08 La festa dell’ASL Il dono della voce 6 Carta Regionale dei Servizi 33 11 Dicembre 20 NOTIZIARIO D’INFORMAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE DELLA PROVINCIA DI COMO Direttore: Roberto Antinozzi Responsabile: Giordano Besana Comitato Editoriale: Daniela Bianchi, Antonino Bonaffini, Salvatore Tagliata, Achille Bonzanigo, Paola Giossi, Giuseppe Ielmini, Anna Sannino, Roberto Tettamanti Supplemento di INFORMASL periodico dell’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como Reg. Trib. di Como n. 23/99 del 16/12/1999 Anno X, n. 2 Dicembre 2008 Contatti: [email protected] www.asl.como.it Grafica e impaginazione: S.E.A. Como Stampa: JMD Como 3 4 6 9 11 13 Anche i gatti son sicuri Il dono della voce Pranzare a scuola... Carta Regionale dei Servizi Sicurezza: nuovo Testo Unico Sì, sciare! Passione per il meteo Immigrati e sanità Il club alcolisti in trattamento 40 42 Pozzoni al canile Il consultorio familiare SOMMARIO 15 32 34 36 38 La festa dell’ASL 4 A 4 ZAMPE Anche i gatti sono più sicuri! Gatti randagi G “ Un più agevole ed efficace controllo sanitario delle colonie feline Gatti randagi: l’attività di vigilanza da parte dei Servizi veterinari è stata recentemente incrementata. Il controllo sulle nascite, il monitoraggio del numero di animali nelle colonie, la prevenzione degli aspetti igienico-sanitari che favoriscono la diffusione all’uomo di malattie sono oggi attività maggiormente estese, grazie ad un Protocollo d’intesa tra l’Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Como e l’Ordine dei Medici Veterinari delle Province di Como e Lecco. Non solo, è aumentata anche la disponibilità per la sterilizzazione dei gatti randagi presenti nelle colonie feline, che va ad integrare l’attività già rilevante dei Medici veterinari dell’ASL. È infatti anche previsto, per la sterilizzazioni dei gatti randagi, l’intervento dei Medici veterinari liberi professionisti che hanno aderito all’accordo, presso i loro ambulatori veterinari. Per i compensi di questi professionisti l’ASL mette a disposizione una somma derivante dalla specifica quota dei fondi funzione assegnati dalla Regione al Dipartimento di Prevenzione Veterinario. Sarà l’ASL che interpellerà i Medici veterinari accreditati, solo per gatti provenienti da colonie riconosciute dalle amministrazioni comunali o dall’ASL stessa. In pratica, le Associazioni protezionistiche o le referenti - le cosiddette “gattare”delle singole colonie dovranno indicare al Servizio di Sanità Animale dell’ASL le colonie dalle quali è opportuno prelevare i gatti ed il numero degli animali da sottoporre a sterilizzazione. Per un più agevole ed efficace controllo sanitario delle colonie è prevista I’identificazione, mediante microchip, dei gatti sterilizzati prima del loro rilascio nell’ ambiente di provenienza . Un incremento del servizio, quindi, nell’ottica del contenimento delle colonie feline sia per assicurare una migliore qualità di vita agli animali stessi che per monitorare e prevenire con maggior efficacia le malattie trasmissibili agli animali ed all’uomo. Dott. Claudio Fraquelli Servizio Sanità Animale IO, AMICA DEI GATTI di animali schivi e diffidenti non abituati al contatto umano. Poi, dopo l’intervento di sterilizzazione, ci occupiamo della degenza post-operatoria: alla fine, i nostri amici sono reimmessi nelle loro colonie di appartenenza, come del resto previsto dalla legge. Un appello: chiunque sia a conoscenza della presenza di uno o più gatti randagi ne segnali la presenza all’ASL: è il primo passo per aiutare questi animali. Federica 5 A 4 ZAMPE Ormai sono otto anni che sono in campo per loro. Non mi spaventano levatacce, o appostamenti notturni. Riesco, prima o poi, ad entrare in “sintonia”. Loro, i gatti, alla fine capiscono che non voglio entrare nella loro vita, a volte scomoda, ma pur sempre libera. Voglio solo aiutarli a stare meglio, in libertà. Capita che per qualcuno di loro ci sia anche l’esigenza di “accasarsi” . Allora intervengo io: alla fine creo un rapporto, un’unione, spero indissolubile, tra un umano e un felino. Il più delle volte ci riesco, ma tanti restano sulla strada. Il randagismo rimane purtroppo un fenomeno di dimensioni molto vaste. Ogni quartiere, ogni viuzza, ospita quasi sempre dei gatti randagi che tendono a riunirsi in vere e proprie colonie formate da un numero più o meno elevato di soggetti. Numerosi sono nel comasco i volontari che come me e si occupano di sfamare questi animali. Ma l’unico vero modo per limitarne la crescita esponenziale è quello di controllare il numero delle nascite: la sterilizzazione viene effettuata dall’ASL, ma il nostro lavoro di volontari è importante. Per prima cosa, ci occupiamo della cattura dei felini, lavoro non semplice considerando che si parla voce VOLONTARIATO 6 Il dono della VOLONTARI DONATORI DI VOCE PER IL CENTRO INTERNAZIONALE DEL LIBRO PARLATO ONLUS DI FELTRE S Sembrerà strano parlare di questo Centro nel notiziario della ASL, ma va subito specificato che il Centro Internazionale del Libro Parlato ONLUS di Feltre, pur avendo sede fuori dalla nostra regione, opera per tutto il territorio nazionale. Nato 25 anni fa per volontà del maestro Gualtiero Munerol e di un gruppo di persone che assieme a lui hanno fortemente creduto in questa iniziativa, ha come finalità quella di aiutare tutte le persone che non possono leggere in modo auto- nomo ad accostarsi allo studio e alla lettura. Offre quindi un aiuto concreto, ad esempio, per un ciclo di studi - in alcuni casi fino alla laurea - oppure nell’ascolto della lettura di un libro, per diletto o per rendere meno vuote le proprie giornate. Al Centro si rivolgono dunque non vedenti, ipovedenti, dislessici, anziani, ammalati e disabili motori. In particolare vengono effettuate registrazioni di audiolibri di studio o di svago e riviste in CD mp3, trascrizioni in Braille telematici, l’invio del materiale avviene per posta ed i costi sono a carico del Centro. Una volta all’anno ci troviamo tutti a Feltre per una tre-giorni di convegno-lavoro-festa: un’occasione per incontrare altri donatori provenienti da tutta Italia e conoscere gli operatori di Feltre. Il mio sogno: costituire un gruppo di lettori nella provincia di Como e poter organizzare alcune iniziative sul territorio. Per questo lancio un appello a quanti leggeranno queste parole: amate la lettura e desiderate fare qualcosa di concreto per gli altri? Il Centro Internazionale del Libro parlato vi aspetta! [email protected] di testi scolastici nelle più diffuse lingue, realizzazione di testi in formato elettronico o anche con caratteri ingranditi, riproduzioni in rilievo di immagini, grafici, tabelle e diagrammi, bassorilievi tattili in resina di significative opere pittoriche corredati da una guida illustrativa e da una guida vocale per non vedenti. Il Centro può anche sottoscrivere convenzioni con Enti, università, biblioteche, amministrazioni comunali, scuole di ogni ordine e grado, case di riposo, ASL, istituti specializzati nell’assistenza ai disabili. È per la realizzazione degli audiolibri che il Centro si avvale del- l’aiuto dei volontari, di cui c’è molto bisogno visto il numero sempre più elevato di richieste di letture di opere che ci pervengono da parte dei nostri utenti. I Donatori di Voce sono attualmente circa 200, di tutte le regioni: mettono a disposizione parte del loro tempo libero per la registrazione delle opere, direttamente dalla propria abitazione, privilegiando argomenti da loro prescelti in base alla formazione scolastica o professionale, oppure per propensione personale. Per diventare donatori è necessario avere una voce che non sia sgradevole all’ascolto, avere una lettura chiara, espressiva e supe- 7 VOLONTARIATO