FOTO Cult, Anno VI I, Numero 68 Settembre 2010, Mensile. Po s te Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Conv. In L.27/02/2004 n. 46) - Ar t. 1 Comma 1 - DCB - Roma
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Zaino Kata Bumblebee UL-222
420 euro
Light
club
I morbidi e spessi spallacci hanno le cinghiette per
la regolazione rapida a zaino indossato (sopra),
proprio come accade negli zaini da escursione.
Molto “tecnico” anche il poggiaschiena in rete sostenuto da un telaio in alluminio (in alto).
materiali: la struttura di supporto è in alluminio, mentre imbottitura e divisori sono realizzati con uno speciale materiale espanso denominato “Aeriform Foam”. Il risultato è un peso
a vuoto limitato a 2,3kg. Di pesante, invece,
c’è il prezzo, pari a 420 euro.
Il Bumblebee UL-222 è lo zaino top della sofisticata serie
Ultra-Light di Kata: pesa solo 2,3kg può contenere un
corredo professionale più un laptop fino a 17”. Costa quasi
come una reflex entry-level, ma per il fotoescursionismo è
difficile trovare di meglio.
Nella gamma Kata ci sono zaini fotografici per tutte le esigenze e (quasi)
tutte le tasche ma, trattandosi di un marchio
che punta anche al mercato professionale, abbiamo voluto testare uno dei modelli top. Si
tratta del Bumblebee UL-222, un grosso backpack che permette di portarsi in spalla un corredo professionale: un paio di corpi reflex,
quattro o cinque ottiche (compreso un telezoom di elevata luminosità) e lampeggiatore;
in più c’è una tasca dove alloggiare un notebook fino a 17” e vari ripostigli per gli accessori. Tanto per essere precisi sulle dimensioni,
l’altezza è di 52cm, la larghezza di 30 e la pro96
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fondità di 38,5. A differenza di prodotti simili, il
Bumblebee (nome che in inglese indica il
Bombo, imenottero giallo e nero simile a una
grossa ape) è costruito utilizzando soluzioni
proprie degli zaini da escursione, e questo lo
rende particolarmente adatto a chi pratica il
trekking fotografico. In altri termini è studiato
non soltanto per contenere ma, appunto, per
“trasportare camminando”: chi è abituato a
portare con sé attrezzature pesanti per diverse
ore – muovendosi a piedi, in bici, oppure in
motocicletta – sa di cosa stiamo parlando. Trova così giustificazione l’accento che Kata pone
sulla costruzione ultraleggera e sulla scelta dei
COS’HA DI PARTICOLARE
Il cartellino/mini opuscolo illustrativo che trovate attaccato allo zaino nuovo (sì, proprio
quello che i maniaci conservano e che gli altri gettano via) è tenuto chiuso da un quadratino di velcro: è un’ottima trovata per suggerire l’attenzione riservata alle finiture: le zip
bordate per limitare l’accesso ad acqua e polvere, e provviste di comodi appigli che ne facilitano l’apertura anche nel caso si indossino
i guanti, ne sono un esempio. E altrettanto
vale per la tripla maniglia superiore, utile per
recuperare lo zaino da qualsiasi posizione.
Altra differenza rispetto ai prodotti meno
“tecnici” è lo scheletro in alluminio che supporta una rete antisudore e distanzia lo zaino
di qualche centimetro dalla schiena. Altrettanto curati gli spallacci: spessi e morbidissimi, hanno una finitura antiscivolo e sono
completati da cinghiette da agganciare con il
pollice per la rapida regolazione della tensio-
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Test / Zaino Kata Bumblebee UL-222
Per i pesi massimi vince il Pro-Light
Il comparto principale si trova nella parte inferiore dello zaino (a sinistra): una soluzione che permette un ottimale bilanciamento del peso. All’interno ci sono numerosi divisori posizionabili grazie a segmenti in velcro. Il
cappellotto superiore può ospitare una reflex, anche dotata di uno zoom universale, e non mancano le tasche
laterali, una delle quali elasticizzata. Ben fatte le bordature delle zip, provviste di modanatura antipolvere.
