4. COMUNICAZIONE E SOCIALIZZAZIONE ALLA CONOSCENZA Letture suggerite Ancarani V., La scienza destrutturata. Introduzione alla sociologia della conoscenza scientifica, Francoangeli, Milano 1996. Cerroni A., Categorie e relatività. Metodo, cognizione e cultura nella scoperta di Albert Einstein, Unicopli, Milano 1999. Cerroni A., Borrelli E., Il codice del futuro. Per una sociologia del vivente, FrancoAngeli, Milano 2003. Crespi F., Manuale di sociologia della cultura, Laterza, RomaBari 1996. Elias N., Coinvolgimento e distacco. Saggi di sociologia della conoscenza, Il Mulino, Bologna 1983. Margolis E., Lawrence S., Concepts. Core readings, MIT press, Cambridge (Mass.) 1999. Nisbett R., Ross L., L’inferenza umana. Strategie e lacune del giudizio sociale, Il Mulino, Bologna 1980. Zerubavel E., Social mindscapes. An invitation to cognitive sociology, Harvard U.P., Cambridge & London 1997. 1 Sociologia della comunicazione - Andrea Cerroni DEFICIT MODEL concezione ingenua della comunicazione della conoscenza Modello “idraulico” verità ignoranza 2 CRITICA AL DEFICIT MODEL – Non esiste un’informazione vera-in-astratto, assoluta (concezione u-topica della comunicazione), ma solo un certo surrogato dell'esperienza, dunque un’ interpretazione incarnata, localizzata. – Quando non abbiamo alcuna idea, comunque qualche cosa in cui crediamo. abbiamo – La comunicazione è condivisione, atto sociale reciproco mediato dall’uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. – La comunicazione non è trasmissione d'informazione (paradigma informazionale) ma costruzione di senso, costituzione e rafforzamento di un legame, testimonianza e ricostruzione di un’unità sociale a partire da individui singoli (paradigma relazionale). – La comunicazione rende possibile la circolazione dell'esperienza fra individui diversi ma può farlo soltanto in quanto stabilizza i modi con i quali interpretarla, e dunque viverla. – La conoscenza umana è solo quella che si sedimenta nel corso dell’esperienza socializzata, attraverso la comunicazione. – Conoscenza è cultura, ma esistono conoscenze - e dunque culture - più o meno adeguate all’esperienza concreta degli individui che in esse vivono. 3 CONCEZIONE INGENUA DELLA CONOSCENZA La conoscenza “ideale” è la conoscenza scientifica. Questa sarebbe un sistema coerente di asserzioni linguistiche fondato su fatti duri e crudi (hard facts) i quali, una volta osservati e classificati con concetti, permetterebbero la formazione di ipotesi il cui controllo porterebbe automaticamente all'accettazione o rifiuto della nuova conoscenza così prodotta. • prima critica: separazione ingenua fra dato empirico e teorie. – sottodeterminazione della teoria a partire dai dati, poiché ad una medesima distribuzione di dati possono associarsi diverse teorie. – olismo dei controlli perché le ipotesi non sono mai sottoposte a controllo isolatamente, una per volta, ma lo sono sempre in aggiunta ad ipotesi ausiliarie (p.es.: teorie sugli strumenti, criteri di tolleranza dei margini d'errore), una complessiva clausola ceteris paribus (onde escludere eventuali effetti perturbatori che agiscano solo localmente), la perfetta conoscenza delle condizioni iniziali degli elementi in osservazione, ecc. – lo stesso atto osservativo non avviene per singoli elementi, ma attraverso il riconoscimento di forme, di strutture regolari che il soggetto "aggiunge" attivamente al mero stimolo fornito alle terminazioni nervose, prolungandolo in attese soggettive. – theory ladennes: inseparabilità per natura fra ciò che è da ritenersi teorico da ciò che è da ritenersi empirico, poiché non esiste alcun fatto "duro e crudo". Non ci sono mai fatti che ci vengano dati nel corso della nostra esperienza in maniera immediata e non problematica. I dati sono imbevuti di teoria; e dunque, almeno in parte, essi sono in realtà dei costrutti. 4 % • seconda critica: teoria ingenua del concetto – una classificazione di dati elementari non ha una base definitoria; – istanze prototipiche e cattivi rappresentanti dell'estensione di un concetto, anche nel caso di concetti scientifici, sono inconciliabili con una definizione per caratteristiche comuni singolarmente necessarie e congiuntamente sufficienti; – non è disponibile alcuna soddisfacente teoria alternativa del concetto: chiarezza & distinzione? • terza critica: giustificazione separazione ingenua fra scoperta e – non si può più distinguere fra contesto della scoperta (ragionamento e organizzazione sociale del lavoro per formulare un'ipotesi) e contesto della giustificazione (ricostruzione logico-dimostrativa ed esposizione pubblica dell'ipotesi). La via seguita da uno scienziato per formulare una nuova ipotesi non può essere separata dalla capacità di argomentarla pubblicamente. – una ricerca attiva sempre risorse cognitive socialmente distribuite (pubblicazioni, risorse tecniche ed economiche, conoscenze tacite, big science...) e si rivolge ad un pubblico di peer, ha sempre percorso di fatto un vaglio giudiziale, sia che questo venga riconosciuto, sia che resti tacitato. Il raggiungimento di una scoperta scientifica e il processo della sua discussione pubblica sono quasi indistinguibili. 