COMUNI DI SORI, BOGLIASCO E PIEVE LIGURE CITTÀ METROPOLITANA DI GENOVA Certificati ISO 14001 ___________________________ Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi IL REFERENTE TECNICO-SCIENTIFICO DEL CEA DELL’UNIONE Arch. Daniela Elia Collaboratori: Arch. Alessia Badino Arch. Sonia Tagliasacchi Geom. Francesco Podestà SETTEMBRE 2015 0 \\Thera2\server_share\AREA TECNICA\Ambiente & Demanio\DEMANIO MARITTIMO\Piano della spiaggia\Carta dei servizi della spiaggia.doc Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto INTRODUZIONE Con Deliberazione di Consiglio n.27 del 07/07/2014 il Comune di Sori ha approvato la convenzione fra i Comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori per la gestione in forma associata dell'organizzazione e della gestione dei servizi di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti solidi urbani e la riscossione dei relativi tributi in ottemperanza del D.L. n. 95 del 06/07/2012 convertito in Legge n. 135 del 07/08/2012. Le azioni migliorative proposte a seguire vanno nella direzione dell’associazione di funzioni e della condivisione di risorse. Il progetto sviluppa pertanto strategie condivise di governement locale per le quali il Comune di Sori, ente capofila in tale convenzione per la gestione associata delle funzioni, si pone quale referente. L’attuale sistema di raccolta, che prevede un servizio di tipo stradale per carta, plastica e vetro e domiciliare/ di prossimità per organico e secco, pur avendo consentito nell’arco di tre anni dall’attivazione, un notevole incremento della percentuale di raccolta differenziata, presenta ad oggi delle criticità che non ne consentono il pieno decollo come auspicato al suo avvio. Come si evince dalle sotto riportate tabelle riassuntive, infatti, a un trend positivo conseguente alla separazione dell’umido dal secco (tabelle 1), si assiste a partire dal 2012 a un’altalenante andamento generale della raccolta differenziata e in particolare in merito ai principali rifiuti da imballaggio (grafici lineari a seguire) che fa dedurre un peggioramento dei conferimenti corretti a cui peraltro fa riscontro un aumento dei procedimenti sanzionatori e delle azioni correttive poste in atto per la salvaguardia del territorio. 2006 Sori 2007 2009 2010 2011 2012 11.2% 11.0% 13.2% 14.9% 18.0% 18.6% 58.3% 2006 Bogliasco Pieve Ligure 2008 2007 13.8% 11.01% 2008 2009 2010 18.69% 18.06% 18.62% 2013 2014 63,4% 61,3% 2011 2012 2013 2014 19.02% 61.6% 67,2% 63,7% 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 8.5% 18.6% 15.1% 16.6% 16.5% 15.8% 63.8% 70,8% 68,2% 1 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto imballaggi in plastica CER 150106 200 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 2011 2012 2013 2014 carta e cartone CER 200101 300 250 200 150 100 50 0 2011 2012 2013 2014 vetro CER 150107 250 200 150 100 50 0 2011 2012 2013 2014 2 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto legno CER 200138 120 100 80 60 40 20 0 2011 2012 2013 2014 Quantitativo espresso in tonnellate relativo ai rifiuti da imballaggio di maggiore incidenza prodotti nei Comuni di Sori, Bogliasco, Pieve Ligure a seguito dell’introduzione del porta a porta di prossimità seccoumido Ad oggi i Comuni di Bogliasco, Pieve Ligure e Sori, nella gestione del servizio, hanno stipulato convenzioni con i seguenti consorzi di filiera: CONVENZIONI ATTIVE TRA I COMUNI DI SORI, BOGLIASCO E PIEVE LIGURE CON I CONSORZI DI FILIERA COREPLA, RILEGNO, COREVE, COBAT, CDC RAEE, CDCNPA ed improntano il proprio operato all’interno delle disposizioni e degli indirizzi ivi contenuti in attuazione dei principi comunitari richiamati nella parte IV, titolo II, del D.Lgs. 152/2006 e s. m. e i. con particolare riferimento ai sotto richiamati punti: - Incentivazione del riciclaggio e del recupero di materia prima e sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio; - Riduzione del flusso dei rifiuti di imballaggio destinati allo smaltimento finale attraverso le altre forme di recupero; - Informazione ai cittadini sulla corretta gestione dei rifiuti. Il presente progetto intende inserirsi nell’intenzionalità di riportare in primo luogo il dato numerico a un sistema improntato su principi virtuosi incentivando i cittadini in tal senso mediante una sinergia di strategie e di azioni che puntano precipuamente al miglioramento del conferimento del rifiuti in maniera differenziata. A tal riguardo il progetto si costituisce a dettaglio ed approfondimento tematico di un più vasto ed articolato progetto comunale del 2014, “The Finish Line” indagando rispetto ai grafici sopra riportati, determinate tipologie di rifiuti, quelle costituite dagli imballaggi che tanto incidono per quantitativo e impatto sulla raccolta differenziata. 