Anno XLI - APRILE 2014 - Una copia se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità 3,00 4/2014 w w w. i l f i e r a m o s c a . i t Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA Mensile di cultura, informazione e attualità 1974 | 2014 Da quarant’anni uno sguardo sulla città 9 9 11 12 13 15 16 17 I 40 anni del Fieramosca: in tempi sempre più informatici, ha ancora senso fare un giornale cartaceo? 11 Buon compleanno I 40 anni del Fieramosca di Renato Russo 19 Provincia Sull’abolizione delle Province: dichiarazioni di Francesco Ventola e Dario Damiani Raccolta rifiuti Centro comunale di raccolta: lo scarso coinvolgimento dei cittadini di Rosa Cascella Società Terzo piano sociale di zona: che non sia troppo tardi? di Francesco Corcella Puglia Imperiale La grande bellezza. Dimenticata Legalità Via dei Muratori, il problema non è più fare la strada ma il ristabilimento della legalità Prefettura In Prefettura riunione di coordinamento delle forze di polizia 20 21 23 25 26 27 (FOTORUDY) 4/2014 1629 Via dei Muratori, non è questione di strada, ma di mancato rispetto delle regole Turismo Barletta: una città a dimensione europea di Giuseppe Santaniello 31 Settimana Santa I riti della Settimana Santa di Michele Tupputi Novità Rotas Gioconda nel Regno del Sale 33 Briciole d’archivio … e il campanile del S. Sepolcro venne giù… di Michele Grimaldi 35 Ricordo Ricordo di Mennea a un anno dalla morte. Presentazione di una biografia Sull’abolizione delle Province: le dichiarazioni del Presidente Ventola e dell’assessore Damiani Anniversario Nicola Monterisi e Barletta (1897-1913) la testimonianza pastorale, il magistero sociale di Renato Russo Unità d’Italia La magia del tricolore di Gaetano Nanula Urbanistica Intervento di riorganizzazione dell’assetto urbanistico delle aree comprese tra viale Alighieri, via D’Annunzio, viale Da Vinci e via Veneto di Stefania Patella Costituita “Future Center Barletta BAT” Chiesa Presentata a Trani la biografia di S. Nicola il Pellegrino di Padre Cioffari 36 37 39 40 Presentazione “Canosa di Puglia: tremila anni di storia” Cultura Tanti scrittori, molte librerie, ma pochi lettori! di Renato Russo Storia locale Quei tragici fatti del 14 marzo 1956… di Francesco Corcella Scuola Rimesso a nuovo il Liceo Scientifico “Cafiero” di Barletta, impegno mantenuto 19 40 41 42 43 45 46 47 Intervento di riorganizzazione dell’assetto urbanistico di una maglia urbana in stato di abbandono 46 7° Circolo “Giovanni Paolo II”: le Cartoniadi, olimpiadi del riciclaggio 49 I.C.: “R. Musti - R. Dimiccoli”: XXIV edizione “Premio Cartolina Fieramosca d’Oro” di Fausta Di Fidio 1° premio Campionato Regionale FIDS di Fausta Di Fidio Progetto Vales: giudizi più che positivi per la scuola secondaria di 1° grado “R. Moro” Mattinata presso la “S. Domenico Savio” nel segno dell’Inno, della Bandiera e dell’Unità Nazionale di Amalia Balducci Recensioni Il viaggio e il mal d’inchiostro, una metafora del nostro tempo di Renato Russo Storia Frate Antonio da Barletta autore della Mascalcia opera manoscritta del XV secolo di Flora Dibenedetto L’oscura storia del viaggio di una famiglia barlettana emigrata in Francia nel 1958 Musica Presentazione stagione dei concorsi musicali “Città di Barletta” e “Premio Mauro Paolo Monopoli” 50 Il nostro facebook 1962: l’anno d’oro del G.S. AVIS Barletta sezione mezzofondo e marciatori 51 Enigmistica Cruciverba con riferimento a Barletta di Franco Lamonaca 52 Brevi di sport Atletica / Nuoto / Tennis / Canottaggio / Motociclismo / Tiro con l’arco 53 Sport La Maratona di Roma ricorda Pietro Mennea di Enzo Cascella 55 Poesie U trabucch Vorrei tanto Tempo di Pasqua Elì Elì, lemà Sabactàni A scarcedd e l’uv d ciuculat 53 6 7 8 28 32 54 56 L’Asd “Barletta Sportiva” ricorda Pietro Mennea alla Maratona di Roma RUBRICHE Lettere al direttore - Ricordo di Elio Messinese - Quei lavori fermi da anni… - Famiglia Esperti, la storia continua - Mimmo Ricatti ringrazia - Infrastrutture e vivibilità - Ricordo di Mennea - In una vera casa, non più soli -Telegramma - I giovani e il loro futuro - A proposito di lettori e scrittori - Quel busto di Giosuè Carducci In città Notizie in breve Libri del mese Nessuno mai potrà + udire la mia voce La filosofia del gatto a cura della Libreria Liverini Vernacolo Una dichiarazione di matrimonio di 50 anni fa di Michele Vitobello A “Grenda Bellezz” de Tony M’arress Nu pesce d’abril! di Michele Sfregola TEKNO FILATI Srl FILATI CUCIRINI E ACCESSORI PER CALZATURE Barletta - BT Via Callano 163 int. 56 t. 0883 347 831 f. 0883 347 832 [email protected] 4 IL FIERAMOSCA APRILE 2014 APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 5 Lettere al direttore Lettere al direttore Famiglia Esperti, la storia continua www.ilfieramosca.it e-mail [email protected] [email protected] [email protected] Anno XLI - APRILE 2014 - Una copia 3,00 4/2014 se non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità w w w. i l f i e r a m o s c a . i t Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) Art. 1 Comma 1 - CNS BA Mensile di cultura, informazione e attualità 1974 | 2014 Da quarant’anni uno sguardo sulla città n° 4 - aprile 2014 anno XLI Direttore responsabile RENATO RUSSO Spedizione in abbonamento postale 45% Registrazione presso Tribunale di Trani n. 140 del 1-3-1975 Stampa in proprio su carta ecologica riciclata Symbol Freelife Satin Direzione, Redazione e Amministrazione Editrice Rotas s.r.l. Via Risorgimento, 8 Tel. 0883.536323 Fax 0883.535664 BARLETTA e-mail: [email protected] www.editricerotas.it ISSN 1722-8972 ASSOCIATO accedi a Il Fieramosca on line Ricordo di Elio Messinese Quei lavori fermi da anni… Gentile direttore, mi scuso con Lei per non averle scritto prima. Ho ricevuto con piacere il secondo volume de I protagonisti del ‘900, di cui mia cognata gentilmente mi ha fatto dono. In questo libro sono ricordati Elio e suo padre, mio suocero, che purtroppo non ho conosciuto, In una delle sue ulti- e Vanda Verde, cugina di Elio. me foto Sinceramente, mi sono commossa leggendo le parole con cui Lei ha voluto ricordarli. Mi complimento per l’interessante volume e Le auguro il meglio per la Sua rivista alla quale Elio era legatissimo e alla quale per vent’anni ha offerto la sua collaborazione con articoli e foto che ricordavano soprattutto il tempo fra le due guerre, quando era un giovanotto. Con stima e amicizia, Caro direttore, da tifoso del Barletta Calcio vedo che i lavori allo stadio non iniziano mai e si perderanno anche gli stanziamenti per la loro realizzazione (stanziamenti persi già in passato per il Certame della Disfida e per il sito archeologico della nota battaglia di Annibale!!). Egualmente fermi sono i lavori per la Capitaneria che tardano ad iniziare! E così va per il dragaggio dei fondali, per il braccio di “Ponente” meglio chiamato diga foranea! Quanto a Canne mi pare una follia lasciare che il book-shop resti chiuso e che il più grande sito archeologico del territorio e uno dei più importanti della Puglia sia sempre più dimenticato… A queste carenze mi vien da aggiungere che leggo che l’ospedale “Dimiccoli” per radiologia ed altri servizi sarà subordinato all’ospedale di una città vicina che non è stato neanche “costruito”! Ma non doveva essere Barletta la sede dell’Asl BAT? I nostri politici a livello regionale, provinciale e comunale non hanno un po’ di orgoglio e senso di appartenenza per la loro città? Può signor direttore interpellare i nostri politici (a tutti i livelli) per dare risposte a questi quesiti? Dimenticavo: chieda loro anche quando ci sarà l’interramento degli elettrodotti, l’eliminazione dei passaggi a livello e la risoluzione dei problemi che ci crea il canalone Ciappetta Camaggi che da Andria scarica a Barletta una fogna vera e propria. Altro che sviluppo del turismo! Carla Messinese PS: Elio domani [20 marzo] avrebbe compiuto 90 anni. Elio ci mandò la sua prima “lettera al direttore” nel gennaio del 1995 dove ci parlava del maestro Francesco Scommegna (padre del dott. Rino) del quale era stato alunno. In seguito, quando mi accinsi a scrivere il primo volume sui “Protagonisti”, da Barcis venne a Barletta con un sacco di carte e foto degli anni del fascismo per aiutarci nelle nostre ricerche di quei tempi e i suoi ricordi furono molto preziosi perché Elio era preciso nelle sue ricostruzioni. Lei fa riferimento a lavori complessi di non facile soluzione ed estremamente costosi. Il che non toglie che bisogna perseverare nel cercare soluzioni, specialmente quando non costerebbe molto interessarsene, come la riapertura del book-shop di Canne. COME ABBONARSI • c/c postale n. 13433701 intestato a Editrice Rotas S.r.l. via Risorgimento, 8 76121 Barletta • Abbonamento annuale 30,00 per l’Italia per l’estero 85,00 per le Americhe 110,00 6 IL FIERAMOSCA Ruggiero Rizzi Elio Messinese al suo tavolo di lavoro, in una foto di fine anni Sessanta nella fabbrica dolciaria “F.lli Messinese” accanto alla Cementeria di Barletta, su via Trani. Alle spalle le foto del padre Luigi e dello zio Cosimo Caro direttore, ho letto con piacere su “Il Fieramosca” di febbraio l’articolo del sig. Michele Piccolo, “Quelle famiglie in via d’estinzione” che termina affidando al piccolo Gaetano, figlio del mio primogenito Camillo, la continuità del casato Esperti. Lei, elencando la discendenza, erroneamente o volutamente, fa partire da Giorgio (Regio Segreto, e Mastro Portulano di Bari e Capitanata, carica detenuta dal 1783 al 1806, data in cui poi fu abolito l’ufficio da Giuseppe Napoleone; notizia da me appresa dal suo “Calendario storico di Barletta 2014”) l’albero genealogico che invece parte dal XVI secolo con la figura di Giovan Giacomo Esperti vissuto ai tempi dell’Imperatore Carlo V. Ebbene, ora la famiglia si arricchisce di un altro rampollo, “Andrea Giorgio”, nato il 9 marzo 2014, figlio del mio terzogenito Giorgio. Cordialmente Antonietta Fioravante Esperti L’Editrice Rotas è alla ricerca di un collaboratore, possibilmente una giovane o un giovane pensionato, appassionato di libri, che stanco di non far niente, voglia svolgere - per noi - un ruolo di pubbliche relazioni, soprattutto con le scuole e le librerie. Modalità collaborative a convenirsi nel corso di un colloquio. Per informazioni: tel. 0883.536323 La direzione Infrastrutture e vivibilità Ho letto con interesse, ma anche con un po’ di rammarico, l’articolo che il consigliere Mazzarisi ha scritto per la Gazzetta qualche giorno fa (28 marzo) sulla carenza delle infrastrutture in nuova 167, che la rendono in sostanza invivibile. Franco Riefolo In realtà le infrastrutture urbane per una città rappresentano dei pilastri portanti ai fini del rilancio della economia: sia quelle legate alle opere di urbanizzazione nelle aree di espansione che quelle industriali (come i servizi carenti in zona industriale) e infine quelle legate ad una più auspicabile vivibilità urbana, come la realizzazione dei sottopassi. Ma pensiamo soprattutto al porto, il cui impiego deve essere rivalorizzato con un più ampio ambito di fruizione, cioè esteso alle altre città circostanti con l’auspicio che vengano utilizzate anche le aree retrostanti per l’organizzazione di una struttura si parla di retroporto - che valorizzi le merci in transito sia all’importazione che all’esportazione. Mimmo Ricatti ringrazia Caro direttore domenica 23 marzo ho partecipato alla Maratona di Roma giungendo 4° e primo bianco, stabilendo il mio nuovo primato personale sulla distanza (2h 15” 07) che spero di abbassare ulteriormente. Venendo a Barletta a fine mese, sono stato fatto oggetto di numerosi complimenti da parte di tifosi ai quali voglio rivolgere i miei ringraziamenti attraverso il vostro giornale. Vorrei che i nostri sportivi sapessero che i loro auguri sono molto graditi e che sono motivo per me di incoraggiamento a continuare a far sempre meglio. Nell’area della globabilizzazione, vanno valorizzate le infrastrutture immateriali o di nuova generazione, cioè le reti informatiche di connessione, per relazionarsi con l’esterno, non solo con quello tradizionalmente a noi più vicino, ma anche col mondo intero. Ma questa è una prospettiva di tempi più lunghi per la quale non siamo ancora mentalmente attrezzati. Ricordo di Mennea Carissimo Direttore, ho seguito la presentazione su Telesveva del suo libro-romanzo su Pietro Mennea, “Quella maledetta voglia di vincere”. Da premettere, non ho avuto il piacere di leggere il libro e posso garantire che, quello che lei ha detto su Mennea alla presentazione del libro è pura verità. Ma fett r’curdè i timp passat quando con P’trucc’, andavo ad allenarmi in quel viottolo, chiuso da quel cancello vicino all’ITC. Me sciout n’zim a scol. Una bella targa, accanto a quel cancello, a ricordo del nostro grande campione è da proporre in quanto Pietro ha iniziato su quel viottolo ad allenarsi e a correre sotto la guida del professore di ginnastica (grande uomo) prof. Alberto Autorino. Quando passo davanti a quel cancello, non posso fare a meno di fermarmi, sbirciare, restare lì per qualche minuto, e sentire ancora le grida del professore: “Veloci, veloci !” Quent volt u Professor Autorein a P’trucc’ d’ciav: “Pierè, addrizz chidd rein, fousc’ e, ca cod dell’occhiere veid ci ca te stè v’cein!”. Cià iess, currav assoul assoul, l’altr i lassav rat, v’cein a idd nan ce stav n’scioun! Queste sono le parole da riportare sulla targa ricordo vicino a quel cancello! Cordialmente Antonio Falconetti Mimmo Ricatti Scuola Media “Manzoni” ai tempi di Mennea, allora ITC “Cassandro”. Il vialetto in terra battuta dei suoi remoti allenamenti quando, ancora ragazzo, aveva cominciato di lì la sua lunga rincorsa (FOTORUDY) L’antiquarium di Canne (FOTORUDY) APRILE 2014 APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 7 Lettere al direttore In una vera casa, non più soli “La casa di Irene” è un servizio di micro residenzialità sociale. Si presenta come un normale appartamento collocato nel centro abitato e gestito, nelle 24 ore, da operatori esperti nel rispondere alle esigenze di persone non più giovani che hanno bisogno di essere aiutate, accudite e sostenute nella loro autonomia ma che non vogliono rinunciare alle proprie abitudini, alla propria città e a vivere in una casa normale. “La casa di Irene” è un servizio a costi contenuti - rivolto a persone anziane disponibili a condividere con altri un modello organizzativo di tipo familiare protetto. Buon compleanno I giovani e il loro futuro … ogni tanto penso ai nostri giovani studenti, e di fronte alle allucinanti cifre della disoccupazione, mi chiedo che futuro li attenda. Possibile che il potere pubblico sia del tutto assente? che non possa far nulla per loro? Michele Dibenedetto Immediatamente no, se neppure lo Stato riesce ad arginare un fenomeno che è diventato europeo. Che fare? In realtà si può fare molto poco, per loro. Ma se non gli si può dare un posto di lavoro, indicarne almeno delle tracce questo sì! Si può tentare. Bisognerebbe infatti stimolare in essi, specie perché di nuova generazione, nuovi ambiti territoriali, nuove professionalità, nuove competenze. Il che sottintende una più stretta collaborazione tra il mondo del lavoro e la scuola, con l’intermediazione dell’istituzione pubblica che deve svolgere un ruolo di collegamento e di coordinamento, che finora è mancato o non è stato adeguatamente presente nelle dinamiche di crescita professionale. Ma queste carenze non sono imputabili a questa o all’amministrazione precedente, ma alla carenza di una cultura di base, che è sempre mancata, perché questo è un male antico. Ricordo che nel 1984, quando ancora reggeva il comparto produttivo calzaturiero, col preside dell’IPSIA “Archimede” Ruggiero Bollino, organizzammo un convegno al Teatro “Curci” sulla necessità di creare un coordinamento tripolare fra Comune, scuola e mondo del lavoro… ma anche allora, che c’erano maggiori risorse e migliori prospettive, non se ne fece nulla. A proposito di lettori e scrittori Via della Repubblica, 42 - Barletta tel. 327 0092293 - 320 0592015 [email protected] TELEGRAMMA CARO RENATO, TI PORGO SENTITI COMPLIMENTI E CONGRATULAZIONI. UNA CITTà NON È CITTÀ SE NON HA UN TEATRO, UN MUSEO ED UNA CASA EDITRICE, SPECIALMENTE SE HA PUBBLICATO UN MENSILE SULLA PROPRIA CITTÀ PER QUARANT’ANNI. TI ABBRACCIO RUGGERO DIMICCOLI 8 IL FIERAMOSCA Caro direttore, qualche domanda: perché Barletta ed i barlettani girerebbero le spalle ad un pullulare di scrittori e associazioni culturali e librerie varie? Perché leggono poco o niente i libri degli stessi cittadini? A cosa pensano gli scrittori mentre scrivono? Se un tempo storico a Barletta a dipanare discordie e fare giustizia ai mille soprusi anche tra gli intellettuali o tra cittadini soccorrevano autorità clericale e famiglie patrizie, chi sarebbero oggi i difensori della dignità personale? Lo Stato o gli stessi vessatori, autoreferenziali di un potere personale? In un’epoca tragica di crisi di valori, quali certezze infonderebbero i nostri bravi scrittori e pensatori? L’industria culturale che omologa il gregge di pecoroni al nefasto culto del materialismo di un potere vessatorio? Oppure sarebbe meglio rintracciare nella memoria cittadina fili di luce e di speranza certa nei depositi ammuffiti di una storia edificante e non solo sdulcinevole per gli allocchi di sempre? Piuttosto che pensare agli ideali culturali come inutile industriale, perché non ripensare al paziente lavoro verso una nuova e possibile identità storica e civile di Barletta, come città marinara? Se come il politico, anche l’intellettuale ambisce al ruolo del moderno principe del potere di se stesso, da dove verrebbe questa forza bruta? Dal consenso di un popolo ricacciato nella selva oscura delle soggettive ambizioni, oppure dalla capacità del buon governo, unico sforzo di distinguere il bene dal male? Perché quei pochi veri scrittori locali, ora sempre più si azzuffano sulle testate giornalistiche, per motivi futili e banali? Perché non cercano insieme di fare bene e meglio, ciò che credono di saper fare? Perché gli uni si credono degli scalfarini di turno per togliere la prima scena al vero e al giusto? Oppure perché dilaga in Barletta la peste della sindachite, ove tutti scimmiottano il ruolo e la presunta autorità del Primo cittadino? È questa l’identità della Grande bellezza, come pensiero estetico di cui ci gloriamo? Nicola Palmitessa Mah! Francamente non so rispondere, il suo pensiero è molto complesso. Quel busto di Giosuè Carducci… Caro direttore, ricordo vagamente, da ragazzo, di aver sentito dell’esistenza di un busto di Carducci sulla piazzetta del Monte di Pietà; poiché però non l’ho mai vista, le chiedo se è possibile riprodurre una foto (ammesso che esista). E se mai questo busto è veramente esistito, che fine ha fatto? e perché è stato rimosso? Ruggiero Seccia Abbiamo chiesto notizie a Michele Grimaldi (Archivio di Stato di Barletta) il quale cortesemente ci ha fatto pervenire questa foto che pubblichiamo. Per il momento non so dirle altro, sperando che qualche “maturo” lettore legga i suoi dubbi e sappia rispondere. APRILE 2014 I 40 ANNI DEL FIERAMOSCA Per avere un’idea del tempo trascorso, pensare che il primo numero costava 200 lire e l’abbonamento 2000! In tempi proiettati verso sempre più sofisticati e avveniristici strumenti informativi, ha ancora senso fare un giornale cartaceo cittadino? Il passato, il presente, le prospettive di Renato Russo E così sono quarant’anni che siamo in edicola, stabilendo in questo modo il primato che abbiamo in Puglia, di essere la testata più longeva della regione (dopo l’uscita di scena del mensile barese “Nel mese” a dicembre dell’anno scorso). Ma anche per Barletta conserviamo un altro primato difficilmente battibile, anche se - naturalmente - non ne abbiamo alcun merito. “Il Fieramosca” è infatti la testata più antica della città, essendo il primo periodico comparso in edicola nel lontano 11 settembre 1870, stampato da Valdemaro Vecchi, firmato da Benedetto Paolillo, prestigiosa firma della nostra storia cittadina e direttore della Biblioteca Comunale. Sia detto per inciso, quello era un quotidiano. Ma di due facciate soltanto, così durò poche settimane perché lo sforzo, per quei tempi, era insostenibile, sia economico che organizzativo. Così comparve, un anno dopo, “il Circondario di Barletta” firmato e stampato sempre dal Vecchi. Avrà la costanza di resistere per sei anni; poi, sfiduciato dalla scarsa attenzione dei lettori e scoraggiato dal disinteresse degli amministratori (oggi la situazione non è cambiata granché), si trasferì a Trani dove fondò la famosa “Rassegna Pugliese”, contribuendo così alla crescita culturale e civile di quella città e dell’intera regione. Promosso dal sindaco Pietro Antonio Cafiero “Il Fieramosca” riprenderà le pubblicazioni come settimanale a quattro facciate dal 1877 al 1878 (edizione domenicale) poi ancora come quindicinale dal 1907 al 1911 e dal 1922 al 1932. Il primo numero della quarta serie (quella attuale) cominciò con venti pagine in bianconero e vide la luce il 7 aprile del 1974, con l’apertura di un articolo intitolato Perché Fieramosca?. Dicevamo allora, a proposito della scelta del nome della testata:… Siamo stati mossi, oggi come cent’anni fa i nostri progenitori, da una sorte di tensione ideale; ma dal sublime al ridicolo non c’è che un passo e quel guerriero tanto caro alla città, col tempo potrebbe anche svelare, sotto le sue mentite spoglie, le sembianze di un più modesto don Chisciotte… Staremo a vedere. E oggi, a distanza di tanti anni, che consuntivo possiamo tirare? Coltiviamo ancora l’ambizione di realizzare un giornale di impegno non solo storico culturale, ma anche politico, al fine di sostenere lealmente lo sforzo dell’Amministrazione Comunale pro tempore, certo non per compiacerla, ma per informare i cittadini elettori sui problemi della città anche se non infrequentemente siamo stati contraccambiati da indifferenza se non da aperta ostilità. Primo dubbio: imporre un nostro stile e certi contenuti ai lettori (un giornale diremmo oggi di élite), oppure un giornale che si adeguasse alle aspettative del lettore medio? Col tempo abbiamo trovato un compromesso. APRILE 2014 Aprile 1994. Una scolaresca della “Girondi” in visita alla casa editrice. A destra il dirigente scolastico Luigi Terrone 22 amministrazioni in quarant’anni E a proposito di amministrazioni comunali, quante ne sono passate in questi ultimi quarant’anni? Ben ventidue, una comunista, la prima, e - alternandosi - sedici democristiane, quattro socialiste e nell’ultimo quindicennio tre di centro sinistra: le giunte Salerno, Maffei, Cascella. Siamo sempre stati leali nei confronti del sindaco in carica, ritenendo che egli rappresentasse la città e i suoi problemi, e non la sua parte politica. Su un punto, però siamo stati sempre intransigenti, sulla netta distinzione fra politica e libertà di stampa, non facendoci mai condizionare dalle esigenze di una informazione subordinata alle ragioni politico-amministrative, a beneficio del mantenimento di una testata scevra da contingenti condizionamenti. E infatti, cominciando dal sottoscritto, resterebbe deluso chi cercasse di trovare sul giornale un articolo favorevole al mio sindacato, nell’ormai lontano 1984. Quarant’anni durante i quali il giornale è cresciuto con la segreta speranza di fare buona informazione, insieme al tentativo di fornire utili suggerimenti agli addetti ai lavori. Non sempre ci siamo riusciti, ma in compenso qualche volta abbiamo ricevuto attestazioni di apprezzamento per il nostro lavoro - raramente dai locali - come quella del presidente dell’ANSA, Paolo de Palma, che nell’88 ci mandò una lettera nella quale, fra l’altro, diceva: Mi complimento per il vostro giornale, per il segno di professionalità che contraddistingue quanti vi dedicano tempo ed intelligenza, per il coraggio di alcune iniziative, la libertà della critica e la serenità dei giudizi. Soprattutto mi complimento per la costanza che distingue ormai da quindici anni questo sforzo editoriale e che ha reso “Il Fieramosca” un punto di riferimento prezioso per la crescita civile della vostra comunità cittadina. IL FIERAMOSCA 9 Buon compleanno Tra le testimonianze, una di Aldo Moro Tra le numerose attestazioni di simpatia e di incoraggiamento, ne conserviamo alcune firmate da autorevoli personaggi del tempo, come Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita, Amintore Fanfani, ma ce n’è particolarmente cara una di Aldo Moro del 21 gennaio 1977. Gratificante anche la lettera indirizzataci dall’on. Gustavo de Meo, più volte uomo di governo, lui stesso giornalista. Il 27 marzo 1990 ci scriveva: “Caro direttore, seguo da anni, e per essere precisi fin dalla nascita, “Il Fieramosca”, e posso quindi affermare con cognizione di causa che, nella pur difficile continuità di vita, ha realizzato ad oggi notevoli progressi sia nella impostazione grafica e tipografica che nei contenuti. Il supplemento economico-finanziario al n. 2, che ho ricevuto ultimamente, mi è sembrato, così come è stato programmato, un utile ed interessante riferimento per gli operatori dei settori che in Barletta hanno notevole consistenza e notevoli riflessi economici e finanziari. “Il Fieramosca”, in questa direzione, ha camminato fin dall’inizio e non penso che si debbano studiare mutamenti; deve continuare ad essere una voce, uno stimolo, un controllo. Congratulazione ed auguri”. La struttura Il giornale, da sempre, è strutturato in due parti (al centro inizialmente una rubrica economico-finanziaria, oggi un inserto del Comune): nella prima vengono riportati articoli in prevalenza istituzionali: dopo le lettere al direttore, articoli di politica e di vita amministrativa, della Provincia, e di economia, politica territoriale, problematiche sociali rilevanti, sulla Chiesa, sui personaggi più importanti della nostra vita politica e sociale e sull’ambiente. Nella seconda parte innanzitutto articoli di storia del nostro passato, e su alcune sue personalità di rilievo, e poi rubriche culturali (una particolare attenzione alla recensione di libri sul territorio) e sulle scuole di Barletta, vita di club e di associazioni culturali, un cruciverba sulla città, e alcune pagine dedicate allo sport, alla poesia e infine notizie utili sulla città. Fra le rubriche che più di altre hanno lasciato un segno, quella curata dal prof. Ruggiero Mascolo che da febbraio del 1981, per cinque numeri, pubblicò una “Biblioteca storica su Barletta” che ricostruiva, a beneficio dei lettori, una bibliografia tematica sulla nostra città. Probabilmente fu lo spunto per la realizzazione, qualche anno dopo, di una imponente ricerca sui testi che si occupavano della città (BARLETTA NEI LIBRI) per titoli, autori, case editrici etc. con la consulenza telematica di Emanuele Romallo. Fra le rubriche più lette e più longeve quella curata da Marina Ruggiero, “Una strada al mese”, durata per oltre vent’anni (ricordo la prima strada dedicata a Niccolò Fraggianni). Straordinaria la ininterrotta presenza del prof. Carmine Cristallo, i suoi quarant’anni di attività didattica corrispondenti con i nostri: cominciò a collaborare con noi quando era appena entrato nell’organico della scuola, con un articolo sui decreti delegati, alla fine ci ha