I.C. “S. SERANGELI” - ARTENA
i.c. “S. Serangeli” - Artena
Volume 1, Numero 1
IL GRILLO PARLANTE
Gennaio 2014
Giornale della 3a E
Indirizzo: Via Guglielmo Marconi, 51, 00031 Artena (Roma)
Telefono: 06 951 7019
Uso dei telefoni
cellulari a scuola
Evento telethon ad Artena
La legge ne vieta l’uso ormai
Due giornate dedicate alla donazione
da anni
Redazione: alunni classe 3a E
Cronis esterni: qua!ro alunni della 2 E
Dire ore: Stefania Rosce&
La “cellularmania” dilaga ed
ormai il telefonino è un oggetto
d’uso quotidiano tra i giovani e
giovanissimi, ma esso è dotato
anche di molte valenze tecnologiche che ne rendono un uso
continuo anche durante le ore
di lezione. Come avviene in
molti paesi europei, anche in
Italia l’utilizzo del cellulare a
scuola è vietato. Sebbene fosse
vietato sin dal 1999, il ministro
dell’istruzione con una direttiva del 15/03/2007 ne ha vietato
l’esplicito uso durante la lezione. <<É una vera e propria
dipendenza, sia per il bambino,
che spesso fatica a staccarsi
dalla tastiera, sia per i genitori>> afferma Emanuela Iacchia, psicologa e psicoterapeuta, che aggiunge: <<La necessità, da parte dei genitori di
conoscere tutti gli spostamenti
del proprio figlio andrebbe
ridimensionata, ed è comunque
immotivata finché il ragazzo va
alla scuola media e non ha
frequentazioni all’infuori del
paese, mentre può essere giustificata al momento dell’ingresso alle superiori, quando la
vita dei figli esce dal circondario e quindi dal controllo genitoriale>>. In più la funzione
comunicativa del telefono
viene sempre più messa in
secondo piano in favore di
suonerie e giochini: questo va a
scapito delle relazioni interpersonali, così importanti durante
l’età evolutiva.
Segue a pag. 3
La Fondazione Telethon è una delle principali charity
italiane dal 1990 nata su mandato di una comunità di
pazienti, l’obiettivo è realizzare la promessa della cura
delle malattie genetiche rare attraverso il finanziamento
di ricerca biomedica eccellente. Fondamentale per sostenere questa attività è il contributo della società civile: volontari sul territorio, aziende partner e donatori
che ogni giorno aiutano la ricerca a progredire verso la
cura. Per questo si applica un rigoroso
sistema di valorizzazione del merito per
investire nella migliore ricerca le donazioni che gli italiani continuano ad affidare alla gestione che, negli anni, ha dato
prova di efficienza, efficacia e trasparenza. Dal 1990 a
oggi, grazie a questo metodo, sono stati raggiunti importanti successi e risultati promettenti nella lotta alle
malattie genetiche rare. Grazie alla ricerca finanziata,
per molti bambini nel mondo esiste, finalmente, la reale
possibilità di svolgere una vita normale. Grazie all’organizzazione della contrada Arboreto e alla partecipazione di molte associazioni artenesi anche quest’anno
al palazzaccio di Artena si è svolto l’evento telethon
2013, il 14 e 15 dicembre. Le associazioni di Artena
hanno dato il loro contributo per far svolgere tanti
eventi in due giorni di divertimento ma anche di impegno. Le associazioni che hanno partecipato sono l’ASD
PIANETA DANZA, il gruppo DIAMO LA NOSTRA
VOCE, la scuola di danza 100% DANZA, il gruppo
musicale GARAGE, la grandissima partecipazione dei
donatori di sangue di Artena, il VESPA CLUB ARTENA, gli ALFIERI DEL CARDINALE, l’associazione
equestre IL QUARTICCIOLO, l’ASD CLUB TWIRLING ARTENA e ZUMBA FITNESS, la BANDA
MUSICALE DI ARTENA, l’ASD KING BOXING
DEI CASTELLI ROMANI e l’associazione teatrale in
dialetto artenese ESSO CHISSI. Per la cena il pasto è
stato offerto dai ristoranti CHIOCCHIO’ e IL FEDERALE. Questa edizione ci ha visti, insieme a tante
associazioni, protagonisti di un evento unico e speciale.
