21
f
confsal
Anno XX - numero
Giovedì 11 giugno 2015
Confederazione
E u r o p e a
dei Sindacati
Indipendenti
Tariffa R.O.C. Poste Italiane S.p.a.
Spedizione in A bbonamento Postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1 comma 1 - DC B Roma
Euro 0,70
A bbonamento annuale Euro 26,00
La copia si può anche acquistare
nelle nostre sedi C onfsal in tutta Italia
SETTIMANALE DI POLITICA E INFORMAZIONE SINDACALE
Società
Cultura
Lavoro
CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACATI AUTONOMI LAVORATORI
Sito Internet: www.confsal.it
Bruxelles
Convegno Cesi
su sistemi fiscali
e crisi economica
Firenze
Lo scandalo nazionale
Musei. 1° maggio:
chiusi Uffizi e Accademia
A pagina 4
A pagina 3
Sicurezza
La proposta Confsal:
informazione
in tutte le scuole
A pagina 4
LEGGI DI RIFORMA
La questione centrale della equità
sociale e della legittimità costituzionale
LA “BUONA SCUOLA”
La Confsal in audizione al Senato
In un documento la costituzionalità del ddl e la coerenza col sistema privatistico
I
l confronto politico
sulle leggi di riforma
proposte dal Governo e
di Marco Paolo Nigi*
sostenute dalla maggioranza parlamentare ha
bisogno di liberarsi dalla
carenza di approfondimento e di riflessione e
dalla faziosità del metodo relazionale.
Si rende prioritariaa PaGINa 8
Audizione Confsal
presso la Commissione
Cultura Camera e
Commissione Istruzione Senato del 27 maggio 2015 sul Disegno
di Legge n. 1934 Riforma del sistema
nazionale di istruzione
e formazione e delega
per il riordino delle disposizioni legislative
vigenti. La delegazione
Confsal composta da
Fedele Ricciato e Salvatore Piroscia, ha presentato il documento
che segue.
teria costituzionalmente
delicata, complessa e articolata su due aspetti
fondamentali interconnessi: l’impianto pedagogico-didattico, organizzativo e gestionale - in regime di autonomia - delle istituzioni scolastiche,
inserite nel contesto del
sistema pubblico dell’istruzione e le politiche
del personale scolastico.
Pertanto, al legislatore si presentano due
questioni giuridiche sostanziali e formali: la costituzionalità della previ-
Il presente Disegno di
Legge riguarda una ma-
a PaGINa 6
JOBS ACT
Da specificare
norme, mansioni
e retribuzioni
I limiti del provvedimento
R
iprende con una serie di audizioni l’iter dei due decreti del Jobs
act all’esame della Commissione Lavoro di Montecitorio chiamata a esprimere i pareri sul decreto che si propone il riordino delle tipologie contrattuali e la revisione della disciplina delle mansioni e su quello che contiene
misure per la conciliazione dei tempi
vita-lavoro.
Prima di entrare nel merito dei
due schemi di decreto legislativo n.
157 e n. 158, la Confsal nel corso dell’audizione evidenzia come il contratto
a PaGINa 7
Governo e sindacati: incontro
negativo. Si inasprisce la protesta
N
onostante gli emendamenti illustrati dal Governo, approvati in Commissione cultura alla Camera, il testo del ddl sulla
scuola rimane inaccettabile: lo afferma Marco Paolo
Nigi, Segretario generale
della Confsal-Snals, a conclusione dell’incontro a Palazzo Chigi.
Nel suo intervento durante l’incontro, Nigi ha ribadito le irrinunciabili richieste di emendamento al
ddl “Buona scuola” già oggetto dello sciopero del 5
maggio, che rimangono
inalterate nella sostanza
anche alla luce degli emen-
damenti approvati. Nel sostenere che va ripristinata
la serietà degli studi e l’autorevolezza dei docenti, Nigi ha definito improponibile
e inaccettabile affidare la
valutazione dei docenti a
un comitato composto con
genitori e studenti.
Secondo Nigi, va inoltre
eliminato ogni aspetto di
gestione autoritaria nella
scuola; è necessario un
piano di assunzioni da
adottare con un provvedimento legislativo di urgenza; gli organici pluriennali
dell’autonomia devono essere realizzati con modalità certe e trasparenti ed
essere adeguati alle necessità; va avviato il rinnovo del contratto e deve essere cancellata ogni invasione della legge in campo
contrattuale. I rappresentanti del Governo, riferisce
Nigi, “non hanno dato alcuna risposta concreta” ai
temi sollevati dal sindacato “ma si sono limitati a
dare assicurazioni che sarebbero state valutate le
osservazioni.
“La battaglia della
Confsal-Snals, pertanto,
congiuntamente alle altre
organizzazioni sindacali,
continuerà con altre incisive forme di lotta. ❐
l’intervista
Governo
debole
e iniquo
I
l difficile momento
politico-sindacale
merita un approfondimento, così come
alcuni temi particolarmente rilevanti
legati al lavoro. “Italia Oggi” sul tema
ha interpellato Marco Paolo Nigi, Segretario generale della
Confsal, la più
grande confederazione sindacale autonoma italiana.
D. Quali sono i
campi d’intervento
funzionali alla crescita e all’occupazione?
R. Gli stessi che
indichiamo da tempo
e che, in sintesi, riguardano azioni e
a PaGINa 7
PENSIONI
Indicizzazione:
chi paga per i danni
dei governanti?
Politici esenti da responsabilità
C
hi rompe paga. È l’antico adagio
popolare che i responsabili della
cosa pubblica hanno sempre ignodi Federico De Lella
rato. Ma oggi non è più così perché
il cittadino ha finalmente la possibilità di far valere i suoi diritti ed ottenere giustizia. Quasi tutti coloro cui
spettano responsabilità di carattere
amministrativo, sia pure spesso obtorto collo, si sono dovuti adeguare
alla nuova situazione che si è detera PaGINa 7
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
2/EUROPa
AMBIENTE
NUOVA SQUADRA
Il corretto smaltimento dei rifiuti riguarda tutti i Paesi dell’UE
Junker Presidente: impegno
per tutela interessi Paesi UE
Nuova strategia su gestione rifiuti
R
iciclare il 70%
dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi entro il
2030; stop alla discarica per i materiali riciclabili e riduzione del 30% dei
rifiuti alimentari per
il 2025. Sono gli
obiettivi-chiave delle
nuove norme proposte dalla Commissione Europea,
molto più ambiziosi
rispetto ai precedenti target, al fine
di rendere realizzabile il passaggio alla cosiddetta
“economia circolare”, una nuova
visione che rende ogni materia
prima utilizzabile una prima volta
e diventare - grazie al riuso, alla
riparazione e al riciclaggio - non
più rifiuto ma nuova risorsa.
Le proposte legislative riguardano principalmente la Direttiva
quadro sui rifiuti, la Direttiva sulle discariche e la Direttiva sugli
imballaggi e sui rifiuti di imballaggio. Si tratta di proposte che ora
passano al vaglio del Consiglio e
del Parlamento Europeo.
La Commissione ha adottato
alcune proposte intese a sviluppare un’economia più circolare in
Europa e a promuovere il riciclaggio dei rifiuti negli Stati membri. Il
conseguimento dei nuovi obiettivi
in materia di rifiuti creerebbe
580.000 nuovi posti di lavoro,
rendendo l’Europa più competitiva e riducendo la domanda di risorse scarse e costose.
Le misure proposte, che consentirebbero peraltro di ridurre
l’impatto ambientale e le emissioni di gas a effetto serra, prevedono
il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani e dell’80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire
dal 2025, il divieto di collocare in
discarica i rifiuti riciclabili.
L’innalzamento degli obiettivi
I
diversi programmi attuati nel quadro dello
SLSG (Spazio Libertà Sicurezza Giustizia) hanno
senza dubbio permesso
di costruire uno Spazio
comune di Libertà, Sicurezza e giustizia, agevolando in particolar modo
lo scambio di dati tra
Stati membri e rafforzando i diritti dei cittadini
europei.
Nonostante tali importanti progressi, la Cesi ritiene che si possa fare ancora meglio, attraverso in particolare un
maggiore coinvolgimento
dei lavoratori dei diversi
servizi di sicurezza, siano essi agenti di Polizia,
Vigili del Fuoco, agenti
Doganali, Giudici, Personale carcerario, Personale delle amministrazioni
Fiscali. Sono infatti i lavoratori che garantiscono nella pratica, la Libertà, Sicurezza e Giu-
in materia di rifiuti nelle Direttive
esistenti rientra nell’ambizioso
sforzo di realizzare una transizione fondamentale da un’economia
lineare a una più circolare.
