LX
^BIBLIOBIOGRAFIA//
DI
FANFANI
PIETRO
CON
DOCUMENTI
PARECCHI
ALCUNE
E
COSfiRELLE
IN
TERSI
FIRENZE-ROMA
TIPOGRAFIA
CENNINIANA
1874
{
^
y
'J~i,ti
^LL^^J^i^
HARVARD
UNIVERSITY
LfBRARY
iAN
T
1966
I
Prima
volte
di
da
ho
contrarj
nella
mi
da
tartassato
per
affatto
da
nulla
ninno
letterarie
fa
io
se
vedere,
sono
state
ne
coma
mosse
che
di
fa
conto
gran
anni
dà
credere
briga:
tutte
a
le
e
che
degli
più
persone
la
storia
rabbiose
di
«
Io
:
non
dimeno
non-
continui
de'
perchè
sono,
più
e
pre
sem-
qui:.
alcuni
avversarj,
non
più
e
rampoUavami
uomo
mi
quanto
combattuto
venticinque
per
omaccioni,
nulla
ci
per
tanti
da
Ma
pensiero
questo
vedermi
il
miei;
più
potesse
di
ripresala,
e
ho
mia
opera
i lavori
penna
certamente
l'
conoscendo
vanità,
tutti
libro
presente
se
me,
pensieri.
mente
tengo
tengono
la
posato
mille
e
sieno
pregio
volte
me
ridicola
a
al
mano
tra
impntarmisi
BIOGRAFI
metter
pensato
piccolo
MIEI
gran
quali
si
uomo
uomini
raria
lette-
guerre
fama,
IV
da
cominciando
Lemnio,
al
sino
venendo
e
altri
lasciano
in
va
avrei
et
di
ragione
Ma
folium
potentiam
da
perplesso
quod
montarne
un
quando
;
questo
per
in
poco
capo
superbia^
tenermi
a
il
prese
vile
rapitur^
vento
sopraggiungevano
capo
ralmente
natu-
gente
con
Sicché
suam.
nuovi
pensieri
piacendo
non
lo
non
dall'altra
cosa
combattere
cantra
Semoli,
quali
i
terra:
piedi,
il
nessuno
dappoco,
estendere
i suoi
per
a
e
sotto
trafila
Farinello
suo
avversarj,
nemmen
Antioco
suo
langhissima
per
il
ebbe
accaniti
pace
che
parte
che
Monti,
tanti
con
giù giù
il
ebbe
che
Socrate,
sopravvento
a
4
tutti,
il
diede
e
bilancia, quello de'
alla
tratto
miei
biografi.
E
chi
altri
si
debba
farmi
?
€
posteri:
e
ne
Pitrè
nel
Al
mi
ne'
a
ed
egli
fatto
il
il
tra
alla
signore,
scambio
fu
Primo
anche
sig. G.
quale,
A.
domi
studian-
il
cosi
coloro,
i cui
dei
memoria
di
un
grafo,
bio-
sig. Giuseppe
Palermo
a
troppo
benevolo.
Scartazzini,
ristampandosi
nosco
co-
di
nulla
mandati
si mostrò
biogra-
vero,
Profili biografici, stampati
seguitò
Coirà,
di
che
possibilità mia;
registrare
cinque!
avuti
suoi
1864,
Pitrè
ho
si
è
io
son
testa
questo
aver
esser
tuttavia,
di
la
non
debba
si
di
meritano
nomi
di
chi
me,
scesa
secondo
altro
che
la
fra
assai,
bene,
far
per
degno
pigliar
lavorato
Ho
di
io, dicevo
son
dal
sore
profesBrock-
V
haus
di
il
Lipsia
d^
Cecco
mio
ci
Ascoli,
scrisse,
*
a
di
modo
della
la
prefazione,
benevolenza
che
conoscere
se
Tommasi,
di
scrisse
conoscerne
giovane
di
ottimo
eleganti,
de' miei
JSuropea,
l'ufficio
di
mettermi
curerei
né
punto
si
altre
e'
se
de'
non
ce
lavori
miei,
argomento
certo
I
II
proprio
mostra
Biografia
preso
sìgfuor
da
; fatto
veruno.
al
De
di
sta
di
però
in
d^avermi
che
a
me
una
fatto
non
è
un
'mi
vi
non
cose
bugiarde;
affatto
di
al
circa
forma
tale, né
più
desse
non
non
forse
assai
cortese,
se
complimento
sembrato
ciò
di
quali parla
lettera
sua
abbia
considerazione;
avergli letti,
non
Oubernatis
credere
de'
quelli
e
hio-
che
né
troppe
bujo
Rivista
intenzione,
par
voce;
Gu-
Ricordi
assolutamente
si mostrasse
non
almeno,
entrar
sig. De
nella
matura
senza
parole
sua
ne^
qxJItle
il
nella
se
poco,
fossero
ne
il
non
mala
in
né
se
fatto
nel
scritte
leggessero
se
e
'
egli afferma,
sig. Cammillo
anche
anche
lavoro,
suo
come
perchè,
so
non
non
cose,
affettuose
Vita
mia
ristampandola
e
grafici. Questo
com'
la
grande
con;
Lexi-
ingegno,
biografi
scrivendo
bernatis,
desco,
Te-
di
mie
il
Volle,
italiana.
numero
delle
troppo
ma
nella
me
mostrarono
di
Rivista
nel
benevoli
mostrò
me
buon
Conversatton
piccola parte
non
piccola parte
nella
due
questi
altro
di
parlò
il segno
passò
e
queir
intitolata
enciclopedica,
ma
Vita,
fti
terzo
:
chicchessifosse,
opera
mia
con
per
quella
tale
è
sua
stato
Vi
pezzi
a
ma
so
non
quel
che
mi
mai
nemici
che
loda,
che
di
spesso
loda,
veduto
adopero
di
miei
i
di
veruno
né
maldicenza
veruna,
la
quistione
letteraria,
che
spassionatezza
alla
pari
poi
di
miei,
coprir
bernatis
vinti
abbandonato
SEMPRE
me
di
è ito
che
per
Che
mai
Aretino,
ogni
più
di
dalle
dunque,
che
?
di
ho
non
e
gli
della
Anzi
il
intendere
vata
pri-
mettermi
il
mai,
non
dir
avversarj
^letterarie,
l'argomento
là, facendo
è ella
contro
ragioni
vituperio
ingiuria
vita
nessuno;
biasimo
cevolezza,
pia-
abbandono
quella,
me,
che,
nella
giustizia
é
dacché,
né
non
entrare
storico
ha
bizzarra
e' è
tresì
al-
non
confessare
non
propriamente
parola
che,
di
Pietro
ingiuriato
ninna
e
avversarj.
de' miei
essi
ai
parla
polemici,
dovuto
pur
fede
che
e
rere
pa-
per
esso
causa,
scritti
braccia,
stracca-
a
maggior
che
;
quando
e
:
fatto
frizzi, e qualche
arguti
in
MAI
altro
per
letti, avrebbe
avendogli
io
acquistar
per
da.
velenose
cosi
averlo
vede
cognizione
senza
se
e
fa
quasi
dettemi
mie
opere
e' lo
dir
frasi
infinite
certe
si
proprio
indubitato
E
nemmen
quelle
e
j
passione
quel
;
villanie
atroci
giudizj
spassionato,
biasimi.
Aretino
animo
di
netto
parer
Pietro
scrittami
mal
avuto
aver
le
;
lettera
una
possa
bene
strani
quegli
non
a
stanno
miei
pur
chi
a
paragonarmi
certi
e
di
fa, protesta
poco
in
Egli
bocconi.
e
hanno
disputa,
sig. De
per
Gu-
suppergiù
mi
que' vituperj
che
*
asino.
che
quel
falli
gravi
a
gioventù
calunnie
sul
sparse
49,
ripetute
nemici
e
;
io
perchè
lode, facendomi
di
anzi
altri
Poi
S.
mi
scrive
miei
cinico,
degne
non
che
biasimo,
senza
ed
Rousseau,
lor
le
raccontato
peccato
1'
per
scrittura
latino
dal
alle
del
cose
Agostino,
a
cati
stac-
altri
dà
mi
ciò
hanno
pure
traduzione
mia
di
accenno
dall'Arcangeli
dagli
me
quei
conforme
e
prima
di
fecero
che
sommi,
que' pezzi
questo,
carico
lode^
con
di
racconto
stesso
egli
suo,
condo
se-
in
ed
allargate
contento
non
Io
me.
fuori,
mio,
ed
poi
di
l'
al-
me,
dati
modo
conto
di
già
;
a
il basto
che
parlato
scrivo
Vita
mia
di
ha
stesso
gli interpetra
se
nel
io
della
frammenti
che
afferma
Egli
meglio
stanno
dato
aver
bolezze.
de-
una
del
cento
Tre-
^
gli
Leopardi,
a
1'
Arcangeli
del
dalle
Della
:
dì
e
mia
^
il
altre
desiderar
che
molte
testimonianze
si
mi
V.
in
questo
volume
V.
in
questo
volume
disputa
nella
hanno
rendono
al
n*
nel
questa
no
7, pag.
9, pag.
21.
compiace
il
me
la
corso
all'ultimo
ebbi
'
possa
:
registrate
prova
dell'
giustizia.
18.
Salvi,
nella
che
sta
negli
opera
in
cenda
fac-
quel
cangeli
l'Ar-
che
amicissimo,
lettere
sue
di
tace
e
si
mio
prima
stato
che
io
Arcangeli
Si
lode.
scrissero
;
già dal
tentata
gran
Nannucci
temperanza
valentuomini,
'
ed
a
che
vituperj
Salvi-
era
medesima,
cosa
reputata
trionfo
maggior
^
fu
de'
narrare
vedrà
la
quando
;
si
come
in
questo
scritti
varie
simi
medelettere
vin
volume
amicissimo
vuole
il Nannucci
che
e
;
biografo
esser
lo
la
meno
che
Asserisce
contro
il
che
la
feroce
Nannucci
la
del
dispense
sé
della
Gioberti,
Altrove
il
della
dubbio,
la
se
r Italia
»
V.
nO
»
V.
nog,
mi
non
14, pag-.
pa^.
lingua
«
Se
n'
ebbe
32-34.
20-31.
la
dee
lingua
di
più
aver
dee
a
sognato
meno.
nem-
accecato
di
scemar
di
cultore
perfino
cultori,
solerte
nel
matovi
chia-
di
avere
l'Accademia
dal-
Torino,
cosi
nega
cinque
ufficiale
almeno
o
Crusca;
fuori
date
son
si mostra
ninno
la
stato
lo
sanno
dal
prime
allor
propria lingua, giunge
parole
queste
me
non
cancellare,
che
pregio
e
hanno
che
combattuta
sulle
sono
la
con
scritti,
pubblica
biografo
che, per
il
che
Istruzione
dal
stesso
molto
Racconta
minio
predo-
letterato.
contro
e
sino
il
e
coloro
fu
B
batteva
mia
Vocabolario
*
Ministero
la
per
per
guerra
i miei
l'Arcangeli
disputa
mia
tutti
sopra
guerra
contro
che
dove
Ey
occhi
gli
la
let-
conoscere
il furor
animi
che
vero
di
gistrare,
re-
al
materia
e
chi
cose,
debbono
qùe^ cervelli,
quegli
una
per
gettato
pur
e
su
quali
si
danno
di
leggerezza
aveva
fu
Crusca
che
quelle sfuriate,
valutare
di
le
;
spassionato,
quelle
come
tore
celebratore
mio
e
mio
parimente
stato
era
a
muover
scrivendo
i suoi
del
roso
amo-
operai,
Fanfani*
»
IX
Ah
!
le
0
molle.
ferisce
?
non
e
gli
mostrarono
che
lodarono
lodò
Non
in
sdhza
quale,
se
vestire
dubbio
ben
pochi
ella
se
lingua!
*
che
vivranno
che
e
di
coltivarla,,
ai
lavori
sore,
profes-
caro
Non
?
pensa
l'
dal-
muove
?
lingua
una
miei
che
di
e
lode
quella
dicendo
desiderare,
di
il modo
ciò
è,
il
colui
cosa,
oggidì
ì
pensiero,
insegna
o
il Gioberti
quali
del
veste
chi
di
dà
innanzi
Più
maggiore
è
fare
operaio
Platone
benemerito
è
più
Rinnovamento
suo
pensieri,
medesimo
ella
essere
nel
sanno
da
tra'
essa,
lingua
i
gli uomini
amorosamente,
chiamarsi
deeentemente
che,
di
ad
parole
sue
filosofi
altro, agevola
non
che
tutti
la necessità
e
la
se
quelle
con
con
lingua
una
curarono
particolare
che,
è
ma
lingua
gli operai
me
cos'
sommi
più
la
pigliarsi proprio
che
sa
il dovere
pensa
dovrà
lo
stessi
Gioberti, che
che
che
sa
Non
da
è
solamente,
me
sommi,
lo
non
nazione
una
al
Y
professore, questa
si
possa
la
lingua del Pistoiese (di
che
essi
!) quando
me
j
ingiurie (io
vomita
non
lode
dicendo
tempera
i
Vedete
le
dei
Costoro
ec.
coloro
pedanti
che
accorgono
e
non
consuma
analisi
studiano
può
tutta
ed
modo
immaginarsi
la
altre
minutissima
vita
a
simili
senza
che
e
utile
che
la
hanno
pedanteria
squartar
adesso
loro
concludere
di
e
nulla.
logi
dialettochiamano
nò
grandi:
colui
arzigogolare
sperdendo
mai
i
dottrina,
maggiore
ad
schiamazzo
più
glottologi,
gli uomini
la
ma
l^ hanno
non
fanno
i
fatto
sillabe,
bagattelle,
d* oro;
mie
cose
coloro
buona
al
\\) è
gli etimologisti,
sono
solo
tengono
che
fonetiche,
continua
Cadmiti
le
che
contradizioui!
umane
repubblica
nella
le vomito
l'ingegno
si
vaglia
si tra-
che
con
in
tazioni
muuna
X
mai
fatto
lo
non
pensare
Gubernatis
Se
far
a
di
coloro
di
io
su'
andar
che
trampoli
nel
in
quella
Cantelli.
Ministro
egli
che
che
io
qual
le
gli
sono
gli
saggio
lo
de'miei
raro
io
di
scritti
spiritoso
quest'anno,
dedica
a
me
per
;
al
altro
che
e
poco
di
ingégno
:
me,
della
gli bacio
merito,
non
me,
per
e'
splendido
e
che
lode,
chiama
eh'
scritti
'1
tra
detto, parlando
scappato
così
un
è
legga
anche
strano
parole
sia
soverchia
mani.
Nella
parlar
biografia
di
me
che
in
da
tali
dica
appresso
Pare
nicoli
ammen-
^
non
di
cetto,
con-
nomea
Questo
Antologia
arguta
sua
vo-
de'settarj,
e%siinili
Fanfulla
essi
senza
acquistar
un
del
48
da
ci
concetti
là:
dà
cui
dei
il contrario.
esercizio
in
ora
di
N.
tale
e
spaccio
Gubernatis
servirlo.
;
De
stereotipe
vogliono
far*
signor
trovata
convulsi,
atti
da
que' Professori,
Fantasie,
frasi
posso
vecchio
son
De
giganteschi
che
non
lo
e
credere
fanno
buon
le
e
fremiti, gli
i
mi
il
i
del
più
accoglienza
Italia^
paroloni
da
altrimenti;
buona
declamazioni,
volgo,
nomini
:
pensare
i
gliono
le
la
e
fuori
anche
so
significhi questo
cosa
giudicano
libri,
miei
Che
'pensare.
minacce,
da
una
favore
e
del
Tigri
e
capo,
dice
piglia
di
esso
togliendo,
bella
una
dichiarazione
fatta
Tigri,
cosi
occasione
io
a
la
bugia,
per
feci
mia
a
serendo
as-
narietà
bo-
costretto
quell'atto
ogni
XI
di
pregio
viltà:
di
della
qnal
pubblicamente,
il
mostrò
il
biasimandone
duole
in
che
che
io
Baroni
al
fece.
al
ragguagli
altri
basta
intimi
che
con
ranza
egli
mia
che
fa,
ciò
certe
rileva
non
dato
contrario
al
al
esso
Europea
mi
cosa
fatte
gli poteva
non
partey
sia
voce
a
lettere,
certi
sapere
sun
nes-
fatto
nostro
ciò
vero
:
che
afferma.
altre
egli
la
lodi
come
in
Rivista
qual
re-
egli
scritto
avere
della
anni
ec.
non
certe
dichiara
Gubernatis
Taccio
della
ec.
lui. Ma
che
che
De
dacché
venticinque
o
:
e
disdicesse
della
sua
come
Contessa
veritiere^
di
egli
^pregato
dalla
si
non
afferma
la
com'
avere
acciocché
direttore
dubitare,
venti
un
e
;
compilasse
il
di
si
raccontato
bene
ma
come
accerta
dove
vertenze^
niente,
chiama
stesso
Biografie
perchè
lecito
mi
Biografo,
ragguagli
abbia
Tommaseo,
dove
Egli
quelle
il
dal
fatto,
lettera
ricordandosi
per
brato!!!
cele-
tanto
questo
una
le
vero,
minacciato
e
;
stesso
dal
insieme,
cosi
pregato
con
lui
atto
ridirsi
poi
per
Gubernatis
De
sig.
avemmo
fui
non
dispiacere
suo
Biografo,
diverso
modo
dice,
1
il
Tigri da
stesso
in
dovè
bugia
sua
lo
e
convertendolo
anzi
generosità,
inesattezze
ha
non
necessaria
Vita
mostra
che
parecchie,
letto
i miei
dei
quarti
e
strano
mo-
meno
nem-
que'frammenti
stampati
tre
quali
lavori,
attenzione
sono
le
:
taccio
almeno
la
delle
ignocose
XII
mie
si
non
ma
;
mette
posso
fare
a
biografo,
spassionato,
sere
lavori
dei
cognizione
De
signor
mica
Creda
scriver
egli,
nulla:
oramai
di
sopra
né
si
le
lodi
signor
De
nulla,
contento
stato
ad
di
lancia
la
di
la
egli, dopo
perché
come
proprio
lo
non
I
Si
accanto
vo'
legga
dir
tra
le
alla
di
poi
altre
Nota
é
solo
stata
dirò
io
mia
gono,
toldel
né
:
opera
*
male,
gli
che
mancia
buona
a
Stia
la
o
lavori
quel
dirò
che
zione
inten-
veramente
di
me
proprio
la
al
u"
solo
150, pag.
;
e
cielo,
e' porta
mia,
nemmeno.
bene
biasimi
neir
sua
parlato
aver
i
cagione
parlato, e'porta
ha
ne
e
sono
Giornale
suo
di
soleva
qual
lieta,
i
avuto
esser
Prima
o
gravissime:
ferirmi, dacché
fatto
importerà
minimo
del
ha
del
non
né
e
un
se
dico
voglia
tanti
e
il
ve',
gliele
avessero
me
riferito
aver
non
pubblico,
né
persone
Achille,
a
danno
accorto,
poco
di
gli
badi,
lagnarmi
altri
formato;
è
Gubernatis,
dissero
ne
del
giudizio
me
cose
vecchio,
carne
giudi-
possa
Ma
per
che
me,
son
il
miei, che
che
di
contro
né
quanti
e
che
causa.
queste
risentimento^
cognizione
tanta
aver
di
debb'es-
solamente
parla,
Gubernatis,
con
suo.
onde
chi
dirgli che,
non
non
dee
ma
colui
di
con
è
il
altro
per
delle
in
a
una
cose
mie
biografia
cielo, chi?
.
certo
165-66.
che
la
cosa
.
.
xiir
il
fece
risa,
grasse
togliere
i
e
ciò
per
io
nel
dell'opera,
corpo
quali
del
di
anzi
mal
occhio
ninno
da
tutte
dicesse
mai
sdegno,
mi
ha
del
trattato,
fatto
loro.
dei
glio.Quelle
i libellisti
Si
^
di
essi
da'
come
mios/ici,
pari
'
pari
a
Nella
TiUKVB
legge
da
non
scriptionia
f
Bxusterint,
reformident.
pel
delle
recate
me
di
o
e
pigolano
mie
e
samente
amoro-
fatica
lo
cosi
celebrano,
nel
di
per
capo:*
lettere
gii uomini
che
g^randi
cosi
lodi
articoli
avere
pi-
vano
ave-
quelle
testimonianze
sono
altri
a
mendicano
che
strasse
mo-
quale
sono
non
e
che
o
toccato
disimpégno,
sempre
Quelle
Dodici
reo
lo
ESTo.
di
morte
distruggesse:
impudenti
lectorem
Tavole
SIVB
CAPITAL
chiama
altri,
che
e
col
si
tanto
gli importunano,
belli.
CABKBN,
ALTBBi,
si
;
farsene
caso
di
da
enco'
spontanee
;
e
ec.
MALUM
Valente,
che
giornalisti
poi
per
CBNTASIT
fatto
incoraggiaminto,
aMetteratucoll
mai
gli multavano
e
da
lettere
guardato
così,
è
qual
e
biasimo,
vien
se
che
infami,
le
di
il mondo
civiltà
per
che
di
complimento,
scrivono
da
altresì
Doti
Ma
antiche
stato
la
:
sdegnosamente
fanno,
e
delle
nemico
vituperoso
tanto
come
hanno
qualcuno
modo
da
*
fini.
tutte,
a
parola
una
e' è
non
specialmente;
fiero
e' é
né
;
lentuomini
va-
combriccola
uggia
del
solenni
più
secondi
sono
in
di
contrapporre,
l'Italia,e Firenze
sia
con
giudizj
quali
nessuna
combriccola
io
de*
ne'
né
a
appestano
eh'
ai
di
giudizj
piacenteria
ogni
fa
cosa
valore
tempo,
appartengo
non
che
tante
i
notata
contentarono
contento
sto
nostro
né
sospettare
si
qualunque
ai
fu
tutti
benevoli
più
Biografo,
Io
da
effetto, perchè
suo
agnita
cognitum
si
legge
CONDIDISIT,
Anzi
Hi
etiam^
non
prodiderint^
note
INFaMIAH
che,
dice
ittico
uUorem
trovato
il
Si
:
un
oc-
FLAai-
Valentiniano
libello
testo, qui
e
famoso
famosam
discerpserint^
tuie
QUis
FAXIT
di
Costituzioni
altresì
leciione,
chiare
QUOD
nelle
colui
a
cervicibus
vel
rimi,
st-
flammis
gladium
XIV
la
odierna
civiltà
che
se
mi
mettermi
medesimo
al
miei,
le
nendo
voglia
miei, possa
I
lavori
parlarne
miei
senza
educazione
de'
del
ogni
quando
dir
le
di
da
me,
alla
ed
sono
debba
questa
ogni
documenti:
mia
altro
per
di me,
;
chi
di
di
fondo.
debba
la
giudicar
a
me
pretendere
biasimi,
o
vuol
sentirmi
meno
poter
lodi
conoscerla
mia
la
Ecco
operetta.
vita
di
parola,
sto
li
e
o
senza
Beniamini,
paura
da
per
e
cerco
non
veggo
ai
di
stati
studj
lodi,
molto
sono
sieno
buoni
che
senza
causa.
abbiano
che
addosso
dico
parla
come
letteraria,
Circa
da
credo
altri
cose
ragione
lo
di
non
cerco
spesso
quali,
cosa:
i
per
ve-
de'fatti
ingerirsi
parmi
non
:
presuntuoso,
che
vita
cosi
acciocché,
benché
onorificenze
quelle
e
piovere
parecchi
in
utilità
di
ragguaglio
di
non
giovanile
que' premj
dare
tuttavia
da
giudizio datone
me,
e
fese
of-
a'ia-
circa
piena cognizione
parecchi,
son
ma
alle
posso
esatto
altro
viltà
ci-
indulgenza,
ora
per
da
ora
con
qualche
una
invidia
sin
si fatta
porta,
com-
contro;
che
al
do
se
qualcun
a
singolari,
pregi
la
fatte
cose
e
in
qualche
nacquero,
;
gli
declamarle
il vero,
come
pur
vivo
quel riparo
giudici competenti
tutte
non
che
usata
altrui, mostrando
vori
io
a
almeno
sarà
io
pongo
ed
onore;
voglio
non
spero
loro
fa
ma
contrario,
per
mi
cittadino, io la ho
per
mostro,
dire,
come
è
provata
suol
scritta
vera
dirsi,
in
XV
da
veste
camera
conoscermi
se
qualcuno
dire
lo
dico
spesso
:
imperfezioni,
adorati
lo
diritto,
ma
:
parlare
4;
molto
il
ma
oramai
So
troppo
di
quibus
di
dovere
Giusto
prohari
aver,
darmi
da
diceria
Lipsie:
«
velim:
Hoc
io
ceteris
Pietro
deranno
prenforse
questa
seguenti
prohatum
de
libro
chiuderò
le
il
qual
tacciarmi
con
pur
solo
non
questo
e
di
vuol
ne
conoscere
a
che
pure,
lunga
sue
parlato
altri
biasimarmi,
a
ipse
di
alcuni
che
le
furbacci
cosi
che
credo
facciano
vanità;
avrei
vedo
quando
me,
"
non
capo,
materia
di
!
alcuni
di
tristo
di
tutte
con
ma
:
dovranno
dentro
Fanfani,
men
santi
da
veramente.
sono
il
tratto
ri-
lavoro;
mio
letto,
aver
mio
molti
quel
frugando
Eppure
sproposito,
a
dopo
che
an-
acconciatura.
a
aspetti
stesso,
per
dico
stesso
me
io
è
quasi
Io,
molti,
di
premere
caro,
che
che
quel
può
il
faccio
ombra
non
avesse
fiducia
porto
e
tutto
li
:
senza
volta
qualche
e
decenza
schietto,
e
vero
Il
la
salva
ignudo,
pianelle,
in
e
spero
non
est
Fanpani.
role
patri
tanti.
iis
»
2
in
rolnmi
bnoni
sei
Spoglio
e
il
Mloìogico;
costretto
ero
a
scoprire,
bussola
e
senza
qui
facevo
materia
che
altro
mio
sera
mi
Questo
ho
a
me,
giudicare
misi
a
mi
spoglio
disegnato,
che
o
al non
giova
spesso
critico
di
mio
senno
senza
nuove,
della
lingua
esistono
il
colorirò,
che
e
me
per
studiare
il Lessico
per
tanto
se
col
allo studio
osservazioni,
e
stico,
lingui-
parte
gran
cosa
Crusca; perciocché, privo
riserbata
era
spogli
larghissima
già
da
che,
in
si dee
ogni
tesoro
dirò
raziocinio, regioni
ultimo
Per
scuole.
alle
solo
La
sparsamente.
appena
col
Anzi
della
mio
primo
lingua,
pensare
a
carta.
anche
latina; ed
di
il Vocabolario
allora
il
è
vocabolario.
profittato negli studj
luogo
proprio,
darà
di
ho
io avuto
d'indice, battezzato
dae
e
quale spoglio
teneva
queir ajuto,
ma
testo,
mi
quanto
aver
di
tuttora,
greco,/assaggiato
tuttora;
della
lingua
liana^
ita-
qualche
campo
se
mi
e
anno.
NOTA.
Chiesi
ne
questa
ebbi
La
«
Greche
te.
Ne
diedi
non
buon
tuo
buon
fatica
si
una
mi
potertene
non
è
nel
a
Gigino
sovviene
dar
dura:
ma
Prato,
29
altra.
un*
a
so
studiare
frutti
i
chi
Non
di
proposito
sono
te,
una
ad
Cosi
che
rai,
Bicchie-
mi
duole
certo
son
bastevolmente
la
dolci,
e
d'Omero.
non
tardi
44.
novembre
Il
tuo
affino
Arcangeli.
La
grammatica
me
la
diede
poi
il
ne
lodarti
lingua
Bindi.
per
un
crede.
«
e
grammatiche
averne
un'altra
anche
una
vorrei
Camici,
a
Bravo!
uso.
distribuire
che
adesso
povero
greqa,
:
prodigalità
fa
grammatica
buona
una
risposta
mia
mi
e
Arcangeli
air
amico
di
resti
fadel
La
quanto
MDCCCXLIV.
2.
CaTalca.
Lo
Medieìna
preparato
avevo
studio
ed
avendo
trovato
nomi
preso
mi
avrebbe
stizza, stracciai
avendo
né
ogni
Dopo
cosa.
fu
ma
grande
ma,
non
stamparlo
di
me
ratamente
accu-
con
associazione;
modo
giuoco:
gran
riscontrato
continue,
di
bondantiss
ab-
note
con
averlo
note
manifesto
un
fatto
dopo
fattovi
e
abbastanza,
quel lavoro
Caore,
stampa,
codici,
Stampai
amore.
dalla
me,
la
per
bnoni
su
del
da
pentii, perchè
ne
tardi.
NOTA.
Innanzi
di
che
lettera,
po'
cercasse
un
alcuni
giorni
Ho
venti
qualche
ma
mi
di
e
dai
questo
lo
col
bella
una
Poi
ricorsi
per
acciocché
ed
impresa,
non
smercio
te.
con
egli
te
np
e
Lodo
la
saprei
librario.
dagli
ed
la
fatica
mi
dopo
io
vero
voglio
non
ristampa
che
quattro
meglio
spendi
vi
esito
un
che
una
d'anima:
uomini
promettere
É
ai
risponderti)
di
(prima
venuta,
lodo
:
i manifesti
sparsi
linguisti
è
non
libro
e
aspettava
fedeli
tacere
ma
per
tromba,
risposta
lungamente
rispose
amicissimo,
questa
a
consigliai
rispose:
terra,
questa
mi
quale
mio
allora
la
risposta
mi
nell'Appendice.
favore
di
suonato
della
il
leggerà
Arcangeli,
air
primo
si
impresa,
alla
Fornaciari,
Luigi
celebre
«
mettermi
le
più
retta
cor-
tandolo;
anno-
nato
fortu-
religiosità
piacciono
ornati
in
bibbie
et
lions
aux
legate
rococò
alla
pelle
in
in
santuario
de'èOMt^ozy^:
dico
alla
questo
di
e
mezzo
sai, né
se
et
nunc
nelle
se
Ti
19
Prato,
«
nulla
a
posso
che
in
fatto
la
ledire
ma-
brarie,
li-
fede
mala
che
quello
far
esser
piraterie
elemento
volermene
non
segui,
ha
mi
vere
farò
lontano
metterla
per
che
cose
Puoi
impresa.
costante
ripeto
delle
da
Ti
tu.
tuttavolta
associazioni,
sembra
quali
ho
veduto
tua
coscienza,
le
far
vuoi
Pur
da
nell'odorato
che
ho
quanto
mia
semper
riesco
non
che
m^ssa,
pati
utili, stam-
come
dispregiarlo.
la
da
veramente
cognizione
poca
drate
inqua-
brandelli,
e
toelette^
mercantile
adoprerò
il tradimento.
ed
non
magnanima
contro
anche
voce,
la
mi
io
libri
per
lasciar
che
sicuro
ma
elegante,
po' davvicino
un
fibbie
con
oro,
sulla
quella
per
ufìzioli, libri
Mjoux,,
alla
buona,
mondaccio
questo
in
vignettate,
ma
quindi
:
e
ai
mettersi
cosi
lionnes;
aucc
posso,
ma
colpa.
44.
aprile
Tao
affmo
amico
Arcangeli.
Questa
Cavalca,
del
cosa
la
saggio
della
mia
Vita,
ch'io
ridens;
ed
il sig.
Conte
Gianni
le
per
mani
vero,
mi
ridens
la
il
critus
Or
bene,
sa
bene
io
le
è
che
alle
stamparne
sostenere
Io
pure
risposi
il suo
che
di
non
ho
tosto,
libro;
tutto
paura
un
ciò
dice
di
S(jn
primo
ho
che
di
che
il
fatto
essere
dico,
o
ro
dirò
parole;
o
farei
accerto
di
me
sbugia/'dato
mai
e
di
riguardo
mi
del
casse
tocsuo».
stampasse
e
lettori,
orai
delle
da
piii
ha
non
non
vero,
.e
Ma
umane.
il confronto
era
ma
abbruciata,
l'ho
acciò
pi'onto,
l'altro
o
mi
con
stracciata.
sue
ha,
io
Demo-
Cavalca,
debolezze
realmente
se
caso
alle
cosa
una
accertandolo,
che
averla
fede
Peccato!
nel
di
cessi
di-
preparata
aver
del
ha
non
Nel
«
Cuore
dice
e
presti
si
simile,
uno
di
del
non
volte
1872.
di
quel
che
io
che
racconta
Medicina
io
Padova,
di
dubitaado
ci
confidenza,
che,
lavoro;
quel
lUma
dicano
in
chiedo
V.
eh'
non
Farini
in
Dexnocritus
nel
novembre
filologiche,
gli altri
perchè
S.
note
abbondanti
nel
anche
stampai
simile,
scrisse
éeWa.
ristampa
una
lavoro
un
racconto
mie
nessuno.
cose,
a
Fanfanl
Ritratti
(Pietro).
Il
dante
Pe-
—
L' Accademico
—
plebe
morali
Il moderno
—
Tribuno
della
ec.
Si
nella
stamparono
periodico settimanale
Bivista,
diretto
da
En-
m
(Valtancoli),
Montazìo
rico
Cirillo
Vannncei,
fatti
assai
stampa
;
e
per
quel
per
la
Tribuno
parve
perchè
troppo
e
da
cosa
vivo
al
inteso;
noto
ma
dei
pubblica
I
agramente
il
questo
mostrare
Capricciosi
Democritus
morali
nel
furono
1863;
ridens
Io
poi
della
entrai
ingozzare
il
ristampati
nel
per
nella
Ee-
della
pane
essi
trarietà.
con-
Scritti
volume
di
edizione
seconda
setta,
sua
diedi
ne
me
appena
H
giornale, forse
del
non
alla
imperfette.
più
caporioni
che
a
nella
e
i
il
scritti
dessi
che
le
scrittori
altri
con
cose
sono
Montazio.
cominciai
Cadmiti,
Buratti
dipinti
erano
per
non
l'Arcangeli,
Queste,
prime
degli
uno
a
altri
le
lingua
codino
vi
ed
sono
della
scrivevano
quale
Bindi,
periodico,
parte
rampognò
ne
il
Monzani,
nel
e
col
titolo
1872.
nel
NOTA.
Per
confermazione
Tribuno,
ne
aggiungerò,
sarebbe
stato
rimprovero
del
«
E
di
come
che
si
non
a
nel
foglio
detto
il
di
briga.
Ecco
tuo
articolo
Modena.
a
mi
Montazio;
diede
molti
ho
l'Arcangeli
rimproverato
dispiaciuto
riportato
ciò
avverti
che
quale
però
il
le
sue
che
del
conto
parole
sarà
:
mente
facil-
6
Mi
«
dirai
dir
a
dicendone
il
male
addosso
ne
So
etc.
Ti
rimproverato.
tu
abbia
avuto
«
Prato,
18
tasto
non
dire
il
Montazio
che
il
D.'
al
era
6!
lettere
acquistata
CcUoni
sì
fanno
tutto
tal
affino
Dal
senza
secondi
lor
merito
per
tanto
agli
e
stando
in
pur
fini;
questo
e
gente
che
e
tutto
cui
e
V
quel
e
:
il
che
se
ti
dimmi
».
^?'?'^'VSJ^SCV-^^*
vuoi,
e
imbecille
l'Italia
bottega.
pare
tori,
sena-
secondo
dispregiato
è
gerazioni
esa-
Bruti
sono
amato
Italia
le
questi
popolo
sempre
hai
per
di
e
Cesare;
di
in
bero
avreb-
non
tribunizie
hai
sempre
parecchi,
e
certo
parecchi
qua
Tu
Ritratto,
plebe
acquistare,
potuto
concistoro
crede.
ci
della
Tribuno
il
tavola
alla
a
sto
que-
qualunqu'altro;
professori
quella
originali
fare
anche
59
dedicai
parole:
declamazioni
le
Ridens,
amico,
un
seguenti
del
Arcangeli.
Democritus
nominanza,
assisi
sono
grassi
vede,
le
hanno
commendatori,
si
a
come
senza
politiche.
e
dedicato
industria
poesia,
in
ed
nel
quello
gingillo,
questo
con
scritto
con
1859
al
ramo
un
è
scritto
Fino
«
che
45.
quello
Bonamici
mente
acre-
credo
non
G.
ciascuno
sure
cen-
sarà
ne
Tuo
dove
perchè
intenzioni.
agosto
Ristampando
dir
colle
bene
perchè
questo,
é
non
toccato,
va
possiam
dico
sinistre
Ipocriti,
degli
quel
non
etc.
male
Ma
Religione.
della
male
che
che
Accetta
somigli
il
MDCCCXLV.
4.
Ofif^enrazloni
Divina
Si
di
Le
mio
Passigli,
gli
altri
CJommenti
miei
scritti
Parenti,
A.
della
varj;
danteschi
nel
LeUeratura
ec.
valentissimo
uomo,
morte.
1851-52;
di
di
Beìigione,
alla
Etruria
nella
con
M.
sino
amico
ristamparono
di
volentieri
accettò
divenne
del
Memorie
nelle
stampavano
poi
Si
luoghi
Commedia.
Modena.
che
alcuni
sopra
nell'appendice
finalmente
e
in
1873,
Dante
del
insieme
tutti
con
Firenze.
NOTA.
L'Arcangeli
C.
«
Ti
ad
che
ogni
non
sombrone,
se
su
Studii
la
me
costo
e
ben
e
vedesti
argomento
che
gli occhi
si
se
di
la
un
presi
col
che;
articolo
pubblicherà
e
del
nel
le
cui
con
al
gran
che
visionarii,
certi
non
di
avevo
modo
utili
che
quel
me
pel
e
sempre
sogni
vedervi
essere;
Dantesche,
stesse,
tornano
co'
prendo
sotto
sé
per
siffatti
voglion
può
vi
ti capiterà
questo
:
Osservazioni
tue
delle
piaciute
sono
Io
poema.
lettera
vazioni,
Osser-
queste
mandassi
cui
a
seguente
la
ringrazio
scritte.
sono
solo
A.
mi
quali
il
ebbi
ne
e
«
fu
vi
è,
conte
più
e
di
lo
Fos-
vedrai
Vannucci,
prossimo
quel
numero
che
8
Quello
della
Guida,
si è
di vederti
massime
da
può
giornale
bel
un
nota
alParticolo)
chi
combattuto
ha
ed
soffre
ora
leggesti
biasimata
Cristo
delle
il
cielo,
si hanno
voglia
adoprare
devon
bruciar
da'Frati
dà'Cardinali
e
le
e
che
che
tura
avven-
per
Modenese
confonde
si
astiene,
aprono
de' tristi.
So
che
il mondo
par
che
anche
barbarie;
a
quelle
letterati
dai
come
reverenza
per
addietro
istorie,
non
;
sima,
santis-
causa
rispettate quando
tornare
per
liano
ita-
non
gravi
adesso
empietà
Snaturato
! Se
talora
più
e
(vedi
che
de' balordi
il vapore
prima
che
rispettabili
per
»
tatto.
con-
Rossetti
per
veduto
cose
agli scritti
Grammatico
dal
e
gli scrigni
non
e
queste
ma
Romana,
chiavi,
somme
paese
avrai
dalle
I
quadrilustre
lui,
di
empia,
Ghibellino,
il gran
suo
esilio
un
Curia
colla
pel
l'opera
come
italiano
un
que
Qualun-
ftistìdioso
e
il bravo
snaturato
«
sotto
di fare
accoglienze
chiamare
a
tentò
Silvestri.
brutto
quel
con
coraggio
liete
e
Modena,
di
sotto
Dini)
l'innocente
le oneste
insudiciarli
senza
Ha
una
fare
lo nascondo,
Ostrogoti
tal prete
(un
te
non
imbecherato
che,
Maestro
nostro
al
e
quegli
con
requiescat
male
dispiace^
Parenti,
quel
Tenebrone
tuoi,
mi
impacciato
con
gran
che
scritte
dai filosofi
e
sommi.
Prato,
«
1"
*
1845.
giugno
Tuo
affmo
Arcangeli.
Da
d'
ora
la
il
merito
valutare
opinioni
sue
di
12
dello
«
stesso,
mi
m'andò
certa
quale
Prato
è
punto
Cintola
è
è
in
In
Modena,
io
ce
mezzo
al
secondo
persona
occasione,
assegnò
tantino
il
desse
di
Cavedoni,
addosso
come
Addio
è
vero
».
le
del
lettera
con
che
questa
poco,
un
lodare
questa
aveva
ragione:
pratese,
per
a
del
critica
(con que'Modenesi)
un
mondo.
una
ne
l'ho
verissima,
di
regola
mente
sola-
cosa
sull'avversione
me
che
versi
di Panano,
vera
altra
appiccato
a
di
scherzando
di
che
si
intollerante
letterario
sia
non
come
scorge
e
politiche.
T'avverto
perchè
si
pazza
que'letterati
con
la
lettera
questa
di
verissimo
e
non
una
Prato,
che
10
MDCCCXLVII.
6.
della
Meditazione
Tip. Gino,
Pistoja,
copiai
La
da
il Bindi
andammo,
che
in
giornata
Bindi
del
ed
piacevole
e
la
ci fece
libretto
è
quale
direi
:
prefazione,
citato
da
que' Frati,
di buoni
erano
io
le
Francesco.
S.
Griaccherino
di
quasi
ed
di
16.°
convento
io, lassù
biblioteca, nella
bellissima
in
1847,
codice
un
Povertà
della
la
passar
tura
è scrit-
codici; ed
ascetico.
filologiche.Questo
note
dagli Accademici
per
Eomanzetto
un
giorno
un
Il
zioso
gra-
Crusca.
NOTA.
Mi
di
Paravia
del
operetta,
questa
certo
berti,
Gio-
del
Giuliani
P.
del
e
son
e
lettere
quattro
queste
recare
Ozanam,
dell'
parlano
di
qui
pare
che
che
lette
saran
volentieri.
«
Gentilissimo
«
La
è
la
è
mi
ma
Lei
caro
materia,
di
un
di
Lino
anco
dove
si
si
di
di
lingua;
aggiugnendo
via
Belle
tanto
oltremodo
uomo,
coetanei
Già
e
tocca
connatura
Cristianesimo.
Ducei
dal
dalla
é
nuovo
ci
sapienza
genio
di
italico
Esso
mano.
sua
prezioso
avrebbono
e
che
i
Greci
invidiato.
poi il proemio,
quella operosità,
quanto
per
all'effigie
tocco
poesia;
tutta
dello
Firenze;
di
meno
non
cortesi
copia
una
le postille; bellissimo
eletta
al
è
Eumolpo
di
e
ed
righe
delle
avevo
tenerlo
qualche
vita
cui
giudiziose
con
e
fuori, mandatami
gioiello
vago
un
dato
dono,
bel
suo
accompagnato.
rha
da
scritto
del
ringrazio
cui
con
Signore,
all' indole
che
del
11
Non
«
gliene
di
agio,
di
cose
Ma
sermone.
di
dello
pistrino
tanta
gentilezza
Parigi,
«
8
modo
io
et
€
J'ai
le
charmant
arrivé
de
jnste
assez
vreté.
Florence
D'abord
épousailles
Giotto,
et
fort
fùt
un
Mais
paraphrase.
sono
e
trato
en-
di
baro
bar-
servitore
Gioberti.
et
cetto
que
aimable
il
lecture
mais
tout
la
sur
pou'
des
allegorie
rendue
Dante
par
longue
trop
une
et
detrompé;
m*a
suis
je
restali
me
dans
lettre
Pardonnez-
beile
si divinement
affaiblie
peu
la
tempo
contraccambiarla
Meditation
la
lire
pour
S.* Francois,
ne
paese
plutòt;
souffrant,
je craignai
de
in
votre
remercié
pas
force
de
che
l'accompagnait.
qui
avoir
vous
ne
di
da
devfko
reconnaissance
avec
morceau
de
moi
recu
sono
47.
dicembre
V.
Monsieur.
Io
»
Suo
4C
ma
difetto
vivo
potrò
promette,
grazie.
per
e
cortesia?
e
mi
delibarle,
scrivere,
che
in
benché,
che
altro
che
opera
cordialissime
*
lingua;
poco
possa
nel
l' altra
anticipatamente
rendo
ghiotto
di
accetto
solo
quoiqu'il
.
y
alt
beautés
inattendues,
XIV®
du
lassent
le
de
mélange
sans
mème
ils
siget;
ont
tant
le
toujours
«
Pise,
ils
cependant
secret
de
rester
15
4C
Chiarissimo
«
Ella
"
Egli
très
serviteur
llng'ua.
mio
nouveaux
se
ne
sans
cesse
et
jamais,
en
se
repe-
di
la
quei
et très
humble
P.
OZANAM.
mi
hanno
devoué
Signore.
il sig. Prof.
un
peintres
exceliens
s'épuisent
pas
1853.
fevrier
mandandomi
era
ne
n'est
vos
paraphraser
toujours
F.
regalo,
de
des
».
Votre
e
artistes
traiter, de
qui
grace
qualités
les
Ces
siécle.
plus de
non
pas
enfin
force:
une
trouvé
ai
récit, j'y
ce
naivété,
une
XV®
du
et
dans
longueurs
quelques
filosofi
Bindi
Meditazione
che
non
credeva
fatto
della
abbasBarsi
un
vero
povertà
di
studiando
la
12
S.
Francesco,
che
di
corredandola
opinioni
sue-
Io
circa
Museo
del
neir
udire,
del
nostro
che
Ella
circa
fuora
ne'
aver
che
allo
faccia
singoiar
Tutti
ciò
nostra
la
cara
stromenti
della
creda
mi
«
ora
si
lingua,
Presenti
Torino
il
primo
«
Il
dove
di
sono
Felice
ne'
in
questi
Gli
studi
di
della
sopra
torre
di
origini,
Babele,
e
che
non
sono
essa!!
di
che
sanno
al
derci
ren-
operosi
della
liana
ita-
prof.Bindi,
servidore
devmo
Paravia.
ora
Ora
sarà
scrivere
po' tardi
io terrò
tutta
quella
mi
trattati
proprio
vagheggia
ajutata
la
da
la
coloro
lingua
bene
lingua
che
propria.
S.
avversi
;
bene
bellezza
V.
molto
paiono
così
candida
a
ringrazio
carissimo.
seppe
sinceramente
si
La
Asti,
in
qui
e
sempre
trecentisti,
ne'
rallegro
lingua
i cultori
rispetti
quest'ottobre.
che
scritti
tempi,
più
de'
dire
A.
un
per
studiando
ne
una
più
vie
vuol
obblmo
venne
prezioso,
suoi
I Me
ingenuità
1
dono
lei, che,
derivarne
mi
villeggiare
a
del
cuore
più
libretto
suo
di
Signore.
ottimo
ed
non
»
P.
Gentmo
No,
1848.
marzo
SìM)
«
cerne
con-
ringraziamenti.
uno
stima
non
che
come
debbono
come
i miei
sincerissima
con
miei
i
ciò
e
da
può
lingua?
me;
il che
italiana,
unità
indipendenza.'
e
sin
a
poi
e
si
Lei?
da
minar
ter-
spedirmeli,
come
ma
politici dell' Italia
moti
questi
abbia
ne
né
di
manderò
di
perita
nioni
opi-
mie
alcune
la
bellissima
Lei,
l'animo
Purgatorio,
proviene
a
numeri
gode
forse
si
tuto
dell' Isti-
Aspetto
cari;
nostra
né
in
del
Ella
che
della
grazia,
mi
che
gli abbia
torto
questo
lettera,
non
studio
come
spiegazione
nelle
dei
uno
Dantesche.
varianti
carissimo
per
in
riscontrò
si
pure
Ricordi,
suoi
parlato
Fontana;
di oppor-
e
utilità
civile
e
tenebre,
incontrato
di essermi
ho
quale
terza
stima
perchè
morale
la
una
stampare
alla
quelle
a
quest'anno
darò
assai
dalle
cavar
prefazione,
giudiziosa
godo
del
francescano,
di
il merito
si
una
note.
tunissime
ebbero
e
son
e
tanto
a
proprio
dell'avvenire,
investigano
e
sif-
coraggiati
incioè
origini
13
Italia, Italia,
il
?
Ella
dove
mancarle
dei
ai
dona,
Lei,
di
il 16
miei
amici
quel
si proprio
—
potrà
non
e
Arrivato
in
che
ella
desiderarmi
invogliameli
per
'
cosa?
l'opuscolo
pur
mato
sforantica
ogni
italiani.
veri
grida
queir
? dove
colorire
e
si
avrà
nobilissima,
vorrei
e
eloquenza
Asti,
«
sentire
impresa
sua
raccomanderò
forte
della
alla
mi
n' andrà
di esprimere
riconoscenza
gentilmente
dove
raffinato
modo
la
Genova,
?
Ora
essere.
Italia, quando
dell'
idioma
quel
fermo
stia
sarà
che
ma
evidente
vorrebbero
non
divino
suo
grandézza
ed
che
più
studi,
fatti
un
poco
profitto.
con
ottobre.
affino
Suo
G.
amico
Giuliani.
B.
7.
di
di
traduzione
La
alle
maraviglia
se
le
tutta
stampe^
il
Prefazione
acuti
I
non
me
\aole,
dopo
la
andava
:
pubblicato
se
o
vuol
male.
e
XVIII
mi
tentativo
un
letto
aver
fu
per
a
prese
caro
la
di
piacque
a'
Carlo
Giuliani?
per
antico
va
non
Trecentisti.
La
compilatori
l'
del-
in
nel
riveder
visibilio
appresso
scrisse
domandatene
che
ma
di quel volgarizzamento:
grazia
ci
Leopardi,
Milanesi,
ne
tito
sen-
aver
assolutamente
è
dei
Fi--
storico.
Giordani
dacché
pubblicarlo,
Modena
del
proprietà
antica:
fu, passò
dal
fatto
opere
visibilio della
in
che
e
mestiere:
del
dell' Archivio
simile
scovo
Ve-
XIV,
posi all'opera dopo
nelle
del
Bonacosa
ser
secolo
scoperto,
semplicità
il Parenti
domandate,
8.°
che
me,
accettata
gente
in
XVII
Leopardi
Bonaini, che
filologi,ed
À
il
fu
traduzione
^ircAmo,
e
ritrarre
impossibile
meco
stelle
subito;
scoperto
mia
1847,
Italia,
di
del
Pistoja,
è fatta. da
portare
è
da
nell'Appendice
stampò
in
volgarizzamento
VieusseuXy
renze,
Si
Butrintò,
Bonavita
ser
VII
(il) di Arrigo
Ylagglo
su
a
tutti
nella
i
un
articolo
chi
potrebbe,
più
di
e
14
sperticata, che
lode
lo citò qua
tratti
lunghi
(Mazzo
la
1°
mi
me,
Scrittori
del
notato
che
vedere
lode:
da
riuscito
truffa, ed
circa
del
un
Leopardi,
di
accozzo
voci
documenti:
se
e
dell'intelletto
sin
dove
che
che
men
I vili
ec.
Vita,
una
rigiri
i lor
tutti
con
la
giungere
può
ero
miracolo;
poco
mia
nella
non
di somma
titolo
ec.
e
da
chiamava
antiquati
vedrà
onesta
fede;
ciechi
era
contro
Viensseux
mezzo
si chiamava
si vedranno
gente
mala
la
e
la
e
Viensseux.
biasimato. in me,
modi
e
stava
come
in
riuscito, si
non
me
messo
il Leopardi
per
splendidamente,
cosi
questa faccenda
a
Taver
che
quello
da
persecuzioni letterarie
le
severamente
era
due
ristampati
dal
feci pagare
ragazzi
due
così
e
mi
peccato
farono
ne
poi confessai
; finché
non
filologici: il Tommaseo
parlare, Milano, Classici,1848
bel
e
Cpminciate
fossero
prova,
il lavoro
il mio,
io
a
sé;
nella
riuscito
300)
carta.
Bonaini, quasi
dover
di savio
Fiori
si scrisse
citarlo:
per
era
Bicordi
m^
stampò
altri
voltiamo
Ora
il
nei
Va
cosa.
di
là:
e
si
vidia
in-
stomacherà.
ne
NOTA.
Direttore
Milanesi,
in
ripresa
«
Se
VII
chi
del
di pagina,
che
studj
s' è
Buonacosa.
e
messo
che
e
non
acciò
risalti
a'miei
associati
Ella
continuerà
dove
ricerche,
Ogni
del
a
più
neir
e
le
fo
augurio
comunicazione
animo
in
Appendice,
presto,
sono
cosi
cara,
tanto
amore
pari
che
trapresi
gì' in-
animo
pari
di
perchè
lettura
una
ci
col
\di.
ziosità
pre-
maggiormente
con
con
sé, ho
per
rigo
Ar-
ad
spettante
lo vuole
risolverò
e
;
scriveva
mi
egso
volume
mi
volgare:
Confido
sincerità
della
volgarizzamento
questo
di offrire
impaziente
«
fare,
lascia
pie
in
il
compilando
va
mi
ciò
simo;
intelligentis-
lingua
nemmeno
Carlo
era
Viensseux.
del
nome
stampare
testo
nel
Ecco
volgarizzamento.
mio
di
cose
sospettò
non
pure
delle
e
Archivio
àeW
pubblicazione
dotto
uomo
ma
di
della
e
ligenza
intel-
fortuna,
verrà
come
da
Lei
15
in
siffatte
materie,
desiderio
eh'
confermo
con
Ella
abbia
stima
Febbraio
«
sarà
ci
oltremodo
presto
grato
e
accettissima;
occasione
di
col
e
mi
favorirci,
animo
1846.
Suo
devmo
affino
e
amico
ViEUSSEUX.
Ed
Con
"
volta:
un'altra
primo
stimatissima
Tina
del
quinterno
preziosa
e
noto
mirabile.
All'atto
della
sicurezza
le
; e
qualche
cortesia
sua
e
prove
d'altro
che
questa
a
Firenze
«
grato
ricevuto
del
di
sarà
l'aver
volgarizzatore
di
come
lingua
maggior
per
ci
il
mente
vera-
cosa
manderò
le
oltremodo
servire
dalla'
pistoiese,
avvertimento
minare
preli-
scrittura.
cara
3
ho
schiettezza
e
stampa,
notizia
possa
1*
volgarizzamento:
leggiadria
per
di
del
sua
1846.
marzo
Mi
confermo
dico
e
tutto
di
cuore
affmo
suo
ViEUSSEUX.
«
E
«
di
ultimo:
per
La
ci
lingua
del
bellezze
testo
per
volgarizzamento,
a
secondo
che
il
de'
confronto
tutta
quando
«
versione,
questa
consiglieranno,
latino
Bòhmer,
il
di
schiettezza
la
Firenze
più
la
sig. Gar
30
di
sarà
in
risolutezza
risaltare
far
in
porre
di
calce
lezione
possiede,
—
copia
meglio
corretta
Ma
testi.
certa
e
sulla
e
questo
nostra
meglio
il
esso
datane
si
quale
le
dal
farà
parleremo
mano.
1846.
marzo
Tutto
dfi
suo
cuore
ViEUSSEUX.
Il
Bonaini
nella
prefazione
pistoiese
debbon
ne
trasse
saper
grado
copia
che
al
noi
valoroso
dall'autografo
dice
:
rechiamo
«
Di
questo
luce,
in
sig. Pietro
stesso
di
ser
caro
i
garizzatore
vol-
leggitori
Fanfani,
Bonacosa
che
».
6
Mi
«
male
dirai
che
dir
a
Religione.
della
dicendone
il
Ma
male
addosso
So
etc.
Ti
rimproverato.
tu
abbia
avuto
«
Prato,
che
non
il
bene
Montazio
questo,
perchè
D.*'
al
era
scritto
Fino
«
d'
questo
con
lettere
è
tal
le
Dal
commendatori,
si
fanno
tutto
senza
vede,
secondi
lor
merito
per
tanto
agli
e
pur
questo
originali
in
e
gente
potuto
che
e
Tu
hai
sempre
cui
per
e
—
certo
tutto
\S^^Ì^^"^
il
e
che
ti
vuoi,
e
imbecille
l'Italia
bottega.
pare
tori,
sena-
secondo
dispregiato
se
gerazioni
esa-
Bruii
sono
amato
è
le
questi
popolo
sempre
in
bero
avreb-
non
di
quel
e
plebe
parecchi,
e
Cesare;
di
l' Italia
dimmi
».
»?«?
della
tribunizie
:
hai
sto
que-
acquistare,
parecchi
qua
concistoro
Ritratto,
dedicai
Tribuno
il
tavola
alla
crede.
Ridens,
parole:
declamazioni
a
ci
fini;
quella
anche
59
Aroangeij.
qualunqu'altro;
professori
stando
grassi
fare
del
affmo
amico,
un
nominanza,
assisi
sono
che
credo
Democritus
seguenti
come
senza
politiche.
si
le
hanno
poesia,
in
Catoni
a
industria
acquistata
e
dedicato
quello
gingillo,
ed
nel
con
1859
al
ramo
un
scritto
quello
Bonamici
mente
acre-
45.
G.
ciascuno
sure
cen-
sarà
non
Tuo
dove
perchè
colle
ne
dir
intenzioni.
agosto
Ristampando
é
non
toccato,
va
dire
il
dico
sinistre
18
tasto
possiam
ne
Ipocriti,
degli
quel
non
etc.
male
che
Accetta
somigli
il
18
NOTA,
Le
scrissemi
quale
e
cortese
Non
non
e
di
Io
pazienza.
di tutto
la saluto
un
sono
delle
Siccome
«
una
la
lingua
ad
col
protestare
suoi.
a
in\'aso
a
la
«
delle
Non
è
canza,
man-
Ci
potere.
molto,
prosperità.
ogni
devino
"
servo
Giordani.
amorevoli
di
visto
tanti
conforti
1847,
17
contro
come
i
ad
V'auguro
complimenti,
Pietro
la
altissimo
dei
che
secoli,
ed
quando
Fanfaiii,
mi
Italia
ed
stesse
attendo
felicità,
ogni
tiche,
roman-
mani
annata,
e
febb., Scornio.
N.
vi
vogliate
addio.
Vostro
e
mezzo
per
lingua,
dalle
la
sacerdozio,
traduzioni
della
e
uccida
buoni
barbari,
anche
religione
li
se
abominevoli
scempio
sputerò
toglie
tradizione
pagare
Addio,
vedere.
che
un
il giardino
ricevuta.
farmi
e
Ma
molto
e
la ringrazio
lei
rovina
lo
alla
e
più
non
Amerei
non
vecchio
dottrina,
quegli
fate
come
hanno
Giusfredi
scrivere,
impresa.
assoluto
diede
la
moda
che
fede
la
curiali,
—
bella
umilmo
assumeste
scritti
chiamata
ziarla
ringra-
a
niente.
di
a
mi
popolo,
dunque
richiamare
di
cioè
un
col
degli
e
ceneri.
è
oggi
Voi
libertà.
molto
far
auguro
Puccini
sentenza,
io
e
foglio;
lettera.
questa
con
bel
indurmi
Pietro
Niccolò
suo
molto,
Suo
Anche
il
povero
ma
riverisco
e
sua
questa
a
volontà;
la
il
graziosissima
la
lei;
per
proprio
cuore,
Venerdì
«
io
posso
creda,
mi
Giordani,
dal
favorirmene.
modo
che
sapere
invecchiato,
di
stimoli
qualche
in
dee
vuole
cori
pensiero
vorrebbero
ci
cooperare
ahimè,
tutto
congratularmene
del
4c
ricevuta
Letto
e
ebbi
le
forma.
Ho
Signore.
molto
debbo
questa
ricevuto
ho
12;
dei
in
Riverito
«
conforto
di
parole
prime
Devmo
Puccini.
fu
dei
dal
prego
vere,
scri-
19
Il
Prof.
Spero
«r
tutto.
cosi
ed
io
che
giuro
anche
il
Ricordi
propriamente
necessario
si
perchè
4
da
tutti
e
ambizioso
di
di
lode,
il 24
prima
Bello
«
Eccoti
«
tuo
sulle
fuori
messo
1
Allude
da
a
un
seguirsi
parlo
scrivere
il
di
nei
luogo
afffho
Bonaini.
role
pa-
si legge
qui
come
era
intervalli
brevi
a
ed
miei,
cooperatori
scrisse
amico
; e
'
bello
come
:
modo
in
dà
mi
che
For-
del
quello
suggezione
»
29
del
sua
che
nota,
di
vorrei
nome
mi
procede
smania
Anzi
lezioni.
modo
una
della
tocca
ha
altra
con
de'
un
articolo
rigo.
un
ch'io
1847.
marzo
tuo
il
scriverci
Poi
a
di
spero
eleganza.
incoraggiamento,
Il giornale
naciari.
a
di
e
era
tale,
esser
che
cosa,
potessi
F.
che
forse
1847.
agosto
Arcangeli,
che
Ma
s'intende
Suo
L'
ma
ricerca
meritare
non
certo
tolto
Ricordi.
ch'io
quello
disadorno
qualche
Già
bella,
bisogno
qualche
pubblicata.
cosi
vedendomi
suoi
pei
mandarle
venustà
Pisa,
«
inutile
l'anno
fare
gusto
potesse darne;
dolore
per
Tannata
di mio
ha
che
scritto,
ora
un'opera
non
l'uomo
ho
testi;
tutti
forti
con-
conto
veramente
Ella
mai
quest'
mio
Fanfani,
caro
di venir
sarebbe
amorevoli
a
per
sono
sarei
dentro
antichi
mio
mio
non
indegna
non
che
non
tempo
potrò
segnare
onorevole.
tornare
potesse
di
cosi
nuova,
le abbia
di
Filologici,
Prosegua,
d'aiuti,
io
il Vieusseux
che
Ricordi
dei
diede
mi
parole:
egli l' incaricato
esser
le
parimente
queste
con
in
Bonaini
che
il
mio
ficritto
chi
pubblica
tu
mutare,
tu
ve
stesso
porrai
è
nel
documenti
quel
:
luogo
sempre
L.
che
per
Grisost.
de'
la
Ricordi,
storia
nuove
Ferrucci
Fioreììtino
3
nO
si
ove
un*^altra
aggiungessi
ne
Ricoglitore
che
a
mese
accettando
lezioni
ridicole
(V.
dello
di
dove
della
questo
tratto
lingua.
del
20
sul
mese)
spiegando
digiuno,
che
quelli
E
Sento
e
me
ancor
che
e
mi
casca
dalla
21
Prato
Ferrucci,
del
è
giornale
e
bene
sicché
:
del
principio
vedì
gioprendo
noto
ticolo,
ar-
riserbandomi
stamani,
penna
cercato,
ri-
assai
il Niccolini
Anche
questo
mando
voglio
»
gran
continuazione
la
mandartene
€
ti
io,
Non
*
peto.
un
di
adesso,
morire.
il nostro
disse
ne
come
aggiunge:
sua
che
morire^
amico
U
patii
specialmente
male.
però prende
che
scorso
peto
Bindi
dal
dolor
il
per
senza
a
altra
in
che
digiuno
troppo
sono
avesse
ultimo
per
«
lo
se
fame
la
io, perchè
vorrei
non
più
gli esempi,
patissero
parlarne
il
patire
mille
fossero
non
se
Poscia
famoso
verso
a
primum.
quam
47.
aprile
Il
amico
affmo
tuo
Arcangeli.
Altre
lettere
che
Appendice
hqW
non
la
venne
ed
'y
animosamente
io
Ricordi
i
incoraggiarono
tirai
si leggono
finché
innanzi,
guerra.
MDCCCXLIX-L.
9.
(P.) Osservazioni
Fanfanl
della
dedicate
Sono
le
tatte
1
Qui
canto
V,
cose
contenti
loro
Modena,
lario
Vocabo-
nuovo
Vincenzi^
in
1849,
8^,
80.
pag.
dire
Crusca.
al
M.
a
persecuzioni più
aUude
di
nuove,
di
al
ciò,
peregcrine
vili
scritto
suo
dove
Dante,
morde
travolgfono
fanno
sentenze
Parenti.
A.
festa
ec.
e
alle
»
e
:
più accanite
"
Del
«
quelli
forzano
più
libretto
Questo
vero
il
strane
della
senso
ambiziosi
senso
e
di
contro
anche
balorde
fa
me.
1* origine
Esso
parola
commentatori
alle
è
lezioni, per
rive-
Piacbbb
nel
che,
più comuni;
di
e
isputare
per
non
le
21
rentissìmo
airÀccademia
ci
fossero
il
Parenti;
cose
al
scrisse
ne
mia
giovane
Gherardini
poi
allora
della
persona,
potesse
voler
vedere
fa
preso
il
però
Fautore
di
avevano
fatto
bianca
nuvoletta
allora
Io
mazioni,
alla
sordina
forse
altro
ed
nome
libro intero
un
orribili. Tanto
con
l'Accademia,
poi
ebbi
da
censurati
si cominciasse
me,
fu,
qualche
Tutta
nella
da
sotto
la
onesto
fatto
storia
mia
gli
capo:
fui
anno
Vita
si può
parte
di
mandò
al
quel Salvi,
colore,
aveva
fuori
di
un
tista.
apa-
mise
spargere
infame
la
di
autorità
sulla
infamie
difesa:
de'
per
prete,
scena
quale pubblicò
ogni
dìiBfa-
vituperj,
e
sono
sino
libretto
un
dallo
altrui, o
onesta
che
messo
tempo;
che
macero,
Acccademico
suo
ci
immaginare
gente
documentata
a
dove
acquistai
ne
di
il quale, essendo
il
un
sotto
ebbi
forti
con-
ingrazionirsi
migliori. All'ultimo
valente,
e
il
inaudite
PAc-
più splendido:
e
mi
cola
pic-
una
Arcangeli,
Vedendo
faccia,
viltà
per
libro,m"
allora
da
oneste
ignoto,
giovò più
amici,
che
in
di me,
perdei,
alcuni
rinnovata
me
mi
se
quel trionfo
cademia,
contro
eccesso
ogni parte:
la
il
e
cominciarono
anche
deirArcangeli,
Salvi, uomo
T
l'Arcangeli
e
Persone
mostrare
mi
parola
vile' calunnia.
tacqui.
più
accademico, Donato
da
di
mi
di
ultima
il Governo
sino
furioso
vento
aborrendo
e
che
seguitò
torità
l'au-
vedendo
solo
pronunziata
cui
un
Vocabolario;
questo
bugnola,
fu
a
non
al furore
vergognandosi
la
col
abietta
più
modo
possibile,non
ragioni,
buone
faceva,
di por
cercarono
suo
si
che
guerra
e
ogni
al
ed
parole furibonde;
e
cosa
che
Istruzione
che
temè
la
burrasca
Prima
rispondevo
di
:
di
non
vedendo
e
me
e
Crusca
della
gli Accademici,
mio,
veleno:
tutto
dedicato;
era
benigna,
e
amicissimo
stato
anonimo
la
cagnesco;
La
dell'Accademia
preconizzato
e
Cmscanti,
così;
non
la dedicazione
ai
Ministero
nel
andava
di tutto
carezze,
la intese
di screditare
Prima
in
leccafrullone.
la infallibilità
come
partito
esso.
guardare
a
per
impiegato
patto, che
accettò
ne,
adulatorio
cui il libro
a
Cmsca,
non
solo
questo
a
sembrò
maraviglia,
discutere
osava
la
canzonandomi
mio,
par
pubblica,
contro
gran
ed
Crusca,
irriverenti
quasi
con
meno,
della
stanziò
scritto
i sette
che
coli
fasci-
il lavoro
il libro
dell'Accademia;
contro
e
dopo
io.
di
ma
questa
anche
furibonda
nella
guerra
seguente
si
gerà
leg-
Nota,
e
22
appendice
neir
strillar
fare
senza
volume,
questo
a
se
leggerà
ne
quel che
può
blicarsi
pub-
ora
^
nessuno.
10.
Fanfanl
(P.) All'autore
P.
Fanfani.
Osservazioni
le
per
Firenze
manifesto
Salvi
del
mie
le
ma
la
prima
-Arcangeli
lo
della
in
guerra
tesca
brigancolpi;
bastavano
né
;
8®.
i
parare
leali
erano
di
1850,
di
cercavo
vederlo,
può
Osservazioni
grano,
trombonata
-Crusca;
ciascuno
armi,
le
contro
fu
del
sociazione
d'as-
Manifesto
alle
Logge
^
Quel
del
coperte persecuzioni.
Ih
Fanfanl
Nuovo
del
villanie
di
odio,
l'ho
Vocabolario
I
Gli
non
solo
buoni
N"»
accade^
e
conoscano
e
Questa
il
sopra
Firenze^
Logge
troncare
validi
il loro
nel
i Don
e
adesso
è
ma
i
parlare
di
L'effetto
con
covavano
al
il
e
esso,
Osservazioni
delle
si
fascicolo,
gli avversarj
libro.
bestiale
autorevole
secondo
Ma
le fac-
contro
Persona
del
disputa.
