N°1 / 2014 Anno XXXII 7 Prima pagina Notizie dalla WebTV Spiritualità & Bibbia Le scelte che cambiano la nostra vita I Dieci Comandamenti Perle di Ispirazione Salute Il kaki: storia e virtù L’angolo delle ricette – Oggi in cucina… Notizie Campagna di colportaggio in Umbria Nuova Chiesa a Patti Educazione Un sogno impressionante La Torah Teologando Notizie dal mondo cristiano I Giovani Parlano Quiz Un messaggio x te Bimbi Salve 1 e … molto altro ancora! PRIMA PAGINA Notizie dalla WebTV 3 RUBRICA: Spiritualità & Bibbia Le scelte che cambiano la nostra vita I Dieci Comandamenti Perle di Ispirazione 4 9 11 RUBRICA: Salute Il kaki: storia e virtù L’angolo delle ricette – Oggi in cucina… 12 13 NOTIZIE Campagna di colportaggio in Umbria Nuova Chiesa a Patti 14 16 BIMBI Salve 19 RUBRICA: Educazione Un sogno impressionante La Torah Teologando Notizie dal mondo cristiano 20 23 24 24 I GIOVANI PARLANO Quiz Un messaggio x te 25 27 UN RINGRAZIAMENTO per gli articoli e i contributi di questo numero va a: Miriam Bordonaro, Salvatore Ciprio, Daniela Di Giacomo, Mariapaola Parnisari, Lorenza Perrotta, Stefano Salemi; per il contributo fotografico: Stefano Salemi. Anno XXXII - n° 1/2014 2 Periodico trimestrale a cura delle: MISSIONI CRISTIANE INTERNAZIONALI CHIESA AVVENTISTA del 7° GIORNO MOVIMENTO DI RIFORMA Per l’Italia Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Salino 83 - Fraz. Salino – 64018, Tortoreto (TE) Tel. 0861/781110 E-mail: [email protected] Internet: www.avventismo.com WevTV: tvavventistaims.weebly.com Autorizzazione del Tribunale di Teramo, n.405 del 28/10/1997 Direttore responsabile: Stefano La Corte Redazione e grafica: Stefano Salemi C.C.P.n.13252648 - Ufficio di Pescara Intestato a: Missioni Cristiane Internazionali Via Salino, 83 - I – 64018 Tortoreto (TE) Direzione Generale: International Missionary Society Seventh-Day Adventist Church Reform Movement, 625 West Avenue Cedartown - GA 30125 EE-UU Prima pagina Notizie dalla WebTV Cari fratelli e sorelle in Cristo, è con gioia che vi comunichiamo che il progetto della WebTv sta riscuotendo consensi e siamo giunti in soli due mesi a ben 3100 visite. Inoltre alcune persone, anche non appartenenti alla nostra chiesa, ci hanno contattato attraverso la WebTV per ringraziare e per chiedere aiuto. Ringraziamo il Signore di cuore per come ci sta guidando. sermoni, canti, scuola del sabato, seminari, Questo strumento ha lo scopo di diffondere ascoltare o vedere questo materiale da soli o il nostro messaggio attraverso la rete inter- in compagnia della vostra famiglia, di amici o net e si sta rivelando un utile mezzo per il della chiesa. culto sabbatico, specialmente per coloro che Preghiamo insieme per questa opera missio- sono isolati. naria, perché sia di grande benedizione per Nel palinsesto televisivo trovate una pro- la chiesa e per le anime alla ricerca della ve- grammazione continua 24 ore su 24, che è rità. periodicamente aggiornata ed arricchita nei Visitate la pagina della WEB TV e contatta- suoi contenuti e nel suo aspetto grafico, ed teci all’indirizzo Email della televisione: una mediateca con la possibilità di seleziona- [email protected] video-ricette di cucina, programmi per bambini, e tanto altro ancora. Collegandovi alla pagina web della TV: tvavventistaims.weebly.com oppure ricercando sui motori di ricerca (ad esempio Google) il termine: tvavventistaims su un computer, tablet, smartphone o televisore re quale materiale visionare. Inoltre speriamo presto di poter annunciare orari e programmazione di culti e studi anche in diretta. Il palinsesto/programmazione televisiva prevede: video/audio di carattere spirituale ed educativo, studi 3 con connessione internet, potrete Spiritualità & Bibbia Le scelte che cambiano la nostra vita di Lorenza Perrotta Collegandomi all’articolo precedente su Ioiachìn, oggi voglio parlarvi di Sedekia, l’ultimo re di Giuda, definito il Pilato dell’Antico Testamento. Sedekia era il terzo figlio del re Giosia, nato dopo Joacaz e Joiakim. Fu il re stesso di Babilonia a farlo re in luogo di suo nipote Joiakin e al quale mutò il nome (Mattania, dono dell’Eterno) in quello di Sedekia (Yahvé è la mia giustizia). Sedekia avea 21 anni quando cominciò a regnare e regnò a Gerusalemme 11 anni. Egli fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno, in tutto e per tutto come aveva fatto suo fratello Joiakim. Egli regnò precisamente dal 597 al 586 a.C. "All'inizio del suo regno il re Sedekia riscuoteva la stima del sovrano di Babilonia e aveva come consigliere di fiducia il profeta Geremia. Se si fosse comportato lealmente con i babilonesi, SE avesse ascoltato i messaggi inviati dal Signore tramite Geremia, avrebbe goduto del rispetto di molti uomini potenti e avrebbe comunicato loro la conoscenza del vero Dio. Gli esuli che vivevano già in Babilonia avrebbero potuto fruire di maggiore libertà. Inoltre il nome di Dio sarebbe stato onorato ovunque e gli israeliti rimasti in Palestina avrebbero evitato quelle terribili calamità che in seguito si sarebbero abbattute su di loro". (Ellen G.White, Profeti e Re) Geremia aveva raccomandato a Sedekia di sottomettersi docilmente al temporaneo dominio dei conquistatori. Dei falsi profeti incominciarono a profetizzare bugie lusinghiere. Dio aveva intenzione di restaurare il regno d'Israele alla fine dei 70 anni predetti (dal 606/605 al 537/536 A.C.). Vediamo con quale tenera compassione Dio informò gli esuli dei suoi progetti per Israele! Dio, tramite il profeta Geremia, consigliò a tutti i deportati che si trovavano in cattività a Babilonia di costruire case e abitarle, piantare giardini e mangiarne i loro frutti, sposarsi e generare figli così che il loro numero sarebbe potuto aumentare. Li esortò a cercare il bene della città dove li aveva condotti in cattività e a pregare l'Eterno per essa, perché dal suo benessere sarebbe dipeso anche il loro. All'inizio del regno di Sedekia, ambasciatori di Edom, Moab, Tiro, Ammon, Sidone e di altre nazioni andarono dal re per sapere se credeva fosse giunto il momento adatto per unirsi e ribellarsi contro Babilonia. Geremia ricevette l'ordine di informare questi ambasciatori che non bisognava ribellarsi. Essi furono invitati da Geremia a dichiarare ai loro sovrani che se avessero rifiutato di sottomettersi al re di Babilonia sarebbero stati puniti. Lo stupore delle nazioni riunite in consiglio raggiunse il colmo quando videro Geremia giungere carico del giogo che simboleggiava la schiavitù. (Geremia 27:2) 4 Mentre Geremia sostenne con fermezza la politica della sottomissione, Anania, falso profeta, prediceva l'incontrario e cioè che si dovevano ribellare al re di Babilonia e che Dio avrebbe fatto tornare il re Ieconia (Joiakin) dalla cattività nel giro di 2 anni. Geremia supplicò il sacerdote e il popolo di sottomettersi al re di Babilonia per il periodo di tempo stabilito dal Signore. Per il fermento provocato dalle affermazioni dei falsi profeti, Sedekia fu sospettato di tradimento, e solo grazie ad un abile manovra poté continuare a regnare come vassallo. Geremia si ritirò in tal modo dalla scena. Sedekia, durante una visita alla corte dei caldei, rinnovò a Nabucodonosor il giuramento di fedeltà. Grazie a Daniele e agli altri esuli ebrei, Nabucodonosor venne a conoscenza del potere e della suprema autorità di Dio, il quale gli diede un'altra opportunità. Se Sedekia avesse rispettato questo suo patto, la sua lealtà avrebbe profondamente influenzato molti uomini che stavano osservando la condotta di coloro che affermavano di rispettare il nome del Dio degli ebrei. Sedekia continuò a fare ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno e non s’umiliò dinanzi al profeta Geremia che gli parlava da parte