COMUNItà
NOSTRA
Parrocchia
di San Bartolomeo Apostolo
in Salzano - VE
www.parrocchiasalzano.org
n.22 giugno 2013
Siate
comunità
dalle porte
aperte
dove si può
incontrare
il Signore
La visita pastorale
del Vescovo
dal 24 al 28 aprile
SOMMARIO
Editoriale .......................................................... 2
Resoconto della visita pastorale .................3-4-5
Il vescovo incontra il mondo produttivo............. 6
Ecco il Gr.Est. 2013!........................................... 7
I poveri della porta accanto............................8-9
Il restauro della canonica........................... 10-11
Momenti di gioia ...................................12-13-14
La rete vicariale delle scuole dell’infanzia....... 15
Proposte per l’estate 2013 ............................. 16
Gli scout e le riflessione sul tema educativo... 17
Pagine di Fede...........................................18-19
L’angolo della Spiritualità ................................ 20
Comunità Nostra 1
Il fuoco della Pentecoste,
con il dono dello Spirito,
apre i nostri orizzonti
C
on la festa della Pentecoste,
da poco celebrata, abbiamo
fatto memoria del dono dello
Spirito Santo che ha fatto “nascere” la
Chiesa: stiamo quindi vivendo il tempo della Chiesa, il tempo del cammino
all’incontro con Gesù che viene, che
viene nella nostra realtà e vita, forse meglio sarebbe dire il tempo della
scoperta di Lui già presente in mezzo
a noi e nella nostra vita di tutti i giorni. Cinquant’anni fa la nostra chiesa
ha vissuto un tempo straordinario e
sorprendente che il papa di allora,
Giovanni XXIII, amava definire “nuova Pentecoste”: il Concilio Ecumenico
Vaticano II. E quanto più ci allontaniamo da quel tempo e da quanto è
successo in quegli anni (1962-1965)
tanto più rimaniamo sorpresi, grati al
Signore, sostenuti ed animati. Il desiderio di papa Giovanni XXIII, e del
Concilio stesso, era quello di aiutare
l’umanità a riprendere il dialogo con
Dio… dovrebbe essere questa la preoccupazione e il desiderio anche della
nostra chiesa oggi. Quanto grande è
pure ai nostri giorni il bisogno per tutti di riprendere il dialogo con il vero
Dio. Il nostro essere chiesa, comunità
di battezzati in Gesù morto e risorto,
ha senso nella misura in cui siamo per
il mondo, per l’umanità. La visita pastorale del nostro vescovo, che come
comunità abbiamo vissuto verso la
fine di aprile e che per molti può essere passata inosservata, personalmente
l’ho vissuta come un invito in questa
direzione. Lui, il nostro pastore, è venuto fra di noi per dirci: guardiamo al
di là del nostro piccolo (anche se a volte piccolo non è) e scopriamo quanto
il Signore sta facendo, anche se con
modalità diverse. Questo diventa per
noi invito: come poter essere noi oggi
a Salzano comunità che apre le sue
porte ed aiuta chi ci vede, chi viene a
2 Comunità
02
Comunità
Nostra
Nostra
Resoconto del numero
anteriore (marzo 2013)
contatto con noi, a potersi incontrare
con Gesù Salvatore, fonte di speranza? Non sarà certo chiudendoci tra le
nostre mura di casa, ma cercando assieme ad altri fratelli di fede (o anche
con fedi diverse dalla nostra) quanto
ci accomuna e che può rendere le nostre relazioni più vicine, più cordiali.
Percorriamo insieme cammini di ricerca e di accoglienza di Colui “che
sta alla porta e bussa” e vuole venire
a noi, a “casa nostra” perché la sua
gioia diventi la nostra gioia! Lui ci ha
lasciato la sua Parola, Parola da imparare ed ascoltare sempre più, Parola
dalla quale lasciarci illuminare e guidare, Parola da rendere viva e visibile
a livello personale e comunitario. Lui
ci ha lasciato ancora la sua Presenza
viva di Risorto nel pane spezzato che
di domenica in domenica condividiamo nell’Eucaristia perché possa essere il pane della promessa, anticipo
del banchetto che il Signore stesso sta
preparando per tutti i suoi figli.
Questo “pane spezzato… per tutti” è
invito a superare i nostri particolarismi, gli interessi del nostro gruppo o
associazione di appartenenza, a far in
modo che la nostra parrocchia diventi, con il contributo specifico di ciascuno, “casa dalle porte aperte”, dove chi
non si sente ancora parte viva di essa
possa per lo meno essere incuriosito
da rapporti di reale fraternità e da stili
(di vita) non chiusi, ma di aperta cordialità, rapporti radicati nella certezza
di una Presenza: quella di Gesù, il risorto, che come battezzati cerchiamo
di rendere presente qui a Salzano.
Buoni mesi estivi a tutti, buon Grest,
ormai prossimo a cominciare; buone
attività per gruppi ed associazioni…
che Gesù sia comunque nostro compagno di strada ed ospite gradito lì
dove ci ritroveremo.
don Paolo
Di numero in numero “Comunità
Nostra” continua a giungere nelle
famiglie della nostra parrocchia
condividendo, con quanti si sentono
parte di essa, il camminare di questa
nostra comunità. Il desiderio è che
questa pubblicazione diventi sempre
più strumento per crescere insieme,
per conoscere la vita della nostra
chiesa, i sogni e gli sforzi di altre
persone… occasione d’informazione e
di formazione come discepoli di Gesù.
Collaboriamo con un euro!
Per il numero anteriore (copie
stampate ca. 3.300) la spesa è stata
di € 1.404,00. Il contributo raccolto di
€ 1.706,00: con gratitudine per quanti
hanno contribuito e continueranno a
farlo… basterebbe che ognuno che
riceve “Comunità Nostra” collaborasse
almeno con € 1,00 (un euro!)…
rimarrebbe anche qualcosa di margine
per coprire qualche altra spesa di
stampa della parrocchia. L’invito è a
consegnare quanto ciascuno decide di
donare all’incaricato che passa per le
case. Grazie di cuore!
Siamo disponibili ad accogliere
suggerimenti o contributi che possano
arricchire lo scambio all’interno della
nostra comunità, che soprattutto
possano contribuire alla crescita
della nostra fede e dei legami fraterni
fra tutti. Un grazie particolare va ai
diversi incaricati che generosamente
e gratuitamente raggiungono le vostre
case; un grazie di cuore pure a quanti
lavorano nella redazione e ai vari
collaboratori, grazie ai quali anche
il presente numero può andare in
stampa.
Hanno collaborato per la
realizzazione di questo
numero:
Direttore responsabile:
Claudio Pasqualetto.
Editore: mons. Paolo Cargnin.
In redazione: mons. Paolo Cargnin,
don Francesco Filipputti, Alessandra
Cecchin, Maria Zambon, Claudio
Pasqualetto, Franco Minto, Jacopo
Masiero. Si ringraziano Marino Rossi,
Francesco Baruzzo e Graziano Busatto
per le foto della Visita del Vescovo.
Registrazione al Tribunale di Venezia
- Registro Stampa - n° 23 del
19/11/2009 (Num. R.G. 2807/2009)
Stampato nel mese di dicembre 2012
da: Tipografia Eurooffset: via Rialto,
108 - Martellago (VE) - 041.5030384
per la Parrocchia di Salzano.
Persone e comunità
in ascolto del Vangelo
e dell’esperienza umana
Molte le sollecitazioni emerse durante
la Visita pastorale del nostro Vescovo alle parrocchie
di Salzano e Robegano lo scorso aprile
“L
e vostre parrocchie sono
chiamate a promuovere
una intensa opera missionaria, affinché il Vangelo possa continuare a irradiare la vita delle famiglie
e, in particolar modo, delle giovani
generazioni”. E’ una delle riflessioni
contenute nella lettera che il vescovo
Gianfranco Agostino ha inviato ai sacerdoti di Salzano e Robegano a conclusione della sua Visita pastorale alle
due comunità, che si è svolta dal 24 al
28 aprile. Una lettera che
contiene la gratitudine del
Vescovo per l’accoglienza,
per le belle celebrazioni e
per le occasioni di incontro con le persone. Mons.
Gardin fa anche un’attenta analisi della situazione pastorale, con molti
spunti e “suggerimenti”
per la futura Collaborazione, dalla formazione
degli adulti alla cura delle
vocazioni, della pastorale
famigliare e della carità,
con l’invito a intensificare
il cammino comune.
La visita iniziata nel nostro territorio è poi proseguita nel resto del vicariato di Noale. Sono stati
giorni intensi di preghiera, ascolto e
dialogo con il nostro pastore che ha
voluto incontrare i fedeli delle due
parrocchie, e in modo particolare gli
operatori pastorali, per conoscere la
realtà di quella che diventerà un’unica Collaborazione pastorale, per accogliere le speranze, le gioie e le fatiche
del cammino quotidiano, un cammino
nel quale “siamo chiamati con corag-
gio a interrogarci per capire che cosa
ci chiede il Signore per camminare
sulle strade del Vangelo, incoraggiandoci reciprocamente, perché essere
cristiani è una vocazione grande ed
esigente” ha detto mons. Gardin.
