— 82 — CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 7 TORNATA DEL 22 DICEMBRE 1866 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE AVVOCATO MARI SOMMARIO. Istanza del deputato Corte per la nomina della Commissione del bilancio. = Congedi e osione. =. Commissione per l'indirizzo. — Annunzio d'interpellanze, del deputato Castagnola, intorno alla costruzione della ferrovia ligure, e del deputato Friscia circa i fatti di Palermo. — Relazione sull'inchiesta ordinata per l'elezione di Zogno — Il deputato Cantù si oppone all'annullamento proposto, il quale è ammesso — Annullamento dell'elezione di Lendinara, e convalidamelo di quella di Pieve di Cadore. = Prima votazione per la nomina di Commissioni permanenti — Relazioni presentate dal Ministero sopra i servizi dipendenti dal Ministero dell' interno per il 2' semestre : sui sussidi distribuiti ai maestri elementari : sugli atti della Corte dei conti, e presentazione di progetti intorno alle scuole degli adulti ed all'istruzione classica secondaria — "Relazione fatta dal deputato Camerini, e discussione del progetto di legge per proroga delle iscrizioni ipotecarie alle corporazioni religiose — Adesione del ministro guardasigilli alla modificazione— Osservazione del ministro dell'interno sull'interpellanza Friscia —• Le due interpellanze sono rinviate. — Relazione fatta dal deputato Minghetti, e discussione del progetto di legge per l'esercizio provvisorio del bilancio — Osservazioni dei deputati La Porta, Maiorana-Calatabiano, Tofano, Papa e De Boni — Voti motivati dei deputati Friscia-Fanelli, Bel Zio, Nervo — Dichiarazioni del ministro per le finanze — Si passa sovr'essi all'ordine del giorno secondo la proposta del deputato Di San Donato — Aggiunta del deputato Nervo all' articolo, oppugnata dal relatore, e ritirata — Gli articoli sono approvati — Dichiarazione del ministro per la guerra in risposta al deputato Corte — Proposta del deputato Di San Donato circa Vaggiornamento delle sedute al ì 0 gennaio, approvata dopo osservazioni del deputato Asproni = Votazione ed approvazione dei due schemi di legge discussi. = Ozione = Sorteggio di deputazione. La seduta è aperta alle ore 1 1{4 pomeridiane. gli sia accordata la pensione che si concede agli altri MACCHI, segretario, dà lettura del processo verbale frati, quantunque egli, per sostentare la famiglia, abbia dovuto lasciare il chiostro. della seduta antecedente, che è approvato. 11.304. Vico Francesco, di Catania, si rivolge alla Camera per ottenere di venire riconfermato nel grado PETIZIONI E OMAGGI. di capitano aiutante maggiore, che gli fu conferito BERTBA, segretario, legge il sunto delle petizioni e dalla siciliana rivoluzione del 1848. l'annunzio degli omaggi. 11.305. La Giunta municipale di Galatina, in Terra d'Otranto, dimostrato il suo diritto di proprietà su alcuni beni stabili destinati alla pubblica istruzione, PETIZIONI. chiede che i medesimi vadano esenti dal far parte del11.300. Il sindaco e 18 cittadini del comune di Po- l'asse ecclesiastico, e che conseguentemente siano liberi migliano d'Arco, provincia di Napoli, invocano prov- della prestazione di qualsivoglia pensione. 11.306. Gli impiegati addetti al dazio-consumo nelle vedimenti atti a frenare l'aggiotaggio sulla carta-moprorincie di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna doneta. 11.301. La Giunta comunale di Nicosia, provincia mandano che il loro stipendio venga parificato a quello di Catania, chiede la conservazione delle sottoprefetture degli altri impiegati, e sia dato effetto alle promozioni alle quali hanno diritto. e dei tribunali circondariali. 11.307. Barzaghi Napoleone, sottotenente nel bat11.302. I Consigli comunali dilsnello e di Collesano, circondario di Cefalù, ricorrono per ottenere conser- taglione di figli di militari in Maddaloni, domanda di essere annoverato nel ruolo degli uffiziali in servizio vata la sottoprefettura di quel circondario. 11.303. Calabro padre Baldassarre, dell'Ordine dei attivo e reintegrato nella sua anzianità. 11.308. Ferretti Bartolomeo, già sotto-aiutante conMinimi di Milazzo, ripete alla Camera l'istanza perchè - 33 TORNATA DEL 2 2 DICEMBRE tabile nell'ospedale militare della marina in Genova, rappresenta i servigi prestati e i patimenti sofferti per cause politiche, e chiede che, a guisa di quanto praticossi nel 1848 a favore dei sotto-ufficiali compromessi nel 1821, gli venga accordato il meritato compenso. 11.309. La Camera di Commercio ed arti della provincia eli Macerata rivolge alla Rappresentanza nazionale calda preghiera per la revoca dei decreti 28 giugno ed 8 settembre dell'anno corrente relativi alle tasse scolastiche. 11.310. Gatto Antonio, dimorante in Napoli, si rivolge alla Camera affinchè voglia provvedere che dal ministro della guerra venga rilasciato il congedo assoluto all'unico suo figlio Giovanni, soldato nel 58° reggimento fanteria. • 11.311. Melimi Luigi, dimorante a San Ruffino, comune di Scandiano, provincia di Reggio nell'Emilia, chiede gli sia continuato l'assegno di lire 380 che godeva da 20 anni sulle Casse dello Stato in compenso de' suoi servigi militari. 11.312. Raisa Carlo, domiciliato in Firenze,domanda che venga modificata la legge sul reclutamento militare e che sia reso libero il figlio, dal giorno in cui egli rimane unico. 11.313. La Giunta municipale di Codigoro, provincia di Ferrara, si rivolge alla Camera per ottenere ripristinato in quel comune l'ufficio di registro e bollo. 11.314. La Camera di commercio ed arti di Parma s'associa alla petizione inoltrata da quella di Macerata, relativa alle tasse scolastiche. 11.315. Il Consiglio comunale di Sant'Angelo di Brolo, provincia di Messina, rappresentata la deplorabile condizione finanziaria di quel comune, chiede che in via di eccezione gli venga rilasciata almeno la metà dei beni appartenenti alle cinque corporazioni religiose già esistenti in detto comune, e che siano condonati a quegli abitanti i debiti arretrati. 11.316. De Capua conte Carlo, da Campobasso, si rivolge nuovamente alla Camera per ottenere di venire ammesso al godimento di una commenda dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. 11.317. Baldari Augusto, sacerdote ex-eremita camaldolese, ricorre per ottenere la pensione assegnata dalla legge ai religiosi professi. OMAGGI. Monsignor abbate di Montecassino — 1 esemplare del Codice cassinese della Divina Commedia. Luigi Salmin e Antonio Padovani, librai di Padova — 1 esemplare su carta reale dello : Statuto fondamentale del Begno che per cura d'una società da loro promossa venne ristampato a 30,000 copie ed offerto qual dono patriotico al popolo della Venezia. Sindaco di Perugia — 1 esemplare dell' indirizzo col quale offrivasi da quel municipio a S. M. il Re uno SESSIONE 1867 — CAMERA DEI DEPUTATI — Discussioni 5 1866 stipo a tarsio e mosaico, opera di Alessandro Montenesi, perugino, per acchiudervi la Corona d'Italia. Deputato Bellazzi — 10 esemplari del suo libro : Prigioni e prigionieri del Begno d'Italia. Prefetto di Parma — 16 esemplari degli atti di quel Consiglio provinciale durante la Sessione straordinaria del 1866. Ministro di agricoltura e commercio — 12 copie delle Osservazioni Meteorologiche, fascicoli 12,16,19, fino al 38 e 39. Ministro della giustizia e dei culti — 450 esemplari della Belatone della Commissione di sorveglianza sulla Cassa ecclesiastica. Ministro dell'istruzione pubblica — 13 esemplari dell' Annuario della pubblica istruzione per l'annolQfà e 1866. Presidente della Camera dei procuratori di Firenze — 3 copie dei Buoli dei procuratori predetti per l'anno giudiziario 1866. Professore Luigi Stocchi da Rossano (Calabria) — 10 esemplari del discorso da lui pronunziato in Rossano in occasione della festa nazionale e altri 10 esemplari del suo inno di guerra. Presidente del regio istituto lombardo — 1 esemplare delle proposte del professore Amati sui confini e denominazioni della regione orientale. Ministro delle finanze — 12 esemplari del 5° volume della raccolta di leggi, decreti e regolamenti sulle dogane e privative. Raffaele Puliga da Cagliari — 10 copie d'un suo opuscolo intitolato : La Sardegna e le sue miniere. Pavone Giuseppe, maestro elementare in Trivento (Molise) — 1 esemplare di alcune sue poesie sul generale Garibaldi. Avvocato Fiani già procuratore alla Corte di cassazione di Firenze — 1 copia del suo lavoro che ha per titolo : Le disposizioni del nuovo Codice civile intorno alle successioni intestate. Prefetto di Ancona — 6 esemplari degli atti di quel Consiglio provinciale della Sessione straordinaria del 1866. G. B. Lantieri da Napoli, ex-ufficiale della fanteria di marina 4 esemplari d'un suo opuscolo sulla marina italiana, intitolato : Bianchi e Negri. Salerno Antonio, sindaco di Serra San Bruno (Calabria) — 1 copia del discorso da lui pronunciato nella festa dello Statuto. Ministro della giustizia — 3 esemplari della statistica giudiziaria civile e commerciale dell'anno 1863, — 5 copie dei processi verbali delle sedute della Commissione speciale per le modificazioni di coordinamento delle disposizioni del Codice civile, fascicoli 3, 4, 5 e 6. Avvocato Francesco De Vincenti da Varese — 200 copie d'un suo scritto intitolato : Un miliardo senza onere d'interesse al regno d'Italia. - 84 CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 7 Prefetto eli Teramo — 4 esemplari degli atti provinciali di quel Consiglio nella Sessione 1865. Un anonimo da Firenze — 3 copie d'un saggio sulla diminuzione delle tasse ed abolizione del debito pubblico. Presidente della-Camera commerciale di Genova — 3 esemplari della relazione sul commercio, la navigazione e l'industria del distretto di detta Camera. Presidente del Consiglio delle ferro vie dell'alta Italia — 6 esemplari della relazione del Consiglio d'amministrazione sull'Assemblea generale del 18 aprile 1866. Ministero dei lavori pubblici — 2 copie dei fascicoli di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre del Bollettino telegrafico. Costa Vincenzo da Cuneo — 400 esemplari d'un suo opuscolo sul modo di pagare i debiti del regno d'Italia. Prefetto di Principato Citeriore — 6 esemplari degli atti provinciali di quel Consiglio nella Sessione del 1865. Prefetto di Porto Maurizio —• 6 esemplari degli atti provinciali di quel Consiglio nella Sessione del 1865. Prefetto di Forlì — 2 esemplari degli atti provinciali di quel Consiglio nella Sessione del 1865 e sedute straordinarie del 1866. Prefetto di Trapani — 2 esemplari degli atti provinciali di quel Consiglio nella Sessione del 1865. Avvocato cavaliere Cibrario da Torino — 20 copie della relazione del cavaliere Danna sull'impianto d'un istituto politecnico in Torino e del programma del professore Heer per la sezione commerciale, amministrativa, finanziaria. Conte Luigi Agostino Casati da Milano — un esemplare della di lui opera intitolata : La guerra di Ghioggia e la pace eli Torino. Commendatore Fenicia da Napoli — 2 esemplari