La Finanza Islamica Demistificata
Correggere gli equivoci e avanzare proposte valoriali
AUSTRALIA
|
DUBAI
|
INDONESIA
|
MALESIA
|
SINGAPORE
|
TA I L A N D I A
Riguardo a questa pubblicazione
Scopo di questa pubblicazione è
sensibilizzare l’opinione pubblica sulla
finanza islamica e promuovere opportunità
per la finanza islamica in generale. Essa
non costituisce un parere legale e non
cerca di esaminare in dettaglio potenziali
questioni legali, fiscali o shariatiche
relative a prodotti finanziari islamici o a
pratiche del settore della finanza islamica.
I lettori sono invitati a cercare consulenza
professionale prima di sottoscrivere
qualsiasi contratto finanziario.
Ringraziamenti
Zaid Ibrahim & Co desidera ringraziare il
Malaysia International Islamic Financial
Centre (MIFC) per il contributo a questa
pubblicazione.
Copyright
Questa pubblicazione è sotto copyright
della Zaid Ibrahim &Co e non può essere
fotocopiata o riprodotta in qualsiasi forma,
per intero o in parte, senza il permesso
scritto della Zaid Ibrahim & Co.
Traduzione
La traduzione in italiano è stata effettuata
dalla Baraka Services Italia.
sommario
PREFAZIONE
PREMESSA
INTRODUZIONE
I 15 EQUIVOCI PIU FREQUENTI SULLA
FINANZA ISLAMICA
1.
Finanza
2.
terroristica
Soltanto
per
i
musulmani 3. Replica della finanza convenzionale
4. Metodo primitivo di fare finanza 5. Mancanza
di standardizzazione delle buone prassi
meno
7.
rischiosa
Costo
dei
della
finanza
fondi
più
8. Finanza ‘per il sociale’
10.
Spinta
11.
Immune
unicamente
da
6. Più/
convenzionale
alto/più
basso
9. Nessuna garanzia
dal
qualsiasi
boom
pratica
petrolifero
poco
etica
12. Immune dalla crisi finanziaria globale 13. Regolamentata unicamente dalla Shariah
14. Richiede modifiche minime al quadro legale e normativo
15. Vuole sostituire il
sistema convenzionale per permettere all’Islam la dominazione del mondo
Le 10 PRINCIPALI PROPOSTE VALORIALI DELLA FINANZA ISLAMICA
1. Adesione alla Shariah condividendo ideali etici elevati
transfrontaliero e al flusso dei capitali
della società
2. Sostegno al commercio
3. Inclusione finanziaria dei segmenti marginali
4. Espansione di una nuova classe di asset
5. Maggiore diversificazione
dei rischi 6. Valorizzazione di asset dormienti 7. Creazione di posti di lavoro 8. Solida
gestione dei rischi 9. Sostegno maggiore all’economia reale 10. Stabilità sistemica
I VOSTRi CONTATTi nelLA FINANZA ISLAMICA
1. Zaid Ibrahim & Co Islamic Finance Practice Group
2. ZI Shariah Advisory Services
3. L’iniziativa del Malaysia International Islamic Financial Centre (MIFC) 4. L’Associazione
per lo Sviluppo di Strumenti Alternativi e di Innovazione Finanziaria (ASSAIF)
Glossario di finanza islamica
1
prefazione
La recente crisi finanziaria globale sembra essere stata
Per dare un piccolo contributo alla nascente industria, siamo
una benedizione sotto mentite spoglie per la finanza
orgogliosi di presentare questa pubblicazione che affronta
islamica. Uno dei suoi impatti più evidenti è stata la crescita
alcune delle problematiche fondamentali (ma raramente
d’interesse in tutto il mondo per la solidità e la flessibilità
discusse) relative alla finanza islamica.
del modello finanziario islamico. Questo è evidenziato, tra
l’altro, dalle iniziative promosse da economie avanzate come
Madzlan Hussain, nostro partner e figura chiave di questa
la Francia e la Repubblica di Corea per introdurre nuove
iniziativa, espone in questa pubblicazione molte delle sue
leggi che consentano l’emissione di Sukuk (certificati di
meticolose osservazioni sul settore. Quale consumato
debito islamici). Si è visto anche come, nonostante la crisi
professionista della finanza islamica, che ha lavorato nel
di liquidità, l’Indonesia abbia raccolto con successo fondi
settore durante la sua decennale carriera professionale,
attraverso il suo primo Sukuk sovrano. Non possiamo fare
compreso diversi anni presso l’Islamic Financial Services
a meno di notare che mentre dal 2008 fino a marzo 2010
Board (l’istituto internazionale che definisce gli standard
216 banche convenzionali sono fallite solo negli Stati Uniti
prudenziali per la finanza islamica), Madzlan è un veterano
(Fonte: Federal Deposit Insurance Corporation, USA), nuove
e ha un’esperienza di prima mano in molti lavori pionieristici
banche islamiche sembrano spuntare ovunque come funghi,
del settore, anche a livello internazionale. Per questo
compresa la Cina, la Germania e il Kazakistan.
motivo siamo certi che i lettori troveranno particolarmente
innovativi e penetranti i ‘15 equivoci più frequenti sulla
In quanto studio legale leader nel settore della finanza
finanza islamica’ e le ‘10 principali proposte valoriali della
islamica, forte di una vasta esperienza in uno dei centri
finanza islamica’ così come evidenziate da Madzlan in
di finanza islamica più conosciuti a livello internazionale,
questa pubblicazione.
Zaid Ibrahim & Co è pronto a offrire la sua competenza e
a condividere la sua esperienza con tutti coloro che sono
Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro
interessati alla finanza islamica. In linea con la nostra recente
che alla Zaid Ibrahim & Co hanno contribuito a questa
espansione regionale, intendiamo estendere i nostri servizi
pubblicazione. A nome dello studio, vorrei anche esprimere
a governi, partecipanti al mercato e altri attori interessati
il mio vivo ringraziamento al MIFC che è stato di grande
lungo la nuova “Via della Seta” che si estende da Dubai,
supporto in tutte le nostre iniziative di finanza islamica.
in Medio Oriente, fino a Sydney e Melbourne, in Australia.
Oltre ai nostri avvocati specializzati che vantano un’ottima
reputazione nel mondo della finanza islamica, abbiamo
anche un servizio associato di consulenza shariatica,
ZI Servizi di Consulenza Shariatica, con credenziali
impeccabili nell’offrire consulenza e soluzioni shariatiche.
2
YBhg Dato’ Dr Nik Norzrul Thani
Presidente
Zaid Ibrahim & Co
premessa
Quando recentemente sono tornato alla Zaid Ibrahim & Co
loro fede e in conformità alle norme e principi enunciati
per unirmi al suo Islamic Finance Practice Group, mi è stato
nella loro legge, la Shariah, tutti dovrebbero apprezzare che,
indicato dalla direzione della società che il mio ruolo sarebbe
elementi spirituali a parte, la finanza islamica offre realmente
stato, tra l’altro, quello di aggiungere prestigio all’illustre
dei benefici tangibili per tutti in termini economici e di valori
team già esistente composto di due partner di prima
sociali. Se posso suggerire una semplice analogia, la finanza
grandezza, entrambi formatisi a Harvard - Megat Hizaini
islamica può essere vista semplicemente come il digiuno,
Hassan e la dr. Aida Othman. Innanzitutto, porto con me
o lo yoga, o anche il muay-thai [arte marziale tailandese
l’esperienza internazionale, acquisita durante il mio lavoro
- NdT], che ha alcune forme rituali ed elementi religiosi
di sei anni presso l’Islamic Financial Services Board (IFSB) per
che lo inquadrano, ma che nonostante questi elementi, e
sostenere le ambizioni dello studio a diventare leader dei
guardando oltre, chiunque, indipendentemente da razza,
servizi legali nel campo della finanza islamica in tutte quelle
fede o appartenenza culturale, può veramente imparare
giurisdizioni nelle quali mantiene una presenza. Queste
e praticare e dal quale trarre beneficio. Infatti, è solo
includono Indonesia, Malesia, Singapore, Tailandia, Vietnam,
abbattendo questa barriera di incomprensione che saremo in
Emirati Arabi Uniti e più recentemente l’Australia.
grado di rimuovere timori e dubbi nei riguardi della finanza
islamica.
Sono profondamente onorato di avere ricevuto il mandato
di comporre una pubblicazione che può essere utilizzata
Questa pubblicazione è il mio umile tentativo di condividere
per mettere in evidenza le competenze e le credenziali
con i lettori alcuni spunti sulla finanza islamica, in particolare
dello studio nella pratica della finanza islamica e, allo
sulle questioni e gli aspetti che più spesso sono fonte di
stesso tempo, per fornire una guida e una panoramica utile
dubbio per coloro che la scoprono adesso. Essa fa a meno
specialmente in quei nuovi mercati che sono interessati a
di riferimenti a libri di testo e al dibattito accademico, riduce
conoscere questo settore giovane ma in rapida espansione.
al minimo l’uso dei termini tecnici, e utilizza uno stile che
dovrebbe coinvolgere la maggior parte delle persone che
Dopo aver fatto qualche ricerca su ciò che poteva
non hanno conoscenze tecniche sulla finanza islamica.
potenzialmente essere un contenuto adatto a tale
pubblicazione, mi sono reso conto che esistono ancora
Tuttavia, si potrà notare che una leggera enfasi viene data
molte idee sbagliate sulla finanza islamica, specialmente
agli aspetti giuridici e normativi nello spiegare come la
a causa di polemiche divulgate da siti web, blog e
finanza islamica funzioni, e questo semplicemente perché è
pubblicazioni finanziarie. Purtroppo, è difficile trovare una
l’area che noi di ZICo conosciamo meglio.
sintesi semplice e chiara, e che risponda direttamente alla
maggior parte delle domande più frequenti sulla finanza
Spero ardentemente che questa pubblicazione contribuisca
islamica.
a ridurre l’incomprensione generale e a correggere la
percezione che il pubblico ha di questo giovane ma
Secondo la mia esperienza, alcune delle questioni più
comuni sono state sollevate non solo dalle parti interessate
del settore finanziario, come le autorità di regolamentazione
e vigilanza, gli operatori del mercato, gli analisti finanziari
e i giornalisti ma anche dalla pubblica opinione, dai
affascinante settore.
Madzlan Mohamad Hussain
Partner
Zaid Ibrahim & Co
consumatori e dal pubblico in generale. Io credo che sia
importante affrontare i dubbi e demistificare qualsiasi
equivoco sulla finanza islamica, perché la viabilità a lungo
Madzlan dà con questo opuscolo una risposta diretta e
termine e la sostenibilità del settore della finanza islamica
scritta in modo semplice ed equilibrato alle domande più
dipenderanno molto da quanto il pubblico (musulmano e
frequenti sulla finanza islamica. Con la traduzione in italiano
non) si persuaderà che la finanza islamica è un vero business
speriamo di fornire un contributo positivo all’opinione
etico e un’autentica proposta valoriale, semplicemente volta
pubblica e ai media del nostro paese.
a soddisfare le esigenze e le richieste dei mercati.
Alberto Brugnoni
Anche se certamente i musulmani si appoggiano e
aderiscono alla finanza islamica, così come ordinato dalla
Presidente
ASSAIF
3
4
introduzione
La finanza islamica ha goduto di una rapida crescita
negli ultimi decenni e sta entrando adesso in una nuova
fase del suo sviluppo nella quale le sue attività si stanno
internazionalizzando. Il settore è cresciuto in maniera
esponenziale fino a raggiungere la soglia dei mille miliardi di
dollari e ha mostrato notevole capacità di recupero durante
“
Molto spesso, le pubblicazioni
sulla finanza islamica tendono a
essere parziali o di parte perché
l’autore cerca di magnificare o
ridicolizzare l’idea, oppure sono
così accademiche e dense da
la devastante crisi finanziaria mondiale.
essere incomprensibili al vasto
Nonostante l’aumento in tutto il mondo di interesse,
deve essere ancora fatto per garantire che tale interesse,
consapevolezza e comprensione si basino su informazioni
”
pubblico. Ci auguriamo che questa
consapevolezza e comprensione sulla finanza islamica, molto
pubblicazione non rientri in
nessuna delle due categorie.
valide e precise. Molto spesso, le pubblicazioni sulla finanza
islamica tendono a essere parziali o di parte perché l’autore
cerca di magnificare o ridicolizzare l’idea, oppure sono così
accademiche e dense da essere incomprensibili al vasto
esterne efficaci e controlli per salvaguardarne l‘integrità,
pubblico. Ci auguriamo che questa pubblicazione non rientri
poiché può essere esposta a rischi eccessivi, frodi o ad altre
in nessuna delle due categorie.
pratiche illecite se un controllo dei rischi e una governance
adeguata non sono applicati.