3 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto In particolar modo il progetto intende esplicare le proprie valenze precipuamente a un settore specifico, quello delle utenze nondomestiche, che costituiscono uno dei maggiori produttori giornalieri di rifiuto da imballaggio e che ad oggi appare ancora necessario indirizzare verso un più attento e consapevole atteggiamento volto alla sostenibilità ambientale e ad un’economia del riuso. Nel contempo la campagna comunicativa articolata e meglio descritta a seguire, non è pensata univocamente per le utenze non domestiche ma affinché dalle stesse parta per riflettersi sui cittadini e sulle stesse istituzioni all’interno di una mission improntata sul Comune Bene Comune dove riveste ruolo primario la Comunità quale luogo di educazione. 4 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto DESCRIZIONE DEL PROGETTO Come già significato il progetto è strutturato all’interno di una più vasta e sistemica progettualità che si riporta a seguire a titolo esemplificativo secondo la logica rappresentata nell’allegato 1 a cui si rimanda: PROGETTO QUADRO “The Finish Line” PROGETTO DI SETTORE PROGETTO DI DETTAGLIO Carta dei servizi della spiaggia per Progetto per il miglioramento un turismo sostenibile e di qualità della raccolta differenziata in Spiaggia Progetto per la riduzione e il - Utenze non domestiche miglioramento della raccolta - Progetti didattici differenziata degli imballaggi - Formazione interna - Formazione esterna gruppi locali (vd. ecofeste) Uno step della progettualità di settore ha già avuto inizio per il Comune di Sori segnatamente legato al periodo estivo e al turismo da stagionalità, articolato in una parte di dotazione strumentale non presente, quali i contenitori per la raccolta differenziata e una cartellonistica dedicata, e una parte comunicativa che ha trovato un importante punto di riferimento nella biblioteca in spiaggia e presso le stesse postazioni bagnini. 5 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto Contenitori per la raccolta differenziata in spiaggia 6 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto Progetto per il miglioramento della raccolta differenziata in spiaggia - segnalibro Si ritiene ora importante attraverso la presente progettualità approfondire a livello comprensoriale la tematica dei rifiuti da imballaggio e in particolar modo quelli a maggiore rilevanza ovvero gli imballaggi in plastica e cartone. Il progetto trova ovviamente la sua sostanziale essenza in un’attenta ed articolata campagna di comunicazione e informazione che raggiunga in maniera sostanziale e diffusa la popolazione e le utenze non domestiche che incidono in maniera significativa sulla produzione di rifiuto da imballaggio. La comunicazione deve porsi quale veicolo integrato prevedendo: - Interventi tipici delle campagne informative con vettori classici e materiali di visibilità (brochure, manifesti, locandine, striscioni, espositori…) Contatti diretti e incontri pubblici Programmi di formazione interna sulla gestione dei rifiuti e sull’applicazione di pratiche di GPP Attività ludiche rivolte all’utenza e in particolar modo all’infanzia Manifestazioni a tema (ecofeste, cinema in spiaggia e nelle frazioni con trainer sulla raccolta differenziata) Obiettivi specifici - Anticipare ed accompagnare l’attivazione di nuovi eventuali servizi dedicati alle utenze non domestiche - Coniugare le attività di comunicazione con quelle di monitoraggio del servizio - Coinvolgere in modo attivo i cittadini e le utenze selezionate nello sviluppo della raccolta differenziata - Attuazione di laboratori didattici per la realizzazione di oggetti di post consumo - Coinvolgere in modo attivo le categorie che a vario titolo svolgono una funzione di contatto tra l’Amministrazione comunale e i cittadini - Aumentare la consapevolezza dei cittadini in merito al valore sociale, economico e ambientale delle proprie scelte in materia di acquisto e di corretto smaltimento dei rifiuti 7 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto - Ridurre la quantità di rifiuti conferiti in discarica, attraverso la riduzione dell’acquisto di imballaggi e l’aumento della raccolta differenziata A tal scopo è in corso un programma di incontri con le attività commerciali per definire le azioni da porre in atto, tempi e modalità realizzative. A titolo esemplificativo, quale problem solving, si prevede di indirizzare le attività commerciali verso le seguenti scelte: RIDUZIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI 1) SOSTITUZIONE DEGLI IMBALLAGGI IN PLASTICA CON IMBALLAGGI IN LEGNO La soluzione prospettata consente per gran parte dell’anno di portare a diverso riciclo e utilizzo le cassette di legno, prelevate dagli stessi cittadini che, soprattutto nelle frazioni, hanno quale riscaldamento integrativo, stufe a legna. 