+@!z!$!#!$ y(7HB5J1*KOMKKR( Martedì 12 febbraio 2013 OPINIONI NUOVE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano FONDATORE VITTORIO FELTRI DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO ANNO XLVIII NUMERO 36 EURO 1,20* COME ANTICIPATO DA «LIBERO» GLI INTRIGHI VATICANI FANNO DIMETTERE IL PAPA Una decisione clamorosa mette fine a un pontificato segnato da scandali e complotti nella curia Veleni fino all’ultimo: «Non si scende dalla croce». Entro Pasqua il successore: ecco i favoriti Scelta fatta nel 2011 GESTO D’AMORE MA ANCHE ATTO DI ACCUSA di MAURIZIO BELPIETRO Quando, un anno e mezzo fa, Antonio Socci, sulla prima pagina di Libero, rivelò che il Papa meditava di dare le dimissioni, lo scoop fu accolto con freddezza e molti addirittura lo liquidarono come una bufala. Oltre alle smentite di rito (si è mai visto il portavoce della sala vaticana che conferma qualcosa di non ancora ufficiale, tipo appunto l’abbandono di un Pontefice, evento che è accaduto volontariamente solo una volta in duemila anni?), a negare la possibilità che Benedetto XVI si facesse da parte (...) Domenica 25 settembre 2011 di ANTONIO SOCCI Le dimissioni di Benedetto XVI non sono soltanto una notizia esplosiva, ma un evento epocale, senza precedenti moderni (si può citare il caso di Celestino V, settecento anni fa, ma fu una vicenda diversissima in tutt’altro contesto). Quello che accade davanti ai nostri occhi è un avvenimento che, per la sua stessa natura planetaria e spirituale, fa impallidire tutte le altre notizie di cronaca di questi giorni e certamente non ha alcun legame con esse (a cominciare dalle elezioni italiane). Ieri Ezio Mauro, nella riunione di redazione di Repubblica trasmessa sul sito e che ovviamente è stata dedicata al pontefice, ha rivelato che Benedetto XVI è arrivato a questa decisione (...) segue a pagina 2 Blitz per gestire il conclave dopo la rivolta dei cardinali di FRANCO BECHIS L’incontro è avvenuto sabato scorso, ed è possibile che abbia dato una spinta forte a una decisione che Benedetto XVI stava maturando già da molti mesi. segue a pagina 3 Vaticanleaks e la paura di Benedetto XVI di GIANLUIGI NUZZI Le dimissioni di Benedetto XVI mi arrivano al telefono. È uno choc per me e sono convinto per tutti quelli che vedono in questo pontefice un pastore rivoluzionario. Ratzinger non ce l’ha fatta, questo è il messaggio che percepisco da questa scelta. Non ce l’ha fatta ad assicurare per i prossimi anni del suo papato quella coerenza tra il suo messaggio di trasparenza, di cambiamento e il «fare» della Curia romana. Così con forza ha deciso di sparigliare i giochi, di anticipare le mosse, di mettere in difficoltà chi mina di veleno e sabota il cammino del cambiamento. Lo scandalo detto Vaticanleaks (o del Corvo), del quale con il mio libro sono stato uno dei protagonisti, avrà certamente addolorato (...) segue a pagina 4 MARCO GORRA, CATERINA MANIACI, ANDREA MORIGI, CHIARA PELLEGRINI e BARBARA ROMANO da pagina 2 a pagina 9 I dogmi del Prof L’Europa vera e quella di Monti di GIANLUIGI PARAGONE «È un peccato che in campagna elettorale non si parli di Europa. A Bruxelles si prendono decisioni sul nostro futuro». Lo ha detto Mario Monti che è tornato a mettersi il loden dopo aver bevuto una birra in tivù con la Bignardi (...) segue a pagina 17 Spesa pubblica È arrivata l’ora dei tagli di C. PELANDA a pagina 10 Invece Bersani vuol intasare ancora la scuola di D. GIACALONE a pagina 10 * Con: “I segreti dell’investimento immobiliare” € 5,00; “Crea il tuo bilancio famigliare” € 5,0 0. DLsaYGezj+WvpeSzgvg59IShDfL5N11vgmw12dw3B5g= Nello studio del Papa è arrivato il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio. Con toni accesi e concitati (...) segue a pagina 5 Un pontefice che faceva il pontefice La primavera che cambierà il volto all’Italia di CAMILLO LANGONE di MARIO GIORDANO Cominciarono chiamandolo «Pastore tedesco», come fosse il cane da guardia di una reazione clerico-nazistoide. Poi esplosero i fotomontaggi, con divise da SS e saluti a braccio teso, (...) Ma chi l’ha detto che non cambia mai nulla? Ora c’è persino il Papa che si dimette, che è un po’ come dire che nevica rosso o gli elefanti volano. Sembra uno di quegli esercizi (...) segue a pagina 6 segue a pagina 9 Oggi Sanremo, il Cav attacca «Se è Festival dell’Unità, sciopero del canone» di SALVATORE DAMA «Se il festival di Sanremo diventa la festa dell’Unità credo che il 50% degli italiani non pagherà il canone». Silvio Berlusconi mette in guardia Fabio Fazio e gli autori del festival della canzone italiana. Che sia una manifestazione canora e non diventi una vetrina politica (...) Il caso Che autogol la battuta di Berlusconi sul lato B No, malizia innocente che piace agli italiani di G. MUGHINI a pagina 14 di M. G. MAGLIE a pagina 15 segue a pagina 12 Prezzo all’estero: CH Fr. 3.00 / MC & F € 2.00 / SLO € 2.00. 2 PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it TENSIONI Dal «corvo» allo Ior, gli scandali che hanno travolto la Chiesa sono il sintomo di una guerra in corso oltre Tevere La croce di Ratzinger Troppi intrighi, il Papa si dimette Per guidare questo Vaticano, che vive di trame e cospirazioni, essere autorità morali e grandi teologi non basta. Conta essere scaltri strateghi. Anche per questo Benedetto XVI lascia ::: segue dalla prima MAURIZIO BELPIETRO . (...) per sopraggiunti limiti di età e sopraggiunta stanchezza furono alcuni colleghi. Di Socci, non del Papa: ciò dimostra che peggio degli uomini di chiesa ci sono solo i vaticanisti, gente che si reputa esperta in faccende d’oltre Tevere, ma che evidentemente non riesce a vedere oltre il proprio naso. Che la questione fosse all’ordine del giorno, al contrario, lo si poteva capire da molti indizi, primo fra tutti un libro di un paio d’anni fa, in cui lo stesso Ratzinger aveva lasciato intendere che se avesse ritenuto di non poter svolgere il proprio compito con sufficienti energia e forza non avrebbe scartato la possibilità di abbandonare il soglio pontificio. Troppo forte il ricordo degli ultimi anni di Wojtyla, troppo doloroso il declino di un Papa molto amato che la malattia aveva segnato fino quasi a rendergli impossibile l’esercizio del pontificato. La frase, oltre a lasciare aperta la porta alle dimissioni per impedimenti fisici, non escludeva però la possibilità di un ritiro in caso di affaticamento mentale e spirituale, quasi che il Papa temesse un giorno di non riuscire più a svolgere il delicato e gravoso incarico, limitato dall’età a interpretare il suo magistero. L’inciso, all’interno di un librointervista con Peter Seewald, probabilmente andava contestualizzato in quel che era accaduto e stava accadendo. Lo scandalo dei preti pedofili aveva già devastato la rispettabilità di molte diocesi americane e rischiava di estendersi ad altri Paesi, dando un colpo devastante all’immagine della Chiesa cattolica nel mondo, oltre che una batosta economica alle finanze vaticane a causa delle azioni legali intentate dalle vittime della pedofilia. Certo, non c’era ancora stata la fuga delle carte private dello stesso Benedetto XVI, rubate e fotocopiate dal maggiordomo di sua Santità e poi passate ai giornalisti - tra i quali il nostro Gianluigi Nuzzi, che sulla scorta di quei documenti ha costruito un libro di successo - ma i segnali di una guerra in corso nelle segrete stanze pontificie c’erano tutti. Si capiva che il corpo della chiesa non era un monolite, ma un esercito diviso in fazioni l’una contro l’altra armate. Qualcuno con il capo della segreteria vaticana, Tarcisio Bertone, una specie di premier dello stato d’Oltretevere; altri con quello dei vescovi, Angelo Bagnasco, una sorta di leader del partito dei presuli. Il segnale più evidente dello scontro in corso risale alla fine del 2009, un anno prima delle parole del Papa sul diritto, anzi il dovere in certi casi delle dimissioni. Un articolo sul Giornale rivelò che il direttore di Avvenire era stato in passato condannato per molestie telefoniche nei confronti di una donna. Il testo faceva riferimento all’omosessualità del numero uno dei giornale dei vescovi, mettendo il fatto in relazione alle molestie. Dino Boffo, molto vicino al cardinal Bagnasco, negò ma fu costretto alle dimissioni e da lì in poi molti si interrogarono sulla manina che aveva recapitato la velina (in parte rivelatasi falsa) al Giornale. Qualcuno fece il nome del direttore dell’Osservatore romano, molto vicino al cardinale Bertone, e questi negò, ma sta di fatto che lo stesso Vittorio Feltri lasciò capire che la fonte indossava una tonaca e dunque era da ricercarsi all’ombra del cupolone. Non che in passato il Vaticano fosse stato immune da intrighi e congiure - tutt’altro - ma quelli del 2009 lasciarono il segno. È forse da lì che parte la storia di Paoletto Gabriele, l’aiutante di camera del Papa. Già erano state pubblicate le carte segrete dello Ior (altro libro CLAMOROSO L’addio annunciato in latino «Via il 28 febbraio, alle ore 20» E i cardinali restano impietriti ::: CATERINA MANIACI Un colpo di fulmine. Così descrive l’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio. Certo la dichiarazione scritta in latino era già pronta il giorno prima, domenica, e quindi ne hanno avuto in mano la copia da tradurre i più stretti collaboratori del pontefice. Il fratello, monsignor George, fa sapere, in seguito che era al corrente e che le motivazioni sono del tutto personali. Eccoci al lunedì mattina: alle undici papa Benedetto XVI si presenta nell’aula affollata di cardinali, riuniti per il Concistoro dedicato alla canonizzazione dei martiri di Otranto. Dopo i riti d’inizio, il Papa legge il suo annuncio in latino, in un silenzio stupefatto. In sintesi, papa Ratzinger annuncia che dalle ore 20 del giorno 28 febbraio lascerà il suo mandato pontificale. La storia della Chiesa. Un fatto straordinario, il cui precedente bisogna andare a cercare oltre sei secoli fa, poi uno sguardo smarrito al prossimo futuro, incerto quanto mai. Sodano prende la parola, dichiara che «tutti noi le siamo vicini, Santo Padre. La stella del suo luminoso pontificato non si spegnerà». Poi abbraccia il Papa, mentre tutti rimangono in silenzio. La notizia viene battuta poco prima di mezzogiorno e tutto il mondo ascolta attonito. Si organizza subito una conferenza stampa straordinaria presso la sala stampa vaticana, con padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. Le domande fioccano, padre Lombardi chiarisce: nessuna notizia di malattie gravi che abbiano spinto il Papa alle dimissioni, nessuna pressione, si tratta di una decisione «fatta in totale libertà e in piena coscienza». Il Pontefice è «sempre apparso sereno, niente faceva presagire una simile decisione». Dunque, nessun sintomo di scoraggiamento, di depressione, di dubbi profondi. E meno che mai, insiste padre Lombardi, il Papa è stato spinto a questo gesto epocale dagli scandali ripetuti di questi ultimi tempi, e la sconvolgente vicenda del «corvo», ossia il tradimento del suo ex maggiordomo. Insomma, si tratta di una presa di coscienza di Joseph Ratzinger che le proprie forze, fisiche e psichiche, non sono sufficienti al gravoso impegno del pontificato. Ma le voci e i commenti si rincorrono. In realtà il Papa sarebbe gravemente malato e avrebbe deciso di ritirarsi prima di non riuscire andare avanti. Benedetto XVI avrebbe avuto trovato resistenze troppo forti, all’interno della Curia e nella Chiesa in generale. C’è persino chi tira fuori le numerose profezie che sostengono che Ratzinger sarebbe l’ultimo o il penultimo Pontefice della storia, poi ci sarà la fine del mondo, l’apocalisse. Qualcuno sottolinea il fatto che bisogna In questo scatto emblematico, Benedetto XVI si allontana dal suo scranno. Dal prossimo 28 febbraio si aprirà il periodo di sede vacante in attesa del conclave per la successione Ap guardare anche alla data sul calendario, che non sembra essere per niente casuale. Ieri infatti per la Chiesa è la festa liturgica della Madonna di Lourdes, nell’anniversario delle più celebri apparizioni mariane. E per volontà di Giovanni Paolo II dal 1992 l’11 febbraio per la Chiesa è anche la Giornata mondiale del malato. Una coincidenza che fa pensare, leggendo le parole di Benedetto XVI sul fatto che «il vigore sia del corpo, sia dell'animo, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». Padre Lombardi annuncia anche che dal 28 febbraio comincerà il periodo di sede vacante, in cui sarà indetto il Conclave che eleggerà il nuovo Pontefice; vuole rassicurare che non si corre alcun pericolo per la tenuta della Chiesa, ossia non si incorrerà in una situazione in cui esistano due Pontefici, con l’ombra incombente addirittura di uno scisma. Nulla di tutto questo, il Papa aprirà, come da programma, il periodo quaresimale. Poi si ritirerà «in preghiera». Mentre i cardinali saranno convocati per il Conclave. «Entro Pasqua si auspica l’elezione del nuovo Pontefice», spiega il portavoce vaticano. Il carosello mediatico si scatenano, a piazza San Pietro la gente guarda smarrita il Cupolone, mentre grandi nuvole grigie si addensano nel cielo già immerso nella sera. di Nuzzi), messe meticolosamente da parte da un monsignore e poi date a un nipote affinché le rendesse note; già erano trapelate indiscrezioni a proposito di un alto prelato rimosso frettolosamente perché aveva denunciato sprechi e ruberie compiute in nome di Dio; già un cardinale aveva rivelato la storia di un presunto attentato al Papa. Ma ecco all’improvviso spuntare una valanga di carte, tutte autentiche, tutte arrivate direttamente dallo scrittoio di Sua Santità. Segreti circa la rimozione di Boffo, trattative con il governo a proposito dell’Imu, lettere top secret del presidente della banca vaticana: documenti confidenziali difficili da sottrarre da soli, un fiume in piena di missive inaccessibili che si fa fatica a immaginare nella disponibilità di un solo cameriere. Ma tant’è, la faccenda si è chiusa con l’arresto, la condanna e l’immediata amnistia dell’unico «corvo». Era lui la fonte. Lui la gola profonda che spifferava le informazioni alle redazioni. Perché lo ha fatto? Mistero. Nessuno lo sa. Nessuno lo ha capito. Neanche il tempo di riprendersi ed ecco un’altra grana. Questa volta ad essere coinvolto è direttamente il banchiere del Papa, Ettore Gotti Tedeschi, rimosso senza troppi complimenti dal consiglio dello Ior. Un uomo di finanza pio e devoto a Ratzinger licenziato come una colf, con neppure gli otto giorni che si usano con le cameriere. Aveva rubato? A quanto pare è escluso. E allora perché estrometterlo brutalmente? Incapacità manifesta è la versione ufficiale. Difficile da mandar giù, soprattutto se si considera che Gotti Tedeschi è da qualche decennio il rappresentante in Italia del Santander, il più importante istituto di credito spagnolo. Insomma, quello di Benedetto XVI non è stato un pontificato facile, soprattutto negli ultimi tempi. Dal 2009 ad oggi i motivi di imbarazzo sono stati molti. È forse per questo che il Papa ha gettato la spugna. Per guidare una corte in cui la cospirazione e le trame sono all’ordine del giorno non basta una grande autorità morale né essere teologi in grado di esercitare un alto magistero. No, servono uomini scaltri in grado di parare i colpi e di schivare i complotti. Rileggendo la storia di altri papati, si scopre che anche questa non è una grande novità, ma forse, negli ultimi tempi, il virus che ha infettato la politica rendendo l’Italia ingovernabile ha infettato un po’ di più anche chi sta di là dalle mura leonine. Così il Papa se ne va: forse non è stato il miglior vescovo di Roma che ci si potesse attendere, almeno se lo si pensa come pastore di uomini e soprattutto come cane da guardia di cardinali. Di sicuro di lui ci rimarranno la dignità e l’insegnamento. Questi nessun complotto ce li potrà togliere. [email protected] @BelpietroTweet PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 3 @ commenta su www.liberoquotidiano.it IL MALE Pio X in punto di morte disse: «Ho visto il Papa fuggire dal Vaticano camminando fra i cadaveri dei suoi preti» La croce di Ratzinger Una scelta di umiltà e un atto di accusa Ratzinger si dimette perché non ha più le forze e forse perché non si fida dei componenti della sua Curia Due profezie, di Pio X e Leone XIII, parlavano di un pontefice in fuga dal Vaticano assediato dai demoni ::: segue dalla prima ANTONIO SOCCI . (...) «dopo una lunga riflessione. Stamattina», ha aggiunto Mauro, «ci hanno detto che la decisione l’ha presa da tempo e comunque l’ha tenuta segreta». In effetti la decisione risale almeno all’estate 2011 e non è più una notizia segreta dal 25 settembre 2011, quando, su questo giornale, io la portai alla luce, avendola saputa da diverse fonti, tutte credibili e indipendenti l’una dalle altre. In quell’occasione scrissi che il passaggio di mano era stato pensato, da Ratzinger, per il compimento dei suoi 85 anni, cioè nella primavera del 2012. Sennonché due mesi dopo il mio articolo, nell’autunno del 2011, cominciò a scoppiare il caso Vatileaks e fu subito evidente che - finché non si fosse chiusa quella vicenda - il Santo Padre non avrebbe dato corso alla sua decisione. Infatti nel libro intervista di qualche anno fa, Luce del mondo, con Peter Seewald, analizzando la cosa in via teorica, aveva spiegato che quando la Chiesa si trova nel mezzo ad una tempesta un Papa non può dimettersi. Per questo l’11 marzo 2012, a un mese dall’85° compleanno del Pontefice (che è il 16 aprile), io scrissi su queste colonne: «Va detto che la tempesta che ha travolto in questi mesi la Curia vaticana, in particolare la Segreteria di stato, allontana l’ipotesi di dimissioni del Papa, il quale ha sempre precisato che esse sono da escludere quando la Chiesa è in grandi difficoltà e perciò potrebbero sembrare una fuga dalle responsabilità». Lo svolgimento dei fatti successivi conferma questa ricostruzione. Perché infine le dimissioni del Papa arrivano puntualmente un mese dopo la definitiva chiusura della vicenda Vatileaks, con la grazia concessa al maggiordomo Paolo Gabriele. Segno che tali dimissioni effettivamente erano già state decise nell’estate 2011. Ecco le ragioni addotte ieri dal Papa: «Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino». Con la sua abituale limpidezza il Papa ha detto la semplice verità e ha fatto la scelta che ritiene migliore per il bene della Chiesa, fra l’altro una scelta di umiltà, che è un tratto importante della sua umanità e della sua fede. Noi tuttavia possiamo e dobbiamo osservare che quasi tutti i papi precedenti sono invecchiati e sono rimasti in carica con forze ridotte, governando attraverso i loro collaboratori. Si può dunque ipotizzare che Benedetto XVI non abbia ritenuto di fare questa scelta perché non giudica di avere collaboratori all’altezza di un tale compito (con le sue dimissioni tutte le cariche di Curia sono azzerate). Di certo si può dire che Benedetto XVI è stato un grande pontefice e che il suo pontificato è stato - almeno in parte - azzoppato da una Curia non all’altezza, ma anche dalla scarsa rispondenza al Papa di parte dell’episcopato. Joseph Ratzinger, che si conferma un Papa straordinario anche con questa uscita di scena, ha portato la croce del ministero petrino certamente soffrendo molto e dando tutto se stesso (non gli sono mancate né le incomprensioni né il dileggio). È stata una pena vedere come il suo splendido magistero è rimasto spesso inascoltato. Quando pubblicai il mio scoop scrissi che mi auguravo di essere smentito dai fatti e auspicavo che noi cattolici pregassimo perché Dio ci conservasse a lungo questo grande Papa. Purtroppo molti credenti invece di ascoltare questo mio appello alla preghiera si scatenarono ad attaccare me, come se dare la notizia del Papa che stava pensando alle dimissioni fosse lesa maestà. Una reazione bigotta che segnalava un certo diffuso clericalismo. Benedetto XVI - con la sua continua apologia della coscienza e della ragione - è fra i pochi con una mentalità non clericale. Basti ricordare che non ha esitato a chiamare col loro nome tutte le piaghe della Chiesa e a denunciarle come mai prima era stato fatto. Nella sua ammirevole libertà morale non esitò nemmeno a smentire qualche suo stretto collaboratore sul «segreto di Fatima». Accadde nel 2010, quando decise un repentino pellegrinaggio al santuario portoghese e là dichiarò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa... Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima [...] Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità». Un’espressione che certamente fa pensare (il centenario delle apparizioni di Fatima è il 2017), anche in riferimento ai famosi «dieci segreti» di Medjugorje. D’altra parte lo stesso annuncio delle dimissioni è arrivato in una data gloriosamente mariana, l’11 febbraio, ricorrenza (e festa liturgica) delle apparizioni della Vergine a Lourdes. È facile prevedere che ora si scateneranno anche dietrologie fantasiose, si evocheranno i detti di Malachia, la monaca di Dresda e quant’altro. Lo scoop di Socci su «Libero» del 25 settembre 2011 Benedetto XVI durante la Via Crucis il 6 aprile 2007 Ap Ma resta il fatto che il Papa, con la pesantezza epocale della decisione che ha assunto, pone tutta la Chiesa davanti alla gravità dei tempi che viviamo. Gravità che la Madonna ha dolorosamente sottolineato in tutte le sue apparizioni moderne, da La Salette, a Lourdes, da Fatima a Medjugorje (passando per la misteriosa e miracolosa lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia). C’è solo da augurarsi che invece non si riferisca a questo nostro amato Papa ciò che è stato attribuito a un suo predecessore, Pio X, che la Chiesa ha proclamato santo. È un episodio che da qualche mese viene diffuso fra alcuni ambienti cattolici e anche in Curia. Risulterebbe che Pio X, nel 1909, abbia avuto durante un’udienza una visione che lo sconvolse: «Ciò che ho veduto è terribile! Sarò io o un mio successore? Ho visto il Papa fuggire dal Vaticano camminando tra i cadaveri dei suoi preti. Si rifugerà da qualche parte, in incognito, e dopo una breve pausa morrà di morte violenta». Sembra che sia tornato su quella visione nel 1914, in punto di morte. Ancora lucido riferì di nuovo il contenuto di quella visione e commentò: «Il rispetto di Dio è scomparso dai cuori. Si cerca di cancellare perfino il suo ricordo». Da tempo circola questa «profezia» anche perché si dice che Pio X avrebbe altresì dichiarato che si trattava di «uno dei miei successori con il mio stesso nome». Il nome di Pio X era Giuseppe Sarto. Giuseppe dunque. Joseph. Mi auguro vivamente che non sia una profezia autentica o da riferirsi ad oggi. Ma la sua diffusione segnala quanto il pontificato di Benedetto XVI - come quello del predecessore - sia circondato da inquietudini. Del resto fu lui stesso a inaugurarlo chiedendo le preghiere dei fedeli per non fuggire davanti ai lupi. Il Papa non è fuggito. Ha sofferto e ha svolto la sua missione finché ha potuto e oggi chiede alla Chiesa un successore che abbia le forze per assumere questo pesante ministero. D’altra parte è evidente a tutti che da trecento anni il papato è tornato ad essere un luogo di martirio bianco, come nei primi secoli esponeva al sicuro martirio di sangue. Infatti i tempi moderni si sono aperti con un altro evento mistico accaduto a papa Leone XIII, il papa della «questione sociale» e della «Rerum novarum». Il 13 ottobre 1884 (il 13 ottobre peraltro è il giorno del miracolo del sole a Fatima) il pontefice ebbe una visione durante la celebrazione eucaristica. Ne fu scioccato e sconvolto. Il pontefice spiegò che riguardava il futuro della Chiesa. Rivelò che Satana nei cento anni successivi avrebbe raggiunto l’apice del suo potere e che avrebbe fatto di tutto per distruggere la Chiesa. Pare che abbia visto anche la Basilica di San Pietro assalita dai demoni che la facevano tremare. Fatto sta che papa Leone si raccolse subito in preghiera e scrisse quella meravigliosa preghiera a San Michele Arcangelo, vincitore di Satana e protettore della Chiesa, che da allora fu recitata in tutte le chiese, alla fine di ogni Messa. Quella preghiera fu abolita con la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, la riforma liturgica che Benedetto XVI ha tanto cercato di ridisegnare. Mai come oggi la Chiesa avrebbe bisogno di quella preghiera di protezione a San Michele Arcangelo. www.antoniosocci.com 4 PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it DIVISIONI Secondo molti la decisione di lasciare il pontificato è dettata anche dalle frizioni con il segretario di Stato Bertone La croce di Ratzinger «Quegli occhi pieni di paura» . Lo scandalo Vaticanleaks e i veleni fra porporati dietro le dimissioni di un Papa stanco degli intrighi dei sacri palazzi. Il sindaco Pisapia: ricordo il suo sguardo buono e... ::: LA VITA TEMPI CUPI A sinistra, papa Benedetto XVI con l’ex maggiordomo Paolo Gabriele, individuato come «il corvo» in Vaticano. Sotto, fulmini su San Pietro Ansa ::: segue dalla prima GIANLUIGI NUZZI . BAVARESE Joseph Ratzingernasce aMarktl am Inn, diocesi di Passau, in Baviera, Germania, il 16 aprile del 1927. Il padre, commissario di polizia, proviene da un’antica famiglia di agricoltori della Bassa Baviera. La madre è figlia di artigiani e prima di sposarsi aveva lavorato come cuoca in vari hotel. LA GUERRA Dopo i primi studi in seminario, all'età di 16 anni il giovane Joseph viene assegnato al programma Luftwaffenhelfer («personale di supporto alla Luftwaffe»). Nell'aprile del 1944 durante una di queste marce diserta, e riesce a evitare la fucilazione, prevista per i disertori, grazie ad un sergente che lo fa scappare. Nell'aprile del 1945 Ratzinger è recluso per alcune settimane in un campo degli Alleati, vicino a Ulma, come prigioniero di guerra; viene rilasciato il 19 giugno 1945. GLI STUDI Dal 1946 al 1951 studia filosofia e teologia nella Scuola superiore di filosofia e di teologia di Frisinga e nell’università di Monaco di Baviera. SACERDOTE Il 29 ottobre 1950 è ordinato diacono, e il 29 giugno 1951 all'età di 24 anniassieme a suo fratello maggiore Georg è ordinato presbitero. IL VATICANO II Dal 1962 al 1965 dà un notevole contributoal ConcilioVaticano II come “esperto”, assistendo come consultore teologico del Cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia. CARDINALE Il 24 marzo 1977 viene nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da Paolo VI. Pochi mesi dopo, il 27 giugno 1977 lo stesso papa Paolo VI lo crea cardinale. Nel mese di ottobre del 1978 prende parte al Conclave che elegge Giovanni Paolo II. PREFETTO Il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nomina prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Il 27 novembre 2002 viene eletto decano del Collegio cardinalizio e come tale venerdì 8 aprile 2005 presiedette la cerimonia funebre per Giovanni Paolo II. PAPA Nel 2005 Ratzinger viene eletto Papa durante il secondo giorno del conclave, al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile. Sceglie il nome di Benedetto XVI. LE DIMISSIONI Ieri l’annuncio delle dimissioni: dalle 20 del 28 febbraio Benedetto XVI lascerà il pontificato. «Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino» (...) il Pontefice per il fatto che quei documenti siano diventati pubblici. Ma il dolore più grande Benedetto XVI l’ha provato per i fatti in sé, non per la loro pubblicazione. E certamente sono anche quegli scandali ad averlo indotto al gesto clamoroso. Certo, la malattia, smentita dal Vaticano e ripetuta invece a più voci tra chi frequenta l’appartamento di Ratzinger, avrà giocato un ruolo, avrà accelerato le scelte, ma credo che dietro questa mossa così radicale ci sia di più. C’è l’incapacità di Ratzinger di dare continuità ai suoi messaggi, certo, ma c’è anche la scollatura tra lui e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone. La misura di tutto l’ho ricevuta solo qualche mese fa quando Benedetto XVI venne a Milano per le giornate dedicate ai giovani. Lo incontrò il sindaco Giuliano Pisapia, dal quale potranno separarci le idee politiche ma che tutti sono d’accordo a indicare come persona perbene. Non me ne voglia Pisapia se racconto questa sua confidenza. Il tempo e la situazione lo impongono. Il sindaco incontrò Ratzinger in un colloquio a quattr’occhi. Qualche giorno dopo ci vedemmo per caso, confrontandoci. Pisapia è uomo laico: «Mi sono rimasti impressi - mi disse - i suoi occhi. Occhi buoni e pieni di amore». Mi sorprese, sorrisi. Ecco immaginavo Pisapia, figlio della sinistra radicale commuoversi di fronte alla grandezza religiosa di Benedetto XVI. Ma la sorpresa doveva ancora arrivare. E mi dice: «Ma sono rimasto colpito dagli occhi sì perché Rat- zinger è un uomo che ha paura». Pisapia ha visto decine di uomini dietro le sbarre. Sa conoscere e riconoscere le sensazioni, le paure... Perché Benedetto XVI ha paura? Di cosa, per quale motivo? Da quel giorno questa domanda si arricchisce di altri crucci. Mai sapremo la verità se non sapremo rispondere in maniera esaustiva, definitiva a un’altra questione: cosa lega Ratzinger a Bertone? Perché se lascia il pontificato oggi Benedetto XVI è per evitare di passare negli ultimi anni di vita il timone pieno al suo segretario di Stato, uomo così lontano dal teologo fine e sensibile che ha paura. il graffio il graffio Chi va e chi resta Lo scoop in latino Nel settembre 2010, Gianfranco Fini dichiarò: «Se Tulliani risultasse il proprietario della casa di Montecarlo, lascerei la presidenza della Camera». Su chi sia il padrone della casa di Montecarlo non ci sono più dubbi e nel frattempo si è dimesso il Papa: non avveniva da 600 anni. Ma Fini è sempre lì. Ha tradotto all’impronta dal latino l’annuncio di Benedetto XVI e per prima al mondo ha dato la notizia delle dimissioni del Pontefice. Dalla Sala Stampa vaticana, Giovanna Chirri, vaticanista dell’Ansa, ha fatto lo scoop mondiale. Una prova che studiare latino non è inutile. Il futuro di Benedetto XVI Sarà vescovo emerito di Roma e vivrà in un convento in Vaticano ::: ROMA Guarderà i bei viali ordinati, i giardini splendidi, le fontane e i boschetti fioriti dalla finestra del convento di clausura «Mater Ecclesiae» dove ha fatto sapere di voler rimanere, dopo le sue dimissioni, Benedetto XVI, il primo Pontefice da oltre seicento anni che sarà non più regnante ma dimissionato. Sarà in un piccolo convento di suore di clausura, che si trova dentro le mura vaticane, in cui ha abitato padre Tucci, storica voce della Radio vaticana, che infatti Joseph Ratzinger passerà gli ultimi giorni della sua vita. O forse, trascorso un congruo periodo di tempo, riuscirà a tornare nella sua Germania, anzi, più esattamente nella sua Baviera, e lì trascorrerà il tempo che gli rimane in preghiera e nella scrittura. Del resto, lui stesso, nel dare l’annuncio-choc delle proprie dimissioni, ha dichiarato di voler passare il tempo che Dio vorrà concedergli «in preghiera e meditazione», ma sempre «nel servizio della Chiesa». Subito dopo il 28 febbraio, giorno ufficiale del suo ritiro dal soglio pontificio, Ratzinger si sposterà a Castel Gandolfo, dove rimarrà probabilmente durante tutto il tempo in cui si svolgeranno i lavori del Conclave. Poi, come si è già detto, si dovrebbe ritirare in questa piccola realtà conventuale, il «Mater Ecclesiae» voluto da papa Giovanni Paolo II proprio nella sommità del colle vaticano, un’oasi di pace e di silenzio, ovviamente di preghiera proprio accanto al cuore pulsante della Santa Sede. Chi lo conosce bene crede che questa sia la dimensione più consona a Ratzinger e che lui stesso, prima di essere eletto pontefice, sognava IL RITIRO Il convento di clausura Mater Ecclesiae dove vivrà il Papa proprio di ritirarsi in solitudine per continuare i propri studi teologici e per ritrovare una dimensione più spirituale e meditativa. Come vivrà questa sua vicinanza al suo successore che, unico tra schiere di Pontefice, potrà vedere vivente anche se non più «regnante»? Ci saranno due Papi, a pochi metri di distanza. Quale convivenza sarà? Si incontreranno, si consulteranno? Domande destinata, per ora, a non avere risposta, data la situazione del tutto inedita. E a proposito di domande, anche quella su come si dovrà chiamare, dal 28 febbraio in poi, Ratzinger, non è certo la più pressante, ma suscita molta curiosità. Sarà denominato «papa emerito», come si fa con i vescovi e i cardinali che sono andati in pensione o si sono dimessi per motivi di età o di malattia? O sarà per sempre «vescovo emerito di Roma»? Non dimentichiamo infatti che il titolo del Pontefice è appunto associato a quello di «vescovo di Roma». CATERINA MANIACI PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 5 @ commenta su www.liberoquotidiano.it MALATO? Tutti negano che ci siano gravi problemi di salute, ma monsignor Paglia racconta di «improvvise amnesie» La croce di Ratzinger L’ultima goccia: la rivolta dei cardinali Ad accelerare la decisione di abbandonare il soglio di Pietro forse un incontro con Sodano: il decano gli avrebbe rivelato la fronda di molti prelati per la linea dura sui pedofili negli Usa ::: segue dalla prima FRANCO BECHIS sagire la clamorosa decisione di esautorarlo da ogni impegno pubblico presa dal suo successore, che è stata naturalmente comunicata alla segreteria di Stato e al Papa stesso prima di essere adottata. Quella scelta ha provocato naturalmente nei modi e nei toni che si usano in Vaticano - una sostanziale rivolta di una parte consistente dei cardinali nei confronti del Papa, ed è stato questo l’oggetto più che inatteso dell’incontro del cardinale Sodano con Benedetto XVI. È stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso? L’amarezza che ha spinto Papa Ratzinger ad ufficializzare quelle dimissioni che in cuore suo aveva già deciso dopo gli ultimi viaggi all’estero? Una spinta può averla data, anche se il discorso letto ieri al Concistoro potrebbe essere stato preparato da tempo. Non è la rivolta dei cardinali il motivo di quelle dimissioni quasi senza precedenti (nessuno mai lo ha fatto se non in probabile costrizione). Lo stato di salute del Pontefice, la motivazione ufficiale «le forze che vengono meno» e che rendono troppo arduo proseguire in quegli impegni, è vero, reale. Secondo fonti attendibili nella città leonina, negli ultimi mesi il Papa avrebbe avuto numerose piccole ischemie. Episodi minori, ma . (...) il porporato ha fatto presente al Papa lo smarrimento, e forse qualcosa di più (c’è chi la chiama “protesta”) di gran parte dei cardinali su quello che era da pochi giorni avvenuto nella arcidiocesi di Los Angeles. Lì il primo di febbraio scorso il nuovo arcivescovo della metropoli americana, Josè Gomez, ha comunicato ufficialmente di avere sollevato da tutti gli impegni pubblici il suo predecessore, il cardinale Roger Mahony, che è stato arcivescovo di Los Angeles dal 1985 al 2011. Un gesto senza precedenti, adottato dopo la pubblicazione sul sito Internet della diocesi (imposta dal tribunale) di decine di migliaia di documenti che riguardavano lo scandalo pedofilia e l’atteggiamento che i vertici della Chiesa avevano tenuto nei confronti dei 122 sacerdoti accusati di molestie sessuali. Carte impressionanti, che erano direttamente o indirettamente un atto di accusa all’arcivescovo di quegli anni, il cardinale Mahony. Il suo successore ha voluto scusarsi con i fedeli per quello che avrebbero letto, giudicando «terribilmente odioso e diabolico» quel comportamento della diocesi, e aggiungendo «non ci sono scuse per quel che accadde a questi bambini». che in alcuni casi hanno provocato nel Papa smarrimenti, perdite ripetute di memoria, vuoti di coscienza a cui non era mai stato abituato. Se ne è accorto, ad esempio, l’arcivescovo di Terni e guida della comunità di Sant’Egidio, monsignor Vincenzo Paglia, durante l’ultimo recentissimo incontro. DEFAILLANCE «Ho avuto l’impressione», ha raccontato l’arcivescovo ad alcuni amici, «che il Papa non fosse presente a se stesso, e a dire il vero che nemmeno sapesse chi ero». Un fatto assolutamente anomalo, perché anche in questi anni la principale dote di Papa Ratzinger è sempre stata una memoria di ferro, soprattutto visiva. Se il Papa incontrava una persona anche pochi minuti, era in grado di ricordarsela addirittura anni dopo. Queste defaillance mentali secondo la ricostruzione di persone assai vicine e fedeli a Benedetto XVI, avrebbero iniziato a preoccupare il pontefice già da qualche mese. Il timore di perdere progressivamente le capacità fisiche e mentali stava tormentando il Papa e - stando alle tesi delle stesse persone - si accompagnava a una preoccupazione per le condizioni attuali della Chiesa nel mondo e dei suoi principali esponenti, a co- PERDONO Pochi giorni prima della pubblicazione di quei documenti, il 21 gennaio scorso, il cardinale Mahony aveva chiesto perdono ai fedeli di Los Angeles in una lettera in cui sosteneva di tenere sull’altare della propria piccola cappella una piccola targa per ciascuna delle vittime della pedofilia. Nulla quindi faceva pre- Da Clemente I a Gregorio XII Di senza precedenti, nella ventura abdicazione del Papa, ci sono solo le motivazioni: è infatti la prima volta che un Pontefice compie il fatidico passo indietro per ragioni di salute. Quanto al resto, nulla che nella bimillenaria storia di Santa Romana Chiesa non si sia già visto. Il primo ad interrompere anzitempo il proprio pontificato fu il quarto Papa della Chiesa cattolica, Clemente I, nel 97. Costui sarebbe stato (condizionale d’obbligo data l’incertezza delle fonti storiche) costretto all’esilio in Crimea da Traiano, che in seguito ne avrebbe decretato la messa a morte. Sorte simile per papa Ponziano, deportato nelle miniere sarde durante la persecuzione di Massimino Trace del 235 ed ivi costretto ad abdicare per rendere possibile l’elezione di un successore. Spettacolare la congiura politica che, tre secoli dopo (precisamente nel 537), sarà fatale per il pontificato di Silverio. L’elezione di costui era stata il risultato di un intenso braccio di ferro tra occidentali e bizan- tini: ai costantinopolitani serviva un Papa amico da tirare dalla propria parte nella grande contesa sul monofisismo (ovvero il primo tassello del domino che mezzo millennio più tardi avrebbe portato allo Scisma d’oriente), mentre per gli ostrogoti la priorità era di eleggere un Pontefice grandemente slegato dall’Impero. Passò la linea occidentale e Silverio (che era appena suddiacono di Roma) fu eletto a viva forza al soglio di Pietro. Fallito il tentativo di reclutarlo alla propria causa, a Bisanzio misero in piedi il piano B: approfittando di una guerra scoppiata a Roma con gli ostrogoti, l’imperatrice Teodora ordinò alla moglie del celebre generale Belisario di convincere il marito a risolvere la faccenda. Detto, fatto: i bizantini - pionieri della macchina del fango - produssero una falsa lettera che dimostrava come Silverio avesse trattato sottobanco col barbaro invasore onde favorirne la calata. Esilio coatto e parimenti coatta abdicazione sarebbero seguiti a breve. Il quarto caso è quello di Benedetto IX, ed è emblema delle pietose condizioni in cui la Chiesa ebbe a FEDELISSIMI Pur lasciando il soglio pontificio alle ore 20 del 28 febbraio, Ratzinger avrà ancora una autorità morale che potrebbe essere decisiva negli orientamenti del conclave. Lì ci saranno i fedelissimi dell’attuale Papa, i cardinali ancora legati a Giovanni Paolo II, e non pochi avversari dell’attuale pontificato. Se l’autorità del vescovo emerito di Roma sarà ancora decisiva, sul soglio di Pietro potrebbe approdare il cardinale canadese Marc Ouellet, che è alla guida della congregazione dei vescovi (è il preferito dell’attuale Papa). Hanno buone chance anche il cardinale di Milano, Angelo Scola, il ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson e l’arcivescovo di New York Timothy Dolan. Questo se davvero l’autorità morale di Ratzinger potrà essere elemento forte del conclave. Quella rivolta dei cardinali capeggiati dal decano Sodano però lascia molte ombre su queste soluzioni, e il conclave rischia di essere molto più aperto di quanto non ci si attenda. DA CELESTINO In duemila anni solo sei precedenti ma è il primo che lascia per vecchiaia ::: MARCO GORRA minciare da quelli della Curia (e la rivolta dei cardinali per la vicenda di Los Angeles glielo ha confermato). Non può dirlo nessuno espressamente, e chiunque ufficialmente lo negherà, ma nella scelta sulle dimissioni sembra avere pesato anche quella preoccupazione per il futuro della Chiesa mondiale e - non ultimo - per chi la dovrà guidare dopo Joseph Ratzinger. Il conclave che si aprirà probabilmente il prossimo 4 marzo (o nei giorni seguenti) sarà composto in buona parte da cardinali scelti dall’attuale Papa (la maggioranza dei 117 che hanno diritto di voto). versare intorno all’anno Mille. Costui divenne Papa per tre volte, vendendo e ricomprando la dignità pontificia non una ma due volte (San Pier Damiani lo descriverà come «diavolo venuto dall’Inferno travestito da prete»). Le sue colpe ricadranno anche sul successore, Gregorio VI, che sarà costretto ad abdicare per simonia. Due secoli dopo verrà la volta del precedente più celebre, quello di Celestino V. Eremita povero e semplice, venne eletto dopo due anni di sede vacante e sullo sfondo di una situazione politica oltremodo complessa (spagnoli e francesi si stavano faticosamente mettendo d’accordo sul sud Italia). Perdurando lo stallo, Celestino V emerse come soluzione di compromesso: conosciuto e rispettato per la propria caratura di eremita, offriva tutte le garanzie di impoliticità che erano necessarie. Con un problema: di fare il Papa non voleva saperne. Dopo aver tentato in ogni modo di rifiutare l’elezione, fu però costretto ad accettarla. Durò comunque poco: dopo quattro mesi di gestione vistosamente inadeguata (nemmeno parla- È il 28 aprile 2009: Benedetto XVI, all’Aquila, rende omaggio alle spoglie di Celestino V, il papa che nel 1294 si dimise dal soglio pontificio Ansa va latino), abdicò opponendo il celebre «gran rifiuto» e tornandosene all’agognata solitudine. Secoli dopo, papa Ratzinger - in visita alla celestiniana basilica di Santa Maria in Collemaggio colpita dal terremoto abruzzese - deporrà il proprio pallio sulle spoglie del Papa eremita. Un gesto clamoroso (mai la Chiesa si era mostrata così benevolente nei confronti di Celestino V) che rivisto oggi appare quasi profetico. L’ultimo Papa ad abbandonare la carica prima di Benedetto XVI era stato Gregorio XII nel 1415. Si era nel pieno dello Scisma d’Occidente, e la situazione era degenerata al punto di presentare la compresenza di tre Pontefici: Benedetto XIII anti-Papa ad Avignone, Gregorio XII Pontefice legittimo a Roma e Giovanni XXIII anti-Papa a Pisa. Per sbrogliare il ginepraio si renderà necessaria da parte del potere politico l’indizione del Concilio di Costanza, al termine del quale Benedetto ed Giovanni saranno deposti, mentre Gregorio - ancorché incolpevole - abdicherà spontaneamente per consentire la piena ricomposizione dello Scisma. 