Pirloni
le
di
me
cose
necessario,
vltuperj
giudichino
nota
la
Crusca.
fine
difesa
leale
e
nuovo
9.
avversari
Dicano
italicuin.
in
toccato
rinfrancescare
per
io dicMarai,
pubblicarono
trionfo
mio
legittima
della
di
parole,
e
la
campioni
de'
ed
mezzo,
generose
Crusca.
doJla
continuavo
queste
cliinesce
osservazioni
1850.
grano,
mise
Seconde
Vocabolario
Con
r
(P.)
che
altresì
si riferisce
biaBimeranno
mi
di
^
quando
degli
fa?
anni
antichi,
dagli
e
vogliono;
cosa
la
anche
malizia,
a
ciò
sieno
che
viltà,
ho
sin
è
chi
pur
giusti:
e
detto
la
E
e
falsità
all'articolo
che
d'ora
recenti
avversarj
ci
4i
:
rispondo
quando
ma
la
dicendo
Io
»
si
vuole
cade
ac-
che,
danno
grafarmi.
bio-
soprattutto
de*
miei
mici.
ne-
dell'/fer
23
NOTA.
Ciò
affermo
che
Ecco
le
sono
che
parole
mi
la Dedicazione.
disposto
sarebbe
Egli
V.
è
S
anche
troppo
qualche
tono
il
fa
che
la
se
le
i
per
Egregio
«
La
fu
recata
vediamo
Di
le
me
amico
appiccato
aspettava,
ne
io m'abbia
al
più
Ma
si
in
potesse
giù
fino
del
altre
le
".
non
ergo
Gherardini
il
di
molte
rendo
scritto
avere
cattivo
ho
trovato
Crusca
questi
a
quello
cose
presente
vi
terra
mi
del
Or
che
ha
da
ella
io
ma
Dal
Rio
non
che
ho
buono,
letto
del
quelle
quelle
sue
un
occhi
da' miei
fatto
avrebbero
tempi.
importanza.
grazie;
servizio,
onde
scompiglio,
maggiore
al
sue
nostra
questa
Benché
perdonarmi)
di
A
p. p.
delle
il dono
corrente.
di
settembre
10
del
accommodato.
(la prego
alla
data
in
poco
dopo
e
lamelecche
tirate
un
aveva
ragionamenti,
giusto.
fece
mi
di ieri; laddove
il 3
Osservazioni
me
solenne
Crusca.
alla
prima
capovolte
esse
che
sua
l'ebbi
è
si
cizia,
ami-
signore.
Osservazioni
Posta
siccome
passano
stampa:
la
flitto
con-
nulla.
per
pregiatissima
mi
Ma
questo
noi
vegliò
e
salamelecchi
troppi
tra
in
ischietta
con
comporti
che
di
trattandosi
aggregato.
censure
canzonatura
la
ora
trovarmi
convenienza,
sono
marmi
sti-
divisamento
di
caso
vedremo
accettò,
irriverenti
«
non
quale
relazioni
dedicazione
Odasi
nel
di civil
delle
delle
credeva
che
che
che
potrei
cortese
del
cettare
ac-
Osservazioni.
sue
non
me,
di
prima
stampatore
uno
delle
a
onorato
musica,
maniera
contrassegno
La
la
trovato
Quanto
alla
Parenti
il
impressione
ragione
un'Accademia
di
Ho
rinunzierei
vi
con
è
alla
Vincenzi.
né
;
scrisse
«
Carlo
provarlo.
a
i
suoi
del
vero,
tante
ridere,
sa-
rider
se
salamelecche
guadagnato
Ella
?
.
.
.
24
stessa
lo
me
sentito
sempre
il 12
è
che
dire
a
Milano
«
Lisciar
annunzia.
coda
la
atto
1848.
ottobre
devino
suo
Gio.
le
Osservazioni,
Del
«
di
Il
ho
ed
piedi
ha
Ho
trovato
bel
piacere
con
zione
modera-
ben
le
che
eh'
è
mia
e
giunto
era
io
a
un
di
obbligo
degli
numero
saputa
alla
accettare,
lentuomini.
La
forza
de'suoi
non
e
patir
da
capo
a
ignoravo
fosse
tra
questi.
delle
numero
per
sionato
quell'appas-
(la quale
italiana
ch'ella,
fatto
avesse
stata
fosse
più,
le
ragionamenti,
può
ringrazio
Non
gran
almeno
tesia
cor-
Vocabolario;
eh' ella
divolgarle,
suo
gran
letto
perpetuo),
Accademici,
del
la
nuovo
concordia
sogno
farle
ella
Ne
desiderato,
di
cui
il
cosi
cotanto
porto
per
utilità.
vera
contro
avrei
divenuto
che
d' averlo
dico
Italia
dell'uscita
dono.
in
amava
me
miseranda
libricciuolo,
scritto
in
di
nuovo
paternamente.
all'oscuro
condizione
urbanità
è
scrisse:
al
che
nostra
inviarmi
e
osservazioni,
credersi
mi
letto
Pezzana,
della
giudizioso
troppo
come
».
vostra
scrisse
tutto
in
voluto
amore
del
scombugli
posso,
mi
non
ho
quali
mi
carissimo,
aveano
ma
Né
Osservazioni
Angelo
piacer grande,
molti
1850
1' esemplare
sensatissimo
e
con
le
a
var
potrà gio-
riverente
e
aprile
seconde
Crusca,
tenuto
più
quanto
25
atto
de' grammatici-
urbano
piedi
e
si
cooperatore.
giacche
del
uomo
avevano
ella
di
con
».
passati
acutissimo
pur
sopra
ingegno
un
l'Accademia
e
come
ammirato
TUTTO
figliuolo
I
e
tra'
prime
venerando
come
sue
critico
moderazione
Fanfani
studj;
lettera
della
profitto,
Il
dia
con
vostre
IN
che
scritto
uno
lamentarsene,
mi
Vocabolario
mi
Gherardini.
la mia
nel
critico,
che
le
facili
né
ella
Viani,
Ho
trovo
come
può
primo
€
in
testimoniare
rimanente
lui
critico
e
doyè
pazienti
questi
«
Guasti,
oìjòlmo
e
parole:
queste
il
Cesare
stesso
ho
pericoloso.
Il
Lo
diavolo^
al
e
vece
parte
posta
da
quella
difetto,
a
in
que'vatoscana
avrebbonli
26
menti, di grazia, eh' io le scriveva
stesse
ai
nel
passato
anno,
poveri consigli d' un
più lode appo i
0
trarrebbe
non
L'
censure.
da
presti fede all'esperienza,ed
Ella
decrepito quale io mi sono.
silenzio
veraci
sapienti dal suo
100
volumi
di
Qsservazioni,
nuove
fa ardito
eh' io le porto mi
amore
le cose
bel circa
uà
e
trarrà
che
a
ad
mele
aprir-
francamente.
5 ottobre
Parma,
«
51.
Affezionatissimo
Pezzana.
A.
E
di fatto, uscito
(che non
udita),io
ho
che
letto, ed
mai
obbrobrj seppi solo
i cui
Ma,
risposi più nulla.
non
il mio
i
lavoro
da
ora
dell' Arcangeli-Salvi
fu il libro
veduto
giusti estimatori
capo,
e
vediamo
delle
facciamoci
ri-
cose,
giudicarono
lo
come
per
cavano
giudi-
come
gli avversar).
L'Arcangeli
Vidi
«
dispiacque la
stizzosamente,
Osservazioni
il
cosa,
Ti parlo chiaro
verrò
lo accolse
le tue
come
rispose cosi:
mi
e
il Vocabolario.
sopra
Mi
luogo dell'edizione,e il Dedicatario.
Più lungamente
sempre.
a
quando
voce
costà.
Prato,
€
29
agosto
49.
Il tuo
affino
G. Arcangeli.
Nelle
per
furore
quali parole
rispetto al Parenti,
dell' Arcangeli
di amicissimo
stendeva che
mostrarono
(Iella
uno
d'animo,
Crusca,
di vedermi
lunghissima lettera,per
avversari,
e
ma
che
contro
non
di lui; e
^m
•*.»•'.
vere
mi
bandonare;
ab-
che
si
meno
Basi, Accademico
trattato
erano
pre-
quelli però che
bonario,
accertarmi
ma
dovessero
fu colui
Canonico
fior di onestà;
Oi^lttunie inventate
ci
mi
Tra
Il
solo,
non
mortale;
amici
tica
poli-
modanesi.
in là,che,
nemico
di fatto lo ubbidì.
più forza
intolleranza
a' letterati
poi tanto
mio
aspettato: il povero
tra* miei
e
tutti gli altri comuni
Costui, dolente
una
andò
mio, diventò
ed
sarebbe
la stessa
si vede
e
di animo
co»,
che
mi
esso
messo.
ri-
scrisse
non
per niente
significa di
era
certe
avere
27
scritto
lettera
una
a'
colleghi
fuori, trascrivendomela;
che
pretensione
alla
La
seconda
mia
decisa
«
una
AVREI
MAI
ricevute
che
politica,
deve
chi
affezioni,
perchè
FANPANi;
di
quivi
bada
non
fatti
ai
l' idea
di
e
Fanfani
molestato
esser
fa
ne
di
nelle
la
sue
propri.
di
inquietezza
testimonianza
rispetta
Letteraria;
Rep.
nella
avevo
si
tuo
Casimiro
stato
non
DI
non
Tittlo
Dello
cepita
con-
lodi, io
neutralità
la
se
conteneva
PRETENSIONE
dal
rispettarsi
pur
pur
che,
; e
ripudiassero.
fosse
biasimi
ragrafo,
pa-
rispetto
poi
CONSUETA
ALLA
gentilezze
mi
messe
seguente
asserisco
qualunque
di
ciarle
il
lettera
questa
combinazione
IL
che
gli amici
che
protesta,
diritto
avendo
di
delle
traggo
ciò
di
che
parte
CON
quale
verità
volere
ADERITO
GUASTARMI
in
di
quella
su
dalla
la
prova
dolersi
per
quel
galantuomo
degno
lettera
seguente
Basi.
del
Padre
buon
Frediani.
«
Stimatissimo
«
Neir
esser
che
carico
dei
di
che
che
ha
egli
lei, mi
pregò
bisogno
18
di
da
cabale
loro
ho
ad
ogni
non
credo
devmo
uomo
«
di tutte
Questa
termini
S. V.
di
animo
probità,
mattina
ho
agramente
Com'egli
e
che
mettimale,
e
raggiri.
Frediani.
diede
letterato,
nobilissimo
scritto
per
lo
generoso
all'accademico
riprovanti
sia
ramente,
sicu-
servitore
Francesco
esempio
non
1852.
novembre
Suo
Altro
mani
caso
farò
loro
i
lei
V alta
il che
questi
e
in
nelle
evidenza
Ma
sia.
ne
ve
pressioni
im-
svegliare
ad
che
certe
su
cattive
io
ostensibili:
allucinare
le
certe
siccome
provare
renderli
benissimo
Prato,
«
E
a
lasciare
voglia
conoscerà
di
di
quando
si
stanno
di
ingegnati
erano
apri
si
mi
conto
per
galantuomo.
quel
difBcoltà
avessi
si
il Basi
me
suo
alcuni
documenti
stima
ella
da
qua
dell'animo
amarezze
a
sìg.*" Fanfani.
ricevere
il di
la
lui
mia
il
Pederzini,
scrivendomi:
Salvi,
contegno
franchezza
ed
in
la
verso
non
28
in
ma
so;
ha
ogni
dichiarato
di
del
bibliografico
7
fare
voler
dottissimo
Genova,
dove
Già
«
Cavazzoni
non
spinge
sempre
è
chi
gambe,
è
perciò
entrare
a
istrumento
di
Genova
22
tale
si
debba
ed
materie,
da
che
è
vanissimo,
in
brighe,
gli
che
il
quando
quale
Toscano
ottobre
Io,
che
non
rierò
le
parole
si
ostini
lui,
qui,
fiere
di
da
di
afffko
Franchini.
esso
sé
ricordare,
Monitore
nel
l'Arcangeli,
; ma
per
Apatista,
AeW
parole
seconde
nelle
di
autore
dopo
questa
osservazioni,
come
non
aspre
autore
volerle
che
ascoltare
ad
all'avversario
troppo
a
malizia
alla
libro
temperanza,
sempre
stanno
dell'Apatista,
come
esso.
strana
le
guenti
se-
:
Seguiterò
mai
scrissi
si manifestò
stampai
che
lo
de' mali;
bisogna
mi
anonimo
serbar
parole
sa
peggiori
il velenoso
io
V autore
volevo
confessione,
«
fuori
furibondo,
divenuto
destino
1851.
addietro,
passo
anonimo,
contro
Tristo
lui.
venne
era
ne
fessa
inde-
con
suo
donde
servire
non
manca.
il
e
i rimedii
a
egli
acquistarsi
ciò
Ma,
ragione,
avere
Francesco
un
da
Arcangeli,
riferiscono.
Tuo
Tornando
blica,
pub-
scrisse
coli'
vi
tu
queste
attissimo
peggiore
«
che
cercare
a
e
che
volontà
ma
mi
squisito,
differenze
pare
è
non
e
Istruzione
della
gusto
tue
in
credo;
lo
affatto
le
mi
Pederzini.
:
le
pertinace
e
di
gli scritti
nulla;
cura
cavar
note
valentissimo
sei
Bollettino
del
Etruria,
della
Ministro
esilio
conoscerli,
senza
proprio
sa
e
conosca
non
poiché
uomo,
m'erano
sebbene
anche
già
in
stra
vo-
1851.
ottobre
stato
era
nota
nella
Fort.
Il Franchini,
la 'signoria
come
d'agosto
numero
Modena,
€
governerei
mi
caso
che
era,
prendere
quelle
violente
ragioni:
per
l' ho
ch'io
pazientemente
ingiuriato
mai
dissi
o
per
dette
parole
essere,
a
le
sé.
dissi
giurie,
in-
ingiututtoché
;
della
all'autore
doveva
non
le
Parola
ignoto, egli
Io
solo
all'autore
chiaro
di-
29
(da
conosciuto,
non
me
delle
lettere
libello, che
mai
autore
di
sospettato
quel
che
ora
dette,
è
ne
se
1'
Arcangeli
le
non
l'Arcangeli,
cangeli
all'Ar-
mai;
e
se
confessarsi
duole
le
se
l'autore
al-
parimente,
mi
dacché,
di
e
averle
merita
Apatista,
chiaritosi
anche
dette
dette
avrei
e
dissi
Ma
volesse
autore,
disdirei;
le
altro.
e
avrei
le
confessato
le
potendo
e
che
libello,
quelle
non
sacerdozio
lui)
creder
merita
all'Arcangeli
come
del
onore
per
voluto
non
umane,
del
avessi
o,
tista,
l'Apapuò
non
ritarle
me-
».
Potevo
io chieder
Ma
Nel
ebbi
ciò
bastò
non
fervore
della
lettera
se
invitava
«
Caro
Pietro.
"
Io
gridando
vo
volete
Siete
che
degni
gli
studii
tutt'e
due
che
l'amore
per
Non
l'antica
ci
suo
fratellanza
chi
a
carità
soffia
che
:
di
qui,
conforto.
foss' altro
agli studii
dietro,
e
Non
prese.
Ricordi
tissimo
dot-
finite
non
se
uguale
due
vi
Siena,
quale
po'
un
amici,
Su
Venezia.
da
Per
alJe
Ricordi.
de'
Niccolò
diceva
tutt'e
mettervi
a
pace.
diano
leali,
carati,
tale
d'essere
retta
di
qui
vi
umani
avete
date
il conto
pace
caci?
effi-
più
e
armi
sempre
reco
la
e
pace
usai
ventiquattro
di
concordia;
a
io
umili
dell'avversario.
Arcivescovo
ora
galantuomo
e
il furore
dove
pugna,
più
parole
con
calmare
a
Bindi,
del
uomo,
mi
perdono
è
chi
a
e
verà
tro-
rompiamo
d'affetto
parola
dunque,
desimi.
me-
zitti.
Il
tuo
Enrico.
Dopo
la
nel
lettera
Bindi,
del
Costituzionale,
J'abarrini. A
tali
quelle
e
ammonizioni
Seconde
delle
furono
scritte
parole
cedei;
la
blicazione
pub-
razione
dichia-
questa
con
cordia
con-
Marco
di
erano
troncai
e
osservazioni
di
parole
:
«
Era
già
io lessi
quando
(se
erro)
non
rinnovate
e
mia
qui
di
parte
dal
composta
nobili
nella
e
tipografo
Costituzionale
nel
generose
propria
lessicografia. Quelle
e
le
dichiaro
questa
del
Toscana
guerre
verissime;
le
io
parole
e
di 22
di
marzo
l' essersi
contro
parole
spensa,
di-
seconda
di
tica
gramma-
accetto
tanto
per
la
miglior
30
accetto
le
io
cuore
Osservazioni,
che
ha
di
tutti
tutti;
Osservazioni,
volli
Qui
—
stato
ci
non
onorevole
lizza,
forza
per
filologia,
o
debbono
debbono
e
è
vendette,
tutto
meglio
farne
cederono
per
non
il loro
al
detto
da
in
mi
S.
mi
Gentilissimo
«
Sarebbe
ho
qualora
la
Italia,
mi
le
a
mi
e
suole
dico
non
fosse
Ella
al
specialmente
P.
il
parono
stamvazioni,
osser-
ho
nuovi
Anselmo
Vescovo,
dette
che
ne
il
quale,
Scusato
questa
d'ogni
Osservazioni
prezzo
dopo
che
ho
con
oppure
Molto
dato
cioè
una
mio
a
la
ardire,
di
trovare
gradisco
scorsa
fiducia
Letterato
quello
certezza
ec.
occorrente.
del
la
delia
perchè
gran
così
mia,
tutto
Letterati
fu
di
grande
dato
avesse
incomodarla,
a
adunque
posso
questo
fiducia
giustissima
propria
con
la
de'primi
animo
dove
sue
me
un
esser
ebbi
che
vero
,
e
del
come
gli amici
fu
ci
ora
non
sua
per
ormai
indicarmi
delle
ebbe,
imperdonabile
conseguenza
per
particolare.
il fine
ardire
conosco
e
mosse
modo
un
gentilezza
Io
gentilezza
una
di
e
lettera.
questa
me
per
nella
nostra
copia
lità,
bestia-
Signore.
VS.
a
alle
Tra
Salvi
del
scalzo,
scrisse
che
e
contrario.
l'effetto
Carmelitano
Luigi,
l'impulso.
in
di
anzi
Osservazioni
libro
il libro
procacciò
«
che
se
gli
discordie
di
gli avversari,
più risposi,
mai
principio,
scrivere
altro
vituperoso
quale
spontaneo,
che
poco
abbandonargli
e
:
».
Ma
che
pianto
un
giurie.
in-
quando
istudj
odj,
ed
più,
né
che
in
di
cagione
esser
niato,
calun-
grammatiche,
di
Crusca:
convertirsi
tazioni;
impu-
questa
capelli;
ingerirò
della
le
il commettimale,
in
i
per
m'
Vocabolarj
di
e
tiratoci
debito,
per
ed
entrerò
più
né
non
se
d'umanità
studj
più;
penso
e
far
pubblicazione
l'attizzatore
quell'altro
o
a
villanìe
presente
la
è libro
false
a
con
umane
resterà
dunque
quello
lettere
che
ingiuriato
gravemente
le
vituperai
non
di
benché
mai,
rispondere
solo
ciascuno
prendendo
quanto,
prime
Crusca,
che
Vocabolario,
al
e
le
alla
il diritto
usare
simile
da
né
non
di
fare
a
guerra
muover
ma
libro
un
pagato
e
Seconde
sia
ridere,
criticare
di
di
intesi
non
fatto
avrei
prendendo
quanto,
garla
preuna
favorirmene
di leggerle,
alle
contro
31
in
stima
Salvi,
del
osservazioni
immenso
de*
signor
Fanfani,
mi
quali
le
rarissimi
suoi
compiacere
hanno
cresciuta
meriti.
Voglia,
Firenze,
«
30
Convento,
dal
1852.
marzo
Umil
Fr.
servitore
Anselmo
Mi
disteso
son
tutte
turpitudine
e
tutta
leggerà
altro
con
che
quel
nella
e
»
se
ne
Vita,
quelli
condotta
fu
neir
si vedrà
fu
dagli
gnità
maliavver-
Appendice
Dialoghi
quando
I
«
; ma
miei
nella
av-
di
documenti
saranno
registrati
seme
la
palesemente
ne'
dove
che
parte,
in
vedrà
scrivo
ne
mia
che
momento
quale
Luigi
Scalzo.
guerra,
vegga,
la
loro
la nequizia
quanta
versarj
si
Qualcos'altro
miei.
sarj
questa
su
acciocché
altre,
le
poco
un
S.
da
Carmel.
si
la
umilmente.
prega
di
tilissimo
genche
fraticello,
un
la
ben
nota.
presente
12.
Fanfani
in
(P.) Considerazioni
1850
Bencinij
copie
venti
di
riscontro
in
Egli
morte.
letteratura
correzioni
Milano.
correggono,
e
come
mi
senza
cosa
fu
di queirantico
dà
di
ristampò
amicissimo,
gentilmente
nemmeno
del Nannucci
mi
si
carticino
Manuale
e
si
giovò
se
le
riportarono
della
nemico,
di
fece
nella
del
sino
amico
diventato
era
per
VHistoire
poi mio
dell'asino,
nominarmi,
à
un
il suo
e
pubblicato
servir
diventò
parte
a
critica
di
poema,
grato: ristampò
e
tiratone
e
via
per
ineditspour
quando
perchè allora,
prefazione
sue;
ne
Firenze^
23.
pubblicamente,
Nannucci
Il
ec,
me
IntelUgenzia.
costituzionale^
Si
cerulea.
ringraziarmi
alla
di
Conservatore
carta
d'Italie.
per
queste
pag.
nell'opera Documents
•libro
nella
la
codici,parecchi luoghi
dall' Ozanam
literaire
8%
in
nel
stampato
Fu
e
intitolato
rima
nona
il Poema
sopra
tutte
mente
brava-
ristampa
32
NOTA,
Non
sarà
lettori
ai
discaro
legger
il
cortesi
le
parole
deirOzanam.
Voici
«
écrire;
bien
cependant
de
à
remercier
vous
mes
En
de
conseils
Par
preuves.
et
de
là
completer
compose
de
d'attendre
travail.
qui
plus
et
de
meilleur
Sorio
P.
poi
filologiche
vostre
telligentia^
giojelli
«
critica,
14
settembre
de
corriger
joint
j'ai
chaque
a
permettra
aux
le
jour,
édition
de
ces
F.
Osservazioni
me
ne
et
ìiumUe
eru-
l'Italie
où
documens.
très
devoué
OZANAM.
in
sul
dairOzanam,
e
de
patience
scrisse
ne
me
stampato
di
tant
observations
vos
très
servUeur
A.
Il
cette
1851.
mai
Votre
les
relevé
avec
mesure
qui
ni
avez
donne
désormais
sera
avec
une
en
Des
Recueiì,
1«'
Paris,
«
mon
mon
donner
pourra
m'avez
de
souvent
yeux,
et
m'a
pays
mis
vous
Errata^
un
exemplaire
dits
savant
votre
dont
courtoisie,
sagacité,
de
beaucoup
avec
erreurs
mes
les
Vous
italien.
paleographe
quelque
poéme
j'avais
sous
et
d'abord
le
sur
manuscrit
le
la
pas
J'avais
texte
ce
vous
multiplient,
se
dettes.
mes
imprimant
ni
moi
Considerations
vos
n'avoir
de
à
laissent
m'en
ne
de
propose
me
pour
ajoute
de
Vlntelligenzià.
regretté
bontés
vos
retards
chacun
je
que
occupations
grandes
mes
liberto;
temps
long
questa
Poema
mi
rallegro
forma
:
toscano
«
Le
la
In-
riuscirono
senza
veri
fine.
1850.
Tutto
Bart.
Sorio
vostro
P.
D.
0.
'
34
ANDATENE
PUB
NE
CAPACE^
SA
Colleghi (Accademici
vostri
questo Nannucci
perchè
gli
non
giche,
e
perchè
mi
vituperio, e
Fortuna
latrato
r
la
A
il
Bonaini,
di
proposito
recènte
che
la
al
Tornando
Ora
Qrusca.
mi
avendo
egli
il
fierissimo,
filolo-
d'ogni
avversaij
!!!
caninamente
il
Bio,
Dal
bestia
della
chi
a
l'avevo
questi Conti
dal
E
di
che
notare
tamente
accani-
combattè
combattuta
antichi
Mamiani;
io 1 1
cavalieri^
ed
esso
dalla
citato
è
un
bugìe dice
altre
le
tra
questa
per
Nannucci,
sopra
più.
trova
ne
se
maligno,
e
NOTA
L'amicizia
fossero
nelle
La
natura.
sua
Teorica
come
apparirà
da
al
Saggio
di
Conti
i
tre
queste
contro
remissivo,
di invettive
pieno
i libri
e
anche
appella
lavoro
tutti
come
persone,
suoi,
mostra
terza
Verbi,
de*
si
quali
Nannucci,
del
a' conforti
stampati
letterine,
la
intrinseca
Nuova
una
contro
degne
suoi.
1.
non
«
Caro
Pietro.
«
Delle
poesie
ne
ho
bisogno
del
di
Codice
Baldovini
del
nessuna
vederti
Martelli,
copia,
per
né
da
credo
combinar
essendoci
che
teco
un
stampate
me
la
se
ne
stampa
tipografo
i
presso
ap-
trattò
il Manuzzi,
dar
anno
dottrine
i miei
a
di tuttl
6
mio
apostrofo giovi qui
che
Crusca,
lavoro
non
VOÌ
Ecco
usato
senza
lodi, specialmente
grandi
ebbe
la
ridevolmente
e
Qualche
seguace,
valentuomini,
E
queir
con
"
strane
dell'asino.
essendo
di
nemico
sue
cieco
suo
biografo, bugiardo
guerra
le
compagnia,
ed
ec.
e
lui.
come
pensava
mio
buona
ec.
diventato
tutte
essere
parecchi
morso
e
Arcangeli,
non
in
ero
Crusca)
gentilmente
dette
ohe
buone
volevo
non
della
medesimo,
menavo
PIÙ,
VOLTE
MILLE
che
nel
1812
Ho
trovi.
dei
Conti
vorrebbe
stamparli.
Nannucci.
36
2.
«
C.
«
Ho
A.
disteso
Non
dell'Arcangeli.
in
tutta
fretta,
questo
ridurlo
cosi
di
insomma
pubblicato
tu
meglio
da
tempo
la
Conservatore
per
di
e
che
fosse
fa
Etruria;
néiV
o
do
levare,
o
Bramerei
piaccia.
scritto
Ti
getta.
aggiungere
ti
divota
l'ho
perdere,
penna
correggere,
più
Confessione
sulla
come
come
nel
0
avendo
e
facoltà
la
articoletto
un
come
credi.
Il
tuo
affmo
Nannucci.
3.
«
C.
A.
k
Ti
mando
riuscito
sia
cosa
della
corso
in
non
al
Dio
mio
vedessi
Magnano.
eh'
bene
dalle
dell'
parte
del
piace
mi
P.
onesto
«
la
sua
Ho
animo
Sorio
in
da
ciò
che
Verona,
con
satira
Credetelo,
stampato
merito
letterario.
lavoro
degno,
la
Ho
quanto
pentirsi
veduto
migliore
tra
scrisse
il
16
del
Oh
di
di
il vostro
risposta
che
fa ivi
sentita,
giuria
l'innon
Ad
ingiuriatore.
ad
avere
passione
1867.
fa compassione,
chi
ho
dell'
ed
bravo
Nannucci
quanto
ma
gli altri
maggio
Vincenzio
compassione
sfogo
uno
ne
Prof.
voi.
e
vettiva
in-
alla
circa
molti;
ingiuriare,
la
certo
dee
da
affmo
che
lettera
di
vostro,
servigio
riposato
contro
che
me
del
pretende
si
stanze;
circo-
Nannucci.
dirò
conforti
Manuale
nel
chi
parte,
ebbi
riportar.e
noiosa
!
tanto
di
letto
non
all' altra
Nannucci,
di
Addio.
V.
venendo
bene
seb-
olocausto
Il tuo
Ora,
nel
bisogno
aveva
costretto
perchè
fatto
avrebbe
le mani,
metterci
voluto
che
tant'odio,
in
Che
lavoro.
nuovo
venuto
pubblicato
altrimenti
offerirsi
ho
non
luoghi
L'ho
correzioni.
M'è
so.
stampa
molti
del
copia
una
non
eterna
del
degna
Boccaccio,
possiate
moria
me-
fare
suo
ed
è
alla
36
invettiva
del
rispondere
a
nulla,
nulla,
sua
della
cospetto
Ma
vedansi
Il
Mamiani,
la
dopo
Egregio
«
La
potuto,
non
giovine,
ed
ogni
né
dal
dire
è
cosa
aggiungerei
che
mi
oltremodo,
le dirò
penna
miracolo,
e
chi
Né
vo' lasciare
Gesuita,
della
«
Chiarissimo
€
Ella
cui
m'onora
signor
che
prova
tutto
che
a
io
dello
io
mia
mi
né
subito
di
simili
grazia
di
parere,
i minimi
stile;
eleganza;
le
io mi
penso
gra-
ch'egli
si
gentili
e
compiaciuto
dato
di
che
cosa
pigrizia
la
e
rimango
sono
ò
ed
tien
unica
lettere.
del
piglio
ed
del
spugnabile
ine-
»
P.
Bresciani
onoravo.
Dottore.
continuamente,
Pietro,
ne
di
dottrina;
e
parole
il giudizio
amicizia
Signor
me
scrivere
indietro
in
massime
risponderle,
la
conosce
da
Oh
già
non
questo
io
ò
note
sue
l'affettazione
presente,
che
questo,
I Delle
senno
al mio
accompagnato
che
grazia
invecchiato
mostra
bel
quanta
maggiore
chiaro
più
fatica.
pajono,
moltissima
Con
del
fatto
nel
e
si
non
cominciato
per
mi
ed
l'occhio
maggior
significati
con
molto
mano
per
quel
è acume,
valentuomo.
E
letto
I
appena)
affettuoso,
caro,
ho
si scrissero,
qui
amorevoli.
alla
:
ore
con
che
non
con
tenutissimo
in
di
minuzie
poi
espresso
capita
se
suo
efficace
come
due
son
vista
mia
grammatica
di quel
e
tempo
rispose
cosa
corso
incanutito
in
della
tissimo
oh
condita
Salviati
averle
I
nelle
particolari
di
qualche
sono
ne
e
la
altro,
anche
il
Subito
d'uomo
ma
sicumera
libro
(or
e
originalità
quanta
ed
studj;
fango
»
che
tenere
libricciuolo,
dettato
posso
farvi
nel
gettare
questo
ecco
fatto
sostenendo
non
costrutti,
mandai
letterino.
mirabil
cosi
voluto
rispondendo,
letteraria.
Cavalieri
Antichi
quel
a
à
m'
elegantissimo
dentro
mettete
Signore.
posta
di
egli ha
letteratura
pubblicazione,
«
vi
non
testimonianze.
cui
a
Se
vogliate,
la
e
carità
nulla.
repubblica
le
sua
Conti
che
voi,
Per
non
penna,
anche
canzonare
i
Nannucci.
la
vilipendere
al
Prof.
Le
basta
umanissimo
di
farlo
e
a
lissimo
genti-
parole,
ma
37
dì
v'aggiunge
novello
volta
che
alcuna
del
maestro?
che
alcun'
tosto
fra
Quelle
«
conoscitore
quant'Ella
grado
sapranno
praticacelo,
dotti
v'apparo
ringrazio
a
è
Mi
«
La
cordiale
voglia
Roma,
e
bene
13
la
come
viene
Le
non
di
prego
che
certo
Le
un
di
saper
avvertenze
buona
mi
cosa
di
piccica
s'apLa
che
offrire
posso
ne
sono
senza
savie
gradirla
profondo
che
sgrammaticato:
capo
Io
Io,
qualche
e
e
lingua.
buona
nelle
m'avvengo
modo.
e
della
zioni,
dichiara-
son
e
grandissima.
sempre,
senza
ch'essa
cosi
questo
gratitudine
€
grazia
e
filologo,
brilla
t'abbaglia.
sottili
sue
In
nella
e
e
che
zioni
di-
me.
per
polvere
sole
d'Italia;
coltivatori
quando
pure
mia
i
certe
ti luccica
valente
sia
favella
scrivo
e
grammatica,
dei
più
e
quelle
e
di
buon
nella
di
da
saporetti nuovi,
che
lampi
dagli occhi.
caccia
a
corrente,
certi
poi,
dell'antica
amatori,
certi
ravvolto
all' acqua
note
sue
mostrano
gli
anche
viltà
Ci-
la
è imbandigione
non
corro
e
ghiotte
per
libretto
caro
rìcise, vigorose,
è guizza
mano,
scrivere
gusto
ci
me
1' appetito,
risciacqualo
mota,
quel
le nerbate
cosi
maniere
va
modo
per
temo
e
il
mi
saporando
da
tempo
che
Cavalieri
scuola^
cotesta
per
schiette,
sto
ci trovo
il
che
il diamante,
somma
la
tormi
so
io
ma
aguzzano
cosi
che
dire
bene
dice
gusti;
m'
fa fuggir
non
e
lo
Ella
sa
Antichi
di
me
e
fugge
mi
ora
Ella
i
mi
Voglio
Cattolica,
che
Conti
de'
Ma
preziosi.
e
indicibilmente,
all'anima
tutti
doni
libro
suo
«
bei
che
cortesemente,
la
poi
profonda.
mi
e
giugno
creda
tutto
con
l'animo
1852.
afffno
Devmo
servitóre
Bresciani.
Antonio
15.
Fanfanl
(P.) Dell'abuso
antiche
scritture.
di
critica
Modena
nel
Vincenzi,
blicare
pub1851,
y
in
8°.
Tiratura
Lo
scrìssi
a
nel
parte
dalle
1846,
e
fn
Memorie
stampato
di
solo
Beligione^
nel
1851.
Letteratura
Combatto,
ec.
con
38
ragioni
materia.
esempi,
con
e
Tale
dottrine
le
ristampai
lo
opuscolo
Monti
del
Lingua
volume
nel
in
Porticari
del
e
questa
Nazione,
e
1872.
nel
16.
Buonarroti
(Michelangelo
il
giovane).
,
L'Ajone,
favola
burlesca.
Firenze
1851,
grano
8°.
j
La
da
copiai
le antiche
sola
quali in
dato
dalla
fuori),
Etruria,
color
carta
(come
di
e
in
È
rosa.
da
ci
ho
me
feci*
150
parecchie
copie
citata
copiato
sempre
numerate,
dalla
È
note.
una
Crusca;
non
e
più.
trova
ne
originale
ho
che
parte
a
delle
dair
me,
scritture,
tiratura
una
se
in
del
Logge
,
17.
Ijanela
di
(Andrea).
fatta
Virgilio,
volgare
Firenze
XIV.
che
fatto
aveva
che
egli
sole
tirai
ne
É
Bazzolini.
dedicai
al
che
grave,
È
nulla
con
copie,
16
citata
non
avrei
la
dalla
Martelli
Baly
bene,
osservazioni
ed
errati,
reputava
mi
lettera
questa
150
Crusca,
come
ed
fece
regalo
Due
firmata
me.
luoghi
a
si
parte
legge
codice,
copie
il
furono
testo,
dovè
come
Etruria^
Catalogo
rarissima.
perchè
ne
Betti,
del
dalla
nel
colo
se-
in '8®.
Salvator
naturalmente
del
del
schiettissimi,
veruno;
sole
da
è
a
alcuni
tiratura
una
non
e
risposta
una
anzi
erano
Eneide
1851,
grano,
sopra
proprietario
accettato.
e
della
principio
del
critiche,
note
parecchie
egli confessare.
anch'
e
parecchie
sono
sul
Logge
y
Ci
Compilazione
del
La
moci
quale, intendiaavevo
tirate
dichiarato
in
carta
39
18.
^^SS^
1355,
nel
Società
È
dalla
Ci
di
docamento
in
Etruriay
molte
sono
1851,
note;
Firenze
di
Lancia.
Firenze^
8°.
in
y
ed
importanza,
somma
150
Comune
Andrea
da
volgarizzata
tipografica
dal
fatta
suntuaria
copie;
ed
citata
ò
dalla
tiratara
una
delle
sola
una
ò
quali
Crusca.
a
in
carta
Non
se
parte
forte.
vano
tro-
ne
più copie.
MDCCCLl-Lll.
19.
Fanfanl
di
degli Opuscoli
dallo
Zambrini.
Lo
Conservatore
altro
con
rizzamento
volga-
pubblicati
8^.
in
costituzionale
insieme
Bologna,
il
sopra
Cicerone
1852,
Bologna^
scrissi nel
in
critico
(P.) Opuscolo
di
scritto
Fireme,
e
stampato
fu ri-
dell*
Arcangeli.
di
Dante.
20.
Flore
di
e
del
Logge
renze,
É
un
tiratura
una
parte
di
Ettore
a
antico
Commento
grano^
1852,
parte dalla
Marcucci,
che
era
uno
8°.
in
Etruria]
e
de'
Fi-
le note
sono
cooperatori
parte mie,
miei
nella
Etmria.
L'intero
Testi
di
Commento
lingua
di
lo
pubblicai poi
Bologna.
per
la
Commissione
dei
40
21.
1851-52.
grano,
misi
Lo
dalla
citato
Legge
e
e
tre
luoghi di
FOCO
stampate
Dante.
che
ci
TAvv.
mi
fu
a
consigliato
Jl
A.
via
giornale
Lancia
Buonarroti
altre,le
di
giornale,
Ettore
la quistione
della
il P.
lo
Telesforo
Lasinio,Monsig.
D'
Ancona,
cosa,
Cora,
Bini,
N.
da
Bartolomeo
Eiccardiana,
V Ab.
come
facevo
il
T Ab.
Patin,
De
il
Milanesi, il Prof. Angelo
Marcucci,
Istruzione
giornale,
detto,
Casali,
della
alcuni
I!I
ho
come
TAb.
Eio,
il
smettere
volte;
sopra
ubbanameute,
Ministro
".
stampai
pure
Osservazioni
il
La
-
il Giovane
Qui
è
vi stampavo
via
Andrea
assai.
regio impiegato!
uu
Filippo Scolari, Alessandro
M.
altre
sì presso
Pèrrarì, Carlo
Zambrini,
Bolza,
di
Yice-Bibliotecario
Torri, Fausto
M.
Il
letterati
Diporti filologici,ristampati poi più
il Dal
scrissero:
Jacopo
di
ed
valenti
cosa.
che
di
Spesso ritoccavo, sempre
tutto
Bencini
Eneide,
parte);
aggiunta
con
quasi ogni
L'Ajone
-
a
dei
parte
CONVENIENTE
Quasi
il
della
del
Logge
ajntavano
antiche
teratura,
let-
8°.
in
II)
mi
e
le scritture
per
Firenze,
e
facevo
Crusca, la quale fece
pubblica,
ma
Casali,
altro
per
del 1355
ristampai,
della
col
volgarizzamento
maggior
vi
Io
Crusca
suntuaria
(tutte
la
n
«
I
filologia, di
di
Arti.
(Annata
insieme
su
Italia.
tatta
come
Belle
di
e
di
Giornale
Etraria^
L"a
me;
Sorio,
Batines,
cesco
Paggi, Fran-
Dott.
Alessandro
Luigi Eazzolini,
N.
Cossa,
G.
B.
Parenti, Andrei, Monsig. Montanari.
NOTA.
Quando
anche
risposta^
di
proposi
intendendo
ad
pubblicar
Enrico
di
onorare
l' Etruria
Mayer;
la
e
sua
domandai
pubblico
schietta
qui
operazione
co-
la
lealtà.
sua
42
j'ai
ou
des
vu
votre
norabre
presenter
de
prie
tion
la
avec
quelle
Paris,
«
très
servUeur
F.
A.
La
di
morte
registrar
di
qui
morto
mano,
senno
di
V.
V.
S.
Lei
Gran
di
corsi
«
non
I
V.
m'
S.
isdegni
che
e
a
piace
me
giovane
era
e
per
di
giornale
di
aiuti
che
io
me
luce
di
isquisitezza
fatta,
anni
degli
da
di
suoi
uomini
le
profferisca
di
febbraio
lingua,
fondità
pro-
buoni
con
scorno
ciò
in
ne'
da
lasciati
Egli
in
consigli
condotto
abbia
vita.
Di
Roma,
ai
28
è
e
Pio
|?N'"^^JgC^.^^"^.?
mente
vera-
s'adopra,
questa
studii,
singolarissima
1854.
Umilmo
di
opera
averne
ne
devmo
Barberi.
golarmente
sin-
e
desiderio
per
giornale
cotal
mente
lunga-
onorano,
con
brevissimamente
duri
de'
in
erudizione,
due
malignità
cosa
la
che
YEtruria,
che
parlai
stima
4C
ro^
miracolo
un
noi,
tanto
messo
varietà
la
fra
italiano
appena
buona
Italia
che
veder
di
e
altro
ogni
molti;
da
valentissimo
qui
studii
peccato
destino,
devoué
OZANAM.
anni,
Vocabolario
sapere
sé
très
et
humble
pianta
un
venuto
maestrevolmente
qualunque
che
di
degli
S., degli
—
di
privi
fior
aspettiamo
così
considera-
sapere.
del
infinito
fu
parole
Frediani,
p.
di
le
nel
e
Col
«
Etruria
della
vous
recevoir
l'haute
de
je
1851.
mai
Votre
qui
ce
suis
je
V
à
Veuillez
souvenirs.
l'assurance
dans
compte
Batines,
de
bons
mes
Monsieur,
vous,
pour
Colomb
M.
ami
Je
distingués.
si
esprits
servitore
vera
po-
e
43
MDCCCLII.
22.
Bocchi
(Francesco).
della
SS*
Nunziata
1852,
Lo
stampai
commissione
fare
fece
granducale
festa
la
quasi
a
ringraziarla
della
curai
il
testo, e feci
la
la
lettera
apocrifa,
carticino
la
tale
Firenze.
del
Baracchi,
racchi,
Ba-
Firenze^
nel
Io
restaurazione.
e
della
vi
in
come
che
la
proibì,
quelle lettere
concilio
Nunziata,
delle
feci
solo
che
bisognò
e
furono
note,
e
riportavo
nota
una
la risposta, dicendo
con
il Governo
quando
coronazione
della
ecclesiastica
aggiungere
papa
di
prefazione:
Abgaro,
censura
per
dal
Ke
del
losa
miraco-
immagine
16^
in
per
Della
si crede
ritirare
dichiarate
il
crife
apo-
tale.
MDCCCLIII.
23.
(P.) Notizia
Fanfanl
Maria
Firenze,
Logge
Consigliere Giuseppe
del
grano,
1853,
8^
in
La
bene.
a
Pauer.
del
feci
Fu
parte
per
commissione
stampata
una
ventina
prima
di
dei
nel
copie.
figliuoli,che
Monitore
mi
toscano;
pagarono
e
ne
furono
assai
tirate
44
24.
Fanfanl
in
Stanno
dustriale
yarii
di
numeri
nel
si stampava
che
di
lavoro
esser
Proverbi
(P.)
illustrati.
1854.
importanza
qualche
fiorentino
giomal
un
E
se
avessi
intitolato
V.
continuato,
poteva
diletto.
e
MDCCCLIV.
25.
Ozanam
secolo
nel
da
P.
La
voleva
tradussi
diede,
e
bene.
Fui
dedicai
il
di
esso
del
pagato
dicono,
francescani
italiano
amicizia
di
libro
Poeti
al
la
ordine
P.
verso
1854,
Francesco
V
Generale
IVatellanza
benemerito.
debordine
francese)
in
8°.
Frediani
Ozanam,
competentemente
Italia
in
(dal
Alberghetti,
commissione
segno
I
in
recata
per
commessi
come
F.)
Prato,
per
e
molto
dicanti;
diploma,
XIII,
Fanfani.
amicissimo,
mi
(A.
da
mio
il quale
que'
frati
mi
rneth-
francescano,
deirordine,
con
tanto
che
di
45
NOTA.
Questa
traduzione
anche
ed
qui recherò
Pregmo
4C
Del
conto,
ed
tributo
piangere,
anche
l'ebbi
e
novero
ma
poeta
che,
e
odore
Di
«
d'un
veri
di
egli
tempo
nostra.
s' abbia
togliere
anche
di
tutta
25
casa,
i miei
nuovo
r
io
la
di
da
1855
aprile
da
«
Chiarissimo
«
La
fece
momento
far
e
devino
servitore
Capponi.
queste
l'aggiungere
di
Carlo
Witte,
parole
scrittami
il
Halle.
accoglier
la
povero
belle
di
lettera
gentilmente
modo
ritardati,
di
traduzione
oltre
inviandomi
di
sinceri,
Signore.
di
prego
del
altro
un
1854.
proposito
una
benché
mi
che
stima.
febbrajo
fuor
copio
versi
dell'anima,
ringraziamenti
G.
che
quei
forma.
con
sarà
in
Francesco;
quand'anche
essere,
Suo
Nò
a
S.
ed
forse
e
fare
qui neirltalia
modo,
suo,
;
dobbiamo
potesse
non
italiani
versi
potrebb'
suo
studi
ogni
a
tutti
per
giudici
buoni
che
davvero
se
è lodevole
da
quanto
so
grazie
aver'anche
dopo
quale
uomo
non
e
Autori
del
Gradisca
creda
Capponi,
renderle
anche
lodare
buoni
il
lavoro,
suo
dispiacerà
dato
gli abbia
mi
dei
del
le scrivo
viveva,
se
mi
ora
sentito
rimarrà
qualcosa
:
carina.
proprio
desiderato
memoria
degli
hanno
€
del
alla
confesso,
dal
parole
Gino
avrei
ricevuto;
l'ho
favore
a
é
perchè
ma
dono
cognizione
ogni
Le
cortese
ch'io
é
lode,
fogli pubblici,
benevole
marchese
del
ì
per
scrissero
ne
me
su
Signore.
suo
pigliato
di
lodi
larghe
lettera
una
sia
4C
appena
gli amici
solo
perché
non
ebbe
lei
Ozanam,
nostro
aggiunte,
anch'io
dovute
un
i
del
grato
dei
ziamenti,
ringra-
miei
dono
Poeti
cescani
Fran-
doviziosamente
a
lei
piccolo
solo.
lavoro
redata
cor-
Pensavo
a
che
foggia
un
di
46
accademica
lezione
dei
Connumero
antichi
altro
fra
far
almeno
oltre
contemporanei
Germania
in
di
nulla
questi poeti mistici,
i
ma
letterarj,
sussidj
saprei
non
TOzanam,
ragiona
cui
dell'Italia;
di
sprovvisto
italiani,
Savonarola,
del
settarj
che,
per
di
mistici»
«poeti
de' dotti
consigli
buono.
agli
bene
troppo
conosco
e
sui
quasi
e
nosciuti.
sco-
»
26.
Fanfanl
(P.) Necrologia
Viviani-Della
1854,
Robbia.
Tiratura
parte
a
d'nfizio,e
in
Firenze^
March.
Giacinto
del
Logge
granOj
8°.
in
mandò
del
scrissi
la
regalo
Monitore
dal
nn
per
bello
Il Viviani
toscano.
spillone
La
amicizia.
di
atto
che
era
del
mio
era
lega
col-
Marchesa
mi
marito.
suo
MDCCCLV.
27.
Fanfanl
della
(P.) Vocabolario
Le
Firenze,
1855,
Mounier
lingua
in
16°
gr.
y
XVH753,
É
solo
molti
la
nn
entrò
commissione
prima
regalo, perchè
difetti,e'
accuratissimi
per
le
2
a
è
però
fatti
scuole:
da
i
così
del
me
liana.
ita-
gine
pa-
col.
ch'io
ebbi
In
domandai.
avendo
buono,
sino
giornali,
allora.
ne
da
editore;
un
lavoro,
questo
messo
a
ne
ebbi
che
ha
profitto gli studj
L'opera
trovò
in
bene:
parlarono
e
favore;
ed
solo il Gre-
47
dì
jpuscolo
la
Io
che
altre
lavoro
da
da
perfetto
non
Dante,
in
e
si pensò
osservazioni
fare.
materia
Ad
rispose
si
ma
ogni
qual
come
ben
erano
là, tanto
non
che
fare
in
in
un
Omero,
corso;
prese
fatta
quale fu
oltre
ci
e
qua
cosa,
noto,
avere,
non
potrebbe
la
edizione,
seconda
di
il Vocabolario
modo
giornale
parte
spigolato
la
censnra.
del
asseriva
erasi
Ergo
d'altra
me
mi
egli
questo,
come
alla
ed
velenosa
una
direttore
al
che
screditare;
Virgilio.
presto
scrissi
dell'artioolo,a
nell'articolo;
trovar
animosità,
per
parte:
altre
osservazioni
per
in
le
fatte
quelle
buona
l'autore
mandarmi
forse
fece,
in
presi
pregasse
di
e
Milano
nel
1865.
NOTA.
Stampo
Direttor
la
ciò
di
«
Egregio
«
Io
accolse
della
severo
resta
io
quale
merito;
«
non
se
della
mi
Ed
e
tener
io
io
fatto
né
di
lei
cortesia,
del
al modo
conto
vorrei
Le
alquanto
circa
osservazioni
giate
particolareggià
quejle
recate
conoscere.
Non
se
ringraziarlo
della
geniale
mi
tengo
augurandomi
da
più
troppo
occasione
onorato
più propizia
dico
Milano,
8
luglio
la
conoscenti,
farle
altre
so
dere
poter corrispon-
fra' miei
oltre
Cre-
dell' intendimento
alméno
niuno
ma
ha
avrei
ne
adunque
servirla,
mano
compilato.
compiacendolo
fa;
noto,
lei
sorpassando
dettata.
mi
da
piacque
Vocabolario,
quel
Crepuscolo
le
cortesia,
m'è
quanto
su
non
perchè,
fu
ch'ella
domanda
con
le osservazioni
Vocabolario
critica,
questa
a
allora
sopra.
squisita
benignamente
al
che
con
tocchi
si
qui
alla
grado
specialmente,
grado
detto
ho
saper
intorno
puscolo
acciocché
Tenca,
signore.
debbo
ella
perch'
che
Carlo
di
lettera
questa*
Crepuscolo,
del
verità
per
nota
per
1866.
Di
lei
Carlo
devfho
Tenga.
dal
mi
chiesta,
riche
di
48
Ora
poche
fine
scrittemi
parole
della
mia
Mio
«
8
decem-
mi
caro
quando
coir
animo
per
da
presagiscono
ne
la
Poco
«
che
precettive
gioventù
della
civiltà
nobile
anco
esso
io ti
che
nel
Ogni
all' effetto
cui
air
che
amore
onesto
Il
Cielo
attitudine
faccia
faccia
e
«
d'indole
bene,
Pistoia,
8
hai
in
costui
che
A
fargli
Terenzio
leggere
Mamiani,
chiesto
del
dei
il lettore
questa,
al
Vocabolario.
non
veramente
quale,
consigli,
tuoi
scritti,
pari
invade
un
difetto
come
e
l'amico
grezza
alle-
pura
che
gode
fine
al
presso
la
che
bene,
altri
suo.
55.
decembre
poi che
alla
penso
del
me,
e
mi
tuo
Contrucci.
Pietro
dubito
al
amico.
che
sìa
con
fallire
Afffhx)
Non
presti
proposito,
omai
suo
affetto,
mi
voglia
di
e
onde
riverenza
e
e
colorirlo.
che
e
di
tomba,
rimane
non
galantuomo,
del
quanta
a
le
dei
senso
compaesano
salute
modo
io
intrinseco
alla
carriera,
oscura
che
che
sino
gegno
dell'in-
scordabile
non
sovente,
porterò
bile
inesauri-
del
pochi,
possono
un
potenza
e
è
ed
parte
che
non
non
e
sento
ti dia
della
soccorso
mi
generosità
da
viene
del
d'esserti
orgoglio
di
al valore
mirano,
ti
tra'
segno,
volta,
copia, alla importanza,
avevo
e
intende
ultima
e
luminosa,
debitore
l'obbligo
seconda
argomento
prova
e
son
colgono
scopo.
la
ti distingue
che
deve
ti
che
opere
di
colta
ac-
il merito,
conoscono
ne
fatica,
posta
e
festa
far
poteva
ideata
bene
e
giunse
tua,
Se
vita.
la
dell'
petto
mi
appresso
sapere
e
hai
di
il bene
meco
benevolenza
«
attacco
quelli
Dizionario,
tuo
usi
tue
missione.
sua
del
delle
all' utile
lietamente
Lettere
dono
pregiato
e
venne
sol
Pietro.
caro
Il
«
ti
di
del
il
ricevere
al
lettera
una
queste
aggiunga
Contrucci
buon
in
io
1855.
bre
la
dal
opera^
eh'
lettore
al
dispiaccia
non
ringrazii
caramente
magnifica
lettera
attendevo
al lavoro,
mentre
mandatogli
a
leggere
la
di
fazione
pre-
50
E
esempj.
delle
voci
ò
non
0
grammatiche,
po' più
XII
paragrafo
tante
saprei
non
alla
i
di
non
francesismi
di
ciò
la
lodo
la
allargasse
buono
dal
mal
dal
tuttogiorno
rabbia
una
e
anno
la
a
sembra
me
più
si
da
di
che
regola)
tutto
ben
pensato
il
di
materie
il minor
dov'era
luce,
e
gli studiosi
al
buon
montone.
desiderio
dubbj
filosofia, la
che
male
quale,
dì
creda
di
poi s'assottigliano
a
cercare
Ella
che
il mio
scusi
ò
di
ardire,
servirla,
anche
di
e
sua
in
gittare
matica
gramcoteste
ombra
d'ogni
vi
giarne
fog-
forbito
cosa,
il quinto
e
cerli
ta-
derazioni
consi-
suo
me,
a
non
la
lingua
a
dubitare
la
col
e
Crusca
quel
a
abituar
che
eppure
tenuissime
mente
e
sione
compas-
seguir
per
è quello
faccia
vano
ca-
una
la
e
noterelle
il
appigliarsi
leggendo
Sono
con
e
sperti
delle
e
Ella
dovere
parola:
meno
votato
si affacciarono
preambolo.
ai
di
(sia
soverchio,
grazia,
(anzi
dei
dice
pare
ed
anno
non
sacco
mi
non
e
tutti
e
avverbj
quelli convenga
giovani
vuotato
che
e
ai
che
quelli
ò
su
registrarli
licenza
Ecco,
nota.
anche
che
fa
pescano
agli
non
Ella
che
è
ed
Intorno
Ella
spiega
inventano,
tono,
ìmon
uscita.
poi che
e
a
invece
quello
di
è
Lei
quanto
i Toscani
che
da
menato
bisogna
tal
distinguere
sentirli.
a
comune
partito;
un
società
nelle
in
io
uu
d' uso,
parole
che
saprà
fondo,
proprio
colui
settimana.
una
sono
sputare
é da
i
e
verità
Peggio
nessuno
quel
e
uso;
in
senza
le
vorrei
e
Toscani)
altri
degli
pace
lunghe
perchè
mano,
che
Puoti,
corrispondenti,
trascurare
ringrazio;
e
d'oggi,
uova.
i vocaboli
non
il
italiano
sulle
perifrasi
con
promessa
pure
balla
trovare
mai
sa
chi
simamente
mas-
pei:*icolosa,
es.
bocca
aprir
scrittore
il povero
e
condizione
egli
ad
fare
nel
agli studiosi,
p.
di
al
un
promette
materia
leggere
usate
barbare
come
farfallone,
A
nelle
avvertisse
ch'Ella
è
non
otti-
degli scrittori?
ne
profittevolissimo
gliano
pi-
fare
cercarsi
gusto
e
Quel
il lettore.
guastata.
voci
debba
ch'Ella
bene
giovinetti;
l'anno
le
ciò
al criterio
riuscirà
per
pedanti
tutto
perlativo
su-
se
può
ottimo
se
il
dizionario
dal
come
parrebbemi
minuto
per
che
stesse
se
per
sapere
?
lasciarsi
o
modo
ogni
di
forma
Ella
Crede
missimo'ì
Ad
dritto
io
quella
no
esprimono
che
piede
riconosca
quando
la
facoltà
il
51
vien
mi
io
le
Stia
meno.
Genova,
«
e
prosegua
volermi
a
8
li
di
devmo
notevole
lunghissimo,
mia,
scritti
moltissimi
dove
fa
si
e
coi
simili
luoghi
Ginnasiale,
dell'opera
de'
luoghi,
del
dici,
perio-
varj
particolari
molti
di
in
Rivista
nella
i minuti
raffronto
Mamiani.
pubblicati
Picei,
si toccano
largo
precedenti
G.
di
uno
critici
óbUnio
e
Terenzio
è
come
54.
del
novembre
Suo
Tra'
bene
infinito.
voglio
ne
sano
lari
vocabo-
mio.
28.
di S.
Regola
secolo.
citata
il P.
comparisca
dalla
nel
volgarizzata
Barbèra
Firenze,
Benché
Benedetto
Lisi,
1855,
Bianchi^
e
T edizione
tutta
a
buon
in
ci attesi
16°.
io. É
Crusca.
29.
Emettere
ordinate
Lettere
1855,
feci
col
dato
giornali;
della
ridotta
di
proposito
mi
Napoli,
nel
uso
P. Fanfani.
Firenze,
raccogliere
Ebbe
assai
pagò
dal
1856,
Patta
censura.
per
scrittori,scelte,
maestri.
solenni
il Barbèra
e
da
di eccellenti
Bar-
16°.
in
da
a
E
postillate
e
hèra,
Le
precettive
delle
come
lodi
bene.
grandissime
Ne
Pabricatore,
commissione
per
Scuole, BarbèrOj
Corso
im
fu
ma
del
di
Belle
per
molti
fatta
una
delle
con
traffazione
con-
strazioni
ca-
Barbèra.
1871, in
16\
30.
Fanfani
a
Salvatore
y.
Lancia.
(P.) Lunga
Betti.
nota
filologica in risposta
62
MDCCCLVI.
31.
Movella
Le
del
1856,
Monnier,
riscontrai
La
Grasso
pubblicata:
il
fatta
edizione,
il Moreni,
che
forza
per
Le
di
quel codice
su
dovè
commissione
per
errori
codice, correggendo
sul
Crusca
la
perchè
Firenze,
16°.
in
diligentemente
stranissimi, ficcativi
e
legnaiuolo.
l'aveva
stesso
citare
niti
infi-
questa
mia
Mounier.
NOTA.
La
Novella
di
caccia
toscanità:
tra
questi
lacchezzi,
a
mandavo
cui
ogni
che
gliene
feci,
sue
lettere:
la
«
Vale
Grasso
aprir
per
prima
che
luogo
di
due
gli
zeppe
in
altre
volte
il 2
di
ciò
E
errori.
errato
migliori;
Accademici
nelle
pure
eleggendone
ma
anche
questa
nelle
forma:
Novella
del
il gran
della
Crusca
citate
gli antichi
i novelli
a
il dono
conoscere
delle
la
Verona,
parlò
ne
stampe,
loro
non
me
sulla
meglio
sempre
occhi
in
vostra
da
carissimo
fila
alla
l'opera
far
ebbe
settembre
ì signori
hanno
finalmente
hanno
a
Egli
facevano
allora
Serio
il P.
e' era
ture
scrit-
graziosissime
più
che
cosa.
tesoro
un
testo, piene
in
e
delle
è
coloro
mia
legnaiuolo
bisogno
Grasso
del
di
per
demici
Acca-
erratissime,
Accademici:
53
come
Verona,
«
di
citata
aver
dalle
milanese
40,
sole
di
a
2
seconda
Ho
letto
Crusca,
capitato
mal
O
poveri
di
stampare
S.
Seri
0.
seguenti
almen
nei
toscani
sia
0
f
la
per
ed
giorno
Ed
i
ne
e
bene
almen
illusione
assai
toscani
plebee,
vostri
par
facciano
conto
quanto
secondo
innocente
che
del
più
mio
avviso
;
voi,
a
sentire
se
nella
chezza,
ric-
pochi.
sia
essere
vostro
P.
D.
gliatemi
Vosibile,
posuna
».
Sorio
ganze,
ele-
triviale
nativa
però
scani
to-
ogni
penna
sono
Tiitto
Bart.
le
e
potrebbe
ma
non
udendosi
questa
ma
tori
scrit-
che
dalla
intendano
alcun
i nativi
i
plebea
cader
sia
non
che
ovvia,
cosa
io
alcuna
eleganti
come
voglio
in
riescono
ed
sono,
nostra
ad
vero
toscani,
ne
mio
E
nativi
ci
la
autore
riuscire
lasciano
si
non
!
pratica
dai
V
raffazzonare
Ma
toscani.
ragione
e
da
Sermoni
questi
e
sapore,
coraggio
sanno
di
se
lingua
strazio.
dei
toscani
che,
di
il
edizione
leggermente
non
bocche
sdegnano,
carta.
i
i vezzi
dalle
qualche
darla
più
che
e
cademico
Ac-
quello
s' ebbe
poi
bambolinaggine
potrebbono
meglio
vezzi;
dovette
toscano
nativo
nativi
testo
farne
E
!
gnaiuolo,
le-
Moreni
nel
nella
soli
suoi
ci
costui
toscano,
i
che
scrittura
antica
gramatica
Grasso
povero
da
novellamente
Bernardo,
lingua,
si
dalla
quel
mani
del
libro
guastamestieri
nelle
costi
vostro
il
veramente
pietà
della
lui
tutto
poi
fa
e
di
le
con
appresso
D.
P.
:
«
a
giorni
pochi
vostro
Sorio
Bart.
parole
trascurata
e
1856.
settembre
Tutto
La
Cerio
le
per
cento.
delle
mia
tollerabile
edizion
V
meditazioni
la
è
non
es.
per
0.
54
32.
Rime
burlesche
ordinate,
Le
Monnier,
fatte
il
prefazione
e
di
Dialogo
poi
pagate
Don
se
trova
ne
da
rigore,
a
Sughero,
per
Napoli. L'opera
a
raccolte,
Fanfani.
stampate
cose
filologici; e posto anche
stampata
non
altre
commissione,
per
porti
le
P.
Autori,
Firenze,
12°.
in
1856,
tutte
e
da
postillate
e
Questa,
eccellenti
di
Le
A
che
volume
questo
fa
poi fu aggiunto
prefazione
ebbe
furono
Mounier,
diXS!Antologia
lodi molte
a'Dì-
toscana
favore.
e
da
Adesso
più.
NOTA.
Anche
questa
con
ajutare
i
dialogo
di
buoni
Sugheri,
che
oziosi,
non
Sughero
chiamano
de' quali,
Bastino
Questa
«
La
troppo
è
mia
tardi
operato
con
qui
le
parte
di
.
...
ebbi
viziosa
miracoli,
ch'Ella,
stato
silenzio,
e
dimenticando
della
le
consuetudine
perchè
è
più gentili
e
suo
alle
vero
un
in
luogo
ch'io
Rime
delle
dono,
amorevoli
e
che
di
veder
valentuomini,
di
e
C(mtrucci.
del
miani.
Ma-
del
rispondere,
non
lettere, à questa
di
offendersi
non
l'abbia
poss^ino
di
del
mio
mai
graziata
rin-
à
burlesche,
o
volta
miracolo
grande
e
accompagnarlo
si
teri
gl'in-
pensieroni,
lunghissima
di
altrui
pure
raccolta
d'altro
Mamiani
lettera
una
fatti
da
cosa
conforto
il
nel
i Don
se
rime
paroloni,
del
parole
rispondere,
cortesia
favorirmi
di
; e
di
ciò
sola, contrappesa
parola
una
tali
si
di
ragioni
di
da
proposito
prefazione
però
degli spacciatori
volumi
di
lettura
la
intendimento
il mio
ciascuno
fa da
che
mancarono,
compreso
le
studj, assegnando
Don
il
ebbi
pubblicazione
con
scrivere.
voluto
parole
Io
di
55
tale
bontà
sua
che
non
oltre
passa
dialoghetto
chi
stile;
che
libri,
un
ammucchino
nel
dalle
È
qualche
Non
uso.
così
s' intende
singolare
avviene
vecchio
continua
sanità
racci
pove-
sapienza
apparisce
Io
a
un
reputo
di
scritta
affatto
francese,
sei
all'altro;
capo
interpretazione
dai
Giacomo
tuttoché
da
storo
Co-
noi
riposta
v' è, uscito
del
di
lettera
che,
alla
e
stampano.
moderni
noi
a
proprietà
cervello
la
suo
nemo.
ridono
che
antica
vocabolo
senza
lor
il
intorno
vel
quanta
gazzette
di lingua
si
e
il midollo
grande
duo
la
fr^si;^e
fa, sia intelligibile
appena
studiare
non
ancora
ottimi
ed
Vel
sapienza,
le
Cacciaconti.
secoli
da
la
ancora
gusto
sicuri
scente
ricono-
e
sgarbataggine
con
profitto?
tempo
giojello
vero
Guido
e
e
mia
avere
letto
farà
peschiamo
più
e
Ò
la
sembra
giudicj
cercano
raccolgano
mi
e
di
ne
anno
non
dello
buccia,
pieno
Ma
più obbligato
dire, perchè
integro.
e
molto
rimango
so
la
sano
lingua.
le
da
il
di
ogni
qual
non
voci
e
strutti.
co-
*
12
Torino,
«
settembre
57.
Devino
ohUmo
Terenzio
Il
Contrucci,
schietto
modo
di
uomo
liberale,
Mamiani.
sentimenti,
in
scrisse,
ne
me
alti
suo
lettera,
sua
una
antico
e
e
nel
seguente:
Se
«
discorrere
dovessi
fatica, che
tua
altre,
non
Sebbene
i
potrei
usare
tempi
si
d'opportunità
le
dì
rutile
della
e
sollazzo
quali
alla
Nota
Della
che
il Mamiani
Lettera
del
tutt'
natia
è
de'
Cacciaconti
preservatrice
solènni
vedine
Filosofi
del
parlato
e
aiutatrice
nostro
al
unito
luogo
uso
d'utopisti
sogni
e
coglier
ac-
ture,
scrit-
con
freschezza
nei
ad
abbiano
concetti,
che
proemio.
consiglio
buon
morale
indole,
meglio
virtù
la
dei
nel
propizi
mi
sgomento
piacevolezza
quale
che
par
delle
ventura
le tue
altro
recente
questa
buona
che
nell'animo,
la
nella
la
parole
allo
conservare
politici, è riposta
"
volgan
soccorrere
lingua;
I
altre
di
ragione
sortirà
certo
son
diletto
la
tempo.
sao.
allo
56
svolgimento
tu
dotti
per
resurrezione
e
benemerito
santo
un
elabora
modo
:
pacifico
benefizio
a
di
via,
simile
altrui;
ma
invidia
quel
come
e
:
il Cielo
sono
mi
ci
sincero,
cuore
con
in
attacco
partecipo
col
pensiero
l'idea
della
e
al
corso
persere
es-
l'
delramente
since-
miei
mi
cittadini;
con-
arrecano;
impotente
virtuosa,
durarono
per-
l}raviuin
dei
che
gionano,
ra-
trovo
ringrazio
sodisfazione
operosità
hai
mi
che
il sentimento;
e
ruggine
opere
diletto
del
alla
pensiero
buone
le
tanto
dalla
puro
ben
vita
plaude
e
Spartano,
grato
tutto
con
gode
e
buono
vedere
loro
a
hanno
Io
derti
ren-
gli idiomi
per
successi.
che
spettatore,
allo
onde
civiltà,
si nobili
ottenuto
e
che
a
che
quelli
quale
conseguire
a
te, che, si giovane,
Felice
le nazioni.
di
magistero
della
successo
sicuro
e
occhi
agli
arcano
e
con
nobilissimo
almeno
scopo,
il
si
filologici continui
lavori
della
nazionalità,
delle
fare,
a
apporta
alla
e
al
patria
proficua.
19
Pistoja,
«
aprile
1856.
Affino
Pietro
Le
sante
;
porta
del
parole
ma
il
le
e
vento,
Contrucci
e
le
mie,
loro,
e
e
Contrucci.
Mamiani
parole
son
de' migliori
di
se
me,
le
dell' Italia.
sventura
somma
per
del
amico
MDCCCLVI-VII.
33.
Pafi^fi^atempo
Logge
Lo
rando
propose
anche
del
Zanobi
Antonio
(il) Giornale
renze,
Fi-
1856-57.
grano^
Bicchierai,
Fantocci,
settimanale.
ed
e
mi
nnìi
ad
i fratelli Foresi
esso
io, coppe-
Eaffaello
e
Ales-
58
scuole
figli che
loro
i
risposta
e
stampare.
9
Pistoja,
«
Volentieri
traditi.
sono
ch'Ella
all'articolo
ironica
la
vi
medita
di
fare
posso
scrisse
che
mi
scrittori
del
Passatempo
rimase
stampatore,
Leggete
altri.
«
Caro
«
Ho
allo
l'Ordinanza
letto
Era
a
è
fisico
Più
tali
più
Bamboccio,
da
chi
gravissima.
fece
culla
la
necessità;
quasi
delle
uomini.
