AH UE cacia, nonostante le restrizioni di un tribunale militare sempre pronto a togliere la parola ad un teste o addirittura ad esp'ellerlo quando questi cominciava a sfiorare problemi troppo scottanti per il governo o · l'esercito), tuttavia si trattava anche di salvare dal carcere decine di imputati che rischiavano gravi pene, per delitti che la coscienza morale non può riconoscere com~ t~l~, ma la cui natura doveva essere contestata, su di un piano strettamente gmnd1co, per poter costringere il tribunale a · non comminare pene· che complessivamente avrebbero potuto superare le centinaia di anni! Dopo questa prima fase ebbe inizio quella dell'interrogatorio degli imputati musulmani, importante perché costoro, dopo aver ricusato di essere giudicati da un tribunale francese, da essi ritenuto incompetente, (questo accade sempre nei processi contro membri del FLN), giustificarono questo loro atteggiamento con dichiarazini di principio che vale la pena' di riportare in breve. HA EU L'atteggiamento degli imputati .di fronte ai giudici HA EU AH U E del loro tempo, e alla nuova domarrda della difesa che rileva come il Codice di Procedura penale conceda dieci giorni lJer questo genere di prove e chiede il perché di tanta fretta, i due esperti rispondono testualmente: <<Era un affare di grande urgenza, il giudice istruttore ce l'aveva detto ». La conclusione fu che i difensori fecero apparire colui che essi ritenevano essere il vero autore della lettera (che avrebbe portato ad una grave imputazione per Jeanine Caben), e suffragarono la propria affermazione non solo con l'ammissione esplicita di Edouard Pfrimmer di aver steso di proprio pugno quel testo, ma anche con la spontanea offerta fatta al Tribunale di far controllare la veridicità del testimone. L'avv. Dumas - già << sospeso » una volta,. all'inizio del dibattito, << per aver cercato d'intralciare il corso della giustizia t - a questo punto concluse: « Questo mi è già costato una sanzione, ma dopo quello che voi avete appena sentito, io -ripeto che questo affùe è stato istruito in condizioni tali da 11on permettervi di giudicarlo» . Ci fu una sospensione deib udienza; poi il Tribunale fece sapere che quella lettera (già giudicata impor· tantissima!) in fondo non aveva grande importanza, e che perciò esso ab~an donava l'accusa su questo punto! Di fatti come questo ne sono accaduti a dfecine, durante il proc·~ sso, senza considerare il sistematic9 respingere da parte del Tribunale tutte le eccezioni procedurali sollevate dalla difesa, senza addurre spesso la benché minima giustificazione. · Ma il comportamento del Tribunale non deve meravigliare : in effetti tutti sapevano che nel caso specifico non si trattava di un processo, ma "i una scelta fra due tesi politiche, scelta che il tribunale aveva già compiuta ancor prima che s'iniziasse la fase istruttoria. Le condanne erano in gran parte scontate, fin dall'inizio, e il dibattito non fu altro che una lotta fra il collegio di difesa e gli imputati, da una parte, che cercavano di << far sapere » alla Francia, e H pubblico ministero e i giudici militari, dall'altra, cut era assegnato il compito esattamente contrario. Del resto il breve esame che ora faremo delle fasi più importanti di questa triste esperienza giuridica della Francia «stile de Gaulle», crediamo confermerà la fondatezza della nostra opinione. Tralasci.a mo per ragioni di spazio la complessa battaglia procedurale eh~ ha movimentato la prima parte del processo, e che ha portato a gravissimi incidenti (come la ricordata sospensione di due avvocati), soprattutto quando la difesa poneva in luce con meticolosa insistenza, apparsa a taluni anche eccessiva, le manchevolezze, le imprecisioni e gli errori procedurali in cui incorreva la pubblica accusa. Riteniamo però che essa non sia stata inutile, ed anzi sia servita a sottolineare la mancanza di lealtà e di buona volontà con cui il tribunale si accingeva a compiere il proprio dovere. Oltre ·a tutto si trattava del << punto di forza» giuridico più importante per il collegio di difesa, abituato ad impostare in questo modo, ormai da lungo tempo, la propria azione, quando si tratti di difendere me:t;11bri del FLN, visto che Ja loro ·condanna è sempre certa ancor prima che inizi il dibattito, soprattutto perché quelli che possono essere efficaci motivi di giustificazione sul piano morale, non lo sono quasi mai su quello giuridico, che è l'unico su cui si esplica l'azione processuale. La battaglia procedurale è dovunque quasi sempre l'unica arma .e fficace di cui possa valersi la difesa in questi casi, per salvare il salvabile. Ed anche nel n ostro gli avv. Dumas e Vergès, segnatamente (veterani ormai 9-i questo genere di processi), hanno adottato quella linea, che anche a noi sembra la più proficua. Certo, al grosso pubblico che seguiva appassionatamente la vicenda, essa poteva risultare talora incomprensibile ed inspiegabile; da ciò il motivo di non infrequenti malumori e impazienze. Ma non bisogna dimenticare che se un tale processo offriva la possibilità di chiarire molti aspetti importanti della crisi politica che sta attraversando la Francia (e, alla fine, lo si è fatto con molta effi22 (442) QUESTITALIA Haddad Amada, capo fe9.erale del FLN nella metrÒpoli, ~n. un francese studiatamente perfetto (e il significato di questo fatt_o non sfu~g1ra ad. alcuno, che rifletta sul .contenuto della sua dichiarazione): << Signor Presidente, 10 non po~so fare a meno di dirvi che per noi Algerini, che ne abbiamo s~fferto e ~e soffna~ mo tuttora, il processo al colonialisJ?o è or~ai fatto. n. FLN e .un mo~1mefolto ~I liberazione, una grande concentraziOne nazwna~e .. No1. non s1am.o ne de.1 razzisti nè degli sciovinisti e ancor meno dei fanatici. N_ot non nutnan.10 ·odiO per n. popolo francese, ed io saluto fraternamente quel.h · che sono qm, al no~tro fianco. Noi non dimenticheremo mai quello che ess1 banno fatto. Quando, l ~1geria sarà indipendente è il loro ricordo che noi conserveremo e n~n. l od1o dei nostri oppressori. n loro coraggio di oggi sarà il pegno di una amictza eh~ questi pionieri avranno preparato ». . . . . Le dichiarazioni degli altri imputati musulmam e s.op~attutt~ d1 Allouah Daksi (che impressiona fortemente il Tr~bunal,e qua.ndo d1ch1ara d1 non. essere un aisertore dal momento che egli entro nell esercito francese per o:dme del FLN, per apprendervi bene l'uso delle anni) sono nella sostanza uguali a quelle di Haddad Amada. · d· · · Per gli imputati metropolitani la cosa è diversa. ~lcum 1 ess1 SI pr?.clamano del tutto estranei al « réseau Jeanson :>, ma nafferm~no la. prol?n~ completa solidarietà· morale con quelli ~he vi .appa.rt~ngono. Dt quesh ulhm~, alcuni contestano qualche aspetto matenale de1 deht.h che. veng.ono loro attn~ buiti altri invece fieramente dichiarano di esserne gh autorL e d1 non provarnc alcu~ pentimento, ma anzi di esserne orgogliosi. . . . A questo punto si inserisce la famosa dep?s1z10ne. d1 Jean~Claude. Paupe.rt, soldato di seconda classe (l'unico fra i sette 1~putat~ .ascoltat~ quel gwrn? ad essere stato in Algeria). La sua storia è semplice: militante di estrema SInistra in Francia, fu richiamato in Algeria e,, pefolsando. eh~. fos~e suo d_overe aiutare i francesi che là si trovavano, vi ando. V1de de1 ~mhtan, c~me 1l ~uo colonnello, a cui rende volentieri omaggio per .la su.a. le~lta ed ~nes~~· m_a vtde anche gli Algerini musu]mani torturati, frustat~, um1hah da. altn m~htan ~ran- . cesi: « Quesii nomini portavano la vostra umfo_~me, l~ m1~, e. no1 n.e Siamo responsabili». Dopo quello a cui assistette laggm, decise d1 a.mtare Il .FLN · «Io mi dicevo, prima di andarvi, che non avevo nulla da d,1fendere m AI_geria. Avevo torto. Io so ora quello che c'era da difendere. E quello .che IDI porta qui». Quanto alle ac~u.se, c'è ~el v:ro e del falso, ma quello che Importa è. di - aver aiutato gli Algenm ed egh ne e fi ero. QUESTITALIA (443) 23 ---~- - e te, non ( v · comprendcome « guer:a » algerina « o~ che non lo può occupo, lasctare '?sare un termme . 'l residente in licenza si arnver~bb~··· >~ -dcosi ~ ) Teitgen subito rispondendogli gli ricor ava au ' AH U E I testimoni a carico erano quattro, e furono ben presto uditi (due di essi: gli esperti grafologi di cui abbiamo sopr-a ricordatò il caso, furono inutilil. Le testimonianze per la difesa furono molte, e tutte misero in risalto la nobile personalità morale degli imputati, pur dichiarando, talora, di non condividerne le idee o di non approvarne pienamente l'op erato. Fu un duro colpo per tutti coloro che dentro o fuori dell'aula del tribunale concentravano i propri sforzi quasi unicamente nel senso di coprire di fango gli accusati (<<traditori», <<assassini », «sicari pr-ezzolati », erano le parole che più frequentemente ricorrevano). ' HA EU Ma un colpo ancora più duro fu quello arrecato dalla deposizione sconvolgente di Paul Teitgen, vecchio segretario generale alla prefettura di Algeri, congiunto del noto parlamentare del M.R.P., che non poteva essere certamente messo fuori causa con la consueta calunnia di essere un comunista traditore o un nemico della Francia. Le sue parole - e la reazione che suscitarono presso il tribunale diedero modo di constatare quale abisso era giunta a toccare la cosidetta « giustizia militare francese ». Schiacciati dalla franca lealtà di quest'uomo coraggioso che aveva dimustrato concretamente di saper servire il proprio paese nella giustizia e nell'onore, e rifiutarsi di credere che un'azione vergognosa----per sè stessa potesse essere considerata patriottica se compiuta per la << grandeur » nazionale, i componenti del tribunale militare non seppero far di meglio che cercare di tapparglt la bocca quando le verità che egli veniva esponendo avrebbero potuto risultare pregiudizievoli al prestigio dei propri padroni, o attaccarsi a disquisizioni filologico-giuridiche prive di ogni fondamento quando egli pronunciava parole --.- --------- mi è possibile, al posto eh~ essere legalmente. Di licenza del tribunale, quando, come tale termine veniva correo- temente usato da~ Capo dello s:tto~. f tt ra di Alaeri fu citato come testimone Il Segretario Generale de a re~ u r 'ncolpato a causa di alcuni scritti dall'avv. N eveux, difensore di. Georges erge ' I su episodi della guerra algerina. · della Prefettura di Algeri La sconvolgente testimonianza di Teitgen, Segretarw .1 S · Georges Berger n è alcun altro Teitgen esordi: « Io non conlosco ti c~1ge. so no stati trov~ti presso di lui . 't . to affare Io so so amen e . d' t' Imputa o m ques .. , . , zr Anch'io ho ricevuto alcum I ques l degli esemplari del bolle~ti.no Ve~zte .r:oz . ebbe potuto essere sufficiente a farmi esemplari, fremetti al pensier? c e CIO a~r dello Stato. Non condivido, del incolpare di attentato alla si.cure~za. es ern~sso resentirn·e le ragioni. Io ho resto, le conclusioni di quesh scritt~.- ma ~ ~ al 12 settembre 1957, le fun1 svolto, in effetti, ~d Algeri, dal me_se f t:gos ~i Al aeri più particolarmente per zioni ~i. segretano ge?·e r.ale alla. prr~i:Oe%~ della ~egione di Algeri. Posso attela polizia generale del cmque dipa t . d la situazione non poteva non stare sul mio onore che dur~nte q~es o. J?er~~o~aevo quèste funzioni me li sono porre dei problemi. E nella misu~a m c~~:~ lasctato queste funzioni... (a questo posti, dal momento che ho spon a~eam d usa il termi~e « guerra d'Algeria» questo punto T.eit~en riprend~ il ·~Isc~~so I~ credo dunque che gli sviluppi della per cui viene ncluarr:ato dal r·e~I en e .'" tato personalmente, hanno condotto «situazione» d'Alg~ria, per aver o spe~~~::no ancora altre a porsi dei pr?ble~ un certo numero di. persone e ne c~n. generale della prefettura di Algen, di 1 mi. Mi è capit~to, m .q~~nto segre :: ~ uesta prefettura, essendone a con?ospitare nel miO domicilio. ~_>ersona .' tq t infermieri musulmani. Perche? scenza le autorità ed. il .m~m~r~ ;f~d~ :' es~!eva il loro aiuto alla Casbah, sia Perché erano persegtuta1I Sia a .. ' , o n mese e mezzo. C'è in questo · I r1 ho tenuti m casa per u . d elementi europei. o d 1 _ I non ho agito senza pormi dei pro qualcosa di paradossale e di se:.~ 1 0 0 os~;so~ale ci tenao a sottolinearlo, ma anblemi gravi e non sol~mepte a . P 't Nelle fo~me di combattjmento atche a titolo delle funzw.m c.he IO . eserci avot~to in un vicolo cieco. Poiché è un tuale si è giunti a errori tali che han~~ por e ed io voglio dar loro un nome errore grave non chiamare le cos~ co oro e~~r:r~ che eccessi di polizia, che bivero. Dal momento c~e gli eccessi non sar Ùesto esercito un compito che non è sogno si ha dell'esercito? Far svolger~ a re E la gioventù chiamata sotto il suo significa privar lo. della sua ragilo!l de e;iseco~a la si manda a fare laggiù... le armi in questo esercito yotre~be c ue rd. 'd tutte le opinioni degli impu. . t' d . coscienza lo non con IVI o . Al . Nel m Imo conto e m di. quello che IO . so e d'I quello che ho appreso m gena, tati, miO ma tenuto AH UE HA EU I giorni seguenti alla deposizione di Paupert furono animati da gravissimi incidenti, come quello scoppiato fra i giudici militari e il collegio di difesa che, in seguito al rifiuto del tribunale militare di ricusare due giudici che erano stati visti stringere pubblicamente la mano di J acques Sidos (elemento già appartenente ad un'organizz-azione sovversiva di estrema destra, razzista e fascista, « Jeune Nation »), abbandonò il proprio ufficio dichiarando di non aver più fiducia in quel tribunale. I commenti della stampa francese su questo incidente, da Combat a L'Aurore, da Le Figaro a L'Humanité a Le Monde, furono tutti concordi, per diversi, spesso opposti motivi nel giudicare che assai meglio sarebbe stato se il tribunale avesse accolto la richiesta della difesa, che non appariva del tutt0 infondata, vista l'esistenza di un articolo del codice di procedura penale ch0 impone al giudice di non manifestare la propria opinione. L'incidente ebbe buon fine dopo che il Presidente ebbe rinominato d'ufficio - su proposta del decano dell'ordine degli avvocati - il collegio di difesa e due giudici (i nomt dei recusandi non erano stati fatti dalla difesa) chiesero istantaneamente di essere esentati dal proprio compito, adducendo motivi insignificanti. l Tutto ciò può dare un 'idea del clima in cui si svolse il processo J eapson. Commentanto la cosa, Jean-Marc Théolleyre, che seguiva la vicenda per conto del quotidiano Le Monde, non potè fare a meno di osservAre sulle colonne del giornale: « N o n è più un dibattito, è una battaglia. E' chiaro che ne scaturirà un giudizio di uomini e donne che, qualunque cosa abbiano commesso, per quel che se ne pensi, avevano diritto a qualcosa di diverso ». Un'altra fase estr-e mamente interessante del processo fu costituita dalla deposizione dei testimoni e daiie aspre battagl~e verbali che si svilupparono circa l'attendibilità di alcuni di essi, la necessità o meno di udirne degli altri, la possibilità che essi manifestassero liberamente il proprio pensiero anche . su problemi delicati o scottanti, senza che fosse loro tolta la parola dal Presidente del tribunale, il quale, -a dir il vero, non si distingueva molto, quanto a parzia·lità e ad astio incontrollato verso il collegio di difesa, dal rappresentante dell'accusa. - 195 0 1 t d• io li scuso». . . . iorni precedenti questa dichi-arazion.e n commissariO del governo D:e 1 g . . . d gl' imputati e i loro rifen. Al t t t d.1 svalutare le deposiZIOlll e I . . aveva spesso en a o olizia e l'esercito commettono m menti alla tortura ed agh ecc~SSI che la P f mai stati in Algeria, e alla 0 geria, chiedendo loro - retonca~enie - se ~~!~: che quindi · laggiù tutto anloro risposta negativa cred~va di po er ~onc OJlle nel caso di Paupert - , si dava nel miglio·r e dei modi; quan~o, poi -t te eramente ne controbatteva le . f t che in Algeria c era s a o v ' li p trovava d1 ron e uno d ll'imputato ( « traditore de a arivelazioni affermando che la figura m~ra 1e e ole L'avv Vergès non trovò tria ») gli impediva di pre~tar fede \ e sued~a~o~missari.o del governo, che modo migliore, per opporsi alla traco anza 1 _24 {444) QUESTITALIA QUESTITALIA (445) 25 IL .