PERIODICO SEMESTRALE DELLA COMUNITÀ DI LIVO N. 1/03 - N. progressivo 3 - gennaio 2003 Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/c L. 662/96 - Aut. Trib. Trento N. 1118 del 06/03/2002 GRAFICA E STAMPA: Tipolitografia ANDREIS s.n.c. - Zona Commerciale 4/A - 38027 Malé (TN) Direttore Carlo Alessandri Direttore responsabile Massimiliano Debiasi Comitato Bruno Agosti Miriam Agosti Massimo Betta Erica Corradini Giuseppe De Lucia Pierluigi Fauri MEZALON COMITATO DI REDAZIONE In Copertina: Preghena, la magica notte di Santa Lucia (foto inviata da Sparapani Alessandro). MEZALON SOMMARIO Editoriale pag. 3 Il nostro dialetto pag. 21 Dal Gruppo di Maggioranza pag. 4 Morte di un salice parassita pag. 22 Fallire gli obbiettivi? pag. 5 Storia den salgiàr mt ma propi mat pag. 23 Dal Gruppo di Minoranza pag. 6 Sulle vie della storia pag. 24 Delibere e determine pag. 8 Il presepio di Walter Conter pag. 27 Relazione del Sindaco pag. 9 La chiesa parrocchiale di Varollo pag. 28 Il diritto d’accesso pag. 10 Biagio Aliprandi pag. 29 Le A.S.U.C. pag. 12 Emozioni in poesia pag. 30 Pro Loco Livo pag. 14 Il libro pag. 31 Sezione Cacciatori pag. 16 Influenza e malattie da raffreddamento pag. 32 Polisportiva Le Maddalene pag. 18 Orari e indirizzi utili pag. 34 Dalla scuola pag. 19 Servizi di emergenza pag. 35 Piccolo mondo agricolo pag. 20 3 EDITORIALE rire danni alla nostra Comunità, nonchè alla nostra pubblicazione. Questo tipo di confronto a noi, ma anche, e ne siamo certi, alla stragrande maggioranza della nostra popolazione non interessa: il nostro Mezzalone è sempre stato laborioso, fiero ed orgoglioso della sua appartenenza ma ha sempre condannato e condanna ancora, come ogni Comunità civile, qualsiasi tipo di scontro già di per sè sterile e quindi improduttivo. Siamo certi che il nostro giornalino ne guadagnerà e molto. Questo terzo numero ricalca un po’ la struttura di quelli precedenti: si è dato spazio alle varie associazioni, alla storia, sia a quella narrata da chi l’ha vissuta dal vivo, sia a quella narrata dai nostri monumenti e dai nostri archivi. Abbiamo dato spazio ad opinioni su fatti anche, forse, di apparente scarsa importanza ma che evidenziano sempre e comunque una forte attenzione ad aspetti della nostra Comunità. Abbiamo riportato delle poesie che ci sono sembrate significative e pregne di sentimento. Con l’occasione, invitiamo caldamente i nostri “poeti” locali ad inviarcene: noi le pubblicheremo, convinti che saranno lette da ognuno con grande piacere. Abbiamo presentato qualche nostro concittadino, meritevole di essere ricordato per i suoi hobbi e le sue “passioni”, che rendono onorato il nostro Mezzalone. E tante altre cose abbiamo riportato, convinti di renderlo sempre più apprezzato, nonchè di aver un pochino contribuito ad una crescita sociale. Il Direttore Carlo Alessandri MEZALON Questa mia pagina ha lo scopo primario di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del nostro giornalino; e mi riferisco principalmente a chi gentilmente ci ha inviato articoli e fotografie da pubblicare, all’Amministrazione comunale che ne sopporta le spese di pubblicazione, nonchè a tutti coloro che hanno dedicato un po’ di tempo alla sua lettura. Dato che il finanziamento è per due numeri all’anno, abbiamo deciso di uscire a gennaio e quindi a luglio. Solamente in casi eccezionali si uscirà con un terzo numero. Ci scusiamo se i numeri precedenti sono stati realizzati con qualche ritardo: ciò è dipeso esclusivamente da fatti tecnici e non certamente da altre volontà o inadempienze. Il Comitato di redazione è stato contento degli apprezzamenti da parte di numerosi lettori ed è certamente disposto a recepire eventuali suggerimenti, per migliorare questo nostro piccolo-grande tesoro. Qualcuno ha criticato il fatto che sul giornalino siano riportati interventi della “minoranza e della maggioranza consiliare”. Noi riteniamo opportuno che ogni gruppo politico possa esprimere proprie opinioni, sulle vicende comunali, come anche sull’operato degli altri schieramenti. La critica, purchè non offensiva, è e resta di per sè sempre un momento di confronto costruttivo. Supponiamo, inoltre, essere un vantaggio per tutti conoscere le varie posizioni ed argomentazioni, per poter poi addivenire ad un saggio giudizio. Siamo decisamente contrari a che il giornalino diventi un mezzo per diffondere scontri tra i gruppi politici o ancor di più un veicolo di offese o quant’altro che possa innescare una catena ed un percorso che ben presto potrebbe parto- 4 MEZALON DAL GRUPPO DI MAGGIORANZA In occasione della nostra prima presenza sulla nuova rivista comunale “Mezalon”, desideriamo, prima di tutto complimentarci per i contenuti e la qualità dei due numeri finora pubblicati, associandoci all’auspicio della redazione affinché esso possa diventare reale strumento di informazione, di aperto confronto di opinioni e di idee in un clima di reciproco rispetto. Nel nostro intervento non parleremo di quanto realizzato dalla nuova amministrazione, vista l’esauriente relazione presentata dalla Giunta comunale in tal senso, né tanto meno vogliamo “rispondere” in maniera diretta alle critiche mosse dal Gruppo di Minoranza sul precedente numero del “Mezalon”, bensì analizzare brevemente lo stato di attuazione degli obiettivi che ci eravamo fissati al momento della presentazione della nostra candidatura e le difficoltà fin qui incontrate. Pur consapevoli che la volontà e le possibilità di orientare l’amministrazione comunale sulle finalità condivise dal nostro gruppo, avrebbero dovuto fare i conti con l’eredità programmatica di una amministrazione in carica da 15 anni e con il deciso proposito - ampiamente dimostrato - di non voler abbandonare il potere, abbiamo lavorato con convinzione sul nostro programma. Superate le iniziali difficoltà del periodo di insediamento, nel corso del quale abbiamo preso visione della situazione e della portata delle opere avviate dalla precedente amministrazione, ci siamo immediatamente preoccupati, innanzi tutto, di salvaguardare gli interventi avviati e le risorse economiche impegnate per la loro realizzazione. Fra queste vogliamo ricordare, in particolare, gli investimenti per il recupero del “Castello di Livo”. Non abbiamo difficoltà ad ammettere un nostro ripensamento di programma sull’utilizzazione di detta struttura come insediamento dei nuovi uffici comunali, ma non per “copiare” le idee della vecchia amministrazione, ma per il sopraggiungere di nuovi elementi e circostanze che hanno profondamente modificato la situazione esistente al momento della presentazione del nostro programma (maggio 2000). All’epoca risultava infatti acquisita e parzialmente ristrutturata la porzione sud-est del manufatto, pendeva un annosa e inconcludente trattativa con i proprietari per l’acquisto di una ulteriore porzione storica del castello, mentre si era ottenuto il finanziamento per l’acquisto di una unità immobiliare adiacente di nessuna attinenza architettonica con il resto dell’immobile. La nuova amministrazione, abbandonando questa idea, è riuscita a concludere positivamente la trattativa per l’acquisto della contesa porzione realmente storica del castello, con la piena condivisione dei competenti uffici provinciali. Sono inoltre in corso le trattative per l’acquisizione di altre porzioni storiche dell’antico immobile. Il quadro d’insieme del “Castello di Livo” sta assumendo ora connotati profondamente diversi e qualificanti tali da rendere concreta la possibilità di conseguimento dell’intero manufatto che potrà ospitare oltre che agli uffici comunali anche tutte le sedi degli enti ed associazioni del nostro Comune, senza pregiudicare la nostra iniziale previsione di utilizzo come struttura museale di interesse più ampio, con possibilità di riparto dei costi di gestione e manutenzione con altri soggetti pubblici o privati. Tutto ciò risponde al nostro obietti- vo di operare per soddisfare in modo concreto le necessità e le aspettative della nostra popolazione, così come l’approvazione della variante al P.R.G. (piano di fabbrica), fermo da diversi anni. Ci eravamo prefissi di operare per il sostegno delle attività economiche locali e siamo convinti che l’impegno profuso dall’amministrazione comunale in occasione dei danni alluvionali dell’autunno 2000 possa ampiamente testimoniare l’attenzione verso l’agricoltura, quale settore portante della nostra economia. L’avvio della pubblicazione del “Mezalon” rappresenta un primo passo verso la trasparenza e l’informazione sull’attività amministrativa del Comune; stiamo pensando ad altre forme di comunicazione con la nostra cittadinanza. Mettiamo in risalto la mancata collaborazione del gruppo di minoranza che ci ha fatto mancare un bagaglio di conoscenze maturate in 15 anni di esperienza, che avrebbero potuto essere di stimolo e di aiuto per l’amministrazione comunale, specialmente nella fase iniziale. Ci rendiamo conto che l’attuale sistema elettorale che privilegia il Sindaco direttamente eletto dalla popolazione con una maggioranza numericamente consistente, rende più difficile e paziente il ruolo della minoranza. Bisogna comunque considerare che tale circostanza era ben nota ad entrambe i candidati Sindaci al momento della candidatura con la conseguente consapevolezza che una eventuale sconfitta avrebbe portato all’assunzione di un ruolo di minor peso. Siamo convinti e, ne diamo atto e merito, che il nuovo Sindaco e la Giunta comunale hanno dimostrato grande impegno e capacità. 5 FALLIRE GLI OBIETTIVI? In risposta alla lettera della minoranza, pubblicata sul secondo numero del giornalino comunale, riguardante l’attività culturale, in quell’occasione più volte criticata, mi sono sentita chiamata in causa, e, quindi, vorrei elencare le iniziative proposte dal mio assessorato in questi due anni di amministrazione: - Estate insieme anno 2000 - Estate insieme anno 2001 - Estate insieme anno 2002 - Campeggio in collaborazione con il Cai Sat di LIVO per bambini e ragazzi anno 2001 e anno 2002 - Concerto della filarmonica italiana anno 2001 - Concerto della filarmonica italiana anno 2002 - “Zucchero filato”: attività socio - educativa per bambini da 0 ai 3 anni in collaborazione con la cooperativa “La Coccinella” di Cles anno 2001 - Corso di chitarra per bambini e ragazzi nel 2001 - Incontro con assistente sociale Vera Dusini e assessore alle politiche sociali del Comprensorio Bergamo Tomaso sul tema “Servizi socio assistenziali per gli anziani” nel 2001 - Collaborazione con il circolo anziani di Rumo, mettendo a disposizione un pulmino mensilmente per il tragitto fino a Rumo e partecipando spesso alle iniziative di persona - Servizio pasti a domicilio per anziani - Apertura di uno spazio giovani a Livo anno 2002 - Organizzazione insieme al Comprensorio di un corso di internet per i giovani della nostra comunità svoltosi a Varollo anno 2002 Marcella Zanotelli MEZALON Se per i componenti della minoranza queste proposte non sono sufficienti ed evidenziano un fallimento, non condivido questa sensazione e, comunque, li invito a lavorare insieme e non solo a parole. Inoltre leggo una frase nel sopraccitato articolo che dice esattamente così: ”Come era bello il coinvolgimento dell’intera comunità”, riferendosi al clima sociale durante la precedente amministrazione. Personalmente mi sento in diritto di rispondere, dato che in questa comunità svolgo volontariato da molti anni, che quest’aria di coinvolgimento non l’ho mai respirata. Forse l’attuale minoranza si è un po’ confusa e si è addebitata il merito della naturale disponibilità e iniziativa del nostro volontariato locale. Questo, per fortuna, è ancora presente anche oggi (Pro Loco, Alpini, Sat, Vigili del Fuoco, ecc.) ed è, a mio parere, abbastanza indipendente (sempre per fortuna) da qualsiasi amministrazione. Spero, in questo senso, di essere sempre in grado di ascoltare le esigenze di questo settore vitale della nostra comunità che è il volontariato. Per quanto riguarda gli anziani, credo che abbiamo idee molto diverse su cosa voglia dire interessarsi di queste problematiche. La precedente amministrazione ha puntato sulle strutture (dall’opuscolo informativo della campagna elettorale si nota che in 10 anni di attività per la tematica anziani si sono costruiti 7 mini appartamenti per anziani). Non mi abbasso a fare giudizi, possono essere pochi, tanti, potranno essere utili oppure no: di fatto questo è quanto è stato svolto. Mi sembra comunque irriguardoso dirmi che nella mia attività svolta in questo settore “ho preso in giro gli anziani” solo perché il mio impegno si svolge su un piano diverso. Oggi alcuni di essi usufruiscono dei pasti caldi a domicilio, hanno la possibilità di partecipare alle attività mensili del Circolo anziani Rumo, (ed oggi ben 37 anziani del comune di Livo già lo fanno) con un pulmino messo a disposizione dall’amministrazione di Livo, contributo che, pur chiesto da tanti anni dal circolo anziani Rumo, non era mai stato concesso in precedenza. Con loro mi sento di condividere abitualmente momenti molto belli in occasioni di gite o ritrovi. Se questo vuol dire prendere in giro gli anziani, lascio a voi il giudizio. 