PERIODICO SEMESTRALE DELLA COMUNITÀ DI LIVO
N. 1/03 - N. progressivo 3 - gennaio 2003
Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/c L. 662/96 - Aut. Trib. Trento N. 1118 del 06/03/2002
GRAFICA E STAMPA:
Tipolitografia ANDREIS s.n.c. - Zona Commerciale 4/A - 38027 Malé (TN)
Direttore
Carlo Alessandri
Direttore responsabile
Massimiliano Debiasi
Comitato
Bruno Agosti
Miriam Agosti
Massimo Betta
Erica Corradini
Giuseppe De Lucia
Pierluigi Fauri
MEZALON
COMITATO DI REDAZIONE
In Copertina:
Preghena, la magica notte di Santa Lucia
(foto inviata da Sparapani Alessandro).
MEZALON
SOMMARIO
Editoriale
pag. 3
Il nostro dialetto
pag. 21
Dal Gruppo di Maggioranza
pag. 4
Morte di un salice parassita
pag. 22
Fallire gli obbiettivi?
pag. 5
Storia den salgiàr mt ma propi mat
pag. 23
Dal Gruppo di Minoranza
pag. 6
Sulle vie della storia
pag. 24
Delibere e determine
pag. 8
Il presepio di Walter Conter
pag. 27
Relazione del Sindaco
pag. 9
La chiesa parrocchiale di Varollo
pag. 28
Il diritto d’accesso
pag. 10
Biagio Aliprandi
pag. 29
Le A.S.U.C.
pag. 12
Emozioni in poesia
pag. 30
Pro Loco Livo
pag. 14
Il libro
pag. 31
Sezione Cacciatori
pag. 16
Influenza e malattie da raffreddamento pag. 32
Polisportiva Le Maddalene
pag. 18
Orari e indirizzi utili
pag. 34
Dalla scuola
pag. 19
Servizi di emergenza
pag. 35
Piccolo mondo agricolo
pag. 20
3
EDITORIALE
rire danni alla nostra Comunità, nonchè alla nostra pubblicazione. Questo tipo di confronto a
noi, ma anche, e ne siamo certi, alla stragrande
maggioranza della nostra popolazione non interessa: il nostro Mezzalone è sempre stato laborioso, fiero ed orgoglioso della sua appartenenza ma ha sempre condannato e condanna ancora, come ogni Comunità civile, qualsiasi tipo di
scontro già di per sè sterile e quindi improduttivo.
Siamo certi che il nostro giornalino ne guadagnerà e molto.
Questo terzo numero ricalca un po’ la struttura
di quelli precedenti: si è
dato spazio alle varie associazioni, alla storia, sia
a quella narrata da chi l’ha vissuta dal vivo, sia a
quella narrata dai nostri
monumenti e dai nostri
archivi. Abbiamo dato
spazio ad opinioni su fatti anche, forse, di apparente scarsa importanza
ma che evidenziano
sempre e comunque una
forte attenzione ad
aspetti della nostra Comunità.
Abbiamo riportato delle
poesie che ci sono sembrate significative e pregne di sentimento. Con l’occasione, invitiamo
caldamente i nostri “poeti” locali ad inviarcene:
noi le pubblicheremo, convinti che saranno lette da ognuno con grande piacere.
Abbiamo presentato qualche nostro concittadino, meritevole di essere ricordato per i suoi
hobbi e le sue “passioni”, che rendono onorato
il nostro Mezzalone.
E tante altre cose abbiamo riportato, convinti di
renderlo sempre più apprezzato, nonchè di aver
un pochino contribuito ad una crescita sociale.
Il Direttore
Carlo Alessandri
MEZALON
Questa mia pagina ha lo scopo primario di ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla
realizzazione del nostro giornalino; e mi riferisco principalmente a chi gentilmente ci ha inviato articoli e fotografie da pubblicare, all’Amministrazione comunale che ne sopporta le spese di pubblicazione, nonchè a tutti coloro che
hanno dedicato un po’ di tempo alla sua lettura.
Dato che il finanziamento è per due numeri all’anno, abbiamo deciso di uscire a gennaio e
quindi a luglio. Solamente in casi eccezionali si
uscirà con un terzo numero.
Ci scusiamo se i numeri precedenti sono stati
realizzati con qualche ritardo: ciò è dipeso
esclusivamente da fatti
tecnici e non certamente
da altre volontà o inadempienze.
Il Comitato di redazione
è stato contento degli
apprezzamenti da parte
di numerosi lettori ed è
certamente disposto a
recepire eventuali suggerimenti, per migliorare questo nostro piccolo-grande tesoro.
Qualcuno ha criticato il
fatto che sul giornalino
siano riportati interventi
della “minoranza e della
maggioranza consiliare”. Noi riteniamo opportuno che ogni gruppo politico possa esprimere
proprie opinioni, sulle vicende comunali, come
anche sull’operato degli altri schieramenti. La
critica, purchè non offensiva, è e resta di per sè
sempre un momento di confronto costruttivo.
Supponiamo, inoltre, essere un vantaggio per
tutti conoscere le varie posizioni ed argomentazioni, per poter poi addivenire ad un saggio giudizio.
Siamo decisamente contrari a che il giornalino
diventi un mezzo per diffondere scontri tra i
gruppi politici o ancor di più un veicolo di offese o quant’altro che possa innescare una catena
ed un percorso che ben presto potrebbe parto-
4
MEZALON
DAL GRUPPO DI MAGGIORANZA
In occasione della nostra prima presenza sulla nuova rivista comunale
“Mezalon”, desideriamo, prima di
tutto complimentarci per i contenuti e la qualità dei due numeri finora
pubblicati, associandoci all’auspicio
della redazione affinché esso possa
diventare reale strumento di informazione, di aperto confronto di
opinioni e di idee in un clima di reciproco rispetto.
Nel nostro intervento non parleremo di quanto realizzato dalla nuova
amministrazione, vista l’esauriente
relazione presentata dalla Giunta
comunale in tal senso, né tanto meno vogliamo “rispondere” in maniera diretta alle critiche mosse dal
Gruppo di Minoranza sul precedente numero del “Mezalon”, bensì
analizzare brevemente lo stato di
attuazione degli obiettivi che ci eravamo fissati al momento della presentazione della nostra candidatura
e le difficoltà fin qui incontrate.
Pur consapevoli che la volontà e le
possibilità di orientare l’amministrazione comunale sulle finalità
condivise dal nostro gruppo,
avrebbero dovuto fare i conti con
l’eredità programmatica di una amministrazione in carica da 15 anni e
con il deciso proposito - ampiamente dimostrato - di non voler abbandonare il potere, abbiamo lavorato con convinzione sul nostro
programma.
Superate le iniziali difficoltà del periodo di insediamento, nel corso
del quale abbiamo preso visione
della situazione e della portata delle opere avviate dalla precedente
amministrazione, ci siamo immediatamente preoccupati, innanzi
tutto, di salvaguardare gli interventi avviati e le risorse economiche
impegnate per la loro realizzazione.
Fra queste vogliamo ricordare, in
particolare, gli investimenti per il
recupero del “Castello di Livo”.
Non abbiamo difficoltà ad ammettere un nostro ripensamento di
programma sull’utilizzazione di
detta struttura come insediamento
dei nuovi uffici comunali, ma non
per “copiare” le idee della vecchia
amministrazione, ma per il sopraggiungere di nuovi elementi e circostanze che hanno profondamente
modificato la situazione esistente al
momento della presentazione del
nostro programma (maggio 2000).
All’epoca risultava infatti acquisita e
parzialmente ristrutturata la porzione sud-est del manufatto, pendeva
un annosa e inconcludente trattativa con i proprietari per l’acquisto di
una ulteriore porzione storica del
castello, mentre si era ottenuto il finanziamento per l’acquisto di una
unità immobiliare adiacente di nessuna attinenza architettonica con il
resto dell’immobile.
La nuova amministrazione, abbandonando questa idea, è riuscita a
concludere positivamente la trattativa per l’acquisto della contesa
porzione realmente storica del castello, con la piena condivisione dei
competenti uffici provinciali. Sono
inoltre in corso le trattative per l’acquisizione di altre porzioni storiche
dell’antico immobile.
Il quadro d’insieme del “Castello di
Livo” sta assumendo ora connotati
profondamente diversi e qualificanti tali da rendere concreta la possibilità di conseguimento dell’intero
manufatto che potrà ospitare oltre
che agli uffici comunali anche tutte
le sedi degli enti ed associazioni del
nostro Comune, senza pregiudicare
la nostra iniziale previsione di utilizzo come struttura museale di interesse più ampio, con possibilità di
riparto dei costi di gestione e manutenzione con altri soggetti pubblici o privati.
Tutto ciò risponde al nostro obietti-
vo di operare per soddisfare in modo concreto le necessità e le aspettative della nostra popolazione, così come l’approvazione della variante al P.R.G. (piano di fabbrica),
fermo da diversi anni.
Ci eravamo prefissi di operare per il
sostegno delle attività economiche
locali e siamo convinti che l’impegno profuso dall’amministrazione
comunale in occasione dei danni alluvionali dell’autunno 2000 possa
ampiamente testimoniare l’attenzione verso l’agricoltura, quale settore portante della nostra economia.
L’avvio della pubblicazione del
“Mezalon” rappresenta un primo
passo verso la trasparenza e l’informazione sull’attività amministrativa
del Comune; stiamo pensando ad
altre forme di comunicazione con la
nostra cittadinanza.
Mettiamo in risalto la mancata collaborazione del gruppo di minoranza che ci ha fatto mancare un bagaglio di conoscenze maturate in 15
anni di esperienza, che avrebbero
potuto essere di stimolo e di aiuto
per l’amministrazione comunale,
specialmente nella fase iniziale.
Ci rendiamo conto che l’attuale sistema elettorale che privilegia il
Sindaco direttamente eletto dalla
popolazione con una maggioranza
numericamente consistente, rende
più difficile e paziente il ruolo della
minoranza. Bisogna comunque
considerare che tale circostanza era
ben nota ad entrambe i candidati
Sindaci al momento della candidatura con la conseguente consapevolezza che una eventuale sconfitta
avrebbe portato all’assunzione di
un ruolo di minor peso.
Siamo convinti e, ne diamo atto e
merito, che il nuovo Sindaco e la
Giunta comunale hanno dimostrato
grande impegno e capacità.
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FALLIRE GLI OBIETTIVI?
In risposta alla lettera della minoranza, pubblicata sul secondo numero del giornalino comunale, riguardante l’attività culturale, in quell’occasione più volte criticata, mi sono sentita chiamata in causa,
e, quindi, vorrei elencare le iniziative proposte dal mio assessorato in questi due anni di amministrazione:
- Estate insieme anno 2000
- Estate insieme anno 2001
- Estate insieme anno 2002
- Campeggio in collaborazione con il Cai Sat di LIVO per bambini e ragazzi anno 2001 e anno 2002
- Concerto della filarmonica italiana anno 2001
- Concerto della filarmonica italiana anno 2002
- “Zucchero filato”: attività socio - educativa per bambini da 0 ai 3 anni in collaborazione con la cooperativa “La Coccinella” di Cles anno 2001
- Corso di chitarra per bambini e ragazzi nel 2001
- Incontro con assistente sociale Vera Dusini e assessore alle politiche sociali del Comprensorio Bergamo Tomaso sul tema “Servizi socio assistenziali per gli anziani” nel 2001
- Collaborazione con il circolo anziani di Rumo, mettendo a disposizione un pulmino mensilmente per
il tragitto fino a Rumo e partecipando spesso alle iniziative di persona
- Servizio pasti a domicilio per anziani
- Apertura di uno spazio giovani a Livo anno 2002
- Organizzazione insieme al Comprensorio di un corso di internet per i giovani della nostra comunità svoltosi a Varollo anno 2002
Marcella Zanotelli
MEZALON
Se per i componenti della minoranza queste proposte non sono sufficienti ed evidenziano un fallimento, non condivido questa sensazione e, comunque, li invito a lavorare insieme e non solo a parole.
Inoltre leggo una frase nel sopraccitato articolo che dice esattamente così: ”Come era bello il coinvolgimento dell’intera comunità”, riferendosi al clima sociale durante la precedente amministrazione. Personalmente mi sento in diritto di rispondere, dato che in questa comunità svolgo volontariato da molti anni, che quest’aria di coinvolgimento non l’ho mai respirata.
