Reg. tribunale di Milano nr 323 del 10/7/2009 - Reg. Roc in corso - COPIA GRATUITA
Periodico
di informazione
libera e gratuita
del Ticino Olona
Il 28 e 29 marzo si vota
per le elezioni regionali
Finalmente in questi giorni si
inizia a parlare di programmi,
dopo alcune settimane in cui
la politica ha parlato solo di
liste, ricorsi, verbali e firme.
Ora è tempo di confrontarsi
sui progetti per la nostra Regione, sul suo futuro ed è
necessario dare risposte ai
problemi grandi e piccoli che
ciascun cittadino lombardo
sente quotidianamente.
Per la Regione Lombardia
sono sei i candidati presidenti. Roberto Formigoni è sostenuto dal Popolo delle Libertà,
Lega Nord e La Destra, mentre Filippo Penati è sostenuto
da sei liste: Italia dei Valori,
Partito Democratico, Sinistra ecologia e Libertà, Partito
Pensionati, Partito Socialista Italiano e Verdi.
Savino Pezzotta è il candidato
presidente dell’Unione di centro, Vittorio Agnoletto della
Federazione della Sinistra
(Prc e Pdci) Gian Mario Invernizzi è il candidato presidente di Forza Nuova mentre
Vito Crimi è il candidato del
Movimento Cinque Stelle.
Palazzo Lombardia, nuova sede
del Consiglio regionale lombardo
SOLIDARIETÀ. Caritas
Zero Poverty. Agisci Ora
Parte in Lombardia la campagna contro la povertà e
l’esclusione sociale. Tante le
iniziative in programma nelle
diocesi della Regione.
Con il convegno “Cancellare la Povertà, una sfida per
l’Europa”, svoltosi a Milano il
12 marzo 2010, le Caritas della Lombardia hanno lanciato
la campagna “Zero Poverty”,
pensata da Caritas Europa,
come contributo alle iniziative promosse dalle istituzioni
comunitarie nell’anno europeo di lotta alla povertà.
Scopo della campagna è chiedere alle istituzioni comunitarie e nazionali l’impegno entro
il 2015 a eliminare la povertà
infantile, aumentare del 50%
gli alloggi popolari e potenziare i servizi sociali e sanitari,
diminuire del 5% la disoccupazione e garantire a tutti un
livello minimo di protezione
sociale. Sono questi i punti
principali contenuti nella
petizione che le Caritas invitano a sottoscrivere. Obiettivo
è raccogliere entro il 2010 un
milione di firme in Europa,
150 mila in Italia, 25 mila in
Lombardia.
I cittadini potranno sottoscrivere “la petizione contro la
povertà” e quindi aderire alla
campagna sul sito ufficiale
www.zeropoverty.org o durante le iniziative che le Caritas diocesane organizzeranno
durante l’anno.
di Paolo Bignamini
Cari lettori,
assumo la direzione di “In Piazza” proprio nel numero del
mese di marzo, per la gran parte dominato dalle tematiche
della competizione elettorale.
Il caos liste, che ha interessato anche la nostra Regione,
ha probabilmente aumentato
il sentimento di sfiducia nei
confronti della classe politica,
e del ruolo stesso della politica.
Da un lato, vi è la percezione
diffusa che “i politici sono
tutti uguali”, e che il potere
logori chi ce l’ha.
Nel senso che l’odore dei soldi
e l’ebbrezza del comando portano sovente a “sporcarsi le
mani”.
Da un altro punto di vista, abbiamo imparato, a spese della
nostra storia politica, che il
potere logora anche chi non ce
l’ha.
Ecco il senso di smarrimento
di un’opposizione che da tempo cerca un dialogo con una
società che fatica a rappresentare.
D’altro canto, l’elevato tenore di vita delle nostre zone,
dei territori in cui viviamo,
ha portato negli anni al con-
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ferimento di una delega assai
forte alla maggioranza di centrodestra che da molte legislature governa la Regione (e
molte amministrazioni provinciali e comunali).
Una delega di fiducia non
deve mai, tuttavia, diventare
un delega in bianco, soprattutto adesso che difficilmente
cambieranno gli equilibri della politica in Lombardia.
Soprattutto ora che si profila
all’orizzonte la sfida di Expo
2015.
Una coscienza civica che vigili, e che si esprima anche
attraversa il giusto potere
di controllo della stampa: è
questo l’impegno che mi sento di prendere nella sfida di
guidare “In Piazza” nei prossimi mesi.
Paolo Bignamini
Allarme cocaina “Fattore cubo”,
in Lombardia
la speculazione
Un consumo doppio
edilizia nelle
rispetto alla media
nostre città
nazionale
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REGIONE, PROVINCIA, COMUNI
Facci sapere le tue opinioni. scrivi a [email protected]
HAITI. Solidarietà milanese
Acqua a un milione e mezzo di terremotati
Regole, ah le regole! Quanta
insofferenza nei confronti
di queste regole. Il recente
caso-caos liste ha dimostrato la siderale distanza tra la
percezione delle cose che
ha il mondo della politica
e quella che ne ha il mondo comune. Ovvero: il malessere di chi capisce che le
regole non sono uguali per
tutti. Non importa poi che
cosa voteremo nella solitudine della cabine elettorale,
se in massa la Lombardia
confermerà il governatore
uscente. Se il presidente del
consiglio resterà un simbolo politico dell’antipolitica.
Se l’opposizione troverà
la misura per approfittare
delle gaffes della maggioranza, tra le reazioni troppo
tiepide e quelle surriscaldate.
Quello che conta è che
molti di noi si sono sentiti
a disagio, perché quando
un imprenditore consegna
in ritardo una domanda al
protocollo per un bando,
ne viene escluso. A disagio,
perché quando nostro figlio viene iscritto in ritardo
all’asilo, resta fuori dalle
liste.
È difficile spiegarci che il
potere politico può, con un
decreto, prorogare i termini per se stesso. Salvo poi
scoprire che non può.
È difficile accettare che la
campagna elettorale parli
finora quasi solo di questo
pasticcio, anziché dei contenuti di una competizione
che è amministrativa, e
che quindi deve giocarsi su
tematiche territoriali (in
Lombardia: treni, smog,
sanità...).
Difficile di conseguenza
arginare i qualunquismi:
casta, antipolitica, sprechi
e incapacità della classe politica...
Ora ne siamo fuori, soprattutto in Lombardia, con la
riammissione – peraltro
senza nessun ausilio di decreti ad hoc – della lista Formigoni: resta qualche maceria, qualche ruggine che di
certo condizionerà in parte
il risultato. Almeno nelle altre Regioni, dove la vittoria
è incerta.
P.B.
Sono potenzialmente in grado
di assicurare acqua a un milione e mezzo di terremotati
haitiani i 15 potabilizzatori
che la Provincia di Milano,
grazie al contributo delle sue
partecipate Amiacque e Cap
Holding e in virtù del coordinamento operato dalla
Regione Lombardia, ha già
messo a disposizione della comunità caraibica colpita dal
catastrofico sisma dello scorso
gennaio.
Sono stati portati, a bordo di
un cargo messo gratuitamente
a disposizione dalla compagnia aerea «Bluepanorama»,
da subito in prima fila nella
gara di solidarietà, dieci potabilizzatori, che andranno ad
aggiungersi agli altri cinque
spediti il 14 febbraio scorso.
Gli impianti, dopo l’arrivo
a Santo Domingo sono stati
trasferiti a Port-au-Prince sotto la regia di Padre Giuseppe
Durante (Congregazione degli Scalabriniani) in vista
dell’utilizzo da determinare in
sinergia con il console d’Italia
ad Haiti Giovanni De Matteis. Un tecnico di Amiacque
invitato in loco al seguito dei
potabilizzatori provvederà a
istruire sull’isola personale
adatto all’uso degli impianti.
«All’indomani del terremoto
- ha dichiarato il presidente
dell’Ente, Guido Podestà -, abbiamo voluto che la Provincia
di Milano contribuisse concretamente al sostegno della popolazione haitiana decimata
dal tragico sisma. Siamo riusciti, giocando di squadra con
la Regione, Amiacque e Cap
Holding e mettendo al bando
sia inutili viaggi di rappresentanza a Port-au-Prince sia
controproducenti
sticcaggi
di cibo in Italia, a sviluppare
questo progetto delineato in
poche ore a Palazzo Isimbardi, che ci permette di fornire
alla popolazione haitiana il
bene primario dell’acqua potabile. La politica del fare che
contraddistingue la nostra
Amministrazione si deve, del
resto, estendere, anche alla
solidarietà. Ringrazio tutti
quelli che si sono spesi affinché gli impianti giungessero
a destinazione e funzionassero».
Don Ciotti ricorda le vittime di mafia
La Giornata della memoria per
ricordare le vittime della mafia continua il suo viaggio per
l’Italia e quest’anno giunta alla
sua XV edizione, ha come palcoscenico Milano. Don Luigi
Ciotti, fondatore di “Libera”,
promotore
dell’iniziativa,
per la ‘manifestazione’ del 20
marzo (quest’anno anticipata
di un giorno, rispetto alla data
abituale), riafferma che “ il
senso della manifestazione è
un ‘abbraccio’ vero, grande e
sincero, a quelle centinaia di
familiari delle vittime, che
sfilano per le vie della citta’,
insieme ai giovani provenienti
da 30 paesi europei e anche da
5 dell’America Latina. Questo
perche’ il problema della mafia e’ trasversale, non ha confini”. La raccomandazione di
Don Ciotti è di “non strumentalizzare Libera. Dobbiamo
Don Luigi Ciotti
stare tutti dalla stessa parte,
quella della giustizia”. La scelta di Milano non è casuale.
“Il problema delle mafie –
continua Don Ciotti - non riguarda solo alcune regioni del
nostro paese. E il numero dei
beni confiscati in Lombardia
sono il segno della presenza
di investimenti della mafia:
639 beni confiscati in questa
regione, e 116 Comuni coinvolti”. “In Lombardia le mafie
sono presenti - ha aggiunto per noi è importante sottolineare le cose positive che ci
sono ma anche cogliere le ferite, le contraddizioni. E’ una
regione stupenda ma dove le
mafie hanno costruito tanti
percorsi”. E proprio a questo
proposito Don Ciotti ha parlato dell’allarme per la ‘quinta
mafia’ quella dei colletti bianchi, del potere finanziario e
immobiliare.
di Alberto Stella*
Mensile free press in PIAZZA
Anno 2 nr. 3 | Marzo 2010
reg. Tribunale di Milano
nr. 323 del 10/07/09
Registrazione al Roc in corso
Editrice: Ticino Olona srl Legnano
[email protected]
Stampa: SarNub - Cavaglià (BI)
Stampato il 22 marzo 2010
Direttore responsabile:
Paolo Bignamini
Redazione: via Bezzecca, 22
20025 Legnano (MI)
tel. 0331020968
[email protected]
Progetto grafico: Elena Lah
tiratura cartacea: 30.000 copie
newsletter inviate: 1.320
A cosa serve vietare il cellulare
a scuola? Ultimamente si fa un
gran chiacchierare sull’uso del
telefonino nelle scuole. Si vorrebbe toglierlo agli insegnanti
e agli alunni, sperando così in
una maggiore ‘educazione’, in
una diminuzione degli atti di
bullismo. Il divieto non servirà a nulla, l’educazione non
si insegna togliendo un telefonino. Al limite scompariranno i filmati che testimoniano
queste azioni.
Quando andavo a scuola io ci
passavamo i bigliettini tra i
banchi, disegnavamo mentre
il professore spiegava, non
avevamo bisogno del tele-
fonino per distrarci. Cambiano i modi, ma il problema
rimane lo stesso.
Forse gli insegnanti dovrebbero
essere
più
severi.
Ma forse non basta nemmeno
questo.
