LX ^BIBLIOBIOGRAFIA// DI FANFANI PIETRO CON DOCUMENTI PARECCHI ALCUNE E COSfiRELLE IN TERSI FIRENZE-ROMA TIPOGRAFIA CENNINIANA 1874 { ^ y 'J~i,ti ^LL^^J^i^ HARVARD UNIVERSITY LfBRARY iAN T 1966 I Prima volte di da ho contrarj nella mi da tartassato per affatto da nulla ninno letterarie fa io se vedere, sono state ne coma mosse che di fa conto gran anni dà credere briga: tutte a le e che degli più persone la storia rabbiose di « Io : non dimeno non- continui de' perchè sono, più e pre sem- qui:. alcuni avversarj, non più e rampoUavami uomo mi quanto combattuto venticinque per omaccioni, nulla ci per tanti da Ma pensiero questo vedermi il miei; più potesse di ripresala, e ho mia opera i lavori penna certamente l' conoscendo vanità, tutti libro presente se me, pensieri. mente tengo tengono la posato mille e sieno pregio volte me ridicola a al mano tra impntarmisi BIOGRAFI metter pensato piccolo MIEI gran quali si uomo uomini raria lette- guerre fama, IV da cominciando Lemnio, al sino venendo e altri lasciano in va avrei et di ragione Ma folium potentiam da perplesso quod montarne un quando ; questo per in poco capo superbia^ tenermi a il prese vile rapitur^ vento sopraggiungevano capo ralmente natu- gente con Sicché suam. nuovi pensieri piacendo non lo non dall'altra cosa combattere cantra Semoli, quali i terra: piedi, il nessuno dappoco, estendere i suoi per a e sotto trafila Farinello suo avversarj, nemmen Antioco suo langhissima per il ebbe accaniti pace che parte che Monti, tanti con giù giù il ebbe che Socrate, sopravvento a 4 tutti, il diede e bilancia, quello de' alla tratto miei biografi. E chi altri si debba farmi ? € posteri: e ne Pitrè nel Al mi ne' a ed egli fatto il il tra alla signore, scambio fu Primo anche sig. G. quale, A. domi studian- il cosi coloro, i cui dei memoria di un grafo, bio- sig. Giuseppe Palermo a troppo benevolo. Scartazzini, ristampandosi nosco co- di nulla mandati si mostrò biogra- vero, Profili biografici, stampati seguitò Coirà, di che possibilità mia; registrare cinque! avuti suoi 1864, Pitrè ho si è io son testa questo aver esser tuttavia, di la non debba si di meritano nomi di chi me, scesa secondo altro che la fra assai, bene, far per degno pigliar lavorato Ho di io, dicevo son dal sore profesBrock- V haus di il Lipsia d^ Cecco mio ci Ascoli, scrisse, * a di modo della la prefazione, benevolenza che conoscere se Tommasi, di scrisse conoscerne giovane di ottimo eleganti, de' miei JSuropea, l'ufficio di mettermi curerei né punto si altre e' se de' non ce lavori miei, argomento certo I II proprio mostra Biografia preso sìgfuor da ; fatto veruno. al De di sta di però in d^avermi che a me una fatto non è un 'mi vi non cose bugiarde; affatto di al circa forma tale, né più desse non non forse assai cortese, se complimento sembrato ciò di quali parla lettera sua abbia considerazione; avergli letti, non Oubernatis credere de' quelli e hio- che né troppe bujo Rivista intenzione, par voce; Gu- Ricordi assolutamente si mostrasse non almeno, entrar sig. De nella matura senza parole sua ne^ qxJItle il nella se poco, fossero ne il non mala in né se fatto nel scritte leggessero se e ' egli afferma, sig. Cammillo anche anche lavoro, suo come perchè, so non non cose, affettuose Vita mia ristampandola e grafici. Questo com' la grande con; Lexi- ingegno, biografi scrivendo bernatis, desco, Te- di mie il Volle, italiana. numero delle troppo ma nella me mostrarono di Rivista nel benevoli mostrò me buon Conversatton piccola parte non piccola parte nella due questi altro di parlò il segno passò e queir intitolata enciclopedica, ma Vita, fti terzo : chicchessifosse, opera mia con per quella tale è sua stato Vi pezzi a ma so non quel che mi mai nemici che loda, che di spesso loda, veduto adopero di miei i di veruno né maldicenza veruna, la quistione letteraria, che spassionatezza alla pari poi di miei, coprir bernatis vinti abbandonato SEMPRE me di è ito che per Che mai Aretino, ogni più di dalle dunque, che ? di ho non e gli della Anzi il intendere vata pri- mettermi il mai, non dir avversarj ^letterarie, l'argomento là, facendo è ella contro ragioni vituperio ingiuria vita nessuno; biasimo cevolezza, pia- abbandono quella, me, che, nella giustizia é dacché, né non entrare storico ha bizzarra e' è tresì al- non confessare non propriamente parola che, di Pietro ingiuriato ninna e avversarj. de' miei essi ai parla polemici, dovuto pur fede che e rere pa- per esso causa, scritti braccia, stracca- a maggior che ; quando e : fatto frizzi, e qualche arguti in MAI altro per letti, avrebbe avendogli io acquistar per da. velenose cosi averlo vede cognizione senza se e fa quasi dettemi mie opere e' lo dir frasi infinite certe si proprio indubitato E nemmen quelle e j passione quel ; villanie atroci giudizj spassionato, biasimi. Aretino animo di netto parer Pietro scrittami mal avuto aver le ; lettera una possa bene strani quegli non a stanno miei pur chi a paragonarmi certi e di fa, protesta poco in Egli bocconi. e hanno disputa, sig. De per Gu- suppergiù mi que' vituperj che * asino. che quel falli gravi a gioventù calunnie sul sparse 49, ripetute nemici e ; io perchè lode, facendomi di anzi altri Poi S. mi scrive miei cinico, degne non che biasimo, senza ed Rousseau, lor le raccontato peccato 1' per scrittura latino dal alle del cose Agostino, a cati stac- altri dà mi ciò hanno pure traduzione mia di accenno dall'Arcangeli dagli me quei conforme e prima di fecero che sommi, que' pezzi questo, carico lode^ con di racconto stesso egli suo, condo se- in ed allargate contento non Io me. fuori, mio, ed poi di l' al- me, dati modo conto di già ; a il basto che parlato scrivo Vita mia di ha stesso gli interpetra se nel io della frammenti che afferma Egli meglio stanno dato aver bolezze. de- una del cento Tre- ^ gli Leopardi, a 1' Arcangeli del dalle Della : dì e mia ^ il altre desiderar che molte testimonianze si mi V. in questo volume V. in questo volume disputa nella hanno rendono al n* nel questa no 7, pag. 9, pag. 21. compiace il me la corso all'ultimo ebbi ' possa : registrate prova dell' giustizia. 18. Salvi, nella che sta negli opera in cenda fac- quel cangeli l'Ar- che amicissimo, lettere sue di tace e si mio prima stato che io Arcangeli Si lode. scrissero ; già dal tentata gran Nannucci temperanza valentuomini, ' ed a che vituperj Salvi- era medesima, cosa reputata trionfo maggior ^ fu de' narrare vedrà la quando ; si come in questo scritti varie simi medelettere vin volume amicissimo vuole il Nannucci che e ; biografo esser lo la meno che Asserisce contro il che la feroce Nannucci la del dispense sé della Gioberti, Altrove il della dubbio, la se r Italia » V. nO » V. nog, mi non 14, pag-. pa^. lingua « Se n' ebbe 32-34. 20-31. la dee lingua di più aver dee a sognato meno. nem- accecato di scemar di cultore perfino cultori, solerte nel matovi chia- di avere l'Accademia dal- Torino, cosi nega cinque ufficiale almeno o Crusca; fuori date son si mostra ninno la stato lo sanno dal prime allor propria lingua, giunge parole queste me non cancellare, che pregio e hanno che combattuta sulle sono la con scritti, pubblica biografo che, per il che Istruzione dal stesso molto Racconta minio predo- letterato. contro e sino il e coloro fu B batteva mia Vocabolario * Ministero la per per guerra i miei l'Arcangeli disputa mia tutti sopra guerra contro che dove Ey occhi gli la let- conoscere il furor animi che vero di gistrare, re- al materia e chi cose, debbono qùe^ cervelli, quegli una per gettato pur e su quali si danno di leggerezza aveva fu Crusca che quelle sfuriate, valutare di le ; spassionato, quelle come tore celebratore mio e mio parimente stato era a muover scrivendo i suoi del roso amo- operai, Fanfani* » IX Ah ! le 0 molle. ferisce ? non e gli mostrarono che lodarono lodò Non in sdhza quale, se vestire dubbio ben pochi ella se lingua! * che vivranno che e di coltivarla,, ai lavori sore, profes- caro Non ? pensa l' dal- muove ? lingua una miei che di e lode quella dicendo desiderare, di il modo ciò è, il colui cosa, oggidì ì pensiero, insegna o il Gioberti quali del veste chi di dà innanzi Più maggiore è fare operaio Platone benemerito è più Rinnovamento suo pensieri, medesimo ella essere nel sanno da tra' essa, lingua i gli uomini amorosamente, chiamarsi deeentemente che, di ad parole sue filosofi altro, agevola non che tutti la necessità e la se quelle con con lingua una curarono particolare che, è ma lingua gli operai me cos' sommi più la pigliarsi proprio che sa il dovere pensa dovrà lo stessi Gioberti, che che che sa Non da è solamente, me sommi, lo non nazione una al Y professore, questa si possa la lingua del Pistoiese (di che essi !) quando me j ingiurie (io vomita non lode dicendo tempera i Vedete le dei Costoro ec. coloro pedanti che accorgono e non consuma analisi studiano può tutta ed modo immaginarsi la altre minutissima vita a simili senza che e utile che la hanno pedanteria squartar adesso loro concludere di e nulla. logi dialettochiamano nò grandi: colui arzigogolare sperdendo mai i dottrina, maggiore ad schiamazzo più glottologi, gli uomini la ma l^ hanno non fanno i fatto sillabe, bagattelle, d* oro; mie cose coloro buona al \\) è gli etimologisti, sono solo tengono che fonetiche, continua Cadmiti le che contradizioui! umane repubblica nella le vomito l'ingegno si vaglia si tra- che con in tazioni muuna X mai fatto lo non pensare Gubernatis Se far a di coloro di io su' andar che trampoli nel in quella Cantelli. Ministro egli che che io qual le gli sono gli saggio lo de'miei raro io di scritti spiritoso quest'anno, dedica a me per ; al altro che e poco di ingégno : me, della gli bacio merito, non me, per e' splendido e che lode, chiama eh' scritti '1 tra detto, parlando scappato così un è legga anche strano parole sia soverchia mani. Nella parlar biografia di me che in da tali dica appresso Pare nicoli ammen- ^ non di cetto, con- nomea Questo Antologia arguta sua vo- de'settarj, e%siinili Fanfulla essi senza acquistar un del 48 da ci concetti là: dà cui dei il contrario. esercizio in ora di N. tale e spaccio Gubernatis servirlo. ; De stereotipe vogliono far* signor trovata convulsi, atti da que' Professori, Fantasie, frasi posso vecchio son De giganteschi che non lo e credere fanno buon le e fremiti, gli i mi il i del più accoglienza Italia^ paroloni da altrimenti; buona declamazioni, volgo, nomini : pensare i gliono le la e fuori anche so significhi questo cosa giudicano libri, miei Che 'pensare. minacce, da una favore e del Tigri e capo, dice piglia di esso togliendo, bella una dichiarazione fatta Tigri, cosi occasione io a la bugia, per feci mia a serendo as- narietà bo- costretto quell'atto ogni XI di pregio viltà: di della qnal pubblicamente, il mostrò il biasimandone duole in che che io Baroni al fece. al ragguagli altri basta intimi che con ranza egli mia che fa, ciò certe rileva non dato contrario al al esso Europea mi cosa fatte gli poteva non partey sia voce a lettere, certi sapere sun nes- fatto nostro ciò vero : che afferma. altre egli la lodi come in Rivista qual re- egli scritto avere della anni ec. non certe dichiara Gubernatis Taccio della ec. lui. Ma che che De dacché venticinque o : e disdicesse della sua come Contessa veritiere^ di egli ^pregato dalla si non afferma la com' avere acciocché direttore dubitare, venti un e ; compilasse il di si raccontato bene ma come accerta dove vertenze^ niente, chiama stesso Biografie perchè lecito mi Biografo, ragguagli abbia Tommaseo, dove Egli quelle il dal fatto, lettera ricordandosi per brato!!! cele- tanto questo una le vero, minacciato e ; stesso dal insieme, cosi pregato con lui atto ridirsi poi per Gubernatis De sig. avemmo fui non dispiacere suo Biografo, diverso modo dice, 1 il Tigri da stesso in dovè bugia sua lo e convertendolo anzi generosità, inesattezze ha non necessaria Vita mostra che parecchie, letto i miei dei quarti e strano mo- meno nem- que'frammenti stampati tre quali lavori, attenzione sono le : taccio almeno la delle ignocose XII mie si non ma ; mette posso fare a biografo, spassionato, sere lavori dei cognizione De signor mica Creda scriver egli, nulla: oramai di sopra né si le lodi signor De nulla, contento stato ad di lancia la di la egli, dopo perché come proprio lo non I Si accanto vo' legga dir tra le alla di poi altre Nota é solo stata dirò io mia gono, toldel né : opera * male, gli che mancia buona a Stia la o lavori quel dirò che zione inten- veramente di me proprio la al u" solo 150, pag. ; e cielo, e' porta mia, nemmeno. bene biasimi neir sua parlato aver i cagione parlato, e'porta ha ne e sono Giornale suo di soleva qual lieta, i avuto esser Prima o gravissime: ferirmi, dacché fatto importerà minimo del ha del non né e un se dico voglia tanti e il ve', gliele avessero me riferito aver non pubblico, né persone Achille, a danno accorto, poco di gli badi, lagnarmi altri formato; è Gubernatis, dissero ne del giudizio me cose vecchio, carne giudi- possa Ma per che me, son il miei, che che di contro né quanti e che causa. queste risentimento^ cognizione tanta aver di debb'es- solamente parla, Gubernatis, con suo. onde chi dirgli che, non non dee ma colui di con è il altro per delle in a una cose mie biografia cielo, chi? . certo 165-66. che la cosa . . xiir il fece risa, grasse togliere i e ciò per io nel dell'opera, corpo quali del di anzi mal occhio ninno da tutte dicesse mai sdegno, mi ha del trattato, fatto loro. dei glio.Quelle i libellisti Si ^ di essi da' come mios/ici, pari ' pari a Nella TiUKVB legge da non scriptionia f Bxusterint, reformident. pel delle recate me di o e pigolano mie e samente amoro- fatica lo cosi celebrano, nel di per capo:* lettere gii uomini che g^randi cosi lodi articoli avere pi- vano ave- quelle testimonianze sono altri a mendicano che strasse mo- quale sono non e che o toccato disimpégno, sempre Quelle Dodici reo lo ESTo. di morte distruggesse: impudenti lectorem Tavole SIVB CAPITAL chiama altri, che e col si tanto gli importunano, belli. CABKBN, ALTBBi, si ; farsene caso di da enco' spontanee ; e ec. MALUM Valente, che giornalisti poi per CBNTASIT fatto incoraggiaminto, aMetteratucoll mai gli multavano e da lettere guardato così, è qual e biasimo, vien se che infami, le di il mondo civiltà per che di complimento, scrivono da altresì Doti Ma antiche stato la : sdegnosamente fanno, e delle nemico vituperoso tanto come hanno qualcuno modo da * fini. tutte, a parola una e' è non specialmente; fiero e' é né ; lentuomini va- combriccola uggia del solenni più secondi sono in di contrapporre, l'Italia,e Firenze sia con giudizj quali nessuna combriccola io de* ne' né a appestano eh' ai di giudizj piacenteria ogni fa cosa valore tempo, appartengo non che tante i notata contentarono contento sto nostro né sospettare si qualunque ai fu tutti benevoli più Biografo, Io da effetto, perchè suo agnita cognitum si legge CONDIDISIT, Anzi Hi etiam^ non prodiderint^ note INFaMIAH che, dice ittico uUorem trovato il Si : un oc- FLAai- Valentiniano libello testo, qui e famoso famosam discerpserint^ tuie QUis FAXIT di Costituzioni altresì leciione, chiare QUOD nelle colui a cervicibus vel rimi, st- flammis gladium XIV la odierna civiltà che se mi mettermi medesimo al miei, le nendo voglia miei, possa I lavori parlarne miei senza educazione de' del ogni quando dir le di da me, alla ed sono debba questa ogni documenti: mia altro per di me, ; chi di di fondo. debba la giudicar a me pretendere biasimi, o vuol sentirmi meno poter lodi conoscerla mia la Ecco operetta. vita di parola, sto li e o senza Beniamini, paura da per e cerco non veggo ai di stati studj lodi, molto sono sieno buoni che senza causa. abbiano che addosso dico parla come letteraria, Circa da credo altri cose ragione lo di non cerco spesso quali, cosa: i per ve- de'fatti ingerirsi parmi non : presuntuoso, che vita cosi acciocché, benché onorificenze quelle e piovere parecchi in utilità di ragguaglio di non giovanile que' premj dare tuttavia da giudizio datone me, e fese of- a'ia- circa piena cognizione parecchi, son ma alle posso esatto altro viltà ci- indulgenza, ora per da ora con qualche una invidia sin si fatta porta, com- contro; che al do se qualcun a singolari, pregi la fatte cose e in qualche nacquero, ; gli declamarle il vero, come pur vivo quel riparo giudici competenti tutte non che usata altrui, mostrando vori io a almeno sarà io pongo ed onore; voglio non spero loro fa ma contrario, per mi cittadino, io la ho per mostro, dire, come è provata suol scritta vera dirsi, in XV da veste camera conoscermi se qualcuno dire lo dico spesso : imperfezioni, adorati lo diritto, ma : parlare 4; molto il ma oramai So troppo di quibus di dovere Giusto prohari aver, darmi da diceria Lipsie: « velim: Hoc io ceteris Pietro deranno prenforse questa seguenti prohatum de libro chiuderò le il qual tacciarmi con pur solo non questo e di vuol ne conoscere a che pure, lunga sue parlato altri biasimarmi, a ipse di alcuni che le furbacci cosi che credo facciano vanità; avrei vedo quando me, " non capo, materia di ! alcuni di tristo di tutte con ma : dovranno dentro Fanfani, men santi da veramente. sono il tratto ri- lavoro; mio letto, aver mio molti quel frugando Eppure sproposito, a dopo che an- acconciatura. a aspetti stesso, per dico stesso me io è quasi Io, molti, di premere caro, che che quel può il faccio ombra non avesse fiducia porto e tutto li : senza volta qualche e decenza schietto, e vero Il la salva ignudo, pianelle, in e spero non est Fanpani. role patri tanti. iis » 2 in rolnmi bnoni sei Spoglio e il Mloìogico; costretto ero a scoprire, bussola e senza qui facevo materia che altro mio sera mi Questo ho a me, giudicare misi a mi spoglio disegnato, che o al non giova spesso critico di mio senno senza nuove, della lingua esistono il colorirò, che e me per studiare il Lessico per tanto se col allo studio osservazioni, e stico, lingui- parte gran cosa Crusca; perciocché, privo riserbata era spogli larghissima già da che, in si dee ogni tesoro dirò raziocinio, regioni ultimo Per scuole. alle solo La sparsamente. appena col Anzi della mio primo lingua, pensare a carta. anche latina; ed di il Vocabolario allora il è vocabolario. profittato negli studj luogo proprio, darà di ho io avuto d'indice, battezzato dae e quale spoglio teneva queir ajuto, ma testo, mi quanto aver di tuttora, greco,/assaggiato tuttora; della lingua liana^ ita- qualche campo se mi e anno. NOTA. Chiesi ne questa ebbi La « Greche te. Ne diedi non buon tuo buon fatica si una mi potertene non è nel a Gigino sovviene dar dura: ma Prato, 29 altra. un* a so studiare frutti i chi Non di proposito sono te, una ad Cosi che rai, Bicchie- mi duole certo son bastevolmente la dolci, e d'Omero. non tardi 44. novembre Il tuo affino Arcangeli. La grammatica me la diede poi il ne lodarti lingua Bindi. per un crede. « e grammatiche averne un'altra anche una vorrei Camici, a Bravo! uso. distribuire che adesso povero greqa, : prodigalità fa grammatica buona una risposta mia mi e Arcangeli air amico di resti fadel La quanto MDCCCXLIV. 2. CaTalca. Lo Medieìna preparato avevo studio ed avendo trovato nomi preso mi avrebbe stizza, stracciai avendo né ogni Dopo cosa. fu ma grande ma, non stamparlo di me ratamente accu- con associazione; modo giuoco: gran riscontrato continue, di bondantiss ab- note con averlo note manifesto un fatto dopo fattovi e abbastanza, quel lavoro Caore, stampa, codici, Stampai amore. dalla me, la per bnoni su del da pentii, perchè ne tardi. NOTA. Innanzi di che lettera, po' cercasse un alcuni giorni Ho venti qualche ma mi di e dai questo lo col bella una Poi ricorsi per acciocché ed impresa, non smercio te. con egli te np e Lodo la saprei librario. dagli ed la fatica mi dopo io vero voglio non ristampa che quattro meglio spendi vi esito un che una d'anima: uomini promettere É ai risponderti) di (prima venuta, lodo : i manifesti sparsi linguisti è non libro e aspettava fedeli tacere ma per tromba, risposta lungamente rispose amicissimo, questa a consigliai rispose: terra, questa mi quale mio allora la risposta mi nell'Appendice. favore di suonato della il leggerà Arcangeli, air primo si impresa, alla Fornaciari, Luigi celebre « mettermi le più retta cor- tandolo; anno- nato fortu- religiosità piacciono ornati in bibbie et lions aux legate rococò alla pelle in in santuario de'èOMt^ozy^: dico alla questo di e mezzo sai, né se et nunc nelle se Ti 19 Prato, « nulla a posso che in fatto la ledire ma- brarie, li- fede mala che quello far esser piraterie elemento volermene non segui, ha mi vere farò lontano metterla per che cose Puoi impresa. costante ripeto delle da Ti tu. tuttavolta associazioni, sembra quali ho veduto tua coscienza, le far vuoi Pur da nell'odorato che ho quanto mia semper riesco non che m^ssa, pati utili, stam- come dispregiarlo. la da veramente cognizione poca drate inqua- brandelli, e toelette^ mercantile adoprerò il tradimento. ed non magnanima contro anche voce, la mi io libri per lasciar che sicuro ma elegante, po' davvicino un fibbie con oro, sulla quella per ufìzioli, libri Mjoux,, alla buona, mondaccio questo in vignettate, ma quindi : e ai mettersi cosi lionnes; aucc posso, ma colpa. 44. aprile Tao affmo amico Arcangeli. Questa Cavalca, del cosa la saggio della mia Vita, ch'io ridens; ed il sig. Conte Gianni le per mani vero, mi ridens la il critus Or bene, sa bene io le è che alle stamparne sostenere Io pure risposi il suo che di non ho tosto, libro; tutto paura un ciò dice di S(jn primo ho che di che il fatto essere dico, o ro dirò parole; o farei accerto di me sbugia/'dato mai e di riguardo mi del casse tocsuo». stampasse e lettori, orai delle da piii ha non non vero, .e Ma umane. il confronto era ma abbruciata, l'ho acciò pi'onto, l'altro o mi con stracciata. sue ha, io Demo- Cavalca, debolezze realmente se caso alle cosa una accertandolo, che averla fede Peccato! nel di cessi di- preparata aver del ha non Nel « Cuore dice e presti si simile, uno di del non volte 1872. di quel che io che racconta Medicina io Padova, di dubitaado ci confidenza, che, lavoro; quel lUma dicano in chiedo V. eh' non Farini in Dexnocritus nel novembre filologiche, gli altri perchè S. note abbondanti nel anche stampai simile, scrisse éeWa. ristampa una lavoro un racconto mie nessuno. cose, a Fanfanl Ritratti (Pietro). Il dante Pe- — L' Accademico — plebe morali Il moderno — Tribuno della ec. Si nella stamparono periodico settimanale Bivista, diretto da En- m (Valtancoli), Montazìo rico Cirillo Vannncei, fatti assai stampa ; e per quel per la Tribuno parve perchè troppo e da cosa vivo al inteso; noto ma dei pubblica I agramente il questo mostrare Capricciosi Democritus morali nel furono 1863; ridens Io poi della entrai ingozzare il ristampati nel per nella Ee- della pane essi trarietà. con- Scritti volume di edizione seconda setta, sua diedi ne me appena H giornale, forse del non alla imperfette. più caporioni che a nella e i il scritti dessi che le scrittori altri con cose sono Montazio. cominciai Cadmiti, Buratti dipinti erano per non l'Arcangeli, Queste, prime degli uno a altri le lingua codino vi ed sono della scrivevano quale Bindi, periodico, parte rampognò ne il Monzani, nel e col titolo 1872. nel NOTA. Per confermazione Tribuno, ne aggiungerò, sarebbe stato rimprovero del « E di come che si non a nel foglio detto il di briga. Ecco tuo articolo Modena. a mi Montazio; diede molti ho l'Arcangeli rimproverato dispiaciuto riportato ciò avverti che quale però il le sue che del conto parole sarà : mente facil- 6 Mi « dirai dir a dicendone il male addosso ne So etc. Ti rimproverato. tu abbia avuto « Prato, 18 tasto non dire il Montazio che il D.' al era 6! lettere acquistata CcUoni sì fanno tutto tal affino Dal senza secondi lor merito per tanto agli e stando in pur fini; questo e gente che e tutto cui e V quel e : il che se ti dimmi ». ^?'?'^'VSJ^SCV-^^* vuoi, e imbecille l'Italia bottega. pare tori, sena- secondo dispregiato è gerazioni esa- Bruti sono amato Italia le questi popolo sempre hai per di e Cesare; di in bero avreb- non tribunizie hai sempre parecchi, e certo parecchi qua Tu Ritratto, plebe acquistare, potuto concistoro crede. ci della Tribuno il tavola alla a sto que- qualunqu'altro; professori quella originali fare anche 59 dedicai parole: declamazioni le Ridens, amico, un seguenti del Arcangeli. Democritus nominanza, assisi sono grassi vede, le hanno commendatori, si a come senza politiche. e dedicato industria poesia, in ed nel quello gingillo, questo con scritto con 1859 al ramo un è scritto Fino « che 45. quello Bonamici mente acre- credo non G. ciascuno sure cen- sarà ne Tuo dove perchè intenzioni. agosto Ristampando dir colle bene perchè questo, é non toccato, va possiam dico sinistre Ipocriti, degli quel non etc. male Ma Religione. della male che che Accetta somigli il MDCCCXLV. 4. Ofif^enrazloni Divina Si di Le mio Passigli, gli altri CJommenti miei scritti Parenti, A. della varj; danteschi nel LeUeratura ec. valentissimo uomo, morte. 1851-52; di di Beìigione, alla Etruria nella con M. sino amico ristamparono di volentieri accettò divenne del Memorie nelle stampavano poi Si luoghi Commedia. Modena. che alcuni sopra nell'appendice finalmente e in 1873, Dante del insieme tutti con Firenze. NOTA. L'Arcangeli C. « Ti ad che ogni non sombrone, se su Studii la me costo e ben e vedesti argomento che gli occhi si se di la un presi col che; articolo pubblicherà e del nel le cui con al gran che visionarii, certi non di avevo modo utili che quel me pel e sempre sogni vedervi essere; Dantesche, stesse, tornano co' prendo sotto sé per siffatti voglion può vi ti capiterà questo : Osservazioni tue delle piaciute sono Io poema. lettera vazioni, Osser- queste mandassi cui a seguente la ringrazio scritte. sono solo A. mi quali il ebbi ne e « fu vi è, conte più e di lo Fos- vedrai Vannucci, prossimo quel numero che 8 Quello della Guida, si è di vederti massime da può giornale bel un nota alParticolo) chi combattuto ha ed soffre ora leggesti biasimata Cristo delle il cielo, si hanno voglia adoprare devon bruciar da'Frati dà'Cardinali e le e che che tura avven- per Modenese confonde si astiene, aprono de' tristi. So che il mondo par che anche barbarie; a quelle letterati dai come reverenza per addietro istorie, non ; sima, santis- causa rispettate quando tornare per liano ita- non gravi adesso empietà Snaturato ! Se talora più e (vedi che de' balordi il vapore prima che rispettabili per » tatto. con- Rossetti per veduto cose agli scritti Grammatico dal e gli scrigni non e queste ma Romana, chiavi, somme paese avrai dalle I quadrilustre lui, di empia, Ghibellino, il gran suo esilio un Curia colla pel l'opera come italiano un que Qualun- ftistìdioso e il bravo snaturato « sotto di fare accoglienze chiamare a tentò Silvestri. brutto quel con coraggio liete e Modena, di sotto Dini) l'innocente le oneste insudiciarli senza Ha una fare lo nascondo, Ostrogoti tal prete (un te non imbecherato che, Maestro nostro al e quegli con requiescat male dispiace^ Parenti, quel Tenebrone tuoi, mi impacciato con gran che scritte dai filosofi e sommi. Prato, « 1" * 1845. giugno Tuo affmo Arcangeli. Da d' ora la il merito valutare opinioni sue di 12 dello « stesso, mi m'andò certa quale Prato è punto Cintola è è in In Modena, io ce mezzo al secondo persona occasione, assegnò tantino il desse di Cavedoni, addosso come Addio è vero ». le del lettera con che questa poco, un lodare questa aveva ragione: pratese, per a del critica (con que'Modenesi) un mondo. una ne l'ho verissima, di regola mente sola- cosa sull'avversione me che versi di Panano, vera altra appiccato a di scherzando di che si intollerante letterario sia non come scorge e politiche. T'avverto perchè si pazza que'letterati con la lettera questa di verissimo e non una Prato, che 10 MDCCCXLVII. 6. della Meditazione Tip. Gino, Pistoja, copiai La da il Bindi andammo, che in giornata Bindi del ed piacevole e la ci fece libretto è quale direi : prefazione, citato da que' Frati, di buoni erano io le Francesco. S. Griaccherino di quasi ed di 16.° convento io, lassù biblioteca, nella bellissima in 1847, codice un Povertà della la passar tura è scrit- codici; ed ascetico. filologiche.Questo note dagli Accademici per Eomanzetto un giorno un Il zioso gra- Crusca. NOTA. Mi di Paravia del operetta, questa certo berti, Gio- del Giuliani P. del e son e lettere quattro queste recare Ozanam, dell' parlano di qui pare che che lette saran volentieri. « Gentilissimo « La è la è mi ma Lei caro materia, di un di Lino anco dove si si di di lingua; aggiugnendo via Belle tanto oltremodo uomo, coetanei Già e tocca connatura Cristianesimo. Ducei dal dalla é nuovo ci sapienza genio di italico Esso mano. sua prezioso avrebbono e che i Greci invidiato. poi il proemio, quella operosità, quanto per all'effigie tocco poesia; tutta dello Firenze; di meno non cortesi copia una le postille; bellissimo eletta al è Eumolpo di e ed righe delle avevo tenerlo qualche vita cui giudiziose con e fuori, mandatami gioiello vago un dato dono, bel suo accompagnato. rha da scritto del ringrazio cui con Signore, all' indole che del 11 Non « gliene di agio, di cose Ma sermone. di dello pistrino tanta gentilezza Parigi, « 8 modo io et € J'ai le charmant arrivé de jnste assez vreté. Florence D'abord épousailles Giotto, et fort fùt un Mais paraphrase. sono e trato en- di baro bar- servitore Gioberti. et cetto que aimable il lecture mais tout la sur pou' des allegorie rendue Dante par longue trop une et detrompé; m*a suis je restali me dans lettre Pardonnez- beile si divinement affaiblie peu la tempo contraccambiarla Meditation la lire pour S.* Francois, ne paese plutòt; souffrant, je craignai de in votre remercié pas force de che l'accompagnait. qui avoir vous ne di da devfko reconnaissance avec morceau de moi recu sono 47. dicembre V. Monsieur. Io » Suo 4C ma difetto vivo potrò promette, grazie. per e cortesia? e mi delibarle, scrivere, che in benché, che altro che opera cordialissime * lingua; poco possa nel l' altra anticipatamente rendo ghiotto di accetto solo quoiqu'il . y alt beautés inattendues, XIV® du lassent le de mélange sans mème ils siget; ont tant le toujours « Pise, ils cependant secret de rester 15 4C Chiarissimo « Ella " Egli très serviteur llng'ua. mio nouveaux se ne sans cesse et jamais, en se repe- di la quei et très humble P. OZANAM. mi hanno devoué Signore. il sig. Prof. un peintres exceliens s'épuisent pas 1853. fevrier mandandomi era ne n'est vos paraphraser toujours F. regalo, de des ». Votre e artistes traiter, de qui grace qualités les Ces siécle. plus de non pas enfin force: une trouvé ai récit, j'y ce naivété, une XV® du et dans longueurs quelques filosofi Bindi Meditazione che non credeva fatto della abbasBarsi un vero povertà di studiando la 12 S. Francesco, che di corredandola opinioni sue- Io circa Museo del neir udire, del nostro che Ella circa fuora ne' aver che allo faccia singoiar Tutti ciò nostra la cara stromenti della creda mi « ora si lingua, Presenti Torino il primo « Il dove di sono Felice ne' in questi Gli studi di della sopra torre di origini, Babele, e che non sono essa!! di che sanno al derci ren- operosi della liana ita- prof.Bindi, servidore devmo Paravia. ora Ora sarà scrivere po' tardi io terrò tutta quella mi trattati proprio vagheggia ajutata la da la coloro lingua bene lingua che propria. S. avversi ; bene bellezza V. molto paiono così candida a ringrazio carissimo. seppe sinceramente si La Asti, in qui e sempre trecentisti, ne' rallegro lingua i cultori rispetti quest'ottobre. che scritti tempi, più de' dire A. un per studiando ne una più vie vuol obblmo venne prezioso, suoi I Me ingenuità 1 dono lei, che, derivarne mi villeggiare a del cuore più libretto suo di Signore. ottimo ed non » P. Gentmo No, 1848. marzo SìM) « cerne con- ringraziamenti. uno stima non che come debbono come i miei sincerissima con miei i ciò e da può lingua? me; il che italiana, unità indipendenza.' e sin a poi e si Lei? da minar ter- spedirmeli, come ma politici dell' Italia moti questi abbia ne né di manderò di perita nioni opi- mie alcune la bellissima Lei, l'animo Purgatorio, proviene a numeri gode forse si tuto dell' Isti- Aspetto cari; nostra né in del Ella che della grazia, mi che gli abbia torto questo lettera, non studio come spiegazione nelle dei uno Dantesche. varianti carissimo per in riscontrò si pure Ricordi, suoi parlato Fontana; di oppor- e utilità civile e tenebre, incontrato di essermi ho quale terza stima perchè morale la una stampare alla quelle a quest'anno darò assai dalle cavar prefazione, giudiziosa godo del francescano, di il merito si una note. tunissime ebbero e son e tanto a proprio dell'avvenire, investigano e sif- coraggiati incioè origini 13 Italia, Italia, il ? Ella dove mancarle dei ai dona, Lei, di il 16 miei amici quel si proprio — potrà non e Arrivato in che ella desiderarmi invogliameli per ' cosa? l'opuscolo pur mato sforantica ogni italiani. veri grida queir ? dove colorire e si avrà nobilissima, vorrei e eloquenza Asti, « sentire impresa sua raccomanderò forte della alla mi n' andrà di esprimere riconoscenza gentilmente dove raffinato modo la Genova, ? Ora essere. Italia, quando dell' idioma quel fermo stia sarà che ma evidente vorrebbero non divino suo grandézza ed che più studi, fatti un poco profitto. con ottobre. affino Suo G. amico Giuliani. B. 7. di di traduzione La alle maraviglia se le tutta stampe^ il Prefazione acuti I non me \aole, dopo la andava : pubblicato se o vuol male. e XVIII mi tentativo un letto aver fu per a prese caro la di piacque a' Carlo Giuliani? per antico va non Trecentisti. La compilatori l' del- in nel riveder visibilio appresso scrisse domandatene che ma di quel volgarizzamento: grazia ci Leopardi, Milanesi, ne tito sen- aver assolutamente è dei Fi-- storico. Giordani dacché pubblicarlo, Modena del proprietà antica: fu, passò dal fatto opere visibilio della in che e mestiere: del dell' Archivio simile scovo Ve- XIV, posi all'opera dopo nelle del Bonacosa ser secolo scoperto, semplicità il Parenti domandate, 8.° che me, accettata gente in XVII Leopardi Bonaini, che filologi,ed À il fu traduzione ^ircAmo, e ritrarre impossibile meco stelle subito; scoperto mia 1847, Italia, di del Pistoja, è fatta. da portare è da nell'Appendice stampò in volgarizzamento VieusseuXy renze, Si Butrintò, Bonavita ser VII (il) di Arrigo Ylagglo su a tutti nella i un articolo chi potrebbe, più di e 14 sperticata, che lode lo citò qua tratti lunghi (Mazzo la 1° mi me, Scrittori del notato che vedere lode: da riuscito truffa, ed circa del un Leopardi, di accozzo voci documenti: se e dell'intelletto sin dove che che men I vili ec. Vita, una rigiri i lor tutti con la giungere può ero miracolo; poco mia nella non di somma titolo ec. e da chiamava antiquati vedrà onesta fede; ciechi era contro Viensseux mezzo si chiamava si vedranno gente mala la e la e Viensseux. biasimato. in me, modi e stava come in riuscito, si non me messo il Leopardi per splendidamente, cosi questa faccenda a Taver che quello da persecuzioni letterarie le severamente era due ristampati dal feci pagare ragazzi due così e mi peccato farono ne poi confessai ; finché non filologici: il Tommaseo parlare, Milano, Classici,1848 bel e Cpminciate fossero prova, il lavoro il mio, io a sé; nella riuscito 300) carta. Bonaini, quasi dover di savio Fiori si scrisse citarlo: per era Bicordi m^ stampò altri voltiamo Ora il nei Va cosa. di là: e si vidia in- stomacherà. ne NOTA. Direttore Milanesi, in ripresa « Se VII chi del di pagina, che studj s' è Buonacosa. e messo che e non acciò risalti a'miei associati Ella continuerà dove ricerche, Ogni del a più neir e le fo augurio comunicazione animo in Appendice, presto, sono cosi cara, tanto amore pari che trapresi gì' in- animo pari di perchè lettura una ci col \di. ziosità pre- maggiormente con con sé, ho per rigo Ar- ad spettante lo vuole risolverò e ; scriveva mi egso volume mi volgare: Confido sincerità della volgarizzamento questo di offrire impaziente « fare, lascia pie in il compilando va mi ciò simo; intelligentis- lingua nemmeno Carlo era Viensseux. del nome stampare testo nel Ecco volgarizzamento. mio di cose sospettò non pure delle e Archivio àeW pubblicazione dotto uomo ma di della e ligenza intel- fortuna, verrà come da Lei 15 in siffatte materie, desiderio eh' confermo con Ella abbia stima Febbraio « sarà ci oltremodo presto grato e accettissima; occasione di col e mi favorirci, animo 1846. Suo devmo affino e amico ViEUSSEUX. Ed Con " volta: un'altra primo stimatissima Tina del quinterno preziosa e noto mirabile. All'atto della sicurezza le ; e qualche cortesia sua e prove d'altro che questa a Firenze « grato ricevuto del di sarà l'aver volgarizzatore di come lingua maggior per ci il mente vera- cosa manderò le oltremodo servire dalla' pistoiese, avvertimento minare preli- scrittura. cara 3 ho schiettezza e stampa, notizia possa 1* volgarizzamento: leggiadria per di del sua 1846. marzo Mi confermo dico e tutto di cuore affmo suo ViEUSSEUX. « E « di ultimo: per La ci lingua del bellezze testo per volgarizzamento, a secondo che il de' confronto tutta quando « versione, questa consiglieranno, latino Bòhmer, il di schiettezza la Firenze più la sig. Gar 30 di sarà in risolutezza risaltare far in porre di calce lezione possiede, — copia meglio corretta Ma testi. certa e sulla e questo nostra meglio il esso datane si quale le dal farà parleremo mano. 1846. marzo Tutto dfi suo cuore ViEUSSEUX. Il Bonaini nella prefazione pistoiese debbon ne trasse saper grado copia che al noi valoroso dall'autografo dice : rechiamo « Di questo luce, in sig. Pietro stesso di ser caro i garizzatore vol- leggitori Fanfani, Bonacosa che ». 6 Mi « male dirai che dir a Religione. della dicendone il Ma male addosso So etc. Ti rimproverato. tu abbia avuto « Prato, che non il bene Montazio questo, perchè D.*' al era scritto Fino « d' questo con lettere è tal le Dal commendatori, si fanno tutto senza vede, secondi lor merito per tanto agli e pur questo originali in e gente potuto che e Tu hai sempre cui per e — certo tutto \S^^Ì^^"^ il e che ti vuoi, e imbecille l'Italia bottega. pare tori, sena- secondo dispregiato se gerazioni esa- Bruii sono amato è le questi popolo sempre in bero avreb- non di quel e plebe parecchi, e Cesare; di l' Italia dimmi ». »?«? della tribunizie : hai sto que- acquistare, parecchi qua concistoro Ritratto, dedicai Tribuno il tavola alla crede. Ridens, parole: declamazioni a ci fini; quella anche 59 Aroangeij. qualunqu'altro; professori stando grassi fare del affmo amico, un nominanza, assisi sono che credo Democritus seguenti come senza politiche. si le hanno poesia, in Catoni a industria acquistata e dedicato quello gingillo, ed nel con 1859 al ramo un scritto quello Bonamici mente acre- 45. G. ciascuno sure cen- sarà non Tuo dove perchè colle ne dir intenzioni. agosto Ristampando é non toccato, va dire il dico sinistre 18 tasto possiam ne Ipocriti, degli quel non etc. male che Accetta somigli il 18 NOTA, Le scrissemi quale e cortese Non non e di Io pazienza. di tutto la saluto un sono delle Siccome « una la lingua ad col protestare suoi. a in\'aso a la « delle Non è canza, man- Ci potere. molto, prosperità. ogni devino " servo Giordani. amorevoli di visto tanti conforti 1847, 17 contro come i ad V'auguro complimenti, Pietro la altissimo dei che secoli, ed quando Fanfaiii, mi Italia ed stesse attendo felicità, ogni tiche, roman- mani annata, e febb., Scornio. N. vi vogliate addio. Vostro e mezzo per lingua, dalle la sacerdozio, traduzioni della e uccida buoni barbari, anche religione li se abominevoli scempio sputerò toglie tradizione pagare Addio, vedere. che un il giardino ricevuta. farmi e Ma molto e la ringrazio lei rovina lo alla e più non Amerei non vecchio dottrina, quegli fate come hanno Giusfredi scrivere, impresa. assoluto diede la moda che fede la curiali, — bella umilmo assumeste scritti chiamata ziarla ringra- a niente. di a mi popolo, dunque richiamare di cioè un col degli e ceneri. è oggi Voi libertà. molto far auguro Puccini sentenza, io e foglio; lettera. questa con bel indurmi Pietro Niccolò suo molto, Suo Anche il povero ma riverisco e sua questa a volontà; la il graziosissima la lei; per proprio cuore, Venerdì « io posso creda, mi Giordani, dal favorirmene. modo che sapere invecchiato, di stimoli qualche in dee vuole cori pensiero vorrebbero ci cooperare ahimè, tutto congratularmene del 4c ricevuta Letto e ebbi le forma. Ho Signore. molto debbo questa ricevuto ho 12; dei in Riverito « conforto di parole prime Devmo Puccini. fu dei dal prego vere, scri- 19 Il Prof. Spero «r tutto. cosi ed io che giuro anche il Ricordi propriamente necessario si perchè 4 da tutti e ambizioso di di lode, il 24 prima Bello « Eccoti « tuo sulle fuori messo 1 Allude da a un seguirsi parlo scrivere il di nei luogo afffho Bonaini. role pa- si legge qui come era intervalli brevi a ed miei, cooperatori scrisse amico ; e ' bello come : modo in dà mi che For- del quello suggezione » 29 del sua che nota, di vorrei nome mi procede smania Anzi lezioni. modo una della tocca ha altra con de' un articolo rigo. un ch'io 1847. marzo tuo il scriverci Poi a di spero eleganza. incoraggiamento, Il giornale naciari. a di e era tale, esser che cosa, potessi F. che forse 1847. agosto Arcangeli, che Ma s'intende Suo L' ma ricerca meritare non certo tolto Ricordi. ch'io quello disadorno qualche Già bella, bisogno qualche pubblicata. cosi vedendomi suoi pei mandarle venustà Pisa, « inutile l'anno fare gusto potesse darne; dolore per Tannata di mio ha che scritto, ora un'opera non l'uomo ho testi; tutti forti con- conto veramente Ella mai quest' mio Fanfani, caro di venir sarebbe amorevoli a per sono sarei dentro antichi mio mio non indegna non che non tempo potrò segnare onorevole. tornare potesse di cosi nuova, le abbia di Filologici, Prosegua, d'aiuti, io il Vieusseux che Ricordi dei diede mi parole: egli l' incaricato esser le parimente queste con in Bonaini che il mio ficritto chi pubblica tu mutare, tu ve stesso porrai è nel documenti quel : luogo sempre L. che per Grisost. de' la Ricordi, storia nuove Ferrucci Fioreììtino 3 nO si ove un*^altra aggiungessi ne Ricoglitore che a mese accettando lezioni ridicole (V. dello di dove della questo tratto lingua. del 20 sul mese) spiegando digiuno, che quelli E Sento e me ancor che e mi casca dalla 21 Prato Ferrucci, del è giornale e bene sicché : del principio vedì gioprendo noto ticolo, ar- riserbandomi stamani, penna cercato, ri- assai il Niccolini Anche questo mando voglio » gran continuazione la mandartene € ti io, Non * peto. un di adesso, morire. il nostro disse ne come aggiunge: sua che morire^ amico U patii specialmente male. però prende che scorso peto Bindi dal dolor il per senza a altra in che digiuno troppo sono avesse ultimo per « lo se fame la io, perchè vorrei non più gli esempi, patissero parlarne il patire mille fossero non se Poscia famoso verso a primum. quam 47. aprile Il amico affmo tuo Arcangeli. Altre lettere che Appendice hqW non la venne ed 'y animosamente io Ricordi i incoraggiarono tirai si leggono finché innanzi, guerra. MDCCCXLIX-L. 9. (P.) Osservazioni Fanfanl della dedicate Sono le tatte 1 Qui canto V, cose contenti loro Modena, lario Vocabo- nuovo Vincenzi^ in 1849, 8^, 80. pag. dire Crusca. al M. a persecuzioni più aUude di nuove, di al ciò, peregcrine vili scritto suo dove Dante, morde travolgfono fanno sentenze Parenti. A. festa ec. e alle » e : più accanite " Del « quelli forzano più libretto Questo vero il strane della senso ambiziosi senso e di contro anche balorde fa me. 1* origine Esso parola commentatori alle è lezioni, per rive- Piacbbb nel che, più comuni; di e isputare per non le 21 rentissìmo airÀccademia ci fossero il Parenti; cose al scrisse ne mia giovane Gherardini poi allora della persona, potesse voler vedere fa preso il però Fautore di avevano fatto bianca nuvoletta allora Io mazioni, alla sordina forse altro ed nome libro intero un orribili. Tanto con l'Accademia, poi ebbi da censurati si cominciasse me, fu, qualche Tutta nella da sotto la onesto fatto storia mia gli capo: fui anno Vita si può parte di mandò al quel Salvi, colore, aveva fuori di un tista. apa- mise spargere infame la di autorità sulla infamie difesa: de' per prete, scena quale pubblicò ogni dìiBfa- vituperj, e sono sino libretto un dallo altrui, o onesta che messo tempo; che macero, Acccademico suo ci immaginare gente documentata a dove acquistai ne di il quale, essendo il un sotto ebbi forti con- ingrazionirsi migliori. All'ultimo valente, e il inaudite PAc- più splendido: e mi cola pic- una Arcangeli, Vedendo faccia, viltà per libro,m" allora da oneste ignoto, giovò più amici, che in di me, perdei, alcuni rinnovata me mi se quel trionfo cademia, contro eccesso ogni parte: la il e cominciarono anche deirArcangeli, Salvi, uomo T l'Arcangeli e Persone mostrare mi parola vile' calunnia. tacqui. più accademico, Donato da di mi di ultima il Governo sino furioso vento aborrendo e che seguitò torità l'au- vedendo solo pronunziata cui un Vocabolario; questo bugnola, fu a non al furore vergognandosi la col abietta più modo possibile,non ragioni, buone faceva, di por cercarono suo si che guerra e ogni al ed parole furibonde; e cosa che Istruzione che temè la burrasca Prima rispondevo di : di non vedendo e me e Crusca della gli Accademici, mio, veleno: tutto dedicato; era benigna, e amicissimo stato anonimo la cagnesco; La dell'Accademia preconizzato e Cmscanti, così; non la dedicazione ai Ministero nel andava di tutto carezze, la intese di screditare Prima in leccafrullone. la infallibilità come partito esso. guardare a per impiegato patto, che accettò ne, adulatorio cui il libro a Cmsca, non solo questo a sembrò maraviglia, discutere osava la canzonandomi mio, par pubblica, contro gran ed Crusca, irriverenti quasi con meno, della stanziò scritto i sette che coli fasci- il lavoro il libro dell'Accademia; contro e dopo io. di ma questa anche furibonda nella guerra seguente si gerà leg- Nota, e 22 appendice neir strillar fare senza volume, questo a se leggerà ne quel che può blicarsi pub- ora ^ nessuno. 