Alessia Salmina
LavMat
2003
Liceo di Lugano 2
Lavoro di maturità interdisciplinare in Economia e Diritto e in Geografia (2003)
“Da Rio a Johannesburg: lo sviluppo sostenibile”
UNO SVILUPPO SOSTENIBILE PER I RIFIUTI
URBANI
Alessia Salmina
1
Alessia Salmina
LavMat
2003
Docenti responsabili: Prof. Claudio Ferrata e Prof. Gian Carlo Werner
2
Alessia Salmina
LavMat
2003
UNO SVILUPPO SOSTENIBILE PER I RIFIUTI URBANI
Introduzione
3
Capitolo 1:
1.1
1.2
1.3
Il Ticino e i rifiuti urbani
Situazione attuale
L’evoluzione della quantità di rifiuti
Il nostro sacco dei rifiuti
5
5
7
7
Capitolo 2:
2.1
2.2
Che fine fa il nostro sacco?
La discarica in Valle della Motta
Gli impianti d’incenerimento
13
13
16
Capitolo 3:
3.1
3.2
3.3
3.4
Il riciclaggio
L’importanza del riciclaggio
Il riciclaggio della carta e del cartone
Polietilenentereftalato, detto anche PET
Il riciclaggio dell’alluminio
17
17
19
20
23
Capitolo 4:
4.1
4.2
Il compostaggio
L’importanza del compostaggio
Un esempio pratico
23
23
24
Capitolo 5:
5.1
5.2
Chi inquina paga
Le tasse anticipate
La tassa sul sacco
27
27
28
Capitolo 6:
6.1
6.2
Non creare per non dover smaltire
Migliorare è possibile
La sensibilizzazione è importante
30
30
32
Conclusione
34
Allegati
36
Elenco sigle e abbreviazioni
39
Bibliografia e fonti
40
3
Alessia Salmina
LavMat
2003
INTRODUZIONE
Il ventesimo e il ventunesimo secolo possono essere definiti, senza alcun dubbio, i
secoli del consumismo. Ne è la prova il bombardamento pubblicitario che
subiamo ogni giorno in moltissimi modi differenti. Ogni pubblicità (salvo alcune) é
stata studiata per indurre la gente ad acquistare.
Quindi si acquistano dei prodotti, pubblicizzati o meno, per necessità o per lusso
che però non nascono sugli scaffali. Del fatto che i prodotti che acquistiamo non
nascano sugli scaffali siamo indirettamente consci e per certe scelte teniamo
conto, per esempio, della mano d’opera in essi contenuta, della produzione nel
rispetto per l’ambiente, eccetera.
Comperiamo, magari, oggetti o alimenti provenienti dal commercio equo, perché
siamo stati sensibilizzati in merito alla lunga “vita” che essi hanno dietro di loro.
Desideriamo che l’oggetto acquistato abbia avuto una “vita” sostenibile a partire
dai progetti degli ideatori, alla fabbricazione, al trasporto e altri particolari.
Dopo averlo consumato, l’oggetto acquistato lascia spesso uno scarto che
comunemente viene chiamato rifiuto, anche quando magari non lo é.
Quando si acquista un prodotto raramente si pensa a dargli un futuro sostenibile
e così lo scarto, che il prodotto molto probabilmente crea, deve venire allontanato
da noi, perché in quanto tale non ci serve più.
Nel migliore dei casi esso finisce in uno dei punti di raccolta differenziata o molto
spesso nel sacco nero della spazzatura. Depositando nel container o nei nuovi
contenitori interrati il sacco pieno, ci liberiamo di molte cose che non ci servono
più.
In effetti si tratta solo di un’illusione, perché gli scarti che noi creiamo hanno
davanti a loro una vita lunghissima di trasformazioni, alla quale noi molto spesso
non pensiamo.
L’ormai non più “nostro scarto” subirà tantissime manipolazioni e magari
contribuirà alla formazione di un nuovo prodotto, che a sua volta creerà uno
scarto e via dicendo.
Purtroppo di solito il nostro scarto va a finire in un forno a griglia, dove verrà
trasformato in cenere e gas che ritorneranno nell’ambiente; oppure viene
depositato in una discarica reattore, dove assieme ad altre migliaia di tonnellate
di rifiuti urbani inizierà un lento processo di decomposizione per diventare:
percolato, biogas o comunque sia un altro scarto che verrà reintrodotto
nell’ambiente che ci circonda nelle forme più disparate (energia elettrica, energia
termica,…).
Quindi ogni singolo rifiuto non sarà mai del tutto eliminato e ci circonderà per
sempre.
4
Alessia Salmina
LavMat
2003
Il consumo può, quindi, essere definito come un’immane produzione di rifiuti !
Nonostante la responsabilità principale sia dei fabbricanti che imballano
eccessivamente i loro prodotti, anche noi possiamo contribuire alla diminuzione
dei Rifiuti Solidi Urbani da eliminare, tramite la separazione, il riciclaggio e il
riutilizzo.
In ognuno di noi risiede un grande potenziale d’intervento in materia di rifiuti, se
pensiamo che annualmente ogni abitante produce in media 426 Kg di rifiuti da
eliminare (dati del 2001).
Troppo spesso nel sacco della spazzatura ci sono cose che potevano essere
riciclate o che non dovevano trovarsi lì.
Se in futuro ognuno di noi farà lo sforzo di portarle ai punti di raccolta
differenziata, contribuirà alla diminuzione della massa dei rifiuti da eliminare
assicurando ai suoi discendenti un futuro più sostenibile.
Il problema non risiede unicamente nella quantità di rifiuti che cerchiamo di
eliminare nascondendoli sotto terra o bruciandoli, ma nelle innumerevoli risorse
che così facendo vanno sprecate. Cercare di dare una “vita sostenibile” agli scarti
anche quando non servono più, è fondamentale se si vuole dare la possibilità ai
nostri pronipoti di vivere come noi, se non meglio.
Nella vita quotidiana é necessario ricordarsi sempre che le risorse che madre
natura ci offre non sono infinite. Se noi già oggi ci impegniamo a salvaguardarle,
potranno magari essercene a sufficienza anche in futuro.
Questo è possibile riutilizzando, riciclando o cercando di riparare i prodotti che a
noi sembrano inutilizzabili o obsoleti, affinché lo scarto di oggi sia una risorsa per
domani.
Non può esserci un futuro sostenibile per le generazioni avvenire se non si
comincia a pensare in modo lungimirante anche in materia di rifiuti.
Facciamo in modo che la nostra terra non diventi una discarica !
5
Alessia Salmina
LavMat
2003
Capitolo Primo
IL TICINO E I RIFIUTI URBANI
1.1 Situazione attuale
In Ticino vengono prodotti pro-capite circa 2 Kg di rifiuti solidi urbani (ora in
avanti anche RSU) al giorno, il che significa che al giorno i ticinesi producono in
totale circa 600 tonnellate di rifiuti urbani.
Il Cantone è tenuto ad allestire un censimento annuale dei rifiuti raccolti sul suo
territorio, allo scopo di pianificare la raccolta, il riciclaggio, lo smaltimento ma
soprattutto per informare la popolazione.
Nel 2001 in Ticino sono state prodotte 972'000
tonnellate di rifiuti, di cui il 73% è da addebitare agli
scarti dell’edilizia.
I rifiuti urbani rappresentano ben il 20% (circa
200'000 t) del totale, di cui il 34% sono rifiuti
riciclabili.
Il servizio di raccolta dei rifiuti rientra da lunga data
nei compiti attribuiti ai Comuni.
I Comuni possono organizzare il servizio di raccolta e
di trasporto agli impianti di smaltimento sia in
maniera autonoma (in questo caso il Comune può
occuparsi direttamente di mettere in atto il servizio
oppure di appaltarlo ad un’azienda privata), sia
attraverso un consorzio con altri comuni.
In Ticino la raccolta è organizzata nel seguente modo:
-12 Consorzi che raggruppano 143 comuni (circa il
25% della popolazione)
-105 Comuni autonomi (circa il 75% della popolazione)
Figura 1: Scarico dei rifiuti
nel "compattatore" a
Bioggio. (Fonte: L.Salmina)
Le tonnellate di rifiuti urbani da eliminare raccolte dai
Comuni nel 2001 sono state 134'366, di cui 75'937 sono state depositate nella
Valle della Motta, nonostante il 1. 01. 2000 sia entrato in vigore il divieto, a livello
nazionale, di conferire rifiuti in discarica.
Sono però state previste delle deroghe solo in casi eccezionali quando gli impianti
d’incenerimento hanno capacità insufficienti.
Le restanti 58'429 t sono state dapprima portate a Bioggio alla stazione di
trasbordo, dove sono state compattate e poi messe in appositi container, per poi
venire trasportate su rotaie fino alle centrali di smaltimento a Winterthur e
Weinfelden.
6
Alessia Salmina
LavMat
2003
Questi impianti sono stati infatti costruiti su progetti sovradimensionati e così
possono smaltire anche una parte dei rifiuti ticinesi.
Il costo medio di raccolta e smaltimento era, nel 2001, di circa 366 Frs/t con un
aumento del 13,8% rispetto a 2000, dovuto alle spese di trasporto oltre Gottardo.
Lunedì 13 ottobre 2003 il capo del Dipartimento del Territorio Marco Borradori ha
annunciato che entro tre al massimo quattro anni, molto probabilmente il Ticino
avrà un suo impianto d’incenerimento. L’appalto per la parte elettro-meccanica
dell’impianto (valore che si aggira attorno ai 150-160 milioni di franchi) è stato
concesso a due aziende: alla Von Roll Envirronnement SA e al consorzio Martin
GmBH, Kraftanlagen Anlagetechnik München GmBH, Atel Elettroimpianti Ticino
SA. L’Ufficio federale dell’ambiente ha riconosciuto che si tratta di un’ottima
soluzione e nei prossimi mesi sarà giudicata anche la parte edile.
Il Cantone Ticino deve costruire un impianto d’incenerimento di rifiuti urbani (d’
ora in avanti anche IIRU) anche perché, secondo l’articolo 31b cpv. 1 della legge
per la protezione dell’ambiente (allegato 3), è compito dei Cantoni smaltire i rifiuti
urbani e quelli provenienti da altri settori.
Per quanto riguarda i rifiuti urbani riciclabili, esse in Ticino hanno registrato
globalmente un incremento di 4’366t. (+7%) rispetto al 2000, attestandosi a quota
66'989,6 t. cioè il 36,7% (superando la media Svizzera del 2000 che era del 36%)
del totale di RSU.
L’aumento più consistente lo si registra per la categoria della carta e del cartone,
seguita dagli scarti vegetali e dal vetro. Anche le altre categorie (Metalli, PET, oli,
pile, ecc.) hanno fatto registrare un incremento.
L’aumento è da ricondurre principalmente all’ottimizzazione delle strutture
comunali per la riconsegna dei rifiuti urbani riciclabili e alle opere di
sensibilizzazione, organizzate nell’ambito della riduzione e del riciclaggio dei
rifiuti, sia a livello locale (scuole, esposizione di pannelli, ecc.) che a livello
cantonale.
L’Ordinanza Tecnica sui Rifiuti (d’ora in avanti anche OTR) stabilisce che i
Cantoni devono provvedere affinché i rifiuti riciclabili e quelli compostabili siano
valorizzati.
Inoltre i Comuni, sulla base del decreto esecutivo (d’ora in avanti anche DE) sulla
raccolta separata del 1987, hanno il compito di organizzare le raccolte per i
quantitativi provenienti dalle economie domestiche e per i piccoli quantitativi
provenienti dall’industria e dall’artigianato.
Il costo indicativo medio globale per i rifiuti riciclabili nel 2001 è stato di 151
Frs/t cioè meno della metà del costo medio per la raccolta e lo smaltimento dei
rifiuti da eliminare.
Sia i rifiuti speciali che i rifiuti edili sono diminuiti, mentre per le altre categorie
non si segnalano variazioni di rilievo.
7
Alessia Salmina
LavMat
2003
1.2 L’evoluzione della quantità di rifiuti solidi urbani
Negli anni precedenti all’entrata in vigore del DE, la quantità di RSU aumentava
di anno in anno in modo considerevole (49'914 t in 9 anni).