6 PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it IL LIBRO Il senatore nel 2004, un anno prima della sua investitura, ha scritto con Ratzinger il volume «Senza Radici» La croce di Ratzinger «È il Papa più amato dai laici» L’ex presidente del Senato Pera: «Non è sceso a compromessi con la modernità, e così ha conquistato i non fedeli». La solitudine: «Nella Chiesa ha avuto tante resistenze» ::: BARBARA ROMANO Le dimissioni di Joseph Ratzinger avranno colto di sorpresa tutti, ma non l’ex presidente del Senato, Marcello Pera. Tra i due, negli anni passati, si è creata una profonda sintonia intellettuale e spirituale, suggellata dalla scrittura a quattro mani del libro “Senza Radici”, edito nel 2004, quando Ratzinger era ancora cardinale e guidava la Congregazione per la dottrina della Fede. L’anno dopo sarebbe diventato Benedetto XVI. A tutt’oggi Pera è uno dei pochi che il Papa chiama «amico». Senatore, se l’aspettava che il Pontefice si dimettesse? «Sì, lui lo aveva detto e scritto». Dove e quando? «In “Luce del mondo”, il libro intervista che scrisse nel 2010 con Peter Seewald. Quando il giornalista tedesco gli chiese se un Papa avrebbe mai potuto dimettersi, Ratzinger rispose : “Sì, se non è più in grado di esercitare le fun- zioni del magistero”. Perciò, di fronte a questo grande gesto si può provare rammarico, ma non dire che è imprevisto». Perché lei le considera un «grande gesto»? «Pensi che dramma deve aver vissuto nei confronti della Chiesa e del Creatore... Lui ha dato una testimonianza estrema. Ha rassegnato l’incarico perché non si sente più in grado di svolgerlo, quindi ha esaltato la sua missione. Un gesto immenso di insegnamento e di umiltà». Lei crede che la sua scelta sia dovuta solo all’età e alla salute? «Certamente». Non potrebbero aver influito anche il “Vatileaks”e gli scandali sulla pedofilia? «Non credo proprio. Nessuno scandalo, dentro e fuori della Chiesa, avrebbe mai potuto scuotere la sua fede. È una roccia, e la sua voce continuerà a farsi sentire anche da ex Papa». Che farà Benedetto XVI dopo aver appeso la tiara al chiodo? «Penso che si ritirerà a meditare e a scrivere». Le sue dimissioni improvvise accentuano il senso d’incompiutezza di questo pontificato. Benedetto XVI passerà alla storia come un Papa di transizione? «No, lui passerà alla storia come un grande Papa. È una figura gigantesca della Chiesa. Un gigante di fede e di dottrina». Ci parli anche dell’uomo… «Ratzinger ha la fermezza della mitezza. Ha un carattere mite, ma nella mitezza c’è tutta la fermezza della sua fede. È un uomo disponibile, ha uno sguardo di completa sincerità, che mette a suo agio l’interlocutore, ma lo atterrisce con la sua profondità. Impossibile uscire da un colloquio con lui senza essere scossi». Lei che lo conosce bene, come immagina stia vivendo il suo dramma umano? «Il suo è più un dramma spirituale. Non è come l’abdicazione di un re, che fa i conti con la sua corte e con il suo popolo. Ratzin- ger fa i conti con Dio, a Lui deve essersi rivolto e da Lui deve aver tratto ispirazione». Le aveva confidato questo suo travaglio? «No, le nostre conversazioni erano su ben altri argomenti. Credo che lui abbia preso questa decisione in totale solitudine, la solitudine di una coscienza davanti a Dio». Quindi è vero che Benedetto XVI era solo e isolato nella Curia... «Lui ha avuto tante resistenze nella Chiesa, inutile negarlo, perché la Chiesa è anche un apparato che ha logiche proprie, sebbene debba rispondere a Dio. Ratzinger non sempre è stato compreso, talvolta si è fatto finta di non comprenderlo, ma lui non è certo un Papa della compromissione con la modernità e proprio questo ha colpito molti laici. Benedetto XVI è stato molto amato da tanta gente che anche quando non capiva la profondità del suo pensiero percepiva la sincerità della sua fede, ma di sicuro è stato il Papa più . ::: segue dalla prima CAMILLO LANGONE . (...) e quando la faccenda cominciò a non divertire più nessuno ci provarono col fratello, anche lui colpevole di un milione di misfatti anzi due: essere un prete ed essere un tedesco. Per gli atei acculturati, che volevano far credere di aver letto molti libri di storia, Ratzinger era sinonimo di Torquemada per via dei 23 anni a capo dell’ex Sant’Uffizio. Per i cattochitarristi, quei praticanti che non faticano a distinguere la Santa Messa da San Remo, era il campione di una liturgia poco meno che medievale. In estrema sintesi: per tutti gli italiani non di destra Papa Benedetto XVI era un Papa di destra. Che non è vero per il semplice motivo che, se lo fosse stato, io me ne sarei accorto. Senz’altro è stato un Papa conservatore. Si è impegnato con tutte le sue povere forze a conservare nella Chiesa il deposito della fede, l’adesione al Vangelo, l’unità con Roma. Un attimo prima di salire sul trono di Pietro, nella Missa Pro Eligendo Romano Pontifice, lanciò la formula della «dittatura del relativismo» per conservare almeno la necessità di una verità assoluta. E poco prima di scenderne, quindi Na- Difensore della dottrina La grandezza del pontefice? Aver fatto il pontefice tale 2012 quando la grande decisione probabilmente era già stata presa, colse l’occasione degli auguri alla curia per svelare i pericoli del genderismo, la nuova ideologia arrembante: «Adesso vale che non è stato Lui a crearli maschio e femmina, ma la società a determinarlo. Maschio e femmina come realtà della creazione, come natura della persona umana non esistono più. L’uomo contesta la propria natura». Una difesa esplicita, per quanto espressa con la consueta mitezza (altro che cane ringhioso!), della legge naturale. In questo discorso, e in quello successivo pronunciato durante un’udienza di fine gennaio, ho percepito una rinnovata capacità di visione grazie alle lucidissime parole contro il «prometeismo tecnologico» che prescindendo da Dio fa diventare moralmente lecito qualsiasi cosa sia tecnicamente possibile: «Ogni esperimento risulta accettabile, ogni politica demo- grafica consentita, ogni manipolazione legittimata». Due splendidi discorsi di un vecchio teologo che non si volta indietro ma avvistando i nuovi problemi prima di tanti altri che magari si dichiarano progressisti ma stanno ancora lì a menarla con l’Inquisizione e le Crociate. Vi ho trovato accenti ed echi di Roger Scruton, il grande filosofo conservatore inglese, e questo è un bene, significando che Pietro non è intellettualmente isolato, e pure un male, significando che i suoi ragionamenti rischiano di essere troppo raffinati per un mondo assordato da ignoranza e pregiudizio. Prima e dopo l’elezione, Ratzinger ha sempre manifestato gusti estetici sofisticati e anche questo ha contribuito a farlo giudicare antidemocratico e destrorso. Amante di Bach, Mozart e Schubert, nel 2006 sospese i concerti pop nell’aula Paolo VI con grave disappunto di Laura Pausini, Alex Britti e amato dai laici, perché li ha sfidati, interrogati e interessati». In lei, che è uno dei laici più devoti a Benedetto XVI, lui è riuscito anche ad aprire lo spiraglio della fede? «Sicuramente sì. Le posizioni dei laici autentici hanno un significato diverso dai laici tout court. Immanuel Kant, il più grande laico di tutti i tempi, era un credente alla sua maniera perché non andava a messa ed era contro il potere temporale della Chiesa. I laici oggi sono stati risvegliati da questo Papa, che ha fatto capire loro che c’è una fede al di là degli apparati della Chiesa. Io lo considero una ricchezza». Tanto da professarsi credente oggi? «Se lei avesse chiesto a Kant o a Croce se erano credenti, le avrebbero risposto sì e poi avrebbe scritto un libro per spiegare perché. Io mi limito a dirle: sì, io credo». Chi sarà il prossimo Papa? «Non saprei, mi affido allo Spi- rito Santo». Ma che tipo di Pontefice si aspetta? «Wojtyla fu una grande sorpresa per l’opinione pubblica, anche se era conosciuto all’interno della Chiesa. Potrebbe essere così anche stavolta». Un mese fa lei ha annunciato il ritiro dalla politica, quindi avrà molto tempo libero. Andrà a trovare l’ex Papa dopo il 28 febbraio? «Se mi sarà concesso, sì, molto volentieri». Anche se lui dovesse tornare in Baviera? «Andrei sino in capo al mondo». E che gli dirà? «Appena lo vedo gli dico: guardi che sono stato più bravo di lei, l’ho anticipata». CON I DUE GEORG A sinistra, papa Benedetto XVI con il fratello Georg, anch’egli sacerdote. A destra, con il suo segretario monsignor Georg Gaenswein Ansa, LaPresse consimili giganti della musica. Segno ancora più preciso sono state alcune recenti nomine episcopali, Crepaldi a Trieste, Scola a Milano, Camisasca a Reggio Emilia, Negri a Ferrara, tre dei quali legati all’insegnamento di don Giussani e tutti e quattro catto-cattolici e non catto-protestanti come il precedente vescovo reggiano il quale (lo ha scoperto il costernato Camisasca in questi giorni) dopo avere dissacrato il Duomo chiamando a manometterlo alcuni degli artisti più nichilisti su piazza, non pago aveva pensato di infliggere al quartiere Baragalla una nuova chiesa priva di inginocchiatoi. Mentre Ratzinger da decenni insisteva sull’inginocchiarsi come gesto centrale dell’adorazione, ricordando il gettarsi a terra di Gesù nell’orto degli Ulivi e i Padri del deserto «secondo cui il diavolo non aveva le ginocchia. L’incapacità a inginocchiarsi appare addirittura come l’essenza stessa del diabolico. Una fede o una liturgia che non conoscano più l’atto di inginocchiarsi, sono ammalate in un punto centrale». Benedetto ha cercato di curare il debilitato cristianesimo con trasfusioni di buona liturgia e questo spiega sia il motu proprio del 2007 che voleva liberalizzare la messa in latino (senza del tutto riuscirci siccome molti vescovi ne hanno fatto carta straccia), sia la celebrazione di messe in italiano esemplari con la comunione non sulla mano ma sulla lingua, per rispetto verso il Corpo di Cristo (e anche qui, purtroppo, risultati parzialissimi). Lo spazio sta per esaurirsi ma devo almeno ricordare il discorso di Ratisbona, in cui cercò di introdurre un minimo di verità (l’intrinseca violenza dell’islam) in un dialogo interreligioso farcito di stomachevoli ipocrisie. È stato il nostro Papa, Benedetto XVI, come sarà nostro il prossimo perché un Papa, nonostante le speranze dell’apostata Vito Mancuso, democratico proprio non può esserlo. Il nuovo pontefice, che sarà deciso dallo Spirito Santo e non dal popolo sovrano, non potrà che confermare le parole del suo precedessore: «La maggioranza non può essere il principio ultimo, ci sono valori che nessuna maggioranza ha il diritto di abrogare». PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 7 @ commenta su www.liberoquotidiano.it NANNI MORETTI Chi si è limitato alla visione di Habemus Papam s’immaginerà un anziano incapace di governare se stesso La croce di Ratzinger La coscienza di Joseph ha ispirato il pontefice Le ragioni della decisione furono anticipate in un testo del 1991 in cui l’allora cardinale Ratzinger affrontava la crisi della Chiesa: un pastore deve rendersi conto di cosa è meglio per il suo gregge ::: ANDREA MORIGI Prima o poi, spiegherà le ragioni profonde del suo gesto. Quanto a sé, Joseph Ratzinger aveva già risolto pacificamente e da tempo la discussione che ora, dopo le sue dimissioni, andrà scatenandosi sulla presunta crisi d’identità del Papa. Tutt’altro che un dubbio amletico, da antieroe moderno, quel dramma personale che va consumandosi in queste ore trova il suo fondamento in una certezza che si ritrova nel suo magistero: l’obbligo di conformarsi alla verità. Il suo predecessore, il beato Giovanni Paolo II, nell’autocomprensione del proprio delicato incarico, si era soffermato spesso sul brano del Vangelo di san Luca che riferisce le parole di Gesù Cristo: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». È una chiave interpretativa intimistica, che lascia il giusto spazio all’azione della Grazia di Dio provvidente nel governare il mondo. Ma nel caso attuale non è certamente autentica quanto quella proposta dallo stesso Benedetto XVI, «nella crisi attuale della Chiesa», quando scrive L’elogio della coscienza. Fino a oggi, quel testo del 1991, preparato ed esposto come una lectio magistralis all’Università di Siena, quando l’autore era il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, poteva apparire niente più di un esercizio filosofico, per quanto intenso, svolto a commento di una frase celebre del beato cardinale John Henry Newman: «Certamente se io dovessi portare la religione in un brindisi dopo pranzo, cosa che non è molto indicato fare, allora io brinderei per il Papa. Ma prima per la coscienza e poi per il Papa». Eppure ora quelle parole suonano come una specie di annuncio e allo stesso tempo assumono il valore di un testamento, quando Ratzinger scrive che «più delle direttive della gerarchia è la capacità di orientamento della memoria della fede semplice che porta al discernimento degli spiriti». L’allora cardinale Ratzinger, di spalle, con il suo predecessore al soglio pontificio, Giovanni Paolo II LaPresse Le critiche a Benedetto XVI «Non si scende dalla croce» L’ex segretario di Wojtyla ne cita l’esempio: «Lui rimase fino alla fine» Il più perplesso, fra coloro collaboratore. Ha ancora negli ocche si esprimono pubblicamente chi quella testimonianza di esercisulle dimissioni del Pontefice, è il zio della buona morte: «Sono stato cardinale di Cracovia, Stanicon il Santo Padre Giovanni slaw Dziwisz, segretario Paolo II sino all’ultimo personale di Giovanni battito del suo cuore. Paolo II fino alla sua Ho visto sul monitor morte nell’aprile quando il suo cuore 2005. E torna con il ha cessato di battere. pensiero al passato, Ha guidato la Chiesa parlando alla radio sino alla fine perchè polacca Rmf Fm: «Pacredo che ciò derivaspa Wojtyla decise di rese dal suo constare sul soglio pontificio vincimento. E il Stanislaw Dziwisz fino alla fine della sua vita suo convinciperché riteneva che dalla mento era che croce non si scende». Su questa sua la Croce non si abbandona; così didecisione di rimanere alla guida ceva». della Chiesa nonostante la malatNel caso del Pontefice tedesco, tia, ha detto Dziwisz, Giovanni Pao- non è intervenuta una sofferenza lo II si consultava anche con il car- fisica. Semmai, una consapevolezdinale Joseph Ratzinger, suo stretto za. Insomma, il confronto non reg- ge, oltre a non essere commendevole e delicato in una situazione di interregno. Pertanto, monsignor Dziwisz si trova costretto ad affidare una precisazione alla Radio Vaticana, in cui torna sulle proprie dichiarazioni e «smentisce qualsiasi paragone con Giovanni Paolo II, come riferito da alcuni». Al contrario, ognuno con la propria particolare vocazione, «sono stati due grandi amici, ciascuno aveva il suo carisma. Giovanni Paolo II ha aperto la Chiesa al mondo, Benedetto XVI ha approfondito la fede e le radici cristiane, i pontificati si completano». «Benedetto XVI - conclude - lo storico segretario del suo predecessore - è stato un grande Papa, a lui va la mia grande riconoscenza, io lo stimo e lo amo». A. M. Se quello era l’interrogativo centrale sul rapporto personale della creatura con il Creatore, era anche il punto di partenza per arrivare a una considerazione ben più estesa, che coinvolge la Chiesa nell’universalità del suo messaggio: «Solo in tale contesto si può comprendere correttamente il primato del Papa e la sua correlazione con la coscienza cristiana. Il significato autentico dell’autorità dottrinale del Papa consiste nel fatto che egli è il garante della memoria cristiana. Il Papa non impone dall’esterno, ma sviluppa la memoria cristiana e la difende. Per questo il brindisi per la coscienza deve precedere quello per il Papa, perché senza coscienza non ci sarebbe il Papa». Così, proseguiva, «tutto il potere che egli ha è potere della coscienza: servizio al duplice ricordo, su cui si basa la fede e che dev’essere continuamente purificata, ampliata e difesa contro le forme di distruzione della memoria, la quale è minacciata tanto da una soggettività dimentica del proprio fondamento, quanto dalle pressioni di un conformismo sociale e culturale». Per i sette anni del suo pontificato, ha lottato contro quelle tendenze che in un primo momento diventano idee e poi si trasformano in fatti, talvolta orrendi. Le ha viste farsi strada all’interno della Chiesa, come era già accaduto per le eresie nei primi secoli cristiani. Con una differenza. In questa fase storica, in cui si intravvedono segni apocalittici come la grande apostasia, il Santo Padre sembra aver colto, nell’orazione, l’esigenza di una decisione che non è esclusivamente sua, ma che si dichiara esplicitamente ispirata come una risposta a un invito divino. Eppure chi si è limitato alla visione della recente opera cinematografica di Nanni Moretti, Habemus Papam, s’immaginerà un pover’uomo, anziano e lacerato, incapace di governare se stesso. Figurarsi la Chiesa, un miliardo e 200 milioni di cattolici, i rapporti con le altre confessioni, il potere globalizzato. Decisamente l’argomento si prestava più a interpretazioni teologiche sulla presunta differenza fra la Cattedra di Pietro e la persona del sommo Pontefice. Ne aveva trattato a lungo Joseph de Maistre, nel suo Il Papa, l’opera del 1819 che si rivelerà decisiva sulla definizione dell’infallibilità del Pontefice al Concilio Ecumenico Vaticano I. E aveva concluso che non sarebbe mancata l’assistenza dello Spirito Santo. Nemmeno al prossimo conclave. 8 PRIMO PIANO Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it GLI OUTSIDER Non mancano ipotesi suggestive come il filippino Luis Antonio Tagle, o una personalità di colore La croce di Ratzinger L’erede? «Giovane» e italiano Il toto-pontefice è partito: Scola, Bagnasco e Ravasi favoriti «vaticani» Tra gli extra-europei in pole il canadese Oullet e l’americano Dolan ::: LE TAPPE IL CODICE Il Codice di Diritto canonico prevede che il Papa possa dimettersi. In particolare, al Can 332, secondo comma, si legge: «Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti». LE DIMISSIONI Benedetto XVI ha annunciato che lascerà il pontificato alle 20 del 28 febbraio. Fino a quel momento sarà nel pieno delle sue funzioni. SEDE VACANTE Dalle 20 del 28 febbraio la sede sarà vacante e il trono resterà vuoto: in quel momento decadranno tutte le cariche pontificie, ad eccezione del Camerlengo (Tarcisio Bertone) del decano del Sacro Collegio (Angelo Sodano), del Penitenziere Maggiore, del cardinale vicario della Diocesi di Roma, del cardinale vicario della Città del Vaticano. Durante il periodo di sede vacante il cardinale camerlengo assume le le funzioni del governo ordinario. ::: CATERINA MANIACI . Il prossimo Pontefice? «Giovane, il più giovane possibile, capace di tenere insieme la Chiesa». Il commento, a caldo, lo fanno in parecchi, all’ombra del Cupolone. E l’identikit prosegue con un dettaglio certo non insignificante: possibilmente italiano. Ne parla anche Vittorio Messori, storico e scrittore di fama internazionale. Lo pensa anche André Vingt- Trois, arcivescovo di Parigi. In effetti, dopo l’ultimo concistoro, verso la fine del 2012, in cui papa Benedetto XVI ha creato nuovi porporati, il peso dei cardinali italiani sembra accresciuto, ma è altrettanto vero che molte nuove nomine sono di valenza internazionale. Il toto-Pontefice (brutto termine, ma chiaro per tutti) è già partito, anzi, per la verità, era già cominciato da diversi mesi, tenendosi in considerazione l’età avanzata di Joseph Ratzinger e anche quelli che non hanno mai smesso di ipotizzare come concreta l’ipotesi che sembrava im- Da sinistra: i «papabili» Angelo Scola, arcivescovo di Milano, e il presidente della Cei Angelo Bagnasco. I cardinali canadese e americano Marc Oullet e Timothy Dolan LaPresse, Ansa I CANDIDATI possibile, ossia proprio le dimissioni papali. È noto che quel che accade in Conclave, quando i cardinali sceglieranno il successore di Benedetto XVI, non è prevedibile, per i credenti agisce lo Spirito Santo e spesso le previsioni sono del tutto rovesciate dalle decisioni finali. Ora però si rincorrono nomi e volti e uno di questi potrebbe essere il nome e il volto di colui che si affaccerà a piazza San Pietro e verrà acclamato dalla folla, in tutto il mondo. Si parla insistentemente di Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che era comunque tra i papabili non dell’ultima ora. Il cardinale è considerato molto vicino al suo predecessore, Ratzinger appunto, e come sempre si fa notare che il suo percorso, da patriarca di Venezia e poi nella diocesi più importante d’Italia e non CONCLAVE Dal primo di marzo il cardinale camerlengo convocherà i cardinali elettori per il conclave. Al momento, il Sacro collegio è composto da 210 membri provenienti da 66 nazioni, ma i cardinali elettori sono 118. In teoria, potrebbe fare parte del Concistoro anche Ratzinger, in quanto dimissionario e semplice cardinale, ma è un’ipotesi esclusa. L’ELEZIONE Il giorno fissato gli elettori si riuniscono in San Pietro. Poi si recano nella cappella Sistina dove sono allestiti i banchi per la votazione e dove è montata la stufa dove verranno bruciati i voti e, attraverso i segnali di fumo (bianchi o neri) verrà segnalato l’esito delle votazioni. NESSUNO SCISMA Come ha spiegato padre Lombardi, non avverrà alcuno scisma e non ci saranno due papi in carica. Ratzinger, in quanto dimissionario sarà solo vescovo emerito di Roma o pontefice emerito. Il Papa legittimo sarà il nuovo eletto. DOVE ANDRÀ Benedetto XVI, dopo un breve periodo a Castel Gandolfo, si trasferirà definitivamente nel convento di clausura «Mater Ecclesiae», costruito nel 1992 dal predecessore sul colle Vaticano. solo, è di quelli che possono certificare più che mai la sua salita al soglio pontificio. Anche il nome di Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, sembra balzare in pole position, così come il nome del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, molto noto per il suo impegno anche nel dialogo con i non credenti e per il suo prestigio nel mondo culturale. Ma anche per il franco canadese Marc Oullet, prefetto della centrale e strategica Congregazione per i vescovi. E dalla Curia proviene anche Leonardo Sandri, prefetto delle Chiese orientali. Si torna a parlare del cardinale austriaco Christoph Schoenborn. L’arcivescovo di Vienna, 67 anni, che rientra nel solco della tradizione segnata da Benedetto XVI, ma anche di una linea riformista nella Chiesa cattolica. E perché non un Pontefice “extra-europeo”? Potrebbe essere il primo della storia. Ecco allora il filippino Luis Antonio Tagle, l’americano Timothy Dolan, il brasiliano d’origini tedesche Odilo Pedro Scherer. E molti ricordano che già prima della sua elezione al Soglio di Pietro lo stesso Joseph Ratzinger disse nel 2004 a una televisione tedesca che i tempi erano maturi per un pontefice di colore. Sempre in tema di dietrologia, qualcuno parla del fatto che Joseph Ratzinger potrebbe essersi fatto da parte proprio per favorire l’elezione di un nuovo Ponte- fice da lui stesso indicato. Forse siamo nella fiction alla Dan Brown. Un’altra riflessione sembra più pertinente: sentendosi venir meno delle forze per le sfide epocali che la Chiesa ha davanti a sé, Benedetto XVI ha forse voluto evitare di lasciare la “barca di Pietro” senza una guida solida, con un Curia ingovernabile, così come lui stesso l’aveva trovata, otto anni fa. Maxi-pellegrinaggio Affluenza record per le esequie di Wojtyla LaP ::: CHIARA PELLEGRINI ROMA Dopo il Giubileo del 2000, la beatificazione di Padre Pio, la morte di Giovanni Paolo II, adesso la Capitale si prepara ad affrontare un nuovo grande assalto di pellegrini. L’annuncio choc di Benedetto XVI ha colto di sorpresa i romani. Ieri mattina in piazza San Pietro prevaleva un’enorme incredulità. «State scherzando?», «dite sul serio?». E più romanamente «ma che davero?». Scioccata una coppia di pellegrini inglesi replica con un compassato «really? Siamo inglesi e cattolici e crediamo che il Papa stesse portando la Chiesa sulla strada giusta. È un giorno molto triste». Mentre tra fedeli e turisti ci si interrogava sulle veridicità della notizia, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, già annun- Il conclave infiamma le folle A Roma previsto un milione di fedeli ciava che «Roma è pronta a mettere in moto la macchina dei grandi eventi» per l’elezione del nuovo pontefice. Il modello da tenere presente «sarà quello della morte di Giovanni Paolo II, un’esperienza positiva che ha dimostrato la capacità della città di accogliere centinaia di migliaia di pellegrini», ha detto il primo cittadino della Capitale. Dopo l’iniziale sbigottimento, dal Campidoglio hanno fatto sapere che attiveranno «un tavolo con il Vaticano per vedere di predisporre l’organizzazione». Difficile prevedere l’afflusso dei pellegrini, ma stando ai numeri registrati il giorno del funerale di Papa Giovanni Paolo II, le cifre dovrebbero superare il milione di fedeli. La Protezione civile nel 2005, anno della scomparsa di Papa Wojtyla, fu addirittura costretta ad inviare sui cellulari di ogni italiano un sms che invitava a non andare a Roma con mezzi propri. E mentre la proverbiale pazienza dei romani sarà messa ancora a dura prova. Roma si prepara ad organizzare un nuovo conclave. «Ancora non possiamo prevedere quale sarà numericamente l’afflusso dei pellegrini », afferma il sindaco, «ma certamente sarà ingente e proveniente da tutto il mondo». Saranno aumentati i servizi? «Di questo si occuperà il coordinamento dei servizi grandi eventi per Roma ma certo ci dobbiamo predisporre a un evento che impegnerà la città di Roma per almeno due mesi, fino a marzo quando ci sarà il conclave». Intanto a Borgo Pio, a due passi dal colonnato di San Pietro, una zona molto amata dal Papa Ratzinger, che qui ha vissuto negli anni che hanno preceduto il pontificato, ognuno dice la propria. «È un uomo stanco», racconta Angelo Mosca, qui tutti lo conoscono come l’elettricista del Papa. Papa Benedetto XVI, quando era “solo” cardinale, lo chiamava che fare lavoretti nel suo appartamento. «Credo che devi essere un fenomeno per fare il Papa anche dopo gli 80 anni», dice il signor Mosca. Nella Roma papalina c’è il tempo anche per le congetture e la fantapolitica. «Forse l’hanno costretto a dimettersi, ha ricevuto delle pressioni oppure lo ricattano», ipotizza un inquilino di un palazzo non distante dall’ex casa del Pontefice. «Mi spiace, era un grande Papa», dice una donna che abitava proprio nel palazzo del pontefici, «La Chiesa ha bisogno di un Papa giovane, magari di 50 o 60 anni e soprattutto che sia italiano. Spero che il nuovo pontefice abbia la stessa umiltà di Ratzinger quando era cardinale. Addirittura nascondeva l’anello quando faceva la sua passeggiata di trenta minuti». PRIMO PIANO 9 Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it GIORNATA STORICA Benedetto XVI con il suo gesto inatteso ci lascia in eredità quella fiducia che sembrava smarrita La croce di Ratzinger Una primavera che cambierà l’Italia Entro pochi mesi si volta pagina: avremo un nuovo Papa, un nuovo governo, un nuovo Parlamento e un nuovo capo dello Stato. E forse si potrà ripartire con più speranza ::: segue dalla prima MARIO GIORDANO . (...) che si fanno nelle scuole di giornalismo, o durante le riunioni di redazione più noiose: «Se il Papa si dimette, che cosa facciamo?», «Dai su, non dire stupidaggini, torna a essere serio». E invece no, stavolta siamo proprio seri: il Papa si è dimesso. Erano passate da poco le 11 di ieri mattina quando è arrivata la notizia: lavorare in un canale all news significa non avere nemmeno il tempo di pensarci su. Dare il flash, dare le immagini del Papa che annuncia l’addio in latino, dare la conferenza stampa del portavoce, dare le prime reazioni del mondo, e avanti: collegamenti, piazza del Vaticano, sala stampa, redazioni... Che si dice in Germania? E a Gerusalemme? Poi passano le ore, provi ad alzare la testa e ti accorgi che in un attimo sei precipitato dentro i libri di storia: scusa, quanti secoli sono che non accadeva? Guardi fuori e pensi che forse tra poco comincia pure a nevicare rosso... Altri sapranno giudicare meglio di me la figura di Papa Benedetto XVI, altri sapranno spiegare meglio di me le ragioni che stanno dietro a questo gesto, altri sapranno anticipare con dovizia di particolari quello che ora accadrà alla Chiesa, quali sono i passaggi previsti di questa inedita situazione e chi potrebbe essere il successore. A me resta, al termine di questa giornata che forse i nostri nipoti studieranno a scuola, soltanto una sensazione. Una sensazione positiva, nonostante tutto: è come se in mezzo alla bufera di neve che scuote l’Italia già s’intravedesse un soffio di primavera, come se quest’annuncio di Ratzinger non fosse carico di dramma umano, di problemi e di sofferenza, ma soltanto di fiducia nel futuro. Come se il Papa avesse voluto dirci a modo suo, con un gesto clamoroso, quello che Giovanni Paolo II urlava con la sua voce polacca e il suo corpo malato, brandendo la croce fra le mani tremanti: aprite la porta alla speranza. Sarà un pensiero un po’ irriverente, forse inusuale, sarà un accostamento poco ortodosso, ma stavo pensando che questa primavera avremo un nuovo Papa, un nuovo capo dello Stato, un nuovo Parlamento e un nuovo governo. Tutto insieme, come mai era successo prima d’ora nella storia della Repubblica: il cambiamento attraverserà i palazzi della Capitale, di qui e di là del Tevere, dalle istituzioni laiche a quelle religiose. Per uno strano incastro della cronaca, i fili rossi del rinnovamento scuoteranno l’intera vita pubblica in un susseguirsi di elezioni, nomine, fumate nere, fumate bianche, conclavi di cardinali e di parlamentari, vota- zioni, scrutini, e infine proclamazioni che porteranno a mutare radicalmente il panorama del potere. Cambierà in meglio? O in peggio? Sono situazioni diverse, è ovvio: Benedetto XVI, Napolitano, il governo Monti e i parlamentari della peggior legislatura che si ricordi lasciano in condi- zioni non paragonabili fra di loro. Ma è indubbio che sia per le stanze della politica sia per quelle della Chiesa gli ultimi anni siano stati difficili, pieni di polemiche, di smarrimento, di perdita di valori e di punti di riferimento. E forse proprio lì, dentro quello smarrimento, c’è anche un po’ la ragione della cupa di- CHI DOPO DI LUI? In un panorama del potere che sembrava immobile presto si volterà pagina. Roma, al di qua e al di là del Tevere, sarà attraversata dal vento del cambiamento. E le ripercussioni si faranno sentire in Europa e nel mondo, soprattutto quando si saprà il volto del nuovo pontefice Ansa sperazione che sta attraversando oggi le nostre vite, quella sensazione di oppressione, di fatica, di stanchezza, che percepiamo tutti benissimo e che rende i nostri giorni così bui e amari, privi di obiettivi e di fiducia nel futuro. E ce li fa vivere, uno dopo l’altro, sempre più stancamente, schiacciati dall’idea che, in fondo, poi non cambia mai nulla... Ma chi l’ha detto che non cambia mai nulla? In poche settimane, invece qui cambierà tutto. Smetterà di nevicare e arriverà la primavera, con un vento sottile che ribalterà tutte le più alte sedi della Capitale. Si volta pagina, si ricomincia. E noi lo vogliamo prendere come un piccolo segno di ottimismo, un sottile presagio di rinnovamento: chiunque vinca, chiunque perda, chiunque venga eletto Papa o presidente, sarà comunque un inizio, significherà ripartire, magari trovando un nuovo slancio, un po’ di fiducia. Forse perfino un po’ di quella speranza che oggi sembra completamente smarrita. E che forse, invece, è ciò che davvero ci lascia in eredità, col suo gesto, Papa Benedetto. Le reazioni politiche Il sondaggio del Cav: a chi giova? il graffio «Se non fossi sposato...» Appena arrivata in rete la notizia delle dimissioni di Papa Ratzinger, su Internet si sono scatenate le ironie sulle smisurate ambizioni di Silvio Berlusconi, con tanto di fotografia del Cavaliere vestito da pontefice (vedi sopra). Del resto, codice canonico alla mano, per aspirare al soglio pontificio non serve necessariamente essere cardinale o vescovo. I requisiti essenziali, infatti, sono soltanto tre: essere battezzati (e Silvio lo è), essere di sesso maschile (e Silvio, tra un’olgettina e l’altra, lo ha dimostrato ad abundantiam) e, infine, non essere sposati. Qui, purtroppo, casca l’asino, visto che l’ex presidente del Consiglio ha alle spalle ben due matrimoni, prima con Carla Dall’Oglio e poi con Veronica Lario. Insomma, Silvio potrebbe ripetere la celebre frase alla Carfagna: «Ah, se non fossi un uomo sposato...». (m.s.k.) Berlusconi teme che l’addio di Ratzinger possa spingere i credenti tra le braccia di Monti ::: ROMA Le reazioni ufficiali sono tutte all’insegna del rispetto e del dolore per una notizia epocale: il Santo Padre che si dimette. Ma, dietro la quinte, la politica è nel panico. Quali effetti potrà sortire un evento del genere sulle elezioni che si celebreranno tra pochi giorni? Le dimissioni del Papa cambieranno le intenzioni di voto dell’elettorato cattolico? È ciò che si stanno chiedendo un po’ tutti. Primo fra gli altri Silvio Berlusconi, che ha già commissionato un sondaggio sulle eventuali implicazioni dell’addio del Papa, temendo che uno scossone così forte possa avvicinare il popolo dei credenti al partito di Mario Monti, il candidato più apprezzato dalle gerarchie vaticane. Così sospetta lui. Eppure non c’è alcuna traccia di collegamenti con le urne nei comunicati ufficiali. «Il Papa dimostra con questo gesto grande generosità, grande coraggio e da parte mia c’è grande rispetto», ha spiega- to Giorgio Napolitano, a margine di una cerimonia al Quirinale. Per il presidente della Repubblica «traspariva come fosse provato e consapevole di una fatica difficile da sostenere». Il mandato del pontefice della Chiesa cattolica è «straordinariamente impegnativo da tenere sulle proprie spalle». «È una notizia di portata storica», ha detto Pier Luigi Bersani intervistato a Radio Montecarlo. «Non che questo non abbia precedenti, ma bisogna risalire a secoli fa», ha sottolineato il segretario del Pd. Mario Monti ha rivelato di essere «molto scosso da questa notizia inattesa». È addirittura «sconvolto» Pier Ferdinando Casi- E BEPPE: ORA UN PAPA NERO COME OBAMA La grillina: abolire lo Stato Pontificio Abolire lo Stato Pontificio. È la proposta choc di Silvana Carcano, la candidata per la presidenza della Lombardia per il Movimento 5 Stelle. «Visto che il Papa si dimette» scrive la grillina su Twitter, «propongo sommessamente lo scioglimento dello Stato Pontificio che facciamo prima». Dura la replica di Gabriele Albertini, candidato montiano: «In sta- to di follia ha superato il suo maestro Beppe Grillo». Il leader del Movimento 5 Stelle, ieri, si è augurato che il prossimo papa sia di colore: «Spero che il prossimo Papa sia nero, come è successo per il presidente degli Stati Uniti. Non so», ha aggiunto Grillo, «se sulle dimissioni del Papa ci siano anche problemi che riguardano lo Ior o altri motivi». ni: «È un gesto rivoluzionario, che non ha precedenti o consuetudini a cui rifarsi. C’è l’idea di un gesto che ha una potenza evocativa straordinaria». Angelino Alfano ritiene «doveroso» riconoscere «la grandezza di un pontificato e di un Papa che ha saputo vedere al cuore della crisi del nostro tempo individuando dietro e prima della crisi economica una crisi antropologica». Da Rosy Bindi arriva l’invito a fare poche chiacchiere: in questi momenti «i credenti si raccolgono in preghiera». Un «atto di responsabilità che va rispettato», dice Antonio Ingroia, candidato di Rivoluzione civile. Botta e risposta via Twitter tra Nichi Vendola e Beppe Fioroni: «L’annuncio di Ratzinger mostra la fragilità umana: e nei segni della debolezza c'è una verità profonda del Vangelo», ha dichiarato il leader di Sel. Di parere opposto Fioroni: «Per compiere questo gesto servono forza e coraggio, non fragilità». SA.DA. 10 ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: VERSO LE ELEZIONI Visioni opposte Il Cav «taglia» il 3% agli statali Bersani imbarca altri precari Berlusconi vuole decurtare i salari pubblici non rimpiazzando tutti i dipendenti in età da pensione. Mentre il leader Pd promette assunzioni, ma i soldi non ci sono ::: ANTONIO CASTRO C’è chi propone di stabilizzare i precari storici del comparto scuola (Bersani), e chi di ridurre i costi della macchina pubblica statale rinunciando a nuove assunzioni (Berlusconi). Nessuno però spiega dove trovare i quattrini (circa 10 miliardi l’anno), per imbarcare buona parte dei 300mila contrattisti che anno dopo anno tornano ad insegnare tra i banchi o a lavorare nei ministeri. «Se saremo chiamati a governare, restituire all'istruzione le risorse, la stabilità e la fiducia sarà il cuore del programma. Insieme, naturalmente, con occupazione e moralità», ha annunciato Pierluigi Bersani in una lunga lettera al quotidiano la Repubblica. «Per fermare il declino è necessario rilanciare la formazione», premette il segretario del Pd. Che accusa i rivali di scarso interesse per scuola, istruzione, cultura e ricerca. Per questo se «c’è un settore in favore del quale è giusto che altri ambiti rinuncino a qualcosa, quello è la formazione dei giovani. Dovremo investire in istruzione e diritto allo studio larga parte delle risorse rese disponibili dalla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione, per riportare l’investimento al livello medio dell’Ocse». Intento meritorio e infatti già a inizio marzo il Pd provò a infilare nell’improbabile “decreto legge semplificazioni” un emendamentino per stabilizzare 10mila docenti della scuola. Peccato che la copertura economica individuata all’epoca - nuove tasse su Lotto ed Enalotto (250 milioni) e aumento delle accise su birra, superalcolici e alcol etilico (altri 100 milioni) venne considerata dal governo inconsistente e quindi la proposta fu subito bocciata in commissione Bilancio a Montecitorio. Incurante dei costi insostenibili per la stabilizzazione di tutti i precari, Bersani tira dritto e fa l’elenco delle emergenze: «La sicurezza delle scuole, la dispersione scolastica e la necessità di un nuovo sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti». Tirando le somme salta fuori che servono investimenti per ristrutturare le scuole e lancia la proposta che «i cittadini possano destinare l’8 x mille dello Stato all’edilizia scolastica». Ma anche servono nuovi investimenti per la «formazione offerta ai docenti in servizio per rinnovare la didattica, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno, rilancio della formazione tecnica e professionale, un nuovo sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti con la previsione di una dotazione di personale stabile a ogni istituto». Se Bersani vuole assumere, Silvio Berlusconi promette di non farlo. «Gli stipendi degli impiegati pubblici», spiega a Uno Mattina il leader del Pdl, «si possono tagliare del 3% perché quando dieci vanno in pensione, poi ne vengono riassunti quattro e non dieci. Non è una cosa superficiale, abbiamo fatto uno studio serio su ogni filone di spesa. Secondo noi non c’è assolutamente bisogno di una manovra aggiuntiva. Abbiamo per molti mesi studiato la situazione dei conti pubblici e delle nostre spese», ha aggiunto Berlusconi, «c’è assolutamente bisogno di abbassare le tasse per uscire da una recessione che ci attanaglia e che è colpa di questo governo tecnico che in 13 mesi è riuscito a fare cose incredibili». Insomma, un blocco del turn over. Peccato che il congelamento delle assunzioni nella pubblica amministrazione sia già in vigore dal 2011 (2 assunzioni ogni 10 pensionamenti). Come prevede l’ultima Finanziaria firmata da Giulio Tremonti e quelle precedenti: stando al “Conto annuale del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato”, nel triennio 2007-2009 il personale a tempo indeterminato si è ridotto nel periodo di appena 16mila unità mentre il costo del personale è aumentato del 7,71%. E poi l’allungamento della vita lavorativa previsto dalle riforme Fornero (lavoro e pensioni), tiene inchiodati più a lungo proprio i dipendenti pubblici. Più spesa, meno meritocrazia Nuova coscienza fiscale Pier Luigi ha un piano per uccidere la scuola I tartassati si ribellano: a casa chi non serve ::: DAVIDE GIACALONE ::: CARLO PELANDA Parliamo di cose concrete, dice Pier Luigi Bersani, senza abbandonarci alla sola propaganda. Giusto. Su Repubblica ha esposto le sue idee sulla scuola. Va preso sul serio, come tutti quelli che s’impegnano a far proposte. Proprio prendendolo sul serio, però, si ha l’impressione che condanni la scuola a restare com’è. Se non a peggiorare. Si concentra su tre proposte. La prima riguarda l’edilizia scolastica, nella quale investire per metterla a norma e in sicurezza. Ha ragione, sottoscrivo. Faccio solo osservare che tale intento rientra, però, nei programmi di edilizia e lavori pubblici, non in quelli per la scuola. Tanto è vero che lo stesso Bersani estende analoga proposta agli ospedali. Resta da stabilire dove intende prendere i soldi, ma è questione diversa (fa un cenno a quelli recuperati dall’evasione e dalla corruzione, come i democristiani di quaranta anni fa e i confusi nostri contemporanei). LE TRE PROPOSTE La seconda è relativa all’abbandono scolastico, ma non si capisce in cosa consista la proposta. C’è anche un passaggio surreale: «sono soprattutto i pre-adolescenti e gli adolescenti che lasciano la scuola». Per forza: la scuola superiore termina con la maggiore età e prima della pre-adolescanza si è bambini. Cosa pensava, che si dovesse fermare la fuga dei bambini? Nella prosa, però, si perde il rimedio. Dice che le scuole dovrebbero restare aperte tutto il giorno. Per fare che e con che soldi? Se ce ne sono da spendere meglio incentivare le attività sportive, oltre a lasciare qualche ora per studiare e qualche tempo per essere giovani e stare con gli amici. Poi aggiunge: «il giusto riconoscimento del merito deve essere accompagnato dalla valorizzazione delle opportunità che ciascuno ha di accedere alla formazione». Si rende conto che non significa niente? C’è un punto assai positivo: il rilancio della formazione tecnica e professionale. Giustissimo. Peccato siano stati i suoi partiti (plurale, perché è sempre lo stesso, ma ha cambiato più volte nome) a remare in direzione opposta, supponendo che la promozione sociale degli svantaggiati coincidesse con la liceizzazione di massa. Errore esiziale. Se ne è accorto e gliene va reso merito. Il terzo punto è la mazzata mortale: si devono formare meglio gli insegnanti, selezionandoli con più attenzione alla qualità (giustissimo), ma «quello che serve è un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie» dei precari. Buona notte, perché in quel modo si ottiene l’esatto opposto, bloccando per decenni l’accesso di quelli bravi e giovani. Il solo farsi passare per la testa una cosa simile significa pensare alla scuola come servizio a chi ci lavora, piuttosto che a chi ci studia. SPERANZE DELUSE Una sinistra vera, attenta a che funzionino gli ascensori sociali e vadano avanti i meritevoli e non i privilegiati alla nascita, dovrebbe proporre: a) meritocrazia fra i banchi e fra le cattedre; b) trasparenza e pubblicità dei risultati; c) spesa pubblica indirizzata verso scuole e insegnanti che meritano, non a pioggia; d) digitalizzazione massiccia (tutte le scuole italiane sono in rete, ma il libro di testo digitale continua a essere rinviato, prima dal governo Berlusconi e poi da quello Monti, se ne sono accorti?); e) integrazione fa scuola e mondo del lavoro, anche mediante la promozione di borse di studio finanziate dai privati (e interamente defiscalizzate); f) competizione fra i diversi istituti, il che comporta la cancellazione del valore legale del titolo di studio. Soldi? Sì, certo, i soldi servono, ma se non si cambia il modo di spenderli più se ne mettono e più se ne buttano. Anche per arruolare l’esercito di quelli che sono in graduatoria senza mai avere passato un concorso, e che Bersani vuole assorbire ope legis. Forse perché gli studenti non votano. La nostra scuola contiene eccellenze straordinarie, ma anche sprechi e ignoranze vergognose. Se continuiamo a occuparci delle corporazioni, anziché dei risultati, continueremo a figurare ultimi nelle graduatorie dei paesi civilizzati (salvo poi esportare studenti e insegnanti di primo livello). La scuola non è un luogo dove tenersi compagnia, ma uno strumento per rendere più ricca la vita futura. Così, tanto per parlare di cose concrete. www.davidegiacalone.it Sento un grande cambiamento nel popolo produttivo. Questo, composto da milioni di lavoratori indipendenti ed imprenditori, non ha mai prestato vera attenzione alla situazione fiscale fino a che percepiva la possibilità di evadere parzialmente le tasse, cioè di allentare la morsa attraverso autoriduzioni. Da quando questa possibilità si è ridotta, il popolo del mercato ha invece cominciato a sentire sempre di più la pressione e a sviluppare una nuova consapevolezza: per che cosa pago le tasse? Durante una mia conferenza nell’area vicentina, una imprenditrice ha così segnalato il nuovo spirito dei tempi: «Non ho mai osato pensare al licenziamento di dipendenti pubblici perché riuscivo a grattare via qualcosa dall’imponibile e mi sarei sentita colpevole nel sostenere i tagli. Ma ora che pago tutto, vorrei misurare al millimetro l’utilità di ogni singola spesa e non avrò scrupoli, perché o loro o i miei figli». Il punto è proprio questo: ora che il ceto produttivo paga tutte le tasse, riscopre la cittadinanza e il suo pieno esercizio come diritto di rappresentanza degli interessi. Molti cominciano a chiedersi anche quale sistema di tassazione sia giusto: progressivo o con aliquota uguale per tutti? Sono abituato alle discussioni sulla «flat tax» in America, ma mi ha sorpreso il condurle in Italia. Mia posizione: la diseguaglianza dei carichi fiscali aveva un senso nel passato se si considera quella delle condizioni di partenza, cioè il fatto che molti cittadini hanno avuto opportunità minori di altri per accedere ad un buon reddito. Ma adesso, dopo decenni di istruzione di massa e tutele parificanti, si può dire che c’è una certa convergenza nelle condizioni di partenza individuali per la vita professionale, e che il suo