Meglio
dicono,
credo
i
quali,
suolo,
che
che
da
il morbo
piuttosto
che
talento,
il proprio
fatti
sicché
dimostrarono
possa
sortir
non
derivi
e
effetto
la
dalla
di
spegnere
più
possano
degli
dei
consultano
esperimenti
buono
come
inscienza
che
fallaci
dimostrano
dalle
ficienza
detenta
con-
salutifero
esperienza,
vaghi
dava
e
cosmo-telluriche,
cagioni
la
del
non
giurato
nutrimento
a
Alcide,
più proviamo
elle
e
fruttificare
da
abbia
l'acerbo
del-
vigoroso
crittogama,
la
uve,
più eletta,
nostro
nel
che
curano
dolgonsi
e
di
im-
cosa
;
poco
speravano
opera
quali ogni
sperpero
che
prosperare
frutti, dei
tecchire
r opera
che
il
il medico
il polso
benevoli
molti
quelli
dalla
specie
i
I
pensiero
abituano
giovani,
di
allo
di
ai
dà
predispongono
tastare
nonnulla
che
medico
del
cura,
solo
ma
noziale.
equi-
ancora
mani
della
non
atmosfera
promettente,
nelle
morbosi,
meno.
o
non
si ben
molestia
il crescere,
che
e
che
il
dello
so
dalla
sebbene
malattie,
siccome
accidenti
e
ed
Passatempo
il povero
vederlo
a
specialmente
caso,
piante
e
preso
arguto,
la
un
per
battuta
sicurezza
si
attacchi
anco
invia
stagione,
che
che
portunissima,
senza
bella
malanno
dolore
un
novelli
a
volere
una
nella
stato
mesi.
otto
è
gli altri
e
non
e
di
mani
nelle
mesi
che
che
del
si vispo,
il riflettere
a
curarsi
a
più rigida
proprio
lettera,
questa
io,
scriverci,
Gennarelli,
avv.
lettera
Pietro.
Spedale
fatta
dall'
ajutato
quando
di
altri
Silvestri.
la
qui
cessammo
pochi
per
rechi
non
Contrucci,
il
lamento
giornale
io
eh'
affmo
suo
Gius.
Can.
non
comporre,
1857.
marzo
Il
E
farò
io
idee
;
tori,
cule
guono
se-
la
gione
ra-
quasi
astratte^
59
dai
esclusivi,
principj
il
pratico,
col
Ben
4C
ti
al
vengo
e
il
tempi,
io
di
quest'
lo
spirito
dovere
di
cuore
di
e
Maccabei.
furibondi
stoltezze
d'oro
la
missione
La
di
che
allucina
non
verità
a
straniero
notte
Per
lo
che,
vedere
e
la zizania
la
risorgere
può
non
mutato
aver
coscienza
pianta
sperderla
a
che
ne
paurosi,
di esperienza,
col
tutto
derisioni,
che
cuore,
vede
intensità
preparati,
a
e
la
scritti
che
colla
color
da
di
rosa,
decisi, la
chi
e
non
scienza
a
guarda
la
spettoso,
so-
torta
via
e
al riaversi;
speranza
altri
stri
mae-
ineffettuabili,
delle
e
civile
aver
nascere,
della
la
a
frutto,
debbono
ci
penetra,
dell'opera,
che
grano.
il
ben
ignara
tempi
diario
incen-
buon
più co'desiderj,
dei
ragione
dello
sul
principj
gente
si regola
malagevolezza
devoti,
da
teorie
a
amaro
più
la
e
rallegrarsi
richiedonsi
ispirati
propria
il cuore
che
cultori,
sia
morale
la
del
si
da
diritti,
evangelico,
ripigliare
non
di
fiaccola
i mezzi
vederci
onde
precipiti
fogliettucci
che
0
e
rigenerazione
alla
esosi,
tutti
di
impaziente
fatale
con
infortuni
risparmiarci
né
dai
gere.
pian-
minuta
gente
portò
dei
le
ancor
educa
non
sementa
natura
strati
gli Ero-
portateci
è il nemico
che
o
l'opera
e
fanno
Italiani, piuttosto
i buoni
venduti
solamente
è la
sulla
i
prepone
la
pratiche;
gli impuri
si rinnovellino
ci
passioni,
forme
con-
necessità
ove
colore,
che
gli
e
rovina,
e
vergogne
parla
domestico,
o
semina
alle
infiamma
e
natura
Mosé,
dei
tato
por-
Meglio
uficj, infine
nazionale
alla
le
di
che
che
male
d'adoprarla,
d' ogni
rovine
doveri,
lusinga
salute
temere
da
politica, che
che
astratte,
è
la
adoprano,
e
e
stampa
bandiera,
mente,
danni
ai
i delitti, le
e
conosci
V
settarj
incendiarj,
e
non
i
gli ambiziosi
Mirando
trionfo.
consiglino
e
labbra,
ebbero
a
che
mano
usurpino
non
di
la
sione
occa-
;
tu
inventata
arme,
dal
clandestina
che
passioni
astringano
comprabili,
e
attualità, porgendomene
significare,
e
metaforico,
della
stampa
sibile,
pos-
Icaro.
io
esco
senso
vero
di
come
dalle
e
adesso
del
col
il volo
evitare
a
della
saprei
non
effetti
o
positivo
ricomparire
dai
che
accorgi
i concetti
misura
e
contrario,
dall'uso
piuttosto
non
regola
quale
non
e
storia, povera
e
se
cose
calcola
qual
vuole
politica
volete
;
che
nella
animi
ammi-
60
nistrativa,
e
vive
guerriera,
Vedi
«
affetto
d'un
Perdona
ciancia
la
che
perseveranza
nasce
età.
nostra
la malattia
portato
Passatempo
del
l
credimi
e
8
Pistoja,
«
alla
raro
ha
mi
ove
qualunque
e
56.
settembre
afffko
Tuo
P.
CONTRUCCI.
MDCCCLVII.
34.
Fanfanl
Piov.
Di
(P.)
Cellini, 1857*
renze,
di
Letture
Si
i
forma.
Più
del
Lori
pubblicazione
cui
la
dairArcangeh,
di
Aurelio
Estratto
del
Gotti.
Fi-
dall'appendice
prodigiosi errori
Poemetto
popolari. Questa
prefazione
rnsticale
delle
famiglia.
correggono
quel
ad
Lettera
Lori,
Jacopo
Poemetto
un
fine
procede
storia, si legge
Poemetto
esso
in
che
ampiamente
V Ab.
del
questa
ristampato poi
se
ne
parla
marachella
una
in
da
me
mia
nella
cando
pubblidi
Volume
suo
da
fece
Tigri
fattami
lettera,
nella
Canti
e
nella
schietta
sua
Vita.
35.
Emettere
in
di
cura
per
Comune
al
P.
di
Fanfani.
Lardano
pubblicate
Cellini^
Firenze,
1857,
8^
É
avevo
testerfe
tiratura
copiate
di
a
parte dalle Letture
fino
Pistoja.
dal
Sono
1847
da
un
di famiglia
codice
graziose molto;
(Appendice);
dell'Archivio
e
vi
feci
assai
delle
note.
e
le
Po-
61
36.
Fanfanl
(P.)
Institutio
operetta
Sta
volume
nel
in
Nazario
per
Traduzione
in
di
puerib's
folio
intitolato
sciolti
versi
A.
Mureto.
Monumento
Gallo, Trieste, Weis,
l'
del-
Carità,
di
1857,
a
139
pag.
colto
rac-
e
seg.
NOTA.
Questo
Due
tre
o
quali^ io,
copie
Luigi
a
le
In
«
della
è
gioia
preziosa,
Libri
E
le
poi
cosi
di
ha
r
morale,
aggiunto
la
eleganza
che
mie
ziare
ringra-
Lei
con
Carità.
stola
L'epibrillasse
vorrei
giovanetti;
cotesti
anima
quali
i
versi, quasi
i divini
precetti
ha
congratulazioni
sincere
saputo
alla
di
esatta
dì
e
quella
intelligenza
cui
alla
il libro
sua
la
eseguire
L' ho
letto
frase
e
dei
giovanetti
Anzi
una
e
e
quasi
gnificata
si-
dell'idea,
di
di
che
direi
alte
di
che
è
onde
modi,
le
bellezza
Ella
lingua.
naturalezza,
ribocca.
versione
purità
semplicità
schietta
facile
non
l'originale,
con
il
per
attentamente,
corrispondenza
quella
conservare
originale,
facile
le
Ella
scòrto
ho
saputo
bello
spirito
i
mente
a
di
che
tutti
versi, confrontandoli
con
ha
di
quel poemetto.
di
i suoi
sempre
offro
cui
con
traduzione
riletto
studio
imparassero
dello
tilissimo,
gen-
sapienziali!
modo
bel
che
informati
«
Y Album
Muretiana
di
volle
ne
delle
poeta
cordialmente
rallegro
per
tavolino
sparso.
una
a
un
:
fatta
una
fu
non
mandar
me
scelta
volesse
dei
mi
di
il quale
seguenti
Italia
in
è
mandate,
bellissima
sul
tutti
arrischiai
Venturi,
luogo
in
furono
ne
me
mi
parole
primo
sempre
Dio
parte
a
che
e
perchè
fatica,
a
d'Italia,
poeta,
non
con
conosciuto
fuori
stampato
libro
è
lavoro
rende
massime
più,
manca
ella
62
latino
nel
che,
;
là
dove
contenute
che
guisa
Ella
ha
sciogliendo
e
le
saputo
fattosi
il primo
versiscioltare
Rucellai,
del
ciò
ogni
tricamente
simme-
bella
ed
nostro
dell' Alamanni,
ed
versi,
i
ed
Caro,
armonia
che
le
dopo
maestro,
cosa.
fati-
anche
varietà
del
seguace
in
esametro,
maestrevolmente
con
in
in
monotona
spezzare
distribuendo
sentenze,
prove
riesce
ne
troppo
sono
che
presso
lettura
la
sentenze
le
anche
fu
in
felici
non
dello
stesso
Torquato.
26
«
1858.
gennajo
Devmo
ed
L.
affmo
Venturi.
37.
Boccacci
co'
le
Le
misi
al
Le
testo.
largo discorso
dissertazione
dal
testo
in
lode;
sopra
volumi
tre
e
il testo
Sta
alle
e
Mannelli.
commissione
al
la diede
me
feci
che
Boccaccio
edizione
traduzione
assai
gli pagò
me
con
il Le
assai
con
una
Mounier,
per
e
per
Lipsia
a
molta
con
epigrafe
largamente,
esse
pur
fn tenuta
parla
una
vigio
ser-
un
fatta
ne
attorno
gran
le feci
del
prefazione egli
a
spesi
volume
opere
sua
16^
vi
e
Fanfani.
primo
Questa
della
egli dedicò
edizione
affermare
innanzi
vita
Nella
in
2,
abbondantissime,
ristampa
1858.
gli altri volumi
come
alla
di
sono
amoro.
nella
nel
quella
La
e
intorno
Witte,
dubito
trato
riscon-
P.
da
Timpegno,
tutto
con
note, che
studio
grande
né
voi.
1857,
lavoro
questo
a
Decameron,
postillato
e
Mounier,
più amorevoli;
cure
con
testi
migliori
Firenze^
Mi
Il
(Giovanni).
volissima.
onore-
questi
così
que' tempi.
38.
Annotazioni
del
dei
Decameron.
Fa
stesso
come
amore.
da
Deputati
Firenze,
terzo
volume
al
Le
alla
Monnier,
Decameron;
e
Correzione
1857,
ci
lavorai
in
con
16®.
Io
63
NOTA.
Sarei
ho
che
lungo,
troppo
questa
di
questa
breve,
del
sua
lavoro,
riuscita
Il
sono
e
mi
vostre
il Witte
dà
il bellissimo
veramente
sembra
che
la
mia
Ho
del
Se
nella
assistito
stato
restato
sono
chiarezza
e
gran
Hai
durata
cure
alla
in
e
di
quella
di
altra
del
di
quelli
loro.
Per
edizione
della
che
quello
sòro
\uanto
l'impegno
importanza,
e
scritto
delle
assunto
afforzato
mi
deve
e
che
non
veggenti
hai
fatto
poi
si
un
volge
ri-
antecedenti.
grave
trovo
esserti
di chiarire
finora
la
portato
che
lunga
come
della
logica,
fitte,
servizio
alla
Io,
nell'altro
reputavansi
principe
accennare
l'ingegno,
nostro,
tenebre
critica;
comprendo
meditazioni
te, cioè
grafia
bio-
nelli.
Man-
il testo
1' argomento,
furono
la
capace
sopra
dell'ordine,
bisogna.
cose,
tanta
Witte.
son
sermone
svolto
sana
la tua
ragione
somiglianti
di
giudizio
rendere
ben
occhi
cui
proprio
del
sinora
ove
servizio
a
hai
che
agli
del
dalle
vostro
quest'
l'esame
e
veduto
peritissimo
con
sicuri
ho
maravigliato
volgari,
ai
di
Novelliere,
meridiana
luce
indietro
attenzione
prima
il
e
sarebbe
:
gran
il sapere,
lasciare
colla
letto
gran
note.
nemmeno
Contrucci
povero
«
vo'
mille
un
traduzione
fussi
se
De-
rendei
ne
ve
Carlo
non
una
vostro
Tutto
E
in
1857.
Giugno,
«
vostro
persuaso
succose
e
mi
iscritto
per
più corretta,
assai
brevi
dirvelo
senza
ringraziamenti.
bel
che
messi
indietro,
lasciare
non
piacere
sommo
con
e
di
scritti
molti
i
57.
giugno
camerone,
però
le testimonianze
recare
citare
e
affettuosa,
ma
Ricevei
«
edizione,
Piacemi
pe' giornali.
su
volessi
se
dal
fatica
di
essere
costato
un
bietto
su-
prestigio
64
Autorità
delle
cui
sbarbare
grande
un
e
acutezza
lietamente
'
mirava
codice
primo
purissimo
inesausto
opportune
mi
che
quelli
della
delle
hanno
non
alla
parole
Tuso
25
Decamerone,
sugose
toscano,
proprietà
significazione
delle
e
benefizio
a
parlare
la
tesoro
e
sagge,
specialmente
del
dote
quella
nazionale,
Molto
errano
spesso
verace
Pistoia,
«
note,
è tua
accoglieranno
il
prosa
lingua.
le
paiono
disvantaggio
questo
della
ancora
fatica, siccome
perfezionato
fondamento
e
tua
ma
che
i dotti
a
solamente
non
erudizione,
che
la
grato
riprodurre
a
tradizionale,
ragionamento,
certo
animo
con
e
di
di
Son
singolare.
pregio
che
solidità
e
cosi
mestieri,
corredo
dovizioso
e
di quella
faceva
correggere
e
dirò
credenza,
della
e
di
e
per
il valore
e
idee.
1857.
marzo
Affmo
Pietro
Per
chi
il Witte
A
parer
edizioni
grande
di
prefazione,
mio
bisognerebbe
antiche
che
Mannelli
(appunto
Masinì
lasciò
approfittò
la
sua
recente
di
Beo
delle
il
testo;
certo
in
grande
dei
nessuno
grado
con
avessero
d' indicare,
più sicurtà,
fatto
i
suoi
se
molti
non
dei
compiute
i
con
passi
predecessori
alla
lo
(ad
due
scritti
mano-
Le
vazioni
osser-
del
critica
nel
sorpassa,
certezza
quale
lo
ha
assòluta,
più dubbiosi,
».
cezione
ec-
consultate
Fanfani,
compatriotti
suoi
L'abate
altro
modenese.
del
senno
il Fanfani
sempre
soltanto
vi
quali
state
sono
e
filologico
studio
e
difficili
passi
e
parigina
ristringono
si
non
molti
gratias)
Biblioteche
però
per
del
unico)
(Firenze 1857).
fiorentine,
stampe
testo
al
cognizione
rendendole
in
fermamente
valore
delle
se
piuttosto
sono
un
molta
materiali,
Cosi
operosità.
io
hanno
edizione
collezioni
delle
non
signorina
accertarsi,
attribuite
con
diligentemente,
sua
diverse
almeno
dice
ne
numero
un
ragioni
non
Fanfani
dell'edizione
posto
dalla
dunque
correzioni
perchè
Pietro
nella
più
queste
a
attenuto
critico
al
che
parole
tradotta
hanno
non
Per
errori.
convinto,
con
le
ecco
Bencini.
queir
si è
curioso,
sua
nella
Carlina
«
fosse
ne
Contrucci.
che
66
43.
voci
Delle
nel
egli
che
apposta
indovinare, gli scrissi
rispose
è, mi
di
di
contro
su
messo
stato
essere
su.
messo
trattasse
che
tutta
cuore,
Udite
di
alla
le
lo aveva
che
galantuomo
schiettamente
confessando
grazia
Io,
tirando
malevolo
buon
di
e
acerbo.
quel modo,
mio
un
dere
cre-
sua,
opera
assai
a
suo
gli fece
awersarj
meco
egli, da quel
AUora
lettera
una
mi
saputo
d'aver
me.
si mostra
il
componesse
fede
toglier
per
amico
vecchio
un
de'miei
uno
di essa
volume
primo
maravigliato
a
scritto
lo avessi
che
il Viani
che
innanzi
poco
de' pretesi francesismi:
Dizionario
fatto
feci
Lo
Palermo.
di
Favilla
nella
prima
filologici, e
Biporti
né'
ristampato
Fu
1S57.
ginnasiale,
Rivista
dalla
Estratto
errati, Dialogo.
de'modi
e
parole.
sue
NOTA.
Rispondo
«
e
vi
scrissi
ed
di
prego
qui:
Non
tale
venisse
lettera
luce
in
consapute
disse
commettimale,
stretta
e
amicizia
e
«
i
sorbe
Di
e
ne
che
noi
alle
barbe'
Reggio
scuserete,
due
a' 16
di
Il
gennajo
vostro
Questo
altri
era
in
un
malata
modo
crucem.
di
dire
allora
;
è
cosa
che
prima
scritto
dell'altro
perchè
le
non
amo
non
conosciuto
Restiamo
s' e'
buoni
un
abbia
non'
più odioso,
gratta
amici
male.
1859.
riverente
Prospero
I
La
bench'io
vuol
ne
e
12,
chiacchiere
voi,
abbiamo
dipinture.
chi
a
ridendo
gli avevate
tale, tanto
quel
piedi
che
guardiamo;
ne
ce
con
avventura
noi;
basti
me
ch'io
alle
dell'uno
i nomi
ora
de'
appieno.
mio
Dizionario,
voi
e
Ne
pettegolezzi.
amico
un
Dirvi
parole.
persuade
lettera
quel
a
molto
creder
mi
mio
il
necessario,
credo
per
a
tanto
che
più
vostra
cortese
e
soglio
vostra
la
un
badar
non
al
ora
franca
alla
comunigsimo
e
affrho
amico
Viani.
in
Firenze,
per
dare
man-
67
44.
Fanfant
del
e
1857,
È
Girone
del
del
opera
di
era
via
la
il Tassi
la falsità
ragioni
dei
Tavola
per
del
cui
su
del secolo
per
la Crusca
e
la
XIY,
farono
gli argomenti
manifesta;
tutti
a
gravi
con
Tavola
sua
codice,
Milano
e
romanzo
contraffazione
famoso
a
il
che
citò nella
il
siale,
ginna-
volume,
grosso
sconcia
comprò
apparve
dalla
quel libro
un
una
conseguenza
per
Rivista
di provare
Crusca
non
se
posteriore.Le
secoli
tre
calzanti, che
tolse
che
e
in
stampò
che
e
è
non
fu fatta, e che
edizione
lo
Tassi,
Trecento,
XVII;
secolo
quale
Cortese,
intesi
lano^
Mi-
particolare.
dalla
dove
lungo,
lereschi
caval-
Romanzi
in
Estratto
8°.
assai
l'accademico
note,
Cortese
Girone
in
scritto
uno
Antichi
(P.) Degli
cosi
stessa
citati.
NOTA.
Altre
due
Tavola
dalla
Cesare,
e
come
per
del
300,
scrittore
Alf agrano,
di
detto
e
fatto
traduzione
una
cosa
Candido,
Sfera
la
citati:
dei
citati
del
opera
tolse
opere
e
da
che
dei
Commentari
me
dimostrata
della
pessimo
la Crusca
mio
mostrai
fine
di
per
400;
del
quella
esser
del
Sacróbosco.
Odasi
ora
giudicarono
come
lavoro
questo
gli amici
spassionati.
Primo
fu
tali
scrive
alla
prendo
di
lettera
del
ella
voluto
ha
Lambruschini,
che
in
una
sua
lettera
mi
che
mi
parole:
Perdoni
«
il
debole
mia
rispondere
per
dono.
dal
Io
ho
libertà
la
d' altri
mano
25, accompagnata
farmi
vista
alla
prezioso
gradito
gentile
libretto
molto
sua
di che
e
il pen-
68
siero
finito
ci
quando
parleremo;
da
ragione
chi
a
sia
illuminazione
ma
Ella
che
gli illuminati
levato
ha
cateratte
le
si
non
da
ricevuta
Gerbone
28
Se
Ricevo
piaciuto
più
il valore
afpino
Lambruschini
buon
cortese
di
Ora
disputare.
la
meritoria
bello
tuo
e
scritto
avesse
scettica
fede
nella
zio
alcuni
degli
per
buon
venduti
richiesta,
che
il mio
o
costanza
grado,
ha
la
pari
tuoi.
Palatina.
pregato,
carattere
sebbene
m'
me
impedi
mi
bella
L'esordio
come
Cambini,
vallereschi;
ca-
raccolta,
nando
FerdiIo
n'ebbi
rabili
mi-
rammento,
Li
invenzioni.
e
più
i Romanzi
che
mani
sdegna,
Granduca
al
mirare
am-
ricordare
l'unica
forse
giorno;
ne
tanto
nella
riporre
forse,
e
stizia
giu-
che
però
tutti
vendè
alle
se
la
del
non
e
da
studj
se
virtù
fatto
di
più bella,
li fece
buoni
sig. Giovanni
del
catalogo
buon
preghiera,
:
dai
mi
materno
descrizioni
vecchio,
; ma
la
scompagnati
le
buon
cura,
e
vecchiezza
III, il quale
de'
non
rimprovero
viste
amatore
le
ti
molto
e
non
orgogliosa,
e
di
scritto
cose
fossero
e
aveva
estrema
fa,
ben
dotto
un
ne
che
civile
operosità,
chiarire
buono
che
filologico
tua
la
sapertene
chi
Arion,
certo
sai
Ogni
gratitudine
seguire
tesoretto
quel
tu
dovrebbe
di umiliazione
un
stato
Lambruschini.
il
Ammiro
che
infingarda,
e
come
viso
veggente.
la
l'età
lieto
con
lingua
della
del
notato,
modo
mio
regalarmi.
si crede
e
e
avrà
al
con
sei
ma
io fossi
il Contrucci,
«
e
lettore
il
giustizia
odasi
chi
maniera
1857.
aprile
Raff.
rende
piacere;
Figline
presso
Suo
Come
questa
con
buona
dolere.
potranno
che
tutti
tanta
con
gli occhi
aprir
assicurarla
ha
ringrazierei.
la
S.
«
vorrei
essere
per
ad
bene
ne
Ella
mio.
parer
avrò
e
Allora
maggio.
a
fatto
ha
Non
vedeva.
ci
il cieco,
che
e
che,
leggere,
a
di
primi
dico
le
vendere,
non
ai
vedremo
intanto
e
cominciato
già ho
che
scritto,
lo
e
rimessi
li avrebbe
che
gliene
poi
al
dati
o
facessi
piacessero' molto,
spe-
69
cialmente
gliana,
12
in
uno
Il Cavalier
erro:
Sole,
del
Pistoia, 28
«
tradotto
co' caratteri
impresso
e
tomi
dalla
Casti-
lingua
italici, intitolato,
il Cavalier
e
non
se
Cupido.
di
aprile 1857.
dell'invernale
Afffho
Pietro
Per
e
ultimo
delie
Ho
«
di
cose
con
gliene
so
non
dirmi
se
accreditare
più
a
ha
renduto
cosi
che
meno
si
vorrebbe
verranno
E
21
Fojano,
il
da
scritto
di
questo,
le
sue
parole
di
consola
nel
le
e
private,
che
e
altri
statuti
credere
che
possonsi
trecento
goffaggini
a
Esso
cosi
un
da
un
di
dire
:
servo
coserelle
in
cosi
mie,
uno
tanto
tocca
lombardo,
con
le lettere
statuti
del
Comune
detto
ben
o
faccende
le
qui
metterò
del
Comune
istile
è
non
proprio
di
:
schietto
e
ci
cosi
e
necessità
datoci
lingua,
Crusca,
della
altro
soffocati;
cosi
si
e
come
decente
farsi
;
baro
barle
per
rimpinzato
dimostra
ci
ferma
con-
maestrevolmente
spiana
testo
Cecina
di
pubbliche,
in
Fanfani
accademico
tempo
abbortiti
o
trattare
positivo
birbo.
costure
altri
dover
italiani,
il quale
gli
con
essere
per
che
Goracci.
L.
letterati
giornal
altre
Fanfani,
e
di
di
quanto
:
Il
Larciano
dove,
osservandissimo
solenni
un
per
di
quanto
«
più
fatto
lui
nostre
1857.
maggio
de'
uno
matica,
matealle
di
caso
Pr.
come
Giron
inveninms.
Suo
E
vuole
del
servigio
ricchezze,
proprio
thesauro
prò
tali
e
di data
critica
corrompersi,
a
false
reputino
regalarle.
Carbonem
segnalato
un
chi
dimostrazione
una
a
di
zibaldoni
alcuni
V analisi
Tassi
tilmente
gen-
smascherato,
V ignoranza,
antiche
Lei
cavallereschi,
avere
per
o
condotto
dal
lingua,
€
impostura
pubblicato
e
bene,
gran
scritture
Ella
recente.
lettere,
V
per
cortese
più
sacerdote,
da
Romanzi
sugli antichi
il
voglio
Y articolo
piacere
gran
inviatomi
dotto
peritissimo.
lingua
letto
Goracci,
il proposto
venga
Contrucci.
del
di
perito
70
antiche
delle
raddrizzare
da
Nelle
cosi
dette
chi
più
esercitare.
a
gente,
ma
grado
dedurre
alti
fatte
:
al
un
toscane
viventi
cantare
della
che
non
sgrammaticature
in
sia
da
son
brava
delle
come
storpiature
le
pistoiese
lui.
qui,
eleganze
molto
d'apprendere;
di
partiti
che
è
e'
nelle
stile
scuole
tagna
mon-
quanto
sa
ne
da
da'
e
acconci
nel
modi
gari
vol-
agli
dovrebbesi
prendere,
ap-
menti
argo-
gioventù
la
»
45.
léCttera
di
Guido
Cacciaconti,
Estratto
a
Documento
di
io
feci
opuscolo
in
lettera
una
di
note
Cellini,
la
ec.
alla
stampata
storia
ciò
Vedi
Giacomo
rubrica
che
da'
1857,
Letture
delle
per
origini
a
Francia,
in
appendice
importanza
somma
assai
dall'
1260
luglio
Firenze,
copie
12
di
mercante
Siena,
di
compagni
dove
il 5
mandata
di
per
e
si
dice
suoi
8^.
in
famiglia.
la
di
lingua,
questo
Burlesche.
Bime
46.
fioretti
(Benedetto).
giocosa.
Tiratura
piena
delle
a
più
Firenze^
parte
dal
saporite
Le
Piovano
grazie
11
Monnier,
Arlotto.
della
1857,
È scrittura
Toscanità.
»-*''^'"3^CN.^~^t.
tura
Scrit-
Medagnone,
in
8\
graziosissima
71
MDCCCLVm.
47.
Capitoli
nel
1317,
volnme
a
Bologna
tiratùi'a
altri
di
opuscoli
P.
da
Fanfani,
scritti
del
note
con
1858,
Scienze
alle
^
in
8°.
^
dal
parte
a
deTortatori
Compagnia
pubblicati
e
medesimo.
É
della
giornale VEccitamentQ\
à^Ym
in
sta
e
nn
stampati dallo Zambrini
Eccitamento^
esemplari
20
48.
Manfani
in
(P.) Voto
dell' Avv.
scrittura
una
filologico-legale, stampato
Siccoli.
Firenze
Bon^
1858,
duccianaj
Si trattava
di forte
causa
interpretare
dalla
commerciale,
lettera
la
di
Il
somma.
fu
vinta
4°.
in
quale dipendeva
Siccoli.
Io
di
giusto valore
lo
contrario
voto
dal
il
vincita
la
o
la
fui degnamente
perdita
Bianchi:
fatto Brunone
aveva
dì una
frase
una
remunerato.
49.
Fanfanl
(P.)
Barbèra^
É
tiratura
a
Lettera
1858,
parte dal
ingiurie, agli improperi!
in
Piovano
al
Almansi.
Dott.
renze,
Fi-
8°.
Arlotto,
scritti dair Almansi
e
si
risponde,
contro
i
sema
compilatori
72
del
Piovano
se
guerra
Arlotto
parla
ne
di
contro
e
lungo
a
Di
specialmente.
me
I
nell'opera
miei
questa curiosa
j^
avversar
tuttora
inedita.
50.
liettere
inedite
di
cura
per
d'illustri
Fanfani.
P.
Senesi,
pubblicate
Celliniy 1858,
Firenze^
8°.
in
È
tiratura
gli scrittori
delle
masi, Claudio
dalla
parte
a
Lettere
Letture
alle
Appendice
di
famiglia
Scipione Bargagli, Giugurta
sono
Saracini, Diomede
Borghesi,
:
Tom-
ec.
51.
Fanfant
Fihreno,
Napoliy
Stampati
ricca
con
e
dotta
nella
ultima
ne
ed
71.
parlò
con
Favilla
di
La
Fabricatore
in
favore
gran
lavoro, il quale fu
ampio
del
edizione
8°.
nella
Giovanni,
il Di
bellissimo
un
Se
letterari.
e
gli ristampò Bruto
Etruria,
prefazione.
e
in
1858,
nella
prima
giornali;
con
filologici
(P.) Diporti
versi
di-
strò
Palermo, gli illuda
ristampato
me
edizione
napoletana
fossero
raccolti
fu spacciata
subito.
NOTA.
Prima
che
questi
Mamiani,
Etruria,
in
allorché
questa
che
Diporti
Y Etruria
forma:
gli
spicciolatamente
cessò,
me
ne
insieme,
aveva
letti
scrisse
da
renzio
Tenella
nova
Ge-
74
è
proprio
una
di
bei
carità
schietti
modi
r impresa
Perticar!,
e
cittadino.
Noi
ad
Italiani
qualcosa^
e
ed
eleganti
s' ha
lingua
Cattolica),
straniere
da
tutti
che
la
studierà
si
la
in
lingua
opera
di
che
ci
però
(non
si arriverà
corgeranno
s'ac-
c'è
nazione
una
dal
buon
tirannidi,
che
po' meglio
un
Monti,
giorno
un
guendo
prose-
vincolo
domestiche
e
S.,
religione
se
chirla
arric-
dal
altro
della
e
V.
e
;
Cesari,
più
e
ad
s'adoperi
veramente
fa
non
della
Civiltà
liberi
esser
altri
dal
Giordani,
quello
della
quella
eh'
incominciata
dal
che
unisca
fiorita
per
adesso
non
si faccia.
20
Vercelli,
«
1858.
decembre
Devmo
Felice
Pier
Che
che
siamo
odasi
«
Chiarissimo
«
Il
voluto
che
ho
Ora,
Dante,
modo
con
cui
a'
dì
ardire
con
fede
Chma
e
stima,
una
col
di
stima
alla
la
quale
osservanza,
mia
cui
con
Suo
ho
devmo
la
con
le
e
l'
onore
un
di
al
luce
un
di
Torricelli.
mento
riferi-
autorità
però
prendo
accompagnarlo
in
della
perpetua
rissima
singola-
protestarmi
ed
mio
voluto
ho
molta
le sia
conto
servitore
F.
di
che
dia
rado
ad
segno
E
chiosa.
desidero,
peva,
sa-
di
sacro,
in
cemento,
e
Arno
alla
Poema
chi
a
il detto
dar
nome,
suo
non
mirabilmente
nel
del
logici,
filo-
rando
impa-
dichiarazione
conveniva
si
Diporti
che
delF
sua
versi
nove
conforto
mia,
mia
il
ha
vantaggio,
cose
bevuto
interpetrava,
d'indirizzarle
della
tutti
scriva
suoi
e
tante
e
ha
non
pagina
grazie
questa
accorto,
Fabricatore
de'
piacere
tante
quale
io lo
primi
dato
avea
molto
con
la
dono
prezioso
notata
una
onorarne
sua
V,
avendovi
di
cemento
del
chiunque
verso
si
e
sig. Bruto
amico
letti
S.
che
n'è
se
coloro,
Torricelli:
comune
lieto
dalla
e
il
studj
di
signore
nostro
farmi
non
si
come
e
Balduzzi.
ninno
qualcosa
per
accorgere,
liberi;
Ma
vediamo.
sia
ci
dovrebbero
ne
se
benché
sa.
lingua
questa
servitore
ammiratore
76
52.
Fanfanl
T.
G.
È
Diamante
pregò
io
si
non
r
del
volle
fece
nella
fermo
una
da
lui;
ma
Dino
servigio
della
ho
se
le
di
riesce
quello
solo
Scrittore
senza
trovare:
esser
lire, dico
e
dichiarerò
celebrano
sufficiente
di
aver
dovrebbe
che
il
vinto
devoti
il
come
di tutta
E
ec.
sola
sua
in
questa
Cronaca!
!
fatti di poco
e
fiatano
XIV,
più
fatti
egregi
suoi
sono
bastar
nemmeno!!!
anche
testimonianza,
di
dugerdo,
sieno
non
di esser
che
Cronaca.
convinto
avendo
Tautenticità
caro
non
del secolo
che
apocrifa,
gente
una
della
trovato
è
? Dalla
cittadino
di tanto
come
dugento
che
ec.
indirette,
dico bene). Io sto
da' suoi
pubbliche
si
quali
fatto mio, tanti
par
i
pur
scolo
opu-
se
avrei
mi
i
prove
provare
del
le testimonianze
che
quella
sostenere
a
tali prove
esaltano
autenticamente,
parlo
a
si
virtù
sue
tempo,
Compagni
premio
quali
tra'
so
per
ed
lite
so-
autenticità
per
con
finché
certo
esser
ma
Cronaca
rappresentato
è
tempo;
sarebbe
non
di
alla
miei,
(non
Lungo:
raccolto,
suo
del
Del
pare
cavano
ne
provata
ma
Dino
stesso
mi
patria:
convertirmi
che
un
Isidoro
delle egregie opere
unica,
di
lavorando
del
altri cronisti
conto,
A
Sta
Compagni
gloria donde
Gli
una.
che
cittadino
gran
numero,
ora
per
gli argomenti
questo:
senza
prof
sogni,
quella
le
con
questo
si tirò
e
gli argomenti
prove
per
valentissimo
sbagliato;
opinione che
altre
abbattute
Ho
signor Hillebrand
il
mia
accumulato
nessuno
zione
colle-
apocrifa. Naturalmente
è
me
io. In
circa
quistioni
ripiego di chiamargli
anche
il testo
per
abbattendo
non
il solito
come
da
chiasso,
gran
che
Compagni,
dire
autenticità,
trovò
fondate
nella
Barbèra, ristampando
il
gli rassettassi
parecchie
Cronaca
fece
con
censura
fatta
Compagni
ne
che
fatto sta
che
me
mossi
Se
Barbèra.
difenderla:
arti, per
Cronaca,
del
Dino
di
dove. si
Arlotto^
da
8^.
in
1858,
Piovano
edizione
una
sbertucciato
Compagni
Mounier,
dal
parte
a
piacevoli
della
Le
Firenze^
tiratura
modi
Dino
(P.)
E
mi
qui,
parlasse
per
strar
mo-
quel
che
dico,prometto
chi
tal
documento
tentico
au-
di
io
a
sia, prometto
sognato.
esser
76
53.
liCtfero
ordinate
in
precettive di eccellenti
da
postillate
e
P.
scrittori,scelte,
Fanfani,
1858,
Napoli
16°.
É
delle
contraffazione, della
edizione
castrazioni
mie
alle
note
fiorentina, salvo
Mte
dalla
che
ci
sono
borbonica.
censura
54.
Prefazione
Dizionario
Nuovo
P.
da
È
Fanfani.
tiratura
una
mie
note
deir
Accademia
francese
della
lingua
francese,
Le
Firenze^
dal
parte
a
Arlotto;
e
suo
tradotta
in
1858^
Mounier^
Piovano
al
ci
8^.
delle
sono
lessicografiche.
55.
fiorentina
per
il
contro
Bufalini.
scrissi per
La
gli
della
Professori
dei
Protei^to
insulti
Firenze,
commissione
dal
scritti
dei
1858,
detti
medica
scuola
in
Prof
Betti
4°.
professori, ed
essi
la
marono.
fir-
56.
Terenzio.
Le
Commedie
tradotte
da
Pietro
Fanfani.
Le
però
cominciai
ne
ho
sin
nel
1845;
qui tradotte
e
Y Andria
tre
sole, né
fu stampata
so
se
nel
BorgMni
potrò finirle.
:
77
NOTA.
Come
Tommaseo,
al
terino,
a
La
forze.
mie
tal
lodata
dove,
VAndria,
il
mi
la
quale
mandai
propone
forma
alla
renze
Fi-
a
il seguente
cose
altri, più di
di dar
invogli
si
la
rispose
traduzione,
qui perchè
reco
opera,
tradotto
ebbi
prima
letle
sopra
sufficiente
me
di
proposta
quel
valentuomo.
La
«
traduzione
Ma,
onore.
potrebbe
0,
mi
di
invece
di
italiano
buone
Ci pensi
3
Firenze,
«
ottobre
tradotto
belle
:
da
e
da
di
meglio
questa
sarebbe
ella
Plauto,
Teatro
il povero
delle
farle
tanti,
scene
arricchire
traduzioni
spagnuole.
e
vivace,
e
più
le
Potrebbe
Aristofane.
meglio
Terenzio,
italiano
in
recare
franca
pare
cesi
fran-
commedie
carità.
doppia
46.
Tommaseo.
MDCCCLVIIUX.
57.
Piovano
di
brigata
primo
begliumori.
lo
anno
il Barbèra^
Si
ed
in
onta
senza
io eravamo
ed
paura.
la gente
di
stampò
in 8^
i' compilatori
tacci
0
fece
Capricci mensuali
(il)Arlotto.
Ebbe
gr.
del
erano
con
il Le
carta
Prefetto,
Foresi
1857,
Firenze,
come
Mounier^
(Raffaello),Fantacci,
ilPiovano
lettere; e credo,
grandissima
senza
nota
pure
ed
io. Il
che
ratteri.
ca-
Vita
mia
parlavamo
superbia,
due
be'
con
accoglienza, anche
di
Il
gli altri
leggerassi nella
e
una
1858-59.
eccellente,
impiegati n^l Ministero;
di
;
Fan-
liberi,
presso
£a.cesse
78
molto
mi
bene
mi
di
appose
Ma
ciò
di
averlo
che
maggiore
Uno
tacci
mortificazioni, ma
delle
da
altri.
finire nel
1860,
veniva
dovè
e
della
Toscana,
facevo
senza
del
quello
dotta.
con-
ne
e
Fan-
ebbe
dannosi.
effetti
senza
Interno,
dell'
Ministero
nel
molto
il Landucci.
sotto
fu
fracasso
più
avrei
io
né
era
allegoria politica eccellentemente
impiegato
era
veste
sotto
capelli, dacché
i
per
granducale;
fecero
infermo,
illustre
Egli
che
scritti
si
toli,
le dispute col Tor-
ebbi
lo scherno
scriverci,come
a
studi:
luogo.
suo
Governo
continuare
degli
Un
del
tutto
buoni
somma,
ci tirò
mi
politica del Grovemo
quella
pericolo potuto
in
larghissimo guadagno,
ci dava
la intolleranza
perchè
i
italiano;
lettere
sue
combatteva
propugnavano
schernito, quando
a
Si
rivivere.
il quale
più largamente
Il Piovano
delle ultime
nna
gravissime. Qui
cose
Àlmansi,
Doti
col
si
liberale
si dicevano
in
vederlo
ciarlatano:
movimento
il
piacevole,
e
dì
sapeva
secondava
di
il desiderio
significa
ciò che
il Gnerrazzi
che
tanto
:
NOTA.
Come
il Piovano
che
pelame,
odiato
cosi
tiravano
tutte
da
potrei
del
quella
mi
Tommaseo,
mi
«
di
con
Il
scriverci
ho
da
Non
scritta
ce
ne
la
e
era
camorra,
nianze
testimo-
ogni
valenti.
un'altra
del
quale
Ad
del
Viani
del
Guerrazzi,
sarà
altra
dato
ricor-
e
testimonianza
la
quella
; e
come
autorità,
onesto:
su,
gusto
mi
qui
di
di
maggiore
come
recar
Cuochi
rimetterlo
Piovano
sapienti.
Infinite
intelligenti
ed
e
e
citato
bravo,
de'
vero
?
di
vituperarlo,
fosse
non
d* ogni
ciarlatani
combriccola
persone
piace
buono,
propone
veri
sempre
articolo
air
dubbio
se
desiderio
modo
circa
da*
de'
e
di
persone
recarne,
vederlo
con
ogni
le
svilarlo
a
veduto
ben
era
martello
era
letta
dove
senza
:
diletta
potrei
questa
e
:
parola
Ma
ammaestra.
lo dico
in
coscienza;
soggiungo
io
e
come
ché
giac-
(chiedendone
79
perdono
scusa
e
meno
che
letterarie
Seguiti
«
5
«
amerei
non
avrà
e
certe
che
prima),
guerrìcciuole
di
più
e
vedercele.
frutto.
buon
1858.
giugno
Tommaseo.
Oh
«
la
di febbrajo
Oh
mi
cappiotti
gli è
sia
nuovo
i due
e
Dio
lor
il
danaro
anno
subito
a' 5
Reggio,
corte
di
tre
ecco
dite
dispense,
associati,
eh'
e
«
Grazie
venendo
vostro
ridotte
di
jene
della
tutto
;
nella
fronte
al
del
rosario.
p
prima
al
;
ci
per
mal
hanno
scrittori
sismo
non
regolo.
La
una
parmi
rimontare
la
battaglie,
reo
fionda,
di
tanto
Tarla
assunto
sottoposti
si accettano,
ci
e
la
su
ha
sudice
gallo
al
mandato
della
corrente,
e
mutare
frombolarlo
Le
lezioni
col-
avemmaria
leva
non
liberali,
il-
—
giornalisti,
vorrei
e
e
Lilliput
danno.
di
alla
se
lettere
astiosi
dei
il
lingua,
Firenze
ridurre
e
sposa;
le
e
p
il flagello
Macedonia
affatto
anima,
ultimo
cristiano
levato
i moderati,
sono
lei:
pedanti,
i
servile;
adattarlo
da
come
merce
di
ricevo
vedervi
cavadenti
ricuso
non
ricorda
Gli
per
Arduo
io
sasso
dei
agonizzanti
e
ma
che
un
stato,
poi
ho
amareggiò
mi
Tutto
;
giganti
in
anima
amai
parte
avvocati.
pericoloso:
r
in
altrui,
degli
e
pure
ghiottoni
parervi
per
città, che
letteratura.
e
statura
che
deplorabile
colpa
cuore
Viani.
che
aperto,
*del resto,
in
cortesie,
le dico
grano,
tacere
per
e,
glierò
racco-
ne
1859.
febbrajo
continue
cotesta
da
per
amico.
delle
al
cuore
ed
che
io
Prospero
Signore
un
manderò.
TtUto
«
dove
sa
Barbèra
al
e
libri,
mai
chi
e
quello
;
veglie,
presto
non
copia,
:
:
due
le
che
1
davvero
caffè, nelle
mia
scorso
glielo
e
la
casa
buggerone
le teste
girar
spensa
di-
questa
beglìumori
ne*
Io,
Alle
dell*
mandi
4C
di
indovino.
un
legge
averlo.
per
fuggir
visto
son
si
tre
è
Anime
!
fanno
qui
eh*
cosa
Piovano
siete
Cuochi
articolo
spiritosissimo
a'
saporita
nostro
del
que' benedetti
fanno
la
lombardesimo),
il
(scusate
oh
bella,
dei
sieno
di
clericali
misurati
i suoi
Tes-
80
sali,
i
e
S
Triballi
suoi
Berchet
perchè
;
gialla, quegli
cera
letterario
uno
tutto
sta
ci
Credo,
R.
Contemporanea
che
mandare
mondo
Foresi,
massime
Però
che
ministero,
chiamano
«
\
Livorno,
22
attenzione
di
è
eh*
quel
posso
—
che
si
che
si
mo'
Lanzi.
dei
chiasso
al
ebreo,
coso
a
chiamare
ri-
a
parli
quanto
pubblico,
del
donne
di stile.
e
Ne
farei
dagli
poi
e
s' intitola
le
pubbliche
io
ficiale,
arti-
Digny,
bene.
:
iscrivere,
per
e
sarebbe
quale
deputazione
in
tesoro
mio
Alessandro
richiamare
senza
chiama
D.
i
del
Arlotto
al
associati,
per
il P
ed
ma
alla
di concetti,
cosacca
compagnia
Piovano
il
faremmo,
pel letame
passato
magari
in
lo
letterari. Antologia,
*
in
politico,
po'di bucato
essere
soldo
questi pei
suae,
Giornale
un
un
dopo
venne
altro
air
forse
Giornali
contro.
il Lemonnier
e
avessimo
al
scomunicati
vengono
peccati juventutis
noi
costà,
inteso
bene
Gioberti
e
pei
Se
senili.
peccati
letterati,
1873.
marzo
Affino
F.
ed
servo
D.
amico
Guerrazzi.
MDCCCLIX.
58.
Crazzinl
(Ant. Fr.)
riscontrate
Le
fatto
feci
I
U
scrivere
al
di
titolo
di
scrisse
Guerrazzi
si
questa
e
dacché
Nuova
Rivista
antico,
il
Antologia,
e
la
contemporanea.
e
non
si ricordò
Firenze,
suo
ma
è certo
dalla
Direttore
sig".De
Crusca.
Europea;
certo
la
dunque
Rivieta"ì
né
che
Gubernatis.
di tali
essendoci
altro
il Guerrazzi
fosse
intenzione
della
soli
due
Firenze
ebbe
che
continuazione
fu
in
che
le citate
è tra
Europea,
Rivista
È
Fanfani.
Monnier.
essendoci
intendere,
può
Rivieta
dichiarò
come
Le
edizione
Contemporanea;
la
P.
die;
Comme-
Lasca,
16"".
in
commissione
per
Europea,
terarj. La
titolo
amore;
con
contemporanea,
periodico
postillateda
1859,
Monnier,
È
Lo
e
il
detto
ribattezzata
Né
di
Rivista
di
altro
periodici
let-
giornale
col
ebbe
in
la mente
Europea,
82
62.
I"^anffaiil
Tiratura
a
Ci
misi
scrìssi.
di
8^
dissi
b
le
scrivevo,
Nannucci.
gr.
popolare,
tristizie
la
per
il Nannucci
che
diventò
la
quale
la verità,
spassionatamente
amicissimo,
di
quando,
me
Vincenzio
Enciclopedia
ogni studiò;
quando
contro
dalla
parte
di
in
1860,
Pomba^
TorinOy
Vita
(P.)
dandomi,
scor-
fatte
aveva
nemico.
mio
NOTA.
Il
mi
parole
di
.
soscrittori
.
tutte
6
Torino,
le
lavoro,
le
queste
con
tutte
come
le
manderò
la
fra
gli associati
sempre
.
a
«
stampato
pedia,
Enciclo-
della
parvemi,
conti
mi
:
mio
che
Appena
Grazie
stampa
del
Nannucci,
il
bellissimo.
sue,
cose
Ebbi
Direttore
Mauro,
ricevimento
accusa
«
;
De
Francesco
cav.
prova
pubblicazioni.
sue
1862.
maggio
Suo
(U
cuore
Mauro.
De
63.
Fiera
e
la
Fanfani.
Mi
Tancia,
Le
mi
prestò
pubblica.
guazzabuglio
tutta
con
Molte
del
note
con
Firenze^
ci misi
che
il
(Michelangelo,
BaonarrotI
e
tenni
Buonarroti,
1860,
a
e
molte
di
in
La
Pietro
16^.
il
codice
grafo,
auto-
Ministro
della
zione
Istru-
riscontro
allora
ci feci, valendomi
note
Salvini,
illustrazioni
Monnier^
cura,
Cosimo
e
Giovane).
in
aggiungendone.
parte di quel dotto
83
MDCCCLXL
64.
Fanffanl
Leone
Papa
n
Barone
residenza
8°.
Eicasoli,
avendo
darvi
per
belle
le
regalare
di
156
farla.
pitture
Io
destinato
anche
festa
il Vasari
che
25
fattolo
ballo
e
alle
e
X
ne
a
snntnosamente
strassero
illu-
si
che
quelle stanze,
diede
giorni;
di Leone
; volle
in
fece
agli invitati;
ci spesi buoni
quartiere
e
di
di
quartiere
Firenze,
il
Toscana;
una
illustrazione
tale
Vecchio.
della
Governatore
del
addobbare
con
in
del
Pitture
Palazzo
in
1861,
Murate,
Le
(P.)
fui
sione
commis-
la
me
a
per
ricompensato
lire!!!
NOTA.
Ecco
del
il testo
Al
4c
II Governatore
strare
col
le
Vecchio,
R.
volta,
risoluzione
lire
italiane
diede
Papa
di
ieri, darle
ad
opera
Leone
di
una
sodisfatto
province,
Palazzo
in
del
segno
gratificazione,
centocinquanta
a
illu*
per
carico
suo
una
della
Depositeria.
«
«
di
queste
Illma
Y.
quartiere
assegnandole
aggradimento,
sol
del
con
S.
la
quale
volle"
di
generale
pitture
governativa:
Fanfani.
sig. Pietro
4c
modo
lettera
della
Firenze,
(Direzione
il di
della
8
febbrajo
Istruzione
1861.
pubblica).
Il
Direttore
M.
interino
Tabarrinl
84
65.
U
Grazzetttno
Barbèra,
Lo
1861,
feci
copie numerate,
col
e
rarissimo;
e
ed
tirandone
mio,
prezzo
di
20
lire per
offrono
ne
conto
a
al
nome,
se
Gigli. Firenze,
16^
in
associazione,
per
Girolamo
di
lire.
sei
una
cento
Ora
sole
mente
natural-
è
copia.
66.
Boecaedo
Firenze,
1861,
Barbèra,
Fatta
L'amorosa
(Giovanni).
commissione
per
ediz.
dell'editore
Fiamnaetta.
diamante.
Barbèra.
67.
Boecaeclo
Il
(Giovanni).
ediz.
1861,
Burbera,
Decameron.
diamante
;
renze,
Fi-
voi.
3,
con
vignette.
Xa
quella
feci
di
per
del
commissione
Barbèra,
e
ricopiai
il
di
testo
Mounier.
Le
68.
Hanfforzlo
(Lamberto).
storica
Firenze,
La
lavoro,
Logge
stampai
che
Sarà
per
tradotta
del
conto
dal
fu
piacque
molto,
di
ristampata
corto
e
1861,
;
e
misi
spacciata
in
Anabattisti,
latino
grano,
proprio
Gli
un
da
in
grande
ben
volume
Fanfani.
P.
8°.
studio
presto
di
razione
Nar-
tutta
traduzioni
in
questo
la
zione.
edi-
mie.
85
NOTA.
Non
ricordo
lettere
di
gli scritti
né
amorevoli,
persone
testimonianze
si
non
può
grazia,
buono
"
é
non
Inghilterra
tezza,
in
e
mi
e
tra
il
a
la
toscana
recitare
con
naturale
è
battisti^
Anala
ma
lo Scisma
avere
mano;
di
Gli
latina;
di
vostra
taneità,
spon-
ammirabile,
proprietà,
candore;
e
parecchi
getto
primo
isvel-
con
fu
ma
bene
fatica.
di
a
21
1861.
aprile
Tìdto
vostro
Bartolommeo
Ora
in
primo
per
storica
parve
fossero
con
Verona,
«
Venga
scrittura
la
vostra
non
somma
vostra
la
spesa
ride,
difl3cili
quali
entrarmi
per
narrazione
Davanzati
che
io
molto
brani,
la
popolarità
anch'
penso
cune
al-
delle
e
le
:
ordita
vi
tuttavia
:
gravissime,
registrarle.
male
del
la
qui
né
giornali,
ne'
il facessero
scrittura
traduzione
vostra
che
lode
lusinghiere
o
persone
Sorio
P.
Bellissima
e
d'
di
piace
bravo
e
di
sospettare
mi
di
vediamo
valentissimo
quel
D.
P.
Sorio
Vito
Don
di
uomo
0.
Pomari.
«
V.
S.
silenzio,
mille
due
dopo
italiane
prose
fosse
usata
com'
altra
cosa
è
che
stata
in
di
sul
i
per
lettere
sue
a
riesce
me
tempi,
tutto
e
cosi
ci
25
novembre
dotto
e
migliori
se
rentinità
la fio-
parcamente
qualche
1861.
lasciar
indietro
gentile poeta,
queste
accademico
parole
della
devmo
FORNARI.
V.
vo'
mio
gratissimo
regalerà
Suo
Né
il
perfetta,
scritto
Quando
del
delle
una
direi
e
lo
principio.
scontento
essere
simigliante?
Napoli,
«
carissime
tutti
di
di
ragioni
Manforzio,
del
dono
ha
di
Luigi
Crusca.
Venturi,
86
Sopra
«
ci volle
io
letto,
libro,
non
nervi
di
che
debba
cotesta
ha
libri
esserle
svelti
4C
Li
10
vivificare
fatica
quale
fa
non
benedetta
sé, tanto
di
le
lodi
di
il mio
istruite
Per
un
gentile,
e
me
lo
e
restò
seppi
solo
tenni
ne
un
valentissima
scrivere
€
Monsieur,
€
Je
Oli
viens
mains,
son
attrait.
style
tirer
de
Et
"
ma
grande
qui
animo
assegna
la
le
de
et
qui
et
satisfaction
qu'on
ebranler
n'etaient
ne
il valgono.
ultimi
donna
tempi
signora
ella
belle
fait
j'étaìs
Dello
stessa.
traduction.
tomber
dans
entre
de
un
frappé,
nerfs
mes
j'avais
mon
dus,
rencontre
d'abord,
pas
a
de
ces
mais
su
me
engourdis.
oublié
extrème
:
era
l'enchantement
bientót
m'a
l'ouvrage,
quando
questa
ragione
una
timento
sen-
d'esprit complet,
distraction
ma
che
quella
a
livre
di
muove,
questi
dans
ce
rimente
pa-
gentilissimo.
hasard
delassement
pur
si
votre
encore
negare
hanno
di
in
di conforto
donne
nome
di
ouvrant
precède
d'ecrire
il
questa
a
anonima
cose
a
caso
e
voici
dans
comme
posso
più, perchè
accablement,
mon
lettre
manière
beau
non
se
per
que
me
non
le
tout-à-l'heure
»
En
—
moments
mauvais
votre
et
ne
lire
Anabattisti
mes
la
de
fossero
loro
celato
lettere,
francese
«
l'animo
da
poco
in
in
né
mi
pezzo
mi
lettera
una
educate,
bene
e
cara
affmo
di bene
poco
Pistoia, perchè
a
più delicato,
sono
Ma
lodatissime.
stava
un
che
negare
giungesse
mi
che
signora
debole, voglio
posso
non
persone
che
f
Venturi.
L,
e
sono
i costrutti
spontanei
ma
prefazione,
ma
;
e
della
grazie
nella
lieve
una
libri,
Suo
traduzione,
che
1862.
del
Io, confesso
cotesto
nell'
nei
dice
non
gusto
eleganza,
nelle
mostra
parole,
le
che
studiato
com'EUa
bene,
facili
i modi,
che
costata
fatica, la
ha
quanto
maestro
il
scorge
Ella
che
riletto,
scioltezza,
saputo
Credo
parlata.
si
l'uomo
lingua,
dei
vi
Con
anche
parti
Che
dirlo.
il dono
prezioso
Anabattisti,
suoi
alcune
Ben
I
stile
studio
lingua
in
saprei
altra
neir
dei
ed
è stato
mi
poi
aggiungere
abbia
lo
tutto
de
lire
plaisir
qu*à
souvent;
votre
mais
et
87
dans
ayant
peu
Monsieur,
je
que
n'a
appris
de
traduction,
une
cette
bornes
m'abstenir
puis
ne
de
plus
eu
je lisais
que
admiration
profonde
temoigner,
vous
alors,
dans
mon
incognito.
C'est
€
etonnée
m'a
assez
forme
aussi,
ìtalienne
votre
dre
tout
vous
que
qui
contraire
au
qui
devoué
de
dù
l'idiome
tonte
et
egale
et
jamaisi
;
faible
Veuillez
«
etranger
chache
me
j'ai
Pistole,
je
semble
de
son
ombre?
nous
que
dans
aussi
Monsieur,
ne
mon
cette
en
suis
je
à
plus
un
tiers
Et
je
ne
nous
ne
27
D*une
aoùt
dédaìgner
très-humble
r"^*^"àl^^lB'^^-,^
entro
vous
exaltement.
les
homma-
1861,
votre
mon
con-
profonds
li
fort
tout-à-fait:
femme
femme,
suis
un
vous
d'elle
que
allez
vous
en
sents
me
pardon-
lu^
Et
serve
et
soignée,
de
—
avez
savante,
admirant
me
certitude
timide
dono,
et
la
mais
et
je
moyen
ce
hardie.
ren-
vous
non
Monsieur^
dire^
vous
car
prie
vous
me
ne
veut
istruction
une
tout
que,
je
qui
femme
trop
flatterie
une
pas
distingués,
qui
est
langue,
et
nàitrons
sincers
et
etrange
qui
pas
reste
chez-nous,
àme
d'une
re^u
elle
n'est
une
pas
langage
moi,
toutefois
inspirer,
eloge
femme,
qu'avec
connais
ges
si
notre
ce
doit
besoin
l'adresse,
et
Que
vous
à
jugement^
un
talents
vos
une
Faut-il
craintive^
donner
cet
le
n'a
vous
occasion.
«
à
peut-ètre
trouver
je
mais
demarche,
sa
de
voyez,
c'est
compri
aise?
cela
avez
bien
si
toujours
ouvrage
hommage
son
ner
vous
que
changeant
mais
particulier.
orgueil,
celle
semblé
il m'a
conservant
cas
votre
Gomme
«
au
que
interèt
un
à
suis
ne
dire
j'ose
la
en
ignorance,
raon
!
Je
«
et
difflcultés
de
et
de
cause
vivement;
surmonter
la
à
peut-ètre
admiratrìce.
88
MDCCCLXIL
69.
de' Medici
diLorenzino
Morte
di
Edizione
125
Duca
Alessandro
al
J^a
e
-
1862,
Monitore^
copie.
spacciata tntta, benché
Fu
del
e
Il Lamento
-
Firenze^
Lorenzino.
di
16°.
in
Serrezzana
di
Cruerra
Lia
4
costasse
lire.
70.
(Dino).La
Compagni
bèray
.n
edizione
1862,
mi
Barbèra
pregò
Cronaca.
Firenze,
Bar-
diamante.
che
strettamente
gli
curassi
il testo
del
io
questa
^
edizione,
innanà
volendo
non
Compagni
Bino
all'articolo:
qual
ristampar
era
sbertucciato
Tortoli.
Tedi
ec.
71.
Pleeoloniini
ragiona
cura
per
in
(Alessandro).
della
bella
di P.
delle
creanza
Fanfani.
Firenze,
Dialogo
donne,
al
dove
si
pubblicato
Monitore,
1862,
16^
Lo
furono
feci per
associazione
spacciate
tutte
con
a
buon
un
numero
guadagno.
determinato
di
copie,
che
90
MDCCCLXIII.
74.
Donieiileo
fani.
Firenze,
di
Edizione
del
Logge
poche
di
note
con
retto,
Fio-
P.
Fan-
12*^.
in
1863,
grano^
copie fatte
Bel
del
Pome
XIV
secolo
del
poema
Il
Prato.
da
associamone.
per
75.
Rlnueeini
del
secolo
XVII
del
Logge
Libro
di
H
(Francesco).
Le
Usanze
di
P.
Fanfani.
note
con
1863,
grano,
molta
cnrìosità.
in
8^.
Questa
è
Firenze,
di
Ediz.
tiratura
JBorghini del quale si parlerà più
fiorentine
50
parte
a
copie.
nale
gior-
dal
qua.
76.
(il) Primo
liaehera
Mi
fatto
tutto
provai
a
che
Ne
di
cosa
parlare
usato
aveva
fu fatto
un
Torino, soffiando
andò
tanto
da
in
quella onesta
sotto
alla
processo
nel
là
fuoco
che
se
libertà, e nel
lorenese
il governo
sordina
un
tale
che
ne
fece
un
letto
giorna-
un
1863.
Firenze,
me.
con
di
numero
nel
al Ministero
mi
faceva
affare
modo
cevole,
pialotto.
Ar-
Piovano
deirintemo
T amico:
di stato,
e
mi
e
la
sa-
91
rebbe
andata
onesta
persona,
Io
cosa.
male,
il
smessi
se
non
quale fece
subito
de' privilegiati
di
altissimo
nn
in modo
far
la
godere
a
era
il
che
funzionario, brava
si desse
non
giornale, vedendo
ed
alla
seguito
di
non
essere
libertà.
77.
Fanffani
Barbèra,
Lo
commissione
per
prendere
3000
lire
pagina;
le
la
occasione
E
è
piaciuto
che
quel
mi
molto
giornali
e
Civiltà
Cattolica
empietà,
nello
fatto
mezzo
Qua
essere
posso
tolsi
della
stato
conservar
via
che
Contessa
calunniato:
odio,
o
la
mi
di
luì.
e
credei
Abatino;
e
proprio
alle
e,
i
parve
libertà,
l'abate
Egli
di
di
La
il
Tigri
no;
perchè
son
di
Pistoja,
Abatino^
trapelò,
e
e
alle
di
giurò
che
prò
di
sì poteva:
poi
cedei
fatto
avevo
mise
che
quel
ma
parole del Tigri,
col
V onore
all' Arcangeli
voce
lo
quasi
e
aver
Tigri stesso,
concordata
nero,
tutti
da
a' moderati
di sopprimer
del
sempre
contraij giudizii.
alla
risolutamente
e
hcìbébo,
parlò
ne
rali,
mo-
d'altri.
o
color
di
manutengolo
pregasse
Baroni,
fosse
o
se
diede
mi
discrimine
pelo
un
e
me;
aggiunte,
combriccola,
troppa
l'opera mordevo
di
cioè
sqlennissimO; Lodando
critico
da
pagine,
poesia mìa
dei
a
di
capricciose,
empio;
parve
contrattai
libro
Questo
libro, se
stette
ritratto
dissi
Farticolo
il
cagione, fatto
garbatissimo
al Tommajseo
preghiere
libro
vituperj contro
Tommaseo,
fu
censurando
là per
senza
sparger
il
e
le
lo biasimavo,
scritto
il
quale
pagato
nullo
prevalevano
uno
600
setta
preti però
si
fece
la
per
aveva,
un
a'
di
materie
fuat
che
letterario,e
lato
dell'Indice.
perchè
Uscito
pag.
quale
qualche
veruna
male
pareva
gli awersarj
dal
a
Rutulusve
bene:
codino;
libro
Tros
tricolore.
0
rosso,
il
molte
intercalarvi
appartengo
non
x-1036.
edizione.
seconda
a
16°,
minore
avrebbe
piacevolmente
cosi
toscano.
col
non
mi
tanto
dell'Uso
2 in
Barbèra
lavoro
una
per
polìtiche, e
io
così
che
e
del
un
per
trattare
a
come
mi
o
lire
volute,
avesse
e
1863, voi.
Firenze,
feci
5
Vocabolario
(P.)
così,
e
noa
bonopads
Tommaseo,
feci
la
92
che
dichiarazione
avversario
tino,
di
ne
questa
mia
il merito
mio
quel
a
io lo feci
che
raccontando
e
onesto
impaurito dalle
dichiarato
di
Tommaseo
stesso, denunziando
dovè
disdirsi.
diffasamente
è
opera
che
spacciata tutta;
fosse
Barbèra
ma
da
cosa
ci
non
leggersi
fame
voleva
al lavoro
compenso
che
d'
del
e
farci
dovevo
Biografo
ec.
ec-,
di
questa
arrogantia
verbo)
profitto.
voleva
non
Il
accresciuta;
rifusa, e
accordo, perchè
al
biografo
il
qualche
con
e
aveva
scrissi
edizione
La
edizione
seconda
trovati
ed
mQ(àbsU
a
quale
menzogna,
—
diletto
con
una
siamo
anche
pare
e
tempo.
suo
a
il
però
Tigri,
mio
un
togliere tutto
Io
Tigri!!!?
del
e
cosa,
e
bugiardamente
Tommaseo,
sfacciata
la
anni,
per
asserendo
del
minacce
azione,
pigliandone cagione
falsamente,
cosa
del
buona
dieci
cosa,
procedere,
difese
altra
Ogni
trattata
sarà
le
prender
questa
ogni
mia
mio
fiorm-
giornale
un
dopo
ora,
mi
No, signori. Un
in
me
questa
Ed
biografo ha rinfrancescato
biasimarmi,
di
di
cedevolezza.
?
è vero
sparlar
a
il merito
anche
bonaria
tutti, non
a
cagiSne
prese
atto
principio dell'opera. Questo
in
legge
lode, e parrà
togliermi
per
maligno
a
di
degno
pareva
si
dare
un
su.
NOTA.
Nel
gravissimo
miste
ai
letteraria,
parte
cortesia
per
la
lodi
troppo
ringraziai
ne
il P.
rispose
La
biasimi
scritto
bello
e
Curci,
parte
Pregiatissimo
Signore.
«
A
scrittori
degli
nome
di
ringrazio
nella
pure
siamo
sua
del
riverita
dovuto
delle
cuore
Ma
a
farlo
ciò
più
forse
ed
a
erano,
io
per
della
Civiltà
Cattolica
gentili
cose,
noi
modo,
che
siamo
cosa
che
a
la
atto
di
mi
la lettera:
e
mio
che
Ella
lieti
che, avendo
nel
bel
non
Le
merito
per
de' quali
nome
Ecco
qualche
per
vi
Cattolica,
scritto.
dello
4. Certo
appuntare
riusciti
benigne;
autor
«
Civiltà
politica,
compilatori,
i
forse
della
suo
sia
nostro,
ci dice
lavoro,
stato
dee
spiacevole.
dire-
93
carsi
bontà
alla
molto
nel
suo,
quale
uomini
negli
di
abbiamo
lettere
di
pieno
ossequio
servitore
M.
C.
Recherò
e
anche
di
P.
«
Signor
«
Non
libraio
di
Balduzzi,
accetto
il
posto,
do
piena
v'è
una
Ella
dice
parole
fare
«
Oh
ho
non
Ma
mai
Ella,
parlar
«
si
come
che
far
un
se
mi
20
ne
più
se
la
francese
cosi
maneggiar
altrettanto;
la
di
bene
solo
delle
f Ma
parola
in
modo
un
scusi, soggiungendo
Toscana.
il suo
dialetto,
per
capitale.
63.
Suo
C.
»
zioni.
restri-
queste
modo
a
parole
professo
settembre
pria,
pro-
costretti
ne
noi
usar
legio
privi-
spesso
gli sfugge
se
rovellano
s'ar-
il
quattro
penta'e
ove
che
siamo
diciam
come
malgrado
comune,
Milano,
dice,
sa
a
Riverendola
«
non
inteso
gli altri
avvezzi
un
calzante,
ch'egli,
fuor
vitalità
sulla
come
non
sta
altri
voi
si barattano
quando
è raro
là,
vuole
che
cose
affrontare
osano
e
che
mi
scrittarello
valeste
ne
qua
toscano,
vivo,
dire
ve
mai
sebbene
a
giudicare
non
E
Lombardi.
del
Cosi
molti
negare
chiama
se
que'Lombardi
contro
per
c'ha
trovi
mi
ch'Elia
quello
approva
incarico
io
lettera
Questo
al
perchè
avvisto
sua
toscane.
e
ciondolano
qualche
con
di
bene
frasi.
delle
noi
Roma.
di
diedi
quelle
BorgMni
suo
s'arronzinano
cosi
e
nel
di
nella
Toscani,
ai
rimpulizzirsi,
per
Liceo
però
essersene
frase
ch'Ella
massime
parlar
e
deve
se^hen
ragione
del
La
Ma
e
R.
Come
ec.
tratti
si
quando
dispiaceranno
di
parole
amorevoli
quell'articolo
Dizionario
pedanti
spiegazione.
mi
presentò
di
letto.
ha
Le
suo
beva
bricciche
sante;
e
vere,
unicamente
offertomi,
il dono
che
mandarmi
mia
le
Vo-
dal
perchè
cose
del
preside
ora
CuRci.
mio.
stesso
nella
dir
a
molte,
altre
le
per
Cantù,
del
materia
prende
anche,
Felice
lettera
una
dell'uso
recherò
suole
non
raffermo
le
me
Devino
càibolario
mirata
am-
comune.