del suo canto didascalico sulla morte. Professore Luigi Chierici da Bologna — 2 esemplari delle parole da lui pronunciate nel funerale pei caduti in guerra. Giulio Petroni e Nereo Dominicucci — 1 esemplare della loro memoria sugli stabilimenti di beneficenza di Napoli. Direttore generale della Banca nazionale — 10 copie del rendiconto dell'esercizio della Banca nell'anno. 1865. Prefetto della provincia di Pavia — 6 esemplari degli atti del Consiglio provinciale di Pavia dell'anno 1865. Ministero dei lavori pubblici — 5 copie dell'indice generale degli uffici telegrafici. Ministero d'agricoltura, industria e commercio — 12 copie della statistica del regno d'Italia e industrie manuali della provincia di Parma. Sindaco della città di Torino — 1 copia dell'elenco degl'inscritti nelle liste di quel comune per la leva della classe 1846. De Gioanni Gianquinto di Pavia — 5 copie di un suo scritto intitolato : Tribunale competente a giudicare i senatori e generali d'armata imputati di reati militari. Pirondi e Fabre, dottori, da Parigi — 1 copia di un loro scritto intitolato : Studio sommario sulVimportazione del colèra e i mezzi di prevenirlo. Prefetto della provincia di Basilicata — 4 copie degli atti del Consiglio provinciale della Sessione straordinaria 1866. De Riso Ippolito, deputato — 5 copie di un suo scritto intitolato : Bichiami al Governo sulla media Calabria. Prefetto della provincia di Cremona — 4 esemplari degli atti di quel Consiglio provinciale riferibili alla Sessione stfaordinaria del 1866. Deputazione provinciale di Bologna — 1 copia degli atti della Sessione straordinaria tenuta da quel Consiglio provinciale nel 1866. Deputato Mario Rizzari — 2 copie di un suo scritto intitolato : Prestito Nazionale e il Corso coattivo dei biglietti fiduciari. Prefetto della provincia di Palermo — 2 esemplari d'una sua relazione intorno alle condizioni di quella provincia e proposte fatte al Consiglio provinciale. Prefetto di Reggio nell'Emilia — 2 esemplari di un suo discorso pronunciato nell'aprire la Sessione ordinaria del Consiglio provinciale del 1866. Prefetto della provincia di Modena — 2 copie degli atti di quel Consiglio provinciale riferibili alle Sessioni straordinarie e ordinarie dell'anno 1865. Consiglio di amministrazione della Cassa dei risparmi in Forlì — 6 esemplari del resoconto della gestione di quella Cassa dell'anno 1865. Professore Giacomo Treves — 5 copie: Lezioni elementari di diritto civile ad uso del popolo. Ministro dell'interno — 5 copie del Calendario generale del regno per il 1866. Prefetto della provincia di Reggio Emilia — 4 esemplari degli atti di quel Consiglio provinciale, riferibili alle Sessioni ordinaria e straordinaria dell' anno 1865. Direzione generale delle gabelle — 10 esemplari di una relazione sulle prestazioni delle guardie doganali mobilizzate per la guerra. Persano conte Carlo, ammiraglio — 3 esemplari: Belazione sui fatti di Lissa. Prefetto della provincia di Ravenna — 2 esemplari degli atti di quel Consiglio provinciale, riferibili alla Sessione straordinaria dei giorni 31 luglio e 7 agosto 1866. Commèndatore deputato Sella, regio commissario di Udine — 1 copia della raccolta delle leggi ed ordinanze sulle imposte per atti civili, documenti, scritti ed atti d'ufficio. Prefetto della Calabria Citeriore — 10 esemplari — 35 TORNATA DEL 22 DICEMBRE 1 8 6 6 degli atti di quel Consiglio provinciale nella Sessione del 1865. Direttore del periodico senese II Libero cittadino — 10 copie di un articolo estratto dal medesimo sul patrimonio ecclesiastico e sul credito fondiario in Italia. Prefetto di Novara — 4 esemplari degli atti di quel Consiglio provinciale nella Sessione ordinaria del 1866. Giuseppe Camusso di Genova — 12 copie di un fascicolo del giornale da lui diretto intitolato : Le piccole miserie. Prefetto di Terra di Bari — 8 esemplari degli atti' di quel Consiglio provinciale durante la Sessione del 1865. Avvocato Carlo Carfora da Firenze — 20 copie d'un suo opuscolo avente per titolo : Di una legge sulla ricchezza fondiaria. Prefetto di Sondrio — 2 esemplari della statistica generale di detta provincia. Professore Reviglio, rettore dell' Università di Sassari — 6 esemplari delle notizie storiche di dettaUniversità, raccolte dal già suo presidente il barone Pasquale Tola. Conte Porro, presidente della Commissione centrale di beneficenza della Lombardia — 5 copie del bilancio delle Casse di risparmio pel 1865. Ministro della guerra — 400 copie della relazione del generale Torre sulla leva dei giovani nati nell'anno 1844. Professore cavalier Domenico Turazza da Bologna — 1 esemplare di una sua relazione sull'esame del progetto dell'ingegnere ispettore Gedeone Scottini, esteso allo scopo di regolare le acque delle provinole alla destra del basso Po. Professore Pietro Gambino, regio provveditore ed ispettore provinciale di Caltanisetta — 1 esemplare della sua relazione fiscale sull'istruzione primaria della provincia di Caltanisetta per l'anno 1866. Deputato Devincenzi, presidente della Commissione nazionale all'Esposizione universale del 1867 — la raccolta dei documenti dalla medesima pubblicati. Direzione della Società anonima per la vendita dei beni del regno d'Italia — 443 copie d'un numero delVIndicatore, contenente il resoconto delle operazioni di detta Società. Presidente del Consiglio provinciale di Cuneo — 450 esemplari del verbale della seduta tenuta da detto Consiglio il 5 settembre scorso, per l'esame della quota di prestito assegnata a quella provincia. Sindaco d'Iglesias — 5 copie d'un ricorso di detto municipio contro i provvedimenti finanziari. Ministero eli agricoltura e commercio — 12 esemplari della statistica delle società commerciali ed industriali. Prefetto di Girgenti — 1 esemplare degli atti di quel Consiglio provinciale nel 1865. Commendatore Salvatore Fenicia da RUYO — 2 co- pie della sua opera sulla politica ; una del cenno intorno al carbonchio; tre d'una poesia sull'irreligione. Sindaco di Santa Fiora — 2 esemplari d'una relazione sulla separazione di detto comune dalla provincia di Grosseto. La deputazione provinciale di Forlì — 4 copie del primo volume della Monografia statistica, economica e amministrativa di eletta provincia. Vincenzo Costa, da Cuneo — 500 esemplari di una illustrazione del suo scritto sul modo di pagare i debiti del regno d'Italia. Sindaco di Genova — 100 copie della relazione del professore Boccardo intorno all'istituto tecnico industriale, professionale, nautico di Genova. Ministro dei lavori pubblici — 600 copie di due volumi di documenti relativi alla ferrovia delle Alpi Elvetiche. Professore Carlo Burci, da Firenze, presidente del comitato fiorentino dell'associazione medica italiana — 1 copia del programma del terzo Congresso generale da tenersi in Firenze, e 10 biglietti d'invito alla inaugurazione del medesimo. Un anonimo da Torino — 10 esemplari d'un opuscolo intitolato : L'ammiraglio Versano, ossia confutazione di alcuni appunti sulla battaglia di Lissa. Prefetto eli Sondrio — 1 esemplare degli atti di quel Consiglio provinciale nell'anno 1865. Avvocato Giovanni Zuffi, da Ferrara — 3 copie di una sua memoria intitolata: 'Ragioni per ritornare la traspadana a Ferrara. Presidente del reale istituto Lombardo — 12 fascicoli di memorie e rendiconti. Deputato D'Ondes-Reggio — 400 copie d'una sua difesa rivolta al Parlamento. Alessandro Cuniberti, delegato di sicurezza pubblica in Livorno — 500 esemplari d'un progetto di regolamento per la riorganizzazione del corpo delle guardie di pubblica sicurezza. Il conte Giuseppe De Capua da Campobasso — 120 copie della memoria da lui rivolta al Governo per una commenda familiare costantiniana fondata da un suo parente. Alcuni cittadini di Roma — 300 esemplari d'un opuscolo col titolo : Il Senato di Roma ed il Papa. Ministero degli affari esteri — 4 copie del trattato di pace tra l'Italia e l'Austria. Avvocato Raimondo Maccia da Torino — 6 esemplari d'un suo scritto in difesa dell'ammiraglio Persano. Deputato Massari — 75 esemplari della lettera politica diretta da Ferdinando Carafa d'Anclria a Vittorio Imbriani. Deputato Devincenzi —15 copie di una sua comunicazione sull'importanza dell'Esposizione industriale e sulla proroga testé approvata per presentare le domande d'ammessione alla medesima. CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1867 Giuseppe Ariano da Torino — 100 esemplari d'un suo lavoro intitolato : La rabbia a genesi spontanea nella specie canina. Professore commendatore Francesco Cortese da Milano — 4 esemplari della di lui memoria sulle malattie che incagliano la coscrizione militare. Commendatore Fenicia da Trani — alcune copie dei suoi nuovi componimenti poetici. Francesco Pepere da Avellino — 10 esemplari del discorso da lui detto pei funerali di Lorenzo De Condili. Deputato Pepoli — 2 copie del suo rapporto sulla gestione finanziaria del municipio di Bologna. Il ministro della guerra — 3 esemplari d'un volume che contiene, col regio decreto che accorda la medaglia commemorativa italiana a quelli che fecero la campagna del 1866, il prospetto dei militari che l'hanno ottenuta. ATTI DIVERSI. CORTE. Chiedo di parlare per una mozione d'ordine Credo che sia nel desiderio di tutti, nel desiderio del Ministero, del Parlamento e del paese che i bilanci passivi dello Stato sieno esaminati con molta attenzione dalla Camera, largamente discussi e ponderatamente votati. Proporrei per conseguenza che prima che i deputati abbandonassero il Parlamento per le feste di Natale, si procedesse senza indugio alla nomina della Commissione generale del bilancio, e che i deputati chiamati a quest'onorevole incarico sacrificassero sull'altare della patria i capitoni, i tortelli di Natale, i panettoni {Ilarità), e rimanessero a Firenze a studiare i bilanci. PRESIDENTE. Quando verrà il momento opportuno, porrò ai voti la proposta dell'onorevole Corte. (I deputati Bosi e Pècile prestano giuramento.) L'onorevole Arcieri, per circostanze imperiose di famiglia, chiede un congedo di 15 giorni. L'onorevole Protasi, per motivi di salute, chiede un congedo di 25 giorni. L'onorevole Paolo Bossi, per urgenti necessità dell'amministrazione del comune cui appartiene e presiede, chiede un congedo di 15 giorni. L'onorevole Pepoli, dovendosi assentare per affari di famiglia alcun tempo dall'Italia, chiede alla Camera un congedo di due mesi. L'onorevole Danzetta scrive che dovendo assistere come testimonio ad una causa la quale durerà almeno tutta la settimana prossima, si trova nell'impossibilità d'intervenire alle sedute della Camera, e chiede quindi un congedo di quindici giorni. L'onorevole deputato Rasponi Achille, trattenuto all'estero per affari suoi particolari, chiede un congedo di venti giorni. Se non vi sono opposizioni, questi congedi s'intenderanno accordati. (Sono accordati.) L'onorevole deputato Castelli Luigi scrive : « Leggendo nella Gazzetta Ufficiale del giorno 17 corrente, oggi