21 f confsal Anno XX - numero Giovedì 11 giugno 2015 Confederazione E u r o p e a dei Sindacati Indipendenti Tariffa R.O.C. Poste Italiane S.p.a. Spedizione in A bbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - DC B Roma Euro 0,70 A bbonamento annuale Euro 26,00 La copia si può anche acquistare nelle nostre sedi C onfsal in tutta Italia SETTIMANALE DI POLITICA E INFORMAZIONE SINDACALE Società Cultura Lavoro CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACATI AUTONOMI LAVORATORI Sito Internet: www.confsal.it Bruxelles Convegno Cesi su sistemi fiscali e crisi economica Firenze Lo scandalo nazionale Musei. 1° maggio: chiusi Uffizi e Accademia A pagina 4 A pagina 3 Sicurezza La proposta Confsal: informazione in tutte le scuole A pagina 4 LEGGI DI RIFORMA La questione centrale della equità sociale e della legittimità costituzionale LA “BUONA SCUOLA” La Confsal in audizione al Senato In un documento la costituzionalità del ddl e la coerenza col sistema privatistico I l confronto politico sulle leggi di riforma proposte dal Governo e di Marco Paolo Nigi* sostenute dalla maggioranza parlamentare ha bisogno di liberarsi dalla carenza di approfondimento e di riflessione e dalla faziosità del metodo relazionale. Si rende prioritariaa PaGINa 8 Audizione Confsal presso la Commissione Cultura Camera e Commissione Istruzione Senato del 27 maggio 2015 sul Disegno di Legge n. 1934 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. La delegazione Confsal composta da Fedele Ricciato e Salvatore Piroscia, ha presentato il documento che segue. teria costituzionalmente delicata, complessa e articolata su due aspetti fondamentali interconnessi: l’impianto pedagogico-didattico, organizzativo e gestionale - in regime di autonomia - delle istituzioni scolastiche, inserite nel contesto del sistema pubblico dell’istruzione e le politiche del personale scolastico. Pertanto, al legislatore si presentano due questioni giuridiche sostanziali e formali: la costituzionalità della previ- Il presente Disegno di Legge riguarda una ma- a PaGINa 6 JOBS ACT Da specificare norme, mansioni e retribuzioni I limiti del provvedimento R iprende con una serie di audizioni l’iter dei due decreti del Jobs act all’esame della Commissione Lavoro di Montecitorio chiamata a esprimere i pareri sul decreto che si propone il riordino delle tipologie contrattuali e la revisione della disciplina delle mansioni e su quello che contiene misure per la conciliazione dei tempi vita-lavoro. Prima di entrare nel merito dei due schemi di decreto legislativo n. 157 e n. 158, la Confsal nel corso dell’audizione evidenzia come il contratto a PaGINa 7 Governo e sindacati: incontro negativo. Si inasprisce la protesta N onostante gli emendamenti illustrati dal Governo, approvati in Commissione cultura alla Camera, il testo del ddl sulla scuola rimane inaccettabile: lo afferma Marco Paolo Nigi, Segretario generale della Confsal-Snals, a conclusione dell’incontro a Palazzo Chigi. Nel suo intervento durante l’incontro, Nigi ha ribadito le irrinunciabili richieste di emendamento al ddl “Buona scuola” già oggetto dello sciopero del 5 maggio, che rimangono inalterate nella sostanza anche alla luce degli emen- damenti approvati. Nel sostenere che va ripristinata la serietà degli studi e l’autorevolezza dei docenti, Nigi ha definito improponibile e inaccettabile affidare la valutazione dei docenti a un comitato composto con genitori e studenti. Secondo Nigi, va inoltre eliminato ogni aspetto di gestione autoritaria nella scuola; è necessario un piano di assunzioni da adottare con un provvedimento legislativo di urgenza; gli organici pluriennali dell’autonomia devono essere realizzati con modalità certe e trasparenti ed essere adeguati alle necessità; va avviato il rinnovo del contratto e deve essere cancellata ogni invasione della legge in campo contrattuale. I rappresentanti del Governo, riferisce Nigi, “non hanno dato alcuna risposta concreta” ai temi sollevati dal sindacato “ma si sono limitati a dare assicurazioni che sarebbero state valutate le osservazioni. “La battaglia della Confsal-Snals, pertanto, congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali, continuerà con altre incisive forme di lotta. ❐ l’intervista Governo debole e iniquo I l difficile momento politico-sindacale merita un approfondimento, così come alcuni temi particolarmente rilevanti legati al lavoro. “Italia Oggi” sul tema ha interpellato Marco Paolo Nigi, Segretario generale della Confsal, la più grande confederazione sindacale autonoma italiana. D. Quali sono i campi d’intervento funzionali alla crescita e all’occupazione? R. Gli stessi che indichiamo da tempo e che, in sintesi, riguardano azioni e a PaGINa 7 PENSIONI Indicizzazione: chi paga per i danni dei governanti? Politici esenti da responsabilità C hi rompe paga. È l’antico adagio popolare che i responsabili della cosa pubblica hanno sempre ignodi Federico De Lella rato. Ma oggi non è più così perché il cittadino ha finalmente la possibilità di far valere i suoi diritti ed ottenere giustizia. Quasi tutti coloro cui spettano responsabilità di carattere amministrativo, sia pure spesso obtorto collo, si sono dovuti adeguare alla nuova situazione che si è detera PaGINa 7 GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 2/EUROPa AMBIENTE NUOVA SQUADRA Il corretto smaltimento dei rifiuti riguarda tutti i Paesi dell’UE Junker Presidente: impegno per tutela interessi Paesi UE Nuova strategia su gestione rifiuti R iciclare il 70% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi entro il 2030; stop alla discarica per i materiali riciclabili e riduzione del 30% dei rifiuti alimentari per il 2025. Sono gli obiettivi-chiave delle nuove norme proposte dalla Commissione Europea, molto più ambiziosi rispetto ai precedenti target, al fine di rendere realizzabile il passaggio alla cosiddetta “economia circolare”, una nuova visione che rende ogni materia prima utilizzabile una prima volta e diventare - grazie al riuso, alla riparazione e al riciclaggio - non più rifiuto ma nuova risorsa. Le proposte legislative riguardano principalmente la Direttiva quadro sui rifiuti, la Direttiva sulle discariche e la Direttiva sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Si tratta di proposte che ora passano al vaglio del Consiglio e del Parlamento Europeo. La Commissione ha adottato alcune proposte intese a sviluppare un’economia più circolare in Europa e a promuovere il riciclaggio dei rifiuti negli Stati membri. Il conseguimento dei nuovi obiettivi in materia di rifiuti creerebbe 580.000 nuovi posti di lavoro, rendendo l’Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose. Le misure proposte, che consentirebbero peraltro di ridurre l’impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra, prevedono il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell’80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili. L’innalzamento degli obiettivi I diversi programmi attuati nel quadro dello SLSG (Spazio Libertà Sicurezza Giustizia) hanno senza dubbio permesso di costruire uno Spazio comune di Libertà, Sicurezza e giustizia, agevolando in particolar modo lo scambio di dati tra Stati membri e rafforzando i diritti dei cittadini europei. Nonostante tali importanti progressi, la Cesi ritiene che si possa fare ancora meglio, attraverso in particolare un maggiore coinvolgimento dei lavoratori dei diversi servizi di sicurezza, siano essi agenti di Polizia, Vigili del Fuoco, agenti Doganali, Giudici, Personale carcerario, Personale delle amministrazioni Fiscali. Sono infatti i lavoratori che garantiscono nella pratica, la Libertà, Sicurezza e Giu- in materia di rifiuti nelle Direttive esistenti rientra nell’ambizioso sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un’economia lineare a una più circolare. La nuova visione propone un modello economico diverso, dove le materie prime non vengono più estratte, utilizzate una sola volta e Obiettivi di riciclaggio più ambiziosi per passare a un’economia circolare con più occupazione e crescita sostenibile gettate via. In un’economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio diventano la norma. Prolungare l’uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l’efficienza servono anche a rafforzare la competitività dell’UE sulla scena