COMUNItà NOSTRA Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo in Salzano - VE www.parrocchiasalzano.org n.22 giugno 2013 Siate comunità dalle porte aperte dove si può incontrare il Signore La visita pastorale del Vescovo dal 24 al 28 aprile SOMMARIO Editoriale .......................................................... 2 Resoconto della visita pastorale .................3-4-5 Il vescovo incontra il mondo produttivo............. 6 Ecco il Gr.Est. 2013!........................................... 7 I poveri della porta accanto............................8-9 Il restauro della canonica........................... 10-11 Momenti di gioia ...................................12-13-14 La rete vicariale delle scuole dell’infanzia....... 15 Proposte per l’estate 2013 ............................. 16 Gli scout e le riflessione sul tema educativo... 17 Pagine di Fede...........................................18-19 L’angolo della Spiritualità ................................ 20 Comunità Nostra 1 Il fuoco della Pentecoste, con il dono dello Spirito, apre i nostri orizzonti C on la festa della Pentecoste, da poco celebrata, abbiamo fatto memoria del dono dello Spirito Santo che ha fatto “nascere” la Chiesa: stiamo quindi vivendo il tempo della Chiesa, il tempo del cammino all’incontro con Gesù che viene, che viene nella nostra realtà e vita, forse meglio sarebbe dire il tempo della scoperta di Lui già presente in mezzo a noi e nella nostra vita di tutti i giorni. Cinquant’anni fa la nostra chiesa ha vissuto un tempo straordinario e sorprendente che il papa di allora, Giovanni XXIII, amava definire “nuova Pentecoste”: il Concilio Ecumenico Vaticano II. E quanto più ci allontaniamo da quel tempo e da quanto è successo in quegli anni (1962-1965) tanto più rimaniamo sorpresi, grati al Signore, sostenuti ed animati. Il desiderio di papa Giovanni XXIII, e del Concilio stesso, era quello di aiutare l’umanità a riprendere il dialogo con Dio… dovrebbe essere questa la preoccupazione e il desiderio anche della nostra chiesa oggi. Quanto grande è pure ai nostri giorni il bisogno per tutti di riprendere il dialogo con il vero Dio. Il nostro essere chiesa, comunità di battezzati in Gesù morto e risorto, ha senso nella misura in cui siamo per il mondo, per l’umanità. La visita pastorale del nostro vescovo, che come comunità abbiamo vissuto verso la fine di aprile e che per molti può essere passata inosservata, personalmente l’ho vissuta come un invito in questa direzione. Lui, il nostro pastore, è venuto fra di noi per dirci: guardiamo al di là del nostro piccolo (anche se a volte piccolo non è) e scopriamo quanto il Signore sta facendo, anche se con modalità diverse. Questo diventa per noi invito: come poter essere noi oggi a Salzano comunità che apre le sue porte ed aiuta chi ci vede, chi viene a 2 Comunità 02 Comunità Nostra Nostra Resoconto del numero anteriore (marzo 2013) contatto con noi, a potersi incontrare con Gesù Salvatore, fonte di speranza? Non sarà certo chiudendoci tra le nostre mura di casa, ma cercando assieme ad altri fratelli di fede (o anche con fedi diverse dalla nostra) quanto ci accomuna e che può rendere le nostre relazioni più vicine, più cordiali. Percorriamo insieme cammini di ricerca e di accoglienza di Colui “che sta alla porta e bussa” e vuole venire a noi, a “casa nostra” perché la sua gioia diventi la nostra gioia! Lui ci ha lasciato la sua Parola, Parola da imparare ed ascoltare sempre più, Parola dalla quale lasciarci illuminare e guidare, Parola da rendere viva e visibile a livello personale e comunitario. Lui ci ha lasciato ancora la sua Presenza viva di Risorto nel pane spezzato che di domenica in domenica condividiamo nell’Eucaristia perché possa essere il pane della promessa, anticipo del banchetto che il Signore stesso sta preparando per tutti i suoi figli. Questo “pane spezzato… per tutti” è invito a superare i nostri particolarismi, gli interessi del nostro gruppo o associazione di appartenenza, a far in modo che la nostra parrocchia diventi, con il contributo specifico di ciascuno, “casa dalle porte aperte”, dove chi non si sente ancora parte viva di essa possa per lo meno essere incuriosito da rapporti di reale fraternità e da stili (di vita) non chiusi, ma di aperta cordialità, rapporti radicati nella certezza di una Presenza: quella di Gesù, il risorto, che come battezzati cerchiamo di rendere presente qui a Salzano. Buoni mesi estivi a tutti, buon Grest, ormai prossimo a cominciare; buone attività per gruppi ed associazioni… che Gesù sia comunque nostro compagno di strada ed ospite gradito lì dove ci ritroveremo. don Paolo Di numero in numero “Comunità Nostra” continua a giungere nelle famiglie della nostra parrocchia condividendo, con quanti si sentono parte di essa, il camminare di questa nostra comunità. Il desiderio è che questa pubblicazione diventi sempre più strumento per crescere insieme, per conoscere la vita della nostra chiesa, i sogni e gli sforzi di altre persone… occasione d’informazione e di formazione come discepoli di Gesù. Collaboriamo con un euro! Per il numero anteriore (copie stampate ca. 3.300) la spesa è stata di € 1.404,00. Il contributo raccolto di € 1.706,00: con gratitudine per quanti hanno contribuito e continueranno a farlo… basterebbe che ognuno che riceve “Comunità Nostra” collaborasse almeno con € 1,00 (un euro!)… rimarrebbe anche qualcosa di margine per coprire qualche altra spesa di stampa della parrocchia. L’invito è a consegnare quanto ciascuno decide di donare all’incaricato che passa per le case. Grazie di cuore! Siamo disponibili ad accogliere suggerimenti o contributi che possano arricchire lo scambio all’interno della nostra comunità, che soprattutto possano contribuire alla crescita della nostra fede e dei legami fraterni fra tutti. Un grazie particolare va ai diversi incaricati che generosamente e gratuitamente raggiungono le vostre case; un grazie di cuore pure a quanti lavorano nella redazione e ai vari collaboratori, grazie ai quali anche il presente numero può andare in stampa. Hanno collaborato per la realizzazione di questo numero: Direttore responsabile: Claudio Pasqualetto. Editore: mons. Paolo Cargnin. In redazione: mons. Paolo Cargnin, don Francesco Filipputti, Alessandra Cecchin, Maria Zambon, Claudio Pasqualetto, Franco Minto, Jacopo Masiero. Si ringraziano Marino Rossi, Francesco Baruzzo e Graziano Busatto per le foto della Visita del Vescovo. Registrazione al Tribunale di Venezia - Registro Stampa - n° 23 del 19/11/2009 (Num. R.G. 2807/2009) Stampato nel mese di dicembre 2012 da: Tipografia Eurooffset: via Rialto, 108 - Martellago (VE) - 041.5030384 per la Parrocchia di Salzano. Persone e comunità in ascolto del Vangelo e dell’esperienza umana Molte le sollecitazioni emerse durante la Visita pastorale del nostro Vescovo alle parrocchie di Salzano e Robegano lo scorso aprile “L e vostre parrocchie sono chiamate a promuovere una intensa opera missionaria, affinché il Vangelo possa continuare a irradiare la vita delle famiglie e, in particolar modo, delle giovani generazioni”. E’ una delle riflessioni contenute nella lettera che il vescovo Gianfranco Agostino ha inviato ai sacerdoti di Salzano e Robegano a conclusione della sua Visita pastorale alle due comunità, che si è svolta dal 24 al 28 aprile. Una lettera che contiene la gratitudine del Vescovo per l’accoglienza, per le belle celebrazioni e per le occasioni di incontro con le persone. Mons. Gardin fa anche un’attenta analisi della situazione pastorale, con molti spunti e “suggerimenti” per la futura Collaborazione, dalla formazione degli adulti alla cura delle vocazioni, della pastorale famigliare e della carità, con l’invito a intensificare il cammino comune. La visita iniziata nel nostro territorio è poi proseguita nel resto del vicariato di Noale. Sono stati giorni intensi di preghiera, ascolto e dialogo con il nostro pastore che ha voluto incontrare i fedeli delle due parrocchie, e in modo particolare gli operatori pastorali, per conoscere la realtà di quella che diventerà un’unica Collaborazione pastorale, per accogliere le speranze, le gioie e le fatiche del cammino quotidiano, un cammino nel quale “siamo chiamati con corag- gio a interrogarci per capire che cosa ci chiede il Signore per camminare sulle strade del Vangelo, incoraggiandoci reciprocamente, perché essere cristiani è una vocazione grande ed esigente” ha detto mons. Gardin. Le relazioni sui vari ambiti pastorali presentate nella celebrazione di apertura a Salzano