Collezioni digitali
strumenti e modelli di cooperazione
Giovanni Bergamin
Roma, 7 Giugno 2001
Tra cooperazione e autonomia competizione o collaborazione?
nuove strategie per le biblioteche di architettura
VII giornate di studio del cnba
Quantità


La produzione annuale di “digitale” è
sull’ordine del 1,5 miliardi di GB (250 MB per
persona vivente sul pianeta)
Oltre il 93 dell’informazione attualmente
prodotta è “digitale”

Fonte: Lyman, Peter - Hal R. Varian, How much
information, 2000 http://sims.berkeley.edu/howmuch-info
Qualità


La produzione a stampa annuale (Libri,
Giornali, Periodici,Documenti interni)
rappresenterebbe – se fosse archiviata con
modalità digitali – lo 0,003 per cento del totale
“la parola stampata è una maniera molto
efficiente per veicolare informazione”

Fonte: Lyman, Peter - Hal R. Varian, How much
information, 2000 http://sims.berkeley.edu/howmuch-info
Risorse (Dati, Metadati)

Oggetto “analogico “







pubblicato
non pubblicato
Oggetto “nato digitale”
Oggetto digitalizzato
Digitalizzazione
Catalogazione (creazione di “metadati” ?)
Pubblicazione in rete
Perché digitalizzare

. Il valore aggiunto – come si dice ora – della
digitalizzazione può essere così sintetizzato:




promuovere un nuovo utilizzo da parte degli studiosi mediante la
diffusione su larga scala di collezioni locali o uniche;
migliorare l’uso dei documenti attraverso tecniche di manipolazione
dell’immagine (per esempio per aumentare la leggibilità di testi
macchiati, rovinati ecc);
creazione di collezioni virtuali attraverso l’integrazione di vari
formati o di materiali distribuiti in luoghi diversi.
Fonte: Smith,. Abby, Why digitize. Washigton : CLIR, 1999, p. 9-10
Mostre digitali e Biblioteche digitali



Il compito delle biblioteche digitali – come quello
delle biblioteche convenzionali – è quello di rendere i
“libri” accessibili non quello di “scriverli”
una certa tendenza a produrre selezioni raffinate di
piccoli sottoinsiemi di materiale (da classificare come
mostre digitali piuttosto che biblioteche digitali) è
stata di ostacolo all’accettazione delle collezioni
digitali all’interno del mondo della ricerca accademica
liberamente tradotto da: Thaller, Manfred, From the digitized to the digital
library, << D-Lib Magazine>>, Vol. 7, n.2 (Feb. 2001),
http://www.dlib.org/dlib/february01/thaller/02thaller.htm
Modelli e strumenti economici
(Un Business model per i servizi di BD?) [BM 1]



Le finalità della istituzione (delle
istituzioni associate) e i servizi che si
intende erogare
Definizione dei prodotti e dei servizi
offerti (differenze con le “altre” offerte)
Per quale “mercato”:


B2B (es. enti di ricerca, editori, scuole ecc.)
B2C (cultura, interessi di nicchia ecc.)
Entrate e recupero dei costi [BM 2]


Entrate (sponsor, quote degli associati,
royalties, pay per view ecc )
Recupero dei costi di gestione
(sovvenzione pubblica, recupero
parziale/totale dei costi, profitto,
premium ecc.)
I costi [BM 3]


Beni mobili e immobili (Ammortamento)
 IT
 (ALTRO)
Compensi al personale per gestione, servizi
agli utenti, marketing, relazione con gli editori,
formazione, catalogazione ecc.
(quanto costa a immagine?) [BM4]



Software
 Gestione della Collezione Digitale
 Conservazione
 Gestione dei Diritti Proprietà Intellettuale
 Sicurezza
 Commercio elettronico
Servizi (outsourcing, telecomunicazioni, digitalizzazioni,
consulenze ecc)
Licenze di copyright, materiale di consumo, viaggi, imposte
tasse ecc.
Fonte BM1-4: Liberamente tratto da un documento ad uso interno preparato
da Mel Collier- UN1.8
La valutazione del risultato [BM 5]
“occorre sviluppare criteri aperti di
valutazione sul reale uso delle risorse
digitalizzate”
Thaller, Manfred, From the digitized to the digital library, << D-Lib
Magazine>>, Vol. 7, n.2 (Feb. 2001),
http://www.dlib.org/dlib/february01/thaller/02thaller.htm
Modelli e strumenti tecnologici


Reference model for an Open Archival
Information System (OAIS)
L'OAIS si autodefinisce "un'organizzazione di
soggetti e sistemi che hanno accettato la
responsabilità della conservazione
dell'informazione e del mantenerla disponibile
per una comunità determinata"
Entità [OAIS 2]
L'OAIS opera in un ambiente formato
dall'interazione di quattro entità, definite
come:




i produttori,
i consumatori,
il management
l'archivio stesso.
Componenti funzionali [OAIS 3]
Le componenti funzionali dell'OAIS sono definite come:






Immissione /Acquisizione dei dati
Archiviazione dei dati
Gestione dei dati
Accesso
Amministrazione dell'archivio
Pianificazione della conservazione
L’applicazione BNCF del modello OAIS

