Nicola Parraciani Clarelli
Cardinale
(1844 • 1854)
Nicola Parraciani Clarelli nacque a Rieti da piissima e nobilissima famiglia.
Non vi fu niente di straordinario nella sua puerizia all'infuori di aver avuto per
educatori genitori illustri e per pietà e per nobiltà.
La sua famiglia trasmigrò da Rieti a Roma e a Roma, dopo aver appreso i primi
elementi della cultura letteraria, frequentò il Liceo romano e lo fece con così grande
impegno da riuscire caro ai condiscepoli per l'integrità dei suoi costumi, ai maestri
per la sua diligenza e per i suoi rapidi profitti.
Di lì, dopo alcuni anni, ben fornito di cultura classica, si recò al liceo Leoniano,
159
dove con lode compì gli studi di sacra teologia e di diritto civile ed ecclesiastico.
Divenuto sacerdote non ancora venticinquenne e noto a Pio VII per il suo equilibrio
e per la sua onestà, tu mandato dal Papa a Lisbona a consegnare al nuovo
Cardinale Patriarca le insegne della sua nuova dignità. Il re del Portogallo, colpito
dalla nobile indole e delle ottime qualità del giovane, lo creò cavaliere della gran
Croce assegnandogli un annua pensione; vero contrassegno della sua benevolenza verso di lui e del suo rispetto verso la Santa Sede.
Assolto il suo compito con piena soddisfazione del Papa, di ritorno fu fatto
canonico di S. Pietro. Ivi, per la sua acquisita buona fama, fu eletto non tanto giudice
quanto revisore del tempio e delle opere Vaticane. Durante la sede vacante, dai
cardinali adunati per scegliere chi mandare come prò legato a Bologna,
all'unanimità fu scelto lui. Non proprio contento per le gravissime difficoltà di cui ben
si rendeva conto, pur tuttavia partì per Bologna, dove subito e all'improvviso,
scoppiò una terribile rivolta che mise in pericolo il governo dello Stato Pontificio.
Nonostante quel turbamento dei cuori, quella trepidazione di tutti i buoni e quello
spavento generale, riuscì a portare a compimento con moderazione e prudenza
quella sua missione e, alla nomina a Papa di Gregorio XVI, fece ritorno a Roma.
Qui riprese i soliti impegni. Poco dopo lo stesso Papa lo mise a capo del
Concilio dei delitti e delle pene. Ufficio che, quantunque antipatico, esercitò p e r t r e
anni con passione e con grande responsabilità. Infatti con il suo dolcissimo
carattere riuscì a moderare ogni situazione tanto da non far mai torto a nessuno .
Non fa dunque meraviglia se per tante sue benemerenze il Papa Gregorio lo
nominasse cardinale e vescovo di Faliscoduno e Corneto e lo consacrò con le sue
proprie mani.
Il 25 gennaio del 1844, fra la festiva approvazione di tutti, fu accolto nelle sua
sede 1) Quasi in gara, tutti lo riguardavano come la loro benevola stella: e la
speranza non li deluse. Fu così grande la sua religiosa fermezza nella fede da
istillarla fortemente nelle menti altrui. Infatti più volte visitò la diocesi senza
indugiare in passatempi, ma esaminando con prudenza e scrutando con diligenza
per rendersi conto quale fosse la dottrina , i costumi del popolo e quali i primi
provvedimenti da prendere.
Verso quegli anni si recò a Roma per il Conclave. Ritornato dai suoi, da buon
pastore qual'era, tutto si dette a promovere il popolo con la religione e la pietà, e
allo scopo si dette pensiero di aumentare ogni giorno più la pietà dei suoi sacerdoti.
Fece stampare anche a sue spese un opuscolo nel quale apertamente dichiara in
che cosa consiste la dignità del Sacerdote e quale la sua condotta di vita. Ritenne
poi suo particolare dovere di raccogliere e divulgare in un solo volume quelle
massime proprie dei Santi che prima si trovavano disperse in molti libri.
Amò di particolare affetto i suoi seminaristi, prudentemente contemperando
la severità con la carità. Stimò moltissimo gli insegnanti e non fu mai con loro avaro
di doni. Si guardo bene dal ricercare le novità nè si allontanò di un pollice dagli istituti
sapientemente trasmessi dai suoi predecessori.
Nè minore zelo mostrò nel curare il suo popolo e, per salvarlo dai vizi e inviarlo
alla santità per mezzo dell'istruzione e dell'osservanza dei comandamenti, fece
venire più volte più predicatori scegliendoli specialmente fra i Passionisti. Non
venne meno a nessuno, nè al povero nè all'ammalato ; la sua pietà fu anche di aiuto
a quelli nati non poveri, ma divenuti poveri, che si vergognavano di stendere la
mano ai passanti.
Essendosi recato a Tarquinia, secondo il costume dei Vescovi, venne a
sapere che il Palazzo episcopale era assediato dai rivoluzionari e che minac160
davano di imprigionarlo. Ma, con l'aiuto di Dio, riuscì a fuggire di nascosto e a
recarsi a Civitavecchia, di là si affrettò a imbarcarsi e a raggiungere Gaeta, dove
già si era rifugiato Pio IX. Ma al soffiar impetuoso dei venti, si scatenò una terribile
tempesta che sollevò violenti marosi a rischio di fare affondare la nave sballottata
a destra e a sinistra. Scampato anche a questo pericolo per miracolo di S. Nicola
da Tolentino, patrono della sua famiglia, ne accrebbe la sua devozione verso il
Santo e per questo istituì nella nostra cattedrale una novena annuale di preghiere.
Si fermò a Gaeta finché il Papa, calmatasi la bufera per l'intervento dei
francesi, fece ritorno a Roma.
Nicola, ottenuta dal Papa la licenza di partire, subito si recò a Faliscoduno.Ma
poco dopo si ammalò ai reni così fortemente da non poter lasciare il letto se non
con il sostegno altrui. Un consulto dei medici giudicò che gli fosse necessario un
clima più mite e così, attenendosi al consiglio dei medici, subito si partì per Roma
con l'intento di rimanervi fino a completa guarigione.
Nel frattempo Pio IX stabilì di unire la diocesi di Corneto a quella di
Civitavecchia. Ne dette notizia ai canonici lo stesso cardinale con lettera il 24 luglio
conservata nell'archivio del Capitolo.
In seguito il Papa, in vista delle sue doti e virtù, gli affidò più di un incarico
specialmente di presiedere all'officio dei Soccorsi e poi a quello dei processi
composto da Vescovi e da religiosi.
Da ultimo, non solo lo onorò col farlo Arciprete Vaticano, ma anche col crearlo
maestro degli ordini equestri Pontifici: e per di più se lo scelse come suo
diplomatico. Ma la provvidenza di Dio lo destinava a cose ben più alte. Infatti, per
non opporsi alla volontà del Papa, accettò il Vescovato di Frascati a lui offerto da
Pio IX. Però, quella malattia che da alcuni anni a poco a poco insidiava il suo
intestino, fattasi più acuta e più ribelle alle cure dei medici, spezzò fin dal suo inizio
la sua vecchiaia se ne morì piamente e santamente a Vico Equense dove si era
recato a passare le acque. Era il 20 giugnol873.2)
161
1) Vedi DAMIANI BACCHI, cit. carm. "A Nicola Paracciani Clarelli" pag. 22'.
2) Vedi elogio a NICOLA PARRACIANI CLARELLI, recitato dal Can. Domenico Sartini, pubblicato in Faliscoduno nel 1873, che io brevemente ho riassunto.
/
162
LUIGI JONA
Vescovo
( 1854 - 1863)
Dopo la partenza del Cardinale Paracciani Clarelli, non vi furono più nella
nostra diocesi Vescovi Cardinali. Gli successe come Vescovo Luigi Jona.
Nacque a Trevi nel 1811 da genitori pii e onesti i quali si dettero premura di
tar studiare il figlio perchè non restasse senza cultura. Lo accolse ancora giovanetto il Seminario di Subiaco, nel quale ben presto, per la sua pietà e amore allo
studio, primeggiò fra tutti. Finiti gli studi si sentì chiamato al Sacerdozio. Quindi
discese a Roma dove, per non lasciare insufficiente la sua cultura, si laureò a pieni
voti in ambedue i diritti civile ed ecclesiastico. Dette prova così pubblicamente del
163
suo ingenio e, con l'approvazione del Papa Pio IX, adempì più di un incarico.
Cresciuta di più la sua fama per ogni dove, successivamente due Cardinali Vescovi
di Palestrina e cioè Castracame e Amat, se lo scelsero come loro Vicario generale.
Esaurito questo suo ufficio con disinteresse e dedizione, da Pio IX fu promosso
Vescovo di Faliscoduno.1) Perla sua cordiale affabilità fin da principio si accattivò
e per sempre la generale compiacenza.
Ebbe a cuore e favorì con ogni mezzo le Scuole del Seminario e del Collegio
e mise ogni cura per incrementare il progresso intellettuale degli alunni.
Si trovò a Roma quando il Papa Pio IX, fra il gaudio di tutta la chiesa, proclamò
il dogma dell'Immacolata Concezione della madre di Dio e proclamò santi i martiri
Giapponesi.
Il 3 settembre del 1857 Pio IX onorò con la sua amabilissima presenza la
nostra città e fu benignamente ospitato dal Vescovo nel suo Palazzo. I magistrati
furono ammessi al bacio dei piedi e resi lieti dal suo affabile e famigliare colloquio.
E perchè non restasse dimenticato lo straordinario avvenimento le autorità
municipali stabilirono di costruire una nuova porta e di dedicarla al Papa: vi si legge
questa iscrizione:
QUESTA PORTA RICOSTRUITA FIN
DALLE FONDAMENTA FU DEDICATA
DALLE AUTORITà E DAL POPOLO
AL PAPA P I O I X E FU DECRETATO
D'INTITOLARLA AL s u o NOME: PORTA P I A .
M O N U M E N T O ERETTO NELL'ANNO 1 8 5 7 IN
OCCASIONE DELLA SUA FAUSTA E FELICE VENUTA.
IL 3 0 NOVEMBRE DEL 1 8 6 3 COLTO DA UN
IMPROVVISO MALORE MORÌ COMPIANTO DA TUTTI:
AFFOLLATISSIMO E PIENO DI RIMPIANTI E DI
LODI FU IL SUO FUNERALE.
164
j
165
Polo Alessandro Spolia
Vescovo
(1863 - 1867)
Dopo la morte di Jona, governò la diocesi, in qualità di amministratore
apostolico, Paolo Alessandro Spolia di Priverno Vescovo di Cupramontana.
Fra le sue molte doti spiccava specialmente la sua munificenza e genorosità.
Perchè ai giovani del Seminario, da lui particolarmente amati, nulla mancasse alla
loro perfezione culturale, aprì a sue spese un gabinetto di fisica sperimentale nel
quale, a memoria del fatto, fu posta la seguente iscrizione:
166
PAOLO ALESSANDRO SPOLIA
VESCOVO DI CUPRAMONTANA NEL PICENO
AMMINISTRATORE APOSTOLICO DELLA
DIOCESI FALISCA ALLESTÌ UN GABINETTO
SPERIMENTALE DI FISICA E LO DOTÒ A SUE
SPESE DI ATTREZZATURE ATTE AGLI SPERIMENTI
DELLE FORZE NATURALI.
I SUPERIORI DEL SEMINARIO E DEL COLLEGIO
PER GRATITUDINE NE VOLLERO LASCIARE
IL RICORDO
1866.1)
E poi perchè gli alunni del Seminario celebrassero col canto e col cuore le lodi
di Maria nel mese di maggio procurò a sue spese uno strumento di avorio. Vi si
legge ancora scolpita sopra questa dedica:
PAOLO ALESSANDRO SPOLIA
VESCOVO DI CUPRAMONTANA
AMMINISTRATORE APOSTOLICO DELLA CHIESA
FALISCA FECE DONO AGLI ALUNNI DEL
SACRO SEMINARIO ALL'INIZIO DEL MESE
DI MAGGIO DEL 1 8 6 6 PERCHÒ VENISSERO
CAN.TATE CON MAGGIORE DOLCEZZA IL
NOME E LE LODI DELLA GRAN MADRE
DI Dio.2)
II Cardinale Marcantonio Barbarigo, fondatore del Sacro Seminario, aveva
ordinato che nello scegliere maestri e Superiori non si chiamasse nessun religioso:
non perchè ne pensasse male, ma perchè stimava più utile servizi di quelli che
fossero a sua completa disposizione.3). Ciò nonostante Paolo Alessandro il 23
novembre del 1865 invitò e mise a capo del Seminario i Gesuiti. Però mal.
sopportarono il loro peso gli alunni di ambedue gli istituti e, poco dopo presentatosi
una buona occasione, si ribellarono.
Pur tuttavia non sarà mai dimenticata la sua beneficenza verso la cattedrale.
Infatti dei suoi beni, lasciò come suo erede il decano Pietro Federici, uomo
veramente eccellente e per ingegno e cultura, perchè l'impiegasse ad abbellire il
tempio con statue e pitture.
Per cui a buon diritto i canonici sul lato destro dell'ingresso lasciarono questa
memoria scolpita nel marmo:
PoiCHè
LE PARETI DI QUESTO TEMPIO
LIBERATO DA PERICOLOSE FENDITURE
E ORNATO DI STATUE E DI PITTURE
NEL 1 8 9 3 RISPLENDESSE DI NUOVA BELLEZZA
PER OPERA E ZELO DEL CANONICO PIETRO FEDERICI
PER LA MUNIFICENZA DI PIETRO ALESSANDRO SPOLIA
BENEMERITO AMMINISTRATORE DI QUESTA DIOCESI
PER I CONTRIBUTI DEL CARDINALE DI SANTA
ROMANA CHIESA EGIDIO MAURI,
DEL
VESCOVO LUCIANO GENTILUCCI E DI
ALESSANDRO VOLPINI CANONICO VATICANO
167
E SEGRETARIO PER LE LETTERE LATINE
DI L E O N E X I I I E PER L'ARTE DELLO
SCULTORE E PITTORE LUIGI FONTANA
IL COLLEGIO DEI CANONICI PER RICONOSCENZA
VERSO PERSONE COSÌ MERITEVOLI
VOLLERO CHE NE RESTASSE MEMORIA.
Nel 1867 Pio IX proclamò Giuseppe Maria Bovieri vescovo di Montefiascone,
in quel medesimo anno quell'uomo generosissimo, Spolia, con immensa letizia si
diresse verso Comacchio sua nuova sede.
1-2) A n t o n i o Angelini, Gesuita, scrisse questi d u e titoli.
168
GIUSEPPE MARIA BOVIERI
Vescovo
(1867 - 1873)
Giuseppe Maria Bovieri nacque il 22 aprile 1800.1 suoi genitori fin da piccolo
si preoccuparono di educarlo alla pietà e all'onesta dei costumi, e lo mandarono nel
Seminario di Ferentino per svilupparne l'ingegno e le altre sue doti già manifestate
in famiglia. E Giuseppe fin d'allora si manifestò tale quale poi fu ritenuto.Sentitosi
chiamato al Sacerdozio obbedì benvolentieri alla volontà di Dio e, divenuto
sacerdote, celebrò la sua prima messa in patria fra gli applausi del popolo che già
presentiva la bontà del suo avvenire. Non soddisfatto della sua cultura si recò a
Roma, quale madre e nutrice di scienze, ed ivi attese con passione allo studio della
Teologia e di ambedue i diritti di cui conseguì una brillante laurea.
169
Nel 1839 si recò in Svizzera come aiuto dell'allora legato pontificio Pasquale
Gizzi per rivendicare i diritti della chiesa. Essendo stato poi chiamato il sopradetto
legato a reggere la legazione subalpina, per sette mesi, il nostro Giuseppe dovette
assolvere da solo il difficile incarico a nome del Papa. Frattanto la legazione
Svizzera venne affidata a Filippo De Angelis al quale perquattordici mesi offrì la sua
opera con disinteresse e con fedeltà. Venuto a Roma nel 1843 col consenso di
Gregorio XVI, che ben conosceva la sua abilità e prudenza negli affari, dapprima
lo assume come suo cameriere segreto, poi lo ascrisse nel numero dei beneficiati
Vaticani.
Però, non molto tempo dopo, di nuovo ritornò in Svizzera come aiuto al legato
Alessandro Maciotti. Ritiratosi costui per ordine della Santa Sede, fu lui messo a
capo degli interessi del Papa e mantenne questo incarico per quattordici anni. Per
tutto questo tempo, apertamente e occultamente, fu un continuo combattere contro
la religione cattolica. Desta meraviglia il costatare in quante preoccupazioni fu
impigliato, in quanti pericoli fu avvolto, in quanti affanni fu immerso pur di portare
sostegno e medicina alle tante e così grandi ferite della chiesa afflitta.
Pio IX, tenuto conto delle sue benemerenze verso la chiesa cattolica, lo
nominò Protonotario Apostolico e la Sacra Cogregazione di "Propaganda Fide" gli
affidò l'apostolica autorità per i canonici Mauriziani che si trovavano nella provincia
Valesiana.
Ma, sul finire del 1844, con il dovuto permesso, fece ritorno a Roma per curarsi
di un male di cui cominciava a sentire i fastidi, ed ivi per tre anni visse privatamente
quantunque ogni tanto venisse richiesto il suo parere in questioni importanti.