Intanto
«
che
dote,
una
essere
dell'animo
affmo
Cantù.
avere
94
«
Carissimo
«
Lessi
cosi
da
legato
Mi
la
umane
lettere,
una
dir
cosi
Firenze
a
Che
poi cosi
articolo,
professare
giova
umani
poco
alla
intorno
gentili
e
»
i saluti
Aggradisca
«
opera
fossi
Torino,
di
Matrigna.
peggio?
fece
scortese
allo
Rivista
mostrarsi
e
Yoca-
non
posta
a
del
libro.
risposta
alla
Crudel
di
non
la
Bologna
da
Storia
per
assai
del
s'i'
e
venire
all'autore
mano
piacque
mandato
vorrei
chi
a
toscani;
non
catene,
parte
buona
benedetto
sempre
pei
queste
baciar
«
ho
e
volte
più
già
massime
santa^
per
rilessi
e
dell'uso;
Solario
Fanfani,
Signor
affettuosi
Il
che
manda
le
devmo
suo
P.
F.
afpmo
ed
Balduzzi.
78.
varie, alcune
di
cura
in
il
(Michelangelo)
Buonarroti
delle
quali
Fanfani.
P.
mai
non
Le
Firenze^
giovane. Opere
stampate,
per
Mounier
1863,
,
16^
Anche
è
questa
citata
fatta
è
da
me
ogni
con
diligenza;
zione
questa edi-
e
Crusca.
dalla
79.
(Ani
Doni
P.
di
cura
per
Firenze^
Lo
feci per
la
vita
la
materia,
e
Francesco).
Fanfani,
con
Barbèra^
1863,
commissione
del
bibliografia la fece
la
e
che
I
volentieri
la
postille
Barbèra;
il
Bongi,
cedo.
pubblicati
Marmi,
voi.
2,
zioni.
dichiara-
e
in
16^.
io feci prefa^one
che
già
aveva
e
note,
preparata
95
80.
Fanffanl
Le
Le
Firenze,
toscana.
É
(Pietro).
lavoro
Monnier,
le
pronunzia
riprodussi
Le
stadio.
Vocabolario
nel
desiderio
per
regole
stesse
pronunzia
12**,
in
fatto
commerciale,
pnnto
senza
della
1863
Monniery
puramente
e
Vocabolario
e
segni
del
la
per
gra/nde.
81.
Canzoni
IHie
Rovezzano
Bruscaccio
da
del
Giuoco
del
del
grano,
1863,
Estratto
politiche
;
di
Descrizione
Firenze^
Logge
8°.
in
ed
Borghim^
dal
la
aggiunta
di Anonimo.
Calcio,
XIV
secolo
del
è
molto
documento
curioso.
82.
ESf^ortozIone
nel
fatta
Firenze,
Tiratura
di
molta
Logge
dal
allo
al
1459
del
della
Divina
Duca
Berso
di
grano,
à
Borghvnì
curiositàr
studio
per
poche
1863,
copie,
i Dantofili.
»^'*-'\^3|cv-w^"
in
con
media
ComFerrara,
8°.
note
mie.
É
tura
scrit-
96
MDCCCLXIV.
83.
Andrla
fani.
È
(U)
Logge
Firenze,
tiratura
di
parte dal
a
Terenzio,
del
tradotta
III.
Anno
P.
Fan-
8°.
in
1864,
grano,
Borghini,
da
*
84.
IVarrazIoni
Lenzi
di
1864,
É
8^
in
di
cosa
del
P.
Fanfani.
Ediz.
di
Trecento.
50
É
tiratura
Domenico
di
poesie del medesimo,
Firenze,
del
Logge
grano,
copie,
importanza
somma
Diario
le
biadaiolo, aggiuntevi
note
con
dal
estratte
a
alla
storia,
dal
parte
ed
ò
scrittura
sima
bellis-
Borghini,
85.
Rleordo
di
una
di
1468
sulla
piazza
della
festa
fatta
I
Vedi
al
n»
56.
in
giostra fatta
S. Croce
Firenze
;
in
Firenze
aggiuntavi
la notte
di
nel
la notizia
Carnevale
in
98
.
Fortuna
«
La
del
Boétie)
gran
maestro
Egli
ha
nulla
deir
delle
forme
e
ci
arcaiche
egli
maestra
far
vedere
sia
Non
produca
dispiaccia
N.
di
prima
riserbando
Castagna,
l'
per
«
Caro
«
La
mi
giunse
fino
mi
destò
molte
che
a
semplice
e
che
luogo
al
molto
non
al
A
fu
modo
da
se
avere
due
e
Stefano
de
il
lettere,
Conti;
dotta
tera
let-
fanno
Lettera
tutti
un
S., quest'una
Se
altrettanto.
V.
del
non
i libri
Montaigne,
francesi
traduttore
casta
come
fosser
di
e
l'
deldiede
l'autore
va
il
vemente
soa-
e
speranza
e
e
ardito
ora
che
copiosa
pare'
arte,
S. gli restituì,
cosi
era
di
Cellini, ed
la
mi
franchezza
forma
perdere
piacer
dirglielo.
so
non
dalla
Boetie
la
fiato, tale
un
sprezzature
col
assaissimo
questa
ma
che
Augusto
quella
quelle
fare
volesse
V.
di
ardito
Gozzi,
alla
avaro
e
»
solenne
tutto
veramente
e
ora
traduttore,
Discorso,
ogni
chi
d'
io
lumeggiati
ed
col
a
che
luogo
a
di
letta
conosco
più,
esatta,
altezza
io
il vivace
morbido
l' ebbi
io
nell'animo,
null^
tradurre
frutti.
di
altra
un'
crediamo
seguenti
seconda
Discorso
del
che
cose
le
Fanfani^
Pietro.
versione
non
tali
ci
e
Franchini.
signor
sua
la
appendice
Francesco
di
il leggere
pria,
pro-
grafica
lessico-
e
del
Ma
di
la
cellìniana,
mani
Cesari.
dalla
tutta
alchimia
:
e
che
grammaticale
sempre
ora
facilità
trovammo
nelle
sé
da
riguardi
senza
cesellatura
al
letto
tanta
con
un'
con
scienza
fu
come
perfetto
che
tive
na-
testo.
al
averlo
dopo
potente
leva
una
impaccio
un
la
come
più
perle
fedelissimo
cimento,
una
perdere
singolarità
e
le
dipartito
saputo,
vecchio
oro
sciorinato
al
ma,
miracoli.
fargli
ingenuità
restando
sì fosse
non
aveva
dell'
piacque
più
dall'
impossibile,
dell'autore;
bella
viene
si
Fanfani,
de' suoi
senza
il raffronto
prima
da
lettera
sapere
Boètie
nostro,
fatto
abbiamo
mano
La
preciso^
meno
Pietro
uno
discorso
(il
non
fatto
qui
egli ha
;
dir
del
pure
naturalezza
Di
che
incanto
pareva
la
stile, ha
di
lìngua
nell'originale.
ammodernato
ne
non
nostra
che
averlo
possiamo
noi
nella
eflftcace
evidente,
Noi
che
e
certo
innanzi
abbondante.
segnati
lei, la
e
ricchezza
nedetti
be-
99
nazionale
più
la
e
studi
degli
comunanza
si farebbe
e
ancora.
Ma
«
tutte
che
le
del
Francese,
la
quale
se
pur
né
antico;
di
studi
del
Platone
suir
fossero
uomo
morale
principio
onde
gli mancò,
a
non
crede,
una
verità.
Egli
vasta
molti
son
tutto
e
a
e
;
lume
un
e
purché
di
io
fatica
«
grande
un
e
sarò
S.
Città
niente
e
i diligenti
rotto
in
12
Angelo,
ed
E
fra
iscogli nel
«
Arrivato
bello
che
non
del
un
ritorno
ancora,
de'bttoni
che
svolger
a
stano
gli bafallacie
e
tutto
questo,
dirglielo,
stima
alla
certo
che
mani.
le
1864.
maggio
suo
e
di
cuore
Castagna.
Fanfani.
Pi'sa, ho
a
mai
saprei
Contr*
m'intendo
non
osservazioni
errori
pure,
batterò
dizione
l'eru-
pertanto
ostante
non
utile
con
bastano
non
tasia,
fan-
scettico,
ora
profittevoli
e
di
profonde,
gli
non
l'anello
giuochi
a
Nicc.
Carissimo
Invece
insegnar
lo faccia
che
quello
Montaigne
il guadagno
bene,
a
Tutto
«
lui,
poco.
non
S.
italianamente,
io
e
uomo.
V.
se
spirito,
allo
sortito
argomento,
abbia
non
essi
pur
grande;
è
vestirlo
sua
lui
ma
di
di materia,
e
ali
le riflessioni
i luoghi
piena,
più
ha
fu
senza
che
vigorìa,
non
Il
cinico
verecondia
vero
molti
far
Montaigne
è
e
con
il
bene
la
patia
sim-
di netto.
volti
or
l'anima
e
secolo
le
statò
ed
tirato
questa
se
contraddizioni,
là;
sua
guasto
ingegno
a
ruppe
la
il nostro
ma
poi
italiane
sente
e
spenna
e
sarebbe
non
turba
e
giù
stati
lasciate
opere
che
di affetto
buon
il
se
tra
dolcezza
Aristotele,
nò
e
è
far
si
ma,
gliele taglia
non
S.
tradurre;
che
giù
V.
simpatia
pensi
buono
entrambe
fu
fu
smettere,
trascina
ci
Se
forza,
non
di affetto
bisogno
al
mano
e
che
piuttosto
non
dia
di
pensiero
suo
la
legge
se
piacere
del
poi
Montaigne?
del
cioè
Autore,
è
dirò
le
opere
dair
è
doppia
Uno
nulla
questo
scrittori,
e
un
suo
nuovo
a
dovere.
ringraziarla
con
la
Lettera
italiano
di scrivere
all'arte
in
trovato
nostri
vera
de'
libro
Vunione
Vunione
altresì
del
regalo,
La
l'uso
de' modi
o
io
assai),o
temo
antichi;
tra
si
duzione
tra-
sua
Montaigne^
(e ne
e
le
e
e
lo
dirò
studio
popolari
e
100
ghiribizzosi
fatta
par
mi
che
più;
di
crescono
grazie,
i
zie;
gra-
i debiti
pagare
è
ella
ma
m
finezzja, talché
poter
non
gravi
e
Grazie,
V unità.
po' di
un
eletti
delicata
mai
sorge
dispiace
giorno
ogni
ne
e
più
de'modi
più
e
spontaneo
solo
e
che
grande
con
è
tutto
nobiltà
la
con
ricco,
e
spero
li condonerà.
me
7
Pisa,
€
di
1864.
màggio
Tutto
suo
Conti.
A.
88.
Fanfani
(Pietro). Scritti
del
Logge
dedicato
a
in
tre
di
Bivista
PassatewjpOy
e
feci
anni
11
Ln, 8,
Foresi;
KaflFaello
a
piacevoli della
nel
8°,
in
frontespìzio
con
in
x-312.
colori, pag.
È
1864,
grano,
capricciosi. Firenze^
e
raccolti
Firenze, (V. EUratti
Arlotto.
Piovano
nel
vi sono
e
parecchi soci:
fu
guadagno
le
Morali,
Lo
copie rimaste
molto
i diversi
feci per
furono
Ann,
scritti
1844)
associazione
vendute
tutte
grasso.
NOTA,
Ebbe
io
voglio
Maffei
libro
^
caro
di
Valore
signore,
frutti
a
me
ne
del
ha
suo
ringraziarla
e
dato
la
scritta
mi
da
ieri
bellissimo
quanto
una
molte;
lodi
Andrea
acciocché
cosi
la
questo
gentile
spirito.
ed
mano;
Ella,
nell'inviarmi
prova
ingegno.
vorrei
e
scrisse
reco,
danno
si
gentilezza
e
che
mandai;
lettera
una
gratissima,
lettera
la
glielo
si onori
basti
accoglienza
solo
recar
quando
parecchi
che
libro
questo
Non
cosi
ho
della
parola
piace-
101
lettura
vole
del
come
ed
cortese
Ella
eh'
mi
procaccia
affettuoso
ricordo
questi
con
lavori
serberò
che
siti,
squipel
sempre
donatore.
illustre
'
Mi
«
creda,
9
«
d'alta
pieno
Lei,
di
stima,
signore
caro
1864.
giugno
Devotissimo
Maffei.
Andrea
Altra
testimonianza
Ministro,
vedila
Commendator
del
Una
all' articolo
Broglio,
Casa
allora
Fiorentina
ec.
89.
dei
Regola
in
di
note
con
P.
Frati
Farif
di
ani.
S.
Jacopo
Bologna^
d'Altopascio
Romagnoli^
1864,
12^
feci
La
54
delle
del
commissione
per
letterarie
Curiosità
lessicografico. È
Romagnoli,
citato
dalla
;
ed
in
che
mi
fine
e' è
pagò.
uno
È
il volume
Spoglio
Cnisca.
MDCCCLXV.
90.
Compagnoni
in
di
note
con
(F.)
P.
Teorica
de' verbi
Firenze^
Fanfani.
Jouhavd,
italiani
1865,
12^
La
e
combatto
contro
feci per
commissione
facendo
parecchie
le
alcuni
dottrine
miei
del
del
note,
Jouliaiid, correggendo
e
Nannucci;
morditori.
facendoci
con
una
una
molti
prefazione
risentita
rori,
er-
dove
Noterella
102
91.
Fanfani
Lettera
(P.)
al
dantesca
Prof.
G.
Ghivizzani.
Sta
del
Domte
volume
bel
nel
Centenario.
Firenze^
il
e
secolo,
suo
Cellini, 1865,
in
4®
occasione
in
fatto
gr.
92.
di
ProTerbJ
secolo
XIV,
feci
Lo
note
con
Natali^
Firenze,
Salomone,
1865,
commissione
per
parecchi
errori
dichiarazioni
e
di
Fanfani.
P.
16°.
in
Albanesi;
signor Tito
del
citata
edizione
prima
della
del
volgarizzamento
si raddirizzano
e
dalla
Crusca.
93.
Fanfani
(P.) Della
Malatesti.
Sta
del
commissione
altro
per
non
delle
volume
al
Daelli,
furono,
1865,
Gorradetti,
Milano^
innanzi
poesia giocosa,
allora
mio
editore.
dovevano
come
Malatesti,
del
poesie
Le
essere,
Eime
nio
di Anto-
e
e
la feci per
del Malatesti
da
curate
16°.
in
me.
94.
SaTonaroliana
Landucci,
Luca
del
1865,
grano,
Estratta
delle
Questo
idolo.
dal
(la).Estratta
quali, in cartapecora,
Piagnone
per
Logge
8°.
in
Borghini,
di
Diario
Firenze,
de'Piagnoni.
uno
dal
e
tirata
ci
altro, non
è
un
a
sole
mio
approva
40
copie;
epigramma
tutte
le
in
sola
una
sul
stranezze
Frate.
del
suo
103
95.
Fanfani
italiana,
accresciuto
1693,
XVI-
pag.
Si
quistionò
misi:
un
il lavoro
che
Teditore
di
confessa
miei,
i
e
hanno
lo
di
i difetti
che
agli studiosi, e
simili.
di
manutengoli
Tal
dal
ha
quasi
e
8°
in
ha
altri
gr.
Che
da
parti
T hanno
Manzoni.
vedo
Fanfulla,
benché
io,
nosca
co-
ò di utilità
il lavoro
i
nemici
soliti
il
preferirsi
tutti
resa
I
Ed
che
collezioni,
sue
ultimo
per
frutto.
senza
io stesso
delle
grasso.
dar-
da
spaccio, tanto
mirabile
molto
editori, e
molte
me
il compenso
per
avuto
guadagno
ci sono,
che
1865,
migliore articolo
screditarlo, ma
giustizia
rifacendosi
Mounier
Lo
il
per
fatto
averci
lingua
terzo,
un
Mounier^
lodi, ed
molte
celebra
cercato
col
pezzo
ebbe
Le
della
col.
2
a
di
che
più
Firenze,
rifatto.
tutto
e
(Pietro). Vocabolario
altri
ad
lavori
giudici competenti,
degli altri?
curare
NOTA.
Per
ogni
altra
lettera
garbata
dove
competente,
Viani,
Prospero
di
basti
testimonianza
lusinghiera
gli piace di dar
guente
se-
che
più
giudice
staffilate
quattro
la
a'miei
avversarli.
«
Mio
4,
Non
carissimo
più
messo
paese
materia
vita
tutto.
forma,
a
mia.
di
dal
Mi
Imaginate
i buflfoni
lingua
non
che
e
piace
con
Dio,
vi
valgono,
la
la
animo
qual
mandate
una
vogliono
vostro
ricevuto
mai
stampa,
tutti
del
subito
ho
non
Fanfani.
riveritissimo
ringraziarvi
poi
Viva
scorrerlo!
tutti
bravissimo
Vocabolario:
in
caro
stare
posso
desideratissimo
e
male;
insieme,
dono
legatura,
la
io
mi
sia
volta
a
quel
i quali
un
in
granello
104
di
ignoranti
tanto
del
tal
bricconi
e
quel
per
Italia,
la
mio.
Caso
finché
n'ho
Vocabolari
gli altri
e
dell'
altro
debbono
di
immuni
come
ben
ad
che
provai,
caro
Fanfani,
dire
le
di
alcuno
più
Io
darlo
me
dono.
Di
su
più
desiderabile
«
me
capita
ne
prezioso
altri
con
la
di
voi
cordiali,
più
proverò
Reggio
tutto
la
State
testa
a'
ed
grazie
e
altro
In
lavoro,
e
me
a
abbiate
gratulo
con-
metto
pro-
buffoni,
ora
per
sempiterne
Domineddio
lasciate
vi
me
vi
del
e
mio
ne
prenominati
?
è,
non
parola,
una
e
opere,
francese;
che
capo
che
esenti
è
Quanto
cuore.
innanzi:
sano,
da
rallegro
alla
tali
Bagno
vostro
del
affettuose
che
sa
esserne
noi.
lavori
asserire
documenti,
da
presero
ne
noi
voce
questo,
qualunque
ponno
la
compiacetevi
genti.
con
non
che
esempio,
i Francesi
anzi
voi,
di
due
questo
to', chi
o
:
straccino
vantaggio
che
con
dare,
gri-
a
giovino
Questi
sorta
niare
testimo-
tutti
maggior
voglio
non
si
e
ch'io
cominciato
che
gola,
abbiate
mi
può
ho
di
da
parere
conosce
toscano.
d'ogni
anche
e
in
avviso,
difetti
da
notate
dite,
io
Io
potrà
ch'io
è
uso
mio
a
genere.
sieno
ed
dell'
studiosi
agli
e
simil
Voi
vostro
mi
tavolino,
da
recare,
lingua
chi
ma
gello
sug-
Duolmi
d' uopo.
perchè
è
primo
e
glorii) che
ne
lavoro,
finora,
mirabile
ben
me
cortesia,
pariglia;
griderò
è
essere,
vostro
assaggiare
avea
dall'altra
dell'animo
e
n'
debbon
e
Questo
singolare:
che
tanta
con
renda
potuto
ho
n'
(benché
nominato
e' è Cristi.
merito
in
parte
vi
che
Sono,
pantofole.
: non
vostro
genere
una
vostre
delle
polvere
se
le mie
vostro
abbondi
ogni
contentezza.
neir
Emilia,
Il
l' ultimo
vostro
affmo
Prospero
di
agosto
osseqmo
1865.
amico
Viani.
96.
Fanfani
(P.) Dialogo
morte
della
Melodie,
Napoli^
in
Teresina
Prudenzano.
Sta
nel
volume
intitolato
Fiori
e
1865,
in
8*.
106
Gotti, Domenico
Giuliari, Anrelio
Castagna,
N.
Consolini,
F.
GMvizzani,
Gaetano
Frascella,
M.
Lorìni,
A.
A.
colò
Nic-
Gazzino,
Bianchini, Giuseppe
I. G.
Drago,
Isola,
Valentinetti.
Gius.
NOTA.
Per
il restante
valentuomini,
molti
e
che
altro
per
io
già
Prefetto
del
allora
e
leale.
«
Caro
«
Ti
del
ringrazio
ho
al
giornale,
fare
posso
cesco
di Fran-
lettera
pubblica,
dottissimo
uomo
il
attendere
un
in
tutti
libertà.
di
; ma
che
pel
Ti
vita.
l'ignoranza
e
quest'anni,
Accetta
di
nuovo
rei
aiuteil
e
libertà
le cose
per
mi
non
il buon
cedono
con-
animo,
credimi
4k
Pistoia,
4
novembre
1862.
Tuo
F.
Ma
tra
una
le
del
aggiungiamo
quali
il lettore
sig. De
anche
si
Gubernatis.
queste
altre
maraviglerà
affmo
amico
Franchini.
tre
forse
testimonianze,
di
il
faccende
le molte
tengo,
l'Editore.
del-
quando
a
fantasia,
di
scienza,
l'uflacio
per
momento
barbarie,
gran
dottrina
quando
a
italiano
senno
trascurate
domestiche,
la
con
possibile
robusta
e
affettuose
e
libro
la
e
sarà
sento
di
il
diligenza
mi
contro
gentili
letto
lunga
le larve
sotto
strozzare
debbo
che
anch'io
d'insorgere
delirio, che
la
auguro
che
delle
e
Ho
quello
quale
volentieri;
vogliono
dono,
bel
ammirato
Farò
prurito
molti
Istruzione
Pistoia,
di
l' accompagnano.
ed
piacere,
Liceo
da
Non
la bella
della
ministro
bene
carezze
taccio.
qui
accolto
Pietro.
che
parole
io
quali
istampi
non
Franchini,
e
cui
le
fu
Borghini
il
lusinghiere,
ebbe
ed
intelligenti,
dagli
Italia
della
vedercene
e
107
4C
Chiarissimo
«
Ho
r
il
sig. Cavaliere.
ricevuto
la
fascicolo
certo
sono
gl'Italiani
che
disinvolti,
addentro
ben
giudico
spontanea
di
confronto
Cesari,
bonissima
fabbrica,
ch'ei
persone
accattata
mette
dal
che
ma
in
di
del
Illustre
«
Del
30
troppo
Borghini
questa
com'EUa
il
sarà
bella
il
meglio
a
più
eh'
miniera
ricca
e
tante
profitto
io mi
di
tostochè
Siculo,
che
si
meritano
vi
L'ho
in
nel
che
loro
quanto
derivare
a
rapidamente
e
mi
a
centro
duto
avve-
sono
dialetti, com'EUa
piglino
e
grazie
adoprerò
ridursi
illustrando
già mantiene,
il
i
vive
tutta,
possa
essa
collezione
intiera
studj.
dire, ricorsa
Calabrese,
fra
di tutta
promette,
il Friulano,
parte
trattato
quelle
favore
cresceranno
1"
1864.
maggio
UóbUigatissimo
€
Mio
€
Dunque
cosi
non
dice
suo
Gdbernatis.
De
Angelo
come
porzioni
pro-
gli studiosi.
«
cosa
moda
di
Cappelli.
della
dono
suo
rendo
Filologia Italiana,
la
e
le
agevolmente
come
alle
1863.
gennaio
liberale
io
o
percorsa,
bene
signore.
grandissimo
da
duzione
tra-
scarpette
e
fuori
roba
Ant.
«
naturale
cincischiata
e
attagliano
come
scena,
lo
zione
tradu-
più
giubbettini
non
sta
code-
di
rigattiere.
Modena,
«
la vestì
dino
guar-
nuova
grazia
studiata
della
che
della
di
scana
To-
Toscanità
della
il saggio
e
ove
linguaggio
del
di
e
formarsi
per
concisi,
l'articolo
e
fuori
periodico
vive
Perciò
interesse,
con
domiciliati
e
più significativo
in
del
letto
suo
forme
terra.
di Terenzio
ho
nati
del
d'evidenza;
pieno
L'
anche
ed
an^ante^
puri, appropriati,
alle
privilegiata
e
conto
gran
13
del
pregma
Borghini.
del
faranno
scrittori
sua
signore.
il
stretta
veder
Lei
Borghini
ed
più
nella
non
esce
affezionata
la
sua
Licenza
da
visita
più?
io
sapermi
mensuale.
all'ultimo
mi
ci
ora
Ma
quaderno?
fatto
era
dì
è
zione
privaproprio
io
sotto
108
detti
il velame
cortesia
dirmeli,
Se
fossero
essi
saperne?
è
né
da
far
punto
quelle
belle
più
notizia
di
molti
che,
saprò
quei
dispregiano
S.
direbbe
V.
S. di
scolaro
Ed
Ma
che
ora
resterà
il
loro
per
ella
Borghini
il desiderio,
alle
hello
lo
geenne
stile, lo
altri.
dagli
il 10
quel
vuole
non
libri, condannati
usato
Angelo,
finiscono.
mi
sapendo
non
per
mi
andrebbono?
sia.
scritture
vorrà
e
non
lo
dove
e
eletti
vedendolo
Città
«
cosa
perchè
sol
basta,
e
di
morto,
che
ì\ pulsate
e
motivi,
quelli significati
smettesse,
petite
altri
vedo
bastante,
\\
e
voluto
ha
perchè
a
che
precettore
strani
versi
66.
del
Suo
CASTAaNA..
NlCC.
I
motivi
nascosti
veramente;
che
erano
ma
il
ora
buon
Castagna
è
non
il
tempo
sospetta,
di
ci
palesargli
provargli.
•--'"^"
MDCCCLXVI.
98.
Fanfanl
Fedi.
La
tima
Pistoja,
feci pregato
testimonianza
mi
regalò
del
morto.
nn
delD.
(Pietro). Ricordanza
Gino, 1866,
del
dagli amici
d'affetto
anello,
e
una
a
in
8° gr.
Fedi,
e
qnel valente
mata
di
Leopoldo
bottoni
per
mio
da
dare
anch'io
amico.
camicia
La
che
im'nlvedova
fdrono
e
109
99.
Fanfanl
in
si
dove
Zambrini,
dà
secolo
del
italiani
Lettera
(Pietro).
al
ragguaglio
XIV.
Cav.
Francesco
due
di
codicetti
Celimi^
Firenze^
1866,
8^
É
tiratura
parte dell' Appendice
a
alle Letture
di
famiglia.
100.
Crigll
per
di
cura
1866, Voi.
Lo
Vocabolario
(Girolamo).
2,
feci per
P.
Fanfani.
cateriniano
Firenze^
blicato
pub-
Giuliani,
16°.
in
associazione;
le
e
copie
che
fnrono
avanzarono
prèsto
spacciate.
^
—
MDCCCLXVIl.
101.
Ferrneelo
Firenze,
É
la
a
In
Novella
Ln.
20;
fine
c'ò
poetica
ed
altre
in
la
in
tirai solo
ne
Nota
molto
altra
Novella
Picea,
Giuliani^ 1867,
troppo libera, e
copia.
nna
del
di
16°.
42
tutti
esemplari numerati,
i
sudicia.
Ne
carta
Ln.
a
dì Anonimo.
nomi,
e
ad
alcune
feci 3 copie in
10.
a
Ln.
5
copie
cartapecora
110
102.
(P.) Avvertenze
V^anfani
Galfredo
feci in
Le
con
altre
lettera
del
Tommaseo,
volumetto
terzo
amichevole
alle
dì
e
dette
di
Favole
Bolo-
Ghivizzani.
16°.
in
1867,
Romagnoli^
gna.
Gaetano
da
pubblicate
le
sopra
il
Ghivizzani,
al
le
quale
Luigi Barbieri, facendone
che
Favole^
un
come
volnmì.
in due
sono
stampò
103.
Ptetola
di
S. Bernardo
del
Dìo, volgarizzamento
Crusca,
Fanfani.
È
dato
e
fuori
Bologna,
in
secolo
la
per
di
della
Scelta
colori.
Lo
feci per
del
volta
1867,
^
curiosità
Monte
citato
XIV,
prima
Romagnoli
84®
il voL
a' Frati
del
dalla
da
Pietro
16°.
in
letterarie,ed
commissione
di
ha
il frontespizio
Bomagnolì,
che
mi
pagò.
NOTA.
Mi
«
Ho
molto
avuto
la
veduta;
dà
il
manchi
non
lei,
e
ne
qui
recar
Bianchi,
Brunone
ha
di
piace
nella
nome
la briccica
gradito
cortesia
vorrei
venissero
che
di
di
regalarmi.
queste
spesso.
Io
Crusca,
della
bella
dell'Abate
letterina
seguente
Segretario
allora
suo
la
schiera
acciocché
Cruscìiereccia,
L'
già
avevo
bricciche,
le riguardo
altri.
degli
date
in
ch'ella
un
come
poco
le
questi tempi
Ili
fiori, che
come
ricrearlo
dal
La
«
leppo
ostrogotico
ringrazio
Di
«
tra
al
porge
cui
siamo
naso
per
*
avvolti.
ec.
28
Casa,
ci
garbata
mano
una
1867.
settembre
Suo
B.
Bianchi.
104.
Ijettera
mercantile
XIV,
del
le
con
pubblicai
Lo
e, senza
d'origine contadinesca;
foron
presi
c'era
non
ma
tempo
né
di
de^
uno
che
conjugi,
dacché
lo seppi
Quando
da
modo
né
in
le
passò
rimasi
farlo
discredere
lingua
italiana
nozze
come
era
essa
contadina
lingua
ne
8°.
in
per
cosa
fatti
colo
se-
rusticali
1867,
feci
quegli idilli
satira.
una
per
Cmo,
accorgemene,
e
Idilli
stagioni,
Giusfredi, stampatore,
famiglia
la
per
del
del
Pistojese
un
Pistoja,
nome
a
Arcangeli-Cellesi;
canzonatoria
Quattro
Rosso.
Del
Baly
di
mortificato;
chi
a
l'aveva
creduto.
105.
Panfant
c'è,
La
si
e
diceva
onorevoli
si fece
solennemente
Briccica
beraloni;
tdamo
e
avvolti»
più centinaia
crutchereccia
il libro
mandai
l'Italia
a\ere
dell'Accademia
foci tirare
I
non
pure
al
Bianchi.
non
dubitò
di
chiamata
noti
di
copie
che
Inveire
a
il Bianchi
contro
che
era
11
leppo
il
si
uno
quale
pata
stam-
parole
con
ed
opinioni;
lettera
neUa
8°.
Fu
quale
mie
parte,
io
in
comune.
la
delle
solidale
Tayevo
Si
Faenza,
stata,
Manzoni,
lingua
una
di
del
dottrine
le strane
Atti
negli
ne
combattere
scrissi per
c'è
1868,
Marcolini,
Faenza^
muove.
Taltre
tra
(Pietro).La
io
spacciarono
con
de'
la
quale
più
gran
ostrogotico
da
licui
112
in
fiat^ e
un
vinta:
causa
amore
I
da
è
vero
le
del
partigiani
niò^Diporti
parti
però
che
di
sdegno
l'Italia,e
per
Manzoni,
filologici;e
le
scritto
il
per
vilipendio
lingua.
sua
Fu
nel
di
acceso
insultarono,
qualche mutamento,
con
della
impossibile.
era
diedero
feci proprio
lo
sbottoneggiarono,
che
mi
competenti
persone
tale
risposero,
non
ma
e
tutte
miarono;
bestem-
ristampata
volume
Lingua
Nazione»
NOTA
Negli
atti
tornata
del
Società
Accademia
11
giugno
di
il Cav.
che
fatto
aveva
deir
italiana,
lingua
Società
E
la
Autore,
nostra,
Società,
deliberò
mandato
alla
concetto
messa
manzoniano;
Relazione
parlando
tutto
col
lui, che
con
spesso
Manzoni,
che
e
quel
diede
il
di
più presto
quest'anno.
ricordo)
sapevo
dissimulava
del
della
altro,
per
valentuomo
non
atto
per
»
della
Autore
V
egli
Io
tura.
let-
l'attuazione
per
stesso.
Atti
deiregregio
fosse
fu
sandro
Ales-
di
ne
(se ben
certamente
e
e
agli Atti
al Ministero
fattane
che
Ministero
dal
gli
alla
negli
le idee
Presidente
su
onorario,
inserirlo
tutto
suffragi
era
alla
scritto
volesse;
unitamente
stampa
Commissione
di
al
unanimi
Lambruschini
Il
in
dividendo
a
annunziò
dell' ultimo
Essa
ove
Nella
«
filologico intorno
facoltà
dandogli
legge:
socio
discorso
proposito
a
Manzoni,
della
Fanfani,
suo
un
si
Presidente
il
Pietro
tenere
Faenza
di
era
di
cizia
ami-
'
il
:
del
perchè,
quale
acciocché
gli
mi
Ed
Carissimo
«
Ho
suo
credo
letto
opuscolo.
perciò
dell'amicizia
che
dicesse
mi
se
c'era
rispose
con
il
ebbi
già parlato,
avevo
egli
«
composto
presente
lavoro,
gli mandai
il manoscritto,
che
urtar
cosa
la
potesse
suno.
nes-
seguente:
sig. Fanfani.
grandissimo
con
Ella
che
la
dice
cose
dovrebbe
aggiungo,
phe,
piacere
sante,
e
stamparlo.
pel
bene
il manoscritto
le
dice
Ma
della
bene.
con
cosa,
del
—
Io
la libertà
sarebbe
114
ti
scritto,
del
che
prego;
contenterò
mi
anche
della
passato.
Modena,
Di
«
26
1868.
luglio
Il
tuo
affmo
Oreste
Ora
«
Caro
€
Ho
Mi
che
fu
mi
certi,
13
Bassano,
forza
si
e
ripeter
si
G.
ultimo
Vecchi,
Egregio
«
La
è
da
maestro,
le
e
tale
quale
alte
di
affmo
e
Non
metterà
mi
so
so
S.
dalla
bene
di
attraversare
Modena,
che
12
di
V.,
ma
ciò
chi
stata
fatta
l'osso
sarà
e
:
concetti,
alcuna
assai
le scheggie
me
l'aspettava,
materia
a
dir
e
molte
formale,
che
desiderava;
e
fatto;
il
se
ma
chi
per
si
gli potrebbero
68.
settembre
la
é
gola.
G.
risposta
di lodare
risposta;
Devino
Ninna
per
comandare
può
duro
istile,
per
è fatto
che
dire
voglio
diritto
ho
non
lingua
della
scritta
altezza
che
roderlo
nella
unità
erudizione,
commossa
siale
se
all' opera
«
letterato
valente
Modena.
a
sulla
per
bene
gratamente
silenzio?
questo
so
V.
è, per
gusto,
scritte
all'anima
studj
silo
Ferrazzi.
e
aspettava;
la
Ella
Io
serrata.
cose
S.
me
che
isquisitezza
dialettica
poeta,
agli
della
italiana
per
gli
signore,
memoria
quel
Che
fede.
mia
1868.
gentile
provveditore
«
menti
ragiona-
spenti.
settembre
il
sempre
I tuoi
:
sciando
La-
»
suole
Jacopo
per
prelezione
muove.
come
oro,
prendon
e
carboni
sarian
è,
e'
è tutt'
scritto
lo
si
stata,
Lei
di
Devino
E
Terrazzi.
Jacopo
Ab.
bellissima
la
e' è
Fanfani,
son
mi
fiato
italiana
caro
«
d'un
letto
star
altri
Raggi.
sig. Fanfani,
lingua
il mio
Dantista
il valente
venga
La
«
lingua
molte
cose.
servitore
Vecchi.
io, mi
sappia
fu
che
mi
si
E
il
titolo
fatta;
sarebbe
di
data
Prete-
e
115
ztone
che
più
libretto
questo
a
fosse
questa
diedi
glielo
come
appunto,
perchè
ad
preludio
un
altre
tendevo,
incose
gravi.
^~^\3j35^v^~-'
MDCCCLXVIII.
106.
Fanfanl
lingua
in
fiorentina
1868,
mnoy
La
ci
(Pietro).
feci
delle
sono
—
—
In
lunghe,
e
a
Seconda
Betta.
Terza
questa
edizione, ritoccata, e'
in
varii
ristampata
pure
Anto-
colorato.
del
dottrina
Manzoni;
e
molti, calzanti
1869.
edizione,
edizione, 1870,
proemio
la
di
parer
S.
Firenze^
fatto
col
scritta
Novella
frontespizio
Detta.
del
Fu
note
Con
falsa
mostrar
per
Paolina,
italiana.
12°.
in
La
Vocabolario,
al
è
una
nota,
nuova
la
e
zione
tradu-
dialetti.
nel
volume
Novelle,
'Racconti,
ec.
NOTA.
tutti
Quasi
i
fogli
Novella,
e
Emporio
pittoresco
contro
«
la
del
fede
Pietro
d' Italia
proposito
di Milano
manzoniana,
Fanfani,
col
è
uno
e
parlarono
quale
fu
in
bene
scrittore
in
parve
questa
fiorentino,
questa
Solo
scritta.
(18 luglio 68),
V annunziò
di
allo
eretica
forma
purissimo.
:
116
dottissimo
e
esagerato,
che
chiama
che,
mostrare
che
meglio
missione,
recata
venne
Né
al
lui,
fu
tre
Leggansi
Mamiani;
«
Chiarmo
«
Il
l'
al
tanto
mi
lamento
che
Milanese
e
non
me.
a
Del
Italiano»
questi
da
già
Firenze
per
ventiquattro
mia
modo
del
Vallauri,
del
letterato
bando
ser-
;
Paolina
sua
nel
tale
e
una
lo
dal
In
tutti
n*
il
si mostrarono
città
loro
V Emporio
; ma
sotto
Italiani
carati.
chiameranno
nazione
anche
il
sua
dunque
11
che
coloro
volle
esser
veduto
Commendatore
grazia
ha
dove
dialetto.
abbiamo
108
Italiani
gli
dMtalia,
nella
tutti,
con
mi
corri-
una
perchè
capitale
vivessero
e
S.
V.
Borghinif
fu
quando
Che
I
lettura,
con
sempre,
resto
la
e
Y Appendice.
per
che, sebbene
snaturati
altri
dottissima
calzante
ma
intavolare
giusto,
Lingua
non
!), né
un'amenissìma
di
parlavano
dir
mai
l' Italia, in
l' una
bellissima
cuore,
che
l'
del-
signore,
fatto
me
fosse
che
vuol
liberalone
a
di
italiana,
Ottrogoti
Bianchi,
anche
Italiani
par
cosa
da
venuti
sfida
anni.
cosa
la
di
il voto
io sappia:
solennissimo
altra
:
alla
fare
tutta
lettere,
e
diletto
lamento
poco
lingua
chiamare
destinata.
»
che
eh'
benigna,
benedica
senno
altro
due
pregiatmo
il
col
per
due
latinità,
e
province,
altre
sanno
troppo
opportunità
Allude
in
qualche
darmi
arreca
ricercata
queste
in
cielo
al
la
basterà
conchiude
concittadino,
(aveva
edizioni
l'altra
anche
sede
fazione
pre-
coli' esprimer
nulla, almeno
e
ora
maestro
delle
però
cercata
feci
ne
I
è
rispondere
a
illustre
rispose
non
Novella
oltre
la seguente
prefazione,
fiorentino,
nostro
il Manzoni
gran
a
scritta
essere
novella
cronaca,
abbia
scrittore
meno
la
questa
ora
Manzoni,
atrabiliare
che
colà
bibliografico,
questa
intero
per
Chiudiamo
il nostro
per
avverte
cenno
cui
a
egli
come
'
fiorentino.
d'ogni
della
calarono
Provincie,
ch'egli
tanto
»
qui,
4C
altre
novelletta,
la
Eccola;
E
delle
visigoti,
i
e
modo
un
trasporto
fa precedere
florentiria-italiana,
lingua
a
gli ostrogoti
in
col
quando
il linguaggio
questa
A
«
città
propria
spaventò
si
gli italiani
imbastardire
in
della
Firenze,
in
capitale
amante
Brunone
si
perdoni
117
che
spondenza,
Sior
al
dato
farlo
poteva
della
Fanfani.
che
S.
po' del
un
in
scriverò
le
Se
alle
Di
«
Mio
«
Da
villa
offro
Mondovi,
a
la
che
servitù,
Ma,
il
è
le
mando
Università,
solito,
il
tempo.
suo
a
sincera
la
mia
cizia.
amidi
come
afffho
una
frasi, da
nel
invece
l'Italia,
Vallauri.
io
Lei
sono
scrupolosa
notate
parlare
ìmona;
casa;
delle
via
l' altra
e
e
chiamar
tometto
manco
E
dirò
che
alcune
di tutta
civili
te
non
la
e
questa
bimbo
assai
moine;
un
piere
com-
Toscana,
sola
persone
tante
stione
que-
è, per
d'esempio:
:
una
perchè
alla
io
V elegante
ci volea
Salviati.
proprie
usuale
per
del
all'eccesso,
come
questa
di
novella
fatto
sua
che
volta
com'Ella
d'eleganze
della
di
Né
equivoche.
dico
d' una
via
colarissimi
partidella
S. le
più
per
farmi
di
V.
con
leggere
ed
maestro
siccome
menar
servo
ringraziamenti
piacque
scioglie
più implicate
stata
le
di
che
contraposto
V.
:
matica,
dram-
1868.
debbo
sdebito
mi
piacere
Fiorentino,
il
pure
tardi
se
e
delle
posso
io
lietissimo,
giugno
le
che
dono
dettato,
suo
sono
Poesia
poi
ma
sarò
ne
di
io
tempo
lungo
r agio
delle
contenti
si
signore,
caro
novella.
S.
tudine;
grati-
mia
secondo
là,
e
manderò
le
mia
il 26
Torino,
pel
la
della
neir
T.
d'un
anche
ed
gli esami
Suo
ebbi
pel prezioso
mandarle
la
coppella,
credito
e
mani,
e
del
ventura.
insperata
4C
di
oro
S. l'accetta, io
V.
comune,
Piemonte
chiusi
Novella,
una
Non
«
dato
saranno
recherò
mi
altro
ora
noscenza
co-
nome
pel
e
fede
nessuno
ferro.
mio
Quando
«
facesse
svZ
ha
mi
le
del
Vorrei
di farmi.
Lezioncella
y.
patria
lino
car-
profonda
molto,
ringrazio
che
la
per
si
del
E
pubblicare.
ha
non
il resto
V autorità
nostra
avendo
non
mia
una
la
cosetta,
ma
di
che
lezioni,
gli darà
; e
si per
le piacque
mia
qualche
quelle
Ella
I
desiderava
Lei, si
di
e
questa
a
vita
meglio
perciò
rivendica
di
si propone
lingua,
Io
—
dono
di
la
libretto, che
io
tempo
una
tutta
per
nel
che
lungo
Alessandro
dimenticano
forse
da
118
vivace
maliziosetto
e
Lei
da
d'ogni
italiano
fiorentina
o
che
attinte
sia
il voler
cosa
de' nostri
se
mentre
che
e
da
forse
e
più
ed
pesci
voglia
e
di
intendo
cotesta
benedetta
il
Laonde
conoscere
di
modo
salvarla,
tanto
il
me
per
va
dizionario
controversia
oggetto
davvero
sicurezza
non
sopra
il
sopra
ma
ed
sciupando
con
e
versa
italiana,
di
ogni
degli
ch'Ella
saperla
con
migliare,
fa-
assai
l'altro
di
i
frutta
penna
un
la
quesito
lingua
una
si
è
adoperarla
e
v'abbia
se
assaissimo
la
farà
pel
scritto.
molte
godo
che
sfonde
si tra-
salvo
oggetto
Rimane
quel
accomunato
di
e
esaurita
malagevole
lingua
è
sotto
sembra
in
solo
ma
ed
e
lingua
accadere
cade
grammatica.
più
abbondanza.
mi
la
provincie,
modo
particolar
secondo
estremamente
ormai
lingua
parlata
qualunque
materia
ciò
fatto
atrezzi
di
rado
in
Con
suo.
nostre
questa
occuparsi
pari
tutte
infine
e
matta
la
può
non
è
minuti
sia
giorno,
lingua
adunque
dei
averle
che
più parlato,
le
per
anticaglie
ogni
della
non
a
il quale
E
scrittori.
da
secoli
uccelli,
e
rifa
ne
venute
di-
tempo
sia
s' avvedono
libri, il che
nostro
peculiarissimi
nomi
se
nessun'idioma
Il volgar
«
le
né
;
e
nei
giorno
per
fra
bocca
origine
quanto
scorge
parte migliore
la
ogni
latino
giova
ne
si
riporre
scrittori
grandi
parlata
ciò
abbiano
udita,
tate
no-
perchè,
lunghissimo
semplice
da
quasi
frasi
da
sono
per
E
libri.
nei
elle
sulla
ripeto
maraviglia:
fa
siffatte
quelle
toscana,
comuni,
Né
delle
più parte
s'odono
educato.
ben
pure
la
fiorentinesimi,
come
ponendosi
insomma
e
;
ciosando
infran-
I
Mi
«
e
penna,
queste
scusi
«
ripetendomi
Firenze,
li 18
buttate
ciance
suo
molto
giù
obbligato
gitta
come
le
me
la
dico
68.
ottobre
Devmo
Terenzio
Mamia.ni.
107.
Caro
da
P.
(Annibale).
Fanfani
1868,
Le
feci per
per
in
Lettere
delle
uso
scelte
Scuole.
e
postillate
Napoli,
rano,
Mo-
16^
commissione
del
Morano,
e
mi
pagò
assai
bene.
119
108.
Lettere
(due)
pubblicate
1868,
tonino^
Edizione
di
Spigolatura
di
cura
per
Fanfani.
P.
XV
XVI,
e
Art-
8.
Firenze^
16°.
in
50
secoli
dei
storiche
copie,
in
di
carte
colori. È
varj
il n°
I
della
fiorentina.
109.
tovitì
in
Fanfani.
P.
del
Narrazione
Firenze,
da
Antonio
(1') dell' Arcivescovo
Ingreiiiio
XVI,
secolo
S.
Firenze,
Al-
blicata
pub1868,
AntoninOy
16°.
in
Edizione
in
50
Spigolatura
della
in
esemplari
carte
varj colori. È
di
il
n®
n
fiorentina.
110.
Fanfani
con
un
(P.) Una
morale,
racconto
Firenze^
feci col
La
Italia. Ebbe
fine
favore
immensamente,
le
e
me
di
S.
mirabile:
ne
al Ministro
cose
della
cografico.
lessi-
domestico
Istr.
12°.
per
delle
varie
tutta
pubblica piacque
mille
chiedendomene
grosse,
ammaestri
in
1868,
linguaggio
il
vendere,
esercizio
un
con
Antonino,
scrisse
quali egli fece mandare
mettessero
e
diffondere
da
fiorentina
Casa
pie,
co-
provincie, affinchè
alle voci dello spoglio lessicografico le corrispondenti dei
varj dialetti; ed
italiani.
I
io
poi dovessi
maestri
farne
un
corrisposero : io
lavoro
ebbi
comparato
tutti
i
loro
letti
de' dia-
lavori
:
120
compilai
in
il lavoro
qnalche
mi
che
lettera
libro, come
Ne
modo
feci
che
la
il favore
già
sono
quando
che
pregandolo
presente,
nota
ebbe
gran
alla
ottava
ha
lo
e
corso;
scasò
ne
se
Il
articolo.
qnesto
a
stro
mini-
era
commissione,
Ministro
nella
qai innanzi,
stereotipia,e
dato
del
seconda
colui
a
aveva
ne
viene
detto
ho
scrittone
; ma,
me
procacciasse
la
con
mio
tuttora.
tiratnra.
NOTA.
A
confermazione
del
V ottimo
scrisse
mio
detto
Broglio, quando
si
minisf
era
che
ciò
legga
zione
Istru-
della
ro
/ni
pubblica.
«
Caro
«
Le
queste
Signore,
debbo
pel ritardo
regali. La
Casa
stile.
di
Io
alle
Bisogna
che
solitamente
«
mi
Io
a
faccio
sono
ci
legare,
se
tutt'i
a
venga
quell'ora
é
dal
quando
vuole
valessi
di
è
Lei.
l'ho
alle
6
dalle
Consiglio
2?
Se
6,
alle
finito.
gentilezza,
sua
mi
davvero
tocco
ma
di lingua
Domenica
giorni.
sulla
assegnamento
mi
suoi
gioiello;
un
perchè
non
scuse;
preziosi
modello
trovare
il
dì
e
pei
vero
un
parliamo,
da
venirmi
quelli
e
soprattutto,
quasi
Domenica,
può
non
che
matto
2, potrebbe
ringraziamenti
quelli;
vendere,
Consiglio
ho
di
capricciosi
d'esser
parrebbe
di
da
li Scritti
anche
e
monte
un
e
Lei
creda
12
«
1868.
settembre
Suo
devino
Broglio.
Trattandosi,
sopra
acciocché
morale
i
dialetti
si
preso
come
ho
io scrìssi
al
qualche
desse
da
detto,
lui
quando
di metter
mano
al lavoro
Commend.
Broglio, Deputato,
premura,
perchò
era
ministro,
l'impegno
lo mantenesse
122
damente
V
apprezzarla
«.
dono
di
Fate,
di
le
ripiene
«
Le
nostri
nostre
ad
pel prezioso
altri
compilare
a
dimenticare
altre
le
e
delle
i dialoghi
simili
nerie,
castro-
Calandrini
ignorantissimi
hanno
scuole.
molta
con
Mondovi
Di
«
posso
e
Finestra
della
e
i
sono
so
finalmente
Uscio
cui
ringraziamenti
sinceri
quanto
faranno
dell*
Broglio
signor
fatta.
questa
Essi
€
miei
conforto
la
e
i
il
merita.
essa
Aggiungo
;
libri
come
eccitando
ed
operetta,
ed
stima
il 7
Breo,
di
affetto
18(i8.
settembre
Devmo
ed
servo
T.
amico
Vallauri.
MDCCCLXIX.
111.
Controtnmalto
XIV,
S.
dei
dì
Edizione
copie
50
Spigolatura
in
P.
Fanfani.
colo
se-
Firenze,
16°.
in
1869,
Antonino^
della
da
pubblicata
del
Lettera
Ciompi,
carta
di
varj
colori.
È
il n®
III
ed
timo
ul-
fiorentina»
112.
fiorentina.
Spigolatura
1868.
1868
Volevo
alla
e
—
terza
fare
mi
—
Ingresso
Controtumulto
nna
fermai.
serie
di
V.
pubblicazioni
riche
sto-
Arcivescovo
dell'
de'
Lettere
Ciompi,
di
cose
ec.
1869.
fiorentine;
ma
123
113.
Movo
Vocabolario
É
in
tuttora
commissione
voUe
stetti
che
fossi
un
condotto
secondo
le
Fi-
lettera
la
per
Manzoni
del
proposte
Commissione
H
nistro
Mi-
compilatrice,
secondare
in tutto
dissi
quel lavoro,
rinunciai
e
incominciato
quello
ò
potendo
non
governassero
e* era,
tutta
della
io
poi,
:
allora
a
ed
anch'
anno
si voleva
che
stampa;
Ministro
che
quasi
di
corso
del
italiana.
Lingua
1869
Cellini,
renze,
della
TufScio.
H
addio
le
alla
lavoro
vi
e
trine
dot-
visione
provallora
era
A.
NOTA.
Ho
«
la
recata
N*
nel
non
fosse
me;
e
raccoglie
si
propria
contrario
dissi
che
data,
«
Caro
«
Non
qui
reggia
sua
^
alludere
Di
più
venire
alla
fine
della
e
che
bene
La
o
del
in
da
si
non
tradisse
con-
Commissione
quella
Senatore
il lavoro
sempre
queste
a
Broglio,
Giorgini,
senza
69.
Massarese
onori
airessere
e
io
—
perchè
'
non
di
che
stato
settimana.
il
io
promozioni
fatto
nella
di rimandarmi
accademico
non
me
ne
colle
lui.
a
onori,
e
spero
che
nel
lavoro
ricordo
corrispondente
voro
la-
Via-
—
Manzoni
all' umile
toglierà
parli,
qui
del
meritati
che
settimana
rimandarlo
possa
dei
la
S' intende
finito
foglietto
potrò
non
e
—
avrò
male
Lei
con
promozione
Vocabolario
al
dunque
prego
rallegro
cbe
lettera
potei
—
per
Mi
"
finché
stava
io
l'aprile del
osservazioni,
sue
la
Come
seguente
mia.
parte
stato
propugnate
è
parola
che
condizione,
dottrine
sarei
questa
Ministro
del
lettera
sotto
che
e
Fanfani,
che
venire
la
ci
verso
ma
dalla
alle
fatto.
la
mostra
VoUe,
Io accettai
110.
col
lo
il Ministro
che
detto
; forse
della
vuol
Crusca.
124
abbiamo
T
quale
Vorrei
usato).
umili
il
Ella
che
Non
mi
Broglio
fosse
come
(poco
duce
che
convinta
me
gli
commissione
sua
per
parleremo.
ne
e
della
scordato
sono
Massarese^
«
anzi
compagno
esaltati.
saranno
«
finora
avuto
domenica.
Il
affmo
suo
GlORGINI.
Quando
parecchie
sciolta
presidenza,
allora
ne
«
Ricevo
già
far
Ella
schede,
da
me
decisione
da
ben
comprende
«
26
:
La
quesiti
ch'Ella
che
da'
fatti, sarò
affatto
memoria
bensì
mi
alle
tente
incompeche
I* inganna
sia
è
stata
chiaro
non
propone
rispettivi Ministri.
felice
manco
relativamente
sono
;
di
Ministro.
tecnologico
importa
dà
mi
sono,
ne
al
fa
ch'io
poco
altri
Io,
d' attestare
la
messa
che
la
può
sere
es-
se
sarò
verità
di
espone.
Aggradisca
«
della
Vocabolario;
del
che
mi
Ella
eh'
avviso
che
giudizio.
ciò
sui
Ella
la
glio,
il Bro-
e
seguente
Commissione
darò
ne
domande
ma
interrogato
quanto
; e
de' due
data
poi sotto
Presidente
annuncio
pel Vocabolario
;
altra
un'
per
questa;
modo
nel
colleghi,
a'
alle
la Commissione
V
della
avviso
qualunque
a
su
parte
dato
Quanto
di
sempre
rispose
restituite
ricostituita
e
ma
fatte
me
servigio
dispiacere
dolentissimi
«
in
fossero
mi
di
signore,
con
poter più
male,
Broglio,
presente,
Chiarissimo
che
già da
più Ministro,
«
ho
dal
portate
e
non
Commissione
non
chiesi
risoluzione
ferma
la
schede
parecchie
e
Commissione,
mia
mantenuto
Commissione,
dalla
uscire
ebbi
io
giugno
i miei
distinti
rispetti,
creda
mi
e
69.
Suo
devmo
Broglio.
La
neir
delle
cosa
altra
Commissione
fossero
per
il Novo
schede
mie,
fu ventilata;
lavorato
non
Vocabolario.
mi
senza
si vollero
ma
benché
io
mercede,
rendere,
e
e
avessi
di
servirono
gione
ra-
125
114.
Manfani
La
(P.)
S.
Firenze,
Antonino^
Paolina,
seconda
1869,
12^.
in
edizione.
IrmanzL
V.
115.
V^anfanl
voi.
1869,
feci
La
Napoli,
ginnasiali.
commissione
per
di
del
Morano;
e
mettendoci
Toscanità,
già fatto
Sughero,
Don
compilata
toscana,
Morano,
2.
scritture
di
scuole
delle
uso
per
(P.) Antologia
per
le
ci
raccolsi
le
il
prefazione
per
più
ziose
gra-
dialogo
burlesche.
Rime
116.
V^anfanl
bambine.
(P.)
libretto
al
Mamiani
giornali
menzione
nel
sia
esso
suo
il
è
e
di
il
genere
titolo,
quello
che
che
al
tutti
al
onorevole
ha
fa
ai
Guerrazzi:
i colori,
libro
credere
avuto
che
cosa
meno
ne
anche
di
congresso
miglior
la
1869,
infinitamente
piacque
Romanzo
Bambola,
Polverini,
Firenze,
Questo
Una
diversa
spaccio.
16^
cisioni.
in-
con
valentuomini,
parlarono
in
Napoli;
abbia
in
con
e
fatto.
da
anche
a
che
tusiasmo
en-
ebbe
me
;
è,
la
pare
Nondimeno
quel
cialmente
spe-
vero
Germania;
ed
le
per
o
o
che
altro,
126
NOTA.
Questo
è
gli altri;
libro
però
e
un
il
alle
riuscire
non
quali
Carissimo
«
Ho
che
farò
:
gliela
starei
pare
adulti
!
fatto
eh'
temo
tengo
tratmonianze,
testiper
ei
a
sia
Lo
tali
Kempis,
buona
Conte
disgradarne
passioni
e
«
Chiarissimo
«
Come
mi
mi
si
tiene
man-
tutto,
leggere
a
(io
abbia
formi
con-
il
scritto
conto.
racun
azione.
migliorare
lavare
Ltriai
pio
esem-
il concetto
e
Il colorito
—
eh' Ella
giudico
di
libro,
da
destinate
persone
come
del
vella,
fa-
ch'Ella
mo'
a
come,
a
ruscelletto
un
sanzionare,
scopo
pensieri,
me
come
quel
va
È
maestro?
solenne
cheta
io
Circa
sento.
la
i fanciulli
l'arme
F.
cara
ci
ancora
!
dei
quanto
Pucci.
Affmo
cosi
tutti
mie,
che
vuole,
come
sono
e
una
volgetevi
e
—
a
delle
per
e
via.
e
Thomas
indole
Insomma
Oh
parole
pleonasmi
uniforme;
e
libretto,
certi
paionmi
dire)
alia
«
precedere
cosi
mi
non
sua,
libro
per
Lei
a
solo
mi
me
pacato
bel
autorevoli
poiché
e
giù limpida
scorre
del
parecchie
spiattello
avvertire
autorità
a
mi
a
aUEBBAZZI.
Bambola;
la
dell'Appennino;
coir
se
DOMENICO
mia,
che
fa
pazienza
che
sig. Pietro,
letto
la
lingua,
bene
infinito.
«
dica
abbia
non
più
voglia
recando
FRANCESCO
le
io
lettore
il
sopra,
poco
cui
a
D.
agli
Vale
suo
Guerrazzi.
cibbabio.
signore,
riusci
riuscirebbe
1*
soave
la
indulgentissima
visita.
Ma
siccome
sua
lettera,
io
parto
127
mattina
questa
questo
La
«
è
e
fa
che
scoria
non
sono
difficili
sig. Cav.
stimatissimo
di
dalle
e
dire
ogni
ziare
ini-
grazie,
valentuomini,
facili
farli
a
Fanfani,
da
storpiature.
paiono
popolare,
del
possono
ricco
i
talora,
seco
oltre
ci
popolo,
fare
fatto
m'ha
Toscani
soli
usano
tien
d'educazione
il mio
porsi,
com-
a
bene,
mi
cui
a
come
offro
raccomando.
23
Firenze,
«
70.
febbrajo
Il
TERENZIO
Conte
Sto
€
il
leggendo
Una
romanzetto
casi
facili
non
a
il diletto
dove
più
semplici
Cibrario.
Quanto
la
«
Io
puro
o
inforestiera
to.
confini
ne'
imparata
M'
usabile^
triviale
siffatti?
libri,
appongo
riuscire
di
opera
felicissimo
molta
ingegno.
l' Italia
dire, quando
o
Con
l'arte,
io?
sapere
ovvero
Ella
Un
la
a
bitamente
de-
ed
giudico
più
anche
e
la
là
nello
sicurezza
i nostri
da
e
mantenersi
sempre
mente
uso,
elegante,
passettino
proprietà,
a
di
scrittore
a
scorretto,
nello
fece
col
V.
tutta
tutta
dico
S.
la
come
e
è
lingua
sua
qual'è
Ma
avvenimenti
nullameno
suo
potrei
fantasia
la
negli
e
sue,
maestro?
àeW
nel
col
cose
immaginare
correre
S. fa, stimo
cuore
ne
la
diligente
cadrebbesi
autori.
che
che
termini
e
di
vivere,
V.
le
facile
cosa
chiudersi
ma
come
tutte
come
lasciar
e
del
consueti
saluta
noto
i
tocca
porta;
stile
allo
È
'bambola.
rallegro
mi
e
gusto,
succedere,
la
e
MAMIANI.
gran
narratore
gradevole
fatica,
con
devmo
suo
Luigi
in
rirmi
diffe-
riapertura,
cortesia
del
come
libri
e
I
linguaggio
mondato
po' di
di
pregarla
della
della
Mmbola,
questo
Cotesti
li
Una
:
quando
forza
l'epoca
intanto
ringrazio
a
è
mi
Parlamento.
romanzetto
quel
dopo
regalo
del
lontana,
Torino,
per
temerario
classici
un
128
par
suo?
Ad
suo
dono
del
modo
ogni
caldi
i miei
accolga
pregevolissimo,
ringraziamenti
arrechi
speriamo
e
buon
frutto.
Firenze,
«
li 3
69.
dicembre
Suo
Terenzio
MARCO
Senatore
ho
«
Caro
«
A
che
il tuo
mirabilmente
non
tanto
alle
cose
tue,
che
hai
saputo
queste
Di
certo
per
ma
casa,
9
da
dette
non
e
con
Carina
quella
singolare
discendere
dalla
i costumi
mancava
all' uffizio
sua
delle
all'Italia.
della
Unità
diletto
altezza,
bambine,
Un
mio
Già
autorità
con
affmo
Tabarrini.
VALLAXJRI,
Bambola
mio
sottile.
amico
M.
«
morale
schiettezza.
Tuo
T.
sempre
e
altri,
e
70.
febbr^o
Prof.
dar
arte
;
piccini,
da
e
maggiore
con
miravi
sai
ed
garbo
con
prova
principio,
cui
grandi
la
drammatica
parte
state
saranno
fin da
scelta, che
e
la
per
innestarvi
ti
maggiore,
«
quanto
da
che
a
le
leggere
dell' esperienza
ora
scopo
leggere
viva
forma
Ed
parve
allo
fa
si
la
per
cose
mi
di
argomenti
giudizio.
come
stampato,
finito
gli
anco
dire, che,
racconto
ultimamente
avessero
al mio
aggiungere
riuscito
sei
io
avere
per
fatta, ti posso
tu
che
aspettare
bambine,
volumetto
tuo
sul
scriverti
da
é
TABABKINI.
Pietro,
voluto
mie
Mamiani.
V.
di
e
e
S. che
ho
I Ella
vantaggio
ritrarre
e
fare
con
un
articoletto
Cattolica,
e
sarà
letto
ha
saputo
incredibili
libro, che
è
subito,
già
rità
ve-
ancora
consegnato
stampato
dentro
130
EMILIA
Signora
«
Stimatissimo
«
Le
per
è
Le
e
me,
piaciuto
della
rendo
grazie
del
letto
piacere
con
e
ho
ne
accolto
Ella
abbia
Un
solo
desiderio
altre
tanto
al
ed
istruttiva
eh' Ella
prezioso
dono
il
avrà
la
molta
Le
cui
medesimo,
nell'
questa,
mente
la
di
Romanzo
mie
allieve,
ben
sana,
efficacissimo
fanciulli
tiene
chiunque
molte
con
mezzo
dei
è, che
lettura
una
è
endo.
istru-
ed
animo,
le
stra
dimo-
dilettare
seguito
poiché
siccome
gratitudine
di
faccia
suo
Ella
ed
;
la
pregio
in
educazione.
buona
Con
«
sentito
sentimenti,
questi
S.
«
12
luglio
1870.
Devma
ed
lettera
il mio
bambine
piace
dandomi
certezza
confermato
Carissimo
«
Vi
Dante
rinnovarvi
col
dalla
ciò
è
mi
che
più
il mio
seguente
ANTONIO
anche
che
caro
mai,
Si
fine.
lettera,
alle
vede
del
OAPPBLLI.
amico,
ringraziato
Comm.
i
e
raggiunto
avere
anche
«
si raccoglie
libro,
di
Cav.
ho
Tabarrini
del
óbUma
Zanottl
Emilia
Dalla
più
del
espressioni
Illma
V.
Bologna,
colle
e
dichiaro
mi
ossequio
Della
«
ciò
avuto
ha
di
il che
il fine
Ella
e
alle
festa;
rimane
ne
cuore
il
lettura
raggiunto
fine
formare
ben
fatta
pregevole
intese
amena
bontà
grandissimo
con
com'
opera
ne
tenuta
l'hanno
quali
ad
molto
Bambine,
le
per
sig. Fanfani,
onorarmi.
Ho
«
a
sono
ZANOTTI.
sensi
di
anonimo
della
del
cuore
di
mia
un
2°
del
volume
trecentista,
gratitudine
per
e
vostro
vengo
la
vostra
a
131
Bambola,
letto
ho
parecchi
m'han
giorno,
fuggi
ed
fuggi
graziosa
di
Abbiatevi
figli,
nelle
né
che
molti
mani
di
chi
guastarsi
Ma
«
io
pel
che
strenna
di
degno
amarli
la
eterna
e
Modena,
«
razione.
nar-
de'miei
si
rebbe
augure-
tuttogiorno
alla
lettura,
stile,
de'
avere
V
che
con
di
e
tanto
ne' vostri
di
però'
non
anderà
libri.
faccia,
mostrate
tendenze;
educatore
padre
benedetta
e
stra
vo-
vate
grati. Era-
abbastanza
grazie
alla
li
io
cuore
altra
ed
voi
a
figli, poiché
intime
di
ricambiarvi
augurj
torneranno
vi
13
che
barbaro
in
posso
felici
sapendo
missione
vostra
altresì
pigliar gusto
non
più
dei
conoscerne
e
vivrà
anno
che
vostra
fossero
scritti
naturale,
immorali.
nuovo
però
persuaso
a
altro
un
viva,
madre,
loro
far
gustarsela
per
è
la
il vostro
come
e
quella
Signora:
vado
della
romanzi
irreligiose
massime
mano
ringraziamenti
i
incomincia
con
di
ad
ammaestramenti
ancora
libri
lettura
della
mine,
fem-
e
volendo
che,
loro, tanto
dunque
essi
con
e
utili
quale
figliuoli maschi
strenna
voglia
a
piena
e
la
carpita
della
anno,
diletto, si
seguito
il
nuovo
a' miei
grandissimo
rimetterne
e
pausa
pel
capitoli
loro
con
a
strenna
graziosa
perduta,
e
Addio.
1869.
dicembre
Tutto
vostro
^
Cappelli.
Antonio
Per
intelligenti,
persone
quale
ed
dell'incontro
prova
mi
erudito
diede
la
Mio
«
Avete
nuovo
ed
un
io
la
vo'
recare
ebbe
la
il libro
graziosa
commissione
prima
lettera
libraio
un
le
appresso
la
con
valente
il
Sig.
«
che
GIUSEPPE
chiarissimo
la
Bambola
altro
al
stessa
PORRI.
signore,
del
mio
Fanfani?
negozio
risposta.
mi
—
fa
No,
la
Signore.
stessa
E
domanda,
di
132
Per
«
po'
il
stare
non
di
piacere
questa
combensato
dello
facendomi
debbo
e
le
ciò
parti,
si
e
«
Creda
«
Della
ricerca
con
me
di
ino
io
lavoro
un
tal
natura
tanta
assai
prezioso
tutte
da
piovono
premura.
sempre
S.
V.
chiarma
14
69.
dicembre
parlerò
delle
giornali;
il
è
quanto
e
devmo
servo
Giuseppe
parecchi
di
indicandomi
vendere,
Suo
Non
copie
chi
da
un
debitore.
Bambola
lodi
sei
o
medesima,
si deve
faccia
mi
mandare
esserne
le
Siena,
«
farmele
che
questa
poiché
quattro
della
non
per
Dev'essere
gentile,
di
spaccio
rimettere
«
Lei
o
indicare
negativa,
sulla
mandarmi
Bambola,
sua
più
di
sperticate,
starò
e
che
giudizio
fece
ne
in
lodi
esagerate
contento
solo
se
certo
e
Porri.
a
pendice
nell'ap-
recare
gravissimo
un
di
nale
gior-
tedesco.
Ma
sia
d'
accettata
i
conforti
altre
né
si
pure
lingua,
la
la
libro
come
Italia, dove
per
ciò
tutto
con
valenti
Ah!
molte?
strisciature
a
di
lettura
tanta
nessuno
della
scuole
roba,
da
Sono
io
io
non
farsi, almeno
qui
faccio
non
che
so
femminili
dunqte
registrati
vero:
:
non
nelle
croce.
persone
è
Bambola
povera
impone
il segno
delle
mia
bugiardi
sopra,
e
di
salamelecchi
carrucole
ungo
117.
Unita
(la) della
Polverini,
Firenze,
Compilatori
ed
per
Bargoni.
di
questo
io. Il primo
cento
Il
anno
copie, che
Congresso
d'argento;
e
Periodico
furono
percliè
della
dicina.
quin-
1869-70-71-72-73.
sono
il Ministro
pedagogico
cessa
Periodico
Lingua.
V
di
Broglio
Napoli
non
lo
Arila,
associò
appresso
anno
i soci
T
TAlfani,
il
disdette
premiò
pagano.
il Vescovi
con
stero
Minidal
daglia
me-
133
MDCCCLXX.
118.
.
Dati
(Carlo). Dell'obbligo
lingua,
propria
Lo
stampai
La
neologìsti.
a'
prefazione
in
1870,
Polverini,
le
per
Biporti
fn
P.
ben
la
parlare
Fanfani.