2) UTILIZZO IMBALLAGGI IN PLASTICA A RENDERE La soluzione prospettata consente di diminuire notevolmente gli imballaggi immessi nel circuito rendendo i vuoti al grossista. 3) VENDITA PRODOTTI SFUSI La soluzione prospettata consente di diminuire notevolmente gli imballaggi immessi nel circuito offrendo la possibilità ai cittadini di utilizzare punti di rivendita di prodotti sfusi attraverso la creazione di un’ app dedicata. 8 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto 4) SPESA IN CASSETTA La soluzione prospettata consente di diminuire notevolmente gli imballaggi immessi nel circuito offrendo la possibilità ai cittadini automuniti di ricevere la spesa direttamente in cassette, prenotandola via sms. Esempio di campagna comunicativa a Brescia 5) RICICLO CREATIVO La soluzione, inserita in ambito di laboratori didattici e blog pubblici condivisi, anche tramite l’utilizzo di social network istituzionali, consente di focalizzare l’attenzione sul riutilizzo post consumo di molto tra gli imballaggi più comuni 9 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto MIGLIORAMENTO NEL CONFERIMENTO DEI RIFIUTI PRODOTTI 1) UTILIZZO IMBALLAGGI IMPILABILI E APRIBILI La soluzione prospettata consente di diminuire notevolmente lo spazio occupato dagli imballaggi e migliorare la percezione visiva soprattutto nei centri storici degli abitati e in zone di particolare pregio paesaggistico. 2) MACCHINE COMPATTATRICI DI PROSSIMITA’ PER LA RACCOLTA DI IMBALLAGGI IN PLASTICA E LATTINE Tale azione, avente natura pratica ma anche fortemente simbolica, è tesa a sensibilizzare consumatori ed esercizi commerciali agli aspetti di convenienza anche economica che una corretta differenziazione del rifiuto comporta per la collettività ma anche per il singolo utente 10 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto Si prevede il coinvolgimento di operatori privati per collocare in comodato d’uso, presso le attività commerciali principali o comunque che ne faranno richiesta, delle macchine a punti del tipo “eco bank” per la raccolta della plastica ed eventualmente dell’alluminio, ove il cittadino possa conferire tale rifiuto ricevendone in cambio “punti” spendibili poi presso l’esercizio commerciale stesso. GLI INDICATORI Si sono individuati degli indicatori sintetizzati da particolari “smileys” (icone di Chercoff) che visualizzano il raggiungimento degli obiettivi fissati sia a livello normativo che a livello puntuale di progetto secondo la seguente modalità: Ogni indicatore è classificato sulla base del più generale schema DPSIR sotto riportato: 11 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto Nel piano attuativo di ogni singola azione saranno quindi definiti, non solo ai fini del presente progetto ma più in generale delle strategie ambientali del Comune, gli indicatori di dettaglio necessari, secondo questa logica. I primi indicatori individuati sono riportati in allegato. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I Comuni di Sori, Bogliasco e Pieve Ligure, nell’ ottica di una migliore gestione ambientale delle proprie attività e dei servizi, quali enti certificati ISO 14001, intendono provvedere ad una valorizzazione, efficientamento e sviluppo sostenibile delle risorse presenti nel proprio territorio attraverso una sinergia di azioni strategiche. Tale obiettivo comporta necessariamente una definizione di carattere pianificatorio coerente con le attività imprenditoriali esistenti e l'alto pregio paesaggistico che riveste l'intera costa ligure e il suo entroterra, per buona parte ricompreso in zone appartenenti all’ex Comunità Montana cercando pertanto un approccio di tipo comprensoriale che preservi costante l’equilibrio tra realtà socioeconomica e mantenimento del valore ambientale. Quanto si è cercato di proporre non è quindi una mera elencazione di attività su scala comprensoriale ma, piuttosto, un vero e proprio modo di operare per una comune gestione delle risorse a definizione di un quadro programmatico di azioni definendo principi, criteri e modalità condivise per la valorizzazione dal punto di vista economico, ambientale e paesaggistico. 