4. COMUNICAZIONE
E SOCIALIZZAZIONE
ALLA CONOSCENZA
Letture suggerite
Ancarani V., La scienza destrutturata. Introduzione alla
sociologia della conoscenza scientifica, Francoangeli, Milano
1996.
Cerroni A., Categorie e relatività. Metodo, cognizione e
cultura nella scoperta di Albert Einstein, Unicopli, Milano 1999.
Cerroni A., Borrelli E., Il codice del futuro. Per una sociologia
del vivente, FrancoAngeli, Milano 2003.
Crespi F., Manuale di sociologia della cultura, Laterza, RomaBari 1996.
Elias N., Coinvolgimento e distacco. Saggi di sociologia della
conoscenza, Il Mulino, Bologna 1983.
Margolis E., Lawrence S., Concepts. Core readings, MIT
press, Cambridge (Mass.) 1999.
Nisbett R., Ross L., L’inferenza umana. Strategie e lacune del
giudizio sociale, Il Mulino, Bologna 1980.
Zerubavel E., Social mindscapes. An invitation to cognitive
sociology, Harvard U.P., Cambridge & London 1997.
1
Sociologia della comunicazione - Andrea Cerroni
DEFICIT MODEL
concezione ingenua della comunicazione
della conoscenza
Modello “idraulico”
verità
ignoranza
2
CRITICA AL DEFICIT MODEL
– Non esiste un’informazione vera-in-astratto, assoluta
(concezione u-topica della comunicazione), ma solo
un certo surrogato dell'esperienza, dunque un’
interpretazione incarnata, localizzata.
– Quando non abbiamo alcuna idea,
comunque qualche cosa in cui crediamo.
abbiamo
– La comunicazione è condivisione, atto sociale
reciproco mediato dall’uso di simboli significativi tra
individui e gruppi diversi.
– La comunicazione non è trasmissione d'informazione
(paradigma informazionale) ma costruzione di senso,
costituzione e rafforzamento di un legame,
testimonianza e ricostruzione di un’unità sociale a
partire da individui singoli (paradigma relazionale).
– La comunicazione rende possibile la circolazione
dell'esperienza fra individui diversi ma può farlo
soltanto in quanto stabilizza i modi con i quali
interpretarla, e dunque viverla.
– La conoscenza umana è solo quella che si sedimenta
nel corso dell’esperienza socializzata, attraverso la
comunicazione.
– Conoscenza è cultura, ma esistono conoscenze - e
dunque culture - più o meno adeguate all’esperienza
concreta degli individui che in esse vivono.
3
CONCEZIONE INGENUA DELLA
CONOSCENZA
La conoscenza “ideale” è la conoscenza scientifica. Questa
sarebbe un sistema coerente di asserzioni linguistiche fondato
su fatti duri e crudi (hard facts) i quali, una volta osservati e
classificati con concetti, permetterebbero la formazione di ipotesi
il cui controllo porterebbe automaticamente all'accettazione o
rifiuto della nuova conoscenza così prodotta.
•
prima critica: separazione ingenua fra dato empirico e teorie.
– sottodeterminazione della teoria a partire dai dati, poiché ad
una medesima distribuzione di dati possono associarsi
diverse teorie.
– olismo dei controlli perché le ipotesi non sono mai
sottoposte a controllo isolatamente, una per volta, ma lo
sono sempre in aggiunta ad ipotesi ausiliarie (p.es.: teorie
sugli strumenti, criteri di tolleranza dei margini d'errore), una
complessiva clausola ceteris paribus (onde escludere
eventuali effetti perturbatori che agiscano solo localmente),
la perfetta conoscenza delle condizioni iniziali degli elementi
in osservazione, ecc.
– lo stesso atto osservativo non avviene per singoli elementi,
ma attraverso il riconoscimento di forme, di strutture regolari
che il soggetto "aggiunge" attivamente al mero stimolo
fornito alle terminazioni nervose, prolungandolo in attese
soggettive.
– theory ladennes: inseparabilità per natura fra ciò che è da
ritenersi teorico da ciò che è da ritenersi empirico, poiché
non esiste alcun fatto "duro e crudo". Non ci sono mai fatti
che ci vengano dati nel corso della nostra esperienza in
maniera immediata e non problematica. I dati sono imbevuti
di teoria; e dunque, almeno in parte, essi sono in realtà dei
costrutti.
4
%
•
seconda critica: teoria ingenua del concetto
– una classificazione di dati elementari non ha una base
definitoria;
– istanze prototipiche e cattivi rappresentanti dell'estensione
di un concetto, anche nel caso di concetti scientifici, sono
inconciliabili con una definizione per caratteristiche comuni
singolarmente necessarie e congiuntamente sufficienti;
– non è disponibile alcuna soddisfacente teoria alternativa
del concetto: chiarezza & distinzione?
•
terza critica:
giustificazione
separazione
ingenua
fra
scoperta
e
– non si può più distinguere fra contesto della scoperta
(ragionamento e organizzazione sociale del lavoro per
formulare un'ipotesi) e contesto della giustificazione
(ricostruzione logico-dimostrativa ed esposizione pubblica
dell'ipotesi). La via seguita da uno scienziato per formulare
una nuova ipotesi non può essere separata dalla capacità
di argomentarla pubblicamente.