Nello spazio limitato di questa pubblicazione, riassumiamo
i dubbi che sappiamo serpeggiare tra le parti interessate
Spieghiamo, anche, che le proposte valoriali della finanza
dell’industria dei servizi finanziari nei riguardi della finanza
islamica possono variare ed essere adattate alle diverse
islamica e condividiamo le nostre opinioni su questi dubbi.
esigenze e obiettivi delle parti interessate - siano esse
autorità normative e di sorveglianza che desiderano ampliare
Attraverso la ricerca e sulla base della nostra esperienza
il sistema finanziario, istituzioni finanziarie che intendono
nel settore della finanza islamica, abbiamo identificato i 15
allargare la base dei clienti e diversificare l‘offerta di prodotti
equivoci più frequenti e le 10 principali proposte valoriali
e di profili di rischio, o potenziali investitori e imprese che
che crediamo tutti dovrebbero conoscere a proposito della
desiderano sfruttare una nuova fonte per gli investimenti
finanza islamica. Le questioni importanti sono affrontate in
e la raccolta di capitali. E’ sbagliato, ad esempio, dare per
modo semplice e schietto e con l’obiettivo fondamentale
scontato che la finanza islamica riguardi solo i Sukuk e che
di fornire una conoscenza di base sulle problematiche e
poiché in Medio Oriente vi è uno shock innescato dallo stato
di rimuovere ogni pregiudizio inesatto o infondato nei
di morosità di alcuni Sukuk, il resto del mondo della finanza
confronti della finanza islamica.
islamica si trovi in un limbo. In realtà, la finanza Islamica
Ad esempio, questa pubblicazione mette in luce come la
offre più di quello che appare a prima vista.
finanza islamica non sia sinonimo di finanza terroristica,
Ci auguriamo che questa pubblicazione porti beneficio ai
non sia una semplice replica della finanza convenzionale e
suoi lettori.
non sia una finanza ‘per il sociale’ come talvolta è fraintesa
da parte di alcuni. Inoltre, controbatte la tesi che la finanza
islamica sia ‘superiore’ e intrinsecamente immune da
pratiche non etiche o dall’impatto della crisi finanziaria
globale. Sottolinea, invece, che anche la finanza islamica
richiede pianificazione strategica, normative interne ed
5
I15
equivoci più frequenti sulla
finanza islamica
E’ un vero peccato che in alcuni paesi la finanza islamica
Prudenza e critica sono garantite e apprezzate, ma devono
sia a volte considerata semplicemente una patata
essere costruttive per contribuire positivamente al benessere
bollente politica. La finanza islamica non merita di essere
del settore, invece che colpire indiscriminatamente. I
sottovalutata e stigmatizzata: essa deve essere uno
dibattiti intellettuali sulla direzione del settore devono essere
strumento della comunità globale per costruire ponti e
effettuati in maniera rispettosa, in linea con l’adabul ikhtilaf
non barriere, e uno strumento di inclusione e non di
(il rispetto della differenza di opinioni). Il fulcro di ogni
discriminazione. Adottarla può contribuire a promuovere
discussione dovrebbe essere il fare emergere soluzioni
buona volontà e compassione, mentre trascurarla sarebbe
fattibili, piuttosto che puntare il dito alla ricerca di
solo un ulteriore stimolo a incomprensioni e pregiudizi.
errori.
Nonostante i suoi quasi quattro decenni di sviluppo il fatto
Mentre tutti coloro che hanno un interesse nel settore
è che rispetto alla sua cugina convenzionale la finanza
della finanza islamica condividono l’obiettivo comune di
islamica è ancora in fasce. Essa deve essere ancora
promuoverla per realizzare il suo pieno potenziale e per
parecchio coltivata e bisogna metterle a disposizione
raggiungere gli ideali più elevati di un sistema finanziario
pazienza e perseveranza.
sano, da parte nostra, noi dobbiamo sforzarci di rimuovere i
malintesi su questo settore.
6
Equivoco n.
1
FINANZA TERRORISTICA
La Shariah considera l’uso illegale della violenza soprattutto contro vittime innocenti - come un crimine
atroce, e di conseguenza condanna categoricamente il
terrorismo.
Purtroppo dall’11 settembre 2001 in poi, la politica
internazionale ha assistito all’aumento notevole di pregiudizi
e animosità contro l’Islam. In Occidente, nel mezzo di questo
clima di paura e sospetto contro tutto ciò che porta il marchio
Islam o Shariah, la finanza islamica è stata ingiustamente
accusata in certi ambienti di essere una facciata per finanziare
il terrorismo. Persino il ricavato dell’obbligo sacro della
zakat (l’elemosina obbligatoria) è stato sospettato di venire
incanalato verso organizzazioni terroristiche.
Mentre la natura complessa e poco trasparente della finanza
internazionale può esporre anche le istituzioni finanziarie
islamiche a diventare inavvertitamente uno strumento
per coloro che hanno intenti criminali, è certo che finora,
nonostante tutte le teorie cospiratorie e gli innumerevoli
tentativi fatti per collegare finanza islamica e terrorismo,
è difficile trovare elementi sufficienti per giustificare tali
asserzioni.
Vari processi sono stati avviati nei confronti di alcuni istituti
finanziari e figure chiave della finanza islamica per presunti
coinvolgimenti con attività terroristiche, ma la maggior parte
di essi sono stati archiviati. Questi includono, tra gli altri
e in maniera particolare, cause intentate negli Stati Uniti
contro lo sheikh Saleh Kamel di Dallah al-Baraka e il principe
Muhammad bin Faisal al-Saud di Dar al-Maal al-Islami,
entrambi considerati pionieri e pensatori di rilievo della finanza
islamica moderna.
La fobia irrazionale contro l’Islam in generale e la finanza
islamica in particolare si è estesa molto oltre l’11 Settembre
2001: il Ministero del Tesoro americano è stato recentemente
coinvolto in un processo quando un veterano della guerra
del Golfo ha messo in dubbio in tribunale la validità della
sua azione di salvataggio della AIG durante la crisi finanziaria
globale, semplicemente perché AIG ha partecipato allo
sviluppo di prodotti assicurativi islamici (takaful).
In realtà le istituzioni finanziarie islamiche, come qualsiasi
altro istituto finanziario in qualunque giurisdizione,
sono soggette e vincolate da leggi e regolamenti
severi, leggi antiterrorismo e antiriciclaggio comprese.
Se dovesse esserci prova del coinvolgimento di un istituto
finanziario islamico in attività di terrorismo o di supporto al
terrorismo, il debito processo di legge deve essere autorizzato
a seguire il proprio corso per assicurare che i colpevoli siano
assicurati alla giustizia.
Il terrorismo e la violenza - di matrice politica, religiosa o
sociale che siano – infliggono in fin dei conti sofferenza a
vittime innocenti, musulmane e non. La finanza islamica non
ha nulla a che fare con il finanziamento del terrorismo. Si
tratta invece di un business legittimo che è regolamentato
e controllato in molte giurisdizioni, semplicemente come
business che offre prodotti finanziari conformi alla Shariah a
complemento dei prodotti finanziari convenzionali.
“
Il terrorismo e la violenza - di matrice
politica, religiosa o sociale che siano –
infliggono in fin dei conti sofferenza a
vittime innocenti, musulmane e non. La
finanza islamica non ha nulla a che fare con
il finanziamento del terrorismo.
”
“
TERRORISM
HAS NO
RELIGION ”
7
Equivoco n.
2
SOLTANTO PER I MUSULMANI
Non vi è alcun divieto per i non-musulmani di utilizzare
prodotti finanziari islamici o di possedere istituti che
offrano servizi di finanza islamica. È facile osservare come
tra i maggiori enti che offrono servizi finanziari islamici ci siano
alcuni tra i gruppi bancari convenzionali più importanti al
mondo, come Citigroup, HSBC, Standard Chartered, Deutsche
Bank, UBS, ecc. Ciò dimostra che i valori abbracciati dalla
finanza islamica non sono solo per i musulmani, ma possono
essere condivisi anche dai non-musulmani.
Inoltre, va osservato che il divieto contro l’usura non è
imposto solo dalla religione islamica, ma anche dalle altre
maggiori religioni del mondo quali il Cristianesimo, l’Ebraismo,
il Buddismo e l’Induismo. I parametri etici degli investimenti
islamici che vietano determinati settori come l’alcol, il gioco
d’azzardo, la pornografia, ecc. sono analogamente sottoscritti
dalla finanza etica e da certi investitori convenzionali nonmusulmani.
La finanza islamica è una proposta valoriale: essa offre un
modo di effettuare transazioni finanziarie sulla base di alcuni
valori etici definiti e parametri diversi da quelli prevalenti
nella finanza convenzionale. Se non fosse per questa
proposta valoriale e se la finanza islamica non facesse senso
commercialmente, sarebbe improbabile che individui o entità
non-musulmane vi partecipassero! A questo proposito, vale la
pena ricordare che la prima società a emettere un certificato
di debito islamico, o Sukuk, è stata nel 1992 la multinazionale
8
Shell MDS.
Da allora, altre multinazionali come AEON, GE, Nestlé,
ecc. hanno seguito la stessa strada. Mentre la Banca di
Sviluppo Islamica (IDB) è naturalmente ben conosciuta per
avere raccolto fondi tramite i Sukuk, altre organizzazioni
multilaterali come la Banca Asiatica di Sviluppo (ADB) e
l’International Finance Corporation, membro del gruppo della
Banca Mondiale, hanno fatto lo stesso. Lo Stato federale della
Sassonia-Anhalt, in Germania, è stato il primo in Europa ad
avere emesso dei Sukuk.
Anche il giornale ufficiale del Vaticano, l’Osservatore
Romano, ha dispensato parole d’incoraggiamento
per la finanza Islamica. “I principi etici sui quali si basa
la finanza islamica avvicinano le banche ai loro clienti e al
vero spirito che dovrebbe caratterizzare qualsiasi servizio
finanziario”, e aggiungevano gli autori dell’articolo che “Le
banche occidentali potrebbero utilizzare strumenti come le
obbligazioni islamiche, note come Sukuk, come collaterale.
I Sukuk potrebbero anche essere utilizzati per finanziare
l’industria automobilistica o i prossimi Giochi Olimpici di
Londra”.
È d’altronde risaputo che il primo cliente della Islamic Bank
of Britain è stato un non-musulmano e che una percentuale
molto forte dei clienti delle banche commerciali islamiche della
Malesia sono non-musulmani.
Equivoco n.
3
REPLICA DELLA FINANZA CONVENZIONALE
La maggior parte dei critici della finanza islamica
moderna sostengono che essa non sia altro che un
riflesso della finanza convenzionale, spesso a causa
delle similitudini tra le due, soprattutto in termini di
obiettivi economici dei loro fruitori. In realtà, stranamente,
le critiche più forti di solito provengono dagli stessi
musulmani.
della sua omologa nel corso della crisi finanziaria mondiale?
Allo stesso modo, anche prima della crisi, gli indici azionari
conformi alla Shariah hanno avuto prestazioni diverse dagli
indici azionari non conformi alla Shariah. Sicuramente tutto
ciò indica che devono esserci differenze tra i due sistemi
finanziari.
D’altra parte, è molto importante rendersi conto che
il senso islamico di “commercio redditizio” o tijaratun
È cosa frequente sostenere che la finanza islamica privilegi,
rabihah è quello di un business che
allo stato attuale, ‘la forma sulla sostanza’.
porta benedizioni a coloro che lo
Anche tra gli studiosi di Shariah sembra
Ovviamente, i profitti
conducono. Ovviamente, i profitti sono
esserci vivo disaccordo su alcuni prodotti,
sono altrettanto
altrettanto importanti che gli scopi, ma
che incontrano l’approvazione di alcuni
importanti che gli scopi,
i mezzi attraverso i quali questi profitti
studiosi ma non quella di altri. Di
ma i mezzi attraverso i
sono ottenuti sono persino più importanti.
conseguenza, dure accuse di praticare
quali questi profitti sono
Che sia per noi più o meno evidente, è
l’arbitraggio shariatico o ‘shopping delle
ottenuti sono persino più
necessario capire che è questo ethos che
fatwe’ per ottenere l’approvazione della
importanti. Che sia per
gli istituti finanziari islamici abbracciano
Shariah sono state avanzate contro alcuni
noi più o meno evidente,
e cercano di tradurre nel loro modello
istituti finanziari islamici, nonostante la
è necessario capire che
di business. Ognuno di noi può avere la
mancanza di evidenza di tali pratiche.
è questo ethos che gli
propria opinione sulla riuscita dei loro
istituti finanziari islamici
Anche se i critici possono avere le loro
tentativi ma in tutta onestà, una causa così
abbracciano e cercano
motivazioni alla base delle loro asserzioni,
nobile merita sostegno e incoraggiamento,
di tradurre nel loro
resta il fatto che la finanza islamica si
piuttosto che disprezzo e scherno.
modello di business.
fonda su alcuni principi di base che sono
in contrasto con quelli della finanza
convenzionale, come il divieto di riba (usura/interesse), maisir
Reddito annuale dell’investimento
(speculazione) e gharar (ambiguità). Pertanto, i prodotti
della finanza islamica sono consapevolmente progettati per
(%)
60
rimuovere questi elementi e, allo stesso tempo, mantenere
alcuni elementi che li rendano facilmente comprensibili
Fondi convenzionali
quando paragonati ai prodotti finanziari convenzionali che
40
sono loro diretti concorrenti.
“
”
Proprio come si può non essere in grado di apprezzare
appieno la differenza tra un hamburger McDonald’s che
viene certificato come halal e uno normale - perché sono
sempre prodotti da McDonald’s e hanno in ogni caso gusti
simili se non addirittura identici - a volte le persone tendono a
sottovalutare la differenza tra un prodotto finanziario islamico
e uno convenzionale perché la distinzione non è così evidente.
Tuttavia, se si dà uno sguardo più in dettaglio alla
progettazione e al comportamento economico di tali prodotti,
alla fine la differenza risulta evidente. Per esempio, se la
finanza islamica fosse stata solo una replica della finanza
convenzionale, come avrebbe potuto essere più resistente
20
0
-20
Fondi islamici
-40
-60
-80
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Fonte: Korea Capital Market Institute
9
Equivoco n.
4
METODO PRIMITIVO DI FARE FINANZA
Anche se i Sukuk sono probabilmente i prodotti
conformi alla Shariah più noti, bisogna sottolineare che
la finanza islamica è ben più che i soli Sukuk.
Anche quando si parla di Sukuk, sembra persistere l’equivoco
che i Sukuk abbiano una sola forma, anche se in realtà ci sono
più di una dozzina di modi attraverso i quali essi si possono
strutturare.
Purtroppo, solamente perché alcune società che hanno
emesso Sukuk in Medio Oriente sono di recente risultate
inadempienti, molti giornali hanno pubblicato titoli catastrofici
come se tutti i Sukuk fossero ormai a rischio. Commenti
superficiali e talvolta irresponsabili sono stati diffusi,
mettendo in discussione l’integrità dei Sukuk come strumento
d’investimento. Il fatto è che anche la finanza convenzionale
non risulta migliore quando si tratta di affrontare
l’inadempienza di questi stessi debitori. E questo perchè
il problema risiede fondamentalmente nella mancanza di
chiarezza del processo giudiziario e delle leggi sull’insolvenza
nelle rispettive giurisdizioni e non nella struttura stessa dei
Sukuk.
