Itinerari in piemonte Itinerario Arduinico l'Itinerario Arduinico, un affascinante percorso turistico nel Medioevo attraverso la visita ai Castelli di Valperga e Rivara, agli splendidi affreschi della cappella di san Grato a Canischio, di san Giorgio a Valperga, di san Giacomo a Salto, al Santuario di Belmonte, al centro storico medievale di Cuorgnè ove si svolge il suggestivo Torneo alla Corte di Re Arduino. Ogni anno a maggio, la città si trasforma in un borgo dell'anno 1000 con spettacoli, giochi, tornei equestri, animata da migliaia di figuranti in costumi d' epoca. Da non perdere le gustose mangiate sulle rustiche panche delle bettole medievali. L'Itinerario Arduinico offre, infatti, la possibilità di gustare l' autentica cucina medievale. L'Itinerario sarà indicato da una apposita segnaletica stradale, dei luoghi e delle memorie storiche, mentre scudi lignei segnaleranno i ristoranti del circuito gastronomico medievale Il Ricetto di Candelo Provincia di Biella Candelo : Certificato tra i “borghi più belli d’italia” Candelo, a 5 km da Biella ,confina con i Comuni di Vigliano B.se Benna, Verrone Valdengo, Gaglianico,e la Riserva naturale delle Barragge,. Il massiccio “ricetto” medioevale, la Chiesa di Santa Maria, con l’aguzzo campanile, la preistorica valle del torrente Cervo, gli affreschi sui muri delle vecchie case, le vie acciotolate e storte danno al paese un’atmosfera di antico. Il Ricetto di Candelo è una fortificazione collettiva sorta tra la fine del XIII secolo e la prima metà del XIV secolo, allo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità. Fu utilizzato come deposito per i prodotti agricoli in tempo di pace e come rifugio temporaneo per la popolazione in tempo di guerra o pericolo. Il ricetto di Candelo si è conservato mantenendo la sua struttura originaria,è stato infatti utilizzato per la vinificazione e la protezione dei prodotti della terra e lo è ancora in parte oggi. Il Ricetto è un “unicum” a livello europeo, non risalirebbe oltre il secolo XIII (anno 1200). L’ingresso è dalla torre-porta e ci si trova in una piazzetta pavimentata con pietre tondeggianti. Il pianoterra del nucleo abitativo è una cantina con pavimento in terra battuta,il piano superiore è un ambiente particolarmente secco ed asciutto, ideale per la conservazione delle granaglie. La cinta del Ricetto è rovinata in minima parte nella merlatura. L’interno del Ricetto si presenta come un villaggio con ad angolo retto,con isolati o gruppi di casette, separate in una sola direzione da intercapedini Oggi le case, appartengono a famiglie di Candelo ,sono destinate ad uso cantina ed in occasioni di feste, vi convengono allegre brigate .Altri esempi di Ricetto, più o meno conservati si trovano a Magnano ed in vari punti della Regione Piemonte; specialmente a Gaglianico e Salasso nel Canavese, Macello nel Pinerolese, ma nessuno si presenta così conservato. L’Amministrazione sta puntando sul concetto “Candelo città della cultura e del turismo” e su “Candelo, paese residenziale”. Il ricetto ha fatto da sfondo scenografico a riprese televisive e cinematografiche, La Freccia Nera, Verde Mattina ,Uno Mattina, I Promessi Sposi, Sereno Variabile,ecc… Cosa vedere : la piazza Castello dove spicca il Municipio di epoca ottocentesca e, una volta varcata la torre porta, la piazzetta di pietre levigate fronteggiata dalpalazzo del principe, edificato alla fine del XV secolo. Chiesa di Santa Maria, le sue origini sono intorno all’anno mille , costruita sulla base di un tempio pagano. Altre soste per la visita alle chiese di S.Pietro e S.Lorenzo, agli oratori di S.Croce e S.Giacomo Candelo sorge in una zona compresa ll’interno della Baraggia, un parco molto ampio dalle particolari caratteristiche geologiche e botaniche. Garessio (CN) Il castello di Casotto Situato a 1000 metri sul livello del mare, il Castello, nato dal restauro fatto eseguire da Carlo Alberto di Savoia sulla parte anteriore di un’antica Certosa dell’XI secolo, fu successivamente adibita a residenza estiva da Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia. Le stanze della Famiglia Reale, i ruderi della Certosa e la Cappella Reale, attualmente ancora consacrata, costituiscono l’attuale parte visitabile. Per quanto situata in Valcasotto, dal punto di vista amministrativo la Certosa si trova in comune di Garessio, posto in Val Tanaro, i cui confini si estendono oltre la Colla e giungono a ridosso dell'abitato di Valcasotto, alla cui Parrocchia l'antico monumento appartiene. Dista da Cuneo km.65 circa: da Cuneo SS 564 per Mondovì, quindi strada provinciale per Pamparato-Garessio, da Valcasotto e seguire indicazioni. Visitabile tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 12,00-dalle 14,00 alle 18,00 Itinerari brevi a Torino e dintorni Agliè (To) Villa "Il Meleto" Residenza di campagna e luogo di ispirazione del poeta Guido Gozzano, questa villa in stile liberty è oggi sede di un museo sullo scrittore e ne conserva alcuni oggetti e arredi originali: il salotto, lo studio, la biblioteca Un antico mistero: la Sindone. Il Museo e il percorso cittadino I visitatori, dopo la sosta nella Chiesa della Confraternita del SS. Sudario e una visita al Museo della Sindone, vengono condotti per le vie del centro storico alla scoperta delle memorie pittoriche riguardanti il "Sacro Lino", un mistero su cui da secoli l'uomo s'interroga. Una