A UNA STORIA LUNGA Anav nasce come una scommessa sul futuro, nell'Italia spaccata in due dalla guerra, tra le rovine del Paese che può finalmente cominciare a piangere i suoi morti e le aziende che neppure riescono a contare i danni. E con le imprese di bus che sono rimaste senza mezzi, requisiti per scopi bellici, mentre quei pochi che circolano non hanno pezzi di ricambio, batterie, gomme. ANNI È il 5 agosto 1944. Le truppe americane del generale Clark sono entrate a Roma da appena due mesi, il 4 e 5 giugno, ma la voglia di riprendere una vita normale non lascia tempo: per riprendere il servizio, recuperare i mezzi confiscati, ricostruire la rete di trasporto, un gruppo di imprenditori si dà appuntamento da un notaio romano e si costituisce in associazione, l'Acast (associazione concessionari autolinee e servizi turistici), per trattare direttamente con il Governo provvisorio e con la Commissione alleata. Primo presidente viene nominato il cavalier Enrico Cianca, della società di autolinee Augusto Salvatori. La storia dell'Anav - che negli anni cambierà più volte nome, ma senza mai perdere l'intraprendente spirito fondativo - ha inizio. La grande Storia dell'Italia e del suo sviluppo deve molto, già dall'inizio del '900, ai pionieri dei bus - le antiche corriere - che univano per la prima volta, in una rete fittissima, le località più lontane. Le storie delle aziende Anav, la loro avventura, sono per questo un pezzo importante della crescita del Paese. Ma anche la storia di Anav, la loro associazione, in 4 Anav7O questi 70 anni, è stata una “avventura” che ha permesso a un settore vitale per le comunità come quello del trasporto viaggiatori di giocare un ruolo importante nelle istituzioni nazionali. Per accompagnare l'evoluzione del trasporto viaggiatori. E il lungo viaggio dell'Italia. Una associazione per unire il Paese Ma torniamo a quel 1944, quando per far nascere l'Acast si riunirono come soci promotori il cav. Enrico Cianca (società autolinee Augusto Salvatori), Augusto Garbini (soc. Igino Garbini e C.), il cavalier Alberto Marchetti (della Società Autolinee Roma), Domenico Pompili (Gestione autolinee), Assuero Pompili (Autoservizi di Palombara Sabina), il cav. Giuseppe Albino Galante (ditta Augusto Salvatori), il cav. Virgilio Zeppieri (Soc. Aut. Virgilio Zeppieri), Valerio Nobili (soc. Cruciani e C.), Pompeo Ricci (Soc. Orviniense) e Lino De Bonis (società Atal). Oltre a rimettere in sesto le imprese, a recuperare i mezzi sequestrati e a trovare pezzi di ricambio - per cui faranno appello agli americani - c'è un altro problema da fronteggiare subito: ogni camion, camioncino, ogni mezzo era allora utilizzato per spostarsi, e nel caos del momento si erano create vere e proprie “linee” di fatto subentrate alle regolari concessioni. Che fare? “Organizzarsi”, come titola uno dei primi numeri di “Autolinea”, la nuova rivista di Acast: un organo di stampa per tenere informata e collegata la rete delle aziende associate. E la riorganizzazione del settore diviene scopo sociale. A dicembre già la prima assemblea, dove viene eletto presidente, per acclamazione, il gen. Guido Ancillotti. Siamo al 1945: con la riunificazione dell'Italia l'associazione diventa punto di riferimento anche per le aziende del nord, e cambia nome, aggiungendo il termine “nazionale”. Ora è Ancast, e all'assemblea dei soci che si tiene a Roma il 28 febbraio del '46 presso la sede di Confindustria - a cui l'Associazione è iscritta - partecipano cinquanta aziende. Un'enormità se si considerano le difficoltà del momento. Un anno dopo, con l'approvazione del nuovo statuto, arriva anche il nuovo nome: Anac (acronimo di “Associazione Nazionale Autoservizi in Concessione”). C'è un'altra data di svolta nella storia dell'Associazione, che ha la sede nazionale a Roma in piazza