Le difficoltà del dislessico
nello studio della lingua Inglese
Sondrio, 14 maggio 2010
Dott.ssa Karin Martin
Dottorato di Ricerca in Linguistica
Università degli Studi di Verona
Programma
 Quali sono gli ostacoli principali di un
dislessico a scuola? Quali sono gli
ostacoli principali nell’apprendimento
della L2?
 Quali sono gli strumenti compensativi
e dispensativi forniti dal Ministero?
Come valutare l’apprendimento di una
L2?
 Quali suggerimenti per la didattica?
Per cominciare:
le difficoltà del dislessico a scuola
 Incapacità a mantenere stabili le acquisizioni
(come l’associazione fra fonema e grafema che
deve essere spesso ripresa).
 Persiste una lettura sillabata con difficoltà a
raggiungere la modalità lessicale, quando questa
è conquistata sono frequenti gli errori per
anticipazioni errate.
 Nella scrittura sono frequenti gli errori di
ortografia che tendono a permanere numerosi
nell’arco della scolarità.
 Spesso c’è una limitazione della memoria
sequenziale (non vengono ricordati mesi,
alfabeto, tabelline, date…).
Cosa si nota in classe?(1)
Difficoltà di copia dalla lavagna
Perdita di riga o salto di parola in
lettura
Difficoltà ad usare lo spazio del
foglio
Omissione delle lettere maiuscole
Lettere e numeri scambiati
Cosa si nota in classe?(2)
Sostituzione di suoni simili (b-p)
Punteggiatura ignorata
Difficoltà ad imparare le tabelline
Difficoltà nel memorizzare le procedure
delle operazioni aritmetiche
Difficoltà a ricordare i termini specifici
delle discipline, le epoche storiche, le
date degli eventi
Le difficoltà nell’apprendimento della
lingua inglese interessano
maggiormente:
le abilità di codificazione e
decodificazione fono-grafologiche
e secondariamente, e solo in alcuni
casi, anche l’area semantica e il
sistema della memoria fonologica a
breve e lungo termine.
Le difficoltà nell’apprendimento della
lingua inglese sono determinate da vari
fattori, due sono i più evidenti:
il numero maggiore di suoni nella
lingua parlata (45 vs. 28)
l’opacità del sistema ortografico
dell’inglese, che è caratterizzato
dalla presenza di un elevato numero
di corrispondenze grafema-fonema.
Lingue trasparenti e lingue opache
Le lingue variano nel grado di
corrispondenza 1:1 tra fonemi e grafemi.
Maggiore trasparenza → Minore trasparenza
Greco
Finlandese
Tedesco
Italiano
Spagnolo
Svedese
Olandese
Islandese
Norvegese
Francese
Portoghese
Danese
Inglese
Quindi, per imparare l’inglese
il bambino italiano, dislessico o no, deve:
 prima di tutto imparare le corrispondenze
fondamentali tra lettera e suono
 e una volta imparato a decifrare le parole
trasparenti in inglese, deve poi imparare altri
modi di leggere e scrivere gli stessi suoni che
sono comuni ma diversi da quelli già appresi
 facendo inoltre attenzione alle parole
omofone: parole con lo stesso suono ma che si
scrivono in modo diverso per distinguerne il
significato.
Alcune differenze tra l’italiano e l’inglese
ITALIANO
INGLESE
Alfabeto di 21 lettere:
- 16 consonanti
- 5 (+2) vocali, tra cui due (e-o) che
hanno due suoni (aperto-chiuso)
Alfabeto di 26 lettere:
- 21 consonanti + y che ha suoni
diversi secondo la posizione nella
parola
- 5x2 vocali perché ogni vocale ha un
suono breve e uno lungo
28 suoni
45 suoni
Circa 30 modi per scrivere i suoni
Oltre 200 modi per scrivere i suoni
Due lettere non pronunciate: “h” e “i”
(quando è inserita nel digramma
“ciao”, “già”)
Almeno 9 lettere scritte ma non
pronunciate: wr (wrap); n (column);
ps (psych); h (what); kn (know); e
finale (table)…
TIPI DI SILLABE DI BASE
Sillabe aperte:
ma, la, do
Sillaba aperta: he, me, no, tiger,… (termina in vocale, che si
pronuncia lunga – ovvero si pronuncia come il nome della
vocale)
Sillabe chiuse:
non, dal, il, in, can…
Sillaba chiusa: mat, can, dish, step,… (in queste sillabe la
vocale è sempre breve)
Sillaba con –le finale: table,…
Sillaba con vocale, consonante e la /e/ finale: made, cake,
fate,… La /e/ finale cambia il suono della vocale che la
precede, che è pronunciata lunga.