MI PRESENTO Sono Maria Cristina Solazzi, da alcuni anni donatrice di voce per il Centro di Feltre. Ho appreso della possibilità di poter fare questo tipo di volontariato, poco conosciuto, come aiuto concreto per non vedenti, da una trasmissione radiofonica. Amo la lettura: dopo averci riflettuto un po’, ho deciso di affrontare questa impresa e di mettere a disposizione degli altri questa mia passione: non sono mancate le soddisfazioni. Questo tipo di volontariato, a differenza di altri, si svolge in assoluta autonomia organizzando il proprio tempo libero come meglio si crede: i contatti con il Centro sono telefonici o I libri parlati si rivolgono a non vedenti, ipovedenti, dislessici, anziani, ammalati e disabili motori “ VOLONTARIATO 8 rare un provino che consiste nella registrazione di circa 2-3 minuti di parlato da inviare al Centro in formato mp3: gli operatori addetti valuteranno sia la qualità tecnica sia quella di lettura. Può capitare di non riuscire a superare il provino al primo tentativo; nessuna paura: se ciò che lo rende non idoneo è correggibile lo si può rifare, fino ad ottenere i parametri necessari per una buona registrazione. Come detto sopra, le letture avvengono in casa propria e per poterle effettuare bisogna possedere un computer ed una cuffiamicrofono di buona qualità; il programma di registrazione, anche per il provino, viene fornito dal centro. Per saperne di più consultare: www.libroparlato.org M “Mangiar sano per crescere bene”: l’opuscolo che l’ASL ha pubblicato qualche tempo fa indica il menù scolastico “tipo” per i 30.000 bambini e ragazzi che pranzano nelle mense delle scuole della provincia di Como. Rivolto al personale di mensa, alle famiglie, agli alunni ed agli educatori, contiene i principi e le linee guida per una corretta alimentazione e sano stile di vita sia a scuola che a casa. In occasione della distribuzione del libretto è stata attivato un indirizzo di posta elettronica: [email protected], cui chiunque si può rivolgere per qualsiasi problema legato all’alimentazione. Alla redazione ha provveduto l’equipe nutrizionale di un servizio dell’ASL: il SIAN ( Servizio d’Igiene degli Alimenti e della Nutrizione) che tutela i consumatori sotto tutti gli aspetti, avvalendosi della collaborazione di medici, biologi, tecnologi alimentari, tecnici della prevenzione, dietiste, assistenti sanitarie e infermiere professionali. Un’equipe multidisciplinare che cura uno per uno tutte le problematiche della ristorazione collettiva scolastica: obiettivo, la tutela della salute dei ragazzi. L’ igiene è il primo dei parametri considerati: le strutture sono periodicamente sottoposte a controlli, con verifica delle procedure di conduzione dell’intero ciclo di lavorazione e somministrazione degli alimenti. Vengono effettuati campionamenti ed analisi dei cibi in quanto la sicurezza è requisito primario, essenziale alla qualità. Aspetto non meno importante è la cura delle tabelle dietetiche per le mense scolastiche, nelle scuole pubbliche o non pubbliche che ne fanno richiesta. Vengono valutati gli aspetti qualitativi nutrizionali dei pasti e apportate limitazioni per le diete speciali, quelle cioè per ragazzi con allergie ed intolleranze alimentari, rispettando le frequenze dei nutrienti e i principi di un menù bilanciato. Ci sono quindi novità nei recenti menù proposti. Un’indagine svolta dall’ASL nel 2002, che ha interessato circa 400 mense scolastiche della provincia di Como, 9 ALIMENTAZIONE Pranzare a scuola : l’ASL interviene ALIMENTAZIONE 10 Gli opuscoli con i menù tipo, i consigli nutrizionali, i dati di sorveglianza nutrizionali e le procedure e la modulistica per le diete speciali sono disponibili sul sito Internet dell’Asl www.asl.como.it aveva evidenziato il generale rispetto del menù stabilito, con porzioni dei piatti adeguate o talvolta eccessive e con gradimento soddisfacente per primi piatti, frutta e secondi di carni, uova e formaggi. Un po’ meno graditi erano risultati i secondi a base di pesce e la verdura. Questi presupposti hanno determinato l’elaborazione del nuovo menù “tipo”, con gli aggiustamenti indispensabili per diminuire gli scarti ed incrementare la varietà di tutti i nutrienti della dieta, grazie anche all’aiuto di cuochi, genitori ed educatori. Ma non è tutto. Il SIAN si occupa anche di quello che in termini tecnici si chiama “sorveglianza nutrizionale”, cioè la raccolta di dati sui consumi alimentari, sullo stato di nutrizione e sull’attività fisica della popolazione. Ciò permette di conoscere la prevalenza dell’obesità e del sovrappeso, le abitudini alimentari e gli stili di vita: una fotografia precisa, periodicamente aggiornata, indispensabile per interventi mirati di prevenzione. Qualche dato significativo: nel 2006, in un gruppo di 883 bambini nati nel 1996 ha riscontrato il 27% di soggetti sovrappeso e il 10% di obesi. Dati che fanno pensare dal momento che l’incidenza delle malattie cronico degenerative, quali ipertensione arteriosa, diabete, osteoporosi, patologie cardio-vascolari, tumori, che rappresentano la quasi totalità delle cause di morte, sono in gran parte legate alla sedentarietà e ad una scorretta alimentazione. Dott. Marco Larghi Servizio d’Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Carta Regionale dei Servizi: con il consenso, vale di più! “Ha portato gli esami dei mesi precedenti?” A volte, a questa domanda del Medico curante, seguono una serie di imbarazzate giustificazioni che si concludono invariabilmente con l’invito: “La prossima volta si ricordi, altrimenti, come posso sapere se la cura ha fatto effetto…”. Ma da oggi la situazione è destinata a cambiare. Ricoveri, visite specialistiche, esami, eventi di Pronto Soccorso: i dati sanitari di ciascuno di noi sono ora disponibili in un database elettronico. Ogni medico e operatore sociosanitario autorizzato inserisce infatti in un “fascicolo sanitario elettronico” le informazioni di sua competenza, potendo nel contempo consultare quelle già contenute. È però necessario dare un esplicito consenso affinché questi dati possano essere consultati, ovviamente solo da medici o da personale sanitario. Un esempio: il medico curante potrà vedere i dati sanitari di chi ha espresso il consenso, relativi a esami, ricoveri o visite effettuate in strutture sanitarie pubbliche e private della Lombardia, collegate alla rete Sistema Informativo SocioSanitario. Un quadro preciso e aggiornato della situazione clinica del paziente, quindi, che consente una migliore definizione diagnostica e terapeutica. Il consenso per il trattamento dei propri dati non è obbligatorio, ma ne è evidente l’utilità. Sfruttiamo questa opportunità, veramente innovativa, che si pone nell’ottica di un modello di sanità avanzata. Dare il consenso è semplice; è possibile farlo: - recandosi presso i Distretti dell’ASL (sportelli di Scelta e Revoca) con la propria carta CRS e un documento di identità; - direttamente dal PC di casa: occorre però installare sul PC un lettore di smart-card in vendita nelle edicole; - a breve sarà possibile esprimere il consenso anche nelle Farmacie. È necessario, prima di dare il consenso, leggere l’informativa sul trattamento dei dati sanitari, disponibile presso i punti di gestione del Consenso. SERVIZI H 11 SERVIZI 12 Quadro preciso e aggiornato Consente una migliore definizione diagnostica e terapeutica CHE COS’È La CRS è la tua carta intelligente dalle molteplici funzioni. È infatti una smart card, cioè una tessera elettronica contenente una chiave privata che garantisce il riconoscimento della tua identità e al contempo tutela la tua privacy. È valida come: Tessera Sanitaria Nazionale perché sostituisce il tesserino sanitario cartaceo; Tessera Europea di Assicurazione