La nuova visione propone un
modello economico diverso, dove
le materie prime non vengono più
estratte, utilizzate una sola volta e
Obiettivi di riciclaggio
più ambiziosi per passare a un’economia circolare con più occupazione e crescita sostenibile
gettate via. In un’economia circolare i rifiuti spariscono e il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio
diventano la norma. Prolungare
l’uso produttivo dei materiali, riutilizzarli e aumentarne l’efficienza
servono anche a rafforzare la
competitività dell’UE sulla scena
mondiale. I nuovi sistemi di smaltimento e di recupero consentono
di passare a una società e a un’economia a “rifiuti zero”.
La comunicazione indica come
da un uso più efficiente delle risorse deriveranno nuove opportunità di crescita e occupazione.
Una progettazione innovativa,
prodotti migliori e
più
resistenti,
processi produttivi più efficienti e
sostenibili, modelli imprenditoriali
lungimiranti e i
progressi tecnici
per trasformare i
rifiuti in una risorsa concorreranno ad accrescere l’efficienza.
Il pacchetto
che accompagna
la comunicazione
intende creare il
contesto che consentirà di trasformare in realtà l’economia circolare, con Politiche
meglio interconnesse, una regolamentazione intelligente e il sostegno attivo delle attività di ricerca e
innovazione.
Ciò permetterà di sbloccare gli
investimenti e attrarre i finanziamenti, incentivando nel contempo
la partecipazione dei consumatori
e il coinvolgimento più intenso
delle imprese.
Il pacchetto suggerisce inoltre
di misurare la produttività delle
risorse in base al rapporto tra Pil
e consumo di materia prime, proponendo di individuare nell’aumento del 30% di tale produttività
entro il 2030 un possibile obiettivo principale da inserire nella
prossima revisione della Strategia
Europa 2020.
Queste iniziative sono accompagnate dalle rispettive comunicazioni che riguardano:
• un’iniziativa sull’occupazione
verde;
• un piano d’azione verde per
le Pmi;
• le opportunità per un uso efficiente delle risorse nel settore
edilizio.
Tutte queste iniziative consentiranno di rinnovare l’agenda sull’impiego delle risorse per i prossimi anni.
L
’Unione Europea sta
cambiando volto in
questi mesi. Dopo le elezioni europee che hanno
rinnovato il Parlamento,
ora tocca alla Commissione Europea con l’elezione di Jean-Claude
Junker a Presidente designato.
Junker, ex primo Ministro lussemburghese,
sostituirà Josè Manuel
Barroso alla testa della
Commissione Europea a
partire dal 1° novembre.
Sarà anche il primo Presidente a essere stato
eletto attraverso la nuova procedura prevista
dal Trattato di Lisbona,
che vede una doppia investitura da parte dei
Governi nazionali e da
parte del Parlamento
Europeo.
Junker, nominato
dal Consiglio Europeo
dello scorso 27 giugno
sulla base dei risultati
delle elezioni europee, è
stato formalmente eletto
dal Parlamento Europeo
il 15 luglio. Il legame diretto tra il nome del
candidato alla Presidenza della Commissione e i
risultati elettorali del
maggio scorso, conferisce una dimensione parlamentare nuova all’elezione di Junker e di chi
verrà dopo di lui. Il Presidente dell’Esecutivo
UE dovrà avere il gradimento dei Governi e della maggioranza dei Deputati Europei.
Il primo compito di
Junker sarà formare la
nuova Commissione assieme ai Governi nazionali - le regole europee
prevedono un Commis-
CESI
Coinvolgimento dei lavoratori nella sicurezza
Per una migliore applicazione degli orientamenti strategici su Libertà, Sicurezza, Giustizia
stizia nello Spazio europeo.
Coinvolgerli significa
farli partecipi dell’elaborazione dei futuri orientamenti strategici informandoli, consultandoli e
tutelandoli dai rischi. Il
contributo e il sostegno
degli operatori sul terreno non potranno che
portare ad una migliore
applicazione dei futuri
orientamenti strategici
sulla Libertà, Sicurezza e
Giustizia.
Il Programma di Stoccolma sottolinea in modo
particolare il valore della
fiducia reciproca tra autorità e servizi dei diversi
Stati membri, quale fondamento di una coopera-
Sede Consiglio Europeo
zione efficace nell’ambito
della Giustizia, Sicurezza
e Protezione dei cittadini.
a tal fine è fondamentale
sviluppare una cultura
europea che si basi anche sullo scambio di
esperienze e buone prassi, oltre che su una for-
mazione che non sia
semplicemente concepita
per settore e categoria
professionale, ma che
miri a mettere in rete
tutti gli operatori interessati da una data decisione-quadro europea.
La Cesi ha quindi ela-
borato una Risoluzione
relativa ai prossimi
orientamenti strategici
della programmazione
legislativa e operativa
nello Spazio di Libertà,
Sicurezza e Giustizia; Risoluzione promossa e
diffusa sia a livello europeo, presso i principali
soggetti
istituzionali
coinvolti, che a livello nazionale, attraverso le Organizzazioni-membro
della Cesi.
Nella detta Risoluzione la Cesi invita il Consiglio Europeo e le altre
Istituzioni dell’Unione
Europea a:
1. Integrare nei prossimi orientamenti strategici una sezione dedicata
sario per ogni Stato
membro. Una volta raggiunto un accordo politico sui nomi e gli incarichi dei 27 Commissari
candidati, la parola
spetterà al Parlamento.
Ogni candidato parteciperà a un’audizione par-
lamentare in cui verrà
valutata la sua idoneità
al ruolo. Junker si presenterà poi con la nuova
squadra al Parlamento
Europeo riunito in sessione plenaria. Dopo il
dibattito sulle priorità
politiche della nuova
Commissione, i Deputati potranno, a maggioranza
dei
suffragi
espressi, approvare la
composizione della nuova Commissione con un
mandato di cinque anni.
Si attende nei prossimi mesi l’elezione alla
Presidenza dell’Eurogruppo, organo importante perché riunisce gli
Stati che aderiscono alla
moneta unica e ne coordina le Politiche economiche. Ci sarà infine da nominare il nuovo Presidente del Consiglio Europeo, l’organo che riunisce
i Capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi UE.
al dialogo sociale con le
Organizzazioni sindacali
quale strumento attuativo privilegiato.
2. Assicurare la protezione dei lavoratori del
settore della Sicurezza e
della Giustizia e la loro
incolumità durante l’esercizio delle loro funzioni.
3. Intensificare la formazione per permettere
ai lavoratori di cooperare
e sviluppare una cultura
comune (attraverso la
formazione di base e
continua, programmi di
scambio e linguistici).
4. Comunicare maggiormente in tema di SLSG (Spazio Libertà Sicurezza Giustizia) per avvicinare l’Unione Europea
ai lavoratori.
5. Considerare gli
Stati membri e le loro
autorità pubbliche i
principali garanti della
sicurezza.
DaLLE FEDERazIONI/3
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
FEDERAzIoNI
CONFSAL-UNSA-GIUSTIZIA
Indignazione per l’accaduto al Tribunale di Milano
ma è tutto il sistema giustizia che è a rischio
CONFSAL-UNSA
BENI CULTURALI
I
l gravissimo fatto di
sempre accaduto al
Tribunale di Milano ha
provocato l’indignazione
del mondo sindacale
nonché di tutta l’opinione pubblica.
In particolare il Segretario generale della
Federazione ConfsalUnsa, Massimo Battaglia, in merito ha detto:
“Spero che ci si renda
conto che il personale
che opera nel pianeta
giustizia è lasciato solo
a se stesso. È ora di fare interventi seri per ridare credibilità a chi
amministra la giustizia
in questo paese. Esprimo cordoglio per le vittime e chiediamo al governo Renzi e al Ministro della Giustizia degli
interventi veri e non solo promesse”.
Il Segretario regionale della Confsal-Unsa,
Giovanni Rizzo, nell’esprimere cordoglio e
sdegno per l’uccisione
di persone, alcune delle
quali cadute nell’esercizio del proprio dovere e
mandato, torna a sottolineare l’inefficienza della sicurezza, anche in
Puglia e a Lecce: “Si tagliano fondi e risorse
umane e si danno in
gestione i servizi a società private, come a
Milano. Nel capoluogo
salentino, dopo ben due
bombe fatte esplodere
dalla Sacra Corona
Unita contro il Palazzo
di giustizia negli anni
’80, la risposta giudiziaria è stata generosa e
incalzante, tanto da assumere connotati ormai
“storici”. Però la sicurezza (duole rilevarlo) si
è fermata alle misure
prese allora.