Infatti, oltre alla donazione per TELETHON, nella
giornata di domenica abbiamo avuto nel programma
un’altra donazione, quella del sangue. Uniti in questo
momento di altruismo al quadrato, tante associazioni
mettono in campo il loro saper fare per una giusta cau-
sa. Questo è il vero volto del popolo
artenese e non solo: essere unito e
solidale nei momenti dove bisogna
tirar fuori l’amore per il prossimo. È
stato un grande risultato l’edizione di
quest’anno, ma anche piena di problemi. Con il sostegno di tante associazioni le due giornate dedicate alla
donazione sono state intense e il risultato si vede: sono stati circa 2.400 € i
fondi raccolti. In più domenica mattina con il gruppo donatori sono state
raccolte più di 130 sacche di sangue
che andranno in donazione all’ospedale pediatrico BAMBIN GESU’ di
Roma e all’ospedale, qui vicino, di
Colleferro. Che dire! Sicuramente un
successo grazie a chi è stato attore
protagonista e chi si è recato a donare.
( Gabriele Frate e
Ilenia Manganiello 3a E)
Sommario:
La scuola Serangeli ricorda i
2
suoi ragazzi
È ora di scegliere la scuola
superiore
2
A scuola incontro con le
psicologhe sul tema del bul- 3
lismo
L’acqua, un bene in pericolo 4
L’angolo della cucina
4
Omaggio a Nelson Mandela
5
Le pagine dell’intercultura
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Volume 1, Numero 1
IL GRILLO PARLANTE
LE PAGINE DELL’INTERCULTURA
19/12/1991-19/12/2013: La scuola “Serangeli” ricorda i suoi ragazzi
Il giorno 19 dicembre 2013 alle
ore 10,10 nella scuola media
“Stefano Serangeli” di Artena si
è svolta la commemorazione per
il ventiduesimo anniversario della
morte di quattro alunni a causa
di un incidente stradale avvenuto
il 19 dicembre 1991 nel quale
rimase coinvolto il
pulmino
scuolabus che riportava gli studenti a casa dopo una giornata di
normale lezione; nell’incidente
ha perso la vita anche il conducente. Alla commemorazione
hanno partecipato gli alunni,
rappresentanti di alcune classi, il
Dirigente scolastico, alcuni inse-
gnanti, il personale di segreteria e
il professore di religione don
Daniele. Tutto si è svolto nel
cortile della scuola dove vi è un
monumento in memoria dei ragazzi; si è ricordato quel tragico
episodio e si è riflettuto molto;
alcuni insegnanti hanno detto
che in quei terribili giorni tutti gli
artenesi si sono mobilitati per
donare il sangue alle decine di
ragazzi ricoverati nei vari ospedali di Roma e provincia e che
proprio da lì è nata l’associazione
dei donatori di sangue di Artena,
che fino a quel momento non
esisteva. La cerimonia si è con-
clusa con una piccola preghiera
recitata con don Daniele, seguita
dalla deposizione di due vasi di
fiori davanti al monumento e
dalla lettura dei nomi dei quattro
ragazzi che persero la vita in quel
triste giorno; il Dirigente scolastico e i professori hanno inoltre
concluso dicendo che si potrebbe
dare molta più importanza a questo evento realizzando dei progetti sulla sicurezza e sul comportamento che i ragazzi devono assumere sugli scuolabus.
(Emma Latini 3a E)
Capodanno in Marocco
Il capodanno in Marocco si festeggia soprattutto in alcune città come Casablanca, Fes, Marrakech e Assauira.
Alcune famiglie lo festeggiano nei ristoranti ma la maggior parte si organizza a casa con la famiglia. A Capodanno la tavola è piena di specialità tradizionali marocchine: dolci, pollo arrostito, e tanti altri piatti. Prima o
dopo cena si scambiano i regali; alcune famiglie dopo cena vanno a festeggiare in qualche festival, altre restano a casa e festeggiano con canti, balli e musica. A mezzanotte alcuni fanno “ i botti di capodanno” e restano svegli fino a tardi, altri, dopo la mezzanotte, vanno a letto. Anche se i musulmani non festagiano il
Natale, in alcuni Paesi del Marocco, c’è babbo natale che viene chiamato “PAPPA NOEL” come il francese
“père noel”, infatti ci sono uomini che si travestono da babbo natale e di giorno vanno da una casa all’altra e
danno regali: soldi, dolcetti ecc.
