Istituto nazionale Ferruccio Parri
Prime indicazioni di lavoro per il 70° della Resistenza
Istituti della rete Insmli
[Aggiornato al 16 aprile 2013]
Alessandria – Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
La Resistenza delle donne. Legittimazione di una proposta
Il bisogno di storia nel tempo presente non scaturisce
soltanto da un semplice bisogno di radici (termine ambiguo,
talvolta pericolosamente connotato da una altrettanto forte
esigenza di miti fondanti da schierare a difesa di una qualche
presunta superiorità, politica, culturale, di identità locale
rispetto ad altri); il bisogno di storia, più utilmente, dovrebbe
essere recepito come terreno di riflessione sulla storia dei
processi che ispirano le regole di una data società.
Progetto di ricerca triennale. La Resistenza delle donne in
provincia di Alessandria
L'intenzione è quella di recuperare al mondo ciò che è uscito
sfilacciato dal passaggio fra gli ingranaggi della storia
ufficiale.
In questo senso molto cammino è stato percorso a partire
dagli anni Settanta del secolo scorso ad oggi. Basti citare La
Resistenza taciuta: dodici vite di partigiane piemontesi, a
cura di Annamaria Bruzzone e Rachele Farina, che uscì per la
prima volta nel 1976 a Milano per i tipi di La Pietra (poi
rieditato nel 2003 a Torino da Bollati Boringhieri) e - a
vent'anni di distanza – il lavoro di Anna Bravo e Anna Maria
Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne. 1940-1945,
Roma-Bari, Laterza, 1995.
Nel nostro territorio il lavoro compiuto è stato rivolto
soprattutto alle memorie da salvare: interviste audio, video,
alle protagoniste e alle testimoni di un tempo “speciale”.
Si avverte ora la necessità di un passaggio (dopo una fase
adeguata di censimento e ricognizione dell'esistente nelle
varie aree della provincia) ad una sistemazione storica che
sola può fornire ulteriori possibili chiavi interpretative.
Dal titolo si comprende che non è solo l'agire delle donne
resistenti che si vuole mettere a fuoco, quanto la cifra di un
agire al femminile che viene messa in atto nei momenti di
crisi.
Destinatari del progetto sono il mondo della ricerca, della
scuola e dell'intera comunità civile, per questa ragione le
azioni sono diversificate in relazione ai diversi soggetti.
Focalizzare la resistenza delle donne è anche un modo per
riflettere su forme di resistenza eroiche, non
necessariamente riconducibili al modello giovane guerriero.
La storiografia negli ultimi venti/trent’anni ha indagato le
diverse modalità non armate o politicamente consapevoli di
cui furono protagoniste donne e, naturalmente, anche
uomini; forme che quasi si potrebbero definire di
resistenza/resilienza, capaci di ristabilire equilibri sociali in
contesti sconvolti dalla brutalità della guerra e
dell’occupazione nazi-fascista.
I modulo - “Conoscere le antenate”
Si prevede, nel settembre 2013, la distribuzione in dieci
classi di scuola secondaria di secondo grado della provincia
di Alessandria di un questionario volto a costruire una
fotografia sul tema oggetto di indagine (le ragazze e i ragazzi
hanno memoria o conoscenza storica dell’azione delle donne
resistenti? Conoscono il nesso tra l’operato resistenziale e gli
esiti costituzionali e più in generale dell’Italia repubblicana?
Se sì, con quali modi: memoria familiare, scuola, agenzie
formative, mass media, stampa periodica e non, web…).
La distribuzione sarà preceduta, a seconda delle risorse
economiche, da un incontro di presentazione nei centri zona
provinciali o nel solo capoluogo.
La presentazione e distribuzione dovrebbero avvenire nel
mese di settembre 2013 (presentazione nei pof), la
restituzione nei mesi di gennaio/febbraio 2014. Alla
restituzione seguiranno incontri con le classi, anche in
questo caso, in relazione alle risorse, nei singoli centri zona o
nel solo capoluogo.
Seguirà la rilevazione dei docenti e degli studenti disponibili
a un ulteriore coinvolgimento nella ricerca.
Gli esiti avranno visibilità nella Sezione didattica del sito
www.isral.it e, se di particolare rilievo, nella specifica
sezione della rivista semestrale dell’Isral “Quaderno di storia
contemporanea”.
Lo schema temporale seguito dalla ricerca è quello che da
tempo presiede analoghi progetti di ricerca del nostro
Istituto e più in generale della rete degli istituti storici della
Resistenza in Italia: PRESENTE/PASSATO/PRESENTE.
In questo caso, alla base è la forte motivazione etica che ha
preso le mosse dalla manifestazione del 13 febbraio 2011 Se
non ora quando e che è proseguita con numerose altre
iniziative negli anni successivi (un’istanza ad esempio è
passata dal 1943 ad oggi: “donne per la pace”). Ancora una
volta donne apparentemente marginali si riappropriano
della storia condizionandone i destini.
Pensando alla composizione studentesca e al ragguardevole
numero di studenti stranieri (chi sono le loro antenate?) si
introdurranno comparazioni con spazi più lontani e tempi
più vicini (le madri di plaza de Mayo e il lavoro sui percorsi di
storia e memoria tra Italia e Argentina messo a punto dalla
Commissione Formazione e dal Landis)
II modulo - “Artefici della storia, custodi della memoria”.
Piste di indagine
La storia di genere e la storia delle donne sono discipline che
attualmente, con un processo più lento rispetto al mondo
anglosassone, possono dirsi radicate anche in Italia. Dagli
anni Novanta del secolo scorso la bibliografia sulle italiane
nel Novecento (ad esempio, Michela Di Giorgio, Le italiane
dall'Unità a oggi, Laterza,1993) si è arricchita via via di nuovi
significativi contributi.
a)Un primo campo di lavoro dovrebbe essere, quindi, la
costruzione di strumenti bibliografici, che diano conto, con
attenzione al nostro territorio (ad esempio bibliografie
ragionate) di quanto è stato prodotto dal 1946 ad oggi.
b) Al contempo si prevede un censimento dell'esistente: le
fonti disponibili nel territorio, a partire da quelle conservate
nel nostro archivio. Ad esempio, nel fondo ANPI, acquisito
qualche anno fa dal nostro Istituto e immediatamente
riordinato, c'è un interessante fascicolo su Anna Botto,
insegnante, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck,
che contiene, però, per lo più articoli di giornale.
I pochi fascicoli del fondo UPI (Ufficio politico investigativo)
riguardanti donne contengono pochissime informazioni o
sono addirittura vuoti. Anche le assenze, come è noto,
parlano. C'è poi il fondo librario di Claudia Balbo, che può
dare conto delle letture di un ex-staffetta.
A proposito di fondi librari, sarebbe di sicuro interesse uno
studio del fondo Camilla Ravera, conservato presso la
fondazione “Luigi Longo” di Alessandria.
Sicuramente, all'interno dei fondi sulle diverse formazioni
partigiane, ci saranno poi informazioni su staffette
partigiane, ma al momento, in assenza di un'indagine al
riguardo, non sono possibili notizie sicure in merito.
c) Gli esiti della ricerca potrebbero confluire in un dizionario
della resistenza femminile alessandrina – sull’esempio
dell’Album d’onore pubblicato dal nostro Istituto alcuni anni
fa – con un lavoro prosopografico che in più aiuti a
comprendere le motivazioni della scelta e i suoi esiti: dopo la
Liberazione, quelle donne resistenti quali ruoli hanno
rivestito, quali destini hanno avuto?
d) Un’ulteriore riflessione è poi sull’uso pubblico/politico
della resistenza al femminile, sulla base della periodizzazione
sui decennali, ancora utilissima, di Nicola Gallerano. Per
quanto riguarda il nostro territorio, che memoria
conservano i discendenti e le comunità locali delle
partigiane, quale traccia di loro nei luoghi di memoria, ad
esempio?
Cantiere di lavoro, quanto è già in atto
Ricerche- Pubblicazioni
Nel prossimo mese di aprile uscirà la pubblicazione della
ricerca, condotta da Federico Fornaro Pierina, La staffetta
dei ribelli, Isral-Le Mani, 2013. Il racconto dell’avventura
partigiana di Pierina Ferrari, nome di battaglia Milly,
staffetta operante tra i monti dell’Appennino LigurePiemontese, rappresenta un contributo alla conservazione e
alla trasmissione alle nuove generazioni della memoria della
Resistenza, affinché tutto non vada perduto a causa del
lento, ma inesorabile trascorrere del tempo.
Una limpida testimonianza della spontanea ribellione di una
generazione di giovani nati, cresciuti ed educati nel
ventennio
mussoliniano,
che
nonostante
questo
indottrinamento seppero esprimere una convinta adesione
ai valori della libertà e della giustizia sociale.
Sulla presenza delle donne alla lotta di Liberazione, per
tanto, troppo, tempo è sceso un velo di silenzio che ha finito
per ridimensionarne ingiustamente l'importanza e il ruolo,
sia sotto il profilo morale, sia per quanto attiene al
contributo alla stessa lotta armata.
La storia partigiana di Pierina aiuta a comprendere tutta la
drammaticità e la pericolosità del lavoro oscuro, ma non per
questo meno importante, della staffetta: missioni solitarie
per consegnare istruzioni e raccogliere richieste, che
esponevano queste giovani donne a rischi, a volte, superiori
a quelli che caratterizzavano le periodiche azioni di
sabotaggio o di confisca di beni e di viveri, spesso condotte
in gruppo.
Incontri, convegni, mostre:
Cinema e storie II edizione 23 aprile 2013
- In collaborazione con la casa editrice Falsopiano e con la
Provincia di Alessandria, l'Isral organizza la seconda edizione
di “Cinema e storie. Inquietudini e speranze della scena
contemporanea: incontro con “Le donne resistenti di
Giuseppe Piccioni”. Uno degli intenti del nostro Istituto, da
sempre, è quello di porsi come laboratorio del tempo
presente; per questa ragione, dallo scorso anno si è pensato
di incontrare registi italiani di rilievo che prestino attenzione
a temi che arrivano da lontano.
- Un altro campo di indagine che è stato ritenuto proficuo
comporta l’analisi di come il ruolo delle donne nel triennio
resistenziale sia stato affrontato dai mass media, in
occasione dei decennali di anniversario della Resistenza: per
avviare tale lavoro nel settembre 2013 è stato calendarizzato
un incontro con Liliana Cavani con la proiezione del suo
documentario “Le donne nella Resistenza”, 1966.
- un altro percorso è quello degli scioperi delle Borsaline.
Con la possibilità, in collaborazione con la soms, di allestire
ad Alessandria la mostra “Le donne al lavoro nel secolo
dell’industria” curata da Stefano Musso (40 pannelli alcuni
dei quali relativi al territorio e anche alle Borsaline).
Ancona – Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche
L'istituto marchigiano ha approvato un progetto per il 70°
della liberazione (nelle Marche cade nel 2014) di pubblicare
una enciclopedia dell'antifascismo nelle Marche. Si tratta di
due volumi, uno di lemmi sull'antifascismo dalla presa del
potere di Mussolini alla nascita delle Anpi (1922-1946),
l'altro contenente schede biografiche.
Il progetto è sostenuto anche dagli istituti provinciali a noi
associati e dalle Anpi provinciali delle Marche. Vedrà il
coinvolgimento di numerosi ricercatori che firmeranno le
voci da essi redatte. Vi saranno poi due saggi introduttivi di
carattere storiografico.
Aosta - Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea
L’Istituto ha avviato in vista del 70° Anniversario della
Liberazione il Progetto Passages/passaggi, già in studio dallo
scorso anno.
L’Assemblea dell’Istituto approverà in aprile la seguente
proposta della direzione nel programma scientifico del 2013,
in fase di accoglienza da parte del Comitato direttivo.
Sono previste le seguenti ricerche e pubblicazioni che
usciranno nel corso nel triennio 2013-2016, nel quadro del
progetto Passages/Passaggi: Marie-Rose Colliard e Solange
Soudaz, Guida al Museo della Resistenza di Perloz (in fase di
stampa); Silvana Presa, Donne nella guerra e nella Resistenza
in Valle d’Aosta; Simon Goyet, La Valtournenche tra fascismo
guerra e Resistenza; Sergio Milani, Alpini e artiglieri alpini
valdostani nella lotta di Liberazione in Montenegro dopo l’8
settembre 1943; Paolo Momigliano Levi, Gli ebrei in
Provincia di Aosta; Jean-Louis Crestani, Tempo libero di stato
tra fascismo e Repubblica democratica in Valle d’Aosta;
Tullio Omezzoli, La giustizia partigiana; Andrea Désandré,
Saggio sull’annessionismo in Valle d’Aosta.
Oltre alle pubblicazioni suindicate si prevede per il 2015 un
seminario di confronto su queste ricerche, con eventuale
apertura a ricercatori esterni. I partecipanti produrranno un
breve saggio che confluirà nella pubblicazione degli atti.
Asti - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
Oltre alle consuete iniziative collegate al calendario civile ed
alle attività della Casa della memoria di Vinchio, si segnalano
le seguenti ricerche:
• I rastrellamenti nel nord-ovest: Appennino, Riviera ligure,
Langhe e Monferrato. Tempi, strategie, protagonisti, vittime,
in collaborazione con gli Isr di Parma e di Piacenza e
l’Associazione “Memoria della Benedicta”, coordinamento di
Brunello Mantelli
• 8 settembre: storie e memorie di internati militari
astigiani, a cura di Francesca Somenzari, coordinamento
Mario Renosio e Mauro Forno
•I partigiani meridionali a cura degli Isr piemontesi
Pubblicazioni a stampa:
• La Rsi nell’Astigiano tra guerra civile, repressione ed
epurazione, di Nicoletta Fasano e Mario Renosio (ottobre
2013)
• La memoria dei luoghi: guerra, deportazione e resistenza
nell’Astigiano, di Nicoletta Fasano e Mario Renosio (aprile
2014)
Eventi:
15/03/2013 Asti Conoscere il nostro passato per difendere il
nostro futuro: gli scioperi del marzo 1943
27/04-02/05/2013 Viaggio della memoria: Auschwitz
24-25/05/2013 Borgo San Dalmazzo Cuneo, Partecipazione
al convegno Memoria fragile da conservare (Anpi
piemontese): L’aeroporto partigiano di Vesime
24/08/2013 Vinchio Dalla guerra fascista alla scelta
partigiana: Davide Lajolo e Beppe Fenoglio
01/12/2013 Asti La memoria rimossa: arresto e deportazione
degli ebrei astigiani
01/03/2014 Asti Conoscere il nostro passato per difendere il
nostro futuro: gli scioperi del marzo 1944
01-06/05/2014 Viaggio della memoria: Flossenburg, Berlino,
Sachsenhausen, Dresda
25-26/10/2014 Vinchio Nizza M.to Inventarsi la democrazia:
storie, memorie, protagonisti della resistenza e della Giunta
popolare
Bologna - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
PROGETTI 70° LIBERAZIONE 2013 – 2015
1. Donne e Resistenza. Progetto triennale promosso
dall’Anpi provinciale in collaborazione con il Comune di
Bologna e l’Università di Bologna.
2. 1943: caduta del regime a Bologna, primi bombardamenti,
prime iniziative democratiche e nascita dell’RSI.
3. Cartoguida-sentieri partigiani della provincia di Bologna in
collaborazione con Anpi Sasso Marconi.
4. La linea gotica – progetto di valorizzazione di luoghi e
percorsi in collaborazione con IBC, ANPI, Cai e Slow Food (ed
altri soggetti da individuare).
5. Progetto di sviluppo del Museo della Città di Bologna sulle
tematiche del Novecento e in particolare della Resistenza e
dell’antifascismo.
6. Individuazione di nuove piste di ricerca ‘43-‘45 a partire
dagli archivi recentemente messi a disposizione dal riordino
effettuato (esempio Archivio Sovversivi).
7. Progetto di rivisitazione delle tematiche della Liberazione
in funzione dei sistemi di comunicazione informatici
(internet, applicazioni smartphone e cloud-system).
8. Seminario sul 1943 a Bologna: i quarantacinque giorni,
insieme alla Fondazione Micheletti.
9. Ricerca sul reparto Polizia Ausiliaria Fascista a Bologna, un
capitolo ancora non sufficientemente studiato.
10. Raccolta sistematica di testimonianze orali ancora
reperibili sia per la parte antifascista che per la parte
fascista.
11. Mondo cattolico e antifascismo/resistenza nel bolognese
(analisi del fondo Gherardi e di altre documentazioni
inedite).
12. La DC nel CLN locale.
13. Le autorità tedesche presenti nel bolognese nel ‘43 e ‘45
ed i rapporti con le autorità italiane (riportare sul piano
locale le considerazioni di Klinkhammer verificandone la
valenza euristica).
14. Progetto film Bologna 1943-45 (Cavazza) 4° capitolo.
Didattica
Costruzione di pacchetti didattici (e relativi percorsi di
aggiornamento per gli insegnanti) pensati per lo studio del
periodo dal 1943-1945. L’idea è quella di proporre una
scansione annuale che tenga conto delle singole celebrazioni
(produzione di materiali multimediali). Nello specifico si
tratterebbe di proporre:
• 1943-2013 Il tema della scelta. Come i ragazzi del 1943 si
pongono di fronte all’Armistizio e alla Resistenza (il
problema dell’educazione totalitaria, l’analisi delle
motivazioni individuali).
• 1944-2014 Fascismo e antifascismo: la memoria della
Resistenza fra celebrazione e “retorica”. Antifascismo e
neofascismo (perdurare del paradigma antifascista).
• 1945-2015 Prendere parte. L’esempio delle Madri
Costituenti.
• 1946-2016 Finisce la Guerra/nasce la Repubblica (il
referendum, il metodo della Costituente, i principi
fondamentali).
Como - Istituto di storia contemporanea
L’Istituto di storia contemporanea P. A. Perretta di Como ha
definito un Progetto triennale relativo al “70° della
Resistenza e della Liberazione a Como1943-1945”.
E’ stato costituito un gruppo di lavoro formato da giovani e
meno giovani ricercatori, che si è articolato per aree di
ricerca
Tale progetto si articola per fasi successive, relative sia alla
periodizzazione temporale che all’approfondimento della
conoscenza e dell’analisi degli eventi politico-militari.
