di benchmnark di mercato; in molte situazioni le retribuzioni dei manager pubblici raggiungono livelli superiori alle retribuzioni del settore privato; le differenziazioni di retribuzione tra diverse amministrazioni e posizioni funzionali non risultano trasparenti e motivate; in tal senso ha inteso opportunamente intervenire l’articolo 23-ter del decreto nel testo modificato dalla Commissione stabilendo che annualmente siano definiti i compensi spettanti ai lavoratori dipendenti e autonomi delle pubbliche amministrazioni e ponendo un tetto massimo parametrato al trattamento del primo presidente della Corte di Cassazione e che a tali fini vanno computate tutte le somme a qualsiasi titolo erogate al singolo lavoratore; tale esigenza non deve evidentemente comportare una ripubblicizzazione del rapporto di impiego pubblico e del rapporto di lavoro dei dirigenti; il testo, nel fare riferimento, al comma 1, ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di approvazione del trattamento economico onnicomprensivo dei dipendenti pubblici potrebbe essere interpretato nel senso di una ripubblicizzazione dei rapporti di lavoro in ambito pubblico, impegna il Governo a interpretate l’articolo 23-ter nel senso che al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al comma 1 del citato articolo 23-ter spetta di fissare il tetto onnicomprensivo degli emolumenti spettanti a ciascuna fascia o categoria di personale fermo restando che la definizione dei rispettivi trattamenti economici resta di competenza del contratto collet- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI tivo nazionale e della contrattazione interna a ciascuna amministrazione e, per i dirigenti pubblici, alla contrattazione individuale. 9/4829-A/52. Pisicchio, Lanzillotta. La Camera, premesso che: solo stimolando la crescita economica sarà possibile e sostenibile garantire la stabilità finanziaria, il pareggio di bilancio e risorse adeguate al finanziamento dei servizi pubblici; è necessaria una decisa, costante azione per liberalizzare i mercati dei servizi e delle professioni, considerato che il provvedimento in esame contiene alcuni interventi in tal senso che risultano tuttavia parziali e insufficienti; per i motivi suddetti le iniziative in materia di liberalizzazioni non sono meno urgenti di quelle finalizzate al rigore di bilancio, impegna il Governo a presentare al Parlamento, entro i prossimi 30 giorni, la legge annuale per la concorrenza volta a recepire le indicazioni fornite dall’Autorità per la concorrenza e per il mercato negli ultimi due anni e a completare la liberalizzazione e, ove necessario, la regolazione di settori tuttora soggetti a vincoli e restrizioni non giustificate dalla tutela di interessi pubblici. 9/4829-A/53. Galletti. 50 Lanzillotta, Della Vedova, La Camera, premesso che: come l’apertura del mercato interno e il limite imposto dalla disciplina comunitaria alle politiche anticoncorrenziali ha costituito un fattore di integrazione economica e di sviluppo per il continente europeo, così anche nelle economie Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 nazionali dei singoli stati membri la rimozione delle barriere all’esercizio dell’attività economica costituisce la condizione normativa del pieno ed efficiente utilizzo dei fattori produttivi e dunque della crescita economica; la tutela di condizioni di apertura e competitività dei mercati – secondo i principi della libertà di accesso e di organizzazione – costituisce dal punto di vista giuridico, in base all’ordinamento comunitario, un vero e proprio vincolo costituzionale e dal punto di vista economico il più potente incentivo ad accrescere gli investimenti (nazionali ed esteri) e la produttività del lavoro, per colmare il differenziale dei tassi di crescita dell’Italia rispetto agli altri Paesi avanzati, a partire da quelli europei e per tutelare i consumatori; il miglioramento delle condizioni di emissione e collocamento dei titoli di stato italiani (deterioratesi nel corso degli ultimi mesi a causa della difficile congiuntura finanziaria europea) sarà determinato, oltre che dal processo di consolidamento degli equilibri di finanza pubblica, anche dalla tempestività con la quale l’Italia saprà nei prossimi mesi avviare un percorso credibile di innovazione economica e di modernizzazione delle regole di funzionamento dei mercati; la salvaguardia degli interessi e la tutela degli investimenti degli operatori nei settori oggi protetti può essere adeguatamente garantita con strumenti di mercato, senza trasformarsi in un rendita che genera distorsioni e inefficienze, impegna il Governo ad ispirare la propria azione di riforma ai principi di apertura, trasparenza e concorrenzialità dei mercati dei beni e dei servizi, senza alcuna deroga o eccezione di settore e attività, e a promuovere l’adeguamento della legislazione italiana all’obiettivo di accrescere, su queste basi, la competitività del sistema economico. 9/4829-A/54. Raisi. Della Vedova, Bocchino, Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 51 AI RESOCONTI La Camera, premesso che: in Castellaneta (Taranto), località « Le Grotte », si stanno effettuando i lavori per la realizzazione del Metanodotto Massafra (Taranto) – Biccari (Foggia), per conto della Snam-rete gas; durante l’esecuzione dei predetti lavori di scavo sono venuti alla luce insediamenti archeologici che, considerando la vastità dell’area interessata, i rilievi, la natura e la ricchezza del materiale ritrovato (monete di bronzo e di argento, vasellame di pregevole fattura, monili e altro), fanno verosimilmente pensare ad una delle aree archeologicamente più interessanti del Meridione scoperte negli ultimi tempi; tali scoperte stanno restituendo informazioni importantissime circa la presenza di un centro rurale databile tra l’età arcaica e quella romana, con il rinvenimento di una porzione di una necropoli infantile, di sepolture relative a nuclei familiari, di una tomba ad incinerazione, di ambienti abitativi ed importanti tracce legate alla produzioni agricola; le ricerche condotte negli ultimi decenni nella chora della colonia greca di Taranto hanno consentito di documentare segni evidenti di coltivazione della vite, inquadrabili tra l’età classica ed ellenistica, che troverebbero puntuali conferme e confronti in località « Le Grotte », dove sono perfettamente conservati numerosissime canalette rettangolari, parzialmente intersecate da solchi regolari continui praticati nel terreno limo-argilloso e nel banco calcarenitico, funzionali ad impianti di vigneti e resti di strutture insediative a carattere rurale, associate probabilmente ad un intenso sfruttamento agricolo dell’area. Nella parte settentrionale dell’insediamento, in una zona precedentemente utilizzata come necropoli, sono stati