Chi accede al Palazzo di viale de Pietro (dove hanno sede gli uffici
penali) passa per dei
metal detector, ma le
falle esistono ed è agevole anche per un profano - come noi siamo individuarle. Pressoché
nessuna reale misura
di sicurezza, invece, per
gli uffici giudiziari dove
ha sede la giustizia civile, in via Brenta. Solo
dopo insistenze e non
poche abbiamo ottenuto, mesi fa, la sorveglianza presso la Corte
d’appello civile”.
Continua Rizzo: “Deficitaria anche la situazione per il Tribunale e
la Procura minorenni,
Particolari
pericoli per
la sicurezza
si riscontrano
in Puglia e a Lecce
malgrado
le puntuali
denunce della
Confsal-Unsa
CONFSAL-SALFI
Expo. Più risorse per l’agenzia delle Dogane.
Il Segretario Callipo denuncia carenze di organico
Miope visione strategico-politica che chiama in causa la Funzione Pubblica
L
’agenzia delle Dogane e dei Monopoli avrebbe dovuto godere dell’attuazione di
una specifica normativa, varata nel 2014,
contemplante procedure ad hoc per l’Expo
2015, con la definizione di tempistiche per i
vari adempimenti e
con particolare riferimento agli orari degli
uffici doganali. avrebbe dovuto, in verità,
anche godere di un incremento di personale,
con specifiche assunzioni che, purtroppo,
ad oggi, non sono state neppure autorizzate,
nonostante la certificazione della Funzione
Pubblica dell’esistente,
grave, carenza di orga-
altro settore molto sensibile per le materie
trattate. Da quasi un
anno la Confsal-Unsa
invita i Capi degli uffici
giudiziari di Lecce (che
la legge assimila al datore di lavoro) e il sindaco della città a varare
un tavolo comune presso la Corte di appello,
dove affrontare insieme
agli altri soggetti interessati alla questione
della sicurezza, della situazione igienico-sanitaria e logistica, della
frequenza dell’utenza e
della tutela dei lavoratori. L’invito è giunto
anche dal Segretario
nico. Questa la denuncia che arriva da Sebastiano Callipo, Segretario generale della
Confsal-Salfi, sindacato autonomo dei lavoratori finanziari.
In prima fila, in occasione di Expo 2015,
infatti, ci sarà anche il
personale dell’agenzia
delle Dogane, impegnato a garantire la sicurezza dei traffici
commerciali, dal punto
di vista fiscale e della
salubrità e autenticità
dei prodotti. L’agenzia
delle Dogane e dei Mo-
nopoli - incalza Callipo
- affronta questo epocale evento con lo stesso personale di sempre, con meno salario
tabellare e accessorio,
dando ancora un’ulteriore prova di una storica competenza, spirito di servizio, professionalità e serietà di
impegno.
Dunque, per la
Confsal-Salfi, l’agenzia
delle Dogane e dei Monopoli, definita virtuosa, è tuttavia penalizzata da una miope visione strategica politi-
ca che, correa anche la
Funzione Pubblica, invece di sostenere e
premiare efficienza e
meritocrazia, continua, invece, a gestire il
personale doganale
con disinvestimenti,
tagli di risorse e decontribuzione.
Il nostro Paese conclude Callipo - ha,
più di altri, un’indubbia attrattività dei traffici commerciali, che
potrebbe consentire la
conquista di ulteriori
posizioni concorrenziali nella rete del trasporto internazionale.
Proprio per questo
evidenzieremo al Ministro delle Finanze le
necessità di valorizzare
al massimo l’agenzia.
generale Massimo Battaglia ed ha ricevuto a
onor del vero riscontro
positivo solo dal procuratore generale della
Repubblica. Crediamo
che, se è difficile ottenere dallo Stato la protezione e le tecnologie ottimali, i protagonisti locali debbano in ogni
modo fare il possibile
per migliorare le situazioni e per prevenire
sgradevoli sviluppi ed
eventi. L’impegno in
ogni luogo e situazione,
crediamo sia anche una
delle risposte possibili a
eventi come quello di
IninfluenMilano”.
Musei.
Il 1° maggio chiusi
Uffizi e accademia
Danno a città e turisti
a
Firenze Uffizi e
galleria dell’accademia sono rimasti
chiusi il primo maggio. Lo ha denunciato
in una nota la Confsal-Unsa Beni Culturali. Il coordinatore
toscano del sindacato, Learco Nencetti,
che spiega di non
aver firmato l’accordo
con il Segretario regionale della Toscana, Paola Grifoni,
perché è “una sceneggiata e una mancanza di rispetto nei
confronti dei turisti
che preferiscono Firenze”, e di avere sottoscritto invece quello
“che prevede l’apertura solo del Giardino
di Boboli, il Museo
Nazionale del Bargello ed il Museo del Palazzo Davanzati”.
“Si poteva cercare
di aprire anche la
Galleria dell’accademia - aggiunge Nencetti - dato che sarebbero bastati i 34 custodi dirottati, invece,
per tenere aperti nella Notte Bianca il
Museo Nazionale del
Bargello, il Museo
delle Cappelle Medicee ed il Cenacolo di
Ognissanti o del
Ghirlandaio”.
“Questo accordo
così non era da fare aggiunge - perché ancora una volta si è
preferito prendere in
giro i turisti e la città
di Firenze con superficialità e inconsistenza. Il 1° maggio infatti i turisti e la città
hanno trovato ancora
Uffizi ed accademia
chiusi perché il Comune o chi per lui ha
pagato di più quei 34
custodi che hanno
consentito nella Notte
Bianca del 30 aprile
l’apertura fino a mezzanotte di Bargello,
Cappelle Medicee e
Cenacolo di Ognissanti”, conclude il
sindacalista.
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
4/DaLLE FEDERazIONI
FEDERAzIoNI
CESI
Convegno su Sistemi fiscali e crisi economica
In particolare hanno partecipato il Segretario Callipo e il Segretario Dogane Fici della Confsal-Salfi
S
i è tenuto a Bruxelles, uno strategico
Convegno sui Sistemi
fiscali in Europa e sulle amministrazioni che
sono oggi nel cuore
della crisi.
all’interessante
Convegno, su invito
della Confsal, ha partecipato la Confsal-Salfi rappresentata dal
Segretario generale
Callipo, accompagnato
dal Segretario nazionale del Settore Dogane
Fici.
Callipo si è prodigato, anche in sede Europea, nella tutela dei
lavoratori del settore
cercando di portar loro
un segnale di “solidarietà concreto” coniugando le rivendicazioni
a livello nazionale, a
tutti note, con gli interventi da attuare in sede Europea.
Gli Stati membri tentano di rispondere con la riduzione della spesa
e l’aumento delle entrate pubbliche.
Un nuovo approccio consiste, quindi,
per il Segretario, nell’individuare le
entrate dovute e non percepite. Incaricate di tale missione basilare, le
amministrazioni Fiscali si trovano attualmente nel cuore delle misure anticrisi.
Le misure di austerità e i tagli alla
spesa pubblica non hanno, come è
noto, risparmiato le amministrazioni
Fiscali, il cui personale è nell’occhio
del ciclone della crisi.
Si è stimato che tra il 2009 e il
2013 siano andati persi negli Stati
Membri circa 50 mila posti di lavoro,
laddove la Danimarca è il Paese più
interessato con il 29% dei posti delle
amministrazioni Fiscali tagliati.
Callipo ha approfondito le conseguenze dell’impatto della soppressione del personale sui controlli effettuati, nonchè ha anche delibato i vari
programmi di scambio di Funzionari
all’interno della cooperazione operativa transnazionale e il flusso di informazioni fra autorità fiscali e contribuenti.
Da ultimo, non poteva essere tralasciato da parte del Segretario generale la tematica dell’equità fiscale e
l’epocale problematica dei controlli fiscali in relazione agli adempimenti fi-
scali. Callipo ha infine evidenziato le
conseguenze prevedibili sui controlli
rivenienti dal decremento del numero
dei Funzionari e dal deterioramento
dei climi organizzativi nei vari uffici,
causa anche le paralisi retributive e
le non prestate attenzioni, anche politiche,
alle funzioni istituzionali delle varie amministrazioni-fiscali europee, valutate peraltro le grandi evasioni
e frodi fiscali specie
in tema di Iva, nonché il trasferimento
degli utili in zone a fiscalità altamente agevolata.
Un
convegno,
quindi, altamente attuale, strategico, finanziato dall’Unione
Europea che ha visto
due giornate di intenso impegno dove la
Confsal-Salfi ha, ancora una volta, tangibilmente esercitato la
propria mission tutoria e connotato la
propria presenza, con
interventi tecnici e politici, nell’interesse dei colleghi rappresentati, anche ai massimi livelli Conferenziali
europei, registrando l’apprezzamento anche della Confederazione, in
particolare per lo spessore tecnico degli interventi effettuati sia dal
Segretario generale, Sebastiano Callipo, e dal
Segretario nazionale del
Settore Dogane, Marcello Fici.