10. Fanfanl (P.) All'autore P. Fanfani. Osservazioni le per Firenze manifesto Salvi del mie le ma la prima -Arcangeli lo della in guerra tesca brigancolpi; bastavano né ; 8®. i parare leali erano di 1850, di cercavo vederlo, può Osservazioni grano, trombonata -Crusca; ciascuno armi, le contro fu del sociazione d'as- Manifesto alle Logge ^ Quel del coperte persecuzioni. Ih Fanfanl Nuovo del villanie di odio, l'ho Vocabolario I Gli non solo buoni N"» accade^ e conoscano e Questa il sopra Firenze^ Logge troncare validi il loro nel i Don e adesso è ma i parlare di L'effetto con covavano al il e esso, Osservazioni delle si fascicolo, gli avversarj libro. bestiale autorevole secondo Ma le fac- contro Persona del disputa. Pirloni le di me cose necessario, vltuperj giudichino nota la Crusca. fine difesa leale e nuovo 9. avversari Dicano italicuin. in toccato rinfrancescare per io dicMarai, pubblicarono trionfo mio legittima della di parole, e la campioni de' ed mezzo, generose Crusca. doJla continuavo queste cliinesce osservazioni 1850. grano, mise Seconde Vocabolario Con r (P.) che altresì si riferisce biaBimeranno mi di ^ quando degli fa? anni antichi, dagli e vogliono; cosa la anche malizia, a ciò sieno che viltà, ho sin è chi pur giusti: e detto la E e falsità all'articolo che d'ora recenti avversarj ci 4i : rispondo quando ma la dicendo Io » si vuole cade ac- che, danno grafarmi. bio- soprattutto de* miei mici. ne- dell'/fer 23 NOTA. Ciò affermo che Ecco le sono che parole mi la Dedicazione. disposto sarebbe Egli V. è S anche troppo qualche tono il fa che la se le i per Egregio « La fu recata vediamo Di le me amico appiccato aspettava, ne io m'abbia al più Ma si in potesse giù fino del altre le ". non ergo Gherardini il di molte rendo scritto avere cattivo ho trovato Crusca questi a quello cose presente vi terra mi del Or che ha da ella io ma Dal Rio non che ho buono, letto del quelle quelle sue un occhi da' miei fatto avrebbero tempi. importanza. grazie; servizio, onde scompiglio, maggiore al sue nostra questa Benché perdonarmi) di A p. p. delle il dono corrente. di settembre 10 del accommodato. (la prego alla data in poco dopo e lamelecche tirate un aveva ragionamenti, giusto. fece mi di ieri; laddove il 3 Osservazioni me solenne Crusca. alla prima capovolte esse che sua l'ebbi è si cizia, ami- signore. Osservazioni Posta siccome passano stampa: la flitto con- nulla. per pregiatissima mi Ma questo noi vegliò e salamelecchi troppi tra in ischietta con comporti che di trattandosi aggregato. censure canzonatura la ora trovarmi convenienza, sono marmi sti- divisamento di caso vedremo accettò, irriverenti « non quale relazioni dedicazione Odasi nel di civil delle delle credeva che che che potrei cortese del cettare ac- Osservazioni. sue non me, di prima stampatore uno delle a onorato musica, maniera contrassegno La la trovato Quanto alla Parenti il impressione ragione un'Accademia di Ho rinunzierei vi con è alla Vincenzi. né ; scrisse « Carlo provarlo. a i suoi del vero, tante ridere, sa- rider se salamelecche guadagnato Ella ? . . . 24 stessa lo me sentito sempre il 12 è che dire a Milano « Lisciar annunzia. coda la atto 1848. ottobre devino suo Gio. le Osservazioni, Del « di Il ho ed piedi ha Ho trovato bel piacere con zione modera- ben le che eh' è mia e giunto era io a un di obbligo degli numero saputa alla accettare, lentuomini. La forza de'suoi non e patir da capo a ignoravo fosse tra questi. delle numero per sionato quell'appas- (la quale italiana ch'ella, fatto avesse stata fosse più, le ragionamenti, può ringrazio Non gran almeno tesia cor- Vocabolario; eh' ella divolgarle, suo gran letto perpetuo), Accademici, del la nuovo concordia sogno farle ella Ne desiderato, di cui il cosi cotanto porto per utilità. vera contro avrei divenuto che d' averlo dico Italia dell'uscita dono. in amava me miseranda libricciuolo, scritto in di nuovo paternamente. all'oscuro condizione urbanità è scrisse: al che nostra inviarmi e osservazioni, credersi mi letto Pezzana, della giudizioso troppo come ». vostra scrisse tutto in voluto amore del scombugli posso, mi non ho quali mi carissimo, aveano ma Né Osservazioni Angelo piacer grande, molti 1850 1' esemplare sensatissimo e con le a var potrà gio- riverente e aprile seconde Crusca, tenuto più quanto 25 atto de' grammatici- urbano piedi e si cooperatore. giacche del uomo avevano ella di con ». passati acutissimo pur sopra ingegno un l'Accademia e come ammirato TUTTO figliuolo I e tra' prime venerando come sue critico moderazione Fanfani studj; lettera della profitto, Il dia con vostre IN che scritto uno lamentarsene, mi Vocabolario mi Gherardini. la mia nel critico, che le facili né ella Viani, Ho trovo come può primo € in testimoniare rimanente lui critico e doyè pazienti questi « Guasti, oìjòlmo e parole: queste il Cesare stesso ho pericoloso. Il Lo diavolo^ al e vece parte posta da quella difetto, a in que'vatoscana avrebbonli 26 menti, di grazia, eh' io le scriveva stesse ai nel passato anno, poveri consigli d' un più lode appo i 0 trarrebbe non L' censure. da presti fede all'esperienza,ed Ella decrepito quale io mi sono. silenzio veraci sapienti dal suo 100 volumi di Qsservazioni, nuove fa ardito eh' io le porto mi amore le cose bel circa uà e trarrà che a ad mele aprir- francamente. 5 ottobre Parma, « 51. Affezionatissimo Pezzana. A. E di fatto, uscito (che non udita),io ho che letto, ed mai obbrobrj seppi solo i cui Ma, risposi più nulla. non il mio i lavoro da ora dell' Arcangeli-Salvi fu il libro veduto giusti estimatori capo, e vediamo delle facciamoci ri- cose, giudicarono lo come per cavano giudi- come gli avversar). L'Arcangeli Vidi « dispiacque la stizzosamente, Osservazioni il cosa, Ti parlo chiaro verrò lo accolse le tue come rispose cosi: mi e il Vocabolario. sopra Mi luogo dell'edizione,e il Dedicatario. Più lungamente sempre. a quando voce costà. Prato, € 29 agosto 49. Il tuo affino G. Arcangeli. Nelle per furore quali parole rispetto al Parenti, dell' Arcangeli di amicissimo stendeva che mostrarono (Iella uno d'animo, Crusca, di vedermi lunghissima lettera,per avversari, e ma che contro non di lui; e ^m •*.»•'. vere mi bandonare; ab- che si meno Basi, Accademico trattato erano pre- quelli però che bonario, accertarmi ma dovessero fu colui Canonico fior di onestà; Oi^lttunie inventate ci mi Tra Il solo, non mortale; amici tica poli- modanesi. in là,che, nemico di fatto lo ubbidì. più forza intolleranza a' letterati poi tanto mio aspettato: il povero tra* miei e tutti gli altri comuni Costui, dolente una andò mio, diventò ed sarebbe la stessa si vede e di animo co», che mi esso messo. ri- scrisse non per niente significa di era certe avere 27 scritto lettera una a' colleghi fuori, trascrivendomela; che pretensione alla La seconda mia decisa « una AVREI MAI ricevute che politica, deve chi affezioni, perchè FANPANi; di quivi bada non fatti ai l' idea di e Fanfani molestato esser fa ne di nelle la sue propri. di inquietezza testimonianza rispetta Letteraria; Rep. nella avevo si tuo Casimiro stato non DI non Tittlo Dello cepita con- lodi, io neutralità la se conteneva PRETENSIONE dal rispettarsi pur pur che, ; e ripudiassero. fosse biasimi ragrafo, pa- rispetto poi CONSUETA ALLA gentilezze mi messe seguente asserisco qualunque di ciarle il lettera questa combinazione IL che gli amici che protesta, diritto avendo di delle traggo ciò di che parte CON quale verità volere ADERITO GUASTARMI in di quella su dalla la prova dolersi per quel galantuomo degno lettera seguente Basi. del Padre buon Frediani. « Stimatissimo « Neir esser che carico dei di che che ha egli lei, mi pregò bisogno 18 di da cabale loro ho ad ogni non credo devmo uomo « di tutte Questa termini S. V. di animo probità, mattina ho agramente Com'egli e che mettimale, e raggiri. Frediani. diede letterato, nobilissimo scritto per lo generoso all'accademico riprovanti sia ramente, sicu- servitore Francesco esempio non 1852. novembre Suo Altro mani caso farò loro i lei V alta il che questi e in nelle evidenza Ma sia. ne ve pressioni im- svegliare ad che certe su cattive io ostensibili: allucinare le certe siccome provare renderli benissimo Prato, « E a lasciare voglia conoscerà di di quando si stanno di ingegnati erano apri si mi conto per galantuomo. quel difBcoltà avessi si il Basi me suo alcuni documenti stima ella da qua dell'animo amarezze a sìg.*" Fanfani. ricevere il di la lui mia il Pederzini, scrivendomi: Salvi, contegno franchezza ed in la verso non 28 in ma so; ha ogni dichiarato di del bibliografico 7 fare voler dottissimo Genova, dove Già « Cavazzoni non spinge sempre è chi gambe, è perciò entrare a istrumento di Genova 22 tale si debba ed materie, da che è vanissimo, in brighe, gli che il quando quale Toscano ottobre Io, che non rierò le parole si ostini lui, qui, fiere di da di afffko Franchini. esso sé ricordare, Monitore nel l'Arcangeli, ; ma per Apatista, AeW parole seconde nelle di autore dopo questa osservazioni, come non aspre autore volerle che ascoltare ad all'avversario troppo a malizia alla libro temperanza, sempre stanno dell'Apatista, come esso. strana le guenti se- : Seguiterò mai scrissi si manifestò stampai che lo de' mali; bisogna mi anonimo serbar parole sa peggiori il velenoso io V autore volevo confessione, « fuori furibondo, divenuto destino 1851. addietro, passo anonimo, contro Tristo lui. venne era ne fessa inde- con suo donde servire non manca. il e i rimedii a egli acquistarsi ciò Ma, ragione, avere Francesco un da Arcangeli, riferiscono. Tuo Tornando blica, pub- scrisse coli' vi tu queste attissimo peggiore « che cercare a e che volontà ma mi squisito, differenze pare è non e Istruzione della gusto tue in credo; lo affatto le mi Pederzini. : le pertinace e di gli scritti nulla; cura cavar note valentissimo sei Bollettino del Etruria, della Ministro esilio conoscerli, senza proprio sa e conosca non poiché uomo, m'erano sebbene anche già in stra vo- 1851. ottobre stato era nota nella Fort. Il Franchini, la 'signoria come d'agosto numero Modena, € governerei mi caso che era, prendere quelle violente ragioni: per l' ho ch'io pazientemente ingiuriato mai dissi o per dette parole essere, a le sé. dissi giurie, in- ingiututtoché ; della all'autore doveva non le Parola ignoto, egli Io solo all'autore chiaro di- 29 (da conosciuto, non me delle lettere libello, che mai autore di sospettato quel che ora dette, è ne se 1' Arcangeli le non l'Arcangeli, cangeli all'Ar- mai; e se confessarsi duole le se l'autore al- parimente, mi dacché, di e averle merita Apatista, chiaritosi anche dette dette avrei e dissi Ma volesse autore, disdirei; le altro. e avrei le confessato le potendo e che libello, quelle non sacerdozio lui) creder merita all'Arcangeli come del onore per voluto non umane, del avessi o, tista, l'Apapuò non ritarle me- ». Potevo io chieder Ma Nel ebbi ciò bastò non fervore della lettera se invitava « Caro Pietro. " Io gridando vo volete Siete che degni gli studii tutt'e due che l'amore per Non l'antica ci suo fratellanza chi a carità soffia che : di qui, conforto. foss' altro agli studii dietro, e Non prese. Ricordi tissimo dot- finite non se uguale due vi Siena, quale po' un amici, Su Venezia. da Per alJe Ricordi. de' Niccolò diceva tutt'e mettervi a pace. diano leali, carati, tale d'essere retta di qui vi umani avete date il conto pace caci? effi- più e armi sempre reco la e pace usai ventiquattro di concordia; a io umili dell'avversario. Arcivescovo ora galantuomo e il furore dove pugna, più parole con calmare a Bindi, del uomo, mi perdono è chi a e verà tro- rompiamo d'affetto parola dunque, desimi. me- zitti. Il tuo Enrico. Dopo la nel lettera Bindi, del Costituzionale, J'abarrini. A tali quelle e ammonizioni Seconde delle furono scritte parole cedei; la blicazione pub- razione dichia- questa con cordia con- Marco di erano troncai e osservazioni di parole : « Era già io lessi quando (se erro) non rinnovate e mia qui di parte dal composta nobili nella e tipografo Costituzionale nel generose propria lessicografia. Quelle e le dichiaro questa del Toscana guerre verissime; le io parole e di 22 di marzo l' essersi contro parole spensa, di- seconda di tica gramma- accetto tanto per la miglior 30 accetto le io cuore Osservazioni, che ha di tutti tutti; Osservazioni, volli Qui — stato ci non onorevole lizza, forza per filologia, o debbono debbono e è vendette, tutto meglio farne cederono per non il loro al detto da in mi S. mi Gentilissimo « Sarebbe ho qualora la Italia, mi le a mi e suole dico non fosse Ella al specialmente P. il parono stamvazioni, osser- ho nuovi Anselmo Vescovo, dette che ne il quale, Scusato questa d'ogni Osservazioni prezzo dopo che ho con oppure Molto dato cioè una mio a la ardire, di trovare gradisco scorsa fiducia Letterato quello certezza ec. occorrente. del la delia perchè gran così mia, tutto Letterati fu di grande dato avesse incomodarla, a adunque posso questo fiducia giustissima propria con la de'primi animo dove sue me un esser ebbi che vero , e del come gli amici fu ci ora non sua per ormai indicarmi delle ebbe, imperdonabile conseguenza per particolare. il fine ardire conosco e mosse modo un gentilezza Io gentilezza una di e lettera. questa me per nella nostra copia lità, bestia- Signore. VS. a alle Tra Salvi del scalzo, scrisse che e contrario. l'effetto Carmelitano Luigi, l'impulso. in di anzi Osservazioni libro il libro procacciò « che se gli discordie di gli avversari, più risposi, mai principio, scrivere altro vituperoso quale spontaneo, che poco abbandonargli e : ». Ma che pianto un giurie. in- quando istudj odj, ed più, né che in di cagione esser niato, calun- grammatiche, di Crusca: convertirsi tazioni; impu- questa capelli; ingerirò della le il commettimale, in i per m' Vocabolarj di e tiratoci debito, per ed entrerò più né non se d'umanità studj più; penso e far pubblicazione l'attizzatore quell'altro o a villanìe presente la è libro false a con umane resterà dunque quello lettere che ingiuriato gravemente le vituperai non di benché mai, rispondere solo ciascuno prendendo quanto, prime Crusca, che Vocabolario, al e le alla il diritto usare simile da né non di fare a guerra muover ma libro un pagato e Seconde sia ridere, criticare di di intesi non fatto avrei prendendo quanto, garla preuna favorirmene di leggerle, alle contro 31 in stima Salvi, del osservazioni immenso de* signor Fanfani, mi quali le rarissimi suoi compiacere hanno cresciuta meriti. Voglia, Firenze, « 30 Convento, dal 1852. marzo Umil Fr. servitore Anselmo Mi disteso son tutte turpitudine e tutta leggerà altro con che quel nella e » se ne Vita, quelli condotta fu neir si vedrà fu dagli gnità maliavver- Appendice Dialoghi quando I « ; ma miei nella av- di documenti saranno registrati seme la palesemente ne' dove che parte, in vedrà scrivo ne mia che momento quale Luigi Scalzo. guerra, vegga, la loro la nequizia quanta versarj si Qualcos'altro miei. sarj questa su acciocché altre, le poco un S. da Carmel. si la umilmente. prega di tilissimo genche fraticello, un la ben nota. presente 12. Fanfani in (P.) Considerazioni 1850 Bencinij copie venti di riscontro in Egli morte. letteratura correzioni Milano. correggono, e come mi senza cosa fu di queirantico dà di ristampò amicissimo, gentilmente nemmeno del Nannucci mi si carticino Manuale e si giovò se le riportarono della nemico, di fece nella del sino amico diventato era per VHistoire poi mio dell'asino, nominarmi, à un il suo e pubblicato servir diventò parte a critica di poema, grato: ristampò e tiratone e via per ineditspour quando perchè allora, prefazione sue; ne Firenze^ 23. pubblicamente, Nannucci Il ec, me IntelUgenzia. costituzionale^ Si cerulea. ringraziarmi alla di Conservatore carta d'Italie. per queste pag. nell'opera Documents •libro nella la codici,parecchi luoghi dall' Ozanam literaire 8% in nel stampato Fu e intitolato rima nona il Poema sopra tutte mente brava- ristampa 32 NOTA, Non sarà lettori ai discaro legger il cortesi le parole deirOzanam. Voici « écrire; bien cependant de à remercier vous mes En de conseils Par preuves. et de là completer compose de d'attendre travail. qui plus et de meilleur Sorio P. poi filologiche vostre telligentia^ giojelli « critica, 14 settembre de corriger joint j'ai chaque a permettra aux le jour, édition de ces F. Osservazioni me ne et ìiumUe eru- l'Italie où documens. très devoué OZANAM. in sul dairOzanam, e de patience scrisse ne me stampato di tant observations vos très servUeur A. Il cette 1851. mai Votre les relevé avec mesure qui ni avez donne désormais sera avec une en Des Recueiì, 1«' Paris, « mon mon donner pourra m'avez de souvent yeux, et m'a pays mis vous Errata^ un exemplaire dits savant votre dont courtoisie, sagacité, de beaucoup avec erreurs mes les Vous italien. paleographe quelque poéme j'avais sous et d'abord le sur manuscrit le la pas J'avais texte ce vous multiplient, se dettes. mes imprimant ni moi Considerations vos n'avoir de à laissent m'en ne de propose me pour ajoute de Vlntelligenzià. regretté bontés vos retards chacun je que occupations grandes mes liberto; temps long questa Poema mi rallegro forma : toscano « Le la In- riuscirono senza veri fine. 1850. Tutto Bart. Sorio vostro P. D. 0. ' 34 ANDATENE PUB NE CAPACE^ SA Colleghi (Accademici vostri questo Nannucci perchè gli non giche, e perchè mi vituperio, e Fortuna latrato r la A il Bonaini, di proposito recènte che la al Tornando Ora Qrusca. mi avendo egli il fierissimo, filolo- d'ogni avversaij !!! caninamente il Bio, Dal bestia della chi a l'avevo questi Conti dal E di che notare tamente accani- combattè combattuta antichi Mamiani; io 1 1 cavalieri^ ed esso dalla citato è un bugìe dice altre le tra questa per Nannucci, sopra più. trova ne se maligno, e NOTA L'amicizia fossero nelle La natura. sua Teorica come apparirà da al Saggio di Conti i tre queste contro remissivo, di invettive pieno i libri e anche appella lavoro tutti come persone, suoi, mostra terza Verbi, de* si quali Nannucci, del a' conforti stampati letterine, la intrinseca Nuova una contro degne suoi. 1. non « Caro Pietro. « Delle poesie ne ho bisogno del di Codice Baldovini del nessuna vederti Martelli, copia, per né da credo combinar essendoci che teco un stampate me la se ne stampa tipografo i presso ap- trattò il Manuzzi, dar anno dottrine i miei a di tuttl 6 mio apostrofo giovi qui che Crusca, lavoro non VOÌ Ecco usato senza lodi, specialmente grandi ebbe la ridevolmente e Qualche seguace, valentuomini, E queir con " strane dell'asino. essendo di nemico sue cieco suo biografo, bugiardo guerra le compagnia, ed ec. e lui. come pensava mio buona ec. diventato tutte essere parecchi morso e Arcangeli, non in ero Crusca) gentilmente dette ohe buone volevo non della medesimo, menavo PIÙ, VOLTE MILLE che nel 1812 Ho trovi. dei Conti vorrebbe stamparli. Nannucci. 36 2. « C. « Ho A. disteso Non dell'Arcangeli. in tutta fretta, questo ridurlo cosi di insomma pubblicato tu meglio da tempo la Conservatore per di e che fosse fa Etruria; néiV o do levare, o Bramerei piaccia. scritto Ti getta. aggiungere ti divota l'ho perdere, penna correggere, più Confessione sulla come come nel 0 avendo e facoltà la articoletto un come credi. Il tuo affmo Nannucci. 3. « C. A. k Ti mando riuscito sia cosa della corso in non al Dio mio vedessi Magnano. eh' bene dalle dell' parte del piace mi P. onesto « la sua Ho animo Sorio in da ciò che Verona, con satira Credetelo, stampato merito letterario. lavoro degno, la Ho quanto pentirsi veduto migliore tra scrisse il 16 del Oh di di il vostro risposta che fa ivi sentita, giuria l'innon Ad ingiuriatore. ad avere passione 1867. fa compassione, chi ho dell' ed bravo Nannucci quanto ma gli altri maggio Vincenzio compassione sfogo uno ne Prof. voi. e vettiva in- alla circa molti; ingiuriare, la certo dee da affmo che lettera di vostro, servigio riposato contro che me del pretende si stanze; circo- Nannucci. dirò conforti Manuale nel chi parte, ebbi riportar.e noiosa ! tanto di letto non all' altra Nannucci, di Addio. V. venendo bene seb- olocausto Il tuo Ora, nel bisogno aveva costretto perchè fatto avrebbe le mani, metterci voluto che tant'odio, in Che lavoro. nuovo venuto pubblicato altrimenti offerirsi ho non luoghi L'ho correzioni. M'è so. stampa molti del copia una non eterna del degna Boccaccio, possiate moria me- fare suo ed è alla 36 invettiva del rispondere a nulla, nulla, sua della cospetto Ma vedansi Il Mamiani, la dopo Egregio « La potuto, non giovine, ed ogni né dal dire è cosa aggiungerei che mi oltremodo, le dirò penna miracolo, e chi Né vo' lasciare Gesuita, della « Chiarissimo € Ella cui m'onora signor che prova tutto che a io dello io mia mi né subito di simili grazia di parere, i minimi stile; eleganza; le io mi penso gra- ch'egli si gentili e compiaciuto dato di che cosa pigrizia la e rimango sono ò ed tien unica lettere. del piglio ed del spugnabile ine- » P. Bresciani onoravo. Dottore. continuamente, Pietro, ne di dottrina; e parole il giudizio amicizia Signor me scrivere indietro in massime risponderle, la conosce da Oh già non questo io ò note sue l'affettazione presente, che questo, I Delle senno al mio accompagnato che grazia invecchiato mostra bel quanta maggiore chiaro più fatica. pajono, moltissima Con del fatto nel e si non cominciato per mi ed l'occhio maggior significati con molto mano per quel è acume, valentuomo. E letto I appena) affettuoso, caro, ho si scrissero, qui amorevoli. alla : ore con che non con tenutissimo in di minuzie poi espresso capita se suo efficace come due son vista mia grammatica di quel e tempo rispose cosa corso incanutito in della tissimo oh condita Salviati averle I nelle particolari di qualche sono ne e la altro, anche il Subito d'uomo ma sicumera libro (or e originalità quanta ed studj; fango » che tenere libricciuolo, dettato posso farvi nel gettare questo ecco fatto sostenendo non costrutti, mandai letterino. mirabil cosi voluto rispondendo, letteraria. Cavalieri Antichi quel a à m' elegantissimo dentro mettete Signore. posta di egli ha letteratura pubblicazione, « vi non testimonianze. cui a Se vogliate, la e carità nulla. repubblica le sua Conti che voi, Per non penna, anche canzonare i Nannucci. la vilipendere al Prof. Le basta umanissimo di farlo e a lissimo genti- parole, ma 37 dì v'aggiunge novello volta che alcuna del maestro? che alcun' tosto fra Quelle « conoscitore quant'Ella grado sapranno praticacelo, dotti v'apparo ringrazio a è Mi « La cordiale voglia Roma, e bene 13 la come viene Le non di prego che certo Le un di saper avvertenze buona mi cosa di piccica s'apLa che offrire posso ne sono senza savie gradirla profondo che sgrammaticato: capo Io Io, qualche e e lingua. buona nelle m'avvengo modo. e della zioni, dichiara- son e grandissima. sempre, senza ch'essa cosi questo gratitudine € grazia e filologo, brilla t'abbaglia. sottili sue In nella e e che zioni di- me. per polvere sole d'Italia; coltivatori quando pure mia i certe ti luccica valente sia favella scrivo e grammatica, dei più e quelle e di buon nella di da saporetti nuovi, che lampi dagli occhi. caccia a corrente, certi poi, dell'antica amatori, certi ravvolto all' acqua note sue mostrano gli anche viltà Ci- la è imbandigione non corro e ghiotte per libretto caro rìcise, vigorose, è guizza mano, scrivere gusto ci me 1' appetito, risciacqualo mota, quel le nerbate cosi maniere va modo per temo e il mi saporando da tempo che Cavalieri scuola^ cotesta per schiette, sto ci trovo il che il diamante, somma la tormi so io ma aguzzano cosi che dire bene dice gusti; m' fa fuggir non e lo Ella sa Antichi di me e fugge mi ora Ella i mi Voglio Cattolica, che Conti de' Ma preziosi. e indicibilmente, all'anima tutti doni libro suo « bei che cortesemente, la poi profonda. mi e giugno creda tutto con l'animo 1852. afffno Devmo servitóre Bresciani. Antonio 15. Fanfanl (P.) Dell'abuso antiche scritture. di critica Modena nel Vincenzi, blicare pub1851, y in 8°. Tiratura Lo scrìssi a nel parte dalle 1846, e fn Memorie stampato di solo Beligione^ nel 1851. Letteratura Combatto, ec. con 38 ragioni materia. esempi, con e Tale dottrine le ristampai lo opuscolo Monti del Lingua volume nel in Porticari del e questa Nazione, e 1872. nel 16. Buonarroti (Michelangelo il giovane). , L'Ajone, favola burlesca. Firenze 1851, grano 8°. j La da copiai le antiche sola quali in dato dalla fuori), Etruria, color carta (come di e in È rosa. da ci ho me feci* 150 parecchie copie citata copiato sempre numerate, dalla È note. una Crusca; non e più. trova ne originale ho che parte a delle dair me, scritture, tiratura una se in del Logge , 17. Ijanela di (Andrea). fatta Virgilio, volgare Firenze XIV. che fatto aveva che egli sole tirai ne É Bazzolini. dedicai al che grave, È nulla con copie, 16 citata non avrei la dalla Martelli Baly bene, osservazioni ed errati, reputava mi lettera questa 150 Crusca, come ed fece regalo Due firmata me. luoghi a si parte legge codice, copie il furono testo, dovè come Etruria^ Catalogo rarissima. perchè ne Betti, del dalla nel colo se- in '8®. Salvator naturalmente del del schiettissimi, veruno; sole da è a alcuni tiratura una non e risposta una anzi erano Eneide 1851, grano, sopra proprietario accettato. e della principio del critiche, note parecchie egli confessare. anch' e parecchie sono sul Logge y Ci Compilazione del La moci quale, intendiaavevo tirate dichiarato in carta 39 18. ^^SS^ 1355, nel Società È dalla Ci di docamento in Etruriay molte sono 1851, note; Firenze di Lancia. Firenze^ 8°. in y ed importanza, somma 150 Comune Andrea da volgarizzata tipografica dal fatta suntuaria copie; ed citata ò dalla tiratara una delle sola una ò quali Crusca. a in carta Non se parte forte. vano tro- ne più copie. MDCCCLl-Lll. 19. Fanfanl di degli Opuscoli dallo Zambrini. Lo Conservatore altro con rizzamento volga- pubblicati 8^. in costituzionale insieme Bologna, il sopra Cicerone 1852, Bologna^ scrissi nel in critico (P.) Opuscolo di scritto Fireme, e stampato fu ri- dell* Arcangeli. di Dante. 20. Flore di e del Logge renze, É un tiratura una parte di Ettore a antico Commento grano^ 1852, parte dalla Marcucci, che era uno 8°. in Etruria] e de' Fi- le note sono cooperatori parte mie, miei nella Etmria. L'intero Testi di Commento lingua di lo pubblicai poi Bologna. per la Commissione dei 40 21. 1851-52. grano, misi Lo dalla citato Legge e e tre luoghi di FOCO stampate Dante. che ci TAvv. mi fu a consigliato Jl A. via giornale Lancia Buonarroti altre,le di giornale, Ettore la quistione della il P. lo Telesforo Lasinio,Monsig. D' Ancona, cosa, Cora, Bini, N. da Bartolomeo Eiccardiana, V Ab. come facevo il T Ab. Patin, De il Milanesi, il Prof. Angelo Marcucci, Istruzione giornale, detto, Casali, della alcuni I!I ho come TAb. Eio, il smettere volte; sopra ubbanameute, Ministro ". stampai pure Osservazioni il La - il Giovane Qui è vi stampavo via Andrea assai. regio impiegato! uu Filippo Scolari, Alessandro M. altre sì presso Pèrrarì, Carlo Zambrini, Bolza, di Yice-Bibliotecario Torri, Fausto M. Il letterati Diporti filologici,ristampati poi più il Dal scrissero: Jacopo di ed valenti cosa. che di Spesso ritoccavo, sempre tutto Bencini Eneide, parte); aggiunta con quasi ogni L'Ajone - a dei parte CONVENIENTE Quasi il della del Logge ajntavano antiche teratura, let- 8°. in II) mi e le scritture per Firenze, e facevo Crusca, la quale fece pubblica, ma Casali, altro per del 1355 ristampai, della col volgarizzamento maggior vi Io Crusca suntuaria (tutte la n « I filologia, di di Arti. (Annata insieme su Italia. tatta come Belle di e di Giornale Etraria^ L"a me; Sorio, Batines, cesco Paggi, Fran- Dott. Alessandro Luigi Eazzolini, N. Cossa, G. B. Parenti, Andrei, Monsig. Montanari. NOTA. Quando anche risposta^ di proposi intendendo ad pubblicar Enrico di onorare l' Etruria Mayer; la e sua domandai pubblico schietta qui operazione co- la lealtà. sua 42 j'ai ou des vu votre norabre presenter de prie tion la avec quelle Paris, « très servUeur F. A. La di morte registrar di qui morto mano, senno di V. V. S. Lei Gran di corsi « non I V. m' S. isdegni che e a piace me giovane era e per di giornale di aiuti che io me luce di isquisitezza fatta, anni degli da di suoi uomini le profferisca di febbraio lingua, fondità pro- buoni con scorno ciò in ne' da lasciati Egli in consigli condotto abbia vita. Di Roma, ai 28 è e Pio |?N'"^^JgC^.^^"^.? mente vera- s'adopra, questa studii, singolarissima 1854. Umilmo di opera averne ne devmo Barberi. golarmente sin- e desiderio per giornale cotal mente lunga- onorano, con brevissimamente duri de' in erudizione, due malignità cosa la che YEtruria, che parlai stima 4C ro^ miracolo un noi, tanto messo varietà la fra italiano appena buona Italia che veder di e altro ogni molti; da valentissimo qui studii peccato destino, devoué OZANAM. anni, Vocabolario sapere sé très et humble pianta un venuto maestrevolmente qualunque che di degli S., degli — di privi fior aspettiamo così considera- sapere. del infinito fu parole Frediani, p. di le nel e Col « Etruria della vous recevoir l'haute de je 1851. mai Votre qui ce suis je V à Veuillez souvenirs. l'assurance dans compte Batines, de bons mes Monsieur, vous, pour Colomb M. ami Je distingués. si esprits servitore vera po- e 43 MDCCCLII. 22. Bocchi (Francesco). della SS* Nunziata 1852, Lo stampai commissione fare fece granducale festa la quasi a ringraziarla della curai il testo, e feci la la lettera apocrifa, carticino la tale Firenze. del Baracchi, racchi, Ba- Firenze^ nel Io restaurazione. e della vi in come che la proibì, quelle lettere concilio Nunziata, delle feci solo che bisognò e furono note, e riportavo nota una la risposta, dicendo con il Governo quando coronazione della ecclesiastica aggiungere papa di prefazione: Abgaro, censura per dal Ke del losa miraco- immagine 16^ in per Della si crede ritirare dichiarate il crife apo- tale. MDCCCLIII. 23. (P.) Notizia Fanfanl Maria Firenze, Logge Consigliere Giuseppe del grano, 1853, 8^ in La bene. a Pauer. del feci Fu parte per commissione stampata una ventina prima di dei nel copie. figliuoli,che Monitore mi toscano; pagarono e ne furono assai tirate 44 24. Fanfanl in Stanno dustriale yarii di numeri nel si stampava che di lavoro esser Proverbi (P.) illustrati. 1854. importanza qualche fiorentino giomal un E se avessi intitolato V. continuato, poteva diletto. e MDCCCLIV. 25. Ozanam secolo nel da P. La voleva tradussi diede, e bene. Fui dedicai il di esso del pagato dicono, francescani italiano amicizia di libro Poeti al la ordine P. verso 1854, Francesco V Generale IVatellanza benemerito. debordine francese) in 8°. Frediani Ozanam, competentemente Italia in (dal Alberghetti, commissione segno I in recata per commessi come F.) Prato, per e molto dicanti; diploma, XIII, Fanfani. amicissimo, mi (A. da mio il quale que' frati mi rneth- francescano, deirordine, con tanto che di 45 NOTA. Questa traduzione anche ed qui recherò Pregmo 4C Del conto, ed tributo piangere, anche l'ebbi e novero ma poeta che, e odore Di « d'un veri di egli tempo nostra. s' abbia togliere anche di tutta 25 casa, i miei nuovo r io la di da 1855 aprile da « Chiarissimo « La fece momento far e devino servitore Capponi. queste l'aggiungere di Carlo Witte, parole scrittami il Halle. accoglier la povero belle di lettera gentilmente modo ritardati, di traduzione oltre inviandomi di sinceri, Signore. di prego del altro un 1854. proposito una benché mi che stima. febbrajo fuor copio versi dell'anima, ringraziamenti G. che quei forma. con sarà in Francesco; quand'anche essere, Suo Nò a S. ed forse e fare qui neirltalia modo, suo, ; dobbiamo potesse non italiani versi potrebb' suo studi ogni a tutti per giudici buoni che davvero se è lodevole da quanto so grazie aver'anche dopo quale uomo non e Autori del Gradisca creda Capponi, renderle anche lodare buoni il lavoro, suo dispiacerà dato gli abbia mi dei del le scrivo viveva, se mi ora sentito rimarrà qualcosa : carina. proprio desiderato memoria degli hanno € del alla confesso, dal parole Gino avrei ricevuto; l'ho favore a é perchè ma dono cognizione ogni Le cortese ch'io é lode, fogli pubblici, benevole marchese del ì per scrissero ne me su Signore. suo pigliato di lodi larghe lettera una sia 4C appena gli amici solo perché non ebbe lei Ozanam, nostro aggiunte, anch'io dovute un i del grato dei ziamenti, ringra- miei dono Poeti cescani Fran- doviziosamente a lei piccolo solo. lavoro redata cor- Pensavo a che foggia un di 46 accademica lezione dei Connumero antichi altro fra far almeno oltre contemporanei Germania in di nulla questi poeti mistici, i ma letterarj, sussidj saprei non TOzanam, ragiona cui dell'Italia; di sprovvisto italiani, Savonarola, del settarj che, per di mistici» «poeti de' dotti consigli buono. agli bene troppo conosco e sui quasi e nosciuti. sco- » 26. Fanfanl (P.) Necrologia Viviani-Della 1854, Robbia. Tiratura parte a d'nfizio,e in Firenze^ March. Giacinto del Logge granOj 8°. in mandò del scrissi la regalo Monitore dal nn per bello Il Viviani toscano. spillone La amicizia. di atto che era del mio era lega col- Marchesa mi marito. suo MDCCCLV. 27. Fanfanl della (P.) Vocabolario Le Firenze, 1855, Mounier lingua in 16° gr. y XVH753, É solo molti la nn entrò commissione prima regalo, perchè difetti,e' accuratissimi per le 2 a è però fatti scuole: da i così del me liana. ita- gine pa- col. ch'io ebbi In domandai. avendo buono, sino giornali, allora. ne da editore; un lavoro, questo messo a ne ebbi che ha profitto gli studj L'opera trovò in bene: parlarono e favore; ed solo il Gre- 47 dì jpuscolo la Io che altre lavoro da da perfetto non Dante, in e si pensò osservazioni fare. materia Ad rispose si ma ogni qual come ben erano là, tanto non che fare in in un Omero, corso; prese fatta quale fu oltre ci e qua cosa, noto, avere, non potrebbe la edizione, seconda di il Vocabolario modo giornale parte spigolato la censnra. del asseriva erasi Ergo d'altra me mi egli questo, come alla ed velenosa una direttore al che screditare; Virgilio. presto scrissi dell'artioolo,a nell'articolo; trovar animosità, per parte: altre osservazioni per in le fatte quelle buona l'autore mandarmi forse fece, in presi pregasse di e Milano nel 1865. NOTA. Stampo Direttor la ciò di « Egregio « Io accolse della severo resta io quale merito; « non se della mi Ed e tener io io fatto né di lei cortesia, del al modo conto vorrei Le alquanto circa osservazioni giate particolareggià quejle recate conoscere. Non se ringraziarlo della geniale mi tengo augurandomi da più troppo occasione onorato più propizia dico Milano, 8 luglio la conoscenti, farle altre so dere poter corrispon- fra' miei oltre Cre- dell' intendimento alméno niuno ma ha avrei ne adunque servirla, mano compilato. compiacendolo fa; noto, lei sorpassando dettata. mi da piacque Vocabolario, quel Crepuscolo le cortesia, m'è quanto su non perchè, fu ch'ella domanda con le osservazioni Vocabolario critica, questa a allora sopra. squisita benignamente al che con tocchi si qui alla grado specialmente, grado detto ho saper intorno puscolo acciocché Tenca, signore. debbo ella perch' che Carlo di lettera questa* Crepuscolo, del verità per nota per 1866. Di lei Carlo devfho Tenga. dal mi chiesta, riche di 48 Ora poche fine scrittemi parole della mia Mio « 8 decem- mi caro quando coir animo per da presagiscono ne la Poco « che precettive gioventù della civiltà nobile anco esso io ti che nel Ogni all' effetto cui air che amore onesto Il Cielo attitudine faccia faccia e « d'indole bene, Pistoia, 8 hai in costui che A fargli Terenzio leggere Mamiani, chiesto del dei il lettore questa, al Vocabolario. non veramente quale, consigli, tuoi scritti, pari invade un difetto come e l'amico grezza alle- pura che gode fine al presso la che bene, altri suo. 55. decembre poi che alla penso del me, e mi tuo Contrucci. Pietro dubito al amico. che sìa con fallire Afffhx) Non presti proposito, omai suo affetto, mi voglia di e onde riverenza e e colorirlo. che e di tomba, rimane non galantuomo, del quanta a le dei senso compaesano salute modo io intrinseco alla carriera, oscura che che sino gegno dell'in- scordabile non sovente, porterò bile inesauri- del pochi, possono un potenza e è ed parte che non non e sento ti dia della soccorso mi generosità da viene del d'esserti orgoglio di al valore mirano, ti tra' segno, volta, copia, alla importanza, avevo e intende ultima e luminosa, debitore l'obbligo seconda argomento prova e son colgono scopo. la ti distingue che deve ti che opere di colta ac- il merito, conoscono ne fatica, posta e festa far poteva ideata bene e giunse tua, Se vita. la dell' petto mi appresso sapere e hai di il bene meco benevolenza « attacco quelli Dizionario, tuo usi tue missione. sua del delle all' utile lietamente Lettere dono pregiato e venne sol Pietro. caro Il « ti di del il ricevere al lettera una queste aggiunga Contrucci buon in io 1855. bre la dal opera^ eh' lettore al dispiaccia non ringrazii caramente magnifica lettera attendevo al lavoro, mentre mandatogli a leggere la di fazione pre- 50 E esempj. delle voci ò non 0 grammatiche, po' più XII paragrafo tante saprei non alla i di non francesismi di ciò la lodo la allargasse buono dal mal dal tuttogiorno rabbia una e anno la a sembra me più si da di che regola) tutto ben pensato il di materie il minor dov'era luce, e gli studiosi al buon montone. desiderio dubbj filosofia, la che male quale, dì creda di poi s'assottigliano a cercare Ella che il mio scusi ò di ardire, servirla, anche di e sua in gittare matica gramcoteste ombra d'ogni vi giarne fog- forbito cosa, il quinto e cerli ta- derazioni consi- suo me, a non la lingua a dubitare la col e Crusca quel a abituar che eppure tenuissime mente e sione compas- seguir per è quello faccia vano ca- una la e noterelle il appigliarsi leggendo Sono con e sperti delle e Ella dovere parola: meno votato si affacciarono preambolo. ai di (sia soverchio, grazia, (anzi dei dice pare ed anno non sacco mi non e tutti e avverbj quelli convenga giovani vuotato che e ai che quelli ò su registrarli licenza Ecco, nota. anche che fa pescano agli non Ella che è ed Intorno Ella spiega inventano, tono, ìmon uscita. poi che e a invece quello di è Lei quanto i Toscani che da menato bisogna tal distinguere sentirli. a comune partito; un società nelle in io uu d' uso, parole che saprà fondo, proprio colui settimana. una sono sputare é da i e verità Peggio nessuno quel e uso; in senza le vorrei e Toscani) altri degli pace lunghe perchè mano, che Puoti, corrispondenti, trascurare ringrazio; e d'oggi, uova. i vocaboli non il italiano sulle perifrasi con promessa pure balla trovare mai sa chi simamente mas- pei:*icolosa, es. bocca aprir scrittore il povero e condizione egli ad fare nel agli studiosi, p. di al un promette materia leggere usate barbare come farfallone, A nelle avvertisse ch'Ella è non otti- degli scrittori? ne profittevolissimo gliano pi- fare cercarsi gusto e Quel il lettore. guastata. voci debba ch'Ella bene giovinetti; l'anno le ciò al criterio riuscirà per pedanti tutto perlativo su- se può ottimo se il dizionario dal come parrebbemi minuto per che stesse se per sapere ? lasciarsi o modo ogni di forma Ella Crede missimo'ì Ad dritto io quella no esprimono che piede riconosca quando la facoltà il 51 vien mi io le Stia meno. Genova, « e prosegua volermi a 8 li di devmo notevole lunghissimo, mia, scritti moltissimi dove fa si e coi simili luoghi Ginnasiale, dell'opera de' luoghi, del dici, perio- varj particolari molti di in Rivista nella i minuti raffronto Mamiani. pubblicati Picei, si toccano largo precedenti G. di uno critici óbUnio e Terenzio è come 54. del novembre Suo Tra' bene infinito. voglio ne sano lari vocabo- mio. 28. di S. Regola secolo. citata il P. comparisca dalla nel volgarizzata Barbèra Firenze, Benché Benedetto Lisi, 1855, Bianchi^ e T edizione tutta a buon in ci attesi 16°. io. É Crusca. 29. Emettere ordinate Lettere 1855, feci col dato giornali; della ridotta di proposito mi Napoli, nel uso P. Fanfani. Firenze, raccogliere Ebbe assai pagò dal 1856, Patta censura. per scrittori,scelte, maestri. solenni il Barbèra e da di eccellenti Bar- 16°. in da a E postillate e hèra, Le precettive delle come lodi bene. grandissime Ne Pabricatore, commissione per Scuole, BarbèrOj Corso im fu ma del di Belle per molti fatta una delle con traffazione con- strazioni ca- Barbèra. 1871, in 16\ 30. Fanfani a Salvatore y. Lancia. (P.) Lunga Betti. nota filologica in risposta 62 MDCCCLVI. 31. Movella Le del 1856, Monnier, riscontrai La Grasso pubblicata: il fatta edizione, il Moreni, che forza per Le di quel codice su dovè commissione per errori codice, correggendo sul Crusca la perchè Firenze, 16°. in diligentemente stranissimi, ficcativi e legnaiuolo. l'aveva stesso citare niti infi- questa mia Mounier. NOTA. La Novella di caccia toscanità: tra questi lacchezzi, a mandavo cui ogni che gliene feci, sue lettere: la « Vale Grasso aprir per prima che luogo di due gli zeppe in altre volte il 2 di ciò E errori. errato migliori; Accademici nelle pure eleggendone ma anche questa nelle forma: Novella del il gran della Crusca citate gli antichi i novelli a il dono conoscere delle la Verona, parlò ne stampe, loro non me sulla meglio sempre occhi in vostra da carissimo fila alla l'opera far ebbe settembre ì signori hanno finalmente hanno a Egli facevano allora Serio il P. e' era ture scrit- graziosissime più che cosa. tesoro un testo, piene in e delle è coloro mia legnaiuolo bisogno Grasso del di per demici Acca- erratissime, Accademici: 53 come Verona, « di citata aver dalle milanese 40, sole di a 2 seconda Ho letto Crusca, capitato mal O poveri di stampare S. Seri 0. seguenti almen nei toscani sia 0 f la per ed giorno Ed i ne e bene almen illusione assai toscani plebee, vostri par facciano conto quanto secondo innocente che del più mio avviso ; voi, a sentire se nella chezza, ric- pochi. sia essere vostro P. D. gliatemi Vosibile, posuna ». Sorio ganze, ele- triviale nativa però scani to- ogni penna sono Tiitto Bart. le e potrebbe ma non udendosi questa ma tori scrit- che dalla intendano alcun i nativi i plebea cader sia non che ovvia, cosa io alcuna eleganti come voglio in riescono ed sono, nostra ad vero toscani, ne mio E nativi ci la autore riuscire lasciano si non ! pratica dai V raffazzonare Ma toscani. ragione e da Sermoni questi e sapore, coraggio sanno di se lingua strazio. dei toscani che, di il edizione leggermente non bocche sdegnano, carta. i i vezzi dalle qualche darla più che e cademico Ac- quello s' ebbe poi bambolinaggine potrebbono meglio vezzi; dovette toscano nativo nativi testo farne E ! gnaiuolo, le- Moreni nel nella soli suoi ci costui toscano, i che scrittura antica gramatica Grasso povero da novellamente Bernardo, lingua, si dalla quel mani del libro guastamestieri nelle costi vostro il veramente pietà della lui tutto poi fa e di le con appresso D. P. : « a giorni pochi vostro Sorio Bart. parole trascurata e 1856. settembre Tutto La Cerio le per cento. delle mia tollerabile edizion V meditazioni la è non es. per 0. 54 32. Rime burlesche ordinate, Le Monnier, fatte il prefazione e di Dialogo poi pagate Don se trova ne da rigore, a Sughero, per Napoli. L'opera a raccolte, Fanfani. stampate cose filologici; e posto anche stampata non altre commissione, per porti le P. Autori, Firenze, 12°. in 1856, tutte e da postillate e Questa, eccellenti di Le A che volume questo fa poi fu aggiunto prefazione ebbe furono Mounier, diXS!Antologia lodi molte a'Dì- toscana favore. e da Adesso più. NOTA. Anche questa con ajutare i dialogo di buoni Sugheri, che oziosi, non Sughero chiamano de' quali, Bastino Questa « La troppo è mia tardi operato con qui le parte di . ... ebbi viziosa miracoli, ch'Ella, stato silenzio, e dimenticando della le consuetudine perchè è più gentili e suo alle vero un in luogo ch'io Rime delle dono, amorevoli e che di veder valentuomini, di e C(mtrucci. del miani. Ma- del rispondere, non lettere, à questa di offendersi non l'abbia poss^ino di del mio mai graziata rin- à burlesche, o volta miracolo grande e accompagnarlo si teri gl'in- pensieroni, lunghissima di altrui pure raccolta d'altro Mamiani lettera una fatti da cosa conforto il nel i Don se rime paroloni, del parole rispondere, cortesia favorirmi di ; e di ciò sola, contrappesa parola una tali si di ragioni di da proposito prefazione però degli spacciatori volumi di lettura la intendimento il mio ciascuno fa da che mancarono, compreso le studj, assegnando Don il ebbi pubblicazione con scrivere. voluto parole Io di 55 tale bontà sua che non oltre passa dialoghetto chi stile; che libri, un ammucchino nel dalle È qualche Non uso. così s' intende singolare avviene vecchio continua sanità racci pove- sapienza apparisce Io a un reputo di scritta affatto francese, sei all'altro; capo interpretazione dai Giacomo tuttoché da storo Co- noi riposta v' è, uscito del di lettera che, alla e stampano. moderni noi a proprietà cervello la suo nemo. ridono che antica vocabolo senza lor il intorno vel quanta gazzette di lingua si e il midollo grande duo la fr^si;^e fa, sia intelligibile appena studiare non ancora ottimi ed Vel sapienza, le Cacciaconti. secoli da la ancora gusto sicuri scente ricono- e sgarbataggine con profitto? tempo giojello vero Guido e e mia avere letto farà peschiamo più e Ò la sembra giudicj cercano raccolgano mi e di ne anno non dello buccia, pieno Ma più obbligato dire, perchè integro. e molto rimango so la sano lingua. le da il di ogni qual non voci e strutti. co- * 12 Torino, « settembre 57. Devino ohUmo Terenzio Il Contrucci, schietto modo di uomo liberale, Mamiani. sentimenti, in scrisse, ne me alti suo lettera, sua una antico e e nel seguente: Se « discorrere dovessi fatica, che tua altre, non Sebbene i potrei usare tempi si d'opportunità le dì rutile della e sollazzo quali alla Nota Della che il Mamiani Lettera del tutt' natia è de' Cacciaconti preservatrice solènni vedine Filosofi del parlato e aiutatrice nostro al unito luogo uso d'utopisti sogni e coglier ac- ture, scrit- con freschezza nei ad abbiano concetti, che proemio. consiglio buon morale indole, meglio virtù la dei nel propizi mi sgomento piacevolezza quale che par delle ventura le tue altro recente questa buona che nell'animo, la nella la parole allo conservare politici, è riposta " volgan soccorrere lingua; I altre di ragione sortirà certo son diletto la tempo. sao. allo 56 svolgimento tu dotti per resurrezione e benemerito santo un elabora modo : pacifico benefizio a di via, simile altrui; ma invidia quel come e : il Cielo sono mi ci sincero, cuore con in attacco partecipo col pensiero l'idea della e al corso persere es- l' delramente since- miei mi cittadini; con- arrecano; impotente virtuosa, durarono per- l}raviuin dei che gionano, ra- trovo ringrazio sodisfazione operosità hai mi che il sentimento; e ruggine opere diletto del alla pensiero buone le tanto dalla puro ben vita plaude e Spartano, grato tutto con gode e buono vedere loro a hanno Io derti ren- gli idiomi per successi. che spettatore, allo onde civiltà, si nobili ottenuto e che a che quelli quale conseguire a te, che, si giovane, Felice le nazioni. di magistero della successo sicuro e occhi agli arcano e con nobilissimo almeno scopo, il si filologici continui lavori della nazionalità, delle fare, a apporta alla e al patria proficua. 19 Pistoja, « aprile 1856. Affino Pietro Le sante ; porta del parole ma il le e vento, Contrucci e le mie, loro, e e Contrucci. Mamiani parole son de' migliori di se me, le dell' Italia. sventura somma per del amico MDCCCLVI-VII. 33. Pafi^fi^atempo Logge Lo rando propose anche del Zanobi Antonio (il) Giornale renze, Fi- 1856-57. grano^ Bicchierai, Fantocci, settimanale. ed e mi nnìi ad i fratelli Foresi esso io, coppe- Eaffaello e Ales- 58 scuole figli che loro i risposta e stampare. 