S ALUTE & Benessere Meno testosterone nei padri che hanno più figli La Provincia Martedì 3 luglio 2012 Pagina a cura di Luca Puerari ROMA — I livelli di testosterone sono inversamente proporzionali al numero di figli: più figli si fanno, minore è la ‘presenza’ dell’ormone. È la conclusione di uno studio condotto della Società Italiana di Endocrinologia pubblicato sul Journal of Sexual Medicine. Alla base della diminuzione del testosterone in chi fa molti figli sembra esserci una neuroregolazione del sistema nervoso centrale, in grado di limitare — quando si diventa padri — ogni distrazione dal nido e da aumentare, così, l’investimento nei legami stabili. Elevati livelli di testosterone, sottolineano i ricercatori, sono associati a comportamenti di dominanza e competitività, anche sessuale. Il contrario succede quando il testosterone è basso. Ma la paternità ha un effetto deleterio anche a livello cardiovascolare. I soggetti con un maggior numero di figli hanno un peggiore profilo metabolico e cardiovascolare e spesso sono sovrappeso. Tumori. Si chiama HINT1, impedisce la crescita delle cellule cancerogene Da una ricerca italiana molecola anti-melanoma ROMA — Arriva dalla ricerca italiana un nuovo passo nella lotta al melanoma, tumore della pelle particolarmente aggressivo che solo in Italia causa 7mila nuove diagnosi ogni anno e 1500 decessi. I ricercatori dell’università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC) di Roma hanno infatti scoperto una molecola, HINT1, che potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuovi farmaci poichè impedisce la crescita delle cellule tumorali ed è, guarda caso, ‘guasta’ o assente nelle cellule malate di quasi la metà dei pazienti esaminati. Ma la lotta contro il melanoma — che in 40 anni è aumentato di 8 volte tra le donne ed è quadruplicato tra gli uomini — si combatte con più armi, inclusa quella dell’informazione. Così a ‘scendere in campo’ sono anche i campioni dello sport. È il caso dell’iniziativa promossa dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che ha pubblicato un opuscolo informativo destinato ai ragazzi, scegliendo come testimonial il campione olimpico di scherma Aldo Montano. La molecola anti-melanoma. La scoperta di HINT1 si deve al gruppo di Alessandro Sgambato dell0Istituto di Patologia Generale dell’UCSC, con colleghi della Columbia University di New York e della Harvard University di Boston. HINT1 è ‘spenta’ (assente, ridotta o disattivata) in almeno il 40% dei casi di melanoma e i ricercatori hanno dimostrato che riatti- La scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuovi farmaci: in Italia 1.500 morti all’anno vandola la crescita delle cellule malate si arresta. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell Cycle. HINT1 inibisce dunque la trasformazione maligna di una cellula normale: «Abbiamo dimostrato che HINT1 è frequentemente assente in cellule di melanoma umano e che la sua riattivazione riduce la crescita e la malignità del tumore», spiega Sgambato. I risultati suggeriscono che ripristinando l’attività della proteina si potrebbe bloccare lo sviluppo del tumore e, potenzialmente, delle sue metastasi. La speranza, quindi, è sviluppare farmaci che mimino l’attività di HINT1. Inoltre, poichè HINT1 è alterata anche in altri tumori, quali il La solitudine è nemica degli anziani Dal virus del raffreddore nuova strategia anti cancro ROMA — Una donna su due non si piace, giovane o matura guardandosi allo specchio vede soprattutto i difetti e vorrebbe modificare alcune parti del viso. A qualsiasi età le donne si confrontano con altre più giovani di loro e già a 25 anni comincia l’autocritica: la prima cosa di cui non sono soddisfatte è il naso (26%), seguito dal tipo di pelle (24%). Le reazioni delle donne che si guardano sono state studiate, su un campione di 200 signore dai 20 ai 60 anni di età, dagli specialisti del dipartimento di chirurgia plastica ed estetica della università di Ankara. Del loro viso riflesso allo specchio le donne considerano invece attraenti le lab- Un cerotto radioattivo guarisce il carcinoma basale ROMA — Un cerotto radioattivo potrebbe riuscire a guarire l’80% dei