Malattia perchè sostituisce il modello E-111 e garantisce l’assistenza sanitaria nell’Unione Europea e in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera, secondo le normative dei singoli paesi; Tesserino del Codice Fiscale; Carta Nazionale dei Servizi perché è stata creata secondo gli standard tecnici internazionali previsti per le smart card e per questo consente l’accesso ai servizi on line che richiedono un’identificazione. La CRS è gratuita ed è stata spedita a casa a tutti i cittadini iscritti alle ASL della Lombardia. Per usufruire dei servizi on line delle Pubbliche Amministrazioni è invece indispensabile essere in possesso del codice PIN che puoi richiedere, per un rilascio immediato, presso gli sportelli di Scelta e Revoca della tua ASL. Se dai il consenso al trattamento dei tuoi dati, con la CRS puoi sfruttare appieno il potenziale dei servizi offerti dal Sistema Informativo Socio-Sanitario lombardo, rendendo immediatamente visibili i tuoi dati clinici e sanitari al tuo medico di famiglia o ai medici che ti hanno in cura. B Ben cinquecento iscritti, l’Aula Magna del Politecnico stracolma: la Giornata della Sicurezza sul Lavoro 2008, giunta alla nona edizione, ha registrato il tutto esaurito. Il 30 ottobre all’incontro, promosso dalla ASL della Provincia di Como in collaborazione con altri Enti istituzionali locali (INAIL, Vigili del Fuoco, Direzione provinciale del Lavoro, Prefettura) e con Associazioni imprenditoriali e dei lavoratori, erano presenti tutte le categorie interessate: imprenditori, consulenti, lavoratori, medici, che quest’anno, con l’entrata in vigore della nuova normativa - il Decreto Legislativo 81 del 2008 o Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro - hanno potuto confrontarsi e chiarire i particolari aspetti di questo importante strumento. Il nuovo Testo Unico è complesso, riunisce e aggiorna le norme precedenti in materia (la ben nota Legge 626 è stata abrogata): gli aspetti principali di questa normativa sono stati affrontati da esperti che hanno spiegato, in particolare, quanto gravi siano oggi diventati i reati legati alle violazioni alle norme sulla sicurezza sul lavoro e quanto sia doveroso affrontare con serietà lo studio dei rischi ed il loro conseguente contenimento. Da questa corretta applicazione delle norme dipende la salute e spesso la sopravvivenza di migliaia di lavoratori ogni anno. 13 SICUREZZA Sicurezza: nuovo Testo Unico in primo piano SICUREZZA 14 IN PROVINCIA DI COMO: IN ITALIA, OGNI ANNO: Tyssen Krupp, Liceo di Rivoli anche le scuole sono luoghi di lavoro - sono solo alcuni esempi: troppo spesso si verificano eventi tragici, il più delle volte prevedibili e prevenibili . Dalla cronica indifferenza verso il problema si passa periodicamente, in occasione di eventi tragici di grande risonanza mediatica, ad un interesse molto alto. La morte sul lavoro suscita una emozione particolare, legata alla sacralità da sempre attribuita alle attività lavorative. Ma chi se ne occupa sa che la prevenzione paga solo se applicata con competenza, serietà e continuità. Le Giornate della Sicurezza continueranno a rappresentare un contributo conoscitivo e di riflessione per tutti i soggetti interessati. la realtà lavorativa: gli infortuni sul lavoro: circa 40.000 unità lavorative circa 180.000 addetti circa 9.000/anno Morti sul lavoro: Morti per malattie professionali: Feriti per infortuni sul lavoro: circa 1.200 circa 3.000 circa 1 milione Dott. Lamberto Settimi U.O. Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di lavoro la festa dellí la festa dell’ … Al fine di riprendere serenamente e costruttivamente un cammino e un dialogo … Q Questa è la vera ragione per cui oggi ci troviamo qui! Della precedente esperienza - che meritava di essere vissuta comunque - non conservo alcun rimpianto. Sono convinto che la vita è fatta di percorsi … e che … l’arrivo è spesso l’occasione per una nuova partenza, ed è per tale motivo che, da possibili nuove esperienze e da eventuali nuove avventure, bisogna saper cogliere l’occasione e l’opportunità per rinnovarsi, per trovare nuovi impulsi, nuovi stimoli e nuove motivazioni. Ovviamente mi manca la familiarità di un luogo in cui ho vissuto tutti i giorni per tanti anni e l’amicizia di tante persone - che il tempo e l’esperienza hanno selezionato o che forse si sono selezionate da sole - con le quali ho condiviso momenti esaltanti ma anche istanti di una qualche difficoltà e di un qualche imbarazzo. A questa carenza, però, posso facilmente ovviare in quanto quei luoghi posso ancora vederli e quelle persone posso ancora frequentarle. Non mi trovo affatto, quindi, nella situazione del Generale Garibaldi mi scuso con l’Eroe dei Due Mondi per l’irriguardoso paragone - che, prima di ritirarsi a Caprera e nell’atto di uscire per sempre dal Parlamento del neocostituito Regno d’Italia, rendeva pubblico il suo pensiero scrivendo … Tutt’altra Italia io sognavo. Non questa, miserabile all’interno e vilipesa all’estero... Guardo, infatti, al futuro con immutato e inguaribile ottimismo! Ciò che mi mancava - e con oggi questa lacuna viene colmata - era l’incontro periodico con la mia Comunità, la sensazione di potere con il mio personale consueto spirito di servizio - condividere i progetti, prendendo spunto anche dalle diverse e multiformi esperienze da qualsiasi parte provenienti, attraverso un colloquio continuo, cordiale, improntato sempre alla massima collaborazione. Mi è sempre piaciuto, infatti, sentire l’odore dell’ambiente che mi circonda … e il tempo e l’esperienza mi hanno affinato questo istinto innato, che poi altro non è che riuscire a capire per tempo - magari in anticipo - quali siano le attese, le speranze, le illusioni … per poi mettersi a lavorare … insieme. D’altra parte - i miei trascorsi me ne rendono ragione - ho da sempre creduto, contrariamente ad altre scuole di pensiero, che, operando nel proprio territorio - ove si vive tutti i giorni - e tra la propria Gente quella che si incontra tutti i giorni, nella condivisione, anche, delle quotidianità comuni a ciascuno di noi - ci si possa esprimere costantemente al massimo, nell’ambito di un progressivo accrescimento e di una valorizzazione continua della propria professionalità. … Ed ora, con il Vostro permesso, riprendiamo serenamente e costruttivamente quel cammino e quel dialogo! Per esaudire questo desiderio, ho dovuto letteralmente inventare una sorta di Festa della ASL, una Festa - noi non abbiamo Santi che ci proteggono, motivo per cui Ne abbiamo preso Uno in prestito, ricordandoLo anche con la poesia che ci porta alla memoria tanti la festa dell’ ricordi, sepolti ormai dal tempo, di un’infanzia sempre più lontana che vuole essere il momento dell’incontro con la mia Comunità e che, a mio avviso, deve poter proseguire nel tempo. Quest’anno, l’occasione è la Festa di S. Martino. Una Festa che torna a ripetersi dopo lontane o più recenti esperienze (La festa della luna calante sulla collina ideata da Vittorio Chianese e L’estate del S. Martino di Iubilantes - Ortofloricola Comense - Luoghi non comuni - Nèp). Un’opportunità che ha preso le mosse dalla volontà di esaudire il desiderio di Padre Felice di tornare pienamente in possesso non solo della Sua Chiesa - quella Chiesa della B. V. Assunta in cui ha celebrato per tanti anni - ma forse anche dei luoghi in cui ha condiviso le miserie umane di tanti, forse troppi, internati in Ospedale Psichiatrico. Il desiderio di Padre Felice, in tutti questi anni, è stato sempre espresso con cortesia, con discrezione e con garbo, quasi in silenzio ma, con quel tipo di … silenzio … che, come dal Laboratorio del Bosco delle Parole Dimenticate, … è un modo di fare rumore. Era un suo modo per tentare