Entrambi gli interventi dei suddetti relatori sono consultabili sul
sito della Federerazione
Salfi al link Documenti.
CONFSAL-VIGILI DEL FUOCO
La proposta: opuscoli e campagna
per la sicurezza nelle scuole
Un servizio che solo i Vigili del Fuoco possono garantire
L
a Confsal-Vigili del
Fuoco si è rivolta
con una nota al Governo, alle Regioni e ai
vertici dei Vigili del
Fuoco e della Protezione civile per richiamare
l’attenzione sul “grave
problema della sicurezza negli edifici scolastici, che diventa di drammatica attualità ogni
qualvolta si verifica un
evento calamitoso”.
E si dice pronta a
“mettere a punto un
opuscolo divulgativo,
‘Progetto scuola sicura’, che illustri i comportamenti da tenere
in caso di terremoti,
incendi e altre calamità” per avviare un’opera di sensibilizzazio-
ne “in grado di evitare
o almeno limitare i
danni”. a formulare la
proposta è Franco
Giancarlo, Segretario
generale Confsal-Vigili
del Fuoco.
“L’opuscolo, che potrebbe essere distribuito agevolmente in tutti
gli edifici scolastici nazionali, prende spunto
- spiega Giancarlo - dal
documento di riferimento sul miglioramento della sensibilizzazione ai rischi professionali e sulla prevenzione dei rischi fatto proprio dalla commissione europea, nel
quale si prevede una
sinergia fra la formazione scolastica e l’in-
segnamento della prevenzione delle calamità
naturali e degli incendi”.
“Riteniamo infatti sia
necessario investire nella sicurezza. Si è infatti
verificato in molti casi
che i bambini che avevano assistito alle lezioni dimostrative dei Vigili
del Fuoco siano stati
successivamente in grado di prestare un valido
aiuto ai familiari coinvolti in grandi e piccole
emergenze”, ricorda il
leader sindacale.
I Vigili del Fuoco,
prosegue Giancarlo,
sono “gli unici professionisti e deputati per
legge alla verifica della
rispondenza ai criteri
della prevenzione incendi, rilevatori incendi, estintori, idranti,
uscite di sicurezza e
scale di emergenza”.
E “gli unici in grado
di avviare una gestione
della sicurezza attraverso una verifica puntuale delle attrezzature
e delle uscite di sicurezza,
pianificando
inoltre due volte l’anno
presso gli istituti scolastici le prove di evacuazione con gli studenti coinvolti in caso
di pericolo; verifica sul-
le condizioni attuali
delle strutture delle
scuole attraverso controlli di stabilità e verifiche statiche”.
“Non a caso i Vigili
del Fuoco, con gli oltre
1.000 ingegneri, che
rappresentano la più
grande società di ingegneria al mondo, e gli oltre 26.000 pompieri disponibili ogni giorno per
la sicurezza del cittadino
sarebbero in grado di
garantire la sicurezza
nelle scuole”, afferma il
leader della Confsal-Vigi-
li del Fuoco.
“Siamo stufi di intervenire tra le macerie e
ribadiamo la richiesta
di mettere in atto al più
presto tutti gli interventi indispensabili perché
i giovani vadano ‘a
scuola in sicurezza’ introducendo inoltre da
subito corsi obbligatori
sulla prevenzione pr gli
alunni e gli insegnanti.
La tragedia sfiorata
il 13 aprile scorso nella
scuola elementare ‘Enrico Pessina’ di Ostuni,
appena ristrutturata o
il crollo del soffitto dell’asilo di Sesto San
Giovanni hanno fatto
tornare alla mente il ricordo della scuola di
San Giuliano di Rivoli
(Torino) un disastro
per tutti, pompieri
compresi, che resterà
nella memoria non solo
per i lutti ma perché
ancora una volta rappresenta l’esempio di
una tragedia che si poteva evitare”, conclude
Giancarlo.
DaLLE FEDERazIONI/5
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
FEDERAzIoNI
I
l mondo della Scuola, e
non solo, è sceso in piazza per manifestare con la
forza dell’esasperazione il
proprio dissenso contro il
progetto di riforma della
Scuola elaborato dal Governo Renzi. Se il progetto
venisse realizzato così come è stato presentato, infatti, sarebbe destinato a
provocare a tutto il sistema scolastico danni di
portata nemmeno immaginabile.
alla protesta, che si è
svolta il 5 maggio in tutte
le piazze d’Italia con la
presenza di oltre 800mila
persone, hanno partecipato tutti i sindacati di settore uniti da un analogo
obiettivo, la rete degli studenti medi, l’unione degli
universitari, le associazioni dei genitori, il personale
non docente della scuola, i
giovani
medici
del
Co.n.Med, molti dirigenti
scolastici e, naturalmente,
gli insegnanti delle scuole
dell’infanzia, delle medie e
delle superiori. Tra questi
ultimi, oltre ai docenti di
ruolo, i cosiddetti precari
delle graduatorie ad esaurimento che vivono nella
costante e alienante incertezza di non sapere se
manterranno o meno il
posto di lavoro. E tanti
semplici cittadini consapevoli che sulla Scuola si
Marco Paolo Nigi
Segretario generale Confsal-Snals
gioca il destino della Nazione.
Da tutti i manifestanti,
tra uno sventolio di bandiere e cori di incitamento,
un unico forte grido di
protesta per un progetto di
riforma della scuola che il
Governo vuole imporre
unilateralmente con non
poca presunzione ed arroganza nella convinzione di
poter gareggiare o superare i grandi riformatori del
passato. Si tratta infatti di
innovazioni di grande rilevanza e decisamente sostanziali perché destinate
a modificare profondamente l’attuale sistema
scolastico ed, aspetto non
secondario, poste in essere da un mondo politico
privo di legittimazione popolare che, tra l’altro, oggi
come non mai mostra i
suoi palesi limiti in campo
culturale. Proprio per questo gli aspetti deteriori del
provvedimento sono mol-
CONFSAL-SNALS
La Scuola si ribella: fermo
no alla riforma sbagliata
In 800 mila protestano in tutte le piazze d’Italia
teplici ed individuabili anche da coloro che non sono molto addentro alla
problematiche odierne della scuola che sono molteplici.
Il cahier de doleances
in merito è piuttosto corposo. Tra l’altro vi spiccano: le assunzioni del tutto
insufficienti per soddisfare
il fabbisogno della scuola
che anche per l’incremento degli alunni extra comunitari comincia ad essere considerevole, il potere praticamente illimitato
sui docenti attribuito al
preside promosso manager per quanto concerne le
assunzioni, la valutazione
e i premi di rendimento
con conseguenze inaccettabili sulla libertà d’insegnamento, la tragica situazione del personale
precario che dopo anni di
lavoro rischia di trovarsi
disoccupato, la scarsità di
investimenti per la scuola
pubblica mentre sostanziose risorse vengono destinate alle strutture scolastiche private. E ciò che
viene evidenziato con
grande rilievo da tutti gli
operatori del settore è il
mancato rinnovo del contratto di lavoro che ha
condannato le loro già
magre retribuzioni - le più
modeste in campo europeo - ad un ulteriore impoverimento.
Netta la posizione assunta dalla Confsal Snals
sul progetto di riforma della Scuola. Lo si può dedurre dalle dichiarazioni
rilasciate dai massimi responsabili del sindacato al
termine delle manifestazioni che, tenutesi in tutte
le città italiane, hanno as-
sunto particolare rilevanza
e significato per la loro
ampiezza rispettivamente
a Roma e Milano.
Ha detto, tra l’altro,
Marco Paolo Nigi, Segretario generale della Confsal
Snals: “Mi riferisco in primo luogo ai precari. Prima
si è parlato di 150 mila,
po indeterminato.
L’altra questione fondamentale e che non costerebbe niente elaborare
una riforma della scuola
che abbia l’impronta della
serietà degli studi, che restituisca autorevolezza alla
scuola, che faccia accrescere la considerazione so-
Governo
contestato.
La riforma della scuola
non può scaturire
da decisioni
unilaterali
poi sono diventati 120 mila, ora sembrano 100 mila, ma il 1° settembre è alle porte e ora non si fa più
in tempo ad assumere per
il prossimo anno scolastico. E comunque quei 100
mila sono tutti precari che
occupano un posto di lavoro libero e vacante, nel
quale dovrebbe essere fatta una immissione a tem-
ciale verso i docenti e
quindi verso la scuola
stessa invece di umiliarli
continuamente con uno
stipendio ridicolo anche rispetto all’Europa.
