Relazione finale II II settimana Colangelo Benedetto Corso I9 http://www.mindmeister.com/93594225/mobilehttp://www.mindmeister.com/93594225/mobile-learninglearning-mlearning Tutor Paolo Silveri Creare una presentazione, preferibilmente utilizzando un’applicazione online (es. Prezi http://www.prezi.com o MindMeister - http://www.mindmeister.com), che approfondisca uno dei seguenti argomenti trattati nel modulo: mobile learning (mLearning) Pubblicare la presentazione nel server tramite FTP oppure condividere il link alla stessa (in caso di presentazione online) nel proprio forum di classe. Perché parlare di mobile learning (mLearning) 1 La proliferazione di telefoni cellulari e di altri dispositivi portatili ha trasformato il mobile learning da un’attività inscritta in ambiti di ricerca pilota a un’attività quotidiana dove i dispositivi mobili sono diventati strumenti personali che supportano gli individui ad apprendere ovunque essi si trovino, attraverso processi di educazione formale o supporto informale e conversazione [Kukulska-Hulme et al., 2007]. Quali cambiamenti nelle prospettive pedagogiche e teoriche sono stati osservati? Ache livello le iniziative e le politiche sull’elearning prendono in considerazione i risultati dei progetti di ricerca e le potenzialità del mobile learning? PROSPETTIVE PEDAGOGICHE E TEORICHE SUL MOBILE LEARNING Si potrebbe dire che la distribuzione di contenuti basati sulla posizione del discente ha poco a che vedere con l’apprendimento di gruppo attraverso dispositivi portatili in aula, a parte una dipendenza dai dispositivi mobili, quindi le prime definizioni di mobile learning furono legate all’utilizzo delle tecnologie mobili: è un apprendimento che avviene attraverso elaboratori mobili: palmari, dispositivi basati su Windows CE, anche il vostro telefono cellulare [Quinn, 2000]. Connettere le interazioni con la tecnologia mobile con il tessuto delle interazioni pedagogiche che si sviluppa intorno ad esse diventa il focus dell’attenzione: 1 www.itd.cnr.it/tdmagazine/.../1-Innovazione_nel_mobile_learning.pdf 1 …l’attenzione della ricerca dovrebbe essere rivolta ad identificare quelle semplici cose che la tecnologia fa estremamente e unicamente bene, e a capire le pratiche sociali attraverso cui queste nuove opportunità diventano interventi educativi efficaci [Rischelle, 2003, p. 268]. Spostando il focus dalla tecnologie mobili alla pratica sociale che le tecnologie rendono possibili, è possibile una concettualizzazione differente del mobile learning. Kakihara e Sørensen [2002] sostengono che il concetto di mobilità non dovrebbe essere riferito esclusivamente al movimento umano attraverso luoghi, ed esaminano tre aspetti interconnessi di mobilità: spaziale, temporale e contestuale. Essi propongono l’idea che la mobilità ha origine dalle interazioni delle persone, e che i dispositivi mobili rendono possibile pattern di interazioni sociali che sono dinamicamente riformati e rinegoziati attraverso attività quotidiane liberate in maniera significativa da limiti spaziali,temporali e contestuali” (p. 1760). Traxler [2007] sostiene che i dispositivi mobili modificano la natura della conoscenza e del discorso, e di conseguenza la natura dell’apprendimento e il modo di accedere alle risorse per l’apprendimento. Essi alterano la natura del lavoro e rendono possibile nuove forme di arte e di rappresentazioni, così facendo diventare il mobile learning «parte di una nuova società mobile» [Traxler, 2007:5]. Questo nuovo carattere mobile della società si manifesta, per esempio, nella cultura mobile sviluppata tra i giovani e nelle pratiche di lavoro e del tempo libero sempre più frammentate. Un turista che visita una città durante una vacanza può avere appreso molte cose sulla città attraverso diversi canali: da un sito internet di viaggi sul personal computer di casa, una telefonata con un amico che ha già visitato quella città, una rivista di viaggi letta in volo, un video promozionale, una mappa di Google su un telefono cellulare, una guida multimediale interattiva nell’ufficio turistico, opuscoli stampati, audio guide portatili disponibili nei luoghi turistici, e interazioni con le gente del posto. È l’esperienza combinata che costituisce il mobile learning. Noi seguiamo le idee di Kakihara e Sørensen [2002] nell’esaminare una nozione estesa di mobilità, ma utilizziamo il concetto ‘contesto’ come un termine sovrastante che copre aspetti intercorrelati di mobilità: la ricerca sul mobile learning allora diventa lo studio di come la mobilità dei discenti, sostenuti da tecnologie personali e pubbliche, può contribuire al processo di acquisizione di nuova conoscenza, abilità ed esperienza. La sfida è quindi definire il ruolo della pedagogica e della teoria in questo processo. 