di ridare per quanto possibile vita e dignità a tutti Coloro ai quali, come scrive Mauro Fogliaresi, … Nessuna poesia avrebbe mai potuto ridare il senso di tanti abbracci mancati, di ambigui ricoveri in odore di miseria, di lettere che ancora aspettavano una partenza … all’insaputa del mittente mai spedite … … Storie di traditi e tradimenti. … … Aspettando un’immensa carta assorbente di un qualunque, fosse anche l’ultimo, Dio. Anche se il desiderio è quello di ripeterla in questo giorno, ogni anno, non desidero, però, che quest’incontro si confonda con la Festa di S. Martino. Non è e non vuole essere solo questo! È e deve essere, invece, il momento dei consuntivi, per quella che è stata l’attività di un anno, ed una sorta di preventivo e di progettazione per quanto, sul territorio, possa essere attivato nel prossimo futuro. E tutto ciò - nei limiti ovviamente del reso possibile dalle regole che tutti dobbiamo rispettare - voglio condividerlo con Voi, con chi Vi rappresenta, così come stiamo facendo, ad esempio, con i diversi tavoli aperti, su vari argomenti estremamente coinvolgenti e di impressionante attualità, da S. E. il Prefetto. In verità, devo dire che S. E. il Prefetto è stato il primo a decriptare il messaggio che già dai primi giorni del mio nuovo insediamento - e comunque non appena se ne presentava l’occasione - stavo lanciando. Chi mi ha preceduto, infatti, ha saputo costruire - e non è stato da poco - un’immagine molto positiva della ASL, ha saputo darle una visibilità ragguardevole, sia con iniziative proprie che attraverso il patrocinio, su temi diversi, a moltissime manifestazioni. Tutto ciò mi ha fatto trovare, in eredità, un ambiente estremamente motivato e voglioso di mettere in mostra quanto più possibile le capacità e le professionalità presenti ed è per questo che ora, a mio avviso, bisogna fare il salto di qualità, dovendo essere la ASL, nell’ambito delle proprie innumerevoli competenze, il motore ed il punto principale di riferimento e di collegamento di tante iniziative, non solo, quindi, il patrocinatore di eventi da altri costruiti pur con le più lodevoli intenzioni. Ci stiamo attrezzando per farlo, certamente nell’alveo di un rapporto di collaborazione leale non prevaricante ma neanche subalterno - con le Istituzioni, gli Enti Locali e la Comunità nelle Sue diverse espressioni, nel rispetto delle reciproche peculiarità e competenze. Passando ai bilanci, in questo primo anno di attività, oltre ad essermi calato in una realtà ben diversa da quella cui ero abituato, provvedendo - i lavori sono ancora in corso! - a personalizzare il già buono impianto organizzativo, con i più stretti Collaboratori, abbiamo costruito e pianificato quel percorso che vedrà migliorare ed ampliare alcune attività territoriali - ad esempio quella relativa all’Assistenza Domiciliare Integrata - in perfetta sintonia ed accordo con la Conferenza dei Sindaci, il Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci, le Assemblee Distrettuali, gli Uffici dei Piani di Zona. Ho scoperto, in questo primo periodo di attività, un aspetto della sanità che non conoscevo direttamente - anche se occasionalmente capitava di doversene occupare - e che trovo assai congeniale alla la festa dell’ mia cultura e al mio modo d’essere: quello relativo agli aspetti sociosanitari, con particolare riferimento al mondo della cronicità, dei disabili, dei terminali e dell’emarginazione, un mondo che va protetto e curato altrettanto bene quanto quello più strettamente sanitario. In tal senso, auspico, inoltre, la prosecuzione di un rapporto di collaborazione sempre più stretto e partecipato con il Volontariato, in tutte le sue forme ed espressioni, che del territorio non è solo risorsa insostituibile ma anche attendibile indicatore di un bisogno e autorevole richiamo al quale dover prestare sempre attenzione ed ascolto. Stiamo lavorando molto, inoltre, in termini di prevenzione della salute, di educazione sanitaria, di sicurezza sul lavoro ma anche c’è anche questo tra i nostri compiti! - in termini di controllo. Un’attività di controllo - tanto per citarne alcune - che spazia dai luoghi di lavoro ai prodotti destinati al consumo umano, dalla verifica del rispetto delle regole negli esercizi pubblici ai requisiti di appropriatezza strutturali e funzionali - delle strutture sanitarie e delle case di riposo. Il mio sogno però, quello per il quale ho sentito di dover lavorare già all’indomani dell’insediamento in ASL, è il tentare di costruire una rete territoriale solida, una rete in cui tutti gli attori possano ritrovarsi pienamente coinvolti. Non solo, quindi, le strutture erogatrici ma anche - e in questo momento forse soprattutto - i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta che, del territorio, devono tornare ad essere i maggiori interpreti ed i migliori protagonisti. Da un osservatorio privilegiato quale è stato l’Ospedale, infatti, erano ben evidenti le debolezze del territorio così come, dall’attuale posizione, altrettanto chiaramente emerge la carenza di integrazione delle strutture erogatrici con il territorio. Credo, pertanto, che si possa contribuire a fare una buona sanità anche da tavoli molto più organizzativi e molto meno operativi. È una sfida … ma avendovi ritrovati mi sento di poterla raccogliere! Dott. Roberto Antinozzi Direttore Generale dell’ASL della Provincia di Como Il BORGO I DI S. MARTINO a Como Il borgo di S. Martino deve la propria denominazione alla chiesa, posta sulla via Briantea, che già nel 1209 aveva annesso un ospedale degli Umiliati, dipendenti dal Capitolo della Cattedrale. Questa chiesa, situata nella pieve di Zezio e intitolata a S. Martino, il grande vescovo di Tours, sarebbe stata già in età preromana sede di un centro di culto connesso in qualche modo con le acque del vicino torrente Cosia: quindi si delinea una certa continuità di funzioni in epoca romana e poi cristiana. Nel Quattrocento venne adibita a lazzaretto per gli appestati, dopo che il piccolo ospedale posto in via Briantea fu annesso insieme ad altri “spitali” all’Ospedale Maggiore di Como, intitolato a S. Anna. Ma la vicinanza ad un borgo piuttosto popolato costrinse le autorità a spostare il lazzaretto a S. Clemente di Geno. S. Martino divenne così un monastero di Umiliati che vi rimasero fino alla soppressione dell’ordine nel 1571. Dal 1639 la chiesa svolse funzioni di parrocchia per tutta la zona sud-orientale di Como esterna alle mura e continuò ad essere utilizzata fino al 1783, quando il parroco ottenne di trasferire il titolo parrocchiale da S. Martino alla chiesa intitolata a S. Agata, meglio agibile. Ma, ormai, la consuetudine aveva identificato nel toponimo “San Martino” tutta la zona che gravitava sull’antica parrocchiale e la popolazione ha continuato a chiamare così il borgo, anche dopo la secolarizzazione dell’edificio oggi adibito in parte a garage e in parte a ristorante. Nel diciannovesimo secolo il borgo di S. Martino, divenuto sede di industrie e commerci, era noto in tutta la provincia. Ma la sua fama avrebbe assunto un nuovo significato con la costruzione, su un vasto la festa dell’ appezzamento di terreno, di un complesso di edifici per la cura degli alienati. In città era iniziata intanto, già dal 1857, la discussione riguardo l’ubicazione di un ospedale psichiatrico. L’individuazione dell’area era legata ad un progetto adatto alle terapie psichiatriche dell’epoca: metodi clinici che prevedevano osservazione e cure, non disgiunti dalla possibilità di far lavorare gli alienati in piccoli opifici o impianti CHIESA EX OSPEDALE PSICHIATRICO SAN MARTINO All’interno del compendio dell’ex Ospedale Psichiatrico di via Castelnuovo sorge la Chiesa, costruita nel 1951 dall’Impresa