Adriana 11, ed è quando sul finire del 1948 viene deciso di costituire le sedi “interprovinciali” (le prime saranno a Napoli e a Firenze) per organizzare anche sul territorio l'attività associativa. Uno dei primi atti dell'Anac, fu anche l'incontro con le imprese svizzere e francesi con lo scopo di ripristinare il servizio tra i Paesi, fino allora divisi dalla guerra, richiedendo ai propri Governi le autorizzazioni necessarie. Nel 1951 sarà l' Anac a costituire la sezione autolinee internazionali, aderire all'Iru l'unione internazionale del trasporto su strada - e partecipare alla riunione di Ginevra. Negli anni Duemila sui tavoli internazionali Anav non solo collabora a costruire un sistema-Europa del bus, sia per una normativa senza frontiere più attenta ai problemi delle autolinee e del turismo, sia attraverso campagne internazionali per la buona mobilità, come “Smart move”, ma costruisce anche relazioni sempre più strette con le Associazioni d'Oltralpe - come con le “missioni” a Londra e a Berlino, insieme ai rappresentanti delle aziende. Il futuro -la capacità di guardare oltre, lontano - continua a viaggiare sulle gomme degli autobus: come avevano unito l'Italia, ormai uniscono l'Europa... La crisi degli anni Sessanta Le vicende dell'Anav che riemergono dalle vecchie riviste - all'inizio Autolinee, e poi Anac Informa, Autobus Oggi e infine BusMagazine - come dai documenti d'archivio e dai report delle riunioni, raccontano molto più della storia di un settore industriale: è la storia del Paese quella che scorre. Così la grande crisi dei bus degli anni Sessanta, che mise in ginocchio più di un'azienda, è insieme - rovesciato come allo specchio - il boom dell'utilitaria, la macchina per tutti, le code per il mare immortalate in tanti film, primo tra tutti “Il sorpasso” con Vittorio Gassman. E oggi, cinquant'anni dopo, è la crisi globale, che colpisce così duramente l'Italia, a far tornare l'autobus centrale nella mobilità della gente, mentre la macchina se ne sta nel box, col serbatoio vuoto. C'è però sempre un filo rosso, dai tempi lontani dell'Acast ad oggi, nell'iniziativa politica, istituzionale e di ricerca dell'Associazione, per leggere i pro- Anav7O 5 ® Qui a fianco la tribuna del congresso delle Autolinee del 1948. blemi delle aziende - il costo del carburante, l'attribuzione delle linee, la misura dei contributi pubblici, e via via elencando -non solo come questioni settoriali ma come problemi strutturali del Paese (il diritto alla buona mobilità dei cittadini, il rispetto ambientale, lo sviluppo turistico), che come tali vanno affrontati. L'Associazione replicherà l'iniziativa del Centro Studi anche nel 1985, con uomini politici e della cultura, per favorire il confronto tra le posizioni politiche e le impostazioni scientifiche ed operative. E, ancora, nuovo impulso verrà dato all'organismo nel 1992, con un nuovo comitato di politici, esperti e tecnici. La ricerca motore di sviluppo La scelta dell'Associazione - condivisa con Confindustria - di affidare per quasi mezzo secolo i rapporti politici e istituzionali al prestigio di personalità riconosciute nel Paese (per lungo tempo infatti -fino all'inizio degli anni Novanta - i Presidenti sono stati chiamati dalle Università, o hanno ricoperto ruoli parlamentari, due tra loro sono stati persino Sottosegretari governativi), si è sempre accompagnata anche alla volontà di confrontarsi con il futuro attraverso studi e ricerche, quasi un Dna delle imprese associate che hanno fatto dell'innovazione la carta vincente. Nell'autunno del 1991, di fronte a uno scenario in continua evoluzione, Anav chiama politici, studiosi e soprattutto associati a ragionare per la prima volta su un profondo cambio di strategie nelle politiche aziendali: il consorzio tra imprese. Il convegno "Per una nuova cultura di