dell’Onnipotente. Si ribellò pure al re che l’aveva fatto giurare nel nome di Dio; e indurì il suo cuore sempre più, rifiutando di convertirsi. Sedekia fu il primo a portare il paese alla rovina e trascurò il grande privilegio di onorare il nome di Dio. Abbandonando completamente i consigli del Signore trasmessi tramite i suoi profeti, dimenticando il debito di gratitudine che aveva nei confronti del re Nabucodonosor, violando il solenne giuramento di fedeltà fatto nel nome del Signore Dio d'Israele, il re di Giuda si era ribellato ai profeti, al suo benefattore e a Dio. Nella vanità della propria saggezza si era rivolto all'antico nemico d'Israele, mandando i suoi ambasciatori in Egitto per ricevere aiuto! In tal modo aveva rotto il patto, il giuramento fatto nella residenza stessa di quel re che l’aveva fatto re. Dio stesso profetizzò che Faraone non sarebbe riuscito col suo potente esercito e con gran gente a soccorrerlo in guerra. L’anno nono del regno di Sedekia, il decimo giorno del decimo mese, Nebucadnetsar, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; s’accampò contro di lei e le costruì attorno delle trincee. Tramite il profeta Ezechiele Dio lo avvertì che il suo giorno era giunto al tempo del colmo dell’iniquità, che la tiara gli sarebbe stata tolta e il diadema sarebbe stato levato. Qui troviamo la sua condanna definitiva! Gli egiziani, chiamati precedentemente in aiuto, tentarono ora di soccorrere la città assediata, e i caldei, per respingerli, abbandonarono momentaneamente l'assedio della capitale giudaica. Nel cuore di Sedekia (siamo al nono anno del suo regno) rinacque la speranza (vedendo l'esercito caldeo in dietro front) e mandò un suo messaggero da Geremia (incredibile!) chiedendogli di pregare Dio in favore della nazione. Il profeta rispose con parole terribili avvertendolo di non illudersi, che i caldei sarebbero ritornati e avrebbero distrutto la città dandola alle fiamme. In questo periodo alcuni fra coloro che abitavano ancora a Geru- 5 salemme, ai quali era stato rivelato il piano di Dio, decisero di nascondere l'Arca del Patto in una caverna, con i 10 comandamenti al suo interno, dove è tuttora nascosta per evitare che mani sacrileghe si impadronissero di essa. Intanto i capi s’adirarono contro Geremia, lo percossero e lo misero in prigione nella casa di Gionathan, il segretario. Quando Geremia fu messo nella prigione sotterranea fra le segrete, il re Sedekia, invaso da tristi presentimenti, dopo molti giorni lo mandò a prendere per interrogarlo in casa sua, di nascosto, (mi sembra Erode con Giovanni Battista!) per sapere se ci fosse qualche messaggio in suo favore da parte dell’Eterno. Geremia gli rispose di sì e aggiunse: "Tu sarai dato in mano del re di Babilonia". Il profeta disse inoltre al re: "Che peccato ho io commesso contro di te o contro i tuoi servitori o contro questo popolo, che m’avete messo in prigione? E dove sono ora i vostri profeti che vi profetavano dicendo: Il re di Babilonia non verrà contro di voi né contro questo paese? Ora ascolta, ti prego, o re, mio signore; e la mia supplicazione giunga bene accolta nel tuo cospetto; non mi far tornare nella casa di Gionathan lo scriba, sì ch’io vi muoia. Allora il re Sedekia ordinò che Geremia fosse custodito nel cortile della prigione e gli fosse dato tutti i giorni un pane dalla via de’ fornai, finché tutto il pane della città fosse consumato. Così Geremia rimase nel cortile della prigione." Il re non osava manifestare apertamente la sua fiducia in Geremia mentre quest’ultimo dal cortile del carcere continuava a predicare. La paura lo aveva spinto a consultare segretamente il profeta, ma era troppo debole per sfidare la disapprovazione dei prìncipi e del popolo. I capi irritati (meglio che muore uno solo che un'intera nazione a causa dei suoi insegnamenti che scoraggiavano il popolo) volevano Geremia per condannarlo a morte! Il re codardo, sapeva che le accuse contro Geremia erano false, ma per placare coloro che occupavano posizioni importanti nel regno finse di credere alle loro menzogne e consegnò loro Geremia affinché decidessero ciò che volevano. (Come Pilato con Gesù) Geremia viene così gettato in una cisterna situata nel cortile della prigione. Dio allora ispirò agli amici del profeta di supplicare il re di agire in favore di Geremia che fu ricondotto nella corte della prigione. Ancora una volta il re mandò a cercare privatamente Geremia e gli chiese la verità sul destino di Gerusalemme. Il re aveva ancora un'occasione. Il profeta assicurò Sedekia che se si fosse sottomesso a Dio e si fosse arreso ai babilonesi avrebbe salvato la sua vita (Geremia 38:17-20) e non solo: Se il re avesse scelto di ubbidire, la vita dei suoi sudditi sarebbe stata risparmiata e la città salvata dalla catastrofe. Fino alla fine Dio espresse la sua disponibilità a manifestare misericordia nonostante la caparbietà umana (l’amore di Dio non è decifrabile tanto è grande verso ognuno di noi singolarmente). Egli però ritenne di essersi spinto troppo lontano per ritornare sui suoi passi (non è mai troppo tardi invece per tornare indietro, per rimediare; Satana prima ci induce a peccare e poi ci convince che il nostro caso è irrimediabile). Temeva gli ebrei, temeva il ridicolo, non voleva rischiare la vita. Dopo anni di ribellione a Dio, egli pensava che sarebbe stato troppo umiliante ritrattare la sua posizione. (l’onore va salvaguardato a ogni costo a dispetto della giustizia e della verità!) Con le lacrime agli occhi Geremia supplicò Sedekia di salvare se stesso e il popolo. (mi sembra di vedere Gesù piangere su Gerusalemme) Il re però aveva intrapreso la via sbagliata e non voleva tornare indietro. Decise (nemmeno Satana può obbligarci a peccare) di seguire il consiglio dei falsi profeti e di quegli uomini che in realtà disprezzava perché mettevano in ridicolo la sua debolezza nel cedere facilmente ai loro desideri. 6 Rinunciò alla sua libertà per diventare schiavo dell'opinione pubblica. Indeciso nei confronti del male, egli non aveva il coraggio di lottare per il bene. Convinto del valore del messaggio del profeta non aveva però la forza per adeguarvisi e quindi si incamminò nella direzione opposta. Il re aveva una paura tale che non osava neanche dire agli uomini della corte e ai suoi sudditi che aveva parlato con Geremia. Se avesse deciso per la giustizia avrebbe guadagnato lealtà e ammirazione da parte dei suoi sudditi, avrebbe fatto sì che gli indecisi si schierassero dalla parte del bene, quante sofferenze risparmiate SE ..! La debolezza del re fu un peccato che egli pagò con una terribile punizione. Iddio, nella sua grandissima misericordia, toccò il cuore di Nebucadnetsar, re di Babilonia, il quale ordinò a Nebuzaradan, capo delle guardie, di andare a cercare Geremia e di avere cura di lui; gli ordinò espressamente: “Bada che nessuno gli faccia del male, anzi concedigli tutto quel che vuole". Liberato dal carcere dagli ufficiali babilonesi Geremia scelse di condividere la sorte del debole rimanendo tra i poveri del paese lasciati dai caldei per lavorare la terra. (bellissima figura di Cristo) “…E Sedekia si ribellò al re di Babilonia. L’anno nono del regno di Sedekia, il decimo giorno del decimo mese, Nebucadnetsar, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; s’accampò contro di lei, e la circondò di posti fortificati. E la città fu assediata fino all’undecimo anno del re Sedekia. Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c’era più pane per il popolo del paese. Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggì uscendo di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i Caldei stringevano la città da ogni parte; e i fuggiaschi presero la via della pianura; ma l’esercito dei Caldei inseguì il re, raggiunse Sedekia nelle pianure di Gerico, e tutto l’esercito di lui si disperse e l’abbandonò. Allora i Caldei presero il re, e lo condussero al re di Babilonia a Ribla nel paese di Hamath; ed egli pronunziò la sua sentenza contro di lui. Il re di Babilonia fece scannare i figliuoli di Sedekia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla. Poi fece cavar gli occhi a Sedekia; e il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di rame e lo menò a Babilonia, e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte.” Il re fu fatto prigioniero, deportato, gli furono strappati gli occhi e morì miseramente in Babilonia! Il profeta Ezechiele profetizzò la sua cecità: "e io stenderò su lui la mia rete, ed egli sarà preso nel mio laccio; lo menerò a Babilonia, nella terra dei Caldei, ma egli non la vedrà, e quivi morrà". Conclusioni: A differenza di Joaikin che iniziò male e finì bene, Sedekia iniziò bene e finì male! La sua vita ha avuto tante opportunità per cambiare rotta, per fare “dietro front”, inversione di direzione! Tanti “Se” avrebbero cambiato il suo finale! “Cedere anche a un piccolo peccato può avere conseguenze eterne, PERCHE’ CIO’ CHE NON CONTROLLIAMO FINIRA’ PER TRAVOLGERCI.” (Ellen G. White, La via migliore) “Non consideriamo il peccato come qualcosa di insignificante. Ogni gesto di trasgressione, noncuranza o rifiuto della grazia di Cristo, ha una ripercussione negativa su noi stessi; rende insensibili, indebolisce la volontà, diminuisce la capacità di comprensione. Oltre a essere meno propensi ad accettare lo Spirito Santo, la nostra sensibilità nel riconoscerne gli appelli si affievolisce.” (Ellen G. White, La via migliore) “Molti placano la propria coscienza pensando di poter cominciare a comportarsi correttamente quando vogliono, oppure di respingere gli appelli di Dio, decidendo di accoglierli in seguito… In realtà non è così facile, perché l’esperienza e l’educazione di un’intera vita hanno talmente plasmato la loro persona, che difficilmente essi desiderano essere trasformati per diventare simili a Cristo… Cristo è pronto a liberarci dal peccato, senza però sforzarci. Ma se in seguito ad una 7 trasgressione continua, la nostra volontà è talmente indebolita dal male che non desideriamo più essere salvati e non accettiamo più la grazia divina, che cosa potrà fare Gesù per noi? Siamo la causa della nostra rovina perché abbiamo rifiutato l’amore di Dio”. (Ellen G. White, La via migliore) La nostra vita è fatta di tante piccole scelte e spesso ci troviamo dove mai avremmo immaginato o voluto. Senza accorgercene, impercettibilmente spesso ci allontaniamo dalle vie di Dio! Si dà poco peso ai piccoli sbagli e ci si ritrova lontanissimi da Dio! La distanza dal nostro Papà Celeste si fa sempre più grande e a volte è troppo tardi per tornare indietro, ma non perché Dio non ci dia più possibilità, ma perché noi stessi non ne sentiamo più il desiderio! Le nostre paure, infondate o reali, se non affrontate per tempo diventano dei giganti reali da cui non riusciamo più a liberarci, le nostre stesse paure ci paralizzano e ci incatenano! Il problema è che noi ci trasformiamo in un esempio negativo e la nostra vita diventa negativamente contagiosa. In questa storia vediamo la pazienza e la misericordia di Dio che tenta fino all’ultimo, non si lascia sfuggire nessuna possibilità di redenzione, il suo amore è troppo grande per essere quantificato! Purtroppo la nostra ingratitudine fa soffrire il nostro Padre Celeste, che pur volendo salvarci non può… Dio ha le mani legate, non può scavalcare il nostro libero arbitrio! Che questi esempi negativi non siano motivo di scoraggiamento, anzi ci aiutino a comprendere l’importanza delle nostre scelte giornaliere e ci spronino a scegliere bene e a fare la volontà di Dio che è la migliore per noi! C'è una fede che riposa non nella preghiera esaudita ma nella certezza che Dio farà quello che è meglio per noi. Non preoccuparti di sapere in che modo Dio risponda alla tua richiesta e non abbatterti se la risposta ancora non arriva. Continua ad andare avanti nei tuoi impegni quotidiani perché Egli non arriverà né in anticipo né in ritardo. E quand'anche la risposta non arrivasse sappi che Lui è tutto ciò di cui hai bisogno. In ogni caso potrai contare sulla Sua immutabile fedeltà. Oggi inizia a fare le tue giuste scelte, Dio ti ama, SCEGLI LUI! Amen! 8 I Dieci Comandamenti L’intelligenza a fuggire il male di Salvatore Ciprio Nel Salmo 119:104 si legge: ”mediante i tuoi precetti io divento intelligente; perciò odio ogni sentiero di falsità”. Sono trascorsi circa 3200 anni dalla promulgazione del Decalogo, dalla consegna della Torah. Oggi la Bibbia è divenuto patrimonio comune di molti popoli, libro sacro anche per i cristiani e i musulmani. Cosa ci insegna? Il Decalogo è scritto su due tavole che hanno la medesima valenza: la prima insegna i doveri dell’uomo verso Dio, la seconda quelli verso gli uomini, creature di Dio. Il comandamento “non pronunciare il nome di Dio invano”, non si limita a condannare l’uso del Suo nome solo per scopi impropri o, peggio ancora, per la bestemmia, ma insegna soprattutto a non compiere atti immorali in nome di Dio; infatti il falso giuramento, la falsa testimonianza sulla sacra Bibbia, significano pronunciare il nome di Dio invano. Combattere guerre che arbitrariamente e contro ogni logica, vengono dichiarate sante e condotte in nome di quel Dio che ci ha insegnato a “non uccidere”, è blasfemo. Non attraverso la guerra e le imposizioni si ottiene il ritorno a Dio, ma attraverso l’insegnamento e l’attuazione di una società più giusta e rispettosa dei diritti e della cultura degli altri. Può sembrare strano che il comandamento “onora tuo padre e tua madre”, il quinto nella Torah, sia inserito fra quelli che regolano i rapporti fra gli uomini e Dio. Ma la procreazione è un atto sacro in cui sono il padre e la madre che creano la nuova vita, ma è Dio stesso che partecipa all’opera dei genitori trasmettendo al nascituro il suo spirito divino, quello di cui ogni essere umano è dotato. Quando leggiamo “non uccidere” dobbiamo approfondire un concetto che abbraccia molteplici sfumature: si può togliere la vita a un uomo non soltanto uccidendolo in modo cruento. Come è scritto in Lv 19, 16: “non diffonderai calunnie sul tuo popolo né attesterai il falso a danno della vita del tuo prossimo”. Calunniare, spargere false notizie e tendenziose, colpire e distruggere moralmente una persona o un popolo, equivale in molti casi a togliergli la vita stessa. “Non desiderare” è apparentemente uno strano comando: a chi non è capitato di desiderare qualcosa che appartiene ad altri? Ma quante volte, particolarmente in questo secolo di consumismo in cui tutti desiderano tutto ma non sempre si possono permettere tutto, il desiderio e l’invidia hanno finito col trasformarsi in un’ossessione? E l’invidia è un male che finisce col distruggere sia chi la prova, sia chi ne è destinatario, ed è spesso la premessa e la promotrice di colpe assai più gravi. I comandamenti sono di fatto il compendio di tutto quanto la Torah ci insegna. E la Torah potrebbe anche essere riassunta in tre parole: amore, giustizia, insegnamento. 9 I DIECI COMANDAMENTI: 1. Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d`Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. 2. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi. 3. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano. 4. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro. 5. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio. 6. Non uccidere. 7. Non commettere adulterio. 8. Non rubare. 9. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. 