Dall’entrata in vigore nel 1989 del Decreto per la raccolta separata ed il riciclaggio
dei rifiuti e del Decreto esecutivo concernente il divieto dei fuochi all’aperto e il
compostaggio degli scarti vegetali (modificati nel 2002), la quantità di rifiuti
urbani ha continuato a crescere, ma in misura decisamente minore (30'000 t. in
13 anni).
Le ragioni che hanno portato ad una crescita minore e in certi casi ad una
parziale riduzione della massa dei rifiuti urbani nonostante la crescita economica
della Svizzera, non sono ben chiare.
La quantità di rifiuti da eliminare si è stabilizzata attorno alle 126'000 t..
Il leggero aumento registrato negli ultimi 3 anni è anche dovuto all’aumento della
popolazione residente nel Cantone.
La quantità di rifiuti urbani riciclabili è più che raddoppiata passando dalle
26'431 t. del 1989 alle 66'990 t. del 2001.
A partire dal 2004 la capacità degli IIRU sarà sufficiente per garantire lo
smaltimento dei RSU inceneribili, in quanto verrà inaugurato il nuovo
inceneritore a Thun.
1.3 Il nostro sacco dei rifiuti
Il gesto più o meno spontaneo di gettare uno scarto nella pattumiera può avere
delle conseguenze importanti, se teniamo conto che già solo nella piccola Svizzera
7 milioni di abitanti fanno lo stesso gesto abituale ogni giorno o più volte al
giorno.
Come dimostrato da una recente ricerca condotta dall’ Ufficio Federale
dell’Ambiente, delle Foreste e del Paesaggio (d’ora in avanti anche UFAFP), nel
sacco della spazzatura spesso si trovano oggetti che non solo sono estremamente
inquinanti se dispersi nell’ambiente, come per esempio le batterie, ma che
dovrebbero venire riportati al venditore o depositati negli appositi contenitori che i
comuni mettono a disposizione.
Il contenuto dei sacchi della spazzatura controllati dall’UFAFP era molto
eterogeneo.
Come accadde nel 1992/93, anche nel 2001/02 sono stati presi in esame rifiuti
provenienti da Comuni con sistemi di finanziamento diversi e con aspetti logistici
diversi.
I Comuni presi in considerazione per la campagna di divisione dei rifiuti, sono
stati scelti con diversi criteri. Diciannove dei Comuni di cui si era tenuto conto
nel 1992/93 sono stati riesaminati anche nel 2001/02, al fine di poterne studiare
lo sviluppo.
8
Alessia Salmina
LavMat
2003
I 33 Comuni divisi in “con o senza tassa sul sacco” hanno messo a disposizione
della ricerca una media di 480 Kg di spazzatura ciascuno. In totale nel 2001/02
sono state prese in esame circa 32 t. di rifiuti.
Non sono stati presi in considerazione i rifiuti ingombranti presenti nei
contenitori per la raccolta dei RSU e nemmeno i rifiuti rivalorizzabili posti in
alcuni comuni (per scelte logistiche) accanto o nei contenitori.
I rifiuti vennero recapitati al luogo predisposto alla cernita dei sacchi,
permettendo agli addetti di pesarli.
Comuni con la tassa sul sacco
Tipo di sacco
Peso medio (Kg)
Peso min. (Kg)
Peso max. (Kg)
17 l.
2,64
0,87
6,25
35 l.
5.05
0,96
16,32
60 l.
7,17
1,11
18,44
110 l.
11,74
4,60
29,30
Comuni senza la tassa sul sacco
Tipo di sacco
Peso medio (Kg)
Peso min. (Kg)
Peso max. (Kg)
17 l.
1,72
0,17
4,65
35 l.
3,11
0,59
9,64
60 l.
4,81
1,40
9,12
110 l.
7,54
3,03
19,45
Tabella 1: Peso dei sacchi secondo sistema di tassazione
(Fonte: rielaborazione personale di „Erhebung der Kehrichtzusammenstellung 2001/02“ BUWAL,
Berna 2003)
A causa dell’evaporazione, del trasporto dovuto al vento ecc., risultò durante il
lavoro di cernita una perdita del 0,8% del peso.
I rifiuti vennero divisi in 18 Categorie1, 5 in più del 1992/93 e rispetto a quella
selezione la categoria “Materie plastiche” è stata divisa ulteriormente in:
“Contenitori plastici” e “Plastica, Altro”. La categoria “Materiali composti” è stata
divisa in “Elettrici/Elettronici”, “Batterie” e “Altri materiali composti”. Inoltre è
stata aggiunta la categoria “Rifiuti speciali”.
Durante la cernita si rese necessaria la divisione della categoria “Totale di carta”
in “Giornali” e “Carta non riutilizzabile”: questa scelta serve a rendere attenti
sulla quantità di carta riciclabile presente nei rifiuti.
Grazie al fatto che lo smistamento è avvenuto in modo accurato è stato possibile
avere solo un 2% (5% nel1992/93) di rifiuti che non sono stati selezionati a causa
della decomposizione, del fatto che erano appiccicati ad altri oggetti, oppure
troppo piccoli da poter essere catalogati.
1
Le diciotto categorie sono elencate e descritte nel primo allegato
9
Alessia Salmina
LavMat
2003
I calcoli fatti sulla base delle statistiche dell’ufficio federale di statistica e sulla
base di varie informazioni rese note dai comuni stessi, hanno reso possibile
creare una statistica che rivela il sacco “tipo” del comune cittadino svizzero.
Esso era composto nel seguente modo:
Il contenuto di un sacco dei rifiuti
Rifiuti speciali
0,2%
Altri M.C
14%
Batterie
0,1%
Resto
2%
Elettronici/Elettrici
0,6%
Altri metalli
1%
Vetro
4%
Cartone
4%
Plastica
13%
ImbP
2%
Vetro
Totale carta
16%
ImbC
4%
Minerali
5%
Tessili
3%
Rif.Biog.
27%
Ferro
Altri metalli
Ferro
2%
Rif.Org.
2%
Totale carta
Cartone
Minerali
Rif.Org.
Rif.Biog.
Tessili
ImbP
Plastica
ImbC
Elettronici/Elettrici
Batterie
Altri M.C
Rifiuti speciali
Resto
Grafico che esemplifica il contenuto del sacco “tipo” svizzero, diviso nelle diverse categorie con le
loro rispettive percentuali (Le sigle utilizzate per motivi di spazio si trovano nell’allegato 1)
(Fonte: Rielaborazione di “Erhebung der Kehrichtzusammensetzung 2001/02” BUWAL, Berna
2003)
Si nota che nei RSU vi sono molte materie plastiche e soprattutto imballaggi
composti (Nel grafico: IbmC) che spesso non possono venire riciclati (ad esempio i
contenitori del latte o di succhi di frutta Tetra-Brik) e soprattutto oggetti di vario
genere composti da più materiali o i cosiddetti “usa e getta”.
Infatti il 4% degli imballaggi presenti nei rifiuti è formato da materiali composti e
spesso si tratta di alluminio, plastica e cartone, che singolarmente potrebbero
essere riciclati, ma che in questo stato contribuiscono all’inquinamento
ambientale sia che vengano bruciati, sia che vengano depositati in discarica.
Nei rifiuti vi è ancora un 2% di imballaggi in plastica che spesso potrebbero
venire riciclati o restituiti.
La grande quantità di plastica presente nei sacchi della spazzatura (13%) è data
dal fatto che una gran parte degli oggetti che ci circondano nella vita quotidiana
vengono fabbricati da materiali derivanti dal petrolio.
Il 14% del contenuto dei nostri sacchi dell’immondizia è costituito da oggetti di
materiali composti, spesso però si tratta di materiali che non dovrebbero finire
nella spazzatura come tappeti, mobili rotti, giocattoli in disuso, ecc.
10
Alessia Salmina
LavMat
2003
Una grande parte della frazione “Totale carta”, in particolare giornali e riviste,
potevano essere riciclati senza alcun problema.
Anche la categoria del cartone che, come specificato nell’allegato numero 1,
prende in considerazione unicamente il cartone che può ancora venire riciclato
(contenitori per le uova, scatole senza stampa, ecc.), doveva venire riciclato.
Questo genere di cartone rappresenta circa il 4% il che vuole dire che 188'000
tonnellate (26,7 Kg/abitante) di cartone potevano essere riciclate evitando di
finire in discarica o nell’inceneritore.
È stata anche rinvenuta una discreta quantità di vetro (4%) nei sacchi dei rifiuti
che sono stati controllati dall’UFAFP e anch’essa poteva, tranne rari casi, venire
riciclata e contribuire alla creazione di nuovi oggetti in vetro.
Si tratta di 119'000 tonnellate di vetro sprecato, che hanno appesantito i sacchi
dei rifiuti urbani, cioè 16,8 Kg per abitante che potevano venire ancora riciclati.
La parte più consistente ( 27%) è data dagli scarti biogeni (Scarti di cucina, croste
di formaggio, cibo ancora imballato, …) che spesso non possono venire
compostati e che di conseguenza finiscono nella pattumiera.
Questo significa che delle 1'526'000 tonnellate esaminate, 435'000 erano
composte da materiali organici e che ognuno di noi ne produce circa 60 kg
all’anno.
È a mio modo di vedere preoccupante che ci sia ancora una, seppur minima,
percentuale (2%) di rifiuti speciali presente nei nostri sacchi della spazzatura che,
più di qualsiasi altra cosa, sono pericolosi per l’ambiente (ad esempio batterie che
contengono metalli pesanti, ecc.).
Per sicurezza statistica la campagna era stata divisa in due periodi: autunno
2001 e inizio 2002. Tra i due periodi considerati, le differenze sono poco rilevanti.
Le differenze riscontrate tra 2001/02 e 1992/93 sono maggiori.
La seguente tabella è stata elaborata dall’UFAFP per di stimare l’evoluzione del
contenuto del sacco dei rifiuti degli svizzeri, partendo dai dati forniti dai 33
Comuni.
Dalla campagna del 1992/93 la quantità dei rifiuti è diminuita di 1/6 cioè
200'000 tonnellate. L’80% di questa riduzione si è verificata nelle categorie
“Ferro”, “Carta” e “Cartone”.
11
Alessia Salmina
LavMat
2003
Tabella di confronto tra le quantità rilevate nel 19992/93 e quelle nel
2001/02
Categoria 1992/93
Tasso
2001/2002
Kg/ab/an.
Quantità
Tasso
Cambiamenti
Kg/ab/an.
(t)
Quantità Kg/ab/an. Quantità Tendenza
totale (t)
(t)
Ferro
2%
5,2
36'000
1,6%
3,3
24'000
A.Met.
1%
2,6
18'000
1,2%
2,6
18'000
Vetro
3%
7,8
54'000
4,2%
9,0
65'000
Tot. carta
21%
54,6
378'000
16,8%
35,5
256'000
Giornali e
_
_
_
(4,0%)
(8,5)
-61'000
riviste
¤¤
¢
+ 1,2 + 11’000 £¢
- 19,1- 122’000 ¤¤
- 1,9 - 12’000
0,0 0
--
_
_
_
Cartone
7%
18,%
126'000
4,1%
8,7
63'000
- 9,5 - 63’000
Minerali
6%
15,6
108'000
5,3%
11,1
80'000
- 4,5 - 28’000
Rif.Org.
5%
13,0
90'000
2,1%
4,4
32'000
- 8,6 - 58’000
Rif.Biog.
23%
59,8
414'000
28,5%
60,3
435'000
3%
7,8
54'000
2,9%
6,0
44'000
14%
36,4
252'000
14,3%
30,4
219'000
Tessili
Tot. Plast.
-
+ 0,5 + 21’000
- 1,8
- 10’000
- 6,0 - 33’000
ImbP
_
_
_
(2,3%)
(4,9)
-35'000
ImbC
3%
7,8
54'000
4,1%
8,7
62'000
Ele/Elet.
_
_
_
0,6%
1,2
9'000
-
-9'000
Batterie
_
_
_
0,07%
0,2
1'000
-
-2'000
8%
20,8
144'000
12,2%
25,7
185'000
_
_
_
0,2%
0,4
3'000
4%
10,4
72'000
2,0%
4,2
30'000
100%
260
1'800'000
100%
221,6
1'526'000
M.C
Rif. Spec.