impresa: il consorziamento", organizzato nell'auletta dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, segna un vero punto di svolta. Oltre ad una politica più attenta al settore, infatti, l'Associazione fin dagli inizi punta a costruire una nuova “cultura della mobilità”: così già nel 1953 dà vita a un Centro Studi, luogo di eccellenze - tra rettori e docenti universitari, giuristi e economisti di grande fama, accetta di aderire anche un presidente della Corte di Cassazione - per studiare un nuovo quadro giuridico per il traffico e le autolinee. Iniziativa seguita con grande attenzione anche dal Governo (tanto che all'insediamento parteciperà anche l'allora ministro dei Trasporti, Bernardo Mattarella). 6 Anav7O Negli anni Duemila, Anav cambia strategia e decide di chiamare direttamente gli Atenei italiani a dare il loro contributo - in modo più organico - per disegnare il futuro della mobilità con ricerche mirate sui diversi settori di intervento: la collaborazione tra Anav e il Politecnico di Milano, l'Università la Sapienza di Roma, l'Università degli Studi di Trento, l'Università del Piemonte Orientale, l'Isfort, e altri istituti di eccellenza nella ricerca, diventa la chiave per approfondire gli scenari per lo sviluppo del trasporto pubblico locale, delle autolinee e del noleggio. Ma nella storia dell'Associazione tornano, corsi e ricorsi, anche temi e dualismi che sembrano non perdere d'attualità nei decenni: dalle vicende contrattuali alla “concorrenza” ferro-gomma. Le relazioni sindacali È il 20 giugno del 1946. La Confederazione generale del lavoro presenta all'Ancast la prima piattaforma per il contratto collettivo di lavoro: iniziano le moderne relazioni sindacali (anche se, a rileggere le vecchie piattaforme, ci si sorprende quasi a scoprire l'ingenuità di alcune voci, come la richiesta di “una vestaglia per gli impiegati”: ma erano anche i tempi delle mezze-maniche, degli “sparati bianchi” sotto la giacca, quando l'abito buono doveva durare tutta una vita). È però già al rinnovo del 1948 che l'Anac fa saltare il tavolo: stavolta la richiesta da parte dei rappresentanti dei lavoratori è di equiparare il trattamento degli addetti delle imprese di autobus a quello dei ferrotranvieri. Un braccio di ferro che dura alcuni mesi, fino a che nel giugno di quell'anno il sindacato arriva alla determinazione di non avanzare pregiudiziali “intendendosi abbandonata e pertanto inopportuno ogni riferimento alla categoria dei ferrotranvieri”. Non è forse sempre lo stesso scoglio su cui si è poi a lungo arenata la trattativa tanti decenni dopo? All'inizio degli anni '70, nel pieno della crisi del settore, lo scontro è più aspro: si discute il contratto delle autolinee e le agitazioni sindacali sono tali da contribuire a scardinare il sistema, mentre l'ondata della pubblicizzazione dei servizi porta alla sparizione di una miriade di piccole e medie imprese private di trasporto. Anni difficilissimi, che vedranno alla fine l'intervento diretto delle Regioni, con una anticipazione a copertura per i mancati aumenti che le aziende non sono in grado di dare. Anac è però fuori dalla trattativa, bypassata, e lo sarà anche quando nel '75 con un nuovo “protocollo” Governo-sindacati gli imprenditori dovranno perequare il contratto autolinee con quello autoferrotranvieri. Solo l'anno dopo l'Associazione rientra finalmente in gioco a pieno titolo nelle relazioni sindacali, mentre si completa il trasferimento amministrativo alle Regioni. Da allora la delegazione Anac - e poi Anav - è sempre stata elemento essenziale in ogni confronto sindacale, governativo e comunque istituzionale. Oggi, nel pieno dei rinnovi contrattuali - nel tpl come nel noleggio - la presenza dell'Associazione ai tavoli è perno anche per una più equa distribuzione delle risorse pubbliche