pazienti affetti da carcinoma basale delle cellule, un tumore della pelle molto diffuso. Il dispositivo è stato descritto sul Journal of Nuclear Medicine. I ricercatori dell'All India Institute of Medical Sciences di New Delhi hanno sperimentato il cerotto, a base di fosforo radioattivo, applicandolo per alcune ore in più sedute su 10 pazienti. Le biopsie ripetute ogni tre mesi per tre anni hanno rivelato l’assenza del tumore in 8 soggetti. Il carcinoma basale, o basotelioma, è un tipo di cancro della pelle che non dà metastasi, al contrario del melanoma, ma che comunque può creare danni permanenti ai tessuti coinvolti, solitamente del volto e del collo. Secondo l’Oms nel mondo ogni anno ci sono due o tre milioni di nuovi casi di tumori della pelle non riconducibili al melanoma. Negli over 60 la solitudine aumenta i rischi di malattie Iniettato nel sangue stimola una risposta immunitaria MILANO — Dal virus del raffreddore potrebbe arrivare una nuova arma anticancro. Alcuni ricercatori dell'università di Leeds e dell'Istituto inglese per la ricerca sul cancro hanno infatti scoperto come questo comune virus riesca a uccidere il tumore e innescare una risposta immunitaria, come un vaccino, una volta iniettato nel flusso sanguigno. Lo spiega uno studio, condotto su 10 pazienti con cancro all'intestino avanzato e pubblicato su ‘Science Translational Medicine’. Aggrappandosi alle cellule del sangue, il virus viene infatti protetto dall'attacco degli anticorpi, che altrimenti potrebbero neutralizzare le sue capacità di lotta anti-can- cancro di colon e stomaco, un eventuale farmaco sarebbe efficace anche in queste patologie. Controllo nei e lettini abbronzanti off-limits per prevenire. L’incidenza del melanoma è cresciuta negli ultimi decenni a un ritmo superiore a quello di qualsiasi altro tipo di tumore, aumento attribuito sia a una scorretta esposizione solare, sia all’uso esagerato delle lampade solari. Per prevenire tale patologia, le indicazioni principali sono dunque: ‘no’ al sole nelle ore centrali, controllo costante dei nei, possibilmente una volta l’anno, e divieto assoluto dei lettini abbronzanti, equiparati al fumo per rischio cancerogeno. Una donna si sottopone a una visita dermatologica cro. Lo studio ha confermato che il reovirus — un virus inoffensivo che causa problemi di stomaco e raffreddore — uccide le cellule del cancro e stimola una risposta immunitaria che aiuta a eliminare le cellule tumorali rimaste. I 10 pazienti studiati dovevano essere sottoposti a intervento chirurgico per un tumore che si era diffuso anche al fegato. Ma nelle sedute ambulatoriali delle settimane precedenti, sono state date loro cinque dosi di trattamento sperimentale con reovirus, e quando sono stati rimossi i tessuti 4 settimane dopo, i ricercatori hanno osservato ‘fabbriche virali’ di virus attivo sul tumore, ma non sul tessuto sano del fegato. ROMA — La solitudine può accorciare la vita degli over 60, aumentando il rischio di morte di quasi il 10 per cento. È quanto emerge da una ricerca dell'università della California, guidata dalla geriatra Carla Perissinotto. Secondo lo studio, pubblicato dalla rivista Archives of Internal Medicine la sensazione di solitudine derivata dalla perdita di un compagno o dall'abbandono dei cari è una fonte comune di stress per le persone sopra i 60 anni e può portare a una qualità di vita molto ridotta. «Abbiamo dimostrato che oltre ad essere una fonte di stress — dichiara il team guidato dalla dottoressa Perissinotto — la solitudine è anche un fattore di rischio per gli stati di salute pove- ra che può portare anche alla morte». «La valutazione della solitudine non è di routine nella pratica clinica — continua Perissinotto — eppure tuttavia può essere un importante fattore di predizione di esiti negativi per la salute, come molti altri tradizionali fattori di rischio medici. I nostri risultati suggeriscono che far riferire le persone anziane sulle proprie condizioni di solitudine può essere un modo utile per identificare le persone anziane a rischio di disabilità e di altre malattie». Il team ha esaminato la relazione tra solitudine e il rischio di declino funzionale e di morte