ilCIVETTINO
periodico della contrada priora della civetta
Anno XXXII n. 2
GIUGNO 2014
ilCIVETTINO
periodico della contrada priora della civetta
Anno XXXII n. 2 - GIUGNO 2014
Spedizione in abbonamento postale
Art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Filiale di Siena
Iscrizione al Tribunale di Siena n° 589 del 20/12/1993
F
esta Titolare e dunque Giro 2014: si
sentono i tamburini allenarsi e siamo
pronti a ravvivare le strade del terri-
torio con bandiere e braccialetti! La Civetta
vive quell’allegro fermento e quel viavai di
persone, tutte indaffarate affinché i nostri
Direttore
Riccardo Cerpi
santi siano festeggiati a dovere. Una settima-
Direttore Responsabile
Giuseppe Stefanachi
na densa di appuntamenti dove la convivia-
Capo Redazione
Valentina Faleri
lità va a braccetto con la tradizione e i suoi
Redazione
Francesco Betti, Giulia Bonacci, Giacomo Francini,
Martina Joosten, Eleonora Vannucchi
mei ha cambiato veste, palazzi storici rinno-
Collaboratori
Addetti ai Giovani, Compagnia Pier Pettinaio,
Olivia Agnelli, Antonio Bianciardi, Amanda Bruttini,
Alberto Fiorini, Don Enrico Grassini, Francesca
Lazzeroni, Margherita Turillazzi
Si ringraziano tutti i civettini che hanno fornito il
materiale fotografico
momenti più seri. Nel frattempo Piazza Tolovati e un lavoro di ripavimentazione: siamo
ben lieti di calcare la nuova pietra serena
in questa importante occasione (anche se, a
ragion del vero, già si è svolta la prima edizione dello StreetGufood e, al momento di
andare in stampa, non si è ancora concluso il
Progetto grafico e impaginazione
Irene Bimbi
Stampa
Industria Grafica Pistolesi
Memorial Alberto Ceccherini ma, si sa, la licenza poetica si può concedere per questioni di stile). Ci teniamo a sottolineare oltre a
questi lavori così visibili, l’opera invisibile ma
SOMMARIO
preziosissima che ogni giorno i civettini fanno
LA NOSTRA FESTA
MARIA ANTONIA E IL CORRETTORE
ODONOMASTICA CIVETTINA
SVENTOLA IN ALTO LA BANDIERA
DRITTO FILO
DUE CHIACCHERE CON LA STALLA
“SALUTE IN CONTRADA”
SONETTO
GRANDI PULIZIE IN CONTRADA!
PICCOLI E... GIOVANI
ONDEON 2014
PROGRAMMA FESTA TITOLARE
la Civetta diventasse ciò che ora è. Una cura
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per l’amata Contrada. E non solo i civettini di
“oggi” ma tutti quelli che hanno fatto sì che
continua che assume diversissime forme, a
comporre il mosaico infinito della nostra Contrada. Vi lasciamo alla lettura, in un tripudio
di bianco, rosso e nero!
Nella prossima uscita, saranno presenti le rubriche sui soprannomi e civette nel mondo.
Scrivete a [email protected]
per inviarci i vostri contributi e foto.
S
i passa tutti da lì, non c’è niente da fare.
imperversano. Il Vicolo dei Pollaioli, dove un
Chi prima, chi all’ultimo momento, per
tempo, gente di casa nostra, ci vendeva filati,
andare in Piazza, si percorre obbliga-
lane e mercerie e dove invece oggi, slalomeg-
toriamente quel vicolo. Per forza. Sembra non
giando fra tavoli e sedie di improbabili locali
ci siano altre strade per noi della Civetta. Quel
e banchini multicolori e multietnici di ambulanti
vicolo che collega il cuore del nostro territorio
scomodi (che poi, tanto ambulanti non mi sem-
a quel luogo dove invece i cuori tremano e
brano, visto che quel banco staziona lì da un
fremono per le tante emozioni che riusciamo
anno all’altro, tutti i giorni…), si annusano male-
a vivere quando il Palio e i suoi meccanismi,
odoranti essenze di olio fritto e non solo...
Riccardo Cerpi
LA NOSTRA
FESTA
Si passa tutti da lì, davvero, da quel pertugio
fresco e cupo, come fosse il preludio a viste e
sensazioni più soleggiate e inebrianti che solo
la nostra Piazza riesce a farci vivere. Anche la
scorsa domenica 25 di quel Maggio non ancora troppo primaverile, siamo passati tutti da lì.
E s’era tanti. Ci siamo tutti affacciati, allo sbocco di quel vicolo, nella Piazza del Campo, con
gli occhi rivolti al primo piano e con l’animo
colmo di speranza, quella speranza alla quale
ci stavamo appellando per scomodare e stravolgere classifiche e statistiche che ci dicono
e ci confermano, ormai da troppo tempo, che
non siamo troppo avvezzi ad uscire a sorte.
I ragazzi dell’Economato, forse d’accordo con
il Capitano, ci s’erano messi anche di buzzo
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origini e il senso di appartenenza ai valori
unici e insostituibili che la Contrada riesce a
trasmettere.
Messe da pregare, concerti da ascoltare, libri da presentare, bimbi da battezzare, cori
da cantare, cene da gustare e Consorelle da
omaggiare, sono questi e altri ancora gli ingredienti per cucinare al meglio la nostra Festa
Titolare; il rione è già addobbato, gli Economi
hanno tirato al lustro braccialetti e monture,
le bandiere sono pronte, nuove e rinnovate,
i tamburi già accordati, i bambini si sono allenati, tutto sembra essere pronto per vivere al
meglio e con orgoglio la Festa dedicata a loro,
A & B (al secolo, Antonio e Bernardo) ai quali
invochiamo protezione e benevolenza.
bóno portando in Comune una bandiera parti-
L’auspicio è che sia la Festa di tutti noi, grandi
colare, quella di Piazza, che sicuramente avrà
e piccini, uomini e donne, dirigenti e semplici
avuto qualche cabala inenarrabile; ma niente
contradaioli, di tutti noi che amiamo la Civetta
da fare, colui che disegna tutto probabilmente
e la sua gente. L’augurio è che lo svolazzare
anche per questa volta aveva smarrito i nostri
della seta delle nostre bandiere al vento, rie-
colori… Comunque va bene così: ics sulla sche-
sca a togliere quel filo di polvere che forse si è
dina, pareggio accomodante che ci farà pas-
posata sulla monotonia dei giorni freddi di un
sare il Palio di Luglio in tranquillità, senza ansie
lungo inverno e che il rullo dei tamburi a festa
da gestire, né per noi né per gli amici a sud
risvegli le emozioni che solo le quattro mura
del Chiasso Largo, con la consapevolezza che
del Castellare riescono a far vivere.
per l’Assunta ci risaremo, agguerriti più che
Buon Giro a tutti!
mai e con tanta voglia di abbracci, di scosse
di piacere e brividi sulla schiena.
Dedichiamoci quindi a pieno titolo alla nostra
Festa Titolare, a festeggiare e solennizzare i
nostri due Santi Patroni. Una settimana di festeggiamenti ricca di appuntamenti e di eventi
tesi al coinvolgimento di tutte le componenti
della Contrada. Occasioni di aggregazione
ma anche momenti solenni e istituzionali che
appartengono alla tradizione contradaiola e
che, come sempre, hanno il compito di rafforzare il legame con la nostra storia e le nostre
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- Don Enrico!!! Sono quassù… Ehilà…
- Bravo, sei giovane, ma te ne intendi!