– una ricerca attiva sempre risorse cognitive socialmente
distribuite (pubblicazioni, risorse tecniche ed economiche,
conoscenze tacite, big science...) e si rivolge ad un
pubblico di peer, ha sempre percorso di fatto un vaglio
giudiziale, sia che questo venga riconosciuto, sia che resti
tacitato. Il raggiungimento di una scoperta scientifica e il
processo della sua discussione pubblica sono quasi
indistinguibili.
5
%
•
quarta critica: teoria ingenua del ragionamento scientifico
– esistono euristiche deboli di supporto al ragionamento
induttivo impiegati, sia nel ragionamento quotidiano,
sia nella formulazione e nel controllo di ipotesi
scientifiche;
– non vi è garanzia di efficienza cognitiva, ovvero di
produrre ipotesi controllabili;
– non vi è garanzia di efficacia conoscitiva, onde
produrre solo conoscenza deduttivamente certa;
– non vi è garanzia di coerenza sistemica, ovvero
assenza di contraddizioni;
– non vi è garanzia di completezza dimostrativa, non
potendo essere dimostrata ogni conoscenza presente
all'interno del sistema conoscitivo.
6
1. Osservazione & registrazione dei
fatti
Come delimitare un “fatto”?
La mente umana è embodied
(bounded rationality - H.Simon)
• Specificamente personale
- quantità di informazioni di cui dispongo
- capacità di osservazione / memoria / concentrazione /
calcolo
- tempo a disposizione, aspettative, approccio scelto
• Storico-sociale:
- teorie, formazione disciplinare, educazione
- tecnologie disponibili
• Generalmente umano
- struttura sensoriale & neurocognitiva (hardware?)
- struttura cognitiva (software?)
Quali dati vanno scelti e quali no è questione di
grado, e bisogna imparare sperimentalmente e
socialmente quali sono effettivamente rilevanti per
i fini che ci si deve proporre!
7
2. Classificazione dei dati
CLASSIFICAZIONE
(categorizzazione)
processo di attribuzione d’appartenenza e/o di
riconoscimento che un oggetto cade nel riferimento di un
concetto. La classificazione avviene ricorrendo a un
concetto classificatorio.
Il concetto è una rappresentazione mentale
subproposizionale (pre-asserto) espressa da un termine,
di cui è il significato (senso).
SIGNIFICATO
•
Riferimento = estensione
la classe (insieme caratterizzato da proprietà
determinanti) degli oggetti di cui si parla (p.es: gli studenti
X, Y, … Z).
•
Senso = intensione
il concetto espresso a proposito degli oggetti nel
riferimento, o criterio espresso per identificarli come tali
(p.es.: “gli studenti del corso”, “i miei studenti”, …).
8
Teoria classica
Un concetto è una rappresentazione mentale che consiste di
proprietà singolarmente nec. & congiuntamente suff.
p.es.: triangolo = poligono con tre vertici.
Degli oggetti rientrano nell’estensione di un concetto
quando hanno in comune certe particolari proprietà:
dottrina dell’elemento comune.
Ma:
Tutti i gruppi di oggetti sono simili per qualche proprietà in
comune e contemporaneamente sono differenti per
qualche altra.
Sono infinite le proprietà di un singolo oggetto ed anche
le possibilità di combinarle, ma non sempre c’è un tipo che
utilizziamo effettivamente.
Alcuni individui sono più rappresentativi di tutti gli altri
(p.es.: mucca più di balena per i mammiferi).
Spesso usiamo le categorie con accuratezza, senza
saperne fornire una definizione, che forse non c’è . Anche
nella scienza...
9
Cos’è un “gioco”?
Come insegno a un bambino che cos’è un “gioco”?
(Wittgenstein)
ORNITORINCO
(Rielaborato da: Diz.Enciclopedico di scienze mediche e
biologiche e di biotecnologie, Zanichelli)
Unico membro della famiglia degli ornitorinchi, dell’ordine
dei Mammiferi, appartenente alla sottoclasse dei Prototeri
(ornitorinco & echidna), gruppo molto primitivo che vive in
Australia o in Nuova Guinea, problematicamente
collegabile con gli altri Mammiferi conosciuti, data anche la
lacunosa documentazione paleontologica. Differisce dai
Marsupiali e dai Placentali in quanto possiede un apparato
e modalità di riproduzione dei rettili (p.es.la oviparità con
uova di circa un centrimetro & imperfetta omeotermia). Per
il resto le caratteristiche dei mammiferi sono esclusive
(p.es.: produce una sorta di latte con cui allatta i piccoli,
pur non avendo capezzoli ma mammelle simili a ghiandole
sudorifere). Alcuni caratteri morfologici secondari ne fanno
però degli animali singolari (p.es. becco d’anatra, zampe
palmate e vita semiacquatica come alcuni uccelli marini
ed i castori), tanto che i primi esemplari di ornitorinco,
portati imbalsamati in Europa, furono rifiutati dalla
comunità scientifica, in quanto giudicati chimere
assemblate con parti di diversi animali da abili artigiani
asiatici. Lo studio di esemplari vivi fugò infine ogni dubbio.
L’ornitorinco è mammifero, rettile o uccello?
10
•
•
•
•
STELLA/PIANETA/SATELLITE/ASTEROIDE
Stella: un corpo celeste gassoso massivo ed autoluminoso che
brilla di radiazione derivata dalle sue sorgenti interne di energia.
Pianeta: un corpo (tranne una cometa, asteroide o satellite) che
ruota attorno al Sole o ad una qualche altra stella.