hanno messo in luce la realtà delle due parrocchie, con un numero ancora importante di persone che si dedicano all’evangelizzazione, alla carità, alla formazione dei giovani e degli adulti. Diverse le difficoltà evidenziate, da una fede più legata alla tradizione che a scelte mature di sequela del Signore, al calo di frequenza alla catechesi nel “dopo sacramenti”, a una Pastorale giovanile limitata alle proposte delle associazioni, alle situazioni di disagio delle famiglie, con l’aumento di nuclei divisi e “ricomposti”, all’incidenza della crisi economica. Molte le questioni poste al Vescovo durante la serata, come pure all’assemblea conclusiva che si è svolta a Robegano: a quest’ultima erano presenti in particolare i due Consigli pastorali. E mons. Gardin, rispondendo alle diverse sollecitazioni, ha incoraggiato salzanesi e robeganesi a proseguire nel cammino intrapreso, facendo crescere la corresponsabilità dei laici in una Chiesa dove tutti siamo chiamati a testimoniare il Vangelo, negli ambienti in cui viviamo, in ascolto della Parola di Dio e dell’esperienza umana. “La parrocchia - ha detto il Vescovo - deve essere la casa dalla porta aperta, dove si favorisce unità e comunione, il cui obiettivo è che le persone incontrino Gesù”. A chi gli chiedeva su che cosa puntare maggiormente nella futura Collaborazione pastorale, mons. Gardin ha risposto che l’occasione è propizia per riflettere su che cosa è veramente fondamentale: “Curiamo l’ordinarietà della vita parrocchiale, individuando ciò che è essenziale, anche sapendo rinunciare a qualcosa se non abbiamo le forze”. Molto belle e partecipate le due celebrazioni eucaristiche, nel santuario della Madonna delle Grazie di Robegano, venerdì 26 aprile, con i malati e gli anziani, e poi a Salzano la domenica mattina, dove il Vescovo ha ricordato la figura di papa Pio X che proprio a Salzano visse da parroco le “prove” del suo pontificato “pastorale”. Alessandra Cecchin Comunità Nostra 3 Serve un nuovo spirito missionario e di evangelizzazione La collaborazione tra le nostre due parrocchie dovrebbe registrare maggiore entusiasmo, magari mettendo da parte le nostre abitudini e aprendoci a prospettive nuove S ono un robeganese che da qualche anno vive a Salzano. Ho potuto partecipare a tutti i momenti che il Vescovo, in occasione della sua visita pastorale, fa fatto nelle due comunità, visita che aveva come tema caratterizzante quello della collaborazione pastorale, oltre che l’incontro personale del Vescovo con i fedeli delle comunità. Gli incontri sono stati ben partecipati ed il lavoro di preparazione buono, dando le giuste indicazioni sulla situazione delle parrocchie. Il Vescovo da parte sua ha ascoltato le nostre istanze e dato, dopo l’analisi che ha potuto fare, le sue indicazioni. Agli incontri però ha partecipato soprattutto chi solitamente opera in modo attivo in parrocchia. L’importanza, o la sola curiosità, di ascoltare il nostro Vescovo non ha portato ad avere le nostre chiese strapiene o comunque con un numero molto maggiore di persone rispetto a quelle che solitamente frequentano, e questo sia agli incontri di riflessione che ai mo4 Comunità Nostra menti eucaristici. Scarsa poi la partecipazione da parte dei giovani. E’ stata un’occasione mancata per una riflessione più approfondita e penetrante. Premettendo che gli incontri sono stati pochi per avere un quadro più globale e magari esatto, la mia impressione è che, per quan- to riguarda il tema della collaborazione pastorale, siamo agli inizi! Sembra si faccia la collaborazione pastorale perché tocca farla, perché è una richiesta del Vescovo, non perché ci sia la voglia. Si è cominciato con delle piccole cose, sia tra le associazioni che tra la parrocchie, svolgendo come dei “compitini” che ci sono stati assegnati, ma, a me sembra, mancare l’entusiasmo. Anche a Salzano. A mio parere Salzano ha una bellissima realtà parrocchiale, con molti gruppi e molto numerosi, con moltissime attività, ma quando è il momento di aprirsi a qualche altro, come per esempio ad una realtà più piccola, le cose diventano più difficili, forse perché l’opera da fare è poco stimolante. Mi permetto di dire che serve un nuovo spirito missionario e di evangelizzazione. Ecco perché dico che siamo agli inizi. Si è cominciato, delle iniziative sono state fatte. E molto altro si farà. Credo però che bisognerà cominciare ad animare anche quello che deve essere lo spirito per una collaborazione pastorale. Il nostro pastore ci chiama a farlo: cominciamo allora nelle nostre parrocchie a cercare di mettere da parte le nostre abitudini ed iniziamo ad aprirci a nuove prospettive. De Rossi Riccardo In alto il vescovo prega davanti al santuario della Beata Vergine delle Grazie a Robegano. A fianco, l’assemblea conclusiva. Nella pagina a fianco e in quella precedente, il vescovo in alcuni momenti della celebrazione delle S. Messe a Robegano, il 26 aprile e a Salzano il 28. Un ringraziamento particolare S ento nel cuore il desiderio di dire grazie al nostro Vescovo Gianfranco Agostino per la sua presenza in mezzo a noi durante la visita pastorale, per le sue parole semplici e concrete ma impregnate di speranza e di fede. Grazie anche alle nostre comunità di Salzano e Robegano, che si sono affiancate per iniziare a camminare insieme sulla strada della collaborazione pastorale. Sono due comunità diverse tra loro, questo è innegabile. Diversa la storia, ricche ma diverse le loro tradizioni, diversi i gruppi e diverse alcune scelte... Eppure negli incontri e nelle celebrazioni svoltesi nell’una e nell’altra comunità, durante la visita pastorale, ciò che si è percepito forte e chiaro è stata la presenza di un Unico Maestro! Ed è stato bello sentirsi uniti da questo comune denominatore. E’ forse proprio da qui, da questa consapevolezza che deve partire il nostro cammino di condivisione e collaborazione pastorale: lo sguardo fisso sull’Unico Maestro ci permetterà di fare strada insieme, e ci ritroveremo a scoprire che quelle diversità che ci sembrano degli ostacoli insormontabili possono davvero tramutarsi in ricchezza per tutti. don Paolo LE PAROLE DI MONS. GARDIN • Siamo una chiesa che si interroga con coraggio per capire che cosa ci chiede il Signore, una chiesa che si propone di camminare con coraggio sulle strade del Vangelo • E’ bello cominciare qui la visita pastorale, con l’intercessione di Pio X, perché se c’è un aggettivo che caratterizza la sua vita è che è stato un papa “pastore”, che si è preso cura del suo gregge • La Visita è un accoglierci per aiutarci l’un l’altro e incoraggiarci, perché essere cristiani è una vocazione grande ed esigente • Ci sono molte diversità tra noi e diversi sono i doni ma c’è qualcosa che ci unisce e ci fa convergere, in particolare nell’eucaristia domenicale • Viviamo nella verità e nella carità le nostre diversità • Nella Collaborazione mettiamo insieme le nostre fatiche e povertà oltre alle nostre risorse • Partendo da un sogno di chiesa vogliamo lavorare insieme per crescere verso Cristo • Dobbiamo evangelizzarci gli uni gli altri condividendo il cammino di fede • La famiglia è centrale. Se dovessimo azzerare tutto ripartirei dalle giovani coppie e dalla dimensione coniugale • Le famiglie “irregolari” devono trovare una comunità cristiana schietta nel dire il progetto di Dio sulla famiglia, ma devono anche sentirsi affiancate e accolte, perché non sono fuori dalla comunione cristiana • Dico ai giovani: “Il Signore ama la tua vera felicità, fidati di lui” • Il Consiglio pastorale rappresenta lo stile di una Chiesa che è comunione e corresponsabilità • Dobbiamo accettare le sfide che vengono dal nostro tempo • Il cristiano è prima di tutto una persona in ascolto, in ascolto del Vangelo e dell’esperienza umana • La parrocchia è una casa dalla porta aperta, deve favorire unità e comunione, è la sua specialità • La carità è una dimensione necessaria della comunità cristiana, chiama in causa l’identità stessa della Chiesa • Formare alla carità significa formare alla fede • Dobbiamo favorire le dimensioni della carità e della giustizia: il mondo non può continuare ad essere una grande ingiustizia collettiva • Dobbiamo gettare le reti nella società secolarizzata, seminare senza la pretesa di raccogliere • Abbiamo cura dell’ordinarietà della vita parrocchiale (liturgia, catechesi, celebrazione dei sacramenti, formazione delle persone), perché non sono gli eventi eccezionali che possono convertire, ma la vita di ogni giorno • Gruppi e associazioni non possono minare