- Chi è che parla con questa voce squillante?
- Cara Maria Antonia, ne devi aver viste delle
- Ma come, sono Maria Antonia. Finalmente ci
belle da lassù, non è vero?
conosciamo!
- In effetti sì, hai ragione. Ne ho viste tante: tante
- Molto piacere Maria Antonia… Però, scusa tan-
gioie, tanti dolori, sorrisi e lacrime, tutto è passato
to, non riesco a vederti né a capire da dove mi
da qua dentro. Ho suonato a festa, ho suonato a
stai parlando.
lutto, ho suonato a squarciagola per ore e giorni.
- Ma come, eppure di quelle come me te ne do-
- Sarai stanca. Da quanto tempo è che sei lì?
Don Enrico Grassini e Francesca Lazzeroni
MARIA ANTONIA
E IL CORRETTORE
vresti intendere…
- Ma, veramente, non saprei…
- Guarda un po’ più su e prova a tirare la corda.
- A tirare la corda? Ah, suono la campana?
- Ecco ci sei arrivato finalmente! Sono la campanina della Civetta.
- Ma guarda che piacere, non sapevo che parlassi!
- E non solo parlo, suono anche, quando s’è vinto
il Palio!
- Sì, e spero che tu voglia suonare anche quando
si dice Messa.
- Sì, sì, va bene, anche quando si dice Messa.
Comunque, come tutte le campane ho un nome…
- …e posso immaginare che Maria sia in omaggio
alla Vergine e Antonia al Santo di Padova.
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- E’ una storia lunga, se vuoi te la racconto.
- Ti ascolto.
- Vedi, devi sapere che sono molto orgogliosa del
mio oratorio, dove da molti anni presto indefessa
fedele servizio; perché questa non è una semplice chiesetta, una delle tante come ce ne sono a
Siena… e a Siena tu mi insegni che le chiese non
mancano! Permettimi un po’ di faziosità, che nel
Palio non guasta mai: molte delle altre contrade nei secoli scorsi hanno posto il loro oratorio
in chiese già esistenti, molto spesso eredità di
compagnie laicali soppresse. Questa invece non
esisteva prima del 1932 ed è stata fortemente
voluta dai civettini e da loro costruita.
- In che senso costruita? Il palazzo è antico e di
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sicuro c’era già ai tempi degli Ugurgieri.
chiesetta è stata utilizzata anche come rifugio.
- Certo che il palazzo c’era, ma qui, dove noi
Quando arrivavano i bombardamenti ho vi-
stiamo parlando, c’era niente meno che la fale-
sto diverse famiglie della Contrada venire qui
gnameria di un certo Agostino Semplici, che per
a nascondersi: ricordo per esempio i Traballesi,
la somma di 15.000 lire la vendette alla Contra-
i Locatelli, i Maccari, i Dami e altri. Ma anche
da, che poi fece grandi lavori per ricavarci la
la guerra finì e allora si poté riprendere piano
chiesa e la sacrestia. La chiesa è perfettamente
piano la normalità e la chiesa venne finalmente
mimetizzata nell’edificio, con sopra appartamenti
consacrata dall’Arcivescovo Toccabelli. Da allora
privati e, se non fosse per me che occhieggio
ho visto andare e venire molti civettini tra queste
dalla finestrella, nessuno potrebbe intuire che
mura: chi lavorava, chi donava oggetti, chi col-
dentro vi si trovi un oratorio. Ci vollero molti sol-
laborava ai restauri e agli affreschi. E tutti insie-
di per adeguarla e non fu una passeggiata, ma
me hanno contribuito a costruire e a conservare
tutti i civettini finalmente erano felici di avere una
il nostro oratorio, così come è ora. Ma questa è
sede degna. Ricordo che in molti si dettero da
un’altra storia. Se avrai pazienza, te la racconte-
fare; pensa che al tempo ho visto con i miei occhi
rò un’altra volta.
le giovani Mammola e Iris andare in giro per Sie-
- Va bene Maria Antonia, ti ascolterò molto vo-
na con la cassettina dell’elemosina a raccogliere
lentieri. Grazie del tuo racconto. Intanto ti saluto
offerte per la costruzione!
e ci vediamo al Mattutino! Ah, scusa… dimentica-
- Quindi nel 1932 i civettini poterono finalmente
vo: bello davvero il tuo nome, ma oggi le cose
avere la loro chiesa!
sono un po’ cambiate, sai, c’è di mezzo anche
- Eh, non è stato così semplice. La costruzione
Bernardo e… non te la prendere se continuerò a
andò avanti diversi anni e, quando si vinceva il
chiamarti “campanina”, anzi… “sòna, sòna campa-
Palio, poi mancavano i soldi per costruire l’altare!
nina”! Ahah!
Nel frattempo poi c’è stata la guerra e questa
- Questi preti…!
L
a scienza che studia l'insieme dei nomi
Siena, subito dopo il plebiscito popolare di an-
(odonimi) delle strade, delle piazze e, più
nessione al nuovo Regno d’Italia, la Comunità Ci-
in genere, di tutte le aree di viabilità di un
vica redasse uno “Stradario della Città di Siena
centro abitato con riguardo alla loro scelta e al
secondo l’antichissima divisione in Terzi” (1861),
modo della loro formazione, è l’odonomastica
facendolo stampare in forma di opuscolo dalla
(nome dal greco hodós “via”, “strada”, e onoma-
Ditta L. Lazzeri, presso la tipografia del Reale
stikòs “atto a denominare”).
Istituto dei Sordo-Muti. Però, il primo vero Stra-
In passato la formazione di odonimi non era
dario ufficiale della città di Siena fu stilato 10
regolata da norme, e solo in epoca moderna
anni dopo. Fu approvato dal Consiglio Comuna-
furono prese iniziative sull’intitolazione delle vie
le nella seduta del 27 maggio 1871, presieduta
cittadine, per sostituire antichi odonimi o per de-
dal sindaco Domenico Mazzi. Nell’occasione fu-
nominare nuovi assetti urbanistici. Alcuni degli
rono fatti scomparire alcuni nomi ritenuti disdice-
antichi odonimi senesi ci sono giunti legati alla
voli oppure troppo legati alla religione e al culto;
tradizione orale ed ancor oggi sono i segni tan-
inoltre alcune strade centrali ed altre periferiche
gibili di una individualità e di una continuità stori-
vennero intitolate a glorie cittadine, a vicende ed
ca straordinaria; altre volte i dati odonomastici
eroi del Risorgimento. Ad esempio, il tratto Ban-
sono andati perduti. I più sono rimasti patrimonio
chi di Sotto - Via di Pantaneto divenne Via Bettino
esclusivo degli storici, fissati senza un ordine me-
Ricasoli e tutto il corso dalla Croce del Travaglio
todico in opere manoscritte di cronisti e di diari-
a Porta Camollia fu intitolato Via C.B. Cavour. Il
sti dei secoli XVII e XVIII. Famosi sono gli elenchi
Campo fu chiamato Piazza Vitt. Emanule II e la
contenuti negli zibaldoni dello scrittore Girolamo
Piazza di S. Pellegrino, detta anche Piazza del
Macchi intitolati “Memorie” (sec. XVII). Fonda-
Grano, fu ribattezzata Piazza dell’Indipendenza.