Satellite: oggetto naturale/artificiale rotante attorno a un oggetto
astronomico maggiore, usualmente un pianeta. Luna è esempio più
ovvio.
Asteroide: oggetto, chiamato anche pianeta minore o planetoide,
appartenente a quella moltitudine di piccoli corpi rocciosi, con
diametro di circa 1000 km o meno, che orbitano attorno al Sole,
principalmente fra le orbite di Marte e Giove. Le due designazioni
sono frequentemente usate in modo interscambiabile, sebbene gli
astronomi che studiano singoli oggetti con orbite dinamicamente
interessanti o gruppi di oggetti con caratteristiche orbitali simili
usualmente usano il termine pianeta minore, mentre quelli che
studiano le proprietà fisiche di tali oggetti li chiamano usualmente
asteroidi.
ma:
¨ Giove: irradia il doppio della radiazione che riceve dal Sole, e
dunque ha una sua sorgente interna di energia. Fino a che punto è
un pianeta e non una stella?
¨ Saturno: irradia più energia di quella ricevuta dal Sole.
¨ Satelliti: spesso sono più grandi di un pianeta come Plutone, un
paio lo sono anche più di Mercurio ed alcuni sono confrontabili
anche con Marte; ed alcuni sembrerebbero in realtà degli asteroidi
catturati nel corso del tempo.
¨ Pianeti doppi: i due sistemi Terra-Luna e Plutone-Caronte sono
a volte meglio considerati come pianeti doppi.
Se ci riferiamo alle proprietà esteriori della stella Sole, del pianeta
Terra e del satellite Luna non abbiamo difficoltà. Sole, Terra e Luna
sono dei buoni prototipi delle tre rispettive classi di oggetti celesti.
11
per alcuni concetti scientifici esistono evidenze contrarie al
modello classico
Teoria dei prototipi
Un concetto è una rappresentazione mentale che consiste di
individui ideali ai quali le istanze tendono ad assomigliare
oppure
lista di proprietà che le sue istanze tendono a possedere
p.es.: gatto = ha 4 zampe, ha pelo lungo e sottile, miagola, fa le
fusa, graffia,...
Se pensiamo ad un gatto, pensiamo a qualche individuo ideale
dotato di certe proprietà, forse non subito ad un feto di gatto o ad un
vecchio gatto malandato, ad un gatto in uno stato patologico, ad un
gatto selvatico inferocito,...
Se pensiamo ad un mammifero non pensiamo all’ornitorinco, ma
magari alla mucca.
Se pensiamo ad un pianeta pensiamo subito alla Terra, per un
satellite alla Luna, per una stella al Sole, ecc.
Ma:
Come costruiamo questi prototipi ideali da esperienze concrete?
Ci sono prototipi anche per concetti ben definiti classicamente
P.es. numero pari, nonna. Ma 0 (numero pari) e Ornella Muti
(nonna) sono buoni prototipi dei rispettivi concetti?
Come avviene la composizione dei concetti (sedia di legno)?
Questo è un gatto può essere, allora, un po’ vero & un po’ falso
(principio d’identità e non-contraddizione, terzo escluso)!
Non ci sono prototipi per tutti i concetti.
Non c’è un prototipo di “nonna con nipote sposata a dentista”,
“monarchia statunitense”, “pronipote di Cindy Crawford”, “nongatto”, “credenza”, “pezzo di carta abbandonato sul tavolo”(Fodor).
12
Stereotipo
Prodotto di un ragionamento euristico tendenzioso
tale che, dato un insieme di credenze
ipersemplificate attribuite a un’intera categoria di
individui (a proposito di caratteristiche personali che
sono fatte oggetto di giudizi di valore socialmente
rilevanti e di emozioni personali), le attribuisce
immediatamente a ciascun membro di questa
categoria, senza tener conto delle possibili
variazioni dei singoli individui.
Errore fondamentale di attribuzione
 tendenza a preferire spiegazioni disposizionali
(situazionali) per insuccessi (successi) di
comportamenti ALTRUI
discriminazione e omogeneizzazione di outgroup
 tendenza a preferire spiegazioni situazionali
(disposizionali) per insuccessi (successi) di
comportamenti PROPRI
favoritismo e individualizzazione di ingroup
Differente variabilità
Si riconosce maggiore variabilità
all’ingroup rispetto all’outgroup.
individuale
13
Tipo ideale
(Weber: p.es. società capitalistica)
Dimensione euristica
Esso è uno schema intellettuale di codificazione e
decodificazione della realtà sociale, che funziona solo se e nella
misura in cui permette di comprendere i significati culturali che
muovono gli uomini all’azione.
Per questo aspetto, esso non è mai altro che:
un tentativo di recare ordine, sulla base della situazione attuale
del nostro sapere e delle formazioni concettuali a nostra
disposizione, nel caos di quei fatti che abbiamo compreso
nell’ambito del nostro interesse.
Dunque, è un mezzo per costruire una comprensione che non
può che variare storicamente col variare dei riferimenti valoriali
degli studiosi. Per questo aspetto, anzi, ogni tipizzazione sociale
è destinata a tramontare.
Dimensione storico-genetica
Inoltre esso
mira ad evidenziare il ruolo genetico-causale giocato da certi
fenomeni tipizzati, in ultima analisi processi istituzionalizzati,
entro il decorso di più vasti processi storici, nell’ipotesi di una
realistica possibilità oggettiva.
