educational Bambini e lenti a contatto di Caroline Christie Seconda parte e David Ruston Caroline Christie, direttore associato di Contact Lenses presso la City University, esaminatrice senior per il Collegio degli Optometristi e consulente per l’educazione per BCLA David Ruston, direttore del Dipartimento del Professional affairs di Johnson & Johnson Vision Care per il Regno Unito, Irlanda, Paesi Nordici e Olanda Nel nostro primo articolo abbiamo esaminato le opportunità offerte ai giovani nella fascia di età dai 6 ai 18 anni per rafforzare la fiducia, le prestazioni e la soddisfazione attraverso l’applicazione delle lenti a contatto. Una volta presa la decisione di applicare le lenti a contatto, l’ottico-optometrista professionista (ECP) deve anche passare in rassegna i diversi tipi di lenti disponibili e scegliere l’opzione più appropriata per il soggetto che necessita di lenti a contatto. Quale lente applicare? Attualmente sul mercato esistono numerosi tipi differenti di lenti a contatto tra i quali rientra sicuramente la scelta più giusta per la maggior parte dei giovani che desiderano portare le lenti a contatto. Ad ognuno di questi tipi di lenti sono ovviamente connessi vantaggi e svantaggi che impongono di fare Fig. 1. Le RGP si sono affermate come le lenti a contatto di prima scelta per il controllo della miopia ma una recente evidenza contraddice tale opinione. 70 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 la propria scelta solo dopo aver congiuntamente valutato le esigenze in fatto di visione e stile di vita di ogni singolo bambino. I vantaggi e gli svantaggi dei diversi tipi di lenti a disposizione sono riepilogati nella tabella 1. Lenti RGP Le lenti a contatto RGP hanno storicamente rappresentato la prima scelta applicativa per molti professionisti contattologi responsabili dell’applicazione ai bambini (Fig. 1). La ragione principale è dovuta al fatto che sono state giudicate in grado di promuovere una migliore salute della cornea. Rispetto alle morbide riutilizzabili queste lenti sono dotate di un’elevata trasmissibilità all’ossigeno e sono associate ad un più basso rischio di eventi infiltrativi corneali, in particolare di cheratite microbica. Nella maggioranza dei casi garantiscono un’eccellente acuità visiva, in particolar modo nelle prescrizioni e negli astigmatismi di grado più elevato. Vi sono chiaramente occasioni nelle quali educational le lenti a contatto RGP sferiche risultano controindicate a causa di un astigmatismo residuo. In generale le RGP sono di più facile manutenzione grazie alla minore probabilità di piegarsi o di essere capovolte. È disponibile una gamma molto ampia di parametri prescrittivi. Queste lenti si rivelano spesso più economiche e i professionisti della visione denotano un rapporto qualità-prezzo vantaggioso. Il loro principale svantaggio è legato all’adattamento iniziale che richiedono, al rischio di dislocazione e all’irritazione causata dalle particelle aviotrasportate. In un’epoca in cui i portatori, e i più giovani in particolare, vogliono risultati istantanei, la prospettiva di dover fare i conti con il discomfort iniziale e la necessità di una fase di adattamento più lunga finiranno con il dissuadere gli ottici-optometristi professionisti dal raccomandare le lenti RGP favorendo in tal modo l’alternativa delle lenti a contatto morbide. Alcuni ECP possono scegliere le lenti RGP nella convinzione che possano consentire di rallentare la progressione miopica. Tuttavia, vi è ora sufficiente evidenza per dimostrare che non è questo il caso e che queste lenti non dovrebbero essere scelte in modo specifico per il solo controllo della miopia. TIPO DI LAC Fig. 2. I bambini ricevono l’80% dell’esposizione ai raggi UV della loro intera vita prima dei 18 anni. Lenti monouso giornaliere Se le lenti devono essere indossate tutti i giorni, la modalità di porto monouso giornaliera si rivelerà molto probabilmente un’opzione più costosa. I professionisti, così come i genitori, vorranno tuttavia prendere congiuntamente in esame anche il fatto che esiste un minor rischio di grave infezione rispetto alle lenti morbide riutilizzabili1. Inoltre evitano la necessità di doverle pulire, utilizzare apposite soluzioni di pulizia e conservazione e il contenitore portalenti, aumentando la probabilità di una maggior compliance da parte