mondiale. I nuovi sistemi di smaltimento e di recupero consentono di passare a una società e a un’economia a “rifiuti zero”. La comunicazione indica come da un uso più efficiente delle risorse deriveranno nuove opportunità di crescita e occupazione. Una progettazione innovativa, prodotti migliori e più resistenti, processi produttivi più efficienti e sostenibili, modelli imprenditoriali lungimiranti e i progressi tecnici per trasformare i rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l’efficienza. Il pacchetto che accompagna la comunicazione intende creare il contesto che consentirà di trasformare in realtà l’economia circolare, con Politiche meglio interconnesse, una regolamentazione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e innovazione. Ciò permetterà di sbloccare gli investimenti e attrarre i finanziamenti, incentivando nel contempo la partecipazione dei consumatori e il coinvolgimento più intenso delle imprese. Il pacchetto suggerisce inoltre di misurare la produttività delle risorse in base al rapporto tra Pil e consumo di materia prime, proponendo di individuare nell’aumento del 30% di tale produttività entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella prossima revisione della Strategia Europa 2020. Queste iniziative sono accompagnate dalle rispettive comunicazioni che riguardano: • un’iniziativa sull’occupazione verde; • un piano d’azione verde per le Pmi; • le opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore edilizio. Tutte queste iniziative consentiranno di rinnovare l’agenda sull’impiego delle risorse per i prossimi anni. L ’Unione Europea sta cambiando volto in questi mesi. Dopo le elezioni europee che hanno rinnovato il Parlamento, ora tocca alla Commissione Europea con l’elezione di Jean-Claude Junker a Presidente designato. Junker, ex primo Ministro lussemburghese, sostituirà Josè Manuel Barroso alla testa della Commissione Europea a partire dal 1° novembre. Sarà anche il primo Presidente a essere stato eletto attraverso la nuova procedura prevista dal Trattato di Lisbona, che vede una doppia investitura da parte dei Governi nazionali e da parte del Parlamento Europeo. Junker, nominato dal Consiglio Europeo dello scorso 27 giugno sulla base dei risultati delle elezioni europee, è stato formalmente eletto dal Parlamento Europeo il 15 luglio. Il legame diretto tra il nome del candidato alla Presidenza della Commissione e i risultati elettorali del maggio scorso, conferisce una dimensione parlamentare nuova all’elezione di Junker e di chi verrà dopo di lui. Il Presidente dell’Esecutivo UE dovrà avere il gradimento dei Governi e della maggioranza dei Deputati Europei. Il primo compito di Junker sarà formare la nuova Commissione assieme ai Governi nazionali - le regole europee prevedono un Commis- CESI Coinvolgimento dei lavoratori nella sicurezza Per una migliore applicazione degli orientamenti strategici su Libertà, Sicurezza, Giustizia stizia nello Spazio europeo. Coinvolgerli significa farli partecipi dell’elaborazione dei futuri orientamenti strategici informandoli, consultandoli e tutelandoli dai rischi. Il contributo e il sostegno degli operatori sul terreno non potranno che portare ad una migliore applicazione dei futuri orientamenti strategici sulla Libertà, Sicurezza e Giustizia. Il Programma di Stoccolma sottolinea in modo particolare il valore della fiducia reciproca tra autorità e servizi dei diversi Stati membri, quale fondamento di una coopera- Sede Consiglio Europeo zione efficace nell’ambito della Giustizia, Sicurezza e Protezione dei cittadini. a tal fine è fondamentale sviluppare una cultura europea che si basi anche sullo scambio di esperienze e buone prassi, oltre che su una for- mazione che non sia semplicemente concepita per settore e categoria professionale, ma che miri a mettere in rete tutti gli operatori interessati da una data decisione-quadro europea. La Cesi ha quindi ela- borato una Risoluzione relativa ai prossimi orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nello Spazio di Libertà, Sicurezza e Giustizia; Risoluzione promossa e diffusa sia a livello europeo, presso i principali soggetti istituzionali coinvolti, che a livello nazionale, attraverso le Organizzazioni-membro della Cesi. Nella detta Risoluzione la Cesi invita il Consiglio Europeo e le altre Istituzioni dell’Unione Europea a: 1. Integrare nei prossimi orientamenti strategici una sezione dedicata sario per ogni Stato membro. Una volta raggiunto un accordo politico sui nomi e gli incarichi dei 27 Commissari candidati, la parola spetterà al Parlamento. Ogni candidato parteciperà a un’audizione par- lamentare in cui verrà valutata la sua idoneità al ruolo. Junker si presenterà poi con la nuova squadra al Parlamento Europeo riunito in sessione plenaria. Dopo il dibattito sulle priorità politiche della nuova Commissione, i Deputati potranno, a maggioranza dei suffragi espressi, approvare la composizione della nuova Commissione con un mandato di cinque anni. Si attende nei prossimi mesi l’elezione alla Presidenza dell’Eurogruppo, organo importante perché riunisce gli Stati che aderiscono alla moneta unica e ne coordina le Politiche economiche. Ci sarà infine da nominare il nuovo Presidente del Consiglio Europeo, l’organo che riunisce i Capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi UE. al dialogo sociale con le Organizzazioni sindacali quale strumento attuativo privilegiato. 2. Assicurare la protezione dei lavoratori del settore della Sicurezza e della Giustizia e la loro incolumità durante l’esercizio delle loro funzioni. 3. Intensificare la formazione per permettere ai lavoratori di cooperare e sviluppare una cultura comune (attraverso la formazione di base e continua, programmi di scambio e linguistici). 4. Comunicare maggiormente in tema di SLSG (Spazio Libertà Sicurezza Giustizia) per avvicinare l’Unione Europea ai lavoratori. 5. Considerare gli Stati membri e le loro autorità pubbliche i principali garanti della sicurezza. DaLLE FEDERazIONI/3 GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 FEDERAzIoNI CONFSAL-UNSA-GIUSTIZIA Indignazione per l’accaduto al Tribunale di Milano ma è tutto il sistema giustizia che è a rischio CONFSAL-UNSA BENI CULTURALI I l gravissimo fatto di sempre accaduto al Tribunale di Milano ha provocato l’indignazione del mondo sindacale nonché di tutta l’opinione pubblica. In particolare il Segretario generale della Federazione ConfsalUnsa, Massimo Battaglia, in merito ha detto: “Spero che ci si renda conto che il personale che opera nel pianeta giustizia è lasciato solo a se stesso. È ora di fare interventi seri per ridare credibilità a chi amministra la giustizia in questo paese. Esprimo cordoglio per le vittime e chiediamo al governo Renzi e al Ministro della Giustizia degli interventi veri e non solo promesse”. Il Segretario regionale della Confsal-Unsa, Giovanni Rizzo, nell’esprimere cordoglio e sdegno per l’uccisione di persone, alcune delle quali cadute nell’esercizio del proprio dovere e mandato, torna a sottolineare l’inefficienza della sicurezza, anche in Puglia e a Lecce: “Si tagliano fondi e risorse umane e si danno in gestione i servizi a società private, come a Milano. Nel capoluogo salentino, dopo ben due bombe fatte esplodere dalla Sacra Corona Unita contro il Palazzo di giustizia negli anni ’80, la risposta giudiziaria è stata generosa e incalzante, tanto da assumere connotati ormai “storici”. Però la sicurezza (duole rilevarlo) si è fermata alle misure prese allora. Chi accede al Palazzo di viale de Pietro (dove hanno sede gli uffici penali) passa per dei metal detector, ma le falle esistono ed è agevole anche per un profano - come noi siamo individuarle. Pressoché nessuna reale misura di sicurezza, invece, per gli uffici giudiziari dove ha sede la giustizia civile, in via Brenta. Solo dopo insistenze e non poche abbiamo ottenuto, mesi fa, la sorveglianza presso la Corte d’appello civile”. Continua Rizzo: “Deficitaria anche la situazione per il Tribunale e la Procura minorenni, Particolari pericoli per la sicurezza si riscontrano in Puglia e a Lecce malgrado le puntuali denunce della Confsal-Unsa CONFSAL-SALFI Expo. Più risorse per l’agenzia delle Dogane. Il Segretario Callipo denuncia carenze di organico Miope visione strategico-politica che chiama in causa la Funzione