Forse l’attuale minoranza si è un po’ confusa e si è addebitata il merito della naturale disponibilità e
iniziativa del nostro volontariato locale. Questo, per fortuna, è ancora presente anche oggi (Pro Loco,
Alpini, Sat, Vigili del Fuoco, ecc.) ed è, a mio parere, abbastanza indipendente (sempre per fortuna)
da qualsiasi amministrazione.
Spero, in questo senso, di essere sempre in grado di ascoltare le esigenze di questo settore vitale della nostra comunità che è il volontariato.
Per quanto riguarda gli anziani, credo che abbiamo idee molto diverse su cosa voglia dire interessarsi di queste problematiche. La precedente amministrazione ha puntato sulle strutture (dall’opuscolo
informativo della campagna elettorale si nota che in 10 anni di attività per la tematica anziani si sono
costruiti 7 mini appartamenti per anziani). Non mi abbasso a fare giudizi, possono essere pochi, tanti,
potranno essere utili oppure no: di fatto questo è quanto è stato svolto.
Mi sembra comunque irriguardoso dirmi che nella mia attività svolta in questo settore “ho preso in giro gli anziani” solo perché il mio impegno si svolge su un piano diverso. Oggi alcuni di essi usufruiscono dei pasti caldi a domicilio, hanno la possibilità di partecipare alle attività mensili del Circolo anziani Rumo, (ed oggi ben 37 anziani del comune di Livo già lo fanno) con un pulmino messo a disposizione dall’amministrazione di Livo, contributo che, pur chiesto da tanti anni dal circolo anziani Rumo, non era mai stato concesso in precedenza. Con loro mi sento di condividere abitualmente momenti molto belli in occasioni di gite o ritrovi. Se questo vuol dire prendere in giro gli anziani, lascio
a voi il giudizio.
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MEZALON
DAL GRUPPO DI MINORANZA
Prendiamo spunto dall’ articolo in prima pagina
apparso su “Mezalon“ n° 2 a firma del Sindaco,
ma che, riteniamo, sia la voce della Maggioranza.
Nell’articolo in oggetto, si definisce e si elogia il
Giornalino comunale come una grande conquista democratica, un modo diverso di “rendere
conto“ e fin qui possiamo anche dirci d’accordo
con questa filosofia.
Ma allora se questo giornalino era così importante per l’attuale maggioranza, perché tanto
ingiustificabile ritardo nella pubblicazione dei
primi due numeri?
E qual’è il “rendere conto“ di questa maggioranza?
Ci si aspettava quanto meno, che l’Amministrazione che ha fortemente voluto questo giornalino periodico di informazione, cultura, ed anche
portavoce della vita amministrativa di questo
Comune e che avrebbe dovuto essere il soggetto maggiormente interessato ad utilizzare questo nuovo sistema di “democrazia diretta“, facesse sentire forte la propria voce, nello spazio
che gli spetta di diritto, secondo la “par condicio“ stabilita dal Comitato di redazione.
Avrebbe potuto esporre alla popolazione il proprio pensiero, le proposte, gli impegni, i progetti realizzati, e chiedere alla gente, nelle maniera più democratica e libera che ci sia, ovvero
la stampa, il gradimento del modo di amministrare, e dare spazio alle idee, alle proposte ed
anche alle eventuali critiche…
Invece, silenzio assoluto da parte del Gruppo di
Maggioranza.
Noi lo troviamo a dir poco inconcepibile ed imbarazzante: la Maggioranza non sapeva cosa
scrivere, o non ne ha avuto il tempo?!?
In entrambe i casi la cosa rasenta il ridicolo per
certi versi, ed è drammatica per altri. Non si
spiega, infatti, come l’attuale Amministrazione
abbia scelto questa forma di contatto diretto
con la popolazione, facendosi editrice del periodico “Mezalon”, con la copertura finanziaria che
ne deriva, e poi si scorda della sua esistenza, lasciando lo spazio che gli è stato concesso in
bianco…
Non vediamo nessun motivo di orgoglio, come
dice il Sindaco nel suo saluto, l’aver realizzato
questo giornalino, che non riporta nessun resoconto politico - amministrativo dell’operato della Maggioranza, non crediamo che questa sia
una scelta strategica o un alchimia politica, crediamo invece che questa Maggioranza non abbia più niente da dire, non abbia proposte concrete da esporre alla gente. Crediamo che questa Amministrazione sia ormai prigioniera di se
stessa, che non sia in grado di farsi interprete
delle reali esigenze della popolazione, che
avrebbe invece bisogno di proposte concrete in
tutti i campi, di programmi certi per il futuro.
Abbiamo raccolto alcune osservazioni pervenuteci dai turisti che in estate frequentano il nostro
comune, da genitori di bambini della scuola materna ed elementare, nonché di figli più grandi
e da anziani del nostro comune.
Fasce eterogenee di età e di interessi, qualche
sprovveduto potrebbe far notare, ma stranamente accomunate da una costante lamentela.
Dove sono finite l’accoglienza e la recettività e
le strutture che codesto luogo era solito offrire?
Ci siamo maggiormente informati da queste
persone ed abbiamo notato che quello che già
noi stavamo valutando stava diventando una
preoccupazione ricorrente.
Le piazze, i parchi, i sentieri di passeggiata, le
piazzole le aree di sosta divengono ogni giorno
più spogli. Notiamo come la squadra di manutenzioni del nostro Comune si adoperi per lo
sfalcio dell’erba e l’abbellimento floreale, apprezziamo i volonterosi cittadini che si prestano
a mantenere pulite vie e piazze nonché a curare gli abbellimenti floreali, ma non possiamo notare il totale abbandono e, peggio, l’eliminazione delle infrastrutture che garantirebbero una
piacevole attività di relax attuati dalla amministrazione comunale precedente.
In particolare evidenziamo la eliminazione di
giochi come scivoli, altalene, casette e pingpong, dai parchi, la eliminazione di panchine e
tavolini dalle aree attrezzate, dai sentieri di passeggiata, dalle piazzette e vie di paese e dai
parchi stessi. Ci preoccupa la totale assenza di
manutenzione su quanto con sacrificio sia il Comune che la Pro Loco avevano provveduto a
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collocare in abbellimento d’arredo urbano.
Purtroppo si può amaramente osservare che i
luoghi di ritrovo così spogliati di elementi indispensabili alla recettività divengano più simili a
pascoli che non a parchi urbani.
Ci preoccupa enormemente, per la sicurezza in
primo luogo, l’enorme massa di materiale inerte collocato dinanzi all’entrata della scuola elementare di Varollo e che per parecchi mesi è abbondantemente trabordato dai muri di contenimento fin sulla strada comunale salvo poi essere imbrigliato provvisoriamente (da ben alcuni
mesi) da una serie di assi da cantiere. Il compattamento precario di detto materiale che ha
alzato inspiegabilmente il piazzale di circa un
metro non consente il calpestio in sicurezza.
Frequenti sono infatti gli scivoloni che i bambini
fanno a ricreazione nel muoversi su tale “Area
Attrezzata?” e gli inconvenienti strappi ai pantaloni o peggio sbucciature o distorsioni. Le antiche piante che abbellivano adombrando il parco
scolastico e l’edificio nelle calde ore pomeridiane sono inspiegabilmente spariti. È questa una
nuova progettazione di giardino?
Il gruppo di minoranza si sente impotente, ma
non può tacere. Nelle scarne e rare sedute del
Consiglio Comunale le giuste osservazioni vengono zittite dal comportamento oppressivo di
voto della maggioranza (10 a 5). Non c’è spazio
per noi per esternare le nostre proposte che
non sulle pagine di questa rivista.
Lamentiamo inoltre il mancato ruolo di interlocutore del Capogruppo di maggioranza: visto
che non c’è spazio alle nostre proposte consigliari giudichiamo perdita di tempo se non veniamo presi in considerazione partecipare alle
sedute di Consiglio.
Alla luce anche dei fatti recenti che vedono la
nostra comunità nominata sulla stampa dei quotidiani riteniamo che maggiormente si debba insistere sul ruolo di contatti mancati, mai cercati,
sui consigli che questo gruppo può dare. Invitiamo pertanto il Capogruppo di maggioranza,
o qualcun altro magari più sensibile, a contattarci e sentire le ragioni che portiamo. Sbandierare
coinvolgimento, trasparenza, comunicazione
con la popolazione da parte della maggioranza
in tutti i suoi proclami elettorali e non è stato
che una beffa doppia: per i censiti che, ahimè,
non sanno a chi riferirsi ed anche per la minoranza rappresentativa pure essa della metà della popolazione del nostro comune.
Il monito alla Maggioranza ed alla sua Giunta:
fatti e non chiacchiere!
Coinvolgete ed apprezzate i suggerimenti di
tutti visto che li avete ben propagandati.
Resteremo in attesa e vedremo se esiste buona
volontà.
Ai cittadini la valutazione.
A.A.A. “GIORNALISTI” CERCASI !!
Avete idee, opinioni, storie, poesie, curiosità o altro da raccontare?
Consegnate o inviate il vostro materiale presso il Municipio di Livo.
Saremo lieti di pubblicarlo!!
Per ulteriori informazioni rivolgersi a MASSIMO
c/o Biblioteca di Rumo - Tel. 0463.530113
MEZALON
COMUNE DI LIVO
Via Marconi, 87 - 38020 LIVO (TN)
e-mail: [email protected]
Fax 0463.533093
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DELIBERE E DETERMINE
Portiamo a conoscenza della gente alcune delibere e determine relative all’anno 2002 che riteniamo di una certa rilevanza.
DETERMINAZIONI
N° 02/02
“Impegno di spesa per la realizzazione di una recinzione in
ferro zincato e verniciato di cui dotare l’edificio comunale
ospitante la scuola materna di Livo” - € 9.700,00.
N° 17/02
“Acquisto spazio web per sito internet”
È nato il sito internet del Comune di Livo: www.comunelivo.it
È in fase di allestimento, ma entro breve diventerà operativo
€ 873,60.
N° 19/02
“Liquidazione spese a calcolo manifestazione Estate insieme 2002” - €
3.746,84.
N° 26/02
“Affido incarico di asporto e smaltimento fanghi da imhoff presso impianto di depurazione autorizzato”. Con
tale provvedimento viene affidato l’incarico della pulizia della fossa imhoff alla ditta Chini Renato di Taio - €
5.762,56.
DELIBERE DELLA GIUNTA COMUNALE
N° 03/02
“Variazione n. 3 alle dotazioni di competenza del bilancio di previsione 2002; contestuale variazione pluriennale per gli anni 2002-2003-2004 e della Relazione previsionale e programmatica allegata al bilancio 2002”.
- Variazioni dovute a: 1) progetto rifacimento e sistemazione strade comunali. 2) Spese per scuola materna.
3) Spese per ripetitore TV.
N° 37/02
“Concessione di un contributo straordinario al Corpo Vigili del Fuoco Volontari di Preghena per l’acquisto di
un automezzo fuoristrada” - € 15.314,00.
N° 52/02
“Completamento lavori di costruzione del parco urbano denominato “Parco Scanna” e della strada di penetrazione sulle pp.ff. 988, 977/1 ed altre in c.c. Livo.” - La Giunta comunale approva in linea tecnica il progetto
in oggetto. Spesa complessiva prevista di € 140.000,00.
MEZALON
N° 55/02
“Assunzione con contratto a tempo indeterminato di un “Bidello Inserviente”, categoria “A”, livello unico posizione economica A1, presso la scuola materna per l’infanzia del Comune di Livo. Approvazione della graduatoria di merito e nomina del vincitore”.
Si è conclusa la procedura concorsuale e la Giunta, con tale delibera, approva l’operato della Commissione
giudicatrice, delle graduatorie di merito e nomina vincitrice del concorso la Sig.ra Iolanda Dantone
N° 58/02
“Sistemazione e pavimentazione di alcune strade comunali in Livo e frazione Preghena.” - La Giunta comunale approva in linea tecnica la sistemazione e pavimentazione di alcune strade comunali. Progetto del geometra Concini Franco. Spesa prevista € 155.597,12.
DELIBERE DEL CONSIGLIO COMUNALE
N° 40/02
“Esame ed approvazione modifica al regolamento edilizio comunale”. - Viene modificato il Regolamento Edilizio Comunale, laddove viene previsto un articolo 40 BIS avendo ad oggetto le “Recinzioni delle aree destinate all’accatastamento di cassoni da frutta”, altezza massima prevista 10 metri.
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RELAZIONE DEL SINDACO
sullo stato di attuazione dei programmi
Il Consiglio Comunale in data 5 novembre 2002 ha
approvato la relazione del Sindaco sullo stato di attuazione dei programmi per l’anno 2002.