la centralità della parrocchia, bisogna creare armonia • Che cosa è essenziale per le nostre comunità, a cosa non rinunceremmo? La Collaborazione è occasione propizia per chiedercelo, per capire cosa privilegiare • La meta ultima è che le persone incontrino Gesù, non la parrocchia • Dobbiamo fa innamorare le persone della bellezza di incontrare il Signore Comunità Nostra 5 In ascolto della realtà del lavoro e dell’impresa Il Vescovo, durante la visita pastorale, ha incontrato imprenditori, rappresentanti sindacali e delle associazioni di categoria, sindaci, per conoscere la realtà economica del vicariato di Noale. In tutto il Miranese in cinque anni hanno chiuso 1635 imprese. “S ono venuto qui per ascoltare”, con queste parole semplici e insieme preziose, perché il dono dell’ascolto è sempre più raro, il Vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin ha aperto a Noale, nell’ambito della visita pastorale nel Vicariato, l’incontro con i rappresentanti del mondo del lavoro. La riunione è stata organizzata dai parroci del vicariato, con l’obiettivo di offrire un resoconto sintetico e al contempo a più voci della situazione socio-economica del territorio. Per questo hanno scelto una formula innovativa, invitando all’incontro, per la prima volta insieme, i rappresentanti delle Amministrazioni locali, dei Sindacati, di Confindustria, delle Acli e delle Associazioni di Categoria dei Comuni di Noale, Salzano, Santa Maria di Sala e Scorzé, facendo moderare i loro interventi dal giornalista Enrico Scotton. Il numero ristretto dei partecipanti, una quarantina circa, il clima di ascolto ispirato dal Vescovo e la gestione del dibattito hanno consentito di delineare in concreto lo scenario del territorio. Il compito di tracciare un iniziale quadro generale è spettato ad Alberto Baban, presidente Piccola Media Industria di Confindustria Veneto; a Michele Zanocco, segretario regionale Fim-Cisl Veneto e al sottoscritto, in rappresentanza delle Acli del Miranese. Ne è emerso uno scenario della attuale congiuntura economica con molte ombre, ma anche alcune luci. Nel Veneto non c’è solo la crisi, ha sottolineato Baban, ci sono anche 2500 aziende di grande successo. Nel mondo il bisogno di produrre non si è fermato, ma occorre intercettare i nuovi flussi di crescita e di sviluppo che si muovono in un mercato globale, e per farlo è necessario che anche le piccole imprese si aprano a modelli aziendali più complessi. Per il sindacato, Zanocco ha invece sottolineato come in un anno a livello regionale si siano persi 26.000 posti di lavoro, e altri 40.000 siano a rischio. Occorre allora, oltre alle azioni concrete di solidarietà a tutela dei lavoratori, ripensare il modello di sviluppo, ripartendo da azioni di promozione del territorio nella sua complessità. Tema su cui da anni lavorano concretamente anche le Acli locali, che da parte loro hanno focalizzato l’attenzione sulla realtà vicariale, dove Santa Maria di Sala si conferma primo polo industriale della Provincia di Venezia; Provincia che è ai primi posti anche i suoi Comuni per reddito pro capite, ma dove non si sfugge alla crisi. Nel Comprensorio del Miranese, in cinque anni, su 8.717 imprese, 1.635 hanno chiuso. Sempre nello stesso periodo la ricchezza media è scesa di un quarto. In questo contesto il Vescovo ha ricordato che la Diocesi è intervenuta concretamente in alcune forme di aiuto a persone e famiglie in difficoltà attraverso la Caritas, e con il progetto Penelope a sostegno degli imprenditori, ma occorre ripartire dall’educazione per costruire una società più giusta, ispirata alla solidarietà, per difendere la dignità della persona in tutto l’arco della sua vita. Paolo Tonello, Acli Miranese 6 Comunità Nostra UN’ESTATE DA PROTAGONISTI! ECCO IL “GREST 2.0” L’inizio dei Gruppi estivi 2013 proposti dalla parrocchia sarà il 16 giugno, con la messa e la grande apertura in piazza Pio X D iventare protagonisti della propria vita. Con un rigo ho abbondantemente presentato il nuovo GrEst che si chiamerà “Ma che storia! – Il protagonista sei tu” e racconterà la vostra storia: la storia di ciascuno di noi. Nell’avventura che affronteremo quest’estate incontreremo dei RovinaStorie ossia dei mostriciattoli in grado di entrare dentro la nostra vita e cambiare la nostra storia, presente e futura. In quattro settimane cercheremo di sconfiggere questi terribili esseri - di cui il più cattivo si chiama Groviglio - e per far ciò diventeremo CreaStorie in grado di salvare tutte le storie, compresa la nostra. Ma badate bene, questo compito non terminerà il 12 luglio con la serata finale, ma sarà un impegno costante di cui tutti, grandi e piccoli, dovremo essere fedeli. Nell’arco del GrEst impareremo 12 parole che ci aiuteranno a sconfiggere in ogni momento, in ogni età della nostra vita, tutti i RovinaStorie che ci capiterà di incontrare. Fede, Rispetto, Responsabilità, Senso Critico, Incontro, Riconoscenza, Bontà, Consapevolezza, Condivisione, Verità, Attesa e Passione diventeranno i pilastri di una vita vera, forte. Attraverso queste parole ognuno po- trà diventare protagonista della propria vita e, mettendo al centro del proprio cuore Gesù, seguire così la propria Stella di cui tanto abbiamo parlato lo scorso anno. Potremmo considerare il GrEst di quest’anno un “GrEst 2.0”, ovvero al passo con i tempi. Difatti, per trasmettere il messaggio ci aiuteranno molti contenuti multimediali e interattivi. La novità principale, in parte sperimentata lo scorso anno, saranno le scenette che verranno interamente sostituite dalle video-storie in cartoni animati che saranno proiettate durante i pomeriggi. Insieme alle originali danze quest’anno ci sarà una canzone d’occasione che diventerà la colonna sonora dell’estate, ossia il brano “La Leggenda” dei The Sun. Da quest’anno potrete cliccare “mi piace” nella pagina Facebook “GrEst Salzano” per visualizzare in tempo reale tutte le news; inoltre è possibile accedere gratuitamente al nuovo canale YouTube “GrEst Salzano” dove saranno caricati i passi delle danze che balleremo sul nuovo palco… sì, avremo un nuovissimo palco! Purtroppo a causa di problemi di amministrazione interna, il sito web della parrocchia non è al momento disponibile in versione ufficiale però, in attesa del nuovo sito, ci siamo attivati per inserire comunque il materiale necessario per il GrEst che potrete visualizzare nell’indirizzo www.parrocchiasalzano.org. Oltre alla serata di metà GrEst del 28 giugno, e alla serata finale del 12 luglio quest’anno ci sarà una nuova serata programmata per giovedì 4 luglio nella quale i ruoli animatori-animati si invertiranno… sarà una nuova sorpresa! Come preannunciato lo scorso anno è arrivato il momento di salutare il tradizionale raduno diocesano di Dosson per lasciare spazio alla nuova festa dei GrEst intervicariale che si svolgerà presso il Circolo Cà della Nave di Martellago con la presenza del nostro vescovo Gianfranco Agostino. Il GrEst quest’anno è reso possibile anche grazie al contributo del ricco sussidio “Ma Che Storia! – Il protagonista sei tu” di Elledici e AnimaGiovane su concessione del Mibac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali e seguirà tre temi: educativo, biblico e teologico. Appuntamento domenica 16 giugno alle 9.30 con la Messa e a seguire la grande apertura in piazza Pio X. Buon GrEst a tutti! Jacopo Masiero Comunità Nostra 7 I poveri della porta accanto Sempre più persone e famiglie del nostro paese si rivolgono ai Servizi sociali comunali e alla Caritas, per essere aiutati nel loro percorso di vita reso fragile dalla perdita del lavoro o da altre situazioni di difficoltà. E la parrocchia cerca di far fronte a queste emergenze anche grazie al Centro di ascolto. O gni giorno che passa siamo tutti un po’ più poveri. Indistintamente. Un problema trascurabile per chi parte da solide basi, drammatico per quanti – e sono tanti – già prima che cominciasse questo periodo nerissimo faticavano anche solo a mettere assieme il pranzo con la cena. Forse non ce ne accorgiamo perché tanti vivono questa loro nuova condizione con pudore o perché semplicemente oggi non vediamo neppure chi abita alla porta accanto. Eppure i dati, anche a Salzano, non lasciano dubbi. Nel 2010 circa 500 cittadini si sono rivolti al servizio della politiche sociali del Comune per avere un supporto, lo scorso anno sono stati 827 ma a cavallo del 2011 si è superata la soglia dei mille contatti. Se aggiungiamo chi non ha il coraggio di chiedere aiuto o chi cerca sostegno altrove è