lasciati con il suo addio alla scuola, quando un anno fa, è andato in pensione. Un rimpianto? L’indice tematico Un rimpianto? Quello di non aver ancora realizzato un indice tematico di questi quarant’anni, a beneficio di quei lettori, ma soprattutto di quelle biblioteche, che hanno rilegato le riviste; ne verrebbe fuori uno strumento di utile consultazione. Il giornale ha subìto anche numerosi processi per diffamazione, in realtà si trattava di valutazioni velatamente critiche, su personaggi suscettibili, tant’è vero che, di solito, l’organo decidente ha convinto le parti a comporre il contrasto con una stretta di mano. Ma per arrivarci, quante lungaggini, quanta farraginosità sul pro- 10 IL FIERAMOSCA Provincia cedimento istruttorio, quanta enfasi (cogliamo l’occasione per ringraziare i nostri avvocati difensori, Ivan De Vito e Ugo Operamolla del foro di Trani, Raffaele Fiore e Carmine Di Paola del foro di Barletta). All’inizio fummo difesi, per problemi di prerogative giornalistiche da Arcangelo Cafiero, e da Peppino Palmitessa per un articolo contro il Contenzioso del Comune circa un giudizio sulla demolizione di Palazzo Cuomo: fummo assolti in entrambi i casi. Fra i tanti inserzionisti che inizialmente hanno sostenuto il giornale, la CEMENTERIA DI BARLETTA che ha sempre tenuto l’ultima pagina, la ditta CARDONE, nella persona di Pasquale Carulli col quale realizzammo una raccolta di litografie dell’artista Antonio Bernardini, direttore del Museo-Pinacoteca “De Nittis”. Fu la nostra prima realizzazione editoriale. La collaborazione di Iorio Nel corso di questi quarant’anni abbiamo tenuto a battesimo numerosi apprendisti giornalisti, a parte le innumerevoli collaborazioni di autorevoli firme come quella di Raffaele Iorio che invitai già nell’aprile del 1961 a scrivere per NUOVA ECO (organo di stampa della FUCI), e poi su SANGUE E VITA, il bollettino sociale dell’Associazione AVIS. Quindi sul BUONSENSO (esemplare un suo ricordo di mons. Salvatore Santeramo nel numero di novembre del 1969), per non dire - da ultimo - dell’annuario storico BARULI RES. Numerosi i direttori che si sono avvicendati alla guida del periodico, a iniziare da Vittorio Grimaldi, al quale seguirono Lello Parise, Nino Vinella, Gennaro Dibenedetto, Franco Di Pinto. Sempre lo stesso, invece, il nostro amministratore, Pino Schirone, con noi fin dalla fondazione del giornale. Un’edizione indimenticabile fu quella del dicembre del 1974 quando, per fare uscire il giornale, lavorammo anche la notte di Natale, grazie al rag. Peppino Del Re e ai suoi impagabili operai, un’impresa oggi inimmaginabile. Un bell’augurio per il nostro compleanno? quello del dott. Ruggero Dimiccoli in un telegramma. Fieramosca o don Chisciotte? Quarant’anni. Una vita. Quante vicende, quant’acqua sotto i ponti. Noi e le nostre battaglie ideali, per accorgerci che, chissà, forse non ne valeva la pena e al posto del rosso pennacchio del Fieramosca, avremmo dovuto titolare il giornale don Chisciotte. Ma finché avremo dei lettori affezionati, lettori ai quali rivolgiamo il nostro ringraziamento per averci seguito e incoraggiato in tutto questo lungo percorso, non demorderemo. Non solo a loro, ma anche agli inserzionisti e agli abbonati che col loro sostegno aiutano a tenere in vita questa testata, e infine ai collaboratori. Ce ne sono alcuni, come Raffaella, la nostra caporedattrice, che al tempo del primo numero andava all’asilo. A tutti va il nostro sincero ringraziamento. APRILE 2014 Sull’abolizione delle Province le dichiarazioni del Presidente della Provincia Francesco Ventola e dell’assessore provinciale al bilancio Dario Damiani «S i vuol far passare per taglio alla spesa pubblica un’operazione che porterà a tutto meno che ad un risparmio. Questo è un pasticcio che avrà una sola conseguenza: creare ulteriore confusioni agli occhi dei cittadini». Non usa giri di parole il Presidente della Provincia di Barletta Il presidente della ProvinAndria Trani, Francesco cia Francesco Ventola Ventola, nel commentare l’approvazione del Ddl Del Rio sul riordino delle Province, che oggi ha ottenuto l’ok anche dalla Camera dei Deputati. «Nei suoi tweet Renzi dimentica di dire una cosa fondamentale: con questo Ddl le Province non solo non vengono abolite ma potranno addirittura esercitare nuove funzioni - afferma il Presidente Ventola -. L’unica cosa che cambia realmente, con questo riordino, è il venir meno della democrazia: non ci saranno più elezioni, ed i cittadini non potranno scegliere chi li dovrà amministrare. Le Province, infatti, rimarranno in vita, ma i Consiglieri provinciali saranno eletti dai Consiglieri comunali, mentre il Presidente sarà individuato dai Sindaci del territorio. Dunque, dal momento che le Province continueranno ad avere un proprio bilancio autonomo, a gestire i soldi pubblici non saranno più amministratori eletti democraticamente dai cittadini. Ed i cittadini non potranno più premiare, col loro voto, gli amministratori che riterranno capaci o mandare a casa chi avrà fallito». Anche sull’ipotetico risparmio legato al riordino delle Province, il Presidente Ventola nutre parecchie perplessità. «Come si fa a parlare di risparmio se, con questo riordino, si istituiscono 15 Città Metropolitane (record europeo), che avranno dei propri Consiglieri e non sappiamo di cosa si occuperanno? Dove sarebbe il risparmio se con questo disegno di legge si incentiva la nascita di Unioni dei Comuni, anche in questo caso con i relativi Consiglieri? Quando Renzi, twittando, parla di tagli di 3mila indennità, ignora che i Consiglieri provinciali non percepiscono alcuna indennità, se non un gettone di presenza di circa 30 euro, che non è cumulativo con altri incarichi». Conclusione: «Per quanto mi riguarda, tagliare significa ben altro. Se davvero il Governo avesse voluto abolire le Province, avrebbe dovuto più semplicemente chiuderle attraverso un percorso costituzionale, trasferendo competenze e personale a Comuni e Regioni. Invece, si è voluto creare l’ennesimo pasticcio, che oltre a non arrecare alcun risparmio causerà solo confusione nei cittadini». APRILE 2014 M eno democrazia, più burocrazia. Uno slogan perfetto per il ddl Del Rio sull’“abolizione” delle Province approvato alla Camera dei Deputati, tra gli applausi di chi o non ha ben compreso la reale portata della riforma o non ha il coraggio di affrontare la verità. Comprendo che sia facile pensare che la mia sia una difesa “interessata”, in quanto direttamente coinvolto, come amministratore e come cittadino di una delle 52 province destinatarie della riforma; tuttavia, mi sia concesso il beneL’assessore provinciale al bilanficio della buona fede, alla luce della quale cio Dario Damiani proverò a tracciare un quadro attraverso una disamina, soprattutto finanziaria, della situazione che la nuova disciplina delle Province introduce, per argomentare le ragioni del mio dissenso. Partiamo dal taglio dei costi della politica, argomento di facile presa sulla pancia del Paese, considerati i tempi di drammatica crisi economica: le Province, così come organizzate fino a questo momento, incidevano complessivamente sul bilancio statale per una spesa pari all’1,5%. Importo minimo dunque, a fronte del quale tuttavia erogavano direttamente servizi fondamentali al cittadino, quali la manutenzione di strade, scuole, la formazione professionale. Di questa cifra poi, in media il 98% della spesa corrente consta di voci quali il personale, le sedi, la locazione degli edifici scolastici, i mutui contratti, mentre i cosiddetti costi della politica (indennità per il Presidente, la Giunta e il Consiglio) incidono in media appena per il restante 2%: in cifre, nel caso specifico della nostra provincia di Barletta Andria Trani, su 31 milioni annui di spesa corrente (dato tratto dal Bilancio consuntivo 2013), il costo della rappresentanza politica è stato di 658.850 euro, cioè in percentuale pari a poco più del 2%. In dettaglio, ecco i costi: Giunta (compreso il Presidente) 349.600 euro, Presidenza del Consiglio Provinciale 39.000, Consiglio Provinciale 187.250; a ciò si aggiungano 83.000 euro per oneri derivanti dai rapporti di lavoro. Bene, cosa cambia con la tanto attesa e applaudita “abolizione” delle Province? Poco o molto, a seconda dei punti di vista: poco in termini di burocrazia, molto in termini di democrazia. Da oggi, infatti, gli organi amministrativi non saranno più liberamente eletti dai cittadini ma continueranno ad esistere in veste di organi di secondo livello, derivati dagli enti comunali: il Presidente della Provincia sarà il sindaco del Comune capoluogo; la Giunta sarà formata da tutti i sindaci del territorio, mentre il Consiglio avrà un numero di membri compreso tra 10 e 16 (per la BAT 12) scelti tra tutti i consiglieri comunali e i consiglieri provinciali uscenti. Tutti gli incarichi saranno svolti a titolo gratuito. L’apparato burocratico-amministrativo resta dunque intatto, anzi direi che si complica a causa della nuova modalità di reclutamento dei componenti i vari organi: pensiamo infatti alle Province con decine di comuni e all’ingovernabilità che ne deriverà. Quale reale risparmio comporterà questa riforma per le tasche dei cittadini? Pari a niente. Restano in vigore tutte le tasse come la RC auto, la IPT, la Cosap, i mutui contratti dall’ente. Ne valeva la pena? A livello propagandistico sicuramente. Una riforma che definire demagogica e populista sarebbe un complimento, se si intendono tali termini nell’accezione positiva di guidare i ceti più deboli verso un miglioramento delle proprie condizioni. Al contrario, questa riforma avrà ricadute solo negative sulla vita quotidiana dei cittadini, che vedranno delegati alla Regione tanti servizi finora gestiti da un ente intermedio più vicino alle loro necessità. Il Governo Renzi va avanti “come un rullo compressore”, secondo il premier: ha ragione, travolge proprio tutto, democrazia e diritti compresi. IL FIERAMOSCA 11 Raccolta rifiuti Società Terzo piano sociale di zona: che non sia troppo tardi? CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA lo scarso coinvolgimento dei cittadini di Francesco Corcella* di Rosa Cascella* H I n data 24 marzo 2014, presso la chiesa S. Giovanni Apostolo, si è tenuta un’assemblea pubblica con i residenti del quartiere Parco degli Ulivi, avente ad oggetto la realizzazione del nuovo Centro Comunale di raccolta delle frazioni valorizzabili, la cui ubicazione venne individuata con Deliberazione di Giunta Comunale n.188 del 20/10/2010, alla Via degli Ulivi angolo Via dei Salici. Durante l’incontro, i residenti hanno lamentato di non essere stati mai coinvolti circa la collocazione del Centro e di essere venuti a conoscenza dello stesso solo da poche settimane. Furono evidentemente disattese le indicazioni, contenute nella già richiamata Deliberazione della Giunta, in ossequio alle quali il settore Ambiente avrebbe dovuto attivare apposite procedure partecipate di coinvolgimento degli abitanti del quartiere per un’opportuna condivisione dell’intervento. Anche per questo motivo non si diede il giusto rilievo all’opportunità di ubicare il Centro di raccolta su un’area comunale adiacente ad una scuola, in un quartiere popoloso e senza spazi verdi. Durante l’incontro del 24 marzo, è emersa la volontà da parte degli abitanti del quartiere di verificare se per la realizzazione dello stesso progetto non ci siano altre aree comunali immediatamente disponibili, possibilmente in zone della città meno popolose e che non abbiano scuole nelle strette vicinanze. Pertanto, la VII Commissione Ambiente, Verde Pubblico e Servizi pubblici, accogliendo la proposta degli abitanti del quartiere di Parco degli Ulivi, giovedì 27 marzo ha protocollato un’istanza attraverso la quale si chiedeva al Settore Demanio e Patrimonio, di concerto con il Settore Piani e Programmi, di verificare la disponibilità di aree comunali diverse da quella individuata nel progetto originario, compatibili dal punto di vista ambientale e conformi alle Linee guida regionali per la realizzazione del Centro Comunale di Raccolta (Deliberazione della Giunta regionale 23 aprile, 2009, n. 645), nella parte in cui affermano: “Preferibilmente il centro dovrà essere localizzato all’interno del perimetro urbano e, in ogni caso, il centro di raccolta dovrà essere localizzato in aree adeguatamente servite dalla rete viaria per facilitare l’accesso degli utenti e altresì consentire l’accesso sia alle autovetture o piccoli mezzi degli utenti, sia a mezzi pesanti per il conferimento agli impianti di recupero e/o smaltimento”. Il sindaco, con nota di venerdì 28 marzo, ha comunicato alla Presidente della Commissione Ambiente quanto segue: “In relazione alla richiesta formulata dalla Presidente della VII Commissione Consiliare Ambiente, Verde Pubblico e Servizi Pubblici, di verificare la disponibilità di altre aree comunali presenti in altre zone della città per l’ubicazione del Centro Comunale di Raccolta, già approvato con deliberazione della Giunta Comunale n.188 del 20/10/2010, e il cui progetto è attualmente affidato al Consorzio ATO rifiuti per la realizzazione, si pone l’esigenza di raccogliere le istanze di approfondimento del processo di partecipazione che, pur prefigurato nella delibera di 12 IL FIERAMOSCA Il progetto del nuovo Centro Comunale di raccolta giunta del 20 ottobre 2010, è stato avviato solo nei giorni scorsi da questa Amministrazione. Si deve tener conto che un chiarimento sul carattere dell’opera e sulla sua natura di servizio per il quartiere e la città si pone rispetto alla stessa esigenza che i lavori possano svolgersi in condizioni di sicurezza per tutti. A tal fine sono a chiedere di procrastinare l’inizio dei lavori per consentire all’Amministrazione di completare il processo di partecipazione degli abitanti dell’area alla definizione del progetto, di valutare tutte le questioni emerse in sede di commissione consiliare e, così, acquisire tutti gli elementi per garantire l’appropriato avvio di un’opera che - è il caso di tener sempre presente - nulla ha a che fare con le paventate discariche ma molto con l’essenziale tutela dell’ambiente e della qualità urbana”. È evidente come lo scarso coinvolgimento dei cittadini abbia causato un’informazione distorta e non corretta sulle finalità di questa struttura, progettata per migliorare i livelli della raccolta differenziata locale nonché aumentare la sensibilità dei cittadini verso la qualità ambientale della propria città. È arrivato il momento di cambiare rotta. Bisogna cominciare a coinvolgere in modo assiduo i cittadini che per lungo tempo hanno dovuto subire le scelte di amministratori distanti. Pertanto, la Commissione Ambiente comincerà una serie di incontri che andranno in questa direzione. Proporremo ai residenti del quartiere di visitare i Centri di Raccolta di altre città, impareremo insieme come vengono gestiti e incontreremo esperti in materia che ci aiuteranno a capire come possono essere coinvolte associazioni, scuole, cittadini nella gestione dei Centri. Perché il buon amministratore ha il dovere morale, in ogni momento, di fornire informazioni corrette e vere, senza alcun tipo di strumentalizzazione. o recentemente partecipato alla presentazione del Terzo Piano Sociale di Zona 2014-2016 che si è tenuto presso la Sala Rossa del nostro Castello ed ho ascoltato con attenzione quanto illustrato dai relatori: il Sindaco, la vice-sindaco, la dirigente ai servizi sociali ed altri, nonché un consulente esterno. Una trattazione dettagliata di quel che sarà lo sforzo finanziario del nostro comune per il prossimo triennio ad integrazione delle risorse messe a disposizione dalla nostra Regione in materia “sociale”. Una illustrazione che a tratti mi è apparsa asettica, formale e burocratica, presentata da funzionari pubblici, senza calore né passione, e che - al termine delle relazioni succedutesi - mi ha lasciato, comunque, una profonda sensazione di insoddisfazione e di inadeguatezza complessiva di quella rappresentazione al mio modo di pensare e di vedere le cose, così come a me si presentano nella vita quotidiana! Ho ritenuto, perciò, di esporre il mio modesto pensiero, senza alcun proposito disfattista, più o meno in questi termini:… “Sig. Sindaco, Lei - quale massimo rappresentante istituzionale della comunità locale - ed io - quale rappresentante della Cgil di Barletta -, siamo già stati aggrediti anche fisicamente da cittadini e lavoratori che, al lordo delle incontrollabili infiltrazioni di gente poco raccomandabile, esasperati per l’insostenibilità delle perduranti situazioni di disagio di qualsivoglia genere e origi- * Presidente Commissione Ambiente, Verde Pubblico e Servizi Pubblici APRILE 2014 APRILE 2014 Presentazione del Terzo Piano Sociale di Zona. Da sinistra la dirigente ai Servizi Sociali Santa Scommegna, il vice sindaco Anna Rizzi Francabandiera, il sindaco di Barletta Pasquale Cascella, il consulente tecnico dell’Ufficio di Piano Carmine Spagnuolo ne, chiedevano - e chiedono ancora - al pari di tantissimi altri, risposte elementari ma urgenti a talune condizioni di disagio personale e familiare non oltre differibili! La crisi che stiamo conoscendo da anni ha inciso profondamente sullo stato sociale di larghe fasce della nostra popolazione, cosicché ai poveri di un tempo se ne stanno aggiungendo di nuovi, che mai avremmo immaginato potessero essere ugualmente colpiti dalla povertà! Senza voler minimamente contestare l’impostazione generale della proposta del prossimo PSZ, che di certo risulterà ossequiosa delle regole imposte dalle procedure e dalla burocrazia proprie della Pubblica Amministrazione, mi permetto però di porre alla Sua attenzione - e a quella degli astanti - una mia personale riflessione, che pone questo interrogativo: lo stanziamento di maggiori risorse in favore dello Stato Sociale, tese a garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali sempre più diffusi, strutturati e ritenuti indispensabili per una comunità sempre più malmessa, siamo certi faccia stare tutti un po' più tranquilli e che esaurisca l’intervento e la funzione di un’amministrazione comunale nei confronti dei suoi cittadini amministrati e in perdurante difficoltà!? Non è questo, piuttosto, il segno di un sistema sociale degenerato e sempre più agonizzante, che rincorre affannosamente e dimentica l’eziologia, il motivo per cui alcuni eventi o processi IL FIERAMOSCA 13 Società si verificano, e persino sulle ragioni che si nascondono dietro questo impoverimento progressivo e devastante di tutta la comunità!? … che è la mancanza di LAVORO!? Se è vero com’è vero che la travolgente disoccupazione, l’impossibilità di ricollocamento e/o di mancanza di nuove opportunità di lavoro per i giovani, l'esaurirsi delle risorse destinate a rifinanziare i cd “ammortizzatori sociali” e la conseguente compressione del reddito da lavoro, sono l’origine di una catena infernale di mancanza di liquidità e dei consumi, e pone sempre più famiglie nelle condizioni di non poter assolvere al pagamento di imposte di ogni tipo, tasse scolastiche, fitti di casa, bollette della corrente elettrica e del gas, rinunciando a studiare e addirittura a curarsi e ad alimentarsi decentemente… …ebbene io ritengo che Lei, Sig. Sindaco, abbia la funzione istituzionale e soprattutto le capacità per guidare, condurre la comunità cittadina verso lidi migliori per alleviare le sofferenze causate dalla degenerazione di un sistema sociale ed economico più generale, che viene da lontano! Lo deve fare, perciò, dando un senso alla propria elezione e “inoltrando” tale drammatica rappresentazione ad altre e più alte istanze istituzionali dello Stato, obbligate - in ogni caso - a dar risposte ai bisogni della popolazione, non solo barlettana! Ritengo che Lei, Sig. Sindaco, debba in sostanza attivarsi con la massima urgenza possibile, coinvolgendo Provincia BAT, Regione Puglia, rappresentanti periferici del Governo centrale e tutte le Parti Sociali presenti sul territorio, onde evitare di “violentare” oltre modo i cittadini con vessazioni burocratiche e tributi di ogni sorta, poiché non più nelle condizioni di adempiere tempestivamente e civilmente ai doveri di puntuali e bravi cittadini, come un tempo; trovando, perciò, soluzioni che per lo meno “congelino” le procedure di sfratti, tagli nell'erogazione di corrente elettrica e gas come pure l’attivazione delle sanzioni amministrative conseguenti di detti incolpevoli inadempimenti civici, a partire da quelle attivabili dall'amministrazione comunale per i tributi di sua competenza non pagati da fasce sempre più estese di famiglie, costrette RISTORANTE RICEVIMENTI CONGRESSI 14 IL FIERAMOSCA Puglia Imperiale LA GRANDE BELLEZZA. DIMENTICATA a far scelte esistenziali: pagare le tasse oppure mangiare e curarsi per continuare a vivere e/o spesso a sopravvivere!?”. Il MiBACT ha assegnato 31.8 milioni per il restauro dei “grandi attrattori culturali” della Puglia. Dimenticando il nostro territorio. Non disattendere le legittime istanze dei cittadini Questo è stato, quindi, il mio ragionamento in quella circostanza, avendo sempre la consapevolezza dei limiti e delle potenzialità del ruolo di un sindaco così come delle attribuzioni di un ente locale in materia di occupazione e di sviluppo economico del proprio territorio; proprio per questo mi rifiuto di pensare che la locale amministrazione possa rimanere inerte di fronte a questa situazione di profonda crisi e dichiarare la propria impotenza a modificare questo stato di cose, giustificandosi con la insufficienza delle risorse a disposizione e dello smisurato dissesto finanziario ereditato dalle precedenti amministrazioni. E non è possibile che la “Proposta di Piano anti-crisi per Barletta” della Camera Comunale del Lavoro CGIL di Barletta, quasi incondizionatamente accettata e sottoscritta durante la scorsa campagna elettorale, sia stata successivamente del tutto ignorata e disattesa, proprio nel momento in cui va assumendo una incredibile attualità propositiva! Non si può aspettare oltre; bisogna darsi una mossa e fare concretamente avvertire la presenza autorevole e continua del Sindaco, della Giunta, di tutti i consiglieri comunali e di quelli regionali. Fare squadra, in politica, è cosa importante e premessa di sicuro “ascolto” da parte di altri interlocutori politico-istituzionali, e di buoni risultati per la gente che si ritiene di rappresentare! Non sono tempi buoni per la politica e per i politici di ogni tipo - sia al governo che all’opposizione! -, e l’esasperazione popolare sembra non concedere più tempo neanche alla parte buona della politica e dei politici; cosicché è urgente oltreché prioritario dare risposte serie e concrete alle legittime istanze dei cittadini, altrimenti il discredito verso le istituzioni e chi le rappresenta rischia di essere risucchiato nel vortice del qualunquismo populistico e liquidatorio che non distingue chi “vale” da chi non vale niente! * Coordinatore della Camera del Lavoro CGIL di Barletta Viale R. Elena (Lit. di Levante) tel. 0883 347741 APRILE 2014 U na somma di 31,8 milioni di euro in arrivo per la Puglia, per lavori immediatamente cantierabili. Dove? A Novoli, Galatone, Porto Badisco, Taranto, Manduria, Lecce, Otranto, Tricase. E dintorni. Lo annuncia il Ministro di Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini, che ha firmato il decreto che autorizza 46 nuovi interventi di restauro in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia: “Si tratta della più importante azione realizzata negli ultimi anni sul patrimonio culturale del Mezzogiorno d’Italia” dichiara il ministro Franceschini, il quale sottolinea che “questa operazione si inserisce nell’ambito del programma comunitario denominato ‘Grandi attrattori culturali’ coordinato dal MiBACT in stretta collaborazione con la Presidenza del Consiglio-Uffici per la coesione territoriale - ed è il frutto di un’intensa azione congiunta e condivisa con le Regioni.” Il Comunicato dell’Ufficio stampa del Ministero spiega che “per la Puglia sono in programma interventi per un valore complessivo di 31,8 milioni di euro”, la cui distribuzione, ripetiamo noi “è il frutto di un’intensa azione congiunta e condivisa con le Regioni”. Dunque anche con la Regione Puglia. O una parte di essa, intesa a livello “fisico” e “politico”, non solo nel senso usato sulle carte geografiche appese nelle aule delle scuole elementari degli anni ’60. Gli interventi programmati nel territorio pugliese interessano infatti: il Museo contemporaneo dell’Audiovisivo di Bari - Apulia Film Commission per 1milione852mila euro; il recupero delle Mura Urbiche di Lecce per 5 milioni e 200mila euro; ristrutturazione della Torre Matta di Otranto per 880mila euro; recupero, restauro e valorizzazione delle storiche grotte di Tricase 1milione 150mila euro; 913mila euro per l’area destinata a Focara di Novoli; interventi per l’ipogeo di San Sebastiano di Galatone per 124mila euro; per il Castello di Gallipoli per 503mila euro; valorizzazione del Polo di Taranto per 5 milioni, e di quello di Taranto-Manduria per 3 milioni e 800mila euro; il Complesso dello Spirito Santo di Lecce per 6 milioni di euro, il recupero dell’ex Convento di Santa Maria a Vieste per 753mila euro, recupero del Teatro di Apollo a Lecce per 2 milioni e 500mila euro; recupero e valorizzazione dello scavo archeologico di Porto Badisco a Otranto 400mila euro; NUOVO CENTRO PRELIEVI APRILE 2014 BARLETTA Via F. d’Aragona, 92/B - t. 0883 349 362 Via G. Palmitessa, 18 - t. 0883 513 107 www.analisipagliarulo.it Veduta di Canne (FOTORUDY) e del Palazzo baronale di Novoli 774 mila euro, e non meglio precisati servizi di valorizzazione integrata a Lecce per 2 milioni di euro. L’immenso patrimonio monumentale, quello che è davvero il “grande attrattore” culturale dei Comuni dell’area di Puglia Imperiale, del nord barese, della Provincia Barletta Andria Trani, da Spinazzola a Barletta, comprese Corato e Ruvo, e Trani o Canosa, Andria o Trinitapoli, con castelli e cattedrali che il mondo ci invidia (per non parlare di Canne della Battaglia), non sono stati nemmeno sfiorati dall’“azione congiunta e condivisa” di cui si parla. E i nostri consiglieri regionali che fanno? Eppure in via Capruzzi ci sono fior di rappresentanti di questo territorio della provincia BAT, a destra, a sinistra, e anche al centro. Di certo occupati in questioni più importanti. Eppure dall’Università del Salento vengono in Puglia Imperiale a studiare “il caso”, le buone pratiche, a immergersi nelle bellezze del territorio, a chiedere: “Ma come avete fatto?”