Pubblichiamo i principali contenuti della relazione.
Questa relazione è condivisa dalla Giunta Comunale che ha preso atto e fatto propri tutti i contenuti.
Come per l’anno scorso gli equilibri di bilancio risultano assolutamente sotto controllo e non sussistono ad oggi debiti fuori bilancio.
Servizio di Segreteria
Si è proceduto all’acquisto di un nuovo computer
per una spesa di € 3.792,00;
Con una spesa di € 13.000,00 si è attivata, con
l’autorizzazione del Ministero delle poste, l’antenna TV che permette la ricezione delle reti private.
Servizi tecnici gestionali
Sono terminati i lavori su alcune strade comunali
danneggiate dalle alluvioni del 2000. Questi lavori,
che hanno migliorato notevolmente la viabilità delle strade di campagna…, ci hanno permesso di incanalare le acque negli alvei per evitare il ripetersi
di altre calamità. Costo dell’opera € 930.000,00.
Particolare attenzione è stata posta nella salvaguardia del territorio distribuendo, con contributo a carico del Comune, 70 Composter; sono state inoltre
bonificate e recintate delle aree di discariche abusive. Si stanno portando a termine le opere di restauro dei dipinti murali e dei capitelli votivi.
Proseguono e sono quasi al termine i lavori di ristrutturazione, 1° e 2° lotto del “Castello di Livo”
che permetteranno lo spostamento degli uffici nella prossima primavera.
Sono in fase avanzata anche le trattative per l’acquisto di una nuova porzione dell’edificio.
Sono terminati i lavori di completamento dell’opera relativa alla sostituzione della vecchia condotta
dell’acquedotto, con una nuova, al serbatoio in località Greggi (costo € 253.357,00).
In estate è stato completato il primo stralcio della
pavimentazione della piazza di Livo per un costo di
€ 35.000,00.
È in fase di completamento anche il parco urbano
di Scanna per un importo di € 70.000,00.
È stato acquistato, inoltre, un miniescavatore per
l’operaio comunale.
Entro l’anno 2002 si procederà all’appalto del rifacimento delle reti di scolo (costo € 870.000,00) finanziato per il 95% dalla Provincia.
Questo è l’elenco sintetico di quanto si è sin qui
realizzato o è in fase di realizzazione.
Franco Carotta
MEZALON
Servizi alla persona
In questo campo si è provveduto alla quasi definitiva messa a norma di tutte le attrezzature riguardanti le scuole elementari e la scuola materna. In
particolare per quest’ultima sono stati effettuati acquisti per la cucina e si è provveduto ad erigere una
recinzione lungo il giardino della scuola. Un particolare ringraziamento va ai Comuni di Cis e Bresimo che hanno acquistato un nuovo aspirapolvere.
Nella scuola elementare si è proceduto all’ampliamento del locale adibito a mensa che risultava ormai di dimensioni troppo ridotte rispetto agli standard imposti dalla normativa. È rinviato al prossimo
esercizio la definitiva sistemazione degli esterni
della scuola.
Per lo sport e il tempo libero è stato approntato un
piccolo campo di pallavolo nella zona ex SCAF di
Varollo e si sono eseguiti, in accordo con il progettista e la ditta esecutrice dei lavori, alcuni interventi che permettano il drenaggio del campo di calcio.
Per quanto riguarda la cultura, oltre agli spettacoli
offerti e alla stampa dei primi 2 numeri del giornalino comunale particolarmente riuscita ed apprezzata, è proseguita anche quest’anno con successo
l’iniziativa Estate Insieme che ha avuto l’aiuto e la
collaborazione di diverse associazioni di volontariato e di singoli genitori e giovani.
Ai giovani è stato concesso ed arredato un locale
presso il Municipio: “Lo Spazio Giovani” è un fatto
nuovo, promesso e si dimostra particolarmente
gradito; questo spazio sarà ulteriormente sviluppato con locali nuovi e più consoni alle esigenze dell’utenza giovanile del nostro paese.
È stata acquistata un’ulteriore porzione di terreno
confinante con il cimitero di Preghena che ci consentirà l’allargamento della struttura e la costruzione di parcheggi che interessano l’area.
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IL DIRITTO D’ACCESSO
Affinché il principio di trasparenza e quello d’imparzialità non rimangano dei meri concetti giuridici
lontani dalla realtà è opportuno che i cittadini sappiano quali sono le modalità per esercitare il loro potere di controllo democratico sullo svolgimento dell’attività amministrativa. A tal fine, ci soffermeremo ad illustrare il diritto d’accesso poiché esso costituisce la base su cui innestare un proficuo rapporto
di collaborazione tra i cittadini e il proprio Comune.
Va precisato, innanzitutto, che questo diritto è azionabile sia nel contesto di un procedimento amministrativo (si parla allora di accesso partecipativo) sia quando attenga alla conoscenza di atti per i quali si nutre interesse (si parla allora di accesso informativo).
Relativamente all’accesso partecipativo, i soggetti legittimati sono: i diretti interessati all’eventuale
procedimento in corso (cioè quei soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato
a produrre effetti diretti e quelli che per legge devono intervenire nel procedimento) e i soggetti indirettamente interessati (cioè quelli a cui il provvedimento anzidetto può causare un pregiudizio).
Relativamente all’accesso informativo va sottolineato che la legge applicabile ai Comuni (a differenza
di quella applicabile ad altre Pubbliche Amministrazioni) prevede una sfera più ampia dei soggetti legittimati all’accesso, arrivando ad estenderla a chiunque vi abbia interesse.
MEZALON
Per quanto riguarda le modalità con cui rivolgersi al Comune, va detto che a volte la domanda può essere addirittura informale; è il caso, ad esempio, della richiesta di accesso allo Statuto a ai regolamenti
comunali. In generale, comunque, basta presentare una domanda scritta (in carta semplice) per accedere, entro venti giorni, agli atti che s’intende conoscere.
Dal canto suo, l’Amministrazione comunale può rifiutare, limitare o differire l’accesso; vediamo in quali ipotesi.
Preliminarmente va precisato che oggetto del diritto d’accesso è qualsiasi atto dell’attività comunale,
non solo gli atti pubblici ma anche atti afferenti all’attività interna, atti istruttori (anche se legittimamente non menzionati nell’atto finale avente rilevanza esterna).
L’amministrazione può tuttavia differire l’accesso quando l’immediata conoscenza dei documenti
possa impedire o comunque ostacolare lo svolgimento dell’attività amministrativa (se trattasi, ad
esempio, di atti istruttori di una proposta di delibera che non è ancora stata approvata); oppure può
rifiutarlo nel caso in cui si tratta di atti riservati per espressa indicazione di legge e anche quando la
diffusione degli atti possa pregiudicare il diritto alla riservatezza di terzi. In quest’ultimo caso l’accesso, anziché essere rifiutato, può essere soltanto limitato (ad esempio, oscurando le parti del documento riportanti dati di terzi, oppure consentendone solo la visione, ma non la copia). Prevale, comunque, il diritto d’accesso sull’esigenza di riservatezza di terzi ogni qualvolta la conoscenza dei dati è necessaria per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati
esclusivamente per tali finalità e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento.
Per la disciplina sul diritto d’accesso all’attività comunale si rimanda alla Legge Regionale n. 13 del
31/7/1993 e al relativo regolamento d’attuazione, nonché al Regolamento comunale sul procedimento e sui documenti amministrativi di Livo, approvato con delibera consiliare n. 21.del 26 giugno
2002.
Dottoressa Maria Varsalona
Funzionario P.A.T.
Già Segretario comunale del Comune di Stenico
11
Spiegazione della copertina
del numero precedente
A TUTTI GLI INTERESSATI
Il Pellicano
Ha un importante significato simbolico.
Il fatto che i pellicani adulti curvino il
becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella loro sacca, indusse all’errata
credenza che i genitori si lacerino il
petto per nutrire i piccoli col proprio
sangue. Il pellicano divenne pertanto il
simbolo del supremo sacrificio di Cristo
e così pure dell’abnegazione con cui i
genitori amano i figli.
L’Amministrazione Comunale
ha stipulato una convenzione
con la Cassa Rurale
di Tuenno Val di Non
per la gestione
della Sala Polifunzionale
della filiale di Varollo.
Pertanto chi intende
utilizzare la sala
d’ora in avanti deve rivolgersi
agli Uffici Comunali
e non più
al Consorzio Turistico
Le Maddalene di Rumo.
MEZALON
12
LE A.S.U.C.
In settembre sono avvenute le votazioni per eleggere i nuovi comitati Asuc di Livo e Preghena.
Qui di seguito proponiamo i risultati elettorali e una breve intervista ai nuovi presidenti Conter Flavio
dell’asuc di Livo ed Alessandri Carlo dell’Asuc di Preghena.
ASUC di Livo
Componenti del Comitato di
Amministrazione:
Conter Flavio
Aliprandini Lorenzo
Zanotelli Lino
Zanotelli Danilo
Inoltre è un’istituzione che
rappresenta la comunità, il suo
legame con il territorio e la tradizione. Personalmente io sento il nostro territorio come
qualcosa che ci appartiene e di
cui ci dobbiamo occupare direttamente.
Quorum 116 - Votanti 121
MEZALON
Perché l’istituzione dell’asuc
è ancora attuale?
Io credo che ci voglia un’attenzione particolare nei confronti
del nostro territorio. L’importanza dell’Asuc sta proprio nel
fatto di occuparsi direttamente
delle strade forestali, dei pascoli delle malghe e del bosco.
Se non esistesse, sarebbe il comune ad occuparsene, ma per
esso sarebbe un ulteriore compito da sommare a quelli che
già svolge, mentre l’Asuc si
occupa specificatamente di
mantenere questi ambienti, i
quali devono essere salvaguardati nei migliori dei modi.
Quali sono i programmi del
neo eletto comitato?
I primi lavori in programma
sono gli interventi per sistemare i danni causati dalle calamità del 2000, a novembre o
massimo dicembre 2002 saranno appaltati i lavori per sistemare le strade alluvionate,
mentre i finanziamenti arriveranno a marzo 2003.
Successivamente si vorrebbe
procedere alla sistemazione
della strada forestale che porta
alla malga Binagia, la ristrutturazione della malga stessa con
annessa, se sarà possibile, una
zona adibita a bivacco.
Infine vogliamo proseguire
nella collaborazione con l’Asuc
di Preghena nel mantenimento
delle strade consorziate e nella
progettazione di nuove strade.
Che cosa pensi della nuova
legge elettorale?
Io ritengo che sia più giusta la
vecchia legge elettorale che
dava diritto di voto solo ai capi famiglia. Con la nuova legge
difficilmente si arriverà al quorum, visti anche i risultati di
queste ultime elezioni, con il
rischio che l’Asuc vada a
scomparire.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Approfitto di questa intervista
per ringraziare le amministrazioni che ci hanno preceduto
per esser state capaci di mantenere il patrimonio dell’Asuc
efficiente e degno della nostra
comunità.
Spero che la comunità si prenda a cuore il futuro dell’Asuc e
alle prossime elezioni, che avverano con la nuova legge,
non la facciano morire.
ASUC di Preghena
Componenti del Comitato di
Amministrazione:
Datres Franco fu Adriano
Zorzi Paolo
Maninfior Ivo
Pancheri Renato
Alessandri Carlo
Quorum 65 - Votanti 97
Perché l’istituzione dell’Asuc
è ancora attuale?
Vorrei partire un po' da lontano. Nel passato, la base sociale del nostro paese, come di
altri, era certamente diversa.
13
Quali sono i programmi del
neo eletto comitato?
Programmi nello stretto significato della parola ve ne sono e
tanti. Credo, però, che il pro-
gramma forse più difficile da
attuare ma non per questo
meno importante, sia quello di
trovare il modo per conservare
nei censiti di Preghena la convinzione dell'importanza del
senso civico, nonchè far sentire in ognuno un pacifico senso
di appartenenza.
Che cosa pensi della nuova
legge elettorale?
La nuova legge elettorale ha
una doppia valenza: da un lato
è bene che abbia esteso il diritto di voto a tutti i cittadini
maggiorenni. Forse può rendere tutti più attenti e partecipi. D'altra parte, penso che anche questo sia una conseguenza di un cambiamento generale del ruolo della famiglia, all'interno della quale la figura
del Capo Famiglia non è più
cosi forte. Il pericolo è che l'estensione del diritto di voto
vada un po' a sminuire il valore dell’"uso civico" come un
qualcosa di unico, inteso, come dicevano un tempo, in
stretto connubio con il "fuoco
familiare".
