Reg. tribunale di Milano nr 323 del 10/7/2009 - Reg. Roc in corso - COPIA GRATUITA Periodico di informazione libera e gratuita del Ticino Olona Il 28 e 29 marzo si vota per le elezioni regionali Finalmente in questi giorni si inizia a parlare di programmi, dopo alcune settimane in cui la politica ha parlato solo di liste, ricorsi, verbali e firme. Ora è tempo di confrontarsi sui progetti per la nostra Regione, sul suo futuro ed è necessario dare risposte ai problemi grandi e piccoli che ciascun cittadino lombardo sente quotidianamente. Per la Regione Lombardia sono sei i candidati presidenti. Roberto Formigoni è sostenuto dal Popolo delle Libertà, Lega Nord e La Destra, mentre Filippo Penati è sostenuto da sei liste: Italia dei Valori, Partito Democratico, Sinistra ecologia e Libertà, Partito Pensionati, Partito Socialista Italiano e Verdi. Savino Pezzotta è il candidato presidente dell’Unione di centro, Vittorio Agnoletto della Federazione della Sinistra (Prc e Pdci) Gian Mario Invernizzi è il candidato presidente di Forza Nuova mentre Vito Crimi è il candidato del Movimento Cinque Stelle. Palazzo Lombardia, nuova sede del Consiglio regionale lombardo SOLIDARIETÀ. Caritas Zero Poverty. Agisci Ora Parte in Lombardia la campagna contro la povertà e l’esclusione sociale. Tante le iniziative in programma nelle diocesi della Regione. Con il convegno “Cancellare la Povertà, una sfida per l’Europa”, svoltosi a Milano il 12 marzo 2010, le Caritas della Lombardia hanno lanciato la campagna “Zero Poverty”, pensata da Caritas Europa, come contributo alle iniziative promosse dalle istituzioni comunitarie nell’anno europeo di lotta alla povertà. Scopo della campagna è chiedere alle istituzioni comunitarie e nazionali l’impegno entro il 2015 a eliminare la povertà infantile, aumentare del 50% gli alloggi popolari e potenziare i servizi sociali e sanitari, diminuire del 5% la disoccupazione e garantire a tutti un livello minimo di protezione sociale. Sono questi i punti principali contenuti nella petizione che le Caritas invitano a sottoscrivere. Obiettivo è raccogliere entro il 2010 un milione di firme in Europa, 150 mila in Italia, 25 mila in Lombardia. I cittadini potranno sottoscrivere “la petizione contro la povertà” e quindi aderire alla campagna sul sito ufficiale www.zeropoverty.org o durante le iniziative che le Caritas diocesane organizzeranno durante l’anno. di Paolo Bignamini Cari lettori, assumo la direzione di “In Piazza” proprio nel numero del mese di marzo, per la gran parte dominato dalle tematiche della competizione elettorale. Il caos liste, che ha interessato anche la nostra Regione, ha probabilmente aumentato il sentimento di sfiducia nei confronti della classe politica, e del ruolo stesso della politica. Da un lato, vi è la percezione diffusa che “i politici sono tutti uguali”, e che il potere logori chi ce l’ha. Nel senso che l’odore dei soldi e l’ebbrezza del comando portano sovente a “sporcarsi le mani”. Da un altro punto di vista, abbiamo imparato, a spese della nostra storia politica, che il potere logora anche chi non ce l’ha. Ecco il senso di smarrimento di un’opposizione che da tempo cerca un dialogo con una società che fatica a rappresentare. D’altro canto, l’elevato tenore di vita delle nostre zone, dei territori in cui viviamo, ha portato negli anni al con- COMPOSIZIONI FLOREALI PER TUTTE LE OCCASIONI LEGNANO Via Don Bosco, 1 Tel. 0331.541061 Floricolture: Via Cottolengo, 1 ferimento di una delega assai forte alla maggioranza di centrodestra che da molte legislature governa la Regione (e molte amministrazioni provinciali e comunali). Una delega di fiducia non deve mai, tuttavia, diventare un delega in bianco, soprattutto adesso che difficilmente cambieranno gli equilibri della politica in Lombardia. Soprattutto ora che si profila all’orizzonte la sfida di Expo 2015. Una coscienza civica che vigili, e che si esprima anche attraversa il giusto potere di controllo della stampa: è questo l’impegno che mi sento di prendere nella sfida di guidare “In Piazza” nei prossimi mesi. Paolo Bignamini Allarme cocaina “Fattore cubo”, in Lombardia la speculazione Un consumo doppio edilizia nelle rispetto alla media nostre città nazionale 2 REGIONE, PROVINCIA, COMUNI Facci sapere le tue opinioni. scrivi a [email protected] HAITI. Solidarietà milanese Acqua a un milione e mezzo di terremotati Regole, ah le regole! Quanta insofferenza nei confronti di queste regole. Il recente caso-caos liste ha dimostrato la siderale distanza tra la percezione delle cose che ha il mondo della politica e quella che ne ha il mondo comune. Ovvero: il malessere di chi capisce che le regole non sono uguali per tutti. Non importa poi che cosa voteremo nella solitudine della cabine elettorale, se in massa la Lombardia confermerà il governatore uscente. Se il presidente del consiglio resterà un simbolo politico dell’antipolitica. Se l’opposizione troverà la misura per approfittare delle gaffes della maggioranza, tra le reazioni troppo tiepide e quelle surriscaldate. Quello che conta è che molti di noi si sono sentiti a disagio, perché quando un imprenditore consegna in ritardo una domanda al protocollo per un bando, ne viene escluso. A disagio, perché quando nostro figlio viene iscritto in ritardo all’asilo, resta fuori dalle liste. È difficile spiegarci che il potere politico può, con un decreto, prorogare i termini per se stesso. Salvo poi scoprire che non può. È difficile accettare che la campagna elettorale parli finora quasi solo di questo pasticcio, anziché dei contenuti di una competizione che è amministrativa, e che quindi deve giocarsi su tematiche territoriali (in Lombardia: treni, smog, sanità...). Difficile di conseguenza arginare i qualunquismi: casta, antipolitica, sprechi e incapacità della classe politica... Ora ne siamo fuori, soprattutto in Lombardia, con la riammissione – peraltro senza nessun ausilio di decreti ad hoc – della lista Formigoni: resta qualche maceria, qualche ruggine che di certo condizionerà in parte il risultato. Almeno nelle altre Regioni, dove la vittoria è incerta. P.B. Sono potenzialmente in grado di assicurare acqua a un milione e mezzo di terremotati haitiani i 15 potabilizzatori che la Provincia di Milano, grazie al contributo delle sue partecipate Amiacque e Cap Holding e in virtù del coordinamento operato dalla Regione Lombardia, ha già messo a disposizione della comunità caraibica colpita dal catastrofico sisma dello scorso gennaio. Sono stati portati, a bordo di un cargo messo gratuitamente a disposizione dalla compagnia aerea «Bluepanorama», da subito in prima fila nella gara di solidarietà, dieci potabilizzatori, che andranno ad aggiungersi agli altri cinque spediti il 14 febbraio scorso. Gli impianti, dopo l’arrivo a Santo Domingo sono stati trasferiti a Port-au-Prince sotto la regia di Padre Giuseppe Durante (Congregazione degli Scalabriniani) in vista dell’utilizzo da determinare in sinergia con il console d’Italia ad Haiti Giovanni De Matteis. Un tecnico di Amiacque invitato in loco al seguito dei potabilizzatori provvederà a istruire sull’isola personale adatto all’uso degli impianti. «All’indomani del terremoto - ha dichiarato il presidente dell’Ente, Guido Podestà -, abbiamo voluto che la Provincia di Milano contribuisse concretamente al sostegno della popolazione haitiana decimata dal tragico sisma. Siamo riusciti, giocando di squadra con la Regione, Amiacque e Cap Holding e mettendo al bando sia inutili viaggi di rappresentanza a Port-au-Prince sia controproducenti sticcaggi di cibo in Italia, a sviluppare questo progetto delineato in poche ore a Palazzo Isimbardi, che ci permette di fornire alla popolazione haitiana il bene primario dell’acqua potabile. La politica del fare che contraddistingue la nostra Amministrazione si deve, del resto, estendere, anche alla solidarietà. Ringrazio tutti quelli che si sono spesi affinché gli impianti giungessero a destinazione e funzionassero». Don Ciotti ricorda le vittime di mafia La Giornata della memoria per ricordare le vittime della mafia continua il suo viaggio per l’Italia e quest’anno giunta alla sua XV edizione, ha come palcoscenico Milano. Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”, promotore dell’iniziativa, per la ‘manifestazione’ del 20 marzo (quest’anno anticipata di un giorno, rispetto alla data abituale), riafferma che “ il senso della manifestazione è un ‘abbraccio’ vero, grande e sincero, a quelle centinaia di familiari delle vittime, che sfilano per le vie della citta’, insieme ai giovani provenienti da 30 paesi europei e anche da 5 dell’America Latina. Questo perche’ il problema della mafia e’ trasversale, non ha confini”. La raccomandazione di Don Ciotti è di “non strumentalizzare Libera. Dobbiamo Don Luigi Ciotti stare tutti dalla stessa parte, quella della giustizia”. La scelta di Milano non è casuale. “Il problema delle mafie – continua Don Ciotti - non riguarda solo alcune regioni del nostro paese. E il numero dei beni confiscati in Lombardia sono il segno della presenza di investimenti della mafia: 639 beni confiscati in questa regione, e 116 Comuni coinvolti”. “In Lombardia le mafie sono presenti - ha aggiunto per noi è importante sottolineare le cose positive che ci sono ma anche cogliere le ferite, le contraddizioni. E’ una regione stupenda ma dove le mafie hanno costruito tanti percorsi”. E proprio a questo proposito Don Ciotti ha parlato dell’allarme per la ‘quinta mafia’ quella dei colletti bianchi, del potere finanziario e immobiliare. di Alberto Stella* Mensile free press in PIAZZA Anno 2 nr. 3 | Marzo 2010 reg. Tribunale di Milano nr. 323 del 10/07/09 Registrazione al Roc in corso Editrice: Ticino Olona srl Legnano [email protected] Stampa: SarNub - Cavaglià (BI) Stampato il 22 marzo 2010 Direttore responsabile: Paolo Bignamini Redazione: via Bezzecca, 22 20025 Legnano (MI) tel. 0331020968 [email protected] Progetto grafico: Elena Lah tiratura cartacea: 30.000 copie newsletter inviate: 1.320 A cosa serve vietare il cellulare a scuola? Ultimamente si fa un gran chiacchierare sull’uso del telefonino nelle scuole. Si vorrebbe toglierlo agli insegnanti e agli alunni, sperando così in una maggiore ‘educazione’, in una diminuzione degli atti di bullismo. Il divieto non servirà a nulla, l’educazione non si insegna togliendo un telefonino. Al limite scompariranno i filmati che testimoniano queste azioni. Quando andavo a scuola io ci passavamo i bigliettini tra i banchi, disegnavamo mentre il professore spiegava, non avevamo bisogno del tele- fonino per distrarci. Cambiano i modi, ma il problema rimane lo stesso. Forse gli insegnanti dovrebbero essere più severi. Ma forse non basta nemmeno questo. Ora pensiamo anche alla nuova parola: bullismo. Oggigiorno sentiamo la necessita di una classificare e analizzare ogni cosa, ma il “capo” del gruppo c’è sempre stato, il cretino che