« MANIFESTO DEl 121 » Gli uonaini liberi eon. il popolo al9erinfJ HA EU AH UE Un movimento molto importa11te si è sviluppato in Fr ancia ed è necessario che l'ooi~ione pubb lica fcancese e internazionale ne sia meglio informata al momento in cui la nuova svolta d ella · guerra d'Algeria deve portarci a guarda re attentamente, e non già a dimenticare, la profonda crisi che si è aperta da sei anni a questa parte . Di giorno in giorno è maggiore il numero dei francesi che sono perseguitati, imprigionati, condannati per essers i rifiutati di partecipare a ,questa guerra o p.er eSS!"re venuti in aiuto ai co mbattent i algerini. Calunniati dai loro avversari ma anche adulati da quelli stessi che avrebbero il d ove re di difenderli, le loro ragioni restano generalmente incomprese. E' pertanto insufficiente dire che questa resiste nza a l pubblico potere è rispettabile. E' una protesta di uomini co lp iti nel loro onore e nella giusta idea che essi si fanno della verità , e per questo ha un significato che sorpassa le circostanze nell e quali è venuta affermandosi e che è importante riconfermare , quale che sia la piega che prendono gli avven i ment~. AH U E chiedere a Teitgen se di fronte alle asserzioni di Paupert riguardanti la tortura <:gli avrebbe potuto confermare o meno. « Questi eccessi e queste torture sono state le ragioni p er cui io ho lasciato le mie funzioni », così Teitgen; ed ancora, in risposta ad un'altra domanda dell'avv. Vergès -intorno alla fondatezza o meno delle voci secondo cui musulmani arrestati per essere interrogati non furono mai più ritrovati: «Sfortunatamente per il mio paese ed il suo onore, mi spiace dover confessare che delle sparizioni sono giunte a mia conoscenza, e p er por re fine a dei ricordi che per me sono intimamente penosi, io auspico ch e lo , stesso ri gore colpisca egualmente quelli che sono qui e che hanno potuto perdere il filo della ragione e coloro che infangano l'onore del mio paese e del suo esercito ». Alla richiesta fattagli se giudicasse utile l'atteggiamento dei poteri pubblici, ostinati nel voler soffocare certi scandali, si oppose con estrema energia il Presidente, dal che scaturì un ennesimo violento incidente. Quando i clamori si furono un po' placati, si udì la voce di Teitgen continuare: « Quando io ero d-e portato in Germania c'era sul frontone del campo questa frase: « Recht oder Unrecht, me in Vaterland » (giusto o ingius to, la mia patria). Io 'comprendo che un certo n pmero di persone come quelli che sono là, abbiano pottito commettere degli ~r rori. Ma ricordando ciò che vi ho detto testé, io chiedo una volta ancora alla giustizia del mio paese di non lasciare loro la scelta fra una patria ingiusta ed una patria -giusta. Io spero che i vostri giudizi non facciano dire che la mia pa- tria è ingiusta ». Dopo Teitgen altri testimoniarono di aver personalmente assistito ad orribili torture inflitte agli · algerini musulmani, ma il Presidente riusci a non far rendere nessuna testimonianza completa ed esauriente su questo scottante problema. Altri gravi incidenti nacquero quando, essendosi il Presidente associato al rifiuto del commissario del governo di udire la deposizione dei firmatari del c manifesto dei 121 », gli avvocati . del collegio della difesa presentarono domanda di ricusare il Presidente. Naturalmente fu respinta. Si può immaginare · in qual_e . atmosfera si sia svolta la restante parte del processo. Il « manifesto dei 121 » si inseriva così nel processo con tutto il peso di conseguenze e di colpi di scena cui avrebbe portato. Eventi attorno al processo: il "manifesto dei 121, e la lettera di Sartre HA EU Il processo ormai aveva ampliato, decisamente, il proprio orizzonte: nell'aula di quel tribunale si trovavano idealmente presenti da una parte gli intellettuali più qualificati di Francia, che svolgevano una serrata critica allv operato della · cricca politico-militare che dal 13 maggio governava, senza controlli di sorta, il paese; dall'altra la casta militare e la dittatura nata sotto H patrocinio dei << paras » di Massu, che tentavano in tutti i modi di salV'are i! ~roprio potere, a qualunque costo. Uno dei metodi più usati consisteva (e consiste tuttora) nel sequestr,) metodwo di tutti gli organi di stampa della opposizione di sinistra, siano essi di ispirazione socialista, radicale o dichiaràtamente cattolici: dall'Expres.ç a France-Observateur, a Esprit a Témoignage Chrétien, ad altri, meno noti. L'offensiva si scatenò così massiccia, dentro e fuori dell'aula d el tribunale, con rinnovata violenza, contro tutti gli oppositori del regime. Furono presi aspri· provvedimenti contro i firm atari del << manifesto ». Quelli fra di loro che appartenevano all'amministrazione dello Stato furono temporaneamente sospési dalle loro funzioni e privati dello stip endio (un ottimo sistema per dissuadere, attraverso un ricatto vergognoso, molti altri professori ed insegnanti, che 26 (446) QUESTITALIA- Per gli algerini, la lotta che prosegue sia su un piano militare sia su un piano diplomatico non compo' ta eq u ivoc i di sorta. È una guerra di indipendenza nazionale. Ma quale ne è la natura per i francesi? Non si tratta di una guerra straniera nè d ~al t ra parte è stato mai minacciato il territorio metropolitano francese. C'è di più: essa è condotta contro d egl i uomjni che lo Stato ostenta di co nsiderare frances i, mentre q uesti lotta no proprio per non esserlo più. • Non basta dire che si t ratta di una guerra di conquista. di una gu e rra impe r ial~sta, stimolata, per sovrap più, dall 'odio di razza. Questo accade in tutte le guerre e l'equivoco pe rsiste. . In effett i, in seguito ad una decisione che costituisce un vero e proprio abuso. lo Stato ha prima di tutto mobilitato inte re classi di cittadini con il saio scopo di realizzare un compito che esso stesso ha definito come d i polizia, contro una popolazione op p ressa, che si è ribellata unicamente per un eleme'ntare senso della dig n ità dal momento che essa pretende di essere finalmente riconosciuta come una comunità indipendente . Nè guerra di conquista, nè guerra d i d ifesa nazionale, nè guerra c iv ile , la ., guerra d 'A lge r ia è diventata poco a poco una ve ra e propr ia operazione dell 'eserci to e di una casta che rifiutano di cedere di fronte a u na sollevazion e di cui lo stesso potere ci vile, rendendosi conto del crollo ge nerale deg li impe ri colo n iali, se m bra pronto a ri conoscere il significato. Oggi è soprattutto la volontà dell'Esercito che mantiene in atto questa guerra assurda e criminale , e questo Esercito, attraverso il ruolo politico che molti dei suo i più a lti rappresentanti gli fanno g ioca re, agisce perfino apertamente e violentemente al di fuori della leg ali t à. t r..adendo i fini che il paese gli ha affidato. comp r omette e rischia di pervertire la stessa Nazione, forzando i cittadini a rende rsi complic i di una azione faziosa e avvilente. Bisogna forse ricordare, a qùindici an n i di distanza dall a distruzione del regime hitleriano, che il militarismo francese , in segui t o alle esigenze d i una tale guerra, è giunto a restaurare la tortura e a farne nuovamente una istituzione in Europa? E' in q ueste co nd iz ioni che molti fra ncesi hanno ri messo in dubbio il senso dei valori e d eg li obbli ghi trad iz ionali . Vi so no c ircost anze in cui il civismo non è più tale ma · d iventa una ve r gognosa sottom issio ne? Non v i sono de i cas i in cu i il rifiuto di obbedienza è un sacro dovere e il « tradime nto >> è coragg ioso rispetto d el la libertà? E quando a causa d el la volontà di quel li che l'uti lt'zzano come uno strurnento d i d o- _ min io razzista e i de~ l ogi c o l'Esercito si afferma in aperta o in latente rivolta contro le ist ituzioni democratiche, la rivolta co ntro q uest o non prende fo rse u n nuovo significato? Il caso di coscienza. si è posto fino dagli inizi della guerra. E' normale che al suo prolungarsi questo caso di coscienza si sia risolto concretamente in atti se mpre più n u merosi di insubordinazione, di diserz ione oltre che di protezione e di aiuto ai combattenti algeri ni. Movimenti liberi si sono sviluppati in margine a tutti i partiti ufficia li e senza il loro aiuto e , alla fine, malgrado le loro sconfessioni, ancora una volta è nata una << resistenza >> al di fuori dei qu adri e delle parole d 'ordine prestabilite, attraverso una presa di coscienza spontanea, cercando ed inventando delle forme di azi one e dei mezzi di _lotta in rapporto alla nuova situazione di cui i g ru pp i po litici e i giornali di opinion e hanno preferito non riconoscere il se nso e le necessità reali, sia per inerzia sia per timidezza dottrina ria . l firmata r i, consi de ra ndo che ciascuno deve pro nu nziars i su degli atti che è orm ai impossibile consi d erare come avvent u r e individual i, co nsid erando che essi stessi, a l lo ro posto . e seco ndo le loro possib ilità. hanno il dovere di interveni re . non già per dar cons igli a degli uomini che si sono trovati a do ver decidere personalmente di fronte a problemi tanto gravi, ma per domandare a quelli che li guidano di non lasciarsi prendere ne ll'equivoco de lle · parole e - dei valori, dichiarano: Noi rispettiamo e giudichiamo giustificato il rifiuto di prendere le armi contro il popolo algerino. Noi rispettiamo e giudichiamo giustificata la condotta di quei francesi che giudicano loro dove re portare aiuto e protezione agli algerini oppressi in nome de l popolo francese. La causa del popolo algerino che contribuisce in modo decisivo alla fine del sistema colon iale è la causa di tutti gli uomini liberi. QUESTITALIA (447) 27 LA LETTERA DI J. P. SARTRE AL PROCESSO JEANSON Essi rappresentano l'avvenire dello llt•ancio HA EU 28 (448) QUESTITALIA << Trovandomi nell'impossibilità di venire all'udienza del tribunale militare, e ciò mi dispiace profondamente, desidero spiegarmi in modo un po' dettagliato a proposito del mio telegramma. E' infatti poco affermare la mia « solidarietà totale » con gli accusati: rimane da dire perchè. Non credo di aver mai incontrato Elena Cuenat, ma conosco abbastanza bene, per mezzo di Francis jeanso·n, le condizioni nelle quali lavorava la «rete di sostegno » di cui si fa oggi il processo. Jeanson, io lo ricordo, fece parte a lungo dei miei co llaboratori, e se non fummo sempre d'acco rdo, il che è normale, il problema algerino, in ogni caso, ci riunì. Ho seg~ito giorno per giorno i suoi sfo r zi, che furono quelli della sinistra francese per trovare una 'spluzione a questo problema con mezzi legali. Ed è soltanto di fronte allo scacco de i suoi sforzi, di fronte all'evidente impotenza: di questa sinistra, che egli si è risolto ad entrare nell'azione clandestina per portare un a iuto concreto al popolo algerino in lotta per la sua indipendenza. Ma conviene qui dissipare un equivoco: la solidarietà praticata con i· combattenti algerini non gli era stata dettata soltanto da nobili principi o dalla volontà generale di combattere l'oppressione ovunque essa SI manifesti; essa procedeva da una analisi politica della situazione esistente nella stessa Francia. L'indipendenza dell'Algeria è infatti acquisita. Si realizzerà fra un anno o fra cinque, per accordo con la Francia o contro di essa, dopo un referendum o per internazionalizzazione del conflitto, io non lo so, ma essa è già un fatto e lo stesso genera le de Gaulle, portato al potere dai campioni dell'Algeria francese, si,_ vede oggi costretto a riconoscere: «Algerini, l'Algeria è vostra » . Ciò che non è certo, è l'avvenire · della democrazia in Francia. Perché la guerra d'Alger ia ha imputridito questo paese. Il soffocamento progressivo della libertà, la scomparsa della vita politica, la generalizzazione della tortura, l'insurnizione permanente del potere militare contro il potere civile, segnano una evoluzione che si può senza esagerazione defìnire fascista. Davanti a questa evoluzione la sinistra è impotente e lo resterà se non accetta di unire i suoi sforzi alla sola forza che lotta oggi realmente contro il nemico comune della libertà algerina e della libertà francese. Questa forza è il F.L.N. E' a questa conclusione che era giunto Francis jeanson, ed è quella alla quale io pure sono giunto. Credo d i poter dire che sono oggi sempre più numerosi i Francesi, i giovani soprattutto, che hanno deciso di tradurla in azioni. Si ha una migliore visione delle cose quando si prende .contatto, come faccio io ora in America Latina, con Ì'opinione pubblica straniera. Coloro che la stampa di destra accusa di «tradimento>> e che una Eerta sinistra esita a difendere come bisognerebbe, sono ben considerati all'estero come la speranza de) la Francia d i domani e il suo onore di oggi. Non passa giorno senza che mi si interroghi su di loro, su quel che fanno e che sentono. l giornali sono pronti a prestar loro le proprie colonne . l rappresentanti dei movimenti di « retractaire; » , «giovane resi stenza», sono invitati a congressi. La dichiarazione sul diritto all'insubordinazione nella guerra d'Algeria, alla quale ho dato . la mia fìrma, ccsì come ce ntove nti altri universitari, scr ittori, artisti e · g iornat:sti, è stata salutata come un risveglio de ll'intelligenza francese. Insomma, è importante a mio avviso cogliere bene due punti che mi scuserete di formulare simultaneamente, ma è diffìcile in una deposizione simile andare a fondo delle cose. Da una parte, i Francesi che aiutano il F.L.N. hon sono soltanto spinti da generosi sentimenti ne i riguard i di un popolo oppresso e non si mettono al servizio di u na causa straniera, ma lavorano per se stessi , per la propr ia libertà e per il propr io avve ni re. Essi lavorano per l' inst aurazione d i una vera democraz ia in Francia. D'altra parte essi non sono iso lati, ma benefìciano di a iuti sempre più numerosi, di una simpatia attiva o passiva che non cessa di crescere. Essi sono stati l'avanguardia di un movimento che avrà forse risvegliato la sinistra, insabbiata in una miserab ile prudenza; che avrà meglio pre parato quell' inevitabile prova di forza con l'eserc ito che è stata procrastinata da l maggio 1958. « Mi è evide ntemente diffìcile immaginare alla distanza in cu i m i trovo, le domande che avrebbe potuto pormi il tribunale militare. T uttavia suppongo che una di esse avrebbe avuto per oggetto l'intervista che ho accordato a Francis Jeanson per il suo bollettino Vérité pour, e vi risponderò senza sotterfugi. Non ricordo più la data esatta e i t ermini p recis i di quell' incon tro . Ma li r itroverete facilmente se quel t esto fìgura nel d ossier. Quel che so, in cambio, .è c he jeanso n ve .1 ne a trovarmi in q Jali t à di ani.natore della «rete d sosteg no » e d i q uel bollettino cl andestino che ne era l'o ~gano, e cr.e io l'ho r i:evuto con piena conoscenza di causa . Lo rividi poi a ·due o tre riprese. Egli non mi nascose quel che faceva e io l'approvai pienamente. Non cred o che in q uest 'o pera ci siano compiti no bili e compiti volgari, attività riservate agli intellettuali e altre indegne di loro. l professor i d e ll a Sorbona, durante la Resistenza, non esitava no a tras me ttere plid1i e a stab ilire col legamenti. Se jeanson mi avesse chiesto di portare delle valigie o di al loggiare militant i algerin i, purc~.è avessi potuto farlo senza r ischio per loro, l'avrei fatto senza esitare. Bisogna, io credo, che queste cose siano <;lette: perché si avvicina il momento in cui ~gnuno dovrà assumere le proprie responsabilità. Ora, proprio quelli che sono più im pegnati nell'azione politica, -es itano a ncora a superare ce rt i limiti, per non so che rispetto della leg alità forma le . Sono i g iovani invece , che come in Corea, in Turch ia, in Giappone, cominciano a far scoppiare le mistifìcaz ioni d i cui noi siamo vitt ime. Di q ui l' importanza eccezionale di questo processo . Per la prima volta, a dispetto di tutti gli ostacoli . di tutti i pregiudizi, di tutte le prudenze, Algerini e Francesi, fraternamente uniti da una lotta comune, si ritrovano insieme al banco degli accusati. Ci si sforza i'n vano di separarli. Si tenta invano di presentare questi Francesi come dei fuorviati, dei disperati o dei romantici.. Noi cominciamo ad averne abbastanza de lle false indulgenze e delle « giustifìcazioni ps icolog iche». Bisogna d ire mo lto chiarame nte che q uest i uom in i e queste d onne non sono soli, che centinaia d'al t r i hanno già preso la consegna, che migliaia d'altri sono pronti a farlo. Un destino contrario li ha provvisoriamente separati da noi, ma oso dire che essi sono a questo banco come nostri delegati. Essi rappresen!ano l'avvenire della Francia, e il potere effìmero che si appresta a g iudicarli non rappresenta già più nulla. AH UE HA EU AH U E non avessero capitali propri_ con cui vivere dall'astenersi dal manifestare pub blicamen te il proprio pensiero); così si colpivano più duramente i responsa· bili, danneggiando le loro famiglie. · Gli altri, oltre alla generica imputazione di attentato alla sicurezza dello Stato (così si chiama oggi in Francia, come durante il ventennio fascista in Italia, la libera manifestazione del proprio pensiero), subirono boicottaggi e soprusi di tutti i generi. Ma, nonostante queste rappresaglie, i firmatari aumentavano, ogni giorno, di numero, tanto che in breve tempo il <<manifesto d ei 121 » divenne quello « dei 200 » e poi ancor di più. Per i firmatari la pena ·prevista veniva, attraverso un'ordinanza del Consiglio dei ministri, aumentata no· , tevolmente: ora si rischiavano da uno a tre anni di carcere e un'ammenda da 200 a 100.000 NF. La drammatica situazion e di molti di essi, che svolgevano la missione di educatori o di professori di discipline umanistiche fu appassionatamente messa in luce dall'imputata Micheline Pouteau al processo del « réseau J eanson », durante la sua deposizione: « Io sono insegnante, professoressa d'ingl èse al liceo di Neuilly, e in quanto professore · d evo insegnare non solamente .una tecnica, ma un'etica morale a dei giovani francesi e inculcare loro certi p r in. cipi. Fra questi principi che s~no un a gloria della Francia c'è quello del rispetto per l'uomo, del diritto dei popoli a disporre di se stessi ed anche, io credo, un certo ~inamismo rivoluzionario che è proprio del nostro paese ... 