passeggiata di quattro secoli e più tra Via della Zecca, Contrada di Po e dintorni. Percorrendo la via che è stata definita Regina viarum di Torino, prendendo spunto da alcuni edifici e luoghi storici, si rievocheranno, attraverso narrazioni di eventi e curiosità, i quattrocento anni - forse i più significativi - della storia, della cultura, dell'arte e della vita comune della città. Dai Cappuccini a piazza Castello, con visita all'interno di Palazzo Clavarina, sede della Famija Turinèisa. Ci si soffermerà poi sulle vicende del sito oltre Po, su cui oggi sorge la Gran Madre, sui principali edifici della via Verdi, fino a toccare brevemente i vari momenti della storia del Teatro Regio. "Veritas et Utilitas". L'Accademia delle Scienze di Torino L'itinerario prevede la visita alla Biblioteca dell'Accademia delle Scienze di Torino. L'Istituto, sorto nel XVIII secolo, compendia nel suo motto, che dà il titolo al percorso, la ricerca della verità non disgiunta dal perseguimento dell'utilità. All'interno del prestigioso palazzo guariniano, la "Sala dei Mappamondi" rappresenta il centro più significativo dell'Istituto, presentandosi, in virtù delle sue decorazioni, come un tempio dedicato alla Natura. La Biblioteca, tra acquisizioni, donazioni, fondi speciali (Sclopis, Vidua, Della Cha, Cian e molti altri) conta oggi più di duecentomila volumi e opuscoli e tremilacinquecento periodici. Ha carattere di cultura generale e scientifica: prevale il materiale relativo alla scienza dal Settecento in poi e agli storici e letterati soprattutto piemontesi. Vittorio Emanuele II: il mito del "Re Galantuomo" L'itinerario vuole ricordare Vittorio Emanuele II (1820-1878), il "Padre della Patria", come fu chiamato, ma anche "Il Re Galantuomo", partendo dal monumento bronzeo a lui dedicato, che domina il paesaggio urbano torinese all'incrocio verde dei viali, passando nel porticato del Palazzo del Comune per ammirare la statua del primo Re d'Italia in marmo eseguita da Vincenzo Vela, per concludersi a Palazzo Carignano, dove Vittorio Emanuele nacque, e nel Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, che conserva preziosi cimeli a lui appartenuti. Alla scoperta delle residenze sabaude. Dal Castello del Valentino al Borgo Medioevale Una passeggiata lungo il Po fra piante secolari, partendo dal barocco Castello del Valentino, di cui verranno illustrati la storia e l'impianto architettonico esterno, fino al Borgo Medioevale, pittoresca costruzione neogotica che ricompone mura, botteghe, abitazioni, chiesa e castello del mondo feudale. Al termine del percorso è facoltativa la visita alla Rocca Medioevale. Dalla Cascina Il Giajone al Borgo di Mirafiori L'itinerario ha inizio nell'antico Feudo di Roccafranca, presso la cascina settecentesca Il Giajone, di cui verranno illustrate le origini e il ricupero architettonico. Si prosegue poi verso la Chiesetta intitolata alla Consolata di fronte alla quale si potrà osservare ciò che resta di un'altra cascina storica, che fu di proprietà del Conte di Roccafranca. La terza tappa tocca l'antico Borgo di Mirafiori, presso la Chiesa della Visitazione e di San Barnaba, ove sarà possibile visitare i sotterranei e il retrostante Parco Piemonte, sulla sponda del Sangone. L'itinerario si conclude percorrendo, infine, le poco conosciute strade dell'antico borgo. Architettura del primo Novecento Architettura del primo Novecento a Torino: tra Eclettismo e Liberty intorno a piazza Crimea Le prime pendici collinari, appena al di là del Po si arricchiscono di vigne e residenze già a partire dall'epoca barocca. Nei primi anni del Novecento vengono conquistate alla città, ormai in crescita impetuosa. Adagiate nel verde dei nuovi viali e dei giardini, inseguendo la vista della città e delle montagne, sorgono ville e palazzine, domicilio della nuova borghesia. Il loro travolgente intreccio di stili e tipologie, la ricchezza e precisione dei dettagli sono testimonianza del gusto architettonico di un'epoca e delle capacità costruttive dei loro autori. Architettura dell'Ottocento a Torino intorno a piazza Vittorio Un'affascinante passeggiata dal Borgo Nuovo a Vanchiglia intorno allo scenario urbano ideato da geniali architetti come Ferdinando Bonsignore e Giuseppe Frizzi: la trasformazione ottocentesca di Torino dagli stilemi neoclassici alle invenzioni antonelliane. Architettura e chiese cattoliche dopo il Concilio Vaticano II L'itinerario prevede la visita alle Chiese di S. Secondo, S. Agnese, S. Teresina del Bambin Gesù e Beato Piergiorgio Frassati, che costituiscono alcuni esempi dell'influenza che il Concilio Vaticano II ha esercitato nei confronti dell'architettura, dell'arte e della liturgia sacra sin dagli anni Sessanta. L'itinerario si effettua a piedi e in pullman riservato Borgo Dora e locomotive d'epoca Dalle Porte Palatine alle bancarelle del Balon, dietro le quali si affacciano antichi portali e cortili ricchi di storia, nel cuore della Torino popolare: qui troviamo la vecchia stazione di Ponte Mosca, che custodisce antichi carri d'epoca, automotrici, carrozze e locomotive a vapore, come la T3 del 1905. In questo strano luogo ritornano a nuova vita le anziane "Signore del Vapore", pronte a ripercorrere i binari del tempo, lanciate verso nuove avvincenti avventure. Nel contesto storico particolare di Borgo Dora, collegato fin dal 1868 dalla rotaia al resto della