Ora pensiamo anche alla nuova parola: bullismo. Oggigiorno sentiamo la necessita
di una classificare e analizzare
ogni cosa, ma il “capo” del
gruppo c’è sempre stato, il cretino che a scuola se la prendeva con i più deboli anche.
Il problema è semmai che
molti genitori non parlano
con i loro figli, non sanno
nemmeno cosa fanno a scuola,
se hanno dei problemi con i
compagni o meno… niente, il
buio assoluto!
E allora ecco che i ragazzi,
forse persino più ingenui di
quanto lo eravamo noi, per
farsi vedere e per farsi notare
ci mostrare i video ripresi con
il loro aggeggio tecnologico.
E i genitori più creduloni dei
loro figli rimangono scioccati,
perché fino a quel momento
non ne sapevano nulla.
Ma forse la colpa non è di
questo tanto chiacchierato
telefonino, forse le colpe bisognerebbe cercarle altrove.
*Presidente Associazione Mazzafame
Regione, PROVINCIA, Comuni
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L’appello di Tettamanzi: “Reagire a un clima di illegalità e immoralità”
Ha parlato del bisogno di reagire al “clima di illegalità e
immoralità diffuso e contagiante” l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, nell’omelia della
solenne celebrazione di inizio
Quaresima che si è tenuta in
Duomo. L’arcivescovo ha esortato, in questi giorni che
portano alla Pasqua, a vivere
appieno i dieci comandamenti
che sono la strada da seguire
indicata da Dio e che permettono di “realizzare il bene personale e dell’intera società”.
Il cardinale Dionigi Tettamanzi
EXPO. Podestà
Il presidente della Provincia di
Milano Guido Podestà
«Milano si conferma la prima
provincia della Lombardia per
arrivi e presenze – ha dichiarato il Presidente Podestà -.
Il bilancio 2009 fa prevedere
un aumento del 5% rispetto
al 2008. Dal 2010, anno in cui
si consoliderà la ripresa economica, i dati non potranno
altra strada per arrivarci che
diventare umili, saggi e coraggiosi nel seguire i comandamenti di Dio”. Non solo della
società ha parlato, ma anche
della Chiesa che deve sempre
più essere “santa e pura” vivendo i comandamenti. Una
Chiesa che accoglie, annuncia il Vangelo e “fa dell’amore
compassionevole e misericordioso di Dio verso tutti, a
cominciare dagli ‘ultimi’ - ha
concluso - la grande carta
costituzionale del suo servizio
al mondo”.
A.C.
ASSEMBLEA DEI SINDACI DELLA PROVINCIA.
Stiamo lavorando per il progetto
“Expo fuori le mura”
Sono stati presentati, durante
il dibattito “Milano reagisce
alla crisi e conferma la sua attrattiva”, i dati sui “Flussi Turistici 2009” rilevati dalla Provincia di Milano. L’incontro
si è svolto nell’ambito della
Borsa Internazionale del Turismo, presso il Polo fieristico
esterno di Pero-Rho.
E proprio riferendosi alla società, l’arcivescovo ha spiegato che “occorre reagire con
la pratica dei comandamenti
al diffuso e contagiante clima
di illegalità e immoralità che
disorienta i cittadini e spesso
finisce col danneggiarli”. Non
è la prima volta che il cardinale rimarca le troppe divisioni,
le “contrapposizioni” nella società. “Chi non desidera una
società più onesta, più giusta,
più incorrotta - ha osservato più solidale, più libera, in una
parola più umana? Non c’è
che migliorare, confermando Milano e la sua provincia quali mete turistiche
d’eccellenza». Il presidente
Podestà ha, poi, sottolineato
la stretta connessione tra turismo e Expo 2015. «L’afflusso
di espositori e visitatori italiani e stranieri, da oggi e oltre il 2015, ci obbliga a realizzare un sistema ricettivo
di qualità, una rete di servizi
dedicati all’accoglienza, progetti sviluppati per diffondere tradizioni storiche, artistiche e enogastronomiche
del nostro territorio.
Bisogna mettere in rete i
Comuni, decentrare l’attenzione e l’interesse fuori
le mura di Milano, studiare
strategie di marketing territoriale mirate alla promozione delle aree decentrate e
dei loro tesori anche naturali. Come i parchi e le zone
agricole, le basiliche, ma
anche le numerose cascine,
e gli edifici storici dei quali
reinventare funzionalità e finalità, come la riconversione
in strutture ricettive di turismo rurale» Per tutte queste
ragioni, l’Amministrazione
Provinciale sta lavorando al
progetto “Expo fuori le mur
a”.
A.C.
Istituito il Comitato Antismog
L’assemblea dei sindaci convocata a Palazzo Isimbardi, sede
della Provincia di Milano, ha
espresso all’unanimità parere
favorevole all’istituzione di
sindaci del Milanese, ha al
momento indicato per la
composizione del comitato
i primi cittadini di Sesto San
Giovanni (Giorgio Oldrini),
Mira Bonomi), San Giuliano
Milanese (Luigia Greco).
Del comitato farà parte anche
il Comune di Milano.
Va registrato che dalla as-
un comitato che, formato da
tredici primi cittadini e coordinato dalla Provincia di
Milano, avvii il primo studio
sistematico sullo stato di inquinamento del territorio con
l’obiettivo di promuovere interventi condivisi di contenimento dello smog.
L’assemblea, che ha visto la
partecipazione di settanta
Rho (Roberto Zucchetti),
Abbiategrasso (Roberto Albetti), Paullo (Claudio Mazzola),
Settimo
Milanese
(Massimo Sacchi), Cornaredo
(Luciano Bassani), Pioltello
(Antonio Concas), Lacchiarella
(Luigi
Acerbi),
Buccinasco (Loris Cereda), Cesano
Boscone
(Vincenzo
D’Avanzo), Turbigo (Laura
semblea dei sindaci, guidata
dall’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti dell’Ente
Giovanni De Nicola è emersa, al di là del colore politico, perplessità da parte della
stragrande maggioranza dei
presenti circa l’opportunità
dei blocchi domenicali della
circolazione effettuati o annunciati negli ultimi mesi. A.S.
BAR CAFFETTERIA
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Allarme cocaina in Lombardia
Un consumo doppio rispetto alla media nazionale
Allarme cocaina in Lombardia, dove il consumo della polvere bianca è il doppio della
media nazionale; tra i tossicodipendenti in cura alle Asl
di Milano, uno su due è cocainomane. Dal 2003 al 2009
la Lombardia ha perso 250 operatori dei Sert, a fronte di
un aumento del 38% degli
utenti. La Regione destina alla
cura delle dipendenze lo 0,7%
del bilancio sanitario (circa
110 milioni di euro, di cui 45 al
privato), la metà della percentuale raccomandata dalla Conferenza delle Regioni (1,5%)
e inferiore anche alla quota
raccomandata dall’Unione Europea (2%).
Un “deficit di finanziamento”
denunciato dai Sert lombardi
durante un confronto con le
forze politiche in vista delle
elezioni regionali, in occasione del V Congresso di Federserd Lombardia.
Pronta la risposta di Giulio
Boscagli, assessore regionale,
che ha anche ricordato i numeri delle dipendenze sul territorio regionale: “Il nostro
sistema regionale è un punto
di eccellenza riconosciuto a
livello italiano e in qualche
caso anche internazionale.
In Lombardia ci sono 1,1
milioni di persone che almeno una volta nella vita
hanno usato una sostanza,
700mila hanno provato la
cannabis, 250mila la cocaina.
Ci sono 91 servizi territoriali
con
oltre
800
operatori, a cui si rivolgono
38mila persone, di cui 11mila
alcolisti e 9900 alcolisti e tossicodipendenti, oltre a 138 comunità terapeutiche con 5500
persone in cura.
Il compito della politica?
Ascoltare, recepire e trovare
risposte”.
Preoccupa quanto emerge dagli studi effettuati nei liquami di fognatura, nei depuratori e nelle acque superficiali
del Ticino Olona: il livello di
presenza di farmaci e droghe.
Per quanto riguarda le droghe,
quella presente in concentrazioni maggiori è risultata
essere la BEG, principale metabolita della cocaina. Da una
stima approssimativa, risulta,
per quest’ultima, un consumo
medio di 3,6 dosi al giorno
ogni 1000 abitanti.
Droga e spettacolo, cortocircuito mediatico
Moda devastante: adesso spopola il crack
Il dibattito sulla questione, a
livello mediatico, è stato rilanciato dalle parole del cantante
Morgan.
Infatti è passato alle cronache il finimondo scoppiato
in seguito all’intervista che il
cantante della trasmissione
X-Factor (e partecipante poi
escluso dal Festival di Sanremo 2010) ha rilasciato a un
mensile, e in cui dice al giornalista: «La droga apre i sensi
a chi li ha già sviluppati, e li
chiude agli altri. Io non uso
la cocaina per lo sballo, a me
lo sballo non interessa. La uso
come antidepressivo.
Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star
male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa
bene. E Freud la prescriveva.
Io la fumo in basi (il crack)
perché non ho voglia di tirare
su l’intonaco dalle narici. Me
ne faccio di meno, ma almeno
è pura. Ne faccio un uso quo-
Il crack è una sostanza stupefacente nata in America
molto diffusa anche in Gran
Bretagna a partire dagli anni
ottanta. Viene ricavata, tramite processi chimici, dalla
cocaina. Essa viene poi assunta inalando il fumo dopo
aver surriscaldato i cristalli
in pipe apposite di vetro.
Questa operazione provoca
degli scricchiolii che danno
origine al suo nome.
È uno stupefacente altamente pericoloso in grado
di indurre seria dipendenza
e rapida assuefazione sia
psicologica che fisica. Inoltre è in grado di aumentare
gli istinti violenti e disinibire i principali centri di
controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta
all’alienazione sociale a
forme di psicosi, comportamenti asociali e criminali.
Gli effetti del crack hanno
una salita immediata, intensa e molto breve (3-4
tidiano e regolare».
Con una buona dose di
ipocrisia, Morgan è stato sottoposto a un vero e proprio
processo televisivo che ha invero banalizzato la questione.
Lui ha perso un po’ della sua
aura di “poeta maledetto” an-
dando a farsi intervistare da
Bruno Vespa, decine di altri
sedicenti esperti del “mondo
dei giovani” non hanno perso l’occasione di pontificare
sull’argomento. A dire la verità, non se ne sentiva proprio
il bisogno.
P.B.
Baruffi (Udc): Basta con le affissioni abusive!
“L’onestà di un programma politico nasce già nell’impostazione
della campagna pubblicitaria”
afferma con forza Luigi Baruffi
candidato UDC al Consiglio
Regionale e continua “dobbiamo sempre promuove una Politica in nome della Correttezza e
dell’Onestà e per questo si deve
dire basta agli sprechi ed ai soprusi delle affissioni selvagge,
capaci solo di danneggiare il
prossimo sporcando ogni angolo
della città e coprendo manifesti
onestamente e regolarmente es-
posti. La rimozione delle affissioni abusive comporta inoltre
un inutile spreco nell’utilizzo
delle risorse pubbliche ed indica
una grave mancanza di sensibilità ecologica, oggi più che mai
indispensabile in una società che
si reputa civile. Ho optato per
una campagna politica un po’ più
impegnativa ma sicuramente più
onesta, limpida e rispettosa del
prossimo e dell’ambiente, rispettando le regole e le norme”.
E poi rincara la dose l’On. Luigi Baruffi” ai miei colleghi
copre un avversario, guardiamo
cosa avviene intorno a noi basta
pensare al caso della TecniCant,
azienda di 45 dipendenti che produce cantilever, scaffalature metalliche di grosse dimensioni a
Bernate Ticino dove i lavoratori
hanno ricevuto la lettera di licen-
minuti). Gli effetti desiderati sono euforia e vivacità. Il rovescio della
medaglia è un down molto
pesante: la persona può
sentirsi estremamente depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici,
nervosismo e irritabilità,
insonnia o sonno eccessivo,
diminuzione delle sensazioni di piacere e la voglia di
rifumare può ripresentarsi
esageratamente forte (intenso craving).