10 credo che il volto della Francia non si mostri oggi al popolo algerino nella vera luce ... ». E la teS'timone per la difesa, signorina Delmas, offrendo la sua . deposizione in tribunale, a favore della professoressa di cui abbiamo sopra riportato le parole: « Gli « avvenjmenti » d'Algeria l'hanno sconvolta, come del resto è accaduto a molti insegnanti. Era per noi tutti qualcosa di molto importante. Noi insegn_a mo che dopo Luigi XVI la tortura è stata abolita, sapendo quello che sappiamo. Ora ciò non è più po~sibile ... » ; a questo punto il Presidente del Tribunale la interrompe affermando che parlare di torture è cosa estranea al processo, e la tèste replica disperata: « Ma infine, noi non siamo dei Tartufi! ». Ma il tribunale militare non è forse· composto di Tartufi, o peggio? Al processo Jeanson depongono alcuni firmatari del «Manifesto dei 121 », fra cui valorosi esponenV della Resistenza francese, come Vercors e Jean Bruller, i quali tutti assimilano l'azione degli imputati a quella della Resistenza (assimilazione valida, almeno tendenzialmente noi crediamo anche se qualcuno fece notare che le due situazioni non pos~ono essere par~gonate, non comprendendo che si trattava di un paragone, per così dire, morale). Sartre, momentaneamente assente dalla Francia, invia al Tribunale una lettera esplosiva, che qui a fianco integralmente riportiamo. La lettera suscitò lo scandalo dei benpensanti, irritò visibilmente il tribunale, 'ed un deputato formulò per iscritto la proposta di perseguire penalmente Sartre. A dire il vero non rimase mai celato, durante tutto il corso del processo, l'astio e l'acredine che i giudici militari nutrivano contro gli « intellettuali » in genere e quelli politicamente impegnati in ispecie. E' cosa vecchia, tutti lo sanno, che certi · regimi dittatoriali non nutrono .eccessivo amore per· 'il << culturame », che troppo spesso tenta di romper loro le· uova nel paniere ponendo « problemi'», e i militari di un certo tipo e i fascisti di ieri e di oggi, si sa, sono costituzionalmente incapaci di averne o di tollerarne la presenza. L'atteggiamento dei giudici contro la testimonianza di Sartre non era naturalmente occasionale. L'imputato Paupert (soldato di seconda classe di cui ci siamo g1a occupati più sopra) ottiene a fatica che venga data lettura della lettera con cui il suo colonnello Argoud (da lui invocato come teste per confermare }.a veridicità delle sue dichiarazioni sulla tortura e tutti gli altri eccessi commessi dall'esercito in Algeria) giustifica il fatto di n_on potersi presentare a deporre. _l QUESTITALIA (449) 29 di un domani migliore. Sono uomini disposti a pagare di persona la fed e nella bontà di ciò che vanno compiendo; che hanno saputo affrontare tutti i rischi a cui va incontro ogni pioniere; che hanno temuto più che il giudizio di una giustizia che, come ha detto Sartre, non rappresenta .ormai più niente, qu ello delle generazioni future. Ci si perdoni quindi se ci permetterel!lo di citare con molta larghezza le loro parole, ma p ensiamo ch e esse valgano da sole più di ogni considerazione e di ogni commento. Il processo ai giudici nella parola della difesa HA EU 30 (450) QUESTITALIA Avv. Claudine N ahori, in difesa della Signora France Binar d: « ... M 1 s1 e detto: In questo affare il caso dei musulmani è il meno scandaloso. Ma quello dei metropolitani. .. ». Così si fa una differenza. Ma se gli Algerini erano i Francesi che si dice, pe:rché si dovrebbe trovare il loro caso meno grave? Questa reazione epidermica non è forse la. prova che l'Algeria non è la Francia? ... La lotta degli Algerini è giusta: è impossibile sostenere che l'aiuto portato ad una causa giusta possa essere antifrancese. Il signor Teitgen vi ha ricordato lo slogan nazista dei campi di concentramento « Giusto o ingiusto, la mia patria », Ma Montesquieu ha scritto: « Il peggiore dei disordini è l'inghlstizia ». Allora non accettate di chiamare la patria ingiusta. Sarebbe un'abdicazione contraria a tutto ciò che è frances.e... Se voi giudicate e cond1Ulnate alcuni francesi più lucidi che altri, domani tutto il popolo in nome del quale voi giudicate potrà chiedervi di rendergli conto». Avv. Oussedik, algerino, nutrito di cultura francese: . « Si è voluto parlare di tradimento.Perché? Se in un Algerino nazionalista voi vedete un ne-mico, allora ditelo nel vostro giudizio. Noi ne tireremo le conseguenze necessarie ... Non lasciatevi prendere dal contesto attuale, dalle passioni politiche che battono alle vostre porte. Gli uomini politici passano. I giudici restano, ed _essi non hanno il diritto di sbagliarsi. Ci sono qui fianco a fianco gli Algerini di domani ed i Francesi di domani. E voi ed io, noi JSiamo sorpassati, Signori! Quello che io vi domando è un giudizio puro. Voi siete militari. Voi rispettate il coraggio. Essi ne hanno. Questi francesi non sono al servizio del FLN. Sono fianco a fianco ». Avv. Courrégé: « ... I miei colleghi hanno patrocinato per i prosciolti di domani, quelli che sono là per errore: Ma gli altri? I nostri censori non comprendono che noi siamo con loro davanti ad un tribunale di guerra. Non la personalità degli accusati è qui la preoccupazione principale, ma piuttosta l'importanza politica e militare dei fatti che sono loro rimproverati. Un uomo come Hannoun Said, che io difendo, cosa può chiedervi? Può· sperare di convincervi che egli ha ragione e voi torto? Che la vostra guerra è ingiusta e la sua giusta? Vi è là una lotta senza speranza. Come non essere colpiti dall'inutilità e dalla vuotezza del nostro dibattito?». L'avv. Courrégé a conferma delle proprie parole cita il caso di due imputati che già prima dell'inizio del processo manifestavano la certezza che sarebbero stati condannati in ogni caso, a prescindere dalle loro resp~msabilità, perché ciò esigeva la posizione dei loro giudici. Avv. Pierre Gautherat: « ... Voi dovete comprendere che è mostruoso chiedere a degli intellettuali di tradire i valori della cultura in nome della patria, che non è che la manifestazione dei valori della cultura ... Un popolo è quello che è. Bisognerà decretare, un giorno, p~r la storia, che la Francia ·non ha collaborato. Egualmente ci sarà un giorno in cui bisognerà decretare che vent'anni di guerre coloniali non erano delle annate francesi. Sarà forse necessaria una nuova epurazione per fondare un nuovo potere su principi più AH UE HA EU AH U E Il colonnello dice che per l'onore dell'esercito è meglio ch e egli non ven a':l. Paupert: << Il Colonnello Argoud, di cui io chiesto la testimonianza giudica ed i non dover venire per l'onore dell'Algeria e per l'onore dell'esercito. Iò dico che l'onore di J ean-Claude Paupert, soldato di seconda classe esige che il colonnello Argoud venga qui! ». Il colonnello non verrà. ' Nessuno dei testimoni assenti -verrà (così ha deciso il Presidente a cui non sembrano necessari}. Dopotutto fra di loro c'è anche il ministro Malraux, e sarebbe poco rispettoso metterlo in imbarazzo con domande intorno ai suoi rapporti con Jeanson, prima del processq, visto che il ministro afferma di non conoscere alcuno degli imputati. Alla fine però sarà concesso di udire uno d ei testimon~ assenti, la cu_i impor~anza è del tutto insignificante ai fini del processo. SI vuoi~ rabbomre la difesa. Se non che questo teste (Hadj Ali) dice · cose talmente « spiacevoli » che il Presidente lo fa espellere. Sembra incredibile, ma così in effetti si svolge il processo Je,anson. E' un triste indizio del punto di involuzione a cui sono giunte tutte le istituzioni della V Repubblica. Nel frattempo nuove ordinanze limitano ulteriormente la libertà di stam.o. pa ed inaspriscono le pene. da applicarsi nei confronti di chi eccita alla d i'· serzione (le sanzioni sono ancor più severe qualora si tra.tti di funzionari) estendendo notevolmente l'ambito entro cui si configura questo reato. Oramai di libertà ai _francesi ~on resta c?e l~ p_arola scritta sul vocabolario. Si pensi che uno degh avvocati del collegio di difesa al processo Jeanson è egli stesso sotto inchiesta perché pende su di lui la ·m inaccia di vedersi incolpato di attentato alla sicurezza dello Stato. Del resto il Pubblico Ministero in piena udienza accusò pubblicament~ tutti i difensori e gli imputati di non avere né onore né patria, che disse essere parole poco accessibili per chi come loro non aveva altro ' scopo che infangarle. Questa fu l'ultima ingiuria che egli rivolse al collegio di difesa prima di pronunciare la propria requisitoria, in cui si affannava a dimostrare come la presenza dei francesi in Algeria fossé giusta e necessaria, e come i musulmani dimostrassero di . essere degli ingrati e di non s-aper ricambiare a }i sf?rzi che la F~a~ci?- ~a ~·ecenni andava conducendo in ·loro favore per ~i gl~or~e le ~ondiZIOlli d~ ~Ita. N~lle sue parole spendeva il fulgido eroismo patr_wthco de1 « parc:s », SI mneggiava al magnifico entusiasmo con cui i giovani di tutt~ la Fr~nc1a. ~cco~revano sotto le armi per servire la patria, combattendo m. Algena; s1 m~e1va co~tro i t~ad~tori (cioè gli avvE;rsari del regime) bollandoli con parole di fuoco, mfine SI ricordava loro come essi non fosser;) in grado di pote.r dare lezioni di amore per la libertà a nessuno, tanto meno ai militari, che del loro a~ore per la libertà avevano dato in passato ben concrete prove. La commedia però aveva bisogno del colpo di scena finale, e chi ne fece le spese fu Paul Teitgen, a cui non era stato perdonato di aver avuto il coraggio di d~re la ~erità sull':<\lgeria, _su qu~l~o che aveva visto là, su quello c?e av~va s~puto. C~s1. dunque Il Pubblico Mm1stero espresse il proprio pensiero: 1 fath denunciati dal soldato Paupert sono evidentemente privi di ogni fondamento, perché è assolutamente impensabile che un qualsiasi membro dell'esercito possa comportarsi men che onorevolmente, date le tradizioni ed il r~go~e ~on _cui si. esercita la sorveglianza dei superiori; quanto alle dichiara- ' z~om d_I, Te1tgen, e deplqrevole che un uomo come lui, qualora abbia realmente VIsto ciO che ha raccontato al .processo, non abbia immediatamente denunciato la cosa alle competenti .autorità! Il pr.ocesso ormai volge al termine, ma è proprio la sua fase finale che si presenta come la più suggestiva ed inte ressante, in quanto offre una serie di testimonianze di grande valore morale che trascendono gli stretti limiti di una sePiplice, ultima ris posta della difesa, prima del verd etto finale , e si fanno stor.ia, storia di u~ g~upp~ ~i uomini. che ha saputo vedere più lontano degli altri, superare egoismi e vilta e compire una coraggiosa opera di preparazione QUESTITALIA (451) 31 umani. E se questo si chiama rivoluzione, ebbene, ci vorrà la rivoluzion e. Ora ci si dice: dieci anni di prigione. Ma pensate voi che in due anni questo conflitto che li porta qui non sarà risolto? Al di là della guerra chi li punirà? ... » Avv. IDumas: « ... Io vi chiedo di agire in modo che fra cen to o centocinquant'anni, quando si parlerà di loro si possa dire di voi: "Sono stati comprensivi senza che si possa sapere a qual sentimento abbiano obbedi,to, se senso dell'onore o a quello della storia" ». , Ma i giudici militari comprensivi non si mostrarono di certo, e le condanne furono severissime: quasi un secolo e mezzo di prigione per quattordici imputati. Ciò perché il tribunale volle deliberatamente · ignorare i motivi profondi da cui scaturì l'azione degli imputati, e limitò il proprio giudizio alia considerazione materiale dei fatti. , Noi ci auguriamo che prima, molto prima che i condannati escano dal carcere, la classe di uomini a cui appartengono coloro che li hanno giudicat i, che mostra qui, per l'ennesima volta, se mai ce ne fosse bisogno, di non rappresentare più . nulla, venga definitivamente spazzata via dalla storia, e irrimediabilmente condannata dal giudizio · degli uomini. / Questo è stato il processo Jeanson, ma sarebbe un errore credere che con il verdetto definitivo pronunciato presso il tribunale militare permanente de,1le forze armate, a Parigi, sia finita anche la vicenda morale, spiritual·e, culturale che ne era alla base: n processo Jeanson ha turbato l'opinione pubblica culturale, politica, religiosa di Francia, ha reso ancor più veloce il ritmo con cui il paese apre gli occhi sulla realtà, giudica e sceglie, è stato insomma un contributo alla chiarificazione di molte cose. E non può non destare in noi grande rispetto ed ammirazione il comportamento degli imputati più importantL, apparsi sempre molto più preoccupati di fare della loro persop.ale esperienza la piattaforma su cui potessero incontrarsi tutte le forze vitali' della Francia democratica, il mezzo per poter finalmente «parlare » ai propri connazionali, c far conoscere il proprio pensiero e denunciare e rivelare molte cose che da troppo tempo erano tenute nascoste, piuttosto che di difendersi di front.e ai · giudici militari e cercare di risparmiare a se stessi qualche anno 1di carcere. Per questo il processo Jeanson non è stato un processo come tutti gli altri, con giudici · avvocati, imputati, ciascuno a svolgere il proprio ruolo. Si è trattato piuttosto di un processo alla classe dirigente della Francia di oggi, e l'accusa la sostennero quelli che per la legge erano gli .imputati, e furono i giudici a difendersi e a d~fendere il gruppo che essi rappresentavano. Una classe dirigente che ha paura, che sente il proprio potere minacciato, è sempre crudele ed eccessiva, e i giudici, con la straordinaria severità delle loro condanne, hanno sostenuto in quell'aula la parte di quegli uomini che oggi deten-: gono in Francia le redini del potere. L'APPELLO DELL'UNIONE NAZIONALE STUDENTI FRANCESI Eli'IRinore lo crisi elim.inorado lo gnerro al La guer ra d'Alger ia che, do po se i a nni, co rrode il Pa-;se, non è nè una o perazi o ne di è stato detto, un seguito di guerriglie e di imboscate . AH UE 11 fallim en to de i negoziati di Melun e le acc resci ut e diffì co lt à d i rico nc ili azion e,_ ~ o n sono da addossa rsi principalmente, come si vorrebbe far cred ere, all'intrans igenza de l F.L.N. La p·ol1t1ca d1 ~~vest1ment1 e d1 promozione delle genti mussulmane non risolve nè potrà r iso lvere anche quando sara effettiva :- il c o ~ fl itto tanto che ne so no segui t i rastrellamenti, torture, deportazioni che nulla, neppure g l1 ~tte ~ tat 1 , potr~ bbero g iustificare, e tanto continua ad esse're negato, l'esercizio r iconosciuto all'autodetermmazoone reale. U n numero sempre crescente d i francesi hanno sentore della verità , e la ver ità è che no n . vi è altra soluzi on e c he una pace negoziata ; quest e son o le formule avanzat e da parte del Governo: << pace d e i valorosi >> _ autod et er m inaz ion e _ Alger ia come ent ità algerina. T utto ci? ha una_log 1ca , e porta ad una concl usi o ne ch iara ment e v isibi le: non è più poss ibile una Alg e ria fra ncese , e nessuna pol1t1ca potrebbe · capovo lgere il co rso attu ale d eg li eventi . E HA EU Vi è infine il fat to che la pressi o ne esercitata dagl i ultràs e da una parte d ell'esercito imped isce d i rag g-iungere la pace . AH U HA EU L' àtt~ggiamento della Gerarchia ecclesiastica, degJi intellettuali e dell'opposizione di sinistra nella crisi della .coscienza pubblica francese Di fronte ad avvenimenti colpe il processo Jeanson o il << manifesto dt!i 121 », l'opinione politica, culturale e religiosa della Francia ba reagito in · vario modo. II PSU, pur dichiarando di non approvare i termini in cui gli uomini del <<réseau » avevano posto il problema, rese pubblicamente omaggio al loro disinteresse ed al loro cor-aggio, affermando che la giustizia militare, << organo eminentemente parziale, semplice esecutivo politico del governo e dello stato m;t ggiore, non ha alcun diritto morale né di ascoltarli, né d j} giudicarli nè di C'Ondannarli ». In un senso simile si esprimevano gli intellettuali cattolici Ji sinistra, attraverso .i loro più qualificati organi di stampa. .La destra intanto era 32 (452) QUESTI T ALIA poli z ia, nè , come Questa veri t à si è imposta, al di fuori d i tutti _gl i schemi pol itici e morali, zi o nalismo algeri no, su lla natura del FLN e del regime instaurato In Francia. 