10. Non desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo". (Esodo 20:1-14 e Deuteronomio 5:6-21) 10 “Insegnando per mezzo di parabole, Cristo perseguiva lo stesso obiettivo che aveva in mente istituendo il sabato. Dio ha dato agli uomini un ricordo della sua potenza creativa affinché essi lo riconoscano dalle opere delle sue mani. Il sabato ci invita a contemplare la gloria del Creatore attraverso le sue opere, e, proprio perché desiderava che noi ne prendessimo coscienza. Gesù ha collegato le sue preziose lezioni alla bellezza della natura. Nel sacro giorno di riposo, più che in tutti gli altri, dovremmo studiare il messaggio che Dio ha scritto per noi nel libro della natura, dovremmo studiare le parabole di Gesù in un ambiente analogo a quello in cui le ha pronunciate: nei campi e nei boschi, all'aperto, in mezzo ai fiori e in mezzo all'erba. A mano a mano che ci accostiamo intimamente al cuore della natura, sentiremo più viva e reale la presenza di Cristo che ci parla di pace e di amore.” (EGW, Parole di vita, p.12) 11 Salute Il kaki: storia e virtù di Daniela Di Giacomo Per risalire alle origini del kaki dobbiamo fare un lungo viaggio e arrivare in Oriente. Le prime tracce di questa pianta, infatti, appartenente alla famiglia delle Ebanacee, sono reperibili in Cina, dove veniva coltivata già moltissimi anni fa, per diffondersi poi in Giappone e in Corea, fino ad arrivare in America e in Europa verso la metà dell’Ottocento. ritmi di vita molto intensi. È ad alto contenuto di vitamina A. Gli viene attribuita una funziona depurativa per il fegato e proprietà lassative e diuretiche, oltre che un aiuto all’apparato nervoso. Si può consumare al naturale, direttamente con il cucchiaino, oppure utilizzarlo per preparazioni diverse come torte o confetture. In Italia venne inizialmente considerata una pianta ornamentale: solo all’inizio del Novecento sorsero le prime coltivazioni nel salernitano. È un albero con foglie grandi, ovali e lucide, corteccia grigia e rugosa, che può raggiungere i dodici metri d’altezza, ma di norma non supera i cinque o sei. I cinesi lo chiamano “Mela d’Oriente” e gli attribuiscono sette virtù: vive a lungo; fa molta ombra; gli uccelli non nidificano fra i suoi rami; non è soggetto all’attacco dei parassiti; quando cadono, e ghiacciano, si può giocare con le sue foglie giallo-rosse che decorano l’autunno; il legno dà un bel fuoco; la caduta dell’abbondante fogliame garantisce grande ricchezza di sostanze concimanti il terreno. Torta di kaki Ingredienti 4 kaki maturi 100 gr di farina 0 100 gr di farina integrale 150 gr di zucchero di canna 50 ml di olio di semi di mais 1 bustina di lievito 50 gr di uvetta 50 gr di pinoli Sale q.b. Procedimento Ammollare l’uvetta, tagliare a pezzetti i kaki e metterli in una padella; cuocerli a fiamma vivace, fino a quando la polpa si sarà un po’ asciugata. Togliere la padella dal fuoco e lasciare intiepidire. Frullare la polpa e schiacciarla con una forchetta. In una ciotola mescolare le farine, lo zucchero, il lievito ed un pizzico di sale. Aggiungere l’olio e l’uvetta strizzata, la polpa dei kaki e mescolare. Versare l’impasto in una teglia rotonda e cospargere la superficie coi pinoli. Infornare a 180° per 35 minuti. Buon appetito! Il suo frutto è caratterizzato da un intenso color arancio, quasi rosso, e da una polpa cremosa e dolcissima. Da questa caratteristica deriva il suo nome botanico Diospyros, che significa “pane degli dei”. È un frutto ricco di zuccheri quindi calorico ed energetico (ben 65 kcal per 100 grammi!), indicato per chi pratica sport, studia o ha 12 L’angolo delle ricette Oggi in cucina … Pasta con bietole Ingredienti per 4 persone 1 Kg. di bietole 500 g. di patate 1 spicchio d’aglio tagliato fine 2 cucchiaini di dado vegetale 1 pizzico di erba cipollina 1 pizzico di dragoncello Olio, o olio aromatizzato al peperoncino Preparazione Fate cuocere in una pentola a vapore le bietole e le patate, aggiungendo tutti gli ingredienti e controllando che si cuociano senza diventare eccessivamente molli. Cuocete in una pentola a parte circa 500 g. di pasta a piacere in acqua salata. Poi unite il tutto in una padella antiaderente e fate rosolare per qualche istante con olio o olio al peperoncino. Buon appetito! Crema pasticcera (vegana) Ingredienti 700 g. di latte di soia 150 g. di zucchero integrale 80 g. di amido di frumento 25 g. di farina 00 2 bustine di vanillina 1 buccia di 1 limone intero Preparazione Mettere tutti gli ingredienti in un pentolino e a fuoco lento portare a ebollizione, mescolando costantemente. Quando il composto si addensa, spegnare, eliminare la buccia di limone intero, e quindi versare la crema in un recipiente per farla riposare circa 1 ora in frigorifero. Usare a piacere per farcire dolci. Buon appetito! Ringraziamo la sorella Angela Battaglia per queste gustose ricette! 13 Notizie Campagna di colportaggio in Umbria L'Umbria è caratterizzata da dolci e verdi colline e da città ed insediamenti ricchi di storia e tradizioni. La regione era abitata già in epoca protostorica dagli Umbri e dagli Etruschi, poi fu parte dell'Impero Romano. Terni è nota come la "Città degli Innamorati", dato che il ternano San Valentino ne fu vescovo e le sue spoglie sono ivi custodite. Alcune anime sono state trovate tra cui una sorella della chiesa avventista che ha trascorso il culto sabatico con noi, e altre sono già state rivisitate. Diversi luoghi sono stati evangelizzati ed ognuno di esso aveva il suo fascino, luoghi come: Narni Scalo, San Gemini, Borgorivo, Casteldilago, Piediluco e la stessa Terni, capitale dell'acciaio. Sono stati lasciati libri, Bibbie ed opuscoli missionari, una luce è stata seminata in questi posti, voglia il Signore che al più presto possa brillare per quelle anime che sono assetate della Sua parola. A noi Egli ha dato questa grande responsabilità e allo stesso tempo grande privilegio. Dalla penna ispirata leggiamo: “Le pubblicazioni hanno il sacro compito di rendere chiare, semplici ed accessibili le verità basilari della nostra fede. In ogni luogo le persone prendono delle decisioni, tutti si schierano sotto lo stendardo della verità e della giustizia o sotto quello delle potenze apostate, che lottano per la supremazia. Anche quest'anno il Signore ci ha permesso di svolgere nella bella terra d'Umbria una campagna di colportaggio di 15 giorni, precisamente dal 15 al 30 di ottobre 2013, con base a Giuncano Scalo. L'accoglienza ricevuta dai membri e dagli interessati della chiesa di Terni e stata calorosa e ospitale, dandoci apporto e disponibilità nel lavoro missionario. Non possiamo dire di essere stati esenti da difficoltà, soprattutto nei primi giorni di lavoro, vuoi anche per la crisi attuale, le persone erano poco disponibili nel ricevere il messaggio, compreso la stampa, ma il Signore è stato al nostro fianco incitandoci e incoraggiandoci ad andare avanti facendoci fare delle belle esperienze. 