Resto<8mm
Totale
¤¤
¤
¤¤
£¢
£¢
¤
-+ 0,9 + 8’000
+ 4,9 + 41’000
£¢
££
- (3’000)
- 6,2 - 42’000
¤¤
- 48,4 - 274’000 ¤¤
Tabella 2: Stima dei quantitativi per la Svizzera
(Fonte: rielaborazione personale di „Erhebung der Kehrichtzusammenstellung 2001/02“ BUWAL)
Le differenze riscontrate tra l’indagine del 1992/93 e quella del 2001/02 sono più
evidenti nel grafico che segue:
12
Alessia Salmina
LavMat
2003
Grafico di confronto tra le quantità del 1992/93 e quelle del 2001/02
Resto<8mm
Rif. Spec.
Imball.
Batterie
Ele/Elet.
I.C.
Tot. Plast.
Tessili
2002
1992
Rif. Natur.
Rif.Biog.
Minerali
Cartone
Tot. carta
Vetro
A.M.
Ferro
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
(Fonte: BUWAL “Abfall, Erhebung der Kehrichtzusammensetzung 2001/02“ Berna 2003)
13
Alessia Salmina
LavMat
2003
Capitolo secondo
CHE FINE FA IL NOSTRO SACCO ?
Come illustrato nel capitolo 1.1 i rifiuti vengono divisi in due parti. Il 56,2 % viene
depositato annualmente nella discarica in Valle della Motta, mentre il 43,8 %
viene trasportato in treno oltr’ Alpe, in impianti che non lavorano a pieno regime
se non con l’apporto di rifiuti ticinesi.
Gli impianti sovradimensionati non sono cosa rara in Svizzera, quindi la
Confederazione si sta impegnando al fine di evitare la costruzione di impianti che
in futuro non potranno lavorare a pieno regime e di coordinare la collaborazione
tra i 29 IIRU svizzeri per gestire le loro disponibilità.
L’incenerimento dei rifiuti non è monopolio assoluto degli impianti
d’incenerimento, ma è anche praticato da una miriade di forni appartenenti ad
industrie, che sfruttano l’energia contenuta nei rifiuti per le loro necessità di
produzione, a patto che sia compatibile con le esigenze ambientali.
2.1 La discarica n Valle della Motta
La discarica in Valle della Motta entrò in esercizio il 21. 05, 1991 e, nonostante
l’entrata in vigore il 1°. 01. 2000 del divieto di conferimento in discarica di rifiuti
combustibili, è ancora tutt’ oggi in funzione.
Il problema risiede nei quantitativi di rifiuti prodotti dagli svizzeri che sono,
seppur stazionari, leggermente supe riori alle capacità complessive degli
inceneritori
La discarica ha un volume utile di 1'062'000 mc, mentre la capacità potenziale
residua al 1.1.2001 era di 105'000 mc e dall’ entrata in esercizio i metri cubi
occupati sono 886'000, che corrisponde a 733'159,67 t.
Si tratta di una discarica reattore 2, la cui ubicazione viene studiata da diversi
punti di vista in modo da tenere conto soprattutto dei fattori ambientali e
dell’impatto di un’infrastruttura simile.
Per impedire qualsiasi tipo di conseguenza dannosa (gli odori, i rumori, la polvere,
il traffico e gli effetti del deterioramento del paesaggio circostante) e ottimizzare la
gestione della discarica, la progettazione deve considerare le condizioni
ambientali, le condizioni idrologiche e geologiche, il volume e la composizione dei
rifiuti, la vicinanza delle abitazioni e delle infrastrutture (strade, fogne,…), ecc.
Discarica reattore: Le discarica nella quale, secondo l’articolo 36 cifra 3 cpv.1 dell’Ordinanza
Tecnica sui Rifiuti, si possono conferire unicamente: rifiuti ammessi nelle discariche per materiali
inerti, le scorie provenienti da impianti di incenerimento per rifiuti urbani, nonché altre scorie con
caratteristiche analoghe ai rifiuti inerti e a quelli edili non combustibili.
2
14
Alessia Salmina
LavMat
2003
Inoltre va tenuto in considerazione lo stato iniziale del luogo in cui si vuole
insediare la discarica, studiandone le caratteristiche paesaggistiche e
naturalistiche, ma non solo. Nel caso della Valle della Motta ci sono tipi di boschi
unici per il resto del Mendrisiotto e delle specie di flora e fauna protette.
Per questo motivo una volta colmata una parte della discarica è necessario fare
un’operazione di rinverdimento, al fine di ridurre al minimo l’impatto ambientale.
Aspetto molto importante in una discarica reattore è l’impermeabilizzazione che
impedisca al percolato (liquido che si crea quando le acque sotterranee e quelle
superficiali vengono a contatto con il corpo dei rifiuti) di inquinare il terreno e le
falde circostanti.
Il terreno della valle ha caratteristiche argillose (poco permeabile) ed è adatto
all’insediamento di una discarica.
Dopo gli scavi viene edificata la complessa struttura di strati impermeabili, che
rendono il più sicuro possibile l’immondezzaio.
All’ interno di queste vasche vengono depositati dai 29 ai 40 metri di rifiuti, che
vengono più volte compattati tramite il peso delle ruspe.
La fase di compattazione è molto
importante, non solo dal punto di
vista dell’ottimizzazione del volume
dei rifiuti, bensì anche da quello dei
gas che vengono a contatto tra loro.
Il processo di decomposizione infatti
trasforma i rifiuti in prodotti inerti.
Le componenti organiche (scarti di
cucina, rifiuti di legno, carta e
cartone che non si possono
riciclare,ecc.) sono decomposte in
parte
attraverso
un
processo
biologico, la cui durata dipende da
diversi fattori.
Figura 2: Fase di compattazione alla discarica
in Valle della Motta. (Fonte: L.Salmina)
Le diverse fasi di decomposizione danno luogo a due importanti scarti: il percolato
e il biogas. Il primo viene raccolto in apposite condotte per venire convogliato
all’impianto di trattamento. Il percolato viene tratto in vari modi, da ottenere da
un lato acque depurate e dall’altra un concentrato di sostanze inquinanti. La
parte liquida viene immessa nelle canalizzazioni e depurata all’impianto impianto
di depurazione delle acque luride di Chiasso, mentre lo scarto fangoso contenente
le sostanze inquinanti, viene depositato nuovamente in discarica.
Il secondo scarto è l’insieme di gas che si creano per effetto dei processi biologici.
Queste emissioni gassose possono essere moleste e provocare nei dintorni della
discarica pericoli per le persone, le cose, per la vegetazione.
Al contempo si tratta però di una fonte energetica alternativa a quella degli oli
combustibili e dell’elettricità. Il fatto di poter utilizzare una fonte energetica
prodotta dalla discarica stessa, rende la discarica indipendente e più ecologica.
15
Alessia Salmina
LavMat
2003
Il biogas deve essere aspirato da reti di tubi di captazione e riutilizzato ad
esempio per il trattamento del percolato, per il riscaldamento degli immobili della
discarica o per altri usi quali la produzione di energia elettrica.
C’è una frazione di gas di minore qualità, che deve essere eliminata attraverso un
sistema di smaltimento, che garantisce la sicurezza verso le migrazioni esterne
alla discarica ed elimina il cattivo odore.
La presenza di biogas comporta l’applicazione di severe misure di sicurezza e di
controllo.
Il recupero energetico legato al biogas è un aspetto molto importante per la
gestione delle moderne discariche.
Ad esempio una tonnellata di RSU produce circa 200 mc di gas nell’arco di 30
anni, dai quali è possibile recuperare oltre 50 mc di metano che equivalgono a
circa 50 l di gasolio, oppure a 425'000 kcal o 1'779'475 kJ di energia elettrica.
Altro fattore importante in una
discarica è, come detto, il piano di
ricoltivazione che ha lo scopo di
ridurre
al
minimo
l’impatto
ambientale, di provvedere ad un
adeguato
inserimento
nel
paesaggio,
di
permettere
l’insediamento di una vegetazione
caratteristica del luogo e di creare
eventuali biotopi.
Il progetto di rinverdimento viene
studiato secondo le caratteristiche
che aveva il luogo in precedenza e
di quelle della regione in generale.
Le misure di sicurezza all’entrata
Figura 3: Parte della discarica ricoltivata. (Fonte: L.
in discarica (controlli di vario tipo:
Salmina)
peso qualità,…) non sono solo
finalizzati alla corretta gestione dell’immondezzaio, bensì anche per sensibilizzare
i fornitori e la popolazione.
In termini di sviluppo sostenibile una discarica é a mio modo di vedere meno
sostenibile di un’ impianto d’incenerimento.
Questo perché i processi di decomposizione sono molto lenti e una volta avviati è
pressoché impossibile fermarli. Se si verificasse un guasto
nell’impermeabilizzazione della discarica, l’intervento degli addetti non potrebbe
essere altrettanto tempestivo di quanto lo é in caso di un guasto in un IIRU.
Come detto la permeabilizzazione si trova sotto 30 metri di rifiuti e eseguire una
riparazione in essa sarebbe molto difficile, mentre disattivare un inceneritore é
quasi immediato.
Anche per questo motivo la Confederazione ha deciso di vietare il conferimento in
discarica di rifiuti urbani.
16
Alessia Salmina
LavMat
2003
2.2 Gli impianti d’incenerimento
Una parte delle 58'429 tonnellate di rifiuti ticinesi del 2001 sono state trasportate
su strada ferrata nel Cantone Turgovia dove, a Weinfelden, sono state bruciate
assieme ad altre centinaia di migliaia di rifiuti urbani, fanghi di depurazione
essiccati e altri materiali.
Questo perché la Svizzera si sta impegnando a bruciare la quantità maggiore
possibile di RSU, anche per rivalorizzarne il contenuto energetico.
Tutti i rifiuti smaltiti nello stabilimento di Weinfelden arrivano in treno e vengono
depositati nei grandi bunker dove, perché diventino una miscela omogenea,
vengono sparpagliati da una ruspa.
L’alimentazione di entrambi gli altiforni che bruciano annualmente 127'000 t. di
rifiuti, è completamente elettronica ed essi sono in funzione ventiquattr’ore su
ventiquattro e costantemente sorvegliati dagli addetti.
Le 26'000 tonnellate di scorie di lavorazione finiscono in una discarica del Giura
bernese e per l’altra metà in una discarica di proprietà dello stesso IIRU, a Pfyn.
Le oltre 3'000 t. di polveri dei filtri finiscono invece in una vecchia cava di
salgemma in Germania.
Le prestazioni dei IIRU allo stato attuale della tecnica vanno ben oltre la riduzione
dei rifiuti a un decimo del loro volume iniziale, essi funzionano simultaneamente
come centrali per la produzione di energia elettrica e di calore, con annessa anche
una “lavatrice” dei fumi di scarico.
Grazie al complesso sistema di depurazione tali gas sono meno inquinanti di
quelli sprigionati da una centrale a carbone o a petrolio.
Le concentrazioni di inquinanti nei gas di scarico sono notevolmente inferiori ai
valori limite e l’emissione di metalli pesanti è una piccola percentuale delle
concentrazioni permesse.
Nella regione attorno all’impianto di Weinflden si registrano addirittura valori di
inquinanti atmosferici inferiori a quelli precedenti all’entrata in servizio
dell’inceneritore. La ragione di questo miglioramento risiede nella vendita di
vapore ad una azienda vicina, che precedentemente utilizzava energia fossile.
In una tonnellata di RSU, infatti, si nascondono circa 3,5 megawatt/ora di
energia, pari a quanta ne produrrebbero 33 Kg di petrolio.
Il vapore prodotto passa attraverso una turbina a due fasi, che produce
annualmente 50'000 megawatt/ora.
Di questi, i due terzi sono immessi in rete e bastano a rifornire di corrente
elettrica 9’400 abitanti di Weinfelden. Inoltre garantiscono l’autosufficienza dal
punto di vista energetico dell’IIRU.
Il recupero energetico effettuato dagli IIRU svizzeri copre l’1,7% del fabbisogno di
energia elettrica del Paese e fa risparmiare agli svizzeri 333'000 t. di olio da
riscaldamento.
Recuperare l’energia presente nei rifiuti è un’alternativa allo sfruttamento dei
giacimenti petroliferi e carboniferi e alle centrali nucleari, anche se ovviamente
non é possibile sostituirle.
