ilCilento A n n o V I I I n ° 4 0 - w w w. u n i c o s e t t i m a n a l e . i t - 0 3 n o v e m b r e 2 0 0 6 - € 1 , 0 0 Editore: Calore s.r.l. Sede Legale: Via S. Giovanni, 50 - Villa Littorio - Laurino (Sa); Sede Redazionale: Via della Repubblica, 177 - Capaccio-Paestum (Sa) — Poste Italiane - Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Direzione Commerciale Business Salerno — Abbonamento annuale 20,00 e VA LC A LO R E Tutti al capezzale d e l la C a n t i n a pagina 7 Discarica, torna l’incubo di Cannito continua a pagina 2 pagina 11 A PADUL A COSTITUITO U N C O M I T AT O P E R IL REFERENDUM Pa.ci.dia., il Cilento che vogliamo Il Cilento e Vallo di Diano è il risultato dell'opera combinata della natura e dell'uomo. Esso è oggi un paesaggio vivente che mantiene un ruolo attivo nella società contemporanea ma conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato, nell'organizzazione del territorio, la trama dei percorsi, la struttura delle coltivazioni e il sistema degli insediamenti. Come le specie naturali e gli ambienti geografici così le genti hanno trovato in questi luoghi il punto di contatto, la contaminazione e la fusione. Il Cilento e Vallo di Diano realizza l'incontro tra mare e montagna, Atlantico e Oriente, le culture nordiche e quelle africane, fonde popoli e civiltà e ne conserva le tracce evidenti nei suoi caratteri distintivi: l'archeologia, la natura, le tradizioni. Il riconoscimento del Cilento e Vallo di Diano nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità rappresenta una tappa storica nell’evoluzione e rilancio identitario di questa parte del mezzogiorno d’italia. Riconoscere la cultura, la storia e l’umanità del Cilento e Vallo di Diano è guardare fieri verso il futuro consapevoli di un grande passato. La storia recente dei nostri antenati ha segnato momenti straordinari di protagonismo e partecipazione ed a questi vogliamo ispirarci per guardare al “domani” con ottimismo e fiducia. Ricorrono tra due anni gli anniversari dei movimenti di libertà del 1828 e del 1848 il cui martirio ha segnato profondamente la storia dell’orgoglio cilentano e del suo riscatto. In questa prospettiva arte, cultura, storia e tradizioni sono chiamate a dare un contributo di memoria e di futuro ed unirsi ad un progetto di rafforzamento e rilancio dell’identità del Cilento e Vallo di Diano. “Pa,ci,dia.” vuole essere uno scenario comune di riscoperta dell’identità a tutti i livelli, costruito e realizzato con il territorio e la sua gente, entro e fuori del territorio. Incontri, dibattiti, attività artistiche e musicali, riscoperta enogastronomica e antiche ricette, tradizioni e riti, dai luoghi dell’anima e dell’amore, alle ricchezze biogeografiche e produttive. Un particolare impegno del mondo della scuola nell’approfondire storie e BUCCINO CAPACCIO-PAESTUM “ V ia dalla Campania ” a p a g in a 2 Vallo, la rivolta delle mamme “E bravi: descrivere Vallo in questa maniera non mi sembra affatto una bella trovata di voi giornalisti!” Sbotta davanti al municipio, Aurelio Sica, consigliere al comune di Vallo della Lucania appena tornato dal consiglio comunale dove tutti, maggioranza e opposizione, da Luigi Cobellis a Gerardo Coraggio, hanno appena firmato una lettera in cui si fa comune difesa della comunità che rappresentano. E sì che non fa piacere a nessuno essere infamati di uno dei peggiori reati: fare del male ai bambini e poi com- merciare le foto delle sevizie. “Non siamo dei depravati e non ci piace che la stampa ci tratti in questo modo”. Da giorni oramai la gente andava scambiandosi ai crocicchi della strade commenti sui giudizi con cui alcuni media hanno crocifisso questa realtà semplice, laboriosa e onesta che si chiama Vallo della Lucania. L’unica ad avere nel circondario luoghi e attività di un certo rilievo socio-culturale (un seminario, un cine-teatro, una fiera, le scuole) e non certo fenomeni criminosi e legati alla devianza così estremi. Certo, un momento come questo Vallo non l’aveva mai vissuto nella sua storia, ma saranno le persone preposte al giudizio per competenza e ruolo istituzionale ad esprimere una sentenza, non altri. E’ questa per Luigi Cobellis, da qualche mese sindaco della città, la chiave di lettura del messaggio inviato al Mattino nella giornata di sabato 21 ottobre: “Non vogliamo certo esprimerci nel giudicare ciò che è successo: è lavoro competente ai professionisti della giustizia, ma non mi sembra bello descri- Nicola Nicoletti continua a pagina 8 verci con i titolo e gli appellativi infamanti con cui veniamo additati”. Ecco che allora “il Consiglio Comunale contesta e respinge come estranei alla collettività vallese i contenuti dei ‘pregiudizi’ e degli apprezzamenti denigratori espressi negli articoli, stigmatizzandone l’infondatezza, oltre l’inadeguatezza della sede di discussione che, anzitutto, non consente un contraddittorio democratico e, in secondo luogo, contrasta con la finalità stessa di un’attività di ‘corretta’ informazione”. In piazza Vittorio Emanuele, I racconti di Enzo Landolfi pagina 12 Le case delle libertà di Sica e Fasolino Oreste Mottola L’avete mai visto uno spacciatore, un topo d’appartamenti o l’esercente di altre attività soggette al codice penale passare per gli uffici comunali o implorare per avere il benestare di sindaci ed assessori che “mettono la buona parola” ai tecnici che scrivono i piani dove c’è scritto cosa fare e cosa è proibito? “Di luongo o di chiatto” la questione evocata da Fasolino sui muri di Capaccio – non si scappa – non può non riguardare l’edilizia e la distribuzione commerciale. Dove i capitali per fruttare devono essere aiutati, o almeno non ostacolati, dai cosiddetti “decisori politici”. “Formidabili quegli anni”, scrisse Mario Capanna a proposito del 1968. In Italia, in Europa ed in America. Memorabili furono anche a Capaccio... Scalo. Mentre la minigonna rivoluzionava i costumi meglio degli scioperi, delle assemblee, dei cortei e delle occupazioni di fabbriche ed università... qui sorgeva il palazzo Pingaro dove Raffaele De Rosa e Mimì Marandino, messasi alle spalle piazza Tempone di Capaccio, aprirono il Bar Nazionale. Il dottore De Palma trasferiva da Ponte Barizzo la farmacia Iasi “Fu spostata la sede della Cassa Rurale e il capolavoro fu – racconta l’avvocato Mario Tambasco, su Paestum.it – il trasferimento della sede della Pretura Mandamentale di Capaccio dal suo storico luogo (nei locali del convento francescano) al primo piano sopra la banca. Il Comune acquistò per undici milioni di lire i due appartamenti della Pretura”. Furono gli anni dell'abusivismo per necessità (povera gente) e della speculazione edilizia (villette ed altro). Per questi reati fortunatamente non si andava in carcere ed il Comune non era in grado di abbattere. Gli uomini che dovevano controllare questo straordinario fervore che era umano prima che economico erano pochi. All'ufficio tecnico c'era il geometra Mimmo Lanzara ed il giovane Mauro Lo Presti si prodigava fra vari uffici. I vigili urbani? Erano tre o quattro e fra questi Ciccio Romano e Vincenzo Gasparro. I tecnici erano Giovanni Marino e Raffaele Voza e da soli per anni ed anni hanno dovuto mandare avanti l'ufficio tecnico che si doveva occupare di lavori pubblici, urbanistica ed edilizia .”Il paese cresceva a vista d'occhio – aggiunge continua a pagina 9 CILENTO n°40 03 novembre 2006 «Via dalla Campania, entriamo in Basilicata» Nasce un Comitato che vuole promuovere la rinascita della «Grande Lucania». «Faremo un referendum» Abbandonare la Campania e tornare in Basilicata. Anzi, nella «Grande Lucania». È l'obiettivo di un gruppo di sindaci e imprenditori di un'area in provincia di Salerno, il Vallo di Diano Cilento - Golfo di Policastro. Il loro «Comitato promotore per l'aggregazione alla Basilicata» si è presentato alla popolazione con un convegno alla Certosa di Padula (Salerno), proprio nel cuore dell'area che si vorrebbe staccare da Napoli per portarla a Potenza. C'erano sindaci, imprenditori, cittadini e consiglieri regionali della Basilicata, di entrambi gli schieramenti. Tutti a ribadire la «lucanità» del Vallo di Diano, negata duecento anni fa da Giuseppe Bonaparte, che staccò l'area dalla Lucania e la unì alla Campania. Una decisione confermata dai Borboni, dai Savoia, da Mussolini e anche ai tempi della Repubblica. «COME UNA PROVINCIA REMOTA» - Geograficamente e culturalmente, sembrano esserci pochi dubbi: Vallo di Diano, Cilento, Golfo di Policastro sono più lucani che campani. Ma dietro l'iniziativa del comitato non ci sono solo nostalgie pre-bonapartiste. I promotori del Comitato sostengono infatti che «la Basilicata è una piccola Regione, che tanti studi mostrano come una delle meglio amministrate al sud, una delle più abili ad utilizzare i fondi comunitari. Per molti cittadini del Vallo di Diano, Napoli tratta la loro terra come una remota provincia dell'Impero. Di qui la voglia di cancellare duecento anni di storia e di riformare la 'Grande Lucania'». REFERENDUM - A capo del Comitato scissionista c' è Tiziana Bove Ferrigno (nella foto). «Andremo avanti - ha spiegato - e proporremo un referendum ai cittadini». L'iniziativa avrebbe l'appoggio di molti imprenditori locali. Al consiglio regionale della Basilicata, il Comitato ha raccolto le simpatie di molti consiglieri. Bisognerebbe chiedersi cosa ne pensano a Napoli. E se davvero i cittadini della zona - dopo duecento anni - si sentono ancora più lucani che campani. I vice –presidenti sono Valentino Di Brizzi di Sassano e Michele Montuori di Sapri , per contribuire a promuovere l’indizione del Referendum popolare mirato all’approvazione di una legge nazionale che dichiari il distacco del territorio del Vallo di Diano,Golfo di Policastro e del Basso Cilento dalla Regione Campania e la conseguente aggregazione alla Regione Basilicata,nella prospettiva dell’istituzione delle Province Lucane del Vallo di Diano e del Cilento. Gli obiettivi dell’iniziativa sono stati illustrati con competenza tecnica dal coordinatore nazionale del Comitato Raffaele De Dominicis,Vice Procuratore Generale presso la Corte dei Conti,dal Prof. Antonio Capano.deputazione di storia patria per la Lucania, da Maddalena Salvia, caporedattore del mensile ‘’ Il Lucano magazine’’ di Potenza. E’ stato osservato,altresì, che le leggi della regione Basilicata sono scritte in maniera più chiara, rispetto a quelle della regione Campania che non sempre sono di facile lettura anche per gli addetti ai lavori. ‘’Siamo realisti,vogliamo l’impossibile’’ è lo slogan del comitato promotore comprensoriale per l’aggregazione alla Regione Basilicata. "Sognare da solo è un sogno,sognare insieme è una realtà’’, ha ricordato un consigliere di un comune della provincia di Potenza. "E’ una battaglia di civiltà e di coerenza che,come tutte le grandi rivoluzioni,deve partire dal basso,ha detto tra l’altro il giornalista Scaldaferri,l’obiettivo da raggiungere è irto di ostacoli,ma non insormontabile.Uniamoci e torniamo alle nostri origini’’. Infine, il TG della RAI Basilicata ha effettuato un collegamento diretto con i protagonisti dell’importante manifestazione dal titolo "ADESSO E’ IL MOMENTO…’’. Ha collaborato Pietro Cusati dalla prima E R R ATA C O R R I G E I soldi che sono arrivati leggende dei moti del 1828 e del 1848 in collaborazione con le tante iniziative locali di valorizzazione e memoria di quei momenti (Pro Loco e Associazioni del Cilento e Vallo di Diano). Uno slancio di protagonismo e rinnovato orgoglio di appartenenza, uniti in un condivisa volontà da oggi al 2008, per un territorio ricco di problemi ma anche di tante prospettive per il futuro. Il presente manifesto è aperto all’impegno e alla sottoscrizioni di tutti attraverso il FORUM per il CILENTO sul sito www.unicosettimanale.it Nell’articolo “Turismo o quello che ci pare” pubblicato la scorsa settimana, va fatta la seguente correzione : Il premio Charlot e Il palio di San Matteo sono progetti non ammessi per punteggio alla graduatoria finale degli eventi finanziati per le somme indicate. Con delibera successiva della Giunta regionale del 6 luglio 2006 alcuni progetti esclusi sono stati riammessi e fra questi il premio Charlot , soggetto attuatore Aacst Paestum,per un contributo di 60.000,00 euro. Per quanto riguarda il progetto Antichità spettacolari soggetto proponente Aacst Paestum si conferma che è stato ammesso a contributo per 580.000,00 euro. L’equivoco è scaturito dalla formulazione del deliberato regionale che tito- ...il Cilento E’ aperta la sottoscrizione a tutti i sindaci del cilento e vallo di diano. la gli allegati B (istanze ammesse a valutazione) e C (progetti ammessi a contributo) allo stesso modo. Ci scusiamo con gli interessati C ri s t i n a d i G e ro n i m o A u g u r i a Roberto Marchese dalla mamma, dagli amici e dai suoi ex insegnanti che l’hanno seguito nella sua crescita scolastica. Il 24 ottobre 2006 si è laureato, all’Università Federico II di Napoli, in Conservazione ai Beni Culturali. Fastidi necessari Il Governo Prodi ha emanato in luglio il cosidetto "decreto Bersani". Tale provvedimento interessa, tra l'altro, tutti gli iscritti agli ordini ed ai collegi professionali (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti, geometri, giornalisti, ecc.) per un totale di circa un milione di professionisti. Con tale norma i suddetti professionisti sono obbligati: 1) a tenere uno o più conti correnti bancari ai quali affluiscano obbligatoriamente le somme riscosse nell'esercizio dell'attività e dai quali sono effettuati i prelevamenti per il pagamento delle spese; 2) a riscuotere i compensi in denaro esclusivamente con assegni non trasferibili o bonifici bancari per tutti gli importi superiori a 100 euro. Il provvedimento è stato modificato dal maxiemendamento approvato in Senato, che ha disposto l'applicazione graduale dell'obbligo di pagamento elettronico delle parcelle profesionali: fino al 30.06.2007 si potranno pagare in contanti le somme fino a 1.000 euro, dall'01.07.07 al 30.06.08 il limite è stabilito in ? 