14 Oggi il messaggio di Dio deve essere presentato con tale enfasi e potenza da condurre la gente ad un contatto personale, di mente e di cuore, con la verità. Si deve mostrare loro la superiorità della verità sui moltissimi errori che cercano di soppiantare, se fosse possibile, la parola di Dio, preziosa per questo tempo solenne. Il grande scopo delle nostre pubblicazioni è di esaltare Dio e di attirare l'attenzione degli uomini sulle verità viventi della sua parola. Iddio non ci chiama ad innalzare il nostro proprio stendardo, né quello di questo mondo, ma quello della sua verità”. Testimonies, vol. 7, pp. 150, 151 (1902) “Viviamo nel tempo della prova, tempo in cui ogni cosa che potrà esser fatta cadere, cadrà. Il Signore non approverà coloro che conoscono la verità se essi non ubbidiscono ai suoi comandamenti. Se non facciamo alcuno sforzo per conquistare delle anime a Cristo, saremo tenuti responsabili del lavoro che avremmo potuto fare, ma che non abbiamo fatto per la nostra indolenza spirituale. Coloro che appartengono al regno del Signore devono lavorare seriamente per la salvezza delle anime.” Il Colportore Evangelista, p.22 A nome del dipartimento dell'evangelizzazione ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e anche tutti quelli che hanno pregato per quest’opera, possa il Signore benedire ogni singolo sforzo e ogni singola parola spesa da ogn'uno di loro! I libri lasciati sono: PAR. DI VITA RILEGATI: 10 PARABOLE TASCAB: 34 PROFEZIE: 18 BENESSERE: 6 PREVENZIONE: 9 GRAN CONFLITTO: 9 PASSI NELLA BIBBIA: 25 BIBBIA: 7 DROFENIK. 4 VOLANTINI: 25000 Possa il Signore spronare ogni membro del suo popolo a fare e a dare il proprio contributo. Vostro fratello in Cristo Salvatore Ciprio Hanno partecipato: i pastori: Ciprio S., Capua A., Caputo F., Salemi S.; dalla Puglia il fratello Bertini M.; membri della chiesa locale: Angelo, Irene, Mitko, Lucio, Pina e Piera; e da Roma Alex e John. 15 Nuova Chiesa a Patti della liberazione dell’umanità grazie al sacrificio del figlio dell’Altissimo. D. QUALI MATERIALI E QUALI ARTIGIANI FURONO SCELTI? Prima della morte, il re Davide, padre di Salomone, aveva accumulato materiali in gran copia per la costruzione del tempio sul monte Moriah (1 Cron.22:14; 29:4; 2 Cron.3:1) Davide lasciò a Salomone oro e argento in abbondanza, destinati alla costruzione del tempio. I preparativi durarono tre anni e infine la costruzione ebbe inizio, con gli esperti fenici come direttori dei lavori e costruttori, nel corso del 4º anno del regno di Salomone. La descrizione della costruzione del tempio la troviamo scritta nel libro (1 Re 6:1). Il racconto biblico parla di 100.000 talenti (3.000 tonnellate) d'oro (più della produzione annuale odierna) e 1.000.000 di talenti (30.000 tonnellate) d'argento. La Bibbia narra che molte migliaia di manovali (circa 183.000) ed esperti artigiani vennero impiegati nell'opera. Alcuni erano non ebrei (1 Re 5:13-18). All'inizio del proprio regno, Salomone, re dell'allora unico regno di Israele, si adoperò per dare corpo alle idee del padre e preparò altri materiali per la costruzione. Da cave nella stessa Gerusalemme fece estrarre grandi blocchi di pietra destinati alle fondazioni ed ai muri di contenimento del tempio. Queste pietre furono preparate in loco con la supervisione degli esperti costruttori di Tiro. Salomone stipulò anche un accordo con Hiram Abiff l, re di Tiro, per la fornitura di qualunque cosa fosse necessaria per il lavoro, in particolare legname dalle foreste del Libano, che fu portato via mare su grandi chiatte fino a Joppa, antico nome di Jaffa, da dove fu trasportato a Gerusalemme (1 Re 5). Il testo biblico afferma chiaramente che Salomone ricevette aiuto da Hiram, re di Tiro, nella costruzione dei vari edifici. Questo aiuto non venne dato solo in forma di materiali (come il legno di cedro), ma anche in termini di direzione dei lavori e inviando artigiani esperti. Tra questi vi era il ramaio Hiram (figlio di padre di Tiro e madre israelita, comunque da non confondere con l'omonimo re) (2 Cron. 2:13-15). Questo ci insegna che per la causa di Dio, niente si deve ri- “Beit HaMikdash”, “Casa della Santificazione” al Monte Moriah Il desiderio di Dio è sempre stato quello di abitare in mezzo al suo popolo (Esodo 25:8,9) A. CONSACRAZIONE DELLA CASA DI DIO. La parola ebraica per indicare questa costruzione è beit hamikdash ovvero la casa della santificazione, tuttavia essa è indicata nella Bibbia ebraica anche con altri nomi quali beit a-donai, ovvero casa di dio o semplicemente beiti, la mia casa (di Dio). Il primo tempio di Gerusalemme, secondo la Bibbia, venne edificato da re Salomone secondo il volere di re Davide, il quale ne aveva avuto indicazione da Dio stesso. B. PERCHE’ IL PRIMO TEMPIO ERA CHIAMATO IL TEMPIO DI SALOMONE? 1° tempio e 2° tempio. Il tempio di Salomone (ebraico: המקדש בית, beit hamikdash), anche conosciuto come primo tempio, fu, secondo il Tanach (Bibbia ebraica), il primo tempio di Gerusalemme ebraico. Costituì il punto focale della religione e fu il luogo dei sacrifici. Finito di costruire nel X secolo a.C., fu distrutto dai babilonesi nel 586 a.C. Secondo le fonti rabbiniche della Torah orale si iniziò a costruire il tempio nell'833 a.C., terminato nell'826 a.C. e distrutto 410 anni dopo. Dopo l'esilio babilonese i giudei ricostruirono il tempio di Gerusalemme: questa ricostruzione prese il nome di secondo tempio. C. DOVE FU COSTRUITO IL TEMPIO? Il luogo dove fu costruito il tempio era considerato da tempo un luogo sacro (monte Moriah). Fu lì che Abramo, il padre dei credenti, doveva sacrificare il suo unico figlio Isacco per ubbidire all’ordine di Dio, ordine indiscusso. Là il Signore aveva nuovamente assicurato la certezza delle sue benedizioni che comprendevano la promessa 16 sparmiare ma offrire solo il meglio e fare ogni cosa con responsabilità e accuratezza. - la gloria dell’eterno riempì il tempio. (vv. 1114) - preghiera di Salomone. (cap. 6:13-42) - approvazione di Dio. (cap.7 vv. 1-5) E. COSTRUZIONE E COMPLETAMENTO. “Questo fu lo scopo del lavoro forzato che il re salomone impose: doveva servire alla costruzione della casa del signore [...] tutti i superstiti degli amorrei, ittiti, perizziti, iviti, e gebusei che non erano di discendenza israelitica, i discendenti di coloro che erano rimasti nella terra e non erano stati distrutti, di questi salomone fece schiavi [...] ma non fece schiavo nessun israelita (1 Re 9:15-22). Enormi pietre preparate nelle cave sottostanti la città (1 Re 5:17,18) furono gradualmente piazzate sulle grandi mura, e sistemate una a ridosso dell'altra senza uso di malta e nessun rumore di scalpello si senti per Gerusalemme finché l'intera struttura fu completata (1 Re 6:7). L'edificio era verosimilmente lungo 60 cubiti (27 metri), largo 20 (9 metri) e alto 30 (14 metri circa.) Infine, nell'undicesimo anno di regno, sette anni e mezzo dopo l'inizio, il tempio fu completato, sulla cima del monte Moriah. Alla fine di questo periodo di consacrazione e di giubilo, la gente ritornò alle proprie case. (vv. 811) G. CHIAMATI AD ONORARE IL SIGNORE IN SANTITA’ E UMILTA’. Nel Salmo 95:6,7 leggiamo: “venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al signore, che ci ha fatti. Poiché egli è il nostro Dio, e noi siamo il popolo di cui ha cura, e il gregge che la sua mano conduce”. 