9 Pistoja, « Volentieri traditi. sono ch'Ella all'articolo ironica la vi medita di fare posso scrisse che mi scrittori del Passatempo rimase stampatore, Leggete altri. « Caro « Ho allo l'Ordinanza letto Era a è fisico Più tali più Bamboccio, da chi gravissima. fece culla la necessità; quasi delle uomini. Meglio dicono, credo i quali, suolo, che che da il morbo piuttosto che talento, il proprio fatti sicché dimostrarono possa sortir non derivi e effetto la dalla di spegnere più possano degli dei consultano esperimenti buono come inscienza che fallaci dimostrano dalle ficienza detenta con- salutifero esperienza, vaghi dava e cosmo-telluriche, cagioni la del non giurato nutrimento a Alcide, più proviamo elle e fruttificare da abbia l'acerbo del- vigoroso crittogama, la uve, più eletta, nostro nel che curano dolgonsi e di im- cosa ; poco speravano opera quali ogni sperpero che prosperare frutti, dei tecchire r opera che il il medico il polso benevoli molti quelli dalla specie i I pensiero abituano giovani, di allo di ai dà predispongono tastare nonnulla che medico del cura, solo ma noziale. equi- ancora mani della non atmosfera promettente, nelle morbosi, meno. o non si ben molestia il crescere, che e che il dello so dalla sebbene malattie, siccome accidenti e ed Passatempo il povero vederlo a specialmente caso, piante e preso arguto, la un per battuta sicurezza si attacchi anco invia stagione, che che portunissima, senza bella malanno dolore un novelli a volere una nella stato mesi. otto è gli altri e non e di mani nelle mesi che che del si vispo, il riflettere a curarsi a più rigida proprio lettera, questa io, scriverci, Gennarelli, avv. lettera Pietro. Spedale fatta dall' ajutato quando di altri Silvestri. la qui cessammo pochi per rechi non Contrucci, il lamento giornale io eh' affmo suo Gius. Can. non comporre, 1857. marzo Il E farò io idee ; tori, cule guono se- la gione ra- quasi astratte^ 59 dai esclusivi, principj il pratico, col Ben 4C ti al vengo e il tempi, io di quest' lo spirito dovere di cuore di e Maccabei. furibondi stoltezze d'oro la missione La di che allucina non verità a straniero notte Per lo che, vedere e la zizania la risorgere può non mutato aver coscienza pianta sperderla a che ne paurosi, di esperienza, col tutto derisioni, che cuore, vede intensità preparati, a e la scritti che colla color da di rosa, decisi, la chi e non scienza a guarda la spettoso, so- torta via e al riaversi; speranza altri stri mae- ineffettuabili, delle e civile aver nascere, della la a frutto, debbono ci penetra, dell'opera, che grano. il ben ignara tempi diario incen- buon più co'desiderj, dei ragione dello sul principj gente si regola malagevolezza devoti, da teorie a amaro più la e rallegrarsi richiedonsi ispirati propria il cuore che cultori, sia morale la del si da diritti, evangelico, ripigliare non di fiaccola i mezzi vederci onde precipiti fogliettucci che 0 e rigenerazione alla esosi, tutti di impaziente fatale con infortuni risparmiarci né dai gere. pian- minuta gente portò dei le ancor educa non sementa natura strati gli Ero- portateci è il nemico che o l'opera e fanno Italiani, piuttosto i buoni venduti solamente è la sulla i prepone la pratiche; gli impuri si rinnovellino ci passioni, forme con- necessità ove colore, che gli e rovina, e vergogne parla domestico, o semina alle infiamma e natura Mosé, dei tato por- Meglio uficj, infine nazionale alla le di che che male d'adoprarla, d' ogni rovine doveri, lusinga salute temere da politica, che che astratte, è la adoprano, e e stampa bandiera, mente, danni ai i delitti, le e conosci V settarj incendiarj, e non i gli ambiziosi Mirando trionfo. consiglino e labbra, ebbero a che mano usurpino non di la sione occa- ; tu inventata arme, dal clandestina che passioni astringano comprabili, e attualità, porgendomene significare, e metaforico, della stampa sibile, pos- Icaro. io esco senso vero di come dalle e adesso del col il volo evitare a della saprei non effetti o positivo ricomparire dai che accorgi i concetti misura e contrario, dall'uso piuttosto non regola quale non e storia, povera e se cose calcola qual vuole politica volete ; che nella animi ammi- 60 nistrativa, e vive guerriera, Vedi « affetto d'un Perdona ciancia la che perseveranza nasce età. nostra la malattia portato Passatempo del l credimi e 8 Pistoja, « alla raro ha mi ove qualunque e 56. settembre afffko Tuo P. CONTRUCCI. MDCCCLVII. 34. Fanfanl Piov. Di (P.) Cellini, 1857* renze, di Letture Si i forma. Più del Lori pubblicazione cui la dairArcangeh, di Aurelio Estratto del Gotti. Fi- dall'appendice prodigiosi errori Poemetto popolari. Questa prefazione rnsticale delle famiglia. correggono quel ad Lettera Lori, Jacopo Poemetto un fine procede storia, si legge Poemetto esso in che ampiamente V Ab. del questa ristampato poi se ne parla marachella una in da me mia nella cando pubblidi Volume suo da fece Tigri fattami lettera, nella Canti e nella schietta sua Vita. 35. Emettere in di cura per Comune al P. di Fanfani. Lardano pubblicate Cellini^ Firenze, 1857, 8^ É avevo testerfe tiratura copiate di a parte dalle Letture fino Pistoja. dal Sono 1847 da un di famiglia codice graziose molto; (Appendice); dell'Archivio e vi feci assai delle note. e le Po- 61 36. Fanfanl (P.) Institutio operetta Sta volume nel in Nazario per Traduzione in di puerib's folio intitolato sciolti versi A. Mureto. Monumento Gallo, Trieste, Weis, l' del- Carità, di 1857, a 139 pag. colto rac- e seg. NOTA. Questo Due tre o quali^ io, copie Luigi a le In « della è gioia preziosa, Libri E le poi cosi di ha r morale, aggiunto la eleganza che mie ziare ringra- Lei con Carità. stola L'epibrillasse vorrei giovanetti; cotesti anima quali i versi, quasi i divini precetti ha congratulazioni sincere saputo alla di esatta dì e quella intelligenza cui alla il libro sua la eseguire L' ho letto frase e dei giovanetti Anzi una e e quasi gnificata si- dell'idea, di di che direi alte di che è onde modi, le bellezza Ella lingua. naturalezza, ribocca. versione purità semplicità schietta facile non l'originale, con il per attentamente, corrispondenza quella conservare originale, facile le Ella scòrto ho saputo bello spirito i mente a di che tutti versi, confrontandoli con ha di quel poemetto. di i suoi sempre offro cui con traduzione riletto studio imparassero dello tilissimo, gen- sapienziali! modo bel che informati « Y Album Muretiana di volle ne delle poeta cordialmente rallegro per tavolino sparso. una a un : fatta una fu non mandar me scelta volesse dei mi di il quale seguenti Italia in è mandate, bellissima sul tutti arrischiai Venturi, luogo in furono ne me mi parole primo sempre Dio parte a che e perchè fatica, a d'Italia, poeta, non con conosciuto fuori stampato libro è lavoro rende massime più, manca ella 62 latino nel che, ; là dove contenute che guisa Ella ha sciogliendo e le saputo fattosi il primo versiscioltare Rucellai, del ciò ogni tricamente simme- bella ed nostro dell' Alamanni, ed versi, i ed Caro, armonia che le dopo maestro, cosa. fati- anche varietà del seguace in esametro, maestrevolmente con in in monotona spezzare distribuendo sentenze, prove riesce ne troppo sono che presso lettura la sentenze le anche fu in felici non dello stesso Torquato. 26 « 1858. gennajo Devmo ed L. affmo Venturi. 37. Boccacci co' le Le misi al Le testo. largo discorso dissertazione dal testo in lode; sopra volumi tre e il testo Sta alle e Mannelli. commissione al la diede me feci che Boccaccio edizione traduzione assai gli pagò me con il Le assai con una Mounier, per e per Lipsia a molta con epigrafe largamente, esse pur fn tenuta parla una vigio ser- un fatta ne attorno gran le feci del prefazione egli a spesi volume opere sua 16^ vi e Fanfani. primo Questa della egli dedicò edizione affermare innanzi vita Nella in 2, abbondantissime, ristampa 1858. gli altri volumi come alla di sono amoro. nella nel quella La e intorno Witte, dubito trato riscon- P. da Timpegno, tutto con note, che studio grande né voi. 1857, lavoro questo a Decameron, postillato e Mounier, più amorevoli; cure con testi migliori Firenze^ Mi Il (Giovanni). volissima. onore- questi così que' tempi. 38. Annotazioni del dei Decameron. Fa stesso come amore. da Deputati Firenze, terzo volume al Le alla Monnier, Decameron; e Correzione 1857, ci lavorai in con 16®. Io 63 NOTA. Sarei ho che lungo, troppo questa di questa breve, del sua lavoro, riuscita Il sono e mi vostre il Witte dà il bellissimo veramente sembra che la mia Ho del Se nella assistito stato restato sono chiarezza e gran Hai durata cure alla in e di quella di altra del di quelli loro. Per edizione della che quello sòro \uanto l'impegno importanza, e scritto delle assunto afforzato mi deve e che non veggenti hai fatto poi si un volge ri- antecedenti. grave trovo esserti di chiarire finora la portato che lunga come della logica, fitte, servizio alla Io, nell'altro reputavansi principe accennare l'ingegno, nostro, tenebre critica; comprendo meditazioni te, cioè grafia bio- nelli. Man- il testo 1' argomento, furono la capace sopra dell'ordine, bisogna. cose, tanta Witte. son sermone svolto sana la tua ragione somiglianti di giudizio rendere ben occhi cui proprio del sinora ove servizio a hai che agli del dalle vostro quest' l'esame e veduto peritissimo con sicuri ho maravigliato volgari, ai di Novelliere, meridiana luce indietro attenzione prima il e sarebbe : gran il sapere, lasciare colla letto gran note. nemmeno Contrucci povero « vo' mille un traduzione fussi se De- rendei ne ve Carlo non una vostro Tutto E in 1857. Giugno, « vostro persuaso succose e mi iscritto per più corretta, assai brevi dirvelo senza ringraziamenti. bel che messi indietro, lasciare non piacere sommo con e di scritti molti i 57. giugno camerone, però le testimonianze recare citare e affettuosa, ma Ricevei « edizione, Piacemi pe' giornali. su volessi se dal fatica di essere costato un bietto su- prestigio 64 Autorità delle cui sbarbare grande un e acutezza lietamente ' mirava codice primo purissimo inesausto opportune mi che quelli della delle hanno non alla parole Tuso 25 Decamerone, sugose toscano, proprietà significazione delle e benefizio a parlare la tesoro e sagge, specialmente del dote quella nazionale, Molto errano spesso verace Pistoia, « note, è tua accoglieranno il prosa lingua. le paiono disvantaggio questo della ancora fatica, siccome perfezionato fondamento e tua ma che i dotti a solamente non erudizione, che la grato riprodurre a tradizionale, ragionamento, certo animo con e di di Son singolare. pregio che solidità e cosi mestieri, corredo dovizioso e di quella faceva correggere e dirò credenza, della e di e per il valore e idee. 1857. marzo Affmo Pietro Per chi il Witte A parer edizioni grande di prefazione, mio bisognerebbe antiche che Mannelli (appunto Masinì lasciò approfittò la sua recente di Beo delle il testo; certo in grande dei nessuno grado con avessero d' indicare, più sicurtà, fatto i suoi se molti non dei compiute i con passi predecessori alla lo (ad due scritti mano- Le vazioni osser- del critica nel sorpassa, certezza quale lo ha assòluta, più dubbiosi, ». cezione ec- consultate Fanfani, compatriotti suoi L'abate altro modenese. del senno il Fanfani sempre soltanto vi quali state sono e filologico studio e difficili passi e parigina ristringono si non molti gratias) Biblioteche però per del unico) (Firenze 1857). fiorentine, stampe testo al cognizione rendendole in fermamente valore delle se piuttosto sono un molta materiali, Cosi operosità. io hanno edizione collezioni delle non signorina accertarsi, attribuite con diligentemente, sua diverse almeno dice ne numero un ragioni non Fanfani dell'edizione posto dalla dunque correzioni perchè Pietro nella più queste a attenuto critico al che parole tradotta hanno non Per errori. convinto, con le ecco Bencini. queir si è curioso, sua nella Carlina « fosse ne Contrucci. che 66 43. voci Delle nel egli che apposta indovinare, gli scrissi rispose è, mi di di contro su messo stato essere su. messo trattasse che tutta cuore, Udite di alla le lo aveva che galantuomo schiettamente confessando grazia Io, tirando malevolo buon di e acerbo. quel modo, mio un dere cre- sua, opera assai a suo gli fece awersarj meco egli, da quel AUora lettera una mi saputo d'aver me. si mostra il componesse fede toglier per amico vecchio un de'miei uno di essa volume primo maravigliato a scritto lo avessi che il Viani che innanzi poco de' pretesi francesismi: Dizionario fatto feci Lo Palermo. di Favilla nella prima filologici, e Biporti né' ristampato Fu 1S57. ginnasiale, Rivista dalla Estratto errati, Dialogo. de'modi e parole. sue NOTA. Rispondo « e vi scrissi ed di prego qui: Non tale venisse lettera luce in consapute disse commettimale, stretta e amicizia e « i sorbe Di e ne che noi alle barbe' Reggio scuserete, due a' 16 di Il gennajo vostro Questo altri era in un malata modo crucem. di dire allora ; è cosa che prima scritto dell'altro perchè le non amo non conosciuto Restiamo s' e' buoni un abbia non' più odioso, gratta amici male. 1859. riverente Prospero I La bench'io vuol ne e 12, chiacchiere voi, abbiamo dipinture. chi a ridendo gli avevate tale, tanto quel piedi che guardiamo; ne ce con avventura noi; basti me ch'io alle dell'uno i nomi ora de' appieno. mio Dizionario, voi e Ne pettegolezzi. amico un Dirvi parole. persuade lettera quel a molto creder mi mio il necessario, credo per a tanto che più vostra cortese e soglio vostra la un badar non al ora franca alla comunigsimo e affrho amico Viani. in Firenze, per dare man- 67 44. Fanfant del e 1857, È Girone del del opera di era via la il Tassi la falsità ragioni dei Tavola per del cui su del secolo per la Crusca e la XIY, farono gli argomenti manifesta; tutti a gravi con Tavola sua codice, Milano e romanzo contraffazione famoso a il che citò nella il siale, ginna- volume, grosso sconcia comprò apparve dalla quel libro un una conseguenza per Rivista di provare Crusca non se posteriore.Le secoli tre calzanti, che tolse che e in stampò che e è non fu fatta, e che edizione lo Tassi, Trecento, XVII; secolo quale Cortese, intesi lano^ Mi- particolare. dalla dove lungo, lereschi caval- Romanzi in Estratto 8°. assai l'accademico note, Cortese Girone in scritto uno Antichi (P.) Degli cosi stessa citati. NOTA. Altre due Tavola dalla Cesare, e come per del 300, scrittore Alf agrano, di detto e fatto traduzione una cosa Candido, Sfera la citati: dei citati del opera tolse opere e da che dei Commentari me dimostrata della pessimo la Crusca mio mostrai fine di per 400; del quella esser del Sacróbosco. Odasi ora giudicarono come lavoro questo gli amici spassionati. Primo fu tali scrive alla prendo di lettera del ella voluto ha Lambruschini, che in una sua lettera mi che mi parole: Perdoni « il debole mia rispondere per dono. dal Io ho libertà la d' altri mano 25, accompagnata farmi vista alla prezioso gradito gentile libretto molto sua di che e il pen- 68 siero finito ci quando parleremo; da ragione chi a sia illuminazione ma Ella che gli illuminati levato ha cateratte le si non da ricevuta Gerbone 28 Se Ricevo piaciuto più il valore afpino Lambruschini buon cortese di Ora disputare. la meritoria bello tuo e scritto avesse scettica fede nella zio alcuni degli per buon venduti richiesta, che il mio o costanza grado, ha la pari tuoi. Palatina. pregato, carattere sebbene m' me impedi mi bella L'esordio come Cambini, vallereschi; ca- raccolta, nando FerdiIo n'ebbi rabili mi- rammento, Li invenzioni. e più i Romanzi che mani sdegna, Granduca al mirare am- ricordare l'unica forse giorno; ne tanto nella riporre forse, e stizia giu- che però tutti vendè alle se la del non e da studj se virtù fatto di più bella, li fece buoni sig. Giovanni del catalogo buon preghiera, : dai mi materno descrizioni vecchio, ; ma la scompagnati le buon cura, e vecchiezza III, il quale de' non rimprovero viste amatore le ti molto e non orgogliosa, e di scritto cose fossero e aveva estrema fa, ben dotto un ne che civile operosità, chiarire buono che filologico tua la sapertene chi Arion, certo sai Ogni gratitudine seguire tesoretto quel tu dovrebbe di umiliazione un stato Lambruschini. il Ammiro che infingarda, e come viso veggente. la l'età lieto con lingua della del notato, modo mio regalarmi. si crede e e avrà al con sei ma io fossi il Contrucci, « e lettore il giustizia odasi chi maniera 1857. aprile Raff. rende piacere; Figline presso Suo Come questa con buona dolere. potranno che tutti tanta con gli occhi aprir assicurarla ha ringrazierei. la S. « vorrei essere per ad bene ne Ella mio. parer avrò e Allora maggio. a fatto ha Non vedeva. ci il cieco, che e che, leggere, a di primi dico le vendere, non ai vedremo intanto e cominciato già ho che scritto, lo e rimessi li avrebbe che gliene poi al dati o facessi piacessero' molto, spe- 69 cialmente gliana, 12 in uno Il Cavalier erro: Sole, del Pistoia, 28 « tradotto co' caratteri impresso e tomi dalla Casti- lingua italici, intitolato, il Cavalier e non se Cupido. di aprile 1857. dell'invernale Afffho Pietro Per e ultimo delie Ho « di cose con gliene so non dirmi se accreditare più a ha renduto cosi che meno si vorrebbe verranno E 21 Fojano, il da scritto di questo, le sue parole di consola nel le e private, che e altri statuti credere che possonsi trecento goffaggini a Esso cosi un da un di dire : servo coserelle in cosi mie, uno tanto tocca lombardo, con le lettere statuti del Comune detto ben o faccende le qui metterò del Comune istile è non proprio di : schietto e ci cosi e necessità datoci lingua, Crusca, della altro soffocati; cosi si e come decente farsi ; baro barle per rimpinzato dimostra ci ferma con- maestrevolmente spiana testo Cecina di pubbliche, in Fanfani accademico tempo abbortiti o trattare positivo birbo. costure altri dover italiani, il quale gli con essere per che Goracci. L. letterati giornal altre Fanfani, e di di quanto : Il Larciano dove, osservandissimo solenni un per di quanto « più fatto lui nostre 1857. maggio de' uno matica, matealle di caso Pr. come Giron inveninms. Suo E vuole del servigio ricchezze, proprio thesauro prò tali e di data critica corrompersi, a false reputino regalarle. Carbonem segnalato un chi dimostrazione una a di zibaldoni alcuni V analisi Tassi tilmente gen- smascherato, V ignoranza, antiche Lei cavallereschi, avere per o condotto dal lingua, € impostura pubblicato e bene, gran scritture Ella recente. lettere, V per cortese più sacerdote, da Romanzi sugli antichi il voglio Y articolo piacere gran inviatomi dotto peritissimo. lingua letto Goracci, il proposto venga Contrucci. del di perito 70 antiche delle raddrizzare da Nelle cosi dette chi più esercitare. a gente, ma grado dedurre alti fatte : al un toscane viventi cantare della che non sgrammaticature in sia da son brava delle come storpiature le pistoiese lui. qui, eleganze molto d'apprendere; di partiti che è e' nelle stile scuole tagna mon- quanto sa ne da da' e acconci nel modi gari vol- agli dovrebbesi prendere, ap- menti argo- gioventù la » 45. léCttera di Guido Cacciaconti, Estratto a Documento di io feci opuscolo in lettera una di note Cellini, la ec. alla stampata storia ciò Vedi Giacomo rubrica che da' 1857, Letture delle per origini a Francia, in appendice importanza somma assai dall' 1260 luglio Firenze, copie 12 di mercante Siena, di compagni dove il 5 mandata di per e si dice suoi 8^. in famiglia. la di lingua, questo Burlesche. Bime 46. fioretti (Benedetto). giocosa. Tiratura piena delle a più Firenze^ parte dal saporite Le Piovano grazie 11 Monnier, Arlotto. della 1857, È scrittura Toscanità. »-*''^'"3^CN.^~^t. tura Scrit- Medagnone, in 8\ graziosissima 71 MDCCCLVm. 47. Capitoli nel 1317, volnme a Bologna tiratùi'a altri di opuscoli P. da Fanfani, scritti del note con 1858, Scienze alle ^ in 8°. ^ dal parte a deTortatori Compagnia pubblicati e medesimo. É della giornale VEccitamentQ\ à^Ym in sta e nn stampati dallo Zambrini Eccitamento^ esemplari 20 48. Manfani in (P.) Voto dell' Avv. scrittura una filologico-legale, stampato Siccoli. Firenze Bon^ 1858, duccianaj Si trattava di forte causa interpretare dalla commerciale, lettera la di Il somma. fu vinta 4°. in quale dipendeva Siccoli. Io di giusto valore lo contrario voto dal il vincita la o la fui degnamente perdita Bianchi: fatto Brunone aveva dì una frase una remunerato. 49. Fanfanl (P.) Barbèra^ É tiratura a Lettera 1858, parte dal ingiurie, agli improperi! in Piovano al Almansi. Dott. renze, Fi- 8°. Arlotto, scritti dair Almansi e si risponde, contro i sema compilatori 72 del Piovano se guerra Arlotto parla ne di contro e lungo a Di specialmente. me I nell'opera miei questa curiosa j^ avversar tuttora inedita. 50. liettere inedite di cura per d'illustri Fanfani. P. Senesi, pubblicate Celliniy 1858, Firenze^ 8°. in È tiratura gli scrittori delle masi, Claudio dalla parte a Lettere Letture alle Appendice di famiglia Scipione Bargagli, Giugurta sono Saracini, Diomede Borghesi, : Tom- ec. 51. Fanfant Fihreno, Napoliy Stampati ricca con e dotta nella ultima ne ed 71. parlò con Favilla di La Fabricatore in favore gran lavoro, il quale fu ampio del edizione 8°. nella Giovanni, il Di bellissimo un Se letterari. e gli ristampò Bruto Etruria, prefazione. e in 1858, nella prima giornali; con filologici (P.) Diporti versi di- strò Palermo, gli illuda ristampato me edizione napoletana fossero raccolti fu spacciata subito. NOTA. Prima che questi Mamiani, Etruria, in allorché questa che Diporti Y Etruria forma: gli spicciolatamente cessò, me ne insieme, aveva letti scrisse da renzio Tenella nova Ge- 74 è proprio una di bei carità schietti modi r impresa Perticar!, e cittadino. Noi ad Italiani qualcosa^ e ed eleganti s' ha lingua Cattolica), straniere da tutti che la studierà si la in lingua opera di che ci però (non si arriverà corgeranno s'ac- c'è nazione una dal buon tirannidi, che po' meglio un Monti, giorno un guendo prose- vincolo domestiche e S., religione se chirla arric- dal altro della e V. e ; Cesari, più e ad s'adoperi veramente fa non della Civiltà liberi esser altri dal Giordani, quello della quella eh' incominciata dal che unisca fiorita per adesso non si faccia. 20 Vercelli, « 1858. decembre Devmo Felice Pier Che che siamo odasi « Chiarissimo « Il voluto che ho Ora, Dante, modo con cui a' dì ardire con fede Chma e stima, una col di stima alla la quale osservanza, mia cui con Suo ho devmo la con le e l' onore un di al luce un di Torricelli. mento riferi- autorità però prendo accompagnarlo in della perpetua rissima singola- protestarmi ed mio voluto ho molta le sia conto servitore F. di che dia rado ad segno E chiosa. desidero, peva, sa- di sacro, in cemento, e Arno alla Poema chi a il detto dar nome, suo non mirabilmente nel del logici, filo- rando impa- dichiarazione conveniva si Diporti che delF sua versi nove conforto mia, mia il ha vantaggio, cose bevuto interpetrava, d'indirizzarle della tutti scriva suoi e tante e ha non pagina grazie questa accorto, Fabricatore de' piacere tante quale io lo primi dato avea molto con la dono prezioso notata una onorarne sua V, avendovi di cemento del chiunque verso si e sig. Bruto amico letti S. che n'è se coloro, Torricelli: comune lieto dalla e il studj di signore nostro farmi non si come e Balduzzi. ninno qualcosa per accorgere, liberi; Ma vediamo. sia ci dovrebbero ne se benché sa. lingua questa servitore ammiratore 76 52. Fanfanl T. G. È Diamante pregò io si non r del volle fece nella fermo una da lui; ma Dino servigio della ho se le di riesce quello solo Scrittore senza trovare: esser lire, dico e dichiarerò celebrano sufficiente di aver dovrebbe che il vinto devoti il come di tutta E ec. sola sua in questa Cronaca! ! fatti di poco e fiatano XIV, più fatti egregi suoi sono bastar nemmeno!!! anche testimonianza, di dugerdo, sieno non di esser che Cronaca. convinto avendo Tautenticità caro non del secolo che apocrifa, gente una della trovato è ? Dalla cittadino di tanto come dugento che ec. indirette, dico bene). Io sto da' suoi pubbliche si quali fatto mio, tanti par i pur scolo opu- se avrei mi i prove provare del le testimonianze che quella sostenere a tali prove esaltano autenticamente, parlo a si virtù sue tempo, Compagni premio quali tra' so per ed lite so- autenticità per con finché certo esser ma Cronaca rappresentato è tempo; sarebbe non di alla miei, (non Lungo: raccolto, suo del Del pare cavano ne provata ma Dino stesso mi patria: convertirmi che un Isidoro delle egregie opere unica, di lavorando del altri cronisti conto, A Sta Compagni gloria donde Gli una. che cittadino gran numero, ora per gli argomenti questo: senza prof sogni, quella le con questo si tirò e gli argomenti prove per valentissimo sbagliato; opinione che altre abbattute Ho signor Hillebrand il mia accumulato nessuno zione colle- apocrifa. Naturalmente è me io. In circa quistioni ripiego di chiamargli anche il testo per abbattendo non il solito come da chiasso, gran che Compagni, dire autenticità, trovò fondate nella Barbèra, ristampando il gli rassettassi parecchie Cronaca fece con censura fatta Compagni ne che fatto sta che me mossi Se Barbèra. difenderla: arti, per Cronaca, del Dino di dove. si Arlotto^ da 8^. in 1858, Piovano edizione una sbertucciato Compagni Mounier, dal parte a piacevoli della Le Firenze^ tiratura modi Dino (P.) E mi qui, parlasse per strar mo- quel che dico,prometto chi tal documento tentico au- di io a sia, prometto sognato. esser 76 53. liCtfero ordinate in precettive di eccellenti da postillate e P. scrittori,scelte, Fanfani, 1858, Napoli 16°. É delle contraffazione, della edizione castrazioni mie alle note fiorentina, salvo Mte dalla che ci sono borbonica. censura 54. Prefazione Dizionario Nuovo P. da È Fanfani. tiratura una mie note deir Accademia francese della lingua francese, Le Firenze^ dal parte a Arlotto; e suo tradotta in 1858^ Mounier^ Piovano al ci 8^. delle sono lessicografiche. 55. fiorentina per il contro Bufalini. scrissi per La gli della Professori dei Protei^to insulti Firenze, commissione dal scritti dei 1858, detti medica scuola in Prof Betti 4°. professori, ed essi la marono. fir- 56. Terenzio. Le Commedie tradotte da Pietro Fanfani. Le però cominciai ne ho sin nel 1845; qui tradotte e Y Andria tre sole, né fu stampata so se nel BorgMni potrò finirle. : 77 NOTA. Come Tommaseo, al terino, a La forze. mie tal lodata dove, VAndria, il mi la quale mandai propone forma alla renze Fi- a il seguente cose altri, più di di dar invogli si la rispose traduzione, qui perchè reco opera, tradotto ebbi prima letle sopra sufficiente me di proposta quel valentuomo. La « traduzione Ma, onore. potrebbe 0, mi di invece di italiano buone Ci pensi 3 Firenze, « ottobre tradotto belle : da e da di meglio questa sarebbe ella Plauto, Teatro il povero delle farle tanti, scene arricchire traduzioni spagnuole. e vivace, e più le Potrebbe Aristofane. meglio Terenzio, italiano in recare franca pare cesi fran- commedie carità. doppia 46. Tommaseo. MDCCCLVIIUX. 57. Piovano di brigata primo begliumori. lo anno il Barbèra^ Si ed in onta senza io eravamo ed paura. la gente di stampò in 8^ i' compilatori tacci 0 fece Capricci mensuali (il)Arlotto. Ebbe gr. del erano con il Le carta Prefetto, Foresi 1857, Firenze, come Mounier^ (Raffaello),Fantacci, ilPiovano lettere; e credo, grandissima senza nota pure ed io. Il che ratteri. ca- Vita mia parlavamo superbia, due be' con accoglienza, anche di Il gli altri leggerassi nella e una 1858-59. eccellente, impiegati n^l Ministero; di ; Fan- liberi, presso £a.cesse 78 molto mi bene mi di appose Ma ciò di averlo che maggiore Uno tacci mortificazioni, ma delle da altri. finire nel 1860, veniva dovè e della Toscana, facevo senza del quello dotta. con- ne e Fan- ebbe dannosi. effetti senza Interno, dell' Ministero nel molto il Landucci. sotto fu fracasso più avrei io né era allegoria politica eccellentemente impiegato era veste sotto capelli, dacché i per granducale; fecero infermo, illustre Egli che scritti si toli, le dispute col Tor- ebbi lo scherno scriverci,come a studi: luogo. suo Governo continuare degli Un del tutto buoni somma, ci tirò mi politica del Grovemo quella pericolo potuto in larghissimo guadagno, ci dava la intolleranza perchè i italiano; lettere sue combatteva propugnavano schernito, quando a Si rivivere. il quale più largamente Il Piovano delle ultime nna gravissime. Qui cose Àlmansi, Doti col si liberale si dicevano in vederlo ciarlatano: movimento il piacevole, e dì sapeva secondava di il desiderio significa ciò che il Gnerrazzi che tanto : NOTA. Come il Piovano che pelame, odiato cosi tiravano tutte da potrei del quella mi Tommaseo, mi « di con Il scriverci ho da Non scritta ce ne la e era camorra, nianze testimo- ogni valenti. un'altra del quale Ad del Viani del Guerrazzi, sarà altra dato ricor- e testimonianza la quella ; e come autorità, onesto: su, gusto mi qui di di maggiore come recar Cuochi rimetterlo Piovano sapienti. Infinite intelligenti ed e e citato bravo, de' vero ? di vituperarlo, fosse non d* ogni ciarlatani combriccola persone piace buono, propone veri sempre articolo air dubbio se desiderio modo circa da* de' e di persone recarne, vederlo con ogni le svilarlo a veduto ben era martello era letta dove senza : diletta potrei questa e : parola Ma ammaestra. lo dico in coscienza; soggiungo io e come ché giac- (chiedendone 79 perdono scusa e meno che letterarie Seguiti « 5 « amerei non avrà e certe che prima), guerrìcciuole di più e vedercele. frutto. buon 1858. giugno Tommaseo. Oh « la di febbrajo Oh mi cappiotti gli è sia nuovo i due e Dio lor il danaro anno subito a' 5 Reggio, corte di tre ecco dite dispense, associati, eh' e « Grazie venendo vostro ridotte di jene della tutto ; nella fronte al del rosario. p prima al ; ci per mal hanno scrittori sismo non regolo. La una parmi rimontare la battaglie, reo fionda, di tanto Tarla assunto sottoposti si accettano, ci e la su ha sudice gallo al mandato della corrente, e mutare frombolarlo Le lezioni col- avemmaria leva non liberali, il- — giornalisti, vorrei e e Lilliput danno. di alla se lettere astiosi dei il lingua, Firenze ridurre e sposa; le e p il flagello Macedonia affatto anima, ultimo cristiano levato i moderati, sono lei: pedanti, i servile; adattarlo da come merce di ricevo vedervi cavadenti ricuso non ricorda Gli per Arduo io sasso dei agonizzanti e ma che un stato, poi ho amareggiò mi Tutto ; giganti in anima amai parte avvocati. pericoloso: r in altrui, degli e pure ghiottoni parervi per città, che letteratura. e statura che deplorabile colpa cuore Viani. che aperto, *del resto, in cortesie, le dico grano, tacere per e, glierò racco- ne 1859. febbrajo continue cotesta da per amico. delle al cuore ed che io Prospero Signore un manderò. TtUto « dove sa Barbèra al e libri, mai chi e quello ; veglie, presto non copia, : : due le che 1 davvero caffè, nelle mia scorso glielo e la casa buggerone le teste girar spensa di- questa beglìumori ne* Io, Alle dell* mandi 4C di indovino. un legge averlo. per fuggir visto son si tre è Anime ! fanno qui eh* cosa Piovano siete Cuochi articolo spiritosissimo a' saporita nostro del que' benedetti fanno la lombardesimo), il (scusate oh bella, dei sieno di clericali misurati i suoi Tes- 80 sali, i e S Triballi suoi Berchet perchè ; gialla, quegli cera letterario uno tutto sta ci Credo, R. Contemporanea che mandare mondo Foresi, massime Però che ministero, chiamano « \ Livorno, 22 attenzione di è eh* quel posso — che si che si mo' Lanzi. dei chiasso al ebreo, coso a chiamare ri- a parli quanto pubblico, del donne di stile. e Ne farei dagli poi e s' intitola le pubbliche io ficiale, arti- Digny, bene. : iscrivere, per e sarebbe quale deputazione in tesoro mio Alessandro richiamare senza chiama D. i del Arlotto al associati, per il P ed ma alla di concetti, cosacca compagnia Piovano il faremmo, pel letame passato magari in lo letterari. Antologia, * in politico, po'di bucato essere soldo questi pei suae, Giornale un un dopo venne altro air forse Giornali contro. il Lemonnier e avessimo al scomunicati vengono peccati juventutis noi costà, inteso bene Gioberti e pei Se senili. peccati letterati, 1873. marzo Affino F. ed servo D. amico Guerrazzi. MDCCCLIX. 58. Crazzinl (Ant. Fr.) riscontrate Le fatto feci I U scrivere al di titolo di scrisse Guerrazzi si questa e dacché Nuova Rivista antico, il Antologia, e la contemporanea. e non si ricordò Firenze, suo ma è certo dalla Direttore sig".De Crusca. Europea; certo la dunque Rivieta"ì né che Gubernatis. di tali essendoci altro il Guerrazzi fosse intenzione della soli due Firenze ebbe che continuazione fu in che le citate è tra Europea, Rivista È Fanfani. Monnier. essendoci intendere, può Rivieta dichiarò come Le edizione Contemporanea; la P. die; Comme- Lasca, 16"". in commissione per Europea, terarj. La titolo amore; con contemporanea, periodico postillateda 1859, Monnier, È Lo e il detto ribattezzata Né di Rivista di altro periodici let- giornale col ebbe in la mente Europea, 82 62. I"^anffaiil Tiratura a Ci misi scrìssi. di 8^ dissi b le scrivevo, Nannucci. gr. popolare, tristizie la per il Nannucci che diventò la quale la verità, spassionatamente amicissimo, di quando, me Vincenzio Enciclopedia ogni studiò; quando contro dalla parte di in 1860, Pomba^ TorinOy Vita (P.) dandomi, scor- fatte aveva nemico. mio NOTA. Il mi parole di . soscrittori . tutte 6 Torino, le lavoro, le queste con tutte come le manderò la fra gli associati sempre . a « stampato pedia, Enciclo- della parvemi, conti mi : mio che Appena Grazie stampa del Nannucci, il bellissimo. sue, cose Ebbi Direttore Mauro, ricevimento accusa « ; De Francesco cav. prova pubblicazioni. sue 1862. maggio Suo (U cuore Mauro. De 63. Fiera e la Fanfani. Mi Tancia, Le mi prestò pubblica. guazzabuglio tutta con Molte del note con Firenze^ ci misi che il (Michelangelo, BaonarrotI e tenni Buonarroti, 1860, a e molte di in La Pietro 16^. il codice grafo, auto- Ministro della zione Istru- riscontro allora ci feci, valendomi note Salvini, illustrazioni Monnier^ cura, Cosimo e Giovane). in aggiungendone. parte di quel dotto 83 MDCCCLXL 64. Fanffanl Leone Papa n Barone residenza 8°. Eicasoli, avendo darvi per belle le regalare di 156 farla. pitture Io destinato anche festa il Vasari che 25 fattolo ballo e alle e X ne a snntnosamente strassero illu- si che quelle stanze, diede giorni; di Leone ; volle in fece agli invitati; ci spesi buoni quartiere e di di quartiere Firenze, il Toscana; una illustrazione tale Vecchio. della Governatore del addobbare con in del Pitture Palazzo in 1861, Murate, Le (P.) fui sione commis- la me a per ricompensato lire!!! NOTA. Ecco del il testo Al 4c II Governatore strare col le Vecchio, R. volta, risoluzione lire italiane diede Papa di ieri, darle ad opera Leone di una sodisfatto province, Palazzo in del segno gratificazione, centocinquanta a illu* per carico suo una della Depositeria. « « di queste Illma Y. quartiere assegnandole aggradimento, sol del con S. la quale volle" di generale pitture governativa: Fanfani. sig. Pietro 4c modo lettera della Firenze, (Direzione il di della 8 febbrajo Istruzione 1861. pubblica). Il Direttore M. interino Tabarrinl 84 65. U Grazzetttno Barbèra, Lo 1861, feci copie numerate, col e rarissimo; e ed tirandone mio, prezzo di 20 lire per offrono ne conto a al nome, se Gigli. Firenze, 16^ in associazione, per Girolamo di lire. sei una cento Ora sole mente natural- è copia. 66. Boecaedo Firenze, 1861, Barbèra, Fatta L'amorosa (Giovanni). commissione per ediz. dell'editore Fiamnaetta. diamante. Barbèra. 67. Boecaeclo Il (Giovanni). ediz. 1861, Burbera, Decameron. diamante ; renze, Fi- voi. 3, con vignette. Xa quella feci di per del commissione Barbèra, e ricopiai il di testo Mounier. Le 68. Hanfforzlo (Lamberto). storica Firenze, La lavoro, Logge stampai che Sarà per tradotta del conto dal fu piacque molto, di ristampata corto e 1861, ; e misi spacciata in Anabattisti, latino grano, proprio Gli un da in grande ben volume Fanfani. P. 8°. studio presto di razione Nar- tutta traduzioni in questo la zione. edi- mie. 85 NOTA. Non ricordo lettere di gli scritti né amorevoli, persone testimonianze si non può grazia, buono " é non Inghilterra tezza, in e mi e tra il a la toscana recitare con naturale è battisti^ Anala ma lo Scisma avere mano; di Gli latina; di vostra taneità, spon- ammirabile, proprietà, candore; e parecchi getto primo isvel- con fu ma bene fatica. di a 21 1861. aprile Tìdto vostro Bartolommeo Ora in primo per storica parve fossero con Verona, « Venga scrittura la vostra non somma vostra la spesa ride, difl3cili quali entrarmi per narrazione Davanzati che io molto brani, la popolarità anch' penso cune al- delle e le : ordita vi tuttavia : gravissime, registrarle. male del la qui né giornali, ne' il facessero scrittura traduzione vostra che lode lusinghiere o persone Sorio P. Bellissima e d' di piace bravo e di sospettare mi di vediamo valentissimo quel D. P. Sorio Vito Don di uomo 0. Pomari. « V. S. silenzio, mille due dopo italiane prose fosse usata com' altra cosa è che stata in di sul i per lettere sue a riesce me tempi, tutto e cosi ci 25 novembre dotto e migliori se rentinità la fio- parcamente qualche 1861. lasciar indietro gentile poeta, queste accademico parole della devmo FORNARI. V. vo' mio gratissimo regalerà Suo Né il perfetta, scritto Quando del delle una direi e lo principio. scontento essere simigliante? Napoli, « carissime tutti di di ragioni Manforzio, del dono ha di Luigi Crusca. Venturi, 86 Sopra « ci volle io letto, libro, non nervi di che debba cotesta ha libri esserle svelti 4C Li 10 vivificare fatica quale fa non benedetta sé, tanto di le lodi di il mio istruite Per un gentile, e me lo e restò seppi solo tenni ne un valentissima scrivere € Monsieur, € Je Oli viens mains, son attrait. style tirer de Et " ma grande qui animo assegna la le de et qui et satisfaction qu'on ebranler n'etaient ne il valgono. ultimi donna tempi signora ella belle fait j'étaìs Dello stessa. traduction. tomber dans entre de un frappé, nerfs mes j'avais mon dus, rencontre d'abord, pas a de ces mais su me engourdis. oublié extrème : era l'enchantement bientót m'a l'ouvrage, quando questa ragione una timento sen- d'esprit complet, distraction ma che quella a livre di muove, questi dans ce rimente pa- gentilissimo. hasard delassement pur si votre encore negare hanno di in di conforto donne nome di ouvrant precède d'ecrire il questa a anonima cose a caso e voici dans comme posso più, perchè accablement, mon lettre manière beau non se per que me non le tout-à-l'heure » En — moments mauvais votre et ne lire Anabattisti mes la de fossero loro celato lettere, francese « l'animo da poco in in né mi pezzo mi lettera una educate, bene e cara affmo di bene poco Pistoia, perchè a più delicato, sono Ma lodatissime. stava un che negare giungesse mi che signora debole, voglio posso non persone che f Venturi. L, e sono i costrutti spontanei ma prefazione, ma ; e della grazie nella lieve una libri, Suo traduzione, che 1862. del Io, confesso cotesto nell' nei dice non gusto eleganza, nelle mostra parole, le che studiato com'EUa bene, facili i modi, che costata fatica, la ha quanto maestro il scorge Ella che riletto, scioltezza, saputo Credo parlata. si l'uomo lingua, dei vi Con anche parti Che dirlo. il dono prezioso Anabattisti, suoi alcune Ben I stile studio lingua in saprei altra neir dei ed è stato mi poi aggiungere abbia lo tutto de lire plaisir qu*à souvent; votre mais et 87 dans ayant peu Monsieur, je que n'a appris de traduction, une cette bornes m'abstenir puis ne de plus eu je lisais que admiration profonde temoigner, vous alors, dans mon incognito. C'est € etonnée m'a assez forme aussi, ìtalienne votre dre tout vous que qui contraire au qui devoué de dù l'idiome tonte et egale et jamaisi ; faible Veuillez « etranger chache me j'ai Pistole, je semble de son ombre? nous que dans aussi Monsieur, ne mon cette en suis je à plus un tiers Et je ne nous ne 27 D*une aoùt dédaìgner très-humble r"^*^"àl^^lB'^^-,^ entro vous exaltement. les homma- 1861, votre mon con- profonds li fort tout-à-fait: femme femme, suis un vous d'elle que allez vous en sents me pardon- lu^ Et serve et soignée, de — avez savante, admirant me certitude timide dono, et la mais et je moyen ce hardie. ren- vous non Monsieur^ dire^ vous car prie vous me ne veut istruction une tout que, je qui femme trop flatterie une pas distingués, qui est langue, et nàitrons sincers et etrange qui pas reste chez-nous, àme d'une re^u elle n'est une pas langage moi, toutefois inspirer, eloge femme, qu'avec connais ges si notre ce doit besoin l'adresse, et Que vous à jugement^ un talents vos une Faut-il craintive^ donner cet le n'a vous occasion. « à peut-ètre trouver je mais demarche, sa de voyez, c'est compri aise? cela avez bien si toujours ouvrage hommage son ner vous que changeant mais particulier. orgueil, celle semblé il m'a conservant cas votre Gomme « au que interèt un à suis ne dire j'ose la en ignorance, raon ! Je « et difflcultés de et de cause vivement; surmonter la à peut-ètre admiratrìce. 88 MDCCCLXIL 69. de' Medici diLorenzino Morte di Edizione 125 Duca Alessandro al J^a e - 1862, Monitore^ copie. spacciata tntta, benché Fu del e Il Lamento - Firenze^ Lorenzino. di 16°. in Serrezzana di Cruerra Lia 4 costasse lire. 70. (Dino).La Compagni bèray .n edizione 1862, mi Barbèra pregò Cronaca. Firenze, Bar- diamante. che strettamente gli curassi il testo del io questa ^ edizione, innanà volendo non Compagni Bino all'articolo: qual ristampar era sbertucciato Tortoli. Tedi ec. 71. Pleeoloniini ragiona cura per in (Alessandro). della bella di P. delle creanza Fanfani. Firenze, Dialogo donne, al dove si pubblicato Monitore, 1862, 16^ Lo furono feci per associazione spacciate tutte con a buon un numero guadagno. determinato di copie, che 90 MDCCCLXIII. 74. Donieiileo fani. Firenze, di Edizione del Logge poche di note con retto, Fio- P. Fan- 12*^. in 1863, grano^ copie fatte Bel del Pome XIV secolo del poema Il Prato. da associamone. per 75. Rlnueeini del secolo XVII del Logge Libro di H (Francesco). Le Usanze di P. Fanfani. note con 1863, grano, molta cnrìosità. in 8^. Questa è Firenze, di Ediz. tiratura JBorghini del quale si parlerà più fiorentine 50 parte a copie. nale gior- dal qua. 76. (il) Primo liaehera Mi fatto tutto provai a che Ne di cosa parlare usato aveva fu fatto un Torino, soffiando andò tanto da in quella onesta sotto alla processo nel là fuoco che se libertà, e nel lorenese il governo sordina un tale che ne fece un letto giorna- un 1863. Firenze, me. con di numero nel al Ministero mi faceva affare modo cevole, pialotto. Ar- Piovano deirintemo T amico: di stato, e mi e la sa- 91 rebbe andata onesta persona, Io cosa. male, il smessi se non quale fece subito de' privilegiati di altissimo nn in modo far la godere a era il che funzionario, brava si desse non giornale, vedendo ed alla seguito di non essere libertà. 77. Fanffani Barbèra, Lo commissione per prendere 3000 lire pagina; le la occasione E è piaciuto che quel mi molto giornali e Civiltà Cattolica empietà, nello fatto mezzo Qua essere posso tolsi della stato conservar via che Contessa calunniato: odio, o la mi di luì. e credei Abatino; e proprio alle e, i parve libertà, l'abate Egli di di La il Tigri no; perchè son di Pistoja, Abatino^ trapelò, e e alle di giurò che prò di sì poteva: poi cedei fatto avevo mise che quel ma parole del Tigri, col V onore all' Arcangeli voce lo quasi e aver Tigri stesso, concordata nero, tutti da a' moderati di sopprimer del sempre contraij giudizii. alla risolutamente e hcìbébo, parlò ne rali, mo- d'altri. o color di manutengolo pregasse Baroni, fosse o se diede mi discrimine pelo un e me; aggiunte, combriccola, troppa l'opera mordevo di cioè sqlennissimO; Lodando critico da pagine, poesia mìa dei a di capricciose, empio; parve contrattai libro Questo libro, se stette ritratto dissi Farticolo il cagione, fatto garbatissimo al Tommajseo preghiere libro vituperj contro Tommaseo, fu censurando là per senza sparger il e le lo biasimavo, scritto il quale pagato nullo prevalevano uno 600 setta preti però si fece la per aveva, un a' di materie fuat che letterario,e lato dell'Indice. perchè Uscito pag. quale qualche veruna male pareva gli awersarj dal a Rutulusve bene: codino; libro Tros tricolore. 0 rosso, il molte intercalarvi appartengo non x-1036. edizione. seconda a 16°, minore avrebbe piacevolmente cosi toscano. col non mi tanto dell'Uso 2 in Barbèra lavoro una per polìtiche, e io così che e del un per trattare a come mi o lire volute, avesse e 1863, voi. Firenze, feci 5 Vocabolario (P.) così, e noa bonopads Tommaseo, feci la 92 che dichiarazione avversario tino, di ne questa mia il merito mio quel a io lo feci che raccontando e onesto impaurito dalle dichiarato di Tommaseo stesso, denunziando dovè disdirsi. diffasamente è opera che spacciata tutta; fosse Barbèra ma da cosa ci non leggersi fame voleva al lavoro compenso che d' del e farci dovevo Biografo ec. ec-, di questa arrogantia verbo) profitto. voleva non Il accresciuta; rifusa, e accordo, perchè al biografo il qualche con e aveva scrissi edizione La edizione seconda trovati ed mQ(àbsU a quale menzogna, — diletto con una siamo anche pare e tempo. suo a il però Tigri, mio un togliere tutto Io Tigri!!!? del e cosa, e bugiardamente Tommaseo, sfacciata la anni, per asserendo del minacce azione, pigliandone cagione falsamente, cosa del buona dieci cosa, procedere, difese altra Ogni trattata sarà le prender questa ogni mia mio fiorm- giornale un dopo ora, mi No, signori. Un in me questa Ed biografo ha rinfrancescato biasimarmi, di di cedevolezza. ? è vero sparlar a il merito anche bonaria tutti, non a cagiSne prese atto principio dell'opera. Questo in legge lode, e parrà togliermi per maligno a di degno pareva si dare un su. NOTA. Nel gravissimo miste ai letteraria, parte cortesia per la lodi troppo ringraziai ne il P. rispose La biasimi scritto bello e Curci, parte Pregiatissimo Signore. « A scrittori degli nome di ringrazio nella pure siamo sua del riverita dovuto delle cuore Ma a farlo ciò più forse ed a erano, io per della Civiltà Cattolica gentili cose, noi modo, che siamo cosa che a la atto di mi la lettera: e mio che Ella lieti che, avendo nel bel non Le merito per de' quali nome Ecco qualche per vi Cattolica, scritto. dello 4. Certo appuntare riusciti benigne; autor « Civiltà politica, compilatori, i forse della suo sia nostro, ci dice lavoro, stato dee spiacevole. dire- 93 carsi bontà alla molto nel suo, quale uomini negli di abbiamo lettere di pieno ossequio servitore M. C. Recherò e anche di P. « Signor « Non libraio di Balduzzi, accetto il posto, do piena v'è una Ella dice parole fare « Oh ho non Ma mai Ella, parlar « si come che far un se mi 20 ne più se la francese cosi maneggiar altrettanto; la di bene solo delle f Ma parola in modo un scusi, soggiungendo Toscana. il suo dialetto, per capitale. 