5 % • quarta critica: teoria ingenua del ragionamento scientifico – esistono euristiche deboli di supporto al ragionamento induttivo impiegati, sia nel ragionamento quotidiano, sia nella formulazione e nel controllo di ipotesi scientifiche; – non vi è garanzia di efficienza cognitiva, ovvero di produrre ipotesi controllabili; – non vi è garanzia di efficacia conoscitiva, onde produrre solo conoscenza deduttivamente certa; – non vi è garanzia di coerenza sistemica, ovvero assenza di contraddizioni; – non vi è garanzia di completezza dimostrativa, non potendo essere dimostrata ogni conoscenza presente all'interno del sistema conoscitivo. 6 1. Osservazione & registrazione dei fatti Come delimitare un “fatto”? La mente umana è embodied (bounded rationality - H.Simon) • Specificamente personale - quantità di informazioni di cui dispongo - capacità di osservazione / memoria / concentrazione / calcolo - tempo a disposizione, aspettative, approccio scelto • Storico-sociale: - teorie, formazione disciplinare, educazione - tecnologie disponibili • Generalmente umano - struttura sensoriale & neurocognitiva (hardware?) - struttura cognitiva (software?) Quali dati vanno scelti e quali no è questione di grado, e bisogna imparare sperimentalmente e socialmente quali sono effettivamente rilevanti per i fini che ci si deve proporre! 7 2. Classificazione dei dati CLASSIFICAZIONE (categorizzazione) processo di attribuzione d’appartenenza e/o di riconoscimento che un oggetto cade nel riferimento di un concetto. La classificazione avviene ricorrendo a un concetto classificatorio. Il concetto è una rappresentazione mentale subproposizionale (pre-asserto) espressa da un termine, di cui è il significato (senso). SIGNIFICATO • Riferimento = estensione la classe (insieme caratterizzato da proprietà determinanti) degli oggetti di cui si parla (p.es: gli studenti X, Y, … Z). • Senso = intensione il concetto espresso a proposito degli oggetti nel riferimento, o criterio espresso per identificarli come tali (p.es.: “gli studenti del corso”, “i miei studenti”, …). 8 Teoria classica Un concetto è una rappresentazione mentale che consiste di proprietà singolarmente nec. & congiuntamente suff. p.es.: triangolo = poligono con tre vertici. Degli oggetti rientrano nell’estensione di un concetto quando hanno in comune certe particolari proprietà: dottrina dell’elemento comune. Ma: Tutti i gruppi di oggetti sono simili per qualche proprietà in comune e contemporaneamente sono differenti per qualche altra. Sono infinite le proprietà di un singolo oggetto ed anche le possibilità di combinarle, ma non sempre c’è un tipo che utilizziamo effettivamente. Alcuni individui sono più rappresentativi di tutti gli altri (p.es.: mucca più di balena per i mammiferi). Spesso usiamo le categorie con accuratezza, senza saperne fornire una definizione, che forse non c’è . Anche nella scienza... 9 Cos’è un “gioco”? Come insegno a un bambino che cos’è un “gioco”? (Wittgenstein) ORNITORINCO (Rielaborato da: Diz.Enciclopedico di scienze mediche e biologiche e di biotecnologie, Zanichelli) Unico membro della famiglia degli ornitorinchi, dell’ordine dei Mammiferi, appartenente alla sottoclasse dei Prototeri (ornitorinco & echidna), gruppo molto primitivo che vive in Australia o in Nuova Guinea, problematicamente collegabile con gli altri Mammiferi conosciuti, data anche la lacunosa documentazione paleontologica. Differisce dai Marsupiali e dai Placentali in quanto possiede un apparato e modalità di riproduzione dei rettili (p.es.la oviparità con uova di circa un centrimetro & imperfetta omeotermia). Per il resto le caratteristiche dei mammiferi sono esclusive (p.es.: produce una sorta di latte con cui allatta i piccoli, pur non avendo capezzoli ma mammelle simili a ghiandole sudorifere). Alcuni caratteri morfologici secondari ne fanno però degli animali singolari (p.es. becco d’anatra, zampe palmate e vita semiacquatica come alcuni uccelli marini ed i castori), tanto che i primi esemplari di ornitorinco, portati imbalsamati in Europa, furono rifiutati dalla comunità scientifica, in quanto giudicati chimere assemblate con parti di diversi animali da abili artigiani asiatici. Lo studio di esemplari vivi fugò infine ogni dubbio. L’ornitorinco è mammifero, rettile o uccello? 