Nessi & Majocchi, in stile eclettico su progetto dell’ing. Somaini, selezionato tra 2 progetti nel 1950. Nel 1952 è stata dedicata alla Beata Vergine Assunta dal Vescovo Mons. Bonomini. Progettata con pianta a croce greca, l’abside della chiesa è decorata con un affresco, realizzato da R. Cerutti nel 1968. Nel corso degli ultimi mesi, con l’Associazione Nazionale Alpini di Como e la ditta Frangi Imbiancature, che hanno prestato la loro opera volontariamente, sono stati eseguiti i lavori di imbiancatura completa dell’interno, la manutenzione straordinaria dell’impianto elettrico, la realizzazione della rampa di accesso per disabili e il ripristino del sagrato. agricoli che dovevano quindi essere parte integrante del complesso nosocomiale. Non senza vicissitudini e dibattiti, nel 1876 venne definitivamente scelta la località in posizione sopraelevata, assai vicina alla città, sulla sponda sinistra del torrente Cosia, nelle vicinanze del ponte di S. Martino. L’area aveva facile accesso alla strada provinciale per Lecco e possedeva un’abbondante e perenne sorgente di ottima acqua. Successivamente il Consiglio provinciale approvò il progetto degli ingegneri Pietro Luzzani e Giuseppe Casartelli e il 15 giugno 1882 il nuovo Ospedale Psichiatrico entrò in funzione. La peculiarità terapeutica dell’Ospedale psichiatrico di quei tempi era il lavoro, considerato allora uno dei migliori mezzi di cura per i malati di mente, che doveva distoglierli dall’inerzia mentale e dato loro fiducia in sé stessi. Per i malati, il lavoro all’aperto consisteva nella coltivazione del giardino, dell’orto, dei campi e nell’accudire il bestiame o l’allevamento delle api e dei bachi da seta, mentre in ambienti chiusi si svolgevano lavori in paglia e vimini, di tessitura, di cucitura, di ricamo e rammendo. Con il trascorrere del tempo e con l’aumento dei ricoveri, le diverse e molteplici attitudini dei numerosi ammalati originarono nuove attività tanto che per molti comaschi l’area dell’Ospedale Psichiatrico era divenuta sinonimo di cittadella agricola e artigianale. Franca Ronchetti la festa dell’ Le ”STAGIONI DEL S. MARTINO” Dal volume “Le stagioni del San Martino” di Gin Angri e Mauro Fogliaresi (ed. Marna) INCONSOLABILE. ALLA VOCE: “ARCHIVIO DEL MANICOMIO”. Quarantaduemila cartelle riposavano in lunghi corridoi anonimi. Ogni cartella: “un malato”, una storia, un libro, un film dimenticato da raccontare. Passavo a Gin i faldoni sperando di ritrovare le briciole di tanti “innocenti Pollicini” senza sentiero di guarigione: l’idea consolante di un”normale” ritorno a casa. Il segno dovuto di una resurrezione riparatrice. “Un’anima. Ridategli l’anima!”. Le mie mani nel voltare di pagina diventavano carezze polverose aggiunte ad altre carezze senza età. Immagini inconsolabili con aura argentata di una sospensione nel tempo dolorosissima. Ad ogni scatto fotografico di Gin si compiva una sorta di respirazione bocca a bocca di rianimazione in vita. “Il pudore è in quell’istinto fotografico pulito!” mi ripetevo. Cercavo nell’arte di Angri la certezza che non avremmo infranto l’intimità di quel fragilissimo patto del cuore con quelle anime perse in cartelle e cartelle di diagnosi e supplizi. E mentre il fotografo “scattava” con riguardo: - Le parole che senso avevano in quell’attimo le parole?Inadeguate. Che ci faceva un poeta lì ? Nessuna poesia avrebbe mai potuto ridare il senso di tanti abbracci mancati, di ambigui ricoveri in odore di miseria, di lettere che ancora aspettavano un destinatario… all’insaputa del mittente mai spedite… che riposta mai ci sarebbe stata ora? In quel corridoio eterno ad aprirsi in faldoni e faldoni come scatole cinesi si chiudeva nel petto l’irrespirabile senso di incolmabili dimenticanze. Io e Gin, poeta e fotografo eravamo la più aritmica extrasistole in un unico cuore/tango/corridoio straziato violato inconsolabile . In un silenzio così silenzio che… assordante… persino gli acari della polvere tossivano imbarazzati. Storie di traditi e tradimenti. Ancora danzava alla voce: “ tracce di demonologia” il sospeso delirio di Odette ballerina a Lione finita nel manicomio di Como nel segno del tradimento del suo amante coreografo falso e ingannatore... Gavino dal Gennargentu - non contava le pecore per addormentarsi ma ne rubò una dal gregge del pastore vicino e per questo punito, mandato al fronte sul Piave, avendo in odio le armi e la guerra, disertò e in quella colpa ora riposa senza pace tra le carte… le troppe carte dell’ex manicomio San Martino. In quelle cartelle d’archivio in tanto inchiostro intriso di perentorie sentenze, di colpe di morali di sensi e controsensi.. l’inchiostro inquisisce…” le macchie” le macchie di… Aspettando un’immensa carta assorbente di un qualsiasi fosse anche l’ultimo Dio. Mauro Fogliaresi I Il volume è un vero e proprio toccante documentario fotografico su passato e presente del mondo psichiatrico provinciale. Le fotografie di Gin Angri, i testi e il progetto poetico di Mauro Fogliaresi ripercorrono - dall'archivio dell'ex manicomio San Martino alla dismissione degli ultimi ospiti, sino alle comunità sul territorio - un viaggio "toccante" su un tema delicato e colmo di sofferta umanità. Parte degli incassi del libro sono devoluti all'associazione Nep "Nessuno è perfetto". Il sodalizio legato al mondo della psichiatria si occupa anche della vendita e della distribuzione del volume. la festa dell’ (foto volume: foto di Gin Angri) MAURO FOGLIARESI E GIN ANGRI SONO PARTE ATTIVA DELL'ASSOCIAZIONE LUOGHI NON COMUNI L'associazione prende il nome dalla pubblicazione "Dizionario dei luoghi non comuni". Mauro Fogliaresi, promotore e curatore del volume, è il fondatore del sodalizio. Luoghi Non Comuni è un'associazione socioculturale composta da persone volenterose che in collaborazione con scrittori, poeti, artisti e operatori del sociale, attraverso pubblicazioni, incontri e manifestazioni, naviga controvento con l'intento di dare spazio alle cosidette voci fuori dal coro allo scopo di promuovere eventi culturali che, distanti dai luoghi "privilegiati", trovino nella periferia il centro d'ogni iniziativa. Luoghi Non Comuni opera concretamente tramite progetti atti a valorizzare sia il materiale creativo presente sul territorio, sia le risorse umane, spesso problematiche di chi vive ai margini. La ricerca va dal recupero di manoscritti, poesie, testimonianze, alla creazione di laboratori all'interno di scuole, case di riposo, e comunità protette. Vengono periodicamente organizzati, inoltre, incontri musicali, performance e pieces teatrali. Dimostrare che cultura, espressione, disagio, possono fornire stimoli sempre nuovi rispetto alle consolidate, quanto spesso troppo schematiche opinioni al riguardo, è uno degli scopi dell’Associazione. Raccogliere manoscritti, testimonianze, canti, è non solo un modo per arricchire l'immaginaria biblioteca di un territorio, ma anche una sottile partecipazione all'altra città. S. MARTINO: percorsi da ritrovare D Dopo avere visto la straordinaria valenza storica ed ambientale dello splendido parco dell'ex Ospedale Psichiatrico Provinciale S. Martino, Ente soppresso nel 1998, Iubilantes ne ha iniziato a studiare possibili strategie di tutela e valorizzazione, unitamente alle Associazioni Luoghi Non Comuni e Società Ortofloricola Comense, con cui da tempo collabora. Il progetto che ne è nato, realizzato nell'ambito del Programma “Una rete per la Salute Mentale” del Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda Ospedaliera Sant'Anna di Como, ha portato la nostra Associazione non solo, come ci si era proposti, a riscoprire gli antichi percorsi del parco, ma anche, e questa è stata la cosa più emozionante, a ricostruire la storia dell'area