Istituto MEME associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles IL PAZIENTE PSICHIATRICO AUTORE DI REATO Scuola di Specializzazione: Relatore: Collaboratori: Contesto di Project Work: Scienze Criminologiche Dr.ssa Roberta Frison Assistente Sociale Centro di Salute Mentale Mezzacorana (Trento) Tesista Specializzando: Angelo Denaro Anno di corso: Primo Modena: 13 giugno 2009 Anno Accademico: 2008 - 2009 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 Indice dei Contenuti 1. Introduzione ................................................................................................ 3 2. Anamnesi remota e prossima…………………………………………….. 4 3. Considerazioni psicopatologiche ………………………………………… 7 4. Violazione delle regole sociali e giuridiche ..…………………………….. 9 5. L’incendio nel Codice Penale …………………………………………….. 10 6. Mediazione Penale ……………………………………………………….... 11 7. Cronogramma del percorso ………………………………………………. 16 8. Genogramma ……………………………………………………………..... 18 Bibliografia ………………………………………………………………….... 19 Sitografia ...………………………………………………………………........ 19 ___________________________________________________________________ 2 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 1. INTRODUZIONE Il protagonista della storia che presentiamo è Tomas, un giovane adulto di 23 anni, che ha commesso lo stesso reato in due circostanze diverse: ha appiccato il fuoco per ritorsione verso le vittime e per motivi oggettivamente banali, futili. Oggettivamente, invece, la modalità impulsiva per l’intolleranza alle frustrazioni, diventa per il paziente il modo più importante di reagire e interagire. Ha avuto un’infanzia difficile con un affido in famiglia e uno in comunità. Attualmente è ospite di una comunità dove sono emersi grossi problemi di gestione dati dal suo comportamento, dei rapporti con la famiglia e con la madre in particolare. E’ proprio in questo contesto che Tomas ha commesso il secondo reato, per cui è stata richiesta la collaborazione al nostro Centro Salute Mentale nel progetto di soggiorno. Identificato come l’autore, dopo interrogatorio nella locale caserma dei Carabinieri, è stato rilasciato a piede libero. Il giudice competente, cui era pervenuta la notizia, aveva riscontrato che già a suo carico vi era una denuncia analoga, risalente a quattro anni prima. Dopo un colloquio con l’assistente sociale, che sottolineava la necessità di restituire al paziente le conseguenze giuridiche delle azioni delittuose, il Magistrato ha ritenuto di prendere in considerazione un percorso di giustizia riparativa. L’obiettivo della sua scelta e degli operatori dei servizi che hanno in carico il paziente è quello che egli possa fare un percorso per acquisire, nell’ambito di un progetto terapeutico, una maggiore capacità cognitiva, un migliore controllo delle proprie emozioni ed azioni, un aumento delle competenze relazionali, una considerazione dell’altro con le sue istanze, le sue aspettative, i suoi diritti e una consapevolezza della sofferenza delle vittime dei suoi reati. Delineeremo la sua storia personale cercando di tracciare le difficoltà in età evolutiva, il disagio che ne è derivato e i bisogni attuali. Si proveranno a ricostruire i difficili rapporti con le figure parentali, la lunga storia istituzionale e un profilo della sua personalità per capire le motivazione dei suoi gesti. ___________________________________________________________________ 3 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 2. ANAMNESI REMOTA E PROSSIMA Tomas nasce il 04.02.1986. E’ primogenito di genitori molto giovani che molto presto entrano in aspro conflitto. Il padre trascorre molto tempo fuori casa per il suo lavoro di meccanico al quale aggiunge anche quello trascorso al bar a bere. Quando torna a casa è alterato e aggressivo nei confronti della moglie, che, esasperata, pensa all’ipotesi di tornare con il figlio presso la casa dei suoi. Nel corso del 1992 giungono dalla scuola le prime segnalazioni ai servizi di Neuropsichiatria Infantile e Psicologia: Tomas manifesta deficit di attenzione, difficoltà nell’adattamento e nell’apprendimento, instabilità emozionale e disturbi del comportamento, incapacità di rispettare le regole e di interagire positivamente nel gruppo. I genitori minimizzano i disagi