10 • • • • STELLA/PIANETA/SATELLITE/ASTEROIDE Stella: un corpo celeste gassoso massivo ed autoluminoso che brilla di radiazione derivata dalle sue sorgenti interne di energia. Pianeta: un corpo (tranne una cometa, asteroide o satellite) che ruota attorno al Sole o ad una qualche altra stella. Satellite: oggetto naturale/artificiale rotante attorno a un oggetto astronomico maggiore, usualmente un pianeta. Luna è esempio più ovvio. Asteroide: oggetto, chiamato anche pianeta minore o planetoide, appartenente a quella moltitudine di piccoli corpi rocciosi, con diametro di circa 1000 km o meno, che orbitano attorno al Sole, principalmente fra le orbite di Marte e Giove. Le due designazioni sono frequentemente usate in modo interscambiabile, sebbene gli astronomi che studiano singoli oggetti con orbite dinamicamente interessanti o gruppi di oggetti con caratteristiche orbitali simili usualmente usano il termine pianeta minore, mentre quelli che studiano le proprietà fisiche di tali oggetti li chiamano usualmente asteroidi. ma: ¨ Giove: irradia il doppio della radiazione che riceve dal Sole, e dunque ha una sua sorgente interna di energia. Fino a che punto è un pianeta e non una stella? ¨ Saturno: irradia più energia di quella ricevuta dal Sole. ¨ Satelliti: spesso sono più grandi di un pianeta come Plutone, un paio lo sono anche più di Mercurio ed alcuni sono confrontabili anche con Marte; ed alcuni sembrerebbero in realtà degli asteroidi catturati nel corso del tempo. ¨ Pianeti doppi: i due sistemi Terra-Luna e Plutone-Caronte sono a volte meglio considerati come pianeti doppi. Se ci riferiamo alle proprietà esteriori della stella Sole, del pianeta Terra e del satellite Luna non abbiamo difficoltà. Sole, Terra e Luna sono dei buoni prototipi delle tre rispettive classi di oggetti celesti. 11 per alcuni concetti scientifici esistono evidenze contrarie al modello classico Teoria dei prototipi Un concetto è una rappresentazione mentale che consiste di individui ideali ai quali le istanze tendono ad assomigliare oppure lista di proprietà che le sue istanze tendono a possedere p.es.: gatto = ha 4 zampe, ha pelo lungo e sottile, miagola, fa le fusa, graffia,... Se pensiamo ad un gatto, pensiamo a qualche individuo ideale dotato di certe proprietà, forse non subito ad un feto di gatto o ad un vecchio gatto malandato, ad un gatto in uno stato patologico, ad un gatto selvatico inferocito,... Se pensiamo ad un mammifero non pensiamo all’ornitorinco, ma magari alla mucca. Se pensiamo ad un pianeta pensiamo subito alla Terra, per un satellite alla Luna, per una stella al Sole, ecc. Ma: Come costruiamo questi prototipi ideali da esperienze concrete? Ci sono prototipi anche per concetti ben definiti classicamente P.es. numero pari, nonna. Ma 0 (numero pari) e Ornella Muti (nonna) sono buoni prototipi dei rispettivi concetti? Come avviene la composizione dei concetti (sedia di legno)? Questo è un gatto può essere, allora, un po’ vero & un po’ falso (principio d’identità e non-contraddizione, terzo escluso)! Non ci sono prototipi per tutti i concetti. Non c’è un prototipo di “nonna con nipote sposata a dentista”, “monarchia statunitense”, “pronipote di Cindy Crawford”, “nongatto”, “credenza”, “pezzo di carta abbandonato sul tavolo”(Fodor). 12 Stereotipo Prodotto di un ragionamento euristico tendenzioso tale che, dato un insieme di credenze ipersemplificate attribuite a un’intera categoria di individui (a proposito di caratteristiche personali che sono fatte oggetto di giudizi di valore socialmente rilevanti e di emozioni personali), le attribuisce immediatamente a ciascun membro di questa categoria, senza tener conto delle possibili variazioni dei singoli individui. Errore fondamentale di attribuzione tendenza a preferire spiegazioni disposizionali (situazionali) per insuccessi (successi) di comportamenti ALTRUI discriminazione e omogeneizzazione di outgroup tendenza a preferire spiegazioni situazionali (disposizionali) per insuccessi (successi) di comportamenti PROPRI favoritismo e individualizzazione di ingroup Differente variabilità Si riconosce maggiore variabilità all’ingroup rispetto all’outgroup. individuale 13 Tipo ideale (Weber: p.es. società capitalistica) Dimensione euristica Esso è uno schema intellettuale di codificazione e decodificazione della realtà sociale, che funziona solo se e nella misura in cui permette di comprendere i significati culturali che muovono gli uomini all’azione. Per questo aspetto, esso non è mai altro che: un tentativo di recare ordine, sulla base della situazione attuale del nostro sapere e delle formazioni concettuali a nostra disposizione, nel caos di quei fatti che abbiamo compreso nell’ambito del nostro interesse. Dunque, è un mezzo per costruire una comprensione che non può che variare storicamente col variare dei riferimenti valoriali degli studiosi. Per questo aspetto, anzi, ogni tipizzazione sociale è destinata a tramontare. Dimensione storico-genetica Inoltre esso mira ad evidenziare il ruolo genetico-causale giocato da certi fenomeni tipizzati, in ultima analisi processi istituzionalizzati, entro il decorso di più vasti processi storici, nell’ipotesi di una realistica possibilità oggettiva. 