Pubblica L ’agenzia delle Dogane e dei Monopoli avrebbe dovuto godere dell’attuazione di una specifica normativa, varata nel 2014, contemplante procedure ad hoc per l’Expo 2015, con la definizione di tempistiche per i vari adempimenti e con particolare riferimento agli orari degli uffici doganali. avrebbe dovuto, in verità, anche godere di un incremento di personale, con specifiche assunzioni che, purtroppo, ad oggi, non sono state neppure autorizzate, nonostante la certificazione della Funzione Pubblica dell’esistente, grave, carenza di orga- altro settore molto sensibile per le materie trattate. Da quasi un anno la Confsal-Unsa invita i Capi degli uffici giudiziari di Lecce (che la legge assimila al datore di lavoro) e il sindaco della città a varare un tavolo comune presso la Corte di appello, dove affrontare insieme agli altri soggetti interessati alla questione della sicurezza, della situazione igienico-sanitaria e logistica, della frequenza dell’utenza e della tutela dei lavoratori. L’invito è giunto anche dal Segretario nico. Questa la denuncia che arriva da Sebastiano Callipo, Segretario generale della Confsal-Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari. In prima fila, in occasione di Expo 2015, infatti, ci sarà anche il personale dell’agenzia delle Dogane, impegnato a garantire la sicurezza dei traffici commerciali, dal punto di vista fiscale e della salubrità e autenticità dei prodotti. L’agenzia delle Dogane e dei Mo- nopoli - incalza Callipo - affronta questo epocale evento con lo stesso personale di sempre, con meno salario tabellare e accessorio, dando ancora un’ulteriore prova di una storica competenza, spirito di servizio, professionalità e serietà di impegno. Dunque, per la Confsal-Salfi, l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli, definita virtuosa, è tuttavia penalizzata da una miope visione strategica politi- ca che, correa anche la Funzione Pubblica, invece di sostenere e premiare efficienza e meritocrazia, continua, invece, a gestire il personale doganale con disinvestimenti, tagli di risorse e decontribuzione. Il nostro Paese conclude Callipo - ha, più di altri, un’indubbia attrattività dei traffici commerciali, che potrebbe consentire la conquista di ulteriori posizioni concorrenziali nella rete del trasporto internazionale. Proprio per questo evidenzieremo al Ministro delle Finanze le necessità di valorizzare al massimo l’agenzia. generale Massimo Battaglia ed ha ricevuto a onor del vero riscontro positivo solo dal procuratore generale della Repubblica. Crediamo che, se è difficile ottenere dallo Stato la protezione e le tecnologie ottimali, i protagonisti locali debbano in ogni modo fare il possibile per migliorare le situazioni e per prevenire sgradevoli sviluppi ed eventi. L’impegno in ogni luogo e situazione, crediamo sia anche una delle risposte possibili a eventi come quello di IninfluenMilano”. Musei. Il 1° maggio chiusi Uffizi e accademia Danno a città e turisti a Firenze Uffizi e galleria dell’accademia sono rimasti chiusi il primo maggio. Lo ha denunciato in una nota la Confsal-Unsa Beni Culturali. Il coordinatore toscano del sindacato, Learco Nencetti, che spiega di non aver firmato l’accordo con il Segretario regionale della Toscana, Paola Grifoni, perché è “una sceneggiata e una mancanza di rispetto nei confronti dei turisti che preferiscono Firenze”, e di avere sottoscritto invece quello “che prevede l’apertura solo del Giardino di Boboli, il Museo Nazionale del Bargello ed il Museo del Palazzo Davanzati”. “Si poteva cercare di aprire anche la Galleria dell’accademia - aggiunge Nencetti - dato che sarebbero bastati i 34 custodi dirottati, invece, per tenere aperti nella Notte Bianca il Museo Nazionale del Bargello, il Museo delle Cappelle Medicee ed il Cenacolo di Ognissanti o del Ghirlandaio”. “Questo accordo così non era da fare aggiunge - perché ancora una volta si è preferito prendere in giro i turisti e la città di Firenze con superficialità e inconsistenza. Il 1° maggio infatti i turisti e la città hanno trovato ancora Uffizi ed accademia chiusi perché il Comune o chi per lui ha pagato di più quei 34 custodi che hanno consentito nella Notte Bianca del 30 aprile l’apertura fino a mezzanotte di Bargello, Cappelle Medicee e Cenacolo di Ognissanti”, conclude il sindacalista. GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 4/DaLLE FEDERazIONI FEDERAzIoNI CESI Convegno su Sistemi fiscali e crisi economica In particolare hanno partecipato il Segretario Callipo e il Segretario Dogane Fici della Confsal-Salfi S i è tenuto a Bruxelles, uno strategico Convegno sui Sistemi fiscali in Europa e sulle amministrazioni che sono oggi nel cuore della crisi. all’interessante Convegno, su invito della Confsal, ha partecipato la Confsal-Salfi rappresentata dal Segretario generale Callipo, accompagnato dal Segretario nazionale del Settore Dogane Fici. Callipo si è prodigato, anche in sede Europea, nella tutela dei lavoratori del settore cercando di portar loro un segnale di “solidarietà concreto” coniugando le rivendicazioni a livello nazionale, a tutti note, con gli interventi da attuare in sede Europea. Gli Stati membri tentano di rispondere con la riduzione della spesa e l’aumento delle entrate pubbliche. Un nuovo approccio consiste, quindi, per il Segretario, nell’individuare le entrate dovute e non percepite. Incaricate di tale missione basilare, le amministrazioni Fiscali si trovano attualmente nel cuore delle misure anticrisi. Le misure di austerità e i tagli alla spesa pubblica non hanno, come è noto, risparmiato le amministrazioni Fiscali, il cui personale è nell’occhio del ciclone della crisi. Si è stimato che tra il 2009 e il 2013 siano andati persi negli Stati Membri circa 50 mila posti di lavoro, laddove la Danimarca è il Paese più interessato con il 29% dei posti delle amministrazioni Fiscali tagliati. Callipo ha approfondito le conseguenze dell’impatto della soppressione del personale sui controlli effettuati, nonchè ha anche delibato i vari programmi di scambio di Funzionari all’interno della cooperazione operativa transnazionale e il flusso di informazioni fra autorità fiscali e contribuenti. Da ultimo, non poteva essere tralasciato da parte del Segretario generale la tematica dell’equità fiscale e l’epocale problematica dei controlli fiscali in relazione agli adempimenti fi- scali. Callipo ha infine evidenziato le conseguenze prevedibili sui controlli rivenienti dal decremento del numero dei Funzionari e dal deterioramento dei climi organizzativi nei vari uffici, causa anche le paralisi retributive e le non prestate attenzioni, anche politiche, alle funzioni istituzionali delle varie amministrazioni-fiscali europee, valutate peraltro le grandi evasioni e frodi fiscali specie in tema di Iva, nonché il trasferimento degli utili in zone a fiscalità altamente agevolata. Un convegno, quindi, altamente attuale, strategico, finanziato dall’Unione Europea che ha visto due giornate di intenso impegno dove la Confsal-Salfi ha, ancora una volta, tangibilmente esercitato la propria mission tutoria e connotato la propria presenza, con interventi tecnici e politici, nell’interesse dei colleghi rappresentati, anche ai massimi livelli Conferenziali europei, registrando l’apprezzamento anche della Confederazione, in particolare per lo spessore tecnico degli interventi effettuati sia dal Segretario generale, Sebastiano Callipo, e dal Segretario nazionale del Settore Dogane, Marcello Fici. Entrambi gli interventi dei suddetti relatori sono consultabili sul sito della Federerazione Salfi al link Documenti. CONFSAL-VIGILI DEL FUOCO La proposta: opuscoli e campagna per la sicurezza nelle scuole Un servizio che solo i Vigili del Fuoco possono garantire L a Confsal-Vigili del Fuoco si è rivolta con una nota al Governo, alle Regioni e ai vertici dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile per richiamare l’attenzione sul “grave problema della sicurezza negli edifici scolastici, che diventa di drammatica attualità ogni qualvolta si verifica un evento calamitoso”. E si dice pronta a “mettere a punto un opuscolo divulgativo, ‘Progetto scuola sicura’, che illustri i comportamenti da tenere in caso di terremoti, incendi e altre calamità” per avviare un’opera di sensibilizzazio- ne “in grado di evitare o almeno