63. Suo C. » zioni. restri- queste modo a parole professo settembre pria, pro- costretti ne noi usar legio privi- spesso gli sfugge se rovellano s'ar- il quattro penta'e ove che siamo diciam come malgrado comune, Milano, dice, sa a Riverendola « non inteso gli altri avvezzi un calzante, ch'egli, fuor vitalità sulla come non sta altri voi si barattano quando è raro là, vuole che cose affrontare osano e che mi scrittarello valeste ne qua toscano, vivo, dire ve mai sebbene a giudicare non E Lombardi. del Cosi molti negare chiama se que'Lombardi contro per c'ha trovi mi ch'Elia quello approva incarico io lettera Questo al perchè avvisto sua toscane. e ciondolano qualche con di bene frasi. delle noi Roma. di diedi quelle BorgMni suo s'arronzinano cosi e nel di nella Toscani, ai rimpulizzirsi, per Liceo però essersene frase ch'Ella massime parlar e deve se^hen ragione del La Ma e R. Come ec. tratti si quando dispiaceranno di parole amorevoli quell'articolo Dizionario pedanti spiegazione. mi presentò di letto. ha Le suo beva bricciche sante; e vere, unicamente offertomi, il dono che mandarmi mia le Vo- dal perchè cose del preside ora CuRci. mio. stesso nella dir a molte, altre le per Cantù, del materia prende anche, Felice lettera una dell'uso recherò suole non raffermo le me Devino càibolario mirata am- comune. Intanto « che dote, una essere dell'animo affmo Cantù. avere 94 « Carissimo « Lessi cosi da legato Mi la umane lettere, una dir cosi Firenze a Che poi cosi articolo, professare giova umani poco alla intorno gentili e » i saluti Aggradisca « opera fossi Torino, di Matrigna. peggio? fece scortese allo Rivista mostrarsi e Yoca- non posta a del libro. risposta alla Crudel di non la Bologna da Storia per assai del s'i' e venire all'autore mano piacque mandato vorrei chi a toscani; non catene, parte buona benedetto sempre pei queste baciar « ho e volte più già massime santa^ per rilessi e dell'uso; Solario Fanfani, Signor affettuosi Il che manda le devmo suo P. F. afpmo ed Balduzzi. 78. varie, alcune di cura in il (Michelangelo) Buonarroti delle quali Fanfani. P. mai non Le Firenze^ giovane. Opere stampate, per Mounier 1863, , 16^ Anche è questa citata fatta è da me ogni con diligenza; zione questa edi- e Crusca. dalla 79. (Ani Doni P. di cura per Firenze^ Lo feci per la vita la materia, e Francesco). Fanfani, con Barbèra^ 1863, commissione del bibliografia la fece la e che I volentieri la postille Barbèra; il Bongi, cedo. pubblicati Marmi, voi. 2, zioni. dichiara- e in 16^. io feci prefa^one che già aveva e note, preparata 95 80. Fanffanl Le Le Firenze, toscana. É (Pietro). lavoro Monnier, le pronunzia riprodussi Le stadio. Vocabolario nel desiderio per regole stesse pronunzia 12**, in fatto commerciale, pnnto senza della 1863 Monniery puramente e Vocabolario e segni del la per gra/nde. 81. Canzoni IHie Rovezzano Bruscaccio da del Giuoco del del grano, 1863, Estratto politiche ; di Descrizione Firenze^ Logge 8°. in ed Borghim^ dal la aggiunta di Anonimo. Calcio, XIV secolo del è molto documento curioso. 82. ESf^ortozIone nel fatta Firenze, Tiratura di molta Logge dal allo al 1459 del della Divina Duca Berso di grano, à Borghvnì curiositàr studio per poche 1863, copie, i Dantofili. »^'*-'\^3|cv-w^" in con media ComFerrara, 8°. note mie. É tura scrit- 96 MDCCCLXIV. 83. Andrla fani. È (U) Logge Firenze, tiratura di parte dal a Terenzio, del tradotta III. Anno P. Fan- 8°. in 1864, grano, Borghini, da * 84. IVarrazIoni Lenzi di 1864, É 8^ in di cosa del P. Fanfani. Ediz. di Trecento. 50 É tiratura Domenico di poesie del medesimo, Firenze, del Logge grano, copie, importanza somma Diario le biadaiolo, aggiuntevi note con dal estratte a alla storia, dal parte ed ò scrittura sima bellis- Borghini, 85. Rleordo di una di 1468 sulla piazza della festa fatta I Vedi al n» 56. in giostra fatta S. Croce Firenze ; in Firenze aggiuntavi la notte di nel la notizia Carnevale in 98 . Fortuna « La del Boétie) gran maestro Egli ha nulla deir delle forme e ci arcaiche egli maestra far vedere sia Non produca dispiaccia N. di prima riserbando Castagna, l' per « Caro « La mi giunse fino mi destò molte che a semplice e che luogo al molto non al A fu modo da se avere due e Stefano de il lettere, Conti; dotta tera let- fanno Lettera tutti un S., quest'una Se altrettanto. V. del non i libri Montaigne, francesi traduttore casta come fosser di e l' deldiede l'autore va il vemente soa- e speranza e e ardito ora che copiosa pare' arte, S. gli restituì, cosi era di Cellini, ed la mi franchezza forma perdere piacer dirglielo. so non dalla Boetie la fiato, tale un sprezzature col assaissimo questa ma che Augusto quella quelle fare volesse V. di ardito Gozzi, alla avaro e » solenne tutto veramente e ora traduttore, Discorso, ogni chi d' io lumeggiati ed col a che luogo a di letta conosco più, esatta, altezza io il vivace morbido l' ebbi io nell'animo, null^ tradurre frutti. di altra un' crediamo seguenti seconda Discorso del che cose le Fanfani^ Pietro. versione non tali ci e Franchini. signor sua la appendice Francesco di il leggere pria, pro- grafica lessico- e del Ma di la cellìniana, mani Cesari. dalla tutta alchimia : e che grammaticale sempre ora facilità trovammo nelle sé da riguardi senza cesellatura al letto tanta con un' con scienza fu come perfetto che tive na- testo. al averlo dopo potente leva una impaccio un la come più perle fedelissimo cimento, una perdere singolarità e le dipartito saputo, vecchio oro sciorinato al ma, miracoli. fargli ingenuità restando sì fosse non aveva dell' piacque più dall' impossibile, dell'autore; bella viene si Fanfani, de' suoi senza il raffronto prima da lettera sapere Boètie nostro, fatto abbiamo mano La preciso^ meno Pietro uno discorso (il non fatto qui egli ha ; dir del pure naturalezza Di che incanto pareva la stile, ha di lìngua nell'originale. ammodernato ne non nostra che averlo possiamo noi nella eflftcace evidente, Noi che e certo innanzi abbondante. segnati lei, la e ricchezza nedetti be- 99 nazionale più la e studi degli comunanza si farebbe e ancora. Ma « tutte che le del Francese, la quale se pur né antico; di studi del Platone suir fossero uomo morale principio onde gli mancò, a non crede, una verità. Egli vasta molti son tutto e a e ; lume un e purché di io fatica « grande un e sarò S. Città niente e i diligenti rotto in 12 Angelo, ed E fra iscogli nel « Arrivato bello che non del un ritorno ancora, de'bttoni che svolger a stano gli bafallacie e tutto questo, dirglielo, stima alla certo che mani. le 1864. maggio suo e di cuore Castagna. Fanfani. Pi'sa, ho a mai saprei Contr* m'intendo non osservazioni errori pure, batterò dizione l'eru- pertanto ostante non utile con bastano non tasia, fan- scettico, ora profittevoli e di profonde, gli non l'anello giuochi a Nicc. Carissimo Invece insegnar lo faccia che quello Montaigne il guadagno bene, a Tutto « lui, poco. non S. italianamente, io e uomo. V. se spirito, allo sortito argomento, abbia non essi pur grande; è vestirlo sua lui ma di di materia, e ali le riflessioni i luoghi piena, più ha fu senza che vigorìa, non Il cinico verecondia vero molti far Montaigne è e con il bene la patia sim- di netto. volti or l'anima e secolo le statò ed tirato questa se contraddizioni, là; sua guasto ingegno a ruppe la il nostro ma poi italiane sente e spenna e sarebbe non turba e giù stati lasciate opere che di affetto buon il se tra dolcezza Aristotele, nò e è far si ma, gliele taglia non S. tradurre; che giù V. simpatia pensi buono entrambe fu fu smettere, trascina ci Se forza, non di affetto bisogno al mano e che piuttosto non dia di pensiero suo la legge se piacere del poi Montaigne? del cioè Autore, è dirò le opere dair è doppia Uno nulla questo scrittori, e un suo nuovo a dovere. ringraziarla con la Lettera italiano di scrivere all'arte in trovato nostri vera de' libro Vunione Vunione altresì del regalo, La l'uso de' modi o io assai),o temo antichi; tra si duzione tra- sua Montaigne^ (e ne e le e e lo dirò studio popolari e 100 ghiribizzosi fatta par mi che più; di crescono grazie, i zie; gra- i debiti pagare è ella ma m finezzja, talché poter non gravi e Grazie, V unità. po' di un eletti delicata mai sorge dispiace giorno ogni ne e più de'modi più e spontaneo solo e che grande con è tutto nobiltà la con ricco, e spero li condonerà. me 7 Pisa, € di 1864. màggio Tutto suo Conti. A. 88. Fanfani (Pietro). Scritti del Logge dedicato a in tre di Bivista PassatewjpOy e feci anni 11 Ln, 8, Foresi; KaflFaello a piacevoli della nel 8°, in frontespìzio con in x-312. colori, pag. È 1864, grano, capricciosi. Firenze^ e raccolti Firenze, (V. EUratti Arlotto. Piovano nel vi sono e parecchi soci: fu guadagno le Morali, Lo copie rimaste molto i diversi feci per furono Ann, scritti 1844) associazione vendute tutte grasso. NOTA, Ebbe io voglio Maffei libro ^ caro di Valore signore, frutti a me ne del ha suo ringraziarla e dato la scritta mi da ieri bellissimo quanto una molte; lodi Andrea acciocché cosi la questo gentile spirito. ed mano; Ella, nell'inviarmi prova ingegno. vorrei e scrisse reco, danno si gentilezza e che mandai; lettera una gratissima, lettera la glielo si onori basti accoglienza solo recar quando parecchi che libro questo Non cosi ho della parola piace- 101 lettura vole del come ed cortese Ella eh' mi procaccia affettuoso ricordo questi con lavori serberò che siti, squipel sempre donatore. illustre ' Mi « creda, 9 « d'alta pieno Lei, di stima, signore caro 1864. giugno Devotissimo Maffei. Andrea Altra testimonianza Ministro, vedila Commendator del Una all' articolo Broglio, Casa allora Fiorentina ec. 89. dei Regola in di note con P. Frati Farif di ani. S. Jacopo Bologna^ d'Altopascio Romagnoli^ 1864, 12^ feci La 54 delle del commissione per letterarie Curiosità lessicografico. È Romagnoli, citato dalla ; ed in che mi fine e' è pagò. uno È il volume Spoglio Cnisca. MDCCCLXV. 90. Compagnoni in di note con (F.) P. Teorica de' verbi Firenze^ Fanfani. Jouhavd, italiani 1865, 12^ La e combatto contro feci per commissione facendo parecchie le alcuni dottrine miei del del note, Jouliaiid, correggendo e Nannucci; morditori. facendoci con una una molti prefazione risentita rori, er- dove Noterella 102 91. Fanfani Lettera (P.) al dantesca Prof. G. Ghivizzani. Sta del Domte volume bel nel Centenario. Firenze^ il e secolo, suo Cellini, 1865, in 4® occasione in fatto gr. 92. di ProTerbJ secolo XIV, feci Lo note con Natali^ Firenze, Salomone, 1865, commissione per parecchi errori dichiarazioni e di Fanfani. P. 16°. in Albanesi; signor Tito del citata edizione prima della del volgarizzamento si raddirizzano e dalla Crusca. 93. Fanfani (P.) Della Malatesti. Sta del commissione altro per non delle volume al Daelli, furono, 1865, Gorradetti, Milano^ innanzi poesia giocosa, allora mio editore. dovevano come Malatesti, del poesie Le essere, Eime nio di Anto- e e la feci per del Malatesti da curate 16°. in me. 94. SaTonaroliana Landucci, Luca del 1865, grano, Estratta delle Questo idolo. dal (la).Estratta quali, in cartapecora, Piagnone per Logge 8°. in Borghini, di Diario Firenze, de'Piagnoni. uno dal e tirata ci altro, non è un a sole mio approva 40 copie; epigramma tutte le in sola una sul stranezze Frate. del suo 103 95. Fanfani italiana, accresciuto 1693, XVI- pag. Si quistionò misi: un il lavoro che Teditore di confessa miei, i e hanno lo di i difetti che agli studiosi, e simili. di manutengoli Tal dal ha quasi e 8° in ha altri gr. Che da parti T hanno Manzoni. vedo Fanfulla, benché io, nosca co- ò di utilità il lavoro i nemici soliti il preferirsi tutti resa I Ed che collezioni, sue ultimo per frutto. senza io stesso delle grasso. dar- da spaccio, tanto mirabile molto editori, e molte me il compenso per avuto guadagno ci sono, che 1865, migliore articolo screditarlo, ma giustizia rifacendosi Mounier Lo il per fatto averci lingua terzo, un Mounier^ lodi, ed molte celebra cercato col pezzo ebbe Le della col. 2 a di che più Firenze, rifatto. tutto e (Pietro). Vocabolario altri ad lavori giudici competenti, degli altri? curare NOTA. Per ogni altra lettera garbata dove competente, Viani, Prospero di basti testimonianza lusinghiera gli piace di dar guente se- che più giudice staffilate quattro la a'miei avversarli. « Mio 4, Non carissimo più messo paese materia vita tutto. forma, a mia. di dal Mi Imaginate i buflfoni lingua non che e piace con Dio, vi valgono, la la animo qual mandate una vogliono vostro ricevuto mai stampa, tutti del subito ho non Fanfani. riveritissimo ringraziarvi poi Viva scorrerlo! tutti bravissimo Vocabolario: in caro stare posso desideratissimo e male; insieme, dono legatura, la io mi sia volta a quel i quali un in granello 104 di ignoranti tanto del tal bricconi e quel per Italia, la mio. Caso finché n'ho Vocabolari gli altri e dell' altro debbono di immuni come ben ad che provai, caro Fanfani, dire le di alcuno più Io darlo me dono. Di su più desiderabile « me capita ne prezioso altri con la di voi cordiali, più proverò Reggio tutto la State testa a' ed grazie e altro In lavoro, e me a abbiate gratulo con- metto pro- buffoni, ora per sempiterne Domineddio lasciate vi me vi del e mio ne prenominati ? è, non parola, una e opere, francese; che capo che esenti è Quanto cuore. innanzi: sano, da rallegro alla tali Bagno vostro del affettuose che sa esserne noi. lavori asserire documenti, da presero ne noi voce questo, qualunque ponno la compiacetevi genti. con non che esempio, i Francesi anzi voi, di due questo to', chi o : straccino vantaggio che con dare, gri- a giovino Questi sorta niare testimo- tutti maggior voglio non si e ch'io cominciato che gola, abbiate mi può ho di da parere conosce toscano. d'ogni anche e in avviso, difetti da notate dite, io Io potrà ch'io è uso mio a genere. sieno ed dell' studiosi agli e simil Voi vostro mi tavolino, da recare, lingua chi ma gello sug- Duolmi d' uopo. perchè è primo e glorii) che ne lavoro, finora, mirabile ben me cortesia, pariglia; griderò è essere, vostro assaggiare avea dall'altra dell'animo e n' debbon e Questo singolare: che tanta con renda potuto ho n' (benché nominato e' è Cristi. merito in parte vi che Sono, pantofole. : non vostro genere una vostre delle polvere se le mie vostro abbondi ogni contentezza. neir Emilia, Il l' ultimo vostro affmo Prospero di agosto osseqmo 1865. amico Viani. 96. Fanfani (P.) Dialogo morte della Melodie, Napoli^ in Teresina Prudenzano. Sta nel volume intitolato Fiori e 1865, in 8*. 106 Gotti, Domenico Giuliari, Anrelio Castagna, N. Consolini, F. GMvizzani, Gaetano Frascella, M. Lorìni, A. A. colò Nic- Gazzino, Bianchini, Giuseppe I. G. Drago, Isola, Valentinetti. Gius. NOTA. Per il restante valentuomini, molti e che altro per io già Prefetto del allora e leale. « Caro « Ti del ringrazio ho al giornale, fare posso cesco di Fran- lettera pubblica, dottissimo uomo il attendere un in tutti libertà. di ; ma che pel Ti vita. l'ignoranza e quest'anni, Accetta di nuovo rei aiuteil e libertà le cose per mi non il buon cedono con- animo, credimi 4k Pistoia, 4 novembre 1862. Tuo F. Ma tra una le del aggiungiamo quali il lettore sig. De anche si Gubernatis. queste altre maraviglerà affmo amico Franchini. tre forse testimonianze, di il faccende le molte tengo, l'Editore. del- quando a fantasia, di scienza, l'uflacio per momento barbarie, gran dottrina quando a italiano senno trascurate domestiche, la con possibile robusta e affettuose e libro la e sarà sento di il diligenza mi contro gentili letto lunga le larve sotto strozzare debbo che anch'io d'insorgere delirio, che la auguro che delle e Ho quello quale volentieri; vogliono dono, bel ammirato Farò prurito molti Istruzione Pistoia, di l' accompagnano. ed piacere, Liceo da Non la bella della ministro bene carezze taccio. qui accolto Pietro. che parole io quali istampi non Franchini, e cui le fu Borghini il lusinghiere, ebbe ed intelligenti, dagli Italia della vedercene e 107 4C Chiarissimo « Ho r il sig. Cavaliere. ricevuto la fascicolo certo sono gl'Italiani che disinvolti, addentro ben giudico spontanea di confronto Cesari, bonissima fabbrica, ch'ei persone accattata mette dal che ma in di del Illustre « Del 30 troppo Borghini questa com'EUa il sarà bella il meglio a più eh' miniera ricca e tante profitto io mi di tostochè Siculo, che si meritano vi L'ho in nel che loro quanto derivare a rapidamente e mi a centro duto avve- sono dialetti, com'EUa piglino e grazie adoprerò ridursi illustrando già mantiene, il i vive tutta, possa essa collezione intiera studj. dire, ricorsa Calabrese, fra di tutta promette, il Friulano, parte trattato quelle favore cresceranno 1" 1864. maggio UóbUigatissimo € Mio € Dunque cosi non dice suo Gdbernatis. De Angelo come porzioni pro- gli studiosi. « cosa moda di Cappelli. della dono suo rendo Filologia Italiana, la e le agevolmente come alle 1863. gennaio liberale io o percorsa, bene signore. grandissimo da duzione tra- scarpette e fuori roba Ant. « naturale cincischiata e attagliano come scena, lo zione tradu- più giubbettini non sta code- di rigattiere. Modena, « la vestì dino guar- nuova grazia studiata della che della di scana To- Toscanità della il saggio e ove linguaggio del di e formarsi per concisi, l'articolo e fuori periodico vive Perciò interesse, con domiciliati e più significativo in del letto suo forme terra. di Terenzio ho nati del d'evidenza; pieno L' anche ed an^ante^ puri, appropriati, alle privilegiata e conto gran 13 del pregma Borghini. del faranno scrittori sua signore. il stretta veder Lei Borghini ed più nella non esce affezionata la sua Licenza da visita più? io sapermi mensuale. all'ultimo mi ci ora Ma quaderno? fatto era dì è zione privaproprio io sotto 108 detti il velame cortesia dirmeli, Se fossero essi saperne? è né da far punto quelle belle più notizia di molti che, saprò quei dispregiano S. direbbe V. S. di scolaro Ed Ma che ora resterà il loro per ella Borghini il desiderio, alle hello lo geenne stile, lo altri. dagli il 10 quel vuole non libri, condannati usato Angelo, finiscono. mi sapendo non per mi andrebbono? sia. scritture vorrà e non lo dove e eletti vedendolo Città « cosa perchè sol basta, e di morto, che ì\ pulsate e motivi, quelli significati smettesse, petite altri vedo bastante, \\ e voluto ha perchè a che precettore strani versi 66. del Suo CASTAaNA.. NlCC. I motivi nascosti veramente; che erano ma il ora buon Castagna è non il tempo sospetta, di ci palesargli provargli. •--'"^" MDCCCLXVI. 98. Fanfanl Fedi. La tima Pistoja, feci pregato testimonianza mi regalò del morto. nn delD. (Pietro). Ricordanza Gino, 1866, del dagli amici d'affetto anello, e una a in 8° gr. Fedi, e qnel valente mata di Leopoldo bottoni per mio da dare anch'io amico. camicia La che im'nlvedova fdrono e 109 99. Fanfanl in si dove Zambrini, dà secolo del italiani Lettera (Pietro). al ragguaglio XIV. Cav. Francesco due di codicetti Celimi^ Firenze^ 1866, 8^ É tiratura parte dell' Appendice a alle Letture di famiglia. 100. Crigll per di cura 1866, Voi. Lo Vocabolario (Girolamo). 2, feci per P. Fanfani. cateriniano Firenze^ blicato pub- Giuliani, 16°. in associazione; le e copie che fnrono avanzarono prèsto spacciate. ^ — MDCCCLXVIl. 101. Ferrneelo Firenze, É la a In Novella Ln. 20; fine c'ò poetica ed altre in la in tirai solo ne Nota molto altra Novella Picea, Giuliani^ 1867, troppo libera, e copia. nna del di 16°. 42 tutti esemplari numerati, i sudicia. Ne carta Ln. a dì Anonimo. nomi, e ad alcune feci 3 copie in 10. a Ln. 5 copie cartapecora 110 102. (P.) Avvertenze V^anfani Galfredo feci in Le con altre lettera del Tommaseo, volumetto terzo amichevole alle dì e dette di Favole Bolo- Ghivizzani. 16°. in 1867, Romagnoli^ gna. Gaetano da pubblicate le sopra il Ghivizzani, al le quale Luigi Barbieri, facendone che Favole^ un come volnmì. in due sono stampò 103. Ptetola di S. Bernardo del Dìo, volgarizzamento Crusca, Fanfani. È dato e fuori Bologna, in secolo la per di della Scelta colori. Lo feci per del volta 1867, ^ curiosità Monte citato XIV, prima Romagnoli 84® il voL a' Frati del dalla da Pietro 16°. in letterarie,ed commissione di ha il frontespizio Bomagnolì, che mi pagò. NOTA. Mi « Ho molto avuto la veduta; dà il manchi non lei, e ne qui recar Bianchi, Brunone ha di piace nella nome la briccica gradito cortesia vorrei venissero che di di regalarmi. queste spesso. Io Crusca, della bella dell'Abate letterina seguente Segretario allora suo la schiera acciocché Cruscìiereccia, L' già avevo bricciche, le riguardo altri. degli date in ch'ella un come poco le questi tempi Ili fiori, che come ricrearlo dal La « leppo ostrogotico ringrazio Di « tra al porge cui siamo naso per * avvolti. ec. 28 Casa, ci garbata mano una 1867. settembre Suo B. Bianchi. 104. Ijettera mercantile XIV, del le con pubblicai Lo e, senza d'origine contadinesca; foron presi c'era non ma tempo né di de^ uno che conjugi, dacché lo seppi Quando da modo né in le passò rimasi farlo discredere lingua italiana nozze come era essa contadina lingua ne 8°. in per cosa fatti colo se- rusticali 1867, feci quegli idilli satira. una per Cmo, accorgemene, e Idilli stagioni, Giusfredi, stampatore, famiglia la per del del Pistojese un Pistoja, nome a Arcangeli-Cellesi; canzonatoria Quattro Rosso. Del Baly di mortificato; chi a l'aveva creduto. 105. Panfant c'è, La si e diceva onorevoli si fece solennemente Briccica beraloni; tdamo e avvolti» più centinaia crutchereccia il libro mandai l'Italia a\ere dell'Accademia foci tirare I non pure al Bianchi. non dubitò di chiamata noti di copie che Inveire a il Bianchi contro che era 11 leppo il si uno quale pata stam- parole con ed opinioni; lettera neUa 8°. Fu quale mie parte, io in comune. la delle solidale Tayevo Si Faenza, stata, Manzoni, lingua una di del dottrine le strane Atti negli ne combattere scrissi per c'è 1868, Marcolini, Faenza^ muove. Taltre tra (Pietro).La io spacciarono con de' la quale più gran ostrogotico da licui 112 in fiat^ e un vinta: causa amore I da è vero le del partigiani niò^Diporti parti però che di sdegno l'Italia,e per Manzoni, filologici;e le scritto il per vilipendio lingua. sua Fu nel di acceso insultarono, qualche mutamento, con della impossibile. era diedero feci proprio lo sbottoneggiarono, che mi competenti persone tale risposero, non ma e tutte miarono; bestem- ristampata volume Lingua Nazione» NOTA Negli atti tornata del Società Accademia 11 giugno di il Cav. che fatto aveva deir italiana, lingua Società E la Autore, nostra, Società, deliberò mandato alla concetto messa manzoniano; Relazione parlando tutto col lui, che con spesso Manzoni, che e quel diede il di più presto quest'anno. ricordo) sapevo dissimulava del della altro, per valentuomo non atto per » della Autore V egli Io tura. let- l'attuazione per stesso. Atti deiregregio fosse fu sandro Ales- di ne (se ben certamente e e agli Atti al Ministero fattane che Ministero dal gli alla negli le idee Presidente su onorario, inserirlo tutto suffragi era alla scritto volesse; unitamente stampa Commissione di al unanimi Lambruschini Il in dividendo a annunziò dell' ultimo Essa ove Nella « filologico intorno facoltà dandogli legge: socio discorso proposito a Manzoni, della Fanfani, suo un si Presidente il Pietro tenere Faenza di era di cizia ami- ' il : del perchè, quale acciocché gli mi Ed Carissimo « Ho suo credo letto opuscolo. perciò dell'amicizia che dicesse mi se c'era rispose con il ebbi già parlato, avevo egli « composto presente lavoro, gli mandai il manoscritto, che urtar cosa la potesse suno. nes- seguente: sig. Fanfani. grandissimo con Ella che la dice cose dovrebbe aggiungo, phe, piacere sante, e stamparlo. pel bene il manoscritto le dice Ma della bene. con cosa, del — Io la libertà sarebbe 114 ti scritto, del che prego; contenterò mi anche della passato. Modena, Di « 26 1868. luglio Il tuo affmo Oreste Ora « Caro € Ho Mi che fu mi certi, 13 Bassano, forza si e ripeter si G. ultimo Vecchi, Egregio « La è da maestro, le e tale quale alte di affmo e Non metterà mi so so S. dalla bene di attraversare Modena, che 12 di V., ma ciò chi stata fatta l'osso sarà e : concetti, alcuna assai le scheggie me l'aspettava, materia a dir e molte formale, che desiderava; e fatto; il se ma chi per si gli potrebbero 68. settembre la é gola. G. risposta di lodare risposta; Devino Ninna per comandare può duro istile, per è fatto che dire voglio diritto ho non lingua della scritta altezza che roderlo nella unità erudizione, commossa siale se all' opera « letterato valente Modena. a sulla per bene gratamente silenzio? questo so V. è, per gusto, scritte all'anima studj silo Ferrazzi. e aspettava; la Ella Io serrata. cose S. me che isquisitezza dialettica poeta, agli della italiana per gli signore, memoria quel Che fede. mia 1868. gentile provveditore « menti ragiona- spenti. settembre il sempre I tuoi : sciando La- » suole Jacopo per prelezione muove. come oro, prendon e carboni sarian è, e' è tutt' scritto lo si stata, Lei di Devino E Terrazzi. Jacopo Ab. bellissima la e' è Fanfani, son mi fiato italiana caro « d'un letto star altri Raggi. sig. Fanfani, lingua il mio Dantista il valente venga La « lingua molte cose. servitore Vecchi. io, mi sappia fu che mi si E il titolo fatta; sarebbe di data Prete- e 115 ztone che più libretto questo a fosse questa diedi glielo come appunto, perchè ad preludio un altre tendevo, incose gravi. ^~^\3j35^v^~-' MDCCCLXVIII. 106. Fanfanl lingua in fiorentina 1868, mnoy La ci (Pietro). feci delle sono — — In lunghe, e a Seconda Betta. Terza questa edizione, ritoccata, e' in varii ristampata pure Anto- colorato. del dottrina Manzoni; e molti, calzanti 1869. edizione, edizione, 1870, proemio la di parer S. Firenze^ fatto col scritta Novella frontespizio Detta. del Fu note Con falsa mostrar per Paolina, italiana. 12°. in La Vocabolario, al è una nota, nuova la e zione tradu- dialetti. nel volume Novelle, 'Racconti, ec. NOTA. tutti Quasi i fogli Novella, e Emporio pittoresco contro « la del fede Pietro d' Italia proposito di Milano manzoniana, Fanfani, col è uno e parlarono quale fu in bene scrittore in parve questa fiorentino, questa Solo scritta. (18 luglio 68), V annunziò di allo eretica forma purissimo. : 116 dottissimo e esagerato, che chiama che, mostrare che meglio missione, recata venne Né al lui, fu tre Leggansi Mamiani; « Chiarmo « Il l' al tanto mi lamento che Milanese e non me. a Del Italiano» questi da già Firenze per ventiquattro mia modo del Vallauri, del letterato bando ser- ; Paolina sua nel tale e una lo dal In tutti n* il si mostrarono città loro V Emporio ; ma sotto Italiani carati. chiameranno nazione anche il sua dunque 11 che coloro volle esser veduto Commendatore grazia ha dove dialetto. abbiamo 108 Italiani gli dMtalia, nella tutti, con mi corri- una perchè capitale vivessero e S. V. Borghinif fu quando Che I lettura, con sempre, resto la e Y Appendice. per che, sebbene snaturati altri dottissima calzante ma intavolare giusto, Lingua non !), né un'amenissìma di parlavano dir mai l' Italia, in l' una bellissima cuore, che l' del- signore, fatto me fosse che vuol liberalone a di italiana, Ottrogoti Bianchi, anche Italiani par cosa da venuti sfida anni. cosa la di il voto io sappia: solennissimo altra : alla fare tutta lettere, e diletto lamento poco lingua chiamare destinata. » che eh' benigna, benedica senno altro due pregiatmo il col per due latinità, e province, altre sanno troppo opportunità Allude in qualche darmi arreca ricercata queste in cielo al la basterà conchiude concittadino, (aveva edizioni l'altra anche sede fazione pre- coli' esprimer nulla, almeno e ora maestro delle però cercata feci ne I è rispondere a illustre rispose non Novella oltre la seguente prefazione, fiorentino, nostro il Manzoni gran a scritta essere novella cronaca, abbia scrittore meno la questa ora Manzoni, atrabiliare che colà bibliografico, questa intero per Chiudiamo il nostro per avverte cenno cui a egli come ' fiorentino. d'ogni della calarono Provincie, ch'egli tanto » qui, 4C altre novelletta, la Eccola; E delle visigoti, i e modo un trasporto fa precedere florentiria-italiana, lingua a gli ostrogoti in col quando il linguaggio questa A « città propria spaventò si gli italiani imbastardire in della Firenze, in capitale amante Brunone si perdoni 117 che spondenza, Sior al dato farlo poteva della Fanfani. che S. po' del un in scriverò le Se alle Di « Mio « Da villa offro Mondovi, a la che servitù, Ma, il è le mando Università, solito, il tempo. suo a sincera la mia cizia. amidi come afffho una frasi, da nel invece l'Italia, Vallauri. io Lei sono scrupolosa notate parlare ìmona; casa; delle via l' altra e e chiamar tometto manco E dirò che alcune di tutta civili te non la e questa bimbo assai moine; un piere com- Toscana, sola persone tante stione que- è, per d'esempio: : una perchè alla io V elegante ci volea Salviati. proprie usuale per del all'eccesso, come questa di novella fatto sua che volta com'Ella d'eleganze della di Né equivoche. dico d' una via colarissimi partidella S. le più per farmi di V. con leggere ed maestro siccome menar servo ringraziamenti piacque scioglie più implicate stata le di che contraposto V. : matica, dram- 1868. debbo sdebito mi piacere Fiorentino, il pure tardi se e delle posso io lietissimo, giugno le che dono dettato, suo sono Poesia poi ma sarò ne di io tempo lungo r agio delle contenti si signore, caro novella. S. tudine; grati- mia secondo là, e manderò le mia il 26 Torino, pel la della neir T. d'un anche ed gli esami Suo ebbi pel prezioso mandarle la coppella, credito e mani, e del ventura. insperata 4C di oro S. l'accetta, io V. comune, Piemonte chiusi Novella, una Non « dato saranno recherò mi altro ora noscenza co- nome pel e fede nessuno ferro. mio Quando « facesse svZ ha mi le del Vorrei di farmi. Lezioncella y. patria lino car- profonda molto, ringrazio che la per si del E pubblicare. ha non il resto V autorità nostra avendo non mia una la cosetta, ma di che lezioni, gli darà ; e si per le piacque mia qualche quelle Ella I desiderava Lei, si di e questa a vita meglio perciò rivendica di si propone lingua, Io — dono di la libretto, che io tempo una tutta per nel che lungo Alessandro dimenticano forse da 118 vivace maliziosetto e Lei da d'ogni italiano fiorentina o che attinte sia il voler cosa de' nostri se mentre che e da forse e più ed pesci voglia e di intendo cotesta benedetta il Laonde conoscere di modo salvarla, tanto il me per va dizionario controversia oggetto davvero sicurezza non sopra il sopra ma ed sciupando con e versa italiana, di ogni degli ch'Ella saperla con migliare, fa- assai l'altro di i frutta penna un la quesito lingua una si è adoperarla e v'abbia se assaissimo la farà pel scritto. molte godo che sfonde si tra- salvo oggetto Rimane quel accomunato di e esaurita malagevole lingua è sotto sembra in solo ma ed e lingua accadere cade grammatica. più abbondanza. mi la provincie, modo particolar secondo estremamente ormai lingua parlata qualunque materia ciò fatto atrezzi di rado in Con suo. nostre questa occuparsi pari tutte infine e matta la può non è minuti sia giorno, lingua adunque dei averle che più parlato, le per anticaglie ogni della non a il quale E scrittori. da secoli uccelli, e rifa ne venute di- tempo sia s' avvedono libri, il che nostro peculiarissimi nomi se nessun'idioma Il volgar « le né ; e nei giorno per fra bocca origine quanto scorge parte migliore la ogni latino giova ne si riporre scrittori grandi parlata ciò abbiano udita, tate no- perchè, lunghissimo semplice da quasi frasi da sono per E libri. nei elle sulla ripeto maraviglia: fa siffatte quelle toscana, comuni, Né delle più parte s'odono educato. ben pure la fiorentinesimi, come ponendosi insomma e ; ciosando infran- I Mi « e penna, queste scusi « ripetendomi Firenze, li 18 buttate ciance suo molto giù obbligato gitta come le me la dico 68. ottobre Devmo Terenzio Mamia.ni. 107. Caro da P. (Annibale). Fanfani 1868, Le feci per per in Lettere delle uso scelte Scuole. e postillate Napoli, rano, Mo- 16^ commissione del Morano, e mi pagò assai bene. 119 108. Lettere (due) pubblicate 1868, tonino^ Edizione di Spigolatura di cura per Fanfani. P. XV XVI, e Art- 8. Firenze^ 16°. in 50 secoli dei storiche copie, in di carte colori. È varj il n° I della fiorentina. 109. tovitì in Fanfani. P. del Narrazione Firenze, da Antonio (1') dell' Arcivescovo Ingreiiiio XVI, secolo S. Firenze, Al- blicata pub1868, AntoninOy 16°. in Edizione in 50 Spigolatura della in esemplari carte varj colori. È di il n® n fiorentina. 110. Fanfani con un (P.) Una morale, racconto Firenze^ feci col La Italia. Ebbe fine favore immensamente, le e me di S. mirabile: ne al Ministro cose della cografico. lessi- domestico Istr. 12°. per delle varie tutta pubblica piacque mille chiedendomene grosse, ammaestri in 1868, linguaggio il vendere, esercizio un con Antonino, scrisse quali egli fece mandare mettessero e diffondere da fiorentina Casa pie, co- provincie, affinchè alle voci dello spoglio lessicografico le corrispondenti dei varj dialetti; ed italiani. I io poi dovessi maestri farne un corrisposero : io lavoro ebbi comparato tutti i loro letti de' dia- lavori : 120 compilai in il lavoro qnalche mi che lettera libro, come Ne modo feci che la il favore già sono quando che pregandolo presente, nota ebbe gran alla ottava ha lo e corso; scasò ne se Il articolo. qnesto a stro mini- era commissione, Ministro nella qai innanzi, stereotipia,e dato del seconda colui a aveva ne viene detto ho scrittone ; ma, me procacciasse la con mio tuttora. tiratnra. NOTA. A confermazione del V ottimo scrisse mio detto Broglio, quando si minisf era che ciò legga zione Istru- della ro /ni pubblica. « Caro « Le queste Signore, debbo pel ritardo regali. La Casa stile. di Io alle Bisogna che solitamente « mi Io a faccio sono ci legare, se tutt'i a venga quell'ora é dal quando vuole valessi di è Lei. l'ho alle 6 dalle Consiglio 2? Se 6, alle finito. gentilezza, sua mi davvero tocco ma di lingua Domenica giorni. sulla assegnamento mi suoi gioiello; un perchè non scuse; preziosi modello trovare il dì e pei vero un parliamo, da venirmi quelli e soprattutto, quasi Domenica, può non che matto 2, potrebbe ringraziamenti quelli; vendere, Consiglio ho di capricciosi d'esser parrebbe di da li Scritti anche e monte un e Lei creda 12 « 1868. settembre Suo devino Broglio. Trattandosi, sopra acciocché morale i dialetti si preso come ho io scrìssi al qualche desse da detto, lui quando di metter mano al lavoro Commend. Broglio, Deputato, premura, perchò era ministro, l'impegno lo mantenesse 122 damente V apprezzarla «. dono di Fate, di le ripiene « Le nostri nostre ad pel prezioso altri compilare a dimenticare altre le e delle i dialoghi simili nerie, castro- Calandrini ignorantissimi hanno scuole. molta con Mondovi Di « posso e Finestra della e i sono so finalmente Uscio cui ringraziamenti sinceri quanto faranno dell* Broglio signor fatta. questa Essi € miei conforto la e i il merita. essa Aggiungo ; libri come eccitando ed operetta, ed stima il 7 Breo, di affetto 18(i8. settembre Devmo ed servo T. amico Vallauri. MDCCCLXIX. 111. Controtnmalto XIV, S. dei dì Edizione copie 50 Spigolatura in P. Fanfani. colo se- Firenze, 16°. in 1869, Antonino^ della da pubblicata del Lettera Ciompi, carta di varj colori. È il n® III ed timo ul- fiorentina» 112. fiorentina. Spigolatura 1868. 1868 Volevo alla e — terza fare mi — Ingresso Controtumulto nna fermai. serie di V. pubblicazioni riche sto- Arcivescovo dell' de' Lettere Ciompi, di cose ec. 1869. fiorentine; ma 123 113. Movo Vocabolario É in tuttora commissione voUe stetti che fossi un condotto secondo le Fi- lettera la per Manzoni del proposte Commissione H nistro Mi- compilatrice, secondare in tutto dissi quel lavoro, rinunciai e incominciato quello ò potendo non governassero e* era, tutta della io poi, : allora a ed anch' anno si voleva che stampa; Ministro che quasi di corso del italiana. Lingua 1869 Cellini, renze, della TufScio. H addio le alla lavoro vi e trine dot- visione provallora era A. NOTA. Ho « la recata N* nel non fosse me; e raccoglie si propria contrario dissi che data, « Caro « Non qui reggia sua ^ alludere Di più venire alla fine della e che bene La o del in da si non tradisse con- Commissione quella Senatore il lavoro sempre queste a Broglio, Giorgini, senza 69. Massarese onori airessere e io — perchè ' non di che stato settimana. il io promozioni fatto nella di rimandarmi accademico non me ne colle lui. a onori, e spero che nel lavoro ricordo corrispondente voro la- Via- — Manzoni all' umile toglierà parli, qui del meritati che settimana rimandarlo possa dei la S' intende finito foglietto potrò non e — avrò male Lei con promozione Vocabolario al dunque prego rallegro cbe lettera potei — per Mi " finché stava io l'aprile del osservazioni, sue la Come seguente mia. parte stato propugnate è parola che condizione, dottrine sarei questa Ministro del lettera sotto che e Fanfani, che venire la ci verso ma dalla alle fatto. la mostra VoUe, Io accettai 110. col lo il Ministro che detto ; forse della vuol Crusca. 124 abbiamo T quale Vorrei usato). umili il Ella che Non mi Broglio fosse come (poco duce che convinta me gli commissione sua per parleremo. ne e della scordato sono Massarese^ « anzi compagno esaltati. saranno « finora avuto domenica. Il affmo suo GlORGINI. Quando parecchie sciolta presidenza, allora ne « Ricevo già far Ella schede, da me decisione da ben comprende « 26 : La quesiti ch'Ella che da' fatti, sarò affatto memoria bensì mi alle tente incompeche I* inganna sia è stata chiaro non propone rispettivi Ministri. felice manco relativamente sono ; di Ministro. tecnologico importa dà mi sono, ne al fa ch'io poco altri Io, d' attestare la messa che la può sere es- se sarò verità di espone. Aggradisca « della Vocabolario; del che mi Ella eh' avviso che giudizio. ciò sui Ella la glio, il Bro- e seguente Commissione darò ne domande ma interrogato quanto ; e de' due data poi sotto Presidente annuncio pel Vocabolario ; altra un' per questa; modo nel colleghi, a' alle la Commissione V della avviso qualunque a su parte dato Quanto di sempre rispose restituite ricostituita e ma fatte me servigio dispiacere dolentissimi « in fossero mi di signore, con poter più male, Broglio, presente, Chiarissimo che già da più Ministro, « ho dal portate e non Commissione non chiesi risoluzione ferma la schede parecchie e Commissione, mia mantenuto Commissione, dalla uscire ebbi io giugno i miei distinti rispetti, creda mi e 69. Suo devmo Broglio. La neir delle cosa altra Commissione fossero per il Novo schede mie, fu ventilata; lavorato non Vocabolario. mi senza si vollero ma benché io mercede, rendere, e e avessi di servirono gione ra- 125 114. Manfani La (P.) S. Firenze, Antonino^ Paolina, seconda 1869, 12^. in edizione. IrmanzL V. 115. V^anfanl voi. 1869, feci La Napoli, ginnasiali. commissione per di del Morano; e mettendoci Toscanità, già fatto Sughero, Don compilata toscana, Morano, 2. scritture di scuole delle uso per (P.) Antologia per le ci raccolsi le il prefazione per più ziose gra- dialogo burlesche. Rime 116. V^anfanl bambine. (P.) libretto al Mamiani giornali menzione nel sia esso suo il è e di il genere titolo, quello che che al tutti al onorevole ha fa ai Guerrazzi: i colori, libro credere avuto che cosa meno ne anche di congresso miglior la 1869, infinitamente piacque Romanzo Bambola, Polverini, Firenze, Questo Una diversa spaccio. 16^ cisioni. in- con valentuomini, parlarono in Napoli; abbia in con e fatto. da anche a che tusiasmo en- ebbe me ; è, la pare Nondimeno quel cialmente spe- vero Germania; ed le per o o che altro, 126 NOTA. Questo è gli altri; libro però e un il alle riuscire non quali Carissimo « Ho che farò : gliela starei pare adulti ! fatto eh' temo tengo tratmonianze, testiper ei a sia Lo tali Kempis, buona Conte disgradarne passioni e « Chiarissimo « Come mi mi si tiene man- tutto, leggere a (io abbia formi con- il scritto conto. racun azione. migliorare lavare Ltriai pio esem- il concetto e Il colorito — eh' Ella giudico di libro, da destinate persone come del vella, fa- ch'Ella mo' a come, a ruscelletto un sanzionare, scopo pensieri, me come quel va È maestro? solenne cheta io Circa sento. la i fanciulli l'arme F. cara ci ancora ! dei quanto Pucci. Affmo cosi tutti mie, che vuole, come sono e una volgetevi e — a delle per e via. e Thomas indole Insomma Oh parole pleonasmi uniforme; e libretto, certi paionmi dire) alia « precedere cosi mi non sua, libro per Lei a solo mi me pacato bel autorevoli poiché e giù limpida scorre del parecchie spiattello avvertire autorità a mi a aUEBBAZZI. Bambola; la dell'Appennino; coir se DOMENICO mia, che fa pazienza che sig. Pietro, letto la lingua, bene infinito. « dica abbia non più voglia recando FRANCESCO le io lettore il sopra, poco cui a D. agli Vale suo Guerrazzi. cibbabio. signore, riusci riuscirebbe 1* soave la indulgentissima visita. Ma siccome sua lettera, io parto 127 mattina questa questo La « è e fa che scoria non sono difficili sig. Cav. stimatissimo di dalle e dire ogni ziare ini- grazie, valentuomini, facili farli a Fanfani, da storpiature. paiono popolare, del possono ricco i talora, seco oltre ci popolo, fare fatto m'ha Toscani soli usano tien d'educazione il mio porsi, com- a bene, mi cui a come offro raccomando. 23 Firenze, « 70. febbrajo Il TERENZIO Conte Sto € il leggendo Una romanzetto casi facili non a il diletto dove più semplici Cibrario. Quanto la « Io puro o inforestiera to. confini ne' imparata M' usabile^ triviale siffatti? libri, appongo riuscire di opera felicissimo molta ingegno. l' Italia dire, quando o Con l'arte, io? sapere ovvero Ella Un la a bitamente de- ed giudico più anche e la là nello sicurezza i nostri da e mantenersi sempre mente uso, elegante, passettino proprietà, a di scrittore a scorretto, nello fece col V. tutta tutta dico S. la come e è lingua sua qual'è Ma avvenimenti nullameno suo potrei fantasia la negli e sue, maestro? àeW nel col cose immaginare correre S. fa, stimo cuore ne la diligente cadrebbesi autori. che che termini e di vivere, V. le facile cosa chiudersi ma come tutte come lasciar e del consueti saluta noto i tocca porta; stile allo È 'bambola. rallegro mi e gusto, succedere, la e MAMIANI. gran narratore gradevole fatica, con devmo suo Luigi in rirmi diffe- riapertura, cortesia del come libri e I linguaggio mondato po' di di pregarla della della Mmbola, questo Cotesti li Una : quando forza l'epoca intanto ringrazio a è mi Parlamento. romanzetto quel dopo regalo del lontana, Torino, per temerario classici un 128 par suo? Ad suo dono del modo ogni caldi i miei accolga pregevolissimo, ringraziamenti arrechi speriamo e buon frutto. Firenze, « li 3 69. dicembre Suo Terenzio MARCO Senatore ho « Caro « A che il tuo mirabilmente non tanto alle cose tue, che hai saputo queste Di certo per ma casa, 9 da dette non e con Carina quella singolare discendere dalla i costumi mancava all' uffizio sua delle all'Italia. della Unità diletto altezza, bambine, Un mio Già autorità con affmo Tabarrini. VALLAXJRI, Bambola mio sottile. amico M. « morale schiettezza. Tuo T. sempre e altri, e 70. febbr^o Prof. dar arte ; piccini, da e maggiore con miravi sai ed garbo con prova principio, cui grandi la drammatica parte state saranno fin da scelta, che e la per innestarvi ti maggiore, « quanto da che a le leggere dell' esperienza ora scopo leggere viva forma Ed parve allo fa si la per cose mi di argomenti giudizio. come stampato, finito gli anco dire, che, racconto ultimamente avessero al mio aggiungere riuscito sei io avere per fatta, ti posso tu che aspettare bambine, volumetto tuo sul scriverti da é TABABKINI. Pietro, voluto mie Mamiani. V. di e e S. che ho I Ella vantaggio ritrarre e fare con un articoletto Cattolica, e sarà letto ha saputo incredibili libro, che è subito, già rità ve- ancora consegnato stampato dentro 130 EMILIA Signora « Stimatissimo « Le per è Le e me, piaciuto della rendo grazie del letto piacere con e ho ne accolto Ella abbia Un solo desiderio altre tanto al ed istruttiva eh' Ella prezioso dono il avrà la molta Le cui medesimo, nell' questa, mente la di Romanzo mie allieve, ben sana, efficacissimo fanciulli tiene chiunque molte con mezzo dei è, che lettura una è endo. istru- ed animo, le stra dimo- dilettare seguito poiché siccome gratitudine di faccia suo Ella ed ; la pregio in educazione. buona Con « sentito sentimenti, questi S. « 12 luglio 1870. Devma ed lettera il mio bambine piace dandomi certezza confermato Carissimo « Vi Dante rinnovarvi col dalla ciò è mi che più il mio seguente ANTONIO anche che caro mai, Si fine. lettera, alle vede del OAPPBLLI. amico, ringraziato Comm. i e raggiunto avere anche « si raccoglie libro, di Cav. ho Tabarrini del óbUma Zanottl Emilia Dalla più del espressioni Illma V. Bologna, colle e dichiaro mi ossequio Della « ciò avuto ha di il che il fine Ella e alle festa; rimane ne cuore il lettura raggiunto fine formare ben fatta pregevole intese amena bontà grandissimo con com' opera ne tenuta l'hanno quali ad molto Bambine, le per sig. Fanfani, onorarmi. Ho « a sono ZANOTTI. sensi di anonimo della del cuore di mia un 2° del volume trecentista, gratitudine per e vostro vengo la vostra a 131 Bambola, letto ho parecchi m'han giorno, fuggi ed fuggi graziosa di Abbiatevi figli, nelle né che molti mani di chi guastarsi Ma « io pel che strenna di degno amarli la eterna e Modena, « razione. nar- de'miei si rebbe augure- tuttogiorno alla lettura, stile, de' avere V che con di e tanto ne' vostri di però' non anderà libri. faccia, mostrate tendenze; educatore padre benedetta e stra vo- vate grati. Era- abbastanza grazie alla li io cuore altra ed voi a figli, poiché intime di ricambiarvi augurj torneranno vi 13 che barbaro in posso felici sapendo missione vostra altresì pigliar gusto non più dei conoscerne e vivrà anno che vostra fossero scritti naturale, immorali. nuovo però persuaso a altro un viva, madre, loro far gustarsela per è la il vostro come e quella Signora: vado della romanzi irreligiose massime mano ringraziamenti i incomincia con di ad ammaestramenti ancora libri lettura della mine, fem- e volendo che, loro, tanto dunque essi con e utili quale figliuoli maschi strenna voglia a piena e la carpita della anno, diletto, si seguito il nuovo a' miei grandissimo rimetterne e pausa pel capitoli loro con a strenna graziosa perduta, e Addio. 