a favore del trasporto, in un sistema che può ritrovare stabilità soltanto in una responsabilità condivisa tra aziende, sindacati, enti locali e di governo. La concorrenza con il treno Il nostro Paese soffre un male originario: la mancata programmazione politica per una integrazione tra il treno e l'autobus - e più in generale una carente visione d'insieme della mobilità - che ha procurato, negli anni, anche contenziosi tra aziende pubbliche e private. L'Associazione è stata fin dagli inizi costretta in questa morsa. Già nel '46 la troviamo impegnata in una aspra battaglia “a difesa dei legittimi diritti delle imprese mi- Anav7O 7 nacciati da una concorrenza impari e ingiusta”: si trattava, allora, delle facilitazioni concesse alle Ferrovie per il trasporto sussidiario con mezzi automobilistici, che creava forti distorsioni nella concorrenza. Finalmente, nel settembre del '53, la svolta: un accordo tra Anac e le Ferrovie, con l'assenso del ministro dei Trasporti Mattarella: dovevano essere individuati criteri per evitare sovrapposizioni di servizio con, da una parte, la rinuncia di Ferrovie alla revisione delle sue autolinee e, dall'altra, con maggiore elasticità rispetto alle linee turistiche. Un accordo - raccontano i documenti - puntualmente disatteso dalle F.S., che tre anni dopo lo disdettano, nonostante il Ministro dei Trasporti avesse riconosciuto i positivi effetti dell'intesa e avesse affermato che si trattava di “una tappa importante sulla via del coordinamento”. Bisogna arrivare al 1992 per un nuovo accordo con le Ferrovie. L'Associazione, infatti, arriva alla determinazione che solo l'integrazione ferro-gomma, in un'ottica di complementarietà e non di sopraffazione, può portare al risanamento e alla riforma del trasporto pubblico di persone. Anche questa volta, però, le Ferrovie dello Stato - trasformate nel frattempo in società per azioni - disattendo completamente gli accordi, immettendosi prepotentemente anche sul mercato della gomma, con una politica espansionistica che rischia di soffocare ogni concorrenza. Dal 2003 con la nuova legislazione sulla liberalizzazione del servizio ferroviario, e soprattutto dal- 8 Anav7O l'aprile del 2012, con le prime corse di Italo di NTV (Nuovo trasporto viaggiatori) sulla linea ferroviaria italiana, è iniziato un processo di trasformazione del quadro generale. Questo anche per la politica di Trenitalia, che ha puntato a privilegiare le linee ad alta velocità rispetto ai collegamenti regionali. Resta, invece, ancora aperto il problema di una politica nazionale che non ha un disegno complessivo per assicurare il servizio universale ai cittadini: tanto che ancora una volta è Anav a “mappare” l'Italia nelle sue linee di collegamento - come ha recentemente fatto con uno studio del Politecnico di Milano - per individuare le nuove rotte. Obiettivo turismo: da Enat a Caipet In parallelo con la storia dell'Anac, nella stessa sede (che allora era a Roma in via Torino 135), alla metà degli anni Settanta parte una nuova avventura associativa: nel settembre del 1975, infatti, un gruppo di imprenditori le cui aziende avevano sviluppato una particolare vocazione al noleggio e al turismo, decidono la costituzione dell'Enat (associazione nazionale esercenti noleggio autobus e trasporti turistici), per dare nuovo vigore a un settore in grande crescita ed espansione che ha non solo necessità di nuove norme e rappresentanza istituzionale, ma anche del riconoscimento a pieno titolo come “impresa turistica”. Anche Enat - come Anac - ha aderito al sistema confederale di Confindustria (oltre che, dal '93, a Federturismo) e insieme ad Anac ha costituito la società Promobus, per l'attività di promozione del- l'autobus e dei servizi offerti dalle imprese. Quella di Enat è una storia che abbraccia un quarto di secolo, fino