11 pr ima del dibattito sul na- Governo si ad o pera a d issim ul are , a falsificare i fatti . Alcuni giornali vengon o sequestrati per aver rivelat o opinioni che imbarazzavano l'autorità e che loro stessi non condividevano; alcurd argomenti poi so no pro ibiti in pa1·tenza . Il gruppo d'avanguard ia dell'opinione pubblica si adatta a questo stato di cose: gli è che la sua opposizione alla guerra, per viva che essa sia, non è che un fatto di pensiero. Le gra ndi masse francesi poi subiscono tutti gli effetti della guerra sul piano morale, sociale_ ed .e.conomico, ma poichè no n hanno la gue r ra in casa, ,la verità che ess i intravvedon o no n div iene vo lonta polit iCa. 1 giovan i sono buttati nella g.uerra; e nella gue~ra la verità li attende, e co n la verità il disordine , l'indur imento, la d egradazione, la crisi d i coscienza, o anche la rivolta. Senza che essi abbian o in alcuna maniera la responsabil ità dei fatti, essi sono comp letamente esposti a delle scelte cariche di conseguenze: certun i sono contagiati dal razzismo; altri, fatta l'espenenza, tentano d 1 di menticare; altri conoscono il disgusto ; altr i sop po rtano la r epresc i::>ne,_ in loc? e a ll'oscuro per aver nfiutat ~ di part ecipare ad azion i che ess i giudicano rip r ovevo li; altri preferiscono l1mpng1o namento ad andare 1n guerra, a ltri infi ne scelgono l'insubordi naz ione. . 1 firmatari di questa dichiaraz ione affermano che nella situazione descritta la crisi di cosc ienz~ e lo spi_rit~ d i r ivolta de i giovani sono inevitabili . Essi so no persuasi che non si a~rà altro che un aggravars i d ella CriS I finchè non sarà eliminata la sua causa: la guerra stessa. 1 tribunali invocherànno invan o la· legittimità dello Stato quando il pot~re stes~o distrugge l'esercizi o dei , dir itti democratic i, quando il disprezzo del le leggi è pa lese in una parte degl1 uffic1a l1. La logica della situazione è !a pace; la log ica de l potere, dal momento _che ave r La fatta spèrare, è la repressione. G ià q uesta si aggrava, come è test1mon1ato. bertà che prendono pretesto da un recente man ifesto; ben tosto essa nsch1a d1 essa esp r ime se non l' insuccesso di una politica? che altro può fare per luz ione necessaria? esso se ~e a llontana do!)~ da1 nuov1 ~ttentat1 alle li generalizzarSI : Ma che cosa tentare d1 ntardare la so- 0 es'sa si imporrà nelle agitaz ion i, nelle pegg iori condiz1on1 s1a in Franc ia che in Alger ia. Oppure essa sarà ottenuta attraverso un negoziato senza esclus iva nè pregiudizial i. L'eq u ivo~o e i malumor i nel quale ci fa v ivere una politica di dopoiezza si svelano: g iovani diventa il problema .di tutt i, il problema della Nazione. problema dei Tutti noi siamo messi in condizione di optare fra le concez ioni degli u ltràs o degli uffìciali att ivist i, e una volontà di pace senza equivoci e senza stratagemmi. Noi invitiamo tutti coloro che hanno fatto la nostra stessa scelta a firmare questo appe llo. (Questo documento è stato firmato dai d irigenti dei sindacati deg li insegnanti e dell'Unione Naz ionale Studenti Frances i, oltre che da diverse persoralità, fra le quali il Direttor~ di ESPRIT, J. M. DOMENAC H). · QUESTITALIA (45}) ll DALLA DICHIARAZIONE DELL'ASSEMBLEA DEl CARDINALI E DEGLI ARCIVESCOVI DI FRANCIA 'Terroris'll'lo e tortura sono condannati da Dio AH UE , L'Assemblea, dolorosamente cosciente delle sofferenze di ogni genere che comporta il prolungarsi della guerra d'Algeria, si preoccupa di fronte allo smarrimento che invade molte coscienze, specialmente tra i giovani. Questi si domandano, nell'incertezza e talvolta nell 'ansietà, in che cosa consista il dovere. Per r ispondere a q ueste perpless ità non si dovrebbe r icorrere all'insubordinazione militare e ad azio ni sovvers ive: q uesto sarebbe sot trars i ai dover i che crea la solidarietà nazionale e l'amore di patria , seminare l'anarchia, minare la presunzione di diritto di cui godono, ne i casi incerti , le decisioni dell'autorità legittima. HA EU Tuttavia, bisogna che tutti si sforzino di comprendere le angosce dei giovani e di scoprire le cause profonde de l travag lio delle coscienze rette per port arvi rimedio e cercare in tutta obiettività, e lungi dalle passioni part ig iane, i mezz i pacific i di soluzione del confl itto. L'Assemblea r icorda che la condi zi one essenziale perché siano conosciute le vie della pace, è che tutti coloro, chiunque essi siano, che hanno delle responsabilità circa il protrarsi o meno di questa guerra fratricida, mettano al primo posto delle loro preoccupazioni le esigenze della morale naturale fissata da Dio. Da qualunque parte vengano , gli atti di terrorismo, gli oltraggi alla persona umana, i procedimenti violenti per strappare le confessioni, le esecuzioni sommarie, le misu r e di repressione che colpiscono degli innocenti, sono condannati da D'io. Inoltre, per far valere dei d ir itti legitt imi o per ass icurare il trio nfo d i una causa che si ritiene giusta, non è assol utamente permesso rico r rere a mezzi intr-insecamente perversi, l'uso de i qua li, degradando le coscienze, non ha per risultato certo che far ritardare senza posa l'ora della pace. l Bisogna aggiungere che tali atti compromettono l'esercizio dell'autorità responsabile e scuotono nelle coscienze de i subqrdinati la legittimità de ll'autorità. «Nessuna istanza super iore è abilitata a comandare un atto immora le. Non es iste alcun diritto, alc un obbligo , alcun permesso pe r compiere un at to in sè immorale, anche se è comandato, anche se il rifiuto di agire conduce ai peggiori danni personali>>. (Pio X li, Congresso internazionale di diritto penale, 3 ottobre 1953). HA EU AH U E in fermento, ed oppon eva al << manifes to » un ridicolo << contro manifesto » sottoscritto dai rappresentanti di una sottocultura asservita al regime di turno, di cui abbiamo avuto qualche triste esperienza anche no ~, ai tempi d el ventennio; manifestazioni, promosse d alle associazioni di estrema destra, facev ano scendere in piazza ex-combattenti, studenti ed agitatori d i tutte le sp ~ cie, per protestare contro le << ingiustificate offese arrecate all'eser cilto ed alla b-andiera». In questa r abbiosa r eazione non poteva m ancare la voce dell'organizzazione clerico-fascista dei « Comitati Civici » che, attraver so il loro presidente George Sauge, denunciavano « l'insolenza dei professori di diserzione che si . fanno beffe d ella giustizia, de1l'esercito, dello stato, della· patria » e dichtaravano « intollerabile che alla presenza di un tribunale militare fl'ancese si m anif·e stasse in pien a luce la congiura delle intelligenze pervertite e de i tr aditori di professione ». Come abbiamo detto S!->pra, più che il pro,cesso, fu il m anifesto a :>uscitare nette prese di posizioni, assai importanti per la loro efficacia- tChiarificatrice. If PSU dichiarava d i non approvare l'insubordinazione individuale, ma esortava i _propri militanti a sv.olgere, in seno ai giovani arruolati, azione' di convincimento e di persuasione sui reali fini del conflitto algerino, e su gli interessi che in Algeria essi erano effettivamente chiamati a difendere, e a rifiutarsi di prendere parte ad operazioni di repressione (rifiuto pubblico e collettivo di combattere in Algeria), adop erandosi per organizzare un.a efficiente reS!i stenza antifascista, in seno all'esercito. Il PCF, pur riconfermando, anch'esso, la propria solidarietà con i firmatari del manifesto e con gli imputati del processo J e anso n, affermava di non poter approvare « sotto qualsivoglia forma l'appello a.Il'insubordinazione e la sua organizzazione: ciò per rag.ioni di principio... L'insubordinazione non~ è mai stata una posizione del movimento operaio ... non è serio chiedere al partito di subordinare la sua azione ed i suoi obbièttivi di democrazia fr ancese all'azione ed agli obbiettivi del FLN, anche se noi abbiamo oggi un nemico comune ... »; e faceva notare come certi gesti, comprensibili, di disperazione, potessero essere facilmente utilizzati dagli « ultras » e dal r egime, e ri:mltassero, in definitiva, controproducenti. Intanto i lavoratori della RTF, attori, autori, scenografi, scioperav.ano e protestavano vivacemente per le r appresaglie di tipo economico e morale che avevano colpito alcuni loro colleghi, firmatari del manifesto, a cui era stato definitivamente interdetto, a seguito d el loro gesto, di poter ulteriormente prestar e la loro opera, in qualsiasi modo, per la RTF (sia attraverso rappresentazioni o trasmissioni sia comparendo in films teletr asmessi ecc.), e p er tutte le compagnie teatrali e cin ematografiche sovvenzion ate d allo stato. Questa decisione, presa dal Ministro d ell'informazione attraverso una stretta interpretazione delle severissime disposizioni emanate dal gover i]O n ei confronti d ei firmatari , ha provocato delle reazioni che lo stesso Capo dello· Stato aveva sperato di evitare. In effetti è accaduto spesso di assistere in Francia al fra tto che uomini di cultura o di , scie nza chiaramente favorevoli a De Gaulle, si levino a protestare quando il regime,' per mantenere il proprio potere, è costretto a compiere soprusi e violenz-e che essi credono di poter condannare. Quas i che da un regime di quella specie, appoggiato e sostenuto da un tal genere di forze, non fosse da aspettarsi fin dall'inizio tutto ·q ue llo che costituisce la dolorosa cronaca quotidiana del soffocamento della libertà di Francia (1). (l) Si veda al riguardo, in Questitalia n . 5-7 (ago sto-ottobre 1958), il nostro esame della Costituzione della V Repubblica voluta da De Gaulle ( « La Costituzione di De Gaulle », pp. 32-37). 34 (454) QUESTITALIA Lo st atuto futuro dell'Algeria deve _essere consacrato dalla libera adesione de lla popolazione. Ma vi sono delle esigenze che d ipendo no dalla giustizia e che non si possono far discendere dalla libera scelta deg l uo m ini; esse dovranno esse re in ogn i caso r ispett ate; ricordarle appare necessario. . . ' 1) La popolazione de ll'A lgeria è cost itui t a dal la coabitazione di più comu nità ; questa coabitaz ione ra p present a per l'Algeria la condizione di prosper ità per l'avvenire. l diritti delle comunità che costitu iscono la la popolazione del l' Alger ia non sono opposti fra d i. loro , ma solidali. Bisogna dunque escludere tutte quelle soluzioni che mirano a co mpromettere questa coabitazione, ed ogni misura deve essere presa perché in ogni caso i d ir itt i de ll a dignità d i t utt i siano r ispettati senza alcuna distinz ione . 2) L'Alge ri a è un ce ntro di inco ntro di di verse cult ure e civi ltà. Pro muovere atti vament e l'armo nia di tutt i q uesti valor i è un e lemento im port ante per la pace: così si troverà assicurata la pie na espansione delle personalità nel r ispetto del lo ro essere e de ll a loro libertà, e nello stesso tempo sarà assicurata efficacemente la prosperità materiale del paese. 3) Al di sopra d i ogn i suscettibil ità rec iproca è indispensabi le assicurare in Algeria, pe r il bene deg li uomini che la abitano, per la prosperità del paese, per la pace della comun ità internaziona le, que lla « col laborazione cost r uttiva>> che Pi o X li deside rava ardentemente veder regnare tra l' Europa e il Continente africano (21 apri le 1957). In conclusione noi desideriamo profondamente che una soluzione di saggezza, degna della Francia e del nobile esempio di disinteresse che essa ha dato al mondo nei confronti delle giovani nazioni africane, porti il più rapidamente possibi le all'Algeria una pace equa, rispettando tutte le legittime aspi razioni , diritti, interessi, e le tradiz ion i de lle d iverse comunità, perchè tutte insiem e possano lavorare per la prosperità de ll'A lge r ia infine pacificata. QUESTITALIA (455) 35 Opinioni Diritto all' emigrazione e diritto allo sviluppo HA EU QUESTITALIA Fin dallo scorso luglio l'Istituto Cattolico di Attività Sociali aveva dedicato un intero numero della sua rivista mensile (Orientamenti Sociali, n. 7) alla imminente Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Ne aveva presentato il tema - « Le migrazioni - interne ed internazionali nel mondo contemporaneo » - e il programma - undici l ez ioni di docenti universitari e di ordinari religiosi, con prolusione del Cardinal Siri - ed aveva contribuito con uno stimolante articolo di Gio-vanni Marra ( « Il problema delle migrazioni interne », p. 255) ad una prima chiarificazione dei t ermini socio-economici in cui si pone il problema in Italia. Chiudeva il fascicolo una serie di citazioni messaggi, lettere, allocuzioni, discorsi, quasi tutti di Pio XII e di Giovanni XXIII - tendenti ad illustrare gli orientamenti del magistero ecclesiastico in materia ùi emigrazione. La Settimana Socia le si è svolta a Reggio Calabria dal 25 settembre al l ottobre, e in Orientamenti Sociali (ottobre 1960 n. 10), troviamo pubblicata una prima documentazione: la lettera della Segreterja di Stato, il commento conclusivo del vicepresidente prof. Francesco . Vito, le conclusioni stesse, articolate in quattordici punti. Mancano ancorà alla pubblicazione i contributi più . interessanti, quelli cioè che più puntualmente si riferiscono alla situazione -italiana ; il programma della XXXIII Settimana Sociale prometteva a lmeno nei titoli d elle lezioni - una trattazione organica ed esauriente, aperta a valutazioni economiche, sociologiche, giuridiche, morali e religiose. Il problema dell'emigrazione, soprattutto in Italia, merita certo d'essere affrontato - con corretta sensibilità - da più angolazioni, sia per la tradizionale :ncidenza di questo fattore nella storia del Paese, sia per i nuovi aspetti che esso è venuto ad assumere negli ultimi decenni in rapporto all'evoluzione economica italiana, sia per le proporz~oni che è destinato ad avere nella realizzazione del Mercato Comune Europeo. Il fatto che Torino - per prendere un esempio di evidenza immediata nella complessità delle tabelle AH UE HA EU AH U E Mancava solamente la presa di postz.wne delle autorità religiose, ed essa è venuta, sia pure, com'è naturale, in forma indiretta (tale da dar adito a parecchie controverse interpretazioni di parte), sotto la specie di una dichiarazione, che riportiamo a par:te, dei Cardinali ed Arcivescovi, riuniti dal 12 al 14 ottobre. Essa non poteva non provocare le irritate reazioni della destra cattolica e non, sì che un suo consueto portavoce, Georges Bidault, si esprimeva, in un improvvisato commento, .c on queste parole: << Lo Spirito Santo era in vacanza ;~. In effetti la dichiarazione conteneva elementi più che .sufficienti per irntare i nazionalisti cattolici; innanzitutto essa imp'licitamente riconosceva la realtà di fatti, come le torture, le sevizie e le stragi ingiustificate compiute dall'esercito e dalla polizia in Algeria, ·ponendole sullo stesso piano della atrocità commesse dal FLN; in secondo luogo, la conclusione della dichiarazione fa espressa menzione ad un diritto dell'Algeria a divenire indipendente, e ciò non poteva essere tollerato da uomini come Haoul Salan, che considerano l' Alge·r ia francese come l'ultima speranza per il mondo libero. Tant'è vero che sedici senatori cattolici indirizzarono pochi giorni dopo una lettera aperta al Cardinale Liénart, presidente dell'assemblea dei Cardinali ed Arciv·e scovi francesi, in ' CUl si trovano frasi come queste: « I nostri Vescovi ignorano forse che il dramma interiore che lacera la Francia ha le sue origini profonde in una propaganda comunista che agisce in Francia come altrove in maniera tanto dissimulata quanto perfida? Ma il fatto più grave è che essa ragg,iunge presso di noi anche certi ambienti cattolici, Vostra Eminenza ne ha avuto la prova con la ribellione di numerosi preti-operai. Il pericolo è così grande che in un paese vicino (quale sarà?) l'Episcopato ha creduto di dover mettere in guardia i fedeli « contro quelle idee sovversive che vengono da oltre i monti », mentre esse sono diffus~ qui da noi alle porte delle chiese dai comitati di stampa c.a ttolici... Noi pensiamo che ogni francese debba essere fiero del coraggio e del valore del nostr'l esercito. E' penoso leggere nel vostro comunicato delle insinuazioni che lo concernono ... Non credete, Eminenza, che il vostro comunicato rischi di far credere all'estero che il nostro esercito sia un esercito di torturatori ?... ». Senonché non bastano le proteste e le smentite dei clerico-fascisti pet· cancellare la realtà dei .fatti, e qualche giorno dopo l'Arcivescovo di Parigi Card. Feltin, in una pastorale diretta alle forze armate, ribadiva i principi contenuti nella dichiarazione di cui abbiamo sopra discorso, ripetendo che se i cattolici non hanno diritto di disertare il servizio militare, per nessun motivo, essi devono tuttavia rifiutarsi, a costo di incorrere nelle più gravi sanzioni, di usare, quale che ne sia il fine, mezzi, di lotta contrari ai principi della morale cristiana, e in specie: la tortura, le violenze di qualsiasi genere alle popolazioni civili, la condanna senza processo, la mancata assistenza ai feriti, le