Il Centro di Ascolto
Intervicariale
“L’incontro”
presenta
una riflessione sull’agire
del Centro
IL CENTRO DI ASCOLTO
FUNZIONI E
COMPITI
DEL CENTRO
D’ ASCOLTO
INTERVICARIALE
Il CdA
Il Centro di Ascolto è una realtà promossa
dalle Parrocchie dei Vicariati di Loano e di
Pietra Ligure, dove le persone in difficoltà
possono incontrare dei volontari preparati per
ascoltarle e accompagnarle nella ricerca di
soluzioni ai propri problemi.
Valutata la situazione gli operatori cercano di
definire con la persona ascoltata un progetto
di aiuto specifico, sostenibile e rispettoso
delle potenzialità e della dignità di ciascuno.
Finalità
Il Centro di Ascolto è uno strumento
finalizzato a contribuire alla diffusione di una
cultura di solidarietà.
E’ uno strumento pastorale per l’ascolto
attivo: Dio ci interpella nei poveri.
E’ uno strumento operativo che aiuta a capire
che la funzione pedagogica della Caritas non
è solo questione teorica ma deve realizzarsi
in una pratica coerente e credibile di
servizio.
Dall’assistenzialismo alla promozione umana.
Azioni
L’azione di accoglienza e ascolto incondizionato
della persona nella sua integrità senza
distinzione di razza, sesso e religione (valore
che ha profonde radici evangeliche)
L’azione di orientamento attraverso una
rilettura delle reali esigenze delle persone, le
cui storie di sofferenza sono segnate sempre
più spesso da un insieme complesso di
problemi, all’individuazione delle soluzioni più
indicate e dei servizi (pubblici e privati)
maggiormente rispondenti alle loro necessità
presenti sul territorio
Azioni
L’azione di presa in carico e accompagnamento
di chi, nella difficoltà, sperimenta la
mancanza di punti di riferimento e di
interlocutori che restituiscano la speranza di
un cambiamento, mettendo in contatto la
persona con i servizi presenti sul territorio e
attivando tutte le risorse possibili a
cominciare da quelle della persona accolta.
Azioni
La promozione di reti solidali. La comunità è una
risorsa fondamentale spesso trascurata nei percorsi
di soluzione al disagio. Il territorio diventa luogo di
promozione di reti di solidarietà che accompagnano
le persone alla ricerca di risposte. Il CdA si
rapporta costantemente con i servizi sociali del
territorio in termini di sussidiarietà, cercando di
evitare di porsi con uno stile di supplenza.
Caratteristiche del CdA
E’ un luogo fisico, concreto, visibile, facilmente
individuabile, conosciuto dalla comunità; la sua
presenza dovrebbe essere percepita come risorsa
nell’ambito del territorio.
E’ uno “spazio personale e personalizzato”, uno
spazio
affettivo,
intenzionale,
relazionale,
reciprocamente
offerto,
per
conoscere,
per
valorizzare, per ricevere e dare speranza.
E’ un ambito dove mediare e incarnare, nella
concretezza quotidiana, lo stile evangelico fatto di
attenzione, condivisione e sollecitudine per l’uomo,
soprattutto quello in difficoltà.
Caratteristiche del CdA
In particolare sollecita la responsabilità
di tutti; nessuno è esonerato.
Ha anche un particolare rapporto con il
territorio perchè è un punto privilegiato
di osservazione per la conoscenza delle
povertà: le vecchie e le nuove …
Caratteristiche del CdA
Individua le tendenze dei bisogni con lo scopo
di fornire degli orientamenti pastorali,
offrendo anche un contributo alle Istituzioni
Civili.
Non è semplicemente un segretariato sociale,
né un ente che gestisce servizi, né il luogo
della delega.
Non è figlio di alcuni … ma della Comunità
cristiana.
Motivazioni
Il Centro di Ascolto nasce dall’esigenza di una
comunità di fare comunione con le persone
che, in situazione di bisogno, non hanno
nessuno cui rivolgersi per essere ascoltate ed
accompagnate.
Deve saper esprimere il desiderio della
comunità cristiana, di rendere l’ascolto un
gesto di prossimità, una scelta esigente e
irrinunciabile della propria testimonianza di
fedeltà al Vangelo.
Riflessioni
Vivere l’Ascolto significa instaurare delle
relazioni in cui l’altro è soggetto e non
oggetto. Ciò richiede di non ridurre la
persona al suo bisogno, identificandola con
la povertà che vive. La persona ha sempre
la prevalenza sul bisogno: unicità della
persona che è più della somma dei suoi
problemi e che è portatrice comunque di
risorse, pur sola e sofferente.
Riflessioni
Ogni persona chiede di essere riconosciuta
come tale, nella sua identità profonda.
Compito e missione difficili e complesse,
specie nella tendenza a dare noi la soluzione
ai problemi degli altri, senza rendere l’altro
soggetto del progetto che lo riguarda; così
facendo ci si pone su piani diversi senza una
vera relazione, poiché rimaniamo come
eravamo, senza essere cambiati noi, senza
essere cresciuti.
Riflessioni
Il Centro di Ascolto è segno e dunque appello
a quella “comunità” che si prende cura del
desiderio umano, prima ancora che dei
bisogni, per i quali sa di non potere
direttamente, e forse anche indirettamente,
dare compiutezza di risposta.
Tutti siamo chiamati a vivere e
testimoniare la carità (la vicinanza)
a
Riflessioni
Il Centro d’Ascolto ascolta i bisogni
dei poveri ma ha anche il dovere di
ascoltare il proprio territorio di
riferimento
Il volontario diventa quindi voce
“libera
e
giusta”
del
proprio
territorio, se ne interpreta lo spirito
e non lo scavalca per i propri
interessi.
Ruoli del CdA Intervicariale
Sussidiarietà
Rivolge il suo servizio a persone che vivono
in condizione di povertà che ancora non
hanno trovato una giusta accoglienza e un
giusto ascolto.
Stimolo
Svolge il suo servizio di ascolto in continuo
dialogo con le altre presenze del territorio,
pubbliche e private.
Lavoro di
comunione
L’attenzione all’altro non è un atto da
fare estemporaneamente da soli. Per
questo sono stati pensati questi luoghi
in cui dare risposte più opportune, con
un discernimento e un approfondimento.
Ora però ci dovremmo ricordare come il
CdA non è il solo a doversi occupare di
questo ma che necessariamente si deve
coinvolgere il resto della comunità che
abita il territorio.
Lavoro di
comunione
Il
CdA
Intervicariale
L’incontro
assolve fino in fondo il suo compito se
coinvolge
tutti,
se
riesce
a
coinvolgere tutto il territorio.
L’efficacia non si misura infatti nel
numero delle situazioni “risolte” ma
nell’apporto fornito alla costruzione di
un territorio capace di condividere i
bisogni per restituire dignità alle
persone.
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