RISORGIMENTO COSTANTINO DI SANTE Il Risorgimento, definizione, avvenimenti e interpretazioni1 Il termine Risorgimento prende ispirazione letteralmente da risorgere, rinascere, risollevarsi, in senso transitivo rianimare, risvegliare. Il sostantivo ha riassunto l’insieme dei movimenti ideologici e degli avvenimenti politici e militari attraverso i quali si è formato lo Stato unitario italiano, inteso come rinascimento, risurrezione nazionale. Utilizzato in chiave storica, il termine apparve per la prima volta nell’opera di padre Saverio Bettinelli, Il Risorgimento dell’Italia dopo il Mille (1775); poi sarà Vittorio Alfieri a dargli il significato di liberazione dallo straniero come rinascimento nazionale. Il 17 novembre 1847, con la pubblicazione del primo numero del giornale «Il Risorgimento», di Cesare Balbo e Camillo Benso di Cavour, il termine si diffuse tra un pubblico più vasto, insieme al suo programma politico ed economico che aveva alla base l’unità degli Stati della penisola per raggiungere l’indipendenza e il progresso dell’Italia. Il processo che portò all’Unità ha da sempre alimentato dibattiti e differenti interpretazioni storiografiche e ideologiche. Quale definizione dare al movimento risorgimentale? Come delimitarlo cronologicamente? Per molti studiosi esso inizia nel 1815, con l’instaurazione in Europa di un nuovo ordine politico e con i moti antiaustriaci, e si concluse con la nascita del Regno d’Italia (1860-1861) o con la presa di Roma e la sua proclamazione a capitale (1870-1871). Questa delimitazione, secondo altre letture, non tiene conto del movimento ideologico e culturale nato nel corso della metà dell’Ottocento; per questo esse collocano il suo inizio nella metà del 1700 con le riforme dei principi illuminati che consentirono lo smantellamento del mondo feudale e favorirono l’inizio di un programma liberale e patriottico. Secondo questa suddivisione, oltre alle premesse date dall’Illuminismo italiano, non meno importante fu l’influenza della Rivoluzione francese (1789), che produsse cambiamenti anche in Italia con il successivo arrivo delle truppe francesi (1796) e le innovazioni introdotte dalla successiva dominazione napoleonica. Tra le varie periodizzazioni, vi è anche quella che ha preso in considerazione solo l’unificazione territoriale e i principali avvenimenti militari: le guerre di indipendenza – nel 1848-1849, nel 1859, e nel 1866 – e la conquista di Roma e del Lazio nel 1870. Di certo, il Risorgimento non può essere ricondotto a un’unica causa bensì a una serie di fattori: il risorgere di una cultura italiana a partire dal Seicento; l’affermarsi della casa dei Savoia; le riforme; le idee diffusesi dopo la Rivoluzione francese che crearono le premesse di un nuovo rapporto tra Stato e cittadini. Quando, con il Congresso di Vienna, fu ripristinata la situazione del 1796, militari ed elementi legati alla Carboneria furono i primi a reagire contro la Restaurazione. Le congiure di Milano del 1814, quelle di Macerata del 1817, di Napoli del 1820 e quelle piemontesi del 1821 – primi moti che in pochi furono in grado di comprendere – videro come protagonisti ex ufficiali napoleonici, intellettuali e borghesi. Le insurrezioni del 1830-1831 nell’Italia centrale diedero gli stessi sterili risultati e furono facilmente represse dagli austriaci. Quando irruppero sulla scena le tesi mazziniane, secondo le quali la rivoluzione sarebbe stata possibile solo con il coinvolgimento del popolo, con l’ampliamento delle richieste dei carbonari – che fino ad allora si erano limitati a richiedere una Costituzione – e con un programma che prevedeva il raggiungimento di una Repubblica italiana unitaria, esse risultarono alquanto utopistiche. Anche i moti mazziniani, dunque, che videro il concreto coinvolgimento solo di poche persone realmente coinvolte, fallirono: Piemonte, 1833; Savoia, 1834; Romagna, 1834; Cosenza, 1844; la spedizione dei fratelli Bandiera, 1844; Rimini, 1845. Diversi mazziniani furono arrestati, processati e non di rado condannati a morte. Il loro fallimento rafforzò la corrente moderata, che si rivolgeva ai sovrani per ottenere riforme liberali. Il 1848 rappresenta un momento di svolta verso la consapevolezza e il consolidamento degli ideali risorgimentali. La rivoluzione palermitana indusse Ferdinando II a promettere la Costituzione (29 gennaio 1848); successivamente altri sovrani promulgarono gli Statuti: Carlo Alberto (8 febbraio), Leopoldo II (12 febbraio) e Pio IX (6 marzo). Questo movimento riformista, grazie alla sponda rivoluzionaria che da Parigi si era diffusa nel resto d’Europa e in particolare a Vienna e a Berlino, provocò l’insurrezione nel Lombardo-Veneto (le Cinque giornate di Milano) con l’intervento piemontese nella Prima guerra d’indipendenza, che si concluse con la sconfitta di Novara del 23 marzo 1849. Le altre ondate rivoluzionarie furono soffocate con l’intervento delle truppe austriache e francesi insieme alla partecipazione dei moderati, a Napoli nel maggio 1848, in Toscana nell’inverno 1848-1849 e a Roma nel novembre 1849. Con la fine della Prima guerra di indipendenza scomparvero, perché giudicati inattuabili, il movimento neoguelfo di Gioberti; il repubblicanesimo federato di Cattaneo e Ferrari in Lombardia e quello di Guerazzi in Toscana. Rimasero ancora attivi il repubblicanesimo mazziniano e il federalismo monarchico dei Savoia. Re Vittorio Emanuele II, successore di Carlo Alberto, fu l’unico sovrano a non revocare lo Statuto e, prima con D’Azeglio e poi con Cavour, riuscì a modernizzare il Piemonte. In occasione della Guerra di Crimea, l’efficiente azione 1 Costantino Di Sante, Dizionario del Risorgimento. Cronologia, costituzioni, luoghi, protagonisti, simboli e movimenti dell’Unità d’Italia, Textus Edizioni, Pescara 2011. 1 diplomatica di Cavour portò all’attenzione delle potenze europee la “questione italiana” (Congresso di Parigi dell’8 aprile 1856), fino a raggiungere un’intesa con Napoleone III, disposto a sostenere il Regno di Sardegna in caso di guerra contro l’Austria (accordi di Plombières 1858). Mentre i mazziniani subirono prima una dura repressione da parte degli austriaci (moti del 6 febbraio 1853), poi l’amara delusione della fallita insurrezione antipiemontese a Genova e la disastrosa spedizione di Pisacane (1857). Con la Seconda guerra di indipendenza (aprile-luglio 1859), conclusasi con l’armistizio di Villafranca, fu raggiunto solo un parziale risultato, l’annessione della Lombardia (escluse Mantova e Peschiera), senza raggiungere l’obiettivo della completa espulsione degli austriaci dai territori italiani. L’anno successivo, con la spedizione dei Mille, Garibaldi riuscì ad abbattere il regno borbonico e le truppe piemontesi occuparono le Marche e l’Umbria. La proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861, riconosciuto da tutte le potenze europee, tranne che dall’Austria e dalla Spagna, evidenziò quanto, a livello diplomatico, fu determinante l’appoggio inglese che vide nell’Italia unificata un baluardo alla politica espansionistica di Napoleone III. L’unità