Vuoi aggiungere qualcosa?
Vorrei accennare brevemente
alla storia dell’"uso civico".
I Comuni vennero istituiti in
Trentino durante il Regno Italico di Napoleone (anno 1810)
ed ancora allora vennero mantenuti distinti i beni collettivi
delle Frazioni dai beni che costituivano demani o patrimoni
dei Comuni. Anche la legge
austriaca del 1866 aveva riconosciuta la possibilità che i beni comunali fossero gravati da
diritti o da consuetudini. Successivamente, la legge italiana
del 1923 mantenne anch'essa
il rispetto degli speciali titoli di
diritto, le consuetudini nonchè
questi istituti giuridici particolari preesistenti, che riguardavano le proprietà collettive.
Questi sono alcuni cenni di
storia, che ci danno l'idea di
quali radici profonde abbiano
queste nostre consuetudini e
che possono contribuire a rafforzare in tutti noi la convinzione della "sacralità" dell'Uso civico.
MEZALON
La grande maggioranza dei
censiti traevano sostentamento dall'agricoltura, soprattutto
dalla zootecnnia, e pertanto il
diritto di "stramatico, raccoglier legna, cavar sabbia e sassi", era di particolare importanza per la loro sopravvivenza.
Per questo, l'Amministrazione
degli Usi Civici era ritenuta, se
non di più, almeno pari a quella comunale. Ora la base sociale è certamente cambiata: non
è elemento così indispensabile
per la sopravvivenza quanto
previsto dall'uso civico.
E allora? L'uso civico è meno
sentito? Direi proprio di no:
basti vedere la forte partecipazione dimostrata dai Capi Famiglia all'ultima, come alle
precedenti, consultazione elettorale. La spiegazione di ciò,
secondo me, è da ricercare nel
fatto che l'Amministrazione
A.S.U.C. è sempre stata vista
come elemento portante della
Comunità, come l'espressione
dell'identità di paese: i Capifamiglia erano e sono ancora
l'asse portante della famiglia e
pertanto il Comitato è una loro
emanazione. Tanto è vero che,
secondo la tradizione, l'Amministrazione, e per essa il Presidente, non deve e non può interessarsi solo del bosco e dei
suoi diritti ma di tanti altri
aspetti che non sarebbero contemplati. E finchè l'Amministrazione sarà così attenta ed
accorta a tutto, di certo manterrà la sua importanza, nonchè una elevata partecipazione
alle consultazioni elettorali.
14
DALLE ASSOCIAZIONI
PRO LOCO LIVO
Tre anni molto intensi
MEZALON
Tre anni sono trascorsi da quando, ad elezioni
del direttivo appena avvenute, carichi di entusiasmo e con la valigia piena di nuove idee, siamo
partiti per questa breve ma intensa avventura.
Vogliamo ricordare insieme le attività che più ci
hanno reso fieri del nostro lavoro.
La cinerassegna,
giunta nel 2002
alla 6a edizione, è
stata, soprattutto
all'inizio, un’esperienza molto
positiva e partecipata.
Abbiamo cercato
di riprendere l'abitudine di festeggiare il carnevale con bambini e adulti.
La festa dell'anziano ora si chiama festa della famiglia, con l'intento di estendere l'invito anche
ai famigliari dell'anziano; quest'anno abbiamo
arricchito questa
festa donando un
piccolo ricordo a tutti gli ultranovantenni della
nostra comunità.
In primavera non sono mancati i fiori, in estate
feste, in inverno le castagnate di S. Martino e
dell'Immacolata e l'immancabile S. Lucia con i
doni per tutti i bambini.
Abbiamo provveduto alla riverniciatura e disposizione delle panchine lungo le vie del paese.
Sono stati organizzati tanti corsi che hanno riscontrato un notevole successo anche fuori paese: ginnastica, cucina, biedermeier, taglio e cucito e pittura su ceramica.
Hanno allietato alcune serate commedie, spettacoli teatrali e concerti dei cori di montagna.
Già da qualche anno, in luglio, il consorzio Maddalene promuove
il Palio dei Comuni, competizioni e
giochi a tema, organizzati a turno
dalle Pro Loco associate, ai quali
partecipano
squadre provenienti da Livo,
Revò, Bresimo,
Rumo, Cis, Cagnò
e Romallo. Ricordiamo che ben
due edizioni sono
state vinte dalla
nostra squadra.
È diventata ormai
tradizione la giornata ecologica in
collaborazione
con il CAI SAT di
Livo, durante la
quale vengono riRevò, Palio dei Comuni.
puliti dalle immondizie tratti del nostro bosco.
In questi tre anni non è mancata, nel corso dell'estate, almeno una manifestazione di rilievo:
nel 2000 il tendone per il centenario della Cassa
Rurale, nel 2001 la festa in collaborazione con gli
alpini per il 40° anno di fondazione del gruppo
ANA di Livo, nel 2002 la Festa della Birra, organizzata in collaborazione con tutte le associazio-
15
ni del paese e con l'Amministrazione comunale.
Quest'ultima ha segnato il raggiungimento di un
obiettivo importante, al quale si aspirava da
tempo, poiché ha visto l'unione di tutte le energie locali. Per auspicare che quest'esperienza sia
solo l'inizio di un lungo cammino insieme e per
sancire quest'unione, il 23 novembre ci siamo ritrovati tutti in compagnia davanti ad un buon
piatto da gustare!
Chi legge, dirà che per chi sta nella Pro Loco è
un obbligo e un dovere fare tutto questo, ma
non è proprio così: è risaputo, infatti, che molte
Pro Loco sono in crisi e alcune addirittura si sono sciolte, mentre la nostra è ancora attiva e vigorosa.
Tanti di voi sono già passati per il volontariato,
altri invece non hanno mai provato il piacere di
questa esperienza. Eppure, se ci si dedica con
convinzione, se ne può trarre molta soddisfazione personale.
È vero che tutti abbiamo poco tempo, anzi pochissimo. E non nascondiamo neppure le difficoltà che ogni manifestazione nasconde: bisogna
trovarsi, chiamarsi, discutere, lavorare, sbagliare, ripartire… e la cosa che ci
ha forse più sconfortato è
stata la difficoltà a coinvolgere i paesani, la difficoltà
a tirarli fuori di casa. In
questi momenti avremmo
avuto voglia di mollare
tutto, di lasciar perdere…
"tanto chi te lo fa fare!".
Eppure, la voglia di agire
per il paese, per la nostra
gente, il desiderio di creare momenti piacevoli di
svago e di incontro per i
paesani, ci ha fatto superare tutto!
Festa della famiglia 2002.
Siamo già arrivati alla fine
dei tre anni del nostro mandato: infatti, entro
marzo 2003 verrà eletto il nuovo direttivo della
Pro Loco. Per questo, invitiamo tutti coloro che
desiderano dedicare un po' del proprio tempo libero alla comunità, a farsi avanti: le idee sono
tante, ma le energie sono poche, perciò ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE!!!
L'attuale direttivo:
Agosti Arrigo (Presidente), Aliprandini Rosaria
(Vicepresidente), Calovini Andrea, Agosti Sergio, Flor Nadia, Agosti Michele, Rodegher Michele, Bonani Walter, Moscon Valentina, Pancheri Anna, Pancheri Bruna, Betta Massimo, Betta
Stefano, Endrizzi Michele, Pancheri Roberta (Segretaria)
Vogliamo ringraziare la Cassa Rurale Tuenno - Val
di Non per aver messo a disposizione gratuita la
sala Polifunzionale don Giacomo Marini di Varollo senza la quale non avremmo potuto organizzare la maggior parte delle nostre attività.
MEZALON
... and Congratulations!
Sono la moglie di Arnaldo Zorzi e abbiamo ricevuto il vostro
primo periodico Mezalon.
È stato un piacere per Arnaldo e anche per me sapere cose
che accadono nel paese di origine. Grazie!
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SEZIONE CACCIATORI
Apertura della caccia
MEZALON
Riceviamo dalla Sezione Cacciatori di Livo, tramite il suo presidente Franco Zanotelli, questo “proclama” di inizio stagione venatoria, scritto da un arguto cacciatore degli anni Sessanta, che, oltre al valore agonistico, con molto sentimento poetico, vedeva nell’arte venatoria una grande valenza sociale.
Si avvicina l’epoca dei Nembrotti che impazienti attendono il volger dei pochi giorni
che ancor gli separa dalla grande prova ai ludi venatori.
Ogni accorgimento è in atto a metter a tutto punto programmi e fabbisogna all’apertura, che
per la stagione entrante riveste un carattere del tutto insolito e speciale, sia per il fasto e
pomposità che questa Sottosezione intende dare all’evento, ma lusingati vieppiù dal programmato ed indubbiamente succulento pranzo sociale in vista.
Trattasi nientemeno che di una vasta battuta nella zona delle estese malghe preghenesi,
nelle giornate di domenica e lunedì, con la gaudente finale di tutti i partecipanti di convergere all’ospitale Albergo Alpino di Bresimo-Bagni, riuniti per l’agape ameno.
Tutti i soci quindi si daran convegno alla vigilia dell’apertura nella località alle malghe, indi all’alba di domenica, sotto l’egida degli esperti anziani, che per atto di deferente
omaggio a loro è demandata l’organizzazione, avranno inizio gli appostamenti,
mentre la disciolta muta dei segugi per prima romperà il silenzio di quelle boscose
convalli, così pregne di lauta ed ambita preda.
Cacciatori eruditi di vecchia tempra, già collaudati alla prova del tempo ed ausiliati dai
più smaliziati cani, sognano già carnieri rigonfi, comunque doviziosi. I novellini invece, pur non dubitandone affatto sulle chiare
veggenze degli anziani, con tutta quella reputazione che il caso richiede, si riservano
un postumo responso, mentre fin d’ora si
ripromettono di far del loro meglio e seguirne ligidamente le orme dei cosiddetti
esperti.
Nella vaga fantasia dei più romantici seguaci di S.Uberto, naturalmente al rituale
convegno preliminare all’insegna di Baco, ove tra cortine di denso fumo, aromi frizzanti, intercalati da qualche moderato calice di prelibato groppello,
balenano già le congetture delle doti più raffinate ed emerite dell’uno
17
anzicchè dell’altro fedele bracco e si apprendon gli attributi specifici alla provetta Maira di Tillio ed Argo di Oreste, che avidamente raspano latrando ansanti ed instancabili i meandri dei valloni ai Busoni e Nibbio il veloce con Lola la freccia, intersicano le
scoscese coste dello Spinal, mentre lassù lontano sull’aspro dentato castelliere roccioso, come nembo fuggente l’ambito cornuto valica di già la cresta dell’Omo ove
ripara sconfinando, lasciando Nembrotti e battitori ligi alla posta, come i romani in
biga, con l’amarezza più sconcertante della delusione, unita alla beffa.
Nella più probabile acchè le previsioni si avverrino, ma ciò non toglie ai prediletti
osannatori di Diana di cimentarsi a novella prova, sia pur dimessi e sconcertati del
primo fiasco avuto, ma non ancora resi, chiameranno a raccolta segugi e battitori
per rinnovar sull’altra costa l’impresa ardita, poiché di speranze sono ebbri ancora
ed ansiosi dell’agognato fine, pregustando di già con le cosidette acquoline in bocca l’idilio all’agape ai Bagni di Bresimo che il dì appresso sarà consunto con tanta
appetitosa ansia da inserirvi contemporaneamente appien gli incisivi e molari nelle molli ed aromatiche coscie dell’abbattuto trofeo, con la stessa avidità famelica
con cui i segugi maciuleran le ossa della cruenta preda.
A proposito vi è pur da tener presente che i pernottamenti son già predisposti
negli ampi ed arieggiati antri della spaziosa Bordolona e Malgazza, ed in caso di
un tutto esaurito i ritardatari potranno comodamente riversarsi al Malghett Alto
oppur di fronte alla Binaggia che dispongono di una sufficiente capienza ricettiva, mentre al congeno finale dell’ilare banchetto con frenetico simposio tutti i soci hanno libero e volontario accesso in unica sala al Bresimo-Bagni.
Se le previsioni dei rigonfi carnieri dovessero putacaso scarseggiare, torna
ugualmente facile all’insegna predetta rifocillarsi a jose, magari con polenta e
montone, saggiamente dosato con gli aromi e piccanti spezie orientali che si
usano per le prelibate e caratteristiche pietanze denominate “specialità alla cacciatora”.