Nel frattempo, anche se le regole della Shariah e i principi
che stanno alla base di questi prodotti finanziari sono stati
sviluppati nel corso di 1400 anni, questo non significa che non
siano state effettuate modifiche e adattamenti in conformità
all’avvento della tecnologia, delle conoscenze e delle
necessità degli utenti. La finanza islamica ha sviluppato
e attualmente offre un’intera gamma di prodotti
finanziari per far fronte ai bisogni dei diversi utilizzatori,
siano essi nei settori bancario, assicurativo, del mercato
dei capitali o della gestione di portafoglio.
10
Oggi, gli istituti finanziari islamici sono, proprio come i
loro omologhi convenzionali, in grado di offrire servizi
di e-banking, compreso il mobile banking, utilizzando
piattaforme di negoziazione elettronica, e approfittando
di software sofisticati e soluzioni hi-tech per aumentare
l’efficienza delle loro operazioni.
In effetti, la finanza islamica ha percorso una lunga strada
dalla semplice offerta di alcuni conti di deposito e servizi
finanziari di base per arrivare ai finanziamenti sindacati,
ai titoli negoziabili e persino al mercato monetario e agli
strumenti di hedging. La finanza islamica è oramai utilizzata in
una vasta gamma di settori, dalla microfinanza (per sradicare
la povertà e sostenere gli imprenditori locali) al finanziamento
delle infrastrutture pubbliche (comprese dighe, porti,
aeroporti, ferrovie e autostrade).
In termini di rischio, i prodotti della finanza islamica formano
una nuova classe di asset e, di conseguenza, offrono ai suoi
utilizzatori ulteriori possibilità nella diversificazione del rischio.
Per il semplice fatto che in alcune giurisdizioni il quadro
legale e normativo esistente, così come gli strumenti per la
gestione del rischio, debbano ancora comprendere e adattarsi
alle specificità della finanza islamica, ciò non deve essere
usato come motivo per fare della finanza islamica un capro
espiatorio.
Equivoco n.
5
Mancanza di standardizzazione
delle BUONE prassi
Le preoccupazioni per la mancanza di standardizzazione
sono in un certo senso giustificate dalla giovane età del
settore della finanza islamica ma sono a volte gonfiate
a dismisura ed eccessive. La realtà è che la maggior parte
dei prodotti e dei servizi offerti dalle istituzioni finanziarie
islamiche sono già disponibili in diverse parti del mondo con
un approccio più o meno standard nelle procedure. Volendo
esprimere un giudizio equilibrato sulla finanza islamica,
neanche le pratiche bancarie convenzionali sono interamente
standardizzate in tutto il mondo poiché esistono ancora
variazioni e divergenze da un paese all’altro.
Per esempio, se si va in una banca islamica in Malesia, nei
paesi del Golfo o nel Regno Unito e si vogliono depositare
dei soldi in un conto di risparmio, si noterà che il contratto
utilizzato per i risparmi è universale: si chiama conto wadiah
(di custodia) o Mudarabah (partecipazione ai profitti) – vi
sono quindi dei modelli uniformi di contratto accettati in
tutto il mondo. Se si vuole ottenere un finanziamento lo si
può ottenere sulla base di una Mudarabah (partecipazione ai
profitti), Ijarah (vendita con leasing), o Murabahah (vendita
con riacquisto).
Inoltre, esistono meccanismi internazionali che lavorano per
raggiungere una maggiore coesione e uniformità in varie
aree della finanza islamica. Ad esempio, nelle aree della
standardizzazione del prodotto, del trattamento contabile e
della rendicontazione finanziaria vi è l’Organizzazione per la
Revisione e la Contabilità delle Istituzioni Finanziarie Islamiche
(AAOIFI) con sede a Bahrain che fissa gli standard relativi. Per
quanto riguarda la regolamentazione prudenziale, come i
requisiti di adeguatezza patrimoniale e la gestione del rischio,
alcune iniziative sono già state intraprese dal Board dei Servizi
Finanziarii Islamici (IFSB), con sede a Kuala Lumpur. Più di
recente, il Mercato Internazionale della Finanza Islamica (IIFM)
di Kuala Lumpur e l’Associazione Internazionale degli Swaps
e Derivati (ISDA) hanno collaborato per creare un accordo
standard di riferimento sul Ta’hawwut (hedging), ulteriore
prova del rapido progresso verso la standardizzazione delle
buone prassi nella finanza islamica.
Un’altra area cruciale che è alquanto uniforme è
l’interpretazione della Shariah. Se si considerano le fatwe o i
pronunciamenti che sono stati fatti nell’ultimo decennio nella
finanza Islamica, oltre il 95% di loro sono stati condivisi da
tutte le scuole, e solo il 5% circa ha messo in evidenza una
divergenza di opinioni.
È anche vero che, contratti finanziari a parte, molte pratiche
nelle operazioni di finanza islamica ricalcano o fanno
riferimento alle loro controparti convenzionali. Questo è
messo particolarmente in evidenza dalle norme di contabilità
stabilite dalla AAOIFI, che mirano a integrare i Principi
Internazionali di Comunicazione Contabile, e dalle norme
prudenziali emesse dall’IFSB, che sono state costituite
principalmente sugli standard rilasciati dal Comitato di
Basilea per la Vigilanza Bancaria (BCBS), dall’Organizzazione
Internazionale delle Commissioni sui Valori Mobiliari
(IOSCO) e dall’Associazione Internazionale di Vigilanza delle
Assicurazioni (IAIS).
Pertanto, si può affermare che la supposta mancanza di
standardizzazione o la contraddizione nelle pratiche nella
finanza islamica sia esagerata. Da un lato, dovrebbe essere
considerato normale che qualsiasi settore nascente metta
a punto le sue pratiche più comuni, e lasci spazio alle
innovazioni. D’altro canto, bisogna riconoscere che la finanza
islamica (soprattutto attraverso l’AAOIFI, l’IFSB e l’IIFM ma
anche attraverso norme internazionali esistenti che non
contravvengono la Shariah), sta facendo progressi costanti in
questo ambito. In effetti, sta alle autorità di regolamentazione
e vigilanza competenti in ogni giurisdizione assumere
atteggiamenti propositivi per garantire che la loro finanza
islamica aderisca a un elevato standard delle buone prassi
internazionali.
Accounting and Auditing Organization
for Islamic Financial Institutions
ISLAMIC FINANCIAL
SERVICES BOARD
11
I proverbi al-kharaj bil
dhaman e al-ghunm bil
ghurm, che sostanzialmente
diffondono il concetto
di ‘nessun rischio nessun
guadagno’, riconoscono
chiaramente l’esistenza di
elementi di rischio nella
finanza islamica.
12
Equivoco n.
6
PIU/MENO RISCHIOSA DELLA
FINANZA CONVENZIONALE
La finanza islamica è senza interessi ma non senza
rischi. Anche se i contratti di finanza islamica sono
strutturati per rispondere a diversi livelli di rischio dei loro
utilizzatori in realtà è erroneo, e sarebbe un’eclatante
generalizzazione, dire che la finanza islamica è più o meno
rischiosa di quella convenzionale.
prodotti derivati e attività di short-selling nelle forme usate
dalle sue controparti convenzionali, la finanza islamica sia
rimasta quasi completamente immune dall’esposizione
ad ‘assets tossici’ , come quelli creati dalle obbligazioni di
debito collateralizzato (CDO) e dai credit default swaps
(CDS).
I proverbi al-kharaj bil dhaman e al-ghunm bil ghurm,
che sostanzialmente diffondono il concetto di ‘nessun
rischio nessun guadagno’, riconoscono chiaramente
l’esistenza di elementi di rischio nella finanza islamica.
Molti altri studi dovranno essere fatti per comprendere
pienamente il profilo di rischio dei prodotti e delle
operazioni finanziarie islamiche e per sviluppare i corretti
strumenti per la gestione di questi rischi. Le autorità di
controllo, in modo speciale, dovranno essere attente alle
conseguenze inattese di prodotti finanziari, la qual cosa
potrebbe richiedere un tempo di realizzazione alquanto
lungo. I ‘Principi Guida sulla Gestione del Rischio’ dell’IFSB
che sono stati pubblicati nel 2005 offrono un quadro
utile per l’identificazione e la gestione dei rischi specifici
nella finanza islamica, e dovrebbero essere il riferimento
principale per chiunque si interessi all’argomento.
Per questo motivo, diversi contratti finanziari, strategie
di investimento e strumenti per la gestione del rischio
possono essere utilizzati per rispondere ai diversi livelli
di rischio ricercati dai fruitori della finanza islamica, in
maniera molto simile alle loro controparti convenzionali.
In ogni caso, ogni tipo di speculazione eccessiva basata su
impostazioni delle transazioni finanziarie come ‘zero-sum
games’ e ‘winner takes it all’ è vietata, principalmente a
causa della severa proibizione shariatica contro il maisir
(speculazione). Questo ha come effetto di impedire ai
partecipanti al mercato di correre rischi superiori alle
proprie capacità.
Uno studio effettuato dal Fondo Monetario Internazionale
(Cihak e Hesse, 2008) offre evidenze empiriche che
dimostrano che la finanza islamica non è necessariamente
più o meno rischiosa di quella convenzionale. Lo studio
sottolinea, per esempio, che fornire finanziamenti che
prevedano la condivisione dei guadagni e delle perdite,
sposta il rischio diretto di credito dalle banche ai loro clienti
che hanno depositi di investimento. Tuttavia, esso aumenta
anche il grado generale di rischio dal lato degli asset dei
bilanci delle banche perché rende le banche islamiche
vulnerabili ai rischi che normalmente sono a carico degli
investitori di capitale piuttosto che dei titolari di debito.
E’ stato anche fatto notare che, a causa della loro adesione
alla Shariah, le banche islamiche possono usare, rispetto
alle banche convenzionali, meno tecniche di copertura
dei rischi e strumenti come derivati e swaps. Però è
interessante notare come, grazie al divieto di utilizzo di
13
Equivoco n.
7
COSTI DEI FONDI PIÙ ALTO/PIÙ BASSO
14
La finanza islamica è senza interessi ma non senza
costi. Il fatto che in un contratto di finanza islamica non si
possano imporre interessi non significa che il finanziatore non
abbia il diritto di guadagnare un profitto appropriato sui suoi
fondi. Allo stesso modo, anche se la Shariah generalmente
proibisce l’imposizione di penalità per pagamenti in ritardo,
ciò non significa che la finanza islamica non riconosca il valore
temporale dei soldi.
Come menzionato precedentemente, i prodotti finanziari
islamici possono essere confezionati tenendo conto del profilo
di rischio/rendimento adatto alle necessità dei loro utilizzatori.
In questo modo, dai prodotti nei quali il rischio è maggiore,
il finanziatore si aspetta di ricavare un tasso di rendimento
maggiore, mentre nei prodotti nei quali il rischio a cui egli
è esposto è minore, la prezzatura può essere in favore della
parte finanziata.
Prezzatura, percentuale di finanziamento o percentuale di
reddito dei prodotti di finanza islamica sono, così come per
le loro controparti convenzionali, strettamente connesse
all’esposizione al rischio presa in considerazione. Se con
Basilea II si considera che le banche convenzionali siano
esposte al rischio credito, rischio di mercato e rischio
operativo, gli istituti finanziari islamici devono prendere in
considerazione, a causa del loro modello di business, anche
altri rischi oltre a quelli di credito, di mercato e operativo. Tra
questi, ad esempio, il rischio di conformità shariatica, il rischio
di dislocazione commerciale, e il rischio fiduciario derivante
dai conti di investimento che prevedono la condivisione dei
profitti. Per questo, le istituzioni finanziarie islamiche devono
stanziare del capitale per coprire questi rischi e non trovano
necessariamente più conveniente operare rispetto alle loro
controparti convenzionali.
Non è quindi necessario precisare che, attraverso la
progettazione e la negoziazione, la finanza islamica
può essere una fonte di finanziamento più economica di
altre, ma ciò non avviene in maniera automatica.
Vale, per esempio, la pena notare che in Malesia raccogliere
fondi attraverso i Sukuk può far risparmiare agli emittenti dai
10 ai 20 punti base, grazie tra l’altro agli interessanti incentivi
fiscali dati dal governo per incoraggiare l’emissione di Sukuk,
e la prezzatura competitiva offerta dagli istituti finanziari
locali. L’insieme del quadro legale, normativo e shariatico,
insieme alla liquidità e all’efficienza della sua infrastruttura di
mercato, contribuiscono a rendere la Malesia una giurisdizione
attraente per l’emissione di Sukuk e rende i costi della raccolta
di fondi attraverso i Sukuk relativamente a buon mercato
rispetto ad altri paesi.
Equivoco n.
8
FINANZA ‘PER IL SOCIALE’
Il Corano raccomanda la longanimità nei confronti del
debitore che sta affrontando difficoltà genuine nel
mantenere i propri impegni. Questo non significa però
che la finanza Islamica sia una finanza ‘per il sociale’ o
una finanza di carità.
Esiste anche una affermazione esplicita nella Sunna del Profeta
(pbsl) nella quale si definisce tiranno chi è deliberatamente
inadempiente nel pagamento di un debito senza nessuna
motivazione genuina.
Gli istituti finanziari islamici sono entità orientate al profitto
che sono responsabili nei confronti dei loro azionisti, dei
titolari dei conti di investimento e di coloro che condividono
i loro interessi, di ottenere dei rendimenti ragionevoli, in
accordo con i dettami della Shariah. L’aspetto peculiare
in ciò è che in Islam esistono meccanismi intrinsechi che
incoraggiano le istituzioni finanziarie islamiche, e coloro che
ne condividono gli interessi, a impegnarsi nella responsabilità
sociale di impresa (RSI), quali la zakat (elemosina obbligatoria),
la sadaqah (donazione volontaria) e l’infaq (liberalità), così
come lo hilm (longanimità), e che possono essere usati dagli
istituti finanziari islamici e dai loro azionisti per contribuire al
benessere sociale della comunità.
Ed è anche ingiusto che i clienti approfittino o abusino dei
gesti di buona volontà degli istituti finanziari islamici non
onorando in maniera deliberata gli obblighi finanziari nei loro
confronti. Una istituzione finanziaria che produce un profitto
può contribuire meglio al benessere della comunità! Di
conseguenza, agli istituti finanziari islamici dovrebbero almeno
essere concessi supporto morale e agevolazioni appropriate
per far sì che essi diventino un business profittevole e
socialmente responsabile.