rappresaglie, le esecuzioni sommarie, ecc. · Mentre scriviamo, la crisi politica francese si è ulteriormente aggravah, e il Gen. De Gaulle si trova ·a dover subire sempre più pesantemente le pressioni ed i ricatti di quella destra politica ed economica che lo portò al potere, il tredici maggio. Le sue speranze di poter servirsi di essa contro le sinistre, moderandone, nel contempo, gli estremismi, sono andate finora deluse, ed egli si trova ormai prigioniero di una situazione che non pres·enta alcuna. via di uscita. «La collera crescente che si fa strada fra la gioventù francese e particolarmente fra gli studenti, porterà a nuove azioni a carattere « iJllegale » che saranno· sostenute sempre più dalle forze liberali di Froncia, costringendo il governo a prendere delle contromisure sempre più draconiane. Io non vedo come tutto ciò finirà, ma la fine sarà amara »; questo esprimeva, il 3 ottobre, Claude Bourdet, direttore di France-Observateur, in una lettera al New York Times, commentando le sanzioni prese dal governo contro i firmatari del manifesto sull'insubordinazione: noi crediamo di poter condividere pienamente il suo giudizio. QUESTITALIA statistiche - assorb a ogni anno quarantacinquemila immigrati da altre regioni q'Italia (soprattutto dal Mezzogiorno e dal Veneto) può dare la misura non solo dell:t complessità di problemi giuridici, urbanistitci, sociali e morali che una gr.ande città industriale si trova ad affrontare, ma può anche essere un indice della direzion e nuova assunta dall'emigrazione italiana: lo sviluppo industriale fortemente accentuato in alcune zone provoca un flu sso di migrazione interna - legale o clandestin a, permanente o stagionale - relatiyamente superiore a quel che un tempo si verificava nei riguardi di altri stati europei o transoceanici. All'abbandono indiscriminato delle campagne - fattore di p er sè a u spicabile ove all'alleggerimento della popolazione agricola corrispondesse un elevars i del reddito dovuto a sfruttam ento tecnicamente superiore della terra si aggiungono problemi sorgenti dalle numerose difficoltà di inserimento nel tessuto urbano: una manovalanza gene-rica, pronta a qualunque lavoro per qualunque compenso, prima che « rendere più equilibrata la distribuzione della popolazione nelle singole regioni » (Conclusione n. 3), crea il fenomeno delle bidonville e appesantisce alcuni settori del mercato di lavoro. Accant o - e sopra - alla necessità di una « disciplina legale dello urbanesimo » (tema trattato dal Prof. Auletta), emerge la necessità di una « preparazione , generale e professionale alle migrazioni» (tema trattato dal prof. Palma) e diremmo che innanzi tutto, almeno per l'Italia, si pone la questione dell'industrializzazione del Mezzogiorno e delle aree depresse. Non pensiamo che l'industrializzazione, di per sé, costituisca la soluzione: grossi problemi rimarrebbero, in parte gli stessi, come quello della preparazione professionale e culturale. E andrebbero ugualmente affrontati, altrimenti si verificherebbe all'interno di regioni dello stesso Paese, una s-ituazione di tipo coloniale, e non cesserebbe forse l'attuale forzata « libertà di emigrazione». Con il termine «industrializzazione » si intende sempre più la trasformazione globale di una situazione umana ed economica resa da secoli refrattaria ad ogni intervento razionale, ad ogni sblocco di un circolo passivo, più che la pura e semplice immissione di qualche poderoso complesso di fabbriche. Avremmo vbluto trovare nelle Conclu- (lt57) 37 HA EU 38 (458) QUESTITALIA nale con la proi:mncia, ormai nota, del 13 luglio di quest'anno: la sentenza della Corte (v. Questitalia, n. 28-30, pp. 92-93) ha riconosciuto legittima la riserva allo Stato dei servizi di radiotelevisione che, presentando «caratteri di preminente interesse generale » sono esercitati «in più favorevoli condizioni di obbiettività, di imparzialità, di completezza e di continuità in tutto il territorio nazionale~: ma, deciso questo, la Corte ha riconosciuto il dovere di uno « Stato monopolista di un servizio destinato alla diffusione del pensiero » di assicurare « la possibilità potenziale di goderne a chi sia interessato » c conseguentemente ha denunciato l'esigenza di « leggi destinate a disciplinare tale possibilità potenziale e ad assicurare adeguate · garanzie di imparzialità nel vaglio della istanza di ammissione all'utilizzazione del servizio, non contrastanti con. l'ordinamento, con le esigenze tecniche e con altri interessi degni di tutela». Questo · ultimo riconoscimento apre una prospettiva che, qualora affrontata ed attuata, può soddisfare nella maniera migliore la esigenza di offrire a tutti i cittadini, unità ed organizzazioni, la possibilità di diffondere propri programmi e proprie ideè attraverso la radiotelevisione, senza incorrere nei pericoli che un sistema di iniziativa privata potrebbe provocare. Ma l'attuale inesistenza di un complesso di norme che regoli più concretamente questa facoltà di usufruire delle trasmissioni radiotelevisive, e la giustificata convinzione che, sulla . difficoltà di promulgazione di un corpo legislativo del genere, avranno gioco facile ie procrastinazioni di attuazione di un tale programma, ha suggerito a qualcuno l'atteggiamento, che abbiamo già definito di « messa in mora » del governo, onde risconirarue le intenzioni di volontà e di buona fede ed accelerarne l'azione. L' A.D.E.S.S.P .I. (Associazione per la difesa e lo sviluppo della scuola pubblica in Italia) ha portato a conoscenza che, nel giudizio di legittimità costituzionale concluso con la sentenza del luglio scorso, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Radiotelevisione italiana, del Ministero per le Poste e Telecomunicazioni hanno dimostrato che la Radiotelevisione è pronta ad assicurare a chiunque la possibilità di diffondere le proprie idee col mezzo della televisione, avendo essa assicurata solo Ja concessione esclusiva «degli impianti e del loro esercizio tecnico » e non del contenuto delle trasmissioni: e questo sarebbe possibile senza l'esigenza di quelle disposizioni di legge previste dalla Corte Costituzionale. In questa premessa fondamen- AH UE HA EU AH U E dinamento e potenziamento dell'intera sioni della Settimana Sociale, accanto alstn1ttura scolastica su basi di efficienza l'affermazione tenace del diritto di emie di democraticità. grazione ( « ... Il diritto di emigrazione e di immigrazione è concreta applicazione del principio di solidarietà tra popolazione a diverso livello di vita, in vista della esigenza di ogni persona umana di trovare La disponibilità pnbbliea occupazione e di ricevere sufficienti garanzie per il proprio perfezionamento e dei servizi lo sviluppo della vita familiare ... »), una altrettanto fervida difesa del diritto di radiotelevisivi ciascuno di trovare in patria i mezzi di sostentamento e di perfezionamento, e del dovere, caratteristico di ogni Stato moDa dodici anni, cioè dalla sua entrata derno, di sfruttare nell'interesse della colin vigore, la Costituzione italiana costilettività il proprio capitale-lavoro. Se neltuisce ancora l'unico programma legislale relazioni particolari della Settimana tivo che sembra raccogliere la incondiz,ioSociale si sarà certo fatto questo discorso, nata adesione di tutte le forze ed u~ità è per lo meno strano che nessun aperto democratiche della comunità italiana, qua accenno ad esso si ritrovi nelle Conclulunque sia il loro orientamento politico1 ed sioni e nel relativo commento del prof. ideologico: è quasi una unità base di miVito. Si parla di «regioni agricole ad alsura della minor o maggior aderenza allo to potenziale demografico », di «località spirito di rinnovamento democratico delle scarsamente dotate di risorse materiali », strutture sociali. Ma molte volte si è avuta di « conflitto culturale fra chi difende h e si ha la sensazione che il richiamo alla persistenza della cosiddetta civiltà contadiposizione di adempimento costituzionale rina e chi propugna i modi della vita mosponda più ad un disegno di superficiale inderna, caratterizzati dalla civiltà indusegna reclamistica di organizzazioni parti.striale »: sembra quasi si voglia rifuggire; .tiche che ad un punto di passaggio obblianche nei termini, da una caratterizzagato del piano di sviluppo delle componenzione storica del problema. Da ciò forse ti della vita statale, rappresentato dalla certa impres sione di astrattezza che drCarta Costituzionale. La mancata attuaziocola fra le righe delle Conclusioni, anche ne di determinati istituti, la incompleta re·laddove ci si orienta verso un discorso golamentazi·one di altri, l'incongruente ed economico-politico: « Per ovviare al deopportunistico criterio di formazione di alpauperamento delle zone di emigrazione tri · ancora, creano il sospetto di un cooccorre contemperare lo spostamento di uostante orientamento conservatore della mini col trasferimento di capitale verso le classe dirigente italiana che considera il località con lavoro sovrabbondante, meprogramma costituzionale più che un fine, diante una politica di sviluppo accelerato, uno strumento di politica sul piano delle che trattenga e valorizzi sul posto energie concessioni e dei compromessi costituenti tecniche e professionali, nel decidere una le sottost.rutture dell'attività dei partiti. graduale riduzione della necessità dell'emi- · Questa denuncia si basa sulla constataziograzi-one » (Conclusione n. 1). « ... In vista ne che, sovente, questo immobilismo è delle particolari condizioni della maggior stato ed è giustificato con il rilievo di un~ parte delle zone agricole suscettibili ·di libesfavorevole ed inopportuna congiuntura rare mano d'opera, si manifesta con inpolitica, con il timore dell'eventuale imtensità l'esigenza dell'addestramento proprevedibile sfociare di un'innovazione che fessionale e della preparazione cultura~e, dovrebbe trovare invece, nella previsione sociale e morale delle persone destinate legislativa e nei principi che l'hanno ispiad emigrare » (Conclusione n. 4). Il fulcro rata, la spinta definitiva; quest'azione tli della questione ci sembra tutto qui, astemporeggiamento di fronte alle necessisai più che nell e pur felici osservazioni tà di porre le tappe essenziali dell'ordinain merito · alla politica assistenziale nei mento statale ha suggerito un tipo di reariguardi dell'emigrato. Attraverso la lente zione che consiste nel « mettere in mora :. di un problema ampio, ma settoriale, qual il governo nella realizzazione di determiè quello affrontato dalla Settimana Socianate soluzioni riconosciute e concesse, male di Reggio Calabria, ricompaiono, ancora gari per superarne altre di più profonèle evidenziate, le necessità strutturali della ed incisive. E' di uno di questi casi che intendiamo occuparci ora, in riferimento vita nazionale: studio e messa in opera di una politica economica pianificata e alla questione della libertà di televisione affrontata e risolta dalla Corte Costituzioguidata a fini di interesse generale; rior- QUESTITALIA tale, l' A.D.E.S.S.P .l., in persona del suo presidente prof. Carlo Ragghianti, ha inoltrato un'istanza alla Commissione parbmentare per la vigilanza sulle Radiodiffusioni, con la quale dichiara l'intenzioùe « di avvalersi del diritto di cui· all'articolo 21 della Costituzione secondo l'interpretazione aute.ntica e definitiva espressa dalla Corte Costituzionale » per cui tutti hanno diritto di avvalersi, per manifestare il proprio pensiero·, oltre che della parola e dello scritto, di ogni altro mezzo di diffusione: pertanto « si rivolge all'organo per legge proposto all'alta vigilanza sulle radiotelecomunicazioni, e cioè alla Commissione Parlamentare per la vigilanza sulle radiodiffusioni, perché, conformente al D.L.C. P .S. 3 aprile 194 7 n. 428 modificato col DL 23 agosto 1949 n ., 681 e precisamente al titolo Ilo articoli 11 e 13 ed in applicazione del dettato costituzionale e della Sentenza della Corte, nonché delle norme istituzionali e degli ordinamenti della Radiotelevisione Italiana; deliberi che sia messo il servizio radiotelevisivo a disposizione dell'Associazione richiedente, per modo che H Presidente del Consiglio dei Ministri impartisca al presidente dell'ente conce,:sionario le disposizioni necessarie per curarne l'esecuzione ». Diciamo apertamente e, facendo appello ad obbiettiva serenità, che la richiesta si presenta più sotto l'aspetto di una po;emica dialettica, che di un approfondito esame della situazione attuale: praticamente ci si avvale di affermazioni di difesa, fatte in un determinato momento, per elevarle a confessione dell'attuale possibilità di regolare le istanze di ammissione ad usufruire del mezzo televisivo per la diffusione del pe~siero. Sotto tale aspett0, la richiesta 1dell' A.D.E.S.S.P .l. vale più a mettere in rilievo le incongruenze e le facilonerie di una mentalità, notoriamente congenita, ormai, alle sfere . di-rigenti italiane, al punto che non c'è più necessità di altri « atti di denuncia », ma rimane anch'essa irretita dallo stesso sistema che è quello del gioco di parole, non mirando in·vece a raggiungere lo scopo fondamentale. E lo scopo è quello di vedere, al di là delle affermazioni, se effettivamente sussista già quel connettivo di previsioni legislative che consenta l'attuazione concreta di tutto il lavoro di cernita delle varie richieste di utilizzare il nuovo mezzo di espressione, e, prima ancora, se siano fissati i criteri in base ai quali possa esse!'e garantita la libertà di pronuncia per evitare che tutto sia sottoposto all'arbitrio ed alla discrezione di organi che, avvalendosi di criteri di . opportunità, porrebbero fin (459) 39 ' 40 (460) Spunti E AH U QUESTITALIA è Roma, ottobre AH UE L'onorevole Fanfani e il ministro del commercio coll'estero Martinelli, di comune accordo, hanno dato disposizi<Oni al Palazzo della Farnesina di non prendere in considerazione la richiesta del governo di Bonn per un boicottaggio economico dei paesi della NATO nei confronti della Germania Ori,e ntale. Il Palazzo della Farnesina ha quindi inviato istruzioni alla nostra rappresentanza permanente presso la NATO di opporsi contro ogni decisione della NATO ostile alla cooperazione economica col governo di Pankow. L'onorevole Fanfani. sostiene che le misure discriminatorie occidentali verso l'economia della Germania Orientale irriterebbe i Tedeschi dell'Est, senza produrre danni di portata tale di indurre Pankow a mostarsi più moderata sul problema di Berlino, e che comunque una simile politica sarebbe dannosa per gli interessi immediati dell'economia italiana. * Roma, ottobre In merito all'arrivo di· alcuni contingenti militari della Germania Occidentale in Sardegna, risulta che si tratta, sino a questo mom·ento, comples'sivamente di 50 aerei a reazione e di circa 500 piloti. Questi uomini saranno gradualmente sostituiti con altri contingenti, che verranno inviati in Sardegna per corsi di addestramento. L'invio dei soldati tedeschi in Sardegna non è avvenuto in base ad accordi bilaterali tra Bonn e Roma, ma secondo le disposizioni' del comando della NATO, che dispone in Sardegna di un campo di addestramento e di tiro per l'aviazione. * Roma, ottobre L'onorevole Ferdinando Tambroni pubblicherà prossimamente un volume di documenti, nel quale illustrerà le cause della caduta del suo governo. Il « Libro bi·a nco ~ di Tambroni illustra in modo particolare la rivalità tra diversi personaggi e varie correnti della D.C., « documenta » i contatti che nell'estate scorsa alcuni uomini dell'attuale governo Fanfani·, avevano stabilito con i partiti di sinistra .Il volume di Tambroni è stato per ora battuto a macchina e inviato in copia confidenziale ad alcuni alti personaggi vaticani e ad alcuni esponenti della destra democristiana. Negli ambienti vicini all'onorevole Tarobroni si apprende che il volume, anche dopo che sarà stampato, non sarà reso pub- QUESTITALIA appunti blico, ma sarà distribuito almeno in un primo tempo ad un ristrettissimo numero di uomini politici. dall'Italia HA EU essere assicurate dall'ente concessionario; ma , quale organo di vigilanza, la detta Commissione non può essere, di per sé. investita dei poteri di sindacare ed ammettere determinati programmi·. E' proprio per questo che appare, pur da un sommario esame come il nostro, l'inesistenza di organi previsti, la cui attività possa essere ampliata al fine di comprendere facolt:ì. diverse dalle originarie e che snaturereb ~ bero H loro stesso indirizzo: bisognerebbe prima di tutto istituire un organo particolare, possibilmente che derivasse le sue funzioni dal potere giurisdizionale, che po-nesse i criteri di massima ai quali dovrebbero attenersi le trasmissioni radiotelevisive: verrebbe cosi sottratto al Comitato già esistente e pertanto al · potere e~ecu tivo (il Comitato è istituito presso i~ Ministero delle poste e delle telecomqnicazioni) il potere di indirizzare unilateralmente i programmi e contemporaneamente