Non era però possibile che un uomo di così grande esperienza se ne stesse
più a lungo a riposo fra le sue pareti domestiche, perciò il 10 febbraio del 1867 Pio
IX lo promuove Vescovo della nostra chiesa e il 22 aprile, accolto dall'esultanza
generale, fece il suo primo ingresso in diocesi.
170
i
Più di ogni altra fu sua la cura che i candidati al Sacerdozio risplendessero di
buoni costumi e tossero di esempio al popolo e con la loro acquisita dottrina fossero
maestri di pietà e di virtù ai giovani e li preparassero a praticare concretamente la
vita cristiana.
Nel XVII centenario del Martirio di S. Pietro, insieme con gli altri Vescovi, si
recò a Roma non solo per prendere parte alla solenne festività dell'apostolo Pietro,
ma anche per rendere omaggio della sua venerazione e ammirazione a Pio IX.
Ritornato in sede, non risparmiò fatiche unicamento intento a procurare la
gloria di Dio e di persona visitò i vari paesi della diocesi lasciando ovunque luminosi
esempi delle sue virtù.
Invitato poi al Concilio Vaticano, se ne partì con gioia e con viva speranza che
ne sarebbero derivati frutti abbondanti per la religione e per la Chiesa e si rallegrò
moltissimo quando sottoscrisse e fu proclamato il domma dell'infallibilità del Papa.
Parte con il suo e parte con frumento raccolto allestì un monte frumentario. Fu
caro a tutti per la sua affabilità e specialmente ai poveri che cercava di alleviare con
ogni mezzo sia pubblico che privato.
Recatosi di nuovo a Roma su richiamo del Papa per un sinodo provinciale, al
suo ritorno lo aspettava il dovere di recarsi il 10 di aprile in cattedrale per la
benedizione degli oliisanti. Benché febbricitante nonostante le medicine prese il
giorno avanti e benché pregato e scongiurato dai canonici e dai suoi parenti di non
scendere in cattedrale, pur tuttavia non esitò ad iniziare il solenne pontificale.
A stento riuscì a portarlo a termine per un forte assalto di febbre e, finalmente
171
persuaso dalle preghiere, si lasciò portare nel suo palazzo, dove dopo pochi giorni,
sullo imbrunire, circondato dall'affetto dei presenti, serenamente spirò: era il 22
aprile 1873 lo stesso giorno della sua nascita e del suo primo ingresso come
Vescovo in diocesi.
Il suo corpo, per colpa dei tempi, non potendo essere sepolto in cattedrale,
trovò la sua tomba nella chiesa del Riposo alla periferia della città.1)
Sulla lastra fu posta la seguente iscrizione:
A L RIPOSO E ALLA MEMORIA DI
GIUSEPPE MARIA BOVIERI DI FABROTERIA NEGLI ERNICI
CHE PREPOSTO PER BEN 2 3 ANNI
IN SVIZZERA AGLI INTERESSI DELLA
SEDE APOSTOLICA E CHE POI BRILLÒ
COME VESCOVO FALISCO PER LA-SUA
PRUDENZA, PIETà, ZELO DELLA GLORIA
DI D I O , PER IL SUO ANIMO INVITTO
E LARGA BENEFICENZA VERSO L POVERI.
VISSE ANNI 7 3 . S I SPENSE CON SANTISSIMA MORTE
IL 2 2 APRILE DEL 1 8 7 3 .
1 ) Vedi il discorso del C a n . Arciprete A N G E L O R O S S I e professore Teologo in S e m i n a r i o , e p r i m a
V e s c o v o di M a n d e l a e poi di C o r n e t o e Civitavecchia, tenuto per i funerali di G i u s e p p e Maria in S.
B a r t o l o m e o , presenti gli alunni del sacro seminario. Discorso c h e io ho riassunto in p o c h e parole.
172
CONCETTO FOCACCETTI
Vescovo
(1873 - 1878)
Occupato lo stato Pontificio da parte delle truppe subalpine e verificatosi un
grande perturbamento delle condizioni religiose e civili, il Papa, preoccupato
perchè non venisse a mancare il governo della nostra diocesi per la morte di
Giuseppe Maria Bovieri, assegnò quell'incarico a Concetto Focaccetti.
Nacque da onesta famiglia l'otto dicembre 1814 a Rapagnano nel Firmano.
Non tardò a dare segni manifesti del suo dolce carattere, del suo ingegno e della
sua pietà. Perciò i suoi genitori fecero del tutto perchè il fanciullo,, fosse istruito in
tutte le discipline atte alla educazione di quella età.
173
A Camerino, nel 1837, dopo aver percorso i vari gradi dell'ordine, fu consacrato sacerdote dall'Arcivescovo Nicola Mattei che fu poi Vescovo delle nostre
diocesi. Quindi essendo note le sue doti al Cardinal Gaetano Baluffo, successo a
Pio IX nella diocesi di Forlì, se lo scelse come suo segretario e mantenne
quell'incarico con zelo e competenza fino alla morte del Cardinale. Poi le sue
benemerenze non rimasero ignote al Papa che gli affidò l'Amministrazione di
Acquapendente, dopo aver rinunziato al Vescovado di Listra.
Nel 1873, senza rinunziare alla sede di Acquapendente, fra l'unanime
consenso, prese a governare anche la nostra diocesi e vi profuse ogni sua
sollecitudine con le prediche e con la pubblicazione delle sue lettere.
Mentre attende con zelo e santità al governo della diocesi, alcuni violenti
anticlericali profanarono con odio accanito, nelle vicinanze della città, la Croce di
Cristo e ne aumentarono il dolore, quando il 25 novembre del 1873, gettarono a
terra lo stemma del Papa.
Lo legava una stretta amicizia con Giovanni Battista Rossi e con Giovanni
Crisostomo Ferruccio uomini dottissimi. Dopo molte fatiche, il 30 luglio 1878,
rinunziò alla nostra sede. Poi per vecchiaiae per cattiva salute spontaneamente
lasciò il governo della diocesi.
174
Promosso all'Arcivescovado titolare di Gerusalemme dal Papa Leone XIII,
morì santamente il 26 settembre 1889.
175
LUIGI ROTELLI
Vescovo
(1878 - 1882)
Nell'illustrare la memoria di questo Presule è più che sufficiente riferire a
parole l'inserzione conservata nel Palazzo Episcopale.
Luigi Roteili di Perugia, nato il 27 luglio 1823, da Leone XIII creato Vescovo
di Faliscoduno il 15 luglio 1878, si accattivò la simpatia del popolo e fu annoverato
fra i patrizi falisci. Adornò gli edifici del Seminario e compiuto questo Pontificato con
splendore per 4 anni e 5 mesi, il 22 dicembre viene nominato Arcivescovo di Farsalo
e Vice Patriarca per i latini.
176
Incaricato a compiere la legazione Apostolica, si meritò l'approvazione di tutti.
Promosse la religione cattolica: nel giugno del 1887, mandato come legato, presso
i Francesi, non si lasciò fermare dalle difficoltà dei tempi e difese con energia i diritti
e la libertà della chiesa. Pertali meriti il 1 ° luglio 1891, creato Cardinale, se ne venne
a Roma. Ma prima ancora di prendere le insegne e il titolo del suo onore, il 15
settembre dello stesso anno, fu sorpreso da morte precoce, lasciando di sé un
unamine compianto.
Mi è cosa particolarmente lieta e quasi un attestato di riconoscenza, riferire
la dedica e la lettera che Alessandro Volpini, canonico Vaticano e segretario delle
lettere latine ai Principi di Leone XIII, vero decoro della nostra diocesi ed allora
Rettore del Seminario, indirizzò al nuovo Vescovo che per la prima volta prendeva
possesso della sua sede.
A Luigi Roteili Prefetto della Casa Pontificia arcidiacono della chiesa Perugina
maestro di Teologia agli alunni avviati al Sacerdozio ed insieme Direttore degli
studi, che il Papa Leone XIII promotore di cultura e artista delle virtù, assegnò come
Vescovo ai Falisci giusti stimatori della forza di un grande beneficio, nel giorno in
cui tutta la cittadinanza ricolma di speranza accoglie pubblicamente con gioia il
Padre, e gli alunni del Seminario in segno di ossequio e di letizia.
"A Luigi
prendere
Roteili
possesso
del Seminario
rivolge
E' con sommo
perchè
sotto
Sacerdozio;
Vescovo
dei Falisci,
che per
il
la guida
volta
Volpini
entra
sacrista
in città
e
a
Rettore
saluto.
piacere
della
che ci congratuliamo
virtù,
ma molto più sentiamo
hai
conseguito
il dovere
177
l
la prima
della sede del suo titolo, Alessandro
con te, o illustrissimo
questo
di congratularci
altissimo
perchè
Presule,
grado
abbiamo
del
avuto
in sorte
di avere
per i Faiisci
quale
fatto senza
perchè
che
fin
XIII,
dalla
intelligenza.Perciò
grandissimo,
di Vescovo
dubbio
convalidato
dire di Leone
te
in te un così nobile
il tuo ufficio
fanciullezza
ne
cioè
di un così
personaggi
sapienti
che sia accaduto
mostravi
ammirato
come
uomo.
sogliono
maestro
uguale
e modello
ufficio
ed esemplare
camente
hai perfezionato
e hai imparato
del
affermiamo
Vescovo.
specchio
i vicini,
afferrare
ciò che deve
nel pontificato
come
quale
Perugino.
destinato
debba
ragioni
singolare
noi
di tutti:
carattere
per
tutta
onorare
e
di
non
dire
la tua
vita,
la convivenza
con
essere
non
imitato,
e
Alla scuola
ammiratore
di un
tale
un giorno
un
la condotta
spontaneamente
beneficio
voglio
e
di
ad esercitare
essere
nel
specialmente
frutto
per
per
esercitare
di tutti,
ma
di Dio, che tu fossi testimone
te stesso,
Per queste
e lo riteniamo
grande
uno
a conoscere
ad
di amare
speranze
questo
E poiché
fuori del volere
delle virtù di lui e delle cose compiute
di verità,
che mai cessò
buone
raccolto
e grandi,
ben ti appresti
la raccomandazione
di colui che è uno a guida
Massimo,
hai
grande
Infatti
una forza grande
e dal giudizio
Ottimo
invero
l'aver
trovarsi
dalla stima
Pontefice
l'immagine
sembra
suole
Vescovo.
non solo dietro
a che il Papa
luminosa
e
pubblici
abbia
178
(
dato
Te come
Vescovo,
Te che fosti alunno
mai che un tale beneficio
lunga
serie di Vescovi
grandissima
grande
forma
affinità
molto
di cuori,
santamente
affetto.
tutti ti seguiremo
tua presenza
il quale
e della
ci turba proviene
intralciato
ostile
violenza
Pur tuttavia,
nostro
tempi
ci fu possibile
tale quale
questa
tu stesso)
fausto
tavola
quella
di riportare
dignità.
Presule,
e del tuo cuore
risultato,
qualunque
conto
compiute
con diletto
ardua
e del tuo ingegno
esso sia, ti sentirai
nei fatti del nostro
cose
vedrai
antenati.
(se con
successo
in ogni modo
distrutto
dalla
nostra:
palestra
di studi,
degli studi
naufragio.
però,
e della tua sapienza.
e vigile
perchè
dei
cioè per
quanto
ritenuta
sempre
è
proprio
Ardua
delle
o
impresa
pubbliche
Eccellentissimo
Per ottenere
la nostra
di prometterlo
quel
cattiveria
letterari:
sovvertimento
degna
(penso
venga
i segni di una
dai nostri
per colpa
in questo
che
affanno
create
dal comune
amore
durante
sforzati,
sforzati
il fiorire
presente
queste
questo
collaborazione
anche
a
Salute. "
Faliscoduno
dal Seminario
1.79
noi
della
Nè da
se qualche
adirvero,
essere
di certo,
zelo
a lungo
inizio del tuo pontificato
sempre
in questa
meno
al completo
Impresa
colleghi).
e felice
compromesso
non venisse
di godere
ci affligge,
nelquale,
non potè
a noi,
accompagnammo
un tal pontificato
a tutte le istituzioni
del tutto perchè
che ci salva
l'antica
dei miei illustrissimi
che
non venisse
vicende
pena
ci siamo
fu in mezzo
lo
fu
anni
dei tuoi predecessori.
come se già vengono
se qualche
che
cinque
e con medesimo
di esercitare
la memoria
nulla
Penso
uomo
per
finché
partì
volontà
dico che ci siamo
tradizionale
facemmo
unica
e ti renderai
letizia
esimio
Vescovi,
Noi ci auguriamo
e superare
per ogni dove
fonte di cultura,
veramente
con la medesima
eccellentissimo.
sorte del Seminario
e dagli uomini
dei
da mancar
dei cittadini.
quell'illustre
serie
e quando
per quel che ci riguarda,
splendore
di compiti
il suo ufficio
dal fatto che questo
o no, lo giudicherai
così
assoluta
Nondimeno
lasciati
una
esercitò
piccola
dalla misera
una
luogo
dedizione
tua virtù; ti auguriamo
nel futuro.
virtù
ebbe sempre
con fedeltà
eguagliare
voti riceviamo
prevediamo
nella
di te una
delle
e nell'ossequio
in se stesso
permetteremo
prima
allo splendore
collaborazione
nel rispetto
e non
sede rispendette
fra tutti costoro
ultimo
Pertanto
o uomo
tu possa
prova
il quale,
onorato
con singolare
questi
avuto
e con piena
noi lo abbiamo
In realtà
una così grande
Focaccetti
della sua scuola:
In questa
a te, che uniscono
e nulla ancora
di ciò ne abbia
Concetto
simili
di dottrina.
alla loro benevolenza
che
sia mal posto.
il 29 Settembre
1878
nome
LUCIANO GENTILUCCI
Vescovo
( 1883 - 1895)
Luciano Gentilucci di Fabriano nacque il 25ottobre 1842 da genitori pii ed
onesti.
A tredici anni compiuti entrò nel Seminario diocesano dove, riposando
all'ombra ospitale del tabernacolo come un altro Samuele, iniziò lo studio delle
lettere. Suo zio paterno Emidio, che amava di particolare amore il fanciullo per le
sue doti d'ingegno, lo condusse a Roma nel Seminario Vaticano ed ivi, fra lo giubilo
dei genitori e dei parenti, fu consacrato sacerdote nell'anno 1867.
180
Appassionato studioso specialmente di filosofia e delle altre discipline, entrò
nel Seminario fondato da Pio IX per completarvi la sua formazione culturale. Nel
1874, per desiderio dei .suoi genitori, si recò a Fabriano e immediatamente,
benfornito com'era d'ingegno di dottrina e di pietà, fu annoverato fra gli insegnanti
del Seminario e gli fu affidato il compito di Vicedirettore.il Vescovo di Fabriano,
Santachè, intuì la prudenza di Luciano e se lo scelse come suo collaboratore nel
governo della diocesi. In questo nuovo ufficio non tralasciò niente pur di corrispondere in pieno alle speranze dello stesso Vescovo del clero e di ogni altro ordine di
persone. Perciò nel 1883, all'età di 41 anni, fu elevato dal Papa Leone XIII alla
dignità di Vescovo e gli affidò la chiesa di Faliscoduno.
Governò la diocesi con fermezza e integrità di cui a nessuno era secondo;
riassestò l'economia del Seminario con fortezza d'animo, ne prese ben volentieri
le redini nonostante la contrarietà di tutto il clero.
Ammirabile per la sua carità verso i poveri non solo verso quelli che sostavano
nell'episcopio, ma specialmente verso quelli che si vergognavano di mendicare
nelle vie e nelle piazze.
Molto sollecito della salvezza delle anime, più volte in persona percorse i
paesi di sua giurisdizione lasciando ovunque esempi della sua carità. Di sua tasca
aiutò l'abbellimento della Cattedrale iniziato sotto di lui e poi in seguito portato a
compimento.
Trasferito nel 1895 ai 29 novembre alle chiese di Fabriano e di Matelica,
amministrò santamente e con totale dedizione queste due diocesi sebbene
cagionevole di salute.
Compianto da tutti morì santamente il 1-10-1909
Nella serie dei Vescovi conservata in Episcopio, brevemente nella seguente
iscrizione, vengono presentate le cose da noi dette:
Luciano Gentilucci di Fabriano Vicario Generale del suo Vescovo Santachè
il 1° marzo del 1883 fu fatto Vescovo di Faliscoduno dal Papa Leono XIII. Governò
181
con fortezza e zelo la diocesi, riassettò con attenzione l'economia del Seminario.
Aiutò con i fatti l'abbellimento del Tempio di S. Margherita. Il 29 novembre 1895
trasferita alle chiese di Fabriano e di Matelica nonostante la cattiva salute le
amministrò a dovere venendo incontro ai desideri di tutti.
Compianto da tutti, morì piissimamente il 1° ottobre 1909.
182
DOMENICO RINALDI
Vescovo
(1895 - 1907)
Domenico Rinaldi detto e ritenuto "gemma dei Vescovi" nacque a Rieti. I suoi
genitori si preoccuparono di installare nel figlio Domenico quelle medesime virtù
di cui loro erano ripieni. Entrato in Seminario fece così straordinari progressi nelle
lettere da procurarsi l'ammirazione e dei contanei e dei maestri.
Superato brillantemente l'esame di lettere, si recò nel Pontificio Seminario di
Roma dove, all'età di oltre, 22 anni, celebrò la sua prima messa. Quindi laureatosi
in filosofia, in teologia e in diritto nel 1868 fece ritorno a Rieti. Incaricato della
Prepositura della chiesa di S. Michele arrecò grande vantaggio spirituale ai fedeli.