La maggior parte degli istituti finanziari islamici oltre ad
assumere in pieno la responsabilità sociale di impresa,
agevola i clienti che hanno serie difficoltà a ripagare i
propri debiti e tende a limitare l’uso del ricorso legale
per il recupero dei debiti. Essi offrono anche il qard
hasan (prestito benevolo), come parte dei loro servizi
alla società.
Per riassumere, gli istituti finanziari islamici si sforzano di
ottenere un giusto equilibrio tra l’ottenere i profitti e il servire
i più vari bisogni sociali e economici della comunità. Una
tale cultura societaria responsabile ed etica, dovrebbe essere
lodata, apprezzata e condivisa da tutti.
Non ci si deve però aspettare che gli istituti finanziari islamici
sussidino la comunità favorendo l’accesso ai finanziamenti.
15
Equivoco n.
9
NESSUNA GARANZIA
E’ vero che nella Shariah esiste una regola generale che
vieta alla parte finanziata di fornire al finanziatore una
garanzia di capitale o di rendimento. Questo non solo per
assicurarsi che non vi siano elementi di riba (interesse) che
possano risultare oppressivi per la parte finanziata, ma anche,
come ricorda la massima al-kharaj bil dhaman and al-ghunm
bil ghurm che, nel sostenere che i compensi e i guadagni
possono essere giustificati solo dal rischio assunto, enfatizza
ancora una volta la proibizione di cercare qualsiasi tipo di
guadagno attraverso garanzie contrattuali.
La Shariah permette però che una garanzia sia messa
a disposizione da una parte terza, se concessa senza
corrispettivo. Questa regola è in ottemperanza al principio
di kafalah (garanzia o cauzione) ed è anche in linea con il
principio di ta’awun (mutua assistenza o solidarietà tra i
musulmani) che è molto incoraggiato dalla religione.
Persino il concetto di takaful (assicurazione islamica) ha le sue
radici nei principi di kafalah e ta’awun e quindi non è inusuale
che in una qualsivoglia transazione finanziaria i rischi siano
mitigati con lo strumento del takaful.
16
È un fatto assodato nella pratica della finanza islamica che
accordi di condivisione del profitto come la Mudarabah e la
Musharakah richiedano una grande fiducia tra i partners,
trasparenza nella divulgazione della documentazione e
una struttura di governance appropriata per eliminare la
asimmetria di informazione e altri problemi di alea morale.
Il risultato è che la maggioranza delle transazioni finanziarie
islamiche sono effettuate come contratti di vendita o di
leasing, minimizzando quindi l’alea morale e gli alti costi
di monitoraggio. Spesso un ulteriore onere o caveat è
inserito nell’oggetto della vendita o del leasing come
collaterale per salvaguardare i pagamenti. In questo
modo la finanza islamica offre al finanziatore la stessa
protezione offerta dalla finanza convenzionale.
Quindi, semplicemente perché la finanza islamica applica
alcune tecniche diverse da quelle della finanza convenzionale
per preservare i diritti del finanziatore, ciò non significa che
la finanza islamica sia più rischiosa o aperta ad ogni tipo di
abuso.
Equivoco n.
10
SPINTA SOLO DAL BOOM PETROLIFERO
Anche se è vero che i petro-dollari sono stati,
specialmente negli ultimi anni, un catalizzatore per
la crescita della finanza islamica bisogna riconoscere
che essi non sono stati l’unico motore del successo del
settore. Persino prima che il prezzo mondiale del petrolio
salisse alle stelle, il settore dei servizi finanziari islamici ha
registrato una crescita annua sistematica del 15 – 20 %, a
partire dal suo esordio negli anni ‘70.
Vari studi, come quello di Standard & Poors e quelli
commissionati dai governi australiano, francese e inglese tra
gli altri, identificano le seguenti cause nella rapida crescita
della finanza islamica:
• un aumento di consapevolezza tra i musulmani sulla
disponibilità e fattibilità di prodotti finanziari islamici che
aderiscono alla Shariah senza per questo compromettere
una effettiva creazione di ricchezza e la gestione del rischio
• lo sviluppo di strumenti innovativi compatibili con la
Shariah e la concessione di licenze a nuovi intermediari che
aumentano possibilità e scelta per soddisfare le esigenze
dei diversi segmenti del mercato
• tasse e incentivi fiscali del governo che permettono una
prezzatura competitiva per i finanziamenti in accordo con
la Shariah e le strutture di investimento
• ristrutturazioni intensive e diversificazione delle economie
con paesi che hanno iniziato progetti infrastrutturali
enormi finanziati attraverso metodi in accordo con la
Shariah
• la globalizzazione ha contribuito all’espansione
dell’operatività degli istituti finanziari islamici al di fuori
delle loro frontiere tradizionali
• la capacità di recupero della finanza islamica nel reagire
allo tsunami finanziario, ha attirato rinnovato interesse nei
suoi principi fondamentali e modelli di business
Contando di meno sul boom del petrolio, la finanza
islamica può concentrarsi nell’attingere ad altre fonti di
fondi e investimenti, specialmente in industrie in crescita
quali l’alberghiera e i servizi, le materie prime e i minerali,
la manifattura e la tecnologia avanzata, ecc. Questa
diversificazione garantirà inoltre una migliore stabilità alla
struttura della finanza islamica.
Il settore dei servizi
finanziari islamici
ha registrato una
crescita annua
sistematica del
15 – 20 %, a partire
dal suo esordio
negli anni ‘70.
17
Equivoco n.
11
IMMUNE DA QUALSIASI PRATICA POCO ETICA
Il fatto che un prodotto finanziario, un istituto
finanziario o un banchiere abbiano l’etichetta o il
marchio ‘islamico’ non garantisce automaticamente che
questo prodotto, istituto o banchiere siano immacolati
e incorruttibili. Il pubblico deve sempre tenere a mente che,
così come è stato provato che nessun istituto finanziario
è “troppo grande per fallire”, allo stesso modo non
esiste nessun istituto che sia “troppo pio o troppo
virtuoso per fallire”. Il pubblico deve sempre esercitare la
più grande cautela nei confronti di caratteri ingannevoli e parti
poco scrupolose che potrebbero abusare o usare in maniera
inappropriata l’etichetta ‘Islam’ per ottenere rapidi guadagni
e predare clienti creduloni. A tali personaggi non importa se
gli altri soffrono per i loro crimini o la reputazione di un nobile
settore è danneggiata dalla loro avidità.
Coloro che a vario titolo partecipano all’industria finanziaria
islamica, soprattutto le autorità di vigilanza e gli investitori,
devono stare attenti e imparare da vari casi di frode, violazione
della fiducia e cattiva gestione che sono accaduti, purtroppo,
in nome della finanza Islamica. Tra gli altri:
• 1987 – La scoperta che Al-Rayyan, una ‘Società di
Investimento Islamica’ di proprietà dei fratelli Fathi e
Tawfik Al-Rayyan con sede in Egitto, è uno schema a
piramide causa una perdita di 1 miliardo di lire egiziane
a più di 400,000 investitori. L’incidente fa crollare società
simili come al-Sharif, al-Sa’d, Huda Misr, Badr e al-Hilal e
accellera la promulgazione di una nuova legislazione per
restringere il talaq al-amwal (ricezione di fondi). Il caso
rimane tristemente famoso tra il pubblico in Egitto, tanto
che recenti truffe simili sono state soprannominate Rayyan
al-Qalyubia (2007) e Rayyan Nasr City (2008).
• 1997 – La Banca di Credito e Commercio Internazionale
(BCCI), banca convenzionale, accetta fondi da alcuni
investitori tramite la sua unità di banking islamico basata
a Londra. Un certo numero di banche islamiche piazza dei
fondi con la BCCI con la clausola che i soldi siano investiti
in contratti di materie prime in accordo con la Shariah.
Quando successivamente, la BCCI fallisce, la relazione
dei revisori rivela che la BCCI non aveva fatto questi
investimenti in accordo con la Shariah come richiesto dai
suoi clienti.
• 2001 – Ihlas Finans, all’epoca la più grande banca islamica
in Turchia con più di 40% dei depositi del settore, è
liquidata dall’Agenzia Turca per la Regolamentazione e
Supervisione Bancaria perché si scopre che si è illegalmente
appropriata di quasi 1 miliardo di dollari, virtualmente
l’intero valore della base di depositi, attraverso il
meccanismo del prestito soci.
Nel frattempo, la Banca Islamica di Dubai ha sofferto
due grossi casi di appropriazione indebita, nel 1997 e
recentemente nel 2008.
Lo sviluppo dei vari standard di governance da parte della
AAOIFI e del IFSB sono a testimonianza del fatto che la
finanza islamica non è intrinsecamente immune da pratiche
poco etiche e mancanze nella governance. Oltre ad
aderire agli standard più elevati di governance e alle
pratiche migliori per il controllo del rischio, le istituzioni
finanziarie islamiche devono, in particolare,
adottare criteri di assunzione rigorosi e
requisiti per la formazione al fine di
garantire che il loro staff continui a
mantenere l’integrità e a osservare i
suoi doveri fiduciari.
Nessun istituto finanziario è “troppo grande per
fallire”, allo stesso modo non esiste nessun istituto
che sia “troppo pio o troppo virtuoso per fallire”
18
Equivoco n.
12
IMMUNE DALLA CRISI FINANZIARIA GLOBALE
Molto è stato detto riguardo all’apparente immunità
della finanza islamica alla crisi finanziaria globale, ma
adesso che il panorama è più chiaro risulta evidente che
non tutto va liscio nella finanza islamica.
Per esempio, molti protagonisti rinomati nella gestione di
fondi islamici, come The Investment Dar (TID) e la Global
Investment House (GIH), entrambi con sede in Kuwait,
hanno subito grosse perdite durante la crisi e sono diventati
tecnicamente insolventi. Devono affrontare processi di
ristrutturazione dolorosi e le battaglie legali sono ancora a
venire. Nel mercato mondiale dei Sukuk si nota la diminuzione
delle emissioni e un aumento di insolvenze, a cominciare
dalla bancarotta dell’East Cameron Gas, emittente di un
Sukuk con sede negli Stati Uniti, seguita da quella del veicolo
offshore legato al gruppo al-Saad dell’Arabia Saudita, e
successivamente anche da TID e GIH. Mano a mano che molti
istituti finanziari islamici pubblicano i loro rapporti finanziari
più recenti, molti di loro mostrano di aver subito grosse
perdite, anche se minori di quelle subite dalle loro controparti
convenzionali.
Gli istituti finanziari islamici dovrebbero, di conseguenza,
assicurarsi di non sottovalutare le lezioni apprese dalla
crisi finanziaria. Poiché l’economia mondiale si sta ancora
riprendendo e il tasso di crescita è alquanto basso, essi
dovrebbero approfittare di questa opportunità per sistemare
le cose e rafforzare i punti deboli, ovunque sia necessario.
Ad esempio, la tendenza di alcuni istituti finanziari islamici
a replicare ciecamente e riconfezionare prodotti esotici
della finanza convenzionale attraverso ritocchi cosmetici
per renderli ‘compatibili con la Shariah’ dovrebbe in modo
particolare essere combattuta. È inquietante notare che alcune
iniziative per progettare degli strumenti subprime ‘compatibili
con la Shariah’ siano state messe in cantiere prima della
crisi, ma fortunatamente vi è stata sufficiente saggezza tra i
responsabili del settore perché questi strumenti non vedessero
la luce del giorno.
uscite fuori dalla crisi economica del 2000-2001 dovrebbero
tutte comunicare il chiaro messaggio che la finanza islamica
ha alcune qualità intrinsiche che contribuiscono alla sua
flessibilità. Bisogna, però, anche ammettere che queste
qualità intrinseche devono essere accompagnate da una sana
governance, un controllo prudente dei rischi, un quadro di
regolamentazione efficiente e una leadership strategica. Tutte
queste caratteristiche devono essere inculcate e coltivate
nel tempo con la piena dedizione e impegno dei maggiori
stakeholders del settore, soprattutto gli azionisti e le autorità
di controllo.
In effetti, il Profeta (pbsl) ci ha fortemente raccomandato di
‘legare il cammello’, prima di lasciare che il nostro destino
sia determinato da Dio, e anche il Corano ci avverte che Dio
non aiuterà nessuno che non si aiuti da solo. Esattamente
come disastri naturali, quali terremoti, inondazioni ed
eruzioni vulcaniche possono colpire qualsiasi uomo,
indipendentemente dalla sua fede o religione, anche le
crisi economiche e finanziarie non scelgono le loro vittime,
siano esse istituzioni islamiche o convenzionali. Coloro che
rimangono prudenti, sistematici e ben preparati hanno più
probabilità di superare qualunque di queste prove.
Dovremmo anche ricordarci che questa non è la prima volta
che istituti finanziari islamici sono messi alla prova da una
crisi del sistema. Le esperienze della Kuwait Finance House,
che sopravvisse alla crisi del Souq al-Manakh nel 1982, della
Bank Islam, che si destreggiò nella crisi finanziaria asiatica del
1997-1998 e delle banche di participazione tuche che sono
19
Equivoco n.
13
REGOLAMENTATA UNICAMENTE DALLA SHARIAH
Un certo numero di sentenze giudiziarie ha dimostrato
che quando si tratta di risolvere delle dispute che
nascono da contratti di finanza islamica, non vengono
necessariamente applicate le leggi e i principi shariatici.
Il motivo è che molto spesso le cause della disputa non
sono di natura shariatica ma piuttosto specifiche a diritti e
obbligazioni civili e commerciali concordati dalle parti. Per
esempio, per sostenere un diritto su degli asset o proprietà
usati come collaterali, chiaramente il metodo a disposizione
e da usare è quello messo a disposizione dal diritto
fondiario. Allo stesso modo, procedimenti come ingiunzioni
a interim, sequestri preventivi, mandati di perquisizione,
pignoramenti, ecc. sono procedimenti previsti dalla legge civile
e direttamente collegati alla applicazione di diritti e obblighi
contrattuali. Spesso, il nocciolo della disputa può sorgere
da questioni fiscali, legate all’insolvenza o da prospettive
ereditarie, nelle quali le parti in conflitto non sollevano
questioni legate alla Shariah.