mentale è l’inventario delle strade senesi, compi-
Nel 1931, reggente le sorti del Comune di Sie-
lato nel 1789 (dopo il terremoto del 26 maggio
na con l’antica qualifica di podestà il professor
dell’anno avanti) dall’ingegnere e “provveditore
Fabio Bargagli Petrucci, si volle compiere un atto
di strade” Bernardino Fantastici.
di rispetto verso un passato che non andava giu-
La materia dell’odonomastica delle città italiane
stamente dimenticato, perché con un’apposita
fu regolamentata per la prima volta nel 1861. A
ordinanza furono ripristinate molte delle vecchie
Alberto Fiorini
ODONOMASTICA
CIVETTINA
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e tradizionali denominazioni delle vie cittadine,
della strada degli Alberghi del Re venne semplifi-
specialmente del centro storico. Inoltre, sette lo-
cato nel più generico Via del Re, senza specifica
calità aventi stretto e significativo riferimento con
allusione ad alcun sovrano, anche se lo storico e
la storia della città, oppure recanti una denomi-
direttore dell’Archivio di Stato di Siena Giovanni
nazione caratteristica e popolare, furono ricor-
Cecchini ipotizzò che l’odonimo potesse essere
date con apposite targhe. Una di queste fu la
derivato da un soggiorno di Carlo d’Angiò. Tale
Croce del Travaglio.
denominazione fu mantenuta pure dopo il rinno-
Dal 1931, all’interno delle vecchie mura, non vi
vo toponomastico urbano operato nel 1931 dal
sono stati altri significativi mutamenti toponoma-
Bargagli Petrucci; ma al tempo della Repubblica
stici, fatta eccezione per alcuni odonimi poco
Sociale, pur non avendo questa strada nulla a
graditi durante le fasi convulse dell’ultima guer-
che fare con i Savoia, i nuovi reggitori comunali
ra e per l’operazione di esclusione dei nomi di
vollero mutare l’intitolazione in Via della Repub-
personaggi del cessato regime dinastico e fa-
blica. Per un brevissimo tempo fu tentata persino
scista dopo l’avvento della Repubblica. Ne è un
l’imposizione di un odonimo come Via del Duce;
esempio la nostra Via Cecco Angiolieri. Prima
però nell’aprile 1945, caduto il fascismo e finita
della compilazione dello “Stradario” del Mazzi,
la Repubblica di Salò, la strada fu chiamata Via
questa strada era detta Via degli Alberghi del
Cecco Angiolieri. La dedicazione al famoso po-
Re per esservi stati anticamente alcuni ostelli
eta medievale fu ufficializzata ben quindici anni
così denominati, con locande e trattorie ad uso
dopo, in occasione del VII Centenario della sua
di viandanti e pellegrini. Per oltre seicento anni
nascita.
ne aveva perpetuato il nome un modesto alber-
Altra strada del nostro territorio su cui cadde l’at-
go chiamato “Tre Re”, che aveva l’ingresso nella
tenzione dei fascisti repubblichini, fu il Vicolo dei
piazzetta di Calzoleria e le camere affacciate
Rinuccini, al tempo del Macchi detto Via degli Ar-
anche su Via C. Angiolieri. Nel 1871 l’appellativo
gentieri o degli Argentini, ma che era chiamato
dai Senesi Vicolo della Regina, un odonimo sancito dallo Stradario del 1931. Sembra che l’appellativo fosse dovuto all’insegna di un’osteria
rammentata già in una “Gabella” della seconda
metà del secolo XVI ed esistente fino a non molto
tempo fa. Tuttavia, secondo una tradizione popolare, l’odonimo sarebbe da far risalire ad una
certa “regina Giovanna”. C’è chi ha identificato
questa sovrana con Giovanna I di Napoli, nota
come Giovanna d'Angiò, che nel 1347, in fuga
dalla città partenopea e diretta in Provenza, per
sfuggire alle ire del re Luigi d'Ungheria, che intendeva vendicare la morte del fratello Andrea,
marito di Giovanna – da essa fatto uccidere –
avrebbe trovato alloggio nell’Albergo del Gallo,
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lì vicino. La storia appare però alquanto improbabile perché la regina fuggì da Napoli via mare.
I fascisti della Repubblica di Salò sostituirono
l’odonimo Vicolo della Regina con quello di Vicolo
dei Rinuccini, che rimase anche dopo la guerra.
L’attuale intitolazione è peraltro aderente alla
via alla quale è stato imposto, poiché nel ‘200
il vicolo collegava la strada maestra con il castellare della famiglia Rinuccini, corrispondente
all’attuale slargo di Via di Calzoleria. La petrigna
casa-torre dei Rinuccini si erge con il retro proprio
lì davanti.
Arricchimenti odonomastici si sono avuti in Siena soltanto in tempi recenti con la dedicazione
città figuravano importanti famiglie. Era il caso
di località prive di denominazione esplicita o di
– tanto per citare quelle rientranti nella nostra
intitolazione significativa a personalità senesi e
Contrada – degli Ugurgieri e dei Sansedoni nel
contradaiole meritevoli, vissute nel secolo XX. È
popolo di San Vigilio nei pressi del Campo, dei
il caso della Piazzetta Sabatino Mori in fondo a
Piccolomini, dei Maconi, dei Salvani, dei Tolomei,
Via di Calzoleria. Lo slargo in passato era chia-
degli Scotti nel popolo di San Cristoforo, dei
mato Piazza Padella, un odonimo caratteristico
Gallerani e dei Benzi nel popolo di San Pelle-
derivato dalla presenza di un magnano che ese-
grino. Non era trascurabile neppure la presenza
guiva piccoli lavori in ferro, ma mai riconosciuto
delle principali istituzioni ecclesiastiche cittadi-
ufficialmente dagli Stradari.
ne, in particolare quelle che avevano il proprio
Come Piazza Padella, purtroppo, sono andati
patrimonio lungo l'asse viario della Francigena.
perduti tantissimi altri antichi odonimi, special-
Ad esempio, la chiesa di S. Paolo possedeva sul
mente legati ad attività artigianali o commer-
Campo e nel chiasso ben nove botteghe, per le
ciali. Altri per fortuna si sono conservati. E nella
quali i calzettai pagavano – come previsto dallo
nostra Contrada ve ne erano tantissimi, poiché
Statuto del 1262 – una tassa di 6 soldi. Questo
nel Medioevo vi era la tendenza alla concen-
vicolo, però, non fu chiamato mai con il nome di
trazione delle attività in specifiche aree urba-
chi vi svolgeva la propria attività commerciale,
ne, specialmente del centro. Tali concentrazioni
contrariamente al vicino Vicolo di S. Pietro che
erano tutte più o meno collocabili nelle vicinanze
fu chiamato anche Chiasso dei Setaioli quando
dell'area del mercato del Campo, uno spazio a
nelle botteghe del suo pur breve tratto trovaro-
forte vocazione economica sviluppatosi nel XII
no sistemazione i sarti che cucivano la seta, che
secolo. Dal vasto censimento dei proprietari di
alla fine del secolo XV avevano dovuto lasciare
beni immobiliari avviato a Siena tra il 1318 ed il
i fondachi di Via dei Renaldini in seguito alla co-
1320, più comunemente noto come “Tavola delle
struzione del Palazzo Piccolomini.