e dell'insediamento dell'Ospedale, a ridare volto a personaggi protagonisti di questa vicenda, e soprattutto a ritrovare e riscoprire l'importante funzione di cura e riabilitazione che il parco stesso, con i suoi percorsi, le sue piante decorative e le sue attività agricole, concretamente svolgeva per l'Ospedale e per i suoi degenti. La festa dell’ASL della Provincia di Como, tenutasi l’11 novembre proprio al S. Martino, è stata l'occasione, sollecitata dal Direttore Generale Dott. Roberto Antinozzi, per far conoscere questo nostro lavoro, unitamente a quello delle altre due associazioni. Lo abbiamo presentato in forma di mostra documentaria e fotografica, dal titolo “S. Martino. Il colle e la città: legami da ritrovare” di cui la nostra associazione è stata ideatrice e coordinatrice. Una mostra che ci auguriamo possa essere riesposta, ad uso di tutta la comunità. Alla mostra si è affiancato, nel pomeriggio, un istruttivo percorso guidato, a piedi, nel parco; un percorso sinergico, vivace e vivamente la festa dell’ partecipato: mentre la Società Ortofloricola Comense faceva apprezzare la bellezza del manto verde, Iubilantes, per bocca dell'arch. Giorgio Costanzo, responsabile di progetto, riportava l'attenzione sui percorsi e sulle loro antiche e nuove funzioni. Ne è emerso che il parco del vecchio Manicomio è oggi l'unico vero parco della città di Como, e che i suoi percorsi sono una specialissima e splendida rete pedonale verde: un patrimonio inestimabile, che merita davvero di essere valorizzato. Iubilantes, nata a Como nel 1996, è un'Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS impegnata nella tutela e valorizzazione dei percorsi storici, soprattutto di pellegrinaggio, e nella promozione della cultura del cammino. Scopo di Iubilantes è la scoperta approfondita dei luoghi e delle loro memorie con la modalità "lenta", semplice e coinvolgente dell'andare a piedi. Iubilantes Organizzazione di Volontariato Culturale ONLUS- Via Vittorio Emanuele II, 45 - Como tel. 031 279684 [email protected] www.iubilantes.eu Un gioiello verde L’ da tutelare L’ampio parco del S. Martino, situato in posizione dominante e ben esposta, con stupendi scorci sulla città e sui colli circostanti, è caratterizzato da una vera e propria rete di viali alberati ed è ricco di essenze degne di nota per maestosità e per unicità come conifere e latifoglie. Per lunghi anni precluso al pubblico, ha mantenuto integro un ricco patrimonio vegetale, un vero tesoro, unico sul territorio. Nell’ambito di un progetto dell’Ospedale S. Anna, l’Associazione ha realizzato nel biennio 2006-2008 il censimento delle piante situate nella zona centrale del parco, rilevandone 367 esemplari. Gli scorsi anni, in concomitanza con la ricorrenza di San Martino, con altre Associazioni sono stati organizzati con successo all’interno del parco una serie di eventi, denominati ‘L’Estate del San Martino’ allo scopo di favorire la conoscenza e l’apprezzamento del luogo da parte di un vasto pubblico. Con analogo obiettivo, in occasione della prima Festa dell’ASL dell’11 novembre, il direttore generale dott. Roberto Antinozzi ha voluto coinvolgerci, sempre con la stessa formula di collaborazione: presso Villa Monte Verde, struttura gestita dall’ARCA, è stata allestita una mostra dal titolo: ‘Il colle e la città: un legame da ritrovare’. la festa dell’ Attraverso un percorso articolato in quindici pannelli ha inteso fornire una interessante documentazione sulle origini del sito, sulla sua storia, sulla qualità e la consistenza del patrimonio botanico, nonché sull’esigenza di salvaguardia. La mostra è stata corredata da un efficace supporto cartaceo predisposto dall’ASL, in distribuzione gratuita ai visitatori. Per l’occasione, proprio per sottolineare l’importanza di una valida tutela del bene, la Società Ortofloricola ha provveduto a riportare alla luce la storica fontana, nascosta alla vista da detriti depositatisi nel corso degli anni, mentre il presidente Emilio Trabella, attraverso un percorso naturalistico che ha suscitato notevole interesse tra i numerosi esponenti dell’ASL e dell’Ospedale S.Anna presenti, accompagnati dai rispettivi Direttori Generale, ha ampiamente illustrato le peculiarità della zona più ricca del parco. La Società Ortofloricola Comense è un’associazione noprofit, da 25 anni impegnata nella diffusione della cultura del verde, nella difesa e valorizzazione del patrimonio vegetale con particolare attenzione a parchi e giardini. Con questo obiettivo organizza con cadenza mensile visite guidate a ville e giardini e serate di aggiornamento. Da due anni, in collaborazione con le associazioni Iubilantes e Luoghi Non Comuni, si preoccupa di diffondere la conoscenza e la tutela del parco del San Martino, parte integrante del complesso dell’ ex Ospedale Psichiatrico. Società Ortofloricola Comense Via Ferabosco 11 - Como - tel. 031.531705 www.ortofloricola.it 1988 - 2008 Vent’anni a SAN MARTINO G Breve cronaca di un cambiamento “epocale” Gli ultimi vent’anni per la struttura dell’ex Ospedale Psichiatrico San Martino sono stati di cambiamento “epocale”. Se per cent’anni la vita, le attività e la cura dei malati non avevano avuto che pochi cambiamenti, l’ultimo ventennio - in virtù delle conoscenze nel campo medico e delle nuove tecnologie - ha portato alla conclusione del ciclo vitale dell’ex Ospedale Psichiatrico. Negli anni ’80, l’attenzione si era focalizzata sulla realizzazione di impianti monta lettighe e delle scale antincendio: non era infatti più ammissibile che i padiglioni di tre piani ne fossero ancora sprovvisti. Le camere, fino allora da 10-12 letti, furono smantellate a favore di più confortevoli camere a quattro letti, adeguati gli impianti tecnologici e resi accessibili ai disabili i servizi igienici. I lavori si conclusero nel 1992 con l’adeguamento dell’ultimo padiglione. Era nel frattempo iniziato il dibattito sulle riconversioni degli ex Ospedali Psichiatrici: la loro chiusura iniziò gradualmente con la promulgazione della legge 180 del 1978 (la cosiddetta Legge Basaglia), anche se la vera chiusura definitiva degli ex OP fu imposta alla fine del 1998. Si stava facendo avanti un nuovo concetto di cura: le nuove strutture per pazienti psichiatrici dovevano essere nel segno dell’ integrazione e non nella segregazione, in modo da indurre nuovi modalità di convivenza tra malati e società. I pazienti presenti nel 1998 presso il San Martino erano 440; dopo la sua chiusura verranno distribuiti in comunità alloggio sul territorio. Nel 1998 si delineava anche una nuova opportunità. Usufruendo di un finanziamento dello Stato, l’ASL individuava un edificio, l’ex colonia agricola, per realizzare un “hospice” finalizzato alla cura dei malati di AIDS e sindromi collegate. Con la realizzazione dell’hospice si otteneva la ricucitura delle strutture dell’ex colonia agricola, ora data in comodato alla Cooperativa ARCA di Como, i cui edifici già da molti anni sono stati completamente ristrutturati. Nell’ultimo periodo l’ASL ha profondamente inciso nel dare un futuro all’intero complesso dell’ex OP, ristrutturando di volta in volta gli spazi disponibili, aggiungendo servizi e uffici, decongestionando così altre realtà di pertinenza. Nuova vitalità è stata data all’area, ma molto potrebbe ancora essere fatto nell’ottica della conservazione di una realtà complessa e densa di storia della città e della sua comunità. Arch. Francesco Negri 32 Sì sciare SPORT , ! Prepariamoci al meglio A Arriva, anzi sul territorio della provincia di Como, consistentemente - siamo a dicembre - è già arrivata. La neve è per molti aspetti una scocciatura e una benedizione allo stesso tempo.Automobilisti in difficoltà ma paesaggi inconsuetamente