Poiché la legge inglese è generalmente adottata come
la legge che governa molti accordi di finanza islamica
internazionale, comprese le emissioni di Sukuk, alcuni processi
come quelli della Shamil Bank contro la Beximco Farmaceutici,
della Islamic Investment Company of the Gulf (Bahamas)
contro la Symphony Gem, e TID contro Blom Development
Bank sono stati istruiti dai tribunali inglesi. Nel frattempo,
la bancarotta della East Cameron Gas è sotto processo in
una corte statunitense in Luisiana, portando tutti i titolari
del Sukuk a rivendicare i loro diritti lì. In Malesia, la
costituzione definisce in maniera specifica
le questioni bancarie e mercantili come di
competenza della giurisdizione delle corti
civili e non delle corti shariatiche. Questo
fatto ha avuto come conseguenza che
molte dispute di finanza islamica siano
state decise da giudici abilitati alla
legge civile e non specificatamente
alla legge islamica. Questi
sviluppi, tra gli altri, dimostrano
che interazioni tra legge
shariatica e civile o common
law capitano necessariamente,
soprattutto in accordi
internazionali, richiedendo
20
pertanto competenze legali estese.
Il numero crescente di insolvenze e dispute nella finanza
islamica come conseguenza della recente crisi globale
dovrebbe dare al settore l’opportunità di conseguire una
maggior trasparenza e certezza nel suo processo di risoluzione
delle dispute. Giudici e avvocati avranno un ruolo cruciale
da svolgere per garantire che gli argomenti presentati e le
decisioni prese ispirino fiducia condivisa nel sistema.
È necessario peraltro esercitare la più grande cautela,
poiché valutare la compatibilità e l’esecutività dei contratti
di finanza islamica all’interno di un sistema legale che non
è all’origine basato sulla Shariah può diventare una sfida
scoraggiante per la corte. La corte, da parte sua, deve essere
sensibile, non solo agli argomenti di merito del caso ma
anche all’interesse pubblico in senso più lato. Tra l’altro, la
corte deve stare attenta a garantire che la sua decisione non
causi conseguenze indesiderate che creino panico nel sistema
finanziario o sollevino pregiudizi ingiusti contro la finanza
islamica.
Di conseguenza, le autorità competenti devono garantire che
la corte sia ben sostenuta e attrezzata con le competenze
e l’infrastruttura legale necessarie per poter procedere sulle
dispute di finanza islamica. A parte l’adeguata formazione
e l’esperienza per sviluppare il know-how necessario, la
corte deve avere accesso alle opinioni di esperti come
quelle degli studiosi di Shariah e dei supervisori finanziari.
Altrimenti, la validità delle decisioni, che sia davanti a
una corte o davanti a un qualsiasi altro
forum predisposto alla risoluzione delle
dispute, potrebbe essere messa in
discussione.
In una situazione nella quale l’economia
è ancora molto vulnerabile e ogni
disputa di finanza islamica è posta
sotto un microscopico scrutinio per
vedere quale direzione prende,
il settore potrebbe beneficiare
molto da un meccanismo per la
risoluzione delle dispute che
possa effettivamente rinforzare
la pubblica fiducia.
Equivoco n.
14
RICHIEDE MODIFICHE MINIME AL QUADRO
LEGALE E NORMATIVO
La finanza islamica non esiste nel vuoto; essa necessita
di essere in linea con l’intero quadro legale e normativo e
di essere da esso appoggiata. Questo significa che anche
se è importante che leggi finanziarie e bancarie di un paese
riconoscano e integrino la finanza islamica, ad esempio
attraverso una legislazione ad hoc, ciò non è sufficiente a
garantire che i contratti finanziari islamici siano effettivamente
opponibili.
Alcune aree del diritto che potrebbero dover essere modificate
per integrare la finanza islamica includono le leggi fiscali (per
la neutralità del trattamento fiscale), le leggi sulla proprietà
(per permettere di intraprendere transazioni che riguardano
beni immobili e creare dei validi collaterali), le leggi di
insolvenza (per permettere agli istituti finanziari islamici di
portare avanti rivendicazioni contro i debitori e difendersi
contro creditori se necessario), le leggi sui valori mobiliari
(per permettere agli istituti finanziari islamici di offrire o
commerciare strumenti che siano compatibili con la Shariah).
Con le transazioni finanziarie islamiche che si stanno
internazionalizzando sempre più, dovrebbero essere varate
leggi specifiche atte a permettere l’esecuzione vicendevole
delle sentenze emesse in sistemi giuridici stranieri. Leggi più
chiare contribuirebbero enormemente a inspirare al pubblico
fiducia nel sistema finanziario e a rimuovere incertezze sulla
possible messa in esecuzione da parte di una corte di un
contratto di finanza islamica in caso di disputa.
Inoltre, bisogna riconoscere che il forum eletto alla risoluzione
delle dispute legate a contratti di finanza islamica, che si
tratti di un tribunale o di una corte arbitrale, deve essere
adeguatamente provvisto di personale competente oltre che
di infrastrutture legali omnicomprensive che gli permettano
di procedere su questo tipo di casi in maniera efficiente e
senza scosse. Giudici, arbitri, consiglieri, ecc. che trattano
questo tipo di dispute devono essere ben addestrati per poter
garantire la competenza e la professionalità adeguate.
Bisogna tenere a mente che il test effettivo dell’efficenza di
una legge risiede nella sua applicabilità. Per questo motivo,
oltre a promulgare ed emendare leggi, le autorità devono
concentrare i loro sforzi sullo sviluppo delle competenze per
l’applicazione della leggi stesse.
E’ quindi sbagliato assumere che la finanza islamica necessiti
solo di minime modifiche alle leggi e normative finanziarie
esistenti, poiché questo è solo il primo passo di quello che
dovrebbe essere un lungo viaggio. Al massimo, una legge
per la banca islamica o una legge per la finanza islamica
possono essere considerate un impulso per il settore della
finanza islamica in un paese determinato, ma l’intero quadro
di riferimento è realizzabile solo con l’allineamento con il resto
del sistema legale e con il suo supporto.
In paesi dove non viene intrapresa una revisione e riforma
complessiva dell’intero quadro legale e normativo, il settore
della finanza islamica resta circondato da incoerenze legali.
Bisogna tenere a mente che
il test effettivo dell’efficenza
di una legge risiede nella sua
applicabilità. Per questo motivo,
oltre a promulgare ed emendare
leggi, le autorità devono
concentrare i loro sforzi sullo
sviluppo delle competenze per
l’applicazione della leggi stesse.
21
Equivoco n.
15
VUOLE SOSTITUIRE IL SISTEMA
CONVENZIONALE PER PERMETTERE ALL’ISLAM LA
DOMINAZIONE DEL MONDO
Alcuni siti islamofobici sono così spaventati dalla
finanza islamica che essa è stata descritta come
‘l’arma da guerra di 5a generazione’, che porterà
alla sostituzione della finanza convenzionale e alla
dominazione islamica del mondo. Ci si chiede come
questo sia possible, visto che l’intero sistema finanziario
islamico ammonta a meno del 1% del sistema finanziario
globale e che le nazioni musulmane rimangono per lo più
povere e sottosviluppate. Queste argomentazioni sono
alquanto fuorvianti. In realtà il PIL complessivo dei 56 paesi
membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica
(OIC) è meno del 5% di quello mondiale e il suo volume
di commercio interno (circa 800 miliardi di dollari) è solo il
6-7% del commercio mondiale totale. Se anche fosse vero
che i musulmani desiderino ardentemente vedere la finanza
islamica raggiungere nuove vette, l’amara verità è che l’intera
ummah (NdT: la comunità islamica) è troppo debole e divisa
per potere anche solo sognare di perseguire un tale progetto.
Molti paesi islamici continuano a essere in gran parte
marginalizzati e soffrono di turbulenze politiche endemiche
che a volte sfociano persino in guerre civili. In tali circostanze,
molte nazioni musulmane sono troppo impantanate in
problemi più vicini ai loro cuori e alle loro famiglie come
l’unità nazionale, la sopravvivenza economica e la sussistenza.
Molte nazioni musulmane rimangono pesantemente
indebitate verso la comunità internazionale e dipendono
dagli aiuti internazionali persino per il cibo e la sicurezza
nazionale. D’altra parte, come si potrebbe inserire il termine
‘dominazione mondiale’ nel vocabolario della maggior parte
dei musulmani quando la religione stessa insegna che questo
mondo è temporaneo e solo l’aldilà è permanente? È più
probabile che la maggioranza dei musulmani sia molto felice
e riconoscente con quello che ha considerandolo un dono
divino.
La piccola minoranza di musulmani che ha proclamato che
l’Islam è destinato alla dominazione del mondo e che la
finanza islamica è il veicolo per la jihad finanziaria non è, in
tutta onestà, la corrente principale e non parla per il resto dei
musulmani.
22
Secondo uno studio intrapreso nel 2009 dal Forum
sulla Religione e la Vita Pubblica, un organo del centro
studi americano Pew Reserch Centre, ci sono più di 1.57
miliardi di musulmani che vivono su questo pianeta.
Essi sono troppo eterogenei per avere una sola voce ed
essere d’accordo su un progetto comune, nonostante la
comunione di fede.
Il Dr. Ralph Braibanti, professore emerito di scienze politiche
alla Duke University, ha affermato eloquentemente in ‘The
nature and Structure of the Islamic World’ (2000) che ‘Il
miliardo di persone che professano l’Islam non è concentrato
in un’unica, ininterrotta area geografica. Questo lo rende
diverso dal miliardo di cinesi o dal quasi miliardo di persone
che popolano il subcontinente indiano. Qualsiasi immagine di
una gigantesca orda verde, governata da un singolo governo,
capace di mettere in campo enormi armate di terra, è fallace’.
Ci sono abbondanti evidenze storiche e contemporanee che
supportano questa affermazione, per cui si può senz’altro
dire che i fatti parlano da soli. Si dovrebbe forse riflettere sul
fatto che nonostante il cibo halal sia stato in circolazione nei
1400 anni di storia dell’Islam e sia oggi disponibile ovunque,
compresi i paesi non islamici, nessuno ha mai sostenuto
che questo segni la fine del cibo non halal e l’inizio della
dominazione mondiale da parte dell’Islam. Allo stesso modo,
la finanza halal non dovrebbe mai essere vista come una
minaccia.
10
Le
principali proposte valoriali
della finanza islamica
23
Inizialmente, la finanza islamica moderna è stata portata a
essere pagata da coloro che hanno raggiunto la soglia di
campione dall’Islam politico come parte del revival islamico
guadagno minima, la qual cosa assicura effettivamente
che ha seguito l’indipendenza delle nazioni musulmane
che vi sia una certa distribuzione equa della ricchezza,
dalle potenze coloniali. Gradualmente, l’intero concetto
specialmente per coloro più in necessità. Le attività che si
è diventato attraente per alcuni settori della società,
ritiene beneficino dal declino morale della società e possano
soprattutto per quelli che credono che sia il sistema socialista
turbare la morale pubblica, come i liquori, la pornografia
che quello capitalista siano pieni di falle. Molti, in particolare,
e il gioco d’azzardo sono proibite. Il prestito a interesse,
trovano aberrante l’eccessiva avidità e la grande divisione
che sistematicamente incoraggia l’eccessiva erogazione di
tra poveri e ricchi che sono percepite come caratteristiche
prestiti e il sovraindebitamento nella convinzione che i soldi
inerenti al capitalismo. Allo stesso tempo, non simpatizzano
generino soldi indefinitamente, è vietato. Il valore intrinseco
con l’idea utopica del socialismo nel quale la ricchezza di
della finanza islamica richiede attività economiche genuine e
una nazione è nazionalizzata e il governo detta come essa
produttive attraverso commerci e investimenti.
debba essere distribuita, senza diritto alcuno alla proprietà
privata. La finanza islamica offre, in sostanza, un terreno
Poiché molti sono d’accordo sul fatto che i valori etici
comune tra le due posizioni. L’impresa privata è permessa e
e morali propugnati dalla finanza islamica possano
incoraggiata, ma con un forte accento sui mezzi morali ed
essere apprezzati universalmente e da chiunque,
etici di perseguire la ricchezza.
indipendentemente dalla propria fede, vale la pena di
mettere in evidenza le principali proposte valoriali della
La zakat (elemosina obbligatoria), per esempio, deve
24
finanza islamica.
Proposta
valoriale n.
Il Corano articola appropriatamente che non si deve
trattare il prossimo in maniera ingiusta se non si vuole
essere trattati in maniera ingiusta (sura al-Baqarah:
279).Aderendo ai principi e alle regole shariatiche,
il sistema finanziario è imbrigliato in una maggiore
coscienza e integrità, cosa alquanto necessaria.
1
ADESIONE ALLA SHARIAH CONDIVIDENDO
ELEVATI IDEALI ETICI
Qualsiasi sistema di valori etici e morali promuove
naturalmente ideali elevati, come l’equità e la giustizia
per tutta l‘umanità. È, però, affascinante notare che le
fonti primarie delle regole e dei principi shariatici, cioè
il libro sacro del Corano e la Sunnah, gli atti e i detti,
del profeta Muhammad (pbsl), abbiano esplicitamente
codificato più di 1400 anni fa in maniera concisa
e comprensiva un codice di etica che può essere
applicato universalmente anche al giorno d’oggi,
indipendentemente da tempo, spazio o razza.
Per esempio, ci sono ingiunzioni specifiche nel Corano che
invitano alla esecuzione onesta di tutti i contratti (sura alMaidah: 1), vietano il tradimento della fiducia (sura al-Anfal:
27), proibiscono le forme di guadagno derivate da imbroglio,
manipolazione dei prezzi, disonestà o frode (sura an-Nisa’a:
29), invitano a schivare l’uso della corruzione per ottenere
un vantaggio immeritato (sura al-Baqarah: 188); così come
promuovono la trasparenza nei contratti per minimizzare la
manipolazione derivante da ambiguità (sura al-Baqarah: 282).