pervenutami, il mio nome fra quello dei deputati mancanti alla seduta del 16, la prego di partecipare alla Camera che la mia assenza fu, come continua ad essere, necessitata da ragioni di servizio, cioè dal mio ufficio di presidente della Corte d'assise di questo circolo, che tiene da alcuni giorni la sua ultima Sessione annuale. » L'onorevole Ferdinando Cavalli essendo stato eletto in più collegi, in esecuzione dell'articolo 101 della legge 17 dicembre 1860, opta pel collegio di Piove. Rimangono quindi vacanti i collegi di Padova 1° e di Este nei quali parimente era stato eletto l'onorevole Ferdinando Cavalli. L'onorevole Luigi Arrigossi eletto rappresentante dei due collegi, Verona 2°, ed Isola della Scala, opta per quest'ultimo. Rimane dunque vacante il collegio 2° di Verona. Gli onorevoli deputati che comporranno la Commissione incaricata di compilare il progetto di risposta all'indirizzo della Corona sono i signori: Andreucci, Massa, Massarani, Mordini e Valussi. L'onorevole Castagnola si propone di muovere interpellanza al signor ministro dei lavori pubblici sulla esecuzione della convenzione approvata colla legge del 27 ottobre 1860, relativa alla costruzione della ferrovia ligure. Quando interverrà alla seduta il signor ministro Jacini, io gli domanderò se, e quando intenda di accettare questa interpellanza. L'onorevole Friscia ha inviato una lettera al banco della Presidenza colla quale domanda « di poter interpellare il signor ministro dell' interno sui fatti del settembre in Palermo, e sulle conseguenti misure impiegate in quella deplorabile circostanza. » Quando sarà presente l'onorevole ministro dell' interno io gli domanderò se, ed in qual giorno intenda rispondere a questa interpellanza. Invito l'onorevole Mazzucchi a riferire intorno ad un'elezione. ANULLAMENTO DELLE ELEZIONI DEI COLLEGI DI ZOGNO E DI LENDINARA. MAZZUCCHI, relatore. In nome dell'ufficio I ho l'onorevole incarico di riferire intorno all'elezione del collegio di Zogno, e siccome le conclusioni dell'ufficio stesso sono per l'annullamento dell'elezione, invoco benevola l'attenzione della Camera. Il collegio di Zogno è diviso in tre sezioni. Zogno, Piazza ed Almenno San Salvatore ; si compone di 783 V ^rrrrííí^ i _ 37 - uic¡ TORNATA BEL 22 DICEMBRE 1 8 6 6 elettori. Alla prima votazione, che ebbe luogo fin dal 4 marzo del 1866, si presentarono 339 elettori i quali divisero i loro voti nel modo seguente : 160 al signor Barca Giovan Battista; 117 al signor Francesco Cucchi; 42 all'avvocato Antonio Mosca, ed altri dispersi o nulli. Niuno avendo conseguito il numero dei voti necessario per essere eletto, si fece luogo al ballottaggio fra il signor Barca ed il signor Cuccili. Il ballottaggio seguì nell'I 1 successivo marzo, ed i votanti che concorsero furono 460, i quali diedero 223 voti al signor Barca e 206 al signor Francesco Cucchi; 31 voti furono annullati o contestati. Avendo ottenuto maggior numero di voti il signor Barca, fu proclamata la sua elezione con la superiorità di 17 voti sull'altro candidato Cucchi. Insorsero proteste per parte degli elettori. 19 elettori della sezione principale di Zogno, e 15 elettori della sezione secondaria di Almenno protestarono per l'invalidità dell'elezione. I motivi che si addussero principalmente furono : l'irregolarità delle liste elettorali, non che difetto dell'approvazione prefettizia di dette liste ; l'essersi lasciata deserta la sala della principale sezione di Zogno per alcun tempo dai membri dell'ufficio, in violazione dell'articolo 71 della legge elettorale; anzi si aggiungerebbe essersi per un dato tempo lasciata affatto deserta la sala dall'intero ufficio. Per ultimo si allegava che il sindaco del comune di Taleggio avrebbe diretto l'avviso ed il certificato voluto dall'articolo 61 della legge elettorale solamente a 16 degli elettori inscritti, trascurando gli altri 17, essendo trentatrè gli elettori di detto comune. L'ufficio I chiamato ad esaminare questi motivi, ritenne in quanto all'irregolarità delle liste e la mancanza dell'approvazione prefettizia non sussistere il difetto, imperocché verificate le liste si trovarono regolari, e si trovarono anche regolari le relative approvazioni, talché non poteasi tener conto di questa supposta irregolarità. In quanto all'aver lasciata deserta la sala, è fatto non autenticato, e l'ufficio avrebbe pensato di ricorrere ad una inchiesta; però considerata la lontananza del tempo in cui avvenne l'elezione, che avvenne, come già ho detto, il 4 e 11 marzo del corrente anno, trovava difficile il raggiungere lo scopo. D'altronde se si fosse adottata la prova col mezzo dei testimoni, già vi erano i 19 protestanti di Zogno che affermavano essere la sala rimasta deserta. Ma ciò che più poteva nell'ufficio era l'altro fatto, la considerazione, cioè, dell'aver mandato il sindaco di Taleggio soltanto l'avviso a 16 degli elettori e non agli altri 17, il qual fatto inqualificabile veniva confessato dal sindaco stesso, che rilasciava la seguente strana dichiarazione : « Il sottoscritto dichiara che gli elettori politici del comune di Taleggio sono in numero di 33, e che nell'ultima convocazione avvenuta il giorno 11 del mese di marzo, corrente anno, per innocente errore di questo segretario non vennero spediti i voluti certificati ed avvisi della fissazione della giornata se non a 16 elettori, per lo che 17 dei medesimi non potevano presentarsi al ballottaggio quand'anche lo avessero desiderato. » Per questa disuguaglianza di trattamento fra gli elettori, l'ufficio si persuadeva che l'espressione del voto non fosse stata pienamente certa ; facendo riflesso che appunto 17 voti erano quelli che facevano la differenza fra i due candidati, essendo superiore il Barca di soli 17 voti sopra il Cucchi, per lo che erano appunto quei 17 elettori che non ebbero il necessario certificato richiesto dai combinati articoli 61 e 79 della legge elettorale che avrebbero potuto portare il numero uguale di voti ai candidati. Si aggiungeva un' altra particolarissima circostanza all'esame dell' ufficio ed era quella che, fra le schede contestate nell'ultimo scrutinio, l'ufficio ne riteneva talune non contestabili, perchè realmente avessero bastevole la indicazione del nome dei candidato Cucchi, di guisa che la bilancia in allora avrebbe ricevuto una soprabbondanza in favore del candidato stesso. Alcune di queste schede contestate riteneva l'ufficio che avessero la sufficientissima indicazione del nome del Cucchi. Ora in queste circostanze più che una mancanza di forma, l'ufficio trovava ferito il principio vitale del libero suffragio, non ritenendo che il diritto elettorale fosse stato esercitato in tutta la sua pienezza, ritenendo altresì che il collegio non avesse potuto esprimere con certezza il numero di voti degli elettori nella scelta del loro deputato. Era il complesso di questi motivi che ha trascinato unanime l'ufficio a proporre alla Camera, come fece in nome suo, l'invalidazione della elezione del collegio di Zogno nella provincia di Bergamo. CANTÙ. Vorrei chela Camera non lasciasse di osservare che si tratta di un collegio, vacante già da tutta quanta la Legislatura. La prima volta che venne in contestazione la nomina del deputato Barca si fece un'indagine, a seguito della quale la Camera annullò la elezione. Abbiamo così più di un anno di vacanza, cioè a dire che questo collegio rimane senza rappresentante. Non è una condizione nè equa, nè giusta per quel collegio così importante. L'obbiezione principale che fu fatta alla seconda elezione, caduta sullo stesso Barca, era la irregolarità delle liste elettorali e della firma che ci aveva posta il signor prefetto. Sopra di questo si era ordinata una indagine della Camera, la quale venne a dissipare ogni dubbio ; gli ostacoli che ancora affacciò il signor relatore, e di cui ho tenuto nota, non mi pare siano tanto gravi da portare l'annullamento. E dapprima, perchè l'indagine non si estese anche a queste altre irregolarità? f — 38 — CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 7 Il signor relatore disse clie non si potrebbe farla adesso, perchè si protrarrebbe ancor maggiormente il tempo della vacanza di questo collegio. Non so se la ragione sia abbastanza valida, dopo che si stette otto mesi sotto il peso dell'indagine fatta sopra un punto solo, e durante la quale sarebbero emerse le difficoltà, se reali. Le due obbiezioni rimaste paionmi poi tutt'altro che decisive ; la prima sarebbe di avere i presidenti lasciata deserta la sala. In proposito di quest'atto abbiamo nella nostra giurisprudenza parlamentare decisioni in opposti sensi. L'anno scorso tutti ricordate, o signori, che si trattò di un collegio dove i membri dell' ufficio avevano abbandonata affatto la sala, ed erano andati a pranzo ! Niente meno che a pranzo ! Anche là erasi avverata la circostanza che alcune schede bianche fossero mancate. Ebbene, siccome realmente non appare che da questo sia emerso nessun disordine, nè che il numero dei votanti fosse diverso da quello delle schede, ci si passò sopra, e tutti fummo ben contenti di approvare l' elezione del generale Griffini. Il nostro Manuale reca altri esempi ove il Parlamento non badò che per qualche tempo 1' urna fosse restata deserta, purché non fossero successi disordini. Ora una simile dichiarazione fa il relatore in quanto ai votanti diZogno. Ma l'onorevole relatore chiama strana un'altra dichiarazione, quella che ha fatto il sindaco di Taleggio, ilquale dice ohe per innocente errore del segretario non furono mandati gl'inviti ad alquanti elettori. Ebbene, la legge pretende forse che siano mandati questi inviti ? Si pubblica in ciascun comune la lista degli elettori ; si fissa il giorno in cui deve succedere l'elezione, o il ballottaggio : tanto basta ; non è ordine ©he debbano essere mandati inviti al domicilio di ciascun elettore. Abbiamo anche qui esempi contrari; cioè dove fu ritenuta per buona l'elezione, benché non fossero mandati alle case i certificati, purché si verificasse che non furono negati a nessuno che li avesse domandati. Altrimenti operando si lascierebbe all'arbitrio di un segretario comunale l'eludere il diritto degli elettori : potendo per un innocente errore dimenticar di consegnare 12 o 15 schede, e così alterando l'esito dell'elezione... Io non troverei strana, ma ingenua la confessione di quel sindaco, che dice fu un innocente errore : non troverei bastasse quel fatto ad escludere una elezione. Nè è che fortuito il caso che fossero 17 quelli a cui non fu consegnato l'invito e 17 appunto i voti di differenza fra i due candidati. Il supporre che tutti avrebbero votato contro il Barca sarebbe un entrare nel campo delle supposizioni; e invece si potria ben supporre il contrario. Quanto poi alle schede, mi pare che la loro ricognizione spetti all'uffizio elettorale. Quindi respingo le conclusioni del signor relatore; al più bisognerebbe fare un'indagine, come s'è fctti tei per le prime difficoltà. Si perderebbe tempo, dic'egli ; ma dal 4 marzo a questa parte se n'è perduto molto. 