6 MEZALON DAL GRUPPO DI MINORANZA Prendiamo spunto dall’ articolo in prima pagina apparso su “Mezalon“ n° 2 a firma del Sindaco, ma che, riteniamo, sia la voce della Maggioranza. Nell’articolo in oggetto, si definisce e si elogia il Giornalino comunale come una grande conquista democratica, un modo diverso di “rendere conto“ e fin qui possiamo anche dirci d’accordo con questa filosofia. Ma allora se questo giornalino era così importante per l’attuale maggioranza, perché tanto ingiustificabile ritardo nella pubblicazione dei primi due numeri? E qual’è il “rendere conto“ di questa maggioranza? Ci si aspettava quanto meno, che l’Amministrazione che ha fortemente voluto questo giornalino periodico di informazione, cultura, ed anche portavoce della vita amministrativa di questo Comune e che avrebbe dovuto essere il soggetto maggiormente interessato ad utilizzare questo nuovo sistema di “democrazia diretta“, facesse sentire forte la propria voce, nello spazio che gli spetta di diritto, secondo la “par condicio“ stabilita dal Comitato di redazione. Avrebbe potuto esporre alla popolazione il proprio pensiero, le proposte, gli impegni, i progetti realizzati, e chiedere alla gente, nelle maniera più democratica e libera che ci sia, ovvero la stampa, il gradimento del modo di amministrare, e dare spazio alle idee, alle proposte ed anche alle eventuali critiche… Invece, silenzio assoluto da parte del Gruppo di Maggioranza. Noi lo troviamo a dir poco inconcepibile ed imbarazzante: la Maggioranza non sapeva cosa scrivere, o non ne ha avuto il tempo?!? In entrambe i casi la cosa rasenta il ridicolo per certi versi, ed è drammatica per altri. Non si spiega, infatti, come l’attuale Amministrazione abbia scelto questa forma di contatto diretto con la popolazione, facendosi editrice del periodico “Mezalon”, con la copertura finanziaria che ne deriva, e poi si scorda della sua esistenza, lasciando lo spazio che gli è stato concesso in bianco… Non vediamo nessun motivo di orgoglio, come dice il Sindaco nel suo saluto, l’aver realizzato questo giornalino, che non riporta nessun resoconto politico - amministrativo dell’operato della Maggioranza, non crediamo che questa sia una scelta strategica o un alchimia politica, crediamo invece che questa Maggioranza non abbia più niente da dire, non abbia proposte concrete da esporre alla gente. Crediamo che questa Amministrazione sia ormai prigioniera di se stessa, che non sia in grado di farsi interprete delle reali esigenze della popolazione, che avrebbe invece bisogno di proposte concrete in tutti i campi, di programmi certi per il futuro. Abbiamo raccolto alcune osservazioni pervenuteci dai turisti che in estate frequentano il nostro comune, da genitori di bambini della scuola materna ed elementare, nonché di figli più grandi e da anziani del nostro comune. Fasce eterogenee di età e di interessi, qualche sprovveduto potrebbe far notare, ma stranamente accomunate da una costante lamentela. Dove sono finite l’accoglienza e la recettività e le strutture che codesto luogo era solito offrire? Ci siamo maggiormente informati da queste persone ed abbiamo notato che quello che già noi stavamo valutando stava diventando una preoccupazione ricorrente. Le piazze, i parchi, i sentieri di passeggiata, le piazzole le aree di sosta divengono ogni giorno più spogli. Notiamo come la squadra di manutenzioni del nostro Comune si adoperi per lo sfalcio dell’erba e l’abbellimento floreale, apprezziamo i volonterosi cittadini che si prestano a mantenere pulite vie e piazze nonché a curare gli abbellimenti floreali, ma non possiamo notare il totale abbandono e, peggio, l’eliminazione delle infrastrutture che garantirebbero una piacevole attività di relax attuati dalla amministrazione comunale precedente. In particolare evidenziamo la eliminazione di giochi come scivoli, altalene, casette e pingpong, dai parchi, la eliminazione di panchine e tavolini dalle aree attrezzate, dai sentieri di passeggiata, dalle piazzette e vie di paese e dai parchi stessi. Ci preoccupa la totale assenza di manutenzione su quanto con sacrificio sia il Comune che la Pro Loco avevano provveduto a 7 collocare in abbellimento d’arredo urbano. Purtroppo si può amaramente osservare che i luoghi di ritrovo così spogliati di elementi indispensabili alla recettività divengano più simili a pascoli che non a parchi urbani. Ci preoccupa enormemente, per la sicurezza in primo luogo, l’enorme massa di materiale inerte collocato dinanzi all’entrata della scuola elementare di Varollo e che per parecchi mesi è abbondantemente trabordato dai muri di contenimento fin sulla strada comunale salvo poi essere imbrigliato provvisoriamente (da ben alcuni mesi) da una serie di assi da cantiere. Il compattamento precario di detto materiale che ha alzato inspiegabilmente il piazzale di circa un metro non consente il calpestio in sicurezza. Frequenti sono infatti gli scivoloni che i bambini fanno a ricreazione nel muoversi su tale “Area Attrezzata?” e gli inconvenienti strappi ai pantaloni o peggio sbucciature o distorsioni. Le antiche piante che abbellivano adombrando il parco scolastico e l’edificio nelle calde ore pomeridiane sono inspiegabilmente spariti. È questa una nuova progettazione di giardino? Il gruppo di minoranza si sente impotente, ma non può tacere. Nelle scarne e rare sedute del Consiglio Comunale le giuste osservazioni vengono zittite dal comportamento oppressivo di voto della maggioranza (10 a 5). Non c’è spazio per noi per esternare le nostre proposte che non sulle pagine di questa rivista. Lamentiamo inoltre il mancato ruolo di interlocutore del Capogruppo di maggioranza: visto che non c’è spazio alle nostre proposte consigliari giudichiamo perdita di tempo se non veniamo presi in considerazione partecipare alle sedute di Consiglio. Alla luce anche dei fatti recenti che vedono la nostra comunità nominata sulla stampa dei quotidiani riteniamo che maggiormente si debba insistere sul ruolo di contatti mancati, mai cercati, sui consigli che questo gruppo può dare. Invitiamo pertanto il Capogruppo di maggioranza, o qualcun altro magari più sensibile, a contattarci e sentire le ragioni che portiamo. Sbandierare coinvolgimento, trasparenza, comunicazione con la popolazione da parte della maggioranza in tutti i suoi proclami elettorali e non è stato che una beffa doppia: per i censiti che, ahimè, non sanno a chi riferirsi ed anche per la minoranza rappresentativa pure essa della metà della popolazione del nostro comune. Il monito alla Maggioranza ed alla sua Giunta: fatti e non chiacchiere! Coinvolgete ed apprezzate i suggerimenti di tutti visto che li avete ben propagandati. Resteremo in attesa e vedremo se esiste buona volontà. Ai cittadini la valutazione. A.A.A. “GIORNALISTI” CERCASI !! Avete idee, opinioni, storie, poesie, curiosità o altro da raccontare? Consegnate o inviate il vostro materiale presso il Municipio di Livo. Saremo lieti di pubblicarlo!! Per ulteriori informazioni rivolgersi a MASSIMO c/o Biblioteca di Rumo - Tel. 0463.530113 MEZALON COMUNE DI LIVO Via Marconi, 87 - 38020 LIVO (TN) e-mail: [email protected] Fax 0463.533093 8 DELIBERE E DETERMINE Portiamo a conoscenza della gente alcune delibere e determine relative all’anno 2002 che riteniamo di una certa rilevanza. DETERMINAZIONI N° 02/02 “Impegno di spesa per la realizzazione di una recinzione in ferro zincato e verniciato di cui dotare l’edificio comunale ospitante la scuola materna di Livo” - € 9.700,00. N° 17/02 “Acquisto spazio web per sito internet” È nato il sito internet del Comune di Livo: www.comunelivo.it È in fase di allestimento, ma entro breve diventerà operativo € 873,60. N° 19/02 “Liquidazione spese a calcolo manifestazione Estate insieme 2002” - € 3.746,84. N° 26/02 “Affido incarico di asporto e smaltimento fanghi da imhoff presso impianto di depurazione autorizzato”. Con tale provvedimento viene affidato l’incarico della pulizia della fossa imhoff alla ditta Chini Renato di Taio - € 5.762,56. DELIBERE DELLA GIUNTA COMUNALE N° 03/02 “Variazione n. 3 alle dotazioni di competenza del bilancio di previsione 2002; contestuale variazione pluriennale per gli anni 2002-2003-2004 e della Relazione previsionale e programmatica allegata al bilancio 2002”. - Variazioni dovute a: 1) progetto rifacimento e sistemazione strade comunali. 2) Spese per scuola materna. 3) Spese per ripetitore TV. N° 37/02 “Concessione di un contributo straordinario al Corpo Vigili del Fuoco Volontari di Preghena per l’acquisto di un automezzo fuoristrada” - € 15.314,00. N° 52/02 “Completamento lavori di costruzione del parco urbano denominato “Parco Scanna” e della strada di penetrazione sulle pp.ff. 988, 977/1 ed altre in c.c. Livo.” - La Giunta comunale approva in linea tecnica il progetto in oggetto. Spesa complessiva prevista di € 140.000,00. MEZALON N° 55/02 “Assunzione con contratto a tempo indeterminato di un “Bidello Inserviente”, categoria “A”, livello unico posizione economica A1, presso la scuola materna per l’infanzia del Comune di Livo. Approvazione della graduatoria di merito e nomina del vincitore”. Si è conclusa la procedura concorsuale e la Giunta, con tale delibera, approva l’operato della Commissione giudicatrice, delle graduatorie di merito e nomina vincitrice del concorso la Sig.ra Iolanda Dantone N° 58/02 “Sistemazione e pavimentazione di alcune strade comunali in Livo e frazione Preghena.” - La Giunta comunale approva in linea tecnica la sistemazione e pavimentazione di alcune strade comunali. Progetto del geometra Concini Franco. Spesa prevista € 155.597,12. DELIBERE DEL CONSIGLIO COMUNALE N° 40/02 “Esame ed approvazione modifica al regolamento edilizio comunale”. - Viene modificato il Regolamento Edilizio Comunale, laddove viene previsto un articolo 40 BIS avendo ad oggetto le “Recinzioni delle aree destinate all’accatastamento di cassoni da frutta”, altezza massima prevista 10 metri. 