Aderendo ai principi e alle regole shariatiche, il sistema
finanziario è imbrigliato in una maggiore coscienza e integrità,
cosa alquanto necessaria.
Questo non implica che il sistema di valori nella finanza
convenzionale sia inutile e che la finanza islamica sia
immacolata, ma la realtà è che l’essere umano necessita di
promemoria, incentivi e motivazioni, a volte tramite una guida
e una aspirazione spirituali. La Shariah mette a disposizione
proprio questo. Poiché ci sono 1.57 miliardi di musulmani che
sono legati dal sistema valoriale shariatico, il suo significato e
la sua importanza non sono mai troppo enfatizzati.
Riepilogando, la Shariah offre un quadro che può aiutare a
rafforzare la coscienza e l’integrità del mercato. Ovunque il
sistema di governance, le leggi e i regolamenti, nonché la
disciplina di mercato, non conseguano appieno dei risultati
o falliscano - la nostra prima e ultima linea di difesa contro i
comportamenti sbagliati deve essere l’automoderazione e la
presa di coscienza.
Il Corano articola appropriatamente che non si deve trattare il
prossimo in maniera ingiusta se non si vuole essere trattati in
maniera ingiusta (sura al-Baqarah: 279).
25
Proposta
valoriale n.
2
SOSTEGNO AL COMMERCIO
TRANSFRONTALIERO E AL FLUSSO
DEI CAPITALI
S.E. il Governatore della Bank Negara Malaysia, Tan
Sri Dr Zeti Akhtar Aziz ha lucidamente affermato che
la finanza islamica ha le potenzialità per diventare la
“Nuova Via della Seta” che accrescerà i legami economici
e finanziari non solo tra l’Asia e il Medio Oriente ma
anche con il resto del mondo. Ella ha fatto per la prima
volta riferimento alla Nuova Via della Seta al Secondo Forum
Mondiale dell’Economia Islamica (WIEF) nel novembre 2006, e
ha ulteriormente dato rilievo a questa affermazione in alcuni
suoi interventi successivi.
La dr. Aziz immagina che la finanza islamica possa contribuire
a una efficiente mobilitazione e allocazione dei capitali tra
le parti del mondo grazie alla quale le regioni con risparmi
in eccedenza possano convogliare i capitali verso regioni
con deficit di risparmio, al fine di realizzare una integrazione
finanziaria globale. I segni che una nuova Via della Seta stia
fiorendo abbondano: i legami economici e finanziari tra l’Asia
e il Medio Oriente sono in crescita; mentre il commercio del
mondo è cresciuto in media del 10% nel periodo 2001-2005,
il commercio dell’Asia con il Medio Oriente è aumentato in
media del 24%. Più della metà delle esportazioni dai paesi
del Golfo vanno verso l’Asia e più di un quinto delle sue
importazioni provengono dall’Asia. Il Golfo è il principale
fornitore di carburante per l’Asia, mentre l’Asia a sua volta
fornisce manufatti e alimenti al Golfo.
Le recenti tendenze delle attività di investimento sono
ugualmente significative. Progetti di investimento di importo
superiore ai 160 miliardi di dollari finanziati dagli stati del
Golfo in Asia sono stati annunciati a partire dal 2005. Nel solo
2006, i mega-accordi che coinvolgono acquisizioni societarie
26
e acquisti immobiliari dal Golfo verso l’Asia sono valutati in
più di 18 miliardi di dollari, comprese Offerte Pubbliche di
Acquisto multi-miliardarie in istituti finanziari in Cina, grandi
raffinerie di petrolio e aziende di telecomunicazione. Il valore
degli investimenti è stato stimato intorno ai 30 miliardi di
dollari nel 2007.
La finanza islamica ha dimostrato la sua vitalità e
competitività in un ambiente finanziario in via di
liberalizzazione e globalizzazione ed è diventata importante
per il consolidamento dei rapporti tra le due regioni. Se le
caratteristiche uniche della finanza islamica hanno attratto
la popolazione musulmana di notevoli dimensioni in
entrambe le regioni, esse hanno anche stimolato l’interesse
e la partecipazione dei non-musulmani all’interno di queste
regioni.
Ben Simpfendorfer spiega in ‘La nuova Via della Seta’ (2009)
che la recente ascesa del mondo arabo, affiancata da una
Cina emergente, non è solo una coincidenza, dal momento
che si tratta di due potenze storiche, una volta collegate da
uno dei corridoi commerciali più grandi al mondo.
Il crescente numero di paesi che stanno analizzando e
introducendo leggi per favorire la finanza islamica, in
particolare paesi che sono prevalentemente non-musulmani
come Cina, Giappone e Corea in estremo Oriente, Australia
nel sud, così come Francia, Lussemburgo e Regno Unito in
Europa, dimostra ulteriormente la validità della proposta
valoriale della finanzia islamica nel promuovere il commercio
transfrontaliero e il flusso dei capitali.
Proposta
valoriale n.
3
INCLUSIONE FINANZIARIA DEI SEGMENTI
MARGINALI DELLA SOCIETÀ
In paesi dove la finanza islamica non è presente,
è comune notare che porzioni sostanziali della
popolazione musulmana si astengono dall’utilizzo delle
strutture bancarie convenzionali, per evitare di avere
a che fare con gli interessi e, di conseguenza, sono
impedite, anche se per propria scelta, dal partecipare
al sistema finanziario. Le minoranze musulmane sparse in
giro per l’Europa costituiscono, ad esempio, un vasto mercato
potenziale malservito e in attesa di essere aperto, in quanto
costituito in prevalenza da professionisti e imprenditori con
flussi reddituali ragionevoli che sicuramente vorrebbero un
accesso a prodotti finanziari e servizi che soddisfino le loro
esigenze.
‘inclusione finanziaria’, poiché, fin dai primi anni ‘90, aveva
capito che un grosso segmento della comunità musulmana
era escluso dal sistema finanziario a causa dei suoi principi
religiosi che gli impediva di utilizzare appieno i servizi
finanziari e in particolare i mutui immobiliari. Oggi il Regno
Unito dispone di una banca islamica commerciale e di quattro
banche di investimento islamiche, posizionandosi così come
uno dei fulcri più importanti per la finanza islamica in Europa.
In altre parti del mondo, la creazione di banche islamiche
è parte del processo di pace per accogliere gli insorti della
minoranza musulmana, come in Tailandia e nelle Filippine.
Vale la pena notare che alcuni paesi come Cina, India,
Germania, Francia, Russia e Stati Uniti hanno minoranze
musulmane la cui dimensione è relativamente più grande
rispetto a quella di molti paesi a maggioranza musulmana.
Se ciascuno di essi adottasse un quadro finanziario più
inclusivo, permettendo di offrire la finanza islamica nei propri
mercati, una grossa fetta della comunità - che attualmente è
probabilmente malservita - potrebbe partecipare al sistema
finanziario.
Nel Regno Unito, il compianto governatore della Banca
d’Inghilterra, Sir Edward George, è ricordato per la sua
politica di sostegno alla finanza islamica come mezzo per la
Vale la pena notare che alcuni paesi come Cina,
India, Germania, Francia, Russia e Stati Uniti
hanno minoranze musulmane la cui dimensione
è relativamente più grande rispetto a quella
di molti paesi a maggioranza musulmana.
Se ciascuno di essi adottasse un quadro
finanziario più inclusivo, permettendo di offrire
la finanza islamica nei propri mercati, una
grossa fetta della comunità - che attualmente
è probabilmente malservita - potrebbe
partecipare al sistema finanziario.
Come nel Regno Unito, paesi come Singapore, Sri Lanka e
Sud Africa dispongono di un quadro giuridico e normativo che
facilita la finanza islamica, permettendo alle loro minoranze
musulmane di beneficiarne.
Cina e Germania sono state chiaramente in anticipo
nell’esplorare ultriormente questa opportunità, con
l’approvazione delle prime banche islamiche operative,
rispettivamente nel Ningxia e a Mannheim. Tuttavia, sarà
molto interessante notare se l’India, con la terza popolazione
musulmana al mondo (160 milioni), dopo l’Indonesia
(202 milioni) e il Pakistan (174 milioni), si aprirà a queste
opportunità. E ciò soprattutto poiché è uno dei membri
del BRIC (Brasile-Russia-India-Cina), gruppo che è previsto
diventare una delle principali economie del mondo in futuro.
27
Proposta
valoriale n.
4
ESPANSIONE DI UNA NUOVA
CLASSE DI ASSET
L’innovazione portata avanti dall’ingegneria
finanziaria compatibile con la Shariah ha contribuito
all’introduzione di una nuova classe di asset, che sta
ora risvegliando l’appetito degli investitori. I fattori
che distinguono i prodotti finanziari islamici come classe
di asset diversa da quella convenzionale includono, tra gli
altri, i seguenti:
• in quanto prodotti halal, possono essere offerti e
utilizzati da tutti, al contrario dei prodotti convenzionali
il cui uso è vietato (haram) ai musulmani – perciò,
indiscutibilmente, sono aperti a una base di investitori e
clienti più ampia
• hanno spesso un profilo di rischio-rendimento diverso
rispetto alla versione convenzionale. I Principi Guida
sulla Gestione dei Rischi (2005) del IFSB spiegano
in dettaglio le differenze tra i rischi in un istituto
finanziario islamico tipico e in una banca convenzionale
• poiché i prodotti di finanza islamica sono, in genere,
basati su attività tangibili, progetti o imprese, gli
investitori aumentano l’esposizione in settori quali il
mercato immobiliare, le materie prime, le infrastrutture
(come dighe, porti, aeroporti, centrali elettriche, ecc.), e
altri investimenti alternativi
• strumenti come i Sukuk, ad esempio possono, essere
strutturati in più di una dozzina di modi, con solo
equity o con caratteristiche di rischio quasi-equity/
quasi-debito. Essi danno l’opportunità di avere una
esposizione a enti rigorosamente conformi alla Shariah,
come la Banca Islamica di Sviluppo e altre istituzioni
finanziarie islamiche
• il meccanismo di definizione dei prezzi può discostarsi
da parametri di riferimento basati sull’interesse come il
LIBOR
L’espansione di questa nuova classe di asset aumenta
la profondità e ampiezza del sistema finanziario, tanto
più che la diversificazione del rischio diventa sempre più
importante a seguito della crisi finanziaria.
28
Proposta
valoriale n.
55
MAGGIORE DIVERSIFICAZIONE
DEI RISCHI
Come sopra indicato, la finanza islamica offre una
nuova classe di asset, permettendo così una maggiore
diversificazione dei rischi. È interessante notare come la
finanza islamica abbia percorso una lunga strada dal suo inizio
al punto di essere oggi in grado di offrire un’ampia gamma di
prodotti finanziari capaci di soddisfare le più svariate esigenze.
Ad esempio, agli albori della finanza islamica, la maggior
parte degli istituti finanziari islamici mobilitavano fondi
basandosi solo sui principi della Mudarabah, Wadiah o Qard
Hasan, ma oggigiorno un numero crescente di loro sono
in grado di offrire prodotti simili basati sui principi della
Murabahah o della Wakalah. Nello stesso senso, i primi tipi
di Sukuk erano principalmente strutturati sui principi del
Qard, Murabahah o Bay Bithaman Ajil, ma oggi si vedono
più Sukuk Ijarah, Mudarabah, Musharakah, Salam, Istisna’,
Istithmar, ecc. I prodotti per il finanziamento alla casa iniziati
con la Murabahah e il Bay Bithaman Ajil possono ora contare
sulla Musharakah Mutanaqisah. Tutto questo indica come
l’industria si stia evolvendo in fretta e stia maturando con
ammirevole sensibilità rispetto alle realtà economiche e alle
richieste del mercato.
Anche nel settore del Takaful (assicurazione islamica), le
innovazioni sono in corso con lo spostamento dal modello
Mudarabah della fase iniziale ai modelli Wakalah e Waqf
degli ultimi anni. Le società di re-Takaful sono aumentate,
aumentando la profondità e migliorando la capienza per la
finanza islamica di gestire i propri rischi.
Nel mercato dei capitali, oltre all’innovazione in vari titoli e
strumenti, sempre più borse hanno i propri indici Shariahcompliant, offrendo ulteriori alternative in termini di scelte di
investimento. Gli investitori sono in grado di attingere a una
vasta riserva di portafogli Shariah-compliant, dal Dow Jones
negli USA al Nikkei in Giappone.
Senza dubbio, la finanza islamica offre una proposta valoriale
reale nella forma di una maggiore possibilità di diversificazione
dei rischi nel mercato.
29
Proposta
valoriale n.
6
VALORIZZAZIONE DI ASSET DORMIENTI
Il divieto shariatico dell’interesse significa che gli istituti
finanziari islamici non possono produrre soldi dai soldi, ma
devono piuttosto imbarcarsi in operazioni commerciali (ad
esempio, attraverso contratti di vendita e/o di leasing) o nel
finanziamento partecipativo (vale a dire, attraverso jointventure o accordi di partecipazione agli utili) per accrescere la
ricchezza. Entrambi i tipi di iniziative richiedono spesso alcune
attività sottostanti da collegare alla transazione.
Ad esempio, è facile osservare che l’emissione di Sukuk,
in particolare nel paesi del Golfo, è stata dominata dagli
imprenditori immobiliari prima che il boom edilizio regionale
tramontasse nel 2008, quando la crisi ha sconvolto la fiducia
dei mercati e i prezzi del petrolio sono crollati. Questo perché
i Sukuk fanno affidamento al rendimento prodotto da asset
tangibili, quali gli affitti di immobili per produrre flussi di cassa
– e non sugli interessi - per pagare gli investitori.
L’ascesa della finanza islamica in generale e del mercato dei
Sukuk in particolare, offre una strada per la valorizzazione di
alcuni asset dormienti, semplicemente perché essi possono
essere considerati come asset Shariah compliant. Il mercato
immobiliare è stato una classe di asset facile da usare per
creare strutture a causa della sua ampiezza e della domanda
di cui è stato oggetto.