In particolare la scansione temporale riguarda:
1. l’autunno inverno 1943-1944
2. la primavera-estate del 1944
3. il terribile inverno 1944-1945
4. la primavera della Liberazione 1945
5. Dopo la Liberazione: nascita della democrazia
Per ciascuno di questi periodi lo sforzo che si intende
produrre è quello di ricostruire il più minuziosamente
possibile le vicende resistenziali comasche (cronistoria
ragionata), dalla nascita dei primi nuclei armati in provincia
di Como fino alla creazione e consolidamento delle diverse
formazioni partigiane. Una particolare attenzione verrà
rivolta alla storia (politica e militare) della 52^ Brigata
Garibaldi “Luigi Clerici” (in relazione con le vicende della I e
della II Divisone Garibaldi della Lombardia) che operò sulla
sponda occidentale del Lario e fu protagonista delle vicende
che portarono alla fine di Mussolini e del fascismo. Una
ricerca particolare verrà dedicata all’attività del CLN
provinciale di Como, dei suoi esponenti, e dei partiti che lo
composero; così come verranno analizzati i CLN locali e
aziendali non solo nella fase della Lotta di Liberazione ma
anche nei mesi successivi, fino alle prime elezioni comunali
del 1946, sulla base di documenti conservati presso
l’Archivio di stato di Como. Uno studio verrà dedicato alla
resistenza civile non armata, alla vita dei partiti politici, alla
rinascita della vita democratica e alla ricostruzione delle
relazioni con la società e con i diversi ceti popolari.
Strumenti e prodotti:
- Costruzione di un’ampia cronologia ragionata degli eventi
sia militari che politici relativi all’attività delle formazioni
partigiane, delle forze nazi-fasciste, delle istituzioni della RSI,
dei partiti e gruppi antifascisti, della Resistenza civile non
armata.
- Una ricerca sulla stampa locale nel periodo ’43-’45.
- Pubblicazione di una agile collana di biografie di antifascisti
e di partigiani.
- Realizzazione di più Mappe che ricostruiscano l’evoluzione
della vicenda partigiana dall’autunno del 43 alla primavera
del 45. Per arrivare, se i mezzi ce lo consentiranno, a una
sorta di”Atlante-dizionario della Resistenza comasca” (anche
multimediale) che sia strumento di conoscenza e di stimolo
per ulteriori ricerche.
- Recupero e utilizzo delle testimonianze raccolte in decine
di audio e video interviste ai protagonisti di quel tempo,
conservate presso l’Istituto; oltre alla memorie di uno degli
ultimi comandanti partigiani ancora in vita, Mario Tonghini,
“Stefano”.
- Elaborazione di una Mostra storico-didattica sulla
Resistenza nel comasco, che potrebbe essere inserita in una
più ampia Mostra a carattere nazionale.
- Progressiva digitalizzazione e messa in rete dei principali
documenti custoditi presso il nostro archivio.
- Realizzazione di materiali didattici da utilizzare nelle scuole.
Cuneo - Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea
Le celebrazioni del 70° anniversario della lotta di Liberazione
inizieranno ufficialmente l’8 settembre 2013 e termineranno
nell’aprile del 2015. Le iniziative che si sottopongono
all’attenzione degli organismi competenti della Fondazione
CRC saranno dunque dislocate nell’arco di un triennio.
Punto di partenza delle riflessioni maturate in seno
all’Istituto è la consapevolezza del punto di svolta in cui le
celebrazioni del 70° vengono a cadere. Il cambio
generazionale in atto, anzi ormai a compimento nella società
italiana è diverso da quelli che pure già sono maturati in
passato. Oggi va a estinguersi del tutto la generazione dei
protagonisti o dei testimoni diretti, mentre i destinatari del
messaggio educativo, i giovani, appartengono ad una
generazione che non ha (non può avere) legami con la
resistenza e i suoi valori attraverso la trasmissione della
memoria familiare; Per usare un termine caro alla mitologia
greca, la cui cronologia procedeva per generazioni, i genitori
degli odierni studenti non appartengono né al mondo degli
“eroi” delle saghe epiche né a quello dei “diadochi” (loro
successori o più prosaicamente all’americana i cosiddetti
“baby boomers”), ma a quella degli “epigoni”. Come se non
bastasse, l’odierna generazione di giovani è cresciuta in un
contesto comunicativo totalmente diverso dal passato
(quella che Raffaele Simone chiama “terza fase” ossia
passaggio dal libro alla televisione e al computer,
dall’apprendimento acustico e alfabetico a quello visuale,
meno favorevole all’acquisizione del senso della storia).
L’Istituto storico della Resistenza di Cuneo nell’affrontare il
70° anniversario della lotta di Liberazione fa sua l’immagine
di Giano bifronte. Da un lato vuole tentare dopo decenni e
decenni di studi e ricerche di disegnare una visione
d’assieme di quella che fu forse la più importante pagina di
storia della nostra provincia, dall’altro si propone di mettere
questa “summa” e gran parte dei materiali raccolti e
archiviati a disposizione dei giovani e dei loro insegnanti in
forme accessibili sia per la sinteticità del messaggio sia per la
modernità delle forme comunicative.
I due obiettivi saranno perseguiti proprio utilizzando
strumenti diversi, che appartengono gli uni alla “seconda
fase”, gli altri alla “terza fase” della storia della
comunicazione: concretamente la pubblicazione di un libro,
la realizzazione di video e la costruzione di un portale.
Il volume
Proprio perché alla Resistenza in provincia di Cuneo sono
state dedicate centinaia di opere e opuscoli settoriali (per
zona, per città, per formazione, biografici ecc.) il libro che ci
si prefigge di comporre avrà un taglio interpretativo e non
già “événémentiel”, lasciando alla cronologia il compito di
dare una “linea del tempo” con gli avvenimenti principali a
livello nazionale ed i fatti locali.
Il quadro generale esaminerà anzitutto le due forme di
resistenza, armata e civile, dandone ampia ragione e poi
l’articolazione proseguirà abbracciando lo sviluppo “politico”
(maturazione delle scelte a livello prima di singoli e poi di
gruppi, apporto dei cuneesi e dei non cuneesi, presenza dei
meridionali, ricostruzione degli eccidi) e “militare”
(evoluzione dell’organizzazione e delle tattiche, legame con
il territorio e con le forze armate, rapporti con le istituzioni
monarchiche).
Si vorrebbe, in qualche modo, uscire dagli schemi ormai
collaudati che trattano la Resistenza per zone oppure per
formazioni e tentare di analizzare il fenomeno, seguendone
l’evoluzione.
I saggi, sintetici ed esaustivi, toccheranno:
- gli antecedenti (rapida descrizione della provincia nel
prefascismo e nel fascismo, attenzione verso le
modificazione dell’opinione pubblica nel corso della guerra e
nel passaggio alla Resistenza) - la deportazione razziale e
politica alla luce delle nuove ricerche e delle notizie emerse
dai più recenti lavori - l’internamento militare, un capitolo
nuovo, da scoprire completamente e di cui si vorrebbe dare
conto almeno per sommi capi dell’impatto che esso ebbe
con la provincia di Cuneo. Si identificheranno alcune figure, e
si cercherà di dare una dimensione quantitativa del
fenomeno con il supporto dei principali archivi comunali e
dell’Associazione nazionale ex internati - il lavoro coatto e
quello volontario in Germania e sotto la RSI, facendo
chiarezza sul fenomeno con le coordinate minime, utili a
identificare i due fenomeni troppo spesso confusi e
sovrapposti - l’economia e la società fra 1943 e 1945: quale
andamento ebbero l’agricoltura, l’industria e i commerci
durante l’occupazione tedesca (requisizioni, ammassi,
produzione bellica, sabotaggi, scioperi ecc.)
- la memoria della Resistenza: dare conto di come si è
evoluta la memoria della Resistenza, di come si sono
modificate le celebrazioni nel corso del tempo.
- la letteratura e la cultura nella Resistenza in provincia di
Cuneo, con attenzione anche agli autori minori e meno noti,
alla memorialistica
- il post-Resistenza, se e come l’evento abbia influito sulla
mentalità, sulla politica, sulla cultura e sull’opinione
pubblica; i gruppi che hanno esercitato influenza sulla vita
locale e i personaggi che sono entrati nella vita politica e
culturale della provincia. Lo iato fra l’idealità della Resistenza
e le forze politiche.
- analisi dei riconoscimenti partigiani in provincia di Cuneo,
dati generali e carotaggi più dettagliati tenendo anche conto
dei caduti partigiani, dei caduti civili e dei caduti RSI.
- il nemico o i nemici: tedeschi e repubblicani in provincia nel
corso dei 20 mesi di guerra - un’analisi degli eccidi in
provincia (eventualmente inserire anche i bombardamenti)
Allegati: - cartine della provincia sullo sviluppo delle
formazioni partigiane
- bibliografia con libri, opuscoli e – se possibile – articoli.
all’approfondimento guidato di temi o avvenimenti di
particolare rilievo
- Digitalizzazione e consultabilità online dell’archivio delle
lapidi dei cippi commemorativi, a completamento delle
informazioni messe a disposizione di utenti e scuole
- Creazione di una piattaforma multimediale che consenta la
crescita nel tempo del patrimonio informativo offerto
dall’Istituto e l’accessibilità allo stesso da parte di altri Enti e
Istituti nazionali, anche attraverso automatismi standard e
condivisi
- Predisposizione per la partecipazione attiva degli utenti del
portale nell’integrazione delle informazioni disponibili
Il progetto pone le sue fondamenta sull’implementazione di
un’infrastruttura informatica completamente rinnovata,
accessibile pubblicamente attraverso internet, sviluppata
secondo gli standard tecnologici attuali e predisposta per
funzionalità di condivisione dei dati da e verso altre
iniziative.
Realizzazione di una serie di supporti video con la
collaborazione di Remo Schellino
Sempre in occasione del 70° anniversario l’Istituto, in
collaborazione con il regista Remo Schellino ha pensato di
realizzare una serie di supporti video da utilizzare sia in
ambito didattico (lezioni scolastiche) sia a livello di incontri
pubblici e manifestazioni di carattere storico.
Caratteristiche essenziali del prodotto video sono una durata
contenuta (ogni episodio non deve superare i 30’), l’utilizzo
di immagini di repertorio inframmezzate da testimonianze
raccolte in questi Anni, parte integrante dell’archivio
dell’Istituto storico con una valenza extraprovinciale.
La serie dovrebbe coprire l’arco temporale dagli anni Trenta
alla fine della Seconda guerra mondiale, sebbene ogni
singolo episodio debba avere una sua autonomia esplicativa.
Si è già provveduto ad una prima presa di contatto con
l’Istituto Luce di Roma, l’Archivio audiovisivo del movimento
operaio e democratico di Roma e l’Archivio nazionale
cinematografico di Torino per una ricognizione dei materiali
d’epoca disponibili.
Costruzione dell’Archivio multimediale online aggiornato
Le attuali basi dati e le risorse informative coinvolte dal
progetto richiedono un’attività di riorganizzazione che una
volta completata permetterà di associare informazioni
provenienti da fonti diverse. Questa azione offre i seguenti
benefici:
I diversi patrimoni documentali, anche provenienti da altri
Istituti ed Enti, non sono più isolati ma costituiscono una
rete di informazioni navigabile nella sua totalità.
Gli archivi diventano pienamente fruibili anche ai “non
addetti ai lavori”, grazie all’incrocio automatizzato tra
informazioni.
Le nuove basi dati sono riprogettate secondo l’attuale
stato dell’arte della tecnologia, a beneficio dell’impiego nel
tempo e dell’interoperabilità con progetti e strumenti
informativi esterni.
Funzionalità on line
In occasione del 70° anniversario della Resistenza l’Istituto
storico della Resistenza e della società contemporanea in
provincia di Cuneo intende potenziare i propri servizi di
archivio pubblico e di supporto all’attività educativa
attraverso una nuova presenza in rete e la realizzazione di
funzionalità online in grado di rendere pienamente
accessibili le fonti informative disponibili.
Gli intenti del progetto si articolano nei seguenti aspetti
chiave:
- Aggregazione delle principali basi dati esistenti,
associazione e aggregazione dei dati provenienti da diverse
fonti
- Messa online sul portale pubblico dell’Istituto di strumenti
di ricerca completi con i quali sia possibile realizzare indagini
estese secondo livelli di dettaglio crescenti
- Pubblicazione periodica di Percorsi di ricerca tematici,
completi
di
documenti
multimediali,
finalizzati
Realizzazione del sistema di gestione centralizzato
dell’Archivio
Per mantenere nel tempo la nuova struttura informativa
sarà predisposto un sistema di inserimento, modifica e
ricerca dei dati centralizzato e accessibile via web. Il sistema
costituirà la base tecnologica per implementare future
integrazioni ed è un requisito essenziale per realizzare, ad
esempio, servizi di invio automatizzato di porzioni di
archivio, ricerche remote, sincronizzazione di dati,
importazione automatizzata di dati provenienti da altri Enti e
Istituti, correlazione con archivi esterni.
Il sistema informatico sarà in grado di esporre servizi web
based secondo gli attuali standard informatici e,
all’occorrenza, di essere arricchito con funzionalità di
accesso e condivisione propri del web 2.0 e dei social media.
Costruzione del nuovo portale dell’Istituto: strumenti di
ricerca e percorsi tematici
Tutte le azioni progettuali sono finalizzate alla messa online
di un portale moderno di servizi per cittadini, ricercatori e
studenti, che consenta non solo la ricerca puntuale di
informazioni multimediali, ma un vero e proprio percorso di
approfondimento e ricerca mediante gli archivi dell’Istituto.
A tal fine saranno realizzati e pubblicati nuovi strumenti di
ricerca che metteranno in correlazione personaggi, date,
luoghi e pubblicazioni disponibili (libri, riviste, etc.).
Parallelamente agli strumenti di ricerca, sul portale saranno
inseriti periodicamente dossier e approfondimenti tematici
su argomenti o personaggi specifici, spiegati e presentati
attraverso indagini autorevoli e arricchiti di allegati sia
documentali che multimediali. Il nuovo portale web sarà
quindi nuovo strumento caratterizzato da una forte
impronta divulgativa, pur conservando gli attuali aspetti di
autorevolezza e immediatezza nella consultazione degli
archivi.
Pubblicazione online dell’Archivio cippi e lapidi
Nell’ottica della costruzione del nuovo archivio online sarà
digitalizzato e reso accessibile per la consultazione online
l’archivio delle lapidi e dei cippi pubblicato nel 1985 in forma
di volume dall’Istituto. L’archivio contiene le fotografie e le
classificazioni di tutte le strutture commemorative
(monumenti, lapidi, targhe, cippi) di caduti della Resistenza
nella provincia di Cuneo e costituisce un patrimonio
informativo di assoluto rilievo. Questa attività renderà
accessibile attraverso il portale pubblico l’archivio, incluse le
immagini fotografiche collegate (circa 2000 immagini
classificate) e tutti i riferimenti anagrafici dei caduti
coinvolti.
Strumenti per le scuole e per il cittadino
Il progetto è stato pensato con la ferma intenzione di offrire
una valida consultazione degli archivi ai cittadini utenti del
sito, a ricercatori e studenti. Gli strumenti online
consentiranno, infatti, di recuperare non semplici
informazioni puntuali e isolate, ma di ottenere veri e propri
percorsi di ricerca con collegamenti tra persone, date e
riferimenti bibliografici. Ciò permetterà di consultare con
pochi click tutte le fonti disponibili in maniera correlata, con
evidenti benefici per la consultazione da parte di utenti non
addetti ai lavori. Le funzionalità che saranno offerte dal
nuovo portale saranno:
- Ricerca di nominativi, attraverso i dati anagrafici esatti o
per aree di attinenza sia geografica che temporale e secondo
i filtri disponibili (es. professione, ruolo e grado, etc.).
- Suggerimento di risultati attinenti (“forse cercavi anche…”),
quali ad esempio nominativi di altri esponenti della
Resistenza collegati alle persone cercate, per parentela, per
citazione nella stessa fonte o per altri fattori associativi,
oppure riferimenti bibliografici collegati agli attuali risultati.
- Aggregazione dei risultati secondo vari filtri disponibili
- Approccio ipertestuale e interattivo alla ricerca: a fronte
dei risultati ottenuti è possibile ampliare o focalizzare la
ricerca utilizzando link quali quelli su nomi di persone, su
titoli di pubblicazioni, o località trovate. L’attività di
consultazione diventa quindi un vero e proprio percorso di
ricerca dinamico e per livelli di dettaglio successivi.
- Esportazione dei risultati della ricerca in documenti
strutturati: l’utente, e in particolar modo lo studente, potrà
salvare il risultato della propria ricerca per i propri usi. Grazie
all’approccio ipertestuale e ai livelli di dettaglio successivi ciò
che otterrà non sarà una semplice “lista di occorrenze”, ma
un vero e proprio dossier di dati correlati tra loro e ordinati
secondo i criteri prescelti. Questa funzionalità offre evidenti
benefici nel caso di ricerche scolastiche e altre attività
formative.
Sintesi delle principali iniziative
dell’Istituto storico della Resistenza e della società
contemporanea in provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco”
già calendarizzate nell’ambito del 70° della Liberazione
L’Istituto è coinvolto:
• nelle celebrazioni del 25 Aprile e partecipa con propri
oratori a Mondovì, Canale, Ceva;
• nel ricordo degli scioperi del marzo 1943 a Savigliano e
dell’agosto a Verzuolo;
• nel ricordo del discorso di Duccio Galimberti a Cuneo, il 26
luglio 1943: “Sì la guerra continua, ma contro i tedeschi e le
ultime vestigia del fascismo”.
Si segnalano:
Ricerche:
• “Oltre il nome. Storie di vita degli ebrei stranieri internati a
Borgo San Dalmazzo” di Adriana Muncinelli e Elena Fallo;
• “Le prigionie in URSS di tedeschi e italiani e quella degli IMI
in Germania” di Gianluca Cinelli;
• “I partigiani meridionali”, a cura degli Istituti storici della
Resistenza piemontesi;
• “La deportazione politica dal Cuneese”, a cura di Michele
Calandri.
Pubblicazioni a stampa:
• 100 testimonianze raccolte nel 1967-68 per documentare
l’eccidio del maggiore delle SS Joachim Peiper a Boves il 19
settembre 1943, a cura di Gino Bernardi e Filippo Biarese.
