Istituto nazionale Ferruccio Parri Prime indicazioni di lavoro per il 70° della Resistenza Istituti della rete Insmli [Aggiornato al 16 aprile 2013] Alessandria – Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea La Resistenza delle donne. Legittimazione di una proposta Il bisogno di storia nel tempo presente non scaturisce soltanto da un semplice bisogno di radici (termine ambiguo, talvolta pericolosamente connotato da una altrettanto forte esigenza di miti fondanti da schierare a difesa di una qualche presunta superiorità, politica, culturale, di identità locale rispetto ad altri); il bisogno di storia, più utilmente, dovrebbe essere recepito come terreno di riflessione sulla storia dei processi che ispirano le regole di una data società. Progetto di ricerca triennale. La Resistenza delle donne in provincia di Alessandria L'intenzione è quella di recuperare al mondo ciò che è uscito sfilacciato dal passaggio fra gli ingranaggi della storia ufficiale. In questo senso molto cammino è stato percorso a partire dagli anni Settanta del secolo scorso ad oggi. Basti citare La Resistenza taciuta: dodici vite di partigiane piemontesi, a cura di Annamaria Bruzzone e Rachele Farina, che uscì per la prima volta nel 1976 a Milano per i tipi di La Pietra (poi rieditato nel 2003 a Torino da Bollati Boringhieri) e - a vent'anni di distanza – il lavoro di Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne. 1940-1945, Roma-Bari, Laterza, 1995. Nel nostro territorio il lavoro compiuto è stato rivolto soprattutto alle memorie da salvare: interviste audio, video, alle protagoniste e alle testimoni di un tempo “speciale”. Si avverte ora la necessità di un passaggio (dopo una fase adeguata di censimento e ricognizione dell'esistente nelle varie aree della provincia) ad una sistemazione storica che sola può fornire ulteriori possibili chiavi interpretative. Dal titolo si comprende che non è solo l'agire delle donne resistenti che si vuole mettere a fuoco, quanto la cifra di un agire al femminile che viene messa in atto nei momenti di crisi. Destinatari del progetto sono il mondo della ricerca, della scuola e dell'intera comunità civile, per questa ragione le azioni sono diversificate in relazione ai diversi soggetti. Focalizzare la resistenza delle donne è anche un modo per riflettere su forme di resistenza eroiche, non necessariamente riconducibili al modello giovane guerriero. La storiografia negli ultimi venti/trent’anni ha indagato le diverse modalità non armate o politicamente consapevoli di cui furono protagoniste donne e, naturalmente, anche uomini; forme che quasi si potrebbero definire di resistenza/resilienza, capaci di ristabilire equilibri sociali in contesti sconvolti dalla brutalità della guerra e dell’occupazione nazi-fascista. I modulo - “Conoscere le antenate” Si prevede, nel settembre 2013, la distribuzione in dieci classi di scuola secondaria di secondo grado della provincia di Alessandria di un questionario volto a costruire una fotografia sul tema oggetto di indagine (le ragazze e i ragazzi hanno memoria o conoscenza storica dell’azione delle donne resistenti? Conoscono il nesso tra l’operato resistenziale e gli esiti costituzionali e più in generale dell’Italia repubblicana? Se sì, con quali modi: memoria familiare, scuola, agenzie formative, mass media, stampa periodica e non, web…). La distribuzione sarà preceduta, a seconda delle risorse economiche, da un incontro di presentazione nei centri zona provinciali o nel solo capoluogo. La presentazione e distribuzione dovrebbero avvenire nel mese di settembre 2013 (presentazione nei pof), la restituzione nei mesi di gennaio/febbraio 2014. Alla restituzione seguiranno incontri con le classi, anche in questo caso, in relazione alle risorse, nei singoli centri zona o nel solo capoluogo. Seguirà la rilevazione dei docenti e degli studenti disponibili a un ulteriore coinvolgimento nella ricerca. Gli esiti avranno visibilità nella Sezione didattica del sito www.isral.it e, se di particolare rilievo, nella specifica sezione della rivista semestrale dell’Isral “Quaderno di storia contemporanea”. Lo schema temporale seguito dalla ricerca è quello che da tempo presiede analoghi progetti di ricerca del nostro Istituto e più in generale della rete degli istituti storici della Resistenza in Italia: PRESENTE/PASSATO/PRESENTE. In questo caso, alla base è la forte motivazione etica che ha preso le mosse dalla manifestazione del 13 febbraio 2011 Se non ora quando e che è proseguita con numerose altre iniziative negli anni successivi (un’istanza ad esempio è passata dal 1943 ad oggi: “donne per la pace”). Ancora una volta donne apparentemente marginali si riappropriano della storia condizionandone i destini. Pensando alla composizione studentesca e al ragguardevole numero di studenti stranieri (chi sono le loro antenate?) si introdurranno comparazioni con spazi più lontani e tempi più vicini (le madri di plaza de Mayo e il lavoro sui percorsi di storia e memoria tra Italia e Argentina messo a punto dalla Commissione Formazione e dal Landis) II modulo - “Artefici della storia, custodi della memoria”. Piste di indagine La storia di genere e la storia delle donne sono discipline che attualmente, con un processo più lento rispetto al mondo anglosassone, possono dirsi radicate anche in Italia. Dagli anni Novanta del secolo scorso la bibliografia sulle italiane nel Novecento (ad esempio, Michela Di Giorgio, Le italiane dall'Unità a oggi, Laterza,1993) si è arricchita via via di nuovi significativi contributi. a)Un primo campo di lavoro dovrebbe essere, quindi, la costruzione di strumenti bibliografici, che diano conto, con attenzione al nostro territorio (ad esempio bibliografie ragionate) di quanto è stato prodotto dal 1946 ad oggi. b) Al contempo si prevede un censimento dell'esistente: le fonti disponibili nel territorio, a partire da quelle conservate nel nostro archivio. Ad esempio, nel fondo ANPI, acquisito qualche anno fa dal nostro Istituto e immediatamente riordinato, c'è un interessante fascicolo su Anna Botto, insegnante, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck, che contiene, però, per lo più articoli di giornale. I pochi fascicoli del fondo UPI (Ufficio politico investigativo) riguardanti donne contengono pochissime informazioni o sono addirittura vuoti. Anche le assenze, come è noto, parlano. C'è poi il fondo librario di Claudia Balbo, che può dare conto delle letture di un ex-staffetta. A proposito di fondi librari, sarebbe di sicuro interesse uno studio del fondo Camilla Ravera, conservato presso la fondazione “Luigi Longo” di Alessandria. Sicuramente, all'interno dei fondi sulle diverse formazioni partigiane, ci saranno poi informazioni su staffette partigiane, ma al momento, in assenza di un'indagine al riguardo, non sono possibili notizie sicure in merito. c) Gli esiti della ricerca potrebbero confluire in un dizionario della resistenza femminile alessandrina – sull’esempio dell’Album d’onore pubblicato dal nostro Istituto alcuni anni fa – con un lavoro prosopografico che in più aiuti a comprendere le motivazioni della scelta e i suoi esiti: dopo la Liberazione, quelle donne resistenti quali ruoli hanno rivestito, quali destini hanno avuto? d) Un’ulteriore riflessione è poi sull’uso pubblico/politico della resistenza al femminile, sulla base della periodizzazione sui decennali, ancora utilissima, di Nicola Gallerano. Per quanto riguarda il nostro territorio, che memoria conservano i discendenti e le comunità locali delle partigiane, quale traccia di loro nei luoghi di memoria, ad esempio? Cantiere di lavoro, quanto è già in atto Ricerche- Pubblicazioni Nel prossimo mese di aprile uscirà la pubblicazione della ricerca, condotta da Federico Fornaro Pierina, La staffetta dei ribelli, Isral-Le Mani, 2013. Il racconto dell’avventura partigiana di Pierina Ferrari, nome di battaglia Milly, staffetta operante tra i monti dell’Appennino LigurePiemontese, rappresenta un contributo alla conservazione e alla trasmissione alle nuove generazioni della memoria della Resistenza, affinché tutto non vada perduto a causa del lento, ma inesorabile trascorrere del tempo. Una limpida testimonianza della spontanea ribellione di una generazione di giovani nati, cresciuti ed educati nel ventennio mussoliniano, che nonostante questo indottrinamento seppero esprimere una convinta adesione ai valori della libertà e della giustizia sociale. Sulla presenza delle donne alla lotta di Liberazione, per tanto, troppo, tempo è sceso un velo di silenzio che ha finito per ridimensionarne ingiustamente l'importanza e il ruolo, sia sotto il profilo morale, sia per quanto attiene al contributo alla stessa lotta armata. La storia partigiana di Pierina aiuta a comprendere tutta la drammaticità e la pericolosità del lavoro oscuro, ma non per questo meno importante, della staffetta: missioni solitarie per consegnare istruzioni e raccogliere richieste, che esponevano queste giovani donne a rischi, a volte, superiori a quelli che caratterizzavano le periodiche azioni di sabotaggio o di confisca di beni e di viveri, spesso condotte in gruppo. Incontri, convegni, mostre: Cinema e storie II edizione 23 aprile 2013 - In collaborazione con la casa editrice Falsopiano e con la Provincia di Alessandria, l'Isral organizza la seconda edizione di “Cinema e storie. Inquietudini e speranze della scena contemporanea: incontro con “Le donne resistenti di Giuseppe Piccioni”. Uno degli intenti del nostro Istituto, da sempre, è quello di porsi come laboratorio del tempo presente; per questa ragione, dallo scorso anno si è pensato di incontrare registi italiani di rilievo che prestino attenzione a temi che arrivano da lontano. - Un altro campo di indagine che è stato ritenuto proficuo comporta l’analisi di come il ruolo delle donne nel triennio resistenziale sia stato affrontato dai mass media, in occasione dei decennali di anniversario della Resistenza: per avviare tale lavoro nel settembre 2013 è stato calendarizzato un incontro con Liliana Cavani con la proiezione del suo documentario “Le donne nella Resistenza”, 1966. - un altro percorso è quello degli scioperi delle Borsaline. Con la possibilità, in collaborazione con la soms, di allestire ad Alessandria la mostra “Le donne al lavoro nel secolo dell’industria” curata da Stefano Musso (40 pannelli alcuni dei quali relativi al territorio e anche alle Borsaline). Ancona – Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche L'istituto marchigiano ha approvato un progetto per il 70° della liberazione (nelle Marche cade nel 2014) di pubblicare una enciclopedia dell'antifascismo nelle Marche. Si tratta di due volumi, uno di lemmi sull'antifascismo dalla presa del potere di Mussolini alla nascita delle Anpi (1922-1946), l'altro contenente schede biografiche. Il progetto è sostenuto anche dagli istituti provinciali a noi associati e dalle Anpi provinciali delle Marche. Vedrà il coinvolgimento di numerosi ricercatori che firmeranno le voci da essi redatte. Vi saranno poi due saggi introduttivi di carattere storiografico. Aosta - Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea L’Istituto ha avviato in vista del 70° Anniversario della Liberazione il Progetto Passages/passaggi, già in studio dallo scorso anno. L’Assemblea dell’Istituto approverà in aprile la seguente proposta della direzione nel programma scientifico del 2013, in fase di accoglienza da parte del Comitato direttivo. Sono previste le seguenti ricerche e pubblicazioni che usciranno nel corso nel triennio 2013-2016, nel quadro del progetto Passages/Passaggi: Marie-Rose Colliard e Solange Soudaz, Guida al Museo della Resistenza di Perloz (in fase di stampa); Silvana Presa, Donne nella guerra e nella Resistenza in Valle d’Aosta; Simon Goyet, La Valtournenche tra fascismo guerra e Resistenza; Sergio Milani, Alpini e artiglieri alpini valdostani nella lotta di Liberazione in Montenegro dopo l’8 settembre 1943; Paolo Momigliano Levi, Gli ebrei in Provincia di Aosta; Jean-Louis Crestani, Tempo libero di stato tra fascismo e Repubblica democratica in Valle d’Aosta; Tullio Omezzoli, La giustizia partigiana; Andrea Désandré, Saggio sull’annessionismo in Valle d’Aosta. Oltre alle pubblicazioni suindicate si prevede per il 2015 un seminario di confronto su queste ricerche, con eventuale apertura a ricercatori esterni. I partecipanti produrranno un breve saggio che confluirà nella pubblicazione degli atti. Asti - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea Oltre alle consuete iniziative collegate al calendario civile ed alle attività della Casa della memoria di Vinchio, si segnalano le seguenti ricerche: • I rastrellamenti nel nord-ovest: Appennino, Riviera ligure, Langhe e Monferrato. Tempi, strategie, protagonisti, vittime, in collaborazione con gli Isr di Parma e di Piacenza e l’Associazione “Memoria della Benedicta”, coordinamento di Brunello Mantelli • 8 settembre: storie e memorie di internati militari astigiani, a cura di Francesca Somenzari, coordinamento Mario Renosio e Mauro Forno •I partigiani meridionali a cura degli Isr piemontesi Pubblicazioni a stampa: • La Rsi nell’Astigiano tra guerra civile, repressione ed epurazione, di Nicoletta Fasano e Mario Renosio (ottobre 2013) • La memoria dei luoghi: guerra, deportazione e resistenza nell’Astigiano, di Nicoletta Fasano e Mario Renosio (aprile 2014) Eventi: 15/03/2013 Asti Conoscere il nostro passato per difendere il nostro futuro: gli scioperi del marzo 1943 27/04-02/05/2013 Viaggio della memoria: Auschwitz 24-25/05/2013 Borgo San Dalmazzo Cuneo, Partecipazione al convegno Memoria fragile da conservare (Anpi piemontese): L’aeroporto partigiano di Vesime 24/08/2013 Vinchio Dalla guerra fascista alla scelta partigiana: Davide Lajolo e Beppe Fenoglio 01/12/2013 Asti La memoria rimossa: arresto e deportazione degli ebrei astigiani 01/03/2014 Asti Conoscere il nostro passato per difendere il nostro futuro: gli scioperi del marzo 1944 01-06/05/2014 Viaggio della memoria: Flossenburg, Berlino, Sachsenhausen, Dresda 25-26/10/2014 Vinchio Nizza M.to Inventarsi la democrazia: storie, memorie, protagonisti della resistenza e della Giunta popolare Bologna - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea PROGETTI 70° LIBERAZIONE 2013 – 2015 1. Donne e Resistenza. Progetto triennale promosso dall’Anpi provinciale in collaborazione con il Comune di Bologna e l’Università di Bologna. 2. 1943: caduta del regime a Bologna, primi bombardamenti, prime iniziative democratiche e nascita dell’RSI. 3. Cartoguida-sentieri partigiani della provincia di Bologna in collaborazione con Anpi Sasso Marconi. 4. La linea gotica – progetto di valorizzazione di luoghi e percorsi in collaborazione con IBC, ANPI, Cai e Slow Food (ed altri soggetti da individuare). 5. Progetto di sviluppo del Museo della Città di Bologna sulle tematiche del Novecento e in particolare della Resistenza e dell’antifascismo. 6. Individuazione di nuove piste di ricerca ‘43-‘45 a partire dagli archivi recentemente messi a disposizione dal riordino effettuato (esempio Archivio Sovversivi). 7. Progetto di rivisitazione delle tematiche della Liberazione in funzione dei sistemi di comunicazione informatici (internet, applicazioni smartphone e cloud-system). 8. Seminario sul 1943 a Bologna: i quarantacinque giorni, insieme alla Fondazione Micheletti. 9. Ricerca sul reparto Polizia Ausiliaria Fascista a Bologna, un capitolo ancora non sufficientemente studiato. 10. Raccolta sistematica di testimonianze orali ancora reperibili sia per la parte antifascista che per la parte fascista. 11. Mondo cattolico e antifascismo/resistenza nel bolognese (analisi del fondo Gherardi e di altre documentazioni inedite). 12. La DC nel CLN locale. 13. Le autorità tedesche presenti nel bolognese nel ‘43 e ‘45 ed i rapporti con le autorità italiane (riportare sul piano locale le considerazioni di Klinkhammer verificandone la valenza euristica). 