14
Euristiche
euristiche cognitive deboli
A differenza delle euristiche forti (algoritmi), sembrano
in grado di fornire ottime (soddisfacenti) ragioni per
credere in qualche cosa (un’ipotesi non dimostrata, un
risultato non accora raggiunto, un criterio per attribuire
la maggiore rilevanza ad un problema, ad un effetto o
ad una coincidenza), e in questo rivelano proprio la loro
funzione cognitiva fondamentale.
Spesso la componente immaginativa in esse è
massima, mentre quella linguistico-proposizionale è
secondaria: non seguono una logica deduttiva.
Si tratta di tecniche cognitive delle quali non è certa
né l’efficienza conoscitiva (produzione di ipotesi
controllabili) né, tanto meno, l’efficacia conoscitiva
(produzione di conoscenza deduttivamente certa).
Euristiche dei sistemi conoscitivi: ragionamento per
immagini, esperimento mentale, perfezione interna,
ecc.
15
Euristiche del giudizio probabilistico
(1)
Anna si è laureata in Economia presso una
prestigiosa università lo scorso anno con 110 e
lode; è figlia di un ambasciatore e di una
deputata europea; è molto ambiziosa.
Quanto pensi sia probabile che…
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
prepara il concorso per entrare nella carriera
diplomatica
è cassiera al GS
è cassiera al GS e prepara il concorso per
entrare nella carriera diplomatica
è marketing manager alla Microsoft Italia
è disoccupata
è lavoratrice dipendente presso un’azienda
commerciale
si prepara al concorso per dottorato di ricerca
la stima dei soggetti intervistati cade nella
fallacia della congiunzione
16
Euristica della rappresentatività
Si giudica in base a quanto rappresentativo è stimato
essere un evento per la classe alla quale appartiene.
==> Prototipi: costruzione di un prototipo mentale di
riferimento.
Doppio codice: prolungamento dell’informazione data.
c)
è cassiera al GS e prepara il concorso per entrare nella
carriera diplomatica
b)
è cassiera al GS (e non … prepara il concorso per
entrare nella carriera diplomatica)
17
(2)
Quante parole inglesi hanno r
a) in prima posizione (es.: rule)
e quante
b) in terza posizione (es.: street)?
(la stima dei soggetti intervistati va sistematicamente
contro i dati effettivi)
Euristica della disponibilità
Si giudica in base alla facilità con la quale casi od
esempi dell’evento possono essere prontamente
richiamati alla mente.
18
(3)
a) Calcolare in 5 secondi il prodotto:
8x7x6x5x4x3x2
vs
b) Calcolare in 5 secondi il prodotto:
2x3x4x5x6x7x8
(8! = 40320, la seconda stima è sistematicamente più bassa)
Euristica aggiustamento
dall’ancoraggio
Si giudica partendo da una stima iniziale che funge da
ancoraggio ed aggiustando poi in più o in meno alla luce di
nuova evidenza.
VALGONO ANCHE PER ESPERTI STATISTICI !!!
19
Teoria della teoria
Un concetto è una rappresentazione mentale complessa che
consiste di
relazioni con altri concetti all’interno di un’unica teoria
p.es.: gatto = nodo di una rete teorica con cui riusciamo a
riassumere, spiegare e prevedere efficacemente ed efficientemente
le proprietà che sperimentiamo (p.es. “essenza”, evoluzione
specifica, DNA)
La relazione individuo/concetto è simile alla relazione dato
empirico/teoria.
Una teoria è costituita dalla rappresentazione mentale di un certo
dominio di fenomeni e da principi esplicativi che ne forniscono una
spiegazione. Un concetto è identificabile con il ruolo che esso svolge
entro una certa teoria.
Non è una presunta similarità con proprietà od individui associati al
concetto a stabilire l’appartenenza o meno di un nuovo individuo, ma
la possibilità che questa appartenenza possa fornire una buona
spiegazione (tipicamente causale) delle sue sembianze e dei suoi
comportamenti manifesti.
Ma:
Le credenze incorporate nell’essenza di un concetto non sono
sempre vere, né sempre stabili, o costanti in persone diverse o in
momenti/contesti diversi.
Non è ben chiaro fino a che punto le teorie conformino i concetti e
che cosa sia davvero contenuto entro una teoria.
Manca una teoria del cambiamento concettuale.
Risulta difficile spiegare la composizionalità come con i prototipi.
20
3. Formulazione induttiva dell’ipotesi
•
Induzione
che ragioni abbiamo della validità di estrapolazioni da dati osservati,
verso passato (estinzione dei dinosauri), futuro (eclissi solari) o
presente fuori portata (moti dei pianeti di giorno), cioè dai casi
osservati ad altri non osservati? La credenza in regolarità della
natura (passato, presente, futuro) non è proprio una di queste
induzioni ingiustificabili, a partire da uniformità finora osservate?
(Hume). I dati possono motivare, ma non esiste una logica induttiva
per costruire le ipotesi a partire dai dati a disposizione! Anzi neppure
ricavare ipotesi probabili: n.casi fav./n. casi poss.= 0 (Popper).
•
Rilevanze
Quali sono le circostanze “rilevanti” (che hanno effetti che si
possono rilevare sul fenomeno) e quali non lo sono (p.es. posizioni
spazio-temporali)?