Le risorse servirebbero
per fare contratti, per le
immissioni in ruolo, ma
principalmente il Governo
deve fare una legge dove si
dica con chiarezza che il
diritto allo studio è sacrosanto, ma c’è accanto il
dovere di stdiare e che chi
non studia non ha neanche il diritto allo studio, richiamando tutti alla serietà e all’impegno.
Ma, purtroppo, nel disegno di legge ci sono una
serie di cose che vanno in
tutt’altra direzione. Si immagina una scuola rigidamente meritocratica che è
fuori del tempo. Si pensa
di valutare il singolo docente ad opera del preside,
anche lui un docente. Ma
come fa quest’ultimo a sapere se un docente come
lui sa insegnare, se magari proviene da insegnamenti diversi? Caso mai,
la figura del dirigente scolastico poteva essere vista
ciome quella che aiutava,
interveniva e poteva quindi anche valutare. Oggi invece il dirigente scolastico
è un amministratore alla
ricerca di denari per incrementqare il numero delle
ore e degli alunni. Non si
può pensare a uno ‘sceriffo’, ma semmai a un dirigente che controlla se un
docente arriva tardi, se
non va a lavorare, se non
si impegna. Cosa ben diversa è il valutare se sa o
meno insegnare.
Nel disegno di legge,
dunque, non vediamo realizzate le cose che servono
alla scuola e cioè: stabilizzazione del suo personale,
visto che quasi il 20% è
precario; adeguamento
degli stipendi perché sono
sette anni che non si rinnova il contratto; restituzione della dignità alla
scuola, che deve tornare a
essere autorevole, anche
per legge, con questo sem-
plice binomio diritto allo
studio-dovere di studiare”.
Ha poi detto achille
Massenti, Segretario generale vicario della Confsal
Snals: “L’adesione dei lavoratori della scuola e le
affollate manifestazioni
nelle piazze italiane parlano chiaro e dicono al Governo e a tutte le forze politiche e parlamentari di
stralciare dal Ddl qualsiasi
provvedimento d’urgenza
per la stabilizzazione del
personale. Ciò che serve è
un vero piano che tenga
conto dei diritti e delle legittime aspettative di tutti
coloro che, seppur precari,
hanno consentito il funzionamento della scuola in
questi anni. Il Governo,
dunque, riscriva un ‘nuovo’ Ddl che cancelli il modello di gestione autoritaria ipotizzato, fornisca alle
scuole le necessarie risorse umane, economiche e
strutturali, elimini le incursioni legislative sul
contratto e ne avvii il rinnovo garantendo una vera
stagione di investimenti in
istruzione e formazione.
Le richieste sindacali,
mirano a portare nella
scuola un clima di serenità che eviti inutili conflittualità e assicuri la dimensione della collegialità e
della condivisione dove
ogni componente veda ri-
Achille Massenti - Segretario
Generale Vicario Confsal-Snals
conosciuto il proprio giusto ruolo e la propria dignità al fine di garantire la
libertà d’insegnamento
prevista dalla Costituzione”.
La Scuola reale, con la
grande manifestazione del
5 maggio, ha espresso con
chiarezza la propria contrarietà alle innovazioni
per la Scuola proposte dal
Governo e, al tempo stesso, ha sollecitato un confronto con lo stesso dal
quale possa emergere un
progetto condiviso che
possa realmente guardare
con speranza alla Scuola
italiana del futuro.
____________
Il primo confronto Governo-sindacati avvenuto il
12 maggio u.s. ha dato esito completamento negativo
tant’è che sono previste ulteriori manifestazioni di
protesta. A pagina 1 una
breve nota sull’incontro.
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
6/DaLLa PRIMa PaGINa
➧ sione di legge e la coerenza con il sistema privatistico, previsto dalla legge
per il pubblico impiego, e la conseguente contrattualizzazione del rapporto di lavoro.
Ogni intervento legislativo, quindi,
dovrebbe basarsi sulla rigorosa osservanza del dettato costituzionale: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è
l’insegnamento”.
Il legislatore, oltre a tener conto della norma costituzionale, dovrebbe condividere i principi e le ragioni storiche
e prospettiche che guidarono i padri
costituenti nella sua scrittura e approvazione.
La Confsal è fermamente convinta
che la democrazia di una nazione si
basa in gran parte sul rispetto delle libertà nel campo della scienza, dell’arte
e dell’insegnamento. Ed è per questo
che la Confsal non può condividere un
intervento legislativo che prevede “il
potenziamento dell’autonomia scolastica” incentrato su nuovi e forti poteri
del dirigente scolastico, che possono
travolgere i principi ispiratori dell’autonomia didattica e organizzativa delle
istituzioni scolastiche, quali la libertà
di insegnamento, la collegialità, il franco e proficuo confronto e la cooperazione.
a nostro avviso la scuola italiana
per crescere ha bisogno di maggiore
autorevolezza di tutte le sue componenti e non certamente di un dannoso
autoritarismo.
L’autorevolezza di un dirigente scolastico non si misura con l’esercizio di
maggiori e forti poteri e di larghi spazi
di discrezionalità, come la chiamata
diretta dei docenti.
al contrario, l’esercizio di poteri
esorbitanti da parte del dirigente scolastico può portare ad una caduta di
credibilità e di fiducia e quindi di autorevolezza della funzione primaria dello
stesso dirigente con il prevedibile scadimento della qualità del processo di
apprendimento-insegnamento e del
servizio scolastico in generale.
Riguardo alla valutazione dell’apprendimento degli alunni e dell’insegnamento dei docenti, sia a livello individuale che di gruppo, il legislatore
dovrebbe considerare la complessità e
la sensibilità della materia. Questo
non significa assolutamente che la
scuola italiana non abbia bisogno di
un processo di valutazione dell’apprendimento e dell’insegnamento.
a nostro parere, la valutazione dell’insegnamento va affrontata con la
previsione di un soggetto collegiale
competente e altamente affidabile e di
una serie di elementi oggettivi sui quali basare deliberazioni responsabili.
La valutazione ha due finalità prioritarie, quella di migliorare l’intervento
educativo e formativo e la qualità della
scuola e quello di incentivare e premiare il lavoro didattico del docente.
Ma, nel sistema privatistico il rapporto di lavoro, con la prestazione e la
controprestazione del docente non costituiscono il sinallagma su cui si fonda la contrattazione?
Il Disegno di legge ripubblicizza in
gran parte il rapporto di lavoro del personale della scuola al punto che non si
può parlare più della sua privatizzazione e contrattualizzazione. E se nel
pubblico impiego in generale la privatizzazione del rapporto di lavoro per effetto di legge è scaduta in una discutibile strisciante semi-privatizzazione,
con il presente disegno di legge il rapporto di lavoro del personale della
scuola sarebbe regolato solo in una
minima e trascurabile parte per contratto.
a questo punto il legislatore è a un
bivio e dovrà fornire una inequivocabile risposta alle domande: “il rapporto di
LA “BUONA SCUOLA”
La Confsal in audizione al Senato
lavoro del personale scolastico deve essere regolato per legge o per contratto?”; “il pubblico impiego, con la scuola,
cade ancora nel sistema privatistico o
si avvia a entrare in quello pubblicistico?”
Non è più possibile seguire la strada della progressiva ripubblicizzazione
e della semi-privatizzazione penalizzante per i lavoratori pubblici.
Ed è per questo che la Confsal rigetta con decisione l’invadenza del legislatore su materie chiaramente negoziali come la prestazione, la controprestazione e la mobilità professionale e
territoriale.
In merito all’organico delle istituzioni scolastiche, la previsione di legge va
migliorata con l’obiettivo di renderlo effettivamente realizzabile nella certezza
della sua definizione e con utile puntualità.
La stabilizzazione del personale della scuola con il superamento del precariato e l’avvio di procedure di reclutamento per via concorsuale, in
conformità al dettato costituzionale, è
condivisibile nella misura in cui si preveda un piano pluriennale di stabilizzazione da attuare gradualmente per
tutti i precari in linea con le direttive
dell’Unione Europea e si dia seguito alla nomina di tutti i vincitori di concorso.
Per quanto concerne, poi, gli idonei
dell’ultimo concorso di cui al DDG
82/2012, la Confsal chiede che vengano ricompresi nel piano delle assunzioni. Ciò sia in ossequio al disposto di
cui all’art. 97 della Costituzione e sia
al principio della economicità dell’azione amministrativa.
Si sottolinea, inoltre, la grave esclusione dalla previsione di legge di interi
segmenti del personale scolastico, con
riferimento al personale aTa e, per alcuni aspetti, ai docenti della scuola
dell’infanzia.
Il disegno di legge prevede un numero eccessivo di deleghe al Governo
su materie estremamente fondamentali e delicate che andrebbero regolate
direttamente dal provvedimento. In
particolare la Confsal solleva una questione centrale sull’alternanza scuolalavoro e sui risvolti nel mercato del lavoro, che si intende rappresentare.