183
Si adoperò con tutte le sue forze e con colloqui privati e con pubblici discorsi
a riscaldare gli animi, a richiamare alla conversione i dubbiosi e i traviati.
Chiamato a uffici più alti, fu dato come successore nell'insegnamento della
teologia al futuro Cardinale Giuseppe D'Annibale e dal Faliscodunese Egidio
Manzi, allora Vescovo di Rieti, viene iscrìtto fra i canonici e promosso a Vicario
Generale. In questo suo nuovo incarico era gentile con tutti, molesto a nessuno e
ben presto si conciliò la benevolenza di tutti. Va da sè che così grandi meriti non
poterono sfuggire alla attenzione di Leone XIII, che il 30 ottobre del 1895 lo elesse
Vescovo di Faliscoduno.
Insignito della dignità di Vescovo, il 4 marzo 1897 accompagnato da tutto il
clero e da ogni ordine dei cittadini, osannato da una numerosissima folla che
scandiva il suo nome, fece il suo primo ingresso in Faliscoduno.
Più volte di persona visitò la diocesi che governò con somma sapienza e come
modello. Si dette da fare moltissimo perchè rifiorissero gli studi quasi morti nel
Seminario; promosse la disciplina del clero e provvide a migliorare i costumi e la
pietà del popolo.
Aveva una straordinaria abilità nello affrontare e nel risolvere i problemi più
intricati tanto da essere richiesto del suo parere non una sola volta anche da uomini
colti.
E fu così grande la sua generosità nel soccorrere gli indigenti e i poveri da non
lasciare mai nessuno andarsene a mani vuote.
Per sua iniziativa il 15 agosto venne incoronata con corona d'oro l'immagine
della Madonna delle Grazie e, a sue spese, riammodernò la chiesa bisognosa di
restauri a causa del tempo. Del fatto vi fu scolpita nel marmo la seguente memoria:
Nell'anno di Cristo 1906 affinchè risplendesse di maggior decoro nella sua
184
n i a
nicchia l'immagine della Madonnadelle Grazie che il Capitolo dei Canonici Vaticani
per le mani dell'eminentissimo Principe Domenico Ferrata onore del Sacro Senato
e della nostra Diocesi decorò di corona aurea formata con la raccolta di preziosi
gioielli alla presenza di illustrissime persone A. Rossi, Bart. Ghezzi, Gis. Veneri,
Ber. Debing questo Tempio di antica costruzione vicino ormai alla rovina per il peso
degli anni ricostruito e riabbellito per opera del nostro Vescovo Domenico Rinaldi
venne dedicatoli 5 agosto.
Però l'anno seguente quell'uomo ammirabile per dottrina, pietà e grandezza
d'animo che aveva ben meritato della diocesi, colpito da morbo incurabile, il 19
aprile da questa vita misera e mortale se ne volò a quella beata e immortale tra il
compianto non solo degli amici e dei buoni ma anche e specialmente di quei poveri
che soleva soccorrere.
185
DOMENICO MANN AIOLI
Vescovo
(1907 -1911)
Nacque a Castro Vibio in quel di Todi nell'anno 1849.
Perfezionò i suoi studi in Roma nel Seminario Pio dove conseguì il dottorato in
Teologia e in ambedue i diritti. Ritornato in patria carico di zelo e di dottrina, prima
ancora di assumere definitivamente un qualsiasi ufficio, venne richiamato in Roma
per insegnare Teologia morale nell'ateneo dell'Apollinare. Nel frattempo fu creato
canonico nella Basilica di S. Maria Maggiore e così provvisto di conveniente prebenda potè prestare per lunghi anni la sua opera di studioso nelle diverse sacre
Congregazioni Romane.
Resosi noto per la sua pietà e dottrina, dal Santo Padre Pio X, dapprima fu promosso a prelato domestico e poi, il 6 agosto 1907, a Vescovo di Montefiascone.
186
ì
Dopo aver ricevuto il 13 febbraio 1908 il regio Exsequatur, il 12 aprile dello stesso anno fece il suo solenne ingresso in diocesi. Però non vi rimase che per due anni e quattro mesi.
Infatti, essendo un uomo più di studio che di azione e perdi più di cagionevole di salute, il 6 agosto 1910 rinunziò al suo ufficio per rimanervi fino all'avvento del
nuovo Vescovo, quale amministratore Apostolico.
Dopo la rinunzia, in cambio, ottenne il titolo di Vescovo di Pomario in Africa. Infine, ritiratosi in Roma, attese con cura alle sue solite occupazioni.
Si spense il 26 dicembre 1932.
Di lui si ricordano i seguenti fatti:
- il 26 agosto 1908 - Pellegrinaggio diocesano a Roma per il Giubileo Sacerdotale del Papa Pio X;
187
- il 4 gennaio 1909 - colletta diocesana per i terremotati di Messina e Reggio
Calabria;
- il 21 giugno 1909 - costituzione di un tribunale speciale per introdurre la causa di Beatificazione e Canonizzazione di Lucia Filippini;
- il 22 gennaio 1910 - annunzia alla Diocesi la prossima consacrazione episcopale del nuovo Vescovo Mons. Giovanni Rosi.
N.B. Le predette notizie sono state desunte in parte dall'epigrafe in episcopio,
in parte dai documenti conservati in Cancelleria.
188
GIOVANNI ROSI
Vescovo
(1911 -1951)
Nacque a Comisano Cremasco il 27 giugno 1872.
Compiuti con lode .e successo gli studi in patria e nel Seminario Diocesano di
Crema, venne ordinato sacerdote il 27 gennaio 1895. Subito dopo fu mandato a Roma alla Gregoriana a perfezionare la sua cultura ed ivi conseguì la laurea in Filosofia e Diritto Canonico.
189
Ben ferrato di spirito Romano e di dottrina, fece ritorno a Crema ed-ivi dapprima fu incaricato d'insegnare Diritto in Seminario, poi venne scelto come Vice Rettore ed infine come Rettore nel 1907.
Nel susseguirsi di questi uffici, ebbe modo di manifestare la sua non comune
abilità di insegnante, di educatore e di amministratore. Non meno ebbe a cuore il
culto e il bel canto in Cattedrale per tutto il tempo in cui vi operò in qualità di canonico Teologo.
Per queste sue doti e benemerenze, benché giovanissimo, dal Santo Padre Pio
X, il 19 dicembre 1910, venne eletto Vescovo di Montefiascone e poi il 29 gennaio
1911 dal Cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, ebbe la consacrazione Episcopale nel Seminario Diocesano di Crema.
Atteso con ansia, fece il suo solenne ingresso in Diocesi il 20 luglio 1911, giorno della festa patronale di S. Margherita.
Uomo di fede qual'era, si capì subito che anima del suo apostolato sarebbe stata la catechesi, il culto alla Eucarestia e la efficiente sistemazione degli istituti e specialmente delle parrocchie. Di qui la sua cura alla opera delle scuole, alla canonizzazione di S. Lucia, alla sua proclamazione a Patrona della Diocesi e agli annuali convegni e gare di catechismo.
Di qui la solenne celebrazione dei congressi Eucaristici diocesani e parrocchiali; i corsi di predicazione e di missioni e la stima per il suo clero.
Di qui anche l'importanza attribuita alla Sacra Liturgia, alle Visite Pastorali e all'erezione di nuove parrocchie soprattutto nelle contrade di Montefiascone.
Notevole ed esemplare fu ancora il suo spirito di pazienza e di sacrificio nel sopportare i continui disagi della povertà, del lungo regime fascista e, in modo sorprendente, dell'ultimo conflitto mondiale.
Per queste sue ed altre benemerenze, da Pio XII, nel 1950, fu annoverato fra
i Vescovi assistenti al soglio. Ma lo fu per breve tempo, perché, colpito da ictus cerebrale, fra l'unanime rimpianto e del clero e del popolo, si spense il 5 aprile 1951,
lasciando la diocesi ordinata e fiorente.
190
LUIGI BOCCADORO
Vescovo
(1951 • 1986)
191
Nasce a Vado Ligure il 24 ottobre 1911.
Viene ordinato sacerdote il 26 maggio 1934 e diventa parroco di
Collabassa, una piccola parrocchia del Comune di Airole. Dopo qualche
anno diventa parroco della Basilica di S. Siro a Sanremo.
E' nominato vescovo di Montefiascone e Acquapendente il 14 giugno
1951 mentre è consacrato vescovo 1*8 settembre dello stesso anno.
Nel 1964 diventa Amministratore Apostolico della Diocesi di Sovana
e Pitigliano e nel 1967 anche delle diocesi di Viterbo e Tuscania.
Nel 1970 è nominato vescovo di Viterbo e Tuscania e lascia
l'Amministrazione Apostolica di Sovana e Pitigliano per assumere quella
della diocesi di Bagnoregio.
Il 27 marzo 1986 vengono estinte le diocesi di Acquapendente,
Bagnoregio, Montefiascone, Tuscania e l'Abbazia di S. Martino al Cimino,
e sono unite alla sede di Viterbo.
Rimane vescovo della ristrutturata diocesi di Viterbo Sua Ecc.za
Mons. Luigi Boccadoro.
Il 15 marzo 1987 Sua Ecc.za Mons. Boccadoro lascia il governo
pastorale della diocesi di Viterbo, per raggiunti limiti di età, e sceglie come
luogo di quiescenza la città di Montefiascone.
192
Series chronologica
Episcoporum Montisjalisci
Serie cronologica
dei Vescovi
di Montefiascone
A conclusione e a coronamento della lunga serie dei Vescovi tracciata da Don Luigi Ceccarelli, riportiamo, qui in appendice, le effigi e le iscrizioni dei medesimi Vescovi come si trovavano nelle pareti
dell'Episcopio prima degli ultimi restauri sul dopo guerra.
Le fotografie sono state scattate da Giuseppe Breccola, fotografo in
Montefiascone, su invito di Don Emilio Marinelli nell'anno 1952, prima
dell'inizio dei lavori.
*
193
Urbano V
(2) Nicola Scarinci
N1COLAUS DE SCARINCIIS, ROMANUS PETRO
SUCCESSIT, CREATUS
AB URBANO VI AN.
MCCCLXXXIV. DECESSIT
AN. MCCCXCVIO
A Pietro successe Nicola Scarinci Romano,
creato Vescovo da Urbano VI nel 1384. Morì
nel 1398.
GULIELMUS GRINOALDUS
ANTEA DICTUS GALLUS
ABBA MONASTER. S. VICTORIS MASSILIAE, ECCLAMS.
MARGARITAE V. ET M. IN
CATHEDRALEM EREXIT,
EPISCOPALI DIGNTTATE ORNAVIT ET CASTRUM MONTISFALISCI CIVITATIS NOMINE
INSIGNIVIT BULLA DATA VITERBO XI KALEND. SEPTEMBR. AN.
MCCCLXIX SUI PONTIFICAT VII.
(3) Antonio De Porziani
ANTONIUS DE PORTIANIS, CANONIC ALATRINUS, NICOLAO SUBSTITUTUS EST A BONIFACIO
IX AN. M C C C X C V i n
SED AN. MCDIV AD SORANAM ECCLAM TRANSLATUS FUIT.
Antonio De Porziani, canonico di Alatri, fu
sostituito a Nicola da Bonifacio IX nell'anno
1398. Però nel 1404 fu trasferito alla chiesa di
Sora.
Francese, prima chiamato Guglielmo Grinoaldo, Abbate del Monastero di S. Vittore in
Marsiglia, innalzò a Cattedrale la chiesa di S.
Margherita V. e M. e l'arricchì con la dignità
della sede Vescovile e decorò il castello di
Montefalisco col titolo di città con bolla datata
a Viterbo 22 (1) agosto 1369, VII del suo
Pontificato.
(1)31 agosto 1369
(4) Andrea Giovanni
Guido De Arziani
(i) Pietro De Anguiscen
ANDREA IOANNES
GUIDIUS DE ARTIANIS
SENENSIS MASSA PRIMUM MOX ASSISII EPUS
AD FALISCAM ECCLAM
TRANSLATUS FUIT A
BONIFACIO IX AN.
MCDIV
Andrea Giovanni Guido De Arziani di Siena,
prima fu vescovo di Massa poi di Assisi; fu
trasferito alla chiesa Falisca da Bonifacio IX
nel 1404.
PETRUS DE ANGUISCEN
GALLUS, EX ORDINE EREMITANO S. AUGUSTINI,
HERETICORUM MALLEUS
APPELLATUS, ELECTUS FUr r PRIMUS MONTISFAL EPU
A GREGORIO XI AN. MCCCLXXVI
Pietro De Anguiscen Francese dell'Ordine
Eremitano di S. Agostino, chiamato martello
degli eretici, da Gregorio XI fu eletto primo
Vescovo di Montefalisco Anno 1376.
194
i
(5) Antonio di Anagni
ANTONIUS ANAGNINUS
DUM LOCUMTENENTIS
MUNERE PRO APLICA SEDE
BONONIAE FUNGERETUR, A
IANNE XXHI AN. MCDXII
EPUS FALISCUS FACTUS, A
MARTINO V AN. MCDXXIX
AD TUDERTTNAM ECCLAM
TRANSLATUS FUIT
Antonio di Anagni, mentre stava svolgendo
l'incarico di legato Apostolico a Bologna, fu
fatto Vescovo Falisco da Giovanni XXHI nel
1412 e poi nel 1429 da Martino V fu trasferito
alla chiesa di Todi.
(7) Pietro Antonio
PETRUS ANTONIUS ABBAS PRAEMONSTRATENSIS CLAUSURAE SS. QUIRICI ET JULITTAE REATINAE DIAECESIS, AB EUGENIO IV AN. MCDXXXH
ECCLAE FALISCAE DATUS
EST EPUS DECESSIT AN.
MCDXXXVI
Pietro Antonio, abbate Premostratense della
clausura dei Santi Quirico e Giuditta della
diocesi di Rieti, fu dato come Vescovo alla
chiesa Falisca da Eugenio IV nel 1432. Morì
nel 1436.
(8) Pietro Giovanni Briense
(6) Domenico Romano
DOMINICUS ROMANUS
MONACHUS CISTERCIENSIS ET ABBAS MONAST.
S. SEBASTIANI AD CATACUMBAS A SUTRINA
ECCLA DA FALISCAM
TRANSLATUS EST A
MARTINO V AN. MCDXX
IX OBIIT AN. MCDXXXH
Domenico Romano, monaco Cistercense e
abbate del monastero di S. Sebastiano alle
Catacombe, fu trasferito da Martino V dalla
chiesa di Sutri a quella Falisca nel 1429. Morì
nel 1432.
Eugenio IV
EUGENIUS IV, LITER DAT. NON.
DECEMBR. AN. 1435 FLORENTIAE QUO
CONCIL. XVIAECUMEN. FERRARIAE INCHOATUM A D GRAECAS CUM LATINIS
RECONCHJANDOS TRANSTULERAT.
IOANNIS CARDINAL. VITELLESCHI
PROMERITIS ECCLAE FALISCAE CORNE-
PETRUS IOANNES
BRIENSIS, SEU DE ORT O A NEPESINA AD
FALISCAM ECCLAM
AN. 1436 AB EUGENIO
IV TRANSLATUS, DUOS
POST ANNOS EODEM
JUBENTE PONTIFICE
AD MASSAE VETERNENSIS
ECCLAE REGIMEN TRANSIIS
Pietro Giovanni Briense oppure De Orto, da
chiesa di Nepi fu trasferito a quella Falisca da
Eugenio IV nel 1436. Dopo due anni per
comando del medesimo Pontefice passò al
governo della chiesa di Massa Veternense
(Massa Marittima?).
TAN. PERPETUO CONIUNXIT. PETRO
ANTONIO ABB. PRAEMONSTRATEN.
Eugenio IV, con bolla del 5 dicembre 1435
datata da Firenze, dove per riconciliare i Greci
con i Latini aveva trasferito il XVI Concilio
Ecumenico iniziato a Ferrara, per i meriti del
Cardinale Vitelleschi unì per sempre la chiesa
di Cometa a quella Falisca, essendo Pietro
Antonio VII fra i Vescovi Falisci.
(ii) Bartolomeo Vitelleschi
(9) Valentino
BARTHOLOMAEUS VITELLESCHUS
CORNETAN. IOANNIS CARDINAL
NEPOS HONUPHRIO SINUESSANO
AB EUGENIO IV SUBROGATUR
XVI. KAL. APRIL. AN. 1442 POST
VIOLENTAM PATRUIMORTEM
REBELLIONIS SUSPECTUS AB EUGENIO EPATU PRIVATUR INJURIAE
IMPATIENS AD BASILEEN. CONCIL.
PROVOCAI. EUGENIO VITA FUNCTO AD NICOLAI V OBEDIENTIAM
REVERSUS, POST MORTEM FRANCISCI DE MATERIO. QUI EISUBSTITUTUS FUERAT. AMISSAM DIGNITAT, RECUPERAVIT NON. AUGUST.
AN. 1449 EPEREGRINAT. E. AD SS. LOCA HIERUSALEM SUSCEPTA REPIENS MODONI IN PELOPONNESO
CESSIT E VITA IDIB. DECEMBR.
AN. 1463. CORPUS EJUS CORNETUM DELATUM IN AEDE CATHEDRALISEPULTUM FUIT.