Eventi:
23.03.2013 Cuneo, nostra sede Convegno “Memorie
disperse, memorie salvate. Storie di donne nel cuneese”
12.04.2013 Cuneo, nostra sede Seminario “La memorialistica
di prigionia dei militari italiani nella seconda guerra
mondiale”
24.05.2013 25.05.2013 Cuneo, nostra sede e Borgo San
Dalmazzo Con l’ANPI regionale, convegno: “Memoria fragile
da conservare: i luoghi della deportazione e della Resistenza
in Piemonte”
31.08.2013 Cuneo e Borgo San Dalmazzo Convegno, con
partecipazione di studiosi stranieri e anche dei discendenti
dei sopravvissuti alla deportazione dal campo di Borgo San
Dalmazzo con risultati ricerca “Oltre il nome”
19.09.2013 Boves Con il comune di Boves, La scelta e prima
rappresaglia tedesca. Presentazione libro di testimonianze
sull’eccidio.
L’Istituto ha in programma per il 70° della “lotta di
Liberazione” una ricerca per arrivare ad una sintesi della
storia della Resistenza in provincia, ricchissima di storiografia
e memorialistica settoriale, ma mancante di una difficile
visione d’insieme.
Se avremo i mezzi, alla storia della Resistenza dell’intera
provincia, si aggiungerà un portale interamente nuovo che
abbia la capacità di legare le innumerevoli acquisizioni
storiche condotte dal nostro Istituto per offrire agli utenti
l’enorme conoscenza della storia contemporanea cuneese
da noi prodotta.
Inoltre, si aggiungeranno tre video, di circa 30 minuti, per le
scuole, soprattutto, atti a coniugare storia locale e storia
nazionale sul fascismo, la guerra e la Resistenza.
Genova - Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea
Attività 2013
• Avvio del progetto di ricerca, curato da Elisabetta Tonizzi,
direttore scientifico dell’Istituto, sulla storia della Resistenza
a Genova quale nodo cruciale della sua storia
contemporanea e al contempo di una storia più lunga che ha
visto occupare un posto di primo piano nelle vicende del
nostro Paese, a partire dal Risorgimento.
La ricerca dovrebbe sviluppare gli anni Trenta e le politiche
attuate dal regime sotto i diversi aspetti economici, sociali e
politici, implicherà riflessioni specifiche sull’antifascismo
politico, il tema della guerra e dello sgretolamento del
regime, la Resistenza nelle sue più diverse espressioni, la Rsi,
gli occupanti tedeschi, gli Alleati, la Chiesa, la società
genovese, con un approfondimento specifico dell’intero
periodo 8 settembre 1943-maggio 1945.
Il risultato della ricerca verrà pubblicato in una collana che
l’Istituto promuoverà sulla storia di Genova e il cui primo
volume (Genova nel Risorgimento di Elisabetta Tonizzi) verrà
pubblicato nella seconda metà del 2013.
Questa attività di ricerca è il filo conduttore dell’attività
dell’Ilsrec nel triennio 2013-2015.
• Convegno “1943. dalla crisi del regime all’8 settembre” in
programma l’11 aprile 2013 nella Sala di rappresentanza di
Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova.
Il convegno, articolato in una sessione mattutina e in una
pomeridiana, vedrà le relazioni di Alberto De Bernardi (1943,
anno cruciale), Claudio Dellavalle (operai nella guerra, operai
contro la guerra, marzo-settembre 1943), Gabriella Gribaudi
(l’impatto della guerra e dei bombardamenti sulla società
civile), Antonio Gibelli (“Lettere dal Don”: i reduci
dell’Armir), Elisabetta Tonizzi (dal 25 luglio all’8 settembre),
Paolo Battifora (la reazione tedesca e la nascita della Rsi),
Giovanni Varmier (Chiesa e mondo cattolico).
Attività 2014
• Convegno su LIANA MILLU, di cui nel 2014 ricorre il
centenario della nascita. L’iniziativa potrebbe essere inserita
nell’ambito del Giorno della Memoria 2014.
• Convegno 1944. RESISTENZA, ALLEATI, GOVERNO DEL SUD,
da tenersi nella primavera del 2014.
Le relazioni dovrebbero approfondire i seguenti temi:
- il faticoso costituirsi del rapporto tra Resistenza e Alleati
- le politiche Alleate in merito all’Italia e al suo futuro
- il rapporto, non scevro di ambiguità e reciproche
diffidenze, tra CLNAI e Governo del Sud
- il caso del “Piano A” rivisto e corretto dalla missione inglese
operativa nella VI Zona
- bilancio finale
Attività 2015
• Convegno sugli esiti del progetto di ricerca sulla storia di
Genova, da tenersi nella primavera 2015
• Convegno “I processi per collaborazionismo nel
dopoguerra”, da tenersi nell’autunno 2015.
La ricerca dovrebbe analizzare i fascicoli processuali, inerenti
la provincia di Genova, degli imputati per collaborazionismo i
cui procedimenti giudiziari si sono svolti nell’immediato
dopoguerra.
Attività 2016
• Convegno sul tema: dal referendum del 2 giugno al Patto
costituzionale. L’articolazione potrebbe essere la seguente:
- nascita dei grandi partiti di massa
- Assemblea costituente e “compromesso istituzionale”
- rinascita democratica dell’Italia, inizio della Guerra fredda e
rottura dell’unità antifascista
- biografia dei Costituenti liguri: Terracini, Pertini, Taviani,
Faralli, Barbareschi ecc.
Livorno - Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea
Progetto realizzato in collaborazione con i comuni del
territorio interessato per la realizzazione di: Percorsi nei
luoghi della nostra democrazia. Progetto per le scuole e la
cittadinanza del territorio da Castagneto Carducci a
Piombino attraverso la Val di Cornia. Il progetto intende
qualificare il territorio con l’inserimento di pannelli che
segnalino avvenimenti importanti riferiti ad una località
specifica. I pannelli saranno composti in due lingue, italiano
e inglese e presenteranno ulteriori informazioni tramite
l’utilizzo di QR-code. Nella definizione finale del lavoro ci
appoggeremo anche ad un grafico esperto. I percorsi
saranno fruibili da parte di tutti e saranno segnalati anche
negli itinerari turistici e nei siti dei comuni interessati, così
come nel web site dell’Istoreco e negli altri siti disponibili,
dai comuni alla Regione, all’Isrt. Questo progetto si
svilupperà a partire dal 2013 per finire nel 2014, anno del
70° dalla liberazione dei nostri territori.
Per il 2015 realizzeremo la pubblicazione di tre ricerche
riguardanti la seconda guerra mondiale, la prima sulle
a
vicende della 3 Brigata Garibaldi affidata a Stefano Gallo dal
titolo: La resistenza nella provincia di Livorno: 1943 – 1944;
quella di Gianluca Della Maggiore dal titolo, Dai cristiano
sociali alla crisi della DC a Livorno; quella di Chiara Fantozzi
dal titolo, Resistenza, truppe alleate e società civile (Elba e
costa livornese): storie di donne tra liberazione e violenza.
Organizzeremo anche il seguente calendario di iniziative
pubbliche:
21 marzo: A 70 anni dagli scioperi del 43. Relatori Catia
Sonetti, direttore Istoreco, Enrico Miletto, Istoreto, Maurizio
Strazzullo, segretario provinciale CGIL Livorno;
28 maggio: con la Comunità di sant’Egidio e il comune di
Livorno, mostra e percorso sui luoghi del primo
bombardamento del porto e della città di Livorno, avvenuto
il 28 maggio 1943;
25 luglio, con ANPPIA e ANPI convegno sulla caduta del
fascismo;
8 settembre: con ANPI, ANPPIA e ANEI presentazione del
libro di Gabriele Coscione, L’8 settembre a Livorno;
9 settembre, con i comuni di Livorno, Collesalvetti e Pisa e
con le associazioni antifasciste dei tre comuni, ricordo della
battaglia di Stagno, (9 settembre 1943) località alle porte di
Livorno dove si consumò lo scontro tra le truppe tedesche e
quelle italiane comandate da maggiore Giampaolo Gamerra
(poi medaglia d’ oro al valor militare), che vi rimase ucciso
con altri 8 uomini;
10 settembre, a Piombino, in collaborazione col comune,
ricordo della battaglia di Piombino del 10 settembre 1943
tra le truppe tedesche e le truppe italiane di terra e di mare,
sostenute e appoggiate dai primi gruppi partigiani;
dicembre, iniziativa in onore di Alfredo Sforzini, ammazzato
nel dicembre 1943 a Cavour dai nazifascisti, medaglia d’oro
al valor militare.
Macerata - Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea
Circa la raccolta delle iniziative degli istituti per il 70°
segnaliamo la nostra mostra documentaria, che avrà
cadenza annuale: quest'anno sarà sul 1943, il prossimo anno
sarà sul 1944 e il successivo sul 1945. Entro i primi mesi
dell'anno
prossimo
pubblicheremo
sull'internamento
nelle
Marche
e
sull'internamento femminile in Italia.
un
una
volume
ricerca
Milano - Istituto lombardo di storia contemporanea
Schedatura e inventariazione del Fondo RICOMPART
(sezione Lombardia) presso l’Archivio centrale dello Stato. Il
fondo Ricompart, costituito dal materiale documentario
relativo all’attività delle Commissioni regionali per
l’accertamento delle qualifiche partigiane, è stato da poco
più di un anno versato dal Ministero della Difesa all’Archivio
centrale dello Stato.
La sezione relativa alla Lombardia comprende circa 600
buste, contenenti approssimativamente dalle 60.000 alle
80.000 schede nominative.
Una rapida ricognizione del fondo ha consentito di rilevarne
sia il notevole interesse sia l’agevole accessibilità nei depositi
dell’Archivio centrale dello Stato.
L’Istituto lombardo di storia contemporanea intende quindi
progettare un intervento inteso ad approntare strumenti in
grado di permetterne la consultazione.
La prima fase del lavoro, da affidare a due ricercatori,
impegnati part-time per un periodo di sei mesi, prevede
l’inserimento dei dati riportati sulle schede nominative in un
data-base già predisposto dall’Archivio centrale dello Stato.
La seconda fase consisterà invece in un lavoro più analitico
condotto sui fascicoli personali, finalizzato alla redazione di
un inventario.
Modena – Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
Memorie resistenti
Obiettivo dell’Istituto storico di Modena per il 70° della
Resistenza è avviare una riflessione profonda e articolata
sulla costruzione della sua memoria dal 1945 ad oggi.
Modena, come del resto buona parte dell’Emilia-Romagna, è
un punto di osservazione privilegiato sia per ogni riflessione
sulle modalità celebrative e di ricordo della lotta partigiana,
sia per la centralità che la memoria della Resistenza ha avuto
nelle diverse fasi politiche e sociali che si sono succedute
fino ai giorni nostri.
L’idea è quella di individuare i nodi principali attorno ai quali
costruire questa riflessione, abbinandoli ai momenti più
significativi del calendario civile della memoria della
Resistenza, cercando nel contempo di rappresentare l’intero
territorio provinciale. Lo scopo è anche quello di individuare
nelle decine di iniziative celebrative che si svolgono ogni
anno in provincia quelle per cui è necessario investire nel
futuro, per farle continuare ad essere poli di riferimento per
la memoria della Resistenza. Un primo lavoro in questa
direzione ha portato alla individuazione di una ventina di
episodi storici che, per la loro specificità, possono essere
abbinati a temi di riflessione che parlino all'oggi facendo
riferimento alle diverse forme che la memoria della
Resistenza ha assunto nell'Italia repubblicana.
Altro aspetto importante è che l’arco temporale preso a
riferimento per questo progetto va dal 25 luglio 2013 al 2
giugno 2016, con l’intenzione di partire dal nesso
fascismo/antifascismo e di concludere con la costruzione
dell’Italia repubblicana con la Costituente. Infine, è
intenzione dell’Istituto storico di Modena coinvolgere il
maggior numero di soggetti culturali, sociali e istituzionali,
affinché questa riflessione diventi il più possibile patrimonio
comune dei cittadini e delle comunità coinvolte.
per la realizzazione – nel quadro di interventi di tutela e
valorizzazione dei segni di memoria della Resistenza - di una
segnaletica storica relativa ai cippi, lapidi e sacrari partigiani
presenti nel territorio comunale, l'Istituto storico intende
realizzare una banca dati online che consenta la
geolocalizzazione dei manufatti, la loro descrizione fisica
tramite immagini fotografiche, la loro storia come oggetti, la
storia dell'evento che ha dato origine alla loro costruzione e
le biografie dei caduti citati. Tale obiettivo costituisce la
prima fase di un progetto di più ampio respiro che porterà
progressivamente al censimento e alla descrizione di tutti i
cippi, lapidi e sacrari presenti su territorio della provincia di
Modena.
Mostra sulla memoria della Resistenza
Collegato al progetto 'Memorie resistenti' si intende
realizzare una mostra sulla memoria della Resistenza in
provincia di Modena, che riprenda gli studi promossi
dall'Istituto storico negli scorsi anni [in particolare il
contributo di Metella Montanari nel volume Storia e
memoria della Resistenza modenese 1940-1999, Roma,
Ediesse, 2006] e offra ai cittadini e alle scuole la possibilità di
approfondire il caso modenese, cioè una provincia che nel
dopoguerra ha costruito molto della sua identità attorno al
mito della Resistenza. Passaggi come la mostra sulla
Resistenza nei campi di sterminio a Carpi nel 1955, la
manifestazione antifascista a Modena del 1961, la nascita
del Museo della Repubblica partigiana di Montefiorino nel
1979, la pratica celebrativa diffusa, l'erezione di centinaia di
cippi, monumenti e lapidi, il ruolo dell'associazionismo
partigiano e dell'Istituto storico della Resistenza, la
produzione editoriale ed artistica sono tutti temi che danno
sostanza e spessore a questo progetto.
Musica e Resistenza
In questi ultimi anni l'Istituto storico di Modena ha lavorato
con continuità – nel quadro della riflessione su storia e
linguaggi artistici – sul rapporto tra musica d'autore e storia
della Resistenza. Il 70° della Resistenza è l'occasione per
portare a sintesi due dei percorsi più fecondi. Il primo
riguarda la pubblicazione di un volume con dvd che
proponga, ampliandola, la conferenza spettacolo di Claudio
Silingardi e della Compagnia musicale sassuolese “Questo è il
fiore del partigiano. La memoria della Resistenza nella
musica italiana 1945-2010”. La seconda riguarda un volume
che sarà realizzato da Franco D'Aniello, Massimo Ghiacci e
Claudio Silingardi dal titolo La Resistenza raccontata dai
Modena city ramblers nel quale, partendo dalle canzoni che
la band emiliana ha dedicato alla Resistenza, sarà proposto
un racconto divulgativo sulla Resistenza italiana pensato
soprattutto per i più giovani.
Uscire dalla guerra. Resistenza e ricostruzione dell'Italia
1945-1947
L'Istituto storico di Modena intende organizzare per
l'autunno 2015, con la collaborazione della rete degli Istituti
storici emiliano-romagnoli e dell'Istituto nazionale per la
storia del movimento di liberazione in Itaia, un convegno di
respiro europeo dedicato al rapporto tra Resistenza e
ricostruzione nell'Italia postbellica, che metta al centro la
complessità di questa relazione, i punti di forza e quelli di
debolezza, a partire dalle questioni della violenza partigiana,
della mancata giustizia, dell'affermazione dei diritti sociali,
dei problemi legati al trattato di pace (come il confine
orientale). Il convegno vuole affrontare uno dei periodi
meno studiati e più soggetto a campagne mediatiche
antipartigiane, per dare un contributo effettivo di
conoscenza sul momento del passaggio dalla guerra alla
democrazia repubblicana, studiando nello specifico
comportamenti, idee e contributi dati dal movimento
partigiano e dalle sue organizzazioni.
Banca dati online della memoria della Resistenza nella città
di Modena
In collegamento con il progetto già avviato da Comune di
Modena, associazioni partigiane e Istituto storico di Modena
Attività editoriale
Oltre alle due pubblicazioni citate nella sezione 'Musica e
Resistenza', nell'arco del triennio sono previste alcune
ricerche e pubblicazioni dedicate ai temi della Resistenza e,
in generale, della seconda guerra mondiale. I volumi sono
quelli di Chiara Lusuardi, La brigata Walter Tabacchi e il
gappismo emiliano, dedicato all'esperienza originale del
gappismo a Modena e in Emilia-Romagna; di Patrizia Di Luca,
Angelo Donati. Un ebreo modenese tra Italia, Francia e San
Marino, biografia di uno dei personaggi più importanti della
comunità ebraica modenese; di Paolo Arfini, Storia del
Partito d'azione a Modena, che rappresenta il primo studio
scientifico su questa breve ma importante esperienza
politica; di Giuliano Albarani, Antonio Ferrari. Lettere a Carlo
D'Asdia 1938-1943, dedicato alla corrispondenza del giovane
partigiano, ucciso a Ospitaletto nell'agosto 1944, con un
proprio compagno di liceo. Questo volume, con introduzione
di Antonio Ferrari, giornalista del “Corriere della sera” e
nipote dell'autore delle lettere, è rivolto in particolare agli
studenti.
È inoltre intenzione dell'Istituto storico verificare la
possibilità di rieditare sotto forma di e-book la prima collana
di volumi editi dall'Istituto tra il 1960 e il 1984, in quanto
quasi tutti questi titoli sono oggi esauriti o di difficile
reperimento. Si tratta dei volumi di Ilva Vaccari, Villa Emma.
Un episodio agli albori della resistenza modenese nel quadro
delle persecuzioni razziali, Modena 1960; Gianfranco Bianchi,
Problemi, interpretazioni e vicende della Resistenza nella
storia italiana contemporanea, Modena 1962; Le
celebrazioni dell'8 settembre 1943 a Modena, Modena 1964;
Ilva Vaccari, Eroi senza armi. L'opera di aiuto ai militari
alleati nella prima fase della Resistenza modenese, Modena
1965; Don Sante Bartolai, Da Fossoli a Mauthausen.
Memorie di un sacerdote nei campi di concentramento
nazisti, Modena 1966; Ilva Vaccari, Un diplomatico fedele
all'Italia. Attilio Perrone Capano, Modena 1967; Pietro
Alberghi, Attila sull'Appennino. La strage di Monchio e le
origini della lotta partigiana nella Valle del Secchia, Modena
1969; Lettere di Giacomo Ulivi, Modena 1974; Atti e
documentazioni del Cln clandestino a Modena, Modena
1974; Italia e Alleati 1943-1945, Modena 1974; La Resistenza
nelle campagne modenesi, Modena 1976; Claudio Silingardi,
Rivoluzio Gilioli. Un anarchico nella lotta antifascista (19031937), Modena 1984.