Esprimiamo condivisione verso l’integrazione all’interno dei curricula scolastici dell’istruzione superiore di secondo grado di momenti inclusivi dell’apprendimento “formale” con quelli
sviluppati in ambiente di apprendimento “informale” e “non formale” affinché gli stessi trovino riscontro, attraverso l’utilizzo degli spazi di flessibilità, nel sistema di alternanza scuola
lavoro.
Pur osservando come il DDL n.
1934 sia proiettato in tal senso, non
possiamo esimerci dal manifestare la
mancata condivisione del metodo prescelto, ovvero il ricorso alla delega di
cui all’articolo 22 comma 2 lett. e) in
materia di “Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale”, né possiamo
apprezzare l’abbandono dei principi
generali di cui ai DPR n.87/88/89 del
15/03/2010 recanti “Regolamenti di
riordino degli istituti professionali, degli
istituti tecnici e dei licei” che rappresentano il cardine degli attuali curricula
scolastici.
È, altresì, evidente come il DDL,
non richiamando i DPR sopra citati,
metta in luce, attraverso la quantificazione (all’art. 4, comma 1) delle ore alternanza scuola lavoro, la volontà del
legislatore di rimandare a provvedimenti successi l’articolazione e il monte ore complessivo dei curriculum scolastici del sistema d’istruzione secondaria superiore.
Lo schema legislativo, di fatto,
svuota le attuali aree d’istruzione, ovvero di attività e insegnamenti generali, tant’è che modifica in tal senso, l’articolo 3, comma 3 del DPR 275/99
trasferendone il riordino e di conseguenza l’articolazione ricorrendo alla
delega in materie di sistema nazionale
di istruzione e formazione.
all’interno del quadro di analisi appena esposto, la Confsal manifesta le
proprie riserve su tre punti focali che,
a causa dell’urgenza con cui si sta ricorrendo a legiferare sulla riforma della scuola e dello spessore delle questioni poste nel ricorso alla delega, di
cui all’art. 22, possono determinare
stati d’animo inquietanti nel mondo
del lavoro. Essi vengono di seguito
proposti.
Punto 1 - Riteniamo non accettabile
l’aver quantificato ed individuato in almeno 400 ore per gli istituti tecnici e
professionali superiori e in almeno 200
ore per i licei, il monte ore da destinare all’alternanza scuola lavoro, giusta
valutazione che dovrà necessariamente essere fatta in concomitanza con il
riordino dei percorsi d’istruzione- Si
dovrà, quindi, tener conto del monte
ore occorrente al giusto fabbisogno di
adeguamento dell’istruzione e formazione alle esigenze del mercato globale
e dell’evoluzione dei lavori di terza rivoluzione industriale e soprattutto dell’inviolabile diritto al lavoro. Si chiede
al Governo, nel legiferare sul riordino
delle quote di autonomia e degli spazi
di flessibilità, di garantire l’assunzione
di tutti gli attuali precari, la riqualificare del personale docente e non docente, anche in ragione dell’assolvimento
di nuove funzioni e lavori, salvaguardando, con il futuro dei giovani, la dignità professionale del docente, la serietà degli studi e l’autorevolezza della
scuola.
Si chiede, pertanto, la cancellazione
dal comma 1 dell’articolo 4, di ogni riferimento alla durata del tirocinio, rimandando la quantificazione in coerenza con le modifiche che verranno
apportate dai futuri decreti legislativi
in materia di riordino degli indirizzi, di
ridefinizione del monte ore e in ragione
dell’utilizzo delle quote di autonomia e
degli spazi di flessibilità effettivamente
disponibili ed esercitabili, anche per
evitare di compromettere i percorsi formativi in questa prima fase di avvio
della riforma.
Punto 2 - Riteniamo sia giusto e opportuno, purché non produca diminuzione di posti di lavoro stagionali o a
chiamata, che l’alternanza scuola - lavoro possa essere svolta anche durante la sospensione delle attività didattiche, a condizione che tale attività sia
in qualche modo finanziata e remunerata. È quindi necessario allocare apposite risorse ministeriali al fine di
rendere efficace l’interazione tra scuola
e mondo del lavoro, anche in ragione
di una maggiore disponibilità di laboratori efficienti e di docenti preparati
alla funzione di tutor interni da parte
delle istituzioni scolastiche. Ciò rappresenterebbe un orientamento funzionale all’effettiva integrazione nel
mondo del lavoro degli studenti inseriti
in percorsi curriculari.
Si chiede, pertanto, di integrare il
comma 3 dell’articolo 4, dopo la parola
“didattiche” con il seguente testo “in
forma remunerata in quota parte dall’impresa e da appositi fondi del MIUR
”.
Dopo la parola “all’estero” inserire il
seguente testo “Con apposito Decreto
sarà individuata la misura dell’indennità lorda da corrispondere al docente
per la funzione di tutor interno/scolastico e al tirocinante in ragione del
monte ore assegnato per l’alternanza
scuola – lavoro e la conseguente ripartizione tra impresa e MIUR”.
Punto 3 - Riteniamo che, il mancato
collegamento tra cicli scolastici in termini di esercizio al diritto/dovere allo
studio e al lavoro, possa portare il giovane a dover decidere frettolosamente
già durante il terzo anno di frequenza
alla scuola secondaria di primo grado
quale percorso intraprendere, ovvero
se continuare nell’istruzione secondaria superiore di secondo grado o ricorrere ai percorsi di IeFP, penalizzando
così una possibilità di scelta maturata
sulla base delle proprie motivazioni e
aspirazioni.
In tal senso, la richiesta di delega di
cui alla lettera e) dell’articolo 22 comma 2 è decisamente discutibile, perché
andrà ad incidere sulla ridefinizione
degli indirizzi e sull’articolazione del
quadro orario, pur con il giusto potenziamento delle attività laboratoriali, già
dal primo biennio che è, e deve restare, il percorso fondante dell’apprendimento del giovane per poi passare, nel
secondo biennio, ad una formazione
orientata a percorsi lavorativi laddove
non intenda proseguire con l’istruzione tecnica superiore e con quella universitaria.
Si chiede, pertanto, di cancellare
dal DDL “… con particolare riferimento
al primo biennio” in quanto incide negativamente su tutti i processi legati al
nostro sistema di obbligo formativo
che trova ampio spazio nel primo biennio, a garanzia per il giovane di una
sua personale maturazione nella scelta
più idonea per il proprio futuro.
Per quanto non rappresentato analiticamente si rinvia al documento contenente l’approfondimento di ulteriori
fattispecie e relative proposte di modifica al testo del disegno di legge, che
sarà illustrato dalla Confsal-Snals durante l’audizione del 28 maggio 2015,
In conclusione, la Confsal auspica
che al Disegno di legge vengano apportate modifiche strutturali e sostanziali,
riguardanti anche alcune omissioni di
una certa rilevanza, tenendo conto del
dettato costituzionale e della privatizzazione del rapporto di lavoro del personale della scuola.
DaLLa PRIMa PaGINa/7
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
JOBS ACT
Da specificare norme
su mansioni e retribuzioni
➧ di lavoro a tutele crescenti e la decontribuzione prevista dalla legge di stabilità del 2014 incominciano a produrre i primi
effetti positivi, sia sul fronte della conversione dei contratti a
tempo determinato in contratti “stabili”, sia su quello delle
nuove assunzioni.
Purtroppo, gli effetti positivi non risultano distribuiti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. Questa constatazione dimostra chiaramente che il Jobs act non potrà produrre effetti concreti e significativi se non si sviluppano efficaci
politiche sul fronte della legalità, dell’economia e del lavoro,
della formazione, dell’innovazione tecnologica, dell’ambiente,
dell’energia e di alcuni settori produttivi come quello del turismo. La previsione di misure volte a sostenere le cure parentali attraverso disposizioni per la tutela della maternità e per favorire la conciliazione delle esigenze e dei tempi di cura, di vita
e di lavoro, non può che essere accolta favorevolmente, dice la
Confsal a proposito di uno dei due decreti. Fatta questa necessaria premessa, la Confsal sottolinea che purtroppo, per una
materia di fondamentale importanza quale è quella in discussione, si è preferito optare per una impostazione “c.d. minimale” piuttosto che procedere al riordino dell’intera normativa in
materia e ciò “per i tempi ridotti dell’iter di approvazione ed i
vincoli di finanza connessi”.
Perplessità viene poi espressa sulla disposizione di cui all’art. 25 del provvedimento secondo cui le norme in esso contenute si applicano in via sperimentale per il solo anno 2015.