Il crack induce dipendenza
psichica e può portare un
aumento del numero delle
assunzioni. Un consumo
continuato e prolungato
può portare all’alienazione
dell’individuo con sintomi
simili alla schizofrenia o a
stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni.
La morte di solito può sopraggiungere per overdose,
per colpo di calore e arresti
respiratori e/o cardiaci.
ziamento senza preavviso o alla
situazione di molte piccole e medie imprese che non ricevendo finanziamenti fanno fatica a continuare l’attività, costringendo
molti imprenditori ad non assumere e a licenziare.”
REDAZIONALE A PAGAMENTO
Luigi Baruffi
candidati invece di continuare
in una lotta senza quartiere per
chi prima affigge un manifesto o
www.assesempione.info
LEGNANese
5
SCUOLE LEGNANO. Scarseggiano le risorse umane?
Assistenza mense scolastiche,
il Comune rassicura le famiglie
“Desideriamo
rassicurare
tutti a proposito della questione sull’assistenza mensa,
emersa in occasione delle
riunioni per le iscrizioni
alla scuola primaria”. Così
si apre una lettera firmata
dal sindaco Lorenzo Vitali
e dall’assessore Domenico
Gangemi, inviata alle famiglie
dei bambini che dovranno inscriversi alla scuola primaria.
“È importante chiarire che
l’ora del pasto a scuola è un
momento di valenza educativa riconosciuta e importante.
Proprio per questa ragione
l’assistenza dei bambini durante la refezione è di competenza della scuola e la sua gestione è in capo a quest’ultima.
È fondamentale che all’atto
dell’iscrizione le famiglie
richiedano il modello orario
(tempo scuola) corrispondente ai propri reali bisogni, senza farsi influenzare da voci di
corridoio o indicazioni nebulose. Solo in questo modo sarà
possibile verificare l’effettiva
necessità e la risposta concre-
ta a questo bisogno da parte
dell’Ufficio Scolastico Provinciale. L’Amministrazione
Comunale, da sempre vicina
ai bisogni delle famiglie, garantisce comunque la propria
disponibilità ad incontrare le
famiglie con i Dirigenti Sco-
I “polaster” dj libertà
A l’é bell nò venc ona partida regalada
perché quell che ta ghee contra l’ha faj ona “vaccada”.
Pero vun al dis; al sia come al sia,
la colpa l’é staj la soa e nò la mia.
Sont adree a parlà (l’hi giamo capii) di eleziòn,
e de quell che han combinaa j amis del Berluscòn.
So nò se sa podaraa medegalla su,
anca cont l’aiutt del “bòn Gesu”.
E se la ga andaraa ben , dovarann domandà perdòn,
ingenoggiass e dì su so nò quanti “Rosarii e oraziòn”.
Me sa fa a fà i ròbb inscì tant al tòcch.
Fòrsi perché sa pensa che j alter cunten pòcch?
Ma par che i “regol” sìen faj per vess rispettaa de tucc.
Sa poeu nanca pescà in del Nevilj quand a l’é succ!
Se de nò tirrem via i “Guardi”, i Carabiniee i Controlloeur,
e lassem che ogni vun al faga come al voeur.
Bià, marz 2010.
lastici, per verificare insieme
ogni possibile soluzione, nel
caso in cui le risorse garantite
dall’Ufficio Scolastico Provinciale si rivelassero insufficienti a coprire il fabbisogno, e
si rendesse necessario un intervento aggiuntivo”.
A.S.
I “polli” delle libertà
Non è bello vincere una partita regalata
perchè l’avversario ha commesso on grosso errore.
Però uno dice: sia come sia,
la colpa è la sua e non la mia.
Sto parlando (l’avete gia capito) delle elezioni,
e di quello che hanno combinato gli amici di Berlusconi.
Non so se si potrà rimediare la cosa
anche con l’aiuto del “buon Gesu”.
E se a loro andrà bene, dovranno chiedere perdono,
Inginocchiarsi e recitare non so quanti “Rosari ed orazioni”.
Come si fa a fare le cose così alla leggera.
Forse perché si pensa che gli altri contano poco?
Mi sembra che le regole siano fatte per essere rispettate da tutti.
Non si può nemmeno pescare nel Naviglio quando è in asciutta!
Altrimenti togliamo i Vigili, i Carabinieri, i Controllori,
e lasciamo che ognuno faccia quello che vuole.
Abbiategrasso, marzo 2010.
lucio da col
La “stazione centrale” dell’Alto Milanese resta nei sogni
La via crucis Rho Gallarate.
Cosa non si arriva a dire sotto
elezioni, pur di attirare la propria attenzione su di sé? La
dichiarazione più eclatante
degli ultimi giorni è quella
dell’assessore regionale alle
Infrastrutture Raffaele Cattaneo, che addossa al centrosinistra le colpe per il mancato
completamento della nuova
stazione FNM di Castellanza.
A Cattaneo vale quindi la pena
di ricordare alcune cose.
Primo: se a Castellanza è stato realizzato l’interramento
della ferrovia è grazie a Livio
Frigoli, sindaco di centrosinistra dal 1995 al 2004, che fu capace di ottenere dal Governo
i 240 miliardi di vecchie lire
necessari per l’opera. Cosa che
altri sindaci ora, in analoghe
situazioni, non riescono a fare.
Secondo: lo stesso Frigoli
avrebbe volentieri fatto a
meno dell’interramento, ma
lo portò a casa per dare seguito alle richieste dei suoi
cittadini, anche gli stessi che
ora si arrabbiano tanto perché
di fatto la città non ha più una
stazione. Con un raddoppio
dei binari a raso il comune di
Castellanza avrebbe portato a
casa ben 50 miliardi di lire di
compensazioni; con quei soldi
si sarebbero realizzati anche
sovrappassi e sottopassi.
Terzo: l’accordo di programma non prevedeva solo il tunnel, ma anche l’istituzione di
un tram-treno che collegasse
la nuova stazione di Castellanza con quella vecchia per
proseguire verso Fagnano
Olona sulla linea della Valmorea. Invece ora le FNM,
a un mese dall’apertura del
tunnel, hanno già reso inutilizzabile il binario di superficie, dimostrando di non avere
interesse alle esigenze dei
pendolari castellanzesi e altomilanesi ma solo a collegare
rapidamente Malpensa con
Milano.
Quarto: l’avvio del tram-treno
da Castellanza fino a Fagnano
Olona potrebbe essere il preludio alla riapertura completa
della linea Castellanza – Mendrisio, che consentirebbe
di raggiungere Lugano e la
Svizzera dall’Alto Milanese
in circa mezz’ora, senza attendere l’Arcisate – Stabio e con
costi contenuti (si stima circa
13 milioni di euro).
Quinto: ci vogliamo ricordare
che a Castellanza dovrebbe
sorgere una stazione di interscambio fra FS e FNM, con
tutti i necessari raccordi per
fare in modo che anche dal
Legnanese e dal Rhodense si
possa andare a Malpensa senza dover andare a prendere il
treno a Saronno o a Milano
Cadorna?
Torniamo quindi su un nervo
scoperto: il territorio dell’Alto
Milanese trascurato, visto solo
come un canale di collegamento fra Malpensa e Milano.
Sul progetto di nuova stazione
di interscambio FS / FNM di
Busto Arsizio deve lavorare la
politica, a partire dai sindaci
del territorio per arrivare ai
parlamentari dell’Alto Milanese.
La Regione, e chi sarà eletto
alle prossime elezioni, si ricorderanno dell’impegno assunto per un tavolo della mobilità nell’Alto Milanese?
Stefano Quaglia
www.legnanonews.com
6
CASTANESE
CLACSON SELVAGGIO. Per le vie di Cuggiono e dei comuni confinanti
“Annunciazione, Annunciazione!”. Il bazar è a domicilio
I cittadini di Cuggiono, ma
anche gli abitanti dei comuni
confinanti, conosceranno certamente il personaggio di cui
vado a scrivere.
Se non fate un lavoro su turni
(per il quale siete costretti
lavorare anche di notte) e se
non siete amanti della pennichella pomeridiana, la situazione vi farà solo sorridere.
L’evento potrà verificarsi alle
10 del mattino o alle 14 con
cadenza bisettimanale e ve
ne accorgerete di certo. E’ un
suono di tromba a mettervi
in allerta: l’uomo misterioso
scenderà dal suo veicolo e
si metterà a soffiare con insistenza in quell’aggeggio che
potrebbe anche essere una
sorta di richiamo per anatre:
“PEEEEE, PEEEEEE!”. Se non
state riposando vi verrrà da
ridere e tenderete l’orecchio
nell’attesa del grido: “Annunciazione,
Annunciazione!”.
Già, il simpatico omino, se
solo avesse una folta barba,
Il famigerato Fiat 242 sfreccia per le strade di Cuggiono
potrebbe assomigliare a Lello Arena, nella memorabile
gag in cui-insieme al compianto Massimo Troisi - cerca
d’impersonare l’Arcangelo Gabriele: “Tu Marì sei il figlia a
Salvatore…” e Troisi, con la sua
inconfondibile vocina: ”Ma
come, io sarei figlia a Salvatore?”.
L’omino di Cuggiono, a bordo
del suo “fiammante” furgone
Fiat 242, non annuncerà alcuna nascita, è lì soltanto per
bandire le sue merci: dopo
aver suonato lo strumento,
darà un paio di colpetti col
clacson al fine di rafforzare il
“segnale convenuto” e, se proprio non si fa’ vivo nessuno, si
metterà a suonare (random)
qualche citofono. Ecco chequasi in maniera scaramantica
- provvederà all’apertura degli
sportelli del potente mezzo: il
sistema è ad “ali di gabbiano”
come lo storico spider della
Mercedes che potrebbe avere
la stessa età del furgone.
Aperti i battenti, la simpatica personcina svelerà il
perché della sua venuta: le
massaie dell’altomilanese potranno rabboccare i propri
bidoni di candeggina ma troveranno anche ogni genere
di mercanzia. Il prodotto per
pulire il lavello, l’altro per i
rubinetti, quello per la cucina
a gas, il forno, il frigo, il rame,
l’ottone, l’argento e il nichel.
Oltre ai detersivi si potranno
trovare dalla canotta della salute, lana fuori e cotone sulla
pelle (ma probabilmente an-
che la versione vice versa).
La mutanda ascellare, il collant con numero infinito di
“denari” da rapina e tutta una
serie di “pezzi” di biancheria
intima molto all’avanguardia.
Non è dato sapere per quanto il
“Gatto di vicolo miracoli padano” continuerà ad allietare
i cittadini con le sue strombazzate. Forse le nipoti delle
massaie ottantenni, preferiranno “cliccare il pomodoro”
in modo da ricevere la spesa a
casa. E se il simpatico furgone
dovesse faticare ad accedere
al registro storico ASI a causa
del clacson non omologato?
Qualche cattivello (turnista)
spera-in questa valle dove le
doppiette vanno ancora di
moda-che qualche cacciatore
distratto possa scambiare il
richiamo della tromba per un
volatile vero e BUM. Scherzi a parte, ci auguriamo che
l’omino possa continuare ad
“annunciare” a lungo!
[email protected]
Nel centro di Cuggiono edifici degradati e scelte discutibili
La situazione di degrado e
abbandono degli edifici pubblici dell’ex-municipio ed exscuola elementare è sotto gli
occhi di tutti. Recentemente,
è crollato parte del cornicione
sul lato interno, dalla parte
del cortile.
È una situazione molto pericolosa, segnalata soltanto da due
cavalletti e un filo di na-stro. È
uno spazio di intenso passaggio dovuto alla presenza del
precario container dell’ufficio
postale, che lo stesso Sindaco
non sa quando sarà trasferito
perché dipende esclusivamente dall’Ente Poste.
La zona di pericolo va quanto
prima messa in sicurezza.