. E non se lo domandano solo loro. Se lo è chiesto, per esempio, anche il prof. Youcheng Wang del Rosen College of Hospitality Management (University of Central Florida - Orlando - USA), il cui intervento sarà presto in rete, il quale nella sua visita di studio presso l’Agenzia Puglia Imperiale Turismo ha espresso riflessioni e considerazioni sul valore del Brand “Puglia Imperiale” che non possono sfuggire a chi crede di potersi occupare di Turismo e di Sistema Turistico Locale. Ma dei 31.8 milioni di euro, neanche un centesimo è stato destinato al nostro patrimonio. Eppure questo territorio è una miniera, che non si riesce a mettere a frutto. Un territorio di Grande Bellezza. Dimenticata. Dice l’amministratore unico dell’Agenzia Puglia Imperiale Turismo, Michele Marcovecchio: “Tutto questo è frutto della mancata visione unitaria sulle politiche del turismo, che va ad indebolire questa realtà e il lavoro di promozione e valorizzazione dell’immenso patrimonio monumentale storico e culturale che faticosamente portiamo avanti. Questa parte della Puglia viene isolata a causa di queste scelte, che hanno poi una ricaduta anche a livello economico e occupazionale”. IL FIERAMOSCA 15 Legalità Prefettura VIA DEI MURATORI IN PREFETTURA RIUNIONE DI COORDINAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA di Aldo Musti C ome è noto, a Barletta, nel 2010, alla via dei Muratori, è accaduto un grave sopruso. Un cittadino si arma di una pala meccanica, invade un’area comunale, la danneggia gravemente, e crea una barriera di terreno per impedire, agli altri cittadini il passaggio e al sottoscritto la realizzazione provvisoria di un percorso viabile regolarmente autorizzato dallo stesso Ente. Successivamente, ne nasce un articolato contenzioso giurisdizionale che vede il sottoscritto e il Comune di Barletta, “litisconsorti”, contrapporsi al temerario cittadino. I giudizi in questione pendono innanzi il Tribunale amministrativo di Bari, il Consiglio Di Stato, ovvero innanzi il Tribunale civile di Trani. Tratto comune ai cennati giudizi è, in particolare, la contestata destinazione stradale delle aree ubicate nella zona merceologica di Barletta, oggi in parte già sistemata a strada pubblica con urbanizzazioni primaria al 90%, a servizio della maglia “D2-06”. Le posizioni processuali delle parti sono, in sintesi, le seguenti. Il temerario cittadino, confortato da una perizia di parte di un ingegnere locale, si dice persuaso che sull’area in parola il P.R.G. vigente non preveda strada alcuna, laddove invece vi è una strada pubblica con tanto di nome e numeri civici, precisamente via dei Muratori dal n. 16 al n. 14, ecco perché tale tratto si è meritato il nome “via dei Muratori, la strada che non c’è”. Il sottoscritto, invece, è sicuro che sull’area in parola il P.R.G. vigente preveda tuttora una strada pubblica, perché nella realtà, in “via dei Muratori, la strada c’è”, realizzata con soldi pubblici e aperta a tutti. La contrapposizione processuale è fisiologica e non desta stupore. Di converso, ciò che appare singolare è la posizione assunta dall’Amministrazione comunale dopo il suddetto contenzioso giurisdizionale. Infatti, mai sino al 2010, cioè, sino a quel contenzioso giurisdizionale, l’Amministrazione comunale aveva avuto dubbio alcuno sulla previsione stradale in argomento, tanto da ritenerla esistente, in ogni pratica edilizia relativa a quella zona, nell'attività di assegnazione onomastica, nella sottoscrizione delle indicazioni urbanistiche per la realizzazione del tratto esistente. Dopo l’azione del “temerario cittadino”, l’Amministrazione contraddice se stessa! Trattasi, questa, di una circostanza per certi versi sconcertante, perché, i dirigenti competenti, rilasciavano in favore di una controparte processuale dell’Ente atti pregiudizievoli alla difesa in giudizio degli interessi dello stesso Comune di Barletta (confermando, in linea con la controparte processuale: via dei Muratori dal civico 16 al 14 non è stata realizzata, non è più prevista dal 2000, quindi si potrebbe costruirci sopra). Vi è di più, non tiravano fuori le delibere di Consiglio e Giunta comunale, utili a confermare la previsione stradale della stessa. Ancora loro, non concedevano l’accesso a quei documenti importantissimi ai fini di causa, al sottoscritto, ripeto, “consorte” con il Comune di Barletta. Ma non finisce qui, quando, finalmente, grazie alle sentenze TAR, il sottoscritto veniva in possesso di quei documenti che confermavano la proprietà e la previsione stradale, e quindi utili a corroborare gli interessi comuni del sottoscritto e 16 IL FIERAMOSCA (FOTORUDY) IL PROBLEMA NON È PIÙ FARE LA STRADA MA IL RISTABILIMENTO DELLA LEGALITÀ del Comune di Barletta, ci pensava l’Avvocatura comunale a lasciarci “senza parole”: “…si oppone alla produzione documentale, in quanto tardiva…”, non considerando che il ritardo era dovuto al diniego all’accesso da parte dello stesso Ente e che il deposito avveniva da parte del “consorte”, quindi, utile a corroborare anche gli interessi dello stesso Comune di Barletta! L’attuale Amministrazione Il candidato Sindaco, si presenta in campagna elettorale ben informato di tutto ciò che a Barletta non va, in particolar modo di ciò che è accaduto in via dei Muratori, tanto da impegnarsi a fare chiarezza nei primi cento giorni di governo e/o nei tempi previsti per legge”. Ma a tutt’oggi, anche Lui resta in silenzio, sulla scomparsa della maglia D2-06 e sulla scomparsa di parte della previsione stradale di via dei Muratori, nonostante siano decorsi circa 240 giorni dalla richiesta di tali chiarimenti, utili a corroborare gli interessi comuni dell’Ente e del sottoscritto, nel contenzioso giurisdizionale in corso, che va sempre avanti. Alla luce del silenzio e dell’indifferenza - di tutti -, al mancato rispetto delle regole da parte di alcuni collaboratori comunali, per il sottoscritto non resta che continuare a ripercorrere la strada del Tribunale Amministrativo, che, negli ultimi tre anni ho percorso per ben dieci volte, prima a fianco del Comune di Barletta per difendere la previsione stradale di una strada già realizzata, poi, contro lo stesso Ente per vincere i dinieghi agli accessi agli atti e il silenzio della stessa Amministrazione. Un primo bilancio “provvisorio” del danno erariale a carico del Comune di Barletta, e quindi dei cittadini, ad oggi, è di circa dodicimila euro, per le condanne subite dal Comune di Barletta al pagamento delle spese di giudizio, compresi accessori di legge e IVA, per i dinieghi agli accessi agli atti! Ma in futuro, la cifra potrebbe essere di gran lunga superiore, se gli imprenditori di via Foggia, stanchi e danneggiati, decidessero di intraprendere una “class action” nei confronti del Comune di Barletta, per i danni subiti. Perché l’Amministrazione non comprende le esigenze di noi operatori commerciali della zona merceologica di via Foggia? Dov’è l’Assessore alle attività produttive? Non si vive di solo sport, anzi si vive anche di sport! Perché il signor Sindaco resta in silenzio? Infatti, il silenzio sulla scomparsa della maglia D2-06, dalle tavole grafiche inviate in Regione, di fatto, non ostacola il tentativo in corso di una variante al vigente Piano regolatore generale fuori delle procedure legali (trasformando la previsione stradale di una strada già realizzata, in previsione merceologica, cioè edificabile). Alla bisogna di chi? Incredibile ma vero, alla bisogna di chi, oggi, nei suddetti procedimenti rivendica la proprietà di un’area sistemata, già dal 2008, a strada pubblica con soldi pubblici. Non vi sembra assurdo? APRILE 2014 N el corso di una riunione tecnica di coordinamento delle Forze, presieduta dal Prefetto Clara Minerva, alla presenza dei vertici provinciali delle Forze dell’Ordine di Bari e del Procuratore della Repubblica di Trani Carlo Capristo, sono state esaminate alcune problematiche relative ai profili della sicurezza nelle campagne con specifico riferimento alla fenomenologia dei furti di rame e dei dan- Il Prefetto Clara Minerva neggiamenti alle proprietà ed insediamenti agricoli. Con la partecipazione dei rappresentanti della locale Azienda sanitaria e degli Uffici e Reparti che si occupano della repressione delle sofisticazioni e delle frodi alimentari sono state approfondite successivamente le normative che regolano i controlli sanitari, la produzione e commercializzazione nel settore olivicolo. Al riguardo, il Procuratore della Repubblica di Trani ha annunciato l’istituzione a breve di una squadra specifica di intervento dedicata ai controlli e composta dai referenti di tutti gli enti interessati. Infine, alla presenza del Comandante della Capitaneria di Porto di Barletta, del Presidente dell’Autorità del Levante, della Zona di Polizia di Frontiera, dei Vigili del Fuoco e degli altri Enti competenti si è passati alla disamina di alcuni profili attinenti alla sicurezza dell’area portuale di Barletta. Al fine di verificare congiuntamente alcuni aspetti di criticità emersi è stato predisposto un sopralluogo utile anche all’implementazione del sistema di security all’interno del sedime portuale. Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera “Sii Benedetta! Benedetta nell’immacolata origine, benedetta nelle vie di prova e di sventure per cui immacolata ancora procedesti, benedetta nella battaglia e nella vittoria, ora e sempre, nei secoli!…”. Ha affidato agli storici versi di Giosuè Carducci, il messaggio augurale per celebrare la “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, nella suggestiva cornice della Sala Rossa del Castello di Barletta, il Prefetto di Barletta Andria Trani Clara Minerva, nell’auspicio che le nuove generazioni possano attingere all’eredità positiva del passato, coltivando il rispetto verso i valori della responsabilità, dell’etica e della legalità per riappropriarsi della speranza nel proprio futuro. Alla presenza del Sindaco di Barletta, del Presidente della Provincia, di rappresentanti elettivi e istituzionali, del Comandante Regionale e Provinciale dei Carabinieri, delle altre Forze di Polizia, di Autorità civili e militari, il Prefetto, insieme al Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Barletta, ha consegnato il tricolore al Comandante della Compagnia Carabinieri di Barletta. Gli alunni del Liceo Classico “A. Casardi” hanno poi eseguito l’Inno di Mameli nella sua versione integrale. Il Prefetto e il Sindaco di Barletta si sono successivamente recati presso la Sala Auditorium della Scuola Elementare 4° Circolo “San Domenico Savio” per la consegna di una copia della Costituzione ai neo cittadini italiani residenti nel Comune di Barletta. Il Prefetto Clara Minerva insedia il Gruppo Interforze Presieduta dal Prefetto Clara Minerva, si è tenuta la seduta di insediamento del Gruppo Interforze, alla quale erano presenti esponenti delle Forze di Polizia, della Direzione Investigativa Antimafia, del Provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche e della Direzione Territoriale del Lavoro. In particolare il Gruppo Interforze, nell’ambito delle attività di monitoraggio di tutte le opere pubbliche che insistono nell’ambito territoriale della Provincia Barletta Andria Trani, effettuerà l’accesso ispettivo ai cantieri per la prevenzione e repressione dei tentativi di infiltrazione mafiosa. All’incontro erano presenti esponenti della Provincia BAT, del Compartimento ANAS e della Rete Ferroviaria Italia i quali hanno fornito i primi dati in ordine ai cantieri già avviati o in fase di attivazione. APRILE 2014 Il Prefetto Clara Minerva consegna il tricolore al Comandante della Compagnia Carabinieri di Barletta, ten. Andrea Iannucci IL FIERAMOSCA 17 Turismo VINO A REGOLA D’ARTE BARLETTA: UNA CITTÀ A DIMENSIONE EUROPEA FATTI E NON PAROLE DEVONO ANIMARE LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA PERCHÉ DOBBIAMO VALORIZZARE E NON DISTRUGGERE I GIOIELLI DEL NOSTRO PATRIMONIO di Giuseppe Santaniello D a una analisi di Emmanuele Daluiso dei dati ISTAT sui flussi turistici nel 2012, pubblicata recentemente in questo periodico, si rileva il calo complessivo delle presenze nel nostro territorio di intensità maggiore rispetto al fenomeno nazionale, con l’inversione di tendenza del tasso di turisticità positivo registrato negli anni precedenti. Anche nel 2013 non vi sono elementi per far ritenere che questa tendenza possa capovolgersi. A questi dati negativi fa riscontro un aumento della dotazione dei posti letto che resta comunque sottodimensionata, rispetto ai valori medi nazionali, con un processo in corso di riorganizzazione dell’offerta turistica, per la concentrazione dei flussi nei mesi estivi, quindi la ricerca di una possibile soluzione del problema con la destagionalizzazione Un altro articolo è stato pubblicato contemporaneamente anche dall’Agenzia Puglia Imperiale che - come è noto - è il soggetto di riferimento del turismo territoriale della BAT e che nel corso degli ultimi anni ha organizzato la presenza nei più importanti appuntamenti fieristici nazionali ed internazionali di settore. Nell’articolo si rileva che all’Agenzia giungono numerose richieste di tour-opera- 18 IL FIERAMOSCA Via Foggia, 118 - Barletta Tel. 0883 510 421 - Fax 0883 510 429 www.cantinedellabardulia.it [email protected] Dal “Corriere della Sera”, 6 gennaio 2014 APRILE 2014 APRILE 2014 tors che intendono organizzare soggiorni settimanali per gruppi da 30/60 persone in bassa stagione nella nostra zona. Questo conferma l’ottimo lavoro che l’Agenzia svolge per la promozione turistica del territorio degli undici Comuni che ne fanno parte. Ma, dove e come sono utilizzate queste numerose richieste che sono pervenute visto che si è registrato un calo delle presenze? Evidentemente non vi è una perfetta sincronia fra domanda ed offerta turistica che necessita di qualche perfezionamento per non vanificare il lavoro svolto. Manca una maggiore cura dei rapporti con i tour-operators, come si rileva nel testo delle lettere ricevute “… specific requests that hopefully could get a future co-operation started…”, anche con una più specifica offerta di pacchetti di servizi nei work-shop e nei simposi che si organizzano nei vari eventi fieristici e nei contatti diretti che si susseguono. Questi pacchetti, con la indicazione dei costi, dovrebbero essere predisposti e concordati preventivamente a livello locale fra i vari soggetti titolari degli esercizi turistici. Nel contempo, però, è anche necessario perfezionare nel territorio “la cultura dell’accoglienza” ed eliminare quelle barriere che si frappongono al miglioramento della ricettività della città, e che da diverso tempo hanno formato oggetto di attenzione e segnalazione da parte dei cittadini. Alle giuste e documentate lamentele per le “discariche a cielo aperto” dei sacchetti di rifiuti lungo le rampe di accesso alla città dalle strade nazionali, naturale biglietto da visita, è stato risposto che questa raccolta è un “lavoro straordinario” non contemplato e quindi non retribuito dal Comune. E, le immondizie sono ancora lì. Ma chi le spiega queste cose al turista che entra in città? Certo è anche necessario una sensibilizzazione della popolazione per sollecitare il “senso di IL FIERAMOSCA 19 Turismo appartenenza” ad una società civile, ma chi ha il compito di questa “educazione civica”? Ma chi spiega al turista che da diversi anni si svolgono interminabili e farraginose riunioni nelle quali i diversi Enti - Regione, Provincia, Comuni, ACQP, Arif, Consorzi di bonifica - non riescono a mettersi d’accordo per la soluzione del problema dello smaltimento dei reflui, del controllo dell’abusivismo e degli sversamenti in mare (canale Ciappetta Camaggi, canale H, impianto di affinamento, fiume Ofanto) anche con l’utilizzo dei fondi comunitari che sono a disposizione? Se non risolviamo questi problemi il feed-back dei flussi turistici che noi dobbiamo valutare sarebbe ancora più negativo ed allora la tendenza verso il default sarà irreversibile. Nelle “Linee Programmatiche di Mandato 2013-2018”, approvate dal Consiglio Comunale di Barletta nell’ultima seduta del 10 febbraio us., fra alcune critiche della minoranza ed un assordante silenzio della maggioranza dei Consiglieri, è specificata la realizzazione di alcuni interessanti Progetti riguardanti il Sistema museale, culturale e turistico cittadino fra cui il sostegno ad una iniziativa di prestigio nell’ambito dell’Expo 2015 per Giuseppe De Nittis. Speriamo che questa iniziativa non si limiti alla sola e semplice esposizione di un quadro del nostro illustre concittadino nell’ambito espositivo della Manifestazione Internazionale di Milano, perpetuando l’errore per quelle discutibili scelte verticistiche del recente passato delle esposizioni itineranti. Non dobbiamo ridurci all’ultimo momento per raffazzonare ed improvvisare una preparazione per l’evento mondiale. Molte città italiane stanno cercando di entrare nel circuito del richiamo turistico per i 20 milioni di arrivi previsti da tutto il mondo durante il semestre dell’Expo ed hanno già attivato l’organizzazione: a Roma “l’Agorà di De Lucchi” dal Castello di Milano ai Fori Imperiali, a Torino una “grande ruota panoramica” all’interno del Parco Valentino, a Venezia un master-plan per un percorso “Coltura e culture” nel territorio dalle Ville Venete al Parco del Sile, a Verona il Teatro Romano, il Museo Archeologico ed un percorso dedicato al “food nell’antichità”. L’on.le Maurizio Martina, attuale Ministro dell’Agricoltura, nel corso di un ultimo incontro nella Sala Rossa del Castello a conclusione di una sua visita nella nostra zona, e, nei giorni scorsi, la prof. ssa Diana Bracco - Presidente dell’Expo - in coerenza con il tema principale dell’Evento, hanno invitato alcuni Comuni italiani con tipicità autoctone a rappresentare nel Padiglione Italia della Manifestazione le proprie città e campagne, biodiversità e green economy, eccellenze agricole all’avanguardia, passato e futuro, cultura e tradizioni millenarie. Ma nel nostro territorio non abbiamo già tutte queste “bellezze”? Per l’evento fieristico internazionale, potrebbero essere coordinate in un proponibile percorso da intitolare “Saperi e sapori nella terra di De Nittis”. Noi, ammalati di barlettanità, riteniamo che per l’amministrazione della cosa pubblica bisogna accantonare la “malapolitica” ed adottare SUBITO una “politica del fare tanto e dire poco”, proposte concrete e non solo parole, per rendere Barletta una città più bella ed accogliente. Potremmo così aprire con fierezza lo scrigno e fare brillare in modo più splendente i gioielli della nostra storia, arte e cultura, magari coniugandoli con le “eccellenze” della nostra agricoltura, con i prodotti tipici locali che molti ci invidiano ma che noi trascuriamo. Investire e coltivare le “bellezze e le eccellenze” è il solo modo migliore per agganciare la ripresa ed uscire dalla crisi. Potremmo essere ancora in tempo se sapremo utilizzare sapientemente tutte le occasioni. Buon lavoro sig. Sindaco Cascella! Stia pur certo che con la buona politica del “FARE” Lei avrà sempre dalla Sua parte i cittadini che sognano Barletta una città a dimensione europea. 20 IL FIERAMOSCA Anniversario Nicola Monterisi e Barletta (1897-1913) Novità Rotas Gioconda nel Regno del Sale la testimonianza pastorale, il magistero sociale di Renato Russo I l libro Gioconda nel Regno del Sale di Francesca Bellafronte e Vita Piazzolla (Editrice Rotas, Barletta, 2014, e 5,00), illustrato da Sofiya Mikhaylovskaya, ben si presta ad una lettura non solo scolastica ma anche privata. La delicata storia di Gioconda, l’onda più piccina e giocherellona che papà Adriatico abbia mai generato, conquista i piccoli lettori avvicinandoli alla conoscenza del territorio, utilizzando il linguaggio poetico della natura nelle sue manifestazioni meno conosciute, ma più sublimi, dei paesaggi della Salina di Margherita di Savoia. Il libro è formato da 36 pagine e 20 illustrazioni, prevalentemente nelle sfumature pastello dei colori freddi, dall’azzurro, all’indaco, al violetto, quasi a voler riprodurre sulla carta gli ambienti acquatici di questo magico angolo di mondo, in cui l’acqua (dal mare al fiume Ofanto, dalle valli da pesca agli stagni, dai canali alle vasche salanti ed evaporanti che circondano il paese) la fa da padrone, creando magiche ed irripetibili atmosfere, capaci di sorprendere anche il turista più preparato. La storia. Amabile compagna di giochi dei bambini al mare, in estate, Gioconda non sa come ammazzare la noia d’inverno. Curiosa per natura, sarà proprio disubbidendo ai divieti del padre che finirà nell’aldilà, il temutissimo Regno del Sale dal quale nessuna delle onde, risucchiate da Idrovora, è mai ritornata. Ma quello che, nelle raccomandazioni paterne appariva come il peggiore dei mali, uno spaventoso destino o, la fine di tutto, si rivela, in realtà un affascinante viaggio in un’altra vita. Nel Regno del Sale Gioconda è introdotta da Feny, che le presenta i principali uccelli, quelli che si incontrano più facilmente nella zona umida: l’avocetta, il cavaliere d’Italia, gli aironi, il cormorano, fino agli anatidi come la volpoca e il germano reale. Ciascun uccello, reso nelle caratterizzazioni principali, assume la veste di un personaggio ma, tutti insieme, fanno da cornice allo stupore della protagonista, che si lascia catturare da tanta bellezza. Gioconda si compiace di quell’insolito inverno, così elettrizzante e pieno di nuove amicizie, ma, in realtà, l’attende una sorprendente, inimmaginabile novità… APRILE 2014 R icorre in questi giorni il 70° della scomparsa di S. E. mons. Nicola Monterisi. Egli chiudeva infatti la sua esistenza terrena il 30 marzo 1944 a Salerno, la città che ancora una volta, in questa circostanza, gli ha tributato solenni celebrazioni concluse da un intervento di S.E. il Card. Francesco Monterisi. Sorprende invece il persistente silenzio della nostra città su questo gigante della storia del nostro Novecento, uno dei grandi protagonisti della stagione cattolico-sociale della prima metà del secolo scorso, tanto che non sono pochi gli studiosi - Gabriele De Rosa su tutti - che hanno avvicinato la figura a quella di don Luigi Sturzo, e saranno infatti solo i suoi incarichi vescovili che lo impegneranno per trent’anni (1914-1944) ad allontanarlo dalla ulteriore maturazione di quel percorso di approfondimento del magistero socio-religioso che lo stava elevando a figura emblematica fra le più rappresentative del nostro movimento cattolico nazionale in campo socio-politico. A beneficio di quanti sanno poco di questo grande personaggio della nostra più recente storia, ricostruiamo le tappe principali della sua vita a Barletta. Nacque a Barletta, in una famiglia benestante, il 21 maggio 1867 da Angelo Monterisi e Maria Decorato. In un ambiente profondamente religioso, preceduto dal fratello Ignazio, maturò in lui la vocazione sacerdotale. Gli studi Compì gli studi ginnasiali presso il Seminario interdiocesano di Bisceglie (1881-1886) alla scuola del rettore don Donato Dell’Olio, e quelli liceali a Roma, nel Seminario Vaticano (1886-1889). Frequentò i corsi universitari prima nell’Almo Collegio Capranica (dove conobbe Romolo Murri) e poi presso la Gregoriana dove studiò filosofia e teologia. Ordinato sacerdote il 15 agosto 1893, celebrò la sua prima messa nella chiesa S. Giovanni di Dio, a Barletta, così come nove anni prima aveva fatto suo fratello Ignazio. Si laureò in teologia e diritto canonico alla Gregoriana nel 1895 e in Lettere presso la Regia Università di Roma nel 1897. Durante la permanenza romana, insieme a Murri partecipava alle riunioni del Circolo Universitario Cattolico. Tornato in Diocesi nell’autunno del 1897, dopo il lungo soggiorno romano, fu chiamato a insegnare teologia nei Seminari di Bari, Trani e Bisceglie. In questi primi anni don Nicola esplicò, accanto ad un impegno didattico, anche uno sociale sotto l’impulso del barone napoletano Luigi De Matteis che promuoveva nelle città pugliesi la nascita di comitati civici parrocchiali e diocesani. Si avvicinava infatti ai problemi della gente e della società, vivendo da vicino i fermenti sociali che animavano un dibattito politico nazionale incentrato sulla possibile partecipazione dei cattolici alla vita politica. Monterisi, formatosi nella Roma leonina fucina di movimenti associazionistici sociali, coi quali aveva intrattenuto fecondi conAPRILE 2014 tatti collaborativi, trasferì a Barletta quel moto dello spirito, l’esigenza di impegnarsi nel sociale per una maggiore presenza della Chiesa nella società civile. Non era un progetto da poco e a Barletta Nicola lo illustrò ai suoi amici che come lui - seguivano quel movimento: oltre al fratello Ignazio, i fratelli Luigi e don Francesco Scuro e l’avv. Carlo Romanelli. Mons. Nicola Monterisi La nascita del circolo culturale Leone XIII E così, nel 1898, fu tra i propugnatori della nascita di un circolo cattolico cittadino costituito da una schiera di giovani animosi e pugnaci, in contrapposizione ai gruppi anticlericali sempre più aggressivi e intolleranti, nato dall’esigenza di impegnarsi nel sociale. Agli inizi del secolo si contrapponevano, a Barletta come nel resto del Paese, le forze politiche socialiste e i movimenti cattolici e anche da noi si delinearono ben presto due movimenti, quello socialista, rappresentato in Parlamento dal deputato andriese Orazio Spagnoletti, e quello popolare, composto da un gruppo di cattolici. I quali, il 19 marzo del 1900, presso casa Scuro, in via Baccarini, fondarono il Circolo culturale “Leone XIII”. Il Circolo, nato sotto la spinta del Congresso Regionale di Taranto, era dominato dalla forte personalità di don Nicola Monterisi, la figura più rappresentativa del movimento cattolico pugliese. La sua statura morale e culturale era talmente alta che, a parere dello storico Gabriele De Rosa, la sua azione politica e sociale non era molto lontana da quella di don Luigi Sturzo, al quale più volte la sua figura è stata associata. La nascita de “Il Buon Senso” Ma le idee, le proposte innovative non sarebbero andate lontano, se fossero rimaste chiuse all’interno di un dibattito elitario, così don Nicola si fece promotore, insieme a Luigi Scuro, Carlo Romanelli e Domenico Riglietti del periodico “Il Buon Senso”, che vide la luce il 10 agosto 1902, organo democratico cristiano, uno dei più longevi giornali cattolici del ‘900 pugliese, che don Nicola diresse per undici anni. Con “Il Buon Senso” il Monterisi volle dare uno strumento di lettura della situazione barlettana e un mezzo di comunicazione tra i laici cattolici di tipo nuovo. Ne “Il Buon Senso”, come ha osservato Vincenzo Robles, sembra maggiore l’attenzione alle questioni amministrative della città piuttosto che ai problemi religiosi della Diocesi. Era un quindicinale battagliero, di cui gli articoli più robusti per dottrina, più solidamente organici per forza di ragionamento, nelle polemiche politiche e sociali, erano suoi. Non si limitava all’approfondimento di tematiche culturali, ma affrontava anche IL FIERAMOSCA 21 Anniversario problemi attuali e concreti, puntando, per esempio, sulla formazione di società di previdenza e di mutuo soccorso fra contadini, artigiani e commercianti, e inoltre affrontava con cognizione di causa alcuni dei principali problemi strutturali cittadini, come il raccordo ferroviario e portuale con la città o le problematiche relative alla commercializzazione dei prodotti della sua agricoltura o la giusta mercede agli operai contestualizzata con gli orari di lavoro e le condizioni igienico-sanitarie in cui lavoravano. Insomma, più che sulle opinioni, la linea del giornale si caratterizzava per le proposte e più che sulle discussioni, sulla organizzazione operativa delle partecipazioni. Nel primo congresso dei democristiani pugliesi, svoltosi a Castel del Monte il 18 settembre 1902, Monterisi fu acclamato da circa 200 giovani partecipanti come vicepresidente. Va altresì sottolineata