500, dall'01.07.08 il limite per i pagamenti in contanti scenderà a 100 euro. Risulta chiaro che lo scopo del decreto è quello di combattere l'evasione fiscale attra verso il controllo telematico incrociato di ogni pagamento. A questo punto sono scattate le proteste delle varie "corporazioni" presenti in Italia. Il nostro è uno strano paese. Tutti implorano la lotta contro l'evasione fiscale perchè tutti ci rendiamo conto che le tasse (per intero) le pagano solo i lavoratori dipendenti che non possono sfuggire alle ritenute in busta paga né possono usufruire dei vari condoni che ci sono stati per aiutare gli evasori fiscali. Dicevo, tutti implorano la lotta all'evasione ma ognuno pensa che si debba fare verso gli altri e si ribella quando tocca anche lui. E' risaputo, infatti, che vi sono categorie di liberi professionisti che percepiscono compensi smisurati e non rilasciano fatture. E' pur vero che loro fanno degli investimenti per svolgere la professione e sugli investimenti le tasse si pagano. E' pur vero che chi fa la libera professione rischia più del lavoratore dipendente, è pur vero che chi fa la libera procontinua a pagina 3 n°40 03 novembre 2006 3 EBOLI Sibona Fiorin Fiorello, sceglie l’Italia di Mezzo Quaranta giovani lo seguono e lasciano la Margherita In una stanza piena di luce- siamo a Palazzo di Città, là dove arriva sole e vento - c'è nell'aria una canzone: "Fiorin fiorello l'amore è bello vicino a te". La strofa dolce continua con un dubbio tolstojano "Quanti petali ha la Margherita?" chiede la prima voce. Qualcuno sogghigna, poi, in tono non cantato arriva la risposta: labbra giovani ma esperte dicono: "Meglio un partito unico, sì. Meglio il sindaco a capo. Che qua c'è chi parla troppo". Il riferimento vola dritto nel corridoio, trova il destinatario, ci si posa su con leggiadria. Anche fuori da Palazzo di Città, sul marciapiede di via Matteo Ripa si parla di questioni botaniche, fiori e piccole risse tra cespugli: l'ultimo interrogativo è puntato sul petalo mancante, nome Giancarlo Sibona, giovane consigliere staccatosi nelle scorse settimane dalla corolla, ops… , dalle fila della Margherita. Sibona ha 29 anni, scuro di capelli e di occhi. Arriva dal rione Pescara ex zona 167 ripulita dai prefabbricati post sisma ( "ringrazio il sindaco Melchionda per lo smantellamento"). Nella politica amministrativa c'è entrato con le elezioni di aprile 2005: il suo gruppo di estrazione cattolica , Giovani Insieme, lo ha designato quale candidato ideale a rappresentare il movimento. Sibona e i Giovani Insieme, corredati di sciarpa azzurra - simbolo di appartenenza-, sono entrati nella Margherita: una scelta per cui hanno chiesto consiglio a tutti gli ebolitani mezzo sondaggio internèt:"dove vorresti ci candidassimo?". Fra le cinque opzioni di schieramento proposte -Udc, Udeur, Margherita, Costituente Riformista e Altro - . il 39,32 % dei 117 cittadini partecipanti ha scelto il fiorellino. Detto, fatto. Poche settimane fa l'addio: "la mia fuoriuscita dal partito – spiega Giancarlo – è la somma di troppe rotte interne. Ci si fossilizza sulle dinamiche interne e non sulla città. L'ho fatto anch'io ed ho capito che è sbagliato". Il giovane ex presidente della commissione per le attività produttive e il turismo (da cui si è dimesso per impegni lavorativi, ndr ) ha rispolverato radici, detto: "La gente mi ha votato e devo guardare a loro". Il richiamo cittadino è giunto: tra i banchi della Sala Bonavoglia, Sibona ha fatto una dichiarazione d'indipendenza (di maggioranza). C'è chi li chiama "uomini del sindaco": sono più o meno giovani, arrivano da svariate formazioni politiche, si dichiarano indipendenti a supporto dell'amministrazione. stato vicino, portandoci una testimonianza politica e di amicizia. Con lui ci sono ancora discussioni, non ha lasciato le redini". Cuomo è consigliere regionale. Fa parte della Margherita dallo scorso anno dopo un passato in Forza Italia . "Il suo arrivo – dice Sibona – ha riportato in partito la discussione e lo stimolo a fare, tralasciando le chiacchiere da marciapiede". Ed eccoci qui, tornati al punto di partenza. Marciapiede di Via Matteo Ripa, portone marrò di Palazzo di Città, nell'aria una canzone nuova: "Fiorin fiorello ...". Raffaella Rosaria Ferrè Sibona non ci sta: "non voglio essere etichettato come membro di un futuristico gruppo del primo cittadino. Anche per me Martino Melchionda deve dare una risposta alla città". Come? "Con una verifica di giunta". Perchè? "Perchè questa maggioranza non ha prodotto niente, se non il voto del Puad a 16 consiglieri". E lei, Sibona, cosa farà? "Sto da solo. Sto guardando anche ad altri partiti e movimenti. C'è il circolo ebolitano l'Italia di Mezzo di Francesco Bello". Bello fa parte di Giovani Insieme; i Giovani In- sieme, annessi alla Marghertita, sono usciti con Sibona: "si tratta di 40 persone che non si sono sentitite tutelate. E dire che un partito giovane come la Margherita avrebbe bisogno di giovani...La Margherita ha anche l'assessorato alle politiche giovanili, dopo tutto, no? E invece...". E del segretario del partito cosa mi dice? "Nessuna conclusione su Morena. E' stato lasciato solo anche lui, sia nel partito che nell'amministrazione. Il gruppo consiliare doveva stargli più vicino". C'è altro? "Si. Ringrazio Antonio Cuomo. Ci è La fiamma spenta dell'assessore Lavorgna Già riequilibrati i conti pubblici. L’accusa di cretino a chi? Assunto come il discepolo prediletto di Padoa Schioppa, mandato a casa (dopo un anno) con un biglietto di terza classe, il sindaco Melchionda ha licenziato il "super tecnico" dei conti (Coccaro), ritrovandosi in una situazione paradossale, roba da finanza creativa. Pochi giorni fa, l'Unione e il centrodestra trapezzista (un'insalata mista ebolitana) hanno approvato il riequilibrio dei conti pubblici. Senza bilancio consuntivo. "Una cosa senza precedenti, mai vista, mai sentita prima. Considerato quanto ci costa, visti i danni provocati, è il caso che l'assessore Lavorgna vada a casa. A Melchionda chiediamo più oculatezza su come spende il denaro pubblico. Ha munito l'ufficio tributi di convenzioni dispendiose con risultati disastrosi" ha tuonato Salvatore Marisei (i Socialisti). Pochi secondi dopo...arriva la postilla di Del Vecchio (Pdci): "questa delibera è un atto illegittimo. Prima del riequilibrio dei conti bisogna approvare il consuntivo. E' una questione di logica elementare. Nei prossimi giorni faremo esplodere una bomba (in senso figurato, speriamo, ndr). Da ora in poi, la nostra opposizione non sarà più solo sui giornali. Andremo in Procura". La risposta di Melchionda non si è fatta attendere: "Del Vecchio sei un cretino". Complimenti per la trasmissione...da pupi e secchione. Per rendere più chiaro la logica dello scontro, facciamo qualche esempio. Prendete l'assessore Emilio Cicalese, talent scout santaceciliese...mettiamo che dopo il viale Amendola voglia cambiare il piano traffico in autostrada. Ammesso che l'Anas non chiami prima la Croce Rossa, Cicalese non ha la più pallida idea di quanti soldi ha in cassa per sostituire i segnali, fare le nuove strisce bianche, pagare gli straordinari ai vigili urbani. Paradigmiamo Presutto, un giovane tutto palestra, Jaguar e formazione. Gli balena l'idea di un corso di cinese in lingua madre...in una scuola privata dove si parla a stento l'italiano. Il bel Presutto, l'alter ego ebolitano al Cepu, dovrebbe assoldare una cinese, pagarle l'eventuale permesso di soggiorno, comprarle la lavagnetta, il gessetto e un quadretto di Mao Tse Tung. Il tutto a sue spese, perchè Presutto è totalmente ignaro di quanto denaro possa sprecare, investire o gettare dalla finestra (il verbo cambia a seconda dei partiti). Ultimo esempio: l'assessore vicerè, Cosimo Cicia. Mettiamo che al berluschino ebolitano venga l'idea di comprare un giornale, una radio o una tv locale...con i soldi pubblici. Escludendo un attimo la Corte dei Conti, di quanto può disporre il Cicia-media se il compagno Melchionda gli fa la faccia da crack finanziario? Dopo il cretino complimento del sindaco a Del Vecchio, è arrivata l'adolfa risposta dell'assessore Lavorgna, l'accusato numero uno: "non avete capito niente, nè l'opposizione, nè chi mi critica. Noi il consuntivo lo abbiamo approvato l'8 settembre". Però, che novità mirabolanti, Copperfield Lavorgna. Ci volevano dieci giorni di polemiche, comizi da marciapiede e articoli sui giornali per scoprire all'improvviso che: "la giunta Melchionda ha già approvato il consuntivo, l'8 settembre scorso". In quanto a tempistica, Lavorgna arriva alle Olimpiadi quando la fiaccola è già spenta. Che gli costava parlare prima? Avrebbe evitato un'inutile crociata a PaoloFiamma-Tricolore-Polito, lanciatosi in un panegirico tributario del suo nuovo esecutivo. Ma per concludere la sua intemerata col botto, Lavorgna ha ricordato all'assisa e stufata assise che: "abbiamo ereditato tanti debiti dal passato". Ancora? Al Lavorgna rewind che si intestardisce a scivolare sulla solita buccia di banana, gli ricordiamo che in passato i Ds di Melchionda non vivevano sulla luna, ma hanno avuto ben tre assessori alle finanze: Cosimo Cicia, Damiano Capaccio e Carlo Moscariello. E non è finita. Sempre con la pettorina dei Ds, negli ultimi dieci anni, i conti del comune li ha vistati il compagno Gianfranco Masci, promosso ora alla lucrativa carica di direttore generale. Un consiglio all'estemporaneo Lavorgna: prima di parlare del passato, faccia il consuntivo del presente. Francesco Faenza continua da pagina 2 Fastidi necessari fessione deve, il più delle volte, confrontarsi col mercato ma è pur sempre, nella stragrande maggioranza dei casi, un evasore. Questo Governo ha pensato a questa misura per tentare di portare in Italia una maggiore giustizia fiscale. Nessuna misura è perfetta e quindi non possiamo immaginare che questa non sia criticabile. Spesso sbaglia non solo chi fa, ma anche chi non fa niente. Il precedente Governo non ha fatto niente per combattere l'evasione fiscale e quindi adesso è più difficile far digerire alla gente questi provvedimenti. Una critica che i professionisti hanno intentato a questo provvedimento e che, per esempio, un conto dal dentista di ? 200 andrà pagato con assegno, bonifico, carta di credito o bancomat. Le "fasce più deboli" potrebbero non avere un conto corrente. Nonostante in Italia ci siano più di trenta milioni di conti correnti, sono ancora molte le persone che, per scelta o per necessità, non posseggono un conto corrente: come faranno costoro a pagare il conto? Semplice.Andranno in banca o alla posta e faranno un bonifico, un bollettino postale, un bonifico a mezzo assegno, un assegno postale localizzato a favore del professionista interessato e tutto si sistema. Il fastidio (od anche la commissione) che il cliente subirà sarà sicuramente ripagata dalla gioia di sapere che il percepiente pagherà le tasse su quella somma e quindi ognuno diverrà attore di una salutare giustizia fiscale e sociale. Scusate se è poco! Antonio Marino Tel. 0828 962755 Fax 0828 962622 [email protected] SELE n°40 03 novembre 2006 IL Comitato Cittadino “Campagna Nostra” chiede l’intervento della Giustizia Europea sul disastro Ambientale di Basso dell’Olmo Campagna - Battipagliese di nascita, ma campagnese di adozione, città che ha scelto circa venti anni fa per l’invivibilità, dovuta alla presenza di una discarica, nella dinamica realtà capofila della Piana, Vincenzo Marmora, coniugato con due figli, sembra essere perseguitato dalla cattiva sorte, perché pure a Campagna ha dovuto fare e fa, i conti con una discarica. Marmora ha realizzato a Castrullo un’attività imprenditoriale di tutto rispetto, con un allevamento bufalino di circa 300 capi. Vicino al Fiume Sele, ha scelto di costruire un avanzato complesso industriale per la trasformazione del latte (mozzarelle di bufala, che vengono distribuite nell’ambito nazionale), il che comporta, cosa di non poco conto, l’impiego di personale della zona. Ama la montagna e la natura incontaminata, ha intrapreso una giusta lotta per non vedere distrutta una delle zone più belle d’Italia. Il Comitato Cittadino “Campagna Nostra”, ed in modo particolare il signor Vincenzo Marmora, continua incessante la sua opera di denuncia del disastro ambientale provocato dalla cecità di chi ha voluto a tutti i costi ubicare una discarica a Basso dell’Olmo, cioè a poche centinaia di metri dal Fiume Sele e dall’Oasi di Persano. Basta guardare, poi, a ciò che sta succede ogniqualvolta ci sono le piogge: una quantità enorme di percolato o meglio di veleno si riversa nel fiume, con le conseguenze devastanti, che tutti possono ben im- maginare, per l’ambiente, per l’economia dell’intera Valle del Sele e per la salute dei cittadini. E proprio su ciò è stato puntato il dito con una ennesima Lettera inviata in questi giorni al Presidente del Parlamento della comunità Europea, con all’oggetto “Notizie di aggiornamento alla nostra Petizione iscritta nel vostro Ruolo Generale al numero 683/2005”. Così inizia il Testo, a cui sono stati allegati la copia di un articolo del nostro giornale e due foto. “(...) La dura e giustissima opposizione fatta dal popolo di Campagna con la lotta tesa ad evitare la realizzazione della discarica servì solo a troncare la giovane vita di un ragazzo facente parte dei manifestanti, ma non valse a far desistere i politici dalla loro sciagurata decisione in quanto alla fine la discarica fu realizzata. A questo punto sentiamo il dovere informare la On.le Giustizia Europea di quanto si sta verificando in soli otto mesi di attività della maledetta discarica. Un articolo di un giornale del 19/09/2006 annuncia il sequestro della Discarica di Basso dell’Olmo operato dal Corpo dei Carabinieri. I motivi del sequestro si leggono dalla copia dell’articolo del giornale, che alla presente si allega”. “Però, a rendere più interessante la notizia”, secondo il sodalizio Campagna Nostra, “ci permettiamo aggiungere quanto segue: Il percolato della spazzatura non giungeva al fiume casualmente solo quando le vasche di raccolta tracimavano, ma come si dimostra da una foto, che unitamente alla presente si trasmette, c’era la volontà precisa di mandare al fiume il velenoso liquido attraverso una canalizzazione appositamente realizzata con tubi in ferro, che andavano a scaricare in un valloncello adiacente la discarica, il quale convoglia le acque piovane scaricandole poi nel fiume Sele”. Per Marmora ed amici “L’Oasi posta a soli cinquecento metri dalla discarica è ormai distrutta. Nell’Oasi vivevano esemplari quasi tutti in via di estinzione, come poteva essere la Londra, e per la salvaguardia di queste specie andava esercitata una particolare protezione, che invece non c’è stata. Gli esemplari sono tutti scomparsi e, al momento, nella zona dell’Oasi albergano a centinaia i gabbiani, trovando lì terreno fertile per la loro alimentazione con la vicinissima discarica. Mai doveva essere realizzata una discarica a Basso dell’Olmo, questa zona fu dichiarata, dall’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità”. Mario Onesti Ricostruzione, i sindaci incontrano il Governo La mobilitazione degli amministratori delle zone terremotate della Campania e della Basilicata, di cui abbiamo già parlato nel numero scorso di ‘Unico’, ha visto un altro momento importante nei giorni scorsi, quando una delegazione ristretta, organizzata da Legautonomie della Campania, si è recata a Roma per incontrare parlamentari e rappresentanti del Governo. Della delegazione, guidata dall’onorevole Stefano Vetrano, facevano parte rappresentanti delle due regioni interessate. Per la Provincia di Salerno, oltre a chi scrive queste note, era presente il Vice Sindaco di Auletta Carmine Cocozza. La Camera dei Deputati è stata letteralmente presidiata per un’intera giornata, durante la quale gli amministratori hanno incontrato diversi parlamentari, tra cui Pasqualino Giuditta, Gaetano Fasolino, Raffaele Aurisicchio e Adriano Musi, nonché il sottosegretario Mario Lettieri. Alla delegazione è arrivato anche il sostegno di Vincenzo De Luca e Tino Iannuzzi. Particolarmente importante è stato l’incontro con Michele Ventura, relatore della Finanziaria in Commissione Bilancio, il quale ha dichiarato la piena disponibilità a sostenere emendamenti per il rifinanziamento dell’opera di ricostruzione. La giornata romana ha avuto come risultato positivo la presentazione di un emendamento da parte dei parlamentari di centro sinistra della Commissione Bilancio Aurisicchio, Musi, Boffa, Iacomino, Giuditta e Del Mese. Con esso si prevede un finanziamento triennale pari complessivamente a circa 1.300 milioni di euro, la proroga dell’esenzione IVA fino al 31.12.2009 e la possibilità da parte dei Comuni di regolarizzare alcune posizioni contributive nei confronti degli enti previdenziali. Un altro emendamento molto importante è stato presentato dall’onorevole