(Chayma Rochdi 3a E)
È ora di scegliere la scuola superiore
SOLITUDINE
La Serangeli visita il Cannizzaro
Orientamento
La scelta della scuola superiore è
importantissima e l’orientamento
svolto nelle scuole medie serve
per far conoscere agli alunni i
vari istituti del distretto per poter
effettuare una scelta consapevole.
Dal mese di novembre varie
scuole sono venute per illustrare
le loro attività curricolari e non e
gli sbocchi lavorativi. Per l’istituto “Cannizzaro” di Colleferro
invece non sono stati gli insegnanti a venire da noi ma noi ad
andare da loro. Le sette terze
della “Serangeli” sono state divise in due gruppi, nel primo gruppo vi erano quattro terze che
hanno svolto la visita dalle 8.30
alle 11.20, nel secondo le rimanti
tre che hanno svolto la visita
dalle 11.30 alle 14.10; Siamo
andati con il pullman a Colleferro
e siamo stati accolti da due professoresse le quali ci hanno mostrato
vari
laboratori.
Il
“Cannizzaro” comprende vari
indirizzi: dall’elettronica alla
chimica, dalla meccanica al liceo
delle scienze applicate. Gli insegnanti di questo istituto ci hanno
spiegato l’importanza dei laboratori per applicare le conoscenze
teoriche acquisite; è iniziato così
un lungo percorso nei vari laboratori dislocati in diversi piani:
fisica, tecnologie e disegno, chimica organica e biotecnologie,
sistemi elettronici, elettrotecnica,
tecnologia meccanica, disegno e
progettazione, meccanica e macchine. Tutto è stato interessante
ma la cosa più divertente è stata
la visita al laboratorio di chimica
dove l’insegnante ci ha fatto fare
alcuni esperimenti che ci hanno
lasciato a bocca aperta: liquidi
bianchi che mescolati cambiavano colore, sostanze che bruciando
producevano colori diversi, palloncini che stando a contatto con
dei liquidi si gonfiavano. La visita è continuata nel laboratorio
linguistico dotato di computer,
cuffie, microfoni, lavagna multi-
mediale; in seguito abbiamo visitato l’aula multimediale, l’aula
audio-video, la biblioteca ed
infine la palestra che comprende
una tribuna con 250 posti a sedere ed il campo esterno. Al termine siamo stati accolti nell’aula
magna dal Preside e da un insegnante che ci hanno parlato del
registro on line, che noi già conosciamo perché la nostra scuola lo
ha utilizzato lo scorso anno, e
delle modalità di iscrizione; alla
fine ci hanno distribuito degli
opuscoli che illustrano le materie
dei vari indirizzi, l’offerta formativa dell’istituto e le date dell’open day. Alle 11.10 siamo risaliti
sul pullman che ci riportava ad
Artena, soddisfatti e con idee,
forse, un po’ più chiare.
(Michela Civitella 3a E)
(poesia albanese)
TESTO ORIGINALE
TRADUZIONE
Si pemë e braktisur…
Come un albero abbandonato…
Kam mbetur pa ty
Sono rimasto senza di te
te cunguar
Con i rami strappati…
Me degë Si qënie pa sy… !
Come una creatura senz’occhi…!
E dhe dielli me ka braktisur
Anche il sole mi ha abbandonato
E larg me qendron!
E lontano mi rimane!
Sa e veshtire vetmia
Quanto è difficile la solitudine
Mjere ai qe meryon…!
Povero quello che emigra…!