Solo
poche
possiamo
maneggiarne
effettivamente! E che garanzie abbiamo di conoscere almeno tutte le
circostanze “più rilevanti” (p.es.: posizioni delle stelle...)? E se ci
fossero più cause concomitanti?
•
Separazione empirico/teorico
anche le asserzioni singolari sono sempre rappresentazioni, ovvero
interpretazioni dei fatti alla luce di teorie, perché contengono nomi
universali che trascendono l’esperienza effettiva e presuppongono
un comportamento conforme a legge (p.es.: “qui c’è un bicchier
d’acqua” e “bicchiere”, “acqua” sono parole disposizionali, basta
pensare ai controlli che facciamo quando siamo in dubbio). Sono
sempre evocate delle regolarità che sono presupposte.
•
tentativi ed errori, convenzioni sociali, apertura alla
revisione
21
4. Controllo dell’ipotesi
•
Ipotesi ineliminabili
condizioni iniziali: p.es. posizioni e velocità sufficientemente
precise di tutti i corpi rilevanti.
ipotesi ausiliarie: p.es. funzionamento di strumenti, metodi e
teorie della misura, ipotesi di altre teorie e campi di
conoscenza.
clausola ceteris paribus: ipotesi che tutte le altre condizioni
rilevanti restino invariate. Ma ciò è impossibile & indimostrabile,
dunque dobbiamo comunque assumerla! Asserzione universale
di non-esistenza di effetti perturbatori.
asserzioni base “e” che vengono accettate come descrizioni
dell’evento reale e.
•
Fallacia dell’affermazione del conseguente
l’ipotesi “H” implica il verificarsi di un evento “e”, ma se l’evento
si verifica non ho dimostrato che l’ipotesi sia vera! Potrebbe
essere dovuto ad infinite altre cause! Dunque, il risultato
favorevole di un controllo non dimostra mai la verità dell’ipotesi,
ma solo la sua compatibilità con l’asserzione con cui
descriviamo la realtà.
•
Olismo dei controlli (tesi di Duhem-Quine)
in realtà il controllo è sempre del tipo
(H, c.i., i.a., ccp)  “e”
dunque il controllo dell’evento rappresentato dalle asserzioni
base accettate “e” non dimostra la verità dell’ipotesi “H”, né la
sua falsità, ma semplicemente asserisce l’esistenza di una
coerenza/incoerenza nel sistema teorico complessivo.
esistono delle euristiche per la formulazione delle ipotesi e
per il loro controllo, ma non sono algoritmi !
22
IL TRILEMMA DEL CONOSCERE
Se la conoscenza è un insieme di asserzioni
collegate logicamente (syntactic view), quale ne è il
fondamento?
Regresso all’infinito
trilemma
di Fries
Dogmatismo
Psicologismo
23
SCIENZA E OPINIONE
• Doxa: opinione, conoscenza apparente
• Episteme: conoscenza vera
• Endoxa: opinione qualificata
1.
2.
3.
•
•
•
Aristotele
Trovare principi fondativi nell’endoxa
Ricavarne delle ipotesi
Misurarne la fertilità teorico-predittiva
Doxa: sapere naturale, conoscenza comune non metodica
Episteme: conoscenza più stabile & disposizione alla
dimostrazione
Endoxa: opinione socialmente qualificata, ampiamente
riconosciuta dagli esperti
Doppia relatività
La conoscenza non è riducibile a un sistema di asserzioni collegate
logicamente, ma è un complesso insieme di rappresentazioni e di
pratiche sempre relative a:
a)oggetti specifici = natura
b)soggetti specifici = cultura - specie sociale - specie biologica
Si aprono due mondi distinti di fenomeni.
Sensata esperienza: la scienza è guidata dall’esperienza sensoriale
diretta (scienza sperimentale) e dal sapere implicito sedimentato e
nascosto che fissa la “sensatezza” degli esperimenti (significati
culturali attribuiti nella pratica sociale).
24
Panorama storico
• I principi vengono conosciuti per induzione, sensazione, abitudine
(Aristotele)
• E sì come peregrino che va per una via per la quale mai non fue,
che ogni casa che da lungi vede crede che sia l'albergo, e non
trovando ciò essere, dirizza la credenza a l'altra, e così di casa in
casa, tanto che a l'albergo viene; così l'anima nostra, incontanente
che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza
li occhi al termine del suo sommo bene, e però, qualunque cosa
vede che paia in sé avere alcuno bene, crede che sia esso. E
perché la sua conoscenza prima è imperfetta, per non essere
esperta né dottrinata, piccioli beni le paiono grandi, e però da
quelli comincia prima a desiderare.[...] Veramente così questo
cammino si perde per errore come le strade de la terra. (Alighieri)
• Vi sono idee, nozioni o come vi piaccia chiamarle, che l’uomo
osserva in sé, e che è conscio di fronte a se stesso di avere nella
propria mente… Ma è inevitabile per la maggior parte degli uomini,
se non per tutti, lo avere diverse opinioni senza prove certe e
indubitabili della loro verità (Locke 1689)
• La mente è padrona di tutte le sue idee e può separarle, unirle,
mescolarle e variarle come vuole ... la credenza non dipende dalla
volontà, ma da certe cause e principi determinati, di cui noi non
siamo padroni ... Le credenze sono più un atto sensitivo che
cogitativo della nostra mente. (Hume 1739)
• L’oggetto della cognizione è la verità; l’oggetto della credenza è
una proposizione credibile, e dico credibile relativamente in tutto e
per tutto alle qualità generali o individuali, essenziali o accidentali
dell’essere che crede ... Non sono dunque precisamente innate né
le idee né le credenze, ma è innata nell’uomo la disposizione a
determinarsi dietro quella tale esperienza, inclinazione ec. a quella
tale credenza o giudizio. (Leopardi 1817-1832)
25
%
• Dal punto di vista logico, tutto questo credere appare
ingiustificato, e anche se potesse forse essere vero, del tutto o in
parte, sorge comunque la domanda se noi, con i mezzi di
conoscenza a nostra disposizione, possiamo mai giungere a
verificarlo razionalmente. (Brentano 1874)
• [oltre alle elaborazioni intellettuali vi è ] un orientamento e una
significatività della vita, una qualità elementare dell’anima che
non possediamo ma che, piuttosto, siamo. (Simmel 1900,1907)
• L’elemento (a) [residui] corrisponde forse a certi istinti dell’uomo,
o diciamo meglio degli uomini, ed è probabilmente perché
corrisponde a questi istinti che è quasi costante nei fenomeni.