1. Sia in pubblico che in privato è nostro privilegio avere un luogo dove poterci inginocchiare e rivolgere a Dio le nostre richieste. Gesù, il nostro divino maestro “si mise in ginocchio” (Luca 22:41); Pietro “si mise in ginocchio e pregò” (Atti 9:40); Paolo dichiara: “io mi inginocchio davanti a Dio padre” (Efesi 3:14); Esdra si inginocchiò è confesso i peccati d’Israele (Esdra 9:5); Daniele, “come sua abitudine, tre volte al giorno si inginocchiava in preghiera” (Daniele 6:11). F. CONSACRAZIONE DEL TEMPIO. Egli non solo ascoltò il desiderio di Dio di volere una casa tutta per sé, ma prestò la sua opera affinché questo tempio venisse eretto a Gerusalemme secondo gli ordini del Signore. A conclusione dei lavori il re celebrò la dedicazione del grande tempio e la festa si protrasse per 7 giorni. Era il settimo mese e tutti gli abitanti del regno si riunivano a Gerusalemme per celebrare la festa dei tabernacoli. Questa festa era l’occasione migliore per esprimerla propria gioia. Le folle accorse da tutte le zone del paese e i rappresentanti di molte nazioni straniere, vestiti con abiti magnifici, si riunirono nei cortili del tempio. Era uno spettacolo straordinario. (2 Cron. 5:2-6). L’ora e il luogo della preghiera sono sacri perché siamo alla presenza di Dio. Si deve manifestare rispetto nel nostro atteggiamento e nel nostro portamento. Gli angeli di Dio quando pronunciano questo nome si coprono la faccia. Con quale riguardo noi peccatori dovremmo pronunciare questo nome? 2. Dovremmo considerare con attenzione il luogo in cui il Signore manifesta la sua presenza. Dopo aver contemplato la visione della 17 Con questo tema il giorno 9 novembre 2013, il nuovo locale di culto della chiesa di Patti (ME) è stato consacrato. Supplichiamo anzitutto il Signore nostro Dio, perché benedica questo luogo di preghiera, affinché possa essere un valido strumento per la predicazione del vangelo, per l’insegnamento e l’esortazione dei membri, per consacrarsi al Signore, come per lodare e celebrare il suo nome, che sia una luce per il vicinato e la cittadinanza, un mezzo per l’evangelizzazione, perché sia un luogo benedetto dal perdono divino, dalla sua grazia e dalla sua santa presenza. Il Signore benedica il suo popolo. scala che univa la terra al cielo, Giacobbe gridò: “veramente in questo luogo c’è il Signore, io non lo sapevo!... Questa è certamente la casa di Dio! questa è la porta del cielo!” (Gn. 28:16,17). Il salmista dichiara: “beata la nazione il cui Dio è il Signore; beato il popolo ch'egli ha scelto per sua eredità. Il Signore guarda dal cielo; egli vede tutti i figli degli uomini; dal luogo della sua dimora osserva tutti gli abitanti della terra”. (Sl. 33:12-14) “Il Signore ha posto il suo trono nei cieli; regna su tutto l’universo”. (Sl. 103:19) Salomone dichiara: “ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere”. (1 Re 8:27) Anche se Dio non abita nei templi costruiti dall’uomo, Egli onora con la sua presenza le assemblee dei credenti. Il Signore accetta di incontrarsi con il suo popolo, mediante il suo spirito, ogni volta che esso si riunisce per adorarlo nella casa che gli è stata consacrata. Ha promesso che quando essi si riuniscono per cercarlo, riconoscere i propri peccati e per pregare gli uni per gli altri, tramite il suo spirito, Egli sarà con loro. Concludo con il testo di Abacuc 2:20: “Ma il Signore è nel suo tempio santo; tutta la terra faccia silenzio in sua presenza!» Amen. Vostro fratello in Cristo, Salvatore Ciprio. 18 Bimbi Questo, cari bambini, è ciò che Gesù ha fatto per tutti noi. Lui che è Dio si è vestito da uomo, ha preso la natura umana ed è venuto a fare pulizia di tutto il male che c’è nel mondo! Tutto questo l’ha fatto perché ci ama. 19 Educazione ritardo”. Solo due o tre persone del gruppo stavano gironzolando nella zona in cui mi tro Un sogno impressionante di Mariapaola Parnisari Dal libro Servizio Cristiano di E.G.W. capitolo 3. Il 29 settembre 1886 ho fatto un sogno. Stavo camminando in compagnia di numerose persone alla ricerca di mirtilli. Nel gruppo c’erano molti ragazzi e ragazze che erano venuti per dare una mano nella raccolta. Sembrava di essere in una città, perché c’era poco terreno libero; ma intorno a essa c’erano campi aperti, magnifici boschi e giardini ben curati. Davanti a noi arrivò un grande carro pieno di provviste per il nostro gruppo. Ben presto il carro si fermò e la compagnia si sparpagliò in ogni direzione per cercare i frutti. Intorno al carro c’erano arboscelli alti e bassi, pieni di magnifici mirtilli; ma gli altri non li vedevano, perché guardavano tutti molto lontano. Io cominciai a cogliere i frutti che erano vicini a me, ma lo feci con molta attenzione per paura di cogliere i mirtilli verdi, talmente mischiati a quelli maturi che da ogni grappolo riuscivo a staccarne solo uno o due. Alcuni mirtilli più belli e grandi erano caduti al suolo ed erano parzialmente consumati dagli insetti. E allora pensai: “Oh, se fossi potuta entrare in questo campo un po’ prima, tutti questi preziosi frutti si sarebbero potuti salvare! Ma adesso è troppo tardi; li raccoglierò comunque da terra per vedere se tra loro ce ne sono ancora alcuni buoni. Perché anche se il mirtillo è completamente deteriorato, potrò almeno mostrare ai miei fratelli cosa avrebbero potuto trovare se non fossero arrivati così in vavo. Stavano chiacchierando e parevano troppo occupati tra di loro. Quando mi videro, dissero: “Abbiamo cercato ovunque ma non abbiamo trovato alcun frutto”. Osservarono stupiti la quantità che avevo raccolto e dissi loro: “In questi arboscelli ce ne sono altri da cogliere”. Allora iniziarono a prenderli ma si fermarono ben presto dicendo: “Non è giusto che raccogliamo qui; tu hai trovato il posto e questi frutti sono tuoi”. Ma io risposi: “Non fa alcuna differenza, raccogliete tutto quello che riuscite a trovare. Questo è il campo di Dio e questi sono i suoi frutti; li potete raccogliere”. Ma in breve mi ritrovai di nuovo sola. Di tanto in tanto udivo parlare e ridere in direzione del carro e allora chiamai la gente che si trovava lì: “Che cosa state facendo?”. “Non riuscivamo a trovare mirtilli e dato che eravamo stanchi e affamati abbiamo pensato di tornare al carro e pranzare. Dopo un po’ di riposo, torneremo di nuovo a cercare”. “Ma”, dissi io, “non avete ancora portato nulla. State mangiando tutte le nostre provviste senza niente con cui rimpiazzarle. Non posso venire a mangiare adesso, ci sono troppi frutti da cogliere. Voi non li avete trovati perché non avete cercato bene. Non sono appesi all’esterno degli arboscelli, li dovete scovare. Di sicuro non ne coglierete a manciate, ma guardando con attenzione tra le bacche verdi, scoprirete frutti di prima scelta”. Il mio 20 piccolo secchiello si riempì presto di mirtilli, che portai sul car ro e dissi: “Questi sono i più bei frutti che abbia mai colto e li ho trovati vicino a me, mentre voi vi affannavate cercandoli lontano e senza successo”. Allora vennero tutti a vedere i miei frutti e dissero: “Questi sono mirtilli presi dagli arboscelli più alti, sono buoni e sodi. Pensavamo di non poter trovare niente in alto e così abbiamo cercato solo sugli arboscelli bassi, dove siamo riusciti a coglierne pochi”. – {SC 41.1} Risposi: “Potete aver cura di questi mirtilli e venire insieme a me per cercarne altri sulle piante più alte?” Ma non sapevano dove metterli perché avevano piatti in abbondanza ed erano stati tutti usati per accogliere le altre provviste. Mi stancai di aspettare e alla fine domandai: “Non siete venuti per raccogliere dei frutti? Perché allora non avete niente di pronto in cui metterli?”. Uno di loro rispose: “Sorella White, in realtà non ci aspettavamo di trovare frutti così vicino alle case, lì dove passa tanta gente; ma siccome era così ansiosa di coglierli, abbiamo deciso di accompagnarla. Abbiamo pensato di portare abbastanza provviste e goderci almeno la passeggiata nel caso non avessimo trovato niente.” “Non riesco a capire questo modo di lavorare”, risposi. “Tornerò subito verso le piante; la giornata è quasi terminata, tra poco scenderà il buio e non potremo raccogliere più alcun frutto”. Alcuni vennero con me, ma altri restarono al carro a mangiare. Un piccolo gruppo si raccolse in un angolo e discuteva animatamente di qualcosa che sembrava interes- sarli molto. Mi avvicinai e scoprii che la loro attenzione era stata attratta da un bambino tra le braccia della madre. “Avete solo poco tempo e dovreste sfruttarlo meglio finché potete”, dissi loro. Tanti altri furono distratti da un ragazzo e una ragazza che stavano facendo una corsa in direzione del carro. Una volta raggiunto, furono così stanchi da doversi sedere e riprendere fiato. Altri ancora si sdraiarono sull’erba per riposarsi. La giornata finì e ben poco fu il lavoro compiuto. Alla fine dissi: “Fratelli, voi giudicate questa una