Incontri per genitori di alunni diversamente abili “Insieme Ha scuola!” nell’ambito del progetto Intesa per l’integrazione scolastica novembre 2005/ giugno 2006 Relazione conclusiva di Valentina De Rosa INDICE 1. Premessa .................................................................................................................................. 3 2. Obiettivo degli incontri ..........................................................................................................3 3. Metodologia utilizzata ........................................................................................................... 3 4. I principali temi affrontati durante gli incontri ................................................................. 4 5. Valutazione ............................................................................................................................. 6 6. Ipotesi per continuare ........................................................................................................... 7 2 1. Premessa Questa esperienza è nata dalla richiesta di alcune mamme del gruppo-scuola di Corte Crivelli (associazione di genitori di persone disabili del Vimercatese), richiesta giunta mentre era in corso un lungo lavoro sull’integrazione scolastica (tavolo dell’Intesa), e auspicata dallo Snodo Handicap.Una sinergia, dunque, tra Snodo H, genitori e Offerta Sociale, che ha sostenuto la sua realizzazione. Il gruppo ha avuto avvio nel novembre 2005, dopo un incontro pubblico di presentazione del progetto (28 ottobre), condotto dal dott. Giancarlo Onger e dai genitori promotori Patrizia Redaelli e Rossana De Maria Gli incontri, a cadenza mensile, erano rivolti ai genitori di alunni diversamente abili di tutte le scuole del Vimercatese e Trezzese, dalla scuola dell’infanzia alle superiori. “Val sempre la pena tentare, anche se i docenti alle volte non sono preparati e hanno paura di accogliere in classe alunni diversamente abili”( una mamma) 2. Obiettivi degli incontri gli obiettivi dichiarati di questi incontri, pubblicati in occasione dell’incontro del 28 ottobre erano: 1. Offrire ai genitori un’opportunità di confronto sull’integrazione scolastica dei propri figli, 2. rendere il ruolo del genitore attivo e propositivo nella scuola, con – ad esempio – la partecipazione attiva e propositiva ai GLH, conoscendo scopi e modalità 3. creare strategie comuni volte a favorire l’integrazione scolastica degli alunni diversamente abili 4. promuovere e sostenere la formazione di un gruppo di riferimento stabile, formato da genitori per i genitori 3. Metodologia utilizzata Il gruppo si è riunito una volta al mese presso la scuola elementare di Concorezzo, in orario serale. Si è scelto di attivare un gruppo “aperto”, a cui i genitori potevano partecipare liberamente, senza alcun vincolo. Si sono alternati incontri di confronto “libero”, ad altri dove il tema di avvio veniva proposto dalla tutor, dopo averlo concordato con le “mamme promotrici”. Ad alcuni incontri hanno partecipato operatori del territorio, in particolare l’incontro di Aprile ha visto la partecipazione delle professoresse Castellini, Zanni e Paparazzo, le quali hanno risposto a domande e dubbi raccolti durante gli incontri precedenti. Materiali distribuiti: “Vademecum scuola”, opuscolo esaustivo e di facile consultazione che informa e orienta sui diversi aspetti (burocratici, legislativi e pratici) legati alla vita scolastica, dall’iscrizione al PDF, dal PEI dalla somministrazione di farmaci a scuola, dal GLHI alla tutela della privacy. L’opuscolo è edito a cura del Coordinamento Nazionale delle associazioni che si occupano di Sindrome di Down, ed è utile per tutti gli alunni disabili. 3 I documenti: “Intesa tra scuola comuni, asl, azienda ospedaliera per l’integrazione scolastica alunni diversamente abili 2004-2007”, “il percorso dell’Intesa ( fotocopie di slide)”, “schema integrazione e sostegno scolastico”. Sono state fornite informazioni su alcune iniziative presenti sul territorio, come l’esperienza della biblioteca di Verdello (BG) che ha spazi pensati per tutti, con figure che ovunque indicano con chiarezza quanto normalmente viene solo scritto, o l’esperienza di Mezzago “ a scuola a piedi”, molto positiva e apprezzata dai genitori. 4. I principali temi affrontati durante gli incontri Sono stati affrontati temi generali e situazioni di singoli alunni e famiglie, un tema emerso più volte riguarda l’insegnante di sostegno, la sua professionalità, le modalità con le quali viene scelto, gli aggiornamenti, le competenze e la congruenza tra le sue competenze e il tipo di disabilità con la quale si trova a che fare. Si evidenzia un doppio bisogno: conoscere con maggiore chiarezza i “meccanismi burocratici” che portano alla designazione dell’insegnante di sostegno e conoscere i diritti e doveri dei genitori per aiutare la scuola a fornire sempre migliori servizi (come fare in modo che le leggi vengano rispettate, evitando però lo scontro diretto in caso di inadempienze? Quali comportamenti tenere?) Altro argomento ricorrente è stato il GLHI: la sua convocazione, la funzione che