magazine HS+E the occupational health & safety + environmental quarterly magazine Italian/English Edition Vol. Vol. 3 3 -- N. N. 3 2 Poste Italiane - Spedizione in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - D.R.T. - D.C.B. - TO n. 1/2003 Jul - Sep 2005 MACCHINE PER AMBIENTI POTENZIALMENTE ESPLOSIVI: LA PROGETTAZIONE MECCANICA M. Rinieri* - G. Cavassi* D a più di 150 anni apparecchi e macchine non elettrici (che hanno sorgenti di innesco proprie e rischiano di provocare una esplosione) vengono utilizzati nelle industrie con aree a rischio potenziale di esplosione. Prima della direttiva ATEX esistevano norme tecniche che guidavano i progettisti alla realizzazione di apparecchi e macchine soprattutto dal punto di vista elettrico lasciando la parte meccanica trattata solo su fonti autorevoli bibliografiche (conosciute da pochi) e all’esperienza dei progettisti stessi. Con l’introduzione della direttiva ATEX che ha nel suo scopo l’analisi delle apparecchiature non elettriche, si sono ampliati i concetti di “sorgente di innesco ” e “fonte di innesco”, grazie alle esperienze maturate negli anni sia dalle aziende che dagli enti normatori. Uno dei metodi per ridurre se non eliminare le “sorgenti di innesco” è progettare la parte meccanica degli apparecchi e delle macchine con componenti che non generino una “sorgente di innesco” durante il normale utilizzo in produzione, applicando nel migliore modo possibile i principi fondamentali di progettazione meccanica dettati dalle norme EN 1127-1 e EN 13463-1. Inoltre, uno dei metodi che descriveremo in questo articolo sarà la protezione per sicurezza costruttiva definito tipo di costruzione “c”. Progettare, eseguire la valutazione dei pericoli di accensione, costruire e certificare una macchina per un ambiente a rischio potenziale di esplosione non deve mai essere preso sottogamba: la sicurezza delle persone, degli ambienti di lavoro e materiali (e ci ripetiamo soprattutto persone, i cosiddetti “operatori” e “persone esposte” come li definisce la direttiva macchine) in molti casi dipendono dalla corretta progettazione meccanica ed elettrica degli apparecchi e delle macchine. Ci teniamo a sottolineare che gli argomenti trattati in questo articolo sono di ordine generale e vogliono soltanto essere una guida orientativa per il lettore. Principi generali della progettazione meccanica (Riferimento EN 1127-1) Il 30 giugno 2003 delimita la soglia di “vecchia” e “nuova” progettazione di un apparecchio, di sistemi di protezione e componenti in un am- biente potenzialmente esplosivo. La nuova progettazione meccanica si basa principalmente sull’identificazione dei pericoli, correlata ai materiali, alle sostanze lavorate, utilizzate o rilasciate da apparecchi, sistemi di protezione e componenti; sulla valutazione del rischio e dall’eliminazione o minimizzazione del rischio. La norma UNI EN 1127-1: 2001 si prefigge di essere la guida progettuale per assolvere ai principi base soprascritti, infatti l’identificazione dei pericoli viene definita principalmente: • dalle caratteristiche di combustione della miscela della sostanza infiammabile con aria; • dai requisiti di accensione, che determinano le caratteristiche dell’accensione dell’atmosfera esplosiva quali l’energia minima di accensione, la temperatura minima di accensione, ecc; • dal comportamento di esplosione, caratterizzato da dati quali: pressione massima di esplosione, velocità massima di aumento della pressione di esplosione, interstizio sperimentale massimo di sicurezza. Definiti ed identificati i pericoli, prima di iniziare la progettazione meccanica si deve procedere alla valutaziocontinua a pagina 3 2 HS+E magazine HS+E MAGAZINE Trimestrale di Sicurezza, Igiene Industriale e Ambiente The Occupational Health & Safety and Environmental Quarterly Magazine sommario / contents 1 Jul - Sep 2005 / Vol. 3 N. 3 Editore / Publisher: Tipografia Alzani sas Via Grandi, 5 - Pinerolo (TO) Proprietà / Owner: Techno srl Via Pirano, 7 – 48100 Ravenna (I) ph. +39 0544 591393 [email protected] Macchine per ambienti potenzialmente esplosivi: la progettazione meccanica “Equipment intended for use in potentially explosive atmospheres: mechanical design” 6 Managing crowds safely “Affollati ma sicuri” 10 Fotocomposizione e Stampa / Photocomposition and Printing: Alzani Arti Grafiche ph. +39 0121 322657 Aspetti del rischio stocastico da basse dosi di radiazioni ionizzanti: principi di valutazione “Stochastic effects in low doses ionising radiations: a risk assessment guideline” 15 Bookshop Registrazione Tribunale di Ravenna n. 1200 del 25/02/2003 16 www.safety Direttore Responsabile / Editor in Chief: Manila Galletti 18 Press Review 19 Events calendar Redazione / Editorial Office: c/o Techno srl Direttore Tecnico / Technical Editor: Roberto Nicolucci Traduzioni / Translations: Chiara De Angelis Comitato di Redazione / Editing board: Daniele Arasi - Valentina Bassetti Giorgio Cavassi - Roberto D’Agostino Pietro Fiori - Giovanni Martini Davide Mazzotti - Oscar Monti Roberto Nicolucci - Francesco Pastremoli Michele Rinieri - Silvia Signorini HS+E MAGAZINE è pubblicato trimestralmente. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della pubblicazione può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico o meccanico, inclusa la fotocopia, senza il preventivo consenso scritto dell’Editore. I punti di vista e le opinioni espresse dagli Autori all’interno della rivista non necessariamente coincidono con quelli del Proprietario, dell’Editore e del Direttore Responsabile. The HS+E MAGAZINE is published quarterly. All rights reserved. No part of this publication may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechanical, including photocopying, without prior written consent of the Publisher. The views and opinions expressed elsewhere in the magazine are not necessarily those of the Owner, Publisher or Editor in Chief. Per le inserzioni pubblicitarie rivolgersi a: Roberta Nonni - Tel. 0546 667906 e-mail: [email protected] Gli abbonamenti hanno durata annuale (4 numeri). Uno-tre abbonamenti annui: € 16,00 cadauno; Oltre tre abbonamenti annui: € 14,00 cadauno. Abbonamento estero: € 32 cadauno. Per informazioni: [email protected] abbonamenti Coordinatore di Produzione / Production Co-ordinator: Davide Mazzotti Pubblicità Responsabile Commerciale / Marketing Manager: Roberta Nonni Per sottoscrivere l’abbonamento spedire il seguente coupon, tramite servizio postale o fax, a: Gruppo Alzani Editore - via Grandi, 5 – 10064 Pinerolo (TO) - fax 0121 71880. Desidero sottoscrivere N°……… abbonamento/i annuali (4 numeri) ad HS+E magazine per un totale di €……………………........... VERSAMENTO SUL CONTO CORRENTE POSTALE N° 17814104 intestato a: Tipografia Alzani sas - Pinerolo (To) ASSEGNO BANCARIO NON TRASFERIBILE