17
Alessia Salmina
LavMat
2003
Anche senza approfondire lo studio di questo argomento, è possibile affermare
che se ogni nazione sfruttasse il contenuto energetico dei suoi RSU sarebbe meno
dipendente da altre forme energetiche.
L’incenerimento non fa scomparire i rifiuti nel nulla, ma li trasforma e diluisce. Le
scorie (filtri dei fumi e la cenere rimanente) finiscono comunque in discarica.
Gli elementi più pericolosi, come i metalli pesanti intrappolati nei filtri si
mescolano ad altre sostanze e finiscono in discarica.
L’impianto a Weinfelden si occupa, quindi, anche di riciclaggio e di
sensibilizzazione, anche se in questo modo, come dice il direttore Peter Schmid, si
tira la zappa sui piedi.
Capitolo terzo
IL RICICLAGGIO
3.1 L’importanza del riciclaggio
La separazione dei rifiuti
da parte del cittadino ha
diversi lati positivi.
L’aspetto più evidente è
quello di diminuire la mole
di rifiuti urbani da
eliminare.
Secondariamente il
riciclaggio è strettamente
correlato all’idea di
sviluppo sostenibile in
quanto riciclare, come dice
la definizione stessa,
significa “Sottoporre una
Figura 4: Separazione casalinga dei rifiuti riciclabili. (Fonte:
L. Salmina)
sostanza a trattamento
che ne consenta l’utilizzo
in un nuovo ciclo
produttivo” 3.
Ogni materiale cosiddetto riciclabile può venire trattato in svariati modi a
dipendenza delle sue caratteristiche, per poi venire riutilizzato in una forma
completamente differente da quella originaria o ancora in modo simile. Alcuni
prodotti possono addirittura essere riciclati più volte se non infinite volte.
3
Definizione tratta da “Dizionario Italiano Sabatini Coletti” edizione Giunti, 1997
18
Alessia Salmina
LavMat
2003
Ciò che rende il riciclaggio importante dal punto di vista dello sviluppo è proprio il
fatto che si impiega uno scarto, che in altri casi finirebbe in discarica o
nell’inceneritore, per produrre un nuovo bene. Questa operazione permette di
risparmiare materie prime ed energia.
Risparmiare materie prime è un passo obbligato se si intende dare la possibilità
alle generazioni future di soddisfare i loro bisogni e mantenere a lungo termine le
condizioni ambientali necessarie alla vita sulla terra.
Le materie prime sono una risorsa limitata e in quanto tali non vanno inutilmente
sperperate.
Separare i rifiuti domestici il più possibile acquista quindi un’importanza
maggiore, se si pensa che renderà possibile ai nostri pronipoti, magari, di poter
usufruire dei beni che anche noi oggi possediamo, grazie al fatto che noi abbiamo
gestito in modo parsimonioso il materiale, l’energia, l’acqua, ecc. di cui sono
composti.
Non è sempre possibile riciclare un materiale, perché per renderlo idoneo
all’utilizzo potrebbe accadere che il processo inquini di più o sia più dannoso
all’ambiente che fabbricarne uno nuovo.
Si riciclano dunque unicamente i materiali per i quali si ottengono dei buoni
risultati come la carta e il cartone, il vetro, l’alluminio, eccetera.
In materia di sviluppo sostenibile, la Confederazione ci tiene a precisare che non è
sufficiente cercare di creare meno rifiuti urbani possibili, ma è altrettanto
importante cercare di evitare di crearne di riciclabili, nonostante essi siano molto
più sostenibili dal profilo ecologico.
Assieme al riciclaggio è anche molto importante il riutilizzo dei materiali
riutilizzabili. Alcuni oggetti non è necessario portarli al luogo di raccolta separata
o gettarli nella spazzatura, ma è possibile riutilizzarli per lo stesso scopo per il
quale sono stati fabbricati, oppure in modo completamente diverso.
Pensiamo solo ad una bottiglietta in PET, dopo che se ne è bevuto il contenuto.
Invece di schiacciarla, tapparla e gettarla in uno degli appositi contenitori (il che
non è assolutamente sbagliato), la si potrebbe tenere nel caso si avesse la
necessità di travasare un liquido o, semplicemente, nel caso si avesse bisogno di
portarsi una bibita sul posto di lavoro, a scuola, ecc..
Anche questi semplicissimi gesti di vita quotidiana possono rendere la nostra vita
un po’ più sostenibile.
A questo scopo anche in Ticino stanno nascendo i mercatini dell’usato, che
permettono lo scambio di vari oggetti usati, in buono stato e che dunque non
vanno gettati. L’Associazione delle Consumatrici della Svizzera Italiana, sta
promovendo un progetto in questo senso chiamato “Il rifiuto come risorsa”,
appoggiato dalla Confederazione nell’ambito della realizzazione di un progetto più
ampio di Agenda 21.
19
Alessia Salmina
LavMat
2003
3.2 Il riciclaggio della carta e del cartone
Il riciclaggio della carta è importantissimo, come lo è l’uso nella vita quotidiana di
carta riciclata al posto di quella bianca.
Utilizzare carta riciclata e permettere che i nostri scarti cartacei vengano riciclati
favorisce la diminuzione del disboscamento delle grandi foreste, che sono un
patrimonio per tutto il mondo e sono vitali per la vita stessa degli esseri umani.
Ad esempio una volta la carta dei giornali era composta per il 75% da pasta di
legno e per il 25% da cellulosa.
Oggi invece si impiega l’ 85% di carta usata e non è quasi più necessario
utilizzare cellulosa.
La raccolta e il riciclaggio della carta e del cartone sono vantaggiosi dal profilo
ecologico ed economico. Dal punto di vista ecologico, questa raccolta oltre a
ridurre i rifiuti urbani da smaltire permette, grazie al processo di riciclaggio, di
risparmiare energia (circa 30%) e di limitare l’uso di acqua e di materie prime.
La produzione di un foglio A4 di carta bianca consuma molta energia
(evaporazione dell’acqua): tra 40 e 60 Wh, cioè tanto quanto una lampadina a
basso consumo energetico in cinque ore.
L’operazione è pure economicamente vantaggiosa per il Comune che per la
raccolta e lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti urbani da eliminare deve
pagare circa 366Frs/t, mentre per il recupero e lo “smaltimento” della carta
raccolta separatamente è di circa 145 Frs.
La quantità di carta e cartone raccolta separatamente (di provenienza dalle
economie domestiche) in Svizzera è di circa 73 Kg pro capite all’anno. Nel 2000,
in Svizzera, su un consumo totale di 1,7 milioni di tonnellate di carta e cartone, il
64% è stato riciclato. Il materiale raccolto proveniente per il 50% dalle economie
domestiche e il resto viene consegnato da industria e artigianato.
I sistemi di raccolta della carta sono diversi e a volte combinati: il metodo
maggiormente diffuso è il ritiro a domicilio per mezzo di giri di raccolta.
Spesso però i Consorzi e i Comuni organizzano periodicamente dei punti di
raccolta (per ogni quartiere, palazzo,ecc.). Alcuni Comuni scelgono di mettere a
disposizione della popolazione un centro di raccolta dove di solito ci sono dei
contenitori appositi.
Un quinto della carta raccolta (pari a 230’000t.) in Svizzera va alla cartiera di
Utzensdorf nel Canton Berna. Un terzo di essa arriva in treno sugli appositi
binari.
In seguito viene pesata ed è necessario effettuare una cernita, perché spesso nella
carta straccia raccolta vi è ancora un 5-7% di sostanze estranee, costituite da
rifiuti o materiali destinabili ad altre raccolte separate e consegnati erroneamente.
20
Alessia Salmina
LavMat
2003
La carta viene poi decomposta in fibre che, dopo essere state definitivamente
divise dagli ultimi minuscoli residui (graffette, spille metalliche, ecc.), vengono
scolorite tramite un processo che non impiega il cloro (ecologicamente
problematico), bensì Perossido di Idrogeno (acqua ossigenata) che è molto più
eco-compatibile.
Dopo ancora qualche operazione la massa può essere trasformata in carta
riciclata.
Dunque nel giro di pochi giorni o qualche settimana il giornale che avevamo letto
ieri è già pronto per i titoli di domani.
3.3 Polietilenentereftalato, detto anche PET
Schiacciate, rotte, sui bordi della strada,
nelle scarpate, nei boschi, ovunque è
possibile incontrare un imballaggio per
bevande, che disperso nell’ambiente è
dannoso, ma che schiacciato e tappato,
come dice la celebre pubblicità della PETFigra 5: La figura rappresenta la famosa
Recycling Svizzera, è vantaggioso da molti
pubblicità della PET -Recycling “Schiaccia
punti di vista.
e Tappa”. (Fonte:www.pet-recycling.ch)
Sto parlando delle bottigliette in
polietilenentereftalato detto anche PET, che é un materiale pregiato di alta
qualità, infrangibile, leggero, rispettoso dell’ambiente, facilmente riciclabile.
Il PET viene interamente prodotto dal petrolio o dal metano
(1,9 Kg di petrolio è1 Kg di PET) impiegando circa 84 MJ (23 KWh).
Nel riciclaggio del PET può essere risparmiato il 60% di energia rispetto alla
produzione vergine.
La raccolta, organizzata dall’Associazione PET-Recycling, avviene tramite
contenitori gialli-blu posti in prevalenza nei punti di vendita, in quanto i
rivenditori sono tenuti a riprendere le bottiglie in PET. I Comuni invece non sono
tenuti a mettere a disposizione della popolazione contenitori, ciò nonostante già
in molti comuni si trovano i contenitori per la raccolta del PET.
La PRS mette a disposizione una rete di riciclaggio, che copre tutto il territorio
svizzero, permettendo così che si arrivasse in dieci anni ad una quota di
riciclaggio dell’82%. Questo buon risultato è da ricondurre alla collaborazione
ottimale tra l’industria delle bevande, del commercio al minuto ed infine, ma non
meno importante, i consumatori.
21
Alessia Salmina
LavMat
2003
Come nessun altro materiale plastico il
PET si può riciclare al 100% senza
problemi come materiale di fabbricazione,
materiale grezzo o energia termica.
Questa ultima variante non è tuttavia
autorizzata in Svizzera.
Le bottiglie vengono selezionate secondo il
colore, la grandezza, ecc. con dei sensori
elettronici che in una frazione di secondo
riescono a riconoscere il materiale
estraneo e a scartarlo. In seguito le
bottiglie vengono macinate e ridotte in
fiocchi. Le scaglie ripulite possono venire
riutilizzate nella creazione di tubi,
materiale di fabbricazione, fibre tessili e, in tempi recentissimi, è stato possibile
riciclare le vecchie bottiglie per fabbricarne delle nuove.
In Ticino si sono raccolte separatamente 1300 tonnellate di bottiglie in PET nel
corso dell’anno 2001, pari a 4 Kg per abitante. In Svizzera invece nel 2000 è stato
registrato un consumo di 30'700 t. di bevande in imballaggi PET e un recupero di
24’700t.
Figura 6: La figura rappresenta il ciclo del
PET. (Fonte: <www.pet-recycling.ch>)
Nel mese di settembre 2003, però, un’ edizione di “Facs” ha portato alla luce
quello che il giornalista Thomas Müller definisce “La manipolazione delle quote di
raccolta separata da parte della PRS”.
L’articolo accusa l’industria delle bevande di avere contraffatto i risultati per anni
e che la quota di riciclaggio sia nettamente inferiore all’ammirevole 75%
dichiarato.
La PET-Recycling Svizzera si difende dicendo che era noto a tutti come venivano
effettuati i calcoli e più in particolare era palese che gli imballaggi venivano pesati
con i tappi.
Il problema sta nel fatto che le bottiglie pronte all’imbottigliamento vengono
pesate e vendute senza coperchio, mentre quelle raccolte vengono pesate con il
coperchio.
Nel 2002 la PRS ha ridimensionato le cifre, dato che l’UFAFP ha scoperto
l’inganno. Le controversie però non si fermarono qui, perché nel frattempo vi sono
esperti tedeschi che asseriscono che sul peso totale hanno un’influenza anche le
gocce di liquido che rimangono nelle bottigliette.