rimaneva comunque incompiuta, mancavano ancora il Veneto e Roma, mentre nel Mezzogiorno l’annessione aveva ulteriormente peggiorato la condizione della popolazione, che insorse dando vita al fenomeno del brigantaggio. Le truppe piemontesi repressero duramente i briganti commettendo veri e propri crimini di guerra. Con la Terza guerra d’indipendenza (1866), scatenata dal conflitto austro-prussiano, l’Italia riuscì ad annettere il Veneto. Quattro anni dopo, la crisi del secondo impero francese, diede l’occasione per potere occupare Roma, che nel 1871 divenne la capitale d’Italia. La fase più “gloriosa” del Risorgimento si era conclusa, anche se era stata attuata con l’indifferenza e talvolta l’ostilità delle masse popolari. Il nuovo Stato nacque con l’estensione al resto della penisola dello Statuto, dell’ordinamento giudiziario e amministrativo Piemontese, accentuando il mancato coinvolgimento delle nuove regioni annesse, mentre i problemi sociali, finanziari, economici, della viabilità, della difesa e via dicendo rimasero pressoché irrisolti. I governi che si susseguirono nel corso della seconda metà dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, invece di affrontare le delicate questioni interne, preferirono promuovere campagne di conquiste coloniali per “cementare” l’unità degli italiani. Grazie alla vittoria nella Grande guerra, con la partecipazione a fianco dell’Intesa e contro gli ex alleati della Triplice Alleanza, si raggiunse l’obiettivo dell’annessione delle “terre irredente” di Trento e Trieste, ma la nazione ne uscì indebolita e senza una chiara prospettiva. Sotto l’influenza degli avvenimenti interni e internazionali, dalla combinazione di questi elementi di debolezza con un’idea di patria intrisa di valori nazionali sempre più rigidi, sarebbe nato un nuovo movimento, molto distante dal Risorgimento oramai concluso, che del Risorgimento avrebbe recuperato i miti per rileggerli in chiave rigidamente nazionalista: il fascismo. Tra le interpretazioni storiche del Risorgimento, quella dei rapporti tra minoranze e maggioranze, tra classe dirigente e masse popolari, porterà Piero Gobetti a definirlo una “rivoluzione fallita”, portata avanti da una minoranza priva di veri ideali. Alle tesi di Gobetti si contrapposero quelle di Benedetto Croce e Adolfo Omodeo, che rivendicarono il valore morale delle idee liberali tracciando un quadro positivo dell’unità d’Italia. Per Antonio Gramsci i moderati vinsero perché erano una classe omogenea che seppe rappresentare le esigenze dell’alta borghesia, mentre i democratici, oltre a non essere espressione di nessuna classe storica, non riuscirono ad elaborare un programma politico in grado di coinvolgere le masse popolari ed in particolare i contadini, che rimasero ai margini del processo unitario. Cronologia (1796-1871) La I campagna di Napoleone in Italia (1796-1797) Le riforme settecentesche e le idee illuministiche non riuscirono comunque a far nascere una coscienza nazionale compiuta. Nel 1792, il Piemonte si allea con l’Austria contro la Francia. I francesi occupano la Savoia, Nizza e la costiera ligure. Durante il periodo repubblicano (1796-1799), negli ambienti politico-intellettuali si iniziò a parlare della costruzione di uno Stato unitario. Il Risorgimento della nazione, prende avvio dunque da un movimento spirituale e ideologico che trae origine dagli ideali diffusi dalla Rivoluzione francese. 1796 Napoleone Bonaparte viene nominato comandante supremo dell’esercito francese in Italia 1796 Napoleone batte separatamente i piemontesi e gli austriaci a Cairo Montenotte, Dego, Millesimo e Mondovì 28 aprile 1796 Armistizio di Cherasco tra francesi e piemontesi 2 novembre 1796 Costituzione della Repubblica Transpadana 7 gennaio 1797 Giuseppe Compagnoni di Lugo, al Congresso di Reggio Emilia (27 novembre 1796-9 gennaio1797), propone l’adozione del tricolore. 30 dicembre 1797 Costituzione della Repubblica Cispadana 19 febbraio 1797 Trattato di pace di Tolentino tra Francia e Stato pontificio. Pio VI rinuncia, in favore di Napoleone dei suoi diritti su Bologna, Ferrara e Ravenna 29 giugno 1797 Costituzione della Repubblica Cisalpina 9 luglio 1797 La Repubblica Cisalpina assorbe quella Transpadana La reazione sanfedista 22 gennaio 1799 Le truppe francesi, comandate dal generale Championnet, sconfiggono i lazzaroni e occupano Napoli proclamando la Repubblica Partenopea 7 febbraio 1799 Il cardinale Fabrizio Ruffo, incaricato da Ferdinando IV di riconquistare il regno, sbarca a Reggio Calabria. Riunisce le bande degli insorti contro i francesi e organizza una Armata cristiana e reale 7 marzo 1799 Le truppe della Santa Fede del cardinale Ruffo occupano Catanzaro Aprile-maggio 1799 Diverse insurrezioni antigiacobine delle popolazioni locali del meridione (fra cui quella del Cilento) e azioni di guerriglia di vari briganti (tra cui Fra Diavolo e Pane di Grano), precedono l’arrivo dell’esercito della Santa Fede 6-7 maggio 1799 Ad Arezzo si costituisce la sanfedista Armata aretina 19 giugno 1799 La Repubblica partenopea cade sotto gli assalti delle truppe del cardinale Ruffo. La riconquista borbonica è appoggiata dalla flotta inglese comandata dal generale Horatio Nelson. La capitolazione garantiva ai patrioti partenopei l’espatrio, quest’accordo fu violato da Ferdinando IV. Oltre 120 furono le condanne a morte inflitte ai repubblicani, fra gli altri: l’ammiraglio Francesco Caracciolo, Mario Pagano, Francesco Lo Monaco, Domenico Cirillo, Domenico Cimarosa, Eleonora Pimentel, Luisa Sanfelice 4 luglio 1799 Il popolo fiorentino brucia emblemi repubblicani in piazza della Signoria La II fase repubblicana La reazione antirepubblicana si estese in tutta la penisola. I patrioti cisalpini furono imprigionati dagli austriaci nelle casematte di Sebenico, mentre nelle campagne del meridione furono trucidati diversi rivoluzionari; molti di questi ripararono in Francia. Il piemontese Carlo Botta, nel luglio del 1799, scriverà la petizione, sottoscritta da molti esuli italiani, Al Consiglio dei Cinquecento sull’indipendenza italiana, con la quale invitava la Francia a unificare l’Italia 15-23 maggio 1800 Le truppe francesi entrano in Italia 2 giugno 1800 Napoleone entra a Milano 3 5 giugno 1800 Proclamata la seconda Repubblica Cisalpina (fino all’Adige) e ricostituita la Repubblica Ligure 15-16 luglio 1801 Concordato tra Napoleone e Pio VII: accordo finalizzato a ristabilire concordia fra la Francia e la Chiesa; la religione cattolica è riconosciuta come religione della maggioranza dei cittadini francesi (implicito riconoscimento della legittimità della Repubblica da parte della Santa Sede). La Chiesa rinunciava inoltre ai beni nazionalizzati durante la Rivoluzione ottenendo in cambio retribuzioni statali a vari ecclesiastici La dominazione napoleonica 18 marzo 1805 Napoleone assume il titolo di Re d’Italia (Regno Italico) 2 agosto 1806 Vengono emanate le leggi di eversione della feudalità, tese ad abolire il sistema feudale 30 marzo 1806 Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, viene proclamato re di