esito dipende molto meno che nel passato dal nascere poveri o ricchi e molto di più dal merito. Quindi avrebbe senso pensare ad una aliquota fiscale unica per tutti. Che comunque resterebbe progressiva, in quanto chi ha di più pagherebbe comunque più tasse. E sarebbe un fattore di eguaglianza: perché uno che sceglie una vita più comoda in cambio di minor reddito dovrebbe avere il privilegio di pagare in percentuale meno tasse? Ovviamente bisogna tener conto della complessità che determina i destini individuali, cosa che consiglia generosità nei confronti dei meno abbienti. Ma questo a partire dal principio del merito, e non della ricchezza per diritto sulle spalle altrui. CAMBIO DI MARCIA Che da noi un pubblico discuta di questa materia in termini non moralistici è una novità. Mai ho sentito tante domande su come sia da calcolare l’utilità/produttività della spesa pubblica per poi ridurla, peraltro innescate dalle proposte sia di Berlusconi di tagliare del 3% gli sti- ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 11 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: VERSO LE ELEZIONI Relazione parlamentare Comuni spreconi targati sinistra È De Magistris il re degli sperperi Napoli da record: spende per burocrazia il 52% più del necessario. Seconda Roma, bocciata anche Firenze. Nella top ten delle peggiori, sette sono a guida progressista ::: FILIPPO MANFREDINI Tutti da Palazzo a blaterare: e bisogna tagliare di qui e tagliare di là, ed eliminare gli sprechi, e ottimizzare le spese, e snellire le procedure. Ed ecco che per meglio indirizzar le forbici s’incaricano fior di tecnici - termine invero un po’usurato, ma tant’è - in modo che analizzino, calibrino e infine sentenzino. Salvo poi lasciar le buone intenzioni marcire come tali, con la realtà lasciata intonsa nella sua costosa assurdità - d’altronde mica siamo italiani per niente. I CONTI NON TORNANO Il segretario del Partito Democratico nonché candidato premier Pier Luigi Bersani (61 anni, a sinistra) e il sindaco di Firenze Matteo Renzi (38 anni): il capoluogo toscano è terzo fra i Comuni che spendono troppo per uffici e burocrazia [Ansa] pendi pubblici (spero non a polizia, militari, insegnanti e medici), e sia di Giannino di eliminare quasi 100 miliardi di spesa in 5 anni. Mia risposta: la metà dei circa 800 miliardi di spesa che è impiegata per costi di apparato è certamente inutile, dunque equivale a circa 200 miliardi. Se si facesse una revisione della spesa con criteri d’utilità e col calcolo dei modi sostitutivi - tra cui i nuovi sistemi tecnologici - per offrire un servizio pubblico, verrebbe fuori questo risultato, tra cui la non necessità di almeno 1/3 dei dipendenti attuali. VENTO DA NORDEST Certo, questa nuova coscienza fiscale non arriverà al punto di volere subito tagli di questa entità. Ma sempre più premerà per un piano che li persegua, senza lasciar solo alcuno - mi è piaciuto sentirlo anche dai più arrabbiati in quanto un dipendente pubblico non è colpevole se inutile e va comunque aiutato a ricollocarsi nel mercato. Concludo con le parole di un artigiano padovano: «Se volete che paghiamo tutte le tasse, allora pretendiamo una rappresentanza del nostro interesse a limitarle per finanziare soltanto ciò che è davvero utile». Nel Nordest soffia più forte la Bora che spazza: il regime partitico e lo statalismo non termineranno dopo le prossime elezioni, ma la loro fine è già iniziata. Ne sentite i refoli anche in altre parti d’Italia? Se sì, alzate vela. www.carlopelanda.com BOOMERANG Il riccometro stanga il povero se ha una casa ROMA Il nuovo riccometro nato con l’intento di stanare i falsi poveri rischia invece di estromettere dal nostro welfare pensionati e dipendenti a basso reddito, ma che sono proprietari di casa. Ad esempio, un pensionato ma anche il dipendente con la sfortuna di avere un figlio a carico - proprietario di un appartamento con una rendita catastale di 600 euro rischia di perdere numerose agevolazioni assistenziali. Agevolazioni che ad esempio riguardano l’assistenza domiciliare, le rette della casa di riposo, delle bollette telefoniche e dei biglietti dell’autobus, il telesoccorso e gli assegni al nucleo familiare. Ricordiamo che il riccometro, ossia l’aggiornamento dell’Isee, fa parte degli impegni vincolanti contenuti nel cosiddetto decreto «SalvaItalia». Prima della sua entrata in vigore, questo strumento è ancora da perfezionare e di questo - vista l’imminente tornata elettorale si occuperà il prossimo governo. A lanciare comunque l’allarme su quelli che potrebbero essere i possibili rischi del riccometro è stato il Servizio politiche fiscali della Uil che ne ha messo quindi in luce alcune storture. Se a rimetterci sono dunque i proprietari di casa, a guadagnarci sono invece gli italiani che sono in affitto o che hanno un mutuo o una famiglia numerosa a carico perché, in tutti questi casi, il nuovo Isee applica sconti più generosi sul reddito. TEORIA E REALTÀ Per dire: il Sole 24Oreha pubblicato i risultati della relazione elaborata nei mesi scorsi dalla Copaff, la Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale - progetto che per la verità pare ormai tramontato. E comunque, avvalendosi dell’aiuto di altri soggetti in questo senso competenti - la Sose, società del ministero dell’Economia e di Bankitalia, e l’Istituto per la finanza locale dell’Anci - ha scomposto e sviscerato le uscite di tutti i Comuni delle Regioni a statuto ordinario, così da poter fissare i parametri di spesa ottimale. In sostanza, l’obiettivo è quello di quantificare la «spesa giusta» per poter far fronte ai «fabbisogni standard» delle amministrazioni in questione, che poi coincidono con i cosiddetti «servizi generali» - e dunque i soldi per far funzionare gli uffici incaricati di gestire entrate e uscite del Comune, e i servizi quali anagrafe e servizi elettorali e anche i servizi tecnici e insomma, tutto o quasi l’apparato burocratico. Trattasi di 8,8 miliardi complessivi all’anno, vale a dire il 27 per cento delle uscite comunali proprio in ordine alle funzioni fondamentali. SCIALACQUI VESUVIANI Questo il discorso. E allora? E allora ecco la prima cosa che balza all’occhio, proprio scorrendo la tabella che riporta i risultati: Napoli - e non è che uno se la voglia pigliar sempre con gli amici partenopei, ma questi sono i numeri - Napoli, secondo i paletti fissati dalla Commissione, dovrebbe spendere per questo «fabbisogno standard» 226,1 milioni di euro all’anno, e invece ne sborsa 344,6 milioni, che poi significa il 52,4 per cento in più. In questo senso è la medaglia d’oro degli sprechi comunal-burocratici. E dunque? Si taglia? Macché: nonostante questi sperperi vesuviani rappresentino addirittura il 37,8 per cento del totale degli sprechi registrati in tutti i capoluoghi, d’altro canto le ultime disposizioni governative riservano alla città ora amministrata da Giggino De Magistris solo il 5 per cento dei tagli. Paradossale. TORINO E BARI LE MIGLIORI Al secondo posto, in questa davvero poco invidiabile classifica dei municipi immotivatamente spendaccioni, si piazza la Roma di Alemanno: 890,4 milioni di spesa effettiva, a fronte di un fabbisogno standard quantificato in 827 milioni, dunque con uno sforamento del 7,7 per cento. E medaglia di bronzo ecco poi la Firenze che non t’aspetti, con Matteo Renzi che evidentemente, in quanto a uscite, ha di che sfoltire: 100,9 milioni di euro la spesa effettiva del Comune, 86,8 milioni quella considerata sufficiente, e quindi 16,2 milioni di surplus. E in effetti, scorrendo la top ten dei «Comuni burocraticamente spendaccioni», non è che il Partito Democratico possa ritenersi soddisfatto: vi compaiono infatti ben sette città a guida di centrosinistra - oltre a Napoli e Firenze, anche Alessandria, Siena, Padova, Venezia e Perugia - a fronte di tre del centrodestra - oltre a Roma, anche Ascoli Piceno e Lecce. Peraltro, il Pd si può consolare con la graduatoria inversa, quella dei migliori: la Torino di Fassino spende ben 81,9 milioni in meno di quanto quantificato dalla Commissione, con un risparmio del 36,9 per cento. E anche Bari e Milano e Genova sono messe bene. Quinto fra i Comuni di virtuosi è poi quello di Verona, guidato dal leghista Flavio Tosi. Esempi da seguire. 12 ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: VERSO LE ELEZIONI Sfida canora Berlusconi minaccia Fazio: «Canto a Sanremo» Il Cavaliere: se il Festival sarà di sinistra metà degli italiani non pagherà il canone. Poi insiste: chi se ne frega dello spread ::: segue dalla prima SALVATORE DAMA . (...) in piena campagna elettorale. Il Cavaliere contesta la contemporaneità con gli ultimi giorni di comizi: «Non ci voleva niente a spostarlo di due settimane, la Rai ha preso una decisione sbagliata». Ma se proprio deve sconfinare in politica, allora vuole esserci anche lui: «Se Fazio mi invita a Sanremo, io andrei assolutamente subito. Potrei anche presentare una mia canzone e cantarla». Qualsiasi cosa pur di aggirare i vincoli della par condicio: «Abbiamo difficoltà a comunicare in campagna elettorale. E il Festival della canzone italiana diminuisce la possibilità a dieci giorni dal voto di comunicare con gli italiani». Nell’attesa che cominci San Remo, ieri Silvio ho trovato ospitalità proprio da mamma Rai in tre diversi momenti. A ”Uno Mattina”, dove ha esposto il proprio programma politico. A “Un giorno da pecora”, dove ha raccontato un po’ di fatti suoi, in un colloquio più personale con i conduttori. E, infine, a Linea Notte, a tarda sera. Chiudendo un’altra lunghissima giornata. Eppure le interviste non bastano al Cavaliere: «Mando un avviso agli italiani», ha annunciato. Le famiglie riceveranno a casa «una lettera nella quale confermo che lo Stato restituirà l’Imu che hanno pagato, se sarò eletto». L’ex presidente del Consiglio preferisce mettere la promessa nero su bianco, nel caso la notizia non avesse raggiunto l’intero suo elettorato. «L’80% delle famiglie italiane ha raggiunto il traguardo di una casa proprietà. Lo Stato fa un gesto riparatore rendendo a ciascuna famiglia quello che ha pagato», dice Berlusconi, accusando i tecnici che hanno governato nell’ultimo anno: «Il governo ha usato metodi violenti contro cittadini e imprenditori e ha fatto meno bene di noi. Noi pensiamo di fare meglio senza costringere le imprese a chiudere per pagare le tasse». Berlusconi invita i cittadini a non preoccuparsi del differenziale: «Gli italiani non devono preoccuparsi dello spread perché è la differenza tra quello che deve pagare la Banca d’Italia sui titoli di prima emissione e quello che paga la banca tedesca, e non ce ne può importare di meno». Ciò che invece deve interessare, prosegue, è il suo programma fiscale: «Realizzeremo la riduzione delle aliquote Irpef al 23% e al 33%». E annuncia il «condono tombale» se «faremo una riforma fiscale che porti le tasse dalle persone alle cose». Silvio difende la parola “condono”, non è una bestemmia come sostiene la sinistra: «I condoni fanno pagare le tasse a chi non le aveva pagate, costringono quelle persone a diventare dei contribuenti da quel momento in poi».E mentre l’ex capo del governo invade le tv, Angelino Alfano tesse la rete da Roma, in- contrando associazioni di settore e professionisti. Ieri, in un solo giorno, il segretario del Pdl ha visto l’associazione Classi Dirigenti delle Pubbliche amministrazioni, Federmanager, Numeri Primi e Concreta-Mente. A ognuno il suo. Berlusconi ha scelto di fare ciò che gli riesce meglio, il front-man. Attacca i suoi avversari in tv e in radio. A partire dal premier: «Controfir- mare la nomina di Monti a senatore a vita fu una cazzata», si pente il Cavaliere. Che, invitato a dire anche una cosa carina sul professore, se la cava con una battuta: «Adesso ha un cane. Ma il suo cane è preoccupato perché gli ha messo una tassa sull’osso!». Poi scherza su Bersani: «Quando parla non so mai se è lui o se è Crozza». È bravo, il comico, anche a fare la sua imita- zione: «Lo trovo simpatico. E mi diverto quando fa la mia caricatura, è molto azzeccata». Silvio annuncia di aver superato Bersani nei sondaggi: «Credo di averlo sorpassato, ora loro sono dietro». Invita gli elettori a non disperdere il proprio voto dandolo a Grillo («Un meraviglioso istrione, ma nelle sue liste ci sono i centri sociali e i No tav») o a Oscar Giannino: «Un liberale che sotto le luci della ribalta si è innamorato del suo personaggio e ora dice che il suo fine è che il centrodestra debba perdere in Lombardia». Berlusconi assicura che le elezioni non offriranno un esito poco chiaro come nel 2006 («Ci vorrebbe un processo per rifare i conti»), ma in caso di pareggio, niente inciucio: «Da noi la Grosse Koalition non si può fare, non abbiamo una tra- dizione socialdemocratica in Italia». Infine un po’ di spazio per sé: Silvio rivela di invidiare la cresta di Balotelli («Non ho la materia prima»), di «aver preso 5 chili in campagna elettorale», di «non aver mai tradito un amico», solo le donne. Ma con l’attuale compagna è diverso: «Siamo due cuori e una capanna, non la faccio uscire, sono geloso!». L’intrusa Le battaglie dimenticate dall’onorevole ::: MONICA MACCHIONI Chi l’ha visto? L’onorevole Pippo Gianni ha imperversato per mesi sulle agenzie, occupandosi in maniera quasi monomaniacale di Rai. Ancora in Transatlantico si ricordano le sue battaglie contro l’ex dg Lorenza Lei. Oggi non affronta più il tema. Ci si domanda: lo fa perché è contento del nuovo dg Gubitosi, o perché avendo compreso fino in fondo i meccanismi Rai ed i rapporti serrati tra cda e politica ha preferito gettare la spugna e uscire dal PID andandosi a riparare nel partito di Tabacci? Forse meglio occuparsi solo – si fa per dire di lavoro e sanità. IN RISALITA Stasera in campo con Littizzetto e Crozza Il conduttore prova a fare la vittima «Diremo tutto, lui paga la tassa tv?» ::: ENRICO PAOLI Tu chiamale, se vuoi, sensazioni. E la sensazione - forte, a tratti granitica - è che non sarà l’edizione numero 63 del Festival di Sanremo, ma la puntata numero uno della Festona de L’Unità, con annessa gara canora, pagata dalla Rai. Dice Fabio Fazio, rispondendo a Silvio Berlusconi: «Nessun uso strumentale della tv pubblica. Tv pubblica vuol dire che è di tutti e quindi non è che non si può dire niente.Seè dituttisipuòdire tutto».Unapremessa contraddetta dall’affermazione che alimenta le nostre sensazioni. E poi, come fai a non dubitare se il fazioso Fazio replica, con la solita stizza, a Berlusconi invitandolo a pagare il canone Rai: «Per pagarlo c’è tempo fino al 28 febbraio, con una piccola sovrattassa». Grazie, lo sapevamo già. Loro, Fazio e la Littizzetto, lo hanno pagato? Aspettiamo le ricevute. Nel frattempo i dubbi su cosa sarà questo Sanremo sono superiori alle certezze, essendoci di mezzo l’incognita Crozza. Siamo certi che il comico si lascerà scappare l’occasione per parlare delle dimissioni del Pontefice nella sua mezz’ora d’intervento? Le voci sanremesi si basano su due ipotesi. La prima è che l’attore prenda di petto la situazione, sfidando l’ira dei cattolici e l’im- barazzo della Rai, e imiti il pontefice dimissionario. La seconda, più laica, è che Crozza si affidi ad un Silvio Berlusconi aspirante Papa, magari vestito di bianco, come ha fatto capire la Littizzetto. «È un uomo anziano, vanno tutti in pensione, può farlo anche lui», dice la spalla del fazioso Fazio, «ora potrebbe diven- CON CICCHITTO E LORENZIN Dibattito a Roma su crescita e sviluppo Si terrà domani a Roma il dibattito «Tornare a crescere. Progettare lo sviluppo in tempo di crisi» organizzato dalla Fondazione Riformismo e Libertà e l’Associazione iPolis. Appuntamento alle 17 al Tempio di Adriano in Piazza di Pietra. L’incontro vuole affrontare temi di macroeconomia e sullo sviluppo nel settore industriale e del mercato del lavoro. Tra gli altri, interverranno Fabrizio Cicchitto (presidente della Fondazione Rel), Beatrice Lorenzin (segretario generale dell’Associazione iPolis) e Francesco Forte. Silvio Berlusconi ospite di «Uno Mattina» intervistato dal giornalista Franco Di Mare: il Cavaliere spera di vincere le Politiche come ha già fatto nel 1994, nel 2001 e nel 2008 [Ansa] tare Papa Berlusconi. Io propongo Fazio camerlengo». Visto che si può parlar di tutto, perché non farlo, alla faccia della par condicio e del politicamente corretto, come vorrebbe il direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, convinto che sarà un Festival e non una Festa de L’Unità. Il rischio, anzi la sensazione, che la kermesse scivoli a sinistra lo avverte anche il presidente del Senato, Renato Schifani. «No al disprezzo politico, sì alla satira», dice la seconda carica dello Stato, «mi auguro, visto che siamo in campagna elettorale, che sia il più laico possibile». Ecco, il problema è che se sarà troppo laico finirà con il trasformare le sensazioni in certezze. Tanto che il leghista Roberto Calderoni lancia la crociata. «Vista la presenza del super partes Crozza al Festival e le anticipazioni rilasciate dai presentatori relative alle prossime elezioni politiche», dice l’ex ministro, «proporrò a Maroni e ai partiti alleati della coalizione di porre come uno dei primi punti del programma elettorale l’abolizione del canone Rai». Ma sì, e se avesse ragione Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia quando sostiene che «se la sinistra fosse così sicura di vincere le lezioni non avrebbe bisogno di occupare il Festival di Sanremo»? Più che una sensazione, una certezza. Tipo in pullman L’onorevole Laboccetta non finisce mai di stupire. Per questa campagna elettorale si è inventato un pullman vetrinato tutto pieno di manifesti di Berlusconi e di programmi elettorali del Pdl (nella foto). Con qeusto pullmann l’onorevole ha incominciato la sua lunga marcia per i quartieri di Napoli. È partito domenica scorsa con ragazze e ragazzi volontari, tutti di provata fede azzurra per portare il messaggio del Pdl ai cittadini di Napoli. In totale sono previste 10 tappe per i 10 quartieri: l’on. Laboccetta andrà in mezzo alla gente per toccare con mano i problemi reali ed ascoltare le possibili soluzioni dai cittadini,un modo come un altro per portare il palazzo in strada… anzi, in pullman! Martedì 12 febbraio 2013 13 14 ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: VERSO LE ELEZIONI Berlusconi da bacchettare L’ironia sul lato B è un autogol per Silvio Lo scherzo è lecito, ma con le donne non si deve sbracare. Anche perché gli avversari non aspettano altro ::: GIAMPIERO MUGHINI Che in una campagna elettorale aspra e noiosissima come quella italiana un leader politico cerchi la battuta, magari l’allusione frizzante, insomma di far sorridere il pubblico ampio, tutto questo è sacrosanto. E del resto ciascun politico lo fa a modo suo, a seconda dello stile di cui è esperto, taluni esperti soltanto di un qualche stile lugubre. E dunque è lecito cercare la battuta se, com’è accaduto un paio di giorni fa a Silvio Berlusconi, ti trovi innanzi una ragazza vestita di verde, piuttosto piacente, che ha l’aria di starci al gioco (in realtà non potrebbe fare altro data la sua posizione impari a confronto di quella dell’ex capo del governo)? Certo che la puoi cercare la battuta, solo che ci vuole una gran classe, molta eleganza nel trattare la particolarità del femminile, e dunque sapere camminare in mezzo ai cristalli. Ebbene in questa occasione Berlusconi di eleganza ne ha avuta poca, avvilente quel suo gesto a far voltare la ragazza a mostrare il suo lato B, e non perché il lato B di una donna non interessi molto ciascun uomo (nel mio personale caso, molto di più le gambe), ma perché quell’interesse lo devi mostrare con un lampo degli occhi, stavo per dire con un lampo dell’anima. Basta un sorriso, basta un silenzio un tantino obliquo. Se le dici nudo e crudo «si volti» non hai fatto una battuta, hai fatto un autogol in campagna elettorale. Detto altrimenti, hai sbracato. E tanto più che il numero dei cecchini appostati tutt’intorno a colpirti al cuore se sbagli, è più numeroso degli uomini delle Forze Speciali americane che una notte del maggio 2011 diedero l’assalto decisivo al rifugio di Osama bin Laden per come ce l’ha raccontato Kathryn Bigelow nel suo ultimo e bel film. E dunque la mia opinione è che il problema di Berlusconi non è che faccia le battute, è che le sbaglia fin troppo spesso. E ciascuno di noi che abbia fatto delle chiacchiere in pubblico, lo sa per esperienza personale quale effetto disastroso fanno sul pubblico le battute che sgarri. Prendiamo un caso anche recente, le poche parole dette da Berlusconi sul fascismo italiano e sul destino politico di Benito Mussolini. Solo che quelle parole - in sé e per sé niente affatto scandalose perché c’è ormai uno scaffale di libri grande così a spiegarci che una cosa è la «dittatura mussoliniana» sino al 1934 e fors’anche al 1936, e tutt’altra e orrida cosa è il tempo delle leggi razziali (1938) e dell’abbraccio totale con i nazi erano pronunziate nel giorno della «memoria» del massacro degli ebrei europei, e dunque andavano calibrate e cesellate e soppesate in tutt’altro modo. ::: IL CASO IL LUOGO Polemiche per l’ennesima gag di Berlusconi con una donna. È successo nella sede della Green Power, azienda veneta specializzata nelle energie rinnovabili. QUANTE VOLTE? Quando sul palco è salita un’affascinante venditrice che ha fatto sottoscrivere al Cav un contratto di verifica, Silvio s’è subito scatenato con i doppi sensi. «Ma quante volte viene? E a quale distanza temporale una volta dall'altra?». Poi l’ha invitata a girarsi per guardarle il fondoschiena. LE RISPOSTE La dipendente di Green Power ha accettato la battuta rispondendo a tono: «3, 4, 5 volte, dipende dalle esigenze». Al che il Cavaliere è sembrato soddisfatto. «Offerta conveniente», ha concluso. Altrimenti è un autogol. Che a 76 anni Berlusconi abbia ancora lo spirito del goliarda milanese che era stato oltre mezzo secolo, a me non spiace affatto. Chi conosce la storia della goliardia italiana (ho vinto un premio di giornalismo con un articolo su quella storia) sa che è una storia esilarante di beffe e trovate, storia di cui è stato un gigante il futuro senatore socialista Lino Jannuzzi. Ebbene che c’entra con quella storia il copiare da Vittorio Sgarbi la battuta secondo cui Rosy Bindi è «più bella che intelligente»? Una battuta così è solo facile e volgare. Ma che ci voleva a dire invece una cosa così: «Non condivido una riga del pensiero politico della Bindi, ma ne rispetto la passione tanto che la trovo persino bella da come ne è accesa»? Una battuta così ha forse effetto meno plateale nei confronti del popolino, ma vale e dura cento volte di più. Lasciamo stare la foto di Berlusconi in mezzo ad altri leader europei che si fa fotografare mentre con le dita mette le corna a un qualche suo collega. Quella è goliardia che non fa male a nessuno, e comunque ciascuno è il goliarda che può. Completamente diversa la battuta, recitata e posata, in cui Berlusconi dava del «kapo di Auschwitz» a uno stupefatto europarlamentare tedesco con cui stava contendendo non ricordo più di che cosa. Battuta infausta, assieme spropositata e insignificante, e tanto più se pronunciata in un contesto europeo dove non sono in molti a guardarti con simpatia, perché non siamo né ad Arcore né a Milano 2. Autogol autogol autogol. Dipendono dal fatto che in linea generale Berlusconi è circondato da una corte di ammiratori e ammiratrici interessati nel senso specifico del termine - che ridono a ogni suo sospiro o barzelletta? Temo di sì. Sto parlando di tutto non certo perché penso che al prossimo 24 febbraio voteremo chi contro e chi a favore delle barzellette di Berlusconi. Trovo ridicolo l’appello di quel gruppo di intellettuali famosi che chiedono di votare innanzitutto e spasmodicamente contro Berlusconi. Si vota pro o contro cose più decisive, e comunque mai e poi mai Berlusconi vincerà al 24 febbraio. Sto parlando come uno che ha incontrato più volte Berlusconi 20 e passa anni fa. Era uno che ci stava alle battute su di lui e contro di lui. Mi telefonò una volta per ringraziarmi che in un set televisivo di Mediaset mi fossi opposto al leccapiedismo nei suoi con- fronti di un giornalista Mediaset, e avessi detto che a vincere nel 1991 un Oscar cinematografico per il miglior film straniero non era stato affatto Berlusconi (produttore del film), ma un regista cinematografico italiano che aveva nome Gabriele Salvatores. Fui contento di quella telefonata. Le reazioni Bersani e Vendola vanno all’attacco Ma la venditrice: divertita e onorata ::: CHIARA PELLEGRINI «Imbarazzata? No. Ero divertita e onorata». Angela Bruno, il giorno dopo le battute del Cavaliere, parla e nega ogni tipo di risentimento. «È stato bello, una cosa molto simpatica! Incornicerò il contratto firmato personalmente da Silvio Berlusconi e lo metterònel mio ufficio» L’impiegata dal sorriso smagliante, capoarea di Green Power (solare), domenica durante una convention organizzata a Mirano (Venezia), era stata oggetto delle avances e di una battuta di dubbio gusto di Silvio Berlusconi. Ieri, per tutto il giorno, Angela Bruno si è trovata affogata da mille telefonate di giornalisti, amici e curiosi. A Berlusconi, che le chiedeva come Green Power - società che si occupa di energia alternativa - soddisfacesse i proprio clienti, la venditrice aveva risposto stando allo scherzo. «Ma lei viene?», le aveva chiesto Berlusconi, alludendo al nume- ro di visite effettuate per installare l’impianto fotovoltaico che era stato offerto a Berlusconi. E ancora: «Ma quante volte viene? Una sola?». Angela stando allo scherzo aveva risposto imbarazzata: «Ma no, anche tre, quattro, cinque: dipende dalle esigenze». Uno scambio di battute, pieno di doppi sensi tra le risate della platea, che si è concluso con la richiesta all’impegata di girarsi per mostrare il “lato B” e con la constatazione: «È un’offerta conveniente...». «Una applauditissima gag che non aveva niente di male. Lei è stata contentissima. Ci sono delle persone maliziose che interpretano male, non c’era nessun secondo fine», ha poi commentato ieri Berlusconi a “Un giorno da pecora” su Radio Due, E così Angela nel giro di ventiquattro ore diventa oggetto di mille attenzioni mediatiche. Prima annuncia interviste e dettagli, poi in serata si limita a poche battute. Anche se chi le è vicino giura che ieri Angela Il leader di Sel Nichi Vendola Fotogr. non ha trattenuto le lacrime.. Decide che il silenzio è impagabile. Nel frattempo, la signorina Bruno, venditrice affabile, dal vestitino fasciato e il cappello cotonato ne abbia fatte arrabbiare di donne sul web. Su Twitter sono più gli insulti a lei rivolti che quelli nei confronti di Berlusconi. Anna Paola Concia, candidata del Pd per il Senato di Abruzzo, scrive: «Concordo la #poraccia è lei che non ha dato una “capocciata”a #Berlusconi. È su di lei che bisogna interrogarsi». I commenti sugli articoli di giornale on line non sono più clementi. «N’ata zoccola», scrive un lettore campano dell’Huffington post. In molti le ricordano che avrebbe dovuto comportarsi diversamente. Magari come Ilaria D’Amico, la giornalista di Sky che qualche settimana fa respinse in diretta i complimenti di Berlusconi. Più tardi arriva la bordata del leader del Pd, Pier Luigi Bersani. «Berlusconi parla di donne più o meno come se fossero bam- bole gonfiabili». Povera Angela che per la convention si era messa tutta in tiro. Persino le calze velate con la riga nera ed ora si becca della bambola gonfiabile. Nichi Vendola, leader di Sel e governatore della Puglia, le dà indirettamente del «peperoncino». Perché Berlusconi, dice Vendola, «con le sue battute di cattivo gusto offende quotidianamente le donne, che vengono ridotte al rango di peperoncino o che diventano prede per le stagioni di caccia degli uomini». Va giù dura anche Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato e capolista in Puglia: «Berlusconi continua a propinarci battute sessiste, gag maschiliste e qualunquiste, stereotipi femminili da casa chiusa», insiste la Finochiaro secondo la quale le «donne risponderanno a Berlusconi con il voto». Flavia Perina, invece, candidata di Fli, la difende: «Nessun personaggio pubblico può trattare una donna che sta facendo il proprio lavoro con battute da caserma» ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 15 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: VERSO LE ELEZIONI Berlusconi da assolvere Non è maschilismo ma malizia innocente Inutile indignarsi per una battuta, noi italiani siamo così. Il vero errore sono le escluse dalle liste del Pdl ::: MARIA GIOVANNA MAGLIE E IL CAV DISSE: LEI VIENE? Da sx, tre scatti del Silvio galante e «donnaiolo»: ammira la conduttrice Myrta Merlino, pochi giorni fa. Applaude la crocerossina Lamuraglia, nella sfilata del 2 giugno 2001. Infine, scherza con la venditrice. [Ansa] Mi piacciono le battute del Cav? Qualche volta no, ma mi piacerebbe vedere indignazione condivisa per una frase come quella appena pronunciata da Enrico Letta, ovvero «era assurdo pensare che non ci fosse chi voleva votare per chi difende l’evasione fiscale», che tradotto in italiano significa che chiunque voti per il Cav è un delinquente e un evasore, o meglio che chiunque non voti per il Pd è un «fassista» o «un miliardario», come usa condire i suoi comizi Pier Luigi Bersani, a ricordo perpetuo che l’avversario o è un innominabile fascista anche nel 2013, o è un ricco ricoperto di sterco del demonio. Mi piacerebbe sentire fremere di sdegno qualcuno quando sempre Bersani si diffonde sulla statura di Renato Brunetta, e anche lì tutti ridono, e si scelga se sia perché gli italiani ridono di qualsiasi difetto fisico, ridono anche se qualcuno per strada cade rovinosamente, o sia perché è un platea di fedelissimi yes men e militanti. Abbondano ovunque. Mi piacerebbe che qualcuno ricordasse a Mario Monti che paragonare un presidente del Consiglio, che lo ha prima nominato commissario europeo poi lo ha tenuto su per un anno al il graffio Conversioni Criticando il governo Monti, Paolo Ferrero di Rifondazione comunista ha detto che «serve un new deal come fece Roosevelt». Dalla nostalgia dell’Urss al sogno americano. governo, al comandante Achille Lauro di una scarpa alla volta è indecente. Qualcuno a Monti l’ha già ricordato, il Cav. Il quale Cav avrà pure un eloquio poco raffinato, ma quando da Telese e Porro ha proclamato quello che tutti pensiamo, cioè che lo spread è una cazzata, ha segnato un goal, altro che autogoal. Il Cav e i suoi bunga bunga spiattellati in provvidenziali intercettazioni e spiate, il Cav e i suoi sguardi al lato b delle ragazze, mi piace? Diciamo che non me ne frega niente, è altro che sarei pronta a rimproverargli in un faccia a faccia. L’altra sera dall’Annunziata ha giustamente rivendicato l’approvazione durante il suo governo di una legge di grande civiltà quale è l’obbligo di un terzo di donne nei consigli di amministrazione delle aziende. La sua promotrice, una minuta leonessa, si chiama Lella Golfo, è presidente della Fondazione Bellisario ed era deputato del Pdl. Era, non c’è rientrata nelle liste, sarà perché a chi le ha fatte delle donne non gliene importa un tubo, sarà che in molti deputati gliel’avevano pubblicamente giurata alla Golfo. Manca anche all’appello la deputata italo marocchina Souad Sbai, un pilastro contro la resa all’islam, una buonissima idea nel 2008, mentre il Pd schiera oggi composita lista arcobaleno nelle sue file e giustamente gongola. Capito, gentile Cav? Qual è la percentuale vera di donne che sono state candidate per essere elette nel sistema del porcellum? Quanto è lontana dal quaranta per cento promesso? Cinque milioni di donne in quota astensionismo decidono su questo, non su uno sguardo malizioso. Messaggio pubblicitario . La scena è la seguente, depurata da furore politically correct e da obbligo di propaganda elettorale. Sul palco del raduno aziendale, affollato per via di visita del Cav, gli organizzatori fanno salire una gran bella dona, non un uomo anziano e ingobbito, e lei si suppone che abbia accettato volentieri; il Cav si entusiasma, o recita la parte obbligata o perlomeno attesa, fa battute sulle visite a domicilio dei promotori di energia alternativa, com’è appunto la bella donna bruna e sorridente, alla quale domanda se è lei che viene (a domicilio) e quante volte. Lei se la ride e risponde che viene (a domicilio) tutte le volte che serve, anche cinque o sei, lui allora le guarda ostentatamente il culo e conclude che si tratta di un’offerta conveniente, subissato dagli applausi. Scena, dunque, di ordinaria italianità, che, e questa campagna elettorale surreale lo conferma, Silvio Berlusconi controlla e impone e domina come nessun altro sa fare. Ci vogliamo scandalizzare o vogliamo riconoscere che così è il nostro Paese? Si passa col rosso, si fanno complimenti un po’ volgarotti alle signore, le quali se non gliene fanno corrono a mettersi a dieta o prenotano un vigoroso massaggio, si fanno le corna come vezzo ricorrente, ancorché oggi un po’assediato dal dito medio sollevato a mo’ di insulto, si trascorrono ore e ore a scalmanarsi per una partita di calcio, ricoprendosi di insulti, segnatamente in tv, e si tende sfacciatamente a farsi timbrare il cartellino al lavoro mentre si fa la spesa, tutti barzellettieri o almeno conia- tori di battute feroci, tutti amanti della satira. Una battuta come «la Bindi è più bella che intelligente» per un italiano vale oro, sogna di averla pensata lui, altroché autogoal. Il Cav per una battuta si farebbe tagliare un dito, il Cav non smetterà di farne finché vive, ma il Cav sa che certe battute gli italiani le adorano, tutti, anche quelli che fingono vituperio e scandalo per tanta attitudine pecoreccia. Ognuna delle scandalose e apparentemente ingenue uscite ha l’effetto di scatenare pensosi sopracciò e valanghe di articoli indignati, ma ha anche l’effetto di far sorridere un sacco di gente. È il famoso effetto «tana libera tutti», perché Martin Schulz, oggi degno presidente del Parlamento Europeo, è un fazioso antipatico e scorretto, praticamente un kapò, ops, e il giudizio meditato su luci e ombre del fascismo lo condividono non solo decine di studiosi e centinaia di pubblicazioni, ma anche buona parte degli italiani, se togli comunisti, iscritti all’Anpi e funzionari di partito e sindacato tenuti all’obbligo rigido dell’antifascismo ma non al rispetto e alla difesa di Israele. Perché dovrebbe essere ancora un tabù? CONTO CORRENTE CHEBANCA! ZERO SPESE SE OPERI ONLINE. Apri Conto Corrente CheBanca! entro il 31/03/13. 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Nel «menu» anche meno Irap e Irpef «IO IMPRESENTABILE?» Maroni rivela: il Prof mi chiese di fare il ministro Quando, nel novembre del 2011, Mario Monti si insediò a Palazzo Chigi chiese a Roberto Maroni di rimanere al suo posto, al Viminale, come titolare del ministero dell’Interno. A rivelarlo è stato lo stesso leader leghista e candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lombardia. «Mi sorprende molto la dichiarazione di Monti secondo cui io alla presidenza della Regione Lombardia sarei pericoloso», ha detto Maroni all’Adnkronos: «Mi sorprende, visto che quando è stato incaricato di fare il presidente del Consiglio mi aveva chiamato per chiedermi la disponibilità a continuare a fare il ministro dell’Interno nel suo governo». «Credo - ha aggiunto il successore di Umberto Bossi alla guida del Carroccio - che questa sua dichiarazione sia dettata dal nervosismo, dalla consapevolezza che non è riuscito nel suo intento di dar vita a una coalizione politica che prendesse i voti del centrodestra. Si trova in difficoltà, ha già fatto l’accordo sottobanco con Bersani. Da qui un attacco personale a me, che francamente non immagino sia lo stile di un professore: purtroppo anche lui ha preso le sembianze dei vecchi politici della prima Repubblica». Alla domanda se la richiesta di Monti fosse rivolta a Maroni anche in quanto rappresentante della Lega Nord, l’ex ministro degli Interni risponde: «La proposta la fece a me, mi telefonò per chiedermi questa disponibilità personalmente e io risposi che rifiutavo perché la Lega aveva deciso di stare all’opposizione. Mi fece piacere all’epoca perché era il riconoscimento di un’azione che avevo svolto da ministro e che poi tutti mi hanno riconosciuto, anche gli avversari» ::: FRANCESCO DE DOMINICIS ROMA A quale Mario Monti bisogna credere? A quello che ieri ha promesso che «sarà gradualmente ridotta l’Imu a partire dal 2013 rendendola ancora più progressiva per eliminarla da circa la metà delle prime case»? Oppure alla versione meno «mirabolante» del premier uscente che - era il 23 dicembre scorso - sosteneva l’impossibilità di toccare l’imposta municipale unica? Nell’ultima conferenza stampa di fine anno, l’inquilino di Palazzo Chigi non aveva dubbi: Quella di togliere la tassa sulla cassa è «una proposta bellissima e piena di attrattiva popolare», aveva spiegato ironicamente parlando delle proposte di Silvio Berlusconi. «È bellissimo e allora io direi anche ridurre le tasse» spiegava il professore. Che poi sentenzio: se si toglie l’Imu, «chi verrà al governo un anno dopo, e non dico dopo cinque anni, dovrà mettere l’Imu doppia». Posizioni diametralmente opposte. La prima, quella di dicembre, era ancora ancorata alla linea del rigore sui conti pubblici. Il cambio di passo di ieri, invece, tradisce le esigenze della campagna elettorale e pure la strategia di Monti: per combattere il Cavaliere, vanno usate le stesse armi. Dunque promesse a raffica. Una dietro l’altro, specie sul terreno fiscale nel quale la sensibilità dei cittadini è particolarmente spiccata. Non solo Imu. «Perché è una necessità» abbassare le tasse. Dunque, il pacchetto tributario del presidente del consiglio contiene interventi pure sull’Irpef e sull’Irap. Per quanto riguarda l’imposta sui redditi delle persone fisiche «pensiamo di estendere le deduzioni sulle ristrutturazioni della casa anche agli arredi» ha detto Monti. Un fiume in piena. Tocca all’Irap: «C’è chi propone di abolirla da 15 anni e poi non fa nulla, noi pensiamo che sia possibile ridurla sensibilmente eliminando il monte salari dalla base imponibile. Oggi il totale del gettito è di 32 miliardi ci sarà una decurtazione a 20,8 miliardi, in sostanza un dimezzamento». Un fulmine a ciel sereno. All’improvviso Monti si scopre pronto ad abbattere la pressione fiscale. Proprio lui che nel 2012 tra Imu, inasprimenti Iva e bolli sui conti correnti - ha massacrato famiglie e imprese. Sta di fatto che il leader di Scelta civica - il motivo l’abbiamo capito: i sondaggi lo danno in calo, servono voti - vuole pescare fra i moderati. I quali sono attratti ancora una volta dalla sirena di Arcore. Di qui la scelta del professore che azzarda addirittura prospettive di crescita. «Importantissimo non sprecare i sacrifici chiesti a italiani per non dissiparli e trasformarli in una base di partenza per questa crescita che è a portata di mano se si continuano le riforme» ha osservato Monti, in un forum coi candidati a Unindustria Bologna. «Oggi ci sono spazi mentali e finanziari per analizzare le proposte - ha detto commentando quelle arrivate - se sarà tenuto fermo l’indirizzo sulle riforme strutturali, l’economia italiana potrà avere una crescita aggiuntiva del 6% e del 10,5% a regime». Esaurita la questione tributaria, il premier si è dedicato a bastonare gli avversari e a curare i probabili, futuri alleati. Dal fisco alla politica in senso stretto dunque. Come quando ha detto che «i due poli hanno trovato molto conveniente tacitamente accordarsi per non fare una riforma della legge elettorale». Fin qui un sasso gettato nella mischia. Monti mette nel mirino il suo nemico numero uno: ::: GENNARO MALGIERI Berlusconi. Il premier considera «sprezzante e superficiale» la criti Come tutti coloro che sono animati dal furoca mossa dal suo predecessore re dei neofiti, Mario Monti esagera e si ridicolizza. sulla sua trattativa per il bilancio Le sue intemerate stanno eclissando la fama di dell’Unione europea. Secondo il «moderato» che lo ha accompagnato fino alla «sapresidente del Consiglio, Berlulita in politica». Mena fendenti, perlopiù a sproposconi «non affronta le cifre forse sito, a destra e a manca. Nella vana speranza di farsi perché il confronto con sette anni percepire dall’opinione pubblica come leader alfa non è favorevole». ternativo ai due schieramenti principali. Nessuno Col Partito democratico, invegli crede, naturalmente. E tutti sono pronti a giurace, il leader del Centro (coalizione re che, se ce ne sarà bisogno, correrà in aiuto di Berdi cui fanno parte l’Udc di Pier sani dandogli sostegno al Senato. Consapevole di Ferdinando Casini e Futuro e litale «sospetto» che grava su di lui, il Professore si sta bertà di Gianfranco Fini) continua regolando di conseguenza. a flirtare. Mette in chiaro, comunDopo aver lisciato il Pd, definendo addirittuque, che per quanto rira «gloriosa» la storia del del Pci, sta tentanguarda la Lombardia il do di smarcarsi dall’accusa di candidato candidato alla pread esserne la stampella parlamentare. E sidenza della Relo fa con i toni risentiti e le argomentagione è «Gabriele zioni velenose che abbiamo ascoltato. Albertini», escluNon diversamente si atteggia nei condendo così qualfronti del centrodestra: il sua antipatia siasi ipotesi di verso il Cavaliere è talmente evidente da convogliare apertarisultare perfino volgare, certo non mente i suoi voti in fadegna di un senatore a vita per di vore di Umberto Am- P. Casini Fotogramma più non direttamente coinvolto brosoli e del Pd. Un nella raccolta dei consensi. progetto venuto a galla I risultati di tanto smanioso mostrarsi equidisabato scorso come stratagemma stante (ma, in realtà è oggettivamente equivicino per tagliare le gambe a Roberto alla sinistra, come dimostrano i movimenti filoMaroni (Lega e Pdl). Monti è stato Ambrosoli della sua Scelta civica in Lombardia) chiaro: ogni cittadino è libero, ma hanno sortito l’encomiabile effetto di aver oscuraniente ordini di scuderia. Tutto to Casini e Fini, i soggetti più irrilevanti di questa questo, però, non vuol dire precampagna elettorale. Bisogna riconoscerlo: è stato giudicare la collaborazione coi il capolavoro del Professore. I dioscuri del centridemocratici in chiave nazionale. smo, politici di lungo corso, fagocitati da colui che Anzi. Monti ha chiaramente teso hanno sostenuto con maggiore vigore ed entusiala mano al segretario Pd. Con Pier smo, hanno dimostrato una cecità che francamenLuigi Bersani, ha detto il premier, te stupisce perfino noi che da tempo ne criticava«non vedo litigi: vedo osservaziomo la scarsa visione di prospettiva politica. ni, punti di vista leciti da una parte Domenica scorsa, il leader dell’Udc, partito allo e dall’altra». Tuttavia, Bersani non stato larvale dopo che si è fatto imporre da Monti ha gradito la reazione di Monti alle esclusioni eccellenti dalle liste, ha dovuto quasi grisue critiche per il bilancio Ue: darlo che mai e poi mai si aggregherà al carro di «Mie critiche sono adulte». twitter@DeDominicisF Bersani. La sua alterità al centrosinistra dovrebbe Alleati preoccupati Il SuperMario più aggressivo toglie voti solo a Fini e Casini essere naturale, perché, dunque, sottolinearlo con tanta foga? Il motivo c’è. Vedendo la sua forza elettorale scemare, Casini tenta di recuperare il terreno che Monti gli ha sottratto con la disperazione di chi sa di perdere tutto dopo essersi rovinosamente gettato tra braccia di chi immaginava potesse riportarlo in auge. Fini, per quel che vale - il timore nelle file di Fli è che se Casini non dovesse superare la soglia del 2% risulterebbe il «miglior perdente» e dunque precluderebbe l’ingresso in Parlamento al partitino dei fuoriusciti - se la cava dicendo che lui è disponibile al confronto con Bersani «soltanto» sulle riforme. Una battuta. Figuriamoci se il leader del centrosinistra si misurerebbe con Fini su un terreno che ambisce ad arare con ben altri interlocutori. Monti è il principale presidiando lo schieramento centrista saldamente, ma, temiamo per lui, con pochi elettori. Da qui l’irritazione del Professore. Gli ultimi sondaggi disponibili (adesso si fanno, ma non si possono pubblicare: quanta democratica ipocrisia) dicono che il premier uscente vale intorno all’8% ed insieme alle frattaglie della sua coalizione arriva al 12%. Che ci fa? Forse non sarà buono neppure per Bersani che, infatti, messo da parte qualsiasi utilitaristico riguardo, non perde occasione per sbertucciarlo. È per questo che il premier uscente (e definitivamente uscito, come non credeva potesse accadere, forte del vasto consenso di cui godeva fino allo scorso dicembre) adesso fa la faccia brutta. Ma siamo a Carnevale e la sua è una maschera. Aspettiamo la Quaresima e vediamo che panni indosserà. Gli starebbero bene quelli del penitente che, con il capo cosparso di cenere, riconosce il suo peccato politico più grave: essersi mostrato per quello che non è pur di perpetuare il suo potere, funzione che né a destra né a sinistra gli chiedevano di assumere. Da riserva della Repubblica avrebbe fatto migliore figura, i centristi doc non sarebbero entrati in paranoia e, probabilmente, anche la campagna elettorale sarebbe stata meno concitata priva della sua equivoca posizione politica. Gli resta il furore, tuttavia. Che per un compassato docente della Bocconi può essere eccitante come i primi turbamenti sessuali di un adolescente. ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 17 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: VERSO LE ELEZIONI Il vero programma L’uomo dell’Europa non parla più d’Europa Monti si presenta come il preferito da Bruxelles. Ma nasconde che l’Ue ci chiede ancora rigore ::: segue dalla prima GIANLUIGI PARAGONE . C’È IL TRUCCO Il presidente del Consiglio Mario Monti, 69 anni, si presenta alle elezioni del 24 e 25 febbraio alla guida della lista Scelta civica, che alla Camera è in alleanza con l’Udc di Pier Ferdinando Casini e Futuro e libertà di Gianfranco Fini LaPresse (...) e dopo aver adottato il suo bravo cucciolo elettorale. Si tratta di una frase manifesto per il Professore, una frase che lo riporta al suo curriculum, impreziosito da incarichi illustri in Goldman Sachs, nei club Bilderberg e Trilateral e in altre multinazionali. È vero, a Bruxelles si prendono decisioni importanti. E sono tutte decisioni che piovono sulla testa dei cittadini, i quali da tempo sono passati dalla eurosbornia all’eurocrisi. Avrebbe un gran senso discutere di Europa ma è privo di senso discuterne nei termini in cui lo vorrebbe fare Mario Monti, cioè guai a metterla in discussione. Guai a discutere quelle decisioni che vengono prese a Bruxelles. Perché è questo ciò che sta accadendo nel Vecchio Continente: le politiche di austerity ordinate dai tecnocrati hanno messo in ginocchio le economie col risultato di creare solo un danno produttivo, occupazionale e quindi sociale. Eccola l’Europa che dà le carte e di cui non si può parlare male. Non è vero, infatti, che in campagna elettorale non si parli di Europa: Berlusconi la sua visione europeista l’ha data (confusa e altalenante, per la verità, ma va ammesso che l’uomo non si tira indietro quando sono da individuarne i mali) e pure Beppe Grillo lo sta facendo arrivando – unico – a inserire nel programma un referendum consultivo sull’euro e addirittura a parlare di ritorno a una sovranità monetaria. Quindi se ne parla eccome: magari poco nei dibattiti televisivi tradizionali e molto nella rete dove il fanatismo europeista non attecchisce proprio per la liberissima circolazione di voci e filmati di segno diverso. Molto cliccati sono i filmati di Nigel Farage contro i vertici dell’eurocrazia, per esempio. Così come vanno forte i siti contro l’euro, quali byoblu.com o paolobarnard.info o ancora goofynomics.com; per non dire delle voci di Loretta Napoleoni, Paolo Becchi, Emiliano Brancaccio o Nino Galloni tanto per citarne alcune. Insomma, molto si muove nel panorama alternativo alle tesi di Monti, di Draghi, della Bce e del Fondo monetario, tesi che hanno portato alla depressione dell’eurozona a vantaggio dell’economia tedesca e di pochissimi altri. In Europa è in corso un dibattito assai serrato sulla moneta unica e sulla sua rigidità, in Italia questo dibattito è soffocato dalla propaganda montiana secondo la quale saremmo finiti come la Grecia. Ovviamente nulla di tutto questo è vero. È vero invece il contrario e cioè che le politiche di austerity hanno aggravato le condizioni economiche e sociali dei cittadini. È vero che l’Europa ha chiusi entrambi gli occhi allorquando venivano concessi soldi pubblici per ripianare le banche e di contro si sollevava il divieto agli aiuti di Stato se qualcuno proponeva il graffio il graffio I bei tempi del ’68 I bei tempi della Dc «Nel mio cuore resta tantissimo di Enrico Berlinguer». A dirlo, in un’intervista a Radio Montecarlo, è il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. Foto sue da giovane con Berlinguer, però, non ce n’è nemmeno una. E il motivo lo spiega lo stesso Bersani: «Non ero nella Fgci, giravo per un ’68 più aperto, più complicato e anche più musicale...». Pure lui, come Berlusconi, faceva il cantante sulle navi da crociera? Dice Massimo D’Alema: «La legge elettorale prevede che ci sia chi vince. Noi siamo in corsa per vincere. Abbiamo detto che non vogliamo essere autosufficienti, ma vogliamo vincere le elezioni». «Non possiamo continuare a parlare di alleanze come se avessimo il sistema proporzionale della prima Repubblica», ha aggiunto l’ex premier, «il problema si porrà dopo». Ricapitolando: non siamo più nella prima Repubblica, quindi le alleanze saranno decise dopo il voto. Esattamente come si faceva nella prima Repubblica. un finanziamento a favore dei distretti produttivi in difficoltà. Di esempi del genere ve ne sono diversi ma il dibattito è chiuso sul nascere; così come è vietato ricordare la totale mancanza di legittimazione popolare dell’euro e dell’Europa finanziaria. Di cui Mario Monti è portabandiera assoluto. Domenica scorsa su Repubblica, Federico Rampini raccontava quanto segue: «Per sopravvivere sui mercati mondiali il made in Italy ha urgente bisogno di un euro più debole: è ormai assodato anche a Wall Street». E ancora: «Occorre una svalutazione del 10 per cento rispetto ai livelli attuali». Per chi scrive, questo concetto è ovvio da tempo. Così come è ovvio che in una crisi di sistema proseguire oltre con tali politiche è da folli. A meno che non si voglia coscientemente tenere in ginocchio il made in Italy. Monti è disposto a mettere in discussione le sue personali convinzioni? È disposto, lui che è espressione del sistema finanziario, a confrontarsi con l’economia reale? Al di là dei siparietti elettorali, la sostanza di quand’era al governo è ben diversa: il premier nei salotti della finanza, nei capannoni nessuno. Alle banche in difficoltà soldi soldi e ancora soldi; agli imprenditori tasse tasse e ancora tasse. E perché tutte queste tasse? Semplice: per tenere fede ai suoi impegni europei, dal pareggio di bilancio al fondo salva stati. Vuole parlare di Europa? Bene, allora cominciamo da una domanda: perché la finanza va salvata mentre i distretti produttivi possono saltare per aria come birilli? 18 ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: I GUAI DELLA SINISTRA In aumento furti e truffe Germania come gli Usa: «Milano pericolosa» Pisapia ancora bocciato Dopo l’allarme del consolato americano, i siti del ministero degli Esteri di Berlino e Vienna mettono in guardia i turisti ::: DINO BONDAVALLI Avrà anche preso in contropiede il sindaco di Milano, Guliano Pisapia, che si è affrettato a chiedere spiegazioni al console americano, Kyle R. Scott. Eppure, l’allarme sulla sicurezza nel capoluogo lombardo, lanciato l’altro giorno dalla rappresentanza a stelle e strisce, non è un caso isolato. Anzi. Quella sulle condizioni di sicurezza dei cittadini stranieri che per lavoro o turismo devono recarsi a Milano rappresenta da qualche mese una preoccupazione diffusa a livello europeo. Tanto che Germania e Austria hanno messo in guardia i propri cittadini sulla presenza crescente della criminalità, con avvisi sui siti internet dei rispettivi ministeri degli Esteri. Il primo a lanciare l’allarme, datato ottobre 2012 ma rinnovato ie- “ Rischio di furti e rapine nelle stazioni Centrale, Cadorna e Garibaldi MINISTERO ESTERI TEDESCO Incremento dei casi di frode registrato a Milano e Torino MINISTERO ESTERI . AUSTRIACO GLI RESTA SOLO IL «KAPÒ» Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia stringe la mano al socialdemocratico tedesco Martin Schulz Fotogramma ri, era stato l’Auswärtige Amt, il ministero degli Esteri tedesco, che aveva inserito le principali stazioni ferroviarie milanesi nella poco invidiabile lista dei luoghi ad altro rischio di furto, scippo o rapina. Al pari della «linea ferroviaria che collega l’aeroporto di Fiumicino alla capitale» e delle linee di autobus in partenza e in arrivo «alla stazione Centrale di Napoli», le stazioni Centrale, Cadorna e Garibaldi rappresentano ambienti in cui basta un attimo di distrazione per restare vittime di brutte sorprese. Ma a mostrare preoccupazione è anche l’Aussenministerium (Ministero degli Esteri) austriaco, per il quale il pericolo maggiore arriva «dall’incremento dei casi di frode registrato recentemente nel Nord Italia, a Milano e Torino». L’allerta di Vienna riguarda episodi nei quali ai cittadini stranieri, attratti con la prospettiva di fare un buon investimento immobiliare a Milano, viene chiesta una cospicua caparra la quale, ça va sans dire, si volatilizza prima che l’affare vada in porto. Episodi ben circostanziati, quindi, come quelli che hanno spinto il consolato americano a mettere in guardia i propri connazionali. «Le autorità milanesi hanno recentemente notato un significativo aumento del crimine nelle aree a Ovest di corso Venezia attraverso parco Sempione fino a via Domenichino», recita infatti la lettera che ha mandato su tutte le furie il sindaco Pisapia. Una lettera che avrebbe dovuto far alzare l’attenzione sul fronte sicurezza, tanto più che secondo la prefettura milanese nel 2012 nel capoluogo lombardo si è registrato uno scippo, furto con destrezza o rapina per strada ogni 17 minuti. E di fronte alla quale il sindaco si è invece preoccupato solamente di salvare l’immagine della propria amministrazione, facendo pressione sul consolato per ottenere il parziale ridimensionamento dell’allarme. Napoli sotto i rifiuti La cura De Magistris fa calare la differenziata ::: PEPPE RINALDI Solo chi non conosce le pirotecniche vicende del De Magistris magistrato prova meraviglia dinanzi all’attualità del De Magistris politico. In realtà la differenza è lieve, quasi impercettibile: le inchieste giudiziarie in quel di Catanzaro annunciavano la scomparsa del male dalla faccia della Terra, salvo poi materializzarsi per quel che erano, cioè in nulla; l’attività politica da sindaco esordiva con un bagaglio di imminenti trasformazioni, rivoluzioni e «scassamenti» vari di Napoli se soltanto gli avessero accordato fiducia i cittadini. Andarono in pochissimi alle urne (al ballottaggio votò circa un terzo degli aventi diritto) ma quella fiducia arrivò. Legittimamente. Per certi versi, meritatamente. Oggi è tempo di bilanci e da ogni dove spuntano resumé di poco meno di due anni di guida della città più pazza e complicata - forse - d’Europa. Come il video che gira sulla rete da qualche giorno, realizzato dall’avvocato Raffaele Di Monda, consigliere comunale di opposizione eletto nelle file del suo movimento (Pin) e candidato alla Camera con Fli. Si vede «Giggineddu flop» - il nomignolo originale affibbiatogli in Calabria man mano che le sue indagini andavano a schian- tarsi - negli studi di Sky per il confronto con l’antagonista del Pdl del tempo, Gianni Lettieri: è lì che promette di tutto e di più, manco fosse Silvio Berlusconi. I rifiuti? Differenziata subito e a tappeto in tutta la città: la cruda realtà, invece, racconta di un calo dei livelli percentuali rispetto agli anni precedenti, la strada è ancora lunga. Lavoro e disoccupazione? Non esattamente quattro milioni di nuovi posti ma qualcosa che vi si avvicina considerando che stiamo parlando di Napoli: mestamente, nel video spuntano i record negativi fissati dalla statistica che indica proprio in Napoli la culla della massima disoccupazione raggiunta sin qui. Qualità della vita? A sentire il De Magistris politico, Napoli sarebbe diventata di lì a poco una grande «Edenlandia»: implacabili, scorrono le immagini con i cartelli delle classifiche della vivibilità nelle città italiane. Inutile dire dove, nonostante un portento come lui, sia andata a collocarsi la metropoli del Sud. E si potrebbe continuare a lungo. Il sindaco si impegna, questo sì, ma sembra girare a vuoto. L’avvocato Di Monda, interpellato da Libero, sintetizza il concetto: «Voleva la rivoluzione, la annunciava e l’annuncia ancora: in realtà è stato solo capace di ingannare i cittadini. Di lui non si fidano più». ITALIA Martedì 12 febbraio 2013 19 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: IL BOOM DEI CINQUESTELLE Il primo studio scientifico sul Movimento Tutti i problemi dei grillini in Parlamento Incompetenza, personalismi, niente filtri tra leader e militanti: ecco perché l’exploit potrebbe rivelarsi un flop ::: FRANCESCO BORGONOVO Comiziando di fronte alla folla riunita a Udine, Beppe Grillo ha pronunciato una frase interessante a proposito di un sondaggio che vede il Movimento Cinque stelle assestato intorno al 16%. Riprendiamo il passaggio dall’articolo di John Hooper, corrispondente del quotidiano britannico Guardian: «“Questo potrebbe essere un vero tsunami. Questi sondaggi... Siamo al doppio di quella cifra”, ha detto Grillo. Poi, in modo appena udibile, ha aggiunto: “Purtroppo”. Uno dei suoi assistenti ha detto: “Vuoi dire purtroppo per gli altri partiti. Ma Grillo non ha risposto». Ecco, quel «purtroppo» potrebbe essere significativo. Può darsi che si tratti semplicemente di una battuta, ma c’è anche il caso che il comico sia consapevole di quanto l’aspetta dopo le elezioni. Del fatto, cioè, che sono in arrivo le difficoltà, quelle vere. Non si tratta di un’illazione da giornalisti faziosi, della «macchina della merda» che Beppe intende far combattere dai suoi avvocati («Ci vediamo in Parlamento e subito dopo in tribunale», ha detto ieri ai giornalisti. «Preparate il quinto dello stipendio se ne avete uno»). No, le stesse conclusioni relative ai problemi che i Cinque stelle dovranno affrontare emergono dalla lettura di un saggio molto ben documentato, appena pubblicato da Il Mulino. Si tratta di Il partito di Grillo (pp. 244, euro 16) firmato dagli accademici bolognesi Elisabetta Gualmini e Piergiorgio Corbetta, rispettivamente presidentessa ed ex direttore dell’Istituto Cattaneo. Non è un pamphlet, bensì il primo studio scientifico sullo «strano animale politico» grillino, supportato da indagini su oltre diecimila elettori, al netto dell’ideologia. Parlando con Libero, Elisabetta Gualmini conferma la lettura della parabola grillina. Dopo il suc- il graffio PIAZZE PIENE Beppe Grillo a Treviso Ansa Come Fo l’ignorante Dario Fo, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, nel volume Il Grillo canta sempre al tramonto, appena edito da Chiarelettere, si lanciano in un «dialogo sull’Italia e il Movimento 5 Stelle» richiamandosi ai classici greci. E nella prima frase del prologo, dovuto al Nobel per la Letteratura (sic) si legge: «Spesso mi torna in mente un testo, grottesco e tragico insieme, scritto da Luciano di Samosata intorno al I secolo d.C.». Povero Luciano, nato, come tutti, ma proprio tutti i liceali sanno, attorno al 120 d.C... Più avanti nella lettura non siamo andati. Ma se il buongiorno si vede dal mattino... (m.s.k.) cesso delle Regionali, il comico ha dimostrato di sottrarre voti al centrodestra. «In quella fase la Lega era nel pieno del caso Belsito, il Pdl viveva ancora la decadenza di Berlusconi, e Grillo ha cominciato a pescare anche nel loro bacino elettorale», spiega la professoressa. Ne è seguita una fase di flessione nei sondaggi: «È accaduto quando lo spazio politico si è riempito, quando Berlusconi è ridisceso in campo e il centrodestra si è riorganizzato». Ma ora Beppe cresce ancora: «E tornato a occhieggiare alla sinistra, e la vicenda Montepaschi sicuramente ha inciso». Del resto, basta leggere gli attacchi nei suoi confronti sfornati ogni giorno dall’Unità o dai «rivoluzionari civili» di Ingroia come il dissidente Favia, che di nuovo ieri accusava il comico di non aver preso adeguatamente le distanze da Casa Pound. Non è detto che i risultati dei sondaggi siano confermati nell’urna, ma se così fosse un bel numero di sconosciuti sarebbe catapultato in Parlamento. È il cosiddetto «effetto Scilipoti». Spiega la Gualmini: «Credo che gli stessi Grillo e Casaleggio siano consapevoli del dilettantismo e dell’impreparazione dei candidati. Da un lato saranno un’opposi- zione determinata, anche litigiosa, porranno molti problemi. Governare con loro in Parlamento non sarà facile. Poi c’è la difficoltà concreta della gestione di un’ondata di eletti. I Cinque stelle non sono pronti per gestire problemi di grande portata. Non sono pronti per governare, a loro conviene stare all’opposizione, per ora». Altro problema. Secondo i professori bolognesi, quello di Grillo è a tutti gli effetti un partito. Ma manca dei quadri intermedi. Da un lato c’è il leader carismatico, dall’altro ci sono i militanti e, soprattutto, c’è il tipo di autogoverno che il Movimento si è dato. Quest’ultimo è «quasi anarchico e assembleare», dunque «non farà che alimentare tensioni e problemi organizzativi (già in parte emersi) che metteranno a rischio l’integrazione e la tenuta del movimento». «Il problema è che c’è un leader carismatico come Grillo», spiega la Gualmini. «E quando alcune personalità cominciano ad acquisire rilievo, diventano più visibili e rivendicano un ruolo, sorgono tensioni. Il caso Favia è da manuale». Insomma, in Parlamento potrebbe entrare un plotone di illustri sconosciuti. Che accadrà quando cominceranno a farsi no- tare e reclameranno più spazio? «Il dilemma è enorme. Non a caso una delle regole per candidarsi alle “parlamentarie” era di essersi già candidati alle elezioni regionali o comunali. E un modo per candidare i meno visibili, che sono anche i più controllabili. Nel momento in cui la base acquisirà maggiore indipendenza i problemi di democrazia interna esploderanno. Per questo servono ruoli intermedi, di gestione». Oltre all’incompetenza e ai personalismi che potrebbero deflagrare, c’è almeno un altro paio di note dolenti. Il Movimento Cinque stelle, spiegano i due docenti, nasce a livello locale. E in campagna elettorale la vicinanza al territorio (Grillo sta battendo l’Italia piazza su piazza, gli va riconosciuto) paga. Ma il passaggio dai temi locali a quelli nazionali e internazionali è complesso. «Un conto è proporre un referendum sull’inceneritore», spiega la Gualmini. «Un altro è fare un referendum sull’euro», cosa che richiede ben altre competenze e una visione più ampia, anche a lungo termine. Infine, ci sono i meccanismi decisionali proposti da Grillo, che potrebbero rivelarsi farragginosi. «I Cinque stelle propongono approcci di democrazia deliberativa, che talvolta sono stati sperimentati in amministrazioni locali, specie nel mondo anglosassone. Ma sono esperimenti che si fanno saltuariamente. La democrazia è un metodo di decisione paradossalmente autoritario, che si basa sulla maggioranza. Già il Parlamento non brilla per efficienza, figuriamoci se bisognasse mettere in piedi questi meccanismi». Grillo cresce, conquista il consenso di piazze e imprenditori. Vedremo se saprà anche gestirlo. 20 Martedì 12 febbraio 2013 ESTERI Martedì 12 febbraio 2013 21 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Scoop del «New York Times» Per risparmiare Obama raffredda l’atomica Al Discorso sull’Unione il presidente americano annuncerà il taglio di 600 testate nucleari per recuperare 80 miliardi ::: GLAUCO MAGGI Commento NEW YORK Obama gioca duro con la difesa nucleare dell’America. Nel discorso sullo Stato dell’Unione in programma oggi martedì 12, anticipa il New York Times, annuncerà l’intenzione di ridurre di almeno un terzo l’arsenale di testate nucleari americane, dalle 1700 che sono “attive” adesso, a circa un migliaio. È una accelerazione che dà sostanza alla gaffe che il presidente aveva fatto all’inizio della campagna per la rielezione, quando bisbigliò all’allora presidente russo Dmitri Medvedev, non sapendo di avere il microfono acceso sulla giacca, «dì a Putin che quando sarò rieletto avrò maggiore flessibilità». Mosca, da tempo, aveva espresso pubblicamente e bellicosamente la sua contrarietà al piano di difesa missilistica occidentale, che era stato avviato da George Bush d’accordo con Polonia e Repubblica Ceka. Ma Obama non poteva essere esplicito nella sua volontà di cedimento poiché sarebbe stato un argomento di polemica elettorale perdente con Mitt Romney, il quale aveva definito la Russia il «nemico geostrategico Numero 1». Così la Casa Bianca aveva messo la sordina alle trattative da fare poi con Putin, e intanto ha covato la sorpresa della massiccia riduzione delle testate. La sparata di Barack punta a rivedere gli stessi numeri che erano stati fissati con la ratifica del trattato Start alla fine del 2010, che contemplava, insieme ad altri tagli di missili “tradizionali” dalle due parti, un calo delle testate nucleari americane a quota 1550 entro il 2018. Obama ha fatto dire ad un portavoce ufficioso della Casa Bianca di credere che «noi possiamo fare delle riduzioni piuttosto radicali – e salvare un sacco di soldi – senza compromettere la sicurezza americana durante il secondo mandato. E la giunta di comando della Forze Armate si è detta d’accordo su questa linea». Dal discorso al Congresso di oggi non ci si aspettano numeri precisi da parte di Obama, ma la definizione di un indirizzo strategico anti-nucleare. Il pre- Fase costituente e nuove elezioni per la Tunisia ::: ANTONIO PANZERI* La difesa del web: Obama inviterà le società Usa che controllano Internet a partecipare ad un piano sperimentale governativo. (Ansa) ::: L’AGENDA DI BARACK IL DISCORSO AL CONGRESSO Aumento dei posti di lavoro, maggiore controllo sull'uso delle armi personali, lotta al surriscaldamento climatico, riforma migratoria: Barack Obama presenta oggi la sua agenda nel discorso annuale sullo Stato dell'Unione. sidente sa di non poter ufficialmente rinegoziare il trattato Start con i russi, perché sarebbe poi necessaria una nuova ratifica del Senato americano, ostacolo insuperabile poiché serve una maggioranza dei due terzi, e perché le recenti scelte del ministro della Difesa Chuck Hagel e del direttore della Cia John Brennan da parte di Obama hanno guastato gravemente i suoi rapporti con il GOP. L’idea del presidente americano sarebbe invece quella di raggiungere un’intesa informale con il capo del Kremlino per una riduzione di testate bilanciata all’interno dei contorni previsti dal Trattato Start, senza che sia resa necessaria una nuova ratifica. Sarebbe un grave atto di sfida al GOP, al quale il consigliere nazionale della sicurezza Tom Donilon sta già lavorando. Sta infatti preparando un viaggio a Mosca per marzo, dove avrà incontri ad alto livello per mettere le basi di due summit tra Obama e Putin a inizio estate. Non è facile capire quanti soldi potranno essere rispar- LO STRAPPO SUL NUCLEARE Secondo il «New York Times», il presidente utlizzerà il suo messaggio dinanzi al Congresso per fare un appello anche a un significativo taglio negli arsenali nucleari in tutto il mondo. Gli Usa dispongono di circa 1.700 testate nucleari miati dai tagli delle testate, che sono distribuiti in tre “sedi”: i silos di terra con i missili terraaria, i missili ospitati sui sottomarini in acque profonde e difficili da rintracciare, i bombardieri nucleari. Alcune stime in- L’ACCORDO SUI TAGLI Citando fonti anonime, il quotidiano scrive che negli ultimi mesi Obama è giunto a un accordo con l’esercito in base al quale la potenza nucleare statunitense potrebbe essere tagliata di circa un terzo. dicano 120 miliardi di dollari in 20 anni, ma fonti vicine a Obama dicono che la sua intenzione è di “accelerare” i tempi, arrivando a 80 miliardi di tagli in un decennio. Per rispondere invece ai NEL DELAWARE Sparatoria in un tribunale Usa Tre persone rimangono uccise Sono tre le persone rimaste uccise, compreso l’uomo che ha aperto il fuoco, in una sparatoria avvenuta ieri in un tribunale di Wilmington, in Delaware. Due agenti della polizia sono rimasti feriti dai colpi che sono stati esplosi, verso le otto del mattino ora locale, nell’atrio della New Castle County Courthouse. Secondo la ricostruzione della polizia, un uomo è entrato nell’edificio, ha estratto una pistola ed ha cominciato a sparare. Tra le sue due vittime vi sarebbe, riportano i media locali, la sua ex moglie, ma il portavoce della polizia non ha confermato la notizia. L'uomo è stato poi ucciso dagli agenti che hanno risposto al fuoco, ha reso noto il sindaco della cittadina, Dennis Williams. Dopo la sparatoria l’edificio è stato evacuato e sono stati controllati tutti i suoi 12 piani per essere sicuri che non vi fossero altri armati o altre minacce. La sparatoria è avvenuta nel giorno in cui il capo della polizia di Wilmington è a Filadelfia per partecipare ad una tavola rotonda sulla violenza e il controllo delle armi presieduta dal vice presidente Joe Biden. cyber-attacchi che di recente si sono intensificati contro enti di servizi pubblici e aziende private Usa (tra cui le testate del New York Times e del Wall Street Journal) da parte degli hackers “di Stato” di Pechino e di Teheran, il presidente ha in serbo un ordine esecutivo che renderà noto tra pochi giorni. In pratica, le società Usa che controllano “infrastrutture critiche” saranno “invitate” a partecipare ad un piano sperimentale governativo che è stato programmato per i “contractors” che lavorano per il ministero della Difesa. La Casa Bianca si impegna a tenere informati i partecipanti al piano protettivo delle minacce di attacchi dei nemici cibernetici non appena ne viene a conoscenza attraverso il lavoro delle agenzie di intelligence governative. Le compagnie che non reagiscono adeguatamente agli avvisi di pericolo possono però essere considerate responsabili di eventuali danni, e ciò rende di fatto inevitabile l’iscrizione al programma degli enti e delle società a rischio. Laurea col trucco? Il cacciatore tedesco dei «copioni» prende di mira la tesi della Merkel ::: ENZO PIERGIANNI BERLINO Nel mirino di Martin Heidingsfelder è entrata la tesi di laurea di Angela Merkel. Lui è il più temuto nemico tedesco del furto intellettuale. Le sue indagini hanno contribuito a smascherare il falso “sistematico e intenzionale” della tesi di laurea in filosofia di Annette Schavan, per questo costretta sabato a dimettersi da ministro dell’Istruzione del governo Merkel. Ieri il “dottor poliziotto”, come lo definisce l’Hamburger Morgenpost, ha affermato che metterà subito sotto la sua lente d’ingrandimento anche la tesi di Johanna Wanka, la nuova ministra dell’Istruzione, laureata in matematica. Ma il botto l’ha fatto l’annuncio che l’inarrestabile Heidingsfelder sta investigando addirittura sulla genuinità del dottorato della cancelliera che fa tremare l’Europa. È tutta farina del suo sacco? Angela Merkel si è laureata in fisica nel giugno del 1978 all’università di Lipsia, nella parte orientale della Germania che all’epoca era un satellite dell’Unione Sovietica. La sua tesi aveva un titolo molto complicato per i profani. Tradotto alla buona, riguardava l’influsso della correlazione spaziale sulla velocità di reazione di particelle bimolecolari. «Le ricerche preliminari sono state terminate» - ha dichiarato all’Express il segugio delle contraffazioni accademiche - «Questo tuttavia non vuol dire che non valga la pena di proseguire su un punto o sull’altro». Parole tutt’altro che limpide, comunque intriganti. Dicono che gli sia stata offerta una ricompensa con quattro o cinque zeri se riuscirà a trovare scopiazzature nella tesi di laurea di Angela. «Su questo argomento non voglio dire nulla», ha fatto il misterioso l’ex vice-campione d’Europa di football americano (nel 1987). E ha fatto il muto anche sull’ammontare della sua parcella per questa indagine eccellente, di cui non vuole svelare i committenti. A settembre sono in calendario le elezioni politiche, con in palio l’incerta riconferma della Kanzlerin. Il ”ficcanaso” Heidingsfelder è stato un militante del partito socialdemocratico (Spd) che adesso vuole mandare a casa la Merkel. Quanto basta per andarci con le molle. Heidingsfelder dal novembre del 2011 fa di professione il cacciatore di falsari attraverso il suo sito politplag.de. che accetta ordini anche dall’estero. La mattina del 6 febbraio è stato assassinato in un agguato di fronte alla sua abitazione Chokri Belaid, segretario generale del Movimento patriottico democratico e membro di spicco del Fronte popolare, che raggruppa 15 movimenti della sinistra d’opposizione tunisina. Questo evento, su cui si sta cercando di fare chiarezza, segna un punto d’arresto per la recente storia della Tunisia. Da Tunisi è partita l’ondata di proteste che si è poi diffusa ovunque e ha portato il Paese nel caos. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo e le sedi di Ennahda sono state occupate, in alcuni casi distrutte e saccheggiate. Tutti i portavoce dei partiti e il Presidente tunisino Moncef Marzouki hanno condannato l’attentato e anche le forze internazionali si sono unite al coro. Questo evento, in tutta la sua drammaticità che sta avendo pesanti ripercussioni, ha messo in evidenza un quadro decisamente compromesso della Tunisia. Non si tratta, semplicemente, di uno scontro tra forze laiche e forze religiose ma, piuttosto, di poteri forti ai quali si sono uniti anche partiti“laici”(la sinistra moderata di Ettakol e il Congresso per la repubblica) che in questo periodo di gestione del Paese non sono stati in grado di affrontare i problemi economici, in primis, e quindi sociali della Tunisia. L’industria è ferma, il turismo è crollato, l’agricoltura non dà segnali di ripresa e gli investimenti si spostano da un Paese a cui il Fondo Monetario Internazionale sta chiedendo con forza riforme strutturali. Nel frattempo la proposta, avanzata da Hamadi Jebali del partito Ennahda, di formare un governo tecnico è stata affossata. Così come l’ipotesi di rimettere in campo qualche esponente autorevole da un punto di vista politico, come Rachid Ghannouchi, per gestire questa fase critica. In realtà la soluzione più lineare a questa crisi dovrebbe prevedere la conclusione della fase costituente e il ripristino di un clima disteso per andare a nuove elezioni. È evidente che per mettere in campo questa ipotesi di lavoro è necessario il sostegno delle forze internazionali, a partire dall’Europa, per accompagnare il processo in atto. Sarebbe troppo rischioso ritornare ad una situazione di ingovernabilità, soprattutto in questa fase di grave recessione economica. *Eurodeputato del Pd 22 ATTUALITÀ Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it A Campodarsego (Pd) Non gli fa credito: spara al direttore di banca Gravissimo il funzionario ferito dal titolare di un caseificio. Zaia: gesto da condannare ma segno della disperazione Quindici in manette Pagavano tangenti per cancellare i debiti con Equitalia ::: ROMA ::: ALESSANDRO GONZATO PADOVA Un gesto folle e disperato compiuto dopo che la banca gli aveva chiesto di rinegoziare un fido che l’aveva portato, assieme ad altri prestiti ricevuti, ad esporsi per circa 300mila euro. Ieri mattina, poco prima delle 11, Luciano Franceschi, 54 anni, titolare di un caseificio a Borgoricco - nel Padovano - dopo aver parcheggiato la sua Fiat Panda a pochi passi dall’ingresso del Centro Servizi del Credito Cooperativo, a Campodarsego, è salito al secondo piano, è entrato nell’ufficio del direttore, Pier Luigi Gambarotto, 63 anni, e gli ha sparato due colpi di pistola al torace da pochi centimetri di distanza. Uno dei due proiettili è fuoriuscito dalla schiena, mentre il secondo è rimasto all’interno del corpo. Il frastuono ha fatto accorrere nella stanza i dipendenti della banca, e il direttore, subito trasportato all’ospedale di Camposampiero, è stato immediatamente sottoposto ad un lungo intervento chirurgico a cui, a seguito di un’emorragia interna, ne è seguito un altro. Nel momento in cui scriviamo, l’uomo, ricoverato nel reparto di rianimazione, è considerato dai medici in condizioni disperate. L’aggressore, Luciano Franceschi storico militante venetista rimasto vedovo tre anni fa - dopo aver sparato è stato scaraventato su una poltrona ed immobilizzato da quattro impiegati dell’istituto di credito che hanno chiamato i carabinieri di Campodarsego. Ma per un quarto d’ora, prima di arrendersi, Franceschi - cui nessuno era riuscito a strappargli la pistola - aveva minacciato di compiere una strage. “ . Nel tondo, Luciano Franceschi l’imprenditore che ha sparato al direttore della banca; sopra, il luogo dell’agguato nel Padovano È un gesto non giustificabile e da condannare, ma anche un altro segno di disperazione, di una guerra tra poveri. Difendo lo sportellista, così come chi lavora a Equitalia, ma è un segnale che mi fa molto pensare, perché è battaglia del popolo nel popolo . LUCA ZAIA RAPTUS DI FOLLIA «Per portarmi via dovete ammazzarmi» continuava ad urlare ai carabinieri. Non si sarebbe trattato di un raptus di follia, bensì di un gesto in qualche modo premeditato se è vero, com’è vero, che Luciano Franceschi, sul profilo Facebook, poche ore prima di sparare al direttore della sede centrale della Banca di Credito Cooperativo, aveva scritto: «È ora! Armatevi (e non solo di buona volontà e sacrifico) e seguitemi! E siate spietati! Forse moriremo o forse diventeremo uomini liberi. Comunque vada, almeno non rimpiangeremo ogni giorno fino al letto di morte di non averci provato! W San Marco». L’uso del verbo alla prima persona plurale, quasi per identificarsi, in modo delirante, in un piccolo esercito di rivoltosi, potrebbe tuttavia denunciare una buona dose di disperata mitomania. Pochi minuti dopo l’accaduto, il governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, ha parlato di «gesto assolutamente ingiustificabile perché la protesta è giusto che non ci sia ma non si deve passare alle mani né tanto meno alle armi» sottolineando poi che l’episodio «è un segno della disperazione» e di «una guerra tra poveri». Il presidente regionale di Confcommercio, Massimo Zanon, ha rimarcato i pericoli che oggi vivono i dipendenti ed i funzionari degli istituti di credito: «Si è passato il segno, ed è innegabile che il clima sia ormai tesissimo. Il gesto compiuto deve far riflettere chi andrà al Governo» ha proseguito Zanon. «Se a pagare il conto di scelte sbagliate sono sempre gli stessi, dagli imprenditori al personale dipendente, qualcosa non va e bisogna cambiare rotta da subito». Promettevano ai contribuenti vessati dai debiti la cancellazione delle cartelle esattoriali dalla banca dati di Equitalia. Il tutto per poche migliaia di euro. È il giro d’affari ai danni della pubblica amministrazione che avevano messo su un funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Roma e un suo collaboratore campano. Sono 15 le persone arrestate dalla Questura di Frosinone e dalla Guardia di Finanza: 4 sono finiti in cella, mentre 11 ai domiciliari. Una truffa ben organizzata, che ha fruttato ai responsabili del raggiro oltre 600mila euro e ha coinvolto decine di «clienti» non solo a Roma, ma anche a Valmontone, Perugia, Spoleto, Fara Sabina, Frosinone, Teramo, Frascati e Zagarolo. L’organizzazione, ai cui vertici c’erano il funzionario e il suo collaboratore, si avvaleva di una rete di «procacciatori», abili nella ricerca di contribuenti pieni di debiti ai quali prospettavano la possibilità di cancellare le cartelle di Equitalia dietro il pagamento di una somma di denaro, che ammontava al 20 per cento del debito. Il truffatore campano comunicava i nominativi e i codici fiscali al suo socio, il quale cercava le posizioni nei sistemi dell’Agenzia e illustrava la situazione debitoria al contribuente. A quel punto scattava la richiesta di denaro necessario per la cancellazione. Quando il cliente pagava, il funzionario nascondeva dai sistemi la cartella esattoriale e stampava la ricevuta su cui erano indicate varie forme di motivazione, come ad esempio «errore sui dati inseriti». L’imprenditore moroso risultava così ottimo pagatore. La certificazione, però, era falsa, in quanto la situazione debitoria non veniva affatto eliminata, ma restava attiva nelle banche dati delle Entrate. L’unico a sapere della falsificazione era il funzionario, che creava in realtà un’estinzione fittizia del debito. L’uomo, calabrese, aveva già chiesto il trasferimento nella sua terra natale per allontanarsi quando si sarebbe scoperto il trucco. I poliziotti e i finanzieri, però, l’hanno preceduto. R.CAV. Nel Veneto LA CAMPAGNA CHOC DEL CNA Un altro suicida per la crisi Dal 2013 è già la quinta vittima ::: PADOVA Ancora un imprenditore suicida, ancora in Veneto, e ancora a Vigonza, il comune padovano dove nel dicembre del 2011 si era tolto la vita Giovanni Schiavon, sparatosi in testa nel proprio ufficio dopo aver atteso invano per mesi di riscuotere 200mila euro di crediti, soldi che vantava nei confronti di clienti sia privati che pubblici. Il nuovo martire di questa «mattanza di Stato» si chiama Albino Mazzaro, aveva 54 anni e, col fratello Claudio, era a capo della Mazzaro Giulio e C., azienda che in passato si era fatta strada nella produzione di componenti per biciclette e che negli ultimi anni si era buttata nel settore dell’arredamento. Da qualche tempo la ditta faticava ad andare avanti, i conti non tornavano più e la gestione dell’impresa, tra costi del lavoro insostenibili, tasse e bollette sempre più salate, era diventata impossibile. Tutte queste difficoltà, oltre a costringere i vertici dell’azienda a richiedere la cassa integrazione per una decina di dipendenti, avevano determinato un drastico rallentamento della produzione. Domenica mattina Albino Mazzaro ha salutato la moglie per l’ultima volta ed è uscito dalla sua casa di Cadoneghe. I familiari, allarmati dopo che l’imprenditore non si era fatto più sentire per tut- ta la giornata, verso sera sono usciti per cercarlo. Fuori dall’azienda c’era parcheggiata la Mercedes grigia. Una volta entrati nello stabile, attorno alle 20, davanti agli occhi dei parenti ecco la tragedia: Albino s’era impiccato nello stesso ufficio in cui aveva visto crescere la sua azienda. Se l’è portato via uno Stato che i professori hanno affossato. Mazzaro, prima di farla finita, ha scritto un biglietto disperato, ritrovato poi dai familiari sulla scrivania della stanza: «Non ce la faccio più». Come Giovanni Schiavon, prima di morire ha voluto far sapere a tutti le motivazioni del suo gesto. Ieri mattina i pochi dipendenti che erano riusciti a mantenere il La campagna del Cna a Reggio: una donna che tenta il suicidio. Per il Cna i rischi maggiori sono i mancati pagamenti dello Stato e l’assenza di credito proprio posto di lavoro non hanno voluto commentare l’accaduto. Chi in paese conosceva Albino, però, parla di un imprenditore dell’ormai ex ricco Nordest terrorizzato dall’idea di dover lasciare a casa altri lavoratori. Solo pochi giorni prima la provincia di Padova aveva pianto un’altra vittima della crisi (la quinta, in Veneto, dall’inizio dell’anno), un uomo di 44 anni residente a Campo San Martino che aveva deciso di dire basta all’in- terno di un capannone di sua proprietà. Il governatore, Luca Zaia, ha fatto sapere che sono già 395 le chiamate ricevute dal numero verde antisuicidi attivato dalla Regione. «Comporre l’800334343 può voler dire fermarsi prima dell’irreparabile e mettere le basi per un nuovo inizio». Anche Beppe Grillo, ieri a Rovigo per il suo tour elettorale, ha invitato gli imprenditori a tenere duro e a non togliersi la vita. «Non si deve ammazzare nes- suno, non deve dormire in macchina nessuno, dobbiamo essere comunità» ha detto, «il lavoro non può essere tutta la tua vita. Dobbiamo avere una nuova visione, il lavoro ce lo dobbiamo reinventare, dobbiamo fare scelte in un arco temporale di 30 anni». Ma la situazione è drammatica ovunque, non solo in Veneto. Basti pensare, ad esempio, che la scorsa settimana era stata Frosinone a pagare il suo tributo alla disperazione: il direttore responsabile di un’azienda si era impiccato dopo aver perso un appalto. In una lettera, poco prima di togliersi la vita, aveva scritto di temere sia per il suo futuro che per quello del figlio. A.GON. ATTUALITÀ Martedì 12 febbraio 2013 23 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Napoli, uomo investe e dà fuoco alla moglie Ha inseguito la moglie e l’ha investita con l’auto prima di cospargerla di benzina e darle fuoco: è la sequenza subita da una cinquantenne, ieri a Napoli. Secondo quanto ricostruito, la donna stava andando a lavoro quando il marito l’ha inseguita e investita procurandole delle lesioni. Ad assistere alla scena alcun passanti che, però, sono stati rassicurati dall’uomo. Che li ha convinti di non averla investita intenzionalmente e che l’avrebbe portata in ospedale. Ed invece, pochi metri più in là, l’ha fatta scendere dall’auto tirandola per i capelli, l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco. La donna è in pericolo di vita. Maltempo annunciato La «nevicata perfetta» blocca Tir e aerei I camionisti s’infuriano Roma, ragazza incinta accoltellata dall’ex È in pericolo di vita la ragazza romana di 23 anni, incinta, accoltellata dall’ex fidanzato dopo una discussione. Il padre della ragazza ha cercato di difenderla, ma è stato colpito al fianco dall’aggressore, che si è poi scagliato sulla ex ferendola prima al fianco e facendola poi cadere in terra. Dopo ha sferrato contro di lei un altro colpo con il coltello al torace. La vittima si è trascinata in terra fino all’appartamento di un vicino, che ha chiamato i carabinieri. Padre e figlia sono stati trasportati in ospedale, mentre i militari del Radiomobile hanno rintracciato e bloccato l’aggressore. Nord imbiancato, scuole chiuse a Genova e Parma, a Milano invito a non usare l’auto. I trasportatori: bastava organizzarsi meglio ::: ALESSANDRO DELL’ORTO Il bello dei primi fiocchi aria di vacanza, bianco, buonumore -, ma poi i disagi. Come per ogni nevicata, anche se ampiamente annunciata tipo questa, ci si lascia trasportare dall’emozione. Per poi fare i conti, però, con i problemi pratici. Viabilità, ghiaccio, freddo. L’Italia - l’Italia tutta: Torino, Milano, Genova, Firenze e pure certe zone della Sardegna (fino a 30 centimetri) - ieri mattina si è svegliata imbiancata e così è restata fino a notte, preparandosi al momento peggiore. Cioè oggi. Sì, perché secondo le previsioni del centro Epson meteo continuerà a nevicare in pianura al Nordovest (alto Piemonte, Lombardia occidentale ed entroterra ligure), mentre si attendono forti temporali su Lazio, . RITORNO DI GELO. E OGGI SI REPLICA A causa della neve ieri, oltre a essere stato bloccato il traffico dei mezzi pesanti, sono stati registrati ritardi e cancellazioni negli aeroporti, soprattutto sulla tratta Milano-Roma (in altro, l’aeroporto di Linate). Nel capoluogo lombardo (qui a destra un tram imbiancato) il Comune ha invtato i cittadini a lasciare a casa l’auto. Secondo le previsioni, la nevicata potrebbe proseguire anche nella mattinata di oggi [Ansa] Campania e Sicilia e a Venezia è attesa una marea eccezionalmente alta, che potrebbe addirittura superare la quota dei 140 cm. Tradotto, la perturbazione si sposterà gradualmente verso il meridione, per poi allontanarsi definitivamente solo alla fine di giovedì. E intanto le temperature massime tenderanno ad aumentare, mentre nelle prossime notti le minime scenderanno sottozero favorendo la ::: STEFANO RE La Corte europea dei diritti umani ha respinto il ricorso del governo Monti contro la sentenza dello scorso agosto che aveva bocciato la legge 40 sulla fecondazione assistita. Lo rendono noto gli avvocati Filomena Gallo e Nicolò Paoletti, rispettivamente Segretario dell’associazione Luca Coscioni e difensore della coppia da cui era partito il ricorso. «Con la bocciatura del ricorso del governo», proseguono, «la legge 40 dovrà essere adeguata alla Carta europea dei diritti dell’Uomo, come previsto dalla sentenza della stessa Corte lo scorso 28 agosto, prevedendo l’accesso alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita anche per le coppie fertili portatrici di patologie trasmissibili ai figli». Attualmente, sostengono Gallo e Paoletti, «solo le coppie infertili hanno accesso a trattamenti di procreazione medicalmente assistita e possono chiedere di conoscere lo stato di salute dell’embrione. Da oggi anche a tante coppie fertili sarà possibile accedere a queste tecniche e non trasmettere gravi malattie di cui esse sono portatrici. Così è stata eliminata una dolorosa discriminazione nell’accesso alle cure». formazione di ghiaccio al suolo in molte zone del Centronord. Ma se la viabilità ferroviaria non ha subito grandi problemi, (il traffico dei treni ieri è stato pressoché regolare: solo alcuni regionali sono stati ridotti in Toscana e in Liguria), i guai maggiori sono da registrare per il traffico degli automezzi con il blocco autostradale dei Tir (che ha scatenato la protesta dei camionisti: «Se è vero che la pru- Pizzo per festa Carnevale In manette due giovani denza è un pregio, l’eccesso di prudenza è sicuramente negativo, se non addirittura nefasto», hanno accusato Confartigianato Trasporti, Fita/Cna e Fai Piemonte) e per gli aerei: voli ridotti o ritardati all’aeroporto di Fiumicino e tagli sulla tratta Fiumicino-Milano Linate. Il maltempo si trasferirà gradualmente al sud, ma intanto ha provocato i maggiori disagi al nord. Il Comune di Milano ha fatto appello a usare i mezzi pubblici (la Prefettura ha emanato il divieto di circolazione per i mezzi pesanti e ci sono circa 200 volontari della Provincia operativi sul territorio per fronteggiare l’emergenza), mentre in Liguria sono state chiuse le scuole e a Parma (per la precisione a Baganzolino) è stato trovato morto un senzatetto, stroncato dal gelo. La sentenza della Corte dei diritti umani La Ue riscrive la fecondazione assistita Bocciato il ricorso del governo sulla legge 40. Pd e Sel: va rifatta. Dubbi nel Pdl ::: LE NORME VIETATA L’ETEROLOGA Sì alla procreazione assistita solo «qualora non siano disponibili metodologie alternative» per rimuovere sterilità o infertilità. Vieta la fecondazione eterologa NO A SINGLE E POST MORTEM È aperta alle coppie maggiorenni di sesso diverso, sposate o conviventi, viventi. No a single e fecondazione post mortem NO A CLONAZIONE UMANA Vietate la sperimentazione su embrioni e la clonazione umana. La sentenza della Corte Costituzionale (maggio 2009) fissa l’autonomia del medico nello stabilire il numero di embrioni da impiantare (non più limitato a tre) e il ricorso al congelamento di quegli embrioni «non impiantati per scelta medica» A questo punto, secondo il senatore del Partito democratico Ignazio Marino, possibile ministro della Salute in un ipotetico governo Bersani, «la legge 40 è da riscrivere». Stessa cosa dice in un tweet il leader di Sel, Nichi Vendola: «Il governo dei tecnici e dei conservatori avrebbe dovuto evitare di fare ricorso. Ora da governo centrosinistra una nuova legge di civiltà, moderna, giusta, umana». Richiesta di segno opposto arriva al governo Monti da parte del Pdl. Eugenia Roccella, ex sottosegretario alla Salute, che corre in ticket con Francesco Storace per le regionali del Lazio, sostiene che «il ministro Renato Balduzzi può comunque ancora emanare le linee guida sulla legge 40 che erano state elaborate dal precedente governo, e che ha tenuto nel cassetto per un intero anno, in ritardo rispetto ai termini previsti dalla legge stessa. In quel- le linee guida, infatti, sono richiamati i criteri già presenti nella legge 40, in cui si afferma che ogni indagine clinica su ciascun embrione deve essere “volta alla tutela della salute e allo sviluppo dell’embrione stesso”». Secondo Roccella «è evidente che effettuare una diagnosi sull’embrione per scartarlo non vuol dire “tutelarne la salute e lo sviluppo”. Il ministro Livia Turco emanò le linee guida dopo la fine del suo governo e addirittura dopo le successive elezioni: il ministro Balduzzi ha dunque ancora tempo per emanare un provvedimento che permetterebbe agli operatori di lavorare rispettando la legge e secondo disposizioni chiare». Balduzzi e il governo Monti, conclude Roccella, «devono decidere se comportarsi come Ponzio Pilato, e lavarsene le mani, o affrontare con chiarezza il nodo dell’eugenetica». A Grammichele, nel catanese, i carabinieri hanno arrestato due giovani, di 18 e 19 anni, che avrebbero chiesto un pizzo di 200 euro all’organizzatore di una festa di Carnevale e a un suo rifiuto prima gli avrebbero danneggiato l’auto, poi avrebbero aggredito lui e un amico della vittima intervenuto in sua difesa. L’aggressione è avvenuta la notte fra sabato e domenica scorsa nel bel mezzo della festa. I due giovani si sono poi rivolti in maniera irriguardosa nei confronti dei carabinieri che li hanno poi arrestati. 