Sillabe con due vocali: oo, ee, ou, ow,…
Ogni paio di vocali ha il suo suono e qualche volta ha due
diverse pronunce, secondo il significato e la derivazione della
parola. Es. the moon, the book.
Alcune lettere sono pronunciate diversamente in base alla
loro posizione nella parola. Esempio: /y/ a inizio di parola
yes, yellow; in fine di parola silly, happy; quando è alla fine
della prima sillaba nelle parole by, my, fly,…
Le difficoltà specifiche del bambino
dislessico (1)

La pronuncia delle vocali brevi “a”, “e”, “i”, “o”, “u”: tre
di questi suoni (/æ/, /ɪ/, /ʌ/) non esistono nella
fonetica della lingua italiana, quindi:
 se non si conosce la pronuncia corretta di una parola,
non si sa come scriverla
 differenza di significato
Esempi:
<ran> vs. <run> → pronuncia:
/ræn/(passato) vs. /rʌn/(presente)
<cat> vs. <cut> → pronuncia:
/kæt/ (gatto) vs. /kʌt/ (tagliare)
Le difficoltà specifiche del bambino
dislessico (2)
 La pronuncia o no dell’”h”: i dislessici hanno
difficoltà a ricordare quando devono
pronunciare la “h”.
Esempi:
<hour> /ˡaʊə(r)/
<honour> /ˡɒnə(r)/
 La pronuncia di “h” davanti a parole che
iniziano con vocale: le insegnanti devono fare
in modo che questa abitudine involontaria
non persista.
Le difficoltà specifiche del bambino
dislessico (3)
 Nell’incontro di due consonanti in
parole come <combine>, <content> e
<absent>: c’è la tendenza a pronunciare
una vocale tra le consonanti mb, nd, bs
o alla fine di molte parole inglesi. Non
bisogna permettere che lo studente
emetta una vocale alla fine di una
parola, devono imparare ad esagerare il
suono della consonante.
Le difficoltà specifiche del bambino
dislessico (4)
 La posizione della sillaba tonica nelle
parole inglesi: l’accento in italiano cade
generalmente sulla penultima sillaba, in
inglese cade molto spesso sulla prima
sillaba, sia in parole con una sola
sillaba, sia in parole con più sillabe.
Esempio: WEEKend.
Le difficoltà specifiche del bambino
dislessico (5)
 Difficoltà a ricordare i nomi e i suoni
delle lettere che non fanno parte
dell’alfabeto italiano (j, k, x, y, w)
 Difficoltà con i suoni sordi / sonori: è
la stessa difficoltà che si riscontra in
italiano, ma l’inglese ha alcuni
digrammi: th, sh, ch, che non esistono
in italiano o che hanno un suono diverso
(“the” vs. “think”).
Ulteriori difficoltà
Differenze lessicali tra le due lingue →
la relazione tra i significati e le parole
che li designano è arbitraria
Differenze grammaticali
Morfologiche (la “s” alla terza persona)
Sintattiche (l’aggettivo va prima del nome)
Interferenza tra L1 e L2
Cosa si nota in classe?
DIFFICOLTA’ NELL’ORALITA’
 Difficoltà nella ripetizione, memorizzazione,
reperimento di termini
 Difficoltà nella comprensione, utilizzo e analisi di
strutture grammaticali e sintattiche diverse
dall’italiano
DIFFICOLTA’ NELLA LETTO-SCRITTURA
 Lentezza, scorrettezza nello spelling (anche nella
copiatura o seguendo modello)
 Difficoltà ad associare forma scritta e orale, parola
omofone ma non omografe
 Difficoltà in decodifica (regole di pronuncia) e
comprensione del testo
In che modo possiamo aiutare questi bambini?
RIFERIMENTI NORMATIVI SPECIFICI (circolari ministeriali):
 CIRCOLARE N°4099/A/4 del 5 ottobre 2004 (contenente
le misure dispensative e compensative)
 CIRCOLARE N°26/A4°del 5 gennaio 2005 (indica che le
misure dispensative e compensative devono essere
applicate in tutto il percorso scolastico, anche nella
valutazione finale, e che per utilizzare tali misure è
sufficiente una diagnosi di disturbo specifico di
apprendimento)
 NOTA PROT. N° 1787 del 1 marzo 2005 Esami di Stato
2004/2005- Alunni affetti da dislessia “… le Commissioni
terranno in debita considerazione le specifiche situazioni
soggettive in sede di predisposizione sia della terza prova
che in sede di valutazione delle altre due, valutando anche
la possibilità di riservare alle stesse tempi più lunghi di
quelli ordinari.”…
Cosa sono le misure dispensative e compensative?