indi- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 viduati i resti di un edificio di grandi dimensioni, con più fasi di vita, di cui sono chiaramente visibili un vano quadrangolare e parte di un impianto produttivo, connesso probabilmente alla produzione del vino; grande interesse è stato mostrato per il sito archeologico da parte di docenti di università straniere (Grecia e USA) che hanno dichiarato di essere disposti a continuare gli scavi; tali scoperte rappresentano, altresì, una grande opportunità per il turismo che, oltre al mare stupendo, alle gravine, ai centri storici con le loro chiese e i loro edifici, può offrire un’altra risorsa per la stagione estiva e un interessante programma di destagionalizzazione per tutti gli operatori del settore; nonostante l’estensione dei rinvenimenti e la loro importanza sotto il profilo archeologico, culturale e turistico, la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, preposta all’alta sorveglianza delle attività di ricerca e catalogazione dei reperti, ha comunicato ai proprietari del fondo interessato dalle straordinarie scoperte, l’imminente interruzione delle attività di scavo ed, anzi, la prossima ricopertura del sito con il terreno nel frattempo asportato, per mancanza di risorse economiche; la Regione Puglia beneficia di un contributo europeo di 25 milioni di euro l’anno per la tutela e la salvaguardia della sua storia emersa e da fare emergere (proprio come per il caso in questione). Il comune di Castellaneta, tuttavia, non rientra tra gli interventi del Programma operativo interregionale attrattori culturali, naturali e turismo 2007/2013 (POIN), poiché non ricompreso all’interno degli ambiti geografici di intervento individuati dalla regione Puglia nel polo del Gargano e nel polo del Salento; se tali ultime decisioni dovessero essere definitive, oltre ad impedire la prosecuzione delle attività di scavo, esse escluderebbero la fruibilità ai fini culturali, Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 52 AI RESOCONTI archeologici, turistici e di valorizzazione del territorio di un sito dalle straordinarie potenzialità; l’abbandono di ogni interesse al sito da parte della Soprintendenza renderebbe « indifeso » rispetto ai probabili illeciti « interessamenti » dei « tombaroli », il tesoro che in esso si cela, provocando danni irreparabili sul piano culturale e mortificando tante iniziative imprenditoriali che, in una zona in cui il livello occupazionale è molto basso, potrebbero rappresentare concrete possibilità di lavoro e di sviluppo economico, specialmente per i giovani. Ciò, soprattutto alla luce delle allarmanti notizie pubblicate dalla stampa, relativa all’assurdo traffico di reperti archeologici che da tempo interessa tutta l’Italia, come dimostrato dai circa 2000 reperti, in gran parte provenienti da quella zona, recuperati dai Carabinieri tra la fine di giugno e i primi di luglio; il Governo, in risposta ad un’interpellanza presentata in data 5 luglio 2011 (n. 2-01141), ha, tra l’altro, dichiarato: « Per quanto attiene alle iniziative da adottare, con la dovuta urgenza, per la valorizzazione di tale importante sito archeologico, la prefettura di Taranto, parimenti interessata dall’interpellanza, ha comunicato che potrà essere costituito presso la stessa prefettura, un tavolo di concertazione con la partecipazione della Snam, di tutti i soggetti istituzionali competenti e degli enti locali per esaminare tutte le possibili soluzioni. Al tavolo di concertazione parteciperà ovviamente, con un ruolo decisivo, la soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, che valuterà, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali le soluzioni che verranno prospettate », impegna il Governo ad investire – considerati gli evidenti riflessi positivi sul piano della crescita e dell’occupazione – opportune risorse finanziarie e a promuovere le iniziative interistituzionali necessarie, come l’attiva- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 zione del tavolo di concertazione richiamato in premessa per evitare l’interruzione dell’attività in corso presso il sito di Castellaneta, per la valorizzazione dell’attività di ricerca archeologica in Italia. 9/4829-A/55. Patarino, Consolo. La Camera, premesso che: si constata da anni ormai un lento e progressivo abbandono del Sud del Paese da parte di Trenitalia e Rfi che piuttosto che progettare un innalzamento della qualità di un trasporto ferroviario già carente, lento ed inadeguato, progettano la « via di fuga » dal Meridione, a scapito di coloro che, e sono tanti, utilizzano il trasporto su rotaie; la dissennata politica dei tagli rischia di inficiare anche il diritto alla mobilità ed alla continuità territoriale dei cittadini di Sicilia, Campania, Calabria Puglia e Basilicata; i drastici tagli dei convogli ferroviari, ultimo quello operato con l’attivazione del nuovo orario invernale il 10 dicembre 2011, hanno fatto registrare nella sola Sicilia dal 2007 una riduzione del 65 per cento dei treni passeggeri traghettati a lunga percorrenza, percentuale che sale a circa il 75 per cento nel settore dei treni merci, mentre le navi traghetto sullo Stretto di Messina sono passate da tre ad una che svolge servizio diurno più una che svolge solo servizio diurno. Con il recente cambio orario inoltre si passerà dagli attuali 26 collegamenti a 10 e (che si fermeranno tutti a Roma) cancellando totalmente le comunicazioni per Torino (treni andata e ritorno 1944/ 1945), Milano (treni andata e ritorno 1926/ 1927) e Venezia (treni andata e ritorno 1930/1933); il suddetto disimpegno implica, peraltro, ripercussioni anche sul fronte occupazionale: nell’arco di sette anni, infatti, Trenitalia ha dimezzato il proprio organico per i treni a lunga percorrenza: da Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 53 AI RESOCONTI 142 macchinisti si è passati a 64, da 115 capitreno a 63 e da 257 operatori della manutenzione agli attuali 151, senza tener conto della perdita dei posti di lavoro dell’indotto ferroviario, in particolare dei lavoratori del segmento notte (Servirail – ex Wagon lits) e del segmento pulizie, per un totale di 2.616 unità occupazionali; tale notevole riduzione dell’offerta commerciale comporta l’inevitabile disaffezione della clientela siciliana, che costretta fra inefficienze e disservizi a scegliere altri mezzi di trasporto, vede mortificato il suo diritto alla continuità territoriale, diritto che si colloca nell’ambito della garanzia dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini ai quali deve essere consentito di spostarsi nel territorio nazionale con pari opportunità; la riduzione di risorse per il trasporto pubblico rappresenta un grave errore strategico poiché oltre a limitare il diritto alla mobilità dei cittadini, comporta un aumento dei costi sociali legati ad