negli anziani in uno studio su 1.604 partecipanti. Ai partecipanti, con un'età media di 71 anni, è stato Pericoloperibambini. Piccolepartisistaccano facilmenteepossonoessereingerite Boom giocattoli magnetici ROMA — Attenzione ai giocattoli con piccole parti magnetiche, palline o altro, che possono essere facilmente ingerite dai bambini. L’avvertimento è della rivista Lancet, che descrive due casi recenti da cui emerge che la presenza delle calamite rende i giochi più pericolosi degli altri. Il primo caso descritto riguarda un bimbo di 18 mesi che ha ingoiato 10 piccole sfere magnetiche, mentre nel secondo un bambino di otto anni ha ingerito due strisce lunghe 2 centimetri. In entrambe le situazioni è stato necessario operare i bimbi per rimuovere gli oggetti, che non sono stati La Finanza controlla dei giocattoli espulsi naturalmente come avviene di solito: «Quando ad essere ingoiati sono diversi elementi magnetici lo scenario è del tutto differente — spiega Anil Thomas George dell’università di Nottingham — le calamite si attraggono tra loro, e possono intrappolare dei tessuti molli favorendo la formazione di fistole, cioè di connessioni anormali. In questo caso, anche se all'inizio i bambini non presentano dolori particolari, le possibili conseguenze sono molto gravi». Secondo gli esperti il numero di giocattoli che contengono parti magnetiche è in crescita: «Notiamo una sempre maggiore diffusione di giocattoli poco costosi con parti magnetiche facilmente estraibili; i genitori devono stare particolarmente attenti». Le donne si odiano allo specchio Naso e pelle, il 50% è insoddisfatta Una giovane donna allo specchio bra (36%). A 35 anni osservano in modo critico tutta la pelle (36%) e in particolare quella del contorno occhi (26%) mentre ap- chiesto se si sentissero tagliati fuori, isolati o senza compagnia. La solitudine è stata associata ad un aumentato rischio di morte negli ultimi sei anni per il 22,8% rispetto al 14,2% dei coetanei. Più difficile anche salire le scale (40,8% contro il 27,9%), mentre la paura di subire un calo delle attività quotidiane è associata alla solitudine per il 24,8% rispetto al 12,5% degli altri. «La solitudine — concludono i ricercatori — è un sentimento negativo che varrebbe la pena di affrontare anche se questa condizione non avesse implicazioni per la salute, ma certo studi come questo dovrebbero essere di guida per continuare ad investigare le connessioni tra lo stare da soli e alcune malattie». prezzano lo sguardo (24%). A 45 anni alla prima occhiata controllano la regione periorbitale (40%) e il tipo di pelle (24%). Hanno fatto pace col loro naso, qualcuna lo giudica addirittura attraente (20%) ma si preoccupano per lo sguardo e la pelle che circonda gli occhi perchè le fanno apparire più vecchie (30%). A 55 anni infine il nuovo cruccio è la linea della mandibola. Per Roberta Giommi, psicoterapeuta e direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia a Firenze «esiste una cattiva alleanza femminile col tema della bellezza che le accompagna ad imprigionarsi in canoni che non sono propri e che sono impossibili da raggiungere. Lo specchio rimanda ciò che preoccupa. Il pro- blema del naso si risolve col tempo ma oggi pare che non sia più concesso invecchiare con stile, grazia, allegria e stravaganza perfino, indizi di fascino più maturo al quale gli uomini sono invece sensibili. Per le donne tutto si rimanda all’immagine della giovinezza come fulcro della vita e della seduzione. Ma si tratta di una censura che la società effet- tua sulle donne e il bisturi non risolve di certo questi conflitti». Secondo una indagine condotta dall' Istituto Neurotraumatologico italiano per una donna su tre le rughe stressano più del lavoro e danno ansia. Un sondaggio effettuato invece dall’Aicpe (Associazione italiana di chirurghi plastici estetici) su 347 chirurghi plastici della penisola attesta che gli interventi estetici più richiesti dalle italiane per cancellare i solchi dal viso nell’ultimo anno sono state le punturine di acido ialuronico (46.909 interventi) e quelle di tossina botulinica (40.394). In un anno gli interventi ‘soft’ antirughe sono aumentati del 7-9%.