VALENTTNUS HORTANUS EPUS AB EUGENIO IV FALISCAE ECCLAE
AN. 1438. PRAEFICITUR
QUAM TAMEN PAUCOS
POST DIES PRIORE SUA
ECCLA CONTENTUS ABDICAVIT
Valentino Vescovo di Orte nel 1438 da Eugenio IV viene messo a capo della chiesa
Falisca, alla quale, dopo pochi giorni, rinunciò
contento della sua prima chiesa.
(io) Onofrio di Sinuessa
HONOPHRIUS SENUESSANUS VALENTINO HORTANO
EPO, QUI FALISCUM ET CORNET AN. EPATUM ABDICAV A . SUCCESOR DATUR AB
EUGENIO IV AN. 1438 FRATRIB.
MINORIB. OBSERVANT. BISENTTNAM INSULAM DEDIT, UBI
CAENOBIUM SS. IACOBO APOSTOL. ET CHRISTOPHORO MARTYR. SACRUM AEDIFICARUNT.
Al posto di Onofrio di Sinessa il 17 marzo del
1442 fu messo da Eugenio IV Bartolomeo
Vitelleschi di Cometo, nepote del Cardinale
Giovanni. Dopo la morte violenta dello zio
sospettato di ribellione da Eugenio IV, fu privato dell'Episcopato. Impaziente del torto
ricevuto, fa appello al Concilio di Basilea.
Moro Eugenio IV, ritornato all'obbedienza di
Nicolò V, dopo la morte di Francesco de
Materio che lo aveva sostituito, ricuperò la
Sede perduta il 5 agosto 1449. Di ritorno dal
pellegrinaggio ai luoghi Santi di Gerusalemme, morì a Modonì nel Peloponneso il 13
dicembre 1463. Il suo corpo, trasportato a
Cometo, fu sepolto nella chiesa Cattedrale.
Onofrio di Sinuessa nel 1438 da Eugenio IV fu
dato come successore a Valentino Vescovo di
Orte, che avevarinunziato alla chiesa Falisca e
Cometana. Donò ai Frati Minori Osservanti
l'isola Bisentina dove edificarono un cenobio
sacro ai Santi Giacomo Apostolo e Cristoforo
Martire.
196
d4) G i s b e r t o T o l o m e i
(12) Francesco de Materio
FRANCISCUS DE MATERIO ROMANUS AB EUGENIO IV. H. KAL.. MART. AN.
1442 EX BRIXIANO AD
FALISCO - CORNETAN. EPATUM
TRANSFERTUR, A QUO BARTHOLOMAEUS VITELLESCHUS
DETRUSUS FUERAT FINEM
VIVENDI FECIT. AN. 1449
GISBERTUS PTOLOMAEUS, NOBILIS SENENSIS, PH II. PONTIF. MAX.
PATRUELIS. AD HUNC
EPATUM ELECTUS FUIT •
A PAULO H AN. 1467 SENIS FINEM VIVENDI FECIT AN. 1470 ET COMPOSTUS PACE QUIESCIT
ANTE ALTARE MAIUS ECCLAE
S. FRANCISCI.
Francesco de Materio Romano, da Eugenio IV
il 28 febbraio del 1442 fu trasferito
dall'Episcopato di Brescia a quello FaliscoCometano dal quale fu respinto Bartolomeo
Vitelleschi. Morì nel 1449.
Gisberto Tolomei, nobile senese, cugino di Pio
E, nel 1467 da Paolo II fu elevato a questo
Vescovado. Morì a Siena nel 1470 e sepolto
riposa in pace davanti all'altare maggiore della
chiesa di S. Francesco.
d3) A n g e l o Vitelleschi
d5) A l b e r t o di S i e n a
ANGELUS VITELLESCHUS A PIO II. AN. 1464
SUBROGATUR BARTHOLOMAEO VITELLESCHO, QUI,
UBI FRANCISCUS DE MATERIO VITAM CLAUSIT,
IN PRISTINUM EPATUS
SIBI AB LATI HONOREM
RESTTTUTUS FUERAT.
ALBERTUS PATRIA
SENENSIS QUEM NONULLI EX SCRIPTOTIB.
EANDEM PROLOMAEA FAMILIA ORTUM PUTANT,
GISBERTO VITA FUNCTO
HARUM ECCLESIAR. EPUS
A SIXTO IV. CONSTTTUITUR AN. 1471
Angelo Vitelleschi da Pio II nel 1464 viene
messo al posto di Bartolomeo Vitelleschi, il
quale, alla morte di Francesco de Materio, era
stato restituito al suo primo onore dell'Episcopato che gli era stato tolto.
Alberto di Siena, che alcuni storici lo fanno
discendente della stessa famiglia dei Tolomei,
dopo la morte di Gisberto, nel 1471 daSistoIV
viene costituito Vescovo di queste chiese.
197
(i6) Domenico della Rovere
(i8) Giovanni Tolomei
DOMINICUS CARDINALIS
ROBORENS SIXTIIV NEPOS HISCE ECCLIS REGENDIS PRAEFICITUR AD INNOCENTIO Vni. AN. BENEFICENTISSIMIS HIC OMNIBUS, QUI PRAECESSERUNT, ET
OPTIME DE ECCLA FALISCA
MERITIS EST ADSCRIBENDUS
CUM IN NOVA CATHEDRALIS
AEDIFICATIONE QUINQUAGINTA
SUPRA SCUTATOR. MILLIA IMPENDERIT.
Domenico della Rovere, cardinale, nepote di
Sisto IV, da Innocenzo Vili viene messo a
capo di queste chiese: per il fatto di aver
impiegato oltre cinquantamila scudi per edificare la nuova cattedrale, merita di essere annoverato fra i più generosi Vescovi che lo
hanno preceduto
JOANNES PTOLOMAEUS
SENENSIS HARUM ECCLARUM RENUNTIATUR PRAESUL AB ALEXANDRO VI
AN. 1498 EMIGRAT SENIS
V IDUS MAJAS ANNI 1499
ET TUMULO MANDATUR
IN SACELLO MARTINOZIAE
FAMILIAE IN ECCLESIA S. FRANCISCI.
Giovanni Tolomei di Siena viene proclamato
Vescovo di questa chiesa da Alessandro VI nel
1498. Muore a Siena l'I 1 maggio 1499 e viene
sepolto nella chiesa di S. Francesco nella cappella della famiglia Martinozzi.
d9) Alessandro Farnese
ALEXANDER FARNESIUS
ROMANUS, S.R.E. THESAURARIUS, CREATUS DIACONUS CARDINALIS TITULI SS. COSMAE ET DAMIANI AB ALEXANDRO VI.
AN. 1493. EPUS DECLARATUS
FUIT AN. 1499 UTRAMQUE
ECCLAM SANCTISSIME GUBERNAVIT USQUE AD AN. 1519 POST
ANNOS 40. CARDINALATUS, AB
SUPREMAM PETRI CATHEDRAM
PRIMO COMITIORUM DIE, HI
IDUS OC'TOBR. AN. 1534. SUMM O CONCENSU, ASCENDIT NOMINE PAULI n i IN QUA EXIMIIS VIRTUTTBUS, PRAECELLENTIBUS LITTERIS, REBUSQUE PRAECLARE GESTIS QUAM QUI MAXIME CLARUIT.
(i7) Serafino Panulfazio
SERAPHINUS PANULPHATIUS HORTANUS, SERENISSIMI FERDINANDI V. REGIS
CATHOLICI A SECRETIS OB
SPECTATAS VIRTUTES,
SINGULAREMQUE DOCTRINAM AD FALISCO-CORNETANAM CATHEDRAM MODERANDAM DELIGITUR AB ALEXANDRO VI AN. 1496
Serafino Panulfazio di Orte, segretario del
serenissimo cattolico Ferdinando V per le sue
note virtù e singolare cultura da Alessandro VI
nel 1496 viene scelto a dirigere la cattedra
Falisca-Cornetana.
198
Alessandro Farnese, Romano, tesoriere della
Santa Romana Chiesa, creato cardinale Diacono dei Santi Cosma e Damiano da Alessandro VI nel 1493 fu proclamato Vescovo nel
1499. Governò santissimamente ambedue le
chiese fino al 1519. Dopo 40 anni di cardinalato il 13 ottobre del 1534 al primo giorno
delle votazioni fra l'universale compiacenza,
ascese alla suprema cattedra di Pietro col nome
di Paolo HI nella quale, per le sue straordinarie
virtù, per la sua prestigiosacultura classica, per
le sue brillantissime imprese rifulse quanti altri
mai.
Lorenzo Pucci di Firenze Cardinale dei Santi
Quattro Coronati, assume l'amministrazione
di ambedue gli Episcopati per ordine di Leone
X il 23 marzo 1519 in seguito al ritiro del
cardinale Farnese.
(2i) Ranuccio Farnese
RAYNUTIUS FARNESIUS, CUM
NOVEM ADHUC PUER ESSET
ANNOR. LEONIS X. INDULGENTIA,
QUI AETATIS DEFECTUM SUPPLEVERAT, FALISCO-CORNETAN. ECCLA
ADMINISTRAND. SUSCEPIT IDIB.
APRIL. AN. 1519. VERUM ALEXANDRO
CARDIN. FARNESIO PONTIFICE MAX
RENUNCIATO, CLERICALEM VITAVI
DESERUIT, ET AD SECULARIA VOT A TRANSIT.
Ranuccio Farnese, ancora fanciullo di
noveanni, per dispensa di Leone X che aveva
supplito il difetto della età, il 13 aprile del 1519
prese a governare la chiesa Falisco-Cornetana.
Però quando il cardinale Alessandro Farnese
fu proclamato Papa, abbandonò la vita ecclesiale e passò a quella secolare.
(20) Lorenzo Pucci
LAURENTIUS PUCCIUS
FLORANTINUS CARDINAL E TITULI SS. QUATUOR
CORONATORUM, UTRIUSQUE EPATUS ADMINISTRATOR COSTITUITUR PER
CESSIONEM CARDINALIS
FARNESII A LEONE X AN.
1519 X. KALEND. APRILES.
(22) Wido Ascanio Sforza
WIDO ASCANIUS SFORTIA
CARDINAL, MEDIOLANENSIS,
AN. 1535. HARUM ECCLARUM
A PAULO IH. PERPETUTUS COSTI
TUITUR ADMINISTRATOR, QUAR.
ONERE CUM REGRESSUS TAMEN, SE
EXOLVIT, ET AN. 1548. EPUS PARM E N S E FUIT DESIGNATUS TRIGINTA CIRCIT. SCUTATOR MILLIA
IN FALISCA AEDIFICANDA ECCLA
MUNIHCENTISSIMUS EROGAVIT.
Wido Ascanio Sforza di Milano, nel 1535 da
Paolo DI viene costituito perpetuo Amministratore di queste chiese. Del quale incarico si
liberò, però con diritto di ritomo, e nel 1548 fu
designato Vescovo di Parma. Da vero gran
signore impiegò circa 30 mila scudi
nell'edificio della chiesa falisca.
199
(23)Ubaldino Bandinelli
(25) Carlo Grassi
CAROLUS GRASSIUS BONONIEN. ACHIUBALDINUS BANDINELLUS, CANPRESBYT. INTIMUS JULII HI. CUBICUL.C.A.
ONICUS FLORENTINUS, VIT DOCTRICLERIC. ACHILLIS FRATER, CUJUS ABDICAT,
NA, AC LINGUAR. PERITIA L O N G E
A MARCELLO II. EPUS, CREATOR XVn. KAL.
CLARISSIMUS. C A R D I N A L . SFORTIAE
DECEMB. AN. 1555. HUJUS OPERA NEDUM
P E R Q U A M FAMILIAR, CUI A P A U L O III
ANTE A
IN ECCLAE HUJUS REGIMINE SUBBOSUB PIO IV. IN ABSOLVENDO TRIDENT.
GATUR, BREVIS T A M E N FUIT PONTICONCIL. ENITOIT, SED ET SUB PIO V. IN ARDUIS DIFFICILFEX. CUM EN. JULIUS IH R O M A N ILLUM
LIMSQ. PERTRACTANDIS NEGOCUS CLARUIT,
ADVOCASSET, UT IN GRAVISSIS, QUIB. DIA QUO
STENTUS E R A T R E B U S EJUSD. O P E R A
UMBRIAE, PERUSIAE, AC ROMAE GUBERNATOR,
UTERETUR IBIDEM D E C E S S I ! AN. 1551.
CONSTTTUTUS MULTIS TANDEM MAGNISQ,
SEPULTUS EST HUMI AD S. M A R I A M SUPROMERITIS
PRA MINERV. PROPE LUSTRAL. A Q U A E
PRESBYT. CARD. TIT. S. EUPHEMIAE RENUNTIAT
FUIT
VASCULUM, UBI ET IN PRAESENTIAR, INCI-
SUS LAPIS EXTAT.
AN. 1570. FATO CONCESSIT XVm. KAL. APRIL.
Ubaldino Bandinelli canonico Fiorentino
uomo dottissimo e di gran lunga espertissimo
nella conoscenza delle lingue e assai famigliare al cardinale Sforza al quale, per volere
di Paolo III, succede nel governo di questa
chiesa. Però per breve tempo rimase Vescovo
perché fu chiamato a Roma da Giulio III per
servirsene in importantissimi affari in cui era
abile. Ivi morì nell'anno 1551 e fu sepolto in
terra in S. Maria sopra Minerva vicino
all'acquasantiera dove ancora oggi si trova la
sua lapide.
AN. 1571
APUD SS. TRINITÀT. IN MOTE PINCIO
HONORIFICE SEPULTUS.
Carlo Grassi arciprete di Bologna, intimo cameriere
segreto di Giulio IH, fratello di Achille per la cui
rinunzia fu fallo Vescovo da Marcello II il 15
novembre 1555. La sua opera rifulse non solo sotto
Pio IV nel portare a temi ine il Concilio di Trento, ma
anche sotto Pio V nel disbrigo di duri e intricatissimi
affari. Da Pio V fu fatto governatore dell'Umbria, di
Perugia, di Roma e finalmente per i suoi molti grandi
meriti nel 1570 fu proclamato cardinale di S.
Eufemia. Morì il 15 marzo 1571 e fu sepolto con
onore nella chiesa della SS. Trinità su) Pincio.
T U S Q . FUIT A P U D S. M A R I A M T R A N STIBERIM.
(24) Achille Grassi
ACH1LLES GRASSIUS, BONONIENS, CUM SAC. R O T A E ESSET AUDITOR D E C L A R A T U R EPUS, A JULIO III. XII. KAL. S E P T E M B R . AN.
1551. O R A T O R , M U N E R E A P U D NEAPOLIS P R O R E G E M CONCIL. TRIDENT.
INTERFLUIT, E VITA CESSIT ROMAE
VI. IDUS AUGUST. AN. 1558. SEPUL-
Achille Grassi di Bologna, mentre era uditore
della Sacra Rota, da Giulio HI fu proclamato
Vescovo il 21 Agosto 1551. Come oratore per
ufficio presso il Pro Re di Napoli. Prese parte
al Concilio di Trento, morì a Roma 1*8 agosto
1558 e fu sepolto in S. Maria in Trastevere.
200
(26) Alessandro Farnese
(28) Francesco Guinisio
ALEXANDER FARNESIUS, ROMAN. PAULI n i NEPOS, CARDIN.
TIT. S. LAURENTII IN DAMASO,
EPUS TUSCULANUS, HAR. ECCLARUM ADMINISTRATOR, ET
COMMENDATARIUS SUBTITUITUR A PIO V. AN. 1571. QUAR. TAMEN. REGIMEN BIENNIO VIX ELAPSO FERRANTI FARNESIO RESIGNA-
FRANCISCUS GUINISIUS SEU
GUINITIUS PARMENSIS, FERRANTI FARNESIO SUCCESSOR DATUR A GREGORIO
XIII. KAL. AUGUSTI AN. 1573
VITAM CONCLUSIT AN. 1578
Francesco Guinisio o Guini/.io di Parma il 20
luglio 1573 viene scelto come successore a
Ferrante Farnese da Gregorio XIII. Se ne morì
nel 1578
vrr.
Alessandro Farnese Romano, nepote di Paolo
III, cardinale di S. Lorenzo in- Damaso,
Vescovo di Frascati, da Pio V nel 1571 viene
scelto come amministratore e commendatore
di queste chiese; ma appena due anni dopo ne
affidò il governo a Ferrante Farnese.
(29) Vincenzo Fulcherio
VINCENT1US FUCHERIUS
III. KAL. IUL. AN. 1558. AD
CURAM HAR. EC'CLARUM
ADMOTUS FUIT A GREGORIO XIII. MORTEM OPPETUT MENSE AUGUSTO
AN. 1580. IN HISPAN1A
DUM CARD. RIARIUM C.REGORII XIII. AD PH1L1PPUM
HISPANIAR. REGEM LEC.ATUM COMITARETUR, ATQ.
IBIDEM SEPULTUS.
(27) Ferrante Farnese
FERRANTES FARNESIUS, PETRI BERTOLDI, ET JULIAE AQUAVIVAE LATERAE DUCUM FILIUS,
ALEXANDRO CARD. FARNESIO RES I N A N T I SUBROGATUR EPUS
XI. KAL. SEPTEM. AN. 1572.
A GREGORIO XIH. VERUM AN.
INSEQUENTE AD ECCLAM PARMENSEM TRANSLATUS FUIT.