Firenze,
16".
scuole;
edizione
di
note
con
di
vi
e
feci
abbondanti
note
spacciata subito;
lo
e
contro
ristampai
i
comò
filologici.
119.
Fanfani
(P,) La
1870,
V.
Paolina.
Firenze,
al
bolario^
Voca-
edizione.
terza
Inna/nzL
120.
Fanfani
del
storico
1870,
la
in
Xm
Vita
SI
lire
75
—
della
Cecco
secolo
XIV.
pag.
xvi-400.
16%
Detto
—
voi.
(Pietro).
lApsia,
d'autori
1871
in
italiani;
Racconto
Carnesecchiy
Firenze,
Brockhaus,
Biblioteca
d'Ascoli,
Che
12"".
con
la
forma
il
Prefazione,
e
dell' Autore.
stampò
per
volta
]a prima
appendice,
e
nel
furono
giornale
40
il
IXrUtOy
appendici.
La
che
stampa
mi
diede
di
Fi-
134
ed
ebbe
renze
ha
discretamente
direttore
^oma
nel
appendice
per
francese
mi
tutta
sua
la
I
di
traduzione
private
nel
Fanfani
Pietro
non
Libretto
che
»
«
Germania,
assai
ultimo
mio
la
se
lento
bene
ed
assai;
e
io
rividi
le
monianze
testi-
le lodi, come
italiani
I! !
del signor
e
rispetti,
sopra
?;
si è fatto
certi
per
e
come
H
giudizio.
stesso
Cournand
signor
esagerarono
sposi
con
ai
la
Fanfulla
tiro
e
di
Cecco
lungo
stati
sfoghi
io gli
la
per
lavoro
per
dell'essere
me
Ma
sposi
risu,
tempero
il
tiene
pur
piglia quasi
co' Promessi
que' confronti
lo
che
biografo,
^pregevole,
stizza
fece
ne
se
Lioy,
ristamparlo
francese,
in
i Promessi
Il
nojosa.
lettura
chiama
II
dove
tal
Romanzieri
De'
di
pagò
saputo più altro.
ho
il Cecco,
mette
migliori romanzi, compresi
in
in
parlarono
ne
Un
pagò.
ne
Germania.
facoltà
lusinghiere. Alcuni
sono
suo
mi
e
tradurlo
ma
;
autorevoli
fogli più
il Zaccaria
di
chiese
mi
Brockhaus,
in
stamparla
mi
giornale;
facoltà
chiese
di
Napoli,
suo
Il
contentarsene.
facoltà
aver
per
del
da
spaccio
mia
fatti
dell' altrui
strada.
NOTA.
Anche
di
succhiarsi
da
una
strali
invidia
lire
dieci
tirarono
senza
la
copia
e
Ma
Illustre
«
In
fatto
ed
offro
formalmente
col
dalla
Diritto^
fosse
si
sera
mi-
cinque
a
vero,
ma
svelenirono,
ma
che
quel
verà
tro-
sbalordirono
si
Altri
ci
pigliar
a
che
provare
forse
del
asserisco,
quale
e
qui
ecco
:
sig. Professore,
seguito
S. V.
a
pazienza
vennero
solita
negarono
il lavoro.
veniamo
esatta
che,
la
benché
Appendice,
solo
non
contratto
€
gente,
abbia
Cecco
il povero
screditare
prò.
del
curiosità.
ciascuna
75;
a
prima
la
poco
quella
per
lire
quelle
nota;
contro
di
che
bisognerà
lunghissima
un
pascere
I primi
0
il lettore
qui
il sig.
alle
Mussi,
alla
trattative
verbali
Direttore
S.
V.
del
le
già
Diritto,
seguenti
io
corse
tra
sottoscritto
condizioni:
la
135
(T
S.
V,
«
Ascoli,
da
patti
40,
circa
In
«
col
volta
prima
di 12
nelle
appendici
del
primi
presento
tre
volte
venturo
S.
V.
a
cadauna,
colonna
pubblicate
coi
io
di
piedi
saranno
cominceranno
compenso
Quando
1°
S.
V.
e
timana
set-
per
febbrajo;
di
uno
concedere
preferisca
racconto,
del
pubblicazione
prima
due
questi
L.
pagherò
io
diritto
il solo
50
per
appendice;
ogni
Quando
T
«
S.
V.
io
anno,
giorno
tal
cui
in
:
e
giornale,
avrà
diritto
di
e
10
Prego
4C
meglio
le
«
!•
S. V.
la
convenga,
Firenze,
li
dal
dell'ultima
pendice
ap-
intesa
verrà
10
di altre
ogni
edizione,
mia
da
parecchi,
letto
che,
professore
un
a
né
che
«
Ella
di
quale
mi
non
Clem.
mostra
da
e
riverito
vorrà
guerra,
come
farsi
ben
di
far
una
soverchia
di
parte
a
cosi
via.
patti
signor
Diritto.
feci
io la
fattene
Dirò
solo
Scartazzini,
lettera,
quale
dalla
questo
traggo
spontanea
la
proposta
:
mio,
permettere,
conoscere
del
le lodi
né
lode,
fosse
Lipsia
Maraini
Diritto^
ì\ signore
scrisse
ne
il prezzo
due
testimonianze.
Germania,
me
il
per
ricorderò
troppe
in
Coirà,
edizione
Egregio
proprietà
recherò
la
«
rumori
della
il libro
sopprimendo
paragrafo
della
anno
Alla
stima
Proprietario
r
copie.
1869.
Ing.
Finito
e
dei
quale
con
altro
regolato.
anticipato
dichiarare
creda
in
1200
di
cosi
facoltà
la
il racconto
il prezzo
gennajo
4
resta
sarà
appendici
mi
e
un
per
cominciare
separata
edizione
voler
zione,
pubblica-
proprietà
pubblicazione
ristampare
10*
a
di
prima
s' intende
appendice
alla
di
appendice.
proprietà
una
delle
appendici;
la
di
farne
della
pubblicazione
diritto
di
accordata
ogni
per
luogo
Il pagamento
«
75
questo
per
solo
me
L.
caso
il diritto
anche
conceda
il diritto
oltre
invece,
pagherò
In
«
di
Cecco
nome
:
«
di
storico
la
per
appendici,
numero
e
a
stamparsi
Queste
«
di
racconto
un
DiHtto;
del
di
darà
cessati
anche
che
in
sieno
queste
i
parti
136
di
mezzo
per
è
mi
venuto
Lipsia,
a
di
una
cosi
Il
?
Le
se
più
darebbe
il libro
poi
che
allo
smercio
comunichi
è
volta;
vedrei
che
si
resto
ma
me
fra
trovano
io.
messi
Pro-
ai
Tedesco
ogni
di
remo
parle-
di lingua,
sostituito
le mani
ne
me
che
di
su
meriti
i Tedeschi
fra
egregio
incarico
ne
tanti
ha
esso
che
gran
pensi,
tradotto,
esser
volentieri
l'italiano.
impara
Melchnau,
«
di
pure
del
e
credo
consentirvi,
a
pare
stam-
non
ma
nuocerebbe
disposto
condizioni,
degno
Sposi,
che
è
collezione:
Ci
della
di
il diritto
la
dubito
e
compenso
Firenze.
di
sotto
perla
una
per
Lipsia
stampa
parte
(in
»
numero
gran
editore,
mio
lire
sua
di
Ella
se
e
le
lo
della
un
sarebbe
300
a
stampa
un'altra
che
250
di
si ristampasse
noi
lievissimo
un
vero,
dell* edizione
mio,
libro
Cecco
suo
qual parte
questa
signor
Il
è
da
italiani
Non
comunicarle.
è pure
che
Inoltre
libro.
Cecco
suo
qua
Autori
il
e
Paga,
collezione.
il
troverebbe
di
direzione),
mia
voglio
ohe
BrocMaus,
Biblioteca
«
eccellente
suo
che
permettere
che
lettori
il
pensiero
un
Ella
vorrebbe
articolo
un
11
Suo
1870.
agosto
ammiratore
sincero
servitore
leale
e
SOARTAZZINI.
A
me
e
li
di
stesso
haus
de
Monsieur,
«
Je
M.
M.
ici
Selon
Scartazzini,
une
d'Italie
«
rien
Je
ne
vous
passer
suo,
Brock-
dal
lettera
crois
votre
donc
s'opposera
saurais
directement
que
plus
donc
par
nouvelles
trois
d'une
cents
à
gre
le
poste
de
la
est
si
sous
part
pour
mo-
à faire
la
venta
d'Ascoli,
en
ordre,
bon
de
commencement
du
rapport
le droit
francs,
Cecco
cela
en
céder,
me
autorisée
ouvrage
au
recu
bien
édition
tout
mettre
.
consentez
de
Tintermédiaire
par
me
pour
dernières
vous
somme
de
trouvé,
Toccasion
les
rimpression
hors
d'avoir
heureux
Scartazzini,
yennant
Je
suis
vous.
il piacer
facesse
seguente
la
ebbi
tempo
che
mente
natural-
e
:
«
avec
de
qualche
a
Scartazzini
allo
risposi
lusinghiera,
assai
propòsta
la
parve
bande
un
què
l'impression.
vouliez
vous
et
me
faire
exemplaire
138
solenne
che
le
La
cose
sue
vendita
dei
compenso
le
animo
grato
lei
Io
Mi
recò
piacere
E
«
di
questa
Roma
letto
il
pregiato
e
raccomandandomele
quanto
14
Napoli,
«
so
Cecco
stesso
200
e
diede
mia
convenienza
tra
lo
amico
me
«
Je
Vago.
e
al
ed
più
io
m'accorder
désirez
avant
«
Je
«
Agréez,
:
traduis
dès
je
quel
diedi,
ma
compenso
credei
di
altre
avevo
Cournand,
signor
la
facoltà
e
questa
tradurre
di
è
Tautorisation
la
vous
vous
que
exactament
j'aurai
que
les
j'impri-
feuille
chaque
l'édition
l'assurance
de
im-
Leipzig.
de
ma
haute
dération.
4C
voulez
conditions
d'argent
assez
enverrez
Monsieur,
Hotel
lettera
publication.
d'après
Genève,
di
:
je remplirai
et
la
gliela
de
e
chiese
mi
ringrazia
:
l'ouvrage
«
lo
per
»;
non
che
ebbi
ne
scrivere
arrivare
tanto
mesi,
io
remercie
vous
vous
:
ne
Monsieur,*
primée
Can.
Masaniello
Il
Cecco,
il
per
sopra,
francese
in
qual
merai
ed
di
«
potere
scendere,
qui
«
que
servo
Napoli,
accettato
non
pochi
passati
parlato
il Cecco
bien
pregio
mano.
Erano
ho
di
disse
il Diritto
mi
la
anche
mi
G.
di
Racconto
altro
un
Lioy
che
con
che
posso,
devino
Roma
nel
Avevo
lire.
giornale
signor
cui
pubblicato
fu
compenso
cose
un
Cecco,
suo
Prof.
il
cosi
1871.
marzo
Suo
in
a
veracemente
essere
Il
rendere
Fanfani.
Lei
da
fiore
pel
signor
il sentir
dirmi
quale
gustare
e
ste
que-
un
e
poter
dell'ottimo
grandissimo
sarà
di
servigio,
un
certo
direzione),
lietissimo
dell'ingegno
Germania
in
sento
mi
del
frutto
novello
di
parte
in
potrà
sarà
(e
ma
giornale.
anzi
quindi
pel Cecco
dovrà
sul
scemata,
Ella
accresciuta.
si
amici
agli
e
cosi
parte,
a
stampate
sarà
non
per
lavoro.
nuovo
unicamente
libri
sarà
tirature
faranno
si
non
saranno
provinole
che
di
che
obbligo,
24
novembre
Victoria.
Al.
Cournand.
consi-
139
La
traduzione,
tutta:
Russia,
che
io
ho
non
Cournand
signor
il
poi
detto
ho
come
veduto
scrisse
mi
pattuito
aveva
stampa
la
che
con
né
il libro,
ancora
addietro,
poco
rividi
la
andava
in
editore;
un
saputo
ma
del
altro
traduttore.
Avrei
Cecco
da
oramai
ma
;
Non
lunga.
lettera
graziosa
accennando
air
dinanzi
Cariss.
€
4C
0
che
alla
sfacciataggine
di
di
rovinarle
far
per
addosso,
tra
corre
me
altezza,
al B.
lo
e
.
lo
del
domandi
spiaggia
tra
Il
mare
Mi
forse
ucciso
la
mal*
sto, perchè
e
fu
essere
città
vede
;
mi
zucche
presto
sempre
rappresentata
diverse, specie
e
del
strage
non
me
da
—
uno,
fradicio
.dei
difatti
che
somministrano
ha
malo
Gli
ci
antichi
denze
deca-
diverse
i
vegetali
un
Firenze
ha
:
tali,
vegedei
petonciani,
i
ma
ci
accorto
surrogarono
forse
cessarono;
costà
le
con
tanosa.
pan-
desolato,
qui
peggio.
carote,
rape;
sono
fiato
viva
dal
malaria;
la
ne
il mio
i metalli,
delle
ai
mezzo
impèrvia,
troverei
delle
in
;
Che
saHs.
disertata,
paragonandoli
esauriti
di ciò
governata
che
ci
illustre
allato
menare
e
Livorno,
questa
solo
foresta
Comunque
—
E
io.
Vivo
estate,
il secolo
più tenera,
si
le
aria.
secoli
cetrioli, delle
roba
la
di
—
lacera,
qui
i metalli,
ci
.
l'Olimpo
costà
ci crede
non
—
credo
osserverà,
nelle
esaurirono
dei
al
.
.
.
Consenti
la
e
significa
moderato
un
ci
vicino,
tutta
bello;
Cervaia,
affermano
rimasto
sono
crede
al P.
.
formano
che
Dèi
non
e
di
mare
il che
governo,
del
e
Ebrei,
;
priore
col
campi,
D.
al
senza
me,
e
ella
Firenze
in
M.
al
colo
peri-
Sa
?
lei
tere
met-
a
con
naso
lei, ninno
cava
cima
in
me
Quanto
lei ?
ne
divertirsi
e
il
semidei,
gentile,
agli
di
?
faccio
farmi
.
dell'onesto,
e
lavoro
quel
su
rompermi
domandi
agli altri
e
.
.
tal
'
me,
salire
e
e
pelo. Se
un
con
.
P.
Cecco,
il
mandar
una
cosi:
rispose
l'altalena
fondo
in
scatti
mia
fare
vuol
ci
di
mandai
egli, scherzando
ed
troppo
esser
sig. Pietro.
giù
ne
gli
il
per
il lettore
Io
lui, mi
a
sé
quanto
che
mia
ad
frodare
Guerrazzi.
dell' Assedio,
piccino
comincia
altro
per
del
alla
autor
Nota
questa
voglio
testimonianze
parecchie
qui
recar
po' di
dura
come
scico
straad
Ora
nome
materia
di
140
al
paragone
di
secolo
di
gonoree,
É
fermata
la
ridia
ci
vigore,
venuta,
Mentre,
la
che
della
Cecina,
della
Dora,
è
mi
lo
all'aratro,
Quindi
ho
Politti
stampa
scritto
L'origine
figuri, che
fatto
sono
Russi,
lapide,
il Secolo
e
mani
a
duri
po'
se
fosse
col
di
e
Aveva
e
è
in
la
modo
Giornalisti,
di
e
marchiato
il
perchè
nei
la
supplico
Nemesi,
dai
ha
-
ha
e
poco
sotto
loro
lima
la
lima.
che
sperato
un
preso
di doppia
della
una
Avvocati,
Cecco;
suo
a
suoi
chio,
gran-
impronta
istituire
-
la
ed
anco
di
di
sempre;
lazzeretto,
Firenze;
impunità
falange-
leggerò
imparo
un
a
lo
ora
scritti
barbarie
(promettendo
ordinare
di
da
vecchio,
schifo,
ribalderìa;
letto
contagio
Peruzzi
Mi
ruffiano.
volentieri,
il
ignem.
farò
mani,
infinitamente
parte
giunte
le
La
nmore.
rimpiatterò
mi
e
per
Sono
tocca.
perchè
gli altri
con
falsario,
intero,
fare,
coprirebbe
sua
andrà
«
chi
a
che
Furie,
dalle
frusta
due
Manzoni;
al
e
saeculum
quinci, protendendo
e
viltà
di
la
miliardi
Germani):
ai
Secolo
il
l'Im-
su
quanti
Verdi,
del
è
scena
pagare
al
pagine
bazza
e
(appunto
Judicare
!
roba
potranno
Perchè
la
circa
tutti;
mi
male
Rossini,
prestare
da
fa
da
la
che
fantasticheria:
della
cui
il solco.
pagine,
poche
di
-
hanno
al
1000
di
onde
aggiogare
tirare
a
ciò
o
sé;
da
sembra
cosi
prefazio
secoli
i Francesi
finalmente
si
di
intorno
cicalate
il
Comete
miliardi
franchi
di
Milano;
a
delle
5
malaya,
novella
una
lettura
grigia,
mi
costringerlo
e
gliarli
pi-
mentre
la
fare
o
posso
ma
vuol
scrivendo
e
impicci,
materia
la
o
sovente
che
dell' Arno,
o
ne
se
effetti.
co* ranocchi
vivere
—Leggo;
cosi.
me
scrivere;
forza
P.
sicura
suoi
più piccoli,
il R.
l'anima,
intero
nei
non
giunga
soprag-
questa, più
più
sono
che
dentro
spirito
-
primi
andrebbe
insomma
che
i
non
Tevere,
del
—
di schiatte
ovvero
avrà
giova
quelli
con
senza,
non
tira
mi
non
mi
ec.
costituzionali,
ma
efficacia
cosi
dura
perchè
co' secondi
che
so
che
sassi
a
fallimento:
del
non
uomini,
cancri,
apostemi
invasione
nuova
di
dignità
e
di
Agnoli,
se
;
lue, di
di
ulcere,
l'effigie di capponi
illuvione
la
nella
marcio
togliendoci
basterne,
di
tubercoli,
nel
di
secolo
—
e
per
veda
un
lui)
accalappiatori
Giudici,
ché
fin-
tutti
ci
di
tru-
141
cidatori
della
lingua;
poi,
questo
uè
le
anco
dice
cosa
*
uguali.
merito
di
che
tutti
3
vedere
lodisi
esecrabile,
lo
Sia
scopo.
criticare
mio
giudizio
il
degli
scrittori
Cecina,
«
chi
se
altro
30
conceda
quello
ringraziami,
lejccume
I
Allude
dichiaro
E
a
per
qui
di
Questa
irato!!
lo
te
popolarità
3
e
Lui!l
uno
essermi
andava
gioja
una
questa
delle
dall'uggia
sino
seguimi
per
derlo
ren-
e
segui
con-
fa
pensa,
e
che
spira
Per
—
nella
zione
colle-
che
il
sidera.
de-
cuore
suo
mie
alla
amico
Guerrazzi.
D.
?
lettera
Te
chiacchiere?
fine, che,
senti
ne
Dunque
altro
qualche
darò.
Bcritto
alle
troppo
il
Cecco^
gli
si nega
cagione.
parole
astenuto
in
anche
lodatosi
dove,
T accennata
allude
tutto
1871.
dicembre
è
sollevato
poco
il
non
onore
con
F.
un
sero
vis-
l'arte
con
i
italiani.
le
non
concio
più largamente,
figurerà
non
mondo
Affrho
Lettore,
già, molti
sul
scrive,
farsi
il colore
male;
pure
che
sa
dunque
il
chi
guardi
libro
suo
Dio
Dunque
«
:
a' fantasmi
se
a
permesso
^
nel
dipinto
l'autore,
gli stomacucci
avere
eterna
anima
fu
fine
quale
non
:
; e
altro,
larità
popo-
nega
reputa
buttare
un
amano
eternamente
atroci
Appena
poi.
uccise
ne
a
fatti
bisognerebbe
in
le
quando
marzapani
sono
Eschilo
uno
imbrocca,
esporre
non
allora
da
uomini,
nel
sta
da
narra
:
la
non
fossero
non
blica,
pub-
antiche,
che
che
sportassero
tra-
igiene
presenti,
passioni
li
memorie
critico,
passioni
non
astenersi
concetti
tragici
S.
V.
coli*
muta
le
se
Anco
di
la
per
coloro,
suo
tratta
non
come
;
quelli
Quel
carrettone,
alle
odiano
le
moderne.
perchè
Rispetto
—
che
affermo,
le
nel
cautele
debite
le
con
Sardigna.
alla
messili
che,
parte
da
me
apposta
anche
dette
dal
al
nella
trattare
Guerrazzi:
prefazione,
pure
non
le
con
feroci
passioni
se
ed
ne
quali
rate.
esage-
mostra
142
121.
Firenze^
Vocabolario
al
del secolo
XVII.
24^.
1870^
in
delle
quali
,
Edizione
sesto
Novellette
allegre
Dae
copie
poche
a
maggiore;
due
e
alcune
;
in
in
carta
grave
e
di
cartapecora.
122.
Fanfanl
(Pietro).
Novella
Firenze^
;
Il
il Dies
aggiuntovi
Polverini^
1870,
^
Gaudenzio
sor
8°
in
chiato,
scorbac-
Iraè
travestito
gr.
r.
Edizione
di
20
tre
esemplari;
in
inglese;
carta
e
in
tre
pecora.
carta-
123.
Fanfaiil
(P.) Diporti filologicie letterari,
lo
c'è
sono
scritto
il
ristampati tutti
la
lingua
Discorso
lingua,
al
già scritto
del
quale
da
questi Diporti.
fa
esso,
8°, pag.
i
e' è staia
Dati
sul!'
seguito
in
un
medesima.
natura
in
1870,
Carnesecchiy
Ci
della
opuscoli
altri
un
c'è
e
Obbligo
lungo
foglio
di
si
del
Firenze^
335.
della
dialoghi
con
muove
ben
Dialogo
Palermo,
edizione
ec.
napoletana,
Per
parlare
del
sopra
prefazione
la
propria
Giovanni
Di
la
opera
di
Fanfìiiil
fiorentino.
Servo
di
di
come
già
aveva
ed
Firenze,
Boscafno
certo
io
che,
lai,
in
le
letto
caritatevolmente
non
delle
cosa
sarebbe
delle
Ora
opinioni.
deporlo
cose
almeno
il
di
che
Se
avversarj,
dire
Bis
per
videor
ha
io
al
È
nna
pubblica
la
satirica
Novella
una
vendita.
lucesse
in
1870,
andar
in
La
via
batto
ri-
abbia
stizzito,
ottenuto
di
curassi
per
del
queste
esser
che
qual-
Boscatno
Zizzira.
Firenze,
12°.
cui
autografo
credendo
stampai,
a
pia
saper
mori.
Don
versi, il
ruba.
Toscanità;
k
(Vincenzo).
Vocabolario,
molle, mi
ingiurie,
sema
125.
IVannncOi
di
debbo
egli,
cosi
e
avversarj.
essi
di
caso
certo
e
dicono
barbaro,
da'miei
villanie
proprio
mi
iri
lezioni, di che?,
ne
Un
toscano.
il becco
natnralmente
ma
parlar
16".
dell'nso
di mettere
libro, urbanamente,
qnrato
me
dato
superbia,
per
lodato
e
smanioso
Trapani,
in
1870,
Tocabolario
ai
del
Maniere
e
Polverini,
compimento
da
costui
di
scritto
Voci
(Pietro).
Ne
che
ito via
sarà
ad
comprai
la
f^ma
forse
dell'
dieci
tore
au-
copie
! !
126.
Ii«rl
La
Mea
di
P.
Fanfanl.
sticale, con
in
di
(Iacopo).
note
Idillio
Polito,
Ptóoia,
Gino,
Ru-
1870,
16".
Le
annotazioni
specialmente
le
feci
sopra
con
cara
raffronti
e
di
studio
antica
fino
lingua
dal
1846,
co'modi
e
tono
bat-
viventi
i
144
della
fattemi
ab.
mia
dal
Tigri
nella
Lettera
ad
associazione;
Tigri
che
molto
ec.
La
si
ec,
1856,
le
nella
farfalloni
l'
del-
parla
ne
se
edizione
citata
chelle
mara-
leggono
incredibili
fece nel
ne
lavoro:
questo
Degli
Gotti,
Aurelio
di
Arcangeli
presente.
edizione
andò
e
dall'
e
edizione
della
prefazione
vicende
pistojese. Le
montagna
nella
feci
la
per
bene.
NOTA.
Come
quella
sanno
faccio
io
di
po'
i lettori
tutti
altro
per
cosi
prefazione,
libro
questo
delle
che
storia,
nella
di
ricordate
non
chelle
mara-
la
che
bisogna
gistri
re-
qui:
Neir
a
1845
anno
Pistoja
acciocché
chiamava),
di
Firenze,
Ecco
«
la
Tangheri
i
copia,
0
colla
più
Or
mi
non
attendere
tutto
che
lui
fatica
e
al
pulito,
mandandoglielo
ed
anche
un
:
a
di
hai,
de'
saggio.
il
A
e
di
lento
e
a
mi
potè
non
santa
sima
grandisa
metter
Messo
sieme
ineh*
io
all'Arcangeli,
risoluto
quali
rispose
fatto
mia
senza
significarlo
delle
la
con
cangeli
dall' Ar-
la
con
Lori.
mostrandomi
egli
e
materia:
cervello,
filologiche,
questo
il Bindi
non
del
poemetto
vedere,
note
riuscii,
potei
ritrarne
mandate
io,
ed
poi
»
indigesta
carte
;
che
credo,
manoscritti.
di
:
potrai
come
il
Rivista
abbozzo
ciò
Tu
ragione
me;
tempo
fui
non
a
farci
a
in
di
fa.
qual
attorno,
spesa
parole
ne
quella
a
diede
esemplato
ben
se
il guazzabuglio
messomici
pazienza
queste
anni
per
sesto
lo
nella
l'originale
possiedi
ricordo
dar
a
a
rebbi
che
pratica
maggior
sta
pazienza,
allora
esso
ragguaglio
dire, l'estratto
meglio^
alla
(com'
con
prima
:
meglio
per
raccapezzarvi
assai
accompagnò
lo
e
desse
ne
Bindi
professor
al
Tangheri
de'
poemetto
il
mandò
l'Arcangeli
la
a
parlo,
stam-
gli mandai
lettera
guente
se-
146
Non
6
luglio
mi
di
saggio
io
Mea
la
cosi
note,
benissimo
tu
che
quello
forse
potrei
viene
da
piene,
Sta'
pe'quali
ho
non
d'oro,
dalla
a
diedi
distendere
la
il render
voci)
delle
anche
di
tutta
antichi:
e
la
per
istamparlo
:
che
Sette
qui
0
una
dove
come
dico
di
averla
l'amicizia
(non
volergli
bene),
fatto
da
cosi
me
anzi
vare
di tro-
e
scrittori
negli
quasi
lo
tutto,
per
comprò
da
da
il
me
Gino,
Tipografia
recitò
TArcangeli
dopo
lezione,
sito
propo-
montanina,
simili
misi
varie
per
gioni,
ca-
ricordare.
ma,
del
lavoro
non
mi
sentimento
il
fece, distrattone
Lori;
poemetto
di
poi
Arcangeli.
principal
dichiarare
della
capo
tuo
tornato,
mio
il lavoro,
accade
non
ott' anni
Colombaria
mai
Compiuto
il che
al
parte,
Luigi Vangucci,
signor
fu
i modi
maggior
che
caldo
questo
e,
pronunzia
montanini
fatto.
venne
quella
Galileo,
di
Addio.
quali
(oltre
per
l'articolo
Parentali
montagna;
nelle
ragione
que' modi
a
mi
note,
le
in
corsa
chè
per-
stella
una
faccia
G.
io
gazione
spie-
detto,
Il
Ed
per
una
aveva
con
nissimo
comu-
cope
l'usavano
sui
denese,
mo-
monti.
è
:
è cosi
Bindi, perchè
tagna,
mon-
via
dei
margine
ed
e
il corpo.
e
in
mani
le
che
qual-
su
idioma
dell'oro
di scrivere
coraggio
giore
mag-
corsa
discosti
in
qualcosa
l'anima
opprime
una
Avere
scritto
al
buon
attenzione
di occupare
rozzamente;
intorno
danno
mi
e
l'antico
detto;
Ho
Dimmi
Rivista.
la
più
filettato
ricamata
il battesimo.
paesi
Il panno
era
mezzo
mi
il
inuzzurri.
veramente
dare
storpiatura
capare,
ingornbre.
di
per
il
te. Anche
schiarimento
a
conservasi
montagna
in
nel
che
cosa,
da
una
qualche
farai
ne'
quali più
nei
Con
farai.
meglio
ma
piacciono:
darti
principalmente
mani
ogni
raffazzonata
mi
accennate
parola;
Copo
rimandarmi
a
Amico,
Eccoti
«
altro
per
scrisse:
Caro
«
le
tardò
dice
allora
rotta
non
sulla
monte
un
egli
avea
io, perchè
fiatò
Alea,
nemmeno
a' suoi
Società
alla
di
bene
rotta
non
del
meco
cessai
del
proprii
deroso
poncon-
U7
forti,
la
quale
andò
più
là,
fatto
fosse
fu
solo
io,
consenti
lavorar
a
quel
su
dell'Arcangeli
stato'fatto
era
Non
potè
da
perchè
al
che
Gotti,
e
che
della
proprietà
i
quale,
vedere
seconda
del
edizione
alla
di
da
già
tane
fatil
peggio,
mare
chia-
potersi
ricordata
detto,
Tigri
quei
già
Cino;
nella
ho
come
errori
prodigiosi
prudenza
può
e
tore.
edi-
un
copia
copia
tatura
det-
il lavoro
Tipografia
spropositata,
quale
a
di
mano
la
una
si
il
che
avere
Canti
altro
che
in
era
Arcàngeli
come
nella
nella
sapesse
raflrucchiarne
cosa,
anche
forma
T
prodigiosamente
tutt'altra
lettera
era
bisognò
gli
benché
me,
altro
per
perchè
me,
riusci
che
da
bene
Tigri,
più
come
certi
a
del
poemetto,
stesso,
sapeva
stampato,
insieme
cura
per
bene
fosse
Firenze,
a
anzi
componimento
troppo
perchè
pubblicati
toscani
popolari
1856
leggibile:
tal
su
che
tutto
di
nel
veramente
poi
stesso
fece
render
che
desiderio
lavoro
e
potuto
avevo
mostrò
quel
fatto
averci
io
si
editore,
Canti,
fu
reggono
cor-
per
putata
re-
l'ometterla.
127.
Cavalcanti
(Andrea).
1870,
in
di
Edizione
P.
da
pubb.
Fanfani.
Il
Vicario
Firenze
12^
poche
copie.
\
»
—
-T3j3fcVi«.^t*.v
Burlato,
al
rio,
Vocabola-
vella,
No-
148
MDCCCLXX-LXXL
128.
Aiitolog;la
italiana, compilata
Scuole
tecniche,
renze^
Paggi,
n
Rigatini
del
P.
da
Fanfani
voi.
1870-71,
fece
il voL
I ;
e
Rigutini.
J^z-
2.
il voi. II. La
io
e
G.
delle
uso
per
facemmo
per
missione
com-
librajo Paggi.
MDCCCLXXI.
129.
?iCttere
e
ridotta
Tolsi
postillate
per
via
Fanfani,
le scviole. Firenze
scrittori, ordinate
edizione
seconda
1871
Barbèra^
in
16°.
y
qua
e
là
lettere
alcune
note, abbreviandole,
molte
P.
da
eccellenti
di
precettive
per
meno
importanti
il desiderio
secondare
;
del
e
corressi
Barbèra.
130.
Fanfani
G.
Sta
consolatoria
(P.) Lettera
al
sor
profes-
Gazzino.
nella
bolla
Sordo-Muti,
Eaccolta
1871,
in
fatta
16^.
per
la
morte
della
Gazzino.
nova,
Ge-
149
131.
'
tegpnerrl
For
Stanze.
Le
Pistoia,
pnbblicai
Bracali^
favolose
in
1871,
dello stampatore,
cnra
di
codice
nn
sopra
a
Le
(G*. Batta).
8^.
Bossi
nozze
per
Dee,
Bncellai
ForteguerrL
casa
132.
Tonta
Eia
da
secolo
del
Stanze
Castello,
XVII.
Firenze
8^
di
tore
au-
1871,
Polverini,
j
in
d' incerto
gr.
Edizione
di
Diomede
Bonamici,
poche
copie
colla
in
carta
pubblicata per le
grave,
signora Giulia
nozze
Sorla.
133.
EiCtlera
di
lingua italiana,
della
di
note
Fanfani.
renze
Fi-
8^
in
1871,
P,
y
y
Le
con
Vocabolario
al
sull' infranciosamento
Tedesco
un
note
tutte
battono
sui
barbarismi,
sulle
e
teorie
dei
zoniani.
man-
134.
Carità
versi.
Fu
e
(la)
Napoli
fatta
a
dall'inondazione
italiana.
Nobile,
Raccolta
1871,
in
di
e
prose
di
8^
y
benefizio
dei
del Tevere.
danneggiati
Ci misi
un
dal
tremuoto
di
Calabria,
lungo tratto della mia
vita.
150
135.
Panfanl
di
(Pietro). Istruzione
lettura
feci per
di
tiratore:
16^.
in
e
Macerata;
degli stndj delle
Provveditore
del
sino
e
ad
la
tiratore, perchè feci
dico
al
Firenze
,
commissione
Ascoli
elementari.
scuole
1871
Vocabolario,
Lo
le
per
diletto, Libro
con
ora
se
fatte
son
ne
vincie
Protre
stereotipìa.
136.
Panfanl
d'Ascoli.
(P.) Cecco
Lipsia,
Brock-
1871.
haus,
V.
innamij
1870.
137.
Panfanl
alcune
(Pietro). Di
lingua italiana,
ventilate.
Firenze,
proprietà
della
Polverini
1871,
8^
in
Opuscolo
della
di
pagine,
16
dove
si rende
ragione
di
alcone
coltà
diffi-
lingoa.
137.^
Fanfonl
Le
Monnier,
Tiratora
dove
(Pietro).Il
a
1871, in
parte dalla Nuova
parlo della
Poesia
Poeta
popolare. Firenze,
8^
Antologia.
popolare,
e
della
Lavoro
qualità
molto
che
dee
stadiato,
avere
il
151
Poeta
popolare,
poi
il
merito,
giovane
senza
il
poeta;
sia
che
speranza
ai
checché
quale,
fare
di Neri
sonetti
dissero
che
tali
doversene
Tanfucio
lo avevo
avvertimenti
gravi
dicano
da
cose
dei
Fucini
del
mente
por
per
trattare
a
Fucini). Gl'invidiosi
(Renato
sopra
venir
per
lodato
che
al
davo
invidiosi, porto ferma
molto
la
lodare
nostra
patria.
NOTA.
Di
Padre
questo
mio
Giuliani
in
dono
in
Carissimo
«
Eccovi
vogliasi,
pronunzia.
Ed
dimostrate
si
ben
lingua
qui
si
per
A
parla.
discorso
sonetti
del
avvertenze
vogliate
«
il
mandò
mi
linguaggio
e
lato
par-
capaci, bisogna
possedere
le
poesia
un
il 26
è
bontà
vere
ed
po' di
della
auguro
che
frutto.
Addio.
le
sapete
innanzi
al
valersene
e
lingua
quel
proposito
a
che
comune
moltissimo
garbato
popolare
buon
di
classici,
nostri
perciò
ottengano
che
lingua
dai
loro
dell'amore,
lingua,
rità,
ve-
alla
varia
come
Fucini,
bravo
Firenze,
accreditarla
la
ragione
alla
voi
con
questa
discernere
me
far
anziché
titolo,
suo
sincera
e
vostro,
vocaboli,
esserne
sulla
sempre
modo
col
tutta
esso
verso
usata
voi, per
in
congratulo
mi
intendere
tutto
di
sul
si raccomanda
vi
al
costante
Ma
pari
de'
io
dP Italia.
la
che
vedrete
sostanziale
assai
quando
volumi
preziosi
libro
perchè
pure
forma
scrittami,
sodisfatto
amico,
un
più
se
suoi
mostrò
ne
Toscana,
«
tanto
se
lettera
una
dei
uno
della
e
lavoretto
savie
Vivete
di
che
stro
vo-
quei
vostre
felice
bene
maggio
1871.
Al
G.
-''^?'^^CV.'N^*
vostro
B.
affino
Giuliani.
e
152
MDCCCLXXII.
138.
Fanfanl
(Pietro). Lingua
vuole
chi
a
1872,
Gì
di
qnistione
Milano,
il
lingua
come
metterci
quale volle
scritti
biologici,
nazionale.
cosa
rara,
Car-
Milano,
ritratto.
con
de' miei
meglio
il
raccolsi
12°,
in
italiano.
scrivere
timenti
Avver-
nazione,
e
il
che
feci per
La
ritratto,che
quasi
è
trattano
la
il Carrara
di
mostruoso.
NOTA.
Non
E.
Celesia,
Illustre
«
Concedete
pregiato
Dirvene
e
eh'
dono
lingua,
della
Pedagogia,
€
10
io
che
quanto
in
opera
vostre
vedrà
febbrajo
dal
ringrazi
vostro
e
dirò
scrittore
che*
di
di
questa
Pedagogia
:
amico,
vi
io
lodi,
Delle
basta.
ciò
ed
del
tutti, sarebbe
testimonianza
valoroso
e
signore
le
ora
altra
recare
dotto
€
sul
da
voglio
libro:
meriti
tutto
fra
d'
È
molto
cuore
e* nazione.
opera
durate
vostra
a
Storia
della
la
del
consultato
essere
fatiche
2"* volume
non
Lingiuz
inutile.
onorate
nel
profondo
luce.
73.
Vostro
E.
deditissimo
Celesu.
prò
della
164
vedo
fumo
sfatte,
calze
talora
parole
tirano
il secolo
tutto,
lo
Che
alla
immenso
ritornerà
ranno
casa;
Bastano
lingua
hanno
0
.
La
f
Però
€
allegri
del
fosse
ravviato
i
sto?
bu-
serpenti
ci
:
ripiglieserpenti?
i
meglio
sonano
non
della
sì ponga
stringa
mestieri
di
e
,
siffatti
non
.
della
idioma
deir
0
—
serpenti
i fischi
che
furie
bolo,
capitom-
cosa.
la
i
e
i fischi.
loro
il
strisciavano
pantano,
che
di
e
—
altra
le
Le
dare
il mondo
ci
e
prima
come
che
trovino
varranno.
è stiantata
si
si
come
Varranno
—
deve
ogni
? Prima
pantano
? Non
leggo,
ci
bassette
tutto
come
natura
diventeremo
un
era
lingue
dentro
di
guasto
capelli;
pei
le
e
che
vede
il
i'ii
ma
comecché
spoglie
e
impedire
a
avvelenano,
'
Capar,
sigari del
i
sue
i Giornali
che
bene,
altri
vituperi
,
al
mano
una
che
sempre;
petto,
la
risponda
e
ha
ci
morte
poi.
trovar
da
vivi.
6
Livorno,
«
73.
del
A0ho
Avv.
Quella
libro,
e
Bindi
del
non
essendomi
tanto
ha
«
Carissimo
4C
Tu
scimi,
e
al
f mi
vecchio
aspetta,
di
far
I
e
Hai
piedi
tutto
per
troppo
amico,
naggio
perso-
dignità,
per
fatto
ho
del
tutta,
che
e
male.
collega
dicendo
e
del
ti
di
l'eternità.
Cavour,
diceva
il
nel
Mi
sempre
che
po'tardi,
anzi
donattts
quale
canto
del
dicono
per
dell' arte.
ogni
pensare
certo
iam
fuoco,
che
suo
di
vezzo
virtù
di
squisitezze
di
ed
pensato,
fragrantissimo
le
ciu-
quel
tutto
un
del
compati-
ma
libro, ben
ringrazio
il rosario
per
tuo
tutte
ie'Ricordi,
dai
mi
far
può
sebbene
giardinetto
con
Tu
ragione;
si
non
Dunque,
dovrebbe.
rallegro,
invece
vecchio
vero?
è
c'indovino?
scritto,
fagotto
Capur
e
rechi
quando
non
me,
coltivato
femminili,
schietto
po', ti ringrazio
un
egregiamente
Bravo
di
ne'miei
perchè
che
più
del
Guerrazzi.
Pietro,
capo,
si vorrebbe,
la
non
dottrina
per
parlato
brontoli
pel
ch'io
D.
tutto
in
parla
Tapprovazione
solenne
mi
chetto
fare
posso
cara
sempre
invece
F.
^uo
tanto
rude,
l'ordine
quelle
vec-
il Guerrazzi.
155
chie
memorie
tu
delle
belle?
dette
hai
invecchi,
Buon
Ti
so
€
sciatto
ho
Addio
credo,
e
Che
ridens.
perchè
tu, che
le corbellerie
n'ha'
mai
della
non
gioventù.
sermoncello
quaresimale,
il
o
sia
tipografo
in
cui
Piglialo
scrittore.
lo
non
altro.
carissimo.
7
«
lo
i fumi
il mio
Non
com'è.
Quasi
sempre
mando
più
se
Democritus
nel
te!
per
«
tocchi
73.
marzo
Il
tiu)
vecchio
amico
Enrico
Arciv.
di
Siena.
141.
Aeelpretl
al
Carnevale.
V.
Vituperj
del
Carnevale.
142.
(i) del
ITItnperJ
una
in
copie. Tolsi
da
di
numero
25
giorni
Nottolone,
Fra
di
un
Buon
Firenze^
pubblicata
Anonimo,
titolo
principio, dandogli
di
XVII.
di
gr.
di
Predicozzo
ultimi
secolo
graziosa Cicalata
Polverini;
qualcosa
8°
in
1872,
Gusto,
É
del
fiorentino
Bellnmore
Cruscata
Carnevale,
per
poi
di
le
oscenità;
al
Acoipbeti
e
mutai
Carnevale,
pubblicamente
farla vendere
del
nome
a
negli
carnevale.
143.
Fanfanl
tra
Pietro
(Pietro).
Aretino
e
1 miei
Dialoghi
avversarii,
Assalonne.
Cosa
da
ridere.
(Inedita).
Sono
de' miei
dieci
dialoghi faceti, in ciascuno
awersaij,
e
sempre
dei
quali
ridendo, fo la storia
di
dipingo
ciascuna
uno
delle
156
fattemi, con
guerre
Giascano
de*
versarlo.
Gli
cambiati
ora
De
le
dialoghi
cagioni, aperte
dovrà
in
di
letta
fresco, dopo
Gubematis;
la
aggiuntovi
e
ebbero
principio
altri
biografia
ec.
delVav-
nomi:
ho
gli
fattami
dal
fessor
pro-
Dialogo.
nuovo
un
ec.
il ritratto
possibilmente
avere
interlocutori
le mossero
celate, che
e
144.
(Pietro). Vita
Manfani
Milano^
La
feci
la
me
1872,
Carrara^
l'editore
per
assai
pagò
Sta
8°
in
dei
milanese
bene.
di
gr.
del
Romanzi
prefazione
per
d'Azeglio.
Massimo
d*
innanzi
che
Azeglio,
Ettore
^V
Fk-
ramosca.
145.
Manfani
(Pietro).Democritus
letterarie.
1872,
Polverini,
Firenze,
in
8°
la
coi
300.
pag.
C
la
ristampato
ò
fu
edizione
con
lungo
andò
aggiuntone
e
frammento
bene.
degli SmUi
più parte
spacciata,
presto
un
e
anche
zioni
ridens, Ricrea-
Giornali
della
Mia
gravi
e
gli avversarj fecero,
soverchie:
solito,gli lasciai
eapricciosiy
Si
altri.
VUa,
feci per
Lo
leggeri scrissero
al
il volume
chiude
solito,loro
ciazione,
asso-
lodi,
molte
arte;
e
io, al
cantare.
NOTA.
Qui
diede
letterato
é
mi
il
di
grato
il
riportare
Settembrini^
sommo
conto;
cui
ed
il giudizio
ciascuno
anche
che
saluta
quello
del
per
del
bro
li-
mio
critico
povero
e
dal-
157
rOngarOi
in
morte;
nella
e
«
Egregio
«
Dal
ridens,
che
sempre
tutte
perchè
ha
di
le
«
Caro
«
Benvenuto
e
Ho
illustrare
la
del
mia
ho
qui
ella
il
gradito
darle
a
come
Devfho
servitore
una
lei
il vostro
Democritus
ec.
E
una
di
di
edizione
mi
e
brani
YUnità
mi
contenterò
Polverini,
e
e
vostre,
cose
perchè
di quel
mi
storia
tempo,
quasi
trovavo
tra
eccellente
e
sco.
danteletto
e
Foianesi.
signora
Brockhaus.
del
fareste
le
vecchia
una
mentre
quella
alle
d'anno,
grandemente,
richiamare
Firenze
mi
e
di capo
profitto
e
piaciuto
fiorentini
casa
a
è
che
e
cuore.
diletto
mi
quella
avversa
strenna
bella
milza
da
naturale,
fortuna
poi
di
svezzando
fu
alla
il
l'affezione
per
va
dens,
ri-
benevolenza,
vostra
mi
che
faccia
con
via
a
completa,
all'editore
«
che
Settembrini.
mi
tutto
costumi
Conosco
E.
che
in
sempre
la
in
imminente,
V.
anche
che
agli uomini
indicata
spirito
con
letto
lettuccio
averla
libro
Luigi
della
segno
d* Ascoli
i
L'ho
€
leggo
come
tanto,
sul
eccomi
titolo
doppio
uomini.
letto
era
Democritus
suo
tanto
mano
amico,
1872.
ridere
a
trovata
Non
sua
ottobre
dello
il Cecco
avete
d" Ascoli.
istruzione,
mostrarle
per
meglio
ringrazio
«
di
circostanti,
perfidie degli
ne
il
ringrazio
danno
23
avuto
ed
gli amici
medicina
finora
ma
sono
perchè
consuetudine
ve
le
a
de'visceri
aiutò
E
Cecco
del
la
sig. Fanfani,
prima
la
dona.
che
Napoli,
«
La
scrivere
che
noie
ho
sue.
avanti
poco
signore,
piacere
con
cose
lo
e
quelle
come
letto
voluto
dono,
suo
altresì
Mattacchioni
ho
scritta
lui
stimatissimo
e
me
da
tocca
quale
Prof.
proprio
lettera
una
della
di
Se
si
non
dando
può
per
l'anno
il mio
nome
abbonarmi
grazia
somma
il mio
lingua.
presente, 24, Corso
domicilio
Napoli.
Benché
lo
Correnti,
salute
stringer
la
mi
non
mano.
Scialoja,
restituito
abbia
mi
per
a
ora
di
Firenze,
cosi
consentirà
Cosi
com'è
disfacendo
lo fo
presto
in
l'opera
rito
lo
stato
di
ispirilo
della
venirvi
e
verità.
a
158
Pigliamo
dai
del
apostoli
la
meno
tempo
conservi
la
buona
le
che
frasi
poco
lungo,
a
dimenticate
facoltà
stoltezze,
ch'è
Come
dicembre
1872.
23
spontaneo,
me
scrisse
ne
compitissima
di
Pregiatissimo
«
Sendo
non
dello
E
perchè
mi
di
ai
giovani
Pregiatissimo
«
La
è
provincia
giovani,
in
dia
il lettore
essere
per
scrittori
gli
prosperità
salute.
e
e
se
amato
G.
SCIOTTI.
si
da
mi
di
che
nio
Euge-
signor
che
altro
cosa
una
parla
parole
le
il
desidero
d'
detmo
trascrivo
se
non
Suo
perchè
e
Democritus,
del
Io
di
cere
pia-
compiaccio,
essi.
signore,
parola
non
venuta
a
sulla
studj
di
di
che
coltivano.
giovane,
un
studiosi,
«
sua
le
sima,
freschis-
e
perciò
fra
vità
festi-
e
1873.
Frosolone.
compiaccio
che
Dio
proposito
a
Rizzi
quella
da
perdoni
scrisse,
il primato
è
sua
Democri-
suo
pel brio
Gli
dire.
non
letteratura
e
italiane
alla
purissima
lingua
a
delle
il
massime
novembre
viene
mi
persona
di associarmi
meno
negarle
bene,
cultore
sommamente
da
patria
29
Furci,
giovani,
mi
la
voglia
«
Furci,
di
ciò
qui
riporto
Sciotti
arrecato:
saprei
che
vostro
DALL'ONaARO.
cuore,
che
a
avermi
utilità
non
d'oggidì,
Mi
per
un'eleganza
pregi
«
fare
stile, congiunto
ad
e
G.
ammiratore
posso
Bibliobiografia,
ed
delle
ridere
sig. Fanfani,
piuttosto
diletto
pigliarla,
ri-
poter
intelligentissima.
e
lettere, pure
dal
venuto
e
il signor
«
tali
e
tutt'uno.
Fr.
tus
spirito,
di
auguro
Tutto
che
dagli
lo
amano
come
saluberrima
e
e
Napoli,
«
nostro,
vi
superbie
umane
apostolici
verità.
Dio
«
tempi
lingua
Italia,
i quali
che
v'è
tempo
i
non
intendono
chi
non
l'ami
richiamare
a
neghittosi
si
a
pregi
studi
oggimai,
ai
forti
Italiani;
d'avere
si
fatti,
e
una
e
come
e
ceri
sine' é
non
mano
cercano
159
le
quel
vale
di
sentire,
chi
la
effetti
ho
essere
1
lingua,
alla
patria,
che
parlo
per
io
questi
effetti, ed
italiano;
dacché
italiano
ha
od
vilipende
ricevuta
luogo
qui
testé, data
a
devino
ha
non
a
vile.
servitore
Rizzi.
lettera
strana
una
Catanzaro,
da
spe-
ciato
comin-
ho
a
Eugenio
dar
non
1872.
aprile
Suo
Voglio
l'animo
nel-
istillare
provato
d'
finezza
una
ad
Ed
migliori.
lingua
propria
Frosolone,
«
alla
così
e
poi
e
rità
ve-
ne'lettori
Sugheri)
delicato,
in
pura
formare
a
co'D.
Lei,
a
me
voler
a
dirsi
in
m'inganno,
gusto
sperare
che
rienza,
cotal
amore
può
ne
io
o
cosi
lingua
quella
e
E
infinita.
riverenza
e
confondere
non
un
un
se
gaio
assai,
(da
garbo
affetto
con
stile
suo
semplice
a
Lei
di
opere
anonima,
impostata
e
Car-
a
penzano.
Il
lettore
«
Signore,
Lei
«
si
tanto
tanta
brutta
ricchezza,
vende
sì
a
gioventù
sì
sentirne
che
ciò
«
e
Intanto
amicizia,
«
mi
mio
i suoi
libri
profitto,
e
ma
sicuro
allo
scrittor
Non
se
creda
di
tutta
mantenermi
di
la
sua
1874.
li
favola
questa
sperando
al
Fanfani,
la salute
per
afffho
Qui,
libro.
che
della
quel
della
mia
che
ricchezza
sapendo
non
dico
lettera,
a
possa
qui
amico
0.
D.
e
inorridisce
ma
dichiaro
Catanzaro,
al presente
di tanto
gloria.
Suo
Di
? Tutta
pieni
spilorceria.
sua
tanto
mano
sua
L'Italia, signor
la
riverisco,
di
sciar
la-
dalla
Come
comupe.
lingua;
cui
a
cavalcato
essere
opere
maggior
sua
per
la
le
prezzo.
per
posterità,
ricchi
di
compiange
scriva
Penisola,
la
fatto
alterato
e
ad
viene
i
:
senza
avidamente
in
addolora,
ne
celibe
prezzo
desidera
poco
un
tutti
a
caro
massime
sapere,
lei
ricco,
spilorceria,
ricco
la
rallegrerà
e
che
in
fine
rispondere,
come
capitar
dico,
M.
parlerò
ne
chi
servo
e
sotto
ricco
gli occhi
non
sono,
160
ho
solo
che
lièvi
fatiche
farmi
da
non
:
di
ha
anni;
ho
là
di
piuttosto
non
bisogno
l'anonimo
se
me
cavallo,
un
avrei
sono
di
anzi
dico
tanto
che
da
avuto
e
spilorcio
Firenze,
in
qui
che
prodigo
ho
non
desiderei,
come
:
mìe
però
capiterà
come
;
de' miei
di
come
due
di
son
avrà
caro
mogli,
dei
sete
a
capo
la
avranno
forse
a
prova
giovani
che
i
io
le
per
non
cose
ranno
trove-
mi
non
e
quali
? Io
cento
per
me,
ragione;
libraj,
1
mezzo
il quaranta
gran
anzi
spilorcio;
sia
facciano
modo
ogni
ci
circa
questa
vera
libri
che
pensato
guadagnare
sia
ad
da
ne
non
ma
le
una.
egli
se
:
trenta
il prezzo
vogliono
mie
di
celibe
carestia
Che
mercè
che,
e
parlar
avaro
discretamente,
in
ora
sono;
udirà
so
dì
vivere
po' strascicare
un
come
ma
da
prodigo.
sono
146.
Fanfaiil
(Pietro).
1872
in
tiratura
carta
canarina,
a
tre.
Firenze^
verini,
Pol-
8^
in
Sono
Novelle
parte
in
DeinocrUm
del
forma
di
ridens,
in
tre
sole
copie
é^.
147.
Fanfaiil
(Pietro).
Marucelliana.
in
8^
Fatta
da
Breve
ragguaglio
Firenze,
della
Polverini,
blioteca
Bi-
1872,
gr.
per
spedirsi
commissione
alla
esposizione
del
di
Ministero
Vienna.
'S5«^-~-'
della
Istruzione
pubblica,
162
qni
il testo
gli
avevano
Le
del
tolto
storico
della
maltalento.
tirare
il
viso, forse,
bocca
o
quella
si trattasse
e
specialmente
fecero
non
essi
sia
la
migliore
di
dì dietro
le
cantonate,
eh' io
spero,
gli farei
baglio
ab-
ricredenti,
la
che
distare
di mostrare
turerei
e
il
fare
posson
se, invece
e
fame
mostrare
coraggio
avesser
questo
di
altro che
tutte;
baglio
ab-
importasse
altri
né
E
che
cosa
di
grave
invidiosi
agli
e
che
quello
un
nota.
una
di
nò
schiettezza,
foglietto per
un
avversar)'
ogni modo,
loro
la
fatica.
troppa
senza
a
compilare
gira gira,
ma
non
i sassi
a
nel
se
Ad
questa edizione
ristampato
agli
come
patria:
precedenti,
me
occasione
scalpore,
salute
Fu
da
ricondotto
è
editori
1843.
preso
diede
loro
gli
del
Monnier
grande
Machiavelli
NOTA.
Per
contrappesare,
degli avversarj,
edizione
da
sole
«
La
Il
testo
in
«
«
è
loro
questa
queste
Tabarrini.
del
quella
il bene
Milano,
di
20
dono
pel
riceva
del
dono
un
promette
assai
date
importanti.
opportune,
Ma
la
de' Classici
senza
peggio
Il
bene.
Le
massime
Italiani
varianti
del
fronte
l'
del-
a
in
e
ancora,
fatta
discorso
a
questo
Milano.
esserle
marzo
chiavelli,
Ma-
quale.
molte
Monnier.
Le
tutti,
Ho
volume
grandemente
sono
l' altra
Società
ch'io
giusta
suggerisca
assicura
edizione
e
è
non
primo
proemiale
la
ringraziare
Mi
compenso.
Cantù,
del
persone
leggano
rossore,
mania
Ger-
collega,
prego
ma
loro
da
dar
voglio
non
di
ma
lettera
per
voci
questa
di
d'Italia,
solo
ma
malevole
dati
giudizj
non
per
V una
letterine,
Onorevole
benigni
;
le
av^ssero^
altresi
ed
Tuttavìa,
«
«
i
competenti
e
sodisfazione.
peso
giornali,
Francia,
spassionate
due
citerei
gravi
di
e
se
1873.
Afpmo
C.
collega
Cantù.
163
«
Caro
«
Ho
Pietro,
avuto
Il
Società.
le
Il
dette.
cose
sua
forma
il
Machiavelli
altro
e
come
Credimi
Roma,
14
le
fare
anche
fiacca
che
tocca
dette
mio
nel
fosse
collega
un
l'altro
fatto
di
calunniato,
«
Signor
«
Ho
l'economia
la
presa
mentre
dire
In
nostro
motivo,
i
perchè
la
io
delle
non
foglietto
mi
quali
sarei
di
Società,
stato
essere
seguente:
la
proposito
molti
di
cercano
che
abbiamo,
accorto,
se
di
due
comune
persone
com'Ella
:
e
le
accordo,
non
le
che
sia
ne
fra
bastoni
e
nego
presente
qualunque
avanti
vada
qualcuno,
aver
dei
rentine
fio-
incorsi:
et nolenti,
conviene
stampare
ri-
Storie
erano
volenti
abbia
dovuto
era
a
zione
edi-
cipalmente
prin-
io
delle
detto
gettare
non
che
si
vi
oppositori,
nella
derivi
ciò
lamenta
che
divulgato
aiuto
volume
primo
Cor-
professore
che
che
tutti
di averlo
negare
ha
dal
e
si
errori
pubblicazione
sviste
a
del
degli
questo
lavoro
che
riguardo
poco
valido
suo
Ella
per
di averlo
ritiene.
più
Passerini,
dalla
dolente
Machiavelli,
del
posso
del
privarci
tromba
non
fece
sdegnato
uscire
dispiacere
mio.
recisamente
che
molto
con
motivo
che
pregiatissimo,
fatto
a
si
scrisse
egli, mi
dal
un
volere
Tabarrini.
io,
con
Passerini,
dice
opere
ed
trattava
di
Il
uscii.
voglia
delle
che
affmo
Conte
stesso
lo
l'edizione;
dichiarai
inteso
rattere;
ca-
l'
del-
amico
quelli
di
uno
fosse
me
Pietro
ch'Ella
ridi
che
curar
come
il
1873.
quello
collega,
come
il
di
compagno
soltanto
sempre
credere
contro
scalpore
Questa
altro.
marzo
a
la
citare
potrà
abbraccia
M.
si
ripreso
Deploro
Tuo
Mi
ad
ripetere
stampato.
non
e
trama
abbia
si
alla
onore
di
non
è
fa
senza
che
precedenti.
è
dir
servire
ora
affare
è
oso
non
Addio.
«
che
che
questo
ma
«
qui
carta,
può
innanzi
da
che
cosa
vero
par
tutte
della
impresa,
potrebbe
non
e
ammazza
scelta
si
testo
antica;
edizione
la
clie
è
ed
Passerini
del
lavoro
monografia,
una
Machiavelli,
il
il
gambe,
dichiaro
corrette
fossero
ve-
164
nute
bella
a
che
sia
le
esagerare
ed
io
tra
ch'Ella
che
dalla
posto
al
che
insieme
fiducia
della
di
stima,
19
di
pregio
mi
mia
a
del
tenni
secondo
fermo;
volume,
sai,
as-
io
che
spero
presto,
alla
mano
rinnovarle
le
cere
sin-
dirmi
e
1873.
marzo
cessato
e
di
óbUfko
devmo
Passerini.
attendere
ci attendono
ora
il Cavalier
e
ha
neo-guelfi,
dar
Luigi
però
i
e
Suo
Io
ne
tengo.
determinazione,
sua
more
malu-
dichiarazione
leale
e
del
Ella
tra
specie
ad
venuto
seminare
:
sibile
pos-
volume.
questa
Firenze,
€
in
;
È
vedere.
dipoi
nemici
potremo
secondo
proteste
pochi
franca
d'accordo,
del
Con
ho
sia
per
dei
aspiravano
questa
e
stampa
abbiamo
ne
recederà
d'amore
«
non
pure
Dopo
«
Tutti
che
Lei
di
presso
fermele
per
taluno
quelle
cose
quelli
trovarmi
a
tra
noi?
tra
e
posta
alla
stampa
Conte
lo stesso
serini,
Pas-
Milanesi.
150.
Fanfaiil
editi
inediti.
ed
Apologhi
(P.) Novelle,
Milano^
Carrara^
1873
del
che
Racconti
e
16°
in
con
rami.
raccolsi
Le
bene;
forma
me
e
di
ne
4^.
commissione
per
otto
stampò
Le
dedicai
al
Carrara,
in
copie
Papanti
pagò
forte, colorata,
carta
di
mi
assai
e
in
Livorno.
NOTA.
A
di
proposito
amico
da
«
Vuol
Novelle
queste
mi
scrive
un
dotto
Roma:
ridere?
Europea
di
la
senta.
questo
Il
mese,
De
ha
Gubernatis,
cercato
di
nella
darle
vista
Riun
165
dicendo
morsettino,
Parecchi
miei
più che
sono
male
amici
corsero
a
delle
Novelle.
sue
il volume,
comprare
.
19
1873.
affino
C.
ne
dì
questo
quale,
so
di
ad
ogni
mi
aspetto
essermi
di
Bonghi
Non
«
pazienza.
Tommaso
mirabile
sua
Gubernatis,
del
a
PRUDENTIAM
CIVILEM
PUERILEM
vir, de
Te,
libro
HISTORICO
argutissime
moresque
Atque
tuos,
Gubernatis
De
porite
sa-
Angelus
titulus:
Ricordi
inscrfpsit
et
modestiam
REQUIRUNT.
rex
dal
queis
moror,
ingenii
scriptis:
abnuis
alla
latinità-
queste
con
nihil
dominus,
della
7*
nota
invidet
quem
sto
ago-
sommo
tenuto
aestimatores
rerum
IN
nella
esso
Riccius, singularis
Maurus
me
in
al
florentinis
ephemeridibus
3
abusò
e
libertatem
INTEMPERIEM
HUJUSMODi
respiciens
mihi
dì
neglectae
di
in
me,
signor Gubernatis,
conveniente
all'opera
item
aequi
quale
il
maseo
il Tom-
a
sotto
nel
morsi
:
nemmeno
Causis
poco
Hanc
«
il
De
:
modo
in
ubi
risparmiò
non
questi
male
degnamente,
Vallauri,
Europea;
biografici,
la
dato
scrisse
e
e
natis,
Guber-
Tra
fece
parole,
del
certo
De
sig.
mia.
e
lui,
bisogno,
egli
la
verso,
non
Non
accenna
Oubernatis
che
il giornale
meco
del
parole:
nae
le
e
di
di
quali
avendo
resto
specialmente,
avessi
queste
Acroasis
tis, parlando
le
trattato,
leggo
»
libro
di conforto
barbe
modo
a
trattò
egli
Rivista
altre
ad
Del
protezione
carezze
rara,
Car-
dell'editore
questo
compagnia,,
congiuntura
:
la
capo,
sconvenientemente
latinista
De
se
Gubernatis
il ringraziarlo.
a
e
di
lavate
buona
acuti
certa
mia
fuori,
ricevere
gli rispose
1873
tocca
me,
me
non
e
il signor
utilità
la
acquistato
do
nel
in
fu
dacché
a
belle
che
meno
una
non
che
sonò
0
biasimo,
confortandomi,
pensiero,
più
suo
e
che
caro
A.
nulla,
sapevo
ne
solo
oramai
cosa
leggerò,
non
ho
col
fatto,
al
biasimo
nulla:
importa
abbia
ne
.
decembre
Suo
Io
e
contenti.
Roma,
«
volume
del
ipse
gubernas;
ipse regi.
Equidem
ad
et
quam
doctri-
166
E
sig. De
al
diede
il resto
della
sua
Gubernatis^
del
carlino
L'Etimologista
€
nel
leggono
detto
agli scrittori,
DETTATI
LEGGIERI,
De
signor
di
E
un
fanciullo,
leone,
l'opera
del
Vallauri
con
Bonghi
poi,
fa
e
carezze
loro
portar
Ma
i libri
chiudere
profitto,
chi
a
Addio,
in
la
il
Novelle;
fatica
a
un
abbajar
il
contro
non
egli
del
loda
degni
avuto
di
che
scrivania
:
(è
date
ed
Racconti.
un
posta.
apside
Pre-
anche
Bravo,
nel
pugno
mandatelo
e
scritte
paiono
e
di
spero
Pro-
scrisse
piacere,
Apologhi
verchie,
so-
solo
presidenziale
vero
piacere
mi
le quali
con
lodi
piacemi
gno
gru-
medicarsi
a
glielo
grugno
ma,
certa
mi
altri
cappello quando
bravo
dal
medicarsi
va;
dizio
giu-
da
»
nel
come
di
dove
son
hanno
parole
1873,
impertinenzia,
caro.
a
la
Tommaseo,
del
nemmeno:
le
con
Novelle^
pigliassi
manderei
dosso
valentuomini,
esse
cito
non
Fatemi
zia, il pugno
natis
Guber-
severo
ciò, che,
da
P.
io
vella,
No-
vanità
Tutto
Se
i
che
fine
De
il
e
questa
di
meriti
altri, che
Bologna)
vostre
v'
altro
ha
veramente
qui sulla
di
f
bravo
poi
I
letto
le
che
articoli
suoi
clava,
Vallauri,
del
novembre
Liceo
del
SERVILE
dirà
me,
messosi
quale,
tati,
avven-
DA
il giornalista
la
sono
Nota
il 22
Ho
«
me
qui
questa
Viani
e
io
i
si
dietro.
alle
che
di
propone
anche
certi
a
torniamo
il
vede
altri, che
di
e
si
E
che
intorno
spesso
PARTE
Gubernatis
De
del
Europea)
io, scrittore
che
Novella
I giudizii
«
9
nota
"
rispetto
poco
si
dire
Ercole.
un
:
scrivere
impugnata
e
che
parla
severo
Ma
al
credere
farsi
più
tempi.
contento
pare
del
pelle
ai
servire
mi
DI
non
nella
bene
SPIRITO
nello
Biografici,
starò
sono
forso,
Gubernatis,
Ricordi
quello
loro,
.
.
parole
Rivista
DA
Altri
PIAGENTERIA.
suoi
opere
Europea
gravissima
(la
giornale
alle
e
queste
con
»
Yallauri
tempo
un
Rivista
sua
stesso
lo
ad
spiritosa^e
alla
e
siccome
razza
volto
mi
è
impertinen-
davvero,
Prospero,
oramai
di cani
nemmeno
darei
vostro
VlANI.
per
che
me
diventato
per
dir
e
lo
lo
rebbe
servi-
il vedermi
quasi
loro
poi
Passa
un
vertimento,
divia.
167
151.
Cautelar
P.
Fanfani.
Firenze^
d'Italia, 1873
Io
fosse
e
da
proprietario della
se
della
Gazzetta
Gazzetta
gr.
in
molti
snir
originale
il
punti
la commissione
ebbi
da
Italia, tradotti
riscontrare
non
benché
Ne
capo.
8^
in
feci
non
di
Stamperia
voi.
correggerla:
rifar
un
2
a
propriamente
traduzione,
Ricordi
(E.)
dall'
la
correggere
Pancrazi
avv.
d* Italia,
152.
Crluistl
Società
del
poesie
1873.
cooperativa,
il
facevamo
Lo
Giusti,
Alfani
prof.
di
e
dir
ed
giornali buffonescbi,
rendendo
I
primi
io
col
utili
cose
Agli intelligentipiacque;
de'
settimanale.
(il). Periodico
tra
ma
i danari
chi
a
proposito
il
illustrare
di
forma
sotto
popolo,
sufficiente
trovò
non
numeri.
sette
popolo
al
Firenze,
favore;
vole.
piace-
alla
avvezzo
e
le
zozza
però
sammo,
ces-
pagato.
aveva
153.
(Pietro). Studj
Fanfani
il testo
delle
sono
nelle
neir
dello
tutte
di
Memorie
Etruria,
Società
e
raccolte
nel
Scartazzini.
si sferzano
le
e
Società
Firenze,
da
cose
Beligione
Borghini,
cooperativa;
Dante.
sopra
operativa,
co-
8°.
in
1873,
Ci
di
Opere
osservazioni
ed
ed
raccolsi
Il libro
è
i coartatori
in
me
ec,
altri
queste
dedicato
dì Dante.
scritte
nella
su
allo
e
pate
stam-
ginnasiale,
Bivista
periodici.
cose
Dante,
Lo
comprò
del
a' conforti
Zambrini;
e
nella
la
Witte
fazione
pre-
168
MDCCCLXXIV.
154.
Commeiito
un
alla
anonimo
Lo
I, 1866
(Inferno)
tutto
è
attribuito
commento
originale:
quello del Lana,
con
74,
dei
Jacopo
a
Commedia,
secolo
—
Commissione
la
feci per
medesima
del
fiorentino
voi.
Divina
XIV.
voi.
della
salvo
magnoli^
Ro-
III.
Purgatorio
Lana;
da
Bologna^
di lingua. H
Testi
il
fatto
primo
mescolato
è
il Paradiso
poche
lume
vo-
è
col
cosa
una
cose.
155.
Fanfanl
Sono
volume
critus
(P.) Vari
stampati
stampato
ridens
Napoli
a
nelle
—
stati ristampati
in
là:
e
qua
per
opera
di
Bacconti
beneficenza,
ec.
E
Vita.
Mia
fiorentino,
mlYImpargiale
Novelle,
altri
della
frammenti
nel
—
alcuni
in
—
pezzi
un
Demone
sono
giornali.
156.