a scuola se la prendeva con i più deboli anche. Il problema è semmai che molti genitori non parlano con i loro figli, non sanno nemmeno cosa fanno a scuola, se hanno dei problemi con i compagni o meno… niente, il buio assoluto! E allora ecco che i ragazzi, forse persino più ingenui di quanto lo eravamo noi, per farsi vedere e per farsi notare ci mostrare i video ripresi con il loro aggeggio tecnologico. E i genitori più creduloni dei loro figli rimangono scioccati, perché fino a quel momento non ne sapevano nulla. Ma forse la colpa non è di questo tanto chiacchierato telefonino, forse le colpe bisognerebbe cercarle altrove. *Presidente Associazione Mazzafame Regione, PROVINCIA, Comuni 3 L’appello di Tettamanzi: “Reagire a un clima di illegalità e immoralità” Ha parlato del bisogno di reagire al “clima di illegalità e immoralità diffuso e contagiante” l’arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, nell’omelia della solenne celebrazione di inizio Quaresima che si è tenuta in Duomo. L’arcivescovo ha esortato, in questi giorni che portano alla Pasqua, a vivere appieno i dieci comandamenti che sono la strada da seguire indicata da Dio e che permettono di “realizzare il bene personale e dell’intera società”. Il cardinale Dionigi Tettamanzi EXPO. Podestà Il presidente della Provincia di Milano Guido Podestà «Milano si conferma la prima provincia della Lombardia per arrivi e presenze – ha dichiarato il Presidente Podestà -. Il bilancio 2009 fa prevedere un aumento del 5% rispetto al 2008. Dal 2010, anno in cui si consoliderà la ripresa economica, i dati non potranno altra strada per arrivarci che diventare umili, saggi e coraggiosi nel seguire i comandamenti di Dio”. Non solo della società ha parlato, ma anche della Chiesa che deve sempre più essere “santa e pura” vivendo i comandamenti. Una Chiesa che accoglie, annuncia il Vangelo e “fa dell’amore compassionevole e misericordioso di Dio verso tutti, a cominciare dagli ‘ultimi’ - ha concluso - la grande carta costituzionale del suo servizio al mondo”. A.C. ASSEMBLEA DEI SINDACI DELLA PROVINCIA. Stiamo lavorando per il progetto “Expo fuori le mura” Sono stati presentati, durante il dibattito “Milano reagisce alla crisi e conferma la sua attrattiva”, i dati sui “Flussi Turistici 2009” rilevati dalla Provincia di Milano. L’incontro si è svolto nell’ambito della Borsa Internazionale del Turismo, presso il Polo fieristico esterno di Pero-Rho. E proprio riferendosi alla società, l’arcivescovo ha spiegato che “occorre reagire con la pratica dei comandamenti al diffuso e contagiante clima di illegalità e immoralità che disorienta i cittadini e spesso finisce col danneggiarli”. Non è la prima volta che il cardinale rimarca le troppe divisioni, le “contrapposizioni” nella società. “Chi non desidera una società più onesta, più giusta, più incorrotta - ha osservato più solidale, più libera, in una parola più umana? Non c’è che migliorare, confermando Milano e la sua provincia quali mete turistiche d’eccellenza». Il presidente Podestà ha, poi, sottolineato la stretta connessione tra turismo e Expo 2015. «L’afflusso di espositori e visitatori italiani e stranieri, da oggi e oltre il 2015, ci obbliga a realizzare un sistema ricettivo di qualità, una rete di servizi dedicati all’accoglienza, progetti sviluppati per diffondere tradizioni storiche, artistiche e enogastronomiche del nostro territorio. Bisogna mettere in rete i Comuni, decentrare l’attenzione e l’interesse fuori le mura di Milano, studiare strategie di marketing territoriale mirate alla promozione delle aree decentrate e dei loro tesori anche naturali. Come i parchi e le zone agricole, le basiliche, ma anche le numerose cascine, e gli edifici storici dei quali reinventare funzionalità e finalità, come la riconversione in strutture ricettive di turismo rurale» Per tutte queste ragioni, l’Amministrazione Provinciale sta lavorando al progetto “Expo fuori le mur a”. A.C. Istituito il Comitato Antismog L’assemblea dei sindaci convocata a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, ha espresso all’unanimità parere favorevole all’istituzione di sindaci del Milanese, ha al momento indicato per la composizione del comitato i primi cittadini di Sesto San Giovanni (Giorgio Oldrini), Mira Bonomi), San Giuliano Milanese (Luigia Greco). Del comitato farà parte anche il Comune di Milano. Va registrato che dalla as- un comitato che, formato da tredici primi cittadini e coordinato dalla Provincia di Milano, avvii il primo studio sistematico sullo stato di inquinamento del territorio con l’obiettivo di promuovere interventi condivisi di contenimento dello smog. L’assemblea, che ha visto la partecipazione di settanta Rho (Roberto Zucchetti), Abbiategrasso (Roberto Albetti), Paullo (Claudio Mazzola), Settimo Milanese (Massimo Sacchi), Cornaredo (Luciano Bassani), Pioltello (Antonio Concas), Lacchiarella (Luigi Acerbi), Buccinasco (Loris Cereda), Cesano Boscone (Vincenzo D’Avanzo), Turbigo (Laura semblea dei sindaci, guidata dall’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti dell’Ente Giovanni De Nicola è emersa, al di là del colore politico, perplessità da parte della stragrande maggioranza dei presenti circa l’opportunità dei blocchi domenicali della circolazione effettuati o annunciati negli ultimi mesi. A.S. BAR CAFFETTERIA TAVOLA FREDDA PIAZZA IV NOVEMBRE, 5 LEGNANO 4 REGIONE, PROVINCIA, COMUNI Per la tua pubblicità chiama lo 0331020968 Allarme cocaina in Lombardia Un consumo doppio rispetto alla media nazionale Allarme cocaina in Lombardia, dove il consumo della polvere bianca è il doppio della media nazionale; tra i tossicodipendenti in cura alle Asl di Milano, uno su due è cocainomane. Dal 2003 al 2009 la Lombardia ha perso 250 operatori dei Sert, a fronte di un aumento del 38% degli utenti. La Regione destina alla cura delle dipendenze lo 0,7% del bilancio sanitario (circa 110 milioni di euro, di cui 45 al privato), la metà della percentuale raccomandata dalla Conferenza delle Regioni (1,5%) e inferiore anche alla quota raccomandata dall’Unione Europea (2%). Un “deficit di finanziamento” denunciato dai Sert lombardi durante un confronto con le forze politiche in vista delle elezioni regionali, in occasione del V Congresso di Federserd Lombardia. Pronta la risposta di Giulio Boscagli, assessore regionale, che ha anche ricordato i numeri delle dipendenze sul territorio regionale: “Il nostro sistema regionale è un punto di eccellenza riconosciuto a livello italiano e in qualche caso anche internazionale. In Lombardia ci sono 1,1 milioni di persone che almeno una volta nella vita hanno usato una sostanza, 700mila hanno provato la cannabis, 250mila la cocaina. Ci sono 91 servizi territoriali con oltre 800 operatori, a cui si rivolgono 38mila persone, di cui 11mila alcolisti e 9900 alcolisti e tossicodipendenti, oltre a 138 comunità terapeutiche con 5500 persone in cura. Il compito della politica? Ascoltare, recepire e trovare risposte”. Preoccupa quanto emerge dagli studi effettuati nei liquami di fognatura, nei depuratori e nelle acque superficiali del Ticino Olona: il livello di presenza di farmaci e droghe. Per quanto riguarda le droghe, quella presente in concentrazioni maggiori è risultata essere la BEG, principale metabolita della cocaina. Da una stima approssimativa, risulta, per quest’ultima, un consumo medio di 3,6 dosi al giorno ogni 1000 abitanti. Droga e spettacolo, cortocircuito mediatico Moda devastante: adesso spopola il crack Il dibattito sulla questione, a livello mediatico, è stato rilanciato dalle parole del cantante Morgan. Infatti è passato alle cronache il finimondo scoppiato in seguito all’intervista che il cantante della trasmissione X-Factor (e partecipante poi escluso dal Festival di Sanremo 2010) ha rilasciato a un mensile, e in cui dice al giornalista: «La droga apre i sensi a chi li ha già sviluppati, e li chiude agli altri. Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. La uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi (il crack) perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura. Ne faccio un uso quo- Il crack è una sostanza stupefacente nata in America molto diffusa anche in Gran Bretagna a partire dagli anni ottanta. Viene ricavata, tramite processi chimici, dalla cocaina. Essa viene poi assunta inalando il fumo dopo aver surriscaldato i cristalli in pipe apposite di vetro. Questa operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al suo nome. È uno stupefacente altamente pericoloso in grado di indurre seria dipendenza e rapida assuefazione sia psicologica che fisica. Inoltre è in grado di aumentare gli istinti violenti e disinibire i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta all’alienazione sociale a forme di psicosi, comportamenti asociali e criminali. Gli effetti del crack hanno una salita immediata, intensa e molto breve (3-4 tidiano e regolare». Con una buona dose di ipocrisia, Morgan è stato sottoposto a un vero e proprio processo televisivo che ha invero banalizzato la questione. Lui ha perso un po’ della sua aura di “poeta maledetto” an- dando a farsi intervistare da Bruno Vespa, decine di altri sedicenti esperti del “mondo dei giovani” non hanno perso l’occasione di pontificare sull’argomento. A dire la verità, non se ne sentiva proprio il bisogno. P.B. Baruffi (Udc): Basta con le affissioni abusive! “L’onestà di un programma politico nasce già nell’impostazione della campagna pubblicitaria” afferma con forza Luigi Baruffi candidato UDC al Consiglio Regionale e continua “dobbiamo sempre promuove una Politica in nome della Correttezza e dell’Onestà e per questo si deve dire basta agli sprechi ed ai soprusi delle affissioni selvagge, capaci solo di danneggiare il prossimo sporcando ogni angolo della città e coprendo manifesti onestamente e regolarmente es- posti. La rimozione delle affissioni abusive comporta inoltre un inutile spreco nell’utilizzo delle risorse pubbliche ed indica una grave mancanza di sensibilità ecologica, oggi più che mai indispensabile in una società che si reputa civile. Ho optato per una campagna politica un po’ più impegnativa ma sicuramente più onesta, limpida e rispettosa del prossimo e dell’ambiente, rispettando le regole e le norme”. E poi rincara la dose l’On. Luigi Baruffi” ai miei colleghi copre un avversario, guardiamo cosa avviene intorno a noi basta pensare al caso della TecniCant, azienda di 45 dipendenti che produce cantilever, scaffalature metalliche di grosse dimensioni a Bernate Ticino dove i lavoratori hanno ricevuto la lettera di licen- minuti). Gli effetti desiderati sono euforia e vivacità. Il rovescio della medaglia è un down molto pesante: la persona può sentirsi estremamente depressa e apatica, può sperimentare stati paranoici, nervosismo e irritabilità, insonnia o sonno eccessivo, diminuzione delle sensazioni di piacere e la voglia di rifumare può