Musei e luoghi di memoria
L'Istituto storico di Modena nei suoi oltre sessant'anni di vita
è stato protagonista nei progetti che hanno portato alla
nascita di musei o luoghi i memoria organizzati dedicati ala
Resistenza. Per questo motivo continuerà ad operare anche
nel triennio delle celebrazioni del 70° della Resistenza con
l'obiettivo di contribuire alla riapertura del Museo della
Repubblica partigiana di Montefiorino, al riallestimento del
Museo del Combattente di Modena e alla valorizzazione del
Parco della Resistenza di Monte Santa Giulia, a Palagano. In
quest'ultimo caso, la decisione della Provincia di Modena di
dare in gestione la promozione culturale e turistica del Parco
all'Istituto storico ci impegna a tradurre in proposte concrete
le idee di valorizzazione del luogo e della storia che
rappresenta (la strage di Monchio, Susano e Costrignano,
136 vittime civili) messe a punto in questi anni. In
particolare, l'appuntamento decisivo sarà il 2014,
settantesimo della strage avvenuta il 18 marzo 1944.
Didattica
Oltre alla pubblicazione delle lettere di Antonio Ferrari e al
potenziamento delle attività ordinarie, con la proposta di
laboratori sulla vita quotidiana e i bombardamenti, sulla
Repubblica partigiana di Montefiorino e sui luoghi di
memoria della città di Modena, e l'esperienza rilevante del
corso di formazione residenziale Memoria della seconda
guerra mondiale. Un approccio comparato rivolto agli
insegnanti francesi e italiani, l'Istituto storico di Modena
promuoverà nel corso del triennio la realizzazione di
prodotti multimediali da utilizzare come applicativi per
smartphone o tablet e come unità di apprendimento
utilizzabili attraverso l'uso di Lavagne interattive
multimediali a scuola.
Progetti regionali e nazionali
L'Istituto storico di Modena collaborerà ai vari progetti che
saranno messi in campo sia a livello nazionale sia in EmiliaRomagna. In particolare, offrirà il suo contributo alla ricerca
“Per un atlante delle stragi nazi-fasciste in Italia” promossa
dall'Istituto nazionale in collaborazione con l'Anpi e ai
convegni in via di definizione in regione, dedicati in
particolare alle condizioni di vita della popolazione alle spalle
della linea Gotica. La collaborazione sarà ancora più stretta
con l'Istoreco di Reggio Emilia, e con le realtà culturali di
rilievo nazionale presenti in provincia, cioè la Fondazione ex
campo Fossoli di Carpi e la Fondazione Villa Emma di
Nonantola.
Napoli - Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell'Antifascismo e dell'Età contemporanea
La proposta iniziale, contenuta nella lettera-invito a vari
studiosi napoletani, campani e meridionali, si è via via, anche
a seguito degli incontri e discussioni che si sono avuti,
precisata e sviluppata, pur mantenendo le linee-guida di
fondo. In particolare i ‘temi’ originariamente indicati sono
stati ulteriormente messi a fuoco: è stata raccomandata una
metodologia di costruzione degli interventi/relazioni che
tenga conto della opportunità di partire dallo stato esistente
degli studi, di indicare possibili nuove piste di lavoro, di
tenere presente il ‘codice’ etico-politico-scientifico peculiare
alla natura e fini di Istituti quali il nostro e i nostri tutti.
Sono state altresì articolate ‘note di contesto’ sulla crucialità
del 1943, in ambito locale, nazionale e nello scacchiere
mediterraneo, giungendo infine a definire titolo e struttura
organizzativa e per ‘sezioni’ del convegno, sull’arco di tre
giornate e nella seconda metà di ottobre 2013.
Si è inoltre stabilito lo schema di massima della nostra e
delle realizzazioni multimediali che accompagnano il
convegno stesso, nonché confermato il programma di
intervento sul piano della didattica e rivolto alla scuola
(discenti e docenti).
Sono stati avviati, e in corso, i necessari contatti con le
Istituzioni di governo locale e con quanti possano contribuire
al reperimento di risorse per lo svolgimento migliore del
tutto, allo stesso modo, si stabiliranno intese con altri Enti e
Associazioni culturali e con l’Università. All’Istituto Nazionale
si chiedono patrocinio, collaborazione, intervento di alcuni
studiosi e responsabili, sostegno nelle forme in cui sarà
possibile.
Visto da Sud, vissuto nel Sud. Il 1943 nel Mezzogiorno, in
Campania, a Napoli
(Napoli, 17-19 ottobre 2013)
I giornata
(pomeriggio) Crucialità dello spazio meridionale e grandi
Isole, nel più ampio scacchiere mediterraneo
II giornata
(mattina) Le regioni del Mezzogiorno continentale: Calabria,
Puglia e Basilicata; Abruzzo e Molise
(pomeriggio) la Campania (e Napoli)
III giornata (mattina): Le Quattro Giornate di Napoli
Relazione di chiusura (bilancio e prospettive)
Temi orientativi:
- autunno del fascismo: guerra reale e guerra percepita
- scioperi e rivolte: antifascismo e insorgenza civile
- 25 luglio-8 settembre: i “45 giorni” del problematico postfascismo
- tra Tedeschi e Alleati: stragi naziste, bombardamenti,
Quattro Giornate, governo alleato
- ripresa della vita economica e politico-amministrativa
La mostra: fotografie e documenti sulle Quattro Giornate e
sulle insorgenze civili nel territorio cittadino, provinciale e
regionale
DVD: con stralci dei filmati d’epoca, réportages, interviste,
testimonianze
Video-clip: che sintetizzi l’annus horribilis e il significato
dell’intera iniziativa, volta a illustrare, ricordare,
comprendere
Scuola e didattica: laboratori, seminari, ‘cantieri’, cineforum
Note di contesto
Settanta anni fa, l’avvio di uno dei momenti fondanti della
storia contemporanea nazionale ed evento-processo
decisivo del nostro Novecento.
Come per altri grandi corsi storici che hanno scandito la
vicenda complessiva del Paese, esso ha riguardato e riguarda
l’intera Italia, avendovi ciascun angolo di territorio, come
ciascuno spicchio della comunità, avuto parte concorrendo
al suo svolgersi, nei tempi, modi e misure richiesti o
consentiti dalle peculiarità storiche e socio-politiche locali,
nonché dall’impatto con le circostanze contingenti.
Oggi si avverte al riguardo l’urgenza sia di una nuova
‘narrazione’, frutto di un impegno storiografico
(ricostruzione, analisi, interpretazione, giudizio) sia, e ancor
di più, della più ampia circolazione di essa (sul piano di una
conoscenza diffusa e partecipata) e del suo radicamento (su
quello della coscienza e identità collettive).
Per questo proponiamo – su iniziativa dell’ICSR e in
collaborazione fra gli Istituti Storici delle regioni del
Mezzogiorno e delle Isole – una serie di iniziative che
mettono a fuoco nel corso del 2013 (autunno), la crucialità
del 1943 ed in esso dello spazio meridionale e mediterraneo.
Ciò tanto più in quanto per un verso consideriamo il 1943
l’anno cerniera per antonomasia, tra un prima più e meno
recente, e un dopo che inevitabilmente sarebbe stato scritto
scontando l’onda lunga del passato, ma anche, e più,
riconnettendo i fili di una tenace tradizione antifascista
all’accesa tensione per il cambiamento dello stato delle
cose; per l’altro, siamo da sempre consapevoli e convinti che
da Sud e Centro è partita la prima Resistenza e che le nostre
regioni, la Campania e Napoli stessa hanno costituito il
laboratorio, o l’incubatore, della transizione dal fascismo alla
Repubblica.
È un anno cerniera nel corso del quale la “guerra totale”
entra nelle case degli italiani, diventando più tragica ed
estesa sotto l’urto devastante dell’intensificarsi dei
bombardamenti e del drastico peggioramento delle
condizioni di vita, con la penisola ridotta a teatro bellico nel
più ampio scacchiere del Mediterraneo. Giungono allora a
maturazione,
intrecciandosi
e
convergendo
drammaticamente, processi avviatisi in momenti e fasi
diverse:
a) la disgregazione del fronte interno, al vertice come alla
base, gli scioperi operai del marzo 1943 segnalano lo
scollamento delle masse popolari dal fascismo, mentre già
dalla fine del 1942 esponenti di primo piano dei ceti
imprenditoriali e dell’alta burocrazia cominciano a prendere
le distanze da esso;
b) il crollo della dittatura fascista, schiacciata dalle sconfitte
e dalle bombe, che sanciscono da un lato l’irreversibile
inabissarsi del progetto di militarizzazione della società
italiana e dall’altro lo iato, non più occultabile, fra
propaganda e realtà;
c) la crisi del blocco agrario, iniziata con le conseguenze della
grande depressione economica degli anni Trenta e messa a
nudo dalle prime occupazioni di terre nel 1943 e
dall’accendersi della conflittualità socio-politica nelle
campagne e nei borghi rurali in seguito allo sfilacciarsi delle
maglie dello Stato (le repubbliche contadine, l’assalto ai
municipi, il regolamento di conti con maggiorenti ed ex
podestà).
Il 1943, dunque, come catalizzatore, acceleratore di spinte e
tendenze o come momento rivelatore di limiti e
contraddizioni. Limiti come, ad esempio, quelli
dell’antifascismo storico, incapace di assestare, dopo
l’insorgenza operaia, la spallata finale al fascismo
barcollante, decapitato invece dalla «congiura di palazzo»
ordita dal re, dagli alti gradi dell’esercito e da una parte dei
gerarchi del regime per salvare l’impalcatura autoritaria su
cui per vent’anni essi avevano fatto affidamento.
Il 1943 come spazio temporale dentro cui si passa dalle
sconfitte militari al collasso politico-istituzionale del 25 luglio
e, dopo i «quarantacinque giorni» del regime militare
badogliano, al «trauma dell’8 settembre», alla fase della
decomposizione dello Stato e dell’esercito, del «tutti a
casa», dello sfrangiarsi e tripartirsi della storia della penisola,
con la Chiesa che tende a svolgere un ruolo di supplenza a
fronte del vuoto di potere, ma anche della «prima
Resistenza» (Porta San Paolo, Cefalonia, Matera, Napoli,
Lanciano), con civili e militari sbandati protagonisti, molti dei
quali meridionali, dell’avviarsi e accentuarsi del processo che
porta all’incontro tra l’antifascismo politico della
clandestinità o ridestatosi sotto l’incedere della guerra e
«l’antifascismo esistenziale» della «generazione ribelle». E
ancora della brutale occupazione militare tedesca,
dell’impatto con lo stragismo nazista - il primo, cruento
episodio si ha a Castiglione di Sicilia già il 12 agosto, ma sono
Puglia, Basilicata e soprattutto la Campania a far le spese
della feroce applicazione della strategia della «terra
bruciata» con centinaia di vittime -, delle rivolte e
insurrezioni popolari culminate con le Quattro Giornate di
Napoli, del porsi delle premesse del cammino tortuoso verso
la democrazia e la repubblica (la categoria del laboratorio).
Insomma il 1943 si configura come un panopticon, dal quale
osservare e riconsiderare il prima, il durante e il poi, tenendo
conto della dialettica dei tempi (eventi-processi, breve e
lunga durata, permanenze e discontinuità) ma anche degli
spazi (relazione fra il quadro nazionale e quello macro-
locale, Nord-Sud, Balcani, Mediterraneo, individuazione dei
tratti comuni della storia meridionale nella delicata
congiuntura del 1943 -, senza trascurare, ma anzi
rimarcando le specificità dei contesti regionali), come pure
del rapporto tra guerra reale e guerra percepita (le paure, le
attese, le speranze, o in altri termini l’immaginario
collettivo).
Perugia - Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea
Stiamo per pubblicare, entro un paio di mesi, 2 volumi che
costituiscono una guida ai luoghi della esistenza e delle
stragi nazifasciste in Umbria. Ne consegue che a partire dalla
seconda metà di quest'anno e per tutto il 2014 sarà oggetto
di presentazioni e dibattiti in tutta la regione;
Nel 2014 prevediamo di organizzare un convegno sul tema
Resistenza e formazione della Repubblica ed un mostra sulle
attività delle formazioni partigiane operanti nel territorio
regionale. Inoltre stiamo per un pubblicare un volume che
raccoglie gli interventi di un seminario tenutosi a Fabriano
nell'ottobre 2011 in collaborazione con l'Istituto marchigiano
su Guerra e Resistenza nell'Appennino umbro-marchigiano.
Si prevede di continuare la collaborazione per proseguire
nelle ricerche e nella promozione di attività didattiche e
seminariali.
Infine, come da me ricordato all'ultima Conferenza dei
direttori, stiamo continuando a lavorare sul tema dei campi
di internamento.
Rimini - Istituto per la storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea
In relazione al 70, la proposta è quella di realizzare un
convegno a Rimini, per il settembre 2014, avente per titolo
(ancora ipotetico) "Sotto il tallone. L'Italia della Linea gotica
e il regime nazifascista (RSI)", con particolare attenzione alla
storia della popolazione e ai soggetti protagonisti. Si
possono prevedere diverse sezioni ad esempio relative a:
storia delle istituzioni, linea gotica territori popolazione,
onore dell'esercito, resistenza e rinascita, con tematiche
concernenti ad esempio: economia di guerra, requisizioni e
Todt, militarizzazione dei territori, renitenti alla leva,
governo fantoccio e "patria", guerra di civiltà, ricostruzione
materiale e civile, immagine/i della Linea gotica fra
documentazione e propaganda. L'ipotesi, formulata dal
direttore Angelo Turchini insieme al collega Luigi Tomassini,
per ora lanciata agli istituti di Forlì, Ravenna, Pesaro (e
accolta con interesse), va naturalmente discussa con tutti i
soggetti interessati o coinvolgibili, nelle regioni Emilia
Romagna (in primo luogo), Toscana e Marche per arrivare ad
un progetto condiviso ed utile.
Roma - Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza
1) L’IRSIFAR sta progettando un convegno, da realizzare nel
2014, per il quale è in preparazione un call for paper allo
scopo di attivare nuove ricerche.
Titolo provvisorio:
“Roma occupata” e “Roma alleata” (1943 e 1944) continuità e discontinuità: culture e percezioni.
Alcuni temi possibili al centro del convegno:
- Giustizia: magistratura (fonti giudiziarie) e processi ai
partigiani e ai saloini
- La commissione sulla mancata difesa di Roma (prendendo
spunto dai documenti del fondo Ruggero Zangrandi)
- La vita culturale a Roma nei nove mesi dell’occupazione e
nella Roma “alleata” (a partire dall’Annale Irsifar: Roma
1944-45: una stagione di speranze)
- I diari, la memorialistica e la letteratura.
2) Nel corso del 2013 sono previsti alcuni incontri seminariali
su libri che più hanno segnato la ricerca e il dibattito
storiografico sulla Resistenza, a titolo di esempio:
R. Battaglia, Un uomo un partigiano.
C. Pavone, Una guerra civile: saggio storico sulla moralità
nella Resistenza.
N. Gallerano (a cura di), L’altro dopoguerra. Roma e il Sud
1943-45.
3) Altri temi in discussione come possibile oggetto di
iniziative comuni in collaborazione con altri Istituti:
Resistenza e dopoguerra nel Centro-sud
- continuità e discontinuità
- omogeneità e disomogeneità
- il nuovo pluralismo della cultura
Savona - Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea
Progetto Storia 2013/2015 -1943/ 1945: “La Resistenza
come laboratorio di democrazia”.
Si tratta di un percorso di ricerca triennale, ideato in
preparazione del 70° anniversario della Liberazione, che
l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea
della provincia di Savona (ISREC) ha avviato dall'a.s.
2012/2013. Il Progetto s'inserisce tra le attività poste in atto
dall'Isrec e da un gruppo di consulenza stabile di docenti che
opera da anni presso l'Istituto con la collaborazione della
prof.ssa Anna Sgherri (già Ispettore del MIUR); per
realizzarlo l'ISREC ha ottenuto l'assegnazione del comando di
una docente, la prof.ssa Giosiana Carrara.
Il Progetto, rivolto essenzialmente alle scuole, si avvale della
collaborazione dei docenti di storia e degli studenti degli
Istituti secondari di I e II grado della provincia di Savona, si
articola
nel
triennio
2013-2015
e
prevede
l'approfondimento, a livello nazionale e locale, di eventi e
problematiche relative al periodo 1943, 1944 e 1945. In
particolare, l'anno 2013 è dedicato all'analisi delle
controverse vicende relative al 1943 in cui i luoghi, gli eventi
e i protagonisti della storia locale si intrecciano, tramite
costanti e rimandi, al quadro nazionale ed europeo. I
docenti, coordinati dall'ISREC, hanno scelto, in alcuni casi, di
affrontare gli eventi che hanno contrasseganto la storia
nazionale del 1943, in altri di riflettere su percorsi di storia
materiale e di costume, in altri ancora hanno ricostruito gli
itinerari tematici della memoria di Savona, che fu città di
fabbriche e centro di significative lotte operaie. L'attività
storico-didattica, condotta parallelamente dalle diverse
scuole nel corso del triennio 2013-2015, delinea obiettivi a
breve, medio e lungo termine.
A breve termine, l'attività progettuale è finalizzata alla
produzione di materiali didattici diversificati (articoli a
carattere storico, ipertesti multimediali, power point, videointerviste, video-drammatizzazioni, tabelloni illustrativi, ecc.)
prodotti da docenti e studenti coordinati dall'Isrec (sezione
didattica) che, in prima istanza, costituiranno i contenuti di
base della mostra temporanea Luoghi, eventi e personaggi
della memoria resistenziale del 1943 nel savonese, allestita
nei locali della Fortezza del Priamar di Savona, che sarà
inaugurata il 25 aprile e resterà aperta sino al 1 maggio
compreso. Durante il periodo di apertura saranno
organizzate iniziative parallele quali: visite guidate rivolte a
gruppi di studenti, performance teatrali a cura delle scuole
medie, proiezioni di film inerenti all'anno 1943 (Le quattro
giornate di Napoli di Nanni Loy e Tutti a casa di Luigi
Comencini) seguiti da dibattito. Inoltre, l'ISREC sta
realizzando un video-documentario sulla storia della
Resistenza savonese nel 1943.