dei portatori. Spesso i giovani vogliono utilizzare le lenti a VANTAGGI SVANTAGGI RGP Alta trasmissibilità all’ossigeno Basso rischio di eventi infiltrativi corneali Eccellente acuità visiva Più facile da maneggiare Disponibilità di un’ampia gamma di parametri Più economica Necessità di un adattamento iniziale Discomfort in ambienti polverosi Più facile dislocazione negli sport di contatto Costo elevato in caso di smarrimento Lenti di ricambio solitamente non disponibili Monouso giornaliera Pratica nel lungo periodo Basso rischio di eventi infiltrativi corneali Maggiore probabilità di compliance Rappresenta la soluzione migliore per i soggetti allergici Basso costo in caso di smarrimento Più costosa nel lungo periodo Più bassa trasmissibilità all’ossigeno Non disponibile in tutti i parametri Lente morbida in idrogel Costi iniziali inferiori Ampia gamma di parametri disponibili Più bassa trasmissibilità all’ossigeno Minore probabilità di compliance Lente in silicone idrogel Alta trasmissibilità all’ossigeno Nessuna limitazione in termini di tempo di porto Rappresenta la migliore opzione a lungo termine Costi iniziali lievemente superiori Disponibilità dei parametri Minore probabilità di compliance Tabella 1: Riepilogo dei vantaggi e degli svantaggi di diverse modalità di lenti a contatto di cui tenere conto al momento di prendere in considerazione il miglior tipo di lente per i bambini. Dicembre 2009 P.O. Professional Optometry® 71 educational contatto part-time, il che fa delle monouso giornaliere una scelta eccellente. Uno studio statunitense svolto su bambini miopi di età compresa fra gli 8 e gli 11 anni ha concluso che i portatori di questo gruppo di età erano in grado di prendersi cura in modo indipendente delle proprie lenti monouso giornaliere e di portarle con successo e ha raccomandato di prenderle decisamente in considerazione come opzione applicativa adatta ai bambini2. Lenti morbide in idrogel I costi iniziali associati all’uso di lenti a contatto morbide monouso in idrogel a ricambio quindicinale o mensile sono più bassi rispetto alla maggior parte delle altre modalità di porto, soprattutto quando vengono utilizzate tutti i giorni. Tuttavia la più bassa trasmissibilità all’ossigeno può provocare problemi nell’età adulta per i bambini che scelgono di utilizzare le lenti per tutto il giorno, tutti i giorni. Tenuto conto dei numerosi anni nell’arco dei quali un giovane portatore potrà desiderare di continuare a portarle, esse non possono in generale essere raccomandate come modalità di prima scelta. Lenti in silicone idrogel La più alta trasmissibilità all’ossigeno che le caratterizza fa di queste lenti una scelta eccellente per i bambini e gli adolescenti che desiderano utilizzarle tutto il giorno, tutti i giorni, in particolare nel caso degli adolescenti che potranno occasionalmente volere andare a dormire con le lenti a contatto. Pur non essendo probabilmente disponibile la stessa gamma di parametri offerta dalle lenti monouso in idrogel, si tratta di un settore del mercato in rapida crescita e che vedrà probabilmente un aumento sempre maggiore degli intervalli delle prescrizioni. Una recente ricerca conferma un alto grado di soddisfazione nei confronti dell’uso di lenti in silicone idrogel di seconda generazione nel gruppo di soggetti di età compresa fra gli 8 e i 17 anni3,4. In confronto alle lenti monouso in idrogel, esse impongono costi iniziali lievemente superiori ma facilmente giustificabili in termini di benefici clinici. 72 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 Sul mercato sono presenti lenti morbide sia in idrogel sia in silicone idrogel dotate di filtro anti-UV, caratteristica che va seriamente presa in considerazione al momento di applicare le lenti a contatto ai bambini. I raggi UV possono provocare danni all’integrità strutturale di cornea, cristallino e retina e fino all’80% dell’esposizione al sole dell’intera vita si ha prima dei 18 anni (Fig. 2). I bambini hanno pupille più grandi e un cristallino più trasparente e sono sottoposti a un’aumentata esposizione alle superfici riflettenti, con una dose annuale di radiazioni UV ben tre volte superiore rispetto a quella che colpisce l’adulto. Il cristallino di un soggetto di età inferiore a 10 anni trasmette il 75% delle radiazioni UV che lo colpisce rispetto al 10% delle