1869. dicembre Tutto vostro ^ Cappelli. Antonio Per intelligenti, persone quale ed dell'incontro prova mi erudito diede la Mio « Avete nuovo ed un io la vo' recare ebbe la il libro graziosa commissione prima lettera libraio un le appresso la con valente il Sig. « che GIUSEPPE chiarissimo la Bambola altro al stessa PORRI. signore, del mio Fanfani? negozio risposta. mi — fa No, la Signore. stessa E domanda, di 132 Per « po' il stare non di piacere questa combensato dello facendomi debbo e le ciò parti, si e « Creda « Della ricerca con me di ino io lavoro un tal natura tanta assai prezioso tutte da piovono premura. sempre S. V. chiarma 14 69. dicembre parlerò delle giornali; il è quanto e devmo servo Giuseppe parecchi di indicandomi vendere, Suo Non copie chi da un debitore. Bambola lodi sei o medesima, si deve faccia mi mandare esserne le Siena, « farmele che questa poiché quattro della non per Dev'essere gentile, di spaccio rimettere « Lei o indicare negativa, sulla mandarmi Bambola, sua più di sperticate, starò e che giudizio fece ne in lodi esagerate contento solo se certo e Porri. a pendice nell'ap- recare gravissimo un di nale gior- tedesco. Ma sia d' accettata i conforti altre né si pure lingua, la la libro come Italia, dove per ciò tutto con valenti Ah! molte? strisciature a di lettura tanta nessuno della scuole roba, da Sono io io non farsi, almeno qui faccio non che so femminili dunqte registrati vero: : non nelle croce. persone è Bambola povera impone il segno delle mia bugiardi sopra, e di salamelecchi carrucole ungo 117. Unita (la) della Polverini, Firenze, Compilatori ed per Bargoni. di questo io. Il primo cento Il anno copie, che Congresso d'argento; e Periodico furono percliè della dicina. quin- 1869-70-71-72-73. sono il Ministro pedagogico cessa Periodico Lingua. V di Broglio Napoli non lo Arila, associò appresso anno i soci T TAlfani, il disdette premiò pagano. il Vescovi con stero Minidal daglia me- 133 MDCCCLXX. 118. . Dati (Carlo). Dell'obbligo lingua, propria Lo stampai La neologìsti. a' prefazione in 1870, Polverini, le per Biporti fn P. ben la parlare Fanfani. Firenze, 16". scuole; edizione di note con di vi e feci abbondanti note spacciata subito; lo e contro ristampai i comò filologici. 119. Fanfani (P,) La 1870, V. Paolina. Firenze, al bolario^ Voca- edizione. terza Inna/nzL 120. Fanfani del storico 1870, la in Xm Vita SI lire 75 — della Cecco secolo XIV. pag. xvi-400. 16% Detto — voi. (Pietro). lApsia, d'autori 1871 in italiani; Racconto Carnesecchiy Firenze, Brockhaus, Biblioteca d'Ascoli, Che 12"". con la forma il Prefazione, e dell' Autore. stampò per volta ]a prima appendice, e nel furono giornale 40 il IXrUtOy appendici. La che stampa mi diede di Fi- 134 ed ebbe renze ha discretamente direttore ^oma nel appendice per francese mi tutta sua la I di traduzione private nel Fanfani Pietro non Libretto che » « Germania, assai ultimo mio la se lento bene ed assai; e io rividi le monianze testi- le lodi, come italiani I! ! del signor e rispetti, sopra ?; si è fatto certi per e come H giudizio. stesso Cournand signor esagerarono sposi con ai la Fanfulla tiro e di Cecco lungo stati sfoghi io gli la per lavoro per dell'essere me Ma sposi risu, tempero il tiene pur piglia quasi co' Promessi que' confronti lo che biografo, ^pregevole, stizza fece ne se Lioy, ristamparlo francese, in i Promessi Il nojosa. lettura chiama II dove tal Romanzieri De' di pagò saputo più altro. ho il Cecco, mette migliori romanzi, compresi in in parlarono ne Un pagò. ne Germania. facoltà lusinghiere. Alcuni sono suo mi e tradurlo ma ; autorevoli fogli più il Zaccaria di chiese mi Brockhaus, in stamparla mi giornale; facoltà chiese di Napoli, suo Il contentarsene. facoltà aver per del da spaccio mia fatti dell' altrui strada. NOTA. Anche di succhiarsi da una strali invidia lire dieci tirarono senza la copia e Ma Illustre « In fatto ed offro formalmente col dalla Diritto^ fosse si sera mi- cinque a vero, ma svelenirono, ma che quel verà tro- sbalordirono si Altri ci pigliar a che provare forse del asserisco, quale e qui ecco : sig. Professore, seguito S. V. a pazienza vennero solita negarono il lavoro. veniamo esatta che, la benché Appendice, solo non contratto € gente, abbia Cecco il povero screditare prò. del curiosità. ciascuna 75; a prima la poco quella per lire quelle nota; contro di che bisognerà lunghissima un pascere I primi 0 il lettore qui il sig. alle Mussi, alla trattative verbali Direttore S. V. del le già Diritto, seguenti io corse tra sottoscritto condizioni: la 135 (T S. V, « Ascoli, da patti 40, circa In « col volta prima di 12 nelle appendici del primi presento tre volte venturo S. V. a cadauna, colonna pubblicate coi io di piedi saranno cominceranno compenso Quando 1° S. V. e timana set- per febbrajo; di uno concedere preferisca racconto, del pubblicazione prima due questi L. pagherò io diritto il solo 50 per appendice; ogni Quando T « S. V. io anno, giorno tal cui in : e giornale, avrà diritto di e 10 Prego 4C meglio le « !• S. V. la convenga, Firenze, li dal dell'ultima pendice ap- intesa verrà 10 di altre ogni edizione, mia da parecchi, letto che, professore un a né che « Ella di quale mi non Clem. mostra da e riverito vorrà guerra, come farsi ben di far una soverchia di parte a cosi via. patti signor Diritto. feci io la fattene Dirò solo Scartazzini, lettera, quale dalla questo traggo spontanea la proposta : mio, permettere, conoscere del le lodi né lode, fosse Lipsia Maraini Diritto^ ì\ signore scrisse ne il prezzo due testimonianze. Germania, me il per ricorderò troppe in Coirà, edizione Egregio proprietà recherò la « rumori della il libro sopprimendo paragrafo della anno Alla stima Proprietario r copie. 1869. Ing. Finito e dei quale con altro regolato. anticipato dichiarare creda in 1200 di cosi facoltà la il racconto il prezzo gennajo 4 resta sarà appendici mi e un per cominciare separata edizione voler zione, pubblica- proprietà pubblicazione ristampare 10* a di prima s' intende appendice alla di appendice. proprietà una delle appendici; la di farne della pubblicazione diritto di accordata ogni per luogo Il pagamento « 75 questo per solo me L. caso il diritto anche conceda il diritto oltre invece, pagherò In « di Cecco nome : « di storico la per appendici, numero e a stamparsi Queste « di racconto un DiHtto; del di darà cessati anche che in sieno queste i parti 136 di mezzo per è mi venuto Lipsia, a di una cosi Il ? Le se più darebbe il libro poi che allo smercio comunichi è volta; vedrei che si resto ma me fra trovano io. messi Pro- ai Tedesco ogni di remo parle- di lingua, sostituito le mani ne me che di su meriti i Tedeschi fra egregio incarico ne tanti ha esso che gran pensi, tradotto, esser volentieri l'italiano. impara Melchnau, « di pure del e credo consentirvi, a pare stam- non ma nuocerebbe disposto condizioni, degno Sposi, che è collezione: Ci della di il diritto la dubito e compenso Firenze. di sotto perla una per Lipsia stampa parte (in » numero gran editore, mio lire sua di Ella se e le lo della un sarebbe 300 a stampa un'altra che 250 di si ristampasse noi lievissimo un vero, dell* edizione mio, libro Cecco suo qual parte questa signor Il è da italiani Non comunicarle. è pure che Inoltre libro. Cecco suo qua Autori il e Paga, collezione. il troverebbe di direzione), mia voglio ohe BrocMaus, Biblioteca « eccellente suo che permettere che lettori il pensiero un Ella vorrebbe articolo un 11 Suo 1870. agosto ammiratore sincero servitore leale e SOARTAZZINI. A me e li di stesso haus de Monsieur, « Je M. M. ici Selon Scartazzini, une d'Italie « rien Je ne vous passer suo, Brock- dal lettera crois votre donc s'opposera saurais directement que plus donc par nouvelles trois d'une cents à gre le poste de la est si sous part pour mo- à faire la venta d'Ascoli, en ordre, bon de commencement du rapport le droit francs, Cecco cela en céder, me autorisée ouvrage au recu bien édition tout mettre . consentez de Tintermédiaire par me pour dernières vous somme de trouvé, Toccasion les rimpression hors d'avoir heureux Scartazzini, yennant Je suis vous. il piacer facesse seguente la ebbi tempo che mente natural- e : « avec de qualche a Scartazzini allo risposi lusinghiera, assai propòsta la parve bande un què l'impression. vouliez vous et me faire exemplaire 138 solenne che le La cose sue vendita dei compenso le animo grato lei Io Mi recò piacere E « di questa Roma letto il pregiato e raccomandandomele quanto 14 Napoli, « so Cecco stesso 200 e diede mia convenienza tra lo amico me « Je Vago. e al ed più io m'accorder désirez avant « Je « Agréez, : traduis dès je quel diedi, ma compenso credei di altre avevo Cournand, signor la facoltà e questa tradurre di è Tautorisation la vous vous que exactament j'aurai que les j'impri- feuille chaque l'édition l'assurance de im- Leipzig. de ma haute dération. 4C voulez conditions d'argent assez enverrez Monsieur, Hotel lettera publication. d'après Genève, di : je remplirai et la gliela de e chiese mi ringrazia : l'ouvrage « lo per »; non che ebbi ne scrivere arrivare tanto mesi, io remercie vous vous : ne Monsieur,* primée Can. Masaniello Il Cecco, il per sopra, francese in qual merai ed di « potere scendere, qui « que servo Napoli, accettato non pochi passati parlato il Cecco bien pregio mano. Erano ho di disse il Diritto mi la anche mi G. di Racconto altro un Lioy che con che posso, devino Roma nel Avevo lire. giornale signor cui pubblicato fu compenso cose un Cecco, suo Prof. il cosi 1871. marzo Suo in a veracemente essere Il rendere Fanfani. Lei da fiore pel signor il sentir dirmi quale gustare e ste que- un e poter dell'ottimo grandissimo sarà di servigio, un certo direzione), lietissimo dell'ingegno Germania in sento mi del frutto novello di parte in potrà sarà (e ma giornale. anzi quindi pel Cecco dovrà sul scemata, Ella accresciuta. si amici agli e cosi parte, a stampate sarà non per lavoro. nuovo unicamente libri sarà tirature faranno si non saranno provinole che di che obbligo, 24 novembre Victoria. Al. Cournand. consi- 139 La traduzione, tutta: Russia, che io ho non Cournand signor il poi detto ho come veduto scrisse mi pattuito aveva stampa la che con né il libro, ancora addietro, poco rividi la andava in editore; un saputo ma del altro traduttore. Avrei Cecco da oramai ma ; Non lunga. lettera graziosa accennando air dinanzi Cariss. € 4C 0 che alla sfacciataggine di di rovinarle far per addosso, tra corre me altezza, al B. lo e . lo del domandi spiaggia tra Il mare Mi forse ucciso la mal* sto, perchè e fu essere città vede ; mi zucche presto sempre rappresentata diverse, specie e del strage non me da — uno, fradicio .dei difatti che somministrano ha malo Gli ci antichi denze deca- diverse i vegetali un Firenze ha : tali, vegedei petonciani, i ma ci accorto surrogarono forse cessarono; costà le con tanosa. pan- desolato, qui peggio. carote, rape; sono fiato viva dal malaria; la ne il mio i metalli, delle ai mezzo impèrvia, troverei delle in ; Che saHs. disertata, paragonandoli esauriti di ciò governata che ci illustre allato menare e Livorno, questa solo foresta Comunque — E io. Vivo estate, il secolo più tenera, si le aria. secoli cetrioli, delle roba la di — lacera, qui i metalli, ci . l'Olimpo costà ci crede non — credo osserverà, nelle esaurirono dei al . . . Consenti la e significa moderato un ci vicino, tutta bello; Cervaia, affermano rimasto sono crede al P. . formano che Dèi non e di mare il che governo, del e Ebrei, ; priore col campi, D. al senza me, e ella Firenze in M. al colo peri- Sa ? lei tere met- a con naso lei, ninno cava cima in me Quanto lei ? ne divertirsi e il semidei, gentile, agli di ? faccio farmi . dell'onesto, e lavoro quel su rompermi domandi agli altri e . . tal ' me, salire e e pelo. Se un con . P. Cecco, il mandar una cosi: rispose l'altalena fondo in scatti mia fare vuol ci di mandai egli, scherzando ed troppo esser sig. Pietro. giù ne gli il per il lettore Io lui, mi a sé quanto che mia ad frodare Guerrazzi. dell' Assedio, piccino comincia altro per del alla autor Nota questa voglio testimonianze parecchie qui recar po' di dura come scico straad Ora nome materia di 140 al paragone di secolo di gonoree, É fermata la ridia ci vigore, venuta, Mentre, la che della Cecina, della Dora, è mi lo all'aratro, Quindi ho Politti stampa scritto L'origine figuri, che fatto sono Russi, lapide, il Secolo e mani a duri po' se fosse col di e Aveva e è in la modo Giornalisti, di e marchiato il perchè nei la supplico Nemesi, dai ha - ha e poco sotto loro lima la lima. che sperato un preso di doppia della una Avvocati, Cecco; suo a suoi chio, gran- impronta istituire - la ed anco di di sempre; lazzeretto, Firenze; impunità falange- leggerò imparo un a lo ora scritti barbarie (promettendo ordinare di da vecchio, schifo, ribalderìa; letto contagio Peruzzi Mi ruffiano. volentieri, il ignem. farò mani, infinitamente parte giunte le La nmore. rimpiatterò mi e per Sono tocca. perchè gli altri con falsario, intero, fare, coprirebbe sua andrà « chi a che Furie, dalle frusta due Manzoni; al e saeculum quinci, protendendo e viltà di la miliardi Germani): ai Secolo il l'Im- su quanti Verdi, del è scena pagare al pagine bazza e (appunto Judicare ! roba potranno Perchè la circa tutti; mi male Rossini, prestare da fa da la che fantasticheria: della cui il solco. pagine, poche di - hanno al 1000 di onde aggiogare tirare a ciò o sé; da sembra cosi prefazio secoli i Francesi finalmente si di intorno cicalate il Comete miliardi franchi di Milano; a delle 5 malaya, novella una lettura grigia, mi costringerlo e gliarli pi- mentre la fare o posso ma vuol scrivendo e impicci, materia la o sovente che dell' Arno, o ne se effetti. co* ranocchi vivere —Leggo; cosi. me scrivere; forza P. sicura suoi più piccoli, il R. l'anima, intero nei non giunga soprag- questa, più più sono che dentro spirito - primi andrebbe insomma che i non Tevere, del — di schiatte ovvero avrà giova quelli con senza, non tira mi non mi ec. costituzionali, ma efficacia cosi dura perchè co' secondi che so che sassi a fallimento: del non uomini, cancri, apostemi invasione nuova di dignità e di Agnoli, se ; lue, di di ulcere, l'effigie di capponi illuvione la nella marcio togliendoci basterne, di tubercoli, nel di secolo — e per veda un lui) accalappiatori Giudici, ché fin- tutti ci di tru- 141 cidatori della lingua; poi, questo uè le anco dice cosa * uguali. merito di che tutti 3 vedere lodisi esecrabile, lo Sia scopo. criticare mio giudizio il degli scrittori Cecina, « chi se altro 30 conceda quello ringraziami, lejccume I Allude dichiaro E a per qui di Questa irato!! lo te popolarità 3 e Lui!l uno essermi andava gioja una questa delle dall'uggia sino seguimi per derlo ren- e segui con- fa pensa, e che spira Per — nella zione colle- che il sidera. de- cuore suo mie alla amico Guerrazzi. D. ? lettera Te chiacchiere? fine, che, senti ne Dunque altro qualche darò. Bcritto alle troppo il Cecco^ gli si nega cagione. parole astenuto in anche lodatosi dove, T accennata allude tutto 1871. dicembre è sollevato poco il non onore con F. un sero vis- l'arte con i italiani. le non concio più largamente, figurerà non mondo Affrho Lettore, già, molti sul scrive, farsi il colore male; pure che sa dunque il chi guardi libro suo Dio Dunque « : a' fantasmi se a permesso ^ nel dipinto l'autore, gli stomacucci avere eterna anima fu fine quale non : ; e altro, larità popo- nega reputa buttare un amano eternamente atroci Appena poi. uccise ne a fatti bisognerebbe in le quando marzapani sono Eschilo uno imbrocca, esporre non allora da uomini, nel sta da narra : la non fossero non blica, pub- antiche, che che sportassero tra- igiene presenti, passioni li memorie critico, passioni non astenersi concetti tragici S. V. coli* muta le se Anco di la per coloro, suo tratta non come ; quelli Quel carrettone, alle odiano le moderne. perchè Rispetto — che affermo, le nel cautele debite le con Sardigna. alla messili che, parte da me apposta anche dette dal al nella trattare Guerrazzi: prefazione, pure non le con feroci passioni se ed ne quali rate. esage- mostra 142 121. Firenze^ Vocabolario al del secolo XVII. 24^. 1870^ in delle quali , Edizione sesto Novellette allegre Dae copie poche a maggiore; due e alcune ; in in carta grave e di cartapecora. 122. Fanfanl (Pietro). Novella Firenze^ ; Il il Dies aggiuntovi Polverini^ 1870, ^ Gaudenzio sor 8° in chiato, scorbac- Iraè travestito gr. r. Edizione di 20 tre esemplari; in inglese; carta e in tre pecora. carta- 123. Fanfaiil (P.) Diporti filologicie letterari, lo c'è sono scritto il ristampati tutti la lingua Discorso lingua, al già scritto del quale da questi Diporti. fa esso, 8°, pag. i e' è staia Dati sul!' seguito in un medesima. natura in 1870, Carnesecchiy Ci della opuscoli altri un c'è e Obbligo lungo foglio di si del Firenze^ 335. della dialoghi con muove ben Dialogo Palermo, edizione ec. napoletana, Per parlare del sopra prefazione la propria Giovanni Di la opera di Fanfìiiil fiorentino. Servo di di come già aveva ed Firenze, Boscafno certo io che, lai, in le letto caritatevolmente non delle cosa sarebbe delle Ora opinioni. deporlo cose almeno il di che Se avversarj, dire Bis per videor ha io al È nna pubblica la satirica Novella una vendita. lucesse in 1870, andar in La via batto ri- abbia stizzito, ottenuto di curassi per del queste esser che qual- Boscatno Zizzira. Firenze, 12°. cui autografo credendo stampai, a pia saper mori. Don versi, il ruba. Toscanità; k (Vincenzo). Vocabolario, molle, mi ingiurie, sema 125. IVannncOi di debbo egli, cosi e avversarj. essi di caso certo e dicono barbaro, da'miei villanie proprio mi iri lezioni, di che?, ne Un toscano. il becco natnralmente ma parlar 16". dell'nso di mettere libro, urbanamente, qnrato me dato superbia, per lodato e smanioso Trapani, in 1870, Tocabolario ai del Maniere e Polverini, compimento da costui di scritto Voci (Pietro). Ne che ito via sarà ad comprai la f^ma forse dell' dieci tore au- copie ! ! 126. Ii«rl La Mea di P. Fanfanl. sticale, con in di (Iacopo). note Idillio Polito, Ptóoia, Gino, Ru- 1870, 16". Le annotazioni specialmente le feci sopra con cara raffronti e di studio antica fino lingua dal 1846, co'modi e tono bat- viventi i 144 della fattemi ab. mia dal Tigri nella Lettera ad associazione; Tigri che molto ec. La si ec, 1856, le nella farfalloni l' del- parla ne se edizione citata chelle mara- leggono incredibili fece nel ne lavoro: questo Degli Gotti, Aurelio di Arcangeli presente. edizione andò e dall' e edizione della prefazione vicende pistojese. Le montagna nella feci la per bene. NOTA. Come quella sanno faccio io di po' i lettori tutti altro per cosi prefazione, libro questo delle che storia, nella di ricordate non chelle mara- la che bisogna gistri re- qui: Neir a 1845 anno Pistoja acciocché chiamava), di Firenze, Ecco « la Tangheri i copia, 0 colla più Or mi non attendere tutto che lui fatica e al pulito, mandandoglielo ed anche un : a di hai, de' saggio. il A e di lento e a mi potè non santa sima grandisa metter Messo sieme ineh* io all'Arcangeli, risoluto quali rispose fatto mia senza significarlo delle la con cangeli dall' Ar- la con Lori. mostrandomi egli e materia: cervello, filologiche, questo il Bindi non del poemetto vedere, note riuscii, potei ritrarne mandate io, ed poi » indigesta carte ; che credo, manoscritti. di : potrai come il Rivista abbozzo ciò Tu ragione me; tempo fui non a farci a in di fa. qual attorno, spesa parole ne quella a diede esemplato ben se il guazzabuglio messomici pazienza queste anni per sesto lo nella l'originale possiedi ricordo dar a a rebbi che pratica maggior sta pazienza, allora esso ragguaglio dire, l'estratto meglio^ alla (com' con prima : meglio per raccapezzarvi assai accompagnò lo e desse ne Bindi professor al Tangheri de' poemetto il mandò l'Arcangeli la a parlo, stam- gli mandai lettera guente se- 146 Non 6 luglio mi di saggio io Mea la cosi note, benissimo tu che quello forse potrei viene da piene, Sta' pe'quali ho non d'oro, dalla a diedi distendere la il render voci) delle anche di tutta antichi: e la per istamparlo : che Sette qui 0 una dove come dico di averla l'amicizia (non volergli bene), fatto da cosi me anzi vare di tro- e scrittori negli quasi lo tutto, per comprò da da il me Gino, Tipografia recitò TArcangeli dopo lezione, sito propo- montanina, simili misi varie per gioni, ca- ricordare. ma, del lavoro non mi sentimento il fece, distrattone Lori; poemetto di poi Arcangeli. principal dichiarare della capo tuo tornato, mio il lavoro, accade non ott' anni Colombaria mai Compiuto il che al parte, Luigi Vangucci, signor fu i modi maggior che caldo questo e, pronunzia montanini fatto. venne quella Galileo, di Addio. quali (oltre per l'articolo Parentali montagna; nelle ragione que' modi a mi note, le in corsa chè per- stella una faccia G. io gazione spie- detto, Il Ed per una aveva con nissimo comu- cope l'usavano sui denese, mo- monti. è : è cosi Bindi, perchè tagna, mon- via dei margine ed e il corpo. e in mani le che qual- su idioma dell'oro di scrivere coraggio giore mag- corsa discosti in qualcosa l'anima opprime una Avere scritto al buon attenzione di occupare rozzamente; intorno danno mi e l'antico detto; Ho Dimmi Rivista. la più filettato ricamata il battesimo. paesi Il panno era mezzo mi il inuzzurri. veramente dare storpiatura capare, ingornbre. di per il te. Anche schiarimento a conservasi montagna in nel che cosa, da una qualche farai ne' quali più nei Con farai. meglio ma piacciono: darti principalmente mani ogni raffazzonata mi accennate parola; Copo rimandarmi a Amico, Eccoti « altro per scrisse: Caro « le tardò dice allora rotta non sulla monte un egli avea io, perchè fiatò Alea, nemmeno a' suoi Società alla di bene rotta non del meco cessai del proprii deroso poncon- U7 forti, la quale andò più là, fatto fosse fu solo io, consenti lavorar a quel su dell'Arcangeli stato'fatto era Non potè da perchè al che Gotti, e che della proprietà i quale, vedere seconda del edizione alla di da già tane fatil peggio, mare chia- potersi ricordata detto, Tigri quei già Cino; nella ho come errori prodigiosi prudenza può e tore. edi- un copia copia tatura det- il lavoro Tipografia spropositata, quale a di mano la una si il che avere Canti altro che in era Arcàngeli come nella nella sapesse raflrucchiarne cosa, anche forma T prodigiosamente tutt'altra lettera era bisognò gli benché me, altro per perchè me, riusci che da bene Tigri, più come certi a del poemetto, stesso, sapeva stampato, insieme cura per bene fosse Firenze, a anzi componimento troppo perchè pubblicati toscani popolari 1856 leggibile: tal su che tutto di nel veramente poi stesso fece render che desiderio lavoro e potuto avevo mostrò quel fatto averci io si editore, Canti, fu reggono cor- per putata re- l'ometterla. 127. Cavalcanti (Andrea). 1870, in di Edizione P. da pubb. Fanfani. Il Vicario Firenze 12^ poche copie. \ » — -T3j3fcVi«.^t*.v Burlato, al rio, Vocabola- vella, No- 148 MDCCCLXX-LXXL 128. Aiitolog;la italiana, compilata Scuole tecniche, renze^ Paggi, n Rigatini del P. da Fanfani voi. 1870-71, fece il voL I ; e Rigutini. J^z- 2. il voi. II. La io e G. delle uso per facemmo per missione com- librajo Paggi. MDCCCLXXI. 129. ?iCttere e ridotta Tolsi postillate per via Fanfani, le scviole. Firenze scrittori, ordinate edizione seconda 1871 Barbèra^ in 16°. y qua e là lettere alcune note, abbreviandole, molte P. da eccellenti di precettive per meno importanti il desiderio secondare ; del e corressi Barbèra. 130. Fanfani G. Sta consolatoria (P.) Lettera al sor profes- Gazzino. nella bolla Sordo-Muti, Eaccolta 1871, in fatta 16^. per la morte della Gazzino. nova, Ge- 149 131. ' tegpnerrl For Stanze. Le Pistoia, pnbblicai Bracali^ favolose in 1871, dello stampatore, cnra di codice nn sopra a Le (G*. Batta). 8^. Bossi nozze per Dee, Bncellai ForteguerrL casa 132. Tonta Eia da secolo del Stanze Castello, XVII. Firenze 8^ di tore au- 1871, Polverini, j in d' incerto gr. Edizione di Diomede Bonamici, poche copie colla in carta pubblicata per le grave, signora Giulia nozze Sorla. 133. EiCtlera di lingua italiana, della di note Fanfani. renze Fi- 8^ in 1871, P, y y Le con Vocabolario al sull' infranciosamento Tedesco un note tutte battono sui barbarismi, sulle e teorie dei zoniani. man- 134. Carità versi. Fu e (la) Napoli fatta a dall'inondazione italiana. Nobile, Raccolta 1871, in di e prose di 8^ y benefizio dei del Tevere. danneggiati Ci misi un dal tremuoto di Calabria, lungo tratto della mia vita. 150 135. Panfanl di (Pietro). Istruzione lettura feci per di tiratore: 16^. in e Macerata; degli stndj delle Provveditore del sino e ad la tiratore, perchè feci dico al Firenze , commissione Ascoli elementari. scuole 1871 Vocabolario, Lo le per diletto, Libro con ora se fatte son ne vincie Protre stereotipìa. 136. Panfanl d'Ascoli. (P.) Cecco Lipsia, Brock- 1871. haus, V. innamij 1870. 137. Panfanl alcune (Pietro). Di lingua italiana, ventilate. Firenze, proprietà della Polverini 1871, 8^ in Opuscolo della di pagine, 16 dove si rende ragione di alcone coltà diffi- lingoa. 137.^ Fanfonl Le Monnier, Tiratora dove (Pietro).Il a 1871, in parte dalla Nuova parlo della Poesia Poeta popolare. Firenze, 8^ Antologia. popolare, e della Lavoro qualità molto che dee stadiato, avere il 151 Poeta popolare, poi il merito, giovane senza il poeta; sia che speranza ai checché quale, fare di Neri sonetti dissero che tali doversene Tanfucio lo avevo avvertimenti gravi dicano da cose dei Fucini del mente por per trattare a Fucini). Gl'invidiosi (Renato sopra venir per lodato che al davo invidiosi, porto ferma molto la lodare nostra patria. NOTA. Di Padre questo mio Giuliani in dono in Carissimo « Eccovi vogliasi, pronunzia. Ed dimostrate si ben lingua qui si per A parla. discorso sonetti del avvertenze vogliate « il mandò mi linguaggio e lato par- capaci, bisogna possedere le poesia un il 26 è bontà vere ed po' di della auguro che frutto. Addio. le sapete innanzi al valersene e lingua quel proposito a che comune moltissimo garbato popolare buon di classici, nostri perciò ottengano che lingua dai loro dell'amore, lingua, rità, ve- alla varia come Fucini, bravo Firenze, accreditarla la ragione alla voi con questa discernere me far anziché titolo, suo sincera e vostro, vocaboli, esserne sulla sempre modo col tutta esso verso usata voi, per in congratulo mi intendere tutto di sul si raccomanda vi al costante Ma pari de' io dP Italia. la che vedrete sostanziale assai quando volumi preziosi libro perchè pure forma scrittami, sodisfatto amico, un più se suoi mostrò ne Toscana, « tanto se lettera una dei uno della e lavoretto savie Vivete di che stro vo- quei vostre felice bene maggio 1871. Al G. -''^?'^^CV.'N^* vostro B. affino Giuliani. e 152 MDCCCLXXII. 138. Fanfanl (Pietro). Lingua vuole chi a 1872, Gì di qnistione Milano, il lingua come metterci quale volle scritti biologici, nazionale. cosa rara, Car- Milano, ritratto. con de' miei meglio il raccolsi 12°, in italiano. scrivere timenti Avver- nazione, e il che feci per La ritratto,che quasi è trattano la il Carrara di mostruoso. NOTA. Non E. Celesia, Illustre « Concedete pregiato Dirvene e eh' dono lingua, della Pedagogia, € 10 io che quanto in opera vostre vedrà febbrajo dal ringrazi vostro e dirò scrittore che* di di questa Pedagogia : amico, vi io lodi, Delle basta. ciò ed del tutti, sarebbe testimonianza valoroso e signore le ora altra recare dotto € sul da voglio libro: meriti tutto fra d' È molto cuore e* nazione. opera durate vostra a Storia della la del consultato essere fatiche 2"* volume non Lingiuz inutile. onorate nel profondo luce. 73. Vostro E. deditissimo Celesu. prò della 164 vedo fumo sfatte, calze talora parole tirano il secolo tutto, lo Che alla immenso ritornerà ranno casa; Bastano lingua hanno 0 . La f Però € allegri del fosse ravviato i sto? bu- serpenti ci : ripiglieserpenti? i meglio sonano non della sì ponga stringa mestieri di e , siffatti non . della idioma deir 0 — serpenti i fischi che furie bolo, capitom- cosa. la i e i fischi. loro il strisciavano pantano, che di e — altra le Le dare il mondo ci e prima come che trovino varranno. è stiantata si si come Varranno — deve ogni ? Prima pantano ? Non leggo, ci bassette tutto come natura diventeremo un era lingue dentro di guasto capelli; pei le e che vede il i'ii ma comecché spoglie e impedire a avvelenano, ' Capar, sigari del i sue i Giornali che bene, altri vituperi , al mano una che sempre; petto, la risponda e ha ci morte poi. trovar da vivi. 6 Livorno, « 73. del A0ho Avv. Quella libro, e Bindi del non essendomi tanto ha « Carissimo 4C Tu scimi, e al f mi vecchio aspetta, di far I e Hai piedi tutto per troppo amico, naggio perso- dignità, per fatto ho del tutta, che e male. collega dicendo e del ti di l'eternità. Cavour, diceva il nel Mi sempre che po'tardi, anzi donattts quale canto del dicono per dell' arte. ogni pensare certo iam fuoco, che suo di vezzo virtù di squisitezze di ed pensato, fragrantissimo le ciu- quel tutto un del compati- ma libro, ben ringrazio il rosario per tuo tutte ie'Ricordi, dai mi far può sebbene giardinetto con Tu ragione; si non Dunque, dovrebbe. rallegro, invece vecchio vero? è c'indovino? scritto, fagotto Capur e rechi quando non me, coltivato femminili, schietto po', ti ringrazio un egregiamente Bravo di ne'miei perchè che più del Guerrazzi. Pietro, capo, si vorrebbe, la non dottrina per parlato brontoli pel ch'io D. tutto in parla Tapprovazione solenne mi chetto fare posso cara sempre invece F. ^uo tanto rude, l'ordine quelle vec- il Guerrazzi. 155 chie memorie tu delle belle? dette hai invecchi, Buon Ti so € sciatto ho Addio credo, e Che ridens. perchè tu, che le corbellerie n'ha' mai della non gioventù. sermoncello quaresimale, il o sia tipografo in cui Piglialo scrittore. lo non altro. carissimo. 7 « lo i fumi il mio Non com'è. Quasi sempre mando più se Democritus nel te! per « tocchi 73. marzo Il tiu) vecchio amico Enrico Arciv. di Siena. 141. Aeelpretl al Carnevale. V. Vituperj del Carnevale. 142. (i) del ITItnperJ una in copie. Tolsi da di numero 25 giorni Nottolone, Fra di un Buon Firenze^ pubblicata Anonimo, titolo principio, dandogli di XVII. di gr. di Predicozzo ultimi secolo graziosa Cicalata Polverini; qualcosa 8° in 1872, Gusto, É del fiorentino Bellnmore Cruscata Carnevale, per poi di le oscenità; al Acoipbeti e mutai Carnevale, pubblicamente farla vendere del nome a negli carnevale. 143. Fanfanl tra Pietro (Pietro). Aretino e 1 miei Dialoghi avversarii, Assalonne. Cosa da ridere. (Inedita). Sono de' miei dieci dialoghi faceti, in ciascuno awersaij, e sempre dei quali ridendo, fo la storia di dipingo ciascuna uno delle 156 fattemi, con guerre Giascano de* versarlo. Gli cambiati ora De le dialoghi cagioni, aperte dovrà in di letta fresco, dopo Gubematis; la aggiuntovi e ebbero principio altri biografia ec. delVav- nomi: ho gli fattami dal fessor pro- Dialogo. nuovo un ec. il ritratto possibilmente avere interlocutori le mossero celate, che e 144. (Pietro). Vita Manfani Milano^ La feci la me 1872, Carrara^ l'editore per assai pagò Sta 8° in dei milanese bene. di gr. del Romanzi prefazione per d'Azeglio. Massimo d* innanzi che Azeglio, Ettore ^V Fk- ramosca. 145. Manfani (Pietro).Democritus letterarie. 1872, Polverini, Firenze, in 8° la coi 300. pag. C la ristampato ò fu edizione con lungo andò aggiuntone e frammento bene. degli SmUi più parte spacciata, presto un e anche zioni ridens, Ricrea- Giornali della Mia gravi e gli avversarj fecero, soverchie: solito,gli lasciai eapricciosiy Si altri. VUa, feci per Lo leggeri scrissero al il volume chiude solito,loro ciazione, asso- lodi, molte arte; e io, al cantare. NOTA. Qui diede letterato é mi il di grato il riportare Settembrini^ sommo conto; cui ed il giudizio ciascuno anche che saluta quello del per del bro li- mio critico povero e dal- 157 rOngarOi in morte; nella e « Egregio « Dal ridens, che sempre tutte perchè ha di le « Caro « Benvenuto e Ho illustrare la del mia ho qui ella il gradito darle a come Devfho servitore una lei il vostro Democritus ec. E una di di edizione mi e brani YUnità mi contenterò Polverini, e e vostre, cose perchè di quel mi storia tempo, quasi trovavo tra eccellente e sco. danteletto e Foianesi. signora Brockhaus. del fareste le vecchia una mentre quella alle d'anno, grandemente, richiamare Firenze mi e di capo profitto e piaciuto fiorentini casa a è che e cuore. diletto mi quella avversa strenna bella milza da naturale, fortuna poi di svezzando fu alla il l'affezione per va dens, ri- benevolenza, vostra mi che faccia con via a completa, all'editore « che Settembrini. mi tutto costumi Conosco E. che in sempre la in imminente, V. anche che agli uomini indicata spirito con letto lettuccio averla libro Luigi della segno d* Ascoli i L'ho € leggo come tanto, sul eccomi titolo doppio uomini. letto era Democritus suo tanto mano amico, 1872. ridere a trovata Non sua ottobre dello il Cecco avete d" Ascoli. istruzione, mostrarle per meglio ringrazio « di circostanti, perfidie degli ne il ringrazio danno 23 avuto ed gli amici medicina finora ma sono perchè consuetudine ve le a de'visceri aiutò E Cecco del la sig. Fanfani, prima la dona. che Napoli, « La scrivere che noie ho sue. avanti poco signore, piacere con cose lo e quelle come letto voluto dono, suo altresì Mattacchioni ho scritta lui stimatissimo e me da tocca quale Prof. proprio lettera una della di Se si non dando può per l'anno il mio nome abbonarmi grazia somma il mio lingua. presente, 24, Corso domicilio Napoli. Benché lo Correnti, salute stringer la mi non mano. Scialoja, restituito abbia mi per a ora di Firenze, cosi consentirà Cosi com'è disfacendo lo fo presto in l'opera rito lo stato di ispirilo della venirvi e verità. a 158 Pigliamo dai del apostoli la meno tempo conservi la buona le che frasi poco lungo, a dimenticate facoltà stoltezze, ch'è Come dicembre 1872. 23 spontaneo, me scrisse ne compitissima di Pregiatissimo « Sendo non dello E perchè mi di ai giovani Pregiatissimo « La è provincia giovani, in dia il lettore essere per scrittori gli prosperità salute. e e se amato G. SCIOTTI. si da mi di che nio Euge- signor che altro cosa una parla parole le il desidero d' detmo trascrivo se non Suo perchè e Democritus, del Io di cere pia- compiaccio, essi. signore, parola non venuta a sulla studj di di che coltivano. giovane, un studiosi, « sua le sima, freschis- e perciò fra vità festi- e 1873. Frosolone. compiaccio che Dio proposito a Rizzi quella da perdoni scrisse, il primato è sua Democri- suo pel brio Gli dire. non letteratura e italiane alla purissima lingua a delle il massime novembre viene mi persona di associarmi meno negarle bene, cultore sommamente da patria 29 Furci, giovani, mi la voglia « Furci, di ciò qui riporto Sciotti arrecato: saprei che vostro DALL'ONaARO. cuore, che a avermi utilità non d'oggidì, Mi per un'eleganza pregi « fare stile, congiunto ad e G. ammiratore posso Bibliobiografia, ed delle ridere sig. Fanfani, piuttosto diletto pigliarla, ri- poter intelligentissima. e lettere, pure dal venuto e il signor « tali e tutt'uno. Fr. tus spirito, di auguro Tutto che dagli lo amano come saluberrima e e Napoli, « nostro, vi superbie umane apostolici verità. Dio « tempi lingua Italia, i quali che v'è tempo i non intendono chi non l'ami richiamare a neghittosi si a pregi studi oggimai, ai forti Italiani; d'avere si fatti, e una e come e ceri sine' é non mano cercano 159 le quel vale di sentire, chi la effetti ho essere 1 lingua, alla patria, che parlo per io questi effetti, ed italiano; dacché italiano ha od vilipende ricevuta luogo qui testé, data a devino ha non a vile. servitore Rizzi. lettera strana una Catanzaro, da spe- ciato comin- ho a Eugenio dar non 1872. aprile Suo Voglio l'animo nel- istillare provato d' finezza una ad Ed migliori. lingua propria Frosolone, « alla così e poi e rità ve- ne'lettori Sugheri) delicato, in pura formare a co'D. Lei, a me voler a dirsi in m'inganno, gusto sperare che rienza, cotal amore può ne io o cosi lingua quella e E infinita. riverenza e confondere non un un se gaio assai, (da garbo affetto con stile suo semplice a Lei di opere anonima, impostata e Car- a penzano. Il lettore « Signore, Lei « si tanto tanta brutta ricchezza, vende sì a gioventù sì sentirne che ciò « e Intanto amicizia, « mi mio i suoi libri profitto, e ma sicuro allo scrittor Non se creda di tutta mantenermi di la sua 1874. li favola questa sperando al Fanfani, la salute per afffho Qui, libro. che della quel della mia che ricchezza sapendo non dico lettera, a possa qui amico 0. D. e inorridisce ma dichiaro Catanzaro, al presente di tanto gloria. Suo Di ? Tutta pieni spilorceria. sua tanto mano sua L'Italia, signor la riverisco, di sciar la- dalla Come comupe. lingua; cui a cavalcato essere opere maggior sua per la le prezzo. per posterità, ricchi di compiange scriva Penisola, la fatto alterato e ad viene i : senza avidamente in addolora, ne celibe prezzo desidera poco un tutti a caro massime sapere, lei ricco, spilorceria, ricco la rallegrerà e che in fine rispondere, come capitar dico, M. parlerò ne chi servo e sotto ricco gli occhi non sono, 160 ho solo che lièvi fatiche farmi da non : di ha anni; ho là di piuttosto non bisogno l'anonimo se me cavallo, un avrei sono di anzi dico tanto che da avuto e spilorcio Firenze, in qui che prodigo ho non desiderei, come : mìe però capiterà come ; de' miei di come due di son avrà caro mogli, dei sete a capo la avranno forse a prova giovani che i io le per non cose ranno trove- mi non e quali ? Io cento per me, ragione; libraj, 1 mezzo il quaranta gran anzi spilorcio; sia facciano modo ogni ci circa questa vera libri che pensato guadagnare sia ad da ne non ma le una. egli se : trenta il prezzo vogliono mie di celibe carestia Che mercè che, e parlar avaro discretamente, in ora sono; udirà so dì vivere po' strascicare un come ma da prodigo. sono 146. Fanfaiil (Pietro). 1872 in tiratura carta canarina, a tre. Firenze^ verini, Pol- 8^ in Sono Novelle parte in DeinocrUm del forma di ridens, in tre sole copie é^. 147. Fanfaiil (Pietro). Marucelliana. in 8^ Fatta da Breve ragguaglio Firenze, della Polverini, blioteca Bi- 1872, gr. per spedirsi commissione alla esposizione del di Ministero Vienna. 'S5«^-~-' della Istruzione pubblica, 162 qni il testo gli avevano Le del tolto storico della maltalento. tirare il viso, forse, bocca o quella si trattasse e specialmente fecero non essi sia la migliore di dì dietro le cantonate, eh' io spero, gli farei baglio ab- ricredenti, la che distare di mostrare turerei e il fare posson se, invece e fame mostrare coraggio avesser questo di altro che tutte; baglio ab- importasse altri né E che cosa di grave invidiosi agli e che quello un nota. una di nò schiettezza, foglietto per un avversar)' ogni modo, loro la fatica. troppa senza a compilare gira gira, ma non i sassi a nel se Ad questa edizione ristampato agli come patria: precedenti, me occasione scalpore, salute Fu da ricondotto è editori 1843. preso diede loro gli del Monnier grande Machiavelli NOTA. Per contrappesare, degli avversarj, edizione da sole « La Il testo in « « è loro questa queste Tabarrini. del quella il bene Milano, di 20 dono pel riceva del dono un promette assai date importanti. opportune, Ma la de' Classici senza peggio Il bene. Le massime Italiani varianti del fronte l' del- a in e ancora, fatta discorso a questo Milano. esserle marzo chiavelli, Ma- quale. molte Monnier. Le tutti, Ho volume grandemente sono l' altra Società ch'io giusta suggerisca assicura edizione e è non primo proemiale la ringraziare Mi compenso. Cantù, del persone leggano rossore, mania Ger- collega, prego ma loro da dar voglio non di ma lettera per voci questa di d'Italia, solo ma malevole dati giudizj non per V una letterine, Onorevole benigni ; le av^ssero^ altresi ed Tuttavìa, « « i competenti e sodisfazione. peso giornali, Francia, spassionate due citerei gravi di e se 1873. Afpmo C. collega Cantù. 163 « Caro « Ho Pietro, avuto Il Società. le Il dette. cose sua forma il Machiavelli altro e come Credimi Roma, 14 le fare anche fiacca che tocca dette mio nel fosse collega un l'altro fatto di calunniato, « Signor « Ho l'economia la presa mentre dire In nostro motivo, i perchè la io delle non foglietto mi quali sarei di Società, stato essere seguente: la proposito molti di cercano che abbiamo, accorto, se di due comune persone com'Ella : e le accordo, non le che sia ne fra bastoni e nego presente qualunque avanti vada qualcuno, aver dei rentine fio- incorsi: et nolenti, conviene stampare ri- Storie erano volenti abbia dovuto era a zione edi- cipalmente prin- io delle detto gettare non che si vi oppositori, nella derivi ciò lamenta che divulgato aiuto volume primo Cor- professore che che tutti di averlo negare ha dal e si errori pubblicazione sviste a del degli questo lavoro che riguardo poco valido suo Ella per di averlo ritiene. più Passerini, dalla dolente Machiavelli, del posso del privarci tromba non fece sdegnato uscire dispiacere mio. recisamente che molto con motivo che pregiatissimo, fatto a si scrisse egli, mi dal un volere Tabarrini. io, con Passerini, dice opere ed trattava di Il uscii. voglia delle che affmo Conte stesso lo l'edizione; dichiarai inteso rattere; ca- l' del- amico quelli di uno fosse me Pietro ch'Ella ridi che curar come il 1873. quello collega, come il di compagno soltanto sempre credere contro scalpore Questa altro. marzo a la citare potrà abbraccia M. si ripreso Deploro Tuo Mi ad ripetere stampato. non e trama abbia si alla onore di non è fa senza che precedenti. è dir servire ora affare è oso non Addio. « che che questo ma « qui carta, può innanzi da che cosa vero par tutte della impresa, potrebbe non e ammazza scelta si testo antica; edizione la clie è ed Passerini del lavoro monografia, una Machiavelli, il il gambe, dichiaro corrette fossero ve- 164 nute bella a che sia le esagerare ed io tra ch'Ella che dalla posto al che insieme fiducia della di stima, 19 di pregio mi mia a del tenni secondo fermo; volume, sai, as- io che spero presto, alla mano rinnovarle le cere sin- dirmi e 1873. marzo cessato e di óbUfko devmo Passerini. attendere ci attendono ora il Cavalier e ha neo-guelfi, dar Luigi però i e Suo Io ne tengo. determinazione, sua more malu- dichiarazione leale e del Ella tra specie ad venuto seminare : sibile pos- volume. questa Firenze, € in ; È vedere. dipoi nemici potremo secondo proteste pochi franca d'accordo, del Con ho sia per dei aspiravano questa e stampa abbiamo ne recederà d'amore « non pure Dopo « Tutti che Lei di presso fermele per taluno quelle cose quelli trovarmi a tra noi? tra e posta alla stampa Conte lo stesso serini, Pas- Milanesi. 150. Fanfaiil editi inediti. ed Apologhi (P.) Novelle, Milano^ Carrara^ 1873 del che Racconti e 16° in con rami. raccolsi Le bene; forma me e di ne 4^. commissione per otto stampò Le dedicai al Carrara, in copie Papanti pagò forte, colorata, carta di mi assai e in Livorno. NOTA. A di proposito amico da « Vuol Novelle queste mi scrive un dotto Roma: ridere? Europea di la senta. questo Il mese, De ha Gubernatis, cercato di nella darle vista Riun 165 dicendo morsettino, Parecchi miei più che sono male amici corsero a delle Novelle. sue il volume, comprare . 19 1873. affino C. ne dì questo quale, so di ad ogni mi aspetto essermi di Bonghi Non « pazienza. Tommaso mirabile sua Gubernatis, del a PRUDENTIAM CIVILEM PUERILEM vir, de Te, libro HISTORICO argutissime moresque Atque tuos, Gubernatis De porite sa- Angelus titulus: Ricordi inscrfpsit et modestiam REQUIRUNT. rex dal queis moror, ingenii scriptis: abnuis alla latinità- queste con nihil dominus, della 7* nota invidet quem sto ago- sommo tenuto aestimatores rerum IN nella esso Riccius, singularis Maurus me in al florentinis ephemeridibus 3 abusò e libertatem INTEMPERIEM HUJUSMODi respiciens mihi dì neglectae di in me, signor Gubernatis, conveniente all'opera item aequi quale il maseo il Tom- a sotto nel morsi : nemmeno Causis poco Hanc « il De : modo in ubi risparmiò non questi male degnamente, Vallauri, Europea; biografici, la dato scrisse e e natis, Guber- Tra fece parole, del certo De sig. mia. e lui, bisogno, egli la verso, non Non accenna Oubernatis che il giornale meco del parole: nae le e di di quali avendo resto specialmente, avessi queste Acroasis tis, parlando le trattato, leggo » libro di conforto barbe modo a trattò egli Rivista altre ad Del protezione carezze rara, Car- dell'editore questo compagnia,, congiuntura : la capo, sconvenientemente latinista De se Gubernatis il ringraziarlo. a e di lavate buona acuti certa mia fuori, ricevere gli rispose 1873 tocca me, me non e il signor utilità la acquistato do nel in fu dacché a belle che meno una non che sonò 0 biasimo, confortandomi, pensiero, più suo e che caro A. nulla, sapevo ne solo oramai cosa leggerò, non ho col fatto, al biasimo nulla: importa abbia ne . decembre Suo Io e contenti. Roma, « volume del ipse gubernas; ipse regi. Equidem ad et quam doctri- 166 E sig. De al diede il resto della sua Gubernatis^ del carlino L'Etimologista € nel leggono detto agli scrittori, DETTATI LEGGIERI, De signor di E un fanciullo, leone, l'opera del Vallauri con Bonghi poi, fa e carezze loro portar Ma i libri chiudere profitto, chi a Addio, in la il Novelle; fatica a un abbajar il contro non egli del loda degni avuto di che scrivania : (è date ed Racconti. un posta. apside Pre- anche Bravo, nel pugno mandatelo e scritte paiono e di spero Pro- scrisse piacere, Apologhi verchie, so- solo presidenziale vero piacere mi le quali con lodi piacemi gno gru- medicarsi a glielo grugno ma, certa mi altri cappello quando bravo dal medicarsi va; dizio giu- da » nel come di dove son hanno parole 1873, impertinenzia, caro. a la Tommaseo, del nemmeno: le con Novelle^ pigliassi manderei dosso valentuomini, esse cito non Fatemi zia, il pugno natis Guber- severo ciò, che, da P. io vella, No- vanità Tutto Se i che fine De il e questa di meriti altri, che Bologna) vostre v' altro ha veramente qui sulla di f bravo poi I letto le che articoli suoi clava, Vallauri, del novembre Liceo del SERVILE dirà me, messosi quale, tati, avven- DA il giornalista la sono Nota il 22 Ho « me qui questa Viani e io i si dietro. alle che di propone anche certi a torniamo il vede altri, che di e si E che intorno spesso PARTE Gubernatis De del Europea) io, scrittore che Novella I giudizii « 9 nota " rispetto poco si dire Ercole. un : scrivere impugnata e che parla severo Ma al credere farsi più tempi. contento pare del pelle ai servire mi DI non nella bene SPIRITO nello Biografici, starò sono forso, Gubernatis, Ricordi quello loro, . . parole Rivista DA Altri PIAGENTERIA. suoi opere Europea gravissima (la giornale alle e queste con » Yallauri tempo un Rivista sua stesso lo ad spiritosa^e alla e siccome razza volto mi è impertinen- davvero, Prospero, oramai di cani nemmeno darei vostro VlANI. per che me diventato per dir e lo lo rebbe servi- il vedermi quasi loro poi Passa un vertimento, divia. 167 151. Cautelar P. Fanfani. Firenze^ d'Italia, 1873 Io fosse e da proprietario della se della Gazzetta Gazzetta gr. in molti snir originale il punti la commissione ebbi da Italia, tradotti riscontrare non benché Ne capo. 8^ in feci non di Stamperia voi. correggerla: rifar un 2 a propriamente traduzione, Ricordi (E.) dall' la correggere Pancrazi avv. d* Italia, 152. Crluistl Società del poesie 1873. cooperativa, il facevamo Lo Giusti, Alfani prof. di e dir ed giornali buffonescbi, rendendo I primi io col utili cose Agli intelligentipiacque; de' settimanale. (il). Periodico tra ma i danari chi a proposito il illustrare di forma sotto popolo, sufficiente trovò non numeri. sette popolo al Firenze, favore; vole. piace- alla avvezzo e le zozza però sammo, ces- pagato. aveva 153. (Pietro). Studj Fanfani il testo delle sono nelle neir dello tutte di Memorie Etruria, Società e raccolte nel Scartazzini. si sferzano le e Società Firenze, da cose Beligione Borghini, cooperativa; Dante. sopra operativa, co- 8°. in 1873, Ci di Opere osservazioni ed ed raccolsi Il libro è i coartatori in me ec, altri queste dedicato dì Dante. scritte nella su allo e pate stam- ginnasiale, Bivista periodici. cose Dante, Lo comprò del a' conforti Zambrini; e nella la Witte fazione pre- 168 MDCCCLXXIV. 