Possessioni”, emerge che tra i proprietari di bot-
Purtroppo non possiamo dilungarci nel recupero
teghe nei popoli ubicati nel zona centrale della
di antiche denominazioni del territorio civettino
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fondaci dei castellari oppure in platea (cioè in
luoghi pubblici aperti), con funzione di ambiente di riunione delle consorterie e luogo di commercio e di contrattazione. Da “banco” derivò
il termine “banca”, detta talvolta nel medioevo
anche “tavola” (si chiamò così la “Gran Tavola”
dei Buonsignori).
Anche Il Campo trasse il suo nome dal luogo destinato nel Medioevo agli scambi e alle attività
commerciali cittadine (Campus Fori); tuttavia il
nome della piazza ci ricorda pure la particolarità geografica da cui si originò: un “campo” che
occupava la parte più alta di una lunga vallata
ricca di fitte selve, detta Valle Selvata Bruna, che
digradava verso la valle di Montone saltando
impervi dirupi di tufo.
Altri nomi derivati dalle condizioni naturali del
terreno nel nostro territorio non ve ne sono, fatta
10
e neppure nella storia di tutti gli odonimi attuali.
eccezione per la Costarella. Ve ne sono invece
Per ragioni di brevità ci limiteremo ad una sem-
alcuni derivati da particolarità urbanistiche: Via
plice classificazione secondo il tipo, cominciando
di Città, Vicolo del Castellare, Via dei Termini, Via
proprio dagli odonimi derivati da attività. Nel
delle Terme, Vicolo della Torre, Vicolo al Vento,
nostro territorio si segnalano la Costarella dei
Croce del Travaglio.
Barbieri, Via del Refe Nero, Via di Calzoleria,
Sono diversi anche gli odonomi derivati da anti-
Vicolo dei Borsellai, Vicolo dei Pollaioli, Vicolo del
che e nobili famiglie senesi (Via dei Rossi, Via dei
Coltellinaio, nonché i vicoli del Viscione e delle
Rinaldini, Via dei Pontani, Vicolo dei Rinuccini e
Donzelle e la Via del Moro che trassero il nome
Piazza Tolomei) o altri che ricordano personag-
da osterie e ostelli. Senza l’aggiunta del termine
gi e personalità senesi (Via Cecco Angiolieri, Via
“via”, ricordano antiche importanti attività finan-
Sallustio Bandini, Vicolo di Pier Pettinaio, Piazzet-
ziarie le due arterie del principale asse viario
ta Sabatino Mori). Tre strade (Vicolo di S. Pietro,
cittadino, Banchi di Sopra e Banchi di Sotto, coin-
Vicolo di S. Paolo e Via di S. Vigilio) hanno nomi di
cidenti in origine con il tracciato urbano superio-
Santi derivati da antiche chiese.
re e inferiore della Francigena. Il nome delle due
Fortunatamente nel nostro territorio, che fa parte
strade non è derivato tanto da “banco”, inteso
della zona più centrale della città, non vi sono
semplicemente come tavolo o bancone, quanto
odonimi celebrativi generati da disposti norma-
piuttosto dalle “banche” consortili delle societas
tivi in ossequio alla volontà politica e ideologica
delle più potenti famiglie senesi. Il “banco” era un
degli amministratori. Di quelli legati alla storia na-
grande ambiente ad uso pubblico, posto di solito
zionale ve n’è rimasto uno solo. E l’abbiamo già
al piano terra dei palazzi e delle case-torri, nei
ricordato: Piazza dell’Indipendenza.
A
vvicinandoci al Giro, ci è sembrato giusto
timento e il lavoro. Avere accesso al luogo dove
andare a parlare con chi di bandiere e
sono presenti monture, bandiere e respirare aria
tamburi (e non solo!) se ne occupa tutto
di Palio tutto l'anno, ci fa sentire dei privilegiati an-
l’anno: l’Economato. Giro ed Economato, infatti, co-
che facendo parte dell’economato da lungo tem-
stituiscono il binomio inscindibile della Festa Titolare.
po. Quello che si è creato per questo mandato è
Il nostro Economato è giovane, molto giovane, ma,
un gruppo affiatato, anche se molto giovane, e
dall’intervista effettuata, è apparso fortemente
in questi due anni cercheremo di portare avanti il
motivato, entusiasta e pienamente consapevole
lavoro iniziato in precedenza e di intraprendere un
delle difficoltà, dell’impegno assiduo e della gran-
percorso che ci porterà a essere autonomi su di-
de dedizione che la loro funzione richiede.
versi fronti. Da ottobre è ricominciata la scuola per
È poi apparsa chiara la ferma volontà di Maria-
imparare a cucire e riparare le bandiere di seta,
elena Peruzzi, Alessia Geyer, Maddalena Cor-
che ha ottenuto un grande successo e ha visto
tonesi, Giuseppe Donati, Matteo Mastrandrea,
coinvolti contradaioli di diverse fasce d'età dando-
Andrea Picchi e Costin Spataru di riaffermare e
ci soddisfazione, divertimento e risultati. Per quan-
consolidare i principi che reggono la Contrada:
to riguarda i tamburi, invece, stiamo avviando un
amore e rispetto, per i contradaioli e per le cose
percorso di crescita che ci porterà ad essere in
della Contrada, in uno stretto spirito di collabora-
grado di costruirne di nuovi e poter riparare quelli
Redazione
SVENTOLA IN
ALTO LA BANDIERA
zione. A voi buona lettura e all’economo e ai suoi
coadiutori, buon lavoro!
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati e quali
prospettive avete in mente per questo biennio?
Il nostro gruppo – rispondono gli economi - viene
visto un po' come chiuso e a sé stante, quasi una
“setta” all’interno della contrada. Questo perché
essere economi richiede un impegno costante,
che poi si intensifica in certi periodi e proprio in
questi momenti diventa difficile conciliare il diver11
storto. L’economato si prepara al giro incontrandosi spesso e facendo gruppo, organizzando tutto
il possibile per poi sapere, in quei giorni intensi,
ognuno cosa deve fare e cercare di collaborare il
più possibile per rappresentare al meglio la nostra
amata contrada.
Quanto è intenso l'impegno che c'è dietro alla
preparazione di bandiere, tamburi e costumi in
previsione del giro? Come si svolge e chi coinvolge la preparazione?
Si può dire che i preparativi per la prossima festa
titolare inizino appena finisce la precedente. Quepiù "datati" dando anche un taglio alle spese che,
sto perchè ogni singola componente della compar-
di questi tempi, è un aspetto da non sottovalutare.
sa, a cominciare dalle scarpe per finire ai cappelli,
In che modo l'economato si prepara per la festa
viene ricontrollata, aggiustata, rammendata, pulita
titolare?
e lustrata per essere perfetta durante il giro. In que-
Solitamente ci si rende conto che ci stiamo avvici-
sta fase, per riuscire a sistemare tutto, è necessario
nando alla festa titolare quando l’economo pren-
l’aiuto di contradaioli di tutte le età: c’è chi cuce,
de la residenza in economato e inizia a correre in
chi dipinge, chi sale sulla scala e chi passa a dare
consigli preziosi. Man mano che ci avviciniamo ai
giorni della festa titolare, dobbiamo poi occuparci
di braccialetti, bandiere, tamburi, mazze, monture
e collaborare con la Società per allestire al meglio
il territorio della nostra Contrada. Nel periodo precedente al giro, inoltre, è molto importante il lavoro che svolgono alcuni ragazzi i quali, coadiuvati
dagli addetti ai giovani, durante la scuola di alfieri
e tamburini, non solo insegnano ai cittini a suonare
contrada dalla mattina alla sera come un pazzo.