intestato a: Tipografia Alzani sas - Pinerolo (To) Nome............................................................................... Cognome . .................................................................................................. Titolo ............................................................................... Azienda . ...................................................................................................... Indirizzo . ............................................................................................................................................ CAP ...................................... Località . ................................................................................. Prov. .................... Tel. ......................................................... E-mail .................................................................................................. firma ........................................................................................... Ai sensi dell’art.10 Legge n.675/1996, La informiamo che i dati degli Abbonati e degli Inserzionisti saranno trattati anche con l’ausilio di mezzi elettronici, ai fini della consegna dei fascicoli e per le necessità amministrative e contabili della Società. Lei potrà esercitare i diritti di cui all’art.13 della Legge 675/96 ed in particolare ottenere la conferma dell’esistenza di dati che la riguardano, l’indicazione della logica e finalità del trattamento, nonché la cancellazione, la rettifica, l’aggiornamento o il blocco dei medesimi mediante richiesta/comunicazione scritta a Techno srl - via Pirano, 7 48100 Ravenna (rif. magazine). 3 HS+E magazine segue da pagina 1 ne del rischio in conformità alla norma UNI EN 1050. La valutazione del rischio, grazie alla filosofia del nuovo approccio, deve essere applicata a tutti gli aspetti dell’apparecchio (elettrici, meccanici, pneumatici, oleodinamici, ergonomici) senza tralasciare nessun tipo di pericolo collegato all’analisi. Per effettuare la valutazione del rischio legata soprattutto alla parte meccanica della macchina si devono analizzare la possibilità di creare potenziali sorgenti di accensione dovute a scintille di origine meccanica, elettricità statica, ecc. Dopo aver valutato il rischio, il progettista inizia ad applicare le soluzioni adatte ad eliminare o minimizzare il rischio stesso. I tre principi di base della prevenzione dell’esplosione e della protezione contro l’esplosione sono: 1. Prevenzione • Evitare atmosfere esplosive; • Evitare qualsiasi sorgente di accensione attiva possibile; 2. Protezione • Limitare gli effetti delle esplosioni ad un livello accettabile mediante misure di protezione costruttive. All’interno della norma sono riportate le principali soluzioni per eliminare o minimizzare il rischio di esplosione di carattere meccanico, con i relativi rimandi alle norme specifiche di progettazioni, la principale è la UNI EN 13463-1. Le novità della norma UNI EN 13463-1 La norma UNI EN 13463-1 “Apparecchi non elettrici per atmosfere potenzialmente esplosive – Metodo di base e requisiti” è il riferimento tecnico su cui ogni progettista, fabbricante e costruttore si deve appoggiare per progettare, costruire, eseguire delle prove ed effettuare marcature di apparecchi non elettrici destinati all’uso in atmosfere potenzialmente esplosive nell’aria di gas, vapore, nebbia e polveri. Le novità introdotte da questa norma, che segue la filosofia del nuovo approccio, sono principalmente legate agli aspetti di natura non elettrica, non solo per i componenti, ma per l’intera attrezzatura considerata nel suo insieme. La novità madre, da cui nasceranno una serie di soluzioni tecnico/pratiche di progettazione, è la valutazione del pericolo di accensione applicata all’intera apparecchiatura, che rappresenta il punto di partenza per prevenire tutte le potenziali sorgenti d’innesco. Viene evidenziato tutte, proprio perché in questo termine sono contenute le novità racchiuse all’interno di questa norma, infatti le misure da applicare per impedire che una sorgente di accensione potenziale diventi efficace sono riferite non solo ai componenti elettrici, ma a tutti i componenti di qualsiasi materiale contenuto nell’attrezzatura da analizzare. Inoltre devono essere esaminate anche le eventuali combinazioni di materiali che potrebbero generare sorgenti potenziali di accensione. Ad esempio il capitolo 8 contiene delle indicazioni su che tipo di metalli leggeri utilizzare ed in che percentuale in base al gruppo di classificazione dell’apparecchiatura (un’apparecchiatura del gruppo II per la categoria 2 non può contenere più del 7,5 % per massa di magnesio per la costruzione di parti esterne). Un’altra importante novità è l’introduzione della “massima temperatura di superficie”, che determina la temperatura più elevata ottenuta durante il servizio, da una parte o superficie dell’apparecchio, del sistema di protezione o del componente, che può produrre un’accensione dell’atmosfera esplosiva circostante. È evidente che la massima temperatura di superficie non dipende dagli apparecchi stessi, ma principalmente dalle condizioni operative (come un fluido riscaldato in una pompa). La norma UNI EN 13463-1 è quindi la base dalla quale un progettista de- ve iniziare per effettuare una corretta ed efficace progettazione/costruzione di un’attrezzatura, sistema di protezione o componente destinato ad un ambiente potenzialmente esplosivo. Ultima, ma non meno importante è la marcatura che si deve apporre agli apparecchi che sono conformi ad operare in atmosfera potenzialmente esplosiva. Questa infatti deve contenere tutti i seguenti dati: • nome ed indirizzo del fabbricante; • identificazione del tipo di costruttore; • anno di costruzione degli apparecchi; • simbolo del gruppo e della categoria, inoltre per gli apparecchi del gruppo II la lettera “G” in presenza di atmosfere esplosive provocate da gas, vapori o nebbie, e/o dalla lettera “D” in presenza di atmosfere esplosive provocate da polveri; • il simbolo di protezione contro l’accensione (dove utilizzato); • dove appropriato, il simbolo del gruppo d’esplosione degli apparecchi; • il simbolo indicante la classe di temperatura o la massima temperatura di superficie dell’apparecchio; • un numero di serie; • quando richiesto, un certificato con il nome il marchio della stazione di prova; • ogni marcatura supplementare prescritta dalle norme europee specifiche per i relativi tipi di protezione contro l’accensione; • ogni marcatura normalmente richiesta dalle norme di costruzione degli apparecchi. Tutte queste informazioni oltre che ad essere contenute nella marcatura devono essere evidenziate nelle relative istruzioni per l’uso dell’apparecchiatura, in particolare devono essere evidenziate le sicurezze adottate ed i rischi residui rimanenti dopo l’analisi e successiva valutazione del rischio per ambienti potenzialmente esplosivi. 