14 Euristiche euristiche cognitive deboli A differenza delle euristiche forti (algoritmi), sembrano in grado di fornire ottime (soddisfacenti) ragioni per credere in qualche cosa (un’ipotesi non dimostrata, un risultato non accora raggiunto, un criterio per attribuire la maggiore rilevanza ad un problema, ad un effetto o ad una coincidenza), e in questo rivelano proprio la loro funzione cognitiva fondamentale. Spesso la componente immaginativa in esse è massima, mentre quella linguistico-proposizionale è secondaria: non seguono una logica deduttiva. Si tratta di tecniche cognitive delle quali non è certa né l’efficienza conoscitiva (produzione di ipotesi controllabili) né, tanto meno, l’efficacia conoscitiva (produzione di conoscenza deduttivamente certa). Euristiche dei sistemi conoscitivi: ragionamento per immagini, esperimento mentale, perfezione interna, ecc. 15 Euristiche del giudizio probabilistico (1) Anna si è laureata in Economia presso una prestigiosa università lo scorso anno con 110 e lode; è figlia di un ambasciatore e di una deputata europea; è molto ambiziosa. Quanto pensi sia probabile che… a) b) c) d) e) f) g) prepara il concorso per entrare nella carriera diplomatica è cassiera al GS è cassiera al GS e prepara il concorso per entrare nella carriera diplomatica è marketing manager alla Microsoft Italia è disoccupata è lavoratrice dipendente presso un’azienda commerciale si prepara al concorso per dottorato di ricerca la stima dei soggetti intervistati cade nella fallacia della congiunzione 16 Euristica della rappresentatività Si giudica in base a quanto rappresentativo è stimato essere un evento per la classe alla quale appartiene. ==> Prototipi: costruzione di un prototipo mentale di riferimento. Doppio codice: prolungamento dell’informazione data. c) è cassiera al GS e prepara il concorso per entrare nella carriera diplomatica b) è cassiera al GS (e non … prepara il concorso per entrare nella carriera diplomatica) 17 (2) Quante parole inglesi hanno r a) in prima posizione (es.: rule) e quante b) in terza posizione (es.: street)? (la stima dei soggetti intervistati va sistematicamente contro i dati effettivi) Euristica della disponibilità Si giudica in base alla facilità con la quale casi od esempi dell’evento possono essere prontamente richiamati alla mente. 18 (3) a) Calcolare in 5 secondi il prodotto: 8x7x6x5x4x3x2 vs b) Calcolare in 5 secondi il prodotto: 2x3x4x5x6x7x8 (8! = 40320, la seconda stima è sistematicamente più bassa) Euristica aggiustamento dall’ancoraggio Si giudica partendo da una stima iniziale che funge da ancoraggio ed aggiustando poi in più o in meno alla luce di nuova evidenza. VALGONO ANCHE PER ESPERTI STATISTICI !!! 19 Teoria della teoria Un concetto è una rappresentazione mentale complessa che consiste di relazioni con altri concetti all’interno di un’unica teoria p.es.: gatto = nodo di una rete teorica con cui riusciamo a riassumere, spiegare e prevedere efficacemente ed efficientemente le proprietà che sperimentiamo (p.es. “essenza”, evoluzione specifica, DNA) La relazione individuo/concetto è simile alla relazione dato empirico/teoria. Una teoria è costituita dalla rappresentazione mentale di un certo dominio di fenomeni e da principi esplicativi che ne forniscono una spiegazione. Un concetto è identificabile con il ruolo che esso svolge entro una certa teoria. Non è una presunta similarità con proprietà od individui associati al concetto a stabilire l’appartenenza o meno di un nuovo individuo, ma la possibilità che questa appartenenza possa fornire una buona spiegazione (tipicamente causale) delle sue sembianze e dei suoi comportamenti manifesti. Ma: Le credenze incorporate nell’essenza di un concetto non sono sempre vere, né sempre stabili, o costanti in persone diverse o in momenti/contesti diversi. Non è ben chiaro fino a che punto le teorie conformino i concetti e che cosa sia davvero contenuto entro una teoria. Manca una teoria del cambiamento concettuale. Risulta difficile spiegare la composizionalità come con i prototipi. 20 3. Formulazione induttiva dell’ipotesi • Induzione che ragioni abbiamo della validità di estrapolazioni da dati osservati, verso passato (estinzione dei dinosauri), futuro (eclissi solari) o presente fuori portata (moti dei pianeti di giorno), cioè dai casi osservati ad altri non osservati? La credenza in regolarità della natura (passato, presente, futuro) non è proprio una di queste induzioni ingiustificabili, a partire da uniformità finora osservate? (Hume). I dati possono motivare, ma non esiste una logica induttiva per costruire le ipotesi a partire dai dati a disposizione! Anzi neppure ricavare ipotesi probabili: n.casi fav./n. casi poss.= 0 (Popper). • Rilevanze Quali sono le circostanze “rilevanti” (che hanno effetti che si possono rilevare sul fenomeno) e quali non lo sono (p.es. posizioni spazio-temporali)? Solo poche possiamo maneggiarne effettivamente! E che garanzie abbiamo di conoscere almeno tutte le circostanze “più rilevanti” (p.es.: posizioni delle stelle...)