radiazioni trasmesse dal cristallino di un soggetto di età superiore a 25 anni. Le lenti a contatto con filtro UV possono fornire una protezione supplementare e potenzialmente importante, riducendo l’esposizione oculare agli effetti dannosi della radiazione UV 5. Ortocheratologia C’è una prima evidenza che suggerisce che l'ortocheratologia consente di ridurre la progressione miopica, anche se in questo campo numerose domande rimangono ancora senza risposta. L’ortocheratologia offre tuttavia la libertà dall’uso delle lenti durante il giorno costituendo pertanto un efficace metodo di correzione per i bambini attivi che praticano sport. Gli svantaggi dell’ortocheratologia implicano l’imposizione di costi iniziali più elevati che per alcune famiglie possono rivelarsi scoraggianti. Tale procedura richiede inoltre al professionista del tempo da dedicare ai controlli post-applicativi più prolungato. Tuttavia la principale considerazione che emerge al momento di valutare l’opportunità di ricorrervi per i bambini è che questa tecnica prevede l’uso delle lenti durante la notte. Portare le lenti di notte aumenta il rischio di sviluppare una cheratite microbica, circostanza che dovrà essere dettagliatamente e apertamente vagliata con i piccoli neoportatori e i loro genitori prima di decidere di perseguire questa opzione 6. educational È importante ricordare che qualunque sia la lente inizialmente scelta per l’applicazione, tale modalità non rimane costante per tutta la vita. È possibile in qualsiasi momento cambiare tipo di lente e modalità laddove ne sorgesse la necessità o si dovesse pervenire a nuovi sviluppi nella tecnologia delle lenti a contatto. Progressione miopica In occasione di una serie di recenti roadshow di Johnson & Johnson Vision Care, agli ECP è stata rivolta la domanda ‘quale lente prenderebbe in considerazione qualora volesse tentare di controllare la progressione della miopia in un bambino?’ I risultati sono mostrati nella figura 3. La progressione miopica e il controllo della miopia sono stati argomento di molte ricerche per parecchi anni. La progressione miopica associata all’uso delle lenti a contatto morbide è stata riportata negli Anni Settanta7-9, condizione tuttavia attribuita ad aumenti della curvatura corneale secondari ad edema corneale locale. Grazie agli attuali materiali per lenti a contatto dotati di Dk/t più elevato e agli emergenti materiali in silicone idrogel, questo non è più un problema. Vari studi dalla fine degli Anni Novanta hanno in effetti dimostrato che non vi è alcuna evidenza di aumentata progressione miopica nei portatori di lenti a contatto morbide rispetto a un gruppo di controllo costituito da portatori di occhiali10-13. È stato suggerito che l’uso di lenti a contatto RGP possa consentire di ridurre la progressione miopica nei bambini. I risultati dei primi studi clinici sono stati inconcludenti, con una possibile evidenza di controllo della miopia mediante l’utilizzo di lenti RGP. I meccanismi proposti includevano un miglioramento della qualità dell’immagine retinica mediante riduzione della sfocatura sull’immagine retinica periferica con una lente a geometria asferica, nonché un transitorio appiattimento corneale. Limiti intrinseci di questi studi, quali perdite elevate al follow-up, gruppi di controllo inadeguati e criteri di ingresso mal selezionati, hanno portato a mettere in discussione la validità dei risultati. Più recentemente sono stati effettuati due studi clinici randomizzati su ampia scala volti a valutare se le lenti RGP siano o meno in grado di controllare la progressione miopica nei bambini. In uno studio svolto a Singapore14 sono stati reclutati bambini di etnia cinese di età compresa fra i 6 e i 12 anni, con un grado di miopia variabile fra -1.00 DS e -4.00 DS. I bambini sono stati in seguito assegnati in modo causale ad un gruppo di portatori di occhiali o a un gruppo di portatori di lenti RGP. A distanza di 2 anni non sono state osservate differenze significative in termini di progressione miopica fra i due gruppi. Walline et al. hanno svolto lo studio CLAMP (contact lens and myopia progression, lenti a contatto e progressione miopica) negli Stati Uniti15. In questo studio l’effetto dell’uso delle lenti a contatto RGP sulla progressione miopica in bambini di età compresa fra gli 8 Fig. 3. Dati raccolti in occasione di recenti road-show Johnson & Johnson in risposta alla domanda ‘Quale lente prenderebbe in considerazione qualora volesse tentare di controllare la progressione della miopia in un bambino?’ 