9 RELAZIONE DEL SINDACO sullo stato di attuazione dei programmi Il Consiglio Comunale in data 5 novembre 2002 ha approvato la relazione del Sindaco sullo stato di attuazione dei programmi per l’anno 2002. Pubblichiamo i principali contenuti della relazione. Questa relazione è condivisa dalla Giunta Comunale che ha preso atto e fatto propri tutti i contenuti. Come per l’anno scorso gli equilibri di bilancio risultano assolutamente sotto controllo e non sussistono ad oggi debiti fuori bilancio. Servizio di Segreteria Si è proceduto all’acquisto di un nuovo computer per una spesa di € 3.792,00; Con una spesa di € 13.000,00 si è attivata, con l’autorizzazione del Ministero delle poste, l’antenna TV che permette la ricezione delle reti private. Servizi tecnici gestionali Sono terminati i lavori su alcune strade comunali danneggiate dalle alluvioni del 2000. Questi lavori, che hanno migliorato notevolmente la viabilità delle strade di campagna…, ci hanno permesso di incanalare le acque negli alvei per evitare il ripetersi di altre calamità. Costo dell’opera € 930.000,00. Particolare attenzione è stata posta nella salvaguardia del territorio distribuendo, con contributo a carico del Comune, 70 Composter; sono state inoltre bonificate e recintate delle aree di discariche abusive. Si stanno portando a termine le opere di restauro dei dipinti murali e dei capitelli votivi. Proseguono e sono quasi al termine i lavori di ristrutturazione, 1° e 2° lotto del “Castello di Livo” che permetteranno lo spostamento degli uffici nella prossima primavera. Sono in fase avanzata anche le trattative per l’acquisto di una nuova porzione dell’edificio. Sono terminati i lavori di completamento dell’opera relativa alla sostituzione della vecchia condotta dell’acquedotto, con una nuova, al serbatoio in località Greggi (costo € 253.357,00). In estate è stato completato il primo stralcio della pavimentazione della piazza di Livo per un costo di € 35.000,00. È in fase di completamento anche il parco urbano di Scanna per un importo di € 70.000,00. È stato acquistato, inoltre, un miniescavatore per l’operaio comunale. Entro l’anno 2002 si procederà all’appalto del rifacimento delle reti di scolo (costo € 870.000,00) finanziato per il 95% dalla Provincia. Questo è l’elenco sintetico di quanto si è sin qui realizzato o è in fase di realizzazione. Franco Carotta MEZALON Servizi alla persona In questo campo si è provveduto alla quasi definitiva messa a norma di tutte le attrezzature riguardanti le scuole elementari e la scuola materna. In particolare per quest’ultima sono stati effettuati acquisti per la cucina e si è provveduto ad erigere una recinzione lungo il giardino della scuola. Un particolare ringraziamento va ai Comuni di Cis e Bresimo che hanno acquistato un nuovo aspirapolvere. Nella scuola elementare si è proceduto all’ampliamento del locale adibito a mensa che risultava ormai di dimensioni troppo ridotte rispetto agli standard imposti dalla normativa. È rinviato al prossimo esercizio la definitiva sistemazione degli esterni della scuola. Per lo sport e il tempo libero è stato approntato un piccolo campo di pallavolo nella zona ex SCAF di Varollo e si sono eseguiti, in accordo con il progettista e la ditta esecutrice dei lavori, alcuni interventi che permettano il drenaggio del campo di calcio. Per quanto riguarda la cultura, oltre agli spettacoli offerti e alla stampa dei primi 2 numeri del giornalino comunale particolarmente riuscita ed apprezzata, è proseguita anche quest’anno con successo l’iniziativa Estate Insieme che ha avuto l’aiuto e la collaborazione di diverse associazioni di volontariato e di singoli genitori e giovani. Ai giovani è stato concesso ed arredato un locale presso il Municipio: “Lo Spazio Giovani” è un fatto nuovo, promesso e si dimostra particolarmente gradito; questo spazio sarà ulteriormente sviluppato con locali nuovi e più consoni alle esigenze dell’utenza giovanile del nostro paese. È stata acquistata un’ulteriore porzione di terreno confinante con il cimitero di Preghena che ci consentirà l’allargamento della struttura e la costruzione di parcheggi che interessano l’area. 10 IL DIRITTO D’ACCESSO Affinché il principio di trasparenza e quello d’imparzialità non rimangano dei meri concetti giuridici lontani dalla realtà è opportuno che i cittadini sappiano quali sono le modalità per esercitare il loro potere di controllo democratico sullo svolgimento dell’attività amministrativa. A tal fine, ci soffermeremo ad illustrare il diritto d’accesso poiché esso costituisce la base su cui innestare un proficuo rapporto di collaborazione tra i cittadini e il proprio Comune. Va precisato, innanzitutto, che questo diritto è azionabile sia nel contesto di un procedimento amministrativo (si parla allora di accesso partecipativo) sia quando attenga alla conoscenza di atti per i quali si nutre interesse (si parla allora di accesso informativo). Relativamente all’accesso partecipativo, i soggetti legittimati sono: i diretti interessati all’eventuale procedimento in corso (cioè quei soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti e quelli che per legge devono intervenire nel procedimento) e i soggetti indirettamente interessati (cioè quelli a cui il provvedimento anzidetto può causare un pregiudizio). Relativamente all’accesso informativo va sottolineato che la legge applicabile ai Comuni (a differenza di quella applicabile ad altre Pubbliche Amministrazioni) prevede una sfera più ampia dei soggetti legittimati all’accesso, arrivando ad estenderla a chiunque vi abbia interesse. MEZALON Per quanto riguarda le modalità con cui rivolgersi al Comune, va detto che a volte la domanda può essere addirittura informale; è il caso, ad esempio, della richiesta di accesso allo Statuto a ai regolamenti comunali. In generale, comunque, basta presentare una domanda scritta (in carta semplice) per accedere, entro venti giorni, agli atti che s’intende conoscere. Dal canto suo, l’Amministrazione comunale può rifiutare, limitare o differire l’accesso; vediamo in quali ipotesi. Preliminarmente va precisato che oggetto del diritto d’accesso è qualsiasi atto dell’attività comunale, non solo gli atti pubblici ma anche atti afferenti all’attività interna, atti istruttori (anche se legittimamente non menzionati nell’atto finale avente rilevanza esterna). L’amministrazione può tuttavia differire l’accesso quando l’immediata conoscenza dei documenti possa impedire o comunque ostacolare lo svolgimento dell’attività amministrativa (se trattasi, ad esempio, di atti istruttori di una proposta di delibera che non è ancora stata approvata); oppure può rifiutarlo nel caso in cui si tratta di atti riservati per espressa indicazione di legge e anche quando la diffusione degli atti possa pregiudicare il diritto alla riservatezza di terzi. In quest’ultimo caso l’accesso, anziché essere rifiutato, può essere soltanto limitato (ad esempio, oscurando le parti del documento riportanti dati di terzi, oppure consentendone solo la visione, ma non la copia). Prevale, comunque, il diritto d’accesso sull’esigenza di riservatezza di terzi ogni qualvolta la conoscenza dei dati è necessaria per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento. Per la disciplina sul diritto d’accesso all’attività comunale si rimanda alla Legge Regionale n. 13 del 31/7/1993 e al relativo regolamento d’attuazione, nonché al Regolamento comunale sul procedimento e sui documenti amministrativi di Livo, approvato con delibera consiliare n. 21.del 26 giugno 2002. Dottoressa Maria Varsalona Funzionario P.A.T. Già Segretario comunale del Comune di Stenico 11 Spiegazione della copertina del numero precedente A TUTTI GLI INTERESSATI Il Pellicano Ha un importante significato simbolico. Il fatto che i pellicani adulti curvino il becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella loro sacca, indusse all’errata credenza che i genitori si lacerino il petto per nutrire i piccoli col proprio sangue. Il pellicano divenne pertanto il simbolo del supremo sacrificio di Cristo e così pure dell’abnegazione con cui i genitori amano i figli. L’Amministrazione Comunale ha stipulato una convenzione con la Cassa Rurale di Tuenno Val di Non per la gestione della Sala Polifunzionale della filiale di Varollo. Pertanto chi intende utilizzare la sala d’ora in avanti deve rivolgersi agli Uffici Comunali e non più al Consorzio Turistico Le Maddalene di Rumo. MEZALON 12 LE A.S.U.C. In settembre sono avvenute le votazioni per eleggere i nuovi comitati Asuc di Livo e Preghena. Qui di seguito proponiamo i risultati elettorali e una breve intervista ai nuovi presidenti Conter Flavio dell’asuc di Livo ed Alessandri Carlo dell’Asuc di Preghena. ASUC di Livo Componenti del Comitato di Amministrazione: Conter Flavio Aliprandini Lorenzo Zanotelli Lino Zanotelli Danilo Inoltre è un’istituzione che rappresenta la comunità, il suo legame con il territorio e la tradizione. Personalmente io sento il nostro territorio come qualcosa che ci appartiene e di cui ci dobbiamo occupare direttamente. Quorum 116 - Votanti 121 MEZALON Perché l’istituzione dell’asuc è ancora attuale? Io credo che ci voglia un’attenzione particolare nei confronti del nostro territorio. L’importanza dell’Asuc sta proprio nel fatto di occuparsi direttamente delle strade forestali, dei pascoli delle malghe e del bosco. Se non esistesse, sarebbe il comune ad occuparsene, ma per esso sarebbe un ulteriore compito da sommare a quelli che già svolge, mentre l’Asuc si occupa specificatamente di mantenere questi ambienti, i quali devono essere salvaguardati nei migliori dei modi. Quali sono i programmi del neo eletto comitato? I primi lavori in programma sono gli interventi per sistemare i danni causati dalle calamità del 2000, a novembre o massimo dicembre 2002 saranno appaltati i lavori per sistemare le strade alluvionate, mentre i finanziamenti arriveranno a marzo 2003. Successivamente si vorrebbe procedere alla sistemazione della strada forestale che porta alla malga Binagia, la ristrutturazione della malga stessa con annessa, se sarà possibile, una zona adibita a bivacco. Infine vogliamo proseguire nella collaborazione con l’Asuc di Preghena nel mantenimento delle strade consorziate e nella progettazione di nuove strade. Che cosa pensi della nuova legge elettorale? Io ritengo che sia più giusta la vecchia legge elettorale che dava diritto di voto solo ai capi famiglia. Con la nuova legge difficilmente si arriverà al quorum, visti anche i risultati di queste ultime elezioni, con il rischio che l’Asuc vada a scomparire. Vuoi aggiungere qualcosa? Approfitto di questa intervista per ringraziare le amministrazioni che ci hanno preceduto per esser state capaci di mantenere il patrimonio dell’Asuc efficiente e degno della nostra comunità. Spero che la comunità si prenda a cuore il futuro dell’Asuc e alle prossime elezioni, che avverano con la nuova legge, non la facciano morire. ASUC di Preghena Componenti del Comitato di Amministrazione: Datres Franco fu Adriano Zorzi Paolo Maninfior Ivo Pancheri Renato Alessandri Carlo Quorum 65 - Votanti 97 Perché l’istituzione dell’Asuc è ancora attuale? Vorrei partire un po' da lontano. Nel passato, la base sociale del nostro paese, come di altri, era certamente diversa. 