ricopre e la partecipazione attiva da parte dei genitori è molto disomogenea sul territorio. L’esperienza forse più positiva è quella della scuola di Bellusco: all’inizio dell’anno, quando la scuola si presenta a tutti i genitori presentando il POF, viene illustrato anche il GLH, con i percorsi di integrazione che si attuano. Viene suggerita l’idea di stilare un volantino da distribuire a tutti, che spieghi cos’è, da chi è composto e quale funzioni ricopre. Una mamma propone anche di organizzare una serata sulla diversità, con la proiezione di un film (sul genere “Sulle spalle del gigante”), che aiuti a far vedere come la diversità faccia parte della vita. Ad Arcore il GLHI si chiama GLI: gruppo di lavoro integrato, la diversità dovrebbe arrivare ad essere percepita come risorsa per tutti Si evidenzia infine che - nonostante le indicazioni legislative - i rappresentanti dell’ASL non sono mai presenti ai GLHI Passando alle situazioni particolari, una mamma lamenta il fatto che la figlia non sia stata accompagnata nella classe di riferimento per diversi mesi, inoltre l’insegnante di sostegno non ascoltava in alcun modo le sue indicazioni e il GLHI non veniva convocato. Al contrario, nella scuola di Bellusco il GLHI viene convocato regolarmente prima di dicembre, la madre concorda il PEI e – se esprime pareri o indicazioni –gli insegnanti ne tengono conto. La partecipazione alla vita scolastica in generale vede comportamenti molto dissimili tra i genitori: solo uno fa parte del consiglio di circolo, mentre due partecipano ai comitati genitori, la maggioranza non partecipa affatto e conosce poco o niente gli altri genitori. A più riprese è stato stimolata la riflessione e il confronto sull’idea che ciascuno ha di integrazione scolastica: cosa ci si aspetta, come la immaginano i genitori, come la vorrebbero, com’è nei fatti, quali vantaggi offre o potrebbe offrire ai propri figli e a tutti gli alunni Ecco in ordine alcune osservazioni emerse: 4 Il concetto di integrazione non è soggettivo, sono soggettive le modalità, integrare significa dare ad ognuno il proprio ruolo personale, attivo, che sia in classe, nel gruppo o nella società, ci si arriva per strade differenti perché ognuno è differente. Bisogna riuscire a rompere alcuni preconcetti, superare l’atteggiamento che porta a “identificare” e “incasellare” qualcuno in una categoria che porta con sé molti luoghi comuni, prima di vedere la persona. Si tende a considerare un ragazzo prima per la sua disabilità (es.:down), e solo dopo come persona, troppo spesso si pensa “è down, quindi è socievole, gli piace la musica ...”, invece si auspica che prima venga presa in considerazione la persona con le sue caratteristiche e che l’educatore, la scuola, il genitore ... agisca per aiutarlo a trovare il suo posto nella scuola e nella società Sarebbe opportuno che nella programmazione si tenesse conto di tutti i bambini, cosa che non avviene ancora ovunque. Ad esempio, per quanto riguarda le gite scolastiche, in alcuni casi ai genitori vengono mostrate tutte le difficoltà a cui andrebbe incontro la figlia o il figlio, per indurli a non iscriverli. Se non tutte, almeno una parte delle gite dovrebbero essere pensate tenendo presente anche questi ragazzi. Un papà chiede che si cambi la prospettiva: dovrebbe essere dei dirigenti scolastici la responsabilità di informare su cosa hanno fatto per l’integrazione Si auspica il superamento della mentalità – tra gli insegnanti –de “il bambino è tuo” detto all’insegnante di sostegno, l’ideale è quello di avere insegnanti e scuola consapevoli davvero del fatto che l’insegnante è di sostegno ALLA CLASSE e non alla singola persona E’ importante che i genitori sappiano cosa possono chiedere, quali sono gli strumenti tecnici esistenti, es.: programmi informatici di cui dotare la scuola e se stessi,. Non bisognerebbe mai dare nulla per scontato Integrazione è un atteggiamento mentale che porta – ad esempio – a far sì che quando arrivano volantini informativi come quelli della rappresentazione teatrale “integrarsi con chi?”, la scuola si organizzi per diffondere l’informazione a TUTTI, non che non sappia come comportarsi ... La realtà del liceo è totalmente differente dalle altre, i ragazzi sono solo 3 su 1200, in generale le cose funzionano meglio alle elementari, già dalle medie si fanno molto più difficili, se l’integrazione esiste alle elementari e in parte alle medie, alle superiori è un deserto, non ci sono laboratori o contesti o attività che possano favorirla Nella quotidianità, una mamma dice di essere soddisfatta perché la scuola in cui è inserita la figlia (Bernareggio) non l’ha “sopportata”, non l’ha “messa lì”, ma ha operato per integrarla veramente, per capire e venire incontro,facendo proposte, tutti i professori hanno voluto conoscere la ragazza prima dell’inizio della scuola e si sono presentati a lei. Un’altra mamma ha sentito il proprio figlio integrato quando ha partecipato all’INVALSI. Al liceo Banfi il preside si è documentato sulla legislazione riguardante le prove equipollenti e le appronterà per la maturità del ragazzo che ha diritto di avvalersene, mentre