2015 GIUGNO Verifica indicatori e presentazione pubblica finale del progetto 2015 MAGGIO Fine attività didattiche e laboratori scolastici 2015 APRILE Riunioni di sintesi 2015 MARZO Compilazione intermedia indicatori ed eventuali azioni correttive 2015 FEBBRAIO Riunione di screening attività in corso e verifica finanziaria 2015 GENNAIO Inizio attività utenze non domestiche 2014 DICEMBRE Laboratori didattici natalizi 2014 2014 NOVEMBRE Inizio attività con istituzioni scolastiche Formazione interna dell’Ente su GPP e rifiuti OTTOBRE CRONOPROGRAMMA PROGETTUALE 12 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto COMPUTO METRICO ESTIMATIVO DESCRIZIONE SPESE Unità di misura costo unitario quantitativo TOTALE Euro a corpo 1.000,00 1,00 1.000,00 a corpo 1.000,00 1,00 1.000,00 n. cartelli 50,00 3,00 150,00 n. brochure 2,00 600,00 1.200,00 n. adesivi n. magliette n. cappellini n. grembiuli n. segnalibri 0,30 10,00 5,00 10,00 0,30 900,00 120,00 120,00 120,00 1.200,00 270,00 1.200,00 600,00 1.200,00 360,00 n. adesivi 0,70 200,00 140,00 a corpo 1.000,00 3,00 3.000,00 Progettuali: Piano di comunicazione grafica Investimenti: cartellonistica brochure pieghevoli (o in alternativa altra tipologia di stampato) adesivi promotour magliette cappellini grembiuli segnalibri adesivi per partecipazione progetto di esercizi commerciali Gestionali: Personale per le attività di comunicazione e laboratori didattici TOTALE 10.120,00 13 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Relazione di progetto QUADRO ECONOMICO DI MASSIMA DESCRIZIONE SPESE TOTALE Euro Progettuali: 2.000,00 Investimenti: 5.120,00 Gestionali: 3.000,00 Totale IVA esclusa (22%) e arrotondamenti 10.120,00 14 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi COMUNI DI SORI, BOGLIASCO e PIEVE LIGURE CITTÀ METROPOLITANA DI GENOVA Certificati ISO 14001 BREVE DESCRIZIONE Entità considerata: quantitativi prodotti Fonti: dati Regione Liguria Quadro sinottico degli indicatori: NOME INDICATORE Produzione rifiuti urbani (RU) SCHEMA DPSIR TREND COMUNALE P COPERTUR A TEMPORAL E DATI annua FINALITA’ Misurare la quantità di rifiuti urbani prodotti SITUAZIONE Dato numerico Condizioni positive Misurare la quantità di rifiuti urbani prodotti per abitante P Quantità di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato Valutare i risultati di raccolta differenziata rispetto agli obiettivi fissati dalla normativa nazionale Valutare il progresso verso una diminuzione dell’utilizzo della discarica come fonte di smaltimento finale Valutare il progresso verso una migliore intercettazione della frazione del rifiuto in plastica Valutare il progresso verso una migliore intercettazione della frazione del rifiuto in plastica Quantità di rifiuti urbani smaltiti in discarica Quantità di rifiuti urbani da imballaggio in plastica (valore da evidenziare anche pro capite) Quantità di rifiuti urbani da imballaggio in carta (valore da evidenziare anche pro capite) Commento all’indicatore: 1 Condizioni negative MONITORAGGIO Produzione rifiuti urbani pro capite Certificati ISO 14001 CITTA METROPOLITANA DI GENOVA COMUNI DI SORI, BOGLIASCO e PIEVE LIGURE Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione INTRODUZIONE Pensare un piano di comunicazione significa in primo luogo veicolare un complesso di possibili azioni a medio-lungo termine all’interno di un sistema concettuale quanto più semplice e basico immaginabile al fine di rendere tra loro coesi e coerenti i diversi livelli decisionali nonchè le conseguenti scelte operative, impostandone fin dall’inizio un campo di pertinenza e strutturandone le logiche d’interazioni. Per addivenire a concreti e durevoli risultati relativi all’intercettazione e il conferimento della frazione organica è necessario infatti, al di là di ogni “tattica”di eliminazione subitanea del problema contingente, che anche e peraltro può essere, in estrema razio, marginalmente attuata, configurare, all’interno di uno scenario territoriale geograficamente complesso e dinamico, una progettazione che coordini azioni/operazioni separate poste su piani logici differenti, la cui scelta non può pertanto essere univoca e l’esito mai del tutto certo. Il miglioramento dell’organico assume infatti un significato positivo se a sistema aumenta la percentuale di raccolta differenziata diminuendo nel contempo la produzione generale di rifiuti pro capite con benefici ambientali, economici e sociali per l’intera comunità: questione non semplice ma non per questo ascrivibile nella sfera delle utopie. Si tratta pertanto di configurare un percorso verso il “rifiuto zero” che implichi una continuità di azione sul territorio diversificata su più fronti volta segnatamente a legare l’impiego di risorse alla creazione di vantaggi competitivi per la comunità in un filo logico-decisionale stringente. La strategia, nel suo significato politicomilitare, è l’arte di impiegare nella maniera migliore le risorse disponibili ai fini della guerra; essa è quindi quella branca dell’arte militare che studia i principi generali delle operazioni militari ed imposta e coordina nelle grandi linee il piano generale della guerra, non soltanto sotto gli aspetti militari. La strategia è anche definita "Teoria dell'azione di successo in presenza di opposizione consapevole". Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione 1) STRATEGIE ECONOMICHE: verso un sistema di tipo circolare Il 2 luglio 2014 la Commissione dell’Unione europea ha approvato una serie di misure per aumentare il tasso di riciclo negli Stati membri e facilitare la transizione verso “un’economia circolare”: un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Si tratta di un sistema opposto a quello definito “lineare”, che parte dalla materia e arriva al rifiuto. Tra le proposte della Commissione ce ne sono alcune giuridicamente vincolanti per gli Stati dell’UE: il riciclaggio del 70 per cento dei rifiuti urbani e dell’80 per cento dei rifiuti di imballaggio (vetro, carta, plastica ecc.) entro il 2030 e, a partire dal 2025, anche il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili e biodegradabili. Che cos’è l’economia circolare? Dopo lo “sviluppo sostenibile” e la “green economy”, al centro delle politiche ambientali europee c’è da qualche tempo la cosiddetta “economia circolare”. Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente, presentando gli obiettivi UE sul riciclaggio ha spiegato: «Nel Ventunesimo secolo, caratterizzato da economie emergenti, milioni di consumatori appartenenti alla nuova classe media e mercati interconnessi utilizzano ancora sistemi economici lineari ereditati dal Diciannovesimo secolo. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo trarre il massimo dalle nostre risorse, reimmettendole nel ciclo produttivo invece di collocarle in discarica come rifiuti». Anche diverse multinazionali nel mondo hanno avviato progetti in direzione di un’economia circolare (Cisco, Kingfisher, Philips) e molte altre (come Coca Cola e Ikea) partecipano attivamente al lavoro di un’importante fondazione britannica, la Ellen MacArthur Foundation, nata proprio con questo obiettivo. L’economia circolare, secondo la definizione che ne dà la Ellen MacArthur Foundation, «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. Nell’economia lineare, invece, terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, costringendo la catena economica a riprendere continuamente lo stesso schema: estrazione, produzione, consumo, smaltimento. https://www.youtube.com/watch?v=Cd_isKtGaf8 Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione Come è fatto un “prodotto circolare”? L’economia circolare prevede la progettazione dall’inizio di un sistema più virtuoso rispetto a quello che regolare l’economia lineare: prevede innanzitutto che vengano utilizzate in modo massiccio le fonti di energia rinnovabile (elemento centrale della sostenibilità); che ci sia un grande passaggio di informazioni tra i diversi soggetti economici. Serve anche una forte capacità di innovazione e servono anche prodotti disegnati in maniera efficiente, che durino nel tempo e che nella loro interezza o nelle loro singole parti possano essere riciclabili o riutilizzabili in altre forme. Cosa potrebbe cambiare? Tutto questo potrebbe portare con sé la fine di uno dei meccanismi su cui si basa l’economia lineare: (l’obsolescenza programmata dei prodotti) e potrebbe introdurre anche una serie di cambiamenti a livello culturale. Quella circolare è una forma di economia più collaborativa, che mette al centro non tanto la proprietà e il prodotto in quanto tale, ma la sua funzione e il suo utilizzo. Se una lavatrice viene progettata per funzionare per 10 mila cicli e non per 2 mila, può essere utilizzata da più di un consumatore attraverso l’attivazione di una serie di meccanismi economici a filiera corta: affitto, riutilizzo o rivendita diretta. Per diventare un modello realizzabile e dominante l’economia circolare dovrebbe naturalmente garantire ai diversi soggetti economici una redditività almeno pari a quella attuale: non basta che sia “buona”, deve diventare conveniente. Gli incentivi a produrre sul modello di un’economia circolare Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione sarebbero essenzialmente due: un risparmio sui costi di produzione e l’acquisizione di un vantaggio competitivo (un consumatore preferisce acquistare un prodotto di consumo circolare piuttosto che lineare). Prolungare l’uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l’efficienza servirebbe a rafforzare la competitività, a ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di