L’elemento (b) [derivazioni] corrisponde al lavoro della mente per
rendere ragione dell’elemento (a), ed è perciò che è molto più
variabile, poiché riflette il lavoro della fantasia. (Pareto 1916)
• Da oscure sorgenti e per vie sconosciute tali “pensieri” si
insinuano nella mente e diventano senza che ce ne accorgiamo
parte del nostro equipaggiamento mentale. Ne sono
responsabili la tradizione, l’istruzione, l’imitazione, ognuna delle
quali cose o dipende da una qualche autorevole fonte o fa appello
ad un nostro personale vantaggio, o coincide con qualche forte
nostra passione. (Dewey 1910,1933)
• La scienza popolare provvede alla maggior parte di quel che un
uomo può venire a sapere e anche lo specialista più sofisticato le
è debitore di molti concetti, di molti paragoni e delle sue
concezioni generali ... La certezza, la semplicità, la intuitività
nascono solo nel sapere popolare, e lo specialista trae la propria
fede in esse come in un ideale del sapere proprio da questo tipo
di sapere. (Fleck 1935)
• La medesima nave, la medesima barchetta portavano le merci e
gli dei, le idee e i metodi. Quante cose, per contagio o per
irraggiamento, si sono sviluppate sulle sponde del Mediterraneo.
In questo modo si è costituito quel tesoro cui la nostra cultura
deve quasi tutto, almeno nelle sue origini. (Valéry 1939)
26
%
•
Delle idee-invenzioni, e in esse includo le verità più rigorose della
scienza, possiamo dire che le produciamo, che combattiamo per
esse e che siamo persino disposti a morire per esse ... sono opera
nostra ... Con le credenze propriamente dette non facciamo niente,
ma stiamo semplicemente in esse. (Ortega y Gasset 1940)
•
Quando accettiamo un certo insieme di presupposti e li usiamo
come struttura interpretativa, si può dire che noi ci fermiamo su di
essi come sul nostro corpo. La loro accettazione acritica per un
certo tempo consiste in un processo di assimilazione col quale
c’identifichiamo con essi. Essi non vengono asseriti e non possono
essere asseriti, perché l’asserzione può essere fatta solo all’interno
di una struttura con la quale ci siamo identificati per un certo tempo;
in quanto sono nostre strutture ultime, sono essenzialmente non
articolabili. ... La scienza apparirà allora come un grande sistema
di credenze profondamente radicate nella nostra storia e coltivate
oggi da una parte specificamente organizzata della nostra.
(Polanyi 1958)
•
La coscienza discorsiva connota quelle forme di ricordo che
l’attore è in grado di esprimere verbalmente; la coscienza pratica
ha a che fare coi ricordi ai quali l’attore ha accesso nella durata
dell’azione senza essere in grado di esprimere verbalmente ciò che
questi gli permettono di “sapere”; l’inconscio si riferisce a dei modi
di ricordo che non sono direttamente accessibili all’agente perché
esiste uno “sbarramento” negativo che ne inibisce l’incorporazione
non mediata entro il monitoraggio riflessivo della condotta, e in
particolare dentro la coscienza discorsiva. (Giddens 1984)
•
Le accettazioni, sebbene possano essere arbitrarie o irrazionali,
sono normalmente predette o spiegate come risultati di
ragionamenti in conformità a regole, mentre le credenze sono
predette o spiegate in quanto risultanti dall’opera di fattori causali
rilevanti, come stimoli sensoriali o trasmissione dell’informazione
…. Accettazione più che credenza è l’atteggiamento mentale
appropriato di uno scienziato verso la sua teoria favorita … È
possibile contemporaneamente credere e non credere, ma non
accettare che p e accettare che non-p. (Cohen 1992)
27
Razionalismo e irrazionalismo
•Credenze come conoscenza falsa
Semplici pregiudizi dettati da ignoranza, emotività, particolari
tradizioni popolari, contrapposti a conoscenza vera, dimostrata.
MA: vi sono credenze che fondano la conoscenza scientifica. E
alcune credenze, inoltre, sono molto stabili storicamente e persino
funzionali.
•Credenze come accettazione
Conoscenze che il soggetto accetta sulla base di buone ragioni che
formula soggettivamente.
MA: di molte credenze non abbiamo alcuna prova e per altre non
si pone neppure un problema di scelta, le abbiamo e basta.
