DISCRIMINAZIONE DI GENERE 4 ANNI DI INTERVENTI DELLE CONSIGLIERE DI PARITA’ Prima elaborazione sui dati 2001-2005 A cura di: Letizia Amedei Torino, Settembre 2005 PREMESSA Uno dei compiti della consigliera di Parità è quello di tutelare il lavoratore e la lavoratrice da ogni discriminazione di genere. Da questi 4 anni di attività è emerso che la discriminazione esiste, è soprattutto femminile e legata quasi sempre alla maternità. Se la ricerca condotta con l’Ispettorato del Lavoro ha portato alla luce i casi di donne dimissionarie nel primo anno di vita del/la bambino/a, i casi esaminati dalla consigliera riguardano quasi sempre pressioni che le donne subiscono dai datori di lavoro per costringerle a licenziarsi, o addirittura minacce di licenziamento dopo il primo anno di vita del/la bambino/a (tutelato dalla legge). E’ incredibile pensare che ancora oggi nel XXI secolo la maternità sia vista come un antagonista della professionalità. Le 120 donne che si sono presentate davanti alla Consigliera avevano quasi tutte lo stesso comune denominatore: il rientro dalla maternità vissuto come un dramma. Demansionamento, isolamento, battute pesanti sono il sistema usato per costringere le donne a licenziarsi: quello che dovrebbe essere un momento di gioia nella vita viene offuscato dal sentirsi di colpo inadeguate a causa della loro scelta. Nel corso degli anni l’attività della Consigliera, partita in sordina, come tutte le cose nuove, ha dimostrato di essere un punto fermo per questo universo femminile “disperato”, soprattutto è stato un punto di ASCOLTO, DI SFOGO, per tante persone che non sapevano cosa fare e avevano bisogno di un consiglio e di sentire qualcuno solidale con loro. Di tante donne dopo lo sfogo iniziale non si è saputo più nulla, nemmeno come si è risolto il caso, per altre più sicure dei propri diritti si è cercata una conciliazione amichevole in cui la Consigliera è intervenuta come intermediaria tra le parti; per altre ancora si è agito per vie legali attraverso cause giudiziarie che hanno sempre riportato la vittoria delle donne. Con questa ricerca abbiamo cercato di ricavare dai dati un quadro utile per proseguire su questa strada e migliorare l’efficacia delle azioni future. 2 ANALISI DEI DATI RELATIVI AI CASI DI DISCRIMINAZIONE Il totale dei casi seguiti dalla Consigliera ad oggi è 122, ma Il numero degli/delle utenti è di 120 poiché due donne sono state seguite 2 volte per cause diverse. ANNO 2001 2002 2003 2004 2005 TOTALE % 2% 11% 24% 40% 23% 100% N° CASI 2 14 29 49 28 122 CASI PERVENUTI AL CENTRO 5 2005 4 2004 3 2003 2 2002 1 2001 28 49 29 Serie1 Serie2 14 2 Come visualizzato nel soprastante grafico,l’utenza è aumentata notevolmente con il passare degli anni: dai 2 soli casi del 2001(l’ufficio della Consigliera è stato attivato nel secondo semestre del 2001) ai 29 del 2004, ai 28 del primo semestre 2005. Questo è dovuto in parte anche all’attività promozionale della Consigliera che attraverso il proprio sito internet, opuscoli informativi, pubblicazioni ecc, ha messo in evidenza quali siano i suoi compiti di tutela. 3 NOTA: l’elaborazione si è basata su dati la cui completezza è assicurata solo per l’anno 2005, in quanto nel periodo precedente non era ancora stato predisposto un sistema omogeneo di raccolta delle informazioni, pertanto in sede di colloquio non sempre sono stati rilevati tutti i dati oggi considerati. 