limitare i danni”. a formulare la proposta è Franco Giancarlo, Segretario generale Confsal-Vigili del Fuoco. “L’opuscolo, che potrebbe essere distribuito agevolmente in tutti gli edifici scolastici nazionali, prende spunto - spiega Giancarlo - dal documento di riferimento sul miglioramento della sensibilizzazione ai rischi professionali e sulla prevenzione dei rischi fatto proprio dalla commissione europea, nel quale si prevede una sinergia fra la formazione scolastica e l’in- segnamento della prevenzione delle calamità naturali e degli incendi”. “Riteniamo infatti sia necessario investire nella sicurezza. Si è infatti verificato in molti casi che i bambini che avevano assistito alle lezioni dimostrative dei Vigili del Fuoco siano stati successivamente in grado di prestare un valido aiuto ai familiari coinvolti in grandi e piccole emergenze”, ricorda il leader sindacale. I Vigili del Fuoco, prosegue Giancarlo, sono “gli unici professionisti e deputati per legge alla verifica della rispondenza ai criteri della prevenzione incendi, rilevatori incendi, estintori, idranti, uscite di sicurezza e scale di emergenza”. E “gli unici in grado di avviare una gestione della sicurezza attraverso una verifica puntuale delle attrezzature e delle uscite di sicurezza, pianificando inoltre due volte l’anno presso gli istituti scolastici le prove di evacuazione con gli studenti coinvolti in caso di pericolo; verifica sul- le condizioni attuali delle strutture delle scuole attraverso controlli di stabilità e verifiche statiche”. “Non a caso i Vigili del Fuoco, con gli oltre 1.000 ingegneri, che rappresentano la più grande società di ingegneria al mondo, e gli oltre 26.000 pompieri disponibili ogni giorno per la sicurezza del cittadino sarebbero in grado di garantire la sicurezza nelle scuole”, afferma il leader della Confsal-Vigi- li del Fuoco. “Siamo stufi di intervenire tra le macerie e ribadiamo la richiesta di mettere in atto al più presto tutti gli interventi indispensabili perché i giovani vadano ‘a scuola in sicurezza’ introducendo inoltre da subito corsi obbligatori sulla prevenzione pr gli alunni e gli insegnanti. La tragedia sfiorata il 13 aprile scorso nella scuola elementare ‘Enrico Pessina’ di Ostuni, appena ristrutturata o il crollo del soffitto dell’asilo di Sesto San Giovanni hanno fatto tornare alla mente il ricordo della scuola di San Giuliano di Rivoli (Torino) un disastro per tutti, pompieri compresi, che resterà nella memoria non solo per i lutti ma perché ancora una volta rappresenta l’esempio di una tragedia che si poteva evitare”, conclude Giancarlo. DaLLE FEDERazIONI/5 GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 FEDERAzIoNI I l mondo della Scuola, e non solo, è sceso in piazza per manifestare con la forza dell’esasperazione il proprio dissenso contro il progetto di riforma della Scuola elaborato dal Governo Renzi. Se il progetto venisse realizzato così come è stato presentato, infatti, sarebbe destinato a provocare a tutto il sistema scolastico danni di portata nemmeno immaginabile. alla protesta, che si è svolta il 5 maggio in tutte le piazze d’Italia con la presenza di oltre 800mila persone, hanno partecipato tutti i sindacati di settore uniti da un analogo obiettivo, la rete degli studenti medi, l’unione degli universitari, le associazioni dei genitori, il personale non docente della scuola, i giovani medici del Co.n.Med, molti dirigenti scolastici e, naturalmente, gli insegnanti delle scuole dell’infanzia, delle medie e delle superiori. Tra questi ultimi, oltre ai docenti di ruolo, i cosiddetti precari delle graduatorie ad esaurimento che vivono nella costante e alienante incertezza di non sapere se manterranno o meno il posto di lavoro. E tanti semplici cittadini consapevoli che sulla Scuola si Marco Paolo Nigi Segretario generale Confsal-Snals gioca il destino della Nazione. Da tutti i manifestanti, tra uno sventolio di bandiere e cori di incitamento, un unico forte grido di protesta per un progetto di riforma della scuola che il Governo vuole imporre unilateralmente con non poca presunzione ed arroganza nella convinzione di poter gareggiare o superare i grandi riformatori del passato. Si tratta infatti di innovazioni di grande rilevanza e decisamente sostanziali perché destinate a modificare profondamente l’attuale sistema scolastico ed, aspetto non secondario, poste in essere da un mondo politico privo di legittimazione popolare che, tra l’altro, oggi come non mai mostra i suoi palesi limiti in campo culturale. Proprio per questo gli aspetti deteriori del provvedimento sono mol- CONFSAL-SNALS La Scuola si ribella: fermo no alla riforma sbagliata In 800 mila protestano in tutte le piazze d’Italia teplici ed individuabili anche da coloro che non sono molto addentro alla problematiche odierne della scuola che sono molteplici. Il cahier de doleances in merito è piuttosto corposo. Tra l’altro vi spiccano: le assunzioni del tutto insufficienti per soddisfare il fabbisogno della scuola che anche per l’incremento degli alunni extra comunitari comincia ad essere considerevole, il potere praticamente illimitato sui docenti attribuito al preside promosso manager per quanto concerne le assunzioni, la valutazione e i premi di rendimento con conseguenze inaccettabili sulla libertà d’insegnamento, la tragica situazione del personale precario che dopo anni di lavoro rischia di trovarsi disoccupato, la scarsità di investimenti per la scuola pubblica mentre sostanziose risorse vengono destinate alle strutture scolastiche private. E ciò che viene evidenziato con grande rilievo da tutti gli operatori del settore è il mancato rinnovo del contratto di lavoro che ha condannato le loro già magre retribuzioni - le più modeste in campo europeo - ad un ulteriore impoverimento. Netta la posizione assunta dalla Confsal Snals sul progetto di riforma della Scuola. Lo si può dedurre dalle dichiarazioni rilasciate dai massimi responsabili del sindacato al termine delle manifestazioni che, tenutesi in tutte le città italiane, hanno as- sunto particolare rilevanza e significato per la loro ampiezza rispettivamente a Roma e Milano. Ha detto, tra l’altro, Marco Paolo Nigi, Segretario generale della Confsal Snals: “Mi riferisco in primo luogo ai precari. Prima si è parlato di 150 mila, po indeterminato. L’altra questione fondamentale e che non costerebbe niente elaborare una riforma della scuola che abbia l’impronta della serietà degli studi, che restituisca autorevolezza alla scuola, che faccia accrescere la considerazione so- Governo contestato. La riforma della scuola non può scaturire da decisioni unilaterali poi sono diventati 120 mila, ora sembrano 100 mila, ma il 1° settembre è alle porte e ora non si fa più in tempo ad assumere per il prossimo anno scolastico. E comunque quei 100 mila sono tutti precari che occupano un posto di lavoro libero e vacante, nel quale dovrebbe essere fatta una immissione a tem- ciale verso i docenti e quindi verso la scuola stessa invece di umiliarli continuamente con uno stipendio ridicolo anche rispetto all’Europa. Le risorse servirebbero per fare contratti, per le immissioni in ruolo, ma principalmente il Governo deve fare una legge dove si dica con chiarezza che il diritto allo studio è sacrosanto, ma c’è accanto il dovere di stdiare e che chi non studia non ha neanche il diritto allo studio, richiamando tutti alla serietà e all’impegno. Ma, purtroppo, nel disegno di legge ci sono una serie di cose che vanno in tutt’altra direzione. Si immagina una scuola rigidamente meritocratica che è fuori del tempo. Si pensa di valutare il singolo docente ad opera del preside, anche lui un docente. Ma come fa quest’ultimo a sapere se un docente come lui sa insegnare, se magari proviene da insegnamenti diversi? Caso mai, la figura del dirigente scolastico poteva essere vista ciome quella che aiutava, interveniva e poteva quindi anche valutare. Oggi invece il dirigente scolastico è un amministratore alla ricerca di denari per incrementqare il numero delle ore e degli alunni. Non si può pensare a uno ‘sceriffo’, ma semmai a un dirigente che controlla se un docente arriva tardi, se non va a lavorare, se non si impegna. Cosa ben diversa è il valutare se sa o meno insegnare. Nel disegno di legge, dunque, non vediamo realizzate le cose che servono alla scuola e cioè: stabilizzazione del suo personale, visto che quasi il 20% è precario; adeguamento degli stipendi perché sono sette anni che non si rinnova il contratto; restituzione della dignità alla scuola, che deve tornare a essere autorevole, anche per legge, con questo sem- plice binomio diritto allo studio-dovere di studiare”. Ha poi detto achille Massenti, Segretario generale vicario della Confsal Snals: “L’adesione dei lavoratori della scuola e le affollate manifestazioni nelle piazze italiane parlano chiaro e dicono al Governo e a tutte le forze politiche e parlamentari di stralciare dal Ddl qualsiasi provvedimento d’urgenza per la stabilizzazione del personale. Ciò che serve è un vero piano che tenga conto dei diritti e delle legittime aspettative di tutti coloro che, seppur precari, hanno consentito il funzionamento della scuola in questi anni. Il Governo, dunque, riscriva un ‘nuovo’ Ddl che cancelli il modello di gestione autoritaria ipotizzato, fornisca alle scuole le necessarie risorse umane, economiche e strutturali, elimini le incursioni legislative sul contratto e ne avvii il rinnovo garantendo una vera stagione di investimenti in istruzione e formazione. Le richieste sindacali, mirano a portare nella scuola un clima di serenità che eviti inutili conflittualità e assicuri la dimensione della collegialità e della condivisione dove ogni componente veda ri- Achille Massenti - Segretario Generale Vicario Confsal-Snals conosciuto il proprio giusto ruolo e la propria dignità al fine di garantire la libertà d’insegnamento prevista dalla Costituzione”. La Scuola reale, con la grande manifestazione del 5 maggio, ha espresso con chiarezza la propria contrarietà alle innovazioni per la Scuola proposte dal Governo e, al tempo stesso, ha sollecitato un confronto con lo stesso dal quale possa emergere un progetto condiviso che possa realmente guardare con speranza alla Scuola italiana del futuro. ____________ Il primo confronto Governo-sindacati avvenuto il 12 maggio u.s. ha dato esito completamento negativo tant’è che sono previste ulteriori manifestazioni di protesta. A pagina 1 una breve nota sull’incontro. GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 6/DaLLa PRIMa PaGINa ➧ sione di legge e la coerenza con il sistema privatistico, previsto dalla legge per il pubblico impiego, e la conseguente contrattualizzazione del rapporto di lavoro. Ogni intervento legislativo, quindi, dovrebbe basarsi sulla rigorosa osservanza del dettato costituzionale: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Il legislatore, oltre a tener conto della norma costituzionale, dovrebbe condividere i principi e le ragioni storiche e prospettiche che guidarono i padri costituenti nella sua scrittura e approvazione. La Confsal è fermamente convinta che la democrazia di una nazione si basa in gran parte sul rispetto delle libertà nel campo della scienza, dell’arte e dell’insegnamento. Ed è per questo che la Confsal non può condividere un intervento legislativo che prevede “il potenziamento dell’autonomia scolastica” incentrato su nuovi e forti poteri del dirigente scolastico, che possono travolgere i principi ispiratori dell’autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche, quali la libertà di insegnamento, la collegialità, il franco e proficuo confronto e la cooperazione. a nostro avviso la scuola italiana per crescere ha bisogno di maggiore autorevolezza di tutte le sue componenti e non certamente di un dannoso autoritarismo. L’autorevolezza di un dirigente scolastico non si misura con l’esercizio di maggiori e forti poteri e di larghi spazi di discrezionalità, come la chiamata diretta dei docenti. al contrario, l’esercizio di poteri esorbitanti da parte del dirigente scolastico può portare ad una caduta di credibilità e di fiducia e quindi di autorevolezza della funzione primaria dello stesso dirigente con il prevedibile scadimento della qualità del processo di apprendimento-insegnamento e del servizio scolastico in generale. Riguardo alla valutazione dell’apprendimento degli alunni e dell’insegnamento dei docenti, sia a livello individuale che di gruppo, il legislatore dovrebbe considerare la complessità e la sensibilità della materia. Questo non significa assolutamente che la scuola italiana non abbia bisogno di un processo di valutazione dell’apprendimento e dell’insegnamento. a nostro parere, la valutazione dell’insegnamento va affrontata con la previsione di un soggetto collegiale competente e altamente affidabile e di una serie di elementi oggettivi sui quali basare deliberazioni responsabili. La valutazione ha due finalità prioritarie, quella di migliorare l’intervento educativo e formativo e la qualità della scuola e quello di incentivare e premiare il lavoro didattico del docente. Ma, nel sistema privatistico il rapporto di lavoro, con la prestazione e la controprestazione del docente non costituiscono il sinallagma su cui si fonda la contrattazione? Il Disegno di legge ripubblicizza in gran parte il rapporto di lavoro del personale della scuola al punto che non si può parlare più della sua privatizzazione e contrattualizzazione. E se nel pubblico impiego in generale la privatizzazione del rapporto di lavoro per effetto di legge è scaduta in una discutibile strisciante semi-privatizzazione, con il presente disegno di legge il rapporto di lavoro del personale della scuola sarebbe regolato solo in una minima e trascurabile parte per contratto. a questo punto il legislatore è a un bivio e dovrà fornire una inequivocabile risposta alle domande: “il rapporto di LA “BUONA SCUOLA” La Confsal in audizione al Senato lavoro del personale scolastico deve essere regolato per legge o per contratto?”; “il pubblico impiego, con la scuola, cade ancora nel sistema privatistico o si avvia a entrare in quello pubblicistico?” Non è più possibile seguire la strada della progressiva ripubblicizzazione e della semi-privatizzazione penalizzante per i lavoratori pubblici. Ed è per questo che la Confsal rigetta con decisione l’invadenza del legislatore su materie chiaramente negoziali come la prestazione, la controprestazione e la mobilità professionale e territoriale. In merito all’organico delle istituzioni scolastiche, la previsione di legge va migliorata con l’obiettivo di renderlo effettivamente realizzabile nella certezza della sua definizione e con utile puntualità. La stabilizzazione del personale della scuola con il superamento del precariato e l’avvio di procedure di reclutamento per via concorsuale, in conformità al dettato costituzionale, è condivisibile nella misura in cui si preveda un piano pluriennale di stabilizzazione da attuare gradualmente per tutti i precari in linea con le direttive dell’Unione Europea e si dia seguito alla nomina di tutti i vincitori di concorso. Per quanto concerne, poi, gli idonei dell’ultimo concorso di cui al DDG 82/2012, la Confsal chiede che vengano ricompresi nel piano delle assunzioni. Ciò sia in ossequio al disposto di cui all’art. 97 della Costituzione e sia al principio della economicità dell’azione amministrativa. Si sottolinea, inoltre, la grave esclusione dalla previsione di legge di interi segmenti del personale scolastico, con riferimento al personale aTa e, per alcuni aspetti, ai docenti della scuola dell’infanzia. Il disegno di legge prevede un numero eccessivo di deleghe al Governo su materie estremamente fondamentali e delicate che andrebbero regolate direttamente dal provvedimento. In particolare la Confsal solleva una questione centrale sull’alternanza scuolalavoro e sui risvolti nel mercato del lavoro, che si intende rappresentare. Esprimiamo condivisione verso l’integrazione all’interno dei curricula scolastici dell’istruzione superiore di secondo grado di momenti inclusivi dell’apprendimento “formale” con quelli sviluppati in ambiente di apprendimento “informale” e “non formale” affinché gli stessi trovino riscontro, attraverso l’utilizzo degli spazi di flessibilità, nel sistema di alternanza scuola lavoro. Pur osservando come il DDL n. 1934 sia proiettato in tal senso, non possiamo esimerci dal manifestare la mancata condivisione del metodo prescelto, ovvero il ricorso alla delega di cui all’articolo 22 comma 2 lett. e) in materia di “Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale”, né possiamo apprezzare l’abbandono dei