un aumento di incidentalità, congestione ed inquinamento, e deprime lo sviluppo economico con conseguente generale peggioramento della qualità della vita; lo Stato italiano deve farsi garante in concreto della continuità territoriale per un principio di equità e deve garantire il diritto alla mobilità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica, in particolar modo di fronte allo svantaggio dell’insularità, dotandoli di un efficiente sistema dei trasporti, diritti che si collocano nell’ambito della garanzia dell’uguaglianza dei cittadini e della coesione di natura economica e sociale e che deve tradursi nella capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi cittadini residenti in territori meno favoriti; le suddette scelte attuate fino ad oggi dal Gruppo FS, principale gestore del sistema ferroviario italiano, aggravano il ritardo dello sviluppo delle aree del Sud Italia e dell’accrescersi del divario con le regioni settentrionali e con il resto d’Eu- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 ropa, divario che, perseverando nelle stesse scelte, sarà sempre più arduo colmare in futuro; rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS che gestisce l’infrastruttura ferroviaria, e Trenitalia, società che gestisce il trasporto di passeggeri e merci, sono due aziende pubbliche che operano in regime di diritto privato. La scelta di tale forma giuridica, se da una parte richiede il rispetto di parametri di efficienza imposti dal mercato, dall’altra deve garantire l’erogazione del servizio pubblico universale, in condizioni di parità, a milioni di cittadini evitando di sconfinare in una forma di odioso « federalismo delle rotaie »; è difficile, che si possa immaginare una forte crescita economica del Paese in assenza di un sistema di trasporto capillare ed efficiente, che permetta di sfruttare pienamente il mercato interno e le possibilità offerte dalla europeizzazione degli scambi commerciali, impegna il Governo nel suo ruolo di azionista unico e di decisore strategico del Gruppo FS, ad intervenire urgentemente ed in modo risolutivo al fine di assicurare servizi di mobilità uniformi su tutto il territorio nazionale compreso quello siciliano, a partire dal ripristino dell’esercizio dei convogli a lunga percorrenza da e per la Sicilia; a predispone un piano per il potenziamento infrastrutturale della rete ferroviaria meridionale che preveda l’ammodernamento degli impianti di manutenzione e del parco rotabile, anche con la creazione di un polo industriale per la progettazione, la velocizzazione delle linee, la universalità del servizio, il mantenimento dei treni a lunga percorrenza, lo sviluppo del traffico merci. 9/4829-A/56. Lo Monte, Lombardo, Oliveri. Commercio, Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 54 AI RESOCONTI La Camera, premesso che: la realizzazione delle opere pubbliche strategiche è un importante strumento di politica economica e sociale che serve a migliorare le condizioni di competitività dei sistemi produttivi di una nazione ed in grado di avviare processi di crescita del reddito in periodi nei quali l’attività produttiva è stagnante; le suddette considerazioni valgono tanto più per Paesi, come il nostro, caratterizzati da un elevato grado di « dualismo » territoriale, essendo capaci, le grandi infrastrutture, di riequilibrare i divari interregionali, generando incrementi di produttività e riduzione dei costi che – nel medio-lungo periodo – stimolino le forze di mercato, attivando virtuosi processi di sviluppo locale; è risaputo che gli investimenti nel settore dei trasporti realizzano convenienze sotto il profilo dei tempi di percorrenza e dei costi totali di trasporto, avvicinando territori, velocizzando gli scambi, consentendo al prodotto locale di raggiungere mercati più distanti a parità di costo o di ridurre il costo complessivo del prodotto a parità di distanza; il collegamento stabile tra la Sicilia ed il Continente rientra tra le infrastrutture che rivestono per lo Stato carattere prioritario e strategico e rappresenta l’anello mancante allo sviluppo economico del Sud: una concreta opportunità per far decollare finalmente l’economia meridionale ed accorciare le distanze fisiche ed economiche e le molte differenze che separano la Sicilia dal resto del Paese, generando una serie di meccanismi virtuosi che miglioreranno nettamente lo scenario dei trasporti e dei collegamenti Sicilia – Continente, sia per quanto riguarda il trasporto su gomma che quello su rotaia, quest’ultima capace di trasportare solo una quota infinitesima di merci a causa dei suoi lunghi tempi di composizione e scomposizione per l’imbarco e lo sbarco dai traghetti; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 alla costruzione dell’opera si avrà una contestuale riqualificazione delle infrastrutture portanti, sia ferroviarie che stradali, si realizzerà il più grande sistema metropolitano del Mediterraneo e città come Catania, Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Gioia Tauro diventeranno nodi urbani di un sistema integrato capace di ottimizzare tutti i quei valori aggiunti generati dalla fluidità dei collegamenti, impegna il Governo a porre in essere, in tempi brevi, tutte le condizioni per l’avvio delle attività inerenti la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina. 9/4829-A/57. Commercio, Lombardo, Oliveri. Lo Monte, La Camera, premesso che: il Sud, in cui vive un terzo degli italiani, pur producendo un quarto del prodotto nazionale lordo è ancora ben lontano dal tasso potenziale di crescita che sarebbe lecito attendersi da un’area così ricca di risorse sottoutilizzate; incentivare politiche per il suo sviluppo rappresenta, come in più di un’occasione hanno sollecitato esperti economici e studi di settore, l’unica concreta opportunità di progresso economico per l’intero Paese, e ciò non solo perché il Sud possiede le maggiori opportunità di crescita produttiva e le risorse materiali e immateriali, ma soprattutto perché ha le potenzialità per far crescere il livello di competitività complessiva della nostra nazione; il tessuto produttivo del Mezzogiorno è costituito da una miriade di piccole imprese produttive, artigiane e commerciali, che rappresentano il ganglio vitale ma fragile di un territorio ove i costi Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 55 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 energetici, i trasporti ed il sistema creditizio, costituiscono alcune tra le cause principali di diseconomia; i Fondi strutturali europei, in particolare quelle del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr); tra le tante difficoltà del Sud vi è quella riconducibile alla difficoltà di accesso al credito che ostacola l’avvio di nuova impresa, avvio impedito in particolare da un sistema bancario