Fanfanl
satirici
con
la
coda,
Lanternone.
contro
Stanno
titolo
(Pietro). Sonetti
Chnte
nel
volume
di Poesie
allegra Dio
giocose, stampate
Valuta,
Gli
avevo
già
dall' Àlfani
fatti
per
col
il Pas-
170
159.
Dizionario
della
moltissime
Le
e
vocabolario,
questo
cedei
fui
le
giunte,
al
che
Pomba,
assai
pagato
che
quali
Tommaseo
è
ora
mente
nuova-
Torino,
ec.
termine, io
al
presso
contrassegnate
sono
le chiese
me
italiana^
1860.
nel
cominciato
Pomba^
In
Niccolò
da
compilato
lingua
da
o
uf.
del
proposta
a
ci
da
o
ho
Fanf.
Tommaseo
;
bene.
NOTA.
Le
giunte
è
onore,
io
feci
il vedervi
di
è
mia
Lettera
«
Caro
«
Il
io
avrò
i
Toscani
risposta
si
del
di
spese
ma
io
datami
Vada
precedenti.
che
edizione,
seconda
commissione,
dalle
vede
Tommaseo
Pomba
gli
per
di
e
che
natura
lettere.
seguenti
al
stampa
qualche
Meini
signor
soli.
a
sui
Per
tanto
che
Pomba,
:
Lei,
volgo
a
esperto
in
simili
studii
potrebb'egli
gli venissi
ch'io
in
una
giova
via
mia
a
per
facendo,
di
lettera.
dir
ora
vero,
non
l'opera
nel
quale
quasi
l'avessero
mi
aggravato,
che,
che
italiano,
questo
minacciose,
spero
vorrei
e
condizioni
dubbi
Dizionario
un
parte;
proponendo
il
le definizioni
ad
sig. Meini,
sig. Fanfani,
operoso,
Vocabolario,
la
nacque
Topera
mio
tengo
Fanfulla.
del
Come
più mi
tutte
quasi
Vocabolarj
dai
che
quello
e
accettate
nel
nuovo
scostandotni
scherzi
infinite;
sono
che
tutti
senta
dal
e
ingegnoso
e
essermi
liberale
di
settimana
Per
in
non
timana
set-
tare
sgomen-
quest'impresa
di
più:
sig. Fanfani
si
domandare
del
in
'
171
rendere
potrà
che
meglio
foglio
in
e
mia
a
Ella
lui.
a
;
sapersi
più fruttuosa,
dico
mi
mi
all' Italia
e
lettera
scriva
sé
da
noi
a
mostrabile
le
soggiunga
l'editore
al-
buone
cose
Preg.
«
Intanto
richiede
T.
delle
sig. Fanfani,
ch'io
altra
risposta
da
termine
alla
delle
quelle
arti
Ella
occorrenti.
e
io
per
più
e
me
mestieri,
e
Pomba
altri
o
malgrado
stampa,
tra
si
Ci
giunte,
intanto
mio,
pigli
mano
alla
risponda
al
E
posto.
Suo
prima;
si
proferisca,
si
non
e
Dizionario,
mi
e
giungendo
ag-
Pomba,
mano
del
pensi,
posti
non
al
patto
onore
per
ho
cotesto
tutt'un
o
rebbe
porte-
se
gli schiarimenti
stesso.
che
ch'io
peserebbe
che
proporre
più potere,
utile
saputa,
a
potrebbe
a
presto;
mia
Pare
reggerei
del
il che
compilatori;
gravato.
assai
alla
e
buono,
Cotesto
ne'quattr'anni
compilazione
altri
già
capire
non
quaderni
di
giunte
per
che
tratto
un
a
preziosi
trascegliere.
e
lettera
me
fare
i
se
offrirli
possa
a
possa
intendo
raffrontare
lavoro
per
Non
Ella
note
scriveva
acciocch'Ella
mia,
converrebbe
se
Lei, Ella
a
più piena.
sue
a
norma.
S.
«
ben
mi
senza
e
creda»
ohUigmo
Tommaseo.
Le
condizioni
Vediamo
come
Manzoni
vasi
dello
stesso
«
C.
«
Grazie
S.
d'ogni
Lei,
di
stato
«
si
accettate.
due
quest'altre
leggano
l'altra
Tommaseo,
al
1
senso
pensate
delle
veramente
giovarmi,
e
che
misero,
Firenze
Dovrei
cosa.
persona,
il sapere
mio
e
ed
del
Conte
F.
in
il
;
accettabili
Lugo.
di
consigli
procede
l'una
letterine,
discrete,
furono
e
luglio
della
per
venire
il
graziarla
rin-
Dizionario,
lingua
eleganze.
a
Ma
vivente
Ella
dei
giunge
con-
conosce
scuserà.
Suo
60.
Tommaseo.
a
«
Stimatissimo
€
Per
mano
signore,
sciogliere
a
mano
qualcuna
s' incontrano
delle
nella
molte
difficoltà
compilazione
del
che
Di-
172
zionario
della
lingua
tipograflco-editrice
detto
e
che
mi
torinese,
rivolga
capitolare,
di
cucire
0
dei
Nel
come
Ella
anco
que' correggiuoli
vede, è tolta
insieme
dalla
Ab-
voce
pitoli
ca-
Vocabolario,
onde,
Capitelli
Capitoli
si chiamano
piccare,
Ap-
di
chiamano
si
definizione.
questa
che
dotta
che
Lei
di
m'ha
significativo
correggiuoli,
libri.
Tommaseo
persona
col
dall'Unione
stampa
preamboli,
Vocabolarii,
quei
teste
alle
è
senz'altri
molti
si
l'egregio
Lei, che
a
Incomincio,
cortese.
il quale
nostra,
diconsi
alle
teste
sulle
teste
.
dei
libri,
Capitolo
e
Capitello,
de'libri, quasi
senso
Volpi,
nelle
Varie
toride'buoni
pongono
da'legatori
in
capitelli :
cuojo,
porveli). Servono
mentre
farli,
chiudono
circa
Vengo
€
a
Toscana
della
coltivo, alla
da
sia
lo
porre
«
La
€
una
per
consiglio.
Collegio
Dizionario.
aiuti
ci
Società
sarà
Mi
permetta
mia
lettera,
ultimata
che,
le
la
voce
Ella,
che
la
offra
la
primo
stampa
prima
la
mia
che
Torino,
11
febbraio
luogo
ho
da
volta
che,
con
ottime
sati
pas-
25
anni
pre
sem-
non
se
anche
in
fascicolo,
del
che
secondo.
e
che
1859.
,
Devmo
Giacomo
questo.
pato,
già stam-
indirizzo
servitù,
non
giunte
suo
«
ma
Accapitolare
consigli
il
di
bibliografici, ho
Tommaseo
de'suoi
pubblicherà
e
al
dell'uso,
vere.
pol-
maniera
io, che
Lucca,
gli studi
vuole,
se
sebbene
di
alla
e
qualche
in
a
ad
comporre:
Forse
Capitolo,
s'usa
notabile
la
sopra
libri
de'
insetti
solevansi
capitello. Pare
nel
quando
onde
capitoli.
l'autorità
arricchisce,
avvertenze
si
sopra
e
non
d'utilità
varj
amc^
Volpi,
schiene
rustico
in
e
a
mai
nel
letto
o
l'adito
dirà
si
peggio
e
c'è esempi,
Lei
anni
cinque
udito
e
decoro
di
agli
sotto
alle
(che
materia
capUelli,
sempre
e
alcune
la
cha
in
Gaetano
Libreria
in poi della
pergamena
D.
necessarie
e
Ora
la coverta.
que'cordoncelli,
«
questi
Soggiunge
e
utili
in
capitolo.
non
e
interiormente
in
o
acuto
sostiene
quale
libri, poste da p. 531
i
"
il
avvertenze
definisce
essi;
correggiuolo
Capitello,
trovo
questo
legati
quel
Manzoni.
a
mi
Lei
chiari
di-
173
160.
Rime
di M.
ridotte
magni,
Bindi
alla
di
e
Coi|iinciammo
il
mesi
in
gli amici
il
a
lezione
edizione
qaesta
Monterico
di En-
opera
tutti
i codici
Biblioteca, ma
grazia, e
non
che
col
n' è
io ed
due
quasi
potemmo
trovare,
notizia
ogni
loro
che
sig. Lemonnier
d'oggi
se
1846
stemmo
e
dessero
ci
dal
fino
il testo;
di fuori, che
sua
di
quest'anno
due
per
lavoro, contrattammo
nella
stampata
arrivati
in
riscontrar
possibile. Compiuto
dei
e
Fanfani.
lavorare
per
altresì
Pavrebbe
Pistoja,
diligentissimamente
Firenze
pregando
da
schietta
P.
a
curando
Bindi,
Gino
in
fatto
ancor
siamo
domani,
nulla.
161.
Rigatini
della
più
e
il
tuttora
che
1600
pagine,
2
a
né
e
verrà
col.,il quale
di forza, é
Rigutini lavoriamo
ticamente\jASÌQ\
vivente, compilato
di stampa;
corso
(?.).Vocabolario
nuovo
con
Cenniniana.
Firenze,
in
Fanfani
e
italiana
lingua
disegno.
È
(G.)
disperiamo
con
bel
un
fuori
dato
sarà
in
volume
a
8°
di
gr.
Io
novembre.
far
ogni studio, per
cosa
i)ra-
di riuscirvi.
162.
Fanfani
(P.)
Il
Fiaccherajo
la
e
glia.
fami-
sua
Racconto.
fuori
Uscirà
Milano,
con
tra
pochi
eleganti
e
giorni
per
i
belle incisioni. Ho
tipi
dell'editore
avuto
in
mente
Carrara
di
fare
di
un
174
libro
popolare,
racconti
vita
simili
delle
immorale;
non
ciascun
per
famiglie,
di
e
se
e
col
mestiere,
ingentilire
il
farò
dispiace,
non
fine
di
solito
serie
una
di
.la
descrivere
popolo.
163.
Fanfanl
Il
(Pietro).
Plutarco
le
per
scuole
mascliili.
A
libro
qaesto
editore
Carrara;
femminile.
lavorando
sto
Si
»
riscontro
far
dovrà
e
presentemente
darà
fuori
a
commissione
per
all'altro
mio
libro
«
l'
del-
Il
tarco
Plu-
novembre.
164.
Fanfanl
della
Ne
ci
(P.)
già
di
serve
bestiale
mandar
licenza
a
fatto
il
scorta,
sulle
di
male
Arila
Lessico
(Costantino).
italianità.
corrotta
è
e
non
labbra
dei
la
disegno,
la
mezza
e
grettezza
la
lingua
de'
lingua;
neologisti,
i
la
coloritone
già
quali
d'Italia.
-"-w'onwSi'^^JjJCV^is.^i
il
par
di
desiderio
che
parte
vorrebbero
che
pedanti,
ma
maggior
si
:
glierci
to-
frenare
la
ingegnino
di
s.'.
"*?? '•.
T"
•
/?
175
t
}:;
CONCHIUSIONE
Ecco
fatto;
delle
parlare
stato
fatto
lavoro,
che
€
fli tutta
«
tendere
«
gli
un
«
di
si
riverito;
se
credo
al
tutto
che
me
l'ho
fatto
che
con
la
altro
in
sono
non
fervore
che
guerre,
coperte
delle
(e
ben
e
le
né
perduto
si abbia
sia
stato
di
a
ogni
che
qual-
rando
conside-
combattere
senza
l'ottimo
delalle
segno
maniera,
più vili,
fatte ipocritamente),
anzi
da
,
dar
a
fatto
ed
tile
inufatto
l'amicizia
e
trovai
animo;
per
esser
contrasti,
più accanite,
di
di
modo,
di
consigli
mi
no:
poco
quel
a
persecuzioni
altre, perché
abbattuto,
i
tosto
coperte
mi
maniera
che
tale
per
signori,
non
non
in-
ad
assolutamente
il
se
distesa
presuntuoso,
tenuto
studj ebbi
degli
sussidio
o
che
anche
ogni
con
e
e
:
che
e
pretendo
stato
spero
fatto
"
la
dar
No,
—
esser
essere
suppergiù
vuol
di trentanni
studj
bene,
sul
povertà,
orribili
dannose
e
non
lavoro
a'buoni
poco
conforto
e
di
e
né
nevole
scher-
fatto
ci
grosso,
tengo,
di
ha
non
questo
a
domanda
benevoli,
roba,
cappello?
mi
dell'averlo
Bindi:
più
pezzo
di
spero
ma
patria
merito
qualche
il continuo
gettato,
alla
di
non
grosso
soliti
lare,
par-
che
conchiudere
una
pur
poterne
pienezza
e
a
i
volesse
da
il Fanfani
che
far
a
prevenga
chi
mano
di
jSlastrocca
esser
abbia
Ora,
esattezza
farmi
ora
questa
pezzo
tale
E
in
prima
io
potrebbero
forma.
tanto
qui. Ma
che
hisogna
tal
in
ha
più
con
sin
Dio.
ringraziato
mie,
cose
giudicarle
e
è
sia
e
né
ho
lesi
pae
mai
più
mi
potuto.
?
1
;-
-?
??
166
E
diede
il resto
della
Gubernatis,
del
Etimologista
scrittori,
agli
DETTATI
LEGGIERI,
De
signor
di
starò
farsi
fanciullo,
leone,
del
Vallauri
con
di
e
fa
e
Ma
alle
che
chiudere
io
Viani
profitto,
letto
le
chi
a
Addio,
Novelle;
il
fatica
abbajar
il
Apologhi
:
date
un
contro
non
di
solo
spero
Pro-
(è
posta.
apside
Pre-
anche
ed
Racconti.
e
verchie,
so-
scritte
paiono
Bravo,
nel
pugno
mandatelo
e
lodi
scrisse
piacere,
gno
gru-
medicarsi
a
glielo
grugno
ma,
certa
mi
altri
cappello quando
bravo
dal
medicarsi
va;
dì
da
»
nel
come
del
loda
presidenziale
vero
piacere
mi
le quali
con
impertinenzia,
caro.
a
egli
degni
avuto
che
scrivania
Novelle^
pigliassi
manderei
dizio
giu-
piacemi
parole
1873,
un
hanno
nemmeno:
le
con
Bologna)
di
il pugno
di
dove
son
P.
io
la
severo
Tutto
Se
dosso
Tommaseo,
del
a
esse
cito
qui sulla
vostre
v'
natis
Guber-
valentuomini,
altri, che
non
t Fatemi
bravo
poi
vella,
No-
vanità
ciò, che,
da
veramente
novembre
Liceo
del
la
meriti
Vallauri,
del
sono
Nota
il 22
Ho
€
mei
qui
questa
in
messosi
ha
che
fine
De
i
e
questa
di
il
dietro.
i libri
torniamo
altro
clava,
che
articoli
propone
anche
certi
a
SERVILE
dirà
me,
il gioz'nalista
la
tati,
avven-
DA
suoi
i
il quale,
vede
altri, che
carezze
loro
portar
si
di
Gubernatis
De
del
E
si
»
rispetto
poco
che
dire
Ercole.
PARTE
che
intorno
spesso
io, scrittore
impugnata
e
un
l'opera
Bonghi
poi,
un
che
parla
Ma
tempi.
al
credere
E
ai
bene
9
Novella
Europea)
scrivere
si
nota
nella
I giudizii
«
severo
non
contento
pare
del
pelle
più
nello
:
DI
SPIRITO
Biografici,
servire
mi
sono
forso,
Gubernatis,
Ricordi
quello
loro,
.
.
parole
Rivista
DA
Altri
PIAGENTERIA.
suoi
opere
Europea
gravissima
(la
giornale
alle
e
Vallauri
tempo
queste
Rivista
sua
stesso
un
con
»
alla
e
lo
ad
e
detto
nel
leggono
e
carlino
spiritosa,
sua
L*
€
sig. De
al
siccome
razza
volto
di
nemmeno
darei
cani
mi
è
zia,
impertinen-
davvero,
Prospero,
oramai
vostro
VlANL
per
che
me
diventato
per
dir
e
lo
lo
rebbe
servi-
il vedermi
quasi
loro
poi
un
Passavia.
vertimento,
di-
168
MDCCCLXXIV.
154.
Commeiito
alla
anonimo
un
Lo
feci
Inme
I, 1866
la
per
(Inferno)
tutto
è
medesima
74,
dei
originale:
Jacopo
a
XIV.
voi.
il
magnoli^
Ro-
III.
primo
mescolato
è
il Paradiso
poche
da
Bologna^
Purgatorio
Lana;
salvo
fatto
di lingua» H
Testi
della
quello del Lana,
con
Commedia,
secolo
—
Conimissìone
attribuito
commento
del
fiorentino
voi.
Divina
vo-
col
è una
cosa
cose.
155.
Fanfanl
Sono
volume
stampati
stampato
ridens
critus
stati
(P.)
a
Napoli
nelle
—
ristampati
in
là: nélV
e
qua
per
Imparziale
di
opera
Novelle, Baccordi
altri
della
frammenti
Vari
fiorentinòj
beneficenza,
ec.
E
Vita.
Mia
nel
—
alcuni
in
—
pezzi
un
Demone
sono
giornali.
156.
Fanfanl
satirici
con
la
dall'
Alfani
coda,
Lanternone.
contro
Stanno
titolo
(Pietro). Sonetti
nel
Q-ente
volume
di Poesie
allegra Dio
giocose, stampate
Vajuta,
Gli
avevo
già
fatti
per
col
il Pas-
169
col
satempOj
di
fine
dicevano
Sckarthoif,
che
ferirono
fantasia
e
la
diede
ad
male
della
d'avergli fatti
intendere
che
Centofanti,
tedesco
Qaesti
sonetti
e
gl'ìmparò
mio
nn
il
Delàtre,
italiana.
lingaa
il nome,
messo
il
canzonella
Silvestro
di
allora
avendoci
non
in
mettere
buono
mente
a
amico,
;
gli
Ini.
157.
Fanfanl
in
stampate
Qui
dì
nome
Bisenzio;
la
però
lodate
e
da
equivalesse
a
un
Conte
le
due
collocate
essere
dai
da
committenti,
che
fare
un
gretto
può
di
par
saper
villano
e
valutare
da
e
o
Muzzi
modo:
io
lavori
lire 1 !, in
che
il far
sato
pas-
fiorentino
di
quel Sindaco.
50
forse
nel
teatro
nuovo
Il
scarpe.
fatte
Marchese
un
sul
mandò
mi
familiare, pensando
suo
incise,
o
monumentali
solennemente
per
molto
questo
non
solo
contadino;
un
per
salato
ricordar
Conte,
un
fece
aperta,
di
epigrafi,
volanti.
ordinatemi
1873,
anno
a
fogli
piace
mi
Varie
(Pietro).
Campi
Il Conte
busta
una
due
gli avrebbe
epigrafi
fatto
che
risi, pensando
ne
gar
pa-
letterarj.
158.
Fanfanl
della
Lo
non
voleva
dovendoci
entrava
condizioni
in
E
italiana.
Lingua
fare
fare
questa
medesime.
il
Morano
altro
edizione.
in
—
di
lavoro
Io
Napoli,
che
quello
preferii
di
corso
che
Le
Vocabolario
del
(Pietro). Compendio
mi
di
stampa.
profferse
cassare
Mounier,
ciò
che
L.
2500,
che
fece
non
le
170
159.
Dizionario
della
questo vocabolario,
moltissime
Le
e
nel
cominciato
Pomba,
In
Niccolò
da
compilato
giunte,
cedei
fui
al
le
che
assai
bene.
Tommaseo
è
ora
mente
nuova-
Torino,
ec.
al
presso
termine, io
contrassegnate
sono
le
me
italiana^
1860.
che
quali
Pomba,
pagato
lingua
chiese
da
o
bcf.
del
proposta
a
ci
da
o
ho
Fanf.
Tommaseo
;
NOTA.
Le
giunte
è
onore^
io
feci
il vedervi
di
è
mia
i
Caro
«
Il Pomba
Tommaseo
qualche
soli.
a
sui
Per
tanto
che
ma
io
Vada
gli
per
che
dì
e
natura
lettere.
seguenti
Meini
signor
:
Lei,
volgo
a
esperto
in
simili
studii
potrebb'egli
ch'io
in
gli venissi
una
giova
via
mia
a
per
facendo,
di
lettera.
dir
ora
vero,
non
l'opera
che
e
non
senta
dal
e
in
di
timana
set-
tare
sgomen-
quest'impresa
di
più:
sig. Fanfani
si
domandare
del
tutti
liberale
settimana
in
quale
ingegnoso
essermi
Per
nel
quasi
l'avessero
mi
aggravato,
che,
che
vorrei
e
italiano,
questo
minacciose,
spero
Dizionario
un
condizioni
dubbi
il Pomba,
spese
che
edizione,
seconda
precedenti.
al
parte;
proponendo
di
le definizioni
commissione,
dalle
stampa
sig. Fanfani,
risposta
tutte
ad
tengo
sig. Meini,
Toscani
operoso,
datami
vede
si
del
«
avrò
Vocabolario,
la
nacque
Lettera
io
mio
più mi
FanfuUa.
del
l'opera
che
quello
quasi
Vocabolarj
dai
Come
; e
accettate
nel
nuovo
scostandoci
scherzi
infinite
sono
171
potrà
più fruttuosa^
rendere
che
meglio
sapersi
foglio
in
e
mia
a
Ella
lui.
a
dico
mi
scriva
sé
da
mi
noi
a
all' Italia
e
lettera
l'editore;
al-
mostrabile
le
soggiunga
buone
cose
Preg.
«
Intanto
richiede
T.
sig. Fanfani,
ch'io
altra
risposta
delle
da
termine
alla
assai
delle
quelle
arti
Ella
occorrenti.
e
io
per
più
e
utile
Pomba
saputa,
me
mestieri,
e
Ci
stesso.
che
altri
o
malgrado
ch'io
al
giunte,
intanto
prima;
alla
si
risponda
al
E
pigli posto.
mio,
mano
proferisca,
si
non
^
Dizionario,
mi
e
giungendo
ag-
Pomba,
mano
del
pensi,
posti
non
se
patto
onore
o
rebbe
porteho
cotesto
tutt'un
per
buono,
Cotesto
gli schiarimenti
proporre
quaderni
di
stampa,
tra
che
tratto
un
peserebbe
che
più potere, si
a
del
il che
a
potrebbe
reggerei
presto;
mia
Pare
alla
e
compilatori;
gravato.
giunte
per
ne'quattr'anni
compilazione
altri
già
capire
non
a
preziosi
trascegliere.
e
lettera
me
fare
i
se
offrirli
possa
a
possa
intendo
raffrontare
lavoro
per
Non
Ella
converrebbe
se
scriveva
acciocch'Ella
mia,
note
Ella
Lei,
a
più piena.
sue
a
norma.
S.
«
ben
mi
senza
e
creda.
Sì/X) óbUigmo
Tommaseo.
Le
condizioni
Vediamo
furono
comeprocedevasi;
l'una
letterine,
Manzoni
S.
«
C.
«
Grazie
d'ogni
Lei,
stato
«
l'altra
Tommaseo,
accettate.
due
quest'altre
leggano
Firenze
al
1
senso
pensate
delle
veramente
giovarmi,
e
che
misero,
Dovrei
cosa.
persona,
il sapere
mio
stesso
dello
si
ed
Conte
del
F.
di
consigli
e
accettabili
Lugo.
di
in
il
discrete,
e
luglio
della
per
venire
il
graziarla
rin-
Dizionario,
lingua
eleganze.
a
Ma
vivente
Ella
dei
giunge
con-
conosce
scuserà.
Suo
60.
Tommaseo.
a
€
Stimatissimo
€
Per
mano
signore,
sciogliere
a
mano
qualcuna
s'incontrano
delle
nella
molte
difficoltà
compilazione
del
che
Di-
182
la
tutti
di
rovina
! Quella
i testi
(salvo pochi valentuomini),
hanno
delle
di
regole
classici, dai
della
loro
stata
classici
hanno
che
volere
storia
della
servigio
da
che
lettere;
un
11 dovermi
questi
Vita
potente
tutto
lamentai
fossi
nella
di
di
tan.te
che
quasi
questa
perdoni
Lucca,
la
qui
di
novella
sebbene
facesse
che
modo
buoQ
Le
il
suo
più quesiti
in
teria
ma-
grado,
che
le noje,
in
ho
essere
addosso,
Mi
disperazione.
La
schiettezza.
ne
me
rimando
mio
tengono
gentile
poco
16
mi
materia
tempo),
mal
che
rispondere;
il
(per
faccia
dovrei,
è
altrui
in
mi
nuta
te-
via
Questo
in
di
dell'opera
aver
come
erano
la
Manucci;
del
e
non
non
perchè
non
sono,
«
carità
dare
anonima.
prefazione
lettere,
scortese
esaudito,
Per
manoscritto.
del
ragione
non
occhi
degli
queste
lavoro
il
tenere
principj regolai
Castruccio
di
servire
può
loro
il Puoti
io, né
falsa.
via
nosca
co-
gioveranno
ma
perciò
e
una
avvocato
povero
della
edizione
tale,
che
pubblicate
giovinetti;
tenere
secondo
e
dei
e
noi
si
altro,
antichi,
da
cose
ciò
e
né
i
pubblicare
non
Parenti,
legale?)
Deifobo:
vollero,
Se
questa
son
di
virgiliano
il
le
io
se
(quei
conferma
sofferire
finisca
si
Né
sarebbe
noi, sarebbe
parere
quella
scuole
non
(vede
più parte
la
regole)
ai manoscritti
lingua.
far
bisogna
grammatici.
fedeli
delle
a
del
cosi, perchè
fatto
le
i classici
i
cosi
i classici
almeno
veramente
fatto
mutare
prescrizione
peggio
Vossignoria
in
dalla
regole,
poi
oramai
cincischiati
abbiamo
in
Ma
le loro
piace:
toglier
Ma
pubblicazioni,
alla
dovevano
consecrata.
ciò
e
grammatici
Mi
i classici.
prepotenza!
che
accreditare
per
cervello,
lor
quali
prepotenza,
è
tutti
guastato
dei
canaglia
è finita.
carta
1844.
marzo
Devmo
srw
FORNACIARI.
Luiai
IL
A
terzo
più
scrivere
fra
che
ì
gli
nei
tre
Ricordi
illustri
altri
due
pregai
Pistojesi
erano
altresì
allievi
valido
del
Atto
Vannucci
Silvestri,
sostegno
di
tal
tanto
perio-
183
dico.
Ecco
tanti
chiari
la
nomi
«
Carissimo
«
Ti
E
manca.
salute
assicuro
buona
11
la
che
affogo
Gazzadi,
ai
che
reco
signore,
«
Non
in
voglia,
si lungo
modesto
da
necessaria
non
cui
del
ma
E
sono
che
vogliono
più
Dì
cotal
andare
agli
r
bisbetico
umor
bisogne,
4c
che
il
decoro
generoso
della
oggi,
accetto
ciò
moda
da
eh'
e
capo,
ebbi
caramente,
v'
non
e
la
ha
intendimento
e
ella
del
por
me
nostro
mano
gli
utile
e
secolo
non
il
tutt'uomo,
materia
parole
cose,
d'ordinario
di
anche
questo
in
cotal,
più
nelle
sapere
che
stampa,
la
come
paese,
perchè
un'opera,
serie
giunsi
l' inviatami
amano
sorta
dominio.
prepotente
quanti
ad
assai
è
a
lasciam
ringraziandola,
con
pur
fuvvi
mentre,
deve
oggi
primo
dell'elegante,
peggio,
tenta,
sol
dubbio,
gloria
è
assoluto
un
ci
se,
del
tra
mai
certo
invece,
che
titolo
predicare
Italiani
tera,
let-
scortesia,
di
dirò
non
gridasi
e,
assennata
se
parole,
non
e
e
fatica,
sua
continuo
noi
eccessi:
facendomi
sol
zieran,
sorta
usurparsi
Ma,
Prato
cose,
importanza,
grave
tanto.
di
gentile,
giovani:
giacché,
:
poeta
Letterari,
disamorati,
udiam
esser
e
e
la ricevuta
mostrassero,
scrivere
difatti
non
Vanjnucci.
nota
accuso
nobile
più
qual
si
corretto
nostro.
alla
so
giovani
i
le
Filologici
dato
lei
dei
darmi
grazia,
indugio,
Ricordi
dei
qua
affino
grave
edificazione
a
Chiarissimo
numero
di
qui
in
augurando
e
modenese,
questa
con
"
frapposto
in
esule
Ricordi
festa
cende
fac-
nelle
1847.
maggio
A.
Domenico
trovar
volontà
buona
Ricordi,
ai
e
volere
a
dall'agosto
nuovamente,
te
a
che
Tuo
fece
dei
potrò
se
perduto
ringraziandoti
Prato,
€
dono
fai
mi
so
ora
il tempo
ti
fortuna
e
tra
gentil
che
Non
essi.
per
del
invito
specialmente
Pure
viaggiando.
mi
cosa
rimettere
per
perchè
suo:
posso
dell* onorevole
e
favorirti,
a
qui
reco
il
più
quanto
qualche
modo
manchi
non
ringrazio
scrivere
io
Fanfani,
Ricordi,
tuoi
che
risposta,
sua
ringra-
veramente
volle
si
con
richiesta
a
184
dalla
condizione
dei
tutti, ed
abbian
Mi
«
Di
13
lettere,
altro,
della
e
grande
un
de'
catalogo
al
adunque
Prato,
delle
e
più d'ogni
io
scriva
«
tempi
suoi
associati.
afffho
Domenico
infinito
sarei
Per
veda
origine
la
divenne
di
seconda
Pregiatissimo
«
La
nulla
come
lo
me
ora,
levarne
le
scrivere
Mi
da
che
abbia
Invece,
dica
pure
tra
me
e
più
un
libro
e
Firenze.
fatta,
che
del
mia,
per
i nostri
mio
loro
sera
e
si
cibo
una
che
letti
Dio
ducente
scriver
cui
il
prima.
versi
il
a
delle
mie
mette
in
versi,
non
e
che
io
mi
salute
la
e
quel
per
e
passioni
terra,
di
politiche
le
conversazioni,
me
lo ripongo
è
di
santa
sotto
di
questa
ma
quelle
e
a
casa
crgce.
il
;
a
e
Se
guanciale
la
dica
che
letto
se
gli
prosa
ammiratori,
porto
gliare
ve-
libri, che,
certi
Virgilio
lo
il
di nome,
nuove
i miei
letto
tra
cose
verseggiatori
mio
ho
Gazzetta
la
conosco
della
accade
non
desinare
adopero
segno
conto
le
Classici.
che
qua,
ho
sero
desumesi
ciò
altre
e
che
poco
canto
un
in
io
quotidiano,
di
tempo
dopo
le
là
fare,
dire
leggerebbe
i torchi,
e
da
sapere
giornali,
i
terle
promet-
posso
di
in
che
si
come
farebbero
scandalizzare
che
alla
sponsiva
re-
con
casalinga,
vent'anni
altro
qua
prosatori
vedessero,
vuole
da
scroccando
letterato
Caos
volesse
io
il
alla
chi
affaticano
e
la
vuol
se
dirle
sempre
romanzi,
;
quale
prima
di
cose
lettori
i
tenuti
moderno,
di. vista
non
la
:
si
volentieri.
che
di
il dormire,
I
farò
lo
a
che
me,
fino
non
ma
non
lei, anzi,
modo
io
Ciò
gambe.
assai
quel
durò
un'altra,
molte
ho
perchè
per
dorrebbe
scritto,
la
Ricordi
ne'
perchè
e
pregavo
a
monianze.
testi-
Giusti,
e
lui
il
quale
Giornale,
il
permetteranno,
«
di
le
sig. Fanfani,
per
di
ricusi
lettere
stampar
fare
di
lodo
1850
responsiva
lasciarmi
«
col
nel
la
con
tutte
libro,
conoscenza
due
qui
mia,
la
questo
familiarità
una
Ricordi,
pregavo
so
di
stampo
a
ne^'
ornamento
amichevole
morte,
sua
volessi
mia
Gazzadi.
riportare
se
della
bisogno.
1847.
marzo
Suo
Ma
quale
ogni
meco,
e
mi
186
Dante
letto
hai
in
rispondere
da
corpo
No
:
io, replicò
ad
intendere.
Ballo;
di
Ella
che
dico
che
di
che.
Il
si
tali
non
le
mani
è
di
la
che
Mi
creda
serba
12
Pisa,
€
20,
Ricordi
dei
mostrato
era
sono
che
già da
che
egli
«
Ornatissimo
€
Vorrei
padrone
difficile^
stare,
Ella
ha
modo
lavate
metterne
di
che
son
dunque
sarò
mi
avverta
di
mia
la
testa
che
ho
mi
me
molto
gradito
me.
affmo
vo'
altri
ajutasse
ne
che
si sappia,
diede
diede
nel
di
e
me,
coraggio
mettere
questa
geli
l'Arcan-
come
gli disse
parlato
mi
Giusti.
N** 8, si vede
al
il Niccolini
Ciò
benevolo.
pregandolo
; ed
Nota
nella
stato
sa
1847.
filologici. Ora
era
?
chi
barca:
una
in
gli dica
e
memoria
del
scrivesse
mi
Crede
l'Arcangeli,
Appena
farò
alle
pesco
Lasciati
Giuseppe
pag.
capita
presa,
Suo
A
le
sua.
il Bindi,
risaluti
che
non
ma
danno
sgraffiano.
il Bindi,
Lei;
per
anco
una
i gatti ?
verdi.
legna
la
ombroso,
lisciati,
scarabocchi,
parte
vedere
4C
di
pajo
un
Mi
"
fusa;
li
cevo
di-
lo
si ricrederebbero
due
e
veduto
fregata
una
certi
di
gatto
le
carichi
si
insieme
Ha
io
a
ah,
de' Teatri.
animaletto
un
vento.
fanno
mandare
da
è
tutti
a
quando
certuni
spalla. Il Contrucci,
fa
la
col
e
lettera
non
me
a
:
Riviste
nelle
subito
Ah,
«
pensieri,
a'
lingua,
darebbero
io
altrettanto
quanto
quella
!
curatore
Pro-
un
era
precipitai
altro
far
dicevo
faccia
la
e
ci
volta
le
chi
lo
sere,
pubblico
fregano
si
il
che
dietro
Io
che
!
Siccome
»
mi
io
Vo'
davvero
dica
?
fondo
a
ìp. anima,
e
Ella
»
l'occasione:
Feste
cima
su
gentile
un
colini
Nic-
al
come
che
a
bene
gran
egli
mi
si
scrivergli,
quel
letto
giorna-
repulsa
:
signore,
poter
contentarla
di magre
terre
del
buone
Suo
per
desiderio.
far
lume
Ma
io
ai ladri;
187
e
minacciato
scudi
di
da
di
r anno
in
pane
ai
quali
i
in
s'aggiunge
che
stato
E
nulla.
n
«
mal
mi
la
vino,
a
meno
mi
e
preme,
danni:
consueti
delle
a
e
grano,
rac-
dell'olio
Petrarca
il
spaventa
fa^
convertono
scarsità
col
ripetere
posso
fdraulici,
che
i
sono
venti
le Chiese
Signore,
nostro
quest'anno
poco
cento
rodono
periti
Questi
delFAgna.
sassi
colte, essendovi
presso
ricusò
che
miracolo
quel
i
e
costa
mi
poco
Montale,
del
e
mi
che
Non
gravezze.
Montemurlo,
cendo
torrente
un
peggio,
«
ci sovrasta
perchè
tali,
saranno
Mi
«
con
lamentazione
una
dirmi
a
passo
«
e
tanti
dovere
rincresce
col
che
qui accoglierli
distinto
più
alla
pei proprietari
non
mi
posso.
dimanda
sua
necessità
la
ma
mali
i cui
rispondere
:
4
Firenze,
di ferro,
strada
una
vi
sforza,
e
ossequio
1847.
luglio
revfko
Suo
G.
B.
servo
NiccoLiNi.
III.
(JV. Uy
Non
farà
a
che
mi
si
avevano
chiarir
gli
me
Arciconsolo
Pregiatissimo
€
Non
il mio
grande
che
finalmente
cui
un
si
ancora
Accademici,
del
modo
della
parlo
Del
della
guerra
che
benevolenza
delle
una
per
Furia,
servazioni,
Os-
le
stato
molte
lora
al-
sino
signore,
dimostrarle
nel
piacere
Ella
è
desiderio
tutti
parole,
con
sentire
ritornata
sventuratamente
di
il
circa
:
4C
so
Documento
più
21
lettera
questa
serva
pag.
seg,)
e
altro
sempre
A
faceva.
per
prove
qualche
male
22
pag,
vivissimo
quelli, che,
dalla
in
de*
suoi
conoscendo
gratissìma
patria,
soggiacque.
stato
sia
quanto
dopo
Era
amici
sua,
la
gionia
pri-
questo
non
i suoi
solo,
meriti,
torno
rima
si
188
di
pregiano
è
titoli
averla
pel
nella
Riceva
suoVitorno,
e
che
furono
alacrità,
ne
le
e
anche
saranno
ristoro
da
nel
Ma
e
mi
che
perciò?
Le
render
auguro,
Le
nuove,
assai,
considerata
a'miei
studj,
nuova
compilazione
di
che
uscirà
tempo
mi
accette;
che
bene,
ogni
dato
con
giugnere
nuove
in
ha
esse.
a
mi
Le
ed
e
sommo
nuovi
con
alla
verranno
di
intenzione
a
ma
non
luce
farmi
;
ma
con
dispensarmene,
Presto
che
già
quattro
grate
sa
persona
ancorché
si
é
non
però
può
e
adoperi
sempre
ben
altri
certamente
me
perché
gliori.
mi-
Osservazioni
sue
quanto
sa,
mole,
dubito,
assennata
voler
Ella
lavori.
ne
queste
piacere
La
Critiche,
renderle
studj,
bene
quanto
si vasta
di
perfezione,
della
sieno
sto
com'
su'
possibile,
cuore.
all'Accademia.
altri
natura,
tal
accuratezza
al
prego
di
il
trovo;
incominciate
ed
si
quali
Osservazioni
discreta
ogni
tutto
io
e
io
sorte,
desiderj. Questo
é opera,
per
speri;
di-
non
sua
salute,
rivolti
libero
nulla
occasione
domanda
importanza,
avere
Opere
leggerò
La
mi
all'Accademia,
cure
Io
Ella
di
poiché
diligenza
tostoché
tanta
la
buona
avversa
che
coraggio,
con
vocabolario
lascia
saranno
in
tutti
fascicolo.
accenna
cui
in
quasi
del
ne
il quinto
pubblicati,
ed
essi
sono
difficoltà, di
poco
Ella
l'età
di
di
i suoi
quanto
che,
angustiata
si cambierà
Ella
altra
per
tanto,
le avvenga
compagnata.
ac-
prova
viene
poi
perda
contenti
e
cortesia
dirò
e
qualche
bramo
sua
per
le mie
tanta
si
una
paghi
questo
e
Poiché
€
Non
troppo
danni
ai
delizia,
mentre
ne
io
quali,
sua
alquanto
esposta
tanto,
difficile, che
da
presenti
trovi
si
confidi, perocché
anzi
mio
fare,
alleviamento
di
di conforto,
rincresce
la
pur
l'animo
Ella
le
lettere,
prenda
ri-
e
di
risoluto
l'avranno
che
com'
già
avvenire,
che
infelici, ed
sarà
non
in
studii,
interrotti,
V innanzi
per
parole
Ciò
che
delle
sofferti
quegli
a
i
lazioni
congratu-
mali
i
cagione
prò
tutti
per
mie
nuovo
ha
e
le
oblio
Ella
furono
porgerle
circostanze
più.
onorata
a
ecco,
addolorato
fortuna.
di
disagi,
Ma
parte
rivolga
adesso,
a* molti
diletto
in
come
siccome
certo,
son
adunque
posti
occupazioni
solite
sue
ed
bella
per
con
le
si
cattività,
lunga
che
estimazione,
quella
dovuta.
Lei
a
in
all' onore,
per
suo
troppo
che
giudice
diffido.
189
di
ragione,
con
e
poter
le moltissime
venuto
sono
renderla
di
che
intesa,
consolo,
che
occupazioni
parlar
a
perchè
alle
corrispondere
mi
attualmente
non
tese
at-
poiché
all'Accademia,
io
dell'
l'ufficio
E
circondano.
relative
cose
brame,
sue
debbo
Arci-
più
sono
arciconsolato
a
tenore
un
anno.
,
del
statuto
nostro
Può
tuttavia
l'Accademico
altri
per
accademico,
due,
Terminato
ferma.
triennio,
eletto
che
stima
mi
fino
io
ad
Lei
e
confermo
cose
io
mentre
sue,
iscusato,
li 2
campagna,
Questa
lettera
prigionia,
gli amici;
chiaro
del
Mio
€
Prima
e
di
più:
soldato
che
compensati
in
tante
hai
non
mi
son
ora.
Dimmi
ricevei
da
tutti
di
questa
di
esempio
come
raccolta
questa
se
hai
se
te,
gioie
in
sofferto.
mai
e
:
—
creduto
il tomo
ti voglio
l'amico
e
patiti
E
si
di
tesia
cor-
onori
già
è
Nulla
tanto
primo
ringrazio
che
bene
ogni
sei
prima
e
il nuovo
ho
ti
mesi
sieno
la
gione
ca-
scritto, nulla
buono
del
vero;
dav-
bene,
il pensare
una
hai
mi
come
prima,
ti desidero
questi
ti
poi
carissime
cose
Pietro,
i dolori
cui
:
tornato
parvemi
bacio.
un
delle
in
Caro
per
fatto
e
amare
cittadino.
e
eccoti
domandare
mi
debbo
io
perchè
appena
lui.
tutto
letterina
Non
scritte.
qui
Furia.
Pietro,
caro
cara
ne
tutte
riporto
anche
di
di
suo
Del
ricevei
la
dolcissime
dolce
io
ed
nome
«
della
che
bontà,
Furia
delle
più
la
ma
di
Del
del
come
Guasti,
e
l'affetto
1848.
novembre
F.
Cesare
tener
e
tutto
Tutto
dalla
di
sima
grandis-
in
con
turale.
Na-
la noia
tolga
avere
cenzio
Vin-
Storia
di
le
di
il mio
marzo
il Cav.
per
mai
con*
ec.
Di
«
le
e
di
Museo
avermi
di
divieto
mese
che
tempo
cesserò
non
havvi
questo
mato
confer-
esser
Arciconsolo
di
ormai
che
esercita
dal
nuovo
a
lettera, pregandola
certo,
per
è
egli
lo
quali
Direttore
Antinori,
questa
i
essendo
venne
Ma
che
dopo
dura
non
a
nulla
Simintendi,
ho
come
e
ti
190
manderò
nuovamente
il secondo
uscito.
Ricevi
—
altro
un
dal
bacio
il !•
Prato,
€
1848.
d' ottobre
Tm
Cesare.
Tra
molte
le
di darmi
ad
era
lettera
Carissimo
«
Non
è
ad
niente
vero
mio
della
Chi
Sicché
state
pregia,
«
Di
è
o
10
casa,
d'
Manifesto
può
non
luce, né
dire,
d'
che
nego
letteraria,
quistione
Il
persona.
e
amoroso,
affino
di
cui
quasi
profetica
e
«
Caro
Fanfani,
«
Avrei
voluto
che
conta,
quando
che
io
quanto
non
so
a
dirvi.
cosi
voleva
Udii
come,
la
bestialmente
la
come
padre
certe
parole,
bene
lamento,
di
più presto,
faccende
la
vedendo
mi
rispose
con
lettera:
scrivervi
le
Nannucci.
interpretato
modo
paterna
dettarvi
volessi
mi
male
avevo
amico
lettere, si abbandonasse
attaccasse
che
Fornaciari,
scrivendogliene
questa
di
si
e
si
onesto.
accorassi
mi
non
civile, disputando
paese
che
uomo
1850.
aprile
allora
qualche
dolermene.
un
almeno
essere
che
gli piace,
io posso
fidatevi
e
perchè
essere
quanto
servirsi,
fiere
pubblicato
Vincenzio
in
la
io voglia
lavori,
meglio
per
alla
tranquillo,
d' altro,
fierissime
Vostro
Non
se
con
scritto
i vostri
mio
di
padrone
uscite
pur
non
se
avevo
scrissi
gli
abbia
io
questo
scandali,
già
cose
del
riferito
di
Ognuno
mie
non
omaccini
parole
contro
Nota
ha
vi
che
che
e
stampa
una
seminatore
delle
tuttavia
affatto
collega,
ristampato
furfante.
Io
amico,
un
Lucca.
mente
fiera-
sparlato
contro.
que' buoni
quella
:
mezzo
per
avete
un
sbugiardò
esso
«
scrivendo
fu
ci
nemici
aveva
Nannucci:
col
seguente
parole
a
ed
de'
il Nannucci
stava
mi
familiarità
vero;
dire
che
e
militari
che
intendere
di me,
allora
astuzie
legge
qui
il mio
ma
vogliono?
non
!
che
Io
vi
cotesti
amo
Tolga
e
vi
volere
Iddio
stimo
battaglieri
ne-
191
vostri
mici
attaccato
avrebbero
ferita
usciti
sarebbono
al
cuore,
che
sapete
gli fa
vi
e
simili
La
lettere.
nella
la
calunniato
gV insetti
ebbe
nazione
della
razza
letteraria
Anzi
della
e
sicuro,
sono
di
a^ttentato
Per
e
Ma,
oh
fuori, io
d'imprigionarvi)
che
non
questo
quelle
teologica.
altre.
prima,
altro
per
scrivervi
16
Lucca,
€
anche
ero
cosi:
gli altri
faranno
lo
moderazione.
con
era
già
e
mai
ogni
almeno
o
Tornandone
(né intesi
?
guadagno
poco
delle
sagrestia.
in
Ed
anche
ed
venne
Monti
del
umana;
che
peggio
tutto
al
razza
scientifica,
fu
entrato
libero
della
e
teologica
sono
lascio
\i
con
o
non
(bacchet-
E
?
ninno
con
il quale
degli elefanti.
parlato
disdoro
e
dire
che
Caro
Muzio
del
nostre
delle
carissimo
E
Voi
che
Castelvetro,
Varchi
guerre,
studi,
del
vi
e
fu acerba
mi
vergogna
religione.
aver
queste
degli
diavolo!
col
lettere,
neppure
la
sono
guerra
dopo
delle
Questo
so
Apologia
del
e
non
dell'
nella
uomo)
tonissimo
Taccio
scrissi,
bellezza
cerchio
riputazione.
battaglie
perdonare
ancora
dal
vi
durrete
con-
che
sicuro
sono
motivo
solo
due
voi
mi
io
righe.
Amate
Il
vostro
1860.
marzo
FORNACIARI.
«
Pregiatissimo
signore,
€
Spedisco
stesso,
oggi
dell'articolo
piuttosto
dia
Io
«
tutta
con
cosa,
sentito
eh' è
villana,
cui
stimiamo
t' altro
le
sue
trattamento
che
moderata.
ci
Sono
e
ed
si
mostra
la
Le
in
rispetto
bontà
e
per
modesta
mondo,
la
ed
e
studi
sua
assai
non
namente
strala
meritevole
degli
ce
biamo
ab-
ec,
guerra
contro
e
ogni
mia.
della
mossa
ne
me
Veratti
Parenti,
ora
piacesse
come
dell' anima
onorate,
del
Se
questa,
dolore
or
di
per
utili
cose
in
si
plari
esem-
Messaggere^
nel
miei.
stata
quattro
desidera.
vero
degnissima
fatiche
V.
27,
pag.
Pederzini.
stesso
soddisfazione
sentiamo
e
a
presente,
subito
amici
questi
con
colla
S.
la
servirò
la
e
dello
propriamente
d'averli
cenno,
altra
che
recato
generoso
lettera
bella
questa
aggiunga
animo
di
All'esempio
S. V.,
di
suoi,
e
condotta
tutper
teraria,
let-
lodevolmente
ne
possiamo
192
punto
maravigliare;
stravolgimento
la
perciò
non
i fatti
ed
stimino
muteremo
nostri
è
lecito
l'altrui
«
e
anche
Si valga
fedele
Modena,
«
di
8
S. V.,
scritti
quillamente
tran-
n' attendiamo
de' posteri,
titoli
cui
a
e,
mira
forse
d'un
come
me
amico
sincero
servitore.
affezionato
ed
denesi,
Mo-
Dio.
di
liberamente
I nostri
e
contrata
in-
noi
della
onesti,
ai
rispetto
per
malignità,
palese,
in
s' è
di
ì nemici
degli uomini
giudizio
fatto
al
tanto
di
e
cui
in
cammino.
nostro
tutt'
dirlo
a
quanto
disprezzino
il
sono
il
se
ci
o
tale
questo,
come
Per
vita.
di
tempo
a
animi
degli
nostra
ci
0
massime
1850.
aprile
Pederzini.
Cavazzoni
Fortunato
IV.
33
(N.
Le
seguenti
da
Caro
€
Mentre
distormi
a
tutto
al
nel
l' originalità
l'invidia,
quel
della
furia
Apostolo
mal
impotente
civile.
sfolgorato
per
di
nutrito
Io
talento
a
però
contro
che
dizio
giu-
l'universo,
la
brutale
Italia
di noi
nel
aver
1' altezza,
;
e
ove
lanza,
petue
la
roce
fe-
cente
re-
rideranno
nostro
il novello
la
ricambio
a
ascriveranno
molti
ivi
il ridicolo
l'odio
V
ad
e
il suggello
proverbiale
contro
umiliarci
credo
e
costui:
Perlochè
dirti,
porre
tutto
A
il
innanzi
possono
tutta
compie
al
apologia
che
cause
umana.
viene
spiritosa
e
a
si
conforme
e
volevo
Lamartine
l' orgoglio
gentili accoglienze,
al
che
cose
scritti, è nota
vigliacco
filippica
nuove,
il 57, mi
delle
quale
i suoi
approdarono
di
nome
suo
sul!' uomo,
e
quindi
e
tue
opportuna
sfacciato
quello
grandezza
dalle
della
Dante,
del
dell'infamia
di
trucci,
Con-
del
67.
pag.
felicissimo
augurarti
occuparmi
da
lettere
importanti
ricercare
per
era
Passatempo
mosso
a
due
Pietro,
desiderio,
fatta
promesse
me
«
quelle
sono
57.)
pag.
j
maggiore
e
serotino
194
dei
vive
contrarj,
alla
diabolico,
assolda
fanno
è buono
infamare
chi
agnello
corrotti
V
convertiti:
0
il sapere
al
sua
trasmutato
della
il
Forse
ora
lo
Questa,
vedresti
civile
e
si
non
mestieri
e
studia,
si fatti
bilonia,
Ba-
di
si
volge
ne
veramente
della
pena
se
barbaro
Sentasi
alla
o
supplizio
semi
ne
gli
tirà
conver-
di
al furfante
divino.
condannato
che
la fornace
ammira,
volume
di
il
come
buon
anche
fa
diritto,
morti,
siamo
basterebbe
ne
del
di
invidia
penna.
riderai
mio
ci
il mondo
rospo,
venduta
non
Sia
il
lingua
:
frusta
Fa
che
Pepe
la magnanimità.
fucina
se
So
artigli.
non
Dante,
di
nome
veda
nell'Oceano.
tutto
in
mal
e
questo
per
bucato
imbarbogito
1
denti
purificarli
come
inchina
nella
abbiamo
a
acciò
quali
il
cui
48
nel
nazionale.
amor
Or
donato
quella
alla
suitismo,
ge-
dalla
le
per
Italia, di
poi
temprati
dall'
e
del
d' avergli
Benedetta
articolo,
penitenza
a
«
verità
dalla
noi
strali
quelli
Pepe
a
mente,
comprato
le parole
scontò
ne
del
compagni.
e
cagnotto
duello.
Passatempo.
al
della
Lamartine
famoso
sia
di famiglia;
evangelico
Gabrielle
nel
che
ancor
feudo
qual
mente
in
difensore,
inviato
venga
e
tornano
pruno
turano
vituperare,
abbacinati
dicendolo
magnati,
indipendenza,
e
Italia
V
ogni
ì banditori
nazionalità
di
apposi
lupo
intemecionem
prammatica
vita
la
santi
ispirati
ad
in
mota
la
e
cezione
ec-
Ogni
giorno.
e
senza
dei
uno
al
gridare
;
all' amico
Torno
ancor
teco
paesi,
maledire,
il programma
generoso
fuoco,
^
grossi
Mi
indracati
mentire:
sempre
della
mi
I
paglia
Ecco
rimproverava
«
; .anco
cuore.
mal
volte
la
averli
la
i
più
edifizio
recluta
tutti
del
dopo
setta?
lurida
al disegno
è
incremento
Lamartine,
suo.
i popoli
nel
se
in
V
puntella
e
professione.
siepe
Babbi
e
si fece
caso
non
co'
mungerne
due
al
sostenitori
sfruttare
dimmi
di
perseguitare
;
i
vero,
malvagi
o
mentire,
buco;
un
e
di
qualche
a
conservazione
l'attissimo
proprio
era
cui
culto,
più
sozzura
estende
per
genia
ogni
di
essi
e
questa
66,
amico,
tu.
non
che
è
filastrocca,
ha
arte
poche
solo
de'
e
ore
Gesuiti
dirai
che
vita.
di
;
e
se
sono
Saiuta
fossi
vivo
?'«.•:'.
?f
?
?*
t
195
il Betti
che
alla
abbia
spero
che
nei
ineluttabile
della
ragione
rassegnazione
Ti
sinistri.
duri
abbraccio
31
amico
Pietro
Mio
€
Il tuo
parve
è
ove
del
e
raccolta
nella
in
nato
r impressione
e
montagna,
in
poemetto,
acume
che
altri, per
nomini,
da
dissomiglianti
ridotto
che
farai
del
dono,
l'opera
sempre
più gli
a
produrre
di trovarli
il
illustrato
da
di
inerzia
tire
avver-
taciuto
dispiacere
vergognoso
alla
ridotto
ricambiarti,
solerzia
potei
non
avesse
il
e
storia
la
colla
conosce
e
lezione,
vera
ti ringrazio
di
Ben
noi.
a
si
maraviglia
la
scema
e
altro,
o
Coli' invecchiare
faticosa.
tua
ragioni
mi
dall'Appennino,
Ignorava
queste ragioni
per
:
sue
che
a
ignoti, sebbene
me
lavorato
ci avessi
fece
mi
Ricordo
vero
dialetto.
di
tu
quanto
e
usato
tuo
a
è
po' distante
un
quella forma
uso
che
'
popolari.
di modi
e
memoria
a
favorevole
canti
dei
richiamato
ha
non
di voci
raccolta
una
mi
scritto
recente
il soggetto,
Contrucci.
Pietro,
caro
leggerlo
dialmente
cor-
1856.
dicembre
Affmo
«
quillità
transità
neces-
sono
e
Pistoia,
«
di quella
riacquistato parte
dalla
viene
s
tanto
te. Fratmai
aver
non
della
mento
componi-
mente
del
e
corpo.
€
Ho
letto
il
in
ornili
et
che
credo
qua
articolo
nuovo
toto,
poteva
non
è
mi
ciuto
pia-
altrimenti;
essere
intendere
vogliasi
non
Silvestri, e
sul
tornare
a
ma
sulla
via
buona.
Ho
«
fui
veduto
amico
stesso
Gabriele
di
storia
la
giorni. Eccoti
raro
uomo,
«
Mentre
Segretario
1
Parla
della
del
l' altro
anco
pur
Pepe,
mi
e
duello, che
genuinamente
schivo
di
vanità
Lamartine
della
mia
Lettera
al
Gotti
feci
fece
come
e
teneva
Legazione
sul
di
Lamartine.
raccontare
tanto
strepito
l'ebbi
udito
Io
da
Lui
a
quei
da
quel
mendacio.
in
Firenze
francese^
sopra
De
la
Mea
per
di
l'ufiSzio
leggerezza
Polito,
di
e
\
196
che
maltalento
Harold
gli è
Byron,
di
legge. Il Pepe,
toccato
italiana,
si
di
portò
determinò
altra
dal
alle
Gabriello
dell'arme.
r ordine
di battersi
ragione
vita
che
e
non
assalto,
gli
e
donò
che
piuttosto
Disbrigato
cosi
Presidente
Puccini
mandato
sua
della
intimazione,
il
uscito.
Pepe
racconto
»
di
Il
contesa
la
dolergli
il duello
il Presidente;
Pepe;
con
Presidente,
stare
tre
di
Gabbriello
o
una
quattro
Pepe.
giorni
potuto.
doveri
un
provocato
obbedire
per
alla
duto?
Acca-
«
Lamartine
casa.
scana
To-
a
mai
andato?
in
la
non
grato
poco,
talità,
ospiil governo
avvenuto.
è
al
averlo
dell'
abus^
scalfittura
rassicurato
il braccio,
gli disse
essere
:
come
e
secondo
riguardare
ormai
era
fortuna
presentarsi
potere
non
giuoco,
nel
sapeva
l'avrebbe
non
al
compromessa
che
dell' Italia
onore
infine
in
duello
un
rispose,
perchè
rispose
mettere
con
i
colpi
gli perdonò
sfiorargli
gravitò
con
fatta
pochi
stessa
di
cessità
ne-
martine
cosi, La-
avrebbe
ricordargli
non
ospitalità,
proprio;
soggiunse
a
V
ma
quale
sarebbe
ancora
affrettò
si
gere
leg-
sulla
si
come
prova
gli fece
tornare
di
cuore
per
Pepe
persona,
conto
il
;
Francia,
accettato.
al
alla
Dopo
ucciderlo
l'affare. Pepe
pregarlo
a
colla
e
ferire
parti
colla
vita, contento
chiamare
a
e
la
presidenza
Stretto
ma
sera
della
rifiuto
volle
penna;
poteva
la
generosamente
il vinto,
della
Gabbriello
prodezza
che
fosse
comandamento
fortemente
Cascine.
alle
paura,
il quale
sempre.
e
duello,
scontro
lo
dalle
del
modo
pago
quello
era
la
insistè
avversario,
non
;
prendesse
Lamartine,
dal
che
protestò
condursi
dair
disarmato
la
portò
qualunque
per
lo
Pepe
fissata
gliosamente
orgo-
il
che
trattazione,
ri-
pubblica
accettare
colonnello
ora
Nazione
ad
airufl3zio
si
;
dovette
fu
al
emigrato
la
o
Governo,
Buon
Presidente,
del
che
o
si
esso
rifiutatosi
;
operò
del
fece
arme
in
qual
gli intimò,
Child
al
che
contro
astretto
Ma,
note
Toscana
in
V
il muovesse,
mattino,
del
quel
e
immancabilmente
7
ore
fu
presidente
portarsi
d'Italia
con
spada.
al duello
precedente
di
alla
nelle
contumelie
libellista,
prima,
ragione
impedito
quelle
dal
alla
scrisse,
ospitato
soddisfazione
0
0
vituperio
a
sebbene
politico,
che
proprio,
Bene,
ne
è
prescrisse
al
Sin
qui
il
197
Si
«
disse
fretta
in
e.
ricordo
terra
d*
:
udito
imparerà
bene
del
fatto
Io
che
circostanze
smentire
l' omonimo
ho
tenuto
state
al
rare
igno-
vivere,
tutte
con
le
coli' articolo,
caso
Passatempo
del
corderà
si ri-
per
mente
a
zione,
le-
poteva
non
collaboratore,
ben
aflFetto; saluta
dolce
la buona
Vieusseux
anche
in
a
italiano.
gli amici,
dimi
cre-
e
sempre
Pistoia,
«
Pepe,
accaduto,
sputando
coglia
storia, che
parigino
il
sarò
qual
della
e
V
Forse
resse
accor-
dell'
principe,
quella
a
-
sarebbero
Continuami
«
»
col
Antologia.
della
bene
vivere.
a
Presidente
il
III
quel
come
sta
intimità
r
per
Gli
«
,che
Ferdinando
notiziare
a
avere
dicesse
Firenze
in
allora
aprile 1857.
13
Tutto
tuo
CONTRUCCI.
P.
V.
La
Etruria
Centofanti,
di
Carlo
di
e
giovane;
è
de'
primo
Ella
più
Pregmo
«
Reco
a
sente
dì
ed
cortese
manifestato
la
Commedia,
che
fosse
sua
io
tuttora
fossi
Dante,
su
volle
nel
onorarmi
Pietro
scrittori
sommo
con
Fanfani,
che
Toscana,
di
sarà
»
Fanfani,
dell'animo
gentilezza
ha
che
lettera.
voluto
eh'
Io
sapeva
né
Duolmi
non
intorno
leggo
non
letto,
mia.
lettere;
Questo
bench'io
173,
professore
due
seguenti
Il signor
«
opinione
sua
del
seconda.
me,
pag.
ec.
e
la
eleganti
singoiar
me,
relazione
Osservazioni
mie
parole:
signor
alla
è
per
le
colti
la
conforme
cui
di
4,)
delle
prima
la
confessare
a
«
che
è
Ghibellini,
de'
lusinghiere
il
la
citando
e
queste
uno
procacciò
bontà
molta
Veltro
suo
cui
pag.
Troya,
ebbe
uomo
mi
(ISr.21,
che
di
eh'
il nostro
quella
avere
sua
Ella
della
avesse
Divina
Torri
opinione
avuto
che
domi
scriven-
sappia,
al luogo
come
non
io
ciò
suo
rebbe
vor-
fosse
notizia
di
198
ciò
tempo,
a
ha
ne
nel
che
e
nostra
della
da
molti
Lei
ringraziar
siamo
miglior
incontrati
vivamente
di
sia
insieme
uscita
la
parola
Stimavo
letterario
bontà
la
amare
ch'Ella
quello
conoscenza.
valor
suo
debbo
ora
:
del
e
suo,
ci
incontro
questo
e
Etruna
nella
che
godo
reciproca
l'ingegno
con
Ma
scritto.
vero,
vedere
vorrei
e
animo,
suo
dato
avermene
parlato
avevo
del
già
cosi
una
e
sta
giu-
testimonianza.
Mi
«
creda
sempre
24
Pisa,
«
1856.
maggio
Obblmo
S.
«
Chiarmo
«
Il
Frediani
fatta
traduzione
da
che
è
lunghi
per
me
fregio
che
giunte,
di
io
Ella
di
con
il Frediani
de'
cosi
(U
di
il
voluto
Jìante,
«
La
quanto
che
Luì
dovuto
al
natura
mia
al
non
so
si
lo
da
fargliene
me
lettera,
scritture;
aspetto
ricevuto;
in
avere
con
scriverle
il
Napoli,
e
per
poiché
Veltro
mio
e
Firenze
diverso
nel
copia;
una
ad
inviarmi
sue
a
ed
desiderj
ed
ristampasse
stampossi
dal
1826,
tenue
valore.
somiglia
sapere
quelle
torno
in-
Frediani,
voluto
posso,
in
delle
desiderai
P.
miei
ha
avrò
vita,
Etruria
sua
Tornerò
1832
nel
suo
i
Arno,
mia
io
al
d'una
e
libro.
suo
che
di
grato
Napoli
quando
nuovo,
ha
pregherò
omaggio,
in
più
quanto
Ghibellini, pubblicato
Veltro
di
la
neW
recare
lingua,
fiume
però
particolare
legazione
impazienza
ringraziarla
presto
del
fosse
quale
parlare
avea
1* onore
bontà
una
E
veramente
potere
ringrazio
somma
stampato
son
e
buona
senza
l'Opera.
Ella
della
la
Oza-
dell'
gioventù
mia
cumenti
do-
dono,
e
rive
sulle
scrittura;
quella
carissimo
quanto
Il sapore
di
della
mezzo
la
rilevare
nella
che
vantàggio
per
Francescani
egli procacciato
dell'avermi
effetto.
poeti
ascoltata
anni
all'Alighieri,
il
dei
arricchiscono
ciò
leggere
e
lietissima
rendettero
gran
donò,
Volgarizzatore.
del
fu
i suoi
senza
mi
tosto
quale potei
dalla
il merito
Lei
Lei
di
parlava
Egli
da
Centofanti.
signore,
mi
Jon
validi.
più
nam,
pregtmo
e
suo
far
maravigliosamente
cerimonie.
Le
alla
dico
sua
perciò
199
che
più,
senza
io
festa
una
gran
Mi
tenga
istima,
che
più
ed
osservanza
si
9
che
e
:
qualche
che
quelli
sarebbe
di
per
che
cosa,
l'hanno
piacciono
ossequio
Napoli,
«
fra
suo
far
potessi
se
perciò
e
tutto
son
le
dire
potersi
lettera
del
stesso,
la
1855.
Trattato.
Mi
anche
occasione
Mamiani^
quale
dove
darà
ogni
ec.
njarzo
diede
in
con
suo
Carlo
Etruria
piaccia.
grandemente
Il
L*
me
egli
severamente
giudica
che
giuste
delle
ringrazia
mirabile
questa
a
ammaestramento
più
Troya.
lodi
sé
formale
un
date
a
suo
un
opuscolo.
«
Riverito
«
Troppa
bontà
presente,
al
ciol
La
m'à
le
ò
lodi
lette
mille
quale
eccessive
Ella
siccome
e
crede
almeno
desiderio
antico
e
Speravo,
tornando
non
feroci
ero
senza
e
Italia
per
la
prolissità
maraviglia,
mia
rincantucciarmi
e
debbo
in
con
veggomi
ringraziare
questo
estremo
semplicità
e
vuol
merito
è
mio
né
con
in
straniera.
nell'Arno,
tuffar
dosso;
io,
ma
della
coda,
che
in
Italia,
in
i
più
ancora
posso
Penisola.
toscana
e
che
tra
annoverato
grazia
ed
bene
vissuto
lingua
della
bene,
dettare
ho
anni
ciò
memoria
per
Dio
rale
natu-
troppo
ò
vi
altrui
non
se
Non
potermi
di
da
il mio
Pur
continuo
imbratto
che
è discosto
mi
se
essenziali
Sedici
parlando
Ma,
proprio.
frustrato.
il secondo
in
trovare
scrivere,
a
;
proviene
amplificare
giudicio
in
deriso
giacobini:
dunque
stessa.
e
sempre
vecchio
il
sé
di
arrossire:
Ella
che
nità,
urba-
e
accettabili
l'abbaglio
abbondanza.
con
udendo
Francia
So
invece
mio
a
Francia,
togliermi
persona.
dall'
corretto
cose
e
a
m'ajuti
elegante,
sicurezza
guisa
desiderio
rimanga
e
due
dal
mancare
mostra,
tenuissimo,
libri;
mia
gentilezza
sua
cettato.
ac-
ed
insieme
ninna
dairadulare,He
benevolenza
eh'
in
e
povera
miglia
squisita
pic-
il venire
modestia
maravigliare
alla
si
un
per
onore
tanta
di
piena
veramente
della
molto
già
era
sua,
pensando
cortesia
incredibile
e
lettera
fatto
il primo,
per
signore,
non
vere
Scrim'
è
200
più
comporre
solo
la
rischia
sento
affettato
ò
ci
non
quel
mio
altri
errori
usate,
tenuto
di
sperare
dell'
coi
poi
eletti
ed
senza
badi
Il
che
à
fatto
fine
con
Lei
Non
badi
al gran
che
giorno
alla
Scusi
convenienza
che
agli
italiani
Mi
il mio
Lei
comandi
Genova,
«
la
prima
titolo
di
I
Mamiani,
professori
'
Per
questa
sera
ora
di
post
filosofo, poeta,
nel
riconoscenza
cineres
volta
servitù
luogo
e
e
di
godendo
non
e
noscenti.
rico-
e
di
para.
pre-
reggiare
barba-
di
amicizia.
del
marzo
64.
e
óbUmo
barbareggiare
onde
e
letterato
insigne,
suo
Mamiani.
tanto
curare
la
lingua?!
scandalizzati.
saranno
gloria
il
creda
li 15
presenti
che
ammirati
fuori
del
boria
noja
Terenzio
II
insieme
e
Devino
I
dono.
nostra
intende
a
sua
cosi
Resta
patria
grandissimo
verrà
l'arte,
del-
picciol
la
quali
al
e
cianciare
nessun
mi
e
fa
dell'opera
scrivendole
di
appresso
ai
me
per
umanissima
mio
con
ò
non
sono
trascuranza
bene
ricordérannosi
^
studj
sarei
scrittore.*
dello
e
derno,
mo-
giovani
io
:
come
al
che
io
ai
dottrina
doveri
ed
le
io
dell'accoglienza
elegantissimi
amici.
secolo:
dei
nuovo
singolare
onor
suoi
di
ringrazii
Rallegromi
degli
assai
mano
men
che
innamorato
vera
se-
troppo
Lascio
in
e
male,
meno
preoccupato
la
io
far
fama
in
frasi
creda
presunzione.
in
una
antichi,
e
bio
cam-
neologismi
abito
modi
benefizio:
della
i
le
anno
che
in
pigliar
e
male;
meco
pure
voci
dei
gran
crescere
di
solo
che
un
peccato
il
e
e
d'
come
non
le
ma
il riscontro
porvi
addosso
notarvi,
quelle
e
di
piacesse
l'altro
e
egregio,
adoperar
per
tempi,
voglio
ne
mio
di
le
e
me
signor
nuovo
più massicci,
propriamente
cerco
di
scritterello,
e
prosa,
e
la quale
l' uno
e
un
conosco
ne' nostri
mia
quando
e
massime
accademico;
Però^
prego
censura;
lo
nella
a
lingua
letterata,
e
e
dato
sono
della
neir
e
rimedio.
lodi, la
di
facilmente,
troppo
pur
nobile
più
parte
assai
neir
mi
quindi
:
artificioso, perchè
ed
poco
dare
ma
sperabile
grave
un
altro
di
né
possìbile
parla
venit.
si
il buon
procede
Mamiani
sempre
non
piU
mi
allegramente;
troverà
certo
e
vivo:
202
«
Monsieur,
«
Vous
faites
me
j'accepte
que
il arriver
duit
italienne;
plus
honorable
et
Pere
Frediani,
ditions
poètiques
part
ma
de
Les
«
lement
je
que
€
«
de
plaisir
S.
jetanù
S.
ne
épithète.
vOus
prie
«
de
attiédie
sortes
dans
une
adultere
chargé
de
douzième
croisades.
mon
Affò
de
dans
flavescant
"
les
274
sont
Tardeur
et
»
note
:
lire
qu'il faut
mélange
un
Buffalmacco....