10 non temo mi si dica come il Signore a Mefistofele: « quando tu vieni qui, porti sempre dei sospetti ! » Niente affatto : son ben lontano dal credere che vi possa essere la più piccola parte di losco in questo fatto, come io sono indifferente tra i due candidati. 11 signor Barca sedette sui nostri banchi ; diede il giuramento nella seduta reale; fu due volte eletto nel collegio di Zogno, e mostrasi degno d'essere rappresentante della nazione italiana come il suo competitore nobile testimonio del valore italiano. Ma non crederei che le ragioni addotte dal signor relatore bastino per annullare l'elezione ; e torno a raccomandare alla Camera di considerare se sia decente il lasciare vacante per più di un anno un collegio così notabile come quello di Zogno. MAZZOCCHI, relatore. Le osservazioni fatte dall'onorevole Cantù mi sembrano tali da non poter escludere le conclusioni dell'ufficio, che unanime fu nel proporre l'invalidazione. Il tempo lungo o breve che sia trascorso non parmi possa essere una ragione per la quale l'ufficio dovesse venire in una sentenza diversa da quella che nel proprio convincimento trovava giusta e legale. . Quanto alla irregolarità delle liste già ho dichiarato come l'ufficio abbia verificato che questo difetto non sussistesse. Rispetto poi agli altri due motivi, lo stesso onorevole Cantù ha convenuto che la giurisprudenza della Camera è stata varia nelle sue decisioni, cosicché le ragioni per le quali l'ufficio chiede l'invalidazione, hanno altresì l'appoggio di decisioni parlamentari. Se furono le decisioni di opposto senso, è da argomentarsi che la varietà dipendeva unicamente dalla qualità dei fatti particolari; ogni caso ha la propria fisonomia, ed il caso attuale deve essere deciso a seconda delle particolari circostanze che portano ad appoggiare piuttosto una decisione che un'altra. Ora, certo che non è obbligo scritto che si debbano mandare a casa degli elettori i certificati d'invito ; ma una volta che di soli 33 elettori si mandavano 16 certificati e se ne omettevano 17, era questa una circostanza specialissima; l'errore avrebbe potuto avvenire quando si fosse trattato di centinaia di certificati ed ommesso qualcheduno; ma il trascurare i 17 e darlo a 16 in quei luoghi montuosi e fra quegli elettori che credevano dovessero darsi a loro come agli altri ; ma la circostanza peculiarissima che i 17 voti formano appunto l'eguaglianza fra i due candidati, ma il dispiacere esternato dagli elettori che non ebbero il certificato, tutto questo induceva l'ufficio con tutta coscienza ad invalidare la elezione. L'altra circostanza poi che alcune schede contestate esprimano apertamente il nome del candidato Cucchi TORNATA DEL 2 2 DICEMBRE 1 8 6 6 significava che, oltre i 17 elettori, vi erano altri che avevano dichiarato di votare in di lui favore. Da ciò concludo, che le osservazioni dell'onorevole deputato Cantù mancano di efficacia; molto più se egli stesso ha dichiarato che in altri casi, in cui le irregolarità allegate si trovarono separate ed isolate, la Camera annullava l'elezione, sarà senza dubbio argomento logico e razionale che debba annullarsi l'elezione in cui tutte si verificano le circostanze che occasionano le nullità. Ritengo quindi che l'ufficio I abbia operato con coscienza e con aggiustatezza di criterio nel presentarvi le sue conclusioni nelle quali persisto. Voci. Ai voti ! PRESIDENTE. Avendo le conclusioni dell'ufficio incontrato opposizione, io le porrò ai voti per alzati e seduti. Ha inteso la Camera come il relatore proponga l'annullamento dell'elezione del signor Barca a deputato del collegio di Zogno. Chi approva le conclusioni proposte dal signor relatore, cioè l'annullamento di questa elezione, è pregato d'alzarsi. (L'elezione è annullata.) L'onorevele Bortolucci avrebbe dovuto riferire intorno alla, elezione del cavaliere A. Caccianiga a deputato del collegio di Treviso, ma siccome nella seduta di ieri la Presidenza ricevè la partecipazione officiale che il cavaliere Caccianiga era stato nominato prefetto, rimane inutile di riferire su questa elezione, essendo già dichiarato vacante il collegio. L'onorevole Pissavini è invitato a riferire intorno ad una elezione. PISSAVINI, relatore. A nome dell'ufficio Vili ho l'onore di riferire sulla elezione del collegio di Lendinara, avvenuta nella persona dell'illustre generale Garibaldi. L'ufficio, benché abbia ravvisato essersi proceduto regolarmente in tutte le operazioni elettorali, benché nessuna protesta sia unita a questo incartamento, ed il generale Garibaldi sia stato eletto a grande maggioranza, tuttavia, ritenuto che lo stesso generale Garibaldi ha già l'onore di sedere in questo Parlamento quale deputato-del collegio di Barletta, ha dovuto conchiudere che nella sostanza questa elezione deve ravvisarsi come nulla e non avvenuta. A nome quindi dell'ufficio Vili ho l'onore di proporre alla Camera 1' annullamento di questa elezione. (È annullata l'elezione.) « PRESIDENTE. Invito l'onorevole Puccioni a venire alla tribuna e riferire intorno ad un'altra elezione. PICCIONI, relatore. Il collegio elettorale di Pieve di Cadore conta 394 elettori iscritti ; di questi presero parte alla votazione 263, ed i voti si divisero nel modo seguente: il cavaliere don Natale Talamini ebbe voti 155; il signor Destefani Luigi 41; il signor Billia don Antonio 33; voti dispersi 24, nulli 10. Avendo il signor Talamini ottenuta la doppia maggioranza voluta dalla legge, fu al primo squittinio proclamato deputato. L'ufficio della sezione principale ebbe a notare che non erano state a lui inviate le liste elettorali dei comuni di Cibiana,' di Selve, di Zoppè, di Borea e di Soverzene. L'ufficio II, in nome del quale ho l'onore di parlare, prese gli opportuni schiarimenti e dovè convincersi che nulla di irregolare eravi in ciò, perchè gli elettori dei comuni di Zoppè e eli Borea erano compresi nella lista della sezione principale di Pieve di Cadore e perchè gli altri comuni di Cibiana, di Selve e di Soverzene non aveano elettori iscritti. Agli atti sono unite due proteste: l'una è di tre elettori i quali reclamarono, perchè erano stati annullati dall'ufficio tre voti dati al signor Natale Talamini sotto un'altra indicazione, per la ragione che altro individuo avente lo stesso nome e cognome del candidato si trovava nel collegio, ma l'ufficio II ha giudicato regolarissimo l'operato dell'ufficio principale di Pieve di Cadore. Altri protestano, perchè l'ufficio della sezione d'Aurenza non volle ammettere a votare tre individui i quali rappresentavano il padre iscritto nelle liste elettorali, e non volle ammetterli a votare, perchè non erano muniti d'un mandato avente la forma prescritta dall'articolo 15 della legge elettorale. Anche riguardo a questa protesta l'ufficio II ha dovuto riconoscere come legalissimo l'operato dell'uffizio d'Aurenza. Quindi tolte di mezzo queste pretese irregolarità, l'uffizio II è d'unanime parere che l'elezione in questione debba convalidarsi. Avverto per ultimo che il signor Natale Talamini è sacerdote, ma dalle carte unite al processo verbale risulta ch'egli non ha cura d'anime e che quindi è eleggibile. (L'elezione è convalidata.) ITTI DIVERSI. PRESIDENTE. L'onorevole Corte proponeva che prima delle ferie natalizie si procedesse alla nomina della Commissione generale per il bilancio. Domando all'onorevole Corte se insista in questa sua proposta, o se egli si persuada, come mi lusingo, che non è forse questo il momento opportuno. CORTI. Io non insisto nella mia proposta, ma desidererei almeno che le vacanze del Natale non fossero molto lunghe, e che il primo giorno in cui ci riuniremo dopo queste ferie, si cominciasse per la nomina di tale Commissione. PRESIDENTE. La durata della proroga sarà stabilita dalla Camera, e la nomina della Commissione del bi- CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 7 lancio sarà messa all'ordine del giorno quando la Camera riprenderà le sue sedute. L'ordine del giorno reca la nomina delle Commissioni di vigilanza per l'amministrazione del debito pubblico, pel fondo del culto e per la bibliotèca della Camera. Dopo la votazione si lascieranno ap.erte le urne, procedendo oltre nell'ordine del giorno. (Il segretario deputato Massari procede alVappello nominale) Si procederà ora all'estrazione a sorte dei nomi dei deputati che dovranno comporre, le Commissioni di scrutinio delle schede per la nomina di questi sei commissari. (Si procede al sorteggio.) Risultano estratti a sorte : Per la Commissione di vigilanza sull'amministrazione del debito pubblico i signori: Bargoni, Cadorna, Musmeci, Seismit-Doda Luigi, Marcone, Trigona Vincenzo, Bandini, Restelli, Salaris, Pescetto. Per la Commissione di vigilanza sul fondo del culto i signori : Del Medico, Seismit-Doda Federico, Marazio, Silvestrelli, De Riso, Gigante, Cadolini, Romagnoli, Sebastiani. Per la Commissione di vigilanza per la biblioteca i signori: Gravina, Orsetti, Garzoni, Morini, Civinini, Fiastri, Marzi, Asproni, Collotta, Pècile. Queste Commissioni di scrutinio sono convocate per questa sera alle otto, PRESENTAZIONE DI RELAZIONI E DI PROGETTI DI LEGGE. PRESIDENTE. I presidente del Consiglio ha facoltà di parlare. » RICASOLT, ministro per l'interno. Ho l'onore di presentare alla Camera la relazione sui servizi dipendenti dal Ministero dell'interno pel secondo semestre del 1866 ora scadente. PRESIDENTE. Si dà atto al signor presidente del Consiglio della presentazione di questa relazione. Do facoltà all'onorevole ministro dell'istruzione pubblica di parlare. BERTI, ministro per l'istruzione pubblica. Ho l'onore di presentare alla Camera : 1° Una relazione sui sussidi distribuiti ai maestri elementari del regno ; (V. Stampato n° 20.) 2° Un progetto di legge intorno alle scuole degli adulti; (V. Stampato n° 19.) 3® La ripresentazione del progetto di legge per l'istruzione classica secondaria. (Y. Stampato n» 18.) PRESIDENTE. Si dà atto al signor ministro della pubblica istruzione della presentazione di questa relazione e dei due progetti di legge di cui ha parlato. SCIALOJA, ministro perle finanze. Ho l'onore eli depositare sul banco della Presidenza la relazione della Corte dei conti per l'anno 1865, prescritta dall'articolo 31 dellalegge 14agosto 1862.(V. Stampato n° 21.) PRESIDENTE. Si dà atto al signor ministro di finanze della presentazione di questa relazione, che sarà inviata alla stampa e distribuita ai signori deputati» RELAZIONE , DISCUSSIONE E APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI LEGGE PER PROROGA DEI TERMINI PER LE ISCRIZIONI IPOTECARIE ALLE CORPORAZIONI RELIGIOSE. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione sul progetto di legge per la proroga dei termini per le iscrizioni dei privilegi e delle ipoteche alle corporazioni religiose soppresse. Invito l'onorevole Camerini a riferire su questo progetto di legge. CAMERINI, relatore (legge la relazione). (V. Stampato n° 3-A) PRESIDENTE. Il disegno di legge proposto dal Ministero e già approvato dal Senato era in questi termini : « Articolo unico. Il termine di un anno stabilito dall'articolo 37 del regio decreto 30 novembre 1865, numero 2606, per le iscrizioni dei privilegi e delle ipoteche indicate nello stesso articolo, è prorogato a tutto il 30 giugno 1867 riguardo ai privilegi e alle ipoteche competenti secondo le leggi anteriori agli ordini ed alle corporazioni religiose soppresse dalla legge 7 luglio 1866, numero 3036, ed agli enti i cui beni stabiliti per effetto della legge stessa debbono essere convertiti. « Il termine stabilito dalle leggi anteriori per le rinnovazioni delle iscrizioni prese sotto l'impero delle medesime, del quale è cenno nell'articolo 41 dello stesso decreto 30 novembre 1865, è anche prorogato a tutto il 30 giugno 1867 riguardo ai privilegi e alle ipoteche competenti agli ordini, alle corporazioni ed agli enti anzidetti, qualora il termine medesimo fosse per iscadere giusta le accennate leggi prima del detto giorno. » Come ha inteso la Camera, la Commissione ha proposto una modificazione a questo progetto di legge. Se ne dà lettura : « Articolo unico. Il termine di un anno stabilito dagli articoli 37 e 41 del regio decreto del 30 novembre 1865, numero 2606, per le iscrizioni e rinnovazioni di privilegi ed ipoteche indicate negli stessi articoli, è prorogato a tutto il 30 giugno 1867. « E parimente prorogato a tutto il 30 giugno 1867 il termine stabilito dalle leggi anteriori per le rinnovazioni delle iscrizioni prese sotto l'impero delle medesime, qualora i detti termini fossero per iscadere dopo il 30 dicembre 1866 a tutto il 30 giugno 1867 ; salvi però i diritti acquisiti per termini precedentemente scaduti. » Prego il signor ministro di grazia e giustizia a dichiarare se accetta questa modificazione. 41 TORNATA DEL 22 BORGATXi, ministro di grazia e giustizia. Il Governo non si oppone nè all'emendamento, nè alla nuova redazione,la quale è resa necessaria dall'emendamento stesso é se ne rimette al giudizio della Camera. Se la proroga nel progetto governativo, approvato dall'altro ramo del Parlamento, venne limitata alle sole iscrizioni e rinnovazioni d'interesse del demanio, ciò fu perchè questo provvedimento si rese assolutamente necessario, non per fatto del demanio interessato, ma sibbene per fatto del legislatore, imperocché la legge di soppressione delle corporazioni religiose protraendo la presa di possesso fino a tatto il 1866, rese così impossibile al demanio, successore degli enti soggetti a soppressione e a conversione, di poter fare le iscrizioni e rinnovazioni nei termini stabiliti dagli articoli 37 e 41 del decreto del 30 novembre 1865. Se tuttavia sembra alla Camera che la proroga debba estendersi anche ai privati, sebbene per essi non militi la stessa ragione di necessità assoluta che concorre pel demanio, il Governo, come ho detto, se ne rimette interamente al giudizio suo. PRESIDENTE. È aperta la discussione generale sul controprogetto proposto dalla Commissione ed accettato dal signor ministro. Se nessuno chiede la parola, s'intenderà chiusa la discussione generale. (È chiusa.) Nessuno chiedendo la parola, pongo ai voti l'articolo unico testé letto. (È approvato.) DICEMBRE 1866 Governo si riserva di dare in quell'occasione il suo parere. FRISCIA. Comunque io ritenga che sia urgente e convenientissimo che questa discussione, che riguarda fatti gravissimi, venisse trattata senza ritardo, implicando massime una quistione eminentemente costituzionale, pure, siccome si parla della presentazione di documenti, che avrei io stesso domandato prima che l'interpellanza fosse stabilita, aderisco a chela Camera prenda conoscenza dei documenti presentati dal signor ministro e quindi determini il giorno in cui debba farsi l'interpellanza su che insisto. PRESIDENTE. Il deputato Castagnola scrive : « A nome di alcuni miei colleghi e mio desidero interpellare il signor ministro dei lavori pubblici sull'esecuzione della Convenzione approvata colla legge del 27 ottobre 1860, relativa alla costruzione della ferrovia ligure. » Interrogo il signor ministro dei lavori pubblici, se e quando sia disposto a rispondere a questa interpellanza. JACINI, ministro pei lavori pubblici. Sarei a disposizione della Camera per trattare di quest' argomento ai primi giorni di gennaio. Rispondendo prima, dato il caso che la Camera si trovasse riunita, avrei timore di nuocere alle trattative che sono pendenti. RELAZIONE, DISCUSSIONE I APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI LEGGE PER L'ESIRMZI® PROVVISORIO DEL BILANCIO 1867. ANNUNZI D'INTERPELLANZE DEI DEPUTATI FR1SCIA E CASTAGNOLA. PRESIDENTE. Essendo presente il ministro per l'interno gli annunzio che il deputato Friscia domanda di poterlo interpellare « sui fatti di settembre in Palermo, e sulle conseguenti misure governative impiegate in quelle deplorabili circostanze. » Domando al signor ministro, se e quando intenda rispondere a questa interpellanza. RICASOLI, ministro perV interno. In genere potrei essere pronto a rispondere nel tempo che piacerebbe all'onorevole deputato ed alla Camera di determinare, ma perchè ho avuto l'onore di presentare alla Camera una relazione su tutte le parti amministrative dipendenti dal Ministero dell'interno, la quale fa particolare menzione dei fatti di Palermo ed è corredata di tutti i documenti che ai fatti medesimi si riferiscono, mi pare che tanto l'onorevole proponente, quanto la Camera potrebbero sospendere ogni decisione in proposito finché non avessero preso cognizione di questa relazione. Allora con cognizione di causa si potrà decidere della convenienza di quest'interpellanza, ed il SESSIONE 1 8 6 7 — CAMERA DEI DEPUTATI — Discussioni 6 PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del progetto di legge per l'esercizio del bilancio nel primo trimestre del 1867. Domando all'onorevole relatore se sia in ordine per riferire su questo progetto di legge. LANZA GIOVANNI. Il relatore della Commissione sull'esercizio provvisorio ha già in pronto la sua relazione; io credo che fra pochi momenti entrerà in questa Aula, e quindi sara a disposizione della Camera. BERTEA. L'onorevole Minghetti è entrato, pochi momenti fa, nella sala ed ha dichiarato che egli aveva già in pronto la sua relazione, ma... {Entra nella saia l'onorevole Minghetti) che egli credeva indispensabile la stampa degli articoli del progetto della Commissione, stampa" che è quasi compita. PRESIDENTE. Frattanto l'onorevole Minghetti, se non ha difficoltà, potrebbe riferire su questo progetto di legge. Lo prego di venire alla tribuna. MINGHETTI, relatore. Io sono pronto (legge la relazione). (V. Stampato n° 2-A.) PRESIDENTE. Prego il signor ministro delle finanze CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1867 a dichiarare se concordi colle modificazioni proposte dalla Commissione. SCIALOJA, ministro jper le finanze. In massima concordo. PRESIDENTE. Ammette che si debba discutere sulla proposta della Commissione? MINISTRO PER LI FINANZE. Sì. PRESIDENTE. Bene; dichiaro aperta la discussione generale sul disegno emendato dalla Commissione. La parola spetta al deputato La Porta. LA PORTA. Io mi era iscritto a parlare prima di aver letto il rapporto della nostra Commissione, mentre aveva dinanzi solamente il progetto presentato dal Ministero ; io ignorava che questa discussione poteva aver luogo oggi stesso ; ignorava che per la necessità e la strettezza del tempo, calcolata, non più a giorni, come per lo addietro, ma a minuti, non si dovesse nemmeno presentare una relazione stampata, ma una relazione manoscritta. Ignorava che la Commissione introducesse un articolo, il secondo, il quale contiene un differimento della discussione larga, seria sulle finanze dello Stato, una dilazione di pochi giorni, essendo, se non erro, intenzione della Commissione che entro gennaio debba il Ministero presentare questa appendice di bilancio, nel quale si contengano serie economie, specialmente nei bilanci di guerra e di marina. In verità noi non rispondiamo col voto d' oggi all'aspettazione che hanno le popolazioni di noi. Esse credevano che la Camera, pria di prorogarsi, avrebbe interrogato il Ministero sulla vera posizione finanziaria, ed avrebbe discusso e deciso sui gravi provvedimenti necessari per arrestare la crisi sociale che minaccia il paese; ma fatalmente, come tutti sanno, la proroga sembra decisa, e se l'onorevole presidente della Camera non l'ha ancora pronunziata... PRESIDENTE. Non dipende dalla mia volontà. LA PORTA. E una mia credenza però. Dunque io protestando contro questo sistema, che spero vedere per l'ultima volta in questa Camera, parlo del sistema dei bilanci provvisori, presentati alla vigilia delle proroghe, stimolati dalla strettezza del tempo, calcolato a minuti, sulla prospettiva del fischio del vapore che trasporta i deputati ai focolari domestici, sotto l'impero delle imprescindibili funzioni della macchina governativa, protestando contro questo sistema, che spero sia per l'ultima volta adottato dalla Camera, io rinunzio alla parola. (Asinistra. Benissimo!) PRESIDENTE. La parola spetta all'onorevole Maiorana- Calatabiano. MAIORANA-CALATABIANO. Io aveva presentato un emendamento in questi termini : « Art. 1. Sino a tutto marzo 1867, il Governo del Re riscuoterà le tasse ed imposte d'ogni genere secondo le leggi in vigore, restando, fino a quel termine, anco provvisoriamente prorogate le ritenute e imposte la cui applicazione, per le vigenti leggi, cesserebbe col 1866 ; farà entrare nelle Casse dello Stato le somme ed i proventi che gli sono dovuti, ed è autorizzato a pagare le spese ordinarie dello Stato e le straordinarie che non ammettono dilazione, e quelle che dipendono da leggi ed obbligazioni anteriori, conformandosi alle previsioni fatte nel secondo progetto di bilancio pel 1867 presentato al Parlamento, e contenendosi quanto alle spese nella misura ivi stabilita. » « Art. 2. (Si chiede la soppressione.) Ora, essendo stato assicurato che il mio emendamento è stato esaminato dalla Commissione, e avendolo veduto sostanzialmente accettato nel nuovo progetto da essa presentato e concordato col Ministero, io trovo superfluo ogni orale svolgimento ; e tralascierò di accennare i motivi che mi consigliarono a proporre quest'emendamento ; molto più che vedo come anche ©oloro i quali si sono iscritti contro il progetto con©ìudono perchè il progetto medesimo si accetti. Laonde io da una mano mi uniformo al progetto della Commissione, dall'altra ritiro il mio emendamento. PRESIDENTE. L'onorevole Tofano invia al banco della Presidenza quest'ordine del giorno : « La Camera, impossibilitata nei pochi giorni che rimangono dell'anno ad esaminare, discutere e votare i bilanci, e nella fiducia che ciò non abbia altra volta a succedere, accorda l'esercizio provvisorio chiesto dal