L’implementazione BNCF ha distinto i seguenti
archivi logici:



Archivio bibliografico
Archivio dei metadati (gli “altri” metadati)
Archivio dei dati
Documentato in: Gruppo di studio sugli standard e le applicazioni di
metadati nei beni culturali promosso da ICCU
http://www.iccu.sbn.it/metaAG1.pdf
1) Archivio bibliografico


“al di la di esigenze particolari o di pura
sperimentazione l’accesso dell’utente
agli oggetti digitali è mediato
dall’archivio bibliografico (visto
dall’utente come OPAC)”
Indicazione di priorità tra catalogazione
(il recupero del retrospettivo ecc) e
digitalizzazione
2) Archivio dei metadati

Le informazioni necessarie a gestire




l’acquisizione
la conservazione
l’accesso
l’amministrazione
(degli oggetti e delle entità digitali)
Metadati amministrativi, strutturali e gestionali









Identificativo
Sequenza
Nomenclatura
Nome del file digitale
Checksum
MIME Type
Apparato di scansione
Software di Scansione
Parametri di scansione








Data di scansione
Produttore della scansione
Standard progetto
Nota pubblica
Codice fruibilità
Relazione
Livello risorsa
Localizzazione (URL “locale”
del file)
3) Archivio dei dati

I file risultanti dal progetto di digitalizzazione.
l’archivio dei metadati e l’archivio dei dati digitali
sono stato disegnati
per ospitare anche
le acquisizioni di oggetti digitali nativi
Esempio 1
Esempio 2
Strumenti di cooperazione [SC1]

Cataloghi collettivi



Reali
Virtuali
Indici
Strumenti di cooperazione [SC2]

Il catalogo collettivo reale



Molto potente ed efficiente dal punto di
vista dell’utente finale
Alti costi di gestione
Richiede una alta omogeneità di standard
(metadati) non sempre possibile per le
scelte di convergenza
Strumenti di cooperazione [SC3]

Catalogo collettivo virtuale (es. via
Z39.50)



Poco efficiente per l’utente finale al
crescere del numero dei cataloghi
Bassi costi di gestione
Richiede una alta omogeneità di standard
(metadati) non sempre possibile per le
scelte di convergenza
Tutto quanto (si) fa digitale, ovvero La convergenza




convergenza di codifica: “le lunghe catene di 0 e di 1
dell'informazione digitalizzata”.
convergenza tecnologica: computer e reti sono onnipresenti
convergenza dei media e dei “generi”: es. un DVD contiene un
film ma anche una monografia sul regista (a chi andrà come
DL?)
convergenza delle “istituzioni della memoria”: musei, archivi e
biblioteche
Un Indice?

Potrebbe avere molti punti in comune con gli attuali
motori di ricerca (Google, Altavista ecc.) che:



Non centralizzano fisicamente dati
Ma centralizzano fisicamente indici.
Con qualche importante differenza:


Un Indice del digitale potrebbe costruire i i suoi indici
mediante la selezione consapevole di determinati metadati
(il minimo comune denominatore tra realtà convergenti)
A differenza di un motore di ricerca indicizza tutto quello
che riesce a raggiungere.
“This system would act primarily as a directory” -1

La proposta SBN (1985) prevedeva:


un database condiviso contenente i record
bibliografici della cooperazione;
ogni record doveva essere tuttavia del tipo
Carta d’Identità con la localizzazione del record
bibliografico completo e del relativo posseduto;
“This system would act primarily as a directory” -2


il ruolo del sistema centrale è in maniera primaria
quello di assolvere i compiti di directory (di Indice);
i vari siti della cooperazione accedono all'Indice
principalmente
per
ottenere
informazioni
di
indirizzamento: p. es. per sapere chi ha la versione più
aggiornata del record, chi può erogare il servizio di
prestito di un determinato libro, ecc.;
“This system would act primarily as a directory” -2


in ogni caso l'Indice – da solo – non è in grado di
erogare informazioni e servizi: per ottenere informazioni
o servizi occorre accedere al sito che realmente
possiede l’informazione o è in grado di erogare il
servizio.
Napster?

Andrea Lawendel, Napster e gli altri peer-to-peer riducono lo
strapotere dei server, <<Telema>>, n.23 (Inv. 2000/2001),
http://www.fub.it/telema/TELEMA23/Lawend23.html
IndiceD -1

In pratica l’indice aggiornato (IndiceD) e consapevole della convergenza
dovrebbe contenere:


citazione sintetica descrittiva dell’oggetto fonte (dell’oggetto
analogico che è stato digitalizzato e reso disponibile anche in forma
digitale o dell’oggetto nato e pubblicato in forma digitale)
informazioni di indirizzamento (URI)


verso la descrizione completa
pubblicato
contenuta in un archivio
verso gli oggetti digitali contenuti in un archivio pubblicato
IndiceD - 2

Citazione sintetica



= “quel tanto che basta per instradare”
= elementi di citazione (p. es. dc.creator,
dc.title)
= coordinate (temporali, spaziali,
linguistiche, di genere ecc.)
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