14. Progetto film Bologna 1943-45 (Cavazza) 4° capitolo. Didattica Costruzione di pacchetti didattici (e relativi percorsi di aggiornamento per gli insegnanti) pensati per lo studio del periodo dal 1943-1945. L’idea è quella di proporre una scansione annuale che tenga conto delle singole celebrazioni (produzione di materiali multimediali). Nello specifico si tratterebbe di proporre: • 1943-2013 Il tema della scelta. Come i ragazzi del 1943 si pongono di fronte all’Armistizio e alla Resistenza (il problema dell’educazione totalitaria, l’analisi delle motivazioni individuali). • 1944-2014 Fascismo e antifascismo: la memoria della Resistenza fra celebrazione e “retorica”. Antifascismo e neofascismo (perdurare del paradigma antifascista). • 1945-2015 Prendere parte. L’esempio delle Madri Costituenti. • 1946-2016 Finisce la Guerra/nasce la Repubblica (il referendum, il metodo della Costituente, i principi fondamentali). Como - Istituto di storia contemporanea L’Istituto di storia contemporanea P. A. Perretta di Como ha definito un Progetto triennale relativo al “70° della Resistenza e della Liberazione a Como1943-1945”. E’ stato costituito un gruppo di lavoro formato da giovani e meno giovani ricercatori, che si è articolato per aree di ricerca Tale progetto si articola per fasi successive, relative sia alla periodizzazione temporale che all’approfondimento della conoscenza e dell’analisi degli eventi politico-militari. In particolare la scansione temporale riguarda: 1. l’autunno inverno 1943-1944 2. la primavera-estate del 1944 3. il terribile inverno 1944-1945 4. la primavera della Liberazione 1945 5. Dopo la Liberazione: nascita della democrazia Per ciascuno di questi periodi lo sforzo che si intende produrre è quello di ricostruire il più minuziosamente possibile le vicende resistenziali comasche (cronistoria ragionata), dalla nascita dei primi nuclei armati in provincia di Como fino alla creazione e consolidamento delle diverse formazioni partigiane. Una particolare attenzione verrà rivolta alla storia (politica e militare) della 52^ Brigata Garibaldi “Luigi Clerici” (in relazione con le vicende della I e della II Divisone Garibaldi della Lombardia) che operò sulla sponda occidentale del Lario e fu protagonista delle vicende che portarono alla fine di Mussolini e del fascismo. Una ricerca particolare verrà dedicata all’attività del CLN provinciale di Como, dei suoi esponenti, e dei partiti che lo composero; così come verranno analizzati i CLN locali e aziendali non solo nella fase della Lotta di Liberazione ma anche nei mesi successivi, fino alle prime elezioni comunali del 1946, sulla base di documenti conservati presso l’Archivio di stato di Como. Uno studio verrà dedicato alla resistenza civile non armata, alla vita dei partiti politici, alla rinascita della vita democratica e alla ricostruzione delle relazioni con la società e con i diversi ceti popolari. Strumenti e prodotti: - Costruzione di un’ampia cronologia ragionata degli eventi sia militari che politici relativi all’attività delle formazioni partigiane, delle forze nazi-fasciste, delle istituzioni della RSI, dei partiti e gruppi antifascisti, della Resistenza civile non armata. - Una ricerca sulla stampa locale nel periodo ’43-’45. - Pubblicazione di una agile collana di biografie di antifascisti e di partigiani. - Realizzazione di più Mappe che ricostruiscano l’evoluzione della vicenda partigiana dall’autunno del 43 alla primavera del 45. Per arrivare, se i mezzi ce lo consentiranno, a una sorta di”Atlante-dizionario della Resistenza comasca” (anche multimediale) che sia strumento di conoscenza e di stimolo per ulteriori ricerche. - Recupero e utilizzo delle testimonianze raccolte in decine di audio e video interviste ai protagonisti di quel tempo, conservate presso l’Istituto; oltre alla memorie di uno degli ultimi comandanti partigiani ancora in vita, Mario Tonghini, “Stefano”. - Elaborazione di una Mostra storico-didattica sulla Resistenza nel comasco, che potrebbe essere inserita in una più ampia Mostra a carattere nazionale. - Progressiva digitalizzazione e messa in rete dei principali documenti custoditi presso il nostro archivio. - Realizzazione di materiali didattici da utilizzare nelle scuole. Cuneo - Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea Le celebrazioni del 70° anniversario della lotta di Liberazione inizieranno ufficialmente l’8 settembre 2013 e termineranno nell’aprile del 2015. Le iniziative che si sottopongono all’attenzione degli organismi competenti della Fondazione CRC saranno dunque dislocate nell’arco di un triennio. Punto di partenza delle riflessioni maturate in seno all’Istituto è la consapevolezza del punto di svolta in cui le celebrazioni del 70° vengono a cadere. Il cambio generazionale in atto, anzi ormai a compimento nella società italiana è diverso da quelli che pure già sono maturati in passato. Oggi va a estinguersi del tutto la generazione dei protagonisti o dei testimoni diretti, mentre i destinatari del messaggio educativo, i giovani, appartengono ad una generazione che non ha (non può avere) legami con la resistenza e i suoi valori attraverso la trasmissione della memoria familiare; Per usare un termine caro alla mitologia greca, la cui cronologia procedeva per generazioni, i genitori degli odierni studenti non appartengono né al mondo degli “eroi” delle saghe epiche né a quello dei “diadochi” (loro successori o più prosaicamente all’americana i cosiddetti “baby boomers”), ma a quella degli “epigoni”. Come se non bastasse, l’odierna generazione di giovani è cresciuta in un contesto comunicativo totalmente diverso dal passato (quella che Raffaele Simone chiama “terza fase” ossia passaggio dal libro alla televisione e al computer, dall’apprendimento acustico e alfabetico a quello visuale, meno favorevole all’acquisizione del senso della storia). L’Istituto storico della Resistenza di Cuneo nell’affrontare il 70° anniversario della lotta di Liberazione fa sua l’immagine di Giano bifronte. Da un lato vuole tentare dopo decenni e decenni di studi e ricerche di disegnare una visione d’assieme di quella che fu forse la più importante pagina di storia della nostra provincia, dall’altro si propone di mettere questa “summa” e gran parte dei materiali raccolti e archiviati a disposizione dei giovani e dei loro insegnanti in forme accessibili sia per la sinteticità del messaggio sia per la modernità delle forme comunicative. I due obiettivi saranno perseguiti proprio utilizzando strumenti diversi, che appartengono gli uni alla “seconda fase”, gli altri alla “terza fase” della storia della comunicazione: concretamente la pubblicazione di un libro, la realizzazione di video e la costruzione di un portale. Il volume Proprio perché alla Resistenza in provincia di Cuneo sono state dedicate centinaia di opere e opuscoli settoriali (per zona, per città, per formazione, biografici ecc.) il libro che ci si prefigge di comporre avrà un taglio interpretativo e non già “événémentiel”, lasciando alla cronologia il compito di dare una “linea del tempo” con gli avvenimenti principali a livello nazionale ed i fatti locali. Il quadro generale esaminerà anzitutto le due forme di resistenza, armata e civile, dandone ampia ragione e poi l’articolazione proseguirà abbracciando lo sviluppo “politico” (maturazione delle scelte a livello prima di singoli e poi di gruppi, apporto dei cuneesi e dei non cuneesi, presenza dei meridionali, ricostruzione degli eccidi) e “militare” (evoluzione dell’organizzazione e delle tattiche, legame con il territorio e con le forze armate, rapporti con le istituzioni monarchiche). Si vorrebbe, in qualche modo, uscire dagli schemi ormai collaudati che trattano la Resistenza per zone oppure per formazioni e tentare di analizzare il fenomeno, seguendone l’evoluzione. I saggi, sintetici ed esaustivi, toccheranno: - gli antecedenti (rapida descrizione della provincia nel prefascismo e nel fascismo, attenzione verso le modificazione dell’opinione pubblica nel corso della guerra e nel passaggio alla Resistenza) - la deportazione razziale e politica alla luce delle nuove ricerche e delle notizie emerse dai più recenti lavori - l’internamento militare, un capitolo nuovo, da scoprire completamente e di cui si vorrebbe dare conto almeno per sommi capi dell’impatto che esso ebbe con la provincia di Cuneo. Si identificheranno alcune figure, e si cercherà di dare una dimensione quantitativa del fenomeno con il supporto dei principali archivi comunali e dell’Associazione nazionale ex internati - il lavoro coatto e quello volontario in Germania e sotto la RSI, facendo chiarezza sul fenomeno con le coordinate minime, utili a identificare i due fenomeni troppo spesso confusi e sovrapposti - l’economia e la società fra 1943 e 1945: quale andamento ebbero l’agricoltura, l’industria e i commerci durante l’occupazione tedesca (requisizioni, ammassi, produzione bellica, sabotaggi, scioperi ecc.) - la memoria della Resistenza: dare conto di come si è evoluta la memoria della Resistenza, di come si sono modificate le celebrazioni nel corso del tempo. - la letteratura e la cultura nella Resistenza in provincia di Cuneo, con attenzione anche agli autori minori e meno noti, alla memorialistica - il post-Resistenza, se e come l’evento abbia influito sulla mentalità, sulla politica, sulla cultura e sull’opinione pubblica; i gruppi che hanno esercitato influenza sulla vita locale e i personaggi che sono entrati nella vita politica e culturale della provincia. Lo iato fra l’idealità della Resistenza e le forze politiche. - analisi dei riconoscimenti partigiani in provincia di Cuneo, dati generali e carotaggi più dettagliati tenendo anche conto dei caduti partigiani, dei caduti civili e dei caduti RSI. - il nemico o i nemici: tedeschi e repubblicani in provincia nel corso dei 20 mesi di guerra - un’analisi degli eccidi in provincia (eventualmente inserire anche i bombardamenti) Allegati: - cartine della provincia sullo sviluppo delle formazioni partigiane - bibliografia con libri, opuscoli e – se possibile – articoli. all’approfondimento guidato di temi o avvenimenti di particolare rilievo - Digitalizzazione e consultabilità online dell’archivio delle lapidi dei cippi commemorativi, a completamento delle informazioni messe a disposizione di utenti e scuole - Creazione di una piattaforma multimediale che consenta la crescita nel tempo del patrimonio informativo offerto dall’Istituto e l’accessibilità allo stesso da parte di altri Enti e Istituti nazionali, anche attraverso automatismi standard e condivisi - Predisposizione per la partecipazione attiva degli utenti del portale nell’integrazione delle informazioni disponibili Il progetto pone le sue fondamenta sull’implementazione di un’infrastruttura informatica completamente rinnovata, accessibile pubblicamente attraverso internet, sviluppata secondo gli standard tecnologici attuali e predisposta per funzionalità di condivisione dei dati da e verso altre iniziative. Realizzazione di una serie di supporti video con la collaborazione di Remo Schellino Sempre in occasione del 70° anniversario l’Istituto, in collaborazione con il regista Remo Schellino ha pensato di realizzare una serie di supporti video da utilizzare sia in ambito didattico (lezioni scolastiche) sia a livello di incontri pubblici e manifestazioni di carattere storico. Caratteristiche essenziali del prodotto video sono una durata contenuta (ogni episodio non deve superare i 30’), l’utilizzo di immagini di repertorio inframmezzate da testimonianze raccolte in questi Anni, parte integrante dell’archivio dell’Istituto storico con una valenza extraprovinciale. La serie dovrebbe coprire l’arco temporale dagli anni Trenta alla fine della Seconda guerra mondiale, sebbene ogni singolo episodio debba avere una sua autonomia esplicativa. Si è già provveduto ad una prima presa di contatto con l’Istituto Luce di Roma, l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma e l’Archivio nazionale cinematografico di Torino per una ricognizione dei materiali d’epoca disponibili. Costruzione dell’Archivio multimediale online aggiornato Le attuali basi dati e le risorse informative coinvolte dal progetto richiedono un’attività di riorganizzazione che una volta completata permetterà di associare informazioni provenienti da fonti diverse. Questa azione offre i seguenti benefici: I diversi patrimoni documentali, anche provenienti da altri Istituti ed Enti, non sono più isolati ma costituiscono una rete di informazioni navigabile nella sua totalità. Gli archivi diventano pienamente fruibili anche ai “non addetti ai lavori”, grazie all’incrocio automatizzato tra informazioni. Le nuove basi dati sono riprogettate secondo l’attuale stato dell’arte della tecnologia, a beneficio dell’impiego nel tempo e dell’interoperabilità con progetti e strumenti informativi esterni. Funzionalità on line In occasione del 70° anniversario della Resistenza l’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo intende potenziare i propri servizi di archivio pubblico e di supporto all’attività educativa attraverso una nuova presenza in rete e la realizzazione di funzionalità online in grado di rendere pienamente accessibili le fonti informative disponibili. Gli intenti del progetto si articolano nei seguenti aspetti chiave: - Aggregazione delle principali basi dati esistenti, associazione e aggregazione dei dati provenienti da diverse fonti - Messa online sul portale pubblico dell’Istituto di strumenti di ricerca completi con i quali sia possibile realizzare indagini estese secondo livelli di dettaglio crescenti - Pubblicazione periodica di Percorsi di ricerca tematici, completi di documenti multimediali, finalizzati Realizzazione del sistema di gestione centralizzato dell’Archivio Per mantenere nel tempo la nuova struttura informativa sarà predisposto un sistema di inserimento, modifica e ricerca dei dati centralizzato e accessibile via web. Il sistema costituirà la base tecnologica per implementare future integrazioni ed è un requisito essenziale per realizzare, ad esempio, servizi di invio automatizzato di porzioni di archivio, ricerche remote, sincronizzazione di dati, importazione automatizzata di dati provenienti da altri Enti e Istituti, correlazione con archivi esterni. Il sistema informatico sarà in grado di esporre servizi web based secondo gli attuali standard informatici e, all’occorrenza, di essere arricchito con funzionalità di accesso e condivisione propri del web 2.0 e dei social media. Costruzione del nuovo portale dell’Istituto: strumenti di ricerca e percorsi tematici Tutte le azioni progettuali sono finalizzate alla messa online di un portale moderno di servizi per cittadini, ricercatori e studenti, che consenta non solo la ricerca puntuale di informazioni multimediali, ma un vero e proprio percorso di approfondimento e ricerca mediante gli archivi dell’Istituto. A tal fine saranno realizzati e pubblicati nuovi strumenti di ricerca che metteranno in correlazione personaggi, date, luoghi e pubblicazioni disponibili (libri, riviste, etc.). Parallelamente agli strumenti di ricerca, sul portale saranno inseriti periodicamente dossier e approfondimenti tematici su argomenti o personaggi specifici, spiegati e presentati attraverso indagini autorevoli e arricchiti di allegati sia documentali che multimediali. Il nuovo portale web sarà quindi nuovo strumento caratterizzato da una forte impronta divulgativa, pur conservando gli attuali aspetti di autorevolezza e immediatezza nella consultazione degli archivi. Pubblicazione online dell’Archivio cippi e lapidi Nell’ottica della costruzione del nuovo archivio online sarà digitalizzato e reso accessibile per la consultazione online l’archivio delle lapidi e dei cippi pubblicato nel 1985 in forma di volume dall’Istituto. L’archivio contiene le fotografie e le classificazioni di tutte le strutture commemorative (monumenti, lapidi, targhe, cippi) di caduti della Resistenza nella provincia di Cuneo e costituisce un patrimonio informativo di assoluto rilievo. Questa attività renderà accessibile attraverso il portale pubblico l’archivio, incluse le immagini fotografiche collegate (circa 2000 immagini classificate) e tutti i riferimenti anagrafici dei caduti coinvolti. Strumenti per le scuole e per il cittadino Il progetto è stato pensato con la ferma intenzione di offrire una valida consultazione degli archivi ai cittadini utenti del sito, a ricercatori e studenti. Gli strumenti online consentiranno, infatti, di recuperare non semplici informazioni puntuali e isolate, ma di ottenere veri e propri percorsi di ricerca con collegamenti tra persone, date e riferimenti bibliografici. Ciò permetterà di consultare con pochi click tutte le fonti disponibili in maniera correlata, con evidenti benefici per la consultazione da parte di utenti non addetti ai lavori. Le funzionalità che saranno offerte dal nuovo portale saranno: - Ricerca di nominativi, attraverso i dati anagrafici esatti o per aree di attinenza sia geografica che temporale e secondo i filtri disponibili (es. professione, ruolo e grado, etc.). - Suggerimento di risultati attinenti (“forse cercavi anche…”), quali ad esempio nominativi di altri esponenti della Resistenza collegati alle persone cercate, per parentela, per citazione nella stessa fonte o per altri fattori associativi, oppure riferimenti bibliografici collegati agli attuali risultati. - Aggregazione dei risultati secondo vari filtri disponibili - Approccio ipertestuale e interattivo alla ricerca: a fronte dei risultati ottenuti è possibile ampliare o focalizzare la ricerca utilizzando link quali quelli su nomi di persone, su titoli di pubblicazioni, o località trovate. L’attività di consultazione diventa quindi un vero e proprio percorso di ricerca dinamico e per livelli di dettaglio successivi. - Esportazione dei risultati della ricerca in documenti strutturati: l’utente, e in particolar modo lo studente, potrà salvare il risultato della propria ricerca per i propri usi. Grazie all’approccio ipertestuale e ai livelli di dettaglio successivi ciò che otterrà non sarà una semplice “lista di occorrenze”, ma un vero e proprio dossier di dati correlati tra loro e ordinati secondo i criteri prescelti. Questa funzionalità offre evidenti benefici nel caso di ricerche scolastiche e altre attività formative. Sintesi delle principali iniziative dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco” già calendarizzate nell’ambito del 70° della Liberazione L’Istituto è coinvolto: • nelle celebrazioni del 25 Aprile e partecipa con propri oratori a Mondovì, Canale, Ceva; • nel ricordo degli scioperi del marzo 1943 a Savigliano e dell’agosto a Verzuolo; • nel ricordo del discorso di Duccio Galimberti a Cuneo, il 26 luglio 1943: “Sì la guerra continua, ma contro i tedeschi e le ultime vestigia del fascismo”. Si segnalano: Ricerche: • “Oltre il nome. Storie di vita degli ebrei stranieri internati a Borgo San Dalmazzo” di Adriana Muncinelli e Elena Fallo; • “Le prigionie in URSS di tedeschi e italiani e quella degli IMI in Germania” di Gianluca Cinelli; • “I partigiani meridionali”, a cura degli Istituti storici della Resistenza piemontesi; • “La deportazione politica dal Cuneese”, a cura di Michele Calandri. Pubblicazioni a stampa: • 100 testimonianze raccolte nel 1967-68 per documentare l’eccidio del maggiore delle SS Joachim Peiper a Boves il 19 settembre 1943, a cura di Gino Bernardi e Filippo Biarese. Eventi: 23.03.2013 Cuneo, nostra sede Convegno “Memorie disperse, memorie salvate. Storie di