Napoli; Ferdinando IV si rifugia in Sicilia Luglio 1808 Gioacchino Murat diventa re di Napoli 17 maggio 1809 Con un decreto, Napoleone annette lo Stato pontificio alla Francia 18 marzo 1812 Spagna, a Cadice le cortes (assemblee rappresentative elette) promulgano la Costituzione di Cadice contro il dominio napoleonico, è la prima costituzione che viene votata e non semplicemente concessa dal potere centrale 1812 Ferdinando VII, rifugiato in Sicilia dal 1806 sotto la protezione inglese, concede una costituzione ai siciliani La fine del dominio napoleonico 16-19 ottobre 1813 Lipsia, Battaglia delle Nazioni. Napoleone, sconfitto, si ritira al di là del Reno 16 aprile 1814 Armistizio di Schiarino Rizzino (Mantova); fine del Regno Italico 12 giugno 1814 Annessione della Lombardia all’Austria 2-3 maggio 1815 Battaglia di Tolentino, Murat viene sconfitto dagli austriaci 4 novembre 1914-09 giugno 1815 Congresso di Vienna 13 ottobre 1815 Murat, catturato dopo lo sbarco a Pizzo Calabro (28 settembre)con 260 compagni, viene processato e fucilato Moti liberali e costituzionali Con la Restaurazione fu di fatto impedita ogni forma di opposizione politica, tuttavia gli oppositori si organizzarono in clandestinità dando vita a varie organizzazioni segrete. Sviluppate in tutta Europa, queste “società” contrapposero al sistema di potere scaturito dal Congresso di Vienna il principio di indipendenza dei popoli. Contraddistinte da una forte gerarchia, le società segrete furono un fenomeno elitario e di minoranze. Vi aderirono soprattutto aristocratici, intellettuali e militari. Obiettivo delle sètte fu quello di rovesciare il sistema politico attraverso insurrezioni militari o colpi di Stato, per arrivare alla concessione della carta costituzionale. In Italia l’organizzazione cospirativa più importante fu la Carboneria. Questa fu introdotta nel Regno delle Due Sicilie durante il periodo murattiano e si pose come obiettivi la lotta alla feudalità, la riforma amministrativa e la concessione della costituzione del 1812. Nel 4 Mezzogiorno, dopo il 1812 e il ritiro dei soldati austriaci, ebbe una significativa diffusione; vi aderirono, oltre a ufficiali dell’esercito e intellettuali, anche professionisti, artigiani, piccoli proprietari e, in alcune zone, braccianti e contadini che speravano di riuscire a ottenere l’assegnazione delle terre. Meno importante fu l’influenza della Carboneria in Piemonte e nei territori dell’ex Regno italiaco. Nel settentrione, dove era già presente dal 1814 la setta degli Adelfi di Buonarroti, questa nel 1818 fu sciolta e riorganizzata in quella dei Sublimi maestri perfetti. Nei ducati e nello Stato pontificio furono presenti entrambe. 1 gennaio 1816 Gli austriaci in Lombardia applicano il codice giudiziario civile e quello dei delitti e delle gravi trasgressioni politiche 20 gennaio 1816 Il principe di Canosa, nominato da Ferdinando IV ministro della Polizia, inizia una dura repressione contro la carboneria nel napoletano 8 agosto 1816 A Napoli viene promulgata la legge che proibisce tutte le società segrete e viene sciolta quella reazionaria dei calderari 8 dicembre 1816 I regni di Napoli e di Sicilia sono unificati in quello delle Due Sicilie 22 dicembre 1816 Ferdinando IV assume il nome di Ferdinando I re delle Due Sicilie 23-24 Giugno 1817 Notte di San Giovanni; alcuni carbonari a Macerata tentano un’insurrezione. Primo episodio insurrezionale rilevante dopo la Restaurazione 6 ottobre 1818 La Congregazione criminale dello Stato pontificio emette decine di condanne a morte contro i cospiratori carbonari di Macerata. Successivamente saranno commutate, da Pio VII, al remo perpetuo sulle navi pontificie e nel carcere 18 Luglio 1819 Il Papa ordina la distruzione del comune di Sonnino, dove gli abitanti sono accusati di dare ospitalità ai briganti La rivoluzione napoletana Gennaio 1820 Le notizie della rivoluzione spagnola, che ristabilirà costituzione di Spagna dell’anno 1812 (costituzione di Cadice) nel marzo successivo, provoca grandi fermenti in tutta la penisola 29 maggio 1820 Arresti nel napoletano per le agitazioni rivoluzionarie e per i preparativi insurrezionali della vendita carbonara di Salerno (la vendita era il luogo dove si tenevano le riunioni segrete) 1-2 luglio 1820 A Nola inizia il primo moto rivoluzionario nel napoletano 3 luglio 1820 Ad Avellino viene proclamata la costituzione di Spagna dell’anno 1812 15-17 luglio 1820 A Palermo scoppia un moto separatista che si propagherà su tutta la Sicilia 20 novembre 1820 Il parlamento napoletano modifica la costituzione spagnola stabilendo che la sola religione cattolica si potrà professare nel Regno delle Due Sicilie 29 dicembre 1820 Il parlamento napoletano vota l’abolizione della feudalità in Sicilia La rivoluzione del Piemonte 5 12 gennaio 1821 A Torino gli studenti filoliberali sono caricati dalle guardie regie. Molti studenti sono arrestati e l’università viene temporaneamente chiusa 4 febbraio 1821 Le truppe austriache muovono verso Napoli 10 marzo 1821 Inizia l’insurrezione piemontese. Ad Alessandria è proclamata la costituzione di Spagna dell’anno 1812 e innalzata la bandiera carbonara. Vittorio Emanuele I rifiuta di fare qualsiasi concessione 11 marzo 1821 Torino viene attraversata da una manifestazione di soldati e civili che sfilano sotto la bandiera carbonara. Il re non interviene 12 Marzo 1821 Appello di Vittorio Emanuele I di fedeltà ai sudditi. I soldati che occupano la cittadella militare di Torino si pronunciano per la costituzione e per la guerra contro l’Austria. Il re abdica in favore del fratello Carlo Felice, assente; la reggenza è affidata a Carlo Alberto 14 Marzo 1821 Carlo Alberto concede la costituzione di Spagna dell’anno 1812 per tutto il regno condizionata dall’approvazione del re 16 marzo 1821 Carlo Felice assume il potere regio e, dal ducato di Modena, dichiara illegittima la costituzione e ribelli quanti l’hanno proclamata 21 marzo 1821 Carlo Alberto nomina Santorre di Santarosa ministro della Guerra e si rifugia a Novara 22 marzo 1821 Il congresso di Lubiana accorda a Carlo Felice l’invio di truppe austro-russe per reprimere l’insurrezione 10 aprile 1821 Le truppe realiste entrano a Torino La reazione contro i movimenti liberali e carbonari Il decennio dal 1821 al 1831 vide la reazione dei sovrani italiani contro i liberali e contro tutti coloro che avevano preso parte ai moti costituzionali. Diversi protagonisti furono condannati a morte, altri arrestati o costretti all’esilio. Alcuni di essi andarono a combattere nella rivoluzione dei “liberali” per il ripristino della costituzione in Spagna e nella lotta di liberazione greca. Nella penisola, all’ombra della protezione austriaca, i sovrani repressero ogni allusione patriottica. La censura, oltre alla stampa, colpì perfino le rappresentazioni teatrali e diversi libri, ritenuti rivoluzionari, furono sequestrati. 