gas e a creare nuovi posti di lavoro: l’UE, facendo le sue proposte sul riciclaggio, ha stimato che nei paesi membri ne sarebbero creati 580 mila. ( tratto da http://www.ilpost.it/2014/07/05/economiacircolare/) Vedi anche: http://www.huffingtonpost.it/silvialombardo/economia-circolare-direttive-europeefinanziamenti_b_5659081.html Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione 2) STRATEGIE DI TIPO CONNETTIVO La Comunicazione Il tema della partecipazione, dell’accesso all’informazione e della comunicazione ambientale per garantire una buona governance rappresenta un riferimento sempre più presente nel quadro normativo e programmatico comunitario, internazionale e nazionale sullo sviluppo sostenibile. Il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini e dei diversi attori della società è fondamentale per migliorare la qualità delle politiche pubbliche. Il compito ambientale della istituzionale comunicazione è quello di informare costantemente i cittadini sullo stato dell’ambiente, sugli impatti che producono opere ed infrastrutture, con ricerche, rapporti, dati e informazioni, e allo stesso tempo di promuovere comportamenti di minor impatto in grado di tutelare l’ambiente. Inoltre, informare e comunicare sui temi ambientali contribuisce a stimolare la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini che così sono messi in condizione di valutare le prestazioni delle amministrazioni e di entrare nei processi decisionali. Di seguito la definizione di comunicazione ambientale elaborata dall’Associazione della Comunicazione Pubblica con il Manifesto della Comunicazione Pubblica in campo ambientale , che definisce la comunicazione ambientale in diverse accezioni: Comunicazione ambientale: è l’attività istituzionale degli enti che operano in campo ambientale ed è contraddistinta dalla necessità di informare costantemente il cittadino sullo stato dell’ambiente. L’acqua, l’aria ed il suolo vengono monitorati ed i dati resi pubblici. Una nuova opera che avrà un impatto sull’ambiente va ugualmente portata all’attenzione del cittadino, così come l’istituzione di un’area protetta o di una pista ciclabile. Comunicazione-educazione ambientale: l’attenzione all’ambiente nasce nel nostro Paese non più di trent’anni fa, il processo di maturazione nella coscienza collettiva è quindi ancora in corso. L’informazione in questo campo deve quindi essere strettamente connotata da una chiave educativa. Spetta a tutti gli operatori comunicare in maniera appropriata la necessità di raccogliere i rifiuti in maniera differenziata, spiegandone le modalità o ancora come risparmiare energia contribuendo al rispetto dell’ambiente. Perché questo tipo di comunicazione sia efficace, occorre puntare al coinvolgimento della sfera affettiva e alla contestualizzazione delle problematiche ambientali rispetto al proprio vissuto, l’esperienza quotidiana. Comunicazione emergenziale: la comunicazione di crisi ed emergenza è quella che sperimentiamo costantemente, dall’incendio di una fabbrica al rogo boschivo. Bisogna intervenire in modo adeguato nelle situazioni improvvise di rischio per la salute, al fine di dare la giusta ed equilibrata risposta alle istanze dei cittadini Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione e dei media. Niente allarmismo, ma neanche nessun tentativo di tenere nascosta ai cittadini la portata dell’evento registrato. Come comunicare in modo efficace l'ambiente Considerato il ruolo strategico e dinamico che sta assumendo la materia ambientale, diventano determinanti per gli Uffici che si occupano di comunicazione ambientale, gli strumenti che si utilizzano per rendere efficace la comunicazione stessa e uno degli elementi a cui rivolgere maggiore attenzione in questo campo, è sicuramente il linguaggio. Infatti, trattare l’ambiente significa affrontare un argomento scientifico e quando si parla di dati, ricerche, rapporti ambientali ecc. il linguaggio da utilizzare, per essere davvero efficace, deve essere semplice, chiaro, comprensibile e facilmente fruibile oltre che condiviso tra gli operatori dell’informazione. In tal senso, la realizzazione di attività di reporting, nelle sue diverse tipologie tematiche – report ambientale, dossier informativi ecc.,– diventa una modalità concreta per rendere conto ai cittadini dei risultati delle politiche perseguite e metterli in condizione di valutare le prestazioni delle amministrazioni. Per questo motivo è necessario utilizzare delle tecniche di comunicazione scritta che diano efficacia al messaggio che si vuole trasmettere. Detto questo, gli strumenti e i mezzi di comunicazione che si possono utilizzare per