A medio termine (ossia negli anni scolastici 2013/2014 e
2014 /2015) si proseguirà l'esplorazione dei temi della
Resistenza nazionale e locale relativi al 1944 e al 1945, sia
assumendo nuovi segmenti di ricerca sia procedendo nei
percorsi già avviati dai docenti nelle classi sino al loro
completamento. Al contempo, si porranno le premesse
affinché la comunicazione storica investa più efficacemente
il territorio, coinvolgendo non soltanto i luoghi della
memoria ma anche la memoria di luoghi, il cui
riconoscimento non è stato ancora collaudato perché tuttora
gravato da silenzi, rimozioni o dalla persistenza di memorie
divise. L'esito della rinnovata comunicazione storica
potrebbe assumere la forma di una guida cartacea e/o
multimediale volta alla promozione del territorio e alla
valorizza zione del patrimonio storico savonese.
A lungo termine, infine, si ipotizza la realizzazione di un
centro polifunzionale di documentazione sulla storia della
Resistenza savonese.
Iniziative già svolte
Per la realizzazione del Progetto, si sono tenuti a cadenza
mensile incontri di tipo organizzativo con i docenti. Si sono
inoltre svolte riunioni tematiche sulla metodologia della
ricerca storica. In questo caso, ci si è avvalsi delle
competenze della prof.ssa Anna Sgherri e si è fatto leva sulla
ricerca-azione, privilegiando l'approccio per il quale la
convalidazione delle "teorie" passa attraverso la pratica
anziché procedere indipendentemente da essa.
A scopo propedeutico al Progetto Storia 2013-1943 e in vista
della realizzazione della mostra dedicata a Luoghi, eventi e
personaggi della memoria resistenziale del 1943 nel
savonese, il 10 ottobre 2012 si è svolta una "Giornata di
formazione" a Torino per visitare il Museo Diffuso della
Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e
della Libertà. All'iniziativa hanno preso parte numerosi
docenti coinvolti nel Progetto e alcuni cultori della disciplina
storica.
Il 19 novembre 2012, presso la sala della Sibilla del Priamar
di Savona, si è tenuta la conferenza-dibattito con il prof.
Alberto De Bernardi sul tema 1943: la crisi del regime
fascista e l'inizio della Resistenza. All'incontro, aperto alla
cittadinanza, hanno partecipato più di 200 studenti delle
Scuole secondarie di II grado della provincia di Savona.
Il personale dell'Isrec è intervenuto, su richiesta, presso
alcune Scuole savonesi offrendo lezioni sulla metodologia
della storia orale e approfondimenti storiografici sul 1943 e
sulla storia resistenziale savonese.
Complessivamente, hanno aderito al Progetto Storia 20131943: La Resistenza come laboratorio di democrazia e
contribuiscono fattivamente alla sua realizzazione almeno 25
docenti e 20 classi che provengono da una dozzina circa di
Istituti scolastici di I e II grado.
Mentre restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento,
cogliamo l'occasione per porgere cordiali saluti.
Progetto triennale 2013-2015
La Resistenza come laboratorio di democrazia
Ricerca-azione sul triennio 1943-'45 con i docenti e gli
studenti degli istituti savonesi
Presso l’Istituto opera un gruppo di docenti che di anno in
anno sceglie l’ambito tematico nel quale, dopo approfondita
discussione, individua il tema specifico da proporre alle
scuole come progetto di ricerca destinato agli studenti di
ogni livello scolastico.
Alla scelta e, successivamente, alla individuazione del
percorso di ricerca da presentare a tutte le scuole il gruppo,
presieduto dal Presidente e sostenuto da esperti, ha
dedicato molto tempo perché era necessario tener conto
dell’interesse che avrebbe potuto suscitare, delle
sollecitazioni provenienti dal MIUR, delle risorse disponibili,
materiali e professionali e, soprattutto, della potenziale
ricaduta sull’insegnamento della storia nell’attività
curricolare. Infatti, i progetti che sono stati realizzati negli
ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte attenzione
alla didattica, in particolare al metodo della ricerca, allo
scopo di sostenere e di potenziare la preparazione
professionale degli insegnanti.
L’attività fin qui svolta ha avuto una cadenza annuale, ma
l’orizzonte tematico e alcune peculiarità metodologiche
sono rimaste costanti, garantendo così una continuità di
fatto nei rapporti di collaborazione con le scuole. Ciò ha
consentito fra l’altro di valorizzare il lavoro degli insegnanti
coinvolti, di migliorare l’approccio ai problemi e di introdurre
gradualmente elementi innovativi nella didattica della storia
contemporanea.
Dopo aver esplorato i rapporti tra Cittadinanza e
Costituzione sulla spinta sia delle ricorrenze, sia delle
indicazioni ministeriali, si è voluto ripercorrere il ventennio
fascista, soprattutto nel suo esordio, allo scopo di
approfondire i processi che hanno condotto alla Marcia su
Roma e alla costituzione del primo Governo Mussolini,
procedendo contestualmente sul piano nazionale e sul piano
locale, in modo che gli studenti potessero collegare più
facilmente gli avvenimenti della loro città allo scenario
politico nazionale.
Da tale esperienza è scaturita l’esigenza di completare il
percorso, ricercando nell’opposizione al Fascismo e nella
Resistenza non solo i primi semi di coscienza democratica ,
ma anche le prime timide bozze di costruzione di uno Stato
politicamente e socialmente democratico.
Da qui è scaturito il progetto che viene di seguito illustrato.
“La Resistenza come laboratorio di democrazia”
Il progetto si configura come una ricerca-azione e procede su
un duplice livello, locale e nazionale, a partire dagli
avvenimenti che hanno condotto alla caduta del Fascismo,
fino alla liberazione del territorio nazionale.
Sono previsti incontri introduttivi in cui si illustri la
distinzione tra antifascismo, opposizione al regime e
Resistenza e, all’interno di questa, il nodo interpretativo
sulla natura della Resistenza in Italia. Per ogni incontro è
prevista la predisposizione di una bibliografia ragionata e
l’indicazione dei testi presenti e disponibili nella sede
dell’Istituto.
E’ programmato uno sviluppo triennale in modo che
annualmente possano essere colti gli aspetti essenziali della
situazione che si è verificata dopo il 25 luglio, quindi nel
1943, 1944 e 1945, sia sotto il profilo militare, sia - e
soprattutto - come progressiva maturazione della coscienza
democratica nelle varie forme di partecipazione alla lotta
partigiana, nella nascente consapevolezza della popolazione
civile e nei primi movimenti operai.
Le iniziative che l’Istituto metterà in campo saranno rivolte,
distintamente, ai docenti come sostegno all’auto formazione
professionale e agli studenti come stimolo e orientamento
per la ricerca.
Il compito dei docenti, di guida, selezione di materiali,
organizzazione del lavoro, controllo delle attività, sarà
adeguatamente supportato da contributi di esperti e
facilitato anche da momenti di confronto nella sede
dell’Istituto con l’approfondimento su personaggi,
documenti o episodi specifici. Per questo secondo aspetto si
possono organizzare, oltre a incontri seminariali, attività
diverse tra loro integrate come, ad esempio, la discussione
su testi o pubblicazioni che individualmente e a turno gli
stessi docenti avranno l’incarico di presentare coordinando
anche il dibattito. Su alcune questioni particolarmente
complesse dal punto di vista critico, i testi presentati e
oggetto di dibattito potranno essere scelti in modo da
rappresentare punti di vista opposti o, comunque, diversi.
Queste attività sono dirette specificamente agli insegnanti,
ma nell’andamento del lavoro si potrà organizzare anche un
incontro con gli studenti, limitatamente ai frequentanti le
scuole superiori. Un’altra iniziativa, questa senz’altro diretta
a tutti, sarà costituita dalla visione e discussione di alcune
proiezioni ( film e documentari ) che saranno selezionati in
relazione alla fase della ricerca.
In sostanza, è previsto che la formazione dei docenti segua
di pari passo lo svolgersi del progetto che focalizzerà,
annualmente, i tre anni 1943-45 e, con la stessa cadenza, si
programmi anche l’ attività degli studenti.
Per questi, tenendo conto dell’età e del grado scolastico, il
progetto si articola in percorsi che tratteranno un tema
specifico o un filone che attraversi tutto il periodo
considerato. Le scelte pertanto spettano ai docenti d’intesa
con i rispettivi studenti, ma saranno adeguatamente
sostenute dal gruppo tecnico che opera presso l’Istituto che
avrà anche la responsabilità, insieme ai docenti coinvolti, di
supervisione dei lavori nel corso di tutta la ricerca.
Da tenere sempre in conto è il diverso livello scolastico delle
scuole che aderiranno al progetto, per cui le modalità di
realizzazione della ricerca, la stessa struttura dei percorsi, i
documenti da esaminare, i testi da consultare, le eventuali
testimonianze da raccogliere , dovranno essere adeguate
alle possibilità effettive di risposta di ogni gruppo coinvolto.
Presso le scuole aderenti sarà comunque necessario
verificare, preventivamente e prioritariamente, la presenza
delle condizioni operative essenziali, quali: la disponibilità
del Capo d’Istituto, la collaborazione diretta e/o indiretta dei
colleghi e l’ approvazione del Collegio al fine di inserire il
progetto nel POF e renderlo in tal modo un elemento
qualificante dell’Istituto stesso.
Si indicano di seguito, a titolo esemplificativo, alcuni temi, o
filoni che sono stati inizialmente proposti, su cui le scuole
aderenti hanno già strutturato, o potranno strutturare, i
rispettivi percorsi anche se l’impianto definitivo, arricchito
dai contributi dei docenti, potrà presentarsi in modo diverso.
-Lo sbarco americano in Sicilia e la caduta di Mussolini. La
Monarchia e il Fascismo
-Gli scioperi del ’43 e la formazione del movimento operaio.
-La situazione italiana dopo l’Armistizio dell’8 settembre ’43.
-La costituzione dei primi Comitati di opposizione. La
rinascita dei partiti politici e la loro presenza nel Comitato di
Liberazione nazionale.
-Le formazioni partigiane.
-Le donne nella Resistenza.
-La Repubblica Sociale e il dibattito sui” ragazzi di Salò”.
-Il contributo dei militari alla Liberazione.
-Gli eroi della Resistenza nel mondo cattolico romano.
-Repressioni e rappresaglie.
-I disertori tedeschi e la Resistenza.
-La primavera del ’44 e le repubbliche partigiane.
-Dai Comitati di liberazione all’Assemblea costituente: un
percorso
politico verso la costruzione di uno Stato democratico.
-Le diverse anime della Resistenza.
Tutti i percorsi (o quasi) possono svilupparsi lungo l’intero
periodo o articolarsi per segmenti che si limitino
all’approfondimento degli eventi relativi al 1943, '44 o '45.
Ciò potrà dipendere non solo da scelte particolari, ma anche
dalla classe o dal gruppo interclasse (terminale o non
terminale) che condurrà la ricerca. Potrebbe capitare che la
ricerca iniziata e completata per un segmento da un gruppo,
prosegua l’anno successivo con un altro gruppo, procedendo
nel percorso fino al suo completamento.
La Bibliografia dell’argomento, come sappiamo, è sterminata
e non è utile in questa sede enumerarne i titoli più
conosciuti. Sarà invece opportuno corredare ogni percorso,
nella fase della pianificazione del lavoro, dei testi essenziali e
didatticamente efficaci, compresi anche eventuali cenni a
Film o Documentari da inserire sia nel programma di
formazione dei docenti, sia come contributo al lavoro degli
studenti. Si possono citare le opere di Rossellini che coprono
praticamente tutto il periodo che va dallo sbarco in Sicilia
alla Liberazione, ma anche altro materiale altrettanto
significativo.
In ultimo, si sottolinea il costante collegamento con la storia
locale, sia all’interno dei percorsi, sia come scelta di uno o
più percorsi su episodi o avvenimenti che si sono verificati
nel territorio. L’Istituto dispone su questo versante di
abbondante materiale di archivio e delle molte pubblicazioni
che testimoniano le ricerche effettuate in anni passati da
validi collaboratori. Inoltre, nel caso che qualche scuola
preferisca concentrarsi su episodi o avvenimenti che sono
accaduti nella provincia o nei suoi confini con il Piemonte, il
percorso storico potrà essere affiancato anche da una
ricognizione diretta sui luoghi della memoria , utilizzando le
mappe e i documenti disponibili. In tal caso, il collegamento
tra scenario nazionale e situazione locale procederà
partendo dal locale.
E’ comunque fondamentale che lo scenario della ricerca,
seppure articolata, sia ben integrato in modo da
rappresentare un quadro della Resistenza esaustivo, tanto
da poter essere successivamente offerto, possibilmente
anche on line, ad altre scuole sia per un vivace confronto nel
caso di esperienze simili, sia come sollecitazione a
continuare la collaborazione lavorando su temi comuni.
Sotto il profilo metodologico, il progetto ha lo spiccato
carattere di una ricerca- azione per cui ogni attività si
configura come laboratoriale, anzi è un vero e proprio
laboratorio di democrazia perché in ogni momento, dalla
scelta iniziale alla progettazione dei percorsi, dalla
pianificazione delle attività alla messa in opera, dal controllo
sul lavoro alla verifica dei risultati, esiste rispetto per ogni
soggetto che, pur nella diversità dei ruoli, è protagonista,
libertà di espressione e di interpretazione pur nel rigore
metodologico, quindi pluralità di posizioni che diventano
oggetto di confronto e ricerca di soluzioni, sempre
comunque in adesione alle finalità della ricerca che, nel
contribuire alla formazione di una coscienza critica,
sostanzialmente mira alla crescita di buoni cittadini che dallo
studio della storia traggono forza etica e impegno civile.
Anna Sgherri
(già Ispettrice del MIUR)
Genesi del Progetto Storia 2013/2015 -1943/ 1945.
La Resistenza come laboratorio di democrazia
Il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia" si
inserisce tra le attività poste in atto dall'Isrec e da un gruppo
di consulenza stabile di docenti che opera presso l'Istituto
con la collaborazione della Prof.ssa Anna Sgherri (già
Ispettore del MIUR). Il gruppo di lavoro sceglie di volta in
volta l'ambito storico su cui focalizzare la ricerca, anche
tenendo conto delle indicazioni ministeriali e delle ricorrenze
civili, e definisce il tema specifico da proporre alle scuole.
Per quanto concerne le iniziative svoltesi nell'ultimo lustro,
l'a.s. 2008/2009 è stato dedicato all'analisi della Carta
Costituzionale. Si è voluto rintracciare in essa il profilo di
cittadinanza, inteso come valore a cui ispirarsi per la
costruzione della realtà sociale e politica in continuità sia
con il passato nazionale sia con la mobilità delle nuove
frontiere nell'era della globalizzazione. Nel 2009/2010, in
concomitanza con il Centocinquantesimo dell'Unità
nazionale, si è approfondito il processo di formazione dello
Stato italiano. Nell'a.s. 2010/2011 l'attività di ricerca si è
incentrata sul tema delle guerre, assunte criticamente come
chiave di lettura per ripercorrere l'itinerario compiuto dal
nostro Paese dal Risorgimento all'unità politica, sino alla
Costituente e alla stesura del "sofferto" art. 11. Dall'analisi di
queste problematiche, nonché dalla rilevazione di curiosità e
richieste di chiarimenti da parte degli studenti sui nodi
cruciali del ventennio fascista, è quindi emersa l'esigenza di
approfondire le fasi di formazione del regime e i suoi
caratteri peculiari.
L'attività progettuale relativa all'a.s. 2011/2012 ha così
trovato riscontro in un ciclo di conferenze-didattito sulla
Marcia su Roma, in cui l'inquadramento storico-politico degli
eventi condotto sul piano nazionale procedesse
parallelamente alla loro contestualizzazione sul piano locale.
L'interesse suscitato dalla riflessione su questi temi
storiografici, congiunto alla loro efficace ricaduta sullo
scenario cittadino, hanno fatto emergere un'ulteriore
esigenza. Si è pensato di indagare le radici del fenomeno
resistenziale anche a partire dai luoghi, dagli eventi e dai
personaggi legati alla storia di Savona che hanno vissuto nel
periodo compreso fra la caduta del fascismo e la Liberazione.
Inoltre si è ritenuto opportuno coinvolgere, oltre agli
studenti delle scuole secondarie superiori, anche classi della
scuola media. E' stata quindi posta come ipotesi di ricerca
l'individuazione delle diverse forme in cui si manifesta il
rifiuto del fascismo, tenendo conto sia dell'opposizione
consapevole di solida matrice antifascista presente e viva in
alcune frange militanti attive nell'area savonese sin dal
primo dopoguerra, sia di fenomeni di "desistenza" al regime
diffusi fra la popolazione civile in proporzione crescente alla
crisi prodotta dalla guerra. Si è infatti assunto che, pur nella
varietà delle sue manifestazioni, le due diverse modalità di
opposizione al sistema hanno generato, in una tanto
virtuosa quanto imprevedibile convergenza, i primi semi di
una coscienza critica, premessa essenziale per la costruzione
di uno Stato autenticamente democratico.
Il nesso tra la storia del passaggio fascismo-ResistenzaCostituzione, che ha contrassegnato le vicende italiane del
triennio 1943, 1944 e 1945, e il tema della riscoperta della
vita socialmente e politicamente democratica è dunque il
nucleo di fondo intorno al quale gravita il Progetto "La
Resistenza come laboratorio di democrazia".
Per rendere più fruibile la complessità di questa
problematica specie nell'ambito della didattica laboratoriale
rivolta a ordini diversi di scuole, si è pensato di declinare il
nesso tra storia del triennio 1943-'45 e maturazione
dell'istanza democratica alla luce di 3 variabili, costituite dai
luoghi, dagli eventi e dai personaggi. In questa prospettiva, il
contesto di partenza rimanda innanzitutto ai luoghi della
memoria, ossia a quegli spazi/porzioni del territorio
savonese noti e censiti tramite un processo di selezione della
memoria a motivo delle vicende (eventi) di cui furono teatro
e dei protagonisti (personaggi) che le misero in atto.