idilliaci; disagi e freddo ma anche sportivi contenti e già pronti a inforcare sci o snowboards. Molti si avvicinano alla classica “settimana bianca” senza aver fatto un adeguato lavoro di preparazione o, peggio ancora, senza aver effettuato la seppur minima attività fisica. Il rischio è quello di salire sugli sci dopo un anno di inattività, senza aver prima adeguatamente preparato l’organismo al fine di evitare fastidiosi e a volte gravi infortuni fisici. Sciare è un po’ come andare in bicicletta: la modalità, una volta imparata, non si dimentica mai. Il problema non è tanto quello di “spolverare” la tecnica di esecuzione quanto quello di avere una struttura fisica preparata ed in grado di sopportare tutte le sollecitazioni meccaniche alle quali lo sci sottopone. Il corpo è formato fondamental- mente da varie strutture: quella muscolare , quella osteo-articolare-tendinea e quella cardio-vascolare . Contrariamente a quello che comunemente si pensa, il sistema più facile da allenare è quello muscolare: i muscoli hanno infatti un’ottima memoria e va da sé che, dopo qualche piccolo dolore muscolare a seguito delle prime due-tre sedute di allenamento, i muscoli iniziano da subito a recuperare tono e forza. Diverso è il discorso legato al condizionamento articolare. Ad esempio, i tendini, che hanno la funzione di connettere i muscoli all’articolazione, sono strutture molto meno elastiche dei muscoli. È per questo che gran parte degli incidenti sugli sci interessano le articolazioni piuttosto che le strutture muscolari. Un altro aspetto fondamentale da curare prima di rimettersi gli scarponi ai piedi è l’efficienza dell’apparato cardio-vascolare, che diventa sempre più necessario man mano che si avanza con l’età. Il cuore è pur sempre un muscolo, anche se involontario, e come tale va allenato alla stregua del resto del corpo. Avere dei quadricipiti poco allenati può limitare nella 33 SPORT discesa; sciare a lungo senza l’adeguata capacità cardio-vascolare può provocare seri danni all’apparato cardiaco. La maggior parte delle persone tende sempre a sovrastimare il proprio stato di preparazione fisica. La pista da sci, se da un lato può sembrare affascinante e divertente, dall’altro nasconde insidie e difficoltà. Oltre a farsi male, a causa della scarsa preparazione fisica, spesso si rischia anche di arrecare danno agli altri: gran parte degli incidenti che accadono sugli sci sono causati oltre che dall’imprudenza anche da una cattiva condizione fisica. Quindi prima di partire per la sospirata settimana sulla neve bisogna realizzare un buon lavoro di preparazione fisica indispensabile per ripristinare la forza, la resistenza e l’equilibrio e soprattutto per prevenire spiacevoli ed indesiderati infortuni. Dott. Biagio Santoro Medicina dello Sport e lotta al doping Molti si avvicinano alla classica “settimana bianca” senza aver fatto un adeguato lavoro di preparazione LA STORIA 34 Passione per la meteorologia RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO VOLENTIERI QUESTO CONTRIBUTO: LA VICENDA NARRATA È UNA STORIA DI SUCCESSO, A DIMOSTRAZIONE DI COME LA VOLONTÀ E LA PASSIONE POSSANO FAR SUPERARE MOMENTI DIFFICILI. M Mi chiamo Emilio e lavoro presso il distretto ASL Sud-Ovest, nella sede di Olgiate Comasco. Fin dai tempi delle elementari avevo una grande passione: la meteorologia. Ero affascinato dagli eventi atmosferici più estremi, come i temporali estivi e ancor più le abbondanti nevicate invernali ricordo in particolare quelle degli anni ‘ 70 e ’80. Quante notti insonni per monitorare la precipitazione e misurare gli accumuli della neve! Negli anni successivi, in una difficile adolescenza funestata da un grave incidente invalidante, la passione per la meteorologia si è accentuata ed evoluta; nonostante la scarsa propensione allo studio, l’interesse per i fenomeni atmosferici mi hanno portato ad approfondire la materia con diversi testi di studio, acquisendo fondamentali nozioni di termodinamica e sull’interpretazione dei modelli matematici. Parallelamente ho frequentato vari corsi di approfondimento con i meteorologi dell’Istituto Federale di Meteosvizzera. Nel 2000 inizia la grande avventura : il mio sogno nel cassetto prende forma. Installo la mia stazione meteorologica affrontando un’importante spesa economica, sostenuta e in parte condivisa dal resto della famiglia perchè di fondamentale importanza per raggiungere il mio obiettivo. Dal primo gennaio dello stesso anno inizia il prelievo sistematico di tutti i parametri meteorologici e parallelamente realizzo un primo sito internet “casalingo”; era giunto il momento di provare ad elaborare una previsione. Decisi di fare previsioni per l’ambito delle province di Como e meteorologia. Quest’ultimo fattore è determinante! Nella vita le forti motivazioni fanno raggiungere obiettivi inaspettati e anche l’umile “meteoappassionato” come me a volte riesce ad offrire un buon prodotto gratuitamente; personalmente, anche se potrà sembrare retorico, penso che un sincero riconoscimento morale vale molto più di un riconoscimento economico. Ormai questo “vestito” di previsore del tempo e amante della meteorologia mi accompagna ogni giorno, scoprendo quotidianamente persone che conoscono le mie previsioni. A volte, in ambienti e situazioni impensabili, sento commenti sui cambiamenti meteo da me previsti spesso apprezzati e a volte criticati ma devo ammettere che non mi dispiace affatto! Mi sento piacevolmente diverso, non per il mio handicap, ma per quello che dico e che sono riuscito a fare con la mia perseveranza. Un giorno ho coniato questa frase che racchiude l’idea che ho della meteorologia: “La meteorologia è un libro infinito al quale ogni giorno si aggiunge una nuova pagina!”. Emilio Ghielmetti www.meteovalmorea.it 35 LA STORIA Varese, in quanto possiedo una buona conoscenza della morfologia territoriale, elemento indispensabile per formulare una buona previsione del tempo. In ambito lavorativo i colleghi, quotidianamente, mi chiedono come sarà il tempo dei giorni successivi, ognuno per il suo buon motivo; chi perché vuole passare il week-end in montagna o al mare, chi per il giardinaggio… e con piacere cerco di essere il più preciso possibile. Ormai questo ruolo di previsore del tempo amatoriale fa parte della mia vita; da diversi anni la prima cosa che faccio al risveglio del mattino è l’osservazione dello stato del cielo, fondamentale sia per verificare la validità della previsione emessa il giorno precedente, sia per delineare in parte l’evoluzione futura a breve termine. Ogni pomeriggio dedico diverso tempo all’aggiornamento del mio sito www.meteovalmorea.it cercando di fare il meglio, facendo tesoro degli errori passati, errori che indubbiamente non fanno piacere ma danno stimolo di ricerca delle cause. Alcuni sostengono che faccio delle buone previsioni… ne sono lusingato ed è uno stimolo a dare sempre di più per non deludere questi miei lettori. Nel corso degli anni ho conosciuto diversi meteorologi di professione, alcuni lo fanno esclusivamente per un tornaconto economico, altri (pochi) con la vera passione per la INFORMARSI 36 Immigrati e sanità istruzioni per l’uso P Per ottenere i servizi è necessario chiederli nel modo giusto, al posto giusto. Se il cittadino immigrato comprende correttamente le regole del Sistema Sanitario, tutela meglio la propria salute: oltretutto, con una migliore comprensione, il personale sanitario può meglio recepire i suoi reali bisogni. L’italiano vede l’immigrato rispettare le procedure e ‘fare la coda’ insieme a lui: i buoni rapporti si costruiscono proprio a partire da questi gesti quotidiani. Senza contare che la buona salute di un paese si fonda sulla salute di ciascuno, nessuno escluso. Per questo