Comunque il caso sia, saran sempre due giornate liete trascorse tra la magnificenza dei boschi con quella serenità e gaudio tanto caro ai cacciatori e coronato ad ogni modo per chi lo vuole, da un connubio culinario attribuito solo ai buoni gustai.
Arrivederci quindi all’Alpino-Bagni, riuniti tutti in amena concordia a rifocillarsi
dopo due giornate di strenua battuta ed a rievocar con enfasi d’ebrezza le amene avventure accorse all’apertura venatoria 1959/60 e pertanto si estende a tutti i Nembrotti il tradizionale e sincero vezzo “in bocca al lupo”.
MEZALON
18
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2002-2003
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MEZALON
La formazione
Allievi
La squadra di prima categoria
19
DALLA
SCUOLA
La scuola dell’infanzia si presenta alla comunità
La scuola provinciale dell’infanzia di Livo accoglie, nell’anno scolastico in corso, quarantaquattro bambini, provenienti dai tre comuni di Bresimo, Cis e Livo.
Cis, Bresimo e le frazioni di Livo usufruiscono del servizio di trasporto.
Da Bresimo provengono cinque bambini, da Cis dieci, da Livo cinque, da Varollo quattro, da Scanna
cinque e da Preghena ben quindici!!
I bambini e le bambine iscritti si suddividono in sedici “piccoli”, tredici “medi” e quindici “grandi”. Le
femmine sono ventisei e i maschi diciannove, equamente divisi in due sezioni: ventidue nella “sezione rosa” e ventidue nella “sezione verde”.
La scuola rimane aperta dieci mesi, da settembre a giugno, per dieci ore al giorno, dalle ore 7.30 alle ore 17.30: infatti sono stati attivati anticipo e posticipo, servizi riservati ai bambini e alle bambine
con entrambi i genitori che lavorano. Usufruiscono dell’anticipo tredici
bambini e del posticipo undici.
Lavorano nella scuola cinque insegnanti (quattro a
tempo pieno e una per il tempo prolungato) e tre
ausiliarie (una cuoca e due operatrici d’appoggio,
di cui una a tempo ridotto).
I RINGRAZIAMENTI
I BAMBINI E IL PERSONALE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DESIDERANO RINGRAZIARE, ANCHE PUBBLICAMENPer
TE, LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI DI BRESIstimolare
MO E CIS: QUEST’ANNO INFATTI HANNO
l’interesse e
ACCETTATO DI FARE UN REGALO ALLA
la curiosità dei bambini verso le propoSCUOLA, ACQUISTANDO UNA COSTOSA
ste didattico educative, viene talvolta utiMACCHINA PULITRICE, CHE CONSENTE DI
lizzato un personaggio fantastico: quest’anno
ASPIRARE, DETERGERE E DISINFETTARE.
la fantasia dei bambini ha creato la figura di MEO
SI RINGRAZIA ANCHE L’AMMINISTRABOFFI, un ciccione con le ali che gira per il mondo.
ZIONE COMUNALE DI LIVO CHE, ALPeriodicamente lancerà degli input per introdurre in modo
L’APERTURA DELLA SCUOLA, HA STANsimpatico e attraente i diversi percorsi didattici.
ZIATO UN FONDO STRAORDINARIO PER
Meo Boffi infatti viaggerà molto, passando da un mondo fanFAR FRONTE A SPESE IMPREVISTE.
tastico ad un mondo reale, che ci farà conoscere attraverso foto, videocassette, reperti, immagini,
ecc...
Un
amico
speciale
20
PICCOLO MONDO AGRICOLO
Quando
l’orto di casa
è stanco
MEZALON
Si dice stanco un terreno che
non risponde più bene alle nostre cure tradizionali. In altre
parole, produce poco o male
nonostante che lo si concimi,
bagni, disinfetti o lo si zappi
regolarmente.
Succede infatti che con l’andar
degli anni si accumulano a terra troppi parassiti dannosi agli
ortaggi e le verdure faticano a
crescere. E allora succede che:
- le carote non si allungano più
ma emettono radice doppia o
tripla
- le insalate marciscono alla
base e dentro al cuore
- i pidocchi del terreno (muffetta bianca) strozzano le verdure al colletto e le fanno morire
- i pomodori crescono regolarmente per 4-5 settimane e poi
crollano di colpo seccandosi
- altri ortaggi non danno particolari segni di malessere ma,
alla fin fine germinano stentatamente, vegetano male e non
producono come dovrebbero
Questo è il quadro generale
della situazione e le cause
stanno tutte in quel terreno ormai stanco. Molti ortolani danno la colpa al seme acquistato
al mercato, danno la colpa alla
Luna, e spesso anche al familiare che non ha seguito a dovere i calendari di semina insegnati dagli Avi.
La causa vera è invece la stanchezza del terreno.
La ricerca agraria ha scoperto
le cause e la ricerca chimica ha
trovato la soluzione, anzi più
soluzioni alla stanchezza dell’orto e ha approntato i mezzi
per curarlo.
Per non dilungarmi troppo in
particolari tecnici, specie in
questa sede, posso dire esistono in commercio vari prodotti
adatti allo scopo. Uno di questi è il Basamid granuli al 99%
di Dazomet puro. Bastano 100
grammi al metro quadrato e il
gioco è fatto. Il Basamid va
spolverato sul terreno alla dose prevista, non di meno e non
di più.
La tecnica operativa è questa:
- verso la metà di marzo, da S.
Giuseppe, quando il terreno è
sgelato, si ripulisce la terra da
tutte le colture o residui di coltura presenti
- si sparge la dose calcolata a
metro quadrato e si vanga alla
profondità di 25 cm. Il prodot-
to viene così interrato. Il Basamid si può mescolare al letame, se intendete letamare l’orto
- passati 20 giorni il Basamid
ha svolto la sua azione disinfettante, ha eliminato tutti i
parassiti esistenti, indistintamente ed ha eliminato anche
molte erbe infestanti verso la
metà di aprile bisogna rivangare l’orto, ma in questo caso
non si può più letamare, in
quanto si aggiungerebbero
nuovi parassiti vivi. Questa seconda vangatura fa evaporare
ulteriormente il gas disinfettante prodotto dal Basamid e
l’orto, passati altri sette giorni,
è pronto per la semina. Il Basamid non lascia residui dannosi,
ma una debole concimazione
azotata che renderà ancora più
brillante la ripresa vegetativa
del vostro orto.
Fabio Calovini
21
Il nostro dialetto
Quella strana aspirazione
yons che un tempo certo rendevano difficili le comunicazioni; questo potrebbe aver
permesso la sopravvivenza di
questo antico e prezioso relitto linguistico.
Vi sono però altri indizi.
1. Roma non fu fondata dal
leggendario Romolo, ma
dagli Etruschi. Il suo nome
infatti significa “posto sul
fiume”. E come si dice in
etrusco? Si dice “RUMON… Vi ricorda niente?
2. Molti nomi di città etrusche
finivano in –ena. Come Preghena e come Marcena.
Quest’ultimo, poi, era addirittura il nome di una famiglia molto importante, la
cui tomba si scoprì in una
località toscana.
bocca. Per trovare visi come questi, basta vedere i
più antichi ritratti etruschi:
sono inconfondibili.
Gli Etruschi furono il più grande popolo italico prima dei Romani: intelligenti, attivi, abilissimi nella coltivazione della
terra (!), nell’artigianato e nel
commercio, appassionati d’arte, conquistarono gran parte
dell’Italia senza violenza, con
la forza della loro cultura. Se
nel nostro sangue fosse rimasto qualche gene etrusco, oltre
al ricordo della loro pronuncia,
potremmo certo esserne orgogliosi.
Patrizia Longo Maninfior
3. Per la fondazione delle loro
città, gli Etruschi prediligevano le pianure o i pianori
situati, per difesa e per avvistamento, alla confluenza
di fiumi e torrenti. Proprio
come accadde per la zona
compresa fra Barnes, Pescara e Lavazè.
4. Alcuni abitanti del Mezzalone (ne conosco un paio)
hanno lineamenti particolari: viso ovale affilato, occhi
grandi tagliati un po’ a
mandorla, naso diritto, profonde pieghe ai lati della
MEZALON
La cultura di massa tende a
causare la scomparsa dei dialetti e con essa la perdita di un
grande patrimonio culturale.
Da noi, piuttosto, si rischia
l’appiattimento su un trentino
medio; dobbiamo evitarlo ad
ogni costo, perché nella nostra
particolarissima pronuncia del
Mezzalone si nasconde un’origine dimenticata.
Alludo alla netta aspirazione (o
forse più espirazione) per la
quale parole come “casa, cavallo, carro” diventano “hiasa,
hiaval, hiar”, mentre nel noneso più diffuso suonano “ciasa,
ciaval, ciar”. Ma da dove viene
questa pronuncia tanto insolita? E perché si limita a pochissimi paesi? La mia è un’ipotesi, ma fondata: la nostra pronuncia potrebbe essere precedente all’età romana.
E’ ormai accertato che l’Anaunia fu frequentata dagli Etruschi; si sono trovate iscrizioni
in un linguaggio retico, scritte
però con un alfabeto di tipo
etrusco, poiché furono loro a
fondare centri di scambio
commerciale e culturale in zona.
Forse nel nostro Mezzalone
abbiamo le tracce di uno di
questi insediamenti; la lingua
etrusca, diversa da ogni altra
conosciuta e ancora in gran
parte indecifrata, era caratterizzata proprio da moltissimi
suoni aspirati. La Val di Non è
divisa da profondissimi can-
22
Morte di un salice parassita
MEZALON
Rimpiangere una pianta? Strano? Non direi, soprattutto se si tratta di qualcosa di unico che ora
si può solo appunto rimpiangere, qualcosa che
è appartenuto alla nostra storia, ma ora non farà
più storia! Qualcosa che era, e non è, di tutti,
ammesso che fosse di tutti, ammesso che non
fosse di chi ha creato la vita, anche quella vita.
Beh, sto parlando del salice, o comunque di
quella pianta, di quella vita che faceva ormai
coppia fissa col campanile di Preghena, così singolare nel suo genere reso ancora più particolare da quella strana presenza. Perchè era sicuramente strana quella presenza. Talmente curiosa
da far inventare strane leggende anche se la
spiegazione era la più stupida.
Chissà come apparirà lussureggiante il nostro
rinnovato campanile, ma monco di quel parassita che era tale forse più per noi che per lui. Si ritroverà nuovamente solo privo di quel legame
stretto, di quelle radici conficcate nelle crepe
che saldavano quello strano connubio, quella
insolita amicizia durata più di cinquant’anni. Ne
hanno viste di persone, insieme. Ne hanno allietate di persone, insieme. Ne hanno accompagnate di persone al cimitero guardandole dal-
l’alto, insieme, rimpiangendole fino alla sepoltura, immaginando forse che anche per loro un
giorno sarebbe venuto quel momento di trapasso. E così è successo per la pianta. In quei minuti in cui veniva separata per sempre dal suo
fedele compagno avrà rivisto tutti gli occhi di
quelli che nel corso della sua vita la guardavano
lodandola o criticandola duramente convinta in
ogni modo che aveva avuto l’occasione di potersi far notare. Convinta che nessuno avrebbe
potuto fargli del male perché protetta dal suo
campanile, dall’altezza, dalla storia che ormai si
stava scrivendo. Mai avrebbe pensato di morire
ignorata da tutti come una regina ritornata a fare la schiava o di ricomparire senza corona fra le
piante che fino a poco tempo prima l’avevano
adorata, fra le piante senza storia che non erano
destinate a lasciare il segno.
Sarà un vanto o meno aver liberato il nostro
campanile da quell’odioso parassita? Di molte
cose sono incerto, ma di questa proprio no. Togliere a Preghena quell’umile ma fiera pianta è
stato come togliere un pezzo della nostra storia,
un pezzo del nostro paese, il simbolo del nostro
paese. Eh già, chi altri poteva vantare un emblema così forte! Ora neanche noi.
Osvaldo Alessandri
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Storia den salgiàr mat ma propi mat
Erica Corradini
MEZALON
C’era una volta un piccolo seme a forma di bastoncino
dotato di lunghi peli sericei utilizzati per farsi trasportare dal vento e perpetuare la propria specie. Il vento,
che spesso è dispettoso, lo portò alla base della cuspide del campanile di Preghena. Il seme capì subito
che il suo compito era arduo, ma non si demoralizzò.