Ministero e passa all'ordine del giorno. » ' La parola spetta al deputato Tofano. TOFANO. Prima di presentare al banco della Presidenza il già letto ordine del giorno, non conoscendo l'opinione uniforme degli uffizi, mi era iscritto onde discorrere a favore dell'esercizio provvisorio. Se avessi dovuto intrattenermi in tal discussione, avrei proposto a me stesso tre domande alle quali avrei data sobria e modesta risposta. Ora sono obbligato a giustificare e commentare il présente ordine del giorno. (Segni d'impazienza) Diceva l'oratore della Sinistra essere doloroso che si sieno ripetuti gli esercizi provvisori, ed io aggiungerò essere dolorosissimo ; se però furono imposti da necessità, che vince ogni legge, io credo che il Parlamento, ove si consigliasse di accordare 1' esercizio provvisorio, debba esprimere che cede a tale necessità come oggi avviene. Poiché, chiesto l'esercizio provvisorio il 21 dicembre, pochi giorni prima che terminasse l'anno, 10 non vedo scampo per poterlo ricusare e, non ostante che siavi chiesto in questo tempo, io non credo possa darsene colpa al Ministero, perchè questa stessa Camera votava un voto di fiducia al Ministero quando si prorogava, giudicando che il Parlamento non poteva tenersi aperto mentre durava la guerra. Dopo la guerra si dovette assistere a tutto ciò che avvenne per la cessione della Venezia, quindi alla votazione dei nostri colleghi veneti, in modo che al più 11 Ministero avrebbe potuto aprire il Parlamento pochi - 48 — TORNATA DEL 22 DICEMBRE 1 8 6 6 giorni prima. Però, a mio credere, ci fu ragione per non farlo, per poter annunziare nel discorso della Corona che lo straniero è uscito dalla nostra Italia. Se dunque necessità volle che la Camera si aprisse al 15 dicembre, se necessità volle che l'esercizio provvisorio si chiedesse al 21, necessità vuole, a mio credere, che si accordi. Ma poiché cotesto è contro le regole del nostro Statuto, io volli esprimere nel mio ordine del giorno la dispiacenza e la fiducia che quanto ora avviene non più debba ripetersi, in modo che in tale maniera si leghi il Parlamento ed il Ministero alla discussione del bilanciò, affinchè, e lo ripeto altra volta, non si venga a richiedere un esercizio provvisorio, ed altra volta la Camera non sia posta nella necessità di accordarlo. Terminerò ricordando a me stesso (.Bisbiglio) che le nuove istituzioni non basta che siano proclamate : bisogna che siano accreditate, e non si accreditano queste, non si rispettano, se non se ne osservano seriamente le regole sostanziali. Col non essersi votato il bilancio sorse la diceria maligna di dilapidazioni e sperperi che forse non avvennero. Ecco che cosa volli esprimere nel mio ordine del giorno ; il resto alla saggezza della Camera. PRESIDENTE. La parola spetta all'onorevole Papa. PAPA. Quantunque io mi preoccupi vivamente a che non manchino al Governo i mezzi pronti ed immediati perchè la sua azione si possa spiegare vigorosa ed energica, pure d'altra parte io credo non poter vincolare la mia coscienza politica in una tale approvazione dell'esercizio provvisorio del bilancio, dalla quale possa sorgere per incidenza un magistero novello nei diversi rami della pubblica amministrazione. Io non conosco le norme direttive e i particolari che sono prevalsi nella formazione del secondo progetto di bilancio presentato ieri alla Camera dal signor ministro delle finanze ; e questa non conoscenza, che mi è com :ne con molti onorevoli colleghi, mi ha fatto nascere un dubbio, sul quale io non chiedo che un semplice schiarimento. Nella legge del 28 giugno 1866, all'articolo secondo, paragrafo 6, fu accordata al Governo la facoltà di riordinare il servizio dei Ministeri, mercè provvedimenti a darsi con decreto reale. Io ho visto sulla Gazzetta Ufficiale, ed ho visto riportato su altri giornali i decreti che riguardano il riordinamento dei Ministeri medesimi. Ora vorrei conoscere se le spese di cui si è chiesto l'esercizio provvisorio, sono, nel 2* progetto del bilancio 1867, regolate colle norme di questi decreti, dappoiché, se avrò dal ministro una risposta, la quale indichi che questi decreti non sono ancora attuabili, senza l'approvazione del Parlamento, allora non v'è più ragione perchè io insista nell'emendamento che ho presentato al banco della Presidenza. Nel caso però che formino base del bilancio del 1867 le spese come sono determinate in questi decreti reali, allora, profittando delle considerazioni del relatore della Commissione, e dell'articolo aggiunto affinchè sia formata un'appendice al bilancio del 1867, mi riserbo allora di svolgere le mie idee sulla natura dei decreti reali, con cui si è voluto provvedere al riordinamento del servizio dei Ministeri. DE BONI. Signori, non intendo fare un discorso, ma una semplice dichiarazione. Non volendo meritare il rimprovero, nè degli elettori, nè del paese, nè il rimprovero del senso comune, sebbene qui dentro io creda essere ancora tra i più originali. (Si ride) Io non conosco del bilancio che si vorrebbe per tre mesi approvato nemmeno il colore del nastro che legava il fascio di carte, ieri deposto dal signor ministro delle finanze sul banco della Presidenza. Perciò a 50 anni non voglio rifarmi al sistema cattolico, giurando l'ignoto. Non voglio rifarmi cattolico giurando sulla fede del ministro l'ignoto, giacché il ministro in questo momento chiedendo una cieca fede, si eleva a infallibile nostro pontefice. (Si ride) Non sapendo, nè potendo fare altro, respingo il progetto di legge. PRESIDENTE. Sono stati inviati al banco della Presidenza altri ordini del giorno e altre dichiarazioni. Se ne dà lettura. Ecco il voto motivato dai deputati Friscia e Fanelli: « La Camera, considerando che la sola garanzia grave accordata dalla Costituzione sia quella del controllo esercitato dal Parlamento sul potere esecutivo pel mezzo della discussione dei bilanci e conti consuntivi ; « Considerando che, per mancanza del potere esecutivo, la Camera del regno d'Italia non ha potuto esercitare questa prerogativa se non in modo quasi illusorio per una sola volta ; « Considerando che niun conto consuntivo è stato mai presentato alla Camera ; « Considerando che lo stato delle finanze delfregno si è deplorevolmente reso l'un anno più che l'altro peggiore e minaccioso, sì che le gravezze oltremodo cresciute e mal ripartite generano un mal contento generale, che potrebbe seriamente riuscir dannoso alla sicurezza dello Stato ; « Considerando che il cattivo sistema governativo è causa del pessimo andamento delle condizioni econo* miche e finanziarie del regno ; « Considerando che il progetto di legge per l'esercizio provvisorio del primo trimestre 1867 è il proseguimento di tutto il deplorevole sistema passato ; « Considerando che, se non si perviene ad ottenere che le leggi dello Stato siano scrupolosamente rispettate da chi più che ogni altro ha debito di tenerle in onoranza ed ossequio,-le garanzie costituzionali divengono illusorie e nulle ; « Nega il voto al progetto di legge dell'esercizio provvisorio, e protesta contro la continuazione di questo sistema contrario alla legge fondamentale dello Stato.» Altro del deputato Del Zio. MASSARI, segretario. {Legge) « La Camera, considerando clie l'Italia col mezzo della monarchia nazionale ha^distrutto la vecchia federazione dell'Austria per rinnovare col principio della libertà di coscienza il sacerdozio e lo Stato e quindi la nazione ; « Considerando come questo gran moto s'indirizzi al suo termine ed esiga che il Ministero presenti con piena chiarezza di documenti il bilancio definitivo dell'attivo e del passivo di tutti i rami dell'amministrazione (Movimenti diversi) per conoscere quanto abbia costato la rivoluzione dell'Unità, quali le cause che hanno prodotto l'enorme disavanzo che ci opprime e con quali forze e metodi possa disparire; « Considerando come la verità del bilancio, non accertata fino ad oggi, propaghi nel paese lo scetticismo politico, che conduce al discredito delle forme costituzionali, alla guerra sociale, e certamente alla possibilità che il Corpo diplomatico europeo ( Viva ilarità) prima si sovrapponga con peso eccedente alla vera discussione parlamentaria nazionale, e finalmente la soppianti (Interruzioni) ; « Considerando che è giunto il momento solenne di fare innanzi al popolo italiano atto di scienza, atto di raccoglimento, atto di veracità, atto di legittima (Interruzioni) e costituzionale resistenza alla ragion di Stato del Ministero per dare colla lega comunale assetto di giustizia alla nazione, seguire attentamente le nuove relazioni in cui entrano il Papato, l'Impero e il Regno (Risa e movimenti diversi) e vigilare perchè non si accordino in un patto sociale diverso da quello che attende la scienza DI SAN DONATO. Domando la parola. GRAVINA, segretario. {Legge) « Vota (senza esprimere fiducia o sfiducia) l'esercizio provvisorio del bilancio, non propone vacanze (Risa), invita i colleghi assenti a condursi in Parlamento (Nuova ilarità) e promette a se stessa eli rendersi più utile al Paese e alla Corona (Oh! oh!) pronunziandosi con ordinata e lunga discussione sulle ragioni e sui metodi che debbono dare alla nazione il riscatto economico desiderato. » DI SAN DONATO. Io propongo l'ordine del giorno puro e semplice. Una volta la Camera... PRESIDENTE, (Interrompendo) Sarà forse più utile la sua proposta, se attenda un momento, poiché vi è ancora un altro ordine del giorno. (Si ride) L'onorevole Nervo propone il seguente ordine del giorno: « La Camera, desiderando incominciare quanto prima la discussione dei bilanci pel 1867, e specialmente quelli dei Ministeri della guerra e della marina, invita il Governo a far distribuire prima del 20 gennaio prossimo i bilanci particolareggiati di questi due Ministeri» Sarà contemporaneamente distribuito alla I ? Camera una copia della quantità e del valore del materiale da guerra, armi, merci, macchine, legnami, derrate ed altri oggetti mobili di ragione dello Stato esistenti nei locali, nei magazzini o nelle officine dipendenti da ciascuno di quei Ministeri. « Copia di analogo inventario sarà pure distribuita alla Camera unitamente ai bilanci particolareggiati degli altri Ministeri. » SCIALOJA, ministro per le finanze. L'impressione che può lasciare nella Camera e nel pubblico la lettura di quest'ordine del giorno si è che il ministro per le finanze non abbia presentato il bilancio intiero. Io ieri ho presentato il bilancio riassunto che è quello che si è potuto in fretta stampare e dare agli uffizi ; ma questo bilancio è accompagnato da tutti i bilanci particolareggiati, i quali formando, come la Camera sa, un grosso volume, questo trovasi in corso di stampa. Di maniera che l'ordine del giorno per questa parte diventa assolutamente inutile. E poiché ho la parola farò qualche breve osservazione all'onorevole deputato il quale parlava dei decreti di riordinamento pubblicati nella Gazzetta Ufficiale rispetto a diversi Ministeri. Pare