inefficace e da un marcato differenziale del costo del denaro rispetto al Nord del Paese; le suddette disponibilità dovranno essere riprogrammate e impegnate seguendo i dettami del regolamento (Ce) 1083/2006 del Consiglio e in stretta coerenza con la cornice programmatica definita con il Quadro strategico nazionale 2007-2013. La stessa norma poi prevede una necessaria concertazione e realizzazione di operazioni successive tra regioni, stato centrale e Unione europea; sarebbe auspicabile dotare le regioni meridionali di un sistema creditizio e finanziario in grado di accompagnare e promuovere la crescita dimensionale delle imprese, la loro innovazione e l’internazionalizzazione, impegna il Governo ad istituire, al fine di favorire lo sviluppo del tessuto produttivo meridionale, l’istituzione di Fondo di garanzia per il microcredito nelle regioni meridionali, destinato a finanziare l’avvio di nuova impresa da parte di soggetti disoccupati residenti nelle regioni meridionali gestito dalla Cassa depositi e prestiti, che copra il 50 per cento dei rischi di insolvenza a favore degli intermediari finanziari che erogano il prestito. 9/4829-A/58. Oliveri, Lo Monte, Commercio, Lombardo. La Camera, premesso che: il credito d’imposta per gli investimenti è riconosciuto alle imprese che effettuano l’acquisizione di particolari beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise; l’articolo 2-bis della legge n. 106 del 12 luglio 2011, prevede che, per far ripartire la misura d’incentivazione del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, vengano utilizzate non solo risorse del bilancio dello Stato ma anche per quanto riguarda i limiti al finanziamento relativi a ciascuna delle regioni interessate, si attende l’emanazione di un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con quello per i rapporti con le regioni che dovrà individuare la durata dell’agevolazione e fissare le disposizioni attuative che garantiscono coerenza con le priorità e le procedure previste per i Fondi strutturali europei; la stessa norma stabilisce inoltre che i crediti di imposta possono essere fruiti entro i limiti delle disponibilità previste dal citato decreto ministeriale e che i soggetti interessati hanno diritto al credito di imposta fino all’esaurimento delle risorse finanziarie; la farraginosità del meccanismo di riconoscimento dell’agevolazione potrebbe rendere oltremodo difficoltoso il riavvio della misura agevolativa fino a pregiudicarne o a vanificarne gli effetti virtuosi, impegna il Governo al fine di garantire continuità alle politiche di incentivazione a favore delle imprese ubicate nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise, a stanziare rilevanti risorse aggiuntive incrementando quelle già previste all’articolo 2, comma 1 del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI agosto 2008, n. 129, e ad emanare una normativa che semplifichi le procedure di aggiudicazione dell’incentivo fiscale. 9/4829-A/59. Lombardo, Commercio, Oliveri. 56 Lo Monte, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 enti locali con particolare riguardo alle regioni meridionali. 9/4829-A/60. castro. Porfidia, Iannaccone, Bel- La Camera, La Camera, premesso che: negli ultimi anni il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) responsabile anche dei fondi FAS per le aree sottoutilizzate ha tenuto una serie di riunioni nelle quali si è deliberato per lo stanziamento di fondi per una serie di lavori, in particolare legati alle infrastrutture; non si fa riferimento solo alle cosiddette « grandi opere » ma a tutta una serie di interventi infrastrutturali di piccola e media entità che hanno ad oggetto anche la vita di piccoli Comuni; purtroppo molti dei fondi previsti dal CIPE non sono stati ancora erogati e decine di piccoli comuni, regioni e province attendono che i lavori messi in cantiere possano finalmente partire una volta sbloccati suddetti fondi; l’Italia, fatta eccezione per alcune grandi città è composta prevalentemente da piccoli e medi centri urbani per i quali taluni interventi, quali la costruzione di un nuovo edificio pubblico come scuole, caserme, ovvero giardini, strade, cavalcavia eccetera possono migliorare molto la qualità della vita dei cittadini; di fronte alla presente situazione economica le aree del mezzogiorno sono quelle che stanno soffrendo sotto ogni punto di vista, impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative volte a sbloccare i fondi deliberati dal CIPE a favore degli interventi infrastrutturali degli premesso che: le dichiarazioni del Ministro della difesa rese nel corso dell’audizione svoltasi presso le Commissioni difesa di Camera e Senato hanno fatto conoscere la volontà di ridurre il modello di difesa, che attualmente è fissato a 190.000 unità per adeguarlo alla effettiva e possibile sostenibilità economica; da fonti di stampa è stato anche possibile apprendere che detta riduzione riguarderà innanzitutto le spese relative al personale e non anche quelle riferite all’acquisizione di sistemi d’arma; il programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione del sistema d’arma Joint Strike Fighter e realizzazione dell’associata linea FACO/ MRO&U nazionale comporta una spesa valutata, in base all’attuale cambio USD/ EURO, in 891,724 milioni di euro per l’anno 2012, in 997,931 milioni di euro per l’anno 2013, in 969,655 milioni di euro l’anno 2014 e in 4.384,138 milioni di euro per il periodo 2015-2026; appare indispensabile attuare la riduzione degli impegni di spesa per i programmi di acquisizione JSF e la rimodulazione della spesa destinata all’acquisizione di nuovi armamenti in rapporto alla sostenibilità dell’attuale modello Difesa, impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative volte a rivedere profondamente il programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione del sistema d’arma Joint Strike Fighter e realizzazione dell’associata linea FACO/MRO&U, nonché a ridurre del 50 per cento gli importi di spesa programmati da erogare per il me- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 57 AI RESOCONTI desimo programma a decorrere dall’esercizio finanziario per l’anno 2012 fino al 2026. 9/4829-A/61. Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, De Pasquale. Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL pluriennale d’arma. 16 di DICEMBRE 2011 — acquisizione di N. 562 sistemi 9/4829-A/61. (Testo modificato nel corso della seduta) Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, De Pasquale. La Camera, La Camera, premesso che: le dichiarazioni del Ministro della difesa rese nel corso dell’audizione svoltasi presso le Commissioni difesa di Camera e Senato hanno fatto conoscere la volontà di ridurre il modello di difesa, che attualmente è fissato a 190.000 unità per adeguarlo alla effettiva e possibile sostenibilità economica; da fonti di stampa è stato anche possibile apprendere che detta riduzione riguarderà innanzitutto le spese relative al personale e non anche quelle riferite all’acquisizione di sistemi d’arma; il programma pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione del sistema d’arma Joint Strike Fighter e realizzazione dell’associata linea FACO/ MRO&U nazionale comporta una spesa valutata, in base all’attuale cambio USD/ EURO, in 891,724 milioni di euro per l’anno 2012, in 997,931 milioni di euro per l’anno 2013, in 969,655 milioni di euro l’anno 2014 e in 4.384,138 milioni di euro per il periodo 2015-2026; appare indispensabile attuare la riduzione degli impegni di spesa per i programmi di acquisizione JSF e la rimodulazione della spesa destinata all’acquisizione di nuovi armamenti in rapporto alla sostenibilità dell’attuale modello Difesa, impegna il Governo ad adottare le opportune iniziative volte a rivedere profondamente il programma premesso che: il provvedimento in esame introduce una serie di misure finalizzate alla crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici, riconoscendo in talune disposizione specifiche detrazioni su imposte per famiglie con figli a carico; attualmente le detrazioni per carichi di famiglia in favore dei lavoratori italiani residenti oltre confine che producono un reddito assoggettabile ad IRPEF in Italia sono riconosciute in maniera limitata, collocando questa categoria di lavoratori in una condizione di sostanziale disparità nei confronti dei residenti nel territorio nazionale; le disposizioni della Legge finanziaria per il 2007 hanno introdotto all’articolo 6, il riconoscimento del suindicato diritto soltanto fino al 2009: successivamente, con un emendamento alla legge n. 2 del 2009, – la cosiddetta prima manovra anticrisi – è stata introdotta una proroga al 2010 per le detrazioni fiscali per carichi di famiglia in favore dei soggetti non residenti; all’articolo 1, comma 54, della legge 13 dicembre 2010, n. 220 (legge di stabilità 2011) è stata introdotta una proroga al 2011 del suindicato diritto; alla luce di quanto indicato, a partire dal 2012 i lavoratori italiani operativi all’estero non potranno più detrarre fiscalmente i carichi di famiglia, nonostante tale diritto sia stato previsto fino ad ora con apposite disposizioni normative; la richiesta di impegno formulata al fine di riconoscere ai lavoratori italiani residenti all’estero un diritto ed un sostegno meritorio e doveroso è stata accolta con favore dal Governo precedente nel- Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 58 AI RESOCONTI Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 l’ambito della discussione degli ultimi provvedimenti affini per materia a quello in esame; stente in Italia anche al fine di scongiurare rilasci forzati di immobili con l’assistenza della Forza pubblica. i cittadini italiani, potenziali fruitori della citata agevolazione, sarebbero circa 6000 per una spesa esigua che ammonterebbe a circa 6 milioni di euro, 9/4829-A/63. impegna il Governo a riconoscere con apposite disposizioni, nell’ambito di provvedimenti affini per materia, la proroga del diritto alla fruizione delle detrazioni fiscali per carichi di famiglia in favore dei residenti all’estero oltre l’anno 2011. 9/4829-A/62. Di Biagio. La Camera, premesso che: in Italia le sentenze inerenti sfratti per morosità o risoluzione contrattuale da parte del locatore crescono in maniera esponenziale, soltanto nel 2010 risultano essere oltre cento mila; queste vicende coinvolgono in primis persone in difficoltà costrette ad abbandonare le case affittate senza avere altre abitazioni di riferimento. Si tratta di migliaia di famiglie che vivono un disagio abitativo molto acuto, in particolare gli anziani, i disabili e le famiglie numerose; nell’ambito del provvedimento cosiddetto decreto mille proroghe successivamente convertito, con modificazioni, dalla legge n. 10 del 2011 all’articolo 12sexies è stata introdotta una proroga al 31 dicembre 2011, dell’esecuzione degli sfratti, Proietti Cosimi, Di Biagio. La Camera, premesso che: l’articolo 19, comma 13, stabilisce che a « decorrere dal 2011 è istituita una imposta sul valore degli immobili situati all’estero, a qualsiasi uso destinati, dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato »; ai sensi della normativa citata i cittadini italiani proprietari di immobili oltre confine saranno chiamati a versare un’imposta « stabilita nella misura dello 0,76 per cento del valore degli immobili »; l’IMU per gli immobili oltre confine rappresenta una novità, considerando che la disciplina in materia prevede che la tassazione dell’immobile avviene laddove è beato quindi non nello Stato di appartenenza del proprietario dello stesso; inoltre, la tassazione relativa agli immobili oltre confine è disciplinata dai trattati internazionali oltre che da specifici accordi bilaterali con determinati Paesi; l’articolo 19 della manovra in esame introduce di fatto un precedente, capace di sollevare meccanismi di complessità procedurale e fiscale li dove finora vi era altra disciplina normativa; eventuali sacrifici in capo a chi possiede immobili oltre confine potrebbero essere individuati nell’ambito della tassazione sui redditi (IRPEF) e non delle imposte locali, che dovrebbero essere pagate per l’appunto in loco, impegna il Governo impegna il Governo a prorogare al 31 dicembre 2012, l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili adibiti ad uso abitativo in considerazione della grave e nota situazione di disagio abitativo esi- a rivedere, nell’ambito di provvedimenti affini per materia, la disciplina dell’imposta sugli immobili ubicati all’estero e di proprietà di persone fisiche, al fine di escludere la fattispecie di abuso Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI fiscale alimentato da una richiesta di imposta già versata dal contribuente italiano nel luogo di locazione dell’immobile. 9/4829-A/64. 