Fantasmino Ortolab Il fantasmino Ortolab è un’ innovativo apparecchio ortodontico per il ripristino di anomalie dentali di ogni genere. E’ costituito da una guaina di materiale polivinilico formata su un tradizionale modello da laboratorio preventivamente settato, rinforzato con filo di acciaio modellato sulle superfici vestibolari e palatali di ogni dente, con diverso spessore e materiale. C La terapia da noi proposta consta nell’applicazione di una serie di tali apparecchi imponendo uno spostamento dentale a step successivi, spostamento che non supera l’ampiezza di mezzo millimetro per step. d La nostra terapia ortodontica ha l’ambizione di affiancare le attuali tecniche di ortodonzia fissa, essendo essa capace di indurre al pari di queste ultime spostamento corporeo del dente. Com’è noto dalla biomeccanica del movimento dentario un tale tipo di movimento è indotto da un sistema di sollecitazioni composto da una forza singola più una coppia di forze. Nell’ortodonzia fissa tale sistema di forze è generato mediante un filo metallico di sezione rettangolare che scarica su un bracket e quindi sulla superficie dentale le forze necessarie: T a B La forza singola è data dalla tensione del filo ed è applicata al centro del bracket B. La coppia di forze è data dall’elasticità torsionale del filo stesso. Affinché il movimento del dente sia di tipo corporeo deve accadere che il sistema di forze applicato sia in equilibrio rispetto alle rotazioni di tipo coronale. E’ noto che una forza singola applicata al centro della superficie vestibolare del dente genera un movimento coronale dello stesso attorno al punto C ovvero il terzo apicale della radice. Tale movimento è generato dal momento della forza T rispetto al punto C, questo lo indicheremo con M(T,C). Il suo valore è dato dal prodotto della forza T per la distanza d quindi: M(T,C)= T *d Tale momento è orario rispetto al punto C, quindi esso genererebbe da solo una rotazione coronale del dente attorno a C. Per annullare tale effetto è necessario applicare alla superficie dentale una coppia di forze di momento uguale ed opposto a quello imposto dalla forza T. Chiameremo tale coppia M(B) ed essa sarà rappresentata dalla coppia elastica che il filo esercita sul bracket per il fatto di essere deformato di un’angolo a rispetto alla sua configurazione naturale. Quindi per annullare le rotazioni coronali del dente deve essere verificata la seguente relazione M(T,C) = - M(B) Se ciò è verificato accade che il momento risultante Mr agente sul dente (Mr = M(T,C)-M(B) = 0) è nullo e quindi è nulla la conseguente rotazione attorno al punto C. Al contrario il risultante R delle forze agenti sul dente è pari a T. In definitiva le la forza T ed il momento M(B) applicate al dente si comportano come una singola forza applicata al punto C, che è l’unico tipo di forza capace di imprimere uno spostamento corporeo al dente. Abbiamo appena visto il principio applicato in ortodonzia fissa per generare uno spostamento corporeo del dente. Ora vediamo come la terapia Fantasmino Ortolab sfrutta lo stesso principio biomeccanico pur essendo costituita da una serie di apparecchi mobili. Prima di esporre il concetto fisico su cui si basa il principio di funzionamento del Fantasmino Ortolab descriveremo brevemente la sua struttura: Esso come accennato in precedenza è costituito da una guaina di materiale polivinilico inglobante anime metalliche la quale viene formata su un classico modello da laboratorio preventivamente settato, settaggio che consiste nell’imposizione degli spostamenti dentali necessari per quello step sul modello. Dopo la formatura del modello tramite esso viene ottenuta la guaina costituente il Fantasmino Ortolab. B A II La forma del Fantasmino da applicare ad un determinato punto della cura è quella che il dente dovrà assumere dopo la fine del periodo della sua applicazione, dunque esso quando viene applicato subisce una deformazione per adattarsi alla confogurazione dentale attuale. Tale deformazione (di I tipo elastico) fa insorgere nel materiale uno stato tensionale, che si trasmette all’intera struttura dentale generando il movimento voluto. Ora vogliamo provare l’analogia meccanica che c’è tra il nostro Fantasmino Ortolab e un tradizionale sistema di ortodonzia fissa. A tale scopo supponiamo di voler effettuare uno spostamento corporeo di un’incisivo come mostrato in figura, portando il dente in questione dalla configurazione A alla B (Per motivi di chiarezza dello schema lo spostamento è stato amplificato, in realtà esso è al massimo di 0,5 mm). Il Fantasmino in grado di imporre tale spostamento verrà formato sul modello in cui l’incisivo sarà settato nella posizione B, la cui forma propria è quella evidenziata in giallo nello schema. Nel momento in cui il Fantasmino viene posizionato sull’arcata dentale alla quale il dente appartiene esso assumerà nella zona del dente in questione la