Ci troviamo di fronte ad un
ennesimo esempio di quel
cosiddetto governo del fare,
che realizza a priori, senza un
minimo di programmazione
e scaricando le conseguenze
dell’improvvido operato su
chi verrà. Come per la vicenda dell’ufficio postale, per il
quale spiace che il Sindaco
cerchi di confondere i cittadini definendo inutile e
polemico il richiamo fatto
dall’opposizione alle responsabilità da cui gli amministratori cercano di sfuggire.
Le critiche costruttive le
aveva ricevute quattro anni
fa, ma decise con la Giunta
di fare di testa propria e ora
i cittadini tirano le somme di
un’operazione mal pensata e
peggio gestita. La precedente
amministrazione di Cuggiono
Democratica avrebbe ristrutturato gli edifici della scuola elementare per l’ufficio
postale, senza fare un solo
giorno in quel disagevole container e dando più respiro alle
piazze Carlo Berra e San Giorgio con più spazi e parcheggi,
senza congestionarle con altre
abitazioni.
Il nuovo edificio in piazza
Carlo Berra potrà anche piacere da solo o in una località
montana, ma vicino al palazzo
settecentesco dove c’è la banca è, come dice il detto, “una
scarpa e una ciabatta”.
L’Amministrazione Comunale
ha pagato coi soldi dei cuggionesi oltre 15.000 euro per gli
allacciamenti del container,
senza ricevere l’affitto dalle
Poste per oltre tre anni, senza
contratti preliminari che ora
lasciano Cuggiono nelle mani
di decisioni prese a Roma.
Non sono stati fatti pagare
16.000 euro all’impresa per il
suolo pubblico occupato dal
cantiere, ma si è scambiato
il pagamento col ripristino
dell’area danneggiata che già
doveva riparare. Non proprio
un guadagno per i cuggionesi.
Certo non si può tornare indietro, ma non vanno dimenti-
cati i fatti e non si può parlare
ora come se i disagi piovessero
dal cielo.
La scelta di abbandonare al
degrado un pezzo di storia del
paese è degli attuali amministratori.
Il Palazzo comunale è stato
spostato in Villa Annoni, con
forte aumento dei costi di
ge-stione e senza la minima
idea di cosa fare nel centro
del paese. La Posta, prima o
poi, andrà nei nuovi locali... si
spera.
L’area, in degrado, è il centro
e la storia di Cuggiono, non
può essere destinata al primo
intervento che si presenta, per
di più ora che il Comune è in
gravi difficoltà finanziarie,
tanto da non aver rispettato
nel 2009 il Patto di stabilità.
È invece necessaria una approfondita e pubblica disamina
delle possibilità e la più ampia
partecipazione di cittadini,
associazioni e gruppi politici,
prevedendo anche la consultazione dei cuggionesi.
Peraltro, sono serviti anni per
dare un senso all’acquisizione
di Villa Annoni, perciò anche ora, ci si prenda il tempo
necessario. Vanno trovati
una funzione e un utilizzo
adeguati degli ex edifici pubblici, con i tempi necessari
per una scelta meditata per il
futuro del paese. L’area non
venga lasciata alla vendita al
miglior offerente, per ricavarci un profitto privato e risolvere solo qualche problema
dell’oggi.
È evidente che nell’immediato
un intervento manutentivo
sia quanto mai necessario: il
degrado va fermato, anche per
non ridurre ulteriormente il
valore dell’edificio e i costi di
un futuro intervento di recupero e riutilizzo.
Fabio Polloni
TICINO OLONA
7
LEGNANO. Prestigiosa delega per il vicesindaco
Fratus: “quasi assessore” provinciale
Brilla sempre più nel firmamento della politica locale e
provinciale la stella di Gianbattista Fratus vice sindaco
leghista del Comune di Legnano e da qualche giorno
“quasi” assessore provinciale.
Gli è stata, infatti, aggiunta
alla carica di consigliere provinciale la delega all’Alto Milanese. “Ringrazio il presidente Guido
Podestà - ha affermato Fratus
- per la stima e la fiducia accordatami. Come il presidente anch’io sono fortemente
convinto che l’Alto Milanese
sia un’area in grado di contribuire in maniera fondamentale alla crescita della nostra
Provincia e possa divenire,
con le sue iniziative, un esempio per altri territori come
l’Abbiatense e la Martesana.
Non esiste alcuna volontà ha spiegato Fratus - di creare
una nuova provincia. Sia ben
chiaro. Vogliamo piuttosto affrontare tematiche comuni al
nostro territorio”.
“Da parte mia riscontro una
Giambattista Fratus
profonda volontà di collaborare e di unire le forze.” continua Fratus – “Rispetto a precedenti esperienze di almeno
dieci - quindici anni fa, oggi
esistono premesse diverse e
migliori. Spetterà senz’altro a
noi, attori e registi di questa
iniziativa, recitare la parte
giusta.
È vero, il nostro è un territorio vasto e vario, che può por-
tare a diffidenze tra una città
grande come Legnano e altre
cittadine più piccole, ma non
vedo questo come un ostacolo
in grado di fermare il progetto
globale di un Alto Milanese
unito e compatto nel trovare
giuste soluzioni a tanti problemi”.
Tra i primi obiettivi elencati,
Fratus ha ricordato il progetto
della mobilità dolce, l’accesso
al fondo Fas per la riqualificazione del fiume Olona, il
coinvolgimento della realtà
imprenditoriale con Euroimpresa, la collaborazione con il
Rhodense dove sorgerà Expo
2015, lo sviluppo di infrastrutture come il Sempione-bis, la
risoluzione di questioni legate all’ambiente, un legame
sempre più forte fra i Comuni
dell’intera rea del Ticino Olona, alla sicurezza ad eventi di
grande interesse “perchè - ha
concluso Fratus - il territorio
possa recuperare integralmente i suoi valori storici di
area fondamentale per tutta
la provincia”.
F.G.
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TRASPORTI. Giovanni Lami: “uno scenario drammatico”
Movibus: in un anno perdite per tre milioni di euro. Bisogna cambiare passo
“Così non si può andare avanti. La situazione di Movibus
è tragica. Serve un cambio di
passo.” L’assessore magentino
Giovanni Lami lancia il suo
grido d’allarme. “La situazione di Movibus è a dir poco
tragica, e di questo passo anche quella di Atinom andrà
sempre peggio”. Dalle parole
di Giovanni Lami, assessore
del Comune di Magenta, presidente del Comitato ristretto
dei Comuni soci dell’azienda
di trasporti emerge forte preoccupazione: la stessa di molti
amministratori locali che non
hanno mai condiviso fino in
fondo la decisione presa poco
più di un anno e mezzo fa di
costituire il nuovo soggetto
Movibus, nato da “una fusione a freddo tra Atinom, Atm e
Stie”. Lami parla con i numeri
alla mano: “Nell’ultimo anno
vi sono state perdite per tre
milioni di euro. È uno scenario
drammatico”.
“In primo luogo – continua
l’assessore – non è pensabile
che le entrate di Movibus
siano pari a 1,43 euro a Km,
contro un’uscita secca di 2,05
euro a Km. Ciò significa portarsi dietro un fardello molto
pesante che diventa impos-
sibile da sostenere”. Poi c’è la
questione dei cosiddetti “rami
secchi”. “Sono quelle linee
poco frequentate e quelle
fasce orarie scarsamente utilizzate dall’utenza. A riguardo la Provincia di Milano sta
facendo un lavoro di razionalizzazione interessante che va
sostenuto. Faccio un esempio
pratico: la Magenta – Piazzale Lotto è una tratta che non
esiste più di fatto in quanto si
è preferito indirizzare la quasi
totalità delle corse su Molino
Dorino all’ingresso di Milano.
Le ragioni sono diverse, innanzi tutto, la presenza di un
capolinea della Metropolitana
ma non di meno il fatto che
il percorso da Settimo Milanese a Piazzale Lotto è molto
trafficato con tutti i disagi
del caso. Meglio quindi l’altra
soluzione. Ma questa scelta
non ha significato elimin-
are la possibilità di arrivare a
Piazzale Lotto: basta scendere
a Sedriano e lì prendere la coincidenza che arriva dal Castanese per Milano”. Insomma,
percorsi studiati a tavolino
“per spendere meno e dare un
servizio migliore ai cittadini”.
“Ma è evidente che ciò non
può bastare – dice l’assessore
magentino – l’unica possibilità di sopravvivenza è rendere più remunerative le percorrenze con un aggiornamento
dei prezzi.”
Lami, infine, segnala l’ipotesi
dell’autobus a chiamata: “Si
tratta naturalmente di una intuizione, ma perché funzioni
realmente dovrà trasformarsi
realmente in un ‘taxi allargato. Quindi meno vincoli e una
programmazione più certa e a
media lunga scadenza per chi
intende sfruttare questo tipo
di servizio”.
A.S.
8
ELETTORALE
Zamponi (IdV): “Legalità uguale sicurezza”
Giustizialisti, forcaioli… Ci hanno chiamato in tutti i modi, solo
perché crediamo nell’importanza
centrale della legalità e lo ripetiamo da anni. Non è un chiodo
fisso di noi dell’Italia dei Valori, è
qualcosa di molto più complesso
e concreto. La legalità va intesa
nel senso più ampio del termine.
Non si tratta solo di mandare in
galera corrotti e corruttori, bensì
di far rispettare le regole.
Come è possibile garantire una
pacifica e serena convivenza laddove le regole vengono disattese?
Il mancato rispetto delle regole
non è solo affare di chi, “furbescamente”, elude le leggi per
interessi propri ma coinvolge,
purtroppo, tutti i cittadini. Senza
il rispetto della legalità non può
esistere sicurezza. Gli esempi
concreti sono centinaia e sono,
quotidianamente, sotto gli occhi
di tutti. Due delle più gravi tragedie che hanno colpito il nostro
Paese di recente sono anche frutto
del mancato rispetto della legalità.
Prendiamo il terremoto che ha
sconvolto l’Abruzzo nell’aprile
scorso. Se, invece di usare la sab-
bia di mare, i costruttori avessero
utilizzato i materiali idonei (più
costosi…), forse la conta dei morti sarebbe stata meno lunga. Forse
alcuni edifici sarebbero rimasti
in piedi. Allo stesso modo, se a
Messina le case non fossero state
costruite abusivamente case laddove espressamente vietato, forse
l’alluvione non se le sarebbe portate via… E ancora: chi si mette
alla guida in stato d’ebbrezza, infischiandosene dei limiti imposti
dalla legge non rischia forse di
causare gravissimi danni ad altri?
Domande dalle risposte ovvie,
eppure, ancora oggi, troppe persone sottovalutano il ruolo della
legalità. All’indomani di tragedie come quelle citate, politici,
stampa e opinione pubblica alzano la voce chiedendo che chi
ha sbagliato paghi. Ma è spesso
si tratta di azioni sull’onda emotiva che si sgonfiano nel giro di
poche settimane. Noi di Italia
dei Valori chiediamo ai cittadini
onesti di pretendere il rispetto
della legalità. Solo così i diritti di
tutti saranno realmente tutelati.
Poi c’è chi vuole fare di tutta
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l’erba un fascio e addossa agli
immigrati, specie se irregolari, la colpa del diffuso senso
d’insicurezza. Ma è davvero
così? Non varrebbe forse la pena
di distinguere tra persone perbene
e delinquenti, indipendentemente
dal colore della pelle? Io credo
di sì. Infine vorrei spendere due
parole sulla questione delle intercettazioni; una materia che
c’entra con la sicurezza, eccome.
Adesso il Governo vorrebbe far
credere ai cittadini che limitare
le intercettazioni sia il presupposto per la lotta alla corruzione,
ma si sbagliano di grosso: i cittadini hanno capito. L’intento della
Casta è di distruggere il sistema
giustizia, togliendo ai magistrati
la possibilita’ di indagare. Questo
vi fa sentire più sicuri? Non credo
proprio. Questi sono solo alcuni
esempi che dimostrano quanto il
ri-spetto delle regole sia affare
che riguarda tutti, direttamente.