ripresentarsi esageratamente forte (intenso craving). Il crack induce dipendenza psichica e può portare un aumento del numero delle assunzioni. Un consumo continuato e prolungato può portare all’alienazione dell’individuo con sintomi simili alla schizofrenia o a stati paranoici accompagnati da deliri e allucinazioni. La morte di solito può sopraggiungere per overdose, per colpo di calore e arresti respiratori e/o cardiaci. ziamento senza preavviso o alla situazione di molte piccole e medie imprese che non ricevendo finanziamenti fanno fatica a continuare l’attività, costringendo molti imprenditori ad non assumere e a licenziare.” REDAZIONALE A PAGAMENTO Luigi Baruffi candidati invece di continuare in una lotta senza quartiere per chi prima affigge un manifesto o www.assesempione.info LEGNANese 5 SCUOLE LEGNANO. Scarseggiano le risorse umane? Assistenza mense scolastiche, il Comune rassicura le famiglie “Desideriamo rassicurare tutti a proposito della questione sull’assistenza mensa, emersa in occasione delle riunioni per le iscrizioni alla scuola primaria”. Così si apre una lettera firmata dal sindaco Lorenzo Vitali e dall’assessore Domenico Gangemi, inviata alle famiglie dei bambini che dovranno inscriversi alla scuola primaria. “È importante chiarire che l’ora del pasto a scuola è un momento di valenza educativa riconosciuta e importante. Proprio per questa ragione l’assistenza dei bambini durante la refezione è di competenza della scuola e la sua gestione è in capo a quest’ultima. È fondamentale che all’atto dell’iscrizione le famiglie richiedano il modello orario (tempo scuola) corrispondente ai propri reali bisogni, senza farsi influenzare da voci di corridoio o indicazioni nebulose. Solo in questo modo sarà possibile verificare l’effettiva necessità e la risposta concre- ta a questo bisogno da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale. L’Amministrazione Comunale, da sempre vicina ai bisogni delle famiglie, garantisce comunque la propria disponibilità ad incontrare le famiglie con i Dirigenti Sco- I “polaster” dj libertà A l’é bell nò venc ona partida regalada perché quell che ta ghee contra l’ha faj ona “vaccada”. Pero vun al dis; al sia come al sia, la colpa l’é staj la soa e nò la mia. Sont adree a parlà (l’hi giamo capii) di eleziòn, e de quell che han combinaa j amis del Berluscòn. So nò se sa podaraa medegalla su, anca cont l’aiutt del “bòn Gesu”. E se la ga andaraa ben , dovarann domandà perdòn, ingenoggiass e dì su so nò quanti “Rosarii e oraziòn”. Me sa fa a fà i ròbb inscì tant al tòcch. Fòrsi perché sa pensa che j alter cunten pòcch? Ma par che i “regol” sìen faj per vess rispettaa de tucc. Sa poeu nanca pescà in del Nevilj quand a l’é succ! Se de nò tirrem via i “Guardi”, i Carabiniee i Controlloeur, e lassem che ogni vun al faga come al voeur. Bià, marz 2010. lastici, per verificare insieme ogni possibile soluzione, nel caso in cui le risorse garantite dall’Ufficio Scolastico Provinciale si rivelassero insufficienti a coprire il fabbisogno, e si rendesse necessario un intervento aggiuntivo”. A.S. I “polli” delle libertà Non è bello vincere una partita regalata perchè l’avversario ha commesso on grosso errore. Però uno dice: sia come sia, la colpa è la sua e non la mia. Sto parlando (l’avete gia capito) delle elezioni, e di quello che hanno combinato gli amici di Berlusconi. Non so se si potrà rimediare la cosa anche con l’aiuto del “buon Gesu”. E se a loro andrà bene, dovranno chiedere perdono, Inginocchiarsi e recitare non so quanti “Rosari ed orazioni”. Come si fa a fare le cose così alla leggera. Forse perché si pensa che gli altri contano poco? Mi sembra che le regole siano fatte per essere rispettate da tutti. Non si può nemmeno pescare nel Naviglio quando è in asciutta! Altrimenti togliamo i Vigili, i Carabinieri, i Controllori, e lasciamo che ognuno faccia quello che vuole. Abbiategrasso, marzo 2010. lucio da col La “stazione centrale” dell’Alto Milanese resta nei sogni La via crucis Rho Gallarate. Cosa non si arriva a dire sotto elezioni, pur di attirare la propria attenzione su di sé? La dichiarazione più eclatante degli ultimi giorni è quella dell’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo, che addossa al centrosinistra le colpe per il mancato completamento della nuova stazione FNM di Castellanza. A Cattaneo vale quindi la pena di ricordare alcune cose. Primo: se a Castellanza è stato realizzato l’interramento della ferrovia è grazie a Livio Frigoli, sindaco di centrosinistra dal 1995 al 2004, che fu capace di ottenere dal Governo i 240 miliardi di vecchie lire necessari per l’opera. Cosa che altri sindaci ora, in analoghe situazioni, non riescono a fare. Secondo: lo stesso Frigoli avrebbe volentieri fatto a meno dell’interramento, ma lo portò a casa per dare seguito alle richieste dei suoi cittadini, anche gli stessi che ora si arrabbiano tanto perché di fatto la città non ha più una stazione. Con un raddoppio dei binari a raso il comune di Castellanza avrebbe portato a casa ben 50 miliardi di lire di compensazioni; con quei soldi si sarebbero realizzati anche sovrappassi e sottopassi. Terzo: l’accordo di programma non prevedeva solo il tunnel, ma anche l’istituzione di un tram-treno che collegasse la nuova stazione di Castellanza con quella vecchia per proseguire verso Fagnano Olona sulla linea della Valmorea. Invece ora le FNM, a un mese dall’apertura del tunnel, hanno già reso inutilizzabile il binario di superficie, dimostrando di non avere interesse alle esigenze dei pendolari castellanzesi e altomilanesi ma solo a collegare rapidamente Malpensa con Milano. Quarto: l’avvio del tram-treno da Castellanza fino a Fagnano Olona potrebbe essere il preludio alla riapertura completa della linea Castellanza – Mendrisio, che consentirebbe di raggiungere Lugano e la Svizzera dall’Alto Milanese in circa mezz’ora, senza attendere l’Arcisate – Stabio e con costi contenuti (si stima circa 13 milioni di euro). Quinto: ci vogliamo ricordare che a Castellanza dovrebbe sorgere una stazione di interscambio fra FS e FNM, con tutti i necessari raccordi per fare in modo che anche dal Legnanese e dal Rhodense si possa andare a Malpensa senza dover andare a prendere il treno a Saronno o a Milano Cadorna? Torniamo quindi su un nervo scoperto: il territorio dell’Alto Milanese trascurato, visto solo come un canale di collegamento fra Malpensa e Milano. Sul progetto di nuova stazione di interscambio FS / FNM di Busto Arsizio deve lavorare la politica, a partire dai sindaci del territorio per arrivare ai parlamentari dell’Alto Milanese. La Regione, e chi sarà eletto alle prossime elezioni, si ricorderanno dell’impegno assunto per un tavolo della mobilità nell’Alto Milanese? Stefano Quaglia www.legnanonews.com 6 CASTANESE CLACSON SELVAGGIO. Per le vie di Cuggiono e dei comuni confinanti “Annunciazione, Annunciazione!”. Il bazar è a domicilio I cittadini di Cuggiono, ma anche gli abitanti dei comuni confinanti, conosceranno certamente il personaggio di cui vado a scrivere. Se non fate un lavoro su turni (per il quale siete costretti lavorare anche di notte) e se non siete amanti della pennichella pomeridiana, la situazione vi farà solo sorridere. L’evento potrà verificarsi alle 10 del mattino o alle 14 con cadenza bisettimanale e ve ne accorgerete di certo. E’ un suono di tromba a mettervi in allerta: l’uomo misterioso scenderà dal suo veicolo e si metterà a soffiare con insistenza in quell’aggeggio che potrebbe anche essere una sorta di richiamo per anatre: “PEEEEE, PEEEEEE!”. Se non state riposando vi verrrà da ridere e tenderete l’orecchio nell’attesa del grido: “Annunciazione, Annunciazione!”. Già, il simpatico omino, se solo avesse una folta barba, Il famigerato Fiat 242 sfreccia per le strade di Cuggiono potrebbe assomigliare a Lello Arena, nella memorabile gag in cui-insieme al compianto Massimo Troisi - cerca d’impersonare l’Arcangelo Gabriele: “Tu Marì sei il figlia a Salvatore…” e Troisi, con la sua inconfondibile vocina: ”Ma come, io sarei figlia a Salvatore?”. L’omino di Cuggiono, a bordo del suo “fiammante” furgone Fiat 242, non annuncerà alcuna nascita, è lì soltanto per bandire le sue merci: dopo aver suonato lo strumento, darà un paio di colpetti col clacson al fine di rafforzare il “segnale convenuto” e, se proprio non si fa’ vivo nessuno, si metterà a suonare (random) qualche citofono. Ecco chequasi in maniera scaramantica - provvederà all’apertura degli sportelli del potente mezzo: il sistema è ad “ali di gabbiano” come lo storico spider della Mercedes che potrebbe avere la stessa età del furgone. Aperti i battenti, la simpatica personcina svelerà il perché della sua venuta: le massaie dell’altomilanese potranno rabboccare i propri bidoni di candeggina ma troveranno anche ogni genere di mercanzia. Il prodotto per pulire il lavello, l’altro per i rubinetti, quello per la cucina a gas, il forno, il frigo, il rame, l’ottone, l’argento e il nichel. Oltre ai detersivi si potranno trovare dalla canotta della salute, lana fuori e cotone sulla pelle (ma probabilmente an- che la versione vice versa). La mutanda ascellare, il collant con numero infinito di “denari” da rapina e tutta una serie di “pezzi” di biancheria intima molto all’avanguardia. Non è dato sapere per quanto il “Gatto di vicolo miracoli padano” continuerà ad allietare i cittadini con le sue strombazzate. Forse le nipoti delle massaie ottantenni, preferiranno “cliccare il pomodoro” in modo da ricevere la spesa a casa. E se il simpatico furgone dovesse faticare ad accedere al registro storico ASI a causa del clacson non omologato? Qualche cattivello (turnista) spera-in questa valle dove le doppiette vanno ancora di moda-che qualche cacciatore distratto possa scambiare il richiamo della tromba per un volatile vero e BUM. Scherzi a parte, ci auguriamo che l’omino possa continuare ad “annunciare” a lungo! [email protected] Nel centro di Cuggiono edifici degradati e scelte discutibili La situazione di degrado e abbandono degli edifici pubblici dell’ex-municipio ed exscuola elementare è sotto gli occhi di tutti. Recentemente, è crollato parte del cornicione sul lato interno, dalla parte del cortile. È una situazione molto pericolosa, segnalata soltanto da due cavalletti e un filo di na-stro. È uno spazio di intenso passaggio dovuto alla presenza del precario container dell’ufficio postale, che lo stesso Sindaco non sa quando sarà trasferito perché dipende esclusivamente dall’Ente Poste. La zona di pericolo va quanto prima messa in sicurezza. Ci troviamo di fronte ad un ennesimo esempio di quel cosiddetto governo del fare, che realizza a priori, senza un minimo di programmazione e scaricando le conseguenze dell’improvvido operato su chi verrà. Come per la vicenda dell’ufficio postale, per il quale spiace che il Sindaco cerchi di confondere i cittadini definendo inutile e polemico il