il tamburo e a girare la bandiera, ma anche ad
Anche se dall’esterno a volte non ce ne rendiamo
avere rispetto degli oggetti della contrada. Il corso
conto, l’economato organizza il giro fin nei minimi
si svolge nel Castellare due pomeriggi a settima-
dettagli. “Il rientro allora quest’anno come lo facciamo?”. “Ma la semplice la fanno tutti in tutte le
contrade o solo alcuni?”. Il Drago si fa la mattina
o il pomeriggio?”. Ogni anno ci interroghiamo su
molti aspetti e ne ripensiamo alcuni che magari
non sono andati bene l’anno precedente. È difficile accontentare tutti, e, per quanto tu organizzi
tutto nel dettaglio, qualcosa può sempre andare
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vuol dire che la contrada ti ritiene una persona
che la può rappresentare. Sicuramente la figura
del monturato è cambiata nel tempo, basti pensare a quando, per fare il giro, venivano pagati
monturati di altre consorelle. Noi crediamo che
ogni contradaiolo sia onorato di monturarsi e di
rappresentare la contrada che ama. Purtroppo a
volte però, essendo una piccola contrada, viene
dato per scontato che si indossi la montura in ogni
caso. È necessario che questo modo di pensare
na per circa due mesi e mezzo ed è diventato un
venga messo da parte e continui a farsi strada il
momento aggregante che permette ai nostri cittini
di rinsaldare le amicizie e prepararsi per rappresentare al meglio la Contrada. Sempre per quanto
riguarda il gruppo giovani, ci piacerebbe riuscire
a coinvolgere i più “grandicelli” in alcune delle attività tipiche dell’ economato con l’intento di ridurre
al minimo quegli anni di passaggio durante i quali
non si ha una collocazione precisa all’interno della
Contrada e di creare un gruppo di contradaioli rispettosi delle “cose di contrada” e dal quale poter
fare emergere anche l’economo ed i vice futuri.
vero valore che ha la figura del monturato. Co-
Quale significato ha il giro per l'economato?
loro ai quali viene chiesto di monturarsi, prima di
Il giro e la vestizione della comparsa di piazza,
rispondere, dovrebbero ricordarsi che in quel mo-
sono sicuramente i due momenti più significativi. In-
mento gli viene data la possibilità di rappresentare
fatti sono proprio questi i momenti in cui tutti i con-
quella contrada per la quale si arrabbia, piange,
tradaioli possono toccare con mano il lavoro svolto
ride, gioisce e soffre tutto l’anno. Come si fa a non
dall’economato e, allo stesso tempo, servono a noi
sentirsi onorati nel farlo?”.
per capire su quali aspetti è possibile migliorarci,
come una sorta di cartina di tornasole dell'attività.
Proprio perché il primo obiettivo che ci poniamo
è quello di far splendere la nostra Contrada e
di girare dignitosamente anche nei confronti delle
consorelle.
Come viene considerata la figura del monturato?
Quale valore gli viene attribuito? Pensi che la figura e il valore siano cambiati nel tempo?
Il monturato rappresenta la contrada. Quando ti
vesti, che sia per il giro o per entrare in Piazza,
13
AL CENTRO S
O SIAMO NOI
“
Le risate tra di noi
mille discussioni e istanti
di follia... No, non
svaniranno mai
resteranno
sempre i tuoi,
soltanto tuoi ricordi
di un anno momenti che
ti lasciano un sorriso
ancora in più
Ricordi bellissimi
Pensieri e sensazioni che
ti danno ricordi...
“
Finley
P
16
erché questo sia possibile, sono necessa-
per avere il doppio dritto. Fondamentale è indi-
rie cura e manutenzione, così l’economa-
viduare il verso del tessuto, il Dritto Filo e seguir-
to di Contrada ha accolto con piacere
lo, per attaccare i diversi colori”. Ci mostrano la
la proposta di alcuni contradaioli di organizza-
seta tentando di farci capire quello che dicono.
re un corso di bandieraie. L’attività è iniziata lo
Non sapevamo che la stoffa avesse un verso.
scorso ottobre ed ha visto una folta partecipa-
Volano battute nel gruppo, intonano un “Quello
zione di donne e anche di alcuni uomini. L’au-
che più ci piace quello che ci consola Marisa
spicio è che il corso venga riproposto in futuro
fa da sola” perché ha il tempo di cucire anche
perché formare nuove bandieraie e migliorare
durante la settimana e si porta avanti nel lavo-
la tecnica di chi ha già imparato il “mestiere” è
ro. Così si raccontano: Debora non frequenta
una ricchezza per la Contrada, oltre a promuo-
molto la contrada ma questa attività l’ha spinta
vere l’aggregazione tra le persone. Ma cosa
ad avvicinarsi e si è trovata bene con il grup-
succede negli incontri settimanali del mercole-
po. Suo fratello (Piro ’79, ndr) voleva un fazzo-
d ì? “Risistemiamo le bandiere rotte o rovinate,
letto fatto a mano, così le ha detto del corso.
si fa il punto bandiera e la ribattitura, che serve
Senza smettere di cucire, ci dice che questa è
Redazione
DRITTO FILO
tradizione in ogni sua forma, stanno insegnando
al gruppo di bandieraie civettine. Cosa significa essere bandieraia? “Una persona che sa
cucire le bandiere, ma anche tagliare la stoffa,
che è la cosa più difficile, e seguire i modelli
(lavoro di sartoria). Significa inoltre collaborare
con gli archivisti per vedere e studiare i vecchi
modelli e questo argomento solleva il problema
della conservazione storica”. Le bandiere sono
di 1,60 m mentre la seta misura 1,40. La capacità delle bandieraie è fare le giunte senza
che queste siano visibili. Non si buttano mai gli
avanzi di stoffa. È un arte e le bandieraie ne
portano i segni nelle dita. Ci vogliono passione,
pazienza e precisione. Questo Giro, guarderemo alle nostre bandiere con accresciuto amore
e consapevolezza.
un’esperienza per imparare qualcosa di nuovo
e al tempo stesso antico e tramandabile. Debora, con l’aiuto di Filomena, sta inoltre realizzando una coppia di bandiere nuove. Anche
un’altra coppia di bandiere è in lavorazione,
ma non da partecipanti al corso. Il lavoro per
la Contrada può avvenire senza che lo si veda.
Sotterraneo, semplicemente: chi lo fa lo fa per
amore. Alessia ci tiene a sottolineare l’importanza di essere autosufficienti nell’aggiustare
e realizzare le bandiere, anche perché questo
significa un minore peso economico per la Contrada. Giorgina si occupa di aggiustare e accomodare le bandiere, ma dove può arrivare, per
capacità e entità della riparazione, accomoda
anche le monture. Dade, sua nuora Debora, Lucia, Elena, Daniele, Francesco. Questi sono solo
alcuni dei contradaioli che incontriamo quella
sera. Oltre che con loro, parliamo con le donne,
contradaiole consorelle, che, con amore e senso di solidarietà per ciò che riguarda la nostra
17
M
anca ormai poco ai momenti più
Andrea è diventato barbaresco nel 2010 a 25
caldi, non solo climaticamente,
anni dopo due anni da vice. Anche i suoi aiutan-
dell’anno e già da tanto tempo a
ti sono molto giovani, ma comunque già esperti,
noi della redazione girava per la testa l’idea di
basti pensare che Paolo è nella stalla addirittura
una chiacchierata che ci facesse entrare piano
dal 2002. Nelle parole di tutti e tre si nota per
piano nell’atmosfera paliesca sentendo il punto
prima cosa la grande ammirazione che hanno
di vista di chi si occupa della cura del barbe-
nei confronti di chi, per tutti i Civettini dai trenta
ro. Abbiamo quindi cercato di capire da Andrea,
anni in giù, è stato semplicemente IL barbaresco,
Paolo e Lorenzo cosa succede dietro a quella
ricoprendo l’incarico per 23 anni, ossia Mario
misteriosa porta di legno e come si vive il Palio
Papei.
da un’altra angolazione e con una responsabilità
Per prima cosa, come ci si entra nella stalla?
pesante sulle spalle.