principi generali di cui ai DPR n.87/88/89 del 15/03/2010 recanti “Regolamenti di riordino degli istituti professionali, degli istituti tecnici e dei licei” che rappresentano il cardine degli attuali curricula scolastici. È, altresì, evidente come il DDL, non richiamando i DPR sopra citati, metta in luce, attraverso la quantificazione (all’art. 4, comma 1) delle ore alternanza scuola lavoro, la volontà del legislatore di rimandare a provvedimenti successi l’articolazione e il monte ore complessivo dei curriculum scolastici del sistema d’istruzione secondaria superiore. Lo schema legislativo, di fatto, svuota le attuali aree d’istruzione, ovvero di attività e insegnamenti generali, tant’è che modifica in tal senso, l’articolo 3, comma 3 del DPR 275/99 trasferendone il riordino e di conseguenza l’articolazione ricorrendo alla delega in materie di sistema nazionale di istruzione e formazione. all’interno del quadro di analisi appena esposto, la Confsal manifesta le proprie riserve su tre punti focali che, a causa dell’urgenza con cui si sta ricorrendo a legiferare sulla riforma della scuola e dello spessore delle questioni poste nel ricorso alla delega, di cui all’art. 22, possono determinare stati d’animo inquietanti nel mondo del lavoro. Essi vengono di seguito proposti. Punto 1 - Riteniamo non accettabile l’aver quantificato ed individuato in almeno 400 ore per gli istituti tecnici e professionali superiori e in almeno 200 ore per i licei, il monte ore da destinare all’alternanza scuola lavoro, giusta valutazione che dovrà necessariamente essere fatta in concomitanza con il riordino dei percorsi d’istruzione- Si dovrà, quindi, tener conto del monte ore occorrente al giusto fabbisogno di adeguamento dell’istruzione e formazione alle esigenze del mercato globale e dell’evoluzione dei lavori di terza rivoluzione industriale e soprattutto dell’inviolabile diritto al lavoro. Si chiede al Governo, nel legiferare sul riordino delle quote di autonomia e degli spazi di flessibilità, di garantire l’assunzione di tutti gli attuali precari, la riqualificare del personale docente e non docente, anche in ragione dell’assolvimento di nuove funzioni e lavori, salvaguardando, con il futuro dei giovani, la dignità professionale del docente, la serietà degli studi e l’autorevolezza della scuola. Si chiede, pertanto, la cancellazione dal comma 1 dell’articolo 4, di ogni riferimento alla durata del tirocinio, rimandando la quantificazione in coerenza con le modifiche che verranno apportate dai futuri decreti legislativi in materia di riordino degli indirizzi, di ridefinizione del monte ore e in ragione dell’utilizzo delle quote di autonomia e degli spazi di flessibilità effettivamente disponibili ed esercitabili, anche per evitare di compromettere i percorsi formativi in questa prima fase di avvio della riforma. Punto 2 - Riteniamo sia giusto e opportuno, purché non produca diminuzione di posti di lavoro stagionali o a chiamata, che l’alternanza scuola - lavoro possa essere svolta anche durante la sospensione delle attività didattiche, a condizione che tale attività sia in qualche modo finanziata e remunerata. È quindi necessario allocare apposite risorse ministeriali al fine di rendere efficace l’interazione tra scuola e mondo del lavoro, anche in ragione di una maggiore disponibilità di laboratori efficienti e di docenti preparati alla funzione di tutor interni da parte delle istituzioni scolastiche. Ciò rappresenterebbe un orientamento funzionale all’effettiva integrazione nel mondo del lavoro degli studenti inseriti in percorsi curriculari. Si chiede, pertanto, di integrare il comma 3 dell’articolo 4, dopo la parola “didattiche” con il seguente testo “in forma remunerata in quota parte dall’impresa e da appositi fondi del MIUR ”. Dopo la parola “all’estero” inserire il seguente testo “Con apposito Decreto sarà individuata la misura dell’indennità lorda da corrispondere al docente per la funzione di tutor interno/scolastico e al tirocinante in ragione del monte ore assegnato per l’alternanza scuola – lavoro e la conseguente ripartizione tra impresa e MIUR”. Punto 3 - Riteniamo che, il mancato collegamento tra cicli scolastici in termini di esercizio al diritto/dovere allo studio e al lavoro, possa portare il giovane a dover decidere frettolosamente già durante il terzo anno di frequenza alla scuola secondaria di primo grado quale percorso intraprendere, ovvero se continuare nell’istruzione secondaria superiore di secondo grado o ricorrere ai percorsi di IeFP, penalizzando così una possibilità di scelta maturata sulla base delle proprie motivazioni e aspirazioni. In tal senso, la richiesta di delega di cui alla lettera e) dell’articolo 22 comma 2 è decisamente discutibile, perché andrà ad incidere sulla ridefinizione degli indirizzi e sull’articolazione del quadro orario, pur con il giusto potenziamento delle attività laboratoriali, già dal primo biennio che è, e deve restare, il percorso fondante dell’apprendimento del giovane per poi passare, nel secondo biennio, ad una formazione orientata a percorsi lavorativi laddove non intenda proseguire con l’istruzione tecnica superiore e con quella universitaria. Si chiede, pertanto, di cancellare dal DDL “… con particolare riferimento al primo biennio” in quanto incide negativamente su tutti i processi legati al nostro sistema di obbligo formativo che trova ampio spazio nel primo biennio, a garanzia per il giovane di una sua personale maturazione nella scelta più idonea per il proprio futuro. Per quanto non rappresentato analiticamente si rinvia al documento contenente l’approfondimento di ulteriori fattispecie e relative proposte di modifica al testo del disegno di legge, che sarà illustrato dalla Confsal-Snals durante l’audizione del 28 maggio 2015, In conclusione, la Confsal auspica che al Disegno di legge vengano apportate modifiche strutturali e sostanziali, riguardanti anche alcune omissioni di una certa rilevanza, tenendo conto del dettato costituzionale e della privatizzazione del rapporto di lavoro del personale della scuola. DaLLa PRIMa PaGINa/7 GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 JOBS ACT Da specificare norme su mansioni e retribuzioni ➧ di lavoro a tutele crescenti e la decontribuzione prevista dalla legge di stabilità del 2014 incominciano a produrre i primi effetti positivi, sia sul fronte della conversione dei contratti a tempo determinato in contratti “stabili”, sia su quello delle nuove assunzioni. Purtroppo, gli effetti positivi non risultano distribuiti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. Questa constatazione dimostra chiaramente che il Jobs act non potrà produrre effetti concreti e significativi se non si sviluppano efficaci politiche sul fronte della legalità, dell’economia e del lavoro, della formazione, dell’innovazione tecnologica, dell’ambiente, dell’energia e di alcuni settori produttivi come quello del turismo. La previsione di misure volte a sostenere le cure parentali attraverso disposizioni per la tutela della maternità e per favorire la conciliazione delle esigenze e dei tempi di cura, di vita e di lavoro, non può che essere accolta favorevolmente, dice la Confsal a proposito di uno dei due decreti. Fatta questa necessaria premessa, la Confsal sottolinea che purtroppo, per una materia di fondamentale importanza quale è quella in discussione, si è preferito optare per una impostazione “c.d. minimale” piuttosto che procedere al riordino dell’intera normativa in materia e ciò “per i tempi ridotti dell’iter di approvazione ed i vincoli di finanza connessi”. Perplessità viene poi espressa sulla disposizione di cui all’art. 25 del provvedimento secondo cui le norme in esso contenute si applicano in via sperimentale per il solo anno 2015. “Se veramente il Governo vuole favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro deve reperire le risorse per riforme strutturali e complessive e non certo temporanee”. Sull’altro decreto, che si propone il riordino dei contratti, la Confsal ritiene che il nodo cruciale del provvedimento è rappresentato dalle modifiche sulle mansioni dei lavoratori. E che il testo del decreto dovrebbe specificare meglio alcuni punti a tutela dei lavoratori. La legge delega richiede che la revisione delle mansioni sia giustificata da “processi di