Semplificando, si può sostenere che il rapporto tra Storia
della Resistenza e Libertà (intesa come progressiva
maturazione di una coscienza democratica italiana) su cui il
Progetto verte, mediato dalle tre suddette variabili, in senso
lato offra strategie di rappresentazione della lotta
resistenziale caratterizzate da una più efficace ed immediata
presa nel contesto pedagogico-didattico; e, in particolare,
chiami in causa per lo meno altrettante specifiche operazioni
storiche: la ricognizione dei luoghi, la ricostruzione degli
eventi e la rievocazione dei personaggi su cui, in ultima
analisi, s'incentra l'attività laboratoriale dei docenti e degli
studenti.
Il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia"
trova dunque la sua ragion d'essere nella polarità tra Storia
resistenziale e aspirazione alla Libertà democratica, indagate
dialetticamente attraverso la "pratica" dei luoghi della
memoria.
Rapportando al territorio savonese quanto scrive Carlo
Dellavalle, riferendosi all'esperienza resistenziale dell'area
piemontese alpina e prealpina, potremmo concludere con
queste parole:
In questi luoghi si è posta in un periodo della nostra storia
recente una questione di libertà, una questione che uomini e
donne di allora hanno ritenuto di dover affrontare
personalmente, non delegando a nessuno, anzi assumendosi
i rischi, spesso mortali, per affermare, non un principio, ma
un modo di concepire la propria esistenza e quella degli altri.
Questa scelta libera è fatta di pochi momenti esaltanti, di
sconfitte, di prezzi dolorosi e di tanta quotidianità, così come,
per fortuna su un registro più basso, è la vita delle
democrazie. E' una storia che ancora ci riguarda.
Cfr. Claudio DELLAVALLE, Territorio e Resistenza, in "I
sentieri della libertà", a cura di Livio Berardo, Touring Club
Italiano, Milano 2007, p. 59.
Progetto Storia 2013/2015 -1943/ 1945. La Resistenza come
laboratorio di democrazia. Articolazioni a breve, medio e
lungo termine
Il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia" è
rivolto alle scuole e si avvale della collaborazione dei docenti
di storia e degli studenti degli Istituti secondari di I e II grado
della provincia di Savona. Il percorso si articola nel triennio
2013-2015 e prevede l'approfondimento, a livello nazionale
e locale, di eventi e problematiche relative al periodo 1943,
1944 e1945. Tale percorso si configura come ricerca-azione
in quanto fa leva su strategie didattiche che tendono a
convalidare le ipotesi teoriche fornite a livello di partenza
attraverso la pratica con le classi. L'obiettivo è infatti quello
di coinvolgere i docenti e gli studenti nella realizzazione di
un vero e proprio “laboratorio di democrazia”.
In particolare, l'anno 2013 è dedicato all'analisi delle
controverse vicende relative al 1943 in cui i luoghi, gli eventi
e i protagonisti della storia locale si intrecciano, tramite
costanti e rimandi, al quadro nazionale ed europee. A titolo
esemplificativo, i docenti, sostenuti dall'Isrec, potranno
scegliere di affrontare eventi quali: gli scioperi del marzo
1943, la caduta del fascismo, lo sbarco degli Alleati in Sicilia, i
45 giorni, l'8 settembre, la costituzione della RSI,
l'occupazione militare del centro e del nord d'Italia, la
nascita delle prime formazioni partigiane; o riflettere su
percorsi di storia materiale e di costume esaminando, per
esempio, la figura delle donne nella Resistenza, le
conseguenze delle leggi razziali, la deportazione politica;
oppure, ancora, ricostruire gli itinerari tematici della
memoira di Savona, che fu città di fabbriche e centro di
significative lotte operaie, anche ricorrendo a testimonianze
orali , alla pubblicistica di regime e, laddove possibile, alla
stampa clandestina.
L'attività storico-didattica, condotta parallelamente dalle
diverse scuole aderenti al Progetto nel corso del triennio
2013-2015, delinea obiettivi a breve, medio e lungo termine.
Su tempi brevi, l'attività progettuale è finalizzata alla
produzione di materiali didattici diversificati, prodotti dai
docenti e dagli studenti (articoli a carattere storico, ipertesti,
power-point, video, video-interviste, tabelloni, ecc.) che
costituiranno i contenuti di base di una mostra temporanea
che verrà allestita nei locali del Priamar di Savona e che sarà
inaugurata il 25 aprile 2013 e illustrata al pubblico per
l'intero periodo di apertura (sino al primo maggio),
presumibilmente in coincidenza con iniziative sulla memoria
storico-civile della città di Savona curate dal Comune e dalle
Associazioni di partigiani.
A medio termine, l'attività didattica prosegue in continuità
con la metodologia della ricerca-azione. Si esploreranno i
temi della Resistenza nazionale e locale relativi al 1944 e al
1945 o assumendo nuovi segmenti di ricerca o procedendo
nei percorsi avviati dai docenti nelle classi sino al loro
completamento, in vista della produzione o del
perfezionamento di materiali didattici strutturati. Al
contempo, si porranno le premesse affinché la
comunicazione storica investa più efficacemente il territorio,
coinvolgendo non soltanto i luoghi della memoria ma anche
la memoria di luoghi il cui riconoscimento non è stato ancora
collaudato perché tuttora gravato da silenzi, rimozioni o
dalla persistenza di memorie divise. L'esito della rinnovata
comunicazione storica potrebbe assumere la forma di una
guida cartacea e/o multimediale volta alla promozione del
territorio e alla valorizzazione del patrimonio storico della
Resistenza savonese.
In questo senso, a lungo termine si ipotizza la realizzazione
un centro polifunzionale di documentazione sulla storia
resistenziale del savonese, ramificato in tre aree. La prima
configura l'area museale, ossia uno spazio in cui gli eventi, i
luoghi e i personaggi più significativi della stagione 19431945, opportunamente ricostruiti con il ricorso a strategie
multimediali e interattive, coinvolgano i visitatori in percorsi
virtuali all'interno della storia della città e permettano in
questo modo di divulgare la conoscenza del passato presso
un'utenza più ampia. La seconda potrebbe definire la
sezione documentale, il cui compito consiste nella
trasmissione della memoria del movimento di Liberazione
tramite la raccolta e la conservazione dei materiali (cartacei
e multimediali) accessibili a chi intenda avvicinare o
approfondire l'ambito della storia contemporanea locale e
nazionale. Dovrebbe trattarsi di un'area dotata di locali
idonei all'attività di ricerca e di formazione. La terza nasce
dall'esigenza di valorizzare quei luoghi della memoria
savonese che meglio di altri sono in grado di evocare il senso
complessivo della storia resistenziale cittadina (il restauro di
un rifugio antiaereo, il forte della Madonna degli Angeli, le
aree del Priamar in cui avvennero le fucilazioni di partigiani,
ecc.). In questo caso si potrebbe pensare alla costruzione di
un museo diffuso della Resistenza, costituito sia da luoghi
sottratti all'oblio sia da scenari già riconosciuti
pubblicamente per la loro importanza che, sottratti alla
mera funzione commemorativa, possano essere restituiti
alla fruizione della cittadinanza grazie al forte impianto
storico-pedagogico su cui poggiano.
Nel complesso, il centro di documentazione sulla storia
resistenziale del savonese, versione potenziata dell'Isrec
grazie soprattutto alla rete di legami che lo collegano tanto
ai luoghi "reali" del passato storico ("museo diffuso") quanto
a quelli virtuali della sua rappresentazione (sezione
museale), potrebbe in questo modo garantire la saldatura
fra il territorio (o porzioni di esso) e la sua storia.
Torino - Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza
E' iniziato da qualche settimana il triennio nel corso del
quale si celebrerà il settantesimo anniversario della Lotta di
liberazione in Italia, da cui trae fondamento la Repubblica,
incardinata nella Costituzione del 1948, che di quella Lotta
rimane un lascito concreto e coerente.
L'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza Onlus
(Ancr), fondato da Paolo Gobetti quasi cinquant'anni fa, ha
fin dall'inizio operato a raccogliere e conservare tutto
quanto può alimentare la memoria visiva (cinema, foto,
grafica) di quella Lotta, affiancando quasi subito al
reperimento delle immagini d'epoca la registrazione in
audio, in pellicola e in video delle testimonianze dirette dei
protagonisti, sollecitati a raccontare le loro esperienze con le
tecniche della storia orale.
L'Ancr ha d'altra parte sempre dedicato la massima
attenzione a salvaguardare e diffondere il cinema
resistenziale, il cinema della Resistenza (cioè quello
realizzato a caldo nel corso della lotta o subito dopo),
documentazione preziosa ed eccezionale di una guerra
molto particolare , una lotta di popolo, impari, dal basso ma
ad ampio spettro, europea, una lotta che chiude un passato
e inaugura per l'Italia e per tutto il continente un futuro di
democrazia. Quel cinema girato a caldo è stato poi messo in
relazione con il cinema sulla Resistenza, cioè il cinema degli
autori che hanno messo in scena le più varie narrazioni
dell'esperienza partigiana a partire dalle molteplici riflessioni
che sono state fatte nel corso degli anni su quella vicenda.
Dall'archivio audiovisivo dell'Ancr, incrementato per decenni
e tuttora in crescita, sono stati prelevati inoltre, di volta in
volta, nel corso degli anni, materiali, in alcuni casi ormai rari
e irriproducibili, per realizzare strumenti di conoscenza e
formazione su quel periodo per giovani e meno giovani:
documentari, libri, opere multimediali di vario genere.
l'anniversario del settantennale è peculiare rispetto a quelli
che lo hanno preceduto, poiché viviamo proprio nel suo
corso il delicato momento del passaggio dalla trasmissione
diretta della memoria, attraverso la viva voce dei
protagonisti, a quella indiretta mediata dai documenti e
dalla parola di chi non ha vissuto ciò che racconta.
Ci appare allora di particolare importanza mettere a frutto
un lungo lavoro di ricerca, completandolo con quanto è
ancora in extremis reperibile, per riproporre immagini e voci
salvate dal tempo, che possano almeno in parte ottenere gli
effetti della vitalità coinvolgente del ricordo diretto e
consentire a quanti stanno vivendo e vivranno in contesti
diversi di ri – conoscere quel passato e di riappropriarsene
per salvaguardarne valori e ispirazioni. A partire quindi dalle
esperienze accumulate, dal patrimonio di film conservati,
dalle produzioni realizzate, l'Ancr propone per il triennio
2013 – 2015 un'articolata serie di manifestazioni e
produzioni.
La nostra proposta si compone di due percorsi essenziali.
Vorremmo in primo luogo proporre, a partire dal 2013, e
continuando nei successivi due anni, un'adeguata
ricognizione sulla rappresentazione cinematografica di
aspetti rivelatori della vicenda resistenziale italiana.
In secondo luogo vorremmo realizzare alcuni documentari
che abbiano come primo obbiettivo il supporto alla didattica
della storia della Resistenza, investendo il nostro patrimonio
archivistico di testimonianze di memoria e di materiali visivi
d'epoca e la lunga esperienza dell'Ancr nella produzione di
strumenti multimediali per la scuola.
Per il 2013 pensiamo a due rassegne cinematografiche. La
prima, collocata fra settembre e ottobre, proporrà alcuni
film sull'8 settembre 1943, intesa soprattutto come data
simbolo dell'inizio in varie forme della Resistenza, dei suoi
primi passi nel contesto dello sfacelo dell'esercito e degli
assetti politico amministrativi del paese, delle prime grandi
scelte individuali che si riveleranno decisive.
La seconda rassegna, nei mesi successivi, avrà il carattere di
un viaggio nella produzione cinematografica di documentari
e film a soggetto sul tema della partecipazione diretta delle
donne alla Resistenza, nelle tante forme in cui essa si
realizzò. Intendiamo selezionare e proporre opere prodotte
in vari momenti dal dopoguerra ad oggi sulle combattenti,
sulle addette ai collegamenti, alla ricerca e alla trasmissione
di informazioni, alla propaganda e alla sua diffusione, al
trasferimento di armi, al reperimento o alla produzione di
vettovaglie e vestiario per le forze partigiane, alla
salvaguardia e all'assistenza dei combattenti feriti, sulle
donne organizzate in città all'interno o a fianco dei Gap e
delle Sap e a sostegno dei bisogni fondamentali delle
popolazioni e della loro mobilitazione nei momenti decisivi.
Parallelamente alla rassegna e sullo stesso tema vorremmo
realizzare nel corso di questo primo anno del triennio del 70°
della Resistenza un video che offra in un unico racconto, ma
senza perdere le sfaccettature legate alle singole storie, ai
diversi contesti e ai diversi ruoli, una quindicina di ritratti di
protagoniste della Resistenza, con particolare riferimento a
Torino e al Piemonte. Decisive saranno per questa prima
produzione del triennio del 70° le numerose testimonianze
di partigiane raccolte e conservate nel nostro archivio.
Per il 2014 vorremmo realizzare una rassegna
cinematografica sul tema degli eccidi e delle stragi che
insanguinarono dappertutto in Italia i venti mesi della
liberazione, tema centrale per chiarire e Ribadire la natura
prevalentemente terroristica e aggressiva della risposta
nazifascista alla Resistenza e il contesto drammatico in cui la
guerra partigiana si sviluppò. Il cinema documentario e i film
a soggetto di varie epoche hanno rappresentato, da punti di
vista talvolta anche molto diversi, una parte di quelle
vicende: per esempio il caso di Boves subito dopo l'8
settembre, la strage delle Fosse Ardeatine, l'eccidio della
Benedicta, le stragi di Monte Sole e Sant'Anna di Stazzema
nella fase del consolidamento tedesco della Linea gotica, per
arrivare a stragi come quella di Collegno/Grugliasco, nei
pressi di Torino, a Liberazione quasi completata (siamo
all'inizio del maggio 1945). Un viaggio dunque nel cinema
che mette in campo i suoi strumenti narrativi ed evocativi
per confrontarsi con momenti di negazione di ogni diritto e
della stessa umanità (e i cui responsabili diretti e indiretti
sono spesso rimasti impuniti).
Pensiamo di affiancare anche per il prossimo anno alla
rassegna la produzione di un film. Il film dovrebbe offrire un
quadro sfaccettato di una delle più tipiche situazioni in cui si
trovano a vivere i combattenti della Resistenza, in genere più
e più volte nel corso della guerra: il 'rastrellamento'. Il
rastrellamento è un momento estremo, in cui tutto ciò che è
chiamato in gioco nella lotta partigiana, perseveranza,
capacità di sopravvivenza in condizioni ostili, solidarietà,
rapporti con le popolazioni, tattiche di guerriglia, subisce
una verifica drammatica e decisiva. Il film proporrà storie di
'rastrellamenti' in vari contesti e momenti utilizzando le
testimonianze dei protagonisti e immagini di combattenti e
luoghi.
Per il 2015 una terza ampia rassegna dovrebbe offrire
attraverso il cinema una panoramica delle liberazioni dal
nazifascismo delle grandi città italiane (da Napoli, Roma,
Firenze, a Milano, Genova, Torino etc.) ed europee (da Parigi
a Praga...), tante storie drammatiche e insieme, questa volta,
entusiasmanti che i film hanno raccontato a più riprese e con
approcci anche molto diversi.
Sul piano produttivo pensiamo a un film il più possibile
esauriente sulla liberazione di Torino nell'aprile 1945, sui
protagonisti, sui luoghi chiave, sui fatti memorabili e sulla
loro dislocazione in città, sul ruolo delle fabbriche, delle
formazioni foranee, dei semplici cittadini. In effetti manca un
documentario che coniughi i luoghi della memoria oggi
ancora riconoscibili, quelli importanti ma inesorabilmente
mutati dall'evoluzione della città, quelli per varie ragioni
dimenticati con uomini e donne del 1945, con i protagonisti,
i racconti di chi ha vissuto o anche solo visto, con i fatti
piccoli e grandi ma decisivi che segnano i lunghi dieci giorni
dal 18 al 28 aprile (circa) a Torino. Immagini d'epoca e
testimonianze, riprese di luoghi della città di ieri e di oggi
sarebbero la materia prima per raccontare la grande pagina
finale della Lotta di liberazione in una città oggi molto
diversa ma che affonda pur sempre le radici nella città
industriale ed operaia di settant'anni fa, capace di esprimere
nei grandi momenti di svolta energie straordinarie.
Torino - Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea
Il Settantesimo, così come i precedenti decennali, costituisce
per Istoreto un’occasione di riflessione sia sull’attività svolta,
sia sul significato e sul senso dell’operare dell’ Istituto.
Il decennio che si è concluso è stato per molti versi un
decennio difficile: basti pensare alle ferite che un
revisionismo mediatico spregiudicato e pervasivo ha inferto
all’idea stessa di Repubblica, mettendo in discussione il
rapporto resistenza costituzione, svalutando la prima per
intaccare la seconda fino al tentativo, per fortuna fallito, di
modificare la carta costituzionale. Basti pensare alla
discussione aperta dalla presenza di alcune componenti
politiche, minoritarie ed eredi dichiarate di ideologie ed
esperienze autoritarie,( e dunque nel contesto dell’attuale
crisi, obiettivamente pericolose ), e tuttavia legittimate per
calcoli elettorali alla competizione democratica. Si
considerino infine le ambiguità più volte emerse sul tema
della cittadinanza che dalle contraddizioni del nostro tempo
trova continue occasioni di ridefinizione e ripensamento. La
cittadinanza è il terreno vivo e privilegiato su cui incontrare
le nuove generazioni, per rompere lo schema di un tempo
appiattito sul presente, che domina la comunicazione
pubblica, e per stabilire continui rimandi tra presente e
passato tanto più necessari quanto più si riduce l’apporto
diretto dei testimoni di una stagione che continua ad essere
cruciale per capire il nostro tempo.
Muovendo da queste considerazioni Istoreto ha elaborato
un progetto da un lato orientato a mantenere attiva la
dimensione della ricerca e la valorizzazione del proprio
patrimonio, e dall’altro aperto a nuovi percorsi per ragionare
e coinvolgere il pubblico, in primo luogo i giovani e il mondo
della scuola. Per le stesse ragioni si è cercato di stabilire
rapporti più stretti con il mondo delle associazioni,
mantenendo sempre, come è giusto che sia, l’Istituto i suoi
spazi di autonomia.
Può essere quindi opportuna qualche informazione
aggiuntiva per rendere più esplicite le scelte e più definiti gli
obiettivi, fornendo anche qualche indicazione metodologica.