Esistono, probabilmente, delle “ragioni oggettive” per le “buone
ragioni soggettive”, e dunque il credere non è questione di libera
scelta, ma anche di intervento di cause extra-razionali. Il fondamento
della Ragione non può essere nella ragione stessa, ma nella storia
specifica dei fenomeni che l’hanno resa tal quale è.
•Idee come illuminazione
Le nostre idee sarebbero frutto di libera intuizione
MA: alcune idee funzionano molto meglio di tante altre, per cui
non sembrano un prodotto casuale. Inoltre vi sono strategie di
ragionamento piuttosto regolari, che danno l’idea di un processo
complesso piuttosto che di un atto spontaneo.
28
CREDENZE
la conoscenza dell’intimità socializzata
usi cognitivi o abitudini della mente su cui siamo soliti contare
in maniera irriflessa ed emotiva per fondare i nostri
comportamenti, le scelte e gli stessi ragionamenti
Una matrice delle percezioni, degli apprezzamenti e delle azioni
(Bourdieu), una conoscenza di sfondo non problematica (Popper) che
istituisce le province finite (Schütz) di ciò che è pertinente e familiare;
si raggruppano in cluster nei quali si è inseriti con forte
coinvolgimento emotivo (Elias).
Non ci sono ragioni per le credenze che fondano le nostre idee,
ma cause: doppio legame (Bateson-Elias).
TIPOLOGIA
•
teorie ingenue: repertorio di analogie, modelli, pre-idee, prototipi &
stereotipi, immagini sensoriali;
•
routine epistemiche: organizzazione & fonti della conoscenza,
criteri di rilevanza, intersoggettività e controllo, valori ed euristiche di
orientamento astrazione e categorizzazione, schemi prefigurativi;
•
archetipi: immagini integrate nella mente dell’individuo per il tramite
di forti emozioni (illusioni, fantasie, forme di pensiero arcaiche, istinti
fondamentali), di fronte alle quali le parole sono vuote e senza
valore fino a che non riusciranno ad afferrare il loro rapporto
emozionale specifico con l’individuo al quale ci rivolgiamo (Jung);
•
esperienze stenografate: pratiche, abilità e routine sensoriali sia
recepite sia prodotte in maniera più o meno irriflessa che
29
difficilmente possono essere espresse linguisticamente.
IDEE
la conoscenza della ragion pubblica
pensieri che formuliamo, discutiamo, accettiamo, rifiutiamo
attraverso un ragionamento più o meno consapevole compiuto
in confronto aperto con altri
Quando alcune credenze emergono alla consapevolezza, esse
traslano dal sapere preriflessivo al sapere tematizzato (p.es.
Habermas) assumendo la forma di idee. Un’idea veicola sempre
delle credenze, ma in modo tacito e non univoco
Le nostre idee sono sostenute da quelle che, sulla base delle
nostre credenze, riteniamo buone ragioni (Boudon).
TIPOLOGIA
•
conoscenza dichiarativa: entità teoriche, definizioni esplicite di
concetti, mitologie, ideologie, codici normativi espliciti, teorie
scientifiche;
•
conoscenza procedurale: algoritmi, tassonomie esplicite,
modelli interpretativi espliciti;
•
idee dormienti: idee latenti nella memoria di lavoro che
vengono formate nel corso del pensare ed espresse soltanto al
suo termine;
•
idee stenografate: parole o segni o segmenti di teorie sia
recepiti sia ripetuti in maniera più o meno irriflessa.
30
Cluster di credenze
•
Le credenze si stratificano, nel corso dell’esperienza che ne
è portatrice, entro cluster di usi sociali consolidati nei cui si è
inseriti con forte coinvolgimento emotivo (Elias).
•
Non è un tutto coerente né, tanto meno, una struttura
statica, poiché vi sono sempre legami di presa diretta con le
pratiche correnti. L’esperienza ne mantiene, però, alcune più
stabili (core), altre restano sullo sfondo.
•
Non può essere confuso con una totalità culturale o mentalità
(p.es. Lévy-Bruhl; Sorokin), Weltanschauung (p.es. Mannheim)
system of thought (R.E.Nisbett), civiltà (Huntington).
Esperienza
comunitaria
core
31
Corpus di idee
•
Le idee vengono argomentate e agganciate fino a
costituire un sistema tendenzialmente coerente e
completo, secondo il modello della geometria e
dell’aritmetica. (Però: Goedel!)
•
È frutto di un'operazione culturale tipicamente
progettata da un’istituzione politico-sociale portatrice,
riconoscibile, dotata di interessi e fini autonomi, che
esclude altri corpus in conflitto potenziale.
•
Il cluster di credenze che gli è a fondamento, può
acquisire nuove credenze entranti, con le quali, a un
certo punto, il corpus può essere scoperto in dissonanza
cognitiva (Festinger).
32
interessi
istituzionali
La comunicazione delle credenze:
il contagio
•
Le credenze tendono a propagarsi di individuo in
individuo per contagio imitativo nella vita quotidiana
(Tarde, Sperber).
33
La comunicazione delle idee:
l’irraggiamento
•
Come una persona può convincere un’altra di una
propria idea, così un’istituzione può propagare per
irraggiamento un corpus intero nella sua area di
influenza. Quando vengono a contatto, due corpus
tendono a confliggere o a integrarsi, sia per diminuire la
dissonanza cognitiva (Festinger), sia per aumentare il
primato politico dell’istituzione che li sorregge.