154. Commeiito un alla anonimo Lo I, 1866 (Inferno) tutto è attribuito commento originale: quello del Lana, con 74, dei Jacopo a Commedia, secolo — Commissione la feci per medesima del fiorentino voi. Divina XIV. voi. della salvo magnoli^ Ro- III. Purgatorio Lana; da Bologna^ di lingua. H Testi il fatto primo mescolato è il Paradiso poche lume vo- è col cosa una cose. 155. Fanfanl Sono volume critus (P.) Vari stampati stampato ridens Napoli a nelle — stati ristampati in là: e qua per opera di Bacconti beneficenza, ec. E Vita. Mia fiorentino, mlYImpargiale Novelle, altri della frammenti nel — alcuni in — pezzi un Demone sono giornali. 156. Fanfanl satirici con la coda, Lanternone. contro Stanno titolo (Pietro). Sonetti Chnte nel volume di Poesie allegra Dio giocose, stampate Valuta, Gli avevo già dall' Àlfani fatti per col il Pas- 170 159. Dizionario della moltissime Le e vocabolario, questo cedei fui le giunte, al che Pomba, assai pagato che quali Tommaseo è ora mente nuova- Torino, ec. termine, io al presso contrassegnate sono le chiese me italiana^ 1860. nel cominciato Pomba^ In Niccolò da compilato lingua da o uf. del proposta a ci da o ho Fanf. Tommaseo ; bene. NOTA. Le giunte è onore, io feci il vedervi di è mia Lettera « Caro « Il io avrò i Toscani risposta si del di spese ma io datami Vada precedenti. che edizione, seconda commissione, dalle vede Tommaseo Pomba gli per di e che natura lettere. seguenti al stampa qualche Meini signor soli. a sui Per tanto che Pomba, : Lei, volgo a esperto in simili studii potrebb'egli gli venissi ch'io in una giova via mia a per facendo, di lettera. dir ora vero, non l'opera nel quale quasi l'avessero mi aggravato, che, che italiano, questo minacciose, spero vorrei e condizioni dubbi Dizionario un parte; proponendo il le definizioni ad sig. Meini, sig. Fanfani, operoso, Vocabolario, la nacque Topera mio tengo Fanfulla. del Come più mi tutte quasi Vocabolarj dai che quello e accettate nel nuovo scostandotni scherzi infinite; sono che tutti senta dal e ingegnoso e essermi liberale di settimana Per in non timana set- tare sgomen- quest'impresa di più: sig. Fanfani si domandare del in ' 171 rendere potrà che meglio foglio in e mia a Ella lui. a ; sapersi più fruttuosa, dico mi mi all' Italia e lettera scriva sé da noi a mostrabile le soggiunga l'editore al- buone cose Preg. « Intanto richiede T. delle sig. Fanfani, ch'io altra risposta da termine alla delle quelle arti Ella occorrenti. e io per più e me mestieri, e Pomba altri o malgrado stampa, tra si Ci giunte, intanto mio, pigli mano alla risponda al E posto. Suo prima; si proferisca, si non e Dizionario, mi e giungendo ag- Pomba, mano del pensi, posti non al patto onore per ho cotesto tutt'un o rebbe porte- se gli schiarimenti stesso. che ch'io peserebbe che proporre più potere, utile saputa, a potrebbe a presto; mia Pare reggerei del il che compilatori; gravato. assai alla e buono, Cotesto ne'quattr'anni compilazione altri già capire non quaderni di giunte per che tratto un a preziosi trascegliere. e lettera me fare i se offrirli possa a possa intendo raffrontare lavoro per Non Ella note scriveva acciocch'Ella mia, converrebbe se Lei, Ella a più piena. sue a norma. S. « ben mi senza e creda» ohUigmo Tommaseo. Le condizioni Vediamo come Manzoni vasi dello stesso « C. « Grazie S. d'ogni Lei, di stato « si accettate. due quest'altre leggano l'altra Tommaseo, al 1 senso pensate delle veramente giovarmi, e che misero, Firenze Dovrei cosa. persona, il sapere mio e ed del Conte F. in il ; accettabili Lugo. di consigli procede l'una letterine, discrete, furono e luglio della per venire il graziarla rin- Dizionario, lingua eleganze. a Ma vivente Ella dei giunge con- conosce scuserà. Suo 60. Tommaseo. a « Stimatissimo € Per mano signore, sciogliere a mano qualcuna s' incontrano delle nella molte difficoltà compilazione del che Di- 172 zionario della lingua tipograflco-editrice detto e che mi torinese, rivolga capitolare, di cucire 0 dei Nel come Ella anco que' correggiuoli vede, è tolta insieme dalla Ab- voce pitoli ca- Vocabolario, onde, Capitelli Capitoli si chiamano piccare, Ap- di chiamano si definizione. questa che dotta che Lei di m'ha significativo correggiuoli, libri. Tommaseo persona col dall'Unione stampa preamboli, Vocabolarii, quei teste alle è senz'altri molti si l'egregio Lei, che a Incomincio, cortese. il quale nostra, diconsi alle teste sulle teste . dei libri, Capitolo e Capitello, de'libri, quasi senso Volpi, nelle Varie toride'buoni pongono da'legatori in capitelli : cuojo, porveli). Servono mentre farli, chiudono circa Vengo € a Toscana della coltivo, alla da sia lo porre « La € una per consiglio. Collegio Dizionario. aiuti ci Società sarà Mi permetta mia lettera, ultimata che, le la voce Ella, che la offra la primo stampa prima la mia che Torino, 11 febbraio luogo ho da volta che, con ottime sati pas- 25 anni pre sem- non se anche in fascicolo, del che secondo. e che 1859. , Devmo Giacomo questo. pato, già stam- indirizzo servitù, non giunte suo « ma Accapitolare consigli il di bibliografici, ho Tommaseo de'suoi pubblicherà e al dell'uso, vere. pol- maniera io, che Lucca, gli studi vuole, se sebbene di alla e qualche in a ad comporre: Forse Capitolo, s'usa notabile la sopra libri de' insetti solevansi capitello. Pare nel quando onde capitoli. l'autorità arricchisce, avvertenze si sopra e non d'utilità varj amc^ Volpi, schiene rustico in e a mai nel letto o l'adito dirà si peggio e c'è esempi, Lei anni cinque udito e decoro di agli sotto alle (che materia capUelli, sempre e alcune la cha in Gaetano Libreria in poi della pergamena D. necessarie e Ora la coverta. que'cordoncelli, « questi Soggiunge e utili in capitolo. non e interiormente in o acuto sostiene quale libri, poste da p. 531 i " il avvertenze definisce essi; correggiuolo Capitello, trovo questo legati quel Manzoni. a mi Lei chiari di- 173 160. Rime di M. ridotte magni, Bindi alla di e Coi|iinciammo il mesi in gli amici il a lezione edizione qaesta Monterico di En- opera tutti i codici Biblioteca, ma grazia, e non che col n' è io ed due quasi potemmo trovare, notizia ogni loro che sig. Lemonnier d'oggi se 1846 stemmo e dessero ci dal fino il testo; di fuori, che sua di quest'anno due per lavoro, contrattammo nella stampata arrivati in riscontrar possibile. Compiuto dei e Fanfani. lavorare per altresì Pavrebbe Pistoja, diligentissimamente Firenze pregando da schietta P. a curando Bindi, Gino in fatto ancor siamo domani, nulla. 161. Rigatini della più e il tuttora che 1600 pagine, 2 a né e verrà col.,il quale di forza, é Rigutini lavoriamo ticamente\jASÌQ\ vivente, compilato di stampa; corso (?.).Vocabolario nuovo con Cenniniana. Firenze, in Fanfani e italiana lingua disegno. È (G.) disperiamo con bel un fuori dato sarà in volume a 8° di gr. Io novembre. far ogni studio, per cosa i)ra- di riuscirvi. 162. Fanfani (P.) Il Fiaccherajo la e glia. fami- sua Racconto. fuori Uscirà Milano, con tra pochi eleganti e giorni per i belle incisioni. Ho tipi dell'editore avuto in mente Carrara di fare di un 174 libro popolare, racconti vita simili delle immorale; non ciascun per famiglie, di e se e col mestiere, ingentilire il farò dispiace, non fine di solito serie una di .la descrivere popolo. 163. Fanfanl Il (Pietro). Plutarco le per scuole mascliili. A libro qaesto editore Carrara; femminile. lavorando sto Si » riscontro far dovrà e presentemente darà fuori a commissione per all'altro mio libro « l' del- Il tarco Plu- novembre. 164. Fanfanl della Ne ci (P.) già di serve bestiale mandar licenza a fatto il scorta, sulle di male Arila Lessico (Costantino). italianità. corrotta è e non labbra dei la disegno, la mezza e grettezza la lingua de' lingua; neologisti, i la coloritone già quali d'Italia. -"-w'onwSi'^^JjJCV^is.^i il par di desiderio che parte vorrebbero che pedanti, ma maggior si : glierci to- frenare la ingegnino di s.'. "*?? '•. T" • /? 175 t }:; CONCHIUSIONE Ecco fatto; delle parlare stato fatto lavoro, che € fli tutta « tendere « gli un « di si riverito; se credo al tutto che me l'ho fatto che con la altro in sono non fervore che guerre, coperte delle (e ben e le né perduto si abbia sia stato di a ogni che qual- rando conside- combattere senza l'ottimo delalle segno maniera, più vili, fatte ipocritamente), anzi da , dar a fatto ed tile inufatto l'amicizia e trovai animo; per esser contrasti, più accanite, di di modo, di consigli mi no: poco quel a persecuzioni altre, perché abbattuto, i tosto coperte mi maniera che tale per signori, non non in- ad assolutamente il se distesa presuntuoso, tenuto studj ebbi degli sussidio o che anche ogni con e e : che e pretendo stato spero fatto " la dar No, — esser essere suppergiù vuol di trentanni studj bene, sul povertà, orribili dannose e non lavoro a'buoni poco conforto e di e né nevole scher- fatto ci grosso, tengo, di ha non questo a domanda benevoli, roba, cappello? mi dell'averlo Bindi: più pezzo di spero ma patria merito qualche il continuo gettato, alla di non grosso soliti lare, par- che conchiudere una pur poterne pienezza e a i volesse da il Fanfani che far a prevenga chi mano di jSlastrocca esser abbia Ora, esattezza farmi ora questa pezzo tale E in prima io potrebbero forma. tanto qui. Ma che hisogna tal in ha più con sin Dio. ringraziato mie, cose giudicarle e è sia e né ho lesi pae mai più mi potuto. ? 1 ;- -? ?? 166 E diede il resto della Gubernatis, del Etimologista scrittori, agli DETTATI LEGGIERI, De signor di starò farsi fanciullo, leone, del Vallauri con di e fa e Ma alle che chiudere io Viani profitto, letto le chi a Addio, Novelle; il fatica abbajar il Apologhi : date un contro non di solo spero Pro- (è posta. apside Pre- anche ed Racconti. e verchie, so- scritte paiono Bravo, nel pugno mandatelo e lodi scrisse piacere, gno gru- medicarsi a glielo grugno ma, certa mi altri cappello quando bravo dal medicarsi va; dì da » nel come del loda presidenziale vero piacere mi le quali con impertinenzia, caro. a egli degni avuto che scrivania Novelle^ pigliassi manderei dizio giu- piacemi parole 1873, un hanno nemmeno: le con Bologna) di il pugno di dove son P. io la severo Tutto Se dosso Tommaseo, del a esse cito qui sulla vostre v' natis Guber- valentuomini, altri, che non t Fatemi bravo poi vella, No- vanità ciò, che, da veramente novembre Liceo del la meriti Vallauri, del sono Nota il 22 Ho € mei qui questa in messosi ha che fine De i e questa di il dietro. i libri torniamo altro clava, che articoli propone anche certi a SERVILE dirà me, il gioz'nalista la tati, avven- DA suoi i il quale, vede altri, che carezze loro portar si di Gubernatis De del E si » rispetto poco che dire Ercole. PARTE che intorno spesso io, scrittore impugnata e un l'opera Bonghi poi, un che parla Ma tempi. al credere E ai bene 9 Novella Europea) scrivere si nota nella I giudizii « severo non contento pare del pelle più nello : DI SPIRITO Biografici, servire mi sono forso, Gubernatis, Ricordi quello loro, . . parole Rivista DA Altri PIAGENTERIA. suoi opere Europea gravissima (la giornale alle e Vallauri tempo queste Rivista sua stesso un con » alla e lo ad e detto nel leggono e carlino spiritosa, sua L* € sig. De al siccome razza volto di nemmeno darei cani mi è zia, impertinen- davvero, Prospero, oramai vostro VlANL per che me diventato per dir e lo lo rebbe servi- il vedermi quasi loro poi un Passavia. vertimento, di- 168 MDCCCLXXIV. 154. Commeiito alla anonimo un Lo feci Inme I, 1866 la per (Inferno) tutto è medesima 74, dei originale: Jacopo a XIV. voi. il magnoli^ Ro- III. primo mescolato è il Paradiso poche da Bologna^ Purgatorio Lana; salvo fatto di lingua» H Testi della quello del Lana, con Commedia, secolo — Conimissìone attribuito commento del fiorentino voi. Divina vo- col è una cosa cose. 155. Fanfanl Sono volume stampati stampato ridens critus stati (P.) a Napoli nelle — ristampati in là: nélV e qua per Imparziale di opera Novelle, Baccordi altri della frammenti Vari fiorentinòj beneficenza, ec. E Vita. Mia nel — alcuni in — pezzi un Demone sono giornali. 156. Fanfanl satirici con la dall' Alfani coda, Lanternone. contro Stanno titolo (Pietro). Sonetti nel Q-ente volume di Poesie allegra Dio giocose, stampate Vajuta, Gli avevo già fatti per col il Pas- 169 col satempOj di fine dicevano Sckarthoif, che ferirono fantasia e la diede ad male della d'avergli fatti intendere che Centofanti, tedesco Qaesti sonetti e gl'ìmparò mio nn il Delàtre, italiana. lingaa il nome, messo il canzonella Silvestro di allora avendoci non in mettere buono mente a amico, ; gli Ini. 157. Fanfanl in stampate Qui dì nome Bisenzio; la però lodate e da equivalesse a un Conte le due collocate essere dai da committenti, che fare un gretto può di par saper villano e valutare da e o Muzzi modo: io lavori lire 1 !, in che il far sato pas- fiorentino di quel Sindaco. 50 forse nel teatro nuovo Il scarpe. fatte Marchese un sul mandò mi familiare, pensando suo incise, o monumentali solennemente per molto questo non solo contadino; un per salato ricordar Conte, un fece aperta, di epigrafi, volanti. ordinatemi 1873, anno a fogli piace mi Varie (Pietro). Campi Il Conte busta una due gli avrebbe epigrafi fatto che risi, pensando ne gar pa- letterarj. 158. Fanfanl della Lo non voleva dovendoci entrava condizioni in E italiana. Lingua fare fare questa medesime. il Morano altro edizione. in — di lavoro Io Napoli, che quello preferii di corso che Le Vocabolario del (Pietro). Compendio mi di stampa. profferse cassare Mounier, ciò che L. 2500, che fece non le 170 159. Dizionario della questo vocabolario, moltissime Le e nel cominciato Pomba, In Niccolò da compilato giunte, cedei fui al le che assai bene. Tommaseo è ora mente nuova- Torino, ec. al presso termine, io contrassegnate sono le me italiana^ 1860. che quali Pomba, pagato lingua chiese da o bcf. del proposta a ci da o ho Fanf. Tommaseo ; NOTA. Le giunte è onore^ io feci il vedervi di è mia i Caro « Il Pomba Tommaseo qualche soli. a sui Per tanto che ma io Vada gli per che dì e natura lettere. seguenti Meini signor : Lei, volgo a esperto in simili studii potrebb'egli ch'io in gli venissi una giova via mia a per facendo, di lettera. dir ora vero, non l'opera che e non senta dal e in di timana set- tare sgomen- quest'impresa di più: sig. Fanfani si domandare del tutti liberale settimana in quale ingegnoso essermi Per nel quasi l'avessero mi aggravato, che, che vorrei e italiano, questo minacciose, spero Dizionario un condizioni dubbi il Pomba, spese che edizione, seconda precedenti. al parte; proponendo di le definizioni commissione, dalle stampa sig. Fanfani, risposta tutte ad tengo sig. Meini, Toscani operoso, datami vede si del « avrò Vocabolario, la nacque Lettera io mio più mi FanfuUa. del l'opera che quello quasi Vocabolarj dai Come ; e accettate nel nuovo scostandoci scherzi infinite sono 171 potrà più fruttuosa^ rendere che meglio sapersi foglio in e mia a Ella lui. a dico mi scriva sé da mi noi a all' Italia e lettera l'editore; al- mostrabile le soggiunga buone cose Preg. « Intanto richiede T. sig. Fanfani, ch'io altra risposta delle da termine alla assai delle quelle arti Ella occorrenti. e io per più e utile Pomba saputa, me mestieri, e Ci stesso. che altri o malgrado ch'io al giunte, intanto prima; alla si risponda al E pigli posto. mio, mano proferisca, si non ^ Dizionario, mi e giungendo ag- Pomba, mano del pensi, posti non se patto onore o rebbe porteho cotesto tutt'un per buono, Cotesto gli schiarimenti proporre quaderni di stampa, tra che tratto un peserebbe che più potere, si a del il che a potrebbe reggerei presto; mia Pare alla e compilatori; gravato. giunte per ne'quattr'anni compilazione altri già capire non a preziosi trascegliere. e lettera me fare i se offrirli possa a possa intendo raffrontare lavoro per Non Ella converrebbe se scriveva acciocch'Ella mia, note Ella Lei, a più piena. sue a norma. S. « ben mi senza e creda. Sì/X) óbUigmo Tommaseo. Le condizioni Vediamo furono comeprocedevasi; l'una letterine, Manzoni S. « C. « Grazie d'ogni Lei, stato « l'altra Tommaseo, accettate. due quest'altre leggano Firenze al 1 senso pensate delle veramente giovarmi, e che misero, Dovrei cosa. persona, il sapere mio stesso dello si ed Conte del F. di consigli e accettabili Lugo. di in il discrete, e luglio della per venire il graziarla rin- Dizionario, lingua eleganze. a Ma vivente Ella dei giunge con- conosce scuserà. Suo 60. Tommaseo. a € Stimatissimo € Per mano signore, sciogliere a mano qualcuna s'incontrano delle nella molte difficoltà compilazione del che Di- 182 la tutti di rovina ! Quella i testi (salvo pochi valentuomini), hanno delle di regole classici, dai della loro stata classici hanno che volere storia della servigio da che lettere; un 11 dovermi questi Vita potente tutto lamentai fossi nella di di tan.te che quasi questa perdoni Lucca, la qui di novella sebbene facesse che modo buoQ Le il suo più quesiti in teria ma- grado, che le noje, in ho essere addosso, Mi disperazione. La schiettezza. ne me rimando mio tengono gentile poco 16 mi materia tempo), mal che rispondere; il (per faccia dovrei, è altrui in mi nuta te- via Questo in di dell'opera aver come erano la Manucci; del e non non perchè non sono, « carità dare anonima. prefazione lettere, scortese esaudito, Per manoscritto. del ragione non occhi degli queste lavoro il tenere principj regolai Castruccio di servire può loro il Puoti io, né falsa. via nosca co- gioveranno ma perciò e una avvocato povero della edizione tale, che pubblicate giovinetti; tenere secondo e dei e noi si altro, antichi, da cose ciò e né i pubblicare non Parenti, legale?) Deifobo: vollero, Se questa son di virgiliano il le io se (quei conferma sofferire finisca si Né sarebbe noi, sarebbe parere quella scuole non (vede più parte la regole) ai manoscritti lingua. far bisogna grammatici. fedeli delle a del cosi, perchè fatto le i classici i cosi i classici almeno veramente fatto mutare prescrizione peggio Vossignoria in dalla regole, poi oramai cincischiati abbiamo in Ma le loro piace: toglier Ma pubblicazioni, alla dovevano consecrata. ciò e grammatici Mi i classici. prepotenza! che accreditare per cervello, lor quali prepotenza, è tutti guastato dei canaglia è finita. carta 1844. marzo Devmo srw FORNACIARI. Luiai IL A terzo più scrivere fra che ì gli nei tre Ricordi illustri altri due pregai Pistojesi erano altresì allievi valido del Atto Vannucci Silvestri, sostegno di tal tanto perio- 183 dico. Ecco tanti chiari la nomi « Carissimo « Ti E manca. salute assicuro buona 11 la che affogo Gazzadi, ai che reco signore, « Non in voglia, si lungo modesto da necessaria non cui del ma E sono che vogliono più Dì cotal andare agli r bisbetico umor bisogne, 4c che il decoro generoso della oggi, accetto ciò moda da eh' e capo, ebbi caramente, v' non e la ha intendimento e ella del por me nostro mano gli utile e secolo non il tutt'uomo, materia parole cose, d'ordinario di anche questo in cotal, più nelle sapere che stampa, la come paese, perchè un'opera, serie giunsi l' inviatami amano sorta dominio. prepotente quanti ad assai è a lasciam ringraziandola, con pur fuvvi mentre, deve oggi primo dell'elegante, peggio, tenta, sol dubbio, gloria è assoluto un ci se, del tra mai certo invece, che titolo predicare Italiani tera, let- scortesia, di dirò non gridasi e, assennata se parole, non e e fatica, sua continuo noi eccessi: facendomi sol zieran, sorta usurparsi Ma, Prato cose, importanza, grave tanto. di gentile, giovani: giacché, : poeta Letterari, disamorati, udiam esser e e la ricevuta mostrassero, scrivere difatti non Vanjnucci. nota accuso nobile più qual si corretto nostro. alla so giovani i le Filologici dato lei dei darmi grazia, indugio, Ricordi dei qua affino grave edificazione a Chiarissimo numero di qui in augurando e modenese, questa con " frapposto in esule Ricordi festa cende fac- nelle 1847. maggio A. Domenico trovar volontà buona Ricordi, ai e volere a dall'agosto nuovamente, te a che Tuo fece dei potrò se perduto ringraziandoti Prato, € dono fai mi so ora il tempo ti fortuna e tra gentil che Non essi. per del invito specialmente Pure viaggiando. mi cosa rimettere per perchè suo: posso dell* onorevole e favorirti, a qui reco il più quanto qualche modo manchi non ringrazio scrivere io Fanfani, Ricordi, tuoi che risposta, sua ringra- veramente volle si con richiesta a 184 dalla condizione dei tutti, ed abbian Mi « Di 13 lettere, altro, della e grande un de' catalogo al adunque Prato, delle e più d'ogni io scriva « tempi suoi associati. afffho Domenico infinito sarei Per veda origine la divenne di seconda Pregiatissimo « La nulla come lo me ora, levarne le scrivere Mi da che abbia Invece, dica pure tra me e più un libro e Firenze. fatta, che del mia, per i nostri mio loro sera e si cibo una che letti Dio ducente scriver cui il prima. versi il a delle mie mette in versi, non e che io mi salute la e quel per e passioni terra, di politiche le conversazioni, me lo ripongo è di santa sotto di questa ma quelle e a casa crgce. il ; a e Se guanciale la dica che letto se gli prosa ammiratori, porto gliare ve- libri, che, certi Virgilio lo il di nome, nuove i miei letto tra cose verseggiatori mio ho Gazzetta la conosco della accade non desinare adopero segno conto le Classici. che qua, ho sero desumesi ciò altre e che poco canto un in io quotidiano, di tempo dopo le là fare, dire leggerebbe i torchi, e da sapere giornali, i terle promet- posso di in che si come farebbero scandalizzare che alla sponsiva re- con casalinga, vent'anni altro qua prosatori vedessero, vuole da scroccando letterato Caos volesse io il alla chi affaticano e la vuol se dirle sempre romanzi, ; quale prima di cose lettori i tenuti moderno, di. vista non la : si volentieri. che di il dormire, I farò lo a che me, fino non ma non lei, anzi, modo io Ciò gambe. assai quel durò un'altra, molte ho perchè per dorrebbe scritto, la Ricordi ne' perchè e pregavo a monianze. testi- Giusti, e lui il quale Giornale, il permetteranno, « di le sig. Fanfani, per di ricusi lettere stampar fare di lodo 1850 responsiva lasciarmi « col nel la con tutte libro, conoscenza due qui mia, la questo familiarità una Ricordi, pregavo so di stampo a ne^' ornamento amichevole morte, sua volessi mia Gazzadi. riportare se della bisogno. 1847. marzo Suo Ma quale ogni meco, e mi 186 Dante letto hai in rispondere da corpo No : io, replicò ad intendere. Ballo; di Ella che dico che di che. Il si tali non le mani è di la che Mi creda serba 12 Pisa, € 20, Ricordi dei mostrato era sono che già da che egli « Ornatissimo € Vorrei padrone difficile^ stare, Ella ha modo lavate metterne di che son dunque sarò mi avverta di mia la testa che ho mi me molto gradito me. affmo vo' altri ajutasse ne che si sappia, diede diede nel di e me, coraggio mettere questa geli l'Arcan- come gli disse parlato mi Giusti. N** 8, si vede al il Niccolini Ciò benevolo. pregandolo ; ed Nota nella stato sa 1847. filologici. Ora era ? chi barca: una in gli dica e memoria del scrivesse mi Crede l'Arcangeli, Appena farò alle pesco Lasciati Giuseppe pag. capita presa, Suo A le sua. il Bindi, risaluti che non ma danno sgraffiano. il Bindi, Lei; per anco una i gatti ? verdi. legna la ombroso, lisciati, scarabocchi, parte vedere 4C di pajo un Mi " fusa; li cevo di- lo si ricrederebbero due e veduto fregata una certi di gatto le carichi si insieme Ha io a ah, de' Teatri. animaletto un vento. fanno mandare da è tutti a quando certuni spalla. Il Contrucci, fa la col e lettera non me a : Riviste nelle subito Ah, « pensieri, a' lingua, darebbero io altrettanto quanto quella ! curatore Pro- un era precipitai altro far dicevo faccia la e ci volta le chi lo sere, pubblico fregano si il che dietro Io che ! Siccome » mi io Vo' davvero dica ? fondo a ìp. anima, e Ella » l'occasione: Feste cima su gentile un colini Nic- al come che a bene gran egli mi si scrivergli, quel letto giorna- repulsa : signore, poter contentarla di magre terre del buone Suo per desiderio. far lume Ma io ai ladri; 187 e minacciato scudi di da di r anno in pane ai quali i in s'aggiunge che stato E nulla. n « mal mi la vino, a meno mi e preme, danni: consueti delle a e grano, rac- dell'olio Petrarca il spaventa fa^ convertono scarsità col ripetere posso fdraulici, che i sono venti le Chiese Signore, nostro quest'anno poco cento rodono periti Questi delFAgna. sassi colte, essendovi presso ricusò che miracolo quel i e costa mi poco Montale, del e mi che Non gravezze. Montemurlo, cendo torrente un peggio, « ci sovrasta perchè tali, saranno Mi « con lamentazione una dirmi a passo « e tanti dovere rincresce col che qui accoglierli distinto più alla pei proprietari non mi posso. dimanda sua necessità la ma mali i cui rispondere : 4 Firenze, di ferro, strada una vi sforza, e ossequio 1847. luglio revfko Suo G. B. servo NiccoLiNi. III. (JV. Uy Non farà a che mi si avevano chiarir gli me Arciconsolo Pregiatissimo € Non il mio grande che finalmente cui un si ancora Accademici, del modo della parlo Del della guerra che benevolenza delle una per Furia, servazioni, Os- le stato molte lora al- sino signore, dimostrarle nel piacere Ella è desiderio tutti parole, con sentire ritornata sventuratamente di il circa : 4C so Documento più 21 lettera questa serva pag. seg,) e altro sempre A faceva. per prove qualche male 22 pag, vivissimo quelli, che, dalla in de* suoi conoscendo gratissìma patria, soggiacque. stato sia quanto dopo Era amici sua, la gionia pri- questo non i suoi solo, meriti, torno rima si 188 di pregiano è titoli averla pel nella Riceva suoVitorno, e che furono alacrità, ne le e anche saranno ristoro da nel Ma e mi che perciò? Le render auguro, Le nuove, assai, considerata a'miei studj, nuova compilazione di che uscirà tempo mi accette; che bene, ogni dato con giugnere nuove in ha esse. a mi Le ed e sommo nuovi con alla verranno di intenzione a ma non luce farmi ; ma con dispensarmene, Presto che già quattro grate sa persona ancorché si é non però può e adoperi sempre ben altri certamente me perché gliori. mi- Osservazioni sue quanto sa, mole, dubito, assennata voler Ella lavori. ne queste piacere La Critiche, renderle studj, bene quanto si vasta di perfezione, della sieno sto com' su' possibile, cuore. all'Accademia. altri natura, tal accuratezza al prego di il trovo; incominciate ed si quali Osservazioni discreta ogni tutto io e io sorte, desiderj. Questo é opera, per speri; di- non sua salute, rivolti libero nulla occasione domanda importanza, avere Opere leggerò La mi all'Accademia, cure Io Ella di poiché diligenza tostoché tanta la buona avversa che coraggio, con vocabolario lascia saranno in tutti fascicolo. accenna cui in quasi del ne il quinto pubblicati, ed essi sono difficoltà, di poco Ella l'età di di i suoi quanto che, angustiata si cambierà Ella altra per tanto, le avvenga compagnata. ac- prova viene poi perda contenti e cortesia dirò e qualche bramo sua per le mie tanta si una paghi questo e Poiché € Non troppo danni ai delizia, mentre ne io quali, sua alquanto esposta tanto, difficile, che da presenti trovi si confidi, perocché anzi mio fare, alleviamento di di conforto, rincresce la pur l'animo Ella le lettere, prenda ri- e di risoluto l'avranno che com' già avvenire, che infelici, ed sarà non in studii, interrotti, V innanzi per parole Ciò che delle sofferti quegli a i lazioni congratu- mali i cagione prò tutti per mie nuovo ha e le oblio Ella furono porgerle circostanze più. onorata a ecco, addolorato fortuna. di disagi, Ma parte rivolga adesso, a* molti diletto in come siccome certo, son adunque posti occupazioni solite sue ed bella per con le si cattività, lunga che estimazione, quella dovuta. Lei a in all' onore, per suo troppo che giudice diffido. 189 di ragione, con e poter le moltissime venuto sono renderla di che intesa, consolo, che occupazioni parlar a perchè alle corrispondere mi attualmente non tese at- poiché all'Accademia, io dell' l'ufficio E circondano. relative cose brame, sue debbo Arci- più sono arciconsolato a tenore un anno. , del statuto nostro Può tuttavia l'Accademico altri per accademico, due, Terminato ferma. triennio, eletto che stima mi fino io ad Lei e confermo cose io mentre sue, iscusato, li 2 campagna, Questa lettera prigionia, gli amici; chiaro del Mio € Prima e di più: soldato che compensati in tante hai non mi son ora. Dimmi ricevei da tutti di questa di esempio come raccolta questa se hai se te, gioie in sofferto. mai e : — creduto il tomo ti voglio l'amico e patiti E si di tesia cor- onori già è Nulla tanto primo ringrazio che bene ogni sei prima e il nuovo ho ti mesi sieno la gione ca- scritto, nulla buono del vero; dav- bene, il pensare una hai mi come prima, ti desidero questi ti poi carissime cose Pietro, i dolori cui : tornato parvemi bacio. un delle in Caro per fatto e amare cittadino. e eccoti domandare mi debbo io perchè appena lui. tutto letterina Non scritte. qui Furia. Pietro, caro cara ne tutte riporto anche di di suo Del ricevei la dolcissime dolce io ed nome « della che bontà, Furia delle più la ma di Del del come Guasti, e l'affetto 1848. novembre F. Cesare tener e tutto Tutto dalla di sima grandis- in con turale. Na- la noia tolga avere cenzio Vin- Storia di le di il mio marzo il Cav. per mai con* ec. Di « le e di Museo avermi di divieto mese che tempo cesserò non havvi questo mato confer- esser Arciconsolo di ormai che esercita dal nuovo a lettera, pregandola certo, per è egli lo quali Direttore Antinori, questa i essendo venne Ma che dopo dura non a nulla Simintendi, ho come e ti 190 manderò nuovamente il secondo uscito. Ricevi — altro un dal bacio il !• Prato, € 1848. d' ottobre Tm Cesare. Tra molte le di darmi ad era lettera Carissimo « Non è ad niente vero mio della Chi Sicché state pregia, « Di è o 10 casa, d' Manifesto può non luce, né dire, d' che nego letteraria, quistione Il persona. e amoroso, affino di cui quasi profetica e « Caro Fanfani, « Avrei voluto che conta, quando che io quanto non so a dirvi. cosi voleva Udii come, la bestialmente la come padre certe parole, bene lamento, di più presto, faccende la vedendo mi rispose con lettera: scrivervi le Nannucci. interpretato modo paterna dettarvi volessi mi male avevo amico lettere, si abbandonasse attaccasse che Fornaciari, scrivendogliene questa di si e si onesto. accorassi mi non civile, disputando paese che uomo 1850. aprile allora qualche dolermene. un almeno essere che gli piace, io posso fidatevi e perchè essere quanto servirsi, fiere pubblicato Vincenzio in la io voglia lavori, meglio per alla tranquillo, d' altro, fierissime Vostro Non se con scritto i vostri mio di padrone uscite pur non se avevo scrissi gli abbia io questo scandali, già cose del riferito di Ognuno mie non omaccini parole contro Nota ha vi che che e stampa una seminatore delle tuttavia affatto collega, ristampato furfante. Io amico, un Lucca. mente fiera- sparlato contro. que' buoni quella : mezzo per avete un sbugiardò esso « scrivendo fu ci nemici aveva Nannucci: col seguente parole a ed de' il Nannucci stava mi familiarità vero; dire che e militari che intendere di me, allora astuzie legge qui il mio ma vogliono? non ! che Io vi cotesti amo Tolga e vi volere Iddio stimo battaglieri ne- 191 vostri mici attaccato avrebbero ferita usciti sarebbono al cuore, che sapete gli fa vi e simili La lettere. nella la calunniato gV insetti ebbe nazione della razza letteraria Anzi della e sicuro, sono di a^ttentato Per e Ma, oh fuori, io d'imprigionarvi) che non questo quelle teologica. altre. prima, altro per scrivervi 16 Lucca, € anche ero cosi: gli altri faranno lo moderazione. con era già e mai ogni almeno o Tornandone (né intesi ? guadagno poco delle sagrestia. in Ed anche ed venne Monti del umana; che peggio tutto al razza scientifica, fu entrato libero della e teologica sono lascio \i con o non (bacchet- E ? ninno con il quale degli elefanti. parlato disdoro e dire che Caro Muzio del nostre delle carissimo E Voi che Castelvetro, Varchi guerre, studi, del vi e fu acerba mi vergogna religione. aver queste degli diavolo! col lettere, neppure la sono guerra dopo delle Questo so Apologia del e non dell' nella uomo) tonissimo Taccio scrissi, bellezza cerchio riputazione. battaglie perdonare ancora dal vi durrete con- che sicuro sono motivo solo due voi mi io righe. Amate Il vostro 1860. marzo FORNACIARI. « Pregiatissimo signore, € Spedisco stesso, oggi dell'articolo piuttosto dia Io « tutta con cosa, sentito eh' è villana, cui stimiamo t' altro le sue trattamento che moderata. ci Sono e ed si mostra la Le in rispetto bontà e per modesta mondo, la ed e studi sua assai non namente strala meritevole degli ce biamo ab- ec, guerra contro e ogni mia. della mossa ne me Veratti Parenti, ora piacesse come dell' anima onorate, del Se questa, dolore or di per utili cose in si plari esem- Messaggere^ nel miei. stata quattro desidera. vero degnissima fatiche V. 27, pag. Pederzini. stesso soddisfazione sentiamo e a presente, subito amici questi con colla S. la servirò la e dello propriamente d'averli cenno, altra che recato generoso lettera bella questa aggiunga animo di All'esempio S. V., di suoi, e condotta tutper teraria, let- lodevolmente ne possiamo 192 punto maravigliare; stravolgimento la perciò non i fatti ed stimino muteremo nostri è lecito l'altrui « e anche Si valga fedele Modena, « di 8 S. V., scritti quillamente tran- n' attendiamo de' posteri, titoli cui a e, mira forse d'un come me amico sincero servitore. affezionato ed denesi, Mo- Dio. di liberamente I nostri e contrata in- noi della onesti, ai rispetto per malignità, palese, in s' è di ì nemici degli uomini giudizio fatto al tanto di e cui in cammino. nostro tutt' dirlo a quanto disprezzino il sono il se ci o tale questo, come Per vita. di tempo a animi degli nostra ci 0 massime 1850. aprile Pederzini. Cavazzoni Fortunato IV. 33 (N. Le seguenti da Caro € Mentre distormi a tutto al nel l' originalità l'invidia, quel della furia Apostolo mal impotente civile. sfolgorato per di nutrito Io talento a però contro che dizio giu- l'universo, la brutale Italia di noi nel aver 1' altezza, ; e ove lanza, petue la roce fe- cente re- rideranno nostro il novello la ricambio a ascriveranno molti ivi il ridicolo l'odio V ad e il suggello proverbiale contro umiliarci credo e costui: Perlochè dirti, porre tutto A il innanzi possono tutta compie al apologia che cause umana. viene spiritosa e a si conforme e volevo Lamartine l' orgoglio gentili accoglienze, al che cose scritti, è nota vigliacco filippica nuove, il 57, mi delle quale i suoi approdarono di nome suo sul!' uomo, e quindi e tue opportuna sfacciato quello grandezza dalle della Dante, del dell'infamia di trucci, Con- del 67. pag. felicissimo augurarti occuparmi da lettere importanti ricercare per era Passatempo mosso a due Pietro, desiderio, fatta promesse me « quelle sono 57.) pag. j maggiore e serotino 194 dei vive contrarj, alla diabolico, assolda fanno è buono infamare chi agnello corrotti V convertiti: 0 il sapere al sua trasmutato della il Forse ora lo Questa, vedresti civile e si non mestieri e studia, si fatti bilonia, Ba- di si volge ne veramente della pena se barbaro Sentasi alla o supplizio semi ne gli tirà conver- di al furfante divino. condannato che la fornace ammira, volume di il come buon anche fa diritto, morti, siamo basterebbe ne del di invidia penna. riderai mio ci il mondo rospo, venduta non Sia il lingua : frusta Fa che Pepe la magnanimità. fucina se So artigli. non Dante, di nome veda nell'Oceano. tutto in mal e questo per bucato imbarbogito 1 denti purificarli come inchina nella abbiamo a acciò quali il cui 48 nel nazionale. amor Or donato quella alla suitismo, ge- dalla le per Italia, di poi temprati dall' e del d' avergli Benedetta articolo, penitenza a « verità dalla noi strali quelli Pepe a mente, comprato le parole scontò ne del compagni. e cagnotto duello. Passatempo. al della Lamartine famoso sia di famiglia; evangelico Gabrielle nel che ancor feudo qual mente in difensore, inviato venga e tornano pruno turano vituperare, abbacinati dicendolo magnati, indipendenza, e Italia V ogni ì banditori nazionalità di apposi lupo intemecionem prammatica vita la santi ispirati ad in mota la e cezione ec- Ogni giorno. e senza dei uno al gridare ; all' amico Torno ancor teco paesi, maledire, il programma generoso fuoco, ^ grossi Mi indracati mentire: sempre della mi I paglia Ecco rimproverava « ; .anco cuore. mal volte la averli la i più edifizio recluta tutti del dopo setta? lurida al disegno è incremento Lamartine, suo. i popoli nel se in V puntella e professione. siepe Babbi e si fece caso non co' mungerne due al sostenitori sfruttare dimmi di perseguitare ; i vero, malvagi o mentire, buco; un e di qualche a conservazione l'attissimo proprio era cui culto, più sozzura estende per genia ogni di essi e questa 66, amico, tu. non che è filastrocca, ha arte poche solo de' e ore Gesuiti dirai che vita. di ; e se sono Saiuta fossi vivo ?'«.•:'. ?f ? ?* t 195 il Betti che alla abbia spero che nei ineluttabile della ragione rassegnazione Ti sinistri. duri abbraccio 31 amico Pietro Mio € Il tuo parve è ove del e raccolta nella in nato r impressione e montagna, in poemetto, acume che altri, per nomini, da dissomiglianti ridotto che farai del dono, l'opera sempre più gli a produrre di trovarli il illustrato da di inerzia tire avver- taciuto dispiacere vergognoso alla ridotto ricambiarti, solerzia potei non avesse il e storia la colla conosce e lezione, vera ti ringrazio di Ben noi. a si maraviglia la scema e altro, o Coli' invecchiare faticosa. tua ragioni mi dall'Appennino, Ignorava queste ragioni per : sue che a ignoti, sebbene me lavorato ci avessi fece mi Ricordo vero dialetto. di tu quanto e usato tuo a è po' distante un quella forma uso che ' popolari. di modi e memoria a favorevole canti dei richiamato ha non di voci raccolta una mi scritto recente il soggetto, Contrucci. Pietro, caro leggerlo dialmente cor- 1856. dicembre Affmo « quillità transità neces- sono e Pistoia, « di quella riacquistato parte dalla viene s tanto te. Fratmai aver non della mento componi- mente del e corpo. € Ho letto il in ornili et che credo qua articolo nuovo toto, poteva non è mi ciuto pia- altrimenti; essere intendere vogliasi non Silvestri, e sul tornare a ma sulla via buona. Ho « fui veduto amico stesso Gabriele di storia la giorni. Eccoti raro uomo, « Mentre Segretario 1 Parla della del l' altro anco pur Pepe, mi e duello, che genuinamente schivo di vanità Lamartine della mia Lettera al Gotti feci fece come e teneva Legazione sul di Lamartine. raccontare tanto strepito l'ebbi udito Io da Lui a quei da quel mendacio. in Firenze francese^ sopra De la Mea per di l'ufiSzio leggerezza Polito, di e \ 196 che maltalento Harold gli è Byron, di legge. Il Pepe, toccato italiana, si di portò determinò altra dal alle Gabriello dell'arme. r ordine di battersi ragione vita che e non assalto, gli e donò che piuttosto Disbrigato cosi Presidente Puccini mandato sua della intimazione, il uscito. Pepe racconto » di Il contesa la dolergli il duello il Presidente; Pepe; con Presidente, stare tre di Gabbriello o una quattro Pepe. giorni potuto. doveri un provocato obbedire per alla duto? Acca- « Lamartine casa. scana To- a mai andato? in la non grato poco, talità, ospiil governo avvenuto. è al averlo dell' abus^ scalfittura rassicurato il braccio, gli disse essere : come e secondo riguardare ormai era fortuna presentarsi potere non giuoco, nel sapeva l'avrebbe non al compromessa che dell' Italia onore infine in duello un rispose, perchè rispose mettere con i colpi gli perdonò sfiorargli gravitò con fatta pochi stessa di cessità ne- martine cosi, La- avrebbe ricordargli non ospitalità, proprio; soggiunse a V ma quale sarebbe ancora affrettò si gere leg- sulla si come prova gli fece tornare di cuore per Pepe persona, conto il ; Francia, accettato. al alla Dopo ucciderlo l'affare. Pepe pregarlo a colla e ferire parti colla vita, contento chiamare a e la presidenza Stretto ma sera della rifiuto volle penna; poteva la generosamente il vinto, della Gabbriello prodezza che fosse comandamento fortemente Cascine. alle paura, il quale sempre. e duello, scontro lo dalle del modo pago quello era la insistè avversario, non ; prendesse Lamartine, dal che protestò condursi dair disarmato la portò qualunque per lo Pepe fissata gliosamente orgo- il che trattazione, ri- pubblica accettare colonnello ora Nazione ad airufl3zio si ; dovette fu al emigrato la o Governo, Buon Presidente, del che o si esso rifiutatosi ; operò del fece arme in qual gli intimò, Child al che contro astretto Ma, note Toscana in V il muovesse, mattino, del quel e immancabilmente 7 ore fu presidente portarsi d'Italia con spada. al duello precedente di alla nelle contumelie libellista, prima, ragione impedito quelle dal alla scrisse, ospitato soddisfazione 0 0 vituperio a sebbene politico, che proprio, Bene, ne è prescrisse al Sin qui il 197 Si « disse fretta in e. ricordo terra d* : udito imparerà bene del fatto Io che circostanze smentire l' omonimo ho tenuto state al rare igno- vivere, tutte con le coli' articolo, caso Passatempo del corderà si ri- per mente a zione, le- poteva non collaboratore, ben aflFetto; saluta dolce la buona Vieusseux anche in a italiano. gli amici, dimi cre- e sempre Pistoia, « Pepe, accaduto, sputando coglia storia, che parigino il sarò qual della e V Forse resse accor- dell' principe, quella a - sarebbero Continuami « » col Antologia. della bene vivere. a Presidente il III quel come sta intimità r per Gli « ,che Ferdinando notiziare a avere dicesse Firenze in allora aprile 1857. 13 Tutto tuo CONTRUCCI. P. V. La Etruria Centofanti, di Carlo di e giovane; è de' primo Ella più Pregmo « Reco a sente dì ed cortese manifestato la Commedia, che fosse sua io tuttora fossi Dante, su volle nel onorarmi Pietro scrittori sommo con Fanfani, che Toscana, di sarà » Fanfani, dell'animo gentilezza ha che lettera. voluto eh' Io sapeva né Duolmi non intorno leggo non letto, mia. lettere; Questo bench'io 173, professore due seguenti Il signor « opinione sua del seconda. me, pag. ec. e la eleganti singoiar me, relazione Osservazioni mie parole: signor alla è per le colti la conforme cui di 4,) delle prima la confessare a « che è Ghibellini, de' lusinghiere il la citando e queste uno procacciò bontà molta Veltro suo cui pag. Troya, ebbe uomo mi (ISr.21, che di eh' il nostro quella avere sua Ella della avesse Divina Torri opinione avuto che domi scriven- sappia, al luogo come non io ciò suo rebbe vor- fosse notizia di 198 ciò tempo, a ha ne nel che e nostra della da molti Lei ringraziar siamo miglior incontrati vivamente di sia insieme uscita la parola Stimavo letterario bontà la amare ch'Ella quello conoscenza. valor suo debbo ora : del e suo, ci incontro questo e Etruna nella che godo reciproca l'ingegno con Ma scritto. vero, vedere vorrei e animo, suo dato avermene parlato avevo del già cosi una e sta giu- testimonianza. Mi « creda sempre 24 Pisa, « 1856. maggio Obblmo S. « Chiarmo « Il Frediani fatta traduzione da che è lunghi per me fregio che giunte, di io Ella di con il Frediani de' cosi (U di il voluto Jìante, « La quanto che Luì dovuto al natura mia al non so si lo da fargliene me lettera, scritture; aspetto ricevuto; in avere con scriverle il Napoli, e per poiché Veltro mio e Firenze diverso nel copia; una ad inviarmi sue a ed desiderj ed ristampasse stampossi dal 1826, tenue valore. somiglia sapere quelle torno in- Frediani, voluto posso, in delle desiderai P. miei ha avrò vita, Etruria sua Tornerò 1832 nel suo i Arno, mia io al d'una e libro. suo che di grato Napoli quando nuovo, ha pregherò omaggio, in più quanto Ghibellini, pubblicato Veltro di la neW recare lingua, fiume però particolare legazione impazienza ringraziarla presto del fosse quale parlare avea 1* onore bontà una E veramente potere ringrazio somma stampato son e buona senza l'Opera. Ella della la Oza- dell' gioventù mia cumenti do- dono, e rive sulle scrittura; quella carissimo quanto Il sapore di della mezzo la rilevare nella che vantàggio per Francescani egli procacciato dell'avermi effetto. poeti ascoltata anni all'Alighieri, il dei arricchiscono ciò leggere e lietissima rendettero gran donò, Volgarizzatore. del fu i suoi senza mi tosto quale potei dalla il merito Lei Lei di parlava Egli da Centofanti. signore, mi Jon validi. più nam, pregtmo e suo far maravigliosamente cerimonie. Le alla dico sua perciò 199 che più, senza io festa una gran Mi tenga istima, che più ed osservanza si 9 che e : qualche che quelli sarebbe di per che cosa, l'hanno piacciono ossequio Napoli, « fra suo far potessi se perciò e tutto son le dire potersi lettera del stesso, la 1855. Trattato. Mi anche occasione Mamiani^ quale dove darà ogni ec. njarzo diede in con suo Carlo Etruria piaccia. grandemente Il L* me egli severamente giudica che giuste delle ringrazia mirabile questa a ammaestramento più Troya. lodi sé formale un date a suo un opuscolo. « Riverito « Troppa bontà presente, al ciol La m'à le ò lodi lette mille quale eccessive Ella siccome e crede almeno desiderio antico e Speravo, tornando non feroci ero senza e Italia per la prolissità maraviglia, mia rincantucciarmi e debbo in con veggomi ringraziare questo estremo semplicità e vuol merito è mio né con in straniera. nell'Arno, tuffar dosso; io, ma della coda, che in Italia, in i più ancora posso Penisola. toscana e che tra annoverato grazia ed bene vissuto lingua della bene, dettare ho anni ciò memoria per Dio rale natu- troppo ò vi altrui non se Non potermi di da il mio Pur continuo imbratto che è discosto mi se essenziali Sedici parlando Ma, proprio. frustrato. il secondo in trovare scrivere, a ; proviene amplificare giudicio in deriso giacobini: dunque stessa. e sempre vecchio il sé di arrossire: Ella che nità, urba- e accettabili l'abbaglio abbondanza. con udendo Francia So invece mio a Francia, togliermi persona. dall' corretto cose e a m'ajuti elegante, sicurezza guisa desiderio rimanga e due dal mancare mostra, tenuissimo, libri; mia gentilezza sua cettato. ac- ed insieme ninna dairadulare,He benevolenza eh' in e povera miglia squisita pic- il venire modestia maravigliare alla si un per onore tanta di piena veramente della molto già era sua, pensando cortesia incredibile e lettera fatto il primo, per signore, non vere Scrim' è 200 più comporre solo la rischia sento affettato ò ci non quel mio altri errori usate, tenuto di sperare dell' coi poi eletti ed senza badi Il che à fatto fine con Lei Non badi al gran che giorno alla Scusi convenienza che agli italiani Mi il mio Lei comandi Genova, « la prima titolo di I Mamiani, professori ' Per questa sera ora di post filosofo, poeta, nel riconoscenza cineres volta servitù luogo e e di godendo non e noscenti. rico- e di para. pre- reggiare barba- di amicizia. del marzo 64. e óbUmo barbareggiare onde e letterato insigne, suo Mamiani. tanto curare la lingua?! scandalizzati. saranno gloria il creda li 15 presenti che ammirati fuori del boria noja Terenzio II insieme e Devino I dono. nostra intende a sua cosi Resta patria grandissimo verrà l'arte, del- picciol la quali al e cianciare nessun mi e fa dell'opera scrivendole di appresso ai me per umanissima mio con ò non sono trascuranza bene ricordérannosi ^ studj sarei scrittore.