del bambino, si dicono disponibili in un primo momento a collaborare ad un progetto di sostegno psicologico ma di fatto non lo sono. Fanno numerosi traslochi, per cui Tomas cambia più volte scuola durante l’anno. La psicologa dirà che questo elemento ha contribuito a rendere caotica la sua esperienza relazionale, impedendo la formazione di legami stabili e sicuri. In collaborazione con il Servizio Sociale vengono individuati prima un’insegnante di sostegno e successivamente una struttura semiresidenziale che accoglie il bambino. L’obiettivo è da una parte dare a lui un aiuto per fare i compiti di scuola e offrire un contenimento ai suoi problemi comportamentali; dall’altra, sollevare la famiglia dalla difficile gestione di un bambino che manifesta già un’instabilità del carattere e segni di ipercinesia. Nel 1993 nasce Katrin, la figlia secondogenita. I problemi e i conflitti non si attenuano, anzi, il padre continua ad essere aggressivo verbalmente e fisicamente verso la moglie e spesso anche verso i figli. Si arriva così al 1996 e dopo numerosi traslochi la madre si trasferisce presso la famiglia d’origine, lasciando Tomas con il padre e portando con sé la figlia minore. Dopo circa un anno inizierà una nuova relazione dalla quale avrà una terza figlia. Viene informato della situazione il Tribunale dei Minori, l’équipe curante pensa ___________________________________________________________________ 4 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 che l’ambiente familiare risulta essere iatrogeno e propone ai genitori l’affidamento di Tomas ad una famiglia in un paese non molto distante. Essi accettano la proposta. Tomas sviluppa verso Bice, la madre affidataria, un rapporto indelebile nel quale si rifugerà spesso in seguito, per quanto sia rimasto con lei solo un anno. Essa, infatti, rimane incinta dell’ultima dei suoi tre figli e decide di interrompere l’affido. Essendo sospesa la potestà genitoriale, Tomas, su indicazione dei servizi, viene accolto nel Villaggio S.O.S. nel 1997. La comunità che lo ospita è costituita da unità abitative collocate in un parco alla periferia della città. Ogni abitazione ospita da 3 a 6 persone con operatori presenti 24 ore al giorno. Durante il suo soggiorno Tomas chiede spesso di poter trascorrere i giorni di vacanza con Bice, anziché con la madre. Sebbene quelle con la donna e il Villaggio rappresentino le esperienze più durature e stabili, Tomas chiede di essere riaccolto dalla madre poiché Bice non sembra disponibile a tenerlo stabilmente con sé. Per quanto una relazione della psicologa avesse espresso forti perplessità sul suo rientro a casa, la madre, gravata dalle pressanti richieste di lui ormai in piena adolescenza, presenta istanza di riconoscimento della patria potestà al Tribunale per i Minori con la mediazione del servizio sociale. La domanda viene accolta ed egli torna in una famiglia ricostituita che ha quasi 17 anni. Il patrigno, Libero, cerca di coinvolgerlo nella sua piccola attività di commercio ambulante, ma il figliastro è scostante, pretende soldi, abusa di alcol e cannabis, scompare spesso anche quando sono distanti molti chilometri da casa. A volte Libero apprende dalla moglie che Tomas è tornato con mezzi di fortuna, altre volte devono andarlo a cercare di notte perché non rientra negli orari concordati e lo trovano con altri coetanei che, come lui, sono allo stato brado. Il tentativo del patrigno di stabilire un ordine e delle regole, richiamando Tomas alle sue responsabilità per le promesse fatte prima di lasciare il Villaggio S.O.S., è del tutto inutile. Anzi, il ragazzo nega la funzione genitoriale del patrigno. Ormai stanchi i genitori decidono che Tomas non può stare più con loro, credono ___________________________________________________________________ 5 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 di non potergli essere di aiuto viste le difficoltà che incontrano a gestire il suo comportamento. E poi vogliono proteggere anche le altre due figlie dal “cattivo esempio”. Inoltre, sostenendo che possa e debba fare qualcosa, collocano Tomas a spese loro in un appartamento nel paese dove abita il padre biologico che del ragazzo non si è mai preso cura. Questi vive con una nuova compagna e due figlie. Tra i due