facile dire che almeno una persona su dieci a Salzano vive questa difficile condizione. Spiegano in Comune che sono soprattutto gli anziani ad avere problemi, ma solo il 50% degli interventi riguarda questioni sanitarie o di autosufficienza. L’altra metà, ed in questo caso c’è una preponderanza di persone nella fascia d’età fra i 36 ed i 50 anni, non ha quanto basta per comprare il cibo per sé e per la propria famiglia, per pagare l’affitto, le bollette. “Il nostro obiettivo – dicono sempre in Comune – è perseguire il benessere psicofisico di ogni persona, il mantenimento nel proprio ambiente di vita sociale e culturale, prevenendo situazioni di emarginazione, disagio, abbandono. Ed è fondamentale lavorare 8 Comunità Nostra in un’ottica di integrazione dei diversi servizi.” Non è diversa la visione che si ha alla Caritas parrocchiale che ogni lunedì dalle 17 alle 19 apre le sue porte per raccogliere richieste, appelli o anche solo per ascoltare qualche pesante sfogo e dare preziose indicazioni. Alla Caritas si rivolgono anziani ma anche cinquantenni che si ritrovano senza lavoro e senza prospettive, ma soprattutto extracomunitari che non hanno alcun supporto o alcuna rete sul territorio cui appoggiarsi. Sono quelli che qualcuno definisce ormai da tempo gli ‘ultimi’, ma è un campione variegato, fatto di famiglie, di bimbi piccoli. Gli operatori li aiutano materialmente con la borsa della spesa, con il latte, i pannoloni, con qualche bolletta o sca- denza, ma cercano anche di aiutarli nel loro percorso di inserimento lavorando in stretto contatto con la Caritas diocesana ma anche con il Comune e la Croce rossa. Ci sarebbero mille altre possibilità per aiutare gli ‘ultimi’, quelli vecchi e quelli nuovi, ma continuiamo ancora a mantenere stili di vita troppo spreconi. Serve più sensibilità, più attenzione, servono altre persone o istituzioni pronte a mettersi in gioco. Per intanto in Parrocchia la giornata della Carità che in passato si celebrava una volta l’anno ora ha cadenza mensile. Nella convinzione che questa comunità, da sempre attenta alla solidarietà, pur nella generale situazione di difficoltà non girerà la testa dall’altra parte. C.P. Caritas I numeri della povertà Nasce a Salzano la Giornata mensile della carità S ono 1.389 le persone che si sono rivolte al Centro di ascolto diocesano nel 2012 (309 in più rispetto al 2011) e molte altre nei numerosi Centri della diocesi, con un aumento di utenti anziani e persone in età matura, padri separati e madri sole. In testa alle problematiche il reddito insufficiente o inesistente (41,1%) e la mancanza di lavoro (32,2%), seguiti dalla precarietà abitativa (11,8%). Emerge però anche un impegno serio da parte di volontari, parrocchie, gruppi, istituzioni, imprese, professionisti, servizi pubblici, per “Essere con” questa umanità ferita. “E’ una umanità che non ha bisogno semplicemente di cose, ma di cuori capaci di amare e di mettersi in relazione, di condividere” sottolinea il direttore della Caritas, don Davide Schiavon. I dati, raccolti ed elaborati dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse, sono stati presentati all’assemblea diocesana della Caritas con un opuscolo dal titolo significativo: “Solidarietà nell’ascolto”. Una fotografia in cui emergono le cri- ticità del territorio, con un aumento delle sacche di povertà, ma anche le risorse, a partire da una rete sempre più fitta di centri di ascolto e di distribuzione, insieme alle progettualità che, proprio negli anni di crisi sono state avviate a livello diocesano, come il Progetto Penelope per imprenditori in difficoltà, il progetto di microcredito “Il granello di senape” e il fondo di solidarietà per famiglie e persone che hanno perso il lavoro “Cinque pani e due pesci”. Iniziative e progetti che non mancano anche a livello locale: è di questi giorni la proposta della “Giornata della carità” mensile, ogni terza domenica del mese, che viene avviata nella nostra parrocchia. Saranno raccolti generi alimentari non deperibili e per l’igiene personale e della casa che poi saranno distribuiti dal nostro Centro di ascolto. Per promuovere una vicinanza alle famiglie in difficoltà e una maggiore giustizia sociale, attivando le grandi risorse di solidarietà di cui la nostra comunità è sempre stata ricca. A.C. Comunità Nostra 9 Perché restaurare la canonica? L a missione della Chiesa è rivolta all’umanità, travalicando i tempi e attivando, di fatto, una correlazione tra generazioni “Quello che voi siete noi abbiamo contribuito a farvi essere e quello che noi siamo voi avete aiutato a farci essere” (Aldo Moro, 1977). La parrocchia ha una responsabilità anche riguardo ai “luoghi” dove le persone s’incontrano, “luoghi” dove vivere il bello perché l’animo umano si nutre anche di ciò che lo circonda e perché questi “luoghi” sono la testimonianza visibile del passato che si tramanda al futuro in un patto di corresponsabilità tra generazioni. A Salzano, uno dei luoghi più importanti è certo la piazza del paese dove, girando lo sguardo, si può notare lo scorrere dei tempi e della storia. Di questo “percorso storico tangibile” è parte integrante la canonica. Canonica che oggi è gravemente compromessa e con essa una parte di storia della nostra comunità. Sono urgenti dei consolidamenti statici, il tetto deve essere completamente rivisto, l’umidità sta ormai danneggiando in modo vistoso tutti i muri, sono presenti barriere architettoniche importanti, gli intonaci stanno cadendo, gli impianti sono fortemente inadeguati. Negli ultimi anni si è ipotizzata una diversa abitazione per i sacerdoti, dismettendo quindi questo edificio, sono state formulate diverse soluzioni e valutato offerte, ma tutti i percorsi si sono alla fine rivelati sfavorevoli a tale scelta. Siamo perfettamente coscienti che questo momento storico non sia il migliore per chiedere alla comunità un impegno che sarà importante e avrà bisogno di alcuni anni per essere completato, tuttavia pensiamo che questa sia un’occasione importante per sentirsi uniti, per sentirsi comunità, com’è già successo in passato con la “casa della comunità”, con la chiesa e con il campanile, restauri che hanno contribuito in modo tangibile a creare un ambiente bello, accogliente dove potersi incontrare, dove “fare” comunità. Sarà un percorso non privo di fatiche e difficoltà ma pensiamo sia giusto affrontarlo, insieme, condividendo passo dopo passo le scelte e i modi non solo con il Consiglio Pastorale, con i gruppi e le associazioni, ma con tutta la comunità, perché questo edificio “parla” di comunità a noi oggi e alle future generazioni domani. Il Consiglio pastorale Affari economici 10 Comunità Nostra Villa Combi. L’importanza della sua conservazione Gli edifici storici sono patrimonio della comunità cui appartengono e possono continuare ad essere delle risorse importanti Sarà un percorso non privo di fatiche e difficoltà ma pensiamo sia giusto affrontarlo, insieme, condividendo passo dopo passo le scelte e i modi non solo con il Consiglio Pastorale, con i gruppi e le associazioni, ma con tutta la comunità, perché questo edificio “parla” di comunità a noi oggi e alle future generazioni domani. L e ville venete sono una componente fondamentale del patrimonio storico, artistico e culturale della nostra Regione e sono parte integrante del territorio e del paesaggio. L’intervento di costruzione di una villa comprendeva infatti, in quanto azienda agricola, anche l’organizzazione e la gestione delle campagne: il suo impianto aveva precisi legami con i corsi d’acqua, le strade e le attività circostanti. Luoghi di soggiorno, di rappresentanza e di svago furono punti di riferimento per l’economia, la società, la cultura ed il costume dell’intero territorio. Ancor oggi sono elementi caratterizzanti, riferimenti visivi e culturali importanti nei nostri Comuni, anche se ormai svuotate delle loro funzioni originarie e private del loro ruolo. Spesso sono state abbandonate, a volte demolite, in altri casi, più fortunati, sono state adattate per renderle funzionali a nuove destinazioni d’uso. Per fare in modo che questi edifici storici continuino ad essere delle risorse (quali erano in passato) e non diventino dei pesi per la società, è necessario rivitalizzarli e riutilizzarli, non certo riportandoli alla loro mansione originaria, ma dando loro una nuova funzione compatibile con i caratteri peculiari dell’edificio e legata alle esigenze della comunità. Nel nostro caso, Villa Combi ha sempre mantenuto la destinazione d’uso più semplice e