4 La norma EN 13463-5: la protezione per sicurezza costruttiva Una delle nuove norme introdotte dalla direttiva ATEX per la protezione per sicurezza costruttiva è la EN 13463-5 dell’ottobre 2004. La norma specifica i requisiti per la progettazione e la costruzione di apparecchi non elettrici destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive protetti dal tipo di protezione costruttiva “c”. HS+E magazine Questa norma nello specifico si applica alle seguenti categorie di macchine: • Gruppo I, categoria M2; • Gruppo II, categoria 2G e 2D; • Gruppo II, categoria 1G e 1D; le macchine del gruppo I categoria M1 sono trattate nella norma EN 50303 la quale specifica i requisiti per gli equipaggiamenti elettrici e non elettrici. Va spiegato fin da subito che questa norma è direttamente collegata alla norma EN 13463-1; infatti prima di addentrarsi nelle descrizioni tecniche e nelle soluzioni da adottare per prevenire le sorgenti di innesco, la norma si rifà alla valutazione del rischio di accensione che il progettista della sicurezza macchina deve avere redatto in conformità appunto alla norma EN 13463-1. Addentrandoci nella parte più tecnica della norma EN 134635, salta immediatamente all’occhio l’importanza degli argomenti trattati: i requisiti per le parti in movimento è sicuramente uno di questi. In questa sezione vengono trattati argomenti noti ma a volte molto sottovalutati. Le vibrazioni ad esempio, difficili da valutare in certi tipi di apparecchiature e macchine oppure le “luci” tra le parti in movimento non lubrificate sono un chiaro esempio del grande salto in avanti fatto dalla commissione tecnica di redazione di questa norma. Cuscinetti, sistema di movimentazione a catena, i requisiti da adottare per frizioni e giunti meccanici sono altri esempi di elementi meccanici trattati all’interno della norma. Al termine della parte di analisi meccanica, la norma riporta la corretta marcatura di una macchina conforme alla protezione per sicurezza costruttiva. Abbiamo visto nella norma EN 13463-1 come marcare una macchina. Ad esempio una macchina del gruppo II categoria 2 gas, classe di temperatura T4, deve riportare nella targhetta di identificazione la seguente dicitura: II 2G T4. Una macchina con le stesse caratteristiche conforme alla norma EN 13463-5, deve riportare anche la lettera identificativa della sicurezza costruttiva facendo variare la dicitura come segue: II 2G c T4. Molto interessante è anche l’esempio di valutazione del pericolo di accensione riportato nell’allegato A, di una pompa centrifuga del gruppo II categoria 2. Le novità per le istruzioni per l’uso Molte le novità su questo fronte. Premesso che gli argomenti principali definiti nella norma EN ISO 12100-2 5 HS+E magazine (norma che ha sostituito la EN 292-2) devono sempre essere trattati, particolare attenzione deve essere rivolta ai requisiti speciali per l’uso in atmosfere esplosive. Prima di tutto il redattore deve indicare chiaramente il gruppo e la categoria dell’apparecchio o della macchina, dei sistemi di protezione e dei componenti. Le istruzioni per l’uso devono riportare tutte le istruzioni utili a potere utilizzare la macchina in un ambiente a rischio potenziale di esplosione: particolare cura deve essere portata nelle istruzioni per la messa in servizio, la manutenzione e la riparazione al fine di prevenire l’esplosione. La norma EN 1127-1 tratta anche (in un brevissimo paragrafo) dei temi di “qualifiche” e di “addestramento” per la selezione di personale idoneo alla conduzione della macchina in ambiente potenzialmente esplosivo. La norma EN 13463-1 scende più nello specifico e detta alcuni punti fondamentali che devono essere riportati nelle istruzioni per l’uso. Per ovvie ragioni non stiamo in questa sede ad elencare tutte le novità introdotte da queste due norme ma vorremmo sensibilizzare il lettore alla corretta redazione delle istruzioni per l’uso sottolineando la loro importanza. Il manuale definito quasi sempre in maniera denigratoria “manualetto”, “opuscolo” ecc., riveste invece un ruolo di primaria importanza per l’utilizzo della macchina: è forse più importante di un motore elettrico o di un altro sistema di trasmissione del moto, senza i quali una macchina non funzionerebbe. Bene!!... senza un manuale corretto la macchina non può funzionare. Questa appendice della macchina, spesso sottovalutata e redatta in fretta, a volte definita un peso o peggio un costo aggiuntivo è vitale, non solo per il corretto funzionamento della macchina stessa, ma per prevenire il generarsi di situazioni di rischio che possono provocare pericoli di qualsiasi natura. Siamo nel terzo millennio e il tema della sicurezza è ormai radicato nella nostra cultura. Non conta solo fare sicurezza sulla macchina (mettere un carter, progettare una protezione perimetrale ecc.), ma occorre anche descriverla e bisogna farlo bene. Ormai non ci si inventa più redattori di istruzioni per l’uso. In Italia ci sono norme specifiche che guidano questo argomento, tutte le norme di tipo C hanno una sezione dedicata alle istruzioni per l’uso, i legislatori le reputano il primo specchio della macchina. In questo periodo si parla molto della concorrenza sui nostri mercati dei prodotti dell’est e del sud est asiatico. Si parla di contrastare questa concorrenza con la qualità piuttosto che con il prezzo; allora bisogna farlo fino in fondo anche dimostrando la propria professionalità attraverso il documento tecnico più importante che accompagna un prodotto. Bibliografia [1] Direttiva 94/9/CE del 23 marzo 1994 [2] D.P.R. n. 126 del 23 marzo del 1998 [3] Direttiva 1999/92/CE del 16 dicembre 1999. [4] EN 1127-1 – Atmosfere esplosive – Prevenzione dell’esplosione e protezione contro l’esplosione – Concetti fondamentali e metodologie. [5] EN 13463-1 – Apparecchi non elettrici per atmosfere potenzialmente esplosive – Parte 1: Metodi di base e requisiti. [6] . EN 13463-5 – Apparecchi non elettrici per atmosfere potenzialmente esplosive – Parte 5: Protezione per sicurezza costruttiva “c”. [7] Guida alla ATEX (prima edizione), maggio 2000. * Area Tecnica, Faentia Consulting S.r.l., Faenza (RA) “EQUIPMENT INTENDED FOR USE IN POTENTIALLY EXPLOSIVE ATMOSPHERES: MECHANICAL DESIGN” Non electrical equipment and appliances (having their own ignition source and likely to cause an explosion) have been used for over 150 years within industries with potentially explosive areas. Before the ATEX directive issue, technical standards provided designers with guidelines for the realization of equipment and appliances, especially from an electrical point of view, leaving out the mechanical aspects, which were either dealt