si instaura una relazione, ma i rapporti sono tesi: Tomas chiede sempre soldi e poi ne combina di tutti i colori. Il padre lo allontana per la vergogna: Tomas è diventato una preoccupazione per tutti gli abitanti del paese. Egli appicca il fuoco al fienile di uno dei vicini, la cui unica colpa è di essere amico del padre e di aiutarlo quando ha delle difficoltà. Tomas confessa la sua colpa agli agenti che lo interrogano, viene anche denunciato ma non riceve nessuna sanzione. Il ragazzo torna temporaneamente dalla madre, anagraficamente è già adulto, ha superato la maggiore età ma non riesce a mantenere nessuno dei lavori che lo zio materno gli procura: ha un atteggiamento vanaglorioso, irridente e beffardo, si prende confidenze con persone più anziane di lui, pretende di condurre mezzi agricoli che di fatto poi danneggia, nutre fantasie di un’efficienza che non ha. I due anni e mezzo trascorsi un po’ nella casa dei genitori, un po’ nel paese di origine del padre e poi di nuovo con i genitori rinforzano nel giovane adulto una modalità di funzionamento inadeguata e disadattiva. La madre e il patrigno si rendono conto che Tomas è lontano dall’essere autonomo e sembrano sfiniti e incapaci di gestirlo. Gli propongono una comunità a Lecce, dove rimane per 16 mesi. Nel dicembre del 2007 Tomas chiede a Bice di poter trascorrere con lei e la sua famiglia le vacanze di natale. La comunità pugliese è costosa per la madre e l’ambiente comunitario è avvertito come rigido e frustrante. Così Tomas trascorre presso la ex famiglia affidataria cinque mesi nel corso dei quali i componenti sono ormai in crisi. Bice si rivolge al Servizio Sociale che trova un posto nella comunità dove viene inserito nel maggio del 2008. In agosto Tomas appicca il fuoco ad un cassonetto nel piazzale di un negozio di ___________________________________________________________________ 6 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 frutta e verdura nei pressi della comunità. I gestori ormai da anni, volendo offrire un aiuto economico, richiesto quasi con modalità di accattonaggio dagli ospiti della comunità, li coinvolgono in piccole attività come spazzare il piazzale antistante il negozio. Poi offrono loro una paghetta come premio per la disponibilità dimostrata. Analoga opportunità è accaduta al nostro protagonista, ma presto egli è escluso. Tende ad essere troppo invadente, a trattare gli altri con estrema prossimità, anche i clienti, considera il coinvolgimento di una volta come il contratto per sempre, pretende le cose, le considera dovute. Al posto suo vengono preferiti gli altri, lui è escluso. E quando si rende conto di essere privato del privilegio, utile per soddisfare almeno il bisogno di fumare, comincia a nutrire invidia verso il suo compagno e odio verso i gestori del negozio; pensa ad un’azione di ritorsione nei loro confronti e qualche giorno dopo incendia il cassonetto. 3. CONSIDERAZIONI PSICOPATOLOGICHE Già nel 1996 la neuropsichiatra infantile, in una certificazione, riporta che Tomas presenta “disturbi dell’apprendimento con iperattività e irrequietezza”. In altre parole aveva formulato una diagnosi di “Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività”. L’ADHD è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi è rilevato in comorbilità con altri disturbi. La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Quelli più frequentemente associati sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d'ansia e, con minore frequenza, la depressione, il disturbo ossessivocompulsivo, il disturbo da tic, il disturbo bipolare. Sembra l’attuale esame obiettivo del nostro protagonista. ___________________________________________________________________ 7 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 Nel 2001, su richiesta del Tribunale per i Minori, la psicologa, in possesso probabilmente di maggiori elementi di giudizio sulla personalità del ragazzo rispetto a quelli dati della neuropsichiatra infantile 5 anni prima, esprime in una certificazione la diagnosi di “Ritardo mentale lieve” e permanenza delle difficoltà di attenzione e di concentrazione. L’osservazione diretta e indiretta ci fa pensare ad un quadro clinico complesso per il quale parlare di comorbilità appare più un interesse