Innanzitutto è il Capitano che sceglie. Individua prima la figura del barbaresco e poi di comune accordo vengono trovati i collaboratori, che non devono comunque essere in un numero ben preciso.
Siete amici a prescindere dal ruolo che ricoprite.
Questo come influisce sul lavoro?
Ormai tra noi esiste un legame da talmente tanti
anni, che inevitabilmente si riflette positivamente
anche nei giorni del Palio. Con uno sguardo riusciamo ad intenderci al volo. Questo è molto
importante per il lavoro che dobbiamo svolgere,
ma è anche un vantaggio nei momenti vuoti della giornata.
Entriamo nel vivo, ruolo e mansioni: cosa succede
nella stalla d’inverno?
Facciamo lavori di manutenzione: s’ingrassano le
briglie, si pulisce e mette in ordine. Ad esclusione
della Benedizione della Stalla a gennaio, il la-
18
Redazione
DUE CHIACCHERE
CON LA STALLA
voro interno è poco. Durante l’inverno molto del
Si arriva così ai giorni caldi per voi e per tutta la
lavoro si svolge nelle scuderie. Cerchiamo di non
Contrada. Come vi avvicinate al grande appun-
perdere la mano, mantenere appunto la manua-
tamento?
lità. Lavoriamo con i cavalli, insomma! Quando
Innanzitutto si prepara quella che per quattro
poi ci si avvicina al Palio, deve essere tutto pron-
giorni (e si spera anche di più!!!) sarà la casa
to, a partire dal materiale per il fantino a tutto
del cavallo. Il lavoro “vero”, quello propriamen-
quello che serve per il cavallo.
te mirato al Palio, comincia con le prove di notte,
Sorridono, gesticolano: per loro è una passione
insieme al veterinario e al maniscalco. Osser-
quotidiana, gesti pratici che molti di noi vedono
viamo i cavalli e indichiamo dei nomi al Capita-
fare solo negli specialissimi giorni del Palio.
no. Lui poi discuterà con gli altri capitani e con i
Naturalmente l’attenzione si sposta sugli appun-
veterinari del Comune per arrivare a scegliere
tamenti che da marzo in poi coinvolgono gli staff
i dieci barberi. Una volta assegnato il cavallo, si
Palio di tutte le Contrade, le tanto discusse corse
porta nella stalla e subito parliamo con proprie-
in provincia.
tario e veterinario per elaborare il programma.
Serve andare a vederle?
Il primo giorno è decisivo per comprendere il
Cerchiamo di essere presenti a quanti più appun-
cavallo che ti è toccato, capire le abitudini da
tamenti possibili, in collaborazione con Francesco
seguire nei 4 giorni e valutarne la forma fisica.
ed il resto dello staff Palio. Seguiamo con parti-
I cambiamenti possono dargli noia, per questo
colare attenzione le corse legate al Protocollo.
parliamo con il proprietario e l’allenatore, chie-
Stiamo attenti al tipo di imboccatura che hanno
dendo cosa mangia il cavallo e se ha abitudini
i cavalli, studiamo il loro comportamento prima
particolari.
di entrare in pista, durante la mossa e in corsa.
Come gestite l’alimentazione del cavallo?
Teniamo una cartellina con tutte le note che pren-
Si cerca di mantenere fissi orari e alimentazione.
diamo ad ogni singola corsa, così quando arriva
In genere gli si dà da mangiare dopo la prova
il cavallo nella stalla, sappiamo di tutto e di più su
della mattina e dopo quella della sera. Il giorno
quello che ha fatto durante l'inverno. E’ importan-
del Palio invece si cerca di farlo stare più leggero
te osservarli per conoscere meglio il lavoro che
e dopo la Benedizione si toglie anche il fieno, in
poi si dovrà eventualmente fare.
modo da non appesantirlo troppo.
19
Arriva il fantino e nella stalla cosa succede?
Credete che uno spazio verde potrebbe essere
Le sue indicazioni sono fondamentali e cerchiamo
utile nei giorni del Palio?
di assecondarlo. Ci deve essere piena fiducia,
No, assolutamente, come il Castellare non c’è
d’altronde è lui che monta! Può capitare anche
niente. Fra tutte le stalle di Siena abbiamo la più
di pensarla diversamente e di confrontare i vari
bella e suggestiva ed è proprio il fatto di essere
punti di vista: alla fine le decisioni spettano al Ca-
posizionata in un punto così particolare a render-
pitano sentiti veterinario, maniscalco, barbaresco
la unica.
e ovviamente fantino.
E quando finisce il Palio cosa succede?
A volte, guardando verso la stalla e vedendo
Ovviamente quando vinci saltano tutti gli sche-
tutto lo staff Palio così affiatato e preso, abbiamo
mi… A Palio perso per prima cosa si riconsegna il
la sensazione come di una sfera magica attorno
cavallo al padrone, e poi si pulisce la stalla e si
a quel luogo, per cui non si vuole disturbare né
mette tutto in ordine, sperando di tornare a spor-
interrompere il lavoro che fanno. I bambini riman-
carla il più velocemente possibile!!!
gono attaccati per ore alle transenne, come se
Abbiamo a questo punto provato ad addentrarci
fossero ipnotizzati da quell’atmosfera particolare.
nelle scaramanzie legate ai quattro giorni con
Come vivete il fatto di essere sotto gli occhi di
il cavallo nella stalla, ma purtroppo non siamo
tutta la Contrada?
riusciti a sapere niente, anche se si nota dai loro
FFacciamo di tutto affinché il cavallo stia bene,
sguardi che di cose da raccontare ne avrebbero
quasi scordandoci di chi ci sta intorno. Si cerca di
e parecchie. Sicuramente la particolarità del ruo-
ricreare l’ambiente psicologico più favorevole al
lo che ricoprono fa sì che possano vivere molto
cavallo pur senza dimenticare che siamo in cen-
da vicino tutte le fasi del Palio e a tal proposi-
tro e non in aperta campagna.
to abbiamo cercato anche di capire se c’è un
momento che preferiscono maggiormente. Tutti e
tre concordano sul fatto che sentire il popolo che
canta dietro il cavallo fa venire la pelle d’oca,
ma non è tutto. Tra le situazioni che vengono nominate troviamo infatti la Benedizione, momento
ad altissimo carico emotivo per tutta la Contrada, e soprattutto il tempo trascorso nell’Entrone
in attesa della corsa. Sorprendentemente però
ci tengono anche a ricordare i momenti passati
con i nostri bambini e gli addetti ai piccoli, sia
nell’incontro nella stalla che in quello al campo di
Palazzolo, perché riesce ad avvicinare la componente Civettina più sincera ed innocente ad
un mondo strano e misterioso, con la speranza
di infondere a qualcuno la passione per questi
animali meravigliosi e di coltivare, perché no, i
barbareschi di domani.