74 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 educational e gli 11 anni è stato confrontato con quello delle lenti a contatto morbide monouso a ricambio quindicinale. Si trattava di uno studio in singolo mascherato e randomizzato della durata di 3 anni e l’intervallo dell’errore refrattivo all’inizio dello studio risultava variare tra -0.75 DS e -4.00 DS. Lo studio ha concluso che non vi era nessuna differenza significativa nella crescita della lunghezza assiale fra i due gruppi di controllo. È stata osservata una modesta riduzione della progressione miopica per le lenti RGP in confronto alle lenti morbide, dovuta ad un appiattimento del meridiano corneale più curvo nell’arco in un periodo di 3 anni. Gli autori dello studio CLAMP hanno concluso che non vi era alcuna evidenza disponibile per garantire l’applicazione di lenti RGP nei bambini miopi esclusivamente per controllarne la progressione miopica. Uno studio longitudinale sull’ortocheratologia16 della durata di due anni ha dimostrato che la modifica della morfologia corneale (reshaping) prodotta con le lenti ortocheratologiche rallenta la crescita della lunghezza assiale dell’occhio. Tuttavia nei bambini si riscontrano sostanziali variazioni nella crescita della lunghez- za assiale e non vi è modo di prevedere l’effetto dell’ortocheratologia sulla crescita della lunghezza assiale per i singoli bambini. I risultati clinici di questo studio sono presentati congiuntamente ai riscontri dello studio CLAMP (Fig. 4). Si suggerisce che il meccanismo che consente di ritardare la crescita oculare consiste nell’avere ‘un sistema ottico preciso e predeterminato sul piano corneale che adatterà le ottiche periferiche dell’occhio’17. In altri termini, non è effettivamente la fovea a svolgere il ruolo principale nello sviluppo refrattivo, sono in realtà l’immagine sulla retina periferica e le aberrazioni che compaiono a dominare lo sviluppo refrattivo. Comunicazione e bambini Una comunicazione efficace è un elemento cruciale ai fini del successo applicativo delle lenti a contatto nei bambini e negli adolescenti e richiede al professionista un atteggiamento tollerante, positivo, diretto e soprattutto sempre onesto. Conoscere i propri portatori! Molti ECP riferiscono di trovarsi meno a proprio agio a parlare con i gruppi di pazienti Fig. 4.Grafico indicante i dati desunti da due studi recenti condotti allo scopo di esaminare l’effetto delle lenti RGP sul controllo della miopia. Le cifre indicano l’aumento medio della lunghezza assiale dell’occhio a 12, 24 e 36 mesi. Si osserva una modestissima differenza in termini di variazione media della lunghezza assiale per i soggetti portatori di lenti a contatto RGP in rapporto ai portatori di lenti morbide. Pare tuttavia riscontrarsi un rallentamento della crescita della lunghezza assiale nel gruppo della ortocheratologia (per gentile concessione di Pauline Cho). 76 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 educational più giovani. Soltanto il 42% dei professionisti ha dimestichezza nel comunicare con i bambini che hanno meno di 10 anni in rapporto al 73% che non ha problemi ad occuparsi dei ragazzi di età superiore ai 18 anni. Analogamente, solo il 50% degli otticioptometristi professionisti ha facilità nel parlare del loro figlio ai genitori dei bambini sotto i 10 anni18 . Avere la consapevolezza di come i giovani pensano e di cosa li motiva, aiuta. ‘Tween’ è il termine coniato per identificare il gruppo di ragazzini d’età compresa fra gli 8 e i 12 anni. Si tratta di una fase ‘intermedia’ dello sviluppo, nella quale questi ragazzini desiderano disperatamente crescere ma sotto molti aspetti vogliono essere ancora bambini. I “tween” dipendono dai propri genitori sia economicamente sia per quanto riguarda il supporto emotivo. Pur rappresentando una parte sempre più preponderante della loro vita, la tecnologia è auspicabile piuttosto che sicuramente scontata. È improbabile che questa fascia di età metta in dubbio il consiglio di un ‘professionista’. Gli adolescenti rappresentano invece un gruppo completamente diverso. I giovani d’oggi appartengono alla generazione più ricca