Vincenzo Fulcherio da Gregorio XIII fu promosso alla cura di queste chiese il 29 giugno
1578. Morì nell'agosto del 1580 in Ispagna
mentre accompagnava il Cardinale Riario
legato di Gregorio XI11 a Filippo re. Fu sepolto
là, nello stesso luogo.
Ferrante Farnese, figlio di Bertoldo e di Giulia
Acquaviva duchi di Latera viene sostituito
come Vescovo al cardinale Alessandro Farnese rinunziatario, da parte di Gregorio XIII il
21 agosto 1572. Però l'anno appresso fu
trasferito alla chiesa di Parma.
201"
(30) Gerolamo Bentivoglio
(3i) Paolo Emilio Zacchia
l'AULUS AEMII.1US ZACH1AS, liX
NOBILIB. Dii VETIANO JANUKNS1S, VIRTUTH IÌT PROBITATIì 1I.LUSTR1S, A
CLEM Vili, INTIMIS SUIS CTJI.ICULAR,
ADSCR1PTUS, SIGNATURA!: 1)1: GRATTA
AUDITOR, CAM. POST COMM ISSAR APOSTOUC, PROTIIONOTAR EX NUM. PARTICI PANT. AD HISPANIAR Rl-GliM GRAVISSIM. DE REB. I.EGAT. MI'ITITUR. MUNERE PRAECLARE
CTUS CARDIN. TIT.
S. MARCELLI IV NON. MAJ. AN. 1601
CRAEATUS FUIT ET EPUS FALISCO
CORNETAN. IN LATERANEN. BASILICA AB IPSO PONTIF. CONSECRATUS. INTER. CETERA FAUSCAE ECCLAE COLLATA AB EO BENEFICIA. POSTREMUM
QUID, NON EST ARCHIPRESBYTERAT
MUNIFICENTISS. ERECTUS, ATQ. FUNDO "
SATIS AMPLO, ET PINGUI DITATUS.
HIERONYMUS E COMITIBUS
BENTIVOLIS, EUGUBINUS, FALISCO-CORNETAM. EPUS PRID. NON. OCTOBR. AN. 1580 A
GREGORIO XDI. DESIGNATUR
ANNIS XXI. UTRAMQ. ECCLAM
SANTISS. GUBERNAVIT. SAP1ENTIA DOCTRINAQ. SUMA PRAEDITUS, RELIGIONE ET SANCTITATE INSIGNIS CESSIT E VITA
EXTREMO SENIO CONFECTUS
PRID. IDUS APRIL. AN. 1601 SEPULTUS QUIESCIT IN HAC CATHEDR. ECCLA IN SACELLO S.
MARTINI, ELOGIO ET MARMOR
SEPULC. OB MULTA E MAGNA EJUS PROMERITA A CAPITOLO ET CANONIC. COHONESTATUS.
Paolo Emilio Zacchia, ex nobile genovese di
Veziano, illustre per virtù e onestà, da Clemente Vili fu annoverato fra i camerieri
segreti, Uditore della Signatura, Commissario
Apostolico, quindi Protonotario del numero
dei partecipanti. Dopo di ciò viene mandato
come legato per il disbrigo di importantissimi
affari al re di Spagna. Portata a termine la sua
missione con ottimi risultali il 4 maggio 1601
fu fatto cardinale col titolo di S. Marcello e
dallo stesso pontefice consacrato Vescovo
della chiesa falisca nella basilica Lateranense.
Tra gli altri benefici offerti non ultimo fu il
dono dell'Arcipretura da lui eretto e fornito di
ampio e ricco beneficio.
Gerolamo Bentivoglio dei conti di Gubbio il 6
ottobre 1580 da Gregorio XDI viene designato
Vescovo Falisco-Cometano. Governò ambedue le chiese in modo santissimo, fornito
com'era di somma dottrina e sapienza, notevole per la religione eia santità. Consumato da
estrema vecchiaia morì il 12 aprile 1601. Riposa in questa cattedrale nella Cappella di S.
Martino, onorato dal capitolo e dai canonici di
uri elogio in marmo, per i suoi molti e grandi
meriti
202"
(32)Laudivio Zacchia
(33) Gasparo Cecchinelli
LAUDIVIUS ZACHIAS CARDIN. S. MARCEL.GERMAN. FRATER, A PAULO V XVI
KAL. SEPTEM. AN. 1605 IN DEFUNCTI
FRATR. EPATUM SUFFECTUS FUIT
EJUS
DEXTERITATE, ET PROBITE GRAVIS
SIM.IN
REB., ET PRAECIPUE VENETA IN LEGA
ITONE PERSPECTA, AB URBANO VIE, PON
TIF.
AULAE, MAGISTER CONSTITUTS FUIT,
AN. VERO 1626, CARDIN. CREATUS TIT.
S. SIXTI ECCLAS HASCE USQ. AD AN.
1630. GUBERNAVIT, QUAR, REGIMEN
GASPARO CECCHINELLO SARZANEN
SIS
ET SUO CONSANGUINEO RESIGNAVIT.
OBHT ROMAE SUMMO ROMAN. AULAE
MAERORE AN. 1637. IN ECCLA TITUSEPULTUS.
GASPAR CECCHINELLI US, SARZANENS1S, FALISCO-CORNETAN.
EPUS SUBROGATUR AB URBANO Vili
X KAL. MAJ. AN. 1630. CUM SEX ET
TRIGINTA ANNIS BONT PASTORIS
ADINSTAR OVEST SIBI COMMISSAS
VERBO ET VIRTUTUM OMNIUM
EXEMPLO PAV1SSET, LETHIFERAE
PRAESERTIM CONTAGIONIS TEMPORE,
QUO SEX SCUTATORUM MILLIA, IMPENDIT, MAXIMO OMNIUM ORDINUM
LUCTUS MONTEFALIS. DIEM CLAUs r r SUPREM. NON. MART. AN. 1666.
ET IN ADE. CATHEDR. TUMULO DATUS QUIESCIT IN PACE.
Gasparo Cecchinelli di Sarzana, il 22 aprile
1630 da Urbano Vili fu posto a Vescovo Falisco-Cornetano. Per ben trent'anni a guisa di
Buon Pastore con la parola e con l'esempio di
tutte le virtù governò il gregge a lui affidato:
specialmente al tempo di un mortale contagio
spese sei mila scudi; fra il compianto generale
di tutti gli ordini, chiuse i suoi giorni in Montefalisco il 7 marzo 1666, ed ora riposa in pace
sepolto in Cattedrale.
Laudivio Zacchia, fratello germano del Cardinale di S. Marcello il 17 agosto 1605 fu fatto
Vescovo da Paolo V al posto del fratello defunto. Per la sua straordinaria abilità e onestà
nell'agire e specialmente resa nota nella legazione Veneta, dal Papa Urbano VIII fu eletto
maestro del Palazzo; e poi nel 1626 creato
Cardinale di S. Sisto governò queste chiese
fino al 1630, nel quale anno ne trasmise il
governo a Gasparo Cecchinelli di Sarzana e
suo parente. Morì in Roma nel 1637 fra il
cordoglio universale del Palazzo Romano e fu
sepolto nella chiesa del suo titolo.
203"
(34) Pauluzio Albertoni
PAULUTIUS ALBERTONIUS RO.MANUS, CARDINAL ALTERIUS VULGO
NUNCUPAT FALISCAE ET CORNETAE
ECCLAE SEDES IV KAL. APRIL. MDCLXVI
AB ALEXANDRO VII, OQTIXUIT D
SACROR. SPLENDOREM IN DIES MA
AUGERE STUDATCATHEDRALE TEMPLUM FORTUITO ABSUNTUM INCENDIO CONCIDIT AN. 1670 DE INSTAURATONE MAXIME SOLUCITUS CARLUM FONTANA MAGNI NOMINIS ARCIIITECTUM ACCIVIT EIQ. TllOLUNSEU TESTUTIDEM STELIS JAM EX
TENTIB. INNIXAM STATIM OTT
LEN'DAM MANDAVIT CUM VERO ING
TI TESTUDINI FASTIGIUM SIVE UMB
US DEESSET, AB ALIO ARCHITECTO IO
NE ANT. DE RUBF.IS SUPF.RLMPONEND-APTANDUNQ. CURAVIT SCUTATO 317
CUM OBUL. 62 1/2. SUMMA MUNIFICEN
EROGATA, CLERICALE, SEMINAR. P
INSTITUIT, PERFECITQ. SED CUM B
PLURIE, ET AMBAS CATHEDRALEM E
DIAECESIM. UNIVERS. DITASSET MA
OMNIUM DOLORE RAVENNATI ECCLAE
BARNAUDAE INOPINATO XIV KAL. JUNIU
1670 A CLEMENTE X PRAEPOSITUS FUIT
Pauluzio Albertoni Romano, come Cardinale
"Altieri", ottenne la sede della chiesa Falisca
Cornetana da Alessandro VII il 28 marzo
1666. Si dà premura di aumentare ogni giorno
più lo splendore delle cose sacre; nel 1670
consunta da un casuale incendio crollò la cattedrale; mosso da grandissima sollecitudine
per la ricostruzione fece venire da Roma Carlo
Fontana architetto di gran nome al quale affidò
subito l'incarico di innalzare la cupola sulle
strutture già esistenti. Ma poiché a così alta
cupola mancava il lanternino pensò di farlo
importare e adottare dall'altro architetto Antonio de Rubeis impiegandovi 317 scudi
incominciò e portò a termine il Seminario.
Però dopo aver arricchito in molti modi le due
cattedrali e le intere due diocesi, improvvisamente fra la più grande amarezza di tutti da
Clemente X il 19 maggio 1670 fu preposto al
governo della diocesi di Ravenna
(35) Domenico De Màximis
DOMINICUS DE MAXIMIS PATRITIUS
ROMAN. J.N.D. PRAESTANTISSIM. AULAE
CUR1AEQ. ROMAN. DIICUS. ANN1S AETATIS
SUAE 40. MAJOR XVI. KAL. APRII.. 1671 .
HAR. IÌCCLARUM PRAESUl. A CLEMENTE X.
DECLARATUR. DUM SUMMA PRUDENTIAE
LAUTE UTRAMQ. MODERATUR liCCLAM
OMNIB. PROBATUS, CLARUSQ. VIRTUTIB.
IMPORTUNA MORTE SURRIPITUR PRID.
IDU'S JANUAR. AN. 1685 DEMORTUI
CADAVER AD CATHEDRAL. ECCLAM MAXIMA POPULI FREQUENTTA DELATUNI,
HONORIFICA FUNERIS POMPA IBIDEM
SEPULTUM FUIT.
Domenico De Maximis patrizio Romano,
dottore competentissimo in ambedue i diritti,
decoro del palazzo della Curia Romana, oltre
quarantenne il 15 marzo 1671 da Clemente X
fu proclamato Presule di queste chiese. Caro a
lutti e illustre per virtù, fu sorpreso da morte
improvvisa il 31 dicembre 1685. Il suo cadavere, trasportato in Cattedrale fra una grandissima folla di popolo, dopo un solenne e
decoroso funerale, fu ivi sepolto.
204"
(36) M. Antonio Barbarigo
FUNDAVIT, QUA RATIONEM FORMAMQ. ET FINITIMAE PROVINCIAE, ET ROMA 1PSA ADOFIAVIT, ADROBAVITQUE
CUM AN. NOVENDECIM UTRAMQ. F.CCLAM VIGILA NTUS
ANTISTITIS PAPTES IMPI.ENDO. RF.XISSET VII
KAL.
JUN. AN. 1706 FAMA SANCTITATIS EA, QUAM SINGULARIVTTAE INTEGRITÀ'!'!:, SIBI MUNIERAT VIA
ABIIT AD SUPEROS. HONESTO FUNERE
TOTA CIVITATEM SUUM ERGA EPUM DE SE OPTIME
MERITUM
EFFERETUR, STUDIUM AC
VOLUNTATEM AC QUESTUBUS SIGNIFICANT
MARCUS ANT. CARD. BARBADICUS, PATRITIUS VENETUS, FRATER B. GREGORII EPI FATAVI, QUEM SUUM HABUIT EDUCATOR. 38 AN.
NATUS AD CORCYREN. ARClflEPATUM AB INNOCENTIO XI. OMNIUM PLAUSU Vili. ID. JUN.
AN. 1678 ASSUMPTUS FUIT. HOC IN MUNERE
SACR. JURIS TENECISS. ET DISCIPUNAE EC-CLICAE OBSERVANTISS. CUM MOLESTIS PRAEPEDIRETUR CURIS, ROMAM CONFUNGERE. TAND.
ALIQUANUNQ; CONSITTUIT. DUM MAXIMO ANIMI ANGORE A SUI MUNERIS ZELO EXCRUCI-TUR,
NIL TALE COGITANS ET PRAET. ROMAN.
CURIAE EXPECTATION. IV. NON. SEPTEMB. AN.
1686 PRESBYT. CARD. TIT. S. SUSANNAE EB EOD
PONTIF. RENUNTIATUR. CORCYREN. ECCLAE
VINCULO PAULO POST SOLUTUS. FALISCAE ET CORNETAN.
EPUS DATUR NON. JUL. AN. 1687 FORMA HIC FACTUS
GRECIS EN ANIMO. DUABUS HABITIS SYNOD.
NIHIL
INTENTATUM RELINQUIT, UT OVES. SIBI AXTO
DNO
COMMISSAE AD OMNEM PIETAT. VIRTUTESQ.
INFORMENTUR. AD TRIDENT. CONCIL. NORMAN AMPLISS.
SEMINAR. AN. 1703. ABSOLVIT, QUOD LAICAE
SIMUL
JUVENTUT. COLLEG. ES SE VOLUIT UT NON SOL. IN
SUAE DIAECES. UTILITATEM, SED ET IN ALIAR
PROVINCIAR.
COMMODO CEpERET. SICUTI ADOLESCENTIS
«CLERI
INSTITUTIONE STUDIOSE PROSPEXERAT, UT
PUELLARUM
ETI. EDUCATIONE CONSULERET, TOM MONIALIUM DIVINI AMORIS INSTITUTUM, TOM SCHOLAS PYAS
Cardinale Marco Antonio Barbarigo, Patrizio
Veneto, fratello del Beato Gregorio Vescovo
di Padova, che lo ebbe come suo educatore, a
38 anni, fra la gioia di tutti, il 6 giugno 1678, da
Innocenzo XI fu elevato ad Arcivescovo di
Corfù. In questo suo ufficio, tenacissimo nel
sacro diritto e osservantissimo della Ecclesiastica Disciplina, impedito da fastidiosi intromissioni, finalmente si decide di venire a
Roma. Mentre se ne si a afflittissimo per lo zelo
del suo ufficio, a nienie pensando di ciò che lo
aspetta ed olire ogni aspettativa della Curia
Romana, il 2 settembre del 1686 dal medesimo
Pontefice viene proclamalo Cardinale Prete di
S. Susanna. Poco dopo, sciolto dal vincolo
della chiesa di Corfù, il 7 luglio 1687 viene
dato come Vescovo alle chiese di Montefalisco e di Corneto. Fattosi vero modello del suo
205"
gregge, dopo aver celebrato due sinodi, niente
lasciò di intentato perche le pecore a lui affidate dal Signore Gesù ottenessero una buona
formazione alla pietà e alla virtù. Attenendosi
alla norma del Concilio di Trento nel 1703
portò a compimento un ampissimo seminario,
così lo volle, perché fosse insieme anche collegio per la gioventù laica a vantaggio non solo
per la sua diocesi ma anche per le altre regioni.
Come aveva provveduto con amorosa diligenza alla formazione del giovane clero, così
pensò anche all'educazione delle fanciulle. A
questo scopo fondò l'Istituto delle Suore del
Divino Amore e le Scuole Pie, il cui metodo di
formazione non solo fu adottato dalle regioni
circonvicine ma anche da Roma e da Roma
approvato. Avendo governato ambedue le
chiese per 19 anni da vero buon pastore il-26
maggio del 1706 di qui se ne volò al cielo con
quella fama di santità che si era procurata con
la straordinaria integrità di vita. I suoi funerali
furono una grandiosa e pubblica manifestazione di devozione popolare verso il proprio
vescovo che tanto aveva meritalo
(37) Sebastiano Pompilio
SEBASTIANUS POMPILIUS BONAVENTURA,
PATR1TIUS URBINAS, EX EUGUBINO EPATU
AD FALISCO-CORNETAM. A CLEMENTE XI
TRANSLATUS FUIT XVII KAL. DECEMB. AN. 1706
EMI BARBADICI ADEO VESTIGIIS
ADIIAESIT, UT SUMMUM EJUS DESIDERIUM
SI NON PENTTUS, CUMULATE SALT. COMPENSAVA. PIA INSTITUTA, QUAE BARBADICUS, INOPI A MORTE PRAEREPTUS,
PERFICERE ATQ. ABSOLVERE NON POTUIT,
ABSOLVIT, PERFECITQ., ET LEGIBUS LA-
TIS, OPORTUNISQ. SANCTION1BUS DEVINXIT ATQ. COMMUNIVIT. SYNODUM DIAECESANAM AN. 1710 CELEBRA VIT VERE NU-MERIS
OMNIU. ABSOLUTAM, D1GNAMQ. QUAE
A BENEDICTO XIV. IN SUO AUREO OPERE DE
SYNOD. DIAECES. SUMMOPERI- COMMENDARETUR,
ATQ. UT EXEMPLUM IM ONE DIGNUM EPIS
CETERIS PROPONERETUR DEFECIT PLANSANI IN
SAC.