configurazione evidenziata in rosso in figura. Dalla sovrapposizione dei profili del fantasmino visibile nel sottoriquadro II si nota che la deformazione della guaina è concentrata nella zona evidenziata dal cerchio verde. In tale zona accade che il materiale tende a diventare rettilineo nonché ad allungarsi nella direzione della retta a cui esso tende, quindi è giusto pensare che tale zona è quella che deformandosi restituisce al dente la forza necessaria al suo spostamento. Tale forza attraverso il materiale polivinilico si trasferisce su tutta la superficie di contatto in due modi: Come forza di pressione ortogonale alla superficie dentale e come forza di attrito statico tangente alla stessa superficie. Di seguito riportiamo gli andamenti di tali sollecitazioni sulla superficie dentale. Tali sistemi di forze non sono indipendenti tra loro, infatti tra il modulo del vettore pressione Vp in un punto e quello dell’attrito statico Va nello stesso punto vige la seguente relazione: |Va| = K * |Vn| dove K è il coefficiente di attrito statico del materiale impiegato. I due vettori sono mutuamente ortogonali. Questi due sistemi di forze possono essere rappresentati mediante il loro risultante applicato al centro del campo vettoriale a cui essi appartengono. Le coordinate di tale centro si trovano come media pesata delle coordinate dei punti di applicazione delle singole forze rispetto al loro modulo. Nel nostro caso tali punti appartengono alla superficie dentale, la quale per comodità di calcolo è stata approssimata con 17 segmenti rettilinei tangenti alla superficie dentale e sui quali agisce una forza che rappresenta il risultante di quella che agirebbe su 1/17 della superficie dentale. Se Pi = (Xi,Yi) rappresentano le coordinate del punto di applicazione della forza Fi con i che va da 1 a 17, le coordinate del centro del sistema di vetti (XG,YG) sono date da: 17 XG = S Xi*|Fi| i=1 17 S |Fi| i=1 17 YG = S Yi*|Fi| i=1 17 S |Fi| i=1 Le ultime due relazioni che ci dicono in sostanza che la forza di attrito è proporzionale a quella di pressione nello stesso punto tramite il coefficiente di attrito statico K e che il centro del sistema di forze di pressione come quello delle forze di attrito si calcola come media pesata rispetto ai moduli delle forze delle coordinate dei punti di applicazione dei vettori del campo, ma vigendo proporzionalità tra le forze Fa e Fn i centri di questi due campi coincidono. Di seguito riportiamo un’illustrazione dove si può osservare la posizione di tale centro e nel quale si trovano applicati i risultanti dei due sistemi di forze rispettivamente d’attrito e di pressione. Da tale schema si nota come complessivamente in una prima fase il sistema di forze non è equilibrato rispetto alle rotazioni di tipo coronale, essendo il momento risultante rispetto al terzo apicale della radice non nullo questo poiché la superficie linguale del dente non è a contatto con il fantasmino. Tuttavia dopo un piccolo spostamento coronale avviene il suddetto contatto con la zona del fantasmino che si trova ancora in tensione. Tale contatto genera una nuova pressione, che questa volta ha risultante in direzione vestibolare. Il sistema di forze che insisteva prima del contatto rimane pressochè identico, tuttavia ad esso si aggiunge questa nuova forza di contatto capace di imprimere un momento opposto Coppia Forza singola Forza singola + coppia non equilibrante Forza singola + coppia equilibrante Forza rispetto al precedente equilibrando le rotazioni coronali. Con il procedere dello spostamento questa nuova zona di contatto si espande dirigendo la forza da esso impressa in direzione sempre più orizzontale, mentre la carica elastica dell’apparecchio diminuisce e con essa il risultante delle forze di pressione e quindi d’attrito. Il fenomeno è graduale ed è rappresentato nell’illustrazione in alto: In definitiva il Fantasmino ortolab ha un comportamento dinamico con il procedere dello spostamento dentale: esso passa gradualmente dall’applicazione di una forza singola ad un sistema forza + coppia riuscendo ad imporre lo spostamento dentale progettato. A canto riportiamo le varie fasi di spostamento del dente: Comparsa di un valore sensibile di coppia Azione prevalentemente della forza singola esso si compone di un’iniziale movimento coronale dovuto alla prevalenza della componente di forza singola che con il procedere dello spostamento viene recuperato mediante l’insorgenza della coppia di forze generata dal contatto della superficie linguale del dente con l’apparecchio. Il risultato finale è lo spostamento corporeo del dente. Fino ad ora abbiamo parlato qualitativamente dei sistemi di forze che il Fantasmino è capace di imprimere alla superficie dentale, tuttavia in campo ortodontico è importante conoscere anche il valore di tali sollecitazioni dipendendo da essi la dinamica biologica dello spostamento dentale. Come già detto forze elastiche