Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
e, soprattutto, di quelli per la conciliazione
tra i tempi della famiglia ed il tempo del
lavoro;
secondo l’Istat la povertà relativa
aumenta tra le famiglie di 5 o più componenti (dal 24,9 per cento al 29,9 per
cento);
il tasso di fecondità in Italia si
attesta intorno a 1,4 figli per donna e,
complice l’attesa di una stabile condizione
lavorativa, i giovani rinviano la decisione
di costituire una famiglia e quindi di avere
figli, con l’aggravante che con l’avanzare
dell’età aumenta la probabilità di non
averne o di averne uno solo;
è in discussione alla Camera dei
deputati l’AC n. 4566 « Delega al Governo
per la riforma fiscale e assistenziale », il
cui articolo 10, comma 1, lettera a), prevede la revisione degli indicatori della
situazione economica equivalente,
impegna il Governo
a tenere nella debita considerazione, in
sede di revisione dell’ISEE, la condizione
delle famiglie apportando maggiorazioni, a
sostegno ed a beneficio dei figli, alla scala
di equivalenza prevista dalla Tabella 2 del
decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109.
9/4829-A/51.
49
Mosella.
La Camera,
premesso che:
la gravità della situazione della finanza pubblica e la severità della manovra
contenuta nel decreto-legge in esame richiedono rigore e trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche e in particolare degli emolumenti dei dipendenti
pubblici di ogni livello;
in tale quadro è necessaria
un’azione volta a razionalizzare e calmierare le retribuzione pubbliche, in particolare quelle dei dirigenti nei diversi settori
e dei manager delle società, enti e organismi pubblici;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
tali retribuzioni hanno raggiunto
nel corso degli anni livelli talvolta considerevoli anche in assenza di parametri di
riferimento oggettivi ovvero di benchmnark di mercato;
in molte situazioni le retribuzioni
dei manager pubblici raggiungono livelli
superiori alle retribuzioni del settore privato;
le differenziazioni di retribuzione
tra diverse amministrazioni e posizioni
funzionali non risultano trasparenti e motivate;
in tal senso ha inteso opportunamente intervenire l’articolo 23-ter del decreto nel testo modificato dalla Commissione stabilendo che annualmente siano
definiti i compensi spettanti ai lavoratori
dipendenti e autonomi delle pubbliche
amministrazioni e ponendo un tetto massimo parametrato al trattamento del
primo presidente della Corte di Cassazione
e che a tali fini vanno computate tutte le
somme a qualsiasi titolo erogate al singolo
lavoratore;
tale esigenza non deve evidentemente comportare una ripubblicizzazione
del rapporto di impiego pubblico e del
rapporto di lavoro dei dirigenti;
il testo, nel fare riferimento, al
comma 1, ad un decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri di approvazione del
trattamento economico onnicomprensivo
dei dipendenti pubblici potrebbe essere
interpretato nel senso di una ripubblicizzazione dei rapporti di lavoro in ambito
pubblico,
impegna il Governo
a interpretate l’articolo 23-ter nel senso
che al decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri di cui al comma 1 del citato
articolo 23-ter spetta di fissare il tetto
onnicomprensivo degli emolumenti spettanti a ciascuna fascia o categoria di
personale fermo restando che la definizione dei rispettivi trattamenti economici
resta di competenza del contratto collet-
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
tivo nazionale e della contrattazione interna a ciascuna amministrazione e, per i
dirigenti pubblici, alla contrattazione individuale.
9/4829-A/52.
Pisicchio, Lanzillotta.
La Camera,
premesso che:
solo stimolando la crescita economica sarà possibile e sostenibile garantire
la stabilità finanziaria, il pareggio di bilancio e risorse adeguate al finanziamento
dei servizi pubblici;
è necessaria una decisa, costante
azione per liberalizzare i mercati dei servizi e delle professioni, considerato che il
provvedimento in esame contiene alcuni
interventi in tal senso che risultano tuttavia parziali e insufficienti;
per i motivi suddetti le iniziative in
materia di liberalizzazioni non sono meno
urgenti di quelle finalizzate al rigore di
bilancio,
impegna il Governo
a presentare al Parlamento, entro i prossimi 30 giorni, la legge annuale per la
concorrenza volta a recepire le indicazioni
fornite dall’Autorità per la concorrenza e
per il mercato negli ultimi due anni e a
completare la liberalizzazione e, ove necessario, la regolazione di settori tuttora
soggetti a vincoli e restrizioni non giustificate dalla tutela di interessi pubblici.
9/4829-A/53.
Galletti.
50
Lanzillotta, Della Vedova,
La Camera,
premesso che:
come l’apertura del mercato interno e il limite imposto dalla disciplina
comunitaria alle politiche anticoncorrenziali ha costituito un fattore di integrazione economica e di sviluppo per il continente europeo, così anche nelle economie
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
nazionali dei singoli stati membri la rimozione delle barriere all’esercizio dell’attività economica costituisce la condizione
normativa del pieno ed efficiente utilizzo
dei fattori produttivi e dunque della crescita economica;
la tutela di condizioni di apertura
e competitività dei mercati – secondo i
principi della libertà di accesso e di organizzazione – costituisce dal punto di
vista giuridico, in base all’ordinamento
comunitario, un vero e proprio vincolo
costituzionale e dal punto di vista economico il più potente incentivo ad accrescere
gli investimenti (nazionali ed esteri) e la
produttività del lavoro, per colmare il
differenziale dei tassi di crescita dell’Italia
rispetto agli altri Paesi avanzati, a partire
da quelli europei e per tutelare i consumatori;
il miglioramento delle condizioni di
emissione e collocamento dei titoli di stato
italiani (deterioratesi nel corso degli ultimi
mesi a causa della difficile congiuntura
finanziaria europea) sarà determinato, oltre che dal processo di consolidamento
degli equilibri di finanza pubblica, anche
dalla tempestività con la quale l’Italia
saprà nei prossimi mesi avviare un percorso credibile di innovazione economica e
di modernizzazione delle regole di funzionamento dei mercati;
la salvaguardia degli interessi e la
tutela degli investimenti degli operatori nei
settori oggi protetti può essere adeguatamente garantita con strumenti di mercato,
senza trasformarsi in un rendita che genera distorsioni e inefficienze,
impegna il Governo
ad ispirare la propria azione di riforma ai
principi di apertura, trasparenza e concorrenzialità dei mercati dei beni e dei
servizi, senza alcuna deroga o eccezione di
settore e attività, e a promuovere l’adeguamento della legislazione italiana all’obiettivo di accrescere, su queste basi, la
competitività del sistema economico.
9/4829-A/54.
Raisi.