La fortuna volle che cadesse sul lato nord dove trovò
l’umidità sufficiente per germinare. Si sviluppò in una
piantina che cresceva lentamente, con poche foglie,
perché lassù la situazione non era generosa.
Quando era piccola ricorda di aver visto dei bambini
salire sul campanile e catturare i pipistrelli che usavano per fare i dispetti alle fanciulle. Ricorda anche le urla delle bambine spaventate quando trovavano i pipistrelli nelle proprie camere, e sicuramente si divertiva.
Nel frattempo doveva lottare per la sopravvivenza. Lo
spazio a disposizione per le proprie radici non era
molto, ma la piantina era riuscita ad insinuarsi tra le
malte, dietro al quadrante dell’orologio: le aveva deteriorate e si era creata lo spazio necessario. Era la sua
natura che le imponeva questo, doveva sopravvivere
per disseminare la propria specie. Infatti, in marzo,
emetteva i suoi fiori che noi conosciamo come gattici.
Gli insetti visitavano questi fiori e si nutrivano del nettare che essi mettevano a disposizione. Le api erano
felici di questo banchetto perché in quel periodo non
c’erano altre piante fiorite. Erano inconsapevoli impollinatrici: il loro corpo si imbrattava di polline che
casualmente cadeva sui pistilli dei fiori femminili, i quali, in tal modo, veniva fecondati.
Lassù non era sola, c’era un giardino di felci verdi e licheni colorati. Per alcuni anni era diventata amica di due coturnici che di notte si accovacciavano sui suoi rami a cantare nel periodo degli amori. Negli anni settanta conobbe anche il dolore provocato dal taglio di parte della pianta, ma la sua forza vitale le permise di riformare la parte aerea di cui era stata privata.
Vide, udì, odorò tutto ciò che accadde nel comune di Livo, ma la cosa che la divertiva maggiormente era il fatto che nessuno sapeva che pianta fosse. Sentiva dire che sul campanile c’era una robinia o
un melo, qualcuno parlava di un pero o di un ontano e altri ancora di fiori come rose o lillà. E lei, la
piantina, nella sua semplicità rideva. Poi vennero i ponteggi azzurri e degli omini vestiti di bianco; capì che qualcosa sarebbe cambiato. Venne svelato, in parte, il suo segreto: il suo nome era Salix caprea,
le sue radici si erano insinuate fra gli intonaci e di ciò gli omini bianchi erano dispiaciuti poiché, in questo modo, aveva messo a rischio la stabilità dei pinnacoli alla base della cuspide. Decisero di trapiantarlo nel parco sottostante. Dopo più di ottant’anni il salice cambia ambiente di vita. Il prossimo
marzo potremo capire se ha accettato di essere
stato detronizzato. Ma sicuramente, vedendo i
bambini felici di giocare accanto a lui, non sentirà
la mancanza del campanile.
Rimane ancora un segreto da scoprire e forse la
prossima primavera saremo in grado di svelarlo: è
un salice femmina o maschio?
24
Sulle vie della storia
EL ALAMEIN: c’ero anch’io
MEZALON
A 60 anni dalla famosa battaglia, così la ricordano i fanti Zanotelli Davide e Agosti Lino
Dal 23 ottobre al 2 novembre 1942 si combatteva nel deserto africano l’epica battaglia di El
Alamein che avrebbe segnato le sorti della seconda guerra mondiale.
Vorrei fare un breve accenno storico, per capire
che in queste operazioni belliche in terra africana, nella strategia militare dell’Italia e della Germania, allora alleate con la denominazione “Asse Roma Berlino”, c’era l’opzione militare di togliere all’Inghilterra il controllo del canale di
Suez, dello stretto di Gibilterra e dell’isola di
Malta controllate dall’Impero Britannico, per così tagliare i rifornimenti
che arrivavano da tutte le
sue numerose colonie
afro-asiatiche, costringendo l’Inghilterra a circumnavigare l’Africa.
Altra nota che mi sembra
doveroso fare nei confronti dei lettori del Mezalon, è
che questo spazio che la
Redazione mi concede, è
strettamente di carattere
storico, nel ricordo di
quanti combatterono quell’epica battaglia, vinti e
vincitori, alleati ed avversari, nel ricordo e nel rispetto di tutti i combattenti che si sacrificarono non
per vanagloria di effimere
conquiste, ma per il dovere di essere soldato, e
l’onore di servire la propria, Patria giusta o ingiusta che fosse, come fecero i fanti del Comune di Livo Agosti Arturo, Agosti Lino, Datres
Lino, Facini Olivo, Zanotelli Albino, Zanotelli
Davide, Zanotelli Livio, Zorzi Giovanni, e perché nella testimonianza e nel ricordo storico
delle persone che hanno vissuto la tremenda
esperienza della guerra ci sia per tutti noi un
monito affinché mai più abbiano a ripetersi simili tragedie.
“QUI MANCÒ LA FORTUNA, NON IL VALORE”
questa è la scritta posta su un cippo al chilometro 111 dove si combattè l’epica battaglia di El
Alamein, e dove morirono migliaia di giovani
soldati di entrambi gli schieramenti.
E qui lasciamo correre la memoria ed il ricordo
storico del fante Zanotelli Davide classe 1921 e
del fante Agosti Lino deceduto da poco che
parteciparono in prima persona a quegli avvenimenti bellici, e che, come tutti coloro che ne sono usciti vivi, portano per sempre nel corpo e
nello spirito il segno del sacrificio e delle indici-
Agosti Lino, classe 1920, in Africa (22/10/1941).
bili privazioni di quella tragica avventura tra le
sabbie roventi della terra d’Africa.
Il fante Zanotelli Davide di Scanna, grande invalido di guerra, ricorda e racconta così la sua
esperienza sul fronte africano: “All’ epoca ero
soldato di leva classe 1921, ero arruolato nel
Corpo della Fanteria del Regio Esercito; venni
destinato alla guerra d’Africa e fui inquadrato
nella Divisione Corazzata Littorio 2° Battaglione
233° gruppo artiglieria da 117 posta militare
133 e dalla Grecia, via Lubiana Zagabria venni
spedito con un aereo militare direttamente alla
25
MEZALON
piazzaforte di Tobruk che le forze italo-tedesche
non sempre i rifornimenti d’acqua arrivavano a
avevano da poco conquistato”.
destinazione perché venivano intercettati dal
Ed il fante Agosti Lino, classe 1920, di Livo, infuoco avversario e poi c’erano i pidocchi che ci
quadrato nella Divisione Trento, nel suo raccontormentavano…”.
Così il Feld Maresciallo Erwin Rimmel detto anto così ricorda la presa di Tobruk: ”Alla presa di
Tobruk parteciparono diverse divisioni di fanteche la volpe del deserto avanza in direzione di
ria italiane e tedesche che assediarono la piazAlessandria d’Egitto verso il canale di Suez, per
zaforte di Tobruk per settimane sottoponendola
chiudere definitivamente la partita con gli inglea massicci bombardamenti da terra e dal cielo. Il
si, ma il fronte è sempre più vicino ed i rifornifuoco delle artiglierie era talmente intenso che si
menti sempre più lontani. “Avevamo il diritto di
vincere noi“ sbotta Davide Zanotelli. “Ci fu un
vedeva solamente una immensa colonna di futradimento ci mandavano acqua al posto di
mo. Alla fine gli inglesi si arresero ed in quella
benzina” rincara il fante Agosti Lino. Non era
operazione vennero fatti migliaia di… prigionievero, la verità era che gli inglesi avevano preso
ri… e tonnellate e di benzina e di viveri”.
Davide Zanotelli ricorda il viaggio che lo portò
la supremazia aerea navale e sottomarina nel
ad Atene assieme ai commilitoni della Folgore
mediterraneo, ed affondavano sistematicamened agli alleati tedeschi,
te tutto il naviglio italoricorda i buoni rapporti
tedesco che riforniva
con i camerati germanil’Afrika Korps e le trupci e le piccole goliardipe italiane perché la
che risse tra i paracaduprotezione aerea di
tisti della Folgore ed i
scorta era stata dirottasoldati della Wermacht:
ta sul fronte russo per
cose da ridere rispetto
ordine dello stesso Hitall’ inferno che avrebler.
bero dovuto condividere e sopportare nel deEL ALAMEIN: piccolo
serto.
villaggio che in arabo
I tedeschi erano molto
significa “le due banpiù attrezzati e bene ardiere”, luogo tragico
mati di noi, come pure
per i combattenti , tragli inglesi ed i loro algico per i vinti, e tragileati dell’Impero Britanco per i vincitori, luogo
nico, australiani, indiache ricorda forse l’ultini, neozelandesi sudama battaglia combattufricani. Alla nostra batta da due eserciti con
teria composta da 4
“cavalleria“ in quanto
Davide Zanotelli reduce ed invalido di guerra.
cannoni da 117 mm.
combattuta in un paese
eravamo in 6 per ogni
diverso da quello dei
pezzo e durante le ore diurne, poiché i combatcontendenti, ma non per questo meno doloroso
timenti avvenivano quasi sempre di notte, si
e drammatico: così lo ricorda il fante Davide Zapreparava la balistite a sacchetti per caricare il
notelli. “Dopo giorni di intensi combattimenti
nei quali vennero coinvolte le truppe italo-tedepezzo. Il tenente che comandava la batteria ci
sche contro le truppe inglesi ed i loro alleati, con
invitava ad essere molto prudenti ed aveva una
spaventose perdite umane in entrambi gli schiefifa matta dei bombardamenti …ma tutti avevaramenti, ed un violentissimo fuoco di interdiziomo paura!”
ne delle artiglierie, ci giunse l’ordine di ripiegaE il “Ghibli”? provo a chiedere.“ …il “Ghibli” ci
re. Si ripiegava con un pezzo alla volta, e tre
riempiva i camminamenti e dopo ci toccava
erano di copertura con il loro fuoco. I tedeschi
spalare di nuovo la sabbia… peggiori erano le
più attrezzati e motorizzati ripiegavano più in
incursioni aeree dei caccia inglesi ed americani
fretta mentre noi… a piedi!.
alle quali rispondeva la contraerea e pure noi
È stato durante la fase di ritirata che sono stato
con la nostra mitragliatrice ed a volte anche con
ferito da una granata sparata da un carro armail moschetto...senza grandi risultati. Bisognava
to inglese, ho sentito un grande caldo addosso
anche fare i conti con la sete la fame, visto che
26
MEZALON
e sono caduto a terra, tre miei commilitoni morirono all’istante ed io fui ferito ad una gamba
“via via!“ gridavano tutti ed io rimasi a terra incapace di muovermi… la fortuna o il destino
vollero che transitasse vicino alla mia postazione un carro armato tedesco con dei militari di
Salorno che sentendomi invocare aiuto in dialetto trentino ed in italiano fecero fermare il
mezzo corazzato e dopo che un tenente medico tedesco mi aveva medicato ed immobilizzato la gamba mi presero a bordo e mi portarono
fuori dalla linea del fuoco dove poi venni preso
in consegna dalle crocerossine italiane che mi
trasportarono in un ospedale da campo italiano
di Marsha Matruk. L’ospedale era un macello,
urla lamenti e l’odore del sangue. Quando il comandante australiano o indiano, non ricordo bene, entrò nel campo, per assumere il comando
di noi, ormai prigionieri, si mise le mani nei capelli, usci e diede degli ordini secchi e dopo un
ora arrivarono le crocerossine inglesi che ci curarono ci diedero da mangiare e da bere, e dopo alcuni giorni i feriti furono trasportati via treno al Cairo.
Durante la prigionia fummo trattati bene, guai
bere acqua si doveva bere solo il the che era abbondante come i pasti, si diceva di strappare le
carte di identità perché avevano lo stemma del
Fascio e chi le portava sarebbe stato fucilato…
ma non era vero, fummo trattati bene e ci lasciavano ascoltare la radio che trasmetteva i bollettini di guerra così sapemmo dello sbarco in
Sicilia e della caduta del Fascismo. Tuttavia eravamo prigionieri dopo tutti gli sforzi che avevamo fatto per vincere… “E l’e brut vé, Bruno...”
Il fante Davide Zanotelli fece ritorno a casa dalla prigionia nel 1945 e come tutti gli altri reduci si porta dentro il carattere ed il temperamento di una gioventù temprata dalla guerra che ne
ha fatto degli uomini con un carattere forte e sereno, nonostante la sua invalidità dovuta alle ferite riportate in combattimento. Dalla tragica
esperienza della guerra ha capito il vero senso
della vita, da succhiare e gustare lentamente , in
tutti i suoi aspetti, come un dolce, buono e saporito, che ti viene regalato una sola volta, e lo
devi saper gustare lentamente, senza fretta.