6 giugno 1821 A Torino è costituita una commissione per l’esame del comportamento degli impiegati durante i moti costituzionali, mentre sono già stati condannati, anche in contumacia, diversi rivoluzionari e confiscati i loro beni 13 giugno 1821 A Napoli sono bruciati in un pubblico rogo tutte le stampe e i manoscritti rivoluzionari. Viene decretato che non si possono laureare coloro che non frequentano congregazioni religiose 12 settembre 1822 Sono impiccati a Napoli gli ufficiali Michele Morelli e Giuseppe Silvati, protagonisti della rivoluzione del 1820 17 Ottobre 1822 A Modena viene eseguita la condannato a morte del sacerdote Giuseppe Andreoli La repressione nello Stato pontificio e nel Regno delle Due Sicilie 22 febbraio 1825 6 Francesco I concede l’amnistia a tutti gli imputati che hanno preso parte alla guerra civile in Sicilia, esclusi coloro che hanno ricoperto ruoli di comando o che sono stati accusati di omicidio 25 giugno 1825 Tumulti studenteschi a Pavia 27 gennaio 1826 A Napoli, i carbonari della setta Pellegrini bianchi sono condanni a morte e a diversi anni di carcere 13 marzo 1826 Leone XII incita i fedeli a fare opera di delazione nei confronti degli appartenenti alle società segrete 28 giugno 1828 Moti del Cilento. Partiti dal comune di Bosco, i carbonari, guidati dal canonico Antonio De Luca, occupano alcuni paesi e proclamano la costituzione francese del 1791 10 luglio 1828 I soldati napoletani sconfiggono e massacrano gli insorti del Cilento. Il paese di Bosco è raso al suolo, mentre a Napoli vengono arrestate 85 persone accusate di coinvolgimento nei moti L’affermazione di una coscienza nazionale Mentre la reazione colpiva i patrioti in tutta la penisola, le idee liberali continuavano ad essere diffuse attraverso le varie società segrete. Promossi soprattutto dalle nuove generazioni che non avevano conosciuto i governi esistenti prima del 1789, gli ideali repubblicani e una nuova coscienza nazionale iniziano sempre più ad affermarsi. Gli echi della rivoluzione di Parigi del luglio 1830 provocarono fermenti rivoluzionari nell’intera penisola. Nel 1831, mentre nel Piemonte e nel napoletano diversi liberali artefici dei moti del 1820-1821 sono in prigione o in esilio, la rivoluzione divampò nell’Italia centrale. I moti del 1831 1 agosto 1830 Silvio Pellico, Pietro Maroncelli e Andrea Tonelli, sono graziati e rientrano in Italia 7-8 agosto 1830 In Italia le prime notizie della rivoluzione francese provocano alcune manifestazioni studentesche. A Ferrara gli studenti inneggiano alla Francia e alla libertà. Si diffonde l’uso del tricolore come simbolo rivoluzionario 28 agosto 1830 Giuseppe Mazzini e altri carbonari vengono arrestati a Genova Dicembre 1830 Sono diffusi in tutta Italia opuscoli clandestini che disegnano un vasto piano rivoluzionario e riprendono le tematiche dell’indipendenza, unità e libertà 5 febbraio 1831 A Bologna i simboli papali sono abbattuti ed è innalzata la bandiera tricolore. Francesco IV lascia la città di Modena, mentre insorgono anche Imola, Faenza e Reggio Emilia. Gli insorti, mentre i comandanti militari pontifici lasciano le città, fraternizzano con le truppe che indossano la coccarda tricolore 8 febbraio 1831 Ad Ancona i soldati del presidio austriaco sparano sulla folla. Il governo provvisorio di Bologna dichiara cessato il dominio temporale del papa sulla città 17 febbraio 1831 Ancona viene liberata dalle forze rivoluzionarie. Nei gironi successivi insorgono anche: Camerino, Loreto, Macerata, Recanati, Fermo e Tolentino Le Provincie unite italiane 26 gennaio 1831 Si costituisce a Bologna un governo delle Provincie Unite 7 4 marzo 1831 Viene pubblicato lo statuto costituzionale delle Provincie Unite Italiane, composto da 25 articoli. Le truppe estensi e austriache invadono il Ducato di Modena 26 marzo 1831 Il governo delle Province Unite conclude ad Ancona la convenzione il con il cardinale Benvenuti mettendo fine al moto insurrezionale 29 marzo 1831 Ancona capitola alle truppe austriache 27 aprile 1831 A Torino muore Carlo Felice, sale al trono il nipote Carlo Alberto 26 maggio 1831 A Modena vengono impiccati Ciro Menotti e Vincenzo Borrelli 14 agosto 1831 Mazzini fonda la Giovine Italia 22 novembre 1831 Il conte Johann Joseph Radetzky, assume il comando delle forze austriache in Italia Giugno 1832 Il governo pontificio organizza un corpo di volontari per la repressione delle sètte liberali delle Marche e della Romagna. In pochi mesi, oltre 50.000 volontari vi aderiranno. Gli uomini che ne faranno parte giurano che daranno il sangue per «far trionfare la Santa Religione e il Supremo Capo della Chiesa Cattolica» Luglio 1832 Silvio Pellico pubblica Le mie prigioni I moti mazziniani La sconfitta dei moti del 1831 provoca la crisi del movimento carbonaro. La mancanza di un programma comune, il mancato collegamento tra i moti, il non coinvolgimento delle masse popolari, l’eccessiva fiducia nei sovrani e il mancato intervento straniero, sono tra le principali cause degli insuccessi. Il movimento settario prende coscienza che c’è bisogno di un chiaro programma politico. Giuseppe Mazzini sarà tra coloro che in maniera più efficace esprimerà il pensiero della rivendicazione di un’Italia libera e unita. Questi obiettivi, secondo Mazzini, dovevano essere raggiunti attraverso insurrezioni popolari, preparate da una diffusa opera educativa. 30 giugno 1833 A Marsiglia, Giuseppe Garibaldi entra in contatto con Mazzini e si iscrive alla Giovine Italia con il nome di battaglia Borel 15 aprile 1834 Mazzini fonda a Berna la Giovine Europa 12 giugno 1834 A Genova Garibaldi viene condannato a morte in contumacia, mentre diversi prigionieri politici sono incarcerati nel forte di Fenestrelle 16 Maggio 1835 A Modena diversi notabili sono condannati a morte o a diversi anni di carcere per lesa maestà e per appartenenza alla Giovine Italia Agosto 1841 Nelle Marche sono arrestate ventiquattro persone, accusate di far parte di una società segreta 8 settembre 1841 8 All’Aquila la cospirazione della società segreta detta Riforma della Giovine Italia, con a capo il sindaco, barone Vittorio Ciampella, provoca la morte del comandante della piazza. I rivoluzionari aquilani, si scontrano con la forza pubblica e fuggono nelle campagne, dove trovano altri sostenitori. La polizia arresta 150 cospiratori 20 aprile 1842 La Commissione militare dell’Aquila condanna a morte otto capi della rivolta, tre dei quali saranno fucilati, mentre gli altri avranno la condanna commutata a pene più lievi Ottobre 1842 Sono promulgati nello Stato pontificio il nuovo codice di procedura nei processi criminali e il nuovo codice penale. Pur mantenendo la pena di morte, sono ridotti i casi di applicazione e sono abolite le eccezioni a favore dei ceti più elevati 10 gennaio 1843 Nel regno delle Due Sicilie l’istruzione elementare viene completamente affidata ai vescovi 28 settembre 1845 A Rimini le truppe pontificie ristabiliscono l’autorità dello Stato della Chiesa Le riforme di Pio IX 17 giugno 1846 Pio IX è eletto papa 30 giugno 1846 Pio IX scioglie la commissione speciale straordinaria che era stata istituita a Bologna e a Ravenna il 27 marzo 1843 per inquisire le persone compromesse con le insurrezioni di Romagna 16 luglio 1846 Pio IX concede l’amnistia per i