13 Quali sono i programmi del neo eletto comitato? Programmi nello stretto significato della parola ve ne sono e tanti. Credo, però, che il pro- gramma forse più difficile da attuare ma non per questo meno importante, sia quello di trovare il modo per conservare nei censiti di Preghena la convinzione dell'importanza del senso civico, nonchè far sentire in ognuno un pacifico senso di appartenenza. Che cosa pensi della nuova legge elettorale? La nuova legge elettorale ha una doppia valenza: da un lato è bene che abbia esteso il diritto di voto a tutti i cittadini maggiorenni. Forse può rendere tutti più attenti e partecipi. D'altra parte, penso che anche questo sia una conseguenza di un cambiamento generale del ruolo della famiglia, all'interno della quale la figura del Capo Famiglia non è più cosi forte. Il pericolo è che l'estensione del diritto di voto vada un po' a sminuire il valore dell’"uso civico" come un qualcosa di unico, inteso, come dicevano un tempo, in stretto connubio con il "fuoco familiare". Vuoi aggiungere qualcosa? Vorrei accennare brevemente alla storia dell’"uso civico". I Comuni vennero istituiti in Trentino durante il Regno Italico di Napoleone (anno 1810) ed ancora allora vennero mantenuti distinti i beni collettivi delle Frazioni dai beni che costituivano demani o patrimoni dei Comuni. Anche la legge austriaca del 1866 aveva riconosciuta la possibilità che i beni comunali fossero gravati da diritti o da consuetudini. Successivamente, la legge italiana del 1923 mantenne anch'essa il rispetto degli speciali titoli di diritto, le consuetudini nonchè questi istituti giuridici particolari preesistenti, che riguardavano le proprietà collettive. Questi sono alcuni cenni di storia, che ci danno l'idea di quali radici profonde abbiano queste nostre consuetudini e che possono contribuire a rafforzare in tutti noi la convinzione della "sacralità" dell'Uso civico. MEZALON La grande maggioranza dei censiti traevano sostentamento dall'agricoltura, soprattutto dalla zootecnnia, e pertanto il diritto di "stramatico, raccoglier legna, cavar sabbia e sassi", era di particolare importanza per la loro sopravvivenza. Per questo, l'Amministrazione degli Usi Civici era ritenuta, se non di più, almeno pari a quella comunale. Ora la base sociale è certamente cambiata: non è elemento così indispensabile per la sopravvivenza quanto previsto dall'uso civico. E allora? L'uso civico è meno sentito? Direi proprio di no: basti vedere la forte partecipazione dimostrata dai Capi Famiglia all'ultima, come alle precedenti, consultazione elettorale. La spiegazione di ciò, secondo me, è da ricercare nel fatto che l'Amministrazione A.S.U.C. è sempre stata vista come elemento portante della Comunità, come l'espressione dell'identità di paese: i Capifamiglia erano e sono ancora l'asse portante della famiglia e pertanto il Comitato è una loro emanazione. Tanto è vero che, secondo la tradizione, l'Amministrazione, e per essa il Presidente, non deve e non può interessarsi solo del bosco e dei suoi diritti ma di tanti altri aspetti che non sarebbero contemplati. E finchè l'Amministrazione sarà così attenta ed accorta a tutto, di certo manterrà la sua importanza, nonchè una elevata partecipazione alle consultazioni elettorali. 14 DALLE ASSOCIAZIONI PRO LOCO LIVO Tre anni molto intensi MEZALON Tre anni sono trascorsi da quando, ad elezioni del direttivo appena avvenute, carichi di entusiasmo e con la valigia piena di nuove idee, siamo partiti per questa breve ma intensa avventura. Vogliamo ricordare insieme le attività che più ci hanno reso fieri del nostro lavoro. La cinerassegna, giunta nel 2002 alla 6a edizione, è stata, soprattutto all'inizio, un’esperienza molto positiva e partecipata. Abbiamo cercato di riprendere l'abitudine di festeggiare il carnevale con bambini e adulti. La festa dell'anziano ora si chiama festa della famiglia, con l'intento di estendere l'invito anche ai famigliari dell'anziano; quest'anno abbiamo arricchito questa festa donando un piccolo ricordo a tutti gli ultranovantenni della nostra comunità. In primavera non sono mancati i fiori, in estate feste, in inverno le castagnate di S. Martino e dell'Immacolata e l'immancabile S. Lucia con i doni per tutti i bambini. Abbiamo provveduto alla riverniciatura e disposizione delle panchine lungo le vie del paese. Sono stati organizzati tanti corsi che hanno riscontrato un notevole successo anche fuori paese: ginnastica, cucina, biedermeier, taglio e cucito e pittura su ceramica. Hanno allietato alcune serate commedie, spettacoli teatrali e concerti dei cori di montagna. Già da qualche anno, in luglio, il consorzio Maddalene promuove il Palio dei Comuni, competizioni e giochi a tema, organizzati a turno dalle Pro Loco associate, ai quali partecipano squadre provenienti da Livo, Revò, Bresimo, Rumo, Cis, Cagnò e Romallo. Ricordiamo che ben due edizioni sono state vinte dalla nostra squadra. È diventata ormai tradizione la giornata ecologica in collaborazione con il CAI SAT di Livo, durante la quale vengono riRevò, Palio dei Comuni. puliti dalle immondizie tratti del nostro bosco. In questi tre anni non è mancata, nel corso dell'estate, almeno una manifestazione di rilievo: nel 2000 il tendone per il centenario della Cassa Rurale, nel 2001 la festa in collaborazione con gli alpini per il 40° anno di fondazione del gruppo ANA di Livo, nel 2002 la Festa della Birra, organizzata in collaborazione con tutte le associazio- 15 ni del paese e con l'Amministrazione comunale. Quest'ultima ha segnato il raggiungimento di un obiettivo importante, al quale si aspirava da tempo, poiché ha visto l'unione di tutte le energie locali. Per auspicare che quest'esperienza sia solo l'inizio di un lungo cammino insieme e per sancire quest'unione, il 23 novembre ci siamo ritrovati tutti in compagnia davanti ad un buon piatto da gustare! Chi legge, dirà che per chi sta nella Pro Loco è un obbligo e un dovere fare tutto questo, ma non è proprio così: è risaputo, infatti, che molte Pro Loco sono in crisi e alcune addirittura si sono sciolte, mentre la nostra è ancora attiva e vigorosa. Tanti di voi sono già passati per il volontariato, altri invece non hanno mai provato il piacere di questa esperienza. Eppure, se ci si dedica con convinzione, se ne può trarre molta soddisfazione personale. È vero che tutti abbiamo poco tempo, anzi pochissimo. E non nascondiamo neppure le difficoltà che ogni manifestazione nasconde: bisogna trovarsi, chiamarsi, discutere, lavorare, sbagliare, ripartire… e la cosa che ci ha forse più sconfortato è stata la difficoltà a coinvolgere i paesani, la difficoltà a tirarli fuori di casa. In questi momenti avremmo avuto voglia di mollare tutto, di lasciar perdere… "tanto chi te lo fa fare!". Eppure, la voglia di agire per il paese, per la nostra gente, il desiderio di creare momenti piacevoli di svago e di incontro per i paesani, ci ha fatto superare tutto! Festa della famiglia 2002. Siamo già arrivati alla fine dei tre anni del nostro mandato: infatti, entro marzo 2003 verrà eletto il nuovo direttivo della Pro Loco. Per questo, invitiamo tutti coloro che desiderano dedicare un po' del proprio tempo libero alla comunità, a farsi avanti: le idee sono tante, ma le energie sono poche, perciò ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE!!! L'attuale direttivo: Agosti Arrigo (Presidente), Aliprandini Rosaria (Vicepresidente), Calovini Andrea, Agosti Sergio, Flor Nadia, Agosti Michele, Rodegher Michele, Bonani Walter, Moscon Valentina, Pancheri Anna, Pancheri Bruna, Betta Massimo, Betta Stefano, Endrizzi Michele, Pancheri Roberta (Segretaria) Vogliamo ringraziare la Cassa Rurale Tuenno - Val di Non per aver messo a disposizione gratuita la sala Polifunzionale don Giacomo Marini di Varollo senza la quale non avremmo potuto organizzare la maggior parte delle nostre attività. MEZALON ... and Congratulations! Sono la moglie di Arnaldo Zorzi e abbiamo ricevuto il vostro primo periodico Mezalon. È stato un piacere per Arnaldo e anche per me sapere cose che accadono nel paese di origine. Grazie! 16 SEZIONE CACCIATORI Apertura della caccia MEZALON Riceviamo dalla Sezione Cacciatori di Livo, tramite il suo presidente Franco Zanotelli, questo “proclama” di inizio stagione venatoria, scritto da un arguto cacciatore degli anni Sessanta, che, oltre al valore agonistico, con molto sentimento poetico, vedeva nell’arte venatoria una grande valenza sociale. Si avvicina l’epoca dei Nembrotti che impazienti attendono il volger dei pochi giorni che ancor gli separa dalla grande prova ai ludi venatori. Ogni accorgimento è in atto a metter a tutto punto programmi e fabbisogna all’apertura, che per la stagione entrante riveste un carattere del tutto insolito e speciale, sia per il fasto e pomposità che questa Sottosezione intende dare all’evento, ma lusingati vieppiù dal programmato ed indubbiamente succulento pranzo sociale in vista. Trattasi nientemeno che di una vasta battuta nella zona delle estese malghe preghenesi, nelle giornate di domenica e lunedì, con la gaudente finale di tutti i partecipanti di convergere all’ospitale Albergo Alpino di Bresimo-Bagni, riuniti per l’agape ameno. Tutti i soci quindi si daran convegno alla vigilia dell’apertura nella località alle malghe, indi all’alba di domenica, sotto l’egida degli esperti anziani, che per atto di deferente omaggio a loro è demandata l’organizzazione, avranno inizio gli appostamenti, mentre la disciolta muta dei segugi per prima romperà il silenzio di quelle boscose convalli, così pregne di lauta ed ambita preda. Cacciatori eruditi di vecchia tempra, già collaudati alla prova del tempo ed ausiliati dai più smaliziati cani, sognano già carnieri rigonfi, comunque doviziosi. I novellini invece, pur non dubitandone affatto sulle chiare veggenze degli anziani, con tutta quella reputazione che il caso richiede, si riservano un postumo responso, mentre fin d’ora si ripromettono di far del loro meglio e seguirne ligidamente le orme dei cosiddetti esperti. Nella vaga fantasia dei più romantici seguaci di S.Uberto, naturalmente al rituale convegno preliminare all’insegna di Baco, ove tra cortine di denso fumo, aromi frizzanti, intercalati da qualche moderato calice di prelibato groppello, balenano già le congetture delle doti più raffinate ed emerite dell’uno 17 anzicchè dell’altro fedele bracco e si apprendon gli attributi specifici alla provetta Maira di Tillio ed Argo di Oreste, che avidamente raspano latrando ansanti ed instancabili i meandri dei valloni ai Busoni e Nibbio il veloce con Lola la freccia, intersicano le scoscese coste dello Spinal, mentre lassù lontano sull’aspro dentato castelliere roccioso, come nembo fuggente l’ambito cornuto valica di già la cresta dell’Omo ove ripara sconfinando, lasciando Nembrotti e battitori ligi alla posta, come i romani in biga, con l’amarezza più sconcertante della delusione, unita alla beffa. Nella più probabile acchè le previsioni si avverrino, ma ciò non toglie ai prediletti osannatori di Diana di cimentarsi a novella prova, sia pur dimessi e sconcertati del primo fiasco avuto, ma non ancora resi, chiameranno a raccolta segugi e battitori per rinnovar sull’altra costa l’impresa ardita, poiché di speranze sono ebbri ancora ed ansiosi dell’agognato fine, pregustando di già con le cosidette acquoline in bocca l’idilio all’agape ai Bagni di Bresimo che il dì appresso sarà consunto con tanta appetitosa ansia da inserirvi contemporaneamente appien gli incisivi e molari nelle molli ed aromatiche coscie dell’abbattuto trofeo, con la stessa avidità famelica con cui i segugi maciuleran le ossa della cruenta preda. A proposito vi è pur da tener presente che i pernottamenti son già predisposti negli ampi ed arieggiati antri della spaziosa Bordolona e Malgazza, ed in caso di un tutto esaurito i ritardatari potranno comodamente riversarsi al Malghett Alto oppur di fronte alla Binaggia che dispongono di una sufficiente capienza ricettiva, mentre al congeno finale dell’ilare banchetto con frenetico simposio tutti i soci hanno libero e volontario accesso in unica sala al Bresimo-Bagni. Se le previsioni dei rigonfi carnieri dovessero putacaso scarseggiare, torna ugualmente facile all’insegna predetta rifocillarsi a jose, magari con polenta e montone, saggiamente dosato con gli aromi e piccanti spezie orientali che si usano per le prelibate e caratteristiche pietanze denominate “specialità alla cacciatora”. Comunque il caso sia, saran sempre due giornate liete trascorse tra la magnificenza dei boschi con quella serenità e gaudio tanto caro ai cacciatori e coronato ad ogni modo per chi lo vuole, da un connubio culinario attribuito solo ai buoni gustai. Arrivederci quindi all’Alpino-Bagni, riuniti tutti in amena concordia a rifocillarsi dopo due giornate di strenua battuta ed a rievocar con enfasi d’ebrezza le amene avventure accorse all’apertura venatoria 1959/60 e pertanto si estende a tutti i Nembrotti il tradizionale e sincero vezzo “in bocca al lupo”. MEZALON 18 TIVA R O P S I L PO e n e l a d d a Le M stagione 2002-2003 Pulcini Esordienti e n io z a rm La fo