la rilevante parte da lui avuta nell’ultimo congresso dell’Opera dei Congressi cattolici a Bologna nel novembre del 1903, quando i contrasti tra Grosoli e Murri apparvero insanabili e determinarono lo scioglimento dei congressi cattolici. L’intervento nella politica cittadina Il circolo barlettano Leone XIII e “Il Buon Senso” si mossero verso un più incisivo impegno sociale, illuminato e intelligente, coraggioso e prudente, fondato sulla conoscenza dei fatti e delle situazioni; per questo Monterisi e i suoi amici decisero l’intervento nella politica della città, secondo l’indicazione di Luigi Sturzo, e il giornale del Monterisi rimane la testimonianza di quell’esperienza. Punto di riferimento per il Partito Popolare cittadino, instancabile animatore del movimento cattolico, don Nicola entrò nelle sue liste elettorali del 1904 venendo eletto consigliere comunale con 438 preferenze, con altri sei consiglieri, sette su quaranta. Nel 1905, per i tipi Laghezza di Trani, Monterisi pubblicò una biografia su S. Ruggero, la sua tesi di laurea, Leggenda e realtà intorno a S. Ruggero vescovo di Canne e patrono di Barletta (estratto da “Il Buon Senso”, annate 1904-1905). A proposito della storia locale ebbe a scrivere: La base essenziale per la nostra formazione intellettuale e culturale, è la conoscenza della storia locale per inserirla nella storia generale... Parroco del Santo Sepolcro S.E. Francesco Paolo Carrano, arcivescovo di Trani, nell’autunno del 1908, realizzando un progetto riorganizzativo risalente a un secolo prima, elevò la chiesa del Santo Sepolcro a parrocchia e chiamò a guidarla mons. Nicola Monterisi impegnatissimo, fino ad allora, nelle lotte politiche per l’affermazione della dottrina cristiano-sociale della Chiesa. La decisione, presa nel maggio del 1907 dall’arcivescovo, di creare nuove vicarie, col consenso del Capitolo cattedrale, fu determinato dalla necessità di alleggerire la gravosità dell’impegno di Santa Maria, specialmente quando - nel 1860 - era salita a rango di Cattedrale. Prima però di procedere a questa decisione, nel 1908 l’arcivescovo elevò la chiesa del Santo Sepolcro a terza parrocchia della città, dividendo solo l’anno dopo (1909) il distretto parrocchiale della Cattedrale in quattro vicarie: Santo Sepolcro, Santa Maria della Vittoria, Sacra Famiglia e la stessa Santa Maria che restava primaria. Oltre a nominarlo parroco della nuova parrocchia, l’arcivescovo, apprezzandone le elevate qualità intellettuali e la notevole preparazione culturale e religiosa, lo elevò all’ufficio di canonico teologo della Cattedrale metropolitana di Barletta. Negli anni di parrocato (1908-1913) don Nicola si distinse per lo zelo nell’organizzazione catechistica, nella predicazione, 22 IL FIERAMOSCA Unità d’Italia nel promuovere le vocazioni sacerdotali, nell’incrementare opere sociali, nella cura verso le famiglie povere e particolarmente verso gli ammalati. Infatti, nel 1910, mentre nella città infieriva il colera, don Nicola Monterisi si offrì come cappellano del Lazzaretto, condividendo la scelta del medico condotto Vito Lattanzio, di restare in quel luogo giorno e notte, dando un grande esempio di carità evangelica. Ma il suo impegno maggiore in quegli anni don Nicola lo riversò nell’azione socio-politica indirizzata a un’opera di formazione, attraverso il circolo “Leone XIII” e il periodico “Il Buon Senso”, contribuendo in maniera decisiva, con l’aiuto di alcuni amici, specialmente Luigi Scuro e Carlo Romanelli, alla formazione di una classe politica cittadina attorno al PPI, facendole acquisire una originale fisionomia di gruppo. Il 22 agosto 1913, lo stesso anno della scomparsa del fratello Ignazio, con bolla di papa Pio X, Nicola Monterisi fu elevato alla cattedra vescovile di Monopoli. Il 15 dicembre 1919, con bolla di papa Benedetto XV, fu nominato arcivescovo di Chieti e Vasto. Il 5 ottobre 1929 con bolla di papa Pio XI, fu nominato arcivescovo primaziale di Salerno. La sua mancanza, in città, in seguito alla sua partenza, rallenterà il processo di organizzazione partecipativa dell’elettorato cattolico alla conduzione della cosa pubblica cittadina. I primi effetti si percepiranno già in occasione delle votazioni amministrative del 12 luglio 1914, quando Monterisi si era allontanato dalla città per il suo nuovo ufficio vescovile. E tuttavia, nonostante la sua assenza, il movimento cattolico barlettano continuerà, specialmente sotto la guida di don Francesco Scuro e dell’avv. Carlo Romanelli, a impegnarsi sul terreno socio-politico, continuando la pubblicazione de “Il Buon Senso”. Così la data del 18 gennaio 1919, cioè del fatidico appello sturziano rivolto “a tutti gli uomini liberi e forti” non trovò impreparati i cattolici barlettani che furono i primi - il 26 gennaio - a costituire la sezione barlettana del PPI presso la sede del Circolo “Leone XIII”, a Palazzo Scuro, in via Baccarini. Il numero successivo de “Il Buon Senso” portava come sottotitolo “Organo di stampa del PPI sezione di Barletta”. Era ancora il forte magistero di mons. Nicola a ispirare e a sostenere l’impegno del Movimento cattolico cittadino, così, anche se lontano, egli continuò a interessarsi della sua città alla quale non farà mancare degli utili suggerimenti come quelli mandati al “Buon Senso” che pur pubblicati schermati dall’anonimato, sono facilmente riconoscibili dall’inconfondibile stile e dai forti contenuti sociali. Grande protagonista del ‘900 Mons. Nicola Monterisi fu un grande protagonista della storia del Novecento non solo barlettana ma anche pugliese e nazionale. Egli univa ad una vasta cultura, un innato senso della moderazione nella interpretazione del magistero della Chiesa. Prima il suo decennale impegno politico a Barletta, in ambito comprensoriale e regionale, poi la sua trentennale attività episcopale, lo avrebbero esposto all’attenzione del mondo cattolico italiano come uno dei più grandi vescovi del suo tempo, mostrandosi pastore di grandi vedute e notevoli capacità organizzative, oltre che uomo di Dio. Per avere un’idea di quanto la figura di Nicola Monterisi sia considerata nel novero delle grandi figure storiche del nostro cattolicesimo, basterà consultare il Dizionario storico del movimento cattolico in Italia dove la sua biografia è affiancata a quella di papa Montini e di Aldo Moro. APRILE 2014 LA MAGIA DEL TRICOLORE di Gaetano Nanula N ell’anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia 17 marzo 1861 - numerose e gradevolmente partecipate sono state le cerimonie celebrative imperniate sul valore evocativo dei nostri simboli più cari - l’Inno nazionale, la Costituzione e soprattutto il Tricolore - intorno ai quali è stato veramente consolatorio vedere radunato - oltre alle autorità ed alle varie rappresentanze istituzionali - tanto popolo, dai ragazzi delle scuole - le speranze del nostro futuro - a uomini e donne di tutti i giorni, con i lori problemi ma anche con la loro dignità e la loro consapevolezza di appartenenza ad una solida tradizione, con comuni radici, ben consolidate. Ascoltare ragazzi e adulti che - con la mano destra sul cuore cantavano all’unisono l’Inno di Mameli - la versione poetica del patriottismo - o percepire l’efficacia espressiva dei suoi versi, in rapporto al momento storico in cui ne fu colta l’ispirazione, o ascoltare la dotta lezione sul respiro internazionale della nostra Costituzione, come tappa evolutiva della civiltà giuridico-sociale di un grande popolo proteso verso valori di irreversibile libertà, desta ancora un sentimento di profonda commozione e sincero orgoglio. Ma è soprattutto il Tricolore che affascina, che trascina, che guida; il simbolo dell’Unità d’Italia, l’emblema del comune sentimento di partecipazione di tutti gli italiani ad un unico Stato, custode del prestigio e dell’onore della Nazione italiana in ambito internazionale. La Bandiera tricolore che, sventolando per la prima volta a Reggio Emilia, il 7 gennaio 1797, simbolo di una sia pur fugace libertà della Repubblica Cispadana, ha poi ispirato tutti i moti rivoluzionari del nostro Risorgimento, accompagnando il persistente sogno di indipendenza dei nostri patrioti - spesso il loro sacrificio - in un’epopea di riscatto nazionale che doveva finalmente portare, il 17 marzo 1861, alla proclamazione dello Stato Unitario. Certo, rileggendo la Storia in un’Italia ancora troppo giovane, non mancarono anche gli sbandamenti del Tricolore; il vessillo nazionale fu talora usato per guidare le truppe nella repressione degli scioperi; fu talora abusato per affermare soltanto l’autorità e non anche la solidale fratellanza dei cittadini. Ma il Tricolore rimase pur sempre il simbolo capace di raduTra la Cattedrale e il Castello, in pieno centro storico, sullo sfondo del mare e delle balze garganiche Il Covo delle Sirene è la cornice ideale per cerimonie, feste, meeting e aperitivi ristorante bar gelateria Barletta · Piazza Castello, 1 · Tel. 0883 346 514 www.ilcovodellesirene.it APRILE 2014 nare nei momenti più difficili le forze vitali della Nazione e seppe così compiere il miracolo di ricompattare l’esercito in rotta dopo la sconfitta di Caporetto, per guidarlo alla rivincita e alla vittoria, accompagnando il feretro del Milite Ignoto dal Carso al Vittoriano, per confermare - in un patto di dolore attraverso la penisola - l’Unità del paese. E seppe ancora - all’indomani di una sciagurata Seconda Guerra Mondiale, che vide alla fine la tragica realtà di italiani che combattevano contro altri italiani - rimettere in moto la macchina dello Stato e - nel segno della collaborazione e della solidarietà seppe salvare la Nazione dalla fame, proteggere la rinascita dell’attività economica; seppe chiamare i partiti a collaborare in un clima di solidarietà nazionale, per l’instaurazione di una nuova e moderna società democratica nella quale tuttora viviamo. Possiamo ora serenamente ricordare quei tragici momenti attraversati dal Paese e superati dalla forza aggregante del Tricolore; superati dal senso della coesione che ancora suscitava nell’animo degli italiani il richiamo dell’emblema nazionale; e nessuno si illuda: non possiamo minimamente pensare, soprattutto nel momento attuale, di grave crisi economica e morale, che del Tricolore si possa fare a meno. Come ha, qualche tempo addietro, scritto Mario Luzi, un grande poeta moderno, con la particolare sensibilità dei poeti, “senza il Tricolore - più o meno coscientemente tutti lo sappiamo - la nostra comunità non tiene, la nostra antica Nazione si disgrega, la sua immagine si decompone, il suo popolo torna ad essere un volgo disperso”. Dobbiamo dunque ancora amare la nostra Bandiera, come simbolo di fratellanza fra gli italiani, come fattore di progresso sociale, come speranza verso un’Italia sempre più giusta e sempre più unita, soprattutto nel momento attuale in cui, una crisi venuta da lontano, sta scaricando i suoi drammatici effetti su un intero popolo incolpevole, che sempre più abbisogna di concrete ed efficaci misure di solidarietà. Stringiamoci dunque, ancora una volta, sotto l’egida del Tricolore per una rinascita della nostra Nazione, per una ritrovata rivitalizzazione economico-industriale delle nostre capacità produttive, per combattere definitivamente i furbi della corruzione, i signori dell’evasione fiscale - soprattutto internazionale, attraverso l’ignobile parassitismo dei paradisi fiscali -, i manovratori incontrastati del credito - che dei capitali dispongono irresponsabilmente a proprio arbitrio -, i collusi con la criminalità organizzata - tutori spregiudicati dell’occultamento dei proventi illeciti -, i politici servi dei potentati economici. Tutto questo ancora nel nome del Tricolore, in un clima di vera fratellanza fra gli italiani. In alto, la bandiera di Bezzecca, il tricolore cucito e ricamato dalle orfanelle del Monte di Pietà nell’estate del 1866 e consegnato dal sindaco del tempo, Niccolò Parrilli, al colonello Menotti Garibaldi. Crivellata di proiettili durante quella battaglia, la gloriosa bandiera ci sarebbe stata restituita, dallo stesso Menotti, qualche mese dopo con espressioni di apprezzamento per il valore dei nostri combattenti che su quel campo si erano distinti. IL FIERAMOSCA 23 Urbanistica INTERVENTO DI RIORGANIZZAZIONE DELL’ASSETTO URBANISTICO DELLE AREE COMPRESE TRA VIALE ALIGHIERI, VIA D’ANNUNZIO, VIALE DA VINCI E VIA VITTORIO VENETO di Stefania Patella S 24 IL FIERAMOSCA APRILE 2014 i è tenuto lo scorso 18 marzo un incontro presso il Liceo Scientifico Cafiero di Barletta per illustrare il PIRU (Programma Integrato di Rigenerazione Urbana) di iniziativa privata, riguardante l’area compresa tra la maglia delimitata da Via V. Veneto a nord, da Viale D. Alighieri ad est, da Via G. Leopardi a sud e dal Viale L. da Vinci ad ovest. All’incontro hanno preso parte il sindaco Pasquale Cascella, l’ing. Bernardini, che ha avuto il compito di introdurre l’argomento spiegando l’iter approvativo del PIRU in oggetto (già deliberato nel 2011 dall’amministrazione comunale con delibera n. 5), lo studio Vitobello Associati, progettista dell’opera, rappresentato in sala dall’arch. Nicola Salvemini e l’arch. Fabio Vitobello, che hanno spiegato l’intervento proposto, e l’assessore Azzurra Pelle che ha voluto sottolineare come grazie a questi strumenti urbanistici si possa pensare ad una visione diversa, ma comunque organica, rispetto agli equilibri di un piano urbanistico, come il PUG, ancora nella fase di avvio. Di fatti - ha proseguito lo stesso assessore - l’area dismessa di notevole interesse visivo, ambientale e sociale, rappresenta un’occasione per gli abitanti della zona di riqualificare uno spazio, partecipando attivamente attraverso osservazioni e proposte che saranno raccolte attraverso il sito del comune. Ma vediamo di spiegare meglio di cosa si tratta: l’intervento interessa una maglia urbana, in stato di abbandono avente una superficie di 6.456 metri quadrati, ubicata tra via Dante Alighieri, viale D’Annunzio, via Leopardi e via Vittorio Veneto, sulla quale attualmente insistono opifici; è una maglia a cavallo tra due destinazioni urbanistiche, quella delle urbanizzazioni secondarie e quella sottoposta al piano urbanistico esecutivo - indicata come “comparto A” del piano particolareggiato esecutivo Vitobello ancora vigente -, rientrante più in generale nella maglia della cittadella dello sport, vista la sua posizione quasi di cerniera tra il vecchio ed il nuovo palazzetto dello sport. Le azioni di rigenerazione proposte per riqualificare questo ambiente costruito, oltre la demolizione degli opifici esistenti di circa 10.936 mc, sono le seguenti: 1. Realizzazione e successiva cessione gratuita in favore del Comune di Barletta della viabilità di servizio per 1.579 mq per il collegamento viario tra Viale D. Alighieri e Via Da Vinci, oltre che di un parcheggio pubblico di 687 mq; 2. La realizzazione e successiva cessione gratuita in favore del Comune di Barletta di un’area destinata a verde pubblico attrezzato di circa 1.590 mq all’interno dell’Unità Minima Intervento “A”, con annessa struttura pubblica destinata a ludoteca ed occupazione varia (destinazione d’uso attualmente mancante, sottolineata nel “terzo piano sociale di zona”), di circa 214 mq da annettere all’asilo nido presente; 3. Riqualificazione urbana attraverso la sostituzione edilizia e delocalizzazione su parti limitate all’interno delle stesse aree dei diritti volumetrici esistenti ed in contrasto ambientale-urbanistico con l’attuale destinazione; 4. La ritipizzazione perequativa della superficie residua riveniente dal Sub Comparto “A” del previgente P.P.E. da destinare alla residenza e servizi annessi, 5. Lo sfruttamento della premialità del 35% di cui agli artt. 7 e 7bis della L.R. n. 21/2008, così come modificata ed integrata dalla L.R. n.14/2009, al fine di incentivare gli interventi di sostituzione edilizia e delocalizzazione. Il progetto a realizzarsi del PIRU (Programma Integrato di Rigenerazione Urbana) Lo stato attuale dell’area interessata dal PIRU vista dall’alto APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 25 Urbanistica Chiesa Tradotto in termini comuni, significherebbe avere il risanamento dell’ambiente urbano attraverso percorsi della mobilità ciclabile, aree pedonali e spazi aperti ad alto grado di permeabilità (obbligo previsto dalla legge regionale n. 21/08), il miglioramento della viabilità della zona e dei parcheggi, un’area per interesse pubblico con una ludoteca, che potrebbe andare ad ampliare il già esistente asilo comunale, e la realizzazione di due edifici residenziali privati di circa 14.768 mc. Un intervento interessante che mette d’accordo il pubblico, che si riappropria di uno spazio attrezzato al servizio della collettività, e il privato, che in questo modo ha la possibilità di esprimere le potenzialità edificatorie dell’area; ma anche un’operazione di ricucitura del tessuto urbano, resa possibile da questo strumento (il PIRU) di nuova concezione, sicuramente più snello rispetto ai piani più generali (come il PUG) e più adatto al continuo variare delle esigenze degli abitanti. Cos’è un Programma Integrato di Rigenerazione Urbana? La Regione Puglia, promulgando la Legge n. 21 “Norme sulla rigenerazione Urbana” del 29 luglio 2008 ha inteso promuovere “… la rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socioeconomiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati.” Nello specifico, i Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana, così come affermato all’art. 2, “sono strumenti volti a promuovere la riqualificazione di parti significative di città e sistemi urbani mediante interventi organici di interesse pubblico”. Essi devono mirare alla: - riqualificazione dell’ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici, garantendo la tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio storico culturale, paesaggistico e ambientale; - riorganizzazione dell’assetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazione di urbanizzazioni, spazi verdi e servizi e la previsione delle relative modalità di gestione; - contrasto dell’esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo abitativo, socio-sanitario, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello sviluppo; - risanamento dell’ambiente urbano mediante la previsione di infrastrutture ecologiche quali reti verdi e blu finalizzate all’incremento della biodiversità nell’ambiente urbano, sentieri didattici e museali, percorsi per la mobilità ciclabile e aree pedonali, spazi aperti a elevato grado di permeabilità, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’adozione di criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico nella realizzazione delle opere edilizie. Tutto questo, come sottolinea la legge, deve essere attuato attraverso: l’interazione tra attori pubblici e privati nella progettazione e attuazione del programma; la partecipazione degli abitanti alla elaborazione delle proposte al fine di garantire risposte ai bisogni, desideri e aspettative; promuovere la riqualificazione dell’ambiente costruito ai fini di promuovere l’occupazione e contrastare l’esclusione sociale. S. P. 26 IL FIERAMOSCA PRESENTATA A TRANI LA BIOGRAFIA DI S. NICOLA IL PELLEGRINO DI PADRE CIOFFARI Costituita “Future Center Barletta BAT” La Cisl territoriale socio fondatore I n data 12 marzo è stata costituita l’associazione “FUTURE CENTER BARLETTA BAT”, composta dalle associazioni sindacali e datoriali aderenti al PESCNEL. L’associazione ha sede in Barletta ed ha come finalità principale la creazione di un “Hub Creativo per lo sviluppo sostenibile ed integrato del territorio di Barletta” e di un “Centro di Competenza per la Salute, la Sicurezza e la Sostenibilità”. L’associazione opererà all’interno del complesso di archeologia industriale dell’ex distilleria del Comune di Barletta. La finalità è stata oggetto di condivisione tra le parti sociali sottoscrittrici del protocollo per la istituzione del tavolo di concertazione con l’Amministrazione del Comune di Barletta in qualità di comune capofila del Piano Strategico d’Area Vasta Vision 2020. L’associazione non ha scopo di lucro, ed ha lo scopo di realizzare attività innovative finalizzate a promuovere lo sviluppo sostenibile ed integrato al territorio, attivando processi di animazione economica dei sistemi produttivi locali e di costruzione sociale dell’innovazione e della creatività. Le suddette attività avranno lo scopo di favorire la realizzazione di progetti di sviluppo territoriale su tutti i settori di attività economiche (agroalimentare, industria, artigianato, energia-ambiente, trasporti-logistica, turismo, beni culturali, commercio e servizi sociali), il tutto in relazione alle specifiche normative e programmi “Europei, Nazionali, Regionali e Provinciali”. Le attività dell’Associazione possono essere realizzate anche nell’ambito di progetti di cooperazione territoriale, regionale, nazionale ed europea, in associazione con altri soggetti aventi finalità similari. La Cisl territoriale di Foggia ha aderito all’associazione in qualità di socio fondatore, rimarcando in tal senso l’attenzione dell’organizzazione ai temi dello sviluppo, dell’occupazione, della ricerca, della formazione e del ruolo che il partenariato può esercitare in ambito territoriale in collegamento alla programmazione europea 2014-2020. N el corso di una partecipata assemblea, presso Palazzo San Giorgio, a Trani, è stata presentata la biografia di S. Nicola il Pellegrino, patrono di Trani e dell’Arcidiocesi. Vita, critica e messaggio spirituale, di padre Gerardo Cioffari. Presenti alla importante serata, oltre all’autore, padre Rosario Scognamiglio docente di Teologia Patristica, S.E. mons. Giovan Battista Pichierri e mons. Savino Giannotti, animatore e moderatore dell’incontro, gratificato dalla presenza del sindaco avv. Luigi Riserbato che ha portato il saluto della città, non senza prima avere avuto parole di apprezzamento per l’importante opera e di plauso per la casa editrice che l’ha realizzata. Una chiesa S. Nicola il Pellegrino, un santo venuto da lontano, proprio come S. Nicola di Bari. NICOLA IL PELLEGRINO (1075-1094), il giovane pellegrino di Stiro (Focide, Grecia), viveva al tempo in cui Roberto il Guiscardo e il figlio Boemondo realizzavano la loro spedizione in Grecia mirando a Costantinopoli. Era anche il tempo in cui i baresi riuscivano nell’impresa di portare nella loro città le reliquie di S. Nicola di Mira (Turchia). La sua è una figura affascinante, sul tipo dei pazzi per Cristo greci e russi. Armato di una croce ed al grido del Kyrie eleison tentava di risvegliare le coscienze, richiamando alla radicalità del Vangelo, e ricorrendo con frequenza alla provocazione. La mistica bizantina dell’XI secolo è vissuta da lui con coerenza, non come un sistema di concetti, bensì come reale esperienza. Il patrono di Trani è uno dei santi più solidi dal punto di vista della critica storica. Sono pochi, infatti, i patroni «pugliesi» che godono di un corpus documentario così ricco ed interessante. L’Anonimo di Bartolomeo, Adelferio di Trani e Amando di Trani, tutti coevi agli avvenimenti narrati, offrono una documentazione agiografica che solo pochi grandi santi possono vantare. E ora due parole sull’autore dell’importante saggio, Padre Gerardo Cioffari. Nato a Calitri (AV) l’1 dicembre 1943, è entrato nell’Ordine Domenicano ed ha studiato filosofia e teologia a Napoli, Roma, Friburgo (Svizzera) e New York (Seminario Ortodosso di St. Vladimir). Nel 1977 a Roma ha conseguito il Dottorato in Scienze Ecclesiastiche Orientali. Membro della comunità di S. Nicola di Bari, insegna «Storia della teologia orientale ed occidentale», nonché «Storia della teologia russa» nella Facoltà Teologica Pugliese. Dal 1980 è direttore del Centro Studi Nicolaiani e dal 1990 dirige la rivista Nicolaus. Studi Storici. Le sue opere principali sono: La leggenda di Kiev, Bari 1980; Storia della Basilica di S. Nicola. L’epoca normanno-sveva, Bari 1984; Storia dei Domenicani in Puglia (1221-1350), Bari 1986; S. Nicola nella critica storica, Bari 1987; Breve storia della teologia russa, Bari 1988; San Nicola di Bari, Ed. Paoline, Alba (Cuneo) 1988; Gli zar di Serbia, la Puglia e S. Nicola, Bari 1989; Viaggiatori russi in Puglia (con G. Dotoli), Schena, Fasano 1991; Agiografia in Puglia. I Santi tra critica storica e devozione popolare (con A.M. Tripputi e M.L. Scippa), Ed. P. Malagrinò, Bari 1991; Storia della Chiesa di Bari. Dalle origini alla fine del dominio bizantino (1071), Bari 1992; Storia dei Domenicani nell’Italia Meridionale (con M. Miele), in 3 voll., Editrice Domenicana Italiana, Napoli-Bari 1993; Domenicani nella storia, I-II, Bari 2005/2010. M Free W F ARMACIA OSI spot LUPO DI MARE Bra c eri a di p e s c e NON SOLO FARMACI Piazza Marina, 52 - BARLETTA Tel. 0883/885040 - 339.4853985 FARMACIA POSI del Dott. Fabio Rocco Posi Via A. Casardi, 22 - Barletta tel. 0883 531209 - fax 0883 330616 - [email protected] APRILE 2014 APRILE 2014 www.lupodimarebarletta.it [email protected] IL FIERAMOSCA 27 In città In città NOTIZIE IN BREVE SALVARE IL PAESAGGIO, DIFENDERE IL TERRITORIO INCONTRO A CURA DEL COMITATO DI BARLETTA… Organizzato dal Comitato di Barletta Aderente al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra ed il Paesaggio un incontro presso la Sala rossa del Castello sul tema “Salviamo il paesaggio, difendiamo il territorio” in occasione della presentazione del libro “Salviamo il paesaggio” di Luca Martinelli, giornalista della rivista “L’altraeconomia”. Oltre all’autore presenti all’evento Raffaele Lopez (portavoce del Comitato di Barletta), Michela Diviccaro come lettrice e Pino Curci come moderatore. (FOTORUDY) ESTHER LAROSA PRESIDENTE REGIONALE CTG Esther Larosa, dopo una lunga militanza nel CTG cittadino (Centro Turistico Giovanile) e poi come delegata provinciale, è stata eletta all’unanimità presidente regionale per il quadriennio 20142018. L’elezione è avvenuta nel corso dell’assemblea regionale svoltasi nella chiesa di S. Antonio, in previsione del Congresso Nazionale che si terrà a Verona dal 31 maggio al 2 giugno. Il CTG, costituitosi a Barletta vent’anni fa per la promozione del turismo e della cultura locale, negli obiettivi programmatici della nuova presidente, c’è quello di dare maggiore visibilità all’associazione, per avvicinare maggiormente i giovani agli intenti sociali del CTG nel settore turistico e socio-culturale, nonché realizzare progetti di interscambio tra i gruppi presenti in tutte le province. CONCERTO DI BENEFICENZA “MUSICA PER IL CUORE” Presso il Circolo Unione, il Lions Club Barletta “Lèontine De Nittis” presidente Giovanna Cristiani Mazzola , in collaborazione con il Circolo Unione, presidente Francesco Morella, ha organizzato un concerto di beneficenza. È stato un omaggio ad Ennio Morricone ed alla sua musica evergreen. Hanno suonato i maestri Piccialli, Ciliberti, Palmitessa, Nanula, con la splendida voce del soprano Marilena Gaudio. La raccolta fondi è stata destinata all’associazione Bat Cuore, responsabile il dott. Antonio Carpagnano, per l’acquisto di un defibrillatore di cui verrà dotata una scuola media della nostra città. Il dott. Carpagnano, nel ringraziare gli organizzatori ed il folto ed attento pubblico, ha illustrato ai presenti quanto la Bat Cuore sta realizzando per la prevenzione delle patologie cardiologiche. 