Della
Vedova,
Bocchino,
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
51
AI RESOCONTI
La Camera,
premesso che:
in Castellaneta (Taranto), località
« Le Grotte », si stanno effettuando i lavori
per la realizzazione del Metanodotto Massafra (Taranto) – Biccari (Foggia), per
conto della Snam-rete gas;
durante l’esecuzione dei predetti
lavori di scavo sono venuti alla luce insediamenti archeologici che, considerando la
vastità dell’area interessata, i rilievi, la
natura e la ricchezza del materiale ritrovato (monete di bronzo e di argento,
vasellame di pregevole fattura, monili e
altro), fanno verosimilmente pensare ad
una delle aree archeologicamente più interessanti del Meridione scoperte negli
ultimi tempi;
tali scoperte stanno restituendo informazioni importantissime circa la presenza di un centro rurale databile tra l’età
arcaica e quella romana, con il rinvenimento di una porzione di una necropoli
infantile, di sepolture relative a nuclei
familiari, di una tomba ad incinerazione,
di ambienti abitativi ed importanti tracce
legate alla produzioni agricola;
le ricerche condotte negli ultimi
decenni nella chora della colonia greca di
Taranto hanno consentito di documentare
segni evidenti di coltivazione della vite,
inquadrabili tra l’età classica ed ellenistica, che troverebbero puntuali conferme
e confronti in località « Le Grotte », dove
sono perfettamente conservati numerosissime canalette rettangolari, parzialmente
intersecate da solchi regolari continui praticati nel terreno limo-argilloso e nel
banco calcarenitico, funzionali ad impianti
di vigneti e resti di strutture insediative a
carattere rurale, associate probabilmente
ad un intenso sfruttamento agricolo dell’area. Nella parte settentrionale dell’insediamento, in una zona precedentemente
utilizzata come necropoli, sono stati indi-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
viduati i resti di un edificio di grandi
dimensioni, con più fasi di vita, di cui sono
chiaramente visibili un vano quadrangolare e parte di un impianto produttivo,
connesso probabilmente alla produzione
del vino;
grande interesse è stato mostrato
per il sito archeologico da parte di docenti
di università straniere (Grecia e USA) che
hanno dichiarato di essere disposti a continuare gli scavi;
tali scoperte rappresentano, altresì,
una grande opportunità per il turismo che,
oltre al mare stupendo, alle gravine, ai
centri storici con le loro chiese e i loro
edifici, può offrire un’altra risorsa per la
stagione estiva e un interessante programma di destagionalizzazione per tutti
gli operatori del settore;
nonostante l’estensione dei rinvenimenti e la loro importanza sotto il profilo
archeologico, culturale e turistico, la Soprintendenza per i beni archeologici della
Puglia, preposta all’alta sorveglianza delle
attività di ricerca e catalogazione dei reperti, ha comunicato ai proprietari del
fondo interessato dalle straordinarie scoperte, l’imminente interruzione delle attività di scavo ed, anzi, la prossima ricopertura del sito con il terreno nel frattempo asportato, per mancanza di risorse
economiche;
la Regione Puglia beneficia di un
contributo europeo di 25 milioni di euro
l’anno per la tutela e la salvaguardia della
sua storia emersa e da fare emergere
(proprio come per il caso in questione). Il
comune di Castellaneta, tuttavia, non rientra tra gli interventi del Programma operativo interregionale attrattori culturali,
naturali e turismo 2007/2013 (POIN), poiché non ricompreso all’interno degli ambiti geografici di intervento individuati
dalla regione Puglia nel polo del Gargano
e nel polo del Salento;
se tali ultime decisioni dovessero
essere definitive, oltre ad impedire la prosecuzione delle attività di scavo, esse escluderebbero la fruibilità ai fini culturali,
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
52
AI RESOCONTI
archeologici, turistici e di valorizzazione
del territorio di un sito dalle straordinarie
potenzialità;
l’abbandono di ogni interesse al
sito da parte della Soprintendenza renderebbe « indifeso » rispetto ai probabili illeciti « interessamenti » dei « tombaroli », il
tesoro che in esso si cela, provocando
danni irreparabili sul piano culturale e
mortificando tante iniziative imprenditoriali che, in una zona in cui il livello
occupazionale è molto basso, potrebbero
rappresentare concrete possibilità di lavoro e di sviluppo economico, specialmente per i giovani. Ciò, soprattutto alla
luce delle allarmanti notizie pubblicate
dalla stampa, relativa all’assurdo traffico
di reperti archeologici che da tempo interessa tutta l’Italia, come dimostrato dai
circa 2000 reperti, in gran parte provenienti da quella zona, recuperati dai Carabinieri tra la fine di giugno e i primi di
luglio;
il Governo, in risposta ad un’interpellanza presentata in data 5 luglio 2011
(n. 2-01141), ha, tra l’altro, dichiarato:
« Per quanto attiene alle iniziative da adottare, con la dovuta urgenza, per la valorizzazione di tale importante sito archeologico, la prefettura di Taranto, parimenti
interessata dall’interpellanza, ha comunicato che potrà essere costituito presso la
stessa prefettura, un tavolo di concertazione con la partecipazione della Snam, di
tutti i soggetti istituzionali competenti e
degli enti locali per esaminare tutte le
possibili soluzioni. Al tavolo di concertazione parteciperà ovviamente, con un
ruolo decisivo, la soprintendenza per i
beni archeologici della Puglia, che valuterà, nell’ambito delle proprie competenze
istituzionali le soluzioni che verranno prospettate »,
impegna il Governo
ad investire – considerati gli evidenti riflessi positivi sul piano della crescita e
dell’occupazione – opportune risorse finanziarie e a promuovere le iniziative
interistituzionali necessarie, come l’attiva-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
zione del tavolo di concertazione richiamato in premessa per evitare l’interruzione dell’attività in corso presso il sito di
Castellaneta, per la valorizzazione dell’attività di ricerca archeologica in Italia.
9/4829-A/55.
Patarino, Consolo.