prigionieri e gli esiliati dello Stato pontificio. La popolazione scende in piazza e si reca al Quirinale tributando un’entusiastica ovazione al pontefice 21 luglio 1846 A Bologna si svolge una grande manifestazione popolare per l’amnistia papale, i festeggiamenti si svolgono anche in altre città dell’Emilia 18 giugno 1847 Ai circa 4.000 ebrei residenti a Roma è concesso di abitare anche fuori dal ghetto Settembre 1847 Insurrezione costituzionalista a Messina. Gli insorti, al grido «viva l’Italia, via Pio IX, viva la Costituzione», attaccano la cittadella militare, respinti, fuggono nelle campagne. La rivolta si estende anche a Reggio Calabria, dove gli insorti riescono ad avere la meglio sulle truppe borboniche e prendono la città Goffredo Mameli, a Genova compone l’inno Fratelli d’Italia 1 ottobre 1847 Pio IX istituisce il Comune di Roma e abolisce l’omaggio tradizionale di carnevale e qualsiasi atto di sudditanza degli ebrei. In città grandi manifestazioni popolari A Torino una manifestazione che inneggia a Pio IX viene violentemente sciolta dalla polizia. Domenico Carbone scrive la poesia Re tentenna, riferita alla condotta tenuta dal sovrano piemontese Carlo Alberto 30 novembre 1847 Carlo Alberto istituisce il ministero della pubblica istruzione 10 dicembre 1847 A Roma i lanaiuoli trasteverini protestano contro l’introduzione delle macchine che riducono i posti di lavoro. Numerosi arresti della polizia Le costituzioni concesse dai sovrani e le guerre del 1848 e del 1849 Gli avvenimenti che accadono nel 1848 sconvolgono l’assetto dell’Europa e l’ordine stabilito con il congresso di Vienna. In Francia, dopo la rivoluzione parigina del 22/26 febbraio, si instaura la Seconda Repubblica, a Berlino, la sollevazione del 14/18 marzo, porterà alla concessione della costituzione, a Vienna la rivoluzione del 13 marzo, determinerà la formazione di un governo liberale. Questi avvenimenti, e soprattutto le notizie di ciò che accade in 9 Austria, scateneranno le insurrezioni e i movimenti di protesta anche in Italia, con la trasformazione di tutti gli stati in senso costituzionale. 1 gennaio 1848 A Milano, sciopero del fumo per colpire le entrate fiscali austriache. La polizia vieta l’uso della coccarda tricolore e le manifestazioni in favore di Pio IX 12 gennaio 1848 Rivoluzione di Palermo. I rivoluzionari palermitani, che portano la coccarda tricolore, inneggiano alla libertà e alla costituzione del 1812. I soldati borbonici si rifugiano nelle caserme 27 gennaio 1848 A Napoli è innalzata la bandiera tricolore carbonara (celeste, rosso e nero) e una grande manifestazione popolare chiede la costituzione a Ferdinando II che due giorni dopo promette di concederla 29 gennaio 1848 Insorgono le province di Messina e di Caltanissetta Febbraio 1848 L’annunciata costituzione da parte di Ferdinando II provoca manifestazioni popolari in tutta Italia 8 febbraio 1848 Carlo Alberto annuncia la concessione della costituzione 11 febbraio 1848 A Napoli viene pubblicato l’atto costituzionale 24 febbraio 1848 A Napoli Ferdinando II di Borbone firma la costituzione 4 marzo 1848 Viene emanato lo Statuto Albertino 14 marzo 1848 Pio IX concede la costituzione 17 marzo 1848 La notizia della rivoluzione viennese del 13 marzo scatena l’insurrezione a Venezia. Daniele Manin e Nicolò Tommaseo sono liberati dal carcere politico 18 marzo 1848 Cinque giornate di Milano (18-22 marzo). Il popolo milanese chiede le riforme al governatore austriaco, respinto con le armi organizza l’insurrezione A Venezia i soldati austriaci sparano sulla folla che è accorsa in piazza con le bandiere tricolori A Udine viene istituita la guardia civica e il ritiro delle truppe austriache 20 marzo 1848 Gli insorti milanesi espongono sul duomo della città la bandiera tricolore. Si forma il consiglio di guerra presieduto da Carlo Cattaneo Nel modenese sollevazione popolare contro Francesco V A Parma Carlo II è costretto dagli insorti ad abbandonare la città La Prima guerra d’indipendenza 23 marzo 1848 Prima guerra d’indipendenza. Carlo Alberto decide di intervenire a fianco degli insorti e dichiara guerra all’Austria Padova aderisce alla Repubblica Veneta 8 aprile 1848 A Milano grande affluenza di volontari da tutta Italia; le truppe austriache sono costrette a ritirasi dal Milanese e a schierarsi lungo la linea del fiume Mincio Giuseppe Mazzini arriva a Milano 10 9 aprile 1848 Il Ducato di Parma passa sotto la protezione di Carlo Alberto In Lombardia la Compagnia di Gesù viene soppressa 13 aprile 1848 Il parlamento di Sicilia dichiara l’indipendenza dell’isola 17 aprile 1848 Pio IX ordina l’abbattimento delle mura del ghetto di Roma 30 aprile 1848 Pastrengo (Verona), gli austriaci attaccati dalle truppe piemontesi sono costretti a ritirarsi 6 maggio 1848 Scacco di Santa Lucia, vicino Verona le truppe piemontesi subiscono forti perdite e sono costrette a ripiegare 8-10 maggio 1848 Parma, Modena e Piacenza si esprimono in favore dell’unione al Regno di Sardegna 15 maggio 1848 A Napoli controrivoluzione dopo le tensioni tra parlamento e sovrano. Una parte del popolo si solleva, inneggiando al re e contro i liberali, compiendo stragi e saccheggi 16 maggio 1848 Ferdinando II scioglie il parlamento e proclama lo stato di assedio. Le agitazioni rivoluzionarie e liberali, continuarono in diverse località della Calabria, del salernitano, del Cilento e dell’Abruzzo 24 maggio 1848 Il Ducato di Parma vota l’annessione al Regno di Sardegna 29 maggio 1848 A Curtatone e Montanara (Mantova), volontari toscani e napoletani, in gran parte studenti, sono sopraffatti dagli austriaci 8 giugno 1848 La Lombardia vota per l’annessione al Regno di Sardegna 29 giugno 1848 Garibaldi sbarca a Genova con 150 legionari pronti a intervenire a fianco di Carlo Alberto 4 luglio 1848 L’assemblea nazionale di Venezia vota l’annessione al Regno di Sardegna Sconfitta di Custoza e ritirata piemontese 25 luglio 1848 A Custoza (Verona) i piemontesi sono duramente sconfitti. Carlo Alberto si ritira da tutti i territori conquistati nella prima fase della guerra 5 agosto 1848 Armistizio Salasco tra austriaci e piemontesi 6 agosto 1848 L’esercito austriaco rientra a Milano e dichiara lo stato d’assedio 11 agosto 1848 Venezia rifiuta di arrendersi. Viene costituito il Triumvirato (Manin, Cavedalis, Graziani) 29 ottobre 1848 Manifesto di Mazzini che proclama l’insurrezione nazionale La Repubblica Romana 11 24 novembre 1848 Pio IX fugge da Roma verso la fortezza di Gaeta 12 dicembre 1848 Garibaldi entra a Roma 21 gennaio 1849 A Roma si tengono le elezioni generali, a suffragio universale maschile, per l’elezione dell’Assemblea costituente 8 febbraio 1849 A Firenze è proclamato il governo provvisorio diretto da Domenico Guerrazzi, Giuseppe Montanelli e Giuseppe Mazzoni. A Roma è proclamata la caduta del papato 9 febbraio 1849 Viene proclamata la Repubblica romana. Triumvirato-Comitato esecutivo: Carlo Armellini, Aurelio Saliceti, Mattia Montecchi 11 febbraio 1849 Nello Stato pontificio sono innalzati gli alberi della libertà e abbattuti e bruciati gli stemmi papali 