della storia. Dipendono in minor misura dai propri genitori sotto l’aspetto economico e un ragazzo su quattro fa un lavoro part-time19 il che comporta entrate disponibili annue per 3 miliardi di sterline nel Regno Unito20. Essi rappresentano un enorme punto di forza nel mercato dei consumatori. L’aspetto esteriore occupa uno dei primi posti nell’elenco delle priorità degli adolescenti. Gli adolescenti sono un gruppo molto ricettivo per il quale le marche sono tutte importanti. Due terzi del reddito degli adolescenti viene speso in abbigliamento, scarpe o accessori21. La tecnologia è un dato di fatto; è raro che un adolescente non possieda un telefono cellulare e molti avranno un lettore MP3 e i gadget più sofisticati. Questo gruppo di ragazzi si fida dei consigli che riceve da persone o da fonti con le quali sente di essere in sintonia. 78 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 Il “child friendly approach” ovvero l’approccio che coinvolge attivamente i bambini La motivazione che spinge un bambino a voler utilizzare le lenti a contatto molto probabilmente supererà qualunque apparente immaturità o nervosismo. Tuttavia, all’inizio, è importante accertare che la motivazione all’uso delle lenti a contatto provenga congiuntamente dal bambino e dai genitori piuttosto che soltanto dai genitori. Un bambino immaturo e immotivato ha assai meno probabilità di essere un portatore di successo o che mostra compliance. È necessario stabilire inizialmente se il bambino nutra o meno aspettative realistiche sull’uso delle lenti a contatto. Scoprire che cosa il bambino vuole o richiede dalle lenti a contatto e qual è la sua motivazione nel volerle. È importante coinvolgere direttamente il giovane portatore e non lasciare rispondere il genitore a tutte le domande. Nel prendere in considerazione i pro e i contro legati all’uso delle lenti e le scelte ad esse inerenti si dovranno coinvolgere sia i genitori sia il ragazzo. Occorrerà ribadire ai genitori, in particolare dei bambini più piccoli, che c’è una responsabilità condivisa rispetto alla compliance all’uso delle lenti. Alcuni bambini potranno nutrire apprensione di fronte al fatto che una persona che non conoscono sta invadendo il loro spazio personale. È buona norma spiegare loro esattamente, seppure in modo rapido e semplice, che cosa vi apprestate a fare nel corso della seduta di valutazione e applicazione cui verranno sottoposti, unitamente allo scopo di ogni singola fase. Anticipando la necessità di dover applicare le lenti a contatto si può creare stress nei bambini e non è quindi necessario protrarre la conversazione per tempi molto lunghi. È importante per i piccoli portatori e i loro genitori mantenere in studio un rapporto amichevole e non intimidatorio nei confronti del bambino. Conviene avere a disposizione informazioni sulla cura degli occhi per i bambini, incluse le lenti a contatto, e tenerne in mostra in studio una copia. Tutto il personale dello studio dovrà essere a conoscenza della pos- educational sibilità di eseguire l’applicazione delle lenti nei bambini e sentirsi a proprio agio nel raccomandarne l’uso come un’opzione per la correzione della visione. È altresì essenziale che l’ECP suggerisca attivamente l’uso delle lenti a contatto come una delle opzioni per la correzione della visione disponibili, ove tale suggerimento si dimostri rilevante. Molti bambini, adolescenti e loro genitori devono ancora essere rassicurati sul fatto che le lenti a contatto rappresentano una forma appropriata di correzione della visione – molti bambini ritengono che le lenti a contatto non siano adatte nel loro caso specifico. Pur dimostrando inizialmente ritrosia all’idea che i propri figli portino le lenti a contatto, alcuni genitori possono decidere di tornare per discutere di tale opportunità nel momento in cui si sentiranno pronti. A distanza di 2-3 giorni dall’applicazione iniziale, è buona norma fare una telefonata al portatore per valutare se le lenti a contatto vengono utilizzate con successo. Questa iniziativa permette di creare l’occasione per discutere dei problemi o delle difficoltà che possono eventualmente essere sorti. A volte, durante i primi giorni d’uso, possono subentrare problemi legati all’inserimento e alla rimozione delle lenti a contatto, ad esempio un errore di posizionamento della lente rispetto