59 Tremaglia, Di Biagio. La Camera, premesso che: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 colare per le giovani coppie che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato ma che, tuttavia, necessitano di un mutuo per l’acquisto della loro prima casa; dai dati diffusi dalla Banca d’Italia, nel periodo aprile – giugno del 2011 si è registrato un calo nelle erogazioni dei muti pari al 7 per cento; dal rapporto dell’IRES, l’Istituto Ricerche economiche e sociali, presentato lo scorso 17 novembre, è emersa con nettezza una maggiore diffusione dei contratti di lavoro atipici; secondo i dati dell’osservatorio Supermoney del febbraio di quest’anno, solo il 6 per cento dei finanziamenti on line è stato chiesto dai lavoratori atipici o a tempo indeterminato; stando ai succitato rapporto, nel primo semestre del 2011 la domanda di lavoro si è orientata prevalentemente in direzione di posizioni a termine; stando al documento riassuntivo di un’analisi conoscitiva della Commissione Finanze della Camera dei deputati emerge che sono più di 543 mila gli immobili che appartengono allo Stato, con una superficie di più di 220 milioni di metri quadri ed una valutazione commerciale variabile tra i 239 ed i 320 miliardi di euro; ai quali si devono sommare 776 mila terreni che hanno un valore tra gli 11 ed i 49 miliardi di euro; i contratti a tempo indeterminato sono diminuiti dal 23,6 per cento del 2008 al 18,9 per cento del 2010 mentre sono aumentati i contratti di lavoro a chiamata o intermittente, in prevalenza in alcuni settori del terziario; le figure maggiormente penalizzate sono i lavoratori residenti nel Mezzogiorno, soprattutto i maschi, e quelli poco scolarizzati. Le donne occupate al Sud rappresentano una minoranza: ad avere un impiego è meno di 1 su 3; dal rapporto dell’IRES emerge la progressiva preearizzazione del lavoro, sia con le assunzioni a tempo indeterminato che scendono sotto il 20 per cento, che con l’affermarsi di tipologie meno favorevoli ai lavoratori come il lavoro a chiamata; la crisi economica e finanziaria si è ripercossa anche sul lavoro interinale. Al 2007, infatti, i nuovi ingressi di lavoratori sono diminuiti del 59 per cento, i lavoratori equivalenti full-time del 41,5 per cento, le missioni avviate del 34,4 per cento e i lavoratori assicurati netti del 38,6 per cento; a seguito della crisi finanziaria che ha colpito l’Europa e l’intero mondo occidentale, le banche hanno reso l’accesso al credito molto più difficoltoso, in parti- occorre farsi carico delle tantissime giovani coppie che, in mancanza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, non possono ottenere un mutuo per l’acquisto della prima casa, impegna il Governo a predisporre un apposito provvedimento che preveda forme di gestione del patrimonio pubblico affinché questo possa essere offerto alle banche come forma di garanzia per la erogazione di mutui alle giovani coppie che, non avendo un contratto a tempo indeterminato, non hanno le garanzie necessarie all’erogazione del prestito; a prevedere che gli istituti di credito che dovessero rifiutare tale forma di garanzia vadano esclusi dai benefici previsti dalla manovra varata dall’Esecutivo che autorizza lo Stato a concedere la sua garanzia sulle passività degli stessi istituti di credito. 9/4829-A/65. Marmo. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI La Camera, premesso che: è diffusamente avvertita l’esigenza di chiarezza e di efficacia nel rapporto tra l’amministrazione e i cittadini; sono migliaia le controversie tra i cittadini e lo Stato scaturite dalla violazione del Codice della strada e pendenti dinanzi ai Giudici di Pace e ai Tribunali Ordinari; occorre garantire alle Pubbliche amministrazioni la possibilità di avere strumenti contabili che rappresentino fedelmente la realtà di bilancio dell’ente, indicando unicamente poste realmente esigibili; la difficile congiuntura economica e i conseguenti tagli nei trasferimenti dal Governo centrale agli enti locali hanno determinato una notevole carenza di liquidità nelle pubbliche amministrazioni; la rapida definizione delle liti pendenti tra i cittadini e lo Stato scaturite per la violazione del Codice della strada comporterebbe un immediato gettito di liquidità per le pubbliche amministrazioni, impegna il Governo a predisporre un dispositivo che agevoli la definizione delle liti pendenti aventi per oggetto le infrazioni al Codice della strada rilevate da ogni pubblico ufficiale preposto attraverso il pagamento del 50 per cento del valore dell’infrazione originaria. 9/4829-A/66. 60 Pionati, Grassano, Marmo. La Camera, premesso che: sono numerosissime le liti fiscali pendenti dinanzi alle Commissioni Tributarie e dinanzi ai Giudici ordinari; è diffusamente avvertita l’esigenza di smaltire il carico di lavoro arretrato, Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 non solo nell’interesse dei cittadini ma anche dei giudici tributari chiamati a dirimere migliaia di controversie; data la difficile congiuntura economica e la conseguente carenza di liquidità, la rapida definizione delle controversie consentirebbe allo Stato di ottenere un gettito importante per le sue casse, impegna il Governo a varare in tempi rapidi un provvedimento che preveda che le controversie fiscali possano essere definite a domanda del soggetto che ha proposto l’atto introduttivo del giudizio con il pagamento del 10 per cento del valore della lite, se si tratta di un importo fino a duemila euro. Qualora si superasse tale importo, il pagamento da corrispondere dovrebbe essere in misura del 10 per cento, in caso di soccombenza dell’Amministrazione finanziaria nell’ultima pronuncia giurisdizionale, e del 50 per cento nel caso in cui a soccombere sia il contribuente. Se, invece, la lite pende ancora nel primo grado di giudizio la percentuale dovrebbe essere fissata al 35 per cento, prevedendo, infine la possibilità di chiedere la rateizzazione qualora gli importi superino il valore di 25.000 euro. 9/4829-A/67. Grassano, Marmo. La Camera, premesso che: la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto richiede un adeguamento della attuale legge sull’amianto, in modo da rendere pienamente esigibile anche l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione italiana nella parte che dice: « La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività »; ancora oggi l’amianto, il killer silenzioso, rappresenta una vera emergenza umana, ambientale e sanitaria. L’amianto è presente nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli edifici pubblici, sui tetti e nei capannoni industriali, nelle nostre Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI case ed in circa tremila prodotti di uso corrente, con effetti devastanti come dimostrano le oltre 4.000 persone che muoiono ogni anno a causa di questo cancerogeno; a tal proposito è necessario che si individuino i criteri che riconoscono benefici ai lavoratori presenti nelle regioni in cui si registrano i più elevati tassi di mortalità per l’esposizione all’amianto, individuazione di ditte cessate o nascoste che abbiano avuto processi lavorativi connessi all’amianto, redazione e diffusione di un opuscolo informativo che illustri ai lavoratori esposti o ex esposti all’amianto i diritti e i benefici connessi all’esposizione; eliminazione di ogni termine previsto dalla legislazione vigente per la presentazione delle domande dirette a richiedere il riconoscimento dei benefici, riconoscimento della validità delle certificazioni INAIL rilasciate ai lavoratori in base alla legislazione vigente, impegna il Governo a valutare la possibilità di rivedere i criteri direttivi della corresponsione e del riconoscimento dei benefici in favore dei lavoratori esposti all’amianto e dei lavoratori ex esposti secondo i principi esposti in premessa e di incrementare il Fondo per le vittime dell’amianto. 