compatibile con la sua struttura, ovvero quella di dimora: un tempo della famiglia Combi, oggi dei sacerdoti. La villa è giunta sino a noi abbastanza integra grazie alla costante presenza di persone al suo interno che l’hanno mantenuta viva e se ne sono prese cura operando le necessarie manutenzioni. Oggi nuove necessità sia distributive, che di adeguamento alle normative attuali, che legate al degrado ed al dissesto dell’edificio rendono necessario un intervento di restauro più consistente. Intervento volto anche a conservare i materiali e le tecniche costruttive che costituiscono elementi di pregio storico-architettonico dell’edificio, e che, proprio perché tali, vanno rispettati e, ove possibile, mantenuti. Sostituire elementi come i solai in legno, i pavimenti in terrazzo, gli intonaci a marmorino o a cocciopesto, i serramenti storici, significherebbe infatti cancellare definitivamente sistemi costruttivi oggi difficilmente riproducibili, e smarrire per sempre la conoscenza di tecniche, di materiali e di saperi artigianali che oggi stanno gradualmente scomparendo. Gli edifici storici sono patrimonio della comunità cui appartengono, in quanto capaci di testimoniare eventi, fatti, idee e tempi che non possono tornare, ma nei quali la comunità affonda le proprie radici ed origini. Per questo tutti noi dobbiamo in qualche modo contribuire alla loro sopravvivenza, perché attraverso la loro conservazione trasmettiamo ai posteri la testimonianza della nostra cultura. Elena Carraro Architetto specialista in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali Comunità Nostra 11 SOLIDI E SOLIDALI SI SONO ADDORMENTATI NEL SIGNORE Quando il catechismo dei ragazzi si allarga e raggiunge i genitori C ome ogni anno, al termine dell’anno catechistico arriva il tempo di fare bilanci, riflessioni e di stendere i propositi per gli anni venturi. Vogliamo qui rendere partecipe la nostra comunità di una nuova proposta che quest’anno è stata concretizzata con e per i genitori dei ragazzi del catechismo di I e II media. L’itinerario formativo è nato dalla constatazione, più volte fatta in diverse sedi, della complessità manifestata da genitori ed educatori di far fronte ad atteggiamenti, ragionamenti e comportamenti tipici dei preadolescenti i quali faticano a trovare tempi, modi, e soprattutto significati nella loro vita relazionale - affettiva. Nella fase progettuale, per diversi mesi, all’inizio del 2012, alcune coppie di genitori, assieme a don Francesco e con la collaborazione di una psicologa, hanno lavorato alla stesura di un percorso rivolto ai genitori che li potesse aiutare a confrontarsi, a leggere ed interpretare il groviglio delle relazioni che caratterizzano la coppia, la relazione tra genitori e figli, e tra i figli e i loro pari. Il tutto alla luce dei testi biblici che caratterizzano il percorso catechistico della I e della II media. Il tema L’educazione all’affettività inizia necessariamente in famiglia, ma travalica i confini domestici sia per esigenze legate all’età dei ragazzi, sia per la difficoltà dei genitori di far fronte ad un’educazione che li coinvolge prima di tutto in prima persona. Divenire «solidi» fa riferimento al percorso individuale di vita, alla scoperta della propria identità più profonda, mentre il divenire «solidali» ha a che vedere con l’essere in relazione in termini di comportamenti e valori che si vivono nel rapporto con l’altro. 12 Comunità Nostra Il percorso La proposta si sviluppa durante i due anni di catechismo, e quest’anno è stata concretizzata in sei incontri, tre per ogni anno. Per il primo anno (I Media), con lo slogan, «Divenire solidi» i tre incontri hanno avuto i seguenti temi: - Con Adamo ed Eva (Gn 2,8-25): Donna e Uomo, il dono della diversità - Con Abramo e Sara (Gn 15,1-6): Essere madre e padre, il dono della genitorialità - Con Abramo e Isacco (Gn 22, 1-14): Tempo di fare... chi sono i figli? Per il secondo anno (II Media), con lo slogan «Divenire solidali» i tre incontri sono stati i seguenti: - Con la Famiglia di Gesù (Mt 1,1-16): Posso dare solo quello che ho - Con la regola di Gesù (Mt 22,36-40): Il senso critico, questo sconosciuto - Con Gesù attraverso le tentazioni (Mt 4,1-11): Modelli culturali e famiglia, una conciliazione doverosa. Per la maggior parte degli incontri c’è stata la testimonianza di relatori che sono di volta in volta intervenuti per «lanciare» i vari temi, seguita da una fase di scambio e confronto tra i genitori, aiutati da animatori. Ogni incontro è terminato con uno scambio e condivisione tra i partecipanti sul tema proposto. A conclusione di ogni incontro si è celebrata tutti assieme la S. Messa. Noi dell’équipe di supporto agli incontri vogliamo ringraziare i genitori per la loro partecipazione e l’attivo coinvolgimento. Siamo convinti che questa proposta sia importante e utile per una maggiore conoscenza e coscienza dei genitori nei confronti di temi che caratterizzano fortemente gli anni della prima adolescenza. L’équipe 13. Fornaroli Elvira ved. Callegaro di anni 91 14. Busatto Agnese ved. Venturini di anni 66 15. Carraro Maria ved. Garbin di anni 83 16. Schiavinato Onelia in Stevanato di anni 66 17. Vecchiato Vilma ved. Montagutti di anni 76 18. Vallotto Pierina ved. Boato di anni 95 19. Baggio Luciano di anni 65 20. Baiano Anna Luciana di anni 74 21. Saccon Adorina ved. Zamengo di anni 93 22. Benvegnù Orazio di anni 95 23. Maggiolo Angela ved. Biesso di anni 78 24. Ceccato Marino di anni 52 25. Masiero Bruna ved. Negrato di anni 84 26. Stevanato Sergio di anni 70 I NUOVI FIGLI DI DIO 06. Di Filippa Giuseppe Miki di Ernesto e di Chinellato Sara 07. Bettiolo Mattia di Enrico e di Bertan Barbara 08. Pignaffo Vittoria Maria di Lorenzo e di Ambrosi Cristina 09. Zuffi Gabriel di Cristiano e di Baiocchi Elisa 10. Billiato Alice di Enrico e di Bolgan Irene 11. Pezzato Rachele di Ettore e di Pedone Patrizia 12.Italiano Leonardo di Sandro e di Falasco Silvia 13. Bottaro Jacopo di Fabio e di Salviato Giada 14. Bessega Giulia di Nicola e di Penzo Monica 15.Giuriati Gioia di Stefano e di Gambaro Elena 16. Bolgan Michelle di Paolo e di Di Fortunato Rossella 17. Veronese Nora di Andrea e di Centenaro Valentina 18. Berti Katia Adelia di Berti Susana 19. Pizzitola Cristian di Giovambattista e Cataraga Lilia LE NUOVE FAMIGLIE 01. Barato Lorenzo e Sarli Valentina 02. Sbrogiò Diego e Chinellato Monica 03. Negrato Andrea e Gazzola Alessandra UN SACRAMENTO DA GUSTARE NEL TEMPO Q uando un figlio riceve un Sacramento, la S. Cresima nel nostro caso, ci viene data l’occasione di rivivere da adulti le esperienze che ci sono state proposte da giovani e di interrogarci sulla nostra Fede, su quale esempio diamo ai nostri ragazzi e quanto coerenti ci dimostriamo con le nostre azioni. Dare significato alle cose, alle parole, ai gesti; essere, esserci e mettersi in gioco; proporre modelli talvolta scomodi (cellulare sì, cellulare no?) e al contempo accogliere con comprensione; avere autorevolezza senza essere autoritari: queste sono le sfide che quotidianamente ci troviamo ad affrontare con i nostri figli, tanto più ora che stanno vivendo “l’età di mezzo” dell’adolescenza. Utile e confortante, quindi, è avere avuto la possibilità di incontrarci e confrontarci con altri genitori nel percorso da titolo “Solidi e solidali”, grazie alla disponibilità di altre coppie della Parrocchia e all’aiuto e alla competenza di alcuni esperti. Potremmo aggiungere che sarebbe stato bello che anche i ragazzi avessero discusso degli stessi temi in modo da poter avere l’occasione di ascoltare la loro opinione dopo averne parlato tra coetanei. In questi mesi, quello che abbiamo percepito in famiglia è che la Cresima è stata attesa con interesse ma senza troppa necessità di parlarne. Abbia- mo usato il verbo percepire poiché, come ben sappiamo, all’età di 13-14 anni si comincia a tenere per sé molti pensieri e non sempre risulta facile farsi raccontare di cosa parlano al Catechismo o di come stanno costruendo la propria Fede. A volte i ragazzi sembrano “distratti” e portati alle scelte dall’inerzia del percorso catechistico, altre volte esprimono il desiderio di sentirsi protagonisti, cercano un’esplicita richiesta – vuoi ricevere la Cresima? – a cui rispondere in modo chiaro e diretto. Abbiamo notato che è vivo il desiderio di conoscere meglio Gesù mentre c’è più difficoltà a rapportarsi con lo Spirito Santo, ad identificarlo con la concretezza dell’Amore; la Cresima è stata quindi desiderata (speriamo non solo per i regali!) ma