Le relazioni sui vari ambiti pastorali
presentate nella celebrazione di apertura a Salzano hanno messo in luce
la realtà delle due parrocchie, con un
numero ancora importante di persone
che si dedicano all’evangelizzazione,
alla carità, alla formazione dei giovani
e degli adulti. Diverse le difficoltà evidenziate, da una fede più legata alla
tradizione che a scelte mature di sequela del Signore, al calo di frequenza
alla catechesi nel “dopo sacramenti”,
a una Pastorale giovanile limitata alle
proposte delle associazioni, alle situazioni di disagio delle famiglie, con
l’aumento di nuclei divisi e “ricomposti”, all’incidenza della crisi economica. Molte le questioni poste al
Vescovo durante la serata, come pure
all’assemblea conclusiva che si è svolta a Robegano: a quest’ultima erano
presenti in particolare i due Consigli
pastorali. E mons. Gardin, rispondendo alle diverse sollecitazioni, ha
incoraggiato salzanesi e robeganesi a
proseguire nel cammino intrapreso,
facendo crescere la corresponsabilità
dei laici in una Chiesa dove tutti siamo chiamati a testimoniare il Vangelo, negli ambienti in cui viviamo, in
ascolto della Parola di Dio
e dell’esperienza umana.
“La parrocchia - ha detto
il Vescovo - deve essere
la casa dalla porta aperta,
dove si favorisce unità e
comunione, il cui obiettivo è che le persone incontrino Gesù”. A chi gli chiedeva su che cosa puntare
maggiormente nella futura
Collaborazione pastorale,
mons. Gardin ha risposto
che l’occasione è propizia
per riflettere su che cosa è
veramente
fondamentale: “Curiamo l’ordinarietà
della vita parrocchiale, individuando ciò che è essenziale, anche
sapendo rinunciare a qualcosa se non
abbiamo le forze”. Molto belle e partecipate le due celebrazioni eucaristiche,
nel santuario della Madonna delle Grazie di Robegano, venerdì 26 aprile, con
i malati e gli anziani, e poi a Salzano
la domenica mattina, dove il Vescovo
ha ricordato la figura di papa Pio X che
proprio a Salzano visse da parroco le
“prove” del suo pontificato “pastorale”.
Alessandra Cecchin
Comunità Nostra 3
Serve un nuovo spirito missionario
e di evangelizzazione
La collaborazione tra le nostre due parrocchie dovrebbe registrare maggiore entusiasmo,
magari mettendo da parte le nostre abitudini e aprendoci a prospettive nuove
S
ono un robeganese che da
qualche anno vive a Salzano.
Ho potuto partecipare a tutti i
momenti che il Vescovo, in occasione della sua visita pastorale, fa fatto
nelle due comunità, visita che aveva
come tema caratterizzante quello della collaborazione pastorale, oltre che
l’incontro personale del
Vescovo con i fedeli delle comunità. Gli incontri
sono stati ben partecipati
ed il lavoro di preparazione buono, dando le
giuste indicazioni sulla
situazione delle parrocchie. Il Vescovo da parte
sua ha ascoltato le nostre istanze e dato, dopo
l’analisi che ha potuto
fare, le sue indicazioni. Agli incontri però ha
partecipato soprattutto
chi solitamente opera in
modo attivo in parrocchia. L’importanza, o la sola curiosità, di ascoltare
il nostro Vescovo non ha portato ad
avere le nostre chiese strapiene o comunque con un numero molto maggiore di persone rispetto a quelle che
solitamente frequentano, e questo sia
agli incontri di riflessione che ai mo4 Comunità Nostra
menti eucaristici. Scarsa poi la partecipazione da parte dei giovani. E’ stata
un’occasione mancata per una riflessione più approfondita e penetrante.
Premettendo
che
gli
incontri
sono stati pochi per avere un quadro più globale e magari esatto, la
mia impressione è che, per quan-
to riguarda il tema della collaborazione pastorale, siamo agli inizi!
Sembra si faccia la collaborazione
pastorale perché tocca farla, perché
è una richiesta del Vescovo, non perché ci sia la voglia. Si è cominciato con
delle piccole cose, sia tra le associazioni che tra la parrocchie, svolgendo
come dei “compitini” che ci sono stati
assegnati, ma, a me sembra, mancare
l’entusiasmo. Anche a Salzano. A mio
parere Salzano ha una bellissima realtà parrocchiale, con molti gruppi e
molto numerosi, con moltissime attività, ma quando è il momento di aprirsi a qualche altro, come per esempio
ad una realtà più piccola,
le cose diventano più difficili, forse perché l’opera
da fare è poco stimolante.
Mi permetto di dire
che serve un nuovo
spirito missionario e
di
evangelizzazione.
Ecco perché dico che
siamo agli inizi. Si è cominciato, delle iniziative
sono state fatte. E molto
altro si farà. Credo però
che bisognerà cominciare ad animare anche
quello che deve essere
lo spirito per una collaborazione pastorale. Il nostro pastore ci chiama a
farlo: cominciamo allora nelle nostre
parrocchie a cercare di mettere da
parte le nostre abitudini ed iniziamo
ad aprirci a nuove prospettive.
De Rossi Riccardo
In alto il vescovo prega davanti al santuario
della Beata Vergine delle Grazie a Robegano.
A fianco, l’assemblea conclusiva.
Nella pagina a fianco e in quella precedente, il
vescovo in alcuni momenti della celebrazione
delle S. Messe a Robegano, il 26 aprile e a
Salzano il 28.
Un ringraziamento particolare
S
ento nel cuore il desiderio di dire grazie al nostro Vescovo Gianfranco
Agostino per la sua presenza in mezzo a noi durante la visita pastorale,
per le sue parole semplici e concrete ma impregnate di speranza e di fede.
Grazie anche alle nostre comunità di Salzano e Robegano, che si sono affiancate
per iniziare a camminare insieme sulla strada della collaborazione pastorale.
Sono due comunità diverse tra loro, questo è innegabile. Diversa la storia, ricche
ma diverse le loro tradizioni, diversi i gruppi e diverse alcune scelte... Eppure
negli incontri e nelle celebrazioni svoltesi nell’una e nell’altra comunità, durante
la visita pastorale, ciò che si è percepito forte e chiaro è stata la presenza di un
Unico Maestro! Ed è stato bello sentirsi uniti da questo comune denominatore. E’ forse proprio da qui, da questa consapevolezza che deve partire il nostro
cammino di condivisione e collaborazione pastorale: lo sguardo fisso sull’Unico
Maestro ci permetterà di fare strada insieme, e ci ritroveremo a scoprire che
quelle diversità che ci sembrano degli ostacoli insormontabili possono davvero
tramutarsi in ricchezza per tutti.
don Paolo
LE PAROLE DI MONS. GARDIN
• Siamo una chiesa che si interroga con coraggio per capire che cosa ci chiede il Signore,
una chiesa che si propone di camminare con
coraggio sulle strade del Vangelo
• E’ bello cominciare qui la visita pastorale,
con l’intercessione di Pio X, perché se c’è un
aggettivo che caratterizza la sua vita è che è
stato un papa “pastore”, che si è preso cura del
suo gregge
• La Visita è un accoglierci per aiutarci l’un l’altro
e incoraggiarci, perché essere cristiani è una
vocazione grande ed esigente
• Ci sono molte diversità tra noi e diversi sono i
doni ma c’è qualcosa che ci unisce e ci fa convergere, in particolare nell’eucaristia domenicale
• Viviamo nella verità e nella carità le nostre
diversità
• Nella Collaborazione mettiamo insieme le nostre
fatiche e povertà oltre alle nostre risorse
• Partendo da un sogno di chiesa vogliamo
lavorare insieme per crescere verso Cristo
• Dobbiamo evangelizzarci gli uni gli altri condividendo il cammino di fede
• La famiglia è centrale. Se dovessimo azzerare
tutto ripartirei dalle giovani coppie e dalla dimensione coniugale
• Le famiglie “irregolari” devono trovare una
comunità cristiana schietta nel dire il progetto
di Dio sulla famiglia, ma devono anche sentirsi
affiancate e accolte, perché non sono fuori dalla
comunione cristiana
• Dico ai giovani: “Il Signore ama la tua vera
felicità, fidati di lui”
• Il Consiglio pastorale rappresenta lo stile di
una Chiesa che è comunione e corresponsabilità
• Dobbiamo accettare le sfide che vengono dal
nostro tempo
• Il cristiano è prima di tutto una persona in ascolto,
in ascolto del Vangelo e dell’esperienza umana
• La parrocchia è una casa dalla porta aperta, deve
favorire unità e comunione, è la sua specialità
• La carità è una dimensione necessaria della
comunità cristiana, chiama in causa l’identità
stessa della Chiesa
• Formare alla carità significa formare alla fede
• Dobbiamo favorire le dimensioni della carità e
della giustizia: il mondo non può continuare ad
essere una grande ingiustizia collettiva
• Dobbiamo gettare le reti nella società secolarizzata, seminare senza la pretesa di raccogliere
• Abbiamo cura dell’ordinarietà della vita parrocchiale (liturgia, catechesi, celebrazione dei
sacramenti, formazione delle persone), perché
non sono gli eventi eccezionali che possono
convertire, ma la vita di ogni giorno
• Gruppi e associazioni non possono minare
la centralità della parrocchia, bisogna creare
armonia
• Che cosa è essenziale per le nostre comunità,
a cosa non rinunceremmo? La Collaborazione
è occasione propizia per chiedercelo, per capire
cosa privilegiare
• La meta ultima è che le persone incontrino
Gesù, non la parrocchia
• Dobbiamo fa innamorare le persone della
bellezza di incontrare il Signore
Comunità Nostra 5
In ascolto della realtà
del lavoro e dell’impresa
Il Vescovo, durante la visita pastorale, ha incontrato imprenditori, rappresentanti
sindacali e delle associazioni di categoria, sindaci, per conoscere la realtà economica del
vicariato di Noale. In tutto il Miranese in cinque anni hanno chiuso 1635 imprese.