La Camera,
premesso che:
si constata da anni ormai un lento
e progressivo abbandono del Sud del Paese
da parte di Trenitalia e Rfi che piuttosto
che progettare un innalzamento della qualità di un trasporto ferroviario già carente,
lento ed inadeguato, progettano la « via di
fuga » dal Meridione, a scapito di coloro
che, e sono tanti, utilizzano il trasporto su
rotaie;
la dissennata politica dei tagli rischia di inficiare anche il diritto alla
mobilità ed alla continuità territoriale dei
cittadini di Sicilia, Campania, Calabria
Puglia e Basilicata;
i drastici tagli dei convogli ferroviari, ultimo quello operato con l’attivazione del nuovo orario invernale il 10
dicembre 2011, hanno fatto registrare
nella sola Sicilia dal 2007 una riduzione
del 65 per cento dei treni passeggeri
traghettati a lunga percorrenza, percentuale che sale a circa il 75 per cento nel
settore dei treni merci, mentre le navi
traghetto sullo Stretto di Messina sono
passate da tre ad una che svolge servizio
diurno più una che svolge solo servizio
diurno. Con il recente cambio orario inoltre si passerà dagli attuali 26 collegamenti
a 10 e (che si fermeranno tutti a Roma)
cancellando totalmente le comunicazioni
per Torino (treni andata e ritorno 1944/
1945), Milano (treni andata e ritorno 1926/
1927) e Venezia (treni andata e ritorno
1930/1933);
il suddetto disimpegno implica, peraltro, ripercussioni anche sul fronte occupazionale: nell’arco di sette anni, infatti,
Trenitalia ha dimezzato il proprio organico per i treni a lunga percorrenza: da
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
53
AI RESOCONTI
142 macchinisti si è passati a 64, da 115
capitreno a 63 e da 257 operatori della
manutenzione agli attuali 151, senza tener
conto della perdita dei posti di lavoro
dell’indotto ferroviario, in particolare dei
lavoratori del segmento notte (Servirail –
ex Wagon lits) e del segmento pulizie, per
un totale di 2.616 unità occupazionali;
tale notevole riduzione dell’offerta
commerciale comporta l’inevitabile disaffezione della clientela siciliana, che costretta fra inefficienze e disservizi a scegliere altri mezzi di trasporto, vede mortificato il suo diritto alla continuità territoriale, diritto che si colloca nell’ambito
della garanzia dell’uguaglianza sostanziale
dei cittadini ai quali deve essere consentito
di spostarsi nel territorio nazionale con
pari opportunità;
la riduzione di risorse per il trasporto pubblico rappresenta un grave errore strategico poiché oltre a limitare il
diritto alla mobilità dei cittadini, comporta
un aumento dei costi sociali legati ad un
aumento di incidentalità, congestione ed
inquinamento, e deprime lo sviluppo economico con conseguente generale peggioramento della qualità della vita;
lo Stato italiano deve farsi garante
in concreto della continuità territoriale
per un principio di equità e deve garantire
il diritto alla mobilità a tutti i cittadini,
indipendentemente dalla loro dislocazione
geografica, in particolar modo di fronte
allo svantaggio dell’insularità, dotandoli di
un efficiente sistema dei trasporti, diritti
che si collocano nell’ambito della garanzia
dell’uguaglianza dei cittadini e della coesione di natura economica e sociale e che
deve tradursi nella capacità di garantire
un servizio di trasporto che non penalizzi
cittadini residenti in territori meno favoriti;
le suddette scelte attuate fino ad
oggi dal Gruppo FS, principale gestore del
sistema ferroviario italiano, aggravano il
ritardo dello sviluppo delle aree del Sud
Italia e dell’accrescersi del divario con le
regioni settentrionali e con il resto d’Eu-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
ropa, divario che, perseverando nelle
stesse scelte, sarà sempre più arduo colmare in futuro;
rete Ferroviaria Italiana, società
del Gruppo FS che gestisce l’infrastruttura
ferroviaria, e Trenitalia, società che gestisce il trasporto di passeggeri e merci, sono
due aziende pubbliche che operano in
regime di diritto privato. La scelta di tale
forma giuridica, se da una parte richiede
il rispetto di parametri di efficienza imposti dal mercato, dall’altra deve garantire
l’erogazione del servizio pubblico universale, in condizioni di parità, a milioni di
cittadini evitando di sconfinare in una
forma di odioso « federalismo delle rotaie »;
è difficile, che si possa immaginare
una forte crescita economica del Paese in
assenza di un sistema di trasporto capillare ed efficiente, che permetta di sfruttare
pienamente il mercato interno e le possibilità offerte dalla europeizzazione degli
scambi commerciali,
impegna il Governo
nel suo ruolo di azionista unico e di
decisore strategico del Gruppo FS, ad
intervenire urgentemente ed in modo risolutivo al fine di assicurare servizi di
mobilità uniformi su tutto il territorio
nazionale compreso quello siciliano, a partire dal ripristino dell’esercizio dei convogli a lunga percorrenza da e per la Sicilia;
a predispone un piano per il potenziamento infrastrutturale della rete ferroviaria meridionale che preveda l’ammodernamento degli impianti di manutenzione e del parco rotabile, anche con la
creazione di un polo industriale per la
progettazione, la velocizzazione delle linee,
la universalità del servizio, il mantenimento dei treni a lunga percorrenza, lo
sviluppo del traffico merci.
9/4829-A/56. Lo Monte,
Lombardo, Oliveri.
Commercio,
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
54
AI RESOCONTI
La Camera,
premesso che:
la realizzazione delle opere pubbliche strategiche è un importante strumento
di politica economica e sociale che serve a
migliorare le condizioni di competitività
dei sistemi produttivi di una nazione ed in
grado di avviare processi di crescita del
reddito in periodi nei quali l’attività produttiva è stagnante;
le suddette considerazioni valgono
tanto più per Paesi, come il nostro, caratterizzati da un elevato grado di « dualismo » territoriale, essendo capaci, le
grandi infrastrutture, di riequilibrare i
divari interregionali, generando incrementi
di produttività e riduzione dei costi che –
nel medio-lungo periodo – stimolino le
forze di mercato, attivando virtuosi processi di sviluppo locale;
è risaputo che gli investimenti nel
settore dei trasporti realizzano convenienze sotto il profilo dei tempi di percorrenza e dei costi totali di trasporto,
avvicinando territori, velocizzando gli
scambi, consentendo al prodotto locale di
raggiungere mercati più distanti a parità
di costo o di ridurre il costo complessivo
del prodotto a parità di distanza;
il collegamento stabile tra la Sicilia
ed il Continente rientra tra le infrastrutture che rivestono per lo Stato carattere
prioritario e strategico e rappresenta
l’anello mancante allo sviluppo economico
del Sud: una concreta opportunità per far
decollare finalmente l’economia meridionale ed accorciare le distanze fisiche ed
economiche e le molte differenze che separano la Sicilia dal resto del Paese,
generando una serie di meccanismi virtuosi che miglioreranno nettamente lo scenario dei trasporti e dei collegamenti Sicilia – Continente, sia per quanto riguarda
il trasporto su gomma che quello su rotaia, quest’ultima capace di trasportare
solo una quota infinitesima di merci a
causa dei suoi lunghi tempi di composizione e scomposizione per l’imbarco e lo
sbarco dai traghetti;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
alla costruzione dell’opera si avrà
una contestuale riqualificazione delle infrastrutture portanti, sia ferroviarie che
stradali, si realizzerà il più grande sistema
metropolitano del Mediterraneo e città
come Catania, Messina, Reggio Calabria,
Villa San Giovanni e Gioia Tauro diventeranno nodi urbani di un sistema integrato capace di ottimizzare tutti i quei
valori aggiunti generati dalla fluidità dei
collegamenti,
impegna il Governo
a porre in essere, in tempi brevi, tutte le
condizioni per l’avvio delle attività inerenti
la realizzazione del Ponte sullo stretto di
Messina.
9/4829-A/57. Commercio,
Lombardo, Oliveri.