4 CONTATTI ATTRAVERSO I QUALI SI E’ PERVENUTI ALLA CONSIGLIERA Sul totale di 120 contatti si è rilevato il dato per 63 persone, da questo emerge che la conoscenza dell’attività della Consigliera passa prevalentemente attraverso i Centri per l’impiego (29 utenti inviati/e dai CPI), segue l’invio attraverso parenti, amici, conoscenti che nel grafico prende il nome di Altro(16), Sindacato (8), internet(6), agenzia formativa (2), Consigliere regionali o nazionali (2). CONOSCENZA DELLA CONSIGLIERA AVVENUTA ATTRAVERSO.. SINDACATO 13% ALTRO 25% SINDACATO INTERNET AGENZIA FORMATIVA 3% CPI INTERNET 10% CONSIGLIERE 3% AGENZIA FORMATIVA CONSIGLIERE ALTRO CPI 46% Tra i Centri per l’impiego che hanno inviato utenti alla Consigliera spicca il CPI di Settimo seguito da Chieri e da Torino. All’interno dei CPI opera la rete delle referenti, istituita dal Servizio Lavoro nel Novembre del 2004, che agisce in sinergia con le Consigliere nel promuovere le pari opportunità. INVII DAI CENTRI PER L'IMPIEGO 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 8 4 Serie1 3 2 2 1 1 1 1 1 2 2 1 TO O N C C IR IE C ' H I C V U O R IV R O R B PI N R IV SU SA VE N M C D N P H SE IER TT I IM O 0 5 Per quanto riguarda il contatto avvenuto con la Consigliera è prevalente il colloquio (82% dei contatti). TIPO DI CONTATTO COLLOQUIO 100 COLLOQUIO CON AVVOCATO 2 E-MAIL 3 LETTERA 8 CONTATTO TELEFONICO 9 122 TOT DATI SOCIO ANAGRAFICI Per quanto riguarda i dati connotativi della persona è interessante vedere che il 90% dell’utenza che si rivolge alla Consigliera è donna (108 su 120), 10 uomini e 2 casi collettivi. Questi si sono presentati alla Consigliera pur non essendo referente autorizzata ad occuparsi di casi collettivi di discriminazione che sono di pertinenza della Consigliera Regionale. Si è a conoscenza dell’età solo per 54 utenti, prevalentemente di età superiore ai 30. SESSO N°UTENTE F 108 M 10 CASO COLLETTIVO 2 TOT ETA' DELL'UTENZA 20 0% 30 4% <30 11% 120 20 30 <30 >30 >30 85% 6 Nell’universo di 120 utenti per il dato TITOLO DI STUDIO vi sono 30 rilevazioni, in questo piccolo campione 2 persone hanno la licenza media, 4 la qualifica, 12 il diploma e 12 la laurea, quindi il livello è medio- alto. TITOLO DI STUDIO N°UTENTI MEDIA 2 QUALIFICA 4 DIPLOMA 12 LAUREA 12 TOT 30 TITOLO DI STUDIO LAUREA 40% MEDIA QUALIFICA 7% 13% TITOLO DI STUDIO MEDIA QUALIFICA DIPLOMA 40% DIPLOMA LAUREA Riguardo la voce SITUAZIONE FAMILIARE sul totale di 42 casi rilevati il 67% di utenti ha una situazione familiare parentale ossia composta da marito, figli, genitori; il rimanente 33% ha una situazione monoparentale. SITUAZIONE FAMILIARE SITUAZIONE FAMILIARE PARENTALE 28 MONOPARENTALE 14 TOT 42 MONOPARE NTALE 33% PARENTALE PARENTALE 67% MONOPARENTALE 7 LAVORO Per quanto riguarda la tipologia di impresa su 108 dati pervenuti 29 utenti provenivano dall’impresa pubblica, 79 dall’impresa privata. TIPOLOGIA DI IMPRESA 26% PUBBLICA PRIVATA 74% Per quanto riguarda il dato numero dipendenti, su 26 rilevazioni risultano 12 aziende con meno di 20 dipendenti, 5 tra i 20 e i 50 dipendenti, 2 tra i 50 e i 99 dipendenti, 7 oltre i 100. NUMERO DIPENDENTI OLTRE 100 27% >20 46% >20 TRA I 20 E I 50 TRA 50 E 99 TRA 50 E 99 8% OLTRE 100 TRA I 20 E I 