with only on authoritative bibliographical sources (known by a few) or left to the personal experience of designers themselves. The scope of the ATEX directive includes the analysis of non electrical appliances; therefore, through its issue, the concept of “source of ignition” has expanded thanks to the experience acquired during the years by both companies and normative bodies. One of the methods adopted to reduce or, even better, to remove “ignition sources” is to design the equipment and appliances mechanical part with components that do not generate a “source of ignition” during normal operation, by applying in the best possible way the fundamental principles of mechanical design provided for by standards EN 1127-1 and EN 13463-1. This article describes the main innovations introduced by standards EN 1127-1 and EN 13463-1 as well as the method based on the protection for construction safety, defined as “c” construction type. 6 HS+E magazine MANAGING CROWDS SAFELY Tony Abbott* It is summertime. Many entertaining events like amateur sporting events, concerts, beach parties, fairs, festivals, etc. will be performed at locations (often outdoors) not always intended for a large number of people. Parks, streets, beaches, industrial areas may be unusual locations for summer entertaining events. Often permissions for said events are granted in departure from existing safety rules; for some kinds of events said rules are not existing at all. Definitely managing crowds safely may not be an easy task; especially due to the fact that in the case of events performed at temporary locations, safety equipment and safety procedures are not at the same level of those related to permanent locations. Everybody involved in arranging entertainment events at safety sub-standard locations should take great care in managing crowds especially in the case of an emergency. There is a big potential for minor or major injuries occurring through the dynamics of crowd behaviour. Generally speaking crowding occurs as a result of on excessively number of people mustering in the same (too small) area. Many past tragedies all over the world have largely demonstrated the inadequacy of a certain kind of location in respect of specifically designed areas for high density people like theatres, cinemas, stations, malls or permanent sports grounds. Due to the fact that in certain situations a certain level of crowd density shall be accepted, the task shall be to minimize the risk of overcrowding. A complete planning from the earliest stage of the event will help greatly to carry out the event safely. It is of the maximum importance to involve, as soon as possible, the whole staff and relevant authorities as well to take part in the planning process so as to evaluate every single stage or possible evolution of the event. When forecasting a seasonal or non-routine event, the first step should be an analysis of similar events considering at least: • attendance on previous occasions; • level of publicity; • effect of date/time (holidays, week ends, day-time, night-time, etc.). The nature of attending people (young or elderly people for example) will deeply influence the planning and, in case, the choice of the venue. Performers can have a significant influence on crowd mood and behaviour: for example a rock concert or a classic music concert may attract different groups of people resulting in different crowds movements and general behaviour. In the choice or in the preparation of a venue the accommodation capacity and emergency evacuation time shall be considered as top priorities. In order to prevent an undesired large flow of people a complete risk analysis shall be carried out aimed at identifying potential hazardous situations (fire, explosion, brawls, bomb threats, etc.). It will be necessary to take into due consideration the distribution 7 HS+E magazine of crowds and how this might affect the following: • Capacity of the different areas of the venue; • Emergency exits; • Entrance of external rescue services; • Access to first aid equipment; • Provisions for people with special needs. If there is any possibility that the number of people arriving at the site exceeds the overall capacity the event will need to be “all-ticket” even if it is free so as to have a real control of the number of people entering the venue. Previous accidents or emergencies that took place during similar events at similar locations shall be taken into consideration. Some crowd behaviours that may affect general safety in the case of an emergency must be avoided also outside the venue; for example: • Parking obstructing access for emergency vehicles or emergency exits; • Waiting for friends in places such to obstruct the flow of people or vehicles. The behaviour of individuals in a crowd can be influenced by the things they see doing by others; so people tend to follow the crowds using the same routes and gathering the same areas without reason. Moreover people’s emotions such as excitement, aggressiveness, hysteria, etc. may effect their behaviour. Individuals within a crowd may carry out unexpected actions which they would not if they were on their own. Unauthorized actions of a few people may result in big crowds following their example. As a general rule people need very clear information and indications related to rules of behaviour both in routine and emergency situations. If such information are not provided, people will act following previous experiences or other people. Visual and audible information effectiveness must be related to emergency situations in which smoke, noise, gathering may affect normal indicators or means of communication. Not only emergency signs, exits, routes but staff personnel as well must be highly visible. Hazards presented by a crowd include: • Crushing between people; • Crushing against fixed structures; • Trapping under equipment or structures; • Trampling underfoot; • Aggressive behaviour especially between disordered people. The venue should not present the following hazards: • Slipping or tripping due to the shape or the poor maintenance of floors; • Collapse of a structure due to overloading or pushing on columns or barriers (temporary structures have the highest risk); • People being pushed against cutting or hot objects or equipment; • Objects obstructing escape routes; • Confluence or intersection of different escape routes leading to cross flows of crowd; • Failure of equipment; • Sources of fire or explosion. From a statistic point of view public disorders followed by fire and structures collapse seem to account for the most frequent hazards for people at public venues. It must be emphasized that a hazard generally arises from a combination of factors including a technical cause, suitability