20
S
abato 17 Maggio presso il museo della
che sessuali maschili, come i disturbi del desiderio
nostra Contrada si è svolto un incontro sul
sessuale e altre disfunzioni, con una precisa descri-
tema delle “malattie a trasmissione sessuale
zione delle varie casistiche e indicazioni di possibili
e le problematiche sessuali”.
trattamenti da seguire; di dolori genitali che colpi-
Si è trattato del primo appuntamento di un’inizia-
scono entrambi i sessi; infine di HIV, spiegandone
tiva di grande valenza sociale, organizzato dalle
origine e diffusione e riportando i dati di diverse
“commissioni di solidarietà” che sono sorte in set-
statistiche che mostrano l’andamento di questa ma-
te Contrade (oltre la nostra “Pier Pettinaio”, quelle
lattia e della sua curabilità dagli anni 80 ad oggi.
nate nel Bruco, Drago, Leocorno, Nicchio, Onda e
Tutti gli interventi hanno rimarcato come, quando si
Selva) sull’Educazione Sanitaria e patrocinato dal
parla di temi, se vogliamo spinosi ma che possono
Magistrato delle Contrade, il Comune di Siena e
far parte della vita quotidiana, come appunto nel
inserito nel percorso Siena Capitale Europea della
caso delle malattie sessualmente trasmissibili, sia di
Cultura 2019.
fondamentale importanza la prevenzione a sua
Dopo un breve discorso di accoglienza da parte
volta derivante da una corretta informazione, so-
del nostro Priore, che ha offerto diversi spunti di
prattutto tra i giovani.
riflessione, soprattutto sulla realtà delle contrade,
Spesso infatti si crea una distorsione della cono-
ben più complessa di quanto si possa pensare ad
scenza basata sulle chiacchiere di amici o su notizie
un primo sguardo superficiale, con particolare ri-
errate o parziali provenienti dai diversi mezzi di
ferimento alle società di mutuo soccorso, l’introdu-
informazione e poco dalle famiglie o dalla scuo-
zione di Francesco Rinaldi, Priore della Contrada
la che invece dovrebbero poter affrontare il tema
della Selva e coordinatore del progetto per il Ma-
senza tabù. E questo incontro, che ovviamente non
gistrato delle Contrade, ha ribadito l’importanza
voleva essere esaustivo sul tema, è riuscito piena-
e le potenzialità insite nelle attività delle contrade
mente nell’intento di fornire degli stimoli, farsi do-
nel tessuto cittadino, in special modo in un periodo
mande, lanciando input per arrivare ad avere pie-
delicato, come quello contemporaneo.
na consapevolezza su questi argomenti.
Si sono susseguite poi le relazioni di tre medici,
La nostra Civetta ha bene inaugurato questo lungo
esperti del settore (Fabio Mattei, Anna Ghizzani
percorso sulla salute quotidiana che si protrarrà al-
e Paolo Almi) che in maniera non espressamente
meno fino al 2015 e ha mostrato come le contrade,
“accademica” ma quanto più possibile divulgativa e
quando decidono di unire le forze e lavorare in
informale, hanno prospettato al variegato pubblico
sinergia, spinte dagli stessi valori, possano ottenere
presente, un’ampia panoramica sulle problemati-
risultati importanti!
Compagnia di Pier Pettinaio
“SALUTE IN CONTRADA”:
SI PARTE IN CIVETTA!
21
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Grandi pulizie
in Contrada!
Dopo un appello della dirigenza
per coinvolgere i civettini nella
risistemazione dei nuovi locali
della Galleria, ecco i contradaioli
che
hanno
raccolto
l’invito
e
si sono dati da fare un sabato
mattina!
I
locali
ex
Franchi
sono stati puliti e sistemati per quanto
possibile, organizzando gli spazi a seconda
dei settori individuati per la nuova sede
della Segreteria. Approfondiremo la questione
dei nuovi immobili, del loro utilizzo e della
loro cura nelle prossime uscite!
23
C
24
ome tutti sapete, l’esito delle recenti
i coetanei delle altre contrade, sia, più importante,
elezioni per il rinnovo degli organi
per poter rispondere alle diverse esigenze dei
della Contrada ha prodotto alcuni
ragazzi, che crescendo, cominciano a sentire un
cambiamenti all'interno del gruppo degli Addetti
po’ stretti i panni dei “piccoli”.
ai Giovani. Sono stati inseriti nuovi elementi che
È un bisogno che non può rimanere inascoltato.
affiancheranno i “vecchi” (si fa per dire!) nelle
Gradualmente cercheremo di selezionare e
nostre attività: speriamo di garantire, in questo
ideare attività più appropriate per i nostri ragazzi
modo, una continuità non solo nel lavoro impostato
più grandi, in modo tale che la loro presenza
nel corso dei precedenti mandati ma anche nei
all'interno della Contrada sia assicurata e attiva.
rapporti con bambini e genitori.
Per fare questo, però, sarà imprescindibile la loro
Continuità ma anche desiderio di migliorarsi,
collaborazione e la loro voglia di proporsi e
mantenendo alta la partecipazione dei nostri
proporre idee. Noi non aspettiamo altro!
ragazzi. Il miglioramento a cui sicuramente
Da parte nostra, cercheremo di facilitare questo
ambiamo di più, previsto tra l’altro dal nostro
percorso il più possibile, predisponendo due
Regolamento, è quello di suddividere il Gruppo
elenchi con i nominativi dei “giovani” e dei “piccoli”,
in due fasce di età: “Piccoli” e “Giovani”, come
in modo che anche la comunicazione ai ragazzi
accade nei Gruppi delle altre Consorelle; e
e ai genitori possa essere maggiormente mirata e,
questo sia per facilitare i rapporti e lo scambio con
soprattutto, proficua.
Addetti ai Giovani
PICCOLI E…
GIOVANI
Addetti ai Giovani
ONDEON 2014: SOGNO O
SON DESTO? TUTTA COLPA
DELLO ZUCCHINO LESSO?
OVVERO: UNA FIABA PER I GRANDI.. “PERCHÉ I GRANDI, ALMENO UNA VOLTA SONO STATI BAMBINI”
C
’era una volta… un Re! Diranno subito i
riempire le brocche di vino! Senio corri!!!!”
miei piccoli lettori.
Il ragazzo, euforico ma reduce dalla colazione
No ragazzi, vi siete sbagliati! C’era
con la trippa si fermò un attimo, interrompen-
una volta… un cittino!
do quel che stava facendo. Pensò a voce alta:
Senio era un giovanissimo contradaiolo, di quel-
“Senio, fai questo, Senio fai quello! Ma un bel
li che a tredici anni cominciano a fare servizio,
Ramadam in questa Contrada non si fa mai?”
col cuore pulito e l’esuberanza disinteressata di
No, no, pensò a voce alta… “Mi contenterei di
un bambino. Non sappiamo a quale Contrada
una bella cena… al tegamino!”. In quel momento
appartenesse, forse alla Civetta, all’ Orso o alla
vide una sedia aperta in un cantuccio della stra-
Spadaforte. Quel che importa è che era figlio
da, era un po’ stanco e volle sedersi a riposare.
della Contrada.