È bene quindi che ognuno prenda
a cuore la battaglia per il rispetto
della legalità, indipendentemente
dall’appartenenza politica.
REDAZIONALE A PAGAMENTO
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Mirabelli (PD): “Uscire dalla crisi è possibile”
PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO
La Lombardia non è ancora uscita dal tunnel della crisi economica. Mivar, Italtel, Ex Eutelia,
Alfa, Metalli Preziosi, Novaceta, Laras e ancora altre centinaia di piccole e medie aziende
della provincia di Milano hanno
chiuso, stanno chiudendo o hanno
chiesto la cassa integrazione le
cui ore sono decuplicate nel 2009
coinvolgendo decine di migliaia
di lavoratori.
A lanciare l’allarme è il consigliere regionale del Partito
Democratico Franco Mirabelli,
il quale afferma: «Di fronte ad
una situazione così drammatica
il governo regionale guidato da
Formigoni, manifestando un insano ottimismo, non ha fatto nulla
di concreto. È invece necessario
occuparsi dei problemi reali della
gente, promuovendo politiche
in grado di creare le condizioni
per incentivare l’insediamento di
nuove e moderne realtà produttive. Occorre investire di più su
ricerca e innovazione. Una cosa è
certa: non è possibile continuare a
tollerare l’inerzia di una classe dirigente attenta solo a consolidare
il proprio potere mentre migliaia
di milanesi perdono il posto di
lavoro. La politica non può stare
a guardare, deve dare riposte e
subito».
L’esponente del Pd rileva che
tanti precari hanno perso il
lavoro senza avere ammortizzatori sociali (il famoso assegno
per i lavoratori a progetto rimasti
senza impiego è stato dato a 1800
persone contro i 300 mila lavoratori coinvolti). A Milano nel 2009
si è fatto un ricorso massiccio alla
cassa integrazione. In Lombardia
il tasso di occupazione ha subìto
una brusca frenata. «Questi segnali di allarme sono stati puntualmente ignorati dal governo
regionale. - continua Franco Mirabelli - E oggi, solo per fare un
esempio, si registrano 400 nuovi
esuberi alla Italtel di Castelletto
di Settimo Milanese, per la crisi
dovuta al calo di commesse pubbliche per l’implementazione
delle reti per la banda larga. Esu-
beri che sono purtroppo legati ai
mancati finanziamenti statali per
la banda larga. Avevamo sollecitato la Regione a fare il possibile
per evitare la perdita di posti di
lavoro e di competenze in un settore così avanzato e strategico,
ma a quanto pare le uniche Regioni che si sono mosse sono
state Lazio e Sicilia. Formigoni
non è stato capace di dare risposte
alle crisi industriali e di tutelare i
lavoratori lombardi».
Secondo Mirabelli è possibile rilanciare l’economia e
l’occupazione, ma per fare questo
la Regione deve assolutamente:
investire sulla ricerca, premiare
l’innovazione, promuovere il passaggio dalle vecchie e inquinanti
produzioni alle nuove più pulite,
creare infrastrutture utili e moderne per attrarre investitori e attività produttive.
REDAZIONALE A PAGAMENTO
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ELETTORALE
9
GIULIO GALLERA. Ecco le mie priorità
Sicurezza, misure anticrisi, green economy e valorizzazione dei servizi sanitari
Penso ad una semplificazione
dell’accesso al credito e ad un
forte sostegno al made in Italy
coinvolgendo direttamente le imprese nella realizzazione di Expo
2015.
Altre iniziative per superare la
crisi?
Al centro della vita politica e istituzionale deve continuare ad
esserci solo il cittadino e le sue
necessità. È su questa strada che
formazione professionale e di
inserimento o reinserimento nel
mondo del lavoro. Credo, poi,
sia arrivato il momento di valorizzare alcuni servizi sanitari sul
territorio creando, per esempio,
strutture sanitarie intermedie per
far fronte alle dimissioni precoci
dagli ospedali o valorizzando il
ruolo sociale e la professionalità
dei Medici di Famiglia.
Molti giovani lamentano anche
tratti temporanei in contratti a
tempo indeterminato. Abbiamo
poi tanti giovani che rappresentano delle eccellenze e credo che
sarebbe corretto sostenerli, per
esempio, con dei prestiti d’onore.
Il suo programma parla anche di green economy, è possibile conciliare economia e ambiente?
Sono convinto che la nuova frontiera dell’economia sia la nostra
Giullio Gallera con Silvio Berlusconi
Giulio Gallera
Giulio Gallera il prossimo 28 e
29 marzo è candidato al Consiglio Regionale della Lombardia.
Ha 40 anni, è un avvocato e ha
iniziato il suo impegno in politica
appena ventenne nei consigli di
zona e successivamente a Palazzo Marino dove è stato eletto per
tre volte consecutive e dove oggi
è Presidente del gruppo consiliare del Popolo della Libertà.
Gallera, perché ha deciso di
candidarsi in Regione?
Da vent’anni con passione, entusiasmo, serietà e determinazione
mi occupo della mia città. Amministrare per me vuol dire essere
al servizio dei cittadini, ascoltare
i loro problemi, comprendere le
loro esigenze e rispondere con
provvedimenti concreti e tempestivi. Un’attività di governo
fatta a tu per tu con le persone. È
questo modo di intendere e fare
la politica che voglio portare in
Regione Lombardia, istituzione
che per competenze e risorse può
incidere significativamente nella
vita dei cittadini.
La sua attività su cosa punterebbe subito?
A migliorare ulteriormente la sicurezza delle città. È necessario
destinare subito maggiori risorse
per rafforzare la presenza sul
territorio delle forze del’ordine
e assicurare anche una maggiore dignità a tutti coloro che
con dedizione svolgono un ruolo
fondamentale per la sicurezza di
tutti. Ritengo inoltre urgente contrastare l’immigrazione clandestina e favorire invece l’integrazione
di tutti quegli immigrati che vivono e lavorano regolarmente nel
nostro Paese.
intendo proseguire. Dunque massimo sostegno alle famiglie in
difficoltà incentivando l’housing
sociale, la costruzione di alloggi
di edilizia convenzionata e i bonus affitti. Un aiuto concreto poi
anche nei percorsi scolastici, di
GalleraADV_180x126.pdf
5-03-2010
la mancanza di progettualità.
È comprensibile ed è per questo
che ritengo sia urgente favorire
l’occupazione stabile dei giovani.
Una strada da seguire è quella
degli incentivi alle imprese che
assumono e che trasformano con-
capacità di portare avanti la ricerca di profitti unitamente alla
tutela del territorio. Sostenibilità
per le aziende non significa rinunciare al profitto o sostenere maggiori costi, quanto una crescita
nel pieno rispetto dell’ambiente.
22:42:14
REDAZIONALE A PAGAMENTO
Quali altre priorità prevede il
suo programma di lavoro?
Massimo impegno per sostenere
coloro che hanno maggiormente
risentito della crisi economica.
La sua ricetta anticrisi?
Prima di tutto un aiuto concreto
per far ripartire l’economia: sostegno a commercianti e artigiani che da sempre hanno fatto
da traino all’economia lombarda
ma che oggi sono in difficoltà.
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10
AMBIENTE
INVASIONE DI CINGHIALI. Agricoltori in prima linea
Da Abbiategrasso a Magenta le aree più a rischio
“La situazione è peggiorata
negli ultimi anni. Arrivano,
distruggono i campi, provocano incidenti stradali e poi
scompaiono nella boscaglia
fino alla notte successiva” racconta Luigi Merlo, 65 anni,
agricoltore di Cuggiono, una
delle ultime vittime dei branchi di cinghiali che nel Parco
del Ticino ogni anno provocano danni per decine di migliaia di euro.
I confini occidentali della
Lombardia sembrano essere
quelli più vulnerabili, nella
fascia che da Varese arriva a
Milano e scende sino a Pavia,
seguendo il corso del Ticino.
Nel 2009 sono stati abbattuti,
secondo fonti del Parco, quasi
400 bestie, mentre in passato
non si superavano i 50 esemplari all’anno.
“Ma la situazione sta precipitando, anche perché ogni animale femmina arriva a partorire fino a 10 o 12 cuccioli l’anno
– spiega Enzo Pagliano, Diret-
tore della Coldiretti di Milano
e Lodi – i maggiori problemi li
registriamo nelle aree attorno
a Cuggiono, Abbiategrasso e
Magenta. Bisogna aumentare
gli abbattimenti selettivi per
limitare la popolazione. I campi dei nostri agricoltori ven-
gono devastati e i risarcimenti, che il Parco per legge deve
pagare perché siamo in area
protetta, arrivano in ritardo
di mesi e con il contagocce.
Devono ancora essere saldati
quelli del 2008”. Nel frattempo l’invasione continua.
NAVIGLIO. L’opinione di Francesco Prina sull’Alzaia
“Una notte si sono spinti fin
quasi sotto casa – racconta
Mario Capoferri, 70 anni di
Turbigo – i cani li hanno sentiti subito, abbaiavano come
impazziti mentre i cinghiali
strusciavano il muso e i denti
contro l’ingresso del magazzino. Quando entrano in un
terreno lo ribaltano come vogliono, distruggendo colture
e prati. I maschi arrivano anche a 120-150 chili, sono dei
colossi che se sei in macchina
e te li ritrovi davanti e finisci
fuori strada tu e l’assicurazione
non ti paga nulla, come è successo a mia nipote. E non è
stata l’unica. Se poi becchi le
femmine, devi stare attento
che non ci siano cuccioli in
giro, altrimenti diventano
aggressivi. Quando io ero ragazzo non c’erano tutti questi
problemi”.
Adesso invece, oltre alla popolazione autoctona lombarda,
vengono segnalati passaggi
dal Piemonte attraverso gli
isolotti di ghiaia del Ticino.
“Durante il giorno si nascondo nella boscaglia e di notte
colpiscono” spiega Orfeo Favotto, segretario di zona della
Coldiretti di Cuggiono, una
delle aree a rischio.
Dalla Regione ammettono
che il problema esiste, che in
Lombardia sono stati abbattuti 3.500 esemplari nel 2009
con un aumento esponenziale
rispetto agli anni passati, segno che il problema si sta allargando a macchia d’olio anche
se è impossibile fare un censimento della popolazione di
questa specie.
“Non si possono lasciare gli
agricoltori da soli a fronteggiare questa minaccia conclude il Direttore della Coldiretti di Milano e Lodi – serve
un intervento deciso negli
abbattimenti per ridurre in
maniera drastica il numero
dei cinghiali che stanno devastando i nostri campi.” A cura
della Coldiretti Milano e Lodi
MESERO. Intervento dei vigili del fuoco
Il Naviglio, luogo della cultura dell’est Ticino Incendio di mansarda e tetto
Francesco Prina, consigliere regionale uscente candidato del
Partito Democratico alle prossime regionali, commenta così
la vicenda che ha portato alla
chiusura dell’alzaia del Naviglio
Grande lungo magentino e castanese.
“La sicurezza e manutenzione delle sponde del Naviglio,
dunque dell’alzaia, rientra nelle
competenze regionali. Regione
Lombardia ha dunque tutta la
responsabilità della fruizione
del territorio ed ha gli strumenti
per intervenire. Lo può fare attraverso i diversi organi preposti
(Parco Ticino, Navigli scarl,
Consorzio Villoresi); fa specie
di non aver ancora sentito da
parte dell’assessorato competente una ipotesi di soluzione a
questo problema della praticabilità dell’alzaia”, premette il
consigliere corbettese. “Si tratta
del resto di un problema non nato
Francesco Prina
Francesco Prina
certo settimana scorsa ma ricorrente da diversi anni. Dove è stata
la giunta regionale fino ad oggi?”.