“Se veramente il Governo vuole favorire la conciliazione dei
tempi di vita e di lavoro deve reperire le risorse per riforme
strutturali e complessive e non certo temporanee”. Sull’altro
decreto, che si propone il riordino dei contratti, la Confsal ritiene che il nodo cruciale del provvedimento è rappresentato dalle modifiche sulle mansioni dei lavoratori. E che il testo del decreto dovrebbe specificare meglio alcuni punti a tutela dei lavoratori.
La legge delega richiede che la revisione delle mansioni sia
giustificata da “processi di riorganizzazione, ristrutturazione o
conversione aziendale individuati sulla base di parametri oggettivi” mentre la disposizione in commento - sostiene la Confsal - fa riferimento in modo generico alla “modifica degli assetti
organizzativi aziendali che incidono sulla posizione del lavoratore”.
ad avviso della Confsal, pertanto, qualunque modifica degli
assetti organizzativi aziendali non può legittimare un demansionamento. Per quanto concerne l’aspetto prettamente economico, la Confsal chiede che si preveda che il mutamento di
mansioni debba avvenire a retribuzione invariata.
➧ percorsi a sostegno della domanda
interna, della legalità dell’economia e
del lavoro, della formazione, della ricerca e dell’innovazione tecnologica,
dell’energia, dell’ambiente, dei settori
produttivi strategici, come il turismo,
nonché del Made in Italy.
D. Il governo punta decisamente
sull’attuazione del Jobs act per rilanciare l’occupazione. Lei cosa ne pensa?
R. Il Jobs act può contribuire alla
conversione dei contratti di lavoro precari in contratti a tutele crescenti, determinando una relativa stabilità dei
lavoratori, come può favorire nuove
assunzioni stabili. Ma in assenza di
un deciso miglioramento dei fattori di
crescita il Jobs act non pu creare una
significativa “nuova” occupazione su
tutto il territorio nazionale. Infatti, i recenti indicatori ufficiali rilevano un
aumento dell’occupazione lieve e disomogeneo nelle varie realtà economiche e produttive del paese.
D. Ma il governo valuta con una
certo ottimismo i primi segnali di oc-
PENSIONI
Indicizzazione: chi paga per i danni
➧ minata. Ne hanno preso coscienza per ultimi persino i
magistrati che saranno costretti d’ora in poi a pagare in proprio per gli errori commessi
quando la loro discrezionalità
di giudizio troppo personalistica provocherà danni ad un innocente. E quando le responsabilità verranno accertate il
colpevole sarà perseguito sia
penalmente che economicamente.
L’Italia, dunque, è cresciuta,
comincia ad essere più giusta,
più a misura del cittadino che
si vede ora tutelato in modo tale da non dover più subire le
angherie del passato. Purtroppo in questo nostro Paese che
sembra essersi tinto piacevolmente di rosa per i cittadini
l’eccezione è data dalla politica
e dai suoi rappresentanti che
continuano a commettere macroscopici errori di valutazione
e di strategie che si riversano
con pesanti riflessi negativi sulla collettività senza mai risponderne come sarebbe giusto ed
auspicabile.
Certo nel lungo periodo potrebbero riceverne una risposta
elettorale negativa ma in gran
parte indolore perché economicamente, comunque, non perderanno mai nulla e potranno
godersi tranquillamente i frutti
del loro impegno politico qualsivoglia esso sia stato.
Di un simile modo di procedere ne abbiamo avuto proprio
in questi giorni un chiarissimo
esempio con la vicenda relativa
al congelamento delle “indicizzazioni” imposte dal Governo
Monti per gli anni 2012/13 su
tutti gli assegni pensionistici
l’intervista
Governo debole e iniquo
cupazione. Lei non è così ottimista?
R. Anzitutto, i dati occupazionali in
Italia vanno valutati in relazione a importanti fattori esogeni, come le politiche monetarie meno restrittive della
Bana Centrale Europea e le più favorevoli condizioni del mercato mondiale
del petrolio. Detto questo, ritengo che
se non si sostiene la domanda interna con eque politiche fiscali e retributive la crescita economia e occupazionale in Italia non potrà raggiungere i
livelli dei maggiori paesi dell’Eurozona e dell’occidente.
D. Passiamo a un tema decisamente “caldo”, il rinnovo dei contratti
scaduti sia nel privato che nel pubblico impiego.
R. Nel privato circa la metà dei lavoratori non ha visto rinnovato il proprio contratto, mentre nel pubblico i
contratti non vengono rinnovati da sei
Direttore MARCO PAOLO NIGI
Direttore responsabile FEDERICO DE LELLA
SOCIETà CULTURA LAVORO
Confederazione generale
Sindacati Autonomi Lavoratori
Settimanale di politica e informazione sindacale
superiori al 1.500 euro mensili
lordi.
Il provvedimento, unitamente ai tanti altri interventi punitivi che il Governo Monti ha fatto
ingoiare agli Italiani (l’esasperato fiscalismo, la tassazione sugli immobili di portata tale da
dimezzarne il valore, l’aumento
continuo delle accise sui carburanti, la maggiorazione dell’Iva,
il rifiuto di organizzare le Olimpiadi a Roma perché troppo costose ma che avrebbero poi fatto la felicità di Londra per l’affluenza di pubblico e per gli introiti, la umiliante vicenda dei
due fucilieri della S. Marco vittime del loro dovere rimandati in
India dove sono ormai diventati
ospiti fissi delle locali prigioni, e
quant’altro) è ora stato bocciato
dalla Corte Costituzionale perché palesemente illegittimo.
E così oggi il Governo Renzi
è obbligato a restituire il maltolto che ha raggiunto la ragguardevole cifra di oltre 15 miliardi
di euro, somma che per l’attuale non certo florida situazione
economica del Paese rappresenta un onere insostenibile
ma da affrontare comunque e
per giunta sotto l’occhio vigile
dell’Unione Europea.
Non sarebbe giusto ma anche doveroso, a questo punto,
che Monti, i suoi ministri e tutti quei parlamentari che hanno
approvato supinamente il provvedimento incostituzionale sull’indicizzazione delle pensioni,
denunciato subito dal sindacato come illegittimo e frutto dell’arroganza di taluni politicanti
tra l’altro non legittimati dal voto popolare, pagassero di tasca
propria per i danni inferti alla
Redazione: Domenico Dimilta
DIREzIOnE: Viale di Tratevere, 60 - 00153 Roma
Tel./Fax 06 5800370 - Tel. 06 5816496 - Tel. 06 5809705
e-mail: [email protected]
anni. Tutto questo ha portato a una
situazione di grave iniquità sociale
per gli occupati, le cui retribuzioni perdono progressivamente il potere di acquisto, e un sensibile calo della domanda interna e delle commesse delle imprese. Le due cose insieme impediscono la crescita economica e occupazionale. Ecco perché la Confsal
punta decisamente, insieme con le
proprie confederazioni, al rinnovo dei
contratti.
D. a proposito del rinnovo dei
contratti del pubblico impiego, la
Confsal, con le sue federazioni del
settore, è fortemente impegnata in
azioni di protesta e di lotta. a che
punto siete?
R. Il governo non può far finta che
la questione del manato rinnovo dei
contratti dei dipendenti pubblici non
esista, come ha fatto anche di recente
con la previsione triennale del DEF
Stampa: PintOgraF - Via Menalca, 37 - 00155 roma
la testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250
OrganizzaziOne editOriale: Italo Meschini
Federico De Lella
2015. Cosa vuole che dica al riguardo, se non che è ormai storicamente
accertato che lo stato e le altre Istituzioni della Repubblica sono i peggiori
datori di lavoro del paese? Tra l’altro,
un governo che intende riformare la
pubblica amministrazione non può
ignorare uno strumento decisivo come
il contratto di lavoro per cambiare le
politiche normative e retributive del
personale. Anche questa constatazione costituisce una delle tante inspiegabili contraddizioni e illogicità del governo Rezi.
D. Quali sono gli obiettivi di queste azioni di protesta e di lotta portate avanti dalla federazioni del pubblico impiego aderenti alla Confsal?
R. Ci sono molti e importanti obiettivi di categoria, quali la modifica della riforma della scuola e la modifica
della riforma delle pubbliche amministrazioni, oltre alla stabilizzazione dei
lavoratori precari. C’è poi un obiettivo
comune che riguarda tutti i lavoratori
del pubblico impiego, il rinnovo del
contratto. Il nostro auspicio è che il
governo finalmente si ravveda!
Amministrazione: Viale di trastevere, 60 - 00153 roma - Sito internet www.confsal.it
registrato tribunale di roma al n. 495 del 7-10-1996 Sped. a.P. d.l. 353/2003
(conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma i dCB roma
collettività e a tutto il Paese?