Dunque se si toglie il peso dei tappi e i residui liquidi si arriva ad una quota di
riciclaggio del 62%, ben lontana dal 82% sbandierato nel 2001.
Intanto però la Confederazione pensa di introdurre un’ulteriore tassa sul
riciclaggio.
Una decisione simile ha sollevato il malcontento dei consumatori e delle
consumatrici della vicina Germania, che stanno boicottando le bevande in lattina
e in bottiglia in PET.
Nonostante le contraffazioni si può dire che la quota di riciclaggio è sicuramente
buona, ma va migliorata.
È importante riciclare le bottiglie in PET perché da esse si ricava del nuovo
materiale di natura petrolifera. Il riciclaggio diminuisce dunque l’estrazione di
petrolio ed è perfettamente in linea con l’obbiettivo di preservare le materie prime.
22
Alessia Salmina
LavMat
2003
3.4 Il riciclaggio dell’alluminio
L’alluminio è un materiale relativamente giovane e il suo impiego negli imballaggi
risale alla prima metà del 1900. L’alluminio si ricava dalla bauxite che è il terzo
elemento più presente nella crosta terrestre (8%).
L’imballaggio presenta diversi vantaggi: peso minimo, facile da trattare e
infrangibile, ottimo conduttore termico, ma è soprattutto idoneo al riciclaggio.
Il 35% del fabbisogno mondiale di alluminio è già coperto con la produzione di
materiale riciclato e in Europa una lattina d’alluminio per bevande contiene già
più del 60% di alluminio riciclato.
Da più di dieci anni l’IGORA, un’associazione di diverse aziende che operano nel
campo dell’alluminio, è responsabile della raccolta e del riciclaggio di lattine
d’allumino vuote per bevande.
L’IGORA organizza, coordina e controlla il riciclaggio in collaborazione con i
Comuni, i commercianti e altre organizzazioni.
In Svizzera una fitta rete di raccolta, che si estende su tutto il territorio nazionale,
garantisce da parecchi anni il recupero delle lattine vuote e ogni anno ne vengono
raccolte 1800 t. In Ticino, nel 2001, si sono raccolte 31 tonnellate di lattine.
Più di 6000 presse per lattine, ubicate in luoghi di vendita e consumo molto
frequentati, garantiscono il recupero delle lattine di alluminio vuote e fanno in
modo che rimangano nel ciclo dei materiali. L’IGORA si preoccupa poi di
recuperarle e di avviarle al commercio di rottami.
Non sempre però nei punti di vendita o di consumo si trovano dei contenitori per
la raccolta degli imballaggi in alluminio, così i Comuni mettono a disposizione nei
luoghi di raccolta anche contenitori per la raccolta dell’alluminio e della latta.
Questi due materiali possono venire raccolti insieme perché nel luogo di cernita
avviene la separazione per mezzo di una calamita che quindi non attira
l’alluminio.
Dai vari canali di raccolta le lattine d’alluminio giungono a delle imprese svizzere
che raccolgono i rottami (via treno), che poi le portano agli stabilimenti di
riciclaggio.
Questi si trovano all’estero, soprattutto in Germania nei pressi del confine con la
Svizzera.
Il processo di riciclaggio viene effettuato in due tempi. Il primo passo consiste nel
bruciare a basse temperature le particelle organiche degli imballaggi, cioè gli
strati laccati o le vernici. Poi per la fusione dell’alluminio si passa a un semplice
forno fusorio. Il forno viene riempito di lattine preparate in precedenza e, dopo
che il materiale è stato fuso, viene trasformato in grossi pani, che dopo il
raffreddamento vengono immagazzinati.
Gli stabilimenti dispongono di moderni forni che emettono poche esalazioni
nocive. I forni funzionano per lo più a gas e sono conformi alle severe norme
tedesche sui gas di scarico.
Mediante la laminazione dei pani si ottengono dei nastri di alluminio molto
pesanti con i quali si producono nuove lattine.
23
Alessia Salmina
LavMat
2003
Rispetto alla produzione primaria dell’alluminio, il riciclaggio permette un
risparmio energetico del 95%.
Nonostante dunque si tratti di un elemento abbondante nel nostro suolo, non va
sprecato, soprattutto se il suo riciclaggio è così vantaggioso dal punto di vista
ambientale ed economico.
Capitolo quarto
IL COMPOSTAGGIO
4.1 L’importanza del compostaggio
Come abbiamo visto nel capitolo 1.3, il nostro sacco dei
rifiuti è composto per il 27% di scarti biogeni (scarti di
cucina, scarti del giardinaggio, …) e da scarti organici,
come legname, foglie, eccetera.
Una grande parte di questi scarti potrebbero non trovarsi
nel sacco dell’immondizia se venissero utilizzati per
creare dell’ humus.
Ogni economia domestica produce degli scarti che
rappresentano risorse che non devono venire sprecate
nei sacchi della spazzatura.
Riciclando gli scarti prodotti da ogni singola economia
domestica, trasformandoli in humus, non si fa nient’
altro che imitare ciò che la natura fa da millenni.
Figura 7: La figura
rappresenta in modo
allegorico il compostaggio.
(Fonte a piè di pagina)
La natura produce ben più rifiuti di quanto noi saremmo capaci: non solo mucchi
di foglie, ram4i, fiori, peli e piume, ma anche ogni tipo di sostanze che ci
sembrerebbero riservate esclusivamente alla nostra civiltà, come profumi,
insetticidi, coloranti, veleni,…Eppure niente si accumula.
L’albero, per esempio, vive in mezzo ai propri rifiuti senza intossicarsi. In autunno
perde le sue foglie che egli stesso ha creato dall’acqua, dall’anidride carbonica e
dai sali minerali. La natura è però organizzata in modo tale che ciò che è uno
scarto per qualcuno, è una fonte di cibo per altri. Gli organismi che vivono nel
suolo “smontano” le foglie per restituire acqua, anidride carbonica e sali minerai
al suolo. Da questi nuovi elementi l’albero sarà in grado di fabbricarsi le foglie
nuove per l’anno successivo.
4
Fonte della figura 3: Commissione nazionale svizzera per l’UNESCO “I rifiuti urbani, problema
globale” Berna 1989
24
Alessia Salmina
LavMat
2003
Come detto con il compostaggio dei rifiuti biogeni non si fa che imitare la foresta,
perché si tratta dello stesso processo naturale di degradazione. La composta che
ne deriva permette di restituire al suolo humus e sostanze nutritive, che i concimi
chimici non forniscono, o non in quantità sufficienti, con il rischio, nelle
agricolture moderne, che il terreno si esaurisca.
Riciclando gli scarti vegetali si hanno dunque due aspetti positivi, oltre a
diminuire la massa di RSU da smaltire negli IIRU:
1) Diminuisce il rischio di esaurimento del terreno con l’utilizzo di concimi
naturali
2) Si evitano gli effetti negativi sulla natura che comportano i fertilizzanti
chimici.
Tutto ciò che é costituito da materia organica e che può servire da nutrimento
agli organismi, é adatto al compostaggio, cioè:
• Verdure o bucce di frutta,
• Resti alimentari,
• Fiori appassiti,
• Fondi di caffè, bustine da tè,
• Resti di lana, piume, ecc.
• Scarti di giardino, taglio d’erba, fogliame, rami sminuzzati, letame degli animali
da cortile o bestiame grosso, ecc.
Non devono invece esserci:
• Scarti di origine animale (per es. croste di formaggio, resti di carne, …)
• tutti i materiali attualmente riciclabili (vetro, carta, olii, ferro, alluminio, ecc.)
• Plastica, gomma, sassi, eccetera,
• Legno di grosso taglio
4.2 Un esempio pratico
In Svizzera le leggi in vigore stabiliscono che occorre promuovere nel limite del
possibile il copostaggio degli scarti vegetali nel proprio giardino o orto, il che
comporta investimenti ridotti.
La quantità di scarti vegetali raccolta e rielaborata in Ticino nel 2001 è di 25'900
tonnellate, pari a 84,5 Kg per abitante. L’operazione è costata al Cantone 170 Frs.
a tonnellata, cioè circa 15 Frs. per abitante.
Separare i rifiuti vegetali non è sostenibile solo dal punto di vista ecologico, bensì
anche da quello economico.
Come illustrato nella pagina seguente il cantone potrebbe risparmiare circa sette
milioni e quindi ne beneficerebbero anche i ticinesi.
25
Alessia Salmina
LavMat
2003
I RSU da eliminare in Ticino sono:
• 134'000 t all’anno
Gli scarti vegetali raccolti in
Ticino:
• 26'000 t. all’anno
Al costo di:
•366 Frs/t
Al costo di:
•170 Frs/t
⇒134’000×366=49'044'000 Frs.
⇒26’000×170=4'420'000 Frs.
Sommando i costi si ottiene:
49'044’000+4'420’000=53'464'000 Frs.
Il 27% dei RSU è costituito da rifiuti biogeni (non tutti i rifiuti biogeni sono
compostabili) la parte di rifiuti biogeni non compostabili viene compensata dalla
percentuale di rifiuti organici presenti nei sacchi dei rifiuti:
27/100×134’000=37'520 t di rifiuti che si sarebbero potute compostare.
134’000−37’520=96'480 t di RSU realmente da eliminare, che costerebbero:
96’480×366=35'311'680 Frs. all’anno.
Alla quantità di scarti vegetali raccolti va quindi aggiunta la parte di rifiuti biogeni
tolta dai RSU:
26’000+37’520=63'520 t. di scarti compostabili che costeranno:
63’520×170=10'798'400 Frs. all’anno
La somma tra RSU e scarti vegetali risulta:
35'311’680+10'798’400=46'110'080 Frs.
53'464’000−46'110’080=7'353'920 Frs. di
risparmio all’anno.
(Si tratta di un’elaborazione personale dei dati raccolti.)
26
Alessia Salmina
LavMat
2003
Sulla base del decreto esecutivo del 1987 sul divieto dei fuochi all’aperto e del
compostaggio degli scarti vegetali, i Comuni hanno il compito di organizzare la
raccolta e il compostaggio degli scarti vegetali. I sistemi adottati per la raccolta
sono diversi: consegna diretta alla piazza di compostaggio, consegna in uno o più
punti del comune o il giro verde: ritiro porta a porta.
In Ticino vi è però ancora il 3% della popolazione che non dispone della possibilità
di ricorrere a strutture organizzate dal Comune per la consegna degli scarti
vegetali.
La popolazione di Bioggio non fa parte di questo 3%, in quanto per ovviare ai
problemi legati alla raccolta separata degli scarti vegetali, il Comune ha adottato
un nuovo sistema di raccolta.
Precedentemente gli scarti venivano raccolti in benne che venivano vuotate del
loro contenuto e trasportate al luogo di smaltimento da un’azienda.
Questo sistema comportava svariati problemi: In caso di pioggia il contenitore
accumulava molta acqua, spesso si trovavano rifiuti che si sarebbero dovuti
portare alla raccolta dei rifiuti ingombranti o ancora più spesso, gli scarto vegetali
venivano abbandonati nei sacchi (solitamente di plastica) tramite i quali venivano
trasportati fino al luogo di raccolta del quartiere. Altre volte invece era necessario
depositare i propri scarti accanto alla benna perché questa era stracolma.
Dall’aprile del 2002 gli scarti vengono raccolti secondo il sistema porta a porta,
tramite dei contenitori verdi venduti dal Comune alla popolazione. Ne è stato
venduto uno ad ogni casa al costo di 30 Frs., nel quale si possono gettare tutti gli
scarti vegetali compostabili di piccolo taglio. Non era obbligatorio acquistarlo,
bensì vivamente consigliato. La raccolta avviene ogni martedì pomeriggio tramite
un automezzo di un’azienda che si occupa della raccolta e dello smaltimento.
L’alternativa sembra avere successo ed essere apprezzata dai cittadini che,
avendo a disposizione un contenitore giusto fuori casa (anche i palazzi), possono
gettarvi i loro scarti vegetali riducendo alquanto la mole di RSU.
Al comune questa operazione costa circa 20'000 Frs. in meno rispetto alla
raccolta delle benne utilizzate in precedenza (Cira 60’000 Frs. all’anno).
Nonostante Bioggio abbia molto probabilmente agito con lo scopo di risparmiare,
sta incentivando gli abitanti a riciclare i propri scarti, affinché possano diventare,
magari, il concime per i prodotti agricoli che mangeranno in futuro.