MEZALON La formazione Allievi La squadra di prima categoria 19 DALLA SCUOLA La scuola dell’infanzia si presenta alla comunità La scuola provinciale dell’infanzia di Livo accoglie, nell’anno scolastico in corso, quarantaquattro bambini, provenienti dai tre comuni di Bresimo, Cis e Livo. Cis, Bresimo e le frazioni di Livo usufruiscono del servizio di trasporto. Da Bresimo provengono cinque bambini, da Cis dieci, da Livo cinque, da Varollo quattro, da Scanna cinque e da Preghena ben quindici!! I bambini e le bambine iscritti si suddividono in sedici “piccoli”, tredici “medi” e quindici “grandi”. Le femmine sono ventisei e i maschi diciannove, equamente divisi in due sezioni: ventidue nella “sezione rosa” e ventidue nella “sezione verde”. La scuola rimane aperta dieci mesi, da settembre a giugno, per dieci ore al giorno, dalle ore 7.30 alle ore 17.30: infatti sono stati attivati anticipo e posticipo, servizi riservati ai bambini e alle bambine con entrambi i genitori che lavorano. Usufruiscono dell’anticipo tredici bambini e del posticipo undici. Lavorano nella scuola cinque insegnanti (quattro a tempo pieno e una per il tempo prolungato) e tre ausiliarie (una cuoca e due operatrici d’appoggio, di cui una a tempo ridotto). I RINGRAZIAMENTI I BAMBINI E IL PERSONALE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DESIDERANO RINGRAZIARE, ANCHE PUBBLICAMENPer TE, LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DI BRESIstimolare MO E CIS: QUEST’ANNO INFATTI HANNO l’interesse e ACCETTATO DI FARE UN REGALO ALLA la curiosità dei bambini verso le propoSCUOLA, ACQUISTANDO UNA COSTOSA ste didattico educative, viene talvolta utiMACCHINA PULITRICE, CHE CONSENTE DI lizzato un personaggio fantastico: quest’anno ASPIRARE, DETERGERE E DISINFETTARE. la fantasia dei bambini ha creato la figura di MEO SI RINGRAZIA ANCHE L’AMMINISTRABOFFI, un ciccione con le ali che gira per il mondo. ZIONE COMUNALE DI LIVO CHE, ALPeriodicamente lancerà degli input per introdurre in modo L’APERTURA DELLA SCUOLA, HA STANsimpatico e attraente i diversi percorsi didattici. ZIATO UN FONDO STRAORDINARIO PER Meo Boffi infatti viaggerà molto, passando da un mondo fanFAR FRONTE A SPESE IMPREVISTE. tastico ad un mondo reale, che ci farà conoscere attraverso foto, videocassette, reperti, immagini, ecc... Un amico speciale 20 PICCOLO MONDO AGRICOLO Quando l’orto di casa è stanco MEZALON Si dice stanco un terreno che non risponde più bene alle nostre cure tradizionali. In altre parole, produce poco o male nonostante che lo si concimi, bagni, disinfetti o lo si zappi regolarmente. Succede infatti che con l’andar degli anni si accumulano a terra troppi parassiti dannosi agli ortaggi e le verdure faticano a crescere. E allora succede che: - le carote non si allungano più ma emettono radice doppia o tripla - le insalate marciscono alla base e dentro al cuore - i pidocchi del terreno (muffetta bianca) strozzano le verdure al colletto e le fanno morire - i pomodori crescono regolarmente per 4-5 settimane e poi crollano di colpo seccandosi - altri ortaggi non danno particolari segni di malessere ma, alla fin fine germinano stentatamente, vegetano male e non producono come dovrebbero Questo è il quadro generale della situazione e le cause stanno tutte in quel terreno ormai stanco. Molti ortolani danno la colpa al seme acquistato al mercato, danno la colpa alla Luna, e spesso anche al familiare che non ha seguito a dovere i calendari di semina insegnati dagli Avi. La causa vera è invece la stanchezza del terreno. La ricerca agraria ha scoperto le cause e la ricerca chimica ha trovato la soluzione, anzi più soluzioni alla stanchezza dell’orto e ha approntato i mezzi per curarlo. Per non dilungarmi troppo in particolari tecnici, specie in questa sede, posso dire esistono in commercio vari prodotti adatti allo scopo. Uno di questi è il Basamid granuli al 99% di Dazomet puro. Bastano 100 grammi al metro quadrato e il gioco è fatto. Il Basamid va spolverato sul terreno alla dose prevista, non di meno e non di più. La tecnica operativa è questa: - verso la metà di marzo, da S. Giuseppe, quando il terreno è sgelato, si ripulisce la terra da tutte le colture o residui di coltura presenti - si sparge la dose calcolata a metro quadrato e si vanga alla profondità di 25 cm. Il prodot- to viene così interrato. Il Basamid si può mescolare al letame, se intendete letamare l’orto - passati 20 giorni il Basamid ha svolto la sua azione disinfettante, ha eliminato tutti i parassiti esistenti, indistintamente ed ha eliminato anche molte erbe infestanti verso la metà di aprile bisogna rivangare l’orto, ma in questo caso non si può più letamare, in quanto si aggiungerebbero nuovi parassiti vivi. Questa seconda vangatura fa evaporare ulteriormente il gas disinfettante prodotto dal Basamid e l’orto, passati altri sette giorni, è pronto per la semina. Il Basamid non lascia residui dannosi, ma una debole concimazione azotata che renderà ancora più brillante la ripresa vegetativa del vostro orto. Fabio Calovini 21 Il nostro dialetto Quella strana aspirazione yons che un tempo certo rendevano difficili le comunicazioni; questo potrebbe aver permesso la sopravvivenza di questo antico e prezioso relitto linguistico. Vi sono però altri indizi. 1. Roma non fu fondata dal leggendario Romolo, ma dagli Etruschi. Il suo nome infatti significa “posto sul fiume”. E come si dice in etrusco? Si dice “RUMON… Vi ricorda niente? 2. Molti nomi di città etrusche finivano in –ena. Come Preghena e come Marcena. Quest’ultimo, poi, era addirittura il nome di una famiglia molto importante, la cui tomba si scoprì in una località toscana. bocca. Per trovare visi come questi, basta vedere i più antichi ritratti etruschi: sono inconfondibili. Gli Etruschi furono il più grande popolo italico prima dei Romani: intelligenti, attivi, abilissimi nella coltivazione della terra (!), nell’artigianato e nel commercio, appassionati d’arte, conquistarono gran parte dell’Italia senza violenza, con la forza della loro cultura. Se nel nostro sangue fosse rimasto qualche gene etrusco, oltre al ricordo della loro pronuncia, potremmo certo esserne orgogliosi. Patrizia Longo Maninfior 3. Per la fondazione delle loro città, gli Etruschi prediligevano le pianure o i pianori situati, per difesa e per avvistamento, alla confluenza di fiumi e torrenti. Proprio come accadde per la zona compresa fra Barnes, Pescara e Lavazè. 4. Alcuni abitanti del Mezzalone (ne conosco un paio) hanno lineamenti particolari: viso ovale affilato, occhi grandi tagliati un po’ a mandorla, naso diritto, profonde pieghe ai lati della MEZALON La cultura di massa tende a causare la scomparsa dei dialetti e con essa la perdita di un grande patrimonio culturale. Da noi, piuttosto, si rischia l’appiattimento su un trentino medio; dobbiamo evitarlo ad ogni costo, perché nella nostra particolarissima pronuncia del Mezzalone si nasconde un’origine dimenticata. Alludo alla netta aspirazione (o forse più espirazione) per la quale parole come “casa, cavallo, carro” diventano “hiasa, hiaval, hiar”, mentre nel noneso più diffuso suonano “ciasa, ciaval, ciar”. Ma da dove viene questa pronuncia tanto insolita? E perché si limita a pochissimi paesi? La mia è un’ipotesi, ma fondata: la nostra pronuncia potrebbe essere precedente all’età romana. E’ ormai accertato che l’Anaunia fu frequentata dagli Etruschi; si sono trovate iscrizioni in un linguaggio retico, scritte però con un alfabeto di tipo etrusco, poiché furono loro a fondare centri di scambio commerciale e culturale in zona. Forse nel nostro Mezzalone abbiamo le tracce di uno di questi insediamenti; la lingua etrusca, diversa da ogni altra conosciuta e ancora in gran parte indecifrata, era caratterizzata proprio da moltissimi suoni aspirati. La Val di Non è divisa da profondissimi can- 22 Morte di un salice parassita MEZALON Rimpiangere una pianta? Strano? Non direi, soprattutto se si tratta di qualcosa di unico che ora si può solo appunto rimpiangere, qualcosa che è appartenuto alla nostra storia, ma ora non farà più storia! Qualcosa che era, e non è, di tutti, ammesso che fosse di tutti, ammesso che non fosse di chi ha creato la vita, anche quella vita. Beh, sto parlando del salice, o comunque di quella pianta, di quella vita che faceva ormai coppia fissa col campanile di Preghena, così singolare nel suo genere reso ancora più particolare da quella strana presenza. Perchè era sicuramente strana quella presenza. Talmente curiosa da far inventare strane leggende anche se la spiegazione era la più stupida. Chissà come apparirà lussureggiante il nostro rinnovato campanile, ma monco di quel parassita che era tale forse più per noi che per lui. Si ritroverà nuovamente solo privo di quel legame stretto, di quelle radici conficcate nelle crepe che saldavano quello strano connubio, quella insolita amicizia durata più di cinquant’anni. Ne hanno viste di persone, insieme. Ne hanno allietate di persone, insieme. Ne hanno accompagnate di persone al cimitero guardandole dal- l’alto, insieme, rimpiangendole fino alla sepoltura, immaginando forse che anche per loro un giorno sarebbe venuto quel momento di trapasso. E così è successo per la pianta. In quei minuti in cui veniva separata per sempre dal suo fedele compagno avrà rivisto tutti gli occhi di quelli che nel corso della sua vita la guardavano lodandola o criticandola duramente convinta in ogni modo che aveva avuto l’occasione di potersi far notare. Convinta che nessuno avrebbe potuto fargli del male perché protetta dal suo campanile, dall’altezza, dalla storia che ormai si stava scrivendo. Mai avrebbe pensato di morire ignorata da tutti come una regina ritornata a fare la schiava o di ricomparire senza corona fra le piante che fino a poco tempo prima l’avevano adorata, fra le piante senza storia che non erano destinate a lasciare il segno. Sarà un vanto o meno aver liberato il nostro campanile da quell’odioso parassita? Di molte cose sono incerto, ma di questa proprio no. Togliere a Preghena quell’umile ma fiera pianta è stato come togliere un pezzo della nostra storia, un pezzo del nostro paese, il simbolo del nostro paese. Eh già, chi altri poteva vantare un emblema così forte! Ora neanche noi. Osvaldo Alessandri 23 Storia den salgiàr mat ma propi mat Erica Corradini MEZALON C’era una volta un piccolo seme a forma di bastoncino dotato di lunghi peli sericei utilizzati per farsi trasportare dal vento e perpetuare la propria specie. Il vento, che spesso è dispettoso, lo portò alla base della cuspide del campanile di Preghena. Il seme capì subito che il suo compito era arduo, ma non si demoralizzò. La fortuna volle che cadesse sul lato nord dove trovò l’umidità sufficiente per germinare. Si sviluppò in una piantina che cresceva lentamente, con poche foglie, perché lassù la situazione non era generosa. Quando era piccola ricorda di aver visto dei bambini salire sul campanile e catturare i pipistrelli che usavano per fare i dispetti alle fanciulle. Ricorda anche le urla delle bambine spaventate quando trovavano i pipistrelli nelle proprie camere, e sicuramente si divertiva. Nel frattempo doveva lottare per la sopravvivenza. Lo spazio a disposizione per le proprie radici non era molto, ma la piantina era riuscita ad insinuarsi tra le malte, dietro al quadrante dell’orologio: le aveva deteriorate e si era creata lo spazio necessario. Era la sua natura che le imponeva questo, doveva sopravvivere per disseminare la propria specie. Infatti, in marzo, emetteva i suoi fiori che noi conosciamo come gattici. Gli insetti visitavano questi fiori e si nutrivano del nettare che essi mettevano a disposizione. Le api erano felici di questo banchetto perché in quel periodo non c’erano altre piante fiorite. Erano inconsapevoli impollinatrici: il loro corpo si imbrattava di polline che casualmente cadeva sui pistilli dei fiori femminili, i quali, in tal modo, veniva fecondati. Lassù non era sola, c’era un giardino di felci verdi e licheni colorati. Per alcuni anni era diventata amica di due coturnici che di notte si accovacciavano sui suoi rami a cantare nel periodo degli amori. Negli anni settanta conobbe anche il dolore provocato dal taglio di parte della pianta, ma la sua forza vitale le permise di riformare la parte aerea di cui era stata privata. Vide, udì, odorò tutto ciò che accadde nel comune di Livo, ma la cosa che la divertiva maggiormente era il fatto che nessuno sapeva che pianta fosse. Sentiva dire che sul campanile c’era una robinia o un melo, qualcuno parlava di un pero o di un ontano e altri ancora di fiori come rose o lillà. E lei, la piantina, nella sua semplicità rideva. Poi vennero i ponteggi azzurri e degli omini vestiti di bianco; capì che qualcosa sarebbe cambiato. Venne svelato, in parte, il suo segreto: il suo nome era Salix caprea, le sue radici si erano insinuate fra gli intonaci e di ciò gli omini bianchi erano dispiaciuti poiché, in questo modo, aveva messo a rischio la stabilità dei pinnacoli alla base della cuspide. Decisero di trapiantarlo nel parco sottostante. Dopo più di ottant’anni il salice cambia ambiente di vita. Il prossimo marzo potremo capire se ha accettato di essere stato detronizzato. Ma sicuramente, vedendo i bambini felici di giocare accanto a lui, non sentirà la mancanza del campanile. Rimane ancora un segreto da scoprire e forse la prossima primavera saremo in grado di svelarlo: è un salice femmina o maschio? 