si creerebbe un organo capace di sindacare, in base ~d una interpretazione autentica, la rispondenza delle singole iniziative ai requisiti di massima. Inoltre, dovrebbe essere legislati-vamente previsto un sistema di funzionamento tale da compensare le esigenze di programma e di organizzazione dell'ente concessionario con quelle di informazione e di formazione alle quali deve soddisfare la televisione: infine, dovrebbero· essere fissati dei criteri tecnici in ordine ai quaÙ giungere ad una scelta di preferenza dei lavori e delle opere o dei servizi di cui si richieda la diffusione. E' un lavoro di previsione che è necessario fare,. onde evitare il sorgere di fenomeni patologici che siano controproducenti al fine che ci si propone: è un lavoro di legis lazio-ne necessario onde evitare il riscontro di quelle lacune che, offrendo il fianco ad interpretazioni arbitrarie, possano invalidare di per sé nn',iniziativ:;t. HA EU dall'inizio le fondamenta di un controllo unilaterale e senza garanzia di eguaglianza. Il problema sorge proprio dalla constatazione che l'iniziativa dell' A.D.E.S.S, P.I. non resterà isolata e che pertanto difficile, se non regolarmente previsto, ed mdubbiamente incerto risulterebbe il processo di autorizzazione di determinati programmi. Il -sistema attuale (D.L.C.P .S. 3-4-4 7) prevede organi. di vigilanza e di emanazione delle direttive, ma non contempla organizzazioni investite di concreti e più particolari poteri: è costituito presso il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni un comitato «per le direttive di massima culturali, artistiche, educative ec\!. dei programmi di radiodiffusione circola :i e per la vigilanza sulla loro attuazione » e che pertanto formula, in linea gener'ca ed astratta, determinati canoni ai quali si devono uniformare le trasmissioni di radi"diffusione, prescindendo dall'esame concreto e specifico, caso per caso, e svolgendo un'attività a priori piuttosto che a posteriori. Il problema rimane tuttavia, perché possiamo prevedere una quantità enorme di programmi, le cui qualità culturali, ar-:tistiche, educative devono essere prese in esame e commisurate ai criteri astratti formulati dal Comitato centrale: a quale organo può essere demandato un simile potere ed una così delicata funzione? Per il momento non è possibile vedere, tra quelli già esistenti, alcun organismo investito di una cosi difficile ed onerosa funzione, non potendo essa rientrare nei . poteri propri della Commissione di parlamentari « avente il compito dell'alta vigilanza per assi~urare l'indipendenza e l'obbiettività informativa delle ra_d iodiffusioni ». Questa commissione svolge a-n ch'essa un'attività di massima, cioè un'attività di controllo delle garanzie fondamentali che devono * Roma, ottobre A Milano è stata creata nel mese di settembre una « Banca Italo-Israeliana ». Presidente della Banca è stato nominato l'industriale tessile milanese Carlo Shapira. Due terzi del capitale (che è di 300' milioni di Lire) sono stati sottoscritti da ebrei milanesi, mentre il terzo gruppo di azioni, per un valore d: 100 milioni di Lire, è stato sottoscritto. da alcuni cittadini d'Israele, per conto del governo di Tel Aviv. * , Roma, ottobre E' venuto in questi giorni in Vaticano, convocato personalmente da Giovanni XXIII, l'arcivescovo cattolico di Algeri, monsignor Leone Stefano Duval. Egli ha riferito alle autorità' della Santa Sede sugli ultimi sviluppi della situazione algerina. Monsignor Duval ha chiesto una mediazione confidenziale vaticana tra il governo algerino in esilio e il governo di Parigi. Le sue consultazioni in Vaticano hanno avuto luogo in vista di una visita che do.vrebbe fare al Vaticano nel mese di novembre il presidente del governo di Parigi, Debré. * Roma, ottobre L'onorevole Fanfani ha invitato i membri del governo a reintegrare nelle loro normali funzioni i funzi·o nari dello stato che tuttora risultano addetti ad ex ministri. Risulta infatti che alcuni funzionari ministeriaU sono tuttora addetti alle «segreterie personali » di vari ex ministri dei governi passati, continuando a ricevere regolare stipendio mensile. Alcuni• funzionari governativi da anni prestano la loro opera presso varie sedi particolari, senza recarsi negli uffici dai quali dipendono nei rispettivi ministeri. Fanfani ritiene che il rientro di questi funzionari ai loro normali uffici- incrementerà il personale ministeriale di un centinaio di unità. * Roma, ottobre L'onorevole Randolfo Pacciardi ha acconsentito alla richiesta del professor Luigi Gedda di collaborare nella stesura del volume « La liberazione del socialcomunismo '>, il quale conterrà interventi, oltre che del professore Gedda e dell'onore- (461) 41 Roma, ottobre E' stato creato un nuovo partito politico, il Movimento Popolare Italiano, promosso dal generale Arcovaldo Bonaccorsi, ex comandante delle truppe fasciste in Spagna. Il generale Bonaccorsi è commissario nazionale dell'Associazione Nazionale Arditi d'Italia e dell'Associazi-o ne Nazionale Combattenti di Spagna. Il nuovo partito contiene nel , suo programma tra l'altro le seguenti rivendicazioni: potenziare e valorizzare l'Esercito, la Polizia, i Carabinieri e la Magistratura, « poiche .essi si devono considerare la spina dorsale della Nazione»; riportare in seno alla Patria i territori perduti con· la seconda guerra mondiale; riconoscere la Religione Cattolica religione di Stato, e il Concordato indissolubile a tutti gli effetti; creare uno Stato f:orporativo; abolire la lotta.. di classe; vietare gli scioperi; abolire qualsiasi forma di monopolio, specie quello statale; affidare tutto il patrimonio della Nazion~ alla lil (462) Roma, ottobre E'. stato nei giorni scorsi a Roma Chu Mao-Hsun, vice presidente della Società Cinese di ·Pesca, inviato dal governo òi Ciang Kai-Schek. Egli- ha preso contatti con la direzione generale degli affari economici del Palazzo della Farnesina, e con alcune irrdustrie italiane, in vista di nn progetto di collaborazione italocinonazionalista nel campo della pesca. Il governo. di Ciang Kai-Schek ha proposto che le industrie italiane costruiscano battelli da pesca per la Cina nazionalista, e che il governo italiano autorizzi la vendita del pesce cinese nel mercato italiano, e che inoltre autorizzi i battelli da pesca della Cina nazionalista a pescare nelle acque italiane nel Mediterraneo. I benefici cosi1 ottenutidalla Cina servirebbero a pagare le spese di acquisto dei pescherecci in Italia. Roma, ottobre L'onorevole Giuseppe Togni è tornato a Roma dopo un soggiorno di circa un me- QUESTITALIA Roma, ottobre Il governo di Costa Rica ha esautorato il principe Giulio Pacelli, nipote -del defunto Pontefice, dall'incarico di ambasciatore costaricano in Vaticano. Il nuovo ambasciatore di Costa Rica, Franklin Aguilar Alvarado, è giunto in questi giorni a Roma ed ha consegnato immediatamente le sue lettere credenziali a Giovanni XXIII. Sarebbe stato lo stesso Vaticano a suggerire confidenzialmente al governo di Costa Rica di procedere alla nomina di un nuov ·) ambasciatore. Il Principe Giulio Pacelli, proprio in quanto ambasciatore di uno stato estero, era stato esentato dal pagamento delle tasse in Italia. AH UE HA EU Roma, ottobre L'onorevole Giuseppe Caronia, pres'idente 'd ell'Opera Nazionale Maternità 1e Infanzia, uno dei principali esponepti della destra della DC, promotore dei· recenti convegni dei « Circoli di Don Luigi Sturzo », ha deciso la più · ferma opposizi'one contro il ministro della Sanità, senatore Camillo Giardina. Caronia sostiene che Giardina sta proponendo all'approvazione delle Camere una nuova legge sull'ONMI che mira soprattutto a togl.iere al presidente dell'ente o·gni effettiva direzione, sottoponendo l'Opera al controllo del ministro e del suo dicastero. Caronia ha annunciato che egli intende opporsi con tutte le forze all'approvazione parlamentare del nuovo progetto di Giardina relativo allo ONMI, e che, se occorrerà, l'ONMI mobiliterà contro Giardina -i «Centri di Don Luigi Sturzo » e la destra della DC, chiedendo a Fanfani di nominare un nuove tìtoìare del Ministero della Sanità. E Roma, ottobré L'IRFIS (Istituto Regionale per il finanziamento delle industrie siciliane) ha assegnato all'industria « Textiloses e Textile » un credito di un mHiardo di Lire per la costruzione a Messina di un nuovo cotonificio. Lo stanziamento è stato assegnato contro il parere del presidente del Banco di Sicilia, dott. Bazan, il quale si è dimesso da consigliere dell'IRFIS. Secondo i tecnici del Banco di Sicilia, il prestito concesso all'industria tessile è esagerato, poiché il nuovo stabilimento prevede di usare soltanto 10 mila fusi. Recentemente al CotonHìcio Siciliano, che conta 30 mila fusi, l'IRFIS aveva concesso un prestito di soli 750 milioni di Lire. Secondo gli esperti del Bando di Sicilia, un cotonificio di LO mila fusi· non dovrebbe in alcun caso costare più di 400 milioni di lire. L'opposizione del Banco di Sicilia contro questa operazione è dovuta · anche al fatto che la industria « Textiloses e Textile » opera tramite la Banca Commerciale Italiana, che agisce in concorrenza col Banco di" Sicilia. se negli Stati Uniti. A nome dei deputati tambroniani Togni ha avut:o a Washington ri•p etuti incontri col capo del servizio segreto americano Allen Dulles, al quale ha fornito informazioni sul « pericolo della apertura a sinistra >> in Italia. Secondo quanto Togni ha dichiarato dopo il suo ritorno a Roma a diversi parlamentari della destra democristiana, Dulles ha in mente di stringere i più stretti legami di collaborazione tra la destra americana e la corrente tambroniana in Italia. AH U Roma, ottobre La Sacra Congregazione dei Religiosi ha completato in questi giorni un nuovo censimento delle suore in Italia. Da questa inchiesta risulta che attualmente vi sono in Italia complessivamente 152.312 Suore che abitano in 15678 conventi. amministrazione degli Enti indipendenti; abolire ai Senatori ed ai Deputati gli emolumenti di qualsiasi genere; abolire il regionalismo; abrogare le legge antifasciste; stringere rapporti con le nazioni che diano sicuro affidamento di combattere le teorie del comunismo dilagante; bandire dalla vita pubblica il partito comunista. Il nuovo partito ha firmato immediatamente un patto d'unità d'azione con il movimento «Socialismo Nazionale» del generale Massimo Ivrea, e col Partito Nazionale del Lavoro del prof. Ernesto Massi, nel quadro di un organismo di collegamento intitolato « Raggruppamento Sociale Italiano». HA EU vole Paeciardi, anche del sottosegretario Scalfari e dell'esponente della destra democristiana onorevole Caronia. Il volume uscirà dalle stampe fra qualche settimana, e sarà distribuito a tutti i propagandisti dei Comitati- Civici. *' Roma, ottobre Ecco un piccolo notiziario preelettoralc relativo alla battaglia per i· voti preferenziali svoltasi in alcuni centri siciliani. L'onorevole Carmelo Santalco, sindaco democristiano uscente del comune di Barcellona Pozzo di Gotto, nella provincia di Messina, noto per il simulato caso di corruzione a proposito della Giunta Regionale Siciliana, ha inviato il seguente telegramma al «cavalier» Genco Giuseppe Russo, presso la sezione democristiana di Mussomeli: «Esprimo vivissime felicitazioni per vostra inclusione lista candidati democristiani Mussomeli cui vostra presenza conferisce larghissimo prestigio. Formulo sentiti- auguri per vostra elezione sicura garanzia efficace contributo comune lotta per sane amministrazioni, moralizzazione vita pubblica et difesa valori religione c civiltà occidentale. Deferenti ossequi. Carmelo Santalco, sindaco uscente Barcellona ». Genco Russo ha risposto telegraficamente all'onorevole Santalco: «Onorevole Santalco, sindaco Barcellona. Grato per tue gentili espressioni ricambio sentitamente auguri pieno successo. Causa dé. mocrazia et difesa religi·o ne contro minaccia bolscevica habet bisogno nostro insostituibile apporto. Amici MussoDJ.eli conoscono et apprezzano altamente tuoi trascorsi amministratore provinciale et comunale esempio per tutti candidati democristiani. Tentativo comunista infangare nostra cristallina reputazione non prevarrà. Ti invio affettuosi saluti te et nostro amato segretario regionale D'Angelo. Cavaliere Peppe Genco Russo ». QUESTITALIA Negli ultimi due giorni delia campagna elettorale a Palermo, il consigliere comunale uscente e candidato della DC, dott. Alfredo La Rosa, ha recapitato a mezzo posta a qualche migliaio di elettori· un cartoncino che reca da una parte la foto del candidato, mentre 'dall'altra porta il seguente testo: « Il Comitato Elettorale chiede vivamente la più attiva collaborazione a tutti gli amici e a tutti coloro che conoscono l'ing. La Rosa per avere sostenuto con lui gli esami per il conseguimento della patente di guida; ricorda a tutti coloro che hanno ricevuto fav..:>ri che, in questa occasione, possono, se lo ritengono opportuno, dimostrare la· loro gratitudine». Il candidato del PLI nelle elezi-oni comunali di Marsala, Antonio Giacomaro, ha distribuito un volantino in cui si definisce « candidato liberale ed europeista convinto, che si è ri·v elato, attraverso le sue molteplici attività, un dinamico organizzatore oltre che della politica anche dello sport e della mondanità ». Nell'autobiografia del candidato liberale leggiamo che « da giornalista di-lettante ha trattato argomenti di sport, di politica, di ippica, d'arte ecc.», che « si può considerare il fondatore del PLI a Marsala avendo firmato il primo verbale di fondazione ... da europeista convinto, molti anni addietro fondò il Movimento federalista europeista e ne coprì la segreteria politica. Organizzò la Gioventù Federalista Europea e ad intervalli la diresse insieme ad altri amici-, con i quali costil.uì anche la Società Sportiva Europea... Alcune settimane addietro fondò la società B. Croce, affidan'dola per le sue cure organizzative e tecniche ad esperti amici... unico organizzatore delle serate mondane seppe inserire il locale del Lido di Marinella (di sua proprietà) fra i più noU della Provincia, e come se queste attività non bastassero fondò la Polispol'tiva Tricolore, oggi diretta da lui con la qualità di Presidente. A quest'ultima so .. cietà ha dedicato tutte le sue ore migliori...» A Palermo è stato costituito un « comitato elettorale del dott. Nino Di Leo» candidato della DC nelle elezioni comunali. Tale Comitato ha inviato ad alcune decine di migliaia di cittadini di Palermo una lettera del seguente contenuto: «Conoscendo i legami di amicizia che legano la S.