27
Alessia Salmina
LavMat
2003
Capitolo quinto
CHI INQUINA PAGA
5.1 Le tasse anticipate
Secondo i principio enunciato dalla Legge sulla Protezione dell’Ambiente articolo
2, i costi dello smaltimento dei rifiuti sono sostenuti da chi ne è la causa.
Di regola il riciclaggio dei rifiuti riciclabili viene finanziato da una tassa di
smaltimento anticipata o di riciclaggio anticipata (d’ora in avanti anche TSA,
TRA), che viene versata dai fabbricanti, dagli importatori e dei commercianti dei
prodotti alle organizzazioni competenti.
Per contro, la raccolta della carta usata e del cartone viene in gran parte tuttora
finanziata dai comuni. L’impiego di entrate fiscali generali per tali obbiettivi
contraddice però il principio di causalità, ragione per cui a medio termine sono
previste nuove disposizioni per il finanziamento.
Le tasse di smaltimento/riciclaggio anticipate non hanno alcuno scopo di lucro
come precisa la PET-Recycling Svizzera.
Un anno dopo l’entrata in vigore dell’Ordinanza sugli Imballaggio per Bibite (ora
in avanti anche OIB), la PET-Recycling Svizzera riscuote sulle bottiglie per
bevande di PET, non riutilizzabili, senza deposito, una TRA per ogni bottiglia,
finanziando così il ritorno di quelle usate, non riutilizzabili, nel circuito
economico.
La TRA è un puro e semplice strumento di finanziamento, che ha permesso nel
2000 di far fluire nel fondo di riciclaggio 23 milioni di franchi. Questi mezzi
furono impiegati per la cernita, il trasporto, l’amministrazione, i contenitori per la
raccolta e per la comunicazione. Già negli anni novanta fu possibile abbassare la
tassa da 10 a 5 centesimi e nel 1999 a 4 centesimi, questo grazie all’aumento
della quantità raccolta e all’alta redditività di trasporto, cernita e magazzinaggio
per le bottiglie da 1,5 l. Per le bottiglie da 0,5 l litro i 4 centesimi furono raggiunti
nel 2000.
Anche per quanto riguarda la raccolta degli imballaggi in allumino o latta bianca,
IGORA e Ferro Recycling riscuotono, sulla maggior parte degli imballaggi, un
contributo di riciclaggio anticipato pari a 4 centesimi sulle lattine in alluminio,
0,5 cts. per le vaschette di cibo per gli animali e per i tubetti in alluminio di
prodotti alimentari e 1 cts. per le lattine in acciaio. Con questa entrata le due
ditte versano ai Comuni 60 Frs. a tonnellata per contribuire in parte ai costi di
gestione di questi materiali, ed in particolare per coprire i costi di raccolta e di
trasporto al centro di trattamento.
A coloro che raccolgono le lattine (Bar, ristoranti, singoli cittadini,…) l’IGORA dà
un compenso di 1,30 Frs. al chilogrammo, sotto forma di buoni.
Il sistema delle TSA è anche applicato alle bottiglie per bevande in vetro, agli
elettrodomestici ed altre categorie. A partire dal 1° gennaio del 2003 è possibile
restituire gratuitamente gli elettrodomestici di piccolo o grosso taglio ai
rivenditori.
28
Alessia Salmina
LavMat
2003
La TRA/TSA è come detto sostenibile dal punto di vista economico, perché
colpisce unicamente coloro che consumano un certo prodotto e che dunque
inquinano.
Lo stesso ragionamento potrebbe essere valido anche per i rifiuti solidi urbani che
non possono venire riciclati e che dunque finiscono nel sacco dei rifiuti.
5.2 La tassa sul sacco
Secondo la Legge sulla Protezione dell’Ambiente (LPAmb) i costi legati ai rifiuti
urbani che la Confederazione deve sostenere, non sono più coperti dalle entrate
fiscali, ma sono in primo luogo a carico dei cittadini che inquinano.
I Cantoni provvedono affinché i costi di smaltimento dei rifiuti urbani siano
finanziati mediante emolumenti o altre tasse conformemente al principio di
causlità 5.
Per “principio di causalità” si intende che chi inquina paga e nel caso specifico dei
rifiuti chi ne crea molti paga tanto, mentre chi ne produce pochi pagherà di
meno.
Si potrebbe obbiettare che la tassa è poco sociale in quanto colpisce in maniera
uguale persone con redditi bassi e alti. Va però ricordato che lo stesso accade per
molte tasse attualmente in vigore in Svizzera (dal costo del biglietto del bus, al Kg
di pane, al biglietto d’entrata al cinema). Anche le tasse forfetarie comunali
attualmente vigenti non fanno alcuna distinzione di carattere sociale.
Lo scopo della tassa sul sacco è soprattutto di tipo incentivante, nel senso che
serve a indurre a modificare il comportamento delle persone che non si curano di
separare i materiali riciclabili dai rifiuti domestici e premiare chi procede
scrupolosamente a questa separazione.
In alcuni casi vi sono delle facilitazioni che consistono nella concessione gratuita
di un certo numero di sacchi ufficiali alle famiglie numerose, a quelle con figli in
tenera età (per tenere conto del volume creato dai pannolini) e a quelle che
comprendono tra i loro membri persone incontinenti.
Due ricerche condotte dall’UFAFP a livello Svizzero mostrano che, grazie alla
tassa sul sacco, il pubblico è diventato più sensibile ai problemi ambientali ed è
aumentata la raccolta separata dei rifiuti. L’80% degli abitanti dei 13 comuni
svizzeri nei quali è stato compiuto il primo studio, si è detto favorevole alla tassa,
definendola <<un principio coerente>>, mentre l’87% ha detto che i costi sono
<<ragionevoli>>.
Dal punto di vista delle quantità la seconda indagine condotta dall’UFAFP
inerente la composizione dei rifiuti (già menzionata nel capitolo 1.3), dimostra che
i Comuni con la tassa sul sacco eliminano circa 100 Kg per abitante in meno di
quelli senza il sistema di finanziamento.
5
Estratto dell’Articolo 32° della LPAmb. Che si trova per esteso come allegato 2
29
Alessia Salmina
LavMat
2003
In 9 delle 17 categorie di rifiuti selezionate si denota una diminuzione
significativa delle quantità presenti nei rifiuti. Le differenze più marcate si sono
registrate nelle categorie “Ferro”, “Totale carta”, “Cartone”, “Vetro” e “Rifiuti
biogeni”. Differenze seppure minori si sono riscontrate anche nei gruppi
“Minerali” e “Totale plastica”.
Categorie
Valori tipici (medie) in Kg per ab.
Tutti i comuni
Differenza
Comuni senza la
Comuni con la
tassa sul sacco
tassa sul sacco
delle medie
Totale Carta
35,5
52,0
26,0
50%
Cartone
8,7
11,7
7,1
40%
Rifiuti Biogeni
60,3
81,2
48,3
41%
Vetro
9,0
14,5
5,8
60%
Ferro
3,3
5,0
2,4
53%
Minerali
11,1
13,2
9,9
25%
Imballaggi in Plastica
4,9
6,4
4,0
37%
Totale Plastica
25,5
29,8
23,1
22%
Altri materiali*
Quantità dei rifiuti
53,4
55,6
211,7
52,0
269,0
6%
178,6
34%
*) Contiene le restanti categorie
Tabella 3: La tabella illustra le differenze (Medie) riscontrate nelle diverse categorie di rifiuti
riciclabili tra comuni con e senza la tassa sul sacco.
(Fonte:Traduzione dal tedesco di “Abfall, Erhebung der Kehrichtzusammensetzung 2001/02”
Buwal Berna 2003)
In particolare dalla tabella si nota che in quasi tutte le categorie che
comprendono materiali riciclabili la differenza é attorno al 50%.
Questo significa che i consumatori prestano maggiore attenzione a quello che
buttano, da un lato perché tocca loro pagare tutto il superfluo che scartano e
dall’altro perché si sono resi conto che l’impegno quotidiano necessario per
separare i rifiuti è minimo.
Dati gli evidenti vantaggi che porta la tassa sul sacco, soprattutto dal punto di
vista dei quantitativi (aumento delle quantità di raccolta separata e diminuzione
dei rifiuti da eliminare), ci si può chiedere come mai il Ticino non abbia ancora
adottato questo sistema di finanziamento.
La proposta di introdurre una tassa sul sacco è stata bocciata dal Parlamento
nell’ottobre del 2001 (per un solo voto). Ad avere votato contro sono stati l’Unione
Democratica di Centro e la Lega dei Ticinesi.
Ad appoggiarla in particolare il Partito Socialista e quello dei Verdi.
Nonostante la decisione del Gran Consiglio, molti Comuni hanno adottato il
sistema della tassa sul sacco, che sostituisce il sistema della tassa base riscossa
da molti comuni, che però non è conforme al principio di causalità.
Essa infatti viene riscossa una volta all’anno dai Comuni ed è calcolata in base a
diversi criteri. Non è quindi una tassa che incentiva la popolazione al riciclaggio o
al riutilizzo. Durante l’arco dell’anno la singola economia domestica non trae
30
Alessia Salmina
LavMat
2003
grandi vantaggi, dal lato finanziario, se separa accuratamente i rifiuti. Di solito
però all’aumentare delle quantità di RSU da eliminare, aumentano anche i costi
per i Comuni, il ché comporta un aumento dell’aliquota da pagare per tutti i
cittadini, quelli che separano i rifiuti e quelli che non lo fanno e questo non è
giusto a mio avviso.
I Comuni ticinesi che hanno una tassa sul sacco hanno ottenuto buoni risultati e
hanno in genere quasi dimezzato le quantità di RSU raccolte.
A fronte dei buoni risultati riscontrati anche in Ticino, negli ambienti politici che
avevano sin dall’inizio appoggiato la tassa sul sacco si sta pensando di riproporre
un progetto per una tassa sul sacco cantonale.
Concludendo si può affermare che anche la tassa sul sacco è una componente
importante nel tema dei rifiuti, perché ha lo scopo di sensibilizzare e incentivare i
consumatori al riciclaggio e quindi di diminuire gli sprechi. È però anche triste, a
mio avviso, che si debba utilizzare un mezzo finanziario per cambiare il
comportamento delle persone e che la maggior parte della popolazione, senza un
incentivo di tipo monetario, non si impegni nel dare un futuro dignitoso ai propri
figli, nipoti,…
Capitolo Sesto
NON CREARE PER NON DOVER SMALTIRE
6.1 Migliorare è possibile
Nelle precedenti pagine ho cercato di illustrare l’importanza di una gestione
intelligente dei rifiuti e in particolar modo di quanto, in realtà, la singola persona
possa fare con dei piccoli gesti, nella vita quotidiana, per migliorare le prospettive
per le generazioni avvenire.
Spesso si tende a mascherare le proprie responsabilità dietro frasi del tipo “Sono
le aziende che imballano eccessivamente i loro prodotti !”. È vero, le aziende sono
in gran parte responsabili dell’immane mole di rifiuti che creiamo, ma ognuno di
noi può fare di più oltre a separare correttamente i rifiuti riciclabili da quelli che
devono finire nella pattumiera.
Rendiamo dunque più sostenibile il nostro sacco della spazzatura !
I gesti più banali come affiggere un adesivo sulla nostra buca delle lettere, che
dica che non si vuole ricevere pubblicità superflua, fanno una grande differenza
se ognuno di noi ci mette un po’ di buona volontà. Il fatto di non ricevere
pubblicità indesiderata porterebbe due benefici principali: innanzi tutto
diminuirebbe la quantità di carta che si deve ammassare per la raccolta separata
e poi, dato che spesso i cataloghi sono rivestiti con della plastica, si diminuirebbe
la quantità di plastica presente nella spazzatura.
31
Alessia Salmina
LavMat
2003
Un altro esempio che tocca da vicino la maggior parte delle persone, ma
soprattutto le famiglie, sono i contenitori del latte.
Una decina di anni fa nel Cantone di Lucerna era possibile recarsi al negozio con
un piccolo bidoncino e riempirlo di latte. Il bidoncino veniva prestato dai
contadini o dai negozi (con un piccolo deposito) e faceva in modo che il latte non
dovesse venire imbottigliato nei contenitori che tutti conosciamo.