richiamo fatto dall’opposizione alle responsabilità da cui gli amministratori cercano di sfuggire. Le critiche costruttive le aveva ricevute quattro anni fa, ma decise con la Giunta di fare di testa propria e ora i cittadini tirano le somme di un’operazione mal pensata e peggio gestita. La precedente amministrazione di Cuggiono Democratica avrebbe ristrutturato gli edifici della scuola elementare per l’ufficio postale, senza fare un solo giorno in quel disagevole container e dando più respiro alle piazze Carlo Berra e San Giorgio con più spazi e parcheggi, senza congestionarle con altre abitazioni. Il nuovo edificio in piazza Carlo Berra potrà anche piacere da solo o in una località montana, ma vicino al palazzo settecentesco dove c’è la banca è, come dice il detto, “una scarpa e una ciabatta”. L’Amministrazione Comunale ha pagato coi soldi dei cuggionesi oltre 15.000 euro per gli allacciamenti del container, senza ricevere l’affitto dalle Poste per oltre tre anni, senza contratti preliminari che ora lasciano Cuggiono nelle mani di decisioni prese a Roma. Non sono stati fatti pagare 16.000 euro all’impresa per il suolo pubblico occupato dal cantiere, ma si è scambiato il pagamento col ripristino dell’area danneggiata che già doveva riparare. Non proprio un guadagno per i cuggionesi. Certo non si può tornare indietro, ma non vanno dimenti- cati i fatti e non si può parlare ora come se i disagi piovessero dal cielo. La scelta di abbandonare al degrado un pezzo di storia del paese è degli attuali amministratori. Il Palazzo comunale è stato spostato in Villa Annoni, con forte aumento dei costi di ge-stione e senza la minima idea di cosa fare nel centro del paese. La Posta, prima o poi, andrà nei nuovi locali... si spera. L’area, in degrado, è il centro e la storia di Cuggiono, non può essere destinata al primo intervento che si presenta, per di più ora che il Comune è in gravi difficoltà finanziarie, tanto da non aver rispettato nel 2009 il Patto di stabilità. È invece necessaria una approfondita e pubblica disamina delle possibilità e la più ampia partecipazione di cittadini, associazioni e gruppi politici, prevedendo anche la consultazione dei cuggionesi. Peraltro, sono serviti anni per dare un senso all’acquisizione di Villa Annoni, perciò anche ora, ci si prenda il tempo necessario. Vanno trovati una funzione e un utilizzo adeguati degli ex edifici pubblici, con i tempi necessari per una scelta meditata per il futuro del paese. L’area non venga lasciata alla vendita al miglior offerente, per ricavarci un profitto privato e risolvere solo qualche problema dell’oggi. È evidente che nell’immediato un intervento manutentivo sia quanto mai necessario: il degrado va fermato, anche per non ridurre ulteriormente il valore dell’edificio e i costi di un futuro intervento di recupero e riutilizzo. Fabio Polloni TICINO OLONA 7 LEGNANO. Prestigiosa delega per il vicesindaco Fratus: “quasi assessore” provinciale Brilla sempre più nel firmamento della politica locale e provinciale la stella di Gianbattista Fratus vice sindaco leghista del Comune di Legnano e da qualche giorno “quasi” assessore provinciale. Gli è stata, infatti, aggiunta alla carica di consigliere provinciale la delega all’Alto Milanese. “Ringrazio il presidente Guido Podestà - ha affermato Fratus - per la stima e la fiducia accordatami. Come il presidente anch’io sono fortemente convinto che l’Alto Milanese sia un’area in grado di contribuire in maniera fondamentale alla crescita della nostra Provincia e possa divenire, con le sue iniziative, un esempio per altri territori come l’Abbiatense e la Martesana. Non esiste alcuna volontà ha spiegato Fratus - di creare una nuova provincia. Sia ben chiaro. Vogliamo piuttosto affrontare tematiche comuni al nostro territorio”. “Da parte mia riscontro una Giambattista Fratus profonda volontà di collaborare e di unire le forze.” continua Fratus – “Rispetto a precedenti esperienze di almeno dieci - quindici anni fa, oggi esistono premesse diverse e migliori. Spetterà senz’altro a noi, attori e registi di questa iniziativa, recitare la parte giusta. È vero, il nostro è un territorio vasto e vario, che può por- tare a diffidenze tra una città grande come Legnano e altre cittadine più piccole, ma non vedo questo come un ostacolo in grado di fermare il progetto globale di un Alto Milanese unito e compatto nel trovare giuste soluzioni a tanti problemi”. Tra i primi obiettivi elencati, Fratus ha ricordato il progetto della mobilità dolce, l’accesso al fondo Fas per la riqualificazione del fiume Olona, il coinvolgimento della realtà imprenditoriale con Euroimpresa, la collaborazione con il Rhodense dove sorgerà Expo 2015, lo sviluppo di infrastrutture come il Sempione-bis, la risoluzione di questioni legate all’ambiente, un legame sempre più forte fra i Comuni dell’intera rea del Ticino Olona, alla sicurezza ad eventi di grande interesse “perchè - ha concluso Fratus - il territorio possa recuperare integralmente i suoi valori storici di area fondamentale per tutta la provincia”. F.G. PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO BAR GALLERIA di Bocchioli Carmen LEGNANO Via Felice Cavallotti, 1 | tel. 0331 546.186 TRASPORTI. Giovanni Lami: “uno scenario drammatico” Movibus: in un anno perdite per tre milioni di euro. Bisogna cambiare passo “Così non si può andare avanti. La situazione di Movibus è tragica. Serve un cambio di passo.” L’assessore magentino Giovanni Lami lancia il suo grido d’allarme. “La situazione di Movibus è a dir poco tragica, e di questo passo anche quella di Atinom andrà sempre peggio”. Dalle parole di Giovanni Lami, assessore del Comune di Magenta, presidente del Comitato ristretto dei Comuni soci dell’azienda di trasporti emerge forte preoccupazione: la stessa di molti amministratori locali che non hanno mai condiviso fino in fondo la decisione presa poco più di un anno e mezzo fa di costituire il nuovo soggetto Movibus, nato da “una fusione a freddo tra Atinom, Atm e Stie”. Lami parla con i numeri alla mano: “Nell’ultimo anno vi sono state perdite per tre milioni di euro. È uno scenario drammatico”. “In primo luogo – continua l’assessore – non è pensabile che le entrate di Movibus siano pari a 1,43 euro a Km, contro un’uscita secca di 2,05 euro a Km. Ciò significa portarsi dietro un fardello molto pesante che diventa impos- sibile da sostenere”. Poi c’è la questione dei cosiddetti “rami secchi”. “Sono quelle linee poco frequentate e quelle fasce orarie scarsamente utilizzate dall’utenza. A riguardo la Provincia di Milano sta facendo un lavoro di razionalizzazione interessante che va sostenuto. Faccio un esempio pratico: la Magenta – Piazzale Lotto è una tratta che non esiste più di fatto in quanto si è preferito indirizzare la quasi totalità delle corse su Molino Dorino all’ingresso di Milano. Le ragioni sono diverse, innanzi tutto, la presenza di un capolinea della Metropolitana ma non di meno il fatto che il percorso da Settimo Milanese a Piazzale Lotto è molto trafficato con tutti i disagi del caso. Meglio quindi l’altra soluzione. Ma questa scelta non ha significato elimin- are la possibilità di arrivare a Piazzale Lotto: basta scendere a Sedriano e lì prendere la coincidenza che arriva dal Castanese per Milano”. Insomma, percorsi studiati a tavolino “per spendere meno e dare un servizio migliore ai cittadini”. “Ma è evidente che ciò non può bastare – dice l’assessore magentino – l’unica possibilità di sopravvivenza è rendere più remunerative le percorrenze con un aggiornamento dei prezzi.” Lami, infine, segnala l’ipotesi dell’autobus a chiamata: “Si tratta naturalmente di una intuizione, ma perché funzioni realmente dovrà trasformarsi realmente in un ‘taxi allargato. Quindi meno vincoli e una programmazione più certa e a media lunga scadenza per chi intende sfruttare questo tipo di servizio”. A.S. 8 ELETTORALE Zamponi (IdV): “Legalità uguale sicurezza” Giustizialisti, forcaioli… Ci hanno chiamato in tutti i modi, solo perché crediamo nell’importanza centrale della legalità e lo ripetiamo da anni. Non è un chiodo fisso di noi dell’Italia dei Valori, è qualcosa di molto più complesso e concreto. La legalità va intesa nel senso più ampio del termine. Non si tratta solo di mandare in galera corrotti e corruttori, bensì di far rispettare le regole. Come è possibile garantire una pacifica e serena convivenza laddove le regole vengono disattese? Il mancato rispetto delle regole non è solo affare di chi, “furbescamente”, elude le leggi per interessi propri ma coinvolge, purtroppo, tutti i cittadini. Senza il rispetto della legalità non può esistere sicurezza. Gli esempi concreti sono centinaia e sono, quotidianamente, sotto gli occhi di tutti. Due delle più gravi tragedie che hanno colpito il nostro Paese di recente sono anche frutto del mancato rispetto della legalità. Prendiamo il terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo nell’aprile scorso. Se, invece di usare la sab- bia di mare, i costruttori avessero utilizzato i materiali idonei (più costosi…), forse la conta dei morti sarebbe stata meno lunga. Forse alcuni edifici sarebbero rimasti in piedi. Allo stesso modo, se a Messina le case non fossero state costruite abusivamente case laddove espressamente vietato, forse l’alluvione non se le sarebbe portate via… E ancora: chi si mette alla guida in stato d’ebbrezza, infischiandosene dei limiti imposti dalla legge non rischia forse di causare gravissimi danni ad altri? Domande dalle risposte ovvie, eppure, ancora oggi, troppe persone sottovalutano il ruolo della legalità. All’indomani di tragedie come quelle citate, politici, stampa e opinione pubblica alzano la voce chiedendo che chi ha sbagliato paghi. Ma è spesso si tratta di azioni sull’onda emotiva che si sgonfiano nel giro di poche settimane. Noi di Italia dei Valori chiediamo ai cittadini onesti di pretendere il rispetto della legalità. Solo così i diritti di tutti saranno realmente tutelati. Poi c’è chi vuole fare di tutta Per la tua pubblicità chiama lo 0331020968 l’erba un fascio e addossa agli immigrati, specie se irregolari, la colpa del diffuso senso d’insicurezza. Ma è davvero così? Non varrebbe forse la pena di distinguere tra persone perbene e delinquenti, indipendentemente dal colore della pelle? Io credo di sì. Infine vorrei spendere due parole sulla questione delle intercettazioni; una materia che c’entra con la sicurezza, eccome. Adesso il Governo vorrebbe far credere ai cittadini che limitare le intercettazioni sia il presupposto per la lotta alla corruzione, ma si sbagliano di grosso: i cittadini hanno capito. L’intento della Casta è di distruggere il sistema giustizia, togliendo ai magistrati la possibilita’ di indagare. Questo vi fa sentire più sicuri? Non credo proprio. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano quanto il ri-spetto delle regole sia affare che riguarda tutti, direttamente. È bene quindi che ognuno prenda a cuore la battaglia per il rispetto della legalità, indipendentemente dall’appartenenza politica. REDAZIONALE A PAGAMENTO PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO Mirabelli (PD): “Uscire dalla crisi è possibile” PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO La Lombardia non è ancora uscita dal tunnel della crisi economica. Mivar, Italtel, Ex Eutelia, Alfa, Metalli Preziosi, Novaceta, Laras e ancora altre centinaia di piccole e medie aziende della provincia di Milano hanno chiuso, stanno chiudendo o hanno chiesto la cassa integrazione le cui ore sono decuplicate nel 2009 coinvolgendo decine di migliaia di lavoratori. A lanciare l’allarme è il consigliere regionale del Partito Democratico Franco Mirabelli, il quale afferma: «Di fronte ad una situazione così drammatica il governo regionale guidato da Formigoni, manifestando un insano ottimismo, non ha fatto nulla di concreto. È invece necessario occuparsi dei problemi reali della gente, promuovendo politiche in grado di creare le condizioni per incentivare l’insediamento di nuove e moderne realtà produttive. Occorre investire di più su ricerca e innovazione. Una cosa è certa: non è possibile continuare a tollerare l’inerzia di una classe dirigente attenta solo a consolidare il proprio potere mentre migliaia di milanesi perdono il posto di lavoro. La politica non può stare a guardare, deve dare riposte e subito». L’esponente del Pd rileva che tanti precari hanno perso il lavoro senza avere ammortizzatori sociali (il famoso assegno per i lavoratori a progetto rimasti senza impiego è stato dato a 1800 persone contro i 300 mila lavoratori coinvolti). A Milano nel 2009 si è fatto un ricorso massiccio alla cassa integrazione. In Lombardia il tasso di occupazione ha subìto una brusca frenata. «Questi segnali di allarme sono stati puntualmente ignorati dal governo regionale. - continua Franco Mirabelli - E oggi, solo per fare un esempio, si registrano 400 nuovi esuberi alla Italtel di Castelletto di Settimo Milanese, per la crisi dovuta al calo di commesse pubbliche per l’implementazione delle reti per la banda larga. Esu- beri che sono purtroppo legati ai mancati finanziamenti statali per la banda larga. Avevamo sollecitato la Regione a fare il possibile per evitare la perdita di posti di lavoro e di competenze in un settore così avanzato e strategico, ma a quanto pare le uniche Regioni che si sono mosse sono state Lazio e Sicilia. Formigoni non è stato capace di dare risposte alle crisi industriali e di tutelare i lavoratori lombardi». Secondo Mirabelli è possibile rilanciare l’economia e l’occupazione, ma per fare questo la Regione deve assolutamente: investire sulla ricerca, premiare l’innovazione, promuovere il passaggio dalle vecchie e inquinanti produzioni alle nuove più pulite, creare infrastrutture utili e moderne per attrarre investitori e attività produttive. REDAZIONALE A PAGAMENTO Cartolibreria - edicola - giocattoli tel. 02974110 ELETTORALE 9 GIULIO GALLERA. Ecco le mie priorità Sicurezza, misure anticrisi, green economy e valorizzazione dei servizi sanitari Penso ad una semplificazione dell’accesso al credito e ad un forte sostegno al made in Italy coinvolgendo direttamente le imprese nella realizzazione di Expo 2015. Altre iniziative per superare la crisi? Al centro della vita politica e istituzionale deve continuare ad esserci solo il cittadino e le sue necessità. È su questa strada che formazione professionale e di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro. Credo, poi, sia arrivato il momento di valorizzare alcuni servizi sanitari sul territorio creando, per esempio, strutture sanitarie intermedie per far fronte alle dimissioni precoci dagli ospedali o valorizzando il ruolo sociale e la professionalità dei Medici di Famiglia. Molti giovani lamentano anche tratti temporanei in contratti a tempo indeterminato. Abbiamo poi tanti giovani che rappresentano delle eccellenze e credo che sarebbe corretto sostenerli, per esempio, con dei prestiti d’onore. Il suo programma parla anche di green economy, è possibile conciliare economia e ambiente? Sono convinto che la nuova frontiera dell’economia sia la nostra Giullio Gallera con Silvio Berlusconi Giulio Gallera Giulio Gallera il prossimo 28 e 29 marzo è candidato al Consiglio Regionale della Lombardia. Ha 40 anni, è un avvocato e ha iniziato il suo impegno in politica appena ventenne nei consigli di zona e successivamente a Palazzo Marino dove è stato eletto per tre volte consecutive e dove oggi è Presidente del gruppo consiliare del Popolo della Libertà. Gallera, perché ha deciso di candidarsi in Regione? Da vent’anni con passione, entusiasmo, serietà e determinazione mi occupo della mia città. Amministrare per me vuol dire essere al servizio dei cittadini, ascoltare i loro problemi, comprendere le loro esigenze e rispondere con provvedimenti concreti e tempestivi. Un’attività di governo fatta a tu per tu con le persone. È questo modo di intendere e fare la politica che voglio portare in Regione Lombardia, istituzione che per competenze e risorse può incidere significativamente nella vita dei cittadini. La sua attività su cosa punterebbe subito? A migliorare ulteriormente la sicurezza delle città. È necessario destinare subito maggiori risorse per rafforzare la presenza sul territorio delle forze del’ordine e assicurare anche una maggiore dignità a tutti coloro che con dedizione svolgono un ruolo fondamentale per la sicurezza di tutti. Ritengo inoltre urgente contrastare l’immigrazione clandestina e favorire invece l’integrazione di tutti quegli immigrati che vivono e lavorano regolarmente nel nostro Paese. intendo proseguire. Dunque massimo sostegno alle famiglie in difficoltà incentivando l’housing sociale, la costruzione di alloggi di edilizia convenzionata e i bonus affitti. Un aiuto concreto poi anche nei percorsi scolastici, di GalleraADV_180x126.pdf 5-03-2010 la mancanza di progettualità. È comprensibile ed è per questo che ritengo sia urgente favorire l’occupazione stabile dei giovani. Una strada da seguire è quella degli incentivi alle imprese che assumono e che trasformano con- capacità di portare avanti la ricerca di profitti unitamente alla tutela del territorio. Sostenibilità per le aziende non significa rinunciare al profitto o sostenere maggiori costi, quanto una crescita nel pieno rispetto dell’ambiente. 22:42:14 REDAZIONALE A PAGAMENTO Quali altre priorità prevede il suo programma di lavoro? Massimo impegno per sostenere coloro che hanno maggiormente risentito della crisi economica. La sua ricetta anticrisi? Prima di tutto un aiuto concreto per far ripartire l’economia: sostegno a commercianti e artigiani che da sempre hanno fatto da traino all’economia lombarda ma che oggi sono in difficoltà. PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO 10 AMBIENTE INVASIONE DI CINGHIALI. Agricoltori in prima linea Da Abbiategrasso a Magenta le aree più a rischio “La situazione è peggiorata negli ultimi anni. Arrivano, distruggono i campi, provocano incidenti stradali e poi scompaiono nella boscaglia fino alla notte successiva” racconta Luigi Merlo, 65 anni, agricoltore di Cuggiono, una delle ultime vittime dei branchi di cinghiali che nel Parco del Ticino ogni anno provocano danni per decine di migliaia di euro. I confini occidentali della Lombardia sembrano essere quelli più vulnerabili, nella fascia che da Varese arriva a Milano e scende sino a Pavia, seguendo il corso del Ticino. Nel 2009 sono stati abbattuti, secondo fonti del Parco, quasi 400 bestie, mentre in passato non si superavano i 50 esemplari all’anno. “Ma la situazione sta precipitando, anche perché ogni animale femmina arriva a partorire fino a 10 o 12 cuccioli l’anno – spiega Enzo Pagliano, Diret- tore della Coldiretti di Milano e Lodi – i maggiori problemi li registriamo nelle aree attorno a Cuggiono, Abbiategrasso e Magenta. Bisogna aumentare gli abbattimenti selettivi per limitare la popolazione. I campi dei nostri agricoltori ven- gono devastati e i risarcimenti, che il Parco per legge deve pagare perché siamo in area protetta, arrivano in ritardo di mesi e con il contagocce. Devono ancora essere saldati quelli del 2008”. Nel frattempo l’invasione continua. NAVIGLIO. L’opinione di Francesco Prina sull’Alzaia “Una notte si sono spinti fin quasi sotto casa – racconta Mario Capoferri, 70 anni di Turbigo – i cani li hanno sentiti subito, abbaiavano come impazziti mentre i cinghiali strusciavano il muso e i denti contro l’ingresso del magazzino. Quando entrano in un terreno lo ribaltano come vogliono, distruggendo colture e prati. I maschi arrivano anche a 120-150 chili, sono dei colossi che se sei in macchina e te li ritrovi davanti e finisci fuori strada tu e l’assicurazione non ti paga nulla, come è successo a mia nipote. E non è stata l’unica. Se poi becchi le femmine, devi stare attento che non ci siano cuccioli in giro, altrimenti diventano aggressivi. Quando io ero ragazzo non c’erano tutti questi problemi”. Adesso invece, oltre alla popolazione autoctona lombarda, vengono segnalati passaggi dal Piemonte attraverso gli isolotti di ghiaia del Ticino. “Durante il giorno si nascondo nella boscaglia e di notte colpiscono” spiega Orfeo Favotto, segretario di zona della Coldiretti di Cuggiono, una delle aree a rischio. Dalla Regione ammettono che il problema esiste, che in Lombardia sono stati abbattuti 3.500 esemplari nel 2009 con un aumento esponenziale rispetto agli anni passati, segno che il problema si sta allargando a macchia d’olio anche se è impossibile fare un censimento della popolazione di questa specie. “Non si possono lasciare gli agricoltori da soli a fronteggiare questa minaccia conclude il Direttore della Coldiretti di Milano e Lodi – serve un intervento deciso negli abbattimenti per ridurre in maniera drastica il numero dei cinghiali che stanno devastando i nostri campi.” A cura della Coldiretti Milano e Lodi MESERO. Intervento dei vigili del fuoco Il Naviglio, luogo della cultura dell’est Ticino Incendio di mansarda e tetto Francesco Prina, consigliere regionale uscente candidato del Partito Democratico alle prossime regionali, commenta così la vicenda che ha portato alla chiusura dell’alzaia del Naviglio Grande lungo magentino e castanese. “La sicurezza e manutenzione delle sponde del Naviglio, dunque dell’alzaia, rientra nelle competenze regionali. Regione Lombardia ha dunque tutta la responsabilità della fruizione del territorio ed ha gli strumenti per intervenire. Lo può fare attraverso i diversi organi preposti (Parco Ticino, Navigli scarl, Consorzio Villoresi); fa specie di non aver ancora sentito da parte dell’assessorato competente una ipotesi di soluzione a questo problema della praticabilità dell’alzaia”, premette il consigliere corbettese. “Si tratta del resto di un problema non nato Francesco Prina Francesco Prina certo settimana scorsa ma ricorrente da diversi anni. Dove è stata la giunta regionale fino ad oggi?”