24 Sulle vie della storia EL ALAMEIN: c’ero anch’io MEZALON A 60 anni dalla famosa battaglia, così la ricordano i fanti Zanotelli Davide e Agosti Lino Dal 23 ottobre al 2 novembre 1942 si combatteva nel deserto africano l’epica battaglia di El Alamein che avrebbe segnato le sorti della seconda guerra mondiale. Vorrei fare un breve accenno storico, per capire che in queste operazioni belliche in terra africana, nella strategia militare dell’Italia e della Germania, allora alleate con la denominazione “Asse Roma Berlino”, c’era l’opzione militare di togliere all’Inghilterra il controllo del canale di Suez, dello stretto di Gibilterra e dell’isola di Malta controllate dall’Impero Britannico, per così tagliare i rifornimenti che arrivavano da tutte le sue numerose colonie afro-asiatiche, costringendo l’Inghilterra a circumnavigare l’Africa. Altra nota che mi sembra doveroso fare nei confronti dei lettori del Mezalon, è che questo spazio che la Redazione mi concede, è strettamente di carattere storico, nel ricordo di quanti combatterono quell’epica battaglia, vinti e vincitori, alleati ed avversari, nel ricordo e nel rispetto di tutti i combattenti che si sacrificarono non per vanagloria di effimere conquiste, ma per il dovere di essere soldato, e l’onore di servire la propria, Patria giusta o ingiusta che fosse, come fecero i fanti del Comune di Livo Agosti Arturo, Agosti Lino, Datres Lino, Facini Olivo, Zanotelli Albino, Zanotelli Davide, Zanotelli Livio, Zorzi Giovanni, e perché nella testimonianza e nel ricordo storico delle persone che hanno vissuto la tremenda esperienza della guerra ci sia per tutti noi un monito affinché mai più abbiano a ripetersi simili tragedie. “QUI MANCÒ LA FORTUNA, NON IL VALORE” questa è la scritta posta su un cippo al chilometro 111 dove si combattè l’epica battaglia di El Alamein, e dove morirono migliaia di giovani soldati di entrambi gli schieramenti. E qui lasciamo correre la memoria ed il ricordo storico del fante Zanotelli Davide classe 1921 e del fante Agosti Lino deceduto da poco che parteciparono in prima persona a quegli avvenimenti bellici, e che, come tutti coloro che ne sono usciti vivi, portano per sempre nel corpo e nello spirito il segno del sacrificio e delle indici- Agosti Lino, classe 1920, in Africa (22/10/1941). bili privazioni di quella tragica avventura tra le sabbie roventi della terra d’Africa. Il fante Zanotelli Davide di Scanna, grande invalido di guerra, ricorda e racconta così la sua esperienza sul fronte africano: “All’ epoca ero soldato di leva classe 1921, ero arruolato nel Corpo della Fanteria del Regio Esercito; venni destinato alla guerra d’Africa e fui inquadrato nella Divisione Corazzata Littorio 2° Battaglione 233° gruppo artiglieria da 117 posta militare 133 e dalla Grecia, via Lubiana Zagabria venni spedito con un aereo militare direttamente alla 25 MEZALON piazzaforte di Tobruk che le forze italo-tedesche non sempre i rifornimenti d’acqua arrivavano a avevano da poco conquistato”. destinazione perché venivano intercettati dal Ed il fante Agosti Lino, classe 1920, di Livo, infuoco avversario e poi c’erano i pidocchi che ci quadrato nella Divisione Trento, nel suo raccontormentavano…”. Così il Feld Maresciallo Erwin Rimmel detto anto così ricorda la presa di Tobruk: ”Alla presa di Tobruk parteciparono diverse divisioni di fanteche la volpe del deserto avanza in direzione di ria italiane e tedesche che assediarono la piazAlessandria d’Egitto verso il canale di Suez, per zaforte di Tobruk per settimane sottoponendola chiudere definitivamente la partita con gli inglea massicci bombardamenti da terra e dal cielo. Il si, ma il fronte è sempre più vicino ed i rifornifuoco delle artiglierie era talmente intenso che si menti sempre più lontani. “Avevamo il diritto di vincere noi“ sbotta Davide Zanotelli. “Ci fu un vedeva solamente una immensa colonna di futradimento ci mandavano acqua al posto di mo. Alla fine gli inglesi si arresero ed in quella benzina” rincara il fante Agosti Lino. Non era operazione vennero fatti migliaia di… prigionievero, la verità era che gli inglesi avevano preso ri… e tonnellate e di benzina e di viveri”. Davide Zanotelli ricorda il viaggio che lo portò la supremazia aerea navale e sottomarina nel ad Atene assieme ai commilitoni della Folgore mediterraneo, ed affondavano sistematicamened agli alleati tedeschi, te tutto il naviglio italoricorda i buoni rapporti tedesco che riforniva con i camerati germanil’Afrika Korps e le trupci e le piccole goliardipe italiane perché la che risse tra i paracaduprotezione aerea di tisti della Folgore ed i scorta era stata dirottasoldati della Wermacht: ta sul fronte russo per cose da ridere rispetto ordine dello stesso Hitall’ inferno che avrebler. bero dovuto condividere e sopportare nel deEL ALAMEIN: piccolo serto. villaggio che in arabo I tedeschi erano molto significa “le due banpiù attrezzati e bene ardiere”, luogo tragico mati di noi, come pure per i combattenti , tragli inglesi ed i loro algico per i vinti, e tragileati dell’Impero Britanco per i vincitori, luogo nico, australiani, indiache ricorda forse l’ultini, neozelandesi sudama battaglia combattufricani. Alla nostra batta da due eserciti con teria composta da 4 “cavalleria“ in quanto Davide Zanotelli reduce ed invalido di guerra. cannoni da 117 mm. combattuta in un paese eravamo in 6 per ogni diverso da quello dei pezzo e durante le ore diurne, poiché i combatcontendenti, ma non per questo meno doloroso timenti avvenivano quasi sempre di notte, si e drammatico: così lo ricorda il fante Davide Zapreparava la balistite a sacchetti per caricare il notelli. “Dopo giorni di intensi combattimenti nei quali vennero coinvolte le truppe italo-tedepezzo. Il tenente che comandava la batteria ci sche contro le truppe inglesi ed i loro alleati, con invitava ad essere molto prudenti ed aveva una spaventose perdite umane in entrambi gli schiefifa matta dei bombardamenti …ma tutti avevaramenti, ed un violentissimo fuoco di interdiziomo paura!” ne delle artiglierie, ci giunse l’ordine di ripiegaE il “Ghibli”? provo a chiedere.“ …il “Ghibli” ci re. Si ripiegava con un pezzo alla volta, e tre riempiva i camminamenti e dopo ci toccava erano di copertura con il loro fuoco. I tedeschi spalare di nuovo la sabbia… peggiori erano le più attrezzati e motorizzati ripiegavano più in incursioni aeree dei caccia inglesi ed americani fretta mentre noi… a piedi!. alle quali rispondeva la contraerea e pure noi È stato durante la fase di ritirata che sono stato con la nostra mitragliatrice ed a volte anche con ferito da una granata sparata da un carro armail moschetto...senza grandi risultati. Bisognava to inglese, ho sentito un grande caldo addosso anche fare i conti con la sete la fame, visto che 26 MEZALON e sono caduto a terra, tre miei commilitoni morirono all’istante ed io fui ferito ad una gamba “via via!“ gridavano tutti ed io rimasi a terra incapace di muovermi… la fortuna o il destino vollero che transitasse vicino alla mia postazione un carro armato tedesco con dei militari di Salorno che sentendomi invocare aiuto in dialetto trentino ed in italiano fecero fermare il mezzo corazzato e dopo che un tenente medico tedesco mi aveva medicato ed immobilizzato la gamba mi presero a bordo e mi portarono fuori dalla linea del fuoco dove poi venni preso in consegna dalle crocerossine italiane che mi trasportarono in un ospedale da campo italiano di Marsha Matruk. L’ospedale era un macello, urla lamenti e l’odore del sangue. Quando il comandante australiano o indiano, non ricordo bene, entrò nel campo, per assumere il comando di noi, ormai prigionieri, si mise le mani nei capelli, usci e diede degli ordini secchi e dopo un ora arrivarono le crocerossine inglesi che ci curarono ci diedero da mangiare e da bere, e dopo alcuni giorni i feriti furono trasportati via treno al Cairo. Durante la prigionia fummo trattati bene, guai bere acqua si doveva bere solo il the che era abbondante come i pasti, si diceva di strappare le carte di identità perché avevano lo stemma del Fascio e chi le portava sarebbe stato fucilato… ma non era vero, fummo trattati bene e ci lasciavano ascoltare la radio che trasmetteva i bollettini di guerra così sapemmo dello sbarco in Sicilia e della caduta del Fascismo. Tuttavia eravamo prigionieri dopo tutti gli sforzi che avevamo fatto per vincere… “E l’e brut vé, Bruno...” Il fante Davide Zanotelli fece ritorno a casa dalla prigionia nel 1945 e come tutti gli altri reduci si porta dentro il carattere ed il temperamento di una gioventù temprata dalla guerra che ne ha fatto degli uomini con un carattere forte e sereno, nonostante la sua invalidità dovuta alle ferite riportate in combattimento. Dalla tragica esperienza della guerra ha capito il vero senso della vita, da succhiare e gustare lentamente , in tutti i suoi aspetti, come un dolce, buono e saporito, che ti viene regalato una sola volta, e lo devi saper gustare lentamente, senza fretta. Ricorda con fascino ed ammirazione il Feld Maresciallo Rommel che salutava i fanti italiani dall’alto del suo autoblindo, con gli immancabili occhiali sopra il berretto ed il binocolo a tracolla, ricorda con tristezza la morte dei tre fanti che stavano al pezzo insieme a lui, e con grande ri- conoscenza i camerati tedeschi che lo portarono in salvo, gli inglesi che lo curarono e lo trattarono bene durante la prigionia, poiché nell’inferno della guerra, al di la delle tragedia collettiva dei popoli che si combattono, resta il dramma umano del singolo individuo che ritrova anche in quei momenti di follia collettiva un barlume di umanità. Un grazie sincero da parte di tutto il Comitato di redazione del “Mezalon” al fante Zanotelli Davide, ed alla memoria del fante Agosti Lino, per la loro attiva ed indispensabile collaborazione che rende veramente storico questo pezzo. Il periodico della Comunità di Livo Mezalon intende ricordare in questo modo i nostri fanti che parteciparono alla battaglia di El Alamein, al di là della retorica, ma nel rispetto della verità storica e nel ricordo del loro dramma umano davanti al quale ci dobbiamo tutti togliere il cappello. Bruno Agosti Differenze Non riesco a cogliere differenze tra vinti e vincitori, dopo che sei passata tu Bianca signora, dalla bandiera senza colori. E giacciono