9/4829-A/68. 61 Romano, Gianni, Germanà. La Camera, premesso che: il Commissario europeo per la concorrenza ha dichiarato che il Consiglio ha già autorizzato l’Italia ad applicare aliquote d’accisa ridotte o esenzioni sugli oli minerali e che spetta alle autorità italiane decidere se richiedere tali proroghe; è improcrastinabile procedere alla compensazione del danno ambientale per i territori individuati come siti contaminati di interesse nazionale di cui all’articolo 14 del decreto legislativo n. 22 del 1997 e Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 dell’articolo 15 del decreto del Ministero dell’ambiente n. 471 del 1999, riducendo le accise al 10 per cento dell’importo vigente per la generalità del territorio al momento dell’immissione al consumo per l’impiego nei territori individuati come siti contaminati di interesse nazionale; la riduzione delle accise al 10 per cento per il consumo nei territori individuati come siti contaminati di interesse nazionale sarebbe compatibile a livello europeo in quanto dovrebbe essere limitata nel tempo, contribuirebbe allo sviluppo regionale, sarebbe proporzionale agli svantaggi che intende compensare ed, infine, economicamente sostenibile; l’onere derivante dalla riduzione al 10 per cento delle accise potrebbe essere compensato sperimentando, nei territori individuati come siti contaminati, la lotta all’evasione fiscale consentendo in quei territori la deducibilità dal reddito sia delle persone fisiche che giuridiche di qualsiasi onere documentato ed identificabile con codice fiscale o partita IVA, impegna il Governo a valutare la possibilità di compensare il danno ambientale nei siti contaminati d’interesse nazionale attraverso la riduzione delle accise al 10 per cento dell’importo vigente per la generalità del territorio, al momento dell’immissione al consumo per l’impiego nei territori individuati come siti contaminati di interesse nazionale; a richiedere in tempi brevi alla Commissione europea la possibilità della deroga all’importo delle accise al fine di compensare del danno ambientale i territori individuati come siti contaminati di interesse nazionale, compensando la riduzione al 10 per cento delle accise attraverso la lotta all’evasione fiscale consentendo in quei territori la deducibilità dal reddito sia delle persone fisiche che giuridiche di qualsiasi onere documentato ed identificabile con codice fiscale o partita IVA. 9/4829-A/69. Razzi, Gianni. Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 62 AI RESOCONTI La Camera, premesso che: Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 del completamento delle opere di bonifica, attraverso l’istituzione di zone produttive nei territori dei comuni in oggetto. la bonifica dei siti contaminati di interesse nazionale rappresenta una questione rilevantissima che il nostro paese non può continuare a procrastinare nel tempo; 9/4829-A/70. la Camera dei deputati è stata impegnata in un’approfondita discussione su mozioni aventi come oggetto in molti casi anche l’avvio, dopo molti anni, dei programmi di bonifica relativi ai siti contaminati finora riconosciuti di interesse nazionale; il precedente Governo, nella seduta del 25 febbraio 2011, aveva accolto l’ordine del giorno n. 9/4086/263 a prima firma del sottoscritto, nel quale si richiedeva di valutare, in tempi brevi, l’opportunità di intervenire, anche attraverso eventuali interventi normativi a tutela degli interessi legittimi dei cittadini, negli eventuali contenziosi con gli istituti bancari, affinché l’interpretazione data all’articolo 2, comma 61, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, in merito all’articolo 2935 del codice civile non si configurasse come un danno nei confronti dei cittadini medesimi; i siti contaminati hanno subito contaminazioni derivanti da attività industriali, ma anche da stoccaggio di rifiuti o da perdite da linee o serbatoi di idrocarburi; le contaminazioni che hanno interessato i siti sono pericolosissime e da queste sono derivati e tutt’oggi derivano rischi rilevanti per la salute (tumori e altre gravi patologie) dei cittadini residenti in quelle zone e per l’ecosistema; le operazioni di bonifica sono in notevole ritardo e nella maggior parte dei siti si è fermi alla sola perimetrazione dei siti medesimi; la possibilità di intervenire su tali siti deve diventare una possibilità concreta che potrebbe abbinare rilancio dell’economia e difesa dell’ambiente; in attesa dell’avvio effettivo o del completamento delle azioni di bonifica, è necessario prevedere azioni per il sostegno delle imprese già operanti o per l’avvio di nuove attività che promuovano quello sviluppo, oggi ancora più importante in un momento di grave crisi economica, negato o frenato dalla presenza di siti contaminati, impegna il Governo a intervenire a sostegno dei comuni interessati da siti contaminati di interesse nazionale, in attesa dell’avvio effettivo o Pisacane, Gianni. La Camera, premesso che: tale richiesta trovava la sua ragione d’essere nella norma interpretativa di cui sopra che potrebbe determinare la riduzione dei termini di prescrizione a favore dei soli istituti bancari a danno dei diritti che possono essere invece fatti valere da tutti i cittadini utenti (imprese e consumatori) anche nei confronti dei medesimi istituti bancari, per i rapporti creditizi in conto corrente; sempre il precedente Governo, con successivo, ordine del giorno n. 9/4357-A/ 113 approvato dalla Camera dei deputati il 22 giugno 2011, veniva impegnato ad avviare un tavolo di concertazione tra l’Associazione bancaria italiana e le associazioni dei consumatori rappresentative a livello nazionale, ovvero altre associazioni a scelta dell’utente bancario, allo scopo di concordare un intervento normativo come sopra prospettato da sottoporre, nel caso, per le necessarie valutazioni ed approvazione nel contesto della successiva manovra di assestamento di bilancio, impegna il Governo stante la grave situazione in cui versano le aziende e le famiglie italiane, a Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A 63 AI RESOCONTI verificare la possibilità di assumere, con la dovuta urgenza, iniziative normative atte a: 1) salvaguardare tutti i diritti nascenti dai rapporti bancari instaurati prima del 26 febbraio 2011, data d’entrata in vigore della legge di conversione n. 10, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225; 2) definire le modalità, in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente, necessarie per addivenire ad accordi transattivi quadro tra il Ministero competente, la