Regione, nascerà presto il nuovo "Museo dei Trasporti di Torino" che, unitamente ai Musei di Savigliano e di Bussoleno, rinnoverà l'antico e nuovo racconto della Ferrovia piemontese. Da Vienna a Torino: Eugenio di Savoia condottiero e mecenate europeo Un itinerario di straordinaria suggestione e di respiro europeo, sulle orme del principe Eugenio di Savoia Soissons, der edle Ritter (il nobile cavaliere), geniale stratega e raffinato amatore d'arte, vissuto tra la seconda metà del Seicento e la prima del Settecento. La sua figura è rievocata attraverso un itinerario che s'inizia presso la Basilica di Superga, dove Eugenio volle fosse trasferito il suo cuore dopo la morte, e prosegue per le vie del centro storico nei luoghi simbolici dell'uomo d'arme. L'itinerario si effettua a piedi e in pullman riservato Due quartieri nuziali nel Palazzo Reale di Torino: gli appartamenti dei Duchi di Savoia e dei Duchi d'Aosta La salita agli appartamenti superiori, fin dal Settecento destinati alla coppia principesca erede al trono e per questo definiti "nuziali", avverrà dalla settecentesca Scala delle Forbici, struttura ardita a tre rampanti ideata e realizzata, secondo i progetti di Filippo Juvarra, per il matrimonio del principe ereditario Carlo Emanuele con Anna Cristina di Baviera Sultzbach, celebrato il 15 febbraio 1722. Il piano ancora oggi si presenta, dunque, come un insieme di "quartieri nuziali", in parte riconoscibili, in parte radicalmente trasformati. Si potranno visitare il prestigioso appartamento nuziale, abitato dai Principi di Piemonte, Maria Josè e Umberto di Savoia, negli anni Trenta e Quaranta del XX secolo, recentemente apparso nel film-tv "Maria Josè, l'ultima Regina" ed alcune sale dell'Appartamento dei Duchi d'Aosta. Quest'ultima dimora, a partire dal 1788-89, venne ammodernata dall'ebanista ed ornatista Giuseppe Maria Bonzanigo e dal suo atelier, ed è pertanto caratterizzata dallo stile Louis XVI. Un'occasione unica per ammirare questi ambienti arricchiti dagli eleganti allestimenti di gala (porcellane, orologi, argenti), usciti recentemente dai depositi del Palazzo. Entrare in una galleria d'arte… Entrare in una galleria d'arte, scoprire i segreti della pittura, penetrare nell'animo degli artisti. Quanta gente ha mai visitato una mostra di quadri? Quanti si sono fermati a pensare, guardando un'opera d'arte? Se escludiamo i grandi avvenimenti culturali, forse non sono poi così numerose le persone che hanno oltrepassato la soglia di una Galleria. È proprio partendo da questa riflessione che l'Associazione Andrea Zerbino, forte di un'esperienza cinquantennale nel campo della divulgazione artistica, promuove un'iniziativa di sicuro interesse e di forte attrattiva. I visitatori potranno avvicinarsi al mondo della pittura in modo semplice e diretto, avranno modo di comprendere le tecniche, di conoscere correnti pittoriche, di apprezzare il valore di un dipinto, il tutto commentato dal critico d'arte Gian Giorgio Massara. A cura dell'Associazione Artistica Culturale Andrea Zerbino Guarino Guarini, maestro dell'architettura barocca e il suo capolavoro, la Real Chiesa di San Lorenzo L'itinerario propone, oltre ad un inquadramento storico della Torino del 1600 con riferimento all'architettura come espressione di grandezza dei Savoia, la poliedrica e difficile figura di Guarino Guarini attraverso le sue più importanti opere architettoniche che, non a caso, il Maestro realizzò a Torino. L'itinerario s'inizia a Palazzo Carignano, illustrato nei suoi motivi compositivi e nel particolare cortile interno, tocca l'adiacente Collegio dei Nobili, importanti esempi di architettura civile; prosegue poi verso la Reale Cappella della Sindone, progetto realizzato dopo la morte di Guarini, e si conclude con la Real Chiesa di San Lorenzo, capolavoro seguito direttamente dall'architetto nel corso della costruzione, come esempi di architettura religiosa. A cura dell'Associazione Premio Tesi di Laurea su Torino e dell'Associazione Amici della Real Chiesa di San Lorenzo I caffè storici: ritrovi di passate atmosfere L'itinerario si snoda tra le piazze più belle di Torino, alla riscoperta dei caffè storici, luoghi di incontro sorti intorno alla metà del Settecento, frequentati da personaggi famosi e raffinate dame: tra le prelibatezze del cioccolato e il classico bicerin si ritrova quell'atmosfera salottiera tipicamente piemontese. I cortili raccontano Il percorso si snoda attraverso i cortili da piazza Castello a via Bligny e propone una lettura insolita della storia torinese: i cortili infatti ci parlano di arte, di storia, di vicende umane piccole e grandi che hanno lasciato le loro tracce sui muri, sui pavimenti, sulle decorazioni. Via Garibaldi, l'antico Decumano Romano, e le vie adiacenti rappresentano il cuore storico della città e varcare la soglia dei cortili significa quindi rivivere momenti e atmosfere che vanno dalla magnificenza degli sfarzosi cortili barocchi come quelli di Palazzo Paesana, Palazzo Martini di Cigala, Palazzo Cotti di Brusasco, ai cortili che ci ricordano la vocazione sociale dei Santi torinesi: Cottolengo e Murialdo. La cort dël bur, nell'attuale Palazzo di Città, e i cortili passanti di via Garibaldi n° 18 ci ricordano la vocazione mercantile della via, il doppio cortile di via Garibaldi n° 3 la nascita dello Studio, altri cortili altre storie… BAGNOLO PIEMONTE (Cuneo) IL