tutti con identiche pose, con gli occhi sbarrati rivolti allo stesso cielo, solo diverso il colore delle divise. Stringono tutti una zolla di terra conquistata con eroiche gesta, difesa con estremo valore ma non sapranno mai se l’hanno conquistata, oppure persa… Bruno Agosti 27 IL PRESEPIO di Walter Conter Walter all’opera. sizione e praticamente tutto l’anno è impegnato alla ricerca di nuove soluzioni da creare con pezzi di recupero che ricava smontando vecchi elettrodomestici, o altri oggetti, i più impensabili, per ricavare nuove costruzioni o dare vita con il movimento alle sue creazioni che si richiamano al nostro mondo rurale di tanti anni fa dove c’era molto meno benessere e meno comodità, ma sicuramente più concordia e più solidarietà tra la gente qui come altrove. E così troviamo nel presepio di Walter uno spaccato della nostra storia trascorsa con il mulino che macina il grano mosso dalla forza dell’acqua che scende dai laghetti di montagna, troviamo gli attrezzi tipici di una comunità rurale ricostruiti in modo fedele fin nei minimi particolari, con un sapiente gioco di luci che non degenera negli effetti speciali dell’elettronica. Così Walter passa il suo tempo libero per aggiungere tutti gli anni un nuovo tassello al suo presepio e per cambiare tutti gli anni il paesaggio nel quale lo vuole ambientare, e così da dodici anni continua la tradizione natalizia del presepio di Walter Conter. Walter è legittimamente orgoglioso della sua creazione, ed il più bel regalo che gli si possa fare per il Natale è quello di visitare il suo presepio che mette in funzione per i visitatori e così riprende vita come per incanto un villaggio di tanti anni fa con i suoi usi, i suoi costumi gli attrezzi del lavoro dei campi della fatica quotidiana, tutte quelle cose semplici che abbiamo abbandonato in nome del progresso, e che ora ricordiamo come un epoca dove tutti “i se voleva pù ben”. Bruno Agosti MEZALON Walter Conter un ragazzone di 22 anni di Scanna, elettricista, dipendente della Whirlpool di Gardolo, sembra essere un caso tutto a se stante nella variegata e contraddittoria realtà della Comunità di Livo. A Walter tutto questo non lo sfiora nemmeno, o forse non ritiene valga la pena di perdere tempo in simili cose; e neppure lo attraggono altre forme di divertimento tipiche dei giovani della sua età: niente decibel da discoteca, niente ore piccole, niente corse mozzafiato alla guida della sua auto. Niente di tutto questo: Walter è un ragazzo del tutto normale con una grande passione dentro al cuore: il presepio. Da quando aveva 10 anni Walter dedica il suo tempo libero alla realizzazione del presepio che costruisce in un locale di casa sua che i genitori gli hanno messo a dispo- 28 MEZALON La chiesa parrocchiale di Varollo L’attuale chiesa parrocchiale di Varollo venne costruita, su istanza di Biagio Aliprandini di Livo, investito della parrocchia e di Bernardino di Thun regolano maggiore della Comunità tra il 1528 ed 1538 su una precedente chiesa. Infatti, dagli atti vistali del 1537 appare che per ultimare la nuova chiesa mancasse solo il pavimento e la copertura del tetto, mentre il campanile era stato ultimato. Successivamente venne costruita la sacrestia esterna e la cappella dei Santi Fabiano e Sebastiano, consacrata, quest’ultima, il 30 agosto del 1558. La cappella è istoriata da affreschi rappresentanti la Crocifissione, la Risurrezione e l’Ascensione al cielo, risalenti al XVI sec., di cui è ignoto l’autore. Sulla facciata principale sono presenti alcuni affreschi rappresentanti una deposizione (sec. XVII), una Santa Martire, una scena cavalleresca, una teoria di sante e un san Cristoforo risalenti al XVI sec. L’interno della chiesa si presenta in unica navata, diviso in quattro campate, con volta a rete, dove sono presenti 13 stemmi, tra i quali si riconoscono quelli delle famiglie Aliprandini, Thun, Clesio, Zoccolo. L’altare maggiore fu costruito nel 1653 da Giandomenico Bezzi da Cusiano e dorato da Gianpietro Fogaroli da Bormio. La pala dell’altare, rappresentante la Natività di Maria, fu dipinta nel 1669 da Carlo Pozzi, pittore bresciano, operante nel trentino e restaurata nel 1964 dal Pezkoller. In primo piano è rappresentata la Santa Vergine bambina sostenuta da due matrone sopra un vaso, mentre un fanciullo ricciuto (San Giuseppe) La contempla. In secondo piano è rappresentata Santa Anna a letto, mente un’altra donna le porge due uova su un piatto. Al lato opposto è raffigurato san Gioacchino. Il pulpito (XVII secolo), di legno dipinto a finto marmo, è adorno di statuine, raffiguranti gli evangelisti e alcune figure simboliche. In cima troneggia l’arcangelo S. Michele con in braccio lo scudo e in mano la spada in atto di intimare ”Quis ut deus”. L’altare del Rosario, situato a destra, fu consacrato nel 1617. La pala, di autore ignoto, rappresenta San Domenico che predica a una gran folla, nella quale s’intravede il Papa, un vescovo e dei sacerdoti. Intorno alla pala sono rappresentati 15 misteri del rosario, attualmente poco leggibili, ma che saranno oggetto di un restauro. L’altare situato a sinistra, detto di San Orsola, è d’impronta settecentesca e presenta ricchi intrecci di fogliami e figure diverse di santi e di angeli. La pala fu dipinta dal pittore altoatesino Kosler Maler nel 1718, come è scritto nel libro tenuto in mano da un angelo. Un altro angelo tiene aperto un libro con la scritta San Anselmo. Sopra gli angeli è rappresentata Santa Orsola con uno stuolo di vergini e due personaggi, uno dei quali tiene in mano una lama vicino all’orecchio di una delle vergini. È pure raffigurato San Gregorio Papa con la colomba sopra la tiara e San Carlo Borromeo. Infine in alto è rappresenta la Beata vergine tra i SS. Fabiano e Rocco. L’altare nasconde la porta che originariamente si apriva sulla vecchia sacrestia sotto il campanile. Sulla parete a sinistra, sopra il confessionale, si trova un affresco del sec XVI raffigurante una Madonna con bambino in centro e ai lati i santi Sebastiano e Rocco. Nel 1944 furono realizzate da Giuseppe Parisi di Trento le vetrate, mentre la “Via crucis” fu realizzata nel 1964 da Giuseppe Stuflesser di Ortisei. Conter Luigi 29 Biagio Aliprandini Biagio Aliprandini, figlio di Aliprando del già ser Giovanni Riprandi di Livo, nacque a Livo nel 1501. Ebbe almeno tre fratelli: Giovanni Romedio, Nicolo e Angli prete1. Ai 9 di giugno del 1528, quando era ancora un semplice chierico, il Cardinale Clesio gli conferì l’investitura della Pieve di Livo, che egli affidò al governo del prete Timoteo, col titolo di vicario2. Questi, su istanza di Biagio e di Bernardino di Tono, regolano maggiore della Pieve, ottenne il permesso di abbattere la vecchia chiesa parrocchiale e di erigerne una nuova. Dagli “atti visitali” del 1537, questa risultava costruita ex novo e al suo compimento mancava la pavimentazione e la copertura del tetto. Nel gennaio del 1537 e nel giugno del 1542 fu registrata la presenza di Biagio a Livo dove trattò affari della propria famiglia3. Studiò legge all’Università di Padova e ai 9 novembre del 1541 “habuit patentes im forma”4. Il 15 marzo 1544 rinuncio alla pieve di Livo in favore del Canonico Simone di Tono. Nel 1552 ottenne la prebenda episcopale vacante per la morte di Giorgio Ackerle. Nel 1553 gli fu conferito un canonicato a Bressanone. Nel 1557, in occasione della morte di Giovanni Gaudenzio Madruzzo, padre del cardinale Cristoforo, tenne un orazione funebre5. Un'altra orazione funebre tenne nel trigesimo della morte della baronessa Eufemia Madruzzo. Il 23 marzo 1558 ottenne il titolo di vescovo Bellinense, vacante per la morte di Girolamo Flano, suffraganeo di Bressanone e fu contemporaneamente nominato vicario generale nei pontificali del Cardinale Cristoforo Madruzzo a Trento e Bressanone e lì esercitò l’ufficio diocesano. Nel 1559 partecipò al Concilio provinciale di Salisburgo.6 Nel 1561 visitò le chiese della Val di Fassa, consacrando il 1 luglio la Chiesa di Alba e Penia. Si recò, poi in Rendena con il vicario generale Giovanni Malanotti e consacrò la Chiesa di Villa Rendena. Il 21 novembre 1561 a Bagolino consacrò l’altare della Chiesa del monastero dei Servi di Maria e i due altari in onore dell’Addolorata e di S. Carlo. Il 13 dicembre 1561 ad Ala consacrò la Parrocchiale con 5 altari. Dopo la morte di Giacomo Gal, avvenuta il 13 marzo 1562, assunse a Bressanone la carica di vicario spirituale.7 Il 16 marzo 1562 consacrò la chiesa di S. Rocco a Folaso e l’altare come si rileva da una striscia di pergamena che riporta la seguente frase “Io Biagio Aliprandini, vescovo di Bellinas, ai 16 marzo 1562 ho consacrato la chiesa e questo altare, in onore dell’onnipotente Iddio, della gloriosissima V. Maria, in memoria dei Santi Rocco, Fabiano e Sebastiano e nel medesimo richiusi reliquie dei Santi Urbano ed Eustachio”.8 Ai 29 aprile del medesimo anno consacrò la chiesa di Vezzano. Biagio ebbe fama di uomo valente sia nelle leggi che nelle discipline ecclesiastiche. Si adoperò per applicare i decreti del Concilio di Trento, ridestando nel clero e nel popolo la coscienza assopita. Il cardinale Cristoforo Madruzzo fece ricorso a Biagio ogni volta che ebbe bisogno di un cooperatore esperto ed illuminato. Nel 1563 fu incaricato di mettere argine all’indisciplina del clero e di rimuovere le persone sospette di errori nella diocesi di Bressanone. Nell’agosto del 1564, assieme al vescovo coadiutore Tommaso Giovanni Spaur e al canonico Adamo d’Arsio presiedette in Bressanone un sinodo per rendere più efficace le prescrizioni di riforma del clero. MEZALON 1 “a 1542, ind XV giugno 18, domenica in villa Livi in stufa a fornello del venditore. Il rev. Biagio, pievano di Livo e Gio. Romedio, fratelli e figli del q. Aliprando del già ser Riprandi di Livo, ag. per sé e a nome del fratello assente, rev. Angli prete…” in Ciccolini - Rerum Tridentinum, Fontes - Inventari regestri degli archivi parrocchiali della valle di Sole - vol. Terzo - La pieve di Livo pag. 157. A 1560: il nob. Gio. Romedio fu nob. Dno. Liprando Aliprandini di Livo ratione proprietatis et directi domini e Baldassare fu Francesco di Preghena, ratione utilis iure,vendono a fratelli Stefano e Pietro di Guglielmo - Stephenetti di Preghena in prato in detta villa… e un arativo confinante con Nicolo fratello del venditore. Ciccolini op. cit. pag. 160 2 Simone Weber “I vescovi suffraganei di Trento e Bressanone” ed. Libreria Trento 1923. 3 Vedi nota 1. 1537 ind. X gennaio - Il defunto Leonardo q Stephanetti di Preghena aveva venduto un prato in pertinenza di Mezeloni di Livo a rev. Prete Biagio de Aliprandinis di Livo con riserva di riscatto entro un anno a San Michele. Non essendo stato riscattato il prato entro l’anno si prolunga detto privilegio. Ciccolini - op. cit. pag. 4 Simone Weber - op. cit. 5 Simone Weber - op. cit. 6 G. Quaresima “Il Clero anauniese nel corso dei secoli” - Scuole Grafiche Artigianelli - Trento 1969, pag. 186. Il Weber pone tale Sinodo nel Marzo del 1569. 7 Sinnaker “Beiträge zus Geshichte der bisch. Kürche Süben u. in Brixen“ III 496. 8 Isera: Memorie e Versi. Rovereto 1923. 