Raffaele Aurisicchio e riguarda i Contratti d’Area ed i Patti Territoria- li. Secondo quest’ultimo emendamento ai due strumenti di programmazione negoziata sarebbero assegnate tutte le risorse rinvenienti da revoche, rinunce o mancata utilizzazione di finanziamenti già concessi. Si stabilisce anche che il contributo globale a favore dei soggetti responsabili per le attività di gestione è pari al 3% e, comunque, entro il limite massimo di Euro 2.066.115. Questo emendamento recepisce le richieste più volte avanzate dall’Associazione Nazionale dei Patti e Contratti d’Area. Gli amministratori prendono atto della manifestazione di volontà positiva che si è esplicata attraverso la presentazione degli emendamenti, ma mantengono inalterato lo stato di mobilitazione in attesa della definitiva approvazione degli stessi. Legautonomie della Campania non esclude anche una manifestazione di massa da tenersi nei prossimi giorni proprio nella capitale. Michele Figliulo Ramona Bavassano La competenza personale La competenza, intesa come la capacità, di fronte ai nostri impegni, di mixare il nostro sapere, saper fare e saper essere, è un concetto fondamentale da comprendere per gestire sia un’organizzazione che noi stessi. In questa accezione ci stiamo riferendo agli studi psicosociali più recenti, che mettono l’uomo al centro dell’organizzazione come sua risorsa strategica. L’uomo, quindi, nella sua globalità, con la capacità sempre più ricercata di utilizzare al meglio tutte le sue facoltà intellettive, ovvero l’intelligenza emotiva. Il maggior studioso contemporaneo, Daniel Goleman, la definisce come la "capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali".Vale quindi la pensa di prendere consapevolezza del nostro livello di utilizzo dell’intelligenza emotiva, partendo dalla considerazione che questa si basa su due grosse competenze, quella personale e quella sociale.Analizziamo oggi la consapevolezza personale, la settimana prossima approfondiremo quella sociale. La competenza sociale si compone di: Consapevolezza di sé; Comporta la conoscenza dei propri stati interiori -preferenze, risorse e intuizioni; Consapevolezza emotiva: riconoscimento delle proprie emozioni e dei loro effetti; Autovalutazione accurata: conoscenza dei propri punti di forza e dei propri limiti; Fiducia in se stessi: sicurezza nel proprio valore e nelle proprie capacità ; Padronanza di se; Comporta la capacità di dominare i propri stati interiori, i propri impulsi e le proprie risorse; Autocontrollo: dominio delle emozioni e degli impulsi distruttivi; Fidatezza: mantenimento di standard di onestà e integrità; Coscienziosità: assunzione delle responsabilità per quanto attiene alla propria prestazione; Adattabilità: flessibilità nel gestire il cambiamento; Innovazione: capacità di sentirsi a proprio agio e di avere un atteggiamento aperto di fronte a idee, approcci e informazioni nuovi; Motivazione; Comporta tendenze emotive che guidano o facilitano il raggiungimento di obiettivi ; Spinta alla realizzazione: impulso a migliorare o a soddisfare uno standard di eccellenza; Impegno: adeguamento agli obiettivi del gruppo o dell'organizzazione; Iniziativa: prontezza nel cogliere le occasioni; Ottimismo: costanza nel perseguire gli obiettivi nonostante ostacoli e insuccessi. n°40 03 novembre 2006 ALBURNI Di Feo, Sogni e pragmatismo per Altavilla Il sindaco confessa a il “Denaro” i progetti futuri Prosegue il viaggio del Denaro tra «I sogni da sindaco» che questa settimana fa tappa ad Altavilla Silentina. Centro di 6.750 abitanti, dal 2001 è amministrato da Antonio Di Feo (nella foto) , ingegnere di 50 anni, sposato, con quattro figli. Per nove anni consigliere provinciale, nel maggio scorso, è stato riconfermato dagli altavillesi alla carica di primo cittadino. Il sindaco di Altavilla Silentina, Antonio Di Feo, si definisce un uomo pragmatico e preferisce parlare di programmazione, concertazione fra istituzioni e contatto diretto tra amministratori e cittadini. Ambizioso il suo sogno nel cassetto: “Contribuire alla riqualificazione ambientale di Altavilla”. “Dico contribuire perché spesso si immaginano percorsi che rimangono solo nei sogni e non si realizzano”, chiarisce. ECONOMIA E AMBIENTE Ad Altavilla l’economia si basa prevalentemente sull’agro-industria grazie alla presenza di 12mila capi bufalini e qualche migliaio di bovini. Per questo, uno dei problemi dell’amministrazione è lo smaltimento dello stallatico. “Da tre anni abbiamo avviato la raccolta differenziata — afferma Di Feo — e attualmente siamo al 25-26 per cento, senza la raccolta dell’umido che partirà a fine anno. La differen- ziata è importante anche se il problema resta quello dello smaltimento dei rifiuti. E’ necessario affrontare la questione con più soluzioni alternative e non limitarsi alle proteste”. Il sindaco si sofferma, poi, sulla necessità di evitare ulteriori distruzioni di terreno, che viene sottratto all’agricoltura. “Ad Altavilla — aggiunge — abbiamo anche il problema delle falde acquifere superficiali e non abbiamo depurazione: uno studio dell’Ato Sele prevede la creazione di un collettore che colleghi la città al depuratore di Varolato a Capaccio-Paestum concepito per un’utenza di 200 mila persone. I soldi li abbiamo chiesti al Patto territoriale. In caso contrario utilizzeremo i fondi della legge regionale 51 per fare piccoli tratti di collettore fino a quando non lo completeremo”. PATTO DI STABILITÀ Pur ammettendo la difficile situazione finanziaria in cui versano i Comuni, il sindaco crede che il patto di stabilità vada rispettato “in quanto si tratta di una piccola partecipazione al governo economico del Paese”, dice. “Mi auguro di contribuire, per quan- to è possibile, alla conservazione e al risanamento dell’esistente, come il centro storico — spiega ancora Di Feo — nonché all’assestamento generale del Comune con una riorganizzazione degli uffici”. Tra i progetti in cantiere spicca la realizzazione del Pip, avviata nel 2002, ma che solo recentemente ha avuto un’accelerazione grazie alla presentazione del progetto preliminare da parte di un imprenditore, proprietario della zona che dovrà diventare area industriale per pmi agro-alimentari. “Alcune aziende sono state interessate da interventi di ampliamento grazie all’operato dello sportello unico delle attività produttive — prosegue il sindaco —. Abbiamo, poi, approva- to una variante per il cambio di destinazione di un lotto al fine di permettere l’insediamento dell’azienda Polli”. Sul territorio comunale sono presenti alcune aziende conserviere, la Socome e la Slaicord che lavorano con la protezione civile. Per ciò che riguarda l’area artigianale si attende l’approvazione della variante da parte della Provincia. “L’anno prossimo provvederemo all’approvazione del Puc e del piano commerciale da rendere compatibile al Prg”, precisa il sindaco. OCCUPAZIONE E SICUREZZA Ad Altavilla l’occupazione è concentrata in piccole aziende per complessivi 300 occupati, di cui il 60 per cento sono altavillesi. Sul fronte “edilizia scolastica”, l’amministrazione comunale ha provveduto alla verifica e la messa in sicurezza di alcune scuole cittadine e si appresta a completare gli interventi. “Grazie al Piano di zona riusciamo a offrire ai cittadini numerosi servizi (assistenza domiciliare anziani, progetti di scolarizzazione per immigrati) — precisa Di Feo —. Abbiamo, inoltre, appaltato la gestione del centro diurno per disabili, aperto il centro per anziani e promosso progetti di servizio civile per 65 giovani in tre anni”. Basilio Puoti t r a t t o d a l “ D e n a ro ” Dal ferro all’acciaio, passando per Acitoinox di Matinella Sua è la marmitta inox bella e funzionale che fa bene all’ambiente La ditta di Acito Erminio è unica in Italia e vanta la produzione di un prodotto di qualità: marmitte e allestimenti per camion di tutte le marche in acciaio inox. Acito è originario di Altavilla, ha frequentato il laboratorio del fabbro all’età di otto anni, quando dai suoi genitori veniva mandato dal “mastro” per imparare un mestiere. “Già allora mi piaceva martellare il ferro, creare – afferma Acito – poi ho frequentato la scuola professionale ad indirizzo meccanico. Ho lavorato, in giro per l’Italia e anche all’estero per 15 anni, sempre nel campo della meccanica. A Manfredonia producevo impianti in acciaio di mulini e mangimifici”. L’idea di creare un’azienda che lavorasse l’acciaio è nata quasi per caso. Sedici anni fa, per dare una mano ad un amico che aveva l’officina di fabbro inoperosa dalla morte del padre.“Subito ho avuto l’idea di lavorare l’acciaio, di creare. – afferma il maestro – Ho cominciato a produrre piccoli oggetti di arredo, cancelli ed altro. Ho contribuito a costruire gli arredi e supporti tecnici per le aziende del territorio, soprattutto nel campo agro-alimentare, nei caseifici le vasche inox ad esempio. Intanto maturavo esperienza fino a quando non c’è stata l’idea di costruire questa marmitta per camion il cui prototipo di scarico è brevettato”. Il suo prodotto è conosciuto in tutta Italia e le richieste sono in continuo aumento. Lavorano nell’azienda sei persone, giovani, che svolgono il lavoro con entusiasmo e passione.“C’è carenza di personale – lamenta Erminio – faccio fatica a trovare giovani che vogliono specializzarsi in questo campo. Eppure il lavoro è creativo, non ripetitivo né pesante”. Ma qual è la particolarità di questo genere di marmitta? “E’ bella da vedere già così com’è, in acciaio lucido. Poi, quando il camion cammina, aspira aria fredda che si miscela con i gas di scarico. In questo modo viene abbattuta la percentuale dei gas di scarico ed anche l’ambiente ci guadagna”. Il terminale di scarico tipo AE2 dispone di una presa d'aria anteriore che permette un migliore raffreddamento del terminale di scarico con riduzione dello scottamento dello stesso. Raggiungere questi obiettivi è stato faticoso.“Facevo tre giornate lavorative in una, togliendo tempo alla mia famiglia. Non ho avuto alcun genere di aiuto, nessun finanziamento o altro. Il nostro è un lavoro quasi artigianale tutto fatto a mano. Noi offriamo più manodopera, al nord più tecnologia”. In tutto questo c’è da dire che se la famiglia non l’avesse supportato,Acito non potrebbe vantare oggi un’azienda leader nel settore. Il motto dell’azienda è:affidabilità, capacità di soluzione dei problemi è qualità dei prodotti. L’obiettivo futuro è quello di migliorare sempre di più e di crescere, ma per fare ciò hanno bisogno di giovani che abbiano voglia di costruire, di creare per far crescer soprattutto il meridione d’Italia. L’azienda è all’avanguardia anche nella tecnologia. È appena arrivata in azienda una macchina nuova, molto sofisticata. Si tratta di una punzonatrice a controllo numerico che dà l’opportunità di migliorare ulteriormente il prodotto. L’azienda si è fatta conoscere grazie al sito (www.acitoinox.com), alle fiere campionarie e, ultimamente,Acitoinox si sta affacciando anche sui mercati esteri. “Abbiamo già qualche contatto con la Spagna, sono interessati al nostro prodotto”. G i n a C h i a c c h i a ro 5 Altavilla Silentina, le attività per disabili ed anziani Altavilla s’impegna per garantire l’efficacia delle Politiche Sociali. L’obiettivo, in linea con le finalità del Piano di Zona Ambito S/5, cui fa parte, è quello di mettere al centro dell’attenzione generale gli anziani. Romilda Nigro (nella foto) è la coordinatrice con il progetto “Centri sociali polivalenti per anziani”, che prevede attività rivolte all’integrazione degli anziani, con la realizzazione di attività mirate a favorire la socializzazione, sventando il rischio di solitudine ed emarginazione. La visita al teatro Verdi di Salerno, che si è svolta il 20 ottobre scorso e che ha visto 50 anziani recarsi ad assistere ad una commedia, risponde in pieno a questa finalità, ma tuttavia non è certamente l’unica azione finalizzata a questo obiettivo. In questo modo, ed attraverso ulteriori iniziative, gli anziani hanno la possibilità di socializzare, anche mediante la funzione di un centro sociale, che sorge in centro, e che fa da scenario ad incontri ed iniziative ad essi indirizzati, quali attività culturali, attività di animazione, oltre a gite e visite guidate. In un’ottica di integrazione sociale, il comune di Altavilla intende essere da supporto alla famiglia dell’anziano, sviluppare un’immagine positiva dell’anziano, e promuovere l’idea che l’anziano è una risorsa per tutti. Non mancano interventi mirati all’integrazione degli immigrati, che sono sempre più numerosi, ai disabili, per i quali è di recente ideazione il progetto “Centri diurni socio-educativi”, che punta al raggiungimento, da parte dei beneficiari di “adeguati standard di autonomia personale attraverso le attività educative. La maggior parte delle attività saranno rivolte all’autonomia comunicativa, all’orientamento ambientale, al sostegno nell’alimentazione, nell’abbigliamento e nella cura personale. Le attività del centro socio-educativo saranno incentrate in prevalenza su azioni a carattere ricreativo-occupazionali che saranno articolate attraverso l’attivazione di appositi laboratori”. Il servizio sarà rivolto a 40 persone disabili e vedrà l’attivazione di tre centri, uno per il capoluogo, gli altri due per le frazioni di Cerrelli e Borgo Carillia. AGROPOLI n°40 03 novembre 2006 Castellabate, le immagini della spettacolare esplosione delle mine a mare Boom. La colonna d’acqua si solleva verso il cielo per poi cadere fragorosamente su se stessa. Sono le 10 del mattino del 19 ottobre e gli uomini del Nucleo Antisminamento SDAI di Taranto hanno appena fatto brillare una “MB 1000”, tra le mine di fabbricazioni tedesca più “cattive” della Seconda guerra mondiale. Il giorno prima, il sindaco di Castellabate Costabile Maurano ha firmato un’ordinanza con la quale, oltre a proibire ogni attività subacquea, di balneazione, di pesca e da diporto nel litorale compreso tra Punta Tresino e Punta Licosa, ha invitato i residenti della frazione “Lago” a restare all’interno delle proprie abitazioni al momento del brillamento, e a non sostare nei pressi delle superfici vetrate… Eccesso di zelo? Nient’affatto. “MB 1000” sta per 1000 chili, il peso della mina la cui anima è costituita da oltre 750 chilogrammi di esplosivo. Un ordigno di eccezionale potenza, nato per mandare a picco una nave o un sommergibile, e il cui innesco è provocato dalle sollecitazioni acustiche o magne- tiche. Un ordigno che, finito a circa 22 metri di profondità, a mezzo miglio dalla costa, sarebbe potuto esplodere da un momento all’altro, se il sub di sopra non lo avesse scoperto e ne avesse dato l’allarme. Da qui, la decisione di chiedere l’intervento di chi di “inattivazione” di bombe se ne intende, l’arrivo degli uomini dello SDAI, l’immersione, il trasferimento dell’ordigno di circa una cinquantina di metri dal luogo del ritrovamento per evitare di danneggiare il fondale roccioso e l’esplosione che, per la cronaca, è stata leggermente avvertita dall’intera popolazione di Castellabate. Nicola Rossi Vinarte- winebar: come un locale controcorrente può divenire tendenza Il winebar “Vinarte” è un locale con una carta d’identità molto particolare, è ad Agropoli, sul Lungomare San Marco, ma in realtà ha poco a che vedere con lo stile dei locali agropolesi. Il Vinarte inaugura nel maggio 2004, il proprietario è un giovane ventottenne, sommelier, che si laurea e vive a Roma, decide poi di rientrare ad Agropoli e