. Continua Francesco Prina: “Noi gente dell’Est Ticino conosciamo il valore dei nostri luoghi e del nostro territorio; il Naviglio è luogo centrale della cultura dell’Est Ticino; a tal punto che sono ormai migliaia i passaggi durante l’anno: ciclisti ma anche cittadini in carca di un angolo di natura e relax. La situazione – ben sottolineata dall’ordinanza del Parco del Ticino – non è accettabile. Che Regione Lombardia trovi una soluzione di buon senso e che il Naviglio venga restituito al più presto alla sua gente!”. Conclude il consigliere corbettese (promotore, tra le altre cose dell’Ecomuseo dell’Est Ticino, per la tutela a la valorizzazione del territorio dell’Est Ticino, appunto). In particolare poi sui possibili interventi Prina specifica: “Una soluzione praticabile va trovata, magari senza ricorrere a protezioni innaturali, deturpanti e molto costose che tradirebbero anche la natura dell’Alzaia stessa. Le comunità dell’Est Ticino hanno saputo tramandarsi il rispetto per l’acqua attraverso i secoli, arrivando ai Comuni alle Municipalità, la cui considerazione per l’acqua può essere ritrovato nei grossi serbatoi comunali che ancora oggi in qualche paese si scorgono quali elementi del paesaggio urbano. Testimoni di una civiltà unita attorno ai beni collettivi”. REDAZIONALE A PAGAMENTO È immediatamente scattato l’allarme diverse telefonate al 115 per l’incendio di un tetto nell’abitato di Mesero. In Via Sant’Anselmo, una recente zona residenziale, fuoriuscivano delle fiamme dal tetto di una palazzina di due piani. L’autopompa dei vigili del fuoco volontari inverunesi giungeva sul luogo in pochi minuti: il personale, dopo una prima ricognizione, stendeva delle tubazioni al fine d’attaccare l’incendio dall’interno di una mansarda, prima che potesse interessare l’arredamento. Giungeva poi una seconda squadra dalla sede permanente di Legnano seguita da una scala aerea: si provvedeva allo scoperchiamento ed al minuto spegnimento di circa venti mq di tetto in legno e tegole. Sul luogo giungeva un’ambulanza della Croce Bianca di Magenta che soccorreva inizialmente la proprietaria dell’appartamento all’ultimo piano, colta da malore. Non si riteneva necessario il trasporto in ospedale della donna, probabilmente solo molto spaventata, il mezzo sanitario stazionava tuttavia in luogo a titolo precauzionale per il personale impegnato nelle operazioni. Dopo circa due ore la situazione ritornava alla normalità anche se la mansarda veniva dichiarata inagibile dal tecnico del Comune di Mesero giunto accompagnato dalla Polizia Locale. Le cause del sinistro sarebbero da imputare ad un “malfunzionamento” della canna fumaria del caminetto installato nell’appartamento sito al piano terra. A.M. SOCIALE 11 OBIETTIVI. Una politica per la sicurezza ben strutturata Dialogando di sicurezza con Alberto Grancini La richiesta di sicurezza cresce ogni giorno. Il fatto che le Istituzioni diano una risposta equilibrata e soddisfacente rappresenta il vero e unico freno alle derive autoritarie. Ancora oggi però una parte della politica sottovaluta il problema, e lascia libero il campo all’autogestione di chi urla più forte o di comitati “spontanei” che disegnano così soluzioni parziali e autoritarie per questioni serie di sicurezza urbana. Parlare di sicurezza non è un tabù, ma è semplicemente il riconoscimento obiettivo di un diritto del cittadino. Il diritto alla sicurezza in casa propria, per le strade della propria città o sul posto di lavoro rappresenta ormai la richiesta di soddisfazione di un diritto fondamentale a cui lo Stato e gli Enti locali devono dare risposte concrete e non opzioni ideologiche. La Regione Lombardia, da 15 anni governata da Formigoni, non ha prodotto soluzioni sufficienti per la sicurezza dei cittadini. Nella stessa Milano si sono ascoltati solo propaganda e slogan, in particolare dalla Lega Nord e dagli ex di An, come se non fossero loro i responsabili di una cattiva gestione. Loro che amministrano la città dal 1993. Diverso l’approccio che ho portato avanti nel mio lavoro di assessore alla Sicurezza nella Provincia di Milano guidata da Filippo Penati, che in cinque anni ha prodotto risultati concreti come l’attivazione di 24 progetti di sicurezza partecipata, sottoscritti da 115 Enti locali, con il coinvolgimento non solo di 600 agenti di Polizia locale ma anche delle associazioni riconosciute come i carabinieri in congedo, poliziotti in pensione, le Guardie Ecologiche Volontarie (GEV), le Alberto Grancini guardie ittico venatorie, la Protezione civile. Tutto ciò è frutto di un impegno condiviso con il Consiglio Provinciale, che ha trovato sostenitori importanti nel consigliere provinciale Roberto Caputo e nell’ex capogruppo del Pd Arianna Cavicchioli, con i quali siamo riusciti a destinare oltre sei milioni di euro all’anno per prolungare l’attività degli agenti di polizia locale in ore serali e notturne sulle strade dei nostri Comuni e dare quindi un forte segnale di presidio del territorio. La chiave per la risoluzione dei problemi che caratterizzano la nostra area metropolitana è una combinazione di interventi finalizzati a garantire la legalità e a sostenere lo sviluppo come fattore per risposte durature alla richiesta di imprese, lavoratori e cittadini. È giunto il momento di promuovere una politica per la sicurezza ben strutturata, organica e soprattutto condivisa dai cittadini che devono ritrovarsi protagonisti. È questa una delle numerose motivazioni che mi portano a sostenere la candidatura di FILIPPO PENATI presidente per l’alternativa lombarda il 28 e 29 Marzo. Alberto Grancini, già Assessore Provinciale alla Sicurezza della Giunta Penati dal 2004 al 2009 REDAZIONALE A PAGAMENTO PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO 12 ECONOMIA IMPRENDITORIA. Perché serve una politica territoriale coordinata © FEDERICO CAVICCHIOLI Crisi, rilanciare le potenzialità del territorio “unico” La crisi mondiale che stiamo affrontando non risparmia certo il nostro territorio. Per questa area, essa viene più da lontano, perché il tessuto economico locale ha subito profonde trasformazioni negli ultimi 20 anni. Le grandi aziende si sono via via spente o sopravvivono senza grandi prospettive. Un esempio eclatante è quello della Franco Tosi di Legnano, ora di proprietà di un gruppo indiano del quale non si sono capite ancora le intenzioni. Il 2009 è poi stato per molte imprese disastroso. Moltissime aziende hanno chiuso il bilancio in rosso. In generale le perdite di fatturato passano da un meno 25% ad un oltre 50% dando perciò origine al ricorso, da parte di molte realtà produttive, alla cassa integrazione. Dopo una serie interminabile di annunci che davano il 2010 come un anno che avrebbe visto una ripresa, si assiste nella realtà a modestissimi e traballanti segnali di miglioramento economico che, certo, non inducono gli imprenditori a riprendere gli investimenti. Che dire poi del sistema bancario che pare più attento a medicare le proprie ferite che a sostenere le aziende sane che soffrono per crisi di liquidità? Sarà interessante vedere come il sistema bancario si comporterà quando verranno depositati i bilanci 2009 con l’esposizione delle perdite d’esercizio. La classe imprenditoriale e le aziende non chiedono assistenzialismo finanziario ma, chi dimostra di avere idee e di saper condurre la propria azienda con progettualità e controlli adeguati, deve essere messo in condizione di ricorrere al credito bancario. C’è di che scoraggiarsi, ma credo che una classe imprenditoriale debba comunque guardare avanti perché è proprio nei momenti di crisi che nascono le idee migliori e le conseguenti opportunità. Che fare dunque? Si può dire che il sistema economico di questo territorio non ha confronti in tutta Europa. Solo alcune realtà tedesche presentano delle analogie. La ricchezza della diversificazione produttiva è unica e rap- presenta un’opportunità eccezionale ma la nostra zona è lasciata a se stessa, senza una vera condivisioni di obiettivi. Non si è ancora capito sino in fondo che la globalizzazione ha cambiato il mondo e che oggi non sono solo le singole aziende che si contendono i mercati, ma sono i territori in competizione tra loro che, facendo sistema, creano le condizioni economiche favorevoli per un’economia sana e produttiva di ricchezza. Ma dove si va senza politiche coordinate sovracomunali che riguardano l’ubicazione di adeguate e competitive zone industriali? Perché si consuma territorio spesso in modo irrazionale creando zone industriali a macchia di leopardo? Dove si va senza una politica coordinata sui trasporti e la mobilità? Sul territorio, tuttavia, abbiamo delle importanti risorse che potrebbero essere valorizzate meglio e che potrebbero fungere da volano per dare vita ad un vero e proprio Piano Strategico per l’Alto Milanese. Per non rimanere nell’astratto, è bene definire che cosa si intende per Piano Strategico. Molto semplicemente si tratta di mettere in atto una progettualità condivisa tra tutti i soggetti istituzionali e sociali del territorio che si interrogano sul futuro a medio e lungo termine dell’Alto Milanese e della vasta area del Ticino Olona È una risorsa AMGA per le sue attività che svolge, per esempio, nel settore energetico, delle reti ma anche perché la società è proprietà dei cittadini dei comuni di Legnano, di Parabiago, di Canegrate, di Villa Cortese, di Buscate e infine del comune di Magnago. AMGA ha avviato la distribuzione di calore attraverso il teleriscaldamento. Possiede quote in società che dovrebbero produrre energia elettrica a basso costo. Può essere, dunque, un attore importante per lo sviluppo economico del nostro territorio. È necessario uno sforzo comune della politica, del mondo imprenditoriale, degli attori sociali, delle associazioni di categoria, perché questo nostro territorio così unico e ricco di iniziative trovi la capacità di sostenere e di attirare nuova imprenditorialità anche ad alto valore tecnologico, nell’interesse generale dei suoi cittadini. Alberto Centinaio ELEZIONI REGIONALI 28 E 29 MARZO 2010 ARIANNA CAVICCHIOLI icchioli. it w w w.ariannacav icchioli. it av ac info @ ar iann PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO CAVICCHIOLI Committente: Giuseppe Scarfone SOLUZIONI IN CAMPO INFORMATICO ... 