24 Martedì 12 febbraio 2013 Mercato Azionario AZIONI A PREZZO VAR% PREZZO CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON. MINIMO 2010/2011 MASSIMO 2010/2011 VAR% PR.UF. DAL 30/12/10 ACEA ACEGAS-APS ACOTEL GROUP ACQUE POTABILI ACSM-AGAM AEDES AEDES 09-2014 W AEFFE AEGON AEROPORTO DI FIRENZE AGEAS AHOLD KON AICON AION RENEWABLES ALCATEL-LUCENT ALERION ALLIANZ AMBROMOBIL 14 W AMPLIFON ANSALDO STS ANTICHI PELLETTIERI ARENA ASCOPIAVE ASTALDI ASTM ATLANTIA AUTOGRILL AUTOS MERIDIONALI AXA AZIMUT A2A 4,668 5,775 25,21 0,7575 0,6715 0,057 0,0053 0,6755 4,782 10,28 24,1 11,01 0,122 0,7105 1,273 4 101,8 4,032 7,525 0,1657 0,0051 1,185 5,38 8,31 13,31 9,195 16,5 13,21 12,61 0,4688 2,14 -0,09 -1,43 -0,67 1,43 1,49 0,1 -0,21 1,94 2,3 0,87 -1,19 -0,78 -0,4 -0,66 -0,42 -1,92 -1,09 -2,98 -2,24 -0,82 -1,13 -0,54 -0,3 3,49 4,6429 5,7838 24,8939 0,7577 0,6845 0,0574 0,0054 0,674 4,781 10,202 24,3649 11,0399 0,122 0,7069 1,2805 4,0208 102,5093 4,0551 7,5332 0,1632 0,0051 1,1881 5,43 8,4398 13,3015 9,2385 16,41 13,1625 12,5733 0,4648 4,548 5,515 23,47 0,741 0,621 0,0546 0,0052 0,5635 4,68 9,96 22,98 9,305 0,122 0,525 1,074 3,708 101,8 3,56 7,025 0,1657 0,0051 1,185 5,19 7,795 13,28 8,57 16,4 13,05 11,16 0,444 4,83 5,93 27,61 0,795 0,71 0,0719 0,007 0,705 5,12 10,5 24,76 11,01 0,122 0,804 1,325 4,05 108,2 4,048 7,68 0,1893 0,0059 1,309 5,71 8,56 14,14 9,45 17 13,86 12,95 0,5005 -0,68 4,71 6,37 -4,11 5,75 -5 -14,52 19,88 0,25 0,69 4,87 18,32 35,33 18,53 7,24 -5,91 4,4 4,15 -7,79 -12,07 -7,57 3,36 6,61 -5,87 2,97 -2,71 -3,93 12,59 1,38 27/12/12 09/07/12 26/05/03 02/05/06 21/05/12 07/05/07 07/05/07 18/05/09 25/04/08 07/05/12 30/04/12 19/04/12 B CARIGE B CARIGE RSP B DESIO BRIA RNC B DESIO E BRIANZA B IFIS B INTERMOBILIARE B M.PASCHI SIENA B P DI SONDRIO B P EMILIA ROMAGNA B POP ETRURIA E LAZIO B POP MILANO B POP SPOLETO B PROFILO B SANTANDER B SARDEGNA RSP BANCA GENERALI BANCO POPOLARE BASF BASICNET BASTOGI BAYER BB BIOTECH B&C SPEAKERS BCA FINNAT BE BEGHELLI BENI STABILI BEST UNION COMPANY BIALETTI INDUSTRIE BIANCAMANO BIESSE BIOERA BMW BNP PARIBAS BOERO BOLZONI BON FERRARESI BORGOSESIA BORGOSESIA RSP BPM 09-13 W BREMBO BRIOSCHI BRUNELLO CUCINELLI BUZZI UNICEM BUZZI UNICEM RSP 0,7275 -1,69 1,296 -0,15 2,106 1,06 2,108 1,44 6,795 -0,73 1,95 0,21 0,2446 0,58 5,16 -0,1 6,17 2,49 0,5385 2,47 0,5415 4,34 2,482 2,14 0,26 -1,14 5,9 -1,01 7,74 -1,9 14,24 1,42 1,41 0,71 71,85 -0,48 1,53 -1,29 0,851 -3,35 70,05 -1,34 78,65 -0,94 3,41 0,29 0,28 0,2106 5,14 0,388 0,49 0,4742 -2,55 0,925 0,2432 -0,73 0,664 -1,19 2,688 1,82 0,2586 -0,35 72,4 -0,96 44,78 0,13 20,9 2,65 3,52 38,3 -0,34 0,8105 0,25 1,14 0,026 -15,03 9,94 -0,25 0,0955 2,14 14,91 -1,91 10,62 -0,28 5,285 -1,31 0,7338 1,3007 2,1091 2,094 6,7447 1,95 0,2403 5,1549 6,1364 0,5396 0,5424 2,5077 0,2584 5,9114 7,7907 14,2604 1,4085 71,8556 1,5258 0,8505 70,5057 79,1145 3,478 0,2777 0,2132 0,3874 0,4793 0,9035 0,2457 0,6629 2,6887 0,2511 72,6379 44,741 20,8952 2,6687 38,179 0,7914 1,14 0,0255 9,9687 0,0947 14,9931 10,6476 5,293 0,723 1,255 1,96 2,05 5,635 1,885 0,2208 4,6 5,545 0,524 0,4654 1,687 0,2518 5,7 7,3 13,12 1,307 71 1,385 0,84 70,05 73,5 2,998 0,2723 0,1709 0,366 0,4626 0,87 0,193 0,66 2,49 0,2465 71,75 43,71 18,67 2,024 37 0,7215 0,97 0,026 9,74 0,0854 13,39 10,21 5,1 0,888 1,398 2,176 2,36 6,94 2,17 0,3 5,485 6,5 0,657 0,542 3,03 0,272 6,74 7,975 14,72 1,563 75,8 1,691 0,927 76 79,4 3,45 0,2995 0,2206 0,4305 0,52 0,995 0,267 0,742 2,858 0,28 75,85 47,78 21 2,65 39,64 0,8265 1,25 0,1216 10,5 0,1021 15,3 11,35 5,44 -7,68 3,27 7,45 2,83 20,48 -0,51 4,66 12,17 10,97 -2,62 16,35 44,3 2,97 -5,68 6,03 8,54 7,88 -1,71 9,29 -0,47 -2,37 7,01 11,51 2,83 23,23 6,01 1,76 6,08 24,85 -1,92 7,95 -7,54 -4,55 0,97 1,51 28,39 3,51 7,21 17,53 -78,62 0,45 11,83 10,44 -1,12 0,67 21/05/12 21/05/12 07/05/12 07/05/12 07/05/12 05/05/08 18/05/09 23/04/12 21/05/12 16/04/12 23/05/11 09/05/11 07/05/12 15/01/13 14/05/12 21/05/12 23/05/11 30/04/12 18/06/12 CAD IT CAIRO COMMUNICATION CALEFFI CALTAGIRONE CALTAGIRONE EDITORE CAMFIN CAMPARI CAPE LIVE CARRARO CARREFOUR CATTOLICA ASSICURAZIONI CDC CELL THERAPEUTICS CEMBRE CEMENTIR HOLDING CENTRALE DEL LATTE TO CHL CIA CICCOLELLA CIR CLASS EDITORI COBRA COFIDE COGEME SET CONAFI PRESTITO’ CR BERGAMASCO CR VALTELLINESE CREDEM CREDIT AGRICOLE CRESPI CREVAL 2014 W CSP INTERNATIONAL 4,412 2,576 1,352 1,324 0,831 0,7765 5,65 0,0595 2,07 20,71 13,64 0,4525 1,034 6,9 2,03 1,826 0,0618 0,2401 0,371 0,8285 0,2324 0,359 0,4196 0,048 0,6485 14,08 1,195 4,142 7,415 0,033 0,156 1,062 -0,68 0,31 -0,22 -1,19 -0,24 -2,63 -1,14 -1,82 -1,43 -0,34 0,44 -1,05 0,44 -0,68 -0,11 -0,32 -2,28 0,22 -0,9 -1,73 0,79 -0,07 -4,63 -0,14 -1,97 -1,62 1,23 -0,9 -0,06 - 4,3832 2,5713 1,3643 1,3241 0,8299 0,7803 5,6647 0,0601 2,084 20,71 13,5984 0,4525 1,0365 6,896 2,0265 1,826 0,061 0,2418 0,3703 0,8301 0,233 0,3535 0,4134 0,049 0,6622 14,2755 1,1926 4,108 7,4421 0,0328 0,1558 1,0591 4,33 2,484 1,352 1,215 0,831 0,556 5,65 0,0492 2,07 19,09 12,58 0,381 0,9835 6,38 1,67 1,48 0,0596 0,2376 0,3035 0,807 0,2118 0,3495 0,4 0,048 0,619 13,7 1,194 4,048 6,31 0,0255 0,149 0,96 4,66 2,81 1,425 1,36 0,907 0,8865 5,97 0,076 2,292 21,64 14,1 0,615 1,155 7,28 2,044 1,99 0,0717 0,2588 0,45 0,9285 0,2599 0,428 0,4571 0,048 0,7 14,69 1,355 4,596 7,75 0,041 0,1789 1,14 -5,32 3,7 -5,12 8,52 -5,51 39,66 -4,88 19,72 -5,22 4,28 7,06 18,77 5,13 8,15 21,56 23,38 3,69 1,05 22,24 1,53 7,79 2,72 4,04 4,77 -1,33 0,08 -3,22 17,51 29,41 3,86 9,09 07/05/12 03/12/12 17/05/10 21/05/12 21/05/12 19/05/08 21/05/12 DADA DAIMLER DAMIANI D’AMICO DANIELI & C DANIELI & C RSP DANONE DATALOGIC DEA CAPITAL DELCLIMA DE’LONGHI DEUTSCHE BANK DEUTSCHE TELEKOM DIASORIN DIGITAL BROS DMAIL GROUP 3,158 44,7 0,9895 0,4693 21,55 12,82 51,15 6,995 1,385 0,7985 12,77 36,5 8,615 27,12 1,194 3,91 2,87 -1,15 -1 -1,2 -0,83 -0,85 -0,36 -1,07 -2,62 0,39 -0,25 0,17 -2,41 0,17 - 3,1119 45,1184 0,9865 0,4678 21,6092 12,8555 50,6034 6,9776 1,3815 0,7889 12,7638 36,8045 8,6453 27,3132 1,1886 3,9916 3,022 42,11 0,9245 0,3286 21,36 12,71 49,2 6,65 1,37 0,6725 10,82 34,2 8,6 27,12 1,192 2,04 3,44 45,22 1,03 0,475 23,65 14,05 52,05 7,08 1,479 0,82 12,77 38,45 9,14 30,58 1,331 5,3 3,07 5,3 7,03 42,82 -3,71 -1,76 1,99 5,19 0,95 18,74 13,81 6,73 -1,09 -10,97 -5,46 91,67 EDISON RSP EEMS 1,17 0,3535 9,96 -0,98 1,1296 0,3587 0,875 0,336 1,17 0,3772 33,71 -2,62 B C D E 24/05/10 04/06/07 21/05/12 10/05/12 10/05/12 14/05/12 21/05/12 26/05/08 24/07/00 09/05/11 07/05/12 30/04/12 19/11/12 21/05/12 16/04/12 04/05/12 18/06/12 30/04/12 23/03/11 14/05/12 21/05/12 06/05/02 25/06/12 14/05/12 04/07/11 12/05/08 26/05/08 17/05/12 30/05/12 26/04/10 21/05/12 21/05/12 19/08/81 04/02/08 04/02/08 07/05/12 19/05/03 14/05/12 21/05/12 21/05/12 05/05/08 04/07/12 09/05/11 25/07/11 14/05/12 21/05/12 07/05/12 11/05/09 21/05/01 21/05/12 10/05/10 21/05/12 04/06/12 07/05/12 07/05/12 14/05/12 20/06/11 19/05/03 19/05/03 11/06/12 05/04/12 27/04/09 07/11/11 07/11/11 08/05/12 30/04/12 30/04/12 01/06/12 25/05/12 21/05/12 03/12/12 19/05/08 12/04/10 994,1 317,5 105,1 27,3 51,4 56,5 56,5 72,5 754,7 92,9 56.675 1.312,3 13,3 12,4 2.950,2 174,3 46.207 46.207 900,9 1.204 7,5 9 277,8 529,5 731,3 8.808,9 2.339,2 72,2 27.597,8 1.806,4 1.468,7 1.582,1 3,3 27,8 246,6 365,6 304,6 2.823,9 1.590 2.052,9 136 1.748,8 73,8 176 62.178,2 51,1 1.617,3 2.486,9 66.326,8 93,3 15,1 53.542,2 1.022,5 37,5 101,6 14,6 77,6 908,7 8,6 18,2 22,6 73,6 9,3 43.584,5 40.843,7 90,7 68,9 215,4 36,4 1 1 663,8 75,2 1.013,9 1.756 215,2 39,6 201,8 16,9 159 103,9 608,7 3.281,5 3 95,2 14.598,5 774,7 5,5 113,6 117,3 323 18,3 11,7 22,2 67 657,3 24,5 34,8 301,8 3 30,2 869,1 511 1.376,8 16.508,3 5,3 5,3 35,3 51,2 43.116,6 81,7 168,9 881 518,2 26.281 408,8 424,7 119,4 1.909,1 20.836,4 37.572,8 1.515,8 16,8 6 128,9 15,4 PREZZO VAR% PREZZO CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON. MINIMO 2010/2011 MASSIMO 2010/2011 VAR% PR.UF. DAL 30/12/10 DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE DATA (MLN/EURO) 616,1 77,2 71,1 93,9 27.758,7 7.240 34,9 391,5 62.907,7 26.613,3 1.044,7 1.044,7 25,4 369 167,4 10,5 44 3.522,5 1.518,4 182,9 37,6 EI TOWERS EL EN ELICA EMAK ENEL ENEL GREEN POWER ENERVIT ENGINEERING ENI E.ON ERG ERGYCAPIT 16 W ERGYCAPITAL ESPRESSO ESPRINET EUKEDOS EUROTECH EXOR EXOR PRV EXOR RSP EXPRIVIA 21,8 16 1,123 0,573 2,952 1,448 1,961 31,32 17,31 13,3 6,95 0,0427 0,2679 0,8995 3,194 0,59 1,238 21,98 19,77 19,95 0,725 -1,04 0,63 -1,06 0,53 0,14 4,16 -0,69 3,74 0,72 6,22 0,11 -0,55 -0,5 -1,51 0,64 -1,1 -0,25 -2,55 21,8957 15,9573 1,1301 0,5678 2,9599 1,454 1,9723 30,8664 17,3531 13,1714 6,9899 0,0424 0,277 0,8954 3,2115 0,5833 1,2366 21,8801 19,7819 19,8253 0,7387 21,07 15,71 0,995 0,543 2,936 1,425 1,942 25,84 17,31 12,49 6,795 0,0242 0,1654 0,869 3,17 0,56 1,14 19,52 16,99 17,1 0,6395 22,42 16,35 1,148 0,583 3,258 1,568 2,08 31,32 19,48 14,53 7,655 0,05 0,35 1,025 3,684 0,65 1,309 22,26 19,99 20 0,7895 3,46 1,85 12,58 5,52 -9,34 -0,07 -4,25 21,21 -8,85 -7,45 -7,46 76,45 61,97 3,51 -7,1 5,36 8,6 12,6 16,36 16,33 12,58 FALCK RENEWABLES FIAT FIAT INDUSTRIAL FIDIA FIERA MILANO FINMECCANICA FIRST CAPITAL 2013 W FNM FONDIARIA SAI FONDIARIA SAI RSP FONDIARIA SAI RSP B FRANCE TELECOM SA FULLSIX 1,037 4,418 9,625 2,72 4,154 4,762 0,193 1,257 87,25 0,84 7,885 1,95 -1,14 -1,82 -0,31 1,57 -0,1 0,04 -1,8 -0,06 -0,41 -0,44 0,21 1,0393 4,4177 9,5794 2,7154 4,1426 4,7417 0,1923 1,257 87,657 0,8337 7,8799 1,9901 1,021 3,89 8,59 2,352 3,988 4,5 0,193 0,9835 79,4 0,693 7,88 1,908 1,14 4,724 9,755 2,92 4,216 5,15 0,2137 1,342 87,3 0,8435 9,14 2,028 1,57 13,57 12,05 13,81 4,16 5,82 -5,11 27,81 6,73 21,12 -7,07 0,31 28/05/12 18/04/11 23/04/12 20/05/02 07/05/12 23/05/11 23/05/11 0,056 1,08 0,0038 -11,63 4,8 -0,62 14,98 0,54 2,816 -0,14 1,317 2,09 1,47 8,09 13,22 -0,75 2,61 -0,08 0,0565 0,0039 4,8132 14,922 2,8403 1,3082 1,4242 13,2691 2,6343 0,0543 0,0038 4,8 14,7 2,628 1,092 1,021 13,04 2,226 0,062 0,0067 5,05 15,88 2,868 1,317 1,47 14,56 2,734 -1,75 -41,54 -3,81 -4,71 6,1 19,73 43,98 -8,19 17,25 15/05/06 15/05/06 24/05/10 25/04/12 30/04/12 18/06/07 18/05/09 21/05/12 21/05/12 15,5 15,5 215,6 32.860,8 40,6 1.934,9 5,5 20.581,9 676,5 F G GABETTI GABETTI 13 W GAS PLUS GDF SUEZ GEFRAN GEMINA GEMINA RSP GENERALI GEOX H 23/05/11 23/05/11 04/06/12 18/06/12 21/05/12 21/05/12 08/10/12 24/09/12 04/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 14/05/12 18/06/12 18/06/12 18/06/12 23/04/12 24/05/10 24/05/10 08/06/12 302,2 5.524,3 11.767,2 13,9 175,1 2.753,2 2.753,2 83,9 1.157,2 111,4 60 20.614,1 21,8 1,334 0,15 1,3355 1,271 1,377 4,96 04/06/12 1.678,7 I GRANDI VIAGGI IGD IKF 10-14 W IL SOLE 24 ORE IMA IMMSI IMPREGILO IMPREGILO RSP INDESIT INDESIT RSP INDUSTRIA E INNOVAZIONE ING GROEP INTEK GROUP INTEK GROUP RSP INTEK GROUP RSP T INTERPUMP INTESA SANPAOLO INTESA SANPAOLO RSP INVEST E SVILUPPO IRCE IREN ISAGRO IT WAY ITALCEMENTI ITALCEMENTI RSP ITALMOBILIARE ITALMOBILIARE RSP IVS GROUP 0,3649 0,82 0,61 16,25 0,53 4,016 13,95 5,68 5,69 1,44 6,895 0,3462 0,3748 0,4301 5,8 1,378 1,171 0,048 1,456 0,578 2,198 1,388 4,43 2,32 14,95 9,79 7 0,52 -1,2 -1,61 1,56 0,57 -0,4 0,09 3,08 0,7 0,8 -2,48 -1,21 -6,5 -0,6 -1,5 -0,34 5,96 0,41 0,52 -0,09 1,61 -0,49 1,31 -0,66 -0,81 - 0,3656 0,8243 0,6151 16,1667 0,5261 4,0137 13,9192 5,6456 5,6893 1,4168 6,9281 0,3496 0,371 0,4312 5,8015 1,3865 1,1677 0,0474 1,4529 0,5797 2,1988 1,3927 4,4484 2,3014 15,0144 9,7797 6,9 0,362 0,82 0,531 14,6 0,455 3,61 12,68 5,4 5,31 1,41 6,82 0,331 0,3605 0,404 5,55 1,367 1,113 0,0395 1,337 0,48 2,14 1,184 4,102 2,182 13,1 8,1 6,95 0,412 0,93 0,7 16,25 0,5885 4,032 13,95 6,975 6,86 1,65 7,81 0,369 0,3949 0,5135 5,91 1,525 1,258 0,05 1,474 0,578 2,344 1,501 4,9 2,496 16,34 11,13 7,8 -6,41 -1,2 14,88 11,3 15,9 11,25 7,64 -11,53 0,71 -8,8 -5,48 4,59 2,74 3,64 -1,53 0,22 5,21 19,4 3,63 20,42 1,38 16,93 -0,23 4,98 14,12 20,86 -10,26 07/04/08 21/05/12 21/05/12 28/04/08 28/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 16,4 270,6 270,6 26,4 598,5 181,9 1.616,3 22,5 645,6 2,9 33,7 14.212,7 119,6 16,3 2,8 631,5 21.361,1 1.091,9 6,1 41 683 38,6 11 784,6 244,6 331,6 160 272,7 JUVENTUS FC 0,2168 0,88 0,2164 0,213 0,2188 1,12 04/11/02 218,5 1,465 1,18 17,2 5,83 1,3175 1,1808 1,033 0,85 1,465 1,595 41,82 38,82 21/05/12 31,2 38,5 LA DORIA LANDI RENZO LAZIO S.S. L’OREAL LOTTOMATICA LUXOTTICA GROUP LVENTURE GROUP LVMH 1,69 1,519 0,4571 109,4 18,2 33,3 0,1454 131,5 -0,53 -0,26 2,37 0,55 0,05 -0,06 19,97 -1,35 1,6856 1,5187 0,454 109,4091 18,1742 33,2859 0,1454 131,8488 1,68 1,495 0,445 104,5 17,59 31,91 0,0499 131,5 1,711 1,646 0,539 113,8 18,52 34,39 0,35 142 -1,05 1,4 -0,41 1,96 3,47 3,61 165,33 -7,33 23/05/11 23/05/11 52,4 170,9 31 65.904 3.138,7 15.777,9 1,5 64.426,8 MAIRE TECNIMONT MARCOLIN MARR M&C MEDIACONTECH MEDIASET MEDIOBANCA MEDIOLANUM MERIDIANA FLY MERIDIE MID INDUSTRY CAPITAL MILANO ASS MILANO ASS RSP MITTEL MOLMED MONDADORI MONDO TV MONRIF MONTEFIBRE MONTEFIBRE RSP MOVIEMAX MUNICH RE MUTUIONLINE 0,3849 4,246 8,215 0,1699 1,36 1,87 5,27 4,43 0,725 0,0913 5,935 0,4016 0,436 1,399 0,4186 1,116 0,68 0,2715 0,1017 0,1889 0,0904 136 3,08 0,34 0,92 -0,06 -2,72 -0,74 2,63 1,61 -1,76 5,55 -0,08 -1,79 -1,56 -1,2 0,05 1,27 2,87 1,19 1,89 4,15 -2,09 -0,9 0,3833 4,2467 8,1785 0,1685 1,3682 1,8757 5,2351 4,4087 0,7364 0,0891 5,935 0,4023 0,4349 1,4131 0,4206 1,1167 0,7008 0,2637 0,0994 0,1889 0,0905 136 3,0802 0,3802 4,202 7,97 0,1699 1,318 1,645 4,856 3,944 0,565 0,0741 5,43 0,3237 0,3719 1,323 0,4015 1,102 0,5905 0,2681 0,0682 0,1765 0,0817 132 3,02 0,4785 4,246 8,4 0,1849 1,65 2,018 5,595 4,714 1,2 0,1 6,85 0,43 0,4487 1,416 0,4546 1,293 0,687 0,294 0,1059 0,1926 0,0957 139 3,316 -8,14 0,14 3,07 -0,64 2,41 13,68 8,53 11,87 28,32 23,21 -13,36 24,07 17,24 3,71 -3,79 -2,96 15,16 -1,24 49,12 2,5 10,65 -2,16 -6,84 16/05/11 30/04/12 02/07/12 NICE NOEMALIFE NOKIA CORPORATION NOVA RE 2,65 3,3 3,066 0,78 0,3 0,2 - 2,668 3,3214 3,088 0,8112 2,65 2,924 2,88 0,78 2,87 3,552 3,486 0,9975 -0,9 8,55 -1,03 -21,8 28/05/12 04/05/12 04/06/07 307,4 20,5 11.653,7 10,5 OLIDATA 0,294 1,38 0,2937 0,2668 0,319 9,38 10/05/04 10 PANARIAGROUP PARMALAT PARMALAT 2015 W PHILIPS PIAGGIO PIERREL PININFARINA PIQUADRO 1,19 1,756 0,75 22,58 2,022 0,81 3,022 1,641 1,45 -0,79 -1,51 -1,44 -0,39 -0,8 -0,98 -2,26 1,1787 1,7585 0,7559 22,5611 2,0134 0,812 3,0324 1,6675 1,088 1,753 0,75 20,25 1,971 0,6695 3,012 1,612 1,195 1,885 0,881 23,4 2,242 1,1 3,396 1,779 9,38 -1,46 -2,47 10,15 -2,98 20,99 -0,72 1,8 11/05/09 18/06/12 18/06/12 02/05/12 14/05/12 54 3.093,8 3.093,8 21.957,1 751,8 13,3 91,2 82,1 HERA I J K KINEXIA K.R.ENERGY L M N O P 14/08/08 09/05/11 09/05/11 07/05/12 18/06/12 18/06/12 18/06/01 07/05/12 18/06/12 28/05/12 02/02/09 21/05/12 21/05/12 06/06/11 06/06/11 27/04/12 21/05/12 21/05/12 29/04/02 29/11/12 22/04/02 21/05/12 19/11/12 19/11/12 11/05/09 26/04/10 26/04/10 28/02/11 23/05/11 28/02/05 22/05/06 20/05/02 19/05/03 27/04/12 07/05/12 23/05/05 30/07/12 124,1 263,8 546,5 80,6 25,2 2.208,9 4.538,2 3.253,1 77,1 4,7 25 739,9 44,7 123 88,1 275 18 40,7 13,2 4,9 1,9 28.070,9 121,7 Titoli di stato FTSE Mib Titolo AZIONI DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE DATA (MLN/EURO) Rif. in ANSALDO STS 7,525 ATLANTIA 13,31 AUTOGRILL 9,195 AZIMUT 12,61 A2A 0,4688 B M.PASCHI SIENA 0,2446 B P EMILIA ROMAGNA 6,17 B POP MILANO 0,5415 BANCO POPOLARE 1,41 BUZZI UNICEM 10,62 CAMPARI 5,65 DIASORIN 27,12 ENEL 2,952 ENEL GREEN POWER 1,448 ENI 17,31 EXOR 21,98 FIAT 4,418 FIAT INDUSTRIAL 9,625 FINMECCANICA 4,762 GENERALI 13,22 IMPREGILO 4,016 INTESA SANPAOLO 1,378 LOTTOMATICA 18,2 LUXOTTICA GROUP 33,3 MEDIASET 1,87 MEDIOBANCA 5,27 MEDIOLANUM 4,43 PARMALAT 1,756 PIRELLI E C. 8,93 PRYSMIAN 15,38 SAIPEM 21,04 SALVATORE FERRAGAMO 19,4 SNAM 3,548 STMICROELECTRONICS 6,305 TELECOM ITALIA 0,641 TENARIS 14,76 TERNA 3,154 TOD’S 100,3 UBI BANCA 3,6 UNICREDIT 4,34 Var.% Titolo -0,66 -0,82 -1,13 3,49 0,58 2,49 4,34 0,71 -0,28 -1,14 -2,41 0,14 -0,69 0,64 -1,82 -0,31 0,04 -0,75 -0,4 -1,5 0,05 -0,06 -0,74 2,63 1,61 -0,79 0,11 -0,19 -2 -0,21 -0,06 -0,79 -3,54 -0,94 0,38 -0,99 -0,99 -1 Ren. Titolo BOT 99,964 99,998 99,989 99,976 99,956 99,938 99,931 99,875 99,845 99,78 99,704 99,7 99,616 99,549 99,415 99,301 99,215 99,05 0,18 0,16 0,15 0,16 0,25 0,3 0,33 0,39 0,45 0,54 0,62 0,67 0,76 0,8 0,87 0,91 0,96 1,05 BTP BTP 15.04.2013 4,25% BTP 01.06.2013 2% BTP 1.8.2013 4,25% BTP 01.11.2013 2,25% BTP 15.12.2013 3,75% BTP 01.04.2014 3% BTP 01.06.2014 3,5% BTP 01.07.2014 4,25% BTP 1.8.2014 4,25% BTP 15.11.2014 6% BTP 1.2.2015 4,25% BTP 01.03.2015 2,5% BTP 15.04.2015 3% BTP 15.06.2015 3% BTP 15.07.2015 4,5% PREZZO VAR% PREZZO CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON. PIRELLI E C. PIRELLI E C. RSP POLIGRAFICA S.FAUSTINO POLIGRAFICI EDITORIALE POLTRONA FRAU PPR PRAMAC PRELIOS PREMAFIN PREMUDA PRIMA IND 2013 W PRIMA INDUSTRIE PRYSMIAN 100,651 100,402 101,563 100,848 102,194 101,9 102,561 103,716 103,843 107,417 104,53 101 101,88 101,84 105,14 0,34 0,56 0,84 1 1,07 1,32 1,46 1,48 1,55 1,7 1,88 2 2,14 2,22 2,32 Ultima rilev. BTP 1.8.2015 3,75% BTP 01.11.2015 3% BTP 01.12.2015 2,75% BTP 15.04.2016 3,75% BTP 1.08.2016 3,75% BTP 15.09.2016 4,75% BTP 01.02.2017 4% BTP 01.05.2017 4,75% BTP 01.06.2017 4,75% BTP 1.8.2017 5,25% BTP 01.11.2017 3,50% BTP 01.02.2018 4,5% BTP 01.08.2018 4,5% BTP 1.2.2019 4,25% BTP 01.03.2019 4,5% BTP 01.09.2019 4,25% BTP 1.2.2020 4,5% BTP 01.03.2020 4,25% BTP 01.09.2020 4% BTP 01.03.2021 3,75% BTP 1.8.2021 3,75% BTP 01.09.2021 4,75% BTP 1,3,2022 5% BTP 01.09.2022 5,5% BTP 01.11.2022 5,5% BTP 01.08.2023 4,75% BTP 15.09.2023 2,6% BTP 1.11.2023 9% BTP 01.03.2025 5% BTP 01.03.2026 4,5% BTP 1.11.2026 7,25% BTP 1.11.2027 6,5% BTP 01.09.2028 4,75% BTP 1.11.2029 5,25 BTP 01.05.2031 6% BTP 1.2.2033 5,75% 103,3 101,63 100,9 103,73 103,55 106,78 103,99 106,43 106,33 108,61 100,95 105,49 105,06 103,34 104,62 103,31 104,12 102,48 100,7 98,76 98,56 104,41 105,1 107,96 107,58 101,86 96,34 136,26 103,07 98,7 123,66 116,45 98,75 102,97 111,69 108,69 Ren. Titolo 2,35 2,37 2,44 2,53 2,68 2,77 2,96 3,16 3,19 3,22 3,32 3,35 3,5 3,66 3,7 3,74 3,87 3,9 3,93 3,98 4 4,17 4,35 4,52 4,59 4,59 3,06 4,72 4,76 4,73 4,98 5,05 4,95 5,09 5,13 5,16 Ultima rilev. VAR% PR.UF. DAL 30/12/10 8,59 5,71 3,944 0,2567 0,97 141,6 0,1868 0,081 0,133 0,2352 1,224 9,15 15,1 9,73 6,3 6,325 0,2818 1,044 161,7 0,1868 0,094 0,249 0,28 1,49 9,86 16,35 0,62 4,43 26,9 -4,87 5,76 12,64 0,99 33,31 0,04 -2,29 5,16 - 21/05/12 21/05/12 08/05/00 21/05/07 26/05/08 02/05/12 30/06/08 21/04/08 26/05/08 20/06/11 20/06/11 26/05/08 23/04/12 4.248,4 73,6 6 34,1 144,3 20.185,6 5,7 68,8 72,8 46,5 46,5 84,6 3.299,1 0,0055 2,212 0,6505 1,141 0,5675 0,054 7,585 43 0,1364 25,91 0,4953 0,041 0,201 0,0698 0,16 0,4865 1,125 27,83 2,22 0,54 -2,89 -0,26 -3,8 1,61 -0,66 -0,74 0,25 -3,66 0,18 4,23 0,005 2,1919 0,6517 1,1431 0,5772 0,054 7,6052 42,9986 0,1364 25,7897 0,4981 0,0412 0,1947 0,068 0,1621 0,489 1,1079 27,7138 0,0055 1,951 0,6405 1,013 0,4836 0,054 6,96 39,21 0,1347 20,92 0,468 0,031 0,1831 0,0698 0,1548 0,4847 0,9715 26,7 0,0055 2,24 0,6505 1,307 0,5725 0,054 7,645 45,1 0,1472 25,91 0,5295 0,0499 0,21 0,0698 0,17 0,524 1,25 31,76 12,17 1,17 -10,58 -0,87 8,98 5,78 -5,93 23,09 0,18 32,26 9,6 -5,88 -5,53 12,67 -11,93 23/04/12 07/05/12 09/05/11 19/05/08 3.299,1 60,5 20,8 836 16,7 2,5 1.586,2 12.252,3 51,5 239 79,2 79,2 16,4 3,2 129,8 64,5 13 14.566,4 9 0,2892 6,93 6 8,4 21,04 28 19,4 71,65 59,3 1,01 8,62 8,99 0,156 0,0029 0,8395 3,45 6,995 76,85 0,1144 0,8 3,548 32,18 2,276 4,356 0,0073 1,955 0,3839 167,5 6,305 3,92 -0,72 -2,27 -2 -0,21 4,22 -0,17 -0,69 2,8 -0,17 11,54 4,94 0,29 0,21 1,69 11,11 -0,06 0,41 0,35 0,09 0,98 -2,09 -0,79 8,9995 0,2818 6,9694 6,0159 8,6213 21,3505 28 19,2941 71,66 59,1456 1,0137 8,62 8,9631 0,1558 0,0028 0,8395 3,4649 7,0058 77,0093 0,1135 0,7737 3,5463 31,8631 2,2564 4,3339 0,0072 1,9504 0,3859 167,5 6,3004 8,91 0,2783 6,895 5,64 6,81 20,01 28 17,19 66,7 57,7 0,965 8,215 8,1 0,1545 0,0011 0,796 3,3 6,7 76,8 0,1021 0,547 3,486 29,16 1,96 4,044 1,706 0,3839 167,5 5,585 9,43 0,3458 7,145 6,1 8,595 32,36 35 19,88 73,8 62,25 1,04 8,825 9,05 0,1715 0,0058 1,27 3,75 7,55 84,1 0,135 0,917 3,76 33,92 2,276 4,4 1,955 0,4119 167,5 6,645 -0,5 3,29 6,38 23,35 -31,29 -20 12,86 -1,31 -4,51 -0,3 2,38 10,65 -2,5 -38,3 -30,04 4,55 4,4 -8,46 12,05 46,25 -1 7,99 16,12 7,72 13,93 -5,91 12,79 21/05/12 11/06/12 30/04/12 30/04/12 12/05/08 21/05/12 21/05/12 21/05/12 10/05/12 24/05/12 18/05/09 21/05/12 30/04/12 28/02/11 21/05/07 19/05/08 30/04/12 06/08/12 24/01/13 18/03/93 24/07/00 22/10/12 31/05/11 30/04/12 21/05/12 22/07/96 1,498 0,015 0,522 0,641 0,558 0,156 0,205 9,8 14,76 3,154 2,246 0,478 0,0424 0,0009 100,3 38,08 4,992 7,04 0,54 -3,24 -3,54 -1,15 0,97 -7,24 -2 -0,94 0,38 1,63 0,61 -1,4 -10 -0,99 -0,78 1,29 1,491 0,0155 0,5278 0,6483 0,5577 0,1556 0,205 9,9828 14,7594 3,1532 2,2393 0,4754 0,0433 0,001 100,6209 38,1547 4,9932 6,9868 1,485 0,015 0,475 0,641 0,558 0,153 0,205 9,8 14,76 3,01 2,114 0,4597 0,0399 0,0009 96,6 38,08 4,19 6,315 1,51 0,06 0,596 0,7645 0,65 0,163 0,266 11,1 16,24 3,154 2,32 0,4798 0,0473 0,0011 103,2 40,73 5,49 7,04 0,4 -68,42 9,89 -8,62 -8,9 1,96 -15,25 -5,31 -8,78 2,8 6,24 3,98 4,95 -10 1,42 -4,44 19,03 11,48 28/05/12 28/05/12 05/05/03 21/05/12 21/05/12 24/04/06 24/04/06 18/05/12 19/11/12 19/11/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 18/03/13 09/07/12 08/05/06 203,8 203,8 21,8 8.600,2 3.362,6 225,6 1,1 46.109 17.424,7 6.339,5 84,5 51,2 78,9 78,9 3.070,1 90.318,5 350,4 40,6 3,6 0,504 4,34 8,75 29,05 1,941 1,673 0,0023 0,004 -0,99 -1 -1,46 -0,82 -2,07 -0,36 -8 -2,44 3,5998 0,504 4,3473 8,7523 29,0608 1,95 1,669 0,0023 0,0039 3,458 3,85 8,725 28,46 1,561 1,36 0,0022 0,0037 4,018 4,796 9,275 30,16 2,19 1,794 0,0041 0,006 -2,54 12,73 -0,91 -1,02 24,34 23,01 -43,9 -32,2 08/05/06 21/05/12 12/05/08 23/05/11 23/05/11 06/02/13 24/05/10 24/05/10 24/05/10 24/05/10 40,6 3.246,3 80,5 25.116,1 21,2 49.812,8 861,8 457,5 457,5 457,5 3,74 1,012 3,418 5,36 15,69 -2,5 -0,35 -0,74 0,64 3,7281 1,0257 3,4113 5,3632 15,69 3,74 0,997 3,1 4,996 15,59 3,88 1,1 3,498 5,63 17,26 -2,3 1,5 7,89 7,29 -9,1 07/05/12 21/05/12 21/05/12 14/05/12 04/05/12 39,1 30,5 149,7 361,2 18.360,5 0,0407 0,068 0,37 0,3115 0,287 - 0,15 6,02 -4,17 - 0,0367 0,0667 0,3367 0,3115 0,2886 - 0,028 0,0502 0,3 0,3025 0,2655 - 0,074 0,0723 0,39 0,45 0,318 - 41,81 10,03 -5,13 -25,83 7,85 - 04/05/12 04/05/12 04/05/12 04/05/12 04/05/12 04/05/12 04/05/12 04/05/12 18.360,5 18.360,5 18.360,5 18.360,5 18.360,5 18.360,5 18.360,5 18.360,5 13,8 -0,58 13,8014 11,85 14,4 14,24 4,796 0,0924 0,206 0,0064 1,18 1,09 -0,96 - 4,7831 0,0908 0,203 0,006 4,532 0,0862 0,185 0,0056 4,88 0,1043 0,216 0,0075 5,55 7,19 8,42 4,92 R R GINORI 2013 W RATTI RCF GROUP RCS MEDIAGROUP RCS MEDIAGROUP RSP RDB RECORDATI RENAULT RENO DE MEDICI REPLY RETELIT RETELIT 08-13 W RICCHETTI RICHARD GINORI 1735 RISANAMENTO ROMA A.S. ROSSS RWE S SABAF SADI SERVIZI INDUSTR SAES GETTERS SAES GETTERS RSP SAFILO GROUP SAIPEM SAIPEM RCV SALVATORE FERRAGAMO SANOFI SAP SARAS SAT SAVE SCREEN SERVICE SEAT PAGINE GIALLE SEAT PAGINE GIALLE RSP SERVIZI ITALIA SIAS SIEMENS SINTESI SNAI SNAM SOCIETE GENERALE SOGEFI SOL SOPAF SORIN STEFANEL STEFANEL RSP STMICROELECTRONICS T TAMBURI TAMBURI 2013 W TAS TELECOM ITALIA TELECOM ITALIA RSP TELECOM ITALIA MEDIA TELECOM ITALIA MEDIA RSP TELEFONICA TENARIS TERNA TERNIENERGIA TESMEC TISCALI TISCALI 14 W TOD’S TOTAL TREVI TXT E-SOLUTIONS U UAI 2011-2015 W UBI BANCA UNI LAND UNICREDIT UNICREDIT RSP UNILEVER UNIPOL UNIPOL P UNIPOL P 2013 W UNIPOL 2013 W V VALSOIA VIANINI INDUSTRIA VIANINI LAVORI VITTORIA ASS VIVENDI W W COMPAGNIA DELLA RUOTA 2017 W MER FLY 13 W PRIMI SUI MOTORI 2015 WARR D’AMICO 12-16 WARR IVS GROUP WARR NOEMALIFE 12/15 WARR SERV ITA 12/15 WARR SESA DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE DATA (MLN/EURO) 8,8972 6,0728 5,0305 0,2598 1,0237 159,5 0,169 0,0816 0,1788 0,2457 1,3519 9,7126 15,3207 12/05/08 19/11/12 10/05/12 13/05/02 28/05/12 19/05/08 27/05/02 19/06/06 20/04/12 08/05/06 08/05/06 18/02/13 Y YOOX Z ZIGNAGO VETRO ZUCCHI ZUCCHI RSP ZUCCHI 11-14 W 103,8 26,8 101,7 44,3 518,6 9.284,9 3,8 3.267,2 94.257,4 72.687,7 960,5 85 497,5 21,6 46,6 0,6 93,8 1.591,4 70.256,5 4,9 93,5 11.998,1 18.687,8 265,7 395,1 3,1 935,9 32,4 0,3 5.741,1 791,2 07/05/12 01/08/05 19/05/08 19/05/08 422 16,1 0,7 0,7 Euribor Titolo 99,23 86,36 99,09 98,7 86,29 5,15 5,07 5,17 5,19 3,35 100,166 99,751 98,9 97,23 97,23 95,21 93,71 100,49 93,1 93,36 0,76 0,99 1,42 1,9 2,21 2,3 2,45 2,85 2,82 2,85 ORO FINO (EURO/GR) 39.15 ARGENTO (EURO/KG) 631.52 LONDRA ($/ONCIA) 1650.2 ARGENTO LONDRA ($/ONCIA) 30.95 STERLINA V.C. 277.77 STERLINA N.C. (ANT.73) 282.97 STERLINA (POST.74) 282.97 KRUGERRAND 1104.54 MARENGO ITALIANO 223.11 MARENGO SVIZZERO 222.08 MARENGO FRANCESE 222.08 MARENGO BELGA 222.08 MARENGO AUSTRIACO 222.08 20 MARCHI 283.88 99,936 99,483 98,926 98,235 97,451 96,799 0,35 0,83 1,15 1,43 1,62 1,73 102,7 102,34 105,25 100,04 102,32 100,66 97,65 100,16 95,1 99,99 86,61 0,24 1,69 1,83 1,56 1,87 1,86 2,19 2,33 2,77 3,16 3,24 CCT CCT 1.7.2006-2013 CCT 1.3.2014 IND CCT 1.12.2014 CCT 01.09.2015 CCT-EU 15.12.2015 CCT 01.07.2016 IND CCT 1.03.2017 CCT-EU 15.06.2017 CCT-EU 15.10.2017 CCT-EU 15.04.2018 MASSIMO 2010/2011 0,11 -0,99 -1,18 0,55 0,1 -0,31 -2,15 -2,48 1,47 1,71 0,36 -0,19 Ren. BTP 01.08.2034 5% BTP 1.2.37 4% BTP 01.08.2039 5% BTP 01.09.2040 5% EUR BTP 15.09.2041 2,55% MINIMO 2010/2011 8,93 6,01 5,005 0,2581 1,029 159,5 0,1868 0,0818 0,1773 0,2479 1,368 9,785 15,38 Oro e monete Ultima rilev. BOT 14.03.2013 (364) BOT 14.02.2013 (365) BOT 28.02.2013 (181) BOT 28.03.2013 (181) BOT 12.04.2013 (361) BOT 30.04.13 (181) BOT 14.05.2013 (364) BOT 31.05.2013 (182) BOT 14.06. 2013 (365) BOT 28.06.2013 (177) BOT 12.07.2013 (361) BOT 31.07.2013 (181) BOT 14.08.2013 (364) BOT 13.09.2013 (364) BOT 14.10.2013 (364) BOT 14.11.2013 (364) BOT 13,12,2013 (364) BOT 14.01.2014 (365) AZIONI Denaro Lettera Titolo 44.08 755.57 1650.7 31 330.07 333.69 333.69 1280.78 247.91 244.98 244.96 244.96 244.44 320.21 1 SETT. 2 SETT. 3 SETT. 1 MESE 2 MESI 3 MESI 4 MESI 5 MESI 6 MESI 7 MESI 8 MESI 9 MESI 10 MESI 11 MESI 12 MESI 360 365 0.082 0.091 0.102 0.121 0.176 0.227 0.276 0.326 0.371 0.409 0.451 0.491 0.532 0.571 0.606 0.083 0.092 0.103 0.123 0.178 0.23 0.28 0.331 0.376 0.415 0.457 0.498 0.539 0.579 0.614 Cross rates CTZ CTZ 30.04.2013 CTZ 30.09.2013 CTZ 31.01.2014 CTZ 30.05.2014 CTZ 30.09.2014 CTZ 31.12.2014 BTP INDICIZZATI BTPI 15.9.2014 2,15% BTP IT 26.03.2016 2,25% BTP IT 11.06.2016 BTPI 15.09.2016 2,1% BTP IT 22.10.2016 BTPI 15.9.2017 2,10% BTPI 15.09.2018 1,7% BTPI 15.09.2019 2,35% BTPI 15.9.2021 2,1% BTPI 15.9.2026 3,1% BTPI 15.9.2035 2,35% Euro Gran Bretagna Giappone Svizzera Danimarca Canada Norvegia Svezia USA 1,000 1,172 0,799 0,813 0,134 0,741 0,136 0,117 0,747 G. Bretagna 0,854 1,000 0,682 0,694 0,114 0,633 0,116 0,100 0,637 1,018 0,168 0,927 0,170 0,146 93,436 Euro Giappone 125,120 146,595 100,000 Svizzera 1,229 1,440 0,983 1,000 0,165 0,911 0,167 0,143 0,918 Danimarca 7,462 8,743 5,964 6,069 10,000 5,530 1,011 0,870 5,572 Canada 1,349 1,581 1,078 1,098 0,181 1,000 0,183 0,157 1,008 Norvegia 7,380 8,646 5,898 6,002 0,989 5,469 10,000 0,861 5,511 Svezia 8,575 10,047 6,854 6,975 1,149 6,355 1,162 10,000 6,404 Usa 1,339 1,569 1,070 1,089 0,179 0,992 0,181 0,156 1,000 su www.liberoquotidiano.it l'aggiornamento delle borse ogni venti minuti Borsa Milano-FTSE Mib Gli indici -0,61% Borsa Londra-FTSE 100 6.277,06 16.529,87 grafica a cura di centimetri.it +0,21% Borsa Parigi-CAC 40 Petrolio - al barile 3.650,58 +0,03% Euro/Dollaro 1,3391 -0,26% +0,13% 117,37 $ La carta in crisi Il «Corriere» si ribella ai tagli Rcs Piano sanguinoso della società editoriale: via 800 persone e 10 periodici. Addio alla sede di via Solferino ma il quotidiano e il direttore De Bortoli non ci stanno. Il management si riduce lo stipendio del 10% Come trent’anni fa il gruppo Rcs- e nella misura del 10%. Potrebbe essere Corriere della Sera lotta per la sopravvi- solo l’inizio. Tanto più che il bisturi non venza. Allora era stata la Loggia P2 a dis- risparmia nemmeno i quotidiani: setsanguare il palazzo di via Solferino. Oggi tanta prepensionamenti al Corsera e 30 solo un miracolo impedirà che venga in- alla Gazzetta. Stavolta senza discrezioghiottito dalla crisi. La bandiera viene nalità volontaria: chi ha maturato i reammainata. La vendita della storica sede quisiti va a casa. Piaccia o no. del Corriere della Sera fa parte del proLa divisione periodici rottamata. Sogramma di ristrutturazione presentato pravvivono solo tre testate (Oggi, il Monieri ai sindacati dall’amministratore de- do e Amica). Via tutto il resto a comincialegato Pietro Scott Jovane. Un inaspri- re da marchi storici come Novella 2000, mento rispetto al piano industriale pre- Visto e tutta la sezione enigmistica. Fuori sentato il 19 dicembre. Allora si parlava anche A con il salvacondotto a Maria Lasolo della cessione di tella a Io Donna. Per i un’ala dello stabile lagiornali da chiudere soIL PIANO sciando il resto nella dilo una flebile speranza: sponibilità delle redatrovare un compratore. zioni del Corsera e della Una conclusione ESUBERI Gazzetta. Ora, invece, sanguinosa per una viDegli ottocento esuberi antutti a Crescenzago, pecenda sconclusionata: nunciati da Rcs ai sindacati, 600 sono in Italia e 200 in Spariferia est di Milano già da anni sarebbe stagna. nella vecchia sede Rizto necessario intervenizoli recentemente rire per chiudere la partiINDEBITAMENTO strutturata da Renzo ta con perdite e debiti. Con gli esuberi annunciati il Piano. La risposta dei Le irresolutezze del rafgruppo editoriale, gravato da giornalisti è stata una finato salotto che espriun indebitamento finanziario infuocata assemblea e me la proprietà ha rindi circa 900 milioni di euro, taglia del 14% la sua forza lavoro solo le dimissioni del viato ogni decisione. Il (l'ultimo dato disponibile, del Papa hanno impedito 2012 chiuso con una 30 settembre scorso, parla di lo sciopero immediato. perdita record: a set5.740 dipendenti). Perchè in fondo il tembre, nonostante la destino del mattone è vendita di Flammarion, IL TAGLIO DEI PERIODICI solo l’omaggio al rituaera di 380 milioni. Il Tra i periodici che vanno inlismo, anche se i redat2013 si annucia gelido contro alla vendita o chiusura, ci sono «A», «Max» e «Bravatori sono pronti a diquanto la neve che imcasa». A fronte del taglio dei fendere lo storico indibianca Milano. Servodipendenti e delle cessioni i rizzo come fosse Fort no 400 milioni. Forse di vertici del gruppo editoriale Apache. A guidarli lo più. Chi li mette? Mario hanno annunciato una ridustesso Ferruccio de Greco (Generali) e Carzione del 10% del loro stipenBortoli, direttore del dio. lo Cimbri (Unipol-Sai) Corriere della Sera che hanno altro cui pensaal trasferimento si è sempre opposto. Ma re. Della Edison, ormai francese, nemad aprile il suo contratto scade e, secon- meno parlarne. Marchionne ne farebbe do le indiscrezioni, c’è già Mario Cala- volentieri a meno (anche se al Corriere bresi che alla Stampa si prepara a fare gli non c’è più Massimo Mucchetti). Mescatoloni per Milano. diobanca ha un po’ di problemi. L’unico È chiaro, però, che il problema non è il seriamente interessato è Giovanni Bazomattone. I palazzi vanno e vengono e il li visto che Banca Intesa è la principale Corriere quello stabile l’aveva già vendu- creditrice. Basterà? Fuori dalla porta Roto una volta (pur tenendolo in affitto). La telli e Della Valle. Sono gli unici ad avere i parte sanguinosa è l’altra. Su cinquemila soldi e voglia di spenderli. Probabilmendipendenti 800 devono andare a casa: te saranno chiamati all’appello. Il Corse650 in Italia e 150 in Spagna dove, co- ra, come sempre nella sua storia, acmunque, solo l’anno scorso sono state compagnerà con il passaggio di propriemandate a casa 350 persone. Gli stipendi tà l’apertura din una nuova fase politica. N. SUN. tagliati: per il momento solo ai manager ALTRI INTERROGATORI PER MPS ::: Commento Ora il faro tedesco si accende su Bpm ::: NINO SUNSERI ::: Bersani «ordina» a Profumo: «Fa causa alle banche straniere» «Mi auguro, penso, che la nuova amministrazione di Monte dei Paschi possa provare a rivalersi sulle banche d’affari che eventualmente avessero combinato con il vecchio management interventi per cui con i derivati si sono coperti dei buchi». Lo affermaPierLuigiBersani,leaderdel Pd.«Setoccasseamegovernare e una banca d’affari facesse uno scherzo del genere avrebbe finito di lavorare in Italia». Intanto sono ripresi ieri alla Procura di Siena gli interrogatori degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps. Ieri è stato sentito l’ex vicedirettore generale Marco Morelli. Nella foto, l’at. tuale numero uno Mps, Alessandro Profumo[Ansa] Corre il titolo Banca Popolare di Milano. Anzi vola. Ieri ancora il 4,34% dopo essere stata bloccata perché aveva superato il limite di velocità imposto dalle autorità di mercato. Il propellente è rappresentato dalle voci di imminente trasformazione in società per azioni. Voci ricorrenti anche se al momento difficili da concretizzare. Stando ai conteggi il presidente Andrea Bonomi non ha ancora i numeri per ottenere il cambio di Statuto. In proposito un paio di considerazioni. La prima è di ordine generale. La Borsa corre nella convinzione che la trasformazione in società per azione sia un ricostituente delle quotazioni. Un po’ di memoria dovrebbe spingere alla prudenza. Anche l’Antonveneta era una popolare così come l’Agricola Mantovana. Entrambe finite in Mps. Valore ben poco. Seconda considerazione: mai si era visto un libro soci così misterioso come l’attuale di Bpm. Ci sono le società estere che fanno capo ad Andrea Bonomi titolari dell’8,6%. Il secondo azionista, sempre con l’8,6%, è ancora più oscuro: Time & Life del finanziere italo-inglese a Raffaele Mincione. La società è basata nelle isole del Canale, paradiso fiscale collocato sulla Manica. Chi c’è dietro? Chissà. Più sotto un’altra intestazione fiduciaria: Dimensional Fund Advisors Lp titolare del 2,5%. Visto che parliamo di banche non sarebbe opportuno avere un po’ di chiarezza? Già con Mps un po’ di polvere ha sporcato Banca d’Italia. D’ora in poi trasparenza non sarà mai troppa. Soprattutto interrogandosi sul finale di partita. Tranne Credit Mutuel gli altri grandi soci puntano al capital gain. Cercano un compratore. Probabilmente in Germania visti i collegamenti di Bonomi: ha venduto Ducati all’Audi e in Aston Martin monterà motori Mercedes. Una banca che ha il nome Milano in ditta in mani straniere, probabilmente tedesche. È questo il meglio per l’Italia? Il Mezzogiorno è in crisi anche per l’assenza di banche locali. L’Italia diventerà il Sud della Germania? Speriamo proprio di no. Caso Saipem Cinque voli giornalieri Scaroni: «Non ho motivi per dimettermi» EasyJet: Linate-Fiumicino a prezzi stracciati «Abbiamo chiarito la nostra estraneità ai fatti, non c'e nessuna ragione per dimettersi». Così l’ad di Eni, Paolo Scaroni, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine del suo intervento al Summit inaugurale “Italy meets United States of America”. Durante il convegno Scaroni ha sottolineato come «L’Europa è l’anello debole, guadagnamo nel resto del mondo». «Eni è una grande economia mondiale, siamo presenti ovunque ci siano idrocarburi e come la maggioranza delle compagnie petrolifere stiamo performando bene: stiamo perdendo soldi solo in Europa e in Italia mentre guadagnamo nel resto del mondo», ha detto. ::: CLAUDIO ANTONELLI «Una forte leadership» questo «è ciò di cui ha bisogno l’Italia». Così l’ad di Eni, Paolo Scaroni, rispondendo a una domanda sulla percezione della situazione e sugli eventuali rischi del fare business in Italia. «Tutti, in Italia e in Europa - ha detto Scaroni - «sappiamo cosa fare: c’è bisogno di leadership per “vendere” al meglio il nostro paese». «Ne ha bisogno l’Italia e ne hanno bisogno tanti altri paesi», ha osservato l’ad Eni sottolineando anche l’importanza della flessibilità per la creazione di posti di lavoro. «Oggi l’Italia è piena di piccole e medie aziende orientate all’export che stanno facendo bene, con risultati che nel 2012 sono stati addirittura migliori del 2011». L’ultima tratta d’Europa in monopolio si apre alla concorrenza il prossimo 25 marzo. EasyJet volerà infatti da Linate a Fiumicino al prezzo minimo di 29,75 euro. Si tratta di 5 collegamenti quotidiani, in entrambe le direzioni, collocati nella prima fascia del mattino e nell’ultima del pomeriggio-sera e prezzi accessibili a tutti. Quattro slot arrivano direttamente da Alitalia che li ha dovuti lasciare liberi dopo la decisione dell’Antitrust e il quinto è stato sottratto a Londra Gatwick. La clientela business potrà contare su servizi “su misura”. Le tariffe Flexi, disponibili sul sito a partire da 90,5 euro, che permettono di cambiare la data di partenza del volo gratuitamente, e che inclu- dono tutti i servizi per rendere più veloce e comoda l’esperienza di viaggio, varchi di sicurezza dedicati, imbarco prioritario e posti premium a bordo. La novità mira a fare concorrenza diretta ad Alitalia tanto che la compagnia low cost ha annunciato una applicazione mobile per smartphone dedicata e in grado di consentire una prenotazione in meno di un minuto. Inoltre i clienti business potranno acquistare per 180 euro una card che consente l’accesso ai varchi dedicati. Esattamente i fast track di Alitalia. «La liberalizzazione» , ha dichiarato Frances Ouseley, direttore Italia di EasyJet, «manda un segnale di apertura a quegli operatori che, come noi, vogliono investire in Italia». Ora resta da capire quale nuova concorrenza riusciranno a fare i treni veloci. 26 Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it A tu per tu di MATTIAS MAINIERO ::: le lettere [email protected] Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere”. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.264. VERSO IL VOTO/1 Cresci, Giorgia. Cresci Giorgia Meloni si vergogna del Pdl e arrossisce. Ci sono i meloni estivi e quelli invernali. Ci sono i meloni bianchi e quelli gialli. Mai ci sono stati i meloni rossi. Luigi Flaiano e.mail Devo correggerla, caro Flaiano: i meloni rossi ci sono, eccome se ci sono. Meloni alla Pecoraro Scanio, ex ministro delle Politiche agricole (governo Amato II) e dell’Ambiente (Prodi II): verdi fuori e rossi dentro. E poi c’è il melone Giorgia, specialità della Garbatella, quartiere romano: nacque nero, poi divenne grigio, poi azzurro, poi di nuovo grigio con qualche venatura di nero. Melone multicolore diplomato all’istituto professionale alberghiero Amerigo Vespucci che non arrossì neppure un poco quando nel 2008, per volontà di Berlusconi e del Pdl, a soli 31 anni, divenne ministro della Gioventù. Non arrossì quando, dobbiamo presumere sinceramente, dichiarò: «Le leggi ad personam sono delle leggi che Berlusconi ha fatto per se stesso. Ma sono leggi perfettamente giuste». Non arrossì quando propose la nomina del suo vicepresidente in Azione Giovani a direttore generale dell’Agenzia nazionale per i giovani (proposta lecita, ma secondo alcuni in puro stile vecchia politica). Non arrossì, non espresse particolari dissensi, non si lamentò, non disse nulla e supinamente accettò quando era presidente del movimento politico giovanile del Pdl. Allora andava tutto bene. Ora no. Ora il melone Giorgia fonda il suo movimento, però si apparenta con il Pdl per sfruttare la legge elettorale, che non le piace, ed essere rieletta. E questo non la fa arrossire neanche un poco. Certi meloni, maturando troppo, diventano meno commestibili. P.S. Mi viene in mente una dichiarazione della Meloni di qualche anno fa: «È vitale far capire ai ragazzi che chi si impasticca dalla mattina alla sera non è un vincente, ma un mezzo fallito». Dalla mattina alla sera è troppo. Evidentemente, per il melone Giorgia, basta una sola volta. Preferibilmente in campagna elettorale. Altra dichiarazione: «Sono lunatica. Mi arrabbio molto facilmente, grido. Dico molte parolacce ma mi so controllare». Si controlla tra una parolaccia e l’altra. Cresci, Giorgia. Cresci. [email protected] segui la rubrica anche su www. gna elettorale è facile, addirittura banale, reperire fondi per abbattere il debito pubblico, finanziare scuola, pensioni, sanità, welfare, imprese, far ripartire l'economia, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani - «basta privatizzare questo, tagliare le spese pubbliche inutili, vendere quel bene dello Stato...» -, mentre dopo vengono richiesti sacrifici ulteriori, versando gli ultimi spiccioli in tasse o facendo debiti per pagarle? Claudio Iona e.mail I dilemmi di Monti in Lombardia La capolista di Monti alla Camera per la Lombardia (Borletti Buitoni) invita a non votare il capolista di Monti al Senato per la Lombardia (Albertini) nella sua veste di presidente della Lombardia (mayday mayday abbiamo un problema!)