Santo.
d'accord
à Buffalmacco,
la
à
«
«
mille
de
vins
je crois
Campo
au
archéologues
pas
P.
—
»
siècle, et je
traduire
et
melle,
non
»
et
croisades.
peuple
«
j'ai
prie d'elffacer
vous
crìstal
de
coupes
Création
la
249
si
l'archevéque
des
son
P.
—
vin
delire
au
elles
Je
"
crois
attri-
pour
à Pietro
mais
»
petit
écrit
moins
et
fresque,
les
connaitre
au
des
vina
les
me
trouver
»
adulterata
Vous
sur
dans
peindre
d'Orvieto.
ranimant
«
miei
cette
«
plus
trois
Jerusalem
il vivait
De
présent
comme
de
pélérinage
je
qu'aujourd'hui
buer
du
trois
voit
on
archevéque:
mille
de
à Pise
8
de
de
francaise,
fut jamais
des
latin
le
P.
à
Thero'ique
petillant
dans
dès
édition
et
plus
disparaitre,
seconde
faci-
Muratori
dans
lire
adulterata
faire
de
mème
tomberont
de
indiquer
de
corriger.
me
trompé
suis
tra-
Thonneur
de
service
Técole
me
vous
publier.
peuple
son
Reynier
je
revenant
cette
«
prie
faisant
échappées
à
les
vous
que
me
en
auspices
remercier
croyez
le
sont
puis
vous
la
Reynier
si
exercés
yeux
les
Veuillez
et
Poetes
gràce
de
tra-
langue
mes
sous
tant
avec
rendez
me
la vieille
pour
et
pouvait-
d'étre
que
Italie
en
Francois?
me
je
disparaitront
le
S.
Certainemens
Cependant
fautes
continue
qui
des
Tiraboschi.
fois.
qui
vous
erreurs
sous
de
infiniment,
traduire,
me
gardiens
religieux;
m'obligerez
vous
livre
fortune
paraitre
de
Que
mon
meilleure
savant
ce
à
de
que
flatteuses,
reconnaissance.
fidèles
plus
quelle
Franciscains,
du
vive
une
des
un
bien
propositions
avec
de
par
deux
charmez
par
fragment
Cantiques
cet
sous
un
en
excellent
ma
main.
une
note,
de
de
la
dissertation
S. Francois.
travail,
Vous
J'ai
mais
feriez
et, s'il est possible,
du
réussir
en
par
Pére
desiró
toiyours
sans
justice
à
d'ajouter
promettant
me
à
le
rappelant,
un
extrait.
203
la
méditation
gracieuse
Enfln
combleriez
vous
m'a
ne
Panciera^
della
de
scrit
la
Wadding
Orditi.
les
rendraient
réditeur,
mème
qui
«
me
hàterais
Pardonnez
moi,
L'air
longuement.
donner
l'espoir
heureux
serai
de
sincerité
quelle
S.
«
la
ad-
pareilles
recherches,
et
public,
et
de
moi
pour
visiter,
de
assez
Florence;
revoir
retenu
avoir
vous
fait
bien
de
si
pour
qu'alors
croyez
et
dire
vous
avec
quale
1853.
juin
dévoué
très
F.
A.
ora
6
lo
Livourne,
près
Votre
fu il miglioramento
serviteur
OZANAM.
veramente
di quel
ingegno.
raro
«
«
Caro
Fanfani,
Il nostro
non
che
di
ad
;
per
ora,
di
sicché
intorno
a
della
quasi
risposte. Anzi,
ancora
vo'
non
alla
italiani),
la
siamo
se
traduzione
une
studio
ed
io
in
sul
lasciare
della
poi
me,
al buon
Poeti
di
Ozanam
vostra
gliene
che
riferirò
vi
di
parlare
dell' articolo
tazione.
medi-
o
de' suoi
a
dirvi
cupazione
oc-
almen
necessarie
traduzione
signora
in
piccola,
iscrivergli,
non
spiegazioni
bella
agens;
Ozanam,
a
può
mente
la
se
benché
direttamente
perchè
graditissima
letterati
di
vostra
aliud
poi
tanta
piedi,
in
reggersi
richieggano
che
cose
scrivetene
francescani,
dell'
consiglio
vi
è in
giorni
può
appena
qualunque,
a
si trattasse
andamento
opera
io
alcuni
da
immaginate
casa:
applicarsi
Ove
parlerò
che
forze,
uscire
bastargli
Ozanam
egregio
prostrazione
cosa
par
je suis
Jacopo
Odasi
citées
et
traducteur
du
de
m'a
mer
vous
manu-
proflter.
Monsieur,
de
mes
le
pour
d'en
de
de
indignes
intóressantes
plus
De
Tinsuffisance
moins
un
(cod. 577),
p.
Tartarie
dans
366.
vous
surnommé
en
conservées
Minor,
à
Prato,
de
franciscain
Chigi
bibliothèque
sante
pouviez
vous
Ugo
Francesco.
mauvaise
ma
si
de
sont
suppléeraient
elles
me
poésies
Script
ditions
inédites
S.
di
que
remplir,
missionnaire
Ces
1307.
vers
je
de
poésies
des
procurer
lacune,
une
permis
pas
povertà
sulla
le
questa
che
sue
bella
fareste
(e fors'anco
traduzione
del
ai
neste
po-
prof. Ampère
192
punto
maravigliare;
stravolgimento
la
stimino
muteremo
perciò
non
i fatti
ed
nostri
è
lecito
l'altrui
«
e
tutt'
Si valga
fedele
8
S.
della
de'
onesti,
ai
denesi,
Mo-
noi
titoli
quillamente
tran-
posteri,
forse
cui
a
V.,
scritti
n' attendiamo
e
contrata
in-
e,
mira
Dio.
di
liberamente
Modena,
«
anche
di
alffezionato
ed
palese,
rispetto
per
malignità,
in
di
I nostri
cammino.
tanto
s'è
cui
in
i nemici
sprezzino
di
e
fatto
al
degli uomini
giudizio
dirlo
a
di
quanto
il nostro
sono
il
se
ci
o
questo,
come
Per
vita.
tale
di
tempo
a
animi
degli
nostra
ci
0
massime
amico
sincero
d'un
come
me
servitore.
1850.
aprile
Cavazzoni
Fortunato
Pederzini.
IV.
(N. 33y
Le
seguenti
da
Caro
«
Mentre
era
Passatempo
tutto
dell'infamia
e
approdarono
di
nel
Apostolo
trucci,
Con-
del
originalità
i
suoi
impotente
civile.
sfolgorato
per
Io
compie
di
nota
e
costui:
nutrito
contro
Perlochè
molti
talento
a
però
contro
umiliarci
credo
che
ivi
aver
il suggello
il ridicolo
tutta
1'
dizio
giu-
altezza,
l'universo,
la
proverbiale
brutale
l'odio
l' Italia
;
e
ove
lanza,
petue
la
roce
fe-
cente
re-
rideranno
nostro
il novello
la
ricambio
a
ascriveranno
di noi
ad
e
apologia
porre
nel
il
dirti,
possono
tutto
A
umana.
l'orgoglio
mal
che
cause
al
innanzi
spiritosa
a
si
viene
volevo
Lamartine
scritti, è
vigliacco
al
che
conforme
e
57, mi
e
delle
di
nuove,
cose
opportuna
l'
filippica
furia
dalle
quale
gentili accoglienze.
della
il
nome
suo
l'invidia,
quel
felicissimo
sfacciato
uomo,
grandezza
tue
quindi
e
al
suir
ricercare
della
Dante,
quello
da
lettere
57.
pag.
a
distormi
a
occuparmi
mosso
per
augurarti
del
importanti
due
Pietro,
desiderio,
fatta
promesse
me
«
quelle
sono
57.)
pag.
maggiore
e
serotino
193
moda
scorrazzante
e
rabbia
la
cosi
di
or
quello
altro
gesuitico
da
Dante
aperto
tutte
chi
le
nella
d'
e
faceva
le
d*
pudore
vizii
;
lo spirito
gloriam,
e
brutte
unico
essere
la
quale
ammissione,
confà
seno,
in
è
galantomismo
si
e
conciossiachè,
ed
alla
cose
altra
scabbia,
rettitudine,
tutte
l' errore,
regnò,
alle
virtù
paurosissime
ed
fa
impaccio
è
origine;
il
sciocchi.
Il
gesuitismo
la
in
del
tutte
parti
le
tanta
con
raggiunse
quanto
antico
uomo
i poveri
come
mirò
o
quanto
cuore
suo
pagatore;
e
tesori
di
lo
nel
accoglie
umana
derno
mo-
ghieri.
l'Ali-
vizio, la superstizione
il campo
cessero
della
telegrafo
non
fiduciari
il
Società,
della
il
A
della
ab
dispone
e
ventò
av-
Tra
dissolutezza
Nessun
menti
s'
viziata
ninna
fldem.
Dei
più
vai
promettitore
eredi
dominio,
delle
signore
Ov'esso
ed
che
aggregazione
al
propagandam
ad
fu
ogni
potenza,
legatari
arte
è
Principi
di far
l'ambizione.
di Neofito
di
saturare
scuole.
che
di quanti
gli appetiti
globo. Veruna
costanza
essa
natura
nuova
Ignaziani
del
guisa
della
scrupolo
dei
dalle
religiosa
quella
fede,
senza
a
Compagnia,
il destino,
credenza
uno
appaga
meglio
e
di
fragilità
riguardata
che
non
mano,
Il difetto
celebrità.
alla
in
e
qjA majorem
Cappellone,
la dignità
e
l'
al-
fatto
vergognarsi
non
primeggia
il
mancavagli
ha
denaro
bandirlo
a
caso
aveva
principj,
di
tenebrosa
Lamartine
di
Vaticano,
del
cupola
della
Dante
contro
doti
per
da
somma
al
nefas,
senza
il
d'atterrare
Bettinelli, il quale
perennità
a
primiero
le
in
di
ì
a
e
all'Estero
meglio
bisognoso
e
tale
:
rivivere
o
uno
anzi
cuore,
cercare
attentasse
fas
viso
sia
agli accorgimenti
Ninno
per
cupido
rinascenti
si
bestione
un
è
nale
gior-
a
gli
nel
spina
necessità
sonni.
che,
rumore;
senza
i
uomo
un
facevale
turba
che
malgrado
com'
universale
lingua
che
uopo
Giuda,
di
arti
colosso
Usata
questo
il
combattere
di
una
e
lica
^Catto-
di
or
furbo
troppo
però
giorni,
occhi
negli
micidiale.
spiede
uno
È
Ricordo
Civiltà
l'Alighieri
di
ora
altrove.
la
ora
corbelleria
questi
a
ad
sfuggita
la
che
più
ora
peccato.
infuocato
stecco
ad
alla
far
spirito gesuitico,
Francia
in
onde
repressa
appuntava
dallo
derivi
veleno
di
vomitare
alla
vera
patrie, religiose
esecrate
dal
e
sapienza,
domestiche:
gesuitismo,
13
che
e
194
dei
vive
contrarj,
alla
diabolico,
assolda
ogni
o
più
fanno
al caso
infamare
chi
Babbi
co'
i
mungerne
corrotti
Mi
setta?
volte
si fece
air
Torno
ispirati
dalla
noi
ancor
convertiti:
inchina
al
sua
trasmutato
della
mal
Forse
ora
lo
Questa,
vedresti
venduta
del
si
alla
se
bilonia,
Ba-
di
supplizio
barbaro
studia,
si
volge
ne
veramente
della
pena
o
tirà
conver-
fornace
Sentasi
divino.
gli
di si fatti
semi
ne
diritto,
morti,
mestieri
e
di
che
al furfante
ammira,
condannato
e
rospo,
invidia
penna.
riderai
buon
questa
di
il
come
anche
ne
frusta
non
la
civile
il volume
lingua
mio
Dante,
fa
Sia
mondo
il
ci
Pepe
il
Fa
che
quali
la magnanimità.
siamo
basterebbe
non
neirOceano.
di
nome
imbarbogito
I
purificarli
48
nazionale.
So
Or
donato
di cui
fucina
se
suitismo,
ge-
dalla
le
quella
veda
non
:
del
avergli
poi nel
artigli.
questo
tutto
in
e
mente,
per
Italia,
alla
amor
acciò
denti
il bucato
d'
temprati
articolo,
per
Pepe
Benedetta
dall'
e
abbiamo
come
sapere
nella
V
a
0
strali
verità
penitenza
a
«
quelli
parole
scontò
ne
a
di famiglia;
comprato
le
duello.
Passatempo.
al
inviato
venga
e
difensore,
santi
fuoco,
famoso
nel
del
compagni.
e
cagnotto
Gabrielle
sia
banditori
evangelico
mente
in
amico
vita
la
generoso
«
il
tornano
che
della
Lamartine
dicendolo
apposi
pruno
turano
vituperare,
abbacinati
di
prammatica
magnati^
mota
feudo
qual
il programma
ogni
indipendenza,
e
Italia
V
grossi
in
ancor
ì
nazionalità
Ecco
mi
lupo
irUemecionem
cuore.
rimproverava
due
ad
la
e
cezione
ec-
Ogni
giorno.
e
senza
dei
uno
al
gridare
;
averli
mal
se
lurida
teco
paesi,
maledire,
dopo
la
e
del
popoli
nel
indracati
mentire:
^
della
sostenitori
sfruttare
dimmi
è
I
la paglia
; .anco
perseguitare
;
i
al disegno
sempre
non
i
più
edifizio
recluta
tutti
Lamartine,
suo.
siepe
mentire,
buco;
incremento
professione.
l'attissimo
qualche
a
vero,
di
in
V
puntella
e
e
malvagi
di
culto,
è buono
agnello
conservazione
genia
proprio
un
cui
estende
essi
per
di
sozzura
era
e
56,
amico,
tu.
non
che
è
filastrocca,
ha
arte
poche
solo
de'
e
ore
Oesuiti
dirai
di
che
vita.
;
e
se
sono
Saluta
fossi
vivo
195
il Betti
che
che
alla
riacquistato
dalla
viene
nei
ineluttabile
Ti
sinistri.
duri
abbraccio
31
amico
Contrucci.
Pietro
«
Il tuo
è
del
e
in
poemetto,
usato
tuo
acume
altri, per
che
nomini,
e
la
da
ridotto
di
ragioni
sue
maraviglia
del
ringrazio
farai
dono,
sempre
più
il componimento
da
di
inerzia
gli
di trovarli
dispiacere
vergognoso
alla
ridotto
l'opera
illustrato
e
tire
avver-
taciuto
produrre
a
solerzia
potei
non
avesse
il
storia
la
colla
conosce
e
lezione,
vera
a
ricambiarti,
che
Ben
noi.
Ignorava
ragioni
si
mi
dall'Appennino,
vero
altro,
o
che
a
ignoti, sebbene
lavorato
ci avessi
queste
per
:
scema
dissomiglianti
ti
tu
fece
mi
Ricordo
me
dialetto.
di
Coli' invecchiare
faticosa.
tua
forma
a
è
po' distante
un
quanto
e
di modi
e
che
'
popolari.
memoria
a
favorevole
canti
di voci
quella
uso
richiamato
non
dei
raccolta
montagna,
in
ove
raccolta
nella
una
nato
r impressione
e
ha
mi
scritto
recente
il soggetto,
parve
Pietro,
caro
leggerlo
dialmente
cor-
1856.
dicembre
Affmo
Mio
sità
neces-
sono
Pistoia,
«
quillità
tran-
di quella
parte
della
ragione
rassegnazione
e
«
abbia
spero
non
della
te.
tanto
Frat-
aver
mai
mente
del
e
corpo.
Ho
«
letto
in
toto,
Silvestri,
sul
poteva
non
vogliasi
non
qua
articolo
nuovo
et
omni
che
credo
il
è
mi
ciuto
pia-
altrimenti;
essere
intendere
e
tornare
a
ma
sulla
via
buona.
«
fui
Ho
veduto
amico
giorni.
raro
Eccoti
Segretario
1
Parla
della
duello,
l' altro
sul
mi
feci
e
che
genuinamente
schivo
Mentre
Pepe,
del
storia
uomo,
«
Gabriele
di
la
stesso
anco
pur
di
della
mia
come
vanità
Lamartine
e
teneva
Legazione
lettera
fece
al
Gotti
di
Lamartine.
raccontare
tanto
strepito
l'ebbi
udito
Io
da
Lui
a
quei
da
quel
mendacio.
in
Firenze
francese,
sopra
De
la
Mea
per
di
l'uflSzio
leggerezza
Polito,
di
e
198
ciò
tempo,
a
ha
ne
nel
Ma
scritto.
vero,
della
nostra
l'ingegno
suo,
debbo
ora
Lei
ringraziar
incontro
vivamente
di
insieme
uscita
la
parola
Stimavo
letterario
bontà
la
amare
sia
conoscenza.
valor
suo
ch'Ella
quello
incontrati
siamo
miglior
e
del
e
ci
questo
reciproca
molti:
con
da
Etruria
nella
che
godo
che
e
vedere
vorrei
e
animo,
suo
dato
avermene
parlato
avevo
del
già
cosi
una
e
sta
giu-
testimonianza.
Mi
«
creda
sempre
24
Pisa,
«
1856.
maggio
Obblfno
S.
«
Cliiarmo
«
Il
Frediani
traduzione
dalla
il merito
da
me
potei
lunghi
fregio
gran
di
ciò
leggere
all'
il
Ella
io
la
di
più
quanto
il
impazienza
il Frediani
di
ha
cosi
cU
voluto
J)arUe,
Lui
pregherò
omaggio,
«
La
quanto
che
dovuto
che
natura
mia
al
non
si
quelle
da
me
Frediani,
lettera, ed
inviarmi
scritture;
sue
ed
aspetto
il
Napoli,
avere
con
scriverle
a
e
Firenze
e
per
poiché
Veltro
mio
diverso
nel
copia;
una
ad
desiderj
ricevuto;
in
torno
in-
dal
1826,
tenue
valore.
somiglia
sapere
in
delle
desiderai
voluto
ristampasse
fargliene
suo
ha
avrò
vita,
Etruria
miei
Tornerò
1832
nel
io
sua
posso,
e
lo
stampossi
di
al
so
quando
nuovo,
i
Arno,
mia
al P.
d'una
Napoli
libro.
suo
Ghibellini, pubblicato
Veltro
di
la
ueW
recare
lingua,
parlare
grato
la
fosse
quale
fiume
però
particolare
legazione
del
avea
l' onore
presto
bontà
una
buona
E
veramente
son
e
della
senza
;
stampato
potere
con
ringraziarla
in
Ella
dono,
e
rive
cumenti
do-
dell' Oza-
gioventù
mia
l'Opera.
procacciato
ringrazio
somma
de*
scrittura
della
mezzo
per
di
egli
vantàggio
effetto.
nella
Alighieri,
dell'avermi
sulle
lietissima
che
carissimo
quanto
Il sapore
ascoltata
quella
fu
rilevare
arricchiscono
che
giunte,
tosto
anni
e
i suoi
senza
poeti Francescani
dei
Volgarizzatore.
rendettero
che
è
quale
del
per
Lei
da
donò,
mi
Lei
di
parlava
Egli
fatta
Centofanti.
signore,
mi
Jon
validi.
più
nam,
pregtmo
e
suo
far
maravigliosamente
cerimonie.
Le
alla
dico
sua
perciò
210
4^
Se
qui finisse
la
mia
nulla
hai
lette
dopo
da
dormendo,
cosi
avere
senza
di
esse
Credo
«
fatto
che
:
tengo
€
disestare
leggesi
F.
dict
ce
63
le
prima
qual
grado
se
€
perchè
si
la
elle
che
la
resulta
1
le
Non
è chiaro
vidi
a
che
fatica
a
ramente
chia-
ha
soupois.
A
»
sertare.
di-
per
Lucano
;
testo
il
»
simo
notis-
verso
un
dà
aulcun.
dalle
diverso
errori
volta.
:
tipografico.
edizione
sono
o
les
tra
luogo
aver
mettre
i
forse
usai,
ma
del
testo
certo
o
dello
ricisamente
che
anche
sotto
stupirsi) per
ciò
qui
trovo
sarà
tato
vol-
F.
6.
scorretta,
essere
stampatore.
che
seguono;
sbigottirne,
doveva
mio
doubte
en
governi,
parole
Più
del
republicques,
si nega
Qui
bene
l'edizioni.
tra
entre
»
repubbliche,
parole
que
bra,
l'am-
rendano
diversità
servo
os-
farlo,
come
le
le
avoir
(maravigliare,
che
dovessi
che
pare
avant
versione,
chiaro
ma
Trascrivo
senso
errore
s'io
mi
doibt
un
alla
e
«
chiaramente
più
una
1834)
tra
sgavoir,
debba
questi
Il testo
»
evidentemente
esservi
avoir
monarchia
rammento
debbe
monarchia
non
»
ie
doibt
esbàhir
si
tutta
ie
vedere,
la
aver
avere
qualche
lui
a
comme
parole
potrebbe
anche
incorso
ed
ha
la versione
ma
le
monarchie
en
y
abbia
alludendo
facesse
vouldrois
reng
ti
scrive
»
dell'originale.
Encore
quel
si
dee
ci
il concetto
testo,
che
mi
grado
stampatore
più particolarmente
f. 26
vorrei
lavoro.
tenzione
l'at-
*
ora
alla
che
che
troppo
o
il tuo
Lefèvre
campi;
toscan
poète
Venendo
i
errate
o
disfarti
so-
a
pericolo
a
immaginavo.
chez
et
«
secondo
«
Petrarca.
del
«
luogo
questo
in
f. 32
(Paris
tenze
senche
an-
ti provino
quali
io
come
e
«
riscontro
a
dei
errori,
f. 19
a
lo
di
ohe
basta
che,
dunque
anche
inutili
che
credi
o
le
che
o
benissimo
Eccomi
esaminato
luogo
alcuni
e.
p.
mi
;
ho
quale
primo
di
colpa
la
in
dono
vuoi
?
scriversi
o
trovasti
non
contentarmi
possa
sembrarti
come
la
pagine?
osservazioni,
possano
con
64
il libro?
alcune
Prendile
sottili.
io
potevano
percorso
facendo
molte
che
generali,
E
il costume
oggi
tanto,
aspettato
avere
è
come
dirmi:
quelle
in
osservare
nuta
atte-
certamente
avrei
potresti
ma
promessa;
nulla
scrivere
il mìo
Io
le stampe
211
«
E
a
un
faceva
lo
qualche
Neir
traduca
lo
bene
che
logico,
la
fra
la
che
parole
ridenti
le
leggere.
Il
"
testo
nel
e
F.
»
cosi
34
la
ha
non
alle
non
«
seme
è
bene
seguenti
di
Il luogo
tradotto
è
Ce
si
ne
Compagni;
quando
meglio
che
la
i
bambini
vrebbe
do-
;
la
im-
quale
riferisconsi
a
F.
alle
la
ec;
il
verbo
com*é
F.
libertà,
fatta,
stini:
66, feche
non
se
»
semence,
39,
parole
tradursi
può
dalle
i bambini
continuata.
non
che
comparazione
sia
di
mattina
imparavano
di ragione
sapore
ché
ben-
resulta
miniati
che
appropriato
parola
approvatisi
peggio,
una
naturai
festins
che
in
familiare
e
due
dà
sarebbe
la
parola
sua
Cronaca
Q,rvfw.ia,
di
quel
si espressivo
anche
uno
principio
versi
mirabilmente
ma
la
d'Omero
testo
nel
s'accordano
I
solo
testo
chiaramente
è
che
e,
pare
stam-
nel
alla
come
de' libri
qui
armée
ma
«
;
per
banchetti.
conviti,
che
«
non
marittima,
dice
altrimente
è
il francese
«
17
fleurit, s'avorte
metafora
veduto
non
«
i verbi
49
fa
F.
sacerdote,
carte
testo
tradursi
parano.
F.
potere
autori
di
il testo
; »
il
seguono.
vedere
per
voleva
domandò
moribondo
il
a
che
*
per
;
roy
credo
io
dì forza
esempi
Pulci.
Luigi
i quali
disse
poi
contrario
in
le
che
terrestre;
quello
conservare
trovino
armata
signore
vantaggia
si
inserite
gettura
con-
omissione
sia
parole,
27,
la
et
:
ma
pare
argomento
altro
«
concetto
il
esercito
di
41
parole;
furono
F.
è
aggiunge
quelle
il libro.
fuori
vorrei
italiana
simi"
forse
il significato
certo
si
togliere
che
ma
dar
e
quelle
mi
irrecusabile,
F.
testo
traduttore,
col
autore,
ed
verbi,
non
induzione
incerta.
il mio
del
o
mirabilmente
deir
Qui
mancano
dell'editore
*
de'due
induzione
per
V
ed
vaga
"
tuo
23,
esattissimo
essere
sempre
al
forse
F.
avoit
il
ie.
il soggetto
circa
in
viveva
quale
feusois
:
coniectures,
par
legge.
testo
vicina
stava,
.
stesso.
può
è
Il
»
dove
della
peste,
ambiguità
è
sembra
che
di
apprensione.
italiano
che
ha
infetto
quartiere
strada
della
amor
per
per
di
un
secolo
apocrifa,
navt'Iio, si
era
e
e
un
stile
lo
con
è
ad
mezzo
fattura
cominciata
al
Contr*uno
francese
vecchio
tempo
di
secolo
a
;
usare.
che
versi
tutta
innanzi,
del
ó
quella
dico
XV
di
in
Dino
fine,
212
scrittura.
La
maestosa,
non
pazzo
ha
Tha
ce
Caro
fedele;
dice
Foscolo
mi
tradotto
di
Avrei
bellissimi
i
Virgilio
di
luogo
è
il greco
del
quella
tragica, troppo
non
suo;
d'imitare
il
troppo
poi
di
nostro.
caso
voltato
ha
Né
cercando
versi,
quei
nel
E
proprio
buono.
più
di
è
colore.
quel
messo
non
Monti
del
versione
rebbe
piace-
il
quali
j
53.
f
a
plicemente
sem-
nuovo
coi
citato
quel
.
Ma
«
altrove
non
nelle
novità,
Dopo
meglio.
tratto
le
*
tutti,
meglio
che
dico
io,
rèbus
vita, in
di
macchie
nelle
altre
Anche
parola
del
fu
finire?
pensata,
quindi
dialogo,
più
Platone,
in
in
cui
arte;
deir
che
o
colto
ed
1
II
Giusti.
"
E
queste
non
ma
fanno
vocaboli,
A
la
in
per
che
natura,
per
il Manzoni
ha
in
nel
seguaci.
lore
ca-
vrebbe
do-
non
popolo,
In
il greco.
Luciano,
tra
e
trovi
sospetti
o
poi
scrittura
il
Aristofane
barbarismi
talora
? E
sfugge
altro,
ed
ragione.
la
esempio
non
e
popolo
re-
ec,
ignoranza,
d'ogni
in
cotesta
gioia
che
ad
Erodoto,
turpi
son
testo
da
Anacreonte,
viva
in
scritture
nostre
quello
turpi
come
contro
sembra
me
tutto
il
l'
dal-
sortire,
la
cose
le
ingegnoso
in
più,
Prendiamo
Senofonte,
senti
Di
coli
se-
vere
scri-
veramente
sentito
dolore,
sei
nello
appunto
ho
In
ricorso
e
arrangiare^
U
di
corso
non
proviene
luogo.
Teocrito,
in
poeti
E
più
conta
stanno
ingemmeremo
trovarvi
che
*
in
eccessiva.
alieni
popolo
di
a
anderemo
vi
conio?
stesso
queste
di
dove
del
storpiature^
idiotismi,
che
e
poter
modus
introdotti
vocaboli
l^ opinione,
dello
cose
che
ebbe
vivente
Ma
sembra
essersi
e
desiderio
crederono
sventuratamente
modi
bocche
mi
utili
applaudito,
popolo.
nostra,
possono
dividere
grettare^
dal
trebbero
po-
le
tutte
per
non
la
avviso,
linguaggio
poeti,
e
bellissimo?
volto
in
Firenze
non
di
dal
non
paese
favella,
defla
indole
è
un
mio
a
ragione
a
tutto
la
familiarità,
si trascorre
bellezze
domanda
la
parlare
nel
e
difetto
prosatori
come
stranieri,
dagli
Solito
poeta,
un
prender
e.
luogo,
spesso
sincere
e
letteratura,
una
bene
che
più
sue
toscano,
far
quali
facilità, la
alcun
in
soverchie.
dirsi
del
che
popolare,
maniera
la
manca
il
ghi,
luo-
lavoro
storpiature.
i
213
Tutto
«
questo
nostro
si
e
del
bello;
introdotta
benevolenza,
diritto;
Contro
in
prima
persona
voluto
avrei
f. 36
che
«
F.
«
due
de'
tiranno
*
trovare
a
f. 31
quale
la
dal
bisogno
sempre.
.
si
tpoai
dato
ad
.
alcuno
per
matto.
caso,
posto
camicia,
anche
venduti
bocca.
e
dove
simili
Cecco
che
in
in
anche
^ave
il si
per
reg^ola
senza
erano
autentici,
di
fece, il
lavarsi
contro
dell*
In
camicia;
"t
disse; il
costante,
il viso,
ragione
perchè...
Firenze
fossero
se
scrittura.
maniche
Ora
in
che
Ma
perchè
uso,
ma
cosa
equivalgono
lì Manzoni
:
qui
le
ci
quali
vuole
per
che
credè,
un'altra
altri
uso
da
fuori
cosi
lui
fuori
accettò
cioè
fa
idiotismi,
(comune
comune
cosa;
l'usa
che
de*Promesti
Arno
vesta
e
nati
periodo.
in
correzioni,
»
esprimente
deir
all'andar
un
a
traduzione^
Manzoni
di
andasse
chi
f. 60
»
idiotismi
in
uso
sono
a
cantargli;
del
stiamo
casa
;
rimanente
di
e
»
qual collocazione
come
sono
non
canto
a
parola
risciacquatura
modo,
mai
tua
si è ricordato
non
nella
storto
del
bevve,
»
Sono
alla
struttura
si
loro,
bene
alla
che
*
nella
popolo.
luogo
Manzoni?
al Manzoni
bene
anche
buon
dico
questo
spesso
la
poi
che
intendere
stanno
starà
Giusti,
Però
dà
gli mise
tiranno
il primo
il mio
cbe
pensare,
senza
sorte
del
noi
la leggo
non
al
stranieri
domarlo.
colpisce più vivamente,
Basta,
legge
io
si
della
bocca
il
ridicola.
più
a
altri
labbra
di dare
vede
Si
molti
e
attagliandosi
I
al
che
un
luogo
né
quel
ma
noi
«
mala
dunque
«
sulle
ne
del
porre
in
coltissimi
più
storia
loro
la
da
mette
si
in
si
salvarono
toscana,
lingua
ci
si
dirmi
udito
da
di
comunissimo
non
cosa
costrutti,
frequenti
non
quale
è
f. 48
che
difetto
mangiò
«
son
uè
Ho
quali
»
questi
l'idea
dal
e
quando
38
scienza
toscano
preceduto
sing.
nella
si
per
denza
giurispru-
di
luogo
l'uso
pare
plurale;
bello
giocò,
si
mi
persona
il Niccolini.
é
tevano
po-
ec.
nostro,
tutto
«
3*
non
e
laberinto;
in
role
pa-
simpatia
altre,
per
giudicare,
ragione
verbo
né
di
pratica
cinismx)
popolo
dedalo
affezione;
per
delle
avvenne
le
dominazione;
ebbero
non
37,
prietà
impro-
torcere
potenza,
che
vivo
f.
brutta
col
lissimo
bel-
si
senso
una
regno,
del
dinastia,
francese
senso
un
Cosi
avere.
«
ad
regnante;
potente,
un
loderei
sono
lingua
significano
che
di
non
vocaboli
nella
maestro
te,
di
dotato
e
pure
Questi
f. 38.
greche
dirsi
linguaggio,
potente
dinasta,
può
non
no);
faaiiliarissimo,
lei per
e
in
le
primo
maniche
di
correzioni,
errori,
reticenza;
e
camera,
passerebbe
e
sono
acqua
ora
in
214
vien
ridea
ripetuta
antiche
lingue
con
le varie
con
siffatto:il quale,
0
o
altro
giro
non
fosse
Non
«
fatta;
che
dai
e
Accogli
lavori
ne'
più
con
buon
cosa
di
difficoltà
alla
su
dissi
non
altre
Tommaseo,
si
quali
del
casi
l'
dal-
fanno
tare
evi-
leggermente
fastidiosa,
importanza,
pari
state
sono
diceria
questa
la
cherei
-dimenti-
'
volgari.
incontra
che
nel
approvate
molti
tal
trovano
dovrebbero
non
per
di
cose
alcune
in
e
maggiore
ardita,
non
linguaggio,
animo
siva,
pas-
loro
pure
forme,
ambiguità,
T
quelle
per
ed
più colti,
nendo
po-
costruzione
biasimando
codici;
del
parlar
un'inversione
loro,
molte
maestri
buoni
l'oscurità
cambiarsi
al
tra
quando,
scrittori
«
anche
la
o
pedante
a
del
chiarezza.
alla
il
fretta
cio
scon-
polite scritture,
anche
moltissimi
in
degli
uso
se
contraria
egli, gli per
e
nelle
ed
evitavano
nella
diretta,
parole,
piaciute
Machiavelli
schivato
Le
pronominale.
casi
dei
perdonabile
farti
per
son
scelte
di
vorrei
lui
eglino,
uscite
sintassi
la
invece
quando
è
se
fosse
loderei
familiare,
particella
una
critica
attribuiscilo
trovar
in
e,
risplendono
V
da
ingegno
dire
e
il
sapere.
21
Pistoja,
«
1864.
giugno
Affino
amico
Francesco
Franchini.
IX.
{K
Non
dispiacerà
della
questione
Ambrosoli
Manzoni,
il
me
della
«
Chiarmo
4k
Mentre
1
Vedi
leggere
benché
IH,)
il vedere
Lombardo,
illustre
un
la
mi
intendeva
come
lettera
cortese
sapesse
non
Francesco
che
in
la
scrisse
tutto
a
seguace
dottrina.
sua
arriva
lettori
lingua
il
; e
ai
105, pag.
e
sto
romanzo
un
la
nota
stimamo
signore,
ringraziarla
per
del
precedente.
prof.
della
tutto
Prelezione,
pieno
di noi
si
mi
dice
215
e
noi
che
'
si pensa;
sia
come
ricordarmi
vestita
chiamata
di
riconoscono
dato;
Italia
che
marchesi,
star
vorrà
In
lui.
per
vinche,
le
collocarle,
tutto
che
io
ale
molta
linguistica
questi
seminato
quali
certe
d' Italia
e
è
autorevolmente
'
Vedi
la
a
siano
da
nota
1 della
studio
molti;
in
oggi
e
e
quasi
precedente.
di
e
po' di
bolario
il Vocarollario
co-
come
mutare
noi
tutti
Questo
volte
tutti
darci
possano
tutti
i
scani
to-
non
spesse
e
più
veduto
prov-
un
scrittori.
che
il
rapcoglie chi
domandano
:
su
sia
non
tutti
per
Firenze
più
non
a
ma
;
agevole
desidero
de' buoni
Vocabolario
Lei,
lettera
atto
come
vede
confine
pare
non
Io
sussidio
allo
questo
l'enumerazione
né
come
; ma
comune
quanti
dove
Manzoni,
Alessandro
direbbero
anche
ed
—
molti
chi
accosta
campi
sono
teorie,
aggiungere
desiderio
si
già lungamente.
da
proposto
di
vi
dice) di
Ella
sta
quale
filologìa comparata,
ma
:
abbia
da
né
quali
pro-
libri.
questo
ai
La
mèta.
la
credono;
oltre
peggio
discorso
in
che
chi
ma
Ella
(com'
a
conti
altre
nelle
ordinarle
alcuni,
né
natura,
buoni
ci
Fiorentini,
naturale;
che
lato
quel
volare
per
toccheranno
di
da
Ai
la
come
lingua
qual
corrotto
dà
nei
;
ch'Ella
disparte,
è opera
di
bolario
Voca-
Vocabolario,
quel
?
fosse
buon
dubbio
popolo
studiando
altro, che
per
non
parlari
periodi,
la quistione
Un
il modo
e
per
Italia
V
toscano
che
sia
non
fiorentinamente
senza
altrimenti
più elette,
ho
né
solo
quel
s' impara
Non
non
che
non
non
«
note
ultime
che
che
anni
parole
di formarne
ignoro
volo,
là
Firenze,
tocQO
pratico.
non
a
questo
dodici
sono
contento
parole
in
dovuto
ho
se
resteranno
aspettando
o
l' imparar
»
cose
dell'uso
scrittori
non
Le
utile
quello
dieci
cosi
tenzoni.
sarà
giovani,
dopo
almeno
quelli
antiche
gli ottimi
metteranno*
r
i
se
ma,
sia
rentina.
fio-
lingua
dirà
prima
erano
utile
di
delle
una
nessuno
non
fiorentino
uso
in
alcuni.
alle
nuovo
dell'
o
e
tutta
dice
benché
dove
intenzione,
gentilissimo,
quale
vorrebbero
come
come
avrà
la
scritta,
necessità
ha
Ella
eh'
quel
ottimamente
tutti
Fanfani
Prelezione,
sua
imbandita
signor
di
dichiarata
questa
con
mensa
una
Veda,
alla
scritto
e
cominciano
finiscono
in
Lei.
216
Senza,
Ella
dubbio
invidiabile;
posto
scrittore
del
1* aver
onore
italiana,
alcuni
che
volere
scettro
di
hanno
0
prenda
questa
studio
che
E
nascita
la
desiderio,
questo
con
del
ringrazio
Milano,
«
anzi
dono,
suo
3
la
e
molta
questa
dichiaro
«
Gradisca
favore
al
ancora
un
che
tutta
suo
non
ho
che
il
ho
già
Mi
idiomi.
altro
senza
'
chiesta
ha
conforme
r
di
la
parola
del
d'
un
basso.
un
con
vocabolo,
lei
esclusivamente
la
opinione.
Il
è
quelle
a
del
d'altri
e
necessario,
d'
caso
un
comune,
uso
indovina,
far
ma
ciocca
la
ri-
mia
fiorentino, cioè
non
strarsi,
mo-
perchè
e
e' é,
pisano
non
forse
;
gioverebbe
mi
se
ugualmente
intento
sua
del
ma
me
esempj,
grappolo,
pigna
anche,
Come
Cosi
qualcheduna,
senese,
gioverebbe
pochissimi
fiorentina
di
prendersi
a
discrezione,
varianti.
aggiungere
Zocca
esser
di
non
se
per
di
però d'abusarne,
intendo
dovuta
troppo
la
nota
quello
disposto
cortesi,
Non
la
di stendere
bontà
la
tanto
si possa,
per
esempio
stima
serv.
per
piaciuto d'aggiunger
bisogno,
poterne
pistojese,
è
le
per
ricchi, quanto
molto
avuta
ha
^simileincomodo.
vero
la
Ambrosoli.
ringraziamenti
vivi
termini
di tutto
prima
i mezzi
signore,
quale
con
lo
1868.
settembre
i miei
parole doppie
più
preghiera,
con
Francesco
Chiarissimo
piacerà,
tutti
con
D"ofko
«
ch'Ella^
le
diligenza le danno.
con
mi
e
quanti
ma
sempre
lingua
traria
con-
merebbe
presu-
pii*
promuovere
buona
l'ingegno
e
che
ferrare
af-
Questo
uguale.
desiderare
modo
per
della
Lei;
a
quale
anziché
nessuno
né
devono
quel
della
utile
dove
lingua
una
iiella
sostenitori
regno
italiane
occasione
ed
vero
o
i
onorevole
in
ha
compagni,
superiore
molto
altri,
con
un
essere
le lettere
cuore
a
solo
poterle
poi le è grande
V Italia
esser
offrono
aprirsi
e
dissi, è
già
come
le
giudice
queàta lingua,
prevalga
che
opinione,
Perciò
un
egregio
un
di chiamarla
che
di poterle
stimeranno
lo
sostenere
a
Lei
in
dubita
fiorentino.
parlar
tolto
e
riconoscono
nessuno
e
controversia
presente
nella
perchè
italiano,
sicurissimo
0
tiene
di
non
ciò
è.
218
ad
nano
e
ogni
temperata
Ch'
Ella
molto
io
nel
ad
mia
cura
di
potuto
mie
a
il
che
del
mio
si
nulla;
Quanto
«
discorre
alla
tanto
con
essere
modo
col
trovarci
di viva
discosti
forse
Cosi
mio
questo
modo
le
la
Pavia,
di
rare,
spe-
di
Ella
tenga
che
Dio
che
di
un
!
ardentissimo
colla
più
Mi
alta
stima,
suo
Nella
e
ora
mi
e
opuscolo
non
vedendo
lettera
di
siamo
noi
si
si
paja
a
adempia
Ella
creda,
ad
come
sempre
1868.
settembre
sua
agio,
non
che
Ella
mi
l' invio
annunziava
intendeva
comparir
suo
Zonoada.
Antonio
PS.
nostro
conservi
benevolenza,
preziosa
simo
potes-
l'altro
o
tempo
noi
infine
che
degli
né
se
a
infine
d'assai
meno
faccia
sua
6
discorrerla
si troverebbe
esami
ho
che,
del
concetto;
mio
ci
non
cune
al-
parendo
forse
negli
ora,
per
mi
non
mi
in
qui
colpa
presente
e
cui
Tutto
un
meglio
io
il
tecnico,
costi,
desiderio
professo
«
di
tente
po-
un
conto
entrerei
espresso
dire
vo'
dall'altro
Tuno
vista.
prima
solo
lingua,
dovere,
a
ho
quale
insieme
voce
inteso
insegnamento
air
Questo
modo.
«
e
zione
edi-
vorrei
come
necessarie,
affogato
sorte,
mala
esperimenti
me
I
seconda
che
volentieri
reputo
stato
sempre
per
della
acume,
che
improprio
ogni
in
prova
questione
spiegazioni,
né
alla
rezioni
cor-
farlo
Tuttavia
farà,
si
di
trovato
male.
men
di
una
avrei
esse
avrebbe
osservazioni.
sue
ma
in
ristampa
dubiti,
non
a
pensare
far
per
la
se
a
libro,
ajuto
vedrà,
di
avesse
usque
Ella
piaciuto
io
troppo
più fogli
ma
fosse
le
mondo,
tamen
volendo.
uno^
non
cosi
;
povero
sicuro
che
poco
spese
caso
e
empire
leggieri
del
Tuttoché
furca
che,
di
e
che,
toscanamente,
expellas
benissimo
so
naturale
immaginare.
iscrivere
per
ridire,
presuntuoso
e
bene
che
tanto
cosa
giusta
spregiudicato.
trovarci
cieco
YwAuram
però
e
è
quanto
animo
un
dovesse
doveva
l'oraziano
vero
dato
lo
loro, per
ad
più
l'uomo
ogni
fatta
lingua^
alla
me
recurret;
le
scritto
essere
ponessi
è
mio
lombardo
sia
sembrare
possa
rispetto
salvo
che
censura
graziosamente
nulla
non
vorrei
galarmi;
re-
che
219
andato
fosse
sua
Trattandosi
perduto.
può
penna
ben
di
che
credere
che
cosa
io
dalla
esce
l'aspetto
mente.
ansiosa-
»
X.
{ir.
Il
libretto
batter
di
la
lingua;
fu
mi
il
e
il
penale,
letterati,
buoni
occhi,
miei
come
Ambrosoli,
«
Illustrissimo
«
Ho
Ella
che
lingua
che
stile
novità
la
a
quella
insegna.
capo
quali
il
toscani,
fiducia
4c
Dei
e
nel
il
non
mio
L*
ajuto
a
tutti
e
salvata
ò
questo
Carrara,
Ella
essi
il
Penale
quegli
per
Lo
natura
dell'opera;
farvi.
assai
parte
può
che
deve
e
Ella
il
primo
ci
sono
tecnica
si
che
a
chiare
quale
ed
compilato
da
de' nomi
tacere
pentire
e
conosce
bene
fu
di
ridotta
essere
per
domi
paren-
nella
impegnati
Marzucchi,
stile
fatto
brevi,
riescano
la
in
punti
ap-
de'non
avuta
d'aver
volere.
gli egregi
per
leggere
s'avessero
vorrei
buon
che
e
Codice
di
di
ridere,
Firenze,
a
che
ec,
Ministero.
quel
raggiunto
proprietà
codici
Paoli,
i
datore
Commen-
troverà
disposizioni
forse
lezione
che
abbia
sue
farebbe
di
dalla
lingua,
la
fondo
a
stile
codice
Ma
sotto
correggere
Progetto
accettò
di
e
le
anzi
alcuni
compianto
a
il
spedirle
comandato
un
quando
precise.
di
è
e
cura
anche
appuntare,
del
tutta
con
lettere,
del
cura
signore,
onore
certamente
di
prendesse
passasse
divisione
capo
cortesemente
di
che
lettera
seguente
di
sorde,
compilazione
disteso
digiuni
facoltà
orecchie
si
nella
sebbene
trascurare
del
lingua
casione
oc-
avere
per
fatte
Grazia
volle
me
vergogna
della
non
si
da
sempre
e
quale,
pure
la
r
sono
che
dandomi
prova
sulla
si
scenziati,
133.)
pag.
stampato
Giustizia
di
celebri
alto
il vedere
Ministero
(la
fu
sempre
in
se
grato
Codice
Dati
del
118.
al
m'avrà
uomini
paese.
prestato
che
sarà
compongono
dunque
la
stato
premissione,
com-
220
Per
«
Lei
le
di
e
che
tardi,
E
che
mille
anticipandole
mi
grazie
da
notare
Il
di
il codice
ricaduto
da
mere
servo
quel
in
tempo
e
che
ed
è
si è
qua
tura
avven-
per
officiale.
da
là
di
ancora
Ambrosoli.
pianta;
sana
barbarie
nella
è
codice
che
altro
per
mutato
è
di
protesto
Filippo
quasi
più
al
forma
in
Devmo
É
scere
cono-
ottobre
di
primi
anche
siano
utile
sarebbe
marginali.
annotazioni
«
pei
osservazioni
basterà
che
confermo
le
norma
sua
venire
passato
per
giudizio,
che
manit.
certe
.
.
XI.
116.
{K
Di
Bambola,
della
dà
di
e
tanto
peso
nostri
di
mie
della
letteratura
il
diede
operette,
che
cosa
il
giornale
Ora
straniera.
che
Magna,
dalla
vien
cosi
vedermi
qui
reco
se
altre
ogni
a
po' ambizioso
un
perdoni,
Magazzino
Tedesco
si
si
mi
grazia
U25.)
pag.
carezzato
da
sono
buoni
quei
fratelli.
ITALIANE
OPERE
GIOVENTÙ.
LA
PER
«
Omissis.
Il
«
Fanfani
Pietro
nel
noi,
che
Ma
non
sarà
la
per
e
Di
con
lui
ho
di
nella
cosi
di
ha
noto
adoperi
appunto
uno
sott'
parve
gli altri
occhio
già
due
come
letteratura
ad
ancorché
anche
in
quattro
nella
invece
fra
e
già
scritti
prima
noi,
scrittore
dà
questo
quarta
per
italiana.
modo
un
tallo
me-
quelli
appo
letterato
tuttavia,
lavori
di buon
suono
Italia,
benemerentissimo
felicissimo,
seconda,
in
fiorentino
bibliotecario
filologia e
avventura
per
cui
e
tempo
gran
si occupano
gioventù
esito
da
letterario
questo
cosa
professore
già
mondo
fra
che
del
nome
molto
campo.
per
edizione,
negli
la
ventù,
giouno
ultimi
221
Lo
mesi.
moralmente
A
eleganza.
fani
il
descrizione
che
colla
impara
di
di
una
gioventù
la
tutti
legge,
facilità
di
che
ad
mobiliatura
agevolano
l'annotazione
Un
tener
l'interesse
desto
ottimi
racconto
dell'operetta
lasso
Uigo
di
intesa
edizione
ben
allo
italiani
scritti
comprende
poche
in
linguistici,
il sig. Fanfani
é
squisito,
Ambedue
«
morale
subito,
da
1
Una
Fanfani.
"
4*
3
La
ediz.
Firenze,
obblig^o
Paolina.
e
di
trae
Questo
da
ben
note
Novella
di
fra
gnamenti
inseadulti.
per
tanto
gusto
con
zione
colle-
egregia
una
gli
retta
ope-
eccellenti
vuoi
vendere,
linguistico
la
sua
e
un
non
lo
si
più prossima
letterato
racconto
scorga
origine
nominatamente
celebre
con
novella:
graziosa
e
prefazione,
la
intendimento,
fiorentina
ediz.
prefazione
con
V
Dell'
casa
semplice
salvo
Manzoni.
Alessandro
mincia
inco-
piccola
ammaestramento
di
scritto
questo
aspettare
la
pure
Ancorché,
più
scegliere
a
Fanfani
gioventù.
gli scopi
polemico
un
la,
per
segue
*
Pa")lina.
di
prosegua
(pubblicazione
La
giovani,
per
ad
i
edizioni.
migliori
gioventù.
pagine
vuoi
luogo
scritti
di
e
fatto
la
per
*
il sig.
de'
in
Dati, DelVob-
Carlo
collezione
una
che
quattro
lingua
propria
a
gioventù
alla
circostanza,
di
linguistico)
scopo
pubblicare
a
antichi
la
respettive
dell' opportunità
necessarie
discorso
un
parlare
stesso
la
Un
soprassello
offre
argomento
si fecero
di
di
giova
riguardare
libretto;
dizionario
delle
ed
quello
attinenza.
aggiunto
un
lettura
Quale
di tempo
Colla
4c
morale
della
vuoisi
e
In
di
denominazione
hanno
casa
*
questo
il ribadimento
e
insegnamenti.
breve
una
scrivere
forma
vendere.
la retta
gioco,
un
di
in
ricreazione
a
topografica,
espressioni.
Ove
quasi
da
con
e
il sig. Fan-
scopo,
familiare
fiorentina
strarla
ammae-
purezza^
felicissimo
dizionario
casa
oggetti,
acconcia
veramente
eccellente
compito
con
quest' ultimo
pensiero
vuole
e
nalzare
in-
vuole
duplice:
italiana,
lingua
propria
raggiugnere
s'ebbe
un
la
è
gioventù
la
parlare
a
dall'autore
seguito
scopo
contro
posta
avea
morale
ec.
di
Pietro
1869.
parlare
P.
la
Fanfani.
scritta
in
propria
lingua.
Firenze
1970.
lingua
fiorentina
Discorso
italiana
di
Carlo
da
P.
Dati»
Fanfani
222
la
Contro
nazionale.
luce
Manzoni
di
stesso
usata
universalmente
italiana,
a
tutti
Sotto
tale
d'arte,
rispettò
nel
consacrata
questo
della
vocazione
schietto
uno
della
racconto
libriccino
al
accolto
sig. Fanfani
in
Se
si
alto
letteratura
la
arricchisce
Con
un
quello,
egregio
I
La
dono
di
tutto
simili
codesta,
accennò
m'ebbi
forma
una
infantile,
nella
e
nel
in
in
miglior
legno
senso
gono
aggiunItalia
E
fu
invero
di
prova
la
per
un
cornice
In
scrittore
a
posizione
in
bella
consacrata
vengono
insegnamenti
ornamento.
scritto
a
alla
età
non
avrà
il
sedere
pos-
gioventù.
giovanile
che
diare
invi-
alemanna.
questo
nel
lingua
ne'
Per
intendimento.
duplice
che
breve
recentissimi
campo
italiana
tempi
della
e* è
italiana
stata,
e'
è,
e
innanzi
primo
volli
germinò
di
letteratura
si
agli
Prelezione
move.
chi
oc-
additare
buono
di
là gio-
per
di
e
P.
Fanfani.
1868.
Faenza,
'
esso
favorevolmente,
italiana
di opere
alla
«
il
grado
In
appunto
sulla
incisioni
questo
per
Essa,
è peculiarmente
E
morale
spiccato
assai
diede
ciò
guardata
ri-
semplice,
e
*
moda,
E
prendimento
nell'ap-
fronzoli.
fanciullo,
ogni
linde
uno
giudicato
e
da
preferenza.
morale,
Diecisette
parola.
piana
elegantemente
ad
intelligibile
linguaggio
opera
stessa,
muliebre.
via.
ma
vera
Bambola
sulla
cosi
e
penisola.
una
figlie i più calzanti
veracemente
semplice,
la
donna,
società
in
donna
della
dovuta
intelligibile
novella
e
Una
gioventù
giovani
alle
ministrati
di
è
esagerazioni
romanzo:
alla
romanzo
sulla
da
piccolo
l'altro
La
è affatto
contenimento
suo
mamente
legitti-
ai novellini
italiana.
lingua
pienamente
spogliata
come
caldamente
sia
non
della
dirsi
a
egli
tempo
un
abitatori
è
zione
asser-
Fanfani
che
pienamente
stesso
in
afferma
come
ad
V
sig.
il
parola,
e
scritto
codesto
della
cui,
istrutti
raccomandarsi
da
e
ciò
per
appena
appena
fatto,
Firenze,
diede
insieme
incontra
non
in
e
ribattere
in
lingua
una
Fanfani
il sig.
del
novella,
prefazione,
nella
A
virtù
per
l'accennata
scrisse
'
speciale.
possedere
non
asserto
questo
scritto
uno
l'Italia
asserzione,
paradossale
Una
Bambola.
Romanzo
per
le
Bambina,
di
Pietro
Fanfani.
Firenze,
1869.
223
ventù.
Volli
scritti
in
ai
mano
essi
da
ma
morali,
nobile
con
e
eziandio
dalla
lettura
loro
prendere
ap-
indicare
di
Date
bisogna.
ad
nella
fanno
sig. Fanfani
del
pure
semplicità
trarranno
ne
e
non
tale
a
gli scritti
apprenderanno
che
figliuoli,
procaccio
figlioli vostri
questi
loro
ai
fare
debbano
tedeschi,
genitori
a'
italiana
lingua
la
quali
anche
poi
tamente
ret-
esprimersi
bella
niera,
stra-
lingua
ottimi
andranno
; ed
insegnamenti
grandemente
bilitati.
no-
»
La
ad
traduzione
alcuno
tanto
parrà
valente
stare
lascio
la
elegante,
poco
è
germanista
mi
quale
fedele
ma
che
colui
fu
è
mandata:
dubbio,
senza
fatta.
l'ha
XIL
Non
sembra
mi
chiamò
«
Onorevole
«
Desiderando
S.
e
lUma
a
r incarico,
mi
e
pregio
di
particolare
«
annue
stima
Firenze,
a
la
con
Lire
addì
eh'
sapere
attorno
E
questa
a
io
vorrà
Le
nomino
accettare
fissai, per
una
ciò,
retribuzione
intanto
mi
dico
osservanza
24
ottobre
in
sollecitudine
Le
Accademico,
duemila.
Ella
di
lavorare
che
maggior
che
dottrina
foggiati
uomini,
buona
della
e
la
e
volervi
speranza
Anno
e
l'ingegno
dalla
proposto
lingua
buona
egregi
attendervi
il presente
ragione
altri
farle
mi
lario
Vocabo-
al
opera
specialmente
prego
Nella
collaboratori.
pubblica,
Fiorettino,
della
anche
di alcuni
compagnia
tera
let-
compilatrice.
indugio,
senza
quanto
la
la
qui
recar
Commissione
difiusione
studj,
il
Istruzione
della
dell'uso
sapendo
123,)
Cavaliere,
dare,
siano
di
maniera
di
della
signor
la
per
pronunzia,
V.
proposito
Lingua
della
Giunta
fuor
parte
far
a
pag.
il Ministro
quale
la
con
{N. 113,
1868.
Suo
devino
Broglio.
sibile,
pose
rante
duin
con
224
Voglio
lavoravo
deputato
pure
rimediar
insieme
col
come
ha
e
;
e' si
queir
sopra
Diritto,
nel
e
farne
glieli chiesi
gli diede
me
mi
e
voglio
Io
rimasti
son
di
Nubes
pueri,
Ut
et
Occulto,
Gonlectam
Excipiunt
globum
lento
ac
hominum
labefacta
Mobilibus
aliter
Nec
senes,
sciunt
Namque
Seria
lepidus
jocis
Usque
consentes
quia
aegra
nisu,
puerorum
aetas
sapientior
secedit
;
quimus;
cernere
Sed
saltem
fenestras,
domorum
inania
captamus.
pueri
molem
parumper,
quo
mìhi
humor;
altum,
flexasque
sectamur
foelix, multoque
Oh
in
tecta
eant
nec
;
pondere
toUit
se
magnarum
magno
majora,
guttam
distenditur
spatiis librata
donec
dissiliunt,
Haud
flamine
species,
ferens
crescit
catinum,
trepidantem
gremio,
aurae
Obliquas
captant.
labellis
pressisque
molHs
libro:
questo
aere
spumante
propellunt
tenui
simul
Omnia
chalamos,
inque
Concipit,
Quam
liquor
aquae
superat
massa
laeti
Adilgunt
Et
motus
cum
blicargli,
pub-
dunque
ofa
inania
et
esametri
volle
non
mano;
lettori
ai
nodato,
an-
pubblicargli
per
in
sempre
dono
grazioso
in
il Diritto
ma
:
lunga
momento,
scherzo
uno
era
giare
verseg-
una
lieve
di
scrisse
argomento.
nel
al Parlamento
cosa
quando
allora
invidiabile
facendosi
e
di
Egli
Giorgini.
sopra
giù,
mise
omissione
una
facilità
una
discussione
uggiosa
a
senatore
cosi,
latinamente,
e
qui
ludere
se
:
!
nostris
risus,
apisci
mente
Jocamur.
XIII.
{N, 126,
A
proposito
in
andare
da
notare
tutti
per
brodo
la
di
di
strana
fattura
di
Stornelli
Canti,
questi
succiole
loro
147.)
pag.
alcuni
che
ec,
de' nostri
letterati,
illusione, pigliandogli
montanini
idioti.
Tra
fanno
tutta
e
dandogli
la
gran
è
226
RISPETTI.
mi
Se
ami
Ti
amo
Se
hai
£
£
o
vo*
deir
se
n*hai
se
tu
n* hai
se
Occhi
ti
Par'
E
n* ha'
io
dami
eh*
lo
non
cor
tu
lo
mio
'nganni
inganni
vegga
Torà
Abbasso
gli occhi
e
piangio
Abbasso
gli occhi
e
di
di
rivedervi
e
Spero
di
rivederti
ora
Giorno
di
di
Spero
Giorno
male
sempre
sia
Basta
che
Basta
che'l
chi
Ama
Basta
chi
Ama
Bada
un
e
t'ama
e
alla
mi'
quanti
se
n'affoga
E
quanti
se
n'
Perchè
la
quanti
Perchè
sia
chi
roba
se
la
n*
roba
ha
dir
dice
:
reale.
chi
pare.
tu' contentezza
sanità;
la
ricchezza!
per
e
n'
se
traditora
ammazza
è
chi
povertà
affoga
è
male;
felice,
sia
lascia
voi
amore:
dir
amore
ricco
E
e
amore
E
chi
il nostro
lascia
È
quie.
orrore:
bene
po', bello, alla
assai
die
per
commette
felice
ama
badare
non
chi
'1 nostro
che
lavora.
guardare
nostro
t'
si
non
vuol
:
ora
per
siete
e
chi
quando
so
non
dolore.
piango
quando
rilucente,
dice
C'è
festa
di
dolore
ora
sole,
partire
quando
e
rivedervi
di
stella
Chi
festa
del
del
Spero
vita
fiorita.
spera
arriva
quando
amore.
apparire
canto
la
core,
mi*
palma
quel
mio.
di
palma
la
so,
:
so,
tu'nganni
a
io
io
so
lo
tu
vidi
lo
non
come
vagheggiar,
da
Quando
ben
io
vagheggiar,
da
tu
ami
altri
tu
E
0
ti
e
Occhi
O
mi
non
falsa
e
e
e
se
ammazza
falsa:
n'
traditora.
afiEbga,
:
227
messi
larsera
mi
Staman
fronde
Le
foglie
0
del
giglio
qui
Di
dei
ci
"
non
E
la
ci
Tremila
Non
mica
già
che
non
Da
tutti
ì
tempi
Tu
sei
come
lo
Olivo
Tu
sei
Tu
più
sei
Vo'dire
E
quel
Avete
Tu
Tu
scrisse
mi
rispetti
tanti
e
ghiottonerìa
battezziere
belli
queste
pappolate
bella
non
il
bellezze,
stai
vi
fate.
è
già
e
terribile;
stabile
:
impassibile,
disperabile.
tenerezza
poca
che
e
potrebbe
La
di
si
belli
fedele
gli
nelli
stor-
Mea,
tra
tanti
stampano
passare
Ma
villesco.
popol
per
stampare
a
stampati
suo
ondate
a
disperabile.
morte
sono
cresce
e
all'invisibile
il battesimo
e
buoni
più
tu
idillio
avuto
T
e
Si
«
stornelli,
—
son
:
questo
rispetti haninij)
cresce
morte
aveva
onde
fai:
cresce
confortandomi
e
ti
cresce
amor
la
brami
:
a
che
e
morir
Arcangeli
rispetti,
e
l' altre
r
mi
bella
fantastico
la
farmi
cresce
voi
rispetto
brami
per
a
cervel
un
tenete.
V hai
che
mar
disse
che
mi
E
bel
un
più
cresce,
siete;
fronde
che
mar
lo
più
le
mìa,
bellezze
mar
cresce
come
Quanto
vi
cresci
sia,
la
quanto
mai
aggio
non
bella
le
lo
tene.
non
bella
come
Quanto
di
bella
perdi
più
Quanto
parte
bella
più
tene,
per
V
bella
che
non
passaggio,
bella,
che
è
mica
dico
Ma
Ancìie
più
portato.
mio
altre
volte
volte
Tremila
ingrato
è
mia
:
pure
i* t' ho
perch*
in
cresciuto
volsuto:
eh'
passo,
al viso.
i' t' ho
se*
tu
testa,
ombra
se' pur
eh'
dama
dico
Non
tu
ben
passo
mi
V
ben
giglio,
Ricordati
alla
facevan
giglio,
Ricordati
fiorito;
era
arrivavano
mi
giglio
0
levata
son
mi
Le
finestra
alla
giglio
un
per
gli stornelli
e
buoni
ha
dal
ripetuto
una
e
i
gran
che
,
senza
sono
fare
state
altro
cagione
esame.
di
»
E
acquistar
dire
nome
che
a
228
certa
Basta,
gente!
c'è
chi
De
Menckenio
sta
ne
di
questo
questa
d'altri
e
simili
un'aggiunta
facendo
CharlaJtamria
intatta
dunque
e
al
literatorum
mennicoli
am-
del
libro
lasciamo
ec.
materia.
XIV.
{K
Ho
detto
altro
che
mi
cosa
essi
però
e
collettive
La
naletto
è
prima
lettera
che
fu
pubblicata
il
Signor
«
Veduto
ha
nostro
spedita
graziose
parole
al
:
Sig. Cavaliere,
di
Serbando
tanti
quanto
«
ai
gioia,
dolci
noi,
assennato
gioregregio
e
suoi
caro
grati
per
tutta
grandissimo
e
la
voglia
bene.
salute,
sua
la
e
abbenchò
le
bricciche,
ci
se
avesse
pazzi:
mezzo
libretti
quei
a
e
rivolte.
in
premio
S.
alla
affetto
Signor
e
lei
vita
dice
per
bacì
toccato
tanto
l'onore
Chiarissimo
mente
tenuti
a
il libretto
di
diligenti,
mani,
maniera
ringraziamenti,
Curi,
più
Sua
della
Castronovo,
copie
avrebbeci
salti, batter
ogni
Sac.
alcune
scolari
libretti, dei
udito
e
generoso,
aggiungo
veduti,
di
Bagheria.
di
Castronovo,
Direttore
nostro
le
4c
ziano.
ringra-
mi
diciannove
dei
dono
perchè
dia
dono
farci
lettera,
parole
loro
carissimo,
il gentil
voluto
di
prof. Francesco
Per
il cuore.
Scuola
ai
affetto,
mandato
Solunto,
nel
di
lettere
della
lettere
alcune
avevo
queste
con
da
:
«
trilli
e
una
amato
tutto
con
di
se
essere
segni
miei,
degli Alunni
pubblica
insegnante
quali
amici
che,
reco
danno
mi
desidero
non
e
di
corrispondere
de* libricciuoli,
dono
Essa
di
maestri,
de' loro
studiosi,
compiacenza
che
Io
«
compiaccio
vera
qui
che:
giovani
mi
giovani
di
intendo
mezzo
in
con
158.)
pag.
pagina
a'
piacere
compiaccio,
»
quali
quella
a
di
145,
e
V.,
tanta
a
le
ciascun
offriamo
gratitudine,
l'incoraggiamento.
Cavaliere,
piccoli
e
(ììUgentissimasé^za
nome,
"
[Seguono
le
firme).
ci
229
altre
Queste
tre
Liceali
e
di
Signor
€
Le
dono
basterà
che
in
di
rendersi
saputo
come
cosa
dobbiamo
studio,
Sia
«
Classe
non
Con
«
possono
0' Orazio
e
dottrina
Anzi
che
questa
ci
a
da
noi
si
di
valgano
che
le
più
sempre
cioè, ammirare
amare
fra
annovera
Giovanni
più
i
ammiratori
già
non
delle
che
amici,
seconda
Fanti
-
Florindo
-
Pera
Giustino
-
Rainaldi
-
Rodrigo
-
-
Tiberii.
Cavaliere,
ricevuto
per
Ella
ci ha
che
opuscoli
sta
Giustino
-
Nicola
abbiamo
abbiamo
ci
alunni
negli
avere
già
non
Tatasciore
sig.
parte
due
di
Paini
Paolucci
Da
quanti
N.
-
de
«
tutti
ha
servi.
Ernesto
Pregiatissimo
i
pochi
stima
€
Professore
e
riconoscenza
essere;
umili
ma
Agostino
sua
ad
torto
Liceo,
questo
non
distinta
F.
altri
tempo
sig. Professore,
degni,
son
ne
di
che
opere,
quella
spingano
imitarla;
a
stile,
custoditi
la
ci
sicuri
con
ogni
ed
cura
opuscoli,
di
solo
ricordino
non
scritto,
suo
un
italiani.
sicura,
pur
!•
della
sue
che,
colui
suoi
verranno
in
perchè
e
ed
scrittori
illustri
ci
e
ammirarla
imitare
ed
Essi
donde:
maggiore
eleganza
Ella
perché
e
serbare,
amarla,
colla
i due
che
padrone.
sacra;
allo
sprone
di
lingua,
spettato,
inache
ben
di
;
!
pochi
quella
più
francamente
complimentati
meritano,
prof. Saraceni
n'abbiam
e
lavori
suoi
quanto
diciamo
leggeremo
essi
due
caro,
superbì,
non
a
lo
ritrovare
sicurezza
Le
ci ha
che
certa
attenzione,
dì
Ella
invidia
desteremo
Sia
più
tanto
quasi
che
dire
«
fessore
pro-
del
mezzo
per
immeritato.
divenuti
dei
grado
dono
riuscito
è
ci
Siam
e
far
voluto
anzi
ne
oltremodo
sappiamo
che
il valente
Professore,
ci ha
che
insegna
dove
nasiali
Gin-
Saraceni:
Pietro
«
Chieti,
di
Scuole
delle
allievi
degli
sono
provata
dentro,
cagione
e
una
perchè
è stata
mandati
vera
ci
son
nostro
del
mezzo
in
gioia,
venuti
più potente
e
dono:
per
da
la
Lei.
dell'altra.