(Denisa Sulko 2a E)
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Volume 1, Numero 1
IL GRILLO PARLANTE
LE PAGINE DELL’INTERCULTURA
A scuola incontro con le psicologhe sul tema del bullismo
Natale e Capodanno a Mosca
Dal bullismo ci si può difendere: basta conoscerlo
Durante i primi giorni di dicembre le strade di Mosca sono riccamente decorate per le feste natalizie con alberi di Natale e luci. La
stagione dura fino all’inizio di
gennaio quando la maggior parte
dei russi celebra il giorno di Natale: il 7 gennaio, momento in cui
le decorazioni natalizie sono
ormai al sicuro nelle loro scatole
nella maggior parte delle famiglie
europee. In verità a Mosca le
celebrazioni iniziano il 24 dicembre, quando il Ded Moroz
(Nonno Gelo) ufficiale, una figura che rappresenta il Babbo Natale occidentale, arriva nella capitale con sua nipote Snegurochka (la
fanciulla della neve), dalla loro
residenza ufficiale nella vecchia
città russa di Veliky Ustyug.
Questo evento è stato introdotto
quando l’ex sindaco di Mosca
Yury Luzhkov era al potere. Accanto a questa nuova tradizione,
buche delle lettere speciali vengono installate nei parchi di Mosca nel mese di dicembre in modo che i bambini possano inviare
una lettera a Ded Moroz. Se indicano un indirizzo, riceveranno
una risposta da Nonno Gelo.
Come Babbo Natale, Ded Moroz
fa parte della tradizione, portando
doni ai bambini in tutto il Paese.
Ma in Russia la data in cui svolge
questo compito non è Natale,
bensì Capodanno. La prima celebrazione ufficiale sovietica del
Capodanno si è tenuta nel 1937.
Quell’anno Ded Moroz è apparso
nella vita dei cittadini sovietici
come il personaggio principale
delle celebrazioni del Nuovo
Anno, portando i regali sotto gli
alberi. Verso la fine degli anni
Quaranta, il Capodanno era diventato un giorno festivo. Quando il regime sovietico è crollato,
più di 50 anni dopo, le celebra-
Ded Moroz
zioni legate al Capodanno si erano ormai radicate nella coscienza
popolare e ancora oggi questa
rimane la festa più amata e conosciuta della Russia. In questo
giorno, ogni anno, le famiglie
usano riunirsi intorno a un tavolo
bandito a festa e, subito dopo che
l’orologio ha segnato la mezzanotte, si scambiano i regali, nascosti sotto l’albero, in anticipo,
da Ded Moroz. Le chiese ortodosse continuano a celebrare le
messe durante la vigilia di Natale, la più solenne delle quali si
svolge a Mosca nella cattedrale di
Cristo Salvatore. Alla cerimonia,
officiata da Kirill, patriarca di
Mosca e di tutte le Russie e capo
della Chiesa ortodossa russa,
prendono parte i funzionari più
importanti del Paese e l’evento
viene trasmesso in diretta televisiva.
(Yulia Pelinyagra 3a E)
Il giorno 18 dicembre 2013 tutte
le classi dell’Istituto “Stefano
Serangeli” hanno partecipato ad
un incontro sul bullismo organizzato dalla scuola con l’intervento
di due psicologhe. Le dottoresse
hanno delineato il profilo tipico
del bullo: una persona che acquisisce un carattere scontroso e
aggressivo per colmare il vuoto
che ha dentro di sé dovuto a:
problemi familiari, poca autostima, insoddisfazione di se stesso o
mancanza di affetto. Egli sceglie
la sua vittima, in genere una persona inferiore a lui sia caratterialmente che fisicamente, la quale,
la maggior parte delle volte, subisce i tormenti del bullo senza
reagire. La vittima, però, può
essere aiutata dagli spettatori, se
positivi, o umiliata ancora di più,
se negativi. Essi, infatti, possono
diventare complici del bullo ridendo
alle
sue
azioni.
Per
combattere
questo
fenomeno
la
vittima
dovrebbe fare riferimento alle
persone che, in quel momento,
hanno potere sul bullo. È stato
poi spiegato che è fondamentale
riconoscere la differenza tra il
bullismo e lo scherzo: nel primo
c’è sistematicità e asimmetria
nella relazione, nel secondo “la
presa in giro” è reciproca e ci si
diverte in due. Infine, le due psicologhe sono rimaste a disposizione degli alunni per parlare con
loro dei tipici problemi adolescenziali e hanno concluso l’incontro ricordando a tutti gli studenti che a scuola, a partire da
gennaio, ci sarà uno sportello di
ascolto dove le dottoresse saranno a disposizione di genitori,
alunni e insegnanti che ne faranno richiesta. L’incontro è stato
interessante e utile per tutti.