... e Monti che dice? Monti non ha niente da dire. Fantastico! Per la capolista di Monti alla Camera votare il capolista di Monti al Senato significherebbe (inaudito!) correre il rischio di far perdere il candidato presidente alla Lombardia di Pd-Sel e compagni... Aaah! Adesso sì che tutto è chiaro, anzi «chiarissimo»! Come dice invariabilmente la Gruber quando vuole interrompere l’esponente di area politica avversa alla sua mentre sta dicendo qualcosa di efficace che può far presa sugli ascoltatori. Paola Sassi e.mail BERSANI Premio Nobel per la banalità Per Berlusconi l’ultima chance Un famoso detto dice che il ferro va battuto finché è caldo. Questo è il momento del Pdl: se Berlusconi e i suoi continuano a ricordare tutti i giorni agli italiani che la vittoria del Pdl dona agli italiani oltre all’abolizione dell’Imu sulla prima casa, il condono fiscale ed edilizio, non c’è alcun dubbio, la vittoria del Pdl è assicurata. Questa volta però le promesse vanno mantenute e realizzate alla svelta, al massimo entro i famosi cento giorni, diversamente il Pdl perderebbe definitivamente quella credibilità, che con fatica il Cav. Berlusconi ha recuperato. Antonio De Iorgi e.mail MONTI/1 Mario e il baratro VERSO IL VOTO/3 Quante promesse in questo periodo La domanda è sempre la stessa: «Perché?». Perché i politici in campagna elettorale sembrano ragionare come fanno i cittadini dotati di un minimo di buon senso e dopo se ne dimenticano? Perché in campa- MONTI/2 Il curriculum del Professore Ormai è lampante: Monti è un politicuzzo acido e incapace a livello di un Fini(to) e di un Casini. Ma come professore a che livello è? Quale disciplina ha insegnato? Quali sono le sue pubblicazioni? Wikipedia non riporta neppure un opuscolo, una dispensa, un appunto! Renato Nicodemo Nocera Inferiore (Sa) TASSE/1 Pier Luigi Bersani mi ricorda il tifoso, pseudo-intenditore di calcio, che al bar dello sport dà lezioni a tutti criticando giocatori, allenatori e presidenti. Quando parla, tutti l’ascoltano in religioso silenzio e ogni parola pronunciata con prosopopea è una colata di grasso. Ultimamente abbiamo saputo dal segretario del Pd che vince chi arriva primo. Questa affermazione fa ridere anche chi non ha voglia di ridere ed ha lasciato perplessi anche i suoi sostenitori. Con questa scoperta sensazionale potrà candidarsi al premio Nobel per le banalità. Giancarlo Testi e.mail VERSO IL VOTO/2 manda in coma irreversibile e poi gli somministra l’aspirina. Roberto Brambilla e.mail Critiche assurde alle idee leghiste Nel tentativo di recuperare in Lombardia, dove lo schieramento Monti-Bersani è in ritardo su Maroni, Pd e centrini si affannano a criticare la Lega riguardo alla proposta di trattenere in Regione il 75% delle tasse pagate dai lombardi. Ma coloro che sostengono che la Lega è egoista, questi soloni della solidarietà... degli altri, in nome di quella solidarietà sarebbero pronti ad accettare di pagare più tasse a sostegno dell'Europa? Perché questo è esattamente quello che succederebbe se nella prossima legislatura al governo tornassero gli amici della Merkel... Fabio Scarpellini e.mail TASSE/2 Non se ne può più. La faccia di tolla degli esponenti sinistri è davvero senza limiti. Ogni giorno, sui media, non perdono occasione per favoleggiare che Monti ci ha salvato dal baratro. Tasse e disoccupazione record, debito pubblico e Pil disastrosi, recessione e crollo dei consumi, povertà e malcontento generalizzati, chiusura di decine di migliaia di piccole-medie aziende, perdita giornaliera di centinaia di posti di lavoro, innumerevoli suicidi per disperazione, le spaventose conseguenze nazionali causate dal nefasto operare del professore bocconiano. Che ricorda quel bravo medico che, per curare il suo indifeso paziente, prima lo Rendere l’Imu atto di giustizia Rendere il maltolto non è comprare voti: è ripristinare la giustizia ed il rispetto dei sacrifici delle famiglie. Moreno Sgarallino e.mail TAGLI Il taglio dei costi della pubblica amministrazione non fa parte dei proclami elettorali, risulterebbe un autogol per i signori candidati. Migliaia di circoscrizioni, oltre ottomila comu- DISTRIBUTORE PER L’ITALIA E L’ESTERO DIRETTORE RESPONSABILE Maurizio Belpietro VICE DIRETTORI Massimo de’ Manzoni (vicario) - Franco Bechis Fausto Carioti - Pietro Senaldi DIRETTORE GENERALE Stefano Cecchetti STAMPA LITOSUD SRL - Via Aldo Moro 2 - Pessano con Bornago (Mi) CENTRO SERVIZI EDITORIALI Srl - Via del Lavoro, 18 - Grisignano (Vi) MODELLI Einaudi-De Gasperi coppia da riscoprire Occorre che il Pdl e tutte le forze politiche di centro-destra lottino per difendere strenuamente i valori cattolici e in particolare i valori della famiglia. Il pensiero di Alcide De Gasperi e di Luigi Einaudi rimane sempre attuale poiché consente sia di lavorare per ottenere una società libera più giusta e umana, sia per consentire la rinascita economica dell’Italia, sia per impedire che gli uomini e legittimi eredi di coloro che volevano far diventare l’Italia un Paese satellite dell’Urss e a sovranità limitata, si impossessino del potere. Remo Roncati e.mail MPS/1 A Siena scandalo silenziato Mentre ai tempi di Fiorito, o per le vicende del Bunga Bunga, c’era un fiorire di intercettazioni, articoli, dichiarazioni, per il Monte dei Paschi che in ogni caso ha voluto dire soldi regalati ad una banca spagnola (se non ci sarà di peggio) ed uno sputtanamento verso il mondo della nostra classe dirigente bancaria, si assiste ad uno smorzare generale di giuste critiche e preoccupazioni, come se il fatto criminoso non fosse ascrivibile a nessuno... Oscar Fenu e.mail MPS/2 Ora la sinistra ha poco da ridere Nessuno parla dei costi dello Stato PRESS-DI Distribuzione Stampa e Multimedia Srl ni, oltre cento province, oltre venti regioni... Un continuo voto di scambio e giro di poltrone da far venire i brividi ad un pinguino... Mandiamo a casa questo esercito di improduttivi! Stefano Ruggeri Terni Mps. Mai più sarcasmo! Mi piacerebbe, ma non sono troppo ottimista, che dopo lo scoppio del bubbone Montepaschi, certi personaggi che rappresentano la sinistra, cancellino dal loro viso quell’odiosa EDITORIALE LIBERO S.r.l. - Società Unipersonale SEDE LEGALE: Viale Luigi Majno, 42 - 20129 Milano CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE: Arnaldo Rossi CONSIGLIERI: Maurizio Belpietro - Stefano Cecchetti LITOSUD SRL - Via Carlo Pesenti 130 - Roma MARTANO EDITRICE S.r.l. - Viale delle Magnolie - Modugno (BA) L’UNIONE EDITORIALE S.p.A. - Via Omodeo - Elmas (CA) CERTIFICATO N. 7376 DEL 10/12/2012 ISSN 1591-0423 S.t.s. S.p.A. - Strada V zona industriale, 35 - Catania REDAZIONE MILANO e AMMINISTRAZIONE Viale L. Majno, 42 - 20129 Telefono: 02.999.666 - Fax: 02.999.66.264 REDAZIONE ROMA Via Barberini, 50 - 00187 Telefono: 06.999.333 - Fax: 06.999.33.443 TESTATA: Opinioni nuove - Libero Quotidiano Contributi diretti legge 7 agosto 1990 n. 250 n° 36 anno XLVIII Registrazione: n° 8/64 del 22/12/1964 - Tribunale di Bolzano La tiratura di martedì 12 febbraio 2013 è di 163.984 copie Martedì 12 febbraio 2013 27 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Filo diretto con Maurizio Belpietro vai su www.liberoquotidiano.it e clicca Su Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi. Posta prioritaria di MARIO GIORDANO Una campagna elettorale bestiale Caro Giordano, il Pd e Monti hanno improntato la loro campagna elettorale denigrando sempre il Cavaliere, ma loro sanno benissimo che ciò di cui parla Silvio Berlusconi è veramente quello di cui ha bisogno il Paese… Graziella Saieva – via mail Caro Giordano, le promesse di Silvio Berlusconi iniziano a essere sempre più variopinte. Maggiore è la vicinanza con la tornata elettorale, più il Cavaliere le spara grosse… Fabrizio Vinci – Messina espressione sarcastica. La loro sbandierata superiorità morale ha subìto un manrovescio. Se avessero un minimo di dignità se ne starebbero quatti, quatti, con le orecchie abbassate. Luisa Ricchi Bologna ticamente, come esportare una trasmissione dal terzo canale di mamma Rai, «Che tempo che fa», al primo canale, facendo passare il tutto per il Festival della canzone Italiana. Che cosa ci si può aspettare di nuovo a parte il nulla? Ma allora basterà prendere quel meraviglioso oggetto chiamato telecomando e provare la meravigliosa sensazione di esplorare decine di canali digitali, o più semplicemente spegnere la televisione. Nicoletta Piazzi San Giorgio di Piano (Bo) LE NOSTRE AZIENDE Inchieste e crolli di Borsa Indagano i vertici di Finmeccanica e il titolo crolla in Borsa. Indagano i vertici dell’Ilva e l’Ilva sta quasi per chiudere, indagano Eni e il titolo crolla... Mentre noi litighiamo di politica qualcuno ci sta depredando con l’aiuto della magistratura. Renato Mancini Fiuminata (Mc) Ho messo insieme queste due lettere perché dimostrano che anche tra i lettori di Libero il dibattito è aperto. Del resto, si sa, la campagna elettorale è un po’ come il gelato: ognuno sceglie il suo gusto preferito. A me per esempio fragola-pistacchio non è mai piaciuto. E nemmeno, se devo essere sincero, mi piace il tono che ha preso il dibattito, fra insulti, polemiche sterili e soprattutto tanti cani. Persino il professor Monti che fino a qualche settimana fa parlava solo di spread e economia, ora compare nei salotti tv con un cucciolo in braccio. Berlusconi ovviamente non disdegna una carezza al cagnolino elettorale, poi però quando Bersani lo provoca col giaguaro da smacchiare, il Cav risponde: troverà un leone, Monti si mette in mezzo con i camaleonti da rendere trasparenti, naturalmente c’è un Grillo che impazza e intanto sui giornali si apre il dibattito sul gatto di sione della democrazia di un anno e più? Aldo Castellari e.mail A MILANO Lavavetri aggressivi SANREMO/2 Era meglio un rinvio SANREMO/1 La tentazione di cambiare canale Ci risiamo, anche quest’anno è arrivato il Festival di Sanremo con tutto quello che ne consegue oltre alle canzoni: le polemiche sui soldi spesi per pagare gli ospiti, i cantanti esclusi che straparlano, le critiche, ecc. Poi c’è la conduzione: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Pra- Oscar Giannino e sulla sua pipì in redazione. Miao, bau, cra cra e cip cip: e nessuno dica che la campagna elettorale non è una cosa bestiale. In mezzo a tante bestie, spuntano i soliti pollai. Comizi pochi, talk show tanti. E poi spot con i nipotini, spot con i bambini, gite allo Juventus Stadium, dibattiti su Balotelli, Messi al Bettola Footbal Club, candidati infantili, candidati sprezzanti, candidati con la birra, candidati senza birra, candidati senza birra ma con 150 sigarette al giorno, cazzate, controcazzate, minestre riscaldate, sedie spazzolate, tagli alle tasse, incentivi alle imprese, soldi per giovani, scuole, ospedali, Imu da rimborsare, Irpef da abbassare, Mmp, il festival di Siena e quello di Sanremo. Alla fine, infatti, la campagna elettorale scatena l’ultima polemica: quella sulla rassegna canora nazionalpopolare. In fondo è inevitabile: si sa che anche lì ci sono tanti cani… Caro direttore, penso che sarebbe stato più logico spostare il prossimo Festival di Sanremo di due settimane, mantenendo tutta l’organizzazione, ma facendola slittare a favore di queste elezioni, che hanno una grande importanza per lo stato di crisi del nostro Paese. Non sarebbe stato un gran problema. Nell’ordine delle priorità, sarebbe anzi stata una decisione lapalissiana. Infatti sono più importanti le canzonette o è più importante un governo del Paese eletto dai cittadini, dopo una sospen- Abito in un paese in provincia di Bergamo, ma spesso vengo a Milano a trovare vecchi amici o per partecipare ad eventi culturali. Mi è comodo entrare in città con l’automobile venendo da viale Forlanini. Vent’anni fa abitavo in quella zona e mi ricordo i primi lavavetri abusivi appostati al semaforo: erano nordafricani, un po’ molesti, ma, se opponevi un deciso rifiuto alle loro attenzioni, ti lasciavano in pace. Da un po’ di tempo in qua ci sono invece zingari con le loro donne. A differenza di qualche innocuo marocchino, tunisino ecc., questi sono aggressivi e prepotenti, e se non sottostai alle loro pretese, inveiscono e minacciano. L’ultima volta che ci sono passato ho dovuto compiere una manovra azzardata, saltando un semaforo rosso, per evitarli. Spero che non mi arrivi una multa. Forze dell’ordine? Nessuno in vista. Giancarlo Moruzzi Bolgare (Bg) NORD: residue precipitazioni, ancora nevose al mattino sulle pianure centro-occidentali. Asciutto ovunque entro sera ma con foschie e nubi basse in pianura. Temperature in ascesa, massime tra 2 e 7. CENTRO: instabile con acquazzoni sparsi, specie sul NO della Toscana e sull'Abruzzo, maggiori schiarite altrove; neve tra 500 e 900m. Temperature in rialzo, massime tra 5 e 10. SUD: maltempo con piogge e temporali diffusi, specie sul basso Tirreno; neve oltre 900-1300m. Temperature in lieve calo, massime tra 8 e 13. SANREMO Dalla farfallina agli avvoltoi La farfallina di Belen aveva fatto scandalo. Così quest’anno a Sanremo l’hanno sostituita con gli avvoltoi rossi. Rudi Vido e.mail FOIBE Giornata del ricordo? NORD: fenomeni su Friuli, dalla sera pure in Romagna con neve a quote basse; discreto altrove ma con nebbie in Valpadana. Temperature in rialzo ad Ovest, massime tra 4 e 9. CENTRO: instabile sui versanti adriatici e dorsale con piogge sparse e neve a quote collinari; stabile altrove ma a tratti più nuvoloso. Temperature in rialzo ad Ovest, massime tra 5 e 10. SUD: ancora instabile su basso Tirreno e Puglia con acquazzoni sparsi, schiarite altrove; peggiora nella notte. Temperature stabili, massime tra 8 e 12. La Giornata del Ricordo è passata sotto silenzio. Per la giornata della Memoria ci hanno martellato per giorni, gli altri sono morti di serie B, non degni di rimembranza. Alda De Carli Lazise (Vr) CELESTINO V Quando un Papa lascia Curiosi gli anagrammi. E talvolta anche di grande attualità. Cambiando di posto le lettere di «Pietro Celestino» (il papa di cui al dantesco «gran rifiuto»), s’ottiene la eloquente e veritiera. «Eletto, ci ripensò». Leone Pantaleoni Pesaro NORD: soleggiato ad Ovest salvo nebbie nottetempo in Valpadana; nuvoloso su Triveneto e Romagna, ma con nubi in attenuazione. Temperature in rialzo, massime tra 5 e 10. CENTRO: piovaschi al mattino su alte Marche e basso Abruzzo, ampie schirite dal pomeriggio; più soleggiato altrove, specie sulle coste tirreniche. Temperature in aumento, massime tra 7 e 12. SUD: instabile con acquazzoni specie su Adriatiche, dorsale, Lucania e Nord Sicilia con nevicate fino a 700-900m. Temperature stabili, massime tra 8 e 13. Temperature previste oggi PUBBLICITÀ Direzione Generale via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI) Tel. 02.3022 1/3837/3820 Fax 02.30223214 e-mail: [email protected] Per le filiali di competenza territoriale: www.system24.ilsole24ore.com PUBBLICITÀ ONLINE Via Pisacane,1 - 20016 Pero (MI) Tel. 02 30223462 Fax 02 30223058 e-mail: [email protected] www.websystem.ilsole24ore.com Modalità di pagamento: Abbonamenti nazionali 12 6 3 12 6 3 12 6 3 mesi: 6 giorni mesi: 6 giorni mesi: 6 giorni mesi: 5 giorni mesi: 5 giorni mesi: 5 giorni mesi: 4 giorni mesi: 4 giorni mesi: 4 giorni .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. Il versamento dovrà essere intestato a: Editoriale Libero S.r.l. Viale L. 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Majno, 42 20129 Milano CAGLIARI CAMPOBASSO FIRENZE GENOVA L'AQUILA MILANO 3 8 -1 5 7 13 -2 4 4 10 1 4 1 7 2 7 1 4 -1 2 MIN MAX NAPOLI PALERMO PERUGIA POTENZA PRATO ROMA TORINO TRENTO TRIESTE VENEZIA 8 11 10 13 -1 5 1 5 0 6 3 10 -3 2 -3 2 1 5 -1 4 Dati meteo a cura di 3BMeteo.com,elaborazione grafica centimetri.it 28 Martedì 12 febbraio 2013 I paesaggi bianchi di Qui Shihua in mostra a St. Moritz Addio a Defoux, il teologo gesuita che disegnava fumetti Fino al 24 febbraio, presso la Chiesa Protestante di St. Moritz, si tiene la mostra «Paesaggi bianchi» di Qui Shihua, uno fra gli artisti cinesi più importanti del panorama internazionale. L’esposizione presenterà sette opere dell’artista caratterizzate da delicati paesaggi che, come nascosti da un velo, emergono lentamente dalla superficie pittorica. L’artista belga Pierre Defoux, autore di strisce a tema religioso, è morto a Bruxelles a 88 anni. Prete, gesuita e teologo, si affermò come disegnatore e sceneggiatore di Xavier racontè par le menestrelsulle avventure di San Francesco Saverio, apparso per la prima volta sulla rivista belga Spirou nel 1953, poi ripreso da La Libre e quindi più volte ristampato in volume tra 1990 e 2002 e pubblicato su vari periodici nel mondo. Un insolito turista in Grecia Heidegger: gli dei stramaledicano la Germania In una serie di saggi inediti, il grande filosofo tedesco si confronta con i classici ellenici da Pindaro a Eraclito. E condanna un’Europa imperniata sul dominio dell’economia ::: Versi profetici La cura dei tecnici ha distrutto l’Italia Parola di Kavafis ::: MISKA RUGGERI ::: GIANLUCA VENEZIANI La Grecia è l’alba dell’Occidente, cioè della «terra dove il sole tramonta». «Nell’arcipelago di questo mare iniziò il grande destino della storia occidentale». Le due frasi, sintesi e citazione del volume di Martin Heidegger appena pubblicato da Bompiani,Hölderlin. Viaggi in Grecia (pp. 768, euro 30), testimoniano la grande sfida da parte del filosofo tedesco di ripensare, esattamente 50 anni fa, l’inizio della civiltà europea. Nei saggi qui raccolti, per buona parte inediti, Heidegger va incontro alla Grecia da pensatore e da turista, cimentandosi prima in un dialogo ideale con gli autori classici, da Eschilo a Pindaro fino a Eraclito, mediato dalle opere del poeta tedesco Friedrich Hölderlin, e poi visitando di persona, in due viaggi compresi tra il 1962 e il 1967, le terre d’Ellade, da lui considerate «dimora originaria», «ombelico» d’Europa, aurora del nostro pensiero. Ciò che sorprende leggendo questi testi è il carattere quasi profetico delle parole di Heidegger, che critica l’Europa germanocentrica, imperniata sul dominio della tecnica e dell’economia, e ritrova in Grecia, oggi ridotta a periferia e ventre molle del continente, i segni di un primato, che è cronologico ma anche gerarchico; blasone che la rende vertice e origine cui dobbiamo tornare. Heidegger costeggia la penisola e l’arcipelago greci in compagnia di sua moglie Elfride, cui dedica un limpidissimo diario di bordo, insolito per un pensatore abituato all’oscurità del linguaggio. Lasciando la Germania, il filosofo avverte subito il distacco dalla sua terra, in cui tutto avviene secondo «una fretta senza fine degli affari» e «l'economia e il progresso sono le forze evidenti in primo piano». L’affannarsi sull’«economico» e sul «tecnico» è, secondo Heidegger, la cifra negativa della modernità, che ha adottato e tradito il pensiero greco, declinando la sua ebbra disciplina in una sterile sobrietà, quella che oggi la Merkel . SULLE ORME DI APOLLO E DIONISO Le rovine del tempio di Dioniso sull’isola di Delos. Nel tondo, il filosofo tedesco Martin Heidegger (1889-1976) chiamerebbe «rigore». Basti leggere questa riflessione del filosofo: «Il carattere “sobrio” non è il quotidianamente abituale e calcolante, il non entusiasta e disilluso, bensì il “sacro sobrio”. Il pensiero rimemorante deve essere insieme ebbro e sobrio». Ecco un’espressione chiave di Heidegger: pensiero rimemorante. A fronte del «pensiero calcolante», basato sulla supremazia e «la potenza della tecnica, della scienza e della società industriale», occorre recuperare un pensiero rimemorante che non miri al progresso ma torni all’origine, «la fonte, dove inizia la ricchezza». È questa infatti la natura propria dell’origine: non essere statica, sterile o lontana, ma al contrario viva, mobile e nuova, come è appunto la sorgente di un fiume, che sgorga di continuo, che è sempre un inizio. Solo così l’origine diventa anche un approdo, e il ritorno a essa il nostro destino. Heidegger si affida ai versi dei lirici e alle parole dei filosofi per questa missione: la Grecia gli appare il luogo della verità, che insieme si cela e si manifesta, come indicano sia l’etimologia del termine greco «verità», alètheia, cioè «il disvelamento di ciò che è occulto», sia il nome dell’isola di Délos, che vuol dire «colei che rivela mentre nasconde». Il filosofo gioca con le parole per dire che la verità non è mai qualcosa di certo e palese, non è l’evidenza della tecnica o dei calcoli dell’economia, né una scienza esatta e pianificata. È piuttosto la terra dei poeti e dei pensatori, il locusdella parola più che dei numeri o delle azioni. La Grecia ha fatto propria questa diversità e Ai lettori Il Papa lascia perché la Bellezza, quella che in Dio ha la sua immagine più perfetta, ha bisogno d'una forza che l'età perde col tempo. Che indicibile e amorevole, immensa e umile grandezza. Inadattabile, forse; di certo lontana dalla superficialità orrenda d’oggi ma, per questo, legata per sempre a tutti i nostri giorni. «Pillole di classica» quindi tace. Per ascoltare il silenzio che scandaglia l’anima quando la Storia risuona nella vertigine della coscienza. (N.Car.) questa eccellenza, da cui trae splendore ma anche isolamento. Come dice Heidegger, la Grecia è «un’unica isola separata da tutti i restanti mondi conosciuti e sconosciuti». Per spiegare questo destino insulare, il filosofo introduce un altro elemento, il mare, come principio aurorale e spazio di transito verso l’origine. I pensatori stessi non sono che naviganti e le loro parole sono fatte di acqua, abitate e ispirate dal mare. In questo passaggio del testo il pensiero di Heidegger, spesso impenetrabile come le brume della Foresta Nera dove lui abitava, si riempie di luce e, invaso dal chiarore solare, diventa pensiero meridiano, ispirazione apollinea, filosofia del mattino. Heidegger si tuffa nel mare, quasi fosseun “martin pensatore”. E,nella luce del mezzogiorno greco, quando il silenzio si fonde al rumore dell’acqua, pronuncia un inno alla bellezza, inchinandosi e ringraziando: «Per un istante», avverte, «i pensieri si librarono sopra la montagna. L’Arcipelago si apriva di nuovo». Viaggiando verso Sud, Heidegger riabbraccia non solo il punto originario del pensiero e del destino europei, ma avverte anche le tracce del divino scomparso, ritrova la fragile dimora del sacro e sente riaffiorare, nella forma di una nostalgia o comunque di una mancanza, l’urgenza di un pensiero alto, che ha tanto più bisogno di calarsi nel ventre quanto più vuole elevarsi verso i cieli degli dèi olimpici. Tante volte, nell’ultimo anno, abbiamo sentito definire l’Italia una colonia. Colonia della Germania, agli ordini della Merkel e vittima, per mezzo di Monti, della sobrietà teutonica. E allora il pensiero non può che andare a una celebre poesia di Costantino Kavafis (1863-1933): In una grande colonia greca, 200 a.C., scritta dall’immenso poeta di Alessandria d’Egitto nel 1928. Ecco, nella traduzione di Nicola Crocetti, quello che sembra proprio il ritratto del Belpaese sotto i provvedimenti del governo tecnico. «Che le cose non vadano bene nel Paese / non è chi non lo veda. E benché in qualche modo noi si tiri avanti, / forse è arrivata l’ora - lo pensano non pochi -, di ricorrere a un Gran Riformatore». Insomma, la crisi galoppa, lo spread incalza e servono le riforme: avanti col Professore. Tuttavia, poi, questi bocconiani, giunti a salvare la baracca con la loro scienza, se la tirano e ci vanno giù pesanti: «Ma l’impedimento, la difficoltà / è che questi Riformatori / trasformano ogni cosa in grande impresa. / (Che fortuna sarebbe / poter fare a meno di loro). Su ogni questione / fanno interrogatori e inquisizioni, / e subito propongono modifiche radicali / da attuare - ingiungono - senza alcun indugio». Fare presto, in nome dell’emergenza, è la parola d’ordine, perché l’Europa non può aspettare. I conti vanno fatti tornare a ogni costo. «Inoltre, hanno una tendenza ai sacrifici: / “Dovete rinunciare a quella proprietà. / La vostra è un’occupazione precaria: / proprio tali possessi danneggiano il Paese. / Dovete rinunciare a questa entrata / e a quest’altra, collegata alla prima, / e a questa terza: logica conseguenza. / È essenziale, che volete farci? / Ne conseguono responsabilità perniciose”». Il decreto della terza strofe, contrariamente alle abitudini di Kavafis, sempre pronto a citare precise fonti storiche, appare inventato. Ma potrebbe benissimo essere montiano, tratto da una sua conferenza stampa rigorosamente in inglese (le colonie, si sa, tendono a perdere anche la sovranità linguistica...). «E più vanno avanti con il loro elenco / più trovano sprechi da eliminare. / Ma abolire queste cose è complesso». E magari ti ritrovi un po’ di esodati tra capo e collo... «E quando, a Dio piacendo, il lavoro è concluso, / dopo aver stabilito con minuzia i tagli / e incassato il giusto compenso, se ne vanno. / Vedremo poi quello che resta / dopo l’atroce intervento chirurgico». Tipo l’intervento è riuscito, ma il paziente è morto. «Forse non è il momento giusto. Ma vediamo / di stare calmi; la fretta in certi casi è un rischio. / Dei provvedimenti prematuri ci si pente. / Troppe cose non vanno nel Paese. / Ma esiste, poi, cosa umana perfetta? / Comunque sia, ce la sfanghiamo così». Forse, parola di Kavafis, era meglio fare a meno della cura Monti... 30 SPETTACOLI Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: ANTONELLA LUPPOLI Ha scritto canzoni per una grande come Mina. È Cristiano Malgioglio, esperto di musica. A lui abbiamo fatto dieci domande sul Festival di Sanremo. Che Festival si aspetta? «Non so, leggendo i testi non ho grandi aspettative, mancano i grandi autori di un tempo. E la storia delle due canzoni non fa ben sperare». Per chi avrebbe scritto degli ar- Le versione di Malgioglio «La nenia di Carlà e i pianti della Oxa» tisti presenti all’Ariston? «Per nessuno se ci fosse stata Alessandra Amoroso avrei scritto per lei». Di Chiara Galiazzo che mi dice? «Deve perdere 10 chili. Ha una gran voce ma deve rifarsi il look. L’ho vista a Riusciranno i nostri eroi, il programma su RaiUno con Max Giusti e non mi è piaciuta». Malika? «Mi piace, ma deve togliersi quella mela dalla bocca quando canta». E Fazio e la Littizzetto? «Lui è una persona carismatica, lei troppo volgare. Non so come se la caveranno, ma nessuno potrà mai emulare le edizioni condotte da Baudo. Hanno fatto la storia della canzone». Al Bano, Toto Cutugno e i Ricchi e Poveri. «Eh, Jurassic Park non potevano stare a casa? Tornano a Sanremo sempre con le stesse canzoni». E’ d’accordo con la Oxa quindi? «No. Fa polemica tanto per fare scene e non serve a nulla». Carla Bruni? «Cosa viene a fare lei che non ama l’Italia? Per cantare la sua nenia? Che la canti per i francesi». Ospiti internazionali «Mi piace Veloso, ma sono convinto che le signore anziane cambieranno canale. È uno sconosciuto». Per chi tifa? «Ho lavorato con Maria Nazionale e le ho portato fortuna, mi piacciono anche i Modà e Gualazzi». Exit poll al Festival Fabio Fazio e Luciana Littizzetto ieri alla conferenza stampa di presentazione Ansa ::: LEONARDO IANNACCI Ieri pomeriggio, prove generali all’Ariston prima della notte che ha portato consiglio in vista del debutto del Festival. Ultimi accordi e rifiniture per i 12 big sul palco e le 24 canzoni, una delle quali sarà eliminata, l’altra andrà in finale. Stasera i primi sette in gara in questo ordine: Marco Mengoni, Raphael Gualazzi, Daniele Silvestri, Simona Molinari con Peter Cincotti, Marta sui Tubi, Maria Nazionale, Chiara. Di seguito, le nostre personalissime pagelle dall’Ariston. Sugli scudi e favoritissimi per la vittoria finale Elio, Gualazzi e Malika. Dietro la lavagna sono finiti Mengoni e Modà. Almamegretta «Mamma non lo sa», reggae della Pomigliano perduta con un messaggio neppure tanto velato a Sergio Marchionne, è una sorta di Ragazzo della via Gluck del nuovo secolo. Voto: 6,5. Soltanto 6 alla ballata mediterranea di Federico Zampaglione «Onda che vai». Raiz osserverà pure la Shabbat ma ha un timbro che spacca. Annalisa Voce pulita in «Non so ballare» (6) e alla saltellante «Scintille» (6). Nessun volo pindarico. Molto dipenderà dall’interpretazione che proporrà all’Ariston la Scarrone, laureata in fisica. Chiara «L’esperienza dell’amore», griffata Tiromancino, e «Il futuro che farà», ballata con testo di Francesco Bianconi, sono due squilli al cielo ma non convincono fino in fondo (6 a entrambe). Risentendole, non possono che migliorare. Come le altre canzoni dell’ultimo album di Chiara. Daniele Silvestri «A bocca chiusa» (6) ballata ro- Al via questa sera la 63ª edizione della kermesse sanremese, ecco le pagelle alle canzoni (due per artista): Gualazzi e Malika in corsa per la vittoria, Mengoni e Modà gareggiano... per le radio. Simona Molinari: il brano di Luttazzi è da 8 ::: SANREMO (IMPERIA) Si scrive Sanremo, si legge polemica. Da sempre. Questa volta, causa vicinanza elezioni, di più. Anche se, a dire il vero, la conduzione Fazio-Littizzetto tenta di arginarla. Cartina di tornasole la conferenza stampa di apertura: Crozza c’è, una volta per tutte, Benigni confermato assente eccellente dal direttore Giancarlo Leone in persona. Polemiche dribblate (o almeno rimandate) scambi di battute fra i conduttori. Lucianina va a braccio e sta sul pezzo. Bistratta il buon Fabio, come di consueto («è nato vecchio, al posto del fiocco azzurro, per lui ne hanno messo uno grigio»). Rassicura il direttore di rete: «Sarò bravissima, gliel’ho promesso». Vedremo. Innegabile per questo Festival, la politica farà la sua buona parte. Ma non parliamo di par condicio, «perché qui non ci sono candidati», spiega Fazio. . SIMONA VOGLINO LEVY . TOP: GUALAZZI E MALIKA 8,5 e 7,5 Berlusconi non ha fatto attendere il suo giudizio sulla «faziosa» kermesse che, asuo avviso, distoglie dal dibattito elettorale:«Se il Festival della canzone italiana dovesse diventare un festival dell’Unità, credo che il 50% dei cittadini non rinnoverà il pagamento del canone». Non sarà il festival dell’Unità, assicura Leone. Mentre per quanto riguarda il canone«Berlusconi ha tempo di pagarlo finoal 28 febbraio», ironizza il padrone di casa. «E poi, se ci hanno accusati fino ad ora di disturbare le elezioni, voglio vedere cosa diranno al Papa», scherza ancora Fazio, proposto come camerlengo da Lady Littizzeto. Che non conferma se si esibirà nel ballo: «Mi muovo peggio della De Filippi», ammette. Sembrano rilassati i due. Nessuna esitazione apparente. Non temono il confronto col Morandi anche se «Fazio invecchia, Morandi no», scherza Lucianina divertita. 7,5 e 6,5 manesca che inizia piano e voce sulla gente che crede ancora alle piazze con citazione gaberiana («partecipazione certo è liberta ma è pure resistenza») è gradevole.«Il bisogno di te», sequel di «Salirò», non è sufficiente (5). domiti, i moderati e gli esodati (7). Geniale «La canzone mononota», costruita solo sul «do», citando tra i predecessori di questa nobile arte Rossini, Dylan e «Tintarella di luna», oltre al Jobim di «Samba di una nota sola». Voto 8. Elio e le Storie Tese Malika Ayane «Dannati forever» è una riflessione su vari sensi di colpa e il testo lo recita: «Sono troppi i peccati mortali che ho collezionato. Fatto adulterio, mentito, rubato, continuamente pisello toccato...». Tra i colpevoli Elio e i suoi sodali ci infilano gli onanisti, i comunisti, i so- Paolo Conte dice che ha una voce speziata. Per noi è semplicemente straordinaria. Nei due brani firmati dal fidato Giuliano Sangiorgi, la bionda Malika lo dimostra: «Niente» (7,5) è uno dei tanti crescendo in gara, ma forse il più elegante e sicuramente quello più convincente; in «E se poi» (6,5) la Ayane fa il verso a Ornella Vanoni ma non convince fino in fondo. Marco Mengoni «L’essenziale» (6) ha un buon ritornello ma è sostanzialmente mellifluo; «Bellissimo» si mostra come un melo-rock alla Gianna Nannini (con l’ausilio di Pacifico) ma si rivela alla fine un lato B (5). A sua discolpa Mengoni si sforza, lodevolmente, di tenere sotto traccia la voce. E ci riesce. Maria Nazionale Voce da Sanremo anni ’50-’60. Max Gazzè «Sotto casa» è un progressiverock da 5,5: un Testimone di Geova bussa alla porta e, visto che nessuno gli apre, parla con la porta, ma potrebbe benissimo essere Gesù. «I tuoi maledettissimi impegni» (6)tratteggia una love story nell’epoca delle donne in carriera che non si concedono mai. Modà «Come l’acqua dentro il mare» e«Se si potesse non morire»(voto a entrambe 5,5) sono rock annacquati con la furbesca voglia di essere troppo radiofonici e easy. Raphael Gualazzi FLOP: MODÀ E MENGONI 5,5 e 5,5 alla pastorizia perché con la mia condotta ho umiliato la reputazione della pecora nera». «Sai (ci basta un sogno)» è una scintillante romanza alla Gualazzi nella quale un pittore dipinge una modella discinta e poco vestita (8.5); «Senza ritegno» (7,5) parte come un trascinante jazz’n’roll su una società effimera che deve imparare a fidarsi dei suoi artisti. Doppio, grande Gualazzi. 6 e5 «Quando non parlo» (6) è una ballad in puro stile fado di Gragnaniello; «È colpa mia» una sanguigna canzone d’amore in napoletano regalata alla Nazionale da Peppe Servillo e Fausto Mesolella (6). Marta sui Tubi «Vorrei» (6,5) è una cocciantiana «Bella senz’anima» ai tempi di Facebook («non ti vergogni a mostrarti nuda come una cipolla che non sa far piangere») e con piccanti frecciate alla fidanzata poco colta che non sa chi sono Oscar Wilde e Mallarmè. «Dispari» (6)ha il verso cult del festival: «Chiedo scusa S Molinari e P Cincotti «Dr. Jekyll e mr. Hyde», l’incredibile inedito donato a Simona dalla vedova del maestro Lelio Luttazzi è da 8. Più easy l’electroswing «La felicità» (6,5). Il piano del maestro newyorchese Cincotti è incisivo e di classe. Simone Cristicchi «Mi manchi» (6) è una canzone sull’amore perduto. Merita 7 «La prima volta (che sono morto)» nella quale Cristicchi sentenzia: «Non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio e nemmeno l’inferno, sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento», e il fresco cadavere si trova a giocare a briscola con Pertini e a passeggio con Charlot. Originale. SPETTACOLI Martedì 12 febbraio 2013 31 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Complimenti per la trasmissione di FRANCESCO SPECCHIA Tila Tequila, il lato (stupidamente) bisex del Gf «Una mascella rotta è peggio di un cuore spezzato», mormora Bo dall’Ohio, un giovanotto ipercalorico con mascella quadra, appena mollato da una cantante-pornostar thailandese che fa della sua ricerca dell’anima gemella un reality internazionale. Siamo sul set con jacuzzi di A Shot At Love with Tila Tequila (Mtv, venerdi ore 22.30 e mtv on demand sul web). E il suddetto Bo si è beccato il due di picche dopo essere arrivato in finale all’epilogo di gare talmente idiote - via terra, piscina e giardino - da far apparire quelle del Grande Fratello una gara di scacchi. La vincitrice di questo grottesca gara di corteggiamento è invece tal Krysty, biondissima bellezza con cui la cantante - pornostar del titolo - Tila Tequila, appunto - ha ritenuto di doversi accasare, dopo una seratone di baci roventi e sesso soft, tutto rigorosamente ripreso dalle telecamere e intramezzato da improbabili confessioni. Il gioco è questo: si prende una giovane bisessuale in cerca del partner ideale; le si fa arrivare in limousine una mandria di 15 eterosessuali maschi e 15 lesbiche sexy decisi all’impossibile per conquistarla, tipo sciogliere enormi blocchi di ghiaccio a culo nudo; chi vince diventa una star in grado di scavalcare qualsiasi pregiudizio sulle coppie omo-bisex. Il sex appeal mica c’entra: Tila, alta meno di Lucy la tap- ELIO E LE STORIE TESE «Siamo troppo avanti infatti arriveremo quarti» «Non siamo a ridosso delle elezioni, piuttosto del conclave Aspettiamo Siffredi: verrà. Gli uomini? Destinati all’inferno» ::: PRIMA SERATA GLI ARTISTI Stasera al via la 63esima edizione del festival di Sanremo. Sul palco dell’Ariston saranno protagonisti 7 dei 14 big (in ordine di esibizione): Marco Mengoni, Raphael Gualazzi, Daniele Silvestri, Simona Molinari con Peter Cincotti, Marta sui Tubi, Maria Nazionale, Chiara Galiazzo. Ogni artista gareggia con due canzoni. LA GIURIA A decretare quale dei due brani proseguirà la sua corsa verso la finalissima sarà il pubblico da casa con il televoto a cui sarà aggiunto il voto della Giuria della Stampa del Festival. Entrambi peseranno al 50% sul risultato finale e decreteranno la canzone «regina» tra le due proposte dai cantanti in gara. A rendere ancora più solenne il momento dell’annuncio dei brani che andranno in finale ci saranno personaggi noti nelle vesti di Proclamatori. OSPITI Trepidante attesa per il comico genovese Maurizio Crozza. «PRESENTERS» In ordine di uscita rispettivamente ciascuno con un artista: Marco Alemanno, Ilaria D’Amico, Valeria Bilello, Flavia Pennetta, Cristina e Benedetta Parodi, Vincenzo Montella, Stefano Tempesti. OMAGGIO A VERDI In programma anche un omaggio a Verdi, con una sorpresa che Fazio non ha voluto anticipare. I direttori d'orchestra Daniel Barenboim e Daniel Harding durante la manifestazione saranno ospiti del Festival, così come il ballerino Lutz Foster, del corpo di ballo di Pina Bausch. Iconoclasti, dirompenti, satirici e onirici. Elio si presenta senza i parrucconi di X Factor e con un abito scuro, elegante, quasi da becchino; le Storie Tese lo spalleggiano, non somigliano ai favoriti per la vittoria finale del Festival di Sanremo. Ma ne sono i mattatori. Divertono ma soprattutto si divertono come pazzi quando affrontano le prove generali all’Ariston e si scatenano, come meravigliose marionette musicali, domani nei due pezzi in gara: la trascendentale Mononota, vaudeville basato sull’assillante e variegata ripetizione di una nota sola, il do, e Dannati forever, canzone sui nostri peccati, anche i più reconditi. Poi si concedono ai poveri giornalisti, pure loro con peccati da espiare. Le loro risposte sono al limite della provocazione. Impossibile parlare seriamente anche se, in realtà, Elio e i suoi sono fedeli al detto: «castigat ridendo mores». Voto in simpatia: 30 e lode. I bookmaker vi danno per favoriti. Vi toccate molto, sotto il tavolo, quando sentite queste previsioni? «No. Da giorni siamo convinti che arriveremo quarti. Se vinciamo il Festival, sarebbe una delusione immensa. Non ci vogliamo neppure pensare. Un vero fallimento». Allora perché siete venuti al Festival? Per arrivare quarti? «Una scelta opportunistica. E di soldi. Se ci chiedono di essere comunisti, ci siamo! Se ci invitano a essere di destra, eccoci…». Avreste dovuto vincere già nel 1996 quando la vostra esilarante canzone La Terra dei Cachi arrivò seconda. Ricorda? «Come no. La verità è che noi siamo troppo avanti, in anticipo sui tempi. All’epoca il pubblico di Sanremo non era pronto per i Cachi e, oggi, non è pronto per queste due cato la scelta di Chiara inserita nella lista dei big in gara. Che ne pensate? «Hanno ragione. Noi ci siamo battuti per l’inserimento nella lista dei big di Massimo Spiccia: non esce da un talent ma è il vincitore dello Zecchino d’Oro 2013 con il brano Il mio nasino all’insù. Ha quattro anni e l’avremmo visto volentieri in gara all’Ariston». La canzone Mononota ha cambiato titolo per un errore di molti giornalisti. È diventata Monotona... «C’è un’ultima versione di quel titolo: “Montona”. Trattasi di un brano sull’uomo che, invece di evolversi, si è involuto in un’unica nota». Perché la litania sui peccati degli uomini dal titolo Dannati forever? «Tutti sono certi di andare, alla fine, all’Inferno. Come cantiamo: “fin dall’età di sei anni ero già condannato...”. Ma gli italiani pensano ad altro, non all’Inferno. Fanno finta di niente». Elio, il prossimo anno sarà ancora giurato a X Factor? «Per la verità non so neppure se ci sarà un’edizione 2013. Se mi danno soldi, molti soldi, potrei passare ad Amici». Venerdì sera, nella serata storica, proporrete Un bacio piccolissimo, hit di Bobby Rydell del 1964. Vi farete piccolissimi, vi esibirete con strumenti piccolissimi e, poi, arriverà Rocco Siffredi, in tutta la sua grandezza recondita, per recitare una poesia d’amore stilnovista. Giusto? «Sarebbe delittuosa un’assenza di RocElio con barba co». Nel caso vi desse buca? e parrucca. «Diciamo che per il noNel 1996 stupì stro caro amico si trattearrivando al rebbe della prima volta secondo posto nella sua vita in cui non con «La terra viene». dei cachi» canzoni. Cantiamo per i nostri nipoti, questa è la verità». Ieri il Papa ha annunciato le sue dimissioni. Come l’avete presa? Una storia tesissima, no? «In parte sì. Ma con Joseph abbiamo concordato una nuova tesi: vivo un Papa, se ne fa un altro!». Berlusconi ha detto: il Festival andrebbe spostato, troppo sotto le elezioni. Siete d’accordo? «In realtà, da ieri, è troppo sotto conclave... In effetti la manifestazione andava spostata. Anzi, abbiamo un suggerimento per il conclave». Addirittura? «Sì, i cardinali dovrebbero dividersi in big e nuove proposte». Alcuni vostri colleghi hanno criti- L. IAN. pa di Dallas, da noi al massimo farebbe la commessa. Certo, in questa sorta di Uomini e donne mixato al Jersey Shore, in questa Bombay tv, lo stile è bandito, al punto che Tila ogni sera invita un ospite e ci sta con tutti; o al punto che la frase più ipocrita è «mi sto innamorando di Tia e la più emblematica è “Tila non vuole così tanti peni attorno a lei”. A Shot At Love... è una rozzezza tutta Usa. E guardarlo è una perdita di tempo, ma non perché sia un programma trasgressivo. Solo perché è un programma stupido. Ma lo show lo fa Chris Brown Jay Z e Kayne West trionfano ai Grammy I Fun e i Mumford & Sons trionfatori, insieme a Paul McCartney e Adele, Black Keys e Gotye. I Grammy Awards che sono stati assegnati allo Staples Center di Los Angeles sono stati un mix di modernità e classicità. I Fun sono riusciti a battere la concorrenza in due categorie forti, quelle riservate alla canzone dell’anno per il brano We are younge al miglior artista debuttante. I Black Keys hanno meritato il premio della performance rock per Lonely boye per il miglior albumi rock (El Camino). Disco dell’anno è andato a Gotye e i Kimbra per la loro So- mebody That I Used to Know che si sono portati a casa anche la statuetta come miglior band. Al disco Bangarang di Skrillex due premi per il comparto dance. Nulla per Rihanna e i plurinominali Jack White, Alabama Shakes e lo stesso Bruce Springsteen. Nella notte californiana premi anche a due voci inglesi eccellenti. Quella di Adele, per l’interpretazione pop-live di Set Fire to the Rain (Live) e all’ex Beatle Paul McCartney che, a 70 anni, ha vinto il Grammy per il miglior disco pop tradizionale (Kiss on the bottom). L.IAN Affleck si prende pure il «Bafta» Agli Oscar inglesi vince il «solito» Argo I Bafta 2013 (British Academy of Film and Television Arts, in pratica gli Oscar del Regno Unito) hanno visto il trionfo di Argo, prodotta tra gli altri da George Clooney, diretta e interpretata da Ben Affleck. Oltre che nella categoria Best Movie, Argo ha trionfato portando a casa il premio per la miglior regia e quello per il miglior montaggio. A Skyfall la statuetta del miglior film rivelazione consegnata al regista da Affleck. Una incantevole Sarah Jessica Parker ha consegnato a Daniel Day Lewis la statuetta del miglior attore protagonista per il film Lincoln. Anne Hathaway si è guadagnata il premio di miglior attrice non protagonista. Les Miserables ha portato a casa altri riconoscimenti tecnici, tra cui il Best Make Up. La statuetta per i migliori costumi è andata ad Anna Karenina. Miglior attrice protagonista, a sorpresa, la francese Emmanuelle Riva, per il drammatico Amour. Presente alla cerimonia anche Quentin Tarantino, il suo Django, ha guadagnato due premi: miglior sceneggiatura e miglior attore non protagonista a Cristoph Waltz. G.L.M. «Warm bodies» in testa Cinema sempre più giù Al botteghino -20 % Subito in testa al box office Warm Bodies di Jonathan Levine: la love story zombie adolescenziale guadagna la vetta del botteghino con 898.827 euro e 2.483 euro di media copia. Sale di una posizione The Impossible, ora secondo con 855.000 euro e oltre 2,5 milioni di incasso complessivo. Al terzo posto, sceso di due gradini, Lincoln di Steven Spielberg: 800.207 euro e poco più di 5 milioni di euro come incasso generale. A dir poco preoccupante, e a conferma del calo di spettatori già registrato nello scorso mese di gennaio, il fatto che nessun film del weekend abbia superato almeno 1 milione di euro di incasso: - 21,34 %, questo lo scarto rispetto allo stesso fine settimana del 2012. Il resto della top ten vede Django Unchained scendere dal secondo al quarto posto (785.346 euro), seguito da tre new entry: Broken City è quinto con 604.989 euro, Studio illegale di Umberto Carteni è sesto con 598.626 euro (e 1.761 euro di media per copia), Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow (candidato a 5 premi Oscar) è settimo con 539.186 euro (e la media copia più alta tra i film in top ten, pari a 2.808 euro). 