50 19% 8 Nelle voce TIPOLOGIA CONTRATTUALE su 79 dati disponibili sembra importante sottolineare che il 78% dell’utenza che ha contattato la Consigliera e di cui esiste il dato abbia un contratto a tempo indeterminato. La voce “Altro” riguarda ad esempio i disoccupati in cerca di lavoro. TIPOLOGIA CONTRATTUALE N°CASI TEMPO DETERMINATO 11 TEMPO INDETERMINATO 62 APPRENDISTATO 2 LIBERO PROFESSIONISTA 0 ALTRO 4 TOTALE 79 TIPOLOGIA CONTRATTUALE APPRENDIST ATO 3% ALTRO 5% TEMPO LIBERO DETERMINAT PROFESSIONI O STA 14% 0% TEMPO INDETERMIN ATO 78% TEMPO DETERMINATO TEMPO INDETERMINATO APPRENDISTATO LIBERO PROFESSIONISTA ALTRO Nel dato TIPO DI QUALIFICA su 120 utenti 56 hanno affermato di avere un lavoro impiegatizio, 17 sono operai/e , 5 responsabili,2 quadri, 3 commesse /cassiere, 7 utenti che svolgevano lavori nell’ambito sociale. DATO NON PERVENUTO 12% TIPO DI QUALIFICA ALTRO 13% OPERAIO IMPIEGATA OPERAIO 14% RESPONSABILE QUADRO COMMESSA 3% COMMESSA QUADRO 2% LAVORO DI CURA 6% LAVORO DI CURA RESPONSABILE 4% IMPIEGATA 46% ALTRO DATO NON PERVENUTO 9 Su 91 dati riguardanti la voce SETTORE/ATTIVITA’ le lavoratrici che si sono rivolte alla consigliera provengono prevalentemente dai servizi, al primo posto con (53)utenti, segue l’industria (21), la voce altro(7) riguarda 1 cantiere di lavoro,1 edilizia,1 commercio,1 spettacolo, 1 grafico editoriale, segue la grande distribuzione(7)e artigianato(3). SETTORE/ATTIVITA' GRANDE DISTRIBUZION E 8% ALTRO 8% INDUSTRIA 23% INDUSTRIA SERVIZI GRANDE DISTRIBUZIONE ARTIGIANATO ARTIGIANATO 3% SERVIZI 58% ALTRO Per quanto concerne il settore servizi abbiamo 5 utenti che lavorano in imprese di pulizia,7che lavorano in ospedali, casi di cura,centri per tossicodipendenti, A S L , cooperative sociali, le rimanenti 41 persone rientrano nei servizi poiché lavorano in ambito amministrativo dove hanno contatti con il pubblico. Approfondendo il dato Industria vediamo come 10 utenti non abbiano specificato il tipo, 2 appartengano a industrie cartotecniche, 2 chimiche, 1 dolciaria, 4 metalmeccanica, 2 tessili. TIPOLOGIA DI DISCRIMINAZIONE Come precedentemente esposto la discriminazione principale è legata alla maternità. Moltissime donne hanno problemi a rientrare sul posto di lavoro: molte vengono demansionate, spostate dal reparto in cui precedentemente lavoravano, costrette a turni di lavoro che non si conciliano con il loro nuovo ruolo di madri. Tutto questo per spingerle al licenziamento. 10 TIPOLOGIA CASO N°UTENTI MOLESTIE 6 DISCRIMINAZIONE SESSUALE 13 MOBBING 11 PROBLEMA NATURA SINDACALE 15 VIOLAZIONE LEGGE TUTELA MATERNITA’ 23 RICHIESTA PART TIME/TRASFERIMENTO 9 DEMANSIONAMENTO 2 ALTRO(ricerca lavoro,consulenze,) 39 ATTI DISCRIMINATORI 4 TOT 122 Per quanto riguarda il dato molestie abbiamo 2 molestie sessuali e 3 verbali, gli atti discriminatori sono perpetrati tutti su persone in situazioni o di disagio momentaneo o di handicap (1 donna divorziata, 1 una non vedente,2 donne con handicap). TIPOLOGIA CASO ATTI DISCRIMINATORI 3% ALTRO 32% DEMANSIONAME NTO 2% RICHIESTA PART TIME/TRASF 7% MOLESTIE 5% VIOLAZIONE LEGGE TUT MAT.' 19% DISCR. SESSUALE 11% MOBBING 9% PROBLEMA NAT. SIND. 12% 11 Scorporando i soli dati sui casi di discriminazione per maternità (VIOLAZIONE LEGGE TUTELA MATERNITA’) è parso significativo ricondurre i dati alle seguenti