alla cornea o la sensazione di corpo estraneo sotto la lente. Questo tipo di evento rischia di abbattere la fiducia dei portatori più giovani e può provocare stress. Telefonare per capire come sta andando il ragazzo e offrire la propria consulenza e la propria rassicurazione rispetto ai problemi riscontrati, può aumentare le probabilità di buon esito dell’applicazione. Si dovrebbero fornire informazioni scritte, ad esempio sotto forma di pieghevoli sulla cura e l’igiene delle lenti, indicazioni sul loro inserimento e rimozione complete di diagrammi nonché opuscoli descrittivi delle ‘cose da fare e da non fare’. È inoltre buona norma e un’idea nuova fornire al portatore un calendario corredato di appositi adesivi per contrassegnare la data in cui è stato applicato un paio di lenti nuove. Questa soluzione si rivela particolarmente utile per tutti coloro che utilizzano lenti a 80 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 contatto a ricambio quindicinale. Vale senza dubbio la pena includere informazioni intuitive riguardanti i bambini nel sito Internet dello studio optometrico ed inserire una sezione dedicata ai bambini per l’invio di newsletter per mezzo di e-mail. Bambini piccoli e adolescenti apprezzeranno allo stesso modo comunicare inviando messaggi di testo. Informazioni quali i promemoria degli appuntamenti, gli inviti a passare dallo studio per ritirare le lenti a contatto e informazioni sulle ultime lenti a contatto lanciate sul mercato, sono tutti dati che è possibile comunicare inviando messaggi di testo (con il permesso dei genitori). Consigli per avere successo Durante il consulto iniziale e ai controlli di follow-up si dovrà ribadire l’importanza di creare delle ‘routine’. Ai genitori si dovrà consigliare di rendere l’igiene e la cura delle lenti a contatto parte della routine quotidiana del proprio figlio. È inoltre essenziale verificare che il piccolo portatore e i suoi genitori comprendano la necessità di dedicare un tempo supplementare alla cura e alla manutenzione delle lenti a contatto. Nel corso delle prime due settimane successive all’applicazione vale la pena raccomandare di portare le lenti tutti i giorni, indipendentemente dalle attività svolte a casa o a scuola. Un bambino avrà meno probabilità di diventare un portatore con buone opportunità di successo nell’uso delle lenti se non utilizza abitualmente le lenti durante la prima settimana dopo l’applicazione. In questo caso e/o laddove si verifichino problemi connessi all’uso delle lenti, non è un problema prendere un po’ di tempo e riprovare dopo essersi presi una pausa. Quando si applicano le lenti a contatto ai soggetti più giovani, la sessione dedicata ad insegnare ad applicare, togliere e avere cura delle proprie lenti può essere delegata a un membro dello staff di supporto capace di assumere con i bambini un atteggiamento rilassato e sicuro. All’inizio si dovrà dedicare il tempo necessario a fornire istruzioni semplici e chiare che permettano ai bambini e ai loro genitori di capire. Il processo educativo dovrà educational impegnare il giovane portatore in modo da assicurare che egli comprenda a fondo lo scopo e l’importanza di ogni singolo aspetto della cura e della manutenzione delle lenti. È utile fornire consulenza ai genitori sulla manipolazione delle lenti a contatto e mostrare loro come possono aiutare i propri figli a togliere le lenti in caso di emergenza. Per aumentare le probabilità di compliance è una buona idea scegliere regimi di cura e manutenzione semplici ma efficaci. Offrire ai portatori una dimostrazione delle routine di pulizia che dovranno osservare, inclusa la procedura richiesta per la pulizia del contenitore portalenti. Si dovranno fornire informazioni verbali e scritte. Evidenziare gli esiti positivi derivanti da una buona compliance, ad esempio, per lenti più confortevoli, tempi di porto confortevoli più protratti, occhi più bianchi e sani. Insegnare la regola d’oro secondo la quale if something doesn’t feel right, it probably isn’t, ovvero se qualcosa non sembra andare bene probabilmente non va bene! Assicuratevi che il portatore e i suoi genitori abbiano innumerevoli opportunità di fare domande. Aftercare Il trattamento di aftercare offerto ai bambini deve essere essenzialmente lo stesso garantito agli adulti e dovrà prevedere una valutazione completa. Vale