Lo
Monte,
La Camera,
premesso che:
il Sud, in cui vive un terzo degli
italiani, pur producendo un quarto del
prodotto nazionale lordo è ancora ben
lontano dal tasso potenziale di crescita che
sarebbe lecito attendersi da un’area così
ricca di risorse sottoutilizzate;
incentivare politiche per il suo sviluppo rappresenta, come in più di un’occasione hanno sollecitato esperti economici e studi di settore, l’unica concreta
opportunità di progresso economico per
l’intero Paese, e ciò non solo perché il Sud
possiede le maggiori opportunità di crescita produttiva e le risorse materiali e
immateriali, ma soprattutto perché ha le
potenzialità per far crescere il livello di
competitività complessiva della nostra nazione;
il tessuto produttivo del Mezzogiorno è costituito da una miriade di
piccole imprese produttive, artigiane e
commerciali, che rappresentano il ganglio
vitale ma fragile di un territorio ove i costi
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
55
AI RESOCONTI
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
energetici, i trasporti ed il sistema creditizio, costituiscono alcune tra le cause
principali di diseconomia;
i Fondi strutturali europei, in particolare
quelle del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr);
tra le tante difficoltà del Sud vi è
quella riconducibile alla difficoltà di accesso al credito che ostacola l’avvio di
nuova impresa, avvio impedito in particolare da un sistema bancario inefficace e da
un marcato differenziale del costo del
denaro rispetto al Nord del Paese;
le suddette disponibilità dovranno
essere riprogrammate e impegnate seguendo i dettami del regolamento (Ce)
1083/2006 del Consiglio e in stretta coerenza con la cornice programmatica definita con il Quadro strategico nazionale
2007-2013. La stessa norma poi prevede
una necessaria concertazione e realizzazione di operazioni successive tra regioni,
stato centrale e Unione europea;
sarebbe auspicabile dotare le regioni meridionali di un sistema creditizio
e finanziario in grado di accompagnare e
promuovere la crescita dimensionale delle
imprese, la loro innovazione e l’internazionalizzazione,
impegna il Governo
ad istituire, al fine di favorire lo sviluppo
del tessuto produttivo meridionale, l’istituzione di Fondo di garanzia per il microcredito nelle regioni meridionali, destinato a finanziare l’avvio di nuova impresa
da parte di soggetti disoccupati residenti
nelle regioni meridionali gestito dalla
Cassa depositi e prestiti, che copra il 50
per cento dei rischi di insolvenza a favore
degli intermediari finanziari che erogano il
prestito.
9/4829-A/58. Oliveri, Lo Monte, Commercio, Lombardo.
La Camera,
premesso che:
il credito d’imposta per gli investimenti è riconosciuto alle imprese che
effettuano l’acquisizione di particolari
beni strumentali nuovi, destinati a strutture produttive ubicate nelle aree delle
regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia,
Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise;
l’articolo 2-bis della legge n. 106
del 12 luglio 2011, prevede che, per far
ripartire la misura d’incentivazione del
credito d’imposta per gli investimenti nel
Mezzogiorno, vengano utilizzate non solo
risorse del bilancio dello Stato ma anche
per quanto riguarda i limiti al
finanziamento relativi a ciascuna delle
regioni interessate, si attende l’emanazione
di un decreto del Ministero dell’economia
e delle finanze, di concerto con quello per
i rapporti con le regioni che dovrà individuare la durata dell’agevolazione e fissare le disposizioni attuative che garantiscono coerenza con le priorità e le procedure previste per i Fondi strutturali
europei;
la stessa norma stabilisce inoltre
che i crediti di imposta possono essere
fruiti entro i limiti delle disponibilità previste dal citato decreto ministeriale e che
i soggetti interessati hanno diritto al credito di imposta fino all’esaurimento delle
risorse finanziarie;
la farraginosità del meccanismo di
riconoscimento dell’agevolazione potrebbe
rendere oltremodo difficoltoso il riavvio
della misura agevolativa fino a pregiudicarne o a vanificarne gli effetti virtuosi,
impegna il Governo
al fine di garantire continuità alle politiche
di incentivazione a favore delle imprese
ubicate nelle aree delle regioni Calabria,
Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise, a stanziare rilevanti risorse aggiuntive incrementando
quelle già previste all’articolo 2, comma 1
del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97,
convertito, con modificazioni, dalla legge 2
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
agosto 2008, n. 129, e ad emanare una
normativa che semplifichi le procedure di
aggiudicazione dell’incentivo fiscale.
9/4829-A/59. Lombardo,
Commercio, Oliveri.
56
Lo
Monte,
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
enti locali con particolare riguardo alle
regioni meridionali.
9/4829-A/60.
castro.
Porfidia, Iannaccone, Bel-
La Camera,
La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni il CIPE (Comitato
Interministeriale per la Programmazione
Economica) responsabile anche dei fondi
FAS per le aree sottoutilizzate ha tenuto
una serie di riunioni nelle quali si è
deliberato per lo stanziamento di fondi
per una serie di lavori, in particolare legati
alle infrastrutture;
non si fa riferimento solo alle cosiddette « grandi opere » ma a tutta una
serie di interventi infrastrutturali di piccola e media entità che hanno ad oggetto
anche la vita di piccoli Comuni;
purtroppo molti dei fondi previsti
dal CIPE non sono stati ancora erogati e
decine di piccoli comuni, regioni e province attendono che i lavori messi in
cantiere possano finalmente partire una
volta sbloccati suddetti fondi;
l’Italia, fatta eccezione per alcune
grandi città è composta prevalentemente
da piccoli e medi centri urbani per i quali
taluni interventi, quali la costruzione di un
nuovo edificio pubblico come scuole, caserme, ovvero giardini, strade, cavalcavia
eccetera possono migliorare molto la qualità della vita dei cittadini;
di fronte alla presente situazione
economica le aree del mezzogiorno sono
quelle che stanno soffrendo sotto ogni
punto di vista,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a
sbloccare i fondi deliberati dal CIPE a
favore degli interventi infrastrutturali degli
premesso che:
le dichiarazioni del Ministro della
difesa rese nel corso dell’audizione svoltasi
presso le Commissioni difesa di Camera e
Senato hanno fatto conoscere la volontà di
ridurre il modello di difesa, che attualmente è fissato a 190.000 unità per adeguarlo alla effettiva e possibile sostenibilità
economica;
da fonti di stampa è stato anche
possibile apprendere che detta riduzione
riguarderà innanzitutto le spese relative al
personale e non anche quelle riferite all’acquisizione di sistemi d’arma;
il programma pluriennale di A/R
n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione
del sistema d’arma Joint Strike Fighter e
realizzazione dell’associata linea FACO/
MRO&U nazionale comporta una spesa
valutata, in base all’attuale cambio USD/
EURO, in 891,724 milioni di euro per
l’anno 2012, in 997,931 milioni di euro per
l’anno 2013, in 969,655 milioni di euro
l’anno 2014 e in 4.384,138 milioni di euro
per il periodo 2015-2026;
appare indispensabile attuare la riduzione degli impegni di spesa per i programmi di acquisizione JSF e la rimodulazione della spesa destinata all’acquisizione di nuovi armamenti in rapporto alla
sostenibilità dell’attuale modello Difesa,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a
rivedere profondamente il programma
pluriennale di A/R n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione del sistema d’arma
Joint Strike Fighter e realizzazione dell’associata linea FACO/MRO&U, nonché a
ridurre del 50 per cento gli importi di
spesa programmati da erogare per il me-
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
57
AI RESOCONTI
desimo programma a decorrere dall’esercizio finanziario per l’anno 2012 fino al
2026.
9/4829-A/61.
Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio
Turco, Zamparutti, De Pasquale.
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
pluriennale
d’arma.
