scintille
diprogresso
il passato e il progetto
immagini e testimonianze
del lavoro industriale nel ‘900
il passato e il progetto
immagini e testimonianze
del lavoro industriale nel ‘900
scintille
diprogresso
Villa Mylius
largo La Marmora 17
Sesto San Giovanni
Spazio MIL
Archivio Giovanni Sacchi
via Granelli
Sesto San Giovanni
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Ideazione e coordinamento
Massimo D’Elia
MOSTRA
Progetto scientifico, ricerca iconografica e testi
Alberto De Cristofaro, Primo Ferrari e Luigi Ganapini
con la collaborazione di Alessandra Rapetti
Immagini
Archivio, Biblioteca ed Emeroteca Fondazione ISEC
Progetto grafico dell’allestimento
MAGUTDESIGN
Stampe digitali e allestimento
LINEAGRAFICA
SEZIONE WEB
Mostra Breda
A cura di Luigi Borgomaneri
si ringraziano Alberto De Cristofaro, Primo Ferrari,
Walter Ravizza e Giuseppe Vignati
Mostra Marelli
A cura di Rosaria Moccia e Sonia Tunez
con la collaborazione di Alessandra Rapetti
Programmazione e ingegnerizzazione
Archivio Marelli
MAGUTDESIGN e Ilic Radice
Realizzazione grafica delle mostre WEB
MAGUTDESIGN
Sezione video
A cura di Alberto De Cristofaro, Massimo D’Elia,
Primo Ferrari e Giuseppe Vignati
Video
Archivio Fondazione ISEC, Archivio Carlo Pozzi,
produzioni indipendenti, RAI
Digitalizzazione e editing video
Nazzareno Mazzini, Studio Calabiana
Catalogo
Il catalogo della mostra è pubblicato in formato
e-book sul sito della Fondazione ISEC
Si ringraziano le strutture
organizzative del Comune di Sesto
San Giovanni e in particolare
Staff del Sindaco e Settore cultura
Info e contatti
Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea
Largo La Marmora 17 Sesto San Giovanni Mi
tel. 02.22476745 - fax 02.2423266
www.fondazioneisec.it
[email protected]
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L’apertura delle gallerie del Gottardo (1882) e del Sempione (1906) sono gli estremi all’interno dei quali si
collocano i primi insediamenti industriali nell’area di Sesto San Giovanni. Sostenute nella fase decisiva dello
sviluppo industriale italiano dall’intervento di capitali bancari, le industrie sono favorite dal basso prezzo dei
terreni, dalla vicinanza a Milano, dalla produzione e dal trasporto dell’energia elettrica. La fase decisiva è il primo
decennio del ‘900, quando sui terreni già agricoli si insediano le grandi industrie – Breda, Ercole Marelli, Falck.
Sono industrie metallurgiche e meccaniche con dimensioni di tutto rispetto per l’epoca; sono loro che soppiantano
in via definitiva le precedenti attività tessili. Successivamente si affiancano grandi imprese elettromeccaniche
(come la Magneti Marelli), e la presenza di tali complessi è determinante per caratterizzare il territorio negli oltre
ottant’anni successivi. In funzione di queste industrie cresce anche una popolazione operaia, che crea le sue
istituzioni di difesa, leghe e sindacati variamente ispirati all’ideologia marxista o a quella cattolico-sociale, e le sue
organizzazioni economiche, le cooperative, i suoi circoli di cultura e di divertimento. Produzione industriale
e presenza operaia sono la cifra identificativa di Sesto San Giovanni lungo tutto il secolo Ventesimo: dittatura
fascista, Resistenza, Repubblica democratica devono fare i conti con questo aggregato sociale, con le sue culture
e le sue aspirazioni.
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Quando si esaurisce la funzione della grande industria e delle produzioni dell’acciaio, esse sono sostituite da nuove
attività. Sono fondate ora su risorse, valori e forme organizzative che sembrano cancellare in pochi decenni le
tradizioni e le identità cittadine costruite lungo un secolo. Il vuoto che ne nasce è inevitabilmente fonte di una crisi
di identità. E la ricerca e l’impegno della città devono ora volgersi anche a costruire luoghi della memoria che
permettano la sopravvivenza della caratteristica più significativa della Sesto novecentesca: la convinzione che il
saper fare e il saper produrre fossero la chiave di volta della cultura, della politica e della stessa esistenza umana.
Recupero di oggetti e prodotti, di spazi e di dimensioni, recupero di storie individuali e collettive – che si
accompagna alla costruzione di un habitat ben diverso da quello imposto dalla logica produttiva della fabbrica del
‘900. Un mondo in costruzione: non facilmente identificabile agli occhi di noi contemporanei. Sul quale ogni
giudizio è ancora aperto, su cui anzi è doveroso pronunciare giudizi che concorrano ad articolare percorsi di studio
e approfondiscano la comprensione del divenire di questa città.
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La Fondazione ISEC è l’erede dell’Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio, fondato
a Sesto San Giovanni nel 1972 da un gruppo di studiosi operanti sul territorio sui temi della lotta di liberazione dal
nazi-fascismo e della storia del movimento operaio e con la partecipazione del Comune di Sesto che ne è stato
(e ne è) il principale sostenitore. Nel corso degli anni il patrimonio documentario della Fondazione si è arricchito
estendendo i propri campi di interesse e in particolare recuperando le memorie di grandi imprese (Bastogi,
Bottonificio Binda, Breda, Ercole e Magneti Marelli, Falck, Italtel, Riva e Calzoni ecc.).
L’Archivio si estende lungo 3.000 metri lineari di scaffalature, comprende 50.000 disegni tecnici di industrie, 150.000
fotografie che illustrano la vita politica, sociale, economica e culturale italiana nel Novecento, 1.000 bozzetti
pubblicitari, 300.000 schede e fascicoli personali di lavoratori della Breda e della Falck, 1.500 manifesti, 500 ore di
registrazioni di storie di vita di protagonisti della Resistenza e della vita politica milanese, 400 ore di pellicole
cinematografiche e videocassette relative alla vita politica, sociale, economica lombarda.
La Biblioteca conserva 72.000 volumi e 10.000 opuscoli di storia contemporanea politica, sociale, economica e tecnica,
con particolare attenzione all'area metropolitana milanese. Comprende la Biblioteca del Collegio degli ingegneri e
architetti di Milano, le biblioteche tecniche aziendali Ercole Marelli e Falck. L'Emeroteca raccoglie 3.500 testate: dai
grandi quotidiani nazionali ai giornali antifascisti clandestini, dai giornali sindacali di fabbrica e di categoria alle riviste
di storia contemporanea in corso. La storia, il patrimonio e le attività della Fondazione sono consultabili in Internet
all’indirizzo www.fondazioneisec.it
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catalogo mostra - Fondazione ISEC