? E se ci fossero più cause concomitanti? • Separazione empirico/teorico anche le asserzioni singolari sono sempre rappresentazioni, ovvero interpretazioni dei fatti alla luce di teorie, perché contengono nomi universali che trascendono l’esperienza effettiva e presuppongono un comportamento conforme a legge (p.es.: “qui c’è un bicchier d’acqua” e “bicchiere”, “acqua” sono parole disposizionali, basta pensare ai controlli che facciamo quando siamo in dubbio). Sono sempre evocate delle regolarità che sono presupposte. • tentativi ed errori, convenzioni sociali, apertura alla revisione 21 4. Controllo dell’ipotesi • Ipotesi ineliminabili condizioni iniziali: p.es. posizioni e velocità sufficientemente precise di tutti i corpi rilevanti. ipotesi ausiliarie: p.es. funzionamento di strumenti, metodi e teorie della misura, ipotesi di altre teorie e campi di conoscenza. clausola ceteris paribus: ipotesi che tutte le altre condizioni rilevanti restino invariate. Ma ciò è impossibile & indimostrabile, dunque dobbiamo comunque assumerla! Asserzione universale di non-esistenza di effetti perturbatori. asserzioni base “e” che vengono accettate come descrizioni dell’evento reale e. • Fallacia dell’affermazione del conseguente l’ipotesi “H” implica il verificarsi di un evento “e”, ma se l’evento si verifica non ho dimostrato che l’ipotesi sia vera! Potrebbe essere dovuto ad infinite altre cause! Dunque, il risultato favorevole di un controllo non dimostra mai la verità dell’ipotesi, ma solo la sua compatibilità con l’asserzione con cui descriviamo la realtà. • Olismo dei controlli (tesi di Duhem-Quine) in realtà il controllo è sempre del tipo (H, c.i., i.a., ccp) “e” dunque il controllo dell’evento rappresentato dalle asserzioni base accettate “e” non dimostra la verità dell’ipotesi “H”, né la sua falsità, ma semplicemente asserisce l’esistenza di una coerenza/incoerenza nel sistema teorico complessivo. esistono delle euristiche per la formulazione delle ipotesi e per il loro controllo, ma non sono algoritmi ! 22 IL TRILEMMA DEL CONOSCERE Se la conoscenza è un insieme di asserzioni collegate logicamente (syntactic view), quale ne è il fondamento? Regresso all’infinito trilemma di Fries Dogmatismo Psicologismo 23 SCIENZA E OPINIONE • Doxa: opinione, conoscenza apparente • Episteme: conoscenza vera • Endoxa: opinione qualificata 1. 2. 3. • • • Aristotele Trovare principi fondativi nell’endoxa Ricavarne delle ipotesi Misurarne la fertilità teorico-predittiva Doxa: sapere naturale, conoscenza comune non metodica Episteme: conoscenza più stabile & disposizione alla dimostrazione Endoxa: opinione socialmente qualificata, ampiamente riconosciuta dagli esperti Doppia relatività La conoscenza non è riducibile a un sistema di asserzioni collegate logicamente, ma è un complesso insieme di rappresentazioni e di pratiche sempre relative a: a)oggetti specifici = natura b)soggetti specifici = cultura - specie sociale - specie biologica Si aprono due mondi distinti di fenomeni. Sensata esperienza: la scienza è guidata dall’esperienza sensoriale diretta (scienza sperimentale) e dal sapere implicito sedimentato e nascosto che fissa la “sensatezza” degli esperimenti (significati culturali attribuiti nella pratica sociale). 24 Panorama storico • I principi vengono conosciuti per induzione, sensazione, abitudine (Aristotele) • E sì come peregrino che va per una via per la quale mai non fue, che ogni casa che da lungi vede crede che sia l'albergo, e non trovando ciò essere, dirizza la credenza a l'altra, e così di casa in casa, tanto che a l'albergo viene; così l'anima nostra, incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza li occhi al termine del suo sommo bene, e però, qualunque cosa vede che paia in sé avere alcuno bene, crede che sia esso. E perché la sua conoscenza prima è imperfetta, per non essere esperta né dottrinata, piccioli beni le paiono grandi, e però da quelli comincia prima a desiderare.[...] Veramente così questo cammino si perde per errore come le strade de la terra. (Alighieri) • Vi sono idee, nozioni o come vi piaccia chiamarle, che l’uomo osserva in sé, e che è conscio di fronte a se stesso di avere nella propria mente… Ma è inevitabile per la maggior parte degli uomini, se non per tutti, lo avere diverse opinioni senza prove certe e indubitabili della loro verità (Locke 1689) • La mente è padrona di tutte le sue idee e può separarle, unirle, mescolarle e variarle come vuole ... la credenza non dipende dalla volontà, ma da certe cause e principi determinati, di cui noi non siamo padroni ... Le credenze sono più un atto sensitivo che cogitativo della nostra mente. (Hume 1739) • L’oggetto della cognizione è la verità; l’oggetto della credenza è una proposizione credibile, e dico credibile relativamente in tutto e per tutto alle qualità generali o individuali, essenziali o accidentali dell’essere che crede ... Non sono dunque precisamente innate