riorganizzazione, ristrutturazione o conversione aziendale individuati sulla base di parametri oggettivi” mentre la disposizione in commento - sostiene la Confsal - fa riferimento in modo generico alla “modifica degli assetti organizzativi aziendali che incidono sulla posizione del lavoratore”. ad avviso della Confsal, pertanto, qualunque modifica degli assetti organizzativi aziendali non può legittimare un demansionamento. Per quanto concerne l’aspetto prettamente economico, la Confsal chiede che si preveda che il mutamento di mansioni debba avvenire a retribuzione invariata. ➧ percorsi a sostegno della domanda interna, della legalità dell’economia e del lavoro, della formazione, della ricerca e dell’innovazione tecnologica, dell’energia, dell’ambiente, dei settori produttivi strategici, come il turismo, nonché del Made in Italy. D. Il governo punta decisamente sull’attuazione del Jobs act per rilanciare l’occupazione. Lei cosa ne pensa? R. Il Jobs act può contribuire alla conversione dei contratti di lavoro precari in contratti a tutele crescenti, determinando una relativa stabilità dei lavoratori, come può favorire nuove assunzioni stabili. Ma in assenza di un deciso miglioramento dei fattori di crescita il Jobs act non pu creare una significativa “nuova” occupazione su tutto il territorio nazionale. Infatti, i recenti indicatori ufficiali rilevano un aumento dell’occupazione lieve e disomogeneo nelle varie realtà economiche e produttive del paese. D. Ma il governo valuta con una certo ottimismo i primi segnali di oc- PENSIONI Indicizzazione: chi paga per i danni ➧ minata. Ne hanno preso coscienza per ultimi persino i magistrati che saranno costretti d’ora in poi a pagare in proprio per gli errori commessi quando la loro discrezionalità di giudizio troppo personalistica provocherà danni ad un innocente. E quando le responsabilità verranno accertate il colpevole sarà perseguito sia penalmente che economicamente. L’Italia, dunque, è cresciuta, comincia ad essere più giusta, più a misura del cittadino che si vede ora tutelato in modo tale da non dover più subire le angherie del passato. Purtroppo in questo nostro Paese che sembra essersi tinto piacevolmente di rosa per i cittadini l’eccezione è data dalla politica e dai suoi rappresentanti che continuano a commettere macroscopici errori di valutazione e di strategie che si riversano con pesanti riflessi negativi sulla collettività senza mai risponderne come sarebbe giusto ed auspicabile. Certo nel lungo periodo potrebbero riceverne una risposta elettorale negativa ma in gran parte indolore perché economicamente, comunque, non perderanno mai nulla e potranno godersi tranquillamente i frutti del loro impegno politico qualsivoglia esso sia stato. Di un simile modo di procedere ne abbiamo avuto proprio in questi giorni un chiarissimo esempio con la vicenda relativa al congelamento delle “indicizzazioni” imposte dal Governo Monti per gli anni 2012/13 su tutti gli assegni pensionistici l’intervista Governo debole e iniquo cupazione. Lei non è così ottimista? R. Anzitutto, i dati occupazionali in Italia vanno valutati in relazione a importanti fattori esogeni, come le politiche monetarie meno restrittive della Bana Centrale Europea e le più favorevoli condizioni del mercato mondiale del petrolio. Detto questo, ritengo che se non si sostiene la domanda interna con eque politiche fiscali e retributive la crescita economia e occupazionale in Italia non potrà raggiungere i livelli dei maggiori paesi dell’Eurozona e dell’occidente. D. Passiamo a un tema decisamente “caldo”, il rinnovo dei contratti scaduti sia nel privato che nel pubblico impiego. R. Nel privato circa la metà dei lavoratori non ha visto rinnovato il proprio contratto, mentre nel pubblico i contratti non vengono rinnovati da sei Direttore MARCO PAOLO NIGI Direttore responsabile FEDERICO DE LELLA SOCIETà CULTURA LAVORO Confederazione generale Sindacati Autonomi Lavoratori Settimanale di politica e informazione sindacale superiori al 1.500 euro mensili lordi. Il provvedimento, unitamente ai tanti altri interventi punitivi che il Governo Monti ha fatto ingoiare agli Italiani (l’esasperato fiscalismo, la tassazione sugli immobili di portata tale da dimezzarne il valore, l’aumento continuo delle accise sui carburanti, la maggiorazione dell’Iva, il rifiuto di organizzare le Olimpiadi a Roma perché troppo costose ma che avrebbero poi fatto la felicità di Londra per l’affluenza di pubblico e per gli introiti, la umiliante vicenda dei due fucilieri della S. Marco vittime del loro dovere rimandati in India dove sono ormai diventati ospiti fissi delle locali prigioni, e quant’altro) è ora stato bocciato dalla Corte Costituzionale perché palesemente illegittimo. E così oggi il Governo Renzi è obbligato a restituire il maltolto che ha raggiunto la ragguardevole cifra di oltre 15 miliardi di euro, somma che per l’attuale non certo florida situazione economica del Paese rappresenta un onere insostenibile ma da affrontare comunque e per giunta sotto l’occhio vigile dell’Unione Europea. Non sarebbe giusto ma anche doveroso, a questo punto, che Monti, i suoi ministri e tutti quei parlamentari che hanno approvato supinamente il provvedimento incostituzionale sull’indicizzazione delle pensioni, denunciato subito dal sindacato come illegittimo e frutto dell’arroganza di taluni politicanti tra l’altro non legittimati dal voto popolare, pagassero di tasca propria per i danni inferti alla Redazione: Domenico Dimilta DIREzIOnE: Viale di Tratevere, 60 - 00153 Roma Tel./Fax 06 5800370 - Tel. 06 5816496 - Tel. 06 5809705 e-mail: [email protected] anni. Tutto questo ha portato a una situazione di grave iniquità sociale per gli occupati, le cui retribuzioni perdono progressivamente il potere di acquisto, e un sensibile calo della domanda interna e delle commesse delle imprese. Le due cose insieme impediscono la crescita economica e occupazionale. Ecco perché la Confsal punta decisamente, insieme con le proprie confederazioni, al rinnovo dei contratti. D. a proposito del rinnovo dei contratti del pubblico impiego, la Confsal, con le sue federazioni del settore, è fortemente impegnata in azioni di protesta e di lotta. a che punto siete? R. Il governo non può far finta che la questione del manato rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici non esista, come ha fatto anche di recente con la previsione triennale del DEF Stampa: PintOgraF - Via Menalca, 37 - 00155 roma la testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 OrganizzaziOne editOriale: Italo Meschini Federico De Lella 2015. Cosa vuole che dica al riguardo, se non che è ormai storicamente accertato che lo stato e le altre Istituzioni della Repubblica sono i peggiori datori di lavoro del paese? Tra l’altro, un governo che intende riformare la pubblica amministrazione non può ignorare uno strumento decisivo come il contratto di lavoro per cambiare le politiche normative e retributive del personale. Anche questa constatazione costituisce una delle tante inspiegabili contraddizioni e illogicità del governo Rezi. D. Quali sono gli obiettivi di queste azioni di protesta e di lotta portate avanti dalla federazioni del pubblico impiego aderenti alla Confsal? R. Ci sono molti e importanti obiettivi di categoria, quali la modifica della riforma della scuola e la modifica della riforma delle pubbliche amministrazioni, oltre alla stabilizzazione dei lavoratori precari. C’è poi un obiettivo comune che riguarda tutti i lavoratori del pubblico impiego, il rinnovo del contratto. Il nostro auspicio è che il governo finalmente si ravveda! Amministrazione: Viale di trastevere, 60 - 00153 roma - Sito internet www.confsal.it registrato tribunale di roma al n. 495 del 7-10-1996 Sped. a.P. d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma i dCB roma collettività e a tutto il Paese? Questo anche per evitare all’attuale Governo, costretto ad applicare la sentenza della Corte Costituzionale e quindi ad intervenire, tra l’altro con penosi espedienti, per far fronte ad un “buco” prodottosi nei conti pubblici dovuto all’incompetenza di tanti millantati economisti. È chiaro che in Italia una cosa del genere non accadrà mai tant’è che Monti, auto convintosi di aver salvato con i suoi interventi il Paese dalla bancarotta, ha poi fondato un partito ed ha riposto