mettere a frutto ciò che ha imparato, proprio nel luogo dov’è nato. Apre il “Vinarte” lanciando una sfida, rischiando, e i risultati dopo due anni lo premiano. I primi sintomi del boom di questo locale sono visibili a tutti; camminando la sera, soprattutto nel fine settimana, per il Lungomare San Marco, non si può non notare la marea di persone che si addensa all’entrata, giovani dai diciottanni in su, si aggregano a frotte in questo winebar, seduti o in piedi all’interno e all’esterno del locale. Quali sono gli elementi che hanno portato il Vinarte a diventare così popolato e di tendenza. Le risposte le fornisce il titolare, Mario, che ci racconta la storia del suo bar. “Il tuo locale è partito in sordina, ora è decollato e va alla grande, cosa c’è dietro questo successo?” ” La mia- dichiara Mario- è stata una sfida, un’idea molto rischiosa da mettere in pratica, soprattutto per un contesto così particolare come Agropoli. Ho preso spunto dal tipico winebar che si può trovare in città come Roma, e cioè un luogo dove incontrarsi e unire il piacere di una chiacchiera al piacere di un buon vino. Importare questo stile ad Agropoli non è stato facile, in quanto, non vi è qui una grossa cultura del vino, soprattutto da sorseggiare in sostituzione di una birra. La mia è stata una precisa volontà di stravolgere le abitudini della gente, partendo prima di tutto dall’ambiente, tutto in cemento e ferro, con vetrate attraverso le quali si possa vedere l’interno. Già questo all’inizio mi ha portato problemi; la gente lo sentiva freddo. Entrando si può notare l’angolo bar, e subito di fronte i vini esposti sulle pareti, tavoli per quattro; tutto ciò per evidenziare un luogo dove potersi riunire tra pochi intimi. Poi ho proposto un menu che va dalle birre alle cioccolate, ma con una carta dei vini a parte, quest’ultima propone prodotti di qualità con prezzi modici”. ”Insomma hai cercato di creare un nuovo modo di vivere il locale, con scelte mirate, tutte in controtendenza.” ”Praticamente nulla è stato lasciato al caso -continua il titolare- ho avuto comunque un periodo di crisi, perché la gente non riusciva a cogliere l’identità del Vinarte, potevo cedere al commerciale, esponendo un banco gelati o cose che di solito si trovano nei bar, ma non volevo tradire le mie idee, volevo fosse un punto di ritrovo anche nei giorni infrasettimanali, un luogo diverso in controtendenza con l’offerta generale dei locali agropolesi, e lo è diventato; la mia sfida è continuata anche sul piano musicale, di fatti ho deciso di portare musica dal vivo, con artisti locali, che suonassero un tipo di musica diversa, anch’essa in controtendenza, dal jazz al popolare, dall’italiana alla brasiliana, quest’anno da ottobre a gennaio avremo il nuovo programma musicale: Autumn in live, chi verrà, potrà ascoltare musica di artisti locali in erba”. Possiamo dichiarare che la sfida ha avuto ottimi risultati, cambiare le abitudini dei consumatori non è semplice, se prima il vinarte non convinceva, adesso sembra non se ne possa fare a meno, ad Agropoli mancava decisamente un tipo di locale così alternativo, nella qualità e nelle proposte. Daniela De Martino Brevi da... Roccadaspide ENEL. Tutto è pronto, il 27 ottobre, per l’inaugurazione dello sportello “QuiEnel” a Roccadaspide. Collocato al primo piano del comune, il servizio sarà attivo dal 30 ottobre e gestito da Antonio Battagliese e Walter Guerra. I giorni di apertura saranno concordati compatibilmente con la gestione dei servizi ubicati nello stesso ufficio.Tale attivazione non solo eviterà i viaggi a Sala Consilina, sede dell’Enel, ma sarà un punto di riferimento per l’intera Valle del Calore. Il servizio, difatti prevede l’assistenza agli utenti per tutto l’ambito inerente il pagamento della bolletta; la stipula o la modifica del contratto; la lettura del contatore; le richieste di interventi tecnici per lavori, di verifica del contatore e di nuovi allacciamenti; la conoscenza della situazione dei consumi e dei pagamenti; le richieste di una nuova tariffa e della domiciliazione della bolletta su conto corrente bancario o su carta di credito e così via. L’inaugurazione dello sportello si terrà alle 11:30, presso l’aula consiliare, con l’intervento del sindaco, Girolamo Auricchio, del responsabile commerciale Enel distribuzione Campania, Roberto Mele e della responsabile dell’unità territoriale commerciale Enel distribuzione Campania, Angela Noemi Chianese. Il numero del servizio è lo 0828/948230. CASTAGNA: Al via la XXa edizione della Festa della castagna, che si terrà a Roccadaspide dal 30 al 2 novembre. Promossa da Luigi Stabile e dall’associazione “Castagna d’oro”, la manifestazione si articolerà lungo il borgo del paese. Qui saranno collocati gli stands che esporranno specialità gastronomiche a base di castagne, prodotti tipici e artigianato tradizionale. Il percorso della manifestazione prevede una visita guidata al castello “Filomarino”, iniziativa che collega ulteriormente la festa al centro storico. Saranno premiati gli atleti rocchesi che si sono distinti nelle varie discipline sportive e le scuole che meglio hanno rappresentato il tema della castagna con elaborati e disegni. Ci sarà un gemellaggio tra il comune di Roccadaspide e quello di Trecchina (PZ). Sarà un’edizione caratterizzata dall’assenza di ospiti del mondo dello spettacolo a vantaggio di personaggi locali. La bellezza sarà rappresentata dalle miss vincitrici del titolo “The look of the year”. Ci sarà lo spazio dedicato ai bambini con spettacoli di animazione. Senza dimenticare i più grandi con la presenza di gruppi legati alla tradizione popolare.Tutto sarà allietato da spettacoli musicali. La scelta di collocare nuovamente la festa in paese ha trovato d’accordo la collettività. «La festa è del paese», è il commento dei cittadini. F r a n c e s c a Pa z z a n e s e n°40 03 novembre 2006 CALORE 7 Val Calore, una cooperativa con una storia senza futuro Rifiuti: Capuano La Bcc di Aquara chiama a consulto politici e tecnici per un piano di rilancio chiede spiegazioni Prima ha chiesto al consiglio d’amministrazione della banca un impegno preciso a favore del rilancio della “Cantina sociale”. Poi ha chiamato intorno ad un tavolo i politici e i tecnici per metterli di fronte alle loro responsabilità. Infine ha rilanciato mettendo a disposizione le risorse per predisporre un piano industriale per rilanciare la Cooperativa schiacciata da un debito di oltre due milioni di Euro. Stiamo parlando di Antonio Marino, direttore della Bcc di Aquara che non riesce a capacitarsi sul perché “tutti i produttori di vino hanno successo e distribuiscono ricchezza e solo la nostra “cantina” è sull’orlo del fallimento.” Il 19 ottobre, presso l’Hotel Ariston ha promosso un consulto d’eccezione: Angelo Villani e Corrado Martinangelo, per la Provincia; Gennaro Mucciolo, per la Regione; Luigi Scorziello e Francesco Cosentino, per la Coldiretti; Mario Miano, per la Comunità Montana Calore S; Geppino Parente e Domenico Nicoletti tecnici; Pasquale Masi e Maurizio Caronna, per la Coop Val Calore. Marino, presente in rappresentanza della Bcc di Aquara, ha elencato le motivazione che ha spinto l’istituto di cre- dito a prendere l’iniziativa e ha messo sul tavolo la deliberazione del Cda con la quale si mette a disposizione un plafond di duemilioni di Euro per mutui a tasso agevolato per l’impianto e il reimpianto di vigneti. La durata del mutuo è di venti anni con un pre-ammortamento di quattro anni (le rate s’iniziano a pagare dopo quattro anni quando il vigneto è entrato in produzione). Villani e Martinangelo, oltre a portare la solidarietà agli agricoltori della Val Calore, si sono detti pronti ad intervenire con misure concrete a fronte di un piano industriale realistico che non contrasti con la legislazione europea. Mucciolo ha ribadito il proprio impegno ad emendare a correggere l’apposita norma inserita nella finanziaria regionale che prevede sovvenzioni alle cooperative in crisi, al fine di garantire l’accesso ai finanziamenti anche alla Coop Val Calore. Caronna ha sottolineato che l’aumento di capitale deliberato dall’assemblea dei soci è stato sottoscritto da 150 soci (su 980). Pertanto la situazione è critica ma non disperata. Bisogna, però, agire con rapidità e competenza. Parente e Nicoletti hanno posto l’accento sulla necessità di separare l’aspetto produttivo dalla gestione della commercializzazione. Ritengono, inoltre, che la regione possa intervenire anche in modo più diretto visto che la cooperativa ha la titolarità di sette vini Doc. Il presidente della Val Calore, Masi, ha ringraziato la “banca” e i presenti per l’attivo interessamento che hanno dimostrato verso il futuro della cooperativa e ha dato la disponibilità sua e dell’intero Cda le indicazione che verranno dal piano industriale che si andrà a redigere. Sarà la Bcc di Aquara a farsi carico del coordinamento del gruppo di lavoro costituitosi, accogliere altre eventuali adesioni istituzionali e a stanziare le risorse necessarie per la redazione del piano industriale (circa seimila euro). La Val Calore per la nostra Valle è come la Fiat per Torino. È di vitale importanza riportarla al centro dei processi di sviluppo del territorio e, pertanto, bene fa la politica a farsene carico lasciando a tecnici l’onere della proposta operativa. Ad ognuno il suo mestiere! RedAzione Due sono le possibilità. Nella località Pastena di Roccadaspide è stata sequestrata una discarica oppure sono stati apposti i sigilli ad un sito di trasferenza. Dalla maggioranza si propende per il sito temporaneo dove, dall’estate, venivano collocati i rifiuti in attesa di essere trasportati, ogni settimana, presso gli appositi impianti di smaltimento. Un gruppo della minoranza, invece, insiste per la presenza di un ex discarica e preme per conoscere le reali motivazioni alla base del sequestro. Una parte dell’opposizione, inoltre, si chiede la modalità con cui i rifiuti sono stati collocati nell’area in questione. Ciò perché la stampa ha rivelato che l’immondizia veniva interrata con opportune opere di scavo e che due dipendenti comunali sarebbero stati denunciati per violazione della legislazione in materia di gestione dei rifiuti. Infine si chiede all’amministrazione comunale quali provvedimenti si pensa di adottare rispetto agli avvenimenti citati. Anche l’ex sindaco Giuseppe Capuano vorrebbe delle spiegazioni sia che l’area abbia ospitato una discarica o un sito di trasferenza. In entrambi i casi, l’ex primo cittadino è cri- Miano, il venticinque guaderà il fiume dell’incertezza Il consiglio che potrebbe rendere vana la seduta del Tar del ventisei Sarà Paolo Paolino, assessore con Donato De Rosa e consigliere anziano alla Comunità Montana Calore Salernitano, l’uomo che traghetterà Mario Miano sull’altra sponda del fiume dove c’è la poltrona della presidenza dell’ente. Quella poltrona che è rimasta vuota, anche se prenotata nel lungo periodo in cui la nuova maggioranza è stata lasciata in mezzo al guado impossibilitata da ricorsi e pastoie burocratiche ad agire nel pieno delle sue prerogative. Solo la “saggezza” di Paolino che ha accolto la richiesta di Miano e compagni di anticipare il consiglio al 25 ottobre, consentirà all’attuale maggioranza di intervenire con deliberazioni di “autotutela” che renderanno inutile il pronunciamento del Tar previsto per il 26 ottobre. Infatti, al primo punto all’Odg è posta la presa d’atto della nomina di Maria Vicidomini a consigliere. La scelta, saggia, di non procrastinare lo scontro che avrebbe potuto costringere Miano a fare, ancora un po’ di anticamera istituzionale è stata consumata tra le sale ovattate dell’hotel Ariston dove, al capezzale della crisi, sono arrivati Angelo Villani, Corrado Martinangelo e Gennaro Mucciolo. L’unica concessione fatta da Paolino alla maggioranza è stato proprio l’anticipazione della data del consiglio, per il resto l’Odg proposto dalla maggioranza è il sostanziale riconoscimento del fatto che il 29 settembre, è stato commesso un errore a forzare la situazione disattendendo una sentenza del Tar che chiedeva che il consiglio si tenesse dopo il 12 ottobre, data in cui il tribunale amministrativo regionale confermò la Vicidomini nel posto di Bruno. Lo stesso Paolino, infatti, non ha ritenuto di dover inserire, come richiesto, anche l’elezione del nuovo presidente del consiglio, perché andrà perfezionato, prima di tutto, l’atto di revoca di Ernesto Passaro anch’esso deliberato il 29 ottobre. A ulteriore testimonianza che il clima si molto raffreddato c’è anche il fatto che al consiglio del 25 è prevista la presenza della minoranza che torna sui banchi dell’ente dopo aver vissuto sugli scudi un periodo lunghissimo di forte contrapposizione combattuta con ogni “mezzo”. A loro deve andare l’onore delle armi da parte dei vincitori che dovranno garantire agibilità politica tentando una gestione partecipata dell’ente sia pur nel rispetto dei ruoli. Resta ancora da sciogliere il nodo dell’ultimo posto di assessore disponibile, quello che era destinato a Giuseppe Bruno, che è stato sostituito da Maria Vicidomini. La voce più ricorrente è che toccherà a Pietro Desimone rappresentare Capaccio Paestum, il comune più popoloso della Cm, in giunta. Se tutto andrà per il verso giusto, il 26 mattina Paolino, in qualità di presidente del consiglio, salirà le scale della sezione salernitana del Tar e consegnerà ai giudici gli atti di autotutela deliberati la sera precedente (sostanzialmente si tratterà di rieleggere Miano e la giunta). A quel punto i giudici entreranno in camera di consiglio senza più l’oggetto del contendere e potranno mettere la parola fine alla lunga vicenda che ha visto impegnate le opposte fazioni in una guerra “senza esclusione di colpi” di carta bollata e, anche qualcosa in più, in termini di scadimento dei rapporti personali dentro e fuori il consiglio. biesse tico verso la gestione dei rifiuti dell’amministrazione Auricchio. Capuano, dapprima, vaglia l’ipotesi del sito di trasferenza. «E’ vero che il comune spende 24000 euro al mese per scaricare i rifiuti. Se, però l’area sequestrata fosse davvero un sito di trasferenza con il conferimento settimanale dei rifiuti ad altre ditte per destinarli agli impianti di smaltimento, l’aggravio di spese per il comune sarebbe esorbitante». Per poi passare in rassegna l’ipotesi di discarica abusiva. «Se l’area, invece, era adibita a discarica e i rifiuti venivano interrati con operazioni di scavo, il sito di trasferenza sarebbe una scusa per nascondere l’illegalità della discarica». Queste polemiche, ad ogni modo, non risolvono l’emergenza rifiuti che attanaglia non solo Roccadaspide, ma l’intera regione Campania. F r a n c e s c a Pa z z a n e s e DIANO n°40 03 novembre 2006 Rileggere Atena nella tradizione medievale Presentato in un convegno il libro di Antonio Pignata “E’ statuto che…” L’impegno nella conoscenza della storia gode di una voce in più, che ha trovato spazio nella lettura storica del medioevo atenese: ”E’ statuto che..”, esordio storiografico di Antonio Pignata, dottore in Lettere Moderne, conferma le aspettative di una valutazione importante e rispettosa per un periodo di ricerca che da molti è visto con timore e insofferenza. L’opera si propone di tracciare una valutazione storica ed istituzionale dell’antica universitas, avvicinandosi ai canoni di una narrazione scorrevole, che si avvale del prodigo archivio della badia di Cava dei Tirreni, nella quale sono