ROTARY INTERNATIONAL
RC PORTOGRUARO - Distretto 2060
costituito nel 1954
2009 - 2010
56o anno rotariano
BOLLETTINO N. 2058
CALENDARIO DELLE PROSSIME ATTIVITA’
14/7
21/7
ore 20.00 Ristorante al Valentino : Conviviale
Andrea Pontarolo : Rotary Youth Exchange
Membro della Commissione Distrettuale Programmi
nella sezione Scambio Giovani………
ore 20.00 Ristorante al Valentino : Riunione di Caminetto
Relazione dei Presidenti di Commissione
4 /08 ore 20.00 Ristorante al Valentino : Riunione del Direttivo allargata ai soci
29/8
1/9
8/9
ore 20.00 Teatro Ruffolo
: Concerto Lirico
Filemone e Bauci ovvero il ritorno di Jupiter sulla Terra
Ci sono alcuni posti a noi riservati, gratuiti, si consiglia di
prenotare al più presto telefonando ad Alessandro Favot 339 374 0990
ore 20.00 Ristorante al Valentino : Conviviale
Fortunato Randazzo : L’infinito è finito?
ore 20.00
15/9 ore 20.00
Ristorante al Valentino : Conviviale
Mauro Trovò
: Storia ed evoluzione della Radioterapia
Caminetto
22/9 ore 20.00 Ristorante al Valentino : Conviviale
Michele Potrandolfo
: “ 19 aprile 2009 alle ore 19.52 GMT
…raggiunto il Polo Nord “
29/9 ore 20.00 Caminetto
- Si raccomanda di confermare la presenza alle conviviali
indicando il
numero di ospiti , lasciando un messaggio alla segreteria telefonica del
numero 3475141102
GRAZIE
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Conviviale di martedì 7 luglio 2009
LIONELLO CORDONI : La Finanza Islamica aiuterà l’Occidente?
Presidente: Vittorio Drigo
Soci e famigliari: Corrado e Annamaria Bertuzzo, Danilo Cappelletto, Sergio Dal Moro,
Vittoria Drigo, Armando Fanzago, Alessandro e Laura Favot, Massimo Forliti, Valter
Franco, Giovanni Geremia, Vincenzo e Piera Martino, Carlo Meneghetti, Giovanni
Mulato, GianDaniele Muschietti, Pier Antonio Pavan, Iginio e Maria Chiara Petrussa,
Antonio Pulella, Francesco Quacquarelli, Fortunato e Margaret Randazzo, Saverio
Ravazzolo, Sinclair Ravazzolo, Don Oscar Redrezza, Mario Rosa, Mario Salvador, Luigi
Toffolo.
Ospiti del Club: Lionello e Valentina Cordoni
Ospiti; Maurizio Zamburlini e Antonino Zanelli (Drigo); Luigi Diana e Stefano Cimarosti
(Martino); Mario Spinazzà (Mulato); Stefano Collovini e Gastone Del Col (Pavan)
Tutto ebbe inizio nel 1963 a Mit Ghamr, un piccolo villaggio del Delta del Nilo di circa
48.000 abitanti. Fu qui che l’economista egiziano Ahmed al-Najjar aprì la prima Cassa
Rurale di Risparmio, con fondi del governo egiziano e di un gruppo finanziario tedesco.
Al-Najjar aveva studiato economia sociale in Germania, dove era rimasto colpito dal
modello delle casse agricole di risparmio tedesche. Ma operando nell’islamico Egitto,
al-Najjar ritenne di affiancare al consiglio amministrativo un consiglio di supervisione
religioso, lo sharia board, formato da religiosi (ulema) con il compito di garantire la
conformità della banca ai principi islamici.