\'. Ill.ma con il nostro dott. Nino Di Leo, ci permettiamo ricordarle che egli ripropone _la sua candidatura alle prossime elezioni ammini-strative. Ciò facciamo certi di compiere cosa a Lei gradita ~ .allo scopo u i ·consentire che Ella possa tempestivamente impegnarsi. Sappiamo per altro che il dott. Nino Di Leo desidera incontrarsi con la S.V. per porgerle personalmente la Sua preghiera ». Firmato: . Il Comitato. La massima parte dei cittadini che hanno ricevuto questa lettera, non conoscevano affatto Nino Di Leo, non vantano alcun legame. di amicizia con lui, e non lo avevano mai visto prima. (463) 43 • Bonn, ottobre . .Tra il governo di Bonn e quello di Parigi sono attualmente in corso negoziati segreti per un accordo che dovrebbe regolare la cooperazione dei due governi contro il traffico clandestino delle armi destinate all'Africa del Nord. Il govern~ francese ha fatto presente che, in attesa che tale accordo sia raggiunto, le navi te'd esche che si avvicinano al~a. costa algerina, dovranno essere perquisite. • Belgrado, ottobre Hanno avuto inizio in questi giorni· trattative segrete tra l'Episcopato cattolico e il gov:erno di Tito, per una migliot:e collaboraziOne tra le due parti. L'Episcopato 44 (464) Londra, ottobre In merito alla visita che il primate della Chiesa Anglicana Goffrey Fisher farà a Giovanni XXIII il 2 dicembre pros~ !iimo, si apprende che Fisher conferirà col ~apa ~nche a nome del patriarca ecumen!co d1 çostantinopoli, Athenagoras, che e la massima autorità delle Chiese Ortodosse nel mondo. Fisher incontrerà ;\thena~oras, in Turchia,. prima di· venire ID :Vaticano. I colloqui tra .Fisher e il Va~1cano non si limiteranno solo alla ud1el!za pon.tificia. Il primate della Chiesa Anghcan~ SI t~atter~ a .Roma tre gioQrni, durante 1 quali avra dei colloqui con diversi dirigel!ti del.la ~anta Sede, specialmente con 1 cardiDah Bea Tisserant ed Amleto Cicognani, oltre eh~ col cardinale pomenico Tar~ini. E' previsto anche un n~contro tra F1~her e il cardinale Agagia·D ian, durante Il quale sarà esaminato il pr~blema di una collaborazione ti:a la Chiesa Cattolica, la Chiesa Anglicana e altre chiese cristiane nei paesi afroasiatici. Tunisi, ottobre AH UE Il principe ereditario del Marocco, Mulay Hassan, si è recato in questi giorni a HA EU Londra, ottobre Il governo inglese ha fatto presente al generale De Gaulle il proprio mal contento per l'autorizzazione data dalla Francia .al ~overno di Bonn, ~i occupare alcune basi di addestramento ID Francia, per i soldati della Germania Occidentale. Il govern~ di Lo~dra ha. inoltre fatto presente che, ID segm·t o al nfiuto delle autorità Ji Bonn di ~ontribuir~ in dollari alle spese delle. basi alleate ID Germania, lo Stato Maggwre americano pensa 'd i ritirare alcune divisioni statunitensi· dal territorio tedesco. * E * passato l'incarico di ambasciatore a Pangt e ad Ankara. Il · nuovo ambasciatore d'Israele a Roma è stato negli ultimi anni· ripetutamente incaricato per contatti confidenziali col Vaticano, e l a sua nomina a Roma prelude ad una maggiore intensificazione dei contatti diplomatici· tra il governo d'Israele e la Santa Sede. Fischer è stato infatti incaricato dal suo governo di negoziare a Roma con le autorità vaticane la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra il Vaticano e Israele. AH U Washinghton, ottobre La grande stampa degli Stati Uniti ha quasi completamente trascurato le tesi italian e sostenute dal ministro degli esteri Segni .all'ONU, in merito alla questione dell'Alto Adige. Il New York Times ha dedicato al punto di vista italiano e al discorso del mini stro Segn i· appena 40 righe:, mentre un riassunto ancora più breve P. stato pubblicato dal New York Herald Tribune. Altri importanti giornali americani tra i quali il Journal American, il Mi.rror' il Daily News, il World Telegraph, il Ne~ York Post, hanno completamente ignorato il pu~to di vist~ ~taliano e il discorso pronunciato dal ffiiDI·stro Segni. Al suo ritorno a N ew Y ork, il ministro Segni ha chiesto ~n'ambasciatore Brosio di aprire una inchiesta sull'efficienza dell'uffi,c io stampa ~ell'ambasciata. Brosio ha risposto al mini-stro degli esteri che l'ufficio dell'addetto stampa a Washington è del tutto insufficiente a causa dell'assoluta mancanza dei f?ndi; Brosio aveva offerto a diversi es perh del Palazzo della Farnesina di venire a Washington a dirigere l'ufficio stampa dell'ambasciata, e tutti avevano rifiutato tale invito, per motivi finanziari. ha presentato al governo le sue proposte tramite un memoriale scritto che è stat~ conse~nato dall'arcivescovo di Belgrado mon.signor Giu~eppe Ujcic al capo dello ufficiO go_ver~ahvo per l~ questioni religiose. DobnvoJe RadosavlJevic. Il testo del docu~ento episcopale è stato portato confidenzialmente nei giorni• scorsi al Vaticano, t:amite il. vescovo di Segn, . monsignor V1ktor Bune, il quale è stao ricevuto dal Papa. Risulta tra l'altro che l'Episcopato? ~attolico jugoslavo è favorevole alla ri~hiesta del governo di Belgrado di trasfenre da Roma tutU. i preti dell'emigrazione fascista jugoslava, che da 15 anni o~cupano il Collegio di S. Girolamo in VIa. ~o.m~celli. Svuotato dagli attuali ospiti politici, Il collegi·o dovrebbe essere destinato ai seminaristi jugoslavi che verranno ~ R.oma per frequentare le università po~hficie. Una delegazione dell'episcopato e I~fin~ partita per Roma, ed è composta dell arciVescovo di Belgrado monsirg~or Giuseppe Ujcic, dell'arcivescovo di Zagabria monsignor Francesco Seper e di tre vescovi diocesani, i monsignori Bukatko F_rani.c e Zvekanovic. I cinque prelati: gmnh a Ro-m a per conferire con Giovanni XXIII e con i dirigenti della Segreteria di Stato in t;nerito ai negoziati in corso col governo J.ugosl~vo, per raggiungere un « modus vivendi » tra la Chiesa e lo Stato in Jugosl~vi~, ~anno partecipato anche ad alcune numon1 preparatorie delle varie commissioni per il Concilio Ecumenico.. HA EU dall' Estero • Tel Aviv, ottobre Nelle prossime settimane partirà per Roma il nuovo ambasciatore d'Israele Maurice Fi·scher, attualmente vice diretto're gen~rale al ministero degli esteri di Tel Aviv. Fisher, che ha 37 anni, ha ricoperto nel OUESTITALIA Londra in · missione segreta. Egli è stato incaricato dal padre, il sultano Maometto V, di chiedere l'appoggio inglese per l'inclusione della Mauritania sotto la sovranità del Marocco. Il presidente tuoisino Bourghiba si è schierato contemporaneamente pubblicamente contro la tesi marocchina, dichiarando che la Tunisia appoggia la tesi della indipendenza del territorio africano, cui la Francia riconoscerà l'indipendenza il 28 novembre prossimo. Il giovane primo ministro della Mauritania, Moktar Ould Daddah, ha informato dal canto suo il governo tunisino che egH intende combattere con tutti i mezzi contro i piani annessionistici del Marocco. Moktar Ould Daddah ha informato il governo di Tunisi che egH intende chiedere sin dal 28 novembre prossimo il riconoscimento dell'indipendenza del suo paese all'ONU, e l'ammissione nelle Nazioni Unite. Egli ha accusato il governo del Marocco di mirare alle miniere di rame e di ferro ~he si trovano in questo territorio africano. Il governo francese ha impegnato tutti gli stati africani ex-colonie francesi, che tuttora sono ispirati dalle fònti parigine, di appoggiare la tesi della indipendenza della Mauritania. * Vienna, ottobre Un funzionario del servizio informativo gesuita di Vienna è stato inviato nei giorni scorsi dal Vaticano a Budapest. Il gesuita austriaco, 'di cui si ignora il nome, ha viaggiato in incognito. Scopo della sua missione è stato quello di accertare l'attuale situazione dei vescovi cattolici monsignori Petery, di Vacz, e Badalik, di Veszprem, che sono tuttora detenuti dal governo. Il governo ungherese ha ultimamente soppresso i campi di concentramento, ma questi due vescovi, che vi erano stati rinchiusi, non sono tornati alle loro diocesi. L'inviato gesuita ha potuto constatare che i due vescovi si trovano attualmente internati in due ville separate nell'interno del paese, ma non ha potuto mettersi in diretto contatto con es.s i. QUESTITALIA Tirana, ottobre E' stato nei giorni scorsi in Albania il generale della Cina comunista Chang Tsung-Hsun, capo di stato maggiore aggiunto. Egli ha avuto lunghe conversazioni ·con il generale Bekir Balluku, ministro della difesa albanese, al quale ha chiesto la · disponibilità di alcune basi in Albania, dove verrebbero addestrati i « volontari » cinesi destinati alla Algeria. Il governo di Tirana ha subordinato il proprio nulla osta alla richiesta cinese a una pre. venti va consultazione con il governo dell'URSS e con lo Stato Maggiore del Patto di Varsavia. * w ashington, ottobre In 28.000 chiese degli Stati Uniti, appartenenti alla Lega Nazionale Evangelica, alla quale aderiscono 38 diverse Chiese protestanti, ha avuto luogo una « campagna religiosa contro Kennedy ». Durante le cerimonie religiose sono stati distribuiti ai fedeli protestanti opuscoli e volantini, che invitavano la popolazione a votare contro Kennedy, per evitare che un cattolico diventi il presidente degli Stati Uniti e violi, secondo gli obblighi della sua coscienza religiosa, il principio della separazione tra la Chiesa e lo Stato. * Il Cairo, ottobre Il servizio segreto francese ha ·preso dei contatti confidenziali col governo algerino in esilio. I contatti sono avvenuti ai primi di ottobre al Cairo. Il governo algerino ha fatto sapere che è disposto a discutere con la Francia la questione algerina, ma a condizione che . tali trattative vengano fatte direttamente tra De Gaulle e Ferhat Abbas, anche, se De Gaulle vuole, in forma del tutto segreta. Il governo algerino ritiene che le trattative devono riguardare le modalità di referendum in Algria, ma non intende accettare il punto di vista francese secondo il quale il referendum deve essere controllato dall' esercito francese. Gli algerini chiedono il controllo di una commissione mista composta dai rappresentanti francesi e del FLN, o da delegati dell'ONU. Nel caso che il referendum algerino determini l'indipendenza del paese, il governo algerino è disposto a riconoscere alla Francia i diritti di sfruttamento petrolifero nel Sahara, il quale però deve passare sotto la sovranità algerina. * V arsa via, ottobre Su richiesta del cardinale di Varsavia, Stefano Wiszinsky, verrà subito dato inizio alla causa di b eatificazione del religioso polacco p. Massimiliano Kolbe, che è stato ucciso dai nazisti nel 1941 nel carcere di Oswiecim. L'Episcopato cattolico polacco intende anche far riconoscere che (465) "' l'occupazione nazista in Polonia, durante uno stato arabo palestinese. Il governo della seconda guerra mondiale, aveva quale la RA U sembra orientato a proclamare unico scopo quello di sterminare i popoli quale stato palestinese « confederato con slavi e in modo particolare il popolo pola RA U » il territorio di Gaza, che è già lacco, e che le vittime di tale politica hitcontrollato dalla RAU. In tal modo Nasser leriana non erano soltanto i comunisti, vorrebbe creare una base politica per le ma anche i cattolici e persino il clero. ulteriori rivendicazioni territoriali, sia Il p. Kolbe era un missionario francesca- _ verso la Giordania sia verso Israele. no, che tra le due guerre mondiali aveva svo~to opera missionarià in Giappone. Per disposizione dei suoi superiori religiosi New York, ottobre egli era tornato in Polonia poco prima della seconda guerra mondiale, e nel 193.9 L' American Institute of Management » fù arrestato dalla polizia nazista, e dopo ha pubblicato in questi giorni a New la deportazione in vari campi di concenYork l'annuale studio sulle maggiori imtramento si era trovato nel campo di prese commerciali e affaristiche del monOswiecim. Quando, in occasione della fuga do. Tale studio viene elaborato annualdi un prigioniero politico, i comandanti mente dietro richiesta degli uomini d'affanazisti di tale campo avevano deciso di ri americani, per facilitare i loro investiuccidere uno ogni dieci prigionieri detamenti nelle « imprese sicure » .dei diversi nuti, il p. Kolbe si offerse di morire invepaesi del mondo. Il documento dell'« Amece di un giovane sottoufficiale polacco, parican Institute of Management » per questo dre di numerosi figli. Il religioso morii il anno pone al primo posto assoluto tra 14 agosto 1941 nella cella della morte, in tutte le imprese del mondo il Vaticano, seguito ad una· iniezione di acido fenico. assegnandogli 9010 punti sui diecimila Ad evitare che la beatificazione del p. possibili, insieme ad industrie petrolifere Kolbe assuma un significato antitedesco, quali la Standard Oil della California e essa avverrà contemporaneamente a quella la Standard Oil del New Jersey. Seguono del gesuita tedesco p. Rupert Mayer, una poi la Generai Electric e la Generai Moaltra vittima della persecuzione nazista, ma tors. in Germania. Il p. Mayer era stato arrestato dai nazisti nel 1939, e deportato. nel campo di concentramento d'OranieilburgOttawa, ottobre Sac_h senhausen, nei preSsi di Berlino; nonostante le torture egli riuscì a sopravviLa notizia della creazione di un partito vere e tornare a Monaco di Baviera dopo nazista nel Canadà ha destato indignazioil crollo del nazismo, dove morì in seguito ne e ira in tutti gli ambienti politici del paese. alle persecuzioni subite. La solenne cerimonia della beatificazione dei padri MasI can~desi sono r~masti colpiti nell'ap. similiano Kolbe e Rupert Mayer avverrà prendere l'esistenza nel loro paese di un nel 1961. movimento nazista - ha scritto un giornale. Il Montreal Star ha dichiarato che ogni canadese denuncerà questo movimento. La stampa pubblica numerose lettere Il Cairo, ottobre di protesta. Leo Robak ha scritto sul MonIl governo della RAU ha formato spetreal Star che non ha parole per esprimeciali unità militari inquadrandole in una re il suo orrore e la sua ira per l'intervi« armata · palestinese ». L'armata è stansta televisiva con coloro che si autodefiniziata nella regione di Gaza, ed è interascono leaders dei partiti nazisti degli Stati mente equipaggiata con armi sovietiche. I Uniti e del Canadà. Molte migliaia di tegoverni di Cairo e di Bagdad sono d'ac- - lespettatori sono rimaJ>ti colpiti nell'apcordo per la creazione di uno stato paleprendere che la liquidazione del regime stinese arabo, ma non sono d'accordo sulnazista in Germania e l'esecuzione di alla forma e sull'entità territoriale di tale cuni criminali di guerra nazisti non hanno stato. I due progetti, tuttavia, si rassomiimpedito la ricomparsa di nuovi « Hitler» gliano, e il governo della RA U spera che nel Canadà e negli Stati Uniti. l'lrak finirà per accettare H suo punto Uno dei lettori del Toronto Daily Star di vista. Il governo giordano invece ha coinvita - il _governo ad aprire un'inchiesta municato ufficialmennte alla Lega Araba sulle fonti di finanziamento del partito di essere contrario a qualsiasi creazione di na.zista canadese ed a porlo al bando. Segnalib~i HEINRICH ROMMEN: Lo Stato nel pensiero cattolico (presentazione di F. Battaglia); Milano, Giuffrè, 1959; pp. 323• L. 16oo. 46 (466) HA EU AH U HA EU * E * QUESTITALIA Il Rommen, scrittore cattolico, ricco di molta esperienza politica, è noto come studioso della dottrina cattolica sullo Stato attraverso un autore centrale qual.'è Fran·c esco Suarez, e attraverso la elaborazione del pensiero laico del Grozio. Egli afferma che la Chiesa cattolica definisce lo Stato « una Società perfetta, che realizza tutti i fini dell'uomo, ma con la avvertenza che tali fini, essendo -naturali, attendono di essere completati dalla soprannatura, alla loro volta inservono ai fini soprannaturali, per cui l'uomo in essi si appaga ma insieme si apre ad altre ansie e prospettive. Ne vie ne che, innanzitutto, l'individuo non si adagia compiutamente nello Stato, il quale non lo risolve coincidentemente; ma che poi la Chiesa non abbandona lo Stato a se stesso, anzi ritiene nei secoli di· poter intervenire in esso ... E si capisce, una volta che si ponga un fine soprannaturale oltre il naturale, e con esso il suo primato, in un ordine gerarchico e ascendente ». L'idea fondamentale di tutto il libro sta nella concezione dello Stato come un organismo morale. « A centro Ile è l'uomo, che è corpo ed anima, che essendo anima è ragione, e soprattutto v olontà. Esso riassume la necessità senza esclusione di aspetti e la avvia alla libertà, appunto ne fa dei valori precisi che reggono la vita sociale e politica, la coordinano, la orientano ». Nella luce di questa dottrina, che ha risonanze tomistiche (lo Stato assume l'uomo « sed non totum ») ma anche idealistiche, il Rommen discute le dottrine differenti da essa; ed infine dichiara la sua posizione rispetto alla Comunità Internazionale, che egli definisce come « organismo m6rale più alto di quello dello Stato nazionale:.. Il Battaglia, nella presentazione, fa alla dottrina del Rommen, dopo molte lodi, tre osservazioni critiche: non si salva dalla sostanzializzazione dello Stato (ne fa un ente e lo fa esistere idealmente prima delle sue parti) ; ne esagera il valore (definendolo « la più bella, la più artistica c la più alta produ.zione della natura sociale, nell'ordine dei valori sociali); mescola motivi derivati dalla prima e dalla seconda Scolastica con motivi del romanticismo e in definitiva disposa tesi romantiche. Sono censure di un critico molto benevolo. Infatti il Battaglia è un filosofo del diritto che oggi si dichiara vicino alle idee del Rommen, non soltanto in questa presentazione, che egli intitola « Intorno al pensiero cattolico sullo Stato », ma an- AH UE • QUESTITALIA che nel recente articolo su « La concezione speculativa dello Stato », pubblicato sulla Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto . Egli ora scrive di avere abbandonato la sua « tesi i·m manentistica affermante che l ' individuo coincide con lo Stato in quanto soggetto morale» (coincidente idealisticamente .con lo Stato etico) « nella luce di una nuova meditazione, che consuma nello -spiritualismo l'ori·g inaria impostazione immanentistica. Si può ben dire - afferma ora il Battaglia - che proprio il ritenere l'individuo portatore di un valore, che lo eccede, esclude che lo Stato sia sullo stesso suo pi•a no, ne fa qualche cosa di diverso ». Non è diverso abbastanza , quando la sua « forma è quella della es senzial e giuridicità e il suo contenuto è dato dall'ethos ». Sono da lodare la grande cultura e la buona intenzione del giurista tedesco e di quello italiano, ma si deve chiedere se sia giusto presentare come « pensiero cattolico » due· tentativi di fondere elementi scolastici con elementi idealistici. ALBERTO CARACCI OLO: Stato e soci età civile; Torino, Einaudi, 196o; pp. 159. L. 1200. Ecco un libro notevole non soltanto per la storia del Risorgimento, ma anche per la sociologia odierna. Del nostro Ri•sorgiinento il Caracciolo stu{lia, più che l'aspet- · to politico o quello economico già molto . analizzati dagli storici, Io sviluppo civile della società. · In tale prospettiva egli illumina alcuni fra i principali fattori della formazione dello tato italiano moderno . .E' vero che la so.vranità civile si afferma soprattutto attraverso !!intervento statale nell'economia: intervento che diviene sempre pi-ù consapevole ed esplicito, come