2 Il contesto quindi, è un costrutto centrale al mobile learning. È creato in continuazione dalle persone che interagiscono con altre persone, con i loro dintorni e con gli strumenti quotidiani. L’apprendimento tradizionale in aula è basato sull’illusione della stabilità del contesto, attraverso la creazione di un luogo fisico con risorse comuni, un singolo insegnante e un curriculum condiviso che permette una sembianza di terreno comune che va mantenuto giorno dopo giorno. Ma se questi sono rimossi, una sfida fondamentale diventa come formare isole dei contesti stabili temporanei che consentono la costruzione del significato dal flusso dell’attività quotidiana. Inoltre, viene messa in discussione la visione dell’educazione formale come la trasmissione o la costruzione della conoscenza all’interno dei paletti fissati da un curriculum, stimolando invece lo sfruttamento della tecnologia per colmare il divario tra apprendimento formale ed apprendimento basato sull’esperienza. POLITICHE EDUCATIVE PER IL MOBILE LEARNING Il Dipartimento per l’Innovazione, le Università e la Formazione Professionale in Inghilterra ha rilasciato un documento di consultazione [DIUS, 2008] che evidenzia il ruolo dei dispositivi portatili; questo documento darà origine a un dibattito che condurrà a un documento politico sull’apprendimento informale degli adulti nel 21-esimo secolo: Sempre più opportunità di apprendimento sono possibili attraverso la disponibilità di dispositivi portatili, un accesso diffuso alla banda larga, e connessioni wireless… L’industria microelettronica consentirà, in maniera crescente, di ricevere sui telefoni cellulari le informazioni relative alle gallerie d’arte, i musei e gli edifici di rilevanza architettonica, il che a sua volta sarà all’origine di gruppi di discussione dopo le visite, di nuovi materiali educativi, e di apprendimento formale o informale… [DIUS, 2008, p.26-28] PROSSIME SFIDE Gli interessi personali dei discenti sono frequentemente supportati attraverso le tecnologie mobili; anche la sfera collaborativa del discente ha un ruolo importante, e le tecnologie mobili possono supportare l’apprendimento collaborativo e basato sulla conversazione che ha luogo fuori dall’aula, nelle case, nei luoghi di lavoro, nei musei. La progettazione dell’interfaccia utente e dei meccanismi di interazione ha fornito alcune risposte utili alle esigenze dei discenti in questi contesti, ma ancora molto lavoro deve essere fatto. La prospettiva Europea è anche caratterizzata da un interesse nel ripensare gli approcci pedagogici, nel tentativo di aumentare la partecipazione dei discenti, e nello sviluppare prospettive teoriche sul mobile learning. 3 La Commissione delle Comunità Europee [2008] sta attualmente predisponendo il ‘futuro digitale’ dell’Europa attraverso l’identificazione di sfide strategiche per la competitività e la diffusione delle ICT in Europa. Si sa già che la realizzazione dell’Internet Protocol IPv6 “permetterà applicazioni innovative basate su tecnologie wireless, che espanderanno la connettività su banda larga per includere nuovi dispositivi mobili in grado di garantire un utilizzo ubiquitous; in particolare, la tecnologia degli RFID e dei sensori associati ad alcuni prodotti estenderà la rete Internet a una “Rete di Cose” (ibid., p. 5). I ricercatori europei nel settore del mobile & ubiquitous learning saranno pronti a gestire le nuove sfide emergenti dall’idea di un discente che attraversa diversi contesti virtuali e fisici, e che copre aspetti dell’apprendimento formale e informale. Ciò richiederà una combinazione di expertise tecnica, pedagogica e sociologica per poter comprendere a pieno e fornire ulteriori indicazioni di sviluppo alle nuove forme di mobile e blended learning. Una definizione sul MM-learning 2 http://it.wikipedia.org/wiki/M-learning M-learning è l'acronimo di mobile learning o apprendimento con l'ausilio di dispositivi mobili come PDA, telefono cellulare,riproduttori audio digitali, fotocamere digitali, registratori vocali, pen scanner, ecc. Il nome deriva da e-learning o electronic learning, cioè apprendimento con l'ausilio di dispositivi elettronici (che a sua volta trae origine dal termine d-learning: distance learning o apprendimento a distanza). La rapida crescita della tecnologia delle comunicazioni e informatica rende possibile sviluppare nuove forme di istruzione. La conoscenza di dispositivi mobili da parte degli studenti di oggi rende possibile l’ingresso dell’apprendimento mobile. Gli allievi che usano dispositivi di apprendimento mobile ricercano lezioni just-in-time, just-for- me ("appena in tempo, solo per me") in formati piccoli e gestibili, da poter utilizzare laddove ne abbiano bisogno. In generale, l’apprendimento mobile può essere considerato una forma di insegnamento o di studio che si verifica quando un allievo interagisce attraverso dispositivi mobili. 