28 IL FIERAMOSCA LUIGI LANOTTE CONSIGLIERE NAZIONALE AC Luigi Lanotte, di Barletta, è stato eletto Delegato Regionale, dal Consiglio regionale elettivo di Azione Cattolica, (composto dalle Presidenze diocesane delle 19 diocesi di Puglia), riunitosi a Corato, 29 e 30 marzo per eleggere la Delegazione regionale, per il triennio 2014-2017. Il Delegato Regionale diventa membro di diritto del Consiglio nazionale di AC. L’AC diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, che quest’anno 2014 festeggia i 25 anni dall’unificazione delle tre diocesi, per la prima volta ha un proprio rappresentante nel Consiglio nazionale di Azione Cattolica, pur considerando le tante collaborazioni da sempre presenti in Centro nazionale di AC da parte della nostra diocesi. Luigi (per tutti Gino) è Presidente parrocchiale dell’Associazione in S. Paolo Apostolo a Barletta, riconoscendo la sua formazione personale e associativa presso la Parrocchia Sacra Famiglia di Barletta. UTILE CONFRONTO SUI FONDI EUROPEI Utile confronto, nella sala consiliare, fra esponenti del mondo politico locale e regionale sui fondi europei per il periodo 2014-2020. A beneficio dei cittadini, ma soprattutto degli operatori economici. Il problema della utilizzazione (ma nel nostro caso sarebbe meglio dire “della mancata utilizzazione”) di questi fondi, ha costituito il tema di dibattito nel corso di un convegno al quale hanno partecipato, oltre ad esponenti politici ed amministratori locali, anche espressioni istituzionali di livello provinciale e regionale. In realtà Barletta è una delle città che meno hanno utilizzato questi fondi in passato, con grave pregiudizio delle nostre possibilità di rilancio della nostra economia cittadina e comprensoriale. IL CONSIGLIO PASTORALE INCONTRA LA GIUNTA COMUNALE Il consiglio Pastorale di Barletta costituito dai rappresentanti delle 21 parrocchie cittadine e delle associazioni ecclesiali, ha incontrato la Giunta Comunale di Barletta nella sala dell’ex Convento S. Domenico per dibattere su varie questioni attuali soprattutto in ordine alla famiglia, al lavoro, all’ambiente. È SCOMPARSO IL GIUDICE LOVECCHIO Si è spento, a 65 anni, vinto da una malattia incurabile il giudice Antonio Lovecchio. Tranese, iniziò la sua carriera quale pretore di Vittorio Veneto, passato poi alla giurisdizione penale. A Trani assunse infatti le funzioni di giudice per le indagini preliminari fin dalla costituzione di quell’ufficio, dopo la riforma del codice penale del 1989. Nel contempo fu anche coordinatore dell’ufficio GIP-GUP, funzione che mantenne fino al maggio del 2005 quando passò a presiedere la sezione civile del Tribunale di Trani; quindi il trasferimento a Bari, ultima sua sede. Fu anche vicepresidente di sezione della Commissione Tributaria di primo grado e componente del Consiglio giudiziario della Corte d’Appello. Noi lo abbiamo conosciuto come un magistrato preparato ed equilibrato e abbiamo avuto il privilegio, qualche anno fa, di partecipare ad un confronto - nel Circolo Unione di Bari sulla figura del monarca staufico Federico II di Svevia Statista e legislatore. IL 6 APRILE IL CLUB UNESCO DI BARLETTA HA CELEBRATO LA GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO Presso la sala della Comunità S. Antonio di Barletta, il Club UNESCO di Barletta, in collaborazione con l’Università della Terza Età e la Società Italiana di Sociologia, ha celebrato la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore proclamata dall’Unesco nel 1995 in omaggio a tre grandi autori: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega, scomparsi il 23 aprile. Al centro dell’iniziativa la promozione della lettura come motore di sviluppo culturale e sociale che amplia la visuale e la allarga fino ad intravedere “nuovi orizzonti di pace”, secondo lo slogan della serata. Infatti il “Lessico interculturale” ha coinvolto 55 studiosi di varie aree disciplinari per favorire lo scambio di idee su temi di sempre maggiore attualità. Una delegazione diocesana a Tricase per i 90 anni di Mons. Cassati Arcivescovo emerito di Trani-Barletta-Bisceglie Una delegazione diocesana, di circa 50 persone tra sacerdoti, diaconi e laici, guidata dall’Arcivescovo Giovan Battista Pichierri, lunedì 7 aprile, si è recata a Tricase per il 90° compleanno di S.E. Mons. Carmelo Cassati, Arcivescovo emerito di Trani-Barletta-Bisceglie. È stata l’occasione per confermare la stima e l’affetto verso l’Arcivescovo che è stato pastore dell’Arcidiocesi dal 1990 al 1999. Egli vive a Tricase (Lecce), dove è nato il 6 aprile 1924, presso l’Oasi Santa Marcellina-Ospedale “Card. G. Panico” e in tutti questi anni i contatti con lui da parte di diocesani (arcivescovo, sacerdoti, diaconi e laici) sono stati frequenti e costanti nel tempo. La delegazione diocesana è partita nella mattinata e, dopo una sosta ad Alessano (circa 5 chilometri da Tricase) per una preghiera sulla tomba del Servo di Dio don Tonino Bello, nel pomeriggio ha incontrato Mons. Cassati. Momento culminante della giornata è stata la solenne celebrazione nella Chiesa Madre di Tricase, con la partecipazione del clero ugentino e i Cardinali, Arcivescovi e Vescovi pugliesi, e di Mons. Michele Seccia, nativo di Barletta, Vescovo di Teramo-Atri. A Mons. Carmelo Cassati gli auguri della redazione de “Il Fieramosca” e dell’Editrice Rotas. “LA PIZZA AL FUNGO DIVENTA MONDIALE!!!” Questo è l’importante traguardo raggiunto ed ascrivibile interamente alla qualità delle attività formative, svolte a Barletta sinergicamente dall’Associazione Pizzaioli Pugliesi e Lucani nel Mondo e dalla Confcommercio cittadina. Il 17-18-19 marzo nella città della Disfida e da ogni parte del Mondo sono giunti oltre duecento partecipanti che si sono contesi i 39 trofei in palio e che sono stati assegnati ai vincitori delle varie discipline al termine delle 13 gare programmate. IL MAESTRO IANNONE IN TOURNÉE Il maestro Pasquale Iannone ancora una volta in tournée, questa volta in Belgio presso il Castello di Ursel, in Italia a Catania e quindi a Taranto, Milano e Pescara, sia come musicista che come docente di pianoforte. In estate, a metà giugno, sarà giurato nel Concorso internazionale a Salt Lake City. Virtuoso del pianoforte, il maestro Iannone continua a raccogliere unanimi consensi per le sue eccezionali qualità artistiche, sia come solita che come docente di giovani talenti. APRILE 2014 APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 29 Settimana Santa I RITI DELLA SETTIMANA SANTA Quell’ora di meridiana tristezza… PEDICO I riti della Settimana Santa raccontati da Michele Tupputi È ritornata la Settimana Santa, a Barletta, con i suoi riti. L’aria, di questi tempi, pare più tranquilla e più mite, c’è come un’attesa nel cielo ora terso, ora ricoperto di nuvole esili e sparpagliate che fermano anche l’azzurro del cielo. S’è insinuata nell’aria anche una nebbia, una nebbiolina leggera, fumosa, attorno all’alone rossastro della risorta luna e sotto le coppe semisferiche dell’illuminazione cittadina. Qualcosa di umido impregna gli uomini che, a sera, indugiano pigramente sul gran corso cittadino ricreando un senso di benessere, di modesta felicità che pur li accompagna alle case ricche o misere ma chiuse sul solito mondo dalla pace domestica. C’è come un senso di festa, ma sobriamente compresso dalla sensazione inconscia di attesa che un dolore tramandato da secoli di religiosità insinua negli animi. Al credente ripropone la Settimana Santa la grande meditazione dell’Uomo paziente ed umiliato che, potendo gli uomini dominare dall’alto dell’Onnipotente giustizia, preferì accomunarsi a loro nel dolore e nella sofferenza assumendo in sè la fragilità della carne. Lo scettico per convinzione, pur rifiutando un rito che può offrirgli allitterazioni blasfeme, tuttavia non può trattenere un senso di smarrito stupore di fronte alla tristezza che ha invaso le cose e gli uomini, al tono dimesso delle chiese che coprono immagini e quadri col violaceo panno della penitenza. Via F. d’Aragona, 46 - angolo Via S. Antonio Barletta Una processione del Venerdì Santo del 1992 (FOTORUDY) APRILE 2014 Vive Barletta la sua ora di meridiana tristezza in Piazza Plebiscito. Tra radi alberi, alti tronchi persi tra fogliame sparso, celebra il dramma della vita e della morte. Di fronte al mare, che una chiesa o un palazzo nasconde, al grande mare che fu palpito di commerci e di scambi, e che diede alla città la misura della sua fruibilità, s’erge un palco di umili travi delimitato da pali che, a guisa di funebre baldacchino, sono ornati da nero panno di dolore e di sconforto. Nereggia la piena di uomini che scendono dalle vie e viuzze che tutte confluiscono nell’antico cuore della città; sono venuti in fretta dalla campagna ariosa per consumare un sobrio pasto ad ora insolita per i contadini che solo il crepuscolo riassorbe di solito nella città da cui non si sono mai staccati, portatori di un’ancestrale plurisecolare diffidenza per la piana che il favonio brucia d’estate e la tramontana gela d’inverno. Hanno portato con sè le donne ed i figlioletti alle tre del pomeriggio, stupiti di ritrovarsi tutti nelle vie, nelle piazze, sopra i balconi, sulle terrazze, dietro le finestre affollate di sguardi di occhi amici. Barletta vive solo in Piazza Plebiscito alle tre del pomeriggio del Venerdì Santo: c’è un sommesso silenzio in tutti gli altri rioni e quartieri. Se qualcuno è nella strada è solo per dirigere, frettolosi, i suoi passi verso la Piazza centro di un rito, di una passione, di una comune fede. Premono da ogni parte per scorgere, tra un cappello ed un’acconciatura alta di capelli femminili le varie bandiere che, tra alberi radi con sparso fogliame, sventolano debolmente come insegne tramontanti di guerrieri sconfitti. Avanza e lenta si snoda la processione: viene dalle vecchie strade malsane, umili e scure che, immutate dal tempo, offrono ancora l’immagine e la misura di un piccolo quartiere rurale, in cui le relazioni umane sono note poiché si intessono per la strada e nella strada. Vecchie, malsane vie del quartiere S. Giacomo, IL FIERAMOSCA 31 Briciole d’archivio Settimana Santa Corso Garibaldi, 180 - Tel. 0883.534389 - Barletta NESSUNO MAI POTRÀ + UDIRE LA MIA VOCE di Deborah Riccelli Palomar pp. 128 - i 14,50 Si può morire per amore? Una domanda che probabilmente si pone chi nutre un sentimento non corrisposto o chi è stato lasciato dalla persona che amava. Risposta che l’autrice rifiuta possa rappresentare una qualsiasi giustificazione, se non farneticante, a coloro che “uccidono” non per amore ma solo per possesso e brama dell’avere. La nostra autrice cancella senza esitazioni, tutte le convenzioni di una narrativa di “routine”, lasciando la parola a Francesca, trovata nuda in un fienile. L’autrice dona la parola alla vittima, che grazie ad una vita “post mortem” fa da cronista al suo omicidio e nel contempo a tutte quelle vittime rimaste silenziose a cui bisogna dare una storia di verità: da Veronica, Antonella, Luciana e Santa. Fatto assolutamente insolito è che la macchina da presa punta il suo obiettivo non sull’io narrato, protagonista della storia passata ma sull’io che narra, sulla sua attuale, straordinaria esperienza memoriale “post mortem”. Riemergono nella sua coscienza come se non avessero mai abbandonato il flusso della sua vita, i momenti felici della breve esistenza, la consapevolezza acquisita, l’incredulità per la violenza subìta, la volontà di giustizia per le tante altre vittime: la riflessione e l’esame di coscienza sono demandati al lettore. LA FILOSOFIA DEL GATTO Conosci il tuo gatto per conoscere meglio te stesso Cosa significa avere un gatto? Perché lo si sceglie come compagno nel viaggio della vita? di Salvatore Patriarca Newton Compton Editori pp. 256 - i 5,00 L’amore per i gatti è un sentimento del tutto particolare, che di volta in volta si colora degli aspetti e delle sfumature più disparate. Perché una filosofia del gatto? Perché la filosofia, nel senso platonico, è sorpresa, meraviglia, e niente più del gatto è meraviglia quotidiana. Ragione per cui queste pagine si interrogano su tutto ciò che riguarda il felino: dalla sua interazione con il padrone al modo in cui vive e rielabora concetti umani. Qual è il fine di un’indagine approfondita delle dinamiche che regolano la sua vita? Nel provare a far luce sul mistero felino c’è forse l’esigenza di comprendere se stessi e ciò che il gatto, silenziosamente, rappresenta. 32 IL FIERAMOSCA avete atteso un anno, dodici lunghi mesi per riavere, sul selciato sconnesso e pulito solo qualche ora fa, gli uomini delle congregazioni e delle Pie Associazioni che sfoggiano lunghi camici bianchi con nastri, sciarpe e mantelline di colori diversi ed a volte sgargianti. Qualcuno, più spesso l’alfiere del gonfalone e del labaro di ciascuna congregazione, procede a piedi scalzi con un cappuccio che nasconde il volto e fa luccicare da due strette feritoie gli occhi. Rumori sordi e rauchi, nel silenzio sospeso, emettono le “trozzole” primordiali strumenti della “Passione”. Scandisce il passo esitante, lento, inframmezzato da lunghe pause dovute ai raccordi fra i vari tronchi della processione una banda che suona musiche funebri ora ispirate, inespressive ma sempre accorate, tristi, dolenti. Chi canta al centro della piazza gremita, sotto il palco su cui quattro ministri di Dio, scalzi pur essi, hanno posato l’urna contenente Gesù vivo? Sono i coristi che pervasi dal volume robusto della voce piuttosto che dall’armonia polifonica, ebbri esaltano il Cristo “pro nobis oboediens” convinti che il dolore va gridato, va urlato alla gente che è ferma per ascoltarli. Il pianto urlato per il morto è antico retaggio della mia terra: la sofferenza contenuta, ma non per questo meno lacerante, verrà dopo ai credenti più colti. L’urlo di dolore ereditammo sin dalla nera tragica disfatta di Paolo e Varrone sull’Ofanto sotto la fatale collina di Canne di fronte al mare che il Cartaginese aveva domato; esso precorse la pianura breve sino a Barletta, riempì le case e gli spiriti e gli uomini distruggendo la quiete trepida ed ansiosa. Dolore non v’è se non c’è grido, urlo struggente, lacrime maceranti, annullamento di se stessi. D’istinto, quindi, all’aria immobile, al cielo cupo, alle finestre affollate lanciano l’”usque ad mortem” i coristi che musica non sanno, armonia non amano e, gonfie le vene della gola, l’inno sacro che fu del Curci tramutano nell’ancestrale lamento di disperazione per il “morto”. Ciò che avviene dopo non conta; cantato l’inno, la processione defluisce per strade vetuste di storia verso la Cattedrale, sul mare. Il grande spettacolo è finito col lamento antico: ritornano tutti per vie diverse con passo lento, discutendo ed intessendo di nuovo i piccoli rapporti, cominciando di nuovo a sperare, a soffrire ognuno per proprio conto. Ritorno anch’io per vecchie strade, di fronte al mare che è verde e bruno, immobile anch’esso or che il vento non lo accarezza: l’orizzonte è silenzioso: appena libra il suo volo una rondine peregrina. Oltre la curva del litorale ofantino, avvicinandomi con lo sguardo alle mie case, una massa di cipressi neri proietta violentemente il cimitero. Ma sotto il piccolo poggio, negli arenili che la natura ed umane opere hanno strappato all’Adriatico, è tutto un nuovo verde: l’insalata, regina degli ortaggi è là: piccola nella piantina che ieri misero a dimora tondeggiante e fruttuosa nei poderi pronti per il raccolto. Farà lunga strada sui treni refrigerati in Italia ed all’Estero. La vita, non potendo vincere la morte, la ignora e la supera coll’operosità volta a traguardi sempre futuri perché nell’attesa del futuro, che pur porterà la morte, essa più intensamente vivifica uomini e cose. Per davvero l’aria è più mite, il Venerdì Santo, a Barletta. 20 aprile - 5 maggio 1962 APRILE 2014 … e il campanile del S. Sepolcro venne giù all’ordine del sindaco “Mo scòffl” di Michele Grimaldi N el secolo scorso più di ogni altro tempo o stagione, nella nostra Città, nel silenzio generale o quasi, si sono succeduti avvenimenti, relativamente all’edilizia, che hanno lasciato senza parole e più vengono approfonditi, meno si è in grado di ragionarci su per raccontarli e soprattutto per capirli. Quanto accadeva era gravissimo e imperdonabile innanzitutto perché ci si trovava dinanzi ad una Istituzione (l’Amministrazione comunale) che utilizzava il proprio potere peggio di qualsiasi monarchia assoluta dell’ancien régime, che non dava facoltà di parola tantomeno di replica alle istanze dei cittadini, assecondando logiche in contrasto con le proprie funzioni. Insomma, se lo scempio fosse accaduto oggi, ci sarebbero stati tutti i presupposti per avviare un’indagine sulle capacità professionali dei firmatari dell’istruttoria, andando a verificare l’operato nel medio e lungo periodo. In secondo luogo, si darebbe dovuto analizzare l’effettiva utilità e presenza sul territorio dell’allora Soprintendenza ai monumenti pugliesi di Bari e la Direzione delle Belle Arti di Roma. Credevamo, a questo punto sbagliando, che paragonare il passato con l’incompetenza, la superficialità e le fin troppo evidenti intenzioni (detto con chiarezza: un uso arbitrario e speculativo del luogo finalmente liberato di un “vecchio” e “cadente” edificio) di chi opera oggi nel campo amministrativo di ogni genere, grado e località, sarebbe stato un inutile esercizio dialettico. Purtroppo non è così e per questo chiediamo venia. A farmi formulare questa amara e triste considerazione è lo studio degli atti, facenti parte dell’archivio storico del Comune di Barletta, che riguardano l’abbattimento del campanile della Chiesa del Santo Sepolcro. L’originale campanile gotico, collocato sul transetto, venne una prima volta danneggiato dall’evento sismico del 1456 e successivamente riparato ma nulla si poté a seguito dei danni gravissimi subiti a causa dei terremoti del 1727 e del marzo 1731 in seguito ai quali venne demolito. Si pensò, subito dopo la demolizione, di sostituire l’abbattuto con un nuovo campanile. Non si attese più di tanto infatti iniziarono alacremente i lavori di costruzione del nuovo campanile barocco realizzati su impostazione dell’architetto Vito Valentino da Bitonto APRILE 2014 e portati a termine tra il 1736 e il 1737. La struttura aveva sulla sua sommità un lanternone su cui era sistemata una palla di rame contenente delle reliquie e su cui svettava la croce di Malta con la banderuola in traforo rappresentante la croce Patriarcale. La “pace” durò quasi 270 anni sino a quando, cioè, la scomparsa definitiva del campanile ebbe il suo compimento. La triste “storia” ebbe il suo prologo già alla fine del XIX secolo allorquando all’Ufficio d’Arte (l’attuale Ufficio Tecnico) giunsero le prime segnalazioni sulla precaria stabilità del campanile del S. Sepolcro in quanto erano state constatate, su uno dei quattro pilastri, lesioni esterne ben visibili. Naturalmente le voci di qualcosa che non andava arrivarono al Genio Civile che immediatamente, tramite ordinanza prefettizia, impose di Fig. 1 - Il campanile del Santo Sepolcro provvedere d’urgenza a stilare un progetto di restauro. Come spesso accade ancor oggi, la somma stanziata dal Comune (£. 3.335,05) per dare attuazione a quanto previsto dall’ordinanza, stentava e non di poco, a coprire le sole spese per i lavori propedeutici come la costruzione dell’impalcatura. Comunque la macchina fu messa in moto e il gruppo formato da ingegneri e capi-tecnici svolse i rilievi dai quali risultarono pareri a dir poco discordanti dovuti, anche, alla difficoltà oggettiva a raggiungere i posti da esaminare (all’epoca non esistevano moto scale!). Per eliminare questo non insignificante problema, il Comune dovette costruire una passerella esterna che circondava e fasciava, come la famosa “poupe ‘mbassate”, il campanile (fig.1) e dava modo ai tecnici di salire fino in cima. Ovviamente furono adottate misure in grado di evitare danni alle persone e cioè furono puntellate le parti più a rischio, chiuse le vie adiacenti e sgomberati gli edifici più prossimi alla Chiesa (ricordate questo ultimo passaggio). Tutto il “bailamme” che ne conseguì (dal vocabolario Treccani “bailamme: Confusione e grida di gente che va e viene, baraonda”) unito a molteplici e discordanti pareri, più o meno tecnici, forniti da figure per l’epoca non certamente di secondo piano tipo gli ingegneri Spadavecchia, Milano e Passaretti e i mastro-muratori Scuro, Binetti e Buonvino, portarono alla ferale ed anche contrastata duplice (?) IL FIERAMOSCA 33 Briciole d’archivio Ricordo opzione che il campanile andava o abbattuto oppure riparato anche prospettiva da un “mambrone” (in slang barese il termine è utilizzato se, quest’ultima, non dava soverchie garanzie sulla tenuta, nel tempo, per identificare qualcosa di grosso e/o voluminoso, generalmente della struttura (al confronto Jacques de Chabannes de La Palice con le fastidioso) e per giunta pericolante. sue affermazioni si sarebbe potuto paragonare a Salomone). La tragedia (o la commedia ?) comunque non era terminata perché, Tra i “no pasaran” della demolizione c’era il conservatore nel solco del celeberrimo Giulio Cesare di William Shakespeare, ingegner Passaretti strenue difensore delle ragioni storiche e di mancava l’orazione funebre di Marcantonio (alias Milano) sulla estetica cittadina che supportavano la sua contrarietà all’abbattimento salma trafitta di Cesare (alias Campanile). del monumento. Dopo lavate di mani alla Ponzio Pilato (leggi ing. Giunse puntuale a conclusione del Consiglio Comunale del 26 Spadavecchia capo dell’Ufficio Tecnico) o ironiche sfide lanciate gennaio 1903 (fig. 3) durante il quale il consigliere d’opposizione, al Passaretti (quantificava in sole £. 8.000 le spese di riparazione) Luigi Filograsso, stigmatizzava e deplorava in maniera pesante il da parte dell’ing. Milano, le risultanze di questo variegato e a volte comportamento della Giunta che aveva “nascosto” al Parlamento incomprensibile dibattito, furono presentate il giorno 8 settembre cittadino e alla popolazione l’ordinanza prefettizia di demolizione per 1897 all’esame del Sindaco Mario Scelza. più di una settimana. La risposta il Sindaco Milano la fornì pubblicando Come era prevedibile della cosa se ne fece partecipe il Consiglio (naturalmente a spese della collettività), il 28 gennaio, un manifesto Comunale, che nel frattempo era guidato dal Regio Commissario ricco, in maniera inverosimile e spudorata, di corbellerie e frasi fatte Lavazzeri, nel quale si deliberò che il campanile andava restaurato nel quale spiegava che “… Scongiurato il pericolo di un’imminente impegnando la somma di £. 35.000. Ah i corsi e ricorsi storici! La catastrofe con l’abbattimento del campanile della chiesa del S. somma, ma guarda un po’, non bastò assolutamente e in attesa dei “… Sepolcro … dichiaro aperta una sottoscrizione per accogliere le provvedimenti finanziari del Comune”, il campanile rimase “chiuso” somme occorrenti alla costruzione di una torre che dovrà sostituire nelle impalcature sino al 1900. quella che si abbatte … così Barletta proverà che ha culto per le Il colpo di scena o se volete il colpo mortale, giunse con l’elezione sue memorie, per i suoi monumenti … Per me sarà il più bel giorno a Sindaco di Barletta dell’ing. Giovanni Milano, originario di S. della mia vita quando potrò vedere un nuovo campanile sulla Chiesa Michele di Bari (paesino famoso solo per la “sagra della zampina” del Santo Sepolcro (su questa frase ci sarebbe stata l’apoteosi se al (salsiccia) e chiamato con nomignoli perlomeno strani, uno di questi, Sindaco fosse stato consegnato, qualora ci fosse stato, l’oscar come il più benevolo, “Mo scòffl” voce di chiara etimologia locale da “mo” miglior attore protagonista e faccia … tosta dell’anno!). (latino mox quanto prima, a momenti, subito) e “scòffl” (origine Il costo finale della demolizione fu di £. 50.000 ma, la cosa che incerta verbo schoffljé cadere, rovinare). fece rumore, fu il fatto che i muratori impegnati nella demolizione Il nuovo Sindaco era sempre stato nella fazione dei “distruggi!” fecero una fatica fuori dal normale per abbattere un campanile relativamente (e non solo) alla disputa sul campanile, ma da persona che sembrava potesse venire giù, a detta di Milano e vicini di casa scaltra, qual era, accomodatosi sulla poltrona di Primo Cittadino, (assessore Mottola e avvocato Caputo), con un refolo di vento. Da pensò bene di non dare subito sfogo alla sua indole da terminator segnalare, inoltre, che le abitazioni dei su nominati Milano, Mottola ante litteram. e Caputo erano situate intorno al campanile “pericolante” e i loro L’ora X scattò l’8 gennaio 1903 (un mese prima dei solenni proprietari non avevano ottemperato (unici!) all’ordinanza sindacale festeggiamenti del 400° anniversario della Disfida) allorquando la di sgombero (ricordate qualche paragrafo su?) di tutte le abitazioni Giunta comunale presieduta dal Milano e composta dagli assessori site nei pressi del campanile. C’è chi può e chi no! Mottola, Gorgoglione, Larovere, Piazzolla e il Segretario Capo Rossi, Per pura informazione di chi legge, dobbiamo ricordare che le con delibera n. 66 (fig. 2), dopo ampia e accesa discussione (ma stesse modalità (struttura pericolante) furono adottate per abbattere quando mai!) “Visto che in seguito a relazione del 18 dicembre 1902 nel 1925 Porta San Leonardo e il 1965 buona parte dell’ex convento di questo Ufficio Tecnico Municipale circa le pericolose condizioni dei Celestini. statiche del Campanile della Chiesa Sepolcro (cade, cade ma dopo Vorrei concludere ponendomi una domanda che girerei anche ai otto anni era ancora lì bello stabile) per scongiurare danni gravissimi lettori: ma siamo sicuri che nello stemma di famiglia Milano non ci all’incolumità pubblica… All’unanimità (!!!) Delibera promuoversi fosse il motto, mutuato da Catone il Censore, “Cartagho delenda dal Prefetto della Provincia l’autorizzazione per la immediata est”? demolizione del Campanile del Sepolcro. Così deliberato e sottoscritto.” La tempestiva esecutività della delibera fu resa ancora più immediata da un “dispaccio telegrafico” giunto dalla Prefettura datato 13 gennaio 1903 la quale “… in presenza di un pericolo grave ed urgente… Ordina che sia immediatamente provveduto alla demolizione del campanile addossato alla chiesa del S. Sepolcro di Barletta”. Come dice qualcuno “manco la bocca devi aprire”, infatti il 17 gennaio, sempre la Giunta e anche questa volta all’unanimità, decideva che era necessario concedere a trattativa privata i lavori di demolizione per una somma di £. 