Purtroppo é rarissimo, se non impossibile, trovare un sistema di questo tipo in
Ticino. La maggior parte dei negozi di alimentari, però, vende il latte sia nei
contenitori in Tetra Pack (scatole di cartone e plastica, che dopo l’utilizzo non
possono venire riciclate assieme alla carta), che in bottiglie di plastica che si
possono restituire dove le si sono acquistate e che poi vengono riciclate.
È quindi più saggio spendere qualche centesimo in più e comperare i contenitori
che si possono restituire.
Per rimanere in ambito casalingo si può ridurre la quantità di plastica e carta nei
propri rifiuti se, quando si va a fare la spesa, si evita di prendere ogni volta un
nuovo sacco di plastica, ma si porta da casa un sacco già utilizzato in
precedenza, un cestino o una borsa di stoffa.
Inoltre è molto importante il riutilizzo di quegli oggetti che a noi non servono più,
ma che sono ancora utilizzabili, come spesso capita con gli indumenti che non
devono finire nel sacco dei rifiuti.
Anche in Ticino stanno prendendo piede un po’ ovunque i mercatini dell’usato,
che permettono di portarvi oggetti già utilizzati e in buono stato.
I negozi tuttora esistenti fanno parte del progetto “Il rifiuto come risorsa” dell’
ACSI nel progetto più ampio dell’Agenda 21 locale.
Vi sono poi anche le associazioni che raccolgono abiti usati per distribuirli nei
paesi in via di sviluppo.
Si potrebbero fare ancora moltissimi altri esempi, ma è chiaro che con un po’ di
buona volontà e buon senso è possibile ridurre drasticamente il contenuto dei
nostri sacchi neri.
In questo modo si eviterebbe di disperdere nell’ambiente, sotto varie forme,
risorse preziose che non potranno più essere riutilizzate.
L’avvenire delle generazioni future dipende anche da come quelle odierne
gestiscono le risorse che la natura ci offre.
I rifiuti urbani sono il più palese degli sprechi e bisogna creare la consapevolezza
nelle persone che ci stiamo avviando a gran velocità verso l’esaurimento delle
materie prime, delle energie, eccetera.
La salvaguardia di tutte le risorse è strettamente correlata con i rifiuti urbani,
perché una volta che il nostro sacco dei rifiuti si trova in uno dei cassonetti
predisposti alla raccolta, il suo contenuto è sprecato e le materie prime in esso
contenuto sono perse (tranne il recupero di energia).
32
Alessia Salmina
LavMat
2003
6.2 L’importanza della sensibilizzazione
Tasse di smaltimento anticipate, tasse di riciclaggio anticipate, tasse sui sacchi
dei rifiuti e via dicendo, sono unicamente dei sistemi finanziari che cercano di
modificare il comportamento delle persone, che senza questi espedienti che
toccano il portafoglio sono reticenti a cambiare le loro abitudini.
Le autorità e diverse organizzazioni stanno però cercando di sensibilizzare la
popolazione, affinché in un prossimo futuro non si debba più ricorrere a sistemi
economici per incentivare al riciclaggio.
Esse, infatti, pubblicano articoli sui giornali, stampano locandine informative che
vengono mandate a tutte le economie domestiche, intervengono in programmi
radiofonici o televisivi e, talvolta, organizzano delle esposizioni.
Il Cantone assieme all’Ente Smaltimento dei Rifiuti (ERS) e al Consorzio di
Distruzione dei Rifiuti di Riazzino (CIR), per esempio, invia già alle scuole
elementari del materiale che informi i bambini sull’importanza dei rifiuti. Si tratta
di giochi di società, esercizi, racconti che coinvolgono i bambini in modo attivo nel
“mondo” dei rifiuti.
Una buona educazione in materia di riciclaggio a livello di scuole elementari è
basilare secondo me, affinché i bambini si abituino sin dalla tenera età ad un
comportamento corretto.
I Comuni dal canto loro sono tenuti ad informare la popolazione su come e
quando vengono fatte le raccolte separate, per esempio, della carta o degli scarti
vegetali.
Il Comune di Bioggio, ad esempio, dopo avere riscontrato dei comportamenti
scorretti da parte della popolazione (cestini pubblici colmi di rifiuti ingombranti,
frigoriferi abbandonati, fagotti di carta nei sacchi di plastica, ecc.), ha pubblicato
sul giornalino comunale “Qui Bioggio” un articolo che spiegava cosa si può
riciclare e quindi dove portarlo, oppure cosa non si può riciclare e non deve
trovarsi nei punti di raccolta.
Anche gli enti di raccolta e smaltimento inviano ad ogni fuoco le istruzioni che
spiegano come separare i rifiuti e come ci si deve comportare con gli scarti chimici
o più in generale con i rifiuti speciali, questo per evitare che nei contenitori della
raccolta separata finiscano corpi estranei.
Le aziende e le associazioni che si occupano di riciclaggio utilizzano una parte
degli introiti provenienti dalle TRA per l’informazione. Tramite campagne
pubblicitarie e di sensibilizzazione esse informano sulla loro attività e sul
riciclaggio in generale.
33
Alessia Salmina
LavMat
2003
Allo scopo di informare e sensibilizzare i Ticinesi sull’importanza della
separazione dei rifiuti, l’Associazione delle Consumatrici della Svizzera Italiana, in
collaborazione con il Dipartimento del Territorio e l’ERS, ha pubblicato delle
schede che illustrano in modo chiaro come avviene la raccolta e il riciclaggio, e
altri particolari connessi ai rifiuti riciclabili o restituibili.
Uno degli obbiettivi principali di questo opuscolo è quello di incentivare la
popolazione alla raccolta separata dei vari materiali, mediante un’informazione
adeguata.
L’ACSI propone anche 4 parole d’ordine per un consumo sostenibile: le “4R”:
ü Ridurre, badare all’essenziale, evitando lo spreco;
ü Recuperare/Riciclare, cioè riutilizzare lo stesso oggetto finché è servibile e
riciclare tutto ciò che può essere rigenerato;
ü Riparare, cioè non gettare gli oggetti al primo danno;
ü Rispettare, che é l’imperativo alla base di tutto.
Questi quattro punti sono, a mio avviso, molto importanti e se rispettati possono
essere un concreto contributo alla creazione di uno futuro più sostenibile per le
generazioni future.
34
Alessia Salmina
LavMat
2003
CONCLUSIONE
Raccogliendo informazioni e scrivendo il mio lavoro di maturità ho acquisito delle
conoscenze che mi hanno permesso di arrivare ad una conclusione fondamentale:
“Ognuno di noi è importante per il futuro del mondo intero ed ha la possibilità
concreta di cambiare le cose.”
Un anno fa credevo che il termine “sviluppo sostenibile” facesse parte di
quell’infinità di espressioni utilizzate negli ambienti politici che si riferiscono a
qualcosa di astratto.
Sapevo da un lato cosa significava, ma credevo che io, nel mio piccolo, non
potessi fare niente.
Quando iniziai ad interessarmi di rifiuti, mi accorsi che moltissime nostre azioni
sono collegate al concetto di “sviluppo sostenibile”, anche le più banali, come
gettare un tubetto vuoto di senape nel sacco dei rifiuti.
Svolgere un lavoro sui rifiuti solidi urbani, mi ha consentito di vedere da vicino le
problematiche legate agli scarti che creiamo tutti i giorni e che vengono portati vi a
dai netturbini.
Ognuno di noi è responsabile di ciò che finisce nel proprio sacco dei rifiuti, e
anche senza l’incentivo di una tassa sul sacco dovremmo cambiare le nostre
abitudini quotidiane.
Credo di avere dimostrato nelle pagine precedenti che con poco impegno tutti i
giorni è possibile diminuire drasticamente la mole di RSU che finiscono negli
inceneritori in Svizzera tedesca o nella valle della Motta.
Nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi dieci anni, i nostri sacchi della
spazzatura contengono ancora troppo risorse che potevano essere riutilizzate nel
circuito economico
Esse sono state seppellite sotto strati di terra in Valle della Motta o sono andate
in fumo in qualche inceneritore.
Le materie prime, l’energia, eccetera, sono beni limitati che vanno preservati e
non sprecati. Quindi se si vuole contribuire allo sviluppo sostenibile, non è
sufficiente acquistare oggetti la cui provenienza è più sostenibile di quella di altri,
bensì è necessario pensare anche a dare un futuro sostenibile agli scarti che
scaturiscono da essi.
Ognuno di noi è importante per il futuro del mondo, perché se ognuno si
impegnasse ogni giorno a rendere la sua vita un po’ più sostenibile, si
risolverebbero in parte molti problemi alla fonte (ad esempio non sarebbe
necessario costruire nuovi inceneritori, perché quelli esistenti avrebbero una
capacità sufficiente).
35
Alessia Salmina
LavMat
2003
Il concetto di sviluppo sostenibile, non è dunque un’espressione astratta
utilizzata dai politici e che non ci concerne, tutt’altro, io credo che si possa fare
moltissimo partendo dal proprio nucleo famigliare, pensando che un giorno i
nostri pronipoti potranno usufruire di ciò che noi abbiamo conservato per loro.
Bisognerebbe quindi adottare lo stesso modo di pensare che avevano gli indiani
d’america già prima che gli europei iniziassero a sfruttare le loro terre e i loro
popoli:
“Nel nostro modo di vivere, nel nostro governo, in ogni decisione che prendiamo, noi
pensiamo sempre alla Settima Generazione a venire. È a noi che spetta vigilare per
coloro che verranno dopo di noi. In modo tale che le generazioni a venire possano
vivere in un mondo che non sia peggiore del nostro e, se possibile, che sia migliore.
Quando noi camminiamo su nostra Madre Terra, noi posiamo i piedi con
delicatezza, perché sappiamo che le generazioni future ci guardano da sotto la
crosta terrestre. Noi non lo dimentichiamo mai.”6
Oren Lyons, Guardiano della fede del Clan della Tartaruga, tribù Onondaga
6
Fonte: Barbara Brevi “Il grande spirito parla al nostro cuore” Raccolta di frasi di saggezza degli
indigeni d’America
36
Alessia Salmina
LavMat
2003
Allegati
Allegato 1: Descrizione delle categorie di rifiuti rinvenute nei sacchi
(Fonte: BUWAL “Abfall, Erhebung der Kehrichtzusammensetzung 2001703” 2003 Berna)
Categoria di rifiuti
Descrizioni ed esempi
Ferro
Metalli magnetici, Lattine di latta, Coperchi, Viti,Chiodi,Padelle in ghisa
Altri metalli (A.Met.)
Metalli non magnetici, Alluminio, Tubi,Contenitori, Coperchi, Barattolo
Vetro
Contenitori di vetro (Per bibite, per profumi, ecc.), Finestre, Lampadine,
Coppe, Bicchieri, Tubi dei neon,...
Totale carta
a) non riutilizzabile
Carta da cucina, Tovaglie e tovaglioli di carta, Sacco di carta, Fazzoletti
di carta,...
b) Giornali
Cartone
Giornali, Riviste, Libri, Pubblicità, Cataloghi, Buste,...
Scatole, Imballaggi non plastificati (Per es. Scatole per le scarpe),
Cartone ondulato, Rotoli carta WC, Scatole per le uova,...
Minerali
Sabbia dei gatti, Sassi, Ceramica, Porcellana, Polvere
(Sacchi dell'aspirapolvere), Cenere, ...,
Rifiuti organici (Rif.Org.)
Legna, Ossa, Pelle, Pelliccia, Capelli, Lische, Carbone di legno,...
Rifiuti biogeni (Rif.Biog)
Scarti di cucina e di giardinaggio, Resti di cibo (Frutta, Pasta ,Riso,
Pane , Fiori, Bustine del te, filtri del caffè,...), Cibo ancora imballato,...
Tessili
Vestiti, Materiali con componenti tessili, Fibra sintetica o naturale,
Stracci, Ghette, Tovaglie e tovaglioli tessili, tende,...
Materie Plastiche
a) Imballaggi
(ImbP)
b) Altro
Bottiglie PET, Bottiglie del latte, Olio, Aceto, Sciroppi, Altre bottiglie,
Contenitori per la lisciva, per la vernice, per il gesso,...