12 febbraio 1849 Viene adottato il tricolore nella Repubblica Romana 19 febbraio 1849 A Livorno è proclamata la Repubblica 23 febbraio 1849 Leopoldo II raggiunge Pio IX a Gaeta La guerra del 1849 12 marzo 1849 Carlo Alberto, spinto dal governo e dal parlamento, denunzia l’armistizio e dichiara guerra all’Austria 23 marzo 1849 I piemontesi sono sconfitti dagli austriaci a Novara. Carlo Alberto abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II Dieci giornate di Brescia (23 marzo - 1 aprile) A Brescia i cittadini insorgono e cacciano gli austriaci dalla città 24 marzo 1849 Radetzky incontra Vittorio Emanuele II a Vignale (Novara), il re accetta le condizioni dell’armistizio, firmato due giorni dopo. A Torino manifestazioni e proteste contro l’armistizio 29 marzo 1849 Secondo triunvirato della Repubblica romana (Giuseppe Mazzini, Carlo Armellini e Aurelio Saffi). Carlo Pisacane capo di stato maggiore dell’esercito repubblicano 7 aprile 1849 I soldati borbonici occupano nuovamente quasi l’intera Sicilia La Repubblica a Roma e Venezia 26 aprile 1849 L’assemblea romana decide la resistenza 30 aprile 1849 Garibaldi sconfigge i francesi davanti a Roma Truppe borboniche entrano nello Stato pontificio 3 giugno 1849 Roma viene assediata dalle truppe francesi. Scontri a Villa Pamphili, Villa Corsini e al Gianicolo. 12 19 giugno 1849 Gli austriaci occupano la città di Ancona 1 luglio 1849 L’Assemblea costituente di Roma proclama la costituzione della Repubblica, come ultimo atto simbolico 2 luglio 1849 Garibaldi lascia Roma e insieme a centinaia di volontari cerca di raggiungere la Repubblica di Venezia, che ancora resiste La seconda Restaurazione e la guerra del 1859 Le costituzioni accordate nel 1848, non solo in Italia ma in tutta Europa, furono soppresse. Solo il Regno di Sardegna, seppure sconfitto, conservò lo Statuto e avviò politiche liberali. Nella penisola, la restaurazione dei principi assoluti consolida il predominio dell’Austria. In Lombardia sotto il governo di Radetzky, a Modena, Parma, nello Stato pontificio e nel Regno delle Due Sicilie si registrano durissime persecuzioni, arresti e fucilazioni. Malgrado la rigidissima reazione, i moti rivoluzionari e le aspirazioni di un’Italia unita non furono stroncati. 27 gennaio 1850 A Palermo il tentativo insurrezionale viene soffocato dalle truppe borboniche. Il mazziniano Nicolò Garzilli e altri cinque compagni sono immediatamente fucilati 12 marzo 1850 Sono abolite le pene per l’inosservanza di alcune festività religiose nel Regno di Sardegna 13 agosto 1850 La monarchia Borbonica inasprisce la censura e abolisce la libertà di stampa 8 settembre 1850 Il Comitato nazionale italiano, che è stato fondato a Londra da Giuseppe Mazzini, Aurelio Saliceti, Aurelio Saffi, Giuseppe Sirtori e Mattia Montecchi, pubblica il manifesto programmatico per la liberazione della penisola 12 ottobre 1850 Il conte Camillo Benso di Cavour assume la carica di ministro dell’Agricoltura e del Commercio del Regno di Sardegna 19 luglio 1851 Radetzky reintroduce lo stato d’assedio nel Lombardo-Veneto 4 novembre 1852 Cavour assume l’incarico di Presidente del consiglio dopo le dimissioni di D’Azeglio. Connubio con il centro-sinistra di Urbano Rattazzi 7 dicembre 1852 Martiri di Belfiore. Nel forte di Belfiore di Mantova sono eseguite le condanne a morte di cinque mazziniani 6 febbraio 1853 A Milano, i soldati austriaci reprimono duramente un’insurrezione mazziniana di circa cento operai e artigiani. Nei giorni successivi dieci rivoltosi saranno impiccati e molti altri arrestati 13 febbraio 1853 Tutti i beni dei patrioti del Lombardo-Veneto sono confiscati dalle autorità austriache Il Piemonte e la politica di Cavour 26 gennaio 1855 Cavour stringe accordi con la Francia e l’Inghilterra per la partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea 10 febbraio 1855 A Torino la camera approva il trattato di alleanza del Piemonte con la coalizione franco-inglese e la convenzione che prevede l’invio in Crimea di un corpo di spedizione 13 2 marzo 1855 La camera approva l’abolizione delle corporazioni religiose nel Regno di Sardegna, e l’incameramento dei loro beni 23 maggio 1855 Torino, il senato approva la legge sulla soppressione degli ordini religiosi 26 luglio 1855 Pio IX scomunica quanti hanno approvato la legge sulla soppressione degli ordini religiosi 8 settembre 1855 Sconfitta dei russi nella guerra di Crimea 8 aprile 1856 Al Congresso di Parigi Cavour riesce a richiamare l’attenzione delle potenze europee sul problema italiano. Il ministro britannico Lord Clarendon denuncia l’occupazione militare straniera dello Stato pontificio e il malgoverno nel Regno delle Due Sicilie La spedizione di Pisacane e l’alleanza con la Francia 8 giugno 1857 Carlo Pisacane e un gruppo di giovani mazziniani, progettano a Genova una spedizione nel napoletano. Proprio a Genova, dove è rientrato clandestinamente, Mazzini perfeziona il disegno insurrezionale che deve esplodere nel capoluogo ligure e a Livorno 30 giugno 1857 A Genova fallisce un’insurrezione mazziniana; a Livorno, alcuni gruppi di rivoluzionari sono dispersi e arrestati dai gendarmi 1-2 Luglio 1857 A Sapri, la banda di Carlo Pisacane viene raggiunta dai soldati Borbonici che uccidono 111 rivoltosi e fucilano 35 prigionieri. Pisacane, ferito dai contadini mobilitati dal clero, decide di togliersi la vita per non cadere prigioniero 14 gennaio 1858 Parigi, fallisce l’attentato di Felice Orsini a Napoleone III 13 marzo 1858 Felice Orsini viene decapitato a Parigi 20-21 luglio 1858 Plombières, convegno segreto tra Cavour e Napoleone III. Impegno francese a intervenire in soccorso del Piemonte in caso di attacco austriaco, in cambio alla cessione della Savoia ed eventualmente di Nizza Dicembre 1858 Giuseppe Garibaldi viene chiamato a dirigere la Società Nazionale e, con l’autorizzazione di Cavour, organizza un corpo speciale di volontari i Cacciatori delle Alpi La Seconda guerra di indipendenza Gennaio 1859 Gli austriaci ammassano truppe sul confina del Regno di Sardegna. Mobilitazione dell’esercito piemontese. Centinaia di volontari, provenienti da tutta l’Italia, affluiscono in Piemonte per arruolarsi nel corpo garibaldino dei Cacciatori delle Alpi. Manifestazioni, soprattutto studentesche, in diverse città al grido di «viva VERDI», acronimo di Vittorio Emanuele Re d’Italia 13 gennaio 1859 L’università di Pavia viene chiusa dalle autorità austriache per le manifestazioni studentesche a favore dell’Unità d’Italia 27 aprile 1859 Inizio della Seconda guerra di indipendenza. Il generale austriaco Ferencz Gyulai, nel tentativo di sconfiggere i piemontesi prima dell’arrivo delle truppe francesi, entra con le sue truppe in Piemonte ma viene fermato dall’allagamento del Vercellese e della Lomellina 14 28 aprile 1859 Insurrezione a Firenze organizzata dalla Società nazionale. Leopoldo II è costretto a lasciare la città dove si costituisce un governo provvisorio fedele al re di Sardegna A Massa e Carrara le truppe austriache si ritirano e i soldati piemontesi occupano la provincia 14 maggio 1859 