Si rilassò allungando le gambe e liberando le
Senio era un cittino che si dava da fare, aveva
un sorriso per tutti e non diceva mai di no quando si trattava di montare un tavolo o mettere a
posto. Aveva tanti amici e tutti lo rispettavano,
perché era simpatico, ma soprattutto perché
aveva l’animo nobile… un animo di quelli che i
grandi a volte dimenticano di possedere, vuoi
per l’avanzare dell’età o dell’esperienza, ma
che si sposa con quello di chi nel cuore rimane
un po’ bambino.
Una mattina qualunque, nei giorni di un Palio qualunque, Senio era di servizio e con una
sedia in una mano ed un coperto di plastica
nell’altra, correva in su e giù per la via del rione.
“Senio, c’è da montare i tavoli! Senio, c’è da
25
ista. Riposati un attimo e vieni con me a bere,
voglio presentarti i miei amici” lo invitò Ascanio.
Senio non se lo fece ripetere due volte e lo seguì in quella che sarebbe stata una comica, paradossale avventura, figlia di un viaggio nell’io
umano e genitrice di una morale saggia. Una
morale che fa riflettere grandi e piccini, dalla
quale chiunque può trarre una riflessione, se
solo vorrà tendere la mano a quel bambino col
cuore pulito e l’animo disinteressato.
Che successe poi? Si chiederanno curiosi i miei
piccoli lettori.
No ragazzi, ancora non è dato saperlo! Saranno gli unici veri protagonisti di questa magica
storia a raccontarvelo, se avrete la pazienza
26
braccia da ciò che stava tenendo tra le mani,
e il desiderio di presenziare alla replica di On-
convincendosi che dopo una colazione come
deon, prevista per il venerd ì del Giro intorno
quella anche lui si meritava il riposo, in attesa
all’ora di cena.
della prova della sera. “ Ohioi, è stata la trippa!
Quel che è dato anticipare, è che senza l’inten-
Ne dovevo mangiare meno... Eh ma lo so io che
so e divertente impegno dei piccoli attori della
m’ha ritrovato: è stato lo Zucchino lesso!” . Chiu-
nostra Contrada, Siena e noi tutti non potrem-
se un attimo gli occhi, quell’attimo che basta per
mo sapere né come comincia, né come andrà a
addormentarsi ma non per sapere se stiamo
finire questa storia. Una bella storia, comica fino
già sognando. E fu allora, proprio allora che si
all’esasperazione ma gentile e autentica. Ed è
trovò di fronte il suo alter ego.
per questo che sentitamente ringraziamo Guc-
“O te chi sei!” Balzò ritto come un grillo dalla
cio e Pietro Corsi, Eleonora Granata, Angelica
sedia. Di fronte aveva un bambino identico a lui,
Sparvoli, Enea Petessi, Massimo Turchi, Guido e
una goccia d’acqua che lo somigliava in tutto,
Duccio Turano, Diego Luchini, Lucio Perini, Ales-
dalle movenze ai lineamenti del volto. “ Ohioi,
sandro Fiorini detto il Chicchi e Cristina Nencini,
mi sa che la mi’ mamma si dev’essere scorda-
nonché tutti coloro che ci hanno dato una mano
ta di dirmi qualcosa!”. “Senio, Senio, ma come
per mettere in scena questa avventura, a par-
non mi riconosci?”, volle tranquillizzarlo il nuovo
tire da Martino Castellani fino ai genitori tutti.
interlocutore, “Eppure sono un tuo amico, una
Grazie ancora ragazzi, ci avete come sempre
persona che ti conosce mooolto bene… io sono
resi orgogliosi davanti al pubblico dei Rozzi e
Ascanio!”. Senio si rese conto in quel momento,
alla città. Grazie, perché un testo teatrale la-
che quel bambino identico a lui tranne che per il
scia sempre qualcosa a chi lo interpreta e a chi
colore degli abiti -uno in bianco e l’altro in nero-
assiste, ma l’entusiasmo e la semplicità di cui
aveva un’aria familiare e volle fidarsi.
siete portatori, è un insegnamento agli adulti e
“Senio Senio tu fatichi troppo… sei troppo altru-
tutto un altro meraviglioso genere di spettacolo.
FESTA TITOLARE 2014
in onore di Sant'Antonio da Padova e San Bernardo Tolomei
11-15 giugno 2014
Mercoledì 11
Piazza Tolomei
Castellare degli Ugurgieri
Chiostro S. Cristoforo
Chiostro S. Cristoforo
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
ore 17.00
ore 18.30
ore 19.00
ore 20.00
ore 20.30
ore 22.00
“Terzi in gioco” fra i bambini di tutte le contrade
Merenda con i bambini
Concerto di apertura Festa Titolare “Civetta in musica: melodie dal mondo”
Aperitivo in concerto
Cena al tegamino
Cori e torneo di Filusè
Giovedì 12
Oratorio di Contrada
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
ore 18.30
ore 19.00
ore 20.15
ore 20.30
ore 21.30
Presentazione libro“ Pier Pettinaio nella Siena del duecento”
Presentazione “Museo Multimediale”
Aperitivo in Società
Cena
Serata “Una voce che rimbomba”
Venerdì 13
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Oratorio di Contrada
ore 17.30
ore 18.15
ore 18.45
Castellare degli Ugurgieri
Castellare degli Ugurgieri
Via Cecco Angiolieri
Piazza Tolomei
ore 19.30
ore 20.00
ore 20.30
ore 22.30
Cerimonia dei Sedicenni “Ingresso in Contrada”
Ringraziamento partecipanti al “Corso di bandieraie”
S.Messa in onore di S.Antonio da Padova e in suffragio dei contradaioli
defunti – presentazione nuovi Piviali
Replica “Ondeon 2014”
Aperitivo a teatro
Cena
Giochi di Piazza
ore 10.30
ore 11.00
ore 18.00
ore 19.30
ore 20.00
ore 20.15
ore 20.45
ore 21.00
ore 22.30
ore 22.30
Benedizione fiori per onoranze
Onoranze funebri ai Cimiteri cittadini
Battesimo Contradaiolo
Ricognizione dei confini
Ricevimento della Signoria
Solenne Mattutino
Aperitivo in Galleria
Cena
Palio dei Carretti
Palio dei Barberi
ore 07.00
ore 07.45
ore 08.15
ore 13.00
ore 15.00
ore 16.00
ore 19.30
ore 20.15
ore 20.30
ore 21.00
Ritrovo e vestizione della Comparsa
S. Messa e benedizione della Comparsa “Maria Mater Gratiæ”
Partenza della Comparsa
Rientro della Comparsa
Ritrovo e vestizione della Comparsa
Partenza della Comparsa
Ingresso della Comparsa, corteo di rientro
“Maria Mater Gratiæ”
Aperitivo in Galleria
Cena di Chiusura Festeggiamenti
Sabato 14
Chiesa di S. Cristoforo
Castellare degli Ugurgieri
Piazza Tolomei
Oratorio di Contrada
Via Cecco Angiolieri
Via Cecco Angiolieri
Piazza Tolomei
Piazza Tolomei
Domenica 15
Via Cecco Angiolieri
Oratorio di Contrada
Via Cecco Angiolieri
Via Cecco Angiolieri
Via Cecco Angiolieri
Il Campo, Bocca del Casato
Oratorio di Contrada
Castellare degli Ugurgeri
Via Cecco Angiolieri
E’ obbligatorio prenotarsi per le cene di Mercoledi, Venerdì, Sabato e Domenica entro le ore 12.00 di due giorni precedenti
scrivendo a [email protected] o inviando un sms o whatsapp al numero 339-3638150 Francesco Amisano
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Giugno 2015 - Contrada Priora della Civetta