Poiché il corano proscrive la riba, ovvero l’interesse speculativo sul prestito del
denaro, ne deriva che né la raccolta del risparmio può produrre interessi attivi, né la
banca può concedere prestiti a tassi prestabiliti. La cassa di risparmio di Mit Ghamr
recuperò due tipi tradizionali di contratto: la mudaraba, o finanziamento partecipativo
(la banca fornisce il capitale per un progetto e l’azienda il lavoro necessario per la sua
realizzazione, i profitti e le perdite sono ripartiti secondo una formula prestabilita) e la
musharaka, o presa di partecipazione (la banca partecipa al capitale di un’azienda per
finanziare un progetto preciso, i dividendi sono ripartiti in funzione dell’incremento di
redditività dovuto all’apporto di capitale).
L’esperienza di al-Najjar ebbe un gran successo regionale. Probabilmente a causa di
questo la cassa di risparmio di Mit Ghamr fu vista con grande sospetto dal mondo
finanziario tradizionale. Sollecitato dalle pressioni delle banche svizzere operanti nel
Golfo e da alcuni insuccessi economici, nel 1968 il governo di Nasser decretò la
chiusura della cassa rurale. Quella esperienza però non è andata perduta. Quando
Anwar al-Sadat divenne presidente dell’Egitto, fondò nel 1971 la Banca Sociale Nasser
adottando le stesse tecniche di credito (mudaraba e musharaka) elaborate da alNajjar. Successivamente il modello della cassa di risparmio di Mit Ghamr, dove ulema
e contabili lavoravano insieme, venne utilizzato da tutti gli istituti finanziari e di
credito, dalle banche alle società d’investimento, che si definiscono islamici. Alla
definitiva affermazione della finanza islamica hanno contribuito sia l’accumularsi delle
grandi risorse derivanti dalle varie crisi petrolifere, sia l’immunità dalla crisi dei mutui
subprime, che ha invece affossato la finanza occidentale.
RC PORTOGRUARO - Bollettino 2058 – 7 luglio 2009 – La Finanza Islamica aiuterà l’Occidente?
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A presentare ad una conviviale particolarmente affollata questa affascinante storia
della finanza islamica è stato l’Ing. Lionello Cordoni, membro del R.C. Torino e socio
onorario del R.C. Alta Val d’Elsa ( Siena), Laureato in Ingegneria Industriale
Chimica, Cordoni ha al suo attivo una esperienza cinquantennale di rapporti di affari
con paesi del Nord Africa e Medio Oriente. Durante i numerosissimi viaggi in Africa ed
in Asia ha sviluppato una profonda conoscenza del mondo islamico. Egli era
accompagnato dalla gentile consorte, la Dr.ssa Valentina Delle Piane, laureata in
Biologia e Crocerossina volontaria.
La documentata relazione ha provocato numerosi appassionati interventi, sollecitati
dalle provocatorie domande del Presidente Drigo: La finanza islamica aiuterà
l’Occidente? Seguiranno le banche occidentali l’esempio del modello finanziario
islamico?
Sono domande che non hanno ottenuto risposte definitive. Le nostre banche hanno
adottato con entusiasmo il criterio di non remunerare i depositi con interessi attivi, ma
non sembrano altrettanto pronte a sostenere le imprese con finanziamenti
partecipativi. E’ arduo riconvertire in breve tempo una attività bancaria ormai abituata
a speculazioni meramente finanziarie – oltretutto premiata da remunerazioni
spropositate per i top manager - a una attività compartecipativa, orientata
sull’individuo e basata non tanto sulle garanzie quanto sulla capacità di valutazione
economica, sulla assunzione di responsabilità e sulla fiducia.
Mentre tutti hanno concordato sulla necessità di un ritorno all’etica, curiosamente
nessuno ha invocato per la finanza occidentale la garanzia etico-religiosa, che
rappresenta invece un fattore determinante per il successo della finanza islamica.
Dopo i vari scandali che hanno visto coinvolti personaggi che si muovevano in circoli
religiosi (Giuffrè, Marcinkus, Calvi, Madoff) una finanza ‘cattolica’ o ‘ebraica’ sembra
oramai difficilmente spendibile nel mondo occidentale. Ip
RC PORTOGRUARO - Bollettino 2058 – 7 luglio 2009 – La Finanza Islamica aiuterà l’Occidente?
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