donne nel cuneese” 12.04.2013 Cuneo, nostra sede Seminario “La memorialistica di prigionia dei militari italiani nella seconda guerra mondiale” 24.05.2013 25.05.2013 Cuneo, nostra sede e Borgo San Dalmazzo Con l’ANPI regionale, convegno: “Memoria fragile da conservare: i luoghi della deportazione e della Resistenza in Piemonte” 31.08.2013 Cuneo e Borgo San Dalmazzo Convegno, con partecipazione di studiosi stranieri e anche dei discendenti dei sopravvissuti alla deportazione dal campo di Borgo San Dalmazzo con risultati ricerca “Oltre il nome” 19.09.2013 Boves Con il comune di Boves, La scelta e prima rappresaglia tedesca. Presentazione libro di testimonianze sull’eccidio. L’Istituto ha in programma per il 70° della “lotta di Liberazione” una ricerca per arrivare ad una sintesi della storia della Resistenza in provincia, ricchissima di storiografia e memorialistica settoriale, ma mancante di una difficile visione d’insieme. Se avremo i mezzi, alla storia della Resistenza dell’intera provincia, si aggiungerà un portale interamente nuovo che abbia la capacità di legare le innumerevoli acquisizioni storiche condotte dal nostro Istituto per offrire agli utenti l’enorme conoscenza della storia contemporanea cuneese da noi prodotta. Inoltre, si aggiungeranno tre video, di circa 30 minuti, per le scuole, soprattutto, atti a coniugare storia locale e storia nazionale sul fascismo, la guerra e la Resistenza. Genova - Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea Attività 2013 • Avvio del progetto di ricerca, curato da Elisabetta Tonizzi, direttore scientifico dell’Istituto, sulla storia della Resistenza a Genova quale nodo cruciale della sua storia contemporanea e al contempo di una storia più lunga che ha visto occupare un posto di primo piano nelle vicende del nostro Paese, a partire dal Risorgimento. La ricerca dovrebbe sviluppare gli anni Trenta e le politiche attuate dal regime sotto i diversi aspetti economici, sociali e politici, implicherà riflessioni specifiche sull’antifascismo politico, il tema della guerra e dello sgretolamento del regime, la Resistenza nelle sue più diverse espressioni, la Rsi, gli occupanti tedeschi, gli Alleati, la Chiesa, la società genovese, con un approfondimento specifico dell’intero periodo 8 settembre 1943-maggio 1945. Il risultato della ricerca verrà pubblicato in una collana che l’Istituto promuoverà sulla storia di Genova e il cui primo volume (Genova nel Risorgimento di Elisabetta Tonizzi) verrà pubblicato nella seconda metà del 2013. Questa attività di ricerca è il filo conduttore dell’attività dell’Ilsrec nel triennio 2013-2015. • Convegno “1943. dalla crisi del regime all’8 settembre” in programma l’11 aprile 2013 nella Sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova. Il convegno, articolato in una sessione mattutina e in una pomeridiana, vedrà le relazioni di Alberto De Bernardi (1943, anno cruciale), Claudio Dellavalle (operai nella guerra, operai contro la guerra, marzo-settembre 1943), Gabriella Gribaudi (l’impatto della guerra e dei bombardamenti sulla società civile), Antonio Gibelli (“Lettere dal Don”: i reduci dell’Armir), Elisabetta Tonizzi (dal 25 luglio all’8 settembre), Paolo Battifora (la reazione tedesca e la nascita della Rsi), Giovanni Varmier (Chiesa e mondo cattolico). Attività 2014 • Convegno su LIANA MILLU, di cui nel 2014 ricorre il centenario della nascita. L’iniziativa potrebbe essere inserita nell’ambito del Giorno della Memoria 2014. • Convegno 1944. RESISTENZA, ALLEATI, GOVERNO DEL SUD, da tenersi nella primavera del 2014. Le relazioni dovrebbero approfondire i seguenti temi: - il faticoso costituirsi del rapporto tra Resistenza e Alleati - le politiche Alleate in merito all’Italia e al suo futuro - il rapporto, non scevro di ambiguità e reciproche diffidenze, tra CLNAI e Governo del Sud - il caso del “Piano A” rivisto e corretto dalla missione inglese operativa nella VI Zona - bilancio finale Attività 2015 • Convegno sugli esiti del progetto di ricerca sulla storia di Genova, da tenersi nella primavera 2015 • Convegno “I processi per collaborazionismo nel dopoguerra”, da tenersi nell’autunno 2015. La ricerca dovrebbe analizzare i fascicoli processuali, inerenti la provincia di Genova, degli imputati per collaborazionismo i cui procedimenti giudiziari si sono svolti nell’immediato dopoguerra. Attività 2016 • Convegno sul tema: dal referendum del 2 giugno al Patto costituzionale. L’articolazione potrebbe essere la seguente: - nascita dei grandi partiti di massa - Assemblea costituente e “compromesso istituzionale” - rinascita democratica dell’Italia, inizio della Guerra fredda e rottura dell’unità antifascista - biografia dei Costituenti liguri: Terracini, Pertini, Taviani, Faralli, Barbareschi ecc. Livorno - Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea Progetto realizzato in collaborazione con i comuni del territorio interessato per la realizzazione di: Percorsi nei luoghi della nostra democrazia. Progetto per le scuole e la cittadinanza del territorio da Castagneto Carducci a Piombino attraverso la Val di Cornia. Il progetto intende qualificare il territorio con l’inserimento di pannelli che segnalino avvenimenti importanti riferiti ad una località specifica. I pannelli saranno composti in due lingue, italiano e inglese e presenteranno ulteriori informazioni tramite l’utilizzo di QR-code. Nella definizione finale del lavoro ci appoggeremo anche ad un grafico esperto. I percorsi saranno fruibili da parte di tutti e saranno segnalati anche negli itinerari turistici e nei siti dei comuni interessati, così come nel web site dell’Istoreco e negli altri siti disponibili, dai comuni alla Regione, all’Isrt. Questo progetto si svilupperà a partire dal 2013 per finire nel 2014, anno del 70° dalla liberazione dei nostri territori. Per il 2015 realizzeremo la pubblicazione di tre ricerche riguardanti la seconda guerra mondiale, la prima sulle a vicende della 3 Brigata Garibaldi affidata a Stefano Gallo dal titolo: La resistenza nella provincia di Livorno: 1943 – 1944; quella di Gianluca Della Maggiore dal titolo, Dai cristiano sociali alla crisi della DC a Livorno; quella di Chiara Fantozzi dal titolo, Resistenza, truppe alleate e società civile (Elba e costa livornese): storie di donne tra liberazione e violenza. Organizzeremo anche il seguente calendario di iniziative pubbliche: 21 marzo: A 70 anni dagli scioperi del 43. Relatori Catia Sonetti, direttore Istoreco, Enrico Miletto, Istoreto, Maurizio Strazzullo, segretario provinciale CGIL Livorno; 28 maggio: con la Comunità di sant’Egidio e il comune di Livorno, mostra e percorso sui luoghi del primo bombardamento del porto e della città di Livorno, avvenuto il 28 maggio 1943; 25 luglio, con ANPPIA e ANPI convegno sulla caduta del fascismo; 8 settembre: con ANPI, ANPPIA e ANEI presentazione del libro di Gabriele Coscione, L’8 settembre a Livorno; 9 settembre, con i comuni di Livorno, Collesalvetti e Pisa e con le associazioni antifasciste dei tre comuni, ricordo della battaglia di Stagno, (9 settembre 1943) località alle porte di Livorno dove si consumò lo scontro tra le truppe tedesche e quelle italiane comandate da maggiore Giampaolo Gamerra (poi medaglia d’ oro al valor militare), che vi rimase ucciso con altri 8 uomini; 10 settembre, a Piombino, in collaborazione col comune, ricordo della battaglia di Piombino del 10 settembre 1943 tra le truppe tedesche e le truppe italiane di terra e di mare, sostenute e appoggiate dai primi gruppi partigiani; dicembre, iniziativa in onore di Alfredo Sforzini, ammazzato nel dicembre 1943 a Cavour dai nazifascisti, medaglia d’oro al valor militare. Macerata - Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea Circa la raccolta delle iniziative degli istituti per il 70° segnaliamo la nostra mostra documentaria, che avrà cadenza annuale: quest'anno sarà sul 1943, il prossimo anno sarà sul 1944 e il successivo sul 1945. Entro i primi mesi dell'anno prossimo pubblicheremo sull'internamento nelle Marche e sull'internamento femminile in Italia. un una volume ricerca Milano - Istituto lombardo di storia contemporanea Schedatura e inventariazione del Fondo RICOMPART (sezione Lombardia) presso l’Archivio centrale dello Stato. Il fondo Ricompart, costituito dal materiale documentario relativo all’attività delle Commissioni regionali per l’accertamento delle qualifiche partigiane, è stato da poco più di un anno versato dal Ministero della Difesa all’Archivio centrale dello Stato. La sezione relativa alla Lombardia comprende circa 600 buste, contenenti approssimativamente dalle 60.000 alle 80.000 schede nominative. Una rapida ricognizione del fondo ha consentito di rilevarne sia il notevole interesse sia l’agevole accessibilità nei depositi dell’Archivio centrale dello Stato. L’Istituto lombardo di storia contemporanea intende quindi progettare un intervento inteso ad approntare strumenti in grado di permetterne la consultazione. La prima fase del lavoro, da affidare a due ricercatori, impegnati part-time per un periodo di sei mesi, prevede l’inserimento dei dati riportati sulle schede nominative in un data-base già predisposto dall’Archivio centrale dello Stato. La seconda fase consisterà invece in un lavoro più analitico condotto sui fascicoli personali, finalizzato alla redazione di un inventario. Modena – Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea Memorie resistenti Obiettivo dell’Istituto storico di Modena per il 70° della Resistenza è avviare una riflessione profonda e articolata sulla costruzione della sua memoria dal 1945 ad oggi. Modena, come del resto buona parte dell’Emilia-Romagna, è un punto di osservazione privilegiato sia per ogni riflessione sulle modalità celebrative e di ricordo della lotta partigiana, sia per la centralità che la memoria della Resistenza ha avuto nelle diverse fasi politiche e sociali che si sono succedute fino ai giorni nostri. L’idea è quella di individuare i nodi principali attorno ai quali costruire questa riflessione, abbinandoli ai momenti più significativi del calendario civile della memoria della Resistenza, cercando nel contempo di rappresentare l’intero territorio provinciale. Lo scopo è anche quello di individuare nelle decine di iniziative celebrative che si svolgono ogni anno in provincia quelle per cui è necessario investire nel futuro, per farle continuare ad essere poli di riferimento per la memoria della Resistenza. Un primo lavoro in questa direzione ha portato alla individuazione di una ventina di episodi storici che, per la loro specificità, possono essere abbinati a temi di riflessione che parlino all'oggi facendo riferimento alle diverse forme che la memoria della Resistenza ha assunto nell'Italia repubblicana. Altro aspetto importante è che l’arco temporale preso a riferimento per questo progetto va dal 25 luglio 2013 al 2 giugno 2016, con l’intenzione di partire dal nesso fascismo/antifascismo e di concludere con la costruzione dell’Italia repubblicana con la Costituente. Infine, è intenzione dell’Istituto storico di Modena coinvolgere il maggior numero di soggetti culturali, sociali e istituzionali, affinché questa riflessione diventi il più possibile patrimonio comune dei cittadini e delle comunità coinvolte. per la realizzazione – nel quadro di interventi di tutela e valorizzazione dei segni di memoria della Resistenza - di una segnaletica storica relativa ai cippi, lapidi e sacrari partigiani presenti nel territorio comunale, l'Istituto storico intende realizzare una banca dati online che consenta la geolocalizzazione dei manufatti, la loro descrizione fisica tramite immagini fotografiche, la loro storia come oggetti, la storia dell'evento che ha dato origine alla loro costruzione e le biografie dei caduti citati. Tale obiettivo costituisce la prima fase di un progetto di più ampio respiro che porterà progressivamente al censimento e alla descrizione di tutti i cippi, lapidi e sacrari presenti su territorio della provincia di Modena. Mostra sulla memoria della Resistenza Collegato al progetto 'Memorie resistenti' si intende realizzare una mostra sulla memoria della Resistenza in provincia di Modena, che riprenda gli studi promossi dall'Istituto storico negli scorsi anni [in particolare il contributo di Metella Montanari nel volume Storia e memoria della Resistenza modenese 1940-1999, Roma, Ediesse, 2006] e offra ai cittadini e alle scuole la possibilità di approfondire il caso modenese, cioè una provincia che nel dopoguerra ha costruito molto della sua identità attorno al mito della Resistenza. Passaggi come la mostra sulla Resistenza nei campi di sterminio a Carpi nel 1955, la manifestazione antifascista a Modena del 1961, la nascita del Museo della Repubblica partigiana di Montefiorino nel 1979, la pratica celebrativa diffusa, l'erezione di centinaia di cippi, monumenti e lapidi, il ruolo dell'associazionismo partigiano e dell'Istituto storico della Resistenza, la produzione editoriale ed artistica sono tutti temi che danno sostanza e spessore a questo progetto. Musica e Resistenza In questi ultimi anni l'Istituto storico di Modena ha lavorato con continuità – nel quadro della riflessione su storia e linguaggi artistici – sul rapporto tra musica d'autore e storia della Resistenza. Il 70° della Resistenza è l'occasione per portare a sintesi due dei percorsi più fecondi. Il primo riguarda la pubblicazione di un volume con dvd che proponga, ampliandola, la conferenza spettacolo di Claudio Silingardi e della Compagnia musicale sassuolese “Questo è il fiore del partigiano. La memoria della Resistenza nella musica italiana 1945-2010”. La seconda riguarda un volume che sarà realizzato da Franco D'Aniello, Massimo Ghiacci e Claudio Silingardi dal titolo La Resistenza raccontata dai Modena city ramblers nel quale, partendo dalle canzoni che la band emiliana ha dedicato alla Resistenza, sarà proposto un racconto divulgativo sulla Resistenza italiana pensato soprattutto per i più giovani. Uscire dalla guerra. Resistenza e ricostruzione dell'Italia 1945-1947 L'Istituto storico di Modena intende organizzare per l'autunno 2015, con la collaborazione della rete degli Istituti storici emiliano-romagnoli e dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Itaia, un convegno di respiro europeo dedicato al rapporto tra Resistenza e ricostruzione nell'Italia postbellica, che metta al centro la complessità di questa relazione, i punti di forza e quelli di debolezza, a partire dalle questioni della violenza partigiana, della mancata giustizia, dell'affermazione dei diritti sociali, dei problemi legati al trattato di pace (come il confine orientale). Il convegno vuole affrontare uno dei periodi meno studiati e più soggetto a campagne mediatiche antipartigiane, per dare un contributo effettivo di conoscenza sul momento del passaggio dalla guerra alla democrazia repubblicana, studiando nello specifico comportamenti, idee e contributi dati dal movimento partigiano e dalle sue organizzazioni. Banca dati online della memoria della Resistenza nella città di Modena In collegamento con il progetto già avviato da Comune di Modena, associazioni partigiane e Istituto storico di Modena Attività editoriale Oltre alle due pubblicazioni citate nella sezione 'Musica e Resistenza', nell'arco del triennio sono previste alcune ricerche e pubblicazioni dedicate ai temi della Resistenza e, in generale, della seconda guerra mondiale. I volumi sono quelli di Chiara Lusuardi, La brigata Walter Tabacchi e il gappismo emiliano, dedicato all'esperienza originale del gappismo a Modena e in Emilia-Romagna; di Patrizia Di Luca, Angelo Donati. Un ebreo modenese tra Italia, Francia e San Marino, biografia di uno dei personaggi più importanti della comunità ebraica modenese; di Paolo Arfini, Storia del Partito d'azione a Modena, che rappresenta il primo studio scientifico su questa breve ma importante esperienza politica; di Giuliano Albarani, Antonio Ferrari. Lettere a Carlo D'Asdia 1938-1943, dedicato alla corrispondenza del giovane partigiano, ucciso a Ospitaletto nell'agosto 1944, con un proprio compagno di liceo. Questo volume, con introduzione di Antonio Ferrari, giornalista del “Corriere della sera” e nipote dell'autore delle lettere, è rivolto in particolare agli studenti. È inoltre intenzione dell'Istituto storico verificare la possibilità di rieditare sotto forma di e-book la prima collana di volumi editi dall'Istituto tra il 1960 e il 1984, in quanto quasi tutti questi titoli sono oggi esauriti o di difficile reperimento. Si tratta dei volumi di Ilva Vaccari, Villa Emma. Un episodio agli albori della resistenza modenese nel quadro delle persecuzioni razziali, Modena 1960; Gianfranco Bianchi, Problemi, interpretazioni e vicende della Resistenza nella storia italiana contemporanea, Modena 1962; Le celebrazioni dell'8 settembre 1943 a Modena, Modena 1964; Ilva Vaccari, Eroi senza armi. L'opera di aiuto ai militari alleati nella prima fase della Resistenza modenese, Modena 1965; Don Sante Bartolai, Da Fossoli a Mauthausen. Memorie di un sacerdote nei campi di concentramento nazisti, Modena 1966; Ilva Vaccari, Un diplomatico fedele all'Italia. Attilio Perrone Capano, Modena 1967; Pietro Alberghi, Attila sull'Appennino. La strage di Monchio e le origini della lotta partigiana nella Valle del Secchia, Modena 1969; Lettere di Giacomo Ulivi, Modena 1974; Atti e documentazioni del Cln clandestino a Modena, Modena 1974; Italia e Alleati 1943-1945, Modena 1974; La Resistenza nelle campagne modenesi, Modena 1976; Claudio Silingardi, Rivoluzio Gilioli. Un anarchico nella lotta antifascista (19031937), Modena 1984. Musei e luoghi di memoria L'Istituto storico di Modena nei suoi oltre sessant'anni di vita è stato protagonista nei progetti che