spedizione infruttuosa. Se questo è il vostro modo di lavorare non mi meraviglia il vostro insuccesso. La riuscita o il fallimento dipendono dal modo di intraprendere il lavoro. Qui ci sono dei mirtilli, perché li ho raccolti. Alcuni di voi hanno cercato invano sulle piante più basse; altri ne hanno trovati pochi; ma gli arboscelli alti sono stati oltrepassati, semplicemente perché non vi aspettavate di trovarci dei frutti. Avete visto che quelli da me colti sono grandi e maturi e da qui a poco matureranno altri mirtilli e noi potremo ritornare a raccoglierli; questo è metodo che mi è stato insegnato; se anche voi aveste cercato accanto al carro, li avreste trovati proprio come ho fatto io. L’esempio che oggi avete lasciato a quanti stanno iniziando a imparare a fare questo lavoro, sarà imitato. Il Signore ha collocato queste piante piene di frutti proprio nelle periferie affollate di queste città e si aspetta che voi li scoviate. Ma siete stati tutti troppo impegnati a mangiare e a distrarvi; non vi siete 21 recati nel campo con la ferma volontà di trovare i frutti. In avvenire dovrete lavorare con più zelo e determinazione, avendo tutti un obiettivo comune, altrimenti i vostri sforzi saranno inutili. Operando nel modo giusto insegnerete ai lavoratori più giovani che cose come il cibo e il divertimento hanno minore importanza. Vi siete affannati tanto per portare qui il carro con le provviste ma avete pensato più al cibo che non al frutto che avreste dovuto portare a casa come risultato dei vostri sacrifici. Dovete essere più accurati e cogliere prima i frutti più vicini, poi quelli più lontani; dopo averlo fatto potrete tornare e lavorare nuovamente nei vostri paraggi; in questo modo i risultati saranno assicurati” - (1915), Gospel Worker 136-139. – {Servizio Cristiano, 42} Dio sa che non possiamo fare tutti le stesse cose con gli stessi risultati, ma vuole che ciò che facciamo, poco o tanto che sia, lo facciamo con amore sincero. La vita del fedele è un percorso di attività costruttiva e Dio, a ogni passo, ci aiuta per quello che segue. Lo fa un poco alla volta perché sa quel che possiamo portare. Egli ci ama e cerca in ogni modo di facilitarci il cammino verso la vita eterna. Ciò che abbiamo qui sulla terra dura per il tempo della nostra breve vita, ma le cose di lassù saranno meravigliose ed eterne come sarà la nostra nuova vita. “Se voi dimorate in me, e le mie parole dimoravano in voi, domanderete ciò che vorrete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio, che voi portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli. Come il Padre mi ha amato così io amo voi; dimorate nel mio amore.” Giovanni 15:7-9. Questo ci ricorda la parabola dei talenti; ognuno ebbe la parte adatta a lui, ma non tutti la seppero far fruttare e ricevettero secondo il loro lavoro. 22 La Torah di Salvatore Ciprio La parola “Torah” significa “insegnamento” in ebraico e designa il Pentateuco, cioè i primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Ci sono 5.888 versi e 79.976 parole nella Torah. Secondo la tradizione, la Torah è stata data al popolo d’Israele sul Monte Sinai. Contiene le leggi e i comandamenti insieme con la storia d’Israele, dalla creazione del mondo fino alla morte di Mosè, prima dell’ingresso del popolo d’Israele in Terra Promessa. il suo contenuto e la sua esegesi fanno parte dei fondamenti del giudaismo. La Torah è scritta a mano su una lunga pergamena attaccata di seguito su due aste di legno provviste di manici. I rotoli della Torah (o “Séfèr Torah” in ebraico) sono poi ricoperti di un tessuto in velluto (nella tradizione ashkenazita) o rinchiusi in un cofanetto con due porte (nella tradizione sefardita). In cima alle aste sono attaccati ornamenti metallici (“rimonim”) che sono circondati da una corona (“kètèr”). Ci si attacca anche la “mano” (“yad”) che serve da indice per leggere il testo. La Torah è letta alla sinagoga il lunedì, il giovedì, lo Shabbat, i giorni di festa, il primo giorno del mese e i giorni di digiuno. L’insieme della Torah viene letto in un anno, il ciclo finisce e ricomincia durante la festa di Simhat Torah. Ogni volta che la lettura della Torah ha luogo nella sinagoga, i fedeli si pongono in piedi mentre vengono tirati fuori i rotoli dall’Arca e portati in processione prima di venire alla Teba (scrivania) per la lettura. Dei fedeli sono chiamati individualmente a “salire alla Torah” (“aliya”), cioè ad affermare che il testo letto è frutto della Rivelazione divina. Una volta finita la lettura, i rotoli vengono rivestiti e viene fatta una nuova processione prima di rimettere la Torah nell’Arca. IL PENTATEUCO: Il primo libro, la Genesi (Bereshit: "In principio..."), racconta la storia dell’Uomo, dalla creazione alla vita di Giuseppe e il suo soggiorno in Egitto. Il secondo libro, l’Esodo (Shemot: "Nomi"), racconta la schiavitù del popolo d’Israele e la sua uscita d’Egitto. Il terzo libro, il Levitico (Vayikra: "Ed egli chiamò..."), libro sacerdotale e tratta del culto. Il quarto libro, i Numeri (Bamidbar: “Nel deserto”), racconta la storia delle prove e delle rivolte degli Ebrei nel deserto. Il quinto libro, il Deuteronomio (Devarim: “Parole”), riassume le leggi ebraiche e presenta le ultime raccomandazioni di Mosè che muore prima dell’ingresso degli Ebrei in Terra promessa. Lo studio della Torah è un obbligo religioso: 23 Teologando… di Stefano Salemi Cari lettori eccoci alla pagina di Teologando per riflettere oggi su interessanti concetti legati al mondo della falsa adorazione di Dio. Parleremo brevemente di idolatria e monolatria. l’esplicita affermazione dell’unicità di Dio e la negazione di altre divinità. Si può parlare di monolatria quando si afferma l’adorazione di un solo dio in mezzo ad un pantheon di altri dei, quando un popolo adora un dio ma ammette che altri popoli abbiano i loro dei. Un altro termini usato in questo contesto è Enoteismo, per indicare la preminenza di un dio su tutti gli altri. La Bibbia insegna nei primi due comandamenti, che Dio è uno e non ve ne sono altri e che esso non può essere rappresentato attraverso immagini. “Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo" Luca 4:8. Idolatria – adorazione di Dio sotto forma di oggetto Il termine idolatria (dal gr. εἴδωλον, éidolon cioè idolo, e λατρεία, latréia cioè culto) indica la credenza in una o più divinità creatrici e soprannaturali rappresentate sotto forma di simulacri; in sintesi le religioni che adorano un'immagine iconografica o un oggetto. Molte religioni non consentono questo, ricordando ai fedeli che la rappresentazione scultorea, pittorica o musiva è opera dell'uomo e non del Dio, mentre ciò che deve essere adorato è il Dio in sé, che non può essere rinchiuso in un manufatto. L'idolatria è divinizzazione di un oggetto inanimato o di un'immagine simbolica creata dall'uomo, che assume il posto del vero Dio, che non è creato dall'uomo, ma al contrario ne è il Creatore. Comunemente perciò si dice che l'idolatria è l'adorazione di oggetti ritenuti divinità o abitacoli di essa o partecipi delle caratteristiche (più precisamente dei poteri) di una divinità. In concreto, quindi, l'idolatria comporta la divinizzazione di qualcosa privo di vita, in luogo del vero e unico Dio, che al contrario è vivo ed è anche, secondo le sue stesse parole riportate nella Bibbia, "Dio dei viventi". In questo senso l'idolatria, il culto degli idoli, mortifica la vita umana, perché la mette al servizio di ciò che è morto, privo di vita. La riflessione teologica teme anche l'adorazione di angeli e santi (che sono creature), che assume importanza della fede nel Dio che li ha creati. Un carattere idolatrico viene anche attribuito a tutto ciò che prende il posto di