“S
ono venuto qui per ascoltare”, con queste parole semplici e insieme
preziose, perché il dono dell’ascolto è sempre più raro, il Vescovo di
Treviso Gianfranco Agostino Gardin ha aperto a Noale, nell’ambito
della visita pastorale nel Vicariato, l’incontro con i rappresentanti del mondo
del lavoro. La riunione è stata organizzata dai parroci del vicariato, con l’obiettivo di offrire un resoconto sintetico e al contempo a più voci della situazione socio-economica del territorio. Per questo hanno scelto una formula innovativa, invitando all’incontro, per la prima volta insieme, i rappresentanti
delle Amministrazioni locali, dei Sindacati, di Confindustria, delle Acli e delle
Associazioni di Categoria dei Comuni di Noale, Salzano, Santa Maria di Sala
e Scorzé, facendo moderare i loro interventi dal giornalista Enrico Scotton.
Il numero ristretto dei partecipanti, una quarantina circa, il clima di ascolto
ispirato dal Vescovo e la gestione del dibattito hanno consentito di delineare in
concreto lo scenario del territorio.
Il compito di tracciare un iniziale quadro generale è spettato ad Alberto Baban,
presidente Piccola Media Industria di Confindustria Veneto; a Michele Zanocco, segretario regionale Fim-Cisl Veneto e al sottoscritto, in rappresentanza
delle Acli del Miranese. Ne è emerso uno scenario della attuale congiuntura
economica con molte ombre, ma anche alcune luci. Nel Veneto non c’è solo la
crisi, ha sottolineato Baban, ci sono anche 2500 aziende di grande successo.
Nel mondo il bisogno di produrre non si è fermato, ma occorre intercettare i
nuovi flussi di crescita e di sviluppo che si muovono in un mercato globale, e
per farlo è necessario che anche le piccole imprese si aprano a modelli aziendali più complessi. Per il sindacato, Zanocco ha invece sottolineato come in un
anno a livello regionale si siano persi 26.000 posti di lavoro, e altri 40.000 siano a rischio. Occorre allora, oltre alle azioni concrete di solidarietà a tutela dei
lavoratori, ripensare il modello di sviluppo, ripartendo da azioni di promozione
del territorio nella sua complessità. Tema su cui da anni lavorano concretamente anche le Acli locali, che da parte loro hanno focalizzato l’attenzione sulla
realtà vicariale, dove Santa Maria di Sala si conferma primo polo industriale
della Provincia di Venezia; Provincia che è ai primi posti anche i suoi Comuni
per reddito pro capite, ma dove non si sfugge alla crisi. Nel Comprensorio del
Miranese, in cinque anni, su 8.717 imprese, 1.635 hanno chiuso. Sempre nello
stesso periodo la ricchezza media è scesa di un quarto. In questo contesto il Vescovo ha ricordato che la Diocesi è intervenuta concretamente in alcune forme
di aiuto a persone e famiglie in difficoltà attraverso la Caritas, e con il progetto
Penelope a sostegno degli imprenditori, ma occorre ripartire dall’educazione
per costruire una società più giusta, ispirata alla solidarietà, per difendere la
dignità della persona in tutto l’arco della sua vita.
Paolo Tonello, Acli Miranese
6 Comunità Nostra
UN’ESTATE DA
PROTAGONISTI!
ECCO IL “GREST 2.0”
L’inizio dei Gruppi estivi 2013 proposti
dalla parrocchia sarà il 16 giugno, con la messa
e la grande apertura in piazza Pio X
D
iventare protagonisti della
propria vita.
Con un rigo ho abbondantemente presentato il nuovo GrEst che
si chiamerà “Ma che storia! – Il protagonista sei tu” e racconterà la vostra
storia: la storia di ciascuno di noi.
Nell’avventura che affronteremo
quest’estate incontreremo dei RovinaStorie ossia dei mostriciattoli in
grado di entrare dentro la nostra vita
e cambiare la nostra storia, presente
e futura. In quattro settimane cercheremo di sconfiggere questi terribili
esseri - di cui il più cattivo si chiama
Groviglio - e per far ciò diventeremo
CreaStorie in grado di salvare tutte le
storie, compresa la nostra. Ma badate
bene, questo compito non terminerà il 12 luglio con la serata finale, ma
sarà un impegno costante di cui tutti,
grandi e piccoli, dovremo essere fedeli. Nell’arco del GrEst impareremo 12
parole che ci aiuteranno a sconfiggere in ogni momento, in ogni età della
nostra vita, tutti i RovinaStorie che ci
capiterà di incontrare. Fede, Rispetto,
Responsabilità, Senso Critico, Incontro, Riconoscenza, Bontà, Consapevolezza, Condivisione, Verità, Attesa
e Passione diventeranno i pilastri di
una vita vera, forte.
Attraverso queste parole ognuno po-
trà diventare protagonista della propria vita e, mettendo al centro del proprio cuore Gesù, seguire così la propria
Stella di cui tanto abbiamo parlato lo
scorso anno. Potremmo considerare
il GrEst di quest’anno un “GrEst 2.0”,
ovvero al passo con i tempi.
Difatti, per trasmettere il messaggio ci
aiuteranno molti contenuti multimediali e interattivi. La novità principale,
in parte sperimentata lo scorso anno,
saranno le scenette che verranno interamente sostituite dalle video-storie
in cartoni animati che saranno proiettate durante i pomeriggi. Insieme alle
originali danze quest’anno ci sarà una
canzone d’occasione che diventerà la
colonna sonora dell’estate, ossia il brano “La Leggenda” dei The Sun.
Da quest’anno potrete cliccare “mi
piace” nella pagina Facebook “GrEst
Salzano” per visualizzare in tempo
reale tutte le news; inoltre è possibile
accedere gratuitamente al nuovo canale YouTube “GrEst Salzano” dove
saranno caricati i passi delle danze
che balleremo sul nuovo palco… sì, avremo un nuovissimo palco!
Purtroppo a causa di problemi di amministrazione
interna, il sito web della parrocchia non è al momento
disponibile in versione ufficiale però,
in attesa del nuovo sito, ci siamo attivati per inserire comunque il materiale necessario per il GrEst che potrete
visualizzare nell’indirizzo www.parrocchiasalzano.org. Oltre alla serata
di metà GrEst del 28 giugno, e alla serata finale del 12 luglio quest’anno ci
sarà una nuova serata programmata
per giovedì 4 luglio nella quale i ruoli
animatori-animati si invertiranno…
sarà una nuova sorpresa! Come preannunciato lo scorso anno è arrivato il
momento di salutare il tradizionale raduno diocesano di Dosson per lasciare
spazio alla nuova festa dei GrEst intervicariale che si svolgerà presso il Circolo Cà della Nave di Martellago con
la presenza del nostro vescovo Gianfranco Agostino. Il GrEst quest’anno
è reso possibile anche grazie al contributo del ricco sussidio “Ma Che Storia!
– Il protagonista sei tu” di Elledici e
AnimaGiovane su concessione del Mibac - Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e seguirà tre temi: educativo, biblico e teologico. Appuntamento
domenica 16 giugno alle 9.30 con la
Messa e a seguire la grande apertura in
piazza Pio X. Buon GrEst a tutti!
Jacopo Masiero
Comunità Nostra 7
I poveri della
porta accanto
Sempre più persone e famiglie del nostro paese si rivolgono ai Servizi sociali comunali e
alla Caritas, per essere aiutati nel loro percorso di vita reso fragile dalla perdita del lavoro
o da altre situazioni di difficoltà. E la parrocchia cerca di far fronte a queste emergenze
anche grazie al Centro di ascolto.
O
gni giorno che passa siamo
tutti un po’ più poveri. Indistintamente. Un problema trascurabile per chi parte da solide basi,
drammatico per quanti – e sono tanti
– già prima che cominciasse questo
periodo nerissimo faticavano anche
solo a mettere assieme il pranzo con
la cena. Forse non ce ne accorgiamo
perché tanti vivono questa loro nuova
condizione con pudore o perché semplicemente oggi non vediamo neppure chi abita alla porta accanto. Eppure
i dati, anche a Salzano, non lasciano
dubbi. Nel 2010 circa 500 cittadini si
sono rivolti al servizio della politiche
sociali del Comune per avere un supporto, lo scorso anno sono stati 827
ma a cavallo del 2011 si è superata la
soglia dei mille contatti. Se aggiungiamo chi non ha il coraggio di chiedere aiuto o chi cerca sostegno altrove
è facile dire che almeno una persona
su dieci a Salzano vive questa difficile
condizione. Spiegano in Comune che
sono soprattutto gli anziani ad avere
problemi, ma solo il 50% degli interventi riguarda questioni sanitarie o
di autosufficienza. L’altra metà, ed in
questo caso c’è una preponderanza di
persone nella fascia d’età fra i 36 ed i
50 anni, non ha quanto basta per comprare il cibo per sé e per la propria famiglia, per pagare l’affitto, le bollette.