alla fusione con Anac in Anav. Il 2006 è un'altra data importante: Anav firma un protocollo d'intesa con Confartigianato, Federlavoro e servizi-Confcooperative, Fita-Cna e AncstLegacoop, per dare vita a Caipet, “Comitato delle associazioni di imprese private esercenti il trasporto di persone su strada”. Il sodalizio, il cui coordinamento è affidato a Nicola Biscotti, consente di affrontare con maggior vigore e con una più vasta rappresentatività alcuni dei nodi del settore, come il contrasto a normative penalizzanti - anche sul piano della concorrenza modale come i ticket-bus alle città d'arte. Caipet, per altro, è anche protagonista di iniziative sociali, come la recente campagna “Io viaggio sicuro”, dedicata in particolare alla sicurezza nelle gite scolastiche, per l'informazione e la sensibilizzazione nella scelta di vettori, mezzi e personale affidabili ed efficienti. Gli anni Duemila Trasporto pubblico locale, autolinee nazionali e internazionali, turismo: l'orizzonte dell'Associazione nel nuovo millennio si allarga a tutti i settori del trasporto persone su autobus in modo sempre più specializzato, con nuove alleanze e nuove strategie. È il 1 maggio del 2000 quando, dopo lunga gestazione, Anac e Enat giungono alla fusione per dare maggiore impulso e rendere più incisivo il compito della rappresentanza di fronte alla progressiva liberalizzazione dei mercati. Anche il quadro generale dell'associazionismo di settore sta mutando: solo un anno dopo, nel 2001, nasce anche Asstra (dalla fusione di Federtrasporti e Fenit), in rappresentanza delle aziende municipalizzate e pubbliche. Pur nelle differenze, l'azione solidale di Anav e Asstra consentirà negli anni una maggiore rappresentanza nell'ambito del trasporto pubblico locale, soprattutto sul piano contrattuale. Per quel che riguarda le autolinee internazionali è prezioso il lavoro all'interno dell'Iru, e la presenza dei rappresentanti europei alle iniziative Anav è conferma del ruolo giocato dall'Associazione. Ma anche i rapporti con il Mit, il Ministero dei Trasporti, si consolidano e i dirigenti del Ministero in questi anni hanno più volte collaborato con l'Associazione in occasione di seminari e focus per le imprese, fino all'iniziativa - la prima - organizzata insieme da Mit Anav e Asstra, il “I° Convegno Sistema Gomma nel Trasporto Passeggeri” del gennaio 2014. Per quanto riguarda poi il settore turistico Anav, come abbiamo visto, opera in stretta collaborazione con il Caipet, di cui è stata tra i promotori. Ma nelle ultime stagioni un ulteriore slancio arriva da nuovi accordi legati al settore, come quello tra Anav e Ttg Italia, società del Gruppo Rimini Fiera: nel dicembre 2013 si è infatti svolta a Roma la “I IBE conference” che, secondo le intese, si svolgerà ogni due anni, in alternanza con “IBE Expo” di Rimini. Un ponte tra produttori e aziende di trasporto viaggiatori. Anav7O 9 Le grandi iniziative L'azione di Anav, ben oltre i binari statutari di rappresentanza degli associati, nell'ultimo decennio si è sempre più indirizzata a fornire anche una vera “formazione continua” ai manager delle imprese, con una serie ininterrotta di seminari, condotti da esperti e specialisti, per consentire alle aziende di stare al passo coi tempi. Il contratto, le nuove normative, i regolamenti, le possibilità di finanziamenti, le responsabilità amministrative e penali: gli approfondimenti curati da Anav, che spaziano sull'intero perimetro professionale, anche come vero ausilio tecnico, hanno incontrato il pieno favore delle aziende che partecipano sempre molto numerose a questi workshop. Una informazione continua sulle novità del settore che passa anche attraverso i media dedicati: l'aggiornamento quotidiano del sito anav.it, la newsletter settimanale, l'approfondimento del periodico BusMagazine. La