CASTELLO MALINGRI DI BAGNOLO Complesso feudale singolare e unico nel Piemonte comprende il Palazzo padronale circondato da un parco di disegno seicentesco ricco di esemplari secolari, arbusti fioriti e centinaia di piante botanicamente interessanti. Da vedere gli affreschi quattrocenteschi nel cortile, sulla facciata del Palazzo e nella cappella sotterranea, restaurati di recente. Attraverso antichi sentieri , si raggiunge il Castello: una fortezza in pietra del XII secolo, in posizione dominante, circondata da tre cinta mura ed ettari di boschi secolari, vigne e cascine, mulini in pietra di epoche varie dal Quattrocento al Seicento. Il castello è disponibile per: ricevimenti, feste e convegni . Il Santuario di Crea Il Sacro Monte si erge su uno dei punti più elevati del settore orientale del Basso Monferrato, in provincia di Alessandria . In posizione dominante sui rilievi collinari del Monferrato, il Sacro Monte, dedicato ai Misteri del Rosario, venne progettato nel 1589 in aggiunta ad un Santuario preesistente. Dopo un periodo di abbandono, nel corso del sec. XIX si procedette ad una intensa opera di restauro di statue e dipinti e di rifacimento delle cappelle. Attualmente il Santuario, il Museo storiografico, la serie di 23 cappelle e 4 romitori sparsi nel bosco che ricopre le pendici del colle, formano un complesso ricco di preziose opere d'arte, suggestivo complemento alla componente paesaggistica. Alla realizzazione dei gruppi statuari, dei dipinti e degli affreschi contribuirono artisti di fama e tra gli altri: Guglielmo Caccia detto 'Moncalvo', Giovanni e Nicola Wespin detti 'Tabacchetti' e il 'Fiamminghino'. Notevole è anche l'interesse botanico per la presenza di elementi floristici rari. La Reggia di Venaria La "Venaria Reale" di Amedeo di Castellamonte. Nel 1659 si concretò il grandioso progetto del duca Carlo Emanuele II di edificare una sede stabile per la pratica venatoria per celebrare attraverso la ritualità della caccia la "magnificenza del Duca, ponendo un fondamentale tassello a quel disegno di "delitie" seicentesche a corona di Torino Capitale. L'impianto castellamontiano, iniziato nel 1659 e ultimato nel 1675 ca., realizzava un "unicum", rappresentato da Borgo-Reggia-Giardini che si sviluppava lungo un asse di ben 2 Km. Il Borgo, riproducente la forma del Collare dell'Annunziata, proponeva al centro una piazza quadrovale. La Reggia propriamente detta comprendeva due corti e aveva come nucleo centale il "Salone di Diana". A sud ovest erano le scuderie, i canili, la citroniera, il "Parco alto dei cervi" e, in affaccio al Borgo, la cappella di S. Rocco. Il nuovo progetto per il "Palazzo" di Michelangelo Garove. La distruzione di alcune parti dell'impianto operata dalle truppe francesi del Catinat nel 1693 fu occasione dell'avvio del progetto di rinnovamento del complesso (1699-1713).L'ideazione di Michelangelo Garove esprimeva il nuovo riferimento culturale per la Corte di Vittorio Amedeo II: Versailles. Del progetto garoviano fu realizzata solamente la parte a sud ovest mentre la manica a nord non fu costruita per la morte prematura del Garove nel 1713. La "grande dimensione" di Filippo Juvarra. Nel 1716 il cantiere fu affidato a Filippo Juvarra. Egli operò su alcuni elementi nodali dell'impianto: la collocazione a sud est delle zone di servizio alla caccia, l'edificazione della cappella regia e la ricomposizione formale della corte unica in affaccio al borgo. Per definire questo grande spazio, Juvarra sopraelevò la galleria, aprendola verso l'esterno con una scansione di ampie finestre. L'opera dello Juvarra alla Reggia proseguì, tra il 1717 e il 1722, con la realizzazione della cappella dedicata a S.Uberto, edificio a croce greca smussata e cappelle circolari sulle diagonali (edificio analogo, ma più ricco e articolato di quello di Superga). L'edificio detto "Scuderia grande" o "Citroniera", ma che in realtà comprendeva entrambe le funzioni, fu costruito su progetto di Filippo Juvarra tra il 1721 e il 1727 all'estremo sud orientale del complesso. Le scuderie e le opere di completamento di Benedetto Alfieri. Benedetto Alfieri fu incaricato, dopo la morte dello Juvarra, di proseguire i lavori alla reggia. Nel 1751 fu avviata la costruzione della manica ad "L", tra la chiesa e il padiglione garoviano verso il borgo, e furono iniziati il nuovo Belvedere e lo scalone delle tribune della chiesa. Tra il 1754 e il 1755 venne costruita la piccola galleria dell'Alfieri che collega la chiesa alla citroniera. Al 1757 risalgono le fabbriche dietro S.Uberto con funzioni di rimesse delle carrozze. IL RITROVAMENTO DEL TEMPIO DI DIANA Sono stati di recente riportate alla luce le fondamenta del Tempio di Diana, una splendida architettura castellamontiana, che un tempo sorgeva al termine del parco della Reggia e che le celebrative fonti dell'epoca definivano come "da annoverarsi fra la meraviglie dell'arte". In questo tempietto spesso si recavano i cortigiani, per trovare riposo e quiete o per consumare amori furtivi. Le fondamenta sono tornate alla luce durante gli scavi in corso, finalizzati al ritracciamento dei percorsi dei giardini che un tempo ornavano la Reggia. Questa scoperta è molto interessante per ovvi motivi storico-archeologici, ma ha destato anche grande curiosità, e sono stati tanti i curiosi che si sono recati a vedere i resti, soprattutto durante la