illusorie speranze di poter assurgere alla massima carica dello Stato. Fortunatamente così non è stato perché l’ombra dei fucilieri della S. Marco ancora confinati in India per una sua cervellotica “Ragion di Stato”si è tramutata in un ostacolo insormontabile. Ora si gode la lauta pensione da senatore conferitagli ad hoc dal Presidente della Repubblica, non sarà chiamato in alcun modo a rifondere i danni procurati con provvedimenti che hanno provocato un aumento dei poveri da 3 milioni e 500 mila a 10 milioni, (sarebbe un precedente troppo scomodo anche per i suoi successori) e sembra tagliato fuori dai giochi della politica. Ma siamo in Italia e quindi mai dire mai perché, come la storia insegna, assai spesso anche i “vedovi” della politica ritornano più baldanzosi che mai. almeno finché dura... L’organo di stampa è aperto a tutte le collaborazioni che, per necessità redazionali, potrebbero tuttavia non essere integralmente accolte. Non si pubblicano articoli già comparsi su altri giornali. associato all’Unione Stampa Periodica italiana GIOVEDì 11 GIUGNO 2015 8/DaLLa PRIMa PaGINa ➧ mente indispensabile definire il concetto di riforma affidandosi al significato letterale della parola. a nostro avviso, per legge di riforma si intende un provvedimento che sostenga e consenta di realizzare un rinnovamento graduale o radicale di una condizione e di una situazione esistente, per adeguarla a nuove e diverse esigenze con l’obiettivo dichiarato di migliorare la realtà. Ed è per questo che il confronto democratico dovrebbe basarsi su una corretta analisi delle situazioni esistenti, sulla conoscenza profonda del contesto normativo primario e secondario, sulla chiarezza dei percorsi e degli obiettivi nonché su un proficuo e rispettoso metodo relazionale finalizzato ad un cambiamento di qualità, maturato nella convinzione e nella condivisione. Pertanto, per varare una “buona” legge di riforma il legislatore deve escludere il metodo della eccessiva semplificazione del confronto democratico ridotto all’opzione politica superficiale: “riforma sì o riforma no”, che può sfociare nell’affermazione del “pensiero unico”. al contrario il legislatore e ogni soggetto individuale e sociale che intende dare il suo apporto democratico dovrebbero affrontare con serietà, onestà intellettuale e competenza la questione centrale della “qualità” delle riforme in relazione alle dinamiche civili, culturali, sociali, economiche e politiche, ancor prima di esprimersi in merito, in via definitiva, a favore o contro una legge di riforma. Il legislatore democratico riformista deve essere portatore di un progetto civile, culturale, sociale, economico e politico largamente condiviso dal Paese reale, nonchè conforme ai fondamentali principi e rispettoso degli inviolabili diritti sanciti dalla Costituzione italiana. Soltanto sulla base di un progetto politico fondato su principi e diritti costituzionali si può legiferare con l’obiettivo di dare al Paese riforme socialmente eque, capaci di sostenere lo LEGGI DI RIFORMA La questione centrale della equità sociale e della legittimità costituzionale sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Paese e promuovere un buon livello di coesione della società. Tanto premesso, la Confsal valuta l’attività legislativa riformistica italiana, con particolare riferimento agli ultimi sette anni della grande crisi economica, e i suoi esiti in termini di provvedimenti di legge, approvati e vigenti o in iter parlamentare, socialmente iniqui, scarsamente funzionali alla crescita e, per alcuni aspetti, di dubbia costituzionalità. a nostro parere una “buona” legge di riforma non può avere come unico obiettivo quello di “far cassa” sull’altare delle discutibili politiche di eccessiva austerità dell’Eurozona, come è avvenuto con i provvedimenti in materia previdenziale e pensionistica e di blocco dei rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, dalla legge “Fornero” alle ricorrenti leggi di finanza pubblica. Una “buona” legge di riforma non può confliggere con una fondamentale libertà costituzionale, come sta accadendo con il disegno di legge di riforma della scuola in relazione al dettato dell’articolo 33 della Costituzione sulla libertà di insegnamento. La previsione della nuova autonomia didattica, organizzativa e gestionale di una istituzione scolastica non può incentrarsi sull’autoritarismo dirigenziale mortificando la libertà, l’autorevolezza e l’autonomia professionale dei docenti e di tutti gli attori dell’educazione e della formazione. Una “buona” legge di riforma della pubblica amministrazione non può affievolire l’autonomia e l’imparzialità amministrativa per effetto dell’invadenza della politica come non può omologare funzioni pubbliche dalle forti specificità con la finalità dichiarata di perseguire obiettivi di ordine fi- nanziario, con le inevitabili conseguenze di ridurre la quantità e la qualità dei servizi pubblici primari erogati. Una “buona” idea politica non può essere quella di una previsione di legge, in netto contrasto con l’articolo 39 della Costituzione, finalizzata a favorire la costituzione di un “sindacato unico”, che cancellerebbe la democrazia economica e il pluralismo sindacale. In una situazione in cui il Governo legifera prevalentemente per decretazione, anche quando non esistono i previsti motivi d’urgenza, o con disegni di legge blindati e usa impropriamente la fiducia parlamentare per l’approvazione di leggi con contenuti e istituti giuridici di dubbia costituzionalità, il Paese non può esimersi dal riflettere sulla “salute” della democrazia italiana. In una situazione in cui la Corte Costituzionale è chiamata, con una certa e preoccupante frequenza, ad esprimersi sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi, il Popolo italiano non può non interrogarsi seriamente sul rispetto del dettato costituzionale da parte del legislatore. La Confsal ha sempre denunciato la grave iniquità sociale di recenti leggi in materia fiscale e di finanza pubblica in generale e la dubbia costituzionalità di alcuni istituti giuridici presenti nelle leggi di riforma. La Corte Costituzionale, con la recente sentenza n° 70/2015, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di alcune norme in materia di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici e il 23 giugno p.v. si pronuncerà sul diritto al rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti pubblici. L’esperienza legislativa di questi ul- timi anni dovrebbe indurre Governo e Parlamento a legiferare valutando preliminarmente la costituzionalità delle previsioni di legge per non trovarsi nella situazione emergenziale di dover emanare discutibili e iniqui provvedimenti-tampone come il decreto legge del 21 maggio 2015, n° 65 sulle rivalutazioni delle pensioni a seguito della sentenza n° 70 del 2015 della Corte Costituzionale. Governo e Parlamento, ad esempio, potrebbero prevenire il possibile ricorso alla Corte Costituzionale per dubbia costituzionalità o al referendum abrogativo, modificando e adeguando al dettato costituzionale la previsione del disegno di legge sulla riforma della scuola. Inoltre, il Governo dovrebbe avviare immediatamente, dopo sei anni dalla scadenza dei contratti, il negoziato sui rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, evitando così di dover affrontare obbligatoriamente gli effetti di una sentenza della Corte Costituzionale. In conclusione, il Governo Renzi e la maggioranza parlamentare che lo sostiene si dovrebbero interrogare seriamente sulla equità sociale e sulla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti, aventi forza di legge, che intendono proporre e approvare. Il Governo Renzi, se vuole effettivamente sostenere il progetto politico di governare il Paese per tutta la legislatura seguendo la via delle riforme strutturali, è obbligato a promuovere leggi organiche, socialmente eque e funzionali allo sviluppo e alla coesione sociale, nonché conformi al contesto normativo costituzionale. Per la Confsal è evidente che non si possa governare “bene” nel medio periodo in assenza di un reale consenso e di una chiara condivisione, con la promozione di leggi socialmente inique, non funzionali allo sviluppo e di dubbia costituzionalità e soprattutto secondo la filosofia politica del “pensiero unico”. * Segretario generale Confsal