scommessa di questi anni è stata però più ambiziosa: delineare il futuro del settore, attraverso le ricerche commissionate ai centri universitari, in un confronto costante con le realtà degli altri Paesi, per consentire alle aziende di predisporre politiche di efficienza e sviluppo. Per il trasporto pubblico locale ecco dunque il corposo studio su “La determinazione dei costi standard nei servizi di tpl”, curato dal dipartimento di ingegneria gestionale dell'ing. Giuseppe Catalano, della Sapienza di Roma, presentato la prima volta all'assemblea dei soci nel giugno del 2013, e subito 10 Anav7O diventato un testo importante nel confronto istituzionale, nelle audizioni parlamentari, negli incontri tecnici con il Governo, e al quale sono stati dedicati nello stesso anno anche master universitari, e che soprattutto - è stato decisivo per ottenere una nuova normativa già nella Legge di Stabilità approvata alla fine del 2013. Una svolta storica. Sempre per il tpl, poi, l'avvio della collaborazione dal 2013 - con Isfort, Hermes e Asstra per il “Rapporto sulla mobilità in Italia”. Per le autolinee il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del prof. Paolo Beria, del Politecnico di Milano, ha realizzato un primo studio nel 2011 su “Il trasporto passeggeri su autobus per le lunghe distanze - Confronto modale, benefici e prospettive future”, aggiornato con un nuova ricerca nel 2013, in cui viene “fotografata” la mobilità in Italia e vengono delineate le possibili linee di sviluppo. Per il settore del turismo l'approfondimento curato da Isfort - ancora nel 2013, nell'ambito di “IBE conference” - ha riguardato in particolare una ricognizione su “La gestione dell’accessibilità e della sosta nelle città d’arte”. Discorso a parte merita la campagna “Smart move”, istituita a livello internazionale dall'Iru per una buona mobilità - parole d'ordine: efficienza, qualità, economicità, affidabilità, accessibilità e sicurezza del trasporto con autobus. Anav si è impegnata in questa campagna fin dalla presentazione pubblica al Campidoglio, a giugno 2011, e ha istituito un premio tra i suoi associati, giunto que- st'anno alla seconda edizione. Nella prima edizione, nel giugno 2012, per le tre categorie di Trasporto turistico, Autolinee e Tpl, sono stati rispettivamente premiati Turismo Mazzone sas (classificati F.lli Scionti snc e La Valle Trasporti), Romano Autolinee spa (classificati Baltour srl e Baschetti Autoservizi srl), Sav spa Fvg (classificati Bucci F.lli Urbino Pesaro e Di Fonzo Donato & F.lli spa), oltre al premio speciale della giuria a Sab srl. La fotografia di Anav Oggi Anav, con quasi 700 associati, è l'associazione di categoria con la più ampia rappresentanza di imprese di trasporto viaggiatori su strada che si riconoscono in Confindustria. Un sistema - tra trasporto pubblico locale, autolinee e turismo - che ha dimensioni di grande rilievo, anche per l'impatto sul Pil e sull'occupazione nel nostro Paese. In numeri: il trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano (escluso il ferroviario), coinvolge circa 1.000 aziende per un fatturato totale di circa 8 miliardi di euro, con 100mila addetti e 47mila autobus utilizzati; nelle autolinee interregionali e internazionali di competenza dello Stato ci sono circa 200 aziende con un fatturato di circa 350 milioni di euro, 2.700 addetti, 1.200 autobus; nel turismo e nel noleggio di autobus e di autovetture con conducente, ci sono circa 3.700 aziende con un fatturato di 2 miliardi di euro, 24mila addetti, 27mila autobus. Anav rappresenta il 30% di questa Italia in movimento. E della “famiglia Anav”, negli ultimi tempi, sono entrate a far parte anche autostazioni: un nuovo capitolo importante, perché rappresentano lo snodo per una efficiente mobilità nel Paese. Struttura e rappresentanza