Tra queste va rilevato che rispetto al passato si è compiuto
uno sforzo di coordinamento con gli altri Istituti della
Regione (vedi la proposta di ricerca sul Partigiani meridionali
nelle formazioni piemontesi) riprendendo percorsi già
frequentati in passato, e si è compiuto uno sforzo per
stabilire nuovi rapporti con le associazioni legate per varie
strade al mondo resistenziale torinese e piemontese. Perchè
se è vero che alle associazioni compete in primo luogo un
dovere di memoria e di celebrazione, è anche vero che sono
oggi più consapevoli di dover svolgere anche un ruolo di
stimolo e di promozione della conoscenza, oltre che di
sostegno alle attività di formazione e di elaborazione
didattica indirizzate alle scuole della regione e agli
insegnanti.
Si è perciò cercato di evitare sovrapposizioni e di indirizzare
energie e risorse verso le attività che meglio possano
tradurre in positivo e in avanti l'esigenza di memoria e di
continua rielaborazione del passato, come parte della
definizione della convivenza civile e dei compiti dei nostri
Istituti.
1.Ricerche triennali.
Queste due ricerche per la complessità del lavoro da
svolgere vanno programmate su un triennio.
-La ricerca dedicata ai Partigiani meridionali che hanno
operato nelle formazioni piemontesi vuole affrontare un
tema spesso evocato, ma scarsamente conosciuto nella sua
reale dimensione sia quantitative sia qualitativa. Si tratta di
un impegno rilevante che coinvolge tutti gli Istituti di storia
della resistenza piemontesi come appunto un tema di ricerca
comune e può coinvolgere anche enti di ricerca e Istituti
collocati nelle province meridionali. Si tratterà di lavorare in
primo luogo sul data base Partigianato piemontese e società
civile, costruito venti anni fa dagli Istituti piemontesi e
necessitante oggi di revisioni sostanziose, e di aggiunte come
l’integrazione del data base sulle formazioni operanti nel
Piemonte
orientale
(Novarese,
Cusio,
Ossola).
Contestualmente bisognerà avviare un'elaborazione
qualitativa che coinvolga enti locali e culturali e le
associazioni delle regioni di provenienza dei partigiani
meridionali.
-La ricerca sul carcere delle Nuove di Torino ha come primo
obiettivo la costruzione di un data base sulla popolazione
carceraria del 1943-1945 utilizzando i libri matricola, che
riportano una serie rilevante di informazioni. La ricerca è
propedeutica ad un progetto di Mostra che possa valorizzare
gli spazi delle Nuove ed ha trovato il sostegno del Comitato
Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte sulla base
di una iniziale promozione dell'Associazione Nessun uomo è
un'isola e del Tribunale di Torino, delle Associazioni militari.
Si segnala la possibilità di sviluppo del progetto a scala
regionale,
portando
a
completamento
alcuni
approfondimenti già percorsi da alcuni Istituti piemontesi
come l’Istituto di Cuneo per i carceri di Cuneo e Fossano e di
Asti per il carcere provinciale.
2. Completamento ricerche
Il 70° è l'occasione per Istoreto di portare a compimento
quattro percorsi di ricerca: i primi tre (il Diario partigiano di
Giulio Bolaffi, il lavoro di Nicola Adduci sull’occupazione
tedesca a Torino, gli Atti del CLN regionale piemontese di
Riccardo Marchis e Luciano Boccalatte) in avanzato stadio di
elaborazione richiedono un’ ultima fase del lavoro, di
completamento tecnico e di revisione redazionale da
distribuirsi nel triennio 2013-2015. L’ultimo, il Diario di
Francesco Ferruccio Frisone, i cui disegni si vuole pubblicare
on line, è un documento notevole che si vorrebbe legare alla
Mostra e al Convegno sugli Imi di cui al punto 3: documenta
in modo eccezionale per la qualità sia del testo sia dei
disegni l’esperienza della prigionia dal settembre 1943
all’aprile 1945.
3. Mostre e convegni
La mostra che si vorrebbe dedicare a Francesco Ferruccio
Frisone si colloca in una più generale ripresa di attenzione
verso il destino delle centinaia di migliaia di soldati e ufficiali
deportati nei lager, gli IMI. Per questa ragione la mostra
potrebbe essere lo stimolo per la promozione di un
Convegno dedicato al tema, che negli ultimi tempi ha avuto
un’attenzione significativa sia sul piano della comunicazione,
sia sul piano dell’approfondimento delle conoscenze e della
valutazione storiografica: il rifiuto opposto dalla
maggioranza degli internati alle richieste di partecipare alla
guerra fascista e nazista è una forma riconosciuta della
resistenza italiana, accanto a quella dei militari, del
movimento partigiano, dei civili.
Interesse per l’iniziativa sia della mostra sia del convegno è
stato manifestato dalle Associazioni militari e dal Comitato
delle associazioni della Resistenza.
La proposta di presentare la Mostra Libertà! Antifascites et
Italiens en Isère, prodotta nel 2012 dal Musèe de la
Résistence et de la Déportation de l’Isère si colloca nella rete
di relazioni che Istoreto coltiva da anni con i vicini francesi e
con le istituzioni culturali che svolgono in Francia le funzioni
di memoria, di ricerca, di formazione di Istoreto.
4.Valorizzazione del Patrimonio Istoreto.
Una parte importante dei molti materiali prodotti da
Istoreto nel corso degli ultimi anni potrebbe per i 70° essere
valorizzato adeguatamente rendendolo fruibile ad un
pubblico ampio. Si è pensato alla realizzazione di un canale
tematico presentato nel portale di Istoreto, ordinato
cronologicamente, che potrebbe costituire un supporto
molto valido per le attività di formazione anche a distanza
sulle tematiche legate alla guerra, alla resistenza, alla shoah,
ma anche a temi della contemporaneità ad esse connessi.
-La proposta relativa agli Archivi della Resistenza valdese
porterebbe alla fruizione estesa online di materiali ormai
sistematizzati dal punto di vista archivistico, secondo la
politica da tempo avviata da Istoreto, grazie al sostegno
della Compagnia di S. Paolo della gestione informatizzata del
patrimonio archivistico dell’Istituto.
Si segnalano infine due iniziative che coinvolgono Istoreto in
attività di ricerca e di formazione in collaborazione con altri
enti. La prima prevede la collaborazione al Progetto Tre
generazioni di donne tra XX e XXI secolo. Il progetto
presentato dall’ANPI di Torino, ed elaborato con Istoreto,
intende costruire una banca dati a partire dal Fondo Bianca
Guidetti Serra. La banca dati sarà dedicata alle numerose
testimonianze di donne torinesi e piemontesi che hanno
attraversato momenti cruciali della storia del Novecento: la
guerra e la resistenza, ma anche le vicende precedenti e
successive. Istoreto fornirà le competenze necessarie,
acquisite in attività di ricerca analoghe. Il data base potrebbe
costituire il primo gradino di un percorso più complesso per
il quale Istoreto e altri soggetti possono fornire materiali e
competenze.
La seconda iniziativa, che possiamo definire come Percorsi di
formazione, prevede due articolazioni:
in primo luogo la collaborazione alle iniziative che il
Comitato di Coordinamento delle Associazioni della
Resistenza in Piemonte e l’Anpi provinciale intendono
assumere per ricordare momenti e fasi delle vicende 194345: sono previsti nei tre anni momenti di elaborazionecomunicazione ( lezioni, seminari integrati con
testimonianze e strumenti di memoria)legati alle date più
significative : marzo 1943, 25 luglio, 8 settembre ecc.
A queste iniziative Istoreto fornirà il supporto scientifico e la
collaborazione. L’altra iniziativa è più specificamente
orientata alla scuola assumendo il tema della scelta come
tema centrale da affrontare con una varietà di apporti
scientifici, di materiali documentari e soprattutto di linguaggi
diversificati: cinema, teatro, fotografia, coinvolgendo gli enti
sul territorio depositari di competenze di comunicazione. L’
obiettivo è di fornire ai docenti percorsi di formazione
innovativi e di coinvolgere gli studenti in esperienze di
ricerca-approfondimento nelle quali possano utilizzare
risorse diverse e in primo luogo le risorse del web.
Istoreto farà da riferimento alla strutturazione delle
esperienze predisponendo materiali di base (documenti on
line, cronologie, piattaforme informatiche) , mettendo a
disposizione modelli didattici ed esperienze già realizzate ( le
cosiddette “buone pratiche”), che possano servire come
riferimenti utili ai docenti sia per la discussione, sia per una
possibile rielaborazione.
Trieste - Istituto regionale per la Storia del movimento di liberazione
1. Progetto “Il lungo inverno del ‘43”
Nel settembre 2013 sarà ricordato in Italia il settantesimo
anniversario dell’inizio Resistenza e per i due anni successivi,
altri appuntamenti segneranno l’avvicinamento al 2015,
culmine delle celebrazioni per la fine della Seconda guerra
mondiale.
L’importante appuntamento riveste ulteriore significato per
la storia della Venezia Giulia: la caduta del Fascismo,
l’Armistizio, le particolari implicazioni che caratterizzarono
l’occupazione tedesca della regione, con la costituzione della
Zona d’operazioni “Litorale Adriatico” e le progressive
divergenze, tra le forze della Resistenza italiana e quelle
slovene e croate, sul destino politico del cosiddetto confine
orientale italiano, segnarono una netta cesura del
Novecento giuliano.
Se da un canto, la produzione storiografica ha già esaminato e
ricostruito le fasi politiche salienti, ha individuato gli snodi e le
cesure, dall’altro quei venti mesi di guerra sono rimasti a lungo
ostaggio di polemiche e denigrazioni, soprattutto a danno degli
esponenti del CLN giuliano, accusato di non avere accettato un
“fronte unico” con gli ambienti nazionalisti in funzione anticomunista e anti-jugoslava. Inoltre, nel clima del dopoguerra, gli
esponenti del CLN giuliano sono stati oggetto di attacchi politici
da parte delle forze filojugoslave con accuse di trasformismo,
opportunismo e di continuità ideologica con il nazionalismo
italiano.
Per questi motivi, nel 1953, nel decennale della caduta del
Fascismo e nel pieno dell’ultima crisi per Trieste, alcuni
esponenti della Resistenza italiana diedero vita alla
Deputazione regionale di storia del movimento di liberazione
nel Friuli e nella Venezia Giulia, con l’impegno di conservare i
documenti e raccogliere le testimonianze per realizzare le
prime pubblicazioni di carattere storiografico di
quell’esperienza, con la finalità di dimostrare che la
Resistenza italiana nella Venezia Giulia rappresentava le
medesime istanze di quella attiva nell’Italia settentrionale.
Tuttavia il dibattito del secondo dopoguerra non ha
affrontato pienamente il problema del collaborazionismo,
rimasto a lungo sottostimato, e dei rapporti intercorsi tra la
classe dirigente e l’occupatore tedesco, ma anche ad un
livello di scala sociale inferiore, mentre altri nodi sono stati
sciolti, soprattutto in relazione all’attività repressiva verso gli
antifascisti e persecutoria contro la comunità ebraica. In tal
senso,
l’impegno
della
Deputazione,
divenuta
successivamente Istituto, è stato decisivo per la raccolta di
documenti e testimonianze nella fase istruttoria del
processo per i crimini della Risiera di San Sabba.
Pertanto, l’occasione posta del settantesimo anniversario è
colta nella duplice prospettiva di valorizzazione del
patrimonio storico-scientifico dell’Istituto, dell’azione
didattica rivolta al mondo della scuola, del bilancio sullo
stato della ricerca e della divulgazione storica.
Rimane inteso che il seguente programma è condizionato
dalle attuali disponibilità finanziarie dell’Istituto e da
auspicati contribuiti erogati dagli Enti preposti. Comunque le
attività didattiche, di riordino archivistico e quelle poste già
a calendario sono garantite.
Primo modulo - La memoria civile
Il primo modulo affronta il tema della Memoria civile con un
ciclo di interventi inseriti nel calendario del “25 aprile”, con i
seguenti appuntamenti pubblici:
17 aprile 2013 – Trieste, auditorium museo Rivoltella,
presentazione del Rapporto della Commissione storica italotedesca. Interventi di Lutz Klinkhammer e Gian Carlo
Bertuzzi, con la presidenza di Tristano Matta.
23 aprile 2013 – Trieste, Civico Museo della Risiera di San
Sabba, presentazione del volume di Tristano Matta, Il lager
di San Sabba. Dall’occupazione nazista al processo di Trieste
(Beit, Trieste 2012). Intervento di Fabio Todero
23 aprile 2013 – Trieste, Civico museo della Risiera di San
Sabba, visita guidata alla mostra allestita dall’Aned e
dall’Irsml Fvg e curata da Dunja Nanut e Franco Cecotti,
Testimoni, giudici, spettatori. Il processo della Risiera di San
Sabba, Trieste 1976.
24 aprile 2013 – Trieste, Celebrazione del 60° anniversario di
fondazione dell’Irsml Fvg; consiglio comunale di Trieste.
Interventi del sindaco Roberto Cosolini, di Gian Carlo
Bertuzzi (presidente Irsml Fvg) e Tristano Matta (direttore sc.
“Qualestoria”).
Secondo modulo - Lo stato della ricerca
Un importante appuntamento sullo stato della ricerca in
tema di “storia e memoria” è quello che si svolge a Trieste
con la finalità di promuovere la realizzazione della “Casa
della memoria”:
8-10 maggio 2013, Trieste – Provincia di Trieste, convegno
per la costituzione della “Casa della memoria”: Storia e
memoria. Conservare, tramandare e valorizzare la memoria.
Programma di massima:
Progetto realizzato e sostenuto dalla Provincia di Trieste
in collaborazione con: Dipartimento di Studi Umanistici
dell’Università degli Studi di Trieste; Comune di Trieste,
Civici Musei di Storia ed Arte; Istituto regionale per la Storia
del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia;
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Associazione
Nazionale ex Deportati, Associazione Nazionale Perseguitati
Politici Italiani Antifascisti,; Associazione Volontari della
Libertà, e con l’adesione della Comunità Ebraica di Trieste
Mercoledì 8 maggio
Presentazione degli itinerari sostenuti dalla Provincia di
Trieste. Luoghi, figure e memorie a Trieste: progetti
2012/2013.
Interventi
di:
Associazione
culturale
Quarantasettezeroquattro, “Strade della memoria - Archivio
della memoria delle aree di confine”; Istituto regionale per la
storia del movimento di liberazione, “Un percorso tra i
luoghi della tolleranza e dell'inclusione della Provincia di
Trieste: una guida”
Inaugurazione di una mostra. La mostra rimane aperta dal 9
maggio al 9 giugno 2013, ingresso gratuito
Teatro Miela, proiezione film
Giovedì 9 maggio Memoria e oblio
Presiede Giacomo Todeschini, Università degli Studi di
Trieste; interventi di: Ilan Greilsammer, Bar Ilan University,
Tel Aviv; Sabina Loriga, EHESS, Paris; Alberto Burgio,
Università degli Studi di Bologna; Guri Schwarz, Università di
Pisa; Discussant, Simon Levis Sullam, Università di Venezia.
L’Era del testimone
Presiede Marta Verginella, Università di Liubljana; interventi
di: Annette Wieviorka, CNRS, Paris
Valentina Pisanty, Università di Bergamo; Josè Brunner, Tel
Aviv University, Tel Aviv; Discussant, Giovanni Contini,
Università di Firenze.
Teatro Miela, proiezione film
Venerdì 10 maggio
Violenza e lutto
Presiede Anna Vinci, Università di Trieste; interventi di:
Gabriella Gribaudi, Università di Napoli; Marcella Ravenna,
Università di Ferrara; Marcello Flores, Università di Siena;
discussant, Tullia Catalan, Università di Trieste
Musei, memoria e storia
Presiede Maria Masau Dan, Direttore dei Civici Musei di
Storia ed Arte di Trieste e del Civico Museo Rivoltella;
interventi di: rappresentante del Museo Ebraico di Berlino;
Camillo Zadra, direttore del Museo di Guerra di Rovereto; un
rappresentante del Museo Diffuso di Torino o del Museo
della Storia di Bologna.
Teatro Miela, proiezione film
Terzo modulo - Le fonti
Nel corso del 2013 si completerà il riordino del fondo
archivistico dell’Istituto, per le sezioni: “Novecento – Friuli” e
“Novecento Venezia Giulia”. Pur mantenendo i criteri e
l’impianto originario delle raccolte, si è reso necessario
sistemare nuovi documenti emersi da un riordino più
attento del deposito e la collocazione coerente di fonti
acquisite nell’ultimo decennio in seguito a campagne di
ricerca, di versamenti o di donazioni di privati. La nuova
documentazione completa le raccolte originarie e permette
di ottenere un quadro più ampio di alcune vicende storiche.
In particolari sono state recuperate importanti traduzioni in
lingua italiana di opere della storiografia jugoslava, memorie
e testimonianze raccolte negli anni sessanta-settanta,
corrispondenza privata di antifascisti confinati, documenti
prodotti da istituzioni pubbliche e formazioni partigiane
operanti in Friuli, in Slovenia e in Istria. Il riordino si
completerà con la cura di indici suppletivi ad integrare quelli
attualmente pubblicati.
Inoltre l’Istituto pubblicherà sul proprio sito una cinquantina
di documenti originali, riferiti ai principali avvenimenti
dell’autunno ’43, quale contributo di libero accesso alle
“fonti per la storia”.
Quarto modulo - La didattica
Particolare attenzione è stata rivolta al mondo della scuola,
in forza di un’intesa quadriennale stipulata tra l’Istituto,
l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia e
l’Area educazione del Comune di Trieste. Tale intesa prevede
una serie di interventi didattici in aula e sul territorio, in cui
l’Istituto assume il ruolo di agenzia formativa permanente.
L’attività didattica prevede due specifici progetti: il primo è
riferito all’Intesa, di seguito esplicitata, e il secondo riguarda
la realizzazione, su base biennale, di un plastico e di un
sussidio didattico sulla Risiera di San Sabba e l’ex Centro
raccolta profughi di Padriciano. Quest’ultimo, doveva essere
avviato già nel corso dell’anno scolastico 2012-13, ma alcuni
ritardi organizzativi da parte della scuola cooperante, ha
limitato per ora, l’intervento alla sola fase propedeutica. Si
conta di avviare la fase realizzativi con l’anno scolastico
2013-14.