di tipo accademico che pratico o teorico. Tomas presenta sintomi clinicamente significativi fin dall’infanzia e la sua personalità si è progressivamente organizzata in modo caotico e disordinato. Scrive la psicologa che le uniche esperienze di relativa stabilità sono quelle fatte con la famiglia affidataria, durata un anno, e quella nel Villaggio S.O.S., dagli 11 ai 17 anni. In precedenza Tomas non ha avuto modo di sperimentare una costanza percettiva. Insicurezza e ansia sono le vere costanti della sua vita. Nel suo quadro clinico attuale ci sono i tratti marcati di una personalità psicopatica con significative oscillazioni del tono dell’umore anche per perturbazioni minime interne o dell’ambiente circostante. L’unica certezza per il giovane adulto è una tendenza ad agire impulsivamente sempre gli stessi comportamenti (tratti ossessivo-compulsivi). Non è raro da un punto di vista epidemiologico che la valutazione del livello intellettuale sia al limite nei soggetti che provengono da famiglie di condizioni socio-economiche mediocri. Inoltre è certo che nella famiglia di Tomas le relazioni fossero molto disturbate. Gibello (D. Marcelli, A. Braconnier, Adolescenza e psicopatologia, Masson, 2005) descrive tre elementi che sarebbero caratteristici del funzionamento cognitivo degli adolescenti psicopatici: la disprassia, la discronia, la disgnosia. La disprassia descrive una particolare incapacità a prevedere gli effetti di un’azione, di anticiparne le conseguenze. L’adolescente dispassico è goffo, maldestro, si muove come un elefante in una cristalleria, fa male a sé stesso, si graffia, si ferisce, involontariamente danneggia le cose a cui tiene. La discronia indica l’incapacità a pensare e a investire l’oggetto tenendo conto ___________________________________________________________________ 8 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 del suo carattere di permanenza nel tempo. L’oggetto esiste solo quando è presente. Il brusco disinvestimento di persone o beni materiali quando non sono immediatamente disponibili è la conseguenza sul piano clinico. Se durante i brevi permessi a casa Tomas non ottiene dalla madre ciò che desidera o si aspetta le dice che non andrà più a trovarla e anzi le annuncia che andrà a trovare la famiglia affidataria. La disgnosia descrive i disturbi della funzione semiotica per cui la relazione tra il significato e il significante è disarticolata. In altre parole nell’adolescente psicopatico vi è un disturbo della rappresentazione verbale. Da un punto di vista clinico se ne ha dimostrazione nella frequenza con la quale si osservano disturbi del linguaggio in questi soggetti (i test mettono in evidenza un QI verbale inferiore rispetto a quelli di performance) e una grave difficoltà ad utilizzare il linguaggio come veicolo privilegiato delle interazioni umane (l’agire diventa la modalità principale di relazione). Gibello sostiene che la disgnosia sia responsabile di una frattura radicale nell’esperienza degli oggetti, frattura che si situerebbe fra l’oggetto nella sua materialità e la sua rappresentazione verbale. 4. VIOLAZIONE DELLE REGOLE SOCIALI E GIURIDICHE Come risulta evidente il comportamento di Tomas sembra guidato unicamente da regole interne per cui gli altri, nella migliore delle ipotesi, rappresentano un mezzo per il raggiungimento dei suoi scopi e obiettivi oppure semplicemente non esistono. Le relazioni interpersonali si complicano nel momento in cui le sue aspettative vengono disattese. Non esiste un meccanismo di regolazione interno che orienta Tomas fra un comportamento facoltativo, prescritto o proscritto. Semplicemente egli non conosce le regole, oppure esse non sono sufficientemente sedimentate. L’unica sanzione (reazione che l’ordinamento giuridico minaccia a chi viola le norme) che Tomas ha sperimentato è l’espulsione. Nessuna riflessione, dunque, sui propri comportamenti o sul disagio e la sofferenza di chi ha subito un suo ___________________________________________________________________ 9 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 gesto offensivo. Viceversa, deliberata appare la sua volontà nel volere provocare un danno a colui che egli ritiene persecutore (elemento soggettivo del delitto doloso). In entrambi i casi in cui Tomas commette reato appiccando il fuoco, si rappresenta in anticipo il fatto, concentra la sua volontà nella realizzazione del fatto rappresentato. E’ consapevole di realizzare il fatto tipico. 