16
di
DICEMBRE
2011 —
acquisizione
di
N.
562
sistemi
9/4829-A/61. (Testo modificato nel corso
della seduta) Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio
Turco, Zamparutti, De Pasquale.
La Camera,
La Camera,
premesso che:
le dichiarazioni del Ministro della
difesa rese nel corso dell’audizione svoltasi
presso le Commissioni difesa di Camera e
Senato hanno fatto conoscere la volontà di
ridurre il modello di difesa, che attualmente è fissato a 190.000 unità per adeguarlo alla effettiva e possibile sostenibilità
economica;
da fonti di stampa è stato anche
possibile apprendere che detta riduzione
riguarderà innanzitutto le spese relative al
personale e non anche quelle riferite all’acquisizione di sistemi d’arma;
il programma pluriennale di A/R
n. SMD 02/2009, relativo all’acquisizione
del sistema d’arma Joint Strike Fighter e
realizzazione dell’associata linea FACO/
MRO&U nazionale comporta una spesa
valutata, in base all’attuale cambio USD/
EURO, in 891,724 milioni di euro per
l’anno 2012, in 997,931 milioni di euro per
l’anno 2013, in 969,655 milioni di euro
l’anno 2014 e in 4.384,138 milioni di euro
per il periodo 2015-2026;
appare indispensabile attuare la riduzione degli impegni di spesa per i programmi di acquisizione JSF e la rimodulazione della spesa destinata all’acquisizione di nuovi armamenti in rapporto alla
sostenibilità dell’attuale modello Difesa,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a
rivedere profondamente il programma
premesso che:
il provvedimento in esame introduce una serie di misure finalizzate alla
crescita, l’equità e il consolidamento dei
conti pubblici, riconoscendo in talune disposizione specifiche detrazioni su imposte
per famiglie con figli a carico;
attualmente le detrazioni per carichi di famiglia in favore dei lavoratori
italiani residenti oltre confine che producono un reddito assoggettabile ad IRPEF
in Italia sono riconosciute in maniera
limitata, collocando questa categoria di
lavoratori in una condizione di sostanziale
disparità nei confronti dei residenti nel
territorio nazionale;
le disposizioni della Legge finanziaria per il 2007 hanno introdotto all’articolo 6, il riconoscimento del suindicato
diritto soltanto fino al 2009: successivamente, con un emendamento alla legge n.
2 del 2009, – la cosiddetta prima manovra
anticrisi – è stata introdotta una proroga
al 2010 per le detrazioni fiscali per carichi
di famiglia in favore dei soggetti non
residenti;
all’articolo 1, comma 54, della legge
13 dicembre 2010, n. 220 (legge di stabilità
2011) è stata introdotta una proroga al
2011 del suindicato diritto;
alla luce di quanto indicato, a partire dal 2012 i lavoratori italiani operativi
all’estero non potranno più detrarre fiscalmente i carichi di famiglia, nonostante
tale diritto sia stato previsto fino ad ora
con apposite disposizioni normative;
la richiesta di impegno formulata
al fine di riconoscere ai lavoratori italiani
residenti all’estero un diritto ed un sostegno meritorio e doveroso è stata accolta
con favore dal Governo precedente nel-
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
58
AI RESOCONTI
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
l’ambito della discussione degli ultimi
provvedimenti affini per materia a quello
in esame;
stente in Italia anche al fine di scongiurare
rilasci forzati di immobili con l’assistenza
della Forza pubblica.
i cittadini italiani, potenziali fruitori della citata agevolazione, sarebbero
circa 6000 per una spesa esigua che ammonterebbe a circa 6 milioni di euro,
9/4829-A/63.
impegna il Governo
a riconoscere con apposite disposizioni,
nell’ambito di provvedimenti affini per
materia, la proroga del diritto alla fruizione delle detrazioni fiscali per carichi di
famiglia in favore dei residenti all’estero
oltre l’anno 2011.
9/4829-A/62.
Di Biagio.
La Camera,
premesso che:
in Italia le sentenze inerenti sfratti
per morosità o risoluzione contrattuale da
parte del locatore crescono in maniera
esponenziale, soltanto nel 2010 risultano
essere oltre cento mila;
queste vicende coinvolgono in primis persone in difficoltà costrette ad abbandonare le case affittate senza avere
altre abitazioni di riferimento. Si tratta di
migliaia di famiglie che vivono un disagio
abitativo molto acuto, in particolare gli
anziani, i disabili e le famiglie numerose;
nell’ambito del provvedimento cosiddetto decreto mille proroghe successivamente convertito, con modificazioni,
dalla legge n. 10 del 2011 all’articolo 12sexies è stata introdotta una proroga al 31
dicembre 2011, dell’esecuzione degli
sfratti,
Proietti Cosimi, Di Biagio.
La Camera,
premesso che:
l’articolo 19, comma 13, stabilisce
che a « decorrere dal 2011 è istituita una
imposta sul valore degli immobili situati
all’estero, a qualsiasi uso destinati, dalle
persone fisiche residenti nel territorio
dello Stato »;
ai sensi della normativa citata i
cittadini italiani proprietari di immobili
oltre confine saranno chiamati a versare
un’imposta « stabilita nella misura dello
0,76 per cento del valore degli immobili »;
l’IMU per gli immobili oltre confine
rappresenta una novità, considerando che
la disciplina in materia prevede che la
tassazione dell’immobile avviene laddove è
beato quindi non nello Stato di appartenenza del proprietario dello stesso;
inoltre, la tassazione relativa agli
immobili oltre confine è disciplinata dai
trattati internazionali oltre che da specifici
accordi bilaterali con determinati Paesi;
l’articolo 19 della manovra in
esame introduce di fatto un precedente,
capace di sollevare meccanismi di complessità procedurale e fiscale li dove finora
vi era altra disciplina normativa;
eventuali sacrifici in capo a chi
possiede immobili oltre confine potrebbero essere individuati nell’ambito della
tassazione sui redditi (IRPEF) e non delle
imposte locali, che dovrebbero essere pagate per l’appunto in loco,
impegna il Governo
impegna il Governo
a prorogare al 31 dicembre 2012, l’esecuzione dei provvedimenti di rilascio per
finita locazione degli immobili adibiti ad
uso abitativo in considerazione della grave
e nota situazione di disagio abitativo esi-
a rivedere, nell’ambito di provvedimenti affini per materia, la disciplina
dell’imposta sugli immobili ubicati all’estero e di proprietà di persone fisiche, al
fine di escludere la fattispecie di abuso
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
fiscale alimentato da una richiesta di imposta già versata dal contribuente italiano
nel luogo di locazione dell’immobile.
9/4829-A/64.
59
Tremaglia, Di Biagio.