stati ricercati tutti i diplomi che compongono il testo. La struttura del libro, volta ad evidenziare le peculiarità e le virtù di un corretto apparato filologico, nasce sul solco della tradizione storica e letteraria del paese, ricondotta a Giovanni Cassandro, a Michele La Cava e ad Elena D’Alto, vera eminenza in materia. Contestualmente, la curiosità per un esordiente, per uno stile piano e sottile, senza asperità particolari o ricerche che costituirebbero un profilo più accademico, attinge ad un costrutto popolare. Ciò legittima l’evoluzione di un discorso storico compatto, omogeneo, che lascia spazio all’approfondimento e alla curiosità nel conoscere la sensibilità politica che ha accompagnato i Sanseverino, nonché le altri grandi famiglie di nobile lignaggio che hanno guidato il Vallo di Diano. Nell’affermazione di ricerche che sappiano ricostruire come e perché il medioevo sia l’epoca di riferimento nella definizione della moderna società (si pensi alla stessa tradizione di governo dei singoli paesi), è infine presente l’attenzione per un recupero archivistico che affonda le sue radici nella maturazione di un percorso storico di base, la cui stesura rimanda al contesto in cui si inseriva il campus Atinas, con il suo ruolo di snodo per i traffici commerciali, culturali ed economici. Carmine Marino CALORE SALERNITANO Il sindaco di Piaggine ci scrive... Caro direttore, ho letto con molta attenzione, e soprattutto con molta stupore, l’articolo apparso su Unico del 20 ottobre scorso da parte del Presidente dimissionario Sig. Ernesto Passaro. Nel leggere tali affermazioni, mi sono sentito in dovere di sottolineare che la rappresentatività democratica, mai come in questa vicenda della nostra Comunità Montana, è stata calpestata e brutalmente violentata, ripercuotendosi negativamente sulle sorti dell’Ente, dei dipendenti, degli operai forestali e dell’intero territorio, che mai prima, era stato così tristemente mortificato. Le dichiarazioni riportate nell’intervista, mi hanno meravigliato, sia come cittadino che come amministratore pubblico, in tutta la vicenda non c’è stata affatto legalità, né tanto meno rispetto per le leggi nazionali e regionali. Voglio ricordare al Sig. Passaro, tutore delle leggi, che in democrazia contano i numeri, che ahimé sono stati costantemente calpestati e derisi. Il Sig. Passaro, dovrebbe ricordare che, il Presidente del Consiglio comunitario dovrebbe svolgere un ruolo super-partes e non solo in favore solo di una parte di esso, altrimenti viene meno, come difatti è accaduto, lo spirito di garanzia istituzionale. L’intera vicenda si trascina avanti dal 1 agosto, da quando 33 consiglieri comunitari hanno presentato al protocollo dell’Ente un nuovo programma amministrativo e un nuovo organigramma. Tutto ciò doveva imporre al Presidente Passaro, se realmente era il garante del rispetto delle leggi come ha affermato nella sua intervista, la convocazione del Consiglio Generale e non usare e mettere in atto espedienti e vari tentativi di boicottaggio della nuova maggioranza, impedendo così in ogni modo la celebrazione del Consiglio di insediamento, ma ahimé tutto ciò non è successo. A porre fine al perdurare dell’inadempimento da parte del sig. Passaro, è dovuto intervenire S.E. il Prefetto con due atti di diffida al fine di poter finalmente procedere alla convocazione del Consiglio Generale. Ma nonostante la diffida, il Presidente Passaro soltanto in data 11/09/2006 provvedeva a convocare il Consiglio Generale per il giorno 29/09/2006, ossia quasi due mesi dopo la presentazione continua a pagina 11 dalla prima Vallo, la lettera delle madri a due passi dal comune, i Ris con i camici immacolati hanno svolto le minuziose indagini per cui sono tanto famosi. Ora, davanti allo studio del fotografo indagato dalle accuse di qualcuno, ci sono solo i concittadini che si avvicinano per fargli coraggio. La saracinesca è stata ben serrata per una settimana, accumulando danni su danni; se dovesse concludersi tutto in una bolla di sapone le accuse si ribalterebbero alla grande. Ma non è il caso di lanciare dei contro-giudizi, anche se, ricorda qualcuno, gli Enzo Tortora in Italia non sono ancora finiti. Ci sono e ci saranno. Meglio quindi non fare di questo paese che ha sempre accolto tutti con grande generosità uno scenario da peste borbonica con tanto di untori pronti a seminare sospetti e calunnie. C’è solo bisogno di silenzio in rispetto dei bambini e delle loro famiglie. Intanto le suore continuano a svolgere in silenzio il loro compito. Certo, la Croce che gli è capitata sulle spalle è grande, bella pesante e mai avrebbero immaginato di portarla così scomoda. Ma si sa, non ci è dato di sceglierla, altrimenti avremmo certamente cercato di evitarla un po’ tutti, chi più chi meno.Alcune religiose sono in Africa per aprire una missione che, come le altre, si rivolge ai bambini con adozioni a distanza e l’apertura di scuole per darei un po’ d’istruzione e dignità. Sono passati in tanti a Vallo della Lucania in quell’istituto, tanti hanno dei ricordi sereni e piacevoli di un’infanzia trascorsa alla luce del gioco e delle lezioni di catechismo.“Non giudicate e non sarete giudicati”. Forse questo passo evangelico, vecchio di duemila anni, andrebbe rispolverato e rilanciato proprio qui, nel cuore del Cilento, a Vallo della Lucania. Nicola Nicoletti Sta arrivando... l’insulina per via inalatoria Da molto tempo se ne parlava ed è finalmente arrivata… si tratta di Exubera. La prima insulina per via inalatoria autorizzata recentemente in America dalla FDA per il trattamento dei pazienti adulti con diabete di tipo 1 e 2. EXUBERA è una polvere per inalazione contenuta in blister. Il contenuto dei blister deve essere respirato attraverso la bocca fino ai polmoni utilizzando l’inalatore di insulina ad azione rapida. L’insulina inalata viene assorbita molto rapidamente dai polmoni ed inizierà ad abbassare i livelli di zucchero nel sangue 10-20 minuti dopo l’assunzione, con un effetto massimo dopo 2 ore ed una durata dell’effetto di circa 6 ore. L’insulina umana per inalazione, come gli analoghi dell’insulina ad azione rapida, possiede una più rapida insorgenza dell’attività ipoglicemizzante rispetto all’insulina umana solubile somministrata per via sottocutanea. In più, l’insulina umana per inalazione possiede una durata dell’attività ipoglicemizzante comparabile a quella dell’insulina umana ad azione rapida somministrata per via sottocutanea e maggiore di quella degli analoghi dell’insulina ad azione rapida. L’ipoglicemia, l’effetto indesiderato generalmente più frequente durante la terapia con insulina, inclusa la terapia con EXUBERA e con molti farmaci antidiabetici orali, può verificarsi se il dosaggio di insulina è troppo alto in relazione al fabbisogno di insulina. Possono comparire inoltre, tosse, irritazione della gola, secchezza della gola, difficoltà respiratorie. Una brutta notizia per i pazienti diabetici che fumano, infatti Exubera non può essere usato se il paziente fuma o ha fumato negli ultimi sei mesi in quanto si è esposti ad un rischio maggiore di ipoglicemia. Inoltre devono stare particolarmente attenti i pazienti affetti da asma o da malattie bronchiali. Dovremo aspettare ancora qualche mese per avere Exubera in Italia. Ricordiamo comunque ai pazienti in terapia insulinica l’importanza di un attento monitoraggio della glicemia che può essere effettuato anche in farmacia dal farmacista. Alberto Di Muria [email protected] n°40 03 novembre 2006 9 CAPACCIO Capaccio Paestum, la politica cede il passo alla farsa Documenti, manifesti ed ipotesi di cambiamenti per non cambiare nulla L’orizzonte politico capaccese si affolla di documenti, manifesti e di ipotesi di cambiamenti e del “vecchio” che avanza. Enzo Sica, con l’intera giunta, è impegnato ad appoggiare la Sarim nell’avvio della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Intanto, dietro di lui, in ordine sparso, si muovono le “forze” politiche che hanno rappresentanti in consiglio comunale. Nel futuro prossimo si sta tirando a campare visto che non s’intravedono cambiamenti nell’immediato nella struttura della giunta e Sica non ha nominato il vicesindaco. An non ha intenzione di rispondere alla “provocazione” di Gaetano Fasolino che ha additato nel Capo gruppo del partito di Fini l’uomo che ha convinto i cinque consiglieri di FI a sottoscrive il documento con cui si dava via libera a Sica al licenziamento di Rosario Catarozzi. FI, in una riunione presenti, oltre a Fasolino, Antonio Di Benedetto e Vito Arcaro, sembra, abbia rilanciato il ripristino del famigerato criterio dello “scorrimento” per scegliere il nuovo assessore. La proposta, se portata avanti con determinazione, potrebbe riaprire i giochi tra i consiglieri e Angela dalla prima Sopra: i tre consiglieri “dissidenti” Bruno, Mucciolo e Francia Mucciolo potrebbe vedere premiata la sua lunga azione di protesta con la poltrona che fu di Italo Voza. C’è chi giura, però, che il rientro della professoressa Mucciolo tra le fila della maggioranza sia stato solo il grimaldello per far saltare la proposta di giunta tecnico istituzionale avanzata da Luigi Barlotti. Infatti, sono in molti a sottolineare che il dietro front della (ex) capogruppo di FI in consiglio, è quanto meno sospetto visto i termini con cui si esprimeva nel manifesto ( “Niente... e così sia”) sottoscritto con Giuseppe Bruno e Rosario Francia. Dopo tutto, non è un segreto che i tre “ribelli” continuano a vedersi e a consultarsi in merito alle vicende politiche e alle propo- ste di soluzione della crisi. Certo, bisognerà vedere che reazione ci sarà da parte dei cinque consiglieri di FI definiti “inesperti” dall’on. Fasolino. La rottura potrebbe anche diventare insanabile e potrebbe essere propedeutica al sempre “imminente” passaggio dell’intero vertice dell’amministrazione ad altri lidi partitici. Questo sarebbe favorito anche dal fatto che An ormai non nasconde più il suo disagio verso il partito di Fasolino che, contrariamente a quanto fa di solito, ha preso il toro della crisi per le corna e tenta di ricondurlo negli argini che gli sono più familiari, la trattativa si fa su tutto. Eppure, sembrava che la scelta di Fasolino, di difendere l’intera giunta Sica, andava nella stessa direzione di quella fatta “in pectore”, da tempo, da parte del sindaco stesso: salvare gli assessori e tenersi stretta la maggioranza che lo ha sostenuto fina dalla prima ora. L’opposizione, intanto, non sta a guardare! Come una fisarmonica, si ricompatta o si “sparpaglia” a seconda di quello che succede dall’altra parte: quando Sica si rafforza (si fa per dire) Paolo Paolino e Pietro Desimone si riavvicinano, quando Sica perde colpi, scricchiola l’impalcatura messa in piedi, testardamen- te, da Nicola Ragni al quale non resta che sfoderare il baffuto sorriso per nascondere lo scoramento a cui è costretto per l’immane compito che si è dato: raccogliere le firme utili per far cadere l’amministrazione voluta da Fasolino e tenuta in vita da Sica. Il sorriso non compare nemmeno sulle labbra di chi spera in un ritorno alle urne in primavera: Pasquale Marino, Antonio Vecchio, Pietro De Rosa, Angelo Quaglia. Tanto per citare qualcuno che non siede già in consiglio comunale. Ma nel Consiglio stesso non manca chi ha aspettative: Paolino e Desimone, già avversari di Sica, ma gli stessi Pasquale Quaglia e Nicola Ragni non si tirerebbero indietro, se si verificassero le condizioni “politiche”. Chi di questi uomini potrebbe essere felice di lanciarsi in una campagna elettorale di “tutti contro tutti”? Il vero problema è che, dopo l’esperienza Sica eletto alla carica di sindaco a furor di popolo, sono pochi i soggetti disposti ad immolarsi, a priori, sugli altari del “bene comune” facendo da battistrada. Pertanto, si aspetta che la brezza di primavera spazzi via la nebbia che ristagna nel sottobosco politico che si è fatto, comunque, più folto. Bartolo Scandizzo Capaccio, le case di Sica e Fasolino sempre Mario Tambasco - perchè circolavano i soldi provenienti da un'Italia in pieno sviluppo economico e qui da un'agricoltura molto florida con i poderi della Riforma Fondiaria che, finalmente, sembrava avessero imbroccato la strada giusta. Chi vuoi che in quegli anni denunziasse, abbattesse, impedisse. Non gli sembrava nemmeno di commettere qualcosa di male anzi veniva ben visto chi creava qualcosa che non c'era. Addirittura si cominciò ad occupare suolo demaniale e sorsero i primi immobili dentro la pineta”. “Una pezza” tentò di mettercela solo l'ottimo pretore d’assalto De Luca. Prima di arrivare in ufficio, la mattina, si faceva un giro per il litorale e per Capaccio Scalo. E dove vedeva costruire... spediva le recalcitranti guardie. Durò poco. Solo allora si ebbe una chiara e forte presa di posizione sotto il profilo giudiziario contro l'ormai dilagante abusivismo edilizio . Furono sequestrati i campeggi e vi fu molta tensione con gli operatori turistici in quell'estate che il giudice De Luca decise di non andarsene in villeggiatura altrove. Intervennero i politici a livello nazionale e sanarono. E più erano di sinistra e più si dimostrano “sensibili”. Poche le eccezioni: famosi, e con eco sulla stampa nazionale, furono gli interventi dell'allora giovane sindaco socialista Luigi Gorga e di Gigino Di Lascio, che tentarono di arginare il fenomeno. L’avventura politica di Gorga finì. Chi lo boicottò? E perché? E i mandanti chi erano? Interrogativo da consegnare a qualche volenteroso storico, non certo ad un cronista di gazzette che, nella migliore delle ipotesi, è sempre uno che scrive di fretta. Fatto sta che Capaccio Scalo è oggi quella che vediamo. Una media cittadina cresciuta in fretta. E male. E da qui nasce una constatazione che viene attribuita a Gaetano Fasolino. E cioè che qui c’è un partito che è sempre al governo e che a seconda delle convenienze è di sinistra o di centrodestra. Quello del cemento. Che riduce tutti al ruolo di modesti comprimari, e chi ha strane idee dev’essere messo ai margini. Oggi il nuovo Puc è un capitolo da chiudere al più presto affinchè le betoniere possano lavorare al massimo. Dove? E per conto di chi? Saranno i soliti noti? Della questione dei grandi centri commerciali se n’è discusso parecchio su questo giornale, ed anche su altri organi di stampa. Gli schieramenti sono stati netti: chi era a favore è venuto più o meno allo scoperto. La partita sulla scacchiera è chiara. Sullo sfondo restano una serie di vicende legate all’edificazione e ristrutturazione di alcune aree della città: dal mercato ortofrutticolo al campo sportivo, dal tabacchificio del Cafasso all’annunciato centro direzionale che ha intenzione di realizzare il consorzio di bonifica di Pae- stum. E siamo all’oggi: "Caro Enzo", "Onorevole Fasolino", il tono confidenziale dell'uno fa da contraltare alle formalità del secondo. E' durissimo lo scontro che si è aperto fra il deputato ed il sindaco di Capaccio. Un'altra presa di posizione è arrivata da Maurizio Paolillo, di "Azzurri per Capaccio", una lista-satellite di Forza Italia, e finora ritenuto uomo molto vicino a Fasolino: "Non possiedo né ho acquistato alcun terreno né conosco alcun malvivente napoletano e sarei invece molto felice di sapere quali sono le operazioni misteriose delle quali il nostro deputato parla. Vada subito a raccontarle al magistrato". Sullo stesso argomento si attende la reazione di Alleanza Nazionale, il partito sul quale Fasolino ha lasciato cadere