“Il nostro obiettivo – dicono sempre
in Comune – è perseguire il benessere
psicofisico di ogni persona, il mantenimento nel proprio ambiente di vita
sociale e culturale, prevenendo situazioni di emarginazione, disagio, abbandono. Ed è fondamentale lavorare
8 Comunità Nostra
in un’ottica di integrazione dei diversi
servizi.”
Non è diversa la visione che si ha alla
Caritas parrocchiale che ogni lunedì
dalle 17 alle 19 apre le sue porte per
raccogliere richieste, appelli o anche
solo per ascoltare qualche pesante
sfogo e dare preziose indicazioni. Alla
Caritas si rivolgono anziani ma anche
cinquantenni che si ritrovano senza
lavoro e senza prospettive, ma soprattutto extracomunitari che non hanno
alcun supporto o alcuna rete sul territorio cui appoggiarsi. Sono quelli che
qualcuno definisce ormai da tempo gli
‘ultimi’, ma è un campione variegato,
fatto di famiglie, di bimbi piccoli. Gli
operatori li aiutano materialmente
con la borsa della spesa, con il latte, i
pannoloni, con qualche bolletta o sca-
denza, ma cercano anche di aiutarli
nel loro percorso di inserimento lavorando in stretto contatto con la Caritas diocesana ma anche con il Comune e la Croce rossa. Ci sarebbero mille
altre possibilità per aiutare gli ‘ultimi’, quelli vecchi e quelli nuovi, ma
continuiamo ancora a mantenere stili
di vita troppo spreconi. Serve più sensibilità, più attenzione, servono altre
persone o istituzioni pronte a mettersi
in gioco. Per intanto in Parrocchia la
giornata della Carità che in passato si
celebrava una volta l’anno ora ha cadenza mensile. Nella convinzione che
questa comunità, da sempre attenta
alla solidarietà, pur nella generale situazione di difficoltà non girerà la testa dall’altra parte.
C.P.
Caritas I numeri
della povertà
Nasce a Salzano la Giornata mensile della carità
S
ono 1.389 le persone che si sono
rivolte al Centro di ascolto diocesano nel 2012 (309 in più rispetto al 2011) e molte altre nei numerosi Centri della diocesi, con un
aumento di utenti anziani e persone
in età matura, padri separati e madri sole. In testa alle problematiche
il reddito insufficiente o inesistente (41,1%) e la mancanza di lavoro
(32,2%), seguiti dalla precarietà abitativa (11,8%). Emerge però anche un
impegno serio da parte di volontari,
parrocchie, gruppi, istituzioni, imprese, professionisti, servizi pubblici, per
“Essere con” questa umanità ferita.
“E’ una umanità che non ha bisogno
semplicemente di cose, ma di cuori
capaci di amare e di mettersi in relazione, di condividere” sottolinea il
direttore della Caritas, don Davide
Schiavon. I dati, raccolti ed elaborati
dall’Osservatorio delle povertà e delle
risorse, sono stati presentati all’assemblea diocesana della Caritas con
un opuscolo dal titolo significativo:
“Solidarietà nell’ascolto”.
Una fotografia in cui emergono le cri-
ticità del territorio, con un aumento
delle sacche di povertà, ma anche le
risorse, a partire da una rete sempre
più fitta di centri di ascolto e di distribuzione, insieme alle progettualità
che, proprio negli anni di crisi sono
state avviate a livello diocesano, come
il Progetto Penelope per imprenditori
in difficoltà, il progetto di microcredito “Il granello di senape” e il fondo di
solidarietà per famiglie e persone che
hanno perso il lavoro “Cinque pani e
due pesci”.
Iniziative e progetti che non mancano
anche a livello locale: è di questi giorni
la proposta della “Giornata della carità”
mensile, ogni terza domenica del mese,
che viene avviata nella nostra parrocchia. Saranno raccolti generi alimentari
non deperibili e per l’igiene personale e
della casa che poi saranno distribuiti dal
nostro Centro di ascolto. Per promuovere una vicinanza alle famiglie in difficoltà e una maggiore giustizia sociale,
attivando le grandi risorse di solidarietà
di cui la nostra comunità è sempre stata
ricca.
A.C.
Comunità Nostra 9
Perché restaurare la canonica?
L
a missione della Chiesa è rivolta all’umanità, travalicando i tempi e attivando, di fatto, una correlazione tra generazioni “Quello che voi siete
noi abbiamo contribuito a farvi essere e quello che noi siamo voi avete
aiutato a farci essere” (Aldo Moro, 1977).
La parrocchia ha una responsabilità anche riguardo ai “luoghi” dove le persone
s’incontrano, “luoghi” dove vivere il bello perché l’animo umano si nutre anche
di ciò che lo circonda e perché questi “luoghi” sono la testimonianza visibile del
passato che si tramanda al futuro in un patto di corresponsabilità tra generazioni.
A Salzano, uno dei luoghi più importanti è certo la piazza del paese dove, girando lo sguardo, si può notare lo scorrere dei tempi e della storia. Di questo
“percorso storico tangibile” è parte integrante la canonica.
Canonica che oggi è gravemente compromessa e con essa una parte di storia
della nostra comunità. Sono urgenti dei consolidamenti statici, il tetto deve essere completamente rivisto, l’umidità sta ormai danneggiando in modo vistoso tutti i muri, sono presenti barriere architettoniche importanti, gli intonaci
stanno cadendo, gli impianti sono fortemente inadeguati.
Negli ultimi anni si è ipotizzata una diversa abitazione per i sacerdoti, dismettendo quindi questo edificio, sono state formulate diverse soluzioni e valutato
offerte, ma tutti i percorsi si sono alla fine rivelati sfavorevoli a tale scelta.
Siamo perfettamente coscienti che questo momento storico non sia il migliore
per chiedere alla comunità un impegno che sarà importante e avrà bisogno di
alcuni anni per essere completato, tuttavia pensiamo che questa sia un’occasione importante per sentirsi uniti, per sentirsi comunità, com’è già successo in
passato con la “casa della comunità”, con la chiesa e con il campanile, restauri
che hanno contribuito in modo tangibile a creare un ambiente bello, accogliente dove potersi incontrare, dove “fare” comunità.
Sarà un percorso non privo di fatiche e difficoltà ma pensiamo sia giusto affrontarlo, insieme, condividendo passo dopo passo le scelte e i modi non solo
con il Consiglio Pastorale, con i gruppi e le associazioni, ma con tutta la comunità, perché questo edificio “parla” di comunità a noi oggi e alle future generazioni domani.
Il Consiglio pastorale Affari economici
10 Comunità Nostra
Villa Combi. L’importanza
della sua conservazione
Gli edifici storici sono patrimonio della comunità
cui appartengono e possono continuare ad essere
delle risorse importanti
Sarà un percorso non
privo di fatiche e difficoltà
ma pensiamo sia giusto
affrontarlo, insieme,
condividendo passo dopo
passo le scelte e i modi
non solo con il Consiglio
Pastorale, con i gruppi e le
associazioni, ma con tutta
la comunità, perché questo
edificio “parla” di comunità
a noi oggi e alle future
generazioni domani.
L
e ville venete sono una componente fondamentale del patrimonio storico, artistico e culturale della nostra Regione e sono parte
integrante del territorio e del paesaggio. L’intervento di costruzione di una
villa comprendeva infatti, in quanto
azienda agricola, anche l’organizzazione e la gestione delle campagne:
il suo impianto aveva precisi legami
con i corsi d’acqua, le strade e le attività circostanti. Luoghi di soggiorno,
di rappresentanza e di svago furono
punti di riferimento per l’economia,
la società, la cultura ed il costume
dell’intero territorio.
Ancor oggi sono elementi caratterizzanti, riferimenti visivi e culturali
importanti nei nostri Comuni, anche
se ormai svuotate delle loro funzioni originarie e private del loro ruolo.
Spesso sono state abbandonate, a volte demolite, in altri casi, più fortunati,
sono state adattate per renderle funzionali a nuove destinazioni d’uso.
Per fare in modo che questi edifici storici continuino ad essere delle risorse
(quali erano in passato) e non diventino dei pesi per la società, è necessario
rivitalizzarli e riutilizzarli, non certo
riportandoli alla loro mansione originaria, ma dando loro una nuova funzione compatibile con i caratteri peculiari dell’edificio e legata alle esigenze
della comunità.
Nel nostro caso, Villa Combi ha sempre mantenuto la destinazione d’uso
più semplice e compatibile con la sua
struttura, ovvero quella di dimora:
un tempo della famiglia Combi, oggi
dei sacerdoti. La villa è giunta sino
a noi abbastanza integra grazie alla
costante presenza di persone al suo
interno che l’hanno mantenuta viva
e se ne sono prese cura operando le
necessarie manutenzioni. Oggi nuove necessità sia distributive, che di
adeguamento alle normative attuali,
che legate al degrado ed al dissesto
dell’edificio rendono necessario un
intervento di restauro più consistente.