Questo anche per evitare all’attuale Governo, costretto ad applicare la sentenza della Corte
Costituzionale e quindi ad intervenire, tra l’altro con penosi
espedienti, per far fronte ad un
“buco” prodottosi nei conti
pubblici dovuto all’incompetenza di tanti millantati economisti.
È chiaro che in Italia una
cosa del genere non accadrà
mai tant’è che Monti, auto convintosi di aver salvato con i
suoi interventi il Paese dalla
bancarotta, ha poi fondato un
partito ed ha riposto illusorie
speranze di poter assurgere alla
massima carica dello Stato.
Fortunatamente così non è stato perché l’ombra dei fucilieri
della S. Marco ancora confinati
in India per una sua cervellotica “Ragion di Stato”si è tramutata in un ostacolo insormontabile.
Ora si gode la lauta pensione da senatore conferitagli ad
hoc dal Presidente della Repubblica, non sarà chiamato in alcun modo a rifondere i danni
procurati con provvedimenti
che hanno provocato un aumento dei poveri da 3 milioni e
500 mila a 10 milioni, (sarebbe
un precedente troppo scomodo
anche per i suoi successori) e
sembra tagliato fuori dai giochi
della politica. Ma siamo in Italia
e quindi mai dire mai perché,
come la storia insegna, assai
spesso anche i “vedovi” della
politica ritornano più baldanzosi che mai.
almeno finché dura...
L’organo di stampa è aperto a tutte le collaborazioni che, per necessità redazionali, potrebbero
tuttavia non essere integralmente accolte. Non si
pubblicano articoli già comparsi su altri giornali.
associato
all’Unione
Stampa
Periodica
italiana
GIOVEDì 11 GIUGNO 2015
8/DaLLa PRIMa PaGINa
➧ mente indispensabile definire il concetto di riforma affidandosi al significato letterale della parola. a nostro
avviso, per legge di riforma si intende
un provvedimento che sostenga e consenta di realizzare un rinnovamento
graduale o radicale di una condizione
e di una situazione esistente, per adeguarla a nuove e diverse esigenze con
l’obiettivo dichiarato di migliorare la
realtà.
Ed è per questo che il confronto
democratico dovrebbe basarsi su una
corretta analisi delle situazioni esistenti, sulla conoscenza profonda del
contesto normativo primario e secondario, sulla chiarezza dei percorsi e
degli obiettivi nonché su un proficuo e
rispettoso metodo relazionale finalizzato ad un cambiamento di qualità,
maturato nella convinzione e nella
condivisione.
Pertanto, per varare una “buona”
legge di riforma il legislatore deve
escludere il metodo della eccessiva
semplificazione del confronto democratico ridotto all’opzione politica superficiale: “riforma sì o riforma no”,
che può sfociare nell’affermazione del
“pensiero unico”.
al contrario il legislatore e ogni
soggetto individuale e sociale che intende dare il suo apporto democratico
dovrebbero affrontare con serietà,
onestà intellettuale e competenza la
questione centrale della “qualità” delle
riforme in relazione alle dinamiche civili, culturali, sociali, economiche e
politiche, ancor prima di esprimersi in
merito, in via definitiva, a favore o
contro una legge di riforma.
Il legislatore democratico riformista
deve essere portatore di un progetto
civile, culturale, sociale, economico e
politico largamente condiviso dal Paese reale, nonchè conforme ai fondamentali principi e rispettoso degli inviolabili diritti sanciti dalla Costituzione italiana.
Soltanto sulla base di un progetto
politico fondato su principi e diritti costituzionali si può legiferare con l’obiettivo di dare al Paese riforme socialmente eque, capaci di sostenere lo
LEGGI DI RIFORMA
La questione centrale della equità
sociale e della legittimità costituzionale
sviluppo civile, culturale, sociale ed
economico del Paese e promuovere un
buon livello di coesione della società.
Tanto premesso, la Confsal valuta
l’attività legislativa riformistica italiana, con particolare riferimento agli ultimi sette anni della grande crisi economica, e i suoi esiti in termini di
provvedimenti di legge, approvati e vigenti o in iter parlamentare, socialmente iniqui, scarsamente funzionali
alla crescita e, per alcuni aspetti, di
dubbia costituzionalità.
a nostro parere una “buona” legge
di riforma non può avere come unico
obiettivo quello di “far cassa” sull’altare delle discutibili politiche di eccessiva austerità dell’Eurozona, come è avvenuto con i provvedimenti in materia
previdenziale e pensionistica e di blocco dei rinnovi contrattuali dei pubblici
dipendenti, dalla legge “Fornero” alle
ricorrenti leggi di finanza pubblica.
Una “buona” legge di riforma non
può confliggere con una fondamentale
libertà costituzionale, come sta accadendo con il disegno di legge di riforma della scuola in relazione al dettato
dell’articolo 33 della Costituzione sulla libertà di insegnamento. La previsione della nuova autonomia didattica, organizzativa e gestionale di una
istituzione scolastica non può incentrarsi sull’autoritarismo dirigenziale
mortificando la libertà, l’autorevolezza
e l’autonomia professionale dei docenti e di tutti gli attori dell’educazione e
della formazione.
Una “buona” legge di riforma della
pubblica amministrazione non può affievolire l’autonomia e l’imparzialità
amministrativa per effetto dell’invadenza della politica come non può
omologare funzioni pubbliche dalle
forti specificità con la finalità dichiarata di perseguire obiettivi di ordine fi-
nanziario, con le inevitabili conseguenze di ridurre la quantità e la qualità dei servizi pubblici primari erogati.
Una “buona” idea politica non può
essere quella di una previsione di legge, in netto contrasto con l’articolo 39
della Costituzione, finalizzata a favorire la costituzione di un “sindacato
unico”, che cancellerebbe la democrazia economica e il pluralismo sindacale.
In una situazione in cui il Governo
legifera prevalentemente per decretazione, anche quando non esistono i
previsti motivi d’urgenza, o con disegni di legge blindati e usa impropriamente la fiducia parlamentare per
l’approvazione di leggi con contenuti e
istituti giuridici di dubbia costituzionalità, il Paese non può esimersi dal
riflettere sulla “salute” della democrazia italiana.
In una situazione in cui la Corte
Costituzionale è chiamata, con una
certa e preoccupante frequenza, ad
esprimersi sulle controversie relative
alla legittimità costituzionale delle leggi, il Popolo italiano non può non interrogarsi seriamente sul rispetto del
dettato costituzionale da parte del legislatore.
La Confsal ha sempre denunciato
la grave iniquità sociale di recenti leggi in materia fiscale e di finanza pubblica in generale e la dubbia costituzionalità di alcuni istituti giuridici presenti nelle leggi di riforma.
La Corte Costituzionale, con la recente sentenza n° 70/2015, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di
alcune norme in materia di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici e il 23 giugno p.v. si pronuncerà sul diritto al rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti pubblici.
L’esperienza legislativa di questi ul-
timi anni dovrebbe indurre Governo e
Parlamento a legiferare valutando preliminarmente la costituzionalità delle
previsioni di legge per non trovarsi
nella situazione emergenziale di dover
emanare discutibili e iniqui provvedimenti-tampone come il decreto legge
del 21 maggio 2015, n° 65 sulle rivalutazioni delle pensioni a seguito della
sentenza n° 70 del 2015 della Corte
Costituzionale.
Governo e Parlamento, ad esempio,
potrebbero prevenire il possibile ricorso alla Corte Costituzionale per dubbia costituzionalità o al referendum
abrogativo, modificando e adeguando
al dettato costituzionale la previsione
del disegno di legge sulla riforma della
scuola.
Inoltre, il Governo dovrebbe avviare
immediatamente, dopo sei anni dalla
scadenza dei contratti, il negoziato sui
rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, evitando così di dover affrontare obbligatoriamente gli effetti di
una sentenza della Corte Costituzionale.
In conclusione, il Governo Renzi e
la maggioranza parlamentare che lo
sostiene si dovrebbero interrogare seriamente sulla equità sociale e sulla
legittimità costituzionale delle leggi e
degli atti, aventi forza di legge, che intendono proporre e approvare.
Il Governo Renzi, se vuole effettivamente sostenere il progetto politico di
governare il Paese per tutta la legislatura seguendo la via delle riforme
strutturali, è obbligato a promuovere
leggi organiche, socialmente eque e
funzionali allo sviluppo e alla coesione
sociale, nonché conformi al contesto
normativo costituzionale.
Per la Confsal è evidente che non
si possa governare “bene” nel medio
periodo in assenza di un reale consenso e di una chiara condivisione,
con la promozione di leggi socialmente
inique, non funzionali allo sviluppo e
di dubbia costituzionalità e soprattutto secondo la filosofia politica del
“pensiero unico”.
* Segretario generale Confsal
Scarica

Confsal 11