forti sospetti di "condizionamento" e che marcia sempre più in evidente rotta di collisione con il parlamentare. Sica invece chiede a Fasolino un sostegno "senza condizioni". Traducendo: non vuole avere condizionamenti. Il sindaco quali paventa? Su “Centopassi” scrive così Lucio Capo:”Il tentativo di regolamentare lo sviluppo di Capaccio agli inizi degli anni '80, fatto con il piano Airaldi è miseramente fallito, si è costruito in modo indiscriminato dappertutto, senza edilizia popolare, senza servizi e senza opere pubbliche, badando solo ai profitti personali e alla speculazio- ne immobiliare con prezzi schizzati alle stelle, oggi comprare casa a Capaccio Scalo costa più che a Roma”. La conclusione torna a Mario Tambasco che ci spiega bene perché la questione è così aggrovigliata: “Da una stima approssimativa ritengo che una gran parte degli elettori locali ha realizzato (abusivamente) un muro di cinta, un rifacimento di facciata, un garage, una cantina, una ristrutturazione interna, la trasformazione di una soffitta in mansarda, il cambio di destinazione di un fienile in casa di abitazione o in villa di lusso, una vasca di raccolta del letame in piscina, una casa rurale in villa, un garage esente da oneri di urbanizzazione in deposito commerciale, aree a verde o parcheggio condominiali in giardini o posto auto per singoli appartamenti condominiali, appartamenti accatastati come abitazioni in uffici, locali deposito in zona Peep in negozi con attività commerciali senza alcun condono”. Il risultato? Nessuno scaglierà mai la prima pietra o disturberà i “manovratori”: restano le “parole in libertà” (così lui stesso le ha definite) di Gaetano Fasolino, il deputato di Capaccio. Pesanti. E i nuovi appartamenti. Pochi e costosi. Uno sviluppo così va bene solo a pochi privilegiati. Ma non credo che questa sia la questione oggi all’ordine del giorno sui muri della città dei templi. O re s t e M o t t o l a CAPACCIO n°40 03 novembre 2006 I consigli dell'onorevole Fasolino e la risposta di Enzo Sica Il botta e risposta tra il sindaco e il deputato "Qualche consiglio al sindaco" s'intitola il manifesto apparso ieri mattina sulle mura cittadine, a firma del deputato Gaetano Fasolino. "Caro Enzo, dopo Italo Voza, Mimmo Nese e Gerardo D'Angelo e dopo un tentativo non riuscito di far fuori tutti gli assessori, è stata la volta di Rosario Catarozzi". A tutti è noto che la decisione di affidare l'incarico di assessore al Demanio e alle Finanze al dirigente della Pirelli aveva ricevuto la "benedizione" di Fasolino, altrettanto scocciato dalla decisione di "sacrificarlo" per la risoluzione della crisi amministrativa. "Contro Catarozzi - prosegue il manifesto - c'è stata una dura presa di posizione di Alleanza Nazionale, cui ha fatto eco, in un sapiente gioco delle parti, un 'sentimentoso' appello di cinque consiglieri che, per il bene della patria, hanno invitato il vicesindaco a cedere alle richieste di An". Poi il parlamentare istiga sospetti su tentacoli malavitosi che starebbero cercando (o sarebbero già riusciti) ad inserirsi in zona. "Qualcuno parla addirittura di capitali napoletani, di referenti locali, di una partita, insomma, in cui a farla da padrone potrebbe essere qualche settore della malavita organizzata. Parole in libertà? Lo spero. Il segreto è nascosto negli scaffali dell'Ufficio del Registro, presso qualche notaio e all'ombra di qualche cassetto privato". Infine l'esortazione al primo cittadino: "A questo punto, caro Enzo, bisogna darsi una mossa e approvare rapidamente il piano urbanistico, anche perché ogni ulteriore ritardo si traduce in un invito a nozze per gli innominati su nominati". Infine il parlamentare invita il sindaco Sica a portare in Giunta, entro 15 giorni, gli indirizzi programmatici che il professore Forte ha previsto per il Puc, quelli previsti con la precedente amministrazione, o quelli nuovi decisi dall'attuale amministrazione, approvando entro tre mesi la relazione programmatica del piano urbanistico. Così il sindaco Sica ha risposto al manifesto: "L’onorevole Fasolino, con un manifesto che, ovviamente invierò alla Procura della Repubblica per la miriade di risvolti che lui stesso dovrà illustrare a chi di dovere, avendone il dovere come cittadino e come parlamen- tare, mette il dito in una piaga di cui io sono la prima vittima. Ben sei mesi di paralisi amministrativa, certamente non sono venuti dal nulla, né Forza Italia ne è totalmente estranea. Questi mesi hanno creato ritardi seri, ed anche il Puc ne ha subito molto. Se la crisi amministrativa, come sembra, è realmente rientrata, e se a questo abbiamo concorso tutti, con grande senso di responsabilità, allora voglio tranquillizzare proprio tutti, e principalmente l’onorevole Fasolino, sulla ripresa delle attività che ci condurranno a definire una proposta seria sul Puc di Capaccio. Ha ragione il nostro parlamentare a preoccuparsene, è ora che tutti i gruppi con- siliari tornino a lavorare con grande determinazione. Dunque recepisco di buon grado i suggerimenti che io leggo in positivo e che soprattutto vanno nella direzione di un prosieguo di attività amministrative. Non ho ad onor del vero né elementi nè dati concreti per focalizzare ed additare alchimie o macchinazioni affaristiche. So soltanto che il modo migliore per sconfiggere chi avesse idee strane nella mente, è vincere la paralisi amministrativa. L’immobilismo è il vero mostro che attanaglia la politica e va sconfitto con grande determinazione, e non solo con i buoni propositi. Un alleato certo dei potenziali speculatori è l’immobilismo e la paralisi amministrativa . I lavori consiliari per esaminare il Puc riprenderanno quando prima, e tutto, alla luce del sole, diverrà patrimonio del Consiglio Comunale e dei cittadini di Capaccio. Tuttavia ho bisogno, abbiamo bisogno, di stabilità amministrativa e soprattutto di un sostegno “senza condizioni”. Uno strumento urbanistico che definirà il destino del nostro paese per i prossimi decenni , nasce da un clima amministrativo di stabilità e di tranquillità. Oggi tutti coloro che vogliano realmente concorrere al raggiungimento di risultati certi, debbono concorrere al realizzarsi di tale clima di stabilità". Nella foto: Sica e Fasolino in una foto di altri tempi, quando fra i due i rapporti erano molto diversi da quelli di oggi. Oscar Nicodemo C’è del marcio in Danimarca Alla fine è arrivata la testimonianza pesante che mancava, l’azione risoluta che si attendeva, la battuta più o meno ad effetto per chiudere alla grande l’opera buffa della politica capaccese: l’affisso del parlamentare Gaetano Fasolino. Non passa certamente inosservato il fatto che questo ex ottimo medico, ex modesto socialista, ex pessimo assessore regionale sia intervenuto nelle disastrose vicende amministrative con marcato piglio da teatrante. Forse nessuna compagnia di giro lo avrebbe mai scritturato, ma l’impresario principe della “nuova commedia all’italiana”, Berlusconi Cavalier Silvio, autentico talent- scout di politici inefficienti con vena da ipocritès (il termine con cui i greci designarono l’attore), non esitò più di tanto per raccoglierlo sul suo carrozzone. Senatore prima, ora Onorevole, la punta di spicco del clan salernitano di FI fa sapere alla cittadinanza, tramite un manifesto e, come nella recente tradizione, nel rispetto del dubbio gusto, cosa la sua volontà desidera si faccia al più presto. In verità, dopo aver bacchettato il sindaco Sica, facendo finta di essere prodigo di benevoli consigli, e dettato priorità programmatiche facilmente condivisibili, il Fasolino rimarca “stranezze” che turberebbero la vita sociale e politica del territorio. Egli ci riferisce di una “partita” dove, a farla da padrone - parole sue - potrebbe essere qualche settore della malavita organiz- zata. Per quanto riguarda l’argomento, non ho nessuna intenzione di sostituirmi alle forze dell’ordine, per cui non mi azzardo a tracciare schemi di indagini o a riferire di intuizioni personali non sopportate da alcuna prova. Si aggiunga che non voglio avere il fastidio di trovare un’altra gomma della mia utilitaria presa a coltellate. Nell’articolo precedente a questo, avevo solo accennato, piuttosto genericamente, a possibili malaffari, tirando in ballo, logicamente, la camorra. Francamente troppo poco per meritare un “avvertimento” che è giunto puntuale e a sproposito. Del resto, di opportuno in questo luogo c’è ben poco, se si pensa che chi chiede conto dell’operato politico della Giunta Municipale è colui che tecnicamente ne è l’ideatore e il controllore. Ma davvero l’Onorevole Fasolino vuole dare ad intendere che il suo partito, Forza Italia, sia immune da gravi colpe per la crisi amministrativa e politica del paese che perdura da così tanto tempo? Può, lei, in virtù del suo impalpabile passato politico, salire in cattedra e dare consigli a chi non ne ha bisogno per continuare per la strada sbagliata? Si riconosce o no in uno dei responsabili politici e morali del degrado di Capaccio-Paestum, ormai una zona segnata da un abusivismo disarmante, da una disoccupazione allarmante e da un’economia depressa? Cosa vede intorno a lei, miseria o bellezza? I tempi sono cambiati o stanno per cambiare, la sua politica è inutile quanto la predica di un prete peccatore. n°40 03 novembre 2006 11 CAPACCIO Torna l’incubo Cannito, la discarica delle polemiche Una delibera comunale propone un sito di stoccaggio provvisorio Torna l’incubo Cannito. Ripercorriamo i fatti più rilevanti. Con ordinanza del 14 aprile 2003, a firma Vanoli, il presidente della Giunta regionale della Campania Antonio Bassolino, in qualità di commissario di Governo per l’emergenza rifiuti, bonifiche e tutela delle acque, approva il progetto esecutivo presentato dalla FIBE Campania Spa, relativo al sito di stoccaggio provvisorio su un’area ubicata nel comune di Capaccio. Giugno 2003. Protesta dei cittadini di Capaccio Paestum che presidiano il sito notte e giorno, ad essi si uniscono i sindaci di Capaccio, Trentinara e Giungano. Il pittore Wilkens Desiderio vi espone i suoi quadri per far rilevare la bellezza del posto da trasformare in un parco. La stampa locale e nazionale dà voce alla protesta. Il pericolo che una zona a due passi dall’area archeologica di Paestum possa essere trasformata in un sito di rifiuti sembra debellato con il sequestro del sito da parte della magistratura. Purtroppo successivamente dissequestrato. La Fibe resta proprietaria di parte della zona. Attualmente il rischio si ripresenta e questa volta non per opera di un commissario regionale ma dell’attuale giunta. Con delibera di giunta comunale n. 276 del 06/10/06, presenti il sindaco Enzo Sica, il vicesindaco Rosario Catarozzi e gli assessori Maurizio De Rosa, Alfonso Santo- mauro, Sergio Butrico, “vista la chiusura della discarica di Montesarchio (BN) , le difficoltà del Cdr di Battipaglia e Sardone… l’area della precedente discarica comunale in località Cannito può essere adibita a sito provvisorio di stoccaggio da attuare mediante ordinanza sindacale in deroga alle disposizioni vigenti… Si rende necessario predisporre apposita perizia estimativa per l’esecuzione dei lavori… Spesa 110 511,25 euro”. Capaccio – capoluogo mercoledì 18 ottobre i consiglieri di minoranza incontrano i cittadini. All’assemblea partecipano gli ex sindaci Francesco Patella, Pasquale Marino, Paolo Paolino e Pietro Desimone. Soluzione sbagliata per Nicola Ragni, ex assessore e consigliere di minoranza, che accusa LA LETTERA “Stampa, fiaccola orientatrice” Gentile Direttore,, il penultimo numero di Unico ospita una riflessione di Antonio Marino, il quale, a proposito di Capaccio (ma non solo), osserva che il tuo giornale, anziché evidenziare i problemi della comunità, dà troppo spazio alle chiacchiere di amministratori locali. Al riguardo, fa alcuni esempi ed indica una serie di questioni che meriterebbero di essere trattate (il turismo, la disoccupazione, il mercato edilizio, il semaforo non funzionante di Viale della Repubblica, ecc.). Invece, dando spazio ai pettegolezzi, secondo Marino, si diseduca il cittadino. Secondo me, l’articolista ha ragione ed ha toccato la questione delle questioni, ossia la mancanza di riflessione critica alle nostre latitudini (e non mi riferisco solo al nostro territorio), ma l’osservazione, posto che in condizioni normali non spetta alla stampa svolgere tale compito, non credo che intenda essere ingenerosa nei confronti della stampa, e in particolare del Tuo giornale, ma attribuirgli anche una funzione di “supplenza” stante la situazione – di certo non normale – che si vive nel Sud e, per quanto ci riguarda più da vicino, a Capaccio-Pae- stum. Più chiaramente, la stampa potrebbe, insieme ad altri soggetti, fungere da fiaccola orientatrice, per evidenziare le problematiche che interessano tutti noi. Oltre alla mancanza di riflessione critica, le altre questioni sono rappresentate dalla crescente indifferenza della gente verso la politica e dall’assenza di qualsiasi iniziativa al riguardo da parte del mondo della cultura. Quest’ultima, in particolare, deve essere la capacità di costruire condizioni per migliorare la realtà e, sotto tale profilo, un giornale deve essere un “cane da guardia” del territorio in cui opera e, quindi, analizzando la realtà, segnalare e denunciare le questioni che devono essere affrontate, lo ribadisco, nell’interesse di tutti. Diversamente, come argomenta Marino, si corre davvero il rischio che la stampa contribuisca ad “aiutare” i lettori a divorziare dalla realtà. A mio parere, la crescita di un paese è data dall’impegno di persone capaci ed intelligenti e sarebbe, quindi, giovevole e utile sforzarsi di far capire alla comunità l’importanza di avere amministratori capaci e come fare per allevarli. Rosario Francia gli attuali amministratori di dilettantismo politico, in quanto l’emergenza spingerebbe gli altri paesi a scaricare a Cannito. Per Piero Cavallo è la ciliegina sulla torta di un’amministrazione che deve essere mandata a casa “Bertolaso non chiederebbe altro che di avere la possibilità di un luogo dove scaricare la spazzatura”. Paolo Paolino, come è suo costume, interviene con atti alla mano. In risposta a sue richieste e di altri consiglieri di minoranza preoccupati della possibilità di riproporre Cannito come sito per i rifiuti nel marzo 2006 il consiglio all’unanimità delibera l’inibizione a localizzare a Cannito oppure in altre località del territorio comunale attività di stoccaggio, di vagliatura e di trasformazione dei rifiuti. Giovedì continua da pagina 8 26 ottobre in Consiglio si discuterà della ratifica della delibera. Il consigliere evidenzia che il costo della gestione dei rifiuti è aumentato di un milione di euro nel 2006 per cui i cittadini si vedranno sovraccaricati già dal 2006 di un rincaro della tassa sulla nettezza urbana del 26%. “È il sindaco che ha causato i più ingenti danni all’economia del comune. Sarà edito un opuscolo che riporterà gli errori madornali compiuti in questi due anni”. Pasquale Marino ha seri dubbi sulla possibilità che venga realizzata la differenziata, visto che siti di umido in Campania non ce ne sono, solo in Basilicata. Ricorda che, quando la sua amministrazione propose un sito di stoccaggio in località di confine tra quattro comuni, “l’attuale sindaco, un assessore di oggi, uno sbarbatello di Albanella e uno scienziato di Roccadaspide si opposero fermamente”. Per Francesco Patella, ex sindaco, l’opposizione deve essere