La Camera,
premesso che:
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
colare per le giovani coppie che non hanno
un contratto di lavoro a tempo indeterminato ma che, tuttavia, necessitano di un
mutuo per l’acquisto della loro prima
casa;
dai dati diffusi dalla Banca d’Italia,
nel periodo aprile – giugno del 2011 si è
registrato un calo nelle erogazioni dei muti
pari al 7 per cento;
dal rapporto dell’IRES, l’Istituto
Ricerche economiche e sociali, presentato
lo scorso 17 novembre, è emersa con
nettezza una maggiore diffusione dei contratti di lavoro atipici;
secondo i dati dell’osservatorio Supermoney del febbraio di quest’anno, solo
il 6 per cento dei finanziamenti on line è
stato chiesto dai lavoratori atipici o a
tempo indeterminato;
stando ai succitato rapporto, nel
primo semestre del 2011 la domanda di
lavoro si è orientata prevalentemente in
direzione di posizioni a termine;
stando al documento riassuntivo di
un’analisi conoscitiva della Commissione
Finanze della Camera dei deputati emerge
che sono più di 543 mila gli immobili che
appartengono allo Stato, con una superficie di più di 220 milioni di metri quadri
ed una valutazione commerciale variabile
tra i 239 ed i 320 miliardi di euro; ai quali
si devono sommare 776 mila terreni che
hanno un valore tra gli 11 ed i 49 miliardi
di euro;
i contratti a tempo indeterminato
sono diminuiti dal 23,6 per cento del 2008
al 18,9 per cento del 2010 mentre sono
aumentati i contratti di lavoro a chiamata
o intermittente, in prevalenza in alcuni
settori del terziario;
le figure maggiormente penalizzate
sono i lavoratori residenti nel Mezzogiorno, soprattutto i maschi, e quelli poco
scolarizzati. Le donne occupate al Sud
rappresentano una minoranza: ad avere
un impiego è meno di 1 su 3;
dal rapporto dell’IRES emerge la
progressiva preearizzazione del lavoro, sia
con le assunzioni a tempo indeterminato
che scendono sotto il 20 per cento, che con
l’affermarsi di tipologie meno favorevoli ai
lavoratori come il lavoro a chiamata;
la crisi economica e finanziaria si è
ripercossa anche sul lavoro interinale. Al
2007, infatti, i nuovi ingressi di lavoratori
sono diminuiti del 59 per cento, i lavoratori equivalenti full-time del 41,5 per
cento, le missioni avviate del 34,4 per
cento e i lavoratori assicurati netti del 38,6
per cento;
a seguito della crisi finanziaria che
ha colpito l’Europa e l’intero mondo occidentale, le banche hanno reso l’accesso
al credito molto più difficoltoso, in parti-
occorre farsi carico delle tantissime
giovani coppie che, in mancanza di un
contratto di lavoro a tempo indeterminato,
non possono ottenere un mutuo per l’acquisto della prima casa,
impegna il Governo
a predisporre un apposito provvedimento che preveda forme di gestione del
patrimonio pubblico affinché questo possa
essere offerto alle banche come forma di
garanzia per la erogazione di mutui alle
giovani coppie che, non avendo un contratto a tempo indeterminato, non hanno
le garanzie necessarie all’erogazione del
prestito;
a prevedere che gli istituti di credito
che dovessero rifiutare tale forma di garanzia vadano esclusi dai benefici previsti
dalla manovra varata dall’Esecutivo che
autorizza lo Stato a concedere la sua
garanzia sulle passività degli stessi istituti
di credito.
9/4829-A/65.
Marmo.
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
La Camera,
premesso che:
è diffusamente avvertita l’esigenza
di chiarezza e di efficacia nel rapporto tra
l’amministrazione e i cittadini;
sono migliaia le controversie tra i
cittadini e lo Stato scaturite dalla violazione del Codice della strada e pendenti
dinanzi ai Giudici di Pace e ai Tribunali
Ordinari;
occorre garantire alle Pubbliche
amministrazioni la possibilità di avere
strumenti contabili che rappresentino fedelmente la realtà di bilancio dell’ente,
indicando unicamente poste realmente esigibili;
la difficile congiuntura economica
e i conseguenti tagli nei trasferimenti dal
Governo centrale agli enti locali hanno
determinato una notevole carenza di liquidità nelle pubbliche amministrazioni;
la rapida definizione delle liti pendenti tra i cittadini e lo Stato scaturite per
la violazione del Codice della strada comporterebbe un immediato gettito di liquidità per le pubbliche amministrazioni,
impegna il Governo
a predisporre un dispositivo che agevoli la
definizione delle liti pendenti aventi per
oggetto le infrazioni al Codice della strada
rilevate da ogni pubblico ufficiale preposto
attraverso il pagamento del 50 per cento
del valore dell’infrazione originaria.
9/4829-A/66.
60
Pionati, Grassano, Marmo.
La Camera,
premesso che:
sono numerosissime le liti fiscali
pendenti dinanzi alle Commissioni Tributarie e dinanzi ai Giudici ordinari;
è diffusamente avvertita l’esigenza
di smaltire il carico di lavoro arretrato,
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
non solo nell’interesse dei cittadini ma
anche dei giudici tributari chiamati a
dirimere migliaia di controversie;
data la difficile congiuntura economica e la conseguente carenza di liquidità,
la rapida definizione delle controversie
consentirebbe allo Stato di ottenere un
gettito importante per le sue casse,
impegna il Governo
a varare in tempi rapidi un provvedimento
che preveda che le controversie fiscali
possano essere definite a domanda del
soggetto che ha proposto l’atto introduttivo
del giudizio con il pagamento del 10 per
cento del valore della lite, se si tratta di un
importo fino a duemila euro. Qualora si
superasse tale importo, il pagamento da
corrispondere dovrebbe essere in misura
del 10 per cento, in caso di soccombenza
dell’Amministrazione finanziaria nell’ultima pronuncia giurisdizionale, e del 50
per cento nel caso in cui a soccombere sia
il contribuente. Se, invece, la lite pende
ancora nel primo grado di giudizio la
percentuale dovrebbe essere fissata al 35
per cento, prevedendo, infine la possibilità
di chiedere la rateizzazione qualora gli
importi superino il valore di 25.000 euro.
9/4829-A/67.
Grassano, Marmo.
La Camera,
premesso che:
la protezione dei lavoratori contro
i rischi derivanti dall’esposizione all’amianto richiede un adeguamento della
attuale legge sull’amianto, in modo da
rendere pienamente esigibile anche l’applicazione dell’articolo 32 della Costituzione italiana nella parte che dice: « La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse
della collettività »; ancora oggi l’amianto, il
killer silenzioso, rappresenta una vera
emergenza umana, ambientale e sanitaria.
L’amianto è presente nei luoghi di lavoro,
nelle scuole, negli edifici pubblici, sui tetti
e nei capannoni industriali, nelle nostre
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
case ed in circa tremila prodotti di uso
corrente, con effetti devastanti come dimostrano le oltre 4.000 persone che
muoiono ogni anno a causa di questo
cancerogeno;
a tal proposito è necessario che si
individuino i criteri che riconoscono benefici ai lavoratori presenti nelle regioni in
cui si registrano i più elevati tassi di
mortalità per l’esposizione all’amianto, individuazione di ditte cessate o nascoste
che abbiano avuto processi lavorativi connessi all’amianto, redazione e diffusione di
un opuscolo informativo che illustri ai
lavoratori esposti o ex esposti all’amianto
i diritti e i benefici connessi all’esposizione; eliminazione di ogni termine previsto dalla legislazione vigente per la presentazione delle domande dirette a richiedere il riconoscimento dei benefici, riconoscimento
della
validità
delle
certificazioni INAIL rilasciate ai lavoratori
in base alla legislazione vigente,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di rivedere i criteri
direttivi della corresponsione e del riconoscimento dei benefici in favore dei lavoratori esposti all’amianto e dei lavoratori ex esposti secondo i principi esposti in
premessa e di incrementare il Fondo per
le vittime dell’amianto.