comunicare l’ambiente sono molteplici: Sportelli di informazione e consulenza dedicati all’ambiente Presso questi sportelli i cittadini possono richiedere informazioni e /o consulenze. Si possono organizzare sportelli temporanei o permanenti in base all’esigenza dell’informazione da comunicare e possono essere situati presso il Municipio, decentrati in diverse zone della città oppure itineranti. E’ fondamentale che gli operatori abbiano un’ottima formazione, inerente i temi stessi su cui sono chiamati a diffondere informazioni. Eventi o momenti d’incontro diretto con i cittadini Organizzazione di seminari, tavole rotonde, manifestazioni, assemblee comunali aperte al pubblico, conferenze, lezioni, ecc. Campagne di informazione e comunicazione La campagna di comunicazione o informazione ha la finalità di promuovere un determinato servizio o prodotto. Una campagna di comunicazione può anche avere finalità di sensibilizzazione: in questo senso essa cerca di promuovere un determinato comportamento o atteggiamento. Opuscoli Si utilizza l’opuscolo per comunicare in modo semplice e chiaro con gli utenti, con i seguenti obiettivi: far conoscere nuovi servizi, dare informazioni di pubblica utilità, approfondire temi di attualità, dare consigli su un determinato argomento o servizio, rendere disponibile una sorta di semplice miniguida su un tema specifico. Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione Strumenti telematici Grazie all’ausilio delle nuove tecnologie è possibile informare e comunicare con i cittadini, adottando una logica multicanale. La multicanalita’ permette di utilizzare diversi canali comunicativi per arrivare ad informare anche in tempo reale sullo statodell’ambiente e su eventuali situazioni di crisi. Piano di Comunicazione ambientale Infine il piano di comunicazione ambientale, strumento fondamentale, ma ancora poco utilizzato, che consente all’Ente di programmare e gestire le azioni di comunicazione ambientale, di raggiungere specifici obiettivi strategici e di comunicare ai cittadini le azioni ambientali promosse e realizzate da parte dell’Amministrazione La figura del “facilitatore d’apprendimento” Il facilitatore è un consulente di processo, con alta qualità di azione contestuale (sa adattarsi e sintonizzarsi molto rapidamente agli ambienti diversi) e con un’alta competenza socio-relazionale. Egli può essere un consulente esterno (professional) o anche interno all’organizzazione (trainer). Il facilitatore è nella famiglia delle figure professionali di sostegno comportamentale alla persona, la sua core competence è nello specifico la facilitazione del tavolo di riunione nelle organizzazioni, nel sociale e nella partecipazione. Questa figura entra in opera, seguendo due principi base: ● presidia i contenuti tramite la funzione di presenza-neutra; ● regola i turni di parola tramite la funzione di regista interazionale. Il facilitatore agisce simultaneamente le due parti: sulla prima assume nel gruppo una posizione di sfondo (periferica), nella seconda il suo ruolo è di assoluta evidenza e centralità. Questa figura ha le seguenti caratteristiche base: a) accompagna i membri del gruppo dalla passività alla presenza attiva; b) ha strumenti di gestione e valorizzazione della negatività (critiche, monopolizzazioni, resistenze, prevaricazioni); c) introduce tecniche di comunicazione efficace e partecipata; d) utilizza metodi visivi e di “democrazia dei contenuti”: mappe concettuali, cartelloni, post-it. Le strategie comunicative più classiche di cui potrà avvalersi un facilitatore saranno: · · Lezione frontale: è la forma di didattica più utilizzata e più antica. La tipica lezione frontale è quella in cui vengono esposti in maniera unidirezionale gli argomenti; il passaggio di nozioni fa leva solo sull'esclusiva capacità di farsi ascoltare del docente. Dimostrazione: è il facilitatore in prima persona a dare dimostrazione pratica di come si usa un certo strumento o come si applica una procedura. Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione · · · · · · · · Approccio tutoriale: si basa sulla presentazione di un certo numero di informazioni chiedendo dei riscontri, sulla possibilità di verificare immediatamente l'esattezza della risposta, e sulla possibilità di regolare l'apprendimento in base alla capacità del singolo soggetto, creando quindi un apprendimento individualizzato. Discussione: consiste in un confronto di idee tra due o più persone (formatore-allievo e tra allievi ). La discussione fonda le sue origini nella maieutica di Socrate, che si basa su un processo dialettico di avvicinamento alla verità attraverso il dialogo. Nella discussione il ruolo del formatore si sposta da quello di guida a quello di facilitatore, il cui compito non è passare le conoscenze ma aiutare il soggetto nelle sue attività. Studio del caso: è una strategia metodologica che si basa su riflessioni riguardo una situazione reale o verisimile, su cui vanno formulate ipotesi e possibili soluzioni; lo scopo dello studio del caso è porre davanti a scenari molto vicini a situazioni in cui potrebbe trovarsi poi nella vita reale. Apprendimenti di gruppo: forme di apprendimento basate sia sulla collaborazione sia sul sostegno reciproco, sotto forma di tutoraggio tra pari e condivisione reciproca. Problem solving: riguarda i casi in cui il soggetto desidera passare da uno stato dato ad uno desiderato, e ci si attiva per raggiungerlo. Il termine sta a indicare il processo cognitivo che si avvia per analizzare il problema e trovarne la soluzione. Il problem solving si fonda su strategie didattiche basate sull’apprendimento per scoperta o per insight (intuizione) . Simulazione: viene proposta una situazione concreta in un ambiente predeterminato Role playing: tipo particolare di simulazione, in cui i partecipanti diventano gli attori della situazione rappresentata con ruoli attivi, identificandosi in specifici personaggi e in determinati contesti. Quello che si apprende nel role playing è il comportamento, vero obiettivo dell’apprendimento. Brainstorming : è il metodo più libero per permettere di esporre le proprie opinioni e idee. L’esempio più classico è quello del brainstorming (tempesta di idee): ci si esprime liberamente intorno ad un tema predeterminato. Questo metodo permette di esprimersi liberamente, l’unico vincolo sono l’aderenza al tema prefissato e non criticare gli altri. ......... La Negatività scava la buca ....... .................. La Positività pianta l'albero.... Alcune mappe per una comunicazione efficace: Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione · · · · · Critica Costruttiva Metacomunicazione Punti di Vista Gestione della Negatività L’individuazione di stakeholders locali L'individuazione e la scelta degli stakeholder rappresenta un passaggio fondamentale nella "relazione pubblica" che si vuole attivare con la propria comunità. Letteralmente stakeholder ("to hold a stake") significa possedere o portare un interesse, un titolo, inteso (quasi) nel senso di un "diritto". In sostanza, lo stakeholder è un soggetto (una persona, un'organizzazione o un gruppo di persone) che ritiene di detenere un "titolo" per entrare in relazione con una determinata organizzazione. Un soggetto le cui opinioni o decisioni, i cui atteggiamenti o comportamenti, possono oggettivamente favorire od ostacolare il raggiungimento di uno specifico obiettivo dell'organizzazione. Si possono individuare gli stakeholder attraverso diverse metodologie; una di queste indica come principi per la loro identificazione la capacità di influenza e quella di interesse che essi sono in grado di esercitare: Progetto per la riduzione e il miglioramento della raccolta differenziata degli imballaggi Piano di Comunicazione § occorre definire i "fattori di influenza" di ciascun stakeholder individuato. La capacità di influenza dei singoli portatori di interesse è determinata dalla loro: dimensione, rappresentatività, risorse attuali e potenziali, conoscenze e competenze specifiche,collocazione strategica; § occorre stabilire il "livello di interesse" di ciascun stakeholder rispetto alla sua l'incidenza e alla sua "capacità di pressione". Il "livello di interesse" è stabilito da due fattori: l'incidenza della politica considerata rispetto alla sfera di azione e agli obiettivi del portatore di interesse individuato e dalle iniziative di pressione che gli stakeholder possono mettere in campo per promuovere o rivendicare i propri interessi o per favorire una propria partecipazione al processo decisionale. 3) STRATEGIE DI TIPO SOCIALE Tali strategie sono finalizzate a garantire l'inclusione sociale dei soggetti appartenenti alle fasce deboli, di cui l'inserimento lavorativo è una delle componenti che si ritiene più importanti ai fini dell'integrazione sociale, attivando delle sinergie tra bisogni territoriali e domanda di lavoro laddove un’idonea risposta risulta maggiormente problematica. I possibili beneficiari di progetti d’inserimento sono prevedibilmente da individuare nelle seguenti categorie sociali: · disoccupati di lunga durata e/o in attesa di reinserimento lavorativo; · adulti disagiati seguiti dai servizi sociali; · nuclei monoparentali con carichi familiari e non; · detenuti ed ex detenuti; · disabili; · immigrati extracomunitari e provenienti da altre regioni italiane.