promotrice di un’alternativa. Cannito è improponibile, propone la località Centanni, in particolare ora che partirà la diffenziata e questo consentirebbe anche un notevole risparmio economico. Pietro Desimone riconosce che anche l’opposizione deve assumersi le sue responsabilità se Capaccio è un paese allo sbando, che sta degradando. Per lui “Cannito non si tocca è il simbolo di una protesta, dobbiamo rispetta- Passaro, i numeri e le procedure delle firme dei consiglieri. La vicenda, purtroppo, non si è conclusa qui, prima del Consiglio Generale, e precisamente in data 28/09/2006 il Sig. Passaro presentava le proprie dimissioni da Presidente del C.G. per poi reintegrarsi nelle proprie funzioni in data 29/09/2006, non tenendo affatto conto delle leggi, altro che legalità. Considerato che lo stesso è stato per anni anche sindaco, dovrebbe ben ricordare che la legge nazionale prevede che una volta presentate al protocollo dell’Ente le proprie dimissioni, le stesse sono immediatamente efficaci, ma anche questa volta la legge è stata disattesa. Tengo, inoltre, a ricordare ai numerosi lettori che purtroppo in questa vicenda si sono verificate incongruenze e messe in atto procedure che non hanno affatto tenuto conto delle leggi nazionali, regionali e locali, con gravi conseguenze sulla funzionalità dell’Ente e dell’intero territorio. Nonostante tutte le procedure ostruzionistiche messe in atto, in data 29/09/2006 in presenza della maggioranza dei consiglieri comunitari e del quorum necessario si è proceduto finalmente ad eleggere sia il Presidente dell’Ente che la nuova Giunta Esecutiva, che ha come unico scopo la forte volontà di far risorgere le sorti della Comunità Montana, del territorio e degli operai forestali, dando un nuovo impulso ed una nuova visibilità alla stessa. Concludo col dire al Sig. Passaro che in una Democrazia, come la nostra, elemento essenziale sono i numeri, che in tale vicenda sono stati costantemente e continuamente calpestati. Voglio scusarmi, infine, con Voi lettori per il mio sfogo, ma purtroppo di fronte a tali metodi, al limite della correttezza istituzionale, era giusto far capire a tutti che sono stati messi in atto procedure che hanno mortificato noi consiglieri comunitari e l’intero territorio, ma a nome di tutta la nuova Maggioranza, posso assicurarvi che la nostra Comunità Montana dovrà risorgere ed avere un ruolo propulsivo per il bene della collettività e dell’intero territorio, aspetti che in questi anni sono sempre stati posti in secondo piano. Angelo Pipolo, Sindaco di Piaggine re chi si è battuto... Metà delle spese comunali vengono utilizzate per la spazzatura. I sindaci si limitano ad aumentare la tassa. È inimmaginabile spendere simili cifre senza risolvere i problemi Capaccio attraversa un momento difficilissimo, perché non esiste il paese, ma solo un dormitorio dove le persone si fermano e lavorano altrove, occorre costruire un’anima”. “Sì ma cosa dobbiamo fare? Qual è la soluzione?” si chiedono alcuni cittadini presenti. Siamo pronti ad un’ulteriore protesta. I cittadini sono stanchi di vedere spazzatura, spazzatura, spazzatura che resta negli occhi e nella mente e sfigura i nostri bei paesaggi, monti, mare, villaggi. Tutto è degradato. La differenziata? Ci auguriamo tutti che si faccia al più presto. Ben venga un termovalorizzatore e insomma impegniamoci tutti a produrre meno rifiuti a combattere il degrado. Enza Marandino CILENTO IMPRONTE n°40 03 novembre 2006 Storie di personaggi cilentani a Salerno Enzo Landolfi, il racconto della vita Vulcanico, pirotecnico, a dir poco, travolgente, con lui ogni tipo di conversazione diventa ritmo. Le parole saltano, glissate come sui tasti di un pianoforte, e non è davvero cosa semplice arginare i guizzi della sua spiccata personalità. Vero gentleman d’altri tempi, dotato di forte presenza scenica, profondo conoscitore dell’animo umano, riesce a trattare le cronache tutte con grande obiettività , sempre nel rispetto dell’ambiente in cui si trova, approfondendo con passione tematiche culturali di ogni genere. Enzo Landolfi (nella foto a sinistra con Sergio Vecchio), giornalista televisivo di razza, conosciuto dai più, ha energia da vendere e con altrettanta verve si racconta… Di solito a una donna non si chiede l’ età ma per un uomo è diverso… “ Certo, ho cinquantanove anni”, risponde , prendendo subito la parola. Il suo paese d’origine? “ Sono originario dell’alta Valle del Sele, precisamente di Buccino”. Come ha avuto inizio la sua carriera giornalistica? “ Un po’ per caso, un po’ per fortuna. Io sono un ex ispettore delle tasse. Poi un mio amico, José Elia, oggi tra gli autori del seguitissimo programma tv di Canale Cinque , Il grande fratello, mi condusse negli studi televisivi di Telecolore, anche perché era a conoscenza delle mie inclinazioni di animatore: mi convinse, così, di provare a condurre qualche programma. Ho continuato ad avere esperienze televisive presso Liratv e TeleSalerno ma ho fatto presto ritorno a Telecolore”. Essendo anche autore di libri , si sente più uno scrittore o un giornalista? “Né l’uno né l’altro. Io mi sento e sono un conduttore televisivo, una specie di istrione, come mi piace definirmi, perché la mia massima aspirazione è far star bene gli altri alla luce di ogni verità, curiosità e avvenimento da scoprire nella nostra bella provincia. C’ è da dire che in televisione si prova un senso di libertà che non riuscirei a trovare solo scrivendo. Ho pubblicato, tuttavia, I racconti di caccia, nati da un’ idea in comune con l’Assessore provinciale alla caccia Nino Rinaldi, e Vite in gioco, una serie di racconti il cui ricavato è stato devoluto in beneficenza”. Risaputo, quindi, è il suo impegno per il nostro territorio, che comprende in particolar modo i paesi a sud di Salerno. Che cosa vorrebbe cambiare all’ interno di quest’ area geografica e che cosa lascerebbe invariato? “ Non mi stancherò mai di percorrere i nostri paesi… (e sorridendo), questo che sto per dire è uno scoop: nel periodo natalizio, nei Picentini, riceverò la cittadinanza onoraria insieme a Renzo Rossellini, alla presenza di esponenti del mondo politico e della cultura e del Presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. A me sarà riconosciuta per l’ impegno demo-etno-antropologico, che ho profuso in questi anni nel nostro territorio, e a Renzo Rossellini, per il continuo impegno di stampo neorealista. Tornando alla domanda di prima: dei nostri paesi, ne lascerei imperturbate le bellezze della natura e i cilentani che adoro, insieme al loro humus dialettale. Figli della terra, aspri e forti, quando si convincono delle loro potenzialità, vanno dritti per la loro strada e nessuno li ferma. La provincia cilentana è, per me, l’unica fonte di vera cultura, una provincia da gustare, ricca di enogastronomia… Per un periodo sono stato nomade ma poi sono voluto ritornare a lavorare nella mia terra e ammiro molto coloro che, pur nelle avversità , rimangono ancorati alle loro radici. Mi riferisco soprattutto ai giovani e mi dispiace constatare che in molti emigrano per lavoro. Apprezzo invece chi rimane qui, anche se nelle difficoltà. Il Sud ha tante intelligenze che è un peccato esportare. Non ho fiducia, pertanto, nelle istituzioni. Cambierei la mentalità, sì, quella la cambierei veramente. Mi rendo conto che la nostra è una provincia frastagliata, difficile da gestire, ma mi piacerebbe che si tornasse a vivere trecentosessantacinque giorni all’ anno”. Quale sentimento le procura rabbia e che cosa, invece, la rallegra? “Mi fa arrabbiare il malcostume, la protervia, la maleducazione. Io sono un poliglotta del dialetto salernitano, uno sciovinista provinciale di estrazione comunista, un ateo paganeggiante che per vigliaccheria sta cercando le vie della fede. La solidarietà mi affascina, insieme al vero volontariato e all’ umanità verso chi vive ogni tipo di devianza. Quando rincorrevo successo e benessere, non riuscivo a vedere le stelle…è da poco che alzo gli occhi al cielo e le guardo…la vita è questa, fatta di reali sentimenti come l’amore per i paesi, un’estensione dell’ anima alla quale non rinuncio e dove ritrovo i miei giochi di bambino. Bisogna riscoprire i valori della terra, recuperare il tempo perduto di una volta, ritrovarsi spesso e comunque…” Rossella Oricchio Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano Graduatoria Definitiva Microfiliera Artigianale 1 MARINO TERESA CAMEROTA 107 2 BENINCASA CARMEN AGROPOLI 96 3 CHEM SAS S MARIA DI CASTELLABATE 91 4 PELUSO ELSA SALA CONSILINA 90 5 TROCCOLI FABRIZIO CAMEROTA 89 6 AURICH LUCIENE VALLO DELLA LUCANIA 87 7 PUGLIA MARIA ROSARIA VALLO DELLA LUCANIA 86 8 TAMBASCO NICOLA MONTANO ANTILIA 84 9 VENERI GIUSEPPE ANGELLARA 81 10 SOLINO ANNA SANT'ARSENIO 81 11 IANNUZZI GIOVANNI CAMEROTA 80 12 RUGGIERO MASSIMO MOIO DELLA CIVITELLA 80 13 MAROTTA NICOLA LAURINO 80 14 VOLPE PASQUALE FRANCO SICIGNANO DEGLI ALBURNI 78 15 PICCIRILLO FRANCESCO CASTELLABATE 78 16 D'AGOSTO ANTONIO OGLIASTRO CILENTO 77 17 PERRONE FIORENTINO LAUREANA CILENTO 77 18 LA PADULA GERARDINA SANT'ARSENIO 76 19 MAGISTER SRL AULETTA 75 20 CAMEGI SNC CICERALE 75 21 SCOVOTTO LUCIANO ROCCADASPIDE 74 22 CAMPITELLO DOMENICO STIO 73 23 CANTIERI SCHIAVONE SRL POLLICA 73 24 COSTRUZIONI ELLEBI AULETTA 73 25 PESSOLANO ANTONIO ATENA LUCANA 73 26 ECAM SRL AGROPOLI 72 27 POMPOSELLI RAFFAELLA CICERALE 71 28 FORTUNATO ANTONELLA ROCCADASPIDE 69 29 D'ORIA GIANCARLO LAURINO 68 30 NICOLETTI VINCENZO LAURINO 68 31 CONFLA SRL AULETTA 68 32 MP COSTRUZIONI SRL CASALVELINO 68 33 CINELLI ANTONELLO MAGLIANO VETERE 67 34 EDIL ARTIGIAN LEGNO DI ZAMMIELLO ROSA SICIGNANO DEGLI ALBURNI 65 35 ORANGES EDILSOLE SRL CASALVELINO MARINA 62 36 GORGA MARIA SARA MONTEFORTE CILENTO 60 37 CAPPARRONE MAURO SALENTO 58 38 MASSANOVA FRANCESCO COSTRUZIONI CASALVELINO 55 39 RISPOLI ROMOLO OMIGNANO 55 40 MONZO GIOVANNI OMIGNANO 45 n°40 03 novembre 2006 ECONOMIA Una manna dal cielo, la calamità naturale I politici fanno voti, gli agricoltori soldi facili Sabato 21 ottobre, alle 20,30 una pioggia insistente precipita sulla Piana del Sele. Passano alcune ore, non arrivano schiarite. Peggio, la perturbazione si aggrava. Pioverà per tutta la notte. La gente dorme, gli agricoltori tremano. Dai canali del Consorzio di Bonifica tracimano acqua e fango. Serre e campi aperti vengono invasi, resteranno irreparabilmente danneggiati. I coltivatori si recano nelle loro aziende, “annusano” il dramma, girano per la Piana in attesa dell’alba. Domenica mattina lo scenario è drammatico, scatta la conta dei danni. Tutti gli agricoltori lamentano allagamenti, roba da diluvio universale. Non ci sarebbe un lembo di terra asciutto, una piantina rimasta a galla, un'arca di Noè intatta. "Abbiamo perso tutto" ripetono corifei. Il tutto perso sembra esagerato. I danni ci sono: due milioni di euro. Il computo è avvenuto alla "carlona", come sempre. Ma chi pagherà? Ovviamente…la calamità naturale. Pagherà lo Stato, quindi, pagheranno i cittadini ignari di quel che avvenuto. Calamità naturale, per i politici è la panacea di tutti i mali. Scaraventatosi nella piana allagata, il sindaco Melchionda assicura: "chiederemo la calamità naturale". Il presidente del Consorzio, Vito Busillo, se la prende con la Provincia di Salerno "non ci danno i soldi per irrigimentare i canali". Tre secondi dopo, pure lui chiede la calamità naturale. Cioè i soldi dallo Stato. Gli agricoltori muniti di Suv e jepponi da 100 mila euro sembrano risollevati. Che balsamo morale, sta calamità naturale. Lacrime vere o lacrime di coccodrillo? Il giallo viene scoperto in consiglio comunale, grazie a un pittoresco intervento dell'assessore Emilio Cicalese: "Siamo di fronte a un evento disastroso…” e va bè, s’era capito “un evento senza eguali negli ultimi cent'anni" e va bè, qui il Cica esonda. Negli ultimi cent'anni? Il fiume Sele tracima quattro volte all'anno, domenica mattina non è successo. Per il Calore vale la stessa valutazione, è rimasto nel suo letto, senza rompere…gli argini. Qualcosa significherà, no? In montagna e in collina non è mancato il fango. Ma di frane e danni nessuna traccia. Ma allora, questa pioggia abbondante è veramente l'evento più grave degli ultimi cent'anni? Cicalese ha esagerato, attirandosi le risate di molti astanti durante il consiglio comunale. Ma Cicalese non è uno stupido, non è sprovveduto. E allora, come si spiega la sua sortita "sull'evento più grave degli ultimi cent'anni?" Rapida e sconvolgente arriva la risposta nei corridoi: "Cicalese è stato costretto a sparare alto, se no la Regione non ci riconosce la calamità naturale". E quindi, niente soldi per i milionari agricoltori, niente voti per il politici a caccia di consensi. Il malcostume è questo: piove per cinque, sei ore, i campi si allagano, non per colpa della natura, ma per l'incuria in cui versano i canali del Consorzio...e parte la farsa. Re- citano tutti la stessa commedia, sindaco, presidente del Consorzio e agricoltori. Il presuntissimo evento più grave del secolo si traduce in milioni di danni per gli agricoltori. Chi paga? La collettività. Chi incassa? I già ricchi agricoltori. Chi s'ingrassa? I politici al potere. Il gioco è semplice da smascherare. Qual'è la verità? Sei ore di pioggia hanno provocato danni all'agricoltura, ma la colpa non è della natura, è dell'umana e ben pagata incuria. Perchè il Consorzio non pulisce i canali? "Perchè non abbiamo i soldi" afferma Busillo. E dove sono questi soldi? "Sono alla Provincia che li riceve dalla Regione". E che ci fa la Provincia con questi soldi? "Strade, piazze e marciapiedi nuovi". Morale della favola, basta un temporale un pò intenso per dichiarare la calamità naturale…troppo facile, troppo comodo. Le responsabilità sono politiche, gli agricoltori lo sanno, i responsabili pure. Per evitare di rispondere di tasca propria, come giusto sarebbe. C'è gente stipendiata da anni per pulire questi canali, ma nessuno se ne preoccupa. Tanto se si scatena un temporale, se acqua e fango tracimano nei campi, c'è l'alibi di sempre, quello più lucroso…la calamità naturale. La soluzione ideale per tutti, agricoltori affaristi, operai sfaccendati e politici "affamati". Francesco Faenza Presentato il cartellone alla Provvidenza di Vallo della Lucania Arriva una ventata d’aria nuova con la presenza della Compagnia del Cilento Riparte la stagione teatrale a “La Provvidenza” di Vallo della Lucania con un programma di tutto rispetto. Le commedie nel teatro del Cilento, una struttura capace di accogliere ben 500 spettatori, riprendono il 21 novembre con un abile interprete: Flavio Bucci, che presenta “Il berretto a sonagli” di Pirandello. Il 28 c’è Gianfranco D’Angelo con “Indovina chi viene a cena”; segue il 18 dicembre Giacomo Rizzo con un omaggio d’autore: “Unico Eduardo”. Il 19 gennaio la simpatica Anna Mazzamauro presenta “La signorina Silvani – Signora, prego!”