EPIDEMIOLOGIA DEL MAL DI
SCHIENA
La meccanica lombare
R
P
R × b1 = P × b2
Esempio
Se: b2 = 2 cm; b1 = 45 cm; R = 20 Kg. Allora: P = 450 Kg
Il disco intervertebrale
Mal di schiena: definizione
Dolore localizzato in regione dorso-lombare, tra l’angolo
inferiore della scapola e le natiche, senza una specifica
causa sottostante.
Mal di schiena: definizione
I sintomi, le alterazioni anatomo-patologiche ed i segni
radiologici sono scarsamente correlati.
In circa l’85% dei pazienti, il dolore potrebbe NON essere
attribuibile ad una patologia o ad un danno neurologico.
Recenti ricerche hanno suggerito che esistano fattori
genetici che aumentano la suscettibilità al mal di schiena.
Strutture da cui può
originare il dolore
Erniazione del disco lombare (nel 25-50% di soggetti asintomatici)
L5
Degenerazione del disco lombare (nel 25-70% di soggetti asintomatici)
L5
Alterazioni dei piatti vertebrali (nel 10 % di soggetti asintomatici)
L5
Fissurazione dell’anello (nel 14-33 % di soggetti asintomatici)
L5
Occorrenza
Il mal di schiena è un problema che colpisce tutte le età
e tutte le classi sociali. Nei paesi industrializzati, la
prevalenza nel corso della vita è stimata intorno al 6070%, aumentando dall’infanzia all’adolescenza e con
picchi tra i 35 ed i 55 anni di età (nel periodo di un anno
la prevalenza è attorno al 15-45%).
È importante fare una distinzione tra la presenza dei
sintomi, la richiesta di cure e le perdita di giorni
lavorativi. Questi 3 aspetti hanno tassi di prevalenza
differenti, e sono influenzati da un delicato equilibrio di
fattori biologici, psicologici e sociali.
Fattori di rischio
Il problema del “rischio” è scarsamente compreso ed
insufficientemente documentato. Il più potente indicatore di
rischio per un nuovo episodio di mal di schiena è l’avere
avuto un attacco in precedenza.
Oltre a questo, i fattori di rischio più frequentemente
riportati sono lo sforzo fisico pesante, la torsione del tronco,
piegarsi spesso, sollevar pesi frequentemente, trascinare e
spingere, i lavori ripetitivi, le posture statiche e le vibrazioni.
Importanti sono inoltre gli indicatori di rischio di tipo
“psicosociale” quali la depressione, le convinzioni personali,
l’insoddisfazione per il proprio lavoro e lo stress lavorativo.
Percezione dei rischi professionali, delle
condizioni di salute, e delle azioni
adottate per la prevenzione, in un
campione di 5108 lavoratori del Veneto
1. BACKGROUND
European Surveys on Working Conditions condotta ogni 5 anni
(1990, 1995, 2000, 2005) da European Foundation for the
Improvement of Living and Working Conditions (Eurofund) in 15
paesi della Comunità Europea.
2. SOGGETTI
5108 lavoratori, dipendenti e autonomi, selezionati dagli elenchi
telefonici del Veneto.
3. METODI
Intervista telefonica (durata di 10 minuti circa) con questionario
Eurofund modificato, per indagare la percezione che i lavoratori
hanno delle proprie condizioni di lavoro e di salute, e delle
azioni adottate per la prevenzione.
Il suo lavoro comporta:
000
2
EU
005
2
o
net
e
V
Stress
Mal di schiena
Affaticamento generale
Dolori arti superiori
Mal di testa
Problemi di vista
Ansia
Dolori arti inferiori
Irritabilità
Problemi di udito
Difficoltà respiratorie
Problemi dermatologici
Allergie
Mal di stomaco
Problemi di insonnia
Traumi
Malattie cardiache
Determinanti del mal di schiena: odds ratio,
frazione di esposti tra i casi (pc), rischio
attribuibile nella popolazione (PAR).