of the venue, people’s behaviour and people’s control. Causes and hazards 8 escalation may not be immediately obvious. Anyway children, young people, people with special needs and the elderly need special consideration. Also staff personnel may be at risk in certain situations. A specific risk assessment oriented to people involved and characteristics of the event may include the following topics: • Familiarity of people with the venue; • Age of groups to be attended; • High emotions generated by the event expected; • Mostly male, female or mixed crowd; • Groups with disabilities to be attended; • Event duration; • Crowd behaviour affected by performers; HS+E magazine • Alcohol available at venue; • Drugs consumed by groups or singles expected. In any case adequate access and egress routes according to people needs shall be provided to ensure a safe crowd management. Direct routes to exits or to safety areas are a must to avoid people from taking unauthorized short cuts. One ways and separate routes for different flows shall also be provided. Stairs, pinch points or width changes slow down flows or cause groups to became separated and force them to stop for rejoining. Entrance, exits and emergency routes for people with disabilities should be clearly signposted. Outside spaces like public roads may be used as safety areas or mus- ter points but they need to be separated by vehicle traffic hazard by means of barriers or similar devices. Staff action may have a big influence on crowd’s behaviour; therefore staff training and expertise are strategic. Staff duties include: • Knowing the layout of the site; • Being aware of the location and use of exits, emergency routes and safety equipment available; • Knowing crowds dynamics, ensuring overcrowding does not occur in any part of the venue; • Keeping exits and routes permanently clear from obstructing people or objects; • Maintaining a continuous and efficient communication among staff; • Knowing a standard code of communication to avoid misunderstanding; • Investigating any disturbances or incidents immediately; • Knowing the alerting procedure for public service; • Knowing basic general safety, fire-fighting and first-aid techniques. To ensure staff adequacy, periodical training, refreshment and drills at site shall be foreseen and recorded. Written procedures, instructions and activities programs shall also be foreseen. To sum up from a general point of view there are four areas to take into account: • Site safety analysis; • Precautions (including staff duties); • Communication; • Crowd monitoring. As to communication it is important to establish if information, 9 HS+E magazine means of communication and assistance provided are adequate. Essential requirements for crowds monitoring are the following: • Arrangements set to monitor the event must detect any potential problems at the earliest stage; • Information collected must be reliable and issued to a co-ordination figure; • Time to respond to a crowd problem and communication to the crowd must be very quick. Last but not least, local Authorities (Fire Fighting Dept., Medical First Aid Service, Police, etc.) should be consulted about planning for possible emergency scenarios and response as well as safety advisors due to specialist expertise in the field. *HSE free-lance consultant – Aberdeen (UK) “Affollati ma sicuri” L’applicazione delle norme di sicurezza nei luoghi che solo saltuariamente ospitano un gran numero di persone è un tema di grande attualità ed interesse. In generale, si considera accettabile un’alta densità di persone, ma non il sovraffollamento dell’ambiente. Così, al fine di pianificare le modalità di gestione della folla, anche in condizioni di emergenza, è opportuno tenere conto tra l’altro dell’affluenza ad eventi similari e della tipologia dei partecipanti, oltre che della natura dell’evento stesso. L’urto tra persone o contro strutture fisse, lo scivolamento, l’inciampo, la presenza di oggetti che potrebbero ostruire le vie di esodo, l’intersezione di più vie di esodo, il cedimento di apparecchiature o la presenza di possibili fonti di incendio od esplosione sono tra i maggiori rischi da tenere in considerazione per questo tipo di situazioni. A questo proposito, poiché taluni atteggiamenti o comportamenti di una minoranza possono influire sul comportamento dell’intera folla, è bene provvedere affinché le persone dispongano di informazioni ed indicazioni molto chiare relativamente al comportamento da tenere in condizioni di routine o di emergenza, dato che un pericolo scaturisce dalla combinazione di più fattori, tecnici e comportamentali. Dovranno quindi essere evidenti segnali di emergenza, vie di esodo e percorsi e dovrà inoltre essere ben visibile il personale addetto, il quale, opportunamente addestrato, ricoprirà un ruolo essenziale nella gestione dell’emergenza. Di fondamentale importanza è dunque la comunicazione, intesa come informazione, mezzo di comunicazione e assistenza, volta all’individuazione dell’evento potenziale di emergenza nelle sue fasi iniziali, al successivo riferimento delle informazioni ottenute ad una figura di coordinamento e infine all’efficienza nella risposta. È bene, infine, consultare Autorità locali e consulenti circa la pianificazione degli scenari di emergenza. 10 HS+E magazine ASPETTI DEL RISCHIO STOCASTICO DA BASSE DOSI DI RADIAZIONI IONIZZANTI: PRINCIPI DI VALUTAZIONE Francesco Pastremoli* L a società attuale è caratterizzata dall’esposizione al rischio tecnologico prodotto da sostanze e da radiazioni verso le quali il genere umano non dispone di autonomi mezzi di difesa, donde la necessità di instaurare normative efficaci ed adeguati mezzi di prevenzione. Questo rischio può avere effetti tossici, cancerogeni, mutageni e teratogeni e può determinare danni talora irreversibili e letali. Fanno parte del rischio tecnologico le radiazioni ionizzanti naturali ed artificiali (raggi X, gamma e corpuscolari) che possono interagire con la materia vivente. Dalla presenza di esse può trarre origine il rischio stocastico di natura probabilistica che spesso accompagna l’impiego delle radiazioni ionizzanti, soprattutto in ambito industriale e sanitario, e che fa anche parte del fondo naturale di radiazioni. Per la sua diffusione, il rischio stocastico richiede una particolare attenzione ed una consapevole prudenza: di esso vengono brevemente ricordati alcuni interessanti aspetti. Le radiazioni ionizzanti Le radiazioni ionizzanti artificiali prodotte dall’uomo, come i raggi X e quelle naturali come i radioelementi ed il fondo naturale di radiazioni, possono determinare effetti nocivi per l’uomo di tipo graduato e stocastico: questi ultimi ancora misconosciuti e di difficile valutazione. Mentre gli effetti graduati sono proporzionali