5.600. E così per il Campanile venne recitato il “De Profundis ” con buona pace di chi abitava nella zona e che finalmente poteva godersi Fig. 2 - Delibera per immediata de- Fig. 3 - Interpellazione per l’abbattimento del Campail panorama senza vedersi ostacolata la molizione del Campanile nile 34 IL FIERAMOSCA APRILE 2014 Ricordo di Mennea a un anno dalla morte Presentazione di una biografia P resso l’Auditorium intitolato a Mennea dall’ITES, l’Istituto Tecnico Economico Statale “M. Cassandro” di Barletta, il preside Nicola Occhionorelli, nonché dirigente della Scuola Media “A. Manzoni”, e il preside del Liceo Classico “A. Casardi”, Giuseppe Lagrasta nel quadro delle iniziative organizzate dai “Dialoghi prima dei Dialoghi”, promossi dall’assessore regionale allo studio della Regione Puglia Alba Sasso, hanno organizzato una manifestazione rievocativa del ricordo di Pietro Mennea a un anno dalla scomparsa. L’iniziativa è stata allestita nell’ambito delle iniziative delle scuole aderenti alla rete “Le scuole (del) leggere” tenute a battesimo dall’Ufficio Regionale Scolastico per la Puglia. Tema dell’incontro, L’infanzia e l’adolescenza di un grande campione: Pietro Mennea fra scuola e sport. La formazione del carattere, la tempra agonistica, dalla biografia di Renato Russo Quella maledetta voglia di vincere: il romanzo del giovane Pietro Mennea (Ed. Rotas-Barletta 2013). Presenti all’intensa mattinata dedicata al nostro indimenticabile campione la dott.ssa Giulia Cazzella viceprefetto, Dario Damiani assessore della Provincia BAT, il prof. Antonio Divincenzo assessore allo sport del Comune di Barletta e il dott. Isidoro Alvisi delegato provinciale CONI. A introdurre i lavori della mattinata, coordinati dal giornalista Giuseppe Dimiccoli, i presidi Nicola Occhionorelli (ITES “M. Cassandro”), Giuseppe Lagrasta (Liceo Classico “A. Casardi”) e Franco Caldarola, già dirigente dell’ITES “M. Cassandro”. A sviluppare il tema della mattinata, Renato Russo (dalla sua recente biografia su Pietro Mennea), al quale Dimiccoli ha rivolto numerose domande inerenti la vita del campione soprattutto nei primi anni della sua attività, a Barletta, nonché episodi particolari poco conosciuti. Sabato 22 marzo 2014, Auditorium Mennea ITES “M. Cassandro”. Da sinistra il prof. Francesco Caldarola, il prof. Giuseppe Lagrasta, il prof. Nicola Occhionorelli, il viceprefetto Giulia Cazzella, il giornalista Giuseppe Dimiccoli, l’autore della biografia Renato Russo, il delegato provinciale CONI BAT Isidoro Alvisi, l’assessore provinciale al Bilancio Dario Damiani (FOTORUDY) Fra gli ospiti in sala il dott. Matteo Bonadies, la presidente AVIS Rosaria Cuccorese, il prof. Luigi Di Cuonzo, mons. Savino Giannotti, il generale Gaetano Nanula nonché numerosi capi di istituto, docenti e vecchi amici di Pietro Mennea che hanno recato una testimonianza come quell del prof. Franco Mascolo, di Luigi Di Cuonzo e Nino Vinella. A riprendere scene della manifestazione e interviste, le emittenti televisive Teleregione e Telesveva. (FOTORUDY) APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 35 Presentazione Cultura “Canosa di Puglia: tremila anni di storia” Tanti scrittori, molte librerie, ma pochi lettori! IL TESTO DI RENATO RUSSO PRESENTATO IN AULA CONSILIARE E DONATO DAL COMUNE A TUTTI I RAGAZZI DI QUINTA ELEMENTARE E TERZA MEDIA di Renato Russo N S arà donato dal Comune di Canosa a tutti i ragazzi del quinto anno di scuola primaria e del terzo anno di scuola secondaria di primo grado, il libro “Canosa di Puglia: tremila anni di storia”, l’agile volumetto di Renato Russo, autore ed editore (editrice Rotas), che racconta, in sole 39 pagine, la storia di Canosa “la più antica città della provincia di Barletta-Andria-Trani”. Il testo è stato presentato lunedì 7 aprile dallo stesso autore nell’aula consiliare. “La città nella quale viviamo - ha dichiarato il sindaco Ernesto La Salvia - ha una caratteristica che la fa unica nel panorama delle città a noi prossime: la presenza dell’uomo è documentata ininterrottamente da oltre 2500 anni. In altri termini, centinaia di generazioni si sono passate il testimone con caparbietà, trovando nell’intelligenza e nel lavoro gli strumenti per vincere le difficoltà della vita, realizzando certezze su cui costruire il futuro dei figli. E contadini e commercianti hanno costituito il “tessuto connettivo sociale” sul quale si inserivano figure di primissimo piano: Principi soldati, Vescovi ambasciatori con il vicino Oriente, intellettuali distintisi in vari campi, ininterrottamente. Da oltre 2500 anni. A questo libro affidiamo non solo il compito di fare sintesi della storia locale, ma l’augurio che diventi strumento attorno al quale irrobustire le comuni radici di questo tronco secolare”. “Non c’è modo migliore di celebrare quasi tre millenni di storia della nostra città se non raccontandoli - ha aggiunto l’assessore alla Cultura e Pubblica istruzione, Sabino Facciolongo -. E, per giunta, in maniera così piacevole e completa: dalle origini alle soglie del nostro millennio. Di un volume del genere sulla storia di Canosa si sentiva, probabilmente, la mancanza. Infatti, questo centro dell’antica Apulia da ormai più di un secolo è oggetto dei più svariati studi, che hanno approfondito aspetti più o meno noti della sua straordinaria vicenda: molti a livello specialistico, altri in forma più divulgativa. Fra queste due diverse tipologie si colloca il lavoro di Renato Russo, che riesce a contemplare il necessario rigore storico alla semplicità dell’esposizione; in grado, perciò, di veicolare informazioni storicamente rilevanti con un linguaggio comprensibile anche ai non addetti ai lavori. È questo, soprattutto, ad averci convinti a promuovere la pubblicazione e la diffusione, sicuri del fatto che possano servire da substrato non già allo sterile culto di un pur grande passato, ma alla matura consapevolezza di un presente che può esserlo altrettanto. Basta volerlo”. Il testo è ricco di particolari e di materiale fotografico: dalla descrizione dell’emblema araldico, al racconto della nascita della città, passando per la mitologia, all’era ellenica di Canusion, fino a quella romana di Canusium, e al periodo repubblicano. È descritta anche la battaglia di Canosa (202 avanti Cristo) tra le legioni di Claudio Marcello e le milizie di Annibale, ricordata da Tito Livio nel XXVII capitolo del suo “Ab urbe condita”; è ampiamente descritto il periodo romano imperiale, quando la città divenne “un grande centro urbano e commerciale, uno dei più importanti dell’Italia meridionale, snodo stradale importantissimo, come è testimoniato da numerosi storici, geografi e letterati, tra cui Strabo- 36 IL FIERAMOSCA Al tavolo, da sinistra: l’assessore all’agricoltura Leonardo Piscitelli, l’autore Renato Russo, il sindaco di Canosa Ernesto La Salvia, l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Sabino Facciolongo e il dirigente alla cultura Samuele Pontino ne, Cesare, Cicerone ed Orazio”, solo per citarne alcuni. Russo poi passa alla descrizione del periodo Cristiano (a partire dal 306 d.C.) in cui Canosa fu sede amministrativa ed episcopale: tra i vescovi sono ricordati Stercorio (343 d.C.), Lorenzo, Probo, Rufino, Memore e Sabino, che visse 105 anni e sotto il quale la città raggiunse l’apice della prosperità. Alla caduta dell’Impero romano (476 d.C) Canosa, capoluogo della Puglia e sede della più prestigiosa diocesi della regione, entrò in crisi in seguito alle prime invasioni, che determinarono una lenta decadenza della città. È descritto poi il periodo Medioevale, il tempo dell’arrivo dei Normanni (anno Mille) con un excursus su Boemondo d’Altavilla, e un focus sul passaggio degli Svevi di Federico II, degli Angioini (1266 -1442), degli Aragonesi (1442-1500), degli Spagnoli (1504-1707); si analizza inoltre l’intermezzo austriaco (1707-1734), fino ai Borbone di Spagna, senza dimenticare “i Francesi”, i “Borbone di Napoli” e i giorni dell’Unità d’Italia. Il testo si conclude con il racconto di come la città abbia vissuto il Novecento e di come è Canosa oggi, non tralasciando di descrivere i luoghi da visitare, suddividendoli in: “periodo dauno”, “epoca romana”, “percorso paleocristiano”, “età medievale”, “palazzi”, e “ingrottamenti”. Non manca una pagina dedicata ai numeri utili: da quello dell’Ufficio Cultura e quello del museo Civico e del museo dei Vescovi, della Pro Loco e della Fondazione Archeologica Canosina, a quello delle visite guidate, fino ai numeri di emergenza. “Ringrazio il sindaco Ernesto La Salvia, l’assessore Facciolongo e l’intera Amministrazione comunale - ha concluso Renato Russo - per la sensibilità dimostrata nel voler divulgare la storia della propria città, attraverso questo libricino che andrà gratuitamente nelle case di tutti i ragazzi delle ultime classi della scuola primaria e secondaria di primo grado. Un atto amministrativo davvero importante perché toccherà proprio a loro, ai giovani di oggi, preservare domani il ricco patrimonio storico ed archeologico della città”. APRILE 2014 on so quanti siano al corrente che la Puglia - fra le regioni italiane - è quella dove si legge meno, e che l’Italia occupa l’ultimo posto come percentuale di lettori in Europa. Desolante! Me lo fece notare con rammarico Andrea Messinese diversi anni fa quand’era dirigente scolastico della “Fraggianni”, un giorno che andai a trovarlo. E perché non sfuggisse ai suoi ospiti la sgradita segnalazione, aveva fissato con il nastro adesivo la pagina del “Corriere” che la riportava, su un’anta della porta d’accesso al suo ufficio. Scoprii in seguito che la stessa graduatoria era stata segnalata da altre testate giornalistiche come “La Stampa” e “Il Sole 24Ore”. Ne ebbi infine conferma in una trasmissione televisiva un paio d’anni dopo, sulla terza rete nazionale, che non solo la ribadiva, ma l’aggiornava arricchendola di deprimenti particolari. Ma l’amarezza fu più grande quando, parlando qualche giorno dopo con un funzionario delle Messaggerie baresi, mi precisò che, nell’ambito delle province pugliesi, Barletta era quella che vantava (si fa per dire) il minor numero di lettori… Questo dato di primo acchito mi parve improbabile per una città che sviluppa - da sola - un numero di iniziative culturali pari a quelle delle altre città della nostra provincia. Praticamente non esiste, d’estate o d’inverno, settimana senza che ci sia almeno una rilevante iniziativa culturale. Una conseguenza del considerevole numero di associazioni che vanta la città: fra club e circoli vari, artistici o musicali, letterari o teatrali, turistici o culturali, non meno di novanta. Non parliamo poi degli autori: fra saggisti e letterati, storici e poeti, non meno di centoventi registrati negli ultimi dieci anni. Di libri di autori barlettani ne abbiamo inventariati mediamente una quarantina all’anno, con netta prevalenza dei poeti, i più prolifici, anche se non tutti sono autori di sillogi poetiche. Di librerie non difettiamo, anche se sono dislocate prevalentemente al centro: Liverini, Einaudi, Di Candia su corso Garibaldi; La Penna Blu su corso Vittorio Emanuele dove, da poco, ha aperto - ma solo in via sperimentale - una libreria Mondadori. E su via Nazareth Cialuna, da poco inaugurata dagli stessi promotori di Liberincipit. Dunque sei librerie nel solo centro urbano, un bel numero. E tuttavia si continua a leggere poco. Il ruolo del Comune Attesa la consapevolezza di questa sconfortante graduatoria, colpisce l’atavica mancanza di una strategia dell’Amministrazione Comunale verso la promozione della lettura nelle scuole (non mi riferisco a “questa” Amministrazione Comunale, ma a tutte indistintamente le Giunte Comunali che l’hanno preceduta fin dai remoti anni Settanta). Ci provò qualche anno fa (primavera del 2003) il sindaco Salerno, ma gli addetti ai lavori commisero l’imperdonabile errore di non coinvolgere le scuole e l’iniziativa naufragò. Non solo l’iniziativa non ebbe seguito, ma l’ultima Amministrazione si sarebbe resa inspiegabilmente responsabile del mancato riaffidamento della gestione della “Biblioteca dei APRILE 2014 ragazzi” (ospitata dalla Scuola Elementare “Giovanni Paolo II”) con grave pregiudizio della possibilità di accesso alla più frequentata biblioteca periferica per bambini della città (attualmente l’annosa controversia è in via di soluzione attraverso la trasformazione della vecchia biblioteca in sezione ragazzi decentrata della Biblioteca Comunale). Oggi, a rilanciare il piacere della lettura nelle nostre scuole, ci sta provando la Biblioteca Comunale e i risultati sembrano incoraggianti se piccoli lettori affollano quotidianamente la sezione a loro dedicata, specialmente se sappiamo che questi risultati si stanno conseguendo con scarsi mezzi ma tanta buona volontà. È recentissimo l’ultimo gratificatorio esperimento, nel mese di febbraio, dedicato alla riscoperta di Giuseppe De Nittis, iniziativa destinata agli alunni di quinta elementare (ma già non mancano numerose richieste di ribadire la prova a beneficio degli alunni di scuola media): alle 56 iscrizioni presso la Biblioteca Comunale di giovanissimi di età inferiore ai 14 anni del 2010, siamo passati alle 1486 registrate a fine 2013, alle attuali 1580. Investire nella lettura è lo stesso che investire in cultura È stato detto più volte che Barletta, al contrario di altre città pugliesi, è quella che presenta un unicum di vicende storiche ininterrotte nel tempo, dai tempi più remoti fino ai nostri giorni, ed è soprattutto questo elemento di continuità di importanti eventi che l’hanno legittimata a presentarsi per due secoli come autorevole aspirante a capoluogo di provincia. È riprovevole allora contrastare, da alcuni settori politici, l’assegnazione di una modesta quota di bilancio per i nostri beni culturali e la loro valorizzazione, a cominciare da un rilancio di un progetto di “invito alla lettura” destinato innanzi tutto alle nostre scuole. È infatti ampiamente dimostrato che lo sviluppo civile ed economico di un Paese è strettamente collegato al livello di istruzione dei suoi cittadini. La cultura è perciò un elemento decisivo per dare alla società quel nutrimento di cui ha bisogno per la sua crescita, anche in momenti congiunturali come quelli che stiamo vivendo, anzi, soprattutto in questi momenti di stagnazione e di recessione economica. Specialmente quando - come nel nostro caso - a fronte dell’investimento di un euro, c’è la possibilità di un ritorno quintuplicato. Per questo è essenziale che la nostra Amministrazione non perda mai di vista, nell’economia della gestione della cosa pubblica, il ruolo della cultura e non la sacrifichi sull’altare della crisi. Non è sacrificando questo comparto che investe peraltro cifre già tanto esigue - che si potranno ottenere soddisfacenti risultati al fine di una ripresa economica. Anzi. Tutti gli esperti, ad ogni livello, non fanno che sottolineare come il turismo culturale può trasformarsi in una indiscutibile fonte di ritorno economico ed occupazionale. A patto che però i nostri amministratori ne abbiano piena consapevolezza e che gli operatori preposti abbiano non solo le risorse intellettive di un’ampia visione, ma anche le capacità realizzative per attuarla. IL FIERAMOSCA 37 13 ª Giornata Nazionale domenica 30 marzo 2014 Via Nazareth - BARLETTA Sottosezione di Barletta Storia locale Quei tragici fatti del 14 marzo 1956 oblio o ricordo? di Francesco Corcella* “Q uesto nostro lavoro è l’unico modo possibile per ricordare avvenimenti per troppo tempo dimenticati. Microstorie raccolte e rintracciate ed infine intrecciate non per ragioni di odio sociale o per additare particolari responsabilità, ma per conoscenza e comprensione dell’accaduto. Riteniamo che in questo nostro tempo si possa guardare a quella cultura che ha elementi e valori etici, morali e politici che unificano le coscienze e le individualità: essi sono sintesi di riferimenti storici che, a distanza di oltre cinquant’anni, rimangono ben vivi e possono ancora ricordarsi, in primo luogo, nella memoria della comunità barlettana per stimolare la conoscenza della sua storia e dell’asprezza dello scontro sociale verificatosi anche a Barletta in quegli anni difficili. Il 1956 fu anno di grandi tensioni in tutto il Paese. Nel mezzogiorno d’Italia, in quegli anni del secondo dopoguerra, la situazione era diventata insopportabile e ingiusta, anche a causa della politica repressiva praticata da classi dirigenti incapaci di dare risposte democratiche alle esigenze espresse dalle classi lavoratrici. Un clima particolarmente rigido si scaricò su una economia già debole e povera, determinando diffuse e gravi situazioni di indigenza estrema. La gravità delle condizioni di miseria di tante famiglie di lavoratori e l’inadeguatezza della risposta governativa portarono la CGIL a mobilitarsi. Sono trascorsi oltre cinquant’anni dai tristi e tragici giorni del 1956 ma nella nostra città nulla ricorda quei nostri tre mor- www.unitalsibarletta.it 38 IL FIERAMOSCA Da oltre 110 anni prendiamo per mano chi ha bisogno APRILE 2014 APRILE 2014 ti; come se nulla fosse accaduto, come se Giuseppe Dicorato, Giuseppe Loiodice e Giuseppe Spadaro non fossero mai scesi in piazza, insieme a tanti altri loro compagni e concittadini e non fossero, purtroppo, morti per rivendicare in quel 14 marzo 1956 il diritto alla vera libertà: la libertà dal bisogno. Ci auguriamo che questo sangue barlettano versato non venga seppellito nell’oblio completo ma possa essere in qualche modo ricordato. Abbiamo ritenuto doverosa questa ricerca per rispondere alle accorate sollecitazioni di Francesco Loiodice, mai rassegnatosi al triste destino di suo fratello Giuseppe, che “manifestava per pane e lavoro ed è morto a causa di piombo legale”. Queste brevi note furono scritte, per conto della CGIL, dall’amico Magistrato di Cassazione, Giandonato Napoletano, deceduto il 19.11.2011. Con me e con la moglie Titina Balestrucci aveva concorso nella ricerca della verità. Dopo 58 anni, lo stesso 14 marzo, la classe politica barlettana - in Consiglio Comunale - si chiama a discutere di altre miserie, che nulla hanno a che vedere con la storia di Barletta e con quella dei suoi uomini migliori. Nell’augurarvi buon lavoro, confido che il ricordo di queste tre innocenti vittime possa essere di sprone per occuparvi con impegno, con priorità e con umile spirito di servizio, delle condizioni di difficoltà che il popolo sta rivivendo. * Coordinatore della Camera Comunale del Lavoro CGIL di Barletta IL FIERAMOSCA 39 Scuola Rimesso a nuovo il Liceo Scientifico “Cafiero” di Barletta, impegno mantenuto Scuola 7° CIRCOLO “GIOVANNI PAOLO II“ Le Cartoniadi ISTITUTO COMPRENSIVO “R. MUSTI - R. DIMICCOLI” XXIV EDIZIONE “PREMIO CARTOLINA FIERAMOSCA D’ORO” “Olimpiadi del Riciclaggio” di Fausta Di Fidio S i sono inaugurate presso il Liceo Scientifico “Cafiero” di Barletta le prime cinque aule in seguito ai lavori commissionati a settembre del 2013 dalla Provincia di Barletta Andria Trani. Ad essere interessati dai lavori di adeguamento e consolidamento tutta l’area dell’auditorium anch’esso pronto per l’utilizzo. Alla presenza del Presidente della Provincia, dell’Assessore al Patrimonio Dario Damiani e del Sindaco Pasquale Cascella si è tenuta la cerimonia di consegna lavori. Come ha ricordato l’assessore Damiani con delega al Bilancio si è trattato del primo lavoro provinciale fatto con contrazione di mutuo in quanto, va ricordato, la Provincia per i primi tre anni non ha potuto contrarre finanziamenti, cosicché una volta approvati i tre bilanci consolidati dell’Ente il primo mutuo contratto con Cassa Depositi e Prestiti è stato proprio a Barletta e proprio al Liceo Scientifico che in questi anni ha subito un forte incremento delle iscrizioni e anche degli indirizzi che la stessa Provincia ha attribuito alla scuola, non ultimo l’indirizzo sportivo fortemente sostenuto dallo stesso Assessore Dario Damiani. Soddisfatto dei risultati raggiunti anche il Presidente della Provincia Ventola che non ha mancato di evidenziare gli sforzi che si sono fatti in questi anni sul territorio e le tante opere di ristrutturazione in cantiere nelle nostre Scuole. Infatti ricorda come nelle prossime settimane anche altre opere importanti saranno consegnate alla collettività. Hanno partecipato all’iniziativa anche il Preside del Liceo prof. Gigante nonché gli Assessori e consiglieri provinciali della città di Barletta, gli studenti e i professori della scuola che saranno i reali fruitori di questa importante opera. In conclusione l’Assessore Damiani ha ricordato come questo è un esempio tangibile della presenza sul territorio dell’Ente provincia che sin dal suo giorno di insediamento ha seguito la vicenda del Liceo arrivando oggi a concludere una delle opere più importanti del territorio. I l giorno 21 marzo noi alunni, rappresentanti del 7° Circolo “Giovanni Paolo II” di Barletta, ci siamo recati presso il Comando di Polizia Municipale per ritirare il primo premio vinto dal nostro Circolo, a conclusione de “Le Cartoniadi”, una gara sul riciclaggio della carta indetto da Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica e alla quale ha aderito il Comune di Barletta, (con la collaborazione della Barsa, Società di Servizi Ambientali) e altri 5 Comuni quali Bisceglie, Corato, Mola di Bari, Trani e Triggiano. Quando siamo arrivati abbiamo incontrato altre scuole di Barletta che come noi hanno partecipato a questa singolare “olimpiade” ma, soprattutto, abbiamo trovato ad accoglierci, il Sindaco della nostra città, il sindaco Pasquale Cascella, l’assessore alle Politiche Ambientali, dott.ssa Pisicchio, il Presidente della Barsa, dott. Pannarale, e i dipendenti comunali, dott.ssa Montanaro e dott. Porcelli. Ognuno di loro ci ha spiegato l’importanza della raccolta differenziata e dei vantaggi che ne potrebbero derivare se tutti fossimo più attenti nel realizzarla. Un primo vantaggio sarebbe quello di abbattere meno alberi, il secondo di avere meno costi e quindi meno tasse da pagare. Ci hanno anche spiegato che a breve partirà, nella nostra città, un nuovo metodo di raccolta dei rifiuti, sia per i cittadini privati, che per gli esercizi pubblici, che è quello della raccolta “porta a porta”; metodo già in atto in molti comuni, soprattutto del Nord, e che porterebbe a risultati sicuramente più vantaggiosi per tutti noi. Tutte le scuole presenti, ma anche quelle assenti che hanno partecipato al progetto, sono state premiate con un attestato di partecipazione. Per noi la gioia è stata maggiore in quanto, come Scuola vincitrice, siamo stati premiati personalmente dal nostro Sindaco che ci ha consegnato il premio di e 1000,00 e ci ha invitato ad essere, anche in futuro, “Piccoli Campioni del Riciclaggio”. Gli alunni del 7° Circolo “Giovanni Paolo II” S i è concluso con grande successo il Concorso “Ettore Fieramosca - Cartolina d’Oro”, indetto dalla F.I.D.A.P.A. e svoltosi presso la Sala Consiliare del Comune di Barletta. Tra le varie scuole coinvolte, un ruolo di sicuro rilievo è da attribuire all’Istituto Comprensivo “R. Musti - R. Dimiccoli” della città, che ha riportato ben due vittorie importanti. La cerimonia di premiazione si è tenuta giovedì 13 febbraio 2014 nella Il piccolo Gianluca Cristallo splendida cornice della Sala Rossa del Castello Svevo di Barletta, presieduta dalla dott. ssa Marilena Colucci, presidente F.I.D.A.P.A., alla presenza del sindaco Pasquale Cascella, del vicesindaco Anna Rizzi Francabandiera e dell’assessore Antonio Divincenzo. Un meritevole plauso va per la medaglia d’oro della 1a classificata, Raffaella Nasca alunna della 3a B della Scuola Secondaria di I Grado “R. Dimiccoli”, guidata dalla prof.ssa Teresa Trentadue. Da non sottovalutare, Gianluca Cristallo meritevole del 2° premio, appartenente alla classe 5a G della Scuola Primaria “R. Musti”, accompagnato dalla docente Francesca Piccolo. L’argomento della prova grafica era incentrato sulla figura della “donna” oggi e sul confronto della stessa con i tempi dell’eroe della Disfida. Si è cercato di rappresentare una donna non più completamente dipendente dalla autorità di un uomo, come avveniva nel passato, non più analfabeta e tutta dedita al “fuso e alla conocchia”, non più in religiosa attesa del ritorno dell’amato, ma una donna “nuova”, diversa, emancipata, consapevole delle sue potenzialità e prerogative, ben integrata in ambito familiare 2° classificato Gianluca Cristallo, 5a G Scuola Primaria “R. Musti” e sociale, una mamma e moglie felice, ma anche una donna in carriera, intraprendente, sognatrice e vincente. “È stato per tutti noi motivo di grande gioia e soddisfazione!” ha commentato il Dirigente Scolastico Maria Angela Petroni. “Questo concorso che ha visto i nostri studenti vincitori di un primo e di un secondo premio, ha messo in gioco tra i ragazzi partecipanti un pizzico di sana competizione, focalizzando la loro attenzione, in modo leggiadro, sulla evoluzione che il ruolo della donna ha subito nell’arco dei secoli. Ben vengano, quindi, iniziative come questa che sapientemente sappiano coniugare l’impegno, l’entusiasmo, la riflessione, l’amore per le arti grafiche e per la ricerca storica degli studenti”. Possiamo pertanto concludere dicendo che, attraverso la rappresentazione dell’immenso mondo femminile, nelle sue molteplici sfaccettature, l’I.C. “R. Musti - R. Dimiccoli” di Barletta ha dato prova del suo impegno e della bravura e talento artistico degli allievi, contribuendo ancora una volta a scrivere “una bella pagina di Scuola”. 