Variabili
Odds
Ratio
Pc
(%)
PAR
(%)
Posizioni stancanti o dolorose
per >25% del tempo
4.3
46.5
35.7
Movimentazione manuale dei
carichi per >25% del tempo
2.4
22.1
13.0
Il lavoro svolto comporta:
stress
179.1
27.1
27.0
Il lavoro svolto comporta:
ansia
35.2
5.5
5.4
Esposizione a rumore per
>25% del tempo
1.5
18.8
6.1
Esposizioni a fumi, vapori e
polveri per >25% del tempo
1.9
17.9
8.6
Σ di PAR
(%)
48.7
32.3
14.7
Classificazione clinica
Forma acuta. Il dolore acuto da mal di schiena di solito
regredisce spontaneamente. Tuttavia, solo il 2-7 % dei
pazienti sviluppa un dolore cronico.
Forma cronica. Questo tipo di dolore, cronico e ricorrente,
è la causa di una notevole parte delle assenze dal lavoro.
Fatto pari a 100% le giornate di lavoro perse, circa il
50% è causato dall’85% di lavoratori che restano a casa
per brevi periodi (meno di 7 giorni), mentre il rimanente
50% è costituito dalle assenze maggiori di un mese,
determinate dal 15% dei lavoratori.
Classificazione clinica
La classificazione del mal dischiena in acuto e cronico, pur
conveniente dal punto di vista clinico, non riflette a pieno la
modalità di presentazione del mal di schiena nella
popolazione.
Un recente studio mostra che il mal di schiena si manifesta
come un disordinato alternarsi di periodi sintomatici con
periodi meno fastidiosi (sebbene per alcuni individui i
sintomi e l’associata invalidità possano diventare
persistenti).
Circa i 2/3 delle persone colpite hanno una elevata
probabilità di avere un altro attacco di dolore entro circa 12
mesi. Questo fatto comporta difficoltà d’interpretazione
quando si considera il problema della prevenzione.
Prevenzione
Tenendo conto dell’epidemiologia del mal di schiena, la
prevenzione primaria (del primo attacco) e la
prevenzione secondaria (diagnosi precoce) è di fatto
impraticabile.
L’unica possibile è la prevenzione terziaria, cioè un
trattamento in grado di prevenire la ricorrenza degli
attacchi e l’invalidità lavorativa, e migliorare la qualità
della vita.
È fondamentale quindi che questo trattamento sia
efficace.
Evidenze
e raccomandazioni
Cochrane Collaboration, 2000-07;
European Guidelines for Prevention in Low Back Pain,
European Commission, 2004
1) Esercizi/attività fisica
2) Informazioni/istruzioni
3) Fasce/supporti per la schiena
4) Plantari/scarpe ortopediche
5) Ergonomia fisica
6) Ergonomia organizzativa
7) Interventi multi-dimensionali
8) Modifica del posto di lavoro
Livelli di evidenza scientifica
• Livello A: conclusioni generalmente coerenti ricavate
attraverso diversi studi clinici randomizzati e controllati.
• Livello B: conclusioni generalmente coerenti ricavate
attraverso un’analisi sistematica di molteplici studi
scientifici, ma più deboli dei precedenti.
• Livello C: un solo studio randomizzato controllato (o uno
studio scientifico più debole), o risultati poco consistenti
tratti da un’analisi sistematica di studi scientifici più
deboli.
• Livello D: nessuno studio randomizzato controllato né
studi scientifici più deboli.
1) Esercizi fisici/attività fisica
Raccomandazioni:
L’esercizio fisico è raccomandato per prevenire il mal di
schiena.
Inoltre, può essere utile per evitare che il mal di schiena
si cronicizzi (evidenza di livello A) e per prevenire,
quindi, il ripetersi di assenze lavorative dovute al mal di
schiena.
2) Informazioni/Istruzioni
Raccomandazioni:
Non sono raccomandati per la prevenzione del mal di
schiena gli interventi tradizionali di
informazione/formazione sui biomeccanismi, sulle
tecniche per sollevare, sulle posture ottimali, ecc
(evidenza di livello A).