né le idee né le credenze, ma è innata nell’uomo la disposizione a determinarsi dietro quella tale esperienza, inclinazione ec. a quella tale credenza o giudizio. (Leopardi 1817-1832) 25 % • Dal punto di vista logico, tutto questo credere appare ingiustificato, e anche se potesse forse essere vero, del tutto o in parte, sorge comunque la domanda se noi, con i mezzi di conoscenza a nostra disposizione, possiamo mai giungere a verificarlo razionalmente. (Brentano 1874) • [oltre alle elaborazioni intellettuali vi è ] un orientamento e una significatività della vita, una qualità elementare dell’anima che non possediamo ma che, piuttosto, siamo. (Simmel 1900,1907) • L’elemento (a) [residui] corrisponde forse a certi istinti dell’uomo, o diciamo meglio degli uomini, ed è probabilmente perché corrisponde a questi istinti che è quasi costante nei fenomeni. L’elemento (b) [derivazioni] corrisponde al lavoro della mente per rendere ragione dell’elemento (a), ed è perciò che è molto più variabile, poiché riflette il lavoro della fantasia. (Pareto 1916) • Da oscure sorgenti e per vie sconosciute tali “pensieri” si insinuano nella mente e diventano senza che ce ne accorgiamo parte del nostro equipaggiamento mentale. Ne sono responsabili la tradizione, l’istruzione, l’imitazione, ognuna delle quali cose o dipende da una qualche autorevole fonte o fa appello ad un nostro personale vantaggio, o coincide con qualche forte nostra passione. (Dewey 1910,1933) • La scienza popolare provvede alla maggior parte di quel che un uomo può venire a sapere e anche lo specialista più sofisticato le è debitore di molti concetti, di molti paragoni e delle sue concezioni generali ... La certezza, la semplicità, la intuitività nascono solo nel sapere popolare, e lo specialista trae la propria fede in esse come in un ideale del sapere proprio da questo tipo di sapere. (Fleck 1935) • La medesima nave, la medesima barchetta portavano le merci e gli dei, le idee e i metodi. Quante cose, per contagio o per irraggiamento, si sono sviluppate sulle sponde del Mediterraneo. In questo modo si è costituito quel tesoro cui la nostra cultura deve quasi tutto, almeno nelle sue origini. (Valéry 1939) 26 % • Delle idee-invenzioni, e in esse includo le verità più rigorose della scienza, possiamo dire che le produciamo, che combattiamo per esse e che siamo persino disposti a morire per esse ... sono opera nostra ... Con le credenze propriamente dette non facciamo niente, ma stiamo semplicemente in esse. (Ortega y Gasset 1940) • Quando accettiamo un certo insieme di presupposti e li usiamo come struttura interpretativa, si può dire che noi ci fermiamo su di essi come sul nostro corpo. La loro accettazione acritica per un certo tempo consiste in un processo di assimilazione col quale c’identifichiamo con essi. Essi non vengono asseriti e non possono essere asseriti, perché l’asserzione può essere fatta solo all’interno di una struttura con la quale ci siamo identificati per un certo tempo; in quanto sono nostre strutture ultime, sono essenzialmente non articolabili. ... La scienza apparirà allora come un grande sistema di credenze profondamente radicate nella nostra storia e coltivate oggi da una parte specificamente organizzata della nostra. (Polanyi 1958) • La coscienza discorsiva connota quelle forme di ricordo che l’attore è in grado di esprimere verbalmente; la coscienza pratica ha a che fare coi ricordi ai quali l’attore ha accesso nella durata dell’azione senza essere in grado di esprimere verbalmente ciò che questi gli permettono di “sapere”; l’inconscio si riferisce a dei modi di ricordo che non sono direttamente accessibili all’agente perché esiste uno “sbarramento” negativo che ne inibisce l’incorporazione non mediata entro il monitoraggio riflessivo della condotta, e in particolare dentro la coscienza discorsiva. (Giddens 1984) • Le accettazioni, sebbene possano essere arbitrarie o irrazionali, sono normalmente predette o spiegate come risultati di ragionamenti in conformità a regole, mentre le credenze sono predette o spiegate in quanto risultanti dall’opera di fattori causali rilevanti, come stimoli sensoriali o trasmissione dell’informazione …. Accettazione più che credenza è l’atteggiamento mentale appropriato di uno scienziato verso la sua teoria favorita … È possibile contemporaneamente credere e non credere, ma non accettare che p e accettare che non-p. (Cohen 1992) 27 Razionalismo e irrazionalismo •Credenze come conoscenza falsa Semplici pregiudizi dettati da ignoranza, emotività, particolari tradizioni popolari, contrapposti a conoscenza vera, dimostrata. MA: vi sono credenze che fondano la conoscenza scientifica. E alcune credenze, inoltre, sono molto stabili storicamente e persino funzionali. •Credenze come accettazione Conoscenze che il soggetto accetta sulla base di buone ragioni che formula soggettivamente. MA: di molte credenze non abbiamo alcuna prova e per altre non si pone neppure un problema di scelta, le abbiamo e basta. Esistono, probabilmente, delle “ragioni oggettive” per le “buone ragioni soggettive”, e dunque il credere non è questione di libera scelta, ma anche di intervento di cause extra-razionali. Il fondamento della Ragione non può essere nella ragione stessa, ma nella storia specifica dei fenomeni che l’hanno resa tal quale è. •Idee come illuminazione Le nostre idee sarebbero frutto di libera intuizione MA: alcune idee funzionano molto meglio di tante altre, per cui non sembrano un prodotto casuale. Inoltre vi sono strategie di ragionamento piuttosto regolari, che danno l’idea di un processo complesso piuttosto che di un atto spontaneo. 