Giornata dei Parchi, svoltasi a giugno di quest'anno. L'antico Tempio di Diana fu smantellato nel 1700 secondo il volere di Vittorio Amedeo II in vista di un ripristino dei giardini che prevedeva articolati percorsi d'acqua e prospettive all'infinito. I preziosi marmi che rivestivano il tempio vennero riutilizzati (otto colonne vennero usate per la Cappella di S. Uberto ed altre otto per la Chiesa di S. Maria, mentre i marmi ebbero diversi riusi all'interno della Reggia. nella provincia di Alessandria da PONZONE a SEZZADIO Il passo del Sassello, località in provincia di Savona, mette in comunicazione quest’ultima con Acqui Terme. Oltre il Bric Berton, si è nel territorio di Ponzone e quindi nella provincia di Alessandria. L’antico borgo di Ponzone è ben conservato ,presenta nella chiesa parrocchiale di San Michele un gruppo ligneo di Maragliano. Scendendo verso Acqui Terme, s’incontra la località di Cavatore con la torre duecentesca. Infine si giunge nella città di Acqui Terme, fondata dai romani, verso la metà del '200 legò le sue sorti ai signori del Monferrato. A nord, sulla strada per Nizza Monferrato, incontriamo il comune di Alice Belcolle. Percorrendo la S.S. n.30 di Valle Bormida (da Alessandria verso Acqui Terme) , si raggiunge Cassine. Seguendo a ritroso il corso del Bormida, a pochissimi chilometri da Acqui, si arriva a Strevi, ricca di torri e la villa vescovile .Poco distante, intorno ai ruderi del vecchi castello c'è Rivalta Bormida; una breve deviazione verso i castelli di Orsara e Morsasco. Proseguendo verso Alessandria, si arriva a Sezzadio, al centro di una fertile pianura con la romanica Badia di S. Giustina, una delle più importanti testimonianze goticoromaniche del Piemonte. Qui, secondo la tradizione, vide la luce Aleramo, il capostipite della stirpe che dominò su queste terre, e che, per difenderle, le arricchì di numerosi e splendidi castelli che conservano ancora inalterato il loro fascino medioevale. Il Canavese è antica terra di viticoltura. Nell'area dell'anfiteatro morenico riluce una nobile presenza: l'Erbaluce, la biancheggiante Alba Luce Risalendo il cammino che conduce alle grandi montagne del nord-ovest all'improvviso la Pianura Padana lascia spazio ad una terra la cui storia naturale e umana ne ha plasmato l'aspetto e che oggi si presenta carica di suggestione per chiunque desideri conoscerla: il Canavese. E' terra abitata da molti millenni. In origine come recita il Theatrum Sabaudiae, vi furono i Salassi meridionali, un popolo di origine celtica che ha lasciato poche, ma significative tracce della sua civiltà. Ma è anche la terra di Arduino d'Ivrea, il primo re d'Italia nel 1002. Personaggio storico e mito per il popolo canavesano che ne conserva gelosamente le spoglie in un maniero, uno dei tanti che ricordano, la violenta guerra guelfo-ghibellina e la rivolta dei Turchini a cui si ispira quello straordinario momento di festa che è il Carnevale d'Ivrea. Una città che con tutto il Canavese ha preso parte all'esperimento sociale di Adriano Olivetti, un'opera assolutamente attuale da cui l'intera area trae ancora oggi benefici. Ma, come recita uno slogan promozionale, in Canavese "La cultura sposa la natura". Ed ecco le valli del Gran Paradiso dove lo stambecco è il padrone delle vette che si spingono sino ai 4000 m. Le valli minori, con la loro natura intatta, offrono altrettanti spunti di interesse come le incisioni rupestri della verde Valchiusella. In questo ricco scenario naturale e antropico, un posto di assoluto rilievo merita quel prodigio geomorfologico che è l'anfiteatro morenico d'Ivrea. SALUZZO E L'ARTE DEL LEGNO Nel dolce clima autunnale la città ospita la Mostra Nazionale di Arredamento, Artigianato e Antiquariato. Un percorso tra preziose testimonianze artistiche Foglie che ingialliscono, vecchi muri umidi, acciottolati che brillano sotto le luci dei lampioncini in ferro battuto: è in questa cornice stagionale, fotografata nel passaggio dall' estate all' autunno, che Saluzzo - l' affascinante città d'arte del Piemonte - offre la sua immagine più bella, flou, colta fra le pietre e i portali del centro storico. I rampicanti sottolineano le facciate in cotto dei palazzi che danno sulle chiese di San Giovanni e San Bernardo, sulla salita che porta altorreggiante mastio della Castiglia, sulle stradine che s' inerpicano nella collina colorata dai boschi di faggi e castagni, dalle viti e dai frutteti, dalle case coloniche e dalle splendide e antiche ville. In quest' avvincente quadro s' inserisce la cinquantanovesima edizione della " Mostra Nazionale di Arredamento, Artigianato, Antiquariato " Organizzata dall' ente " Sala d' Arte Amleto Bertoni " la rassegna è allestita sino a domenica 28 settembre nelle antiche scuderie dell' ex quartiere militare, notevole complesso di costruzioni risalenti al Seicento, l' epoca in cui il piccolo ma importante marchesato di Saluzzo passava dalla monarchia francese a casa Savoia con il trattato firmato a Lione il 17 gennaio del 1601. Finiva così una rilevante pagina storica e culturale che, i saluzzesi non hanno mai dimenticato: basta visitare questa splendida città per rendersene ben conto. La stessa mostra - aperta tutti i giorni - trasuda un' atmosfera fané che coinvolge piacevolmente i visitatori. Ma qui il tempo non si è certamente fermato. Come afferma il presidente della "Sala d' Arte" Ernesto