alla dose assorbita, di solito medio-alta, gli effetti stocastici sono il risultato di una ionizzazione casuale, probabilistica della materia vivente determinata da bassi e bassissimi livelli di dose (anche meno di 10 mGy) capace però di determinare nell’uomo danni gravissimi, come l’insorgenza, anche a notevole distanza di tempo, di un processo tumorale letale e di effetti mutageni recessivi ereditari. Il rischio stocastico da radiazioni ionizzanti fa parte del rischio tecnologico che si verifica nell’industria nucleare, nelle attività edili e di estrazione mineraria, nelle modificazioni del fondo naturale di radiazioni, negli impieghi sanitari che, per l’estesa diffusione di nuove tecniche radiologiche e nucleari, rappresenta l’area maggiormente coinvolta nel rischio stocastico. Mentre le questioni relative alla sicurezza delle centrali nucleari, agli screening radiologici sulla popolazione per la diagnosi precoce ed all’impiego di alte energie per terapie antitumorali hanno sensibilizzato profondamente l’opinione pubblica, non altrettanto può dirsi che sia avvenuto per i rischi da basse e bassissime dosi di radiazioni ionizzanti causa di effetti stocastici anche gravissimi. Con ogni verosimiglianza ciò è dovuto alla scarsa conoscenza delle ca- ratteristiche del rischio stocastico che è limitato a pochi soggetti di una popolazione esposta o a singole persone come i lavoratori esposti al rischio tecnologico oppure i malati sottoposti a procedure sanitarie di tipo radiologico o nucleare. Caratteristiche del rischio stocastico Il danno stocastico presenta le seguenti caratteristiche: non richiede il superamento di una soglia di dose per la sua comparsa; ha carattere probabilistico; è distribuito casualmente nella popolazione esposta; si manifesta tardivamente dopo anni e talora decenni dall’esposizione; i carcinomi che provoca non sono differenziabili dai processi tumorali indotti da altri agenti cancerogeni. Nell’effetto stocastico non esiste una correlazione tra dose assorbita, sempre bassa o bassissima, e l’entità del danno che, invece, è sempre gravissimo, limitato a pochi soggetti che fanno parte di una popolazione o di situazioni individuali lavorative. 11 HS+E magazine Negli impieghi industriali l’effetto stocastico si verifica prevalentemente nei lavoratori dell’industria nucleare, nelle attività edili e di estrazione mineraria nelle quali è elevato il rischio di esposizione a gas radioattivi (radon, toron e discendenti) e nel caso di modificazioni del fondo naturale di radiazioni (tempeste magnetiche, contaminazione radioattiva da fall-out atmosferico, ecc.). Nel caso degli impieghi sanitari le cause di esposizione a basse dosi di radiazioni sono verosimilmente le più frequenti, specialmente in rapporto all’attività clinica di diagnostica radiologica e medico-nucleare. Un’altra caratteristica del rischio stocastico è la mancanza di una soglia di dose a tutela di qualsiasi lavoratore o di qualsiasi persona della popolazione, come invece avviene per il rischio deterministico che è “graduato” in quanto proporzionale alla dose assorbita ed al suo frazionamento nel tempo. Un esempio significativo dell’effetto deterministico è l’evoluzione dell’eritema cutaneo da radiazioni ionizzanti: con il superamento della dose gli aumenti frazionati trasformano l’iniziale arrossamento della cute prima in epidermide secca, poi in epidermide essudativa e quindi in necrosi. Nell’effetto stocastico non esiste una correlazione tra dose assorbita ed entità del danno che è immediatamente gravissimo, anche se differito nel tempo. Le caratteristiche del rischio deterministico e di quello stocastico sono efficacemente riportate in tabella 1, tratta da Picano. TABELLA 1 La valutazione del rischio stocastico È fuori di dubbio che molti AA. auspicano una correlazione senza soglia di dose tra dosi di minima entità ed effetto stocastico. Questa ipotesi consente di valutare compiutamente la dose media assorbita per mezzo di alcune grandezze radioprotezionistiche introdotte assai recentemente, quali la dose equivalente (HT), la dose efficace (E) ed alcuni fattori di ponderazione. La dose equivalente considera il tipo di radiazione impiegata (raggi X, gamma e corpuscolari) che producono una diversa ionizzazione, mentre la dose efficace considera gli organi e tessuti del corpo con diversa radiosensibilità. Esistono poi fattori di ponderazione della dose suddivisi per il tipo o qualità delle radiazioni e per il tipo degli organi e tessuti irradianti, (rispettivamente WR e WT). I fattori di ponderazione riportano su apposite tabelle i valori per i quali deve essere semplicemente moltiplicata la dose di radiazioni allo studio. In pratica, la dose equivalente (HT) considera che per la stessa dose di radiazioni ionizzanti l’effetto stocastico può essere diverso in rapporto al differente numero di ionizzazioni prodotte nel caso che siano impiegate radiazioni di tipo diverso. La dose, in questo caso, va moltiplicata per il fattore di ponderazione (WR). La dose efficace (E) è definita dal D.Lgs. 241/00 come “somma delle dosi equivalenti” ponderate nei tessuti ed organi del corpo, causate da irradiazioni interne ed esterne. La dose, in questo caso va moltiplicata per il fattore di ponderazione (WT). CARATTERISTICHE DEL RISCHIO DETERMINISTICO E DI QUELLO STOCASTICO (Da Picano) LIVELLO DI DOSE PERIODO DI LATENZA DOSE SOGLIA BIOLOGIA EFFETTO CLINICO RISCHIO DETERMINISTICO RISCHIO STOCASTICO MEDIO-ALTO BASSO BREVE SI MORTE CELLULARE CADUTA DELL’EMOPOIESI LUNGO NO DANNO SUBLETALE DEL DNA CANCRO Con la dose efficace si può effettuare una stima del rischio complessivo di effetti stocastici (processi neoplastici, effetti ereditari) conseguenti ad un’esposizione alle radiazioni ionizzanti misurandola in Sievert. L’uso della dose efficace, inoltre, permette di confrontare il rischio che deriva dall’impiego non solo di radiazioni di tipo e qualità diverse, ma anche dall’impiego di indagini diverse (p. es. il confronto tra radiografia e scintigrafia). Per quanto riguarda gli effetti biologici senza soglia di dose, l’effetto stocastico è del tutto casuale e si manifesta a distanza di tempo dall’esposizione. Non è pertanto possibile prevedere se e quando si verificherà il danno e sotto quale forma (tumore letale, mutazione, altri effetti genetici). A questo proposito, tuttavia, la ICRP 60 distingue il rischio del lavoratore per cause di lavoro (p. es. in attività del rischio tecnologico) da quello dell’individuo che appartiene semplicemente alla società. Questi rischi, in effetti, sono diversi e devono essere diversamente valutati: per i primi il rischio annuale di morte è inferiore a 10-4 equivalente a circa 1 su 10.000, mentre per i secondi è tra 10-5 e 10-6 equivalente a circa 1 su 100.000 e a 1 su 1.000.000. Inoltre, accogliendo l’ipotesi di linearità senza soglia di dose, tra dose ed effetti è possibile stabilire un semplice “fattore di rischio” per dose unitaria. Il fattore di rischio medio per tumori mortali scelto dalla ICRP 60 è 10-2 Sv-1 nel caso di irradiazione del corpo interno. Il fattore di rischio medio per danni genetici di prima e seconda generazione è 0,4*10-2 Sv-1 nel caso di irradiazione delle gonadi. Quando nella pratica della radioprotezione si incontrano irradiazioni di singoli organi e tessuti, importanti per l’organismo, l’ICRP 60 suggerisce di considerare queste irradiazioni in termini di dose efficace, applicando un “fattore di ponderazione” WT delle dosi ai vari organi e tessuti irradiati per la stima della dose efficace in radiodiagnostica ed in medicina nucleare, come si evince dalla tab. 2 e dalla tab. 3, tratte da “AA. vari: diagnostica per immagini, ecc.”