la pena ricordare che i bambini spesso non forniscono informazioni volontariamente, specialmente se hanno dei problemi. È importante rivolgere loro domande specifiche come ad esempio se indossano le lenti la notte mentre dormono (domanda particolarmente calzante per il gruppo di portatori appartenenti alla fascia di età della tarda adolescenza). È conveniente chiedere al bambino di dare una dimostrazione del regime di cura e manutenzione delle lenti seguito, mentre il professionista dovrà esaminare le lenti e il contenitore portalenti. La frequente rieducazione riguardo all’igiene e alla manutenzione delle lenti ad ogni visita di aftercare è una buona prassi che permette di garantire che con il tempo non si instauri compiacenza. 82 P.O. Professional Optometry® Dicembre 2009 Fornire consulenza specifica su sport e vacanze, in particolare sull’utilizzo delle lenti monouso giornaliere e sugli occhialini subacquei per ridurre il rischio di infezione se nel praticare il nuoto ed altri sport acquatici si indossano le lenti. Tutti i bambini devono essere riesaminati più spesso e l’esame dovrà includere la valutazione dello stato refrattivo e della visione binoculare. Verificare sempre che il bambino porti un paio di occhiali di gradazione adeguata anche se ha intenzione di portare le lenti a contatto come principale forma di correzione della propria visione. Consenso informato Un modulo informativo scritto e di consenso informato è consigliabile quando si applicano le lenti a contatto ai bambini. È di vitale importanza conoscere e informare riguardo ai rischi prevedibili associati all’uso delle lenti a contatto, evidenziando tra l’altro il modesto ma potenzialmente grave rischio di infezione corneale. I genitori devono essere informati delle rispettive responsabilità e dovrà essere ribadita la necessità di un loro forte sostegno e del monitoraggio della compliance mostrata dai propri figli. Conclusioni Oggi è disponibile una vasta gamma di opzioni di lenti a contatto. Ciò significa che gli ottici-optometristi professionisti (ECP) possono stabilire in collaborazione con i giovani portatori e i loro genitori la modalità di porto delle lenti a contatto che meglio si adatta alla correzione refrattiva e allo stile di vita specifico di ogni singolo bambino. È importante adottare un atteggiamento flessibile e ricordare che la modalità di porto della lente può variare nel corso del tempo, con l’età e la crescente maturità. Può essere un compito impegnativo ma anche divertente e i bambini possono essere tra i portatori più interessanti e gratificanti. Una ricerca ha dimostrato che i bambini di otto anni hanno la stessa capacità degli adolescenti di portare le lenti a contatto e prendersene cura e per questo deve essere offerta loro l’opzione delle lenti a contatto quando necessitano di una correzione del- educational la visione. Bambini e adolescenti possono ottenere una serie di vantaggi in termini di qualità della vita, in particolare un’aumentata fiducia nella propria capacità di prendere parte alle varie attività. Le lenti a contatto offrono spesso una modalità di correzione della visione più pratica per i portatori più giovani e sia i bambini sia gli adolescenti sono in grado di adattarsi al loro uso con la stessa facilità dimostrata dagli adulti. Può rivelarsi realmente soddisfacente consentire a un bambino piccolo di accrescere la propria fiducia ed ampliare la propria gamma di attività grazie all’applicazione delle lenti a contatto. ® Iniziativa didattica sostenuta dal Vision Care Institute of Johnson & Johnson. Si ringrazia la Dr. Karen French. Bibliografia 1. Stapleton F, Edwards K, Keay L, Naduvilath T, Dart J, Brian G, Sweeney D, Holden B. The incidence of contact lens related microbial keratitis in Australia. Invest Ophthalmol Vis Sci 2005; 46: E-Abstract 5025 2. Walline J, Long S, Zadnik K. Daily disposable contact lens wear in myopic children. Optom Vis Sci. 2004; 81(4): 255-9 3. Walline J, Jones L, Chitkara M, Coffey B, Jackson J, Manny R, Rah M, Prinstein M, Zadnik K. The adolescent and child health initiative to encourage vision empowerment (ACHIEVE) study design and baseline data. Optom Vis Sci 2006; 83(1): 37-45 4. Walline J, Gaume A, Jones L et al. Benefits of Contact Lens Wear for Children and Teens. 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