Testa: " Il nostro ente, d' intesa con l' ammirazione comunale, ha fatto propria una filosofia apparentemente semplice, tanto da sembrare banale, ovvero il saper crescere guardando all' oggi, e al domani, con la preziosa esperienza del passato. Le botteghe degli artigiani - dai minusieri ai fabbri, dai verniciatori ai restauratori hanno ormai acquisito un ruolo e un' importanza determinante all' interno dell' immagine complessiva di Saluzzo città d' arte del Piemonte ". Sottolinea ancora Testa: " A Saluzzo l' artigianato non solo è realtà concreta, lavoro sincero e garantito, ma è soprattutto un' identità culturale. In viaggio fra le colline del Basso Monferrato La zona nord dell’Astigiano è chiamata “Basso Monferrato“, zona di produzione vinicola del vino Freisa, Malvasia e verso est del vino Grignolino è anche conosciuta per il suo percorso di pievi romaniche e castelli. Da Asti si prosegue in direzione Asti-Chivasso (S.S. 458), si incontra il comune di Settime dove in cima alla collina si può ammirare il castello .Appartenne alla nobile famiglia astigiana dei Roero per più di quattrocento anni e pervenne ai Cocconato di Montiglio solo nel 1874 e ai Borsarelli di Rifreddo nel 1879, in seguito al matrimonio di Silvia Cocconito con l'allora barone Luigi Borsarelli, già parlamentare del primo regno d'Italia. Oggi il Castello appartiene ad un privato. Proseguendo sulla statale in direzione di Camerano Casasco si raggiunge il comune di Cortazzone dove è d’obbligo una visita alla splendida chiesa romanica di S.Secondo. Ritornando sulla statale 458 si prosegue in direzione di Montechiaro d’Asti dove anche qui per gli amanti dell’arte romanica vale una visita al piccolo gioiello di architettura medievale , la pieve di S.S. Nazario e Celsio. Scendendo verso la valle Versa , si raggiunge la località di Montiglio ,dove nel suo piccolo centro storico si può visitare lo splendido castello di impianto medievale (per informazioni tel. 0141/ 994907), all’interno la Cappella di S.Andrea custodisce affreschi del 1300, di scuola giottesca . Mentre nel cimitero Comunale si può visitare la pieve di S.Lorenzo testimonianza dell’arte romanica piemontese. Splendidi paesaggi collinari da Cocconato detto “la riviera del Monferrato “ centro di produzione vinicola , al comune di Aramengo dove , sempre per chi ama l’arte pittorica e non, si può visitare (solo su prenotazione tel. 0141 909125 ) una delle più importanti scuole di Restauro d’Europa della Famiglia Nicola. A pochi km. si arriva ad Albugnano dove si gode un panorama che corre dal profilo delle colline monferrine alle Alpi. In una piccola valle, località Vezzolano, si può ammirare nella sua bellezza e importanza l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano. Secondo fonti la fondazione della chiesa risalirebbe a Carlo Magno. Testimonianza di architettura e pittura romanicogotica dell’Alto Medioevo, elegante facciata ,all’interno un chiostro di particolare suggestione. Altro centro di importanza religiosa e vinicola è il comune di Castelnuovo Don Bosco, luogo di nascita di San Giovanni Bosco. Il rientro per la città di Asti lo si raggiunge con la comoda statale (s.s.10) in direzione di Baldichieri. In viaggio in Valle Varaita La Valle Varaita, sessanta chilometri di estensione, racchiusa dalla Val Maira , dalla Valle Po e dalla Valle del Guil è sovrastata dall'imponente gruppo del Monviso. L 'invasione nell'anno 950 della popolazione dei Saraceni,segna la sua storia tra saccheggi e stragi. I Saraceni vennero scacciati dal territorio con l'intervento del Conte Guglielmo di Provenza. Ancora oggi si festeggia questo evento con la quinquennale "Baio". Sono 14 i Comuni che compongono la valle, ognuno con le proprie caratteristiche e tradizioni. Da Bellino a Casteldelfino Le borgate di Bellino sono ricche di particolari archittettonici e pittorici di straordinaria bellezza ,segni inconfondibili di un millenario passato, in particolare sono davvero numerosi gli orologi solari, a testimonianza di una sensibile e profonda concezione del tempo. Le meridiane, strumenti comunemente utilizzati in passato per segnare l'ora tramite l'ombre di uno stilo proietato dal sole. Pregevoli manufatti di importante valore artistico. Il Comune di Bellino custodisce un considerevole e patrimonio gnomonico, composto da 32 quadranti solari completamente restaurati, oltre ad alcuni altri reperti non accessibili o non ancora recuperati: uno straordinario repertorio di tradizione locale, datato tra il 1735 e il 1934, collocato in un contesto architettonico ed ambientale assolutamente suggestivo. Anche Casteldelfino mostra le vestigia dell'epoca in cui era la nobile capitale dell'Escartoun della Chastelada (2a metà del XIV sec.); qui le case che si affacciano lungo l'antico Chemin Royal sono ornate di fregi raffinati e celano cortili interni, insoliti nelle tipologie tradizionali delle abitazioni, ma indicativi della antica vocazione commerciale e non solo agricola del centro. La parrocchiale racchiude al suo interno un interessante ciclo di affreschi attribuiti ai Fratelli Biassacci, pittori originari di Busca che nella seconda metà del Quattrocento operarono nel Saluzzese adornando con il loro "Vangelo a colori" le pareti di molti edifici religiosi. Una breve visita al museo etnografico potrà essere utile per comprendere aspetti e storia di costumi, lavoro e vita