5. L’INCENDIO NEL CODICE PENALE La ratio per l’incriminazione del reato di incendio è la tutela della vita e della sicurezza degli individui, intesi in senso collettivo, dal pericolo - accertato presuntivamente (1°comma art.423 c.p.) o in concreto (2°comma art.423 c.p.) inerente all’espandersi delle fiamme, e quindi dal nocumento che potrebbe derivare ad un numero indeterminato di persone. Il danneggiamento seguito da incendio (art.424 c.p.) consiste nel fatto di colui che “al solo scopo di danneggiare la cosa altrui, appicca il fuoco ad una cosa propria o altrui se dal fatto sorge il pericolo di un incendio”. Questo delitto è aggravato “se segue l’incendio”, vale a dire, qualora, in conseguenza del fatto, si verifichi un incendio. Dunque, il delitto di danneggiamento seguito da incendio, sussiste allorché il fatto viene realizzato con il solo intento e cioè con il dolo specifico di danneggiare la cosa altrui. L’incendio che ne sorge è una conseguenza, non voluta, causalmente riferibile (per colpa) alla sua azione od omissione. Naturalmente quando al fine di danneggiare si associa quello di cagionare l’incendio, è applicabile l’art. 423 e non l’art. 424 c.p. Mentre, se il fuoco provocato è di lievi proporzioni e non è tale da creare un pericolo per un numero indeterminato di persone, si parla di semplice danneggiamento: art.635 c.p.. Commette così il reato di danneggiamento colui che, nell’appiccare il fuoco alla cosa altrui al solo scopo di danneggiarla, raggiunge l’intento senza cagionare un incendio od il pericolo di incendio. Se, invece, dal fatto sorge il pericolo di un incendio o se segue l’incendio, il delitto contro il patrimonio diventa più propriamente un delitto contro la pubblica ___________________________________________________________________ 10 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 incolumità, secondo le ipotesi di cui all’art. 424 c.p. Altro aspetto del reato è il dolo, che consiste nella coscienza e volontà di appiccare il fuoco sapendo che esso ha le caratteristiche dell’incendio. Per l’incendio la procedibilità è prevista d’ufficio, l’Autorità giudiziaria competente è il Tribunale monocratico, l’arresto è obbligatorio in flagranza, mentre sono consentite sia il fermo di indiziato che le misure cautelari personali. Nel caso del fuoco appiccato al fienile vi è la possibilità che a Tomas sia attribuita la violazione dell’art. 423 c. p. oppure di quella dell’art. 424 c.p. (dovrà essere valutato se il delitto commesso da Tomas sia stato di pericolo presunto o di pericolo reale); mentre nel caso del fuoco appiccato al cassonetto della spazzatura in un piazzale può essergli attribuita la violazione dell’art. 635 c.p.. 6. MEDIAZIONE PENALE Come risulta evidente da una lettura del Codice Penale, il nostro protagonista ha commesso lo stesso tipo di reato in due circostanze diverse. Nel primo, l’aver appiccato il fuoco ad un fienile, si potrebbe configurare un delitto contro la pubblica incolumità, secondo le ipotesi di cui all’art. 424 c.p.; nel secondo, invece, il delitto di danneggiamento previsto e punito dall’art. 635 per avere appiccato il fuoco al cassonetto della spazzatura al solo scopo di danneggiare il proprietario, ma senza cagionare un incendio od il pericolo di incendio. Qualunque sia la configurazione dei reati che il Tribunale giudicherà più idonea, nella realizzazione di entrambi i casi, lo scopo di Tomas è quello di trarre soddisfazione dalla sofferenza di chi, dal suo punto di vista, lo ha frustrato. Ma tutto quello che riesce ad ottenere è un danno all’altro e soprattutto a sé stesso. Secondo la famosa teoria della stupidità umana, enunciata nel suo arguto libello dal titolo Allegro ma non troppo (Il Mulino, 1988), Cipolla definirebbe il nostro giovane uomo uno sprovveduto, perché con il suo gesto delittuoso, provocando un danno all’altro, non procura a sé alcun beneficio se non l’alienazione. ___________________________________________________________________ 11 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 Come curanti ci poniamo di