Intervento volto anche a conservare i
materiali e le tecniche costruttive che
costituiscono elementi di pregio storico-architettonico dell’edificio, e che,
proprio perché tali, vanno rispettati
e, ove possibile, mantenuti. Sostituire
elementi come i solai in legno, i pavimenti in terrazzo, gli intonaci a marmorino o a cocciopesto, i serramenti
storici, significherebbe infatti cancellare definitivamente sistemi costruttivi oggi difficilmente riproducibili, e
smarrire per sempre la conoscenza di
tecniche, di materiali e di saperi artigianali che oggi stanno gradualmente
scomparendo.
Gli edifici storici sono patrimonio
della comunità cui appartengono, in
quanto capaci di testimoniare eventi,
fatti, idee e tempi che non possono
tornare, ma nei quali la comunità affonda le proprie radici ed origini. Per
questo tutti noi dobbiamo in qualche
modo contribuire alla loro sopravvivenza, perché attraverso la loro conservazione trasmettiamo ai posteri la
testimonianza della nostra cultura.
Elena Carraro
Architetto specialista in Conservazione dei Beni
Architettonici e Ambientali
Comunità Nostra 11
SOLIDI E SOLIDALI
SI SONO ADDORMENTATI
NEL SIGNORE
Quando il catechismo dei ragazzi si allarga
e raggiunge i genitori
C
ome ogni anno, al termine
dell’anno catechistico arriva il
tempo di fare bilanci, riflessioni e di stendere i propositi per gli anni
venturi. Vogliamo qui rendere partecipe la nostra comunità di una nuova
proposta che quest’anno è stata concretizzata con e per i genitori dei ragazzi del catechismo di I e II media.
L’itinerario formativo è nato dalla
constatazione, più volte fatta in diverse sedi, della complessità manifestata
da genitori ed educatori di far fronte ad atteggiamenti, ragionamenti e
comportamenti tipici dei preadolescenti i quali faticano a trovare tempi,
modi, e soprattutto significati nella
loro vita relazionale - affettiva.
Nella fase progettuale, per diversi
mesi, all’inizio del 2012, alcune coppie di genitori, assieme a don Francesco e con la collaborazione di una
psicologa, hanno lavorato alla stesura
di un percorso rivolto ai genitori che li
potesse aiutare a confrontarsi, a leggere ed interpretare il groviglio delle
relazioni che caratterizzano la coppia,
la relazione tra genitori e figli, e tra i
figli e i loro pari.
Il tutto alla luce dei testi biblici che
caratterizzano il percorso catechistico
della I e della II media.
Il tema
L’educazione all’affettività inizia necessariamente in famiglia, ma travalica i confini domestici sia per esigenze legate all’età dei ragazzi, sia per la
difficoltà dei genitori di far fronte ad
un’educazione che li coinvolge prima
di tutto in prima persona.
Divenire «solidi» fa riferimento al
percorso individuale di vita, alla scoperta della propria identità più profonda, mentre il divenire «solidali» ha
a che vedere con l’essere in relazione
in termini di comportamenti e valori
che si vivono nel rapporto con l’altro.
12 Comunità Nostra
Il percorso
La proposta si sviluppa durante i due
anni di catechismo, e quest’anno è
stata concretizzata in sei incontri, tre
per ogni anno.
Per il primo anno (I Media), con lo
slogan, «Divenire solidi» i tre incontri
hanno avuto i seguenti temi:
- Con Adamo ed Eva (Gn 2,8-25):
Donna e Uomo, il dono della diversità
- Con Abramo e Sara (Gn 15,1-6):
Essere madre e padre, il dono della
genitorialità
- Con Abramo e Isacco (Gn 22, 1-14):
Tempo di fare... chi sono i figli?
Per il secondo anno (II Media), con lo
slogan «Divenire solidali» i tre incontri sono stati i seguenti:
- Con la Famiglia di Gesù (Mt 1,1-16):
Posso dare solo quello che ho
- Con la regola di Gesù (Mt 22,36-40):
Il senso critico, questo sconosciuto
- Con Gesù attraverso le tentazioni
(Mt 4,1-11): Modelli culturali e famiglia, una conciliazione doverosa.
Per la maggior parte degli incontri c’è
stata la testimonianza di relatori che
sono di volta in volta intervenuti per
«lanciare» i vari temi, seguita da una
fase di scambio e confronto tra i genitori, aiutati da animatori. Ogni incontro è terminato con uno scambio
e condivisione tra i partecipanti sul
tema proposto. A conclusione di ogni
incontro si è celebrata tutti assieme la
S. Messa. Noi dell’équipe di supporto
agli incontri vogliamo ringraziare i genitori per la loro partecipazione e l’attivo coinvolgimento. Siamo convinti
che questa proposta sia importante e
utile per una maggiore conoscenza e
coscienza dei genitori nei confronti di
temi che caratterizzano fortemente gli
anni della prima adolescenza.
L’équipe
13. Fornaroli Elvira ved. Callegaro di anni 91
14. Busatto Agnese ved. Venturini
di anni 66
15. Carraro Maria ved. Garbin di anni 83
16. Schiavinato Onelia in Stevanato
di anni 66
17. Vecchiato Vilma ved. Montagutti
di anni 76
18. Vallotto Pierina ved. Boato
di anni 95
19. Baggio Luciano di anni 65
20. Baiano Anna Luciana di anni 74
21. Saccon Adorina ved. Zamengo
di anni 93
22. Benvegnù Orazio di anni 95
23. Maggiolo Angela ved. Biesso
di anni 78
24. Ceccato Marino di anni 52
25. Masiero Bruna ved. Negrato
di anni 84
26. Stevanato Sergio di anni 70
I NUOVI FIGLI DI DIO
06. Di Filippa Giuseppe Miki
di Ernesto e di Chinellato Sara
07. Bettiolo Mattia
di Enrico e di Bertan Barbara
08. Pignaffo Vittoria Maria
di Lorenzo e di Ambrosi Cristina
09. Zuffi Gabriel
di Cristiano e di Baiocchi Elisa
10. Billiato Alice
di Enrico e di Bolgan Irene
11. Pezzato Rachele
di Ettore e di Pedone Patrizia
12.Italiano Leonardo
di Sandro e di Falasco Silvia
13. Bottaro Jacopo
di Fabio e di Salviato Giada
14. Bessega Giulia
di Nicola e di Penzo Monica
15.Giuriati Gioia
di Stefano e di Gambaro Elena
16. Bolgan Michelle
di Paolo e di Di Fortunato Rossella
17. Veronese Nora
di Andrea e di Centenaro Valentina
18. Berti Katia Adelia di Berti Susana
19. Pizzitola Cristian
di Giovambattista e Cataraga Lilia
LE NUOVE FAMIGLIE
01. Barato Lorenzo e Sarli Valentina
02. Sbrogiò Diego e Chinellato Monica
03. Negrato Andrea e Gazzola Alessandra
UN SACRAMENTO
DA GUSTARE NEL TEMPO
Q
uando un figlio riceve un Sacramento, la S. Cresima nel
nostro caso, ci viene data
l’occasione di rivivere da adulti le
esperienze che ci sono state proposte
da giovani e di interrogarci sulla nostra Fede, su quale esempio diamo
ai nostri ragazzi e quanto coerenti
ci dimostriamo con le nostre azioni.
Dare significato alle cose, alle parole,
ai gesti; essere, esserci e mettersi in
gioco; proporre modelli talvolta scomodi (cellulare sì, cellulare no?) e al
contempo accogliere con comprensione; avere autorevolezza senza essere
autoritari: queste sono le sfide che
quotidianamente ci troviamo ad affrontare con i nostri figli, tanto più ora
che stanno vivendo “l’età di mezzo”
dell’adolescenza. Utile e confortante,
quindi, è avere avuto la possibilità di
incontrarci e confrontarci con altri
genitori nel percorso da titolo “Solidi
e solidali”, grazie alla disponibilità di
altre coppie della Parrocchia e all’aiuto e alla competenza di alcuni esperti. Potremmo aggiungere che sarebbe
stato bello che anche i ragazzi avessero discusso degli stessi temi in modo
da poter avere l’occasione di ascoltare
la loro opinione dopo averne parlato
tra coetanei.
In questi mesi, quello che abbiamo
percepito in famiglia è che la Cresima
è stata attesa con interesse ma senza
troppa necessità di parlarne. Abbia-
mo usato il verbo percepire poiché,
come ben sappiamo, all’età di 13-14
anni si comincia a tenere per sé molti pensieri e non sempre risulta facile
farsi raccontare di cosa parlano al Catechismo o di come stanno costruendo la propria Fede.
A volte i ragazzi sembrano “distratti” e portati alle scelte dall’inerzia
del percorso catechistico, altre volte
esprimono il desiderio di sentirsi protagonisti, cercano un’esplicita richiesta – vuoi ricevere la Cresima? – a cui
rispondere in modo chiaro e diretto.
Abbiamo notato che è vivo il desiderio di conoscere meglio Gesù mentre
c’è più difficoltà a rapportarsi con lo
Spirito Santo, ad identificarlo con la
concretezza dell’Amore; la Cresima è
stata quindi desiderata (speriamo non
solo per i regali!) ma probabilmente
verrà gustata nel tempo con una maggiore maturità.