MISURE DISPENSATIVE:
 Dispensare dalla lettura a voce alta in classe (o
organizzarla in modo che non venga vissuta con
frustrazione);
 Dispensare dalla copiatura di lunghi testi dalla
lavagna;
 Evitare la dettatura di testi che dovranno poi
essere usati come materiale di studio
(consegnare piuttosto delle schede, chiare e ben
strutturate, sul quale l’alunno possa studiare
dato che non potrà farlo sui propri appunti o su
dettati);
 Dispensa dallo studio mnemonico (lunghe liste di
verbi, vocaboli, fuori contesto d’uso);
ALTRE MISURE DISPENSATIVE:
 Dispensa dall’uso del vocabolario (meglio
utilizzare dizionari digitali, glossari visivi);
 Evitare la sottolineatura degli errori per il
rischio che questi permangano a causa del
rinforzo visivo;
 Programmazione di tempi più lunghi per prove
scritte e per studio a casa;
 Organizzazione di interrogazioni programmate;
 Dispensare, ove è necessario, dallo studio della
lingua straniera in forma scritta e adottare una
didattica di tipo orale con supporti visivi e
uditivi.
MISURE COMPENSATIVE
 Programma di videoscrittura dotato di correzione
ortografica (offre all'alunno con problemi di
disortografia la possibilità di individuare rapidamente
molti errori ortografici);
 La sintesi vocale come supporto alla lettura per
migliorare la comprensione del testo scritto (i risultati
sono migliori se l'informazione sonora è associata ad un
controllo visivo: ad esempio, appare sul video la parola
evidenziata che in quel momento viene pronunciata
dalla sintesi);
 L'uso della sintesi vocale applicata al computer: usata
come "eco di scrittura" (il computer pronuncia le parole
man mano che vengono scritte) permette agli alunni con
disortografia di ricevere un feedback di controllo
particolarmente potente perché sfrutta
contemporaneamente più canali sensoriali differenti
(vista e udito).
MISURE COMPENSATIVE
Uso del registratore in classe (l'alunno
dovrà essere opportunamente stimolato
a registrare le lezioni e aiutato nello
studio con schemi e grafici);
L’utilizzo di audiolibri di narrativa (i
ragazzi dislessici possono accedere
gratuitamente ai servizi di "libro
parlato" organizzati per gli utenti non
vedenti).
Quali strumenti per la valutazione?
E' fondamentale che nella valutazione si
sappiano sempre separare gli obiettivi
oggetto della singola verifica dalle
competenze strumentali di tipo
generico. L'alunno dislessico non ha
bisogno di sconti, ma di una valutazione
formativa che sappia davvero verificare
le competenze acquisite e far emergere
gli apprendimenti che, nonostante le
difficoltà, vengono raggiunti.
Si suggerisce quindi:
 preferire in generale le prove orali al posto di quelle
scritte;
 nelle prove scritte accertarsi che tutte le consegne
siano state davvero comprese;
 predisporre verifiche con un testo chiaro graficamente;
 valutare in modo costruttivo, separando l’errore dal
contenuto. Anche visivamente, segnare in modo diverso
gli errori effettivamente legati all'oggetto della
verifica da quelli di tipo strumentale (che possono
essere ignorati o comunque sempre considerati in
rapporto all'impegno e ai possibili miglioramenti in
corso);
 valutazione delle prove scritte e orali con modalità che
tengano conto del contenuto e non della forma (errori
ortografici, strutture non sempre corrette)
Per quanto riguarda il successo
formativo in Lingue Straniere,
bisognerebbe valutare nell’alunno:
La capacità di comunicare
L’interesse per un’altra cultura e
lingua
La capacità di comprendere e la
volontà di farsi comprendere
L’oralità e l’interazione umana non
verbale
Inoltre…
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA N° 122 DEL 22
GIUGNO 2009
In data 19 agosto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il
REGOLAMENTO recante il coordinamento delle norme vigenti per la
valutazione degli alunni. L’articolo N° 10 riguarda direttamente gli
alunni con DSA. Si riporta di seguito il testo integrale dell’articolo.
Art.10 – Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di
apprendimento (DSA)
Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA)
adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli
apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame
conclusivo dei cicli, devono tener conto delle specifiche
situazioni soggettive di tali alunni; a tali fini, nello svolgimento
dell’attività didattica e delle prove d’esame, sono adottati,
nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione
vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e
dispensativi ritenuti più idonei.
Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene
fatta menzione delle modalità di svolgimento e della
differenziazione delle prove.
Quindi:
Nel processo di
insegnamento/apprendimento è
necessaria un’ottica di valorizzazione
delle capacità integre, che risulta
essere molto importante quanto
quella dell’intervento sul disturbo.
L’obiettivo è quello di cercare di
arrivare alla migliore prestazione
possibile.