di una parte della montagna occitana alpina. Da Chianale a Sampeyre Ultimo centro abitato dal vicino Queyras francese,quello di Pontechianale. Un borgo incantevole, Chianale, sotto l'antico ponte romanico. Sampeyre, è un capolavoro dell'arte gotica,dove la piazza è dominata dalla sua parrocchiale che conserva all'interno opere dei Fratelli Biassacci.Nel centro storico è da visitare la Casa Clary, sede medioevale del Comune,si ammirano antichi bassorilievi in pietra e particolari di alta lavorazione del legno. Infine il museo etnografico dove sono conservati attrezzi, costumi, immagini di vita quotidiana. L'itinerario della mente piemontese Carmagnola è sede del liquorificio Alpestre. L'elisir alpestre e altre qualità di erbe officinali sono prodotti da un'operosa comunità di frati Maristi all'interno e nei dintorni del monastero. Di questo liquore particolare si narra che il suo nome originariamente era "Archebuse de l'Hermitage" in quanto originariamente le sede del convento era in Francia. Tale elisir veniva offerto dai frati ai soldati feriti in guerra per ritemprarsi dalle fatiche e per alleviare le pene. I frati Maristi per sfuggire alle leggi anticlericali in Francia, si trasferirono a Carmagnola, portarono con sé strumenti e segreti per produrre il loro elisir che viene prodotto non solo con menta ma con altre 33 erbe officinali messe a macerare nell'alcool e poi distillate; la maturazione avviene minimo per quattro anni in grandi botti di rovere. L'Alpestre L'azienda è stata fondata nel 1913 dai frati "Maristi, si continua a produrre l' antico distillato noto in Francia come "Arquebuse"ed in Piemonte ribattezzato Alpestre. Oltre al prodotto di antica tradizione,si possono trovare diversi altri liquori e distillati, caramelle balsamiche e cioccolatini al liquore. La distilleria è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.00. Riso e vino in Piemonte Riso e vino in Piemonte Novara e Vercelli: territorio di vino e di riso. Uscita consigliata Novara ovest, si arriva a Gionzana, visita al piccolo Oratorio della Madonna del latte e la grande cascina Canta, dove si fa coltura biologica. L’ex casa delle mondine e le belle stalle a volta,meritano una visita, mentre a San Nazzaro Sesia si visita l’abbazia romanica del XII secolo. Proseguendo a Casaleggio, incontriamo l’azienda di Pierelisio Paglino, grande cascinache dà sulle risaie e casa padronale che ospita il ristorante rustico. Mentre a Castellazzo, si può degustare il gorgonzola. Così come i salami d’oca e della duja, si trovano da Delmastro, a Carpignano Sesia. Zona di vini, soprattutto da uva nebbiolo, le località che si incontrano sono Fara, Sizzano, Ghemme, Gattinara. Fara è il primo che s’incontra,si ricorda l’azienda Dessilani si prosegue per Sizzano e poi per Ghemme .Nasce come centro fortificato nel XV secolo ora centro di cantine produttrici di vino,il Ghemme.Vale una sosta per degustare il prodotto fra le cantine di Paolo Rovellotti che produce un Ghemme doc e un particolare Greco bianco e le cantine Cantalupo , scavate nel tufo sotto la collina, vendono il loro vino doc. In loco si ricorda , un’altra azienda locale “ Mirù”. Una curiosità da visitare è la a ghiacciaia del ricetto e il canale Mora che Ludovico duca di Milano fece costruire per catturare le acque del Sesia. Infine il comune di Gattinara , piccolo centro storico,ornato da portici. Sosta obbligatoria presso la Bottega del vino,per degustare il vino rosso locale, il Gattinara docg. Provincia di Novara : Un itinerario enogastronomico in Val Formazza Il nostro viaggio del gusto inizia in Val Formazza, alla ricerca di prodotti di alta qualità, per assaggiare il celeberrimo Bettelmatt, un formaggio che si fa solo in estate in sette alpeggi tra la Val Formazza e la Val Antigorio sopra i 2000 metri. Il Bettelmatt di pasta molle con crosta gialla e liscia che invecchiando diventa ruvida e marroncina, viene prodotto in 6mila forme all’anno del peso di 5kg. circa. Un altro formaggio di notevole interesse è la Mascarpa. ricotta affumicata al legno di larice che si degusta con patate bollite e cicorino fresco tagliato finissimo. Il Bettelmatt in cucina si sposa bene con la polenta ,con la zuppa di cipolle,come la Toma Ossolana. Formaggi che esigono abbinamenti con vini come il Prùnet, vitigno nebbiolo delle zone di Trontano ,di Pello di Masera e Montecrestese,avvicinandosi alla Val Vigezzo e a Domodossola. In Val Formazza oltre a degustare i prodotti caseari di alta qualità, si può godere anche del violino di capra vallesana (prosciutto stagionato con l’osso),di piatti di selvaggina e di krusli (chiacchiere da mangiare con la panna). Tra i primi piatti non mancate di assaggiare gli gnocchi di zucca e castagne,tra i salumi di maiale la mortadella(oggi presidio dello Slow Food) . Un dessert per chiudere il nostro tour gastronomico , la torta di pane TARTUFO: Gioiello dell terra Presenti su tutti i continenti, distribuiti prevalentemente in una fascia di vegetazione compresa tra il 40° ed il 46° grado di latitudine nord, i tartufi hanno da sempre riscontrato tra le popolazioni mediterranee i maggiori consensi, e l'indiscusso apprezzamento di lontani estimatori. Oggi, sulla base di ormai consolidate acquisizioni micologiche, è però doveroso sottolineare che quelli che gli antichi abitanti delle coste mediterranee consideravano come tartufi, non rappresentavano