fronte alla sua incapacità di prevedere le conseguenze delle sue azioni, ma anche alla necessità di elaborare una strategia per favorire che egli possa acquisire gli strumenti per realizzare un progetto verso il quale spontaneamente tende e che desidera: l’autonomia. Per realizzare un progetto così ambizioso è importante che impari a negoziare con chi lo circonda. Ci sembra importante da un punto di vista terapeutico che egli possa cominciare a pagare i propri debiti con l’altro e la collettività. Molti critici letterari sono concordi nel ritenere che probabilmente madame Bovary non si sarebbe suicidata se non avesse contratto un quantità enorme di debiti. Clinicamente anche Tomas sarebbe a rischio di depressione grave ove realizzasse di essere responsabile della sua esclusione sociale. Ritenendo che da una pena restrittiva Tomas non tragga quel beneficio di riabilitazione per cui è prevista, siamo propensi a considerare più opportuna una misura alternativa. E avendo già un progetto di cura, questa potrà essere ricercata attraverso l’istituto della mediazione penale. “La mediazione è un processo di risoluzione dei conflitti che coinvolge l’intervento di una terza parte neutrale, con l’intento di favorire accordi volontari tra le parti. In ambito penale, la mediazione avviene tra vittime e autore del reato: le due parti possono, con l’aiuto di un soggetto terzo neutrale, discutere e trovare una soluzione ai problemi che sorgono dalla commissione del reato. La mediazione tra autore e vittima introduce una modifica importante nel processo penale, restituendo alle parti il potere di discutere del fatto di reato e delle sue conseguenze e di trovare delle forme di riparazione adeguate. Dalla mediazione solitamente ci si attendono tre effetti: la responsabilizzazione dell’autore di reato, la soddisfazione della vittima e la deflazione giudiziaria. Rispetto al primo effetto, l’incontro diretto con la vittima permette all’autore di reato di prendere coscienza delle conseguenze concrete del proprio gesto e di dovere fare i conti con le esigenze e i sentimenti di chi ha subito quel gesto. La responsabilizzazione dell’autore di reato comporta una diminuzione della ___________________________________________________________________ 12 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 recidiva, ossia della commissione di reati dello stesso tipo da parte del medesimo soggetto. Riguardo all’effetto di soddisfazione, spesso la vittima sente il bisogno di trovarsi di fronte l’autore del reato per capire le ragioni del suo gesto, per avere un risarcimento del danno derivante dal reato o, semplicemente, per esprimere la propria sofferenza direttamente a chi l’ha causata. La soddisfazione potrà consistere, quindi, in una compensazione economica o in una riparazione simbolica. L’utilizzo della mediazione, infine, soprattutto per reati minori ma diffusi, consente di ridurre il carico di processi e quindi di migliorare l’efficacia del sistema della giustizia in termini di rapidità e qualità della risposta. Ricerche empiriche dimostrano che la mediazione è uno strumento efficace per la riduzione della recidiva e consente effettivamente la soddisfazione della vittima. Riguardo la deflazione giudiziaria i dati a disposizione non permettono di valutare l’incidenza dell’attività di mediazione sul carico processuale: i programmi di mediazione penale sono ancora marginali nel sistema di giustizia odierno. L’amministrazione regionale del Trentino Alto Adige, ha provveduto, dunque, ad istituire, prima in Italia, i Centri per la mediazione penale per adulti a carattere pubblico (uno per la Provincia di Bolzano e uno per la Provincia di Trento) rendendo operativo l’art. 29 del d.lgs.274/2000. Il carattere pubblicistico dell’iniziativa garantisce la gratuità e fruibilità del servizio stesso da parte degli utenti. Fonte giuridica della giustizia riparativa in Italia è il d.lgs. 274/00 sulla competenza penale del Giudice di Pace che ha dato attuazione all’art. 14 legge delega 468/1999, con il quale il Governo ha devoluto alla magistratura onoraria la competenza a giudicare su una serie di reati minori quali ad esempio percosse, lesioni personali lievi, ingiurie, minacce etc. Si tratta, in gran parte, di illeciti penali