Dio nella vita del credente ed alle ideologie che negano l'esistenza di Dio e che tendono a fornire spiegazioni della realtà che escludono Dio. Notizie dal mondo cristiano… Usa, docente licenziato, teneva Bibbia in classe MOUNT VERNON (Ohio) - La corte suprema dell'Ohio ha confermato il licenziamento di un insegnante cristiano in una scuola pubblica (la Mount Vernon Middle School in Ohio, ndr) che era stato dimesso dall'incarico dopo aver criticato l'evoluzionismo e rifiutato di smentire i messaggi religiosi alla classe. John Freshwater è docente di scienze ed è stato licenziato poiché si è rifiutato di rimuovere la Bibbia dalla sua scrivania, un'azione interpretata come un gesto d'insubordinazione. Il professore aveva così deciso di mettersi nelle mani dello studio legale Rutherford nel 2008, anno in cui è stato sospeso dal consiglio scolastico. All'inizio di quest'anno, i funzionari della scuola hanno ordinato a Freshwater di rimuovere "tutti gli elementi religiosi" dalla sua classe, tra cui un poster dei Dieci Comandamenti e la sua Bibbia personale. Ciò nonostante, il docente sotto accusa, sarebbe stato sospeso per aver criticato l'evoluzionismo e per aver usato materiale non approvato per facilitare la discussione in classe sulle origini delle teorie sulla vita. Gli avvocati sostengono che Freshwater è stato ingiustamente licenziato nel 2011 poiché la scuola non avrebbe dovuto interferire nel suo metodo d'insegnamento in classe. Per questo motivo lo studio legale Rutherford sta pensando di chiedere una revisione del caso alla Corte Supremna. Tratto da: www.evangelici.net Monolatria – adorazione di Dio tra tanti. L’adorazione di un solo essere divino non sempre corrisponde al monoteismo (unicità di Dio) anzi si distingue a volte da esso quando non implica 24 I giovani parlano di Miriam Bordonaro Ciao ragazzi! Ecco il quiz! Ricordo di inviare per primi una mail, un messaggio, una bottiglia con le risposte dentro. Possono essere risolti da soli, in compagnia (anzi vi consiglio di svolgerlo in famiglia – le risposte vi assicuro che non sono immediate). La risposta per ogni domanda deve contenere il nome delle persone se richiesto e il passaggio biblico dove è stata trovata. Il contatto è il seguente: Miriam Bordonaro – [email protected] Non mi resta che augurarvi…un buon quiz biblico! Hasta la … risposta! 1. Nel territorio di quale tribù si trovava Lakis? 2. Su quale monte Barak radunò per ordine di Dio 10.000 uomini per poi attaccare con essi Sisera, capo dell'esercito di Iabin? 3. Perchè chi non crede a Dio l'ha fatto bugiardo? 4. Qual era l'altro nome di Sila l'apostolo? 5. Chi fu l'uomo che scacciò da Hebron i discendenti di Anak: Sceshai, Ahiman e Talmai? 6. Come si chiamava il padre del profeta Osea? 7. Qual era il nome che fu posto da Dio a Salomone mediante il profeta Nathan? 8. Come si chiamava quel collaboratore di Paolo che l'apostolo lasciò infermo a Mileto? 9. Che albero era quello su cui montò Zaccheo per vedere Gesù? 10. Come si chiamava il servo d'Eliseo che fu colpito di lebbra? 11. Quale fu l'apostolo che il re Erode fece morire per la spada? 12. Come si chiamava il profeta che ad Antiochia si levò e predisse per lo Spirito che ci sarebbe stata una gran carestia per tutta la terra? 13. Qual è quell'animale che quando si leva e piglia lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca? 14. Come si chiamava la madre di quell'uomo che ai giorni di Mosè fu lapidato nel deserto per avere bestemmiato il nome di Dio? 15. Come si chiamava la regina di cui era ministro l'Etiopo che fu evangelizzato e battezzato da Filippo? 25 16. A quale re di Giuda, Dio disse: "Chiedi un segno all'Eterno, al tuo Dio! chiedilo giù nei luoghi sotterra o nei luoghi eccelsi!"? 17. Che cosa è la vita nostra? Che cosa siamo? 18. Come si chiamava la moglie di Cuza, amministratore d'Erode, la quale assisteva Gesù e i suoi discepoli con i suoi beni? 19. Qual è il monte dove Labano raggiunse Giacobbe dopo che questi era fuggito da lui? 20. Per bocca di quante persone deve essere confermata ogni parola? 21. Come si chiamava la concubina di Nahor, fratello di Abrahamo? 22. Qual è l'albero in Israele che comincia a fiorire prima di tutti gli altri alberi? 23. Come si chiamava quel credente che Paolo nella lettera ai Romani chiama "il tesoriere della città"? 24. Come si chiamavano quei due profeti che gli apostoli e gli anziani mandarono ad Antiochia con Paolo e Barnaba per confermare a voce la delibera dell'assemblea di Gerusalemme? 25. Chi fu quel profeta che invocò l'Eterno, il quale fece retrocedere l'ombra di dieci gradini sui gradini d'Achaz, sui quali era discesa? Risposte al Quiz Biblico del precedente n.° dell’Osservatore del Sabato 15. Il dolce cantore d'Israele 16. Per mancanza di conoscenza 17. Osea 18. Ada e Zilla 19. 5 20. Ziv 21. Jefte 22. Giovanna 23. Ehud 24. Amos Ciao ragazzi! Oltre a un nuovo set di domande, vi proponiamo anche le risposte al precedente quiz, in modo da verificare e/o studiare le risposte. Ed ecco le risposte al quiz del numero precedente: 1. circa 600.000 2. Naama 3. Manaen 4. 4 5. Sisera 6. ulivo 7. Terre di Kabul 8. Araloth 9. Valle d'Aialon 10. Jafet 11. Perchè essendosi reso approvato riceverà la corona della vita 12. Ahava 13. 5 14. 46 26 Un messaggio x te… “Dio invita i giovani a salire una scala che unisce la terra al cielo. Egli è in alto e illumina con la sua gloria tutto il percorso. Dio osserva coloro che provano a salire ed è pronto a offrire loro l’aiuto necessario nel caso in cui ci fossero degli ostacoli che li inducessero a lasciarsi andare. Sì, diciamolo ad alta voce e senza dubbi: chiunque salirà la scala con costanza e impegno riuscirà a entrare nel regno di Dio. Satana tenta i giovani in mille modi. Si diverte a giocare con la loro vita e fa tutto il possibile per riuscire a ingannarli e trascinarli verso la rovina. Ma Dio non li lascia lottare da soli contro il tentatore. L’Onnipotente è dalla loro parte. Colui che venne nel mondo nelle vesti di un uomo, che incontrò Satana e lo sconfisse, è molto più forte del nostro avversario. Egli riuscì a resistere a quelle tentazioni che oggi insidiano i giovani. È il nostro fratello maggiore e prova un affetto profondo e sincero nei nostri confronti. Si prende costantemente cura di noi ed è felice quando ci impegniamo a fare la sua volontà. Arricchisce le nostre preghiere con l’incenso della sua giustizia e le offre a Dio come un sacrificio profumato. Grazie alla sua potenza, possiamo combattere le difficoltà come veri soldati e siamo in grado di raggiungere il traguardo che ci sta davanti. Il sacrificio del Calvario costituisce la garanzia della nostra vittoria.” (E.G.White, Messaggio ai Giovani, p.65) Dio farà cose eccezionali per i giovani se, con l’aiuto dello Spirito Santo, essi interiorizzeranno la sua Parola e si atterranno ad essa nella loro vita. Egli fa tutto il possibile per attirare i giovani alla Fonte della saggezza, alla Sorgente della bontà, della purezza e della verità. Quando la mente umana medita su soggetti così elevati ne risulta nobilitata. (E.G.White, Messaggio ai Giovani, p.44) 27 Puoi accedere alla nostra pagina web, www.avventismo.com, semplicemente inquadrando il riquadro qui di fianco con la fotocamera del tuo smartphone o tablet. Ti basterà avere istallata un’applicazione in grado di leggere i codici QR. Per Android, scaricare l’applicazione BarCode Scanner. Per iPhone e iPad si può usare INigma oppure QR Reader che è la più semplice. Su Windows Phone si possono leggere i QR con l'app. QR Code Reader. Tale applicazione è presente anche per Nokia, Blackberry, Samsung-Bada. Quanto è bello e quanto è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità Salmo 133 28