L’uso di beni immobili come asset sottostanti continuerà
a svolgere un ruolo nel settore, anche se al momento
30
subisce una battuta d’arresto dovuta allo scoppio delle bolle
immobiliari negli Stati uniti, in Europa e nei paesi del Golfo.
Nel frattempo, l’industria potrebbe trovare delle alternative,
compreso il finanziamento di navi, e il leasing di navi e
aeromobili, poiché tutti questi asset sono disponibili e vi
sono prodotti islamici esistenti basati su questi leasing. Nel
prossimo futuro ci potrebbe essere un interesse convergente
sull’utilizzo di questi asset come sottostanti. Altre opzioni
potrebbero includere la cartolarizzazione dei crediti da parte
di imprese nel settore delle telecomunicazioni, dell’energia e
dei servizi.
Le materie prime sono un altro tipo di asset che in generale
è alla base di operazioni effettuate nella finanza islamica.
Pertanto i fornitori e i mercati delle materie prime possono
trovare un’altra fonte di domanda tra gli istituti finanziari
islamici che hanno fame di materie prime da porre alla base
dei loro contratti finanziari.
Ci possono essere altri tipi di asset dormienti che possono
essere qualificati come Shariah compliant e beneficiare quindi
dei requisiti finanziari islamici per gli asset sottostanti. Spetta
al mercato identificare e fare leva su questi asset, poiché gli
istituti finanziari islamici gradiscono alternative che possono
aggiungere profondità e ampiezza alle offerte e scelte del
prodotto.
Proposta
valoriale n.
7
CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO
È stato ampiamente riferito che il settore dei servizi
della finanza islamica soffre di una terribile penuria
di professionisti formati e qualificati specificamente
per questo settore. Mentre è evidente che la consulenza
shariatica e le competenze di vigilanza siano le aree con
la domanda più forte nel settore, vi sono ancora grandi
opportunità per altre competenze. Anche se sicuramente
lontano dall’essere esaustivi, i seguenti sono tra i servizi
richiesti da un settore che continua a crescere.
Servizi di amministrazione dei trust
L’amministratore dei trust incorpora con competenza vari tipi
di trust, poiché essi possono essere utilizzati per una varietà
di scopi, come il passaggio di ricchezza alle generazioni
successive o l’istituzione di fondazioni di beneficenza. Il
trust può anche rappresentare uno dei modi fiscalmente più
efficienti per preservare il valore degli asset. La pianificazione
efficace del trust, la sua gestione e l’amministrazione sono
questioni estremamente complesse, tanto da rendere
necessario un consulente specializzato per pianificare,
implementare e gestire per anni a venire i fondi depositati
nei trust. Il consulente indipendente è anche un significativo
curatore degli aspetti filantropici attraverso le fondazioni
globali progettate per affrontare questioni sociali e culturali.
Successione dell’impresa e gestione della
ricchezza aziendale
Famiglie di notevoli mezzi spesso mantengono una serie di
partecipazioni - dai beni immobili e business asset ai fondi
depositati in trust e altri investimenti in paesi diversi. La
supervisione di questi asset è stata spesso delegata a gestori
di portfolio ed è talvolta altrettanto varia che gli stessi asset.
Eredità e pianificazione della successione
La pianificazione del patrimonio islamico, dell’eredità e
delle donazioni mira a che tutti gli individui e le fondazioni
caritatevoli beneficiarie ricevano un lascito ottimale in accordo
con la legge di successione shariatica. Essa richiede una
pianificazione attenta nei confronti della normativa fiscale e
del diritto societario e finanziario vigente in ogni paese.
Filantropia e ricchezza responsabile
Gli istituti finanziari islamici e gli investitori abbienti spesso
desiderano avere programmi per contribuire al bene pubblico
e per creare una cultura della responsabilità tra gli eredi e
i successori. Personale specializzato con conoscenza della
zakat, hibah, sadaqah e infaq e altri strumenti di beneficenza
è quindi richiesto.
Consulenti finanziari indipendenti
I consulenti finanziari indipendenti possono essere necessari
per contribuire a soddisfare le esigenze del cliente in vari ruoli,
tra cui:
• Selezione degli investimenti
• Fondi comuni di investimento
• Cambi e commodities
• Strumenti di copertura
• Private equity
• Settore immobiliare
• Linee di finanziamento
È interessante notare che nel campo della consulenza e
della vigilanza shariatiche in particolare, il settore dei servizi
finanziari islamici ha contribuito a creare una nuova nicchia
professionale chiamata ‘consulenti shariatici’. Esso ha
aiutato a cambiare il paradigma dell’istruzione e formazione
shariatiche dalla formazione di Imam e Mufti che guidano le
preghiere e celebrano le cerimonie di matrimonio a esperti
shariatici altamente qualificati che hanno familiarità con
l’ingegneria finanziaria e l’analisi economica sofisticata,
imponendosi così per la loro professionalità come le loro
controparti in altre professioni quali avvocati, commercialisti e
banchieri.
La International Islamic University Malaysia stima che il
numero di professionisti richiesti dal settore della finanza
islamica raggiungerà i 2 milioni di persone entro il 2020. Se
anche riducessimo conservativamente questa cifra del 50% ci
sarebbero pur sempre una grande quantità di posti di lavoro
disponibili.
31
Proposta
valoriale n.
8
SOLIDA GESTIONE DEI RISCHI
Un rapido riferimento ai Guiding Principles on Risk
Management (2005) del IFSB mette in evidenza che
la finanza islamica ha alcune componenti di rischio
specifiche che differiscono dalla finanza convenzionale,
e che una struttura di gestione e un quadro di
riferimento del rischio aggiuntivi sono necessari per
gestire tali rischi. Livelli aggiuntivi nella struttura di gestione
e nel quadro di riferimento permetteranno una più sana
cultura della gestione del rischio negli istituti finanziari
islamici.
Ad esempio, per far fronte ai rischi di mancanza di conformità
con la Shariah, che fanno parte dei rischi operativi e
reputazionali degli istituti finanziari islamici, un quadro di
governance shariatico appropriato deve essere messo in atto.
In un altro esempio, per affrontare il rischio di dislocazione
commerciale che deriva dalle pressioni concorrenziali di dover
distribuire una percentuale di dividendi ai loro titolari di conti
di investimento che sia paragonabile a ciò che è pagato dal
mercato, gli istituti finanziari islamici stabiliscono di solito una
riserva di perequazione dei profitti e una riserva del rischio
di investimento. Entrambe sono costituite dai profitti lordi
ricavati dagli investimenti effettuati per conto dei titolari di
32
conti di investimento, e sono utilizzate per rendere omogenea
la distribuzione periodica dei dividendi ai titolari di conti di
investimento, in modo da corrispondere ai rendimenti dati dal
mercato.
Come è stato precedentemente chiarito, la resistenza della
finanza islamica ai derivati convenzionali e altri simili asset
tossici è stata un importante fattore di aiuto nel ridurre
al minimo l’impatto della crisi finanziaria sulle istituzioni
finanziarie islamiche. Prima della crisi, questo era stato spesso
descritto come il tallone d’Achille della finanza islamica,
perché essa non poteva coprire i propri rischi utilizzando gli
strumenti derivati. Oggi, questa caratteristica si è dimostrata
essere una fortuna sotto mentite spoglie.
Persino in termini di prestazioni degli indici, gli indici azionari
islamici hanno avuto risultati migliori del 3-4% rispetto ad
altri indici azionari, semplicemente per avere evitato tutti gli
istituti finanziari basati sull’interesse che hanno subito ingenti
perdite durante la crisi e hanno visto crollare le loro quotazioni
azionarie.
La finanza islamica offre quindi una proposta valoriale reale in
termini di una sana gestione del rischio.
Proposta
valoriale n.
9
SOSTEGNO MAGGIORE ALL’ECONOMIA
REALE
Le regole e i principi della Shariah richiedono che una
transazione finanziaria islamica sia supportata da una
attività economica sottostante, garantendo così che
esista uno stretto collegamento tra flussi finanziari e
produttivi. Questo principio riflette la funzione bancaria di
base che consiste nell’offrire servizi finanziari che aggiungano
valore all’economia reale. I flussi finanziari nella finanza
islamica accompagnano quindi l’espansione di una genuina
attività di produzione. Nell’ambito di tale operatività essa evita
anche una eccessiva esposizione ai rischi associati a un effetto
leva esagerato.
avere accesso ai finanziamenti in conto capitale, nonostante
la mancanza di asset da impegnare come collaterali.
Mentre l’applicazione dei contratti di vendita e leasing basati
su asset reali fornisce un livello di comfort maggiore a coloro
che hanno una propensione al rischio moderata, poiché il
rischio che corrono è attenuato dagli asset sottostanti, la
partecipazione agli utili e gli accordi di joint-venture possono
essere utilizzati da coloro che hanno una tolleranza al rischio
più elevata. Questo risponde alle esigenze di coloro che
hanno idee innovative e intraprendenti, in quanto possono
Una allocazione efficiente del capitale e delle risorse stimola
innovazione e imprenditorialità, e riduce la disparità tra
ricchi e poveri. Questo soprattutto perché la concorrenza
per il capitale e le risorse disponibili si basa sulla viabilità del
progetto intrapreso e non principalmente sugli asset messi a
disposizione come collaterale.
Il divieto generale imposto dalla Shariah alle attività altamente
speculative quali la vendita di debito a sconto, le vendite allo
scoperto, l’accaparramento, ecc., oltre a convogliare i fondi
e le risorse da utilizzare per imprese produttive, aiuta anche
a proteggere l’economia da abusi e distorsioni. L’effetto
leva spinto all’estremo, che ha visto alcuni sistemi finanziari
superare l’economia reale per centinaia di volte, non può
accadere nella finanza islamica.
33
Proposta
valoriale n.
10
STABILITÀ SISTEMICA
La Task Force della IDB-IFSB sulla finanza islamica
e stabilità finanziaria globale, presieduta da S.E. il
Governatore della Banca Negara Malaysia, Tan Sri
Zeti Akhtar Aziz, conferma nella sua relazione che la
finanza islamica può contribuire alla stabilità finanziaria
globale.
La Task Force ha individuato le seguenti caratteristiche
intrinseche al modello finanziario islamico, che si basa sul
rispetto delle regole e principi della Shariah, come chiave delle
sue potenzialità nel contribuire alla stabilità finanziaria ed
economica globale:
34
P
La finanza non può che essere applicata a progetti,
commercio, transazioni economiche e commerciali.
Gli asset finanziari crescono quindi in proporzione
alla crescita delle attività economiche reali e, quindi,
la possibilità di un indebitamento eccessivo tende a
essere remota.
P
“Non vendere ciò che non hai” è uno dei principi
fondamentali della gestione patrimoniale in Islam,
che limita la possibilità di speculazioni malsane ed
eccessive.
P
La vendita del debito è scoraggiata e la sua
estensione capitalizzando gli interessi è vietata.
In questo modo, la creazione di una piramide
rovesciata di debiti, che è una delle principali fonti
di crisi finanziarie, è evitata.
P
Gli investimenti in azioni pubbliche e private
devono passare un insieme di test di selezione.
Questo rende la responsabilità sociale ed etica parte
integrante delle decisioni di investimento.
P
Preservare la liquidità genuina, aggiungendo
ulteriore stabilità al settore della finanza islamica.
P
Fornire forti incentivi agli istituti finanziari islamici
per garantire il successo dei progetti e delle attività
che essi finanziano.
P
Enfatizzare la trasparenza, la divulgazione e la
documentazione dei contratti.
La Task Force raccomanda l’istituzione di un Islamic Financial
Stability Forum, che miri ad affiancare il Financial Stability
Board del G-20 nel promuovere la stabilità finanziaria globale.
Viste le 9 più importanti proposte valoriali evidenziate in
precedenza in questo documento e le considerazioni della
Task Force, la conclusione inevitabile è che la finanza islamica
sia una componente vitale e utile all’interno di qualsiasi
sistema finanziario.
I vostri contatti nella
finanza islamica
35
ZICO Islamic Finance Practice Group
il quadro giuridico e normativo, le problematiche di
conformità, il design del prodotto e la strutturazione così
come la documentazione e l’operatività. Siamo pertanto
ben posizionati per aiutarvi a esplorare nuove frontiere e
ad affrontare il complesso paesaggio giuridico, culturale
e pratico della finanza islamica in Asia, sia che siate
un organismo governativo, un ente finanziario, degli
ZICO ha guadagnato la reputazione di essere uno dei
investitori o un cliente che contempla la possibilità di
migliori studi legali regionali per i servizi finanziari
partecipare a questa fiorente industria.
islamici, grazie alle sue credenziali e alla profonda
competenza.
La nostra forza risiede nel nostro capitale intellettuale e
nella profonda conoscenza del settore, poiché i nostri
36
In quanto studio legale pioniere del settore in Malesia,
avvocati sono stati coinvolti nella proposta di leggi e
centro finanziario islamico per eccellenza, abbiamo
riforme normative, transazioni complesse, innovazione
familiarità con una vasta gamma di operazioni nazionali e
di prodotti e soluzioni Shariah-compliant in molte
regionali di finanza islamica. Abbiamo inoltre una grande
giurisdizioni e istituzioni. Ci consideriamo come un vero
esperienza in tutti gli aspetti della finanza islamica, compresi
e proprio servitore e partner del settore, impegnati non
solo a beneficiare dalla sua espansione, ma soprattutto a
di non conformità alla Shariah, e ha assistito le autorità a
contribuire al suo sviluppo attraverso servizi di alta qualità
salvaguardare la solidità e la flessibilità del settore.
giuridica e dottrina legale.