30 Il 17 gennaio 1567 Biagio assistette in Innsbruck al solenne ingresso dell’arciduca Ferdinando di ritorno dalla guerra contro i turchi. Nel mese di agosto del 1568 Biagio fu mandato ad Innsbruck presso l’Arciduca Ferdinando dal cardinale Cristoforo Madruzzo per difendere i propri diritti di Principe Vescovo di Trento. In questa missione diplomatica subì molte umiliazioni e soprusi da parte dell’Arciduca e della Dieta di Innsbruck, ma difese vigorosamente i diritti del Principe Vescovo. Nel mese di giugno 1570 Biagio venne a Livo e dettò il suo testamento con il quale lasciò una serie di legati tra cui 20 staia di segala alla Confraternita di S. Sebastiano9. Il 4 luglio dello stesso anno consacrò la cappella e l’altare di San Michele a Marcena. Biagio Aliprandini morì il 23 settembre 1571 a Bressanone e fu sepolto in duomo. Conter Luigi 9 La Confraternità di San Sebastiano, detta anche Ospedale o fredaja, venne fondata forse verso l’inizio del 1400 e possedeva, oltre ad una casa, anche molti terreni. Aveva lo scopo di assistere i poveri e gli ammalati e pertanto era retta da un rettore ed una rettora oltre che da un cappellano. Emozioni in poesia Abbiamo pensato far cosa gradita soprattutto ai nostri lettori, pubblicare questa poesia di Patrizia Maninfior. Poesia ricca di emozioni, di sentimento, di ricordo, di nostalgia del passato. Questo squarcio sul Camposanto di Preghena, che questa nostra compaesana, che vive altrove, ci presenta nel susseguirsi incalzante dei suoi versi. Quelle persone a cui fa cenno non sembrano fra i trapassati; ci appaiono invece chiare nel ricordo, quasi ci vengono incontro fra quei “contrafforti delle antiche case”, come ben dice l’autrice della poesia, fra il sorriso ed il pianto. In memoriam MEZALON Torno dal camposanto, così bello qui e fiorito da parere un piccolo giardino non fosse per le porte memoree del Di Là. Ho salutato i nonni, e le persone che pure qui non sono, solo i nomi. Ma ecco, nel ritorno, alla mia mente s’affaccia una Preghena che non c’è… che c’era, tuttavia, vent’anni fa. I volti dei ritratti eran reali. Mi viene incontro il “Genio”, sorridente, con le sue gambe storte, il ciuffo dritto a modo di galletto, piccolino, che era detto matto, ma chi sa… io penso fosse saggio più di noi. Quanto è delicato quel fiore di melo, che sboccia timido, quasi non voglia farsi notare o conoscere! Eppure, in lui è racchiuso qualcosa di grande, di prodigioso: la forza della vita. E il Muto? Ad incrociarlo per la via, coi gesti ti diceva “benvenuta!” e suoni ed occhi pieni di letizia. Con gli occhi azzurri ed i pomelli rossi Oreste, ci curava la campagna; piccina, mi metteva sulla groppa del cavallone fulvo, e poi si andava, sognando cieli vasti e praterie. Son volti conosciuti, tutti quanti, e pare strano non vederli più… La Menica, col viso a mela secca; il Luigi, ch’era il bello del paese, e quelli che non so chiamar per nome… Se li incontrassi, non mi stupirei, né penserei fantasmi le figure note, fra i contrafforti delle antiche case. Patrizia Maninfior Fior di melo Timido nasce, il fiore del melo, soffuso di rosa carminio; al tocco di Maggio soltanto s’apre in una candida gloria. Patrizia Maninfior 31 IL LIBRO… Cuore nero di Giovanni Porzio Feltrinelli no, anche quando sono inventati. Cuore nero racconta l’Africa quotidiana, fatta di giovani allo sbando che sognano la città, fatta di contrabbandieri, di gente che muore nei conflitti etnici, di bambini che raccattano e rivendono rifiuti sniffando colla, di legionari stranieri, di missionari, di profughi che arrancano e muoiono lungo i sentieri della guerra. Cuore nero dipinge l’Africa di ogni giorno con i suoi colori, le sue contraddizioni, le sue sofferenze ed i suoi lutti. E’ duro e spietato come solo la realtà può esserlo. Ci scuote nel profondo. Dopo Giovanni Porzio, di questa terra, forse, potremo dire di più e quei nostri bei batik, con i loro personaggi fieri e le loro terre di sogno, ci racconteranno, silenziosi, storie nuove e diverse. Miriam Agosti MEZALON Un mondo lontano: l’Africa. In Africa la notte si accende di stelle. Sono le stesse stelle del nostro cielo, ed è la nostra stessa notte. Ma l’Africa serba ancora il suo cuore primordiale e nelle sue notti, immense e profonde, tinte del nero più nero, le stelle brillano più che quassù da noi. L’Africa brulica di gente e brulica di bambini: bambini affamati, ammalati, a volte soli, eppure sereni. Bambini che litigano, corrono e giocano; ti chiedi come possano riuscire a ridere e scherzare. Dell’Africa si parla in televisione, ce la raccontano missionari partiti venti, trenta anni fa, qualcuno gridando e qualcuno sussurrando. L’Africa ci guarda dai batik tesi e ben incorniciati su telai di legno, attraverso occhi e mani nere. L’Africa, a volte, sale alla ribalta: una Safia da salvare, l’ennesima guerra, una nuova epidemia, la mancanza d’acqua, la sete….ed allora se ne parla di più, anche in famiglia o sul posto di lavoro. Poi, l’Africa, ritorna di nuovo nel buio da dove è venuta; lontana da ognuno di noi che pure, laggiù, ha le sue origini più remote. Giovanni Porzio narra l’Africa in modo inedito, attraverso personaggi che ben la rappresenta- 32 INFLUENZA E MALATTIE DA RAFFREDDAMENTO INFLUENZA L’influenza è una infezione dell’apparato respiratorio causata da un virus. La malattia ha la sua massima diffusione nel periodo autunno - inverno ed è molto contagiosa: la trasmissione avviene per via aerea, attraverso l'inalazione di minuscole goccioline infette emesse con colpi di tosse, starnuti o durante una normale conversazione. La febbre rappresenta la prima reazione naturale dell'organismo all'invasione del virus, un meccanismo di difesa, che interviene per impedire la moltiplicazione dei virus. Altri sintomi sono mal di testa, malessere generale, naso chiuso con abbondanti secrezioni, mal di gola, talora accompagnati da nausea e diarrea. Se non intervengono complicazioni, la guarigione avviene spontaneamente nel giro di 3-5 giorni. MEZALON Il vaccino costituisce l'arma più efficace di cui attualmente disponiamo, sia per evitare l'influenza che per ridurre i rischi ad essa correlati. Nei bambini e negli adulti il vaccino previene la malattia nel 70% circa dei casi: su 10 anziani vaccinati solo 4-5 eviteranno l'influenza ma il vaccino attenua comunque la gravità della malattia e riduce le complicanze ad essa correlate. La vaccinazione antinfluenzale è altamente raccomandata nei soggetti di ogni età con malattie respiratorie (es. asma), cardiache (es. scompenso) o metaboliche (es. diabete) e negli anziani con più di 65 anni, per i quali è prevista la dispensazione gratuita da parte dell'Azienda Sanitaria Locale. Se non ci si è vaccinati e si è presa l'influenza, le cose da fare per passare alla meno peggio i giorni necessari perché la malattia faccia il suo corso sono poche ma importanti: • riposare a letto, in un ambiente caldo ma non troppo secco; • seguire una dieta equilibrata, prevalentemente liquida (es. brodo, latte, spremuta di frutta) indispensabile per reintegrare l'acqua e i sali minerali persi con l'abbondante sudorazione; • usare al bisogno farmaci contro la febbre (antipiretici). Poiché, come detto, la febbre è un meccanismo di difesa del nostro organismo, è bene utilizzare gli antipiretici solo quando la febbre è troppo elevata (superiore a 38.5°) o provoca evidenti disagi (mal di testa e forti dolori muscolari). 33 TOSSE La tosse è un sintomo che può avere origini diverse: un corpo estraneo che irrita le vie respiratorie, il fumo, una infezione sostenuta da un virus o da un batterio. Può essere anche l'effetto indesiderato di un farmaco (es. ACE-inibitore assunto per abbassare la pressione). Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la tosse che compare in autunno e in inverno è dovuta ad una infiammazione delle prime vie respiratorie, causata da un virus. Si tratta, quindi, di un disturbo che, pur se fastidioso, in genere guarisce da solo nell'arco di alcuni giorni. Per una tosse banale, senza complicazioni, che quindi non necessita del consulto medico, si possono adottare alcuni semplici accorgimenti, spesso trascurati, che risultano però molto efficaci: • bere molto. Acqua, spremute di arance, latte o camomilla zuccherati, vanno tutti bene. Le bevande, meglio se calde e addizionate di emollienti come il miele, idratano e ammorbidiscono le prime vie respiratorie, riducendo l'irritazione della faringe e rendono più liquide le secrezioni • fare inalazioni di vapore caldo. Allo scopo si possono utilizzare gli apparecchi per aerosol in vendita in farmacia, ma, volendo, è sufficiente respirare i vapori sprigionati dall'acqua bollente (i suffumigi di antica memoria); l'aggiunta di sostanze balsamiche li rende più gradevoli • umidificare gli ambienti, mantenendo sempre piene di acqua le vaschette appese ai termosifoni o impiegare gli umidificatori elettrici • evitare gli ambienti fumosi o polverosi e gli sbalzi di temperatura La tosse può essere catarrale (grassa) quando sono presenti secrezioni (muco o catarro); secca, stizzosa, quando non ci sono secrezioni. Il ricorso ai sedativi della tosse (es. Bronchenolo, Bechilar, Seki ecc.) può essere giustificato, quando la tosse secca è particolarmente insistente e fastidiosa e impedisce di dormire o di lavorare. Combattere una tosse grassa è invece per lo più controindicato, perché tossire è un processo naturale, con una specifica funzione. Bloccando la tosse, si ostacola l'allontanamento del catarro dalle vie respiratorie e si ritarda la guarigione. Rendere le secrezioni più fluide con l'uso di mucolitici (es. Fluimucil, Lisomucil, Broncomucil ecc.) o favorirne l'eliminazione dai polmoni con l'uso di espettoranti (es. Tioguaialina, Bisolvon ecc. ) risulta altresì utile. Frmacia di Livo dott. Luca Ceschi AVVISO COMUNE DI LIVO Via Marconi, 87 - 38020 LIVO (TN) e-mail: [email protected] Fax 0463.533093 MEZALON Vi piacerebbe essere gli autori delle prossime copertine del “MEZALON”? Inviate o consegnate il materiale fotografico con il vostro indirizzo a: 34 COMUNE DI LIVO PROVINCIA DI TRENTO - C.A.P. 38020 - via Marconi 87 Tel 0463.533113 - Fax 0463.533093 [email protected] - www.comunelivo.it ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO DEGLI UFFICI COMUNALI LUNEDÌ 08.30 - 12.30 POM. CHIUSO MARTEDÌ 08.30 - 12.30 POM. CHIUSO MERCOLEDÌ 08.30 - 12.30 13.30 - 17.30 GIOVEDÌ 08.30 - 12.30 POM. CHIUSO VENERDÌ 08.30 - 12.30 POM. CHIUSO IL SINDACO RICEVE: IL LUNEDÌ MATTINA IL MERCOLEDÌ 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 AMBULATORIO MEDICO DI LIVO DOTT. PINDO ERNESTO Lunedì e venerdì Tel. 0463.533418 10.00 - 12.00 DOTT. BERGAMO NARCISO Lunedì alle ore 15.00 e giovedì alle ore 9.00 DOTT. TALLER MARIA CRISTINA Martedì 16.00 - 17.30 PEDIATRA DOTT. SSA DE VITA ELVIRA 2° giovedì del mese 16.00 - 17.00 FARMACIA DI LIVO MEZALON Tel. 0463.535014 MATTINO 08.30 - 12.30 POMERIGGIO 15.30 - 19.30 Riposo infrasettimanale: SABATO POMERIGGIO CHIAMATE URGENTI NOTTURNE: Tel. 328.6163342 Turno festivo come da calendario UFFICIO POSTALE Tel. e Fax 0463.533116 ORARIO AL PUBBLICO: da lunedì a venerdì sabato 15.00 - 17.00 08.00 - 13.30 08.00 - 12.30 35 SERVIZI di EMERGENZA sociale e sanitaria 112 CARABINIERI - STAZIONE DI RUMO . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.530116 POLIZIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 113 POLIZIA STRADALE DI MALÉ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.909311 EMERGENZA SANITARIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 118 OSPEDALE CIVILE DI CLES CENTRALINO . . . . . . . . . . .TEL. 0463.660111 GUARDIA MEDICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.660312 PRONTO SOCCORSO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.660227 VIGILI DEL FUOCO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 115 VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI LIVO . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.533575 VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI PREGHENA . . . . . . .TEL. 0463.533433 STAZIONE FORESTALE DI RUMO . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.530126 CUSTODE FORESTALE DI LIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.533469 GUARDIA DI FINANZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 117 GUARDIA DI FINANZA DI CLES . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.421459 SCUOLA MATERNA DI LIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.533522 SCUOLA ELEMENTARE DI VAROLLO . . . . . . . . . . . . . . .TEL. 0463.533377 MEZALON CARABINIERI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .TEL.