l’insegnante di sostegno rimarrà al suo fianco, la cosa è molto positiva e i genitori hanno apprezzato il comportamento del preside (che ha compiuto il proprio dovere applicando la legge) Tra le aspettative per migliorare l’integrazione, i genitori segnalano il ricevere maggiori informazioni e documentazione al momento dell’iscrizione alla scuola materna e nei passaggi da un ordine di scuola all’altro., informazioni ad ampio raggio, dai diritti e doveri alle opportunità, allo sport ecc. Si vorrebbero anche poter organizzare un evento dedicato all’integrazione rivolto 5 a tutti i genitori e arrivare a vedere il proprio figlio uscire con i compagni di classe (ma questo, commenta una mamma, non succede mai) I dubbi e le domande espressi durante i primi mesi, sono stati raccolti e sottoposti alla prof. Castellini, che – insieme alle professoresse Zanni e Paparazzo – ha accolto volentieri l’invito ad incontrare i genitori. Dopo aver ricordato cos’è, come è nato e come opera lo Snodo Handicap, le professoresse hanno risposto in modo chiaro, competente ed esaustivo alle domande, su: scuola materna, comunicazione scuola /famiglia:, il PEI, il GLH, N° Ore di sostegno, budget, barriere architettoniche e Intesa Viene infine segnalato il desiderio spesso sentito, di avere un organismo “al di sopra” del singolo genitore, che possa affiancare i genitori che si trovano ad affrontare da soli strutture scolastiche poco accoglienti o poco preparate sul tema, ed evitare così eccessive “personalizzazioni”. Si vorrebbe cioè poter passare da “genitori - problema” perché “rompiscatole”, a cittadini portatori di diritti/doveri con i quali dialogare per andare insieme verso le migliori soluzioni possibili. Questo lo si lascia come pensiero finale sul quale continuare a riflettere Nel mese di maggio si è colta l’opportunità di organizzare una serata teatrale sempre sul tema dell’integrazione scolastica, con il Meta Payback Theatre, una compagnia preparata per il lavoro in un contesto sociale ed educativo, che - su spunto e indicazioni di chi tra il pubblico vuole raccontare una storia o una propria esperienza di vita - costruisce immediatamente un pezzo teatrale e lo rappresenta. La proposta è stata di una mamma che già aveva visto il gruppo al lavoro. 5. Valutazione Hanno partecipato almeno ad un incontro 34 genitori, gli incontri hanno visto un minimo di 10 partecipanti (dicembre) a un massimo di 27 (gennaio) La valutazione dei partecipanti presenti l’ultimo incontro è stata più che positiva, l’iniziativa è andata a coprire un vuoto e – in particolar modo per i genitori di bambini piccoli - ha saputo motivare e stimolare ad una partecipazione più attiva nella propria scuola. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi, ricevere informazione e raggiungere una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri nell’ambito scolastico. Fondamentale è stato il ruolo delle due mamme promotrici (Patrizia Redaelli e Rossana De Maria), che hanno saputo stimolare il gruppo e riflettere insieme per ri-orientare il lavoro al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati. I primi tre sono infatti stati raggiunti, mentre per il 4° vi sono le premesse, ma non è ancora stato concretizzato La comunicazione è stato un problema affrontato, anche se non risolto: efficace si è dimostrata la comunicazione via mail, curata dalle operatrici dello Sportello Disabili, e il passaparola, ma non tutti i genitori hanno indirizzi mail e la comunicazione con le scuole non ha ancora aperto canali sicuri ed affidabili, molto (troppo?) dipende ancora dalle singole direzioni e dalle singole persone, è da costruire una modalità codificata per la diffusione delle informazione e degli 6 avvisi. Come ha suggerito la dott.ssa Rossi, sarebbe utile individuare all’interno di ogni scuola un genitore referente, oltre ad un insegnante che già dovrebbe esserci, il cui telefono possa essere distribuito dal dirigente scolastico ai genitori di alunni diversamente abili, salvaguardando così la privacy di ognuno, ma permettendo ad ogni famiglia di sapere a chi rivolgersi per far sentire la propria voce e per ricevere informazioni aggiornate. 6. Ipotesi per continuare Vi è una richiesta, da parte dei genitori, di continuare mantenendo due livelli: da un lato il gruppo di confronto, dall’altro incontri specifici di approfondimento con esperti. Per l’autunno sono già previsti tre incontri condotti da esperti della Ledha e rivolti a genitori di bambini da 0 a 12 anni sui seguenti temi. Altra proposta emersa è quella di avere la possibilità di un confronto tra genitori ed insegnanti sull’ integrazione scolastica, partendo dalla possibilità di dire e conoscere i bisogni “speciali” dei genitori e quelli degli insegnanti, le aspettative dei professori verso la famiglia e quelle della famiglia verso professori e scuola, nell’ottica di una collaborazione costruttiva e dialogante. Si propone inoltre di distribuire a tutte le famiglie di alunni diversamente abili la pubblicazione “Vademecum scuola”, edito a cura del Coordinamento Nazionale delle associazioni che si occupano di Sindrome di Down. 7