Tuttavia, questi messaggi dovrebbero essere integrati
all’interno di un intervento più ampio.
3) Cinture/Sostegni lombari
Raccomandazioni:
Queste non sono raccomandate per le prevenzione del
mal di schiena (livello A)
4) Plantari/scarpe ortopediche
Raccomandazioni:
Né suolette né scarpe ortopediche sono consigliate per
la prevenzione del mal di schiena (livello A).
Ci sono prove insufficienti a favore o contro l’uso di
suolette ortopediche o di calzature morbide.
5a) Ergonomia fisica
Miti comuni
“L’utilizzo di congegni per il
sollevamento meccanico elimina tutti i
rischi del sollevamento manuale”
Il paziente deve comunque essere sollevato
per venire inserito nell’imbracatura. Inoltre, la
forza umana è necessaria per spostare,
stabilizzare e posizionare il paziente.
Miti comuni
“Se lo acquisti, lo staff lo userà”
Ecco le ragioni per cui lo staff non usa
l’equipaggiamento: poco tempo,
difficoltà nell’utilizzo, spazi ristretti,
preferenze del paziente.
Miti comuni
“Differenti congegni per il
sollevamento hanno la stessa
efficacia”
Alcuni congegni sono stressanti tanto
quanto il sollevamento manuale.
L’attrezzatura deve essere valutata sia dal
punto di vista ergonomico sia per
l’approvazione da parte dell’utente.
5b) Ergonomia fisica
Raccomandazioni:
Non ci sono prove sufficientemente coerenti sul fatto
che interventi ergonomici di tipo tecnico, da soli,
riescano a diminuire la prevalenza o la gravità del mal
di schiena (livello C).
C’è qualche prova sul fatto che un programma di
questo tipo sia efficace in presenza di interventi di tipo
organizzativo con il coinvolgimento dei lavoratori
(livello B).
6a) Ergonomia
organizzativa
1.
Protocollo di valutazione degli interventi
2.
Criteri per la valutazione del paziente
3.
Algoritmi
4.
Infermieri esperti dell’affrontare il problema
5.
Analisi dopo l’intervento
6b) Ergonomia organizzativa
Raccomandazioni:
Non ci sono prove sufficientemente coerenti sul fatto
che interventi ergonomici di tipo organizzativo riescano
a prevenire il mal di schiena (livello C), sebbene tali
interventi potrebbero, in linea di principio, aumentare
l’efficacia di interventi ergonomici di tipo tecnico.
7) Interventi
multidimensionali
Evidenze:
Interventi multi-disciplinari e multi-modali (alcuni dei quali
includevano una componente di ergonomia fisica) possono
avere un effetto positivo per alcuni (non tutti) aspetti del
mal di schiena. Non vi è effetto positivo con programmi
non intensivi (meno di 100 ore).
Raccomandazioni:
Anche se un intervento multi-dimensionale può essere
raccomandato per ridurre alcuni aspetti della LBP, non è
possibile raccomandare né le modalità di trattamento né il
peso reciproco delle stesse (livello A). L’entità dell’effetto
può essere modesto.
8) Cambio/modifica del
posto di lavoro al ritorno
dopo la malattia
Raccomandazioni:
Per facilitare il ritorno al lavoro in tempi più brevi di
coloro che si assentano per mal di schiena, si può
raccomandare una temporanea modifica delle mansioni
lavorative (ciò potrebbe includere adattamenti
ergonomici del posto di lavoro) (livello B).
Le condizioni di lavoro dovrebbero essere confortevoli
quando si è in salute, e migliorate quando si è malati.
Conclusioni
Interventi
Esercizio/attività fisica
Pro
A
A
A
A
Informazioni/istruzioni
Fasce/supporti lombari
Plantari/scarpe ortopediche
Ergonomia fisica
Ergonomia organizzativa
Interv. multi-dimensionali
Modifica del posto di lavoro
Contro
C
C
A
B
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PPT - Formazione e Sicurezza