32 Martedì 12 febbraio 2013 PALINSESTI Martedì 12 febbraio 2013 RAI UNO RAI DUE RAI TRE CANALE 5 ITALIA UNO RETE QUATTRO LA 7 6.30 6.40 8.10 8.00 6.00 7.55 6.20 6.40 8.45 6.50 6.00 6.45 10.00 10.25 10.55 11.00 11.05 12.00 13.30 14.00 14.10 15.15 18.50 20.00 20.30 20.35 0.30 TG1 - Previsioni sulla viabilità CCISS Viaggiare informati Unomattina “Ospite Mario Monti - Focus sulle dimissioni di Papa Benedetto XVI”. Condotto da Franco Di Mare, Elisa Isoardi. Per il TG1 Paolo Di Giannantonio Unomattina Occhio alla spesa “I dolci tipici di Carnevale” Unomattina Rosa. Condotto da Franco Di Mare ed Elisa Isoardi Che tempo fa TG1 Unomattina Storie Vere La prova del cuoco “L’agliata” TG1 TG1 Economia Verdetto Finale “Violazione della privacy” La vita in diretta. Condotto da Marco Liorni, Mara Venier TG1 - Che tempo fa (all’interno) L’eredità TG1 Anteprima Festival Dal Teatro Ariston di Sanremo 63º Festival della Canzone Italiana “Prima serata - Omaggio a Lucio Dalla e Giuseppe Verdi” (Dir.) TG1 60 Secondi (all’interno) Rai Parlamento Elezioni 2013 Messaggi Autogestiti 9.40 10.00 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 14.40 15.25 16.10 16.55 17.00 17.50 18.15 18.45 19.35 20.30 21.00 23.00 0.00 Cartoon Flakes Le sorelle McLeod “Gli stivali nuovi di Tess” “Vinca il migliore” Sabrina vita da strega “Giamaica” TG2 Insieme I Fatti Vostri TG2 Giorno TG2 Costume e Società Medicina 33 Seltz Senza traccia “Il soldato Grant” Cold Case “Kensington” Numb3rs “Protezione testimoni” TG2 Flash L.I.S. Meteo 2 Elezioni 2013 Tavola rotonda Rai TG Sport TG2 Squadra Speciale Cobra 11 “Nozze con l’assassino” Il Commissario Rex “La talpa” TG2 - 20.30 Rai Parlamento Elezioni 2013 - Conferenza stampa “Intervengono: Fare per Fermare il declino, Partito Comunista dei Lavoratori, Scelta civica con Monti per l’Italia” Speciale TG2 Benedetto XVI Amori e altri disastri (Commedia, 2006) con Brittany Murphy, Matthew Rhys. Regia di Alek Keshishian. 10.00 10.10 10.10 11.00 11.25 11.30 12.00 12.25 12.45 13.10 14.00 14.20 14.50 14.50 15.55 16.00 17.40 19.00 19.30 20.00 20.10 20.35 21.05 23.10 23.20 0.00 Agorà “Le dimissioni di Papa Benedetto XVI” Elezioni 2013 Messaggi Autogestiti Per le regioni interessate: Lazio, Lombardia - Conferenze stampa candidati a Presidente di Regione La Storia siamo noi Codice a barre TG3 Minuti Buongiorno Elisir “La laringe” TG3 - Meteo 3 TG3 Fuori TG “Sanità” Diario italiano Prima tv Lena, amore della mia vita TG Regione - Meteo TG3 - Meteo 3 Regioni interessate: Molise - Tribune Elezioni Regionali 2013 TGR Il Carnevale di Viareggio TGR Piazza Affari Cose dell’altro Geo Geo & Geo TG3 TG Regione - Meteo Blob Comiche all’italiana Un posto al sole Operazione Valchiria (Drammatico, 2008) con Tom Cruise. Regia di Bryan Singer. Elezioni 2013 Intervista I migliori Volo della nostra vita. Condotto da Fabio Volo TG3 Linea notte 8.00 8.40 8.50 11.00 13.00 13.40 14.10 14.45 16.15 16.55 18.50 20.00 20.40 21.10 23.20 1.00 1.30 2.20 Prima Pagina Traffico - Meteo.it Borsa e Monete TG5 Mattina La telefonata di Belpietro Mattino Cinque. Condotto da Federica Panicucci e Paolo Del Debbio TG5 - Ore 10 (all’interno) Forum TG5 - Meteo.it Beautiful CentoVetrine Uomini e Donne Amici. Condotto da Maria De Filippi Pomeriggio Cinque. Condotto da Barbara D’Urso Avanti un altro TG5 - Meteo.it Striscia la Notizia - La voce dell’insolvenza. Condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio In questo mondo di ladri (Commedia, 2004) con Carlo Buccirosso, Valeria Marini. Regia di Carlo Vanzina. TGCom - Meteo.it (all’interno) Italia domanda Dibattito TG5 Notte - Meteo.it Striscia la Notizia - La voce dell’insolvenza. Condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio (Replica) Uomini e Donne (Replica) SPORT 19.10 Il club delle prime mogli Con Bette Midler SCP 19.20 Piccoli omicidi tra amici Con Kerry Fox SCU 19.20 Al momento giusto Con G. Panariello SCC 19.35 Stuart Little 2 Con Geena Davis SCF 21.00 La prima linea Con G. Mezzogiorno SCU 21.00 Super Nacho Con Jack Black SCC 21.00 Rio SCF 21.00 Amore estremo Con Jennifer Lopez SCP 21.00 Vulcano Los Angeles 1997 Con T. Lee Jones SCM 21.10 Habemus Papam Con Nanni Moretti SC1 21.10 The Untouchables - Gli intoccabili Con Sean Connery SCH 22.35 Gallo cedrone Con Carlo Verdone SCC 22.45 Le ombre rosse Con E. Fantastichini SCU 22.45 Save the last dance SCF Con Julia Stiles 22.50 I fiumi di porpora Con Jean Reno SCM 23.00 Non abbiate paura La vita di Giovanni Paolo II Con Thomas Kretschmann SC1 23.10 Amori e disastri Con Ben Stiller SCP 23.15 Glory Uomini di gloria Con M. Broderick SCH 0.25 Amen Con Ulrich Tukur SCU LEGENDA CN Cartoon Network D Discovery Chan. HD ES Eurosport HD DY Disney Channel F - FR Fox HD - Fox Retro 15.00 Salto con gli sci, Coppa del Mondo 2012/2013 Klingenthal: qualifiche HS 140 (Diretta) ES 16.45 Sci alpino, Mondiali 2013 Nation Team Event (Diretta) ES 18.00 Ski Pass (Diretta) ES 19.15 Snooker Welsh Open Giorno 2 (Differita) ES 20.00 v (Diretta) ES 20.00 UEFA Champions League Prepartita (D) SP1-3 20.45 Calcio, UEFA Champions League Ottavi di finale. Gara di andata Celtic Juventus (Diretta) SP1 20.45 Calcio, UEFA Champions League Ottavi di finale. Gara di andata Valencia PSG (Diretta) SP3 21.45 Rugby, Torneo Sei Nazioni 2013 1a giornata Italia Francia (Sintesi) SP2 22.45 UEFA Champions League Postpartita (D) SP1 23.30 (E’ sempre) Calciomercato (Diretta) SP1 0.15 Poker WPT Series 9 SP2 SC1 SCC SCF SCH SCM 17.40 18.30 19.20 21.10 23.30 1.30 14.00 14.45 15.30 16.35 16.50 18.55 19.35 20.30 21.10 0.20 0.25 20.05 Una mamma per amica “Marte e Venere” FL 20.10 Violetta DY 20.25 Strega per amore FR 21.00 Life Bites DY 21.00 Strega per amore FR 21.00 N.C.I.S. “Il canto del cigno” FC 21.00 Prima tv Private Practice “Festa di addio” FL 21.00 Prima tv C’era una volta “Il dottore” F 21.10 The Following “Episodio pilota” “Chapter Two” SKU DY 21.15 Jessie FR 21.30 Strega per amore 21.40 La mia babysitter DY è un vampiro NCK 21.45 ICarly 21.50 Prima tv New Girl “I nuovi vicini” F 21.55 N.C.I.S. “La piramide” FC 21.55 Prima tv Scandal “Spie come noi” FL 22.00 Strega per amore FR 22.05 Jessie DY 22.10 Big Time Rush NCK 20.40 Passepartout 21.15 Il matrimonio di Lorna (Drammatico, 2008) con Arta Dobroshi, Jérémie Renier. Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. 23.05 David Letterman Sho Rai Storia Cielo 20.20 Dixit Sport 22.20 Res Tore 23.15 Res Gestae Fatti 20.15 Fratelli in affari 21.10 Hell’s Kitchen - Il diavolo in cucina 23.15 Junior Masterchef Australia Canale disponibile anche in alta definizione FC Fox Crime HD FL Fox Life HD MGM Metro Goldwyn Mayer NCK Nickelodeon NGC National Geo.HD 16.45 12.55 Rai 5 RAGAZZI 22.00 HD 15.50 10.50 11.30 12.00 21.15 Overheard 1 (Azione, 2009) con Daniel Wu, Jinchu Zhang. Regia di Felix Chong, Alan Mak. 23.05 Tropa de Elite (Drammatico, 2007) con Wagner Moura. Regia di José Padilha. 20.00 Spongebob NCK 20.10 I Simpson F 20.20 Lo straordinario mondo di Gumball CN 20.30 Spongebob NCK 20.35 I Simpson F 20.40 Lo straordinario mondo di Gumball CN 21.00 I pinguini di Madagascar NCK 21.20 Leone il cane fifone CN 21.20 Kung Fu Panda NCK 22.35 Hero 108 CN 21.55 15.00 9.50 Rai 4 DOCUMENTARI 21.00 21.00 21.50 13.00 13.40 14.35 8.40 TELEFILM 20.00 20.05 20.30 20.35 20.55 Top Gear D Affari di famiglia THC Il boss della casa SKU Affari di famiglia THC Indagini ad alta quota NGC Acquari di famiglia D Affari al buio THC Affari di famiglia Louisiana THC Megastrutture giganti “Grattacielo” NGC Las Vegas Garage D 12.25 7.45 T. J. Hooker “Un amore sbagliato” Miami Vice “Gente fidata” Hunter “Doppia preda” con Fred Dryer Carabinieri 3 “Il quadro rubato” Ricette di famiglia TG4 - Meteo.it Un detective in corsia “Scambio di favori” La signora in giallo “L’uomo che non esisteva” TG4 - Meteo.it Lo sportello di Forum Rescue Special Operations “La proposta” My Life - Segreti e passioni Sfida a White Buffalo (Avventura, 1977) con Charles Bronson, Kim Novak. Regia di J. Lee Thompson. TGCom - Meteo.it (all’interno) TG4 - Meteo.it Tempesta d’amore Walker Texas Ranger “Amici per la pelle” L’avvocato del diavolo (Drammatico, 1997) con Keanu Reeves, Al Pacino. Regia di Taylor Hackford. I bellissimi di R4 Black Rain - Pioggia Sporca (Poliziesco, 1989) con Michael Douglas, Andy Garcia. Regia di Ridley Scott. TG4 Night News Meteo.it (all’interno) CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE SATELLITI FILM 10.35 Mediashopping Cartoni animati Everwood “Voglia di tornare a vivere” “Riflessi istintivi” con Treat Williams E.R. - Medici in prima linea “Missile all’opera” “Le cose cambiano in negativo” con Noah Wyle Studio Aperto Meteo.it Sport Mediaset I Simpson What’s my destiny Dragon Ball Le avventure di Lupin III White Collar “Un viaggio pericoloso” con Matthew Bomer Chuck “Chuck vs la prima lite” con Bonita Friedericy La vita secondo Jim “Bugie per amore” “L’uomo che sussurrava alle puledre” con James Belushi Studio Aperto Meteo.it C.S.I. “Conflitto a fuoco - prima parte” “Conflitto a fuoco seconda parte” con George Eads Wild - Oltrenatura. Condotto da Fiammetta Cicogna Speciale Champions League The Shield “Uno sguardo al passato” con Michael Chiklis Cinema 1 HD Cinema Comedy HD Cinema Family HD Cinema Hits HD Cinema Max HD SCP Cinema Passion HD SCU Cinema Cult HD SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD SKU Sky Uno HD THC The History Channel Rai Movie 21.15 Colpo d’occhio (Giallo, 2007) con Riccardo Scamarcio, Sergio Rubini. Regia di Sergio Rubini. 23.20 100 pallottole d’Argento 23.25 Mangiata viva (Horror, 2001) con Vincent Gallo, Béatrice Dalle. Regia di Claire Denis. Iris 21.05 Mulholland Drive (Fantastico, 2001) con Naomi Watts, Laura Harring. Regia di David Lynch. 23.35 La maschera di scimmia (Thriller, 2000) con Susie Porter, Kelly McGillis. Regia di Samantha Lang. 7.00 9.50 11.00 12.30 13.30 14.05 14.45 16.50 18.50 20.00 20.30 21.10 23.45 0.35 0.40 33 TGLa7 - Meteo Oroscopo - Traffico Informazione Omnibus. Condotto da Andrea Pancani e Alessandra Sardoni TG La7 (all’interno) Coffee Break. Condotto da Tiziana Panella con Enrico Vaime L’aria che tira. Condotto da Myrta Merlino I menù di Benedetta “Ospite il giornalista e conduttore televisivo Luca Telese” (Replica) TG La7 TG La7 Cronache. Condotto da Bianca Caterina Bizzarri Il Bounty (Avventura, 1984) con Mel Gibson, Anthony Hopkins, Laurence Olivier. Regia di Roger Donaldson. Il Commissario Cordier “Pretty doll” con Pierre Mondy I menù di Benedetta “Ospite l’attrice Sarah Felberbaum” TG La7 Otto e mezzo. Condotto da Lilli Gruber Speciale Atlantide “La scelta del Papa”. Condotto da Mario Tozzi Omnibus Notte. Condotto da Edgardo Gulotta e Flavia Fratello TG La7 Sport Prossima Fermata CLASS TV Class TV Msnbc (Canale 27 del digitale terrestre) 19.30 Punto e a Capo 20.40 Il TG della Convenienza 21.10 Film Crimini&Complotti Thursday (Thriller, 1998) con Thomas Jane. Regia di Skip Woods. 22.45 Law & Order Class Cnbc (Canale 507 di Sky) 19.00 19° Congresso Assiom Forex 19.30 Bond TV 21.10 Partita Doppia - Il vostro voto, i vostri soldi 22.00 Linea Mercati Notte Class Horse (Canale 221 di Sky) 20.30 Class Horse TG 20.45 Weekend Review 21.30 Carnevale Romano 2013 CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE Joi Steel Mya 19.35 Chuck “Chuck vs Morgan” “Chuck vs La tic tac” con Bonita Friedericy 21.15 Prima tv 2 Broke Girls “E le tentazioni della città” 21.40 Prima tv Are you there, Chelsea? “Non sbottare ti fa male” 22.10 Better with you 23.05 Fairly Legal 18.30 Squadra Antimafia 4 Palermo oggi “Seconda puntata” 20.25 Smallville “La donna del destino” con Tom Welling 21.15 Prima tv Revolution “Il treno” 22.00 The Pacific 23.55 Covert Affairs “Lo straniero” con Piper Perabo 19.25 E.R. - Medici in prima linea “Mai dire mai” “Il primo giorno di Susan” 21.15 Prima tv Gossip Girl “La sfilata dello scandalo” “Il ritratto di Lady Alexander” con Blake Lively 22.50 Nip/Tuck “Ricky Wells” 23.45 Army Wives “Verità e conseguenze” Premium Cinema Studio Universal Premium Calcio 21.15 Cado dalle nubi (Commedia, 2009) con Checco Zalone, Dino Abbrescia. Regia di Gennaro Nunziante. 23.05 Immaturi - Il viaggio (Commedia, 2012) con Raoul Bova, Ricky Memphis. Regia di Paolo Genovese. 20.40 Project Greenlight 21.15 Hollywoodland (Drammatico, 2006) con Adrien Brody, Diane Lane. Regia di Allen Coulter. 23.30 Affari sporchi (Poliziesco, 1990) con Richard Gere, Andy Garcia. Regia di Mike Figgis. 19.10 Magazine Champions League 19.45 Champions League Live 20.45 Calcio, UEFA Champions League 2012/2013 Ottavi di finale. Gara di andata Celtic - Juventus (Diretta) 22.40 Champions League Live 0.00 Sport Mediaset Tolto il -1 in classifica all’Empoli Tennis, doppio ko per Nadal Su Sky nasce Bike Channel Il Tnas ha annullato all’Empoli la penalizzazione di un punto inflitta al club toscano nell’ambito del processo sul calcioscommesse. L’Empoli aggancia così il Padova al quinto posto con 35 punti. Rafael Nadal è uscito sconfitto in due finali nel torneo Atp di Vina Del Mar: in doppio, insieme a Monaco, è stato battuto dagli azzurri Potito-Starace, mentre in singolare è andato ko contro Zeballos. A partire da domani, sul canale 237 di Sky, arriva Bike Channel, il primo canale dedicato a tutti gli appassionati di ciclismo. ::: Il pallone di Luciano Strama torna a sorridere Ma a giugno arriva Mazzarri ::: LUCIANO MOGGI Che tristezza vedere la politica che prende in prestito il Calcio per la pubblicità elettorale: TV, radio e carta stampata ad annunciare la presenza di Bersani a Torino per Juventus-Fiorentina assieme a Renzi, il suo amico di “adesso”. Passi per il SindacodiFirenze dasempretifoso dei viola e persona simpatica, ma Bersani che c’entrava (dicono a Torino)? Siccome il calcio è un mondo scaramantico, potrebbe averlo invitato lo stesso Renzi come porta fortuna: se così fosse, i tifosi viola toccheranno ferro qualora lo dovessero rivedere allo stadio.. Sotto pressione Dalle divagazioni al calcio giocato, agli anticipi della 5ª di ritorno, prima Juventus-Fiorentina, dopo Lazio-Napoli. Si diceva che in caso di vittoria della Juve il Napoli sarebbe andato in pressione giocando dopo e con la Lazio, così come il Napoli nella giornata precedente, giocando per primo, in caso di vittoria avrebbe potuto condizionare emotivamente i bianconeri. Noi avevamo enunciato la regola di come in matematica, cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambi, ma avevamo anche scritto «nel calcio però…». E avevamo ragione, la Juve incurante della vittoria del Napoli sul Catania ha schiacciato il Chievo più di quanto abbia detto il risultato, con la Fiorentina parlare poi di Juve superlativa è dire poco. Si narra di una Fiorentina presentatasi molle in campo, nessuno dice che ciò è dipeso dalla forza della Juve che ha raddoppiato e triplicato gli avversari in ogni parte del campo. Bianconeri incuranti e superiori anche ai dispetti di calendario che vengono fatti loro dalla Lega in materia di anticipi e posticipi, 3 partite in 7 giorni, quasi a voler togliere il respiro e la forza a chi di respiro e forza ne ha da vendere. Erano d’altra parte le stesse battaglie che si facevano al tempo della triade, Agnelli deve farsi sentire perché alla lunga le forze potrebbero venire meno. La squadra è già in Scozia dove stasera incontrerà il Celtic per la prima di Champions e sabato sarà all’Olimpico di Roma contro i giallorossi. Veniamo a Napoli-Lazio per dire appunto che il Napoli, al contrario della Juve, ha dimostrato di patire più del previsto la vittoria dei bianconeri nell’anticipo, forse emotività, sicuramente mancanza di quella autostima che genera solitamente la personalità, sta di fatto che il Napoli nella prima ora ha subito la pressione laziale. Quando poi Mazzarri si è deciso a far entrare un giocatore, Insigne, che sa saltare l’avversario e creare la superiorità, la squadra si è resa più pericolosa tanto da raggiungere il pareggio. A dimostrazione che non si può chiedere tutto a Cavani, anche lui ha bisogno di una spalla. L’autostima dovrebbe però aleggiare anche in panchina poichè l’impressione data è che si sia giocato a lungo più per non perdere che per vincere e per diventare grandi questa non è la strada giusta. Tra i migliori Campagnaro, autore del gol del pareggio, che a giugno emigrerà a Milano, sponda Inter, assieme all’allenatore Mazzarri. Sugli spalti campeggiava uno striscione dedicato a Carlo Iuliano, deceduto qualche giorno prima: era considerato “la storia del Napoli”, bravissimo dirigente al tempo dei due scudetti, della Coppa Italia, della Supercoppa italiana, della coppa Uefa, mancava il ricordo della nuova Società che pare non conoscere la propria storia. Beato Andreazzoli L’Inter battendo il Chievo, ha sopravanzato il Milan per la lotta al terzo posto: 43 punti contro i 44 della Lazio, mentre la squadra rossonera ha colto un buon punto nella trasferta di Cagliari, dimostrando però come sia difficile la convivenza di Balotelli con El Shaarawy e quanto possano mancare un difensore ed un centrocampista d’ordine. La classifica vede comunque il Milan in lotta per la Champions con merito, a dimostrazione del buon lavoro svolto da Allegri. Tonfo della Roma a Genova con la Sampdoria. Andreazzoli a Sky si dice contento della squadra che ha fatto quanto da lui richiesto, il nostro dubbio è che magari si sia dimenticato di dire qualcosa.. A domanda poi sul perché il rigore lo abbia calciato Osvaldo anziché Totti che è il rigorista, la risposta: «Non lo so». Beato lui! Intanto gli avversari della Roma augurano lunga vita a Baldini in primis e a Sabatini..! L’Udinese, battendo in casa il Torino, migliora la sua classifica, cosi come il Catania imbattuto sul campo di Bergamo. Buon pareggio del Genoa a Parma ma è lenta la risalità dei liguri. Il pareggio in Bologna-Siena migliora la classifica degli emiliani, non quella dei toscani che rimangono al penultimo posto, pareggiano Palermo e Pescara, va già bene agli isolani di non aver perduto in casa. Antonio Conte (43 anni) con Alessandro Matri (28). Il mister ha scelto lui per guidare l’attacco a Glasgow [LaP] CHAMPIONS LEAGUE Signora in kilt Euro-esordio per Conte: «Rispetto al Celtic, ma vogliamo la Coppa» Giovinco in panchina, Vucinic fa coppia con l’insostituibile Matri ::: FRANCESCO PERUGINI GLASGOW (SCO) Il cavaliere Antonio porta la sua Signora al ballo del debuttante. Ha dovuto aspettare sei mesi in più del previsto per vivere questo giorno Conte, ma alla fine è arrivata la sera della sua prima panchina europea. Difficile dire «torna la Champions League» parlando del tecnico della Juve che il girone eliminatorio lo ha vissuto da dietro un pannello di plexiglass, nascosto nelle tribune degli stadi più diversi d’Europa (Londra, Donetsk e Copenaghen). L’allenatore bianconero è finalmente pronto a scendere nello scontro alla testa dei suoi uomini e lo farà su un autentico campo di battaglia: il Celtic Park. Qui i cattolicissimi signori di Scozia hanno battuto persino il Barcellona, grazie a un babyWilliam Wallace: Tony Watt, il fenomeno arrivato al calcio professionistico grazie a un'inserzione su un quotidiano. In questo fortino i biancoverdi hanno costruito l'inatteso passaggio del turno ai danni di Benfica e Spartak Mosca, conquistando 7 dei loro 10 punti totali. Stesso ruolino della Juve (due vittorie e un pareggio allo “Stadium”), fortissima anche in trasferta: 12 punti e garanzia del ritorno degli ottavi a domicilio. «Ho già giocato qui con Parma e Juve, c’è un’atmosfera molto inglese e il loro pubblico li aiuterà molto», ricorda capitan Buffon. Ad accendere la sfida anche il piccolo sgarbo dei bianconeri, che hanno preso casa nell’impianto dei Rangers. Gi odiati protestanti, precipitati in terza divisione a causa di problemi finanziari. Ma fa parte del nuovo stile Juve, inaugurato in questa stagione e mostrato in tutta la propria forza con il video minaccioso che ha preceduto la partita con la Fiorentina: la Signo- IL TECNICO DEGLI SCOZZESI Lennon: «Non sottovalutateci» GLASGOW (SCO) Tutti danno il Celtic sfavorito, ma il tecnico degli scozzesi Neil Lennon crede al passaggio del turno: «Sarebbe un errore sottovalutarci, come fanno la stampa internazionale e persino quella scozzese. Questa è la gara più importante per il club negli ultimi 4-5 anni. Tutto può succedere in due sole partite, andata e ritorno. Certo che possiamo passare il turno». Ma la Juve resta favoriti: «Sono forti. C’è Matri in avanti in gran forma, Vidal e Marchisio in mezzo, e poi Pirlo, tra i più forti degli ultimi anni. La Juve si difende bene, è organizzata, consistente», le parole del tecnico. ra non va più in campo con la gonna delle grandi occasioni, ma con il kilt da battaglia. Per conquistare una terra mai vinta né dai Romani né dagli inglesi per secoli. «Non sottovaluteremo il Celtic, sono una squadra molto fisica e che segna molto su calcio piazzato», assicura il condottiero Conte, «non sono molte le squadre capaci di battere il Barcellona in casa e che hanno perso per un soffio al Camp Nou. La Champions è un sogno da accarezzare, partita per partita. Adesso il nostro sogno è di superare gli ottavi. Siamo un outsider ma non vogliamo neppure porci limiti. Di sicuro, otterremo quello che ci saremo meritati». Ci saranno anche Vucinic - nonostante il problema al ginocchio di sabato sera - e Asamoah, atterrato direttamente in Scozia dal Sudafrica. Per il ghanese solo panchina («pronto a Roma»), mentre il Celtic potrebbe puntare sul difensore nigeriano Ambrose, in arrivo solo stamattina dopo la vittoria della Coppa d’Africa. Da valutare le condizioni del centravanti Samaras, mentre ci sono pochi dubbi sulla presenza dall’altra parte di Alessandro Matri, l’uomo in più della Juve 2013. Sempre titolare nei primi quattro match di Champions, il bomber era stato accantonato per le sfide decisive contro Chelsea e Shakthar Donetsk. Trascinatore in campionato, l’attaccante ex Cagliari si ricandida ancora per il ruolo di “top player” europeo. O come uomo dei sogni. SPORT Martedì 12 febbraio 2013 35 @ commenta su www.liberoquotidiano.it il graffio Esonera tutti Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, fa sempre notizia. Ieri riguardo l’azionarato popolare ha dichiarato: «Sono contrario. Dubito che si trovino 500 mila azionisti, è solo demagogia». Mica scemo: se passa la proposta gli tocca addirittura chiedere il permesso per esonerare. LE 2 FACCE DEL MILAN L’irruenza di Balo e Silvio non rende tutti Allegri Il Cav: «Sul mister solo una battuta». Galliani: «Resta anche l’anno prossimo». Ma lui s’offende. E il Faraone soffre Mario ::: ALESSANDRO OLIVA La Samp lo multa Due giornate a Delio Rossi Troppo «vero» per la serie A Due giornate dalla Lega di serie A, la multa (che verrà devoluta in beneficenza all’ospedale Gaslini) dalla Sampdoria. Questa la punizione per Delio Rossi dopo il dito medio riservato a Nicolas Burdisso durante la sfida contro la Roma. Non sono bastate le scuse del tecnico, la mazzata (sacrosanta) è arrivata. Ma è peggio lui, che si fa prendere dalla trance agonistica (reagendo ad un insulto di Burdisso), oppure chi aizza i tifosi avversari, magari con un dito sulla bocca a zittirli? La Lega crede di si, noi non ne siamo così sicuri. Nel giorno in cui il Papa decide di andarsene, il Faraone si ritrova oscurato. Non che il suo allenatore se la passi meglio. Da quando è arrivato Mario Balotelli, Stephan El Shaarawy non segna più. E da quando è allenatore del Milan, Max Allegri sa che da un momento all’altro Silvio Berlusconi gli recapiterà una critica pubblica. L’ex genoano sta disputando una grande stagione, ha già segnato 15 gol. Ma da un mesetto a questa parte, El Shaarawy fa più fatica, l’impressione è che stia tirando un po’ il fiato. Ma da due partite a questa parte, da quando è arrivato Super Mario, si fa avanti il sospetto che il numero 92 soffra la presenza dell’ex interista, sia da un punto di vista della personalità, sia tecnico: El Shaarawy entra meno in area per evitare di pestare i piedi al compagno. Il timore è che si possa rivedere quanto successo l’anno scorso, quando Stephan soffrì un’altra presenza “ingombrante”come quella di Ibra. «Allegri sarà con noi anche il prossimo anno, Berlusconi ha «Stavo scherzando con uno vicino a me, che con tutte le persone che nominava io dicevo una frase in veneto, poi ha nominato Allegri e ho ripetuto quella frase. Poi i giornali come al solito...». E come al solito, Berlusconi si è lasciato scappare qualche parolina di troppo sul suo tecnico. La metafora più celebre resta quella del sarto rivolta a Zaccheroni: «Attenzione a che sarto dai la buona stoffa». La stoccata più diretta fu quella ad Ancelotti nel 2009: «Non abbiamo vinto lo scudetto? Colpa di AnceMassimiliano Allegri, lotti». Nessuno fu 45 anni, abbraccia il esente, nemmeno «Faraone» Stephan El Sacchi, che nel Shaarawy, 20 (18 gol 1997 sbottò: «Guai stagionali) [LaPresse] a considerarmi finito, sono una polveriera». Ma il machiamato me e lui per spiegare co- go delle riposte resta Liedholm: sa aveva detto». L’ultima battuta «Lui è molto bravo, ha allenato nel fascicolo “scambi di opinione l’Edilnord». Allegri per ora si è trintra Berlusconi e il suo tecnico” è di cerato dietro un «Spero di finire la Galliani. Ma Berlusconi già smen- stagione». Non male, come replitito quel «No el capisse un casso»: ca. Ma non è detto che basti. 15MILA EURO Inter multata per i cori razzisti a Supermario MILANO Dopo averlo tanto difeso, i tifosi dell’Inter passano al contrattacco con Mario Balotelli. Tanto che la società nerazzurra è stata multata dalla Lega per 15mila euro per avere «al 41° del primo tempo e al 42° del secondo tempo, indirizzato ad un calciatore di altra Società cori insultanti e costituenti espressione di discriminazione razziale», si legge nel comunicato. Ovviamente dispiaciuto per l’accaduto Massimo Moratti, che già prima della notizia della multa aveva commentato: «Sono dispiaciuto per quei cori e dico nel modo più assoluto che non devono ripetersi per il derby. Dallo stadio non capivo bene cosa dicessero ma mi hanno riferito che erano offensivi». Il presidente nerazzurro è poi tornato sulla gara di domenica contro il Chievo: «La vittoria è la risposta che mi aspettavo. Il rientro di Milito è importante, finché continuerà così non ci sarà bisogno di attaccanti. C’è stata una bella prestazione anche da parte di Cambiasso. Stankovic? È uno che ha ancora tanto da dare alla squadra». Sempre a proposito di tifosi, Moratti ha anche risposto allo striscione della curva nerazzurra («Società e squadra avanti con il progetto ma non mancateci di rispetto», questa la scritta): «Il discorso sul progetto mi sta bene, ma il resto davvero non lo capisco...», ha concluso il presidente dell’Inter. 36 Martedì 12 febbraio 2013 [CREMONA] [BERGAMO] I NUMERI DI IERI Boom di investitori orientali I violini sconfiggono la crisi ::: ::: ::: ::: MASSIMO DE ANGELIS a pagina 45 7 Furti d’auto 7 Furti a bordo auto 12 Borseggi 5 Rapine ::: ::: ::: ::: 2 Autovetture recuperate 9 Furti appartamenti e negozi 0 Scippi 14 Arresti Rapina in villa con terrore Coniugi minacciati di morte SERVIZIO a pagina 45 Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]; Pubblicità: SYSTEM24, via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI); Tel. 02.3022 1/3837/3820 - Fax 02.30223214 Emergenza internazionale Milano insicura: solo Pisapia fa finta di niente Dopo gli Usa, anche Germania e Austria lanciano l’allarme sicurezza. Il centrodestra: «È un fallimento totale» Il tema della sicurezza torna al tà, torna ad essere l’argomento su cui trodestra, ha infatti annunciato che ::: Dillo a Maroni centro dello scontro per le elezioni re- Roberto Maroni punta per dare scac- «tra un paio di giorni», si terrà una Sotto accusa gionali. E, dopo l’allarme sulle condi- co a Umberto Ambrosoli. Ieri il segre- conferenza stampa sul tema sicurezza zioni di Milano, lanciato nei giorni tario della Lega Nord e candidato alla assieme al Pdl. Più sostegni DINO BONDAVALLI a pagina 39 scorsi dal consolato americano in cit- presidenza della Regione per il cenGIULIANO FACCIA TOSTA alle strutture NEGA ANCHE L’EVIDENZA LA GIUNTA ROSSA: SI È ROTTO. L’OPPOSIZIONE: VERGOGNA turistiche ::: RENATO BESANA A stupire è soprattutto la faccia tosta (per non dire di peggio). La giunta arancione ha risposto con un’alzata di spalle alla denuncia del console statunitense, Kyle R. Scott, che con una lettera ha messo in guardia i suoi concittadini residenti a Milano: la città, ha scritto, non è sicura. L’identico giudizio è condiviso dai ministri degli affari esteri di Germania e Austria, che l’hanno messo in evidenza sul proprio sito internet. Pisapia s’è detto amareggiato, la sinistra e i suoi giornali minimizzano, tirando in ballo New York, Chicago e Los Angeles. I reati gravi, protestano, sono diminuiti, anche se sono costretti ad ammettere il consistente aumento di scippi, rapine e furti, soprattutto nelle case. La colpa, però, sarebbe secondo loro da attribuire alla crisi economica, non alla disastrosa gestione della sicurezza. In altre parole, chi ruba lo fa per bisogno e va quindi compreso e assistito, mentre la destra forcaiola pretenderebbe che fosse assicurato alle patrie galere. Nel mondo frequentato dal signor sindaco, giungono attutiti gli echi di quel che quotidianamente accade fuori dai salotti eleganti. Del tutto inascoltate sono perfino le rimostranze d’un consigliere comunale del Pd, Marco Cormio, che lamenta i ripetuti furti in zona Mecenate, dovuti secondo lui anche alla massiccia presenza di insediamenti rom. La sinistra di governo somiglia a due delle tre celeberrime scimmiette, quella che non vede e quella che non sente, di certo non alla terza, che non parla. Come mai accada è presto detto: il pregiudizio ideologico si è sovrapposto alla realtà, negandola. La questione della sicurezza è stata derubricata a «ossessione securitaria»; le pattuglie miste di militari e poliziotti sono state ritenute inutili se non pericolose (un parroco progressista di via Padova era arrivato a sostenere che impaurivano i bambini); la polizia locale si è vista sottrarre i compiti di ordine pubblico. I risultati sono conseguenti alle premesse: ce ne siano accorti anche se nessuno ci ha scritto per avvertirci. Onorevole Maroni, se diventerà governatore lombardo cosa farà per dare sviluppo ai settori della cultura e del turismo? Per noi che lavoriamo con le bellezze lombarde è essenziale valorizzare il territorio. Nel 2015 poi ci sarà l’Expo: un’occasione da non perdere. VALENTINO ROGNONI e.mail Gentile Valentino, mi fa piacere rispondere alla sua domanda, perché non dobbiamo mai scordarci che la nostra Lombardia è soprattutto bella. Vantiamo un patrimonio culturale, monumentale, museale, archeologico, ambientale e paesaggistico unico in Europa. Il (...) segue a pagina 41 . Il totem dei marò in un sottoscala ::: MICHELA RAVALICO Buttato in un angolo buio e sporco di un sottoscala di Palazzo Marino. Ecco che fine ha fatto il totem dei marò, che dovrebbe servire a ricordare la sorte infausta dei due soldati italiani detenuti illegalmente in India. Il caso è arrivato in consiglio comunale ieri, ed è stato Marco Osnato, del gruppo Fratelli d’Italia, a denunciarlo. «Non solo il consiglio comunale (...) IL CARDINAL SCOLA: ATTO DI UMILTÀ LA CORSA AL PIRELLONE «L’addio del Santo Padre ci riempie di domande» Il carrozzone di Umberto dalla Borletti a Ingroia di FABIO RUBINI ::: ADOLFO VALLA Anche in Lombardia le dimissioni di Papa Benedetto XVI hanno suscitato vive reazioni. La prima in ordine di importanza è stata quella del cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. (...) segue a pagina 38 segue a pagina 43 La Lega: troppi disagi lontano dal centro Neve senza tregua: strade nel caos in periferia Alla fine «Big Snow» non si è lasciata attendere e, dalle 6 della scorsa notte, la perturbazione atlantica è arrivata sulla regione iniziando a ricoprire di fiocchi bianchi Milano e gran parte della Lombardia. Gli esperti dicono che «Big Snow» sarà la più grande e intensa nevicata di tutto l’inverno, durerà 24 ore durante le quali sono previsti su Milano fino a 20 - 25 centimetri di neve. I fiocchi cadono fitti spinti anche dal forte vento che da alcuni giorni sof- fia impietoso sulla Lombardia creando problemi al trasporto. Palazzo Marino ha raccomandato ai cittadini, fin dal primo pomeriggio di ieri, di preferire i mezzi pubblici e di usare l’auto solo in caso di necessità e ha invitato a segnalare casi di donne e uomini che ancora non hanno un ricovero. Ma forse non basta. «Qualcuno dica a Pisapia che nevica» ha scritto Matteo Salvini, segretario della Lega Lombarda sul suo profilo Facebook. «Ci sono alcune strade e tantissimi marciapiedi dove servono le ciaspole, le slitte o gli sci da fondo». Inutili i 180 mezzi Amsa entrati in funzione fin dalla notte scorsa per la salatura e la lamatura delle strade. La neve porta voglia di partire. Secondo la metà delle agenzie di viaggio milanesi, sentite dalla Camera di commercio di Milano, la scelta preferita per le vacanze di Carnevale sarà infatti la settimana bianca. MARIANNA BAROLI a pagina 43 Anche Antonio Ingroia è salito sul carrozzone di Umberto Ambrosoli. Adesso la sinistra estrema che appoggia il candidato finto-civico appoggiato dal Pd, è al gran completo. a pagina 41 38 CRONACA Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Deficit a Palazzo Marino LA DENUNCIA Buco da 350 milioni Giuliano prende tempo ma alzerà le tasse Il totem dei marò nel sottoscala «Vergogna» ::: segue dalla prima MICHELA RAVALICO . Il primo cittadino spera: deroga ai conti con il nuovo governo Dopo le elezioni, stangata in arrivo con il successore di Tabacci ::: MICHELA RAVALICO Prende tempo il sindaco Giuliano Pisapia sui conti del Comune di Milano. Nasconde la testa sotto la sabbia anche sulla questione tasse. All’appello per il 2013 mancano almeno 350 milioni di euro, ma il primo cittadino che dopo le dimissioni di Tabacci riveste ad interim l’assessorato al bilancio - non dice come e dove taglierà la spesa corrente per far quadrare la partita. Non dice né se aumenterà le tasse, né come eliminerà gli sprechi. Parla di «sobrietà, tagli agli sprechi e lotta all’evasione»», ma senza dire come realizzerà i tre obiettivi. Su un punto, invece, è molto chiaro: Pisapia affida il futuro di Milano e l’equilibrio dei conti alla vittoria della sinistra alle politiche, in modo da poter chiedere a un governo Bersani la deroga al patto di stabilità oltre alla nomina di un sottosegretario dedicato a Expo. LE POLEMICHE «La spesa corrente del Comune di Milano è di 2,6 miliardi di euro denuncia il capogruppo Pdl Carlo Masseroli - non è chiaro dove si comincia con i tagli. Aumenteranno ancora le tasse ai cittadini? Io credo vadano ridotte, ma mi pare che il sindaco non abbia le idee molto chiare». Masseroli polemizza anche su Atm: «Il sindaco si vanta del boom di abbonati da quando due anni fa è stato au- ::: NUMERI DISAVANZO Il Comune di Milano per il 2013 è a caccia di una somma che oscilla tra i 350 e i 370 milioni di euro. Sono i soldi che dovranno essere investiti per completare le opere Expo. Senza deroga al patto di stabilità da parte del governo, il Comune di Milano ha solo tre possibilità: tagliare i servizi, alzare le tasse o vendere le partecipate. GIOIELLI DI FAMIGLIA Come già fatto in passato, quando l’ex assessore al bilancio Bruno Tabacci ordinò la vendita del 30% di Sea per chiudere il bilancio 2011, anche quest’anno il Comune potrebbe mettere mano alle partecipate per far tornare i conti. A disposizione del Comune c’è la quota del 14% di Serravalle, il cui valore è di circa 140 milioni di euro. Il 54% di Sea rimasto al Comune può valere almeno 500 milioni di euro IMPOSTE Altra strada, meno popolare, per non tagliare i servizi è l’aumento di tasse e imposte: Irpef, Imu, Tarsu, Cosap e aumento delle tariffe. IN FUGA VERSO ROMA Bruno Tabacci ha restituito le deleghe di assessore al Bilancio di Milano per correre alle prossime elezioni politiche come leader del neonato «Centro democratico», alleato di Pd e Sel. Il sindaco Giuliano Pisapia, dopo le elezioni, nominerà dunque il suo successore: sul tavolo, c’è ancora la richiesta di una deroga al patto di stabilità per gli invstimenti di Expo. [Fotogrammi] mentato il prezzo del biglietto ma non quello degli abbonamento ricorda il consigliere - peccato che gli abbonati portino nelle casse di Atm 20 milioni di euro, mentre il Comune versa ogni anno all’azienda dei trasporti milanese 700 milioni come da contratto di servizio». Per Riccardo De Corato, invece, uno dei punti chiave è come vengono spesi i soldi. «L’anno scorso con l’Imu sono entrate nelle casse del Comune 700 milioni di euro, dove sono finiti questi soldi?». Poi l’ex assessore alla sicurezza ricorda il flop della quotazione in Borsa di Sea, e domanda: «Non torneremo a parlarne quest’anno?». REVISORI DEI CONTI Sempre ieri è stata ratificata ieri dal consiglio comunale la nomina dei nuovi revisori dei conti del Comune. Si tratta di Mario Antonio Guallini, Maurizio Quaranta, Elisabetta Migliorati, e avranno il compito di verificare il bilancio del Comune di Milano. I tre professionisti, come ha stabilito una nuova norma nazionale approvata dal governo Monti nel 2011, sono di nomina prefettizia e sono stati scelti con un’estrazione a sorte tra un elenco di revisori dei conti. Sul caso c’è stata polemica in consiglio comunale. La Lega, per voce di Luca Lepore, denuncia: «Sicuramente il meccanismo del sorteggio è fragile, in quanto non disciplina la reale professionalità e capacità tra i proponenti, ma almeno un principio lo sancisce: è finito il periodo dell’ingerenza da parte della politica anche nel controllo dell’attività che essa stessa svolge». Per il capogruppo del Pd, Carmela Rozza, «non è accettabile che per controllare il bilancio di una amministrazione come quella di Milano ci si affidi all’estrazione a sorte fra commercialisti che hanno avuto in precedenza esperienze in comuni al di sopra di 15mila abitanti. Chi ci garantisce che siano in grado di affrontare i bilanci di un Comune molto più grande?». (...) di Milano non ha voluto fare uno striscione fisso e ben più visibile del totem per denunciare lo scandalo dei due marò, come invece hanno fatto altre istituzioni - ricorda Osnato - ma quel che è più grave è che ora quel totem sia stato buttato in un sottoscala, a deperire». Immediata la risposta del presidente dell’aula, Basilio Rizzo: «Il totem è lì temporaneamente, perché è stato danneggiato, e andava aggiustato - si giustifica Rizzo -poi sarà rimesso al suo posto». Osnato, però, non si ritiene soddisfatto della risposta e con lui neppure tutti coloro che sono solidali con i soldati Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. «Sono almeno due settimane che lo vedo lì buttato, quanto tempo ci vuole ad aggiustarlo?» rincara Osnato. Era il 15 marzo 2012 quando il totem a favore dei due marò arrestati in India è stato esposto fuori da Palazzo Marino con la scritta «Riconsegnate Massimiliano Latorre e Salvatore Girone allo Stato italiano». Centro destra e centro sinistra, in Comune, si sono scontrati per la testimonianza a favore dei due soldati. Alla fine fu trovato il compromesso, firmato Scavuzzo (Lista civica per Pisapia), di un totem da esporre dal mattino alla sera al posto di uno striscione permanente. Dopo l’attacco dell’avvocato arancione Giostrai dell’Idroscalo in rivolta: «Siamo noi il parco dei milanesi» ::: ALVISE LOSI Alcune notizie hanno vita di un giorno. Altre invece prima scompaiono e poi riappaiono. È il caso delle dichiarazioni del sindaco riguardo alla possibilità di creare a Milano un nuovo luna park. Da subito quella di Giuliano Pisapia era parsa un’uscita poco convincente. Ma alcune parole in particolare hanno fatto storcere il naso a qualcuno. «È vero che ce n’è uno all’Idroscalo», aveva detto il primo cittadino, «ma non è a Milano e in ogni caso con tutti i lati positivi che ha soprattutto d’estate, non è un bellissimo luna park». Insomma, non solo il (potenziale) danno economico per i proprietari della struttura di Segrate, ma anche la beffa di non vedere riconosciuto il proprio lavoro. Un’affermazione che non poteva lasciare indifferenti i gestori. «Non sono d’accordo con Pisapia», afferma Riccardo Trebino, direttore del luna park. «L’EuroPark Idroscalo è il parco divertimento dei milanesi e quindi sentirsi dire che siamo un parco non di Milano mi ha lasciato fortemente amareggiato. Anche in virtù del fatto che da circa dieci anni la nuova gestione ha cambiato volto al parco. Con notevoli investimenti e una riqualificazione importante, creando nuovi posti di lavoro». Un’inversione di rotta che forse il primo cittadino non conosce e che include anche attività dedicate ai meno fortunati. «Vorrei sottolineare che organizziamo insieme alla Divisione infantile neurologica dell’associazione Carlo Besta una giornata a sostegno dei bambini afflitti da gravi malattie neurologiche», precisa Trebino. «Colgo l’occasione per invitare il sindaco Pisapia con una delegazione di bambini all’Europark Idroscalo a passare con noi una giornata per vedere di perso- La ruota panoramica dell’Europark Idroscalo [Fotogramma] na il nostro luna park». Prima di parlare Pisapia farebbe bene a informarsi. Certo, quella del nuovo parco dei divertimenti era solo un’idea, non ancora un progetto definito. Ma il sindaco è riuscito comun- que a suscitare una piccola polemica, che però si potrebbe chiudere con giornata di giochi grazie all’invito che il parco ha voluto inviare tramite il nostro giornale. E che di certo Pisapia vorrà accettare. CRONACA Martedì 12 febbraio 2013 39 @ commenta su www.liberoquotidiano.it L’allarme criminalità Milano insicura, ma Pisapia fa finta di niente Dopo gli Usa, anche Austria e Germania la inseriscono tra le città più pericolose. Lega e Pdl: «Il sindaco ha fallito» ::: DINO BONDAVALLI Le associazioni Il tema della sicurezza torna al centro dello scontro per le I comitati di quartiere elezioni regionali. E, dopo l’allarme sulle condizioni di Milano, sul piede di guerra lanciato nei giorni scorsi dal con Al sindaco solato americano in città, torna «Siamo dimenticati» ad essere l’argomento su cui Roimputiamo una “ berto Maroni punta per dare scacco a Umberto Ambrosoli. Dopo aver sottolineato domenica su Twitter che «la Milano di Pisapia spaventa anche gli americani: troppi crimini», ieri il segretario della Lega Nord e candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra, ha infatti annunciato che «tra un paio di giorni», si terrà una conferenza stampa sul tema sicurezza assieme al Pdl. Un segnale che, nonostante i tentativi del sindaco Pisapia di smorzare la preoccupazione tra i cittadini, con la richiesta di spiegazioni al console americano a Milano, Kyle R. Scott, l’argomento rimarrà centrale da qui alla fine della campagna elettorale, che lunedì prossimo avrà uno dei propri momenti clou con l’iniziativa congiunta che vedrà Silvio Berlusconi presente in città insieme a Maroni. Poco importano, quindi, gli sforzi fatti dal primo cittadino milanese per spegnere l’allarme lanciato dal consolato a stelle e strisce nei giorni scorsi, quando con una lettera aveva messo in guardia i cittadini americani residenti in città rispetto al fatto che «le autorità milanesi hanno recentemente notato un significativo aumento del crimine nelle aree a Ovest di corso Venezia attraverso parco Sempione fino a via Domenichino», area che «include la residenza di molti impiegati del consolato e cittadini Usa». Anche perché a confermare che la situazione è critica sono pure i ministeri Esteri di Germania e Austria. Da parte dell’Auswärtige Amt, il ministero degli Esteri della Repubblica federale tedesca, la preoccupazione più grande riguarda le principali stazioni ferroviarie milanesi. Sul sito internet del ministero, queste sono infatti inserite dallo scorso ottobre nella poco invidiabile lista dei luoghi ad altro rischio di furto, scippo o rapina, al pari della «linea ferroviaria che collega l’aeroporto di Fiumicino alla capitale» e alle linee di autobus in partenza e in arrivo «alla stazione Centrale di Napoli». A preoccupare l’Aussenministerium (Ministero degli