dimostra l'indagine sul Ministero di Agricolt ura e Coil1illercio da Cavour a Depretis; però l'ingerenza stat11le ·si fa sentire in molti altri vitali settori: quello dell'istruzione e della libertà dell'insegnamento, quello della beneficenza e assistenza, quello igienico-sanitario, e nei più diversi aspetti della vita sociale culturale e morale. L'unificazione parve esigere un rigoroso accentramento. Il giovane autore, gi•à libero docente di Storia del Risorgimento nell'Università di Roma si era bene preparato a questo lavoro 'di sintesi, fondata su ampia e in parte nuova documentazione, con molti stu'di iniziati nel 1952 dal volume su «Il movi~ento contadino nel Lazio: 1870•1922 ». Oltre al notevole valore storico, è da lodare la prospettiva sociologica sulle carattéristiche dello Stato moderno. L'autore si propone di studiare « quali furono (467) 47 RUDIGER ALTMANN: Das Erbe Adenauers; Stuttgart, Seelwald, 1960; pp. 211, DM 14,6. L'autore non è un avversario dell'attuale governo di Bonn; vorrebbe anzi conservare Io stato attuale dell'odierna struttura sociale. Appunto perciò egli si pone la domanda: che cosa accadrà quando Aden auer non terrà più le redini della Repubblica Federale? Altmann paragona la struttura del governo attuale alla struttura di un edificio: all'esterno upa facciata di politica dei• pa~· titi, all'interno gruppi di interessi, dei quali Adenauer sa utilizzare l'influenza e dei quali esaudisce i· desideri nella misura in 48 {468) Rassegna delle riviste SERGIO HESSEN: Scuola democratica e sistemi scolastici; Roma, Avio, 1959; pp. 358, L. 2000. ·E' la raccolta dei saggi separati che il noto pedagcigista ha striUo in questi altimi anni, esaminando le più recenti concezioni pedagogiche, le nuove legislazioni scolastiche, gli odierni esperimenti scolasticio. L'autore illumina efficacemente la diversità degli indiri·z zi e delle attuazioni nelle condizioni storiche e ambientali dei vari paesi. La caratteristica fondamentale, che · egli ritrova dovunque, è il rapporto scuola-democrazia. L'una e l'altra appaiono in crisi. La scuola ha percorso una strada analoga a quella della democrazia; e come la democrazia oggi non può chiudersi in una mentalità indifferente ri·spetto alla vita sociale, cosi la scuola non può oggi concepire la propria autonomia come una vuota neutralità. Vengono esposti in modo particolare gli ordinamenti scolasticio di Francia, Gran Bretagna, Cecoslova~ chia, Polonia, Italia (dalla Riforma Gentile al 1959). QUESTITALIA .zione del progresso tecnico e della prospeNella ri vista DER MONAT , (aprile 1960), che esce a Berlino, Karl Heinz Wocker , rità, le due sole cose lasci-ate come eredità dagli ad ulti. E il profondo sentimento · di pubblica uno studio coraggioso su « Una colpevolezza della vecchia generazione fa generazione senza volto ». Dopo un esasì che, invece di educare la gioventù con m e ampio e sincero sui caratteri· della giole i stituzioni tradizionali f a miglia, ventù odierna nella Repubblica di Bonn, egli constata che essa non è nè democra- . scuola, chiesa - es sa preferisce abbandonarne l a cura ai mezzi delle comunicazioni tica, nè comunista, nè nazionalista, nè eudi massa e della propaganda. ropeista, nè pacifista, nè militarista, nè materialista, nè idealista.. Egli la trova Lo Stato realmente democratico è la pi-ù « spaventevole »; e preferirebbe che essa faticosa, la più fragile ' e la più complicata avesse un pò d'odio contro qualche cosa, di tutte le forme politiche, bisognosa dello o che si mostrasse - di tempo in tempo a iuto di tutti i cittadini, i quali devono es- radicale. L'odio «rappresenta» qualche sere perciò educati a partecipare in mocosa; almeno si sa a quale punto ci trodo intelligente ed onesto alla vita politica. viamo, e si può lottare contro quest'odio. Questo periodo di transizione appare, alMa la gioventù germanica occidentale non l'autore, estremamente d~fficile, poicht\ gli è capace neppure di dò. anziani sono prigionieri dei vecchi pregiudizi e i giovani sono troppo incuranti dei Egli non fa questione di colpabilità. problemi reali. Egli domanda alla giovenAggiunge però che, volendo trovare i retù di riflettere con impegno e di fare sesponsabili, non c'è che da cercarli tra c<!riam ente le proprie esperienze, finché i loro, i quali ier l'altro aiutavano senza r complici di ieri si tengono ancora nell'ommorsi il Fiihrer a conquistare i cuori debra e tentano di suggerire ai candidati gli uomini e i paesi del mondo . intero, della vita politica risposte false. quali ieri pensavano che per r1parare 1 torti causati fosse sufficiente assicurare alla gioventù una vita più agiata di quella vissuta da loro, i quali oggi domandano a · gran voce la risurrezione del « Servizio I DOCUMENTS, rivista di Colonia di del lavoro obbligatorio» per inculcare fiquestioni germaniche (maggio-giugno 1960), nalmente i buoni costumi a questa giostampano un articolo di Bruno Lenz su «La ventù che non ha neppure un poco d-i ricrisi delle Università». Egli scrive che, spetto per i propri geni·t ori. • mentre nel passato si diceva, non senza In tale « vuoto », anche i tentativi di ironia, che l'Assemblea Nazionale di Frauintegrazione politica europea e JDOndiale coforte era il Parlamento dei professori, non rappresentano niente per essa. L'anoggi il grande affiusso degli studenti e la tore riconosce, d'altra parte, «che ciò che penuria di giovani insegnanti- impediscono si nasconde dietro la confusione dell'alfaai docenti di dedicarsi ·ad attività politiche beto e della tavola di moltiplicazione eupratiche (viene spontaneo un confronto ropea non è follemente attraente: C.E.E., con le Universi•t à italiane). Nelle UniverE.F.T.A., O.E.C.E., U.E.O., le Comunità dei sità americane eminenti, la percentuale Tre, dei Sei, dei Sette, dei Tredici, Jei del personale insegnante in rapporto agli Quindici o dei Diciotto, tutto ciò. non h.a studenti è di l a 8; nell'Unione sovietica, niente di appassionante per una 1mmag1è da l a lO; nella Repubblica Federale nazione giovanile portata verso l'assoluto. Tedesca è di l a 15, vale a dire l profesBisogna aver conosciuto l'impotenza di una sore per 60 studenti. (Altro spontaneo con• Europa dilaniata per apprezzare i tentati':i fronto !). I professori e i· rettori si sforzadi comunità che oggi vengono abboz.zatl, no di attirare i giovani e creare cattedre sebbene siano assai modesti ». di riserva; ma sono sovraccarichi di laQuesta generazione vuota di ogni penvoro e non hanno tempo di occuparsi sufsiero politico e sociale, che si cura unicaficientemente dei giovani. Tutto ciò non mente del proprio benessere, non può nemrende attraente la carriera universitaria. meno venir definita scettica. Essere scetMolti sono spaventati dalla lunga durata tico significa distaccarsi da qualche cosa della preparazione e dal basso livello degli che si conosce bene, che si conosce tropstipendi. po bene per poter accontentarsene. I gioL'autore cita quindi la conclusione che vani di vent'anni non hanno una vera. coil prof. Miiller ha pubblicato sulla base noscenza, né diretta né riflessa, dei grandi inchieste approfondite: « Se si giudica dissimi ed urgentissimi problemi del. monin funzione dei bisogni futuri, condizionado odierno politico e sociale; « sono come ti dalle esigenze della concorrenza nella esseri non vaccinati che vivono in mezzo economia mondiale, si può di•r e che il nnai malati .guariti ed ai malati cronici -.. mero degli studenti universitari è piuttoAnche il desiderio di indipendenza della sto troppo piccolo che troppo grande. Ma gioventù attuale si limita risolutamente !l! se si giudica in funzione delle esigenze che dominio della vita · quotidiana, è in funoggi si è in diritto di porre ad universi-tari AH UE HA EU AH U E cui que.sti non si urtano troppo con altri. « L'indu stria vi ha la sua· abitazione, cattolici e protestanti vi f an no gara di parità, l'ala sinistra lotta per ottenervi• un'abitazione in condominio, e l'agricoltura non ha bi sogno di stare nel cortile. In breve, la maggioranza parlamentare è un cong-lomerato complesso di interessi e di compromessi ·d'interessi ». E' un vero labirinto, ma Adenauer lo cono sce e lo domina completamente. Viene riconosciuta storica la opera del Cancelliere, ma si illumina continuamente il rovescio della medaglia. «Nessuno dei suoi discorsi merita di venire stampato ... Nemmeno i biografi sembrano avere scoperto molti elementi che superino il quadro di ciò che compie il borgomastro d'una grande città... Tuttavia è, senza dubbio, una personalità ... Forse soltanto un tale vegliardo poteva dare alla Germania la calma che le era più necessaria di una coscienza politica». L'autore si dichi·a ra certo di una cosa: l'uomo che ha dato il suo volto alla Repubblica Federale non lascerà dietro di sé alcuna tradizione politica, alcuna dqttrina, alcun discepolo; la sua eredità, concernente le idee politiche, sarà un grande vuoto, che bisognerà colmare. E converrà concentrarsi sulle cose piuttosto che sulle persone. <( E' urgente che la nostra politica sia meglio armata sul piano ideologico; che noi abbiamo la volontà di mettere in pra:. tica delle idee invece che contentarci di fare degli affari ». Così conclude eautore, aggiungendo che tutti dovranno far fronte a tale necessità: non soltanto i• democristiani tedeschi, ma anche i socialdemocratici, il Parlamento, l'opinione pubblica, e nessuno potrà non riconoscere questa eredità. HA EU i rapporti dello Stato italiano col cittadino e con la società civile, quali di conseguenza l'efficienza e la natura sua. Problema non giuridico costituzionale, o almeno non prevalentemente giuridico, ma di più ampio si·g nificato, che lo storico moderno, attento a distinguere fra strutture politiche e vita degli uomini, dei gruppi, delle classi sociali, avverte essenziale per conoscere il signi•f icato di un'età e di un sistema ». Su questo terreno meno esplorato dagli storici - l'esame dei nessi degli istituti politici con istituti e con uomini• dell'amministrazione della cosa pubblica e col progredire e l'aggrupparsi della società civile dimostra quanto fosse fragile il tessuto della società civile, cui si chiedeva di esprimere una classe politica ed uno Stato nuovo, con diverso livrello di evoluzione sociale tra le componenti regionali del regno unitario e con squilibri nel processo di accumulazi•one dei capitali e nel maturarsi di una borghesia imprenditrice (difficoltà npn scomparse neppure dopo cent'anni). Dimostra inoltre con quali caratteri lo sviluppo dello Stato• italiano partecipa al grandioso e pericoloso fenomeno dell'incessante centralizzazione ed accrescimento di funzioni dello Stato moderno. Esistono caratteri comuni ad ogni Stato moderno, quale si viene conformando nel sorgere della borghesia, del pensiero razionalista, delle comunità nazionali, dell'economia mercantile fondata sull'industria e del diritto fondato sulle libertà dell'imprenditore. Monarchie assolute o illuminate in alcuni grandi paes,i 'd'Europa, Stati regionali in altri, prime repubbiiche in America, ancora giovani democrazie dell'Ottocento, imperi conservatori, organismi federativi e repubbliche socialiste appaiono tutti « regimi » politici che si svolgono lungo una direttrice analoga, se considerati secondo il compito e la strutturazione dei pubblici poteri. E' uno Stato. onnipotente, nei suoi principi e nella sua reale strutturazione, che si afferma in ogni luogo, pur quando sono più opposte, nella legge o nella coscienza degli uomini le istituzioni. <' ' ! * QUESTITALIA (469) 49 "'o 0... ·;:; HA EU L.. L.. "' ·;:; c: u ·o:; AH UE "o :8> o. M M - ::l M ".....ro _j :J > (l} u 'O i:r. ....o .!:( 5IQ) -l ::;"' o ·;:; "' 1- 2 li .., u ..~ :J u ~ ....c 111 a o o 'ti cn c ... .!! ....Gl cn ....111 :0 <( ::> t: .! E 111 I:T oa.. 111 0::: <( o u l- _j o 'O u w o ....111o o c: N Gl > o::: = 'i:i V> o 111 'ti e ·o c u ~ w 111 "i "' c: ·;; Q) o ....c: ::l Ol 'O Q) -~ -l 5IQ) Cf U) Q) .... ;; ·;:; ·- !E IU .a :::1 -- ---- ----- -- --- 2 ~ l! ~ ·;;;; ·:; u <( ·=o E o o co ·c;, :0 'O cO ·;; ..c: c: u _j c: ..2 ~ "' I: 1- t: o 'i:i -;:; (l} (l} E ~ c: L.. L.. L.. c: u o > uo ·;:; o E c: o u (l} l c: ro .. ..o "o ...... ro ·;; ....o 'O Q) o ....c: ::l Ol 'O o .N ·:;: o L.. (l} Vl L.. w - _j 'O t+= o. ·M M u -o ,.... M o. 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L'illu sione n u trita d u rante la lotta del movimento operaio per ottenere la cogestione, era l'idea che la partecipazione dei salariati alla direzione dell'impresa p otesse avere u n'importanza essenziale per trasformare la politica economica. La cogestione ha certamente recato a d op erai e impiegati vantaggi con la ridu zione d el tempo di lavoro e con q u elle forme di assistenza "'(; ...... HA EU * rivista che vengono graziosamente chiamate «presa in carico sociale del personale ~: abitazioni, sport, col onie, ecc., vantaggi che servivano, nello stesso tem po, gli interessi diretti o almeno indiretti d ell'impresa. Ma oggi è chiaro che, partendo da u na o più imprese indi·v iduali, non si può influire sull'orientamento della struttura e dello sviluppo dell'economia nazionale. Ogg i, le speranze pompose hanno lasciato il posto ad una confessata rassegnazione, che spesso ama rifu giarsi in u na interpretazione morale della crisi della cogesUone: come se altri uomini, occupanti i posti chiave della cogestione, avessero potuto, in circostanze analoghe, attuare una politica radicalmente diversa. Dare una spiegazione morale alla crisi d ella cogestione è u n ripetere l'error e commesso qu ando l a cogestione fu creata: è negare l'antagonismo fonda mentale, in una società rimasta capitalistica, tra gli interessi dell'impresa e q u elli del person ale; è non riconoscere che soltanto una pressione dal basso,· permanente, organizzata, orientata verso obiettivi chiari•. e precisi, pu ò obbligare l a direzione .della impresa ad operare modificazioni profonde, e non soltanto marginali, nel sistema sociale dell'azienda. L'autor.e, n_ella chiusa dell'articolo, si domanda se, anche quando esistesse l a possibilità d i esercitare qu esta pressione d al basso, sarebbe giudizioso m ettere questa forza a servizio di una rinnovata formula di cogestione, o se non sareb be m eglio - dal punto di vi·sta tattico, strategico e pedagogico tracciare mete b en precise e, segu endo il modello americano, ottenere direttamente le modificazioni indispensabili nell'impresa, quelle modificazioni che ci si immaginava di ottenere, senza rumore, con l a composizione paritaria dei consigli d 'amministrazi one. E degni d i questo n ome, b isogna confessare che le a u le delle Università sono troppo aff oliate. N o n si pu ò dire: vi" sono troppi stu denti u niversitar i, o trop p o pochi, Secondo ogni verosimiglianza, troppo pochi stu denti presentano le con d izion i richieste, e troppi non le presentano ». Più importante del numero dei professori è tuttavia la qualità del loro insegnamento. L'Università dovrebbe aiutare gli stu denti a saper giudicare in una prosp ettiva d'insieme e distinguere, nella realtà sociale, ciò che ha un valore essenziale. Se molta gente si cura soprattu tto dei segni esteriori del la ricchezza, l'élite non deve imitare que:.. sto snob ismo. Parecch i giovani universitari soccombono a tale tentazione. Ma oggi, più che mai, gli insegnanti hanno il compito non solamente di trasmettere agli alunni le conoscenze intellettu ali, ma anche q u ello di contrib u ire alla loro formazio e morale. :0 'O <( OlU<lW"eSJ<lA l<lP a1-esn-e:> 'el o6Jal -e aJ-eJ!PUI i ----- ----- -- ------ --· ..,~.. ·uo .. ::E ~ t: ' ~ .., ..::: ..2 li o co -- ---- -- ------- -----· ·::l "' Gl "' AH UE o ·o.. :o ..0 -~ -5 Q. ·E -o ~ Gl L. o a.~ w HA EU ·=> 2 "' N Ee N z "' ...... c ·•GI w Gl "O c ~ la; E w AH U > > L. Gl c.. Gl -;;; Gl 01 - - ~~ -g:g .., a. - --- - - --- - --_l 1=1 :;; 1=1 1=1 1=1 1=11-' l) ~~ rl::> l) C,·;:; o o Ll"l ~ ....i o c ... w c ·- .,..., E ::1 o~ L. > ~~ .. ...., &; -~ -o c ~ E .. ~ ~ > 8.o .!!.,a. L. "[s V)~ _..- .. ·;: :J ~ t: o Q. - - - - -- - - - - - - - - .. eU ~ -;;; c o o -o ~ ....i o -o c6 Ll"l o~ . .S! c: c: V'l ""iii = "'o c:... E c: o "' ~ ...0 ..: :;; e e o +. ""iii = o o o N "" ....i ., "" ....i ""iii .,c.. ., ""iii = "' :s. ., ...ci ...ci < < ~ "t; ::.... ~ "' 2c: ., < < "' Ll"l N o Ll"l ....... ....i ....i ...ci ...0 o o o·= e ~ _g ~ .... ::;- ...0 o o li ~o V'l o o ~ ...0 o cn ""iii ~ ...0 N + + .. . c:... ""iii ""iii ~ o "' c: e ...0 ...0 < ~ ...ci ...0 < g "' ...ci ...0 < .,c c;: .. o ·v -o o a: o< c o Q c o ,, . u Gl L. ...o \j N ~ o ~ "' a. > L E i: Gl m '~" ·" "' u <+= ·;: Qj .Q <li ·;: z o .~ :: u •e -o ai c 8 _oo_ ·-<li c "ii "ii ..., ., eG>.D .D Qj ·;; -o <li 8 .Q N L. u ·;; m L c <li .D "' :~ ·~., ..., ·=., o..ec - -- - --- . . ... - --t ·;:; HA EU <( = o_ o c ~ _j <li L o_ "O ~ oo_ o zo -4.1 ------------- o ..... c o u ------------- AH UE EU HA E AH U HA EU END F E FORNASINI MICROFILM SERVICE: ISO 9660