28 CREDENZE la conoscenza dell’intimità socializzata usi cognitivi o abitudini della mente su cui siamo soliti contare in maniera irriflessa ed emotiva per fondare i nostri comportamenti, le scelte e gli stessi ragionamenti Una matrice delle percezioni, degli apprezzamenti e delle azioni (Bourdieu), una conoscenza di sfondo non problematica (Popper) che istituisce le province finite (Schütz) di ciò che è pertinente e familiare; si raggruppano in cluster nei quali si è inseriti con forte coinvolgimento emotivo (Elias). Non ci sono ragioni per le credenze che fondano le nostre idee, ma cause: doppio legame (Bateson-Elias). TIPOLOGIA • teorie ingenue: repertorio di analogie, modelli, pre-idee, prototipi & stereotipi, immagini sensoriali; • routine epistemiche: organizzazione & fonti della conoscenza, criteri di rilevanza, intersoggettività e controllo, valori ed euristiche di orientamento astrazione e categorizzazione, schemi prefigurativi; • archetipi: immagini integrate nella mente dell’individuo per il tramite di forti emozioni (illusioni, fantasie, forme di pensiero arcaiche, istinti fondamentali), di fronte alle quali le parole sono vuote e senza valore fino a che non riusciranno ad afferrare il loro rapporto emozionale specifico con l’individuo al quale ci rivolgiamo (Jung); • esperienze stenografate: pratiche, abilità e routine sensoriali sia recepite sia prodotte in maniera più o meno irriflessa che 29 difficilmente possono essere espresse linguisticamente. IDEE la conoscenza della ragion pubblica pensieri che formuliamo, discutiamo, accettiamo, rifiutiamo attraverso un ragionamento più o meno consapevole compiuto in confronto aperto con altri Quando alcune credenze emergono alla consapevolezza, esse traslano dal sapere preriflessivo al sapere tematizzato (p.es. Habermas) assumendo la forma di idee. Un’idea veicola sempre delle credenze, ma in modo tacito e non univoco Le nostre idee sono sostenute da quelle che, sulla base delle nostre credenze, riteniamo buone ragioni (Boudon). TIPOLOGIA • conoscenza dichiarativa: entità teoriche, definizioni esplicite di concetti, mitologie, ideologie, codici normativi espliciti, teorie scientifiche; • conoscenza procedurale: algoritmi, tassonomie esplicite, modelli interpretativi espliciti; • idee dormienti: idee latenti nella memoria di lavoro che vengono formate nel corso del pensare ed espresse soltanto al suo termine; • idee stenografate: parole o segni o segmenti di teorie sia recepiti sia ripetuti in maniera più o meno irriflessa. 30 Cluster di credenze • Le credenze si stratificano, nel corso dell’esperienza che ne è portatrice, entro cluster di usi sociali consolidati nei cui si è inseriti con forte coinvolgimento emotivo (Elias). • Non è un tutto coerente né, tanto meno, una struttura statica, poiché vi sono sempre legami di presa diretta con le pratiche correnti. L’esperienza ne mantiene, però, alcune più stabili (core), altre restano sullo sfondo. • Non può essere confuso con una totalità culturale o mentalità (p.es. Lévy-Bruhl; Sorokin), Weltanschauung (p.es. Mannheim) system of thought (R.E.Nisbett), civiltà (Huntington). Esperienza comunitaria core 31 Corpus di idee • Le idee vengono argomentate e agganciate fino a costituire un sistema tendenzialmente coerente e completo, secondo il modello della geometria e dell’aritmetica. (Però: Goedel!) • È frutto di un'operazione culturale tipicamente progettata da un’istituzione politico-sociale portatrice, riconoscibile, dotata di interessi e fini autonomi, che esclude altri corpus in conflitto potenziale. • Il cluster di credenze che gli è a fondamento, può acquisire nuove credenze entranti, con le quali, a un certo punto, il corpus può essere scoperto in dissonanza cognitiva (Festinger). 32 interessi istituzionali La comunicazione delle credenze: il contagio • Le credenze tendono a propagarsi di individuo in individuo per contagio imitativo nella vita quotidiana (Tarde, Sperber). 33 La comunicazione delle idee: l’irraggiamento • Come una persona può convincere un’altra di una propria idea, così un’istituzione può propagare per irraggiamento un corpus intero nella sua area di influenza. Quando vengono a contatto, due corpus tendono a confliggere o a integrarsi, sia per diminuire la dissonanza cognitiva (Festinger), sia per aumentare il primato politico dell’istituzione che li sorregge. 