Banca d’Italia, banche ed utenti o loro rappresentanti, volte ad agevolare la risoluzione di criticità riferibili a rapporti posti in essere prima e dopo la data di entrata in vigore della legge di conversione n. 10 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225; 3) sospendere, nel frattempo, a tempo indeterminato ogni procedura esecutiva per pignoramento ed espropriazione immobiliare, pignoramento mobiliare, decreti ingiuntivi, precetti, cartelle esattoriali, i cui titoli esecutivi sono oggetto di opposizione, ovvero non sono stati opposti, anche ai sensi dell’articolo 615 del codice di procedura civile da parte del debitore, oppure fondati su rapporti bancari oggetto di opposizione ed anche su titoli esecutivi non opposti ma oggetto di procedimenti penali anche non definitivi, e di procedimenti di cui all’articolo 15 regio-decreto 16 marzo 1942, n. 267 nonché, laddove sia già pendente la procedura fallimentare, ogni attività di vendita di beni immobili; 4) concedere alle aziende che ne facessero richiesta, in deroga alle norme sui protesti e sulle segnalazioni alle centrali dei rischi, un prestito-ponte statale, o con garanzia offerta dalla Cassa depositi e prestiti, con tasso agevolato, e del 50 per cento come contributo in conto capitale, sull’esempio della legge n. 185 del 2000, previa presentazione di business plan, al fine di restituire alle aziende in difficoltà la possibilità di reinserirsi nell’economia legale con conseguente ripresa della pro- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 duzione e del gettito fiscale, facendo sì che tale procedura sia contenuta nell’arco di 30 giorni e consentita anche alle aziende costrette a cessare l’attività a seguito dei contenziosi instaurati con le banche e con il fisco; 5) intervenire con le stesse modalità anche verso le famiglie, ma con un prestito-ponte erogato, mediante l’utilizzo del gettito Irap-Ires che la Banca d’Italia versa annualmente allo Stato come imposizione fiscale, previe necessarie garanzie e piano di restituzione del prestito. 9/4829-A/71. Scilipoti. La Camera, premesso che: i commi dal 7 al 15 dell’articolo 43 del presente decreto-legge sono stati destinati a definire la messa in sicurezza degli invasi delle grandi dighe italiane; in pratica si interverrà, nei casi dove vi è la maggiore necessità, togliendo dai fondali dei laghi artificiali i depositi accumulatisi nel corso degli ultimi decenni, al fine di ristabilire le originali condizioni di sicurezza; come è noto, sulla necessità di tale intervento vi è, da parte di alcuni esperti in base a studi di settore, più di qualche perplessità sull’urgenza degli stessi; da tali studi si evince che, negli ultimi anni, il livello di riempimento degli invasi è stato modesto e che, attualmente, i laghi sono forse fin troppo grandi rispetto all’andamento dei corsi d’acqua e che, di conseguenza, tali interventi non risulterebbero, se non in pochissimi casi, urgenti e necessari; tali interventi, che frutteranno sicuramente grandi introiti alle grandi aziende che operano nel settore del movimento terra, saranno a carico delle aziende concessionarie che, ovviamente se non vi saranno indicazioni e obblighi diversi, scaricheranno in maniera indistinta tali spese sulle bollette dei consumatori Atti Parlamentari XVI LEGISLATURA — — ALLEGATO A AI RESOCONTI che già, stante la grave crisi economica, sono, in gran parte, costretti a sopportare notevoli aumenti del costo della vita; in termini di sicurezza, visti gli ultimi drammatici accadimenti in varie parti d’Italia a seguito di eventi atmosferici, sembrerebbe, oltretutto, più urgente intervenire sulla messa in sicurezza di tanti corsi d’acqua che continuano a provocare fenomeni di esondazione delle proprie acque; non va dimenticato, infine, che le aziende concessionarie che operano nella produzione di energia idroelettrica, hanno introiti per circa 3 miliardi di euro l’anno a fronte di 200 milioni di euro di costi di concessione, impegna il Governo: ad intavolare con le Aziende concessionarie un confronto serio al fine di non far ricadere sui consumatori gli eventuali costi di tali operazioni di messa in sicurezza degli invasi delle grandi dighe italiane, stante anche l’elevato e riconosciuto livello di ricavi di cui le stesse Aziende usufruiscono in virtù di tali concessioni; ad affrontare, in termini concreti e in tempi necessariamente rapidi, lo stato di dissesto idrogeologico dell’intero Paese, al fine di procedere ad opere di messa in sicurezza del territorio nazionale per tentare di evitare nuove disgrazie e lutti in seguito a violenti fenomeni atmosferici. 9/4829-A/72. 64 Ruvolo. La Camera, premesso che: 1240 lavoratori in somministrazione dell’INPS, il 15 aprile 2011, non hanno visto, in tutta Italia, il rinnovo del proprio contratto stipulato con l’agenzia interinale Tempor; precedentemente altri 550 lavoratori, nel mese di dicembre 2010, erano stati licenziati, per un totale di 1800; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 2011 — N. 562 la maggior parte di questi lavoratori erano giovani del Sud che avevano accettato di trasferirsi al Nord nella speranza di trovare, finalmente un lavoro che desse loro una speranza di costruirsi un futuro non più incerto; questi giovani, diplomati e laureati, svolgevano lavori importanti all’interno dell’istituto, occupandosi spesso di disoccupazione, cassa integrazione, contributi pensionistici, e avevano « smaltito » documentazioni che non erano controllate da anni, facendo recuperare spesso all’INPS milioni di euro; tale situazione è stata determinata dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, in materia di stabilizzazione e competitività economica, che ha imposto la riduzione del 50 per cento delle spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche per il lavoro flessibile; tale provvedimento, in questo caso specifico, pur determinando economie di spesa ha sottratto all’INPS la possibilità di recuperare enormi risorse dalle attività che questi lavoratori svolgevano; l’INPS, negli ultimi cinque anni, ha già mandato a casa in pensione più di 7mila lavoratori con il relativo aumento dell’insufficienza di pianta organica; nel mese di marzo 2011, il precedente Governo ha dato parere positivo ad una risoluzione approvata all’unanimità, in Commissione lavoro della Camera dei deputati, che richiedeva un ripensamento per quanto riguardava i 1800 lavoratori INPS; i sindacati, in maniera unita, hanno più volte manifestato richiedendo che si giungesse ad una soluzione della vertenza, ma sino ad oggi non sono stati ottenuti risultati concreti; il 27 giugno scorso, nell’ambito di una manifestazione sindacale, una delegazione composta dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori somministrati è stata ricevuta dai dirigenti del Ministero del-