probabilmente verrà gustata nel tempo con una maggiore maturità. I dubbi e le domande che si pongono i nostri figli sono gli stessi che ci siamo posti anche noi genitori alla loro età, ma in un mondo in cui il virtuale sembra prevalere sul reale, le nostre risposte devono essere sempre più concrete e vere: la nostra e la loro “amicizia”, i nostri e i loro “mi piace” non possono diventare quelli dei social network. Il dialogo deve essere approfondito e significativo, non ridursi ad una sorta di tweet sbrigativo. Monica e Roberto un messaggio dal nostro vescovo ai cresimandi I cresimati e l’arcobaleno di Dio Una lettera speciale, con un mittente altrettanto speciale: il Vescovo! Qualche settimana dopo la Cresima, i ragazzi e le ragazze di Salzano hanno ricevuto un Messaggio di mons. Gianfranco Agostino Gardin, che ha voluto salutarli, visto che non ha potuto amministrare loro personalmente la Cresima lo scorso…. Il suo Delegato è stato, infatti, mons. Paolo Carnio, rettore del Seminario “La Cresima abita in cielo, presso Dio, che vi ha fatto questo dono – scrive il Vescovo -. Ma la Cresima abita anche nel cuore di ciascuno di voi, abita sulla terra della vostra vita. E voi sapete che il segno che unisce cielo e terra è l’arcobaleno. E, forse, sapete che l’arcobaleno è fatto di sette colori, detti colori fondamentali. E i doni dello Spirito Santo non sono proprio sette? Sono i doni fondamentali per la vita ceh vi impegna alle prime scelte, a decisioni quotidiane, a piccole e grandi responsabilità. Non distogliete lo sguardo dall’arcobaleno di Dio: vi aiuterà a pensare all’arcobaleno di Grazia che vi è stato donato con la Cresima. Io prego per voi e conto su di voi: siete le pietre vive necessarie a costruire una chiesa diocesana bella, accogliente, con la porta spalancata ad accogliere tutti coloro che vi si affacciano. Vi benedico con tutto il cuore insieme con le vostre famiglie, le catechiste, gli educatori Acr, i capi scout, i sacerdoti che vi sono accanto”. 4 mag gio 2013 Comunità Nostra 13 7 m ag gio 2013 Vivere la Comunità accanto ai bambini della Prima Comunione La testimonianza delle catechiste e di una coppia di genitori S iamo sette catechiste e quest’anno ci siamo trovate a vivere un tratto di cammino speciale accanto ai bambini di quarta elementare della nostra comunità: la Prima Comunione. Se Gesù ci indica che la vita è un dono, questo è proprio quello di cui abbiamo fatto esperienza in questo tempo; non è stato tanto quello che noi abbiamo donato, o creduto di donare, quanto invece quello che abbiamo ricevuto: dal sorriso dei bambini, dalle loro domande, dalla loro allegria, dalla loro gioia! Bello è stato anche condividere questo tempo insieme ai genitori sia nelle domeniche di catechesi, preparate a volte con un po’ di tremore, sia negli incontri, nei piccoli dialoghi nati spontaneamente tra di noi. Che dire ancora? Cristo vive! Sì, vive veramente nella vita di ognuno di noi, piccolo grande dono nella nostra comunità. Una catechista M artedì 7 maggio il grande giorno: la Prima Comunione di nostro figlio. Questo momento è stato atteso da molto tempo con gioia, emozione ma anche con grande naturalezza, da quando fin da piccolo ha partecipato con noi alla messa e ha iniziato a conoscere Gesù, ad amarlo e a considerarlo un amico, il più grande e fidato che ci possa essere. Come genitori abbiamo cercato di preparare nostro figlio all’incontro con Gesù spiegandogli che Gesù si è fatto pane e vino per noi, per tutti gli uomini e che in questo dono che Egli ci fa c’è tutta la sua vita. Abbiamo cercato di spiegargli che accettare l’invito alla cena di Gesù significa essergli amici e che Gesù ci dona se stesso per darci la forza di vivere come Lui e per farci seguire il suo esempio di pace e amore. Per questo importante momento abbiamo organizzato una grande festa con parenti e amici per condividere con loro la nostra gioia. Vogliamo ringraziare i sacerdoti e le catechiste per la disponibilità e l’aiuto offerto ai “nostri” figli per prepararli a questo incontro. Due genitori 14 Comunità Nostra Nasce la rete vicariale delle scuole d’infanzia U n’occasione per conoscersi, confrontarsi e cominciare a fare rete. Lunedì 8 aprile si è tenuto a Salzano il primo incontro dei Comitati di gestione delle scuole paritarie dell’infanzia del Vicariato di Noale. Per i rappresentanti delle 12 scuole presenti (Salzano, Robegano, Noale, Moniego, Cappelletta, Briana, Santa Maria di Sala, Stigliano, Veternigo, Scorzè, Rio S. Martino, Peseggia) è stata un’opportunità di condivisione e di dibattito per riflettere sul ruolo che assume oggi il Comitato di gestione. L’attualità dell’incontro, anche alla luce delle indicazioni sul “Protocollo di rete” sollecitato dalla Federazione italiana delle scuole materne, è stata dettata dalle difficili sfide che quotidianamente le scuole affrontano (a cominciare da quelle di bilancio) e dalle trasformazioni del contesto in cui ope- rano. Le Scuole dell’infanzia radicate nelle comunità condividono con le famiglie e con le parrocchie la missione di educare i bambini secondo una visione cristiana della vita. Presentano problemi, esigenze e progetti comuni. Ed ora ritengono importante mettere in rete le rispettive risorse e potenzialità per migliorare la gestione, la proposta formativa e la propria presenza sul territorio. Un membro del Comitato di Gestione Più scuola per tutti! Il triste referendum di Bologna, sbagliato nei modi e nella sostanza A Bologna domenica 26 maggio si è svolto, nonostante gli appelli al buon senso, il referendum consultivo sui fondi comunali per gli asili paritari. Hanno vinto i promotori che chiedevano di destinare quelle risorse, circa un milione di euro ogni anno, solo alla scuola statale. Il voto ha infiammato per mesi la città richiamando testimonial e prese di posizione a livello nazionale, minacciando la tenuta della maggioranza di centrosinistra che guida la città e facendo registrare una bassissima affluenza (28,7%). Non era richiesto alcun quorum e ai seggi si è presentato meno di un bolognese su tre. Il sistema scolastico bolognese è da 18 anni incardinato sul principio della complementarietà e della sussidiarietà, in una parola nella felice coesistenza di scuola pubblica (comunale e statale) e di scuola privata paritaria (in gran parte cattolica). Secondo la legge Berlinguer del 2000, le scuole private sono considerate paritarie rispettando le regole definite dallo Stato, gli standard di qualità e le relative verifiche. Il Comune di Bologna attraverso una convenzione con le scuole paritarie consente una scelta in più rispetto alla scuola comunale e statale che non riesce ad accogliere tutti i bimbi. Il milione di euro non rappresenta il costo della scuola paritaria privata convenzionata, ma un contributo. Ventisette scuole in convenzione danno posto ad oltre 1.700 bambini su quasi 9.000. Per fare un raffronto, esclu- sa la costruzione degli edifici (cifra che sarebbe già di per sé altissima), sarebbero necessari 12 milioni di euro l’anno per il funzionamento di un numero di scuole necessarie ad accogliere lo stesso numero di bambini. Il Comune di Bologna, infatti, non ha alcuna intenzione di eliminare la convenzione con le scuole paritarie, nemmeno dopo questo ideologico e triste referendum. In Italia le scuole paritarie accolgono 1 milione di studenti (il 15% della popolazione scolastica italiana); rappresentano un polmone di libertà, di qualità, di socialità. Nel caso delle scuole dell’infanzia, profondamente radicate nelle comunità e nel territorio, spesso suppliscono alla mancanza di scuole statali o comunali. In Veneto (dati 2011) ci sono 1.183 scuole dell’infanzia, il 68% sono parificate e il 32% statali. Nel 45% dei comuni veneti esiste solo la scuola paritaria. A livello nazionale le scuole paritarie fanno risparmiare oltre 6 miliardi di euro l’anno alle finanze pubbliche; uno studente della paritaria costa allo Stato meno di 1.000 euro l’anno a fronte di 6.800 euro l’anno che lo Stato spende per lo studente della statale. È una battaglia di giustizia, di equità, di libertà, di verità e quindi di democrazia. L’episodio, che ci si augura rimanga nella sua dimensione locale, dovrebbe far riflettere sull’indispensabile servizio educativo, sociale e di interesse pubblico erogato dalle scuole paritarie, aperto a tutte le famiglie di qualunque condizione e realizzato senza fini di lucro. Comunità Nostra 15 APPUNTAMENTI ESTIVI NELLA NOSTRA PARROCCHIA GR.EST. Scout Agesci Azione cattolica Dal 16 giugno al 12 