(Elisabetta Sanasi – FrancescoMattozzi – Giorgia Angeloni
Il bullo:
“una persona che
acquisisce un
carattere
scontroso e
aggressivo per
colmare il vuoto
che ha dentro di
sé”
Uso dei telefoni cellulari a scuola (continua da pag. 1)
<<Se all’interno di un gruppo
ognuno si isola con il proprio
telefonino è come se si abbandonasse il reale per un’immersione
nel virtuale: gli effetti sono perdita del senso della realtà, isolamento, diminuzione dei momenti
di interazione e confronto con i
coetanei.>>. Inoltre per il 25%
dei ragazzi il cellulare è indispensabile per sentirsi parte del gruppo. <<È qui che devono subentrare i valori che la famiglia ha trasmesso al piccolo, cioè l’idea che
il possesso di un bene materiale
non deve essere veicolo di accettazione nella comunità>>, sostiene la dottoressa. Portare il cellulare a scuola? Si può. Filmare la
lezione del professore? Si può.
Pubblicare il video su YouTube?
Non si può (senza il consenso
della persona ripresa). Il Garante
per la protezione dei dati personali (meglio conosciuto come Garante per la privacy) prova a fare
un po’ di chiarezza e pubblica
uno snello opuscolo da tenere sul
banco di scuola fra il vocabolario
della lingua italiana e i libri di
testo. Il Garante è molto chiaro.
“È possibile registrare la lezione
esclusivamente per scopi personali, ad esempio per motivi di
studio individuale. Per ogni altro
utilizzo o eventuale diffusione,
anche su Internet, è necessario
prima informare adeguatamente
le persone coinvolte nella registrazione (professori, studenti..), e
ottenere il loro esplicito consenso”. Ma attenzione – mette in
guardia l’Autorità – “le istituzioni
scolastiche hanno, comunque, la
bilità di regolare o di inibire l’utilizzo di registratori audio-video,
inclusi i telefoni cellulari abilitati,
all’interno delle aule di lezione o
nelle scuole stesse”. Basterà per
tenere a freno la smania, tante
volte innocente, di fare foto (e
pubblicarle su Facebook) alla
ragazza più bella dell’istituto o al
professore più pedante che sia
mai esistito. Si potrebbero fornire
le scuole di armadietti da chiudere a chiave dopo aver riposto i
telefoni all’inizio delle lezioni.
Può sembrare esagerato ma è un
modo per ottenere qualcosa.
(Emma Latini – Gabriele Frate
3a E)
Cellulari a scuola
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Volume 1, Numero 1
IL GRILLO PARLANTE
L’acqua, un bene in pericolo
OMAGGIO A NELSON MANDELA
Anche da noi l’inquinamento produce i suoi effe*
Il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso
L’acqua è un bene in pericolo
non solo perché la maggior parte
dei cittadini ne fa un uso eccessivo ma anche perché l’uomo sta
inquinando questo bene prezioso
e ne è un esempio la “valle del
Sacco”. Nel marzo del 2005 con
la morte dei capi di bestiame è
stato riconosciuto lo stato di
emergenza per animali e abitanti.
Nel 2009, il Lazio commissionò
un programma di “sorveglianza”
che consisteva in controlli sanitari alla popolazione residente vicino il fiume. Nel marzo del 2013 è
iniziato il primo controllo di
“sorveglianza”. Le conclusioni
del
rapporto
confermano
che
le sostanze
tossiche
presenti
nel
terreno
hanno
determinato una “acquisizione
biologica del BETA-HCH” che è
un sottoprodotto di un insetticida
bandito in Italia dal 2001, ma
l’inquinamento
è
iniziato
vent’anni fa dall’industria di
L’ANGOLO DELLA CUCINA
Dolci natalizi della tradizione artenese
Dolci natalizi artenesi
Ci sono dolci che si fanno solo in
occasione del Natale, nella foto
ce ne sono quattro tipi fatti in
casa dalle nostre mamme. Al
centro vi è il pangiallo, esso contiene farina frutta secca e miele, è
il principale dolce natalizio e si fa
solo in questa occasione; vi sono,
poi, le ciambelline al vino, non
sono tipici dolci natalizi ma si
mangiano anche a Natale, esse
contengono vino, farina e olio; il
terzo dolce sono i tozzetti al miele, essi contengono farina, miele
e frutta secca come il pangiallo; il
quarto e ultimo dolce sono i biscotti alle nocciole i cui ingredienti sono nocciole, burro, uova
e farina.