1° classificata Raffaella Nasca, 3a B Istituto Comprensivo Statale “Musti-Dimiccoli” 40 IL FIERAMOSCA APRILE 2014 APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 41 Scuola Scuola PROGETTO VALES: GIUDIZI PIÙ CHE POSITIVI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO “R. MORO” ISTITUTO COMPRENSIVO “R. MUSTI - R. DIMICCOLI” 1° premio Campionato Regionale FIDS di Fausta Di Fidio* A ncora un momento di grande intensità e gioia per l’I.C. “R. Musti - R. Dimiccoli” di Barletta, che il giorno 9 marzo 2014, presso il Palasport di Bisceglie durante il Campionato Regionale Puglia “Danze di Coppia” ha visto un proprio alunno, Antonio Roscigno, vincere il Primo Premio, nella categoria 14-15 anni delle “danze latine”. Grazie a questa cerimonia, la FIDS ha potuto vivere la grande festa della Danza Sportiva e consegnare svariati riconoscimenti agli atleti ballerini più meritevoli. L’occasione è stata davvero propizia per evidenziare il giovane e neo talento, già menzionato Antonio Roscigno, che insieme alla ballerina Francesca Ricatti ha tenuto alto il nome del proprio insegnante Nicola Spadaro e della Scuola di danza barlettana “Non solo Latino”. Obiettivo fondamentale della disciplina è approfondire la percezione e la comunicazione del corpo, che soprattutto nei più piccoli vuol dire arricchimento emotivo, creativo e un grosso beneficio a livello relazionale. Spesso diventa la preziosa opportunità per i docenti Francesca Ricatti e Antonio Roscigno in un momento dell’esibizione e durante la di poter osservare i loro allievi mentre si esprimono premiazione attraverso una modalità così diretta e coinvolgente come il movimento, che mette in luce potezialità ed anche e vincere le eventuali paure o timidezze. La danza diventa così problematiche a volte latenti. Attraverso la danza entriamo in contatto una occasione vincente per investire sul futuro dei bambini e dei con le emozioni e con il fascino che può trasmettere un corpo, mentre ragazzi, avvicinandoli ad un’arte che è allo stesso tempo disciplina e si muove in sintonia con la musica. Per questo motivo, conoscerla divertimento, eleganza e ricerca di equilibrio, espressione del mondo e praticarla rappresenta in modo particolare per i più giovani, interiore, capacità di “far parlare” il corpo attraverso il movimento. un’importante occasione di crescita corporea ed emotiva. Inoltre, Organizzata secondo regole che diano ampio respiro alla creatività non dobbiamo dimenticare che essa da sempre appartiene alla cultura del maestro e dell’allievo, la danza può trasformarsi in espressione di ogni popolo e spesso si accosta alla storia e alla trasformazione dell’anima e non solo in mero apprendimento di codici precostituiti. evolutiva e sociale dell’uomo. È linguaggio universale che non “Ritengo che”:- ha affermato il Dirigente Scolastico Maria Angela conosce confini e che nasce istintivamente per poi “educarsi” ed Petroni “imparare a danzare non sia esclusivamente un problema di assumere significati e connotazioni diverse a seconda di chi la esegue. passi ed abilità fisica, ma un prezioso strumento per la crescita fisica Non solo dunque spettacolarità o fenomeno di moda, ma capacità di e la formazione integrale della persona. Attraverso la danza, l’alunno “tirar fuori” dai suoi protagonisti la grande e complessa potenzialità impara a conoscere il proprio corpo, a controllarlo e a comunicare con che in essa è implicita. l’altro, scoprendo che la qualità del suo movimento varia in base alle Da qui nasce la necessità che un importante lavoro di decodificazione emozioni e alle sensazioni provate e che è strettamente in armonia avvenga all’interno della Scuola, luogo principe per l’apprendimento, con la musica, il ritmo, lo spazio usato e non per ultimo con le persone portando gli alunni anche a Teatro, aiutandoli a capire e a leggere uno che lo circondano. Pertanto, potrei definire la danza come l’arte di spettacolo e facendo entrare la danza nella palestra scolastica, come usare ed organizzare il movimento per esprimersi, comunicare, saper “mezzo eccellente”, strategia ottimale per promuovere la motivazione creare e saper osservare. Ecco perché credo che tale approccio si riveli particolarmente applicabile al contesto scolastico, ponendosi in una prospettiva esperienziale e non solo esecutiva della materia. Ringrazio le sorelle Anna e Alba Rizzitelli, maestre di danza, che, ormai da tempo, collaborando con il nostro Istituto Comprensivo non insegnano semplicemente a fare passi in un dato modo, ma a vederli e riconoscerli secondo parametri comuni, promuovendo negli alunni l’immaginazione, la creatività e un pizzico di sana competizione che, se correttamente usata, regala sempre grandi emozioni!”. Concludendo con l’indimenticabile ballerino e coreografo russo, Rudolf Nureyev, possiamo affermare a gran voce, condividendo il suo pensiero, che la danza è la “magica espressione della profondità dell’anima”. * referente ufficio stampa “Musti-Dimiccoli” 42 IL FIERAMOSCA APRILE 2014 G rande soddisfazione per il Dirigente Scolastico, prof.ssa Grazia Di Nunno, per i docenti e per il personale Ata della Scuola Secondaria di 1° grado “R. Moro” nell’ambito del progetto VALES (Valutazione e Sviluppo scuole) relativo alla qualità e al miglioramento dell'offerta didattica proposta agli alunni, a seguito della visita presso l’istituzione scolastica di osservatori e valutatori inviati dal Miur nei giorni 27 e 28 gennaio. Giudizi più che positivi sono stati elaborati nell’ambito della progettazione della didattica, della valutazione degli studenti, della relazione educativa tra allievi e insegnanti, dell'integrazione e differenziazione dei percorsi, della continuità e dell'orientamento, della gestione e dello sviluppo delle risorse, e dei rapporti con le famiglie. Dalla lettura del rapporto di valutazione, pubblicato sul sito della scuola, si evince come la scuola punti a sviluppare competenze informatiche e tecnologiche, grazie alla presenza nelle aule e nei laboratori di lavagne interattive multimediali per una didattica coinvolgente, stimolante e al passo coi tempi. In tal modo la scuola si prefigge di fornire agli studenti modalità di apprendimento indispensabili per potersi orientare nella società complessa con la capacità di utilizzare una molteplicità di strumenti e metodologie innovative. Punti di forza si legge nel rapporto: le strategie di gestione delle diverse forme di diversità e l'adeguamento dei processi di insegnamento ed apprendimento ai bisogni formativi di ciascun allievo, risultano ben strutturate nella declinazione degli obiettivi, delle metodologie, dei contenuti e delle modalità di verifica. La Scuola, infatti, coinvolge frequentemente, attraverso diverse modalità comunicative, le famiglie degli studenti con disabilità, per strutturare momenti di confronto ed azioni di supporto. APRILE 2014 La “R. Moro” prepara gli studenti alla partecipazione di gare o competizioni come le olimpiadi del Problem Solving, inoltre attua strumenti compensativi e forme di supporto per gli studenti che necessitano di recupero mediante il Pon F3 in rete con la scuola “G. Modugno” e l’IISS “F. Nervi” e percorsi di potenziamento nei moduli del Pon C1. Ancora nel rapporto si sottolinea come il Dirigente Scolastico, prof.ssa Grazia Di Nunno, dedica tempo superiore alla media alle questioni educative e di coordinamento dei compiti organizzativi ed amministrativi. Si evidenzia una leadership diffusa e partecipata nel gestire la scuola da parte del Dirigente e dei suoi collaboratori, capace di promuovere una comunità professionale che interagisce e cerca il coinvolgimento e l'impegno pro attivo di tutto il personale in una scuola che non sarà dimensionata. IL FIERAMOSCA 43 Scuola Mattinata presso la “S. Domenico Savio” nel segno dell’Inno, della Bandiera e dell’Unità Nazionale di Amalia Balducci* R icorrenza molto apprezzata, nella città di Barletta, quella della celebrazione della “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, il 17 marzo 2014, in memoria della nascita del Regno d’Italia, nel lontano 1861: la mattinata barlettana è stata più volte allietata dalle famose e celebri note dell’Inno d’Italia, che ha risuonato piacevolmente nelle diverse sedi dei “festeggiamenti”. Dopo l’autorevole manifestazione presso la Sala Rossa del Castello, il sindaco Pasquale Cascella, ha accompagnato gli ospiti presso la scuola “Gianni Rodari” in via Donizetti, per dare luogo ad un significativo “gesto” di accoglienza rivolto ai neo cittadini italiani e barlettani, di origine straniera. Immersi nelle note musicali dei “flautisti” della scuola secondaria di 1° grado “7° Gruppo” e nelle voci armoniose del “coro stabile” della scuola “San Domenico Savio”, i neo cittadini, integrati ufficialmente nella comunità nazionale, hanno ricevuto una copia della Costituzione Italiana, quale simbolo prestigioso dei valori a cui tutti i cittadini italiani, di qualunque origine e provenienza, devono ispirare azioni, comportamenti, stili di vita. A tali importanti valori ha fatto riferimento il Prefetto, dott. ssa Clara Minerva, che ha precisato la funzione di orientamento che la Costituzione svolge anche in quanto frutto di conquiste e di tappe storico-culturali molto importanti che, nel passato, hanno segnato le tracce dell’attuale democrazia. Alla Costituzione sono state anche dedicate le parole di saluto che il sindaco Cascella ha rivolto a tutti i cittadini, grandi e piccoli, intervenuti per la circostanza, invitandoli ad atteggiamenti positivi e costruttivi rispetto al superamento dell’attuale periodo di crisi, che richiede impegno e volontà da parte delle giovani generazioni. Tali inviti sono stati ribaditi dal vice questore della Polizia di Stato, dott. ssa Santa Mennea, che ha sottolineato l’importanza del raccordo tra le Istituzioni, la Scuola ed il Territorio, per un rinnovato e più efficace significato di “cittadinanza” in una società dai più ampi confini. Tra gli ospiti presenti, il capitano Salvatore Mascolo (82° Reggimento Fanteria “Torino” di stanza a Barletta); Carmela Peschechera, presidente del consiglio comunale di Barletta, Dario Damiani, assessore provinciale al bilancio; Anna Rizzi Francabandiera, vicesindaco di Barletta; Antonio Rizzi, assessore agli affari istituzionali; Renato Russo, editore, storico. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al signor Michele Borraccino ed ai rappresentanti del condominio di via Mascagni 1, che da ben quattro anni accompagnano la comunità scolastica nel percorso educativo di sostegno agli “insegnamenti” della “Bandiera”, con riferimento particolare alla storica bandiera dei successi di Bezzecca conseguiti dalla garibaldina “Brigata Barletta”, fattasi onore durante la 3a Guerra di Indipendenza del 1866. Per la costanza dell’impegno, la Comunità scolastica ha chiesto al sindaco Cascella di consegnare al Condominio di via Mascagni 1 l’affettuosa attestazione di custode della “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”, condividendo l’idea di proseguire insieme il cammino scuola-quartiere. Alla manifestazione hanno partecipato anche rappresentanze delle scuole secondarie “Baldacchini”, “Garrone” e “Archimede”, arricchendo con significativi messaggi il clima gioioso che si auspica possa lasciare tracce durature nei sentimenti e negli animi dei nostri giovani barlettani, dai più piccoli ai più grandi, in cui riponiamo le speranze di un futuro più sereno. * dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “San Domenico Savio - 7° Gruppo”, Barletta 17 marzo 2014, celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale, Scuola “Gianni Rodari”. Il sindaco Pasquale Cascella con la dirigente Amalia Balducci. A destra il Coro Stabile della scuola “San Domenico Savio 44 IL FIERAMOSCA APRILE 2014 APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 45 Recensioni Storia Il viaggio e il mal d’inchiostro una metafora del nostro tempo Frate Antonio da Barletta autore della Mascalcia opera manoscritta del XV secolo di Renato Russo di Flora Dibenedetto I l viaggio e il mal d’inchiostro, un’elegante plaquette che Giuseppe Lagrasta - preside del Liceo Classico “Casardi” e presidente della sezione barlettana della Dante Alighieri - ha presentato presso la libreria Cialuna con introduzione di Rino Daloiso. Con l’autore, a illustrare l’elegante libretto, introdotto e concluso dalla penetrante interpretazione di Mariella Parlato, il sindaco Pasquale Cascella; moderatrice della serata - allietata dal duo musicale Visaggi-Volpe - Emilia Cosentino. Plaquette, cioè un opuscolo di poche pagine, stampato in un numero limitato di esemplari e una raffinata copertina in cartoncino “Tintoretto-panna” marcato a feltro, avvolto in una sovracopertina impreziosita da un disegno di Rosa Acito. Edite dalla Rotas in corpo 13 Garamond, graficamente sobrie, le pagine interne sono stampate su carta vergata Fedrigoni di pura cellulosa con trama bifacciale. Un lavoro di antico conio artigianale con cucitura a filo refe, brossura e perforazione delle segnature senza rifilo, come s’usava un tempo per la pregiata collezione dei “Classici Laterza”, per consumare il rito della sfogliatura del libro intonso, sedicesimo per sedicesimo, col vecchio logoro tagliacarte di famiglia. Un racconto, quello di Lagrasta, pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno nel settembre scorso in 9.900 battute, distribuite su 32 pagine tipografiche 14x20, custodito in una bustina trasparente con bollino removibile, al modico prezzo di sette euro, irrisorio per un’edizione ricercata, a tiratura limitata e numerata. * * * È l’oscura storia del viaggio di una famiglia barlettana - i Longo Antonaci - emigrata in Francia nel 1958, padre, madre e tre figli dei quali l’ultimo, il piccolo Papin, soffre di nostalgia per la lontananza da casa. E il genitore, temendo che il figliolo deperisca, si allarma e lo ammonisce a non essere fiaccato dal “mal d’inchiostro”, quella malattia che colpisce i vegetali come il castagno, sfinendolo fino alla spossatezza e poi alla morte. L’autore, già misuratosi l’anno scorso su un’impegnativa prosa (Italo Calvino, la città e la rivoluzione dello spazio interiore, con introduzione di Alberto Asor Rosa, per gli stessi tipi editoriali), persevera quest’anno nella narrativa, dopo una lunga stagione letteraria dedicata alla poesia, attraverso una serie di racconti brevi in uno stile elegante e un linguaggio metaforico che proprio attraverso il riferimento a un ragazzo, non può non evocare, in diafana dissolvenza, l’ombra degli adolescenti protagonisti delle storie del romanziere ligure, al quale l’ispirazione dell’autore è assimilabile innanzitutto per il tratto conversevole e lo stile elegante, ma anche per una schermata ricercatezza, all’apparenza un 46 IL FIERAMOSCA po’ trasandata nella scelta dell’aggettivazione, come un raffinato pullover di cachemire indossato con malcelata noncuranza. Il racconto, che evoca un’atmosfera d’altri tempi, si snoda come un affresco dai tenui colori, la tempera policroma usata con parsimonia, un linguaggio introspettivo dello stato d’animo dei personaggi, soprattutto del padre, che somatizzando il malessere del figlio - lui stesso a rischio di esserne colpito - troverà la forza interiore di riscattare la pavidità della fuga in terra straniera col coraggio di un sia pur tardivo ripensamento. E allora non è più questione di stili letterari ma di sostanza narrativa, alla ricerca della chiave di una lettura introspettiva della vita degli attori di scena appena sfiorati nella cornice di una intristita quotidianità riconducibile ad un tempo eroico, il tempo dell’emigrazione per necessità, per un’esigenza di autentica sopravvivenza. Pagine intense e incisive che partendo dalla rappresentazione di un episodio, finiscono con l’assumere il valore emblematico di una intera generazione che l’autore traduce in suggestioni narrative attraverso l’evocazione di una similitudine, quella del mal d’inchiostro che in realtà simula la metafora del mal di vivere, dal quale egli stesso finisce coll’esserne coinvolto e soffrirne per interposta persona, cioè quella del figlio. E tuttavia un racconto non drammatizzato, ma sospeso sul filo di una memoria rischiarata dalla speranza di un ritorno in patria, nella natìa Barletta, per le strade e fra le case logore eppure familiari di un tempo. Per l’autore, ancora una tappa del suo itinerario alla ricerca di un approdo per dar forma alla propria smagata interiorità; e per noi lettori l’appagamento di una conferma. NUOVA SEDE BARLETTA VIA REGINA MARGHERITA 34 Tel./Fax 0883 332 464 · Cell. 393 301 26 75 [email protected] · www.fotorudy.it APRILE 2014 F rate Antonio da Barletta, nato a Barletta alla fine del 1300 e morto a Ferrara? nel XV secolo, è l’autore del Libro de la generatione et guida, infermità et cura de li cavalli, volgarizzamento del Liber marescalcie equorum di Lorenzo Rusio di Roma. Il trattato in latino di veterinaria e ippiatria di Lorenzo Rusio (1301/1307). è stato tradotto in volgare da frate Antonio da Barletta nel primo ventennio del 1400. L’opera inedita denominata la Mascalcia di frate Antonio da Barletta è stata segnalata e studiata per la prima volta da Pietro Delprato nel 1867, ed è l’unica opera che si conosca del frate barlettano. Il suo nome Parma, Biblioteca Palatina, codice Parmense 315 Incipit: Comenza il libro di signi de la bontà et malicia di cavalli et de loro infirmità casoni et cure fatto da magistro Laurentio de la cità de Roma ditto Rosso in latino et converso in vulgare da frate Antonio de Barulo. Proemio del libro. APRILE 2014 ci è stato trasmesso unicamente da quattro diverse copie manoscritte, ad oggi note, del suo volgarizzamento quattrocentesco, conservate nelle Biblioteche di Londra, Bologna, Parma e Pavia. Studi recenti condotti dall’Università del Salento hanno riportato in luce l’opera inedita dell’autore barlettano, del tutto sconosciuto alla storiografia locale, attraverso la pubblicazione in rete delle schede di censimento dei quattro manoscritti a cura di Carlo Marzano. Il più antico dei quattro esemplari è il codice 22824 conservato nella British Library di Londra, del 1422. La copia in pergamena di 61 carte è stata redatta nella corte estense e trasmette la redazione più antica e autorevole del Libro de la generatione et guida, infermità et cura de li cavalli di Antonio da Barletta, volgarizzamento della Mascalcia di Lorenzo Rusio. Nell’Explicit si legge: …liber manescalcie equorum compositus a Laurentio … traslatus in laycam lingua per fratrem Antonium de Barulo seu Barlecta…. Il codice A1586 conservato nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, già di proprietà del conte bolognese Gian Battista Ercolani (1819-1883), fu acquistato dalla Biblioteca dell’Archiginnasio nel 1885. Il manoscritto quattrocentesco di 78 carte in pergamena è testimone pregiato del volgarizzamento del monaco pugliese Antonio da Barletta della Mascalcia di Lorenzo Rusio. Il codice Parmense 315 conservato nella Biblioteca Palatina di Parma è stato redatto nel 1470 dal copista Carlo di San Giorgio per Borso D’Este duca di Modena e marchese di Ferrara. Il manoscritto in pergamena di 108 carte presenta fregi e iniziali miniate ed è copia di pregevole fattura del volgarizzamento della Mascalcia di Lorenzo Rusio di Antonio da Barletta. Entrò a far parte dei fondi librari della Biblioteca Palatina di Parma nel XVIII secolo. Il codice Aldini 532 conservato nella Biblioteca Universitaria di Pavia del XV secolo è una copia cartacea secondaria del- la Mascalcia in volgare di frate Antonio da Barletta. Le schede dettagliate di censimento corredate di alcune immagini delle quattro copie manoscritte possono essere consultate in rete nella banca dati CASVI/SALVIt (Studio, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani PRIN 2007) http://www. salvit.org e nel portale ADAMaP (Archivio Digitale degli Antichi Manoscritti della Puglia. Censimento e ricostituzione virtuale della biblioteca) nata nel 2009 sotto la direzione scientifica di Rosario Coluccia http://www.adamap.it. BIBLIOGRAFIA - PIETRO DELPRATO, La mascalcia di Lorenzo Rusio. Volgarizzamento del secolo XIV messo per la prima volta in luce da Pietro Delprato (con il testo latino per cura di Luigi Barbieri), 2 voll., Bologna, Romagnoli, 1867. - MARCELLO APRILE, La mascalcia di Antonio da Barletta. Volgarizzamento quattrocentesco da Lorenzo Rusio. Introduzione, edizione del testo e glossario (capp. 123-234), tesi di laurea, relatore prof. Rosario Coluccia, Università degli Studi di Lecce (ora Università del Salento), a.a. 1988-89. - TONIA BRUNO, La mascalcia di Antonio da Barletta. Volgarizzamento quattrocentesco da Lorenzo Rusio. Introduzione, edizione del testo e glossario (capp. 1-123), tesi di laurea, relatore prof. Rosario Coluccia, Università degli Studi di Lecce (ora Università del Salento), a.a. 1988-89. - VITALIANA CURIGLIANO, La mascalcia di Antonio da Barletta. Introduzione, edizione del testo (capp. 1-100) e analisi linguistica, tesi di laurea, relatore prof. Rosario Coluccia, Università degli Studi di Lecce (ora Università del Salento), a.a. 1997-98. - FRATE ANTONIO DA BARLETTA, Mascalcia, scheda a cura di Carlo Marzano, in CASVI/SALVIt (10.10.2011). IL FIERAMOSCA 47 Musica UN AGENTE REALE È SEMPRE CON TE. Presentazione stagione dei concorsi musicali “Città di Barletta” e “Premio Mauro Paolo Monopoli” Noi di Reale sappiamo come proteggere il tuo mondo. Perché è anche il nostro. Ecco perché puoi affidarti alla nostra Agenzia, che offre ai propri Soci assicurati serietà, professionalità e attenzione continua. Troverai Agenti esperti, formati e aggiornati sulle soluzioni più moderne in campo assicurativo e previdenziale con cui progettare e realizzare soluzioni personalizzate sui tuoi effettivi bisogni. S i è tenuta a Barletta, giovedì 27 marzo, presso il Foyer del Teatro Comunale Curci, la Conferenza Stampa di presentazione del 24° Concorso Internazionale per Giovani Musicisti “Città di Barletta”, del 17° Concorso Internazionale di Esecuzione Pianistica “Premio Mauro Paolo Monopoli” e del 10° Concorso Musicale Nazionale “Premio Musica Italia”. Nella passata Edizione si è avuta la partecipazione di oltre 450 musicisti provenienti, oltre che da tutte le Regioni d'Italia, anche da ben 54 differenti Nazioni: Finlandia, Australia, Russia, Argentina, Svezia, Belgio, Montenegro, Turchia, Regno Unito, Danimarca, Armenia, Filippine, Kirghizistan, Malesia, Messico, Svizzera, Azerbajan, Malta, Germania, Georgia, Lettonia, Polonia, Bosnia e Erzegovina, Corea del Sud, Francia, Kosovo, Macedonia, Taiwan, USA, Albania, Spagna, Hong Kong, Cina, Bielorussia, Serbia, Repubblica Ceca, Portogallo, Estonia, Kazakistan, Bulgaria, Croazia, Canada, Uzbekistan, Romania, Irlanda, Ucraina, Brasile, Austria, Olanda, Lituania, Grecia, Ungheria, Andorra e Giappone, a conferma del prestigio e della risonanza internazionale della manifestazione che costituisce anche una straordinaria occasione di promozione turistica e culturale del territorio. Durante la Conferenza Stampa, preceduta dalle immagini dei concorsi realizzati nell’anno 2013 e dalle note del Soundiff Ensemble, Lucia Somma, violino, Pietro Doronzo, flauto, Pasquale Somma, pianoforte, alla presenza del Sindaco Pasquale Cascella, del dott. Vincenzo Di Domenico, direttore della Buzzi Unicem di Barletta, del dottor Michele Sardone in rappresentanza della Fondazione Nicolaus, di varie Autorità e Sponsor sostenitori dell’iniziativa e del Direttore Artistico, m° Francesco Monopoli, verranno illustra- te le novità dell’Edizione di quest’anno organizzata dall’Associazione Cultura e Musica “G. Curci” e dal Comune di Barletta, come già avvenuto negli anni precedenti, con il patrocinio e la collaborazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Puglia e della Provincia di Barletta Andria Trani Sono stati presentati la prestigiosa Giuria del Concorso, i vari Premi Speciali previsti, il Calendario dettagliato delle Audizioni e le varie iniziative collaterali insieme a tutte le novità previste per l’Edizione 2014. STUDIO DENTISTICO CANFORA dei Dottori Cesare e Rita Canfora anni Da 40 servizio o al vostr 1) Agenzia generale del Nord Barese: BARLETTA - Corso Garibaldi, 142 - tel. 0883 532 982 01 (1971-2 Subagenzie di Barletta: Agenzia Italia t. 0883 521 218 - Delvecchio Promot. Finanziario t. 393 047 7273 - Dicandia Promot. 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AVIS Barletta sezione mezzofondo e marciatori di Franco Lamonaca A schema risolto, nelle righe del 22 e del 53 orizzontali (non definite) si leggeranno due denominazioni del centro storico. La foto centrale fa logico riferimento al 52 orizzontale. C ostituitosi nell’estate nel 1961, sotto la dinamica guida del prof. Ruggero Lattanzio, il G.S. Avis Barletta sezione mezzofondo e marciatori, esplose l’anno dopo, attraverso una serie di successi prima in campo provinciale (Bari) poi regionale (Brindisi) con qualche estemporaneo successo in campo nazionale (Carate Brianza, Lanciano, Giro di Roma). Col prof. Lattanzio, a sostenere il faticoso impegno, il prof. Camillo De Luca e il primo allenatore storico del gruppo, il col. Lino Poggi al quale si affiancherà presto il già due volte campione di marcia Cosimo Puttilli. Il primo atleta di rilievo ad iscriversi, Angelo Marchisella, non più giovanissimo, ma ancora in forma: dall’impegno atletico attivo, passerà presto lui pure al settore allenatori e sarà lui, qualche anno dopo, a scoprire Pietro Mennea. Nella foto di gruppo dell’estate del 1962, sulla pista del vecchio stadio comunale “Lello Simeone” alcuni dei protagonisti di quella straordinaria estate agonistica che ebbe il suo momento più esaltante nella partecipazione al XVI Trofeo Pavesi, al XVII Gran Premio di mezzofondo (categoria allievi) gare selettive per reperire le nuove leve di atleti nel mezzofondo e nella marcia. Mario Albanese, Savino Albanese, Salvatore Albanese, Giovanni Braccioforte, Francesco Barile, Nicola Barile, Francesco Cafagna, Giuseppe Cafagna, Umberto Casale, Pasquale Cascella, Pietro Corvasce, Tanino Corvasce, Gioacchino Dagnello, Giuseppe Dimiccoli, Bradamante Dimonte, Vincenzo Distaso, Carlo Gissi, Grillo, Francesco Musciagna. 1 2 3 4 5 17 18 22 6 26 1 27 13 29 32 35 37 38 40 41 43 44 47 48 49 50 54 45 51 52 55 56 58 60 16 25 34 42 15 21 31 46 14 28 39 9 12 24 36 Da sinistra, in piedi: Di Monte, Ostuni, Distaso; in basso: Gissi, Albanese, Torre 11 20 33 8 61 59 62 Le definizioni riguardanti Barletta, sono precedute da un asterisco (*) (Soluzione a pag. 52) 3 7 10 13 12 11 14 15 Stadio Comunale “Lello Simeone”, 5 luglio 1962, fase di selezione per la partecipazione al XVI Trofeo Pavesi e XVII Gran Premio di mezzofondo e di marcia. 1. Savino Dibello; 2. Vito Lattanzio; 3. Raffaele Doronzo; 4. Pierluigi Lattanzio; 5. dott. Ruggero Lattanzio; 6. Giosuè Poli (presidente FIDAL nazionale); 7. cav. Paolo Danese (presidente FIDAL regionale); 8. dott. Francesco Rana; 9. Angelo Marchisella; 10. Vito Romano; 11. Pietro Corvasce; 12. Francesco Cafagna; 13. Mimmo Ostuni; 14. Carlo Gissi; 15. Vincenzo Di Staso (COLL. MIMMO OSTUNI) 50 IL FIERAMOSCA 10 30 6 4 9 19 57 2 8 23 53 5 7 APRILE 2014 Orizzontali Verticali 1. Mammifero di corsi d’acqua, dalla pregiata pelliccia. - 6. Adoperata, destinata a quell’uso. - 12. Si consegue all’Università. 17.* La prima maglieria barlettana. - 18.* Don Peppuccio della Disfida. - 20. Intere, integre. - 22.* (non definito). - 26. Rimini. - 27.* Mons. Giuseppe, ultimo vescovo di Canne. - 28. Lo zoo degli uccelli. - 29. Quella della Monaca è una borgata romana. - 30. Un verbo della chioccia. - 31. È una parente. - 32. Si cerca nell’uovo per pignoleria. - 33. Nascosti, occulti. - 34. La fine di marzo. - 35.* La tosatura del barlettano. - 36. Può cogliere all’improvviso. - 38. Sagoma di cornice o membratura. - 39. Il peso della responsabilità. - 40. Un’espressione dubitativa. - 41. Frutteti tipici del Trentino. - 42. Saltano nello stagno. - 43. Piccolo sommergibile per mine. - 44. Attrezzi simili alle pale. - 46. Lo intima la sentinella. - 47. Luoghi di detenzione. - 51. Il killer ripetitivo. - 52.* Barletta in sigla. - 53.* (non definito). - 57. Normalmente si passano dormendo. - 58. Infiammazione nasale. - 59. L’insegna luminosa. - 60. Forte calo di voce. - 61. Un santo sulla costa del fermano. - 62. Non ancora maturo. 1. Sono fonti di sapere. - 2. Lo stato asiatico con capitale Masqat. - 3. Controllano le frodi alimentari. - 4. La bandiera italiana. - 5. Abbastanza sdegnate. - 6. Volute bene. - 7. La corrente d’arte con doppia sillaba. - 8. Andati. - 9. Antica cittadina a sud di Alghero. 10. Recipienti per mosti. - 11. Criticabile usanza, stantìo modo di procedere. - 12. La coperta della stanza. - 13. Non credente. - 14. Sono pari nel fustino. - 15. Ripetuti, replicati. - 16. L’innamorato della commedia. - 19. Son portatori di scabbia. - 21. Elemento chimico radioattivo. - 23. Pulire sciacquando. - 24. Avellino. - 25. Abitano e lavorano in campagna. - 30. Il “molleggiato” della canzone. - 32. Giuste per piccole fritture. - 33. I numerati della televisione. - 35.* L’aggiunto cognome della pittrice Picardi. - 36. Lo scrittore de “La noia”. - 37. Son famose quelle del Niagara. - 38. La dinastia di Lorenzo il Magnifico. - 40. I “della” Pinacoteca “De Nittis”. - 41. Fu assassinato dalla girondina Corday d’Armont. 43.