. 12 HS+E magazine L’apprezzamento della dose efficace per esposizione di organi e tessuti è di particolare importanza nel campo dell’irradiazione interna dell’organismo in medicina nucleare: se le sostanze si distribuiscono uniformemente in tutti i tessuti si ha l’irradiazione del corpo interno, mentre se si fissano quasi completamente in uno o in pochi organi si ha principalmente l’irradiazione di tali TABELLA 2 organi ed apparati. In questo caso ne risulta la frazione del rischio stocastico imputabile all’esposizione di un organo o di un tessuto, utile anche nella valutazione dell’irradiazione interna che segue all’introduzione di sostanze radioattive nel corpo. In pratica, facendo riferimento anche ai limiti di dose un po’ più elevati (i cosiddetti “valori di picco”), la ICRP 60 ha stabilito che, con ogni vero- DOSI EFFICACI RELATIVE AD ALCUNE TRA LE INDAGINI CON RADIAZIONI IONIZZANTI PIU’ FREQUENTEMENTE EFFETTUATE IN RADIOLOGIA DIAGNOSTICA CONVENZIONALE (NRPB-1990). PROCEDURA DIAGNOSTICA DOSE EFFICACE (mSv) 0.02 Torace 1.3 Colonna lombare 0.7 Colonna dorsale 0.3 Anca 0.7 Bacino 0.07 Cranio 1.0 Addome 1.5 Esofago baritato 3 Transito baritato 3 Prime vie dig.ti 7 Clisma opaco 2.5 Urografia TABELLA 3 DOSI EFFICACI RELATIVE AD ALCUNE INDAGINI DI MEDICINA NUCLEARE. INDAGINE MN Ventilazione polmonare (133Xe) Perfusione polmonare (99mTc) Reni (99mTc) Tiroide ( simiglianza, non può sussistere la probabilità assoluta di un effetto stocastico per valori di dose efficace fino a 50 mSv/anno per i lavoratori e fino a 5 mSv/anno per gli individui della popolazione. È noto, peraltro, che il D.Lgs. 241/00 ha fissato limiti di dose efficace per i lavoratori e per la popolazione notevolmente inferiori, com’è riportato nella tabella 4. 0.6 1.6-2 (SPET) 1 (dinamica) – 1.4 (statica) Tc) 2 99m Ossa (99mTc) 3.5-5 (a seconda dell’età) Dinamica cardiaca (99mTc) Perfusione cardiaca ( DOSE EFFICACE (mSv) Tc) 99m 3.6 (DTPA) – 6.5 (globuli rossi) 10-12 (rest-stress) PET encefalo (18FDG) 5 PET total body (18FDG) 5-10 EQUIVALENTE A NUMERO DI RADIOGRAFIE TORACICHE 1 65 35 15 35 3.5 50 75 150 150 350 125 PUBBLICAZIONI CONSULTATE Autori vari: La diagnostica per immagini. Linee guida nazionali di riferimento. Stesura preliminare. Tipografia Marchesini, Roma, 2004. Decreto legislativo 241/2000. Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione contro i rischi delle radiazioni ionizzanti, ecc. Gazzetta Ufficiale Roma, 31.08.2000. ICRP Publication 60: 1990 Pergamon Press, Oxford, 1991 Picano, E. Il principio di responsabilità nell’imaging medico. Agorà, 4: 35-48, 2002 Polvani, C. Radioprotezione Enciclopedia del Novecento, Roma, 1980 Sardo, G. “Legislazione di Radioprotezione”, 2003 13 HS+E magazine TABELLA 4 LIMITI DI DOSE – ALLEGATO IV del D.Lgs. 230/95 Categorie di Lavoratori Lavoratori ESPOSTI (cat. A e B) Apprendisti e Studenti Persone del Pubblico Lavoratori non Esposti Apprendisti e Studenti di età ≥ 18 anni (cat. A) Di età tra 16 e 18 anni (cat. B) Di età ≥ 16 (cat. C) < 16 (cat. D) Dose Efficace Dose equivalente 20 mSv/a 6 mSv/a 0,5 mSv/a – Singola esposiz. non > 0,05 mSv 1 mSv/a 150 mSv/a 45 mSv/a 7,5 mSv/a – Singola esposiz. non > 0,75 mSv 15 mSv/a -Cristallino -Pelle -Estremità 500 mSv/a 150 mSv/a 25 mSv/a – Singola esposiz. non > 2,5 mSv 50 mSv/a 500 mSv/a 150 mSv/a * ingegnere meccanico ed esperto qualificato in radioprotezione. È responsabile per Techno srl della sede di Imola e si occupa principalmente di radioprotezione, sicurezza ed igiene in ambito industriale e cantieristico. “STOCHASTIC EFFECTS IN LOW DOSES IONISING RADIATIONS: A RISK ASSESSMENT GUIDELINE” Purpose of this article it to consider the risks caused by low doses of ionising radiations and the stochastic effects which may determine damages (i.e. cancer, genetic mutations). We also pointed out the stochastic risk assessment by the radiation protection quantities, dose equivalent and effective dose. Some figures are available to better show examples of effective doses related to diagnostic radiology and nuclear medicine. 14 HS+E magazine magazine HS+E the occupational health & safety + environmental quarterly magazine il trimestrale di Sicurezza e Ambiente, ideato e realizzato da 15 HS+E magazine Dedicato, come premesso dall’autore George Swartz, a tutti gli operatori di macchine per la movimentazione meccanica (oltre un milione e mezzo solo negli Stati Uniti), “Forklift Safety: A Practical Guide to Preventing Powered Industrial Truck Incidents and Injuries” rappresenta un testo classico sull’argomento. Pur essendo relativamente datato (è disponibile la seconda edizione del 1999) il libro costituisce ancora oggi un punto di riferimento per quello che riguarda la buona pratica nell’utilizzo di tutte le macchine operatrici semoventi impiegate per la movimentazione delle merci nell’industria, nella cantieristica e nelle attività portuali. Il libro affronta un problema assai delicato a causa soprattutto dell’alto indice di frequenza e gravità che sia negli Stati Uniti che in Europa affligge questa specifica attività. Fatta eccezione per il primo capitolo interamente dedicato alla normativa in vigore oltreoceano (in particolare viene analizzato in dettaglio lo standard OSHA 1910.178) il contenuto della rimanente parte del libro riporta linee guida che possono essere adottate indipendentemente dai regolamenti vigenti localmente. La prima parte può comunque essere utilizzata per definire, in assenza di una precisa legislazione in merito, i requisiti tecnico attitudinali degli operatori inclusa la definizione di un idoneo programma di formazione e addestramento. In appendice sono anche riportati un certo numero di quiz utilizzabili come prova teorica d’esame al termine di un corso d’addestramento. Questa seconda edizione oltre ad informazioni sulla corretta conduzione delle diverse tipologie di mezzi include anche una parte dedicata ad alcuni argomenti specifici