* dello e derno, mo- giovani io : come al che io ai dottrina doveri ed le io dell'accoglienza elegantissimi amici. secolo: dei nuovo singolare onor suoi di ringrazii Rallegromi degli assai mano men che innamorato vera se- troppo Lascio in e male, meno preoccupato la io far fama in frasi creda presunzione. in una antichi, e bio cam- neologismi abito modi benefizio: della i le anno che in pigliar e male; meco pure voci dei gran crescere di solo che un peccato il e e d' come non le ma il riscontro porvi addosso notarvi, quelle e di piacesse l'altro e egregio, adoperar per tempi, voglio ne mio di le e me signor nuovo più massicci, propriamente cerco di scritterello, e prosa, e la quale l' uno e un conosco ne' nostri mia quando e massime accademico; Però^ prego censura; lo nella a lingua letterata, e e dato sono della neir e rimedio. lodi, la di facilmente, troppo pur nobile più parte assai neir mi quindi : artificioso, perchè ed poco dare ma sperabile grave un altro di né possìbile parla venit. si il buon procede Mamiani sempre non piU mi allegramente; troverà certo e vivo: 202 « Monsieur, « Vous faites me j'accepte que il arriver duit italienne; plus honorable et Pere Frediani, ditions poètiques part ma de Les « lement je que € « de plaisir S. jetanù S. ne épithète. vOus prie « de attiédie sortes dans une adultere chargé de douzième croisades. mon Affò de dans flavescant " les 274 sont Tardeur et » note : lire qu'il faut mélange un Buffalmacco.... Santo. d'accord à Buffalmacco, la à « « mille de vins je crois Campo au archéologues pas P. — » siècle, et je traduire et melle, non » et croisades. peuple « j'ai prie d'elffacer vous crìstal de coupes Création la 249 si l'archevéque des son P. — vin delire au elles Je " crois attri- pour à Pietro mais » petit écrit moins et fresque, les connaitre au des vina les me trouver » adulterata Vous sur dans peindre d'Orvieto. ranimant « miei cette « plus trois Jerusalem il vivait De présent comme de pélérinage je qu'aujourd'hui buer du trois voit on archevéque: mille de à Pise 8 de de francaise, fut jamais des latin le P. à Thero'ique petillant dans dès édition et plus disparaitre, seconde faci- Muratori dans lire adulterata faire de mème tomberont de indiquer de corriger. me trompé suis tra- Thonneur de service Técole me vous publier. peuple son Reynier je revenant cette « prie faisant échappées à les vous que me en auspices remercier croyez le sont puis vous la Reynier si exercés yeux les Veuillez et Poetes gràce de tra- langue mes sous tant avec rendez me la vieille pour et pouvait- d'étre que Italie en Francois? me je disparaitront le S. Certainemens Cependant fautes continue qui des Tiraboschi. fois. qui vous erreurs sous de infiniment, traduire, me gardiens religieux; m'obligerez vous livre fortune paraitre de Que mon meilleure savant ce à de que flatteuses, reconnaissance. fidèles plus quelle Franciscains, du vive une des un bien propositions avec de par deux charmez par fragment Cantiques cet sous un en excellent ma main. une note, de de la dissertation S. Francois. travail, Vous J'ai mais feriez et, s'il est possible, du réussir en par Pére desiró toiyours sans justice à d'ajouter promettant me à le rappelant, un extrait. 203 la méditation gracieuse Enfln combleriez vous m'a ne Panciera^ della de scrit la Wadding Orditi. les rendraient réditeur, mème qui « me hàterais Pardonnez moi, L'air longuement. donner l'espoir heureux serai de sincerité quelle S. « la ad- pareilles recherches, et public, et de moi pour visiter, de assez Florence; revoir retenu avoir vous fait bien de si pour qu'alors croyez et dire vous avec quale 1853. juin dévoué très F. A. ora 6 lo Livourne, près Votre fu il miglioramento serviteur OZANAM. veramente di quel ingegno. raro « « Caro Fanfani, Il nostro non che di ad ; per ora, di sicché intorno a della quasi risposte. Anzi, ancora vo' non alla italiani), la siamo se traduzione une studio ed io in sul lasciare della poi me, al buon Poeti di Ozanam vostra gliene che riferirò vi di parlare dell' articolo tazione. medi- o de' suoi a dirvi cupazione oc- almen necessarie traduzione signora in piccola, iscrivergli, non spiegazioni bella agens; Ozanam, a può mente la se benché direttamente perchè graditissima letterati di vostra aliud poi tanta piedi, in reggersi richieggano che cose scrivetene francescani, dell' consiglio vi è in giorni può appena qualunque, a si trattasse andamento opera io alcuni da immaginate casa: applicarsi Ove parlerò che forze, uscire bastargli Ozanam egregio prostrazione cosa par je suis Jacopo Odasi citées et traducteur du de m'a mer vous manu- proflter. Monsieur, de mes le pour d'en de de indignes intóressantes plus De Tinsuffisance moins un (cod. 577), p. Tartarie dans 366. vous surnommé en conservées Minor, à Prato, de franciscain Chigi bibliothèque sante pouviez vous Ugo Francesco. mauvaise ma si de sont suppléeraient elles me poésies Script ditions inédites S. di que remplir, missionnaire Ces 1307. vers je de poésies des procurer lacune, une permis pas povertà sulla le questa che sue bella fareste (e fors'anco traduzione del ai neste po- prof. Ampère 192 punto maravigliare; stravolgimento la stimino muteremo perciò non i fatti ed nostri è lecito l'altrui « e tutt' Si valga fedele 8 S. della de' onesti, ai denesi, Mo- noi titoli quillamente tran- posteri, forse cui a V., scritti n' attendiamo e contrata in- e, mira Dio. di liberamente Modena, « anche di alffezionato ed palese, rispetto per malignità, in di I nostri cammino. tanto s'è cui in i nemici sprezzino di e fatto al degli uomini giudizio dirlo a di quanto il nostro sono il se ci o questo, come Per vita. tale di tempo a animi degli nostra ci 0 massime amico sincero d'un come me servitore. 1850. aprile Cavazzoni Fortunato Pederzini. IV. (N. 33y Le seguenti da Caro « Mentre era Passatempo tutto dell'infamia e approdarono di nel Apostolo trucci, Con- del originalità i suoi impotente civile. sfolgorato per Io compie di nota e costui: nutrito contro Perlochè molti talento a però contro umiliarci credo che ivi aver il suggello il ridicolo tutta 1' dizio giu- altezza, l'universo, la proverbiale brutale l'odio l' Italia ; e ove lanza, petue la roce fe- cente re- rideranno nostro il novello la ricambio a ascriveranno di noi ad e apologia porre nel il dirti, possono tutto A umana. l'orgoglio mal che cause al innanzi spiritosa a si viene volevo Lamartine scritti, è vigliacco al che conforme e 57, mi e delle di nuove, cose opportuna l' filippica furia dalle quale gentili accoglienze. della il nome suo l'invidia, quel felicissimo sfacciato uomo, grandezza tue quindi e al suir ricercare della Dante, quello da lettere 57. pag. a distormi a occuparmi mosso per augurarti del importanti due Pietro, desiderio, fatta promesse me « quelle sono 57.) pag. maggiore e serotino 193 moda scorrazzante e rabbia la cosi di or quello altro gesuitico da Dante aperto tutte chi le nella d' e faceva le d* pudore vizii ; lo spirito gloriam, e brutte unico essere la quale ammissione, confà seno, in è galantomismo si e conciossiachè, ed alla cose altra scabbia, rettitudine, tutte l' errore, regnò, alle virtù paurosissime ed fa impaccio è origine; il sciocchi. Il gesuitismo la in del tutte parti le tanta con raggiunse quanto antico uomo i poveri come mirò o quanto cuore suo pagatore; e tesori di lo nel accoglie umana derno mo- ghieri. l'Ali- vizio, la superstizione il campo cessero della telegrafo non fiduciari il Società, della il A della ab dispone e ventò av- Tra dissolutezza Nessun menti s' viziata ninna fldem. Dei più vai promettitore eredi dominio, delle signore Ov'esso ed che aggregazione al propagandam ad fu ogni potenza, legatari arte è Principi di far l'ambizione. di Neofito di saturare scuole. che di quanti gli appetiti globo. Veruna costanza essa natura nuova Ignaziani del guisa della scrupolo dei dalle religiosa quella fede, senza a Compagnia, il destino, credenza uno appaga meglio e di fragilità riguardata che non mano, Il difetto celebrità. alla in e qjA majorem Cappellone, la dignità e l' al- fatto vergognarsi non primeggia il mancavagli ha denaro bandirlo a caso aveva principj, di tenebrosa Lamartine di Vaticano, del cupola della Dante contro doti per da somma al nefas, senza il d'atterrare Bettinelli, il quale perennità a primiero le in di ì a e all'Estero meglio bisognoso e tale : rivivere o uno anzi cuore, cercare attentasse fas viso sia agli accorgimenti Ninno per cupido rinascenti si bestione un è nale gior- a gli nel spina necessità sonni. che, rumore; senza i uomo un facevale turba che malgrado com' universale lingua che uopo Giuda, di arti colosso Usata questo il combattere di una e lica ^Catto- di or furbo troppo però giorni, occhi negli micidiale. spiede uno È Ricordo Civiltà l'Alighieri di ora altrove. la ora corbelleria questi a ad sfuggita la che più ora peccato. infuocato stecco ad alla far spirito gesuitico, Francia in onde repressa appuntava dallo derivi veleno di vomitare alla vera patrie, religiose esecrate dal e sapienza, domestiche: gesuitismo, 13 che e 194 dei vive contrarj, alla diabolico, assolda ogni o più fanno al caso infamare chi Babbi co' i mungerne corrotti Mi setta? volte si fece air Torno ispirati dalla noi ancor convertiti: inchina al sua trasmutato della mal Forse ora lo Questa, vedresti venduta del si alla se bilonia, Ba- di supplizio barbaro studia, si volge ne veramente della pena o tirà conver- fornace Sentasi divino. gli di si fatti semi ne diritto, morti, mestieri e di che al furfante ammira, condannato e rospo, invidia penna. riderai buon questa di il come anche ne frusta non la civile il volume lingua mio Dante, fa Sia mondo il ci Pepe il Fa che quali la magnanimità. siamo basterebbe non neirOceano. di nome imbarbogito I purificarli 48 nazionale. So Or donato di cui fucina se suitismo, ge- dalla le quella veda non : del avergli poi nel artigli. questo tutto in e mente, per Italia, alla amor acciò denti il bucato d' temprati articolo, per Pepe Benedetta dall' e abbiamo come sapere nella V a 0 strali verità penitenza a « quelli parole scontò ne a di famiglia; comprato le duello. Passatempo. al inviato venga e difensore, santi fuoco, famoso nel del compagni. e cagnotto Gabrielle sia banditori evangelico mente in amico vita la generoso « il tornano che della Lamartine dicendolo apposi pruno turano vituperare, abbacinati di prammatica magnati^ mota feudo qual il programma ogni indipendenza, e Italia V grossi in ancor ì nazionalità Ecco mi lupo irUemecionem cuore. rimproverava due ad la e cezione ec- Ogni giorno. e senza dei uno al gridare ; averli mal se lurida teco paesi, maledire, dopo la e del popoli nel indracati mentire: ^ della sostenitori sfruttare dimmi è I la paglia ; .anco perseguitare ; i al disegno sempre non i più edifizio recluta tutti Lamartine, suo. siepe mentire, buco; incremento professione. l'attissimo qualche a vero, di in V puntella e e malvagi di culto, è buono agnello conservazione genia proprio un cui estende essi per di sozzura era e 56, amico, tu. non che è filastrocca, ha arte poche solo de' e ore Oesuiti dirai di che vita. ; e se sono Saluta fossi vivo 195 il Betti che che alla riacquistato dalla viene nei ineluttabile Ti sinistri. duri abbraccio 31 amico Contrucci. Pietro « Il tuo è del e in poemetto, usato tuo acume altri, per che nomini, e la da ridotto di ragioni sue maraviglia del ringrazio farai dono, sempre più il componimento da di inerzia gli di trovarli dispiacere vergognoso alla ridotto l'opera illustrato e tire avver- taciuto produrre a solerzia potei non avesse il storia la colla conosce e lezione, vera a ricambiarti, che Ben noi. Ignorava ragioni si mi dall'Appennino, vero altro, o che a ignoti, sebbene lavorato ci avessi queste per : scema dissomiglianti ti tu fece mi Ricordo me dialetto. di Coli' invecchiare faticosa. tua forma a è po' distante un quanto e di modi e che ' popolari. memoria a favorevole canti di voci quella uso richiamato non dei raccolta montagna, in ove raccolta nella una nato r impressione e ha mi scritto recente il soggetto, parve Pietro, caro leggerlo dialmente cor- 1856. dicembre Affmo Mio sità neces- sono Pistoia, « quillità tran- di quella parte della ragione rassegnazione e « abbia spero non della te. tanto Frat- aver mai mente del e corpo. Ho « letto in toto, Silvestri, sul poteva non vogliasi non qua articolo nuovo et omni che credo il è mi ciuto pia- altrimenti; essere intendere e tornare a ma sulla via buona. « fui Ho veduto amico giorni. raro Eccoti Segretario 1 Parla della duello, l' altro sul mi feci e che genuinamente schivo Mentre Pepe, del storia uomo, « Gabriele di la stesso anco pur di della mia come vanità Lamartine e teneva Legazione lettera fece al Gotti di Lamartine. raccontare tanto strepito l'ebbi udito Io da Lui a quei da quel mendacio. in Firenze francese, sopra De la Mea per di l'uflSzio leggerezza Polito, di e 198 ciò tempo, a ha ne nel Ma scritto. vero, della nostra l'ingegno suo, debbo ora Lei ringraziar incontro vivamente di insieme uscita la parola Stimavo letterario bontà la amare sia conoscenza. valor suo ch'Ella quello incontrati siamo miglior e del e ci questo reciproca molti: con da Etruria nella che godo che e vedere vorrei e animo, suo dato avermene parlato avevo del già cosi una e sta giu- testimonianza. Mi « creda sempre 24 Pisa, « 1856. maggio Obblfno S. « Cliiarmo « Il Frediani traduzione dalla il merito da me potei lunghi fregio gran di ciò leggere all' il Ella io la di più quanto il impazienza il Frediani di ha cosi cU voluto J)arUe, Lui pregherò omaggio, « La quanto che dovuto che natura mia al non si quelle da me Frediani, lettera, ed inviarmi scritture; sue ed aspetto il Napoli, avere con scriverle a e Firenze e per poiché Veltro mio diverso nel copia; una ad desiderj ricevuto; in torno in- dal 1826, tenue valore. somiglia sapere in delle desiderai voluto ristampasse fargliene suo ha avrò vita, Etruria miei Tornerò 1832 nel io sua posso, e lo stampossi di al so quando nuovo, i Arno, mia al P. d'una Napoli libro. suo Ghibellini, pubblicato Veltro di la ueW recare lingua, parlare grato la fosse quale fiume però particolare legazione del avea l' onore presto bontà una buona E veramente son e della senza ; stampato potere con ringraziarla in Ella dono, e rive cumenti do- dell' Oza- gioventù mia l'Opera. procacciato ringrazio somma de* scrittura della mezzo per di egli vantàggio effetto. nella Alighieri, dell'avermi sulle lietissima che carissimo quanto Il sapore ascoltata quella fu rilevare arricchiscono che giunte, tosto anni e i suoi senza poeti Francescani dei Volgarizzatore. rendettero che è quale del per Lei da donò, mi Lei di parlava Egli fatta Centofanti. signore, mi Jon validi. più nam, pregtmo e suo far maravigliosamente cerimonie. Le alla dico sua perciò 210 4^ Se qui finisse la mia nulla hai lette dopo da dormendo, cosi avere senza di esse Credo « fatto che : tengo € disestare leggesi F. dict ce 63 le prima qual grado se € perchè si la elle che la resulta 1 le Non è chiaro vidi a che fatica a ramente chia- ha soupois. A » sertare. di- per Lucano ; testo il » simo notis- verso un dà aulcun. dalle diverso errori volta. : tipografico. edizione sono o les tra luogo aver mettre i forse usai, ma del testo certo o dello ricisamente che anche sotto stupirsi) per ciò qui trovo sarà tato vol- F. 6. scorretta, essere stampatore. che seguono; sbigottirne, doveva mio doubte en governi, parole Più del republicques, si nega Qui bene l'edizioni. tra entre » repubbliche, parole que bra, l'am- rendano diversità servo os- farlo, come le le avoir (maravigliare, che dovessi che pare avant versione, chiaro ma Trascrivo senso errore s'io mi doibt un alla e « chiaramente più una 1834) tra sgavoir, debba questi Il testo » evidentemente esservi avoir monarchia rammento debbe monarchia non » ie doibt esbàhir si tutta ie vedere, la aver avere qualche lui a comme parole potrebbe anche incorso ed ha la versione ma le monarchie en y abbia alludendo facesse vouldrois reng ti scrive » dell'originale. Encore quel si dee ci il concetto testo, che mi grado stampatore più particolarmente f. 26 vorrei lavoro. tenzione l'at- * ora alla che che troppo o il tuo Lefèvre campi; toscan poète Venendo i errate o disfarti so- a pericolo a immaginavo. chez et « secondo « Petrarca. del « luogo questo in f. 32 (Paris tenze senche an- ti provino quali io come e « riscontro a dei errori, f. 19 a lo di ohe basta che, dunque anche inutili che credi o le che o benissimo Eccomi esaminato luogo alcuni e. p. mi ; ho quale primo di colpa la in dono vuoi ? scriversi o trovasti non contentarmi possa sembrarti come la pagine? osservazioni, possano con 64 il libro? alcune Prendile sottili. io potevano percorso facendo molte che generali, E il costume oggi tanto, aspettato avere è come dirmi: quelle in osservare nuta atte- certamente avrei potresti ma promessa; nulla scrivere il mìo Io le stampe 211 « E a un faceva lo qualche Neir traduca lo bene che logico, la fra la che parole ridenti le leggere. Il " testo nel e F. » cosi 34 la ha non alle non « seme è bene seguenti di Il luogo tradotto è Ce si ne Compagni; quando meglio che la i bambini vrebbe do- ; la im- quale riferisconsi a F. alle la ec; il verbo com*é F. libertà, fatta, stini: 66, feche non se » semence, 39, parole tradursi può dalle i bambini continuata. non che comparazione sia di mattina imparavano di ragione sapore ché ben- resulta miniati che appropriato parola approvatisi peggio, una naturai festins che in familiare e due dà sarebbe la parola sua Cronaca Q,rvfw.ia, di quel si espressivo anche uno principio versi mirabilmente ma la d'Omero testo nel s'accordano I solo testo chiaramente è che e, pare stam- nel alla come de' libri qui armée ma « ; per banchetti. conviti, che « non marittima, dice altrimente è il francese « 17 fleurit, s'avorte metafora veduto non « i verbi 49 fa F. sacerdote, carte testo tradursi parano. F. potere autori di il testo ; » il seguono. vedere per voleva domandò moribondo il a che * per ; roy credo io dì forza esempi Pulci. Luigi i quali disse poi contrario in le che terrestre; quello conservare trovino armata signore vantaggia si inserite gettura con- omissione sia parole, 27, la et : ma pare argomento altro « concetto il esercito di 41 parole; furono F. è aggiunge quelle il libro. fuori vorrei italiana simi" forse il significato certo si togliere che ma dar e quelle mi irrecusabile, F. testo traduttore, col autore, ed verbi, non induzione incerta. il mio del o mirabilmente deir Qui mancano dell'editore * de'due induzione per V ed vaga " tuo 23, esattissimo essere sempre al forse F. avoit il ie. il soggetto circa in viveva quale feusois : coniectures, par legge. testo vicina stava, . stesso. può è Il » dove della peste, ambiguità è sembra che di apprensione. italiano che ha infetto quartiere strada della amor per per di un secolo apocrifa, navt'Iio, si era e e un stile lo con è ad mezzo fattura cominciata al Contr*uno francese vecchio tempo di secolo a ; usare. che versi tutta innanzi, del ó quella dico XV di in Dino fine, 212 scrittura. La maestosa, non pazzo ha Tha ce Caro fedele; dice Foscolo mi tradotto di Avrei bellissimi i Virgilio di luogo è il greco del quella tragica, troppo non suo; d'imitare il troppo poi di nostro. caso voltato ha Né cercando versi, quei nel E proprio buono. più di è colore. quel messo non Monti del versione rebbe piace- il quali j 53. f a plicemente sem- nuovo coi citato quel . Ma « altrove non nelle novità, Dopo meglio. tratto le * tutti, meglio che dico io, rèbus vita, in di macchie nelle altre Anche parola del fu finire? pensata, quindi dialogo, più Platone, in in cui arte; deir che o colto ed 1 II Giusti. " E queste non ma fanno vocaboli, A la in per che natura, per il Manzoni ha in nel seguaci. lore ca- vrebbe do- non popolo, In il greco. Luciano, tra e trovi sospetti o poi scrittura il Aristofane barbarismi talora ? E sfugge altro, ed ragione. la esempio non e popolo re- ec, ignoranza, d'ogni in cotesta gioia che ad Erodoto, turpi son testo da Anacreonte, viva in scritture nostre quello turpi come contro sembra me tutto il l' dal- sortire, la cose le ingegnoso in più, Prendiamo Senofonte, senti Di coli se- vere scri- veramente sentito dolore, sei nello appunto ho In ricorso e arrangiare^ U di corso non proviene luogo. Teocrito, in poeti E più conta stanno ingemmeremo trovarvi che * in eccessiva. alieni popolo di a anderemo vi conio? stesso queste di dove del storpiature^ idiotismi, che e poter modus introdotti vocaboli l^ opinione, dello cose che ebbe vivente Ma sembra essersi e desiderio crederono sventuratamente modi bocche mi utili applaudito, popolo. nostra, possono dividere grettare^ dal trebbero po- le tutte per non la avviso, linguaggio poeti, e bellissimo? volto in Firenze non di dal non paese favella, defla indole è un mio a ragione a tutto la familiarità, si trascorre bellezze domanda la parlare nel e difetto prosatori come stranieri, dagli Solito poeta, un prender e. luogo, spesso sincere e letteratura, una bene che più sue toscano, far quali facilità, la alcun in soverchie. dirsi del che popolare, maniera la manca il ghi, luo- lavoro storpiature. i 213 Tutto « questo nostro si e del bello; introdotta benevolenza, diritto; Contro in prima persona voluto avrei f. 36 che « F. « due de' tiranno * trovare a f. 31 quale la dal bisogno sempre. . si tpoai dato ad . alcuno per matto. caso, posto camicia, anche venduti bocca. e dove simili Cecco che in in anche ^ave il si per reg^ola senza erano autentici, di fece, il lavarsi contro dell* In camicia; "t disse; il costante, il viso, ragione perchè... Firenze fossero se scrittura. maniche Ora in che Ma perchè uso, ma cosa equivalgono lì Manzoni : qui le ci quali vuole per che credè, un'altra altri uso da fuori cosi lui fuori accettò cioè fa idiotismi, (comune comune cosa; l'usa che de*Promesti Arno vesta e nati periodo. in correzioni, » esprimente deir all'andar un a traduzione^ Manzoni di andasse chi f. 60 » idiotismi in uso sono a cantargli; del stiamo casa ; rimanente di e » qual collocazione come sono non canto a parola risciacquatura modo, mai tua si è ricordato non nella storto del bevve, » Sono alla struttura si loro, bene alla che * nella popolo. luogo Manzoni? al Manzoni bene anche buon dico questo spesso la poi che intendere stanno starà Giusti, Però dà gli mise tiranno il primo il mio cbe pensare, senza sorte del noi la leggo non al stranieri domarlo. colpisce più vivamente, Basta, legge io si della bocca il ridicola. più a altri labbra di dare vede Si molti e attagliandosi I al che un luogo né quel ma noi « mala dunque « sulle ne del porre in coltissimi più storia loro la da mette si in si salvarono toscana, lingua ci si dirmi udito da di comunissimo non cosa costrutti, frequenti non quale è f. 48 che difetto mangiò « son uè Ho quali » questi l'idea dal e quando 38 scienza toscano preceduto sing. nella si per denza giurispru- di luogo l'uso pare plurale; bello giocò, si mi persona il Niccolini. é tevano po- ec. nostro, tutto « 3* non e laberinto; in role pa- simpatia altre, per giudicare, ragione verbo né di pratica cinismx) popolo dedalo affezione; per delle avvenne le dominazione; ebbero non 37, prietà impro- torcere potenza, che vivo f. brutta col lissimo bel- si senso una regno, del dinastia, francese senso un Cosi avere. « ad regnante; potente, un loderei sono lingua significano che di non vocaboli nella maestro te, di dotato e pure Questi f. 38. greche dirsi linguaggio, potente dinasta, può non no); faaiiliarissimo, lei per e in le primo maniche di correzioni, errori, reticenza; e camera, passerebbe e sono acqua ora in 214 vien ridea ripetuta antiche lingue con le varie con siffatto:il quale, 0 o altro giro non fosse Non « fatta; che dai e Accogli lavori ne' più con buon cosa di difficoltà alla su dissi non altre Tommaseo, si quali del casi l' dal- fanno tare evi- leggermente fastidiosa, importanza, pari state sono diceria questa la cherei -dimenti- ' volgari. incontra che nel approvate molti tal trovano dovrebbero non per di cose alcune in e maggiore ardita, non linguaggio, animo siva, pas- loro pure forme, ambiguità, T quelle per ed più colti, nendo po- costruzione biasimando codici; del parlar un'inversione loro, molte maestri buoni l'oscurità cambiarsi al tra quando, scrittori « anche la o pedante a del chiarezza. alla il fretta cio scon- polite scritture, anche moltissimi in degli uso se contraria egli, gli per e nelle ed evitavano nella diretta, parole, piaciute Machiavelli schivato Le pronominale. casi dei perdonabile farti per son scelte di vorrei lui eglino, uscite sintassi la invece quando è se fosse loderei familiare, particella una critica attribuiscilo trovar in e, risplendono V da ingegno dire e il sapere. 21 Pistoja, « 1864. giugno Affino amico Francesco Franchini. IX. {K Non dispiacerà della questione Ambrosoli Manzoni, il me della « Chiarmo 4k Mentre 1 Vedi leggere benché IH,) il vedere Lombardo, illustre un la mi intendeva come lettera cortese sapesse non Francesco che in la scrisse tutto a seguace dottrina. sua arriva lettori lingua il ; e ai 105, pag. e sto romanzo un la nota stimamo signore, ringraziarla per del precedente. prof. della tutto Prelezione, pieno di noi si mi dice 215 e noi che ' si pensa; sia come ricordarmi vestita chiamata di riconoscono dato; Italia che marchesi, star vorrà In lui. per vinche, le collocarle, tutto che io ale molta linguistica questi seminato quali certe d' Italia e è autorevolmente ' Vedi la a siano da nota 1 della studio molti; in oggi e e quasi precedente. di e po' di bolario il Vocarollario co- come mutare noi tutti Questo volte tutti darci possano tutti i scani to- non spesse e più veduto prov- un scrittori. che il rapcoglie chi domandano : su sia non tutti per Firenze più non a ma ; agevole desidero de' buoni Vocabolario Lei, lettera atto come vede confine pare non Io sussidio allo questo l'enumerazione né come ; ma comune quanti dove Manzoni, Alessandro direbbero anche ed — molti chi accosta campi sono teorie, aggiungere desiderio si già lungamente. da proposto di vi dice) di Ella sta quale filologìa comparata, ma : abbia da né quali pro- libri. questo ai La mèta. la credono; oltre peggio discorso in che chi ma Ella (com' a conti altre nelle ordinarle alcuni, né natura, buoni ci Fiorentini, naturale; che lato quel volare per toccheranno di da Ai la come lingua qual corrotto dà nei ; ch'Ella disparte, è opera di bolario Voca- Vocabolario, quel ? fosse buon dubbio popolo studiando altro, che per non parlari periodi, la quistione Un il modo e per Italia V toscano che sia non fiorentinamente senza altrimenti più elette, ho né solo quel s' impara Non non che non non « note ultime che che anni parole di formarne ignoro volo, là Firenze, tocQO pratico. non a questo dodici sono contento parole in dovuto ho se resteranno aspettando o l' imparar » cose dell'uso scrittori non Le utile quello dieci cosi tenzoni. sarà giovani, dopo almeno quelli antiche gli ottimi metteranno* r i se ma, sia rentina. fio- lingua dirà prima erano utile di delle una nessuno non fiorentino uso in alcuni. alle nuovo dell' o e tutta dice benché dove intenzione, gentilissimo, quale vorrebbero come come avrà la scritta, necessità ha Ella eh' quel ottimamente tutti Fanfani Prelezione, sua imbandita signor di dichiarata questa con mensa una Veda, alla scritto e cominciano finiscono in Lei. 216 Senza, Ella dubbio invidiabile; posto scrittore del 1* aver onore italiana, alcuni che volere scettro di hanno 0 prenda questa studio che E nascita la desiderio, questo con del ringrazio Milano, « anzi dono, suo 3 la e molta questa dichiaro « Gradisca favore al ancora un che tutta suo non ho che il ho già Mi idiomi. altro senza ' chiesta ha conforme r di la parola del d' un basso. un con vocabolo, lei esclusivamente la opinione. Il è quelle a del d'altri e necessario, d' caso un comune, uso indovina, far ma ciocca la ri- mia fiorentino, cioè non strarsi, mo- perchè e e' é, pisano non forse ; gioverebbe mi se ugualmente intento sua del ma me esempj, grappolo, pigna anche, Come Cosi qualcheduna, senese, gioverebbe pochissimi fiorentina di prendersi a discrezione, varianti. aggiungere Zocca esser di non se per di però d'abusarne, intendo dovuta troppo la nota quello disposto cortesi, Non la di stendere bontà la tanto si possa, per esempio stima serv. per piaciuto d'aggiunger bisogno, poterne pistojese, è le per ricchi, quanto molto avuta ha ^simileincomodo. vero la Ambrosoli. ringraziamenti vivi termini di tutto prima i mezzi signore, quale con lo 1868. settembre i miei parole doppie più preghiera, con Francesco Chiarissimo piacerà, tutti con D"ofko « ch'Ella^ le diligenza le danno. con mi e quanti ma sempre lingua traria con- merebbe presu- pii* promuovere buona l'ingegno e che ferrare af- Questo uguale. desiderare modo per della Lei; a quale anziché nessuno né devono quel della utile dove lingua una iiella sostenitori regno italiane occasione ed vero o i onorevole in ha compagni, superiore molto altri, con un essere le lettere cuore a solo poterle poi le è grande V Italia esser offrono aprirsi e dissi, è già come le giudice queàta lingua, prevalga che opinione, Perciò un egregio un di chiamarla che di poterle stimeranno lo sostenere a Lei in dubita fiorentino. parlar tolto e riconoscono nessuno e controversia presente nella perchè italiano, sicurissimo 0 tiene di non ciò è. 218 ad nano e ogni temperata Ch' Ella molto io nel ad mia cura di potuto mie a il che del mio si nulla; Quanto « discorre alla tanto con essere modo col trovarci di viva discosti forse Cosi mio questo modo le la Pavia, di rare, spe- di Ella tenga che Dio che di un ! ardentissimo colla più Mi alta stima, suo Nella e ora mi e opuscolo non vedendo lettera di siamo noi si si paja a adempia Ella creda, ad come sempre 1868. settembre sua agio, non che Ella mi l' invio annunziava intendeva comparir suo Zonoada. Antonio PS. nostro conservi benevolenza, preziosa simo potes- l'altro o tempo noi infine che degli né se a infine d'assai meno faccia sua 6 discorrerla si troverebbe esami ho che, del concetto; mio ci non cune al- parendo forse negli ora, per mi non mi in qui colpa presente e cui Tutto un meglio io il tecnico, costi, desiderio professo « di tente po- un conto entrerei espresso dire vo' dall'altro Tuno vista. prima solo lingua, dovere, a ho quale insieme voce inteso insegnamento air Questo modo. « e zione edi- vorrei come necessarie, affogato sorte, mala esperimenti me I seconda che volentieri reputo stato sempre per della acume, che improprio ogni in prova questione spiegazioni, né alla rezioni cor- farlo Tuttavia farà, si di trovato male. men di una avrei esse avrebbe osservazioni. sue ma in ristampa dubiti, non a pensare far per la se a libro, ajuto vedrà, di avesse usque Ella piaciuto io troppo più fogli ma fosse le mondo, tamen volendo. uno^ non cosi ; povero sicuro che poco spese caso e empire leggieri del Tuttoché furca che, di e che, toscanamente, expellas benissimo so naturale immaginare. iscrivere per ridire, presuntuoso e bene che tanto cosa giusta spregiudicato. trovarci cieco YwAuram però e è quanto animo un dovesse doveva l'oraziano vero dato lo loro, per ad più l'uomo ogni fatta lingua^ alla me recurret; le scritto essere ponessi è mio lombardo sia sembrare possa rispetto salvo che censura graziosamente nulla non vorrei galarmi; re- che 219 andato fosse sua Trattandosi perduto. può penna ben di che credere che cosa io dalla esce l'aspetto mente. ansiosa- » X. {ir. Il libretto batter di la lingua; fu mi il e il penale, letterati, buoni occhi, miei come Ambrosoli, « Illustrissimo « Ho Ella che lingua che stile novità la a quella insegna. capo quali il toscani, fiducia 4c Dei e nel il non mio L* ajuto a tutti e salvata ò questo Carrara, Ella essi il Penale quegli per Lo natura dell'opera; farvi. assai parte può che deve e Ella il primo ci sono tecnica si che a chiare quale ed compilato da de' nomi tacere pentire e conosce bene fu di ridotta essere per domi paren- nella impegnati Marzucchi, stile fatto brevi, riescano la in punti ap- de'non avuta d'aver volere. gli egregi per leggere s'avessero vorrei buon che e Codice di di ridere, Firenze, a che ec, Ministero. quel raggiunto proprietà codici Paoli, i datore Commen- troverà disposizioni forse lezione che abbia sue farebbe di dalla lingua, la fondo a stile codice Ma sotto correggere Progetto accettò di e le anzi alcuni compianto a il spedirle comandato un quando precise. di è e cura anche appuntare, del tutta con lettere, del cura signore, onore certamente di prendesse passasse divisione capo cortesemente di che lettera seguente di sorde, compilazione disteso digiuni facoltà orecchie si nella sebbene trascurare del lingua casione oc- avere per fatte Grazia volle me vergogna della non si da sempre e quale, pure la r sono che dandomi prova sulla si scenziati, 133.) pag. stampato Giustizia di celebri alto il vedere Ministero (la fu sempre in se grato Codice Dati del 118. al m'avrà uomini paese. prestato che sarà compongono dunque la stato premissione, com- 220 Per « Lei le di e che tardi, E che mille anticipandole mi grazie da notare Il di il codice ricaduto da mere servo quel in tempo e che ed è si è qua tura avven- per officiale. da là di ancora Ambrosoli. pianta; sana barbarie nella è codice che altro per mutato è di protesto Filippo quasi più al forma in Devmo É scere cono- ottobre di primi anche siano utile sarebbe marginali. annotazioni « pei osservazioni basterà che confermo le norma sua venire passato per giudizio, che manit. certe . . XI. 116. {K Di Bambola, della dà di e tanto peso nostri di mie della letteratura il diede operette, che cosa il giornale Ora straniera. che Magna, dalla vien cosi vedermi qui reco se altre ogni a po' ambizioso un perdoni, Magazzino Tedesco si si mi grazia U25.) pag. carezzato da sono buoni quei fratelli. ITALIANE OPERE GIOVENTÙ. LA PER « Omissis. Il « Fanfani Pietro nel noi, che Ma non sarà la per e Di con lui ho di nella cosi di ha noto adoperi appunto uno sott' parve gli altri occhio già due come letteratura ad ancorché anche in quattro nella invece fra e già scritti prima noi, scrittore dà questo quarta per italiana. modo un tallo me- quelli appo letterato tuttavia, lavori di buon suono Italia, benemerentissimo felicissimo, seconda, in fiorentino bibliotecario filologia e avventura per cui e tempo gran si occupano gioventù esito da letterario questo cosa professore già mondo fra che del nome molto campo. per edizione, negli la ventù, giouno ultimi 221 Lo mesi. moralmente A eleganza. fani il descrizione che colla impara di di una gioventù la tutti legge, facilità di che ad mobiliatura agevolano l'annotazione Un tener l'interesse desto ottimi racconto dell'operetta lasso Uigo di intesa edizione ben allo italiani scritti comprende poche in linguistici, il sig. Fanfani é squisito, Ambedue « morale subito, da 1 Una Fanfani. " 4* 3 La ediz. Firenze, obblig^o Paolina. e di trae Questo da ben note Novella di fra gnamenti inseadulti. per tanto gusto con zione colle- egregia una gli retta ope- eccellenti vuoi vendere, linguistico la sua e un non lo si più prossima letterato racconto scorga origine nominatamente celebre con novella: graziosa e prefazione, la intendimento, fiorentina ediz. prefazione con V Dell' casa semplice salvo Manzoni. Alessandro mincia inco- piccola ammaestramento di scritto questo aspettare la pure Ancorché, più scegliere a Fanfani gioventù. gli scopi polemico un la, per segue * Pa")lina. di prosegua (pubblicazione La giovani, per ad i edizioni. migliori gioventù. pagine vuoi luogo scritti di e fatto la per * il sig. de' in Dati, DelVob- Carlo collezione una che quattro lingua propria a gioventù alla circostanza, di linguistico) scopo pubblicare a antichi la respettive dell' opportunità necessarie discorso un parlare stesso la Un soprassello offre argomento si fecero di di giova riguardare libretto; dizionario delle ed quello attinenza. aggiunto un lettura Quale di tempo Colla 4c morale della vuoisi e In di denominazione hanno casa * questo il ribadimento e insegnamenti. breve una scrivere forma vendere. la retta gioco, un di in ricreazione a topografica, espressioni. Ove quasi da con e il sig. Fan- scopo, familiare fiorentina strarla ammae- purezza^ felicissimo dizionario casa oggetti, acconcia veramente eccellente compito con quest' ultimo pensiero vuole e nalzare in- vuole duplice: italiana, lingua propria raggiugnere s'ebbe un la è gioventù la parlare a dall'autore seguito scopo contro posta avea morale ec. di Pietro 1869. parlare P. la Fanfani. scritta in propria lingua. Firenze 1970. lingua fiorentina Discorso italiana di Carlo da P. Dati» Fanfani 222 la Contro nazionale. luce Manzoni di stesso usata universalmente italiana, a tutti Sotto tale d'arte, rispettò nel consacrata questo della vocazione schietto uno della racconto libriccino al accolto sig. Fanfani in Se si alto letteratura la arricchisce Con un quello, egregio I La dono di tutto simili codesta, accennò m'ebbi forma una infantile, nella e nel in in miglior legno senso gono aggiunItalia E fu invero di prova la per un cornice In scrittore a posizione in bella consacrata vengono insegnamenti ornamento. scritto a alla età non avrà il sedere pos- gioventù. giovanile che diare invi- alemanna. questo nel lingua ne' Per intendimento. duplice che breve recentissimi campo italiana tempi della e* è italiana stata, e' è, e innanzi primo volli germinò di letteratura si agli Prelezione move. chi oc- additare buono di là gio- per di e P. Fanfani. 1868. Faenza, ' esso favorevolmente, italiana di opere alla « il grado In appunto sulla incisioni questo per Essa, è peculiarmente E morale spiccato assai diede ciò guardata ri- semplice, e * moda, E prendimento nell'ap- fronzoli. fanciullo, ogni linde uno giudicato e da preferenza. morale, Diecisette parola. piana elegantemente ad intelligibile linguaggio opera stessa, muliebre. via. ma vera Bambola sulla cosi e penisola. una figlie i più calzanti veracemente semplice, la donna, società in donna della dovuta intelligibile novella e Una gioventù giovani alle ministrati di è esagerazioni romanzo: alla romanzo sulla da piccolo l'altro La è affatto contenimento suo mamente legitti- ai novellini italiana. lingua pienamente spogliata come caldamente sia non della dirsi a egli tempo un abitatori è zione asser- Fanfani che pienamente stesso in afferma come ad V sig. il parola, e scritto codesto della cui, istrutti raccomandarsi da e ciò per appena appena fatto, Firenze, diede insieme incontra non in e ribattere in lingua una Fanfani il sig. del novella, prefazione, nella A virtù per l'accennata scrisse ' speciale. possedere non asserto questo scritto uno l'Italia asserzione, paradossale Una Bambola. Romanzo per le Bambina, di Pietro Fanfani. Firenze, 1869. 223 ventù. Volli scritti in ai mano essi da ma morali, nobile con e eziandio dalla lettura loro prendere ap- indicare di Date bisogna. ad nella fanno sig. Fanfani del pure semplicità trarranno ne e non tale a gli scritti apprenderanno che figliuoli, procaccio figlioli vostri questi loro ai fare debbano tedeschi, genitori a' italiana lingua la quali anche poi tamente ret- esprimersi bella niera, stra- lingua ottimi andranno ; ed insegnamenti grandemente bilitati. no- » La ad traduzione alcuno tanto parrà valente stare lascio la elegante, poco è germanista mi quale fedele ma che colui fu è mandata: dubbio, senza fatta. l'ha XIL Non sembra mi chiamò « Onorevole « Desiderando S. e lUma a r incarico, mi e pregio di particolare « annue stima Firenze, a la con Lire addì eh' sapere attorno E questa a io vorrà Le nomino accettare fissai, per una ciò, retribuzione intanto mi dico osservanza 24 ottobre in sollecitudine Le Accademico, duemila. Ella di lavorare che maggior che dottrina foggiati uomini, buona della e la e volervi speranza Anno e l'ingegno dalla proposto lingua buona egregi attendervi il presente ragione altri farle mi lario Vocabo- al opera specialmente prego Nella collaboratori. pubblica, Fiorettino, della anche di alcuni compagnia tera let- compilatrice. indugio, senza quanto la la qui recar Commissione difiusione studj, il Istruzione della dell'uso sapendo 123,) Cavaliere, dare, siano di maniera di della signor la per pronunzia, V. proposito Lingua della Giunta fuor parte far a pag. il Ministro quale la con {N. 113, 1868. Suo devino Broglio. sibile, pose rante duin con 224 Voglio lavoravo deputato pure rimediar insieme col come ha e ; e' si queir sopra Diritto, nel e farne glieli chiesi gli diede me mi e voglio Io rimasti son di Nubes pueri, Ut et Occulto, Gonlectam Excipiunt globum lento ac hominum labefacta Mobilibus aliter Nec senes, sciunt Namque Seria lepidus jocis Usque consentes quia aegra nisu, puerorum aetas sapientior secedit ; quimus; cernere Sed saltem fenestras, domorum inania captamus. pueri molem parumper, quo mìhi humor; altum, flexasque sectamur foelix, multoque Oh in tecta eant nec ; pondere toUit se magnarum magno majora, guttam distenditur spatiis librata donec dissiliunt, Haud flamine species, ferens crescit catinum, trepidantem gremio, aurae Obliquas captant. labellis pressisque molHs libro: questo aere spumante propellunt tenui simul Omnia chalamos, inque Concipit, Quam liquor aquae superat massa laeti Adilgunt Et motus cum blicargli, pub- dunque ofa inania et esametri volle non mano; lettori ai nodato, an- pubblicargli per in sempre dono grazioso in il Diritto ma : lunga momento, scherzo uno era giare verseg- una lieve di scrisse argomento. nel al Parlamento cosa quando allora invidiabile facendosi e di Egli Giorgini. sopra giù, mise omissione una facilità una discussione uggiosa a senatore cosi, latinamente, e qui ludere se : ! nostris risus, apisci mente Jocamur. XIII. {N, 126, A proposito in andare da notare tutti per brodo la di di strana fattura di Stornelli Canti, questi succiole loro 147.) pag. alcuni che ec, de' nostri letterati, illusione, pigliandogli montanini idioti. Tra fanno tutta e dandogli la gran è 226 RISPETTI. mi Se ami Ti amo Se hai £ £ o vo* deir se n*hai se tu n* hai se Occhi ti Par' E n* ha' io dami eh* lo non cor tu lo mio 'nganni inganni vegga Torà Abbasso gli occhi e piangio Abbasso gli occhi e di di rivedervi e Spero di rivederti ora Giorno di di Spero Giorno male sempre sia Basta che Basta che'l chi Ama Basta chi Ama Bada un e t'ama e alla mi' quanti se n'affoga E quanti se n' Perchè la quanti Perchè sia chi roba se la n* roba ha dir dice : reale. chi pare. tu' contentezza sanità; la ricchezza! per e n' se traditora ammazza è chi povertà affoga è male; felice, sia lascia voi amore: dir amore ricco E e amore E chi il nostro lascia È quie. orrore: bene po', bello, alla assai die per commette felice ama badare non chi '1 nostro che lavora. guardare nostro t' si non vuol : ora per siete e chi quando so non dolore. piango quando rilucente, dice C'è festa di dolore ora sole, partire quando e rivedervi di stella Chi festa del del Spero vita fiorita. spera arriva quando amore. apparire canto la core, mi* palma quel mio. di palma la so, : so, tu'nganni a io io so lo tu vidi lo non come vagheggiar, da Quando ben io vagheggiar, da tu ami altri tu E 0 ti e Occhi O mi non falsa e e e se ammazza falsa: n' traditora. afiEbga, : 227 messi larsera mi Staman fronde Le foglie 0 del giglio qui Di dei ci " non E la ci Tremila Non mica già che non Da tutti ì tempi Tu sei come lo Olivo Tu sei Tu più sei Vo'dire E quel Avete Tu Tu scrisse mi rispetti tanti e ghiottonerìa battezziere belli queste pappolate bella non il bellezze, stai vi fate. è già e terribile; stabile : impassibile, disperabile. tenerezza poca che e potrebbe La di si belli fedele gli nelli stor- Mea, tra tanti stampano passare Ma villesco. popol per stampare a stampati suo ondate a disperabile. morte sono cresce e all'invisibile il battesimo e buoni più tu idillio avuto T e Si « stornelli, — son : questo rispetti haninij) cresce morte aveva onde fai: cresce confortandomi e ti cresce amor la brami : a che e morir Arcangeli rispetti, e l' altre r mi bella fantastico la farmi cresce voi rispetto brami per a cervel un tenete. V hai che mar disse che mi E bel un più cresce, siete; fronde che mar lo più le mìa, bellezze mar cresce come Quanto vi cresci sia, la quanto mai aggio non bella le lo tene. non bella come Quanto di bella perdi più Quanto parte bella più tene, per V bella che non passaggio, bella, che è mica dico Ma Ancìie più portato. mio altre volte volte Tremila ingrato è mia : pure i* t' ho perch* in cresciuto volsuto: eh' passo, al viso. i' t' ho se* tu testa, ombra se' pur eh' dama dico Non tu ben passo mi V ben giglio, Ricordati alla facevan giglio, Ricordati fiorito; era arrivavano mi giglio 0 levata son mi Le finestra alla giglio un per gli stornelli e buoni ha dal ripetuto una e i gran che , senza sono fare state altro cagione esame. di » E acquistar dire nome che a 228 certa Basta, gente! c'è chi De Menckenio sta ne di questo questa d'altri e simili un'aggiunta facendo CharlaJtamria intatta dunque e al literatorum mennicoli am- del libro lasciamo ec. materia. XIV. {K Ho detto altro che mi cosa essi però e collettive La naletto è prima lettera che fu pubblicata il Signor « Veduto ha nostro spedita graziose parole al : Sig. Cavaliere, di Serbando tanti quanto « ai gioia, dolci noi, assennato gioregregio e suoi caro grati per tutta grandissimo e la voglia bene. salute, sua la e abbenchò le bricciche, ci se avesse pazzi: mezzo libretti quei a e rivolte. in premio S. alla affetto Signor e lei vita dice per bacì toccato tanto l'onore Chiarissimo mente tenuti a il libretto di diligenti, mani, maniera ringraziamenti, Curi, più Sua della Castronovo, copie avrebbeci salti, batter ogni Sac. alcune scolari libretti, dei udito e generoso, aggiungo veduti, di Bagheria. di Castronovo, Direttore nostro le 4c ziano. ringra- mi diciannove dei dono perchè dia dono farci lettera, parole loro carissimo, il gentil voluto di prof. Francesco Per il cuore. Scuola ai affetto, mandato Solunto, nel di lettere della lettere alcune avevo queste con da : « trilli e una amato tutto con di se essere segni miei, degli Alunni pubblica insegnante quali amici che, reco danno mi desidero non e di corrispondere de* libricciuoli, dono Essa di maestri, de' loro studiosi, compiacenza che Io « compiaccio vera qui che: giovani mi giovani di intendo mezzo in con 158.) pag. pagina a' piacere compiaccio, » quali quella a di 145, e V., tanta a le ciascun offriamo gratitudine, l'incoraggiamento. Cavaliere, piccoli e (ììUgentissimasé^za nome, " [Seguono le firme). ci 229 altre Queste tre Liceali e di Signor € Le dono basterà che in di rendersi saputo come cosa dobbiamo studio, Sia « Classe non Con « possono 0' Orazio e dottrina Anzi che questa ci a da noi si di valgano che le più sempre cioè, ammirare amare fra annovera Giovanni più i ammiratori già non delle che amici, seconda Fanti - Florindo - Pera Giustino - Rainaldi - Rodrigo - - Tiberii. Cavaliere, ricevuto per Ella ci ha che opuscoli sta Giustino - Nicola abbiamo abbiamo ci alunni negli avere già non Tatasciore sig. parte due di Paini Paolucci Da quanti N. - de « tutti ha servi. Ernesto Pregiatissimo i pochi stima € Professore e riconoscenza essere; umili ma Agostino sua ad torto Liceo, questo non distinta F. altri tempo sig. Professore, degni, son ne di che opere, quella spingano imitarla; a stile, custoditi la ci sicuri con ogni ed cura opuscoli, di solo ricordino non scritto, suo un italiani. sicura, pur !