luglio. Domenica 16 S. Messa di apertura, ore 9.30 Il campo estivo dei 2 Branchi (Lupetti e Lupette 8-12 anni) si svolgerà dal 4 al 10 agosto a Santa Giustina (BL) Campiscuola promossi dall’AC Le serate 28 giugno Festa di metà grest 4 luglio Giochi per animatori 12 luglio Serata finale Altre proposte Bibbia e Spiritualità – S. Giovanni di Spello (Perugia) dal 18 al 25 agosto Il campo estivo dei 2 Reparti (Esploratori e Guide 13-16) si svolgerà dal 6 al 17 agosto a Cesiomaggiore- BL Campo mobile di Noviziato (Rover e Scolte anni 17) dal 4 al 11 agosto dal lago di Caldonazzo fino in laguna a Venezia Campo mobile di Clan (Rover e Scolte anni 18-21) dal 10 al 16 agosto Dalla Terza elem. alla Seconda media: campo parrocchiale dall’11 al 17 agosto a Lundo (TN) Terza media: campo vicariale dall’11 al 18 agosto a Santa Giustina Bellunese (BL) Prima superiore: campo vicariale dall’11 al 18 agosto a Schilpario (BG) Seconda e Terza superiore: campo di sevizio dal 24 al 28 luglio comunità miss. di Villaregia (RO) Terza e Quarta superiore: campo di servizio dal 29 luglio al 03 agosto al Sermig di Torino Animatori: campo base formativo dal 27 luglio al 03 ag. a Caviola (BL) GIUBILEI matrimoniali D omenica 2 giugno ben 42 coppie hanno voluto celebrare i giubilei del loro matrimonio (in particolare di 50 e di 25 anni) as- 25˚ di matrimonio 16 Comunità Nostra sieme a vari familiari e alla comunità: è stato un bel momento per ringraziare il Signore per il cammino percorso insieme e per rinnovare il loro impegno, 50˚ e piú di matrimonio guardando fiduciosamente in avanti. A tutti grazie per la testimonianza del vostro volervi bene e per la vostra presenza fra di noi! La relazione umana come narrazione di storie Le comunità capi scouts di Salzano e Robegano, nello stile di condivisione e fraternità proprie del movimento, hanno realizzato, insieme al Masci robeganese, un incontro di riflessione e approfondimento su tematiche educative, inserendosi, così in modo fattivo nel percorso di collaborazione pastorale ...la relazione con gli altri permette di riconoscere se stessi, di mettere a fuoco la propria identità differenziandosi dall’altro; perché, inoltre, l’incontro con il prossimo permette un arricchimento e uno sviluppo della persona. I gruppi scout di Salzano e Robegano, nel corso di quest’anno, si sono più volte incontrati per confrontarsi e condividere i reciproci percorsi e progetti, iniziando il cammino di quell’intesa che porterà alla costruzione dell’unità pastorale tra queste due comunità. Culmine di questo dialogo è stata l’organizzazione di un incontro aperto a tutte le figure educative, genitori compresi, sul complesso tema delle relazioni umane. Per tale occasione, vissuta lo scorso 20 aprile, gli organizzatori si sono avvalsi dell’esperienza di Alberto Fantuzzo, capo scout veneziano e presidente nazionale emerito dello scautismo cattolico italiano. Tra messinscene e momenti interattivi con il pubblico, i partecipanti guidati dal relatore hanno cercato di mettere a fuoco le sfide che il nostro tempo pone agli individui nei rapporti con il prossimo. Il ragionamento svolto parte dalla constatazione che l’uomo è homo politicus: ossia, la relazione è caratteristica intrinseca all’essere umano, egli si sente continuamente spinto verso il rapporto con gli altri. Più degli altri, il cristiano, il quale è invitato a condividere la gioia della Resurrezione, consapevole che la dimensione soltanto individuale del proprio rapporto con Dio non gli può essere sufficiente. Questo avviene perché la relazione con gli altri permette di riconoscere se stessi, di mettere a fuoco la propria identità differenziandosi dall’altro; perché, inoltre, l’incontro con il prossimo permette un arricchimento e uno sviluppo della persona. La costruzione di legami profondi passa per il racconto della propria storia e l’ascolto della storia degli altri: ogni persona desidera trasmettere il racconto del proprio vissuto, ed è proprio nella trasmissione che questo racconto – formatosi nel tempo – acquista un senso e una ragione di esistere. Pertanto, ciò che ostacola la costruzione di relazione profonde e legami autentici - tale è stata la conclusione - è tutto ciò che rende complesso comunicare il racconto della propria storia o impedisce il fermarsi ad ascoltare storie altrui. Questo scambio non è affatto facile, in effetti: innanzitutto, perché richiede a ciascuno di rapportarsi con la complessità, propria e altrui, senza accontentarsi di etichette o cliché; in secondo luogo perché, proprio a causa di quella complessità, è impossibile individuare uno standard di comportamenti, un regolamento preconfezionato da seguire nel proprio approccio con il prossimo: ogni individuo ha differenti caratteristiche e sensibilità. Uniche ricette generalmente valide, che il relatore ha individuato al termine, sono costituite dal tempo, che non manca mai: deve solo essere meglio impiegato; dalle parole, il cui significato e il cui significante devono essere riscoperti; dalle carezze, piccole attenzioni di cui tutti necessitano quotidianamente. Giovanni Pigozzo Comunità Nostra 17 finestre sulla fede D a secoli la chiesa vive la sfida di proporre la fede in Cristo Gesù con dei linguaggi che possano essere significativi per l’uomo. E grazie a questo incontro tra cultura, modi pensare, e fede, si sono aperte interessanti finestre di dialogo dai sorprendenti risultati. Vorremo, nelle recensioni che seguiranno, guardare attraverso queste finestre. consigli di lettura a cura di don Francesco Filiputti Jorge Bergoglio PAPA FRANCESCO Il nuovo papa si racconta Salani editore, 2013 Per adulti e giovanI Libro intervista con il Card. Jorge Mario Bergoglio, attuale vescovo di Roma e 266° papa della chiesa cattolica, con il nome di Francesco. Papa Francesco, con parole semplici e al tempo stesso schiette, consegna il suo pensiero come successore degli apostoli nella chiesa argentina di Buenos Aires. Manifesta al tempo stesso sensibilità comuni alla chiesa latinoamericana dentro la quale è cresciuto, chiesa che ha accompagnato e maturato la sua fede, una fede che sa toccare i punti nodali della vita. Una fede la sua che sa trasmettere sia la speranza ma anche la gioia della scelta cristiana. Il suo dirsi in questa intervista rivela al tempo stesso aspetti caratteristici della cultura e della religiosità argentine, ma al tempo stesso si percepisce un cuore e uno sguardo aperti sul mondo intero. Per quelli che credono che I Giovani non accettino le sfide vere… Antoine Nouis Lettera di un giovane sulla fede Qiqajon, Sympatetika 2012, pp.90 €10.00 “La fede è insieme dono, protesta fiducia. E’ la grande affermazione della dignità dell’essere umano che rifiuta di ridurre l’universo a quel che i suoi sensi percepiscono. Credere è sempre una miscela di luce e oscurità. Credere è essere fedeli nelle tenebre a quel che si è visto nella luce.” Si tratta di una lunga e stimolante lettera rivolta a Thomas, scienziato, non credente, prossimo sposo. A scriverla A. Nouis, il padre della sposa, non chè pastore della chiesa riformata di Francia. L’autore con attenzione e delicatezza, pone domande, indica delle piste, sgombra il campo da luoghi comuni e deformazioni; conduce Thomas, ma anche tutti i giovani ai quali il testo è rivolto, a porsi in cammino verso l’unico rischio che corriamo con la fede quello cioè, di “dare senso e sale alla nostra vita.” Per Giovani Per chi non crede ci possa essere un santità “stupefacentemente” normale Giulia Gabrielli Un Gancio in mezzo al cielo Ed Paoline 2013 pp. 95 € 12.00 Per ragazzi (3°media-1-3°sup) “Perché ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o grazie un miracolo, con la completa guarigione che io chiedo al Signore, perché ho tanti progetti da realizzare. Oppure incontro al Signore che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali.” Tra le tante storie che in questi ultimi anni ci hanno raccontato adolescenti normali ma coraggiosi, segnalo quella di Giulia. “… 14 anni malata di tumore. Sappiate, fin da subito che Giulia ce l’ha fatta. E’ vero, non è guarita, è morta la sera del 19 agosto(2011) a casa sua… Eppure ce l’ha fatta, Ha trasformato i suoi anni di malattia in un inno alla vita… (dall’Eco di Bergamo 30 agosto 2011)” Ciò che colpisce, delle parole di Giulia, è questa santità così “stupefacentemente” normale da lasciare disarmati. Per approfondire: il blog: www.congiulia.com Per chi crede che il gioco non sia una cosa seria Massimo Orizio Una strana caccia al tesoro, il Concilio