hanno portato alla nascita di musei o luoghi i memoria organizzati dedicati ala Resistenza. Per questo motivo continuerà ad operare anche nel triennio delle celebrazioni del 70° della Resistenza con l'obiettivo di contribuire alla riapertura del Museo della Repubblica partigiana di Montefiorino, al riallestimento del Museo del Combattente di Modena e alla valorizzazione del Parco della Resistenza di Monte Santa Giulia, a Palagano. In quest'ultimo caso, la decisione della Provincia di Modena di dare in gestione la promozione culturale e turistica del Parco all'Istituto storico ci impegna a tradurre in proposte concrete le idee di valorizzazione del luogo e della storia che rappresenta (la strage di Monchio, Susano e Costrignano, 136 vittime civili) messe a punto in questi anni. In particolare, l'appuntamento decisivo sarà il 2014, settantesimo della strage avvenuta il 18 marzo 1944. Didattica Oltre alla pubblicazione delle lettere di Antonio Ferrari e al potenziamento delle attività ordinarie, con la proposta di laboratori sulla vita quotidiana e i bombardamenti, sulla Repubblica partigiana di Montefiorino e sui luoghi di memoria della città di Modena, e l'esperienza rilevante del corso di formazione residenziale Memoria della seconda guerra mondiale. Un approccio comparato rivolto agli insegnanti francesi e italiani, l'Istituto storico di Modena promuoverà nel corso del triennio la realizzazione di prodotti multimediali da utilizzare come applicativi per smartphone o tablet e come unità di apprendimento utilizzabili attraverso l'uso di Lavagne interattive multimediali a scuola. Progetti regionali e nazionali L'Istituto storico di Modena collaborerà ai vari progetti che saranno messi in campo sia a livello nazionale sia in EmiliaRomagna. In particolare, offrirà il suo contributo alla ricerca “Per un atlante delle stragi nazi-fasciste in Italia” promossa dall'Istituto nazionale in collaborazione con l'Anpi e ai convegni in via di definizione in regione, dedicati in particolare alle condizioni di vita della popolazione alle spalle della linea Gotica. La collaborazione sarà ancora più stretta con l'Istoreco di Reggio Emilia, e con le realtà culturali di rilievo nazionale presenti in provincia, cioè la Fondazione ex campo Fossoli di Carpi e la Fondazione Villa Emma di Nonantola. Napoli - Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell'Antifascismo e dell'Età contemporanea La proposta iniziale, contenuta nella lettera-invito a vari studiosi napoletani, campani e meridionali, si è via via, anche a seguito degli incontri e discussioni che si sono avuti, precisata e sviluppata, pur mantenendo le linee-guida di fondo. In particolare i ‘temi’ originariamente indicati sono stati ulteriormente messi a fuoco: è stata raccomandata una metodologia di costruzione degli interventi/relazioni che tenga conto della opportunità di partire dallo stato esistente degli studi, di indicare possibili nuove piste di lavoro, di tenere presente il ‘codice’ etico-politico-scientifico peculiare alla natura e fini di Istituti quali il nostro e i nostri tutti. Sono state altresì articolate ‘note di contesto’ sulla crucialità del 1943, in ambito locale, nazionale e nello scacchiere mediterraneo, giungendo infine a definire titolo e struttura organizzativa e per ‘sezioni’ del convegno, sull’arco di tre giornate e nella seconda metà di ottobre 2013. Si è inoltre stabilito lo schema di massima della nostra e delle realizzazioni multimediali che accompagnano il convegno stesso, nonché confermato il programma di intervento sul piano della didattica e rivolto alla scuola (discenti e docenti). Sono stati avviati, e in corso, i necessari contatti con le Istituzioni di governo locale e con quanti possano contribuire al reperimento di risorse per lo svolgimento migliore del tutto, allo stesso modo, si stabiliranno intese con altri Enti e Associazioni culturali e con l’Università. All’Istituto Nazionale si chiedono patrocinio, collaborazione, intervento di alcuni studiosi e responsabili, sostegno nelle forme in cui sarà possibile. Visto da Sud, vissuto nel Sud. Il 1943 nel Mezzogiorno, in Campania, a Napoli (Napoli, 17-19 ottobre 2013) I giornata (pomeriggio) Crucialità dello spazio meridionale e grandi Isole, nel più ampio scacchiere mediterraneo II giornata (mattina) Le regioni del Mezzogiorno continentale: Calabria, Puglia e Basilicata; Abruzzo e Molise (pomeriggio) la Campania (e Napoli) III giornata (mattina): Le Quattro Giornate di Napoli Relazione di chiusura (bilancio e prospettive) Temi orientativi: - autunno del fascismo: guerra reale e guerra percepita - scioperi e rivolte: antifascismo e insorgenza civile - 25 luglio-8 settembre: i “45 giorni” del problematico postfascismo - tra Tedeschi e Alleati: stragi naziste, bombardamenti, Quattro Giornate, governo alleato - ripresa della vita economica e politico-amministrativa La mostra: fotografie e documenti sulle Quattro Giornate e sulle insorgenze civili nel territorio cittadino, provinciale e regionale DVD: con stralci dei filmati d’epoca, réportages, interviste, testimonianze Video-clip: che sintetizzi l’annus horribilis e il significato dell’intera iniziativa, volta a illustrare, ricordare, comprendere Scuola e didattica: laboratori, seminari, ‘cantieri’, cineforum Note di contesto Settanta anni fa, l’avvio di uno dei momenti fondanti della storia contemporanea nazionale ed evento-processo decisivo del nostro Novecento. Come per altri grandi corsi storici che hanno scandito la vicenda complessiva del Paese, esso ha riguardato e riguarda l’intera Italia, avendovi ciascun angolo di territorio, come ciascuno spicchio della comunità, avuto parte concorrendo al suo svolgersi, nei tempi, modi e misure richiesti o consentiti dalle peculiarità storiche e socio-politiche locali, nonché dall’impatto con le circostanze contingenti. Oggi si avverte al riguardo l’urgenza sia di una nuova ‘narrazione’, frutto di un impegno storiografico (ricostruzione, analisi, interpretazione, giudizio) sia, e ancor di più, della più ampia circolazione di essa (sul piano di una conoscenza diffusa e partecipata) e del suo radicamento (su quello della coscienza e identità collettive). Per questo proponiamo – su iniziativa dell’ICSR e in collaborazione fra gli Istituti Storici delle regioni del Mezzogiorno e delle Isole – una serie di iniziative che mettono a fuoco nel corso del 2013 (autunno), la crucialità del 1943 ed in esso dello spazio meridionale e mediterraneo. Ciò tanto più in quanto per un verso consideriamo il 1943 l’anno cerniera per antonomasia, tra un prima più e meno recente, e un dopo che inevitabilmente sarebbe stato scritto scontando l’onda lunga del passato, ma anche, e più, riconnettendo i fili di una tenace tradizione antifascista all’accesa tensione per il cambiamento dello stato delle cose; per l’altro, siamo da sempre consapevoli e convinti che da Sud e Centro è partita la prima Resistenza e che le nostre regioni, la Campania e Napoli stessa hanno costituito il laboratorio, o l’incubatore, della transizione dal fascismo alla Repubblica. È un anno cerniera nel corso del quale la “guerra totale” entra nelle case degli italiani, diventando più tragica ed estesa sotto l’urto devastante dell’intensificarsi dei bombardamenti e del drastico peggioramento delle condizioni di vita, con la penisola ridotta a teatro bellico nel più ampio scacchiere del Mediterraneo. Giungono allora a maturazione, intrecciandosi e convergendo drammaticamente, processi avviatisi in momenti e fasi diverse: a) la disgregazione del fronte interno, al vertice come alla base, gli scioperi operai del marzo 1943 segnalano lo scollamento delle masse popolari dal fascismo, mentre già dalla fine del 1942 esponenti di primo piano dei ceti imprenditoriali e dell’alta burocrazia cominciano a prendere le distanze da esso; b) il crollo della dittatura fascista, schiacciata dalle sconfitte e dalle bombe, che sanciscono da un lato l’irreversibile inabissarsi del progetto di militarizzazione della società italiana e dall’altro lo iato, non più occultabile, fra propaganda e realtà; c) la crisi del blocco agrario, iniziata con le conseguenze della grande depressione economica degli anni Trenta e messa a nudo dalle prime occupazioni di terre nel 1943 e dall’accendersi della conflittualità socio-politica nelle campagne e nei borghi rurali in seguito allo sfilacciarsi delle maglie dello Stato (le repubbliche contadine, l’assalto ai municipi, il regolamento di conti con maggiorenti ed ex podestà). Il 1943, dunque, come catalizzatore, acceleratore di spinte e tendenze o come momento rivelatore di limiti e contraddizioni. Limiti come, ad esempio, quelli dell’antifascismo storico, incapace di assestare, dopo l’insorgenza operaia, la spallata finale al fascismo barcollante, decapitato invece dalla «congiura di palazzo» ordita dal re, dagli alti gradi dell’esercito e da una parte dei gerarchi del regime per salvare l’impalcatura autoritaria su cui per vent’anni essi avevano fatto affidamento. Il 1943 come spazio temporale dentro cui si passa dalle sconfitte militari al collasso politico-istituzionale del 25 luglio e, dopo i «quarantacinque giorni» del regime militare badogliano, al «trauma dell’8 settembre», alla fase della decomposizione dello Stato e dell’esercito, del «tutti a casa», dello sfrangiarsi e tripartirsi della storia della penisola, con la Chiesa che tende a svolgere un ruolo di supplenza a fronte del vuoto di potere, ma anche della «prima Resistenza» (Porta San Paolo, Cefalonia, Matera, Napoli, Lanciano), con civili e militari sbandati protagonisti, molti dei quali meridionali, dell’avviarsi e accentuarsi del processo che porta all’incontro tra l’antifascismo politico della clandestinità o ridestatosi sotto l’incedere della guerra e «l’antifascismo esistenziale» della «generazione ribelle». E ancora della brutale occupazione militare tedesca, dell’impatto con lo stragismo nazista - il primo, cruento episodio si ha a Castiglione di Sicilia già il 12 agosto, ma sono Puglia, Basilicata e soprattutto la Campania a far le spese della feroce applicazione della strategia della «terra bruciata» con centinaia di vittime -, delle rivolte e insurrezioni popolari culminate con le Quattro Giornate di Napoli, del porsi delle premesse del cammino tortuoso verso la democrazia e la repubblica (la categoria del laboratorio). Insomma il 1943 si configura come un panopticon, dal quale osservare e riconsiderare il prima, il durante e il poi, tenendo conto della dialettica dei tempi (eventi-processi, breve e lunga durata, permanenze e discontinuità) ma anche degli spazi (relazione fra il quadro nazionale e quello macro- locale, Nord-Sud, Balcani, Mediterraneo, individuazione dei tratti comuni della storia meridionale nella delicata congiuntura del 1943 -, senza trascurare, ma anzi rimarcando le specificità dei contesti regionali), come pure del rapporto tra guerra reale e guerra percepita (le paure, le attese, le speranze, o in altri termini l’immaginario collettivo). Perugia - Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea Stiamo per pubblicare, entro un paio di mesi, 2 volumi che costituiscono una guida ai luoghi della esistenza e delle stragi nazifasciste in Umbria. Ne consegue che a partire dalla seconda metà di quest'anno e per tutto il 2014 sarà oggetto di presentazioni e dibattiti in tutta la regione; Nel 2014 prevediamo di organizzare un convegno sul tema Resistenza e formazione della Repubblica ed un mostra sulle attività delle formazioni partigiane operanti nel territorio regionale. Inoltre stiamo per un pubblicare un volume che raccoglie gli interventi di un seminario tenutosi a Fabriano nell'ottobre 2011 in collaborazione con l'Istituto marchigiano su Guerra e Resistenza nell'Appennino umbro-marchigiano. Si prevede di continuare la collaborazione per proseguire nelle ricerche e nella promozione di attività didattiche e seminariali. Infine, come da me ricordato all'ultima Conferenza dei direttori, stiamo continuando a lavorare sul tema dei campi di internamento. Rimini - Istituto per la storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea In relazione al 70, la proposta è quella di realizzare un convegno a Rimini, per il settembre 2014, avente per titolo (ancora ipotetico) "Sotto il tallone. L'Italia della Linea gotica e il regime nazifascista (RSI)", con particolare attenzione alla storia della popolazione e ai soggetti protagonisti. Si possono prevedere diverse sezioni ad esempio relative a: storia delle istituzioni, linea gotica territori popolazione, onore dell'esercito, resistenza e rinascita, con tematiche concernenti ad esempio: economia di guerra, requisizioni e Todt, militarizzazione dei territori, renitenti alla leva, governo fantoccio e "patria", guerra di civiltà, ricostruzione materiale e civile, immagine/i della Linea gotica fra documentazione e propaganda. L'ipotesi, formulata dal direttore Angelo Turchini insieme al collega Luigi Tomassini, per ora lanciata agli istituti di Forlì, Ravenna, Pesaro (e accolta con interesse), va naturalmente discussa con tutti i soggetti interessati o coinvolgibili, nelle regioni Emilia Romagna (in primo luogo), Toscana e Marche per arrivare ad un progetto condiviso ed utile. Roma - Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza 1) L’IRSIFAR sta progettando un convegno, da realizzare nel 2014, per il quale è in preparazione un call for paper allo scopo di attivare nuove ricerche. Titolo provvisorio: “Roma occupata” e “Roma alleata” (1943 e 1944) continuità e discontinuità: culture e percezioni. Alcuni temi possibili al centro del convegno: - Giustizia: magistratura (fonti giudiziarie) e processi ai partigiani e ai saloini - La commissione sulla mancata difesa di Roma (prendendo spunto dai documenti del fondo Ruggero Zangrandi) - La vita culturale a Roma nei nove mesi dell’occupazione e nella Roma “alleata” (a partire dall’Annale Irsifar: Roma 1944-45: una stagione di speranze) - I diari, la memorialistica e la letteratura. 2) Nel corso del 2013 sono previsti alcuni incontri seminariali su libri che più hanno segnato la ricerca e il dibattito storiografico sulla Resistenza, a titolo di esempio: R. Battaglia, Un uomo un partigiano. C. Pavone, Una guerra civile: saggio storico sulla moralità nella Resistenza. N. Gallerano (a cura di), L’altro dopoguerra. Roma e il Sud 1943-45. 3) Altri temi in discussione come possibile oggetto di iniziative comuni in collaborazione con altri Istituti: Resistenza e dopoguerra nel Centro-sud - continuità e discontinuità - omogeneità e disomogeneità - il nuovo pluralismo della cultura Savona - Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea Progetto Storia 2013/2015 -1943/ 1945: “La Resistenza come laboratorio di democrazia”. Si tratta di un percorso di ricerca triennale, ideato in preparazione del 70° anniversario della Liberazione, che l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della provincia di Savona (ISREC) ha avviato dall'a.s. 2012/2013. Il Progetto s'inserisce tra le attività poste in atto dall'Isrec e da un gruppo di consulenza stabile di docenti che opera da anni presso l'Istituto con la collaborazione della prof.ssa Anna Sgherri (già Ispettore del MIUR); per realizzarlo l'ISREC ha ottenuto l'assegnazione del comando di una docente, la prof.ssa Giosiana Carrara. Il Progetto, rivolto essenzialmente alle scuole, si avvale della collaborazione dei docenti di storia e degli studenti degli Istituti secondari di I e II grado della provincia di Savona, si articola nel triennio 2013-2015 e prevede l'approfondimento, a livello nazionale e locale, di eventi e problematiche relative al periodo 1943, 1944 e 1945. In particolare, l'anno 2013 è dedicato all'analisi delle controverse vicende relative al 1943 in cui i luoghi, gli eventi e i protagonisti della storia locale si intrecciano, tramite costanti e rimandi, al quadro nazionale ed europeo. I docenti, coordinati dall'ISREC, hanno scelto, in alcuni casi, di affrontare gli eventi che hanno contrasseganto la storia nazionale del 1943, in altri di riflettere su percorsi di storia materiale e di costume, in altri ancora hanno ricostruito gli itinerari tematici della memoria di Savona, che fu città di fabbriche e centro di significative lotte operaie. L'attività storico-didattica, condotta parallelamente dalle diverse scuole nel corso del triennio 2013-2015, delinea obiettivi a breve, medio e lungo termine. A breve termine, l'attività progettuale è finalizzata alla produzione di materiali didattici diversificati (articoli a carattere storico, ipertesti multimediali, power point, videointerviste, video-drammatizzazioni, tabelloni illustrativi, ecc.) prodotti da docenti e studenti coordinati dall'Isrec (sezione didattica) che, in prima istanza, costituiranno i contenuti di base della mostra temporanea Luoghi, eventi e personaggi della memoria resistenziale del 1943 nel savonese, allestita nei locali della Fortezza del Priamar di Savona, che sarà inaugurata il 25 aprile e resterà aperta sino al 1 maggio compreso. Durante il periodo di apertura saranno organizzate iniziative parallele quali: visite guidate rivolte a gruppi di studenti, performance teatrali a cura delle scuole medie, proiezioni di film inerenti all'anno 1943 (Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy e Tutti a casa di Luigi Comencini) seguiti da dibattito. Inoltre, l'ISREC sta realizzando un video-documentario sulla storia della Resistenza savonese nel 1943. A medio termine (ossia negli anni scolastici 2013/2014 e 2014 /2015) si proseguirà l'esplorazione dei temi della Resistenza nazionale e locale relativi al 1944 e al 1945, sia assumendo nuovi segmenti di ricerca sia procedendo nei percorsi già avviati dai docenti nelle classi