a me che egli abbia manifestate due idee: la prima che quei decreti possano essere eseguiti ; la seconda che le economie e le modificazioni di spesa che questi decreti possano arrecare, debbano soltanto diventare una realtà quando il Parlamento abbia su quei decreti pronunziato. Signori, quando il 28 giugno il Parlamento dava al potere esecutivo la facoltà di provvedere con decreti reali alla riforma dell'ordinamento interno dei Ministeri e degli uffici immediatamente dipendenti e delle attribuzioni loro, e degli uffiziali che li compongono, salva l'approvazione del Parlamento, conferiva una facoltà efficace o nulla? Se avesse inteso che le riforme dovessero essere applicabili dopo la votazione del Parlamento, sarebbe stato interamente inutile conferire questa facoltà. La facoltà fu conferita, perchè si volle che il potere esecutivo provvedesse ed eseguisse, salva l'approvazione del Parlamento. Come si fa nei casi di diminuzione o di variazione di tariffa o di variazioni di dazi all'entrata ed all'uscita ? È data facoltà al potere esecutivo di provvedere, ed in questi casi egli provvede ed eseguisce, salva l'approvazione che il Parlamento più tardi può dare o negare, modificando od annullando ciò che il Ministero ha già fatto. Questi decreti adunque, per la parte sola che concerne la loro sostanza, in quanto modificano leggi e regolamenti precedenti, saranno sottoposti senza dubbio all'approvazione del Parlamento, e per quanto riguarda la riforma degli organici e le economie che ne sono la conseguenza, la Camera potrà pronunziarsi quando sarà in discussione il bilancio. Faccio intanto noto alla Camera che, all'infuori delle economie fatte da due Ministeri che hanno 45 — TORNATA DEL 22 DICEMBRE 1 8 6 6 potuto fare con esattezza i calcoli relativi alle medesime, le economie provenienti dalle riforme adottate e promulgate con decreti reali nella Gazzetta Ufficiale dagli altri Ministeri, non essendo ancora applicate definitivamente, saranno inserite appunto in quell'appendice clie il Ministero ha consentito di presentare alla Camera per la metà dell'entrante mese. DI SAN DONATO. Io mi son permesso di presentare l'ordine del giorno puro e semplice, perchè ho capito in certo modo il pensiero della Camera. La Camera non vuole pregiudicare nessuna quistione, la Camera vuol rimandare dopo la ripresa dei suoi lavori, cioè al 15 gennaio una discussione generale ed ampia, sulla quistione di finanza, sulla quistione di politica estera ed interna, sulla quistione amministrativa. E in questo solo senso che io ho proposto l'ordine del giorno puro e semplice su tutti questi voti motivati. Lasciando libero a ciascuno di votare come crede, in quanto a me dichiaro che il mio voto non pregiudica per nulla la libertà della prossima discussione. Essa oggi non potrebbe avere luogo : ve lo diceva l'onorevole La Porta. Fatta adunque questa dichiarazione di riserva io insisto sulla mia mozione. PAPA. L'onorevole ministro delle finanze, rispondendo a talune mie osservazioni, faceva notare come i decreti reali fatti dopo la legge del 28 giugno siano per loro stessi esecutivi. Io non discuto del principio in astratto : solamente io mirava a dimostrare che nella legge del 28 giugno 1866 il Parlamento assegnava limiti di tempo e limiti di contenuto. E siccome in taluni di questi decreti vedo superati i limiti del tempo e della materia, così io voleva aprire una discussione nel senso di segnalare in essi la violazione che c' è stata della legge votata dal Parlamento. Io non posso ritenere che facciano parte delle spese del bilancio quelle che siano il risultato di questi decreti medesimi ; poiché noi, approvando queste spese, verremmo indirettamente a sancire delle trasformazioni, le quali non erano nell'intenzione della Camera, o che potrebbero esserlo quando si fosse fatta una discussione profonda di tutto ciò che bisognava riorganizzare. Così mi riserbo, allorché il ministro delle finanze presenterà, secondo il progetto della Commissione, un' appendice al secondo progetto del bilancio pel 1867, di accennare le incostituzionalità che parmi ravvisare in alcuni di questi decreti. SCIALOJA, ministro per le finanze.Poiché si pronunzia la gravissima parola incostituzionalità, io non posso acconsentire menomamente che l'onorevole preopinante rimandi ad altro tempo questa dimostrazione. Se egli per incostituzionalità intende che siansi ecceduti i poteri in quanto alla materia ed al tempo, io desidero che immediatamente si faccia questa discussione. Io posso in due sole parole, ove mi giunga a tempo la legge che ho mandato a prendere alla biblioteca, colla sola lettura di quella legge dimostrare che il Governo è stato perfettissimamente nei termini della costituzionalità. Quanto al tempo e quanto alla materia può benissimo il Parlamento censurare il modo, e rettificare ciò che ha fatto il Ministero ; ma io respingo altamente l'accusa d'incostituzionalità, in quanto all'uso che ha fatto dei poteri a lui conferiti ; imperocché, signori, due determinazioni vi erano in quella legge, l'una di tempo per la durata dello stato di guerra, l'altra per la definizione dei poteri al Governo accordati. Nessuna misura finanziaria eccezionale è stata presa se non prima della sottoscrizione del trattato di pace. Quanto agli altri poteri conferiti al Governo vi erano diverse determinazioni di tempo, e non sarebbe al certo stato logico di sottometterli all'epoca puramente della guerra e di riformare in tali momenti l'amministrazione dello Stato, poiché anzi è nel senso comune di tutti gli uomini e nell'esperienza degli amministratori che le vere riforme amministrative non si possono fare tumultuariamente, ma debbono effettuarsi in tempi tranquilli e di pace. (Bene!) Io quindi, lo ripeto, respingo altamente l'accusa di incostituzionalità ; accetto la discussione la più ampia che si possa fare sul merito, ma non acconsento che si possa rimettere ad altro tempo una sì grave questione. (.Movimento di dissenso) Voci. Ai voti ! ai voti ! PRESIDENTE. Essendo stato proposto l'ordine del giorno puro e semplice su tutti i voti motivati, domando prima di tutto se questo è appoggiato. (È appoggiato.) Essendo appoggiato lo debbo prima d'ogni altra proposta mettere ai voti. (E approvato.) Essendo così chiusa la discussione generale, io ritengo che la Camera intende passare alla discussione degli articoli. Si dà lettura dell'articolo 1 : « Sino a tutto marzo 1867, il Governo del Re riscuoterà le tasse ed imposte d'ogni genere secondo le leggi in vigore, restando, fino a quel termine anco provvisoriamente prorogatele ritenute e impostelacuiapplicazione per le vigenti leggi cesserebbe col 1866 ; farà entrare nelle casse dello Stato le somme ed i proventi che gli sono dovuti, ed è autorizzato a pagare le spese ordinarie dello Stato e le straordinarie che non ammettono dilazione, e quelle che dipendono da leggi ed obbligazioni anteriori, conformandosi alle previsioni fatte nel secondo progetto di bilancio pel 1867 presentato al Parlamento, e contenendosi quanto alle spese nella misura ivi stabilita. A quest'articolo l'onorevole Nervo propone un'aggiunta: « Nessuna spesa, nè ordinaria né straordinaria, stanziata nel bilancio del 1867, potrà essere impegnata in - 46 - CAMERA DEI DEPUTATI — SESSIONE DEL 1 8 6 7 modo da rendere impossibili, dopo la cessazione dello esercizio provvisorio, quelle economie che la Camera giudicasse necessario introdurre nello stesso bilancio in occasione dell'approvazione definitiva di esso. » La parola spetta all'onorevole Nervo. NERVO. Non abuserò della pazienza della Camera per chiamare la sua attenzione sull'oggetto di questo articolo. Solo dirò che io mi preoccupo gravemente della profonda impressione che farà nel paese e all'estero il fatto che il Parlamento, all'aprirsi di questa nuova Legislatura, nella quale si trova ornai rappresentata tutta l'Italia, voti l'esercizio provvisorio dei bilanci senza conoscere la situazione finanziaria che ci sta dinanzi. Poiché non possiamo sottrarci a questo voto, io penso sia indispensabile circondare la facoltà, che stiamo per dare, di tali disposizioni atte ad assicurare il paese del fermo proponimento del Governo e del Parlamento di restringere le pubbliche spese nei minori limiti possibili. A quest'uopo importa anzi tutto che i crediti suppletivi per spese nuove o maggiori spese non continuino, come per lo passato, a perturbare l'economia dei bilanci votati ed a porre ben sovente il ministro di finanze nella impossibilità di farvi fronte coi mezzi che la Camera ha posto a sua disposizione, quando ha votato i bilanci. Secondariamente, come ebbi l'onore di dire ieri, egli è pure indispensabile che le spese assegnate a ciascun capitale non vengano, per quanto possibile, eccedute oltre il limite del prorata corrispondente al termine dell'esercizio provvisorio. Quanto alle nuove e maggiori spese, io credo che, senza pregiudicare la decisione che la Camera potrà prendere a questo riguardo quando si occuperà della legge sulla pubblica contabilità dello Stato, sia necessario stabilire fin d'ora che le proposte di queste maggiori spese non possono essere fatte alla Camera senza che si propongano contemporaneamente i mezzi di farvi fronte, indipendentemente dalle entrate già sancite nel bilancio. Senza questa precauzione ogni nuova o maggiore spesa non fa che aumentare il disavanzo. Ne abbiamo una prova recente quest'anno. Nella relazione annessa al bilancio pel 1866, presentato nella metà di dicembre 1865, è detto che si prevedevano due milioni e mezzo di ulteriori spese per l'annata da proporsi con speciali progetti di legge, per cui si potevano già comprendere nello stesso bilancio, onde poterne tenere conto per stabilire il disavanzo. Ebbene, o signori, non eravamo ancora giunti alla fine del primo semestre che erano già presentati dai vari ministri tanti progetti di legge per nuove o maggiori spese per circa 17 milioni senza che fosse proposto un corrispondente aumento di entrate o una corrispondente economia, quindi il disavanzo di 265 milioni an- nunziato pel 1866 dal ministro delle finanze nel dicembre 1865 si trovò per questo solo fatto aumentato di una cospicua somma. Ciò è ancora una conseguenza dell'anormale sistema invalso nel nostro paese, in forza del quale durante gli ultimi sei anni furono presentati al Parlamento tanti progetti di legge per l'autorizzazione o la convalidazione di più di 570 milioni di nuove o maggiori spese. La mia proposta tende ad impedire provvisoriamente che questo grave inconveniente si rinnovi nell'esercizio finanziario che sta per aprirsi, mentre la questione dovrà poi essere trattata quando si discuterà il progetto di legge sulla pubblica contabilità. È un'assicurazione che intanto si dà al paese di non aumentare per quanto possibile il disavanzo del 1867 col fatto di crediti suppletivi. M1NGHETTI, relatore. Dirò brevissimamente le ragioni per le quali la Commissione non può accettare