Continua Francesco Prina: “Noi
gente dell’Est Ticino conosciamo il valore dei nostri luoghi e
del nostro territorio; il Naviglio
è luogo centrale della cultura
dell’Est Ticino; a tal punto che
sono ormai migliaia i passaggi
durante l’anno: ciclisti ma anche
cittadini in carca di un angolo di
natura e relax. La situazione – ben
sottolineata dall’ordinanza del
Parco del Ticino – non è accettabile. Che Regione Lombardia
trovi una soluzione di buon senso
e che il Naviglio venga restituito
al più presto alla sua gente!”.
Conclude il consigliere corbettese (promotore, tra le altre cose
dell’Ecomuseo dell’Est Ticino,
per la tutela a la valorizzazione
del territorio dell’Est Ticino, appunto).
In particolare poi sui possibili
interventi Prina specifica: “Una
soluzione praticabile va trovata,
magari senza ricorrere a protezioni innaturali, deturpanti e molto
costose che tradirebbero anche la
natura dell’Alzaia stessa. Le comunità dell’Est Ticino hanno saputo tramandarsi il rispetto per
l’acqua attraverso i secoli, arrivando ai Comuni alle Municipalità, la cui considerazione per
l’acqua può essere ritrovato nei
grossi serbatoi comunali che ancora oggi in qualche paese si scorgono quali elementi del paesaggio
urbano. Testimoni di una civiltà
unita attorno ai beni collettivi”.
REDAZIONALE A PAGAMENTO
È immediatamente scattato
l’allarme diverse telefonate
al 115 per l’incendio di un
tetto nell’abitato di Mesero.
In Via Sant’Anselmo, una
recente zona residenziale,
fuoriuscivano delle fiamme
dal tetto di una palazzina di
due piani. L’autopompa dei
vigili del fuoco volontari inverunesi giungeva sul luogo
in pochi minuti: il personale,
dopo una prima ricognizione,
stendeva delle tubazioni al
fine d’attaccare l’incendio
dall’interno di una mansarda,
prima che potesse interessare
l’arredamento.
Giungeva poi una seconda
squadra dalla sede permanente di Legnano seguita da
una scala aerea: si provvedeva
allo scoperchiamento ed al
minuto spegnimento di circa
venti mq di tetto in legno e
tegole. Sul luogo giungeva
un’ambulanza della Croce
Bianca di Magenta che soccorreva inizialmente la proprietaria dell’appartamento
all’ultimo piano, colta da
malore. Non si riteneva necessario il trasporto in ospedale
della donna, probabilmente
solo molto spaventata, il
mezzo sanitario stazionava
tuttavia in luogo a titolo precauzionale per il personale
impegnato nelle operazioni.
Dopo circa due ore la situazione ritornava alla normalità
anche se la mansarda veniva
dichiarata inagibile dal tecnico
del Comune di Mesero giunto
accompagnato dalla Polizia
Locale. Le cause del sinistro
sarebbero da imputare ad un
“malfunzionamento”
della
canna fumaria del caminetto
installato nell’appartamento
sito al piano terra.
A.M.
SOCIALE
11
OBIETTIVI. Una politica per la sicurezza ben strutturata
Dialogando di sicurezza con Alberto Grancini
La richiesta di sicurezza cresce
ogni giorno. Il fatto che le Istituzioni diano una risposta equilibrata e soddisfacente rappresenta
il vero e unico freno alle derive
autoritarie. Ancora oggi però una
parte della politica sottovaluta il
problema, e lascia libero il campo
all’autogestione di chi urla più
forte o di comitati “spontanei”
che disegnano così soluzioni parziali e autoritarie per questioni
serie di sicurezza urbana.
Parlare di sicurezza non è un tabù,
ma è semplicemente il riconoscimento obiettivo di un diritto del
cittadino. Il diritto alla sicurezza
in casa propria, per le strade della
propria città o sul posto di lavoro
rappresenta ormai la richiesta di
soddisfazione di un diritto fondamentale a cui lo Stato e gli Enti
locali devono dare risposte concrete e non opzioni ideologiche.
La Regione Lombardia, da 15
anni governata da Formigoni,
non ha prodotto soluzioni sufficienti per la sicurezza dei cittadini. Nella stessa Milano si sono
ascoltati solo propaganda e slogan, in particolare dalla Lega
Nord e dagli ex di An, come se
non fossero loro i responsabili
di una cattiva gestione. Loro che
amministrano la città dal 1993.
Diverso l’approccio che ho portato avanti nel mio lavoro di
assessore alla Sicurezza nella
Provincia di Milano guidata da
Filippo Penati, che in cinque
anni ha prodotto risultati concreti
come l’attivazione di 24 progetti
di sicurezza partecipata, sottoscritti da 115 Enti locali, con il
coinvolgimento non solo di 600
agenti di Polizia locale ma anche
delle associazioni riconosciute
come i carabinieri in congedo,
poliziotti in pensione, le Guardie
Ecologiche Volontarie (GEV), le
Alberto Grancini
guardie ittico venatorie, la Protezione civile.
Tutto ciò è frutto di un impegno
condiviso con il Consiglio Provinciale, che ha trovato sostenitori importanti nel consigliere
provinciale Roberto Caputo e
nell’ex capogruppo del Pd Arianna Cavicchioli, con i quali siamo
riusciti a destinare oltre sei milioni di euro all’anno per prolungare l’attività degli agenti di polizia locale in ore serali e notturne
sulle strade dei nostri Comuni e
dare quindi un forte segnale di
presidio del territorio.
La chiave per la risoluzione dei
problemi che caratterizzano la
nostra area metropolitana è una
combinazione di interventi finalizzati a garantire la legalità
e a sostenere lo sviluppo come
fattore per risposte durature alla
richiesta di imprese, lavoratori e
cittadini. È giunto il momento di
promuovere una politica per la sicurezza ben strutturata, organica
e soprattutto condivisa dai cittadini che devono ritrovarsi protagonisti.
È questa una delle numerose
motivazioni che mi portano
a sostenere la candidatura di
FILIPPO PENATI presidente per
l’alternativa lombarda il 28 e 29
Marzo.
Alberto Grancini, già Assessore
Provinciale alla Sicurezza della
Giunta Penati dal 2004 al 2009
REDAZIONALE A PAGAMENTO
PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO
12
ECONOMIA
IMPRENDITORIA. Perché serve una politica territoriale coordinata
© FEDERICO CAVICCHIOLI
Crisi, rilanciare le potenzialità del territorio “unico”
La crisi mondiale che stiamo
affrontando non risparmia
certo il nostro territorio. Per
questa area, essa viene più
da lontano, perché il tessuto
economico locale ha subito
profonde trasformazioni negli ultimi 20 anni. Le grandi
aziende si sono via via spente o sopravvivono senza grandi prospettive. Un esempio
eclatante è quello della Franco
Tosi di Legnano, ora di proprietà di un gruppo indiano
del quale non si sono capite
ancora le intenzioni.
Il 2009 è poi stato per molte
imprese
disastroso.
Moltissime aziende hanno chiuso
il bilancio in rosso. In generale
le perdite di fatturato passano
da un meno 25% ad un oltre
50% dando perciò origine
al ricorso, da parte di molte
realtà produttive, alla cassa
integrazione. Dopo una serie
interminabile di annunci che
davano il 2010 come un anno
che avrebbe visto una ripresa,
si assiste nella realtà a modestissimi e traballanti segnali di miglioramento economico che, certo, non inducono gli
imprenditori a riprendere gli
investimenti.
Che dire poi del sistema bancario che pare più attento a
medicare le proprie ferite che
a sostenere le aziende sane
che soffrono per crisi di liquidità? Sarà interessante vedere come il sistema bancario
si comporterà quando verranno depositati i bilanci 2009
con l’esposizione delle perdite
d’esercizio. La classe imprenditoriale e le aziende non chiedono assistenzialismo finanziario ma, chi dimostra di
avere idee e di saper condurre
la propria azienda con progettualità e controlli adeguati,
deve essere messo in condizione di ricorrere al credito
bancario.
C’è di che scoraggiarsi, ma
credo che una classe imprenditoriale debba comunque
guardare avanti perché è proprio nei momenti di crisi che
nascono le idee migliori e le
conseguenti opportunità.
Che fare dunque? Si può dire
che il sistema economico di
questo territorio non ha confronti in tutta Europa. Solo
alcune realtà tedesche presentano delle analogie. La
ricchezza della diversificazione produttiva è unica e rap-
presenta un’opportunità eccezionale ma la nostra zona è
lasciata a se stessa, senza una
vera condivisioni di obiettivi.
Non si è ancora capito sino in
fondo che la globalizzazione
ha cambiato il mondo e che
oggi non sono solo le singole
aziende che si contendono i
mercati, ma sono i territori
in competizione tra loro che,
facendo sistema, creano le
condizioni economiche favorevoli per un’economia sana e
produttiva di ricchezza.
Ma dove si va senza politiche
coordinate sovracomunali che
riguardano l’ubicazione di
adeguate e competitive zone
industriali? Perché si consuma
territorio spesso in modo irrazionale creando zone industriali a macchia di leopardo?
Dove si va senza una politica
coordinata sui trasporti e la
mobilità?
Sul territorio, tuttavia, abbiamo delle importanti risorse
che potrebbero essere valorizzate meglio e che potrebbero fungere da volano per
dare vita ad un vero e proprio
Piano Strategico per l’Alto
Milanese. Per non rimanere
nell’astratto, è bene definire
che cosa si intende per Piano
Strategico. Molto semplicemente si tratta di mettere in
atto una progettualità condivisa tra tutti i soggetti istituzionali e sociali del territorio che si interrogano sul
futuro a medio e lungo termine dell’Alto Milanese e della
vasta area del Ticino Olona
È una risorsa AMGA per le sue
attività che svolge, per esempio, nel settore energetico,
delle reti ma anche perché la
società è proprietà dei cittadini dei comuni di Legnano,
di Parabiago, di Canegrate,
di Villa Cortese, di Buscate
e infine del comune di Magnago. AMGA ha avviato la distribuzione di calore attraverso il teleriscaldamento.
Possiede quote in società che
dovrebbero produrre energia
elettrica a basso costo. Può
essere, dunque, un attore importante per lo sviluppo economico del nostro territorio.
È necessario uno sforzo comune della politica, del mondo imprenditoriale, degli attori sociali, delle associazioni
di categoria, perché questo
nostro territorio così unico e
ricco di iniziative trovi la capacità di sostenere e di attirare nuova imprenditorialità
anche ad alto valore tecnologico, nell’interesse generale dei
suoi cittadini.
Alberto Centinaio
ELEZIONI REGIONALI 28 E 29 MARZO 2010
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13
“Fattore cubo”, la speculazione edilizia nelle nostre città
Nelle nostre città circola da
qualche tempo una nuova
unità monetaria: si chiama
cubo, non è cartacea, né metallica. Somiglia piuttosto ai
titoli di credito ed ha libero
corso in tutto il sistema di
transazioni pubblico-privato.
Il cubo è l’unità di misura delle volumetrie, dei diritti edificatori. È una moneta astratta,
non si vede e non si tocca, ma
è alla base di tutte le trattative urbanistiche, può essere
comprato, ceduto, scambiato
o barattato. Tutto può essere
trasformato in volumetrie e
tutto si può ottenere attraverso la concessione di volumetrie. Quando hanno finito
il loro corso, i cubi vengono
rottamati, né più né meno
come la cartamoneta.
Al contrario delle banconote,
però, invece di venire bruciati, i cubi improvvisamente
si materializzano nelle nostre
città: manufatti dal dubbio
gusto e spesso dalla scarsa
utilità, fabbricati troppo costosi per essere commercializzati. Spesso la rottamazione
si interrompe a metà strada, e
così si aprono cantieri che non
si sa bene quando verranno
portati a termine, si scavano
fondamenta dalle quali a volte
affiora l’acqua di falda, si
realizzano recinzioni accessibili solo agli addetti, ma dentro le quali nessuno sa cosa
succede.