* La Santa delle Sette Rue. - 44. Luciano: compositore e fonologo, esperto di musica elettronica. - 45. Privo di accento. - 47. Classi sociali. - 48. L’ente della luce. - 49. Radio Telegrafista. - 50. Prima di oggi. - 51. Non malati. - 52. Breve programma serale di Rai Tre. - 54. Asciuga i capelli. - 55. Eroe spagnolo. - 56. Una sigla d’ambulanza. APRILE 2014 IL FIERAMOSCA 51 Brevi di sport Atletica Veronica Inglese ritocca il suo limite Benché sia arrivata solo 22a ai recenti campionati mondiali di mezza maratona, a Copenaghen, Veronica Inglese ha tuttavia ritoccato il suo personale sulla distanza col tempo di 1h10’56”, undicesima prestazione italiana di sempre. La migliore delle italiane la veterana Valeria Straneo che ha chiuso la sua prestazione all’ottavo posto col tempo di 1h08’54”, non lontana dalla keniana Gladys Cherono col tempo di 1h07’25”. E ancora keniane sono le ulteriori quattro atlete che si sono piazzate dopo la vincitrice. Quarta la squadra italiana, dopo il Kenia, l’Etiopia e il Giappone. Nuoto Un oro e un argento per l’Asd Barletta Nuoto Un oro e un argento a livello individuale nonché un buon piazzamento del collettivo del “Team Le Orche”, la squadra agonistica dell’Asd Barletta Nuoto categoria esordienti al campionato regionale primaverile che si è svolto nella piscina della Marina Militare di Brindisi. A titolo individuale Andrea Filannino ha vinto due medaglie: il titolo regionale dei 50 metri con trasporto del manichino e un secondo posto nei 50 metri con ostacoli. La Barletta Nuoto si è piazzata al primo posto nella staffetta 4x50 metri ostacoli in virtù delle brillanti prestazioni di Francesco Doronzo, Vincenzo Riondino, Damiano De Fazio e Andrea Filannino. Tennis Il Circolo Tennis Barletta torna in A1 Il Circolo Tennis Barletta “Hugo Simmen” è tornato in A1 così parteciperà per il secondo anno consecutivo al campionato nazionale maschile a squadre di A1. La retrocessione è stata infatti annullata col ripescaggio che ha riportato il Club nella massima serie. Anche se mancano ancora sei mesi prima dell’inizio del campionato, il Circolo Tennis ha già completato l’organico per la prossima stagione. Ai quattro atleti barlettani - Francesco Faggella, Sport Savino Lapalombella, Domenico Scelzi e Giuseppe Tresca - è stato aggiunto il ceco Jan Satral che fu grande protagonista dell’annata agonistica del 2012 nei play off di A2. Compiacimento per questo recupero in A, è stato espresso dal consigliere nazionale della FIT Isidoro Alvisi, dai vertici del Circolo Tennis e dagli sportivi barlettani. Canottaggio L’Asd “Barletta Sportiva” con 263.833 punti si è classificata al sesto posto assoluto nella classifica di società. Prima società pugliese, prima società non-romana Un bronzo e un oro per Paola Piazzolla di Enzo Cascella* Sembra che la nostra amata città continua ad essere il crogiolo di importanti vocazioni sportive. Tra le tante spicca il nome della canottiera Paola Piazzolla (a sinistra) che animata da forte passione e dedizione per il canottaggio, tiene alto il nome e i colori di Barletta e della Lega Navale, società alla quale appartiene. Domenica 6 aprile nel campo di regata nazionale di Piediluco (Terni), nell’ambito del primo meeting nazionale, Paola Piazzolla è salita per ben due volte sul podio portando a casa un bronzo, nella specialità singolo femminile e un oro nel doppio femminile juniores in coppia con la sua coetanea, la genovese Laura Bianca Pelloni. Motociclismo Cosimo Diviccaro si allena all’autodromo Ferrari In attesa che riprendano le gare della nuova stagione agonistica, il nostro centauro-motociclista Cosimo Diviccaro si è allenato al Mugello in occasione dei test organizzati dalla Pirelli e poi sul circuito dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” di Imola in attesa del debutto del Campionato nazionale di Velocità. Ottimi i risultati ottenuti da Diviccaro sia al Mugello che a Imola con la sua BMW Hp 4, anche perché il suo team si avvale oggi del telemetrista Valerio Vitobello e del meccanico Domenico Lopedota. Ricordiamo che Diviccaro è stato recentemente premiato al Motoday di Roma da Toni Elìas per il successo ottenuto nel 2013 al “Trofeo del Centauro”. Soluzione di pag. 51 A F O N I 60 A E L P D I O A C E R B O 62 A F E R R A N T E C A R A C C V 53 N L a Maratona di Roma è più bella se il traguardo lo si taglia con il Colosseo alla spalle, come negli anni passati, o se lo si ha di fronte, come avvenuto in questa ventesima edizione? Dettaglio insignificante! Domanda pleonastica, quando si è circondati dalla grande bellezza! Via dei Fori Imperiali è così unica e irripetibile che, da qualunque lato la si osservi, presenta solo l’imbarazzo della scelta. I lavori in corso sulla storica via, oltre alla revisione della zona partenza-arrivo, hanno determinato una rivisitazione di tutto il percorso, con il risultato dell’essere, il suo fascino, rimasto immutato, nonostante il mancato passaggio al cospetto della Fontana di Trevi. Va detto, però, che la celebre fontana barocca, immortalata in film e cartoline, è un gioiello così prezioso che bisogna far di tutto per includerla nel tracciato. Qualcuno s’è preso la briga di contare in 77 i cambiamenti di direzione, mentre le vie tappezzate con sampietrini, particolarmente insidiosi in Via del Babbuino, sarebbero state 7,6 km. L’augurio è che i lavori in questa importante arteria non durino decenni e che, quanto prima, venga restituita alla collettività. Nell’insieme, il nuovo percorso m’è sembrato più duro per via delle salite del 4° km, 28° km e 36° km, solo in parte attutite dalle rispettive discese, particolarmente gradita quella di Via Nazionale, che permetteva di tagliare il traguardo a tutto gas. Personalmente, vorrei che fosse ancor più duro e che ci riportassero sulla salita di Villa Borghese e ci facessero scorribandare tra le Mura Latine, come avveniva nelle prime edizioni, le più belle in assoluto. Qualche sacrificio bisogna pur farlo, se si vuole godere pienamente una città! La pioggia va ringraziata! È stata paziente, comprensiva, generosa. S’è fatta vedere dopo vent’anni. Troppa grazia! Ci sta tutta. Ora che è arrivata, ci siamo tolti il pensiero, possiamo correre per altri due decenni con il sole primaverile che ha illuminato tutte le edizioni. Grazie pioggia! La Maratona di Roma ha festeggiato i suoi vent’anni a suon di record. Un fiume di gente, quasi 20.000, si è assiepato alla partenza, impavido sotto la pioggia scrosciante. È stato duro per chi non era adeguatamente equipaggiato. Anche lungo i 42 km ha piovuto, ma quando si è in movimento, tutto è più sopportabile. L’essere fermi, fissi, immobili, appiccicati uno all’altro ha messo a dura prova il senso di sacrificio dei maratoneti. Mai il segnale di partenza è stato atteso con tanta impazienza. Dato il via, la truppa ha rotto le righe e ha invaso le strade della capitale. Ben 14.875 si sono ripresentati sul traguardo, confermandosi la più amata dagli italiani e dagli stranieri. Come al solito, i primi a tagliare il traguardo sono stati gli atleti africani. I nostri si sono dovuti accontentare delle posizioni di rincalzo. La genovese Emma Quaglia è giunta terza, il barlettano Mimmo Ricatti quarto. Tante le iniziative che hanno fatto da corollario alla gara: chi ha raccolto offerte per opere caritatevoli, chi si è sposato appena terminata la corsa, chi ha gareggiato armato da centurione, ecc. Terminata la mia maratona, sono rimasto nella zona per vedere l’arrivo di una che mi riguardava da vicino. Ho atteso lungo tempo sotto la pioggia implacabile in maglietta e pantaloncino, giungendo alla conclusione che la broncopol- 47 R A N E 48 49 50 I O I Z 23 18 3 4 I 5 6 A 45 I C A R O S 7 8 I 35 A A R I P E L O 32 O T O R 29 S A N D O M E N I 24 19 A D I 28 C A D D A M A T O L O N T R A 2 A V 27 I M A R I 31 C A R A T A I I M O D A N O 34 30 L B T 52 L 38 Z O C O V A R E I I 41 C 33 O L O 56 M E L E T 37 C E L A T 22 I A L 44 40 M A L O R E 36 B A S N E O N 59 B A D M A 39 I 51 43 O N E R E 26 T E S E R M A S 42 R N I 55 C A R C E R 46 I I 58 54 A L T 17 R 57 I APRILE 1 I 61 N O T T A T E I 9 B 20 I I N T A T T E 21 T A 10 11 C O 25 M L A U R E A 12 13 14 15 16 52 IL FIERAMOSCA La Maratona di Roma ricorda Pietro Mennea 2014 La “Uniwork ViviBarletta” si svolgerà a Barletta domenica 11 maggio 2014, il raduno è fissato alle ore 8:00 presso il Porto di Barletta/ Lungomare Pietro Paolo Mennea. Partenza ore 9:30. APRILE 2014 monite non esiste: se fosse esistita me la sarei presa io. Dopo un’ora, hanno tagliato trionfalmente il traguardo 12 ragazze, dei 100 atleti della Barletta Sportiva che hanno portato a termine la Maratona di Roma. Sono giunte frontalmente, occupando l’intera corsia. Avevano un pantaloncino nero e una maglietta bianca con sul davanti e sul retro incisa una grande lettera, in modo che fosse visibile dai due versi. Hanno viaggiato a 7:30 al chilometro, un’andatura che permetteva loro di trovare la strada libera dalla massa dei maratoneti per occuparla interamente, procedere compatte, e il nome formato dalle lettere fosse chiaramente leggibile. Qualche giorno prima, nella loro città, era stato commemorato il primo anniversario della sua scomparsa e avevano scelto questo modo per ricordarlo nella Città Eterna. Sui loro petti e sulle loro spalle, quelle lettere formavano il suo nome: PIETRO MENNEA. * Presidente Asd Barletta Sportiva Tiro con l’arco Oro per Pia Lionetti all’Arizona Cup di Phoenix Davvero un capolavoro nella gara a squadre, e davvero soddisfacente la prova anche nell’individuale. Così la barlettana Pia Lionetti non fallisce il primo importante appuntamento della stagione all’aperto. Lionetti ha portato a casa da Phoenix negli Stati Uniti d’America una splendida medaglia d’oro con le sue compagne di nazionale ed un’eccellente dose di ottimismo in vista dei prossimi impegni agonistici (il 2014 è l’anno degli Europei). Il terzetto ha superato gli Stati Uniti in semifinale alle frecce di spareggio (27-26) dimostrando eccellenti capacità soprattutto sotto il profilo mentale e caratteriale. Molto buona la prestazione di Pia Lionetti anche nella prova individuale. Dopo aver sconfitto la statunitense Victoria Bennet (6-2) e la canadese Virginie Chenier (7-3), la tiratrice barlettana si è arresa soltanto allo shoot off (9-8) nella sfida degli ottavi di finale contro la messicana Gonzales. IL FIERAMOSCA 53 Vernacolo Poesie Una dichiarazione di matrimonio di 50 anni fa di Michele Vitobello* Quenn t canuscibb, m pari na loun sciv ch Rusein, a figgh d Frtoun. Fu sop o cors esattament nenz Arè mezzor preim ca taviva sci a rtrè. “Signorina permetti?” t dcibb ch crienz, tu t frmist ma rumanist a distenz po m guardist e m facist u sorreis iè, m scrutibb nu picch! m sntav o Paraveis prdibb a parol, m mancav u curegg pnzib soltend, fors iè nu mregg. “L’accompagno a casa?” dcibb gentilment dicist “Sì grazie”, molto elegantemente D’acchssì pgghiem a vei d for a port e ind o frattimb crchemm d stablì nu bun rapport. Camnem camnem arruemm nenz o berr Venezuel, stav tutt addobbat, ier u period d Natl. Trasemm ind, e senza fè ammuein c mangemm 19 pasticcein poi iurdnib pour trè cafè dcist “Man ca c ma sci a rtrè”. Acchssì pigghiemm a vei da strat nov e c frmemm n’enz a nu prton, diss Rusein “Ne voggh fè a bacchett” chssì c salutemm e s n scett. “Siamo arrivati”, dcist in perfett italiano allor ci frmemm, e tu m dist a man c salutemm tre o quett volt chi men ind e men, strind fort fort, m ringrazist d’averti accompagnata rspunnib “Prego” da persona educata poi m guardist ch tenta devozion m dist nu bacett e achiudist u prton. U Sebt appirs, passib da satt o balcon faciav fridd e chiuvav a gocciolon ma tu chiù furb, stiv ind o prton assist for e tutt intremoleit dcist ca t chiamiv Marghereit ma cheda dei a cap ier mulein s’affulmnern tutt i lampadein, i cunt i facemm ind o prton. Stemm do ior nzim trmlenn trmlenn passet u timp e nen c’avvrtemm. Dop tre dei c demm appuntament e c’incontremm nenz o monument dcist “vin” e po m dist a man dcist pour ca m vuliv ben, parav ca a scol nzim scemm all’aseil c mancav soltent u panierein pess pess nenz a vill avemm arruet e da Nicolein c pigghiemm nu bell gelet, a dei appirs stemm stemm tutt e do arraffrddet. Ind a sttmen c vdemm solament tre dè A Dumench, u Mrculdè e u Vnardè l’ultma volt meng a fell appost truemm a memt e a frett nenz a post dcist ca m vuliv prsnté ma iè contnuib ancor a camnè “Madonn a ma, e mo c’e iess ditt! ialt ca ne m dicn, mnè camein dritt”. T rspunnib “Iè proprio ched, ca stoch affè dritt dritt iè stoch a camnè”. Ma dopo tre dè ca c vdemm arret parav ca a pagour t’avav passet perà dcist, c verament tu m vu spusè ch memm o c’attenm tu a scì a parlè ca chid iann ditt ca c ng vetn arret scurament i gehmm l’aveit aiess spzzet. Ma, u fett fnett a tarallucc e vein quenn c truemm ch memt e attent a dei da Senta Spein po c spusemm e nascern tre figgh tutt sommat seim na bella famiggh. Mo, che e passet u timp c vuleim ancor ben e iei e Marghereit scem ancor a men a men. * detto Lillino A “GRENDA BELLEZZ” DE TONY M’ARRESS M’arress, dop ca u film è vist ind a televsion tutt a nott, v’avout incubi e u cor in fibrilazion. Sugnav de iess l’attor princ’pal du film, se gerav e regerav ind o litt, nan avav r’ggitt. Ca sigarett macch, faciav u s’margess, se ne sciav in geir chi strad de Barlett, M’arress. Rat a idd, feil e feil de m’nenn scev’n appriss ballen e canten i canzon de G’gein Pastor sop o Vial di Privt. Atturn atturn a funtan da stazion che M’arress, facev’n u trenein ballev’n e cantev’n “Stell a zopp, a zeit, mezza par e meddeich!” Ci ca zumbav da dò, ci ca zumbav da dè tutt m’briach e allanout me sciout a f’nesc’ satt Arè! U r’gist ca ier assè brav, tutti i bellezz de Barlett f’lmav M’arress, sempr ca segarett macch, n’zim a id se ne sciav da v’cein o Castidd, a strad da Cantein da D’sfeid u palezz da Merr, che tutt i quedr de Peppein. Preim pian du paraticchie, de ponent, u purt e da cattedral a nu cert punt M’arress na bella femm’n n’enz s’è truat. Mò ce fezz, ve deich ce cos è fett ind o secand timpi, M’arress!? Cud ca puteit immag’nè immag’netl, ier bell assè, nan vu poss raccuntè, soltent ca, sop o chiù bell, o p’ccion d’Arè me s’ntout chiamè: “M’arrè te sint mal, u dottor mà chiamè!?” M’arress 54 IL FIERAMOSCA Ù Trabucch Tempo di Pasqua Luccichio di sardelle: al tirar della rete, quadrata, rattoppata, stridon erose rotelle; pali prolungati, trampolini, estensioni, tengon le tensioni. Il coppo possente, al fin della… giostra, raccoglie, splendente brulicar intenso, a riempir reticente la bocca ridente. Il passo anch’oggi c’è stato, ricordo sfumato… d’una avventura tipicamente… nostra. È tempo, con gli uomini, arrisi, giovati dalla fede, la natura e il cielo, nel segno e nell’assonanza di una liturgia; e rifioritura nei campi e dal cielo, cadente, rallegrante plenilunio, e fervore di Resurrezione, mistico lieto fine di nostro Signore e saggezza di pace alle genti nel soffuso recitato di Pasqua, dal familiare, metaforico dire: “Stiamo, ci avvertiamo brillare, come una Pasqua”. E sia abbracciante l’augurio. Bradamante Dimonte Emanuele Dicuonzo (FOTORUDY) Elì Elì, lemà Sabactàni? (Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mt 27,45-46 Vorrei tanto Vorrei tanto regalarti il sole per vederti sorridere. Vorrei tanto la tua mano e camminare insieme. Vorrei tanto farti posare la testa sulla mia spalla per alleviare il tuo dolore. Vorrei tanto trasformare la tua rabbia in allegria. Vorrei tanto riuscire a farti piangere per liberarti del tuo immenso dolore. Vorrei aiutarti più che posso, ma non riesco a entrare nel tuo mondo. Vorrei sollevarti da terra e farti camminare sulle nuvole per raggiungere il tuo amore. Vorrei riportarti indietro, farti rivivere intensamente i momenti belli. Vorrei tanto dirti è stato un brutto sogno. Vorrei abbracciarmi a te e piangere insieme per questo grande dolore. Si è alzato un muro, il muro del dolore e del pianto e della rabbia. Invece sono sola mentre piango scrivo di te e di me di me sorella tua, non riesco a colmare il tuo dolore per aver perso il tuo amore. Ada Roggio APRILE 2014 APRILE 2014 Antonella Palmitessa, olio, cm. 20x25 Antonella Palmitessa esprime nelle sue opere variegati sentimenti ed emozioni collegando le esperienze esistenziali a un’intensa spiritualità. Predilige la rappresentazione di visioni paesaggistiche, temi sacri, figure, rendendole vitali con accordi cromatici armoniosi e vibranti, in una sapiente alternanza di tinte forti e delicate, conferendo ai soggetti raffinate volumetrie ed un’espressività capace di comunicare significativi messaggi (V. Cracas) A scarcedd e l’uv d ciuculat Pasque vin currenn i m’ninn vann chiangenn vann chiangenn pù cor a scarcedd voln lor. Tenda timb ndrat i uagnoun pì strat dcevn acchssì a matein ce a Pasque ier v’cein. M’arr’cord iei tenn ca tnav quett’enn alla S’tt’mana Send memm iouna soltend a faciav na scarcedd p nou i criaturedd. E jedd jind a cucein pì u zuccr a farein quett iov veit mett nu picc pour d lett uppan d’ l’angil na bustein l’ov sode e i cumbttein. E p nou i figghie ovar la guarnisce a pr’par. A Pasque nou criaturedd ci mangemm a scarcedd. Stav l’uv d ciuculat ma ier na cos prelibbat u putevn accatté s’cour solamend i signour. I vdemm jind e v’trein nfiocchettat a matein pì t’rneis ca non stevn mé non s putav accatté. Ma mò ca jind e paieis s paliscescin i t’rneis s’ l’acchettn tutt quend preim da S’tt’mana Send. E o Vinardei ca mor Gesù quas non s n trovn chiù. A memm l’acchett i pigghie pì npout e pì figghie. Nou mò non ce cheddeir ca ci m fett la leir memm a Pasque b’n’dett l’ov di ciuculat acchett. E p sta fest bell d Gesù a scarcedd na face chiù. Memm na cos t deic sé e timb anteic a turné. A scarcedd fell ancor quenn abbuvesce u Signor ca ié u prisce d s’cour di grenn e di criatour. Resta sta bella tradizion e dopo a dei da passion a Pasque ci mangiam biat scarcidd e iov d ciuculat. Angelo R. Nanula IL FIERAMOSCA 55 Vernacolo INFORMAZIONI TURISTICHE E CULTURALI Archeoclub di Barletta 348 3739839 Archivio di Stato (Via F. d’Aragona, 132) 0883 331002 Nu pesce d’abril! [email protected] Archivio della Memoria e della Resistenza (c/o Castello) 0883 578644 Ass. Cultura e Turismo (Via d’Aragona, 95) 0883 578612 - 578614 - 578620 Aufidus - Ass. inform. turistica 339 3218439 Biblioteca Comunale (c/o Castello) 0883 578607 di Michele Sfregola Biblioteca e Archivio Diocesani “Pio IX” (Via Nazareth, 68) U prim d’abril cudd mbatus d’ Riggier s’ facett vnì ngape nu checchie d’ pinzier: “A migghierm è fè nu schirzett ca l’av a fè grattè nu picch u cuzzett! “Vularì sapè ciccos l’è pigghiet ca ind a na ghiaccir m’ sembr scittet. Me scriv na lettr senza firm satt, ca l’ev a fè sintì assè d’ fatt! I femmine, s’ sap, sà tutt gilos e a sintì nziccht cert cos, almen nu picch s’ iev a riscbigghiè e allor s’ và dè nu picch da fè!”. Pigghiett penn, bust e fogliett e ca man a mancin chien chien scrivett: “Cara signor, maritt iè nu traditor e ca cummar fece spiss l’amor. Tu t’n’ stè bon, pacifiche e cuntent, mentr cudd galiott fece u fitent! D’ sta cos tè vlut avvisè, mò sè tu ciccos a sumbnè”. Allor ind a bust u foglie mittett u franchibull v’appizzichett, e quenn ind a post a menett, na risata satt e beff’ s’ facett. A die appirs mentr a cas turnav, ind a cap cuntent pinzav: “Mò ca vat a migghier a mai, m’ va fè passè nu secch d’uai… “Ma quenn le fett bona bon sfuchè, allor u scherz l’egghia spieghè: “Iosce iè nu prim d’abril, t’è fett nu scherz, ne t’ pigghienn a bil!”. Allor Chiarin a rit s’ va mett e a pace fra nue all’istent ste fett”. Acchssì pinzenn i scal salett e ret a port tuzzlett. Ma pircè Chiarin a port ne iaprav e d’ ne sintì fint faciav? Allor a chiav da ind a secch pigghiett e subt subt a port iaprett. Trasett ind a cas e a migghier chiamett e nisciun rispunnett… Ma ciccos ierr cudd bigliett ca stav lasset sop a colonnett? Ca man ca nu picch i trumlav, u bigliett pigghiett: ciccos diciav? Allor a legge accuminzett e biench nfecce s’ facett. Stav scritt: “Tu tien a cummar? E brav! Pur ie tengh u cumpar! Ne t’ lassav sol ch’ cumpassion, ma mò m’ n’ voch ch’ nu bell uagnon!”. A legg sti parol u provr marit, s’ sintett subt pintit: “Mannegghie abril e quenn è trasut, è sciut ch’ fatt… è stat fittut!!!”. 56 IL FIERAMOSCA FOTORUDY SERVIZI SOCIALI A.I.A.S. - Assistenza Spastici (Via della Repubblica, 1) 0883 527859 ANT - Delegazione di Barletta (Via A. Bruni, 28) 0883 310230 A.V.I.S. - Donatori Sangue (c/o ospedale vecchio) 0883 521686 Casa di riposo “R. Margherita” 0883 522446 Centro Antiviolenza per le donne (P.zza Aldo Moro n. 16) 0883 310293 Centro Aperto Polivalente (via R. Margherita, 126) 0883.510181 Centro Accog. Immig. Caritas (Via Manfredi, 45) 0883 572557 Centro Intercult. per le migrazioni (via. A. Bruni, 13) 0883.310387 Consultorio familiare “Insieme…” 0883 520395 Curia Arcivescovile 0883 531274 Fratres - Donatori Sangue (P.za Principe Umberto, I) 0883 518002 GOS Laboratorio urbano tel. 0883 310214 - fax 0883 576156 ODO-ANT (Via Fusco, n. 157 - Trani) 0883 584128 Sert 0883 577302 Settore Servizi sociali Comune di Barletta, piazza Moro, 16 0883.516460 TAXI - AUTOAMBULANZE E TRASPORTO INFERMI A.S.L. BT - centralino 0883 577111 AVSER (Via Magenta, 24) 368 3511354 - 0883 528443 Croce Rossa - Gruppo Pionieri e Volontari del Soccorso 0883 526924 Misericordia Barletta - Servizio ambulanza 347 0951836 O.E.R. - Operatori emergenza radio (Via M. del Carmine) 0883 535000 NO. di SS. Nuovi Orizzonti di Sostegno Sociale 329 0536112 U.N.I.T.A.L.S.I. (Via M. del Carmine) 0883 536788 Taxi (P.zza Conteduca) 0883 521469 APRILE 2014 APRILE 2014 0883 531274 Cantina della Sfida 0883 532204 Castello 0883 578620 Centro Culturale Zerouno 0883 333807 C. T. G. Gruppo “Leontine” 333 2453170 IAT (c/o Palazzo San Domenico) 0883 331331 Lega Navale 0883 533354 Pinacoteca (c/o Palazzo della Marra)0883 538313 - 0883 538312 - 0883 538374 Parco Archeologico di Canne 0883 510993 Pro Loco Barletta e Canne della Battaglia (Via Venezia, 42) 339 3869860 URP (Ufficio relazioni con il Pubblico) 0883 578488 Numero Verde 800761414 POSTI TELEFONICI PUBBLICI Bar Haiti (Via Leontina De Nittis, 49) Orario: 7-22 0883 534305 SERVIZI DI INTERESSE PUBBLICO Acquedotto (Servizio Guasti) 800 735735 Scoppio (Servizio Trasporto Urbano) 0883 518554 Capitaneria - Soccorso in mare 0883 531020 - 1530 Carabinieri - Pronto Intervento 112 - comando compagnia 0883 537400 Cimitero 0883 510675 Comune - centralino 0883 578111 Corpo Forestale dello Stato1515 Elettricità (Enel, Guasti, Contratti e info) 800 900800 Ferrovia (informazioni) numero verde (ore 7-21) 89 20 21 Gas (Servizio Guasti) 800 900999 Guardia di Finanza117 - Comando compagnia 0883 531081 Guardia Medica - notturno e festivo 0883 575130 Polizia di Stato - soccorso pubblico 113 Polizia Commissariato 0883 341611 Polizia Locale - Pronto intervento 0883 332370 Polizia Stradale 0883 341711 Polfer 0883 521502 Poste Italiane 0883 536097 Prefettura - centralino 0883 539111 Pronto Intervento 118 Pronto Soccorso A.S.L. BT 0883 577781 Protezione Civile 0883 578320 URP - A.S.L. 0883 577610 - 0883 577971 - 0883 577050 Soccorso ACI 116 Soccorso Pubblico 113 Vigili del Fuoco - Pronto Intervento 115 - locale stazione 0883 531222 IL FIERAMOSCA 57 ORARIO FERROVIARIO fino a dicembre 2014 BARLETTA - BARI CENTRALE BARLETTA - FOGGIA Da Barletta a Bari: 4.42 4.43 5.27* 5.48 5.54* 6.20* 6.40 6.43 6.48 7.00 7.12 7.30 7.52 8.30 8.50 10.42 10.59 11.36* 12.44 12.56 13.37* 13.48* 14.02 14.10* 14.22 14.43* 15.02* 15.22 15.57 16.10* 16.46* 17.04* 17.16 17.43* 17.46 18.13* 18.20* 18.39 18.46* 19.00 19.18 19.43* 19.55 20.04 20.16* 20.44* 21.03* 21.36* 21.44* 22.16* 22.39 22.52 23.03* Da Bari a Barletta: 0.01 0.15 4.00 4.23 5.32* 6.00* 6.05 6.29 6.45 7.15* 7.38* 7.45 8.00 8.07* 8.15 8.38* 9.38* 10.04* 10.10 11.38* 11.48 11.53 12.04* 12.30 12.38* 13.05 13.17* 13.27 13.38* 13.45 14.04* 14.10* 14.27 14.38* 15.15 15.38* 16.05* 16.35 16.42 17.05 17.15 17.35 17.45 18.07 18.10 18.17* 18.34 19.00 19.34 19.40 20.15 20.30 21.19 21.33* 21.40 22.06 22.13 23.09* Legenda: Espresso, Regionale, IC, ICN, F.Argento, F.Bianca, Festivo * = il servizio si effettua anche la domenica Da Barletta a Foggia: 0.34* 4.47 5.11 6.02* 6.43* 6.53 6.54 7.15 7.45* 8.08* 8.31 8.50* 8.56 9.03 9.08* 10.08* 10.48* 10.58 12.08* 12.31 12.39 12.48 13.08 13.20 13.45* 14.08* 14.21 14.48* 14.54 14.57 15.08* 15.21 16.02 16.08* 16.48* 17.30 17.37 18.02 18.22 18.45* 18.57* 19.50 20.26 21.02 21.13 21.21 22.06 22.21* 22.28 22.53 22.58 23.57* Da Foggia a Barletta: 4.00* 4.10 4.48* 5.05 5.19* 5.39* 6.00 6.06 6.15 6.37 6.46 7.10 7.57 10.00 10.15 11.05* 12.00 12.13 13.05* 13.12 13.19* 13.38* 14.14* 14.20* 15.18 15.38* 16.17* 16.22* 16.33 17.14* 17.38* 17.50* 17.55 18.17* 18.35 19.14* 19.25 19.46* 20.14* 20.19* 21.05* 21.14* 21.45* 22.10 22.32* Per informazioni sugli orari dei treni e per prenotazioni e acquisto biglietti telefonare al numero verde FS INFORMA 89 20 21 (Raggiungibile solo da telefoni di rete fissa). CHIESE: orari Ss. Messe STAZIONI DI SERVIZIO TURNI FESTIVI MESI APRILE 2014 e MAGGIO 2014 Antimeridiano dalle ore 7.00 alle ore 12,30 Pomeridiano dalle ore 15,30 alle ore 20,00 5-6Aprile TURNO A 25Aprile 10-11 Maggio IP ESSO ESSO TAMOIL ESSO via L. Da Vinci via R. Margherita p.za 13 febbr. 1503 via S. Samuele via Trani 19-20 Aprile 1Maggio 24-25 Maggio TURNO B 12-13 Aprile 26-27 Aprile 17-18 Maggio AGIP IP ERG TOTALERG TOTALERG via Canosa via Trani via Parrilli lit. di Ponente via Barberini 21Aprile TURNO C TURNO D 3-4Maggio ERG AGIP IP IP Q8 ERG ERG TOTAL AGIP Q8 via Canosa, 84 via Foggia via Andria lit. di Ponente via Trani 58 IL FIERAMOSCA via R. Margherita via Violante via Andria via Trani via Foggia SS 16 sabato sera domenica BUON PASTORE 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Medaglie d’Oro, 29 CARMINE 17.00 via Mura del Carmine CHIESA CIMITERO 9.00 CUORE IMM. DI MARIA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Barberini IMMACOLATA 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via Firenze, 52 MARIA SS. STERPETO 18.30 20.00 8.30 10.00 11.30 18.30 20.00 viale del Santuario, 13 12.30 OSPEDALE CIVILE 9.00 PURGATORIO 19.309.00 19.30 corso Garibaldi S. AGOSTINO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00 via Pozzo S. Agostino, 28 S. ANDREA 18.30 9.00 10.30 11.30 18.30 via M. Bruno S. BENEDETTO 19.00 8.00 10.00 11.30 19.00 via R. Margherita S. CATALDO 10.00 20.00 via Mura S. Cataldo S. DOMENICO 19.30 19.30 corso Garibaldi, 198 S. FILIPPO NERI 1110 7.30 9.30 11.30 19.00 via Mons. Dimiccoli, 116 S. GIACOMO 19.00 8.30 10.00 11.00 19.00 c.so Vitt. Emanuele, 147 S. GIOVANNI APOSTOLO 19.00 8.30 11.00 19.00 via delle Querce, 2 S. LUCIA 19.00 8.30 10.00 11.15 19.00 vicoletto Santa Lucia S. MARIA DEGLI ANGELI 8.00 10.00 11.30 19.00 viale Marconi, 22 S. M. DELLA VITTORIA 18.00 20.00 18.00 via Cialdini, 70 S. MARIA DI NAZARETH via Nazareth S. NICOLA 19.00 8.15 11.00 19.30 via Canne, 195 12.15 S. PAOLO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00 via Donizetti S. RUGGERO 7.30 via Cialdini SACRA FAMIGLIA 19.00 8.00 10.00 19.00 via Canosa, 143 SANTA M. MAGGIORE 11.00 via Duomo SANTO SEPOLCRO 19.00 8.30 10.00 12.00 19.00 corso Vitt. Emanuele SPIRITO SANTO 19.00 9.00 11.00 19.00 via Boggiano, 43 SS. CROCIFISSO 19.00 8.30 10.00 11.30 19.00 via Petrarca SS. TRINITÀ 19.00 10.00 11.30 19.00 via Palmitessa, 38 APRILE 2014