Esteri) austriaco, che usa sempre il web per allertare i propri concittadini, è invece «l’incremento dei casi di frode registrato recentemente nel Nord Italia, a Milano e Torino». L’allerta riguarda infatti episodi nei quali a cittadini stranieri, attratti con la prospettiva di fare un buon investimento immobiliare a Milano, viene chiesta una cospicua caparra, la quale si volatilizza prima che l’affare vada in porto. Una serie di allarmi che, sommati a quello del consolato americano, aiutano a capire perché la Milano arancione venga considerata una città particolarmente pericolosa. Ma anche perché una città che politica lassista e una sensazione di impunità le cui conseguenze sono evidenti MORELLI (LEGA) La percezione oltre confine della città di Milano è quella di una città allo sbando, insicura, pericolosa per chi viene in Lombardia sia per turismo sia per lavoro LA RUSSA (F. D’ITALIA) . «due anni fa il New York Times metteva tra le prime cinque città al mondo da visitare» ricorda Marco Osnato, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che ieri ha portato la questione anche in consiglio comunale, «dopo due anni di giunta Pisapia è diventata un luogo in cui gli americani han- no paura ad uscire di casa». Come ha sottolineano ieri l’ex assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, candidato alle elezioni regionali con Fratelli d’Italia, «la percezione oltre confine di Milano è quella di una città allo sbando, insicura, pericolosa per chi viene in Lombardia sia per turismo sia per lavoro». Una situazione per la quale «a Pisapia non si possono imputare i singoli casi» ammette Alessandro Morelli, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, «ma una politica lassista e una sensazione di impunità le cui conseguenze sono evidenti». Che la Milano arancione stesse scivolando lungo la pericolosa china della perdita di sicurezza, loro lo denunciano da diversi mesi. Sarà per questo che ora, di fronte alla reazione del sindaco Pisapia, più preoccupato di difendere l’immagine della sua amministrazione che di garantire ai milanesi quegli interventi per migliorare la situazione che loro invocano a gran voce, si dicono pronti a dare battaglia. Quella condizione di pericolo denunciata dal consolato americano e dai ministeri Esteri di Germania e Austria, i commercianti e i cittadini milanesi la sperimentano infatti quotidianamente sulla propria pelle. «E adesso, visto che le persone sono impaurite per ciò che accade su corso Buenos Aires e nelle strade limitrofe», spiega Gabriel Meghnagi, presidente di AscoBaires, «ci stiamo preparando a costituire un nuovo comitato di cittadini per chiedere il ripristino delle pattuglie di militari, la cui presenza aveva contribuito in maniera significativa a migliorare la situazione in città». Ma di fronte all’incremento di un certo tipo di reati a Milano, dove nel 2012 secondo i dati della prefettura - si è registrato in media un furto in negozio ogni 20 minuti, i commercianti sono pronti a fare appello a qualsiasi risorsa. «Purtroppo il pomeriggio e la sera anche in pieno cento ci sono vie poco illuminate nelle quali, con la chiusura dei negozi, c’è un humus micidiale per chi delinque», spiega Alessandro Prisco, presidente di AscoDuomo e capolista della formazione Tremonti 3L alle elezioni regionali. «Capisco che alla polizia manchino anche i soldi per mettere la benzina nelle auto», ragiona Prisco. «Ma i vigili possono muoversi anche in bicicletta, per cui intanto si potrebbe mandare la polizia municipale in giro a presidiare il centro per poter avere un effetto di deterrenza». D. BON. Le politiche del centrosinistra Addio ai militari e flop dei ghisa di quartiere: due anni di insuccessi ::: SALVATORE GARZILLO «Milano non è Beirut», disse Pisapia un po’ di tempo fa. «Milano è una città insicura», dice oggi Kyle R. Scott, il console degli Stati Uniti. La verità, come sempre, sta nel mezzo, e per comprenderla basta leggere i dati. Sono sufficienti quelli diffusi dalla Questura nel dicembre scorso: con 273.465 reati denunciati si segna un calo del 7% rispetto al 2011, ma sono in aumento le violenze sessuali (+1%), la detenzione e lo spaccio di stupefacenti (+4%), i reati di usura (+83%), gli scippi (+15%), i furti con destrezza (+0,5%), le rapine in abitazioni (+40%) e negli esercizi commerciali (+23%). A questi vanno poi aggiunti i casi eclatanti, gli omicidi, alcuni dei quali ancora senza un colpevole. È il caso di Massimiliano Spelta e della moglie sudamericana, uccisi a colpi di pistola l’11 settembre scorso in via Muratori, in piena Porta Romana. Oppure il broker assicurativo di 69 anni Diego Preda, ammazzato come un cane con un colpo di pistola alla nuca mentre tornava a casa dalla moglie; era il 21 novembre e, al momento, non solo ::: GLI ERRORI SOLDATI Nel 2011 appena insediato come sindaco di Milano, Giuliano Pisapia decide di abolire i 350 uomidi dell’esercito predisposti alla sicurezza di 34 punti caldi della città. VIGILI Al posto dei militari per strada, il sindaco decide di riconfigurare alcuni agenti della polizia locale trasformandoli in vigili di quartiere atti al controllo della sicurezza ma privi di capacità di azione. NOMADI Un punto caldo della politica arancione riguarda i rom e lo sgombero dei campi abusivi. La giunta arancione sceglie un approccio buonista della situazione con inviti ad allontanarsi invece che veri e propri sgomberi. NEGAZIONISMO Nonostante furti, aggressioni e omicidi in aumento in città la giunta continua a riferire che Milano è una città sicura. non c’è un responsabile ma neppure una pista. E l’elenco potrebbe continuare con l’omicidio irrisolto di Ivano Casetto, il cui corpo è stato abbandonato in strada il 10 dicembre passato. Numeri, dati e date aiutano a ricostruire un periodo politico segnato più dalle tinte noir che dall’arancione del popolo di Pisapia. Lo stesso popolo, soprattutto quello strettamente politico, che segnala uno studio pubblicato dal Corriere della Sera sui dati dei dipartimenti di polizia di New York, Chicago, Washington e Los Angeles, nel quale emerge che queste città hanno un tasso di criminalità più alto di Milano. E vorremmo vedere. Esclusa la capitale degli Usa (con popolazione inferiore e dimensione simile), il paragone non è solo fuori luogo, è ridicolo. Milano non arriva a un milione e mezzo di abitanti sparsi su 181 chilometri quadrati, mentre New York supera gli 8 milioni (su 784 km), Los Angeles i 3 milioni e 800mila (su 1.200 km), Chicago i 2 milioni e 700mila (su oltre 600 km). Se Milano avesse gli stessi numeri criminali di queste città ci sarebbe da scappare. Altro che Scampia dei tempi d’oro. La colpa di questa situazione, l’opposizione ne è convinta, è del buonismo di un sindaco capace di rassicurare anche nel maggio scorso, quando si registrò una media di 26 violenze sessuali in 30 giorni, molte delle quali ai danni di ragazzine palpeggiate in metropolitana in pieno giorno. Colpa anche di una visione “pacifista” che ha avuto l’effetto opposto a quello sperato. Ci riferiamo alla scelta di eliminare nel 2011 i 350 uomini preposti alla sicurezza di 34 punti caldi della città, dei militari, della riconfigurazione degli agenti della polizia locale, a cui è stato ordinato di “invitare” i rom ad allontanarsi dai campi invece che sgomberarli. Proprio i rom, cavallo di battaglia della giunta rinnovatrice e aperta al dialogo, sono diventati il tallone d’Achille. I milanesi sono stanchi della gestione così remissiva del fenomeno, che invece di «includere i nomadi nel tessuto sociale della città» si trasforma in un’incapacità di punire e far rispettare le leggi. Dunque, Milano non sarà Beirut, ma di sicuro non è neppure la Svizzera. 40 Martedì 12 febbraio 2013 CRONACA Martedì 12 febbraio 2013 41 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Si allarga l’accozzaglia della sinistra DILLO A MARONI Da lady Borletti a Ingroia L’armata rossa di re Umberto Più sostegni alle strutture turistiche ::: segue dalla prima Il magistrato con i montiani ribelli: voto Ambrosoli. Maroni: vinco lo stesso ::: FABIO RUBINI Venghino signori venghino, sul carrozzone di Umberto Ambrosoli c’è posto per tutti. L’ultimo arrivato nell’allegra accozzaglia finto-civica è Antonio Ingroia con tanto di compagni al seguito. In tour a Milano per la campagna elettorale anche l’ex magistrato ha voluto portare il suo contributo al voto disgiunto pro-Ambrosoli: «In Lombardia da tempo c’è stato un percorso di confronto per cui sostieniamo pienamente Ambrosoli che rappresenta quella società civile che noi vogliamo e sosteniamo dentro a Rivoluzione Civile». Ingroia ha poi attaccato Maroni che «Porta avanti una politica di destra, lontana dai cittadini e dai lavoratori, è alleato di Berlusconi che ha determinato tutti questi disastri per l’Italia e la Lombardia stessa». Tutti contro Maroni e il centrodestra, dunque, e naturalmente il finto-civico Ambrosoli annuisce contento per l’ultimo tassello della sua squadra. Resta da capire, però, come farà l’ex monarchico a far andare d’accordo le ormai infinite sfaccettature della sua coalizione che va dalle varie anime presenti nel Pd ai montiani ribelli dei salotti milanesi (la Borletti Buitoni); dai cattolici (Marcora e Ombretta Fumagalli Carulli) ai comunisti più estremisti. Già, perché nella “Rivoluzione Civica” di Ingroia sono candidati moderati del calibro di Oliviero Diliberto (quello del caso Ocalan) attualmente segretario dei Comunisti Italiani) e di Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista. Come faranno a dialogare coi moderati non lo sa nessuno e, temiamo, nemmeno Ambrosoli, che per il momento si limita a raccattare il raccattabile pur di battere lo spauracchio rappresentato dall’alleanza Lega-Pdl. La nuova strana alleanza è stata commentata anche da Bobo Maroni: «In lizza siamo io ed Ambrosoli. Io rappresento ciò che di buono è stato fatto nella sanità, buoni scuola, costi. Dall’altro, abbiamo un candidato sostenuto il graffio Farinetti strategy Il papà della catena Eataly Natale Farinetti detto Oscar sul Corriere di ieri ha spiegato di avere paura della secessione e che «se vince Maroni a Milano al posto di Eataly mi vien voglia di aprire un grande kebab». Non si capisce come uno che si è posto a difensore del cibo “a chilometro zero” rilanciando le tradizioni italiane possa fare così repentinamente dietro front per una semplice questione politica. A meno che il Farinetti, viste le difficoltà che la sua catena sta attraversando a Roma, Torino, Tokyo (non a New York) non abbia trovato un’ottima exit strategy per evitare di realizzare Eataly a Milano... da Ingroia, Sel, sinistra radicale. Se uno è un moderato che vota Monti poi non può scegliere chi è sostenuto dalla sinistra. Penso che il voto disgiunto mi possa favorire. Chi vincerà? Maroni». Più duro il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini: «Aumenta di volume l’armata brancaleone che va dalle contesse ra- dical-chic ai rottami del comunismo, dai banchieri agli ex magistrati. È piuttosto evidente quale sia il minimo comune denominatore: hanno tutti paura del voto dei cittadini lombardi e del crescente consenso che stanno avendo le proposte serie e concrete di Roberto Maroni». In serata sull’argomento è in- tervenuto anche Gabriele Albertini: «Quanto già era abbondantemente previsto ora si è palesato: anche l’eroe giustizialista Antonio Ingroia ha fatto giungere le sue parole di pieno appoggio ad Ambrosoli. Giusto a favore di chi si ostina ancora oggi a definire civica la candidatura dell’Avvocato». (...) nostro territorio narra pagine di storia e di ambiente che ne fanno la prima regione italiana per numero di siti internazionali riconosciuti dall’Unesco (9 su 45). Noi valorizzeremo questa ricchezza per chi in Lombardia ci vive e per chi viene a trovarci, affiancando i Comuni nelle opere di riqualificazione delle strutture e in quelle di conservazione e restauro. Predisporremo percorsi culturali per far conoscere la Lombardia, pubblicizzandoli a livello territoriale ma soprattutto a livello turistico, in maniera da poter trarre ulteriori fondi, da destinare interamente alle attività culturali. Un impegno che si lega a doppio filo con Expo. La rete che abbiamo studiato, ci consentirà di accogliere nel migliore dei modi le oltre 20 milioni di persone (delle quali il 30% provenienti dall’estero) che visiteranno la Lombardia per l’esposizione di Milano 2015. Un’occasione – lei ha detto bene – che non abbiamo alcuna intenzione di perdere. ROBERTO MARONI [email protected] La campagna del centrodestra Mantovani: «Con Carroccio e Pdl nessuna secessione» «Bersani si rassereni: in Lombardia non c’è stata e non ci sarà nessuna deriva. Roberto Maroni infatti è stato Ministro della Repubblica che ha sempre operato per il bene dell’Italia intera, come da tutti ampiamente riconosciuto». Parole di Mario Mantovani, coordinatore regionale del Pdl, che risponde alle critiche piovute in questi giorni da parte di alcuni esponenti del centrosinistra (da ieri Bersani èin Lombardiapersostenere Ambrosoli,oggi arriva Renzi). «Qui il Pdl avrà la forza necessaria per affiancare la Lega e così sostenere non solo una Regione certamente rispettosa dell’unità nazionale, ma anche capace di rivendicare, con determinazione, la propria autonomia di governo, come sancito dalla Costituzione. Questo - conclude Mantovani per rispondere con efficacia e concretezza alle attese delle imprese e delle famiglie». Parole di apprezzamento per la campagna del Pdl sono arrivate anche dal leader della Lega Roberto Maroni: «certo che sono soddisfatto della campagna» ha detto il candidato presidente, ricordando poi la grande manifestazione comune del 18 febbraio, quando a Milano ci sarà Silvio Berlusconi. Mentre tra un paio di giorni Lega e Pdl faranno una conferenza congiunta per annunciare i programmi sulla sicurezza. Oggi alle 15 intanto l’assessore alla sanità uscente Mario Melazzini, sarà protagonista di una conferenza insieme a Maroni e Matteo Salvini per presentare il pro- gramma della coalizione di centrodestra sulla sanità: «che da buona diventerà ottima». Spiega Salvini: «La Lombardia è simbolo di eccellenza nel campo della sanità. Vogliamo continuare a giocare su questo campo con un ruolo da protagonista. Questa sfida - conclude Salvini - si potrà vincere solo migliorando l’efficenza del sistema grazie alla sua semplificazione e integrazione». Melazzini, dal canto suo, va all’attacco del governo centrale «che con i suoi tagli lineari ci penalizza. Ma con quanto abbiamo pianificato in un’ottica di razionalizzazione e di riorganizzazione, nessuna prestazione né servizio verrà a mancare». F. RUB. 42 Martedì 12 febbraio 2013 LOMBARDIA Martedì 12 febbraio 2013 43 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Caduti venti centimetri IL CARDINALE SCOLA Neve senza tregua e strade nel caos Comune sotto accusa «Il Papa lascia per il bene della Chiesa» ::: segue dalla prima ADOLFO VALLA . Città imbiancata, traffico impazzito sulle provinciali e nelle periferie. La Lega: troppi disagi, servono le slitte ::: MARIANNA BAROLI Alla fine «Big Snow» non si è lasciata attendere e, dalle 6 della scorsa notte, la perturbazione atlantica è arrivata sulla Lombardia iniziando a ricoprire di fiocchi bianchi Milano e gran parte della regione. Gli esperti dicono che «Big Snow» sarà la più grande e intensa nevicata di tutto l’inverno: la grande nevicata durerà infatti per 24 ore durante le quali sono previsti su Milano fino a 20 - 25 centimetri di neve. I fiocchi cadranno fitti spinti anche dal forte vento che da alcuni giorni soffia impietoso sulla Lombardia creando problemi al trasporto. Palazzo Marino, in una nota, ha raccomandato ai cittadini di preferire i mezzi pubblici e di usare l’auto solo in caso di necessità e ha invitato a segnalare casi di donne e uomini che ancora non hanno un ricovero. Fino alle 7 di questa mattina saranno impiegati 500 uomini cosiddetti “avventizi” per la pulizia dei marciapiedi. Ma forse non basta. Sono molteplici i disagi alla circolazione, con autovetture che proseguono a velocità ridotta a causa della scarsa visibilità. Anche per questo motivo, sulle autostrade milanesi, dalle 11 di ieri fino alle 22 di oggi è vietata la circolazione dei mezzi superiori alle 7,5 tonnellate. «Qualcuno dica a Pisapia che nevica» ha scritto Matteo Salvini, segretario della Lega Lombarda sul suo profilo Facebook. «Ci sono alcune strade e tantissimi marciapiedi dove servono le ciaspole, le slitte o gli sci da fondo». Alitalia ha già predisposto la cancellazione di alcuni voli tanto che sui siti degli aeroporti di Linate e Malpensa è comparso fin dal- . PRECIPITAZIONI PER 24 ORE Due immagini della Milano di ieri sotto l’effetto di «Big Snow». In alto, il Duomo imbiancato. A sinistra, la corsa nelle strade sotto la neve. Ftg. la mattinata di ieri l’avviso: «Per ridurre i possibili disagi è opportuno contattare la propria compagnia aerea per informazioni aggiornate sullo stato del proprio volo». Il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, fa sapere che sono pronti quasi 200 volontari della Provincia operati- vi sul territorio nelle stazioni Fs della provincia per fronteggiare l’emergenza legata alle precipitazioni nevose di queste ore e aiutare in caso di ritardi di treni. La grande neve sta già causando danni al sistema imprenditoriale del territorio con perdite stimate secondo l’ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, in oltre 92 milioni di Euro per la regione. A Lecco, per esempio, le scuole sono rimaste chiuse fin da ieri e nelle prossime ore è previsto un calo sottozero dellle temperature che favorirà la formazione di ghiaccio al suolo. Ma la neve porta anche la voglia di partire. Secondo la metà delle agenzie di viaggio milanesi, sentite dalla Camera di commercio di Milano, la scelta preferita per le vacanze di Carnevale sarà infatti la settimana bianca o il weekend in famiglia sulla neve. (...) «Credo che come lui ha detto, tutto questo sarà per il bene della Chiesa. Viviamo la decisione del Pontefice con serenità, perché è presa da un uomo di Dio, dalla fede e dall’umiltà assolutamente straordinarie». Per il governatore della Lombardia Roberto Formigoni quello del Papa è stato «Un atto di coraggio, non casuale anche nella scelta della data. La mattina dell’11 febbraio 1858 a Lourdes accadeva un evento straordinario, destinato a cambiare la storia dell’intera comunità cristiana». Anche il sindaco di Milano si è detto «molto colpito» dalla scelta di Benedetto XVI: «Ricorderò sempre l’emozione, mia e di tutta la città, in occasione della sua visita a Milano lo scorso anno». Il presidente della Provincia Guido Podestà è «profondamente rattristato dalla volontà espressa da Benedetto XVI, ma ne comprendo le ragioni». Anche Roberto Maroni ha commentato: «Le dimissioni non influenzano la politica, ma le coscienze». L’unico a buttarla in politica è stato Umberto Ambrosoli: «è un gesto pone riflessioni profonde a quanti sono impegnati in una competizione elettorale che dovrebbe rinnovare profondamente la classe dirigente della nostra regione e del Paese». 44 MILANO E LOMBARDIA Martedì 12 febbraio 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Mercati TuttoMilano Oggi ■ MOMPIANI - Via Panigarola - zona 4 ■ FIAMMINGHINO - Via Fiamminghino - z. 3 ■ PAPINIANO - Piazza Sant’Agostino - zona 1 ■ GAETA - Via Gaeta - zona 9 ■ PASCARELLA - Via Pascarella - zona 8 ■ GIUSSANI - Via Giussani - zona 6 ■ A. VENEGONi - Via A. Venegoni - zona 7 ■ SAN MINIATO - Via San Miniato - zona 9 ■ MARTINI - P.Le Martini - zona 4 ■ BARIGOZZI - Via A. Mazzucotelli - zona 4 ■ STROZZI - Via Strozzi - zona 6 ■ PARETO - Via Pareto - zona 8 ■ B. MARCELLO - Via B. Marcello - zona 3 ■ VASARI - Via Vasari - zona 4 ■ RANCATI - Via Rancati - zona 2 ■ BONOLA - Via A. Cechov - zona 8 Domani ■ VESPRI SICILIANI - Via Vespri siciliani - zona 6 ■ EUSTACHI - Via Eustachi - zona 3 ■ BENTIVOGLIO - Via Bentivoglio - zona 7 ■ VIALE MONZA - Viale Monza - zona 2 ■ FAUCHE' - Via Fauchè - zona 8 ■ BORSI - Via Borsi - zona 6 ■ VAL DI LEDRO - Via Val di Ledro - zona 9 ■ GARIGLIANO - Piazza Minniti - zona 9 ■ CERMENATE - Via Cermenate - zona 5 ■ VITTORELLI - Via Vittorelli - zona 2 ■ GRATOSOGLIO SUD - Via Saponaro - zona 5 ■ DE CAPITANI - Via De Capitani - zona 9 ■ ZURETTI - Via Zuretti - zona 2 ::: le lettere Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected] sottolineando nell’oggetto: “lettere a LiberoMilano”. Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.227. Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi. SICUREZZA Vivere a Milano mi fa paura Il Console americano a Milano in una nota ai suoi connazionali ha affermato di fare attenzione, Milano non è sicura. Troppi scippi, furti, risse, ubriachi molesti, rom dediti all’elemosina molesta, i mezzi pubblici osceni zeppi di portoghesi, borseggiatori ed altro; la notte poi si riempie ogni dove di pittoreschi e molesti personaggi, non solo nei quartieri popolari ma anche in quelli chic della moda, per non parlare dei ritrovi dei sudamericani fra litri di birra, grida, canti violenze ed amplessi anche al di fuori dei locali, sotto le finestre dei vari malcapitati. Ma Pisapia non ci sta, ha persino smesso di twittare dalla sorpresa. Ma come proprio ora che stava pensando per Milano ad un grande Luna Park, simil Commenta anche su Fb e su Twitter @liberomilano Chiusura al traffico: Piazzale Lorenzo Lotto: strada chiusa al traffico causa lavori tra Via Monte Bianco e Viale Paolo Onorato Vigliani. La durata del provvedimento è correlata all'esito delle indagini del sottosuolo (da 15 a 60 giorni). Via Giovanni Battista Fauché: senso unico di marcia causa lavori tra Via Privata Chieti e Via Lodovico Castelvetro in direzione Via Lodovico Castelvetro. Via Idro: strada chiusa al traffico causa lavori sulle condutture d'acqua tra Via Padova e Via Bormio Lavori di pronto intervento. Via Mario Borsa: strada chiusa al traffico causa lavori tra Via Armando Picchi e Via Alex Visconti - Lavori di pavimentazione stradale. Termine lavori previsto: 22 febbraio 2013. Traffico difficoltoso in: Via Cenisio: rallentamenti causa lavori per modifica della viabilità per Prater di Vienna, ma come il Console non capisce. Forse il Console ha ascoltato i pochi milanesi rimasti delusi, arrabbiati e probabilmente non abbastanza coesi. Daniela Portaluppi e.mail ELEZIONI I dubbi sulle schede nulle L’altro giorno ero in un bar della mia città, Corsico, notoriamente conosciuta perché città rossa. Mentre prendevo un caffè mi sono imbattuto in un “buzzurro” di sinistra che alle prossime elezioni farà lo scrutatore e che spiegava estremamente divertito a un suo amico come gli fossero stati impartite precise istruzione su come, durante lo scrutinio dei voti, distrarre quelli della parte avversa per poter rendere nulle le schede scomode. All’elezione precedente insegnavano a tenere un pezzo di mina copiativa sotto l’unghia, ed infatti ho letto che ci sono state schede nulle, naturalmente del Pds, in misura più che anomala e molto sospetta. Io non so come allertare i nostri, di conseguenza ho ritenuto opportuno segnalarvi questo pericolo incombente. Giuseppe Sala Corsico (Mi) Farmacie cantiere di Metro 5. Viale Monte Ceneri: difficoltà di circolazione tra Via Bartolini e Via Mac Mahon per Lavori di manutenzione del cavalcavia. Termine lavori: 15 aprile 2013. Corso XXII Marzo: possibili rallentamenti causa lavori di manutenzione tra L.go Marinai d'Italia e Piazza V Giornate. Termine lavori: 15 Settembre 2015. Viale Piceno: restringimento di carreggiata tra P.le Dateo e Piazza Emilia. Via Cavriana: è stata disposta a senso unico di marcia da via Tucidide a via Gatto per lavori cantiere Metro 5. Termine lavori previsto: 30 aprile 2015. Via Benozzo Gozzoli difficoltà di circolazione, seguire le deviazioni locali del traffico causa lavori su cavi interrati tra Via Benozzo Gozzoli e Via Maffeo Bagarotti Termine lavori 08/03/2013. Turno diurno (dalle ore 8,30 alle ore 21,00) ■ CENTRO v. Larga, 16; v. Dell'Orso, 1; v. Stampa, 14; p.le Cadorna, 11; v. Larga, 16. ■ NORD v. dei Cignoli, 1; v. Lepontina, 13; v. Monterotondo, 1; v.le Zara, 145; v. Monte Santo, 12. ■ SUD v. Comacchio, 4; v. Volvinio, 25; v. Saponaro, 2/c; Ripa di Porta Ticinese, 33. ■ EST v. Varanini, 19; v. Toselli, 2; v. Matteucci, 4; p.le Udine, 8; v. Ciro Menotti, 18; v.le Monte Nero, 59; v. Parea, 13. ■ OVEST c.so Colombo, 6; v. Vignoli 42/44; v. del Pettirosso, 16; v.le Ranzoni, 2; v. F.lli Zoia, 84/2; p.za Stuparich, 4; v. Alex Visconti, 22/a; v. Principe Eugenio, 19; v. Canonica, 32. (dalle ore 21 alle ore 8,30) Turno notturno v. Boccaccio, 26; p.za Cinque Giornate, 6; c.so Magenta, 96; p.za Clotilde, 1; Ripa di Porta Ticinese, 33; C.so P.ta Ticinese, 50 v.le Zara, 38; v. Stradivari, 1; v.le Lucania, 10; c.so S. Gottardo, 1; v. Buonarroti, 5; v. Canonica, 32; v.le Ranzoni, 2. p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45. Aperte 24h: p.za Duomo, 21; Stazione Centrale (Gall. Delle partenze); Stazione Garibaldi (P.za S, Freud); v. R. Di Lauria, 22; v.le Testi, 90; ::: appuntamenti Clown Festival in arrivo a Milano I Simpson arrivano San Valentino in Piazza Portello Festa in Triennale FESTE Con la sua ottava edizione, torna il Milano Clown Festival, festival sul nuovo clown e teatro di strada promosso da Scuola di Arti circensi e teatrali di Milano e diretto da Maurizio Accattato che quest’anno, grazie anche alla speciale compartecipazione del Comune di Milano, coinvolge oltre 70 artisti e compagnie di “nuovo circo” provenienti da tutto il mondo – con ospiti specialissimi che vanno dal più noto duo di clown, gli italiani Donati & Olesen, alla band di Islampunk The Kominas, per la prima volta in Italia - e che animerà la città in concomitanza del Carnevale Ambrosiano. Oltre 100 appuntamenti tra spettacoli, eventi speciali, concerti, incontri dedicati alla formazione e alle scuole, a ingresso libero. BAMBINI Il Carnevale Ambrosiano si arricchisce di nuove maschere: I Simpson! Con la loro carica di simpatia e irriverenza, per rendere il Carnevale un momento unico, tutti i personaggi creati da Matt Groening sbarcano in Piazza Portello. Grandi e piccini potranno passare una giornata immersi nella fantastica atmosfera del “Carnevale di Sprigfield” tra coriandoli, musica e divertimento. I più piccoli potranno così festeggiare il Carnevale “a Springfield”, immergendosi nella fantastica atmosfera della città che ospita la famiglia più famosa d’America: a loro disposizione i trucchi, i colori e le parrucche del Laboratorio Simpson, grazie ai quali potranno costruire le maschere ispirate al loro personaggio preferito. SERATE Per San Valentino, a partire dalle 20, Triennale di Milano e Triennale Design Museum offrono l’ingresso gratuito a tutte le coppie che visiteranno la mostra Kama. Sesso e Design. Sarà inoltre possibile fare l’aperitivo al Triennale DesignCafé che per l’occasione presenta nella lista dei suoi cocktail uno speciale Kama Cocktail. Kama. Sesso e Design è una grande mostra che analizza le relazioni fra sesso e progetto. Una rassegna dalle radici storiche, mitiche e antropologiche fino a oggi, con circa 300 fra reperti archeologici, disegni, fotografie, oggetti e opere di artisti e designer internazionali. Sono indagati modi, forme e strategie con cui la sessualità si incorpora nelle cose e ne fa strumento di conoscenza. ______________________ 13-16 febbraio, Milano. Ingresso gratuito. ______________________ 16 febbraio, dalle ore 15, Piazza Portello. Ingresso gratuito. ______________________ 14 febbraio, alla Triennale di Milano. Ingresso gratuito. LOMBARDIA Martedì 12 febbraio 2013 45 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Cremona LIUTAIO Boom di investitori orientali I violini ammazzano la crisi Alle stelle i prezzi degli strumenti musicali: cresce la domanda dal Giappone ::: MASSIMO DE ANGELIS CREMONA Ingentiliscono l’animo, e soprattutto l’udito dei fedeli ascoltatori, ma suonano anche per il conto in banca di sgamati investitori, proprietari degli strumenti. Mentre lo shopping finanziario in Borsa ha ridimensionato i risparmi di tante famiglie, esiste una nicchia al riparo da speculazioni e ribassi, ovvero gli oggetti musicali «di fascia alta». Con in prima posizione i violini pregiati, che da tempo mantengono rendimenti costanti positivi. Molto meglio dei Bot, se pensiamo che tale categoria si è apprezzata nell’ultimo ventennio in misura superiore al 750%. E la patria incontrastata della produzione liutaia è sicuramente Cremona. Viene considerata a ragione la capitale mondiale del settore, con oltre duecento botteghe a continuare ancora oggi la storica tradizione. In città è anche possibile visitare luoghi per assistere dal vivo alla fasi della lavorazione, mentre la prossima primavera inaugurerà il «Museo del violino», struttura tecnologicamente all’avanguardia, che consentirà di apprezzare tutto ciò che ruota intorno al suo universo. Un business fio- ::: La mania per i violini cremonesi continua a catturare nuovi adepti in tutto il mondo: in particolare, la domanda è in costante crescita dai Paesi orientali come Hong Kong, Taiwan, Singapore e Giappone, dove tutti i pezzi di valore risultano di provenienza nostrana. Fotogramma] BUSINESS ARTE E MUSICA I violini pregiati, nonostate la crisi, mantengono rendimenti costanti positivi. Molto meglio dei Bot, se pensiamo che tale categoria si è apprezzata nell’ultimo ventennio in misura superiore al 750%. VALORI I prezzi sono impennati, tanto che un vero e proprio boom ha riguardato gli esemplari di valore superiore ai 100mila euro. A testimoniare le rigogliose prospettive, è nato addirittura un fondo di investimento, con sede a Lodra, il «Fine Violinus Fund». rente da vari punti di vista, perché l’interesse degli appassionati sussiste sia per i pezzi più antichi (Stradivari, Amati e Guarneri del Gesù), sia per quelli di nuova fabbricazione. I prezzi sono impennati, tanto che un vero e proprio boom ha riguardato gli esemplari di valore superiore ai 100mila euro. A testimoniare le rigogliose prospettive, è nato addirittura un fondo di investimento, con sede a Lodra, il «Fine Violinus Fund», con l’obiettivo di raccogliere sessanta milioni di euro per l’acquisto di cinquanta violini d’autore. E la maggior parte dovrebbero provenire dalle terre lombarde. A Cremona infatti opera un gruppo di esperti artigiani con un giro d’affari annuo valutato decine di milioni di euro. Gli strumenti base realizzati in Germania, e rifiniti ai piedi del Torrazzo, costano due, tre mila euro, mentre gli oggetti raffinati, to- talmente made in Italy, vanno dai diciotto mila per un violino, ai trentasei mila euro per un violoncello. Tariffe all’insù, considerando la domanda in costante crescita dai paesi orientali (Hong Kong, Taiwan, Singapore, Giappone) dove tutti i pezzi di valore risultano di provenienza nostrana. Adesso si sta cercando di ampliare il bacino di utenza, con il progetto dal 15 al 17 marzo di attraversare l’oceano. Infatti la nota rassegna «Mondomusica», esposizione di artigiani liutai organizzata da Cremona Fiere, arriverà per la prima volta a New York, nel cuore pulsante di Manhattan. Una grande opportunità di espansione negli Stati Uniti, da un lustro primo importatore mondiale di strumenti ad arco, e una ghiotta occasione da non perdere per il benessere dell’economia cremonese. BERGAMO Rapinano villa e minacciano i proprietari BERGAMO I tre rapinatori li hanno aggrediti e minacciati di morte con una pistola alla tempia. Poi, gli hanno chiesto dove fosse la cassaforte. I proprietari di una villetta ai piedi della Città alta, a bergamo, hanno passato una domenica notte di paura. i due coniugi, 42 e 32 anni, stavano rincasando poco prima delle 22, quando sono stati bloccati sulle scale che conducono dal garage all'appartamento da tre persone. I rapinatori, con spiccato accento straniero, erano tutti a volto scoperto e hanno subito immobiilzzato la moglie e puntato la pistola in faccia al marito, chiedendo di disattivare l’allarme esterno. Poi, per oltre un’ora, i malviventi hanno minacciato la coppia chiedendo a marito e moglie di rivelare la posizione di una cassaforte che erano convinti fosse all’interno della casa (senza successo). Con lo stesso obiettivo la casa è stata perquisita a fondo. I tre hanno deciso di rinunciare solo quando il 42enne, sotto shock, ha consegnato loro il denaro contante che aveva in casa, poche migliaia di euro. I banditi sono fuggiti a bordo dell'automobile di proprietà delle vittime, che è però stata ritrovata a poche centinaia di metri dall'abitazione. 46 Martedì 12 febbraio 2013 47 Martedì 12 febbraio 2013 :::LOMBARDIA MILANO ANTEO SPAZIOCINEMA VIA MILAZZO, 9 - TEL. 026597732 Quartet La migliore offerta Re della terra selvaggia Lincoln Quartet APOLLO SPAZIOCINEMA 14.40 16.40-22.15 15.00-16.50-18.40-20.30-22.30 15.10-18.05-21.00 15.30-17.40-22.10 GALL. DE CRISTOFORIS 3 - TEL. 02780390 Quartet 13.00-15.40-17.40-19.50-22.00 Zero Dark Thirty 15.00-18.10-21.15 La guerra e’ dichiarata 13.00-15.10-17.20-19.40-21.50 Django Unchained 12.30 Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 13.00-15.30 Lincoln 14.30-17.30-21.00 ARCOBALENO FILMCENTER VIALE TUNISIA 11 - TEL. 199208002 The Master 15.10-17.20-20.10-22.30-V.O. Zero Dark Thirty 15.00-18.15-21.30 Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 15.00-17.30-20.00-22.30 ARIOSTO VIA ARIOSTO, 16 - TEL. 0248003901 La parte degli angeli 15.40-18.20-21.00 ARLECCHINO VIA S. PIETRO ALL’ORTO, 9 - TEL. 0276001214-899678903 Lincoln 15.30-18.30-21.30 CENTRALE MULTISALA Qualcosa nell’aria The Master La Bicicletta Verde Qualcosa nell’aria 14.10 16.30-19.20-22.00 14.10-16.10.20.30 18.10-22.30 COLOSSEO V.LE MONTE NERO, 84 - TEL. 0259901361-899678903 15.30-19.00-22.00 15.00-17.30-20.00-22.30 15.30-18.45-22.00 15.30 15.30-17.50-20.20-22.30 DUCALE MULTISALA PIAZZA NAPOLI 27 - TEL. 199208002 Django Unchained 15.00-18.15-21.30 Flight 14.45-17.20-19.55-22.30 Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 15.00-17.30-20.00-22.30 Studio illegale 15.00-17.30-20.00-22.30 ELISEO MULTISALA GLORIA MULTISALA 15.30-18.30-21.30 15.30-17.50-20.20-22.30 15.00-16.50-18.40-20.30-22.30 15.00-17.30-20.00-22.30 Zero Dark Thirty La migliore offerta 15.30-20.20-21.50 15.10-17.50-19.30 MEXICO 16.00-18.30-21.00 ODEON - THE SPACE CINEMA 11.40-15.05-18.35-22.05 12.30-15.00-17.30-20.00-22.30 12.20-14.45-17.20-19.45-22.15 13.15-16.20-19.25-22.30 11.50-14.20-17.00-19.40-22.20 12.05-14.40-17.15-19.50-22.25 11.55-15.15-18.40-22.10 12.40-14.50-17.05 19.20-22.20 15.10-17.10 12.30-19.15-22.05 VIALE CONI ZUGNA, 50 - TEL. 0289403039 PALESTRINA 15.15-18.40-22.15 15.30-18.50-22.15 14.15-17.00-19.45-22.30 La Boheme Argo 16.00 21.00 PLINIUS MULTISALA VIALE ABRUZZI, 28/30 - TEL. 0229531103 UCI CINEMAS BICOCCA 15.00-18.00-21.00 15.30-18.30-21.30 15.30-18.30-21.30 15.00-17.30-20.00-22.00 15.00-18.00-21.00 15.00-17.30-20.00-22.30 UCI CINEMAS CERTOSA VIA STEPHENSON, 29 - TEL. 892960 Ralph Spaccatutto The Impossible Ghost Movie Warm Bodies Zambezia Looper Warm Bodies Studio illegale Zero Dark Thirty Django Unchained Flight Lincoln The Impossible SPAZIO OBERDAN CINETECA ITALIA 17.00 20.00-22.25 18.30-21.30 20.00-22.40 17.40 19.50-22.20 17.30 17.20-20.00-22.25 19.10-22.20 17.50-21.30 19.30 22.20 17.00 VIALE VITTORIO VENETO 2 - TEL. 0277406300 Io sono Li 20.30 HINTERLAND ASSAGO Flight Studio illegale Zero Dark Thirty Warm Bodies Les Miserables Broken City The Impossible 19.15-21.30 21.15 19.10-21.30 21.15 19.10-21.40 19.10-21.40 CERNUSCO S. NAVIGLIO AGORA` Riposo CERRO MAGGIORE THE SPACE CERRO MAGGIORE VIA TURATI, 62 - TEL. 892111 Warm Bodies Pazze di me Flight Studio illegale Looper Zero Dark Thirty The Impossible Django Unchained Les Miserables Zambezia La migliore offerta Lincoln Ghost Movie Broken City 17.00-19.30-22.00 16.30 18.55-22.05 17.20-19.45-22.10 18.25-21.15 17.30-21.00 18.40-21.25 17.50-21.30 18.10-21.40 16.40 18.50-21.50 18.15-21.40 19.20 16.40-19.35 GARBAGNATE AUDITORIUM S. LUIGI VIA VISMARA, 2 - TEL. 029956978 GARBAGNATE ITALIA VIA VARESE, 29 - TEL. 029956978 Riposo LEGNANO GALLERIA P.ZZA S. MAGNO - TEL. 0331547865 SALA RATTI C.SO MAGENTA, 9 - TEL. 0331546291 Riposo VIA DON CARLO COLNAGHI, 3 - TEL. 0392457233 Amour UCI CINEMAS FIORI 19.50-22.40 EXCELSIOR 21.15 UCI CINEMAS LISSONE VIA MADRE TERESA - TEL. 892.960 Ghost Movie Flight Ralph Spaccatutto Looper Django Unchained The Impossible Warm Bodies Zero Dark Thirty Lincoln Zambezia Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani Broken City Studio illegale MAGENTA 18.30-21.30 19.40-22.30 17.00 17.30-20.00-22.30 18.00-21.30 17.00-19.50-22.25 17.30-20.00-22.40 18.50-22.10 19.15-22.20 17.10 17.00-20.00-22.30 17.30-20.00-22.30 17.30-20.30-22.40 CINEMATEATRO NUOVO VIA SAN MARTINO 19 - TEL. 0297291337 Riposo VIA MARTIRI DELLA LIBERTA` - TEL. 0295416444 20.10-22.40 22.20 20.00 20.30-22.30 20.20 22.10 21.10 MONZA MULTISALA CAPITOL VIA A. PENNATI 10 - TEL. 039324272 Riposo MULTISALA METROPOL VIA CAVALLOTTI 124 - TEL. 039740128 Zero Dark Thirty Studio illegale Broken City 21.15 20.10-22.15 20.10-22.15 MULTISALA TEODOLINDA VIA CORTELONGA 4 - TEL. 039323788 Love Is all You Need Lincoln The Impossible Django Unchained 15.30 18.00-21.00 15.30-18.30 21.15 MONZA VIA DUCA D`AOSTA, 8 - TEL. 039748081 TRIANTE Riposo PADERNO DUGNANO AREA METROPOLIS VIA OSLAVIA, 8 - TEL. 029189181 ROZZANO THE SPACE CINEMA ROZZANO Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 15.10-17.30-20.00-22.20 Flight 16.20-19.30-22.35 Le avventure di Fiocco di neve 15.30-17.45 Ghost Movie 20.00 The Impossible 22.15 Lincoln 15.30-19.00-22.15 Studio illegale 15.15-17.40-20.10-22.35 Asterix e Obelix al servizio di sua Maesta’ 16.00 Warm Bodies 19.00-21.30 Zambezia 15.45-18.00 Pazze di me 20.15 Ghost Movie 22.40 Django Unchained 15.00-18.30-22.00 Frankenweenie 14.30 Looper 17.10-19.50-22.35 Zero Dark Thirty 15.00-18.30-22.00 Broken City 14.35-17.25-20.00-22.30 The Impossible 14.30-17.05-19.50-22.45 Warm Bodies 15.00-17.30-20.00-22.30 SAN DONATO MILANESE TROISI PIAZZA DALLA CHIESA, 1 - TEL. 0255604225 Lincoln Quartet 21.15 21.30 SAN GIULIANO MILANESE MOVIE PLANET S.S. 9 VIA EMILIA - TEL. 02 98245409 - 899 552578 (PREN.) Warm Bodies The Impossible Lincoln Broken City Studio illegale 21.15 21.15 21.15 21.15 21.15 SEREGNO ROMA VIA UMBERTO I , 14 - TEL. 0362231385 La parte degli angeli 21.30 SEREGNO S. ROCCO VIA CAVOUR, 83 - TEL. 0362230555 La kryptonite nella borsa 21.00 SESTO SAN GIOVANNI SKYLINE MULTIPLEX C/O CENTRO SARCA - TEL. 0224860547 Studio illegale 15.15-17.15-20.20-22.30 Les Miserables 15.10-18.30-21.40 Lincoln 15.20-18.30-21.35 Zero Dark Thirty 15.10-19.00-22.00 Broken City 15.00-17.30-20.00-22.30 Django Unchained 15.10-18.30-21.50 Flight 19.40 Warm Bodies 15.15-17.30-20.20-22.35 Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 15.15-17.15-20.15-22.15 The Impossible 15.05-17.30-20.00-22.30 Looper 15.00-22.35 Zambezia 17.45 SESTO SAN GIOVANNI VIALE MATTEOTTI, 425 - TEL. 0222478183 RONDINELLA VIMERCATE 21.15 THE SPACE CINEMA TORRIBIANCHE VIA TORRI BIANCHE, 16 - TEL. 892111 Django Unchained Les Miserables La migliore offerta Frankenweenie Quello che so sull’amore Pazze di me Broken City Flight Studio illegale Warm Bodies Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani Le avventure di Fiocco di neve Ghost Movie The Impossible Looper Warm Bodies Cloud Atlas Zero Dark Thirty Zambezia The Last Stand - L’ultima sfida The Impossible Lincoln BERGAMO 21.15 21.00 PADERNO DUGNANO LE GIRAFFE VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250 VIA MATTIOLI, 1 - LOC. LONGUELO - TEL. 035251339 Revolutionary Road La Bicicletta Verde 21.00 21.00 DEL BORGO Singolarita’ di una ragazza bionda 17.45-20.30-22.45 18.00-20.20-22.30 17.10-20.00-22.40 18.40-20.40-22.40 18.00-21.00 17.30-20.30-22.30 17.50-21.30 17.45-21.00 17.00-18.45-20.30 22.15 16.50-19.15-21.30 17.30-21.00 17.20-20.30 17.30-19.30-21.30 UCI CINEMAS PIOLTELLO VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960 La migliore offerta Lincoln Django Unchained Les Miserables The Impossible Studio illegale Warm Bodies Ralph Spaccatutto Zero Dark Thirty Broken City Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani Ghost Movie Warm Bodies 16.00 MULTISALA SAN MARCO Zero Dark Thirty Django Unchained 21.00 21.00 STUDIO CAPITOL VIA TASSO, 41 - TEL. 035248330 Quartet Cloud Atlas V.O. Lincoln 21.00 21.00 21.00 CORTENUOVA CINESTAR MULTIPLEX CORTENUOVA VIA TRIESTE, 15 - TEL. 0363992244 Les Miserables Warm Bodies The Impossible Studio illegale Broken City Zero Dark Thirty Lincoln 21.20 21.40 21.35 21.40 21.30 21.25 21.25 COSTA VOLPINO IRIDE VEGA Warm Bodies Les Miserables 20.00-22.00 21.00 UCI CINEMAS CURNO Studio illegale Django Unchained Lincoln Ralph Spaccatutto Ghost Movie Zero Dark Thirty Broken City Flight Studio illegale Zambezia The Impossible Warm Bodies Warm Bodies Looper 19.50 17.45-21.20 18.00-21.30 17.00 18.30-21.30 17.45-21.10 19.50 19.30 22.30 17.30 17.10-19.45-22.20 17.30 20.00-22.30 22.40 ROMANO DI LOMBARDIA MULTISALA IL BORGO STRADA STATALE 498 - TEL. 0363688012 - 3928258116 17.00-19.50-22.40 19.15-22.20 18.30-22.00 18.30-22.00 17.20-20.00-22.30 18.20-20.30-22.40 17.30-20.00-22.40 17.00 19.10-22.20 17.20-19.50-22.20 18.20-20.30-22.40 18.30-21.30 19.30-22.00 Zambezia Flight Les Miserables Warm Bodies Looper Gli Incredibili Studio illegale TREVIGLIO VIALE MONTEGRAPPA - TEL. 0363419503 Les Miserables Quello che so sull’amore Lincoln The Impossible 20.20-22.30 20.00-22.30 20.10 BRESCIA 21.15 MULTISALA WIZ C. COMM. 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Warm Bodies Cena tra amici The Impossible Studio illegale Lincoln Flight Les Miserables Looper Django Unchained Zambezia Broken City 21.30 21.40 21.20 VIA C. BATTISTI - TEL. 0342215368 CINELANDIA MULT. CANTU’ 2000 MONTANO LUCINO 20.20-22.35 20.10-22.35 20.30-22.40 20.15-22.40 20.30 20.00 22.35 Flight Riposo VIA VARESINA - TEL. 892960 Warm Bodies The Impossible Studio illegale Broken City Django Unchained Looper Lincoln CINECITY MULTIPLEX VIA FRANCESCO LANA, 15 - TEL. 030280010 La grande fuga Ruby Sparks Studio illegale Les Miserables The Impossible Lincoln Warm Bodies LODI DEL VIALE S.S. N 235 - TEL. 0371237012 Django Unchained 15.10-18.20-21.30 Lincoln 15.30-18.30-21.30 Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 14.30-16.30-18.30-20.30-22.30 Broken City 15.20-17.35-20.15-22.30 Studio illegale 15.30-17.30-19.30-21.30 Zambezia 15.20-17.30 Pazze di me 17.20-19.25 Flight 14.30-17.15-20.00-22.40 Warm Bodies 14.20-16.25-18.30-20.35-21.30-22.40 Looper 15.00-20.10-22.35 The Impossible 15.20-17.40-20.20-22.40 CREMA VIA FIUMICELLA 12 - TEL. 0341361533 Riposo PIEVE FISSIRAGA Riposo OZ IL REGNO DEL CINEMA CANTU’ V.LE COSTITUZIONE, 27 - TEL. 0341366331 PALLADIUM VIA S. ALESSANDRO - TEL. 03048383 Quartet ERBUSCO LECCO NUOVO MIGNON Riposo MORETTO VIA VARESINA, 72 - TEL. 0314491080 P.LE REPUBBLICA 2 - TEL. 035240416 CURNO Warm Bodies Studio illegale Looper V.LE GIULIO CESARE, 3 - TEL. 031261234 PIAZZA S. ANNA 51 - TEL. 035270760 VIA LEGA LOMBARDA, 39 - TEL. 892960 Broken City Looper Flight Pazze di me Zero Dark Thirty Studio illegale Django Unchained The Impossible Zambezia Ghost Movie The Last Stand - L’ultima sfida Lincoln Les Miserables Warm Bodies 18.05-21.40 18.00-21.15 17.50-21.00 17.30 19.45 22.10 16.30-19.00-21.30 18.50-21.50 16.40-18.55-21.10 16.55-19.20-21.45 16.50-19.05-21.20 17.40 19.50 22.00 17.45-20.40 18.25 20.50 17.50-21.05 17.20 19.30-21.55 18.15-20.55 18.10-21.35 CONCA VERDE VIA TORRIONE, 2 - TEL. 035971717 Qualcosa nell’aria Quartet PIOLTELLO 17.25 21.50 17.25 22.40 17.30-20.00 C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111 ARCADIA MULTIPLEX Studio illegale Django Unchained Looper Warm Bodies The Impossible Les Miserables Lincoln MONZA Zambezia Flight Looper Looper Pazze di me Django Unchained LEGNANO MONZA VIALE SARCA, 336 - TEL. 892960 Studio illegale 15.00-17.40-20.10-22.30 Django Unchained 14.10-17.50-21.30 Ghost Movie 15.30-18.30-21.30 Lincoln 16.00-19.10-22.20 Flight 16.20-19.20-22.20 Le avventure di Fiocco di neve 14.05 Pazze di me 14.35-17.05-20.15-22.35 Les Miserables 15.00-18.30-22.00 Looper 19.30 Ralph Spaccatutto 14.20-17.00 The Last Stand - L’ultima sfida 22.30 Broken City 14.35-17.15-20.00-22.30 Warm Bodies 15.00-17.30-20.15-22.05-22.40 Cloud Atlas 14.45-18.20-22.00 Frankenweenie 14.50-17.10 The Impossible 19.30 La migliore offerta 16.35-19.40-22.35 Django Unchained 18.30-22.00 Zambezia 14.20-16.30 Looper 14.20-17.10-20.00-22.40 Zero Dark Thirty 15.00-18.40-22.05 The Impossible 14.20-17.00-20.00-22.40 Cirque du Soleil 3D: Mondi lontani 14.00-16.10-18.20-20.30-22.40 VIALE MILANOFIORI - TEL. 892960 MOVIE PLANET C.C. 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