9/4829-A/68.
61
Romano, Gianni, Germanà.
La Camera,
premesso che:
il Commissario europeo per la concorrenza ha dichiarato che il Consiglio ha
già autorizzato l’Italia ad applicare aliquote d’accisa ridotte o esenzioni sugli oli
minerali e che spetta alle autorità italiane
decidere se richiedere tali proroghe;
è improcrastinabile procedere alla
compensazione del danno ambientale per
i territori individuati come siti contaminati
di interesse nazionale di cui all’articolo 14
del decreto legislativo n. 22 del 1997 e
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
dell’articolo 15 del decreto del Ministero
dell’ambiente n. 471 del 1999, riducendo
le accise al 10 per cento dell’importo
vigente per la generalità del territorio al
momento dell’immissione al consumo per
l’impiego nei territori individuati come siti
contaminati di interesse nazionale;
la riduzione delle accise al 10 per
cento per il consumo nei territori individuati come siti contaminati di interesse
nazionale sarebbe compatibile a livello
europeo in quanto dovrebbe essere limitata nel tempo, contribuirebbe allo sviluppo regionale, sarebbe proporzionale
agli svantaggi che intende compensare ed,
infine, economicamente sostenibile;
l’onere derivante dalla riduzione al
10 per cento delle accise potrebbe essere
compensato sperimentando, nei territori
individuati come siti contaminati, la lotta
all’evasione fiscale consentendo in quei
territori la deducibilità dal reddito sia
delle persone fisiche che giuridiche di
qualsiasi onere documentato ed identificabile con codice fiscale o partita IVA,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di compensare il danno ambientale nei siti contaminati d’interesse nazionale attraverso la
riduzione delle accise al 10 per cento
dell’importo vigente per la generalità del
territorio, al momento dell’immissione al
consumo per l’impiego nei territori individuati come siti contaminati di interesse
nazionale;
a richiedere in tempi brevi alla Commissione europea la possibilità della deroga all’importo delle accise al fine di
compensare del danno ambientale i territori individuati come siti contaminati di
interesse nazionale, compensando la riduzione al 10 per cento delle accise attraverso la lotta all’evasione fiscale consentendo in quei territori la deducibilità dal
reddito sia delle persone fisiche che giuridiche di qualsiasi onere documentato ed
identificabile con codice fiscale o partita
IVA.
9/4829-A/69.
Razzi, Gianni.
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
62
AI RESOCONTI
La Camera,
premesso che:
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
del completamento delle opere di bonifica,
attraverso l’istituzione di zone produttive
nei territori dei comuni in oggetto.
la bonifica dei siti contaminati di
interesse nazionale rappresenta una questione rilevantissima che il nostro paese
non può continuare a procrastinare nel
tempo;
9/4829-A/70.
la Camera dei deputati è stata
impegnata in un’approfondita discussione
su mozioni aventi come oggetto in molti
casi anche l’avvio, dopo molti anni, dei
programmi di bonifica relativi ai siti contaminati finora riconosciuti di interesse
nazionale;
il precedente Governo, nella seduta
del 25 febbraio 2011, aveva accolto l’ordine del giorno n. 9/4086/263 a prima
firma del sottoscritto, nel quale si richiedeva di valutare, in tempi brevi, l’opportunità di intervenire, anche attraverso
eventuali interventi normativi a tutela degli interessi legittimi dei cittadini, negli
eventuali contenziosi con gli istituti bancari, affinché l’interpretazione data all’articolo 2, comma 61, del decreto-legge 29
dicembre 2010, n. 225, in merito all’articolo 2935 del codice civile non si configurasse come un danno nei confronti dei
cittadini medesimi;
i siti contaminati hanno subito contaminazioni derivanti da attività industriali, ma anche da stoccaggio di rifiuti o
da perdite da linee o serbatoi di idrocarburi;
le contaminazioni che hanno interessato i siti sono pericolosissime e da
queste sono derivati e tutt’oggi derivano
rischi rilevanti per la salute (tumori e altre
gravi patologie) dei cittadini residenti in
quelle zone e per l’ecosistema;
le operazioni di bonifica sono in
notevole ritardo e nella maggior parte dei
siti si è fermi alla sola perimetrazione dei
siti medesimi;
la possibilità di intervenire su tali
siti deve diventare una possibilità concreta
che potrebbe abbinare rilancio dell’economia e difesa dell’ambiente;
in attesa dell’avvio effettivo o del
completamento delle azioni di bonifica, è
necessario prevedere azioni per il sostegno
delle imprese già operanti o per l’avvio di
nuove attività che promuovano quello sviluppo, oggi ancora più importante in un
momento di grave crisi economica, negato
o frenato dalla presenza di siti contaminati,
impegna il Governo
a intervenire a sostegno dei comuni interessati da siti contaminati di interesse
nazionale, in attesa dell’avvio effettivo o
Pisacane, Gianni.