34
Formazione Culturale
un complesso interattivo, semi-strutturato, flessibile, embodied
esperienza
interessi
35
Esiti degli incontri tra formazioni
culturali
COESIONE
[ ]
Omologazione
Frammentazione
INNOVAZIONE
Metabolizzazione
Conta
minazi
one
36
Esiti:
(1) frammentazione
•
Ogni formazione culturale viene ad affermarsi in
un'area geopolitica d’influenza spazialmente limitata,
nella quale è isolata dalle altre.
•
La stabilità di questa coesistenza è vincolata all’effettivo
isolamento dall’esterno (autarchia culturale) e alla gestione
istituzionale del cambiamento all’interno (controllo
censorio), da parte di ciascuna formazione.
•
Esempi: ghettizzazione, balcanizzazione.
•
Non solo le forme ideologiche, ma anche le abitudini
pratiche e le frequentazioni dei singoli individui debbono,
perciò, essere idealmente controllate da un potere sempre
provvisorio, che rimane perennemente in bilico fra
dispotismo e crollo.
37
Esiti:
(2) omologazione
•
Un’istituzione riesce ad avere il sopravvento sulle altre
e a imporre la sua formazione culturale.
•
Cancella o, più realisticamente, riduce all’emarginazione,
le altre formazioni culturali. Teorie, stereotipi, ricette ecc.
dell'una si sostituiscono a quelli dell'altra (Lippmann).
Esempio: colonialismo, McDonaldizzazione temuta dai noglobal.
•
Non sono, comunque, mai del tutto eliminabili
fenomeni di contaminazione che possono portare, nelle
periferie dell’area d’influenza, all'uso creativo di risorse
locali (creolizzazione) e a tensioni tra cultura e struttura
sociale (Hannerz).
•
Esempi: jazz dei neri d'America, musica afro-caraibica.
38
Esiti:
(3) contaminazione
•
Alcune credenze di una formazione
contaminano le altre formazioni
•
Si innescano fenomeni che vanno dal mutamento culturale
(innovazione), se progressivamente condivise e sviluppate
in idee, alla marginalizzazione (eresia), se le idee in
elaborazione vengono palesemente contrastate a livello
istituzionale. Non un intero sistema, dunque, ma
semplicemente alcuni frammenti si diffondono da una
formazione all'altra (v. Kroeber).
culturale
Esempio: ingresso di culti di religioni diverse (p.es. Mitra a
Roma), contaminazioni linguistiche (business --> pidgin),
creolizzazione
delle
culture
(p.es.
innovazioni
gastronomiche, fusion musicale, cure del corpo).
39
Esiti:
(4) metabolizzazione
•
Le formazioni culturali vengono in contatto e si produce
un nuovo e più astratto terreno ideale sostenuto
necessariamente da nuove forme istituzionali.
•
Crescono tanto la dimensione quantitativa degli esseri umani
coinvolti, quanto la generalità dei loro interessi, e la stessa
civiltà (sg.) si rafforza come valore comune al di là delle
singole civiltà (pl.). L’orizzonte culturale si amplia, si rinnova
la capacità diagnostica e progettuale, si produce un
rinnovamento istituzionale.
•
Una formazione del genere può essere autentica, nella
misura in cui le persone possono riuscire ad appropriarsi
tanto delle sue risorse conoscitive quanto delle sue istituzioni;
e può rimanere tale stabilmente soltanto se riesce a
mantenere uno stretto adattamento all'evoluzione della realtà
quotidiana (cfr. Breidenbach, Zukrigl).
•
Se serba memoria della propria identità eccentrica, della
propria strutturale secondarietà, data dall'avere le proprie
origini al di fuori di sé, questa nuova formazione culturale può
dare inizio ad un'operazione riflessiva rivoluzionaria, che
parte proprio dal presupposto di vedersi attraverso gli occhi
dell'altro appena conquistato (Brague).
40
Metabolizzazione:
la via europea della doppia
cittadinanza
•
Doppia cittadinanza: locale & globale = glocale.
•
L'Europa amplifica il concetto politico di pax romana, poiché
anche l’Impero Romano, sul quale essa è stata edificata, ha
conquistato per essere conquistato (Valéry). Il superamento
senza rimozione delle differenze culturali costruisce nuove
parentele culturali e forme di socialità fondate sulla concordia
degli interessi comuni (Pani).
•
Il superamento di una negoziazione puramente distributiva delle
risorse disponibili è nella negoziazione integrativa, che
genera, cioè, risorse nuove, immateriali, astratte, progettuali.
•
Si costituisce, così, su interessi più generali una civitas più
ampia, con una cultura più generale e più generalmente
condivisa.
•
La cultura è, in senso retrospettivo, il prodotto di una parziale
metabolizzazione di prospettive sostanzialmente diverse, e, in
senso progressivo, cultura delle differenze e dell’inclusione,
perciò, cioè progettazione di nuova identità.
41
Innovazione concettuale:
risorse intellettuali ed esperienza costituita
Cluster di credenze
FONDAZIONE DELLE IDEE
PRE-CONCETTO
(pre.definizione)
CONCETTO
definizione & prototipi
PROTO-CONCETTO
(proto-tipi)
dominio
dominio
dominio
dominio
COSTITUZIONE DELL’ESPERIENZA
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Cluster di credenze
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Sociologia della comunicazione