L’ASL della Provincia di Como, d’intesa con la Prefettura, con l’aiuto della Società Cooperativa Chance ha deciso di far giungere ai cittadini immigrati informazioni corrette su come rivolgersi al servizio sanitario. ECCO QUINDI CINQUE VOLANTINI, PER CINQUE PROBLEMI. Volantino giallo: preoccupati di I volantini sono stati tradotti in cinque lingue: arabo, turco, spagnolo, nonché francese e inglese (per cittadini africani e di molte altre nazionalità). Sono in distribuzione presso la Prefettura ma sono stati inviati anche alle scuole, alle sedi dei corsi di lingua italiana per stranieri, a diverse strutture sanitarie, ad associazioni di immigrati, ad associazioni che gestiscono sportelli d’informazione, a luoghi di aggregazione. A breve saranno trasmessi anche ai Comuni, alla Questura e, infine, saranno resi disponibili sul sito internet dell’ASL. Oltre ad indicare come rivolgersi al servizio sanitario, i volantini riportano gli indirizzi delle diverse strutture sanitarie ed indicano anche gli sportelli a cui si possono chiedere informazioni. Una piccola preziosa guida, quindi per potersi orientare in un modo e in un mondo, per certi aspetti, davvero “nuovi”. Caterina De Camilli Chance Cooperativa Sociale - Como 37 INFORMARSI avere il tesserino sanitario, non aspettare di esser ammalato! Volantino verde: scegli il posto giusto dove farti curare: non solo il pronto soccorso, ma la guardia medica, il medico di base, lo specialista… Volantino azzurro: preoccupati della salute in vista di una vacanza al paese d’origine. Volantino arancio: le vaccinazioni sono un diritto, non rinunciare! Volantino rosa: i problemi sociosanitari legati alla maternità. I volantini sono stati tradotti in cinque lingue: arabo, turco, spagnolo, nonché francese e inglese “ SALUTE 38 Il club alcolisti in trattamento S Smettere di bere non è facile; cambiare le proprie abitudini, i propri comportamenti ancora meno. Ma, soprattutto, è difficile farlo da soli. Ora c’è un altro aiuto: anche in provincia di Como, da tempo, sono nati i Club degli Alcolisti in Trattamento (CAT). In cosa consistono? I club sono costituiti dalle famiglie degli alcolisti che si incontrano ogni settimana per promuovere un cambiamento di stile di vita. Nati a Zagabria nel 1964, dall’idea di Vladimir Hudolin, psichiatra esperto di fama internazionale sui problemi alcolcorrelati, i Club sono arrivati in Italia nel 1979, a Trieste. Da allora il loro numero è via via cresciuto: oggi sul territorio nazionale sono circa 2.500. L’esperienza insegna che nel Club smettere è più facile, più costruttivo, ma porta anche e soprattutto a cambiare quello stile di vita che ha procurato tanti problemi. Negli incontri settimanali si parla dei problemi, delle gioie, dei dolori della vita degli associati. Ogni famiglia, parlando di sé, porta il proprio contributo agli altri, per trovare insieme eventuali risposte. Parlare del presente per progettare il futuro: il passato deve rimanere alle spalle, 39 ALCUNE TESTIMONIANZE Alessio, 40 anni: L’alcol mi aveva ridotto in carrozzina, non camminavo più; con l’aiuto del Nucleo Operativo Alcologico (NOA) dell’ASL ho conosciuto i C.A.T. Ho smesso di bere e sono sobrio da 10 anni. Tiziana: l’alcol è stato la causa di litigi continui in casa. Ho dovuto abbandonare marito e figlia. Ho conosciuto i CAT, tramite il NOA, la mia vita è cambiata. Sono in sobrietà da ormai tre anni. E vivo di nuovo con i miei. mai giudicato, ma sempre accolto. Il problema che ha accomunato i partecipanti li rende sicuri che tornare a vivere, essere sobri è possibile!! ACAT Como Mario: Dopo un lungo periodo passato con l’alcol ho riconosciuto di avere una dipendenza e mi sono rivolto al CAT. È stata dura, ma cambiando stile di vita con l’aiuto della famiglia ho smesso di bere: sono in sobrietà ormai da tre anni. Ho partecipato al corso di sensibilizzazione ai problemi alcol-correlati e i disagi complessi della famiglia per diventare servitore-insegnante. Sono passato dall’altra parte della barricata: ho aperto un Club a Como, attualmente frequentato da sei famiglie. SALUTE perché continuare a rivangarlo non serve. Solidarietà, amicizia, condivisione, questi sono i valori dei clubs. Comunicare diventa più facile, perché chi espone i suoi problemi sa che non verrà A 4 ZAMPE 40 Pozzoni visto dal canile O Oggi è un buon giorno qui: arriva Pozzoni. Mentre ci strigliava un po' per farci più belli, Vincenzo ci ha spiegato che Pozzoni è un fotografo, scatterà delle immagini e magari... magari qualcuno di noi piacerà a qualcuno, magari qualcuno potrà andare via di qui. Non stiamo malissimo, qui, però non stiamo bene: siamo troppi, non c'è privacy, a volte uno non riesce nemmeno a sentirsi abbaiare. E i ragazzi che sono qua... si vede che ci vogliono bene, però non possono fare tutto, non possono vivere per tutti noi, anche se vorrebbero. Anche Pozzoni, che intanto è arrivato, magari è uno di quelli che si ricorda di noi solo quando arriva al canile per caso. Magari preferisce i gatti! Comodi loro: "C'è il fotografo!", una leccatina e sono subito a posto anche se... Beh, qui non ci sono certo dei campioni di bellezza, anche fra noialtri anche se solo gli uomini possono inventarsi che un cane è brutto, gli stessi che hanno inventato i guinzagli e le piazzole dove ci dimenticano. Magari qualcuno piacerà a qualcuno, magari a Pozzoni che... Guardalo com'è grande: si vede che a casa sua c'è tanta pappa. Qui non ce n'è mai abbastanza per tutti. 41 Carlo Pozzoni, fotoreporter e giornalista, ha realizzato reportage per le più importanti riviste di viaggio e di turismo. A Como ha allestito apprezzate mostre. Quest'anno: "Ritratti di parole 2008", nell'ambito della manifestazione letteraria Parolario e sino al 6 dicembre in biblioteca " L'olio nel vetro scuro " sulla realtà del volontariato nel comasco. Tra i suoi libri "La Ticosa non c'è più" che ha segnato il suo esordio come editore, e "Viaggio a Lourdes" che racconta il pellegrinaggio diocesano del 2007. Da oltre dieci anni collabora con il quotidiano "La Provincia", con numerose testate nazionali e con le agenzie Ansa e LaPresse. Magari qualcuno di noi piacerà a qualcuno, magari qualcuno potrà andare via di qui INFORMAZIONE 42 Il consultorio familiare Il consultorio familiare è un servizio di prevenzione, assistenza sanitaria, psicologica e sociale. Offre un’accoglienza personalizzata, consulenze e prestazioni specialistiche per il benessere e la salute delle persone È un punto di riferimento per l’individuo, la coppia e la famiglia nelle diverse fasi di vita PER INFORMAZIONI E RICHIESTE DI APPUNTAMENTO: CANTÙ V.le Madonna 10 - 031 706595 Lunedì, martedì e venerdì: 8,30-12,30; mercoledì: 8,30-12 e 14-16; giovedì: 8,30-12. ERBA PONTE LAMBRO Via Verdi 2 - 031 6337935 Lunedì 9-11,30 e 14-15,30; martedì e giovedì 9-12,30 e 14-15,30; mercoledì e venerdì 9-12,30 MENAGGIO Via Diaz 12 - 0344 369133 Dal lunedì al venerdì 9-12,30 COMO Via Gramsci 4 031 370347 - 031 370348 Lunedì e martedì 8,30-12,30; mercoledì e giovedì 8,30-12,30 e 14-15,30; venerdì 9-12,30 COMO Via Castelnuovo 1 031 370683 Lunedì e martedì 9-12,30 e 14,30-16,30; da mercoledì a venerdì 9-12,30 MARIANO COMENSE Via Villa 5 - 031 755222 Dal lunedì al venerdì 8,30-12,30 DONGO Via Gentile 11 0344 973536 - 0344 973550 Dal lunedì al giovedì 9-12,30; venerdì 9-11,30 OLGIATE COMASCO Via Roma 61 031 999471 Dal lunedì al giovedì 9-12 e 14,30-16; venerdì 9-12 Sei un adolescente, un giovane? u internet s e h c n a o siam o.it www.asl.com familiari i r o lt u s n o c alla voce PER ACCEDERE AL CONSULTORIO FAMILIARE NON È RICHIESTA L’IMPEGNATIVA DEL MEDICO DI BASE. LE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE SONO SOGGETTE A TICKET (SALVO ESENZIONI DI LEGGE)