• della sue che, colui suoi verranno in perchè e ed scrittori illustri ci e ammirarla imitare ed Essi donde: maggiore eleganza Ella perché e serbare, amarla, colla i due che padrone. sacra; allo sprone di lingua, spettato, inache ben di ; ! pochi quella più francamente complimentati meritano, prof. Saraceni n'abbiam e lavori suoi quanto diciamo leggeremo essi due caro, superbì, non a lo ritrovare sicurezza Le ci ha che certa attenzione, dì Ella invidia desteremo Sia più tanto quasi che dire « fessore pro- del mezzo per immeritato. divenuti dei grado dono riuscito è ci Siam e far voluto anzi ne oltremodo sappiamo che il valente Professore, ci ha che insegna dove nasiali Gin- Saraceni: Pietro « Chieti, di Scuole delle allievi degli sono provata dentro, cagione e una perchè è stata mandati vera ci son nostro del mezzo in gioia, venuti più potente e dono: per da la Lei. dell'altra. 230 perchè in dignità Accetti di sempre di 19 de Berardinis Giuseppe Cipolla Sante Fabrizi Viaggi Signor Professore, « Ella ha della nostra. fanciulli stato del Sicuri appagato di ricordo. che le del espressione Gradisca « nostre Chieti, 20 fama, sua quanto e assicurandola Cosi desiderio, che grazia gliele con» ; ed mente finalfin da andremo valgono non inviamo come affetto. sincero nostri la memoria. sua da gentilezza, congratulazioni alla nostro i nella si onorano il dono, nostro quel venuto è tanta letizia imperitura entrar suo nulla accrescer ed ci prietà pro- accetto, che per quanta alcune assai letterati e accettiamo grata Di perchè - amorevole sua giunto noi, confusi arrecato, avevamo, superbi « Ora della e cittadini considerare serberemo ne è ad lei a ritrarremo ne patria noi Ghiotti Pichiuchio. il libretto: a - Luzio di Gaetano Guglielmo - - Francesco Giulio - - pruova italiana, illustri ci abbia « l'inviarci più tento che con che Zecca Lua dar lingua l'utilità lasciando ameremo Galante Angelo - - de voluto natura benigna cara V Cristofaro de Garzarelli Ghiotti « ci G. Smeraldo - Giuseppe de' si ricordi d'Aulerio Alfredo - - Giuseppe - uno e Aurelio - Piccirilli Achille - per amiamo V e 1874. gennaio Nicola e d'Italia. onore e retta, indi- cuore. Chieti, « sebbene ringraziamenti, altri, che noi cresciuti qualcosa abbiamo, buono i nostri adunque volta qualche che grande, uomo un ci sentiamo ora relazione la per con € rida) (non ora ossequii e bene voglia a' suoi 1874. gennaio Atrfni discepoli Luigi Manzi "• Alfredo Gennaro TiNOzzi Tiberiis Adolfo - - Dì - de CoNSi - Lecco Gregorio Cesare - Carlo Altobelli Valignani Nicola. - Paolo De - - Berbnge Giorgio Domenico Serafino db 231 XV. (JSr.150, La invettiva Viani si leggp a contro fa a 103 pag. in pubblicamente Nuovo nel anche nermi « forte. « don « ne « paura Gli con il Ma, del chiama (non a 104. pag. con io, ve') de' miei Un fresca. mio buon ma i miei e bricconi, versari, av- lettore, o Lucca, di amico febbrajo dalla lode; eccoti, V del lettera sua la ignoranti avversarj, egli morti contro zelo e'mor- lingua, cascar accetto suo te- farmene e botoli: di farli ristampa corrente, e cosi: dice Si « Per il fare suo Istruzione « che per pensò dunque gustare, e risposero Pervenne lui poi che la agli Rep. Letteraria. farlo cui a spesa ne lesse raccomandò orecchi libro alcune pagine sei di del tante Decano leggere, adatto il quanti e ogni portò farlo per fatto, il duto ve- e ad Lo loro Eglino e sero commi- essi erano. acquistato, copie, quel ragione procurassero. l' avrebbero volto. disin- pubblicò scolari. a' suoi ? perchè seminario buona con un era che volentieri compera ch'Ella molti e del egli lo volle acquistare il sa maestro un appose " E ha leale, naturale dopo diletto tenue la a giorni con lezione, a a Pochi libriccino, succosissimo signore, segui che quello ch'Ella mio spigliato, franco, città. questa tasca, nella avversarj Senta titolo Illmo persuada, ed nemici di amico pata stam- posso Fanfani, dottrina Non si non alcuni a ». qui del contro quanto E « che e che confermare filologica, gennajo, parole pur fresca data l'ha me 30 quella a ^nche lettera spero Pro- il bravo giù per voluta parole: sue che su lunga starnuto buon novellina una e' l'ha alcune proposito a eguale ; poi dell'altra, da e esso avversari del perchè, vedemmo come sua le uno cui una ringhino tanta, ringrazio 104; Ecco Tarla; ha e riferire dal « 166 Istitutore sé. da i miei pag,. 166.) pag. recatosi la 232 dimane nella alla presenza e degli di Vimptidenza Il scritture. cosi Perchè difise il che libriccino, da de' suoi ha Revmo e Un illustre, e mi dice io Felici la forse e Monsignore, ricordi. furono proibisca Dio, di timorati i anche storia e tagliati non derisorio, Toscana, PIÙ che detto conforme e di volendo il decreto fatto vi si collocare a' suoi studi, e il all' mi importa nulla; pag. a che mi dice, che Pietro che avrà antica.Ma, clopedisti, Enci- eh' resto seminario. f capo più degli Del {Ponchiusione Ho proprio I papato da Lucca, di Gesuiti. suo libro Ah larga de' nel sona, per- un del parlo . Voltaire, che si santa Cattolica città per entrar senza la e davvero. peggio Alla . celia: per per da non egli. allievi libri miei tale Unità larga! amicissimo, lo dice e è Decano Alla- mio me tenga dalla di scuole, Foro. governate vorrebbe quelle ma gina pa- Decano Dinelli, in immorale per proprio come per giovani si tiene mi sono compendio appunto buon che scuole quel che qualche questo e prelato, eretico; mezzo par morale in cosi son quale chiamato illustre veramente monsignore quelle Dondi, Michele infatti, » Domenico S. di tassero conten- lesse leggere gli imitino. Monsignore collegiata questo di il signor dell'insigne che costume si Lo lui. dosi adusan- alVIndice che e con il maestro messo comperare, perchè è Allora avea avea e' vuole su vengano da scere cono- Decano perchè pensieri. sue Cattolica sa giovani leggere a per scritti lo dica, fargli il bravo E lo delle e di 1' Unità superiore loro sentirlo Maestro Questo rillmo di i i loro il dovea giorno quel che che libro suo ma cosi. voglio che permetta che Cattedra, dalla s'ingegnava discorso; palliare e solo e in scolari, agli del gradisce velare a plagas ricordandoli rispose: ? ebbe, maestro povero il libriccino burbanza fé* scendere lo scolari, dire contrario, il lodato scuola, sua essi si ella ciano spac- » 177,) levò « Ministero dal Il Governo Fanpani in è della luogo 234 che sona, io a vorrei? » Io un stetti rinunziare. di infra Ricevuta Don scrivermi, « Chiarissimo « Il Napoli, principale ragione biblioteca, in alla sarebbe del quanti è da Istruzione, anni anche altro non 16 Napoli « di di istanze anni, la altra un* il signor sigliere Con- il nostro Mamiani, novello ufficio, che giustizia. i sensi e buone poiché lasciare che Segretario della 'biblioteca della molta Qualche nel Mio « Di caro bibliotecario Imbriani, frutterà altre dubiti S. eh' poter V., di. S. é sarà posto lire Fanfani, ancora la Vito Testé seicento ho stesso socio saranno anni di dell' in qualcosa di posto signor e peso, questo i ed Accademia di assai servizio, perduti. col leggier Ma al nazionale, fermato annue. anche rinuncia sua Biblioteca questa onorevole, de' tredici non signor nominata conchiudere poi che di altro V. che Ercolanese, Non mandi non aspetti qualche di riverito e grazia primo spero Don riscrisse mi appresso seguente: modo « giorno nazionale Persico. Federico la pensiero 1861. marzo Il le a il Ministro al per nome E perchè passati mie le dal tredici e suo amatori di come lettera vivamente. insisterà, ed tosto in giù sono dubbio (e'pare) fine torsi non lavorato già cosi considerazione. mia di Persico lettera. sua affretto mi ha, suo quegli Gradisca « di rinunzia, gentilissima desiderano subito imputare voglia la ecco potendo, sua di la Pubblica per risolvei il sig. Federico non dove e ha cui scriverà Abate mi lettera mia ed ; ora pregarla l'aspettano lettere, la alla che e in qui venire Vito Fornari, faccende io, ma egli, pregò rispondere scriverle finalmente due; che diligenza signore, sig. Abate molte quella con dissuadermi per desiderava, le pezzo rispondermi di prima stampa la corregga giorno meglio. quali Attenda, che conta dunque, 235 altra un' che stampando va onde vi scrivo, le mi e 27 Napoli, « miei dia Il Barbèra risolversi. per i incresce, le non lettera mia saputo dell' Armonia dialoghi Scusimi sguardo. uno ho Se ec. della fretta creda 1861. marzo Devmo V. Ma di accettare; non questa « Chiarissimo « Con e fo fermo uflJcio ugual la hanno dispiacere in 12 Napoli, Carissima in le pregio Napoli, di tutti provato doti rare posto il e di sapere 1861. giugno fummi poi Capo 2^ del napoletano, appunto perchè « Egregio « Sono Giornate è Rodino. Bibliotecario avuto a biblioteche mai positivo se alla per avuto. pubblica forse non altro era a che, ad sua Ella una delle un ha nel di grado un patria uffizio, che grandi merita, recato possederla, ho speranze più che lustro della di degna ricusare concepite ciò istruzione al le quel con leggere Nazionale, Biblioteca tutte Europa al rinunzia sua nostra opera colta ha la baleno per della non Napoli di della rendere compiacenza, con : napoletano, d'un perdere Criscuolo, signor riporto affetto di professore, giovane primo qui giovane un signor un dal venne che e di Ufficiale veder mi Ripartimento testimonianza questa occasione quella giovane materia con al nazionale Leopoldo quale, cettata ac- S. copia V. a rinunzia sua biblioteca nella hanno trasmetto accetta si Vuifiziàle che fu Signoria. « di tre, : dispiacere quale fede, che Yostra che ce proposito il decreto trasmessomi e il quasi anzi mesi, Fornari, al signore, col che coloro io tenni due di bibliotecario primo le lettera grandissimo Decreto, di dopo rinunzia, garbata manifestate cagioni parecchie, e mia la del alle altre delle erano ne oltre come, FORNARI. non tutto e danno mia, la le dava tornava 236 prò in di gioventù, quella consumato modo, a la siccome tale una benefìzi rivendicarle lo « 4c Spero V. idioma S. benemeriti eh' di de' numero « Napoli, Ella sonante gradimento. e puro. perdonare in con la fine ho 20 giugno ad 1861. Federico -»-"«^-»""v^njrjb-"*"'N~-«Cv,»w», di rare ono- fermo qualunque un prego danzosa bal- mia anzi negarmi ciò questa servitori suoi col comune l'unico essa ed vorrà E bili gl'ineffa- y" a connazionali; non leggieri suo degnerà miei presentimento attestato si può per per patria alla riconoscendo temerità, i gentil, ogni non di gratitudine del Ad ciò, a mente nobil- quest'occasione renduti splendore vita. sua spinto almeno ha ha acconciandomi sentita più Ella eh' cosi, colgo mia la di ha V Ella amore anni che Lei, in sventura, significarle begli cagione giusta che esser più i cai per Criscuolo. avere nel BRODO LUNGO "ì PAROLINE DUE Intendiamoci abbia i la il ricordati che e tu gegno in- mio però sono non dato ho serio lungo. mib debole: alcuni di della incorona guardarla ben Un'altra parecchi gua', tra proprio de' appunto E verun ha anche tutti questi non mi di tra' molti di onde si a me. altri versi, satirici perchè nella che poeta, meno versi il che pare gente, che pubblicabili non poeta certa ma questi registrati nemmeno perchè ne scelgo quali di di nome confessi mi versi peneja, bene, pungentemente. ho altri tanti il che bisogna questi fronda cosa: corbellerie queste a Però, stare possano dì Leggendo se perchè faccio, giudicare a natura. poeta lo e ; , brodo gli più poeta son non versi, di mia che sempre io : seguenti elemento un e sul bene qui stampo LETTORE AL parlo non Bibliobiografia, tengo, e non gli pregio. P. Fanfani. credo 242 Lungi stien Voli tu Nostro I sol e lo pregò il feci o esso, alto ascoltaci consiglio, eterno Zalra, Figlio, che amor. fu poi mia adorata moglie; febbrajo. di 20 ad eterno, la Padre, o pari tradurlo a puro e serberem. Spiro: tu. impuro: nemico, ascolta, ci .Regno Mi il larve. sonno frale Tu, E il lunge Frena Deh notturne 1844. RESTAURI I PER DEL PALAZZO PRETORIO DI PISTOJA BPiaBAMMA. , Il Faldi il e Cieco Rabberciano Starà Ah! Faldi, architetti: il in pie, vedo e un lavoro alla palazzo noi ma Giustizia!! credo. Giustizia! povera Ti H iL Puce e ti non altro poi che non si vedo. chiamava riuscì male. il Cieco Puce, erano gli 243 1844. PER nella 4:hey fallito cUtàj sua servir facendo IL da B venne Firenze a la zimbello a traifìca/re^ bellissima. moglie EPiaBAMMA. Un vecchio cacciatore (Cacciator A cui L* acqua Or fa E " stil Il cacciatore Ma gr Che i Son tutti maccheron non e i piacque brava più provare cantare. civetta. la è aggraziati: fischia, ed pettieri, suir i e fischia fischi bene; * indarno. sono Arno, accivettati. doppio avere vuol leggiadro inchini ha : sull'Arno Pananti inchini per qui ancor Fa zecchini), riusci. Fontebranda cacce da di e sapore allevata Fischiare fischiare sue al Ben mal di quella Che In di minchioni di un senso; soldo, che essere nel del linguaggio povero, come era popolo qael tale. si dice 244 1844. DEVOTISSIMO Che Né 11 mondo lo del fuori Sbucherà Un per Chi morto farà Al già Morte Svignerà E al s* ad sepoltura, Ogni vi nostra squadernerà vuol Del Sino e 1 Fu " Il Baccelli 3 Birlic * Qui salvando ma li per fatto in quattrino un brigata una nulla amici, e d' Signor, ogni cosa ho cuor , cruciate delicate, a' : capi ingiurie e d^ onte facciam monte d' alzar la : fronte^ vergogna, la gogna in ; bisogna. assolvermi tradussi guasti ti affannasti. merito qui lo di gelo e che ; confondo, ricomprasti per Ma di mi Che So mondo al membra dire Sudo anch*io,^ profondo. nel far Non meschino. del d' becco al altarino ogni signore bella! esser : camiciate tue cosi pio sono mi o Non D' marachella: ci cercarmi; Via, tabella Giurammio, Scoprirassi E : sarà chicche].* o e " mio. venisti me brave Fur Berlicche, Gesù trabocco Per picche, dindi ricordi, Fosti impancherà di E Natura, altrui caratter Ten aperta di da quaggiù per creatura libraccio Che In di dèbat Un bocca la e la Che erta, pena? grazioso ricordi, Che ; converta: si a Allorché sotterrato Re chieder schiena e catena mala salvi me, Ti lato air trono gran la Senza uovo. Salva e stando che, Rimarranno E nelV ogni Svegflierà ci avvocato da a mica non — flato? collo e e salva (Che smisurato trombone è Re, nuovo giusto flagello Avrà rea, covo pel il e saldato. bravo un il IRAE. piglierò allor Basterà Da Giudice sbirciare A io Dove buona e fla conto Ed diarrèa alma Allorché Ogni bordello! l'Eritrèa: la Ciascun' in Baccello,' il già e Chiapperà flagrellol andrà attesta Davidde Ma E che s^ornaccio! Quando DIES DEL VOLGAEIZZAMENTO mezz'ora per iscom— messa. rima ; è è notissimo lunario popolare nome saloas li non del gratis. mi venne popolare di Firenze. Diavolo. Questi altro. dindi o chicche, è proprio per Ift 245 Che ben Se Sua pianse Alle salva stanno Lato Fammi Io ; e al Ed mancino i collerico, itterico, bile sbarazzini, spie, bindoli ; e strozzini, agli. altri, birichini, Rivedrà sprofondate E d A pagar belati : Darà la Dio e cuoja, al mano pazza a boja foja!... cortesia per venia Venia : in aragli no melati con Pietosissimi Ma beati. triste le alzate. dannate. tra* prego risorti A^ giudice punto. gran climaterico giusta di Che, in quel punto quel Con punto) o poco pensi me che A corna a posto ti a compunto, cor a premo . r anime Fammi Che bruciare, bucolino che lungo Tutte ti pregare. vicino becchi, riprego (Se Ahil a di un pecore dai piena me indegno mi Deh! cena: sperare mandi non Benché E vo' dimanda, Che quella a facesti ladron al Ti Maddalena^ assolvesti Se genia. ogni sia. Cosi pace,. 1844. VENNE 'QUANDO LA FIRENZE A FIORENTINI DA' PATTE PAZZIE LE PER CERRITO BALLERINA SONETTO. O Reinai D'Arno Ecco, ti fai Par che Ben le D'oro ' Climaterico in da è lieta? lo dice leggiadro sul gemme il popolo seno Desiata la e pieno: invidiata. Tersicore serti, è voto il tuo al aggiunga prepari di avventurata ragion: sorriso e o ecco, posa Dea L'alma Ti giorno! fortunato ben tuo non te fia per per Tremendo, : sereno meno donata. Periglioso e simili. — 246 Loda maggior 0 Che C. € Bitornando di bello; ò i tuoi come sia appelli, fatta É Pur Vano pur grave Sta ed conto. sentir tu come si per mostri, di da troppo è secolo che il ùgole air il : bene tuo febbraio 16 quale iscapito non apprenda dee arrivare settimo ottavo verso con principio, si negligenza. H in paradiso dì che poche ben quel mi e Vorrei non meno^ anche Vironla. ore nel che ti dico Questo benevolenza sola mi qual' è, sincerissima^ della poesìa: stare fru- canto pensa, i dispensa. più Savi ci ai- apprezzeranno ec. 1844. del meno non del ma tna, intanto cantiamo vegli e Prato, carcata non del quale ballerine. G. suono, il l'intenzione. sano Ben giuro santissimo adoratori oro ed andare ti poco ministero frenetici nondimeno per di lode e gambe di salirvi, giacché mia il di accusi degno giudice, plausi E Alle il ! ! carissima la mi chiaramente di la questo A Il ? l'Arcangeli, affermano, macchie questo « « essa dessa Dante o trovo non è per più perchè ma tu benevoli l'aria quest'inetti, " se' tu e era Firenze non se e sono fosse Fiero! meno per cosi: da gli bastano darmi per € versi perchè più carcata principio Bravo scrìsse stasera purgatorio non ? vero a si, piante Farinata, circa rispondere, a sonetto quel Ohf perda? pur tante A. affretto volo, mi sonetto concessa? glorie divine o consigliere € tuo è ed I Cacciaguida, mio presente le te a tue non adora Firenze Il di questa appo Tripudia: 0 Tuna s*è qual fu quando sono subito, di con verso lo cambiai efficacia. Circa l'Arcangeli; per improvvisa. il maggiore mi non in Abcakgeli. donata, al anzi far ò effetto riusci con sentir ben della cambiarlo r guadagno di l'ironìa fin che l' ironia chiusa, la 247 1845. PER L' AFFRESCO NELLA FATTO CAPPELLA DA DI LUIGI S. SABATELLI ATTO A PBTOJA SONETTO. Chi guidò ti L'alto Chi A ti " Fingimi, « E « Al « Che € Ogni lui guardi, Reso « Ch'io di sol lettera questa « C. « E ed legge; ha si e cuore spenta! l'onore vergogni che nel ei giudice l'Arcangeli, Signore sol io sono senta e ; e il giudizio ». suo in è : A. che vuoi tuo sonetto? Ti che mi per la dicono duro ho ed cose e ": ch'io dirò ti è bellissimo. H guardi Oh' al io e son sarebbe tremi: e Dio, si delle onde più franco T muse, mi il sonetto hai e sono dovuto riesce dicendo: senta il Signore che la mossa. onore sol del dell' afifresco imitato perciò vergogni eli' io hai ne e terzina, abomini e suggerito troppo colore: Vitello sol Zappi, Dio degnissimo ha ti sull'ultima è di però e Mosè dire ammassare Reso bello, lo da l'amor per lui compose spezzato. Non Mi dica, che di statua qualcosa troppe rammenta abomini Dio: son solito, volli per circonciso: virtude Vitello, al presti all'uom tremi: e assiso; angel popol mia ancor favilla maestade un natura: ascendesti avesti: in del tu Paradiso. in eterne e il riso valore disse, ei dura « Al Se da vinci togliesti ah! l'ingegno condottier Arte € Luigi? o Tavole le onde de' colori porse, parlò; ti Mi mano? concetto? temprarti Dio € la ? un dire tino tan- 248 È levato « e cacofonia la chibio coco, critica che e credi sa via del se che e carte ci che di Io. son' ghiotta Franco dei oh, colori, Bolognesi, ò tu oh, poi mi al Inogo suo, risata son sime, bellis- il sorriso delle quartine rammenta la una cioè mi che squisita Cài- come compiacere per rimettila le locuzione una fatto facendo che che ho pietanza, ma all'orecchio, male suona che tua : dirò Ti pappolata. riso vedi alla gridando tornerà quel Or cianca ima mi che tronco; mostrava ne mia questa Dio cavato ho Vitel qnel ha riso sor- sonoramente. decembre 27 Prato, « 1845. jTuo affe0ioncUissimo amico Gr. Abgakgell Non la del ricordo mi sol correzione la stava come chiusa solo dell'Arcangeli, da prima fatta temperando la sua sono. 1845. PER OTTAVE Mi diceva mìa Studia, Ed io Che E ragazzo, Dando Mi Che se studiavo; dotto tirai l'uscio vuoi far durai per degli pezzente al i onor Or somari, poverino. e Porretti asino. denari. pochino. tutti arricchir calcio su piccino: ma esser un da nonna vedendo il STENTERELLO e son troverò a' Dizionari certo. aperto. me: cettai ac- cacofonia 250 1846. AD INSEGNA PER DUOLE SI OLIMPICA GORILLA F UNA MESSA ESSER FARMACIA SONETTO. Ed Raro fece onori Cui, Vedrò fatta me Officina di Grondante Onde mi Ch'io'l starà Ciò che Ipocrisia, Falsità, RUFFIAN, Questa farmacia raccoglievano le lor tutti macchine. Giuda; e dentro si e ì messa più chi su noti da usura, fa sodomia, SIMILE E fla: aperto e baratti scrittura questa tresca doglio. mia: l'effigie per ladroneggio mi profonda? piaga cor lusinghe, fa ond'io Cadrà No. immonda d' imbroglio. umano, in l'onda, questa a e s'apre soffra? Ci € insegna sangue soglio. Permesso del cabala Campidoglio: il all'apollineo sete la or fronda, degna fregio vii non Spegne sacrata della già cui io, LORDURA. nn imbroglioni famoso della strozzino, città ad e li tare architet- si 251 1846. SAGGIO DELLA SATIRA NICCOLÒ DI cui disse La : padrona Un L'oro in Si grandi Lo sciocco Fa tanto Quegli naviglio, Carco, Ciò Làtèbre Si E di rifrusta le lucide Dite, regno Dannandolo Que' a miserelli, Divampa e asciuga, interne tutto ed oro, nemica del l'odiata cui lidi. nelle : di mirar, mondo. marine terra, traggesi onde al capo a' natii la ride. dell' in di e gemme, e savio dovizie, s' arrappa e Figliuole; Suo manda pregiato cela figli. furiar al barbariche più grandi elemento superbo sue luna come è chi e prede di » ammirando. mobile lo e rieda che vostro solo: cosi Gigèi i ma venti ai terrene la e stupido del balia E è amor sotto poterò vulgo, zeppo un ricchezze, le non Che, PISTOJA quelli cantuccio, casa Commette DI v d'occhi; in di n'é ce d'ogni Ficcarsi Suo costringe, quanto Raschiar tutti indulgente, desio sol il mondo Togliete, « VILLANI AVARIZIA. L' A TRADUZIONE DI vengan argento, notte cieco luce voglia l'indico e o non voglia. Sirio meno, stretti 252 Da duro cenno* A lacerar di Con le notte e ispietato un'ora Egro pallor L' oro E quando, Le Gemon, già D'oro È è tutti Gemma L'arbusto Si Dibarbicollo D' avere più : Indurar non stille: Mondo l'avaro Cercar de' mondi, I pone Dien fuori; Dell'oro, Più ricco. Le vele Prima di il 4C Ho cai natanti vuoto. che gli tocchi, amor c'è che sudate mi sia omai peso dell'oro le sarte, su' remi versione questa e il ricco ancora sciogliete presente saggio, C. volli T che consigliasse. Egli mi ragioni parendomi giuste, Arcangeli leggesse rispose la lettera andare. lasciai A. letto sinceramente benissimo s'altro continuare le petto produttori quinci Su, d'uopo or santo quel vien alzate, seguente, « o è gli l'immenso cose e tutto l'antico esser per delle che conchiglia tutto cui forse, quando semi corallo. preziose disertò: Dell'universo Se la le omai Democrito onda: rabbia osa sé dentro Roride Di ninna e l'almo stemperata » : ovecchessia, invano cerca nume! tutta fertile la caro, traboccano sossopra tutto, Nereo, di troppo T India ita più produce I già vena; corso travaglio. tal gli scrigni; è duro conoscer a ogni l'Oceano Già cavato. Ahi « volti dietro dal lavoro cavatori co' suoi d* esser oppressi costa secca su'lor e trascinandosi sul ne quiete. di e pria mal in succhiarne vene gli occupa, e terra a posa gialleggia Spirano Ma di gambe, ed felici le Senza della ferro, Bramosamente viscere sassose con che a piacere quel mi è continuare, piaciuto onorando tuo per saggio facilità così te di e stesso traduzione. Ti eleganza. per e il buon dico Earai poeta 253 Dubito latino. e Giovenale di colore luogo tanto 1 vizi più comuni tempo. L'avaro informarsi deve che comune, il millantatore così intendi fare dal delle due merito " e " è ben il e qualità farti voglio dire. che fai. É che Bindi, amantissimo nostro lungamente col costà carissimi Prato, Vannucci amici a S. dondolare Jacopo le per e note ne farà LA DEL SEEVA vedere D'ossa Cui e di natura strana DI PRIOEE una Abcàkgbli. S. VITALE formò di mai Un collo torto: Un facii bagnar Un dir molto^ un capriccio suo .architettura barocca nel o segno, riso d'occhi far posticcio. essere un per un mistura pazza polpe: e dar non vie S. Anna, simi co' notis- affezionatissimo SONETTO. vuol per 1846. 1846. Un sigliarti scon- Addio. luglio 19 di ciò per parleremo G. Di tu altro, non se questi studi, te Il tuo Chi tempo: voglio non studio, di d'un dissertazione: una è Anche proprie del Pure bello un l'avarìzia lontano. tutte dall'avaro diverso voglio qui non miglia la commedia, come contro ponimento com- lieve. non venendo rivestono quello quel lingue) Più le età ec, bene troppo le mille quel è avere, declamazione La oramai di Orazio satira ed di Orazio stampino La tempi, puzza tutte a dai locale. tutto sullo fatte volentieri. leggersi possano che un quelle satire che però : ventura: per annacquaticcio: a poco core e arsiccio: senza cura: 254 Un Un pissi pissi eterno: Trovar, Chi La ma di di Io il ritratto sua io H ed andavo serva, per l'ale, mercanzie San di spesso da volle che li scrissi Vitale. di santa sacerdote era male bugie; son impenni diverse Vitale S. al scuse non ma il Prior Teresa sonetto: un mirare tra piacevolezze. CEISTO palon, conserva sulla un è qua: Prior dalle che vago Voli Il d'avemmarie: stiacciar eterno Ini; ed nna facessi le Il questo. non alieno sera, zando scher- vita, ma il sonetto ritratto è non A'SUOI CROCIFISSORI PISTOJESI DEL SONETTO. D'armi E volermi Vi Il Giù calice di baci Cuor un Anche pietà gente stolta! son é di lui: e, ciascun duol Pilato, e non ed pompe Giuda; or s' ei onori fu solo. cuori. de' vostri con duolo, trentatrè, v' bello, disciolta. 0 accumulando sol po' più un fello : volta? volta. men morte. di altra un' rendermi Giuda di cosi, Fu di in gente capannello alla maschera la tanta e Calvario voce pensate Tanti E un bordello questo ammazzare la con è faceste alzandomi E che d'armati, e capito: Di E I canaglia Ho bello; parlante. è PARLA Ah, con inghiotte peggiori il suolo?!.. 1846 255 In della per queir società e e dei inalzato un gotica, Prato sul il Simulacro. dal suolo; cosi fiera le tutta e la la della impetuoso, armature del baraccone, tela di si levò ogni atterrò avevano dipinta tempesta una fossero BURICCHI cani al rispónde Sozzifanti Niccolò Avv, dei padrone suo lettera questa in forma di SONETTO. Carissimo Che padrone Per quaggiù ò Simbol Più Tuo Noi che sai Muori, e Sarai tuo nostro can Ne del se' fido. Y ale merto fedelissimo e nostro • Pindo faremo avrai — in tutti ti noi Accetti batti. cantore: addenta poeta, detti diratti e : letti. e siam can ridi, almo qua fatti. tratti. han ci fama tanto hai Eliso, noi se invidia vien nostr'Ordin morte augurio, sfata? ti e noi, r cuor L'uom Il di can mia gagnolar a fedeltà, di sonetti. nostro nel fede: tua Que' di tenerezza Rara Del lamento per Giunti — i ricchi? onore : gli spicchi: autore Buricchi. — chi stec- disperse e cosa, 1846. paradiso alla deporsi processione. dal una fargli inghiottir fiaccò quasi che ma Misericordia; quale doveva processione così da romana, minaccia sua della il fatta era fanteria sotto vento con festa legno, coperto di compiè non La e Francesco, più bello sul grosse cavallerìa mascherata ispirito di devozione, per guadagno. di S. a Cristo ma solita baraccone gran là la non scelti tra' fratelli Trmtairèy oltre queirannd, di la solennissimamente morto, isperanza per detta fare Gesù di processione vanità, volle si anno • 256 abbia chissimo, le aveva gli Tra fuori più c'era so uno a sonetti due con feci gli la l'avergli S. lui non diletto rider era, fu di levare fatto chi E è non -del altra Buricchi perchè senza merito, ordine in telli: Ca- erotica; di perchè egli, dell'ordine compiutamente duceva con- suoi come nome a del per gusti del Buricchi, lo pianse io ed il nastro portava pure gli e dubbio senza tutti; rie- e specialmente e soprascritto. sonetto parlerò forse ne trattava gli spicchi dell'ordine promesso Giuseppe; di Ma col poesia, romano, più strani ch'egli chiamava cane fecero risposta cavaliere che che della che più cani, che egli gli e i e ameni capi gran tenere volta, per un più consuetudini quello di il baco essendogli morto ora, de' un pistojese, avvocato strane altri anche aveva di da era Patrizio conosciuto. mai mondo. Sozzifanti Niccolò Questo del merito Commissario. occasione, con leggerà. 1847. Nel della della tempo amicizia, sua varie egli cosi mi cui con discretamente; sodisfare bizzarra il Bindi, i lettera rimandavo di pregato sollevarla mìa la suo che il Bindi, ed come tiravo via toccare per mi poesia, tra le quali mi il primo di quinterno più che qualche copiargli più presto che ricordo della lavoro un cui potessi, e chiedevo, denaro: Presto? SxAdavi Ma un L'altro 0 dov' Un alsi, valsi, telo è beire dice già cucito, * imbastito. è. brav'uomo Tel I et tanto Che presto. ecco il resto € D'un fuco « E il bisognino 11 lavoro era circa me? come : Inopia monna due fa trottar quinterni. fa la una domi pregane documenti, quaderni copiati,accompagnandoli in onorava paleografìa, nella antichi altri io già umiliarmi, senza perìzia pistojesi, ed gli rimandavo spesso di prò cronache pagava per miseria cercava in spendere a mia pecchia, vecchia.. piargli co- cni potevo, crazia: con e che qual- seguente, mi cosi aveva di taglio, 258 Spruzza Per In ed canto, ogni in scartabello ogni le diario. ogni calendario. e Insomma Fatto Pieni egli è scompartimenti a di zeppi sopraffini. scienze mai E' ti darà delle PER SPECIFICO Babelle, di pappardelle. sue LINGUA LA — t'indovini se torre questa sia armario un scatolini, e Lettor, Chi postille sue ITALIANA MORIBONDA SONETTO. Ci fa Come E A la che, Si rischia chi Quanto Che, ad ajutarla di cantarle la parla hanno buono stile RampoUan da E un palmo Qui ti appesta Là 0 tu di affondi in un tuffo la Que' Monti tengano e i tutto pulito in del quello nel resto. questo. e castrone. degli di c'è Perticari, avanza: arcaismi. sconcordanza, una vita barbarismi, le non pantan in presto, più sembianza, Non Che tra vuoi il fetor incespichi fatto eli' ha c'è per pesto, passione: una un non fa e' non è qual dato pollo a il lazzerone. scrittori, a è lingua pigliami Tutti Lanternone magno nostra se sentir Di quel saper solecismi. ormai più que' Giordani, uomini vani, speranza 259 Che TJé Cesari, i €he il del Leopardi, i Né Manzoni, i Che la son i i Niccolini i Scrittori da de' babbei ascolti A lui impiastrascartabelli. Baccelli. del lunarj Lan^ternone, la fratelli. cari in lingua nostra lui fidiamo, accomandiamo. Egli ha, (deh! etimologico certo Che, é s'anco lingue la morta, L'unno, il il Il sanscrito, Nò il linguaggio Né quello di il di dell'Isole Lingue di il più tutto l' Ispano V orvietano, manca incantate. Fortunate. quell'altre lingue dimandate, e rimescolìo. gran il mondo che e. . Proprio Questo elisir; Ritorna grassa se e la Ci portò Più Lanternon prezioso che JSalva a la la man lo tesoro. lingua di Dio meraviglia. questo ed miglia oro. fratelli, in e io ? piglia. mille su, so . lontan Lanternone, nostra a porpora Su Gridiamo è lingua fresca Da latino; lilliputtino. Chiedete €' è il il cerretano: l'inglese, Non gotico. biscaino. il francese, il russo, il l'artagotico: e furbesco, e' è dire il cervellotico. il il E copto, mai c'è fino il turco, Il potria cafro, il greco, L'ebraico, aflfrettiamo). rinvivire. compongono: l'ungaro, teutonico, fa si C'è Il ci elisire Non Quante : archilei, simili Dunque, Si Tommasei, i quintessenza Schiccherafogli, Farini, monsignor Gioberti, Né Un cani: piccini, piccini, piccini. son Né i scampi ne gridiam dalla morte. coro forte: 260 UN NUOVO MEDICO SOPRACCHIAMATO DELLA LINGUA ALIA CUBA ITALIANA SONETTO. Ed Lanternone, col Da lessici Ha si Tìtala Che ha Che però Le dolgon E Solo fida si Per si non ciò tornata in cotanti vuol metter e può Che, altri Lanternone, dottorone boreali. pregi, Egli « Che spiana Veder fa fa . . Col beverone e ogni Che tanto la tirerà, lingua beverone storti. farà diritta morti. " piedi storti^ malattia altra pur e 1 i essa manda gliela Sa E un . Abbia Fistole, cancri, del resuscita e Barone- ha raddirizza gobbi, i ciechi ire. mali^ grave da' lidi tanti pie slogato^ un nostrali. medici Sopracchiamò fra ha dire stato: buono non da dei in irae. può si giunture, valente un il Dies non ma stampelle curarla a Né le le senza Ora, sia ano stillato, ora, per più tosse; e rinsanguato lingua teme, uno, elisire grammatiche e non Non celebre in due eran via. l'ortopedia dirà. tornerà. due^ 261 E Non abbiate è guarisce: Che Questi di sonetti che aggiunse due e della lingua più tonde, pajon fatti n*" scritti al chi loro, loro nel 57, EISPOSTA la E eh' che da Da D' e mene un Modena ghi lagor aveva lingua matto. costui A cora anbile usa- poi Sckarthoff, Barone; e certi E dire a si e ! che etimologisti, le mtdate le dall' A 'n si come CONTADINESCA sio'ppueta, la alla accettòe ghi falla, zeta accaalla; ghi proffericho. e fondo i' non Alfani, DINDI E. ghi verràne a galla. 'raprosciuttiho. vecchio eh' dicendo più belle. LETTERA parlaho è il dottore fare 168. pensieri ghi dì questi Sonetti, ristampati e dall' com'i'arò Cioè Quel che e comprendonia Diciferando cosa diceva matto un n' era, non lui, certo i'viengo, presente ce dell'avvenire, UNA AD Giacché La le da canzonella nm- dosso. DI Colla di questo libro, pag. in 156 di belle ora si scrittori,che se rimedj proprio dicono Furono aveva a missionari certi altre strane eguali. smania aveva teorìe facevano in metter che pazzo cotali gli ebbero fatti per Tedesco, più un tutti non proponeva e ec, con umani. e due son dondolone, mani. cortesi non fiiron e lingua, r Italia Roma e Francese, lungo sulla tra Atene tre il Baron e buone in Dotti, Lanternone andrà. grucce Italiani, no. paura, L'ammalata senza la so dedicanza com' i' ho finiho : vede 262 LuTha stampaho Lu' Con Lu* tutto me manda r V Dogana L' sarà : A'Cassigoli E sioria le La lo E Ed io la E A rendrò di venuto si quali parla al che spiegassi poesia replicai, male, burlesca, come : Frattanto la : lierisco. Firenze di ed sdoganasse, che, dicendomi avete letto e mi egli che qui le me mi sopra! avrebbe io mandasse scrisse Il opera. le una spiegassi il qua. garbata meglio, dell» Parenti spedite pregai dena Mo- a Crusca^ della questa me per Eossi-Cassigolì, o pubblicarono Vocabolario segg. e si quando nuovo copie cento banco le me 30 pag. che Pistoja tera a al a scritto aveva ben poco Osservazioni le santo: per dominusvobisco un stia : domani; a icconquibus. riedella Ero di le quasi lei iqquanto; d'oggi qua per mani pagherà mirrerò Diroè àrrivagione^ sante su' manderàe viene Fanfani: T sgabelleràe: lo persone costà Piero colle tetie, per direzione diràe ghi aittre aanza. è uno : invoitto la per Narciso : bene^ ghien' non cento aittro aranno. di ibbuon un pissocero Non d' creanza^ colonnin un che ne E In serie ne me fina con la per Bindi Ma, mi per o letterina alla che via leir mi in quale 263 SCHERZEVOLE LETTERA A « dire Non « Dirami, « Il ci ci Dice « Non « Il 4c Dimmi, Non « E « Che quello? balordo a parlo con ci me: te; cosi. intromesso, ci Ispettore un o sono, un Dottore; sor all'amico, rispondi conobbe ti esso? con suona I * fico. Ricci, Possidonio di Fra Lettera bello, con Mauro Alla lui; con Fanfani un « « parlo suona Scusami « fui: avvezzo « FANFANI P. A Possidonio. alias risposi io nello stesso metro così: Che fico che e Spiegati Ma, E Son 0 E I Ti il ricordargli ho tu che parli legno di fico, che ottenendola, ascoltarlo, lo e ci do, dirsi ad rimproverò di ci oscuro? do. non come ricordati^ so alto che grazia avesse Cristo, da messo che ti grado del immagine una se in venuto uno da venuto pregato dicendogli duro, risponderò, nulla; suo questo '1 capo che . . resto. del io fico suol conobbi . andar parliamo se amico meglio, lasciamo Basta, fico ? non conobbi un dal nulla, Crocifisso suo superbia fico. divoto, e per di fatta non e non volesse 264 Qui tu sarai Che É con Ci il me Gli per brutto un : e Le per lombardismo . Fui Circa dir agli esempj Il Ci E vai, Di ripieno, per né quel Non ci Ed il ci ci vai in A non Mi suona A Ma Mi te: con mi me, a me, e suona gli. Perdona, domanda tua Gargantua di sa pare, dare. vo" gli quel la te ? con a lui lui: con vai Come lui? con parlo lui espresso: parli il d meno stesso pronome lì si vede Ed né più Che Non tuoi. vuoi. come sta . barbarismo! per Giragli . .... Se scrivi Fra pò* più un Possidonio caro. Rispondendo, Sarò P. S. Ti più chiaro, io ancor chiaro Addio. — il Cecco: mando leggilo, Strapazzalo, correggilo. Rinvestaci Non n'avrò me Basta tu che Che il caviale. allora, So anch'io Ti saluto. dia non questa lettera « Carissimo " Che credeva eh sopra sor in poco, ! mani, le menar Fanfani. versi,il P. Mauro, replicò quest'altra in prosa: Pietro, io volessi che diamine! troppo : affeddeddia Il A male; per ma e ne pareva volevo difendere a me che dell'altro. il ci Lei piemontese ci avesse o bardo? lom- discorso 266 FORTUNATO PER Pederzini, Che si nomi ci Come Ma sia ? registrato * conface aratol un piace Fiat degni nome si CAVAZZONI. piace il mio Bada, « ti e fra Anco PBDBRZINI te ? a 'n sagrestia una tìaio non : alle su, Pietro Senta L* ALBUM proprio non Politica? Mi Sarei Belle Che) Lettere? C è A rivedermi que' soliti Co'lor Uomo Non Carlo, Restiam mie Tanto, ch'io è roba Qualunque Sta ben vivere — non voglio far taccia; da cani faccia. cosa Grazie. ? . . . Il Fanfani. ' Mi aveva scritto che si — cosi; spalle contenti lascian vuole? qui per — mi Che Vane Si deridere. t non Parole alle farsi satirici. Filologia? Che da il pelo roba t — cielo scimmia? è scrivere. critici versi sor mi tardi: è c'è Apriti USIG-LI. — carino? proprio Arti? Creda, codino gli Fanfani. f guardi Omai 0. che quel so del Amore? SIG-. DEL Dio danno mani. tua. volurUas PER » contentava del solo nome. ridere : 267 PER L* ALBUM IL RE NUOVO Dagli, y. Ma Z. F. Z. dagli che Venne a E venne non Questo Z. E r ho poi F. Z. miei No, sai, non Noi Siam quando il Album da alla c'era me e venne in impedire che si fìnge dato anno una Tedesca e V Austria tal a' fiorentini sera di il compenso una e di fare di qui il non piaceva, dire, per la il Teatro di il seguente Prefettura. tare can- Allora d'Austria Ministro di della a StrossL a empire verde! venne fischiarsi e fatto gramma seguente Epi- quando H dormu avevo voleva nacque Notificazione poi dente, gau- Vocabolario nel Goldberg padrona. lo e pertica una innanzi, era io pubblicai trascrissi N. che una che con chiamata il Prefetto il chiasso; essere benedica gli qualche trovò lo vero un Mangia soprannome per più alto, quando Dio Governatore, un insinuarono quella cantante, pover'uomo bere. a Travicello. Re è Toscana avea che e : egli fatto sapendosi per corbello C. Ministro, minacciò il mangiare, a signora il Granduca, dormire. a sere, della Pergola proteggeva ti rane, Che e poi? e caritatevolmente toscano. Neir altro? corbeilli le personaggio dell'uso mi popolo nemici un per tu cui a I che mangiare. a e mangiare, a gentil Par feci far dormire, a ? fare a inteso: quel Venne — sentire: a bere, a V. e dormire, a a sta Venne Lo bere, Z. tra venne egli venn' Magari! y. poi T. TRAVICELLO. Dialogo Z. SIGNORA DELLA e vano; fischia- buono, qual esso cosa giandarmi, Epigrammay 268 AZIONO NOTIFIG Pacifici Comanda Che d'Austria tutti a Mezzan, chi a non Chi flschierà, applaudirà. E stia A impedir mettere In istato Ci d' assedio tocca Dunque Sarà : basso. baciar giudizio io : vo' se V ve me per voi, per Disubbidienti sapete. lo perchè, messa, peggio il rimedio Pergola la r ho il chiasso. si rinnuovi adoperi ch'io Di passerà. la mal che poi zittirà. terrà; si reo che certo M'ordina ce ciucerà,' maestà lesa E Stressi: Goldberg piacerà, non Chi Di ^ grossi e la piacere Fiorenza, in qui Pergolini, i piccoli Debba E T Eccellenza espressamente Residente Del Fiorentini, prudenti e detto ho : sarete ordini, agli il Prefetto. Fra fatto gli per scherzi per Album di signorina una registrerò Verona, che anche è questo qui nipote di in prosa, valoroso un poeta. 1 * in Pergolini Bì chiamano è Ciuciare sommessa, e il mandata mostrar fuori i Firenze segni quasi di frequentatori disapprovazione soffiando. del con teatro voce deUa Perp^ola. grossat ma « L'usignuolo tanto delizia era soavemente il cuculo pregò canto: Come! « Io Come! melodia disse petizione si dolce miglia da fViron letto chiesti E ». allora capello fatto mio risposta nell'Album copiar ! le beccate e tacque. si mi quando rina, gentil signo- di quadrare parvemi anch'io, ed alla Sarebbe beffe le apologo, cuculo; povero la sei guardi lontano tale Il fatto diedi modesto, di del mi quest'Album per nipote dell' Aleardi. col te, che suo modesto, usala così, scusandosene, allor de'versi qualcosellina del Dio ? miglia e di tutti gli uccelli Avevo di che dell'usignuolo, cuctilo, accortamente 11 a cantore di udire volta una parente e celli, d'uc- popolo uà Si abbatté facesse gli cantare chiamare tin che di amore gentile augelletto, familiare un a ed cantava. medesima di tamente accor- tentandomi lui, con- quell'apologo. Pietro Fanfani. 1858. n mandù Bindi mi chiese il mio scrivendoci To' po' tienlo coso, veder Bazzicando Un fotografìa,ed dietro: questo Per ritratto in meno s' e' si chi un po' con te fa. sa. zuccon di quel ch'egli è. lo glielo 270 TOSCANI VALOROSI AI CURTATONE A Sorgete, Ma E simili da la han Ben soverchia Che guerreggia volta chiede; patria la voi a pochi pochi un'altra prodi: si voce sua vostro ascolta, braccio fra la noi stolta. gente isc^de. con e fede; vostra e motti con ITALIA L' PER MONTANARA E di ossa Figli MORTI . Or voi Sorgete, Lo fuori i morti feci, nella a e Italia dei occasione e novella pugna mia Silvio da pregato Cartatone alla sorgete funerali Montanara. sarà fatti bella. ancor Giannini, per in . : S. la Croce data Raccoltina nel 1860, per 271 1866. Il la Orazio sig. ed jpede si mi in questo uno Brindisi, non i Volea dare E Si si Brindisi Fra' E Che Più di mai giusta le se vergogna bicchieri e rei, tornino gioja: fatta fu e più alla laudabile cole, e onora fuggi ne di e via rancura. Anche brindisi. folleggi: lei Cortesia, e che dunque, riso contro ma tanto chi tra i stare lascia e stretta, armaron Colma Sapete? brandìa; a chiamare. lo Onestate Pietose io Giulietta a Gentilezza, ed ; fura migliori, falce la composizioni. qualcosa facessi come che l'ultima or delle tavola brindisi. strega Prima Or so amici, Quella io anch' che disse di fin al ritorni qui i il lieti spietata giorni; Secca, cilecca. Majano Corridi-Hall), (Giulietta signora di villa magnifica sua gentil sua lessero amici alcuni pranzo della salute ricuperata nella festeggiò Hall, savio scrissi Avanti stans W" 272 OMISSIONE A Serlttl in Sono di P. due Carobbi dopo Inediti XV, 1870 133, pag. il di da pubblicati P. 118 np si aggiunga* del mereatura Fanfani. colo se- CinOy Pistoja, 8^ scritture per nozze di assai illustri, importanza, mettendovi che innanzi io pubblicai una mia a nome lettera. 274 del somma editori, guadagno; che contenti La che Quelle che hanno ne se chiamano volume nel avato hanno tre 164. sono edizione seconda avute seguente LIBRI MIEI I presente una dal vedrà 17. sono sono 7. ; . Quelle che Quelle che Quelle che Pubblicazioni Di hanno son giunte più non questa invanisco contrappeso quattro avute alla si citaiie qualsivoglia ne ne gli FOETUNA AVUTO HANNO registrate Quelle si opere, si DELLA CHE Opere loro libri miei de' SPECCHIO Le le dire, spaccio* fortuna varia anche sappiano stampato hanno dello mi e dall' chiaro per alle mi altrui 1. sono sono della che non se 18. • pare autore, altro, 3. edizione Accademia fortuna . sono ottava trovano . non villanie, Crusca contentarsene potesse che un quanto e mi 15. sono mio pari. ciò ajuta mi a Non serve riderne. me di INDICE Ambrosoli (Francesco) Ambeosoli (Filippo). (Una Anonimo. 159. Anselmo (Fra) Conti S. da 20. 7. 9. 19. 246. 227. 145. 252. 247. (P. Felice). Baeberi (Pio). BiNDi 27. (Enrico). Criscuolo (Federigo). 15. 19. (Francesco). BoNAiNi (P. Antonio). Bbesciani Beockhaus (F. Bboglio a. 120. 58. 138. 235. 92. (Conte). (Jacopo). Ferrucci (Michele). 203. (Luigi). 181. (Vito). 114. 190. 233. 85. 234. 28. (Francesco). 106. 208. 36. Freduni 121. 4. Ferrazzi Franchini ). 136. (Emilio). (Carlo). 55. 195. (AL). FoRNARi 154. 29. 192. COURNOND FoRNACiARi 110. (Brunone). Bianchi 68. 63. Farini 42. (Casimiro). Basi 48. (Pietro). 94. 206. (Luciano). Banchi 73. 100. (Augusto). CuRCi Balduzzi 126. (Luigi). CoNTRUcci 2. 3. 5. 6. 144. 26. 31. Luigi. 197. (Silvestro). CiBRAEio 231. (Giuseppe). Abcangeli 86. 152. (Emanuele). Celesu Centofanti 219. signora). Anonima 214. pag. LETTERE DELLE SCRITTOEI DEGLI 124. (Francesco). Furia (Francesco 27. Del). 205. 187. 223. Gazzadi C. A. 165. Camerini Cantù Cappelli Capponi Castagna Cavazzoni (Domenico). (Giovanni). Gherardini (Eugenio). (Cesare). 93. (Antonio). (Gino). 45. (Niccolò). Pederzini - 28. 191. 98. 162. 107. 130. (Vincenzo). Giordani (Pietro). di 107. nato). ( Fortu- — Giuliani scuola 23. 18. 123. (alcuni) della scuola 228. Bagheri. della 16. 11. (G. Battista). Giovanetti 204. 98. Gioberti GioRQiNi 183. di (G.B.). Chieti. 12. 151. 229. 276 Giusti 184. (Giuseppe). GoRACCi (Preposto). Guasti GuBEBNATis Ricci (Mauro). 189. Rizzi (Eugenio). (P. GuEBBAZzi 107. De). (Angelo, 79. D.). 126. Rodino' 112. 100. (Andrea). (Luigi). Settembrini Mamiani 73. 36. (Terenzio). 127. 118. 49. 89. (Alessandro). Manzoni (Giacomo). Mabaini (Clemente). (Francesco, Mateb (Enrico). 216. (Carlo). 171. Tommaseo 135. Torricelli De). (Vincenzo). Niccolini (G. B.). 82. Ongaro (Francesco, OzANAM (F. P.). 34. 35. 190. 77. 170. 171. 74. 78. 198. Dall'). 11. 32. Paravia (P. A.). 11. Parenti (M. 23. A.). (Luigi). (Carlotta). Persico (Federigo). Pbzzana (Angelo). 137. 116. (Tommaso). 42. 158. 201. 163. (Atto). Vecchi (Giovanni). Venturi (Luigi). (Prospero). ViEUSSEUx Witte 183. 114. 61. 86. 24. 66. 231. (G. P.). (Karl). 45. 14. 63. 129. 234. 25. 131. 18. 121. 128. ViANi (Niccolò). 163. (Conte). (Giuseppe). 166. Puccini (Nicolò). Vallauri 186. 202. (Giuseppe). 128. 83. 47. (Carlo). Troya Vannucci Porri 35. 41. Nannucci Pavan 32. 85. (Marco). Tenga Vago Passerini Bartolomeo). Tabarrini Manzoni 57. 55. 199. Mauro 53. 52. 157. (Giuseppe). (P. SoRio (Salvadore). Malato-Todaro 135. (G.). 158. Silvestri Maffei 235. (G. A.). SciOTTi 67. 159. (Leopoldo). ScARTAzzmi (Raffaele) 265. 263. 139. 153. Lambbuschini 113. (Oreste). 69. 16. (Cesare). Raggi 185. 26. Zanotti ZoNCADA (Emilia). (Antonio). 130. 217. 15. 79. 103.