Alcuni suggerimenti per la didattica: come
favorire l’apprendimento?
 Motivare all’apprendimento della LS
 Utilizzo pratico e contestuale della lingua e
immersione linguistica
 Privilegiare la lingua orale
 Utilizzare un approccio comunicativo
 Ridurre numero delle LS
 Strumenti compensativi e dispensativi
 Lavoro cooperativo, tutoring
 Metodologia multisensoriale (es. usare supporti visivi)
 Usare una molteplicità di linguaggi (musicale, iconico,
mimico, gestuale) e stili cognitivi: questo attiva
processi fondamentali nel generale sviluppo della
persona e nell’acquisizione del linguaggio
Una precisazione:
Adattare l’insegnamento della lingua per
la presenza di dislessici in classe non
significa limitare i contenuti ma
piuttosto utilizzare strategie diverse
che, pur mirate al soddisfacimento delle
esigenze degli studenti linguisticamente
più deboli, potenziano le abilità di tutto
il gruppo classe.
Principi generali per l’insegnamento
della lingua straniera:
Seguire un programma strutturato che presenti i
pattern con elementi dal più semplice al più complesso;
ogni nuovo pattern deve essere appreso fino
all’automatizzazione;
E’ bene iniziare con gli elementi scritti che presentano
un’ortografia maggiormente trasparente, poi lentamente si
passa agli elementi più complicati che richiedono un
maggior uso della memoria visiva;
E’ preferibile utilizzare un approccio multisensoriale
(visivo-percettivo-motorio-tattile);
Utilizzare pareti attrezzate: riferimenti visivi per le
discipline, riferimenti extralinguistici (grafici, schemi,
mappe, foto…);
Proporre giochi linguistici;
Evitare di presentare contemporaneamente più
caratteri;
 Utilizzare le mappe concettuali (anche per gli
argomenti grammaticali);
 Organizzare un lavoro sulla struttura del testo
selezionando gli aspetti grammaticali più
significativi;
 Sollecitare l’uso dei mezzi compensativi
(computer con correttore automatico);
 Proporre attività di completamento di lacune
testuali (CLOZE);
 Proporre attività di lavoro per l’attivazione di
strategie di comprensione testuale:
anticipazione, inferenza, individuazione della
struttura del testo, ricerca delle informazioni
principali (predisporre tracce, domandeguida,…)
Alcuni esercizi:
(1) Il gioco del “cambia lettera”
Scopo: serve a migliorare la consapevolezza
fonologica e l’automatizzazione della decodifica
delle sillabe.
CAT
CAN
CAP
Le lettere devono essere presentate gradualmente.
È importante includere anche le “non-parole”: aiuta lo
studente a discriminare e percepire i suoni e lo stimola a
scrivere quello che percepisce con l’orecchio e con la
bocca quando ascolta e ripete la nuova parola.
Si prosegue presentando parole che hanno gruppi
consonantici ma che sono ancora trasparenti.
Per esempio:
Doppie consonanti in fine di parola:
bell, tell, sell, will, fill, hill, miss, kiss…
Gruppi consonantici in fine di parola :
mend, send, bend, bent, rent…
 Si passa poi a frasi (inventate dall’insegnante)
da leggere, scrivere e tradurre. Per esempio:
If Bess is ill, her mom will get her a pill.
Ann sent me six mints and a doll.
Is it a task to put on a mask?
 Quando gli studenti hanno completato le
attività precedenti, saranno in grado di
leggere e scrivere parole multisillabiche,
perché sono composte da categorie di sillabe
già apprese.
(2) La regola delle doppie consonanti
Sit
Cut
Slip
Stop
→ Sitting
→ Cutting
→ Slipping
→ Stopping
Bisogna aiutare il bambino a capire quale regola
sta sotto a questo tipo di pronuncia.
Le doppie consonanti non cambiano la pronuncia
delle vocali, servono quasi a “proteggere” il
suono della vocale breve che le precede,
ovvero la proteggono dall’influenza dei suffissi
(ing, ed, er, en, est, ish, y, ily, ier, ies, iness).
(3) La “e” magica
Date
Fate
Late
Taste
La “e” finale non si pronuncia ma ha un
grande effetto sulla pronuncia della parola:
ci indica che la vocale che sta prima della
consonante deve essere pronunciata come
vocale lunga.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE…
Bibliografia e siti utili:
“Insegnare l’inglese ai bambini dislessici” ,
Pamela Kvilkeval, Ed. Libri Liberi 2007 (Collana
diretta da Giacomo Stella)
www.aiditalia.org
www.ilcigno.net
www.erickson.it
www.dsanotizie.it
www.libroparlato.org
www.letturagevolata.it
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