L’Anav detiene partecipazioni di controllo nelle società Sia srl (67,50%) e Promobus srl (96,67%). La Sia srl - costituita nel 1981- ha come oggetto sociale l’espletamento di attività immobiliari ed è proprietaria del prestigioso immobile di oltre 600 mq sito a Roma in Piazza dell’Esquilino, ove hanno sede gli uffici dell’Associazione. Il palazzo ove ha sede l’immobile, risalente alla seconda metà del 1800, è oggetto dal 2013 di un’importante opera di restauro e ristrutturazione architettonica che sta restituendo all’edificio l’antico splendore. Dal 2013 Amministratore Unico della società è il Presidente Anav, Nicola Biscotti. La Promobus srl - costituita nel 1986 - è la società di servizi che ha come scopo la promozione, in tutte le sue forme, dell'uso dell'autobus nel trasporto collettivo di persone su strada. Attiva nel campo della convegnistica, dell’organizzazione di eventi e di attività formative e seminariali, Promobus provvede anche alla stampa di riviste, opuscoli e volumi di carattere tecnico, professionale e scientifico utili agli imprenditori del settore. Dal 2010 Amministratore Unico della società è il Direttore Generale di Anav, Tullio Tulli. L’Anav detiene altresì una quota di partecipazione (1,4%) al capitale sociale di Tibus srl società che gestisce l’autostazione Tiburtina a Roma ove annualmente transitano circa 5 milioni di pas- Anav7O 11 seggeri, serviti da 400 servizi di linea a lunga percorrenza internazionali, nazionali e interregionali. Sul fronte del rapporto sindacale, in virtù dell’accordo nazionale del 23 aprile del 1998, sottoscritto da Anac, Federtrasporti e Fenit (ora Anav ed Asstra) e Filt- Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, è stato istituito il Fondo pensione negoziale Priamo (diventato operativo il 17 gennaio 2003 con l’autorizzazione Covip), riservato ai lavoratori dipendenti addetti ai servizi di trasporto pubblico ed ai lavoratori dei settori affini, il cui obiettivo è quello di permettere agli aderenti di garantirsi una pensione complementare per compensare la riduzione della copertura previden- 12 Anav7O ziale pubblica. Il Fondo vanta circa 62.000 iscritti e gestisce un patrimonio di oltre 500 milioni di euro. Con l’accordo nazionale dell'8 luglio 2013 siglato tra Anav, Asstra, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Faisa Cisal, è stato inoltre costituito il Fondo bilaterale di solidarietà per il settore degli autoferrotranvieri. Il Fondo nasce con la finalità di assicurare una tutela ai lavoratori sia in caso di riduzione o sospensione temporanea dell’attività lavorativa che in caso di cessazione del rapporto di lavoro. ® L’Atto costitutivo dell’Acast del 5 agosto 1944. A fianco una pagina di uno dei primi verbali associativi. √ A sinistra i loghi storici dell’associazione. √ La sede Anav a Piazza dell’Esquilino 29 a Roma. † Una immagine della presentazione della campagna Smart Move a Piazza Madonna di Loreto (Colonna Traiana) a Roma nel giugno 2011. Anav futura La forza delle imprese deriva anche dalla capacità di “fare associazione”: è la stessa storia di Anav ad insegnarlo. E il capitale maggiore che hanno le aziende, anche le più piccole, sta nella capacità di innovazione e di puntare sulle idee dei giovani, cresciuti in un mondo che viaggia 2.0 anche quando va in autobus. Ed è sui giovani - e spesso giovanissimi - imprenditori che Anav ha deciso di puntare: e al primo seminario di formazione immaginato per loro, nella primavera del 2013, hanno risposto in tanti. Da qui è nata quindi non solo la convinzione di continuare per la strada iniziata, favorendo appuntamenti annuali di incontro con i maggiori esperti nelle discipline del trasporto, ma anche di costruire una rete, dove Anav diventa punto di incontro. È questo Anav Futura: il futuro che è già cominciato. Anav7O 13