sino al loro completamento. Al contempo, si porranno le premesse affinché la comunicazione storica investa più efficacemente il territorio, coinvolgendo non soltanto i luoghi della memoria ma anche la memoria di luoghi, il cui riconoscimento non è stato ancora collaudato perché tuttora gravato da silenzi, rimozioni o dalla persistenza di memorie divise. L'esito della rinnovata comunicazione storica potrebbe assumere la forma di una guida cartacea e/o multimediale volta alla promozione del territorio e alla valorizza zione del patrimonio storico savonese. A lungo termine, infine, si ipotizza la realizzazione di un centro polifunzionale di documentazione sulla storia della Resistenza savonese. Iniziative già svolte Per la realizzazione del Progetto, si sono tenuti a cadenza mensile incontri di tipo organizzativo con i docenti. Si sono inoltre svolte riunioni tematiche sulla metodologia della ricerca storica. In questo caso, ci si è avvalsi delle competenze della prof.ssa Anna Sgherri e si è fatto leva sulla ricerca-azione, privilegiando l'approccio per il quale la convalidazione delle "teorie" passa attraverso la pratica anziché procedere indipendentemente da essa. A scopo propedeutico al Progetto Storia 2013-1943 e in vista della realizzazione della mostra dedicata a Luoghi, eventi e personaggi della memoria resistenziale del 1943 nel savonese, il 10 ottobre 2012 si è svolta una "Giornata di formazione" a Torino per visitare il Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. All'iniziativa hanno preso parte numerosi docenti coinvolti nel Progetto e alcuni cultori della disciplina storica. Il 19 novembre 2012, presso la sala della Sibilla del Priamar di Savona, si è tenuta la conferenza-dibattito con il prof. Alberto De Bernardi sul tema 1943: la crisi del regime fascista e l'inizio della Resistenza. All'incontro, aperto alla cittadinanza, hanno partecipato più di 200 studenti delle Scuole secondarie di II grado della provincia di Savona. Il personale dell'Isrec è intervenuto, su richiesta, presso alcune Scuole savonesi offrendo lezioni sulla metodologia della storia orale e approfondimenti storiografici sul 1943 e sulla storia resistenziale savonese. Complessivamente, hanno aderito al Progetto Storia 20131943: La Resistenza come laboratorio di democrazia e contribuiscono fattivamente alla sua realizzazione almeno 25 docenti e 20 classi che provengono da una dozzina circa di Istituti scolastici di I e II grado. Mentre restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento, cogliamo l'occasione per porgere cordiali saluti. Progetto triennale 2013-2015 La Resistenza come laboratorio di democrazia Ricerca-azione sul triennio 1943-'45 con i docenti e gli studenti degli istituti savonesi Presso l’Istituto opera un gruppo di docenti che di anno in anno sceglie l’ambito tematico nel quale, dopo approfondita discussione, individua il tema specifico da proporre alle scuole come progetto di ricerca destinato agli studenti di ogni livello scolastico. Alla scelta e, successivamente, alla individuazione del percorso di ricerca da presentare a tutte le scuole il gruppo, presieduto dal Presidente e sostenuto da esperti, ha dedicato molto tempo perché era necessario tener conto dell’interesse che avrebbe potuto suscitare, delle sollecitazioni provenienti dal MIUR, delle risorse disponibili, materiali e professionali e, soprattutto, della potenziale ricaduta sull’insegnamento della storia nell’attività curricolare. Infatti, i progetti che sono stati realizzati negli ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte attenzione alla didattica, in particolare al metodo della ricerca, allo scopo di sostenere e di potenziare la preparazione professionale degli insegnanti. L’attività fin qui svolta ha avuto una cadenza annuale, ma l’orizzonte tematico e alcune peculiarità metodologiche sono rimaste costanti, garantendo così una continuità di fatto nei rapporti di collaborazione con le scuole. Ciò ha consentito fra l’altro di valorizzare il lavoro degli insegnanti coinvolti, di migliorare l’approccio ai problemi e di introdurre gradualmente elementi innovativi nella didattica della storia contemporanea. Dopo aver esplorato i rapporti tra Cittadinanza e Costituzione sulla spinta sia delle ricorrenze, sia delle indicazioni ministeriali, si è voluto ripercorrere il ventennio fascista, soprattutto nel suo esordio, allo scopo di approfondire i processi che hanno condotto alla Marcia su Roma e alla costituzione del primo Governo Mussolini, procedendo contestualmente sul piano nazionale e sul piano locale, in modo che gli studenti potessero collegare più facilmente gli avvenimenti della loro città allo scenario politico nazionale. Da tale esperienza è scaturita l’esigenza di completare il percorso, ricercando nell’opposizione al Fascismo e nella Resistenza non solo i primi semi di coscienza democratica , ma anche le prime timide bozze di costruzione di uno Stato politicamente e socialmente democratico. Da qui è scaturito il progetto che viene di seguito illustrato. “La Resistenza come laboratorio di democrazia” Il progetto si configura come una ricerca-azione e procede su un duplice livello, locale e nazionale, a partire dagli avvenimenti che hanno condotto alla caduta del Fascismo, fino alla liberazione del territorio nazionale. Sono previsti incontri introduttivi in cui si illustri la distinzione tra antifascismo, opposizione al regime e Resistenza e, all’interno di questa, il nodo interpretativo sulla natura della Resistenza in Italia. Per ogni incontro è prevista la predisposizione di una bibliografia ragionata e l’indicazione dei testi presenti e disponibili nella sede dell’Istituto. E’ programmato uno sviluppo triennale in modo che annualmente possano essere colti gli aspetti essenziali della situazione che si è verificata dopo il 25 luglio, quindi nel 1943, 1944 e 1945, sia sotto il profilo militare, sia - e soprattutto - come progressiva maturazione della coscienza democratica nelle varie forme di partecipazione alla lotta partigiana, nella nascente consapevolezza della popolazione civile e nei primi movimenti operai. Le iniziative che l’Istituto metterà in campo saranno rivolte, distintamente, ai docenti come sostegno all’auto formazione professionale e agli studenti come stimolo e orientamento per la ricerca. Il compito dei docenti, di guida, selezione di materiali, organizzazione del lavoro, controllo delle attività, sarà adeguatamente supportato da contributi di esperti e facilitato anche da momenti di confronto nella sede dell’Istituto con l’approfondimento su personaggi, documenti o episodi specifici. Per questo secondo aspetto si possono organizzare, oltre a incontri seminariali, attività diverse tra loro integrate come, ad esempio, la discussione su testi o pubblicazioni che individualmente e a turno gli stessi docenti avranno l’incarico di presentare coordinando anche il dibattito. Su alcune questioni particolarmente complesse dal punto di vista critico, i testi presentati e oggetto di dibattito potranno essere scelti in modo da rappresentare punti di vista opposti o, comunque, diversi. Queste attività sono dirette specificamente agli insegnanti, ma nell’andamento del lavoro si potrà organizzare anche un incontro con gli studenti, limitatamente ai frequentanti le scuole superiori. Un’altra iniziativa, questa senz’altro diretta a tutti, sarà costituita dalla visione e discussione di alcune proiezioni ( film e documentari ) che saranno selezionati in relazione alla fase della ricerca. In sostanza, è previsto che la formazione dei docenti segua di pari passo lo svolgersi del progetto che focalizzerà, annualmente, i tre anni 1943-45 e, con la stessa cadenza, si programmi anche l’ attività degli studenti. Per questi, tenendo conto dell’età e del grado scolastico, il progetto si articola in percorsi che tratteranno un tema specifico o un filone che attraversi tutto il periodo considerato. Le scelte pertanto spettano ai docenti d’intesa con i rispettivi studenti, ma saranno adeguatamente sostenute dal gruppo tecnico che opera presso l’Istituto che avrà anche la responsabilità, insieme ai docenti coinvolti, di supervisione dei lavori nel corso di tutta la ricerca. Da tenere sempre in conto è il diverso livello scolastico delle scuole che aderiranno al progetto, per cui le modalità di realizzazione della ricerca, la stessa struttura dei percorsi, i documenti da esaminare, i testi da consultare, le eventuali testimonianze da raccogliere , dovranno essere adeguate alle possibilità effettive di risposta di ogni gruppo coinvolto. Presso le scuole aderenti sarà comunque necessario verificare, preventivamente e prioritariamente, la presenza delle condizioni operative essenziali, quali: la disponibilità del Capo d’Istituto, la collaborazione diretta e/o indiretta dei colleghi e l’ approvazione del Collegio al fine di inserire il progetto nel POF e renderlo in tal modo un elemento qualificante dell’Istituto stesso. Si indicano di seguito, a titolo esemplificativo, alcuni temi, o filoni che sono stati inizialmente proposti, su cui le scuole aderenti hanno già strutturato, o potranno strutturare, i rispettivi percorsi anche se l’impianto definitivo, arricchito dai contributi dei docenti, potrà presentarsi in modo diverso. -Lo sbarco americano in Sicilia e la caduta di Mussolini. La Monarchia e il Fascismo -Gli scioperi del ’43 e la formazione del movimento operaio. -La situazione italiana dopo l’Armistizio dell’8 settembre ’43. -La costituzione dei primi Comitati di opposizione. La rinascita dei partiti politici e la loro presenza nel Comitato di Liberazione nazionale. -Le formazioni partigiane. -Le donne nella Resistenza. -La Repubblica Sociale e il dibattito sui” ragazzi di Salò”. -Il contributo dei militari alla Liberazione. -Gli eroi della Resistenza nel mondo cattolico romano. -Repressioni e rappresaglie. -I disertori tedeschi e la Resistenza. -La primavera del ’44 e le repubbliche partigiane. -Dai Comitati di liberazione all’Assemblea costituente: un percorso politico verso la costruzione di uno Stato democratico. -Le diverse anime della Resistenza. Tutti i percorsi (o quasi) possono svilupparsi lungo l’intero periodo o articolarsi per segmenti che si limitino all’approfondimento degli eventi relativi al 1943, '44 o '45. Ciò potrà dipendere non solo da scelte particolari, ma anche dalla classe o dal gruppo interclasse (terminale o non terminale) che condurrà la ricerca. Potrebbe capitare che la ricerca iniziata e completata per un segmento da un gruppo, prosegua l’anno successivo con un altro gruppo, procedendo nel percorso fino al suo completamento. La Bibliografia dell’argomento, come sappiamo, è sterminata e non è utile in questa sede enumerarne i titoli più conosciuti. Sarà invece opportuno corredare ogni percorso, nella fase della pianificazione del lavoro, dei testi essenziali e didatticamente efficaci, compresi anche eventuali cenni a Film o Documentari da inserire sia nel programma di formazione dei docenti, sia come contributo al lavoro degli studenti. Si possono citare le opere di Rossellini che coprono praticamente tutto il periodo che va dallo sbarco in Sicilia alla Liberazione, ma anche altro materiale altrettanto significativo. In ultimo, si sottolinea il costante collegamento con la storia locale, sia all’interno dei percorsi, sia come scelta di uno o più percorsi su episodi o avvenimenti che si sono verificati nel territorio. L’Istituto dispone su questo versante di abbondante materiale di archivio e delle molte pubblicazioni che testimoniano le ricerche effettuate in anni passati da validi collaboratori. Inoltre, nel caso che qualche scuola preferisca concentrarsi su episodi o avvenimenti che sono accaduti nella provincia o nei suoi confini con il Piemonte, il percorso storico potrà essere affiancato anche da una ricognizione diretta sui luoghi della memoria , utilizzando le mappe e i documenti disponibili. In tal caso, il collegamento tra scenario nazionale e situazione locale procederà partendo dal locale. E’ comunque fondamentale che lo scenario della ricerca, seppure articolata, sia ben integrato in modo da rappresentare un quadro della Resistenza esaustivo, tanto da poter essere successivamente offerto, possibilmente anche on line, ad altre scuole sia per un vivace confronto nel caso di esperienze simili, sia come sollecitazione a continuare la collaborazione lavorando su temi comuni. Sotto il profilo metodologico, il progetto ha lo spiccato carattere di una ricerca- azione per cui ogni attività si configura come laboratoriale, anzi è un vero e proprio laboratorio di democrazia perché in ogni momento, dalla scelta iniziale alla progettazione dei percorsi, dalla pianificazione delle attività alla messa in opera, dal controllo sul lavoro alla verifica dei risultati, esiste rispetto per ogni soggetto che, pur nella diversità dei ruoli, è protagonista, libertà di espressione e di interpretazione pur nel rigore metodologico, quindi pluralità di posizioni che diventano oggetto di confronto e ricerca di soluzioni, sempre comunque in adesione alle finalità della ricerca che, nel contribuire alla formazione di una coscienza critica, sostanzialmente mira alla crescita di buoni cittadini che dallo studio della storia traggono forza etica e impegno civile. Anna Sgherri (già Ispettrice del MIUR) Genesi del Progetto Storia 2013/2015 -1943/ 1945. La Resistenza come laboratorio di democrazia Il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia" si inserisce tra le attività poste in atto dall'Isrec e da un gruppo di consulenza stabile di docenti che opera presso l'Istituto con la collaborazione della Prof.ssa Anna Sgherri (già Ispettore del MIUR). Il gruppo di lavoro sceglie di volta in volta l'ambito storico su cui focalizzare la ricerca, anche tenendo conto delle indicazioni ministeriali e delle ricorrenze civili, e definisce il tema specifico da proporre alle scuole. Per quanto concerne le iniziative svoltesi nell'ultimo lustro, l'a.s. 2008/2009 è stato dedicato all'analisi della Carta Costituzionale. Si è voluto rintracciare in essa il profilo di cittadinanza, inteso come valore a cui ispirarsi per la costruzione della realtà sociale e politica in continuità sia con il passato nazionale sia con la mobilità delle nuove frontiere nell'era della globalizzazione. Nel 2009/2010, in concomitanza con il Centocinquantesimo dell'Unità nazionale, si è approfondito il processo di formazione dello Stato italiano. Nell'a.s. 2010/2011 l'attività di ricerca si è incentrata sul tema delle guerre, assunte criticamente come chiave di lettura per ripercorrere l'itinerario compiuto dal nostro Paese dal Risorgimento all'unità politica, sino alla Costituente e alla stesura del "sofferto" art. 11. Dall'analisi di queste problematiche, nonché dalla rilevazione di curiosità e richieste di chiarimenti da parte degli studenti sui nodi cruciali del ventennio fascista, è quindi emersa l'esigenza di approfondire le fasi di formazione del regime e i suoi caratteri peculiari. L'attività progettuale relativa all'a.s. 2011/2012 ha così trovato riscontro in un ciclo di conferenze-didattito sulla Marcia su Roma, in cui l'inquadramento storico-politico degli eventi condotto sul piano nazionale procedesse parallelamente alla loro contestualizzazione sul piano locale. L'interesse suscitato dalla riflessione su questi temi storiografici, congiunto alla loro efficace ricaduta sullo scenario cittadino, hanno fatto emergere un'ulteriore esigenza. Si è pensato di indagare le radici del fenomeno resistenziale anche a partire dai luoghi, dagli eventi e dai personaggi legati alla storia di Savona che hanno vissuto nel periodo compreso fra la caduta del fascismo e la Liberazione. Inoltre si è ritenuto opportuno coinvolgere, oltre agli studenti delle scuole secondarie superiori, anche classi della scuola media. E' stata quindi posta come ipotesi di ricerca l'individuazione delle diverse forme in cui si manifesta il rifiuto del fascismo, tenendo conto sia dell'opposizione consapevole di solida matrice antifascista presente e viva in alcune frange militanti attive nell'area savonese sin dal primo dopoguerra, sia di fenomeni di "desistenza" al regime diffusi fra la popolazione civile in proporzione crescente alla crisi prodotta dalla guerra. Si è infatti assunto che, pur nella varietà delle sue manifestazioni, le due diverse modalità di opposizione al sistema hanno generato, in una tanto virtuosa quanto imprevedibile convergenza, i primi semi di una coscienza critica, premessa essenziale per la costruzione di uno Stato autenticamente democratico. Il nesso tra la storia del passaggio fascismo-ResistenzaCostituzione, che ha contrassegnato le vicende italiane del triennio 1943, 1944 e 1945, e il tema della riscoperta della vita socialmente e politicamente democratica è dunque il nucleo di fondo intorno al quale gravita il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia". Per rendere più fruibile la complessità di questa problematica specie nell'ambito della didattica laboratoriale rivolta a ordini diversi di scuole, si è pensato di declinare il nesso tra storia del triennio 1943-'45 e maturazione dell'istanza democratica alla luce di 3 variabili, costituite dai luoghi, dagli eventi e dai personaggi. In questa prospettiva, il contesto di partenza rimanda innanzitutto ai luoghi della memoria, ossia a quegli spazi/porzioni del territorio savonese noti e censiti tramite un processo di selezione della memoria a motivo delle vicende (eventi) di cui furono teatro e dei protagonisti (personaggi) che le misero in atto. Semplificando, si può sostenere che il rapporto tra Storia della Resistenza e Libertà (intesa come progressiva maturazione di una coscienza democratica