La penuria finanziaria in cui
sono stati relegati i comuni
italiani sembra dunque aver
trovato nella concertazione
urbanistica la propria via
d’uscita. Si tratta, a ben vedere, di una non scoperta,
perché non c’è nulla di nuovo
nell’utilizzare parte del valore
prodotto dalla rendita fondiaria per fini pubblici. Il dibattito urbanistico nazionale,
per oltre un secolo, dall’Unità
d’Italia a una decina d’anni
fa, si è sgolato attorno ai meccanismi di formazione della
rendita e ai modi in cui il controllo di questi meccanismi
poteva essere piegato a favore
della comunità civica e di uno
sviluppo equilibrato della città. Che i terreni producessero
moneta sonante, attraverso
incrementi di volumetrie
edificatorie o cambi di destinazione d’uso, non è dunque
una trovata dell’ingegneria
economica.
Anzi, è proprio la perdita di
consapevolezza della problematicità del fattore rendita
la novità dei nostri giorni. Ed
è proprio a causa della perdita di questa consapevolezza
che la rendita, fondiaria e immobiliare, sembra aver vinto
definitivamente la propria
battaglia e annichilito tutte
le sacche di resistenza, politica e culturale, presenti nelle
città italiane. Semplicemente
la rendita è scomparsa dal di-
battito pubblico sulla città.
Intendiamoci, gli urbanisti conoscono bene le sue origini e i
suoi effetti, ma nel confronto
politico e nel mondo delle istituzioni, è raro che questo
tema faccia capolino.
Innominata o ignota che
sia, gli effetti che la rendita,
edilizia-fondiaria-immobiliare, produce sono molto
concreti e ben visibili nelle
nostre grandi e piccole città:
la proliferazione scriteriata di
outlet e centri commerciali, il
cui numero supera ormai largamente le esigenze del sistema distributivo, il tramestio
volumetrico-affaristico
che
accompagna le trattative sulle
bonifiche e la messa in sicurezza dei terreni inquinati,
la difficile riconversione delle aree industriali dismesse,
l’arrancare dei comuni attorno al tema della riqualificazione dei quartieri degradati,
senza dimenticare le nuove
costruzioni.
Che importa se i centri commerciali non servono?! Un
permesso di costruire può
comunque far salire, e di
molto, il valore di un’area
precedentemente destinata
alle attività agricole. Perché
affannarsi a perseguire i responsabili dell’inquinamento
dei terreni?! Basta concedere
un po’ di volumetrie aggiuntive a chi vuole prendersi in
carico le aree e saranno queste
a produrre il plusvalore necessario a compensarne i costi. A
che scopo cercare di proteggere il tessuto produttivo delle
nostre città?! Una volta lasciati libere dalle fabbriche
quei terreni varranno molto
di più. Perché cercare di rivitalizzare i nostri quartieri
e darsi da fare per costruire
relazioni e socialità?!
È così che nel futuro potremo
celebrare i fallimenti di oggi.
Mario De Gaspari
PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO
14
TEMPO LIBERO E CULTURA
Anche noi in Fiera!
Dal 12 al 14 marzo si è svolta a Milano, presso i padiglioni di Fieramilanocity,
la settima edizione di Fa’ la
cosa giusta!
Un evento che si propone di
diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche”
di consumo e produzione,
dando vita a eventi in grado
di comunicare i valori di
riferimento dell’Economia
Solidale e valorizzare le
specificità e eccellenze del
territorio, in rete e in sinergia
con il tessuto istituzionale,
associativo e imprenditoriale
locale.
Il nostro giornale, sempre attento a queste tematiche, era
presente, nel settore “Turismo
solidale”, presso lo stand realizzato dall’Associazione Culturale Vivinaviglio di Robecco
sul Naviglio e all’Associazione
di promozione sociale Il Punto di Abbiategrasso.
Grande successo di parteci-
8 MARZO. Un pensiero da donne a donne
Una mimosa per loro
pazione e molto interesse al
progetto “Seguendo le voci
del fiume” presentato da Vivinaviglio e Il Punto. Seguiremo
con interesse gli sviluppi di
questo progetto e informeremo i nostri lettori delle iniziative in programma.
Intanto per chi ne volesse sapere di più ed “entrare in rete”
potete contattare per l’Ass.
Culturale Vivinaviglio: info@
vivinaviglio.it; per APS Il Punto: [email protected].
ASSOCIAZIONISMO. Altomilanese
Fra le numerose iniziative
per la Festa della Donna, vogliamo segnalare la simpatica
idea delle atlete del Softball
Legnano, che partecipano al
campionato italiano di serie
A dell’Italian Softball League:
hanno deciso di portare a tutte
le signore ospiti delle case di
riposo della loro città una mimosa per l’8 marzo. Alla Casa
Residenza “S. Erasmo”, alla
casa residenza “A. e A. Pozzoli” e alla Casa Residenza “L.
Accorsi” si è festeggiato con
l’evento «Una mimosa per
loro». Le atlete sono passate
con cesti di mimose stanza per
stanza, regalando i fiori a tutte
le ospiti. «La tradizione di re-
galare mimose resiste nel tempo perché si tratta di un fiore
che esprime al meglio la personalità della donna. Anche
se all’apparenza sembra molto
delicata, la mimosa è invece un
fiore molto forte, prerogativa
che l’accomuna a tutte le donne - come ci spiegano -. Ogni
anno, al fiorir delle mimose, le
donne festeggiano per amore,
per allegria, per simpatia, per
amicizia, per solidarietà per
ricordare insieme che, anche
se il tempo trascorre veloce
portando qualche ruga e qualche capello bianco, nel cuore
di tutte le donne battono sempre l’entusiasmo e il coraggio».
F.B.
“AltoMilanese in Rete” è un’
“associazione di promozione
sociale”,
fondata
ufficialmente il 15 Giugno 2006. Non
ha finalità di lucro e si propone di svolgere attività di
utilità sociale a favore di associati o di terzi nel pieno rispetto della libertà e dignità degli
associati nei settori: culturale,
civile, sociale, ricreativo.
I soci fondatori, come il Presidente Paolo Testa, Alessandro
Berteotti, Alberto Centinaio,
Stefano Quaglia ed Eligio Bonfrate sono fortemente radicati
nell’Altomilanese, territorio
che comprende oltre 60 comuni a cavallo tra le province di
Varese, Milano e Como e soffre nel suo sviluppo sociale,
culturale ed economico della
mancata unità amministrativa.
Il vino di Milano. Questa
volta infatti raggiungiamo
il piccolo borgo di San Colombano al Lambro, enclave
della Provincia di Milano in
quella di Lodi.
San Colombano è il nome di
un monaco, abate, missionario evangelizzatore irlandese che qui lasciò il segno
del suo apostolato convertendo al Cristianesimo le
tribù padane stanziate sulle
rive del fiume Lambro.
Visitiamo l’Azienda agricola Panizzari: dal 1898 la
felice storia di un’ azienda
familiare, l’amore per la collina e per i suoi vini.
Nel 1997 prende avvio anche l’agriturismo; il punto
forte è la ristorazione in
una sala che rimanda il pensiero alle vecchie osterie
d’altri tempi, ispirandosi
alla vecchia cantina creata
dal fondatore dell’azienda
Angelo Panizzari.
È la più antica azienda vitivinicola di San Colombano al
Lambro; per la vendemmia
sono previsti stage durante
l’anno, dalla raccolta dell’uva
fino all’imbottigliamento. I
vitigni coltivati sono prevalentemente quelli della tradizione della zona.
Infatti la maggior produzione (circa il 65%) è data dai
vitigni di Barbera, Croatina
e Uva Rara, atti a diventare
componenti del San Colombano Doc Rosso. Per le uve
bianche la maggior produzione è coperta dal vitigno
Verdea, una tipologia autoctona vinificata solo qui; le altre
uve prodotte nei vigneti sono,
di colore rosso, il Pinot Nero e
un poco di Cabernet, mentre
a bacca bianca la Malvasia di
Candia, il Riesling e lo Chardonnay. Tutte le uve vengono
vinificate in proprio presso l’
azienda.
La nostra attenzione si sofferma sul Verdea Bianco IGT.
Questo vino, ottenuto dalle
uve Verdea un vitigno autoctono vinificato solo a San Colombano, viene prodotto secondo la tradizione applicata
alle moderne tecnologie. Si ottiene un vino leggero, fresco e
fruttato di ottima freschezza.
La naturale fermentazione ne
esalta gli aromi ed i profumi
delicati. È un vino ottimo
come aperitivo insieme alla
mitica raspadura lodigiana
o con un pezzetto di grana
padano, si abbina ad antipasti
magri, pesci bianchi di mare e
acqua dolce.
L’azienda accoglie ragazzi di
tutte le età per le visite guidate.
Visitiamo ora il borgo di San
Colombano partendo dal Castello, che tradizione vuole
sia opera di Federico I il Bar-
in rete
L’Associazione nasce per svolgere “per” e “in” tale territorio una attività prevalentemente di cultura e politica
- con particolare attenzione
ai problemi sociali, alla collaborazione tra le amministrazioni locali ed allo sviluppo
dell’informazione grazie alle
nuove tecnologie della comunicazione; lo strumento principale con cui l’associazione
svolge la propria attività è il
sito internet www.altomilaneseinrete.it che e mette in rete
notizie, idee, progettualità ed
esperienze del territorio .
Come spiega il Presidente
Paolo Testa “l’Associazione
si propone diverse finalità,
tra cui la promozione e lo
sviluppo di una identità del
territorio Altomilanese; promuovere in tale ambito la cir-
colazione delle informazioni e
lo sviluppo della cooperazione
tra soggetti pubblici e privati in ambito locale; favorire
l’identificazione dei bisogni
specifici di tale territorio con
particolare riferimento ai
problemi dei consumatori, ai
rapporti tra cittadini e istituzioni locali, ai bisogni sociali,
al miglioramento della qualità della vita, allo sviluppo
sostenibile negli ambiti della
mobilità, dell’energia e del
turismo; promuovere e contribuire a realizzare progetti
di natura sociale, politica e
infrastrutturale per tale territorio”.
Nel 2009 il sito è stato completamente rinnovato. Tutti coloro che lo desiderino possono
inviare contributi che troveranno spazio sul sito.
F.Q.
barossa e il parco adiacente, le
chiese di San Colombano, San
Rocco e San Francesco, percorriamo le antiche strade del
borgo raggiungendo il caratteristico Portone.
Non possiamo non fermarci al
Lazzaretto e alla seicentesca
Villa Valbissera. Quest’ ultima
è una villa padronale facente
un tempo parte di una cascina,
dotata di una splendida chiesetta. Infine non si può non
visitare la casa natale di Don
Carlo Gnocchi, fondatore della
Pro Juventute e dell’infanzia
mutilata e abbandonata, da
poco Beato.
Si segnala che la terza domenica di settembre si svolge il
“Palio del Guiderdone”e con
il patrocinio della provincia di
Milano la “Sagra dell’Uva”
con il concorso delle “Margotte di uva”, le sfilate di
carri allegorici e la rassegna di
vini tipici, che vede ogni anno
la presenza di migliaia di
visitatori. Abbiamo fame?
Non possiamo che tornare
all’agriturismo nella sala di
degustazione e ristorazione
con i suoi ampi tavoloni e
panche: un luogo unico.
Le specialità sono oltre i vini da abbinare alle loro
produzioni le verdure, le
carni di maiale, pollo e tacchino, la selvaggina da pelo,
i dolci casalinghi, e i prodotti tipici locali quali salumi,
formaggi e carni di manzo
delle loro collegate aziende
agricole. Si può gustare, in
particolare, la classica cassoeula milanese, la busecca,
un delizioso spezzatino di
cinghiale con polenta, oppure un semplice piatto di
salame nostrano e raspadura lodigiana. Il costo si aggira sui 10-30 euro e la prenotazione è obbligatoria.