(Sara Bianchi 3a E)
Colleferro. Nella popolazione
sono state rilevate patologie gravi
nella funzionalità renale, nella
funzionalità ormonale, nelle attività cognitive. Certo bisognerà
effettuare altre analisi nel corso
del tempo ma una cosa è chiara:
l’uomo sta mettendo a rischio
l’acqua, bene talmente indispensabile per la vita, tanto da essere
definita “oro blu”.
(Michela Vacca 3a E)
Nelson Mandela fu un importante
personaggio storico, una di quelle
persone che in vita facevano già
parte della leggenda. Nelson
Mandela infatti è stato ed è il
simbolo del Sud Africa, appellativo che si + conquistato in un’intera vita spesa alla lotta contro
l’apartheid ed alla conquista della
libertà per il suo popolo. Quello
che ha sempre colpito in lui + la
sua statura morale e la convinzione con cui ha vissuto la propria
vita in favore degli altri. Nelson
Rolihlahla Mandela nasce il 18
luglio 1918, figlio di un capo
della tribù Thembu e quindi,
secondo il sistema di caste tribali
vigente in Africa, di origini aristocratiche. Dopo aver seguito gli
studi nelle scuole sudafricane per
studenti neri e conseguito la laurea in giurisprudenza, nel 1944
entra nella politica attiva diventando membro dell’ANC (African
National Congress) guidando per
anni campagne pacifiche contro il
cosidetto “apartheid” ossia quel
regime politico che favorisce,
anche sul piano legale e giuridico, la segregazione dei neri rispetto ai bianchi. L’episodio che
segnerà per sempre la vita del
leader nero è “il massacro di
Shaperville” nel 1960. Il regime
di Pretoria eliminò volontariamente e con una ingannevole
operazione
69
militanti
dell’ANC. In seguito mise al
bando e fuorilegge l’intera associazione. Mandela, fortunatamente, sopravvisse alla strage e riuscì
a fuggire. Raccolti gli altri esponenti rimasti in vita, diede origine
ad una frangia militarista, decisa
a rovesciare il regime e a difendere i propri diritti con le armi.
Venne arrestato nel 1963 e dopo
un processo durato nove mesi fu
condannato all’ergastolo. La più
alta testimonianza dell’impegno
politico e sociale di Mandela la si
ritrova proprio nel discorso pronunciato di fronte ai giudici del
tribunale, prima che questi pronunciassero il loro verdetto:
“sono pronto a pagare la pena
anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo
paese.
Sono stato
in queste
prigioni e
so quanto
forte sia la
discriminazione,
anche
dietro le
mura di una prigione, contro gli
africani…. In ogni caso queste
considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli
uomini, la libertà nella propria
terra è l’apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere da
questa meta. Più potente della
paura per l’inumana vita della
prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio
popolo è soggetto fuori dalle
prigioni, in questo paese….. non
ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e
che i criminali che dovrebbero
essere portati di fronte a questa
corte sono i membri del governo”.Passarono più di venti anni e,
malgrado il grande uomo sia
costretto alla segregazione carceraria, lontano dagli occhi di tutti e
dalle luce dell’opinione pubblica,
la sua immagine e la sua statura
crescono sempre di più nell’opinione pubblica e per gli osservatori internazionali. Questo porterà
al suo scagionamento l’11 febbraio 1990 per ordine del Presidente De Klerk. Diventerà poi il
primo Presidente nero del Sud
Africa. La politica di non violenza caratterizzò la sua presidenza
sostenendo che il perdono è la
migliore risposta dei neri a ciò
che avevano subito durante l’apartheid. L’uomo morto il 5 dicembre 2013 è uno dei più importanti personaggi della storia del
mondo ed è di sicuro un ottimo
modello per ogni giovane.
(Giulia Mattozzi 3a E)
“Per gli
uomini, la
libertà nella
propria terra è
l’apice delle
proprie
aspirazioni”
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il grillo parlante - SIT di Ricci Luca Multiservizi