VISIT VI IDUS MAJ AN.1734. POST AN. 25 EPISCOPAT. CORPUS SOLEMNI POMPA NOCTU MONTEMFALISCI. IN LECTICA DELATUM, URBE TOTA
EJULATIBUS GEMITIBUSQ. PERSONANTE, IN ECCLA CTAHEDR. EX TESTAMENT. IIUMATUM FUIT
Sebastiano Pompilio Bonaventura, Patrizio di
Urbino il 15 novembre 1706 da Clemente XI fu
trasferito dall'Episcopato di Gubbio a quello
Falisco-Cornetano. Si attenne così fedelmente
agli esempi dell'Eminentissimo Barbarigo da
uguagliare nel suo insieme, se non del tutto, il
suo più grande programma pastorale. I pii
Istituti che il Barbarigo, impedito da improvvisa morte, non potè ultimare e perfezionare, li ultimò, li perfezionò, c con leggi e con
opportune sanzioni li riunì insieme e li rafforzò. Nel 1710 celebrò un sinodo diocesano
perfetto sotto ogni aspetto e degno di essere
molto raccomandalo da Benedetto XIV nel suo
aureo libro "Del Sinodo Diocesano" e degno
esempio da essere preposto a tutti gli altri
Vescovi. Morì in Piansano durante la sacra
visita Pastorale il 10 maggio 1734, dopo 25
anni di Episcopato. Le sue spoglie mortali in
una barella furono portati a Montefalisco e
secondo il testamento tumulate nella Cattedrale fra i gemiti e il compianto universale.
206"
(38) Pompeo Aldrovandi
POMPEJUS ALDROVANDUS BONONIEN. EX
ORDINE PMO, A CLEMENTE X n S.R.E. PRESBYT.
CARDIN.
CREATUS EST NON. MART. AN. 1732 AUDITORE ROMAN.
ROTAE MUNERE, SACR. PAENITENTIERAE,
ET ALMAE URBIS REGLMINE PEREUNCTUS, POSTQUAM
DIVERSA, ET
MAXIMA ECCLA NEGOCIA PRAECLARE
GESSISSET, ET
LEGATTONES AD VAR1S EUROPA E REGES
ET PRAECIPUE
HISPANIAR OBIVISSET EPQ BONAVENTUR
INHARECCLARUM SACERDOTIO SUCCESSOR
DATUR AB EOD.
PONTIFICE VI KAL. JUL. AN. 1734 EO AMORIS
SENSU, TANTAQ IN ECCLAS SIBICONCREDITAS
FUIT,
UT, CUM BENEDICTI XIV PRODATARIUS
EXISTERET, UTRIUSQ ECCLA E CAPITUUS CAPPAM MAGN.
CUM ROCCHETTO DEFERENDI, QUANDO CUMQ. UBICUMQ. QUOTHESCUMQ. OPUS FUISSET FACULTATEM LMPETRAVI
TRIGINTA FERE S C U T A T O R . MILLIB.
EROGATIS ECCLAE
CATHEDR. CAPPELLAS ALTAR1A, ET ORGANUM AD VENUSTIOR. ELEGANTIOREMQ. FORMAM
REDUXIT: PERVETUSTAM ALIAM S. FLAVIANI ECCLAM DUDUM
COLLABENTEM
NOBILIORE SUBSTRACTIONE PRISTINO
RESTITUrr SPLENDORI VETUS EPALE PALATIUM NOVIS COMMUNIVIT AEDIFICIIS
ET PULCHERRIMO VIRIDARIO MARMOREIS
CUM STATUIS DESUPER
ALTERUM PALATIUM A FUNDAMENT.
AEDIFICAVIT. PORTAM
FLORENTINA ROMAN. UNA CUM NOVA ET
PERCOMMODA
VITERBIUM VERSUS VIA COSTRUEND.
CURAVIT. RAVENNATIS LEGATIONI EXPEDITUS CURIS MONTEMFAUS. REDIIT,
UBI GRAVI CORREPTUS MORBO POST X V m
EPATUS. ANNOS
v m ID. JANUAR AN. 1762 A MORTALIUM
NUMERO EREPTUS
EST CORPUS.
BONONIAM DELATUM GENTI LITIO IN
SACELLO A D S. PETRONIUM SITUM DUIF.SCIT, PRAECORDIA VERO
ATQ. INTESTINA
HAC CAPPELLA SS. ROSARH CONDITA FUERE
Pompeo Aldrovandi, Patrizio di Bologna, del primo
Ordine, fu creato Cardinale Prete di Santa Romana
Chiesa da Clemente XII il 7 marzo 1742 dopo aver
assolto l'ufficio di Auditore della Sacra Rota Romana, della Sacra Penitenzieria e la Rettoria
dell'Alma Roma. In seguito e come premio per aver
portalo a termine con massimo successo importantissimo affari ccclcsiaslici e per aver guidato le legazioni a vari re d'Europa e specialmente della
Spagna. Dal medesimo Papa fu dato come successore di queste chiese nel Sacerdòzio al Vescovo
Bonaventura il 26 giugno 1734. Fu cosi di grande
amore e di così grande zelo verso le chiese a lui
affidate che mentre esercitava l'ufficio di Datario di
Benedetto XIV, che ottenne il diritto per ambedue i
capitoli delle sue chiese di indossare quanto volessero, dove volessero e quante volte volessero la
cappa magna col Rocchetto. Con la spesa di trenta
mila scudi portò a forma più originale ed elegante le
cappelle della Cattedrale, gli altari e l'organo. Ridonò il primitivo splendore all'altra antichissima
chiesa di S. Flaviano già fatiscente dotandola di un
pavimento più consono. Arricchì il vecchio Palazzo
Vescovile con nuove'costruzioni e con un bellissimo
giardino ornato con cento statue; inoltre edificò un
secondo palazzo fin dalle fondamenta. Fece costruire porta Fiorentina Romana insieme con una
sicura e comodissima via verso Viterbo. Liberatosi
dai fastidi della legazione di Ravenna, ritornò a
Monlefalisco dove sorpreso da brave malattia dopo
18 anni di Episcopato fu rapito dal numero dei
mortali il 5 gennaio 1762. Il suo corpo trasportato a
Bologna riposa ora nella sua cappella gentilizia sita
in S. Petronio. I precordi e gli intestini però furono
deposti in questa cappella del S. Rosario.
207"
(39) Mario Maffei
MARIUS MAFFEJUS, A MONTE CRIMANO IN AEMILIA, EPUS FULGINAS,
HARUM ECCLARUM VICARIUS APOLICUS
ELECTUS FUIT A BENEDICTO XIV KAL.
MART. AN.
1752. PER DUOS CIRCITER, QUIBUS
PRAEFUIT
AMNOS MUNUS S1BI COMMISSUM
COMMUNI
OMNIUM APPROBATIONE GESSIT
DIAECESIM UNIVERSAM LUSTRAVIT, UT PLURES, QUI
FORTE IRREP S E R A N T , A B U S U S PRO VIRIBUS
ELIMINAR ET, MORUMQUE COLLAPSAM DISCIPLINAM
RESTITUERET.
PRISTINO SEMINAR. SPLENDORI DIGNITATIO. CONSULERE PERCUPIDUS, UT EJUSDEM
STUDIORUM
RATION1 SATIUS PROSPICERET, ANNUENTE
AC SUFFRAGANTE SUMMOPONTIFICE,
LITTERIS HAC D A R E D A T I S C E L E B R I
JACOBO FACCIOLATI PATAVINO IN SEMINAR. STUDIOR.
PRAESIDI, PRAESTANTISS. DUOS PROFESSORES
PATREM NEMPE JOSOPHUM FRASSENIUM
ORD1N. MINOR CONVENT. PRO PHILOSOPHIAE
ET MATHESEOS SCHOLA, ET ANDREAMBASSANUM CANONIC. CONCORDIENS.
ATO OLIM
EJUSD. FACCIOLATI DISCIPULUM PRO
ALTERA RHETORICAE, ET LINGUAE G R A E C A E
MONTEMFAL. ACCERSENDOS CURAV1T REBUS BENE
GESTIS A PONTIFICE SUMMIS ORNATUS LAUDIBUS
FULGINIUM
PREMEAVIT UBI EXTREMO CONFECTUS SENIO
FINEM VIVENDI FECIT.
Mario Maffei di Moine Grimano in Emilia,
Vescovo di Foligno, il 1 marzo 1752 da
Benedetto XIV venne eletto Vicario Apostolico di queste chiese. Ne fu a capo per circa due
anni durante i quali esercitò il suo ufficio con
generale approvazione. Percorse tutta la diocesi con l'intento di estirpare con ogni suo
sforzo i parecchi abusi che (>er caso si erano
diffusi e rimettere in auge la decaduta disciplina dei costumi. Desiderosissimo di ripristinare lo splendore e la fama del Seminario e per
assicurargli un maggiore sviluppo negli studi,
col consenso e col sostegno del Sommo Pontefice, con lettera consegnata al nota Giacomo
Facciolati di Padova, Preside degli studi in
Seminario fece venire a Montefalisco d»e
famosissimi professori e cioè il Padre
Giuseppe Frassini dei Minori conventuali per
la scuola di filosofia e matematica, e Andrea
Bassani canonico di Concordia ex discepolo
dello stesso Facciolati per l'altra scuola di
retorica e di lingua greca. Onorato con grandissime lodi dal Papa per i buoni risultati ottenuti
ritornò a Foligno dove consunto da estrema
vecchiaia mise fine al SHO vivere.
208"
(40) Saverio Giustiniani
XAVERIUS JUSTINIANUS, DOMO CHIO
PATRITIUS JANUENSIS ANTIQUISSO.
AC NOBIIJSSO GENERE NATUS, A BENEDICTO XIII UT POTÈ IURIS UTRIUSQ. PERITISSIMI S ADVOCATIS CONSISTORIAUBUS
ADSCR1FI US FU IT. A CLEMENTE XII. M ULTA KUM MAGNARUMQ. RERUM AD.VUNISTRA
TIONI IN ALMA ROMANA CURIA DESIGNAll MNOVIM1 s STATUSAVENIONENSIS,ET
LAURENTANA BASIUCA PROCURALO ET
CONCREDITA FU IT A BENED1CTO XIV. QUI CUM
PROBE TANTI VIRI MONESTATEM INTEGRI! ATEMQ. PERSPECTAM HABERET, UTNOMEN
ECCLAE
DARET, ADDUXIT, IN SUAMQ. FAMIIJAM
HONORIFICENTISSIMO LOCO ADSCITUM, INSIGNI
ETI
LIBERIANAE BASILICAE SACERDOTIO
CUMULAVA. HOC TAM INSIGNI IN EUM EXISTIMATIONIS ARGUMENTO AC LIBERA LITAT. GENERE NON CONTENTUS PONTIFEX SAPIENTISSLM. QUO MAGIS VIRTUTES CLARESCERENT, QUIB. JUSTINIANUS PRAESULGEBAT, EUM FAUSCOCORNETANAE ECCLAE EPUM CONSTITUITIV. ID. DEC. AN. 1753. EPALI DIGNITÀTE ORNATUS, LICE I' OMN1B EXCELLERET, VIRTUT1B. CIIARI TATE TAMEN
EXTITIT SLNGULAR1S DE QUA FAMA LOQUETUR ANUS, ET VIGEBIT MEMORIA SEMPITERNA. HANC ENLM PRAIÌD1CAT SEMINARIUM
TOT AB EOCUMULATUMBENEFICUS. HANC
COMMENDAI - SACRAR. V1RGINUM FAMILIAE AD
EGESTATEM, REDITUUM INOPIA PENE REDACTAE,
HANC CELEBRAT, SEMPERQUE CELEBRABIT CIVITAS HAEC POTISSLMUM, AC TOTA
DIAECES1S, QUAE CUM SUMMA ANNONAE
INOPIA LABORARET, ET FAME CONFLICTARETUR,
EJUS CURIS. SUMPTIBUS, SOLICITUDINIBUS
AB ANGUSTIIS EREITA PENH'US AC U BERATA FUIT. PIUS VIXIT AN. 82 ET
PIUS FINEM VIVENDI FECrr MONTEFAL.
ID. JANUAR. AN. 1771 ET IN CATHEDR.
ECCLAM HONESTA FUNERIS POMPA DELATUS EST COMITANTIBUS OMNIBUS
ORDINIB. MAXIMA INGEMENTIS VULGI FREQUENTIA IBIQ. SEPULTUS.
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Saverio Giustiniani di Chio, Patrizio Genovese, nato da antichissima e nobilissima famiglia, da Benedetto XIII per il fatto di essere
espertissimo in ambedue i diritti fu acsritto fra
gli avvocali Concistoriali. Sappiamo che da
Clemente XII fu designalo nell'Alma Curia
Romana all'amministrazione di molli e grandi
negozi. La sorveglianza dello stalo di Avignone e della basilica di Loreto gli fu affidata
da Benedetto XIV, il quale, resosi conto di
persona dell'onestà e dell'integrità di un così
grande uomo, lo indusse a dare il suo nome alla
chiesa e dopo averlo chiamato a far parte della
sua f a m i g l i a e a v e r l o o n o r a t o c o n
quell'altissima dignità, lo esaltò con l'insigne
dono del sacerdozio nella basilica Liberiana
(S. Maria Maggiore). Il sapientissimo Pontefice non contento di questo straordinario attestato di slima verso di lui e di questa specie di
generosità, perché ancor più risplendessero le
virtù per cui spiccava Giustiniano, il 10
dicembre del 1753 lo costituì Vescovo della
chiesa Falisco-Cometana. Insignito del carattere Episcopale, sebbene superasse tutti per le
sue virtù, tuttavia rimase singolare per la sua
carità. Di questa sua fama ne parleranno i
vecchi eresterà memorabile per sempre. Infatti
ne parla il Seminario da lui arricchito con tanti
benefici; ne parlano le famiglie delle Sacre
209
(4i) Francesco Maria Banditi
FRANCISCUS MARIA BANDITI ARIMINENSIS ADOLESCENS C O N G R E G A T I O N I CLERICORM REGULARIUM
TEATINORUM NOMEN DEDIT, IN QUA
VARIIS FUNCTI
MUNERIBUS OB SINGULAREM EJUS
PRUDENTIAM MORUMQUE SANCTINOMIAM BIS PROPOSITUS GENERALIS
CUNCTIS SUFFRAG1IS RENUNTIATUS
FUIT. CUM INSIGNIS
ESSET CONCIONATOR SPLEND1D10RA
QUAEQUAESUGGESTA
CONSCENDIT. UT SEMEL 1TERUMQUE
EXPETITUS NOVAS
SEMPER LAUDES. NOVAMQUE NOMINIS CELEBRITATEM SIBICOMPARAV1T. DUM ARIMINI,
QUOSELABORIBUS DEFESSUS RECEPERAT. PRIVATAM PACA
TAMQUE VITAM DEGERET NIL TALE
OPINANTI, IMO ETIAM INVITO, ET OMNINO RELUCTANTI, A
CLEMENTE XIV III KAL. APRILIS 1772,
SUMMUM
FALISCAE ET E C C L E S I A E C O R N E TANAE SACERDOTIUM COLLATUM FUIT, CUM PERVULGATA STATIM VIRTUTUM FAMA ESSET, JAM ABSENTIBUS
NOTUS, SIC EJUS ADVENTUS CELEBRATUS FUIT, UT FAMAM IPSIUS EXPECTATIO. EXPECTATIONEM ADVENTUS, A D M I R A T I O Q U E SUPERARET.
TALIS AC TANTA
FUIT IN EO RELIGIO. ET PIETAS UT CUM
EO CREVERINT AB IN FANTI A. ET IN TANTUM
CREVERINT
QUANTAS OMNES NON FLNE MAGNA
VENERATONE SUSPEXERUNT. CHARITATIS STUDIO ADEO
F L A G R A N T E UT HUJUS VIRTUT1S
LAUDES OBSCURATURA NULLA UNQUAM QUID SIT
OB LIVIO. PARCA, ET FRUGALI UTEBATUR MENSA
MODICAM
ALEBAT FAMIL1AM. UT PAUPERES, ET
CALAMITOSOS SUBLEVARET. BREVI TRIUM ANNORUM SPATIO. QUO H1S PRAEFU1T ECLESIIS IN
COMMODIOREM. DECEN1T10REMQUE FORMAM
TUM XENODOCHIUM
HORRIDUM SATIS, ATQUE INCOMMODUM, TUM PROXIM AM SOC1ETATIS MISERICORDIAE ECCLESIAM UNDIQ U E C O L L A B E N T E M S I T I Q U E INFORMEM. PROPRIIS SUMPTIBUS REDIGIT. DUM DE SEMINARI
SPLENDORI SOLLIcrrus, QUOD VERO PATRIS AMORE
DILEXIT. CATHEDRALIS ECCLESIAE DECOREM STUDIOSISS I M A . PLURIMA AD
UTRIUSQUE UTILITATEM. MOLIEBATUR: COMMUNI OMNIUM DOLORE IV KAL. JUNI. ANNI 1775
EX NOSTRI
AD ARCHIEPISCOPALEM BENEVENTANANI ECCLESIAM
TRANSFERETUR A PIO VI A QUO ETIAM
S.R.E. PRESBYTER "
210
CARDINALIS TITULO S. CRISOGON1
IDIBUS NOVEMBRE
ANNI 1775 CREATUS FUIT LICET ABSENS EJUS ECCLESIAE O B U N I S C I UNQU ANI POTUTI.