sono proporzionali allo spostamento del loro punto di applicazione, nel nostro caso il punto di applicazione di tali forze è la superficie del dente che va dal colletto al margine incisale. Su questa superficie la forza è distribuita in modo non costante, essendo essa funzione della deformazione che il materiale costituente l’apparecchio subisce. Alla luce di tale considerazione è possibile intuire che la forza che l’apparecchio imprime sulla superficie dentale è decrescente con il suo spostamento a partire da un valore medio stimato intorno agli 80 g (vedi figura). La stima di tale valore è stata fatta in base al valore dei moduli di elasticità longitudinale e tangenziali del materiale costituente l’apparecchio, valori forniti dalla casa produttrice del materiale. Poiché le forze in gioco sono funzioni della deformazione del materiale, e poiché questa a sua volta dipende dal particolare dente che la causa, è stato realizzato uno studio bastato sull’analisi della deformazione e quindi della tensione su due modelli dentali costituiti da un’emiarcata superiore ed una inferiore, per la quale è stato prototipato un fantasmino che impone ai baricentri dentali uno spostamento in direzione linguale di 0.5 mm. E’ stato possibile realizzare Forza (Newton) vs. Tempo (giorni) Soglia di massima risposta biologica Periodo di piena efficienza Diagramma della forza impressa dall’apparecchio in funzione del tempo di esercizio dello stesso: si nota che il primo tratto della curva è quasi lineare, ciò indica che la velocità dello spostamento dentale si mantiene pressappoco costante in quel tratto (Ricordiamo che la forza decresce linearmente con lo spostamento dentale). Dopo le 240 ore di applicazione (10 gg nel diagramma) l’andamento diviene meno ripido in conseguenza del superamento di una forza limite, al disotto della quale lo spostamento dentale ha una velocità inferiore rispetto al primo tratto ed è comunque decrescente. Ciò ci ha indotto a stabilire in 240 ore il tempo di applicazione di un singolo fantasmino per ridurre al minimo il tempo complessivo della cura. questo test grazie all’impiego di software CAD/CAE (Computer aided design & engineering) a partire da una stereolitografia di un modello in gesso da laboratorio, che è stata settata secondo i parametri di spostamento citati in precedenza. Tramite il software CAE è stato poi possibile testare il sistema sul modello iniziale grazie ad un’analisi agli elementi finiti (FEA) che ha restituito i valori puntulali della sollecitazione sulla superficie dentale. Estrapolando da tali risultati la forza media agente sulla superfice di ogni dente e ripetendo la media tra questi valori si è giunto al valore medio della forza che il fantasmino ortolab è in grado di imprimere sulla superfice dentale. Tale valore come menzionato prima si è stimato attorno a 0,78 N (circa 80 g). Tale risultato, anche se affetto da una percentuale di errore dovuta alla fisiologica approssimazione del modello stereolitografato, ci garantisce tuttavia che la nostra terapia è basata su forze di tipo leggero, capaci di indurre riassorbimento diretto dell’osso, poiché la loro entità non inibisce la circolazione sanguigna nella zona di compressione dente-membrana paradontale, e quindi la connessa attività degli osteoclasti a cui è delegato il compito del riassorbimento osseo e quindi dello spostamento dentale. L’attività congiunta degli osteoclasti e degli osteoblasti è sempre presente nel tessuto osseo e ne garantisce il rinnovamento, e quando avviene in assenza di forze esterne, essa ha carattere omnidirezionale all’interno del tessuto. Quando invece avviene in un tessuto osseo soggetto a compressione il carattere osteoclastico del fenomeno prevale nella direzione della forza generando dunque in quella direzione un riassorbimento dell’osso stesso e quindi uno spostamento dentale. Tutte le cose dimostrate fino ad ora si traducono nella pratica odontoiatrica in una seri di vantaggi, sia per il medico che per il paziente: - Mobilità dell’apparechio con conseguente calo del disagio psicologico nonché la migliorata igiene orale. - Basso impatto estetico dovuto alla traslucidità dei materiali impiegati. - Attenuazione dei fenomeni di recidività garantita da un movimento corporeo del dente. - Registrazione periodica dell’apparecchio assente. - Nessun contatto vestibolare spigoloso evitando in questo modo ferite o iritazioni Sulla base di tale studio abbiamo realizzato e brevettato il Fantasmino Ortolab, terapia ortodontica, innovativa ed efficiente, la quale è provata da un ventaglio di casistiche documentate di cui di seguito riportiamo alcuni casi significativi (Per motivi di impaginazione in questo opuscolo sono presenti solo le immagini del caso prima e dopo la cura, tuttavia è possibile visualizzare l’intera sequenza dello spostamento dentale di ogni singolo caso visitando il sito internet http:\\www.ortolabpompei.it )