italiana) su cui il Progetto verte, mediato dalle tre suddette variabili, in senso lato offra strategie di rappresentazione della lotta resistenziale caratterizzate da una più efficace ed immediata presa nel contesto pedagogico-didattico; e, in particolare, chiami in causa per lo meno altrettante specifiche operazioni storiche: la ricognizione dei luoghi, la ricostruzione degli eventi e la rievocazione dei personaggi su cui, in ultima analisi, s'incentra l'attività laboratoriale dei docenti e degli studenti. Il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia" trova dunque la sua ragion d'essere nella polarità tra Storia resistenziale e aspirazione alla Libertà democratica, indagate dialetticamente attraverso la "pratica" dei luoghi della memoria. Rapportando al territorio savonese quanto scrive Carlo Dellavalle, riferendosi all'esperienza resistenziale dell'area piemontese alpina e prealpina, potremmo concludere con queste parole: In questi luoghi si è posta in un periodo della nostra storia recente una questione di libertà, una questione che uomini e donne di allora hanno ritenuto di dover affrontare personalmente, non delegando a nessuno, anzi assumendosi i rischi, spesso mortali, per affermare, non un principio, ma un modo di concepire la propria esistenza e quella degli altri. Questa scelta libera è fatta di pochi momenti esaltanti, di sconfitte, di prezzi dolorosi e di tanta quotidianità, così come, per fortuna su un registro più basso, è la vita delle democrazie. E' una storia che ancora ci riguarda. Cfr. Claudio DELLAVALLE, Territorio e Resistenza, in "I sentieri della libertà", a cura di Livio Berardo, Touring Club Italiano, Milano 2007, p. 59. Progetto Storia 2013/2015 -1943/ 1945. La Resistenza come laboratorio di democrazia. Articolazioni a breve, medio e lungo termine Il Progetto "La Resistenza come laboratorio di democrazia" è rivolto alle scuole e si avvale della collaborazione dei docenti di storia e degli studenti degli Istituti secondari di I e II grado della provincia di Savona. Il percorso si articola nel triennio 2013-2015 e prevede l'approfondimento, a livello nazionale e locale, di eventi e problematiche relative al periodo 1943, 1944 e1945. Tale percorso si configura come ricerca-azione in quanto fa leva su strategie didattiche che tendono a convalidare le ipotesi teoriche fornite a livello di partenza attraverso la pratica con le classi. L'obiettivo è infatti quello di coinvolgere i docenti e gli studenti nella realizzazione di un vero e proprio “laboratorio di democrazia”. In particolare, l'anno 2013 è dedicato all'analisi delle controverse vicende relative al 1943 in cui i luoghi, gli eventi e i protagonisti della storia locale si intrecciano, tramite costanti e rimandi, al quadro nazionale ed europee. A titolo esemplificativo, i docenti, sostenuti dall'Isrec, potranno scegliere di affrontare eventi quali: gli scioperi del marzo 1943, la caduta del fascismo, lo sbarco degli Alleati in Sicilia, i 45 giorni, l'8 settembre, la costituzione della RSI, l'occupazione militare del centro e del nord d'Italia, la nascita delle prime formazioni partigiane; o riflettere su percorsi di storia materiale e di costume esaminando, per esempio, la figura delle donne nella Resistenza, le conseguenze delle leggi razziali, la deportazione politica; oppure, ancora, ricostruire gli itinerari tematici della memoira di Savona, che fu città di fabbriche e centro di significative lotte operaie, anche ricorrendo a testimonianze orali , alla pubblicistica di regime e, laddove possibile, alla stampa clandestina. L'attività storico-didattica, condotta parallelamente dalle diverse scuole aderenti al Progetto nel corso del triennio 2013-2015, delinea obiettivi a breve, medio e lungo termine. Su tempi brevi, l'attività progettuale è finalizzata alla produzione di materiali didattici diversificati, prodotti dai docenti e dagli studenti (articoli a carattere storico, ipertesti, power-point, video, video-interviste, tabelloni, ecc.) che costituiranno i contenuti di base di una mostra temporanea che verrà allestita nei locali del Priamar di Savona e che sarà inaugurata il 25 aprile 2013 e illustrata al pubblico per l'intero periodo di apertura (sino al primo maggio), presumibilmente in coincidenza con iniziative sulla memoria storico-civile della città di Savona curate dal Comune e dalle Associazioni di partigiani. A medio termine, l'attività didattica prosegue in continuità con la metodologia della ricerca-azione. Si esploreranno i temi della Resistenza nazionale e locale relativi al 1944 e al 1945 o assumendo nuovi segmenti di ricerca o procedendo nei percorsi avviati dai docenti nelle classi sino al loro completamento, in vista della produzione o del perfezionamento di materiali didattici strutturati. Al contempo, si porranno le premesse affinché la comunicazione storica investa più efficacemente il territorio, coinvolgendo non soltanto i luoghi della memoria ma anche la memoria di luoghi il cui riconoscimento non è stato ancora collaudato perché tuttora gravato da silenzi, rimozioni o dalla persistenza di memorie divise. L'esito della rinnovata comunicazione storica potrebbe assumere la forma di una guida cartacea e/o multimediale volta alla promozione del territorio e alla valorizzazione del patrimonio storico della Resistenza savonese. In questo senso, a lungo termine si ipotizza la realizzazione un centro polifunzionale di documentazione sulla storia resistenziale del savonese, ramificato in tre aree. La prima configura l'area museale, ossia uno spazio in cui gli eventi, i luoghi e i personaggi più significativi della stagione 19431945, opportunamente ricostruiti con il ricorso a strategie multimediali e interattive, coinvolgano i visitatori in percorsi virtuali all'interno della storia della città e permettano in questo modo di divulgare la conoscenza del passato presso un'utenza più ampia. La seconda potrebbe definire la sezione documentale, il cui compito consiste nella trasmissione della memoria del movimento di Liberazione tramite la raccolta e la conservazione dei materiali (cartacei e multimediali) accessibili a chi intenda avvicinare o approfondire l'ambito della storia contemporanea locale e nazionale. Dovrebbe trattarsi di un'area dotata di locali idonei all'attività di ricerca e di formazione. La terza nasce dall'esigenza di valorizzare quei luoghi della memoria savonese che meglio di altri sono in grado di evocare il senso complessivo della storia resistenziale cittadina (il restauro di un rifugio antiaereo, il forte della Madonna degli Angeli, le aree del Priamar in cui avvennero le fucilazioni di partigiani, ecc.). In questo caso si potrebbe pensare alla costruzione di un museo diffuso della Resistenza, costituito sia da luoghi sottratti all'oblio sia da scenari già riconosciuti pubblicamente per la loro importanza che, sottratti alla mera funzione commemorativa, possano essere restituiti alla fruizione della cittadinanza grazie al forte impianto storico-pedagogico su cui poggiano. Nel complesso, il centro di documentazione sulla storia resistenziale del savonese, versione potenziata dell'Isrec grazie soprattutto alla rete di legami che lo collegano tanto ai luoghi "reali" del passato storico ("museo diffuso") quanto a quelli virtuali della sua rappresentazione (sezione museale), potrebbe in questo modo garantire la saldatura fra il territorio (o porzioni di esso) e la sua storia. Torino - Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza E' iniziato da qualche settimana il triennio nel corso del quale si celebrerà il settantesimo anniversario della Lotta di liberazione in Italia, da cui trae fondamento la Repubblica, incardinata nella Costituzione del 1948, che di quella Lotta rimane un lascito concreto e coerente. L'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza Onlus (Ancr), fondato da Paolo Gobetti quasi cinquant'anni fa, ha fin dall'inizio operato a raccogliere e conservare tutto quanto può alimentare la memoria visiva (cinema, foto, grafica) di quella Lotta, affiancando quasi subito al reperimento delle immagini d'epoca la registrazione in audio, in pellicola e in video delle testimonianze dirette dei protagonisti, sollecitati a raccontare le loro esperienze con le tecniche della storia orale. L'Ancr ha d'altra parte sempre dedicato la massima attenzione a salvaguardare e diffondere il cinema resistenziale, il cinema della Resistenza (cioè quello realizzato a caldo nel corso della lotta o subito dopo), documentazione preziosa ed eccezionale di una guerra molto particolare , una lotta di popolo, impari, dal basso ma ad ampio spettro, europea, una lotta che chiude un passato e inaugura per l'Italia e per tutto il continente un futuro di democrazia. Quel cinema girato a caldo è stato poi messo in relazione con il cinema sulla Resistenza, cioè il cinema degli autori che hanno messo in scena le più varie narrazioni dell'esperienza partigiana a partire dalle molteplici riflessioni che sono state fatte nel corso degli anni su quella vicenda. Dall'archivio audiovisivo dell'Ancr, incrementato per decenni e tuttora in crescita, sono stati prelevati inoltre, di volta in volta, nel corso degli anni, materiali, in alcuni casi ormai rari e irriproducibili, per realizzare strumenti di conoscenza e formazione su quel periodo per giovani e meno giovani: documentari, libri, opere multimediali di vario genere. l'anniversario del settantennale è peculiare rispetto a quelli che lo hanno preceduto, poiché viviamo proprio nel suo corso il delicato momento del passaggio dalla trasmissione diretta della memoria, attraverso la viva voce dei protagonisti, a quella indiretta mediata dai documenti e dalla parola di chi non ha vissuto ciò che racconta. Ci appare allora di particolare importanza mettere a frutto un lungo lavoro di ricerca, completandolo con quanto è ancora in extremis reperibile, per riproporre immagini e voci salvate dal tempo, che possano almeno in parte ottenere gli effetti della vitalità coinvolgente del ricordo diretto e consentire a quanti stanno vivendo e vivranno in contesti diversi di ri – conoscere quel passato e di riappropriarsene per salvaguardarne valori e ispirazioni. A partire quindi dalle esperienze accumulate, dal patrimonio di film conservati, dalle produzioni realizzate, l'Ancr propone per il triennio 2013 – 2015 un'articolata serie di manifestazioni e produzioni. La nostra proposta si compone di due percorsi essenziali. Vorremmo in primo luogo proporre, a partire dal 2013, e continuando nei successivi due anni, un'adeguata ricognizione sulla rappresentazione cinematografica di aspetti rivelatori della vicenda resistenziale italiana. In secondo luogo vorremmo realizzare alcuni documentari che abbiano come primo obbiettivo il supporto alla didattica della storia della Resistenza, investendo il nostro patrimonio archivistico di testimonianze di memoria e di materiali visivi d'epoca e la lunga esperienza dell'Ancr nella produzione di strumenti multimediali per la scuola. Per il 2013 pensiamo a due rassegne cinematografiche. La prima, collocata fra settembre e ottobre, proporrà alcuni film sull'8 settembre 1943, intesa soprattutto come data simbolo dell'inizio in varie forme della Resistenza, dei suoi primi passi nel contesto dello sfacelo dell'esercito e degli assetti politico amministrativi del paese, delle prime grandi scelte individuali che si riveleranno decisive. La seconda rassegna, nei mesi successivi, avrà il carattere di un viaggio nella produzione cinematografica di documentari e film a soggetto sul tema della partecipazione diretta delle donne alla Resistenza, nelle tante forme in cui essa si realizzò. Intendiamo selezionare e proporre opere prodotte in vari momenti dal dopoguerra ad oggi sulle combattenti, sulle addette ai collegamenti, alla ricerca e alla trasmissione di informazioni, alla propaganda e alla sua diffusione, al trasferimento di armi, al reperimento o alla produzione di vettovaglie e vestiario per le forze partigiane, alla salvaguardia e all'assistenza dei combattenti feriti, sulle donne organizzate in città all'interno o a fianco dei Gap e delle Sap e a sostegno dei bisogni fondamentali delle popolazioni e della loro mobilitazione nei momenti decisivi. Parallelamente alla rassegna e sullo stesso tema vorremmo realizzare nel corso di questo primo anno del triennio del 70° della Resistenza un video che offra in un unico racconto, ma senza perdere le sfaccettature legate alle singole storie, ai diversi contesti e ai diversi ruoli, una quindicina di ritratti di protagoniste della Resistenza, con particolare riferimento a Torino e al Piemonte. Decisive saranno per questa prima produzione del triennio del 70° le numerose testimonianze di partigiane raccolte e conservate nel nostro archivio. Per il 2014 vorremmo realizzare una rassegna cinematografica sul tema degli eccidi e delle stragi che insanguinarono dappertutto in Italia i venti mesi della liberazione, tema centrale per chiarire e Ribadire la natura prevalentemente terroristica e aggressiva della risposta nazifascista alla Resistenza e il contesto drammatico in cui la guerra partigiana si sviluppò. Il cinema documentario e i film a soggetto di varie epoche hanno rappresentato, da punti di vista talvolta anche molto diversi, una parte di quelle vicende: per esempio il caso di Boves subito dopo l'8 settembre, la strage delle Fosse Ardeatine, l'eccidio della Benedicta, le stragi di Monte Sole e Sant'Anna di Stazzema nella fase del consolidamento tedesco della Linea gotica, per arrivare a stragi come quella di Collegno/Grugliasco, nei pressi di Torino, a Liberazione quasi completata (siamo all'inizio del maggio 1945). Un viaggio dunque nel cinema che mette in campo i suoi strumenti narrativi ed evocativi per confrontarsi con momenti di negazione di ogni diritto e della stessa umanità (e i cui responsabili diretti e indiretti sono spesso rimasti impuniti). Pensiamo di affiancare anche per il prossimo anno alla rassegna la produzione di un film. Il film dovrebbe offrire un quadro sfaccettato di una delle più tipiche situazioni in cui si trovano a vivere i combattenti della Resistenza, in genere più e più volte nel corso della guerra: il 'rastrellamento'. Il rastrellamento è un momento estremo, in cui tutto ciò che è chiamato in gioco nella lotta partigiana, perseveranza, capacità di sopravvivenza in condizioni ostili, solidarietà, rapporti con le popolazioni, tattiche di guerriglia, subisce una verifica drammatica e decisiva. Il film proporrà storie di 'rastrellamenti' in vari contesti e momenti utilizzando le testimonianze dei protagonisti e immagini di combattenti e luoghi. Per il 2015 una terza ampia rassegna dovrebbe offrire attraverso il cinema una panoramica delle liberazioni dal nazifascismo delle grandi città italiane (da Napoli, Roma, Firenze, a Milano, Genova, Torino etc.) ed europee (da Parigi a Praga...), tante storie drammatiche e insieme, questa volta, entusiasmanti che i film hanno raccontato a più riprese e con approcci anche molto diversi. Sul piano produttivo pensiamo a un film il più possibile esauriente sulla liberazione di Torino nell'aprile 1945, sui protagonisti, sui luoghi chiave, sui fatti memorabili e sulla loro dislocazione in città, sul ruolo delle fabbriche, delle formazioni foranee, dei semplici cittadini. In effetti manca un documentario che coniughi i luoghi della memoria oggi ancora riconoscibili, quelli importanti ma inesorabilmente mutati dall'evoluzione della città, quelli per varie ragioni dimenticati con uomini e donne del 1945, con i protagonisti, i racconti di chi ha vissuto o anche solo visto, con i fatti piccoli e grandi ma decisivi che segnano i lunghi dieci giorni dal 18 al 28 aprile (circa) a Torino. Immagini d'epoca e testimonianze, riprese di luoghi della città di ieri e di oggi sarebbero la materia prima per raccontare la grande pagina finale della Lotta di liberazione in una città oggi molto diversa ma che affonda pur sempre le radici nella città industriale ed operaia di settant'anni fa, capace di esprimere nei grandi momenti di svolta energie straordinarie. Torino - Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Il Settantesimo, così come i precedenti decennali, costituisce per Istoreto un’occasione di riflessione sia sull’attività svolta, sia sul significato e sul senso dell’operare dell’ Istituto. Il decennio che si è concluso è stato per molti versi un decennio difficile: basti pensare alle ferite che un revisionismo mediatico spregiudicato e pervasivo ha inferto all’idea stessa di Repubblica, mettendo in discussione il rapporto resistenza costituzione, svalutando la prima per intaccare la seconda fino al tentativo, per fortuna fallito, di modificare la carta costituzionale. Basti pensare alla discussione aperta dalla presenza di alcune componenti politiche, minoritarie ed eredi dichiarate di ideologie ed esperienze autoritarie,( e dunque nel contesto dell’attuale crisi, obiettivamente pericolose ), e tuttavia legittimate per calcoli elettorali alla competizione democratica. Si considerino infine le ambiguità più volte emerse sul tema della cittadinanza che dalle contraddizioni del nostro tempo trova continue occasioni di ridefinizione e ripensamento. La cittadinanza è il terreno vivo e privilegiato su cui incontrare le nuove generazioni, per rompere lo schema di un tempo appiattito sul presente, che domina la comunicazione pubblica, e per stabilire continui rimandi tra presente e passato tanto più necessari quanto più si riduce l’apporto diretto dei testimoni di una stagione che continua ad essere cruciale per capire il nostro tempo. Muovendo da queste considerazioni Istoreto ha elaborato un progetto da un lato orientato a mantenere attiva la dimensione della ricerca e la valorizzazione del proprio patrimonio, e dall’altro aperto a nuovi percorsi per ragionare e coinvolgere il pubblico, in primo luogo i giovani e il mondo della scuola. Per le stesse ragioni si è cercato di stabilire rapporti più stretti con il mondo delle associazioni, mantenendo sempre, come è giusto che sia, l’Istituto i suoi spazi di autonomia. Può essere quindi opportuna qualche informazione aggiuntiva per rendere più esplicite le scelte e più definiti gli obiettivi, fornendo anche qualche indicazione metodologica. Tra queste va rilevato che rispetto al passato si è compiuto uno sforzo di coordinamento con gli altri Istituti della Regione (vedi la proposta di ricerca sul Partigiani meridionali nelle formazioni piemontesi) riprendendo percorsi già frequentati in passato, e si è compiuto uno sforzo per stabilire nuovi rapporti con le associazioni legate per varie strade al mondo resistenziale torinese e piemontese. Perchè se è vero che alle associazioni compete in primo luogo un dovere di memoria e di celebrazione, è anche vero che sono oggi più consapevoli di dover svolgere anche un ruolo di stimolo e di promozione della conoscenza, oltre che di sostegno alle attività di formazione e di elaborazione didattica indirizzate alle scuole della regione e agli insegnanti. Si è perciò cercato di evitare sovrapposizioni e di indirizzare energie e risorse verso le attività che meglio possano tradurre in positivo e in avanti l'esigenza di memoria e di continua rielaborazione del passato, come parte della definizione della convivenza civile e dei compiti dei nostri Istituti. 