che non erano trattati nella prima edizione: tra i più importanti la sicurezza in ambito portuale, la conduzione dei mezzi in spazi ristretti, il trasporto dei carichi pallettizzati ed il pericolo costituito dal monossido di carbonio caratteristico dell’impiego dei mezzi a propulsione termica in ambienti chimici. George Swartz si occupa di sicurezza industriale da oltre trenta anni ed è stato caporedattore del “Professional Safety Magazine”. Forklift Safety: A Practical Guide to Preventing Powered Industrial Truck Incidents and Injuries 2nd Ed.) di George Swartz - Rowman & Littlefield Pub Inc. 327 pp, 85 $ health, safety and environment www.techno-hse.com 16 HS+E magazine SUVA è un’azienda autonoma di diritto pubblico che ha sede a Lucerna in Svizzera ed opera nel campo dell’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali nonché gli infortuni nel tempo libero. Il sito internet - www.suva.ch – si presenta con una veste grafica gradevole e funzionale, ricca di contenuti. Già nella Home Page sono messe in evidenza le diverse aree tematiche del sito che corrispondono ai settori in cui SUVA opera: suvaPro (sicurezza sul lavoro), suvaliv! (sicurezza nel tempo libero), suvaRisk (assicurazione), suvaCare (riabilitazione); ogni sezione è dotata di links diretti ai diversi contenuti. Sulla sinistra dello schermo vi si trovano i seguenti menù: “Chi siamo” (descrizione dell’azienda, indirizzi, ecc.), “Services” (supporti informativi, liste di controllo, corsi di formazione, indirizzi utili per la salute, ecc.), “Shops” (vendita online di prodotti per la sicurezza ed il primo soccorso sanitario). Sotto alle aree tematiche, nella Home Page, si trovano una serie di links riguardanti le novità del sito. Entrando nella pagina suvaPro, oltre a riproporre sulla sinistra i menù sopraccitati, vi si trovano i links alle seguenti pagine: supporti formativi, indirizzi dei più importanti fornitori di DPI, liste di controllo per la determinazione dei pericoli (che sono, oggettivamente, un’utilissima risorsa per chi opera nel campo della sicurezza dei lavoratori; i principali temi “interdisciplinari” trattati nelle liste di controllo sono l’ergonomia, i DPI, il trasporto ed l’immagazzinamento, il rumore e la prevenzione incendi; sono anche trattati temi “settoriali” come: l’edilizia, il legno, le aziende forestali, il metallo, la chimica, ecc.), ecc.. Il sito, oltre ad essere in lingua tedesca, è anche disponibile in italiano, inglese e francese. www.suva.ch HS+E magazine 17 18 HS+E magazine La progettazione di un edificio secondo i principi della bioarchitettura non sempre si concilia in modo adeguato con i principi di sicurezza, in particolare quando ciò deve essere fatto ottemperando a norme progettuali chiaramente studiate ed emanate per edifici di tipo convenzionale. L’obiettivo di realizzare un edificio “verde” comporta la necessità di adottare soluzioni di ventilazione ed illuminazione naturale e di “contatto” con l’ambiente esterno spesso in contrasto con i principi di compartimentazione passiva ma anche di buona pratica nell’installazione di sistemi antincendio di tipo attivo. Il progetto della nuova sede della Sara Lee Knit Products a Winston-Salem nel North Carolina, sviluppato secondo i principi enunciati, ha posto ai progettisti inaspettate problematiche per poter rientrare nei parametri fissati dai vari standard NFPA applicabili. La compatibilità dell’impiego estensivo di strutture in acciaio e vetro sia verticali che orizzontali (in particolare sul tetto) con le norme applicabili è stato risolto ricorrendo a lastre di vetro ad alta resistenza e con uno speciale impianto sprinkler che possa garantire il raffreddamento diretto delle pareti vetrate in modo tale che queste non subiscano rotture indesiderate in caso di incendio. In particolare la necessità di installare sistemi di schermatura dalla luce solare consistenti in tende avvolgibili (sia verticali che orizzontali) sui vari lati dell’edifico (tetto compreso) ha comportato un raddoppio in diverse zone sia dei sensori di incendio che degli sprinkler così da poter risultare efficaci sia a tende aperte che chiuse. Trattandosi di tipologie di edificio non espressamente normate da codici NFPA non si sono potuti utilizzare i tradizionali sistemi di calcolo per determinare le portate del fumo e del calore da smaltire dall’interno dell’edificio verso l’esterno. Al fine di garantire una sicurezza equivalente si è comunque fatto largo impiego di simulazioni al computer che alla fine hanno permesso una ottimizzazione tale da poter raggiungere, a parità di costo dell’impianto, un miglioramento del 50% rispetto all’applicazione dei più semplici algoritmi riportati nei codici standard. Ciò è dovuto sostanzialmente alla possibilità di prendere in considerazione una quantità di parametri, che non sarebbero altrimenti gestibili con i sistemi di calcolo convenzionali e tali da garantire una superiore ottimizzazione delle soluzioni impiantistiche ed in definitiva della sicurezza degli occupanti dell’edificio e dell’economia generale. NFPA Journal – “Keeping it green” di Craig Hofmeister e Alex Kline 19 HS+E magazine 2005 OFFSHORE EUROPE 2005 Salone internazionale delle tecnologie dell'oil & gas offshore 6 – 9Aberdeen settembre (UK) ambiente E LAVORO 10° Salone dell'igiene e sicurezza in ambiente di lavoro 13 – 15 settembre Bologna (Italia) FINNSEC Salone internazionale della sicurezza 5 – 7Helsinki ottobre (Finlandia) EXPLORISK Salone internazionale per la protezione contro l’esplosione e la sicurezza industriale 11 – 13 Norimberga ottobre (Germania) IWEX 2005 Salone internazionale dell’acqua e degli usi idrici 18 – 20 ottobre Birmingham (UK) A+A Salone internazionale della sicurezza e della medicina del lavoro 24 – 27 ottobre Düsseldorf (Germania) EUROPORT MARITIME Salone internazionale dell'industria marittima e portuale 1 – 5Rotterdam novembre (Paesi Bassi) expo protection / FEU 20° Salone internazionale della protezione e della sicurezza 6° Salone dell'antincendio e del soccorso 2 – 5Parigi novembre (Francia) BEST Salone europeo dell’ambiente, dell’energia e delle tecnologie 12 –14Liegi novembre (Belgio) MEDMAR Salone della tecnologia marittima e portuale nel Mediterraneo 25 – 27Ravenna ottobre (Italia) ECOMONDO Salone internazionale dell’ambiente e del riciclaggio dei rifiuti 26 – 29Rimini ottobre (Italia) Integrale veiligheid Salone internazionale della sicurezza 8 –10Utrecht novembre (Paesi Bassi) SICHERHEIT 2005 Salone internazionale della sicurezza 14 – 16 Zurigo novembre (Svizzera) POLEKO Salone internazionale dell’ambiente 15 –18Poznan novembre (Polonia) POLLUTEC 2005 21° Salone internazionale degli equipaggiamenti, delle tecnologie e dei servizi dell’ambiente per l’industria 29 novembreParis- nord 2 dicembre Villepinte (Francia)