Noi facciamo la nostra parte nell’aiutare le economie
Il settore dei servizi finanziari deve essere fondato sulla base
a beneficiare della finanza islamica e il settore stesso a
di principi etici e contribuire a promuovere la produttività e
raggiungere le sue vere potenzialità. I nostri avvocati
i valori nell’economia, non a distruggerli. La crisi finanziaria
specializzati sono riconosciuti come operatori di primo
globale ha dimostrato, tra l’altro, la devastazione che può
piano nel campo dei servizi finanziari islamici, con una ricca
accadere se questi fondamenti sono minacciati.
esperienza che è rispettata da colleghi e clienti. Con la
nostra competenza nei quadri giuridico e normativo, nelle
Nella finanza islamica, questo è ben inserito tra gli obiettivi
strutture islamiche, nelle transazioni, nei prodotti e nella
della Shariah. Zaid Ibrahim & Co è orgogliosa di servire
creazione di istituti finanziari islamici, la nostra squadra
il settore con etica e integrità, non solo consigliando e
è ben attrezzata per affrontare richieste e rispondere agli
aiutando a portare sul mercato prodotti finanziari del valore
interessi in qualsiasi area del settore.
di miliardi di ringgit, ma osservando che settori produttivi
diversi dell’economia compresa l’energia, le infrastrutture, le
piantagioni e le manifatture hanno beneficiato della finanza
islamica. Il nostro lavoro ha aiutato i clienti a proteggersi
da una complessa rete di rischi, compresi quelli legali e
37
ZI Shariah Advisory Services
del nostro team e su un decennio di esperienza giuridica
in materia di finanza islamica, siamo particolarmente
attrezzati per percepire le sfumature nel paesaggio della
ZIShariah
consulenza shariatica. Il nostro accesso ai più eruditi e
Progress Through Knowledge
questo campo insieme al nostro forte impegno nella ricerca
affermati studiosi della Shariah che lavorano oggigiorno in
e nella dottrina ci permettono di espandere la nostra base
di conoscenze e affinare le nostre capacità sia in teoria
che in pratica. Essendo stati i primi nel mercato con servizi
ZI Shariah Advisory Sdn Bhd fornisce servizi di
specializzati collegati alla Shariah, abbiamo dimostrato le
consulenza shariatici nel settore bancario e della
nostre capacità nella consulenza shariatica ai clienti più
finanza islamici, nel takaful, nei fondi islamici, nella
esigenti. Questo ci ha fatto guadagnare il riconoscimento
gestione della ricchezza e nella legge islamica in
da parte della Commissione di Borsa della Malesia come
generale.
consulenti shariatici approvati per le emissioni di Sukuk,
i fondi islamici e altri prodotti islamici del mercato dei
Accompagnamo le autorità di regolamentazione, gli istituti
capitali.
finanziari e anche individui provenienti da varie giurisdizioni
di tutto il mondo nel condurre le loro attività in conformità
I membri del nostro team hanno acquisito conoscenza
ai principi della Shariah. Forniamo consulenza sulla base di
legale pratica e comprensione lavorando su complesse
standard autorevoli, certificazioni e normative, e abbiamo
questioni shariatiche e transazioni transnazionali
aiutato clienti a cogliere le complessità delle problematiche
importanti. Abbiamo anche accesso a consulenti
shariatiche che si accompagnano alla rapida evoluzione del
shariatici di fama del mondo accademico e delle imprese.
settore della finanza islamica.
Siamo quindi in grado di fornire ai clienti il contributo
incalcolabile delle migliori menti del settore.
Basandoci sulle qualificazioni di diritto islamico dei membri
38
L’iniziativa del Malaysia International
Islamic Financial Centre (MIFC)
Nell’agosto del 2006, è stata lanciata l’iniziativa del Malaysia International Islamic Financial Centre (MIFC)
per rendere la Malesia un centro internazionale per la finanza islamica.
L’iniziativa del MIFC consiste in una comunità di rete costituita da autorità nazionali di regolamentazione
dei mercati e della finanza, ministeri e agenzie governative insieme alla partecipazione dei settori bancario
e del takaful e delle istituzioni del mercato dei capitali, di quelle per lo sviluppo del capitale umano e
delle società di servizi professionali. Tutti partecipano e lavorano in maniera collaborativa nel settore della
finanza islamica.
L’iniziativa del MIFC è sostenuta dalle migliori pratiche giuridiche, di regolamentazione e shariatiche
globali, cosa che consente agli operatori del settore di concludere transazioni internazionali di finanza
islamica ovunque in Malesia nelle aree della creazione di Sukuk, di fondi islamici e di gestione della
ricchezza, banking islamico internazionale, takaful internazionale e sviluppo del capitale umano, godendo
allo stesso tempo di interessanti incentivi.
La Malesia accoglie talenti di livello mondiale, importanti protagonisti del mercato, emittenti e investitori
che plasmano insieme il futuro della finanza islamica tramite l’iniziativa del MIFC, facendo leva e
beneficiando della trentennale esperienza della Malesia nel campo della finanza islamica in un contesto di
innovazione e leadership di pensiero.
Per maggiori informazioni, visitate www.mifc.com
39
L’Associazione per lo Sviluppo di Strumenti
Alternativi e di Innovazione Finanziaria (ASSAIF)
nel Mediterraneo e alla facilitazione delle relazioni
economico-finanziarie tra Italia e mondo arabo.
Valorizzano e diffondono, inoltre, la cultura della diversità
e favoriscono lo sviluppo di nuove forme di governance
che prendano in conto l’inclusione finanziaria della
ASSAIF, il primo studio di consulenza di finanza islamica
comunità di immigrati musulmani nel pieno rispetto delle
a operare in Europa, rappresenta un’iniziativa davvero
sue specificità culturali e sociali. ASSAIF interagisce con
unica nel panorama della finanza islamica poiché
governi, banche centrali, istituzioni pubbliche e private,
all’implementazione delle relazioni contrattuali shariatiche
enti locali e regionali, studi professionali e investitori.
unisce gli scopi e i fini proposti dall’economia politica
islamica. Così facendo mette in pratica lo spirito e la lettera
ASSAIF è gestita da Alberto Brugnoni, arabista ed ex-
propugnati dal sistema shariatico colmando il divario tra
direttore per l’Italia di Merrill Lynch Bank. Le sue prime
finanza islamica, finanza etica e sviluppo sostenibile.
attività di finanza shariatica risalgono a metà degli anni
‘80 con la realizzazione di transazioni pionieristiche
Da un lato, gli associati di ASSAIF strutturano e sviluppano
di murabaha e di schemi di investimento a carattere
professionalmente prodotti e strumenti finanziari compatibili
partecipativo (mudharaba). Sua la partecipazione
con la Shariah e offrono consulenza e training negli ambiti
nel 1986 a uno dei primi congressi di finanza
legale, fiscale, amministrativo, di ingegneria finanziaria
islamica organizzato a Washington DC dalle autorità
e di marketing. La lunga esperienza di finanza islamica,
statunitensi. Alberto ha firmato alcuni dei progetti più
convenzionale ed etica permette ai suoi associati di fornire
innovativi di inclusione finanziaria e sociale degli ultimi
pareri e analisi con un approccio intellettualmente inclusivo.
anni ivi compreso il ‘Progetto Pilota Genoardo’ per
Dall’altro, ASSAIF è un centro studi e di ricerca non-profit
conto del Comune di Palermo nel 1997 e il progetto
all’avanguardia in alcuni settori strategici, quali: la moneta
‘NuoviStilidiVita’ per conto della Commissione Europea
e il sistema monetario, la contabilità, il design sociale, la
nel 2004-2007. Presiede regolarmente i principali eventi
microfinanza e il microtakaful.
mondiali di finanza islamica dando presentazioni in
italiano, francese, inglese e arabo.
Le attività progettuali di ASSAIF sono un importante
contributo al rafforzamento del ruolo strategico dell’Italia
40
Per maggiori informazioni, visitate www.assaif.org
Glossario di finanza islamica
Bay’ Bithaman Ajil (BBA) : Contratto che si riferisce a una
transazione di vendita e acquisto con il finanziamento degli asset su
base differita e a rate e con un periodo di pagamento prestabilito. Il
prezzo di vendita include un margine di profitto.
Bay’ al-Salam : Contratto il cui pagamento è effettuato in contanti
al momento del contratto ma la consegna degli asset acquistati è
rinviata a una data prestabilita.
Dhaman : Contratto di garanzia con cui un garante sottoscrive ogni
pretesa e obbligo che devono essere soddisfatti dal proprietario di un
asset. Questo concetto è anche applicabile a una garanzia fornita su
una transazione di debito nel caso in cui il debitore non adempia ai
propri obblighi.
Gharar : È un elemento di inganno dovuto sia all’ignoranza di un
elemento essenziale dei prodotti, il prezzo, che alla descrizione
difettosa dei prodotti, in cui una o entrambe le parti siano ingannate.
Ad esempio, il gioco d’azzardo è una forma di gharar perché il
giocatore ignora il risultato del gioco.
Il Gharar è diviso in tre tipi, vale a dire gharar fahish (eccessivo), che
vizia la transazione, gharar yasir (minore), che è tollerato, e gharar
mutawassit (moderato), che si trova tra le altre due categorie.
Qualsiasi transazione può essere classificata come attività vietata a
causa del gharar eccessivo.
Hibah : Donazione concessa a qualcuno.
Hilm : Tolleranza o rinuncia.
Ijarah : Un tipo di contratto manfaah (usufrutto), con il quale un
locatore (proprietario) concede in leasing un bene o una attrezzatura
a un cliente a un canone di locazione concordato e per un periodo di
leasing pre-determinato basato su un ‘aqd (contratto). La proprietà
dei beni oggetto del leasing rimane nelle mani del locatore.
Ijarah Thumma Bay’ : Contratto che inizia con una Ijarah tra un
locatore e un locatario. Poi, al termine del periodo di locazione, il
locatario acquisterà il bene dal locatore a un prezzo concordato
mediante l’esecuzione di un contratto di acquisto (bay ‘).
Infaq : Ha lo stesso significato di hibah.
Istisna’ : Contratto per l’acquisto di asset in cui un acquirente
effettua un ordine per l’acquisto di un bene per futura consegna.
L’acquirente richiede che il venditore o un imprenditore costruisca
l’asset e lo fornisca in futuro secondo le specifiche fornite nel
contratto di vendita e acquisto. Entrambe le parti concordano sui
prezzi di vendita e di acquisto e la liquidazione può essere ritardata o
effettuata sulla base del programma di lavoro completato.
Kafalah : Ha lo stesso significato di dhaman.
Maisir : Qualsiasi attività che coinvolga le scommesse in cui il vincitore
prende la scommessa e il perdente perde la scommessa. Questo è
vietato secondo la Shariah.
Mudarabah : Contratto tra due parti per finanziare una iniziativa
imprenditoriale. Le parti sono un investitore (rabb al-mal) che fornisce
unicamente il capitale e un imprenditore (mudarib) che gestisce
esclusivamente il progetto. Se l’impresa è redditizia, il profitto sarà
distribuito sulla base di una percentuale prestabilita. Se l’impresa è in
perdita, questa sarà a carico esclusivamente di colui che ha fornito il
capitale.
Murabahah : Contratto che si riferisce a una transazione di
acquisto e vendita per il finanziamento di un bene nella quale il
costo e il margine di profitto (mark-up) sono resi noti e concordati
da tutte le parti coinvolte. Il pagamento del prezzo di acquisto può
essere effettuato con una somma forfettaria differita o con una
rateizzazione, ed è specificato nel contratto.
Musharakah : Accordo di partnership tra due o più parti per
finanziare una iniziativa imprenditoriale nel quale tutte le parti
contribuiscono con capitale, sia nella forma di denaro che in natura.
Qualsiasi profitto derivato dall’iniziativa viene distribuito sulla base
di una percentuale di condivisione dei profitti prestabilita mentre la
perdita è condivisa sulla base del contributo dato in conto capitale.
Qard Hasan : Contratto di prestito tra due parti su una base di
assistenza sociale o per soddisfare una necessità finanziaria a breve
termine del mutuatario. L’importo del rimborso deve essere pari
all’importo mutuato. È tuttavia legittimo per un mutuatario pagare
più dell’importo preso in prestito se ciò non è stato indicato o
concordato al momento del contratto.
Riba : Aumento in una transazione finanziaria o in uno scambio di
merce a favore del proprietario (mutuante), senza che venga dato un
controvalore equivalente o una compensazione in cambio all’altra
parte. Esso riguarda l’interesse sia per i prestiti commerciali che al
consumo ed è vietato secondo la Shariah.
Sadaqah : Donazione.
Sukuk : Documento o certificato, che documenta la quota-parte
della proprietà indivisa di asset sottostanti. Il Sak (singolare di sukuk) è
liberamente scambiato alla pari, a premio o a sconto.
Shariah : La legge islamica, proveniente dal Corano (il libro sacro
dell’Islam), e le sue pratiche e spiegazioni rese dal profeta Muhammad
(pbsl) e dall’ ijtihad degli ulama (sforzi personali da parte di qualificati
studiosi della Shariah per determinare la vera essenza della legge
divina su questioni sulle quali la rivelazione non è esplicita).
Takaful : Forma di assicurazione islamica basata sul principio del
ta’awun o mutua assistenza. Essa offre una tutela reciproca del
patrimonio e dei beni e offre la condivisione dei rischi in caso
di perdite subite da uno dei suoi membri. Il takaful è simile alla
mutua assicurazione nel senso che i membri sono allo stesso tempo
assicuratori e assicurati.
Wakalah : Contratto che dà a una persona il potere di nominare
qualcuno ad agire per conto suo, finché è vivo, in base ai termini e
alle condizioni pattuite.
Wadiah Yad Dhamanah : Beni o depositi tenuti per sicurezza in
custodia da un’altra persona, che non ne è il proprietario. Poiché
la wadiah è un trust, il depositario diventa il garante e garantisce il
rimborso dell’importo totale dei depositi, o di ogni parte di essi ancora
in sospeso nei conti dei depositanti, su richiesta. I depositanti non
hanno diritto ad alcuna quota di profitti, ma il depositario può dare
un rendimento ai depositanti, come segno di apprezzamento.
Zakat : Tassa prescritta dall’Islam a tutte le persone che hanno
ricchezze al di sopra di una certa somma, a un tasso fissato dalla
Shariah. Secondo la fede islamica la zakat purifica la ricchezza e
le anime. L’obiettivo è di portare via una parte della ricchezza al
benestante per essere distribuita tra le otto categorie di persone
indicate dal Corano.
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Contatti
YBhg Dato’ Dr Nik Norzrul Thani
Email : [email protected]
Madzlan Hussain
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20121 Milano (Italia)
Tel : + 3902653964
Fax : + 39026597544
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La Finanza Islamica Demistificata