relativi alla micro-conflittualità privata, conflitti ritenuti non particolarmente gravi dal sistema giudiziario tradizionale ma ___________________________________________________________________ 13 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 che in realtà comportano gravi disagi per chi li vive e che se non eliminati, statistiche alla mano, spesso sfociano in illeciti penali di notevoli proporzioni invasive. Fu dunque avvertita da parte del Governo la primaria esigenza di avvicinare la giustizia al cittadino. Risultato, questo, che fu raggiunto in primis attribuendo la competenza penale de quo ai Giudici di Pace e in secondo luogo introducendo nel c.p.p. un vero e proprio procedimento penale speciale corredato da un apparato sanzionatorio del tutto autonomo dal sistema delle pene contenuto nel Codice Rocco. La legge delega 468/99 ed il Decreto di attuazione 274/00 hanno recepito in toto gli orientamenti di riforma del diritto penale sostanziale e processuale relativamente alla mediazione penale e al risarcimento del danno. Le nuove norme vanno, dunque, analizzate alla luce di questa nuova filosofia di "mediazione-riparazione" affinché si possa cogliere in pieno la loro portata innovativa in materia penale. Il procedimento innanzi al giudice di Pace attribuisce, finalmente, alla persona offesa dal reato un ruolo dinamico nel processo, affinché si pervenga ad una soluzione del conflitto che sia per la parte stessa veramente soddisfacente. Ai sensi dell’art. 21 del d.lgs. 274/2000, infatti, la persona offesa nel caso di reato procedibile a querela di parte, può citare in giudizio direttamente il soggetto al quale il reato è attribuito; essa ha un vero e proprio potere d’impulso. Tuttavia il ruolo di "massima esaltazione del ruolo della vittima del reato" può individuarsi nel tentativo di conciliazione che il giudice di Pace deve esperire ai sensi dell’art. 29, co. 4., del D.Lgs. /2000. Ex art. 29, nell’ipotesi in cui l’imputazione riguardi un reato perseguibile a querela, la norma attribuisce inequivocabilmente al Giudice di Pace un ruolo di impulso alla mediazione, per arrivare ad una composizione degli interessi in conflitto, nell’udienza di comparizione delle parti. Tale udienza ha, infatti, lo scopo primario di "favorire, nei reati perseguibili a querela, la composizione conciliativa e comunque di evitare, ove possibile, di procedere al dibattimento". ___________________________________________________________________ 14 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 Le nuove norme configurano in sostanza una fase preconciliativa al di fuori del processo, demandata a soggetti terzi, all’uopo preparati, attribuendo al contempo al Giudice una limitata conoscenza dei fatti/atti di mediazione e stabilendone l’inutilizzabilità ai fini della decisione. Le fasi salienti della mediazione si possono così brevemente riassumere: -l’incarico al Centro di mediazione viene assegnato dal Giudice di Pace; -a seguito della richiesta di mediazione il coordinatore del Centro di mediazione nomina il mediatore responsabile del fascicolo in ordine al procedimento penale in oggetto; -il mediatore responsabile del fascicolo provvede all’invio di lettere informative unitamente ad un opuscolo informativo all’imputato, alla persona offesa ed ai rispettivi difensori; -seguono i primi contatti telefonici con ciascuna delle parti, invitandole a dei colloqui preliminari individuali. Questi ultimi si svolgono alla presenza di una coppia di mediatori (di cui uno é il responsabile del fascicolo) e hanno una funzione informativa e di prima raccolta delle impressioni e dei vissuti delle parti, nonché di ricezione del fondamentale consenso all’incontro di mediazione vero e proprio. All’incontro di mediazione vero e proprio partecipano tutte le persone coinvolte nel conflitto alla presenza dell’equipe di mediatori, il cui numero varia a seconda del numero delle persone coinvolte. Al termine della mediazione viene redatto l’esito (positivo o negativo) della stessa, che verrà comunicato al Giudice” (http://www.ristretti.it). Per quanto l’atteggiamento di Tomas sia irridente nei confronti del percorso giudiziario, sostenendo apertamente con l’avvocato che cura la sua difesa che nessuno gli farà mai niente per