categorie. Licenziamento/richiesta dimissioni/non riconferma contratto 9 Negazione permessi 4 Demansionamento al rientro maternità 7 Spostamento di reparto/turnazioni 2 Confronto con azienda sul tema maternità 1 12 MODALITA’ DI INTERVENTO DELLA CONSIGLIERA Per alcune donne l’incontro con la Consigliera serve da sfogo, spesso non seguito da un procedimento nei confronti dell’azienda, altre vanno avanti nell’affermazione dei loro diritti e richiedono l’intervento attivo della Consigliera. In questo caso la Consigliera convoca le parti per un colloquio chiarificatore svolgendo un ruolo di mediazione, cercando di arrivare ad un accordo. E’ giusto riconoscere che a volte anche il datore di lavoro ha interesse a trovare una soluzione per mantenere la dipendente al proprio posto di lavoro. Valga ad esempio il caso di una signora, infermiera professionale con 3 bambini a carico che per problemi familiari non poteva osservare i turni nell’azienda in cui lavorava; grazie a diversi incontri portati avanti dalla Consigliera il caso si è concluso positivamente poiché le parti sono pervenute ad un accordo. Dai dati pervenuti si evince come la maggior parte delle persone che si sono rivolte alla Consigliera abbia avuto bisogno prevalentemente di consulenza e informazioni. Si 99 persone su 122,No 23. CASO CONCLUSO CON IL SOLO COLLOQUIO CON LA CONSIGLIERA NO 19% SI NO SI 81% 13 INTERVENTO CONSIGLIERA ATTO ADESIVO/INT ERVENTO 17% CONSULENZ A 17% CONV AZIENDA 66% Per quanto riguarda il valore assoluto abbiamo 15 convocazioni azienda,4 atti intervento,4 consulenze che presupponevano un proseguimento di azione da parte della Consigliera. In 2 casi si è arrivati alla causa in giudizio in quanto le parti non hanno conciliato, la conciliazione è avvenuta in sede giudiziale. In altri 2 casi la Consigliera ha espresso un atto adesivo su richiesta dell’avvocato difensore essendo evidente la discriminazione in atto; un caso si è concluso con la conciliazione delle parti, un altro con la reintegrazione nel posto di lavoro. Per quanto riguarda la conclusione, a fronte dei 122 casi un proseguimento dell’azione da parte della consigliera è avvenuto per 23 utenti; 7 casi sono in corso di definizione e 16 sono stati conclusi. CONCLUSIONE DEI CASI CAUSA VINTA 25% CONCILIAZIONE SENTITE LE PARTI LA CONSIGLIERA DECIDE DI NON PROCEDERE 56% 19% 14 CONSIDERAZIONI FINALI Questa ricerca ha confermato l’importanza del ruolo della Consigliera. Le donne cominciano a prendere coscienza dei loro diritti, ma è necessaria la presenza di un presidio a cui rivolgersi per vederli riconosciuti. Purtroppo ancora oggi è scarsa nei lavoratori e nelle lavoratrici la conoscenza di questo servizio. I 122 casi finora esaminati sono un numero probabilmente basso rispetto al sommerso, possono però contribuire ad un “passaparola” di cui già si avvertono gli effetti. I casi risolti con la conciliazione dimostrano che a volte un intervento equilibrato di intermediazione riesce a venire a capo di situazioni a prima vista inconciliabili. Il maggiore impegno della Consigliera consisterà comunque nel promuovere Azioni Positive, sia per prevenire l’instaurarsi di meccanismi discriminatori e le sofferenze connesse, sia per rendere evidenti i vantaggi anche per i datori di lavoro di un piano per la conciliazione dei tempi. 15