Ricorda con fascino ed ammirazione il Feld Maresciallo Rommel che salutava i fanti italiani dall’alto del suo autoblindo, con gli immancabili
occhiali sopra il berretto ed il binocolo a tracolla, ricorda con tristezza la morte dei tre fanti che
stavano al pezzo insieme a lui, e con grande ri-
conoscenza i camerati tedeschi che lo portarono
in salvo, gli inglesi che lo curarono e lo trattarono bene durante la prigionia, poiché nell’inferno
della guerra, al di la delle tragedia collettiva dei
popoli che si combattono, resta il dramma umano del singolo individuo che ritrova anche in
quei momenti di follia collettiva un barlume di
umanità.
Un grazie sincero da parte di tutto il Comitato di
redazione del “Mezalon” al fante Zanotelli Davide, ed alla memoria del fante Agosti Lino, per la
loro attiva ed indispensabile collaborazione che
rende veramente storico questo pezzo.
Il periodico della Comunità di Livo Mezalon intende ricordare in questo modo i nostri fanti che
parteciparono alla battaglia di El Alamein, al di
là della retorica, ma nel rispetto della verità storica e nel ricordo del loro dramma umano davanti al quale ci dobbiamo tutti togliere il cappello.
Bruno Agosti
Differenze
Non riesco a cogliere differenze
tra vinti e vincitori,
dopo che sei passata tu
Bianca signora,
dalla bandiera senza colori.
E giacciono tutti
con identiche pose,
con gli occhi sbarrati
rivolti allo stesso cielo,
solo diverso il colore delle divise.
Stringono tutti una zolla di terra
conquistata con eroiche gesta,
difesa con estremo valore
ma non sapranno mai
se l’hanno conquistata, oppure persa…
Bruno Agosti
27
IL PRESEPIO di Walter Conter
Walter all’opera.
sizione e praticamente tutto
l’anno è impegnato alla ricerca di nuove soluzioni da creare con pezzi di recupero che
ricava smontando vecchi elettrodomestici, o altri oggetti, i
più impensabili, per ricavare
nuove costruzioni o dare vita
con il movimento alle sue
creazioni che si richiamano al
nostro mondo rurale di tanti
anni fa dove c’era molto meno benessere e meno comodità, ma sicuramente più concordia e più solidarietà tra la
gente qui come altrove.
E così troviamo nel presepio
di Walter uno spaccato della
nostra storia trascorsa con il
mulino che macina il grano
mosso dalla forza dell’acqua
che scende dai laghetti di
montagna, troviamo gli attrezzi tipici di una comunità
rurale ricostruiti in modo fedele fin nei minimi particolari,
con un sapiente gioco di luci
che non degenera negli effetti speciali dell’elettronica.
Così Walter passa il suo tempo libero per aggiungere tutti
gli anni un nuovo tassello al
suo presepio e per cambiare
tutti gli anni il paesaggio nel
quale lo vuole ambientare, e
così da dodici anni continua la
tradizione natalizia del presepio di Walter Conter.
Walter è legittimamente orgoglioso della sua creazione,
ed il più bel regalo che gli si
possa fare per il Natale è
quello di visitare il suo presepio che mette in funzione per
i visitatori e così riprende vita
come per incanto un villaggio
di tanti anni fa con i suoi usi, i
suoi costumi gli attrezzi del
lavoro dei campi della fatica
quotidiana, tutte quelle cose
semplici che abbiamo abbandonato in nome del progresso, e che ora ricordiamo come un epoca dove tutti “i se
voleva pù ben”.
Bruno Agosti
MEZALON
Walter Conter un ragazzone
di 22 anni di Scanna, elettricista, dipendente della Whirlpool di Gardolo, sembra essere un caso tutto a se stante
nella variegata e contraddittoria realtà della Comunità di Livo.
A Walter tutto questo non lo
sfiora nemmeno, o forse non
ritiene valga la pena di perdere tempo in simili cose; e
neppure lo attraggono altre
forme di divertimento tipiche
dei giovani della sua età:
niente decibel da discoteca,
niente ore piccole, niente corse mozzafiato alla guida della
sua auto. Niente di tutto questo: Walter è un ragazzo del
tutto normale con una grande
passione dentro al cuore: il
presepio.
Da quando aveva 10 anni
Walter dedica il suo tempo libero alla realizzazione del
presepio che costruisce in un
locale di casa sua che i genitori gli hanno messo a dispo-
28
MEZALON
La chiesa parrocchiale di Varollo
L’attuale chiesa parrocchiale di Varollo venne
costruita, su istanza di Biagio Aliprandini di Livo,
investito della parrocchia e di Bernardino di Thun regolano maggiore della Comunità tra il 1528 ed
1538 su una precedente chiesa. Infatti, dagli atti vistali del 1537 appare che per ultimare la
nuova chiesa mancasse solo il pavimento e la
copertura del tetto, mentre il campanile era stato ultimato.
Successivamente venne costruita la sacrestia
esterna e la cappella dei Santi Fabiano e Sebastiano, consacrata,
quest’ultima, il 30 agosto del 1558. La cappella è istoriata da affreschi rappresentanti la Crocifissione, la Risurrezione e l’Ascensione al cielo, risalenti al XVI sec., di cui è ignoto l’autore.
Sulla facciata principale sono presenti alcuni affreschi rappresentanti una deposizione (sec. XVII), una Santa Martire, una scena cavalleresca, una teoria di sante e un san Cristoforo risalenti al XVI
sec.
L’interno della chiesa si presenta in unica navata, diviso in quattro campate, con volta a rete, dove sono presenti 13 stemmi, tra i quali si riconoscono quelli delle famiglie Aliprandini, Thun, Clesio, Zoccolo.
L’altare maggiore fu costruito nel 1653 da Giandomenico Bezzi da Cusiano e dorato da Gianpietro Fogaroli da Bormio. La pala dell’altare, rappresentante la Natività di Maria, fu dipinta nel 1669 da Carlo
Pozzi, pittore bresciano, operante nel trentino e restaurata nel 1964 dal Pezkoller. In primo piano è
rappresentata la Santa Vergine bambina sostenuta da due matrone sopra un vaso, mentre un fanciullo ricciuto (San Giuseppe) La contempla. In secondo piano è rappresentata Santa Anna a letto, mente
un’altra donna le porge due uova su un piatto. Al lato opposto è raffigurato san Gioacchino.
Il pulpito (XVII secolo), di legno dipinto a finto marmo, è adorno di statuine, raffiguranti gli evangelisti e alcune figure simboliche. In cima troneggia l’arcangelo S. Michele con in braccio lo scudo e in
mano la spada in atto di intimare ”Quis ut deus”.
L’altare del Rosario, situato a destra, fu consacrato nel
1617. La pala, di autore ignoto, rappresenta San Domenico che predica a una gran folla, nella quale s’intravede il
Papa, un vescovo e dei sacerdoti. Intorno alla pala sono
rappresentati 15 misteri del rosario, attualmente poco
leggibili, ma che saranno oggetto di un restauro.
L’altare situato a sinistra, detto di San Orsola, è d’impronta settecentesca e presenta ricchi intrecci di fogliami e figure diverse di santi e di angeli. La pala fu dipinta dal pittore altoatesino Kosler Maler nel 1718, come è scritto nel
libro tenuto in mano da un angelo. Un altro angelo tiene
aperto un libro con la scritta San Anselmo. Sopra gli angeli è rappresentata Santa Orsola con uno stuolo di vergini e due personaggi, uno dei quali tiene in mano una lama vicino all’orecchio di una delle vergini. È pure raffigurato San Gregorio Papa con la colomba sopra
la tiara e San Carlo Borromeo. Infine in alto è rappresenta la Beata vergine tra i SS. Fabiano e Rocco.
L’altare nasconde la porta che originariamente si apriva sulla vecchia sacrestia sotto il campanile.
Sulla parete a sinistra, sopra il confessionale, si trova un affresco del sec XVI raffigurante una Madonna con bambino in centro e ai lati i santi Sebastiano e Rocco.
Nel 1944 furono realizzate da Giuseppe Parisi di Trento le vetrate, mentre la “Via crucis” fu realizzata
nel 1964 da Giuseppe Stuflesser di Ortisei.
Conter Luigi
29
Biagio Aliprandini
Biagio Aliprandini, figlio di Aliprando del già ser
Giovanni Riprandi di Livo, nacque a Livo nel
1501. Ebbe almeno tre fratelli: Giovanni Romedio, Nicolo e Angli prete1. Ai 9 di giugno del
1528, quando era ancora un semplice chierico,
il Cardinale Clesio gli conferì l’investitura della
Pieve di Livo, che egli affidò al governo del prete Timoteo, col titolo di vicario2. Questi, su
istanza di Biagio e di Bernardino di Tono, regolano maggiore della Pieve, ottenne il permesso
di abbattere la vecchia chiesa parrocchiale e di
erigerne una nuova. Dagli “atti visitali” del
1537, questa risultava costruita ex novo e al suo
compimento mancava la pavimentazione e la
copertura del tetto. Nel gennaio del 1537 e nel
giugno del 1542 fu registrata la presenza di
Biagio a Livo dove trattò affari della propria famiglia3.
Studiò legge all’Università di Padova e ai 9 novembre del 1541 “habuit patentes im forma”4.
Il 15 marzo 1544 rinuncio alla pieve di Livo in
favore del Canonico Simone di Tono. Nel 1552
ottenne la prebenda episcopale vacante per la
morte di Giorgio Ackerle. Nel 1553 gli fu conferito un canonicato a Bressanone. Nel 1557, in
occasione della morte di Giovanni Gaudenzio
Madruzzo, padre del cardinale Cristoforo, tenne
un orazione funebre5. Un'altra orazione funebre
tenne nel trigesimo della morte della baronessa
Eufemia Madruzzo.
Il 23 marzo 1558 ottenne il titolo di vescovo
Bellinense, vacante per la morte di Girolamo
Flano, suffraganeo di Bressanone e fu contemporaneamente nominato vicario generale nei
pontificali del Cardinale Cristoforo Madruzzo a
Trento e Bressanone e lì esercitò l’ufficio diocesano.
Nel 1559 partecipò al Concilio provinciale di Salisburgo.6
Nel 1561 visitò le chiese della Val di Fassa, consacrando il 1 luglio la Chiesa di Alba e Penia. Si
recò, poi in Rendena con il vicario generale Giovanni Malanotti e consacrò la Chiesa di Villa
Rendena. Il 21 novembre 1561 a Bagolino consacrò l’altare della Chiesa del monastero dei
Servi di Maria e i due altari in onore dell’Addolorata e di S. Carlo. Il 13 dicembre 1561 ad Ala
consacrò la Parrocchiale con 5 altari.
Dopo la morte di Giacomo Gal, avvenuta il 13
marzo 1562, assunse a Bressanone la carica di
vicario spirituale.7
Il 16 marzo 1562 consacrò la chiesa di S. Rocco
a Folaso e l’altare come si rileva da una striscia
di pergamena che riporta la seguente frase “Io
Biagio Aliprandini, vescovo di Bellinas, ai 16
marzo 1562 ho consacrato la chiesa e questo altare, in onore dell’onnipotente Iddio, della gloriosissima V. Maria, in memoria dei Santi Rocco,
Fabiano e Sebastiano e nel medesimo richiusi
reliquie dei Santi Urbano ed Eustachio”.8 Ai 29
aprile del medesimo anno consacrò la chiesa di
Vezzano.
Biagio ebbe fama di uomo valente sia nelle leggi che nelle discipline ecclesiastiche. Si adoperò
per applicare i decreti del Concilio di Trento, ridestando nel clero e nel popolo la coscienza assopita.
Il cardinale Cristoforo Madruzzo fece ricorso a
Biagio ogni volta che ebbe bisogno di un cooperatore esperto ed illuminato. Nel 1563 fu incaricato di mettere argine all’indisciplina del
clero e di rimuovere le persone sospette di errori nella diocesi di Bressanone. Nell’agosto del
1564, assieme al vescovo coadiutore Tommaso
Giovanni Spaur e al canonico Adamo d’Arsio
presiedette in Bressanone un sinodo per rendere più efficace le prescrizioni di riforma del clero.