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Quando hanno finito il loro corso, i cubi vengono rottamati, né più né meno come la cartamoneta. Al contrario delle banconote, però, invece di venire bruciati, i cubi improvvisamente si materializzano nelle nostre città: manufatti dal dubbio gusto e spesso dalla scarsa utilità, fabbricati troppo costosi per essere commercializzati. Spesso la rottamazione si interrompe a metà strada, e così si aprono cantieri che non si sa bene quando verranno portati a termine, si scavano fondamenta dalle quali a volte affiora l’acqua di falda, si realizzano recinzioni accessibili solo agli addetti, ma dentro le quali nessuno sa cosa succede. La penuria finanziaria in cui sono stati relegati i comuni italiani sembra dunque aver trovato nella concertazione urbanistica la propria via d’uscita. Si tratta, a ben vedere, di una non scoperta, perché non c’è nulla di nuovo nell’utilizzare parte del valore prodotto dalla rendita fondiaria per fini pubblici. Il dibattito urbanistico nazionale, per oltre un secolo, dall’Unità d’Italia a una decina d’anni fa, si è sgolato attorno ai meccanismi di formazione della rendita e ai modi in cui il controllo di questi meccanismi poteva essere piegato a favore della comunità civica e di uno sviluppo equilibrato della città. Che i terreni producessero moneta sonante, attraverso incrementi di volumetrie edificatorie o cambi di destinazione d’uso, non è dunque una trovata dell’ingegneria economica. Anzi, è proprio la perdita di consapevolezza della problematicità del fattore rendita la novità dei nostri giorni. Ed è proprio a causa della perdita di questa consapevolezza che la rendita, fondiaria e immobiliare, sembra aver vinto definitivamente la propria battaglia e annichilito tutte le sacche di resistenza, politica e culturale, presenti nelle città italiane. Semplicemente la rendita è scomparsa dal di- battito pubblico sulla città. Intendiamoci, gli urbanisti conoscono bene le sue origini e i suoi effetti, ma nel confronto politico e nel mondo delle istituzioni, è raro che questo tema faccia capolino. Innominata o ignota che sia, gli effetti che la rendita, edilizia-fondiaria-immobiliare, produce sono molto concreti e ben visibili nelle nostre grandi e piccole città: la proliferazione scriteriata di outlet e centri commerciali, il cui numero supera ormai largamente le esigenze del sistema distributivo, il tramestio volumetrico-affaristico che accompagna le trattative sulle bonifiche e la messa in sicurezza dei terreni inquinati, la difficile riconversione delle aree industriali dismesse, l’arrancare dei comuni attorno al tema della riqualificazione dei quartieri degradati, senza dimenticare le nuove costruzioni. Che importa se i centri commerciali non servono?! Un permesso di costruire può comunque far salire, e di molto, il valore di un’area precedentemente destinata alle attività agricole. Perché affannarsi a perseguire i responsabili dell’inquinamento dei terreni?! Basta concedere un po’ di volumetrie aggiuntive a chi vuole prendersi in carico le aree e saranno queste a produrre il plusvalore necessario a compensarne i costi. A che scopo cercare di proteggere il tessuto produttivo delle nostre città?! Una volta lasciati libere dalle fabbriche quei terreni varranno molto di più. Perché cercare di rivitalizzare i nostri quartieri e darsi da fare per costruire relazioni e socialità?! È così che nel futuro potremo celebrare i fallimenti di oggi. Mario De Gaspari PUBBLICITÀ ELETTORALE A PAGAMENTO 14 TEMPO LIBERO E CULTURA Anche noi in Fiera! Dal 12 al 14 marzo si è svolta a Milano, presso i padiglioni di Fieramilanocity, la settima edizione di Fa’ la cosa giusta! Un evento che si propone di diffondere sul territorio nazionale le “buone pratiche” di consumo e produzione, dando vita a eventi in grado di comunicare i valori di riferimento dell’Economia Solidale e valorizzare le specificità e eccellenze del territorio, in rete e in sinergia con il tessuto istituzionale, associativo e imprenditoriale locale. Il nostro giornale, sempre attento a queste tematiche, era presente, nel settore “Turismo solidale”, presso lo stand realizzato dall’Associazione Culturale Vivinaviglio di Robecco sul Naviglio e all’Associazione di promozione sociale Il Punto di Abbiategrasso. Grande successo di parteci- 8 MARZO. Un pensiero da donne a donne Una mimosa per loro pazione e molto interesse al progetto “Seguendo le voci del fiume” presentato da Vivinaviglio e Il Punto. Seguiremo con interesse gli sviluppi di questo progetto e informeremo i nostri lettori delle iniziative in programma. Intanto per chi ne volesse sapere di più ed “entrare in rete” potete contattare per l’Ass. Culturale Vivinaviglio: info@ vivinaviglio.it; per APS Il Punto: [email protected]. ASSOCIAZIONISMO. Altomilanese Fra le numerose iniziative per la Festa della Donna, vogliamo segnalare la simpatica idea delle atlete del Softball Legnano, che partecipano al campionato italiano di serie A dell’Italian Softball League: hanno deciso di portare a tutte le signore ospiti delle case di riposo della loro città una mimosa per l’8 marzo. Alla Casa Residenza “S. Erasmo”, alla casa residenza “A. e A. Pozzoli” e alla Casa Residenza “L. Accorsi” si è festeggiato con l’evento «Una mimosa per loro». Le atlete sono passate con cesti di mimose stanza per stanza, regalando i fiori a tutte le ospiti. «La tradizione di re- galare mimose resiste nel tempo perché si tratta di un fiore che esprime al meglio la personalità della donna. Anche se all’apparenza sembra molto delicata, la mimosa è invece un fiore molto forte, prerogativa che l’accomuna a tutte le donne - come ci spiegano -. Ogni anno, al fiorir delle mimose, le donne festeggiano per amore, per allegria, per simpatia, per amicizia, per solidarietà per ricordare insieme che, anche se il tempo trascorre veloce portando qualche ruga e qualche capello bianco, nel cuore di tutte le donne battono sempre l’entusiasmo e il coraggio». F.B. “AltoMilanese in Rete” è un’ “associazione di promozione sociale”, fondata ufficialmente il 15 Giugno 2006. Non ha finalità di lucro e si propone di svolgere attività di utilità sociale a favore di associati o di terzi nel pieno rispetto della libertà e dignità degli associati nei settori: culturale, civile, sociale, ricreativo. I soci fondatori, come il Presidente Paolo Testa, Alessandro Berteotti, Alberto Centinaio, Stefano Quaglia ed Eligio Bonfrate sono fortemente radicati nell’Altomilanese, territorio che comprende oltre 60 comuni a cavallo tra le province di Varese, Milano e Como e soffre nel suo sviluppo sociale, culturale ed economico della mancata unità amministrativa. Il vino di Milano. Questa volta infatti raggiungiamo il piccolo borgo di San Colombano al Lambro, enclave della Provincia di Milano in quella di Lodi. San Colombano è il nome di un monaco, abate, missionario evangelizzatore irlandese che qui lasciò il segno del suo apostolato convertendo al Cristianesimo le tribù padane stanziate sulle rive del fiume Lambro. Visitiamo l’Azienda agricola Panizzari: dal 1898 la felice storia di un’ azienda familiare, l’amore per la collina e per i suoi vini. Nel 1997 prende avvio anche l’agriturismo; il punto forte è la ristorazione in una sala che rimanda il pensiero alle vecchie osterie d’altri tempi, ispirandosi alla vecchia cantina creata dal fondatore dell’azienda Angelo Panizzari. È la più antica azienda vitivinicola di San Colombano al Lambro; per la vendemmia sono previsti stage durante l’anno, dalla raccolta dell’uva fino all’imbottigliamento. I vitigni coltivati sono prevalentemente quelli della tradizione della zona. Infatti la maggior produzione (circa il 65%) è data dai vitigni di Barbera, Croatina e Uva Rara, atti a diventare componenti del San Colombano Doc Rosso. Per le uve bianche la maggior produzione è coperta dal vitigno Verdea, una tipologia autoctona vinificata solo qui; le altre uve prodotte nei vigneti sono, di colore rosso, il Pinot Nero e un poco di Cabernet, mentre a bacca bianca la Malvasia di Candia, il Riesling e lo Chardonnay. Tutte le uve vengono vinificate in proprio presso l’ azienda. La nostra attenzione si sofferma sul Verdea Bianco IGT. Questo vino, ottenuto dalle uve Verdea un vitigno autoctono vinificato solo a San Colombano, viene prodotto secondo la tradizione applicata alle moderne tecnologie. Si ottiene un vino leggero, fresco e fruttato di ottima freschezza. La naturale fermentazione ne esalta gli aromi ed i profumi delicati. È un vino ottimo come aperitivo insieme alla mitica raspadura lodigiana o con un pezzetto di grana padano, si abbina ad antipasti magri, pesci bianchi di mare e acqua dolce. L’azienda accoglie ragazzi di tutte le età per le visite guidate. Visitiamo ora il borgo di San Colombano partendo dal Castello, che tradizione vuole sia opera di Federico I il Bar- in rete L’Associazione nasce per svolgere “per” e “in” tale territorio una attività prevalentemente di cultura e politica - con particolare attenzione ai problemi sociali, alla collaborazione tra le amministrazioni locali ed allo sviluppo dell’informazione grazie alle nuove tecnologie della comunicazione; lo strumento principale con cui l’associazione svolge la propria attività è il sito internet www.altomilaneseinrete.it che e mette in rete notizie, idee, progettualità ed esperienze del territorio . Come spiega il Presidente Paolo Testa “l’Associazione si propone diverse finalità, tra cui la promozione e lo sviluppo di una identità del territorio Altomilanese; promuovere in tale ambito la cir- colazione delle informazioni e lo sviluppo della cooperazione tra soggetti pubblici e privati in ambito locale; favorire l’identificazione dei bisogni specifici di tale territorio con particolare riferimento ai problemi dei consumatori, ai rapporti tra cittadini e istituzioni locali, ai bisogni sociali, al miglioramento della qualità della vita, allo sviluppo sostenibile negli ambiti della mobilità, dell’energia e del turismo; promuovere e contribuire a realizzare progetti di natura sociale, politica e infrastrutturale per tale territorio”. Nel 2009 il sito è stato completamente rinnovato. Tutti coloro che lo desiderino possono inviare contributi che troveranno spazio sul sito. F.Q. barossa e il parco adiacente, le chiese di San Colombano, San Rocco e San Francesco, percorriamo le antiche strade del borgo raggiungendo il caratteristico Portone. Non possiamo non fermarci al Lazzaretto e alla seicentesca Villa Valbissera. Quest’ ultima è una villa padronale facente un tempo parte di una cascina, dotata di una splendida chiesetta. Infine non si può non visitare la casa natale di Don Carlo Gnocchi, fondatore della Pro Juventute e dell’infanzia mutilata e abbandonata, da poco Beato. Si segnala che la terza domenica di settembre si svolge il “Palio del Guiderdone”e con il patrocinio della provincia di Milano la “Sagra dell’Uva” con il concorso delle “Margotte di uva”, le sfilate di carri allegorici e la rassegna di vini tipici, che vede ogni anno la presenza di migliaia di visitatori. Abbiamo fame? Non possiamo che tornare all’agriturismo nella sala di degustazione e ristorazione con i suoi ampi tavoloni e panche: un luogo unico. Le specialità sono oltre i vini da abbinare alle loro produzioni le verdure, le carni di maiale, pollo e tacchino, la selvaggina da pelo, i