che alcune di quelle specie meno pregiate di tuber allora conosciuti, riferibili con ogni probabilità alle terfezie e alle tirmanie, miceti ipogei attualmente ancora presenti e tradizionalmente consumati dalle popolazioni mediorientali e da alcune tribù nomadi del nord Africa. Antichi,raffinati buongustai Le prime testimonianze attendibili risalgono al 3000 a.C, e riferiscono sulla gran deconsiderazione dei "tartufi" da parte dei babilonesi che li cercavano negli arenili e tra le sabbie del deserto. Li esaltava Giacobbe figlio di Isacco e di Rebecca, terzo patriarca degli Ebrei nei primi secoli a.C, e sicuramente li apprezzavano i Greci che li dedicarono ad Afrodite, dea dell'amore (Filossene di Leucade, eccelso gastronomo, fu tra i primi a sostenere l'effetto afrodisiaco dei tartufi cotti sotto la cenere), ed in particolare gli ateniesi che donarono il diritto di cittadinanza ai figli di Keripe, grati per aver appreso dal loro padre nuovi modi di proporli. Nell'antica Roma, Giovenale nella V satira racconta la storia del nobile Virrone, che si dilettava ad invitare amici dalle modeste condizioni economiche offrendo loro pasti frugali, mentre si faceva servire sontuosi piatti contornati da profumati tartufi. Sicuramente non li disdegnava Lucullo, il raffinato buongustaio, mentre Marco Gavio Apicio, noto agli storici di gastronomia come insuperabile cuoco, autore del De re coquinaria, il più antico ricettario del quale si abbia notizia, ne decantano le virtù, proponendoli nelle sofisticate ricette dell'epoca al pari di Plinio il Giovane che, estasiato dal profumo e dal sapore di quello che definiva "miracolo della natura, gioiello della terra" ci tramanda, in un suo prezioso epistolario, tra le abitudini gastronomiche dell'epoca quella di utilizzare il tartufo come insostituibile condimento per la preparazione di raffinate ricette. E Plinio il Vecchio ci rammenta la disavventura del pretore Licinio che si ruppe un dente addentando un tartufo nel quale si era celata una moneta. Week end nel Monferrato Il Monferrato, è fra le regioni italiane nota per la sua eno-gastronomia. Ha storia millenaria e lo testimoniano le bellezze artistiche dalle chiese romaniche ,gotiche e rinascimentali, dai castelli , dai monumenti barocchi e dalle opere di pittori nati in questa terra. Le produzioni soprattutto vinicole fanno del Monferrato una regione enoica di grande rilievo nel panorama italiano . Il Grignolino, il Freisa, la Barbera,il Moscato,la Malvasia e e il Brachetto sono i suoi fiori all’occhiello. La gastronomia ,unita a quella delle Langhe è ricca di gusti e sapori . L’itinerario che si propone si sviluppa nella zona del Nord Astigiano ,Basso Monferrato, i periodi consigliati sono quello autunnale per i colori del paesaggio, per la cucina e per le varie fiere e mercatini , e quello primaverile. Nelle terre dell'Erbaluce di Caluso Torre Canavese, base di partenza per visitare la zone dei vigneti dell'Erbaluce, conserva nelle sue stradine un museo d'arte all'aperto realizzato da pittori russi; si consiglia quindi una passeggiata nel paese sovrastato dal castello. Si prosegue verso Agliè e dopo circa 1.7 km si svolta a sinistra in direzione S. Maria della Rotonda. Seguendo la strada che sale sulla collina si può vedere alla sinistra la chiesa della Madonna delle Grazie (detta "dei 3 ciuchè") particolare esempio di architettura barocca. Da qui fino al calusiese si snodano le vigne storiche dell'Erbaluce. Particolare è anche la struttura a pergola sulla quale viene coltivato il vitigno Erbaluce, qui e sulla Serra d'Ivrea; non mancano tuttavia esempi, per i vitigni a bacca rossa, di altre forme di allevamento quali lo scarlà canavesano e l'obi. Sulla cima della collina spunta il campanile di S. Maria della Rotonda, tappa consigliata per chi volesse godere dell'ampio panorama su vigneti e castelli. La strada scende verso la statale, dove si svolta a destra per Agliè. Qui meritano una visita il Castello, trasformato dai Savoia in maestosa residenza nel XVII sec., la chiesa barocca di S. Marta e la casa del poeta Guido Gozzano, nota come il Meleto. Si torna quindi in direzione Cuceglio;dalla strada che si snoda intorno al paese si diramano molti sentieri sterrati, percorribili a piedi per una piccola escursione attraverso i vigneti. Al primo bivio si continua sulla destra per S. Giorgio, antico nucleo dominato dal castello dei Biandrate: costruito nel XII sec. e trasformato nel XVII e nel XVIII sec., si presenta oggi come una imponente residenza caratterizzata da ambienti ricchi di decorazioni e da un vasto parco all'inglese. Interessante anche il Museo Nossi Rais di cultura etnografica. Di fronte all'Azienda Orsolani si svolta a sinistra, costeggiando i vigneti della regione Misobolo, e si seguono le indicazioni per l'autostrada Torino-Aosta e poi per Caluso, centro vinicolo famoso per la produzione dei vini Doc Erbaluce di Caluso e Passito dove si possono visitare numerose cantine. Nel centro storico si trova il palazzo Valperga Masino, poi Spurgazzi, circondato da un ampio parco, la chiesa parrocchiale e la medioevale Porta Crealis chiamata "Purtasse". I terreni della zona di Caluso sono particolarmente adatti all'impianto del vitigno Erbaluce; sono composti da sabbia utile per il drenaggio, da argilla contenente gli elementi nutritivi, e da ciotoli che svolgono un'azione termoregolatrice.