Sacchi della spazzatura, borse della spesa, imballaggi, Barattoli Jogourt,
Carte di spuntini, cicche,...
Imballaggi composti
Imballaggi del latte (Tetra-Brik), Imballaggi per surgelati, Imballaggi
(ImbC)
di plastica e alu (confezioni per la Fondue, Rösti o caffè), pacchi di
sigarette,...
Materiali composti (M.C)
a) Elettronici/Elettrici
Elettrodomestici, Radio, Lampade, Orologi, Ferri da stiro, Rasoi,
Spazzolini elettrici, pezzi di Computer, giocattoli elettronici o elettrici,...
b) Batterie
Ogni genere di batteria
c) Altro
Mobili, utensili domestici non elettrici, Giocattoli di materiali composti,
Pannolini, Assorbenti, Scarpe e tappeti di materiali composti , Ovatta,
Assorbenti interni, Gioielli, Martelli e altri utensili, Foto, ...
Rifiuti speciali (Rif.Spec.)
Medicinali, Termometri, Secchi di vernice (pieni e non), bombolette
spray, contenitori con liquidi per sviluppare le foto,oli vecchio, erbicidi
o simili,...
Resto < 8mm
Rifiuti della grandezza minore a 8 mm
Tutti i materiali indicati in colore rosso non dovrebbero trovarsi nel sacco della spazzatura, ma potrebbero venire portati ai
punti di raccolta separata, ai rivenditori, in farmacia, nei punti di raccolta per i tessili, nei punti di raccolta per i rifiuti
ingombranti ecc..
37
Alessia Salmina
LavMat
2003
Allegato 2: Articolo 32 della Legge sulla Protezione dell’Ambiente (LPAmb) in
vigore del 1°novembre del 1997
(Fonte: <www.admin.ch/ch/i/rs814_01/index.html#id-2-3-3>
Art. 32 Finanziamento dello smaltimento dei rifiuti urbani
1. I cantoni provvedono affinché i costi di smaltimento dei rifiuti urbani, per
quanto siffatto smaltimento sia stato loro attribuito, siano finanziati mediante
emolumenti o altre tasse conformemente al principio di casualità. L’ammontare
delle tasse è fissato tenendo conto in particolare:
a. del tipo e della quantità di rifiuti consegnati;
b. dei costi per la costruzione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti per
rifiuti;
c. degli ammortamenti necessari a mantenere il valore degli impianti;
d. degli interessi;
e. degli investimenti pianificati per la manutenzione, il risanamento e la
sostituzione degli impianti nonché per il loro adattamento alle esigenze
legali o per l’ottimizzazione del loro esercizio.
2. Se l’introduzione di tasse a copertura dei costi e conformi al principio di
casualità dovesse pregiudicare uno smaltimento ecologico dei rifiuti urbani, detto
smaltimento può, se necessario, essere finanziato in altro modo.
3. I detentori degli impianti per rifiuti devono costituire le necessarie riserve
finanziarie.
4. Le basi legali delle tasse sono a disposizione del pubblico.
38
Alessia Salmina
LavMat
2003
Allegato 3: Articolo 31b della Legge sulla Protezione dell’Ambiente (LPAmb)
In vigore dal 1° novembre del 1997
Art. 31b smaltimento dei rifiuti urbani
I rifiuti urbani, quelli provenienti dalla manutenzione pubblica delle strade e
dagli impianti pubblici di depurazione delle acque di scarico, nonché i rifiuti il cui
detentore non è identificabile o è insolvente, sono smaltiti dai Cantoni. Per i rifiuti
che, in virtù di prescrizioni particolari della Confederazione, devono essere
riciclati dal detentore o devono essere ripresi da terzi, l’obbligo dello smaltimento
è retto dall’articolo 31c.
1.
I Cantoni definiscono zone di raccolta per questi rifiuti e provvedono a un
esercizio economico degli impianti per i rifiuti.
2
Il detentore deve consegnare i rifiuti nell’ambito delle azioni di raccolta previste
dai Cantoni oppure nei posti di raccolta stabiliti dai Cantoni.
3
39
Alessia Salmina
LavMat
2003
SIGLE ED ABBREVIAZIONI
ACSI:
CIR:
DE:
ESR:
IDA:
IGORA:
Associazione delle Consumatrici della Svizzera Italiana
Consorzio di distruzione dei rifiuti di Razzino
Decreto Esecutivo
Ente Smaltimento Rifiuti
Impianto di Depurazione delle Acque luride
Cooperativa di industrie di alluminio che si occupano dello smaltimento
e del riciclaggio di quest’ultimo
IIRU:
Impianto d’Incenerimento dei Rifiuti Urbani
LPAmb: Legge sulla Protezione Ambientale
OIB:
Ordinanza sugli imballaggi per Bibite
OTR:
Ordinanza Tecnica sui Rifiuti
PET:
Polietilententereftalato
PRS:
PET Recyciln Svizzera
RSU:
Rifiuti Solidi Urbani
TSA:
Tassa di Smaltimento Anticipata
UFAFP : Ufficio Federale dell’Ambiente, delle Foreste e del Paesagio
40
Alessia Salmina
LavMat
2003
BIBLIOGRAFIA E FONTI
Documenti:
•
BUWAL, Erhebung der Kehrichtzusammensetzung 2001/02, Berna 2003
•
P. Selldorf e K. Baleni, La discarica di Valle della Motta , Ente Smaltimento
Rifiuti, Bioggio giugno 2001
•
ACSI/ERS/Dip.Ter., Perché separare i rifiuti? Le schede della borsa della
spesa, Novembre 2002
•
IGORA, La lattina in alluminio per bevande, Informazione, fatti e dati
riguardanti un materiale d’imballaggio
•
Commissione nazionale svizzera per l’UNESCO, I rifiuti urbani Problema
globale, Inchiesta di un cittadino sulla propria pattumiera, Pubblicato
grazie all’Accademia svizzera della scienze naturali, Berna 1989
•
Paolo Selldorf, Il compostaggio, un valido rimedio ala salvaguardia del nostro
ambiente , ACSI, AAESI
•
Manuele Bertoli per la commissione della legislazione, Sul messaggio
26.11.1997 concernente la modifica della Legge d’applicazione della LF
contro ‘inquinamento delle acque (LALIA), Dipartimento del Territorio, 25
settembre 2001
•
M. Borradori e G. Pianella, Rapporto del Consiglio di Stato sulle richieste
formulate dal 3° Forum cantonale dei giovani del 16 maggio del 2003 a
Bellinzona sul tema >> L’ecologia: il nostro impegno per assicurare un mondo
più vivibile ai giovani di domani<<, Dipartimento del Territorio, 2 settembre
2003
•
Barbara Brevi, Il grande spirito parla al nostro cuore, Edizione Boroli,
Novara 2003
41
Alessia Salmina
LavMat
2003
Pagine Internet:
•
C. Biaggi e D. Zulliger, Censimento rifiuti 1999-2000
<http://www.ti.ch/DT/SPAA/uffIDR/Temi/download/rifiuti.pdf>, prodotto
il 09.11.2002, Consultato il 26.04.2003.
Si tratta della raccolta dei dati riguardanti i rifiuti nel biennio 1999-2000
•
—C. Biaggi e D. Zulliger, Rifiuti urbani riciclabili in aumento
<http://www.ti.ch/DT/SPAA/UffIDR/Temi/download/066_070_rifiuti.pdf>
Prodotto il 09.01.2003 consultato il 26.04.2003
Si tratta della raccolta di dati riguardanti i rifiuti nel 2001
•
—UFAFP, Quantità di rifiuti stabile, capacità d’incenerimento presto sufficienti
<http://www.umweltschweiz.ch7BUWAL/IT/MDIEN/PRESSE/ARTIKEL/20030515/00738/inde
x.html>, prodotto il 15. 05. 2003 consultato il 23. 06. 2003.
Si tratta di un articolo pubblicato dall’ufficio stampa del BUWAL in merito
alle capacità insufficienti degli IIRU
•
Urs Fitze, Da fonte inquinante a produttore di energia versione HTML del file
contenuto in <http://www.umveltschweiz/imperiamd/content/buvalcontent/umwelt32002/43.pdf>,
Creato il 11.11.2002 e consultato il 20.09.2003.
È un articolo sugli impianti d’incenerimento e la loro capacita di creare
energia elettrica.
•
Pieter Oldevaart, Il riciclaggio preserva l’ambiente e riduce i costi Versione
HTML di
<www.umwelt.ch/imperia/md/content/buwalcontent/umwelt32003/41.pd
f>,
Creato il 19.11.2002, consultato il 28.09.2003
Si tratta di una pagina inerente il riciclaggio della carta in Svizzera
•
Valchisa SA, Bottiglie in PET <www.valchisa.ch/it/pet.asp>, Creato il 11.04
2003 Riazzino, Consultato il 14.07.2003. Si tratta di pagine che
riassumono cosa è il PET, come viene trattato, e quali sono le modalità d
riciclaggio.
•
UFAFP, Tassa di smaltimento anticipata delle bottiglie in vetro
<http://www.admin.ch/cp/i/[email protected]>,
Creato il 07.07.2000, Berna. Consultato il 16.10.2003
Si tratta di un comunicato stampa pubblicato dalla Confederazione in
merito alla tassa anticipata sulle bottiglie in vetro.
42
Alessia Salmina
LavMat
2003
•
M.Zimmer, Tassa di smaltimento anticipata sulle bottiglie in vetro Versione
HTML di <http://www.umwelt-gr.ch/dienste/pdfdaten/archiv/pressglasflaschen_i.pdf>, creato l’11.09.2001, Berna.
Consultato il 16.10.2003. Pagine più recenti in merito al finanziamento del
riciclaggio delle bottiglie in vetro.
•
UFAFP, Guida ai rifiuti, Imballaggi <http://www.umweltschweiz/buwal/it/fachgebiet/fg_abfall/abfallwegweiser/verpackungen/ind
ex.html>,
Creato il 11.08.2003, Berna. Consultato il 16.10.2003
Sito nel quale si trovano spiegazioni generiche sulla situazione dei rifiuti in
Svizzera.
•
PET-Recycling, Cos’è il PET ? <http://www.petrecycling.ch>, Aggiornato in
luglio 2003 e consultato il 08.07.2003
Si tratta di pagine che spiegano il ciclo del PET.
Giornali e Riviste:
•
Giovanni Galli, Questa soluzione per noi è l’optimum, Corriere Del Ticino, 14
ottobre 2003
•
Thomas Müller, Am Laufenden Band gemogelt, FACS, settembre 2003
•
Autore sconosciuto, Tassa sul sacco: è plebiscito!, Spendere Meglio, agosto
2003
•
Autore sconosciuto, Tassa sul sacco, secco no, Corriere del Ticino, 19
maggio 2003
•
Autore sconosciuto, Con la tassa sul sacco si risparmia e si è ecologici,
Giornale del Popolo, 13 maggio 2003
•
Autore sconosciuto, La tassa sul sacco fa risparmiare!, Corriere del Ticino,
13 maggio 2003
•
Autore sconosciuto, Rifiuti quasi dimezzati, La Regione, 15 ottobre 2003
•
Comune di Bioggio, Il problema dei rifiuti è sempre presente , Qui Bioggo,
giugno 2003
43
Alessia Salmina
LavMat
2003
Ringrazio per la loro disponibilità:
•
Daniele Zulliger dell’Ufficio della gestione dei rifiuti (Dipartimento del
Territorio), con cui ho parlato più volte, in particolare per quanto riguarda
le tasse sul sacco.
•
Degiorgi Wandro, dell’Ufficio tecnico del Comune di Bioggio, al quale ho
chiesto delucidazioni in merito al sistema dei raccolta degli scarti vegetali.
•
P. Selldorf, capo del settore sensibilizzazione dell’Ente Smaltimento Rifiuti
del Sottoceneri, per avermi fornito materiale importante per lo svolgimento
del lavoro.
•
Sig.ra Bolognini, addetta alla sensibilizzazione all’Ente Smaltimento Rifiuti
del Sottoceneri, per avermi fornito del materiale inerente il riciclaggio.
•
Valentina Ripstein e Letizia Salmina per le foto della Discarica in Valle della
Motta.
44
Scarica

uno sviluppo sostenibile per i rifiuti urbani