I dubbi e le domande che si pongono i
nostri figli sono gli stessi che ci siamo
posti anche noi genitori alla loro età,
ma in un mondo in cui il virtuale sembra prevalere sul reale, le nostre risposte devono essere sempre più concrete
e vere: la nostra e la loro “amicizia”, i
nostri e i loro “mi piace” non possono
diventare quelli dei social network. Il
dialogo deve essere approfondito e significativo, non ridursi ad una sorta di
tweet sbrigativo.
Monica e Roberto
un messaggio dal
nostro vescovo
ai cresimandi
I cresimati
e l’arcobaleno
di Dio
Una lettera speciale, con un mittente altrettanto speciale: il Vescovo! Qualche settimana dopo
la Cresima, i ragazzi e le ragazze di Salzano hanno ricevuto un
Messaggio di mons. Gianfranco
Agostino Gardin, che ha voluto
salutarli, visto che non ha potuto
amministrare loro personalmente
la Cresima lo scorso…. Il suo Delegato è stato, infatti, mons. Paolo
Carnio, rettore del Seminario
“La Cresima abita in cielo,
presso Dio, che vi ha fatto questo
dono – scrive il Vescovo -. Ma la
Cresima abita anche nel cuore di
ciascuno di voi, abita sulla terra
della vostra vita. E voi sapete che
il segno che unisce cielo e terra
è l’arcobaleno. E, forse, sapete
che l’arcobaleno è fatto di sette
colori, detti colori fondamentali.
E i doni dello Spirito Santo non
sono proprio sette? Sono i doni
fondamentali per la vita ceh vi
impegna alle prime scelte, a decisioni quotidiane, a piccole e
grandi responsabilità. Non distogliete lo sguardo dall’arcobaleno
di Dio: vi aiuterà a pensare all’arcobaleno di Grazia che vi è stato
donato con la Cresima. Io prego
per voi e conto su di voi: siete le
pietre vive necessarie a costruire una chiesa diocesana bella,
accogliente, con la porta spalancata ad accogliere tutti coloro
che vi si affacciano. Vi benedico
con tutto il cuore insieme con le
vostre famiglie, le catechiste, gli
educatori Acr, i capi scout, i sacerdoti che vi sono accanto”.
4 mag gio 2013
Comunità Nostra 13
7 m ag gio 2013
Vivere la Comunità accanto
ai bambini della Prima Comunione
La testimonianza delle catechiste e di una coppia di genitori
S
iamo sette catechiste e quest’anno ci siamo trovate a vivere un tratto di
cammino speciale accanto ai bambini di quarta elementare della nostra
comunità: la Prima Comunione.
Se Gesù ci indica che la vita è un dono, questo è proprio quello di cui abbiamo
fatto esperienza in questo tempo; non è stato tanto quello che noi abbiamo
donato, o creduto di donare, quanto invece quello che abbiamo ricevuto: dal
sorriso dei bambini, dalle loro domande, dalla loro allegria, dalla loro gioia!
Bello è stato anche condividere questo tempo insieme ai genitori sia nelle domeniche di catechesi, preparate a volte con un po’ di tremore, sia negli incontri,
nei piccoli dialoghi nati spontaneamente tra di noi. Che dire ancora? Cristo
vive! Sì, vive veramente nella vita di ognuno di noi, piccolo grande dono nella
nostra comunità.
Una catechista
M
artedì 7 maggio il grande giorno: la Prima Comunione di nostro figlio.
Questo momento è stato atteso da molto tempo con gioia, emozione
ma anche con grande naturalezza, da quando fin da piccolo ha partecipato con noi alla messa e ha iniziato a conoscere Gesù, ad amarlo e a considerarlo un amico, il più grande e fidato che ci possa essere. Come genitori
abbiamo cercato di preparare nostro figlio all’incontro con Gesù spiegandogli
che Gesù si è fatto pane e vino per noi, per tutti gli uomini e che in questo dono
che Egli ci fa c’è tutta la sua vita. Abbiamo cercato di spiegargli che accettare
l’invito alla cena di Gesù significa essergli amici e che Gesù ci dona se stesso
per darci la forza di vivere come Lui e per farci seguire il suo esempio di pace e
amore. Per questo importante momento abbiamo organizzato una grande festa
con parenti e amici per condividere con loro la nostra gioia. Vogliamo ringraziare i sacerdoti e le catechiste per la disponibilità e l’aiuto offerto ai “nostri”
figli per prepararli a questo incontro.
Due genitori
14 Comunità Nostra
Nasce la rete vicariale
delle scuole d’infanzia
U
n’occasione per conoscersi,
confrontarsi e cominciare a
fare rete. Lunedì 8 aprile si
è tenuto a Salzano il primo incontro
dei Comitati di gestione delle scuole
paritarie dell’infanzia del Vicariato di
Noale. Per i rappresentanti delle 12
scuole presenti (Salzano, Robegano,
Noale, Moniego, Cappelletta, Briana,
Santa Maria di Sala, Stigliano, Veternigo, Scorzè, Rio S. Martino, Peseggia)
è stata un’opportunità di condivisione
e di dibattito per riflettere sul ruolo
che assume oggi il Comitato di gestione. L’attualità dell’incontro, anche alla
luce delle indicazioni sul “Protocollo
di rete” sollecitato dalla Federazione
italiana delle scuole materne, è stata
dettata dalle difficili sfide che quotidianamente le scuole affrontano (a cominciare da quelle di bilancio) e dalle
trasformazioni del contesto in cui ope-
rano. Le Scuole dell’infanzia radicate
nelle comunità condividono con le famiglie e con le parrocchie la missione
di educare i bambini secondo una visione cristiana della vita. Presentano
problemi, esigenze e progetti comuni.
Ed ora ritengono importante mettere
in rete le rispettive risorse e potenzialità per migliorare la gestione, la proposta formativa e la propria presenza
sul territorio.
Un membro del Comitato di Gestione
Più scuola per tutti!
Il triste referendum di Bologna, sbagliato nei modi e nella sostanza
A
Bologna domenica 26 maggio si è svolto, nonostante gli appelli al buon senso, il referendum consultivo
sui fondi comunali per gli asili paritari. Hanno vinto
i promotori che chiedevano di destinare quelle risorse, circa un milione di euro ogni anno, solo alla scuola statale. Il
voto ha infiammato per mesi la città richiamando testimonial e prese di posizione a livello nazionale, minacciando la
tenuta della maggioranza di centrosinistra che guida la città e facendo registrare una bassissima affluenza (28,7%).
Non era richiesto alcun
quorum e ai seggi si
è presentato meno di
un bolognese su tre. Il
sistema scolastico bolognese è da 18 anni
incardinato sul principio della complementarietà e della sussidiarietà, in una parola
nella felice coesistenza
di scuola pubblica (comunale e statale) e di
scuola privata paritaria
(in gran parte cattolica). Secondo la legge
Berlinguer del 2000, le
scuole private sono considerate paritarie rispettando le regole definite dallo Stato, gli standard di qualità e le relative
verifiche.
Il Comune di Bologna attraverso una convenzione con le
scuole paritarie consente una scelta in più rispetto alla
scuola comunale e statale che non riesce ad accogliere tutti
i bimbi. Il milione di euro non rappresenta il costo della
scuola paritaria privata convenzionata, ma un contributo. Ventisette scuole in convenzione danno posto ad oltre
1.700 bambini su quasi 9.000. Per fare un raffronto, esclu-
sa la costruzione degli edifici (cifra che sarebbe già di per
sé altissima), sarebbero necessari 12 milioni di euro l’anno
per il funzionamento di un numero di scuole necessarie
ad accogliere lo stesso numero di bambini. Il Comune di
Bologna, infatti, non ha alcuna intenzione di eliminare la
convenzione con le scuole paritarie, nemmeno dopo questo ideologico e triste referendum.
In Italia le scuole paritarie accolgono 1 milione di studenti
(il 15% della popolazione scolastica italiana); rappresentano un polmone di libertà, di
qualità, di socialità.
Nel caso delle scuole dell’infanzia, profondamente radicate nelle comunità e nel
territorio, spesso suppliscono alla mancanza di scuole
statali o comunali.
In Veneto (dati 2011) ci sono
1.183 scuole dell’infanzia, il
68% sono parificate e il 32%
statali. Nel 45% dei comuni
veneti esiste solo la scuola
paritaria.
A livello nazionale le scuole
paritarie fanno risparmiare
oltre 6 miliardi di euro l’anno
alle finanze pubbliche; uno studente della paritaria costa
allo Stato meno di 1.000 euro l’anno a fronte di 6.800 euro
l’anno che lo Stato spende per lo studente della statale. È
una battaglia di giustizia, di equità, di libertà, di verità e
quindi di democrazia. L’episodio, che ci si augura rimanga nella sua dimensione locale, dovrebbe far riflettere
sull’indispensabile servizio educativo, sociale e di interesse pubblico erogato dalle scuole paritarie, aperto a tutte le
famiglie di qualunque condizione e realizzato senza fini di
lucro.
Comunità Nostra 15
APPUNTAMENTI ESTIVI
NELLA NOSTRA PARROCCHIA
GR.EST.
Scout Agesci
Azione cattolica
Dal 16 giugno al 12 luglio.