1.Ricerche triennali. Queste due ricerche per la complessità del lavoro da svolgere vanno programmate su un triennio. -La ricerca dedicata ai Partigiani meridionali che hanno operato nelle formazioni piemontesi vuole affrontare un tema spesso evocato, ma scarsamente conosciuto nella sua reale dimensione sia quantitative sia qualitativa. Si tratta di un impegno rilevante che coinvolge tutti gli Istituti di storia della resistenza piemontesi come appunto un tema di ricerca comune e può coinvolgere anche enti di ricerca e Istituti collocati nelle province meridionali. Si tratterà di lavorare in primo luogo sul data base Partigianato piemontese e società civile, costruito venti anni fa dagli Istituti piemontesi e necessitante oggi di revisioni sostanziose, e di aggiunte come l’integrazione del data base sulle formazioni operanti nel Piemonte orientale (Novarese, Cusio, Ossola). Contestualmente bisognerà avviare un'elaborazione qualitativa che coinvolga enti locali e culturali e le associazioni delle regioni di provenienza dei partigiani meridionali. -La ricerca sul carcere delle Nuove di Torino ha come primo obiettivo la costruzione di un data base sulla popolazione carceraria del 1943-1945 utilizzando i libri matricola, che riportano una serie rilevante di informazioni. La ricerca è propedeutica ad un progetto di Mostra che possa valorizzare gli spazi delle Nuove ed ha trovato il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte sulla base di una iniziale promozione dell'Associazione Nessun uomo è un'isola e del Tribunale di Torino, delle Associazioni militari. Si segnala la possibilità di sviluppo del progetto a scala regionale, portando a completamento alcuni approfondimenti già percorsi da alcuni Istituti piemontesi come l’Istituto di Cuneo per i carceri di Cuneo e Fossano e di Asti per il carcere provinciale. 2. Completamento ricerche Il 70° è l'occasione per Istoreto di portare a compimento quattro percorsi di ricerca: i primi tre (il Diario partigiano di Giulio Bolaffi, il lavoro di Nicola Adduci sull’occupazione tedesca a Torino, gli Atti del CLN regionale piemontese di Riccardo Marchis e Luciano Boccalatte) in avanzato stadio di elaborazione richiedono un’ ultima fase del lavoro, di completamento tecnico e di revisione redazionale da distribuirsi nel triennio 2013-2015. L’ultimo, il Diario di Francesco Ferruccio Frisone, i cui disegni si vuole pubblicare on line, è un documento notevole che si vorrebbe legare alla Mostra e al Convegno sugli Imi di cui al punto 3: documenta in modo eccezionale per la qualità sia del testo sia dei disegni l’esperienza della prigionia dal settembre 1943 all’aprile 1945. 3. Mostre e convegni La mostra che si vorrebbe dedicare a Francesco Ferruccio Frisone si colloca in una più generale ripresa di attenzione verso il destino delle centinaia di migliaia di soldati e ufficiali deportati nei lager, gli IMI. Per questa ragione la mostra potrebbe essere lo stimolo per la promozione di un Convegno dedicato al tema, che negli ultimi tempi ha avuto un’attenzione significativa sia sul piano della comunicazione, sia sul piano dell’approfondimento delle conoscenze e della valutazione storiografica: il rifiuto opposto dalla maggioranza degli internati alle richieste di partecipare alla guerra fascista e nazista è una forma riconosciuta della resistenza italiana, accanto a quella dei militari, del movimento partigiano, dei civili. Interesse per l’iniziativa sia della mostra sia del convegno è stato manifestato dalle Associazioni militari e dal Comitato delle associazioni della Resistenza. La proposta di presentare la Mostra Libertà! Antifascites et Italiens en Isère, prodotta nel 2012 dal Musèe de la Résistence et de la Déportation de l’Isère si colloca nella rete di relazioni che Istoreto coltiva da anni con i vicini francesi e con le istituzioni culturali che svolgono in Francia le funzioni di memoria, di ricerca, di formazione di Istoreto. 4.Valorizzazione del Patrimonio Istoreto. Una parte importante dei molti materiali prodotti da Istoreto nel corso degli ultimi anni potrebbe per i 70° essere valorizzato adeguatamente rendendolo fruibile ad un pubblico ampio. Si è pensato alla realizzazione di un canale tematico presentato nel portale di Istoreto, ordinato cronologicamente, che potrebbe costituire un supporto molto valido per le attività di formazione anche a distanza sulle tematiche legate alla guerra, alla resistenza, alla shoah, ma anche a temi della contemporaneità ad esse connessi. -La proposta relativa agli Archivi della Resistenza valdese porterebbe alla fruizione estesa online di materiali ormai sistematizzati dal punto di vista archivistico, secondo la politica da tempo avviata da Istoreto, grazie al sostegno della Compagnia di S. Paolo della gestione informatizzata del patrimonio archivistico dell’Istituto. Si segnalano infine due iniziative che coinvolgono Istoreto in attività di ricerca e di formazione in collaborazione con altri enti. La prima prevede la collaborazione al Progetto Tre generazioni di donne tra XX e XXI secolo. Il progetto presentato dall’ANPI di Torino, ed elaborato con Istoreto, intende costruire una banca dati a partire dal Fondo Bianca Guidetti Serra. La banca dati sarà dedicata alle numerose testimonianze di donne torinesi e piemontesi che hanno attraversato momenti cruciali della storia del Novecento: la guerra e la resistenza, ma anche le vicende precedenti e successive. Istoreto fornirà le competenze necessarie, acquisite in attività di ricerca analoghe. Il data base potrebbe costituire il primo gradino di un percorso più complesso per il quale Istoreto e altri soggetti possono fornire materiali e competenze. La seconda iniziativa, che possiamo definire come Percorsi di formazione, prevede due articolazioni: in primo luogo la collaborazione alle iniziative che il Comitato di Coordinamento delle Associazioni della Resistenza in Piemonte e l’Anpi provinciale intendono assumere per ricordare momenti e fasi delle vicende 194345: sono previsti nei tre anni momenti di elaborazionecomunicazione ( lezioni, seminari integrati con testimonianze e strumenti di memoria)legati alle date più significative : marzo 1943, 25 luglio, 8 settembre ecc. A queste iniziative Istoreto fornirà il supporto scientifico e la collaborazione. L’altra iniziativa è più specificamente orientata alla scuola assumendo il tema della scelta come tema centrale da affrontare con una varietà di apporti scientifici, di materiali documentari e soprattutto di linguaggi diversificati: cinema, teatro, fotografia, coinvolgendo gli enti sul territorio depositari di competenze di comunicazione. L’ obiettivo è di fornire ai docenti percorsi di formazione innovativi e di coinvolgere gli studenti in esperienze di ricerca-approfondimento nelle quali possano utilizzare risorse diverse e in primo luogo le risorse del web. Istoreto farà da riferimento alla strutturazione delle esperienze predisponendo materiali di base (documenti on line, cronologie, piattaforme informatiche) , mettendo a disposizione modelli didattici ed esperienze già realizzate ( le cosiddette “buone pratiche”), che possano servire come riferimenti utili ai docenti sia per la discussione, sia per una possibile rielaborazione. Trieste - Istituto regionale per la Storia del movimento di liberazione 1. Progetto “Il lungo inverno del ‘43” Nel settembre 2013 sarà ricordato in Italia il settantesimo anniversario dell’inizio Resistenza e per i due anni successivi, altri appuntamenti segneranno l’avvicinamento al 2015, culmine delle celebrazioni per la fine della Seconda guerra mondiale. L’importante appuntamento riveste ulteriore significato per la storia della Venezia Giulia: la caduta del Fascismo, l’Armistizio, le particolari implicazioni che caratterizzarono l’occupazione tedesca della regione, con la costituzione della Zona d’operazioni “Litorale Adriatico” e le progressive divergenze, tra le forze della Resistenza italiana e quelle slovene e croate, sul destino politico del cosiddetto confine orientale italiano, segnarono una netta cesura del Novecento giuliano. Se da un canto, la produzione storiografica ha già esaminato e ricostruito le fasi politiche salienti, ha individuato gli snodi e le cesure, dall’altro quei venti mesi di guerra sono rimasti a lungo ostaggio di polemiche e denigrazioni, soprattutto a danno degli esponenti del CLN giuliano, accusato di non avere accettato un “fronte unico” con gli ambienti nazionalisti in funzione anticomunista e anti-jugoslava. Inoltre, nel clima del dopoguerra, gli esponenti del CLN giuliano sono stati oggetto di attacchi politici da parte delle forze filojugoslave con accuse di trasformismo, opportunismo e di continuità ideologica con il nazionalismo italiano. Per questi motivi, nel 1953, nel decennale della caduta del Fascismo e nel pieno dell’ultima crisi per Trieste, alcuni esponenti della Resistenza italiana diedero vita alla Deputazione regionale di storia del movimento di liberazione nel Friuli e nella Venezia Giulia, con l’impegno di conservare i documenti e raccogliere le testimonianze per realizzare le prime pubblicazioni di carattere storiografico di quell’esperienza, con la finalità di dimostrare che la Resistenza italiana nella Venezia Giulia rappresentava le medesime istanze di quella attiva nell’Italia settentrionale. Tuttavia il dibattito del secondo dopoguerra non ha affrontato pienamente il problema del collaborazionismo, rimasto a lungo sottostimato, e dei rapporti intercorsi tra la classe dirigente e l’occupatore tedesco, ma anche ad un livello di scala sociale inferiore, mentre altri nodi sono stati sciolti, soprattutto in relazione all’attività repressiva verso gli antifascisti e persecutoria contro la comunità ebraica. In tal senso, l’impegno della Deputazione, divenuta successivamente Istituto, è stato decisivo per la raccolta di documenti e testimonianze nella fase istruttoria del processo per i crimini della Risiera di San Sabba. Pertanto, l’occasione posta del settantesimo anniversario è colta nella duplice prospettiva di valorizzazione del patrimonio storico-scientifico dell’Istituto, dell’azione didattica rivolta al mondo della scuola, del bilancio sullo stato della ricerca e della divulgazione storica. Rimane inteso che il seguente programma è condizionato dalle attuali disponibilità finanziarie dell’Istituto e da auspicati contribuiti erogati dagli Enti preposti. Comunque le attività didattiche, di riordino archivistico e quelle poste già a calendario sono garantite. Primo modulo - La memoria civile Il primo modulo affronta il tema della Memoria civile con un ciclo di interventi inseriti nel calendario del “25 aprile”, con i seguenti appuntamenti pubblici: 17 aprile 2013 – Trieste, auditorium museo Rivoltella, presentazione del Rapporto della Commissione storica italotedesca. Interventi di Lutz Klinkhammer e Gian Carlo Bertuzzi, con la presidenza di Tristano Matta. 23 aprile 2013 – Trieste, Civico Museo della Risiera di San Sabba, presentazione del volume di Tristano Matta, Il lager di San Sabba. Dall’occupazione nazista al processo di Trieste (Beit, Trieste 2012). Intervento di Fabio Todero 23 aprile 2013 – Trieste, Civico museo della Risiera di San Sabba, visita guidata alla mostra allestita dall’Aned e dall’Irsml Fvg e curata da Dunja Nanut e Franco Cecotti, Testimoni, giudici, spettatori. Il processo della Risiera di San Sabba, Trieste 1976. 24 aprile 2013 – Trieste, Celebrazione del 60° anniversario di fondazione dell’Irsml Fvg; consiglio comunale di Trieste. Interventi del sindaco Roberto Cosolini, di Gian Carlo Bertuzzi (presidente Irsml Fvg) e Tristano Matta (direttore sc. “Qualestoria”). Secondo modulo - Lo stato della ricerca Un importante appuntamento sullo stato della ricerca in tema di “storia e memoria” è quello che si svolge a Trieste con la finalità di promuovere la realizzazione della “Casa della memoria”: 8-10 maggio 2013, Trieste – Provincia di Trieste, convegno per la costituzione della “Casa della memoria”: Storia e memoria. Conservare, tramandare e valorizzare la memoria. Programma di massima: Progetto realizzato e sostenuto dalla Provincia di Trieste in collaborazione con: Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste; Comune di Trieste, Civici Musei di Storia ed Arte; Istituto regionale per la Storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia; Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, Associazione Nazionale ex Deportati, Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti,; Associazione Volontari della Libertà, e con l’adesione della Comunità Ebraica di Trieste Mercoledì 8 maggio Presentazione degli itinerari sostenuti dalla Provincia di Trieste. Luoghi, figure e memorie a Trieste: progetti 2012/2013. Interventi di: Associazione culturale Quarantasettezeroquattro, “Strade della memoria - Archivio della memoria delle aree di confine”; Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione, “Un percorso tra i luoghi della tolleranza e dell'inclusione della Provincia di Trieste: una guida” Inaugurazione di una mostra. La mostra rimane aperta dal 9 maggio al 9 giugno 2013, ingresso gratuito Teatro Miela, proiezione film Giovedì 9 maggio Memoria e oblio Presiede Giacomo Todeschini, Università degli Studi di Trieste; interventi di: Ilan Greilsammer, Bar Ilan University, Tel Aviv; Sabina Loriga, EHESS, Paris; Alberto Burgio, Università degli Studi di Bologna; Guri Schwarz, Università di Pisa; Discussant, Simon Levis Sullam, Università di Venezia. L’Era del testimone Presiede Marta Verginella, Università di Liubljana; interventi di: Annette Wieviorka, CNRS, Paris Valentina Pisanty, Università di Bergamo; Josè Brunner, Tel Aviv University, Tel Aviv; Discussant, Giovanni Contini, Università di Firenze. Teatro Miela, proiezione film Venerdì 10 maggio Violenza e lutto Presiede Anna Vinci, Università di Trieste; interventi di: Gabriella Gribaudi, Università di Napoli; Marcella Ravenna, Università di Ferrara; Marcello Flores, Università di Siena; discussant, Tullia Catalan, Università di Trieste Musei, memoria e storia Presiede Maria Masau Dan, Direttore dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste e del Civico Museo Rivoltella; interventi di: rappresentante del Museo Ebraico di Berlino; Camillo Zadra, direttore del Museo di Guerra di Rovereto; un rappresentante del Museo Diffuso di Torino o del Museo della Storia di Bologna. Teatro Miela, proiezione film Terzo modulo - Le fonti Nel corso del 2013 si completerà il riordino del fondo archivistico dell’Istituto, per le sezioni: “Novecento – Friuli” e “Novecento Venezia Giulia”. Pur mantenendo i criteri e l’impianto originario delle raccolte, si è reso necessario sistemare nuovi documenti emersi da un riordino più attento del deposito e la collocazione coerente di fonti acquisite nell’ultimo decennio in seguito a campagne di ricerca, di versamenti o di donazioni di privati. La nuova documentazione completa le raccolte originarie e permette di ottenere un quadro più ampio di alcune vicende storiche. In particolari sono state recuperate importanti traduzioni in lingua italiana di opere della storiografia jugoslava, memorie e testimonianze raccolte negli anni sessanta-settanta, corrispondenza privata di antifascisti confinati, documenti prodotti da istituzioni pubbliche e formazioni partigiane operanti in Friuli, in Slovenia e in Istria. Il riordino si completerà con la cura di indici suppletivi ad integrare quelli attualmente pubblicati. Inoltre l’Istituto pubblicherà sul proprio sito una cinquantina di documenti originali, riferiti ai principali avvenimenti dell’autunno ’43, quale contributo di libero accesso alle “fonti per la storia”. Quarto modulo - La didattica Particolare attenzione è stata rivolta al mondo della scuola, in forza di un’intesa quadriennale stipulata tra l’Istituto, l’Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia e l’Area educazione del Comune di Trieste. Tale intesa prevede una serie di interventi didattici in aula e sul territorio, in cui l’Istituto assume il ruolo di agenzia formativa permanente. L’attività didattica prevede due specifici progetti: il primo è riferito all’Intesa, di seguito esplicitata, e il secondo riguarda la realizzazione, su base biennale, di un plastico e di un sussidio didattico sulla Risiera di San Sabba e l’ex Centro raccolta profughi di Padriciano. Quest’ultimo, doveva essere avviato già nel corso dell’anno scolastico 2012-13, ma alcuni ritardi organizzativi da parte della scuola cooperante, ha limitato per ora, l’intervento alla sola fase propedeutica. Si conta di avviare la fase realizzativi con l’anno scolastico 2013-14. Intesa quadriennale (2012 – 2016) Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giuli Comune di Trieste - Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia, per un servizio educativo integrato rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado, nonché ai ricreatori comunali, con proposte di percorsi didatticoformativi. Nello specifico: Il momento delle scelte – laboratorio didattico di storia simulata Il lungo Novecento – itinerario urbano Il confine orientale: luoghi e spazi – Risiera di San Sabba, Monumento nazionale della foiba di Basovizza, Museo dell’ex centro raccolta profughi di Padriciano Progetto biennale per la realizzazione di un plastico e di un sussidio didattico in 3 D della Risiera di San Sabba e dell’ex Centro raccolta profughi di Padriciano (Trieste). In collaborazione con l’Istituto Tecnico Statale “Max Fabiani”, indirizzo: costruzione, ambiente e territorio (Trieste). Quinto modulo - Le pubblicazioni L’Istituto promuove tre pubblicazioni, curandone la redazione scientifica e l’inserimento nella propria collana di studi “Quaderni di Qualestoria”. Franco Cecotti curerà la pubblicazione di una serie di testimonianze di ex partigiane, in gran parte inedite, raccolte assieme a Dunja Nanut. La pubblicazione avrà il sostegno dell’Anpi di Trieste. Franco Miccoli, con la collaborazione di Fabio Todero e Raoul Pupo, pubblicherà una monografia sull’esperienza dei Carabinieri a Gorizia, tra il 1943 e il 1945, tratta da testimonianze e memorie di ex militari dell’Arma. Gian Carlo Bertuzzi e Roberto Spazzali pubblicheranno un’antologia di scritti inediti ed interventi pubblici di Galliano Fogar (1921-2011), già presidente e segretario dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, intitolata: Per questa generazione non c’è congedo. Galliano Fogar: tra memoria storica e impegno civile (1965-2002). 