34 Formazione Culturale un complesso interattivo, semi-strutturato, flessibile, embodied esperienza interessi 35 Esiti degli incontri tra formazioni culturali COESIONE [ ] Omologazione Frammentazione INNOVAZIONE Metabolizzazione Conta minazi one 36 Esiti: (1) frammentazione • Ogni formazione culturale viene ad affermarsi in un'area geopolitica d’influenza spazialmente limitata, nella quale è isolata dalle altre. • La stabilità di questa coesistenza è vincolata all’effettivo isolamento dall’esterno (autarchia culturale) e alla gestione istituzionale del cambiamento all’interno (controllo censorio), da parte di ciascuna formazione. • Esempi: ghettizzazione, balcanizzazione. • Non solo le forme ideologiche, ma anche le abitudini pratiche e le frequentazioni dei singoli individui debbono, perciò, essere idealmente controllate da un potere sempre provvisorio, che rimane perennemente in bilico fra dispotismo e crollo. 37 Esiti: (2) omologazione • Un’istituzione riesce ad avere il sopravvento sulle altre e a imporre la sua formazione culturale. • Cancella o, più realisticamente, riduce all’emarginazione, le altre formazioni culturali. Teorie, stereotipi, ricette ecc. dell'una si sostituiscono a quelli dell'altra (Lippmann). Esempio: colonialismo, McDonaldizzazione temuta dai noglobal. • Non sono, comunque, mai del tutto eliminabili fenomeni di contaminazione che possono portare, nelle periferie dell’area d’influenza, all'uso creativo di risorse locali (creolizzazione) e a tensioni tra cultura e struttura sociale (Hannerz). • Esempi: jazz dei neri d'America, musica afro-caraibica. 38 Esiti: (3) contaminazione • Alcune credenze di una formazione contaminano le altre formazioni • Si innescano fenomeni che vanno dal mutamento culturale (innovazione), se progressivamente condivise e sviluppate in idee, alla marginalizzazione (eresia), se le idee in elaborazione vengono palesemente contrastate a livello istituzionale. Non un intero sistema, dunque, ma semplicemente alcuni frammenti si diffondono da una formazione all'altra (v. Kroeber). culturale Esempio: ingresso di culti di religioni diverse (p.es. Mitra a Roma), contaminazioni linguistiche (business --> pidgin), creolizzazione delle culture (p.es. innovazioni gastronomiche, fusion musicale, cure del corpo). 39 Esiti: (4) metabolizzazione • Le formazioni culturali vengono in contatto e si produce un nuovo e più astratto terreno ideale sostenuto necessariamente da nuove forme istituzionali. • Crescono tanto la dimensione quantitativa degli esseri umani coinvolti, quanto la generalità dei loro interessi, e la stessa civiltà (sg.) si rafforza come valore comune al di là delle singole civiltà (pl.). L’orizzonte culturale si amplia, si rinnova la capacità diagnostica e progettuale, si produce un rinnovamento istituzionale. • Una formazione del genere può essere autentica, nella misura in cui le persone possono riuscire ad appropriarsi tanto delle sue risorse conoscitive quanto delle sue istituzioni; e può rimanere tale stabilmente soltanto se riesce a mantenere uno stretto adattamento all'evoluzione della realtà quotidiana (cfr. Breidenbach, Zukrigl). • Se serba memoria della propria identità eccentrica, della propria strutturale secondarietà, data dall'avere le proprie origini al di fuori di sé, questa nuova formazione culturale può dare inizio ad un'operazione riflessiva rivoluzionaria, che parte proprio dal presupposto di vedersi attraverso gli occhi dell'altro appena conquistato (Brague). 40 Metabolizzazione: la via europea della doppia cittadinanza • Doppia cittadinanza: locale & globale = glocale. • L'Europa amplifica il concetto politico di pax romana, poiché anche l’Impero Romano, sul quale essa è stata edificata, ha conquistato per essere conquistato (Valéry). Il superamento senza rimozione delle differenze culturali costruisce nuove parentele culturali e forme di socialità fondate sulla concordia degli interessi comuni (Pani). • Il superamento di una negoziazione puramente distributiva delle risorse disponibili è nella negoziazione integrativa, che genera, cioè, risorse nuove, immateriali, astratte, progettuali. • Si costituisce, così, su interessi più generali una civitas più ampia, con una cultura più generale e più generalmente condivisa. • La cultura è, in senso retrospettivo, il prodotto di una parziale metabolizzazione di prospettive sostanzialmente diverse, e, in senso progressivo, cultura delle differenze e dell’inclusione, perciò, cioè progettazione di nuova identità. 41 Innovazione concettuale: risorse intellettuali ed esperienza costituita Cluster di credenze FONDAZIONE DELLE IDEE PRE-CONCETTO (pre.definizione) CONCETTO definizione & prototipi PROTO-CONCETTO (proto-tipi) dominio dominio dominio dominio COSTITUZIONE DELL’ESPERIENZA 42 Cluster di credenze