ARAM PRINCIPEM
PEREGRINIS ET PRETIOSIS ORNATAM
MARMORIBUS INAURATI S METALLIS INSTRUCTAM DONO
MISIT, UT PAULO
POST INTEGRUM PONTIFICALE AURO
ELABORATUM
SUBTEGMINE; ALIA ITEM ECCLESIA,
FAMILIAQUE
PLURES, EJUSDEM LICET ABSENTES
BENEFICENTIAM
SUNT EXPERTA. DIVIS MERITIS. ANNISQUE PLENUS
BENEVEN1T VITAM CLAUS1T: FAMAM
SANCTITATIS
INSIGN1S VI KALENDAS FEB. ANNI
1796.
con sé per soccorrere i poveri e gli sfortunati.
Nel breve spazio di tre anni durante i quali fu
a capo di queste chiese non solo rinnovò
l'ospedale abbastanza mal ridotto e privo delle
necessarie comodità, ma anche la chiesa fatiscente e invecchiata attigua alla confraternita
della misericordia e tutto ciò a sue spese.
Mentre pieno di premura per lo splendore del
Seminario da lui amato con amore di padre e di
zelo per la chiesa cattedrale stava programmando moltissimi abbellimenti a vantaggio di
ambedue, il 29 maggio 1775, fra lo sconcerto
di tutti dalle nostre chiese venne trasferito
all'Arcivescovado di Benevento dal Papa Pio
VI dal quale il 1 novembre 1775 fu anche
creato cardinale prete col titolo di S. Crisogono. Sebbene lontano non potè dimenticarsi
della sua chiesa. Mandò in dono l'altare maggiore ornato di marmi rari e preziosi e
splendente di metalli dorati, e poco dopo un
completo parato pontificale intessuto di fili
d'oro. Similmente altre chiese e altre famiglie,
sebbene lontano, fecero esperienza della sua
beneficenza. Pieno di menti e di anni chiuse la
sua vita a Benevento insigne per famadi santità
il 27 gennaio 1796
Francesco Maria Banditi di Rimini, fin da
giovane dette il nome alla Congregazione dei
Chierici Regolari Teatini, nella quale dopo
aver espletato varie mansioni, per ben due
volte a pieni voti per la sua singolare prudenza
e santità di condotta fu proclamato Preposto
Generale. Essendo un insigne predicatore per
ogni dove salì sui più famosi pulpiti. Ricercato
una prima e seconda volta, sempre si acquistò
nuove lodi e nuovo nome.
Mentre si trovava a Rimini dove si era recato
per riposarsi dalle fatiche e conduceva una vita
privata e tranquilla a lui che non se lo aspeltav a
e non ne era desideroso anzi contrario il 30
marzo 1772 da Clemente XIV gli fu conferito
il supremo sacerdozio della chiesa Falisca e
Cometana e poiché subito si rese popolare e
nota anche ai lontani la fama delle sue virtù; fu
così festoso il suo ingresso da superare
l'aspettativa, la fama di lui e l'accoglienza e
l'ammirazione l'aspettativa. Di così grande
qualità e di così grande rilevanza la sua religione e la sua pietà da essere cresciuta con lui
fin dalla sua infanzia. E crebbero così tanto da
non essere eguagliate dalla grande venerazione da parte di tutti. Fu così ardente la sua
carità che la dimenticanza non oscurerà mai le
lodi di questa sola virtù. Si serviva di una
mensa parca e frugale, perché familiari aveva
211
(42) Giuseppe dei Conti
Garampi
IOSEPHUS E COMITIBUS GARAMPI PATR1TIUS ARIMINENSIS AB INEUNTE
AETATE RELIGIONIS, ET LITTERARUM STUDIO
OMNEM OPERAM DEDIT, OMNIBUS INSTUCTUS
DISCIPLINA, RO" ' AM VEN1T, BENEDICTO XIV PONTIFICE MAXIMO,
QUI CUM ADEO ACRI POLLERET EUGENIO, UT DE
ALIORUM ETIAM INGEN1IS FACILE
POSSIT INDICARE, STATIM GARAMPIUM COGNITIONE
SUOQUE PATROCINIO DIGNUM 1UDICAV1T, NE
DUM CUM SUMMA PROSEQUNTUS BENEVOLENTIA.
SED E T S U M MIS HONORIBUS, PRAEM1ISQUE AFFECIT, INSIGNI
ETIAM VATICANAE BASILICAE, SACE R D O T E CUMUL A V A . PAREM ANIMI SIGNIFICATIONEM, GRATIAMQUE, APUD CLEMENTEM XIII, A QUO
APOSTOLICUS
PRIMUM VIS1TATOR ADSALINGSTADIENSEMONASTERIUM, MOX ETIAM COMES DATUS
EST IACOBO
CARDINALI ODDIO AD ELECTORALEM
CONVEATUM
PROFICISCENTI FRANCOFORTI HAB1TUM, IN QUO
JOSEPHUS II ROMANORUM REX ELECTUS FUIT, CUM
UTROBIQUE VOTO RES CESSISSET,
ROMAM REVERSUS, NOVUM PONTIFICEM DIGNATIONIS TESTIMONIUM ACCEPIT, CUM GRAVE, AC DIFFICILE SECRETORUM CIFRAE MUNUS EICOLLATUM FUIT,
GARAMPI SAPIENTIA, PRUDENTIAQUE
IN l3lES MAGIS PERCPECTA, ET COGNITA CLEMENS XIII NUNTIUM APOSTOLICUM REGNI POLONIAE
DESIGNAVI, HAC OPTIME PERFUNCTUS LEGATONE,
AD CESAREAM AULAM SE
CONTUL1T EODEM HONORE, AC DIGN1TATE INSIGNITUS
VINDOBONE
IN GRAVISSIMA EXPEDIENDIS NEGOTIIS, DIFFICILI ADEO TEMPORE ITA SEGESSIT, UT
OMNES
PRUDENTIAM DEXTERITATEMQUE
ADMIRARENTUR
LEGATIONIS ADHUC DISTENTUS,
CURIS, HARUM .
ECCLESIARUM EPISCOPUS A PIO VI
DICTUS FUIT
V IDUS FEBBRUARII ANNI 1776, ET
TANDEM XVHI
KALENDAS MARTII ANNI 1786 PRESBITER CARD I N A L E CREATUS TITULO SS. IOANN1S ET PAUL1.
PROTECTOR ETIAM DATUS EST, ET
RECTOR COLLEGIO GERMANIEE HUNGARICO, LITTERATUS IPSE OM-
NES FERME EUROPAE L1TERATOS
COLUIT. A QUIBUS HONORIFICENTISSIME COLEBATUR OB INSIGNES VIRTUTES; ET OB PLURIMA, E
MAXIMA BENEFICIA TUM ECCLAESIA
TUM SEMINARIO. Q U O D ' S U O R U M PUPILLAM
OCULORUM
APPELLARE SOLERAT. TUM DIAECESI
UNIVERSA
C O L L E T A . M E M O R I A T A N T I VIRI
VIVET SEMPITERNA CUM LETHIERA PERTINACIS
MORBI EI
DIU CONFLICIATUS ESSET. DESIDERATUS OMNIBUS, PLACIDISSIME M O R T E M OPPETUIT ROMAE
IN AED1BUS S. APOLLINARE IV NONAS
MAII
ANNI 1792, ET IN ECCLESIA SUI TITOLI
ILLATUS MARMOREO EST TUMULO CONDUTUS.
ufficio della Cifra. Rendendosi sempre più
nota di giorno in giorno la sapienza e prudenza
del Garampi, Clemente XIII lo designò Nunzio
Apostolico del re di Polonia. Portata a termine
con ottimi risultati questa legazione, si recò,
insignito del medesimo incarico e onore al
palazzo imperiale a Vienna per espletarvi
importantissimi affari.
In circostanze così difficili si comportò così
bene da essere ammiralo per la sua prudenza e
abilità. Ancora indaffarato in questi negoziati,
il 9 febbraio del 1776 fu nominato da Pio VI
Vescovo di queste chiese e finalmente il 12
febbraio del 1786 da Pio VI fu creato cardinale
Prete con titolo di S. Giovanni e Paolo. Fu dato
anche come rettore e Protettore al Collegio
Germanico Ungarico: e tenne in onore lui
stesso letterato quasi tutti i letterati di Europa
dai quali fu sommamente stimato. Per le sue
insigni virtù e per i suoi moltissimi e grandissimi benefici resi e alla chiesa e al Seminario
che soleva chiamare le pupille dei suoi ocelli e
a tutta la diocesi. La memoria di un così grande
uomo vivrà in eterno. Consumato da un male
incurabile, da tutti rimpianto calmissimo se ne
Giuseppe dei Conti Garampi patrizio di Rimini
fin da giovane tutto si dette allo studio della
morì in Roma nel Palazzo di S. Apollinare il 4
religione e delle lettere. Ben fornito d'ogni
maggio 1792. Trasportalo nella chiesa del suo
specie di cultura se ne venne a Roma sotto il
titolo fu ivi sepolto in un sepolcro di marmo.
Pontificato di Benedetto XIV, il quale di acuto
ingegno com'era e capace di dare un giudizio
subito giudicò il Garampi degno della sua
conoscenza e della sua protezione. Non solo
gli mostrò la sua benevolenza ma anche lo
colmò di sommi onori e premi: lo mise a capo
della Biblioteca Vaticana e poi Arciprete della
Basilica di S. Pietro. Pari testimonianza di
benevolenza e di gratitudine ebbe anche da
parte di Clemente XIII dal quale dapprima fu
inviato quale amministratore apostolico al
monastero Salingstadiense, quindi fu assegnato al cardinale Giacomo Oddi in partenza
per la visita di Francoforte come suo accompagnatore. Visita nella quale fu eletto Imperatore dei Romani Giuseppe II, assolte le
ambedue gli incarichi, nuovo attestato di stima'
ebbe dal Pontefice che gli affidò il difficile
213
(43) Giovanni Sifredo Maury
JOANNES SIFREDUS MAURY
VALERACENSI IN OPPIDO INFRA
VASIONENSIS COMITATUS FINES SITO, ET PONTI FI CIA E D I T O NI SUBJECTO ORTUM HABUIT,
GLISCENTES GALLIAE TUMULTUS
DECLINANS ROMA.M VENIT, ANNO
1789. A PIO VI N1CAENAS ARCHIEPISCOPUS RENUNTIATUS AD COMITIA
AMPLISSLMA FRANCO,
FURTI IIABITA
ROMANORUM
PERATOREM FRANCISCUM II
COLENDUM NUNTIUS APOSTOLICUS ETIAM MISSUS FUIT ANNO
1791 PRESBYTER CARDENALIS
S.R.E. MOX CREATUS TITULO
SMAE TRINITATIS IN MONTE
PINCIO JOSEPHO CARDINALI
GARAMPO VITA SUNCTO SUCCESSOR DATUR KALENDIS AUGUSTI 1794. ESI'ISCOI'ATUM
ADDICAVIT ANNO 1816 TANDEM ROMAE OBIIT VI 1DUS
MAH ANNI 1817.
(44) Bonaventura Gazola
BONAVENTURA GAZOLA
DOMO PLACENTIA PATRJTIUS
CESENAS ORDIN1S MINORUM
S. FRANCISCIREFORMATORUM
QUORUM FAMILIAE N O N SECUS
AC ALTERIUS OBSERVANTIUM
GENERALIS ETIAM COMM1SSARIUS
TRIENNIO ET AMPLIUS PRAEFUIT.
EPISCOPUS CERVIENSIS DEUGITUR
PIO VI. X KALENDAS JUNH 1795
APOSTOUCUS PRIMUM ADMIN1STRATOR CONS Ti rUITUR A
PIO VII. V NONAS MAO 1814 HARUM ECCLESIARUM, UNIVERSIS
DEINDE ORDINIBUS TUM FALISCAE TUM CORNETANAE ECCLESIAE ITERAT1S PROCUL, ET CORAM
PRECIBUS VOTISQUE EXPETENTIBUS E CERV1ENSI AD HUNC EPISCOPATUM LICETINVITUS, ET
PRO VIRIBUS DIU RELUCTANS TANDEM TRANSFERETUR AB EODEM
PONTIFICE X KAL. MARTI! ANNI 1819.
LM-
Bonaventura Gazola di Piacenza, patrizio di Cesena
dell'ordine dei minori Riformati di S. Francesco alla
cui famiglia come a quell'altra degli Osservanti fu a
capo per più di tre anni in qualità di commissario
Generale. H 23 maggio viene eletto da Pio VI
Vescovo di Cervia e da Pio VII il 3 maggio 1814
viene costituito primo Amministratore Apostolico e
poi Ordinario di queste chiese e Falisca e Cometana.
Dietro preghiere e voti ripetuti da lontano e da vicino
che lo richiedevano dall'Episcopato di Cervia a
questo, sebbene a malincuore e a lungo riluttante con
tutte le forze, finalmente viene trasferito dal medesimo Pontefice il 20 febbraio 1819.
Giovanni Sifredo Maury ebbe i natali nella città
Valcracense situata allora sotto la contea di Avignone e soggetta al dominio Pontificio. Abbandonando i crescenti tumulti rivoluzionari della Francia,
venne a Roma nel 1789. Nominato da Pio VI Arcivescovo di Nicea nel 1791 fu anche mandato in
qualità di Nunzio Apostolico a Francoforte dove si
tenevano le elezioni generali e a rendere omaggio a
Francesco II imperatore dei Romani. Poi creato
cardinale della SS. Trinità sul Monte Pincio viene
dato come successore al defunto cardinale Giuseppe
Garampi il 1 agosto 1794. Rinunziò allo Episcopato
nel 1816 e finalmente nel 1817 morì in Roma il 10
maggio.
214
(45) Giuseppe Maria Velzi
(46) Gabriele dei Conti
Ferretti
JOSEPH MARIA VELZI CARDINALIS TITOLO S. MARIAE SUPRA MINERVAM DOMO COMENSI ORDINIS PRAEDICATORUM. MAGISTER PALAT n APOSTOLICI A GREGORIO XVI ADLECTOS
AD EPISCOPATUM FALISCUM, ET CORNETANUM
1832 DIE 2 JULII. OBIIT
DIE 23 NOVEMBRIS 1836.
GABRIEL EX
COMM. FERRETTI CARD.
DOMO ANCONA ORATOR
PONT. MAX APUDFERDINANDUM II UTRIUSQUE SICILIAE REGEM
RENUNTIATUS EST
EPISCOPUS N XIV KAL
JUN AN MDCCCXXXVI1
QUO TEMPORE CUM
NEAPOLIM - INDICA - LUES
POPULARETURIN SEDE
LEGATIONIS SUAE INVI CTO ANIMO PERSTANS
EXEMPLA BORROMEORIJM RENOVAVIT EUNDEM AD ARCH1EP1SCOPAT
F1RMA-
Giuseppe Maria Velzi di Como, cardinale di S.
Maria Sopra Minerva, dell'Ordine dei
Domenicani, maestro del Palazzo Apostolico.
Da Gregorio XVI invialo all'Episcopato Falisco-Cornetano nel 1832 il 2 luglio. Morì il 23
novembre 1836.
NORUM SUA VIRTUS ANTE
TRANSTULIT QUAM FAL1SCODUNENSES VID1SSENT.
Gabriele dei Conti Ferretti di Ancona Cardinale fu preconizzato dal Sommo Pontefice in
qualità di Oratore presso Ferdinando II re delle
due Sicilie e poi nostro Vescovo il 19 maggio
1837. In quel tempo nel quale Napoli veniva
spopolata dal colera, lui vi rimase con animo
invitto rinnovando in sé gli esempi dei Borr o m e i . T r a s f e r i t o per la sua virtù
all'arcivescovado di Fermo vi si recò prima
ancora di essere stato visto dai Falisci.
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(47) Filippo De Angelis
(48) Nicola Mattei
PH1LIPPUS DE ANGELIS CARD.
DOMO ASCULO PICENTIUM POST
LEGATIONEM HELVETICAM
IN SUMM1S TEMPORUM DIFFICULTATIBUS SAPIENTISSIME GESTAM FACTUS EST PONTIFEX FALISCODUNENN ET
CORNETANN XV KAL MART
AN MDCCCXXXVIII VINDEX IUST1TIAE ADSERTOR
RELIGIONIS PROBITATEM
MORUM IN POPULO DILEXIT
HONORAVIT GREGORIUM XVI - P
M HUC EX ITINERE DISCRES
SUM HOSPITIO ACCEPIT A QUO
F1RMANAS 1NFULAS OB - ME
RITA ADEPTUS EST AN
MDCCCXXXXII MUNERIBUS
GESTIS ET FORTITUDINE AN1M CUM PAUC1S COMPARANDUS.
NICOLAUS M A T r E I COM
PERGULANS NOBILI
GENERE POST PONTIFICATUM CAMETITUM
DATUS EST EPISC FALISCODUNENN ET CORNETT VI KAL FEB AN.
MDCCCXXXXII SENEX
SANCTISSIMUS ATQUE
OPTIMUS QUEM MULTARUM VIRTUTUM DECOR S1MPLICITAS IN
PRIMIS ET PIETAS
MIRA INSIGNEM FECERE. SUSCEPTO DOLORE
LATERIS INTER IPSAM
DIOCESEOS PERAGRATIONEM IN PACE P DE
CESSITX KALNOV.