. Il 26 gennaio è la volta dei giovani della Compagnia Stabile del Cilento con il musical francescano “Forza venite gente”. Il 9 febbraio Carlo Buccirosso con “Vogliamoci tanto bene” darà prova del suo innato talento. Imperdibile il 15 febbraio la sempre brava Monica Guerritore interpreta “Giovanna D’Arco”. Il 6 marzo la Compagnia italiana di Operette rappresenta “Cin Ci Là”. Il 12 marzo è la volta della Compagnia Stabile Bellini in un classico di Goldoni: “Gli innamorati”. Il 16 aprile ritorna Vittorio Marsiglia con “Isso, essa e ‘o malamente”. Chiude la stagione il 24 aprile Rino De Martino con “Mamma”. Nota di merito è sicuramente la scelta di investire sui giovani del Cilento, anche a scapito dei lauti incassi che sarebbero arrivati dalla presenza di Biagio Izzo, un interprete oramai avvezzo ad esibizioni, ahimé, infarcite di trivialità che sembra l’unico argomento del cabarettista partenopeo: certo una nota stonata nell’ambiente ecclesiale di un teatro diocesano. Ma non c’è posto solo per i professionisti: “Con l’Oscar alle compagnie teatrali – spiega il direttore artistico Carlo Sacchi ci sarà spazio per il teatro amatoriale con la possibilità di presentare i loro lavori ed essere premiati”. La scadenza delle domande è il 18 ottobre (www.teatroprvvidenza.it 3386300590; 0974-717089). Nella conferenza stampa il maestro Maurizio Iacovazzo ha introdotto i venerdì musicali, uno spazio per ascoltare musica classica, jazz e pop. Riparte anche la scuola per formare la compagnia stabile del Cilento. Aspiranti attori, cantanti e ballerini potranno presentarsi per le lezioni che si terranno a partire dal 20 ottobre. “Non dimentichiamo le scuole - ha sottolineato il direttore generale mons. Guglielmo Manna -, con un servizio bus che trasporterà i ragazzi a teatro per le recite mattutine. Dietro questo lavoro c’è la fortuna di avere una diocesi con un teatro all’avanguardia, un vescovo attento al mondo dell’arte e delle persone che lavorano tanto. I costi sono tutti sulle nostre spalle – ha chiarito -. Dove sono finite le persone sensibili al mondo dell’arte?”. Nicola Nicoletti 13 CULTURA L’etica del turismo L i u c c io cietà contemporanea. Il concetto di promozione e vendita di beni immateriali, che trovano nella risorsa cultura il loro punto di forza, prende forma e sostanza ogni giorno di più e si ramifica e germoglia nella coscienza di amministratori locali ed operatori del settore. Si parla, così, sempre più insistentemente di psicologia del turismo con l’obiettivo di affinare la sensibilità di quanti lavorano, a vario titolo, nel vasto ricco e variegato mondo del tempo libero. Il segreto del successo è quello di intuire, a primo acchito, personalità, stato d’animo, sensibilità, grado di cultura e conseguenti interessi del soggetto “cliente” per capirne esigenze, desideri, bisogni e soddisfarli tacitamente, anticipandone le richieste. Ma se sociologia e psicologia del turismo sono scienze interiorizzate e metabolizzate, con convinzione, da buona parte degli operatori pubblici e privati, così non è per l’etica. Sì, perché esiste e reclama ogni giorno di più l’applicazione dei suoi principi l’etica del turismo. Si impone, cioè, un codice di comportamento, che ubbidisca ad una cartadecalogo di valori nel rispetto scrupoloso di diritti e doveri. L’operatore ha il dovere di rispettare i patti su prezzi, efficienza di servizi a tutela della dignità, della salute e della privacy degli ospiti. Deve attrezzarsi al meglio per predisporre un ambiente caldo ed accogliente, simpatico e coinvolgente ma senza invadenza, teso alla esaltazione di storia e tradizioni dei luoghi con naturale disinvoltura senza supponenza. Il turista ha il diritto di pretendere con fermezza garbata, ma senza arroganza. Ma, a sua volta, ha il dovere di rispettare i luoghi, non violentarne e stravolgerne le tradizioni. L’albergo deve essere la sua casa, anche se momentanea, a cui dedicare attenzione per l’arredo e le attrezzature di servizio, rispetto per il personale, garbo e gentilezza per gli n°40 03 novembre 2006 g.liuccio @libero.it altri ospiti, cura per giardini e spazi comuni. C’è bisogno, cioè, di una naturale e tacita complicità tra operatore ed ospite nella esaltazione della vivibilità di una comunità, che, anche se per il breve lasso di una vacanza, è patrimonio di tutti. Questo vale per l’albergo, per le strutture della ristorazione e della balneazione, come per la più vasta offerta del territorio nella diversità dei servizi (contenitori culturali, teatri, spazi museali, ecc.) con una cura puntuale alla cornice di ospitalità che l’Ente Pubblico deve attrezzare e garantire. C’è, cioè, un codice di comportamento, una carta-decalogo di valori per tutti:operatori, turisti, Amministratori Pubblici, nella consapevolezza che il turismo non è solo fenomeno economico, un volano che innesca meccanismi di sviluppo implicando tutti o quasi i settori della vita produttiva, ma è anche e, forse, soprattutto, incontro di popoli e di civiltà e, quindi, strumento “Lucetto” Capo, l’autodidatta del turismo di crescita culturale e civile di una intera collettività. Per quel che riguarda più specificamente il territorio pestano e la sua kora c’è da sottolineare una considerazione finale. I Greci, di cui siamo eredi, consideravano sacro l’ospite, che non pagava. A maggior ragione dobbiamo considerarlo tale noi, che ne ricaviamo un compenso. Proprio per questo urge un’etica del turismo, che va diffusa, difesa ed esaltata. In ogni turista c’è una scheggia di Ulisse, un demone della curiositas, che lo esalta e guida nell’avventura della scoperta. Facciamo che a Paestum trovi la sconvolgente bellezza e i dolci turbamenti dell’amore di Nautica, le stupefacenti meraviglie del giardino di Alcinoo e la calda ospitalità della sua reggia, prima del ritorno nella casa di Penelope con gli occhi accesi a nostalgia di viaggio avventuroso. La telefonata .. a Stefania Cola immaginaria Conobbi Stefania Cola cinque anni fa o giù di lì. Mi venne a trovare ad Amalfi, dove ero impegnato per il Centenario della nascita del Nobel Salvatore Quasimodo, che mi fu Amico e Maestro di vita e di poesia. Era una ragazza carina nei tratti e garbata nei modi. Fresca di laurea, mi colpì per la sua intelligenza vivace e per l’entusiasmo ad investire capacità personali e risorse familiari in cultura. Mi sembrò determinata a correre l’avventura in un territorio, quello pestano, non proprio fecondo per questo genere di attività. La sostenni. Ebbe coraggio e nacque “La Rosa di Pesto”, la libreria ad invasione di porticato arioso in un palazzo in Viale della repubblica. Nel frattempo, Stefania è diventata sposa e mamma felice. Non la vedo da tempo, ma suppongo sia sempre entusiasta del proprio lavoro e soddisfatta della scelta. “Come va la tua Rosa di Pesto?- le chiedo a bruciapelo dopo i primi attimi di incredulità e stupore per la mia telefonata immaginaria, che rompe anni di silenzio e tenta di riannodare i fili di un rapporto. “E’ sempre in fiore, con petali velluta- ti e profumati, nonostante qualche maldestro tentativo di esercitarle violenza in piena stagione di rigoglio” “Ti avevo messa in guardia. Il territorio è sordo e, qualche volta, addirittura ostile alle iniziative di infrastrutturazione culturale. Mettici dispetti, gelosie ed invidie, che non mancano mai, ed il quadro è completo. E’ un bel miracolo, che saluto con soddisfazione, se la tua iniziativa è sopravvissuta viva, forte e proiettata con successo verso il futuro”. “Non è stato facile, ma ce l’ho fatta.Tu mi conosci: ho carattere e non mi arrendo facilmente”. “Lo so bene. E ti apprezzo e stimo anche per questo. Ma è l’intelligenza la tua forza vera. E’ il progetto culturale il fermento fecondo della tua lodevole iniziativa”. “Il mio progetto è rimasto a metà. Come ricordi, avevo previsto un caffè letterario, annesso ed integrato con la libreria, che fosse naturale punto di riferimento ed occasione di incontri per intellettuali, insegnanti, studenti del territorio e non. Non ci ho rinunziato affatto. Il progetto resta ancora valido nella sua interezza” “Brava! Così mi piaci:determinata, entusiasta, proiettata verso il futuro. Oltretutto disponi di spazi interni ed esterni alla libreria che ti consentono ricchezza e varietà di iniziative: incontri con l’autore, settimane di mostrafiera del libro a tema:viaggi, archeologia, enogastronomia, sport, narrativa a filone (amore, avventura, giallo, biografia,ecc.), poesia; e ancora:mostre di pittura, fotografia, ceramica, artigianato artistico con, e perché no?, il supporto musicale, ecc. Nella bella stagione porticato e spazio circostante ti offrono una cornice straordinaria: ampia, ariosa, lontana, per fortuna,ed immune dai clamori del traffico”. “La tua telefonata è una bella iniezione di fiducia ed una carica di entusiasmo per mettere in cantiere iniziative nuove, originali ed interessanti”. “Devi crescere e al meglio. Dai il via con coraggio alla seconda fase della tua avventura. E sappi che, qualora ne dovessi avere bisogno, io ci sono”. n°40 03 novembre 2006 LA SETTIMANA Al Ristorante “Il Giubileo” a Pozzuoli, il mare come protagonista Ecco un posto che, se capitate da queste parti, consiglio di visitare. Un luogo dove sembra si sia fermato il tempo. Da Napoli è, allo stesso tempo, vicino e lontano. Vicino perché è praticamente attaccato alla città. Lontano perché il caos ed il traffico sono molto distanti. Il posto è il ristorante “Il Giubileo” gestito da meno di un anno da Enzo Coppola e Luigi Ombra, due persone che stanno investendo molto in qualità totale, intendo dire sia sulle materie prime che nelle risorse umane. Fino a un anno fa il ristorante si chiamava “La Veronica”, poi, i nuovi protagonisti hanno deciso di cambiare il nome in quanto loro, precedentemente, gestivano sempre in zona, un locale di successo chiamato proprio “Il Giubileo”. Per arrivarci da Napoli è sufficiente raggiungere il mare e seguire la costa verso nord. Subito dopo aver passato Bagnoli, all’inizio di Pozzuoli troviamo il locale. Si entra e al pian terreno c’è una sala che è una vera finestra sul mare, grande, spaziosa e luminosa, uno di quei ristoranti tipicamente napoletani. Stranamente in sala non ci sono clienti. Eravamo attesi in quanto eravamo ospiti di cari amici partenopei. Ed ecco che ci accompagnano al piano di sotto: una sala all’aperto, simile a una palafitta situata tra il mare e gli scogli. Il pavimento è in legno come quelli dei pontili, i tavoli sono arredati ed apparecchiati con molta professionalità. Siamo stati accolti da un professionista che con grande “savoir faire” ci accompagna al nostro tavolo. All’ingresso un tavolo dove c’è esposto quanto di meglio il mare abbia offerto in nottata: gamberoni, gallinelle di mare, polipi, calamari, spada, spigole e così via, praticamente una meraviglia per chi ama il pesce fresco di mare. Però, lo spettacolo più bello è dato dalla vista: dal ristorante si possono ammirare le isole di Nisida, Procida, Capri, Ischia, oltre che al Vesuvio e ad un bel panorama della vicina Bagnoli. Sì, avete capito bene, è proprio un’immagine da cartolina. Stare seduti in un posto così, anche senza mangiare vale il prezzo, rilassamento e calma totale, anche se il locale pian pianino si sta affollando da bella gente, da persone che apprezzano le buone cose della vita. Siamo stati ospiti e quindi non abbiamo visto il menu. Per iniziare siamo stati letteralmente invasi da una mareggiata di antipastini: pesce bandiera marinato, salmone affumicato (servito con toast e burro come normalmente si dovrebbe fare), insalata di polipi veraci, julienne di carote, zucchine e calamari (originale e gustosissima), pesce spada impanato, poi, in un caratteristico tegame di rame ci hanno portato una zuppetta di polipi, crostoni di pane ed involtini di pesce spada, leggermente piccante. Eravamo La ricetta “Mare & Rosso” al Tre Olivi del Savoy Linguine al ragù di gallinella di mare Ingredienti per 4 persone: 360 g di linguine – 500 g di gallinella di mare – 200 g di pomodorini – aglio – cipolla – basilico – timo – maggiorana – olio extravergine d’oliva del Cilento – sale – pepe. Preparazione: pulire la gallinella di mare, prepararla a filetti e tagliarla a piccoli cubetti di 2cm. In una casseruola con poco olio soffriggere l'aglio e la cipolla, aggiungervi i cubetti di pesce e le erbe aromatiche. Salate, pepate e lasciate cuocere per qualche minuto. Cuocere le linguine in abbondante acqua salata e condirle con la gallinella e i pomodorini crudi tagliati a spicchietti. Vino consigliato: Pietraincatenata 2004, Bianco Paestum Igt, Maffini Beach di Paestum “Mare & Rosso” è il prossimo appuntamento enogastronomico che si terrà, mercoledì 8 novembre con inizio alle 20 e 30, al ristorante Tre Olivi del Savoy Beach Hotel di Paestum. La serata consiste nell’abbinare la cucina creativa dello chef Matteo Sangiovanni, capitano della cucina calda della NIC (Nazionale Italiana Cuochi), con il vino rosso Tellus della Falesco, l’azienda vinicola di Riccardo Cotarella, uno tra i più rinomati enologi nazionali. La particolarità di questo incontro sta proprio nell’abbinare sapientemente il vino rosso con la cucina di mare, cosa che sembra facile ma non è esattamente così. Il Tellus, vino ottenuto dalla vinificazione di uve Merlot e Syrah, ha fatto il suo debutto sul mercato lo scorso aprile al Vinitaly, dove c’è stata la presentazione ufficiale. L’obiettivo (riuscito) di Riccardo Cotarella era proprio quello di costruire un vino rosso con tannini molto morbidi che si abbinasse molto bene al pesce. Questo il menu che lo chef del Tre Olivi ha composto in collaborazione con gli esperti sommelier del prestigioso albergo pestano: “Spuma di baccalà con vellutata di pomodorini e crostone integrale”, “Tortino di patate e scampi gratinati, con bisca alla senape e olio extravergine”, “Taccozzette padellate con calamarelle, vongole e fagioli di Controne”,“Code di rospo in manto di gamberi rossi con verdure al sale” e “ Mousse al mascarpone con gelato alla vaniglia”. Ad ogni partecipante sarà richiesto di compilare una scheda sul vino e sull’abbinamento cibo-vino. I posti sono limitati. Il prezzo è di 30 euro a persona (tutto compreso). Per informazioni e prenotazioni: 0828.720023 Ristorante Tre Olivi. Dibbì in cinque e siamo rimasti sorpresi da tanta bontà. A seguire, anche perché avevamo degli impegni lavorativi, non abbiamo preso il primo (che secondo me avrebbe meritato almeno un assaggino). Abbiamo continuato con una zuppa preparata con una bella gallinella di mare (orientativamente sarà stata di circa 1500 grammi) e dei freschi gamberoni rossi. Un piatto così semplice e così buono, dove il vero protagonista è stato il mare che con il dolce mormorio delle sue onde faceva da sottofondo musicale alla nostra giornata partenopea. A seguire, eravamo sazi ma il responsabile di sala, Antonio Barone, ha voluto servirci prima dei gustosi dolci a centrotavolo e successivamente una grande coppa, che avrebbe meritato una foto, con frutta fresca ed esotica. Come vino, ho visto che “Il Giubileo” è ben fornito da etichette regionali, soprattutto avellinesi, napoletane e casertane. A noi hanno servito due chicche della Mastroberardino: il Greco di Tufo 2005 e la Lacrimarosa 2005, vini che hanno degnamente accompagnato una giornata che sin d’ora ho voglia di ripetere. Ristorante Pizzeria Il Giubileo, Via Napoli 12, Lungomare La Pietra, 84040 Pozzuoli (NA) Tel. 081.7626161. Voto 79/100. Tel 0828.720114 Fax 0828.720859 e-mail: [email protected] url: www.unicosettimanale.it Direttore Responsabile Bartolo Scandizzo Condirettore Oreste Mottola [email protected] In Redazione Vincenzo Cuoco, Enza Marandino Segreteria di Redazione Gina Chiacchiaro Tiratura: 5000 copie Grafica ed Impaginazione Grafica fBasile Designer grafico Stampa Grafiche Letizia - Capaccio (Sa) Iscritto nel Registro della Stampa periodica del Tribunale di Vallo della Lucania al n.119 Responsabile Trattamento Dati Bartolo Scandizzo Abbonamento annuale 20,00 Euro Conto corrente postale num. 53071494 intestato a Calore s.r.l. 15