Intesa quadriennale (2012 – 2016) Istituto regionale per la
storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giuli Comune di Trieste - Ufficio scolastico regionale per il Friuli
Venezia Giulia, per un servizio educativo integrato rivolto
alle scuole secondarie di primo e secondo grado, nonché ai
ricreatori comunali, con proposte di percorsi didatticoformativi. Nello specifico:
Il momento delle scelte – laboratorio didattico di storia
simulata
Il lungo Novecento – itinerario urbano
Il confine orientale: luoghi e spazi – Risiera di San Sabba,
Monumento nazionale della foiba di Basovizza, Museo
dell’ex centro raccolta profughi di Padriciano
Progetto biennale per la realizzazione di un plastico e di un
sussidio didattico in 3 D della Risiera di San Sabba e dell’ex
Centro raccolta profughi di Padriciano (Trieste). In
collaborazione con l’Istituto Tecnico Statale “Max Fabiani”,
indirizzo: costruzione, ambiente e territorio (Trieste).
Quinto modulo - Le pubblicazioni
L’Istituto promuove tre pubblicazioni, curandone la
redazione scientifica e l’inserimento nella propria collana di
studi “Quaderni di Qualestoria”.
Franco Cecotti curerà la pubblicazione di una serie di
testimonianze di ex partigiane, in gran parte inedite, raccolte
assieme a Dunja Nanut. La pubblicazione avrà il sostegno
dell’Anpi di Trieste.
Franco Miccoli, con la collaborazione di Fabio Todero e Raoul
Pupo, pubblicherà una monografia sull’esperienza dei
Carabinieri a Gorizia, tra il 1943 e il 1945, tratta da
testimonianze e memorie di ex militari dell’Arma.
Gian Carlo Bertuzzi e Roberto Spazzali pubblicheranno
un’antologia di scritti inediti ed interventi pubblici di
Galliano Fogar (1921-2011), già presidente e segretario
dell’Istituto regionale per la storia del movimento di
liberazione nel Friuli Venezia Giulia, intitolata: Per questa
generazione non c’è congedo. Galliano Fogar: tra memoria
storica e impegno civile (1965-2002).
2. Progetto La Risiera di San Sabba: proposte di ricerca
Motivazioni
Nel gennaio del 2013 l’Istituto regionale per la storia del
movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia ha
promosso – assieme all’Aned e alla Biblioteca Slovena di
Trieste – l’allestimento di una mostra dedicata al processo
per i crimini commessi nel Lager della Risiera di San Sabba
dalle formazioni tedesche che avevano occupato la regione e
istituito il Litorale Adriatico, un esteso territorio sottoposta
ad un rigido controllo diretto.
Tale processo, svoltosi nel 1976, ha favorito, a suo tempo, la
raccolta di una importante documentazione utilizzata sia in
sede giudiziaria, che nella ricostruzione storica (vedi gli scritti
di G. Fogar, E. Collotti, T. Matta, M. Coslovich e altri). È
tuttavia necessaria una rilettura sulla base di nuovi metodi di
ricerca storiografica e completata mediante la ricerca di
fonti relative sia all’occupazione nazista, sia all’attività
repressiva attuata alla Risiera.
La
documentazione
processuale
va
integrata,
confrontandola con l’attività giudiziaria tedesca nel periodo
1990-2010 e con le risultanze delle ultime iniziative
giudiziarie in Italia (tra 2005 e 2011), stimolate dalla
scoperta di un intero armadio di denunce “provvisoriamente
archiviate”.
Proposte
In occasione del settantesimo anniversario dell’inizio della
Resistenza si intende attuare le seguenti iniziative in
collaborazione con l’Aned e la Biblioteca Slovena di Trieste:
1- Pubblicazione di un’edizione critica dell’Istruttoria scritta
dal giudice Sergio Serbo, incaricato delle indagini che hanno
reso possibile il processo.
L’Istruttoria è un testo fondamentale e complesso: si ritiene
che un’introduzione, una serie di note esplicative, un indice
dei nomi e dei luoghi e una dotazione di carte geografiche
schematiche, renderebbero l’Istruttoria un testo fruibile da
un largo pubblico e di grande interesse per la ricerca
storiografica.
Una biografia del giudice istruttore è necessaria come
riconoscimento dell’impegno da lui profuso per la
realizzazione del processo.
2- Analisi dettagliata dei messaggi lasciati dalle vittime, sia
come graffiti alle pareti della struttura repressiva di Trieste,
sia come biglietti e lettere fatte giungere ai parenti.
Una ricognizione dei segni ricopiati dalle pareti della Risiera
nei primi giorni dopo la fuga dei tedeschi (in primis quelli di
Diego De Enriquez) e la ricerca di altri eventuali segni ancora
presenti sulle pareti e sulle porte delle celle, permetterebbe
un’analisi dettagliata delle modalità di scrittura, l’inventario
delle persone segnate e la loro provenienza, la data della
loro presenza nel Lager.
Negli ultimi decenni sono stati individuati alcuni testi usciti
dalla Risiera (pochi), che vanno uniti con quelli già noti e
spesso non pubblicati: tali testimonianze meritano una
antologizzazione, per quanto limitata, da mettere a
disposizione dei ricercatori.
3- Indagine sulle vittime della Risiera e sui sopravvissuti.
Quanti morirono alla Risiera di San Sabba sono in genere
ignoti, di alcuni si conoscono i nomi e null’altro, di un
numero limitato (responsabili politici di rilievo ) si conosce la
biografia. È utile raccogliere dati biografici per un numero
più ampio possibile di vittime e organizzarli in un Data Base,
da mettere a disposizione di ricercatori e parenti.
Organizzazione
Punto 1- la documentazione si trova negli archivi dell’
l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione
nel Friuli Venezia Giulia, dell’Aned e della Biblioteca Slovena
di Trieste.
La trascrizione dell’Istruttoria è già disponibile e il lavoro di
documentazione e stesura degli apparati critici confluiranno
in un volume.
Punto 2- la documentazione si trova negli archivi già citati e
presso l’Archivio di Stato di Lubiana (di cui sono stati già
individuati i fondi).
Punto 3- la documentazione non è disponibile, se non in
minima parte, negli archivi citati. La ricerca prevede
l’individuazione delle famiglie di origine delle vittime e la
raccolta di testimonianze orali, e fonti documentali e
fotografiche da archivi privati.
Tempi di realizzazione
Punto 1 la realizzazione è prevista per dicembre 2013gennaio 2014.
Punto 2: la realizzazione è prevista per giugno-settembre
2014.
Punto 3: la realizzazione è pluriennale, da avviarsi in autunno
2013 e concludersi nella primavera 2015.
Promotori e Organizzatori
Franco Cecotti, Stefano Fattorini, Tristano Matta,
Nanut, Anna Vinci .
Dunja
B) Conferenze e dibattiti
Il progetto relativo alla Risiera sarà affiancato da una serie di
incontri, conferenze e dibattiti su alcune questioni rispetto
sulle quali sono disponibili elaborazioni di buon livello e
materiale d’archivio ancora inedito.
Questi i nodi tematici proposti, che saranno attuate dal 2013
al 2014:
1- Il sistema repressivo nazista nel Litorale Adriatico.
La Caserma Piave di Palmanova e l’Ispettorato speciale di PS
della Venezia Giulia costituiscono le espressioni più atroci di
un “sistema” che va messo in luce compiutamente. Uomini,
strutture; carnefici e vittime. La Risiera è inserita in questo
reticolo, pur giocando un ruolo affatto peculiare.
È di grande interesse capire come tutto ciò abbia creato un
modello repressivo che non si esaurisce con la seconda
guerra mondiale.
2- Le stragi naziste nel Litorale Adriatico.
La disponibilità di recenti studi e fonti è sufficiente per una
riflessione sulle violenze naziste nel Litorale Adriatico più
ampia rispetto al passato, tenendo conto della necessità di
elaborare un modello interpretativo nuovo rispetto alle
stragi condotte in questi territori.
3- Collaborazione, complicità, accettazione, opposizione:
vivere nel Litorale tra il 1943 e il 1945.
I margini di discussione su tali tematiche sono ancora
notevoli e toccano punti sensibili della realtà politica e
sociale della Venezia Giulia.
4- Resistenza/resistenze.
È quanto mai necessaria una buona divulgazione che tenga
conto della complessità di questo tema.
Conferenze, dibattiti ed eventuali mostre fotografiche,
saranno proposte al pubblico negli spazi messi a disposizione
dalla Provincia di Trieste, nell’ambito del progetto Casa della
Memoria.
Varallo (Verbanio Cusia) - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
Partigianato meridionale
In collaborazione con il Comitato per l'affermazione dei
valori della Resistenza e dei principi della Costituzione
repubblicana della Regione Piemonte e con gli altri istituti
piemontesi è partita una ricerca sul partigianato di origine
meridionale che ha partecipato alla Resistenza nel territorio
regionale, a partire dalla banca dati realizzata sulle schede
del Ministero della Difesa in occasione del 50° anniversario
della Liberazione. L’indagine seguirà la duplice impostazione
quantitativa e biografica, con l’intento di approfondire una
parte importante della memoria unitaria e con l’obiettivo di
allargare la collaborazione anche agli istituti meridionali
della rete.
Giornali alla macchia
Il portale “Giornali alla macchia” è già attivo ed è stato
presentato al pubblico e reso disponibile online dal
dicembre 2012. Il progetto è svolto in collaborazione con
l’Istituto di Novara e prevede la digitalizzazione della stampa
partigiana del periodo clandestino ma anche del
dopoguerra, per quanto riguarda le testate principali uscite
con regolarità (La Stella Alpina, già caricata e Baita, in fase di
caricamento). Sono in corso le ricerche nelle emeroteche e
negli archivi per individuare tutti i materiali utilizzabili,
compresi i giornali murali.
Progetto “La Resistenza al femminile”
Si tratta di un progetto pluriennale dell’Istituto, articolato in
varie fasi che prevede di studiare la dimensione quantitativa
della partecipazione delle donne alla vita partigiana nelle
formazioni del territorio, operazione preliminare agli
approfondimenti di carattere qualitativo riferiti alle
differenti modalità del contributo femminile alla lotta di
Liberazione.
Per quanto riguarda lo studio della dimensione quantitativa,
si prevede come primo obiettivo del progetto di integrare la
banca dati del partigianato realizzata in occasione del 50°
anniversario della Liberazione con la documentazione
relativa alle donne partigiane che hanno inoltrato la
domanda per il riconoscimento delle qualifiche in base al
decreto luogotenenziale del 21 agosto 1945, n. 518
conservata nell’archivio del distretto militare di Vercelli. Il
secondo obiettivo del progetto è quello di censire tutte le
fonti utili allo studio della partecipazione femminile locale
alla Resistenza, in particolare i materiali scritti (fondi
d’archivio, pubblicazioni, articoli di giornale, diari, saggi, tesi
di laurea etc), gli archivi sonori e audiovisivi pubblici, o di uso
pubblico, e privati. Il terzo obiettivo del progetto è quello di
raccogliere le ultime memorie di protagoniste e testimoni
della lotta di Liberazione mediante il sistema delle
videointerviste.
Progetto “Cronologia della Resistenza”
L’Istituto dispone di una ricostruzione cronologica dei venti
mesi della Resistenza realizzata dal giornalista Ete Stucchi
ma ancora inedita; si tratta di uno strumento attualmente ad
uso interno che necessita di verifiche, integrazione e in
qualche caso di modifiche e correzioni. L’obiettivo è quello di
integrare ed emendare il lavoro di Ete Stucchi e di renderlo
disponibile on line.
Spettacoli
Si prevede l’allestimento di un recital di poesie e canzoni
dedicate al tema della Resistenza, a partire dallo spettacolo
realizzato nel 2006 in occasione del Festival della poesia
civile di Vercelli, intitolato “Il cuore d’improvviso ci apparve
in mezzo al petto”.
Convegni
Al momento l’Istituto sta lavorando al progetto di un
convegno da realizzarsi sabato 7 settembre 2013 nell’ambito
delle iniziative per il 40° anniversario della concessione della
medaglia d’oro al valor militare alla città di Varallo per la
Valsesia. Il convegno si inserisce tra le iniziative realizzate
dall’Anpi a rilievo nazionale. Il convegno sarà incentrato sul
tema dell’armistizio e delle prigionie (Cefalonia, Imi,
deportati, prigionieri alleati in fuga verso la Svizzera o tra le
formazioni partigiane); la formula prevede, accanto ad
interventi di profilo accademico, la valorizzazione delle
recenti ricerche e pubblicazioni dell’Istituto su questi temi
Pubblicazioni
Si prevede entro il corrente anno la pubblicazione di un
volume su Cino Moscatelli e del diario della dottoressa
partigiana Anna Marengo
Vicenza - Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea
Progetti anniversario 1943-1945
• Vicenza, 24 aprile 2013: conferenza-spettacolo Vite
Bandite, di Emilio Franzina e gli Hotel Rif
• Vicenza, Primo Maggio 2013: commemorazione spettacolo
incentrata su I piccoli maestri, con Bepi De Marzi, Carlo
Presotto, Roberto Pellizzaro
• Schio, 4 giugno 2013: Convegno: Alpini e Resistenza.
• Presentazione del II vol. del libro di P. Savegnago, Le
Organizzazioni Todt e Poll in provincia di Vicenza, relatori
Roberto Spazzali e Lorenzo Gardumi, Vicenza, 1 giugno 2013;
Noventa, aprile 2013; Bassano settembre 2013.
• IV Ciclo di incontri, a.s. 2013-14, per insegnanti e studenti
dell’ultimo anno della Scuole Secondarie Superiori, sulle
manipolazioni della memoria, a partire dalla memoria della
Resistenza
• Laboratori di Storia del’900, da effettuarsi nelle scuole
secondarie di I e II grado a partire da documenti d’archivio,
sulla base di “pacchetti” predisposti dalla sezione didattica
dell’Istrevi. Specificatamente per il settantesimo degli eventi
relativi al 1943: “Vicenza Resistente tra storia e memoria”
• Lezione Giuriolo, maggio 2013
• Riproposizione del “Pellegrinaggio civile” sui luoghi de “I
piccoli maestri”, realizzato lo scorso anno con grande
seguito.
• Autunno 2013: Cinema Resistente: ciclo di proiezioni,
rivolto a tutta la cittadinanza, con introduzione,
presentazione e visione dei seguenti film:
• Achtung Banditi! I ribelli della montagna, di Carlo Lizzani
1951;
• Gli sbandati, di Francesco Maselli, 1955;
• L’Agnese va a morire, di Giuliano Montaldo, 1976;
• I piccoli maestri Daniele Lucchetti, 1998;
• Il partigiano Johnny, di Guido Chiesa, 2000.
Pubblicazioni
• Pubblicazione dei “Quaderni inediti” di Antonio Giuriolo, a
cura di Renato Camurri, ed. Marsilio 2013.
• Pubblicazione del libro di Sonia Residori, La Legione
Tagliamento nel vicentino, ed. Cierre;
• Scritti vicentini di Ettore Gallo, a cura di G. Pupillo
• Raccolta di saggi di E. Gallo, a cura di G. Pupillo, sui temi
Resistenza, Repubblica, Costituzione.
• Pubblicazione del I vol. dell’Atlante storico-geografico della
Resistenza vicentina, a cura di Benito Gramola;
• In preparazione un saggio su: Il Liceo Ginnasio “Pigafetta”,
di Vicenza, specchio delle trasformazioni politico culturali in
atto negli anni 1940-1945.
Sezione didattica, progetto “Vicenza Resistente”
Nel 2013 ricorre il settantenario del 1943: l’anniversario può
diventare un’importante occasione per la diffusione della
memoria della Resistenza nel vicentino presso gli studenti.
Pertanto nell’anno scolastico 2013-14 la sezione didattica
dell’Istituto Storico della Resistenza di Vicenza presenterà
alle Istituzioni Scolastiche due proposte di lavoro:
- realizzazione di laboratori didattici rivolti ai propri studenti
sul periodo resistenziale nel vicentino;
- partecipazione ad un concorso.
Per lo svolgimento dell’attività si chiederà la collaborazione,
oltre che degli istituti e dei docenti interessati, dell’Ufficio
Scolastico territoriale di Vicenza per la diffusione
dell’iniziativa e dei materiali/iniziative/attività prodotti.
Studenti delle scuole secondarie di I e II grado della Provincia
di Vicenza
Laboratori didattici
Proposta di laboratori da effettuarsi nelle scuole secondarie
di I e II grado a partire da documenti d’archivio in possesso
dell’Istituto sulla Resistenza a Vicenza. I docenti potranno
effettuare essi stessi il laboratorio con i documenti forniti,
oppure chiedere l’intervento di un docente esperto
dell’ISTREVI.
LABORATORI PROPOSTI
• Analisi di documenti delle brigate partigiane
• I piccoli maestri →collegamento storia - letteratura
• Donne e Resistenza a Vicenza
• La narrazione storica resistenziale nei testi scolastici:
analisi e confronto
OBIETTIVI
- Conoscere episodi salienti della Resistenza nel vicentino;
- comprendere le differenze tra storia e memoria;
- analizzare i documenti proposti e interpretarli;
- valutare diversi tipi di fonti, leggere documenti storici
differenti, confrontare diverse tesi interpretative, al fine di
comprendere i modi attraverso cui gli studiosi ricostruiscono
la storia;
- comprendere i collegamenti tra storia e letteratura, con
particolare riferimento alla storia, al territorio e ad autori
vicentini;
- collocare la storia locale all’interno di un quadro nazionale,
europeo mondiale.
DESTINATARI
CONCORSO RIVOLTO A TUTTE LE SCUOLE
A tutte le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado sarà
proposto inoltre un concorso.
Esso prevede la raccolta di fotografie, testimonianze orali o
scritte, racconti, lettere, e qualsiasi altro documento
materiale relativo al periodo della Resistenza che gli studenti
possono ritrovare.
Le scuole informatizzeranno i documenti e li invieranno
all’ISTREVI per la loro conservazione nell’Istituto.
Il concorso verterà sulla valutazione di ciò che la scuola ha
prodotto a partire dai documenti trovati: testi storici,
racconti, produzioni multimediali, testi teatrali, ecc.
COLLABORAZIONI
Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza, Museo del
Risorgimento, Comune di Vicenza
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Prime indicazioni di lavoro per il 70° della Resistenza