AN. MDCCCXXXX1II.
Filippo De Angelis Cardinale di Ascoli
Piceno. Dopo la legazione di Svizzera condotta con somma sapienza in mezzo a enormi
difficoltà proprie di quei tempi, il 15 febbraio
1838 fu fatto Vescovo Fi-lisco-Cometano.
Quale vindice della giustizia e assertore della
religione amò nel popolo l'onestà dei costumi.
Onorò il Papa Gregorio XVI e di ritorno da un
suo viaggio lo ospitò nel suo palazzo. Dal
quale per i suoi meriti ottenne l'episcopato di
Fermo, nel 1842. Da paragonarsi con pochi per
gli incarichi portati a termine e per la fortezza
del suo animo.
Nicola Mattei di Pergola, di nobile famiglia.
Dopo il Pontificato di Camerino il 27 gennaio
1842 fu fatto Vescovo di Faliscoduno e Corneto. Lo resero illustre le sue molte virtù, per il
suo decoro la semplicità e soprattutto la meravigliosa sua pietà. Mentre percorreva la diocesi, colpito da colica al fianco, morì nella
pace di Cristo il 23 ottobre 1843.
216
(49) Nicola Clarelli
Parracciani
(50) Luigi Iona
NICOLAUS CLARELLI PARRACCIANI
CARD
DOMO REATE IN SABINIS EPISCOPATUM DECENNIO CESSIT ACCEPTUM XI KAL FEB A N
MDCCCXXXXIUI MOX A D AMP U O R A M U N E R A ROMAM
EVOCATUS EST SOCIARUM
ECCLESIARUM FALISCOD ET
CORNET VETERE CONIUNCTIONE DIREMPTA Q U O EX TEMPORE R O M A N A E O R N A M E N T A
PURPURAE IN EPISCOPIS N N
DES1DERARI COEPTA NON MERITA N O N VIRTUTES.
AL01S1US IONA
DOMO TREB1S IN LATIO
CARUS OMNIBUS INFENS U S - N E M I N 1 IN QUO PIETAS INGEN1UM DOC'TRINA
S U M M A FUERUNT BEN1GNITAS - ERGA EGENOS
USQUE A D LARGITATEM
ENITUIT PONTI FICATU
FUNCTUS A N N IX M.V.
D. VII ELATUS EST EX1TU
INOPINATO PRID KAL DECEMB - AN - MDCCCLXI1I
CUIUS AMPL1SSIMUM FUNUS CIV1TAT1S PRAECO
N1A ET MULTORUM LACRIMAE HONESTAVERE.
Nicola Clarelli Parracciani Cardinale di Rieti
in S a b i n a , d o p o
10 anni
rinunziò
all'Episcopato ricevuto il 22 gennaio 1844.
Quindi per il fatto di essere stata interrotta
l'anticaunione delle due chiese sorelle FaliscoCornetana fu richiamalo a Roma per assumere
incarichi più importanti. Da quel tempo cessò
lo splendore della porpora nei vescovi, non i
meriti non le virtù.
Luigi Iona di Trevi, nel La/.io, caro a lutti,
ostile a nessuno. In lui fiorirono insieme la
pielà, l'ingegno, una grandissima cultura,
brillò la sua bontà verso i poveri fino alla
generosità. Avendo compitilo il suo dovere di
Vescovo per 9 anni, 5 mesi e 7 giorni, se ne
volò al cielo per morte improvvisa il 30
novembre 1863. Onorarono il suo solennissimo funerale le lodi della città e le lacrime di
molti.
CIA POTESTATE AB
AN MDCCCLXUI A D
AN MDCCCLXVI1
(5i) Paolo Alessandro Spoglia
P A U L U S ALEXANDER SPOGLIA
PRIVERNAS ESPISCOPUS
RIPANORUM ADMINISTRATOR PONTIFI-
Paolo Alessandro Spoglia Vescovo di Ripa
Scansone. Amministratore con potere Pontificio dall'anno 1863 all'anno 1867.
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(52) Giuseppe Maria
Bovieri
(53) Concetto Focaccetti
IOSEPHUS MARIA BOVIERI
D O M O C E C C A N O PONT1FICIIS PER HELVETIAM NEGOTIIS PRAEPOS1TUS CREATUS EST
EPISC - N - Vili ID M A R T
A N M D C C C L X V n PIETATIS CULTOR IDEM
Q U E FAUTOR EXIMIUS
M A N S U E T U D I N E ET
BENEFICENTIA CUM
PRIMIS EXCELLU1T DES I D E R A T A EST X KAL
MAI A N MDCCCLXXII1
IPSO DIE NATALI SUO.
CONCEPTUS FOCACCETTI
DOMO R A P A G N A N O IN
FIRMANIS EP. N. PER
A N N O S V PIUS INNOCENS. POLITUS DOCTRINA ET LITTERIS BENEFICUS. SV.
PRA C E N S U M A D SEDEM EP. AQUIPEND1EN.
T R A N S L A T U S IDIB IUL
AN. MDCCCLXXVIII VEHEMENS DESIDERIUM
SUI A P U D FALISCODUNENSES REL1QU1T MOX
ARCHIEP. TIT. H1EROPOLITANUS RENUNT1ATUS
DECESS1T VI KAL OCT.
AN. MDCCCLXXXIX.
Giuseppe Maria Bovieri di Ceccano. Fu a capo
della delegazione Pontificia nella Svizzera:
l'otto marzo 1867 fu eletto nostro Vescovo.
Cultore esimio ed esimio fattore di pietà,
spiccò tra i primi per mitezza e beneficenza.
Morì il 22 aprile 1873 nello stesso giorno in cui
era nato.
Concetto Focaccetti di Rapagnano nelle
Marche, nostro Vescovo per 5 anni. Pio, innocente, elegante per cultura e lettere, benefico al
di sopra delle sue risorse. Trasferito alla sede
Vescovile di Acquapendente il 15 luglio 1878
lasciò fra i Falisci un fortissimo desiderio di sé.
Quindi Arcivescovo titolare di Gerusalemme
il 26 settembre 1879.
218
mente adempiuto il 2 2 dicembre 1882 fu precanonizzato Arcivescovo di Farsalo e Vice
Patriarca per i Latini. Incaricato poi di gestire
la legazióne apostolica a Costantinopoli per gli
Orientali si accattivò l'animo di tutti. Promosse
la fede cattolica. Mandato in Francia nel
giugno del 1887 in qualità di legato non si
lasciò fermare nell'esercizio del suo ufficio,
difese con zelo i diritti e la libertà della chiesa.
Per questi suoi meriti il 1 giugno 1891 chiamato dallo stesso Leone XIII a far parte del
collegio dei cardinali se ne venne a Roma. Ma
quando ancora non aveva ricevuto le insegne e
il titolo della sua dignità, fu prevenuto da una
dura malattia il 16 ottobre del medesimo anno
lasciando nel cuore di tulli un grande desiderio.
(54) Luigi Roteili
ALOISIUS ROTELLIPERUSINUS,
N A T U S V CAL. AUG. AN. MDCCCXXXIII,
A LEONE X l f l PONT. M A X . IDIB. IUL. AN.
MDCCCLXXVIO CREATUS EPISCOPUS
FALISCODUN. POPULI STUDIUM S I B I M E RUIT, ET'INTER PATRICIOS FALISCOS
ADSCRIPTUS EST: AEDES SEMINARE
EXORNAVIT: ET HOC PONTIFICATU AN.
IV, M.V. NITIDE GESTO, XI CAL. IAN. AN.
MDCCCLXXXII RENUNTIATUS ARCHIEP.
PHARSALIEN. ET VICE SACRA PATRIA R C I ! PRO LATINIS, LEGATIONE AUTEM APOST. PRO O R I E N T A U B U S
COSTANTINOPOL. FUNGI IUSSU OMNIUM SIBI ANIMOS CONCILIAVIT, REM
CATHOLICAM PROVEXIT. MENSE IUNIO
AN. MDCCCLXXXVII LEGATUS A D GALLOS
MISSUS, N O N TEMPORUM DIFFICULTATE
SE AB OFFICIO DIMOVERI PASSUS, IURA
LIBERTATEMQUE ECCLESIAE NAVITER DEFENDIT. MERITIS P R O T A L I B U S CAL. IUN.
AN. MDCCCXCI AB EODEM PONT. LEONE
X n i IN COLLEGIUM PATRUM CARDINALIUM ADLECTUS ROMAM VENTT. CED
C U M M U N D U M SUI HONORIS INSIGNIA
A C TITUMUM ACCEPISSET, IMMITI MORB O X V n CAL. OCTOB. EIUSDEM ANNI.
M A G N O DESIDERIO SUI A P U D OMNES
RELICTO, PRAEREPTUS EST.
Luigi Roteili di Perugia, nacque il 28 luglio
1833. Il 15 luglio 1878 da Leone XIII eletto
Vescovo di Faliscoduno. Si accattivò l'affetto
del popolo e fu annoverato fra i Patrizi Falisci.
Abbellì gli edifici del Seminario. Dopo quattro
anni e cinque mesi di Pontificalo luminosa-
(55) Luciano Gentilucci
LUCIANUS GENTILUCCI
DOMO FABRIANO ANT1STITIS
SANTANCHE' VICE S A C R A F U N G E N S
AN.
MDCCCLXXXII. IDIBUS MARTIIS A
LEONE XIII PONT. MAX. FALISCODUNENSIBUS
EPISCOPUS D A T U S EST. DIOCESIM
CONS T A N T E INTEGRITATE REXIT, SEMINARE REM DIL1GENTIA COMPOSUIT,
TEMPLI MARGARITALIS O R N A T U M
REM IUVIT. AN. M D C C C L X X X X V . HI
KAL.
DECEMB. T R A N S L A T U S A D FABRIANENSEM ET MATELICANAM ECCLESIAM OMNIUM O R D I N U M CIVIBUS
SATISFACIENS A D V E R S A VALETUDINE RITE DIOCESES ADMINISTRAVIT. OMNIUM LUCTUS P U N T I S S I ME OBIIT X V i n KAL OCTOB.
AN. MDCCCCIX.
Luciano Gentilucci di Fabriano, sostituto del
Presule Santanchè nel 1882 il 1 marzo da
Leone XIII fu dato come Vescovo ai Falisci.
Resse la diocesi con fermezza e integrità,
assestò l'economia del Seminario; aumentò il
decoro del tempio di S. Margherita. Il 29
novembre del 1895 trasferito alla chiesa di
Fabriano e Matelica. Caro a tutti i cittadini
amministrò a dovere le sue diocesi. Morì fra il
compianto generale con somma pietà, il 1
settembre 1909
(56) Domenico Rinaldi
DOM1NICUS RINALDI
PATR1TIUS REATLNUS QUI ET FALISCUS
A L E O N E XIII PONT. MAX. E P U S FALIS C O D U M : DIE XXLX NOV. AN. M D C C C X C V .
C R E A T U S EST. SEt)EM HONORIS SUI
ADI1T DIE IV M A R T I I AN. M D C C C X C V I I
E A M Q U E SAPIENTER ET IN EXEMPLU
U S Q U E A D AN. M C M V I I REX1T ET VIRTUTIBUS O M N I B U S I L L U S T R A V A .
CLERI DECUS ET SCIENTIAM POPULI
RELIGIONEM B O N O S Q U E MORE, SEMINARII STUDIA ET DISCIPLINAM DIOECESEOS TOT1US STATUM T A N T A
C O N S T A N T I A ET P1ETATE IN MELIUS
PROVEX1T, UT M E R I T O AB O M N I B U S GEMM A E P I S C O P O R U M ET DICTUS EST HABIT U S SIT. COETERIS EPUS VIRTUTIBUS
P R A E N I T U I T CAR1TAS, PRAESERTIM ERGA PAUPERES, IN QUOS RE SUA FAMILIARI PROFUSA, PAUPER IPSE OB1IT DIE
XXI APRILIS AN. MCMVII. UNIVERSA
CIVITAS EIUS EXEQULIS INTERFU1T CORPUS A SUIS IN PATRIAM DELATUM, IN
M O N U M E N T O AREAT. ET FALISCODUN.
CIVIBUS AB IDEM E R E C T O C O M P O S I T U M EST.
220
Domenico Rinaldi patrizio di Rieti e
Falisco il quale fu eletto Vescovo Falisco dal Papa Leone XIII il 29
novembre 1895. Prese possesso della
sua sede il 4 marzo 1897. La resse con
sapienza e ad esempio fino al 1907 e la
rese illusrte con tutte le sue virtù. Promosse il decoro e la scienza del clero, la
religione e i buoni costumi del popolo,
gli studi eia disciplina del Seminario, le
condizioni di tutta la diocesi e lo fece
per il meglio con così grande fermezza
e pietà da essere detto e ritenuto giustamente "gemma dei Vescovi". Fra
tutte le sue virtù vescovili spiegò la
carità specialmente verso i poveri,
verso i quali impiegò tutti i suoi averi e
lui stesso morì povero il 21 aprile 1907.
Tutta la città intervenne ai suoi funerali: il suo corpo trasportato in patria per
volere dei suoi fu composto in una
tomba ivi eretta dai cittadini di Rieti e di
Faliscoduno.
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(57) Domenico Mannaioli
DOMINICUS MANNAIOLI
N A T U S A N N O DOMINI 1849 DOMO
CASTRO - VIBIO PROPE TUDERTEM
ABSOLUTIS STUDIIS TEHOLOGICIS ROMAE IN PONTIFICIO
SEMINARIO PIO TUDERTE ROM A M ACCITUS IN SCHOLIS S.
A P O L L I N A R E THEOLOGIAM MORALEM DOCUIT OPERAMQUE
S U A M IN SACRIS CONGREGATIONIB U S PRAESTIT1T PER PLURES ANN O S OB PRAECLARA DOCTRINAE
MERITA ELECTUS EPISCOPUS
MONTISFALISCI POSTRID1E NON A S AUGUSTI A N N O 1907 SEDEM EPISCOPALEM INIVIT PRID1E
REVERSUS ROMAM A D PRIST1NOS LABORES INCUBUIT U S Q U E A D OBITUM
QUI FUIT DIE VII KAL. JANUAR.
1932.
IDUS APRILES 1908
VALETUDINE N O N B O N A USUS
DIOECESIM ADMINISTRAVIT PER
D U O S A N N O S ET MENSES QUATUOR
QUAESTIONEM DE VITA ET MORIB U S LUCIAE FILIPPINI CORNET A N E P11SSIMAE FEMINAE
Q U A M MAR/ ANTONI US B A R B A R1CUS PRAESIDEM MAGISTRARUM
PIARUM RELIQUERAT INST1TUIT XI KAL
IULIAS Q U A M A B S O L V I T I V KAL FEBRUARIAS A N N O 1910 POSTRIDIE N O N A S AUGUSTI 1910 ABDICATA D I O E C E S I T R A N SLATUS T1TULO ROMARIUM IN AFRICA.
221
\
Domenico Mannaioli nato nel 1849 a Castro
Vibio presso Todi, compiuti gli sludi di Teologia a Romanci pontificio Seminario Pio, chiamato a Roma da Todi insegnò teologia nelle
scuole di S. Apollinare e prestò la sua opera
nelle sacre Congregazioni per più anni. Eletto
vescovo di Montefalisco, per i suoi meriti
culturali eccezionali l'8 agosto 1907 prese
possesso della sua sede vescovile il 12 aprile
1908. Per la sua non buona salute amministrò
la diocesi per due anni e quattro mesi. Il 19
giugno iniziò il processo sulla vita e i costumi
di Lucia Filippini piissima donna di Corneto
che Marc'Antonio Barbarigo aveva lasciato
superiora delle maestre Pie, inchiesta che portò
a t e r m i n e i l 2 8 gennaio 1910. L'8 agosto 1910
rinunziò alla diocesi e si recò in Africa con la
qualifica di Pomario. Ritornato a Roma attese
alle sue solile fatiche fino al giorno della morte
avvenuta il 25 dicembre 1932.
EPILOGO
Si conclude con questo numero la Storia dei Vescovi della Diocesi di
Montefìascone, Diocesi che, nel 1986, ha cessato d'essere tale, pur avendo
vissuto periodi gloriosi. Nella riforma delle diocesi italiane, la nostra,
efficiente anche se piccola, poteva essere salvata, almeno come titolo... La
Provvidenza ha disposto diversamente...
Nell'ultima parte abbiamo voluto riportare l'elenco dei vescovi e le
notizie principali di ciascuno, così come erano conservati in una sàia della
Curia vescovile, sala che meritava d'essere mantenuta così com'era, nel
rifacimento del palazzo vescovile. Pazienza! Del senno di poi...
Nel ringraziare D. Domenico Cruciani, autore dell'opera, e il suo
fedele collaboratore Leone Mezzetti, ripetiamo a tutti: rilegate queste
dispense, ne verràfuori unvolume di220pagine, unico nel suo genere, tanto
più prezioso quanto più trascorrerà il tempo.
Sono le nostre glorie passate che ci debbono spingere ad azioni
sempre lodevoli e degne della gloria eterna.
Montefìascone,
31/07/1990
in
EPISCOPIO
Finito di stampare nel mese di luglio 1990
presso la
Tipo-Lito "Silvio Pellico" s.d.f. di Marroni e c.
Via O. Borghesi, 3/c - Montefìascone
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Nicola Parraciani Clarelli Cardinale (1844 • 1854)