La Camera,
premesso che:
tale richiesta trovava la sua ragione
d’essere nella norma interpretativa di cui
sopra che potrebbe determinare la riduzione dei termini di prescrizione a favore
dei soli istituti bancari a danno dei diritti
che possono essere invece fatti valere da
tutti i cittadini utenti (imprese e consumatori) anche nei confronti dei medesimi
istituti bancari, per i rapporti creditizi in
conto corrente;
sempre il precedente Governo, con
successivo, ordine del giorno n. 9/4357-A/
113 approvato dalla Camera dei deputati il
22 giugno 2011, veniva impegnato ad avviare un tavolo di concertazione tra l’Associazione bancaria italiana e le associazioni dei consumatori rappresentative a
livello nazionale, ovvero altre associazioni
a scelta dell’utente bancario, allo scopo di
concordare un intervento normativo come
sopra prospettato da sottoporre, nel caso,
per le necessarie valutazioni ed approvazione nel contesto della successiva manovra di assestamento di bilancio,
impegna il Governo
stante la grave situazione in cui versano le aziende e le famiglie italiane, a
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
63
AI RESOCONTI
verificare la possibilità di assumere, con la
dovuta urgenza, iniziative normative atte a:
1) salvaguardare tutti i diritti nascenti dai rapporti bancari instaurati
prima del 26 febbraio 2011, data d’entrata
in vigore della legge di conversione n. 10,
del decreto-legge 29 dicembre 2010,
n. 225;
2) definire le modalità, in ordine
alle operazioni bancarie regolate in conto
corrente, necessarie per addivenire ad accordi transattivi quadro tra il Ministero
competente, la Banca d’Italia, banche ed
utenti o loro rappresentanti, volte ad agevolare la risoluzione di criticità riferibili a
rapporti posti in essere prima e dopo la
data di entrata in vigore della legge di
conversione n. 10 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225;
3) sospendere, nel frattempo, a
tempo indeterminato ogni procedura esecutiva per pignoramento ed espropriazione
immobiliare, pignoramento mobiliare, decreti ingiuntivi, precetti, cartelle esattoriali, i cui titoli esecutivi sono oggetto di
opposizione, ovvero non sono stati opposti,
anche ai sensi dell’articolo 615 del codice
di procedura civile da parte del debitore,
oppure fondati su rapporti bancari oggetto
di opposizione ed anche su titoli esecutivi
non opposti ma oggetto di procedimenti
penali anche non definitivi, e di procedimenti di cui all’articolo 15 regio-decreto
16 marzo 1942, n. 267 nonché, laddove sia
già pendente la procedura fallimentare,
ogni attività di vendita di beni immobili;
4) concedere alle aziende che ne
facessero richiesta, in deroga alle norme
sui protesti e sulle segnalazioni alle centrali dei rischi, un prestito-ponte statale, o
con garanzia offerta dalla Cassa depositi e
prestiti, con tasso agevolato, e del 50 per
cento come contributo in conto capitale,
sull’esempio della legge n. 185 del 2000,
previa presentazione di business plan, al
fine di restituire alle aziende in difficoltà
la possibilità di reinserirsi nell’economia
legale con conseguente ripresa della pro-
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
duzione e del gettito fiscale, facendo sì che
tale procedura sia contenuta nell’arco di
30 giorni e consentita anche alle aziende
costrette a cessare l’attività a seguito dei
contenziosi instaurati con le banche e con
il fisco;
5) intervenire con le stesse modalità
anche verso le famiglie, ma con un prestito-ponte erogato, mediante l’utilizzo del
gettito Irap-Ires che la Banca d’Italia versa
annualmente allo Stato come imposizione
fiscale, previe necessarie garanzie e piano
di restituzione del prestito.
9/4829-A/71.
Scilipoti.
La Camera,
premesso che:
i commi dal 7 al 15 dell’articolo 43
del presente decreto-legge sono stati destinati a definire la messa in sicurezza
degli invasi delle grandi dighe italiane;
in pratica si interverrà, nei casi
dove vi è la maggiore necessità, togliendo
dai fondali dei laghi artificiali i depositi
accumulatisi nel corso degli ultimi decenni, al fine di ristabilire le originali
condizioni di sicurezza;
come è noto, sulla necessità di tale
intervento vi è, da parte di alcuni esperti
in base a studi di settore, più di qualche
perplessità sull’urgenza degli stessi;
da tali studi si evince che, negli
ultimi anni, il livello di riempimento degli
invasi è stato modesto e che, attualmente,
i laghi sono forse fin troppo grandi rispetto all’andamento dei corsi d’acqua e
che, di conseguenza, tali interventi non
risulterebbero, se non in pochissimi casi,
urgenti e necessari;
tali interventi, che frutteranno sicuramente grandi introiti alle grandi
aziende che operano nel settore del movimento terra, saranno a carico delle
aziende concessionarie che, ovviamente se
non vi saranno indicazioni e obblighi diversi, scaricheranno in maniera indistinta
tali spese sulle bollette dei consumatori
Atti Parlamentari
XVI LEGISLATURA
—
—
ALLEGATO
A
AI RESOCONTI
che già, stante la grave crisi economica,
sono, in gran parte, costretti a sopportare
notevoli aumenti del costo della vita;
in termini di sicurezza, visti gli
ultimi drammatici accadimenti in varie
parti d’Italia a seguito di eventi atmosferici, sembrerebbe, oltretutto, più urgente
intervenire sulla messa in sicurezza di
tanti corsi d’acqua che continuano a provocare fenomeni di esondazione delle proprie acque;
non va dimenticato, infine, che le
aziende concessionarie che operano nella
produzione di energia idroelettrica, hanno
introiti per circa 3 miliardi di euro l’anno
a fronte di 200 milioni di euro di costi di
concessione,
impegna il Governo:
ad intavolare con le Aziende concessionarie un confronto serio al fine di non
far ricadere sui consumatori gli eventuali
costi di tali operazioni di messa in sicurezza degli invasi delle grandi dighe italiane, stante anche l’elevato e riconosciuto
livello di ricavi di cui le stesse Aziende
usufruiscono in virtù di tali concessioni;
ad affrontare, in termini concreti e in
tempi necessariamente rapidi, lo stato di
dissesto idrogeologico dell’intero Paese, al
fine di procedere ad opere di messa in
sicurezza del territorio nazionale per tentare di evitare nuove disgrazie e lutti in
seguito a violenti fenomeni atmosferici.
9/4829-A/72.
64
Ruvolo.
La Camera,
premesso che:
1240 lavoratori in somministrazione dell’INPS, il 15 aprile 2011, non
hanno visto, in tutta Italia, il rinnovo del
proprio contratto stipulato con l’agenzia
interinale Tempor;
precedentemente altri 550 lavoratori, nel mese di dicembre 2010, erano
stati licenziati, per un totale di 1800;
Camera dei Deputati
—
—
SEDUTA DEL
16
DICEMBRE
2011 —
N.
562
la maggior parte di questi lavoratori erano giovani del Sud che avevano
accettato di trasferirsi al Nord nella speranza di trovare, finalmente un lavoro che
desse loro una speranza di costruirsi un
futuro non più incerto;
questi giovani, diplomati e laureati,
svolgevano lavori importanti all’interno
dell’istituto, occupandosi spesso di disoccupazione, cassa integrazione, contributi
pensionistici, e avevano « smaltito » documentazioni che non erano controllate da
anni, facendo recuperare spesso all’INPS
milioni di euro;
tale situazione è stata determinata
dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78,
convertito, con modificazioni, dalla legge
30 luglio 2010, n. 122, in materia di stabilizzazione e competitività economica,
che ha imposto la riduzione del 50 per
cento delle spese sostenute dalle amministrazioni pubbliche per il lavoro flessibile;
tale provvedimento, in questo caso
specifico, pur determinando economie di
spesa ha sottratto all’INPS la possibilità di
recuperare enormi risorse dalle attività
che questi lavoratori svolgevano;
l’INPS, negli ultimi cinque anni, ha
già mandato a casa in pensione più di
7mila lavoratori con il relativo aumento
dell’insufficienza di pianta organica;
nel mese di marzo 2011, il precedente Governo ha dato parere positivo ad
una risoluzione approvata all’unanimità,
in Commissione lavoro della Camera dei
deputati, che richiedeva un ripensamento
per quanto riguardava i 1800 lavoratori
INPS;
i sindacati, in maniera unita, hanno
più volte manifestato richiedendo che si
giungesse ad una soluzione della vertenza,
ma sino ad oggi non sono stati ottenuti
risultati concreti;
il 27 giugno scorso, nell’ambito di
una manifestazione sindacale, una delegazione composta dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori somministrati è stata
ricevuta dai dirigenti del Ministero del-
Scarica

pag. 49-64 - Camera dei Deputati