Domenica 16 S. Messa di apertura,
ore 9.30
Il campo estivo dei 2 Branchi
(Lupetti e Lupette 8-12 anni)
si svolgerà dal 4 al 10 agosto
a Santa Giustina (BL)
Campiscuola promossi dall’AC
Le serate
28 giugno Festa di metà grest
4 luglio Giochi per animatori
12 luglio Serata finale
Altre proposte
Bibbia e Spiritualità – S. Giovanni
di Spello (Perugia)
dal 18 al 25 agosto
Il campo estivo dei 2 Reparti
(Esploratori e Guide 13-16)
si svolgerà dal 6 al 17 agosto
a Cesiomaggiore- BL
Campo mobile di Noviziato
(Rover e Scolte anni 17)
dal 4 al 11 agosto
dal lago di Caldonazzo fino in laguna
a Venezia
Campo mobile di Clan
(Rover e Scolte anni 18-21)
dal 10 al 16 agosto
Dalla Terza elem. alla Seconda
media: campo parrocchiale
dall’11 al 17 agosto a Lundo (TN)
Terza media: campo vicariale
dall’11 al 18 agosto a Santa Giustina
Bellunese (BL)
Prima superiore: campo vicariale dall’11 al 18 agosto a Schilpario (BG)
Seconda e Terza superiore:
campo di sevizio dal 24 al 28 luglio
comunità miss. di Villaregia (RO)
Terza e Quarta superiore:
campo di servizio dal 29 luglio
al 03 agosto al Sermig di Torino
Animatori: campo base formativo
dal 27 luglio al 03 ag. a Caviola (BL)
GIUBILEI matrimoniali
D
omenica 2 giugno ben 42 coppie hanno voluto celebrare i
giubilei del loro matrimonio
(in particolare di 50 e di 25 anni) as-
25˚ di matrimonio
16 Comunità Nostra
sieme a vari familiari e alla comunità:
è stato un bel momento per ringraziare
il Signore per il cammino percorso insieme e per rinnovare il loro impegno,
50˚ e piú di matrimonio
guardando fiduciosamente in avanti.
A tutti grazie per la testimonianza del
vostro volervi bene e per la vostra presenza fra di noi!
La relazione umana
come narrazione
di storie
Le comunità capi scouts di Salzano e Robegano, nello stile di condivisione
e fraternità proprie del movimento, hanno realizzato, insieme al Masci
robeganese, un incontro di riflessione e approfondimento su tematiche
educative, inserendosi, così in modo fattivo nel percorso di collaborazione
pastorale
...la relazione con
gli altri permette di
riconoscere se stessi,
di mettere a fuoco
la propria identità
differenziandosi
dall’altro; perché,
inoltre, l’incontro
con il prossimo
permette un
arricchimento e
uno sviluppo della
persona.
I
gruppi scout di Salzano e Robegano, nel corso di quest’anno, si sono più
volte incontrati per confrontarsi e condividere i reciproci percorsi e progetti, iniziando il cammino di quell’intesa che porterà alla costruzione
dell’unità pastorale tra queste due comunità. Culmine di questo dialogo è stata
l’organizzazione di un incontro aperto a tutte le figure educative, genitori compresi, sul complesso tema delle relazioni umane. Per tale occasione, vissuta
lo scorso 20 aprile, gli organizzatori si sono avvalsi dell’esperienza di Alberto
Fantuzzo, capo scout veneziano e presidente nazionale emerito dello scautismo cattolico italiano.
Tra messinscene e momenti interattivi con il pubblico, i partecipanti guidati
dal relatore hanno cercato di mettere a fuoco le sfide che il nostro tempo pone
agli individui nei rapporti con il prossimo.
Il ragionamento svolto parte dalla constatazione che l’uomo è homo politicus:
ossia, la relazione è caratteristica intrinseca all’essere umano, egli si sente continuamente spinto verso il rapporto con gli altri. Più degli altri, il cristiano,
il quale è invitato a condividere la gioia della Resurrezione, consapevole che
la dimensione soltanto individuale del proprio rapporto con Dio non gli può
essere sufficiente.
Questo avviene perché la relazione con gli altri permette di riconoscere se stessi, di mettere a fuoco la propria identità differenziandosi dall’altro; perché,
inoltre, l’incontro con il prossimo permette un arricchimento e uno sviluppo
della persona. La costruzione di legami profondi passa per il racconto della
propria storia e l’ascolto della storia degli altri: ogni persona desidera trasmettere il racconto del proprio vissuto, ed è proprio nella trasmissione che questo
racconto – formatosi nel tempo – acquista un senso e una ragione di esistere.
Pertanto, ciò che ostacola la costruzione di relazione profonde e legami autentici - tale è stata la conclusione - è tutto ciò che rende complesso comunicare il
racconto della propria storia o impedisce il fermarsi ad ascoltare storie altrui.
Questo scambio non è affatto facile, in effetti: innanzitutto, perché richiede a
ciascuno di rapportarsi con la complessità, propria e altrui, senza accontentarsi di etichette o cliché; in secondo luogo perché, proprio a causa di quella
complessità, è impossibile individuare uno standard di comportamenti, un regolamento preconfezionato da seguire nel proprio approccio con il prossimo:
ogni individuo ha differenti caratteristiche e sensibilità. Uniche ricette generalmente valide, che il relatore ha individuato al termine, sono costituite dal
tempo, che non manca mai: deve solo essere meglio impiegato; dalle parole, il
cui significato e il cui significante devono essere riscoperti; dalle carezze, piccole attenzioni di cui tutti necessitano quotidianamente.
Giovanni Pigozzo
Comunità Nostra 17
finestre
sulla fede
D
a secoli la chiesa vive la sfida di proporre la fede in Cristo Gesù con dei linguaggi che possano essere significativi
per l’uomo. E grazie a questo incontro tra cultura, modi
pensare, e fede, si sono aperte interessanti finestre di dialogo dai
sorprendenti risultati. Vorremo, nelle recensioni che seguiranno,
guardare attraverso queste finestre.
consigli di lettura
a cura di don Francesco Filiputti
Jorge Bergoglio
PAPA FRANCESCO
Il nuovo papa si racconta
Salani editore, 2013
Per adulti e giovanI
Libro intervista con il Card. Jorge Mario Bergoglio, attuale vescovo di
Roma e 266° papa della chiesa cattolica, con il nome di Francesco.
Papa Francesco, con parole semplici e al tempo stesso schiette, consegna il suo pensiero come successore degli apostoli nella chiesa argentina di Buenos Aires. Manifesta al tempo stesso sensibilità comuni
alla chiesa latinoamericana dentro la quale è cresciuto, chiesa che ha
accompagnato e maturato la sua fede, una fede che sa toccare i punti
nodali della vita. Una fede la sua che sa trasmettere sia la speranza
ma anche la gioia della scelta cristiana. Il suo dirsi in questa intervista
rivela al tempo stesso aspetti caratteristici della cultura e della religiosità argentine, ma al tempo stesso si percepisce un cuore e uno
sguardo aperti sul mondo intero.
Per quelli che credono che I Giovani non accettino le sfide vere…
Antoine Nouis
Lettera di un giovane sulla fede
Qiqajon, Sympatetika 2012, pp.90 €10.00
“La fede è insieme dono, protesta fiducia. E’ la grande affermazione della
dignità dell’essere umano che rifiuta di ridurre l’universo a quel che i suoi
sensi percepiscono. Credere è sempre una miscela di luce e oscurità.
Credere è essere fedeli nelle tenebre a quel che si è visto nella luce.”
Si tratta di una lunga e stimolante lettera rivolta a Thomas, scienziato,
non credente, prossimo sposo. A scriverla A. Nouis, il padre della sposa,
non chè pastore della chiesa riformata di Francia. L’autore con attenzione
e delicatezza, pone domande, indica delle piste, sgombra il campo da
luoghi comuni e deformazioni; conduce Thomas, ma anche tutti i giovani
ai quali il testo è rivolto, a porsi in cammino verso l’unico rischio che corriamo con la fede quello cioè, di “dare senso e sale alla nostra vita.”
Per Giovani
Per chi non crede ci possa essere un santità “stupefacentemente” normale
Giulia Gabrielli
Un Gancio in mezzo al cielo
Ed Paoline 2013 pp. 95 € 12.00
Per ragazzi (3°media-1-3°sup)
“Perché ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o grazie
un miracolo, con la completa guarigione che io chiedo al Signore, perché ho tanti progetti da realizzare. Oppure incontro al Signore che è
una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali.”
Tra le tante storie che in questi ultimi anni ci hanno raccontato adolescenti normali ma coraggiosi, segnalo quella di Giulia. “… 14 anni malata di tumore. Sappiate, fin da subito che Giulia ce l’ha fatta. E’ vero,
non è guarita, è morta la sera del 19 agosto(2011) a casa sua… Eppure ce l’ha fatta, Ha trasformato i suoi anni di malattia in un inno alla
vita… (dall’Eco di Bergamo 30 agosto 2011)” Ciò che colpisce, delle
parole di Giulia, è questa santità così “stupefacentemente” normale da
lasciare disarmati. Per approfondire: il blog: www.congiulia.com
Per chi crede che il gioco non sia una cosa seria
Massimo Orizio
Una strana caccia al tesoro,
il Concilio raccontato ai ragazzi
Ed Paoline 2012, pp78 € 9.00.