MEZALON
1 “a 1542, ind XV giugno 18, domenica in villa Livi in stufa a fornello del venditore. Il rev. Biagio, pievano di Livo e Gio. Romedio, fratelli e figli del q. Aliprando del già ser Riprandi di Livo, ag. per sé e a nome del fratello assente, rev. Angli prete…” in Ciccolini - Rerum Tridentinum, Fontes - Inventari regestri
degli archivi parrocchiali della valle di Sole - vol. Terzo - La pieve di Livo pag. 157.
A 1560: il nob. Gio. Romedio fu nob. Dno. Liprando Aliprandini di Livo ratione proprietatis et directi domini e Baldassare fu Francesco di Preghena, ratione
utilis iure,vendono a fratelli Stefano e Pietro di Guglielmo - Stephenetti di Preghena in prato in detta villa… e un arativo confinante con Nicolo fratello del
venditore. Ciccolini op. cit. pag. 160
2 Simone Weber “I vescovi suffraganei di Trento e Bressanone” ed. Libreria Trento 1923.
3 Vedi nota 1.
1537 ind. X gennaio - Il defunto Leonardo q Stephanetti di Preghena aveva venduto un prato in pertinenza di Mezeloni di Livo a rev. Prete Biagio de Aliprandinis di Livo con riserva di riscatto entro un anno a San Michele. Non essendo stato riscattato il prato entro l’anno si prolunga detto privilegio.
Ciccolini - op. cit. pag.
4 Simone Weber - op. cit.
5 Simone Weber - op. cit.
6 G. Quaresima “Il Clero anauniese nel corso dei secoli” - Scuole Grafiche Artigianelli - Trento 1969, pag. 186. Il Weber pone tale Sinodo nel Marzo del 1569.
7 Sinnaker “Beiträge zus Geshichte der bisch. Kürche Süben u. in Brixen“ III 496.
8 Isera: Memorie e Versi. Rovereto 1923.
30
Il 17 gennaio 1567 Biagio assistette in Innsbruck
al solenne ingresso dell’arciduca Ferdinando di
ritorno dalla guerra contro i turchi.
Nel mese di agosto del 1568 Biagio fu mandato ad Innsbruck presso l’Arciduca Ferdinando
dal cardinale Cristoforo Madruzzo per difendere
i propri diritti di Principe Vescovo di Trento. In
questa missione diplomatica subì molte umiliazioni e soprusi da parte dell’Arciduca e della
Dieta di Innsbruck, ma difese vigorosamente i
diritti del Principe Vescovo.
Nel mese di giugno 1570 Biagio venne a Livo e
dettò il suo testamento con il quale lasciò una
serie di legati tra cui 20 staia di segala alla Confraternita di S. Sebastiano9. Il 4 luglio dello stesso anno consacrò la cappella e l’altare di San
Michele a Marcena. Biagio Aliprandini morì il 23
settembre 1571 a Bressanone e fu sepolto in
duomo.
Conter Luigi
9 La Confraternità di San Sebastiano, detta anche Ospedale o fredaja, venne fondata forse verso l’inizio del 1400 e possedeva, oltre ad una casa, anche molti
terreni. Aveva lo scopo di assistere i poveri e gli ammalati e pertanto era retta da un rettore ed una rettora oltre che da un cappellano.
Emozioni in poesia
Abbiamo pensato far cosa gradita soprattutto ai nostri lettori, pubblicare questa poesia di Patrizia
Maninfior. Poesia ricca di emozioni, di sentimento, di ricordo, di nostalgia del passato. Questo squarcio sul Camposanto di Preghena, che questa nostra compaesana, che vive altrove, ci presenta nel
susseguirsi incalzante dei suoi versi.
Quelle persone a cui fa cenno non sembrano fra i trapassati; ci appaiono invece chiare nel ricordo,
quasi ci vengono incontro fra quei “contrafforti delle antiche case”, come ben dice l’autrice della
poesia, fra il sorriso ed il pianto.
In memoriam
MEZALON
Torno dal camposanto,
così bello qui e fiorito
da parere un piccolo giardino
non fosse per le porte
memoree del Di Là.
Ho salutato i nonni, e le persone
che pure qui non sono, solo i nomi.
Ma ecco, nel ritorno, alla mia mente
s’affaccia una Preghena che non c’è…
che c’era, tuttavia, vent’anni fa.
I volti dei ritratti eran reali.
Mi viene incontro il “Genio”, sorridente,
con le sue gambe storte, il ciuffo dritto
a modo di galletto, piccolino,
che era detto matto, ma chi sa…
io penso fosse saggio più di noi.
Quanto è delicato quel fiore di melo,
che sboccia timido, quasi non voglia farsi notare o conoscere!
Eppure, in lui è racchiuso qualcosa di
grande, di prodigioso: la forza della vita.
E il Muto? Ad incrociarlo per la via,
coi gesti ti diceva “benvenuta!”
e suoni ed occhi pieni di letizia.
Con gli occhi azzurri ed i pomelli rossi
Oreste, ci curava la campagna;
piccina, mi metteva sulla groppa
del cavallone fulvo, e poi si andava,
sognando cieli vasti e praterie.
Son volti conosciuti, tutti quanti,
e pare strano non vederli più…
La Menica, col viso a mela secca;
il Luigi, ch’era il bello del paese,
e quelli che non so chiamar per nome…
Se li incontrassi, non mi stupirei,
né penserei fantasmi le figure note,
fra i contrafforti delle antiche case.
Patrizia Maninfior
Fior di melo
Timido nasce, il fiore del melo,
soffuso di rosa carminio;
al tocco di Maggio soltanto
s’apre in una candida gloria.
Patrizia Maninfior
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IL LIBRO…
Cuore nero
di Giovanni Porzio
Feltrinelli
no, anche quando sono inventati.
Cuore nero racconta l’Africa
quotidiana, fatta di giovani allo
sbando che sognano la città,
fatta di contrabbandieri, di gente che muore nei conflitti etnici,
di bambini che raccattano e rivendono rifiuti sniffando colla,
di legionari stranieri, di missionari, di profughi che arrancano
e muoiono lungo i sentieri della guerra.
Cuore nero dipinge l’Africa di
ogni giorno con i suoi colori, le
sue contraddizioni, le sue sofferenze ed i suoi lutti.
E’ duro e spietato come solo la
realtà può esserlo. Ci scuote nel
profondo.
Dopo Giovanni Porzio, di questa terra, forse, potremo dire di
più e quei nostri bei batik, con i
loro personaggi fieri e le loro
terre di sogno, ci racconteranno, silenziosi, storie nuove e diverse.
Miriam Agosti
MEZALON
Un mondo lontano: l’Africa.
In Africa la notte si accende di
stelle. Sono le stesse stelle del
nostro cielo, ed è la nostra stessa notte.
Ma l’Africa serba ancora il suo
cuore primordiale e nelle sue
notti, immense e profonde, tinte del nero più nero, le stelle
brillano più che quassù da noi.
L’Africa brulica di gente e brulica di bambini: bambini affamati, ammalati, a volte soli, eppure sereni. Bambini che litigano,
corrono e giocano; ti chiedi come possano riuscire a ridere e
scherzare.
Dell’Africa si parla in televisione, ce la raccontano missionari
partiti venti, trenta anni fa,
qualcuno gridando e qualcuno
sussurrando.
L’Africa ci guarda dai batik tesi
e ben incorniciati su telai di legno, attraverso occhi e mani
nere.
L’Africa, a volte, sale alla ribalta: una Safia da salvare, l’ennesima guerra, una nuova epidemia, la mancanza d’acqua, la
sete….ed allora se ne parla di
più, anche in famiglia o sul posto di lavoro.
Poi, l’Africa, ritorna di nuovo
nel buio da dove è venuta; lontana da ognuno di noi che pure, laggiù, ha le sue origini più
remote.
Giovanni Porzio narra l’Africa in
modo inedito, attraverso personaggi che ben la rappresenta-
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INFLUENZA
E MALATTIE DA RAFFREDDAMENTO
INFLUENZA
L’influenza è una infezione dell’apparato respiratorio causata da un virus. La malattia ha la sua
massima diffusione nel periodo autunno - inverno ed è molto contagiosa: la trasmissione
avviene per via aerea, attraverso l'inalazione di
minuscole goccioline infette emesse con colpi
di tosse, starnuti o durante una normale
conversazione. La febbre rappresenta la prima reazione naturale dell'organismo all'invasione del virus, un meccanismo di difesa, che
interviene per impedire la moltiplicazione dei
virus. Altri sintomi sono mal di testa, malessere
generale, naso chiuso con abbondanti secrezioni, mal di gola, talora accompagnati da nausea e diarrea. Se non intervengono complicazioni, la guarigione avviene spontaneamente nel giro di 3-5 giorni.
MEZALON
Il vaccino costituisce l'arma più efficace di cui attualmente disponiamo, sia per evitare l'influenza che
per ridurre i rischi ad essa correlati. Nei bambini e negli adulti il vaccino previene la malattia nel 70%
circa dei casi: su 10 anziani vaccinati solo 4-5 eviteranno l'influenza ma il vaccino attenua comunque
la gravità della malattia e riduce le complicanze ad essa correlate. La vaccinazione antinfluenzale è altamente raccomandata nei soggetti di ogni età con malattie respiratorie (es. asma), cardiache (es.
scompenso) o metaboliche (es. diabete) e negli anziani con più di 65 anni, per i quali è prevista la dispensazione gratuita da parte dell'Azienda Sanitaria Locale.
Se non ci si è vaccinati e si è presa l'influenza, le cose da fare
per passare alla meno peggio i giorni necessari perché la malattia faccia il suo corso sono poche ma importanti:
• riposare a letto, in un ambiente caldo ma non troppo secco;
• seguire una dieta equilibrata, prevalentemente liquida (es. brodo,
latte, spremuta di frutta) indispensabile per reintegrare l'acqua e i
sali minerali persi con l'abbondante sudorazione;
• usare al bisogno farmaci contro la febbre (antipiretici). Poiché, come detto, la febbre è un meccanismo di difesa del nostro organismo, è bene utilizzare gli antipiretici solo quando la febbre è troppo elevata (superiore a 38.5°) o provoca evidenti disagi (mal di testa e forti dolori muscolari).
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TOSSE
La tosse è un sintomo che può avere origini diverse: un corpo estraneo
che irrita le vie respiratorie, il fumo, una infezione sostenuta da un virus
o da un batterio. Può essere anche l'effetto indesiderato di un farmaco (es. ACE-inibitore assunto per abbassare la pressione).
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la tosse che compare in autunno e in inverno è dovuta ad
una infiammazione delle prime vie respiratorie, causata da un virus. Si tratta, quindi, di un disturbo
che, pur se fastidioso, in genere guarisce da solo nell'arco di alcuni giorni.
Per una tosse banale, senza complicazioni, che quindi non necessita del consulto medico, si possono
adottare alcuni semplici accorgimenti, spesso trascurati, che risultano però molto efficaci:
• bere molto. Acqua, spremute di arance, latte o camomilla zuccherati, vanno tutti bene. Le bevande, meglio se calde e addizionate di emollienti come il miele, idratano e ammorbidiscono le prime
vie respiratorie, riducendo l'irritazione della faringe e rendono più liquide le secrezioni
• fare inalazioni di vapore caldo. Allo scopo si possono utilizzare gli apparecchi per aerosol in vendita in farmacia, ma, volendo, è sufficiente respirare i vapori sprigionati dall'acqua bollente (i suffumigi di antica memoria); l'aggiunta di sostanze balsamiche li rende più gradevoli
• umidificare gli ambienti, mantenendo sempre piene di acqua le vaschette appese ai termosifoni o
impiegare gli umidificatori elettrici
• evitare gli ambienti fumosi o polverosi e gli sbalzi di temperatura
La tosse può essere catarrale (grassa) quando sono presenti secrezioni (muco o catarro); secca, stizzosa, quando non ci sono secrezioni. Il ricorso ai sedativi della tosse (es. Bronchenolo, Bechilar, Seki
ecc.) può essere giustificato, quando la tosse secca è particolarmente insistente e fastidiosa e impedisce di dormire o di lavorare. Combattere una tosse grassa è invece per lo più controindicato, perché
tossire è un processo naturale, con una specifica funzione. Bloccando la tosse, si ostacola l'allontanamento del catarro dalle vie respiratorie e si ritarda la guarigione. Rendere le
secrezioni più fluide con l'uso di mucolitici (es. Fluimucil, Lisomucil, Broncomucil ecc.) o favorirne l'eliminazione dai polmoni con l'uso di espettoranti
(es. Tioguaialina, Bisolvon ecc. ) risulta altresì utile.
Frmacia di Livo
dott. Luca Ceschi
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