2. Progetto La Risiera di San Sabba: proposte di ricerca Motivazioni Nel gennaio del 2013 l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia ha promosso – assieme all’Aned e alla Biblioteca Slovena di Trieste – l’allestimento di una mostra dedicata al processo per i crimini commessi nel Lager della Risiera di San Sabba dalle formazioni tedesche che avevano occupato la regione e istituito il Litorale Adriatico, un esteso territorio sottoposta ad un rigido controllo diretto. Tale processo, svoltosi nel 1976, ha favorito, a suo tempo, la raccolta di una importante documentazione utilizzata sia in sede giudiziaria, che nella ricostruzione storica (vedi gli scritti di G. Fogar, E. Collotti, T. Matta, M. Coslovich e altri). È tuttavia necessaria una rilettura sulla base di nuovi metodi di ricerca storiografica e completata mediante la ricerca di fonti relative sia all’occupazione nazista, sia all’attività repressiva attuata alla Risiera. La documentazione processuale va integrata, confrontandola con l’attività giudiziaria tedesca nel periodo 1990-2010 e con le risultanze delle ultime iniziative giudiziarie in Italia (tra 2005 e 2011), stimolate dalla scoperta di un intero armadio di denunce “provvisoriamente archiviate”. Proposte In occasione del settantesimo anniversario dell’inizio della Resistenza si intende attuare le seguenti iniziative in collaborazione con l’Aned e la Biblioteca Slovena di Trieste: 1- Pubblicazione di un’edizione critica dell’Istruttoria scritta dal giudice Sergio Serbo, incaricato delle indagini che hanno reso possibile il processo. L’Istruttoria è un testo fondamentale e complesso: si ritiene che un’introduzione, una serie di note esplicative, un indice dei nomi e dei luoghi e una dotazione di carte geografiche schematiche, renderebbero l’Istruttoria un testo fruibile da un largo pubblico e di grande interesse per la ricerca storiografica. Una biografia del giudice istruttore è necessaria come riconoscimento dell’impegno da lui profuso per la realizzazione del processo. 2- Analisi dettagliata dei messaggi lasciati dalle vittime, sia come graffiti alle pareti della struttura repressiva di Trieste, sia come biglietti e lettere fatte giungere ai parenti. Una ricognizione dei segni ricopiati dalle pareti della Risiera nei primi giorni dopo la fuga dei tedeschi (in primis quelli di Diego De Enriquez) e la ricerca di altri eventuali segni ancora presenti sulle pareti e sulle porte delle celle, permetterebbe un’analisi dettagliata delle modalità di scrittura, l’inventario delle persone segnate e la loro provenienza, la data della loro presenza nel Lager. Negli ultimi decenni sono stati individuati alcuni testi usciti dalla Risiera (pochi), che vanno uniti con quelli già noti e spesso non pubblicati: tali testimonianze meritano una antologizzazione, per quanto limitata, da mettere a disposizione dei ricercatori. 3- Indagine sulle vittime della Risiera e sui sopravvissuti. Quanti morirono alla Risiera di San Sabba sono in genere ignoti, di alcuni si conoscono i nomi e null’altro, di un numero limitato (responsabili politici di rilievo ) si conosce la biografia. È utile raccogliere dati biografici per un numero più ampio possibile di vittime e organizzarli in un Data Base, da mettere a disposizione di ricercatori e parenti. Organizzazione Punto 1- la documentazione si trova negli archivi dell’ l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, dell’Aned e della Biblioteca Slovena di Trieste. La trascrizione dell’Istruttoria è già disponibile e il lavoro di documentazione e stesura degli apparati critici confluiranno in un volume. Punto 2- la documentazione si trova negli archivi già citati e presso l’Archivio di Stato di Lubiana (di cui sono stati già individuati i fondi). Punto 3- la documentazione non è disponibile, se non in minima parte, negli archivi citati. La ricerca prevede l’individuazione delle famiglie di origine delle vittime e la raccolta di testimonianze orali, e fonti documentali e fotografiche da archivi privati. Tempi di realizzazione Punto 1 la realizzazione è prevista per dicembre 2013gennaio 2014. Punto 2: la realizzazione è prevista per giugno-settembre 2014. Punto 3: la realizzazione è pluriennale, da avviarsi in autunno 2013 e concludersi nella primavera 2015. Promotori e Organizzatori Franco Cecotti, Stefano Fattorini, Tristano Matta, Nanut, Anna Vinci . Dunja B) Conferenze e dibattiti Il progetto relativo alla Risiera sarà affiancato da una serie di incontri, conferenze e dibattiti su alcune questioni rispetto sulle quali sono disponibili elaborazioni di buon livello e materiale d’archivio ancora inedito. Questi i nodi tematici proposti, che saranno attuate dal 2013 al 2014: 1- Il sistema repressivo nazista nel Litorale Adriatico. La Caserma Piave di Palmanova e l’Ispettorato speciale di PS della Venezia Giulia costituiscono le espressioni più atroci di un “sistema” che va messo in luce compiutamente. Uomini, strutture; carnefici e vittime. La Risiera è inserita in questo reticolo, pur giocando un ruolo affatto peculiare. È di grande interesse capire come tutto ciò abbia creato un modello repressivo che non si esaurisce con la seconda guerra mondiale. 2- Le stragi naziste nel Litorale Adriatico. La disponibilità di recenti studi e fonti è sufficiente per una riflessione sulle violenze naziste nel Litorale Adriatico più ampia rispetto al passato, tenendo conto della necessità di elaborare un modello interpretativo nuovo rispetto alle stragi condotte in questi territori. 3- Collaborazione, complicità, accettazione, opposizione: vivere nel Litorale tra il 1943 e il 1945. I margini di discussione su tali tematiche sono ancora notevoli e toccano punti sensibili della realtà politica e sociale della Venezia Giulia. 4- Resistenza/resistenze. È quanto mai necessaria una buona divulgazione che tenga conto della complessità di questo tema. Conferenze, dibattiti ed eventuali mostre fotografiche, saranno proposte al pubblico negli spazi messi a disposizione dalla Provincia di Trieste, nell’ambito del progetto Casa della Memoria. Varallo (Verbanio Cusia) - Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea Partigianato meridionale In collaborazione con il Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana della Regione Piemonte e con gli altri istituti piemontesi è partita una ricerca sul partigianato di origine meridionale che ha partecipato alla Resistenza nel territorio regionale, a partire dalla banca dati realizzata sulle schede del Ministero della Difesa in occasione del 50° anniversario della Liberazione. L’indagine seguirà la duplice impostazione quantitativa e biografica, con l’intento di approfondire una parte importante della memoria unitaria e con l’obiettivo di allargare la collaborazione anche agli istituti meridionali della rete. Giornali alla macchia Il portale “Giornali alla macchia” è già attivo ed è stato presentato al pubblico e reso disponibile online dal dicembre 2012. Il progetto è svolto in collaborazione con l’Istituto di Novara e prevede la digitalizzazione della stampa partigiana del periodo clandestino ma anche del dopoguerra, per quanto riguarda le testate principali uscite con regolarità (La Stella Alpina, già caricata e Baita, in fase di caricamento). Sono in corso le ricerche nelle emeroteche e negli archivi per individuare tutti i materiali utilizzabili, compresi i giornali murali. Progetto “La Resistenza al femminile” Si tratta di un progetto pluriennale dell’Istituto, articolato in varie fasi che prevede di studiare la dimensione quantitativa della partecipazione delle donne alla vita partigiana nelle formazioni del territorio, operazione preliminare agli approfondimenti di carattere qualitativo riferiti alle differenti modalità del contributo femminile alla lotta di Liberazione. Per quanto riguarda lo studio della dimensione quantitativa, si prevede come primo obiettivo del progetto di integrare la banca dati del partigianato realizzata in occasione del 50° anniversario della Liberazione con la documentazione relativa alle donne partigiane che hanno inoltrato la domanda per il riconoscimento delle qualifiche in base al decreto luogotenenziale del 21 agosto 1945, n. 518 conservata nell’archivio del distretto militare di Vercelli. Il secondo obiettivo del progetto è quello di censire tutte le fonti utili allo studio della partecipazione femminile locale alla Resistenza, in particolare i materiali scritti (fondi d’archivio, pubblicazioni, articoli di giornale, diari, saggi, tesi di laurea etc), gli archivi sonori e audiovisivi pubblici, o di uso pubblico, e privati. Il terzo obiettivo del progetto è quello di raccogliere le ultime memorie di protagoniste e testimoni della lotta di Liberazione mediante il sistema delle videointerviste. Progetto “Cronologia della Resistenza” L’Istituto dispone di una ricostruzione cronologica dei venti mesi della Resistenza realizzata dal giornalista Ete Stucchi ma ancora inedita; si tratta di uno strumento attualmente ad uso interno che necessita di verifiche, integrazione e in qualche caso di modifiche e correzioni. L’obiettivo è quello di integrare ed emendare il lavoro di Ete Stucchi e di renderlo disponibile on line. Spettacoli Si prevede l’allestimento di un recital di poesie e canzoni dedicate al tema della Resistenza, a partire dallo spettacolo realizzato nel 2006 in occasione del Festival della poesia civile di Vercelli, intitolato “Il cuore d’improvviso ci apparve in mezzo al petto”. Convegni Al momento l’Istituto sta lavorando al progetto di un convegno da realizzarsi sabato 7 settembre 2013 nell’ambito delle iniziative per il 40° anniversario della concessione della medaglia d’oro al valor militare alla città di Varallo per la Valsesia. Il convegno si inserisce tra le iniziative realizzate dall’Anpi a rilievo nazionale. Il convegno sarà incentrato sul tema dell’armistizio e delle prigionie (Cefalonia, Imi, deportati, prigionieri alleati in fuga verso la Svizzera o tra le formazioni partigiane); la formula prevede, accanto ad interventi di profilo accademico, la valorizzazione delle recenti ricerche e pubblicazioni dell’Istituto su questi temi Pubblicazioni Si prevede entro il corrente anno la pubblicazione di un volume su Cino Moscatelli e del diario della dottoressa partigiana Anna Marengo Vicenza - Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea Progetti anniversario 1943-1945 • Vicenza, 24 aprile 2013: conferenza-spettacolo Vite Bandite, di Emilio Franzina e gli Hotel Rif • Vicenza, Primo Maggio 2013: commemorazione spettacolo incentrata su I piccoli maestri, con Bepi De Marzi, Carlo Presotto, Roberto Pellizzaro • Schio, 4 giugno 2013: Convegno: Alpini e Resistenza. • Presentazione del II vol. del libro di P. Savegnago, Le Organizzazioni Todt e Poll in provincia di Vicenza, relatori Roberto Spazzali e Lorenzo Gardumi, Vicenza, 1 giugno 2013; Noventa, aprile 2013; Bassano settembre 2013. • IV Ciclo di incontri, a.s. 2013-14, per insegnanti e studenti dell’ultimo anno della Scuole Secondarie Superiori, sulle manipolazioni della memoria, a partire dalla memoria della Resistenza • Laboratori di Storia del’900, da effettuarsi nelle scuole secondarie di I e II grado a partire da documenti d’archivio, sulla base di “pacchetti” predisposti dalla sezione didattica dell’Istrevi. Specificatamente per il settantesimo degli eventi relativi al 1943: “Vicenza Resistente tra storia e memoria” • Lezione Giuriolo, maggio 2013 • Riproposizione del “Pellegrinaggio civile” sui luoghi de “I piccoli maestri”, realizzato lo scorso anno con grande seguito. • Autunno 2013: Cinema Resistente: ciclo di proiezioni, rivolto a tutta la cittadinanza, con introduzione, presentazione e visione dei seguenti film: • Achtung Banditi! I ribelli della montagna, di Carlo Lizzani 1951; • Gli sbandati, di Francesco Maselli, 1955; • L’Agnese va a morire, di Giuliano Montaldo, 1976; • I piccoli maestri Daniele Lucchetti, 1998; • Il partigiano Johnny, di Guido Chiesa, 2000. Pubblicazioni • Pubblicazione dei “Quaderni inediti” di Antonio Giuriolo, a cura di Renato Camurri, ed. Marsilio 2013. • Pubblicazione del libro di Sonia Residori, La Legione Tagliamento nel vicentino, ed. Cierre; • Scritti vicentini di Ettore Gallo, a cura di G. Pupillo • Raccolta di saggi di E. Gallo, a cura di G. Pupillo, sui temi Resistenza, Repubblica, Costituzione. • Pubblicazione del I vol. dell’Atlante storico-geografico della Resistenza vicentina, a cura di Benito Gramola; • In preparazione un saggio su: Il Liceo Ginnasio “Pigafetta”, di Vicenza, specchio delle trasformazioni politico culturali in atto negli anni 1940-1945. Sezione didattica, progetto “Vicenza Resistente” Nel 2013 ricorre il settantenario del 1943: l’anniversario può diventare un’importante occasione per la diffusione della memoria della Resistenza nel vicentino presso gli studenti. Pertanto nell’anno scolastico 2013-14 la sezione didattica dell’Istituto Storico della Resistenza di Vicenza presenterà alle Istituzioni Scolastiche due proposte di lavoro: - realizzazione di laboratori didattici rivolti ai propri studenti sul periodo resistenziale nel vicentino; - partecipazione ad un concorso. Per lo svolgimento dell’attività si chiederà la collaborazione, oltre che degli istituti e dei docenti interessati, dell’Ufficio Scolastico territoriale di Vicenza per la diffusione dell’iniziativa e dei materiali/iniziative/attività prodotti. Studenti delle scuole secondarie di I e II grado della Provincia di Vicenza Laboratori didattici Proposta di laboratori da effettuarsi nelle scuole secondarie di I e II grado a partire da documenti d’archivio in possesso dell’Istituto sulla Resistenza a Vicenza. I docenti potranno effettuare essi stessi il laboratorio con i documenti forniti, oppure chiedere l’intervento di un docente esperto dell’ISTREVI. LABORATORI PROPOSTI • Analisi di documenti delle brigate partigiane • I piccoli maestri →collegamento storia - letteratura • Donne e Resistenza a Vicenza • La narrazione storica resistenziale nei testi scolastici: analisi e confronto OBIETTIVI - Conoscere episodi salienti della Resistenza nel vicentino; - comprendere le differenze tra storia e memoria; - analizzare i documenti proposti e interpretarli; - valutare diversi tipi di fonti, leggere documenti storici differenti, confrontare diverse tesi interpretative, al fine di comprendere i modi attraverso cui gli studiosi ricostruiscono la storia; - comprendere i collegamenti tra storia e letteratura, con particolare riferimento alla storia, al territorio e ad autori vicentini; - collocare la storia locale all’interno di un quadro nazionale, europeo mondiale. DESTINATARI CONCORSO RIVOLTO A TUTTE LE SCUOLE A tutte le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado sarà proposto inoltre un concorso. Esso prevede la raccolta di fotografie, testimonianze orali o scritte, racconti, lettere, e qualsiasi altro documento materiale relativo al periodo della Resistenza che gli studenti possono ritrovare. Le scuole informatizzeranno i documenti e li invieranno all’ISTREVI per la loro conservazione nell’Istituto. Il concorso verterà sulla valutazione di ciò che la scuola ha prodotto a partire dai documenti trovati: testi storici, racconti, produzioni multimediali, testi teatrali, ecc. COLLABORAZIONI Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza, Museo del Risorgimento, Comune di Vicenza