i reati che ha commesso, pensiamo che l’inserimento nel procedimento sopra descritto possa non lasciarlo indifferente. ___________________________________________________________________ 15 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 7. CRONOGRAMMA DEL PERCORSO… LA STORIA DI TOMAS 04.02.86 Nasce Tomas primogenito di genitori molto giovani che scoprono molto presto le ragioni di un aspro conflitto. Il padre è alcolista e violento con la moglie e con il bambino. Nel 1992 Giungono le prime segnalazioni dalla scuola ai servizi di Neuropsichiatria infantile e Psicologia: Tomas manifesta deficit di attenzione, difficoltà nell’adattamento e nell’apprendimento, instabilità emozionale e disturbi del comportamento, incapacità a rispettare le regole e ad interagire positivamente nel gruppo. I genitori minimizzano i disagi del bambino. 1993 Nasce Katrin, la figlia secondogenita. La madre fa sempre più fatica e il marito non è di nessuno aiuto. I conflitti non si attenuano, il padre continua ad essere aggressivo verbalmente e fisicamente verso la signora anche verso i figli. 1996 Dopo numerosi traslochi la madre si trasferisce presso la famiglia d’origine lasciando Tomas con il padre. Dopo un anno trova un nuovo compagno. L’équipe multidisciplinare pensa che l’ambiente risulta essere iatrogeno e tossico. I genitori accettano che Tomas sia affidato. Ma la madre affidataria rimane incinta dopo un anno e rinuncia all’affido perché oneroso e difficile. Con Bice, il nome della donna, Tomas sviluppa un rapporto indelebile nel quale egli si rifugerà spesso in seguito. 1997 Tomas viene accolto nel Villaggio S.O.S. Il clima è di protezione e indulgenza. Tomas chiede spesso di poter trascorrere i giorni di vacanza con Bice, anziché con la madre. Bice e il Villaggio sono le esperienze più durature e stabili. ___________________________________________________________________ 16 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 2003 Tribunale per i Minori restituisce la patria potestà alla madre: Tomas torna a casa. Ogni tentativo del patrigno di coinvolgere Tomas nella sua attività commerciale risulta inutile. Egli da grossi problemi di gestione: mente continuamente, pretende soldi, abusa di alcol e cannabis. 2004 La madre e il patrigno decidono di collocare Tomas a spese loro in un appartamento nel paese dove abita il padre naturale. Questi vive con una nuova compagna e due altre figlie. Dopo i primi tentativi di instaurare una relazione il padre si sente tradito dai disastri che combina Tomas in paese. Tomas appicca il fuoco al fienile di uno dei vicini, amico del padre. Viene denunciato, confessa la sua colpa, ma non riceve nessuna sanzione. 2005 La madre e il patrigno non sono in grado di gestire Tomas e gli propongono una comunità a Lecce, dove rimane per 16 mesi. 2007 La comunità è troppo costosa e rigida: le vacanze di natale trascorse a casa di Bice, sicuramente più buona e permissiva degli operatori, diventano il pretesto per rinunciarvi. Trascorre così circa sei mesi ospite del sua ex madre affidataria, che si rivolge ai servizi sociali perché non ne può più di tutti i guai che combina. 2008 A giugno giunge nella comunità dove attualmente si trova e ad agosto brucia un cassonetto della spazzatura per ripicca contro i proprietari di un negozio di verdure. 2009 Ad aprile si avvia un procedimento penale nei suoi confronti. ___________________________________________________________________ 17 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 8. Genogramma della coppia genitoriale di Tomas np np nm n m zp MT PT T zm L K ___________________________________________________________________ 18 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Angelo Danaro - SST in Scienze Criminologiche (Primo anno) A.A. 2008/2009 Bibliografia: C. M. Cipolla, “Allegro ma non troppo”. Il Mulino, 1988. G. Gullotta e coll., “Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico”, Giuffre Editore, 2002. D. Marcelli, “Psicopatologia del bambino”, Masson, 1998. D. Marcelli, A. Braconnier, “Adolescenza e psicopatologia”, Masson, 2005. Sitografia: http://www.giustizia.it http://it.wikipedia.org http://www.unitn.it http://www.ristretti.it ___________________________________________________________________ 19