dolci casalinghi, e i prodotti tipici locali quali salumi, formaggi e carni di manzo delle loro collegate aziende agricole. Si può gustare, in particolare, la classica cassoeula milanese, la busecca, un delizioso spezzatino di cinghiale con polenta, oppure un semplice piatto di salame nostrano e raspadura lodigiana. Il costo si aggira sui 10-30 euro e la prenotazione è obbligatoria. Francesco Biglieri LETTERE E APPUNTI 15 “L’India sconosciuta” a Genova Nell’ambito della manifestazione “India a Genova”, rassegna dedicata alla cultura indiana promossa da Comune di Genova, Fondazione per la Cultura, Regione Liguria, curata dal CELSO – istituto di Studi Orientali, con il patrocinio del Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali e l’Ambasciata dell’India, dal 20 marzo al 23 maggio 2010, sarà protagonista la mostra “Adivasi. India sconosciuta”. Grande il numero degli oggetti esposti che descrivono uno dei capitoli meno noti della storia di questo Paese, quello delle popolazioni tribali. Un quadro inedito e originale di una civiltà straordinaria. Sculture in bronzo, terracotta, ottone e legno; strumenti mu- sicali; armi; maschere cerimoniali; un antico calesse; ornamenti, monili, abiti, tessuti, ceste e copricapo tradizionali, solo per citarne alcuni. Una sezione fotografica che illustra la sorprendente diversità di queste etnie completa la mostra. Oggetti e foto appartengono alla collezione personale di Roberta Ceolin e Claudio Tirelli, appassionati ricercatori che da più di trent’anni studiano la cultura tribale dell’India. La Fondazione per la promozione dell’Abbiatense e l’Associazione culturale Obiettivo sul mondo promuovono la visita all’esposizione presso Palazzo Bianco e Castello D’Albertis di Genova. [email protected] Magistrati di Luciano Violante Luciano Violante, autore del libro Finalmente un libro che coniuga preparazione tecnicogiuridica ed esperienza politica. Finalmente un saggio sul conflitto tra magistratura e politica che non si risolve in partigianeria e polemica fine a se stessa. Luciano Violante è stato un bravo magistrato, è un politico serio ed onesto (rarità ai tempi nostri) e si rivela ora anche un ottimo saggista. L’opuscolo, recentemente edito, rappresenta la situazione attuale delle relazioni tra potere esecutivo e giudiziario in maniera oggettiva e cercando di ricostruirle sotto un profilo storico. “I giudici devono essere leoni, ma leoni sotto il trono”: è questa la frase di Francis Bacon dalla quale Violante parte per esprimere le proprie riflessioni ed esporre infine il proprio ideale di equilibrio tra i due poteri, costituzionalmente fondato. Da una situazione di quasi totale subordinazione del potere giudiziario a quello esecutivo, si è trapassati in taluni casi ad un totale ribaltamento di posizioni: ciò ha ingenerato un vero e proprio conflitto tra una parte dell’un potere ed una parte dell’altro per avere una sorta di predominio, conflitto che sicuramente non costituisce buona cosa per il bene pubblico. Esaminando tale conflitto sicuramente non condiviso, l’autore si sofferma sull’esame di quella ampia vicenda giudiziario-politica che fu “Mani pulite”. Vengono così ricostruite le ragioni storiche che permisero all’indagine di avere il successo che ebbe e le conseguenze della stessa sui delicati rapporti tra magistratura e potere esecutivo. Ma, al di là dell’esame di tale rapporto e della dura condanna degli abusi di potere da una parte e dall’altra, ciò che è davvero mirabile nell’opera è l’efficacissima riflessione da parte dell’autore circa la degenerazione dell’etica pubblica che, in quanto modello di quella privata, ha inevitabilmente condotto ad una società priva di solidi e validi punti di riferimento morali. Un libro da leggere insomma, da meditare, da diffondere. Eleonora Robbiati Einaudi, pagg. 192, € 10,00. Caro Lenny, sono un uomo molto solo, ho 58 anni e per colpa del lavoro, che mi occupa per molto tempo, non ho avuto una relazione che sfociava nel matrimonio. Negli ultimi tempi sto frequentando una ragazza rumena di 26 anni che svolge la “professione”. Mi sono innamorato perdutamente di lei e da lei ricambiato. Vorrei avere una vita normale con lei e costruire una relazione duratura. Come posso liberarla dai suoi aguzzini ? Roby Queste situazioni sono molto pericolose perché queste ra- gazze giunte in Italia dietro una promessa di lavoro, alla fine finiscono nelle mani di bande di criminali. La soluzione migliore, affinché tu non corra pericoli è quella che tu e la ragazza vi rechiate dai carabinieri o dalla polizia e chiedete protezione e cosa dovete fare. Mi raccomando, caro Roby, non metterti nei pasticci. E vedrai che l’amore vincerà. Una situazione sentimentale difficile? Un litigio tra amici che non sai come ricomporre? Chiedi aiuto a Lenny, l’Amico del Cuore: poche parole per aiutarti a trovare la soluzione. Scrivi a [email protected] a quattro zampe Loris è un border maremmano di taglia media, manto bianco con inserti puntinati di nero sfavillante: fascia nera sul muso con due occhi gialli che parlano d’ amore. è il minimo che possa avere dopo che la sua vita è stata solo sofferenza. Sta seguendo una terapia comportamentale non perché sia negativo, ma per aiutarlo a dimenticare il dolore dell’anima e sta reagendo ottimamente. Vi prego ora ha bisogno di una casa piena d’amore: diamo a Loris ciò che merita e che il suo sogno diventi realtà. Lui è stato salvato dall’inferno di Matera, lasciato morire con altri mille cani, non sapeva cosa fosse il mondo, non sapeva cosa fosse la vita, non sapeva cosa fosse l’affetto umano dato che le botte erano all’ordine del giorno. I suoi occhi ricordano ancora pensieri che noi NON sapremo…mai…. ma; una cosa è certa: che Loris è un cane magico, dolce, riservato. Va d’accordo con tutti cani, teme un po’ l’uomo ma Per info Melania 320/6843497 320/6843497 [email protected] Barbara 347/4704691 347/4704691 [email protected] Chi ci protegge dallo scudo fiscale? Lo scudo fiscale è stato un successo, afferma l’ennesimo ministro durante il solito dibattito. E giù cifre, dati. Ed altre affermazioni: se non ci fosse stato lo scudo fiscale, la finanziaria 2010 sarebbe stata pareggiata con altre tasse, che il governo di centro-destra non voleva e non ha voluto. Se fosse possibile un po’ di ironia, varrebbe la pena a questo punto dire un forte grazie agli evasori fiscali. Se loro non avessero pensato di evadere, oggi il governo di centro-destra sarebbe stato costretto, suo malgrado, a mettere nuove tasse. Alcune timide considerazioni. Se aumenta il costo dei francobolli, abbiamo nuove tasse? Tecnicamente no, nei fatti sì. Basta non scrivere. Potremmo continuare in questo modo, fino ad eliminare tutto o quasi. Il vero problema è il solito: l’utilizzo di una qualsiasi sanatoria, che si tratti di scudo fiscale o di concordati strani anche in materia edilizia, è un premio che si dà a chi ha, in ogni caso, violato le leggi di questo Stato. Se, addirittura, è il Capo del Governo (come è accaduto nel passato) a teorizzare l’evasione fiscale come arma di legittima difesa (?), allora vuol dire che siamo alla frutta. Sono convinto che esiste una debolezza nel ragionamento dei vari ministri e, peggio, sottosegretari, quando affermano che lo scudo fiscale ha impedito manovre di aumento delle tasse. In quel momento, infatti, affermano un principio pericoloso, e cioè l’impotenza o la connivenza con gli evasori, che – lo ricordo in ogni caso – hanno sempre violato le leggi dello Stato e non hanno contribuito alle spese dei servizi necessari per una comunità vasta quale è una nazione. Non voglio teorizzare come Padoa Schioppa che pagare le tasse è bello, ma è sicuramente bello impostare e realizzare una vera campagna di lotta e di recupero fiscale contro l’evasione. Pagare tutti, pagare meno è stato uno slogan importante per le masse popolari negli anni delle lotte operaie. Ministri come Visco hanno dimostrato nella loro esperienza governativa che si può fare una giusta lotta all’evasione fiscale (anche se qualche correttivo andava messo ad alcune intuizioni, come per gli studi di settore). Vogliamo, allora, ricominciare a sperare in un fisco più giusto, senza premi a chicchesia? Gianni Schicchi 16 Associazione Terre d’acqua Tel 02 9422133 – 02 58111829 [email protected] www.consorzioterredacqua.com Il Consorzio Agrituristico Terre d’Acqua è composto da un sistema di imprese agrituristiche che si propongono di valorizzare il territorio attraverso una vasta gamma di servizi, certificati collegati all’impresa agricola e allo Sviluppo di una profonda etica sociale. Le Terre d’Acqua si sviluppano nelle zone limitrofe alla città di Milano; il consorzio agrituristico ha scelto questo nome proprio perchè comprende agriturismi con sedi dislocate sul territorio della provincia milanese. Nelle aziende del consorzio troverete alloggio a stretto contato con la natura e nel pieno rispetto dell’ambiente, scoprirete una ristorazione che discende da antiche e nobili radici culturali, acquisterete prodotti certificati nei profumati e sinceri spacci aziendali. Vi invitiamo visitare le fattorie didattiche con i loro laboratori in continua trasformazione e a lasciarvi trasportare dai salutari percorsi proposti dai gestori, all’insegna di un’accoglienza genuina,fortemente legata ai valori della terra, della natura e della tradizione. Al consorzio aderiscono 11 agriturismi: Azienda Agricola e Agrituristica Via Cascina Selva, 1 20080 Ozzero MI Tel 02 9407039 E-Mail: [email protected] www.cascinaselva.it Cascina Selva Cascina Caremma Cascina Bullona Agriturismo Aia Cascina Isola Maria Cascina La Forestina Strada per il Ticino 20080 BESATE (MI) Tel 029050020 Fax 0290504181 www.caremma.com/ [email protected] Pontevecchio di Magenta Strada Valle, 32 Tel. 02 97292091 02 97292091 www.agriturismobullona.it [email protected] Cassinetta di Lugagnano Loc. Cascina dei Piatti Tel. (+39) 02/94249090 (+39) 02/94249090 Cell. (+39) 347/0023121 www.agriturismoaia.it [email protected] Albairate (Milano) Tel. 0039 02 9406922 [email protected] www.isolamaria.com Bosco di Riazzolo Tel 02 90389263 20080 Cisliano – MI [email protected] www.laforestina.it Cascina Grassina Cascina La Palazzina Cascina Murnee Cascina Santa Brera Cascina Scanna 20080 Albairate MI Tel 346 26 04313 [email protected] Via Palazzina, 1 20080 ALBAIRATE (MI) tel. 02.94920564 cell. 347.0589855 info@agriturismocascina lapalazzina.it www.agriturismocascina lapalazzina.it Agriturismo cultural didattico Via Volloresi ,40 Busto Garolfo MI Tel 0331 567428 www.murnee.org [email protected] 20098 San Giuliano Milanese (MILANO) tel. e fax (+39)02-9838752 cellulare 348-2627530 348-2627530 e-mail: [email protected] www.cascinasantabrera.it Azienda Agricola Chiara Dufour Cascina Scanna, 8-12 20080 Cisliano (MI) +39 3880602003 +39 3402903096 fax +39 029018408 mail [email protected] www.cascinascanna.it