l'emendamento dell'onorevole Nervo. Quanto all'aggiunta proposta al primo articolo, la Commissione chiese le dichiarazioni di cui fa parola quest'aggiunta all'onorevole ministro delle finanze, e le ebbe le più esplicite che si potevano desiderare, come nella relazione avete potuto udire. Per la qual cosa alla Commissione pare che, dopo le dichiarazioni medesime, non convenga introdurre un precedente al tutto nuovo quale sarebbe quello d'introdurre un articolo appositamente per prendere atto di tali dichiarazioni. Quanto all'articolo secondo che vi si propone, siccome fra le leggi che prime verranno in discussione vi è quella sulla contabilità, così devonsi riferire ad essa gli argomenti che l'onorevole Nervo ha trattati e i quali fino ad un certo punto sono giusti e ragionevoli,"sebbene per avventura, atteso le condizioni del nostro tesoro, possa parere eccessivo. Per esempio, sarebbe eccessivo il non ammettere alcuna spesa nuova o maggiore senza iscrivere un fondo generale come usano gl'Inglesi, che serva pei casi impreveduti. Adunque rispetto all'aggiunta all'articolo 1° soddisfa la dichiarazione del signor ministro di cui tien conto la nostra relazione. Rispetto alla seconda proposta, essa ha sede propria nella legge di contabilità, quindi preghiamo l'onorevole Nervo a ritirare il suo emendamento e speriamo che vi acconsentirà dopo avere, come ha fatto, espressi i suoi concetti alla Camera distesamente. NERVO. Io lo ritiro volentieri, purché l'onorevole ministro delle finanze procuri di intendersi cogli onorevoli suoi colleghi, onde nessun progetto di legge per spese nuove o maggiori venga presentato senza la contemporanea proposta dei mezzi di farvi fronte. PRESIDENTE. La parola spetta all'onorevole ministro delle finanze. ;j SCI ALO J A, ministro per lè finanze. La legge sulla contabilità dello Stato che ho presentata ieri provvede in gran parte ai desiderii dell'onorevole Nervo, nei termini 47 TORNATA DEL 22 DICEMBRE 1866 della possibilità, poiché, signori, quando si ha il disavanzo attuale è assai difficile il poter precisare le spese straordinarie ed il fondo occorrente per farvi fronte. Ripeto, senza che mi dilunghi davvantaggio, che a molte di queste cose provvede il progetto di legge che ho presentato ieri al Parlamento. PRESIDENTE. Dunque è ritirata la proposta Nervo, la quale consisteva non solo in un'aggiunta all'articolo 1, ma ancora all'articolo 2. Avendo anche 1' onorevole Papa ritirata la sua modificazione che aveva proposta all'articolo 1, io lo pongo ai voti come è stato modificato dalla Commissione, e come è stato consentito dal signor ministro. PAPA. Ho ritirato il mio emendamento colla riserva da me pronunziata. PRESIDENTE. Ho inteso ; fatto sta che la sua proposta è ritirata. Prego di non interrompere quando si mette ai voti una proposta. Pongo dunque ai voti l'articolo 1 come è stato concordato dalla Commissione e dal signor ministro e di cui si è dato lettura. (E approvato.) « Art. 2. Prima del 15 gennaio il Governo del Re presenterà un'appendice al bilancio 1867, al fine di proporre economie nelle varie parti dell'amministrazione, e specialmente in quelle di guerra e marina. » Se nessuno chiede di parlare lo pongo ai voti. (La Camera approva.) « Art. 3. È continuata al Ministero delle finanze la facoltà di emettere buoni del tesoro secondo le norme vigenti. « La somma totale dei buoni in circolazione non potrà eccedere i 250 milioni di lire. » (La Camera approva.) ISTANZA DEL DEPUTATO CORTE — AGGIORNAMENTO DELLE SEDUTE. PRESIDENTE. Prima di procedere alla votazione per iscrutinio segreto, sui due progetti testé votati, io debbo comunicare all'onorevole ministro della guerra un desiderio manifestato dall'onorevole Corte in una dichiarazione, di cui si darà lettura : « Il sottoscritto, prendendo atto dei solenni impegni assunti nella seduta del 1° maggio p. p. dal ministro della guerra, generale di Pettinengo, desidera sapere dal signor ministro della guerra se egli intenda di presentare nella presente Sessione parlamentare un nuovo progetto di legge sulla fondazione della cassa dell'esercito. » CUGIA, ministro per la guerra. Io prendo impegno di presentare una modificazione alla legge a cui allude l'onorevole Corte. PRESIDENTE. Si procede dunque allo scrutinio segreto sui due progetti di legge già votati, cioè : progetto di legge per la proroga dei termini per le iscrizioni dei privilegi e delle ipoteche alle corporazioni religiose soppresse, e l'altro per l'esercizio provvisorio del bilancio. Ma prima di cominciare l'appello nominale io debbo consultare la Camera riguardo alla proroga delle nostre sedute, e intorno al giorno in cui essa intende che debbano essere riprese. ASPRONI. Secondo il mio avviso, stimerei che la Camera non dovrebbe prendere che due soli giorni di vacanza per la solennità che ricorre. Però se la maggioranza vuole che vi siano vacanze, io crederei che si dovessero dare almeno di quindici giorni (Eumori di dissenso) ; ma bisognerebbe che la Camera stessaprendesse impegno che dappoi non ci fossero più vacanze di sorta; e la ragione è questa. Se voi non prendete siffatto impegno, dopo queste vacanze verrà il Carnovale, e ciascuno vorrà andare a casa sua ; poi verrà la Pasqua e vorrete anelare eziandio a casa; finalmente verranno i calori dell'estate, ed ognuno vorrà andare a casa, e si voterà tutto senza discussione a passo di carica. (Oh! oh!— Eumori) E così finiremo coll'aver lavorato poco. Io desidererei che la Sessione fosse continuata ed operosa, affinchè alla fine del mese di aprile ciascuno potesse andare a casa sua, e lo dico con coscienza... {Eumori) La parola è incresciosa, ma io la pronunzio: signori questo che facciamo è uno scandalo. Il paese ha bisogno che noi lavoriamo. (Eumori e voci. Sì! sì! Il paese giudicherà) PRESIDENTE. La parola spetta all'onorevole Di San Donato. DI SAN DONATO. La proposta dell'onorevole Asproni è la proposta più seria che vi possa essere. Se volete, o signori, prorogare il Parlamento e che i deputati possano andare a raccogliersi nelle proprie case, per meditare lo stato d'Italia ed i suoi bisogni amministrativi, finanziari e politici, voi non potete fare a meno di accordare quindici giorni di proroga; se poi volete seguire lo stesso sistema delle Camere passate, che concedevano 48 ore di proroga, sulle quali qualcheduno, fedele alla volontà della Camera, si rimaneva a Torino, per venire alla quarantanovesima ora nell'Aula in contemplazione dei banchi deserti... (Eumori) I rumori non distruggono i fatti 1 Quindi porto opinione che la proroga sia logica, e prego l'onorevole Asproni di credere che non propongo uno scandalo. Così facendo, o signori, voi darete anche il tempo necessario al potere esecutivo di presentare i suoi progetti di economia, specialmente dopo l'impegno preso dal ministro delle finanze, ripetutoci ancora dal relatore della Commissione. E poi, o signori, quali sarebbero le leggi che voi potreste discutere se non ne avete ancora negli uffizi ? CAMERA DEI DEPUTATI — Ciò premesso, io credo che potrebbe la Camera prorogarsi al 12 gennaio... (Rumori — Interruzioni) Una voce a sinistra. Al 3 gennaio! (/SU si!) DI SAN DONATO. In sei anni di vita parlamentare ho almeno , concedetemelo , acquistato dell'esperienza. Quando io rimaneva a Torino fedele ai miei doveri, molti di lor signori se ne andavano. (Risa) Negatelo, se potete ! Se non ci debbono essere vacanze, ne sono lietissimo, e vi dichiaro formalmente che non mi muoverò di Firenze. Non ho mai mancato alla mia parola. Se poi vi deve essere la proroga, propongo che la Camera si riapra il giorno 10 (fo una concessione di due giorni a quei sì che sentiva alle spalle, e che erano alquanto dissidenti). PRESIDENTE. Metto ai voti la proposta dell'onorevole Di San Donato, il quale propone che la Camera debba riprendere le sue tornate al 10 gennaio. ASPRONI. Domando la parola. Io do il mio voto a queste vacanze ed anche a della, vacanze più lunghe, ma ad una condizione. E questa si è che la Camera prenda l'impegno di non darne altre, per non costringerci a votare le leggi senza esame.. (Rumori — Interruzioni) PRESIDENTE. Perdoni l'onorevole Asproni, non mi sembra cosa conveniente ; e, quando la Camera stabilisce di riprendere le sue sedute al 10 o al 15 come piace a lei, l'impegno è già preso... CORTE. Desidererei, senza entrare nella discussione del giorno in cui si dovranno riprendere i nostri lavori, che il signor presidente facesse intendere a quei tali onorevoli nostri colleghi, i quali hanno quasi perduto l'uso di venire in Parlamento, la convenienza di chiedere un congedo, per fare almeno che noi rimaniamo in numero. (Movimenti) PRESIDENTE. Il presidente non crede per ora di dover richiamare nessuno all'osservanza del regolamento (Bravo!)] però non accetto quest'incarico. Ho veduto che quelli i quali per varie ragioni non potevano intervenire alle sedute, non mancavano di chiedere il regolare congedo. Ora domando all'onorevole Asproni se intenda fare una proposta perchè si proroghi lino ai 15 la Camera. ASPRONI. No. Io non faccio proposta alcuna; anzi mi oppongo. PRESIDENTE. Allora bisogna che io ponga ai voti quella dell'onorevole Di San Donato (Conversazioni) Facciano silenzio... che cioè la Camera aggiorni le sue sedute fino al 10 gennaio. Chi l'approva è pregato di alzarsi. (Fatta prova e controprova, la proposta è accettata.) SESSIONE DEL 1867 VOTAZIONE DEI PROGETTI DI LEGGE PRECEDENTEMENTE DISCUSSI. PRESIDENTE. Si procede all'appello nominale per la votazione a scrutinio segreto sui due progetti di legge oggi discussi. Risultamento della votazione sul progetto di legge per la proroga dei termini per le iscrizioni e le rinnovazioni dei privilegi e delle ipoteche competenti agli enti ecclesiastici soppressi : Presenti e votanti Maggioranza. . Voti favorevoli Voti contrari (La Camera approva.) 252 127 220 32 Risultamento della votazione sul progetto di legge per l'esercizio provvisorio del bilancio pel primo trimestre del 1867 : Presenti e votanti Maggioranza Voti favorevoli Voti contrari (La Camera approva.) 250 126 192 58 PRESIDENTE. L' onorevole Alvisi ha inviato alla Presidenza questa dichiarazione : « Il sottoscritto avendo già annunziato pubblicamente a'suoi elettori dei due collegi di Belluno e di Feltre ch'egli rimette al sorteggio, secondo il regolamento della Camera, l'accettazione d'uno de' due collegi che l'onorarono dell'elezione, egli prega la Presidenza di far l'estrazione a sorte. » Il collegio che sarà estratto sarà quello che rimarrà vacante. (Viene estratto il collegio di Belluno.) Rimane adunque l'onorevole Alvisi deputato del collegio di Feltre, ed il collegio di Belluno è dichiarato vacante. Se non vi è opposizione, la Presidenza procederà ad estrarre a sorte fra i deputati, che rimangono in Firenze, quelli che dovranno unirsi al presidente per andare ad ossequiare in nome della Camera S. M. al primo giorno dell'anno. (La tornata è chiusa alle ore 5 1[4.)