raccontato ai ragazzi Ed Paoline 2012, pp78 € 9.00. Per animatori, catechisti, e insegnati di religione delle medie 18 Comunità Nostra Ale (silenzioso e riservato), Cate (miss perfezione), Martina (dolce e sognatrice), Mirko (mister so tutto di sport) sono quattro ragazzini di prima media che hanno ricevuto un compito dal prof: una ricerca sul Concilio Vaticano II. Ma non è la solita ricerca, è una straordinaria caccia al tesoro, attraverso personaggi da incontrare ed intervistare. Lo scopo: conoscere il Concilio. Il testo scritto da don Massimo Orizio, assistente diocesano dell’Ac di Brescia, pieno di tabelle ed indicazioni risulta particolarmente avvincente e utile. Una bella idea per un campo scuola! Per imparare dalla natura Gian Carlo Bregantini Gli alberi dell’anno Ed Messaggero 2006 pp. 164 € 7.50 Per giovani e adulti Guardo spesso gli alberi, mi conquistano per i continui messaggi che lasciano ad ogni stagione. In autunno, carichi di frutti, si fanno segno di una provvidenza senza fine, in primavera mi parlano di potatura.” L’autore, oggi vescovo di Campobasso, si è distinto in modo particolare nella Locride come vescovo anti camorra. Colpito dal paesaggio che in qualche modo gli ricordava i boschi della sua val di Non, ci accompagna in questo “calendario annuale di alberi”, uno al mese, dall’olivo al mandarino. Con l’augurio che tutti possano o debbano essere, “segnati da quell’albero che tutti ci ha salvati: l’albero della croce, perchè da quell’albero scende su tutti un fiume di grazia e di luce che trasforma…” Per chi sa che spiritualità della strada non è solo Santiago Stefano Roze Spiritualità dei Raid Goum nel Deserto Ed Arca di Sant’Antimo-Cantagalli 2008, pp. 313 con foto. Per giovani e adulti da leggere, ma soprattutto da fare! Il Goum è un’esperienza di spiritualita del deserto nata negli anni 60 da Michel Menù, padre di famiglia e capo scout che comincia proporre dei percorsi estivi di essenzialità e preghiera nella zona del massiccio centrale francese. Il termine, “Goum” è di radice semitica ed indica un moto di innalzamento e di risurrezione (“Talitakum”). Ed è proprio questa l’esperienza del Goum: otto giorni di deserto, di essenzialità, di bellezza e di preghiera che possono aiutare l’uomo ad elevarsi e purificarsi nella sua umanità. L’autore, monaco francese, è uno dei principali animatori di questa esperienza. Provare per credere! Per info e date chiedete a don Francesco. Per approfondire: www.goum.it; www.youtube.com Per chi sa che Barcellona non è solo “la Rambla” J.P Hernàndez Antoni Gaudì, la parola nella pietra Ed Pardes 2009 pp116 € 20 Per giovani e adulti per una vacanza originale L’autore, sacerdote gesuita, già animatore di “Pietre vive”, un gruppo di giovani che si occupa di percorsi di catechesi con l’arte, ci guida alla scoperta di quella preghiera di pietra che è la Sagrada Familia. Nella complessa simbologia, che Antoni Gaudì esprime nell’opera, emerge il cammino spirituale di un uomo partito dandy e carrierista arrivato, poi, monaco nella città. Per approfondire: www.pietrevive.wordpress.com; www.reteloyola.it Per chi ha capito che il rock non è solo la musica del Diavolo THE SUN Luce Sony Music, 12 giugno 2012 €13 Concludiamo la nostra carrellata di libri con un consiglio musicale. Una proposta per ascoltare anche al mare, “spaparazzati” sotto l’ombrellone, della “Golden Positive vibrant energy”! Si tratta dei The Sun, visti in zona nel live di Jesolo e in quello all’8 marzo di Mirano. Si tratta di un quartetto di Tiene, che dopo un passato di successo (concerti in tutto il mondo) nel genere Punk, allora si chiamavano “Sun eats hours”, riscopre un sano rock casereccio, elaborato ma pure ruspante, ma soprattutto con testi positivi e interessanti che parlano della fede senza essere la versione rock delle vecchierelle della messa prima.. Consigliatissimo l’ultimo album Luce, del quale “Leggenda” sarà la “main song” del GrEst di quest’anno. Da fare: un salto ai live. Sia l’elettrico (spacca), sia l’acustico con video e la testimonianza della band Da non fare: copie pirata del cd o download illegale. (il cd è disponibile, in supporto fisico sul sito della band, su Amazon, IBS…, e, per il download, su ITunes) Sosteniamo la buona musica! Per approfondimenti: www.thesun.it; www.youtube.com Comunità Nostra 19 L’Angolo della Spiritualità La virtù della mitezza Un piccolo estratto per conoscere qualche tratto di questo vescovo di Roma, Papa Francesco, che ci sta sorprendendo, tra le altre cose, per la sua umanità. I l cardinale è sempre arrivato puntualissimo ai nostri incontri all’Arcivescovado, ma un giorno era in ritardo. Abbiamo pensato che dovesse sbrigare un affare urgente. Mentre aspettavamo all’ingresso, l’abbiamo visto passare con un thermos e delle brioches. Ci siamo stupiti, perché di solito non si usa fare colazione tra un’udienza e l’altra. Pochi minuti dopo, l’abbiamo visto salutare una coppia con due bambini, di condizione molto umile. Dopo siamo venuti a sapere che il thermos – pieno di acqua bollente per il mate – e le brioches erano per questa famiglia, oriunda del Chaco, che aveva conosciuto il cardinale per caso ed era venuta a salutarlo prima di fare ritorno a casa. Nonostante la visita inattesa, Bergoglio li aveva accolti in maniera gentile, si era interessato alla loro situazione e li aveva salutati con un abbraccio affettuoso. Secondo lei, qual è la virtù più grande? Senz’altro la virtù dell’amore, di dare spazio agli altri, con animo mite. La mitezza mi seduce enormemente! Chiedo sempre a Dio di concedermi un cuore mite. E il peccato peggiore? Visto che considero l’amore la virtù più grande, sarebbe logico che rispondessi l’odio, ma in realtà il peccato che mi ripugna di più è la superbia, credersi chissà chi. Quando mi è capitato di essere io a credermi chissà chi, ho provato una grande vergogna interiore e ho chiesto perdono a Dio, perché nessuno ha il diritto di comportarsi così. Se dovesse scoppiare un incendio, qual è la prima cosa che salverebbe? Il breviario e l’agenda. Sarebbe un vero disastro perderli. Nell’agenda sono annotati tutti gli impegni, gli indirizzi, i numeri di telefono. Invece al breviario sono affezionatissimo: è la prima cosa che apro al mattino e l’ultima che chiudo quando vado a dormire. Se me lo devo portare in viaggio, tengo i due tomi nel bagaglio a mano. Tra le sue pagine conservo il testamento di mia nonna, le sue lettere e la poesia “Rassa nostrana” di Nino Costa. (Tratto dal libro-intervista “Jorge Bergoglio – PAPA FRANCESCO” di Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, Salani Editore) Il “Credo” del Papa Ecco uno scritto che il Cardinale conserva gelosamente: si tratta di un foglio scolorito dal tempo con una sentita professione di fede, scritta “in un momento di grande intensità spirituale” poco prima di essere ordinato sacerdote, e che oggi tornerebbe a firmare: Voglio credere in Dio Padre, che mi ama come un figlio, e in Gesù, il Signore, che ha infuso il suo Spirito nella mia vita per farmi sorridere e portarmi così nel regno della vita eterna. Credo nella mia storia, permeata dallo sguardo benevolo di Dio, che nel primo giorno di primavera, il 21 settembre, mi è venuto incontro e mi ha invitato a seguirlo. Credo nel mio dolore, infecondo per colpa dell’egoismo, in cui mi rifugio. Credo nella meschinità della mia anima, che vuole prendere senza mai dare… senza mai dare. Credo che gli altri sono buoni, e che devo amarli senza timore, e senza mai tradirli per cercare una sicurezza per me. Credo nella vita religiosa. Credo che voglio amare molto. Credo nella morte quotidiana, ardente, alla quale sfuggo ma che mi sorride invitandomi ad accettarla. Credo nella pazienza di Dio, accogliente, dolce come una notte estiva. Credo che papà sia in cielo accanto al Signore. Credo che anche padre Duarte sia in cielo, a intercedere per il mio sacerdozio. Credo in Maria, mia madre, che mi ama e non mi lascerà mai solo. E attendo la sorpresa di ogni giorno in cui si manifesterà l’amore, la forza, il tradimento e il peccato, che mi accompagneranno fino all’incontro definitivo con quel viso meraviglioso che non so come sia, che sfuggo in continuazione, ma che voglio conoscere ed amare. Amen. Tratto dal libro “Jorge Bergoglio... PAPA FRANCESCO Se hai idee, cuorisità, proposte o consigli da darci, puoi contattare la redazione a [email protected] www.parrocchiasalzano.org [email protected] 20 Comunità Nostra Questa pubblicazione è stampata su carta riciclata. Comunità Nostra 20