2 http://it.wikipedia.org/wiki/M-learning 4 E-learning e MM-learning Le differenze tra e-learning e m-learning sono molteplici. La prima tecnica presuppone la disponibilità di un computer desktop, fruibile solo in alcuni ambienti; ciò costituisce un limite. Anche il portatile, nonostante le dimensioni ridotte non può essere considerato un vero e proprio dispositivo mobile in quanto non utilizzabile in tutte le circostanze. Al contrario, gli strumenti mediante i quali si accede al m-learning non sono vincolati ad un luogo, possono essere fruibili ovunque ed in qualsiasi situazione; possono essere tenuti in un palmo di mano e possono essere portati con sé in modo discreto. Il mobile ee-Learning della Federico II3 http://www.federica.unina.it/mobile-elearning/ 3 http://www.federica.unina.it/mobile-elearning/ 5 Con il mobile e-learning di Federica puoi avere sempre con te tutte le informazioni sulle facoltà, i corsi e le lezioni, la Living Library, insieme a tutti i contributi audio e video disponibili on line. Una versione di Federica che puoi consultare quando sei in viaggio o quando non hai accesso ad un computer, per ricercare in maniera veloce le informazioni di cui hai bisogno. Le lezioni di Federica sul tuo iPod Touch o iPhone Federica è infatti disponibile anche come Applicazione Web per il tuo iPod Touch o iPhone. Per seguire le lezioni, consultare i corsi, sfogliare la Living Library, non devi installare nulla. Ti basta solo avere accesso ad Internet e collegarti all'indirizzo www.federica.unina.it e cominciare a navigare attraverso i corsi e le lezioni. Un'interfaccia ottimizzata per il tuo iPod ti guiderà attraverso le facoltà, i corsi e le schede dei docenti. Potrai scegliere le lezioni e ascoltare i commenti audio, le presentazioni ed i filmati video. 6 Mobile Learning: prospettive teoriche e difficoltà applicative 4 4 http://formare.erickson.it/archivio/ottobre_06/8_TONIOLO.html 7 Una prima tendenza è quella che si sviluppa lungo l’asse tecnologia-pedagogia. I primi progetti europei di mobile learning si sono concentrati nella risoluzione di problematiche tecniche: adattare i contenuti allo schermo ridotto delle periferiche, esplorare l’utilizzo di nuovi standard e delle possibilità tecnologiche offerte dal mercato. Se questa analisi è risultata fondamentale soprattutto durante gli albori del mobile learning, e manterrà un importante ruolo anche in progetti successivi, progressivamente essa sarà accompagnata da una cornice teorica di maggiore rilievo. Una seconda tendenza è quella che vede l’emancipazione del mobile learning dai canoni tipici dell’ e-learning. Questa tendenza è legata alla prima, proprio perché solo la riflessione teorica può stimolare l’ esplorazione di nuovi modelli didattici in cui applicare il mobile learning. Il risultato di questa evoluzione è la consapevolezza che il vero soggetto “mobile” nel mobile learning è lo studente: attraverso questa prospettiva il mobile learning esce dal contesto puramente istituzionale, identificandosi come mezzo idoneo a supportare i momenti formativi che avvengono più o meno intenzionalmente nella vita quotidiana degli individui. La dimensione informale diventa perciò obiettivo e contesto dove può e deve operare una teoria dell’apprendimento attraverso le periferiche mobili. Fare esperienze di apprendimento con tecnologie intelligenti5 5 http://www.clubtimilano.net/dmdocuments/Enterprise%202-0%20gen%202011-Guazzaroni.pdf 8 9 10 11 12 13 14 Ci siamo, partiamo, con il Mobile Ubiquitous Learning ! 15 Bibliografia, Sitografia, Immagini Bibliografia aggiornata al 30.04 30.04.2011 .04.2011 http://www.clubtimilano.net/dmdocuments/Enterprise%202-0%20gen%202011-Guazzaroni.pdf Dall'Internet delle cose al Mobile Learning Fare esperienze di apprendimento con tecnologie intelligenti Università Politecnica delle Marche Facoltà di Ingegneria Sitografia aggiornata al 30.04.2011 30.04.2011 http://it.wikipedia.org/wiki/M-learning www.itd.cnr.it/tdmagazine/.../1-Innovazione_nel_mobile mobile_learning mobile learning.pdf learning http://www.federica.unina.it/mobile-elearning/ http://formare.erickson.it/archivio/ottobre_06/8_TONIOLO.html Immagini aggiornate al 30.04.2011 30.04.2011 http://www.clubtimilano.net/dmdocuments/Enterprise%202-0%20gen%202011-Guazzaroni.pdf http://www.federica.unina.it/mobile-elearning/ http://formare.erickson.it/archivio/ottobre_06/8_TONIOLO.html http://networkedblogs.com/h0mTH 16