Per animatori, catechisti,
e insegnati di religione delle medie
18 Comunità Nostra
Ale (silenzioso e riservato), Cate (miss perfezione), Martina (dolce e sognatrice), Mirko (mister so tutto di sport) sono quattro ragazzini di prima
media che hanno ricevuto un compito dal prof: una ricerca sul Concilio Vaticano II. Ma non è la solita ricerca, è una straordinaria caccia al
tesoro, attraverso personaggi da incontrare ed intervistare. Lo scopo:
conoscere il Concilio. Il testo scritto da don Massimo Orizio, assistente
diocesano dell’Ac di Brescia, pieno di tabelle ed indicazioni risulta particolarmente avvincente e utile. Una bella idea per un campo scuola!
Per imparare dalla natura
Gian Carlo Bregantini
Gli alberi dell’anno
Ed Messaggero 2006 pp. 164 € 7.50
Per giovani e adulti
Guardo spesso gli alberi, mi conquistano per i continui messaggi che
lasciano ad ogni stagione. In autunno, carichi di frutti, si fanno segno
di una provvidenza senza fine, in primavera mi parlano di potatura.”
L’autore, oggi vescovo di Campobasso, si è distinto in modo particolare nella Locride come vescovo anti camorra. Colpito dal paesaggio
che in qualche modo gli ricordava i boschi della sua val di Non, ci
accompagna in questo “calendario annuale di alberi”, uno al mese,
dall’olivo al mandarino. Con l’augurio che tutti possano o debbano essere, “segnati da quell’albero che tutti ci ha salvati: l’albero della croce,
perchè da quell’albero scende su tutti un fiume di grazia e di luce che
trasforma…”
Per chi sa che spiritualità della strada non è solo Santiago
Stefano Roze
Spiritualità dei Raid Goum
nel Deserto
Ed Arca di Sant’Antimo-Cantagalli 2008, pp.
313 con foto.
Per giovani e adulti
da leggere, ma soprattutto da fare!
Il Goum è un’esperienza di spiritualita del deserto nata negli anni 60
da Michel Menù, padre di famiglia e capo scout che comincia proporre
dei percorsi estivi di essenzialità e preghiera nella zona del massiccio
centrale francese. Il termine, “Goum” è di radice semitica ed indica
un moto di innalzamento e di risurrezione (“Talitakum”). Ed è proprio
questa l’esperienza del Goum: otto giorni di deserto, di essenzialità,
di bellezza e di preghiera che possono aiutare l’uomo ad elevarsi e
purificarsi nella sua umanità. L’autore, monaco francese, è uno dei
principali animatori di questa esperienza. Provare per credere!
Per info e date chiedete a don Francesco.
Per approfondire: www.goum.it; www.youtube.com
Per chi sa che Barcellona non è solo “la Rambla”
J.P Hernàndez
Antoni Gaudì, la parola
nella pietra
Ed Pardes 2009 pp116 € 20
Per giovani e adulti
per una vacanza originale
L’autore, sacerdote gesuita, già animatore di “Pietre vive”, un gruppo
di giovani che si occupa di percorsi di catechesi con l’arte, ci guida alla
scoperta di quella preghiera di pietra che è la Sagrada Familia. Nella
complessa simbologia, che Antoni Gaudì esprime nell’opera, emerge il
cammino spirituale di un uomo partito dandy e carrierista arrivato, poi,
monaco nella città.
Per approfondire: www.pietrevive.wordpress.com; www.reteloyola.it
Per chi ha capito che il rock non è solo la musica del Diavolo
THE SUN
Luce
Sony Music, 12 giugno 2012 €13
Concludiamo la nostra carrellata di libri con un consiglio musicale. Una
proposta per ascoltare anche al mare, “spaparazzati” sotto l’ombrellone, della “Golden Positive vibrant energy”! Si tratta dei The Sun, visti in
zona nel live di Jesolo e in quello all’8 marzo di Mirano. Si tratta di un
quartetto di Tiene, che dopo un passato di successo (concerti in tutto
il mondo) nel genere Punk, allora si chiamavano “Sun eats hours”,
riscopre un sano rock casereccio, elaborato ma pure ruspante, ma
soprattutto con testi positivi e interessanti che parlano della fede senza
essere la versione rock delle vecchierelle della messa prima.. Consigliatissimo l’ultimo album Luce, del quale “Leggenda” sarà la “main
song” del GrEst di quest’anno.
Da fare: un salto ai live. Sia l’elettrico (spacca), sia l’acustico con video
e la testimonianza della band
Da non fare: copie pirata del cd o download illegale. (il cd è disponibile, in supporto fisico sul sito della band, su Amazon, IBS…, e, per il
download, su ITunes)
Sosteniamo la buona musica!
Per approfondimenti: www.thesun.it; www.youtube.com
Comunità Nostra 19
L’Angolo della Spiritualità
La virtù della mitezza
Un piccolo estratto per conoscere qualche tratto di questo vescovo di Roma,
Papa Francesco, che ci sta sorprendendo, tra le altre cose, per la sua umanità.
I
l cardinale è sempre arrivato puntualissimo ai nostri incontri all’Arcivescovado, ma un giorno era in ritardo. Abbiamo pensato che dovesse sbrigare un affare urgente. Mentre
aspettavamo all’ingresso, l’abbiamo visto passare con un thermos e delle brioches. Ci siamo stupiti, perché di solito non si
usa fare colazione tra un’udienza e l’altra. Pochi minuti dopo,
l’abbiamo visto salutare una coppia con due bambini, di condizione molto umile. Dopo siamo venuti a sapere che il thermos
– pieno di acqua bollente
per il mate – e le brioches
erano per questa famiglia, oriunda del Chaco,
che aveva conosciuto il
cardinale per caso ed era
venuta a salutarlo prima
di fare ritorno a casa.
Nonostante la visita inattesa, Bergoglio li aveva
accolti in maniera gentile, si era interessato alla
loro situazione e li aveva
salutati con un abbraccio
affettuoso.
Secondo lei, qual è la
virtù più grande?
Senz’altro la virtù dell’amore, di dare spazio agli
altri, con animo mite. La
mitezza mi seduce enormemente! Chiedo sempre a Dio di concedermi un cuore mite.
E il peccato peggiore?
Visto che considero l’amore la virtù più grande, sarebbe logico
che rispondessi l’odio, ma in realtà il peccato che mi ripugna di
più è la superbia, credersi chissà chi. Quando mi è capitato di
essere io a credermi chissà chi, ho provato una grande vergogna
interiore e ho chiesto perdono a Dio, perché nessuno ha il diritto di comportarsi così.
Se dovesse scoppiare un incendio, qual è la prima cosa
che salverebbe?
Il breviario e l’agenda.
Sarebbe un vero disastro
perderli.
Nell’agenda
sono annotati tutti gli
impegni, gli indirizzi, i
numeri di telefono. Invece al breviario sono
affezionatissimo: è la
prima cosa che apro al
mattino e l’ultima che
chiudo quando vado a
dormire. Se me lo devo
portare in viaggio, tengo
i due tomi nel bagaglio a
mano. Tra le sue pagine
conservo il testamento
di mia nonna, le sue lettere e la poesia “Rassa
nostrana” di Nino Costa.
(Tratto dal libro-intervista “Jorge Bergoglio – PAPA FRANCESCO”
di Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, Salani Editore)
Il “Credo” del Papa
Ecco uno scritto che il Cardinale conserva gelosamente: si tratta di un foglio scolorito dal tempo
con una sentita professione di fede, scritta “in un momento di grande intensità spirituale”
poco prima di essere ordinato sacerdote, e che oggi tornerebbe a firmare:
Voglio credere in Dio Padre, che mi ama come un figlio, e in Gesù,
il Signore, che ha infuso il suo Spirito nella mia vita per farmi
sorridere e portarmi così nel regno della vita eterna.
Credo nella mia storia, permeata dallo sguardo benevolo di Dio,
che nel primo giorno di primavera, il 21 settembre, mi è venuto
incontro e mi ha invitato a seguirlo.
Credo nel mio dolore, infecondo per colpa dell’egoismo, in cui mi
rifugio.
Credo nella meschinità della mia anima, che vuole prendere senza
mai dare… senza mai dare.
Credo che gli altri sono buoni, e che devo amarli senza timore, e
senza mai tradirli per cercare una sicurezza per me.
Credo nella vita religiosa.
Credo che voglio amare molto.
Credo nella morte quotidiana, ardente, alla quale sfuggo ma che
mi sorride invitandomi ad accettarla.
Credo nella pazienza di Dio, accogliente, dolce come una notte
estiva.
Credo che papà sia in cielo accanto al Signore.
Credo che anche padre Duarte sia in cielo, a intercedere per il mio
sacerdozio.
Credo in Maria, mia madre, che mi ama e non mi lascerà mai solo.
E attendo la sorpresa di ogni giorno in cui si manifesterà l’amore, la forza, il tradimento e il peccato, che mi accompagneranno
fino all’incontro definitivo con quel viso meraviglioso che non so
come sia, che sfuggo in continuazione, ma che voglio conoscere ed
amare. Amen.
Tratto dal libro “Jorge Bergoglio... PAPA FRANCESCO
Se hai idee, cuorisità, proposte o consigli da darci, puoi contattare la redazione a [email protected]
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20 Comunità Nostra
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stampata su carta riciclata.
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