Francesco Biglieri
LETTERE E APPUNTI
15
“L’India sconosciuta” a Genova
Nell’ambito della manifestazione “India a Genova”,
rassegna dedicata alla cultura
indiana promossa da Comune
di Genova, Fondazione per la
Cultura, Regione Liguria, curata dal CELSO – istituto di
Studi Orientali, con il patrocinio del Ministero Italiano
per i Beni e le Attività Culturali e l’Ambasciata dell’India,
dal 20 marzo al 23 maggio
2010, sarà protagonista la
mostra “Adivasi. India sconosciuta”.
Grande il numero degli oggetti esposti che descrivono uno
dei capitoli meno noti della
storia di questo Paese, quello
delle popolazioni tribali.
Un quadro inedito e originale
di una civiltà straordinaria.
Sculture in bronzo, terracotta,
ottone e legno; strumenti mu-
sicali; armi; maschere cerimoniali; un antico calesse; ornamenti, monili, abiti, tessuti,
ceste e copricapo tradizionali,
solo per citarne alcuni.
Una sezione fotografica che
illustra la sorprendente diversità di queste etnie completa
la mostra.
Oggetti e foto appartengono
alla collezione personale di
Roberta Ceolin e Claudio
Tirelli, appassionati ricercatori che da più di trent’anni
studiano la cultura tribale
dell’India.
La Fondazione per la promozione dell’Abbiatense
e
l’Associazione culturale Obiettivo sul mondo promuovono la
visita all’esposizione presso
Palazzo Bianco e Castello
D’Albertis di Genova.
[email protected]
Magistrati di Luciano Violante
Luciano Violante, autore del libro
Finalmente un libro che coniuga preparazione tecnicogiuridica ed esperienza politica. Finalmente un saggio
sul conflitto tra magistratura
e politica che non si risolve in
partigianeria e polemica fine a
se stessa.
Luciano Violante è stato un
bravo magistrato, è un politico
serio ed onesto (rarità ai tempi nostri) e si rivela ora anche
un ottimo saggista.
L’opuscolo, recentemente edito, rappresenta la situazione
attuale delle relazioni tra potere esecutivo e giudiziario in
maniera oggettiva e cercando
di ricostruirle sotto un profilo
storico.
“I giudici devono essere leoni, ma leoni sotto il trono”: è
questa la frase di Francis Bacon dalla quale Violante parte
per esprimere le proprie riflessioni ed esporre infine il
proprio ideale di equilibrio
tra i due poteri, costituzionalmente fondato.
Da una situazione di quasi
totale subordinazione del potere giudiziario a quello esecutivo, si è trapassati in taluni
casi ad un totale ribaltamento
di posizioni: ciò ha ingenerato
un vero e proprio conflitto tra
una parte dell’un potere ed
una parte dell’altro per avere
una sorta di predominio, conflitto che sicuramente non
costituisce buona cosa per il
bene pubblico.
Esaminando tale conflitto
sicuramente non condiviso,
l’autore si sofferma sull’esame
di quella ampia vicenda
giudiziario-politica che fu
“Mani pulite”. Vengono così
ricostruite le ragioni storiche
che permisero all’indagine di
avere il successo che ebbe e le
conseguenze della stessa sui
delicati rapporti tra magistratura e potere esecutivo.
Ma, al di là dell’esame di tale
rapporto e della dura condanna degli abusi di potere da
una parte e dall’altra, ciò che
è davvero mirabile nell’opera
è l’efficacissima riflessione
da parte dell’autore circa la
degenerazione dell’etica pubblica che, in quanto modello
di quella privata, ha inevitabilmente condotto ad una
società priva di solidi e validi
punti di riferimento morali.
Un libro da leggere insomma,
da meditare, da diffondere.
Eleonora Robbiati
Einaudi, pagg. 192, € 10,00.
Caro Lenny,
sono un uomo molto solo, ho 58
anni e per colpa del lavoro, che mi
occupa per molto tempo, non ho
avuto una relazione che sfociava
nel matrimonio.
Negli ultimi tempi sto frequentando una ragazza rumena di 26 anni
che svolge la “professione”. Mi sono
innamorato perdutamente di lei e
da lei ricambiato.
Vorrei avere una vita normale con
lei e costruire una relazione duratura.
Come posso liberarla dai suoi
aguzzini ?
Roby
Queste situazioni sono molto
pericolose perché queste ra-
gazze giunte in Italia dietro una
promessa di lavoro, alla fine finiscono nelle mani di bande di
criminali.
La soluzione migliore, affinché
tu non corra pericoli è quella che
tu e la ragazza vi rechiate dai carabinieri o dalla polizia e chiedete
protezione e cosa dovete fare.
Mi raccomando, caro Roby, non
metterti nei pasticci.
E vedrai che l’amore vincerà.
Una situazione sentimentale difficile? Un litigio tra amici che non sai come ricomporre?
Chiedi aiuto a Lenny, l’Amico del Cuore: poche parole per aiutarti a trovare la soluzione.
Scrivi a [email protected]
a quattro zampe
Loris è un border maremmano
di taglia media, manto bianco
con inserti puntinati di nero
sfavillante: fascia nera sul
muso con due occhi gialli che
parlano d’ amore.
è il minimo che possa avere
dopo che la sua vita è stata
solo sofferenza. Sta seguendo
una terapia comportamentale non perché sia negativo,
ma per aiutarlo a dimenticare il dolore dell’anima e sta
reagendo ottimamente. Vi
prego ora ha bisogno di una casa
piena d’amore: diamo a Loris
ciò che merita e che il suo sogno diventi realtà.
Lui è stato salvato dall’inferno
di Matera, lasciato morire con
altri mille cani, non sapeva
cosa fosse il mondo, non
sapeva cosa fosse la vita, non
sapeva cosa fosse l’affetto
umano dato che le botte erano
all’ordine del giorno. I suoi occhi ricordano ancora pensieri
che noi NON sapremo…mai….
ma; una cosa è certa: che Loris
è un cane magico, dolce, riservato. Va d’accordo con tutti
cani, teme un po’ l’uomo ma
Per info Melania
320/6843497 320/6843497
[email protected]
Barbara
347/4704691 347/4704691
[email protected]
Chi ci protegge dallo scudo fiscale?
Lo scudo fiscale è stato un
successo, afferma l’ennesimo
ministro durante il solito dibattito. E giù cifre, dati. Ed
altre affermazioni: se non ci
fosse stato lo scudo fiscale, la
finanziaria 2010 sarebbe stata
pareggiata con altre tasse, che
il governo di centro-destra
non voleva e non ha voluto.
Se fosse possibile un po’ di ironia, varrebbe la pena a questo
punto dire un forte grazie agli
evasori fiscali. Se loro non
avessero pensato di evadere,
oggi il governo di centro-destra sarebbe stato costretto,
suo malgrado, a mettere
nuove tasse.
Alcune timide considerazioni.
Se aumenta il costo dei francobolli, abbiamo nuove tasse?
Tecnicamente no, nei fatti sì.
Basta non scrivere. Potremmo
continuare in questo modo,
fino ad eliminare tutto o quasi.
Il vero problema è il solito:
l’utilizzo di una qualsiasi sanatoria, che si tratti di scudo
fiscale o di concordati strani
anche in materia edilizia, è
un premio che si dà a chi ha,
in ogni caso, violato le leggi di
questo Stato. Se, addirittura,
è il Capo del Governo (come
è accaduto nel passato) a teorizzare l’evasione fiscale come
arma di legittima difesa (?),
allora vuol dire che siamo alla
frutta.
Sono convinto che esiste una
debolezza nel ragionamento
dei vari ministri e, peggio,
sottosegretari, quando affermano che lo scudo fiscale
ha impedito manovre di aumento delle tasse. In quel
momento, infatti, affermano
un principio pericoloso, e cioè
l’impotenza o la connivenza
con gli evasori, che – lo ricordo in ogni caso – hanno sempre violato le leggi dello Stato
e non hanno contribuito alle
spese dei servizi necessari per
una comunità vasta quale è
una nazione.
Non voglio teorizzare come
Padoa Schioppa che pagare
le tasse è bello, ma è sicuramente bello impostare e realizzare una vera campagna di
lotta e di recupero fiscale contro l’evasione.
Pagare tutti, pagare meno è
stato uno slogan importante
per le masse popolari negli
anni delle lotte operaie. Ministri come Visco hanno dimostrato nella loro esperienza
governativa che si può fare
una giusta lotta all’evasione
fiscale (anche se qualche correttivo andava messo ad alcune intuizioni, come per gli
studi di settore). Vogliamo,
allora, ricominciare a sperare
in un fisco più giusto, senza
premi a chicchesia?
Gianni Schicchi
16
Associazione Terre d’acqua
Tel 02 9422133 – 02 58111829
[email protected]
www.consorzioterredacqua.com
Il Consorzio Agrituristico
Terre d’Acqua è composto
da un sistema di imprese
agrituristiche che si propongono di valorizzare il territorio attraverso una vasta
gamma di servizi, certificati
collegati all’impresa agricola
e allo Sviluppo di una profonda etica sociale.
Le Terre d’Acqua si sviluppano
nelle zone limitrofe alla città di
Milano; il consorzio agrituristico
ha scelto questo nome proprio
perchè comprende agriturismi
con sedi dislocate sul territorio
della provincia milanese.
Nelle aziende del consorzio troverete alloggio a stretto contato con la natura e nel pieno
rispetto dell’ambiente, scoprirete una ristorazione che discende da antiche e nobili radici culturali, acquisterete prodotti certificati nei profumati e
sinceri spacci aziendali.
Vi invitiamo visitare le fattorie
didattiche con i loro laboratori
in continua trasformazione e a
lasciarvi trasportare dai salutari
percorsi proposti dai gestori,
all’insegna di un’accoglienza
genuina,fortemente legata ai
valori della terra, della natura e
della tradizione.
Al consorzio aderiscono 11
agriturismi:
Azienda Agricola e Agrituristica
Via Cascina Selva, 1
20080 Ozzero MI
Tel 02 9407039
E-Mail: [email protected]
www.cascinaselva.it
Cascina Selva
Cascina Caremma
Cascina Bullona
Agriturismo Aia
Cascina Isola Maria
Cascina La Forestina
Strada per il Ticino
20080 BESATE (MI)
Tel 029050020
Fax 0290504181
www.caremma.com/
[email protected]
Pontevecchio di Magenta
Strada Valle, 32
Tel. 02 97292091
02 97292091
www.agriturismobullona.it
[email protected]
Cassinetta di Lugagnano
Loc. Cascina dei Piatti Tel. (+39) 02/94249090 (+39) 02/94249090
Cell. (+39) 347/0023121
www.agriturismoaia.it [email protected] Albairate (Milano)
Tel. 0039 02 9406922 [email protected]
www.isolamaria.com
Bosco di Riazzolo
Tel 02 90389263
20080 Cisliano – MI
[email protected]
www.laforestina.it
Cascina Grassina
Cascina La Palazzina
Cascina Murnee
Cascina Santa Brera
Cascina Scanna
20080 Albairate MI
Tel 346 26 04313
[email protected]
Via Palazzina, 1
20080 ALBAIRATE (MI) tel. 02.94920564 cell. 347.0589855
info@agriturismocascina
lapalazzina.it
www.agriturismocascina
lapalazzina.it
Agriturismo cultural didattico
Via Volloresi ,40
Busto Garolfo MI
Tel 0331 567428
www.murnee.org
[email protected]
20098 San Giuliano Milanese
(MILANO)
tel. e fax (+39)02-9838752
cellulare 348-2627530 348-2627530
e-mail: [email protected]
www.cascinasantabrera.it
Azienda Agricola Chiara Dufour
Cascina Scanna, 8-12
20080 Cisliano (MI)
+39 3880602003
+39 3402903096
fax +39 029018408
mail [email protected]
www.cascinascanna.it
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