230
perchè
in
dignità
Accetti
di
sempre
di
19
de
Berardinis
Giuseppe
Cipolla
Sante
Fabrizi
Viaggi
Signor
Professore,
«
Ella
ha
della
nostra.
fanciulli
stato
del
Sicuri
appagato
di
ricordo.
che
le
del
espressione
Gradisca
«
nostre
Chieti,
20
fama,
sua
quanto
e
assicurandola
Cosi
desiderio,
che
grazia
gliele
con»
;
ed
mente
finalfin
da
andremo
valgono
non
inviamo
come
affetto.
sincero
nostri
la
memoria.
sua
da
gentilezza,
congratulazioni
alla
nostro
i
nella
si
onorano
il dono,
nostro
quel
venuto
è
tanta
letizia
imperitura
entrar
suo
nulla
accrescer
ed
ci
prietà
pro-
accetto,
che
per
quanta
alcune
assai
letterati
e
accettiamo
grata
Di
perchè
-
amorevole
sua
giunto
noi, confusi
arrecato,
avevamo,
superbi
«
Ora
della
e
cittadini
considerare
serberemo
ne
è
ad
lei
a
ritrarremo
ne
patria
noi
Ghiotti
Pichiuchio.
il libretto:
a
-
Luzio
di
Gaetano
Guglielmo
-
-
Francesco
Giulio
-
-
pruova
italiana,
illustri
ci abbia
«
l'inviarci
più
tento
che
con
che
Zecca
Lua
dar
lingua
l'utilità
lasciando
ameremo
Galante
Angelo
-
-
de
voluto
natura
benigna
cara
V
Cristofaro
de
Garzarelli
Ghiotti
«
ci
G.
Smeraldo
-
Giuseppe
de'
si ricordi
d'Aulerio
Alfredo
-
-
Giuseppe
-
uno
e
Aurelio
-
Piccirilli
Achille
-
per
amiamo
V
e
1874.
gennaio
Nicola
e
d'Italia.
onore
e
retta,
indi-
cuore.
Chieti,
«
sebbene
ringraziamenti,
altri, che
noi
cresciuti
qualcosa
abbiamo,
buono
i nostri
adunque
volta
qualche
che
grande,
uomo
un
ci sentiamo
ora
relazione
la
per
con
€
rida)
(non
ora
ossequii
e
bene
voglia
a' suoi
1874.
gennaio
Atrfni discepoli
Luigi
Manzi
"•
Alfredo
Gennaro
TiNOzzi
Tiberiis
Adolfo
-
-
Dì
-
de
CoNSi
-
Lecco
Gregorio
Cesare
-
Carlo
Altobelli
Valignani
Nicola.
-
Paolo
De
-
-
Berbnge
Giorgio
Domenico
Serafino
db
231
XV.
(JSr.150,
La
invettiva
Viani
si leggp
a
contro
fa
a
103
pag.
in
pubblicamente
Nuovo
nel
anche
nermi
«
forte.
«
don
«
ne
«
paura
Gli
con
il
Ma,
del
chiama
(non
a
104.
pag.
con
io, ve')
de' miei
Un
fresca.
mio
buon
ma
i
miei
e
bricconi,
versari,
av-
lettore,
o
Lucca,
di
amico
febbrajo
dalla
lode;
eccoti,
V
del
lettera
sua
la
ignoranti
avversarj,
egli
morti
contro
zelo
e'mor-
lingua,
cascar
accetto
suo
te-
farmene
e
botoli:
di
farli
ristampa
corrente,
e
cosi:
dice
Si
«
Per
il
fare
suo
Istruzione
«
che
per
pensò
dunque
gustare,
e
risposero
Pervenne
lui
poi
che
la
agli
Rep.
Letteraria.
farlo
cui
a
spesa
ne
lesse
raccomandò
orecchi
libro
alcune
pagine
sei
di
del
tante
Decano
leggere,
adatto
il
quanti
e
ogni
portò
farlo
per
fatto,
il
duto
ve-
e
ad
Lo
loro
Eglino
e
sero
commi-
essi
erano.
acquistato,
copie,
quel
ragione
procurassero.
l' avrebbero
volto.
disin-
pubblicò
scolari.
a' suoi
?
perchè
seminario
buona
con
un
era
che
volentieri
compera
ch'Ella
molti
e
del
egli lo volle
acquistare
il
sa
maestro
un
appose
"
E
ha
leale, naturale
dopo
diletto
tenue
la
a
giorni
con
lezione,
a
a
Pochi
libriccino,
succosissimo
signore,
segui
che
quello
ch'Ella
mio
spigliato, franco,
città.
questa
tasca,
nella
avversarj
Senta
titolo
Illmo
persuada,
ed
nemici
di
amico
pata
stam-
posso
Fanfani,
dottrina
Non
si
non
alcuni
a
».
qui
del
contro
quanto
E
«
che
e
che
confermare
filologica,
gennajo,
parole
pur
fresca
data
l'ha
me
30
quella
a
^nche
lettera
spero
Pro-
il bravo
giù
per
voluta
parole:
sue
che
su
lunga
starnuto
buon
novellina
una
e' l'ha
alcune
proposito
a
eguale
;
poi dell'altra, da
e
esso
avversari
del
perchè,
vedemmo
come
sua
le
uno
cui
una
ringhino
tanta,
ringrazio
104;
Ecco
Tarla;
ha
e
riferire
dal
«
166
Istitutore
sé.
da
i miei
pag,.
166.)
pag.
recatosi
la
232
dimane
nella
alla
presenza
e
degli
di
Vimptidenza
Il
scritture.
cosi
Perchè
difise
il
che
libriccino,
da
de'
suoi
ha
Revmo
e
Un
illustre,
e
mi
dice
io
Felici
la
forse
e
Monsignore,
ricordi.
furono
proibisca
Dio,
di
timorati
i
anche
storia
e
tagliati
non
derisorio,
Toscana,
PIÙ
che
detto
conforme
e
di
volendo
il decreto
fatto
vi
si
collocare
a' suoi
studi,
e
il
all'
mi
importa
nulla;
pag.
a
che
mi
dice,
che
Pietro
che
avrà
antica.Ma,
clopedisti,
Enci-
eh'
resto
seminario.
f
capo
più degli
Del
{Ponchiusione
Ho
proprio
I
papato
da
Lucca,
di
Gesuiti.
suo
libro
Ah
larga
de'
nel
sona,
per-
un
del
parlo
.
Voltaire,
che
si santa
Cattolica
città
per
entrar
senza
la
e
davvero.
peggio
Alla
.
celia:
per
per
da
non
egli.
allievi
libri
miei
tale
Unità
larga!
amicissimo,
lo dice
e
è
Decano
Alla-
mio
me
tenga
dalla
di
scuole,
Foro.
governate
vorrebbe
quelle
ma
gina
pa-
Decano
Dinelli,
in
immorale
per
proprio
come
per
giovani
si
tiene
mi
sono
compendio
appunto
buon
che
scuole
quel
che
qualche
questo
e
prelato,
eretico;
mezzo
par
morale
in
cosi
son
quale
chiamato
illustre
veramente
monsignore
quelle
Dondi,
Michele
infatti,
»
Domenico
S.
di
tassero
conten-
lesse
leggere
gli imitino.
Monsignore
collegiata
questo
di
il signor
dell'insigne
che
costume
si
Lo
lui.
dosi
adusan-
alVIndice
che
e
con
il maestro
messo
comperare,
perchè
è
Allora
avea
avea
e' vuole
su
vengano
da
scere
cono-
Decano
perchè
pensieri.
sue
Cattolica
sa
giovani
leggere
a
per
scritti
lo
dica,
fargli
il bravo
E
lo
delle
e
di
1' Unità
superiore
loro
sentirlo
Maestro
Questo
rillmo
di
i
i loro
il
dovea
giorno
quel
che
che
libro
suo
ma
cosi.
voglio
che
permetta
che
Cattedra,
dalla
s'ingegnava
discorso;
palliare
e
solo
e
in
scolari,
agli
del
gradisce
velare
a
plagas
ricordandoli
rispose:
?
ebbe,
maestro
povero
il libriccino
burbanza
fé* scendere
lo
scolari,
dire
contrario,
il
lodato
scuola,
sua
essi
si
ella
ciano
spac-
»
177,)
levò
«
Ministero
dal
Il
Governo
Fanpani
in
è
della
luogo
234
che
sona,
io
a
vorrei?
»
Io
un
stetti
rinunziare.
di
infra
Ricevuta
Don
scrivermi,
«
Chiarissimo
«
Il
Napoli,
principale
ragione
biblioteca,
in
alla
sarebbe
del
quanti
è
da
Istruzione,
anni
anche
altro
non
16
Napoli
«
di
di
istanze
anni,
la
altra
un*
il signor
sigliere
Con-
il nostro
Mamiani,
novello
ufficio, che
giustizia.
i sensi
e
buone
poiché
lasciare
che
Segretario
della
'biblioteca
della
molta
Qualche
nel
Mio
«
Di
caro
bibliotecario
Imbriani,
frutterà
altre
dubiti
S.
eh'
poter
V.,
di.
S.
é
sarà
posto
lire
Fanfani,
ancora
la
Vito
Testé
seicento
ho
stesso
socio
saranno
anni
di
dell'
in
qualcosa
di
posto
signor
e
peso,
questo
i
ed
Accademia
di assai
servizio,
perduti.
col
leggier
Ma
al
nazionale,
fermato
annue.
anche
rinuncia
sua
Biblioteca
questa
onorevole,
de' tredici
non
signor
nominata
conchiudere
poi
che
di
altro
V.
che
Ercolanese,
Non
mandi
non
aspetti qualche
di
riverito
e
grazia
primo
spero
Don
riscrisse
mi
appresso
seguente:
modo
«
giorno
nazionale
Persico.
Federico
la
pensiero
1861.
marzo
Il
le
a
il Ministro
al
per
nome
E
perchè
passati
mie
le
dal
tredici
e
suo
amatori
di
come
lettera
vivamente.
insisterà,
ed
tosto
in
giù
sono
dubbio
(e'pare)
fine
torsi
non
lavorato
già
cosi
considerazione.
mia
di
Persico
lettera.
sua
affretto
mi
ha,
suo
quegli
Gradisca
«
di rinunzia,
gentilissima
desiderano
subito
imputare
voglia
la
ecco
potendo,
sua
di
la Pubblica
per
risolvei
il sig. Federico
non
dove
e
ha
cui
scriverà
Abate
mi
lettera
mia
ed
;
ora
pregarla
l'aspettano
lettere,
la
alla
che
e
in
qui
venire
Vito
Fornari,
faccende
io,
ma
egli, pregò
rispondere
scriverle
finalmente
due;
che
diligenza
signore,
sig. Abate
molte
quella
con
dissuadermi
per
desiderava,
le
pezzo
rispondermi
di
prima
stampa
la
corregga
giorno
meglio.
quali
Attenda,
che
conta
dunque,
235
altra
un'
che
stampando
va
onde
vi
scrivo,
le
mi
e
27
Napoli,
«
miei
dia
Il Barbèra
risolversi.
per
i
incresce,
le
non
lettera
mia
saputo
dell' Armonia
dialoghi
Scusimi
sguardo.
uno
ho
Se
ec.
della
fretta
creda
1861.
marzo
Devmo
V.
Ma
di
accettare;
non
questa
«
Chiarissimo
«
Con
e
fo
fermo
uflJcio
ugual
la
hanno
dispiacere
in
12
Napoli,
Carissima
in
le
pregio
Napoli,
di
tutti
provato
doti
rare
posto
il
e
di
sapere
1861.
giugno
fummi
poi
Capo
2^
del
napoletano,
appunto
perchè
«
Egregio
«
Sono
Giornate
è
Rodino.
Bibliotecario
avuto
a
biblioteche
mai
positivo
se
alla
per
avuto.
pubblica
forse
non
altro
era
a
che,
ad
sua
Ella
una
delle
un
ha
nel
di
grado
un
patria
uffizio, che
grandi
merita,
recato
possederla,
ho
speranze
più
che
lustro
della
di
degna
ricusare
concepite
ciò
istruzione
al
le
quel
con
leggere
Nazionale,
Biblioteca
tutte
Europa
al
rinunzia
sua
nostra
opera
colta
ha
la
baleno
per
della
non
Napoli
di
della
rendere
compiacenza,
con
:
napoletano,
d'un
perdere
Criscuolo,
signor
riporto
affetto
di
professore,
giovane
primo
qui
giovane
un
signor
un
dal
venne
che
e
di
Ufficiale
veder
mi
Ripartimento
testimonianza
questa
occasione
quella
giovane
materia
con
al
nazionale
Leopoldo
quale,
cettata
ac-
S. copia
V.
a
rinunzia
sua
biblioteca
nella
hanno
trasmetto
accetta
si
Vuifiziàle
che
fu
Signoria.
«
di
tre,
:
dispiacere
quale
fede, che
Yostra
che
ce
proposito
il decreto
trasmessomi
e
il
quasi
anzi
mesi,
Fornari,
al
signore,
col
che
coloro
io tenni
due
di
bibliotecario
primo
le
lettera
grandissimo
Decreto,
di
dopo
rinunzia,
garbata
manifestate
cagioni
parecchie,
e
mia
la
del
alle
altre
delle
erano
ne
oltre
come,
FORNARI.
non
tutto
e
danno
mia,
la
le dava
tornava
236
prò
in
di
gioventù,
quella
consumato
modo,
a
la
siccome
tale
una
benefìzi
rivendicarle
lo
«
4c
Spero
V.
idioma
S.
benemeriti
eh'
di
de'
numero
«
Napoli,
Ella
sonante
gradimento.
e
puro.
perdonare
in
con
la
fine
ho
20
giugno
ad
1861.
Federico
-»-"«^-»""v^njrjb-"*"'N~-«Cv,»w»,
di
rare
ono-
fermo
qualunque
un
prego
danzosa
bal-
mia
anzi
negarmi
ciò
questa
servitori
suoi
col
comune
l'unico
essa
ed
vorrà
E
bili
gl'ineffa-
y"
a
connazionali;
non
leggieri
suo
degnerà
miei
presentimento
attestato
si
può
per
per
patria
alla
riconoscendo
temerità,
i
gentil,
ogni
non
di
gratitudine
del
Ad
ciò,
a
mente
nobil-
quest'occasione
renduti
splendore
vita.
sua
spinto
almeno
ha
ha
acconciandomi
sentita
più
Ella
eh'
cosi,
colgo
mia
la
di
ha
V
Ella
amore
anni
che
Lei,
in
sventura,
significarle
begli
cagione
giusta
che
esser
più
i
cai
per
Criscuolo.
avere
nel
BRODO
LUNGO
"ì
PAROLINE
DUE
Intendiamoci
abbia
i
la
il
ricordati
che
e
tu
gegno
in-
mio
però
sono
non
dato
ho
serio
lungo.
mib
debole:
alcuni
di
della
incorona
guardarla
ben
Un'altra
parecchi
gua',
tra
proprio
de'
appunto
E
verun
ha
anche
tutti
questi
non
mi
di
tra' molti
di
onde
si
a
me.
altri
versi,
satirici
perchè
nella
che
poeta,
meno
versi
il
che
pare
gente,
che
pubblicabili
non
poeta
certa
ma
questi
registrati
nemmeno
perchè
ne
scelgo
quali
di
di
nome
confessi
mi
versi
peneja,
bene,
pungentemente.
ho
altri
tanti
il
che
bisogna
questi
fronda
cosa:
corbellerie
queste
a
Però,
stare
possano
dì
Leggendo
se
perchè
faccio,
giudicare
a
natura.
poeta
lo
e
;
,
brodo
gli
più
poeta
son
non
versi,
di
mia
che
sempre
io
:
seguenti
elemento
un
e
sul
bene
qui
stampo
LETTORE
AL
parlo
non
Bibliobiografia,
tengo,
e
non
gli
pregio.
P.
Fanfani.
credo
242
Lungi
stien
Voli
tu
Nostro
I
sol
e
lo
pregò
il
feci
o
esso,
alto
ascoltaci
consiglio,
eterno
Zalra,
Figlio,
che
amor.
fu
poi
mia
adorata
moglie;
febbrajo.
di
20
ad
eterno,
la
Padre,
o
pari
tradurlo
a
puro
e
serberem.
Spiro:
tu.
impuro:
nemico,
ascolta,
ci
.Regno
Mi
il
larve.
sonno
frale
Tu,
E
il
lunge
Frena
Deh
notturne
1844.
RESTAURI
I
PER
DEL
PALAZZO
PRETORIO
DI
PISTOJA
BPiaBAMMA.
,
Il
Faldi
il
e
Cieco
Rabberciano
Starà
Ah!
Faldi,
architetti:
il
in
pie,
vedo
e
un
lavoro
alla
palazzo
noi
ma
Giustizia!!
credo.
Giustizia!
povera
Ti
H
iL
Puce
e
ti
non
altro
poi
che
non
si
vedo.
chiamava
riuscì
male.
il Cieco
Puce,
erano
gli
243
1844.
PER
nella
4:hey fallito
cUtàj
sua
servir
facendo
IL
da
B
venne
Firenze
a
la
zimbello
a
traifìca/re^
bellissima.
moglie
EPiaBAMMA.
Un
vecchio
cacciatore
(Cacciator
A
cui
L*
acqua
Or
fa
E
"
stil
Il
cacciatore
Ma
gr
Che
i
Son
tutti
maccheron
non
e
i
piacque
brava
più
provare
cantare.
civetta.
la
è
aggraziati:
fischia,
ed
pettieri,
suir
i
e
fischia
fischi
bene;
*
indarno.
sono
Arno,
accivettati.
doppio
avere
vuol
leggiadro
inchini
ha
:
sull'Arno
Pananti
inchini
per
qui
ancor
Fa
zecchini),
riusci.
Fontebranda
cacce
da
di
e
sapore
allevata
Fischiare
fischiare
sue
al
Ben
mal
di
quella
Che
In
di
minchioni
di
un
senso;
soldo,
che
essere
nel
del
linguaggio
povero,
come
era
popolo
qael
tale.
si
dice
244
1844.
DEVOTISSIMO
Che
Né
11 mondo
lo
del
fuori
Sbucherà
Un
per
Chi
morto
farà
Al
già
Morte
Svignerà
E
al
s*
ad
sepoltura,
Ogni
vi
nostra
squadernerà
vuol
Del
Sino
e
1
Fu
"
Il Baccelli
3
Birlic
*
Qui
salvando
ma
li per
fatto
in
quattrino
un
brigata
una
nulla
amici,
e
d'
Signor,
ogni
cosa
ho
cuor
,
cruciate
delicate,
a'
:
capi
ingiurie
e
d^ onte
facciam
monte
d' alzar
la
:
fronte^
vergogna,
la
gogna
in
;
bisogna.
assolvermi
tradussi
guasti
ti affannasti.
merito
qui
lo
di
gelo
e
che
;
confondo,
ricomprasti
per
Ma
di
mi
Che
So
mondo
al
membra
dire
Sudo
anch*io,^
profondo.
nel
far
Non
meschino.
del
d'
becco
al
altarino
ogni
signore
bella!
esser
:
camiciate
tue
cosi
pio
sono
mi
o
Non
D'
marachella:
ci
cercarmi;
Via,
tabella
Giurammio,
Scoprirassi
E
:
sarà
chicche].*
o
e
"
mio.
venisti
me
brave
Fur
Berlicche,
Gesù
trabocco
Per
picche,
dindi
ricordi,
Fosti
impancherà
di
E
Natura,
altrui
caratter
Ten
aperta
di
da
quaggiù
per
creatura
libraccio
Che
In
di
dèbat
Un
bocca
la
e
la
Che
erta,
pena?
grazioso
ricordi,
Che
;
converta:
si
a
Allorché
sotterrato
Re
chieder
schiena
e
catena
mala
salvi
me,
Ti
lato
air
trono
gran
la
Senza
uovo.
Salva
e
stando
che,
Rimarranno
E
nelV
ogni
Svegflierà
ci
avvocato
da
a
mica
non
—
flato?
collo
e
e
salva
(Che
smisurato
trombone
è
Re,
nuovo
giusto
flagello
Avrà
rea,
covo
pel
il
e
saldato.
bravo
un
il
IRAE.
piglierò
allor
Basterà
Da
Giudice
sbirciare
A
io
Dove
buona
e
fla
conto
Ed
diarrèa
alma
Allorché
Ogni
bordello!
l'Eritrèa:
la
Ciascun'
in
Baccello,'
il
già
e
Chiapperà
flagrellol
andrà
attesta
Davidde
Ma
E
che
s^ornaccio!
Quando
DIES
DEL
VOLGAEIZZAMENTO
mezz'ora
per
iscom—
messa.
rima
;
è
è
notissimo
lunario
popolare
nome
saloas
li
non
del
gratis.
mi
venne
popolare
di
Firenze.
Diavolo.
Questi
altro.
dindi
o
chicche,
è
proprio
per
Ift
245
Che
ben
Se
Sua
pianse
Alle
salva
stanno
Lato
Fammi
Io
; e
al
Ed
mancino
i
collerico,
itterico,
bile
sbarazzini,
spie, bindoli
;
e
strozzini,
agli. altri, birichini,
Rivedrà
sprofondate
E
d
A
pagar
belati
:
Darà
la
Dio
e
cuoja,
al
mano
pazza
a
boja
foja!...
cortesia
per
venia
Venia
:
in
aragli
no
melati
con
Pietosissimi
Ma
beati.
triste
le
alzate.
dannate.
tra*
prego
risorti
A^
giudice
punto.
gran
climaterico
giusta
di
Che,
in quel
punto
quel
Con
punto)
o
poco
pensi
me
che
A
corna
a
posto
ti
a
compunto,
cor
a
premo
.
r anime
Fammi
Che
bruciare,
bucolino
che
lungo
Tutte
ti
pregare.
vicino
becchi,
riprego
(Se
Ahil
a
di
un
pecore
dai
piena
me
indegno
mi
Deh!
cena:
sperare
mandi
non
Benché
E
vo'
dimanda,
Che
quella
a
facesti
ladron
al
Ti
Maddalena^
assolvesti
Se
genia.
ogni
sia.
Cosi
pace,.
1844.
VENNE
'QUANDO
LA
FIRENZE
A
FIORENTINI
DA'
PATTE
PAZZIE
LE
PER
CERRITO
BALLERINA
SONETTO.
O
Reinai
D'Arno
Ecco,
ti
fai
Par
che
Ben
le
D'oro
'
Climaterico
in
da
è
lieta?
lo
dice
leggiadro
sul
gemme
il
popolo
seno
Desiata
la
e
pieno:
invidiata.
Tersicore
serti,
è
voto
il tuo
al
aggiunga
prepari
di
avventurata
ragion:
sorriso
e
o
ecco,
posa
Dea
L'alma
Ti
giorno!
fortunato
ben
tuo
non
te
fia
per
per
Tremendo,
:
sereno
meno
donata.
Periglioso
e
simili.
—
246
Loda
maggior
0
Che
C.
€
Bitornando
di
bello;
ò
i tuoi
come
sia
appelli,
fatta
É
Pur
Vano
pur
grave
Sta
ed
conto.
sentir
tu
come
si
per
mostri,
di
da
troppo
è
secolo
che
il
ùgole
air
il
:
bene
tuo
febbraio
16
quale
iscapito
non
apprenda
dee
arrivare
settimo
ottavo
verso
con
principio,
si
negligenza.
H
in
paradiso
dì
che
poche
ben
quel
mi
e
Vorrei
non
meno^
anche
Vironla.
ore
nel
che
ti dico
Questo
benevolenza
sola
mi
qual' è, sincerissima^
della
poesìa:
stare
fru-
canto
pensa,
i
dispensa.
più
Savi
ci
ai-
apprezzeranno
ec.
1844.
del
meno
non
del
ma
tna,
intanto
cantiamo
vegli
e
Prato,
carcata
non
del
quale
ballerine.
G.
suono,
il
l'intenzione.
sano
Ben
giuro
santissimo
adoratori
oro
ed
andare
ti
poco
ministero
frenetici
nondimeno
per
di
lode
e
gambe
di
salirvi, giacché
mia
il
di
accusi
degno
giudice,
plausi
E
Alle
il
!
!
carissima
la
mi
chiaramente
di
la
questo
A
Il
?
l'Arcangeli,
affermano,
macchie
questo
«
«
essa
dessa
Dante
o
trovo
non
è
per
più
perchè
ma
tu
benevoli
l'aria
quest'inetti,
"
se' tu
e
era
Firenze
non
se
e
sono
fosse
Fiero!
meno
per
cosi:
da
gli bastano
darmi
per
€
versi
perchè
più
carcata
principio
Bravo
scrìsse
stasera
purgatorio
non
?
vero
a
si,
piante
Farinata,
circa
rispondere,
a
sonetto
quel
Ohf
perda?
pur
tante
A.
affretto
volo,
mi
sonetto
concessa?
glorie
divine
o
consigliere
€
tuo
è
ed
I
Cacciaguida,
mio
presente
le
te
a
tue
non
adora
Firenze
Il
di
questa
appo
Tripudia:
0
Tuna
s*è
qual
fu
quando
sono
subito,
di
con
verso
lo cambiai
efficacia.
Circa
l'Arcangeli;
per
improvvisa.
il
maggiore
mi
non
in
Abcakgeli.
donata,
al
anzi
far
ò
effetto
riusci
con
sentir
ben
della
cambiarlo
r
guadagno
di
l'ironìa
fin
che
l' ironia
chiusa,
la
247
1845.
PER
L' AFFRESCO
NELLA
FATTO
CAPPELLA
DA
DI
LUIGI
S.
SABATELLI
ATTO
A
PBTOJA
SONETTO.
Chi
guidò
ti
L'alto
Chi
A
ti
"
Fingimi,
«
E
«
Al
«
Che
€
Ogni
lui
guardi,
Reso
«
Ch'io
di
sol
lettera
questa
«
C.
«
E
ed
legge;
ha
si
e
cuore
spenta!
l'onore
vergogni
che
nel
ei
giudice l'Arcangeli,
Signore
sol
io
sono
senta
e
;
e
il
giudizio
».
suo
in
è
:
A.
che
vuoi
tuo
sonetto?
Ti
che
mi
per
la
dicono
duro
ho
ed
cose
e
":
ch'io
dirò
ti
è
bellissimo.
H
guardi
Oh'
al
io
e
son
sarebbe
tremi:
e
Dio,
si
delle
onde
più franco
T
muse,
mi
il sonetto
hai
e
sono
dovuto
riesce
dicendo:
senta
il
Signore
che
la mossa.
onore
sol
del
dell' afifresco
imitato
perciò
vergogni
eli' io
hai
ne
e
terzina,
abomini
e
suggerito
troppo colore:
Vitello
sol
Zappi,
Dio
degnissimo
ha
ti
sull'ultima
è
di
però
e
Mosè
dire
ammassare
Reso
bello,
lo
da
l'amor
per
lui compose
spezzato. Non
Mi
dica,
che
di
statua
qualcosa
troppe
rammenta
abomini
Dio:
son
solito, volli per
circonciso:
virtude
Vitello,
al
presti
all'uom
tremi:
e
assiso;
angel
popol
mia
ancor
favilla
maestade
un
natura:
ascendesti
avesti:
in
del
tu
Paradiso.
in
eterne
e
il riso
valore
disse,
ei
dura
«
Al
Se
da
vinci
togliesti
ah!
l'ingegno
condottier
Arte
€
Luigi?
o
Tavole
le
onde
de' colori
porse,
parlò;
ti
Mi
mano?
concetto?
temprarti
Dio
€
la
?
un
dire
tino
tan-
248
È levato
«
e
cacofonia
la
chibio
coco,
critica
che
e
credi
sa
via
del
se
che
e
carte
ci
che
di
Io.
son'
ghiotta
Franco
dei
oh,
colori,
Bolognesi,
ò
tu
oh,
poi
mi
al
Inogo
suo,
risata
son
sime,
bellis-
il sorriso
delle
quartine
rammenta
la
una
cioè
mi
che
squisita
Cài-
come
compiacere
per
rimettila
le
locuzione
una
fatto
facendo
che
che
ho
pietanza,
ma
all'orecchio,
male
suona
che
tua
:
dirò
Ti
pappolata.
riso
vedi
alla
gridando
tornerà
quel
Or
cianca
ima
mi
che
tronco;
mostrava
ne
mia
questa
Dio
cavato
ho
Vitel
qnel
ha
riso
sor-
sonoramente.
decembre
27
Prato,
«
1845.
jTuo
affe0ioncUissimo
amico
Gr. Abgakgell
Non
la
del
ricordo
mi
sol
correzione
la
stava
come
chiusa
solo
dell'Arcangeli,
da
prima
fatta
temperando
la
sua
sono.
1845.
PER
OTTAVE
Mi
diceva
mìa
Studia,
Ed
io
Che
E
ragazzo,
Dando
Mi
Che
se
studiavo;
dotto
tirai
l'uscio
vuoi
far
durai
per
degli
pezzente
al
i
onor
Or
somari,
poverino.
e
Porretti
asino.
denari.
pochino.
tutti
arricchir
calcio
su
piccino:
ma
esser
un
da
nonna
vedendo
il
STENTERELLO
e
son
troverò
a' Dizionari
certo.
aperto.
me:
cettai
ac-
cacofonia
250
1846.
AD
INSEGNA
PER
DUOLE
SI
OLIMPICA
GORILLA
F
UNA
MESSA
ESSER
FARMACIA
SONETTO.
Ed
Raro
fece
onori
Cui,
Vedrò
fatta
me
Officina
di
Grondante
Onde
mi
Ch'io'l
starà
Ciò
che
Ipocrisia,
Falsità,
RUFFIAN,
Questa
farmacia
raccoglievano
le
lor
tutti
macchine.
Giuda;
e
dentro
si
e
ì
messa
più
chi
su
noti
da
usura,
fa
sodomia,
SIMILE
E
fla:
aperto
e
baratti
scrittura
questa
tresca
doglio.
mia:
l'effigie
per
ladroneggio
mi
profonda?
piaga
cor
lusinghe,
fa
ond'io
Cadrà
No.
immonda
d' imbroglio.
umano,
in
l'onda,
questa
a
e
s'apre
soffra?
Ci
€
insegna
sangue
soglio.
Permesso
del
cabala
Campidoglio:
il
all'apollineo
sete
la
or
fronda,
degna
fregio
vii
non
Spegne
sacrata
della
già
cui
io,
LORDURA.
nn
imbroglioni
famoso
della
strozzino,
città
ad
e
li
tare
architet-
si
251
1846.
SAGGIO
DELLA
SATIRA
NICCOLÒ
DI
cui
disse
La
:
padrona
Un
L'oro
in
Si
grandi
Lo
sciocco
Fa
tanto
Quegli
naviglio,
Carco,
Ciò
Làtèbre
Si
E
di
rifrusta
le
lucide
Dite,
regno
Dannandolo
Que'
a
miserelli,
Divampa
e
asciuga,
interne
tutto
ed
oro,
nemica
del
l'odiata
cui
lidi.
nelle
:
di
mirar,
mondo.
marine
terra,
traggesi
onde
al
capo
a' natii
la
ride.
dell'
in
di
e
gemme,
e
savio
dovizie,
s' arrappa
e
Figliuole;
Suo
manda
pregiato
cela
figli.
furiar
al
barbariche
più
grandi
elemento
superbo
sue
luna
come
è
chi
e
prede
di
»
ammirando.
mobile
lo
e
rieda
che
vostro
solo:
cosi
Gigèi
i
ma
venti
ai
terrene
la
e
stupido
del
balia
E
è
amor
sotto
poterò
vulgo,
zeppo
un
ricchezze,
le
non
Che,
PISTOJA
quelli
cantuccio,
casa
Commette
DI
v
d'occhi;
in
di
n'é
ce
d'ogni
Ficcarsi
Suo
costringe,
quanto
Raschiar
tutti
indulgente,
desio
sol
il mondo
Togliete,
«
VILLANI
AVARIZIA.
L'
A
TRADUZIONE
DI
vengan
argento,
notte
cieco
luce
voglia
l'indico
e
o
non
voglia.
Sirio
meno,
stretti
252
Da
duro
cenno*
A
lacerar
di
Con
le
notte
e
ispietato
un'ora
Egro
pallor
L'
oro
E
quando,
Le
Gemon,
già
D'oro
È
è
tutti
Gemma
L'arbusto
Si
Dibarbicollo
D'
avere
più
:
Indurar
non
stille:
Mondo
l'avaro
Cercar
de' mondi,
I
pone
Dien
fuori;
Dell'oro,
Più
ricco.
Le
vele
Prima
di
il
4C
Ho
cai
natanti
vuoto.
che
gli tocchi,
amor
c'è
che
sudate
mi
sia
omai
peso
dell'oro
le
sarte,
su' remi
versione
questa
e
il ricco
ancora
sciogliete
presente saggio,
C.
volli
T
che
consigliasse. Egli mi
ragioni parendomi
giuste,
Arcangeli leggesse
rispose
la lettera
andare.
lasciai
A.
letto
sinceramente
benissimo
s'altro
continuare
le
petto
produttori
quinci
Su,
d'uopo
or
santo
quel
vien
alzate,
seguente,
«
o
è
gli
l'immenso
cose
e
tutto
l'antico
esser
per
delle
che
conchiglia
tutto
cui
forse, quando
semi
corallo.
preziose
disertò:
Dell'universo
Se
la
le
omai
Democrito
onda:
rabbia
osa
sé
dentro
Roride
Di
ninna
e
l'almo
stemperata
»
:
ovecchessia,
invano
cerca
nume!
tutta
fertile
la
caro,
traboccano
sossopra
tutto,
Nereo,
di
troppo
T India
ita
più
produce
I
già
vena;
corso
travaglio.
tal
gli scrigni;
è
duro
conoscer
a
ogni
l'Oceano
Già
cavato.
Ahi
«
volti
dietro
dal
lavoro
cavatori
co' suoi
d* esser
oppressi
costa
secca
su'lor
e
trascinandosi
sul
ne
quiete.
di
e
pria
mal
in
succhiarne
vene
gli occupa,
e
terra
a
posa
gialleggia
Spirano
Ma
di
gambe,
ed
felici
le
Senza
della
ferro,
Bramosamente
viscere
sassose
con
che
a
piacere quel
mi
è
continuare,
piaciuto
onorando
tuo
per
saggio
facilità
così
te
di
e
stesso
traduzione.
Ti
eleganza.
per
e
il
buon
dico
Earai
poeta
253
Dubito
latino.
e
Giovenale
di
colore
luogo
tanto
1 vizi
più comuni
tempo.
L'avaro
informarsi
deve
che
comune,
il millantatore
così
intendi
fare
dal
delle
due
merito
"
e
"
è ben
il
e
qualità
farti
voglio dire.
che
fai. É
che
Bindi, amantissimo
nostro
lungamente
col
costà
carissimi
Prato,
Vannucci
amici
a
S.
dondolare
Jacopo
le
per
e
note
ne
farà
LA
DEL
SEEVA
vedere
D'ossa
Cui
e
di
natura
strana
DI
PRIOEE
una
Abcàkgbli.
S.
VITALE
formò
di
mai
Un
collo
torto:
Un
facii
bagnar
Un
dir
molto^
un
capriccio
suo
.architettura
barocca
nel
o
segno,
riso
d'occhi
far
posticcio.
essere
un
per
un
mistura
pazza
polpe:
e
dar
non
vie
S. Anna,
simi
co' notis-
affezionatissimo
SONETTO.
vuol
per
1846.
1846.
Un
sigliarti
scon-
Addio.
luglio
19
di ciò per
parleremo
G.
Di
tu
altro,
non
se
questi studi, te
Il tuo
Chi
tempo:
voglio
non
studio,
di
d'un
dissertazione:
una
è
Anche
proprie
del
Pure
bello
un
l'avarìzia
lontano.
tutte
dall'avaro
diverso
voglio qui
non
miglia
la commedia,
come
contro
ponimento
com-
lieve.
non
venendo
rivestono
quello
quel
lingue)
Più
le età
ec,
bene
troppo
le mille
quel
è
avere,
declamazione
La
oramai
di Orazio
satira
ed
di Orazio
stampino
La
tempi,
puzza
tutte
a
dai
locale.
tutto
sullo
fatte
volentieri.
leggersi
possano
che
un
quelle satire
che
però
:
ventura:
per
annacquaticcio:
a
poco
core
e
arsiccio:
senza
cura:
254
Un
Un
pissi pissi eterno:
Trovar,
Chi
La
ma
di
di
Io
il ritratto
sua
io H
ed
andavo
serva,
per
l'ale,
mercanzie
San
di
spesso
da
volle
che
li scrissi
Vitale.
di santa
sacerdote
era
male
bugie;
son
impenni
diverse
Vitale
S.
al
scuse
non
ma
il Prior
Teresa
sonetto:
un
mirare
tra
piacevolezze.
CEISTO
palon,
conserva
sulla
un
è
qua:
Prior
dalle
che
vago
Voli
Il
d'avemmarie:
stiacciar
eterno
Ini;
ed
nna
facessi
le
Il
questo.
non
alieno
sera,
zando
scher-
vita, ma
il
sonetto
ritratto
è
non
A'SUOI
CROCIFISSORI
PISTOJESI
DEL
SONETTO.
D'armi
E
volermi
Vi
Il
Giù
calice
di
baci
Cuor
un
Anche
pietà
gente
stolta!
son
é
di
lui:
e,
ciascun
duol
Pilato,
e
non
ed
pompe
Giuda;
or
s' ei
onori
fu
solo.
cuori.
de' vostri
con
duolo,
trentatrè,
v'
bello,
disciolta.
0
accumulando
sol
po' più
un
fello
:
volta?
volta.
men
morte.
di
altra
un'
rendermi
Giuda
di
cosi,
Fu
di
in
gente
capannello
alla
maschera
la
tanta
e
Calvario
voce
pensate
Tanti
E
un
bordello
questo
ammazzare
la
con
è
faceste
alzandomi
E
che
d'armati,
e
capito:
Di
E
I
canaglia
Ho
bello;
parlante.
è
PARLA
Ah,
con
inghiotte
peggiori
il suolo?!..
1846
255
In
della
per
queir
società
e
e
dei
inalzato
un
gotica,
Prato
sul
il Simulacro.
dal
suolo;
cosi
fiera
le
tutta
e
la
la
della
impetuoso,
armature
del
baraccone,
tela
di
si levò
ogni
atterrò
avevano
dipinta
tempesta
una
fossero
BURICCHI
cani
al
rispónde
Sozzifanti
Niccolò
Avv,
dei
padrone
suo
lettera
questa
in
forma
di
SONETTO.
Carissimo
Che
padrone
Per
quaggiù
ò
Simbol
Più
Tuo
Noi
che
sai
Muori,
e
Sarai
tuo
nostro
can
Ne
del
se' fido.
Y ale
merto
fedelissimo
e
nostro
•
Pindo
faremo
avrai
—
in
tutti
ti
noi
Accetti
batti.
cantore:
addenta
poeta,
detti
diratti
e
:
letti.
e
siam
can
ridi, almo
qua
fatti.
tratti.
han
ci
fama
tanto
hai
Eliso,
noi
se
invidia
vien
nostr'Ordin
morte
augurio,
sfata?
ti
e
noi,
r
cuor
L'uom
Il
di
can
mia
gagnolar
a
fedeltà,
di
sonetti.
nostro
nel
fede:
tua
Que'
di
tenerezza
Rara
Del
lamento
per
Giunti
—
i ricchi?
onore
:
gli spicchi:
autore
Buricchi.
—
chi
stec-
disperse
e
cosa,
1846.
paradiso
alla
deporsi
processione.
dal
una
fargli inghiottir
fiaccò quasi
che
ma
Misericordia;
quale doveva
processione
così
da
romana,
minaccia
sua
della
il
fatta
era
fanteria
sotto
vento
con
festa
legno, coperto di
compiè
non
La
e
Francesco,
più bello
sul
grosse
cavallerìa
mascherata
ispirito di devozione,
per
guadagno.
di
S.
a
Cristo
ma
solita
baraccone
gran
là
la
non
scelti tra' fratelli
Trmtairèy
oltre
queirannd,
di
la
solennissimamente
morto,
isperanza
per
detta
fare
Gesù
di
processione
vanità,
volle
si
anno
•
256
abbia
chissimo,
le
aveva
gli
Tra
fuori
più
c'era
so
uno
a
sonetti
due
con
feci
gli
la
l'avergli
S.
lui
non
diletto
rider
era,
fu
di
levare
fatto
chi
E
è
non
-del
altra
Buricchi
perchè
senza
merito,
ordine
in
telli:
Ca-
erotica;
di
perchè egli,
dell'ordine
compiutamente
duceva
con-
suoi
come
nome
a
del
per
gusti del
Buricchi, lo pianse
io
ed
il nastro
portava
pure
gli
e
dubbio
senza
tutti;
rie-
e
specialmente
e
soprascritto.
sonetto
parlerò forse
ne
trattava
gli spicchi dell'ordine
promesso
Giuseppe;
di
Ma
col
poesia,
romano,
più strani
ch'egli chiamava
cane
fecero
risposta
cavaliere
che
che
della
che
più cani, che egli
gli
e
i
e
ameni
capi
gran
tenere
volta,
per
un
più
consuetudini
quello di
il baco
essendogli morto
ora,
de'
un
pistojese, avvocato
strane
altri
anche
aveva
di
da
era
Patrizio
conosciuto.
mai
mondo.
Sozzifanti
Niccolò
Questo
del
merito
Commissario.
occasione,
con
leggerà.
1847.
Nel
della
della
tempo
amicizia,
sua
varie
egli
cosi
mi
cui
con
discretamente;
sodisfare
bizzarra
il Bindi,
i
lettera
rimandavo
di
pregato
sollevarla
mìa
la
suo
che
il Bindi,
ed
come
tiravo
via
toccare
per
mi
poesia, tra le quali mi
il
primo
di
quinterno
più
che
qualche
copiargli più presto
che
ricordo
della
lavoro
un
cui
potessi, e chiedevo,
denaro:
Presto?
SxAdavi
Ma
un
L'altro
0
dov'
Un
alsi,
valsi,
telo
è
beire
dice
già cucito,
*
imbastito.
è.
brav'uomo
Tel
I
et
tanto
Che
presto.
ecco
il resto
€
D'un
fuco
«
E
il
bisognino
11 lavoro
era
circa
me?
come
:
Inopia
monna
due
fa
trottar
quinterni.
fa
la
una
domi
pregane
documenti,
quaderni copiati,accompagnandoli
in
onorava
paleografìa,
nella
antichi
altri
io
già
umiliarmi,
senza
perìzia
pistojesi, ed
gli rimandavo
spesso
di
prò
cronache
pagava
per
miseria
cercava
in
spendere
a
mia
pecchia,
vecchia..
piargli
co-
cni
potevo,
crazia:
con
e
che
qual-
seguente,
mi
cosi
aveva
di taglio,
258
Spruzza
Per
In
ed
canto,
ogni
in
scartabello
ogni
le
diario.
ogni
calendario.
e
Insomma
Fatto
Pieni
egli è
scompartimenti
a
di
zeppi
sopraffini.
scienze
mai
E'
ti darà
delle
PER
SPECIFICO
Babelle,
di
pappardelle.
sue
LINGUA
LA
—
t'indovini
se
torre
questa
sia
armario
un
scatolini,
e
Lettor,
Chi
postille
sue
ITALIANA
MORIBONDA
SONETTO.
Ci
fa
Come
E
A
la
che,
Si
rischia
chi
Quanto
Che,
ad
ajutarla
di
cantarle
la
parla
hanno
buono
stile
RampoUan
da
E
un
palmo
Qui
ti
appesta
Là
0
tu
di
affondi
in
un
tuffo
la
Que'
Monti
tengano
e
i
tutto
pulito
in
del
quello
nel
resto.
questo.
e
castrone.
degli
di
c'è
Perticari,
avanza:
arcaismi.
sconcordanza,
una
vita
barbarismi,
le
non
pantan
in
presto,
più sembianza,
Non
Che
tra
vuoi
il fetor
incespichi
fatto
eli' ha
c'è
per
pesto,
passione:
una
un
non
fa
e' non
è
qual
dato
pollo
a
il lazzerone.
scrittori,
a
è
lingua
pigliami
Tutti
Lanternone
magno
nostra
se
sentir
Di
quel
saper
solecismi.
ormai
più
que' Giordani,
uomini
vani,
speranza
259
Che
TJé
Cesari,
i
€he
il del
Leopardi,
i
Né
Manzoni,
i
Che
la
son
i
i
Niccolini
i
Scrittori
da
de' babbei
ascolti
A
lui
impiastrascartabelli.
Baccelli.
del
lunarj
Lan^ternone,
la
fratelli.
cari
in
lingua
nostra
lui
fidiamo,
accomandiamo.
Egli ha, (deh!
etimologico
certo
Che,
é
s'anco
lingue
la
morta,
L'unno,
il
il
Il
sanscrito,
Nò
il linguaggio
Né
quello
di
il
di
dell'Isole
Lingue
di
il
più
tutto
l' Ispano
V orvietano,
manca
incantate.
Fortunate.
quell'altre
lingue
dimandate,
e
rimescolìo.
gran
il mondo
che
e.
.
Proprio
Questo
elisir;
Ritorna
grassa
se
e
la
Ci
portò
Più
Lanternon
prezioso
che
JSalva
a
la
la
man
lo
tesoro.
lingua
di
Dio
meraviglia.
questo
ed
miglia
oro.
fratelli, in
e
io ?
piglia.
mille
su,
so
.
lontan
Lanternone,
nostra
a
porpora
Su
Gridiamo
è
lingua
fresca
Da
latino;
lilliputtino.
Chiedete
€' è
il
il cerretano:
l'inglese,
Non
gotico.
biscaino.
il francese,
il russo,
il
l'artagotico:
e
furbesco,
e' è
dire
il cervellotico.
il
il
E
copto,
mai
c'è
fino
il turco,
Il
potria
cafro,
il greco,
L'ebraico,
aflfrettiamo).
rinvivire.
compongono:
l'ungaro,
teutonico,
fa
si
C'è
Il
ci
elisire
Non
Quante
:
archilei,
simili
Dunque,
Si
Tommasei,
i
quintessenza
Schiccherafogli,
Farini,
monsignor
Gioberti,
Né
Un
cani:
piccini, piccini, piccini.
son
Né
i
scampi
ne
gridiam
dalla
morte.
coro
forte:
260
UN
NUOVO
MEDICO
SOPRACCHIAMATO
DELLA
LINGUA
ALIA
CUBA
ITALIANA
SONETTO.
Ed
Lanternone,
col
Da
lessici
Ha
si Tìtala
Che
ha
Che
però
Le
dolgon
E
Solo
fida
si
Per
si
non
ciò
tornata
in
cotanti
vuol
metter
e
può
Che,
altri
Lanternone,
dottorone
boreali.
pregi,
Egli
«
Che
spiana
Veder
fa
fa
.
.
Col
beverone
e
ogni
Che
tanto
la
tirerà,
lingua
beverone
storti.
farà
diritta
morti.
"
piedi storti^
malattia
altra
pur
e
1
i
essa
manda
gliela
Sa
E
un
.
Abbia
Fistole, cancri,
del
resuscita
e
Barone-
ha
raddirizza
gobbi,
i ciechi
ire.
mali^
grave
da' lidi
tanti
pie slogato^
un
nostrali.
medici
Sopracchiamò
fra
ha
dire
stato:
buono
non
da
dei
in
irae.
può
si
giunture,
valente
un
il Dies
non
ma
stampelle
curarla
a
Né
le
le
senza
Ora,
sia
ano
stillato,
ora,
per
più tosse;
e
rinsanguato
lingua
teme,
uno,
elisire
grammatiche
e
non
Non
celebre
in
due
eran
via.
l'ortopedia
dirà.
tornerà.
due^
261
E
Non
abbiate
è
guarisce:
Che
Questi
di
sonetti
che
aggiunse
due
e
della
lingua
più
tonde,
pajon fatti
n*"
scritti
al
chi
loro,
loro
nel
57,
EISPOSTA
la
E
eh'
che
da
Da
D'
e
mene
un
Modena
ghi
lagor
aveva
lingua
matto.
costui
A
cora
anbile
usa-
poi
Sckarthoff, Barone;
e
certi
E
dire
a
si
e
! che
etimologisti, le
mtdate
le
dall'
A
'n
si
come
CONTADINESCA
sio'ppueta,
la
alla
accettòe
ghi
falla,
zeta
accaalla;
ghi
proffericho.
e
fondo
i' non
Alfani,
DINDI
E.
ghi
verràne
a
galla.
'raprosciuttiho.
vecchio
eh'
dicendo
più belle.
LETTERA
parlaho
è
il dottore
fare
168.
pensieri
ghi
dì
questi Sonetti,
ristampati
e
dall'
com'i'arò
Cioè
Quel
che
e
comprendonia
Diciferando
cosa
diceva
matto
un
n' era,
non
lui, certo
i'viengo,
presente
ce
dell'avvenire,
UNA
AD
Giacché
La
le
da
canzonella
nm-
dosso.
DI
Colla
di
questo libro, pag.
in
156
di
belle
ora
si
scrittori,che
se
rimedj proprio
dicono
Furono
aveva
a
missionari
certi
altre
strane
eguali.
smania
aveva
teorìe
facevano
in
metter
che
pazzo
cotali
gli ebbero
fatti per
Tedesco, più
un
tutti
non
proponeva
e
ec,
con
umani.
e
due
son
dondolone,
mani.
cortesi
non
fiiron
e
lingua,
r Italia
Roma
e
Francese, lungo
sulla
tra
Atene
tre
il Baron
e
buone
in
Dotti,
Lanternone
andrà.
grucce
Italiani,
no.
paura,
L'ammalata
senza
la
so
dedicanza
com'
i' ho
finiho
:
vede
262
LuTha
stampaho
Lu'
Con
Lu*
tutto
me
manda
r
V
Dogana
L'
sarà
:
A'Cassigoli
E
sioria
le
La
lo
E
Ed
io
la
E
A
rendrò
di
venuto
si
quali
parla
al
che
spiegassi
poesia
replicai,
male,
burlesca,
come
:
Frattanto
la
:
lierisco.
Firenze
di
ed
sdoganasse,
che,
dicendomi
avete
letto
e
mi
egli
che
qui
le
me
mi
sopra!
avrebbe
io
mandasse
scrisse
Il
opera.
le
una
spiegassi
il
qua.
garbata
meglio,
dell»
Parenti
spedite
pregai
dena
Mo-
a
Crusca^
della
questa
me
per
Eossi-Cassigolì,
o
pubblicarono
Vocabolario
segg.
e
si
quando
nuovo
copie
cento
banco
le
me
30
pag.
che
Pistoja
tera
a
al
a
scritto
aveva
ben
poco
Osservazioni
le
santo:
per
dominusvobisco
un
stia
:
domani;
a
icconquibus.
riedella
Ero
di
le
quasi
lei
iqquanto;
d'oggi
qua
per
mani
pagherà
mirrerò
Diroè
àrrivagione^
sante
su'
manderàe
viene
Fanfani:
T
sgabelleràe:
lo
persone
costà
Piero
colle
tetie,
per
direzione
diràe
ghi
aittre
aanza.
è
uno
:
invoitto
la
per
Narciso
:
bene^
ghien'
non
cento
aittro
aranno.
di
ibbuon
un
pissocero
Non
d'
creanza^
colonnin
un
che
ne
E
In
serie
ne
me
fina
con
la
per
Bindi
Ma,
mi
per
o
letterina
alla
che
via
leir
mi
in
quale
263
SCHERZEVOLE
LETTERA
A
«
dire
Non
«
Dirami,
«
Il
ci
ci
Dice
«
Non
«
Il
4c
Dimmi,
Non
«
E
«
Che
quello?
balordo
a
parlo
con
ci
me:
te;
cosi. intromesso,
ci
Ispettore
un
o
sono,
un
Dottore;
sor
all'amico,
rispondi
conobbe
ti
esso?
con
suona
I
*
fico.
Ricci,
Possidonio
di Fra
Lettera
bello,
con
Mauro
Alla
lui;
con
Fanfani
un
«
«
parlo
suona
Scusami
«
fui:
avvezzo
«
FANFANI
P.
A
Possidonio.
alias
risposi
io
nello
stesso
metro
così:
Che
fico
che
e
Spiegati
Ma,
E
Son
0
E
I
Ti
il
ricordargli
ho
tu
che
parli
legno
di
fico, che
ottenendola,
ascoltarlo,
lo
e
ci
do,
dirsi
ad
rimproverò
di
ci
oscuro?
do.
non
come
ricordati^
so
alto
che
grazia
avesse
Cristo,
da
messo
che
ti
grado
del
immagine
una
se
in
venuto
uno
da
venuto
pregato
dicendogli
duro,
risponderò,
nulla;
suo
questo
'1 capo
che
.
.
resto.
del
io
fico suol
conobbi
.
andar
parliamo
se
amico
meglio,
lasciamo
Basta,
fico ?
non
conobbi
un
dal
nulla,
Crocifisso
suo
superbia
fico.
divoto,
e
per
di
fatta
non
e
non
volesse
264
Qui
tu
sarai
Che
É
con
Ci
il
me
Gli
per
brutto
un
:
e
Le
per
lombardismo
.
Fui
Circa
dir
agli
esempj
Il
Ci
E
vai,
Di
ripieno,
per
né
quel
Non
ci
Ed
il ci
ci
vai
in
A
non
Mi
suona
A
Ma
Mi
te:
con
mi
me,
a
me,
e
suona
gli. Perdona,
domanda
tua
Gargantua
di
sa
pare,
dare.
vo"
gli
quel
la
te ?
con
a
lui
lui:
con
vai
Come
lui?
con
parlo
lui
espresso:
parli
il d
meno
stesso
pronome
lì si vede
Ed
né
più
Che
Non
tuoi.
vuoi.
come
sta
.
barbarismo!
per
Giragli
.
....
Se
scrivi
Fra
pò* più
un
Possidonio
caro.
Rispondendo,
Sarò
P.
S.
Ti
più
chiaro,
io
ancor
chiaro
Addio.
—
il Cecco:
mando
leggilo,
Strapazzalo, correggilo.
Rinvestaci
Non
n'avrò
me
Basta
tu
che
Che
il caviale.
allora,
So
anch'io
Ti
saluto.
dia
non
questa lettera
«
Carissimo
"
Che
credeva
eh
sopra
sor
in
poco,
!
mani,
le
menar
Fanfani.
versi,il P. Mauro,
replicò quest'altra
in prosa:
Pietro,
io volessi
che
diamine!
troppo
:
affeddeddia
Il
A
male;
per
ma
e
ne
pareva
volevo
difendere
a
me
che
dell'altro.
il ci
Lei
piemontese
ci
avesse
o
bardo?
lom-
discorso
266
FORTUNATO
PER
Pederzini,
Che
si
nomi
ci
Come
Ma
sia ?
registrato
*
conface
aratol
un
piace
Fiat
degni
nome
si
CAVAZZONI.
piace
il mio
Bada,
«
ti
e
fra
Anco
PBDBRZINI
te ?
a
'n
sagrestia
una
tìaio
non
:
alle
su,
Pietro
Senta
L*
ALBUM
proprio
non
Politica?
Mi
Sarei
Belle
Che)
Lettere?
C
è
A
rivedermi
que' soliti
Co'lor
Uomo
Non
Carlo,
Restiam
mie
Tanto,
ch'io
è
roba
Qualunque
Sta
ben
vivere
—
non
voglio
far
taccia;
da
cani
faccia.
cosa
Grazie.
?
.
.
.
Il Fanfani.
'
Mi
aveva
scritto
che
si
—
cosi;
spalle
contenti
lascian
vuole?
qui
per
—
mi
Che
Vane
Si
deridere.
t
non
Parole
alle
farsi
satirici.
Filologia?
Che
da
il pelo
roba
t
—
cielo
scimmia?
è
scrivere.
critici
versi
sor
mi
tardi:
è
c'è
Apriti
USIG-LI.
—
carino?
proprio
Arti?
Creda,
codino
gli
Fanfani.
f
guardi
Omai
0.
che
quel
so
del
Amore?
SIG-.
DEL
Dio
danno
mani.
tua.
volurUas
PER
»
contentava
del
solo
nome.
ridere
:
267
PER
L*
ALBUM
IL
RE
NUOVO
Dagli,
y.
Ma
Z.
F.
Z.
dagli
che
Venne
a
E
venne
non
Questo
Z.
E
r ho
poi
F.
Z.
miei
No,
sai,
non
Noi
Siam
quando
il
Album
da
alla
c'era
me
e
venne
in
impedire
che
si fìnge
dato
anno
una
Tedesca
e
V Austria
tal
a' fiorentini
sera
di
il compenso
una
e
di
fare
di
qui
il
non
piaceva,
dire, per
la
il Teatro
di
il seguente
Prefettura.
tare
can-
Allora
d'Austria
Ministro
di
della
a
StrossL
a
empire
verde!
venne
fischiarsi
e
fatto
gramma
seguente Epi-
quando
H
dormu
avevo
voleva
nacque
Notificazione
poi
dente,
gau-
Vocabolario
nel
Goldberg
padrona.
lo
e
pertica
una
innanzi,
era
io
pubblicai
trascrissi
N.
che
una
che
con
chiamata
il Prefetto
il chiasso;
essere
benedica
gli
qualche
trovò
lo
vero
un
Mangia
soprannome
per
più alto, quando
Dio
Governatore,
un
insinuarono
quella cantante,
pover'uomo
bere.
a
Travicello.
Re
è
Toscana
avea
che
e
:
egli
fatto
sapendosi
per
corbello
C.
Ministro, minacciò
il
mangiare,
a
signora
il Granduca,
dormire.
a
sere,
della
Pergola
proteggeva
ti
rane,
Che
e
poi?
e
caritatevolmente
toscano.
Neir
altro?
corbeilli
le
personaggio
dell'uso
mi
popolo
nemici
un
per
tu
cui
a
I
che
mangiare.
a
e
mangiare,
a
gentil
Par
feci
far
dormire,
a
?
fare
a
inteso:
quel
Venne
—
sentire:
a
bere,
a
V.
e
dormire,
a
a
sta
Venne
Lo
bere,
Z.
tra
venne
egli
venn'
Magari!
y.
poi
T.
TRAVICELLO.
Dialogo
Z.
SIGNORA
DELLA
e
vano;
fischia-
buono,
qual
esso
cosa
giandarmi,
Epigrammay
268
AZIONO
NOTIFIG
Pacifici
Comanda
Che
d'Austria
tutti
a
Mezzan,
chi
a
non
Chi
flschierà,
applaudirà.
E
stia
A
impedir
mettere
In
istato
Ci
d' assedio
tocca
Dunque
Sarà
:
basso.
baciar
giudizio
io
:
vo'
se
V
ve
me
per
voi,
per
Disubbidienti
sapete.
lo
perchè,
messa,
peggio
il rimedio
Pergola
la
r ho
il chiasso.
si rinnuovi
adoperi
ch'io
Di
passerà.
la
mal
che
poi
zittirà.
terrà;
si
reo
che
certo
M'ordina
ce
ciucerà,'
maestà
lesa
E
Stressi:
Goldberg
piacerà,
non
Chi
Di
^
grossi
e
la
piacere
Fiorenza,
in
qui
Pergolini,
i
piccoli
Debba
E
T Eccellenza
espressamente
Residente
Del
Fiorentini,
prudenti
e
detto
ho
:
sarete
ordini,
agli
il Prefetto.
Fra
fatto
gli
per
scherzi
per
Album
di
signorina
una
registrerò
Verona,
che
anche
è
questo qui
nipote
di
in
prosa,
valoroso
un
poeta.
1
*
in
Pergolini Bì chiamano
è
Ciuciare
sommessa,
e
il
mandata
mostrar
fuori
i
Firenze
segni
quasi
di
frequentatori
disapprovazione
soffiando.
del
con
teatro
voce
deUa
Perp^ola.
grossat
ma
«
L'usignuolo
tanto
delizia
era
soavemente
il cuculo
pregò
canto:
Come!
«
Io
Come!
melodia
disse
petizione
si
dolce
miglia
da
fViron
letto
chiesti
E
».
allora
capello
fatto
mio
risposta
nell'Album
copiar
!
le beccate
e
tacque.
si
mi
quando
rina,
gentil signo-
di
quadrare
parvemi
anch'io,
ed
alla
Sarebbe
beffe
le
apologo,
cuculo;
povero
la
sei
guardi
lontano
tale
Il fatto
diedi
modesto,
di
del
mi
quest'Album
per
nipote dell' Aleardi.
col
te, che
suo
modesto,
usala
così, scusandosene,
allor
de'versi
qualcosellina del
Dio
?
miglia
e
di tutti gli uccelli
Avevo
di
che
dell'usignuolo,
cuctilo, accortamente
11
a
cantore
di
udire
volta
una
parente
e
celli,
d'uc-
popolo
uà
Si abbatté
facesse
gli
cantare
chiamare
tin
che
di
amore
gentile augelletto, familiare
un
a
ed
cantava.
medesima
di
tamente
accor-
tentandomi
lui, con-
quell'apologo.
Pietro
Fanfani.
1858.
n
mandù
Bindi
mi
chiese il mio
scrivendoci
To'
po'
tienlo
coso,
veder
Bazzicando
Un
fotografìa,ed
dietro:
questo
Per
ritratto in
meno
s' e' si
chi
un
po' con
te
fa.
sa.
zuccon
di
quel ch'egli è.
lo
glielo
270
TOSCANI
VALOROSI
AI
CURTATONE
A
Sorgete,
Ma
E
simili
da
la
han
Ben
soverchia
Che
guerreggia
volta
chiede;
patria
la
voi
a
pochi
pochi
un'altra
prodi:
si
voce
sua
vostro
ascolta,
braccio
fra
la
noi
stolta.
gente
isc^de.
con
e
fede;
vostra
e
motti
con
ITALIA
L'
PER
MONTANARA
E
di
ossa
Figli
MORTI
.
Or
voi
Sorgete,
Lo
fuori
i
morti
feci,
nella
a
e
Italia
dei
occasione
e
novella
pugna
mia
Silvio
da
pregato
Cartatone
alla
sorgete
funerali
Montanara.
sarà
fatti
bella.
ancor
Giannini,
per
in
.
:
S.
la
Croce
data
Raccoltina
nel
1860,
per
271
1866.
Il
la
Orazio
sig.
ed
jpede
si
mi
in
questo
uno
Brindisi,
non
i
Volea
dare
E
Si
si
Brindisi
Fra'
E
Che
Più
di
mai
giusta
le
se
vergogna
bicchieri
e
rei,
tornino
gioja:
fatta
fu
e
più
alla
laudabile
cole,
e
onora
fuggi
ne
di
e
via
rancura.
Anche
brindisi.
folleggi:
lei
Cortesia,
e
che
dunque,
riso
contro
ma
tanto
chi
tra
i
stare
lascia
e
stretta,
armaron
Colma
Sapete?
brandìa;
a
chiamare.
lo
Onestate
Pietose
io
Giulietta
a
Gentilezza,
ed
;
fura
migliori,
falce
la
composizioni.
qualcosa
facessi
come
che
l'ultima
or
delle
tavola
brindisi.
strega
Prima
Or
so
amici,
Quella
io
anch'
che
disse
di
fin
al
ritorni
qui
i
il
lieti
spietata
giorni;
Secca,
cilecca.
Majano
Corridi-Hall),
(Giulietta
signora
di
villa
magnifica
sua
gentil
sua
lessero
amici
alcuni
pranzo
della
salute
ricuperata
nella
festeggiò
Hall,
savio
scrissi
Avanti
stans
W"
272
OMISSIONE
A
Serlttl
in
Sono
di
P.
due
Carobbi
dopo
Inediti
XV,
1870
133,
pag.
il
di
da
pubblicati
P.
118
np
si
aggiunga*
del
mereatura
Fanfani.
colo
se-
CinOy
Pistoja,
8^
scritture
per
nozze
di
assai
illustri,
importanza,
mettendovi
che
innanzi
io
pubblicai
una
mia
a
nome
lettera.
274
del
somma
editori,
guadagno;
che
contenti
La
che
Quelle
che
hanno
ne
se
chiamano
volume
nel
avato
hanno
tre
164.
sono
edizione
seconda
avute
seguente
LIBRI
MIEI
I
presente
una
dal
vedrà
17.
sono
sono
7.
;
.
Quelle
che
Quelle
che
Quelle
che
Pubblicazioni
Di
hanno
son
giunte
più
non
questa
invanisco
contrappeso
quattro
avute
alla
si
citaiie
qualsivoglia
ne
ne
gli
FOETUNA
AVUTO
HANNO
registrate
Quelle
si
opere,
si
DELLA
CHE
Opere
loro
libri
miei
de'
SPECCHIO
Le
le
dire,
spaccio*
fortuna
varia
anche
sappiano
stampato
hanno
dello
mi
e
dall'
chiaro
per
alle
mi
altrui
1.
sono
sono
della
che
non
se
18.
•
pare
autore,
altro,
3.
edizione
Accademia
fortuna
.
sono
ottava
trovano
.
non
villanie,
Crusca
contentarsene
potesse
che
un
quanto
e
mi
15.
sono
mio
pari.
ciò
ajuta
mi
a
Non
serve
riderne.
me
di
INDICE
Ambrosoli
(Francesco)
Ambeosoli
(Filippo).
(Una
Anonimo.
159.
Anselmo
(Fra)
Conti
S.
da
20.
7. 9. 19.
246.
227.
145.
252.
247.
(P. Felice).
Baeberi
(Pio).
BiNDi
27.
(Enrico).
Criscuolo
(Federigo).
15. 19.
(Francesco).
BoNAiNi
(P. Antonio).
Bbesciani
Beockhaus
(F.
Bboglio
a.
120.
58.
138.
235.
92.
(Conte).
(Jacopo).
Ferrucci
(Michele).
203.
(Luigi).
181.
(Vito).
114.
190.
233.
85.
234.
28.
(Francesco).
106.
208.
36.
Freduni
121.
4.
Ferrazzi
Franchini
). 136.
(Emilio).
(Carlo).
55.
195.
(AL).
FoRNARi
154.
29.
192.
COURNOND
FoRNACiARi
110.
(Brunone).
Bianchi
68.
63.
Farini
42.
(Casimiro).
Basi
48.
(Pietro).
94.
206.
(Luciano).
Banchi
73.
100.
(Augusto).
CuRCi
Balduzzi
126.
(Luigi).
CoNTRUcci
2. 3. 5. 6.
144.
26.
31.
Luigi.
197.
(Silvestro).
CiBRAEio
231.
(Giuseppe).
Abcangeli
86.
152.
(Emanuele).
Celesu
Centofanti
219.
signora).
Anonima
214.
pag.
LETTERE
DELLE
SCRITTOEI
DEGLI
124.
(Francesco).
Furia
(Francesco
27.
Del).
205.
187.
223.
Gazzadi
C.
A.
165.
Camerini
Cantù
Cappelli
Capponi
Castagna
Cavazzoni
(Domenico).
(Giovanni).
Gherardini
(Eugenio).
(Cesare).
93.
(Antonio).
(Gino).
45.
(Niccolò).
Pederzini
-
28.
191.
98.
162.
107.
130.
(Vincenzo).
Giordani
(Pietro).
di
107.
nato).
( Fortu-
—
Giuliani
scuola
23.
18.
123.
(alcuni) della
scuola
228.
Bagheri.
della
16.
11.
(G. Battista).
Giovanetti
204.
98.
Gioberti
GioRQiNi
183.
di
(G.B.).
Chieti.
12.
151.
229.
276
Giusti
184.
(Giuseppe).
GoRACCi
(Preposto).
Guasti
GuBEBNATis
Ricci
(Mauro).
189.
Rizzi
(Eugenio).
(P.
GuEBBAZzi
107.
De).
(Angelo,
79.
D.).
126.
Rodino'
112.
100.
(Andrea).
(Luigi).
Settembrini
Mamiani
73.
36.
(Terenzio).
127.
118.
49.
89.
(Alessandro).
Manzoni
(Giacomo).
Mabaini
(Clemente).
(Francesco,
Mateb
(Enrico).
216.
(Carlo).
171.
Tommaseo
135.
Torricelli
De).
(Vincenzo).
Niccolini
(G. B.).
82.
Ongaro
(Francesco,
OzANAM
(F.
P.).
34.
35.
190.
77.
170.
171.
74.
78.
198.
Dall').
11.
32.
Paravia
(P. A.).
11.
Parenti
(M.
23.
A.).
(Luigi).
(Carlotta).
Persico
(Federigo).
Pbzzana
(Angelo).
137.
116.
(Tommaso).
42.
158.
201.
163.
(Atto).
Vecchi
(Giovanni).
Venturi
(Luigi).
(Prospero).
ViEUSSEUx
Witte
183.
114.
61.
86.
24.
66.
231.
(G. P.).
(Karl).
45.
14.
63.
129.
234.
25.
131.
18.
121.
128.
ViANi
(Niccolò).
163.
(Conte).
(Giuseppe).
166.
Puccini
(Nicolò).
Vallauri
186.
202.
(Giuseppe).
128.
83.
47.
(Carlo).
Troya
Vannucci
Porri
35.
41.
Nannucci
Pavan
32.
85.
(Marco).
Tenga
Vago
Passerini
Bartolomeo).
Tabarrini
Manzoni
57.
55.
199.
Mauro
53.
52.
157.
(Giuseppe).
(P.
SoRio
(Salvadore).
Malato-Todaro
135.
(G.). 158.
Silvestri
Maffei
235.
(G. A.).
SciOTTi
67.
159.
(Leopoldo).
ScARTAzzmi
(Raffaele)
265.
263.
139.
153.
Lambbuschini
113.
(Oreste).
69.
16.
(Cesare).
Raggi
185.
26.
Zanotti
ZoNCADA
(Emilia).
(Antonio).
130.
217.
15.
79.
103.
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