Napoleone III assume il comando supremo delle forze Franco-piemontesi 8 giugno 1859 Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrano a Milano Le retroguardie austriache sono sbaragliate dai francesi a Melegnano (Milano) 11-22 giungo 1859 Diverse città della Romagna, dell’Umbria e delle Marche insorgono offrendo la dittatura a Vittorio Emanuele II 20 giugno 1859 Pio IX scomunica tutti gli insorti dello Stato pontificio. Nei giorni successivi, le truppe papali, dopo aver riconquistato Perugia, rioccupano tutte le città insorte delle Marche e dell’Umbria 11 luglio 1859 Armistizio di Villafranca (Verona). Napoleone III e Francesco Giuseppe si incontrano e, in assenza dei piemontesi, si accordano per la stipula del trattato di pace. 15 settembre 1859 Vittorio Emanuele II riceve i rappresentanti delle deputazioni di Modena e Parma che gli presentano i voti di annessione. Visti i termini dell’armistizio di Villafranca, che prevedevano un ritorno dei sovrani sui troni dell’Italia centrale, temendo ripercussioni internazionali, il re evita un impegno diretto. Stesso atteggiamento era già stato assunto nei confronti della delegazione toscana il 3 settembre precedente, il 24 seguente lo stesso discorso sarà pronunciato a quella delle Romagne 13 novembre 1859 Legge Casati. Il parlamento piemontese emana la legge che riorganizza l’insegnamento elementare e secondario e le modalità dell’alfabetizzazione. Nel 1861 fu estesa al resto d’Italia La spedizione dei Mille 24 marzo 1860 Ratificato l’accordo franco-piemontese per la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia 4 aprile 1860 Palermo, soffocata l’insurrezione democratica che doveva favorire una spedizione armata in Sicilia. La rivolta dilaga nelle campagne dell’isola, Francesco Crispi incita Garibaldi a uno sbarco 5-6 maggio 1860 Quarto (Genova), partenza della spedizione dei Mille 11 maggio 1860 Marsala (Trapani), sbarco dei Mille 13 maggio 1860 Proclama di Salemi; Garibaldi assume la dittatura nell’isola in nome di Vittorio Emanuele II 15 maggio 1860 Calatafimi (Palermo), le Camicie rosse sconfiggono le truppe borboniche 31 maggio 1860 Palermo, firma dell’armistizio tra garibaldini e borbonici con la mediazione inglese Giugno 1860 Arrivo a Palermo della seconda spedizione garibaldina, circa 2.000 volontari guidati da Giacomo Medici 15 1 luglio 1860 Regno delle Due Sicilie, Francesco II concede la costituzione nel tentativo di salvare il trono 4 agosto 1860 Bronte (Catania), Nino Bixio reprime nel sangue la spontanea rivolta contadina 7 settembre 1860 Garibaldi entra a Napoli 18 settembre 1860 Battaglia di Castelfidardo (Ancona) tra le truppe piemontesi e quelle papali 29 settembre 1860 Ancona viene occupata dalle truppe piemontesi 1-2 ottobre 1860 Battaglia sul fiume Volturno, l’esercito borbonico viene sconfitto Vittorio Emanale II re d’Italia 21 ottobre 1860 Plebiscito di annessione nel Regno delle Due Sicilie 26 ottobre 1860 Garibaldi incontra Vittorio Emanuele II a Teano (Caserta) 4 novembre 1860 Plebisciti di annessione al Regno di Sardegna nelle Marche e nell’Umbria 7 novembre 1860 Vittorio Emanuele II entra a Napoli, Garibaldi si ritira a Caprera 18 febbraio 1861 Torino, prima riunione del Parlamento italiano 12 marzo 1861 Messina, i soldati borbonici della cittadella di Messina si arrendono 17 marzo 1861 Il parlamento torinese, con voto unanime, conferisce a Vittorio Emanuele II il titolo di Re d’Italia 20 marzo 1861 Si arrende l’ultima guarnigione borbonica della fortezza di Civitella del Tronto (Teramo) Il brigantaggio Maggio 1861 Il brigantaggio dilaga nelle regioni meridionali 6 giugno 1861 A Torino muore improvvisamente Cavour 13 giugno 1861 Lo spagnolo legittimista José Borjes sbarca in Calabria e si unisce agli insorti lucani del brigante Carmine Donatelli, detto Croco 1 luglio 1861 In diversi paesi dell’Irpinia, della Basilicata, della Calabria e del Molise, i briganti innalzano la bandiera borbonica e uccidono liberali e guardie nazionali 15 luglio 1861 16 Il generale Enrico Cialdini viene inviato, con pieni poteri militari e civili a reprimere il brigantaggio. I soldati italiani compiono feroci rappresaglie, con fucilazioni indiscriminate e incendi di interi paesi, provocando il risentimento e l’ostilità della popolazione 9 ottobre 1861 La Marmora sostituisce Cialdini al comando delle truppe di repressione al brigantaggio. Viene estesa a tutta l’Italia l’ordinamento centralizzato dello Stato, rappresentato in periferia dai prefetti di nomina regia. Tramonta ogni ipotesi di decentramento amministrativo di tipo regionale proposte dal ministro Marco Minghetti 8 dicembre 1861 Borjes viene catturato e fucilato a Tagliacozzo (Aquila), con la sua morte i Borbone abbandonano il disegno di trasformare il brigantaggio in un’insurrezione legittimista La questione romana 20 luglio 1862 Garibaldi pronuncia a Marsala il giuramento “Roma o morte” che diventa la parola d’ordine delle dimostrazioni per Roma capitale 29 agosto 1862 Garibaldi, alla testa di 1.300 volontari, viene bloccato sull’Aspromonte dalle truppe dell’esercito italiano. Ferito, viene fatto prigioniero mentre vengono fucilati sul posto i soldati che si sono uniti ai garibaldini Settembre 1862 Manifestazioni in tutta l’Italia alla notizia del ferimento di Garibaldi, circa 2.000 persone sono arrestate 16 dicembre 1862 La camera nomina una commissione d’inchiesta per studiare il fenomeno del brigantaggio Maggio 1863 La commissione d’inchiesta sul brigantaggio, nominata dalla camera il 16 dicembre precedente, conclude i suoi lavori proponendo l’adozione di una legge speciale fortemente repressiva. L’inchiesta evidenzia le ragioni economiche e sociali del fenomeno, accusando lo Stato pontificio e gli agenti borbonici di essere i fomentatori, mentre non mostra le responsabilità e gli errori del governo 15 agosto 1863 Viene varata la legge Pica sul brigantaggio 31 dicembre 1863 Le prime statistiche evidenziano come in Italia gli analfabeti e coloro che sanno appena leggere sono circa l’80% della popolazione 28 settembre 1864 La Marmora forma il nuovo governo A Londra, Giuseppe Mazzini aderisce alla prima Internazionale socialista 19 novembre 1864 La camera approva il trasferimento della capitale a Firenze 8 dicembre 1864 Sillabo. Papa Pio IX condanna il liberalismo e il laicismo, ribadendo la supremazia della Chiesa sullo Stato Gennaio 1865 Torino, le dimostrazioni contro lo spostamento della capitale proseguono per tutto il mese con scontri e incidenti tra manifestanti e forze dell’ordine 20 marzo 1865 Viene votata la legge di unificazione amministrativa del Regno d’Italia 2 aprile 1865 Il codice civile e di procedura civile, quello commerciale e della marina mercantile, entrano in vigore in tutto lo Stato 17 Giungo 1865 si conclude il trasferimento della capitale a Firenze Ottobre 1865 Il colera, dopo aver provocato oltre 2.500 morti nelle Marche, in gran parte nella città di Ancona, si diffonde in tutto il Meridione La Terza guerra di indipendenza 20 giugno 1866 Inizia la Terza guerra di indipendenza 24 giugno 1866 Custoza (Verona), l’esercito italiano viene sconfitto 3 luglio 1866 I volontari garibaldini sconfiggono gli austriaci e attraverso la Val di Sole penetrano in Trentino 7 luglio 1866 Per sanare il deficit di bilancio è varata la legge che consente di requisire a favore del demanio i beni delle congregazioni e degli ordini religiosi 29 luglio 1866 Il governo ordina a Garibaldi di ritirarsi dal Trentino. Il generale risponde «Obbedisco» 12 luglio 1866 Armistizio di Cormons (Gorizia), tra Italia e Austria 16-22 ottobre 1866 A Palermo insorgono migliaia di cittadini, fomentati dal clero e dai legittimisti. La maggior parte sono contadini esasperati dal fisco, tra gli insorti anche repubblicani mazziniani e socialisti. Il generale Raffaele Cadorna reprime durante la rivolta; decine di persone sono giustiziate sommariamente, numerosi gli arrestati poi condannati ai lavori forzati o a morte 3 ottobre 1866 Pace di Vienna. L’Austria consegna il Veneto a Napoleone III che a sua volta lo cede all’Italia 21 ottobre 1866 Plebiscito nel Veneto. Con solo 69 voti contrari (su 647.246 votanti) i veneti sanciscono l’unione della regione al Regno d’Italia La ripresa della Questione romana Marzo 1867 Garibaldi tiene numerosi comizi sulla necessità di liberare Roma 15 agosto 1867 Viene promulgata la legge che prevede la soppressione di enti ecclesiastici e la liquidazione dell’asse ecclesiastico 24 settembre 1867 Sinalunga (Siena), Garibaldi viene arrestato mentre cerca di organizzare una spedizione su Roma. In seguito alle veementi proteste popolari viene inviato a Caprera in soggiorno obbligato 26 ottobre 1867 Monterotondo (Roma), Garibaldi, fuggito da Caprera, alla guida di 9.000 volontari costringe alla resa le truppe pontificie 3 novembre 1867 Mentana (Roma), i garibaldini vengono sconfitti grazie all’intervento delle truppe francesi Gli ultimi moti mazziniani 8 agosto 1868 18 La camera concede la privativa dei tabacchi a favore di una società costituita da banchieri e uomini d’affari. Accuse di corruzione ai deputati da parte della stampa 24 novembre 1868 Accusati del tentativo di insurrezione e per l’attentato alla caserma Serristori del 22 ottobre, sono decapitati a Roma, in piazza Dei Cerchi, Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti. Per lo stesso reato, il 10 dicembre successivo altri due patrioti sono condannati a morte e altri al carcere a vita Gennaio 1869 Entra in vigore la tassa sul macinato che colpisce mugnai e contadini. Decine di dimostrati sono uccisi dalle truppe regie nei disordini che, dalla Lombardia e dall’Emilia-Romagna, si estendono in varie parti d’Italia 31 marzo 1869 Pio IX concede l’amnistia a prigionieri politici che dichiareranno di non attentare in futuro alla sovranità temporale del pontefice. Molti condannati rifiuteranno l’amnistia 29 agosto 1869 Riordino delle biblioteche in tutto il Regno d’Italia Febbraio 1870 Mazzini, clandestinamente, arriva a Genova per organizzare moti insurrezionali repubblicani 24 marzo 1870 A Pavia e Piacenza, alcuni gruppi mazziniani, al grido «Viva Roma, viva la Repubblica», tentano di dar vita ad un insurrezione. La rivolta viene rapidamente sedata dalle truppe regie 7 maggio 1870 Nel catanzarese, gli insorti repubblicani occupano il comune di Maida ma, dopo aver proclamato la repubblica, vengono dispersi dall’esercito 18 luglio 1870 Concilio vaticano I. Dichiarazione dell’infallibilità del papa quando parla ex cathedra in materia di fede e di costume 19 luglio 1870 La Francia dichiara guerra all’Austria. L’Italia esprime la sua neutralità Agosto 1870 Le ultime truppe francesi si ritirano da Roma 12 agosto 1870 Mazzini viene arrestato a Palermo e internato nella fortezza di Gaeta. Il 14 ottobre sarà liberato dopo l’amnistia decretata per la liberazione di Roma Roma capitale d’Italia 5 settembre 1870 Il governo italiano decide all’unanimità di occupare Roma 10 settembre 1870 Pio IX respinge la proposta di Vittorio Emanuele II di accettare l’occupazione in cambio dell’indipendenza spirituale della Santa Sede 11 settembre 1870 In seguito al non possumus papale, le truppe italiane varcano i confini e avanzano verso Roma 20 settembre 1870 Breccia di Porta Pia, dopo un breve scontro con le truppe pontificie i soldati italiani del generale Raffaele Cadorna occupano l’intera città, tranne i palazzi del Vaticano dove si è rifugiato Pio IX 2 ottobre 1870 Un plebiscito suggella l’unione di Roma all’Italia 9 ottobre 1870 19 Il governo italiano riconosce al papa le prerogative sovrane e assicura che fisserà con apposita legge le franchigie territoriali e le garanzie del libero esercizio del potere spirituale 1 novembre 1870 Pio IX emana l’enciclica Respicientes, con la quale scomunica il re d’Italia e tutti coloro che hanno usurpato i territori dello Stato pontificio 23 dicembre 1870 La camera approva la proposta del governo del trasferimento della capitale da Firenze a Roma entro il 30 giugno 1871 13 maggio 1871 La Legge delle Guarentigie sancisce l’applicazione del principio cavouriano di libera Chiesa in libero Stato. Al pontefice viene riconosciuto il libero esercizio della sua funzione spirituale, si decretano l’extraterritorialità del Vaticano, del Laterano e della villa di Castel Gandolfo. Il papa si rifiuta di riconoscere la legge 1 luglio 1871 La capitale d’Italia è trasferita ufficialmente a Roma Le Costituzioni storiche italiane: 4 dicembre 1796 Costituzione della Repubblica di Bologna 10 febbraio 1797 Costituzione della Municipalità di Ancona 19 marzo 1797 Costituzione della Repubblica Cispadana 8 luglio 1797 I Costituzione della Repubblica Cisalpina 1 settembre 1798 II Costituzione della Repubblica Cisalpina 2 dicembre 1797 Costituzione del Popolo Ligure 24 giugno 1802 Costituzione della Repubblica Ligure 20 marzo 1798 Costituzione della Repubblica Romana 15 febbraio 1799 Costituzione provvisoria della Repubblica di Lucca 27 dicembre 1801 Costituzione della Repubblica di Lucca 24 giugno 1805 Statuto costituzionale dello Stato di Lucca 1799 Costituzione della Repubblica Napoletana 26 gennaio 1802 Costituzione della Repubblica Italiana 1805-1810 I nove Statuti costituzionali del Regno d’Italia 20 giugno 1808 Statuti costituzionali del Regno di Napoli e di Sicilia 18 maggio 1815 Costituzione del Regno di Napoli 10 agosto 1812 Costituzione di Sicilia 9 dicembre 1820 Costituzione del Regno delle Due Sicilie 10 marzo 1821 Costituzione del Regno di Sardegna 4 marzo 1831 Costituzione delle Provincie unite italiane 10 febbraio 1848 Costituzione del Regno delle Due Sicilie 10 luglio 1848 Statuto del Regno di Sicilia 28 febbraio 1849 Atto costituzionale di Gaeta per la Sicilia 14 marzo 1848 Statuto dello Stato pontificio 3 luglio 1849 Costituzione della Repubblica Romana 28 marzo 1848 Costituzione del Ducato di Parma 15 febbraio 1848 Statuto del Granducato di Toscana 4 marzo 1848 Statuto del Regno di Sardegna 22 dicembre 1947 Costituzione della Repubblica Italiana 20 Bibliografia orientativa Strumenti: dizionari, enciclopedie, cronologie, guide e grandi opere Aa. 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