ne; hanno, inoltre, una bandella di collegamento con fibbia fastex e supporti in lega di
alluminio, oltre a un’altrettanto imbottita cintura per il fissaggio in vita. Presente pure una
cinghia per la reflex, fissata con moschettoni
di sicurezza in plastica e metallo. È chiaro che
tutto ciò comporta una certa laboriosità nell’indossare lo zaino, comunque ripagata dal
comfort di trasporto. Completano la dotazione un paio di accessori che – se non sono in
uso – risultano abbastanza compatti e leggeri
per essere riposti all’interno dello zaino: si
tratta del cappuccio impermeabile e del supporto per il treppiedi. Il primo è una copertura in nylon doubleface: ha un lato color alluminio e può essere utilizzata non soltanto
contro la pioggia, ma anche come protezione
dalla lunga esposizione al sole. Il secondo è
una giberna che supporta un treppiedi chiuso
e consente di trasportarlo fissato all’esterno
dello zaino, posteriormente oppure lateralmente. Infine, una tasca sul retro ospita un
ulteriore, leggerissimo rinforzo denominato
“Spine Guard”, che serve a limitare le conseguenze di eventuali urti.
ARCHITETTURA D’INTERNI
L’interno è ripartito in due vani principali con
accessi indipendenti: sopra c’è un cappellotto
non suddiviso, mentre in basso un volume più
ampio con morbidi e leggerissimi separatori
che possono essere posizionati (o rimossi)
grazie a segmenti in velcro; uno di questi è un
vero e proprio astuccio in grado di contenere
tre ottiche oppure uno zoom di lunga focale.
Contiguo allo schienale, invece, c’è l’alloggiamento per il notebook.
È il caso di rilevare che questo assetto raziona-
lizza la collocazione delle masse, correttamente scaricate su spalle, schiena e regione lombare. Sono, inoltre, presenti tre tasche esterne
protette da zip, più una quarta aperta, realizzata in tessuto elasticizzato, ideale per contenere
– ad esempio – una bottiglia d’acqua.
La funzionalità è più che soddisfacente, anche perché la sagoma è abbastanza rigida e
ben sostenuta dallo scheletro d’alluminio, e
non si deforma neppure a pieno carico. Ma
quando occorre appoggiare lo zaino a terra si
sente la mancanza di piedini protettivi collocati sotto la base, previsti in altri modelli della
gamma Kata.
Il Pro-Light Beetle-282 costa 100 euro in meno
del Bumblebee. Equipaggiato anch’esso di spallacci anatomici, di tasca porta-laptop (fino a 17”)
e di copertura impermeabile doubleface, garantisce alle attrezzature il medesimo livello di protezione, ma il peso a vuoto cresce da 2,3 a 3kg. Un
filo più voluminoso dell’altro, ospita anche un
terzo corpo reflex o un 300mm f/2,8, però la zip
di apertura lungo il perimetro posteriore lo rende
più adatto all’impiego on location che a quello
itinerante. Lo conferma la superficie di contatto
con la schiena: pur imbottita e ottimamente rea-
IN CONCLUSIONE
L’UL-222 mantiene le promesse: è leggero, costruito con attenzione e pratico. E poi è robusto, perché l’esterno è realizzato in nylon Ripstop (cioè antistrappo) e – oltre a resistere
all’impiego rude – promette di durare a lungo.
Non solo: è anche gradevole al tatto, caratteristica non comune nei tessuti tecnici. Resta inteso che se avete bisogno di uno zaino nel
quale desiderate semplicemente riporre le vostre attrezzature, una soluzione di questo livello è esagerata: troverete, infatti, ridondanti
elementi quali la cintura addominale oppure
la bandella di connessione fra gli spallacci. Se,
invece, avete effettivamente bisogno di un
contenitore per trasportare e proteggere nel
migliore dei modi il vostro corredo, allora del
leggerissimo Bumblebee dimenticherete presto il pesante prezzo: i contenuti tecnici ed ergonomici derivanti dalla cura posta tanto nel
design, quanto nella scelta dei materiali,
emergeranno prepotentemente sin dalla prima uscita sul campo. (D. C.)
lizzata, non può eguagliare il comfort offerto dalla combinazione fra scheletro in alluminio e rete
antisudore del Bumblebee.
Ma in altri aspetti il Beetle si prende la rivincita:
è compatibile con l’Insertrolley, una struttura che
lo trasforma in un carrellino, e dispone di piedini
in plastica “Toblerone” in modo che quando lo si
appoggia a terra resti in equilibrio molto più stabilmente (e senza sporcarsi troppo, né inumidirsi
se il fondo è bagnato) del fratello SuperLight.
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